Il Segno gennaio 2015

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il

Segno

...quello che gli altri non scrivono...

quindicinale indipendente

Anno XIV, n. 1 - 1/31 gennaio 2015

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it Facebook: Il Segno di Rocca di Papa

Dopo la sentenza sulle antenne di Monte Cavo Intervista

Sono trascorsi già due mesi si abbatte o no il traliccio? Alle pagine 14 e 15

Il Segno è cresciuto e non è più “piccolo”

Con il 2015 il Segno perde l’aggettivo “piccolo”. Una definizione che, visto il successo editoriale e di diffusione della testata, appare ormai superata. Quindi sulla prima pagina del giornale, come sulla pagina Facebook, scompare la parola piccolo. Il Segno è il Segno e basta. È conosciuto così da tutti e continueremo a chiamarlo così. Ma il Segno è grande nell’impegno e nella terzietà delle sue posizioni, e abbiamo attraversato gli ultimi decenni tra critiche e apprezzamenti. Sicuri che la strada segnata ci porterà ancora avanti, continueremo a seguirla con il piacere di farci sempre delle domande.

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Mauro, Paola, Giulia, Toshi, Simone, Fiammetta&Giuseppe, Bruna, Silvia, Fabio, Anna, Roberto, Alessia, Cirillo, Willy, Roberto, Antonello, Ilaria, Jessica&Davide, Alessandro, Claudio, Alfredo, Enzo, Gabriele, Camilla, Vincenzo, Massimo, Sandro, Stefano, Loredana, Anna, Angelo, Franco, Luigi, Fabio, Francesca, Valentina, Alfredo, Francesco, Desiree, Daniele, Matteo, Orofino, Emanuela, Annarita, Pierluigi, Letizia, Luigi, Rosa, Federico, Eugenio, Alessandro, Mario, Diego&Pino, Bruno, Alessandra, Mauro, Bruna, Enea, Ermanno, Paola&Alessia, Stefano, Renato, Omero, Italia, Luisa, Amedeo, Cristina, Bruno, Nadia, Ida, Antonio, Rossana, Gianfranco e Simone.

al Vescovo di Frascati

A pagina 29

Rispetto dell’ambiente e della legalità. Queste sono le risorse di domani per la costruzione di una nuova felicità e di una nuova economia. Angelo Vassallo

(sindaco di Pollica)

Ritratto di Overbeck, l’artista “Nazareno” che venne a Rocca

Federico De Angelis a pagina 23

Ci hanno lasciato

in mutande Boccia sindaco

Querini vicesindaco ass.re bilancio

Fei assessore lavori pubblici

Barbante ex vicesindaco capogruppo Pd

Sciamplicotti assessore urbanistica

Sellati assessore igiene urbana

TARI - TASI - IMU - IRPEF - Canoni concessori

SERVIZI ALLE PAGINE 5, 6, 7, 8, 9, 10 e 11

Schiaffini-Comune

Rateizzato il debito

A pagina 16

Attività storiche

Pagliuso, una bella storia A pagina 22


ATTUALITÀ

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il Segno - gennaio 2015

Incostanteaumentoibeni sottratti alla criminalità Nel Lazio si è arrivati alla cifra record di 505 sequestri

il

Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it

REDAZIONE Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Laura Fico, Paola Gatta, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Paola Rufini, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Alessia Tino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Ciampino Via Firenze, 21 Ciampino (Rm) Tel. 06-7960205

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà.

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO: Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani IBAN: IT-12-Q-07092-39230000000110977

di Andrea Sebastianelli I dati sulla diffusione territoriale della criminalità organizzata sono impietosi. Se da un lato è chiaro che l’Italia fa sempre più gola ai clan, soprattutto in tempo di crisi economica e sociale, dall’altro si riscontra uno Stato consapevole, non disposto ad arrendersi. Con la legge n. 50 del 31 marzo 2010, che ha dato vita all’ “Agenzia Nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, sono state riaccorpate sotto un unico ente le varie procedure (dal provvedimento di sequestro fino alla confisca definitiva) che permettono una più facile e veloce restituzione come bene pubblico degli immobili e delle aziende tolte alle grandi mafie. In Italia i beni immobili confiscati (dato aggiornato a un anno fa) sono stati 11.237 (due anni prima erano circa 10.500), di cui 505 nel solo Lazio (due anni fa erano 459), mentre le aziende in odor di mafia intercettate sono state 1.707 (140 nella nostra regione). Questi dati dimostrano inconfutabilmente come cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra (per citare i gruppi più potenti anche se non va trascurato il ruolo di società criminali come per esempio, restando nella nostra provincia, quello esercitato dai Casamonica) sono ormai inserite in maniera viscerale in tutte le regioni italiane. Roma in primis ma non solo. Anche la provincia di Roma è parte integrante di questo progetto di espansione stanziale criminale. Qui i beni confiscati, dato aggiornato al 7 gennaio 2013, sono stati 479 (361 immobili e 118 aziende), di cui 50 (45 proprietà immobiliari e 5 società) nei comuni dei Castelli Romani (compreso Ciampino). Impressiona il dato di Grottaferrata che vede un totale di 11 beni sottoposti a sequestro (10 immobili e

un’azienda), che ora dovrebbero tornare alla collettività per il loro pieno recupero, gli ultimi dei quali gli ex ristoranti “La Bazzica” e “Sapori di Sicilia”. E proprio da quest’ultima vicenda possiamo comprendere appieno il livello di infiltrazione raggiunto nell’area dei Colli Albani. Il proprietario di “Sapori di Sicilia”, attraverso l’operazione “Il gioco è fatto” (scattata nel settembre del 2010 in seguito alle indagini condotte sull’uccisione di Umberto Morzilli, ex membro della Banda della Magliana, che tra Rocca di Papa e Grottaferrata aveva dato vita a una delle più estese speculazioni edilizie dei Castelli), fu accusato di essere al vertice di una rete criminale che, sul territorio di Roma e provincia, operava mettendo in piedi affari illegali grazie a usura, estorsione e truffe. Ma ai Castelli la maggiore operazione sulle potenti infiltrazioni criminali è stata quella relativa all’hotel di lusso “Villa vecchia”, sulla strada che conduce a Monte Porzio Catone e oggi tornato al suo splendore grazie al lavoro degli amministratori e dei lavoratori, appartenente all’imprenditore calabrese Cosimo Virgiglio, ritenuto vicino alla ‘ndrina dei Molè. Virgiglio il 22 dicembre del 2009 finì sotto inchiesta proprio per il modo con cui era entrato in possesso di questo edificio monumentale del XVI secolo. Secondo gli inquirenti Virgiglio stabilì nel cuore dei Castelli il suo quartier generale con lo scopo di riciclare i flussi di denaro sporco che arrivavano dalle attività illecite condotte nel porto di Gioia Tauro da alcune società legate alla ‘ndrangheta. Un’inchiesta delicata che portò all’arresto di

26 persone, coinvolgendo anche alcuni politici calabresi. Le dichiarazioni dell’imprenditore, che in un primo momento si era detto disposto a collaborare con la giustizia, avevano portato alla luce questi intrecci tra impresa-politica-affari-sporchi, tanto che tra gli accusati finì anche l’ex Sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, più un imprenditore romano. Se pensate che l’acquisizione del complesso alberghiero di Monte Porzio avvenne nel 2007, cioè otto anni fa, per conto della potente e temuta cosca dei Molè, è chiaro che i tentativi di infiltrazione delle mafie hanno raggiunto anche ai Castelli livelli allarmanti seppur non ancora del tutto visibili con chiarezza. “Villa vecchia” è stato per molti anni l’ambiente preferito dalla politica locale e regionale, che qui organizzava iniziative, convegni e presentazioni. Ciò non significa che quei politici e quelle forze politiche fossero colluse con il “sistema Virgiglio” ma semplicemente che non si stavano accorgendo di quanto era avvenuto e continuava ad accadere sul territorio che loro stavano amministrando. Oggi i tempi sono maturi affinchè anche la politica, oltre a forze dell’ordine e magistrati, vigili soprattutto sui grandi appalti pubblici che fanno sempre più gola alle organizzazioni criminali.


ATTUALITÀ

il Segno - gennaio 2015

Fermiamo la nuovalegge sulla diffamazione Così si vuole imbavagliare l’informazione libera

Doveva essere una riforma della legge sulla stampa che, eliminando la pena del carcere per i giornalisti, liberava l’informazione dal rischio di sanzioni sproporzionate, a tutela dei diritti fondamentali di cronaca e di critica: il testo licenziato al Senato rischia di ottenere l’effetto opposto, rivelandosi come un maldestro tentativo di limitare la libertà di espressione anche sul web. La legge sulla diffamazione che potrebbe presto essere approvata, prevede in particolare: 1) sanzioni pecuniarie fino a 50 mila euro che appaiono da un lato inefficaci per i grandi gruppi editoriali e dall’altro potenzialmente devastanti per l’informazione indipendente, in particolare per le piccole testate. Inoltre viene pericolosamente ampliata la responsabilità del direttore per omesso controllo, ormai improponibile in via di principio e sicuramente rischioso per le testate digitali caratterizzate da un continuo aggiornamento; 2) un diritto di rettifica immediata e integrale al testo ritenuto lesivo della dignità dall’interessato, senza possibilità di replica o commento né del giornalista né del direttore responsabile, e che invece di una “rettifica”, si configura

come un diritto assoluto di replica, assistito da sanzioni pecuniarie in caso di inottemperanza, che prescinde, nei presupposti della richiesta, dalla falsità della notizia o dal carattere diffamatorio dell’informazione; 3) l’introduzione di una sorta di generico diritto all’oblio che consentirebbe indiscriminate richieste di rimozione di informazioni e notizie dal web se ritenute diffamatorie o contenenti dati personali ipoteticamente trattati in violazione di disposizioni di legge. Previsione questa che non appare limitata alle sole testate giornalistiche registrate ma applicabile a qualsiasi fonte informativa, sia essa un sito generico, un blog, un aggregatore di notizie o un motore di ricerca, e che fa riferimento al trattamento illecito dei dati che è concetto dai confini incerti in particolare nell’ambito del diritto di cronaca e critica e che non ha alcuna attinenza

