PICCOLO
“ il Segno
E’crollato! mensile indipendente di attualità,
informazione e cultura
Anno VIII, n. 1 - Gennaio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”
”
Le nude cifre dicono che la social card è una microscopica elemosina per pochissimi, e una macroscopica occasione di propaganda.
Michele Serra
A L L’ I N T E R N O L E I M M A G I N I E S C L U S I V E
Ha ceduto parte dell’ex Convento di Monte Cavo
Lo avevamo scritto: l’ex Convento di Monte Cavo stava rischiando di crollare per l’incapaLa parte crollata del Convento cità delle Istituzioni a tutelare un edificio dichiarato monumento nazionale. Poco prima della fine dell’anno una parte della struttura, a causa delle piogge torrenziali, è venuta giù portando con sè una storia iniziata seicento anni fa. Il Segno ha denunciato l’accaduto alleAutorità competenti, affinchè facciano chiarezza Un monumento immerso nella natura sulle cause e sulle responsabilità... mentre il vittima dell’incuria e dell’insensibilità Comune tace. Articoli alle pagg. 8 e 9
Le distrazioni In Consiglio Comunale sotto accusa finisce il Parco del Palazzo Sparare nel Parco. Si può?
di Sergio Rasetti Il nostro giornale periodico ha consolidato la sua cadenza mensile grazie all’impegno di un gruppo di collaboratori intenzionati a continuare su questa strada soprattutto perché gratificati dal plauso dei lettori che ormai contano, per essere informati su tante questioni che altre pubblicazioni non hanno interesse a trattare, su “il piccolo Segno”, che poi tanto piccolo non è visto che si occupa di argomenti fondamentali della vita cittadina suscitando interesse, riflessione e dibattito. Sul contenuto degli articoli naturalmente i giudizi non sono unanimi. Chi è d’accordo, chi non lo è affatto su questo o quell’altro argomento, chi vuole dire la sua e ci chiede spazio per pubblicarla; cosa che noi facciamo volentieri perché uno dei nostri principali interessi è quello di dare voce a chi non ha mezzi propri per farlo. SEGUE A PAGINA 5
L’Amministrazione resta sul vago
Alle pagine 10 e 11
Un Nodo il curioso stretto... Giornali comunali Via delle Calcare
Sul settimanale “L’Espresso” del 15 gennaio scorso: “Se sfogli il giornale del tuo Comune, ci troverai il Sindaco che ti sorride benevolo in tutte le pose... Carta patinata e fiumi d’inchiostro a colori consacrati ad osannare il Pantheon dell’amministrazione pubblica... Editoria sprecona spedita gratis al cittadino, il quale però alla fine la propria copia se la paga comunque... I costi effettivi, spesso, rimangono sepolti nei bilanci”. Qualcuno ci fa sapere quanto è costato il nostro nel 2008, tutto, ma proprio tutto, compreso? Gianfranco Botti A pagina 6
il Segno - Gennaio 2009 ATTUALITA’ Le parole di Fabrizio De Andrè per non dimenticare gli emarginati del nostro tempo
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“Questa gente divisa questa storia sospesa” luoghi, la consapevolezza che non esistono buoni o cattivi, che i reietti della società sono una nostra creazione, che la miseria fa l’uomo ladro o assassino o prostituta, che l’ingiustizia sociale crea violenza e ribellione, che nessuno nasce marcio ma l’ambiente in cui si vive forma l’individuo che... “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”; che nascere dalla parte giusta è solo questione di fortuna e, questa scelta del caso, il fato benigno, va ricambiato con l’amore per loro, gli ultimi... “se tu penserai e giudicherai da buon borghese, li condannerai a cinquemila anni più le spese, ma se capirai, se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo”. Questo era per me De Andrè, la comprensione e il senso di colpa che non è mai passato e che mi spinge sempre a non
Beneficio d’inventario
di Ettore Zanca
Razzismo: odio o oblìo?
Vorrei parlare del razzismo, almeno di queste forme di rigurgito strano cui assistiamo ultimamente. Ma non posso. Primo perchè sono meridionale, di parte, in quanto potenziale discriminato, secondo perchè palermitano. Palermo è un posto da associare a mille epìteti, mafiosa, sporca, piena di “ciaffico” per citare Benigni. Ma non razzista. In nessun caso. La gente va in chiesa, dove accanto ci sono moschee di fortuna, a volte la moschea è una chiesa sconsacrata, senza che nessuno scomodi pretesti da guerre sante. Il nostro DNA è talmente contaminato da tutti i nostri visitatori (Normanni, Fenici, Arabi), che nessuno può dirsi a buon diritto indoeuropeo senza essere spernacchiato. Recente è la notizia della scoperta di geni risalenti addirittura al periodo punico. Vorrei parlare di razzismo, ma non è quella la parola che mi viene proprio in mente, sarò miope o lungimirante, io vedo peggio. Vedo fondamentalisti che non sopportano neanche il modo di pensare del coniuge e dei figli, magari per questo applicano pene capitali domestiche, vedo per-
condannare, a chiedermi il perchè e a cercare di migliorare la vita degli altri non solo la mia! Decine di radio all’unisono hanno trasmesso la stessa splen- Sabato 14 febbraio al Teatro di Rocca dita Canzone di Papa si terrà un concerto e una d e l l ’ a m o re mostra fotografica dedicata all’artista perduto ma io ne avrei scelte genovese scomparso dieci anni fa altre due La guerra di Piero e l’avrei dedi- dalle strade, dalle case. Se i nocata ai bambini di Gaza morti stri uomini vanno a puttane sotto le bombe della nostra indi- forse il problema siamo noi e ferrenza; l’altra è Bocca di rosa, non loro (le prostitute). dedicandola a tutte le prostitute, Il Segno e l’associazione cultuai transessuali, a chiunque si rale Terre Sommerse Castelli il vende per necessità, per forza o prossimo sabato 14 febbraio al per scelta chiedendo scusa per Teatro Civico di Rocca di Papa quello che la Carfagna, Ale- dedicheranno una serata gratuita manno, Tosi e tutti gli ipocriti per ricordare Fabrizio De Andrè stanno facendo loro, cacciati e la sua poesia. Ciao Faber!
sone pronte a difen- Palermo, la Chiesa dersi per l’atroce an- diventata Moschea gheria del vicino che posteggia fuori dalle righe del parcheggio condominiale, vedo chi non vede l’ora di incontrarsi su Facebook rinchiudendosi tra le mura di casa, evitando corpi e gente per strada, piuttosto che incontrare, vedere, parlare, piangere, con qualcuno faccia a faccia. Stiamo diventando malati terminali attaccati a macchine (Enrico Ruggeri dixit) con lo schermo. Vedo anche chi non sa più decifrare sè stesso, la sua unicità di esistere, vedo chi non ce la fa più a tirare avanti e decide che è il momento di farla finita. Allora annulla se stesso ma stermina anche chi gli sta intorno. Vedo un fastidio atavico per chi non la pensa come noi, aggravato da una voglia insana di convincerlo che solo nostra è la ragione, vedo il dilagare di un virus che colpisce la razza pura ma stermina il diverso. Segnali strani. Vico diceva che la storia è destinata a ripetersi. Forse davvaro allora sarà il caso di parlare di razzismo, ma fino a quel momento chiamiamo le cose con il loro nome, io quando le vedo faccio così. Sarò miope, ma vedo rabbia, superficialità, talento nello stare all’oscuro, la parola che penso inizia per “O” e finisce per “O”, Odio, o Oblìo, fate voi.
il Segno PICCOLO
di Daniela Di Rosa Dieci anni fa, esattamente l’undici gennaio moriva purtroppo, troppo presto, Fabrizio De Andrè, un poeta che per me fu, insieme ad altri cantautori della sua generazione, un amico sconosciuto. Se chiudo gli occhi mi rivedo adolescente nella mia cameretta alle prese con gli stati d’animo di moltissimi altri come me ma lontani da me, la mia voracità culturale mi portava a leggere e ascoltare di tutto, passavo dai Doors, a Bob Dylan al Banco, alla PFM: Impressioni di settembre o Emozioni di Battisti riempivano la stanza di malinconia, ma Claudio Lolli e Guccini, la colmavano di rabbia e voglia di lottare, cantavo a squarciagola “La bomba proletaria illuminava l’aria, la fiaccola dell’anarchia”; alle pene d’amore ci pensavano in tanti, Venditti, persino Baglioni... ma la poesia dei
Il cantautore poeta Fabrizio De Andrè
mensile indipendente di attualità, informazione e cultura dell’Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale Velletri n. 5/02 R.S. del 19 Febbraio 2002 DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Caldarelli DIRETTORE Andrea Sebastianelli REDAZIONE Noemi Bevilacqua, Piero Botti, Silvio Cajonello, Gaetano Casilli, Riccardo Ciotti, Ilaria D’Alessandro, Daniela Di Rosa, Piero Fondi, Paola Gatta, Sandro Guidi, Noga, Marco Rapo, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Andrea Selli, Giulia Serafini, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Ettore Zanca, il-sognatore.blogspot.com ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta
ilpiccolosegno@tiscali.it
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Stampato in proprio
Roma-Gaza, colcuoreingola ATTUALITA’
il Segno - Gennaio 2009
di Noemi Bevilacqua Buon anno… Gaza. Il rumore degli scoppi è assordante, le mura vibrano, gli allarmi delle macchine suonano… per un attimo Nasser ha pensato di essere a Gaza, ma era solo al centro di Roma la sera di capodanno. Ha passato tutta la giornata davanti alla televisione con il fiato sospeso, sperando, pregando, implorando che nessuna bomba, nessun proiettile colpisse sua moglie e sua figlia. Loro sono là, in mezzo ai bombardamenti, senza cibo, senza acqua, senza elettricità, lui è qui in Italia per lavoro. È venuto fino qui con la speranza di
un futuro migliore, libero e certo di poter portare la sua famiglia con lui. Ma così non è stato: lui si trova in una camera in subaffitto a Roma, lavora dalla mattina alla sera per due lire e passa tutto il suo tempo libero attaccato al computer per poter comunicare con la moglie. Lei sopravvive in una città sovraffollata, senza nessuna libertà e oppressa da un vero e proprio embargo. Quando la bambina sta male ha serie difficoltà a trovare le medicine, non sempre le può dare del cibo fresco e, se per disgrazia, avesse smesso troppo presto di allattarla, non avrebbe trovato latte artificiale per lei. Ormai da settimane l’esercito israeliano bombarda la Striscia di Gaza con il pretesto di sradicare Hamas, ma con il risultato di uccidere innocenti, terrorizzare bambini e distruggere le poche infrastrutture presenti nella fatiscente città. Lo stato d’animo di Nasser è spaventoso: angoscia,
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paura, rabbia e disperazione! Non può fare niente se non guardare impotente la televisione e sperare, sperare…. La sua famiglia è laggiù, lui si trova qua al sicuro, lontano dal pericolo, ma ancora più angosciato di chi è lì. Si chiede se ha fatto bene ad abbandonare la moglie e la figlia per venire in Europa, si chiede se riuscirà a tornare nella sua terra e a riabbracciarle, si chiede, soprattutto, se sopravvivranno! Decine di bambini stanno morendo tanto per i colpi di proiettile che per la paura… la sua bambina è così piccola, così indifesa e lui è così lontano, troppo lontano! Un nuovo fuoco d’artificio un po’ più forte degli altri lo distoglie dal suo pensare e torna a vedere la televisione: “L’esercito israeliano bombarda la Striscia di Gaza, centinaia di morti, migliaia di feriti, gran parte dei quali fra donne e bambini”… Buon anno Gaza!
