Il Segno dicembre 2015

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Segno

...quello che gli altri non scrivono...

quindicinale indipendente

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Il grande flop Il Segno di Rocca di Papa

Anno XIV, n. 12 - 1/31 dicembre 2015

Tanta terra Il coro Consigli Il Pd in I fans si ribellano al in via San francese e la degrado della lapide comunali piazza per l’unità senza avviso Sebastiano solidarietà di Claudio Villa A pagina 7

A pagina 8

A pagina 11

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A pagina 15

Nel bilancio di previsione 2015 sono stati messi all’incasso 1,5 milioni di euro (proventi delle sanzioni emesse a settembre agli antennari) ma oggi dicono che quella cifra non è incassabile Centro Storico

Il borgo dei Bavaresi è monumento

di Piero Botti Anche dalla pagine del Segno molte volte abbiamo parlato del “quartiere Bavarese” di Rocca di Papa definendolo come attrazione turistica, fonte di storia non soltanto locale. Sono numerosi gli storici che ne hanno documentato l’importanza e gli artisti che lo hanno dipinto, cantato, raccontato. Da sempre, i roccheggiani, hanno organizzato manifestazioni che lo hanno fatto vivere. A mio avviso, però, da qualche tempo, troppi interventi invasivi stanno trasformando il borgo antico in qualcosa d’altro, molto meno caratteristico, meno pittoresco, poco interessante dal punto di vista storico, per nulla utile a favorire il senso di appartenenza.

Segue a pagina 19

Alle pagine 12 e 13

L’iniziativa organizzata alla Fortezza

VettamonteCavo

Spesi 20mila euro per Boccia e la festa medievale 2015 l’Esercito A pagina 5

Parcheggio Carpino Intervista a Emanuele Crestini

Le promesse dei politici

A pagina 10

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Antonello, Jessica&Davide, Alfredo&Tiziana, Paola, Francesca, MariaPia, Roberto, Gabriele, Mirco, Luana, Anna, Sandro, Miriam, Emanuela, Marta, Giuseppina, Luigi, Rosa, Francesca&Bernardo, Milvia, Orofino, Paola, Claudio, Alessandra, Piero, Angelo&Michela, Sonia, Diego&Pino, Catia, Mario, Gianfranco, Fabrizio, Paolo, Valentino, Omero, Paolo&Alberto, Gianfranco, Francesco, Laura, Vincenzo, Anna, Camilla, Maurizio, Annarita, Enea, Florentina, Franco, AnnaMaria, Patrizio, Italia, Nicola, Enzo, Bruna, Orlando, Rossana, Bruno, Nadia, Angelo e Fiammetta.

«Larinascita di Rocca riparte dai cittadini» A pagina 9

A pagina 6


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Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

Le nostre paure giustificano l’arte di credere alle bufale? ATTUALITÀ

di Daniela Di Rosa DIREZIONE Internet e le false notiVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa zie, ovvero le cosidDIRETTORE dette “bufale” su RESPONSABILE Facebook. L’agorà virtuale è Andrea Sebastianelli piena di notizie, ogni secondo ne ilpiccolosegno@libero.it vengono pubblicate a migliaia, e da tutto il mondo, molte attirano REDAZIONE di più gli internauti e girano per Mauro Artibani, Bruna Benelli, mesi attraverso le condivisioni, il Federico De Angelis, tutto in un vortice paradossale, Daniela Di Rosa, Laura Fico, dove verità e finzione si mescoPaola Gatta, Mauro Giovanelli, lano e sembra quasi impossibile Anna Giovanetti, trovare la verità. Eppure, se inMarcello Loisi, vece di soffermarsi sul titolo si va Camilla Lombardozzi, a leggere l’articolo e si ricerca la Loredana Massaro, Noga fonte, è molto facile trovarla, so(Gabriele Novelli), Massimo prattutto se non c’è né testata giorOnesti, Sergio Rasetti, nalistica, né il nome Annarita Rossi, dell’articolista. Ci sono le bufale Vincenzo Rufini, Maria Pia divertenti postate da pagine satiSantangeli, Luigi Serafini, riche, tipo “Il terzo segreto di saRoberto Sinibaldi, Sandro tira”, o “Lercio” e da decine di Tabellione, Francesca Torino omologhi, ma sono bufale goliarILLUSTRAZIONI diche, in una ci cascai anch’io, riFranco Carfagna, cordate il famoso animale ucciso Ermanno Gatta da Spielberg? Altro non era se non Stampa: un giocattolone preistorico creato Arti Grafiche Ciampino per il film Jurassic park. Via Firenze, 21 Poi ci sono le finte pagine dei Ciampino (Rm) quotidiani, Il Giomale (non il Tel. 06-7960205 Giornale), o “Catena umana intorno al parlamento” con notizie IL SEGNO inventate, per lo più a sfondo razzista, e queste sono pericolose NON USUFRUISCE perché la gente poco informata ci DI ALCUN crede. Infatti, è quasi impossibile FINANZIAMENTO convincerla del contrario, più PUBBLICO scrivi che è una bufala e più insultano, si incazzano, anzi, se SOTTOSCRIVI glielo fai notare diventano cattiPER IL SEGNO: vissimi, non con l’imbecille che Banca di Credito Cooperativo ha scritto la sciocchezza ma con dei Castelli Romani chi rivela che è un falso! IBAN: Le più famose? L’insegnamento IT-12-Q-07092-39230gender nelle scuole: tutte le 000000110977 mamme (non tutte per fortuna) sul

piede di guerra, non sia mai che i bambini sappiano che esistono gli omosessuali o i transgender, dovessero crescere figli tolleranti! Comunque era una falsa notizia. Poi c’è l’eterno “Nessuno tolga il crocifisso dalle scuole” e subito le mamme (anche in questo caso non tutte) scatenano una guerra contro gli arabi, contro tutti i musulmani: “Fanno i padroni a casa nostra!”. Stai fresca a scrivere che il crocifisso nelle scuole non c’è, e non dovrebbe esserci per una legge dello Stato di più di cinquant’anni fa. Se se ne vede qualcuno negli asili o nelle scuole elementari è proprio perché nessuno si lamenta, anzi, ad onor del vero, se qualcuno ha protestato e magari è riuscito a farlo togliere, è sempre stato un italiano! Però, le bufale più feroci sono quelle contro i rom, gli zingari che rubano di tutto, specialmente i bambini, anche se non c’è stato un solo caso in Italia dal dopoguerra in poi di bambini rapiti dai rom… ma a queste persone piace tanto crederlo! Da mesi inoltre gli zingari sono passati in secondo

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piano, al primo posto ci sono loro, gli immigrati, clandestini e non, rifugiati politici, perseguitati, affamati, fuggiti da guerre. Agli utenti di Facebook non importa nulla: sono neri, stranieri, poveri, arabi e musulmani, e questo basta per credere a qualunque nefandezza e scrivere la loro rabbia nei loro confronti. Un altro esempio è la notizia che girava mesi fa sui social: un uomo, nero e musulmano, violenta la figlia del datore di lavoro e, per punirlo, gli vengono tagliati i testicoli facendoglieli mangiare… un diluvio di “bravo, hai fatto bene, bruciateli tutti, ammazzateli tutti”. Ma la notizia era palesemente falsa. Molti, compresa me, abbiamo passato giornate intere a scriverlo, niente, persino persone che reputo intelligenti condividevano la notizia, alcuni scrivevano: “Vabbè, è falsa, ma potrebbero farlo”… Da restare senza parole! Da settimane tutti a lodare la Lega, Salvini e compagnia bella (anzi brutta) perché in Lombardia hanno vietato il burqa nei luoghi pubblici… cavolo, è una legge che esiste dagli anni ‘70, non si entra nei luoghi pubblici col volto coperto da passamontagna, caschi e quant’altro. Perché vietare una cosa già vietata? Per propaganda, e gli sciocchi ci cascano. Oltretutto una legge antiterrorismo solo per il burqa sarebbe ridicola, primo perché non ne vedi uno neanche a pagarlo, secondo perché se di questi tempi un tipo entra in un luogo pubblico con il burqa viene subito fermato, e più che un terrorista è un imbecille. I terroristi, per confondersi tra la folla, vestono come noi, anzi, spesso siamo proprio noi!

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ATTUALITÀ I politici scendono in campo ma sui problemi reali tacciono Saviano

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Il preside e il Natale mentre le scuole crollano

di Francesca Torino In questi giorni abbiamo assistito a una vera e propria bufera sulla decisione presa da un preside di sostituire i tradizionali festeggiamenti natalizi con una festa d’inverno. Protagonista una scuola elementare di Rozzano (paese alle porte di Milano), alla cui polemica di genitori pro o contro il preside, si sono uniti anche diversi politici, tra cui Salvini, La Russa e Gelmini, a sostegno del “santo” Natale, tra presepi, bambinelli e canti religiosi. Il senso è chiaro: il Natale, con annessi albero e presepe, non si toccano, vanno tutelati e protetti in qualità di valori nazionali. Appare abbastanza evidente, però, l’uso improprio che tali personaggi ne fanno con la loro scesa in campo, strumenti di propaganda politica, come se il nostro Paese non ne avesse già abbastanza. E invece di porre la propria attenzione sui reali problemi della scuola pubblica (strutture fatiscenti, mancanza di materiali didattici, quali i gessi o i pennarelli per le lavagne, che

spesso comprano gli stessi insegnanti; ed essenziali come la carta igienica; i troppi tagli al budget annuale), si preoccupano che in queste non si faccia più il presepe o che vengano tolti i crocifissi dalle pareti perché ad altri, i barbari come i greci solevano identificare tutti i popoli non greci, potrebbe risultare offensivo. In realtà, il motivo che sembra aver spinto questo preside e altri di diversi istituti italiani a prendere questa decisione, è la ricerca di un’alternativa ad alcuni simboli appartenenti alla religione cattolica, che possa essere condivisa da tutti e nel rispetto di ogni individuo. È proprio questo il senso del Natale, la condivisione, lo stare

insieme, il rispetto di tutte le culture, perché tutti lo festeggiamo e ciascuno come vuole. Politicizzare una festività che non ha mai avuto niente a che fare con la politica è un forte segnale del degrado politico che stiamo vivendo e a cui stiamo assistendo oramai quotidianamente, un modo per mettersi in mostra, farsi pubblicità spostando l’attenzione dell’opinione pubblica da questioni più importanti e urgenti del Paese. Possiamo solo augurarci che episodi del genere non si verifichino più e che ci siano presidi e insegnanti pronti a mettere in discussione questa malsana politica dell’odio e dei falsi valori patriottici. Buone feste a tutti.

critica la Leopolda e viene coperto di insulti

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Se critichi il partito di governo rischi grosso e, soprattutto, metti a repentaglio la tua reputazione. È accaduto di recente a Roberto Saviano, lo scrittore che ha avuto il coraggio di affrontare a viso aperto i clan della camorra campana con il libro “Gomorra”, motivo per cui vive da un decennio sotto scorta. Che cosa ha combinato Saviano? Semplicemente ha osato commentare la Leopolda renziana, la kermesse del Pd inventata dal segretario-premier. Ecco che cosa ha detto lo scrittore: “Leopolda? Vecchi arnesi affamati, resi più accettabili dalla giovane età e dall’essere venuti dopo Berlusconi”. Tanto è bastato a Ernesto Carbone, parlamentare del Pd, per dire che “Saviano ormai è alla disperata ricerca di visibilità, mi chiedo se questi post siano farina del suo sacco”. Insomma, basta criticare Renzi e si viene subito tacciati di stare a servizio di qualcuno. Più che essere venuti dopo Berlusconi, questi nuovi piddini sembrano la sua naturale prosecuzione!


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di Francesca Torino Mentre a Parigi si è conclusa l’importante conferenza Onu sul clima, che ha visto coinvolti 169 delegati provenienti da tutto il mondo per discutere della tutela dell’ambiente, anche noi nel nostro quotidiano possiamo prendere delle decisioni che possono aiutare il pianeta. Cambiare alcune nostre abitudini può fare molto per l’ambiente e il nostro benessere. Una buona pratica è, ad esempio, fare la raccolta differenziata, ciò permette il riciclaggio di alcuni materiali, quali carta, alluminio, plastica, vetro. Nel Comune di Rocca di Papa, così come in altri dei Castelli Romani, è già prevista la raccolta porta a porta e questo è un buon segnale di cambiamento, anche se sarebbe interessante valutare quanto funzioni effettivamente questo servizio nei Castelli. Carta e plastica, peraltro, possono essere riutilizzati nelle nostre case. Ad esempio, non comprare l’acqua in bottiglia al supermercato fa sì che si possano usare quelle che si hanno già per riempirle al distributore o alle fontane. Non solo si risparmia sul costo delle confezioni di acqua, ma si evita di buttare inutilmente altra plastica. A proposito dell’acqua, troppo spesso siamo soliti sprecarne troppi litri al giorno: occorrerebbe fare docce brevi e chiudere i rubinetti quando effettivamente non serve farla scorrere, usare lavastoviglie e lavatrice, contribuiscono a scialacquarne molta di meno. Qualche altra accortezza per consumare meno energia e avere una bolletta meno cara: usare lampadine a led, che durano di

Come contribuire nel proprio piccolo alla salvaguardia del pianeta AMBIENTE

più e permettono di farci spendere di meno alla fine del mese; e ciabatte multi prese così da spegnere tutti gli apparecchi collegati, quando siamo fuori casa o durante la notte. Spostarsi in bicicletta o i mezzi pubblici è sempre meglio che prendere la macchina. E quando gli autobus, i treni, la metropolitana sono inaffidabili, si può sempre contare sul collega o amico che ha posto bella

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propria auto. Sicuramente andare a lavoro sarà più piacevole che essere da soli. Insomma, sono tante le accortezze che possiamo prendere per contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta (dal cibo agli assorbenti delle donne, dai pannolini ai detersivi). Certo il singolo cittadino del mondo può fare molto poco, ma i tanti cittadini del pianeta possono davvero fare la differenza.


