Il Segno dicembre 2012

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PICCOLO

il Segno ...quello che gli altri non scrivono...

mensile indipendente

Questioni aperte

Anno XI, n. 12 - Dicembre 2012

Ripe titor i radi o-te levis ivi

Questa vignetta, con la quale vogliamo ricordare Delpi, un caro amico venuto a mancare recentemente e a cui rendiamo omaggio con una pagina a lui dedicata (pag. 28), ci fa riflettere sulle tante questioni aperte che riguardano il nostro paese e verso le quali la pubblica amministrazione non ha ancora dato risposte risolutive. Di alcune ne parliamo in questo numero.

Farm acia Com una le Nuo va Sed e Mun icipa le Nuo vo Pian o Reg olat ore Isola ecologica e depuratori

parcheggio Sulla Elettrosmog Nuovo Un dibattito ...il comitato ancoraaperto panchina A PAGINA 11 di una città... di Daniela Di Rosa Ci sono dei misteri irrisolvibili, come l’esistenza degli ufo o dei miracoli, fino ad arrivare a scritti indecifrabili (ma senza scomodare i geroglifici). Alcune persone in una fredda domenica roccheggiana erano intente a decifrare un editoriale di un mensile locale. Questo gruppetto di nostri concittadini era interdetto, capiva le parole ma non il senso, si chiedeva che cosa volesse dire “stampa boia” di mussoliniana memoria e con chi la giornalista ce l’avesse! Era forse arrabbiata coi paesani che a fiotti si riversano nella piazza in un giorno di festa? O forse ce l’aveva con loro perché discutevano? Segue a pagina 17

Bollette dell’acqua

La protesta arriva in Rai

A pagina 20

Biblioteca com.le

Operatrici licenziate

A pagina 14

Un mistero irrisolto Statuto del 1588

A pagina 29

La realizzazione del multipiano di piazza Valeriano Gatta prosegue coi suoi sette piani, e mentre la società ha avviato la vendita dei box coperti, l’opera continua a far discutere la cittadinanza.

Alle pagine 12 e 13

Buon Natale

Case Popolari

In arrivo 12 nuovi alloggi Ater In località Monti

A pagina 23

Medici di base

La Regione parla della dislocazione

Questioneriaperta A pagina 9

Le “storielle” raccontate dal commissario

A pagina 22

Orlando Brunetti

Gioielleria

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Visto come vanno le cose in Italia... vorrei essere una olgettina anch’io! ATTUALITA’

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di Bruno Fontana Mi è venuto a volte il ghiribizzo di essere una olgettina. Ovviamente questo mio desiderio inconfessabile rimarrebbe inesaudito per diversi motivi. Il primo per questione di sesso e di età. Le olgettine sono delle belle e giovani fanciulle mentre io sono dello stesso sesso del loro sultano e ho la sua stessa età, anche se mi dicono che sembro più giovane anche senza trucco e stucco. Un altro motivo evidente è che ciò che riesce a una giovane fanciulla disinibita, per usare un eufemismo, non riuscirebbe a un matusa, spregiudicato o meno che sia, e questo non è un eufemismo. Dopo queste divagazioni dal sapore agrodolce veniamo al dunque. Queste signorine che abbiamo visto sfilare, agghindate come modelle, al tribunale di Milano come testimoni a proposito della loro attiva collaborazione al rito del bunga bunga del satrapo licenzioso, mi ha portato a fare una considerazione: qual è la frase che si sente ripetere spesso di questi tempi, ahinoi? “...non arrivare a fine mese!”. Ecco, la crisi sta scavando sempre di più una voragine tra chi sta meglio e chi sta peggio. Tra chi sta peggio si naviga a vista, tra le nebbie della povertà PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Editoriale il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

alla ricerca di quella fine del tunnel dove, dicono, si intravede la luce. Ma sarà colpa di un’illusione ottica, di un appanamento della vista, noi questa luce ancora stentiamo a scorgerla. I pensionati da 5-600 euro devono decidere ogni mese se con quell’obolo dello Stato devono mangiare, pagare l’affitto, le bollette, la scuola ai figli o le spese mediche, il che costringe alcuni di loro ad andare a frugare nei cassonetti dei supermercati per recuperare frutta e verdura ancora comestibili, mentre altri fanno la fila davanti alle mense della Caritas. Per chi sta meglio, molto meglio, i problemi sono altri, ad esempio come eludere le tasse, come fare evadere all’estero i propri capitali e occultarli nei paradisi fiscali. C’è poi la categoria di coloro che rubano, attingendo generosamente nel nostro salvadanaio, il più delle volte impunemente. Per questi ultimi, se si è Consigliere regionale la cosa risulta particolarmente agevole in quanto non c‘è nemmeno un plafond al prelievo, a differenza del Bancomat. Facile però che a parlare di questi argomenti si rischia di cadere nella facile retorica e nelle velleitarie denunce moralistiche. Le varie piazze pulite arene agorà e servizi publici televisivi, questa dicotomia delle due Italie ce la REDAZIONE

Patricia Antolovic, Bruna Benelli, Noemi Bevilacqua, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Bruno Fontana, Paola Gatta, Anna Giovanetti, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com

sviscerano settimanalmente. Allora preferisco tornare alle mie olgettine. Non hanno ancora trent’anni e dichiarano di ricevere 2.500 euro al mese dal loro utilizzatore finale e benefattore (esentasse?) che adorano, ci mancherebbe altro. Ci sono poi quelle che hanno percepito una generosa buona uscita, dopo avere smesso i panni di showgirl da burlesque. Un’altra ancora dichiara candidamente di riscuotere da Mediaset 50mila euro all’anno senza avere una mansione. Così, un cadeau, come se per lei fosse Natale ogni mese. Certo che la fortuna a volte ha davvero gli occhi bendati. Ma non è tutto, alcune di queste allegre sexy easy baby, le più arrampicatrici, si sono lamentate perchè considerano il loro compenso “troppo misero”. Cribbio, guadagnavano di più quando erano “operative”! Ebbene queste signorine, appariscenti e spigliate, con le tette riILLUSTRAZIONI

Franco Carfagna, Ermanno Gatta

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il Segno - Dicembre 2012

Ruby “rubacuori”

fatte ma con la testa ben piantata sulle spalle e tutt’altro che svampite, a me fanno simpatia, diversamente della mitica igienista dentale che prima lo stipendio e adesso, a 26 anni, la pensione gliela paghiamo noi. Capisco che alla casalinga “che non arriva a fine mese”, all’insegnante precaria e all’operaia sotto pagate tutto questo appaia disgustoso e ingiusto. Ma i soldi queste olgettine li prendono dalle tasche d’un mecenate dalle turbe senili, non dalle nostre. E credo che alla fine tra la moralità certamente labile di signorine disinibite che sfruttano il loro fascino a spese di ricchi scemi e lo scempio dei nostri soldi da parte di politici e consiglieri corrotti, io non ho dubbi, sto dalla parte delle Olgettine e delle donnine allegre di tutto il mondo. In un certo senso sono delle Robin Hood in (mini)gonnella, prendono ai ricchi per essere meno povere. O yes!

Apre i battenti il Centro Arcipelago

Il Centro Arcipelago di Genzano di Roma inizierà le sue attività nel mese di Gennaio 2013, con un’ampia gamma di iniziative rivolte ai giovani (bambini dai 6 anni in su) e alle loro famiglie. Con il Progetto “Futuro Prossimo”, offre assistenza e sostegno didattico, attraverso interventi educativi volti allo sviluppo e al potenziamento delle competenze individuali e propone percorsi psicoeducativi di crescita individuale, potenziamento dell’autostima, incoraggiamento alla pro socialità. Per informazioni rivolgersi alla Sig.ra Moira Giacometti (cell: 347-6802822 dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00); all’Educatore professionale Andrea Giacometti (cell: 328 – 1876878); e alla Psicologa-Psicoterapeuta dott.ssa Bruna Benelli (cell: 331 – 6171362 dalle 15:00 alle 19:00).


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ATTUALITA’

Elogio del moralismo Interessanti spunti suggeriti dal libro di Stefano Rodotà

di Patricia Antolovic Questo mese vorrei presentarvi un “piccolo grande libro” di Stefano Rodotà, “Elogio del Moralismo”. Questa parola “moralismo”, odiata dai nostri politici, richiama ad un’attitudine critica e reintroduce nel discorso politico la nozione di “Etica pubblica e di Responsabilità politica” sollevando la cosiddetta questione morale. L’autore mette l’accento sulla “Politica” (quella vera) negata dal compromesso permanente tra legalità ed illegalità, con i partiti che hanno fatto di tutto per liberarsi di ogni controllo, arrivando a cancellare la moralità nella vita politica stessa. “...Il grande corruttore ha bisogno di una rete di piccoli corruttori perchè la sua non sia soltanto una pratica ma un esempio. Una ‘cultura’ come ormai si usa dire...”. Oggi vince la forza, la minaccia, la violenza verbale, l’impunità.... Ce ne accorgiamo ogni giorno nel nostro quotidiano, e questo provoca in noi frustrazione e malessere. Tale atteggiamento di sopraffazione cancella il cittadino che diventa suddito, servile o forse peggio, cliente. La politica diventa “arricchimento privato a spese del pubblico e respinge ogni responsabilità”. Quelle frasi che spesso i nostri politici pronunciano: “Non è penalmente rilevante”, oppure “si è innocente fino all’ultimo grado di giudizio” (cioè dopo 10 anni se tutto va bene vista la lentezza della giustizia), non sono frasi innocue perchè cancellano la nozione stessa di responsabilità: infatti certi comportamenti non costituiscono reato, ma sono moralmente e politicamente censurabili. E così nessuno è responsabile di niente. Ma che cos’è la responsabilità politica? “Riguarda il modo in cui la persona ha esercitato un potere che gli è stato attribuito... deve scattare anche quando non vi sia una responsabilità penale, per il solo fatto di essersi comportati in maniera contrastante con la cor-

rettezza legata all’esercizio di una carica, alla gestione di un affare di Stato, al maneggio del pubblico denaro”. Rodotà, cita l’art. 54 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. In questo articolo si parla di rispetto delle leggi, di disciplina, di onore, non di codice penale e di grado di giudizio. Azzerando la responsabilità politica, questa classe dirigente si è concessa di tutto e di più, abbiamo il Parlamento con il più alto numero di indagati, condannati in primo e secondo grado che votano leggi alle loro convenienze... A tre mesi delle elezioni politiche, si stanno tagliando su misura una nuova legge elettorale... e

Rodotà

nel frattempo i cittadini devono far fronte a nuove tasse non per avere più servizi, ma per ripagare i debiti che ci hanno lasciato! Poi si meravigliano che questi cittadini siano disgustati dai partiti! Da questa classe politica è sparito il senso del pudore, quello che frena ogni azione spregiudichevole (non esiste questa parola). “Contro malaffare e illegalità servono regole severe e istituzioni decise ad applicarle. Ma serve soprat-

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tutto una diffusa e costante intransigenza morale, un’azione convinta di cittadini che non hanno il timore d’essere definiti moralisti, che ricordino in ogni momento che la vita pubblica esige rigore e correttezza”. Ho provato a darvi un piccolo assaggio di questo libro, che spiega, con parole semplici, perchè siamo arrivati oggi in questa drammatica situazione. Dobbiamo e possiamo reagire, non accettare passivamente una permissività generalizzata. La democrazia consacra la libertà individuale, il rispetto dell’individuo al quale attribuisce dei diritti, uguali per tutti, ma in controparte stabilisce delle regole, dei doveri che rinforzano questa stessa libertà individuale. E senza queste regole la democrazia stessa è in pericolo, la società si frantuma. Stiamo assistendo allo sfasciamento delle nostre istituzioni, da parte di chi le rappresenta e ci rappresenta. Dalla prossima legislatura dobbiamo pretendere di essere rappresentati da persone moralmente incensurate, pulite, senza attendere il giudizio e le sanzioni della magistratura. Affido la mia conclusione ad un paragone: se vogliamo sapere tutto della persona a cui affidiamo i nostri figli, facciamo la stessa cosa per le persone a cui affidiamo il nostro futuro, siamo esigenti!


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L’ARGOMENTO

“L’Onu ha riconosciuto la Palestina adesso si ponga fine a questo conflitto”

di Flavio Lotti* Bene: l’Assemblea Generale dell’Onu che riconosce alla Palestina il rango di “Stato Osservatore”! Un fatto storico. Brava: l’Italia che vota SI!! Un altro fatto storico. Bis: e ora chiudiamo per davvero questo conflitto!!! Bene! Finalmente il mondo compie un gesto di pace in Medio Oriente, mette fine a decenni di ipocrisie, ambiguità e complicità, lancia un salvagente all’Autorità Nazionale Palestinese e torna ad investire sulla soluzione politica del conflitto più lungo del nostro tempo. Brava l’Italia!! Anzi, il bravo va al Presidente del Consiglio e a tutti coloro che hanno contribuito a mettere in un angolo

la linea irresponsabile del ministro Giulio Terzi e dei finti amici di Israele. Votando SI il governo ha evitato all’Italia un pericoloso errore politicodiplomatico; ha ridato all’Italia un pizzico di quella dignità politica che abbiamo perso da tempo; ha ri-unito l’Italia alla comunità del Mediterraneo e alla gran parte dell’Europa; ha iscritto il nostro paese nell’albo storico dei paesi amanti della pace. Bis!!! Questa decisione non può e non deve restare isolata. Sarebbe non solo sbagliato ma anche pericoloso. Questa decisione non migliora le condizioni di vita dei palestinesi.

il Segno - Dicembre 2012

Dobbiamo evitare che le preannunciate ritorsioni di Israele le peggiorino ulteriormente. L’Italia e l’Europa devono agire immediatamente per riaprire i negoziati di pace e puntare a chiudere definitivamente il conflitto tra questi due popoli. Ad entrambi deve essere riconosciuto il diritto di vivere in pace su quella

E ora Palestina libera

Dopo i drammi è il momento della gioia

terra con gli stessi diritti, la stessa dignità e la stessa sicurezza. La formula è “due stati per due popoli”. E deve essere realizzata ora. Anche a costo di un’inedita e creativa “imposizione” internazionale. E’ l’ultima possibilità. E noi non possiamo permetterci di sprecarla. L’Italia, che vanta ottime relazioni sia con Israele che con i palestinesi, può fare molto. Ma deve continuare a fare quello che ha fattonei giorni scorsi: assumere un ruolo attivo, propositivo e progettuale. Diamo all’Italia una politica di pace! Chi ha vinto? Il buon senso. Chi ha perso? I signori della guerra infinita. *Coordinatore nazionale della Tavola della pace

Il “ramoscello d’ulivo” di Arafat è sempre vivo

di Daniela Di Rosa Una mattina mi son svegliata e ho trovato… la Palestina! La cercavo da almeno trent’anni, da quando ragazza scoprii che dietro la tragedia degli ebrei si celava l’annientamento di un altro popolo e da quel giorno ho vissuto con il cuore diviso tra la pietà per l’orrore dell’olocausto e la rabbia, il dolore per un popolo senza patria. Ricordo la prima Intifada, quella dei ragazzini con le fionde contro i carri armati con la croce di David, ho visto crescere

A sinistra: la soddisfazione di Abu Mazen. A destra: la gioia nelle strade di Gaza. Sotto: Noemi e Odeh

l’odio in quei ragazzi, un odio che li ha trasformati in kamikaze, i loro corpi fatti a brandelli insieme a quelli degli occupanti, ricordo la prima donna martire, ricordo Sharon, la sua oltraggiosa passeggiata sulla spianata delle moschee, la passeggiata che provocò la seconda Intifada, quella più dura, più crudele, con attentanti sui bus di studendi, ricordo un muro che si innalzava per dividere famiglie, ricordo orti di ulivi sradicati, ricordo file di gente ai check-point, perché nes-

suno entrava o usciva da Gaza senza il permesso di Israele! Ricordo centinaia di ragazzi di tutto il mondo (tra cui Vittorio Arrigoni) recarsi in Palestina per parlare di pace, di due popoli due stati, ricordo il sogno di una Gerusalemme capitale di due patrie, per questo doppiamente amata, ricordo il discorso all’Onu di un giovane Arafat: in una mano ho una pistola, nell’altra un ramoscello di ulivo… fate in modo che non sia lui a cadere! È ora di raccogliere quel ramoscello. Oggi, 11 dicembre, i due collaboratori del Segno, Noemi Bevilacqua e Odeh Amarneh sono lì, in Palestina… ritornate con po’ di terra e un ramoscello di ulivo.


Ecco il Piano per la Sanità regionale

ATTUALITA’

di Paola Gatta “Il Piano di rientro del Commissario per la sanità nel Lazio, Enrico Bondi, promuove la riorganizzazione della Rete Ospedaliera Pubblica, al fine di migliorarne l’efficienza e l’efficacia, e favorisce il potenziamento della rete territoriale, con 3 finalità: ottimizzare l’assistenza dei degenti; migliorare e riqualificare la riabilitazione domiciliare e territoriale; impiegare in modo più efficiente le risorse umane, tecnologiche e strutturali che saranno liberate dalla razionalizzazione”. E’ quanto afferma una nota di Palazzo Chigi riferita al Piano del commissario Enrico Bondi per la sanità nel Lazio. “Il Piano di ristrutturazione dell’offerta di salute –prosegue la

nota- tiene conto delle criticità del sistema sanitario regionale ed è frutto del confronto serrato tra le strutture centrali della sanità della Regione e i Direttori delle aziende ospedaliere delle aziende sanitarie locali. Ad oggi la riduzione della spesa per l’acquisto di beni e servizi è stata di circa 200 milioni di euro”. Per raggiungere nell’arco del triennio 2013-2015 un sostanziale equilibrio finanziario, il Piano individua una serie di priorità, dalla razionalizzazione della logistica alla tracciatura dell’uso dei beni attraverso la definizione degli indici di consumo, passando per l’organizzazione di un efficiente sistema di controllo di gestione e alla eliminazione degli acquisti al di fuori delle

gare, fino a promuovere un costante confronto tra le aziende sanitarie e con le altre Regioni per aggiornare costantemente le migliori pratiche. In particolare il Piano prevede 4 linee di azione: 1. Rafforzare la rete dell’emergenza; 2. Ridurre la frammentazione assistenziale, aggregando le alte specialità per rafforzare e valorizzare le eccellenze; 3. Ristrutturare la logistica della rete ospedaliera con l’intento di razionalizzarla. Il Piano prevede il potenziamento dell’offerta assistenziale nelle Province per decongestionare l’area romana e garantire una migliore equità di accesso all’assistenza sanitaria su tutto il territorio regionale e di conse-

Una corsia d’ospedale

guenza ridurre il numero delle unità operative complesse; 4. Attuare una riduzione selettiva dei posti letto destinati alle alte specialità, ridurre i giorni di degenza media attraverso una più rapida erogazione delle prestazioni e attuare un monitoraggio stringente delle dimissioni ospedaliere. Questi interventi consentiranno di raggiungere due risultati: garantire anzitutto il rispetto della norma che fissa al 3 per mille il tasso dei posti letto per abitante e, inoltre, aumentare il numero di posti letto disponibili per pazienti provenienti dal pronto soccorso e dal sistema dell’emergenza in genere.