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col tema della diffamazione. Più specificamente, la previsione di un assoluto diritto all’oblio, esercitato senza contraddittorio, è destinato a produrre un infinito contenzioso tutte le volte che, di fronte a richieste ingiustificate, il direttore legittimamente decida di non accoglierle. Ma la nuova norma può anche indurre ad accettare la richiesta solo per sottrarsi proprio ad un contenzioso costoso o ingestibile e, soprattutto, può portare alla decisione di non rendere pubbliche notizie per le quali è probabile la richiesta di cancellazione, con un gravissimo effetto di “spontanea” censura

3 preventiva. I rischi non solo per la libertà d’informazione, ma per la stessa democrazia, sono evidenti. Una legge che modifica la normativa sulla stampa al tempo del web deve avere come primo obiettivo la tutela della libertà di espressione e di informazione su ogni medium: e questo non si ottiene prevedendo nuove responsabilità e strumenti di controllo e rimozione, ma estendendo ai nuovi media le garanzie fondamentali previste dalla Costituzione per la stampa tipografica. La legge sulla diffamazione proposta ha invece il sapore di un inaccettabile “mettetevi in riga”, sotto la minaccia di facili sanzioni, rettifiche e rimozioni, per quei giornalisti coraggiosi, blogger e freelance che difendono il diritto dei cittadini ad essere informati per fare scelte libere e consapevoli. La mancanza di norme che sanzionino richieste e azioni giudiziarie temerarie o infondate non fa che aggravare un quadro di potenziale pressione sull’informazione che la sola eliminazione del carcere come sanzione non è sufficiente a scongiurare e che anzi con la nuova legge si aggrava. La nuova legge sulla diffamazione è pericolosa per le molte violazioni in essa previste del diritto costituzionale d’informare e di essere informati. Per questo invitiamo tutti i cittadini ad aderire a questo appello, e chiediamo ai parlamentari di non approvare la legge. Ne va della libertà di tutti. Si può firmare sul sito Internet: http://nodiffamazione.it.

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AMBIENTE

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tempi moderni

Buttiamo cibo per un’altra Italia

di Roberto Sinibaldi

Il tema di Expo 2015 che si svolgerà a Milano sarà “Nutrire il Pianeta”, in tutte le sue declinazioni. Per cominciare forse dovremmo ridurre gli sprechi alimentari. In Italia valgono alcune decine di miliardi di euro l’anno. Le stime dicono da 15 a 37 miliardi di euro, a seconda se si considerino gli scarti domestici, l’intera filiera agroalimentare e la frutta e verdura non raccolta nei campi. È l’equivalente del 3% del nostro Pil. Di tutto questi sprechi la metà è recuperabile per l'alimentazione umana con relativa facilità, ma solo il 6% viene riutilizzato a fini solidali. Nel contempo milioni di persone, anche nel nostro Paese, vivono sotto la soglia di povertà e hanno bisogno di aiuto per mangiare. La situazione come si vede è insostenibile per le sue implicazioni non solo sociali, ma anche semplicemente umanitarie. Gli sprechi innescano una serie di problemi ambientali, sui quali vanno pure focalizzate le nostre attenzioni, perché buttare cibo significa sprecare acqua, energia, materie prime e produrre molti rifiuti che oltre-

il Segno - gennaio 2015

tutto poi vanno gestiti. Il cibo buttato, si badi bene, non è quasi mai scaduto, nocivo per la salute, o deteriorato. A dettare le regole della filiera dello spreco è piuttosto l’odierna economia del consumo. Che privilegia prodotti esteticamente perfetti, che vuole pronto all’uso tutto e subito, che invoca la durata pressoché infinita delle derrate alimentari. Il disastro comincia nei campi. Qui lo spreco italiano di cibo

Sprechi alimentari: un cassonetto di rifiuti di 6 milioni di tonnellate

registra il picco più spaventoso: quasi 18 milioni di tonnellate di frutta, verdura e cereali buttati via ogni anno, oltre il 3% della produzione agricola nostrana. Se si restringe il fuoco solo alla produzione ortofrutticola, ogni anno rimangono sui campi circa 7 milioni e mezzo di tonnellate. Un dato che confrontato con quello dei consumi di ortofrutta annuali – 8,4 milioni di tonnellate – dice che abbiamo buttato via tanta

frutta e verdura quasi quanta quella che consumiamo: la quantità sprecata potrebbe soddisfare le esigenze di una seconda Italia. Le ragioni che stanno alla radice del fenomeno sono varie, ma nessuna porta a inficiare la consumabilità del prodotto stesso: si va da quelle estetiche (prodotti colpiti da grandine, per esempio), alle ragioni commerciali (prodotti fuori pezzatura), fino a quelle di mercato (costi di raccolta superiori al prezzo liquidato all’agricoltore, per cui non c’è convenienza a raccogliere). Ma ogni successivo passaggio della catena ha i suoi sprechi: dalle cooperative di raccolta, all’industria alimentare; dalla vendita al dettaglio all’organizzazione familiare. L’ultimo contributo allo spreco passa attraverso i nostri frigoriferi, da dove circa l’8% della spesa alimentare passa direttamente nella pattumiera. Forse dovremmo rivedere i nostri modelli di acquisto e allontanarci da quelli più consumistici, in genere proposti dalla pubblicità televisiva.

La conferma arriva dal Giappone

Il 2014 è stato l’anno più caldo del pianeta

L’Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha confermato che l’anno appena concluso, il 2014, è stato quello più caldo dal 1891, cioè da quando gli scienziati hanno cominciato a fare questo tipo di analisi spinti dai forti cambiamenti dettati dall’industrializzazione nei rapporti con la natura e l’ambiente I dati resi noti nei giorni scorsi, quindi, rimarcano ulteriormente le notizie secondo cui la Terra stia vivendo un costante riscaldamento. Senza l’effetto “El Niño”, la più nota causa di variabilità periodica delle condizioni meteorologiche e climatiche su scala globale, la temperatura è salita di 0,63 gradi rispetto alla media del XX secolo e, su un periodo più lungo, il balzo è stato quantificato dall’agenzia giapponese di circa 0,70 gradi per secolo. Un aumento drastico che ha fatto sì che il 2014 diventasse l’anno più caldo degli ultimi 123 anni.


il Segno - gennaio 2015

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 30 novembre 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.823 (maschi 8.286; femmine 8.537). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.361.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Ci hanno lasciato in mutande le tasse locali non hanno più freni *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

L’amministrazione Boccia passerà alla storia per aver applicato le tasse più alte

di Daniela Di Rosa Il 2014 si è concluso all’insegna delle tasse. I cittadini di Rocca di Papa, facendo due conti, sono praticamente rimasti in mutande. Il colpo di grazia, proprio durante le festività natalizie, è arrivato dalla TARI, la tassa sui rifiuti, che nella maggior parte dei casi ha visto aumenti in bolletta tra il 100 e il 150%. Una mazzata vera e propria, arrivata dopo un’altra tassa, quella sui servizi (la TASI) che già in autunno vedeva il versamento della rata a saldo del totale dovuto. Quest’ultima tassa, che dovrebbe servire per pagare la pubblica illuminazione, la deratizzazione, la pubblica sicurezza e per i servizi sociali, ha portato nelle casse disastrate del nostro comune 1,4 milioni di euro (circa 3 miliardi delle vecchie lire). A sua volta la TARI si aggira intorno ai 3,4 milioni di euro (circa 6,5 miliardi delle vecchie lire). Questa tassa nel 2012 vide un aumento in bolletta del 20%, nel 2013 un altro sostanzioso aumento del 30%. Ora la stangata del 2014 che ha portato alla luce il costo ecAurea Cash è certificata e autorizzata dalla Banca d’Italia - Iscriz. n. VIF 500369

Ecco la mazzata di fine anno* TARI 2014

Tassa sui rifiuti

TASI 2014

Tassa sui servizi

IMU 2014

Tassa sugli immobili

IRPEF 2014

Tassa sul reddito

TOTALE

€ 600,00 € 768,00 € 79,00

€ 464,00

€ 1.911,00

* Le cifre si basano sui dati reali di un cittadino medio

cessivo per un servizio a dir poco scadente. Anche sull’Irpef, la tassa sulle persone fisiche che colpisce soprattutto dipendenti e pensionati perché viene tolta direttamente dalla busta paga o dal cedolino della pensione, l’amministrazione comunale ci è andata pesante applicando l’aliquota più alta (0,8%). Infine, c’è ancora l’IMU, la tassa sugli immobili, che continua ad avere qualche strascico ovviamente a carico dei contribuenti. Il peso totale di queste tasse arriva alla cifra record di quasi

2mila euro a testa all’anno (circa 4 milioni delle vecchie lire). Ma non è finita qui, perché la giunta Boccia ha pensato bene di farsi indennizzare dalle grandi utility (Enel, Eni, Italgas, Telecom, ecc.) i costi relativi alle attività di scavo sulle strade cittadine con il risultato che queste società tale cifra la faranno pagare ai cittadini di Rocca di Papa direttamente in bolletta. A questo punto i giochi sono fatti e ai contribuenti non resta che svuotare le tasche per pagare cifre spesso insostenibili per un normale

Il sindaco Pasquale Boccia

nucleo familiare. Il problema è sempre lo stesso, l’amministrazione ha sete di liquidità, e allora invece di razionalizzare i costi e gli sperperi, che continuano (basta vedere consulenze e uffici stampa), applica ciò che diceva il grande Petrolini: “Chi governa i soldi li prende dove ci sono, cioè tra i poveri. Ne hanno pochi ma sono tanti”. Anche il 2015 non si presenta, dal punto di vista del gravame fiscale, migliore dell’anno appena terminato. Non resta che appellarci alla buona sorte.