Bombe al fosforo sui civili inermi
Solo i giornali inglesi hanno denunciato l’uso delle bombe illegali da parte di Israele
di Rachele Gonnelli * Israele usa bombe a grappolo al fosforo bianco. Si tratta di armi che in base ai protocolli internazionali del 1980 non possono essere utilizzate contro la popolazione civile e in aree densamente popolate. La notizia non ha trovato riscontro sulle pagine dei giornali ma se ne parla però su alcuni forum di quotidiani inglesi, da “The Gardian” al “Times” di Londra. Il capitano Ishai David, portavoce dell’esercito israeliano, ha risposto affermando che «Israele usa munizioni accettate dalle leggi internazionali». Lo stesso “Times” ha ricordato che le bombe a grappolo -shells si chiamano in inglese- al fosforo bianco non sono illegali se usate solo come proiettili traccianti per indicare la direzione e coprire l’avanzata delle truppe terrestri. Gli inglesi lo sanno bene perché le hanno utilizzate con questo escamotage in Iraq. I dubbi sulla liceità di questi bombardamenti al fosforo però restano tutti. Anche in considerazione del fatto che Tel Aviv ha dapprima negato ma alla fine
ammesso di aver usato armi illegali come le cluster bombs durante la guerra nel Sud del Libano, nell’estate di tre anni fa. Alcuni esperti militari britannici intervistati in forma anonima dal “Daily Mail” sostengono che sia assai dubbia la liceità dell’impiego di queste armi anche come «cortina fumogena» in una zona tra le più densamente popolate del pianeta qual è la Striscia di Gaza. E sostengono che ci troveremmo di fronte ad un pesante crimine di guerra. «Se fosse provato l’utilizzo di bombe al fosforo verso postazioni civili densamente popolate, Israele potrebbe essere chiamata a risponderne davanti al tribunale dell’Aja», ha detto al “Times” Charles Heyman, tenente colonnello dell’esercito britannico. Poi ci sono le foto che circolano in rete di bambini uccisi nei bombardamenti su Gaza. Foto raccapriccianti che vengono da siti arabi, probabilmente legati ad Hamas. Hanno i volti, la testa completamente nera, ustionati, ma i lineamenti ancora visibili e il resto del corpo quasi intatto. Cadaveri si-
Polemiche per il boicottaggio
Quello che vedete qui a fianco è il codice a barre con il numero iniziale 729, indicando con ciò che quel prodotto proviene da Israele. Nei giorni scorsi un sindacato aveva proposto di boicottare il governo israeliano non comprando i suoi prodotti. Proposta che ha scatenato molte polemiche, arrivando a parlare di antisemitismo. Possibile che ogni volta che si ha un’idea diversa rispetto alle politiche del governo israeliano bisogna subìre l’accusa di essere filo-nazisti? Ci sono persone che boicottano prodotti che utilizzano animali nella ricerca; c’è chi boicotta le aziende che sfruttano manodopera infantile. E ci può essere anche chi boicotta i prodotti israeliani perchè ritiene che i diritti dei palestinesi vengano regolarmente negati. (A.S.)
mili a quelli che si sono visti durante la guerra in Libano. Nei blog circola la denuncia di un operatore sanitario di un ospedale della Striscia di Gaza. Si chiama Jawad Najem. E dice di essersi trovato di fronte a centinaia di persone con ferite da bombe al fosforo. «Sono arrivati tutti domenica», il giorno dell’attacco terrestre dei soldati di Tshal. Ahmed Al Dabba, un ragazzo di 26 anni che vive nella parte orientale della Striscia, ha postato il suo racconto delle
prime ore dell’attacco, quando ancora funzionavano le reti telefoniche e telematiche ora tagliate. Racconta di essere salito sul tetto della sua casa non lontano dal valico di Karni e di aver visto centinaia di bombe a conchiglia al fosforo bianco lanciate nella notte. «Ne ho contate almeno duecento in un’ora, purtroppo non sono riuscito a vedere bene gli obiettivi che venivano colpiti». *Articolo tratto da L’Unità del 5 gennaio 2009
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di Marco Rapo Ingrid Betancourt, l'ex candidata alla presidenza di Colombia poi sequestrata dalle F.A.R.C (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) è una delle Candidate al premio Nobel per la Pace. Una candidatura alquanto bizzarra per non dire priva di senso, dovrebbero spiegare (questi gentil signori) ai colombiani e al mondo intero il perchè di questa candidatura, da dove è scaturita. Forse dal fatto che è stata sequestrata e tenuta prigioniera per molti anni? Beh, se è solo per questo dovrebbero candidare anche tutti i politici, sindacalisti, poliziotti, militari, funzionari del governo e i semplici civili che hanno avuto la stessa sfortuna della Betancourt ma con l’aggravante di non essere poi stati risarciti in alcun modo (alcune di queste persone sono ancora nelle mani della guerriglia, n.d.r.). Vogliamo parlare del presidente Colombiano Alvaro Uribe? forse questo uomo meriterebbe la candidatura. Un uomo che sta facendo del tutto per riportare la pace in Colombia, che ha liberato la Betancourt e gli altri prigionieri con un piano studiato e portato avanti senza il minimo errore, ma del “povero” Uribe non se ne parla, anzi la bene amata Ingrid ha pensato bene anche di metterlo in un angoletto rinfacciandogli varie cose, bel caratterino e bella riconoscenza, non c'è che dire. Poi
PAGINA APERTA Qualche perplessità sulla scelta per il Premio Nobel
il Segno - Gennaio 2009
Nobel per la pace alla Betancourt? Sì, però...
E’ sufficiente essere rapiti per ambìre al riconoscimento?
Ingrid Betancourt liberata lo scorso 3 luglio dopo sei anni di prigionìa
la stessa ha pensato bene di elogiare Chavez (il presidente Venezuelano) definendolo un uomo molto capace e da stimare (lo stesso uomo che voleva l’ora in venezuela mezz’ora indietro rispetto agli altri
Paesi per differenziarsi (una mente suprema). Se si elogia un dittatore non si ha nulla a che vedere con la pace. Dare a questa signora lo stesso riconoscimento di Madre Teresa di Calcutta mi sembra offensivo per la Santa che ha dedicato la vita ad aiutare i più deboli. Questa candidatura mi dà tutta l’aria di una becera campagna elettorale contro l'attuale presidente colombiano, forse messa in atto per una candidatura (alla presidenza) che farebbe comodo a molte persone. Ribadisco: il Premio Nobel per la Pace e Ingrid Betancourt non hanno niente in comune, sarebbe ora di finirla di promuovere e candidare persone solo per la loro notorietà. Questo è il mio pensiero, condivisibile o meno, questo è il pensiero anche di molti Colombiani e di tutte quelle persone che giorno dopo giorno in silenzio (e non davanti ad una telecamera) mettono un tassello in più per un mondo di pace.
Rendere illegale la vivisezione è una battaglia da vincere! Da Laika fino ai nostri giorni, una pratica crudele e inutile
di Annarita Rossi Correva l’anno 1957 e Laika fu messa su di una navicella spaziale sovietica, lo “Sputnik” e mandata in orbita tutta sola nello spazio, da quel viaggio quella cagnolina non fece mai più ritorno. Era stata mandata lassù per testare la sua resistenza prima di mandarci l’uomo, naturalmente. Quello fu soltanto uno tra i tanti test perpetrati sugli animali, dalla medicina alla cosmesi, dai prodotti per la cura del nostro corpo a quelli per la casa, sono tanti i prodotti che prima di arrivare in commercio vengono testati sugli animali. “Cavie da laboratorio” vengono chiamate, alle quali non viene risparmiato nulla, dai solventi messi nei loro occhi, alle sostanze tossiche messe sulla loro pelle, iniettate, ma anche fatte ingerire, agli elettrodi applicati sul loro cervello, il tutto senza alcuna anestesia, con sofferenze inimmaginabili per i malcapitati, al solo scopo di vedere quale reazione il loro corpo martoriato avrà e se e come reagirà
ad una cura datagli per contrastare il tumore o la paralisi procurategli. Questa è la barbara pratica che prende il nome di vivisezione, che ormai è appurato essere per il 90% dei casi, completamente inutile. Perché continuare allora ad infliggere tanta sofferenza? La risposta è una sola: motivi economici e speculativi. Per la povera Laika si parlò addirittura di un movente politico. Diverse associazioni animaliste come la LAV (Lega Antivivisezione Animali), si battono da tempo per far cessare questo orrore e sono riuscite a persuadere persino alcune multinazionali dall’interrompere la sperimentazione sugli animali. E’ terribile inoltre il traffico spesso anche illecito di animali, come quello dei cani di razza Beagle, rapiti a tale scopo, in quanto sembrerebbero di tempra forte e di carattere docile, quindi più resistenti di altre razze nel sopportare la crudeltà dell’uomo. Ma non vengono utilizzati soltanto esemplari di razza, sono tanti gli animali abbandonati che vengono accalappiati per fare questa triste fine, anche Laika era un cane senza padrone. Tutti questi animali innocenti, costretti a
vivere in gabbie, dai topolini ai cav a l l i Scimmiette (questa è sottoposte l’ultima a vivisezione categoria di animali entrata nella vivisezione), tanto per fare un esempio della vasta gamma di cavie, dalla più piccola alla più grande, trascorrono la loro sfortunata esistenza fino alla morte, nel completo terrore. E’ possibile provare a porre fine alla pratica della vivisezione, aiutando le Associazioni Animaliste, le quali si prodigano incessantemente per questa giusta causa, quali la già citata LAV ma anche la PETA, firmando le petizioni e dando loro qualche contributo, anche se piccolo, sotto forma di gadget magari perché no, quando si intende fare un regalino. Corre l’anno 2009 e la vivisezione ancora purtroppo esiste. Per questo nuovo anno, tra le tante inutili ed ingiuste sofferenze che dovrebbero cessare nel mondo, desidererei tanto che cessasse anche questa.
il Segno - Gennaio 2009
NUMERI UTILI
Centralino Municipio: 06-942861 Parco Regionale: 06-9479931 Comando Carabinieri: 06-94749007 Corpo Forestale: 06-94288032 Biblioteca Comunale: 06-9499281
ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità
NUMERI UTILI
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Farmacia Comunale: 06-9499986 Ufficio Postale: 06-9496926 Museo Geofisico: 06-9496230 Osservatorio Vivaro: 06-94436469 Clinica San Raffaele: 06-9428601
Centro Storico sporco, Campi poco curati... e le Vigne non stanno bene!