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ATTUALITA’

il Segno - Dicembre 2012

E’ ora di ripensare La violenza i metodi educativi è il segno della debolezzadell’uomo rivolti ai nostri figli

Il 25 novembre è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne

di Patricia Antolovic Mentre il popolo di sinistra si recava, lo scorso 25 novembre, nei vari gazebo per le primarie, è passata sotto silenzio la giornata internazionale contro la violenze sulle donne. Vista la gravità e l’aumento di questo fenomeno nel nostro paese, volevamo portare il nostro contributo su questo tema. Dall’inizio dell’anno ben 113 donne sono morte per mano di un ex compagno, del fidanzato... Si parla di femminicidio, cioè della violenza perpetrata dagli uomini a danni di donne in quanto tali. Il femminicidio va oltre la violenza fisica, riguarda anche e sopratutto la violenza psicologica che vuole annientare l’identità, la cui peggior conclusione è la morte. Le radici di questo fenomeno sono nella discriminazione e negli stereotipi di ruolo. Le donne costituiscono la metà della popolazione mondiale, hanno conquistato da pochi anni numerosi diritti, quello allo studio, il diritto di voto, al lavoro, alla maternità, alla contraccezione... Le donne hanno dovuto lottare per avere dei diritti riconosciuti agli uomini, perchè considerate inferiori, e le abbiamo chiamate femministe, una parola che in se nasconde un non so che di negativo. Oggi le ragazze studiano, si laureano, lavorano (con stipendi spesso inferiori ai loro colleghi maschi), e pretendono, giustamente, di avere gli stessi diritti degli uomini. Nessuno lo contesta ufficialmente, ma spesso tra le mura domestiche si nasconde la “punizione”. La donna è dipinta come un essere debole, fragile, pura, bisognosa di protezione. E’ questa l’immagine che ci viene trasmessa continuamente dai media, films, messaggi pubblicitari, al contrario di quello che succede nella realtà, dove le donne sono il pilastro

della famiglia, situazione ancora più vera in periodo di crisi, dove spesso di fronte alla perdita del lavoro del marito, si rimboccano le maniche e vanno a lavorare. La violenza sulle donne è un segno di debolezza degli uomini: le frustrazioni, la rabbia, il sentimento d’impotenza, la sensazione d’inadeguatezza nella vita pubblica si riversa nel privato, sulla compagna, la moglie, la figlia. Questo fenomeno va combattuto riconoscendo che il femminicidio è un fatto sociale, puntando sull’educazione, sul rispetto della diversità, sul rispetto dell’altro, del suo corpo… un ritorno alla “moralità” e un forte impegno delle Istituzioni. Anni di messaggi e condotte sregolate sul palco pubblico, hanno avuto effetti nocivi sulla nostra coscienza. Le donne non sono più solo un corpo posseduto dal partner, non sono esseri inferiori ma uguali. Le mentalità devono cambiare… se vogliamo una società più giusta, dobbiamo puntare sull’uguaglianza in tutti gli aspetti della nostra vita sociale. La donna non è un oggetto ma un essere umano con il quale dialogare e condividere la vita. Certo il rapporto diventa più complicato ma molto più ricco!

di Daniela Di Rosa Mentre scrivo, altre due donne sono state uccise, una di soli ventidue anni. Ogni giorno una donna viene aggredita, ogni settimana ne muore una e sempre per mano di mariti, amanti, fidanzati o compagni… ma noi continuiamo a dire alle bambine di non parlare con gli sconosciuti, di non accettare caramelle dagli estranei… non sarà qui lo sbaglio di fondo? Certo, è giusto insegnar loro fin da piccole a non fidarsi troppo degli sconosciuti ma non sarà il caso di cominciare a prepararle come difendersi da fidanzati o mariti che siano? Quando ero ragazza frequentavo un gruppo di autocoscienza, la lotta per l’emancipazione delle donne era al suo apice, giovani e orgogliose rivendicavamo la nostra forza e spiegavamo alle donne come ribellarsi ai soprusi e alle violenze dei loro compagni: non accettare uno schiaffo, non sei una bambina da educare, se subisci lo shiaffo diventerà un pugno, poi un calcio, fino a quando l’aggressione diventerà irreparabile.

Loro rispondevano: ma sai mio padre ogni tanto picchiava mia madre e lei mi diceva che non era niente, era nervoso e lo aveva provocato. Tanta acqua è passata sotto il ponte del femminismo ma siamo ancora qui a contare i morti, l’uguaglianza c’è ma gira quasi solo nei piani alti della società, se scendi la scala sociale e arrivi tra la gente comune, il lontano proletariato, le disuguaglianze sono abissali, gli stereotipi sono sempre gli stessi, il maschio tatuato e covatto, la femmina anch’essa tatuata e covatta ma assoggettata alla superiorità fisica di lui! Poi ci siamo noi, la via di mezzo, il ceto medio detto anche riflessivo e anche qui cambia poco... perché? Avete mai visto il programma Amore criminale? Io ci ho provato e ogni volta, ad ogni storia finita tragicamente, mi chiedo perché quelle donne abbiano accettato tanto!? Sono poche quelle che denunciano, e se denunciano non vengono protette; se le uccidono, gli assassini se la cavano con pochi anni. Per lo più sono ragazze normali, di buona famiglia, spesso con buoni studi alle spalle, perché subiscono per anni? Forse gli è stato insegnato così? Ogni volta che entro in una famiglia con due bambini, un maschio e una femmina, noto le differenze di educazione, i giochi, gli sport, le letture: alle bambine le favolette rosa, le bamboline e i trucchi, al maschietto pallone, macchine, pistole, robot, tutti i protagonisti dei più famosi videogiochi, mostri sempre forti e vincitori, come nella piccola mente sarà lui da grande, forte e vincente… guai a contraddirlo, fosse anche una principessina tutta rosa!


ATTUALITA’

il Segno - Dicembre 2012

tempi moderni

Il petrolio? Resti dov’è! Reseda onlus

di Roberto Sinibaldi

La notizia è recente e riguarda un’area agli antipodi rispetto all’Italia. Si tratta del Parco nazionale Yasunì, in Ecuador. Questo Paese si è impegnato a mantenere indefinitamente sottoterra le riserve petrolifere che si estendono su 200.000 ettari nel Parque Nacional Yasuní, uno dei luoghi a più alta biodiversità del pianeta. In cambio della protezione dell’ambiente l’Ecuador ha chiesto un contributo internazionale equivalente di 3 miliardi di dollari, la metà delle entrate alle quali lo Stato rinuncia per lo sfruttamento degli 846 milioni di barili di greggio. Presentando questa iniziativa nel 2007 all’Assemblea Generale dell’Onu, il presidente ecuadoregno Rafael Correa la definì una proposta rivoluzionaria: combatte il cambiamento climatico, evitando lo sfruttamento di combustibili fossili (saranno evitate emissioni per oltre 400 milioni di tonnellate di CO2) e mantiene la biodiversità ambientale e culturale delle popolazioni in Ecuador. Dopo le difficoltà dei primi anni il progetto ha raccolto 300 milioni di dollari, cioè l’8% del necessario per finanziarlo. È stato possibile così avviare progetti di energia verde, iniziative di salvaguardia dell’ambiente, programmi di riforestazione

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e di sviluppo della comunità. Il programma avrà 13 anni a disposizione per raccogliere il finanziamento completo. Questa iniziativa pilota può contribuire a mitigare alcune delle crisi ecologiche del mondo: l’estinzione di massa, la deforestazione e il cambiamento climatico. L’iniziativa YasuniItt potrebbe rappresentare un esempio importante sul come le nazioni in futuro potranno combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Al contrario i più critici sostengono che il

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programma è un ricatto ecologico dell’Ecuador alla comunità internazionale, visto che le trivellazioni petrolifere comunque non dovrebbero essere consentite nel Parque Nacional Yasuní. In Italia non esiste nulla del genere, forse potrebbe essere uno stimolo per progetti alternativi rispetto alle trivellazioni proposte dal ministro Passera per pompare petrolio da alcune aree, come le isole Tremiti, che hanno la loro vera ricchezza nelle bellezze naturali che le contraddistinguono.

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Ad Ariccia la “Festa Saharawi”

Una serata per celebrare la missione di un mese nei campi per rifugiati Saharawi nel deserto del Sahara, si è svolta lo scorso 13 dicembre ad Ariccia in Via Rufelli presso la “Casa Sociale Piamarta” La particolarità è stata una cena di solidarietà a base di cous-cous e altre prelibatezze Saharawi, per conoscere questo popolo e la sua lotta, e per incontrare giovani saharawi e rappresentanti di questo popolo e le persone che si impegnano nella solidarietà tra popoli. In particolare si è parlato di decrescita energetica, di indipendenza alimentare, di cooperazione decentrata, dei cosiddetti orti collettivi e della difesa delle sementi. Inoltre sono stati proiettati video e foto della missione che ha raggiunto i seguenti obiettivi: • un impianto solare fotovoltaico stand alone per l’ospedale di Dajla; • 28 nuovi orti solari familiari; • un corso per le famiglie saharawi sugli orti solari; • un corso per i tecnici saharawi sulla manutenzione e il dimensionamento degli impianti solari. Chi volesse ricevere altre informazioni può contattare RESEDA onlus al n. 06-9364170.

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DIRETTA da TOKYO

il Segno - Dicembre 2012

Contro il nucleare, dentro il nucleare

Verso le elezioni... pensando al nucleare

da Tokyo Toshi Kameda Alle ore 5.18 di pomeriggio del 7 dicembre mi trovavo su un treno e ho sentito una forte oscillazione che è durata circa un minuto. Era un terremoto di magnitudo 7,3 il cui epicentro era lo stesso di quello dell’11 marzo dell’anno scorso (9,0 gradi) che poi provocò lo tsunami. Stavolta, per fortuna, non ci sono state vittime, solo undici feriti e nessun danno alle cinque centrali nucleari ormai ferme. È la prima volta che lo tsunami raggiunge un metro Partito socialdemocratico (ex socialista, di altezza dopo con l’1% dei seggi). Per quanto riguarda il quello devastante. PD (come ho spiegato sul numero preceLa terra, quindi, dente del Segno) non ci si può aspettare non si ferma e ora molto anche perché dal partito sono già anche il mondo usciti diversi anti-nuclearisti. politico è in moviLe maggiori preoccupazioni arrivano dal mento. Partito liberal-democratico (PLD) che è Anche in Asia, stato quello che ha avviato l’era dell’enerdopo gli USA, è gia nucleare e che ora, molto probabilIl simbolo del in atto una grande Nuovo Partito Nippon mente, tornerà al governo dopo più di tre stagione elettoanni di opposizione. Stando al suo manirale. Il 14 novembre in Cina al 18° con- festo, il partito deciderà sulla riattivazione gresso del Partito comunista è stato eletto delle centrali caso per caso e, sul destino il nuovo segretario generale, Xi Jinping, delle centrali, deciderà entro tre anni. La che sarà il prossimo Presidente della Re- loro intenzione però è chiara: realizzare il pubblica popolare. Il 19 dicembre in mix migliore di fonti di generazione eletKorea del Sud si terranno le elezioni pre- trica entro dieci anni, compreso il nusidenziali. Il Giappone non è da meno. Il cleare. Tutto sommato il PLD, così come 4 dicembre il premier Noda ha sciolto in in passato, non sembra voler abbandonare anticipo la Camera bassa e il prossimo 16 il nucleare. Da questi due principali pardicembre si andrà alle urne. titi, il PD (48%) del centrosiSi sa di certo che il Partito nistra, e il PLD (24,6%) del Democratico (PD) non centrodestra, dipenderà il fupotrà più continuare a goturo. vernare. E così andrà perNegli ultimi tempi i partiti duto tutto ciò che il governo appaiono frantumati. Per lunstava facendo (anche se con ghi anni il PLD governava da Il simbolo del molte contraddizioni e atsolo il Paese, poi con la crisi Partito Democratico teggiamenti equivoci) per nel 1993 per rimanere al pouscire dal nucleare, a partire da “lo zero tere fu costretto di allearsi con altri partiti. nucleare negli anni 2030” fino al “il Successivamente arrivò una nuova stanuovo piano nazionale energetico” che gione politica (con la vittoria del PD nel avrebbe dovuto definire entro l’anno. 2009) e per la prima volta fu avviato un Siamo in piena campagna elettorale e, a esperimento di alternanza politica con un anno e nove mesi dall’incidente della l’intenzione di giungere verso il bipartiticentrale di Fukushima (durante i quali smo. Ma ora tutto sembra simile all’Italia non si è ancora deciso che strada intra- a parte il ruolo della sinistra tradizionale prendere nei confronti dell’energia nu- che non sembra avere alcuna forza rinnocleare) al centro di essa vi è ancora vatrice. questo tema. La prospettiva energetica e Prima delle elezioni politiche alcune il nucleare sono i temi che interessano di nuove forze politiche stanno cercando di più gli elettori. Questo è confermato da formare il un sondaggio trasmesso, a fine novem“terzo polo” bre, dalla televisione pubblica NHK, se(né col PD né condo cui la “questione nucleare” è al col PLD), tra terzo posto dopo la politica economica cui il Partito Il simbolo del (34%) e il sistema previdenziale (21%). Partito della Restaura- della RestauSecondo un altro sondaggio del quotizione del Giappone razione del diano economico Nikkei, invece, “il nuGiappone cleare” si collocava al secondo posto con (PRG, 2,3%) fondato alla fine di settemil 14% dopo la “sicurezza nazionale e la bre dal sindaco di Osaka, Toru Hashipolitica estera” (18%). Nessun partito moto. Il PRG non ha mantenuto la quindi può trascurare quest’argomento. posizione iniziale anti-nucleare (seppur Ora vediamo il punto di vista dei princi- modesta) dopo essersi unito col Partito del pali partiti. Sole (PS) fondato da Shintaro Ishihara, ex Una posizione ben decisa contro il nu- presidente della provincia di Tokyo. Ishicleare è stata assunta da due partiti della hara, populista come Hashimoto, scrittore sinistra, il Partito Comunista (che detiene della destra radicale va oltre l’energia nul’1,7% dei seggi della Camera bassa) e il cleare proponendo di possedere le armi

Il simbolo del Partito Comunista Giapponese

nucleari visto che il Giappone confina con tre Stati che lo considerano nemico (Corea del Nord, Russia e Cina). Da questo punto di vista è in sintonia con il PLD che non disprezzerebbe l’armamento nucleare. Non so se potremo avere qualche speranza in un altro “terzo polo”, il Partito di Domani (il PdD, 12,7%) nato alla fine di novembre dall’iniziativa del presidente della provincia di Shiga, Yukiko Kada, nel quale è entrata una parte consistente del PD. Il PdD è posizionato fortemente contro il nucleare. Poi dovrebbe esserci il Partito dei Verdi (fondato quattro mesi fa) che, pur non essendo pronto a partecipare alla competizione, potrebbe Il simbolo del PLD appoggiare i candidati di altri partiti tra cui alcuni del PdD. Intanto, i diversi movimenti di cittadini, i Verdi e il movimento referendario stanno inviando un questionario ai candidati per capire la loro posizione rispetto all’energia nucleare e al referendum sul nucleare. In base alle risposte decideranno chi votare. Secondo il sondaggio del quotidiano Asahi dei primi di dicembre, il PLD potrà pure avere la maggioranza ma circa la metà degli intervistati è ancora indecisa. E’ anche possibile che il PLD, non arrivando a conquistare la maggioranza, possa coalizzarsi con il PRG per andare al governo. Allora per gli anti-nuclearisti sarà molto dura. Il 16 dicembre si svolgono anche le elezioni per il presidente della provincia di Tokyo per le quali gli anti-nuclearisti hanno un loro candidato. Queste elezioni sono importanti non solo perché Tokyo è la capitale ma anche perché è uno dei principali consumatori di elettricità e la provincia è il primo azionista della compagnia elettrica di Tokyo. Mi dispiace se le prospettive che vi ho descritto non appaiono buone. I miei migliori auguri di un sereno Natale e un felicissimo Anno Nuovo (da noi è l’anno del serpente).


il Segno - Dicembre 2012

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 ottobre 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.793 (maschi 8.347; femmine 8.446). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.413.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

Dislocazione dei medici di base, la Regione Lazio riapre i giochi

Il Comitato di Quartiere dei Campi continua la sua battaglia a favore dei cittadini

di Daniela Di Rosa Da più di un anno il Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale ha posto un problema molto serio: la concentrazione dei medici di base in un’unica struttura che, di fatto, lascia “scoperte” molte zone del paese creando disagi a molti cittadini, soprattutto quelli più anziani che possono incontrare difficoltà a spostarsi. Oggi, infatti, gran parte dei medici di base che operano a Rocca di Papa, sono collocati nei pressi di piazza della Repubblica mentre un solo medico (che se non sbaglio fra poco più di un anno dovrebbe andare in pensione) presidia il quartiere dei Campi d’Annibale che, ricordiamolo, è quello più popolato con i suoi 7mila abitanti. Tutto sembrava finito nel dimenticatoio, ma a riaprire la questione è ora una lettera della Regione Lazio, Dipartimento Programmazione Economica e Sociale, che rispondendo alla nota inviata dal Presidente dei Campi, Gianfranco Silvestrini, ha suggerito alla ASL RMH “di prevedere in occasione delle

Una riunione al Comitato dei Campi

prossime rilevazioni di zone carenti sia di medicina generale che di pediatria di libera scelta, di indicare anche l’obbligatorietà per l’apertura dello studio medico” così da superare il “disagio rappresentato” dal Comitato di Quartiere. Una risposta e un’indicazione precise alla ASL competente che quindi non potrà più dire, come ha fatto il 24 settembre scorso, che “la facoltà di scegliere l’ubicazione dello studio medico spetta al medico iscritto” mentre la ASL può solo limitarsi a segnalare eventuali carenze nell’ambito del suo Distretto Sanitario senza l’indicazione del Comune. Certo, la stessa ASL (per voce

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del suo direttore generale, dott. Cipolla) concludeva quella lettera prendendo atto delle richieste del Comitato dei Campi e che “la situazione di disagio rappresentata sarà tenuta nella dovuta considerazione in occasione della prossima rilevazione delle zone carenti”. Non siamo a conoscenza della data in cui questa nuova rilevazione sarà effettuata (sappiamo solo che la Regione pubblica sulla sua Gazzetta gli ambiti territoriali carenti entro la fine di aprile e di ottobre) ma una domanda la vorremmo fare ai responsabili della Direzione Sanitaria di Albano Laziale, da cui dipende anche Rocca di Papa: la nostra,

ormai, è una cittadina di 17mila abitanti e come si può pensare di concentrare in un unico luogo tutti, dico tutti, i medici di base? Tanto più in una realtà come quella di Rocca di Papa che è distribuita in tre zone distinte e distanti tra loro (Campi d’Annibale, Centro Storico e Zona Vigne)? Spesso ai Campi nevica e le strade sono ghiacciate mentre al Centro le vie sono asciutte. Un anziano che dai Campi deve raggiungere Piazza della Repubblica d’inverno è costretto ad affrontare un vero disagio localizzativo con il rischio serio di cadere e di rompresi una gamba. Perchè? In questa vicenda sembra proprio che i medici di base nello scegliere di stare tutti assieme abbiano pensato più al fatto che così facendo andavano a risparmiare soldi (dividendosi i costi generali di manutenzione) invece del diritto dei loro pazienti di potersi recare dal medico senza per forza dover attendere un pulmino o il parente auto-munito! Anche il Comune in questa vicenda dovrebbe fare la sua parte conducendo la battaglia insieme al Comitato, invece di limitarsi a dire: “non dipende da noi”.