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ROCCA DI PAPA

il Segno - gennaio 2015

Troppi i misteri che circondano la nuova tassa sui rifiuti urbani

Ilcomunesi fa pagare le penali mentre i cittadini pagano per intero il servizio

di Andrea Sebastianelli Il 22 ottobre 2014 il consiglio comunale di Rocca di Papa approvava la proposta della maggioranza sulle nuove aliquote da applicarsi alla TARI, la tassa sui rifiuti che ha preso il posto della Tarsu. Quel giorno sui cittadini roccheggiani è calato un vero e proprio fardello, che definire esorbitante è poco, che dovranno portare sulle spalle anche nei prossimi anni. Le proteste non sono mancate, soprattutto dopo che il consigliere di minoranza Emanuele Crestini ha fatto sapere che né la “proposta di delibera del 22 ottobre 2014”, né la delibera stessa, erano state completate nei modi prescritti dalla legge. Firme mancanti, presenze e assenze dei consiglieri non riportate, nemmeno il dato su chi aveva votato sì e chi no agli aumenti era stato inserito. Questo fatto non è trascurabile perché l’amministrazione, nell’inviare i bollettini di pagamento ai contribuenti, ha fatto chiaro riferimento alla delibera di attuazione delle aliquote. Un’approssimazione, indice di scarso rispetto delle regole e di nessuna considerazione dei cittadini, sanata solo dopo quasi tre mesi. Infatti, gli atti sono stati completati l’8 gennaio 2015 e sempre dopo che si era scatenato il finimondo da parte di molti cittadini che pretendevano (guarda un po’ questi cittadini che pretese che hanno!) di prendere visione della delibera di consiglio comunale del 22 ottobre. L’ufficio tributi è andato in tilt, pur avendo emesso una determinazione di settore, necessaria per avviare l’iter di riscossione, che faceva chiaro riferimento a una delibera fino a quel momento inesistente. Come abbiano emesso una determinazione dirigenziale senza avere in mano la delibera firmata resta un mistero. Uno dei tanti misteri che circondano la tassa sui rifiuti a Rocca di Papa. Il primo mistero. Era il 28 agosto del 2013 quando il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, durante il consiglio comunale, informava i cittadini circa il rapporto tra il comune e la società che svolgeva, e svolge, il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti. L’Aimeri, disse il sindaco in quell’occasione, deve pagare talmente tante penali che queste superano i soldi che il comune deve versare per il servizio. Infatti, un anno dopo, il 20 agosto 2014, il comune emetteva un comunicato stampa con cui informava che “la società Aimeri Ambiente ci ha riconosciuto 750 mila euro di penali applicate per il mancato rispetto del con-

Tari e informazione

Cittadini arrabbiati ma solo il Segno ne parla

Sulle tariffe della Tassa sui Rifiuti (TARI) c’è stata molta attenzione da parte dei cittadini. Il consiglio comunale del 19 dicembre ha registrato una presenza di pubblico mai vista, con cittadini attivi e partecipanti. Molti i commenti, gli interventi, le lamentele. In quel consiglio sono state presentate tante richieste di chiarimenti sugli aumenti della tassa, fatti cadere praticamente tutti sotto silenzio da sindaco e assessori. Nei giorni successivi su Internet si è sviluppato un grosso dibattito, con documenti, video, centinaia di commenti su Facebook. Un terreno evidentemente poco considerato dall’amministrazione comunale, che infatti non ha mai neanche tentato di replicare. La regola del silenzio deve essere stato un ordine del sindaco e così la notizia di questo animato dibattito è stata oscurata, cancellata, nascosta sui giornali e sui siti Internet locali. Sugli house organ del Pd e quelli che in genere riprendono ogni minuzia dell’operato del sindaco, non una parola. Intanto nella pagina Facebook del Segno le visualizzazioni di cittadini che combattono la loro giornaliera battaglia contro la burocrazia della TARI furoreggiano, contando migliaia e migliaia di passaggi. Passare sotto silenzio un evento così straordinario per la nostra comunità è abbastanza strano. Si può trattare di disattenzione, o di un voluto disinteresse. La disattenzione non ha scusanti per chi si professa giornalista, il disinteresse è ancora peggio, perché evidenzia una appartenenza a schieramenti politici che antepongono le convenienze di partito a quello che dovrebbe essere il dovere dell’informazione.

tratto e del capitolato […] insieme ad altre somme dovute al minor servizio reso di 143 mila euro per le annualità 2013, 2014 e 2015, per un totale di circa 1 milione e 100 mila euro determinanti in questo momento di affanno. A fronte di tutto questo abbiamo poi rivisto il servizio erogato applicando un ulteriore ribasso dei costi”. Avete capito? Il comune di Rocca di Papa non solo ha incassato i soldi per una serie di mancati servizi ma aveva rivisto anche la spesa totale del servizio, ovviamente al ribasso, non solo per l’anno passato (2014) ma anche per il 2015. E allora, ci domandiamo, i soldi incassati per le inadempienze dell’Aimeri dove sono andati a finire? Il secondo mistero. Perché i cittadini si sono visti recapitare bollette a copertura del costo originario del servizio (3,4 milioni di euro) invece di pagare la cifra effettivamente versata dal comune? Un milione di euro in meno

su un servizio che ne costa circa 2,4 (a cui va aggiunto il costo di conferimento in discarica) significa che quel servizio è costato al comune poco più della metà. Se l’Aimeri è venuta meno agli obblighi stabiliti dal contratto, a subirne le conseguenze (disservizi, ritardi, ecc.) sono stati in primis i cittadini, che però hanno pagato le bollette (e il servizio) per intero. Su questo preciso punto, secondo noi, i conti non tornano neanche un po’ e ora l’amministrazione dovrebbe chiarire la vicenda in modo definitivo. I soldi che ha incassato dall’Aimeri, come già chiesto, dove sono andati a finire? Il terzo mistero. Il costo effettivo del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, togliendo le penali applicate, qual è stato nel 2014? E quale sarà per il 2015? In tutta questa storia c’è puzza di bruciato, respirato completamente dai cittadini, mentre l’arrosto resta da capire dove sia andato a finire.


Il Comitato dei Campi: L’immondizia è oro? ROCCA DI PAPA

il Segno - gennaio 2015

di Paola Gatta “Basta, l’immondizia non è oro”. Anche il Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale alza la voce contro la stangata TARI arrivata a rovinare il natale nelle case di tutti i roccheggiani. Il presidente Gianfranco Silvestrini ha scritto una lettera-volantino in cui la parola “vergogna” capeggia come titolo. “I cittadini delegano per farsi governare si legge - e non per avere ingiustizie”. Silvestrini ricorda che il comitato ha sempre cercato di dialogare con l’amministrazione comunale nel tentativo di evitare gli aumenti decisi, visto che “la nettezza urbana è stata già aumentata in maniera sproporzionata di recente (circa due anni fa)”. Il presidente del quartiere più popoloso di Rocca di Papa si domanda come mai la tassa sui rifiuti è aumentata dopo le rassicurazioni ricevute che nel 2014 tale tassa sarebbe addirittura diminuita grazie alla

raccolta differenziata e al recupero dell’evasione. Recupero che, evidentemente, non c’è stato. “È troppo semplice -si legge ancora nel volantino affisso in ogni esercizio commerciale di Rocca di Papa- fare aumenti inadeguati a tavolino solo per far quadrare il bilancio comunale”. Inoltre, secondo Silvestrini, “le tariffe calcolate per persona non devono essere applicate due volte per la seconda casa vuota o chiusa poiIl presidente dei Campi, Silvestrini ché la quota fissa per ogni persona viene già mente resterà senza risposta considerata nella prima abita- visto che in tutta questa vizione”. cenda ciò che è emerso è il siLa presa di posizione del Co- lenzio da parte del primo mitato si conclude con un in- cittadino che, evidentemente, vito preciso rivolto considera ormai arrivata al caall’amministrazione guidata polinea, dopo due mandati dal sindcao Boccia, a “rive- consecutivi, la sua esperienza dere tali tariffe illegittime ri- alla guida del paese che si sta pristinando una tassazione concludendo in un modo forse corretta”. Inviti che sicura- inaspettato.

Lotteria Italia, a Rocca di Papa biglietto da 50 mila euro

La dea bendata è passata anche a Rocca di Papa. Uno dei biglietti vincenti della lottera Italia 2015, infatti, è stato venduto nel nostro paese. Il fortunato possessore del tagliano da 50 mila euro, ha sicuramente cominciato nel modo migliore il nuovo anno. La serie vincente è la seguente: I 008683. Al momento nessuno sa dire chi abbia acquistato il tagliando, se un residente o semplicemente qualcuno di passaggio. Non è comunque la prima volta che Rocca di Papa viene baciata dalla fortuna. In passato si contano almeno altre cinque sostanziose vincite, tra lotterie di fine anno e super-enalotto che hanno regalato qualche piacevole soddisfazione. Tutti gli altri si potranno consolare recitando l’antico detto secondo cui “i soldi non fanno la felicità”. Sarà sicuramente vero ma sicuramente aiutano a stare meglio.

Può anche capitare che in consiglio l’assessore non sappia rispondere

di Sergio Rasetti Sulla delibera di consiglio comunale n. 46 del 22 ottobre 2014, che successivamente ha suscitato vivaci contestazioni in consiglio, sui muri della città, con volantini e in rete, leggiamo tra l’altro: «Oggetto: Tassa rifiuti (TARI) approvazione tariffe per le utenze domestiche e per le utenze non domestiche per l’anno 2014». Si legge ancora: «Il capogruppo Emanuele Crestini chiede all’assessore Roberto Sellati quanto costa l’ampliamento ai Campi d’Annibale del servizio porta a porta. Il capogruppo Enrico Fondi vuole sapere notizie circa le compostiere». Dallo stesso verbale della delibera apprendiamo che «risponde l’assessore Roberto Sellati affermando che a richiesta verranno dati sia i contenitori per il com-

L’assessore Sellati e, dietro di lui, il sindaco Boccia

postaggio che per i pannoloni [...]». E poi: «Il presidente del consiglio (Sig.ra Marika Sciamplicotti) ricorda che ci sono zone che non dovrebbero essere neanche abitate (“edilizia spontanea”) ma il servizio è assicurato ugualmente».