I cassonetti per i rifiuti restano aperti e le infiltrazioni d’acqua creano liquami pericolosi
di Gaetano Casilli Ci avevano detto che il servizio di igiene urbana a Rocca di Papa non funzionava per colpa del Consorzio Gaia. A distanza di sei mesi dall’ingresso della Manutencoop, siamo (come si dice) da capo a dodici. Il Centro Storico è più sporco che mai; buste e rifiuti dappertutto, in ogni ora. L’indecenza si raggiunge nei week-end. Il sabato, ma soprattutto la domenica, assistiamo a un mare di immondizia che ovviamente nessuno raccoglierà fino a lunedì. Per non parlare delle strade che appaiono sporche perchè nessuno, o solo qualcuno, le spazza. La fontana di piazza Garibaldi, nel cuore del centro storico, nella coppa di pietra sperone raccoglie diversi rifiuti. Sono lì da almeno sei mesi. Ma nessuno se ne occupa. E hai voglia a parlare di rilancio del Centro Storico, di mercatini, feste, ecc. ecc. Ai Campi d’Annibale non và certo meglio, soprattutto nelle zone periferiche, quelle a ri-
dosso delle aree boscate, già penalizzate per le condizioni del manto stradale, malgrado le continue segnalazioni del Comitato di Quartiere Campi. La cosa che più preoccupa, però, sono i contenitori per i rifiuti, quelli di color verde collocati in ogni via. Abbiamo notato che rimangono costantemente aperti, 24 ore su 24, e non certo per colpa dei cittadini ma semplicemente perchè una volta aperti non si riesce più a richiuderli. L’acqua piovana nei cassonetti, “lavando” i rifiuti, produce dei liquami. Scoli altamente inquinanti che, tecnicamente (la crisi della Campania qualcosa ci ha insegnato!), vengono definiti “percolato”. Dove vanno a finire questi liquami? A terra? Restano dentro ai cassonetti? Un allarme che giriamo agli uffici competenti per le verifiche del caso, onde tranquillizzare i cittadini roccheggiani già costretti a subìre le invisibili onde elettromagnetiche delle antenne.
Anche nell’altro quartiere roccheggiano, Le Vi g n e - S a c r a mento, si assiste a situazioni non proprio felici dal punto di vista ambientale, con tanti cittadini arrabbiati per la frequenza della raccolta e per gli Cassonetti costantemente aperti in cui accumuli di ogni l’acqua piovana produce liquami tipo, dai rifiuti ingombranti ai residui delle po- nei modi di gestione interna, tature, che si vedono a fianco di negli incarichi affidati a questo molti contenitori. Certo, spesso o quello... insomma, verificare è proprio l’inciviltà di alcuni dove si inceppa il meccanismo cittadini a provocare degrado e del servizio. Tanti operatori sporcizia, ma anche l’assenza di fanno bene il proprio lavoro, controlli efficaci determina il con impegno e dedizione, ma protrarsi di tali condizioni. E’ il potrebbe darsi che qualcuno, caso, per esempio, delle nume- sentendosi magari protetto dalla rose discariche a cielo aperto politica, non lo faccia allo che “decorano” molte strade del stesso modo. Così, sulla carta, nostro paese. si lavora in trenta ma, nei fatti, Quindi, appurato che pur cam- si è in venti. biando società il servizio resta A proposito: ma entro dicembre piuttosto scadente, non rimane non si sarebbe dovuta fare la che guardarsi dentro. Dentro nuova gara d’appalto per l’affil’organizzazione messa in piedi, damento del servizio?
Le distrazioni del Palazzo
C’è invece chi fa finta che questo periodico non esiste; sono gli uomini e le donne del PaSEGUE DALLA PRIMA PAGINA lazzo che però sembra siano tra i primi a leggerlo, forse per sapere se è uscita un’altra notizia che può agitare il mare della tranquillità (personale) nel quale hanno scelto di navigare lasciando, molto spesso, il paese e i suoi cittadini in un oceano in tempesta. Con il nuovo anno vogliamo ricordare ai nostri “Primi Cittadini” che gli interrogativi posti su antenne, urbanistica, lavori pubblici, ambiente e gli altri dei quali scriviamo, non interessano soltanto noi. Quando si chiede se le antenne sopra il Santuario sono regolari; se la strada per Il Municipio collegare via Cavour e via delle Barozze di Corso si farà al più presto come promesso; se le Costituente licenze per complessi di molti metri cubi sono rilasciate rispettando tutte le leggi e scono la salute dell’ambiente; se le opere norme; se le attività boschive garanti- pubbliche corrispondono effettivamente
a motivi di urgenza e opportunità; se quella villa posta nel verde di Monte Cavo può continuare a crescere di cubatura allargando una ferita ambientale che costituisce un vero e proprio scandalo; quando con i nostri articoli poniamo questi interrogativi, parliamo di questioni che interessano tutti e i rappresentanti del popolo dovrebbero dare ad esso le risposte relative. Cogliamo l’occasione per chiedere, a nome di tanti altri, di rispondere, argomentare e, se possibile, tranquillizzare sui tanti interrogativi, che siamo certi vengono rivolti dai cittadini verbalmente anche a Voi, utilizzando il periodico Comune Informa che non può presentare tutto come se fossero soltanto rose e fiori, mentre sappiamo bene che si parla di rose e fiorI recisi, messi, per ora, in un bel vaso ma che presto appassiranno. Sergio Rasetti
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Dopo i furti di legname è la volta delle capre
di Gaetano Casilli Per loro l’accusa è veramente grave: rovinano campi, siepi e orti; distruggono interi boschi; facilitano frane e la corrosione dei pendii. Sul banco degli imputati questa volta, dopo gli autori dei furti di legname, sono finite le capre lasciate al pascolo nei boschi di castagno di Rocca di Papa. Un problema antico su cui, però, nessuno sembra riuscire a porre un freno. La voracità di questi splendidi animali è il vero problema. Mangiano di tutto, erba, soprattutto germogli, “ricacci” di alberi, ecc. Insomma, dove passano loro, per molto tempo non cresce più nulla. E a Rocca di Papa, che dai boschi di castagno trae un importante voce economica per le casse comunali, la questione è ritenuta prioritaria visto che i danni ammonterebbero a decine di migliaia di euro. Di solito, nei boschi cedui, il pascolo di bestiame ovino e caprino è vietato per un periodo di almeno quattro anni dopo il taglio, al fine di consentire al bosco stesso di rigenerarsi e riprendere possesso della superficie. Nei boschi distrutti o danneggiati da incendi o da altre cause, il divieto di pascolo può restare in vigore fino a quando l’ente delegato alla supervisione e al controllo non abbia adottato uno specifico provvedimento di rimozione del divieto stesso. Comunque è sempre molto difficile trovare i responsabili. Bisognerebbe procedere al sequestro del gregge ma il problema è dove custodirlo e dove trovare i soldi per accudire gli animali catturati. Questioni pratiche che rendono difficile la risoluzione della questione.
ROCCA DI PAPA
il Segno - Gennaio 2009
Squarciarelli, riusciranno i nostri eroi a sciogliere il Nodo? Interrogativi sui lavori in corso d’opera in Via delle Calcare
Un progetto che dovrebbe risolvere i numerosi problemi di viabilità
un punto dove difficilmente si potranno fare i marciapiedi, dove la visibilità è impedita da costruzioni, dove la velocità per Il tratto in cui Via i veicoli circodelle Calcare si lanti a doppio restringe per la presenza senso, se si di una stretta curva vuole garantire la sicurezza, non potrà essere supedi Sergio Rasetti Non finiranno mai di stupirci: riore a 30 Km ora! politici, tecnici, uffici pubblici, Meraviglia che si accresce leggi e regolamenti; sembrano quando, subito dopo, prosetutti intenti a tramare contro il guendo in direzione di Marino buon senso, la normalità, il si incontrano numerose attività saper fare con meno spesa e un edilizie che si sviluppano proprio a ridosso della strada, cosa buon risultato. L’occasione per ragionare su che con il buon senso si poteva un’opera pubblica illustrata tranquillamente evitare. come la soluzione delle solu- Più avanti la carreggiata si alzioni si è presentata quando larga in quello che potrà essere andando in Via Delle Calcare un bel viale, bello a vedersi e a cercare una persona abbiamo sicuro per la circolazione. visto i lavori in corso per la Bello e sicuro almeno fino alrealizzazione di una bella l’incrocio con Via dei Castelli strada che, unitamente ad altre Romani, dove si raggiunge la importanti opere, costituisce viabilità esistente che riporta quell’asse viario che deve ri- inesorabilmente verso la rosolvere il problema del “Nodo tonda di Squarciarelli o verso di Squarciarelli”, incrocio co- Marino centro, facendo lievinosciuto molto bene da castel- tare di nuovo i tempi di transito come se nulla fosse stato lani e viandanti abituali. Quale meraviglia nel vedere fatto. che una strada così importante Anni di studio per decidere inizia con una doppia curva a un’opera che non convince e forma di esse, la carreggiata che probabilmente vedrà il suo che si restringe notevolmente, completamento alle calende
greche, come direbbe qualcuno più colto di noi. Intanto a noi, che ci occupiamo soprattutto del nostro territorio comunale, interessa sapere in particolare se il tratto di Via delle Barozze, da Via dei Laghi a Via delle Calcare sarà subito preso in considerazione per gli indispensabili lavori di adeguamento della sede stradale corredandola di illuminazione, marciapiedi, aree per la sosta di emergenza e per i relativi servizi pubblici, perché certamente il traffico in questo tratto subirà una decisa impennata. Ci auguriamo che sia stato già tutto programmato e che i lavori saranno eseguiti al più presto. Intanto ci piacerebbe sapere perché con piccoli adeguamenti non si rende effettivamente transitabile quella viabilità secondaria che servirebbe soprattutto ai nostri concittadini; strade come Via delle Mimose, Via dei Ciclamini, Via dei Castelli Romani, Via Vecchia di Velletri, Via Valle San Lorenzo, Via Vicinale della Macchia, Via dei Colli; lavori da concertare subito con i comuni di Grottaferrata e Marino che devono fare la loro parte, con la Provincia e la Regione, gli enti che dovrebbero essere impegnati a cercare di sottrarre i cittadini alla morsa del traffico e dell’inquinamento.
