Il Segno gennaio 2013

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PICCO LO

“ il Segno ...quello che gli altri non scrivono...

mensile indipendente

Anno XII, n. 1 - Gennaio 2013

L’ultima stravagante idea del Sindaco Boccia

Al posto del bosco un’area per i rifiuti ARTICOLO A PAG. 14

Bisogna lasciare il passo alle nuove generazioni: anche perchè se non glielo lasci se lo prendono comunque.

Luciano Lama

Odiati boschi

Prima la decisione di vendere 50 ettari di bosco pubblico ai privati (poi saltata anche grazie alle firme raccolte dal Segno); ora la decisione di abbattere 3mila metri quadrati di altri boschi pubblici per realizzare una sorta di “villaggetto della munnezza” con parcheggio e lavaggio automezzi, scarrabili per i rifiuti e uffici per i dipendenti Aimeri. Se a questi indizi aggiungiamo lo scempio compiuto nel 2008 lungo la Via Sacra con un taglio boschivo senza precedenti, abbiamo la prova: il Sindaco Boccia nutre un odio profondo per i boschi di Rocca di Papa.

Giardino Ulivi La nuova tassa sui rifiuti Stampa Scuola nuova Non solo aumenti ma anche istituzionale vecchi guai! agevolazioni e sconti o libera A pagina 7

di Sergio Rasetti Stampa “istituzionale” e stampa “libera” (del secondo tipo ce n’è poca, ma importante è che ci sia). La burocrazia regionale la chiama “Pubblicità istituzionale”. Dovrebbe essere destinata a promuovere eventi, servizi regionali, campagne di informazione. In realtà serve per compiacere, rendere favori, conquistare simpatie tramite stampa e tv locali; qualche volta, dicono, per acquistare il loro silenzio. Si prepara uno spot per dire che si sta preparando un nuovo piano per la raccolta differenziata dei rifiuti o che è pronta per la consegna un’opera pubblica. Segue a pagina 9

Censimentoarmi

Rocca, ce ne sono 4 mila

A pagina 16

Anche a Rocca il Movimento 5 Stelle A pagina 9

A pagina 11

Centro Anziani

Approvato il Bilancio

La lettera a pagina 13

Parco dei Castelli

Arriva il 5° Direttore

A pagina 12

di Marina Ticconi

dal 1991

Il negozio delle cerimonie e non solo, con confezioni particolari e artigiane, vi aspetta con il nuovo campionario 2013 ricco di novità. “BOMBONIERE SOLIDALI QUADRIFOGLIO” - “GAI MATTIOLO - “CUPIDO” “VIA VENETO” - “TARUSCHIO ITALY” - “COMPANY” Abitini per battesimo a per damigella Sconti speciali a tutte le coppie di sposi del 2013 e come sempre uno spazio con il 50% di sconti! Corso Costituente, 55 - Rocca di Papa Tel./Fax: 06.9494120


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ATTUALITA’

Lotta all’ultimo voto tra vecchi e nuovi sopravvissuti

Zombie, vampiri e fantasmi ...benvenuti a Montecitorio! di Bruno Fontana Mentre procede in televisione la strepitosa serie The walking dead, a Roma, a Montecitorio sta accadendo di peggio. Nella serie americana un gruppo di sopravvissuti a una epidemia che ha ridotto gli umani in terrificanti zombie, tenta di salvarsi al rischio di mille pericoli e insidie. A Montecitorio la situazione è ben peggiore in quanto agli zombie si sono aggiunti vampiri e fantasmi. E’ una lotta all’ultimo sangue (sic!) tra morti viventi e vampiri mentre i fantasmi aleggiano sopra di loro in attesa di sapere chi tra i succhiasangue e i putrifatti dovranno tormentare. Qual è il il motivo del contendere? La sopravvivenza della specie dei politici: salvarsi dalla carneficina delle prossime elezioni. Lo scontro tra gli imboscati, i nominati, gli obsoleti e i mediocri è senza quartiere e cruente, sotto gli occhi sadici degli eletti, coloro sicuri che comode poltrone li aspettano nel prossimo parlamento accada quello che acPICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Editoriale il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

cada tra gli altri postulanti. I messi peggio sono i putrefatti, gli zombie, quelli che dopo una vita a incanutire nelle aule del Parlamento e del Senato sanno che sono condannati ad abbandonare i loro privilegi e a conoscere l’onta della vita dei comuni mortali, quelli che da sempre li hanno generosamente rimpinguati, magari a loro insaputa. Si prevede, come in Giappone, un’ondata di suicidi. I putrefatti hanno comunque un piano, quello di mordere i vampiri in modo da renderli zombie e così sperare che grazie ad un numero consistente di fetidi corpi in decomposizione i futuri governanti dovranno comunque attingere nel loro gruppo per opportunità di quorum e di liste. I vampiri, quelli più abili, che si sono nutriti da quando sono stati eletti del sangue delle loro vittime, i cittadini che li hanno votati, tentano di evitare il REDAZIONE

Patricia Antolovic, Bruna Benelli, Noemi Bevilacqua, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Bruno Fontana, Paola Gatta, Anna Giovanetti, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com

contagio letale dei morti viventi tenendoli possibilemente chiusi nel loro emiciclo. A loro volta provano ad aggredire gli eletti mordendoli sul collo per contaminarli e avere altri colleghi con i quali poi spartire privilegi e prebende. Più si avvicinano le elezioni più lo scontro tra morti viventi e succhiasangue si fa più cruento. Ora l’epidemia è talmente devastante che si segnalano spericolati voltafaccia e persino atti di cannibalismo. I gruppi parlamentari, simili ad amebe si staccano dal ceppo principale e creano nuovi ceppi, altri, gli spacchettati, provano ILLUSTRAZIONI

Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

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il Segno - Gennaio 2013

ad apprirsi nuove finestre senza però rinnegare il vecchio partito-clan, seguendo la logica del non si sa mai, e delle due sedie per un culo. Tutti coloro che durante la legislatura avevano praticato il trasformismo, i famigerati voltagabbana, soliti a cambiare poltrona per trovarsene una più remuniratrice a seconda del momento politico, sono nel panico, i loro corpi arrancano nei corridoi di Montecitorio sapendo che non troveranno nemmeno un becchino dopo la fine della legislatura per seppellirli nel camposanto degli indegni e degli ignavi. Gli eletti a divinis devono solo aspettare e, come tanti ardimentosi Van Helsing, il cacciatore di vampiri creato da Bram Stocker, si difendono dal contagio tagliando teste e spargendo aglio. Ma questi Highlanders della politica, sebbene spesso decrepiti, dopo avere sconfitto le velleità dei rottamatori di turno di farli fuori, e finita la contesa elettorale, sanno che loro il seggio o lo scranno ce l’hanno assicurato per grazia ricevuta delle Segreterie dei partiti. Motivo per cui agli zombie e ai vampiri gli girano proprio. Ma c’è qualcosa di più terribile ancora che si aggira dentro i palazzi della politica e incombe sull’intero Paese come una nuova piaga, una minaccia che terrorizza tutti, morti viventi, vampiri, fantasmi e il popolo inerme. Un’entità uscita dal suo sarcofago, la plastica tirata a lucido, il ghigno un po’ infiacchito, la voce incrinata, gli occhi affossati, ha sete di vendetta e si muove con intenzioni funeste per riconquistare il potere. L’odore di naftalina e di fard che emana appesta gli studi televisivi dove si presenta e anestetizza i giornalisti che lo intervistano. Ma lui è deciso e vincere ancora, a tutti i costi, dopo avere ridato vita alle sue fedeli mummie che, ringalluzzite, sono tornate a cantare intorno al loro corifeo. Il popolo sbigottito, confuso e in disarmo si chiede chi riuscirà a fermare questa nuova sventura? Colui che non ha mai vinto o Colui che ha buttato la maschera di tecnico? Passato il fatidico 21 dicembre, ora gli italiani paventano con ansia gli esiti delle urne del 24 e 25 febbraio 2013.


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ATTUALITA’

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Le elezioni si avvicinano e la confusione politica è arrivata al suo apice

Nel labirinto della politica il dilemma è lo stesso: voto o no? di Daniela Di Rosa Mesi fa con le dimissioni di Monti e del suo governo tecnico, credevo di avere le idee abbastanza chiare su come e chi votare, e se votare. Nauseata, come la maggioranza degli italiani (il primo partito resta per il momento quello del non–voto), dopo tutti gli scandali che hanno coinvolto gli esponenti di quasi tutti i partiti, a partire dal cerchio magico della Lega (col cavolo che ci credo all’estraneità di Maroni) per passare al PDL (con la Polverini, poverina, ignara di tutto)… e come non citare il PD, l’Italia dei Valori, SEL, i Socialisti, i Verdi, La Destra, ecc. ecc., che ingenuamente (più probabile: fintamente) non si accorgevano di nulla. Tutti rubavano a man bassa ma a parte due esponenti Radicali, nessuno denunciava (chissà, forse perché al Partito Radicale, noi contribuenti, versiamo 10 milioni di euro ogni anno per una radio che ascoltano soltanto gli addetti ai lavori?!). Avevo optato per l’astensione, come in fondo facevo prima della discesa in campo di Berlusconi e a maggior ragione dopo la salita del “vampiro” Monti, il primo sembrava aver messo la testa a posto… 76 anni, processi su processi, Ruby, Noemi, le minorenni, le olgettine, le eventuali orgettine, le

marchesine raggirate, le ex mogli che lo spogliano del suo unico, vero, grande amore: i soldi! Il secondo che spergiurava: mai e poi mai farò politica, non sarò mai il leader di una coalizione (tanto l’Italia l’aveva già distrutta da tecnico). Felicemente mi crogiolavo nel tepore della ritrovata libertà, non mi prenderanno più in giro, aahh vecchi ricordi libertari, dove brillava la fiaccola dell’anarchia. Ma la felicità è sempre di breve durata, il cavaliere oscuro, grazie a qualche miscuglio magico (probabilmente interessi personali, processi e soldi) ridiscende in campo, ri-racconta le solite bugie, via Ici (ma voto Imu), via Imu (vi rimetto Ici), un milione di nuovi posti di lavoro… ma solo a belle ragazze disponibili… non pensate male, lui è solo un esteta, ama l’arte insomma, basta ascoltare il cantore del suo regno: Apicella! L’altro, il Monti-Nosferatu, ci ripensa, ha bisogno di nuova linfa per nutrire i suoi amici banchieri, i suoi miliardari in affanno, diventa ciò che giurava non voler diventare, un politico, e lo fa per amore di quell’1% di popolazione ricca a discapito del 99% povero o quasi povero, in poche parole ci toglierà altro sangue! E io, ora che faccio? Vado e lascio scheda bianca o ci scrivo sopra un Vaffa? No, non si può, perché quelle vengono

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e mi sono chiesta: che ci faccio qui? E l’uomo nuovo? Ingroia, gli arancioni? (che mi ricordano gli indimenticati Hare Krishna della mia adolescenza). Basta, non voto, no non posso… ritorno a Grillo, sì, sono convinta! Ma ecco che Grillo, che apprezza Ingroia ma schifa i partiti (specialmente quelli di sinistra), apre il Movimento a Casa Pound! Allibisco, Casa Pound? L’estrema destra del terzo millennio può far parte del Movimento e i reduci della sinistra storica no? Ma siamo impazziti? E lui era il freno ad Alba Dorata? Okay, ora ho capito tutto, io in questo circo non entro, tanto più che non hanno cambiato legge elettorale e decidono loro comunque chi io debba votare… però Ingroia...

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messe nel calderone, ricontate e ridistribuite tra i partiti in base alle percentuali raccolte. E allora voto Grillo e il Movimento 5 Stelle, almeno sono nuovi e presentabili… in poco tempo il potere li corroderà e forse ruberanno anche loro, si farà una legge per legalizzare il furto a rotazione, no! non ci credo, io li voto… ma ecco che all’orizzonte appare un uomo nuovo, Ingroia (grande), voto lui e tutto il movimento degli arancioni (goodbye Vendola, ti vedo sempre più lontano, sei solo un puntino rosso tra tanto PD, ancora un po’ e il bianco ti cancellerà, e il nulla avrà la meglio come è accaduto ai vari Bertinotti). Però vado a una riunione di reduci del glorioso PCI, mi ritrovo frastornata tra vecchi e nuovi rancori, la base rifondarola contro Diliberto, la base comunistaitaliana (no sudafricana) contro Ferrero, la base Selliana contro Di Pietro, la base Italia dei Valori contro tutti, due-giovani-due contro i tanti cinquanta-sessantenni…


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ATTUALITA’

il Segno - Gennaio 2013

Il Movimento 5 Stelle scrive ai Sindaci dei Comuni dei Castelli Romani

“L’arsenico nell’acqua potabile è un problema che va risolto ” Il Movimento 5 Stelle ha inviato una lettera ai Sindaci dei Comuni dei Castelli Romani a proposito della questione dell’arsenico contenuto nell’acqua potabile di gran parte delle nostre città. Essendo l’argomento molto importante e delicato, pubblichiamo la lettera integralmente. Ai Sindaci dei Comuni di Genzano di Roma, Albano Laziale, Velletri, Ariccia, Lanuvio, Marino, Grottaferrata, Rocca Priora, Rocca di Papa, Lariano, Nemi, Castel Gandolfo, Frascati; Al Direttore Sanitario della ASL RMH; Al Comm.rio Straord.rio della ASL RMH; Al Comm.rio Straord.rio dell’ARPA LAZIO. OGGETTO: richiesta analisi potabilità delle acque nelle zone fuori deroga UE a partire dal 01/01/2013 per la presenza di Arsenico, Boro e Fluoruri certificati Asl e Arpa (non ACEA). Ormai è diventata insostenibile e inefficiente la gestione da parte di Acea Ato 2 del servizio di fornitura di “acqua potabile”. Tariffe che non tengono conto della qualità del servizio, carenza di controlli da parte di Provincia, Comune di Roma e comuni appartenenti all’Ato2. Vogliamo qui ricordare per inciso la “mission” degli enti che su richiesta devono effettuare i controlli sulla qualità delle acque per uso alimentare: • ARPA Lazio nella regione Lazio svolge attività di supporto tecnico agli enti locali per atti autorizzativi e prescrittivi e attività di vigilanza e controllo della qualità delle acque secondo un insieme di programmi specifici e di strumenti tecnico-analitici che costituisce la rete di monitoraggio; inoltre effettua interventi su richieste specifiche di soggetti istituzionali (Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello

Stato, Carabinieri, Enti locali)….. Dalla Home page di ARPA Lazio. • ASL RMH Tutela delle acque destinate a consumo umano distribuite tramite acquedotto pubblico: vigilanza e campionamenti di routine e di verifica periodica per l’accertamento della qualità delle acque, provvedimenti conseguenti all’accertamento di non conformità alla normativa Tutela delle acque destinate al consumo umano distribuite tramite approvvigionamenti idrici privati (pozzi) ad utenze private ovvero ad imprese alimentari: rilascio del giudizio di potabilità delle acque su richiesta di privati, vigilanza e campionamenti di routine e di verifica periodica per l’accertamento della qualità delle acque, provvedimenti conseguenti all’accertamento di non conformità alla normativa (dalla carta dei servizi: Servizio igiene alimenti e nutrizione). La situazione attuale in cui versa il territorio dei Castelli Romani (ma non solo come tutti sanno) si perpetua ormai da decenni e solo un‘escamotage normativo quale il meccanismo delle deroghe ha consentito ad ACEA di continuare a fornire a scopi alimentari un'acqua con valori di arsenico superiori ai 10 mg/litro quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità in-

vita ad adottare sistemi che annullino completamente la presenza di questa sostanza giacchè il limite massimo è solo una gentile concessione fatta ai gestori del servizio, a discapito comunque della salute dei cittadini. Inammissibile e inaccettabile che nel 2013 vi siano comuni nei quali i cittadini non abbiano la possibilità di accedere al bene primario per la sopravvivenza dell’essere umano. Viene tolta la dignità alla popolazione che non può né bere, né, cucinare, né provvedere alla propria igiene. Chi si assume questa responsabilità? ACEA? Da quando? Ben nove sono gli anni di deroga e alle loro scadenze improrogabili la collettività ancora non riesce ad avere la pubblicazione certificata da parte della Asl e dell’organo preposto ARPA per conoscere la reale situazione delle acque. Gli unici dati disponibili sono quelli forniti dallo stesso gestore ACEA che, in totale conflitto di interessi certifica se stesso pubblicando i risultati di analisi quando ne ha voglia. A chi stiamo concedendo tempo? Ad una azienda che ha dimostrato negli anni di non rispettare i parametri di arsenico nelle acque? Solo per fare alcuni esempi: a Lanuvio il Sindaco Galieti è stato costretto a emettere un'ordinanza di non potabilità a fronte di una dispo-

nibilità da parte di Acea a fornire 6 litri di acqua al giorno ciascuno per le prime necessità (inumano se si considera che due litri servono per sopravvivere, con 3 ci si deve quindi lavare?); durante le feste Natalizie, periodo di riunione di intere famiglie a Genzano di Roma sono giunte segnalazioni di interruzione o scarsità nell'erogazione; ad Albano Laziale si è in attesa di capire le analisi intorno alla discarica di Roncigliano che dati forniscano; a Velletri ci sono ancora Pozzi con quantità di Arsenico ben al di sopra dei valori massimi consentiti. Le bollette però continuano a non tenere conto del parametro di qualità delle acque (il cosiddetto MALL) per cui vengono pagate per intero e la campagna di autoriduzione, che alla luce del risultato del referendum diventa legittima, viene trattata da ACEA stessa contro i diritti umani: distacco dell'acqua a intere famiglie. Intendiamoci, quello che vogliamo è una buona qualità dell’acqua e non una riduzione della tariffa che compensi la scarsa qualità. Con la presente si intende far leva sui Sindaci di zona e sulle autorità preposte al controllo della salute, ormai mercificata, affinché vengano fatte da un lato le dovute pressioni sul gestore per risolvere strutturalmente il problema anzichè con dei palliativi, dall’altro delle analisi su tutti i pozzi e le fontanelle pubbliche da parte dell'unico soggetto terzo competente e autorizzato alla certificazione della qualità delle acque, l’ARPA Lazio. La salute dei cittadini deve venire prima dei profitti aziendali di un carrozzone clientelare: dov'è la Provincia che presiede la conferenza dei Sindaci? Dov'è il Comune di Roma detentore del 51% delle quote di Acea Ato2? Siamo certi che l’invito verrà accolto responsabilmente dai destinatari della presente. Movimento 5 Stelle di Genzano di Roma