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il Segno - Dicembre 2012

L’ultima rata dell’Imu getta sul lastrico centinaia di famiglie Il saldo di fine anno della tassa sulla casa più duro di ogni previsione

Il 2012 è stato un anno nefasto per le famiglie. Essere proprietari di una casa comprata con il lavoro, i risparmi dei genitori di entrambi i coniugi regalati ai figli per acquistarla, il lavoro della moglie a mezzo servizio, il mutuo di 20 anni, l’aiuto di fratelli e cognati per renderla abitabile, era un immobile di 30 anni e proprietari per successione della casa paterna in altro comune, ha comportato l’esborso di ben 2.300,00 euro di IMU. Scherzi delle rendite catastali rivalutate all’eccesso, delle moltiplicazioni vertiginose decise dal Governo, della soppressione di facilitazioni che si praticavano al tempo dell’ICI. Un bene di prima necessità tassato con cifre che cambiano la vita a milioni di famiglie; che mettono letteralmente in crisi il bilancio familiare e trascinano verso il fallimento anche quello di un figlio al quale avevamo dato in uso gratuito la casa paterna ereditata. Con una pensione di 1.180,00 euro, della quale non ci lamentiamo perché c’è di peggio, si può pagare l’IMU così onerosa? L’anno prossimo non potremo di certo pagarla (per quest’anno abbiamo dato fondo al piccolo risparmio). Cosa possiamo fare? Chiedere

LA LETTERA/1

Gentile Direttore, mio marito è venuto a mancare alcuni anni fa e da quel momento vivo da sola in una casa del quartiere Vigne di Rocca di Papa. La mia pensione non arriva a mille euro e la tassa sulla casa rischia di farmi trascorrere queste feste natalizie come mi accadeva durante la mia adolescenza, quando si doveva rinunciare a tutto. Ma ora ho il dubbio che pur rinunciando a molto non servirà a molto. Perchè devono sempre pagare i piccoli contribuenti come me? Annarita Tarantino Rocca di Papa

LA LETTERA/2

di pagare al figlio che con un lavoro precario, moglie che non lavora da 24 mesi e una figlia di tre anni, porta a casa mille euro circa al mese? Impossibile. Finirà che dovremo vendere quella casa, naturalmente a prezzo da fallimento vista la crisi del mercato; ospitare figlio e famiglia in casa e con quei soldi pagare l’IMU e le spese per il trasferimento giornaliero in città per il figlio che

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lavora a Monte Mario. Finché dura! E’ questa la prospettiva che si presenta per l’anno 2013. Forse è per questi motivi che qualcuno ha predetto per l’inizio di questo nuovo anno la fine del mondo. Se non sarà la fine del mondo è certo che sarà la fine di una speranza: che in questo paese ci sia finalmente qualcuno capace di prendere decisioni più giuste. V.S.R.

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Sono giorni che rifaccio i conti della mia Imu e non riesco a crederci, dovendo pagare una tassa che arriva a 650 euro totali a causa di un garage di proprietà. Spero di aver commesso qualche errore di calcolo ma mio figlio mi ha confermato l’importo. Come si può pensare che i pensionati possano versare tasse così alte? E poi ho un altro dubbio: ma questa Imu la paghano davvero tutti oppure qualcuno evade? Luigi Gabrielli

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“La salute dei nostri figli messa a rischio dall’elettrosmog”

Il 2 dicembre si è tenuto un presidio antiradio-tv all’ingresso di Monte Cavo

A cura di Cristiana Zarneri Si è svolto lo scorso 2 dicembre, presso il piazzale antistante la sbarra di Monte Cavo, il presidio per la rimozione delle antenne dal monte suddetto. Il costituendo Comitato cittadino per la salute pubblica ( no elettrosmog), chiede: 1) lo spostamento di almeno 43 tralicci da Monte Cavo a Monte Gennaro dove il sito alternativo è già, parzialmente allestito. 2) La delocalizzazione e riqualificazione delle vette di Monte Cavo come sito ambientale ed archeologico. 3) Il ripristino dei limiti di legge del bombardamento ellettromagnetico. Con il termine ellettrosmog si intende l’inquinamento elettromagnetico derivante da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti quali quelle prodotte dalle infrastrutture di telecomunicazioni come la radiodiffusione e la telediffusione (emittenti radiofoniche e televisive), ponti radio, reti per telefonia cellulare, dagli stessi telefoni cellulari, dagli apparati wireless utilizzati soprattutto in ambito informatico (campi elettromagnetici ad alta frequenza) e dalle infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica tramite cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità come gli elettrodotti della rete elettrica di distribuzione (campi elettromagnetici a bassa frequenza). Un effetto accertato delle onde elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) è l’innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto quelli più ricchi di acqua con effetto di maggior penetrazione ed assorbimento nei tessuti interni tanto più bassa è la frequenza. Nel caso dei telefoni cellulari, la potenza irradiata è bassa (solitamente minore di un watt) così che il riscaldamento prodotto è dell’ordine di poche frazioni di grado, quasi interamente localiz-

Sistemati i sanpietrini del Centro Storico Un plauso all’Ufficio Tecnico

In men che non si dica sono stati sistemati i sampietrini nello slargo tra via San Francesco d’Assisi e via Michele Stefano De Rossi, nel centro storico di Rocca di Papa. Il mese scorso avevamo segnalato che avevano bisogno di un intervento e il lavoro di manutenzione è stato fatto subito. Una prova di efficienza dell’ufficio tecnico del comune.

zato nella testa dell’utente, inferiore comunque all’effetto di un’esposizione diretta di pari durata alla radiazione solare. Negli anni, nonostante la normativa, ad esempio in Italia, ancora nel 2012, non ne tenga conto, sono rilevati effetti atermici, biologici: “abbiamo indicatori precisi che ci forniscono l’evidenza dell’effetto biologico che i campi elettromagnetici hanno sull’uomo, così come su piccoli animali e su cellule osservati” (Settimio Grimaldi, CNR, novembre 2011). Quindi, per quanto ri-

guarda la salute umana sappiamo che le radiazioni di microonde causano almeno due meccanismi che sono alla base dello sviluppo di un cancro: shock termico delle proteine e formazione di micronuclei. Il rischio evidente di un aumento dei tumori a portato oggi numerosi cittadini a fare una raccolta firme , una lotta che tutti vogliamo intraprendere per noi e, soprattutto, per i nostri figli. Il Costituendo Comitato Cittadino per la salute pubblica


ROCCA DI PAPA La società appaltatrice e il Comune annunciano la vendita di 35 box privati

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Parcheggio del Carpino, opera pubblica in mano privata

di Sergio Rasetti Il parcheggio di Piazza Valeriano Gatta o del “Carpino” si è “ripresentato” il 26 novembre presso l’aula consiliare. Passaggio obbligato viste le novità rilevanti. La più importante: si mette in vendita parte dell’opera pubblica che pubblica non è più; i soldi delle vendite andranno alla società costruttrice; il complesso sarà video sorvegliato h 24 e tutto sarà a pagamento. Il ritardo della sua realizzazione, il completamento dell’opera era atteso da Giugno 2010, si diceva causato da imprevisti burocratici, ma ora sembra evidente che si trattava soprattutto di riconsiderare i benefici per l’impresa costruttrice che tramite vendite o affitti recupera parte significativa del suo investimento. Ricordate i costi dell’opera? 1.700.000,00 euro pubblici, 1.300.000,00 euro privati, con una percentuale di sovranità eccessiva su un bene pubblico che il nostro comune perde (concessione per box e locali commerciali di 90 anni, concessione per 27 anni su tutto il resto) per un progetto ardito e, secondo noi, poco appropriato al nostro borgo. Sette piani. 200 posti auto dedicati a parcheggio a rota-

zione. 35 box auto per la sosta residenziale messi in vendita. 800 mq di locali sulla piazza idonei a qualsiasi attività commerciale. I lavori procedono in modo spedito e dovrebbero essere completati entro la fine dell’estate 2013. Non ci piaceva la prima proposta e pensiamo che quella definitiva sia ancora più negativa rispetto i fini per i quali, da decenni, era stata pensata: un servizio per la rinascita del centro storico e indispensabile per i residenti. Ora ci aspetta la visione di un’enorme corpo estraneo appiccicato al paese, il pagamento per la sua utilizzazione e seri dubbi sulla sostenibilità economica del complesso. Il vecchio borgo aveva diritto ad un destino migliore. La concentrazione di nuovi spazi commerciali, inoltre può incentivare l’abbandono di altre attività esercitate ancora nei locali tradizionali del centro storico, proprio ciò che si dovrebbe scongiurare con ogni mezzo. Una prospettiva che segna l’evidente tradimento delle aspettative di decine di cittadini che hanno partecipato ad

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Il cantiere del nuovo parcheggio multipiano

Agenda 21, ai lavori del Laboratorio Centro Storico, al rinato interesse per i Murales, ai progetti della nuova Pro Loco. Non risulta alcuna preventiva consultazione o informazione pubblica su questa scelta che cambia completamente la fisionomia dei luoghi e la prospettiva di una riscoperta delle nostre caratteristiche storiche e ambientali. Chi occuperà quei duecento posti sosta a rotazione? Cittadini diretti ai nuovi negozi? Residenti che pagano ore di ticket? Turisti e avventori che spenderanno in Via Gramsci o a Piazza Garibaldi? Utenti di un eventuale ufficio postale? Risposte che avremo tra molto tempo, soltanto quando chi ha deciso tutto ciò chiudendosi nel palazzo di Via del Corso Costi-

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tuente n. 26 sarà passato ad occuparsi di altro, magari ad approvare progetti di parcheggi da appiccicare alla Torre di Pisa o a Palazzo Reale di Torino, (le loro aspirazioni per una importante carriera politica non conoscono limiti) lasciando a Rocca di Papa, in bella mostra, un’opera che soltanto usando un poco di buon senso ci poteva essere risparmiata.

P.S. Non sarebbe stato difficile aprire i cassetti degli Uffici Tecnici e trovare un progetto bello e pronto a costo zero perché regalato al Comune da un Assessore negli anni ‘80. Quello ci avrebbe dato un parcheggio a misura del paese e di completa proprietà dei cittadini.

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il Segno - Dicembre 2012

di Andrea Sebastianelli A ottobre del 2010 a piazza Valeriano Gatta, il sindaco Pasquale Boccia si mise ai comandi di un grosso escavatore. Da quel posto di manovra si arrischiò a sollevare la benna e a spostare un po’ di terra: fu quella la cerimonia della posa della prima pietra. Il sindaco si prese anche qualche altro rischio annunciando che il parcheggio sarebbe stato finito all’inizio del 2012 (febbraio 2012 riportava il cartello di cantiere). Nelle interviste di rito dopo la cerimonia seguirono doglianze per i ritardi dovuti a problemi burocratici. A nessuno dei politici intervenuti balzò agli occhi che i problemi emersi in fase progettuale non erano derivati da una generica burocrazia, ma erano conseguenza del luogo prescelto per fare un parcheggio multipiano: una valle scoscesa nel cuore di un centro storico antico. Infatti, il progetto subì vari rimaneggiamenti non solo per l’oggettiva bruttezza del multipiano in cemento armato, ma anche perché l’amministrazione comunale aveva inizialmente “dimenticato” di richiedere qualche permesso, come quello alla Provincia e alla Soprintendenza e aveva dato per scontato l’acquisizione di altri pareri. Quello che più ci interessa qui, è capire a chi serve questo parcheggio e perché si fa. Nel turbinio delle cifre si è passati dai 130 posti auto iniziali ai 200 dichiarati nella presentazione di lunedì scorso. I posti auto sono quasi raddoppiati. Nelle varie presentazioni, conferenze, dichiarazioni categoriche, uno stillicidio di rinvii dalle vaghe giustificazioni ha via via spostato sempre più in avanti la conclusione dei lavori. Ora si parla di “estate 2013”. Anche se tutti sfoggiano ottimismo, la conclusione si individua con una stagione invece che con una data. Le dichiarazioni del sindaco negli anni si sono fatte sempre più omnicomprensive, da quelle del 2008 nelle quali dichiarava sarà un’opera della quale usufruiranno i cittadini del centro e i turisti che si recheranno in visita al quartiere Bavarese e al Duomo, con un filino di pomposità ul-

E’ prioritario capire a chiserveilparcheggio e perché è stato fatto ROCCA DI PAPA

Nell’ottobre del 2010 il Sindaco apre i lavori dell’opera

teriore siamo arrivati a sentire che il parcheggio servirà anche il cimitero e che potremo andare con comodità a fare shopping nel centro storico. E pazienza se di negozi non ce ne sono più molti e i turisti sono diventati più rari degli zibellini. Allora a chi serve il parcheggio? In mancanza di qualche raro turista, o qualche eroico cliente dei negozi superstiti del centro storico, rimangono i cittadini “normali”. I residenti, che non faranno certo la fila per parcheggiare a pagamento. Da questo punto di vista la fallimentare gestione del parcheggio interrato di piazza Claudio Villa dovrebbe insegnare qualcosa. E quindi come funziona? Ci hanno raccontato che i privati compartecipano alla realizzazione del parcheggio mettendo fior di quattrini, pare di aver capito un milione e mezzo di euro. Saranno filantropi o fanno un buon affare? Crediamo la seconda ipotesi. E se è così, chi li ripaga? La risposta è facile: sempre noi, la collettività. In buona sostanza, la conferenza dell’altro giorno più che presentare il parcheggio avviava la vendita di 35 box. Poi ci sono le

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cubature dell’ultimo piano, quello che sarà a livello di piazza Valeriano Gatta. Vuoi vedere che pure quelle saranno gestite dalla società che gestirà più in generale tutto il parcheggio? Insomma, assegnazione novantennale dei box (che in pratica significa vendita) e qualche migliaio di metri cubi commerciali e il gioco è fatto. Risultato: avremo un parcheggio piuttosto grande, piuttosto brutto, piuttosto mal collegato e con vie di accesso risibili, che però darà piuttosto soddisfazione agli investitori privati.


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il Segno - Dicembre 2012

Sistema Bibliotecario dei Castelli ora ilSindaco si mettea licenziare Cgil e Cisl protestano per il licenziamento delle operatrici della Biblioteca

di Luigi Serafini Boccia, nel silenzio generale, ha dato il benservito alla più importante “industria” culturale dei Castelli Romani, rappresentata dal Sistema Bibliotecario che riunisce 17 Comuni fornendo loro servizi bibliotecari insostituibili. Nelle settimane scorse, infatti, il primo cittadino Pd di Rocca di Papa aveva annunciato a mezzo stampa il taglio del personale che opera nella biblioteca pubblica di viale Enrico Ferri, sostituendolo con personale interno. Come spiegano Cgil e Cisl, in un comunicato congiunto, “il Consorzio opera sul territorio dal 1989 e ad esso aderiscono ben 17 Comuni, tra cui Rocca di Papa. Le Biblioteche del Consorzio SBCR offrono giornalmente servizi all’utenza di alta qualità e professionalità. I servizi chiaramente per risultare tali sono prestati da personale altamente formato. I dipendenti del Consorzio SBCR –continua il comunicato delle organizzazioni sindacali territoriali- hanno un contratto di Ente Locale a tempo indeterminato, quindi non si toccano!”. Eppure lo stesso Sindaco Boccia quattro anni fa aveva sottoscritto un verbale presso la Regione Lazio in cui “si impegnava a coprire le quote di finanziamento necessarie a sostenere i servizi del Consorzio”. Una firma diventata oggi carta straccia visto che il Sindaco ha anche fatto sa-

pere che i servizi fin’ora svolti dal personale del Sistema Bibliotecario saranno a carico di personale interno allo stesso Comune ma, come precisano ulteriormente Cgil e Cisl, l’amministrazione roccheggiana ha poi chiesto al Consorzio di formare i nuovi operatori. La biblioteca di Rocca di Papa è diventata un luogo di cultura e studio, partendo dal nulla, soprattutto grazie al suo direttore Carlo Cofini e alle operatrici del Consorzio che in questi anni, con fatica e impegno, hanno fatto sì che la struttura diventasse una delle più belle e attive dei Castelli Romani. Adesso il Sindaco sembra voler dire: Grazie per quanto avete fatto ma ora ci pensiamo noi! “La Cisl e la Cgil –conclude la nota- informano il Sindaco del Comune di Rocca di Papa che quando l’applicazione della spending review coinvolge il personale di ente locale, qualsiasi decisione o proposta in merito va concordata con le parti sindacali”. Una grande dimenticanza per un primo cittadino che dovrebbe essere di centrosinistra e, quindi, vicino ai lavoratori! L’intenzione di Boccia di ridimensionare il ruolo di Rocca di Papa all’interno del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani era stata denunciata dal Segno già a metà del 2012 quando il Comune non aveva ancora sanato la sua posizione debitoria

L a te la d i A r ac n e

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Cisl FP: “L’amministrazione sperpera il denaro pubblico”

La CISL FP Roma, per quanto previsto dal Decreto Legge in materia di revisione della Spesa Pubblica comunemente denominata Spending Review, ha richiesto a tutti i comuni della Provincia di Roma, e in alcuni Comuni ha già avviato, un confronto al fine di individuare i servizi da efficientare e per adottare piani di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, di riduzione dei costi della politica e del funzionamento della macchina amministrativa. Attraverso l’utilizzo di una metodologia sistematica si tende a migliorare il processo di decisione e di allocazione delle risorse e la performance delle amministrazioni pubbliche in termini di economicità, qualità ed efficienza dei servizi offerti ai cittadini. Con note inviate all’Amministrazione Comunale di Rocca di Papa, la Cisl FP Roma ha invitato più volte la parte politica ad aprire un dialogo costruttivo volto ad avviare i suddetti processi di razionalizzazione della spesa pubblica, individuando servizi ancora affidati all’esterno che potrebbero essere internalizzati garantendo risparmi per l’Ente. L’Amministrazione comunale di Rocca di Papa, però, non ritiene di dover internalizzare alcun servizio ancora esternalizzato, anzi, producendo aggravio di costi, essendo incurante delle numerose richieste prodotte della Cisl FP Roma e senza peraltro produrre adeguate motivazioni, ha proceduto a rinnovare servizi che potrebbero essere gestiti dall’Ente con notevoli risparmi del denaro pubblico, il quale avrebbe consentito di mantenere l’apertura della biblioteca comunale. La Cisl FP Roma ha già provveduto a richiedere all’Organo Politico del Comune i dati consuntivi per poter analizzare i costi ed i ricavi relativi ai servizi appaltati e valutare se esista incongruenza tra le spese e le entrate dell’ente. Cosa si nasconde dietro l’atteggiamento di totale indifferenza dell’Organo Politico roccheggiano, il quale continua ad appaltare servizi con sperpero di denaro di tutti i cittadini? La Cisl Fp Roma auspica un passo indietro da parte dell’Amministrazione Comunale di Rocca di Papa.

per i servizi ottenuti e, a quanto ci risulta, non lo avrebbe ancora fatto. Ora quell’intenzione si è trasformata in realtà e il Sin-

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ROCCA DI PAPA Ballottaggio delle primarie del centrosinistra Quando gli

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il Segno - Dicembre 2012

Rocca di Papa in controtendenza Renzi resta forte Candidato

voti - %

BERSANI RENZI

335 - 44% 327 - 38% 761

Il ballottaggio per le primarie del centrosinistra conferma il successo di Matteo Renzi a Rocca di Papa che sostanzialmente ha confermato i voti presi al primo turno. Al Sindaco di Firenze, infatti, sono andate 335 preferenze contro le 327 del 25 novembre (+8). Bersani, che al primo turno aveva ottenuto 363 voti, al ballottaggio ha incrementato questo risultato arrivando a 426 preferenze (+63) grazie soprattutto ai vendoliani che in parte hanno seguito il consiglio del loro leader a favore del Segretario Pd. Rispetto al risultato nazionale, nel quale la differenza tra Bersani e

Candidato

%

BERSANI 61% RENZI

39%

così al I turno

426 - 56% 363 - 42%

totale votanti

Dato Nazionale

uffici comunali funzionano bene

Renzi è di circa 20 punti, a Rocca di Papa tale differenza si riduce a 12 con Bersani che si attesta al 56% e Renzi al 44%. Un risultato in controtendenza non solo rispetto al dato nazionale (Bersani 61% - Renzi 39%) ma anche e soprattutto rispetto al risultato della regione Lazio (Bersani 67,5% Renzi 32,4%) e della provincia di Roma (Bersani 69,3% - Renzi 30,7%) che avrà soddisfatto sicuramente il Capogruppo Pd in Consiglio Comunale, Luca Santangeli, l’unico esponente dell’amministrazione roccheggiana di centrosinistra ad appoggiare ufficialmente Renzi.