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INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 ottobre 2015 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 17.054 (maschi 8.433; femmine 8.621). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.472.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

“Rocca Medievale”, la festa alla Fortezza costata 20mila euro *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Il fine settimana di festeggiamenti si è tenuto nei giorni 27 e 28 giugno 2015

di Andrea Sebastianelli Anche sulle pagine del Segno avevamo elogiato la bella iniziativa finalizzata a rilanciare la storia di Rocca di Papa attraverso la valorizzazione di uno dei suoi luoghi simbolo, la fortezza medievale, il pianoro che sovrasta l’abitato e che alcuni anni fa venne sottoposto a scavi archeologici che ne dimostrarono l’importanza e la ricchezza di reperti. Oggi, però, siamo venuti a sapere che quella manifestazione è costata alle casse pubbliche addirittura 20mila euro, una cifra esagerata per una festa che ha interessato un fine settimana, il 27 e il 28 giugno, e considerando che l’amministrazione Boccia non ha potuto abbellire le strade cittadine in occasione del Natale per mancanza di soldi. La cifra più consistente è andata all’associazione culturale di Lanuvio “Accademia Medioevo”, a cui lo scorso 24 settembre il Comune di Rocca di Papa ha liquidato la cifra di 11.590 euro così ripartita: - spese generali, € 825; - spese di rappresentanza e ospitalità, € 500; - spese per collaboratori, €

1.640; - spese per affitto e allestimento spazi, € 789,05; - spese per cachet artisti, € 3.500; - spese per attività preparatorie e formazione, € 909,16; - spese per materiali per le attività di coinvolgimento della cittadinanza, € 1.000; - spese per materiale a stampa, € 926,80; - spese per radio, Tv e rete, € 500; - spese per altre forme di promozione e pubblicizzazione, € 1.000. Un lungo e sorprendente elenco visto che molte voci ci sembrano davvero incredibili a giudicare poi dal tipo di festa che abbiamo visto. Con queste cifre altroché fine settimana, si sarebbe potuta organizzare una festa lunga un mese! E non è finita, perché oltre ai suddetti costi, se ne sono aggiunti degli altri. Cioè: - negozio di Filippucci Alessandro di Albano Laziale “per la realizzazione degli allestimenti necessari”, € 800; - ditta Elettrica Petrolati “per la realizzazione di un impianto elettrico mobile”, € 4.148; - ditta Rufini 1927 di Roma “per la realizzazione di pan-

nelli informativi”, € 1.160,95; - ditta Sebach per il “noleggio di 2 bagni chimici”, € 392,94; - contributo all’Associazione Musicale Giovanile di Fabrizio De Angelis, con sede al Vivaro, per la “fornitura del service audio”, € 250; - ditta Almagrafica di Marino per la fornitura di “materiale pubblicitario stampato”, € 73,20; - costi di collaborazione occasionale per 2 persone, € 180; - contributo al Gruppo Archeologico Latino Latium Vetus “per la realizzazione di visite didattiche indirizzate alle scuole di Rocca di Papa”, € 1.000. Oltre a evidenziare che molti costi si ripetono, tipo

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quelli per collaboratori e artisti (a proposito: abbiamo forse chiesto la presenza di comparse di Cinecittà, viste le cifre per soli due giorni?), oppure quelle per pubblicizzare l’evento, ci incuriosiscono le spese di rappresentanza e ospitalità e quelle per attività preparatorie e di formazione, o di coinvolgimento della cittadinanza. La cittadinanza, successivamente, è stata effettivamente coinvolta, visto che la Proloco in questi giorni ha avuto la faccia tosta di chiedere i soldi per acquistare i biglietti necessari per finanziare l’accensione della stella di Natale sulla Fortezza. Niente di nuovo: da una parte si dà e dall’altra si prende.

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Dopo 30 anni di ruoli politici adesso Boccia vuole l’Esercito

Il sindaco si appella alle forze dell’ordine contro le antenne di monte Cavo

di Sergio Rasetti Sulle antenne di monte Cavo il sindaco Boccia ha dichiarato al periodico Il Caffè del 12 novembre scorso: “Chiamo l’Esercito, forze dell’ordine, Genio Civile, operai comunali, i cittadini per andare a bonificare la vetta”. Si mostra battagliero. Determinato a concretizzare quanto deciso dal Consiglio di Stato e dalla sua ordinanza sindacale: via le antenne Mediaset, via gli altri 56 tralicci. Qualche neofita ottimista si prepara alla chiamata del primo cittadino: tuta da lavoro, scarpe di sicurezza, casco giallo da cantiere, zainetto con la colazione: gavetta, acqua, thermos per il caffè. Si aspetta il segnale. Probabilmente i vigili con l’altoparlante daranno le istruzioni: giorno, ora e luogo dell’ appuntamento. Noi, comunque, chiediamo ad un amico che abita a Squarciarelli di avvisarci subito quando vede i primi cingolati dell’Esercito; vogliamo essere tra i primi ad accoglierli in piazza Margherita. (chiamarla così ci fa tornare indietro nel tempo, quando Rocca di Papa credeva che sarebbe restata per sempre “la Regina dei Castelli”). Naturalmente il comitato di coordinamento, costituito dai maggiorenti scelti sulla lista degli iscritti alle primarie del Partito democratico, si riunirà per studiare le fasi della “liberazione”. Sembra che i volontari della Protezione civile comunale, agli ordini di Fabrizio D’Ortenzi, siano stati incaricati di vigilare sulle vie di accesso al paese per assicurarsi che non arrivi a sorpresa Berlusconi. Quello è capace di incatenarsi ad un suo traliccio per impedire a Boccia di buttarlo giù. Saranno giorni difficili per i telespettatori;

Sentenze da applicare

Invece di invocare l’Esercito il sindaco di Rocca di Papa dovrebbe intanto applicare la sentenza (definitiva) del Tar del Lazio che più di un anno fa bocciò il ricorso di Europa Tv, presentato per fermare l’abbattimento del suo traliccio installato sulla vetta di monte Cavo in seguito all’ordinanza emessa nel 2003 da Carlo Ponzo. Quella sentenza aspetta solo di essere applicata ma evidentemente Boccia preferisce la solita pratica dello scaricabarile.

sono a rischio fiction, gare del cuoco, giochi a premi. Siamo in grado di tornare a fare i conti con la realtà della vita quotidiana se dovessero andare perduti per sempre? Ma lui, 10 anni da sindaco, altrettanti da vice-sindaco, e altri svariati anni da assessore, con le elezioni alle porte non perde l’occasione per lasciare un significativo ricordo di se. Che poi sia soltanto un ricordo mediatico non ha importanza, la prima pagina su un giornale ben dif-

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fuso l’ha avuta e non è colpa sua se l’Esercito, impegnato a proteggere il Giubileo, a Rocca di Papa non potrà venire. La vetta di monte Cavo aspetterà con tutta la sua ferraglia. Altri sindaci dovranno risolvere il problema ed è probabile che rivolgendosi agli enti competenti troveranno come responsabile proprio lui, Boccia, che le solite cordate dei professionisti della politica hanno portato su un’altra poltrona pubblica in attesa dell’età della pensione.

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Il Pd nelle piazze alla ricerca di iscritti ritrova l’unità interna Le primarie per scegliere il candidato sindaco si terranno il 20 marzo 2015

di Sandro Tabellione Dopo le burrascose dichiarazioni di assessori e consiglieri contro la segretaria cittadina del Partito democratico, Raffaella Taggi, accusata di lanciare la volata alla candidatura di Mauro Fei alle prossime elezioni comunali, il partito ha avviato una serie di iniziative pubbliche per recuperare il suo rapporto con i cittadini e per ritrovare quell’unità interna che pareva compromessa. I simpatizzanti sono chiamati a iscriversi all’albo degli elettori, che consentirà loro di votare il candidato preferito durante le primarie previste per il prossimo 20 marzo. Tra le candidature date per certe ci sono quella di Mauro

Fei (attuale assessore ai lavori pubblici e pupillo del sindaco uscente), Silvia Sciamplicotti (assessore all’urbanistica), e Roberto Sellati (assessore all’ambiente). Non è escluso, però, che altre candidature possano essere avanzate nei prossimi mesi, tra cui quella del vicesindaco Maurizio Querini che nelle ultime settimane sta cercando di recuperare quell’elettorato più vicino alla sinistra cittadina, deluso da come la maggioranza Pd sta governando Rocca di Papa. Resta da chiarire un punto: queste elezioni primarie riguardano solo il Pd oppure sono rivolte a un più ampio schieramento di centrosinistra? La differenza non è da poco, perché se la partita è

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tutta interna al partito della Taggi il rischio è che lo scontro, dopo le primarie, si ripresenti con maggiore forza; se invece si tratta di primarie allargate, anche altri candidati, esterni al Pd, potrebbero presentarsi rompendo le classiche uova nel paniere. Nel suo comunicato, infatti, il direttivo locale, ha parlato di “adesioni all’Albo degli elettori di centro-sinistra” e non del Partito democratico in particolare. Crediamo che chiarire questo equivoco sarebbe importante per tutti quei cittadini roccheggiani che si riconoscono nel variegato mondo del centrosinistra, spesso in contrasto con le scelte portate avanti proprio dal Pd. Sull’argomento, la testata online ilmamilio.it ha effettuato

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un sondaggio indicativo che ha dato dei risultati inaspettati. Alla domanda: “Chi vorreste come candidato sindaco del centrosinistra?”, il 25,5% ha indicato la Sciamplicotti, che quindi si è piazzata al primo posto. La sorpresa arriva per i secondi classificati con l’identico punteggio di 24,4%: Mauro Fei ed Emanuele Crestini. Se la posizione di Fei appare scontata, il fatto che gli elettori del centrosinistra roccheggiano guardino a Crestini è sorprendente, visto che si tratta del consigliere comunale che ha più contrastato la maggioranza Pd al governo del paese.  Potrebbe essere il segnale che anche nel centrosinistra c’è una grande voglia di cambiamento.


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Ormaièprassiconvocareiconsigli comunali senza dirlo ai cittadini Spetta al presidente del consiglio comunale Ferazzoli far rispettare le regole

di Sergio Rasetti Un atteggiamento inaccettabile quello del presidente del consiglio comunale di Rocca di Papa, Luigi Ferazzoli. Convoca i consigli senza darne pubblica conoscenza alla cittadinanza nei termini stabiliti dalla legge e dal Regolamento comunale all’articolo 23 punti 8 e 13. Il punto 8 recita: - «L’elenco degli argomenti da trattarsi in ciascuna sessione del consiglio deve, sotto la responsabilità del segretario comunale, essere pubblicato mediante affissione all’Albo pretorio e pubblicato sul sito web dell’Ente almeno il giorno precedente a quello fissato per la prima adunanza». Il punto 13 recita: - «Dell’avviso di convocazione del Consiglio comunale viene data adeguata pubblicità mediante pubblicazione sul sito web dell’Ente e mediante manifesti affissi nei principali luoghi del territorio comunale». Come abbiamo già sottolineare su questo giornale, il presidente Ferazzoli e la segretaria comunale sembrano aver dimenticato questo obbligo, la popolazione resta completamente esclusa dalla possibilità di assistere alle sedute e apprendere come le decisioni vengono assunte, chi vota a favore o contro, e le motivazioni

del loro voto. Dagli interventi di chi conduce l’unica opposizione degna di questo nome, Emanuele Crestini, si apprende anche che Ferazzoli non rispetterebbe i tempi previsti dal regolamento per inserire all’ordine del giorno le risposte alle interrogazioni dei consiglieri (seduta del 2 dicembre 2015). Ringraziamo gli altri membri dell’opposizione che sorvolano su queste “formalità”. Una conduzione dei lavori tesa ad evitare spiegazioni imbarazzanti o impossibili? Il

Luigi Ferazzoli, presidente del consiglio comunale

presidente del consiglio co-

munale al servizio esclusivo della maggioranza? Dubbi ci sono. Delle mancate comunicazioni al pubblico sulle riunioni dei consigli comunali siamo testimoni e tra le tante vittime che vorrebbero assistervi. Ci rivolgeremo alla prefettura per avere soddisfazione da cittadini che non vogliono arrendersi alle prevaricazioni di un personale politico che non merita più fiducia, ma si appresta, come se nulla fosse, a ricandidarsi o a sostenere pupilli già istruiti per continuare allo stesso modo.