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ATTUALITA’

Politiche per la crescita la prima vera emergenza di Patricia Antolovic “Mamma, lo sapevi e non hai fatto niente!”. Non vorrei che questa frase fosse pronunciata dalle mie figlie quando si affacceranno nel mondo del lavoro. La generazione del baby-boom si sta avvicinando alla pensione. Ma cos’è questa generazione? E’ quella costituita dalle persone nate tra il 1945 e il 1964, cioè dopo la seconda guerra mondiale. In quel periodo c’è stato un grande incremento delle nascite legate alla crescita economica. Questa generazione, abituata al progressivo benessere economico, non si è negata niente: il pieno impiego, svalutazioni (che facevano ripartire l’economia), le baby pensioni... Oggi una parte di questa generazione è in pensione, l’altra si è ritrovata a dover lavorare di più per accedervi, e grida all’ingiustizia! Ma non si pone il problema di chi gliela paga. L’arrivo in massa dei baby-boomers all’età pensionabile ha messo in crisi più di un Paese: abbinato all’allungamento della vita, al calo delle nascite, il sistema pensionistico ha dovuto subire delle radicali modifiche. Ma questi baby-boomers che cosa lasciano ai loro figli? Un mercato del lavoro bloccato, la disoccupazione, un Paese che sta sempre sul bordo del precipizio, i debiti... Questi figli, spogliati dal loro futuro, sono figli

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della mondializzazione e di Internet, sono nati dopo la caduta del muro di Berlino e spesso non capiscono le divisioni politiche attuali. Sentono parlare di diritto alla pensione, ma a loro chi la darà, visto che iniziano a lavorare tardi, spesso senza contratti, dunque senza versare contributi, oppure con stipendi da miseria? Quando parlano di dualismo del mercato del lavoro italiano, è semplicemente la constatazione che c’è chi ha troppe protezioni, una minoranza ben difesa dalla rappresentanza sindacale, e chi non ha nessuna protezione o pochissima, e non è rappresentato da nessuno, perchè il lavoro non ce l’ha, o non ha contratto, non ha sicurezze né per il presente né per il futuro. La vecchia Europa sta in difficoltà (sono andata in Francia e i discorsi sono gli stessi: rigore e diminuzione del debito, competitività delle aziende, mercato del lavoro, crisi dell’occupazione, dei consumi...). Il modello sociale europeo è uno dei migliori del mondo, ma è evidente che è da modificare, senza togliere le protezioni sociali ma adattandolo alle nuove situazioni economiche, sociali, demografiche... Si parla per esempio di lavoro delle donne, ma se non si creano le condizioni per favorirlo il lavoro delle donne non si svilupperà mai, e dunque si dovrebbe parlare di politiche familiari: asili

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nido, quoziente familiare, assegni familiari... questo dovrebbe favorire da un lato il lavoro delle donne, ma anche una politica delle nascite. Eh sì, perchè se non si fanno più figli, chi pagherà le pensioni o l’assistenza sanitaria? Dunque parlare di certe politiche vuol dire parlare di futuro, di modello di società. Perchè ho parlato di questo? Perché siamo di nuovo in campagna elettorale, ed io spero che questa campagna elettorale sia diversa delle precedenti, che non si parli solo di forma ma di sostanza. Vorrei sentir parlare di futuro, perchè il futuro di miei figli rappresenta anche il mio futuro. Non voglio più sentire chi cerca solo il consenso immediato per arrivare al potere, chi parla solo alla pancia e non alla testa. Voglio che si parli di tasse, che le mie tasse non servano a pagare debiti ma mi diano servizi. Se pago l’IMU (a proposito lo sapete che esiste in quasi tutti i Paesi?), voglio che il mio comune assicuri servizi ai giovani, alle famiglie, agli anziani con criteri chiari, e non più che tutto sia affidato alla buona volontà delle famiglie. Voglio che con le mie tasse mi sia fornito un servizio sanitario efficiente, dei trasporti locali efficienti, un mercato del lavoro aperto che premi chi lo merita... Insomma, siamo nel XXI secolo! Basta propaganda, i nostri partiti dovrebbero fare mea culpa per il

modo con cui hanno gestito le nostre tasse, con politiche sbagliate o, per meglio dire, con l’assenza di politiche che ci hanno condotto fin qui. Il punto dolente di questa campagna elettorale è la crescita. Solo la crescita e lo sviluppo creano lavoro, dunque ci permettono di avere pensioni, assistenza sociale, servizi. Semplice: con la crescita si crea lavoro, aumenta il gettito dello Stato, aumentano i servizi, aumentano i consumi... Insomma viviamo meglio. Il ruolo della politica deve essere quello di creare le condizioni per le quali il Paese si avvia verso la creazione di ricchezza e dunque di lavoro. Purtroppo i partiti non ci parlano di creazione di ricchezza ma di distribuzione di ricchezza: levo questa tassa! no io l’abbasso! io aumento le pensioni... ma questo l’abbiamo già sentito ad ogni campagna elettorale. Fino ad ora abbiamo ridistribuito ricchezze che non avevamo, facendo altri debiti che dobbiamo ripagare a caro prezzo. Dobbiamo girare le spalle a questa politica del debito che ci ha condotto al baratro. E’ pericoloso per un Paese vivere al di sopra delle proprie possibilità (non è la stessa cosa per una famiglia che può morire di debiti?), ma è diverso se promuoviamo politiche che creano ricchezze, dunque lavoro. L’Italia è un Paese ricco, il welfare ce lo possiamo permettere più degli altri, ma dipenderà dalla persona alla quale affideremo il futuro dei nostri figli e dunque il nostro: dipenderà del nostro voto, dal fatto che faremo una scelta o per un piccolo miglioramento immediato oppure per un salto in avanti ed un miglior futuro per tutti.

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6 da Tokyo Toshi Kameda Prima di tutto vi vorrei rivolgere i miei migliori auguri di buon anno. Per noi il nuovo anno è cominciato con l’angoscia, se si pensa alla sorte delle centrali nucleari. È andata come si pensava: alle elezioni politiche della Camera bassa del 16 dicembre hanno stravinto i liberal-democratici (PLD) ottenendo 294 seggi su 480 rispetto ai 119 del 2009 (vedi Fig. 1). I democratici (PD) sono stati spazzati via passando a 57 seggi rispetto ai 308 che avevano. Dopo tre anni abbiamo assistito a una rivincita drastica da una parte e a una sconfitta drammatica dall’altra. Anche i nuovi partiti sono avanzati, come il Partito della Restaurazione del Giappone (PRG) e il Partito di Tutti (PT), mentre il Partito di Domani (PdD), che puntava su una forte denuclearizzazione, ha conquistato solo 9 seggi (ne aveva 62). La sinistra come il Partito Comunista Giapponese (PCG) e il Partito Social Democratico (PSD) hanno sempre meno peso. Si vede che il riassetto politico è tutto dalla parte della destra e del centro mentre la sinistra è fuori gioco. Bisogna però notare che la vittoria conservatrice non è assoluta. Per prima cosa l’affluenza alle urne è stata la più bassa della storia toccando il 59,32%, 10% in meno rispetto alla precedente. L’astensione è stata talmente alta che la gente ora non sa in che cosa sperare e a chi dare fiducia dopo le aspettative tradite sia nel 2005 (con un leader populista e neoliberista come Koizumi) che nel 2009 (con un primo cambiamento del governo di Hatoyama). Il secondo aspetto è che il PLD ha ottenuto tanti seggi solo grazie al sistema maggioritario, che gli ha riconosciuto il 79% dei seggi con solo il 43% dei voti. In realtà, rispetto al 2009, i voti conquistati dal PLD sono diminuiti, sia quelli maggioritari che proporzionali (vedi Fig. 2). Per quanto riguarda il nucleare non è facile leggere i risultati elettorali. Non so dove siano finiti gli elettori interessati al tema nucleare fra i primi argomenti. Molti hanno votato in base all’interessamento per l’economia e l’occupazione (il 35%) e poi per le tasse sul consumo e la previdenza sociale (il 30% secondo il sondaggio del giornale Asahi). Tra il 17% interessato al nucleare i voti antinucleari sono finiti nei vari partiti non avendo trovato un riferimento unitario e anche perché le elezioni politiche non potevano privilegiare un solo tema specifico come il nucleare, seppure così importante per il Giappone d’oggi. E infatti tra gli elettori che chiedono lo smantellamento immediato delle centrali, il 16% ha addirittura votato per il PLD e il 14% per il PRG rispetto al 16% per il PD (sondaggio di Asahi). Allora non può che rimanere il referendum come unica via formale per unire l’anima antinucleare. Il PLD, in qualità di primo partito di maggioranza, ha deciso di formare il governo (cosa che avviene dal 1999) con il Partito Komei (buddista di Sokagakkai) così da formare una coalizione (83 + 19) in grado di superare quella del PD (87) nella Camera alta. Il PLD è il partito strettamente legato al mondo industriale e, per questo, si è sempre impegnato nella nuclearizza-

DIRETTA da TOKYO

il Segno - Gennaio 2013

Contro il nucleare, dentro il nucleare

I partiti nuclearisti puntano all’atomica? zione del Paese creando il sistema affarista con le menzogne e la corruzione. Ora si teme il ritorno della “bella epoca” nucleare. Ma per il momento sembra che il PLD non farà un passo tanto azzardato preferendo aspettare un’ulteriore vittoria alle elezioni politiche della Camera alta nel luglio prossimo nelle quali spera di ottenere da solo la maggioranza. In quel caso potrà decidere di riattivare le centrali nucleari fermate e di riprendere la costruzione di quelle nuove. Secondo il sondaggio del quotidiano Mainichi, su 473 nuovi eletti il 77% è favorevole alla riattivazione delle centrali anche se solo in condizioni di sicurezza accertata dall’Autorità della Regolazione Nucleare in base ai nuovi criteri. La nostra preoccupazione non è solo per la centrale ma anche per le riforme costituzionali in una versione conservatrice e nazionalista. Il PLD ha dalla sua una visione ideologica secondo cui l’attuale Costituzione giapponese sia stata impostata dagli americani sotto l’occupazione dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale e vorrebbe riscrivere una “Costituzione autonoma” con l’appoggio degli eletti. Secondo la ricerca collettiva del quotidiano Asahi e dell’università di Tokyo, l’89% è d’accordo per le riforme. In particolare vorrebbe cambiare l’articolo 9 su un più facile “uso della forza”. L’articolo 9 è un patrimonio mondiale nel senso forte del pacifismo. Ecco che cosa recita l’articolo 9: “Nella sincera aspirazione alla pace internazionale, basata sulla giustizia e l’ordine, il Popolo Giapponese rinuncia per sempre alla Guerra quale sovrano diritto della nazione e alla minaccia o all’uso della forza come mezzo per la risoluzione delle dispute internazionali. Allo scopo di raggiungere l’obiettivo di cui al precedente paragrafo, le forze di terra, di mare ed aeree, così come le altre potenzialità belliche, non saranno mai mantenute.

Fig. 1: I seggi assegnati assegnati ai principali partiti (su un totale di 480)

Fig. 2: I voti ottenuti dai principali partiti nei collegi proporzionali (il valore è mille)

Non sarà riconosciuto il diritto dello stato alla guerra”. Il 79% degli eletti è favorevole al riconoscimento del diritto della difesa collettiva, cioè di fatto la collaborazione militare con gli americani. Il pericolo va oltre: il 34% non esclude il possibile armamento nucleare ed i possibilisti aumentano nel PLD al 36% e nel PRG al 59%. Non sarà per questo che non vogliono abbandonare le centrali nucleari che producono i materiali necessari come il plutonio e l’uranio? Se fosse così il Paese sarà nuclearizzato in tutti i sensi e la lotta antinucleare diventerà più completa come afferma “Il Manifesto di Firenze 10+10 contro il nucleare” del Forum Sociale Europeo svoltosi nel novembre scorso: “il collegamento civile-militare nelle lotte antinucleari: denuclearizzazione significa chiudere le centrali ma anche le basi con le armi nucleari. Denuclearizzare è anche disarmare e ridurre, per di più prevenendola, le spese funzionali alla guerra, più che mai odiose in periodo di crisi economica”. Per la cronaca quello appena iniziato, per il Giappone, è l’anno del Serpente:


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il Segno - Gennaio 2013 INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 30 aprile 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.823 (maschi 8.356; femmine 8.467). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.416.*

ROCCA DI PAPA

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Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

notizie, informazione, attualità

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Venne inaugurata al “Giardino degli Ulivi”, quartiere Vigne, circa due anni fa

Una scuola nuova di zecca ma già piena di problematiche di Sergio Rasetti Frequentare una scuola può essere veramente “istruttivo”. Non soltanto nel senso letterale della parola (educativo, formativo), ma anche per conoscere dettagli che sfuggono fino al momento in cui qualcosa o qualcuno ci induce ad osservare con spirito critico ciò che ci circonda. E’ accaduto in occasione dello spettacolo natalizio che i bambini della scuola materna del “Giardino degli Ulivi” hanno offerto a genitori, nonni, zii, parenti e amici vari. Eravamo là con la qualifica di zii allo stupendo spettacolo organizzato dalle bravissime maestre che ha mandato in visibilio tutti i presenti compresi gli stessi “attori”. Congratulazioni per tutti a non finire, strette di mano, saluti e auguri: Buon Natale, Buon Anno, ci vediamo il sette Gennaio! Usciti all’esterno del plesso scolastico, che ospita scuola materna ed elementare, ci siamo resi conto che quella visita era stata molto “istruttiva”. Nel gran vociare dei presenti avevamo captato notizie che, insieme a quanto avevamo visto, sollecitavano riflessioni critiche, molto cri-

Studio

La pavimentazione scivolosa posta all’esterno della scuola

La scuola al “Giardino degli Ulivi, con i pannelli fotovoltaici sul tetto

tiche. Abbiamo sentito parlare della palestra della scuola che non sarebbe agibile perché priva dei requisiti di legge. Siamo saliti per lo spettacolo in un sottotetto che dicevano non utilizzato forse a causa delle altezze dei soffitti o della scala per accedervi che ci è sembrata provvisoria. Qualcuno parlava della difficoltà che avevano le maestre a condurre i bambini nel cortile interno per il timore che la pavimentazione, che comprende aiuole abbandonate delimitate da cigli di marmo, possa costituire un serio pericolo per la loro incolumità. Altri vociferavano dei pannelli fotovoltaici che fanno bella mostra di se sul tetto e che non sarebbero

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ancora funzionanti. Una mamma raccontava di uno scivolone fatto sul marciapiedi esterno alla scuola, evidentemente realizzato con materiali poco adatti, che quando è bagnato costituisce una vera e propria trappola per bambini e adulti. E forse si parlava anche di altri problemi grandi o piccoli. Un quadro poco edificante visto che si tratta di una scuola nuova di zecca. Non essendo tecnici delle costruzioni non sappiamo se le riflessioni, scaturite da quel vociare, che ci hanno condotto a un primo giudizio fortemente negativo sull’opera, contengono elementi sui quali sarebbe bene verificare o, se necessario, decisamente indagare.

Per quanto ne sappiamo, un’opera pubblica deve avere le caratteristiche descritte dalle relative normative nazionali. Siamo certi che gli spazi attualmente utilizzati corrispondono a quanto prescritto, agibili e sicuri al 1000x100, ma ci chiediamo se, per il resto, non si è verificata qualche “svista seria di progettazione o esecuzione” che ha dato a Rocca di Papa (in cambio di 38mila metri cubi di cemento, che proprio in questi giorni stanno decidendo di ampliare sostenendo che si tratta di “rimodulare” e sarà il paese a guadagnarci) una scuola nuova che non ha tutte le carte in regola a cominciare dall’indispensabile palestra.

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Gennaio 2013

Dopo l’aumento dell’aliquota la tassa arriva a cifre record

La parola ai bambini

Sarà difficile perdonare al Sindaco e alla sua Giunta Comunale la decisione di far pagare l’IMU sulla prima casa al 5xmille. Anche perché la differenza non è stata da poco. A me è costata ben 300 euro in più di quanto avrei versato con l’aliquota al 4. Un regalo causato dai debiti del Comune che ha speso male da tanti anni. Ormai me ne sono fatto una ragione, ma per il 2013 l’Amministrazione deve fare quello che è necessario a portare l’aliquota verso il basso. Come? Facendo pagare tutti e per tutto quello che ciascuno deve pagare. Poi, smettendola di spendere in opere fallimentari (ex albergo Europa o riattivazione della Funicolare in assenza di una ripresa di flussi turistici) e opere pubbliche indebite (strade, illuminazione, acquedotti) in zone che non rientrano nel Piano Regolatore, come alcune nella parte alta del paese o in quel della Molara, visto che sono unicamente destinate a chi non aveva titolo a edificare in quei posti. Credere di passare ancora inosservati, come è accaduto quando dello sperpero il cittadino ignorava quasi tutto, sarebbe una grande illusione. Ora tutti, anche quelli “beneficiati dai politici perché non volevano perdere i voti” si

Ospitiamo con piacere la lettera scritta da un bambino di Rocca di Papa, Giacomino, rivolta al Sindaco Boccia.

L’Imu al 5 sulla 1 casa non va giù a nessuno! ma

aspettano i provvedimenti giusti e documentati puntualmente. Vigilanza e l’eventuale seria “incazzatura” in caso di ina-

dempienza, saranno certamente le due attività prioritarie per tutti i cittadini di Rocca di Papa nel 2013. il-sognatore.blogspot.com

Il nuovo libro di Rita Gatta Presso la sala consiliare di Rocca di Papa, lo scorso 11 gennaio è stato presentato il nuovo libro della poetessa roccheggiana Rita Gatta dal titolo “Fruscii del silenzio” edito da Edizioni Controluce di Armando Guidoni. All’evento, oltre all’autrice e all’editore, erano presenti il Sindaco Boccia, lo scrittore Aldo Onorati e il poeta, critico d’arte e filosofo Franco Campegiani.