Dato Regione Lazio

Candidato

%

BERSANI 68% RENZI

Il municipio di Corso Costituente

858

32%

Candidato

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Dato Provincia Rm %

BERSANI 69% RENZI

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Siamo abituati a pensare che le pratiche negli Uffici Pubblici marciano sempre molto lentamente, ma oggi abbiamo potuto costatare che quando si tratta di incassare il dovuto, l’organizzazione del nostro Comune lavora bene e chiama i cittadini a fare il proprio dovere nei tempi giusti. E’ il caso relativo alla richiesta di pagare la rispettiva TARSU per un piccolo immobile di mq. 20 destinato a ricovero degli attrezzi situato su un orto comunale in fase di riscatto. Il manufatto, costruito in tempi remoti e accatastato a luglio 2012, si è fatto conoscere ufficialmente dagli Uffici e questi hanno avviato immediatamente la richiesta dovuta: pagare oltre 500,00 euro di TARSU corrispondente ai 5 anni precedenti, il massimo che si può chiedere per una tariffa che non era stata onorata. Bravi. E’ così che deve funzionare. Il cittadino normale è contento di sapere che i suoi Amministratori e gli Uffici lavorano bene per la città e si aspettano che tutti siano chiamati a regolarizzare il rapporto con l’Amministrazione. Anche quelli che non sanno di dover accatastare obbligatoriamente qualsiasi immobile. Anche coloro che non potendolo fare per ragioni varie dovranno pur pagare in qualche modo tariffe e tributi come TARSU e IMU. La questione interessa tutti, soprattutto quelli che pagano regolarmente; sanno bene quanto siano “salate” e che potrebbero pagare di meno se tutti lo facessero. il-sognatore.blogspot.com

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ROCCA DI PAPA

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il Segno - Dicembre 2012

“La legalità è un argomento che non deve essere dimenticato” A proposito del tema “cemento legale” trattato sul numero di novembre

di Sergio Rasetti Quasi scontato, quando si comincia a parlare dell’improrogabile necessità di rispettare la legalità in questo Paese Italia, i punti di vista su come, quando, da dove iniziare sono i più disparati. E’ logico che se si vuole fare anche a Rocca di Papa, si manifesti, pure qui, questa diversità di vedute. Ma l’importante è che esse non portino all’abbandono dell’argomento che, con la profonda crisi economica e politica in atto costituisce uno dei grimaldelli per affrontarle con qualche possibilità di successo. Sul Piccolo Segno di novembre il sottoscritto dava notizia della lettera aperta del Movimento per Rocca di Papa sulla legalità indirizzata al Sindaco e al Consiglio Comunale. In essa erano indicati, come esempio, alcuni casi di situazioni che sembrano poco convincenti relativamente alla regolarità di eventuali licenze o autorizzazioni rilasciate e chiedeva che si aprisse una stagione di verifiche nell’ambito comunale per realizzare quello che molti chiedono da sempre: Il rispetto delle regole sulla base di iter semplici e chiari per dare a tutti le stesse possibilità. Se tutti rispettano le regole nessuno può pretendere deroghe per se stesso o di

concedersele facendo ciò che gli pare. Il direttore del Piccolo Segno, nel suo approfondimento sul problema, sottolineava che ci sono modi diversi per affrontarlo; che si può partire dall’epicentro o dalla periferia più lontana. Il Segno, scrive il direttore, ha sempre preferito iniziare dall’epicentro. Quando doveva parlare di speculazioni edilizie l’ha fatto in modo diretto. Parlare di legalità connessa allo sviluppo e allo sfruttamento del territorio non lo si può fare senza partire da quello che è accaduto negli ultimi trenta anni che hanno visto la politica, anche quella locale, assoggettata ai progetti edificatori di rampanti costruttori (il caso di Umberto Mor-

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zilli, ex membro della banda della Magliana, che ha costruito in Via delle Barozze palazzine regolari poi sottoposte a sequestro costituisce un fatto eclatante). Io credo che le due impostazioni non siano antitetiche. C’è bisogno di capire se e fino a che punto la nostra politica locale si sia assoggettata agli interessi di pochi speculatori del territorio; se sono stati commessi errori al tempo di “La soma si aggiusta per la via” di un Sindaco della prima Repubblica; o al tempo del “Pianificar facendo” di altro Sindaco della seconda Repubblica”. Oppure negli anni recenti, il tempo del “Bene comune”. E se ci sono stati come correggerli. C’è bisogno

di capire se, come pensano molti, per accontentare tutti in cambio di consenso elettorale, si è concesso ai grandi e lasciato fare ai piccoli quello che non si poteva, fino ad arrivare al punto in cui siamo: Abbiamo un territorio comunale a dir poco “disordinato”; c’è chi dice “disastrato”. Ma ora siamo ad un importante svolta. Bisogna farsi carico del risanamento del Paese Italia e non possiamo continuare al modo del governo Monti. E’ di questi giorni l’ulteriore allarme sulle risorse mancanti per la sanità pubblica; scommettiamo che saranno chiamati a pagare di più soprattutto quelli che già lo fanno? C’è l’urgente bisogno di rientrare nell’alveo della legalità dentro il quale ciascuno paga il dovuto e i comuni dovranno fare bene la loro parte. La condizione vincente è avere i cittadini disposti a collaborare per quanto le economie delle famiglie lo permetteranno. Soltanto con il ristabilimento della legalità sarà possibile togliere gli ultimi improbabili alibi a quelli che fino ad oggi ci hanno marciato. Non lasciamo cadere l’attenzione su questo importante aspetto della vita cittadina, mettendolo decisamente al centro di ogni interesse e azione, oggi e negli anni a venire. Corso della Costituente, 10 Rocca di Papa

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il Segno - Dicembre 2012

ROCCA DI PAPA

Sulla panchina di una città...

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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

sante e il vino cattivo, ma la giornalista o impara a parlar chiaro o resterà incompresa. Personalmente sono sempre felice quando vedo una persona leggere un giornale, sia locale che nazionale, sia di destra che di sinistra… l’importante è informarsi, anzi proporrei la realizzazione di un’opera in bronzo da collocare nel Parco

no

in ogni direzione, chiedendosi che cosa mai avessero fatto di male e chi fosse il colpevole del crimine… tuoni, fulmini e saette, alla fine lo trovarono: un paesano ignaro di tutto stava sereno su di una panchina e leggeva un giornale, già questo faceva di lui un tipo losco, poi guardando meglio leggeva il Segno! A quel punto i cittadini presero i forconi, le corde e le croci, si avventarono sul malvivente e… alla fine della storia... sarà stata colpa delle antenne, sarà stata la cena pe-

il

A quale avvenimento avevano dato vita questi cittadini, tanto da colpire le coscienze di molti? Boh! Non è dato sapere perché l’articolo non lo dice… ma parla addirittura di sacralità! Di una folla che si nutre nella sua assenza di essere impersonale!!! Impauriti, i cittadini si guardarono tra loro guardinghi, per scoprire chi era il mostro o l’alieno, per scovare l’osceno individuo che trasforma in giusto tutto ciò che è condiviso, anche il peggior crimine della storia… (purtroppo, o per fortuna, in democrazia la maggioranza vince). Tutti intimiditi cercarono di darsi un contegno. A una paesana che rideva troppo forte le fu detto di non affannarsi visto che la barzelletta è frutto della mente di pochi, per cui è brutta e non fa ridere!!! Questo, oltre tutto, contraddice la tesi di prima: o sono i tanti ad aver ragione su tutto o sono i pochi a dire la verità! Di nuovo boh!! Comunque su una cosa la giornalista diceva il vero… non capivano, non conoscevano, si sentivano ignoranti e arroganti... che diavolo stavano facendo lì al centro della piazza? Come si permettevano di essere popolari? A loro non era concesso, anche perché al rullar dei tamburi come nel 700 la ghigliottina sarebbe caduta sulle loro teste!!! Terrorizzati (come in una canzone di De Andrè), scapparono tutti

g Se

Landsberg: un gruppo di persone intente a leggere un giornale, a futura memoria per chi si ostina a contrastare la libertà di stampa. Daniela Di Rosa

Arriva il “Torneo di Natale”

Dal 28 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013 va in scena il “Torneo di Natale 2012” organizzato alla Polisportiva Città di Rocca di Papa nel Centro Sportivo Gavini Lionello nel quartiere dei Campi d’Annibale. Una rassegna calcistica a cui prenderanno parte Piccoli Amici, Pulcini ed Esordienti delle squadre Veliterna, Città di Frascati e Semprevisa e Canarini Rocca di Papa 1926. Le gare eliminatorie sono previste nei giorni 28-30 dicembre e 2-4 gennaio. Il 6 gen-

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naio invece si svolgeranno le finali con l’allestimento di una Grande festa della Befana per tutti i bambini con animazione, baby dance e un mercatino di Natale con prodotti tipici locali. Alla manifestazione è abbinata la “Lotteria di Natale” con premi tecnologici, coupon di servizi e gastronomici per la scoperta del territorio dei Castelli Romani. L’estrazione è fissata per le ore 12.00 del 6 gennaio. I biglietti della lotteria sono disponibili ed acquistabili presso la segreteria del centro sportivo e nei migliori esercizi commerciali della città. La manifestazione gode del patrocinio del Comune di Rocca di Papa ed è realizzata con la collaborazione delle Associazioni Cittadine. Il programma, il calendario, le classifiche, le foto e i video saranno resi disponibili sui siti web: www.roccadipapacalcio.it - www.frusley.com Per ulteriori informazioni contattare: A.S.D. Canarini Rocca di Papa 1926 info@roccadipapacalcio.it

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il Segno - Dicembre 2012

di Giorgio Grassi* Terminato il convegno “Il castagno: da frutto? da legno? che altro?” è difficile sintetizzarne i contenuti tecnici, poiché sono abbondanti e ricchi di significati, riferimenti, spunti critici, dati applicativi. Ma è necessario fornire, a chi volesse poi approfondire gli argomenti, almeno le principali notizie su obiettivi e risultati conseguiti, e una traccia di lettura degli Atti del convegno, atti che saranno pubblicati in Internet sul sito de “L’Alveare di Rocca di Papa”, per esser resi accessibili gratuitamente a tutti (la loro stampa su carta infatti costerebbe troppo all’associazione). Il convegno nacque, su proposta del presidente dell’Alveare Claudio Botti, per portare a Rocca di Papa (innanzitutto) e all’areale dei Castelli Romani e Monti Prenestini (che hanno produzioni castanicole e problematiche simili a quelle di Rocca) conoscenze utili (e utilizzabili!) per migliorare l’economia collegata e collegabile alla risorsa castagno. Botti insistette perché tutti i responsabili degli enti territoriali competenti fossero informati (e correttamente!) sugli obiettivi tecnico-economici del convegno e vi partecipassero tutti insieme, li contattò personalmente e riuscì ad avere il patrocinio (e persino aiuto organizzativo e qualche soldo). Chiese il contributo organizzativo a roccheggiani volenterosi (di scuole, Comitati di Quartiere, Avis, Anziani, ecc.). E organizzò in base a due premesse: 1) L’Alveare sapeva (per aver partecipato a tavoli di discussione nazionali, di regioni, laziali) che il castagno offre possibilità, che è sostenuto dalla politica agricola e forestale italiana, che ha problemi (non solo di cinipide) che hanno trovato ottime soluzioni (non teoriche ma già in atto); e dunque può valorizzare anche Rocca di Papa. L’Alveare de-

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Castagno un tema centrale cise allora di far conoscere questa realtà nella sua complessità, potenzialità, nei risultati già ottenuti da chi altrove ha rilanciato e sfruttato il castagno; e chiamò a parlarne relatori ed esperti che fossero veri conoscitori e capaci di comunicare con semplicità. 2) Ma i Roccheggiani, si sa, sono schivi, diffidenti verso la politica, prudenti, distratti, non partecipano ai convegni. Eppure all’Alveare giungevano richieste (non solo dai castanicoltori) di tipo tecnico (su malattie, costi, normative, ecc). Per attirare gli operatori locali si decise dunque di fare un convegno di cui si doveva far sapere chiaramente che era apolitico, e basato sul dar risposte alle domande che già erano state raccolte e a quelle che sarebbero giunte poi all’Alveare. Il convegno perciò fu impostato su due momenti tecnici: all’inizio quattro relazioni che avrebbero trattato le problematiche e le soluzioni già messe in atto e ora in corso da parte del Ministero e delle Regioni, le possibilità offerte dalla castanicoltura da frutto e dalla forestazione, e avrebbero chiuso, come in una “zumata fotografica”, sul solo castagno da legno, che è l’argomento principale per la nostra area. Il secondo momento del convegno avrebbe dato ampio spazio a dare risposte alle domande che gli organizzatori avevano ricevuto (da roccheggiani e da altri); a tale scopo le domande erano state girate a veri esperti dell’argomento in questione (di Regione, Parco,

Università, ecc.). Gli Atti del convegno riporteranno in successione questi punti: Presentazione di Claudio Botti, che dice perché e come s’è organizzato il convegno. Le quattro relazioni. Domande e risposte date dagli esperti (suddivise per argomento: avversità e difesa, legno e forestazione, frutto, finanziamenti disponibili, altri aspetti del territorio locale), sia quelle discusse nel convegno, sia quelle che per mancanza di tempo non sono state là trattate. Poi gli Atti riporteranno l’intervento del Sindaco di Rocca di Papa (per le Autorità), e la chiusura del Presidente dell’Alveare. Seguiranno note sui contenuti della mostra campionaria che era stata allestita per il convegno; e altre notizie collaterali. Tra i principali contenuti tecnici possiamo ora citare quelli delle quattro relazioni.

LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI CASTANICOLI La relazione del dott. Manzo, che ha fatto da cornice quadro, ha indicato i motivi e i modi (e i tempi e le cifre) con cui la politica agroforestale italiana si inserisce con forza in quella europea, per dare sviluppo competitivo, sostenibile, integrato e multifunzionale al settore castanicolo nazionale, attraverso la valorizzazione dei prodotti castanicoli ottenuti dalla coltivazione della Castanea sativa, il coordinamento interregionale dei tavoli di filiera, l’aggiornamento delle normative, il fi-

nanziamento di azioni contro il cinipide e di ricerche ad alto livello. La ricaduta alle Regioni è importantissima. Il Piano di filiera del Legno vuole rendere competitivo il settore attraverso efficaci politiche legislative, economiche e commerciali e dare sostegno alla produzione e alla commercializzazione. Il Piano era necessario per attuare il Programma Quadro per il Settore Forestale (PQSF) del 2008, in aderenza ai contenuti del Piano d’Azione forestale dell’Unione europea del giugno 2006. LA CASTANICOLTURA DA FRUTTO La relazione di Vezzalini e Bellini sulla castanicoltura da frutto ha fornito notizie su storia, multifunzionalità, valorizzazione dei prodotti e del territorio (modi, argomenti, marchi, punti di forza e di debolezza, minacce), esempi di azioni già attuate a segue a pag. 19


segue da pag. 18

livello locale e attuabili a livello nazionale, oltre a preziose considerazioni e suggerimenti.

L’AREA DEI CASTELLI ROMANI La relazione di Carbone, mirata al territorio dei Castelli e dei Prenestini, prendendo a modello la castanicoltura da legno di tante altre aree nazionali, ha costituito un manuale per gli operatori su come ricevere finanziamenti, partendo dal Piano Nazionale (per cogliere le nuove opportunità offerte dai Piani di Sviluppo), studiarne le iniziative e le eventuali barriere ad attuarle. Il relatore ha spiegato i concetti di Bioeconomia, Green economy, Funzione ambientale degli assortimenti legnosi, per attuare i quali l’Unione Europea ha finanziato abbondantemente gli Stati (ma l’Italia non ne sa approfittare) all’interno dei fondi per lo sviluppo rurale. L’UE sta ora formulando un regolamento per la politica comunitaria del 2014-2020 e, partendo dalla proposta in corso, Carbone ha analizzato le possibilità economiche aperte da Protocollo di Kyoto, Certificazione della gestione forestale, Certificazione della catena di custodia, Conferenza di Durban, Commercio responsabile del legname (“Due diligenze”), Marcatura CE, e dalle potenzialità aperte alla

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La crema di castagne

il Segno - Dicembre 2012

LA CASTANICOLTURA DA LEGNO La relazione di Giannini e Travaglini sulla castanicoltura da legno ha spiegato i motivi di ritorno di interesse: estesa superficie di territori occupata, accrescimenti elevati (dal primo anno al ventesimo e oltre), elevata capacità pollonifera, ampio impiego del legno (mondo agreste, oggettistica, edilizia, infissi, mobili) in usi storici, tradizionali, attuali e potenziali, con produzioni di pregio. Aspetti critici sono la disponibilità effettiva di biomassa legnosa, i fattori contrari biotici (da funghi, insetti) e abiotici (fertilità, pedologia, idricità, cipollatura) e la storia del popolamento mal predisponente. Sintetici schemi hanno indicato i fattori che incidono sulla resa economica delle gestioni e sulla filiera degli interventi e degli utilizzi attuabili.

Sono tanti i prodotti realizzati con le castagne

La birra di castagne

Confezioni di dolci

filiera (Acquisti verdi, ecc.). Ha poi discusso le tante e varie criticità (degrado, difetti del prodotto, polverizzazione dell’offerta, semplificazione dei moduli colturali, dotazioni infrastrutturali modeste, scarsa propensione agli investimenti, scarsa conoscenza del mercato e forte propensione al ricavo immediato, struttura familiare delle imprese, mancanza di formazione professionale negli operai e nei direttori dei lavori, ecc.), ma anche le criticità degli enti pubblici. Carbone ha concluso evidenziando energicamente due punti: 1) E’ necessario che il settore si attivi per predisporsi ad accogliere le opportunità esistenti (formulando dal basso richieste a chi dall’alto dispone i finanziamenti); 2) Non è pensabile agire individualmente, occorre col-

Alcuni prodotti esposti

laborare per il prossimo periodo programmatico (esempio: i fondi CEE 2014-2020). Chi, come Carbone, lavora direttamente da tempo sull’argomento nell’Università di Viterbo, può dare indicazioni di efficace ricaduta.

Dopo le relazioni, è stato chiamato ad aprire il dibattito il signor Valeri, un imprenditore forestale e assessore di Lariano, che esponendo i risultati conseguiti e le problematiche affrontate nella produzione di legno di castagno nel Lazio, ben poteva rappresentare l’imprenditore standard anche dei Castelli, agli occhi degli esperti che sarebbero seguiti. Poi si sono susseguiti i vari esperti, che hanno dato risposte (esaurienti, molto documentate) a tantissime domande. Nella loro scelta è stata data priorità agli argo-

In occasione del Convegno sul castagno promosso dall’Associazione L’Alveare ai Campi d’Annibale, è stata allestita una bella e interessante esposizione di decine di prodotti eno-gastronomici, arrivati da tutto il mondo, realizzati con le castagne. Si andava dai diversi tipi di paste prodotte con la buona farina di castagne fino ai liquori, dalle creme alcoliche alla birra, per finire coi dolci e le marmellate che non potevano mancare. Anche il palato, quindi, ne è uscito rafforzato!