Rifiuti, arrivano le cartelle della Maggioli

LA LETTERA

Stanno arrivando raccomandate da una certa “Maggioli tributi S.p.A” con oggetto “accertamento tassa smaltimento rifiuti solidi urbani”. Chiaramente siamo noi sempre in difetto, chi più chi meno mancano sempre quei pochi metri che tra more e anni passati fanno arrivare subito a belle cifrette. Eppure ricordo, scusate se sbaglio ma ho una certa età, che qualche anno fa ci fu un accertamento simile e che tutti noi portammo in Comune le visure catastali, quindi se errore c’è proviene da quell’ufficio, ma andiamo oltre. Andando nell’ufficio della Maggioli a chiedere spiegazioni, una deliziosa ed educata ragazza ci spiega che le nostre visure non valgono niente ma bisogna procurarsi la planimetria catastale, chiedo ingenuamente che la dovrebberogià avere... anche perché altrimenti non si comprende da dove abbiano tirato fuori i metri in più.Ma loro rispondono che non ce l’hanno. Richiedere la pla-

o Si confezionan

nimetria ha un costo, ma questo non interessa a nessuno. Alla fine portiamo questa planimetria con le misure giuste, i tecnici della Maggioli devono fare le misurazioni con il centimetrino perché non credono a quello che scrivono al catasto. Passano i giorni poi tutto è pronto, hanno rifatto i calcoli dai qualirisulta che si sono sbagliati ma un po’ di metri mancavano comunque. Ora io mi chiedo, intanto, qual è la retribuzione di questa “Maggioli”, hanno una percentuale sul maltolto? Perché è molto facile sparare nel mucchio, qualcosa si prende sempre, tanto poi siamo sempre noi a doverci discolpare. E poi: ma a chi non ha mai pagato niente e quindi non risulta negli elenchi, come lo prendete? Facile seguitare a colpire chi già paga e tanto, che ci vuole prendi, l’elenco dei contribuenti e via con le raccomandate sicuri che magari una decina di metri si racimolano sempre. Barbara Zei www.asilonidopiccolecanaglie.it

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il Segno - dicembre 2015

di Andrea Sebastianelli Tra gli uomini politici che si sono messi in evidenza a Rocca di Papa figura senza dubbio Emanuele Crestini, consigliere di opposizione eletto per la prima volta in consiglio comunale nel 2011 e, a detta di molti, candidato sindaco di una lista civica alle prossime elezioni amministrative. A lui abbiamo rivolto qualche domanda per sapere qualcosa in più sulle sue intenzioni future.

Come nasce il suo impegno nella politica? Più che la politica, la molla che mi ha spinto ad impegnarmi nell’agone amministrativo è stato il senso di indignazione e di rabbia nel vedere come il mio paese, quello della mia famiglia, negli ultimi anni sia stato depredato e abbandonato, destinato a un declino che, nonostante tutto, non voglio considerare per niente scontato. E l’esperienza che ho vissuto in questi anni di consigliere comunale mi ha rivelato le cause che stanno alla base del degrado sociale, culturale ed economico del nostro paese.

Quali sono queste cause? Innanzitutto, il disinteresse e la lontananza degli attuali amministratori dai cittadini e dai problemi del paese. Poi la mancanza di rispetto verso le istituzioni. Del resto lo stato di abbandono che vive Rocca di Papa è sotto gli occhi di tutti e rivela più di ogni parola il fallimento dell’amministrazione Boccia. Chiunque può osservare che la preoccupazione principale degli attuali amministratori è la carriera politica: chi è consigliere vuole diventare assessore, chi è assessore vuole diventare sindaco, chi è sindaco e non lo può più fare per legge si preoccupa di diventare consigliere regionale o di trovare una collocazione di ulteriore privilegio.

Ma anche Lei non la pensa allo stesso modo? Assolutamente no. Sono consapevole che questi anni trascorsi a condurre un’opposizione dura e intransigente da solo, e molto spesso contro l’ostracismo di pezzi importanti dell’apparato

«Dopo i danni della gestione Boccia, è ora di affidarsi ai cittadini» L’INTERVISTA

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“Ai roccheggiani stanchi di vedere il paese in queste condizioni, dico di avvicinarsi alla nostra associazione per costruire insieme il rinascimento di Rocca di Papa”

Emanuele Crestini

comunale, non siano sufficienti a definire con maggiore precisione quello che voglio fare per Rocca di Papa. Per questo è nato il movimento Insieme per Rocca di Papa, che ha propri volontari, con una propria sede che siamo riusciti ad avere per una cifra piuttosto modesta (si tratta della storica sezione del PCI, poi PDS, poi DS e, fino all’anno scorso, del PD, n.d.d.), a differenza di chi invece per svolgere attività politica spesso utilizza qualche ufficio comunale o addirittura l’aula consiliare. Ci stiamo organizzando per proporci come reale forza di governo che, sulla base di programmi e di principi chiari, sia in grado di segnare una vera discontinuità col passato.

Come pensate di fare per arrivare a cambiare la situazione amministrativa del paese? Innanzitutto, mi fa piacere constatare che sta crescendo il numero di persone che si avvicinano a Insieme per Rocca di Papa. Il nostro movimento è aperto a tutti coloro che vogliono impegnarsi in modo concreto e trasparente per il bene del paese. E soprattutto che non siano attratti dalla carriera politica, aspetto che sta alla base dei disastri che stiamo vedendo a Rocca di Papa tutti i giorni. Le linee

guida del programma le elaboreremo sulla base di confronti con le associazioni, i comitati di quartiere, i commercianti, gli artigiani, i cittadini e si baseranno su alcuni punti che già possiamo elencare: lotta agli sprechi; rigorosa gestione del territorio; migliorare la qualità dei servizi erogati dal Comune; sviluppo economico basato soprattutto su nuove forme di turismo e sulla filiera del legno; ridare alla cultura il ruolo che merita e permettere ai cittadini di partecipare veramente alla gestione della cosa pubblica.

Lei è stato il primo a denunciare che Rocca di Papa ha un bilancio disastrato. Il futuro appare incerto, al di là di chi vinca le prossime elezioni. La situazione è e sarà molto difficile per chi arriverà dopo Boccia. Ma se si avrà la capacità di mettere in piedi un piano di interventi mirato, condotto da persone in grado di comprendere che Rocca di Papa, malgrado stiano facendo di tutto per impoverirla, ha ancora risorse importanti per poter rinascere, sono convinto che il nostro paese potrà rimettersi in piedi. Molti la definiscono un uomo di destra. Come

stanno le cose? Le logiche degli schieramenti sono ormai superate. Mi definirei semplicemente una persona che si vuole impegnare dando il suo contributo, disinteressatamente, per fare uscire il paese dalle sabbie mobili in cui si trova. Vorrei fare io una domanda: quali sono i tratti che identificano la sinistra che governa Rocca di Papa? In che cosa ci accorgiamo che sono di sinistra i nostri attuali amministratori? Nella svendita di tutti gli edifici comunali? Nelle tante opere pubbliche rimaste ferme? Nelle innumerevoli e costosissime consulenze che offrono? Nei doppi, tripli e quadrupli incarichi di Boccia? Sarà Lei il candidato sindaco di Insieme per Rocca di Papa? Al momento non esiste un candidato sindaco. Ripeto, esiste un movimento fatto da persone che si stanno impegnando per mettere a punto operativamente cosa fare per il rinascimento di Rocca di Papa. Insieme a loro, e insieme a tutti i cittadini che vorranno dare una mano definiremo meglio il nostro progetto e sceglieremo il candidato sindaco. E non è detto che sia il sottoscritto. Ne approfitto per lanciare un appello a tutti quei cittadini stanchi di vedere il paese in quieste condizioni affinché si impegnino con noi per rilanciarlo.


ROCCA DI PAPA Aoggièprontasolol’areaparcheggio.Nienteufficiopostale,nébanca,néfarmacia 10

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Promesse mancate al Carpino mentre l’umidità crea problemi La RDP Parking, la società che sta realizzando il parcheggio multipiano del Carpino (piazza Valeriano Gatta), lo scorso 18 settembre ha comunicato all’amministrazione comunale (prot. 23044) l’impossibilità di portare a termine il progetto con annessi e connessi come inizialmente previsto. Motivo per cui, ottenuta la perizia di assestamento finale, saranno messi a disposizione dei cittadini solo i posteggi a pagamento. Rispetto al progetto approvato nel 2008, quindi, l’azienda napoletana facente capo alla famiglia Vernetti ha fatto sapere, presentando il certificato di ultimazione dei lavori, che non saranno concluse né le finiture delle attività commerciali “in attesa della definizione della loro destinazione”, né la rampa pedonale pensata per mettere in collegamento la soprastante via San Sebastiano con il multipiano. Si tratta di interventi che la stessa RDP Parking ha definito “non strettamente essenziali per la funzionalità dell’opera stessa”. Tra questi, però, figurano anche la “schermatura dell’opera a mezzo piantumazione alberi ad alto fusto e il completamento a finitura dell’area a verde con inclusa adeguata piantumazione”. La schermatura della struttura era stata richiesta per rendere

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l’impatto paesaggistico della mega-opera meno invasivo rispetto all’ambiente circostante e sembra assurdo che un intervento del genere, senza il quale il progetto non sarebbe stato autorizzato, possa essere considerato non “strettamente essenziale per la funzionalità dell’opera”. Un progetto con una finalità di utilizzo pubblico dovrebbe considerare essenziale ogni aspetto perché altrimenti sarebbe bastato creare dei piani soltanto con i parcheggi e nulla più. Ci tornano alla mente le belle promesse fatte dal sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, e dall’allora assessore ai lavori pubblici, Roberto Barbante, che nel 2008 avevano raccontato una storia completamente diversa. Ecco che cosa dichiarò alla stampa Barbante nel novembre del 2008 a proposito del parcheggio: “È nostra intenzione utilizzare la piazza per la creazione di un’area di aggregazione, l’utilizzo dei piani inferiori come parcheggio, con l’inserimento di una struttura a servizio del pubblico ad alto valore funzionale, con un ufficio postale, farmacia e sportello bancario”. E ancora: “Sono previsti cinque livelli destinati anche a locali di servizio e pubblica utilità, destinando al mercato settimanale la futura piazza”. Parole che rilette oggi dopo la

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comunicazione arrivata dalla RDP Parking sull’opera finita a metà, fanno davvero impressione perché dimostrano che spesso i politici usano l’arma delle facili promesse soltanto per frenare polemiche e discussioni. Poi a opera finita le parole restano tali, perché dell’ufficio postale, dello sportello bancario e della farmacia inizialmente annunciati non si hanno più notizie. Ma nella comunicazione del 18 settembre, la RDP Parking porta alla luce un’altra verità. Nella nota firmata dall’amministratore unico, dott. Carlo Vernetti, si apprende infatti che il parcheggio presenta “delle infiltrazioni provenienti dalla piazza Valeriano Gatta” che stanno creando problemi al “rifacimento degli intonaci e delle

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Pasquale Boccia

pitture ammalorate”, ma comunque si provvederà “per quanto possibile, tenuto conto della persistenza del problema con conseguente diffusa presenza di umidità sulle superfici murarie prospicienti e sottoposte alla piazza”. La cosa grave è che di questo problema l’amministrazione comunale nella sua delibera di giunta n. 125 (approvata lo scorso 12 novembre) non fa alcun cenno, pur elencando gli altri problemi emersi nella lettera ricevuta dalla RDP Parking. Sapere che esistono infiltrazioni di umidità nella struttura e che tali infiltrazioni continuano a essere persistenti non ci pare una questione secondaria, visto che l’intero multipiano è accostato alla parete della piazza. Andrea Sebastianelli


ROCCA DI PAPA Da anni in quell’area vengono depositati e “sistemati” decine di metri cubi di terra

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ViaSan Sebastiano egli accumuli diterra chetrasformano lo slargo di Paola Gatta È allarme discariche abusive a Rocca di Papa, ma non solo. Una situazione a dir poco incredibile si registra in via San Sebastiano. Nel punto in cui la strada forma una stretta curva ad U, è presente uno slargo che, soprattutto negli ultimi tempi, è cresciuto a dismisura. L’area si trova a poche decine di metri dal cimitero, e ormai la strada asfaltata comincia a trovarsi molto al di sotto di questo pianoro artificiale. Tutti ricordiamo questo slargo pianeggiante posto a livello della carreggiata. Chi ha scaricato questi metri cubi di terra per poi “sistemarli” su tutta l’area? Il pensiero va ai lavori di sterramento svolti presso il nuovo settore del cimitero ma ovviamente sono solo voci perché nessuno sembra aver effettuato indagini approfondite. Lo stesso Comune resta silenzioso di fronte alla questione che sta diventando molto seria visto che al di sotto di questo slargo vi passa il fosso della Molara con gli scarichi delle acque piovane che si incanalano dai Campi d’Annibale. La terra pian piano sta scivolando anche lungo le scarpate e con i prossimi temporali è facile ritenere che possa andare a intasare il fosso stesso. Terra gettata direttamente

sulla vegeta- Una discarica abusiva alla Molara zione in crescita che va a formare un humus semovente e pericoloso, soprattutto con l’arrivo della stagione invernale. Si tratta di terra fresca che, frutto di lavori eseguiti qualche mese fa, dovrebbe essere smaltita come rifiuto nelle apposite discariche, almeno così prescrive la legge, ma questo non avviene. Si grave. tratta di un inquinamento am- Non sono da meno le diverse bientale che va avanti da anni strade dei Campi d’Annibale senza che nessuno se ne pre- poste a ridosso di aree boscate. Trovare accumuli di rifiuti occupi. Comunque, gran parte delle purtroppo non è più una nostrade che si introducono nei vità. Frigoriferi, cassoni di boschi sono disseminate di ri- eternit, mobili rotti e scarti edili stanno diventando una fiuti di ogni tipo. Uno dei maggiori accumuli si consuetudine e neanche ci si riscontra nella zona della Mo- fa più caso. lara, immettendosi da via Fra- Chi dovrebbe intervenire? Ovscati (l’arteria principale del viamente la competenza è del paese), dove una grande quan- Comune che dovrebbe approtità di residui edili e di scarti vare un vero e proprio piano di vegetali sta diventano una bonifiche in accordo con il vera emergenza ambientale. È Parco dei Castelli Romani e presumibile pensare che gli con la società che svolge i serscarichi avvengano nelle ore vizi di igiene ambientale. Un notturne, quando in assenza di piano che al momento non esiluce e di curiosi, i boschi di- ste e i boschi continuano a esventano preda degli incivili sere preda di chi delinque che, è bene ricordarlo, com- consapevole del danno che sta mettono un reato penale molto causando.