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“Caro Sindaco, il problema delle antenne va risolto”

“Sopra Rocca di Papa, Castelli Romani, si alza il Monte Cavo (949 m. s.l.m.). La sua cima ha un paesaggio indegno, dal terreno spuntano antenne molte alte che rovinano l’ambiente. Levarle, ragazzi, è facile. Sarebbe aiutare l’ambiente e il paesaggio di bosco a cui farete un grande favore. Questo va messo al primo posto in classifica ma, come secondo, invece, abbiamo la pulizia che deve comprendere Rocca, le cime dei monti più vicini e tutto il possibile. La cima del Monte Cavo, oltre alle antenne, è anche sporca, comprese le sue vicinanze. Inoltre, io, nel weekend, faccio molti giri per i boschi e mi accorgo della sporcizia che comprende lattine di Coca Cola, pannolini, bottiglie, ecc. Queste cose vorrei che fossero sistemate al più presto. Questa lettera è rivoltà al Sindaco di Rocca di Papa. éasquale Boccia, al quale io sono molto affezionato sia come persona sia come Sindaco. Un gentile e giulivo abbraccio a tutti”. Giacomino

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il Segno - Gennaio 2013

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ROCCA DI PAPA

Anche a Rocca di Papa sbarca il Movimento 5 Stelle di Paola Gatta Il Segno non ha mai risparmiato critiche al Movimento 5 Stelle ma è innegabile che questa formazione rappresenta una delle novità più importanti ed eclatanti della politica italiana degli ultimi anni. Adesso ce ne occupiamo più in dettaglio perchè il Movimento di Beppe Grillo è arrivato anche a Rocca di Papa grazie all’impegno di alcuni giovani del posto stanchi della solita politica fatta spesso di clientele e favoritismi. E così dopo Genzano, Albano, Grottaferrata e Frascati, anche da noi i “Cinque Stelle” comninciano le loro attività. Per il momento i partecipanti al meetup sono una quindicina, tutti carichi di energia e desiderosi di dare un colpo ai vecchi metodi di fare politica. Organizer del gruppo è Roberto Fondi, giovane attivista di Rocca di Papa, il quale

negli scambi web tra i partecipanti si è detto sicuro che “votando il m5s accadrà una cosa mai accaduta finora, toglieremo automaticamente di mezzo un bel po’ di ladri dai vari governi che siano dei comuni, della provincia, della regione o del palazzo”. Tra i partecipanti c’è anche Livio, secondo cui “in questo momento c’è un reale bisogno di cambiare; i nostri nonni ed i nostri genitori ci hanno dato un senso politico, ma i politici hanno solo pensato a loro stessi; lasciamo ai nostri figli e nipoti il senso giusto di un paese pulito, sincero e funzionante”. Incisivo anche l’appello di Alessandro sul web: “Vedendo come si evolvono questi tristi e vergognosi eventi del governo italiano, inviterei le persone a riflettere

Beppe Grillo

perché tra poco più di un mese c’è da fare una scelta giusta e non possiamo permetterci di sbagliare, perchè se é vero il detto sbagliando si impara, sono 20 anni che sbagliamo, è ora di imparare altrimenti con quello che ci aspetta non credo che avremmo più altre occasioni per rimediare,

quindi fate la scelta giusta, l’importante é che sia vostra senza dover dare conto a nessuno o per fare un favore a qualcuno...”. Questi sono i tempi più sentiti dagli aderenti al meetup roccheggiano nato nei primi giorni di gennaio e, visto il clima che si respira in paese, è pensabile che ben presto molti altri aderiranno al Movimento 5 Stelle che ha la capacità di attrarre soprattutto i giovani. Circa la questione della democrazia interna che ha provocato molte polemiche negli ultimi mesi, Roberto Fondi, dice che “contrariamente a quanto si vuol far credere tramite giornali o tv politicizzati, nel m5s la democrazia c’è e lo dimostra il fatto che noi tutti partecipando ci avviciniamo alla politica senza essere amico o parente o conoscente di qualcuno”. Parola dei “Cinque Stelle”.

Stampa istituzionale e stampa libera SEGUE DALLA PRIMA PAGINA Lo si fa girare tra giornali, tv, radio locali; qualche mega cartellone e il gioco è fatto. Se l’ignaro cronista della testata che ha ricevuto soldi pubblici, attaccherà i governanti superando la quota minima di tolleranza, il Direttore riceverà una telefonata che mette in discussione gli spot commissionati o i finanziamenti. Purtroppo spesso non c’è bisogno di telefonate perché i beneficiati si autocensurano preventivamente. L’opposizione tace. Ha usato anch’essa lo stesso metodo e aspetta di poterlo rifare la prossima volta. Alla Regione Lazio erano molti i soldi che avevano a disposizione i singoli Consiglieri e probabilmente sono stati usati anche per questo. Finanziamento dell’informazione nel proprio bacino elettorale per assicurarsi uno spot

continuo utile per le varie scadenza elettorali. Tutto ciò fa capire perché una sana legge nazionale per l’editoria non è stata mai approvata; si corre il rischio che possa impedire discrezionalità e arbitrio nella distribuzione delle relative risorse pubbliche. Il Direttore del Piccolo Segno dirige un giornale che appartiene alla categoria rara della “stampa libera” e non può ricevere telefonate che minacciano tagli di finanziamenti. Riceve invece tante chiamate dei lettori per segnalazioni, richieste, osservazioni, proteste se qualcuno ritiene che quanto scritto non corrisponde alla realtà, e non è raro che ci sia chi chiede come poter sostenere, anche economicamente, il giornale. Evidentemente nei suoi articoli i lettori trovano riscontri su quanto hanno

visto, analizzato, giudicato. Vogliono saperne di più e il Piccolo Segno fa il possibile per accontentarli, cercando di andare ben oltre quelle timide verità che talvolta, con molta fatica, altri giornali scrivono sulla loro città. Apprezzano la

sua linea editoriale libera e indipendente perché: “Il Piccolo Segno non usufruisce di alcun finanziamento pubblico, né comunale, né provinciale, né regionale, né statale, né europeo”. Sergio Rasetti

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il Segno - Gennaio 2013

ROCCA DI PAPA

Prosegue il mistero della fontanella scomparsa

“Messa nel magazzino non si è più trovata” di Luigi Serafini Ricordate la vecchia fontanella dei giardinetti che nel 2004, in occasione dei lavori di rifacimento di Piazza Margherita, venne rimossa? Ora, dopo l’interrogazione consiliare presentata dal Consigliere Comunale Danilo Romei poi ripresa da alcuni nostri articoli, il mistero si infittisce ancora di più. Infatti l’8 novembre scorso è arrivata la risposta da parte della segretaria comunale, dott.ssa Stefania Panzironi, la quale fa sapere che “da informazioni assunte si è rilevato che la fontanella di cui si tratta era presente sul luogo indicato, ancora in data giugno 2004 e pertanto dopo la fine dei lavori di risistemazione dei giardini della piazza. Dopodichè -continua la nota- sembrerebbe che detta fontanella, avendo problemi per quanto riguarda copiose perdite d’acqua, sia stata fatta rimuovere da una ditta di fiducia in attesa di una nuova definitiva destinazione: il titolare della ditta mi ha riferito -aggiunge la segretaria- di aver effettuato la rimo-

zione e di aver posizionato (per quanto si ricorda) il manufatto nel magazzino comunale di L.go Donatori del sangue”. Per poi concludere che “attualmente in detto magazzino la fontanella (a quanto mi riferiscono gli operai comunali) non c’è”. Tralasciando sulle “copiose perdita d’acqua” (perchè al limite a perdere era il tubo che riceveva l’acqua e non certo la deliziosa campana capovolta scavata nella pietra sperone!), sappiamo che l’ultimo luogo in cui venne avvistata è stato il magazzino posto sotto l’attuale sede Municipale. Comunque l’indagine va avanti e la stessa segretaria Panzironi ha garabtito che “sto effettuando ulteriori accertamenti, ma in ogni caso, ad esito negativo dei medesimi, procederò, se del caso, a sporgere regolare denuncia di furto nei confronti di ignoti”. Non comprendiamo la frase “se del caso” visto che una volta accertato un furto (tanto più se si tratta di manufatti pubblici) dovrebbe essere ovvia la presenta-

tempi moderni di Roberto Sinibaldi

A scorrere i programmi elettorali si rimane colpiti da due cose: quasi tutti i partiti non hanno (o non hanno ancora) un programma elettorale vero e proprio e i temi ambientali sono – se va bene – appena accennati. I programmi elettorali sono spesso sostituiti da scarni “punti programmatici” che in maniera ipersintetica riassumono gli obiettivi dei partiti. La politica si è rinnovata e ha abbandonato i programmi di centinaia e centinaia di pagine (vi ricordate quello di Prodi?). La scrittura ha abbandonato il burocratese: forme agili, frasi brevi, parole semplici, organizzazione del testo per punti, concetti elementari, slogan che tendono a diventare parole d’ordine. Ma il problema non è né la scrittura, né la grafica. Il problema sono i con-

La “mitica” fontanella dei giardinetti

zione di una denuncia. Comunque, anche stavolta il famoso detto su dove finisce il cetriolo..... (sempre all’ortolano) è stato rispettato, solo che l’ortolano si chiama “operai comunali” visto che sono loro i maggiori frequentatori dei magazzini comunali, la qual cosa non ci convince affatto.

I temi ambientali sono scomparsi dall’agenda politica

tenuti. Talmente generici e ridotti all’osso che probabilmente potrebbero essere accettabili per qualsiasi formazione politica. L’Agenda Monti in questo panorama è la novità più recente, ma purtroppo non fa eccezione. Nel paragrafo “Sfruttare tutto il potenziale dell’economia verde” la scelta delle parole già evidenzia un’idea piuttosto sviluppista, nella quale l’ambiente è visto come qualcosa da sfruttare, prima che da tutelare. Sfumature, dirà qualcuno. Inutili so-

fismi che mal si attestano in un periodo di crisi come quello che viviamo. Ma le parole non mentono, e dietro ci sono allineati concetti che evidenziano il punto di vista di chi li scrive. Tralasciamo qualsiasi ulteriore analisi lessicale per andare alla cruda sostanza delle cose: se di anno in anno gli economisti ci dicono che la “luce in fondo al tunnel” ci

porterà alla risoluzione della crisi l’anno successivo qualcosa vorrà pur dire. Forse procrastinare continuamente l’attesa ripresa dei consumi e dello sviluppo significa che il nostro modello economico non funziona poi tanto bene. A pagare sono sempre quelli che hanno di meno, nel nord come nel sud del mondo. Non sempre a tutto ciò che è molto utile viene attribuito un gran valore (ad esempio, l'acqua) e, viceversa, non tutte le cose che hanno un gran valore sono automaticamente molto utili (si pensi ai diamanti). Ecco, forse dovremmo cominciare a pensare un po’ più al valore d’uso e un po’ meno al valore commerciale delle cose, in attesa che parole come sostenibilità, condivisione, creatività, innovazione, sperimentazione, partecipazione, responsabilità sociale, open source, wiki, new economy, coworking, cooperazione diventino concetti più familiari e frequentati, magari a cominciare dai programmi dei partiti.


il Segno - Gennaio 2013

di Andrea Sebastianelli L’incidente avvenuto recentemente nelle campagne del Vivaro che ha coinvolto due cacciatori di Rocca di Papa ha innescato una serie di polemiche sul possesso delle armi da parte di privati cittadini. Un tema caldo avviato dai gravi fatti di cronaca accaduti negli Stati Uniti e proseguito anche in Italia con altri simili avvenimenti. Tutto questo ci ha fatto venire in mente una domanda: ma quante armi esistono a Rocca di Papa? La cifra è impressionante, sono oltre 4 mila tra quelle utilizzate per l’attività venatoria dai circa 300 cacciatori, quelle per la difesa personale e quelle detenute dai collezionisti. Il controllo di questo ampio e variegato armamentario è demandato alla Stazione dei Carabinieri che periodicamente aggiorna la schedatura sull’identità dei proprietari e sulla tipologia delle armi. Operazioni rese obbligatorie dalla legislazione italiana. “Questo è un tema molto delicato -ci dice il Comandante Ottavio Atripaldi- e spesso i cittadini non si rendono conto che possedere un’arma in casa è una grande responsabilità. Addirittura molte persone detengono in armadi o in semplici cassetti dei residuati bellici trovati per caso, inconsapevoli dei rischi a cui potrebbero andare incontro”. Il problema dei residuati della seconda guerra mondiale è davvero serio perchè Rocca di Papa nasconde nel suo sottosuolo diverse bombe, tra cui anche quelle anti-uomo, che spesso vengono alla luce durante l’esecuzione di lavori o semplicemente a causa delle piogge che tendono a spostare

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ROCCA DI PAPA

Solo a Rocca di Papa le armi censite sono più di 4mila

“Le armi possedute vanno sempre denunciate al Comando Carabinieri”

Ottavio Atripaldi

il terreno superficiale. “Chi dovesse trovare armi da guerra, bombe, pallottole inesplose, ecc., deve subito denunciarne il ritrovamento presso il nostro Comando. Stessa cosa -aggiunge Atripaldi- devono fare coloro che ne sono venuti in possesso in modo casuale poichè il collezionismo improvvisato non solo può creare seri problemi all’incolumità personale ma può far incorrere a procedimenti penali e a sanzioni amministrative salatissime”. Spesso capita che qualcuno si ritrovi in casa un’arma posseduta da nonni o lontani parenti. Anche in questo caso è obbligatorio recarsi dai Cara-

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binieri per verificare se sono state denunciate o no e, in questo caso, è necessario effettuare tutte le operazioni previste dalla legge. “A Rocca di Papa -conclude il Comandante- ci sono diversi collezionisti di armi, tutti censiti e registrati, si tratta per lo più di persone sensate con un alto senso di responsabilità. Il problema invece sono i collezionisti improvvisati che non si rendono conto del pericolo che corrono loro stessi e che fanno correre anche agli altri”. Per ricevere altre informazioni su questo delicato tema ci si può rivolgere direttamente alla Stazione Carabinieri di Rocca di Papa.

Operazione anti-droga nel centro storico Il 2012 si è concluso, per la Stazione Carabinieri di Rocca di Papa, con una eclatante operazione che ha portato al sequestro di mezzo chilo di droga (foto in alto). Il blitz, condotto dal Comandante Atripaldi, ha interessato un’abitazione insospettabile del centro storico dove i militari hanno trovato insieme all’alto quantitativo di droga anche diversi strumenti di precisione. L’uomo, di circa 40 anni, è stato tratto in arresto.

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il Segno - Gennaio 2013

ROCCA DI PAPA Si sta per concludere l’esperianza della destra regionale alla guida del Parco

Si dimette Giuntarelli e al Parco arriva il quinto direttore in 2 anni di Andrea Sebastianelli Dal giorno dell’insediamento del commissario liquidatore Matteo Mauro Orciuoli, poco più di due anni fa, siamo al quarto direttore dell’Ente che viene allontanato. Ora è appena arrivato il quinto. Evidentemente il commissario non trova rispondenza rispetto ai suoi obiettivi, neanche in chi ha nominato personalmente. Eppure gli ultimi direttori, tra cui Paolo Giuntarelli – l’ultimissimo – avevano avuto il gradimento esplicito della destra che governava la regione e, di rimando, il Parco. I nuovi direttori erano stati presentati come i salvatori della patria, quelli che con un colpo di bacchetta magica avrebbero realizzato tutte le facili promesse elettorali gridate nei comizi politici, dalla stessa destra che li aveva nominati. Schiere di poveri cacciatori avevano creduto che il parco sarebbe stato ristretto, rivedendo i perimetri. Le assicurazioni erano tassative, i tempi certi, le procedure militarizzate; lo sguardo fiero e il mento serrato facevano il resto. Ma era un apparato di cartone: non sono riusciti a fare niente. Niente di quello che avevano promesso, niente di quello che avevano proclamato, niente di quello che forse avevano pure

La sede del Parco

Il Commissario del Parco Matteo Orciuoli

tentato di mettere in piedi. Ancora qualche mese fa tutta la catena di comando del Parco dei Castelli era tenuta saldamente dalla destra della Regione Lazio: l’ex assessore regionale all’ambiente Mattei e il commissario dell’Ente Parco sbandieravano l’appartenenza politica come una virtù più che sufficiente per operare. Capacità, competenza, saggezza e un po’ di realismo sono cose che non li hanno mai sfiorati. Oggi il tempo sta per chiudere la loro permanenza al Parco con risultati assai magri, se si esclude qualche lauto compenso distribuito qua e là. Per il resto il Parco è fermo, in attesa, si spera, di tempi migliori.