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Questa breve descrizione suscita una riflessione sulla qualità delle risposte che nei consigli comunali possono dare o non dare alcuni amministratori. È probabile che l’assessore Sellati abbia voluto “snobbare” il consigliere Crestini non rispondendo alla sua richiesta. È possibile che l’assessore Sellati non conoscesse la risposta esatta. Comunque i cittadini da questa delibera non hanno saputo quanto costerà la raccolta differenziata che starebbe per partire ai Campi d’Annibale. Qualcuno penserà che questa sottolineatura costituisce soltanto un modo di fare polemiche a ogni costo. Punti di vista. Il nostro, anche alla luce di quanto ha ricordato l’ex presidente del consiglio comunale, nonché assessore, Marika Sciamplicotti, è che il servizio per quella “zona che non dovrebbe essere neanche abitata” costerà probabilmente molto e il suo importo sarà spalmato, insieme agli altri, su tutta la comunità.


ROCCA DI PAPA Il consigliere Danilo Romei ha effettuato un’analisi su quanto accaduto a Rocca 8

il Segno - gennaio 2015

«Le tariffe sono anomale, l’esempio dei comuni vicini» di Danilo Romei* L’amministrazione comunale di Rocca di Papa colpisce ancora… il portafoglio dei cittadini. Dopo aver deciso le aliquote TASI, IMU ed IRPEF applicando le percentuali massime consentite dalla legge, l’amministrazione delibera le tariffe TARI prevedendo importi altissimi: un nuovo salasso per i contribuenti! In vigore dal 1° gennaio 2014, la TARI è la tassa sui rifiuti destinata a finanziare integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ciò significa che i costi del servizio devono essere coperti al 100% dalle entrate derivanti dal tributo. Nel nostro comune, che conta circa 16.500 abitanti, il costo del suddetto servizio è pari ad € 3.390.234,05 e comprende i costi variabili connessi alla raccolta, trasporto, trattamento, smaltimento, riciclo, raccolta differenziata dei rifiuti, discarica e costi fissi di gestione quali personale, mezzi, costi operativi, ecc. Sono attivi 34 operatori. A tale esorbitante cifra dovrebbe corrispondere un eccellente servizio ma in realtà il servizio reso al paese è assolutamente discreto. A fronte di tale realtà mi sono documentato sui costi totali del servizio di igiene urbana nei paesi limitrofi.

Il comune di Frascati, circa 23.000 abitanti, 45 operatori, spende € 3.733.714 per i costi del personale, degli automezzi, delle attrezzature, spese generali, ecc. ed ha attivato una intelligente iniziativa: il gestore vende a una società i proventi derivanti dalla raccolta differenziata di ferro, legno, plastica, vetro, carta, ecc., decurtando poi il corrispettivo introitato dalle somme che deve riscuotere dal Comune! Con questo risparmio il comune di Frascati paga i costi della discarica, abbassando le tariffe a carico dei contribuenti. Il comune di Monte Compatri, circa 13.000 abitanti,18 operatori, spende un totale di € 1.620.000. Il comune di Marino, circa 40.000 abitanti, 51 operatori, spende in totale € 4.515.000. L’amministrazione del comune di Grottaferrata, appena insediata, ha immediatamente fatto ricorso al TAR contro l’elevato costo del servizio di igiene urbana. Queste amministrazioni, coscienziosamente, con serio impegno, scrupolo e accuratezza, si attivano per non aggravare il già pesante carico tributario dei cittadini. Da questi esempi si evince la capacità di saper amministrare con coscienza i propri cittadini: diminuire i costi del servizio significa diminuire le tariffe TARI! Differenziare dovrebbe equivalere a rispar-

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miare. Altra incongruenza: le tariffe TARI applicate alle abitazioni prevedono quote variabili, riferite al numero delle persone residenti, e quote fisse, che vanno moltiplicate alla superficie dell’immobile. Un dato molto strano salta agli occhi: sia la quota variabile che quella fissa aumentano in rapporto al numero degli occupanti: ciò significa che per la parte fissa di una casa di 50 mq occupata da una sola persona si pagherà meno dell’abitazione di mq 50 occupata da 6 persone. Perché tale iniqua differenziazione? La superficie calpestata da una famiglia numerosa vale di più di quella di un singolo occupante? Va poi considerato che a questi importi vanno aggiunte le quote variabili che aumentano esponenzialmente in rapporto al numero dei componenti familiari. Altra assurdità: per le abitazioni tenute a disposizione si deve

pagare la tariffa stabilita per due occupanti. Non sarebbe stato più logico e giusto applicare delle riduzioni? Se il criterio da rispettare è: chi più inquina più paga, chi produce immondizia in una casa dove non risiede nessuno? Anche le tariffe applicate alle attività commerciali hanno subito impennate, peggiorando ulteriormente il settore imprenditoriale che, in questo momento di grave crisi economica, stenta ad andare avanti. La questione tariffe TARI ha evidenziato ancora una volta l’assoluta incapacità degli amministratori comunali. Evidentemente il sindaco, tra i molteplici incarichi politici (Regione Lazio, Città Metropolitana, Parco Castelli Romani) ha dimenticato/abbandonato l’incarico principale delegato dai cittadini: quello di amministrare con serietà il popolo roccheggiano. *Consigliere comunale

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“Un’amministrazione incapaceeapprossimativa” il Segno - gennaio 2015

di Federico Meiattini Che brutta pagina di approssimazione, sciatteria e superficialità ha scritto il nostro comune nella vicenda dalla TARI, la tassa sui rifiuti. Ero tra le centinaia di cittadini che si sono recati presso l’ufficio tributi per richiedere una rateizzazione e parlando con i tanti contribuenti (e ovviamente nessun assessore presente) ho appreso quanti errori contabili e vizi di forma sono stati effettuati. Innanzitutto il motore di calcolo utilizzato dal nostro comune è stato mutuato da un’altra amministrazione e presentava macroscopiche difformità nella destinazione d’uso dei locali o abitazioni individuati come destinatari della TARI. Oltre a errori di calcolo relativi ai metri quadrati, a date errate di residenza, a componenti del nucleo familiare. Come prevedibile gli uffici sono stati presi d’assalto per le necessarie modifiche con un enorme aggravio di lavoro, ge-

ROCCA DI PAPA

nerando una dilazione tecnica del pagamento dovuto. Nonostante il comune riconosca la possibilità di rateizzare l’importo, ha pensato bene di far recapitare la TARI con il pagamento in un’unica soluzione senza allegare anche i bollettini per un’eventuale rateizzazione. Contattando telefonicamente l’assessore al bilancio, Querini, apprendo che tale strategia si era resa necessaria per consentire al comune di acquisire un’immediata liquidità. Ma, nei fatti, la quasi totalità dei cittadini ha richiesto una rateizzazione con regolare deposito all’ufficio del protocollo oppure una rettifica dei calcoli, come sopra evidenziato. Si consideri che la responsabile che doveva apporre la forma di autorizzazione alle centinaia di richieste sarebbe stata assente sino al 7 gennaio mentre la prima rata, presumibilmente, dovrebbe avere decorrenza a fine febbraio 2015. Quindi il comune, che sperava in un’im-

mediata liquidità, dovrà attendere almeno altri due mesi per avere solo una piccola parte di quanto richiesto ai contribuenti. Ottima strategia. Per mera dimenticanza, o distrazione, il verbale della delibera del consiglio comunale relativo all’approvazione delle aliquote della TARI non è stato pubblicato in via telematica sul portale istituzionale del comune. Tale dimenticanza può dar adito, a chi può permetterselo, a ricorsi amministrativi presso il Tribunale Amministrativo Regionale con ulteriore ritardo degli incassi. Le aliquote TARI sono oggettivamente alte in relazione al servizio fruito. Solo ultimamente si possono notare le campane di raccolta della plastica e del vetro insolitamente vuote per una raccolta più frequente e anche gli angoli di raccolta appaiono maggiormente puliti. Ma come? Non ci era stato detto che le campane, come da contratto, potevano essere svuotate solo settimanalmente? Evidentemente qualche senso di colpa ha improvvisamente colto la nostra amministrazione. La spesa che il comune sostiene con la Aimeri Ambiente appare consistente e gli aumenti che abbiamo ricevuto in bolletta dal 2011 a oggi non appaiono coerenti con quanto realmente il comune ha corrisposto alla Aimeri Ambiente. Inoltre, salvo errori, l’amministrazione ha assunto 35 operatori ecologici (netturbini) per un paese di circa 17mila abitanti. Ovviamente non sarebbe giusto revocare alcun contratto di lavoro con gli attuali dipendenti ma il comune come ha calcolato le esigenze della città con il numero degli assunti? Infine, con rammarico, si evidenzia la totale assenza degli assessori interessati presso gli uffici comunali proprio nei giorni di maggiore difficoltà successivi al recapito delle bollette. Difficoltà che sono state affrontate con impegno dai soli dipendenti dell’ufficio tributi che, loro malgrado e senza alcuna colpa, hanno dovuto far fronte alle energiche e talvolta poco civili proteste dei citta-

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Sulla Tari 2014 interrogazione del consigliere Crestini

Rifiuti abbandonati

Sul pagamento della TARI 2014 arriva una nuova interrogazione del consigliere comunale Emanuele Crestini, secondo cui “solo in data 8 gennaio 2015, con le firme del presidente del consiglio Marika Sciamplicotti e del segretario comunale Stefania Panzironi nonché dell’iscrizione al n. 2674 del protocollo comunale, con l’attestazione della pubblicazione in pari data a firma del funzionario incaricato e del citato segretario comunale, la deliberazione n. 46 è diventata esecutiva”. Crestini vuole anche conoscere i motivi per cui sono stati inviati i bollettini di pagamento con la scadenza del 16 dicembre 2014 tenuto conto che, a quella data, non esisteva riscontro documentale della delibera di consiglio n. 46. Il consigliere ha poi invitato l’amministrazione a valutare in autotutela la data dell’8 gennaio 2015 quale decorrenza per il pagamento del tributo in argomento. Giulia De Giorgi dini. Come non comprendere che tali errori amministrativi e tali comportamenti degli amministratori non fanno che aumentare il divario e il distacco tra i cittadini e le istituzioni? Come si può sperare che tali avvenimenti non rimangano in memoria nelle prossime campagne elettorali? Lavorando è lecito commettere degli errori ma sottrarsi alle proprie responsabilità non è la soluzione ideale per cementare la collaborazione tra cittadini e amministrazione.