A P P R O F O N D I M E N T O

menti Avversità (cinipide, posizione del Parco dei Castelli, lanci di Torymus, ecc.) e Legno (dalla certificazione alla cipollatura alle biomasse, ecc.), considerando l’importanza operativa che rivestono per Rocca di Papa, Castelli Romani e Monti Prenestini. Negli Atti saranno inserite le risposte riguardanti il Frutto (conversione da ceduo a fustaia, mercato di Roma, marchi IGOP e DOP, valore nutrizionale, ecc.), i Finanziamenti (ancora accessibili, altri UE, ecc.), Altri aspetti territoriali (associazionismo, letteratura sul castagno locale, ecc.). Auguriamo proficua lettura! *già CRA-FR - Consiglio per la ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, Roma e Caserta


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ROCCA DI PAPA

il Segno - Dicembre 2012

Acqua salatissima... icittadiniprotestatointv Il caso delle “bollette pazze” è approdato a Rai Tre

di Camilla Lombardozzi Il Consigliere Comunale Danilo Romei da circa un anno si è fatto portavoce del problema delle cosiddette “bollette pazze” emesse dalla società Acque Potabili a Rocca di Papa. Ha dapprima raccolto le lamentele dei cittadini che si sono visti recapitare bollette salatissime per consumi assolutamente nella media, poi ha minuziosamente raccolto tutta la documentazione inerente tali cartelle ed ha coinvolto l’Avvocato Massimo Grasso il quale si è messo a disposizione degli utenti roccheggiani ed ha avviato il contenzioso con la Società torinese Acque Potabili, valutando attentamente uno ad uno i circa 150 casi di bollette errate sottoposti alla sua attenzione. Il caso “bollette pazze”, L’Avv. Massimo Grasso e, a destra, il Consigliere Romei grazie come detto all’impegno costante del Consigliere Romei, è approdato su RAI 3 mercoledì 28 novembre alla trasmissione “Codice a barre”. Una folta delegazione di cittadini di Rocca di Papa era presente, per portare a conoscenza i media nazionali del dramma che stanno vivendo da più di un anno vedendosi recapitare a casa bollette salatissime. Nella discussione inerente le cartelle dell’utenza idrica in cui erano richiesti importi esorbitanti, sono stati invitati anche i responsabili di Acque Potabili che non hanno saputo dare risposte alle accuse di mala gestione presentate dall’avvocato Grasso. E’ soprattutto grazie all’insistenza dimostrata, che i cittadini di Rocca di Papa hanno potuto trovare un sostegno giuridico contro coloro che ge- Così il Segno nell’ottobre 2008 stiscono i servizi in modo irresponsabile ed arbitrario. mente superiori a quelle dei paesi limi“Oltre a questa problematica – ha ag- trofi. A Rocca di Papa l’acqua costa più giunto Danilo Romei – si deve tenere in cara e vorremmo sapere per quale moconsiderazione che le tariffe applicate dal tivo”. Comune di Rocca di Papa sono netta- Lo vorremmo sapere anche noi.

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il Segno - Dicembre 2012

ROCCA DI PAPA

“Il lavoro prima di tutto” Si firma per i due referendum

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Il 13 novembre si è parlato della proposta di referendum sugli articoli 8 e 18

di Gennaro Spigola Martedì 13 novembre presso l’aula consiliare del Comune di Rocca di Papa, il Comitato di appoggio al referendum sul lavoro ha promosso un’assemblea pubblica sul tema dei referendum unitari “L’otto per il diciotto” per l’abrogazione dell’art. 8 del Decreto Legge 138/11, che di fatto cancella il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, e per il ripristino dell’art. 18 della Legge 300/70 che evita il licenziamento senza giusta causa. All’assemblea sono stati invitati PD (Partito Democratico), Federazione della Sinistra, SEL (Sinistra Ecologia e Libertà), IDV (Italia dei Valori), Comitati di Quartiere, le Associazioni e le Organizzazioni sindacali. Pur avendo registrato una discreta partecipazione da parte dei cittadini è stata notata l’assenza della maggior parte delle forze politiche e del sindacato (compreso lo SPICGIL, il sindacato dei pensionati), ma in modo particolare quella del Partito Democratico, perché probabilmente impegnato ad organizzare le primarie di coalizione tentando di far credere ai cittadini che ancora c’è qualche possibilità di cambiare quanto condiviso e so-

Raccolta porta a porta, Centro Anziani e sportello postale e bancario ai Campi Rocca di Papa, 9 novembre 2012

Al Sindaco del Comune di Rocca di Papa Alla Giunta Comunale Al Consiglio Comunale

Petizione popolare per sollecitare le Istituzioni a risolvere le seguenti problematiche che facevano parte degli impegni presi in campagna elettorale: • raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani estesa in tutto il territorio; • rifacimento degli scalini delle rampe che congiungono V.le Silvio Spaventa con Via Cavour e relativi specchi per garantire l’incolumità dei pedoni; • predisporre una serie di dissuasori in Via Cavour e in Via Roma; • apertura Centro Anziani in zona Piazza della Repubblica; • bonifica e pulizia dei fossi comunali; • apertura di un ufficio postale e di uno sportello bancario in zona Campi d’Annibale.

stenuto nelle proposte del Governo Tecnico votando in Parlamento il pareggio di bilancio, che di fatto smantella lo stato sociale, sanità, scuola e trasporti; la riforma delle pensioni, che ha comportato per i lavoratori (compresi quelli che svolgono attività usuranti) un allungamento ingiustificato del periodo lavorativo e un abbassamento del rendimento pensionistico; condivisione della proposta avanzata dal Governo per gli esodati, evitando così concretamente di fare una proposta

alternativa; la riforma del mercato del lavoro (vedi referendum proposti); l’approvazione per l’aumento degli armamenti (impegno di consistenti finanziamenti per l’acquisto di aerei F35). Tutto ciò a scapito dei lavoratori, dei precari, dei pensionati e dei piccoli artigiani che va aggiunto all’aumento costante delle tasse, lasciando incontaminate le rendite finanziarie che spesso vengono trasferite nei cosiddetti “paradisi fiscali” evitando qualsiasi tassazione o che ven-

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gono investite in titoli di credito incrementando il debito pubblico. Invece si sarebbe potuto alleggerire il carico delle tasse imponendo a chi detiene i grandi patrimoni di contribuire in modo direttamente proporzionale al pagamento delle imposte e abbassando le spese militari, proposte che andavano avanzate da chi intende rappresentare coerentemente i cittadini. Nella stessa assemblea è stata presentata una petizione popolare su alcune tematiche che facevano parte degli impegni presi in campagna elettorale dall’attuale Giunta in carica che sono stati disattesi. A oggi sono state raccolte una quantità consistente di firme che a brevissima scadenza consegneremo al Comune e, per rendere esplicativa la petizione, se ne allega una copia (vedi riquadro al centro).

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ROCCA DI PAPA

Le “storielle” raccontate dal Parco dei Castelli Romani

Progetti persi e buoni propositi

il Segno - Dicembre 2012

Il Commissario dà i numeri di Andrea Sebastianelli A leggere le delibere del Parco sembra di stare nel paese dei balocchi. Bello bello a metà novembre 2012 il commissario liquidatore Orciuoli dà gli obiettivi al direttore del Parco Giuntarelli, per l’anno 2012. Segretario della seduta sempre Giuntarelli, che scrive gli obiettivi per se stesso, e pazienza se alla fine dell’anno manca solo qualche settimana. Forse se ne erano dimenticati, o forse hanno pensato che non ci sarebbe voluto poi molto a spendere tre milioncini di euro. Eh sì, a tanto ammontano le somme previste dalla delibera n. 16 del 15 novembre scorso. Si potrebbe dire che va pure bene, siano premiati i buoni propositi. Solo che scorrendo le voci di spesa c’è più di qualche progetto che non esiste più, anzi, i soldi dei finanziamenti europei sono stati ridati alla regione Lazio perché il parco non sapeva che farsene (con tanto di lettera formale del direttore, del settembre del 2011). Si tratta ad esempio di un Punto informativo in località Grotticelle (380.654 euro), nel comune di Rocca di Papa, del Punto informativo in località Vivaro (349.193 euro), sempre nel comune di Rocca di Papa, oppure del recupero del Ninfeo Bergantino e del Ninfeo Dorico (totale 425.873 euro) a Castel Gandolfo, o ancora del progetto di risistemazione del Rifugio della Forestale a Monte Artemisio, nel comune di Velletri (87.544 euro). Tutti opere mai realizzate. Finanziate, progettate, messe in bilancio e rimaste sulla carta. Con un colpo di teatro Mattei, l’ex assessore regionale all’ambiente, nonché ex sindaco di Albano, dopo che il parco aveva rimandato indietro i soldi alla regione, li fece riapparire, e dalle casse della regione Lazio furono destinati alla Curia di Albano per un improbabile progetto di “va-

L’ex Ass.re regionale Mattei

lorizzazione della cattedrale e del Museo diocesano di Albano”, che nulla aveva a che fare con l’ambiente. Pure quello è rimasto inattuato.

Il commissario del parco Orciuoli, che ama dichiararsi figlioccio politico del fu Mattei Pascal, insieme al direttore Giuntarelli, negli atti del parco

raccontano una storia di fantasia, dove a leggere le carte sembra che l’Ente funzioni a pieno ritmo, disponga di risorse ingenti e sia sul punto di attivare una serie di iniziative che potrebbero ampliare l’accoglienza dell’area protetta, riqualificare i luoghi e dare addirittura un po’ di occupazione. Peccato che è tutto finto. Una cortina di fumo che soddisfa evidentemente il sindaco di Rocca di Papa, che ha sempre esaltato l’operato di queste persone. Se Boccia è appagato, noi cittadini comuni, un po’ meno.

L’immobilismo del Parco Così l’Ente certifica la sua inattività

Per un parco c’è un indicatore che è Solo 16 delibere approvate nel 2012 come il contachilometri per un’automobile. È il numero delle deliberazioni annuali. È un indice semplice, misurabile, essenziale, che dà immediatamente il polso delle attività di un Ente, il suo dinamismo, lo spessore del lavoro svolto. Basta dare un’occhiata al sito web del Parco dei Castelli Romani e vedere che le delibere del commissario liquidatore, nel triennio che va da suo insediamento a oggi, sono meno di un terzo del triennio precedente. Per il 2012 e per il 2011 siamo a una quindicina l’anno. Nel triennio precedente il commissariamento la media si attestava a 50 delibere l’anno. Un calo netto, per cui il parco certifica esso stesso la paralisi nella quale si è venuto a trovare con il commissario: abbandonato qualsiasi programma di visite guidate, scarna l’attività di comunicazione, praticamente inesistente quella di formazione, alla deriva quella amministrativa, con un piano di assetto che è stato malamente insabbiato. Giuntarelli Orciuoli Con l’ultima delibera, del novembre 2012 il commissario Orciuoli dà gli obiettivi per l’anno gimento (nelle poche settimane rimaste prima 2012 al direttore Giuntarelli. Una patetica e tar- di natale) degli obiettivi dello stesso 2012. Ma diva azione formale per assicurare al direttore in effetti un obiettivo l’hanno raggiunto: affosqualche soldo in più: l’indennità per il raggiun- sare il parco!


il Segno - Dicembre 2012

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Pubblicato dall’Ater il bando per12 nuove casepopolariai Campi

Ora il Comune dovrebbe indire il bando per l’assegnazione delle abitazioni

Ci sono voluti 17 anni fra progetti, correzioni, analisi, incontri e sollecitazioni, per arrivare al bando (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 novembre) per la realizzazione di 12 case popolari in località Monti ai Campi d’Annibale. Un iter lungo ora arrivato al traguardo e che vede il coinvolgimento di tutte le amministrazioni comunali di Rocca di Papa per un progetto avviato dall’allora Sindaco Enrico Fondi, proseguito con Ponzo e poi con Boccia (seguito lungamente dall’ex Ass.re all’edilizia popolare, Roberto Sellati). A darne notizia, oltre allo stesso Sellati che in questi anni più di tutti si è speso per migliorare gli alloggi popolari di Rocca di Papa, è stato direttamente il Presidente dell’Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale della Provincia di Roma), Massimo Cacciotti, che nell’aula consiliare lo scorso 7 dicembre ha partecipato a un incontro pubblico promosso dal Consigliere Comunale Danilo Romei, dal titolo “Un patto sociale per la casa”. Ma partiamo proprio dal bando per la realizzazione dei 12 alloggi popolari ai Monti. Si tratta di due palazzine che saranno realizzate grazie ai fondi provenienti dalla Legge regionale n. 27 del 2006 per circa un milione di euro. Le ditte interessate a realizzare gli edifici avranno tempo fino al prossimo 11 gennaio per presentare la loro offerta. Per quanto riguarda la realizzazione concreta delle nuove case questi sono i tempi previsti dal bando: entro 45 giorni dall’aggiudicazione (che avverrà il 15 gennaio 2013 nella sede romana dell’Ater), la ditta dovrà presentare il progetto esecutivo, mentre l’opera completa dovrà essere consegnata entro 495 giorni. Un anno e mezzo di lavori per la consegna dei 12 alloggi prevista per settembre del 2014. In questo arco di tempo il Comune dovrà avviare il bando

pubblico per l’assegnazione delle case a dodici famiglie che risiedono a Rocca di Papa e che abbiano i requisiti di legge per parteciparvi. Felice l’ex Ass.re Sellati: “Oggi per me è una grande soddisfazione! Dopo 50 anni di immobilità, a tanto tempo fa risalgono le ultime case popolari nel nostro paese, un impegno serio e concreto sul fronte dell’emergenza abitativa in favore dei cittadini in difficoltà di Rocca di Papa”. Il Presidente dell’Ater, Massimo Cacciotti, ha inoltre garantito che i tempi previsti dal bando saranno rispettati. Ma le buone notizie su questo fronte non sono finite. Nell’incontro del 7 dicembre lo stesso Cacciotti ha confermato che a disposizione del nostro Comune ci sono altri 1,5 milioni di euro per ulteriori 12 alloggi popolari. Un’occasione ghiotta da non perdere, da qui l’invito (o la sfida?) fatto dal Presidente Ater all’amministrazione comunale di Rocca di Papa rappresentata, oltre che dal Consigliere Sellati, dall’Ass.re all’Urbanistica Sciamplicotti: “Inviateci entro il 31 dicembre una delibera di indirizzo -ha detto il Presidente Ater ai due esponenti politici- in cui individuate un’area da destinare all’edilizia residenziale popolare, e io mi impegno a far approvare subito la delibera che stanzi i fondi necessari”. Una proposta che ha spiazzato l’Ass.re Sciamplicotti, la quale ha evidenziato che in poche settimane non è possibile approvare tale documento e che, comunque, visto che ci sono voluti 17 anni per arrivare a realizzare gli alloggi in località Monti, non c’è alcuna fretta per queste ulteriori 12 case. Una posizione che definire bizzarra è poco, tanto più di fronte all’insistenza del Presidente dell’Ater che ribadiva che non era necessario un progetto definitivo ma semplicemente una delibera di indirizzo con la sola indicazione della

Il Presidente dell’Ater Rm Massimo Cacciotti

possibile area in cui realizzare gli alloggi. A scuotere i presenti, a questo punto, ci ha pensato la nostra Patricia Antolovic, con una domanda tanto semplice quanto perfettamente azzeccata: “Perchè invece di realizzare case popolari in aree libere e periferiche non si destinano i fondi per ristrutturare le case del centro storico, adibendo queste in alloggi popolari?”. Un modo per recuperare davvero il nostro centro storico, favorendo anche l’aspetto sociale oltre che residenziale. Una proposta “rivoluzionaria” e intelligente ben accolta infatti dal Presidente dell’Ater, il quale ha portato i casi di Artena e Carpineto in cui le amministrazioni hanno realizzato alloggi popolari recuperando proprio le case dei loro centri storici. Ma anche stavolta è arrivato il freno dell’amministrazione comunale, che si è detta di ap-

prezzare la proposta ma di non avere alcuna proprietà nel centro storico di Rocca di Papa anche perché, aggiungiamo noi, quelle poche proprietà possedute o sono già state vendute o lo saranno tra qualche mese. Infine, il Presidente dell’Ater, pressato dallo stesso Sellati, ha voluto rassicurare gli inquilini storici delle case popolari dei Campi d’Annibale non solo per quanto concerne la possibilità di acquistare gli alloggi con ulteriori sconti rispetto alle cifre pattuite, ma anche circa gli interventi di manutenzione che in alcuni casi sono finiti nel dimenticatoio a cominciare dalla collocazione di un ascensore in una di queste palazzine. “Un problema - ha detto Cacciotti- che risolveremo in tempi rapidi”. Un plauso va al Consigliere Danilo Romei per aver organizzato questa bella iniziativa. Andrea Sebastianelli

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LA STORIA

Gino Del Nero e la missione da cooperante in Somalia

“Per le strade di Mogadiscio fratrafficantidikhatebanditi” di Gino Del Nero* Una ONG (Organizzazione Non Governativa) mi convocò per propormi di partecipare a un progetto di cooperazione finanziato dall’Unione Europea, il progetto era diviso in tre settori: acqua, veterinaria, sanità, da svilupparsi in Somalia. –Accettai – mi dovevo occupare della parte sanitaria. Partenza da Roma per Nairobi, in Somalia le compagnie non volavano per problemi di sicurezza. Solite formalità presso l’Ambasciata, qualche giorno per orientarsi e, con volo riservato dell’UE, si parte alla volta di Mogadiscio. Ad attenderci c’erano due fuoristrada, scortati dai nostri Parà della Folgore, in quei mesi in forza alla Nato. Attraversiamo Moga, dilaniata dalla guerra civile, tutto distrutto, nelle strade povertà, mamme scarnite dalla fame chiedevano da mangiare per i bambini, malati, sui visi pascolavano etti di mosche che pizzicavano i loro occhi, senza reagire per quanto erano deboli… disastro umanitario in atto. Ci portano in alcune abitazioni ristrutturate per ospitarci, entriamo nel caseggiato e troviamo decine di miliziani che difendevano il perimetro come un forte, io e gli altri due capi progetto ci siamo detti: sarà dura. Ci sistemiamo nelle nostre camere e dopo un po’ di riposo cominciamo a confrontarci con le controparti somale. Poco prima di Natale partiamo per visitare le zone del progetto, la scorta dei Parà ci lascia, non era più loro competenza garantirci la sicurezza, ci accreditiamo con dei miliziani, macchine di scorta con sopra montate mitragliatrici pesanti. Il Natale si passa nel deserto, notte, con cielo chiarissimo stupendo, di una bellezza natalizia, guardarlo, sognare, mentre si prende sonno su una branda militare. E’ Natale. Il nostro pranzo natalizio? Doppia razione di scatolame militare chiamato “razioni K”, nel deserto. Ci rimettiamo in viaggio, il capo fila si ferma, sale sul tettino della sua macchina, gira per un po’ la testa a destra e sinistra e con molta tranquillità ci dice che ci siamo persi. Bel lavoro, fortunatamente dopo un paio d’ore un nomade ci indica la strada per il villaggio dove eravamo diretti, Hobio. In quei giorni parliamo con i responsabili del vil-

laggio per spiegare loro che cosa si doveva fare, ma non subito tra qualche mese, chiedendo se c’era la possibilità di affittare dei locali, delle macchine e altro, confermandoci che non c’erano problemi. Passiamo il Capodanno a Hobio, pranzo niente male, pesce a volontà, il villaggio era costruito in riva all’oceano. Torniamo indietro, visitiamo altri villaggi che facevano parte del programma. Moga, sono convocato dall’UNICEF Somalia per introdurre nel progetto anche una campagna di vaccinazioni. Presi accordi presentai un elenco di attrezzature per preparare la catena del freddo, che consiste nel predisporre ogni tot km un deposito per i vaccini mantenendoli a temperatura idonea. Cominciamo a ripristinare gli ambulatori già presenti sul territorio, attrezzarli, rifornirli di medicinali, addestrare personale sanitario per il funzionamento dell’ambulatorio. Arrivo al centro della Somalia, a Dusa Mareb, seconda base importante per il progetto, tutto inizia a funzionare bene, assumo del personale sanitario compresi alcuni medici che s’interessano a formare il personale. Oltre al progetto sanitario mi viene affidato l’incarico di occuparmi dei pagamenti sia dei lavori sia dei dipendenti e delle varie manutenzioni. Così mi reco all’UNICEF per ritirare le attrezzature per avviare le vaccinazioni, mi consegnano molte cose tra le quali una ventina di frigoriferi ma c’è un problema: i frigoriferi vanno a energia elettrica, figuriamoci, l’unica energia che esisteva era generata da motori diesel. Come facevo a far funzionare nel deserto quei frigoriferi? Mi reco dal responsabile dell’UNICEF, Dott. Staffan De Mistura, oggi Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri Italiano, che si ripromise a breve di consegnarmi dei frigo a kerosene. Nel frattempo anche l’UNESCO si aggrega alla comitiva chiedendomi di occuparmi delle scuole per organizzare dei piani d’alfabetizzazione e reclutamento di personale. Questo è stato l’unico compito che non mi