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Il walzer dei direttori* Roberto Sinibaldi

dal 1° agosto all’8 novembre 2007 2010

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Alberto Anzellotti

3

Fabrizio Ferretti

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Paolo Giuntarelli

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Tommaso dall’8 gennaio Mascherucci 2013

dal 9 novembre al 23 dicembre 2010 2010

dal 14 gennaio al 13 dicembre 2011 2011 dal 14 dicembre al 3 gennaio 2013 2011

a oggi

*Dall’insediamento del Commissario Matteo Orciuoli avvenuto il 12 agosto 2010

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il Segno - Gennaio 2013

Il 27 novembre scorso il Comitato di gestione del Centro Anziani di Rocca di Papa ha approvato il bilancio 2011. Su questo tema pubblichiamo una lettera inviataci da alcuni iscritti. Ovviamente Il Segno è disponibile a ospitare anche l’eventuale replica del Comitato di gestione. Di come sono andate le cose il 27 novembre 2012 la stragrande maggioranza dei soci non lo sa, con questo articolo cercheremo di informarli visto che il Comitato di gestione non lo ha ancora fatto. E lo faremo senza scendere in inutili polemiche ma semplicemente attenendoci ai fatti. Nella suddetta riunione oltre al Sindaco Boccia, all’Ass.re Valentina Trinca e al Comitato di gestione, erano presenti circa 25-30 persone. Dopo i dovuti saluti del presidente, prendeva la parola il cassiere Giuseppe Melchiorri il quale leggeva l’elenco delle entrate e le uscite dell’anno 2011. Subito dopo si passava all’approvazione del Bilancio per alzata di mano, lo stesso veniva approvato da circa 15 persone senza che ci sia stato un dibattito, non perchè qualcuno lo abbia impedito ma si è preferito andare oltre e ci domandiamo perchè. Fino a oggi il Comitato di gestione non si è degnato nemmeno di renderlo pubblico, preferendo tenerlo nel cassetto. Pensate forse che ai soci non interessa? Questa è la vostra tanto decantata trasparenza? Con ciò, sia ben chiaro, non vogliamo mettere in dubbio l’onestà delle persone, ma lasciateci almeno dubitare sulla vostra incapacità. Ora magari

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ROCCA DI PAPA Da alcuni soci del Centro Anziani riceviamo e pubblichiamo

“Approvato il Bilancio ma servono chiarimenti” con i vostri modi da burocrati vi presenterete alla gente, scusandovi di questo e dicendo che vi è sfuggito forse perchè impegnati a discutere tra di voi. Ma la cosa che vi siete ben ricordati è stata quella di aumentare del 50% la quota d’iscrizione portandola a 15 euro, potevate prendere esempio da alcuni Comuni i quali hanno adottato lo schema tipo della Regione Lazio pubblicata nel BURL (il Bollettino Ufficiale della Regione, n.d.d.) del 2004 riguardante il regolamento dei Centri Anziani che, all’art. 1 dice che “le iscrizioni al Centro Anziani sono gratuite e possono essere effettuate in qualsiasi momento dell’anno... ed è fatto divieto chiedere forme di contribuzione all’atto dell’iscrizione o del rinnovo”. Norme scritte anche nello Statuto del nostro Centro approvato il 21 giugno 2011 (articoli 5, 6 e 8 “modalità d’iscrizione”) ma voi, facendo finta di non sapere, invece di diminuire (vista la crisi economica) avete aumentato la quota. Per scusarvi avete distribuito un volantino che a dir poco fa ridere per il suo contenuto: dite

che siete arrivati a questo perchè i fondi del Comune sono stati dimezzati, da 15mila a 7.500 euro. A giustificazione dell’aumento della quota d’iscrizione avete detto che questo servirà per finanziare le attività del Centro. Però ci dovete spiegare di quali attività o agevolazioni (per i soci) parlare se coloro che aderiscono ai soggiorni pagano per intero; se alle gite culturali pagano per intero; se al ballo domenicale o alla distribuzione dei pacchi natalizi e via dicendo pagano per intero. A questo punto facendo due conti risulta che i 7.500 euro del Comune, più 12mila euro delle tessere, più 3mila del disavanzo del 2011, arriviamo a 22.500 euro. Come verranno spesi questi soldi? Visto che il materiale per l’arredo e la manutenzione del Centro è a carico del Comune (art. 4 dello

Statuto, “Spazi per l’attività”, oggi la gente si domanda: vale ancora la pena iscriversi al Centro? E come reagireste se qualcuno, per motivi economici, o per altro, decidesse di non rinnovare la tessera ma di frequentare il Centro? Che fate, li cacciate? La cosa più sensata era andare incontro alle esigenze dell’anziano e non il contrario, invece di distribuire il volantino potevate distribuire il resoconto del Bilancio e lo Statuto, così i soci sarebbero stati più aggiornati. Però di queste cose che succedono se ne parla poco o niente, si preferisce farlo sottovoce. Almeno una volta quando le cose andavano meglio c’erano degli “pseudogiornalisti” che periodicamente criticavano l’operato dei vari Comitati di gestione e oggi ci domandiamo: che fine hanno fatto? Forse avranno finito il loro filone critico o forse perchè “investiti” da marginali incarichi. Ci fermiamo qui per non togliere troppo spazio al giornale, “riprenderemo dopo la pubblicità” se ce ne sarà bisogno. I soci ringraziano Il Segno nella persona del suo direttore Andrea Sebastianelli per la disponibilità nel dare voce a tutti. Firmato Noi soci

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il Segno - Gennaio 2013

Un’altra idea geniale pensata dall’amministrazione Boccia

Via il bosco, al suo posto il villaggio della munnezza Rocca di Papa

l’area dove il Comune vorrebbe realizzare il “villaggetto della monnezza” via

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clinica San Raffaele

ampliamento richiesto dalla Clinica San Raffaele nel 2009

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carrareccia comunale

ia ricc

di Andrea Sebastianelli Da alcuni anni la strada cosiddetta panoramica di Rocca di Papa (via Roma) viene utilizzata dalla società Aimeri per trapassare i rifiuti da un mezzo all’altro (vedi la nostra fotonotizia di pag. 21) creando non pochi disagi sia alla circolazione che alla stessa igiene visto che gli odori nauseabondi, durante e dopo quest’operazione, soprattutto quando tira un bel venticello, invadono l’area per diverse decine di metri. Una strada panoramica trasformata in una strada di rifiuti, senza tener conto dei liquami che inevitabilmente finiscono sull’asfalto e tra la vegetazione sottostante. Insomma, una situazione che nel corso degli anni ha destato non poche perplessità. Adesso il Comune ha deciso di porvi rimedio ma, come spesso accade alla Giunta guidata da Boccia, la soluzione proposta appare peggio del problema da risolvere. Che cosa stanno pensando di fare? Semplice: abbattere un’area boscata per trasformarla in una sorta di eco-centro con parcheggio per mezzi privati, uffici, cassoni scarrabili in cui stoccare i rifiuti, un altro parcheggio per i mezzi pesanti e un’area dove effettuare le operazioni di “trapasso” dei rifiuti. L’area in questione si trova tra Via dei Laghi e Via Ariccia (la strada che porta alla clinica San Raffaele) e il perimetro di 3mila metri quadrati dove dovrebbe sorgere questo “villaggetto della monnezza” è posto proprio sotto la struttura sanitaria degli Angelucci. Su quest’area (di proprietà pubblica) ricadono vincoli paesaggistici oltrechè di tutela del bosco eppure, malgrado ciò, l’amministrazione ha pensato bene di far redigere un bel progetto che se non fosse stato per alcuni Consiglieri d’opposizione (Emanuele Crestini, Enrico Fondi e Mario Gatta) sarebbe stato discusso e approvato nell’ultimo Consiglio Comunale svoltosi nei primi giorni di gennaio. Un’altra idea geniale della politica roccheggiana che invece di dedicare tempo e denaro alla risoluzione di questioni urgenti (centro storico, turismo, lavoro per i giovani, gestione dei boschi e servizi efficienti) utilizza i suoi tecnici per degradare ulteriormente un territorio già

ROCCA DI PAPA

parcheggio proposto dal Comune nel 2007

incrocio 4 strade

L’area boscata su cui il Comune di Rocca di Papa vorrebbe realizzare un autoparco

troppo devastato. Ma andiamo a vederlo questo progetto. Per quanto ci è dato sapere realizzare un “autoparco comunale destinato ai mezzi per servizio di igiene urbana” in quest’area è in netto contrasto con il Piano Regolatore vigente (quello approvato dalla Regione Lazio nel 1976) e quindi il Comune dovrebbe approvare una vera e propria Variante di tipo urbanistico. Cosa quest’ultima che l’amministrazione di Rocca di Papa usa fare con molta disinvoltura. Infatti, il vecchio PRG (essendo decaduto quello elaborato dall’Arch. Putano) protegge le aree boscate ricadenti in quest’area. Non solo, la tutela della zona si estende (grazie al Piano Territoriale Paesaggistico Regionale) al paesaggio naturale e grazie al Piano d’Assetto del Parco (adottato nel luglio 2009) il vincolo è ancora più importante. Il costo di quest’assurda operazione è di circa 300 mila euro e l’area interessata dovrà ospitare un parcheggio per i dipendenti dell’Aimeri (600 metri quadrati); 100 m2

di uffici e altri 200 per servizi; un deposito preliminare di 300 m2; 1.100 m2 di parcheggio per gli automezzi; altri 500 metri quadrati per collocare presse e container; infine una zona lavaggio per i mezzi di ulteriori 600 m2. Totale: 3.400 m2. Dove andranno a finire i liquami prodotti e le acque sporche dei lavaggi non è dato sapere; così come non si comprende come possano essere eseguite le operazioni di stoccaggio dei rifiuti considerando l’alta sensibilità ambientale dell’area. L’amministrazione di Rocca di Papa avrebbe voluto discutere e approvare questo progetto applicando ad esso il carattere d’urgenza (operazione che può essere fatta solo ottenendo il sì di tutti i membri del Consiglio Comunale), senza alcuna discussione preliminare, senza confrontarsi con i cittadini, senza nessuna trasparenza democratica. Una velocità che ci insospettisce visto che il problema di via Roma è noto da diversi anni e appare assurdo che ora, in tutta fretta e senza far trape-

lare nulla, si sia deciso di risolverlo con una soluzione priva di senso. Un’altra cosa sospetta è l’eccessiva attenzione che la giunta Boccia ha sempre dimostrato per quest’area. Già cinque anni fa, il 28 giugno 2007, il Consiglio Comunale approvò una Variante al Piano Regolatore prevedendo all’incrocio tra via dei Laghi e via Ariccia, in zona boscata e vincolata, un parcheggio di scambio (tra chi e che cosa non si capiva). Operazione poi fallita grazie al diniego dell’allora Parco dei Castelli. Nel 2009 fu la volta della clinica San Raffaele che chiese di ampliare la sua area di attività verso via dei Laghi esistendo in quel tratto anche una carrareccia comunale che conduce proprio alla clinica. Anche questo progetto trovò l’opposizione del Parco ma non certo quello del Comune di Rocca di Papa. Adesso Boccia ci riprova con l’autoparco comunale e non si comprende il perchè. Prima un parcheggio di scambio, poi un ampliamento delle attività del San Raffaele, adesso l’area per lo stoccaggio dei rifiuti. Non sarebbe più semplice lasciare lì il bosco (visto che lei signor Sindaco vinse anche il “premio Merli” per l’ambiente) senza spendere nè tempo nè soldi dei contribuenti in progetti irrealizzabili e privi di logica? Qual’è l’urgenza nell’approvare di corsa e in silenzio questo ennesimo progetto? E perchè spendere soldi per mettere a norma l’isola ecologica di via delle Barozze già sottoposta a sequestro se l’intenzione dell’amministrazione era quella di realizzare una nuova area dedicata alla monnezza? Per di più realizzandola all’ingresso del paese così che i turisti possano riconoscere Rocca di Papa già dalla puzza! Idee geniali che solo uomini geniali riescono ad avere.


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Momento delicato per l’azienda che gestisce i rifiuti

Campi e Vivaro

Tra crisi di liquidità e inchieste giudiziarie

Approvato il progetto per il porta a porta

di Luigi Serafini La crisi dell’Aimeri, la società che gestisce la raccolta e il trasporto dei rifiuti a Rocca di Papa e in altri comuni dei Castelli (tra cui Grottaferrata), non sembra finire con l’arrivo del nuovo anno. Infatti, mentre ancora una volta i lavoratori, che temono di essere licenziati, chiedono di ricevere lo stipendio in maniera regolare oltre al versamento dei relativi contributi, per l’azienda del Gruppo Biancamano i guai sembrano aumentare. E’ dei giorni scorsi la notizia di una serie di arresti eseguiti su mandato della Dia (Direzione investigativa antimafia) di Catania che hanno coinvolto il presunto boss Roberto Russo, uno dei capi-squadra dell’Aimeri Ambiente, e un’altra decina di dipendenti della società che opera nel ciclo dei rifiuti nell’area jonica-etnea. L’Aimeri subito dopo ha puntualizzato in una nota che “l’azienda non può rispondere dell’operato doloso dei propri 4mila dipendenti” e che pertanto “si costituirà in giudizio come parte lesa”. Ora le indagini dovranno accertare il livello delle infiltrazioni mafiose nel ciclo dei rifiuti per far luce soprattutto sui traffici illeciti che potrebbero coinvolgere anche altre regioni italiane oltre alla Sicilia.

di Camilla Lombardozzi Il Comune di Rocca di Papa nella riunione di giunta dello scorso 4 dicembre, ha approvato il progetto per l’estensione della raccolta differenziata con il sistema “porta a porta” nel quartiere dei Campi d’Annibale e nella frazione verde del Vivaro, completando così sull’intero territorio comunale il sistema del ciclo integrato dei rifiuti. Il progetto, redatto dall’Ing. Alessandro Angelini di Cisterna di latina, si inserisce nel bando emesso dalla Provincia di Roma finalizzato a concedere finanziamenti per favorire la raccolta domiciliare nei comuni dell’hinterland romano. Rocca di Papa, a tal proposito, ha chiesto sia un supporto tecnico che economico. Nel 2009 l’amministrazione Boccia presentò un analogo progetto per i quartieri Centro Storico e Vigne ottenendo un contributo di oltre 300mila euro. Per la copertura dell’intero territorio ora il Comune ha chiesto un finanziamento vicino ai 150mila euro. Ricordiamo che l’estensione del “porta a porta” a tutte le utenze era uno dei punti più importanti del programma con cui Boccia vinse le ultime elezioni. Ora speriamo che la Provincia approvi il progetto e permetta quindi di partire il prima possibile.

Questa notizia ci permette di fare un escursus storico del Gruppo Biancamano, società che fa capo ai fratelli Pizzimbone, Giovan Battista e Pier Paolo (politicamente vicini al senatore Pdl Marcello Dell’Utri), che nel 2004 acquisì Aimeri Ambiente e che oggi sta vivendo un momento di crisi economico-finanziaria molto preoccupante. L’inchiesta di Catania arriva dopo quella pugliese del maggio scorso avviata dalla Procura della Repubblica di Trani nel Comune di Andria per un appalto da 90 milioni di euro per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Anche allora tra gli indagati ci furono alcuni dipendenti dell’Aimeri Ambiente, tra cui il capo-area per il Sud Italia, Orazio Colimberti, e il responsabile tecnico del Comune di Andria, Massimo Zurli, che per molti anni (soprattutto ai tempi della Manutencoop poi rilevata dall’Aimeri stessa) ha operato a Rocca di Papa in qualità di responsabile di zona. Qualche anno prima fu l’allora Sindaco antimafia di Gela, Rosario Crocetta (oggi presi-

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dente della Regione Sicilia) a contestare l’appalto per la gestione del ciclo dei rifiuti a cui partecipò soltanto Aimeri Ambiente con un ribasso ritenuto da Crocetta troppo modesto e quindi sospetto (pari solo allo 0,1%). Insomma, un Gruppo spesso finito nel ciclone di inchieste e di indagini nel settore dei rifiuti. Tornando a Rocca di Papa, i dipendenti continuano a manifestare le loro preoccupazioni dopo che nella vicina Grottaferrata continuano ad essere forti le voci su alcuni dipendenti che potrebbero essere messi alla porta. In quel caso l’amministrazione grottaferratese ha diffidato l’Aimeri dal perseguire tale idea visto che il numero di dipendenti è stabilito dal contratto d’appalto. Situazione analoga a Rocca di Papa, dove però i problemi potrebbero diventare più seri nei prossimi mesi.

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16 di Paola Gatta La Tares, la nuova tassa sui rifiuti, è sbarcata anche a Rocca di Papa ma i cittadini non conoscono le agevolazioni che potrebbero ottenere in base al regolamento approvato dal Consiglio Comunale lo scorso 29 novembre. “Sono state approvate una serie di riduzioni per venire incontro alle tasche della cittadinanza –ci dice il Consigliere d’opposizione Emanuele Crestini- ma il Sindaco Boccia non si è preoccupato di renderle pubbliche e farle conoscere democraticamente a tutti”. Come dicevamo, l’amministrazione comunale, sulla base di una legge nazionale, ha infatti deliberato la nuova tassa dei Rifiuti e Servizi, chiamata Tares. La regolamentazione, che prevede un rincaro di circa il 30% delle tariffe rispetto alla vecchia Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani), ha infatti istituito una serie di riduzioni che toccano ambiti e classe di reddito diverse. Peccato che i cittadini di Rocca di Papa ignorano del tutto le agevolazioni di cui potrebbero usufruire perche la delibera si trova solo online sul sito del Comune e quindi, soprattutto gli anziani (che più di tutti potrebbero ottenere benefici) ne sono rimasti all’oscuro. “Facciamo le battaglie per aiutare le persone bisognose e poi il Sindaco dimentica di affiggere i manifesti per informare la cittadinanza di una cosa tanto importante come l’introduzione della Tares e la possibile riduzione della tassa sui rifiuti – ha dichiarato Crestini –, per una persona anziana che vive sola evitare di versare trecento euro l’anno rappresenta un aiuto importantissimo”. Quindi, la maggioranza già pensa a come incassare più soldi con la Tares non tenendo in considerazione le possibili riduzioni usufruibili dalla cittadinanza. “Il governo Boccia pur avendo i mezzi a disposizione per ridurre il carico fiscale sui cittadini di Rocca di Papa – continua il Consigliere d’opposizione – non solo non fa nulla ma chiede anche maggiori sacrifici”. Nello specifico il nuovo regolamento prevede anche una riduzione del 30% per chi abita da solo, per le abitazioni ad uso stagionale o limitato, per residenti che vivono per

ROCCA DI PAPA

il Segno - Gennaio 2013

Arriva la Tares, la nuova tassa sui rifiuti

Guida alle agevolazioni del nuovo regolamento Quello che c’è da sapere sulla Tassa Rifiuti e Servizi COME, QUANDO SI PAGA?

NON SI PAGA PER...

COME VIENE CALCOLATA?

In quattro rate: la prima ad aprile; la seconda entro il 15 giugno; la terza entro il 15 settembre; l’ultima entro il 15 dicembre.

Balconi, verande, terrazze e porticati aperti; superfici coperte di altezza pari o inferiore a 1,5 metri; locali caldaia.

In base ai metri quadrati abitati e al numero dei componenti il nucleo familiare risultanti all’anagrafe.