Festa d’auguri a Colle delle Fate Splendida festa di Buon Natale a Colle delle Fate, mercoledì 17 dicembre 2008. Le famiglie hanno assistito, in un giardino insperatamente disponibile per la clemenza del tempo, dopo settimane di pioggia ininterrotta, ad una piccola carrellata di canti natalizi, alcuni in inglese e alla recitazione di tante poesie, interpretate con entusiasmo dai loro bambini. I piccoli interpreti sfoggiavano completi che andavano dal rosso natalizio al bianco invernale, confermando anche visivamente il loro forte spirito di coesione e di amicizia che li lega al di là dell’età, della classe di appartenenza, della nazionalità... proprio all’insegna dell’integrazione, della tolleranza, della conoscenza delle culture proprie e altrui, della collaborazione, nell’ambito del progetto ”Ratatouille”, gestito dalla bravissima Veronica Fiore, coadiuvata da tutte le di-
sponibilissime insegnanti del plesso, i bambini hanno potuto offrire alle famiglie, un assaggio di tutte le specialità da loro preparate. Ce n’era per tutti i gusti, dal dolce al salato: tipici piatti roccheggiani come la frittata di patate con i cavoletti e con le cipolle, rustici, pizzette, dolci crostate con marmellate “fatate”, tradizionali biscotti di Natale con il miele e favolosi pangialli. Un ringraziamento speciale va alla signora Marika che ha collaborato personalmente alla preparazione e alla cottura dei dolci, mettendo a disposizione il forno del suo panificio. Una festa ben riuscita, dunque, che si spera di ripetere il prossimo anno in un edificio nuovo, più ampio e spazioso che permetterà soltanto di agire in modo più comodo, ma che nulla aggiungerà all’esplosivo entusiasmo che ha caratterizzato questa manifestazione. (Rita Gatta)
7 ROCCA DI PAPA I rappresentanti politici devono spendere sempre di più per riuscire ad essere eletti
il Segno - Gennaio 2009
Se i costi della politica trasformano i partiti in organizzazioni culinarie
poca attenzione al valore politico dell’in- cettazioni telefoniche. Chiunque di noi se contro, utilizzandolo magari soltanto per ri- fosse magistrato cosa penserebbe della potrovarsi come ad un raduno di compagni di litica? Sicuramente non tutto il bene possibile! scuola. Finito il tempo dei partiti frequentati da La nostra preoccupazione è che la politica, compagni ed amici supportati da una fede costando troppo, “costringe” alla ricerca di politica, resta soltanto il tempo dei partiti finanziamenti che possono risultare illegitfrequentati per motivi culinari? Ci augu- timi in tanti casi, compromettendo così la riamo di no. Così come ci auguriamo un credibilità degli uomini e lo stesso funziotempestivo risveglio dell’attenzione dovuta namento delle istituzioni. a fondamentali aspetti della politica, il più Chissà se esageriamo pensando che con la importante dei quali, per tutti dovrebbe es- discesa in campo del Cav. Berlusconi e i sere: “Come si deve finanziare la poli- suoi enormi mezzi finanziari i costi della politica sono aumentati vertiginosamente tica?”. Le cronache giudiziarie la dicono lunga spingendo ogni candidato a spendere semsull’argomento. Troppi pubblici ammini- pre di più per superare positivamente la stratori coinvolti in inchieste della magi- prova? stratura. Toghe rosse o toghe nere? La Noi elettori dovremmo essere notevolvoglia di mettere il bavaglio ai magistrati mente allarmati da questa corsa alla spesa, che si imbattono in casi dove i politici sono anche da parte di chi notoriamente non ditra gli attori è grande a destra ma anche a spone dei mezzi propri per poterla sostesinistra comincia a farsi avanti qualche vo- nere e disertare questi incontri inutili. lontario. La verità è che tra politica e magi- Servirebbe ad evitare a molti dei nostri rapstratura esiste realmente un conflitto: presentanti un’affannosa e difficile ricerca quello determinato dalla politica che sforna di fondi, lasciandoli liberi di occuparsi più centinaia di leggi spesso in conflitto l’una serenamente del bene pubblico. Docon l’altra ( hanno dovuto fare un ministro vremmo richiedere e partecipare invece nuper occuparsi della delegificazione) mentre merosi alle attività di base dei partiti dove rende impossibile il funzionamento della si può ascoltare, discutere e decidere inmacchina giudiziaria facendo mancare i sieme sulle questioni del momento, propofondi necessari (magistrati che devono por- ste, progetti politici e amministrativi. tarsi il lavoro a casa L’unica via d’uscita è il ritorno ad una base per poter lavorare, politica militante capace di trovare anche cause rinviate per le risorse economiche per sostenere i suoi mancanza di cancel- candidati che non devono essere decisi dallieri etc. etc. come l’alto o con i vecchi sistemi dei piccoli o ben sanno quelli che grandi gruppi di potere come è accaduto hanno avuto la sven- fino ad oggi. tura di frequentare i Naturalmente le occasioni conviviali non palazzi di giustizia ); devono essere abbandonate, anzi bisogna però il governo, per fare l’impossibile per aumentarle perché gli prima cosa si occupa incontri da compagni di scuola dove tutti, della separazione dal primo all’ultimo della classe, professori questa associazione. Molto delle carriere e della per primi, pagano la propria quota, non soddisfatto per il risultato si è necessità di limitare hanno fatto male mai a nessuno. detto Mario Silvi, Direttore fortemente le interil-sognatore.blogspot.com Sanitario dell’Avis, che ringrazia i donatori volontari, i soci e i dirigenti dell’associazione per l’impegno profuso fino ad oggi. A sua volta il Presidente Enzo D’Alessandri rivolge un invito ai giovani affinchè prendano la decisione di diventare donatori Avis. chiuso il lunedì Per prendere contatti con l’Avis Rocca di Papa è possibile recarsi presso la sede di Via Campi d’Annibale, telefonare al n. 06-94286108, o scrivere una mail al seguente Piazza Papa Eugenio III, Rocca di Papa indirizzo di posta elettronica: Tel. 06-9496192 - Cell. 347-8368781 avis.roccadipapa@virgilio.it.
Non c’è alcun dubbio. Ad ogni eletto dal popolo fare politica costa decisamente troppo. Alla fine del mese tra spostamenti per raggiungere le sedi istituzionali, quelli per gli impegni di partito, quelli per coltivare i rapporti con la base elettorale, pranzi e cene di lavoro che paga sempre l’eletto perché gode di un ottimo compenso mensile, consumazioni al bar dove per necessità di relazione entrano almeno dieci volte al giorno, contributi per il sostegno delle attività di base del partito, opere di beneficienza alle quali sono sempre sollecitati, sostegno personale per qualche caso veramente disperato; i nostri rappresentanti politici rischiano di finire il mese in profondo rosso bancario, proprio come tanti lavoratori, giovani, pensionati in questi anni difficili. Per questo ci disturba il fatto che ormai è uso organizzare cene politiche di massa, non soltanto elettorali, dove i convenuti non sempre pagano la loro quota perché, almeno per una parte di essi, provvede qualcun’altro: il politico in carriera, un sostenitore facoltoso o un ristoratore simpatizzante. Queste riunioni conviviali sembrano essere restate i soli momenti “politici” ai quali la classe politica si dedica volentieri, dove tanti sostenitori più o meno sinceri prestano
Il 2008 si chiude con un’altro traguardo
Donazione n. 509 e arriva l’autosufficienza L’Avis raggiunge i parametri dell’OMS
di Paola Gatta Il 2008 non poteva concludersi meglio per l’Avis Rocca di Papa. Infatti, proprio nel 25° anniversario dalla sua fondazione, si è arrivati alla donazione annuale n. 509 che, in termini pratici, significa che Rocca di Papa ha raggiunto la cosiddetta autosufficienza di sangue, in base ai parametri stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che tengono conto del rapporto tra popolazione residente e numero di sacche sufficienti per le proprie necessità. Un traguardo importante che si aggiunge a quelli ottenuti dal 1983, anno di nascita di
Trattoria Pizzeria
il COVO
cu c i n a t i pi c a r o m a n a
il Segno - Gennaio 2009
di Andrea Sebastianelli Nel marzo del 2002, cioè otto anni fa, uscì il primo numero de il Segno, con un titolo che non ammetteva equivoci: “Rischio di crollo per l’ex Convento di Monte Cavo”, con tanto di foto e cronistoria dello storico edificio. Da quell’articolo, pubblicato poco dopo anche sulla rivista “Castelli Romani”, siamo arrivati ai giorni nostri, quando a fine dicembre una parte importante del Convento è crollata definitivamente al suolo portandosi dietro seicento anni di storia. Una storia che le istituzioni, dal Comune al Parco, dalla Comunità Montana alla Sovrintendenza, dalla Provincia fino alla Regione, non hanno ritenuto opportuno tutelare malgrado il Convento nel 1877 sia stato dichiarato monumento nazionale dallo Stato italiano. Solo due anni fa un decreto del Tribunale di Velletri condannava i proprietari dell’area su cui ricade l’mmobile (cioè la I.D.A Spa proprietaria della vetta di Monte Cavo) per non aver garantito la messa in sicurezza della struttura. Decreto evidentemente rimasto carta straccia malgrado la realizzazione di un ponteggio tutto intorno al Convento che ci aveva fatto gridare al miracolo, convinti che servisse ad eseguire opere di consolidamento e (forse) di ristrutturazione. Invece, il ponteggio è rimasto in piedi mentre i muri portanti sono crollati. Con le giuste proporzioni, ricorda la tragica vicenda del Vajont, quando l’acqua invase la vallata sottostante provocando migliaia di morti mentre la diga rimase intatta. Nel corso di questi anni le nostre denunce sulle condizioni dell’ex Convento si sono succedute a ritmi intensi (l’ultima sul numero scorso). Qualche politico ancora in voga ci rideva addirittura dietro, dicendoci con ironia: “e basta co’ stà storia.
A P P R O F O N D I M E N T O
Seicento anni di storia sotto le macerie Poco prima della fine dell’anno, una parte dell’ex Convento di Monte Cavo è crollata. Il Segno ha denunciato l’accaduto a Carabinieri e Procura
Un forte boato nella notte e una parte consistente dell’ex Convento, dichiarato monumento nazionale, è venuta giù! Solo due anni fa la condanna del Tribunale di Velletri Parlate di altre cose!”. Noi invece ne abbiamo continuato a parlare non per un puntiglio preso ma semplicemente perchè avevamo letto la relazione (per quel che ne sappiamo, la sola redatta sullo stato di salute dell’edificio) dell’architetto Alessandro Abbati risalente al 1981 che, in seguito a un fonogramma dei Vigili del Fuoco di Roma e alla conseguente ordinanza dell’allora Sindaco Enrico Fondi, venne chiamato a redigere “un’accurata verifica statica del complesso immobiliare sito in località Monte Cavo”. Noi l’avevamo letta e ci siamo preoccupati, evidentemente qualche politico se ne è semplicemente fregato! La dettagliata relazione dell’architetto Abbati concludeva met-
tendo in risalto “l’improrogabile necessità di eseguire i lavori di consolidamento descritti con la massima sollecitudine ed a perfetta regola d’arte da personale specializzato con l’impiego di materiali di prima qualità”. La struttura venne semplicemente puntellata in ogni stanza e corridoio. Nei giorni scorsi, venuti a conoscenza dell’avvenuto crollo, dopo esserci ripresi dallo sconforto, abbiamo fatto quello che avrebbe dovuto fare il Sindaco di Rocca di Papa, presentare un esposto al Comando Stazione Carabinieri della zona di Roma in cui ricade la proprietà della vetta. Inoltre abbiamo inviato il tutto, completo di foto, relazioni, articoli e documenti, alla Procura della Repubblica di
Velletri, affinchè venga fatta chiarezza sulle responsabilità. Tra i documenti allegati all’esposto vi è anche una lettera del dicembre del 1981 con cui il sovrintendente comunicava al Comune di Rocca di Papa, che “i fabbricati esistenti nella cima del Monte Cavo ed i terreni adiacenti”erano sottoposti ai “decreti di tutela ai sensi della Legge n. 346 del 1909” e che “tali notifiche continuano ad avere rigore agli effetti della Legge n. 1089 del 1939”. In questa vicenda è presumibile pensare che qualcuno non abbia fatto appieno il proprio dovere fino in fondo. Altrimenti un monumento nazionale non crollerebbe come fosse un volgare edificio dell’ultima periferia italiana.