Una strada di Mogadiscio

ha creato problemi. Durante una visita di routine a Dusa, mi chiamano d’urgenza dalla base di Moga, ero fuori e venne lasciato un messaggio all’addetto radio: rientro d’urgenza, causa offensiva guerriglieri. Provo a chiamare la base inutilmente, silenzio assoluto. Con l’auto non potevo rientrare, il tragitto era troppo lungo e pericoloso, l’unica soluzione è restare dove sono, ma di lì a poco mi dicono che sta per arrivare un aereo privato dal Kenya, che doveva fare scalo a Dusa e ripartire per Moga, mi informo se era possibile salire a bordo, mi dicono di sì ma anche che devo adattarmi. Arriva l’aereo e mentre scaricano della merce salgo, mi rendo subito conto che è un aereo di trafficanti di “droga”, trasportava qualche quintale d’erba, il Khat, così mi butto sull’erba ma non per masticarla ma per sedermi. L’aereo arriva a Moga ma in una zona non controllata dalla Nato, devo aspettare più di dieci ore l’arrivo dei Parà per andare via in elicottero sulla nave “Garibaldi”. I Parà mi dicono che è stata uccisa una giornalista italiana, Ilaria Alpi (è il 20 marzo 1994, n.d.d.), insieme al suo collaboratore. Un paio di giorni e tutto ritorna nella norma. Torno a Dusa, un pomeriggio rientrando a casa, l’auto viene bloccata da banditi, mi fanno scendere penso che vogliano denaro, nulla di questo, prendono me e il mio traduttore somalo e ci portano via, a piedi. Dopo qualche ora ci fermiamo e mi fanno scrivere un foglietto da consegnare alla ONG, con richiesta di riscatto. Passano alcuni interminabili giorni… si mangiava? no, si beveva, solo latte di cammello che è buono ma ha una controindicazione: manda al

il Segno - Dicembre 2012 bagno alla grande. Sto bene, soltanto dolori alla schiena perchè per camminare venivo colpito con il calcio del mitra AK47 dietro la schiena. Poi un giorno arriva una macchina della mia ONG con a bordo dei somali e mi portano via, tutto finisce al meglio. Dopo qualche giorno di riposo a Nairobi torno al lavoro. Per qualche tempo tutto va per il verso giusto ma nel frattempo prendo la malaria. Prendere la malaria in Africa è come prendere il raffreddore in Italia. Era il momento di recarmi a Hobio, l’UE mi mette a disposizione l’aereo, parto. All’arrivo sono ricevuto con tutti gli onori del caso, nel frattempo l’aereo riparte, tornava dopo dieci giorni per riprendermi. Vado all’incontro con i notabili del villaggio per prendere accordi su quello che era stato già chiarito al primo incontro. Il notabile più anziano esordisce: “Mr. Gino, you have a problem; which? Da quando siete passati qualche mese orsono abbiamo lasciato tutto a vostra disposizione, pertanto ci dovete dare tutti gli arretrati, cinquantamila dollari”. Resto allibito, cerco di spiegare ma inutilmente, ma dovevo pagare. Bene, dico, chiamo l’aereo vado a ritirare i soldi e torno con il dovuto… “no, chiami Moga, ti fai mandare il denaro”; allora per la seconda volta mi tenete prigioniero? No, sei libero di andare dove vuoi. Da una parte il deserto per chilometri, dall’altra solo oceano… bene, scelsi la radio per comunicare e dopo qualche giorno arriva l’aereo con il denaro e potei tornare indietro. L’UE, in quella zona di Hobio e Dusa chiuse il progetto con un grave danno per i cittadini. Arrivo a Moga, relaziono sul fatto, vengo informato della chiusura del progetto in quelle zone per convogliare le risorse a Moga… vado a letto. La notte è lunga, non prendo sonno, esco con un libro e mi metto sul terrazzo a leggere tempo dieci minuti, sento dietro le spalle, un fruscìo, mi alzo per vedere e vengo accecato da una luce fortissima, quella di un elicottero Apache ad altezza d’uomo che mi aveva intercettato, qualcuno mi batte su una spalla, mi giro, quattro mastodontici marines in totale assetto da guerra, mi chiedono di alzare le braccia, c’è una confusione immane ma tutto alla fine si chiarisce, non ero stato avvertito che durante la notte non si poteva accendere la luce. L’elicottero era quello che m’impressionò di più, me lo trovai dietro la schiena nel silenzio assoluto, solo un leggero ronzìo. La missione dopo qualche mese terminò. Furono dodici mesi molto duri. *Coordinator of Humanitarian Proiects Africa g.africa@tiscali.it


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ROCCA DI PAPA

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Alla ricerca delle tante (troppe) città “fondate” dal primo cittadino Il caso eclatante di “Rocca di Papa, città del vulcano” costituita nel 2003

di Marcello Morrone Scatole vuote. Non sembra esserci un altro termine per definire le tante (troppe) definizioni di “città” che sono diventate la caratteristica principale dell’attività amministrativa targata Pasquale Boccia. Rocca di Papa, da una decina di anni, oscilla tra “la città del castagno” e “la città del bosco”, tra “la città della solidarietà” e “la città della fratellanza” ed è anche possibile che qualche altra definizione l’abbiamo persa per strada. Ma tutte queste belle “città” fondate dal primo cittadino a giudicare dai risultati sembra che non abbiano prodotto niente o, nel migliore dei casi, davvero poco. Prendiamo ad esempio un’altra definizione che anni fa andava molto di moda: “Rocca di Papa, città

del vulcano”. Si tratta di un’associazione di Comuni costituita proprio a Rocca di Papa il 10 dicembre 2003 e infatti l’indirizzo del Comune, Corso Costituente 26, è proprio la sede legale di questa associazione della quale fanno parte i Comuni delle aree vulcaniche dell’Etna, delle Eolie, del Vesuvio, dei Castelli Romani, dell’Amiata e dei Colli Euganei. Insomma, un vero e proprio raggruppamento di amministrazioni a carattere vulcanico. Ma la cosa più bella delle “città del vulcano” sta negli scopi che si prefiggeva: “E’ un’associazione di promozione sociale, turistica e di salvaguardia e valorizzazione territoriale che si pone come obiettivo la costruzione di un archivio comune interattivo dialogante dei progetti...”. Ora, che i progetti possano dialo-

Monte Cavo e il complesso vulcanico laziale

gare tra di loro può anche darsi, ma dopo quasi dieci anni ancora non siamo riusciti a vedere i risultati di questa illuminante idea delle “città del vulcano” fortemente voluta dal Sindaco Boccia. Convegni scientifici sul tema della vulcanologia non se ne sono visti, progetti tesi a sviluppare un

tipo di turismo nemmeno, di progetti dialoganti non ne abbiamo avuto traccia. E allora? Resta un ultimo aspetto da chiarire: in tutti questi anni quanto sarà costata questa fantomatica associazione di città vulcaniche alle casse comunali? Tanto, poco... o niente?


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“Unaterra ricca di storia e bellezza di cui dovremmo andare fieri” Le bellezze del nostro paese sono sempre più spesso motivo di rammarico

di Federico Meiattini Amo questo paese, adoro il suo clima fresco a volte burbero e mai mitigato dalle tante abitazioni che possono ostacolare il freddo ed il vento come avviene in città. Mi piace vedere Roma dall’alto e sentirmi libero. Non potrei mai vivere senza i NOSTRI boschi a pochi metri dalla mia casa, ci ho già provato ma sono ritornato qui, convinto che fosse il miglior posto dove vivere, dove invecchiare, dove far crescere i miei figli… dove respirare. A chi è nato e vissuto qui appare scontato aprire gli occhi e con il solo sguardo abbracciare la più bella città d’Italia, ettari di bosco, due splendidi laghi vulcanici e come confine a questo panorama unico… il mare fino alle Isole Pontine. Fortunatamente la potenza e l’energia di questi luoghi è sempre stata più forte del degrado che gli uomini hanno riversato nel nostro territorio. Per incuria, per incapacità e peggio ancora per interessi. Ancora oggi, nonostante tutto, possiamo essere orgogliosi del nostro paese e fieri di appartenere ad un territorio antichissimo ed unico. Un territorio come il nostro e con la sua ubicazione rappresenterebbe la ricchezza di qualsiasi Comune dell’Alto Adige, del Veneto o del Friuli. Senza costruire una casa in più. E’ già accaduto. Rocca di Papa

Studio

era uno dei Comuni più ricchi d’Italia grazie al turismo, alla ristorazione, al commercio, all’ospitalità. Soltanto 500 metri della Via Sacra con i resti del Tempio di Giove e le sue terrazze panoramiche rappresenterebbero materiale sufficiente per istituire un importante museo Archeo-Naturalistico . Chilometri di sentieri nei bo-

schi da esplorare in bici o a piedi tramite l’ausilio di guide, associazioni per il nolo delle Mountain Bike. Piccoli bar all’interno del Parco, ristori ed alloggi dove poter passare una notte o una settimana. Strutture comunali oppure affidate a privati. Non rappresenterebbero una nuova ricchezza? Sono sicuro che ar-

riverebbero da tutto il mondo. Così come avviene già in sperdute valli del Nord Italia. A noi non manca nulla per replicare quei meccanismi di economia, anzi siamo dotati di maggiori opportunità! Ma forse stò solo sognando. In un passo del Vangelo è scritto: “Perché a chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha ed il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre: là sarà pianto e stridor di denti”. Come nella parabola dei talenti, abbiamo ricevuto gratuitamente delle ricchezze ed abbiamo l’ineluttabile dovere di custodire ed accrescere il nostro patrimonio. Cittadini ed amministrazione. Ai nostri figli e ai nostri nipoti, che ci osservano, lasceremo in eredità le conseguenze delle nostre scelte.

Niente di fatto per la vendita della farmacia Anche il secondo bando per vendere la farmacia comunale del centro storico di Rocca di Papa è andato deserto malgrado la base d’asta fosse passata da 800 a 635 mila euro (il valore emerso dalla relazione giurata di stima effettuata il 5 ottobre scorso dal Rag. di Rocca di Papa, Ercole Gatta). A questo punto resta da capire come l’amministrazione comunale intenderà proseguire nella vendita della farmacia di Via Leonida Montanari (a pochi passi da Piazza Garibaldi) che tante proteste aveva scatenato nei mesi scorsi

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da parte di cittadini e Comitati di Quartiere. Soprattutto, resta da chiarire un punto centrale (mai affrontato dal Comune e che invece potrebbe avviare qualche ricorso al Tar), quello della donazione del 1973 al Comune da parte del compianto concittadino Alberto Pizzicannella della struttura che oggi ospita la farmacia, e che avrebbe dovuto avere un solo scopo: essere utilizzata “a beneficio della popolazione”. Con la vendita dell’attività a privati, tale “beneficio” appare del tutto disatteso. (L.S.)

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Nella notte i soliti imbecilli imbrattano il Municipio Un gesto incivile. La nostra solidarietà al Sindaco Boccia

Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre i soliti imbecilli hanno pensato bene di imbrattare con una bomboletta di vernice le pareti esterne del Municipio di Corso Costituente. Di questa bravata o, se preferite, di quest’atto di delinquenza comune, è stato fatto oggetto il Sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, a cui va la solidarietà dell’intera redazione del Segno. Esprimere critiche è legittimo, manifestare il proprio dissenso è il sale della democrazia ma usare i muri come fossero carta (per di più allo scopo di lanciare sloogan privi di senso) non solo è incivile ma è intollerabile. Dietro questi gesti, poi, c’è sempre un’alta dose di vigliaccheria visto che si preferisce

nascondersi dietro l’anonimato. Ma questi cretini che cosa pensano? Che sporcare l’ingresso del Comune possa risolvere i loro problemi? L’augurio del primo cittadino di Rocca di Papa affinché i re-

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sponsabili vengano individuati al più presto così che possano pagare anche dal punto di vista economico per il danno provocato, merita pienamente il nostro apprezzamento. Speriamo che effettivamente si

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sia trattato solo di una bravata di adolescenti irrequieti che, in una notte di dicembre, non avendo di meglio da fare, hanno pensato bene di sfogare la loro idiozia in questo modo. Il direttore e la redazione

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Ciao Piero. Ricordando Delpi

di Andrea Sebastianelli Avevo da poco compiuto 19 anni (era il 1988) e, insieme a un amico, mi ero messo in testa di fare un giornale locale a distribuzione gratuita. L’impresa si presentò subito difficile (le autorizzazioni del tribunale, l’individuazione del giornalista che avrebbe dovuto fare il direttore responsabile, i fondi necessari, ecc.). Per settimane girammo Roma in lungo e in largo... sarà stata la passione tipica dei giovani, sarà stato che riuscivamo a essere coinvolgenti... fatto stà che convincemmo un giornalista “coraggioso” a fidarsi di noi (ovviamente a titolo gratuito) e nel giro di pochi mesi riuscimmo a stampare il nostro primo “vero” mensile di informazione locale (anche la tipografia ci venne segnalata da un altro giornalista). La testata prese il nome de “Il Roccheggiano”. Cominciò così l’avventura (che durò fino al 1991) e durante questa bella e sana esperienza di giornalismo diverse persone cominciarono a collaborare con noi per rendere più ricco il periodico. Tra queste ricordo Piero Del Nero e il suo grande entusiasmo. Piero lo avevo conosciuto per caso e subito divenne uno dei vignettisti del Roccheggiano (insieme a Ermanno Gatta). Per firmare i suoi disegni utilizzava il nomignolo di “Delpi”. Quelle che vedete in questa pagina sono alcune delle sue vignette pubblicate sul mensile. Delpi aveva una capacità innata, quella di cogliere il cuore dell’articolo tirando fuori una sintesi grafica perfetta. Di so-

IL RICORDO

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dell’amore per la sua famiglia e delle sue indignazioni per le vicende che riguardavano Rocca di Papa a cominciare dai ripetitori radio-tv di Monte Cavo. Nel corso degli anni, finita l’esperienza de Il Roccheggiano, le nostre tracce si persero, ognuno a inseguire la propria vita, ma ogni tanto ci incontravamo e ricordavamo i bei tempi del nostro piccolo mensile di Rocca di Papa. A volte lo incontravo durante una sagra, oppure in piazza Margherita (andava sempre di fretta). E ogni volta ci dicevamo che avremmo dovuto riprendere quel cammino visto che adesso c’era Il Segno. Cosa che per un motivo o per un altro purtroppo non è accaduta. Aver appreso qualche settimana fa che Piero ci aveva lasciato mi ha fatto rimanere attonito, senza parole. I suoi occhi carichi di energia e la sua ironia pungente e misurata resteranno sempre impressi nella mia mente e nel mio cuore. Ciao Piero.

lito funzionava così (all’epoca non c’erano nè computer nè mail): io gli consegnavo il mio articolo dattiloscritto e lui il giorno dopo mi dava la sua creazione. Piero era una persona di qualità e se solo ci avesse creduto un po’ di più avrebbe raggiunto per bravura e intuizione il livello di Vauro, Giannelli, Forattini, e di tanti altri famosi vignettisti. Ricordo le tante chiacchierate di poche decine di minuti (corte ma sempre intense) in cui mi raccontava delle sue passioni,


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Cultura e

... dintorni

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La misteriosa sparizione dello Statuto di Rocca di Papa

Inseguendo le ultime tracce del manoscritto del 1588

di Andrea Sebastianelli Oltre alle tante vittime provocate dai bombardamenti e alle moltissime abitazioni distrutte, la seconda guerra mondiale ci ha lasciato un’altra eredità, certamente non drammatica come le altre due (la più grande opera del mondo non vale una vita umana, disse tempo fa un noto critico d’arte), ma ugualmente degna di essere ricordata riguardando la storia di una città. Stiamo parlando del mistero che avvolge il primo Statuto di Rocca di Papa, sottoscritto nel 1588 tra la comunità roccheggiana e Casa Colonna. Un documento importantissimo che riconosceva il diritto degli allora abitanti della Rocca di pascolare, legnare e fare carbone, oltreché dettare altre fondamentali regole. A oggi non sappiamo dove questo Statuto sia conservato o, peggio ancora, se sia ancora esistente. Sono due le date che ci danno i limiti cronologici della difficile ricerca: la prima è il 1926, anno in cui apprendiamo dalla pubblicazione del Tomassetti (“La campagna romana”) che lo Statuto è conservato presso il Comune di Rocca di Papa; la seconda data è quella del 1976, anno in cui Tito Basili (esponente politico e intellettuale roccheggiano di quei tempi) in un articolo per la rivista “Castelli Romani” dà notizia che lo Statuto si trova presso la casa di un allora amministratore comunale, Vincenzo De Santis (soprannominato “il poeta”). Tito Basili giunge a questa considerazione leggendo un articolo dello stesso De Santis sulla storia di Rocca di Papa in cui, tra l’altro, si sofferma proprio sullo Statuto. Basili riflette su una nota scritta tra parentesi dal “poeta” che recita: “quello che pubblichiamo è la prima pagina riprodotta nel quadriennio amministrativo 1625-1630”. Prima di quel momento nessuna immagine relativa allo Statuto era stata pubblicata. Quindi, chi poteva farlo se non il possessore di quell’importante documento? Un’altra domanda a cui dare una risposta è la seguente: perché Vincenzo De Santis, amante e “studioso” della storia e della cultura roccheggiana, nonché corrispondente negli anni Cinquanta del quotidiano La voce repubblicana sarebbe entrato in possesso dello Statuto? A sua discolpa vi è sicuramente un’azione di preservazione dovuta alla tensione venutasi a creare in seguito alla fine della seconda guerra mondiale. Bombe, rappresaglie, furti di ogni genere, crolli... spinsero l’allora ventisettenne De Santis a prendere, presumibilmente in buona fede, il manoscritto per salvarlo dalla possibile distruzione o sparizione. Solo che col passare degli anni e con il ritorno alla normalità quel documento non ha più

fatto ritorno negli archivi storici del Comune roccheggiano. Tutto questo fino all’articolo scritto da Tito Basili sulle pagine di “Castelli Romani”. Nel frattempo, “il poeta” muore e del manoscritto continua a non esserci traccia. Seguono però i primi forti interessamenti a favore della ricerca e del suo ritrovamento. Il 6 novembre 1982, il prof. Renato Lefevre, allora Presidente del “Gruppo culturale di Roma e del Lazio”, scrive al Sindaco di Rocca di Papa raccomandandone la storia e invitando l’amministrazione a scrivere “ufficialmente alla vedova [De Santis] per sollecitarla alla restituzione dello Statuto” e soprattutto a indicare “a chi esso è stato eventualmente consegnato”. Lettera che non ebbe evidentemente gli effetti sperati. Dopo appena due mesi, il 4 gennaio 1983, ci riprova un altro studioso di storia locale, il compianto Bruno Martellotta, fondatore e direttore del “Gruppo Archeologico Latino”. Anche lui scrive una dura lettera al Sindaco di Rocca di Papa, invitandolo a “tentare ogni possibile mezzo, non escluso quello legale, per recuperare un documento indispensabile per la storia del paese”. Dalla lettera di martellotta apprendiamo un’altra cosa, ossia che “gli eredi (Vincenzo De Santis ebbe due figlie, n.d.d.) asseriscono a quanto sembra di non ritrovare più il documento”.

Sopra: il frontespizio dello Statuto del 1588 composto di 45 articoli. A destra: il prof. Renato Lefevre

Nessuna azione legale venne condotta dall’Amministrazione comunale e a tutt’oggi il mistero di dove si trovi lo “Statuto della terra di Rocca di Papa” è più vivo che mai. Speriamo soltanto che non sia andato perduto in qualche scatola di libri vecchi o nelle grinfie di antiquari senza scrupoli.