ROCCA DI PAPA

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il Segno - gennaio 2015

Per l’amministrazione è la stampa a minacciare la serenità cittadina La colpa non è di chi governa da 20 anni ma di chi racconta ciò che accade

di Sergio Rasetti Nell’ultimo consiglio comunale uno degli amministratori, riferendosi a osservazioni critiche sull’operato di sindaco e maggioranza che si leggono su “certi organi di stampa”, a quelle fatte da consiglieri d’opposizione che contestano (documenti alla mano, quando riescono ad averli), alle notizie documentate relative a pratiche, sopratutto edilizie, “anomale” o alla piazza “disinformata”; sosteneva che esse hanno creato un clima di incomprensione tra amministrazione e pubblica opinione con grave danno della serenità cittadina. Il ragionamento avveniva a seguito delle contestazioni di numerosi cittadini in relazione alle tariffe TA.RI. (sui rifiuti urbani) durante un consiglio comunale e presso gli uffici comunali. È evidente che le difficoltà finanziarie del nostro comune “costringono” gli amministratori a calcare la mano su tariffe, tasse e multe automobilistiche, ma è convinzione di tutti che queste “difficoltà” (18-20 milioni di euro tra debiti e mutui) non dipendono soltanto dalle decisioni dei governi nazionali, ma sono le scelte fatte a livello locale le vere responsabili. Ciò che si pensa e si dice in ogni ambiente (ormai ad alta voce) della politica e dell’am-

ministrazione pubblica centrale e periferica non c’è bisogno di ricordarlo. È evidente che la “serenità cittadina” dipende, prima di tutto, dalla certezza che la spesa pubblica è proporzionata e certificata, mentre ogni cittadino viene considerato “dal palazzo” alla stregua di tutti gli altri. Se queste certezze non ci sono, come nel nostro caso, chi ha il dovere di assicurarle se non gli eletti e gli uffici con i loro funzionari? Dopo anni di provvedimenti “poco adatti” a un paese bello come il nostro, dopo aver letteralmente trascurato l’attenzione sul proliferare dell’abusivismo edilizio e su quello delle antenne di ogni tipo, dopo aver concesso ad alcuni l’inconcedibile, dopo aver lavorato con poco impegno al recupero di tasse e tributi da chi può pagare ma non paga, dopo aver sbagliato sulla realizzazione di importanti opere pubbliche, dovrebbe essere arrivato il momento di far tacere “certi organi di stampa” e “la rete che documenta” facendo finalmente cose giuste,

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BREVI

In arrivo le mail certificate dei consiglieri

Il municipio di Rocca di Papa

chiare e alla luce del sole. Naturalmente tutti sanno che senza un controllo “popolare” (tanti che tornano ad interessarsi della politica nazionale e locale) e un grande ricambio di eletti nelle urne (troppi “veterani” tra donne e uomini nell’attuale consiglio comunale) la serenità cittadina resterà irraggiungibile. È bene ricordare che la politica decide il presente e il futuro di ogni cittadino e lasciarla in mano a chi ne ha fatto “una professione” sarebbe, ancora una volta, sbagliato. È urgente “scendere in campo” (con uno spirito naturalmente diverso da quello che fu di un certo ex cavaliere) per nominare una nuova classe dirigente e decidere, insieme ad essa, che cosa fare del nostro futuro.

La posta certiticata (PEC) sbarca anche al comune di Rocca di Papa e ogni consigliere comunale ne avrà assegnata una così da rendere più efficace la sua comunicazione con i cittadini che, quindi, potranno utilizzare gli indirizzi certificati per inviare lettere come fossero delle raccomandate con ricevuta di ritorno. I nuovi 16 indirizzi di posta elettronica certificata hanno avuto un costo di 198 euro.

Numero Verde per segnalare i guasti Acea

In relazione all’avvio del servizio idrico integrato da parte di Acea Ato 2 nel comune di Rocca di Papa, si rendono noti i numeri verdi da contattare in caso di segnalazioni o guasti: Servizi commerciali: 800.130.331 Segnalazione guasti: 800.130.335 Carta dei servizi: 800.130.338


Apre il nuovo ufficio riscossioni nei locali dell’ex “Bar Teresa” ROCCA DI PAPA

il Segno - gennaio 2015

di Luigi Serafini Dopo la polizia locale, il cui comando è stato sistemato presso l’ex farmacia di via Montanari, è la volta del concessionario per la riscossione (la società Maggioli Tributi Spa) che opera a Rocca di Papa per conto del comune e che ha aperto i suoi nuovi uffici proprio di fronte ai vigili, in piazza Garibaldi 35 (dal lunedì al venerdì alle ore 9 alle 11; il martedì e il giovedì dalle 15 alle 16.30; tel. 06.9497409; fax 06.94791136; mail: roccadipapa.tributi@maggioli.it). È sicuramente un fatto positivo che tali uffici vengano dislocati all’interno del centro storico, che vede sempre più spesso serrande abbassate e locali che da anni non si riescono ad affittare. Lo sanno bene i proprietari che su quei locali debbono pagarci tutte le tasse, locali e nazionali. Poi c’è sempre qualcuno più fortunato degli altri che riesce ad affittare. Per esempio, la Maggioli Tributi Spa ha preso in affitto l’ex “bar da Teresa” la cui proprietà sarebbe riconducibile alla famiglia dell’ex vicesindaco e attuale capogruppo Pd in consiglio comunale, Roberto Barbante. Un vero colpo di fortuna, un locale chiuso da anni, rimesso in sesto e affittato nientepopodimeno che a una società come la Maggioli che opera per

Canone concessorio: soldi al comune pagati dai cittadini

Molti cittadini, leggendo la bolletta della società che gestisce la distribuzione del gas domestico, si sono visti addebitare quasi 30 euro. Per capire il perché bisogna andare al consiglio comunale del 14 luglio 2014 quando l’amministrazione guidata da Boccia approva “l’istituzione del canone concessorio comunale” da applicare alle occupazioni del demanio e del patrimonio stradale da parte L’assessore al delle grandi società (Eni, Enel, Telecom, ecc.). In bilancio Querini quella sede l’assessore al bilancio, Maurizio Querini, promette che “si cercherà di reperire tutte le risorse possibili che la legge ci permette senza gravare sui cittadini”, dopo che il consigliere di minoranza Mario Gatta aveva avvertito “di fare attenzione perché se si chiedono soldi alle grandi società spesso succede che poi queste si rifaranno sulle tariffe che applicano ai cittadini”. Parole sacrosante diventate certezza, perché tali canoni verranno pagati sì dalle imprese ma queste, a loro volta, si rifaranno sugli utenti, come accaduto per le bollette dell’Eni. Lei, consigliere Gatta, aveva capito tutto. Ma allora perché ha votato sì a questa delibera, come tutta la maggioranza che l’ha proposta? (L.S.)

conto del comune. Ora resta da chiarire se sia stata proprio la Maggioli a chiedere quegli specifici locali (evidentemente sono rimasti folgorati vedendo la scritta “bar” al neon) oppure

se sia stato qualcuno a proporli alla Maggioli. E chi potrebbe essere questo qualcuno? Un sospetto ce l’abbiamo ma aspettiamo che sia lui a dirci come stanno le cose.

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ROCCA DI PAPA

il Segno - gennaio 2015

Parcheggio interrato, ora serve un regolamento per i posti auto

La lettera a sindaco, assessori e Polizia Locale è stata inviata il 5 gennaio

di Sergio Rasetti Lo scorso 5 gennaio ho inviato al comune di Rocca di Papa una lettera per richiedere ufficialmente “un posto auto diurno in abbonamento mensile presso il parcheggio interrato di piazza Claudio Villa”, di fronte alla sede del Parco dei Castelli Romani. Ecco il testo della missiva: “Il sottoscritto, residente a Rocca di Papa, chiede di poter accedere, per la sosta diurna, nel parcheggio interrato di piazza Claudio Villa, tramite il pagamento del relativo abbonamento mensile. Lo scrivente è in lista di attesa dal marzo 2014 e alla data odierna non risulta ancora la possibilità di poter usufruire di detto servizio. Il personale addetto mi informa che fino a quando qualcuno degli attuali abbonati non rinuncerà al rinnovo del suo abbonamento mensile la mia richiesta non potrà essere sod-

disfatta. È evidente che occorre rimediare ad un errore commesso in partenza: non è stato previsto un regolamento sui modi e tempi di accesso al godimento di questo importante servizio pubblico. È altrettanto evidente che il costo di un abbonamento diurno, notturno o di 24 ore, corrispondente a 8,00 - 10,00 - 18,00 euro mensili, è tal-

mente appetibile che difficilmente gli attuali abbonati decideranno di rinunciarvi. Del resto, il cittadino che giornalmente parcheggia per una sola ora negli spazi blu finisce per pagare anche 21,00 euro al mese e la disparità di trattamento è tale che non passa certamente inosservata. La questione assume senz’altro una rilevanza, non soltanto di principio, se si considera

di Sandro Tabellione Dopo i disagi patiti nel 2014 dovuti alla chiusura parziale improvvisa dell’unico ufficio postale di Rocca di Papa per un tentativo di furto finito male, molti cittadini sono tornati alla carica per chiedere all’amministrazione comunale di affrontare uno dei problemi più sentiti dai cittadini: l’apertura di un secondo ufficio postale. La richiesta non è nuova, il comitato di quartiere dei Campi ne ha fatto una battaglia da anni, ma ora sembra davvero arrivato il momento di definire la questione. “Gli uffici postali -ci scrive il signor Faustoormai sono delle vere e proprie

banche e i servizi offerti sono così tanti che fare lunghe file è diventata un’odissea quasi quotidiana”. Rocca di Papa oggi ha superato abbondantemente i 16 mila abitanti e un solo ufficio postale è davvero insufficiente a rispondere alle esigenze degli utenti-cittadini che sempre più spesso devono fare uso dei servizi delle Poste (pagamenti vari, bonifici, spedizioni, conti correnti, permessi di soggiorno, apertura conti, richiesta di carte di credito, ecc.). Qualche anno fa fu proprio Silvestrini, presidente del comitato dei Campi, a chiedere un secondo ufficio postale nella zona alta. Ipotesi

rimasta solo sulla carta. Più recentemente si era parlato della possibilità di aprire uno sportello in uno dei nuovi locali aperti di fronte alla chiesa del Sacro Cuore ai Campi ma, tra conferme e smentite da parte del comune, non se ne fece nulla. Speriamo però che la questione venga ora affrontata in maniera definitiva