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L’ordinanza del Tribunale nel 2006
“La proprietà doveva garantire la messa in sicurezza dell’edificio” IL MURO MAESTRO E’ CROLLATO PORTANDOSI DIETRO UNA PARTE DEI SOLAI DEI TRE PIANI PROPRIO DOVE C’ERA LA SCALINATA PER SALIRE.
IL PONTEGGIO REALIZZATO DUE ANNI FA DOPO L’ORDINANZA DEL TRIBUNALE, RIMASTO IN PIEDI MENTRE IL MURO PORTANTE E’ CROLLATO. IL CROLLO HA INTERESSATO ANCHE LA SCALINATA CHE CONDUCEVA AI PIANI SUPERIORI
“Rilevato che la documentazione acquisita agli atti del fascicolo trasmesso dal Pubblico Ministero comprova [...] la obiettiva sussistenza del fatto [...]; che la pena richiesta dal P.M. è congrua; condanna l’imputato (l’allora Amministratore Delegato della I.D.A. Spa, n.d.d.) alla pena di € 2.280 e a 180 giorni d’arresto [...] perchè in qualità di amministratore della I.D.A. proprietaria dell’ex convento dei Padri Passionisti sito sulla vetta del Monte Cavo, su cui è apposto vincolo storico monumentale, e dunque di rilevante pregio, noto all’imputato, manteneva il fabbricato in stato di totale abbandono così cagionando un pregiudizio al patrimonio storico ed artistico nazionale”. Questo stabiliva il Decreto Penale del Giudice del Tribunale di Velletri il 2 gennaio del 2006. Dopo due anni esatti una parte dell’ex Convento è precipitata al suolo per la mancanza di interventi che avrebbero potuto consentirne la messa in sicurezza. Una domanda vorremmo porre alla società proprietaria: perchè in questi anni non ha utilizzato una parte degli incassi derivati dagli affitti per le postazioni radio-televisive (dal 1991 circa 17 milioni di euro!), per eseguire i lavori che avrebbero evitato questo disastro? Questa insensibilità dimostrata, quest’indifferenza mista a strapotere che vi hanno portato a disinteressarvi di un bene pubblico, fa emergere un’altro interrogativo: chi vi ha consentito tutto questo? Chi non ha vigilato? Chi avrebbe dovuto farlo? Per una volta almeno vorremmo sapere nomi e cognomi. Andrea Sebastianelli
IL TETTO CROLLATO E IL MURO MAESTRO VENUTO GIU’
DALL’ INTERNO DEL CONVENTO SI VEDE L’ESTERNO. IL MURO MAESTRO NON C’E’ PIU’ ORA POTREBBE VENIRE GIU’ L’INTERO EDIFICIO
il Segno - Gennaio 2009
LE MACERIE SONO CROLLATE DIRETTAMENTE SUL PONTEGGIO CHE AVREBBE DOVUTO PROTEGGERE L’EDIFICIO.
A P P R O F O N D I M E N T O
ROCCA DI PAPA
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il Segno - Gennaio 2009
I cacciatori vogliono sparare nel Parco e il Sindaco li asseconda
Nell’ultimo Consiglio Comunale va in scena l’attacco al Parco Regionale dei Castelli
Sparare nel parco. Potrebbe essere un bel titolo da telenovela ma è solo la richiesta che alcuni cittadini, con la licenza di caccia, hanno fatto al nostro Sindaco il 30 dicembre scorso nel Consiglio Comunale di fine anno. La stragrande maggioranza dei roccheggiani, estranea ai dibattiti consiliari, potrebbe pensare “che c’è di strano, da sempre la fine e l’inizio dell’anno viene salutata con i botti, che vuoi che sia qualche sparo in più purché autorizzato e controllato ?!?”. Ma non è così, non si è parlato di spettacoli pirotecnici. Questi cittadini hanno chiesto di sparare, da oggi e nei prossimi anni, alla residua fauna che vive nei nostri territori. Quella stessa fauna che, sopravvissuta alla forte antropizzazione del territorio, tenta di ricostruirsi il proprio habitat in quest’ultima, esigua riserva, circoscritta nel cuore del Parco Regionale del Castelli. Portavoce dell’istanza è stato il Consigliere Luigi De Santis che, supportato da circa 25 fans in abbigliamento mimetico, ha spiegato le ragioni, la
natura ambientalista e il significato esistenziale del popolo con licenza di caccia. Nella sua esposizione ha inveito contro i promotori del Parco, i vari presidenti che si sono succeduti alla guida dell’ente da lui chiamato “carrozzone”, sottolineando con forti aggettivi l’operato del Vicepresidente Giancarlo Trombetta. Per farla breve, tutti i mali che affliggono Rocca di Papa, secondo il De Santis, sono riconducibili all’istituzione del Parco e alla recente rettifica dei confini che ha recepito una delibera del Commissario Regionale ad Acta del 1998. A questo punto c’è da domandarsi: “e il Sindaco?”. Il Sindaco è….. il Sindaco di tutti: dei belli e dei brutti, dei regolari e degli abusivi, di chi ha la licenza da caccia e chi no (più del 95%). Da buon predicatore, attento agli umori dell’elettorato mimetico, ha lasciato intendere che si farà carico di tale richiesta; anzi, ha già avviato una concertazione con il Presidente del Parco, Luigi Peduto, ed altre istituzioni per revisio-
nare il perimetro dello stesso, quasi ci fosse la possibilità di individuare “riserve protette di Tiro Libero”. Solo una voce, quella del Consigliere Aldo Morana, di Sinistra Democratica, ha riportato l’attenzione sull’importanza dell’Ente Parco, a prescindere dagli uomini che lo rappresentano, sottolineando la funzione, ancora poco efficace, di arginare il depauperamento delle risorse ambientali. L’intervento ha scatenato l’intolleranza del pubblico “in tuta mimetica” che ha apostrofato le parole del Consigliere con espressioni scoppiettanti, chiudendo il chiacchiericcio con “chi ca**u ….ha portatu chistu… ecco!??..”. Chi scrive è certamente di parte. Parteggia per l’ambiente e l’uso sostenibile delle risorse. Non intende pontificare ma elencare alcuni punti di riflessione: Rocca di Papa è stato uno dei Comuni che in occasione del referendum contro la caccia ha superato il quorum esprimendosi, a grande maggioranza, contro l’esercizio venatorio. Salvo modifica della
Strisce blu addio? Un fallimento annunciato La Asp si ritira, mentre i parcheggi restano vuoti
di Gaetano Casilli L’immagine che più impressiona è il parcheggio interrato di piazza Claudio Villa, di fronte alla sede del Parco Regionale dei Castelli Romani. Spesso chiuso, rigorosamente vuoto, scale ricolme di rifiuti di ogni genere, infiltrazioni d’acqua, griglie prive di un sistema di raccolta delle acque piovane. In una parola: degrado. A dargli il colpo di grazia la brillante idea (si fa per dire) di predisporre degli abbonamenti mensili a 25 euro! Eppure l’inaugurazione era stata effettuata dal Sindaco in pompa magna con tanto di concertino e autorità schierate. Un’inaugurazione fantasma visto che il sotterraneo è rimasto pressochè inutilizzato per molti mesi. Il pieno si è avuto soltanto in occa-
sione della Sagra delle Castagne. Ora, però, anche i restanti parcheggi blu a pagamento distribuiti nel centro storico sembra siano avviati a conclusione. La Asp Ciampino, intervenuta a gestirli dopo il dietrofront della Schiaffini Travel, avrebbe rinunciato all’appalto dopo aver fatto un semplice bilancio fra entrate ed uscite. Sarebbe fin troppo facile per noi dire: l’avevamo detto (e scritto!). Rocca di Papa non è più un paese turistico da circa vent’anni... mentre è proprio il turismo che alimenta le strisce blu in ogni paese dove queste esistono (lo sanno bene cittadine come Frascati, Albano, Ariccia, ecc.). Far pagare i residenti era un’ulteriore tassa che non poteva garantire la continuità del servizio. Sarebbe bastato mettere in atto
legislazione vigente, nei territori dei parchi è proibito sparare alla fauna e quindi dobbiamo diffidare di illusorie promesse elettorali. Per una corretta tutela del territorio è prioritario fermare il lento e indiscriminato consumo delle risorse ambientali e la cementificazione, abusiva e non. Ciò nonostante, volendo rispettare le minoranze e soddisfare le loro esigenze esistenziali, ricordiamo ai possessori della licenza di caccia che nella nostra Regione ci sono ampie zone dove possono liberamente sparare, senza invadere le aree residenziali e/o le zone protette. Con un pizzico di fantasia, rifacendosi a zonizzazioni “ad personam” adottate nella recente variante al PRG, il Sindaco, attingendo alla sua “urbanistica creativa” invece di far sparare nel Parco potrebbe istituire “un parco per sparare”, (meglio se coperto, rispettando il detto “quandu piove e tira lu vientu no ‘ì a caccia che perdi tiempu”)… per esempio… in località… Vivaro. Il Paesano (P.F.)
Alcuni parcheggi “blu” lungo il Corso di Rocca di Papa
una forte azione di controllo del disco orario se veramente si fosse voluto garantire il ricambio delle automobili parcheggiate. Invece si è scelta la strada peggiore. Come al solito l’amministrazione tace. Nessuno informa i cittadini di quello che stà avvenendo. Mentre andiamo in stampa non è apparso nè un manifesto, nè un volantino, niente di niente. Solo voci e molti “ho sentito dire che...”. Un po’ poco ci pare.