ESENZIONE TOTALE

RIDUZIONE DEL 50%

RIDUZIONE DEL 30%*

Può essere richiesta se si hanno più di 65 anni, se si è l’unico componente del nucleo familiare e se la propria abitazione non supera i 70 metri quadrati di superficie. più di sei mesi all’estero e per i fabbricati rurali ad uso abitativo, ma a oggi il Consiglio Comunale non ha ancora deliberato in merito. “Sono tante anche le agevolazioni di carattere sociale per i contribuenti presentando una semplice autocertificazione - ha spiegato ancora Crestini- riguardano le persone anziane che spesso hanno grande difficoltà economiche nel pagare la tassa dei rifiuti”. Chi ha più di 65 anni e vive solo in un’abitazione non superiore a 70 metri quadri è addirittura esentato totalmente dal pagamento della Tares. Se invece la casa non supera gli 80 metri quadri ed è occupata da due persone ultrasessantacinquenni, la tassa si riduce del 50%. “Le agevolazioni si ottengono solo presentando regolare denuncia ogni anno – continua – questo onere non è stato sufficientemente pubblicizzato dall’amministrazione comunale alla cittadinanza, non è stato

Può essere richiesta se il nucleo familiare è composto da 2 persone che hanno più di 65 anni e se la propria abitazione non supera gli 80 metri quadrati di superficie.

Può essere richiesta se si è il solo componente del nucleo familiare; o se l’abitazione è per uso stagionale. *Prevista nel regolamento ma non ancora deliberata Il Consigliere Comunale Emanuele Crestini

messo alcun manifesto, non è stato fatto un comunicato, esiste solo la delibera online del 29 novembre 2012 ma difficilmente consultabile da chi è nato quando il computer era solo fantascienza”. “Come il Sindaco Boccia si preoccupa di mandare alla cittadinanza inviti a manifestazioni e messaggi d’auguri – aggiunge il Consigliere – allo

stesso modo avrebbe dovuto informare i contribuenti delle opportunità e delle agevolazioni a cui hanno diritto. Le tariffe delle Tares che dovranno essere applicate non sono state ancora deliberate – conclude Crestini – quindi chiedo al Sindaco Boccia e all’assessore al bilancio Querini di non forzare la mano aumentando le tasse come sono soliti fare”.


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La Regione e il Governo ancora non danno risposte definitive sulla crisi

Continua la battaglia dei lavoratori del San Raffaele di Rocca di Papa di Giulia De Giorgi Anno nuovo proteste vecchie per i 260 lavoratori della clinica San Raffaele di Rocca di Papa. Le rassicurazioni delle ultime settimane che qualcosa si sarebbe sbloccato in termini di pagamento delle spettanze arretrate e di un rilancio delle attività altamente professionali della struttura di Via Ariccia, a oggi, si sono dimostrate carta straccia. Per questo motivo lo scorso 15 gennaio i dipendenti hanno nuovamente invaso pacificamente la rotatoria di Via dei Laghi con bandiere e striscioni. “Siamo esasperati e nessuno sembra volerci dire che fine faremo” ci ha detto uno dei dimostranti ormai affranto e stanco. Il Gruppo San Raffaele vanta crediti per decine di milioni di euro dalla Regione Lazio e all’inizio del 2012 l’ex com-

missario Enrico Bondi (poi sostituito da Filippo Palumbo) aveva assicurato che 21 di questi sarebbero stati sbloccati per saldare alcune fatture già emesse dall’azienda della famiglia Angelucci. Ma tali somme ancora non sarebbero

state accreditate. Intanto il timore dei lavoratori di perdere il posto di lavoro diventa sempre più un incubo e a nulla sono valsi gli appelli di questi giorni da parte

delle istituzioni a cominciare dai Sindaci dei Castelli Romani capeggiati dal primo cittadino di Rocca di Papa.

Il 20 dicembre la petizione dei cittadini è stata consegnata al Sindaco

NO alla vendita dei boschi pubblici Raccolte 805 firme e ora si attende la delibera del Consiglio Comunale

Il momento della consegna delle firme. Da sin.: Ferazzoli, Rasetti, Barbante, Boccia e il nostro direttore

Riportiamo di seguito il testo della lettera che il nostro Direttore, insieme a Sergio Rasetti, il 20 dicembre scorso ha consegnato al Sindaco Boccia, al Presidente del Consiglio Comunale Luigi Ferazzoli e ai

capogruppo consiliari (Santangeli, De Santis ed Enrico Fondi): “In seguito alla Delibera di Consiglio Comunale n. 17 del 30 maggio 2012 con cui que-

sto Comune decideva di vendere i boschi pubblici (tra cui il bosco della biodiversità) e contemporaneamente realizzare una “Centrale a biomasse” nel cuore del Parco dei Castelli Romani, “Il Segno”, mensile indipendente presente sul territorio da oltre undici anni, nel mese di ottobre 2012 ha lanciato una raccolta pubblica di firme con l’intento, da una parte, di contrastare tali decisioni sensibilizzando le istituzioni e la politica, e dall’altra appellandosi all’art. 47 dello Statuto Comunale che prevede la consultazione dei cittadini quando le decisioni prese riguardano temi fondamentali di carattere generale. Con la presente siamo ora a consegnarVi le 805 firme raccolte con le quali si chiede 1) all’amministrazione comu-

nale, rappresentata dal Sindaco, di annullare tale Delibera nella parte riguardante i suddetti punti, e 2) ai rappresentanti Istituzionali (il Presidente Ferazzoli) e dei partiti presenti in Consiglio Comunale (i capogruppo), di farVi portavoce di questa volontà espressa a grande maggioranza dai cittadini di Rocca di Papa, e (laddove dovesse risultare necessario in assenza di risposte esaustive dell’amministrazione) adoperarVi affinché la proposta di Referendum locale possa avviare il suo iter all’interno del Consiglio Comunale. RingraziandoVi per la Vostra disponibilità, inviamo i migliori saluti”. Andrea Sebastianelli Direttore Responsabile de “Il Segno”


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ROCCA DI PAPA

Primi cittadini siamo tutti noi! di Federico Meiattini Puntare il dito contro un Sindaco, un Assessore, un Consigliere o un chiunque amministratore della pubblica amministrazione ci fa star bene. Ormai nel nostro immaginario il politico corrotto rappresenta la normalità, anche se lo abbiamo aiutato a raggiungere delle postazioni di potere ed anche se rappresenta tutti noi ed in fondo è il nostro specchio. Individuiamo un responsabile e tanto ci basta per sentirci sollevati, assolti da qualsiasi responsabilità e soprattutto da qualsiasi impegno. L’informazione che fornisce Il Segno, come è stato detto, è importante per risvegliare le coscienze civiche. Non è la letargia che uccide il nostro paese, quanto l’indifferenza. Siamo ben svegli quando l’amministrazione lede una sola nostra piccola proprietà o interesse. Ma se la proprietà è

di tutti allora è i nessuno e quindi non ce ne curiamo, quando gli interessi sono condivisi aspettiamo sempre qualcun altro che se ne occupi. In fondo una mia piccola azione cosa può fare per cambiare lo stato delle cose? Questo è ciò che desidera una qualsiasi amministrazione di qualsiasi città o schieramento, una cittadinanza da “condurre” per mano senza ingerenze né obiezioni. Ma per una volta vorrei ribaltare le responsabilità. Abitazioni totalmente abusive, cumuli di rifiuti ai margini del bosco, riserve idriche al collasso, degrado del patrimonio architettonico e boschivo, sperperi di denaro pubblico e cronica mancanza di fondi per servizi sociali, traffico caotico, scuole degradate, quante altre denunce potremmo ancora elencare. E’ sempre colpa del Sindaco e dell’amministrazione?

Chi è che costruisce abusivamente? Giustificandosi che manca un piano regolatore. Chi è che abbandona materiali di risulta nel bosco dopo aver fatto pagare ai clienti le tasse per lo smaltimento dei calcinacci? Chi è che sporca il bosco? Chi è che parcheggia incivilmente bloccando il traffico? Chi è che occupa i pochi parcheggi destinati ai disabili? Chi è che non partecipa mai alla vita scolastica? Chi è che non contribuisce mai al reperimento di risorse da destinare a servizi sociali? Però magari possiede sempre l’ultimo modello di palmare. Chi è che non sollecita mai gli amministratori al rispetto dei loro impegni? E’ forse il Sindaco a compiere queste azioni? O siamo noi? Immagino già il coro di dissensi che vuol far notare che l’Amministrazione deve controllare e reprimere. E noi? A noi non spetta nessun compito? Abbiamo un’altra potente arma oltre al voto elettorale…

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LA PARTECIPAZIONE! Eleggiamoci SINDACI del nostro paese, facciamolo ogni giorno, partecipiamo alla vita pubblica, contrastiamo gli abusi del vicino di casa, protestiamo contro chi abbandona i rifiuti o contro chi ostruisce il traffico per un parcheggio incivile, contro chi deturpa il NOSTRO patrimonio. Aiutiamo la nostra stessa amministrazione, perché qui non si tratta di colori ma di sopravvivenza. Semmai il nostro Comune dovesse morire, moriremmo tutti, rossi o neri. E poi se proprio vi preme arrecare un danno ad un politico, non c’è soluzione migliore che farlo sentire INUTILE!


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La residenza dello scultore tedesco in stato d’abbandono

Salviamo la storica casa del grande Achtermann

Così è ridotta la casa di Achtermann, nel cuore del quartiere Bavarese A sin.: lo scultore tedesco

Quello che vogliamo lanciare attraverso le pagine del Segno è un appello alle istituzioni affinchè la storica residenza del grande scultore tedesco Wilhelm Guglielmo Achtermann (1799-1884), che visse a

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Rocca di Papa molti anni della sua vita (dal 1850 fino a quando vi si stabilì del tutto), venga restaurata e riportata al suo antico splendore essendo oggi in stato di abbandono . In questa casa l’artista bavarese,

che ha lasciato a tutti noi sculture e rilievi di gran pregio, eseguiva le sue opere. A pochi metri dalla sua abitazione vi erano i resti della prima chiesetta di Rocca di Papa, Santa Maria degli Angeli (che ri-

mase attiva fino al 1742), oggi nota come “Chiesa del Crocifisso”. Achtermann decise quindi di restaurare a sue spese quest’eremo antico e lo arricchì con i suoi lavori e il suo altare. La figura dell’Achtermann è stata descritta con dovizia di particolari da una nostra concittadina, Franca Peluso, che nel 1999 ha pubblicato un libro ben documentato dal titolo “Wilhelm Achtermann. Uno scultore nazareno a Rocca di Papa” (edito da La Spiga di Massimo Saba). Quest’appello è rivolto soprattutto al Sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, affinchè si faccia promotore dell’iniziativa coinvolgendo anche il suo collega di Landsberg am Lech (la cittadina bavarese gemellata con il nostro paese) così che si possa dare vita a un progetto comune di restauro, magari adibendo la casa in modo tale che possa ospitare periodicamente i nostri amici di Landsberg quando vengono a visitare Rocca di Papa. Sarebbe un segnale importante di fratellanza: ridare memoria a una delle più importanti figure storiche del nostro paese e, insieme, recuperare i luoghi più significativi del suo centro storico. Noi ci speriamo.

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ROCCA DI PAPA

La tutela dei lavoratori e il diritto al lavoro sono temi ancora molto sentiti

Seduti al Bar Centrale di Rocca... ...parlando dell’Articolo diciotto di Daniela Di Rosa Il bello di un paese è il conoscersi un po’ tutti, almeno quelli che per vari motivi hanno una vita sociale pubblica, questo fa sì che difficilmente si trascende, si parla, si discute, ognuno cerca di affermare le proprie idee, la propria opinione senza arrivare a liti o rotture. Poche settimane fa, in una domenica soleggiata ero seduta ad un tavolino del Bar Centrale e con alcuni amici si parlava di politica, precisamente di articolo 18, io e Gennaro Spigola cercavamo di spiegare ad altri l’importanza di difendere questa legge ormai stravolta e incompresa. Ci chiedevano: “perché difendere i fannulloni e i ladri, gli assenteisti e i finti malati? libertà di licenziamento, come fanno negli altri paesi!”. Cercavo di spiegare che se la causa è giusta, si può licenziare eccome! e che il famigerato articolo difende il lavoratore dall’ingiusta causa, tipo per motivi religiosi o politici o di sesso… che so, sei bravo, fai bene il tuo lavoro ma sei ebreo, o musulmano o testimone di Geova, oppure sei donna o sei gay, o sei di destra o di sinistra, biondo o moro, bello o brutto, simpatico o antipa-

tico e via all’infinito coi paragoni. Un padrone non può licenziare per motivi personali… a quel punto rivolgendosi a me interveniva Claudio del bar: “ma ancora parli di padroni, eppoi perché non ti metti dalla loro parte?”. Un po’ alterata gli rispondevo che i padroni esistono ancora e che mai sarei stata dalla loro parte, quella del più forte! Caro Claudio, quello che ho detto lo ribadisco, perché il mondo non si ferma in piazza della Repubblica, è ovvio che non mi riferivo a un commerciante o a una piccola azienda, lì ci sono gli operai e il datore di lavoro e, tra loro, si instaura un rapporto oltre che professionale anche umano. Io mi riferivo alle industrie, alle grandi catene di supermercati, di centri commerciali… è di poco tempo fa la lettera che i dipendenti delle Coop hanno scritto alla Littizzetto (che promuove in tv la Coop) per denunciare le loro condizioni di lavoro, e parliamo della Coop! perché se vai nei vari discount molto spesso ai dipendenti è vietato perfino parlare, pena il licenziamento, neanche più la pausa per la pipì! Una nota catena tedesca oltre ai turni massacranti, straordinari e festivi non pagati, vie-

tava ai commessi addirittura di fidanzarsi. Parliamo ora dei call-center: ti consiglio un film con la Ferilli, “Tutta la vita davanti”, non è fiction è realtà… passiamo alla Fiat, dove il miliardario Marchionne ha imposto modelli di lavoro da terzo mondo, non tratta gli operai come schiavi? E che ne ha fatto dei ribelli? Licenziati! Riammessi al lavoro, per vendetta ne licenzia altrettanti… come facevano i nazisti? Dieci italiani per ogni tedesco, se questo non è un padrone! Puoi cambiare il termine ma la realtà non cambia. Possiamo girare per i campi

di pomodori, la raccolta delle arance, la manovalanza per i cantieri, è quasi tutta straniera, a basso costo e sfruttati… questi non li chiami schiavi? Lo vedi che alla fine le parole “padroni” e “servi” non sono anacronistiche, solo che ci fa male sentirle, un operatore ecologico è sempre uno spazzino, una collaboratrice domestica è sempre una donna delle pulizie, un’igienista dentale è una che ti pulisce i denti mica li cura… uno sfruttatore non sarà mai un datore di lavoro ma resterà un padrone, ora e sempre… ecco perché difendiamo l’articolo diciotto!

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ROCCA DI PAPA Dal Consigliere Comunale Danilo Romei riceviamo e volentieri pubblichiamo

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“L’oscuro Natale di Rocca di Papa nè addobbi nè iniziative benefiche” di Danilo Romei* In un periodo di crisi generalizzata, sarebbe assurdo pretendere che un’amministrazione, facendo finta di nulla, dimenticando il vuoto delle casse comuDanilo Romei nali, la povertà in aumento, s’impegnasse in addobbi natalizi d’una sontuosità d’altri tempi. Eppure, proprio in un momento così nero, un’amministrazione che amministrasse per il bene del suo paese, farebbe uno sforzo in più per infondere nei cittadini una scintilla di speranza per un anno migliore, un futuro meno povero. A pochi chilometri di distanza da Rocca di Papa, nei paesi limitrofi, altre amministrazioni sono riuscite comunque a regalare ai cittadini un clima meno triste, addobbando le strade con luci e colori. Eppure la crisi è nazionale. Che non si combatta la crisi a colpi di buoni propositi e luci colorate, è risaputo. Eppure, c’è tutta quella parte di un uomo, che si chiama interiorità che nella risalita materiale (leggi uscita dalla crisi) ha un ruolo di fondamentale importanza: la consapevolezza di potercela fare genera speranza e la speranza spinge i corpi a cercare una via di uscita, la luce accompagna il cammino. Quale luce ha accompagnato il cammino dei cittadini roccheggiani, illuminati a

fotonotizia del mese

Da quant’è che stanno lì? Più di un anno? L’isola ecologica è inutilizzabile perché sequestrata dalla magistratura per gravi irregolarità. Dopo tanto tempo l’amministrazione comunale ha messo mano ai lavori di adeguamento, ma nel frattempo la monnezza continua ad essere scaricata dai camioncini agli autocompattatori più grandi in mezzo alla strada, alla fine di via Roma. Uno dei punti più panoramici del paese è invaso da spazzatura, puzza e liquami. Oltre ad essere inopportuno, è anche illegale. mala pena dalla tradizionale stella posta nei pressi dell’Osservatorio? Non si sono viste luci natalizie, non abbiamo assistito ad iniziative benefiche, non c’è stato nessuno che stringendoci la mano ci dicesse “ce la faremo”. Gli amministratori hanno dimenticato ancora una volta il dovere dell’impegno nella res publica, il dovere di dimostrare di aver meritato la fiducia di migliaia di cittadini.

Una stella. Ovunque buio. Il centro storico è in un buio medioevale da mesi. E’ vero, è abitato soprattutto da vecchi e stranieri, gente che forse non merita alcuna considerazione? Ho un sogno: che la mia Rocca di Papa possa un giorno tornare allo splendore di un tempo! “Buon Anno” a chi governa questo paese. Ai miei concittadini, uno splendido 2013. * Consigliere Comunale Rocca di Papa

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Gennaio 2013

Il circolo Pd di Roma-Trastevere scrive a Bersani mentre a Rocca di Papa...