Il parcheggio di piazza Villa

che una struttura pubblica, realizzata quindi con i soldi di tutti i contribuenti, in questo modo finisce per essere “goduta” da un numero limitato di essi senza soluzione di continuità. Per quanto esposto si chiede che sia redatto al più presto un regolamento tramite il quale si possa dare risposta alle richieste di altri cittadini che necessitano di un posto per parcheggiare la propria auto in abbonamento mensile. Certo di un sollecito riscontro, porgo distinti saluti”. La lettera è stata protocollata e inviata al sindaco di Rocca di Papa, agli assessorati Mobilità e Trasporti, Bilancio e Opere Pubbliche, oltre ovviamente al comando della Polizia Locale guidato da Sergio Ierace. Vedremo nelle prossime settimane se qualcuno dell’amministrazione comunale risponderà alla sollecitazione e ne daremo certamente conto sul prossimo numero del nostro giornale.

“I disagi sono ormai quotidiani e i roccheggiani non ne possono più”

L’ufficio postale di Rocca di Papa

a vantaggio di tutti i cittadiniutenti.


ROCCA DI PAPA Intervista al consigliere d’opposizione Emanuele Crestini il Segno - gennaio 2015

«Boccia ha fallito su tutto è necessaria una svolta»

di Paola Gatta Nel clima arroventato dalle polemiche sulle antenne e dagli aumenti sulla tassa sui rifiuti, abbiamo sentito il consigliere di opposizione Emanuele Crestini, per un punto di vista su come sia stato possibile arrivare all’attuale situazione amministrativa. “A Rocca di Papa la legge non sembra uguale per tutti, le regole valgono solo per chi sta sotto, chi governa lo fa a suo piacimento e lo sceriffo, il tutore della legge, sta sempre dalla parte del più forte. Non è la trama di uno spaghetti western, ma la sintesi di quello che fa la politica del ‘sistema Boccia’. Un sindaco che non informa i cittadini, mette il bavaglio all’opposizione e va avanti a forza di prestiti bancari, naturalmente senza dirlo troppo in giro, tanto che i cittadini di Rocca di Papa si troveranno a ripianare un buco di 18 milioni di euro (circa 35 miliardi delle vecchie lire).”

Perché può accadere tutto questo? Non siamo in una democrazia nella quale tutti possono esprimersi? “Sì, ma solo teoricamente. Il sindaco Boccia, al secondo mandato e che sta al comune da una trentina d’anni, ha ben oliato i meccanismi della macchina comunale, che – secondo la sua visione – deve produrre soprattutto consenso. Il suo!”

Qual è la situazione e come è stato possibile arrivarci? “Si tratta di un sistema, il sistema Boccia, che si è consolidato nel tempo. Ecco qualche punto: circondarsi di persone modeste, così lui può fare il gigante tra i nani. Promettere un posto, una possibilità, un guadagno, anche se in termini di visibilità. Esempio: prendere una ventina di normali cittadini e dargli una delega: chi allo sport, chi ai murales... Si rompe il fronte dei potenziali oppositori e salgono tutti sul carro del vincitore. Prendere una consulente esterna per il suo personale ufficio stampa, ben inteso, pagata

con i soldi dei cittadini, e metterla a lavorare per celebrare il mito di operosità proprio del sindaco. È importante che tutto concorra ad alimentare l’idea che l’amministrazione funzioni perfettamente. Essere supportati da un giornale esterno al comune, apparentemente indipendente, ma sostenuto con i contributi pubblicitari di persone molto vicine all’amministrazione. In genere tutti costruttori, tanto per rimarcare che il cuore batte verso il cemento. Emanuele Crestini Circondarsi di personale ammi- che fa da biglietto da visita per nistrativo un po’ addomesti- chi sale a Rocca di Papa. cato. Due o tre persone fidate Mettere le mani in pasta anche nei gangli fondamentali del co- nell’opposizione, dove decimune, così la macchina ammi- dere con accordi, ammiccanistrativa marcia compatta, menti e strategie, non certo senza sbavature, sulle indica- dichiarate in pubblico, chi potrà rappresentarla. Il risultato è zioni del sindaco. Scegliersi una segretaria comu- che, tranne rare eccezioni, i nale che possa sostenere senza consiglieri di opposizione sembattere ciglio irregolarità evi- brano affetti da autismo. In denti, come quelle per cui sono consiglio comunale sono tutti stati convocati consigli comu- mezzi parenti e qualcuno è pure nali senza tenere in alcuna con- socio in affari. Così pure l’opsiderazione il regolamento posizione è sistemata. dello stesso consiglio comu- Basare le campagne elettorali e nale. Una segretaria che per il di consenso sulla paura delle suo ruolo di massimo garante persone, per poi dare una rassidell’applicazione della legge, curazione. Esempio, agli abudovrebbe essere il faro per i sivi l’amministrazione fa consiglieri comunali e conse- sapere che vuole requisire la guentemente per i cittadini. casa. C’è da immaginare che Una figura super partes, che in- poi, chi di dovere passi famivece non appare così. È come glia per famiglia e garantisca se in una partita di calcio gio- che non succederà mai, in cambio di una x sulla scheda eletcasse anche l’arbitro. Sostenere l’impossibile, argo- torale.” mentare con linguaggio da prete sulle necessità dei citta- Il quadro non è per niente dini, per poi lasciar marcire i rassicurante… problemi. Annunciare grandi “Il sistema Boccia è questo. cambiamenti, per esempio che Anche mutando il sindaco c’è avrebbe fatto le ordinanze per il rischio che il sistema gli soabbattere le antenne abusive su pravviva, portato a spalle da Monte Cavo e poi sperare che i qualcuno dei suoi fedelissimi cittadini siano distratti da altro. collaboratori attuali. Dire non di rado qualche bu- Non può continuare così e vogiola, esempio: essere laureato. glio avere fiducia in un’azione Avvalersi di un manipolo di as- di riscatto, insieme a qualcuno sessori pronti a tutto e buoni a che voglia dare una mano per niente. Vedi la situazione del squarciare questo fondale di centro storico, o il buco di bi- cartapesta e tornare alla realtà. lancio di quasi 20 milioni di Una realtà nella quale i proeuro, o la situazione dei lavori blemi siano affrontati e non napubblici con l’ex hotel Europa scosti o accantonati.”

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Tutto quello che c’è da sapere sulla nuova norma legata alle Carte di Circolazione

di Maurizio Santangeli* Da questo mese la nostra agenzia vi darà notizie utili sul mondo automobilistico e, se poi avrete bisogno di ulteriori informazioni saremo a vostra disposizione (dal lunedì al venerdì 9:00/12:45 16:30/19:30. Il sabato dalle 9:00 alle 11:00). Questo mese faremo chiarezza sulla nuova direttiva emessa il 3 novembre legata alle Carte di Circolazione, notizia secondo la quale gli utilizzatori di autovetture, motoveicoli e rimorchi dotati di targa (esclusi i ciclomotori) hanno l’obbligo di comunicare alla Motorizzazione il nome di chi utilizza un veicolo, del quale non è intestatario per più di 30 giorni consecutivi, pena una sanzione di € 705. Questa direttiva sembrerebbe essere stata introdotta per far emergere situazioni poco chiare nel settore delle auto aziendali (sono escluse auto affidate in qualità di benefit, cioè messe a disposizione in sostituzione di un compenso). Il Ministero dei Trasporti ha chiarito che la direttiva interesserà gli atti posti in essere dal 3 novembre 2014 in poi, data dell’effettiva entrata in vigore, quindi tutte le situazioni precedenti non sono interessate. Il punto principale è che tale normativa NON RIGUARDA le persone ricadenti nella stessa residenza, i quali potranno comunque, in forma facoltativa, comunicare alla Motorizzazione il nome di un secondo conducente abituale. L’obbligo di comunicare il nome del conducente che utilizza il veicolo per più di 30 giorni lo hanno i familiari NON CONVlVENTl. Chi guida un veicolo di un parente defunto per un periodo superiore a 30 giorni dovrà necessariamente effettuare la comunicazione e ricordiamo che, secondo la legge, in questi casi deve essere effettuato un passaggio di proprietà entro 6 mesi dal decesso. Precisiamo che la presente norma non ha rilevanza ai fini della copertura assicurativa, in quanto la nostra pollzza assicurativa HDI Valore Auto copre i sinistri causati da qualunque soggetto si trovi alla guida del mezzo. Per ulteriori chiarimenti non esitate dal venirci a trovare. *Responsabile Agenzia Generale Assicurazioni HDI, Via Frascati 35 Rocca di Papa - Tel. 06.9497748, fax 06.94790499, mauriziosantangeli@gmail.com


il Segno - gennaio 2015

di Andrea Sebastianelli La storia delle antenne di Rocca di Papa va avanti e si arricchisce di nuovi capitoli. Dopo l’incontro pubblico autoconvocato dai cittadini, che si è svolto i 5 dicembre (e su cui dalle pagine del Segno abbiamo già dato conto), con un generalizzato dissenso del pubblico alla presenza delle antenne, si deve registrare una netta chiusura ad ogni ipotesi di nuove e vecchie antenne anche da parte dei comitati di quartiere. I presidenti di quello del Centro storico e di quello dei Campi si sono espressi in maniera netta. Facendo un passo indietro, il 13 novembre il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) ha emesso una sentenza molto importante per il nostro territorio: è riconosciuta la legittimità dell’ordinanza di demolizione emessa nel 2003 dall’allora sindaco di Rocca di Papa Carlo Ponzo. A questo punto non resta che applicare la sentenza! Così molti cittadini hanno accolto con entusiasmo questo provv e d i m e n t o , immaginando che fosse l’inizio di un’inversione di tendenza. L’inizio dello smantellamento delle antenne che, oltre a deturpare i nostri panorami, il nostro paesaggio, i nostri boschi, producono effetti indesiderabili e poco salutari sulla popolazione. Le antenne oggetto del provvedimento riguardano la società RTI (più comunemente nota come “le televisioni di Berlusconi”), ossia Canale 5, Italia 1 e Rete 4. È sconcertante che ci sono voluti 11 anni per avere ragione, ma la sentenza ha riconosciuto la legittimità e la piena operatività dell’atto impugnato dalle emittenti televisive. Il sindaco Pasquale Boccia, nell’incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale il 20 novembre ha parlato a lungo: “Sono anni