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Proroga di un mese all’Aimeri per il servizio di raccolta rifiuti

In attesa che il nuovo servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti venga preso in consegna dalla società che si è aggiudicata il bando pubblicato dal Comune, l’amministrazione (con determinazione del responsabile di settore n. 1068) ha deciso di prorogare il contratto con l’attuale azienda Aimeri Ambiente Srl. La durata della proroga è di un mese, fino al prossimo 31 dicembre, alle stesse condizioni economiche del vecchio contratto sottoscritto nel 2010. Dal primo gennaio, dunque, dovrebbe subentrare direttamente la Cosvega Srl. La proroga è stata chiesta proprio dalla Cosvega, dovendo “provvedere all’assunzione del personale operante sul cantiere e di predisporre tutto il materiale necessario, mezzi e attrezzature, per l’allestimento dello stesso”. La proroga riguarda anche i servizi di cura e manutenzione del verde pubblico, anch’essi inseriti nel nuovo bando vinto dalla Cosvega.

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il Segno - dicembre 2015

di Andrea Sebastianelli La più grande multa nella storia di Rocca di Papa si è trasformata nel più grande flop che si ricordi. Stiamo parlano dei verbali notificati ai cosiddetti “antennari” (compagnie telefoniche, ponti radio, ecc.) per un totale di 1,5 milioni di euro, che il comandante dei vigili urbani Sergio Ierace (congiuntamente con il responsabile dell’ufficio urbanistica Rocco Di Filippo) firmò agli inizi di settembre conquistando titoloni e paginate di giornale. A distanza di tre mesi, però, lo stesso Ierace ha comunicato alla responsabile del settore amministrativo del Comune, che quei verbali contenevano degli errori e quindi devono essere ridimensionati soprattutto dal punto di vista delle sanzioni, anche in virtù dei numerosi ricorsi presentati. Ma c’è un problema. Quel milione e mezzo di euro (3 miliardi delle vecchie lire) era stato inserito nel bilancio di previsione 2015, anzi, fu proprio quel milione e mezzo a evitare a Rocca di Papa un pesante disavanzo in negativo che avrebbe potuto significare una cosa sola: fallimento! Ierace, con l’emissione di quella trentina di verbali, salvò praticamente il bilancio previsionale comunale e qui sorge il primo interrogativo: il comandante dei vigili che ruolo sta svolgendo? Quello di figura super partes, intento esclusivamente a dirigere il corpo di polizia locale, o quello di figura politica a disposizione delle esigenze di chi amministra? La differenza è determinante e la storia di questi verbali ci darà molto probabilmente la risposta.

A P P R O F O N D I M E N T O

MULTE PER 1,5 MILIONI AGLI “ANTENNARI” Facciamo un passo indietro. Il 9 luglio 2015 la giunta comunale guidata da Boccia (deli-

Multe sì ma anche no! 1,5 mln €

Come ti squilibrio un Bilancio comunale

I verbali di infrazione emessi a settembre dal comandante dei vigili, Sergio Ierace, contro gli antennari per 1,5 milioni di euro, sono stati contestati e ora il loro incasso viene definito incerto mettendo a rischio l’equilibrio di bilancio. bera n. 89) decide «di dare mandato al comando di polizia locale di accertare, con l’ausilio degli strumenti che riterrà più opportuni, la presenza di impianti per la telefonia mobile, ponti radio civili, Wifi, Wimax, LTE sul territorio comunale». Ierace si mette subito all’opera e il 5 settembre emette una trentina di verbali per un totale di 1.468.341 euro. Una cifra incredibile che permette al comandante di finire su tutti i giornali. Addirittura Il Messaggero gli dedica mezza pagina con un titolo a otto colonne. A ruota tutti i periodici locali sia di carta sia online parlano del grande successo dell’operazione e pubblicano diverse fotografie in cui i vigili (e il comandante) sono intenti a rilevare gli impianti presenti a Rocca di Papa attraverso uno strumento di precisione che tengono in mano. Il Segno, che sarebbe uscito dopo pochi giorni, valutò di non parlare subito di quest’argomento avendo solo a disposizione le dichiarazioni e le ricostruzioni date in pasto alla stampa dallo stesso Ierace. Come è nostra abitudine siamo sempre diffidenti rispetto alle notizie che arrivano dal Palazzo, da chiunque sia governato, e quindi abbiamo

cominciato le nostre verifiche. Avevamo forti dubbi non perché fossimo dei preveggenti ma semplicemente perché il 7 luglio, cioè due giorni prima della delibera di giunta n. 89, il consigliere comunale Emanuele Crestini aveva presentato un’interrogazione urgente (indirizzata al presidente del consiglio Ferazzoli, al sindaco Boccia e all’assessore al bilancio Querini) in cui si chiedeva di fornire spiegazioni in merito a «insistenti voci provenienti dagli ambienti comunali [che] riferiscono di un deficit ultramilionario per le casse comunali, relativo al bilancio di previsione 2015», e che «per ripianare il bilancio, il comandante della polizia locale avrebbe assicurato il suo intervento, usando il provento di multe e sanzioni”. Aggiungeva poi Crestini: «È infatti indubbio che qualcuno dei potenziali obiettivi delle multe (gli automobilisti? Gli antennari?) si possa sentire come una sorta di facile bancomat» per il Comune. Di questi dubbi era al corrente lo stesso Ierace perché Crestini, oltre a presentare un’interrogazione, gli scrisse una lettera (prot. 17092 datata 6 luglio 2015) per ottenere chiarimenti che, per quanto ne sappiamo, non sarebbero mai

arrivati.

Sergio Ierace

IL 23 OTTOBRE ARRIVA LA DOCCIA FREDDA Ierace tace, almeno fino al 23 ottobre scorso, quando la responsabile del settore bilancio e sviluppo convoca tutti i responsabili di settore del comune, al fine di redigere la “relazione conclusiva sugli equilibri finanziari alla data del 31 ottobre 2015”. In tema di “sanzioni telefonia mobile e stazioni radio base”, Annarita D’Andrea fa presente che «nel caso in cui le entrate sopra descritte (cioè il milione e mezzo di euro, n.d.d.) non si verificassero o non fossero compensabili da maggiori entrate o minori spese, potrebbe generarsi uno squilibrio fisegue a pag. 13


segue da pag. 12

Così sui giornali

Così nel bilancio di previsione 2015

LA D’ANDREA SCRIVE AI REVISORI CONTABILI Dunque, l’incasso di 1,5 milioni di euro finito nel bilancio di previsione 2015 non è più tale ma, se tutto andrà bene, si riuscirà a portare a casa qualche decina di migliaia euro (a cui bisogna sottrarre i costi per

Rocco Di Filippo

le parcelle degli avvocati). Fino ad oggi, infatti, sarebbero entrati solo 74 mila euro pagati dalla Wind. Gli elementi ci sono tutti per poter parlare di un grande flop, ma resta da chiarire un aspetto: gli errori di Ierace (e del collega Di Filippo) sono stati commessi per sottovalutazione della questione o indotti dalla necessità, come sospetta Crestini, di aver promesso a qualcuno che si sarebbe provveduto a mettere una pezza determinante per salvare il bilancio di previsione del Comune? In en-

trambi i casi riteniamo che la sua esperienza alla guida del comando dei vigili debba concludersi qui. Dopo la riunione del 23 ottobre, la responsabile del settore bilancio e sviluppo, Anna Rita D’Andrea, scrive ai revisori contabili del Comune (prot. 27860) per metterli al corrente degli squilibri finanziari alla data del 31 ottobre e, per quanto riguarda il milione e mezzo messo inizialmente in bilancio, tra le altre cose scrive: «Le società che gestiscono le stazioni radio base di telefonia mobile hanno sostenuto e confermano di non avere installato sul territorio comunale alcuna stazione radio base. A fronte di quanto sopra, lo stanziamento previsto non appare certo». Viene qui introdotto un altro aspetto, anch’esso da chiarire: come sono state fatte queste rilevazioni visto che nei vari articoli di giornale, e nella stessa delibera di giunta n. 89, in merito all’azione condotta dal comandante Ierace, si parlava dell’utilizzo di particolari strumentazioni? Che strumento hanno utilizzato i vigili di Rocca di Papa, immortalato anche in diverse fotografie? È stato acquistato dal Comune? È stato affittato? E soprattutto: come è stato uti-

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nanziario». In quella stessa riunione Sergio Ierace fa mettere a verbale che «si riserva di trasmettere [...] fatti e valutazioni circa la verifica della veridicità degli stanziamenti relativi alle sanzioni elevate, anche alla luce di quanto sostenuto dalle società di telefonia mobile». Questi passi sono stati letti da Crestini durante il consiglio comunale del 30 novembre scorso tra l’imbarazzo della stessa maggioranza e della segretaria comunale, ritenendo quel documento strettamente riservato. Ierace per primo, insomma, fa emergere dubbi sui suoi stessi verbali. Ma ad andare oltre è il responsabile del settore urbanistica, Rocco Di Filippo, il quale, in ordine alla questione dei ponti radio, «rettifica sin d’ora il numero dei ponti radio presenti sul territorio. Tale numero è difforme rispetto alle sanzioni elevate». Aggiunge Di Filippo: «Non sono 23 i verbali incassabili, ma sicuramente di meno a fronte degli accertamenti in corso». I verbali incassabili sono «sicuramente di meno» rispetto a quelli emessi ma il numero esatto nessuno lo conosce. O almeno così pare. Dobbiamo ritenere che Ierace, a questo punto della riunione, si sia sentito messo alle strette e infatti fa mettere a verbale: «Il Comandante della Polizia Locale rappresenta sin d’ora che, in riferimento alle operazioni di constatazione di emissione dei verbali afferenti l’art. 20 del Regolamento comunale per telefonia mobile, diversi sono stati gli scritti difensivi […] che hanno evidenziato l’errata imputazione di cui ai verbali emessi ritenendoli errati poiché non uniformati a quanto previsto dall’art. 7 bis e del TUEL (il Testo Unico sugli Enti locali, n.d.d.), che prevede sanzioni regolamentari nel range di € 50 - € 500». I verbali dei vigili, invece, riportavano una sanzione amministrativa calcolata tra un minimo di 10.000 euro e un massimo di 50.000 euro. Una differenza abnorme. Ecco come Ierace concludeva il suo intervento nella riunione davanti ai suoi colleghi: «Preso atto di tali osservazioni, i verbali emessi non comporterebbero incassi così come riportati nella nota del 6 luglio e quantificati nella nota del 22 ottobre 2015».

«I verbali incassabili sono sicuramente di meno». Lo ha confermato lo stesso Ierace alla responsabile del settore bilancio del Comune, visto che quella cifra era già stata inserita nel bilancio di previsione 2015.