“Il comportamento dei nostri politici non va mai dimenticato”

Ci congratuliamo con gli iscritti al circolo del PD di Roma Trastevere che, avendo a disposizione un circolo che

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Così si presenta oggi la storica sezione del PCI, poi PDS e DS e oggi sede del circolo PD

funziona, non hanno rinunciato ad esprimere con chiarezza la loro opinione; come dovrebbe poter fare ogni iscritto ad un partito. Evidentemente la lettera è stata la conseguenza di un dibattito che si era precedentemente svolto al suo interno. La sede di un circolo serve proprio per

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“Il Circolo di Trastevere ha seguito con molta attenzione tutto l’operato della giunta regionale di destra, ne ha sempre denunciato l’indirizzo antipopolare e i pesanti effetti negativi che dai suoi atti sono derivati per i cittadini… Siamo quindi molto soddisfatti del fatto che Renata Polverini sia stata costretta alle dimissioni, anche grazie all’azione del Pd e delle altre forze politiche di minoranza. Ciò detto non possiamo però tacere sul comportamento dei Consiglieri regionali del nostro Partito, che hanno accettato passivamente che nel corso degli ultimi tre anni i finanziamenti ai gruppi consiliari aumentassero vertiginosamente, sottraendo risorse preziose alle esigenze dei cittadini del Lazio e contribuendo al discredito della politica. Certo, ci sono profonde differenze sul come quei finanziamenti sono stati utilizzati … ma esprimiamo comunque un sentimento di indignazione e un giudizio di dura condanna nei confronti dei nostri Consi-

glieri. Il Circolo di Trastevere ritiene che tutti i Consiglieri del Partito Democratico alla Regione, senza alcuna eccezione, siano venuti meno agli obblighi previsti dal Codice Etico e dal Codice di responsabilità degli eletti e degli amministratori democratici, e che pertanto non possano essere più ricandidabili a nessuna carica politica o amministrativa. Noi del Circolo Trastevere amiamo il Partito Democratico e siamo orgogliosi di appartenervi, per i suoi ideali, per le buone politiche che ha saputo realizzare, per le regole che governano l’organizzazione interna e che ne fanno la forza più democratica presente nel nostro Paese. Pretendiamo quindi coerenza, decisione e provvedimenti esemplari. Pretendiamo azioni adeguate che testimonino con i fatti, e non a parole, che noi siamo quelli della “buona politica” e siamo capaci di colpire i comportamenti sbagliati. Dichiariamo sin d’ora che non siamo disponibili a sostenere nelle prossime campagne elettorali persone che non siano esempio di onestà, passione disinteressata e senso civico”. Il circolo Pd Roma-Trastevere

CC

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Su richiesta di alcuni lettori pubblichiamo ampi stralci della lettera aperta inviata a Pierluigi Bersani, Enrico Gasbarra e Marco Miccoli, rispettivamente Segretario Nazionale, Segretario del Lazio, Segretario di Roma del Pd.

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questo: a riunirsi per confrontare le opinioni e definire una posizione ufficiale dello stesso. Ci chiediamo se, come e quando, tutto ciò sarebbe stato possibile a Rocca di Papa che, a quanto risulta, da mesi ha sede chiusa e segreteria vacante. S.R.

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il Segno - Gennaio 2013

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A proposito delle ultime elezioni primarie per scegliere i parlamentari

I politici vanno scelti per i loro meriti e non per fare un “favore personale” di Sergio Rasetti Elezioni Primarie Parlamentari. Un metodo importantissimo scelto dal Pd per rinnovare e salvare la credibilità della politica. Oltre tre milioni di cittadini hanno partecipato per indicare la linea, ma per quanto riguarda la scelta dei candidati nei collegi si doveva procedere dopo aperti confronti tra i partecipanti. Uno che conta (o crede di contare) chiede a un elettore (perplesso sull’indicazione di voto da esprimere nelle Primarie, suggerita dal gruppo di big che probabilmente si è riunito in una sede riservata), di votare per Tizio. L’elettore domanda perché dovrebbe scegliere Tizio che non conosce personalmente, non ha illustrato pubblicamente le sue proposte e l’impegno a sostenerle in caso di riuscita e risulta che ha già avuto un lungo ruolo di amministratore pubblico, cosa che consiglia una sua sostituzione con candidato più “fresco e riposato”. Quello che conta (o crede di contare) gli risponde che queste cose non hanno alcun significato e dovrebbe votare Tizio per fare un favore a lui (cioè a quello che conta). Sono argomenti abituali di quelli che contano di casa in altri ambiti politici. In quello che ci interessa, al primo accenno, dovrebbero essere contrastati e rifiutati vivacemente. Costatare che il sistema si è esteso alla nostra area politica, ci priva di quei pochi appigli di convinti militanti che erano

rimasti. La scomparsa di ogni attività politica alla base, quella che si faceva nelle sedi territoriali, ora chiuse perché le risorse finanziarie pubbliche sono state impiegate in altro modo (non avere concreti luoghi di discussione fa molto comodo a chi vuole evitare interlocutori scomodi ) comporta l’abbandono delle decisioni nelle mani degli eletti, unici in campo a giocare a porte chiuse. A Rocca di Papa la presenza nella gestione del seggio per le Primarie Parlamentari, di numerosi Consiglieri comunali e Amministratori, dimostra che tutto è gestito dagli stessi soggetti nel ruolo pubblico come in quello politico. Il sistema ha svilito questi ruoli agli occhi di ogni cittadino democratico e ha fatto estinguere la categoria dei militanti disinteressati di un tempo. Ma ora che si deve fare uno sforzo sovraumano per riconquistare alla politica la credibilità che gli compete, quelli che contano devono smetterla di organizzare cordate per consolidare unicamente le proprie posizioni di potere o chiedere di votare qualcuno per fare favori personali. A chi sarà eletto in Parlamento, chiediamo che faccia quello che si aspettano tutti gli italiani: “Si adoperi per approvare al più presto le necessarie riforme e i provvedimenti più giusti per i cittadini e il paese. Si batta sempre per affidare gli incarichi pubblici ai migliori. Eviti come la peste il clientelismo che tradisce centomila

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il Segno - Gennaio 2013 CURIOSITA’ Alla scoperta dei luoghi particolari e inaspettati di cui Rocca di Papa è ricca

Le storiche ceramiche del ‘900 e la bellezza delle grotte nascoste di Giulia De Giorgi Rocca di Papa non finisce di stupire e per questo abbiamo deciso di iniziare a scoprire luoghi inaspettati e meravigliosi che si trovano proprio sotto ai nostri occhi. Questo nostro viaggio lo iniziamo all’interno di uno dei negozi più noti del paese, “Regali Fondi dal 1946” che si trova proprio di fronte al Duomo, alla fine del Corso. Qui possiamo restare incantati guardando tre grandi opere ceramiche risalenti agli inizi del secolo scorso. Si tratta di 3 composizioni a piastrelle decorate a mano di manifattura preFranco Fondi nelle stupende grotte del suo negozio

giata realizzate dalla ditta “A. Freda & Figli”. Ecco la storia di quest’antica ditta di manifatture in ceramica: fondata dall’abbruzzese Angelo Freda fu attiva a Napoli, in vico S. Erasmo 9, a partire dal 1900. Nel 1904 la produzione della manifattura Freda venne presentata all’Esposizione Campionaria di Napoli dove ottenne una medaglia d’oro e la Croce d’onore. Alla morte del fondatore, avvenuta nel 1926, la proprietà della ditta passò ai figli Edoardo, con la carica di direttore tecnico e artistico, e Rosario. Negli anni Trenta divenne una vera e propria fabbrica dotata di moderni forni e macchinari con una ottantina di operai. Tra i ceramisti attivi presso la ditta Freda si ricordano Vincenzo Strino, Zina Aita, Giuseppe Macedonio e Antonio De Val.

Rocca di Papa e Monte Cavo

Negli anni Cinquanta la manifattura si trasferì in via Capodimonte 18 sempre a Napoli. Le opere esposte all’interno di “Regali Fondi” riproducono paesaggi della campagna romana e uno in particolare riprende il panorama da Rocca di Papa a Monte Cavo, una vera e propria chicca tra arte e storia. Ma le sorprese non finiscono qui. Scendendo una ventina di gradini si finisce nelle grotte sotterranee scavate nella viva roccia, arredate con gusto e illuminate in modo artistico. Una grande dimostrazione di amore per il proprio luogo di lavoro e soprattutto per le bellezze del proprio paese.

Nelle grotte

Uno dei quadri in ceramica esposti

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Chi non avesse letto l’ultimo numero de Il Piccolo Segno può trovarne sempre una copia presso il BAR CENTRALE di P.zza della Repubblica a Rocca di Papa (tel. 06-94749042) che gentilmente ci ha dedicato uno spazio per questo servizio


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Cultura e

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... dintorni

Il comunista roccheggiano perseguitato dal Regime di Andrea Sebastianelli Sul numero di novembre del Segno, a proposito della ricostruzione storica di una manifestazione che si tenne al Vivaro agli inizi del 1900 per rivendicare la proprietà delle terre appartenenti agli Sforza Cesarini, abbiamo accennato al ruolo che ebbe Paolo Piccioni, in quegli anni capo della lega contadina di Rocca di Papa. Ora, in quest’articolo, approfondiremo proprio la figura del Piccioni che rappresentò un serio problema per la nascente dittatura fascista. Paolo Piccioni nasce a Rocca di Papa il 21 aprile 1891 da Giuseppe e da Cecilia d’Andrea. Fin da ragazzo è affascinato dalle idee del socialismo e, proprio in virtù di queste, si pone in primo piano rispetto alle rivendicazioni sociali scoppiate tra la fine dell’800 e gli inizi del nuovo secolo. Questa sua vivacità politica lo porta ben presto a finire nei registri degli “osservati speciali” ma è soprattutto con l’avvento della dittatura mussoliniana che comincia a subire una vera e propria persecuzione da parte della polizia politica diretta dal temuto Michelangelo Di Stefano, braccio destro del capo della Polizia Arturo Bocchini. Paolo Piccioni, dopo le prime esperienze maturate a Rocca di Papa e che lo segneranno per sempre, si trasferisce a Roma in via della Marranella, dove trova un ambiente a lui più congeniale e nel quale riesce subito a inserirsi nelle organizzazioni politiche che si oppongono al fascismo. Infatti, dal maggio 1925 diventa segretario del “comitato di settore” Porta Maggiore-Marranella nonché fiduciario del Partito Comunista. Una carica che si interrompe il 2 dicembre 1926 quando viene assegnato al confino “per la durata di anni cinque, perché ritenuto pericoloso nei riguardi dell’ordine e della sicurezza nazionale”. Dopo essere stato arrestato, il 13 aprile viene tradotto nella colonia penale di Ustica, la stessa che due mesi dopo vedrà arrivare uno dei più temuti avversari del fascismo, Carlo Rosselli, fondatore del movimento “Giustizia e Libertà”, poi assassinato in Francia da emissari del regime insieme al fratello Nello. In realtà Paolo Piccioni non era nuovo alla giustizia italiana. Il 27 settembre 1919 era stato amnistiato dopo essersi “reso colpevole di violenza e resistenza all’Autorità”; successivamente con sentenza della Regia Pretura Urbana di Roma veniva assolto per insufficienza di prove dall’imputazione di questua illecita; il 30 ottobre 1925 veniva assolto nuovamente dall’accusa di incitamento all’odio di classe. Con tutte queste informazioni, il 6 giugno 1927, finisce infatti nel Casellario

Paolo Piccioni, professione: “sorvegliato speciale”

Politico Centrale del Ministero dell’Interno con la sigla di “comunista”. Appena sei mesi dopo la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza lo scheda addirittura con la dicitura di “pericoloso”. Da quel momento la vita di Paolo Piccioni non è più la stessa. Ecco che cosa dice di lui una nota riservata della Prefettura di Roma: “Di carattere mite, di buona educazione e svegliata intelligenza, ha mediocre cultura e non è in possesso di titoli accademici avendo frequentato la sesta elementare. Dimostra assiduità al lavoro, dal quale trae i mezzi di vita; si comporta bene in famiglia e non ha mai ricoperto cariche amministrative e politiche”. Prosegue la nota: “E’ iscritto al partito comunista; prima ha appartenuto al partito socialista massimalista. Nel partito comunista ha discreta influenza essendo abile ed attivo organizzatore; non risulta che sia in corrispondenza epistolare con compagni di fede residenti all’estero o nel Regno”. E Ancora: “Quando il partito comunista era in piena efficienza ha preso parte a tutte le manifestazioni sovversive, cooperandovi in ogni occasione per la diffusione di manifestini e di stampe sovversive. Verso le Autorità -prosegue il Prefetto- tiene un contegno indifferente”. Dopo circa un anno dal suo arrivo a Ustica, su ordine del Capo del Governo Mussolini, la sua posizione viene commutata in ammonizione e così Paolo Piccioni fa ritorno a Roma dove l’aspetta la moglie. Il biennio d’ammonizione termina il 24 marzo 1929, VII anno del regime fascista. Il 27 dicembre dello stesso anno viene fermato in occasione delle nozze del Principe di Piemonte e rimesso in libertà l’11 gennaio 1930. La polizia politica continua a sottoporlo a controlli e il 24 marzo 1932 il Ministero dell’Interno riceve un fonogramma della Questura di Roma, nel

quale si avverte che il “noto pericol o s o comunista [...] si è allontanato dalla propria abitazione rendendosi irreperibile”. Nel fonogramma si dà anche notizia che Paolo Piccioni è stato iscritto al n. 15164 della rubrica di frontiera per impedirne l’espatrio. Questo provvedimento scattava nei riguardi di coloro che erano stati inseriti nella categoria II del casellario politico centrale, quella delle persone da arrestare in determinate circostanze. Il 1° aprile però la Questura comunica che “il sovversivo in oggetto indicato ha fatto ritorno alla propria abitazione”. Subito dopo, stanco di essere seguito, ricercato e arrestato prima di ogni festività o ricorrenza, Paolo Piccioni scrive al Ministro dell’Interno mettendo in risalto la sua condizione di ex confinato politico e le sue precarie condizioni di salute. Scrive, tra l’altro, il Piccioni (che usa parlare di sé in terza persona): “Ha una numerosa famiglia, moglie, suocera e suocero, entrambi con figli, nonché altre due figlie maritate con prole. [...] E nonostante le condizioni assai deplorevoli dello scrivente [...] è costretto a lavorare tutta la santa giornata per soddisfare i bisogni più urgenti della vita, per sé e per i suoi”. Poi il “pericoloso comunista” parla del suo stato di sorvegliato speciale essendo sottoposto secondo lui “ad una eccessiva sorveglianza e, quel che più è peggio, di quanto in quanto arrestato sia pure per pochi giorni alla volta”. Da qui la richiesta di non essere più sottoposto a tali segue a pag. 26


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LA STORIA Per la Polizia Politica Fascista Paolo Piccioni è un “individuo subdolo poiché afferma di disinteressarsi completamente di politica mentre consta a quest’Ufficio che egli frequenta i più noti sovversivi del rione Porta Maggiore” segue da pag. 25

ferrei controlli. Ma il suo accorato appello non ottiene l’effetto sperato visto che due mesi dopo il Questore Cocchia, in una missiva inviata alla Direzione Generale di Pubblica Sicurezza, scrive che “costui è sempre un fervente e convinto comunista, irriducibile antifascista, ritenuto tuttora capace di turbare con atti inconsulti il tranquillo svolgimento di cerimonie ed altre manifestazioni patriottiche. Non ritengo pertanto opportuno -conclude il Questore di Roma- radiarlo dall’elenco delle persone pericolose da arrestare in determinate circostanze”. Già a luglio Cocchia firma l’ennesimo fonogramma segnalando che “Piccioni Paolo di cui era stato disposto il fermo in occasione della ricorrenza del 1° agosto si è allontanato dalla propria abitazione rendendosi irreperibile”. L’8 settembre la stessa Questura della Capitale informa il Ministero dell’Interno che ancora una volta “il sovversivo ha fatto ritorno alla propria abitazione”. Il 21 luglio 1933 il Piccioni viene cancellato dall’elenco delle persone d’arrestare in determinate circostanze ma la vigilanza nei suoi riguardi prosegue. Il 28 dicembre 1934, XIII anno del regime, un nuovo documento segreto mette in allarme la Divisione Affari Riservati del Ministero dell’Interno. Si tratta dell’elenco di spie pubblicato dal Partito Comunista composto da 12 pagine dattiloscritte, diviso per regioni e per categorie di persone (spie e provocatori, elementi sospetti, espulsi perché inoltrarono domanda di grazia o per altri motivi, espulsi per tradimento, ecc.). Nella pagina dedicata al Lazio Paolo Piccioni viene inserito tra gli “elementi sospetti”. Del caso si interessa direttamente il Ministro che chiede al Questore di verificare la “pericolosità dei sovversivi inscritti nei noti elenchi diffusi dal PCI”. La riposta del Questore Cocchia non si fa attendere e il 20 marzo 1935 a proposito di Paolo Piccioni, scrive che l’esponente comunista nato a Rocca di Papa “è tenuto alquanto in disparte dai suoi compagni di fede, essendo sospettato di essere confidente di quest’ufficio”. Una calunnia pesante per Paolo Piccioni considerando che la stessa nota della Questura terminava affermando che “in effetti non lo è”. Questi infiltrati temuti dal PCI e dalle altre organizzazioni ritenute fuorilegge erano a libro paga dell’Ovra, i servizi segreti del regime, e avevano come scopo primario non solo quello di rivelare notizie e informazioni utili alla polizia ma