il Segno - Gennaio 2009
ROCCA DI PAPA
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Una risposta necessaria
Scrivo questa mia lettera aperta con sdegno e rammarico, riguardo un vostro articolo apparso sul mensile il Segno di Novembre 2008, “Nel parco è vietato cacciare, ma ai Campi c’è la guerra”. Noi cacciatori, vi ricordo, conosciamo benissimo le leggi riguardanti i parchi, i trasgressori sono puniti con sanzioni penali, confisca dell’arma e ritiro del porto d’armi (art. 30 lettera D Decreto Legge 157/92). Pertanto la zona da voi menzionata, Campi d’Annibale, non ha nulla a che vedere con la perimetrazione del Parco Suburbano dei Castelli Romani, istituto con L. R. art. 2/1984; pertanto vi è consentita l’attività venatoria. Per quanto se ne dica, l’ormai trapassata variante Ravaldini (Aprile 1998) è decaduta (L.R. art. 26 2/27) e non è stata ormai presa in considerazione, discussa o approvata dal Consiglio Regionale del Lazio. Ma quello che più mi ha rammaricato, è il vostro accanimento sistematico e fazioso, ma inopportuno, nei confronti dei cittadini cacciatori classificandoci “individui”, uguale: persone sbagliate; scambiando armi da guerra, con fucili da caccia, carabine e pallottole, con doppiette e cartucce a pallini. Per rendere l’idea, una pallottola sparata da una carabina ha una gittata di 1.500 metri. Una cartuccia a pallini sparata da una doppietta è praticamente innocua da oltre 30/40 mt. Sbagliate rimproverandoci il non rispetto dei defunti nel giorno della commemora-
Prima di rispondere al Consigliere De Santis sui temi da lui posti, desidero scusarmi con i nostri lettori per lo spazio che siamo costretti a dedicare a un argomento come quello della caccia. Ampliare la aree venatorie è un tema su cui discutere ma Rocca di Papa ha oggi ben altri problemi a cui dedicarsi. Nel corso di questi mesi abbiamo parlato delle antenne e delle morti silenziose di nostri concittadini che potrebbero essere attribuite alle radiazioni; abbiamo parlato dello scempio ambientale perpetrato lungo la Via Sacra (presentando due esposti alla Procura della Repubblica); abbiamo affrontato la delicata questione del rapporto tra politica e speculazioni edilizie raccontando la vicenda di un omicidio eccellente; abbiamo cercato di capire nel dettaglio dove ci porterà il nuovo piano regolatore (partecipando anche a un’assemblea cittadina); abbiamo parlato del problema dell’acqua, denunciando sprechi; ci siamo occupati della questione dei rifiuti. Potrei andare avanti ancora per molto sui tanti argomenti affrontati. A parte qualche rara eccezione, nessun Consigliere e/o amministratore comunale ha sentito mai il bisogno di intervenire e dire la sua. Per mesi siamo stati i soli (insieme a qualche associazione e comitato) a porre questioni che riguardano l’intera collettività. Per questo trovo francamente paradossale che dei nostri concittadini e politici eletti avvertano il dovere di mobiltarsi solo quando si parla di caccia. Ma a questi signori il futuro dei propri figli in-
“Il vostro accanimento Silenzio violato solo contro i cacciatori” per la caccia. Perchè? zione, il 2 Novembre; 4 schioppettate sparate da 2 ragazzi a 2 cartoni, per vedere quale fucile portava la rosata dei pallini più compatta, con me testimone. Ripeto: 4 schioppettate le avete paragonate alla guerra in Vietnam. Sbagliate perchè siete voi senza rispetto, senza cuore, senza un minimo di sensibilità, ma forse siete troppo giovani, o non ricordate quelle mostruosità belliche che fecero per anni migliaia e migliaia di morti, tra donne, vecchi, bambini e soldati, sia vietcong che marines. Sbagliate perchè leggo dell’abusivismo edilizio. “Beh!” tutti sappiamo che quasi tutte le abitazioni nella località Monti, dove i cacciatori hanno testato i vostri sonni, sono state edificate senza alcun permesso, o concessione edilizia? Abusivamente? Togliendoci altro territorio adibito all’attività venatoria. Potrei continuare a menzionare i vostri sbagli per ore, ma voglio fermarmi qui per adesso. Per quanto riguarda i tagli abusivi, discariche a cielo aperto, la non vigilanza del Parco, ci trovano pienamente d’accordo perchè ben sapete che i primi ambientalisti veri siamo proprio noi cacciatori. Aspettando il vostro prossimo mensile, mi auguro con le dovute scuse nei riguardi dei signori cittadini cacciatori, cordiali saluti. Il Presidente dei Cacciatori di Rocca di Papa e Consigliere Provinciale Luigi De Santis di Marina Ticconi
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teressa o no? Interessa o no che si faccia luce sulle onde elettromagnetiche che riguardano anche loro? Interessa o no che l’ambiente in cui si vive sia pulito, sano e salvaguardato? Interessa o no che prevalga il bene comune all’interesse di pochi? Interessa o no che Rocca di Papa torni ad essere una località turistica mettendo in campo serie politiche del settore? Io credo che dovrebbero interessarsi tutti, politici e semplici cittadini, di questi temi, perchè è su questi temi che le future generazioni ci giudicheranno e magari ci accuseranno di aver taciuto. Ora torniamo alla lettera del Consigliere De Santis. E’ legittimo che sulla caccia ci possano essere idee diverse; qualcuno è favorevole, qualcun’altro è contrario. E ognuno alla fine del dibattito resterà della propria idea. Quindi il dibattito non può essere di tipo ideologico perchè non porterebbe a nulla. La discussione allora dovrebbe essere condotta sul tema del rispetto delle leggi che esistono a livello regionale, nazionale ed europeo. Su questo si può discutere. Mi preoccupa però sapere che dei ragazzi pensino di poter utilizzare a loro piacimento i Campi d’Annibale come fossero poligoni di tiro provando, come lei ammette, la “rosata di pallini più ampia”. Per “provare” le armi esistono luoghi prestabiliti dalle norme vigenti. In un paese serio la sua affermazione l’avrebbe costretta a immediate dimissioni dall’incarico che ricopre. Invece, si sà, siamo in Italia. Andrea Sebastianelli
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il Segno - Gennaio 2009
Atteso esordio al Teatro comunale per la compagnia di Piero Botti In scena al Teatro Civico il 24 e 25 gennaio di Gaetano Casilli Esordio al Teatro Civico di Rocca di Papa per la compagnia di Piero Botti con la commedia da lui scritta e diretta da Massimiliano De Angelis, “La badante cubana”. Il lavoro sarà sottoposto al giudizio del pubblico i prossimi 24 e 25 gennaio e, a quanto sembra, i biglietti sarebbero già in via di esaurimento. Nel momento in cui scriviamo ne resterebbero a disposizione solo poche decine sia per lo spettacolo di sabato che per quello di domenica. Dicevamo che si tratta di un atteso esordio per l’attore e regista roccheggiano Piero Botti che, dopo alcune polemiche in seguito all’organizzazione del nuovo Teatro Civico, approda nella struttura di via San Sebastiano. Finalmente, l’amore per l’arte
ha fatto superare ogni cosa, facendo dimenticare le ruggini passate. Inserire nel cartellone le due rappresentazioni della compagnia di Piero Botti, che detiene il record di esibizioni teatrali nel nostro paese, è stato fortemente voluto sia dall’attuale Direttore Artistico, Alberto Querini, sia dal Direttore del Teatro, Enzo De Angelis. Ma parliamo della commedia. Si tratta di un opera che, avendo tutte le caratteristiche della tipica commedia dell’arte italiana, farà molto divertire il pubblico anche grazie agli inframezzi musicali con
Al Teatro Civico in scena gli alunni di “Colle delle Fate”
di Rita Gatta Il 19 dicembre 2008, l’incantato scenario del presepe si è trasferito dalla naturale fisionomia di Rocca di Papa, sulla quale brilla in questi giorni una sfavillante cometa, al suo Teatro Civico: il palco, magnificamente allestito dal bravissimo papà di Dario, Signor Stefano Tisba, artista e scenografo di professione, è stato luogo di una gradevole recita scolastica, organizzata dall’insegnante Paola Platania. Bravissimi gli interpreti, i bambini della classe quinta di Colle delle Fate, in scena con magnifici costumi realizzati dalla mamma di Gregorio, Signora Lucia Zanzonico; pur senza aver mai potuto provare nel Teatro, i ragazzi se la sono cavata con disinvoltura e hanno interpretato con bravura il musical “Viaggio a Betlemme” di Daniela Cologgi, con canzoni composte da Daniele Ricci. Lo spettacolo prende spunto dalla celebre poesia “La notte santa” di Guido Gozzano, una rappresentazione nella rappresentazione, dove l’improvvisazione è un legante che fa defluire la trama. Le coreografie sono state curate dagli stessi bambini: alternandosi nei ruoli di Giuseppe e Maria e interpretando i vari osti che nella poesia rifiutano di accoglierli in quella Santa Notte di 2008 anni fa, hanno regalato alla vasta platea un magico momento legato alla Natività, dimostrando l’efficacia del loro impegno. Commenti positivi dal pubblico e meritata soddisfazione delle insegnanti di classe, che ringraziano il Sindaco, Dott. Pasquale Boccia, il Presidente dell'Associazione Teatro Civico, Sig. Alberto Querini e il Direttore Artistico Sig. Enzo De Angelis, per aver messo a disposizione della scuola il bel Teatro Comunale: un’esperienza da ripetere, per consentire alla Scuola di essere inserita nel sociale cittadino e farsi portatrice di una cultura teatrale che coinvolga gli adulti di domani.
tanto di ballo intorno ai quali ruota la “rinascita psico-fisica” dell’anziano Don Antonio. Ricordiamo gli orari: sabato alle ore 21,00; domenica alle ore 18.00. I biglietti (5 euro) possono essere acquistati presso il Bar enoteca di Via Frascati o direttamente al botteghino del Teatro.
I “Draghi Rocca di Papa” a favore della vera solidarietà
Domenica 14 dicembre la polisportiva “Draghi Rocca di Papa”, che milita nel campionato di Calcio a 5, serie D, ha organizzato la “partita del cuore”. Un quadrangolare fra i suoi tesserati, fra ex calciatori ed artisti. Sono stati raccolti più di mille euro, devoluti per il sorriso di un giovane amico. Molta gente in tribuna, molti politici, molti sorrisi. Gli attori Gianfranco Butinaz, che sta per debuttare al Sistina di Roma, ed Alberto Querini, direttore artistico del Teatro Civico, hanno animato la mattinata. Complimenti a Tonino Gentile per aver organizzato questo evento.
Sito e forum per Legambiente
Si comunica che il Circolo Legambiente Rocca di Papa ha pubblicato il suo sito internet. L’indirizzo è: www.legambienteroccadipapa.it. Il sito è dotato di un forum sul quale si potrà discutere degli argomenti che riguardano il nostro territorio. L’iscrizione è libera anche per i non iscritti al circolo.
STORIE Successo per la commedia scritta da Enzo De Angelis il Segno - Gennaio 2009
Tutto per “l’eredità” Le scenografie sono state curate da Piero Gentilini
di Piero Botti Al Teatro Civico di Rocca di Papa, Enzo De Angelis (foto a lato), regista ed autore, trionfa con “L’eredità”, commedia ben strutturata con un testo coraggioso. Inizia, infatti, all’interno di un cimitero, dove un custode dialoga con i defunti. Convince, e parecchio, l’interpretazione di Gianni Fondi, che recita con profondità e animo, eccellente davvero, questo attore! Molto bravo anche Massimo Onesti nel ruolo di un Sindaco opportunista che si ravvede grazie all’intervento di una donna, Maria Rita Panci, splendida realtà del nostro teatro. Paolo Vitale è un prete vicino alle sue anime; Paolo cresce di spettacolo in spettacolo, canta e “porta la croce”, intendendo dire che il suo ruolo va al di là dei compiti artistici. Vitale è come un muro di sostegno per ogni iniziativa a cui partecipa. In questo spettacolo è bravissimo, credibile, ha un tono imponente, ogni regista ne vorrebbe undici così. Annalia Matiz interpreta una donna cinica, amica dei potenti. Sorprendente il suo talento, delicata e garbata ma anche
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amminare su quelle antiche pietre levigate non era tanto agevole come Graziano aveva creduto in un primo momento. La strada con poche curve e quasi rettilinea procedeva in salita e si inoltrava tra una vegetazione giovane e rigogliosa che a tratti chiudeva del tutto la prospettiva. Improvvisamente si accorse che qualcuno lo seguiva o almeno stava dietro di lui percorrendo la strada nella sua medesima direzione. Preso da una subitanea sensazione di disagio affrettò il passo. Cominciò a mancargli il fiato. Si fermò e si mise a sedere su una panchina di legno male in arnese ed ammuffita messa lì da gran tempo in uno dei rari momenti di pentimento di qualche amministratore o del solito delegato di turno. La sensazione di disagio per essere seguito da qualcuno continuava, anzi si era fatta impellente. Infine decise di fermarsi e di girarsi. Era un uomo abbigliato in modo strano: indossava una lunga veste chiara fermata in vita da un cinturone nero di pelle e si
forte ed efficace la sua recitazione. Apprezzate le scenografie di Piero Gentilini, che sono uno spettacolo nello spettacolo.