A P P R O F O N D I M E N T O

lizzato visto che avrebbe individuato punti di trasmissione inesistenti? Alla luce degli accadimenti descritti in quest’articolo, in attesa di ricevere chiarimenti, il Comune di Rocca di Papa si trova adesso a dover pagare comunque gli avvocati nel tentativo di resistere ai ricorsi avanzati dalle compagnie telefoniche. Con il rischio concreto di dover pagare anche qualche richiesta di procurato danno. I cittadini hanno il diritto di sapere se quei verbali vennero redatti o meno a fronte di una promessa/accordo tra l’amministrazione comunale, l’assessore al bilancio e il comandante dei vigili con lo scopo di coprire il pauroso buco di 1,5 milioni di euro delle casse pubbliche. Infine: che cosa diranno adesso quei giornali che subito abboccarono all’amo della “velina comunale” senza porsi domande? Avranno il coraggio e la correttezza professionale di informare i loro lettori/utenti su quanto accaduto oppure preferiranno far finta di niente? Andrea Sebastianelli


servizio è attivo 24 ore su 24 Le anime della sinistra IlTelesoccorso incontrano i cittadini un servizio gratuito in vista delle elezioni per gli anziani soli

ROCCA DI PAPA

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di Luigi Serafini In vista delle elezioni comunali, lo scorso 2 dicembre si è tenuto un incontro presso l’aula consiliare promosso da alcuni esponenti della sinistra roccheggiana, tra cui Gennaro Spigola, noto soprattutto per la sua attività di sindacalista nelle file della Cgil. Spigola ha introdotto l’argomento, incentrato per lo più sulle condizioni in cui versa Rocca di Papa. “Un paese in forte arretramento, con opere pubbliche ferme e una serie di servizi che definire scadenti è dir poco” ha detto Spigola di fronte a un’aula che ha visto la presenza di una trentina di cittadini. “La vicenda della sede del comitato di quartiere dei Campi d’Annibale è emblematica: si è preferito perdere un punto di riferimento istituzionale per poche migliaia di euro e, contemporaneamente, vendere diversi immobili pubblici con il solo intento di fare cassa. Il momento è decisivo -ha aggiunto Spigola- affinché per le prossime elezioni si possa dare vita a un gruppo di persone in grado di risollevare le sorti del paese”. All’appello hanno risposto i presenti, a cominciare dall’ex presidente del comitato di quartiere dei Campi d’Anni-

bale, Gianfranco Silvestrini che, partendo proprio dallo stato generale del paese, ha fatto un’analisi tesa a individuare le assenze dell’amministrazione comunale su vari settori. “La questione centrale -ha detto- resta il pagamento di una tassa sui rifiuti esorbitante, mentre migliaia di cittadini neanche risultano iscritti a ruolo e quindi non pagano un euro, gli altri si vedono arrivare bollette stratosferiche”. Sulla necessità di un cambiamento radicale si è schierato anche Piero Fondi, esponente di Sinistra Ecologia e Libertà, mentre un’altra figura simbolo della sinistra cittadina, Gianfranco Brunetti, ha invitato i presenti non solo a manifestare dissenso verso il malgoverno della giunta Boccia, ma a proporre qualcosa di concreto. “Bisogna cominciare a mettere insieme tutte le varie anime del centrosinistra per costruire un progetto serio. È necessario ha poi concluso- dialogare con tutti, a cominciare dal consigliere d’opposizione Crestini che si è dimostrato il più attivo nel Consiglio”. Le conclusioni sono poi state fatte dallo stesso Spigola che ha manifestato ai presenti la necessità di incontrarsi nuovamente per iniziare a ragionare sulle cose da fare.

Contributo di 5mila euro per organizzare le feste di Natale

L’amministrazione comunale (delibera di giunta n. 137) ha stanziato 5.350 euro alla Pro Loco cittadina per l’organizzazione delle feste di Natale. “La stessa associazione Pro Loco -si legge sulla delibera- ha comunicato che tali eventi natalizi si svolgeranno l’8 dicembre 2015 e il 6 gennaio 2016 presso piazza della Repubblica”. Il contributo è servito anche per dotare di energia elettrica i presepi allestiti in via della Cava.

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il Segno - dicembre 2015

Prosegue l’attivazione del servizio gratuito di telesoccorso rivolto ad anziani soli e persone in stato di bisogno grazie al progetto promosso dalla Ats volontari in rete e finanziato dalla Regione Lazio, con il quale dal mese di giugno l’Ats, capeggiata dall’associazione Misericordia di Ariccia (in collaborazione con i Comuni del territorio della Asl RMH, tra cui Rocca di Papa), ha potuto installare oltre 120 apparecchi di telesoccorso presso le abitazioni di tanti anziani che lo hanno richiesto. Sono stati decine fino a oggi gli interventi di aiuto attivati grazie ai quali sono state risolte numerose problematiche e salvata anche la vita a diversi anziani. Il servizio proseguirà ancora per sei mesi in forma totalmente gratuita ed è tuttora possibile richiederne l’attivazione semplicemente chiamando il numero 06-87729139. Rimangono infatti ancora disponibili circa 40 apparecchi che possono essere installati soltanto in presenza di una linea telefonica fissa. Ad oggi alcuni nostri concittadini roccheggiani usufruiscono di tale servizio ed è fondamentale farlo sapere anche a coloro che non hanno potuto informarsi. Credo che dare risalto a questa opportunità rivolta alle persone e alle famiglie sia importante. Ricordo, infine, che il servizio viene svolto 24 su 24 ore, in caso di emergenza e bisogno di assistenza. Giovanni Iacobini


UnNataleconilcoro francese ma lasolidarietànonriempielachiesa il Segno - dicembre 2015

di Daniela Di Rosa Rocca di Papa si prepara al Natale, lo stile è quello mesto degli ultimi anni, un presepe nella piazza centrale e altri lungo via della Cava, poche luminarie per le strade e poca gente in giro, già nel tardo pomeriggio il paese appare deserto, ma d’altronde i negozi sono quasi tutti chiusi e passeggiare tra saracinesche abbassate non è propriamente allegro. Fortuna che c’è la stella cometa che come ogni anno viene accesa sulla Fortezza ed è veramente bella, si erge luminosa sulla vetta e da piazza della Repubblica è uno spettacolo ammirarla, piace persino a me che non amo particolarmente questo periodo dell’anno, malinconia, nostalgia, ipocrisia e luoghi comuni prendono il sopravvento, però i bambini si divertono, niente scuola, tanti regali e dolci a volontà! La nostra cittadina offre poco e quel poco è una brutta copia di eventi passati, nessuna novità che rivitalizzi il paese. Sarà che da almeno vent’anni sono quasi sempre le stesse persone ad occuparsi dei festeggiamenti, che tutto appare coperto dall’inesorabile polvere del tempo. Tutto è uguale, è vero, ma tutto deve rinnovarsi, rigenerarsi e questo può avvenire solo attraverso nuove idee e nuove persone, eppure nonostante la poca partecipazione dei cittadini e i pochi “forestieri” che si avventurano tra gli splendidi vicoli del paese, nessuno sembra intenzionato a dare spazio al nuovo. Pittori, poeti, cantanti, artigiani sono invec-

ROCCA DI PAPA

chiati, ma resistono Il coro francese Cap sur la vie alla tentazione di farsi da parte, al massimo aggiungono qualche giovane a far da comparsa. L’amministrazione li accontenta, il perché è facile intuirlo, parentele, amicizie ma soprattutto consensi elettorali, non si spiega altrimenti come mai chiunque in questo paese salga su un palco sta, si domandi: “Ma sono veradebba lodare il lavoro dell’ammi- mente capace di suonare? Cannistrazione, ultimamente addirit- tare? Recitare? Dipingere? tura alcuni giovani dopo aver Scrivere?”. Evidentemente nespreso parte a degli eventi te li ri- suno di loro se lo chiede, ognuno trovi tra le file del Partito demo- esorta ed elogia l’altro, l’imporcratico (partito della nostra tante non è rallegrare i compaegiunta), eppure fino a poco tempo sani, ma appagare se stessi, prima erano indifferenti alla poli- eppure si sa che la piaggeria è la tica, molti addirittura ostili al Pd, morte dell’arte. Come in un giro forse è il pegno da pagare, e come vizioso, un cerchio non più mauno di loro scrisse tempo fa: “pe- gico ma “tragico”, i supporters cunia non olet”… invece, almeno degli artisti esultano, il resto del per gli artisti, i soldi dovrebbero paese non partecipa e resta ampuzzare! Peccato perché alcuni di mutolito, non fosse altro per non incorrere in liti furibonde su Faloro sono anche bravi. Ora, con tutto l’apprezzamento e cebook, guai a criticare il figlio, il il rispetto per chi da vent’anni “la- nipote, lo zio, la mamma o il papà vora”, per i veterani dei murales, di…. pena il linciaggio! delle ciambelle, delle castagne, Per fortuna ci sono delle picdei laboratori, cresce in tutti noi il cole/grandi occasioni artistiche desiderio di vedere volti nuovi, anche da noi, e a quel punto ti aspetti che tutta questa gente così sentire nuove voci. La grandezza di un artista sta amante dell’arte si presenti per anche nel non ritenersi tale, qui omaggiare la musica di chi viene avviene il contrario: tutti sono ar- da fuori, invece no, spariscono, se tisti, tutti sono grandi. Come Dio- non c’è di mezzo il loro smisurato gene che cercava un uomo ego, non si muovono. E così il 7 onesto, uno solo, io cerco un dicembre la sala del Sacro Cuore uomo che sia critico con se stesso, ai Campi d’Annibale che ospitava che non affoghi nel proprio narci- i cori giovanili di Torino, Ciamsismo e, prima di dichiararsi arti- pino e Grottaferrata, è rimasta de-

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serta! L’8 dicembre, al Duomo, si sono esibiti altri due cori, Ottava nota (Castelli Romani) diretto dal maestro Fabio De Angelis, e il coro Cap sur la vie della città francese di Fayence (Provenza). La serata era dedicata alla strage di Parigi e a tutti i morti per terrorismo nel mondo! La chiesa era semivuota, di artisti di Rocca, giovani e non, ne ho visti pochi, anche le pie donne che vivacizzano le nostre chiese, non si sono presentate, eppure l’evento lo meritava, anzi, lo esigeva, tanta retorica pro Francia dopo la strage, tanta enfasi per la bandiera francese sventolata alla Fortezza e poi non vengono al duomo per portare la loro solidarietà? Mi aspettavo la chiesa piena, anche solo per un senso di ospitalità verso una nazione così duramente colpita. La direttrice del coro, Jacqueline Franco, sorrideva, ci invitava a cantare con lei, stonata come sono ho cantato ed è stato emozionante! Voglio ringraziarli per la magica serata, un grazie anche alle persone presenti, a Paolo Valbonesi, che da artista era lì per applaudire altri artisti, a Bruno Girolami che con coraggio sta provando a far nascere un coro a Rocca di Papa, a Eugenio Ferrario che da anni, con dedizione e costanza, ci fa conoscere i cori di altre nazioni, e questa volta voglio ringraziare il sindaco Boccia e l’assessore Querini per essere intervenuti e per aver dato un segnale di solidarietà e di apertura al mondo!


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La tomba di Villa nel degrado cresce l’indignazione tra i fans

Le ceneri del grande cantante romano si trovano a Rocca di Papa dal 1987

di Sandro Tabellione Quando il 28 febbraio del 1987 Claudio Villa venne sepolto nel cimitero di Rocca di Papa fu una cerimonia molto seguita, visto che il reuccio della canzone romana era conosciuto in tutto il mondo (in totale ha venduto circa 45 milioni di dischi). Claudio Villa si era trasferito a Rocca di Papa nel 1970 e l’essere sepolto nel nostro paese fu una sua precisa volontà. Dopo 28 anni, però, le condizioni in cui si trova la lapide a lui dedicata sono a dir poco imbarazzanti e quasi si fa fatica a leggere sia il nome del cantante sia la frase (“Vita sei bella, morte fai schifo”), pensata e scritta da lui stesso, che tante polemiche suscitò all’epoca. A manifestare sdegno e dolore

per questo stato di degrado sono soprattutto i suoi fans, a cominciare da Ettore Geri, che possiede tutta la sua produzione mondiale racchiusa in due stanze: “Sono stato amico di Claudio dal 1958 al 1986 e oggi sono indignato. Tutti i primi del mese vengo a Rocca di Papa, porto un fiore sulla tomba e tutte le volte il degrado aumenta. Non si può rimanere insensibili di fronte a tutto questo, considerato che Claudio ha portato per molto tempo l’Italia nel mondo”. Ettore Geri è anche presidente del Club Claudio Villa, e la sua indignazione è la stessa che provano i 4.500 iscritti all’associazione. “Ho percorso molte strade prima di scrivervi - ha poi aggiunto - ho sentito il Comune nella persona del signor Gatta, ha fatto scrivere al sindaco, ma costoro si sono scrol-

Così è ridotta la lapide di Claudio Villa nel cimitero di Rocca

lati di dosso la responsabilità di un simile degrado”. Al di là di come la si pensi sull’argomento, crediamo sia giusto sottoporre a restauro la lapide posta sulla tomba collocata a ridosso di uno degli ingressi del cimitero di Rocca di Papa. La tomba è visitata ogni anno da centinaia di appassionati legati alle opere e all’umanità di

Claudio Villa, un artista romano doc che aveva un’altra dote: un grande cuore. “«Sol chi non ha eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna...» scriveva Ugo Foscolo -conclude Ettore Geri - e spero che tramite il vostro giornale si possa fare qualcosa per ridare dignità alla sepoltura di un grande artista come Claudio Villa”.