A P P R O F O N D I M E N T O

Dopo la sentenza del TAR

In attesa che il comune abbatta le antenne che combattiamo contro le emittenti radio-televisive che sono state installate senza alcuna autorizzazione sul nostro territorio intorno agli anni ‘70, alterando irreversibilmente un luogo dalla forte valenza ambientale, storica, culturale e identitaria, dove nei secoli scorsi fu realizzato un monastero dichiarato monumento nazionale del XIX secolo. La nostra battaglia è iniziata già nel ‘98 quando, con delibera di consiglio comunale all’unanimità decretammo, d’intesa con i vincoli imposti dallo Stato, che il territorio di Rocca di Papa non poteva essere individuato come sito per l’installazione di impianti di radiodiffusione”. Al che, il sottoscritto ha domandato al sindaco quali fossero le intenzioni dell’amministrazione su una questione nodale, ossia: “È possibile prendere un impegno qui e ripetere la stessa ordinanza per altre aree interessate dalle antenne? Questo potrebbe essere un atto

concreto che può dare un segnale di attenzione sulle antenne”. Il sindaco ha risposto confermando: “Io un’ordinanza di questo tipo la firmo sicuramente, senza problemi e lo dico pubblicamente”. Insomma, ha dato una assicurazione totale che l’amministrazione fosse in procinto di procedere con altre ordinanze per togliere le antenne abusive, ossia tutte, sempre secondo quanto detto dal primo cittadino. Ma c’è di più. Tra gli altri, nello stesso incontro pubblico, ha preso la parola il consigliere di maggioranza, nonché vicepresidente della commissione antenne, Maurizio De Santis, che ha detto testualmente: “Già da oggi [giovedì 20 novembre] ci siamo mossi, lunedì ci vediamo con gli avvocati per predisporre e andare a demolire. È chiaro che loro [i ricorrenti] in queste ore potrebbero fare ricorso al Consiglio di Stato e bloccare la cosa, non si sa come. Di-

ciamo che questa sentenza è attuativa, noi ci possiamo muovere, però c’è da aspettarsi di tutto, avranno fior fior di avvocati. Qui si tratta che siamo andati a toccare gli interessi di Berlusconi”. Il pubblico domanda i tempi del ricorso e De Santis risponde: “entro 90 giorni [in realtà sono 60]. Ma noi nel frattempo, se loro non ci fanno ricorso, noi penso che in 15-30 giorni siamo in grado di andare a demolire le antenne. La partita è chiusa. La nostra ordinanza di demolizione è fatta bene e va attuata. Non è che io sto ad aspettare il ricorso, a me non importa del ricorso”. Le parole del sindaco Boccia e quelle del consigliere De Santis assicurano un intervento risolutivo entro pochi giorni. 15 o 30 a sentire De Santis. Il sindaco da parte sua dà assicurazioni sull’emissione di altre ordinanze di demolizione segue a pag. 15


segue da pag. 14

Perché l’amministrazione non ha ancora provveduto alle demolizioni come promesso ai cittadini in un incontro pubblico?

il Segno - gennaio 2015

per le altre antenne. Considerato che la decisione del Tar è una sentenza storica, importantissima e va salutata con entusiasmo, ci domandiamo perché, a distanza di un paio di mesi, non si ha notizia di alcuna attuazione della sentenza stessa. Perché l’amministrazione non ha provveduto alle demolizioni come detto ai cittadini in un incontro pubblico? Perché assicurare interventi in 15-30 giorni e dover poi constatare che dopo due mesi è rimasto tutto come stava? Se ci sono difficoltà i cittadini dovrebbero conoscerle, condividere i problemi, partecipare alle decisioni. Amministrare una comunità è certamente impegnativo e mettere d’accordo tante anime a volte è un compito arduo. Ma qui ci avevano fatto credere che tutti condividevano il preciso e immediato obiettivo di demolire alcune antenne, almeno quelle che non avevano più alcun presupposto legale per rimanere in piedi. Dire una cosa, assicurarla ed enfatizzarla, per poi non farla, divarica il fossato che sempre di più divide i cittadini dalla politica. Ma non è finita qui, perchè la legge dice chiaramente che “una sentenza del Tar, che definisce il giudizio di primo grado, può essere appellata con ricorso al Consiglio di Stato entro 60 giorni dalla notifica oppure entro 6 mesi dalla data di pubblicazione della sentenza”. Essendo ormai trascorsi due mesi dalla pubblicazione della sentenza del Tar del Lazio, il sospetto è che il comune abbia deciso di non notificarla all’azienda di Berlusconi, concedendo quindi alla stessa altri 4 mesi di tempo per presentare ricorso. Evidentemente al sindaco Boccia, moderno Mezio Fufezio (quel condottiero latino che, preferendo una strategia attendista, alla fine rimase vittima di entrambi gli schieramenti nemici) è mancato il coraggio di inviare le ruspe ad eseguire quanto prescritto dai giudici del tribunale amministrativo, preferendo la strada dell’immobilismo. In fin dei conti sono appena quarant’anni che decine di tralicci abusivi occupano la vetta di monte Cavo, è bene quindi concedergli altri sei mesi. Che fretta c’è? E la commissione anti-antenne

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Così il Tar del Lazio lo scorso 13 novembre sul ricorso presentato da Mediaset

Il 13 novembre il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, dopo un’attesa durata undici anni, ha respinto il ricorso presentato dal gruppo RTI (Mediaset) contro l’ordinanza di demolizione dei tralicci televisivi installati sulla vetta di monte Cavo emessa il 12 agosto 2003 dall’allora sindaco Carlo Ponzo. Una sentenza inaspettata che apre un nuovo fronte di lotta alla concentrazione di radio-tv che fanno di Rocca di Papa il sito europeo più inquinato dall’elettrosmog. In questa sentenza, tra l’altro, si mette in evidenza “il particolare valore storico culturale ed ambientale dell’area di riferimento, dove nei secoli scorsi fu realizzato un monastero, dichiarato monumento nazionale nel XIX secolo: per tale motivo la Soprintendenza Archeologica del Ministero dei beni Culturali ed Ambientali ha dichiarato a suo tempo incompatibili le postazioni delle emittenti radio e televisive con le norme poste a tutela dell’area e quindi della stessa vetta di Monte Cavo, ma nonostante i numerosi vincoli la vetta è stata trasformata in uno dei siti più utilizzati

non ha niente da dire? Anche loro evidentemente preferiscono restare immobili, in attesa degli eventi, dimostrando l’inutilità di un gruppo di lavoro costituito dai soliti politici inconcludenti. Ormai è chiaro che i primi a non voler abbattere i tralicci radiotelevisivi di monte Cavo

nel Lazio per la trasmissione di segnali radio e televisivi, per la sua posizione geografica e per l’assenza di alture che ne possano schermare il segnale diretto verso la pianura ed il mare ed interessante le zone costiere. Per lo stesso motivo, peraltro, le suddette postazioni possono essere osservate da grande distanza deturpando gravemente il paesaggio. Tutta l’area inoltre è inclusa nel perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani che prevede, nel caso di specie, il divieto assoluto di edificabilità”. E ancora: “La ricostruzione della questione giuridica [...] consente al Collegio di escludere la fondatezza dei motivi di ricorso [di RTI], in quanto il provvedimento impugnato si rivela essere un atto dovuto ed a contenuto vincolato, in presenza di un non controverso abuso edilizio (stante la riconosciuta necessità di permesso di costruire per il manufatto in esame), adottato dal Comune nell’ambito delle proprie specifiche competenze urbanistiche ed edilizie, a fronte di un vincolo assoluto di inedificabilità previsto dagli strumenti urbanistici comunali”.

sono proprio i nostri amministratori, viene quasi il sospetto che la sentenza del Tar li abbia spiazzati, proprio non se l’aspettavano perché una sentenza richiede azione immediata e ferma, quella che loro non hanno mai avuto. Resta il rammarico per il fatto che oggi avremmo potuto

A P P R O F O N D I M E N T O

marciare davvero uniti verso la vetta di monte Cavo, dietro al sindaco, facendo la ola al primo abbattimento della storia di monte Cavo. Tutto invece è rimandato a data da destinarsi, in attesa che il gruppo Berlusconi possa studiare bene le sue mosse. Andrea Sebastianelli


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ROCCA DI PAPA

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Debiti con la Schiaffini Travel, il comune firma il piano di rientro La transazione sottoscritta dall’amministrazione ammonta a un milione di €

di Sandro Tabellione Sul piatto ci sono 1,5 milioni di euro (circa 3 miliardi delle vecchie lire) e sono l’ammontare delle fatture che la Schiaffini Travel, la società che effettua il servizio di trasporto locale e scolastico, ha emesso al comune di Rocca di Papa dal 1999 al 2013. Tale cifra comprende anche gli interessi che, nei calcoli dell’azienda di Marino, arrivano a 512 mila euro. Ora, dopo anni di discussioni e carte bollate, il contenzioso è arrivato a conclusione e il comune roccheggiano ha sottoscritto un piano di rientro per una cifra vicina al milione di euro “a saldo e stralcio della pretesa complessiva della Schiaffini Travel Spa”.