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TEATRO

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Con l’arrivo di Cleopatra la storia non sarà più la stessa Il Teatro Civico riapre i battenti per la prima del nuovo lavoro di Piero Botti

di Mario Abbati Mai nel corso dei secoli una donna è stata fatta oggetto di attenzioni così smodate. Libri, film, opere liriche, tragedie, parodie, fumetti e cartoni animati. Il risultato che ne emerge è una specie di ritratto cubista, una donna che cambia sembianze a seconda dell’angolo da cui si guarda. La versione di Cleopatra che ci offre Piero Botti in Cleopatra, è un personaggio spostato verso la zona oscura dell’arcobaleno dei sentimenti umani. Scaltra, capricciosa, crudele, vendicativa. Fino al paradosso estremo che a contatto con la vipera è quest’ultima a morire, di fronte agli anticorpi corazzati della regina avviene una sorpresa inattesa. E’ giusto che sia così, se guardiamo in retrospettiva da quale realtà proveniva Cleopatra. Una donna che non conobbe mai l’identità di sua madre, che aveva due sorellastre di cui una fu giustiziata dal padre-faraone e l’altra avvelenata, un fratello e una terza sorellastra che fecero di tutto per spodestarla e alla fine morirono entrambi in battaglia, un ulteriore fratellastro che fu lei stessa ad eliminare prelevando una dose di veleno dalla sua collezione. Di fronte a un albero genealogico così disgraziato, poteva forse nascere Biancaneve? O Madre Teresa di Calcutta? Lo stesso destino ineluttabile di Agrippina, altra fuoriclasse dell’universo romano, caso unico nella storia, lei che fu sorella di Caligola, moglie di Claudio e madre di Nerone, tre imperatori in una botta sola. All’ombra di queste eroine, la controparte maschile non può che risultare una buffa comparsa. Gli uomini spennellati dalla fantasia di Piero Botti appaiono tutt’al più come oggetti del desiderio femminile,

La compagnia del “Laboratorio Artistico Domus Artis”

sono bambolotti di carne, mercanti sciagurati e schiavi eunuchi, marionette passive mai protagoniste. Perché sono loro, Cleopatra e compagne, che muovono con abilità i fili della storia. In un mondo che avanza con la barra a dritta verso futuri prossimi di civiltà e tecnologie ma che ancora sembra calpestare

Massimo Onesti

Maria Del Nero e Giorgio Serafini

Durante le prove

e spesso uccidere la dignità della donna, il messaggio “femminista” che serpeggia come un aspide nella commedia di Piero Botti non rappresenta quindi un pericolo per chi ne viene infettato, anzi, si rischiamo guarigioni miracolose e brusche inversioni di punti di vista. Evviva Cleopatra, quindi! Evviva le donne!

Valentina Gabrielli

Spettacoli: 18 e 19 gennaio 2013 ore 21.00 20 gennaio 2013 ore 18.00 prezzo del biglietto: 7 euro

Piero Botti durante le prove del suo monologo

prevendita:

Profumeria Bellezza e Salute, Corso Costituente (Rocca di Papa)

Durante le prove


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L’angolo della storia

Tra ragione e barbarie

di Vincenzo Rufini Nella lotta senza tempo tra la ragione e la barbarie che, purtroppo, si protrae fino ai nostri tribolati tempi, può tornare alla mente un episodio avvenuto durante la guerra civile spagnola (1936-1939), precisamente il 12 ottobre 1936 presso l’università di Salamanca. Ne furono protagonisti il generale nazionalista Millàn Astray e lo scrittore e grande pensatore Miguel de Unamuno. Il generale, forse spaventato dall’autorità che emanava da quel luogo culturale e animato dalla pochezza intellettuale del suo pensiero esclamò: “Viva la muerte, abbasso l’intelligenza”. Unamuno con la calma che è propria degli spiriti liberi e ricchi di conoscenza, i quali non si fanno intimorire dalle circostanze avverse rispose: “Questo è il tempio dell’intelletto, ed io ne sono il sommo sacerdote, voi vincerete perchè avete la forza bruta, ma non convincerete”. Questo scambio di vedute di un tempo ormai andato è significativo più di qualunque altra considerazione sul modo di fronteggiare la barbarie culturale, in ogni tempo presente, che non ha altri strumenti che non siano la forza bruta e la sopraffazione, perciò aborrirà sempre la conoscenza e il sapere, non avrà mai in considerazione il rispetto verso il proprio interlocutore e verso il fecondo scambio di opinioni, foriero di reciproco arricchimento culturale. Questa disputa, la quale riecheggia l’antica Disputatio gesuitica tra il Dotto e l’ignorante, evidenzia la abissale differenza esistente tra la concezione dell’essere affidata alla sola forza fisica e la concezione degli spiriti eletti, i quali basano la loro esistenza come perenne ed assoluta dedizione alla crescita culturale e all’acquisizione intellettiva. Ai nostri tempi, dominati dai sup-

CULTURA

porti tecnologici che dovrebbero facilitare la ricerca continua del sapere, la concezione barbarica dell’essere non ha più giustificazione alcuna, Lo scrittore Miguel de Unamuno ammesso e non concesso che l’abbia avuta nel passato. quindi della società in cui viForiero del percorso della co- viamo, allora l’eterna lotta tra noscenza dovrebbe essere il Civiltà e barbarie minaccia di motto socratico “Sò di non sa- pendere verso l’incultura cropere”, al fine di spingere gli nica e l’ignoranza sparsa a esseri umani verso un modello piene mani dei sentieri del vidi vita che lo elevi verso lidi vere quotidiano. Compito stisapienziali estremi, riscattan- molante per chiunque abbia dolo da un modo di vivere di senso civico e un minimo basola impronta vegetale. gaglio di conoscenza è quello Si accennava poc’anzi alle di preservare tutto il lascito moderne tecnologie e la sca- culturale del passato, innertola televisiva, totem assoluto vato dalle moderne conodei nostri tempi contempora- scenze e dai nuovi percorsi nei, avrebbe il dovere preci- culturali, vere e proprie linfe puo di favorire la scalata vitali atte a rinvigorire l’orgadell’uomo verso le vette più nismo del sapere. Affinché il alte della civiltà e del sapere, grido straziato dello scrittore invece di propalare falsi ed Georgès Bernanos “Viva i barinaccessibili modelli di vita; bari”, rimanga solo una soave propagandare format televisivi effusione letteraria accompacondìti da errori dozzinali e in gnata ad una autorevole lialcuni casi di ignoranza storica cenza poetica e non determini assoluta e demenziale. in modo negativo e irreversiSe l’ausilio tecnologico non bile la scalata umana, sempre fornisce un incentivo verso il perfettibile, della montagna miglioramento di sè stessi e del sapere.

La ricetta di Mariano Botti

Rosetta tonno e limone

Ingredienti: 1 rosetta, una scatoletta di tonno, ½ limone. Preparazione: Aprire una rosetta, spalmare il tonno, distribuire il succo di limone. Lasciare riposare per almeno due ore. BUON APPETITO!!!!

W É àà A áá t U Ü â Ç t U x Ç x Ä Ä |

Psicologa-Psicoterapeuta Svolge attività terapeutica con bambini, adolescenti e adulti presso il suo studio sito in Via Ascanio, 3 - Albano Laziale (Roma)

Per contatti: 331.6171362 E-mail: dottoressabenellibruna@virgilio.it

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Invito alla lettura

Il filo della legalità

di Loredana Massaro “Esiste un legame – scrive Luisa Laurelli - fra i quartieri più bui, i cinema chiusi e abbandonati, l’escalation di violenza e le infiltrazioni mafiose nella vita economica e politica? Ogni volta che mi sono trovata a parlare di sicurezza, l’ho fatto pensando ad un’accezione ampia, convinta che maggiori condizioni di sicurezza nelle nostre città passano, prima ancora che per divieti e telecamere, per la lotta alla povertà e all’indigenza, per politiche culturali e di sostegno a giovani e donne, per l’organizzazione di reti culturali nelle periferie, per la realizzazione di spazi verdi e sicuri per i bambini”. Luisa Laurelli descrive in questo libro la pressione del crimine sulle istituzioni e si impegna a dar risposte politiche che vanno oltre le necessarie azioni giudiziarie e di polizia e possono migliorare complessivamente la tutela e l’esercizio dei diritti dei cittadini. Il filo rosso della legalità è un libro curato da Luisa Laurelli, presidente dal 2005 al 2010 della Commissione Sicurezza e Lotta alla Criminalità del Consiglio Regionale. In forma di interviste il libro si avvale di interventi profondi: quelli di Nicola Zingaretti, Edoardo Levantini, Walter Veltroni, Roberto Morassut, Tiziana Bartolini, Enzo Ciconte, Luigi De Ficchy, Giovanna Cau, Franco Alvaro, Angiolo Marroni, Guido Milana, Elvira Pellizzari, Aldo Soldi. Il libro guarda al futuro perché il filo rosso della legalità è l’unico che può ricucire pratiche di convivenza sociale, di gestione politica e amministrativa che guardino al pubblico interesse e nello stesso tempo possono rinnovare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, oggi davvero ridotta al minimo. Che cosa ha determinato tanta diffidenza nei confronti di un futuro più pulito? Intanto le inchieste giudiziarie sulla Regione Lazio e il suo Consiglio, quelle che hanno messo in crisi la giunta Polverini e poi gli scandali dello stesso tipo che si sono avuti in Lombardia e ad altri livelli delle pubbliche amministrazioni. Questo provoca una giusta indignazione e tanta rabbia alla quale spesso non si riesce a dare seguito. Per guardare al futuro si impone dunque un rinnovamento delle istituzioni che dia finalmente risposte chiare e forti.


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STORIE

IL RACCONTO DEL MESE

S

Il Principe, Il bluff Clotilde e Serafina letterario

ubito dopo non successe nulla. Serafina si sedette con gli occhi sbarrati mentre i nani, nell’attesa di chissà quale trasformazione, avevano tutti le la- di Noga crime agli occhi. Sembrava veramente che quelle parole non avessero alcun potere magico e che tutto sarebbe rimasto come sempre. Serafina, stremata, cadde all’improvviso in un sonno profondo. I nani la adagiarono delicatamente sul letto dove dormì fino all’alba. Quando si svegliò si ritrovò in un’altra dimensione... Era consapevole di trovarsi all’aperto con i riccioli dei capelli sparsi sul volto mentre un venticello, lieve e tiepido, la solleticava per tutto il corpo. Non sapeva cosa pensare: sentiva che gli abiti che indossava non erano quelli consueti, che le scarpe le pesavano ai piedi; mentre le mani cominciavano a frugare avvertendola che le dita penetravano nella terra e una quantità di foglie secche e rattrappite, emettevano uno sfrigolìo sconosciuto. Il respiro si fece affannato. Spalancò gli occhi e sopra di sé vide un cielo turchino punteggiato da nuvole immobili e bianche. Si mosse girandosi su un fianco e davanti a sé, proprio in direzione del suo sguardo, intravide seminascosti fra le foglie i suoi buffi piccolissimi amici vestiti con abiti dai colori sgargianti che le facevano cenno di specchiarsi indicandole un grande specchio appeso al ramo di un albero. Quando lo fece quello che vide fu un meraviglioso viso di giovane fanciulla, con i capelli ramati, con gli occhi più blu del cielo, alta e slanciata. Allora comprese: la formula aveva funzionato. Dalla gioia si gettò a terra e si rotolò fra le foglie fin quando non finì contro il tronco di un grande albero fermandosi su un prato punteggiato di funghi dal profumo intenso e sconosciuto.

Q

il Segno - Dicembre 2012

uel giorno girovagò per tutta la foresta e la sera si addormentò su un giaciglio improvvisato che i nani le avevano preparato. Per tutta la notte la vegliarono e all’alba l’accompagnarono in corteo dal Principe. La notizia si era sparsa per ogni luogo e tutti i nani per unirsi al corteo erano venuti da ogni parte, perfino dal bosco di betulle. Quando furono giunti al Castello il grande portone si aprì immediatamente e Serafina fu ricevuta dal Principe in persona. La bellezza di Serafina sembrò illuminare tutto il Castello quasi che all’improvviso vi fosse penetrata una grande luce celeste. Il Principe nel riceverla non riuscì a dire una parola, ma rimase a bocca aperta con gli occhi fissi su quel volto meraviglioso, fino ad allora sconosciuto. Quella notte il Principe non dormì. Lungo il bordo del grande letto a baldacchino gli apparivano gli occhi di Serafina, e mano a mano che la notte avanzava, diventavano sempre più blu e più grandi: come se fluttuassero a mezz’aria. Infine gli sembrò che lei in persona, in tutta la sua bellezza si fosse seduta accanto a lui e che lo rimproverasse. Ma non udiva alcun

quarta e ultima parte

suono: tutto aveva assunto l’aspetto di un incubo che si dipanava in un silenzio misterioso senza echi come se la stanza fosse stata avvolta in una spessa coltre di lana.

F

in quando un chiarore bluastro illuminò la stanza annunciando un’alba che il Principe, per poter continuare a stare con Serafina, avrebbe desiderato non arrivasse mai. Infine si alzò e si recò sulla Torre. Al tremolante chiarore delle ultime stelle della notte pianse sconsolatamente a dirotto. Credette di morire per il rimpianto di non avere sposato Serafina quando lo avrebbe potuto fare spezzando così l’incantesimo. Ma ormai aveva sposato Clotilde: una donna che non amava e che era molto meno bella di Serafina. Ma non c’era più nulla da fare. Discese dalla Torre e si recò nel Grande Salone e afferrata l’antica spada dei suoi avi vi si gettò sopra uccidendosi. Nessuno si accorse dell’accaduto fino a quando Clotilde, rientrata dalla caccia, non si imbattè nel cadavere del Principe. Lanciò allora un grido che rimbombò per le stanze svegliando tutti i castellani nonché gli spiriti nascosti nelle pietre il cui urlo all’unisono fece tremare violentemente le mura del Castello propagandosi per tutto il Reame. I castellani si riunirono nel grande cortile e piansero tutto il giorno. Clotilde, spezzata dal dolore, e in preda a una immensa e ormai inutile gelosia montò la bianca cavalla Porfiria e si lanciò al galoppo sfrenato verso le Montagne. Quando raggiunse il primo dei Sette Laghi vi si gettò dentro in groppa alla sua amata Porfiria. Fu così che la bellissima Serafina rimasta sola fu chiamata a governare il Reame per tantissimi anni fino a quando, ormai vecchissima, confortata da tutti i suoi nani morì dolcemente nel suo grande letto. Nell’attimo stesso che spirò le pietre urlanti con le quali, all’inizio dei tempi quando la luna ancora non esisteva, era stato edificato il Castello, rotolarono in fondo alla Valle mentre alcune precipitando nel letto del torrente ne ostacolarono per sempre la corrente. E tutto quel mondo sparì in una grande nebbia. Tanti, ma tanti anni dopo, qualcuno, non si seppe mai chi fu, tramandò questa storia ai boscaioli i quali, anno dopo anno, la raccontarono ai loro discendenti finché giunse alle orecchie del vecchio abitante della capanna di frasche il quale infine alzandosi in piedi e ammiccando maliziosamente mi disse: - Il Principe se fosse stato più accorto avrebbe avuto una vita più lunga e più felice come succede in quasi tutte le fiabe del mondo. Quelle stesse fiabe che dovrebbero essere raccontate ai bambini perché se ne rammentino crescendo. 4/Fine

Spunti di letteratura

di Camilla Lombardozzi Gesualdo Bufalino, scrittore e aforista italiano diceva che “la realtà e la finzione sono due facce intercambiali della vita e della letteratura”. Secondo la blogger Linda Holmes del National Public Radio (organizzazione no-profit che produce e distribuisce informazioni e programmi culturali) è impossibile per ogni essere umano leggere qualsiasi libro presente sulla faccia della terra, tanto vale perciò, secondo il suo giudizio, smettere di farlo. In effetti se ci si pensa, nonostante si passi un'intera vita a leggere, per il gusto ed il piacere di farlo è sconsigliabile e prima di tutto inattuabile leggere ogni libro, dalla Bibbia, sino ai giorni nostri, comparso nell'emisfero terrestre; per di più, molti dei romanzi presenti nelle librerie e nelle biblioteche di tutto il mondo, non ne si conosce nemmeno il titolo e l'autore. Sta di fatto che il lettore modello dovrebbe leggere soddisfacendo le proprie esigenze, o per meglio dire, leggendo ciò che più gli o le è congeniale, non curandosi delle classifiche letterarie, che magari secondo il marketing mettono al primo posto romanzi che non catturano la nostra attenzione. Tuttavia cosa potrebbe accadere se durante una festa uno dei tuoi amici cominciasse a discutere sulla trama di un libro che tu non hai mai preso in considerazione perché non allettava le tue papille letterarie? Il lettore modello, in questa circostanza, si troverebbe in una situazione spiacevole, in cui non sarebbe in grado di sostenere una conversazione, non avendo, appunto, mai, sentito il bisogno di concentrasi sui quei generi letterari, valutati superflui, se non ridicoli, che in un batter di ciglia, però, diventano di vitale importanza. Cosa fare or dunque, se non si vuole essere messi al margine di una discussione, in quanto ignoranti in quel determinato genere o autore letterario? Molte persone protendono per la mossa usata nel Poker del cosiddetto Bluff, ovvero fingere di aver letto quel determinato romanzo e di conoscere a menadito quell'autore, fino a qualche secondo fa sconosciuti, anche attraverso svariate tecniche, come, quella di rimanere sul vago della conversazione ed intanto assimilare ogni informazione possibile dagli altri partecipanti, su trama del libro, genere letterario e particolarità dello stile.


Il piccolo Carlo Fontani conquista la finalissima SPETTACOLO

il Segno - Dicembre 2012

di Cristiana Zarneri Carlo Fontani, il piccolo grande cantante di Rocca di Papa, c’è la fatta, è arrivato in finale e, per noi, ha già vinto comunque! Sì, tutta Rocca di Papa ha visto la finale della trasmissione Ti Lascio una Canzone, condotta da Antonella Clerici, tutti siamo stai fieri di Carlo. Carlo nasce a Genzano il 4 agosto 2001, inizia a cantare, all’età di 7 anni, con la scuola nella recita di Natale alla Parrocchia dell’Assunta di Rocca di Papa e quando intonò la canzone “Mitico Angioletto”, i genitori ed il nonno materno (che poi promuoverà il talento di Carlo costantemente), si resero conto delle potenzialità canore del loro bambino. Da lì l’idea di portarlo allo Zecchino d’oro dove, nel 2009 (52esima edizione dello Zecchino d’oro) si classificò quarto con la canzone “Rokko cavallo brocco”. Il nonno Marcello Rossetti decide a luglio di iscriverlo al programma della Clerici, era l’ultimo giorno per le iscrizioni, Carlo supera i provini ed ora è approdato alla finale di domani sera. Ci ha deliziato con le canzoni di Bennato (L’isola che non c’è, Il rock di capitan Uncino) tanto è vero che ha portato in finale sempre una canzone di Bennato: “Un di Anna Giovanetti

giorno credi”. Talento naturale, autodidatta (non ha mai studiato musica o canto), Carlo ha colpito tutti anche in Rai, non solo è un talento canoro ma suona benissimo anche la chitarra. Carlo è un grande fan ovviamente oltre che di Bennato, anche di Vasco Rossi e Bob Marley. Abbiamo raggiunto telefonicamente il nonno che ci ha dichiarato: “per me è un’immensa emozione, un traguardo enorme ed inaspettato, ancor più perché è arrivato in finale ed io l’ho sempre appoggiato e seguito in questa sua forte passione per la musica”. Gli chiediamo come sia l’ambiente in Rai ed il signor Rossetti ci dice che i ragazzi sono seguiti e tutelati in ma-

niera spettacolare e che Carlo, oltretutto, è riuscito a conciliare perfettamente i suoi impegni di studente di prima media con il programma dato che Rocca di Papa è vicinissima a Roma. Continua il signor Rossetti: “lamento la scarsa attenzione da parte dell’amministrazione comunale ma ringrazio di cuore tutti i cittadini di Rocca di Papa per il loro affetto ed entusiasmo, dimostrato anche con il tamtam mediatico su facebook”. L’avventura di Carlo non è finita qui, infatti lo rivedremo la Vigilia di Natale su Rai Uno. I roccheggiani tutti sono fieri di Carlo ed abbracciano metaforicamente i suoi genitori Alessio Fontani e Pamela Rossetti.

motivi di riflessione

L’Italia e la nuova classe dirigente

La mia idea, la mia speranza, è che tra non molto questo Paese non verrà preso di slancio da un uomo forte, ma consegnato dagli elettori o dal Parlamento a chi avrà il coraggio di sobbarcarsi una nazione messa in ginocchio da una crisi pesantissima. (…) Qualcuno però che, per quanto spaventato dall’impresa che lo aspetta, sappia infondere speranza nei cittadini. (…) La classe dirigente attuale ha seriamente danneggiato il nostro Paese. Lo ha spremuto, dal punto di vista economico e morale. Ha reso potabile quello che non lo era, triste quello che era allegro, futile ciò che era importante. Non ha curato le ferite della nostra economia, ha lasciato che si incancrenissero. Ma ha fatto tutto questo al riparo della nostra disattenzione, o peggio della nostra ignoranza o indifferenza. (…) Il primo passo tocca ai cittadini, come dicevamo occorre la capacità di diventare un po’ leader di noi stessi. Ognuno nel suo ruolo, nella sua vita, nella sua quotidianità deve riprendere il coltello dalla parte del manico, e ricordarsi che il potere dei capi poggia sulle spalle di chi è comandato. Chi sta al potere conta su una delega che può essere ritirata. (…) Siamo un Paese senza leadership. Ci troviamo decapitati. E’ vero, ed è un nostro problema. C’è chi interpreta la questione in maniera riduttiva e sostiene che dobbiamo cambiare il presidente del Consiglio, e sarebbe bello che bastasse solo questo, ma non è così. L’Italia non ha bisogno di un nuovo uomo forte, l’Italia ha bisogno di essere di nuovo un Paese forte. Un Paese forte, poi, la guida la sa scegliere. Tratto dal libro di Giovanni Floris, “Decapitati”, ed. Rizzoli

La poesia del mese

Pure l’inverno è bellu

pe tuttu: n’se sciuganu più i panni, a’ casa etè più zozza, piove e tira vientu, n’somma è sempre tiempu bruttu.