«Non sono pro-Fei ma per le primarie»

Gentile direttore, sull’ultimo numero del tuo giornale, in un articolo si fa il mio nome tra i supporters della candidatura unica di Mauro Fei. Dal momento che in nessun modo ho appoggiato improvvide forzature di questo genere, e da sempre ritengo che le primarie siano lo strumento migliore per la selezione del candidato sindaco, ti chiedo cortesemente una rettifica. Ritengo sia dovuto ai tanti simpatizzanti Pd di Rocca di Papa. Grazie in anticipo. Luca Santangeli Consigliere comunale del Partito democratico

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Museo di Geofisica ancora chiuso e i visitatori se ne vanno sconsolati il Segno - dicembre 2015

Non c’è pace per il Museo di Geofisica di Rocca di Papa, unico in Italia nel suo genere, chiuso al pubblico da circa due anni. Le attività sono ferme e il museo risulta quindi inutilizzato malgrado i tanti soldi spesi per realizzarlo e per dotarlo di tutti gli arredi necessari. Eppure, nel corso degli anni l’area museale dell’Osservatorio, anche grazie all’impegno dei tre ragazzi che vi operavano alle direttive dell’allora direttore Calvino Gasparini, aveva dato vita a tante iniziative capaci di coinvolgere centinaia di scolaresche dei Castelli, di Roma e dell’intera regione. Un’eredità che, evidentemente, non è bastata all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) per dare seguito alle numerose attività che vi si svolgevano. La vicenda assume un carattere ancora più incredibile se pensiamo che nell’ultimo anno altri soldi pubblici sono stati spesi per eseguire una serie di lavori di “ampliamento dell’edificio sede dell’Osservatorio geodinamico destinato a Museo storico di geofisica con adeguamento dei collegamenti e sistemazione degli spazi esterni”: 255mila euro (mezzo miliardo delle vecchie lire) per avere un museo che nessuno può visitare. Basti pensare che sul sito www.tripadvisor.it (uno dei più diffusi siti Internet internazionali di recensioni) soltanto lo scorso 27 settembre è apparsa un’opinione scritta da un visitatore proveniente da Roma, Maurizio, il quale non ha potuto

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Una triste sorpresa per un romano arrivato a Rocca per visitare il museo: cancello chiuso e nessuna informazione

fare altro che scrivere: «Oggi alle 10,40 arriviamo al museo. Avevamo controllato il sito Internet che segnala l’apertura domenicale. Abbiamo trovato un cancello sbarrato. Nessun cartello con orari, nulla. Abbiamo provato a telefonare sui numeri indicati sul sito. Nessuna risposta, né un risponditore con messaggi. Anche il cellulare indicato dal sito risulta “inesistente”. A proposito, il sito internet, antico più che vecchio, è in flash, dunque non visibile da dispositivi mobili... Resta l'amarezza del vedere con quanta inefficienza è gestito un bene pubblico». Aggiungendo anche una foto in cui si vede il cancello d’ingresso del museo chiuso e il suo orologio che ne testimonia l’orario. Una vergogna senza attenuanti. Qualche mese prima, sullo stesso sito, un altro visitatore, Simone B, si rammaricava del

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«fatto che, purtroppo, c’è il rischio di chiusura a causa della mancanza di fondi. Pensate che le visite guidate (fatte veramente bene!) sono gestite da “volontari” che con passione e dedizione si dedicano a questa causa regalando momenti di interesse e cultura. Il Comune sembra totalmente insensibile a questa causa, peccato. Si dà peso a feste e festicciole di ogni genere mentre un luogo come questo rischia di finire abbandonato». Sorprende infatti il silenzio sull’argomento da parte dell’amministrazione comunale di Rocca di Papa che alcuni mesi fa ha sottoscritto una nuova convenzione con l’INGV che avrebbe dovuto far ripartire le attività museali. In quella convenzione c’è scritto che “l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia promuove iniziative di comunicazione, informa-

zione e formazione nella scuola e nella società”. Evidentemente Rocca di Papa interessa poco all’Istituto e allora farebbe bene a dirlo chiaramente. Ma anche l’amministrazione ha le sue precise responsabilità. Infatti, nella nuova convenzione il Comune si impegnava a “gestire la manutenzione ordinaria dell’area museale e delle aree esterne; gestire i servizi di pulizie; gestire la custodia garantendo un presidio fisso tutti i giorni in orario di ufficio escluso il lunedì; gestire le attività di biglietteria i cui introiti saranno a beneficio del Comune”. Perché tutte queste attività non sono state fatte come scritto nella convenzione? Un bene pubblico, il Museo di Geofisica, praticamente abbandonato da due Enti pubblici: il Comune di Rocca di Papa e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Rocca di Papa è già un paese che offre molto poco a eventuali turisti e se poi l’accoglienza è quella riservata al signor Maurizio di Roma, arrivato nel nostro paese insieme ad altre persone per visitare il museo per poi trovarlo chiuso, si capisce che del turismo e del rilancio economico di Rocca a nessuno interessa nulla. Il Museo deve essere riaperto al più presto e, al più presto, è necessario riprendere il filo delle iniziative volute e portate avanti con determinazione e competenza dall’ex direttore Gasparini e dai ragazzi che, con lui, lo hanno fatto conoscere in tutte le scuole italiane. (A.S.)

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L’INIZIATIVA A Zagarolo la 3za edizione della Giornata di Studi in onore di Irene Lombardo

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il Segno - dicembre 2015

In ricordo della storica dell’arte spazioalle tesidei giovani studiosi

di Andrea Brini Sabato 12 dicembre a Zagarolo, nella prestigiosa cornice di Palazzo Rospigliosi, si è svolta la Terza Edizione della Giornata di Studi in onore di Irene Lombardo, la giovane storica dell’arte prematuramente scomparsa il 15 dicembre 2012. Dodici mesi dopo la pubblicazione di Sui sentieri del Grand Tour, libro tratto da suoi appunti inediti presentato nella seconda edizione, la Pro Loco di Zagarolo pubblica e presenta una tesi di laurea in Architettura del Paesaggio. Alla luce degli importanti apprezzamenti riscossi dalla manifestazione era importante darle un criterio scientifico che la identificasse nel panorama delle iniziative culturali del territorio. Consiferato l’impegno profuso da Irene Lombardo, come cultore della materia presso la cattedra di Storia dell’Arte Moderna della professoressa Luciana Cassanelli, si è perciò pensato di fare della “Giornata di Studi in onore di Irene Lombardo” un evento culturale in cui presentare, e attraverso gli Atti pubblicare, ogni anno una tesi inedita in materie attinenti i Beni Culturali e aventi oggetto il territori di Zagarolo o i dintorni di questo. In tal modo il ricordo di Irene, affidato nella prima edizione al ricordo di chi l’ha conosciuta

e di chi con lei ha lavorato e, nella seconda ai suoi inediti, ogni anno sarà tenuto vivo offrendo agli studenti una piccola possibilità in più di farsi conoscere e di far conoscere il loro lavoro. Chiunque abbia conosciuto Irene potrà confermare come avrebbe Sopra: certamente approvato e fatto propria La presentazione del libro postumo della una manifestazione storica dell’arte che nel suo piccolo Irene Lombardo avesse lo scopo di A lato: far conoscere il laIl logo del Museumgrandtour voro di un giovane universitario, abbiamo ritenuto perciò questo il modo migliore per ricordarla ogni tale 155 e il Colle Castelvecanno. Infine l’attenzione ai chio partendo dalla situazione Beni Culturali nel territorio si attuale per arrivare dopo sposa perfettamente con i l’esame di risorse e criticità a compiti istituzionali di una Pro formulare progetti migliorativi che sfociano in aree sostenibili Loco. In questa edizione 2015 è stata dedicate allo sport, ai percorsi presentata la tesi del dottor ciclopodistici nella natura e Alessandro Marziali Rivi- alla coltivazione della vite. viamo la vite, parco a tema Alessandro Marziali per que“Alla riscoperta del vino, nella sta pubblicazione ha accompaproduzione dello Zagarolo gnato le tavole da lui realizzate Doc”. La tesi è stata discussa con brevi annotazioni scritte presso “La Sapienza” nell’ot- per l’occasione. tobre 2014 e, avendo natura Il lavoro dello studente, conprogettuale, consisteva in sette formemente all’impostazione tavole con relativa legenda le del corso sull’architettura dei quali, analizzano il territorio paesaggi, si preoccupa di ofdella valle compreso tra il frire ipotesi di riqualificazione Ponte Terrenchiuso sulla sta- paesaggistica che coinvolgano

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contemporaneamente la valorizzazione estetica del paesaggio, insieme alla sua vivibilità, recuperando modi di fruizione coerenti con la vocazione storica del territorio, da qui l’accento posto dalla tesi sul vino, prodotto per eccellenza delle campagne zagarolesi. Tutti questi concetti di fondo sono ben sintetizzati nel breve testo introduttivo del professor Enrico Genovesi, titolare del corso presso l’Università La Sapienza, purtroppo non presente alla giornata per un’indisposizione. La tesi di Marziali è stata infatti pubblicata negli Atti della Terza Giornata di Studi in onore di Irene Lombardo dove viene presentata dalla citata introduzione del professor Genovesi. Completa gli atti uno studio sulle emergenze monumentali dell’area in esame, in particolare le chiesette campestri ormai da tempo abbandonate, che hanno però rivestito notevole importanza per la popolazione rurale nei secoli passati. Questo studio è stato condotto dal dottor Gabriele Quaranta. Il lavoro, mirabile per documentazione e linearità espositiva, oltre alle notizie sugli edifici di culto restituisce la ricostruzione di un rapporto tra popolazione e territorio ormai perduta dopo le trasformazioni del ‘900 e costituisce un validissimo punto di partenza per i futuri studi sull’argomento.

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Natale

Mamma Quand’ero riazziellu me reccontea che aa notte santa nascea u Bambiniellu, scegnea n-tera nfasciatu da a cometa propio com’atera dettu u profeta, ccompagnatu da angeli ncantati che u ppoggeanu scroccata l’ora n-cima aa paia de na magnatora ndo ppena vvisati riveanu ffannati i pecorari quadunu co a zampogna che nginocchiati scappellati u troveanu poveriellu rescallatu dau fiatu de n-boe e de n-somariellu co a madre Maria che u vardea ccorata già sapenno a trentatre anni che croce iaria data. E io dau liettu a vetri ghiusi e a perziane operte ffaccennome dae coperte ffisseu u celu panzutu coll’uocchi spalangati che ppucinati subbitu me dormeo e u santu fratuzzu Sarvatore N’u vedeo. Aa matina mortificatu remaneo tuttungrumatu.

Cultura e

... dintorni

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Da piazza Vecchia alla Fortezza, più rispetto per la storia

Troppi interventi invasivi nel quartiere bavarese

Via 20 settembre

Foto Sinibaldi

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riecheggiano i passi dei soldati romani che salivano all’antica Cabum, e delle milizie pontificie che presidiavano la rocca del papa (vicolo delle milizie), non era il caso di proporre murales. Così come è necessario, intorno a piazza Vecchia, di autentico valore storico, stare attenti a fare interventi in plastica e vetroresina. Evitando cigli bianchi, cinesi, economici, dannosi perché cancellano la storia. E la storia cancellata è poi difficile da far conoscere. È inutile chiedere agli storici di andare a parlare di quella parte di Rocca di Papa, la più importante, se non la si protegge. È inutile fare spettacoli se non ci si rende conto che il quartiere Bavarese è un monumento. È chiaro che io non sono nessuno per rimproverare chi prende iniziative animato da buone intenzioni. Forse il mio parere non è neanche l’idea giusta per valorizzare il cuore del nostro paese; ma sono convinto di quello che scrivo: serve un piano condiviso per operare in quelle zone così importanti dal punto di vista storico. Ogni miglioria deve essere valutata, studiata e approvata tenendo conto che la storia di piazza Vecchia ha origini nel 1181, quando Papa Eugenio III edificò la Fortezza. Piero Botti

segue dalla prima pagina

Animati da buone intenzioni, gli abitanti dei vicoli sostituiscono l’antico borgo autentico con il finto antico, utilizzando materiali moderni per restaurare le case storiche. Credono così di portare migliorie cancellando le caratteristiche di un paese di montagna. Infatti, se andiamo a rileggere le descrizioni che i grandi della letteratura hanno dedicato a Rocca di Papa, ci si accorge che proprio quelle caratteristiche hanno attirato visitatori illustri e non, che fecero di Rocca di Papa una “ridente cittadina montana”. Quello che scrisse di noi Massimo D’Azeglio è noto e arcinoto, meno noto quello che scrissero George Sand, Fabrizio Sarazani, Luigi Pirandello, Bertolucci. A mio avviso, dobbiamo evitare in quella zona murales. Forse non è un caso che l’apprezzato Miro Fondi, stimatissimo artista roccheggiano, organizzava la leggendaria Sagra dell’arte nel rione degli Olmi; più moderno, seppur ottocentesco, forse settecentesco, certamente non medioevale. Forse Miro si rendeva conto che nei vicoli dove