anche di creare diffidenza tra i membri delle stesse organizzazioni antifasciste. Il 31 dicembre 1936 la Questura conferma che il sovversivo roccheggiano “si associa spesso a compagni di fede e frequenta esercizi pubblici”. Pochi giorni dopo, il 10 gennaio 1937, il nome di Paolo Piccioni finisce in una lettera della Regia Questura di Roma avente per oggetto: “Lettere spedite al soldato Rammairone Francesco da Maggio Saverio ed altri”. Questo Saverio Maggio era già noto alla Questura che ne seguiva da tempo l’attività essendo un “fervente comunista solito ad associarsi ai più noti sovversivi della borgata Marranella, ove abita. Infatti -prosegue la notail Paolo indicato nelle lettere inviate al Rammairone non è altri che il noto comunista schedato Paolo Piccioni di Giuseppe, qui abitante in via della Marranella n. 32”. Francesco Rammairone, anch’egli aderente al PCI, prima di essere chiamato alle armi frequentava nel quartiere di Torpignattara diversi esponenti comunisti, tra cui (oltre al Piccioni) Saverio Maggio e Matteo Ardito. Il soldato Rammairone viene così arrestato e durante la perquisizione effettuata nel suo domicilio, viene rinvenuta una lettera contenente frasi “che rivelano la sua avversione al Regime” (tra cui: “non aspetto che il momento di combattere con voi per il nostro ideale”, oppure: “sono sempre il vostro compagno che divide le vostre gioie e le vostre pene”). Ma non finisce qui. Grazie a questa lettera la Questura scopre che “giorni or sono il Rammairone Francesco scrisse al Piccioni Paolo comunicandogli di essere stato interrogato dagli ufficiali del suo reparto in merito ai suoi principi politici, accennandogli anche che prevede di dover passare qualche guaio”. Per la Questura sono la prova cercata e la vigilanza nei confronti del Piccioni viene intensificata unitamente all’ordine di perquisire la sua abitazione dalla quale però non emerge nulla di interessante. L’11 gennaio 1937, non sapendo nulla della lettera del soldato Rammairone finita nelle mani della polizia, Piccioni invia al Questore di Roma una coraggiosa missiva dattiloscritta nella quale lamenta di aver subito, in sua assenza, “due accurate perquisizioni con asporto di libri e giornali e lasciando detto che il sottoscritto doveva presentarsi per alcune informazioni”. Continua il Piccioni: “Non riuscendo a comprendere quali possono essere le ragioni che possono aver dato luogo a simili atti [...] quando egli non si interessa altro che della propria famiglia e per di più essendo continuamente malato [...] non ritiene opportuno presentarsi

il Segno - Gennaio 2013

perché come al solito si procederebbe al suo fermo, cosa questa che pregiudicherebbe fatalmente la sua già minata salute” ma rassicurando il Questore che “non appena ristabilito [...] si presenterà per mettersi a completa disposizione delle Signorie Illustrissime”. Infine torna a chiedere che “si facciano cessare i continui fastidi che attualmente si stanno dando alla sua famiglia”. Alla lettera Paolo allega il certificato del dott. Pagliaro, uno specialista in malattie interne, da cui si evince che è “affetto da ulceraduodenale” per curare la quale “sta praticando delle iniezioni costose in rapporto alle sue possibilità finanziarie”. La reazione del neo Questore Palma non si fa attendere e, il 14 febbraio, a proposito dell’esposto “inoltrato dal comunista in oggetto”, scrive al Ministero avvisando che “il Piccioni Paolo è elemento tuttora meritevole di particolare vigilanza, essendosi rivelato anche con l’esposto, individuo subdolo poiché afferma di disinteressarsi completamente di politica mentre consta a quest’Ufficio che egli mantiene relazioni e frequenta assiduamente la compagnia dei più noti sovversivi del rione Porta Maggiore”. Intanto il Piccioni torna ad essere irreperibile costringendo la Questura ad emettere un nuovo fonogramma di ricerca a tutte le questure del Regno, salvo poi (il 29 gennaio) riferire che “il noto comunista schedato [...] ha fatto ritorno al suo domicilio”. La vigilanza nei suoi confronti viene riattivata e il 19 dicembre 1939 la Questura conferma che “pur serbando fede alle proprie idee [...] non ha dato luogo a speciali rilievi con la condotta politica”. La vigilanza non accenna a diminuire ma ormai le precarie condizioni di salute costringono il Piccioni a stare sempre più spesso rinchiuso nella sua casa della Borgata Marranella, stanco di essere sorvegliato, interrogato e arrestato ma, pur vivendo in questo clima persecutorio, le sue idee di libertà e di lotta che lo avevano accompagnato per tutta la vita non verranno da lui mai rinnegate. Andrea Sebastianelli


il Segno - Gennaio 2013

L’angolo della storia

CULTURA

Le teorie sulla fine del mondo di Vincenzo Rufini Nell’Ottocento gli storici romantici, con il francese Michelet in testa, tesero a dare valorizzazione storica al Millenarismo, cioè a quel movimento dominato dalla paura della fine del mondo che in prossimità dell’anno Mille pervase le genti d’Europa. Il terrore di quelle popolazioni è un fatto storico acclarato, tanto più che si era in un’epoca successiva alla calata dei barbari sui resti dell’Impero Romano d’Occidente ed al conseguente stato di ignoranza che aveva coperto il vecchio continente, in cui la superstizione aveva preso il posto della ragione. Ma gli storici del diciannovesimo secolo calcarono troppo la mano, descrivendo una paura collettiva e mutuandola in una fobia generalizzata, che se ci fu ebbe proporzioni meno vaste. Al giorno d’oggi, permeati come siamo dalla tecnologia imperante, quel vago senso di millenarismo vecchio e stantio, invece di rimanere chiuso nelle scaffalature ammuffite degli archivi storici, viene di tanto in tanto rispolverato col solo proposito, non più di terrorizzare le masse credulone, ma di sfruttare ad uso commerciale le paure ataviche insite in ogni individuo. Esempio classico su cui poggiano le presunte previsioni è la fine del mondo, meta ineluttabile sempre presente nell’inconscio collettivo; spesso si ricorre ad antiche profezie formulate in illo tempore da popoli antichi, opportunamente distorte ad usum delphini. Un ultimo caso è rappresentato dalla profezia dell’antico popolo Maya sulla presunta fine del mondo vaticinata per il 21 dicembre del 2012 e non verificatasi, tanto più che i Maya avevano parlato di cambiamento d’epoca; ergo tra fine e cambiamento vi è una sostanziale differenza di significato linguistico. Differenza che ai più non si è prospettata. Se le differenze epocali tra il millenarismo dell’anno Mille e quello attuale del 21mo secolo

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Invito alla lettura

L’eredità della Gruber

di Loredana Massaro Per guidarmi in questo percorso Rosa mi ha teso la mano, e io l’ho sono abissali resta afferrata. Pagina dopo pagina ha come comune derisvegliato la mia curiosità. Ho nominatore la paura potuto sentire le sue parole, come propria degli uofaceva mia madre Herlinde che mini, ma anche la mano nella mano passeggiava L’Imperatore Francesco Giuseppe mancanza, oggi spesso con lei. La ascoltava spiecome allora, di strumenti cere- di erudizione. Un essere ragione- gare i segreti della vita, imparava brali capaci di filtrare i vari mes- vole e razionale non può credere la saggezza per celebrarne la saggi cui siamo sottoposti, con nelle favole, chiunque sia a pro- bellezza, il coraggio per affronun rilievo importante e determi- palarle e non può abbandonarsi a tare i dispiaceri. È così, di voce nante da eccepire: l’uomo, e stati di psicosi collettiva tali da in voce, che sopravvive la memoanche la donna, dell’anno Mille alterare il normale vivere della ria del mondo”. Lilli Gruber avevano come giustificazione, quotidianità. Non può e non deve seppur parziale, nell’accettare regredire allo stato di bambino. Nel novembre del 1918 il mondo ogni stramberia la mancanza as- Tutto ciò fa riandare la mente al di Rosa Tiefenthaler va in fransoluta di informazioni e di erudi- tempo dell’affermazione, nel tumi. Finita la zione e di un minimo di mondo scientifico e sociale, della prima guerra monscolarizzazione. L’uomo con- teoria evoluzionistica di Charles diale, l’Impero autemporaneo non ha di questi ap- Darwin, in quei frangenti di stroungarico, in tempo il letterato inglese Che- cui è nata e vispigli. L’essere evoluto che la scienza sterton, commentando la prover- suta, non esiste più chiama Homo Sapiens Sapiens biale credulità umana anche al e la sua amata degli inizi del terzo millennio tempo della scienza trionfante, terra, il Sudtirolo, è passata all’Itanon può accampare giustifica- ebbe ad esclamare: “Da quando lia. Tenace e coraggiosa, Rosa zione alcuna, tanto elevato è il gli uomini hanno smesso di cre- scrive sul suo diario: “Il nostro suo livello di informazione, di dere in Dio non è che non cre- cuore e la nostra mente rimarscolarizzazione, se non proprio dono più in nulla, bensì a tutto”. ranno tedeschi in eterno”. Rosa è una donna istruita, spirito libero e indipendente per il suo tempo, sposata da quasi vent’anni con l’amato Jakob. Nel giro di pochi anni e con l’avvento del fascismo tutto sta cambiando. Lei stessa e di Anna Giovanetti la sua famiglia si ritrovano perseguitati, colpevoli di voler difendere la loro lingua e la loro identità: subiranno l’arresto, il carcere, il confino. La sua forza e Doppo Natale freddu e fame le sue certezze saranno infine è n’dettu de i vecchi rocchiciani messe a dura prova dall’ascesa al e n’fatti tutti se faceanu a remessa potere di Hitler. In troppi si stanno de facioli, farina e de patane; lasciando sedurre da questo sogno pecchè passata l’allegria de e feste pericoloso che si è affacciato sullo e spesi lli do becchi pe fasse ‘na magnata, scacchiere europeo: quello della teneanu da i pe lena e stregne ‘a cinta Germania nazista. Prima fra tutti pecchè etera ancora longa l’invernata. Hella, la figlia minore, si lascia fatalmente attrarre nel vortice delE n’vece mo’ Natale n’è più come na vota l’ideologia hitleriana. E di nuovo pecchè e magnate se fau pe tuttu l’annu Rosa dovrà affrontare la scelta etè solu ‘na curza a fa’ i regali impossibile tra l’oppressione e e a pensa’ a Tizio a Caio che i faraio? l’esilio. E curi a destra, curi a sinistra, Nata austriaca, vissuta sotto l’Itaprepari pranzi da sentitte male lia, morta all’ombra del Reich, e doppo recominci a stregne ‘a cinta questa donna è un simbolo che ma solu pe fa ‘a dieta e no pe fame. rappresenta le ansie e i tormenti di una terra di confine. Su quella L’inverno po’ n’se sente più llo freddu che te taiea stessa frontiera è cresciuta Lilli specie davanti a Chiesa e verso Campusantu Gruber, sua bisnipote, che attinniciunu va puiù pe lena a soffiasse ‘e mani gendo alle pagine del suo diario, e neve e gelu se fau vedè gnì tantu. ci racconta in questo libro una stoCerto è na bella cosa che l’inverno s’è ccorciatu ria personale e collettiva appassioe che ‘o freddu è diventatu menu greve, nata, che corre sul filo del ricordo, ma io so’ sempre stata ‘na romanticona; illuminata da un ineguagliabile n’te etera bellu Natale co a neve!!!!!!! stile narrativo.

La poesia del mese

Doppo Natale freddu e fame


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STORIE

IL RACCONTO DEL MESE

La Luna e il vento

Questo mese il nostro Noga omaggia i lettori del Segno non con un racconto ma con una poesia e, anche questa volta, riesce a sorprenderci per la sua duttilità letteraria. Non solo scrittore e disegnatore ma anche poeta! di Noga Una sottile luna saracena veleggia fra nuvole grige e nere. Quaggiù, un leggero vento autunnale strappa dai miseri rami di tronchi scheletriti, le ultime foglie marroni, gialle e rossastre. I passanti: sconosciute figure asessuate, nere, nei loro pastrani già invernali, corrono verso le case fumiganti addossate alla roccia; seguite da un rumoroso nugolo di foglie rinsecchite. La luna si è eclissata e, rabbuiata, è discesa la notte. Soltanto il vento rimane padrone dei luoghi e soffia leggero e libero tra le case, percorrendo viuzze nodose riempite, nei secoli, di stradette, anditi bui, archetti striminziti, casette di bambole ingrigite e ormai trasparenti come antichi fantasmi. E’ questa la magìa della notte? E mentre incombe l’alba che , con il proprio chiarore traslucido, si porta via ogni cosa, soltanto la luna saracena riappare a sventolare sulle bandiere che guardano i deserti sabbiosi al di là del Grande Mare Latino. 23 novembre 2012

Riapre i battenti il Teatro Civico una bella notizia per tutti Dopo una pausa forzata dovuta all’esecuzione di importanti e necessari lavori, il Teatro Civico di Rocca di Papa sta per riaprire il sipario. Lo farà il 18 gennaio con lo spettacolo di Piero Botti, Cleopatra, che quindi inaugurerà la nuova stagione che già si presenta ricca di spettacoli di alto livello. Il 3 febbraio, per esempio, andrà in scena “Shameless”, una pièce grottesca dal sa-

pore agrodolce che mette in evidenza le storie quotidiane dell’uomo contro l’uomo. Tra i protagonisti lo stesso direttore artistico del Teatro Civico, Alberto Querini. La ripresa delle attività artistiche del teatro roccheggiano è una bella notizia per la cultura del nostro paese e per tutti i cittadini. In bocca al lupo dall’intera redazione del Segno!

Il cartellone del Teatro Civico Rocca di Papa

Direttore Artistico: Alberto Querini

STAGIONE TEATRALE 2013 Via San Sebastiano, 20 - www.associazioneacs.it

domenica 3 FEBBRAIO (ore 18.00), “Cartellone Giallo” presenta:

“SHAMELESS” Testo e regia di Alessandro Catalucci con: Tania Benvenuti, Alberto Querini, Livia Saccucci, Alessandro Catalucci Aiuto regia: Livia Saccucci Light design: Marco Fumarola Scene e costumi: Tania Benvenuti

Prezzo dei biglietti: 14 euro interi, 12 euro ridotti, riduzioni per over 65 e minorenni Info: 06 9499340 329 2681546 acs@associazioneacs.it

il Segno - Gennaio 2013

Spunti di letteratura

Il manuale “scottante” di Aristotele

di Camilla Lombardozzi Si sa i generi letterari cambiano, alcuni tornano di moda come i vestiti, altri invece sono antiquati; poi ci sono quei romanzi, scritti soprattutto per il pubblico adolescente in cui l’EROS, la fa da padrone. Chi di noi non ricorda lo scalpore che suscitò il libro “100 colpi di spazzola prima di andare a dormire” di Melissa P., o le attuali 50 sfumature di grigio, di rosso e di nero, ricchi, entrambi, di piccanti aneddoti erotici, che stimolano in un certo senso la curiosità e perché no, la fantasia del lettore? E bene, mi duole informare le rispettive autrici dei libri, ma sono arrivate tardi, eh sì, perché nel lontano 1680 fu pubblicato niente di meno che un manuale del filosofo Aristotele dai contenuti hot, dal titolo “Aristotle’s Compleat Master-Piece”. L’opera venne poi bandita intorno alla metà dell’800 a causa della morale pubblica, la quale rendeva la sorte di questi manuali difficile e sicuramente breve. Abolito quindi dall’Inghilterra per ben duecento anni, il manuale venne reintegrato solo nel 1961. Lo scritto, Aristotle’s Compleat MasterPiece, il 16 gennaio, anno corrente, è stato venduto a un’asta ad Edimburgo, in Scozia e l’edizione licitata è datata 1766. Aristotele in questo libro sulla gravidanza e sul sesso offre dei consigli e curiosità originali, non solo per l’epoca in cui è stato scritto, ma anche per i giorni nostri; ad esempio: non concepire i figli al di fuori del matrimonio, in modo da evitare la nascita di gemelli siamesi, o quella di un figlio peloso; la raccomandazione per i genitori di ricercare il godimento di entrambi i partner durante il rapporto sessuale in quanto aumenta le possibilità di concepimento ed infine la dritta di soffiare il fumo di una calendula (genere di piante della famiglia delle Asteraceae) all’interno della vagina della donna che ha appena partorito, per estrarre la placenta. Segui Camilla Lombardozzi sui suoi blog: http://ibisbeticidomati.wordpress.com/ http://lesportiveromane.wordpress.com/


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IL TEMA

Donne e velo... una discussione attuale di Patricia Antolovic Loubna è nata in Marocco, ha 34 anni. Vive in Italia da 11 anni. Parla francese, spagnolo, arabo, ed è laureata in letteratura francese. E’ sposata con un italiano e ha una figlia. Vive a Roma dove lavora. Loubna è musulmana, credente e praticante, fa la sua preghiera cinque volte al giorno, rispetta il Ramadan. A lei ho rivolto alcune brevi domande. Loubna, che pensi del burkha? “Sono contraria, ogni persona deve poter essere riconosciuta”. E del velo? “Il velo è una scelta personale, io non lo porto. Il Corano non lo prevede, sono cresciuta in città, i miei genitori mi hanno insegnato ad essere indipen-

dente, a non essere sottomessa”. Hai studiato, pensi che quest’apertura culturale abbia influenzato il tuo atteggiamento? “Non lo so, chi porta il velo pensa di rimanere pura, di non attirare l’attenzione degli uomini, essendo velate pensano di essere rispettate, ma se ti trucchi allora mettere il velo è un’ipocrisia. Io non lo metto, e nessuno mi può obbligarlo a farlo”. Tuo marito è italiano, è cattolico? “Mio marito era cattolico non praticante, si è convertito all’Islam, altrimenti non potevamo sposarci, l’Ambasciata del Marocco non mi avrebbe dato il nulla osta per il matri-

di Camilla Lombardozzi Quasi certamente questa notizia desterà un notevole interesse per coloro che ricordano il film del 1997 di Jean-Jacques Annaud “Sette anni in Tibet” con protagonista Brad Pitt. Infatti, il giornalista Paul Salopek, vincitore nel 1998 e nel 2001 di ben due premi Pulitzer, con l’avvento del nuovo anno ha deciso di intraprendere un viaggio di sette anni, ovvero ventidue miglia; seguendo un percorso che sessantamila anni prima portò i nostri bisavoli a lasciare l’Africa, per recarsi, attraverso Asia e Sud America, negli Stati Uniti alla ricerca del nuovo mondo. Questo progetto, iniziato a gennaio, prende il nome di Out of Eden e simboleggia una sorta di ritorno al passato, una commistione con il presente attraverso le terre che un tempo i nostri avi hanno percorso. Paul Salopek definisce quest’esperienza dell’Out of Eden uno slow Journalism, cioè un camminare di storia in storia e farlo a passo d’uomo. Di fatti l’inviato di guerra del Chicago Tribune, nonché collaboratore presso il National Geographic, affronterà questa sua nuova avventura da solo, partendo dalla Great Rift Valley in Etiopia a piedi, oltrepassando trentanove paesi e zone delle più pericolose al mondo, come America centrale e Iran. Grazie ad un computer portatile, un satellitare ed una telecamera messi a sua di-

monio. Mi sono sposata al Comune di Roma”. Mi sono sempre sorpresa vedendo ragazze e donne musulmane velate, e con questa breve intervista ho voluto capire meglio le loro ragioni. Il problema si è posto in Francia qualche anno fa a seguito dell’adozione di una legge sulla manifestazione di segni religiosi a scuola, che ha vietato l’uso del velo e di ogni altro segno religioso a scuola,

29 in nome della laicità. In Italia abbiamo visto alcune ragazze musulmane di seconda generazione, dunque nate in Italia, uccise da parenti perchè volevano vivere “all’occidentale”. Questa conversazione ed alcune letture, mi hanno convinta che il velo impedisce l’emancipazione della donna. Il problema che si pone è la nozione di libertà. Se chi è favorevole al velo, afferma che ha la libertà di decidere se portarlo o no, è una sua decisione personale, quello che rappresenta il velo è una restrizione della libertà della donna che la vuole sottomessa, obbediente... Alcune donne tunisine, che hanno vissuto la liberalizzazione della condizione della donna sotto il presidente Bourguiba con una politica sull’educazione, la promulgazione di un Codice dello statuto personale con il quale erano abolite la poligamia, la ripudiazione ed istaurato il divorzio giudiziario, vedono con preoccupazione il ritorno di un Islam “retrogrado”, ed affermano che “non ci può essere uguaglianza dei sessi senza separazione del diritto di religione”. Una frase che ci deve far riflettere...