Polenta per gli innamorati
Il Comitato di Quartiere Centro Storico riparte. E lo fa organizzando “La polenta degli innamorati”, una sagra per le vie del centro che si svolgerà il 14 e 15 febbraio, in occasione appunto della festa degli innamorati. L’idea del neo eletto Presidente del Comitato, Sandro Guidi, è subito piaciuta all’amministrazione comunale che ha assicurato il proprio patrocinio all’iniziativa, nella speranza che il Centro Storico ritrovi il suo antico splendore. (P.G.)
Natale, presepi e... “pangialli”
La leggera nevicata di domenica 28 dicembre, ha reso la nostra “città” un “paese” da presepio, con la gigantesca stella appiccicata sopra la Fortezza. Nelle vie si è assaporato il “pangiallo” che una delegazione di giovani ha portato in Baviera nel paese gemello di Landsberg am Lech. La prossima volta, forse, partiranno anche gli Screpanti; ci dicono che in Germania la loro musica sia molto apprezzata. Le messe di Natale sono state tutte molto partecipate, i presepi (quelli esterni) “hanno retto”; straor-
dinari ed artistici quelli all’interno delle nostre chiese, che hanno attirato file di visitatori. Anche il presepe lungo il Corso ha retto bene alla pioggia, al vento e alla neve. Vito Brunetti, di sua iniziativa, ha sistemato la stella; il sottoscritto e Rolf Seifert hanno portato il materiale; il macellaio lì vicino, Fabrizio, lo ha custodito ed abbellito; Suor Adua lo ha arricchito; il sottoscritto (ancora) lo ha pensato. Rocca di Papa è viva e sana; l’anno prossimo lo rifaremo. I temuti vandali non si sono manifestati. (P. B.)
Il Monte degli uomini e degli Dèi
Offerta agli antenati
di Noga appoggiava ad un lungo ba- del Monte. stone ricurvo alla sommità. La vegetazione si era fatta più Come quelli -pensò Graziano- fitta e solenne tranne in un delle foto dei suoi bisnonni tratto dove si notava un requando si recavano nei boschi perto di un’antica costruzione o nei campi in cerca di funghi in tufo abbarbicata sul lato dee di erbette commestibili. Era stro della via e di fronte alla anche scalzo ed aveva la capi- quale il personaggio sconogliatura molto corta e tagliata sciuto si fermò. a caschetto. Graziano pensò Di sotto la veste tirò fuori un che poteva essere un frate di piccolo cestino che appoggiò un ordine a lui sconosciuto, ma vicino a quell’antico muro e ciononostante desiderò che lo mentre Graziano si chiedeva precedesse, non si fidava cosa stesse facendo si girò e fece un gesto quasi volesse satroppo. uando gli fu abbastanza lutarlo o invitarlo ad avviciStava ancora vicino notò che sorri- narglisi. deva e piangeva som- piangendo silenziosamente e messamente. Aspettò che lo ol- le lacrime copiose gli scendetrepassasse quindi si rimise in vano sul volto e gli bagnavano cammino regolando la propria una leggera barbetta scura ben andatura con quella dello sco- curata. Graziano giuntogli a pochisnosciuto personaggio. Camminavano su un tratto di sima distanza chiese: -Chi strada il cui basolato era parti- siete?colarmente ben conservato e la Non rispose, ma improvvisapendenza era diminuita: sta- mente si mise a correre scomvano raggiungendo la sommità parendo in un attimo fra la
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vegetazione. Graziano non lo seguì, non poteva farlo, non ce l’avrebbe mai fatta a raggiungerlo talmente era veloce quel suo correre. Era stata una visione o una fantasia? Ma il cestino era ancora lì e si chinò per raccoglierlo. Conteneva delle noci, un pane nero ed un piccolo vasetto di vetro traslucido. Lo osservò con attenzione: quasi non aveva peso e notò che lentamente stava scomparendo come in una dissolvenza cinematografica. E a poco a poco non gli rimase nulla tra le mani. assarono dei mesi. Graziano si ammalò di una di quelle malattie depressive che a volte per guarire occorre una vita intera. E la sua guarigione iniziò quando si convinse che quel personaggio era uscito sicuramente dal passato per offrire il cestino agli spiriti dei suoi antenati che, da centinaia di anni, abitavano certamente nel bosco, sulla sommità del Monte, dove un tempo abitarono, oltre agli uomini, anche gli dèi. Dicembre 2008-Gennaio 2009
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L’INTERVISTA I Centri Servizi che accolgono i cittadini stranieri in Italia
Una Provincia solidale con i “nuovi” cittadini italiani di Andrea Sebastianelli Alcuni recenti studi di carattere socio-economico, a proposito della crisi finanziaria mondiale, hanno evidenziato che a sentirne di più gli effetti negativi sono quegli Stati americani in cui la paura dell’immigrazione la sta facendo da padrona. Invece a reagire meglio sarebbero proprio gli Stati che vedono nell’immigrazione un’opportunità di crescita. Stessa cosa avviene in Europa, dove gli effetti critici sono maggiori nei Paesi che vedono l’immigrazione come un problema, a differenza di quelli in cui l’immigrato non desta allarmismi né di tipo sociale, né giuridico, né tantomeno economico, ma va semplicemente “gestito” in un percorso chiaro e trasparente. E l’Italia? Il nostro Paese appare quello in cui la paura del diverso sembra condizionare ogni scelta politica, in cui gli slogan anti-immigrati trovano terreno fertile all’interno di una crisi che stà generando insicurezze e paure sempre più diffuse. Eppure dal 2004 sono operativi nella provincia di Roma, all’interno dei Centri per l’Impiego, gli sportelli per l’immigrazione gestiti da “Capitale Lavoro Spa”, una società pubblica (Provincia di Roma) che rappresenta il primo punto d’incontro tra la pubblica amministrazione e i cittadini stranieri. Un servizio essenziale che ha visto il forte impegno dell’Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Claudio Cecchini. Per capire come funziona questo servizio, da chi viene svolto e quali obiettivi si pone, abbiamo rivolto alcune domande alla dottoressa Maria Flavia Casatelli che opera nel Centro Servizi di Colleferro, in qualità di mediatrice culturale. Che cosa sono i Centri Servizi per l’Immigrazione? “Si tratta di Centri che forniscono servizi di supporto per tutto ciò che riguarda il variegato mondo dell’immigrazione, svolgendo una mediazione culturale dal punto
CENTRI SERVIZI per L’IMMIGRAZIONE
Nella Provincia di Roma i Centri Servizi Immigrazione sono 10: Cerveteri, Colleferro, Frascati, Monterotondo, Morlupo, Pomezia, Tivoli, Guidonia, Fiumicino e Palidoro. A Roma ce ne sono altri tre: Cinecittà, Dragoncello e Primavalle. I CSI si collocano all’interno dei Centri per l’Impiego per permettere una migliore trasmissione dei dati tra i due Servizi, in modo da agevolare l’inserimento lavorativo del migrante.
Offre servizi a tutti i cittadini italiani e stranieri e agli operatori pubblici e privati Informazioni su: diritti e doveri di cittadinanza; accesso ai servizi sociali, sanitari, scolastici e del tempo libero; accesso ai servizi di prima accoglienza; percorsi di istruzione e formazione; riconoscimento dei titoli di studio; corsi di lingua italiana. Assistenza per: richiesta, rinnovo o conversione del permesso di soggiorno; diritto d’asilo; ricongiungimento familiare; carta di soggiorno; cittadinanza.
di vista giuridico e socio-sanitario. Esiste una sorta di compensazione tra le attività tipiche del Centro per l’Impiego e il nostro servizio che, da una parte, fornisce informazioni sul diritto di cittadinanza, sull’accesso ai servizi sanitari e scolastici, ecc., e dall’altra fornisce assistenza vera e propria accompagnando il cittadino migrante nelle varie procedure amministrative. Informare che esistono diritti ma anche doveri, che esistono leggi che vanno rispettate, significa responsabilizzarli affinchè siano cittadini consapevoli”. Ai vostri sportelli si possono rivolgere solo i cittadini stranieri cosiddetti “regolari”? “Assolutamente no! Anche chi deve ancora ottenere il permesso di soggiorno può chiedere i nostri servizi, con particolare riguardo alle prestazioni sociali previste dalla legge italiana. Gli stessi cittadini italiani titolari di aziende o società possono rivolgersi ai nostri operatori per ricevere informazioni su come regolariz-
zare i loro dipendenti stranieri”. La legge 189 del 2002, nota come “Bossi-Fini”, che cosa ha determinato nelle politiche dell’accoglienza in Italia? “Nei fatti ha complicato le politiche di integrazione. Pensiamo per esempio alle norme sul ricongiungimento familiare. Lo scorso 5 novembre sono stati innalzati i parametri di reddito necessario per poter ricomporre in Italia la propria famiglia. Prima, per ricongiungersi con il coniuge, era sufficiente un reddito di poco superiore ai 5 mila euro, oggi bisogna dimostrare di guadagnarne quasi 8 mila. Se poi ci si volesse ricongiungere anche con uno o più figli, il reddito minimo deve essere di almeno 10-12 mila euro. Poi, nel caso in cui i genitori con cui ricongiungersi abbiano superato i 65 anni d’età, dovrebbero stipulare un’assicurazione sanitaria privata, cosa questa che potrebbe entrare in contrasto con il Sistema Sanitario Nazionale”. Una sferzata che sembra con-
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durre l’Italia verso un irrigidimento ulteriore rispetto ai diritti, quasi che i cittadini stranieri abbiano solo obblighi. Per fortuna questi sportelli per l’immigrazione non appaiono solo dei luoghi in cui far applicare le norme, ma hanno nel fattore umano un tratto caratterizzante. “I cittadini migranti sono parte integrante della vita di oggi. Purtroppo esiste una dicotomia tra la paura dell’altro e la consapevolezza che queste persone hanno bisogno di noi. Quando mi trovo di fronte cittadini stranieri senza permesso di soggiorno, avverto le loro paure, mi guardano con diffidenza, ma poi quasi sempre riesco a far capire loro che siamo qui per fornire un servizio e per aiutarli. La prima cosa è capire se la persona che ci troviamo di fronte è attendibile, se pone problemi reali perché a volte il timore e la diffidenza portano a raccontare storie non vere”. Nel parlare con la dottoressa Maria Flavia si ha la sensazione che in Italia motivi di speranza ci sono sempre, anche di fronte a una legge iper-restrittiva come la Bossi-Fini che, in concreto, ha aumentato la clandestinità; anche di fronte al tentativo di chiudersi all’interno dei propri confini nazionali, ritenendo l’altro il nemico, la causa di tutti i mali, compresa questa crisi economica che ci sta investendo.