E’ vero commare mea , l’inverno è longu e freddu e, dicemo a’ verità va male n’po’

Perciò commare mea sii più ottimista l’inverno è bellu, è bella ‘gni stagione, Eh….. vabbè commà ma tu si esagerata, basta che stemo n’pace co a coscienza, basta che semo umili de core!!!!! vedi pure a parte bella dell’inverno:

Madonna mea che freddu stammatina comma’, me pare proprio aria de neve ma che volemo fa è tiempu siu stemo be’ a spetta’ maggio che revene.

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A’ e quattro etè già notte e bisogna ccenne u focu da ‘a mmatina ci ne vou poche de lena, stemo appostu, n’ci basta mancu a remessa d’a cantina.

farà freddu vabbè ma ve’ Natale, co’ u cenone, i regali…..u Bambinellu.

E po’ quant’è bellu vede’ che fiocca a neve te senti proprio come quando eteri riazza dici a’ verità: n’te ve voia de’ m’bacuccatte tutta e i a fa’ a palloccate dello n’piazza?


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MUSICA

scite v o u e U N

Franco BATTIATO

il Segno - Dicembre 2012

di Massimo Onesti

RITORNA L’ESOTERISMO POP...olare Tracklist: Un irresistibile richiamo/ Testamento/Quand’ero giovane/Eri con me/ Passacaglia/La polvere del branco/Caliti Junku/ Aurora/Il serpente/ Apriti sesamo Musica di Franco Battiato testi di Battiato-Sgalambro

Quelli che sono i classici clichè di Franco Battiato in questo nuovo disco di “Apriti Sesamo” ci sono tutti: i testi che cercano di esprimere concetti difficili con semplicità, la voce che accarezza lo spirito con tocco leggero ma che spinge a fondo come un massaggio shiatzu, le armonie musicali che sembrano rincorrere con fatica le parole ma che poi all’improvviso ci si scopre come posati su quel tappeto costituito da quelle morbide sonorità e a cui ci si lascia dolcemente trasportare fra i rovesci temporali in cui Battiato volteggia, fra evoluzioni cosmiche e terrestri, con gli squarci improvvisi dei flash della propria esistenza e dei propri ricordi di vita, in un caleidoscopio d’immagini che provengono da un passato senza tempo, come ferme lì, sospese nell’eternità e verso quel senso d’infinito in cui siamo trasbordati come su una navicella verso nessun approdo e dove di tanto in tanto si aprono soltanto finestrelle di sensazioni sempre cangianti su cui cerchiamo di soffermarci ma senza riuscirci perché la piacevolezza è proprio nel godimento del viaggio metafisico e spirituale in cui FB ci catapulta. Trovano posto così queste nuove canzoni come acquerelli che raffigurano infiniti scenari di contemplazioni mistiche in cui si disvelano i simboli che la natura e il sacro continuamente inviano verso l’uomo e FB ci aiuta a dipanare e pulire

la fuliggine che in modo subdolo si frappone fra noi e l’essenza vera delle cose, sempre più offuscate dai vortici della dispersione e delle confuse pulsazioni che tendono all’effimero. Ecco così queste canzoni a cominciare dalla bellissima Un irresistibile richiamo, alla Polvere del branco, alla Passacaglia (liberamente ispirato alla “Passacaglia della Vita”, un’opera del primo barocco del compositore e sacerdote Stefano Landi) che si dipanano come meditazioni e che in effetti

fanno di questo nuovo lavoro del cantautore catanese come una preghiera laica e intensa, rivolta a far ritrovare quelle stabilità e quelle certezze per ciò che sono i sapori e i ritmi ordinari della natura senza mai andare contro un qualcosa ma soltanto come affermazione di una consapevolezza lucida nell’affrontare la vita e la morte, il passare del tempo e l’invecchiamento con accettazione serena e quasi buddistica di quello che si è e che siamo. Forse un disco leggermente meno pop rispetto al-

l’ultimo lavoro di pezzi inediti de il Vuoto e più vicino, almeno nell’intenzione di un certo tipo di ricerca spirituale, alle atmosfere di Come Un Cammello In Una Grondaia anche se senza quella gravità e solennità che contraddistingueva quel capolavoro. Infatti qui la matura serenità di FB si riveste di sonorità più dinamiche e leggere ma senza scivolare nel canzonettistico o nel Battiato più orecchiabile anche se la peculiarità e la forza di FB che consiste nell’esporre con un linguaggio immediato e non elitario argomenti non usuali, che scavano nel filosofico, nel senso della vita e nella ricerca mistica fa in modo che il disco diviene, detto alla Friedrich Nietzsche, come un’opera per tutti e nessuno, e che si aggiunge alla lunga costellazione di album dell’artista a consolidare ulteriormente la sua dimensione musicale, sorta via di mezzo fra il leggero e il profondo e che dà ancora più lustro al percorso che FB ha saputo tracciare con maestria e univocità verso quelle terre del sacro e del trascendente senza mai però scivolare nell’apologetica di una qualsivoglia religione, ma soltanto ponendosi come uomo in perenne tensione mistica e che cerca di aprirsi un varco di luce fra le tenebre che avvolgono questo nostro fuggevole, vacillante viaggio in questa vita terrena.

Il Tykannos, creatura del Monte Cavo Magic the Gathering è un gioco di carte collezionabili che presenta una sfida tra due Maghi. Sebbene sia possibile giocare anche in numero superiore a 2, i duelli classici sono “uno contro uno”. All’inizio di ogni partita, ogni Mago ha a disposizione 20 punti-vita. Lo scopo del gioco è di azzerare il numero dei punti-vita del giocatore avversario. In quel momento la partita ha termine e il giocatore che ha uno o più punti-vita vince la partita. Per giocare a Magic occorre un mazzo di carte Magic (tra cui figura la carta del Tykannos del Monte Cavo, una creatura leggendaria nata nelle viscere dell’antico Mons Albanus) per ogni giocatore (acquistabili nei negozi specializzati), un segnapunti (kit del tipo: carta e penna) e un piano di gioco, un tavolino o comunque una superficie di almeno 50x50. La particolarità di questo tipo di giochi, ed in special modo di Magic, è che non esiste un mazzo di carte predefinito: ogni giocatore si presenta al duello con un mazzo che ha assemblato scegliendo le sue carte fra le oltre 8mila che sono state pubblicate dalla prima edizione. Provate... e ne rimarrete affascinati. (L.S.)


il Segno - Dicembre 2012 di Annarita Rossi Là, immersa in un bosco di betulle, completamente imbiancato, si trova una casetta tutta in legno. Al suo interno, un signore un po’ grasso, con la barba bianca ed infagottato in un vestito tutto rosso sta controllando al computer le sue ultime e-mail prima di ripartire. Le lettere per posta sono state tutte lette e ciascun desiderio è stato esaudito. Ha portato i doni a tutti i bambini, accontentando anche quelli più poveri e lontani dalla tundra dove lui vive, ai quali sono stati recapitati per posta. Adesso è pronto per un nuovo progetto e con la slitta trainata dalla sua renna percorrerà diversi chilometri per portare dei doni veramente speciali, questa volta agli animali. Fin dove potrà allontanarsi, glieli porterà personalmente, dove non riuscirà ad arrivare, grazie alla tecnologia, contatterà gli Enti non Governativi, le Onlus e le Associazioni Animaliste per infine interpellare i vari Enti Governativi mondiali così che tutti

La vita in (20) lettere

TEMI D’OGGI

Un Natale

speciale

gli animali del pianeta indistintamente ricevano i suoi doni. Tra le tappe che potrà fare vi sarà quella ad un allevamento di animali da pelliccia dove aprirà le gabbie e visoni, cincillà, volpi e conigli d’angora scorrazzeranno nuovamente sulla neve con la propria pelliccia. Poi si dirigerà in un canile dove avrà dato appuntamento a diverse persone le quali sceglieranno il cane da adottare. Ne ha contattate tante quanti sono i cani al canile perché nessuno debba rimanere a passare il Natale rinchiuso in gabbia. Seguiterà sempre con la sua slitta fino ad un laboratorio di vivisezione e convincerà i ricercatori ad adottare sistemi di ricerca alternativi affidando alle associazioni animaliste e ai centri di recupero

F

di Enea Trinca

Il FINANZIAMENTO ai partiti aumenta il debito pubblico e consente ai politici di fare tante promesse... pertanto, come si sa, ogni “Promessa è un debito”. Per un uomo, l’amore per una donna è come il FUOCO, bisogna “attizzarlo” continuamente.

Certi FANNULLONI non sanno come uccidere il tempo e non si accorgono che il tempo uccide loro.

Nella vita ci sono due tipi di amici di cui ti puoi FIDARE, l’uomo e il cane... certo, conosci l’uomo, ma FIDATI del cane. Spesso con mia moglie alzo la voce per FARLE capire chi è che ubbidisce qui!

FUMANDO, una sigaretta si accorcia lentamente e inevitabilmente con essa si accorcia la vita.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

tutti gli animali che sono reclusi perché questi possano vivere il resto della loro vita dignitosamente. Andrà in un circo e farà la stessa cosa con i circensi i quali restituiranno gli animali che detengono ai loro originari habitat naturali, nelle riserve africane ed asiatiche. Andrà negli allevamenti intensivi di bestiame e nelle macellerie e concorderà con i proprietari un nuovo modo di gestire gli animali da macello, più etico e persino più salutare per l’uomo, non macellando più carne di quella necessaria al sostentamento umano evitando di sacrificare agnellini e vitellini da portare in tavola per le feste, lasciandoli alle loro madri. Strada facendo, porterà del cibo ai cani e gatti randagi che incontrerà e lascerà delle cucce sparse lungo il percorso. Quando vedrà dei cacciatori, li persuaderà a non cacciare indiscriminatamente. Tornato a casa, farà rifocillare la sua renna e parcheggiata la slitta, si accenderà il fuoco al camino e vi si siederà di fronte su di una sedia a dondolo, per riposare un po’, finalmente. Stanco ma soddisfatto, passerà in rassegna le cose che dovrà ancora fare, le petizioni da firmare per combattere le atrocità inflitte agli animali nel mondo, riprendendo il suo impegno dal giorno successivo e per tutto l’anno nuovo. Infine, si addormenterà felice, consapevole di aver fatto per questo Natale il dono più bello a tanti animali, l’aver fatto cessare tanta sofferenza restituendo loro la libertà.

L’angolo della psicologia

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Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Ti amo e... ti perseguito

Tutti abbiamo subito delle delusioni in amore, amavamo senza essere ricambiati, o l’oggetto del nostro amore non era più interessato a noi. Con il tempo e l’esperienza, le persone con un equilibrio psichico corretto, hanno imparato ad accettare e a gestire le difficoltà e i rifiuti. Accade, tuttavia spesso, che ci siano persone che non sappiano tollerare di essere rifiutati o lasciati, e che mettano in atto una serie di comportamenti, che possono divenire pressanti, intimidatori e persecutori, spesso violenti (sia fisicamente che psicologicamente) nei confronti dell’oggetto del desiderio, il quale in alcuni casi, conosce bene il persecutore, ma in altri per niente. Il reato di “stalking” (che in inglese significa “fare la posta a qualcuno”, inseguire) è stato introdotto nel nostro ordinamento per la prima volta con l’art. 612 bis c.p. dal D.L. 23 febbraio 2009, n. 11, convertito con modificazioni, in L. 23 aprile 2009, n. 38). La pericolosità di questo insieme di comportamenti e di “attenzioni distorte” verso la vittima, spesso di sesso femminile, consiste nel fatto che all’inizio viene sottovalutato, specie se viene messo in atto da una persona con cui si ha avuto un rapporto sentimentale o si conosce, fino ad arrivare, purtroppo, a sfociare in vere e proprie tragedie, quali quelle che sentiamo spesso dai telegiornali e che colpiscono sempre più donne dall’età dell’adolescenza in poi. Cosa fare dunque per prevenire e scongiurare i femminicidi? Innanzitutto, deve cambiare la considerazione che l’uomo ha per la donna, che non è un oggetto a disposizione, ma anche le donne devono cambiare la considerazione verso se stesse. Devono amarsi di più, ricordando che il corpo è il “tempio dello spirito” o se preferite della psiche, e non va “esibito”, svenduto, ma apprezzato. In altre parole, deve cambiare la concezione dell’amore, che non è “ottenere quello che si vuole a tutti i costi e subito”, ma essere accompagnata dalle parole “rispetto per se stessi e per gli altri”, e questo grande compito educativo dovrebbe essere svolto dalla famiglia in primis, e dalla scuola, messa in grado di operare con mezzi e risorse opportuni…


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Il disegno del maestro Carfagna ci fa piombare negli anni Sessanta alla “Pro Rocca” (così era chiamato un edificio che si trovava di fronte alla sede del Parco dei Castelli) dove il “re” era un personaggio che, man mano che lo descriveremo, tutti i settantenni di oggi (ma anche molti quarantenni) lo ricorderanno. Questa sede, gestita dal nostro misterioso personaggio, era una sala giochi con bigliardini, biliardi, carambole e flipper. In quest’ultimo caso si giocava con il dito medio sinistro e destro colpendo una pallina che girava in ogni direzione all’interno di un rettangolo (60 cm x 100 cm) con tante luci che si accendevano e spegnevano ogni volta che la pallina d’acciaio le toccava. Poi c’erano le famose macchinette new slot che oggi sono molto elettroniche ma a quei tempi erano degli infernali congegni che con una ruvida manovella si facevano girare provocando un gran fracasso... si facevano combaciare gli oggetti per far scattare la vincita rappresentata dai famosi gettoni. Il nostro personaggio, in seguito, si trasferì sotto il ristorante “Il pappagallo” (dove oggi c’è l’autosalone “Fondi e Furnari”). Qui i giochi aumentarono: flipper, biliardi, biliardini, carambole, bowling e tante strane macchinette con i primi giochi video. Qualche anno dopo l’attività venne di nuovo trasferita alla fine del Corso, presso l’ex trattoria “Il bersagliere”. Questo personaggio ha fatto divertire due generazioni di roccheggiani. Siamo sicuri che a questo punto molti avranno indovinato di chi stiamo parlano. Quante volte lo avete fatto arrabbiare? E quante volte lui si arrabbiava con voi? Ma in cambio vi ha fatto sempre divertire perché i

Un personaggio “misterioso”

Ultima pagina

il Segno - Dicembre 2012

suoi locali erano il ritrovo della migliore gioventù. Anche quando si era senza una lira in tasca, spesso si poteva giocare gratis e lui chiudeva spesso un occhio. Discutere con lui era sempre piacevole, soprattutto ascoltarlo mentre raccontava le sue gesta “eroiche” compiute quando era ragazzo. Molti si saranno divertiti anche a prenderlo in giro oppure era proprio lui che prendeva in giro loro perché, alla fine, le cose che raccontava avevano sempre un fondo di verità. Il nostro personaggio poi era anche un “mago” dell’elettricità (flipper e video-giochi li riparava da solo) e spesso dava anche consigli su come risolvere problemi di corrente. Quando girava per il paese era sempre vestito da gran signore, così come era un signore di cuore e di bontà. Oltre a gestire la sala giochi era anche un musicista, membro degli storici “Screpanti”.

A questo punto non serve nemmeno fare il nome perché lo avrete sicuramente riconosciuto. Agli altri, quelli delle ultime generazioni, consigliamo di chiedere chi fosse ai loro genitori o ai loro nonni.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it - mail: ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

OMBRETTA E ALESSIO ESEMPI DA SEGUIRE Venerdi 7 dicembre intorno alle 18.00 ho smarrito il mio portafoglio con circa 400 euro (erano i soldi di un cliente), bancomat, patente ed altri documenti importanti. Ho trascorso ore a cercare nei luoghi che avevo frequentato sperando di ritrovarlo ma ogni tentativo è risultato vano. Ormai rassegnato, intorno alle 22.00 dello stesso giorno, ricevo una telefonata che mi avvisava del ritrovamento del portafoglio. A chiamarmi è stata una ragazza, Ombretta Blasucci, nipote del vostro collaboratore Sandro Tabellione. Ombretta, insieme ad un suo amico, Alessio, hanno deciso

di non rovinarmi il Natale restituendomi il portafoglio trovato. Vorrei fare un ringraziamento pubblico a questi due ragazzi, ancora colmi di quei valori che si stanno perdendo e che invece tutti noi dovremmo ritrovare. Buon Natale a tutti, con gratitudine. Bruno Fondi

NON FATECI ODIARE IL NATALE A Natale si dovrebbe essere tutti più buoni. Così ci avevano insegnato alle elementari. A Rocca di Papa capita invece che ci facciano odiare il natale. In prossimità delle feste natalizie non so chi decide che in tutto il paese si devono piazzare degli altoparlanti obbli-

gando i cittadini a sorbirsi musichette in genere insulse, da un disco (presumo) che manda continuamente le stesse litanie. A farcire il tutto delle odiose pubblicità martellanti. Tra i nostri concittadini non ne ho trovato uno che ritenesse la cosa piacevole, o almeno accettabile. Non so chi sia l’ideatore della bella pensata, quest’anno però faccia un’opera buona: ci lasci un po’ di sereno e riposante silenzio! Mail firmata COMPLIMENTI PER IL VOSTRO BLOG Ho apprezzato molto l’idea di dare vita al blog del Segno, così potremmo essere informati in modo ancora più ve-

loce sulle tante cose che accadono nel nostro paese. Matteo Casciotti

STORIE CHE FANNO RIFLETTERE Vorrei esprimere i miei complimenti, attraverso il vostro giornale, al sig. Gino Del Nero per le storie personali che ci racconta, cariche di umanità e partecipazione. Troppo spesso dimentichiamo il vero senso della vita e leggere che alcune persone sono disposte a sacrifici anche duri e difficili pur di aiutare popoli più sfortunati di noi ci fa ricordare che la parola “fratellanza” ha ancora un valore. Davvero tante grazie al sig. Gino. Pasqualina Del Monaco


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