Paul Salopek, vincitore di due premi Pulitzer, sulle orme di Pitt sposizione, Paul Salopek potrà condividere le sue emozioni, le sue sensazioni e la sua esperienza di viaggiatore solitario in tempo reale su web; inoltre non mancheranno gli articoli che il giornalista pubblicherà giornalmente, grazie al National Geograpich, suo sponsor, ed in più ogni cento miglia Salopek correderà il tutto con foto del cielo, della terra, dell’acqua, suoni ambientali ed interviste che andranno a costituire il reportage finale a 360° più lungo della sua vita, per raccontare storie di povertà, cambiamenti climatici, conflitto e di innovazione. Tra le altre cose, alcuni dati raccolti dal giornalista verranno messi a disposizione degli studenti del Laboratorio di Storytelling.


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MUSICA e CINEMA

scite v o u e U N

SOULSAVERS QUANDO IL ROCK SI FA PREGHIERA ‘The Light the Dead See’ tracklist: ‘La Ribera’ (Instrumental); ‘In the Morning’; ‘Longest Day’; ‘Presence of God’; ‘Just Try’; ‘Gone Too Far’; ‘Point Sur Pt. 1’ (Instrumental); ‘Take Me Back Home’; ‘Bitterman’; ‘I Can't Stay’; ‘Take’; ‘Tonight’. Mi arriva questo sms (“Ascolta i Soulsavers”) dall’amico Mauro Gentilini, buon conoscitore di musica e da sempre attento ai nuovi gruppi degni d’interesse che possono affacciarsi sulla scena musicale. Il nome di questo complesso per me è alquanto sconosciuto. Vado su Youtube e comincio ad ascoltare qualche pezzo. La cosa che cattura subito la mia attenzione è che alla voce c’è addirittura il cantante dei Depeche Mode: Dave Gahan. Le sonorità sono molto soffuse e quel che mi sorprende è che al contrario dei Depeche gli arrangiamenti sono molto raffinati ma soprattutto lirici e alquanto acustici per avere a che fare con un componente che proviene da una delle band che hanno fatto dell’elettronica la loro peculiarità stilistica. Mi procuro il cd e sin dalle prime note del disco si avverte subito qualcosa di profondo, qualcosa di solenne e che ti porta, fra le pieghe delle note, a voler cercare di capire le parole che si appoggiano a una musica mistica e che protende verso l’alto e ti accorgi anche che c’è qualcosa di sofferto e di doloroso, come un excursus di vita in cui si è andati a fondo e da cui si cerca di risalire. L’atmosfera è veramente malinconica e struggente anche con delle sfumature blues e gospel tale da portarti in un ascolto molto intimo e spirituale. Dopo un primo brano strumentale molto suggestivo e avvolgente, segue la canzone di “In the morning” con la calda voce

di Gahan che prende alla gola e t’inchioda all’ascolto così come la deliziosa successiva “Longest Day”. Ma quella che ti trapassa il cuore e ti trascina in vortici mistici di estasi e dolore è il brano di “Presence of God” dove la voce di Dave arriva a scuotere l’anima come un tramonto intenso e pieno di colori forti e abbaglianti e dalla cui vista non riesci a sottrarti e l’album prosegue su questa falsariga crepuscolare e piena di pathos, fra brani soprattutto che portano all’ascolto meditativo e mistico con testi che parlano di tormenti, abbandono, espiazione, speranza, salvezza. Certamente ci si potrebbe anche spaventare di fronte a un gruppo che affronta questi temi ma la forza dei “Salvatori

di Massimo Onesti

di Anime” è di farlo senza entrare nell’angoscia o nella pesantezza ma con una presa di coscienza reale e forse malinconica ma in modo anche dolce e accattivante. Esperimento importante questo dei Soulsavers, forse più di un esperimento anche perchè il gruppo ormai è consolidato già da qualche anno, ma esperimento forse più da parte del cantante dei Depeche Mode che qui trova come un’ispirazione e una forza interpretativa molto intensa e che lo

porta quasi a sentirsi più vicino ai grandi songwriters come Peter Hammill, Roger Waters, Nick Cave, Leonard Cohen e dando uno spessore veramente veemente a questi brani che alla fine si dirigono come in una sorta di preghiera verso cieli intrisi di speranza e redenzione per chi ha conosciuto momenti di perdizione e di cadute o di afflizioni per gli abbandoni e gli affanni che la vita reca. I soulsavers comunque si rivelano un gruppo molto interessante che ruota soprattutto intorno alle figure dei musicisti Ian Glover e Rich Machin e che sono già al loro quarto album dove la figura del singer non è fissa e spesso cambia di album in album o anche in pezzi diversi all’interno dello stesso album e che hanno visto finora, fino all’ingresso di Gahan in questo ultimo album, cimentarsi come voce solista soprattutto Mark Lanegan, una delle voci più belle e originali della scena musicale internazionale al confine fra il rock dei maledetti come appunto Cave, Tom Waits, Lou Reed con il blues più raffinato e più in linea con la tradizione americana delle lunghe ballate che portano il cuore fra quelle terre di frontiera e dove lo spirito vaga fra praterie selvagge e desolate e dense d’inquietudini dolcemente tristi e solitarie.

Lo Hobbit, un viaggio inaspettato di Giulia De Giorgi Inaspettato come il viaggio affrontato da Bilbo Baggins Lo Hobbit, creato dal genio di Peter Jackson e tratto dall’omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien, rappresenta il film che precede la trilogia de Il Signore degli anelli. I riflettori vengono puntati sulla straordinaria avventura dell’ hobbit Bilbo che, 60 anni prima quella del nipote Frodo, lasciala sua tranquilla vita di Casa Baggins per immergersi in una emozionante avventura al seguito di tredici nani comandati dal legg e n d a r i o guerriero Thorin il quale, animato da sete di vendetta per la morte del padre e del nonno, reclama il Regno Nanico di Erebor espropriatogli dall’antico nemico: il regno degli Orchi. I nani, però, non sono soli poiché a vegliare su

o l t re l o sc h e r m o

di loro aleggia la saggezza e la potenza di Gandalf (il Mago grigio) e nell’incessante lotta tra il bene e il male entrano in scena creature mostruose tra Recensioni cui Trolls, Goblin e cinematografiche Orchi. L’incontro con un singolare personaggio, Gollum, renderà Bilbo oltre che abile nell’ingegno anche nel fisico. Proprio grazie alla sua astuzia e intelligenza riesce a salvarsi dalle grinfie di Gollum e ad impossessarsi del suo “tesoro” anche se ignaro del suo inestimabile potere. L’Hobbit che fa ritorno a Casa Baggins non è più quello che l’ha lasciata: Bilbo ora è un hobbit più coraggioso e consapevole delle proprie capacità. Peter Jackson con Lo Hobbitè riuscito nel difficile intento di far fare al telespettatore quel salto logico dalla sua opera alla trilogia successiva inserendo fatti ed elementi già noti che solo nella sua opera potevano trovare una giusta spiegazione.


il Segno - Gennaio 2013

di Annarita Rossi Da quando aveva perso il lavoro, la sua vita era decisamente cambiata. Non riuscendo più a pagare né l’affitto e né le bollette, era stato costretto a non avere più una fissa dimora. In questa sua nuova vita però non era mai stato solo. Mentre vagava per le strade con la mente un po’ confusa, trovò quello che diventò per lui un compagno, l’unico capace di comprendere i suoi stati d’animo, la sua solitudine, la fame e l’inquietudine. Un giorno, infatti, un meticcio di taglia medio grande gli si era avvicinato. Inizialmente l’uomo in modo quasi scontroso gli disse: è inutile che mi segui, non ho nulla da darti da mangiare. Presto però capì che il meticcio non gli si accostava per mangiare ma per fargli compagnia. I due diventarono inseparabili

TEMI D’OGGI

Compagni di sventura

Auto affermarsi e talvolta oltre a qualche spicciolo di elemosina arrivava anche una scatoletta di carne e dei croccantini. Vi erano quei giorni però dove non c’era nulla da mangiare né per l’uno e nè per l’atro eppure il cane era sempre al fianco dell’uomo, paziente e rasse-

G

di Enea Trinca

La GENTE non fa altro che criticare, costoro dovrebbero scendere in strada e unirsi a chi fa qualcosa per gli altri, soffre e lavora. Ho una GRANDE paura di morire... purtroppo per me è una questione di “Amor Proprio”.

Non sempre i GIUSTI vengono riconosciuti da tutti come tali. Al GIORNO d’oggi i matrimoni si sciolgono molto più facilmente perchè “sono male annodati”. Spesso i Generali GENERALIZZANO.

L’angolo della psicologia Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

La vita in (20) lettere

Nella vita si può essere GRANDI facendo solo piccole cose che vanno a beneficio di chi ne ha bisogno.

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il T o c c o

di Ermanno Gatta

gnato, stava seduto accovacciato ai suoi piedi davanti ad una chiesa e sotto un porticato di notte per ripararsi dal freddo, insieme. Poi la notte di Natale l’uomo potè mangiare alla Caritas una cena speciale ma anche il cane ebbe la sua razione per festeggiare. Nella sventura li accomunava una bella amicizia che dava forza alle loro misere vite e in quella condizione ogni giorno i due si completavano vicendevolmente. E’ questo quello che non di rado vediamo passeggiando per le città, uomini soli, con un passato che soltanto loro conoscono ed accanto, spesso, un cane, il quale non sceglie mai la persona alla quale accompagnarsi valutando il suo alto tenore di vita, anzi sovente preferisce seguire colui che è più bisognoso forse per quel misterioso sesto senso che ogni cane possiede e che lo rende tutt’oggi l’insostituibile compagno dell’uomo.

Il nuovo anno è appena iniziato, viviamolo come un’opportunità che si apre davanti a noi per fare nuove conquiste e continuare le attività consuete con nuovo e rinnovato slancio. E’ per questo motivo che nel primo mese dell’anno, vi parlo di Autoaffermazione, ossia il processo che attiene al corretto sviluppo dell’identità in quanto ha a che fare con il raggiungimento del proprio successo psicofisico, inteso come il prendersi cura di sé sia dal punto di vista fisico che psichico, ogni giorno della nostra vita. (Giovanni Russo, S.F.P.ID.). Tutti noi abbiamo paura di invecchiare e di ammalarci, non accettiamo il tempo che passa, i segni che lascia sul nostro corpo e abbiamo paura di morire, spesso siamo tanto presi dalle cose di cui dobbiamo occuparci, da perdere il gusto di farle con piacere. Non abbiamo bisogno però, di compiere grandi imprese, ci basta sapere di aver fatto quello che riteniamo giusto per noi, senza avere dei rimpianti tanto grandi da non potercelo perdonare, basta avere sempre dei progetti da realizzare, che sappiano aggiungere “del sale” alla vita, per non correre il rischio di cadere in depressione. Fare del bene agli altri ad esempio, facendo volontariato, o per le persone o per gli animali, è un buon modo di sentirsi utili e di impiegare bene il nostro tempo. Vi propongo quindi, di stilare su un foglio una lista di propositi che ci proponiamo di conseguire nel 2013, scrivendo sia quelli che stiamo già portando avanti da tempo e aggiungendone dei nuovi, che siano piacevoli e non stressanti, il fine è quello di arricchire la nostra vita, non di appesantirla. A fine anno poi, potremmo riprendere la nostra lista e spuntare quello che abbiamo realizzato o quanto meno iniziato e valutare quanto le cose fatte siano state vissute con spirito propositivo. Potremmo scoprire così, con piacere, che “da cosa nasce cosa”, ossia che quello che avete fatto ha apportato, vi auguro, delle novità positive nella vostra vita.


Ultima pagina

il Segno - Gennaio 2013

il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Con questo disegno il maestro Carfagna intende ricordare un artista oggi finito nel dimenticatoio. Si tratta di Mariano Pocek, di origini montenegrine ma cittadino di Rocca di Papa, cugino della Regina Elena. Pocek dimorò nel nostro paese nei pressi della scuola media (che infatti è a lui dedicata) e tra gli anni ’20 e ’30 dipinse dei paesaggi stupendi di Pentima Stalla, Monte Cavo con il suo alone di nebbia, la pianura di Valle Pantano vista dalle Faete e tante belle vedute della campagna romana. Nel 1953 le sue opere vennero esposte nell’attuale scuola elementare di Corso Costituente e ci auguriamo che quanto prima quell’evento indimenticabile possa ripetersi. Ora però ci soffermeremo sull’umanità di questo personaggio. Il padre di Carfagna, Giggino, che conobbe di persona il commendator Pocek, raccontava del suo carattere molto burbero ma insieme bonaccione e scherzoso. Aveva dei baffoni e quando si arrabbiava sfregava tra di loro le punte del pollice e dell’indice della mano. “Mio padre –ci racconta Franco- è stato per molti anni suo operaio e giardiniere di fiducia. Mi raccontò che una mattina, dopo aver cominciato a lavorare, salutò Pocek dicendo: Buongiorno Commendatore! Ma lui non rispose, si lisciò i baffi e si voltò. Mio padre pensò:

Pocek, l’artista dalla grande umanità

sarà arrabbiato. Il mattino seguente, stesso saluto e stessa scena. La terza mattina idem. La quarta mattina, mentre mio padre lavorava, arrivò Pocek, si fermò, borbottò qualcosa e poi emise un urlo col suo vocione: Giggino!! Nemmeno mi saluti? La risposta di mio padre fu secca: No, Commendatore, sono tre giorni che lei non mi risponde. Replicò Pocek (lisciandosi i baffoni ma col sorriso sulle labbra): Adesso allora te lo dico io: buongiorno Giggino!”. “Un’altra volta –continua a raccontarci

Carfagna- mio padre lo sentì borbottare mentre spaccava la legna con l’accetta e, poco dopo, lo sentì urlare: Giggino, nel mio paese stare spaccalegna! (parlava con l’accento montenegrino). Prontamente mio padre gli rispose: E allora vada a Montenegro a trovare chi spacca la legna! e prese la giacca e se ne andò ma subito lo richiamò: Vieni Giggino, vieni a lavorare, che stavo scherzando”. Così abbiamo voluto rendere omaggio a un grande pittore affinché non venga mai dimenticato dalla sua Rocca di Papa.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico LUCANDRI IN PENSIONE NEL 2018 Il sottoscritto dott. Lucandri Ettore con studio medico in piazza Vittorio in Rocca di Papa, Campi di Annibale, con la presente vi diffida a corregere quanto affermato circa il pensionamento del medico titolare. Tale circostanza é prevista per l’anno 2018. Pertanto i danni professionali cagionati dalla vostra affermazione saranno oggetto di risarcimento attraverso le vie legali. Dott. Ettore Lucandri

Gentile dott. Lucandri, ci scusiamo per l’errore sulla data del suo pensionamento e non era certo nostra intenzione arrecarle né danno né disturbo

(peraltro il suo nome non è stato nemmeno riportato). Nel caso specifico si è trattato di un’affermazione dalla quale l’articolista già ammetteva di non essere a conoscenza della data precisa (la frase dell’articolo iniziava così: “che se non sbaglio tra poco più di un anno...” ). Trovo comunque un po’ sopra le righe il tono della sua mail mentre non ci dice nulla sulla questione sollevata dalla nostra articolista, a meno che Lei sia d’accordo sul fatto che i medici siano collocati in un’unica struttura. Comunque se sarà Sua intenzione procedere per le vie legali è un suo pieno diritto, così come è nostra convinzione che l’articolo in questione non conteneva

nulla di offensivo né che possa essere connesso alla diffamazione a mezzo stampa. Cordialmente, Andrea Sebastianelli CENTRO STORICO AL BUIO Vorrei segnalare che da diverse settimane gran parte del centro storico di Rocca di Papa è completamente al buio. A volte la luce torna ma subito se ne va. Possibile che nessuno si interessi di questo problema? Siamo stanchi di chiedere ciò che ci spetta. Dario Blasi AMIANTO... COME SMALTIRLO? Caro Direttore, a Rocca di

Papa non c’è solo l’inquinamento delle antenne. Io abito in un palazzo del centro storico e affacciandomi dal mio balcone noto la presenza di molti tetti d’amianto, la pericolosa sostanza che se ingerita danneggia seriamente i polmoni. Perchè non si pensa di fare degli interventi per rimuovere questo pericolo? Mi dicono che smaltire l’amianto costa moltissimo e forse questo è il motivo per cui alcuni cittadini decidono di buttare nei boschi o lungo le strade pezzi di amianto. Non sarebbe meglio fare dei forti sconti in modo da invogliare i cittadini a smaltire questa sostanza in maniera legale? Ferdinando Botti


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