La fontana al duomo


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PAGINA APERTA

Spunti L’arancio, l’albero dei pomi-d’oro di e dei bianchi fiori psicologia

Fine anno

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Eccoci alla fine di un anno che non si sta certo concludendo in bellezza. Mi riferisco ai fatti a tutti noti, che accadono nel mondo per mano dell’ISIS. Quello che mi colpisce in tutto questo, non è soltanto la ferocia, l’insensatezza di questi crimini, ma anche quello che sembra esserci sotto: accuse di implicazioni di Nazioni che appoggerebbero di nascosto questi atti terroristici, che si servono del “male” per destabilizzare Stati da sempre considerati nemici e, in tutto questo, morti atroci, inutili, ingiustificate, rimpiante da parenti e amici inermi, indifesi e impossibilitati a far altro che ad esprimere il loro dolore e il loro sdegno per tutto ciò. Rimango perplessa a pensare come sia possibile che non si riescano a risolvere o almeno a prevenire questi atti criminali senza spargimento di sangue di vittime colpevoli solo di trovarsi dalla parte del nemico. Qual è il ruolo dei servizi segreti? Mi chiedo se non sia possibile agire preventivamente e se ci si debba sempre far trovare impreparati. Dal punto di vista individuale poi, come si fa a non farsi toccare da simili vicende e vivere una vita senza condizionamenti? E’ molto difficile, ma dobbiamo farlo, altrimenti lasceremmo che il terrore pervada le nostre vite e faremmo il gioco di chi ci vuole già vittime ancora prima di colpire. Io mi auguro che tutto vada bene durante il Giubileo, ma mi chiedo se in un momento come quello che stiamo vivendo, sia il caso di far rischiare la vita a tutti i pellegrini giunti a Roma, per quello che dovrebbe essere nelle intenzioni un momento di perdono e di remissione dei peccati. Nella speranza, che non accadano più fatti così gravi come quelli appena verificatisi, vi auguro di passare delle feste il più possibilmente serene tra gli affetti familiari e di concludere dicembre pensando a tutto quello che di positivo, ognuno di noi ha vissuto durante l’anno, con la speranza di un domani migliore

di Francesca Torino Una fiaba spagnola di un anonimo narra la storia di un giovane principe maledetto da una vecchia zingara, dopo averla accidentalmente innaffiata con dell’acqua sporca lanciata dalla finestra del suo palazzo, a non trovare sposa fino a quando non avrà trovato le tre arance dell’amore. Il giovane parte immediatamente alla ricerca di questi frutti e dopo essersi recato nei palazzi della signora Luna e dei suoi fratelli Sole e Vento per chiedere loro informazioni su dove si trovino, riesce a giungere nel giardino incantato e a cogliere le tre arance. Durante il viaggio di ritorno, il principe assettato taglia in due un’arancia e subito compare una giovane fanciulla con in braccio un bellissimo bambino, che gli chiede dell’acqua. Dopo pochi istanti i due scompaiono e il principe, credendo di sognare, tenta di ritagliare a metà la stessa arancia, ma senza risultati. Il giovane ripete l’operazione con gli altri due frutti

rimastigli, finché non decide con l’ultima arancia di offrire l’acqua alla fanciulla e al bimbo, e di chiedere la sua mano. Dopo alcune vicissitudini, i due riescono a sposarsi e a vivere per sempre felici e contenti. In effetti, l’arancio è stato introdotto per la prima volta nella penisola Iberica dagli arabi nel XIV secolo, sebbene pare che in Sicilia si coltivasse già dal XIII secolo. Durante il periodo rinascimentale, le arance vengono raffigurate in molti affreschi e dipinti, e considerate ornamentali, appartenenti – assieme ai suoi bianchi fiori – alla sfera del divino e per questo detti “pomi d’oro”, anche per il loro colore simile al prezioso metallo, nonché al sole nel tramonto. I suoi fiori, per il loro candore e il loro intenso profumo, simboleggiano la verginità della sposa. Infatti, era usanza porli sul capo delle giovani promesse oppure

Occhio alla Nutrizione I grassi essenziali Omega 3

di Laura Fico* Gli omega 3 o PUFA (Poly-Unsaturated Fatty Acid), insieme agli omega sei sono grassi polinsaturi(1). Sono definiti grassi essenziali perché devono essere introdotti obbligatoriamente con l’alimentazione data l’impossibilità dell’organismo di sintetizzarli. La nostra dieta occidentale privilegia l’assunzione degli omega 6 poiché il rapporto omega 6/omega 3 è di 10:1 mentre l’ideale sarebbe 5:1. Gli omega 3 riducono il rischio di infarto perché svolgono un’importante azione antiaggregante piastrinica e sono responsabili inoltre del controllo dei trigliceridi e della pressione arteriosa. In-

fine i PUFA sono i precursori degli eicosanoidi “buoni”, sostanze ormonali che, tra le altre attività, hanno una funzione antinfiammatoria. Contrastare l’infiammazione silente, che sembra responsabile di molte malattie metaboliche e degenerative, è l’obiettivo di numerosi studi

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venivano usati per profumare l’acqua o curare le febbri pestilenziali. Oggi sappiamo che possono giovare ai disturbi ansioso-depressivi, alle nevrosi isteriche e fobiche, all’insonnia. I frutti, invece, contengono molte sostanze e vitamine ritenuti un toccasana per la nostra salute. Gli aranci, proprio grazie alla loro bellezza e al loro straordinario profumo, sono piantati in diverse città dell’Andalusia e anche a Roma, in particolare nel “Giardino degli Aranci” in via di Santa Sabina, sul colle Aventino. Una passeggiata piacevole resa inebriante da questo albero incantato.

nei quali si distinguono gli omega 3. Ma dove li troviamo nella nostra alimentazione? Soprattutto nel pesce, nei crostacei, nelle noci, negli oli vegetali, nella lecitina di soia, in molte alghe… ecco forse dimostrato uno dei motivi per cui gli orientali vivono così a lungo! Io spesso non consiglio molti integratori alimentari ma una pillola a base di olio di pesce di ottima qualità non può che portarci del beneficio (chiedete consiglio al medico, farmacista o nutrizionista).

Grassi polinsaturi: grassi che nella loro struttura chimica contengono doppi legami. (1)

*Biologa Nutrizionista


il Segno - dicembre 2015

L’angolo della storia

400 anni fa Shakespeare

di Vincenzo Rufini Nel 2016 ricorre il quattrocentesimo anniversario della morte (23 aprile) di William Shakespeare, il Bardo d’Inghilterra; uno degli scrittori più prolifici e più penetranti della storia della letteratura. Se la sua opera è imponente e chiara il suo nome è oggetto da secoli, in special modo nella terra natìa, di una “querelle” che ha diviso i sudditi di Sua Maestà in due partiti contrapposti. Il primo fa riferimento a quel William Shakespeare realmente esistito e che ha dato la paternità alle sue opere; l’altro considera autore delle tragedie, delle commedie e dei sonetti Sir Francis Bacon, filosofo e uomo politico, nonché colto e cosmopolita. Ambedue gli schieramenti, o meglio i due club contrapposti, continuano a battagliare sulla veridicità delle proprie posizioni sul grande letterato. Taluni asseriscono che William Shakespeare non aveva la cultura necessaria per poter creare i capolavori attribuitigli; tal altri evidenziano il fatto che Bacon aveva sì la cultura ma non il tempo per scrivere, a causa delle sue responsabilità di statista. Quale che sia la verità, la cui ricerca appassiona i cultori del Bardo, a noi rimane un lascito letterario immenso. L’autore si dimostra scrittore eccelso, antropologo di valenza, psicologo intrinseco, storico competente, attento ascoltatore della realtà sociale. In tutti i suoi lavori c’è il riflesso delle passioni, dei sentimenti e degli odii umani. In Romeo e Giulietta, il suo capolavoro più conosciuto, egli scandaglia l’animo umano mettendo in risalto il pregiudizio e l’avversione sociale, due negatività che hanno il potere diabolico di travolgere i sentimenti puri di due innamorati. Nel Riccardo III analizza la figura del male, personificato da Riccardo di Gloucester, l’ultimo dei Plantageneti; mettendo in risalto come la malvagità può impadronirsi dell’attività cerebrale di un individuo ed accompagnarlo ad esplicitare le azioni più

CULTURA

Sir Francis Bacon. Era lui il famoso Shakespeare?

efferate. Il sentimento della gelosia, così praticato in questi tempi di femminicidio di massa, viene monitorato nella tragedia Otello; in cui si narra la storia del comandante militare Otello, moro di Venezia, il quale onusto di onori per la sua capacità strategica, dimostra una totale incapacità nella conoscenza dei suoi sodali, lasciandosi irretire dalla falsità interessata di Iago, prototipo del cinismo, dell’arrivismo e della mediocrità interessata che non conosce il benché minimo sentimento umano.Otello uccide Desdemona, creatura innamorata e quindi indifesa! Nell’Amleto, conosciuto in ogni angolo del globo, Shakespeare fa l’esaltazione del dubbio visto nell’ottica del potere e descritto come verbo imponente di una concezione moderna dell’essere. Nelle sue commedie quali Le allegre comari di Windsor, Tanto rumore per nulla, Sogno di una

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Sportello dell’automobilista

Rinunciare... alla rivalsa notte di mezza estate, La bisbetica domata, il nostro Bardo immortale scandaglia con precisione tecnica e razionale l’animo umano visto nella sua azione sociale, mettendo in risalto uno dei suoi aspetti deteriori: la vanità, William Shakespeare, o Francis Bacon che dir si voglia, non ha importanza il nome, è una delle colonne su cui poggia lo scibile umano con il suo bagaglio culturale. Una preziosa fonte a cui dissetarsi a causa di una sete inestinguibile, la sete del sapere e della conoscenza.In tempi difficili, percorsi da un’ignoranza di ritorno, si ha bisogno di appoggiare le sinapsi alla fonte della cultura; una fonte che il Bardo inglese ha contribuito in misura rilevante e determinante a riempire.

La poesia del mese Un Natale di pace

di Anna Giovanetti

Chissà quando l’uomo smetterà di rincorrere quella agognata pace, che mai sembra arrivare, sarà mai possibile un giorno fare in modo che i popoli possano annullare la parola odiare.

Ma è proprio così difficile vivere d’accordo Su questa nostra terra già da tempo maltrattata e godere appieno di tutte le sue bellezze debellando finalmente questa inutile guerra disgraziata. Guerra che induce a uccidere con odio e con violenza che toglie la libertà a tanta gente innocente in nome di un Dio o di un ideale, cosa questa che non può giustificare ne perdonare niente. Ora che siamo prossimi alla festa del Natale possano tutti gli uomini aprire i loro cuori lasciandovi entrare dentro tanto e tanto amore e non comprare armi, ma miliardi di fiori!

Possa finalmente l’umanità ritrovare la pace quella pace bistrattata e perduta purtroppo in tantissime occasioni e possa questa terra ritornare a vivere lo dobbiamo tutti alle future… generazioni!

di Maurizio Santangeli* La rivalsa è un diritto delle compagnie di assicurazione che, dopo aver pagato il risarcimento danni alle terze persone coinvolte in un incidente, possono richiedere al proprio assicurato, un rimborso qualora vi siano gravi violazioni del Codice della strada (stato di ebbrezza, o sotto effetto di sostanze stupefacenti o psicofarmaci, violazione delle norme di carico del veicolo, revisione o patente di guida scaduta, ecc.) I danni causati in queste occasioni possono essere elevati e quindi la rivalsa dell’assicuratore può generare spese impreviste. La rinuncia alla rivalsa da parte della propria compagnia di assicurazione è una clausola che comporta sempre una maggiorazione del costo del premio assicurativo, ma la sua utilità è da prendere in seria considerazione. Le clausole di rinuncia alla rivalsa sono previste dai contratti di tutte le compagnie di assicurazione e sono consigliabili se l’ipotesi prevista dalla clausola è anche solo lontanamente ipotizzabile, come la guida in stato di ebbrezza se si hanno figli giovani che potrebbero prendere l’autovettura. È una precauzione importante e deve essere una scelta consapevole. Resto a vostra disposizione per ogni chiarimento al riguardo.

*Sportello telematico dell’automobilista e agenzia HDI Assicurazioni Via Frascati 34, Rocca di Papa Tel. 06-9497748


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In giro per musei...

VAGABONDANDO Museo dell’Ara Pacis

Henri Toulouse-Lautrec un artista a tutto tondo di Francesca Torino Henri de ToulouseLautrec (18641901) è stato un importante e noto pittore postimpressionista, illustratore e litografo. Figlio di aristocratici e nato con una malattia alle ossa apparentemente simile al nanismo, decide di dedicarsi alla pittura e di inserirsi nel mondo bohémien, di cui registra stili di vita, divertimenti e vizi. A Roma, presso l’Ara Pacis, l’assessorato alla cultura e allo sport - Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, ha promosso una mostra su Toulouse-Lautrec curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor. È suddivisa in cinque sezioni ognuna delle quali affronta un tema caro all’artista: la

vita notturna parigina con i teatri di Montmartre e i bordelli; le attrici in voga all’epoca; le corse per i cavalli a Longchamp; le nuove invenzioni. I suoi soggetti sono soprattutto le folle e il proletariato. L’obiettivo dell’esposizione è ripercorrere

il Segno - dicembre 2015

la sua intera carriera artistica, enfatizzando il fondamentale contributo che ha portato all’ambito grafico. Sono 170 le litografie selezionate dalle curatrici conservate nel Museo di Belle Arti di Budapest e mostrate nelle sale dell’Ara Pacis. Alcune di queste sono rare immagini della Francia della Belle Époque degli inizi del Novecento, altre sono manifesti pubblicitari per i balletti, le rappresentazioni teatrali, gli spettacoli; sono presenti anche le illustrazioni che l’artista preparò per la nota rivista satirica “Le Rire” e per le copertine dell’album della cantante, attrice e scrittrice Yvette Guilbert. Interessante è, inoltre, la parte interattiva dedicata alle tecniche di stampa di fine Ottocento e alla nascita del manifesto pubblicitario, a cui Toulouse-Lautrec ha dato un forte contributo, che guideranno il visitatore in un mondo in continua evoluzione. Probabilmente senza il suo genio creativo, nel Novecento non avremmo avuto celebri esempi di illustrazioni promozionali e propagandistici. Dal 4 dicembre 2015 fino all’8 maggio 2016 Museo dell’Ara Pacis Lungotevere in Augusta, Roma

IL RACCONTO DEL MESE

Il 9 novembre 1934 venne conferito a Luigi Pirandello il Premio Nobel per la letteratura. A lui è dedicato questo racconto del nostro Noga, scritto nel novembre 2011.