La dottoressa Maria Flavia Casatelli, che opera nel centro servizi di Colleferro, approfondisce un tema di forte attualità
Per fortuna poi, ci sono le persone con le loro sensibilità, i loro valori e le loro professionalità che rendono la reciproca conoscenza una ricchezza… persone giuste al posto giusto verrebbe da dire. “Far capire all’altro che siamo qui per ascoltare, per comprendere e per fornire delle indicazioni è determinante. Chi viene nei nostri centri spesso ritorna e siamo noi stessi a curare il rapporto con loro, li informiamo costantemente, li contattiamo anche solo per sapere come vanno le cose, perché cittadini migranti informati e responsabili sono l’unica risposta di fronte alle diffidenze della società di oggi”.
TELE VISIONI
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di Daniela Di Rosa
Informazione, disinformazione e... tolleranza
Voglio parlare di un episodio accadutomi una decina di giorni fa. Mi trovavo in piazza della Repubblica come tante altre domeniche per incontrare gli amici con cui condivido alcune passioni: la politica, l’arte, i viaggi, gli animali. Mi si avvicina un conoscente e mi dice, con tono perentorio, che non legge il Segno perchè parlo sempre male di Berlusconi... anzi, che lo odio! Ho risposto che mi dispiace per lui se non legge il Segno ma io continuerò a dire ciò che penso! Personalmente non ho niente contro Silvio, un uomo qualunque, un buon venditore di pentole e un discreto cantante
da crociera; certo non potrebbe mai far parte della mia cerchia di amici, troppo banale la sua mente e troppo volgare il suo linguaggio; un uomo con un grande complesso d’inferiorità, tanto grande da costruirsi un mausoleo e da circondarsi solo di adulatori. Le persone che amo sono talmente grandi da sembrare umili! Diverso è il discorso se parliamo di Berlusconi. Quello che lui (il conoscente di prima) chiama odio è solo disprezzo. Disprezzo un uomo che fa della politica un mercato, che compra tutto e tutti sapendo che solo pochi non hanno un prezzo. La politica è democrazia, rispetto delle minoranze, è
libertà di azione e di pensiero. Lui chiama la sua creatura il Partito del Popolo delle Libertà e usa il Parlamento come una sua proprietà, si crea leggi ad hoc, usa e abusa della fiducia, tanto la Camera è “cosa sua”; distrugge la sanità, la scuola, i nostri figli saranno i più ignoranti e precari d’Europa; è padrone di 5 televisioni e innumerevoli giornali, impedendo di fatto una equilibrata informazione. Ha un conflitto d’interessi così grande da scandalizzare mezzo mondo; è comunista con l’amico Putin e fascista con l’amico Bush; vuole riformare da solo la giustizia, modificare la Costituzione e farsi Presidente della Repubblica... pensa di essere l’unto del Signore e purtroppo metà degl’italiani gli crede (più la gente è debole e più ha bisogno di Santi!) ma noi, che siamo forti, lo chiamiamo “dittatore”! Ecco perchè non lo odio ma lo combatto. Tornando all’inizio dell’arti-
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colo, mi trovavo sempre in piazza della Repubblica... passa un’auto con due uomini dentro, fanno dei segni di minaccia con le mani, ci guardano rabbiosi... altri episodi spiacevoli e minacce verbali, chi sono? I cacciatori e io mi chiedo perchè, sono (siamo) contro la caccia ma non mi permetterei mai di aggredire qualcuno che la pensa diversamente da me, al limite lo scrivo, cosa che potrebbero fare loro su qualunque altro giornale... quando entro in un bar e trovo uno dei tanti mensili gratuiti di destra o di sinistra, per rispetto lo prendo e lo leggo, mai lo getterei! Questa io la chiamo libertà e democrazia.
Le difficoltà della Licenziato per quarta settimana averparlatotroppo Aumenta il costo dei profilattici. E anche Trenitalia licenzia il macchinista che per il sesso l’unica soluzione è astenersi aveva reso noti i problemi di sicurezza
Negli ultimi giorni del 2008 è stato dato un colpo decisivo al Le Ferrovie dello Stato il 15 agosto hanno licenziato il macchinista Dante De Angelis per aver esercitato il diritto di critica. Il lavoratore possibile erotismo degli italiani. Con un ulteriore aumento del costo dei profilattici, che nel corso aveva messo in evidenza il problema che ha determinato lo spezdell’anno appena finito sono passati mediamente da 10 a 15 zamento di due Eurostar nell’arco di 10 giorni. Va sottolineato che, euro, si è verificato un drastico calo dell’acquisto in particolare essendo anche responsabile della sicurezza sul lavoro, aveva l’obbligo di segnalare ogni rischio per la sicurezza dei lavoratori, dei durante la quarta settimana. La quarta settimana dell’italiano medio è diventata un vero e treni e dei cittadini. L’unica colpa commessa è stata quella di deproprio inferno: spesa alimennunciare le lacune della società tare ridotta al minimo indinella trasmissione “Report”. spensabile, spesso a credito; Il Comune di Genzano di Roma auto ferma sotto casa; sabato ha approvato all’unanimità un in casa al massimo con la pizza ordine del giorno di solidarietà a taglio; acqua di rubinetto; verso il macchinista espricena a pane e latte. Con le ulmendo f o r t e preoccupazione time rivelazioni si scopre che per un provvedimento così anche il sesso sicuro deve atestremo adottato da parte della tendere. Il governo, che dopiù grande azienda pubblica nei vrebbe tutelare di più la salute confronti di un lavoratore che si dei suoi cittadini, potrebbe inoccupa di problemi relativi alla tervenire con un decreto d’ursicurezza di chi lavora e viaggia genza riducendo l’iva sui sui treni”. Il Comune si è poi profilattici, che in Italia, unico appellato a Trenitalia affinché paese europeo, è al 20% e perritiri il provvedimento di licenmettendone così l’acquisto ad ziamento. Speriamo che anche una platea maggiore di interesil Comune di Rocca di Papa sati destinati altrimenti al più segua l’esempio di Genzano, sicuro sesso solitario nella facendo sua l’ingiustizia subìta quarta settimana. dal lavoratore. di Ermanno Gatta il-sognatore.blogspot.com Noemi Bevilacqua
il T o c c o
il Segno dei tempi il Segno - Dicembre 2008
nei disegni del Maestro Franco Carfagna Oggi Via delle Barozze è una delle strade più trafficate di Rocca di Papa, mettendo in collegamento tra di loro varie cittadine dei Castelli. Ma da dove deriva questo nome? La scrittrice Maria Pia Santangeli nel suo libro “Boscaioli e carbonai”, alle pagine 113-115, ha ben descritto chi erano i “boari” e che cos’erano le “barrozze” che
La via delle “barrozze”
percorrevano questa strada. Le “barrozze”, dunque, erano dei grandi carretti con due ruote enormi, un potente asse, muniti di arcani. Il carro era trasportato di solito da una coppia di buoi (ma se il peso del legname trasportato era oltre il normale i buoi potevano diventare quattro) e i travi di castagno venivano agganciati con
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robuste catene proprio sotto alle ruote. Nel disegno, il maestro Carfagna è riuscito a fermare l’immagine di un carretto diretto verso Roma, dopo che i boscaioli avevano effettuato il taglio alla sinistra di Monte Cavo, partendo dal Guardianone, per poi proseguire verso Colle delle Querce, Valle dei Chiusini, Mezza Posta, Grotticelle, Valle Sbirlunga, Colle dell’Impero, Pisciatore di Betoldo, Piazzone Primo, 14 Rubbia, Piazzone Secondo, Valle Gnaccara, Serèula, Colle Giovannone, fino ad arrivare a Barbarossa. Nomi che nascondono chissà quali segreti aprendo il campo all’immaginazione! Vogliamo perciò ringraziare il boscaiolo Renato “de Pipino”, uno dei tanti “spedicatori” ancora in attività, per averci fornito questi nomi. Queste “barrozze” erano i trattori di oggi. Spesso i “barrozzari” venivano da Velletri (ed erano chiamati Cappelloni), Lariano, Artena, Valmontone e Cori. Speriamo che la modernità non porti a cancellare il nome di questa strada, magari sostituendolo con un semplice “autostrada di svincolo per Roma”.
Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@tiscali.it
Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico
SUL SUPPLEMENTO “NOTIZIE VERDI” Il giorno 24 dicembre 2008 è uscito il supplemento al numero 12 del mensile “il Segno”, numero “Speciale Territorio” a cura dei Verdi Rocca di Papa dedicato alla tutela dell’Ambiente. La conservazione dei beni storici e architettonici, il rispetto della flora e fauna, sono argomenti da me condivisi, ma non credo siano ugualmente condivisi dai Verdi di Rocca di Papa. - I Verdi sono stati gli unici a non firmare la denuncia sul caso “Via Sacra”; - I Verdi non si sono pronunciati per il taglio di oltre 10 alberi che ha creato “la cattedrale nel deserto”, ossia il
parcheggio Piazza Claudio Villa; - I Verdi non si pronunciano per le antenne che aumentano; - I Verdi non si pronunciano per l’inquinamento delle falde (acqua Pantanello, ecc.). Si potrebbe andare all’infinito sul degrado del nostro territorio. Al Vice-Presidente del Parco, esponente di spicco dei Verdi (cosi è scritto nell’articolo), girerei alcune domanderisposte : - Il Parco non credo sia stato voluto tramite un’iniziativa popolare!? - La Giunta Comunale (3 Consigli fa) si prendeva i meriti sul progetto BAT Italia Spa (mettetevi d’accordo)!? - Sul Protocollo di Kyoto,
SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO: Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani - N. conto 103028 - Abi 7092 - Cab 39230
l’esponente dei Verdi forse non è a conoscenza che il 17 dicembre 2008 l’UE nel vertice di Bruxelles ha trovato un’intesa che mette d’accordo i 27 Paesi su come affrontare la lotta ai cambiamenti climatici e riconvertire il sistema energetico e industriale verso un’economia a minor tasso di carbonio. Un Testo definito “Storico” dai politici. Fortemente critici WWF, Greenpeace, Oxfam, ecc. In pratica, l’Europa ha appena deciso di compensare due terzi delle proprie emissioni di gas serra, di far pagare ai consumatori i permessi per inquinare che le industrie inquinanti ottengono gratis. Il risultato di questa corsa al ribasso è che l’Europa
ridurrà le proprie emissioni di gas serra molto meno del proclamato target del -20% entro il 2020 (era il 2012 sul Protocollo di Kyoto ). Alvaro Fondi, Segretario de “La Destra” Rocca di Papa
Gli argomenti evidenziati necessitano di ampio spazio e sul prossimo numero pubblicheremo la replica dei Verdi Rocca di Papa. Non entrando nel merito, segnalo soltanto che finalmente il clima politico di Rocca di Papa comincia a movimentarsi. E’ normale che i partiti si confrontino, anche in modo aspro, sui temi importanti che riguardano il territorio. Andrea Sebastianelli
Ringraziamo i nostri sostenitori: Orlando, Sergio, Gianfranco, Paola, Nicola, Alberto, Bruno, Patrizio, Antonello, Lorella, Marina, Enzo, Giorgio, Oscar, Nadia, Rossana, Ida, Noemi e Franco.