S i erano radunati sotto il faggio centenario e alla sua ombra

immensa avevano mangiato panini con la porchetta e bevuto un intero fiasco di vino castellano. Il vino era genuino, fresco, cristallino e di un colore giallognolo ambrato. Forse, vista l’età dei convenuti, quel vino aveva fatto loro un brutto scherzo: si sentivano allegri, spensierati e accaldati. Cominciarono a sbottonarsi il gilet e a togliersi le giubbe; i cappelli erano stati già lanciati lontano. Uno alla volta avevano iniziato a ridere di cuore come ormai non lo facevano da anni: sempre infilati in quei laboratori scientifici, dietro quelle scrivanie annerite dal fumo dei sigari e con quelle dita sporche di inchiostro! Non sembrava vero che lassù, dove si trovavano in quel momento, si potesse così rapidamente dimenticare formule matematiche, scritti letterari, relazioni sulla struttura geofisica dei terremoti e tutto

di Noga

Una fotografia d’epoca

quanto fino a poche ore prima li aveva tenuti attanagliati alla scienza e agli strumenti del Reale Osservatorio Geodinamico. In fila indiana avevano risalito la costa ripida del Monte percorrendo la Via Sacra preceduti da un signore molto distinto il quale, mentre camminavano con non poca fatica, illustrava loro quei luoghi che un poco alla volta si rivelavano quello che erano stati: la voce di quella distinta guida giungeva alle loro orecchie calma, suadente; mai con tono alterato. E così, a poco a poco, credettero di procedere verso la sommità del Monte in compagnia degli antichi frequentatori di quei luoghi e di partecipare con essi ad una sacra ovazione o addirittura ad un piccolo trionfo come fu per Q. Marcello e G. Cesare.

Quando infine giunsero sulla

sommità scoprirono un immenso panorama, un antico convento e i rimasugli ciclopici di un tempio antichissimo ormai distrutto dal tempo e dagli uomini e si sentirono affratellati da una medesima storia, da una medesima voglia di grandezza e mentre quel signore che li aveva guidati fin lassù, con un ampio gesto, faceva notare loro per tutto il giro dell’orizzonte le terre, i laghi, i mari, i monti e le lontane isole fin oltre il Circeo, si sentirono piccoli e inadeguati. Fu allora che la guida, rompendo l’incantesimo, esclamò: “A questo punto non ci resta che fare una bella mangiata e una bella bevuta! Del resto, i nostri progenitori, dopo il sacrificio agli dèi, che proprio qui veniva consumato, si dedicavano al mangiare, ai giochi, alle bevute e sicuramente anche all’amore. Noi ci limiteremo a

mangiare i panini con la porchetta e a bere il fresco vino dei Castelli”. Non crediate che tutto quanto precede sia in toto una fandonia uscita dalla fantasia di chi scrive. Basta a proposito leggere, in un volumetto estratto dalla “Rivista del Touring Club Italiano” del giugno 1913, una didascalìa posta sotto una fotografia ove si legge: “Un gruppo di artisti e di scienziati alla ricerca degli avanzi del Tempio di Giove Laziale sulla vetta di Monte Cavo”. Post Scriptum: Ebbene sì! Avete ragione: la fantasia anche questa volta ha lanciato i suoi dadi...

S

cuserete il povero Noga, ma credetemi, in quella fotografia fra quei signori impettiti pieni di baffoni e cappelli a cilindro e bombette rigide e redingotes pare che ci fosse anche il Signor Pirandello con sottobraccio una quantità di fogli. Che fosse stato il manoscritto de L’Esclusa? Soltanto per questo quel luogo doveva essere curato, amato e preservato anche per noi: gente dell’inizio del secondo millennio. Novembre 2011


il Segno - dicembre 2015

di Annarita Rossi Anche se non aveva mai conosciuto un qualsiasi gesto di affetto e soprattutto cosa significassela libertà, questo sarà un Natale eccezionale per lui. Mufasa, un esemplare di puma, dopo essere stato tenuto incatenato sul retro di un pick up tra materiali arrugginiti per ben 20 anni in un circo in Perù, grazie agli attivisti di Animal Defenders International e, dopo un percorso di riabilitazione, è stato finalmente liberato in una riserva della Foresta Amazzonica. Al mondo esistono diverse tipologie di luoghi dove gli animali sono tenuti in regime di semicattività come le riserve naturali, i bioparchi, i delfinari e i rettilari. Non è facile comprendere e giustificare l’esistenza di luoghi come questi anche se si differenziano notevolmente da quelli che un tempo si chiamavano giardini zoologici. Ma lo stato delle cose nei paesi civilizzati è cambiato in meglio da alcune decine di anni.

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Animali nati liberi

La vecchia concezione degli zoo, dove gli animali vengono tenuti imprigionati come accade ancora in troppi angoli della terra e in tanti circhi, non dovrebbe assolutamente più esistere. Alcuni biologi sostengono che gli animali negli attuali bioparchi conducono un’esistenza simile a quella che vivrebbero se si trovassero nel loro habitat naturale in quanto c’è sempre una maggiore attenzione alle esigenze dell’animale e che nessun animale viene più prelevato dal suo ambiente e messo in cattività come accadeva nel passato poiché tutti coloro che vengono tenuti in queste strutture sarebbero nati in cattività. Ancora questi addetti ai lavori,

di Enea Trinca

Sono certo che un giorno al mondo saremo tutti senza catene... speriamo almeno che non nevichi!

Se in Italia si continua a buttare l’immondizia in discarica, verrà un giorno che ci ritroveremo a vivere in una discarica d’immondizia.

Nella vita ho conosciuto tanta di quella gente incapace di intendere... ma capacissima di volere.

Oggi l’unico punto fermo... è che tutto si muove.

Le pecore in estate sono irrequiete perché non possono passare... dalla lana al cotone!

L’infanzia dovrebbe essere l’epoca più felice ma spesso, purtroppo, la vita percuote proprio i più deboli. E chi è più debole dei bambini?

L’alcol può conservare di tutto... tranne i segreti.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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di Mufasa, il puma liberato

sostengono che, dal momento che molte specie sono in seria via di estinzione, riuscire a conservare della fauna nei bioparchi, altrimenti destinata a scomparire e, fornendo quindi alle generazioni future, attraverso visite didattiche, una maggiore consapevolezza e rispetto di tutte le specie, sia utile per evitare ulteriore distruzione dell’ambiente, degli ecosistemi e di tutte le creature che abitano questo Pianeta. Sicuramente non vi sarebbe bisogno di creare luoghi adatti a preservare tanti animali se soltanto non li si portasse verso l’estinzione. Sono a rischio 97 bacini idrici per via del surriscaldamento globale, i ghiacciai si stanno inesorabilmente sciogliendo, in Amazzonia più della metà delle specie arboree è a rischio deforestazione ed il bracconaggio massacra elefanti, tigri, oranghi e rinoceronti, sviluppando nel mondo un business da 23 milioni di dollari l’anno. La sensibilità di ciascun individuo in tutto questo può fare la differenza. Mufasa, dopo aver trascorso ingiustamente un’intera esistenza imprigionato, avrà almeno ora potuto assaporare quell’innato senso di libertà per troppo tempo negato, poiché gli animali sono esseri che in natura ineluttabilmente sono nati liberi.

Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani

Potere d’acquisto

L’ultima spiaggia del fisco sarebbe, secondo alcuni osservatori di mercato, l’imposizione di una tassa sui contanti. Dal momento che ci sono conti bancari dove il denaro giace inerte, alle autorità sarebbe concesso di tassarlo per obbligare i risparmiatori a spenderlo, facendolo circolare nel sistema finanziario. L’idea è inserire una fascia magnetica nelle banconote prelevate in modo che rimanga registrata la data del prelievo. Quando la banconota viene ridepositata in banca, l’istituto userà i dati per dedurre una percentuale del valore del denaro, proprio come una tassa per il deposito di contanti. Se la percentuale dell’imposta fosse del 5% al mese e un risparmiatore prelevasse una banconota da 100 dollari per due mesi e poi ridepositasse il denaro, la banca registrebbere un valore depositato di 90,25 dollari (100 dollari x 0,95 viene 95 dollari per il primo mese, 83.92 dollari x 0,95 viene 79.73 dollari per il secondo mese). In cotanto affanno si scorge solo l’ultimo tentativo di raschiare il fondo di quel potere d’acquisto. Prima è stato depauperato, deflazionando i redditi. La ricchezza delle famiglie nipponiche, per esempio, si è deteriorata negli ultimi 5 anni passando, dagli oltre 47mila dollari di reddito medio procapite, ai quasi 36mila attuali a causa di una crescita del paese generalmente molto debole. Poi ancora depauperato, inflazionando i prezzi con le politiche monetarie espansive, riducendo il rendimento dei risparmi investiti. Bella, no? Eggià, dentro un mondo che gira in tondo si può fare tutto, pure farne borsellino dove mettere e togliere monete a piacimento. Basta cazzeggi. Quel potere d’acquisto serve per fare la crescita: un “Fondo Comune d’Investimento” garante della spesa. Le risorse ci stanno: il reddito da lavoro, investito per smaltire il bisogno; i risparmi, investiti per finanziare gli investimani delle Imprese. Queste risorse investite, abbassando i prezzi, attivano altre risorse.


il Segno dei tempi il Segno - dicembre 2015

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Il maestro Carfagna ha spesso raccontato le storie dei boscaioli di Rocca di Papa che lavoravano nelle macchie. Molti di loro, per guadagnare tempo e lavorare qualche ora in più, preferivano costruirsi delle vere e proprie capanne nel bosco dove passarci la notte. Spesso, chi decideva di lavorare nei boschi si trovava costretto ad abbandonare la scuola e per loro, aver concluso la terza elementare, era come essersi preso una laurea. Fatto sta che a questo punto potevano avere l’onore di mettersi “la ronca n-gulu” (era uso portare la roncola per tagliare la legna, agganciata di dietro) e imparare il mestiere. I riazzi (ragazzi) alle prime armi erano curiosi di ogni cosa e non vedevano l’ora di mettere in pratica quanto appreso. Bisogna specificare che una parte dei boschi di Rocca di Papa è di proprietà del Comune, un’altra invece appartiene ai privati. Ogni 18-20 anni i boschi vanno tagliati (e questo viene fatto da ditte specializzate che vincono le apposite gare), essendo i castagni cedui, ossia che ricrescono dalla stessa ceppaia. Ora Carfagna ci racconta un fatto accaduto a uno di questi imprenditori boscaioli. Erano i tempi in cui le macchie appartenevano ai Principi Colonna e quest’imprenditore fece amicizia con uno

Ultima pagina

Il boscaiolo e il galateo

di loro. Un giorno il Colonna invitò a pranzo il boscaiolo. Seduti a tavola i due cominciarono a parlare ma l’uomo non si sentiva a suo agio visto che alle sue spalle gli si piazzò in piedi il maggiordomo. A un certo punto arrivò un cameriere portando le vivande e mentre discutevano, distrattamente il boscaiolo, non conoscendo il galateo, poggiò le posate di traverso sul piatto. Questo gesto si ripeté a ogni portata e ogni volta il maggiordomo, anche se il piatto era ancora pieno, glielo sfilava dalla tavola. Arrivò l’ora di congedarsi e il boscaiolo si alzò dalla tavola con un

grande appetito. Giunto a casa si fece una pila di spaghetti aiu e oiu. L’anno successivo, concluso il taglio di un bosco, il Principe lo invitò di nuovo ma il boscaiolo gli rispose: “Principe! Io vengo, ma basta che tu me levi chillu logo dereto a mì”. Senza spiegargli il motivo, il Principe lo riferì al maggiordomo, che accettò a malincuore. Possiamo immaginare che cosa poté pensare il maggiordomo del nostro boscaiolo: “Ma chi si crede di essere questo zoticone, ignorante, che non si toglie nemmeno il cappello a tavola... e che per giunta neanche mangia?”.

IL SEGNO AUGURA AI SUOI LETTORI BUONE FESTE A ROCCA DI PAPA VIA FOCICCHIA 47 (Traversa via delle Barozze)

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