Un mezzo della Schiaffini Travel

In tutto sono cinque le rate che la ragionera comunale dovrà rispettare. Le prime due rate (novembre e dicembre 2014) sono state versate per un ammontare di quasi mezzo milione di euro. La restante

Per il teatro civico si parla di un grande teatro romano

Al momento in cui andiamo in stampa ci è giunta una prima indiscrezione circa il bando per l’affidamento della gestione del teatro civico di Rocca di Papa, per il quale l’amministrazione comunale a metà dicembre aveva pubblicato il relativo bando. Secondo queste voci, che ovviamente attendono conferma, un importante teatro di Roma avrebbe presentato una buona offerta. Si parla insistentemente dell’Ambra Jovinelli o dell’Eliseo. Comunque sia, al di là del nome più o meno prestigioso di chi subentrerà nella gesione, la cosa importante è che il teatro cittadino tornerà nel pieno delle sue attività. Infatti, il bando prevede anche 40 spettacoli destinati alle compagnie del territorio. Pare proprio che stavolta la giunta Boccia abbia azzeccato tutte le sue mosse.

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somma (circa 480 mila euro) dovrà essere versata in parti uguali (160 mila euro) nel prossimo mese di febbraio e nello stesso mese del 2016 e del 2017. Un lungo contenzioso e alla fine la Schiaffini

ha accettato la proposta dell’amministrazione roccheggiana “sul presupposto essenziale della puntualità e sulla tempistica del pagamenti sia delle voci oggetto del presente accordo sia per le voci relative ai servizi correnti”. Insomma, non resta che pagare tutto in comode rate. Resta da capire come sia stato possibile accumulare una cifra così elevata ma su questo punto per l’amministrazione guidata dal sindaco Boccia non si tratta certo di una novità. Aprire contenziosi, pagare avvocati e consulenze per poi chiedere la sottoscrizione di transazioni e piani di rientro è una modalità quasi abitudinaria. A carico dei cittadini restano, appunto, le parcelle di chi, per conto del comune, segue l’iter di queste pratiche.

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ROCCA DI PAPA

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POLEMICHE DOPO L’ARTICOLO SULLA RIUNIONE DEL 20 DICEMBRE CONTRO LE ANTENNE

«La nostra risposta alla Sig.ra Di Rosa»

Ci scrive il comitato di quartiere Campi d’Annibale

Sul Segno n. 17 (1-31 dicembre 2014), nell’articolo riguardante la riunione organizzata dai cittadini il 20 dicembre contro le antenne, il Comitato tutto del quartiere Campi d’Annibale sente il dovere di rettificare alcune cose riferite nell’articolo su citato. La signora Daniela Di Rosa, a pagina 8, tra le tante cose che ha scritto, ha evidenziato inesattezze sull’intervento del presidente del comitato di quartiere intervenuto in aula consiliare. In merito, il comitato chiarisce che le lettere di protesta contro le antenne, che in tanti anni il comitato ha inviato agli organi competenti, non hanno sortito nessun effetto, come lei dice, dimenticandosi però che il comitato nel suo piccolo le ha tentate veramente tutte, con manifestazioni, incontri, scontri, con tutte le Autorità in campo e con riunioni di amministratori e tutti i partiti nella sede del comitato, presente anche il signor Sebastianelli. Se non ci sono state risposte la colpa non è certo soltanto nostra, ma forse di tanti altri che non hanno alzato un dito sul problema antenne. La signora Di Rosa si è dimenticata, forse volutamente, che qualcuno invece ha fatto tutto ciò che era necessario fare con scritti o articoli sui giornali locali, non certo riportando risultati migliori dei nostri. Poi dice, nello stesso articolo, che una ragazza le ha fatto notare che ad ogni campagna elettorale la sede del Comitato è la sede del Pd, “voci di popolo non sue”. Alla signora Di Rosa diciamo che forse quella ragazza che le ha espresso quella opinione, non potrebbe essere la sola a pensarlo, per questo è necessario chiarire questo problema. In sostanza, a tutto ciò questo comitato non ha interesse né con il Pd né con altri partiti e quando lo stesso Pd ha svolto manifestazioni presso la sede del comitato è accaduto perché

autorizzato per iscritto dal comune di Rocca di Papa (come da allegati a questa lettera). Una cosa va detta alla signora Daniela Di Rosa: se fosse dipeso dal comitato di quartiere Campi d’Annibale nessuna sigla politica avrebbe usato la nostra sede. Si ricorda, inoltre, che ai membri del comitato dei Campi d’Annibale, per statuto, non è permesso fare politica e a nessuno di loro interessa farla, ma tutti hanno a cuore la risoluzione dei tanti

problemi del quartiere. Comunque, una cosa appare chiara, con questo modo di fare la signora Di Rosa, anziché unire le forze per combattere il problema antenne, le divide.

Una riunione al comitato Campi

Tuttavia, questa organizzazione, anche senza risultati, sul problema antenne continuerà la battaglia come ha sempre fatto. Il Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale

«Non voglio distruggere ma solo partecipare» La risposta della nostra Daniela Di Rosa

di Daniela Di Rosa Signor Silvestrini, se non ricordo male l’incontro del 20 dicembre, organizzato tra gli altri dal Movimento per Rocca di Papa per parlare di antenne, serviva proprio a questo, cercare di unire tutte le componenti politiche e i cittadini di varia estrazione sociale per ottenere finalmente qualcosa di concreto per porre fine a un problema che ci assilla da più di quarant’anni. Il suo, se non erro, è stato uno dei primi interventi, se non il primo (comunque è tutto registrato) e, almeno a me, è sembrato un intervento pieno di enfasi e di retorica che, non so se volutamente o no, se la prendeva un po’ con tutti senza citare mai l’amministrazione comunale che pure qualche responsabilità credo ce l’abbia. Quest’atteggiamento non mi è sembrato corretto e l’ho scritto, come faccio solitamente, inimicandomi molte persone, ma è il mio “mestiere”. Subito dopo, quando uno dei promotori dell’incontro, Raffaello Mancini, le chiedeva gentilmente di concludere, dato che molte altre persone avevano chiesto di intervenire, lei l’ha aggredito verbalmente, quasi urlando, siamo rimasti tutti basiti dal suo comportamento… questo lei lo chiama unire? Per quanto riguarda gli articoli e gli scritti sul nostro giornale io sono convinta (dalle lettere o mail che arrivano in redazione) che hanno sortito effetti migliori di qualche volantino,

Proteste di quindici anni fa

forse perchè documentati, riportando sentenze e dati scientifici, forse perché ripetuti nel tempo, e non una volta ogni tanto! Ho precisato: voce di popolo… ma sa, caro Silvestrini, una voce è una voce, due voci sono pettegolezzi, molte voci sono mezze verità. Io ho solo riportato le voci! Mi inquieta il fatto che ai membri di un comitato sia vietato per statuto di fare politica, non lo sapevo, non accetterei mai una simile ipocrisia… ritengo che confondiate il termine “politica” con “partito”. Lei e gli altri membri non votate?! Non voglio né unire, né distruggere, si tranquillizzi, ma solo partecipare!


320mila euro ad Acea Luce Spa debito pagato con l’ex Comando ROCCA DI PAPA

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Pericolo alle suore d’Ivrea per la fuga di carburante

La sede comunale di corso Costituente

di Giulia De Giorgi L’Acea, la società subentrata nella gestione delle acque potabili, batte cassa per una serie di lavori effettuati per conto del comune di Rocca di Papa nel periodo compreso tra il 2002 e il 2005, quando sindaco era Carlo Ponzo. Le fatture ancora insolute ed oggetto della transazione approvata con deliberazione di giunta comunale n. 162 del 17 dicembre 2014, al netto delle note di credito e dei pagamenti già effettuati dal comune, ammontano a circa 320 mila euro. I lavori svolti all’epoca da Acea riguardano soprattutto la pubblica illuminazione e la gestione degli impianti e in seguito nacque un contenzioso che solo dieci anni dopo sembra arrivato all’archiviazione. Infatti, l’amministrazione comunale, che ha riconosciuto il debito, ha firmato la transa-

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zione ed ora si appresta a pagare i 320 mila euro, cifra coperta da una parte della vendita dei locali dell’ex comando della Polizia Locale di viale Silvio Spaventa. Un altro nodo è venuto al pettine dunque e, ancora una volta, si è avuta la conferma che la cessione del patrimonio immobiliare del comune di Rocca di Papa, già di per sé piuttosto esiguo, era solo finalizzato a pagare i debiti con la conseguente diminuzione di proprietà immobiliari. Una gestione che non ci piace per niente e che manifesta soltanto una palese incapacità di programmazione, anche perché, nel caso delle fatture insolute dell’Acea Luce Spa, una parte di esse (circa 99 mila euto) è stata inscritta nella voce “situazione debitoria fuori bilancio”, cioè un debito non previsto. “Ciò significa -

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I Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire lo scorso 2 gennaio per mettere in sicurezza il distributore di carburanti di piazza della Repubblica dopo le notizie circa la dispersione di liquidi infiammabili in alcuni locali della sottostante scuola materna ed elementare delle Suore d’Ivrea. La squadra 15A di Marino, dopo attente e accurate verifiche, ha confermato i sospetti iniziali. Ne è seguita l’ordinanza del sindaco di Rocca di Papa che ha ordinato ai proprietari l’immediato svuotamento delle cisterne e la relativa messa in sicurezza a propria cura e spese. La questione del distributore di piazza della Repubblica, collocato in un angolo ristretto e a ridosso di diverse attività commerciali, è stata spesso al centro di polemiche che negli ultimi quindici anni non hanno portato a nulla. Ora, le infiltrazioni di carburante pericoloso nella palestra, nella mensa, negli spogliatoi e nei bagni dell’istituto scolastico, che ospita giornalmente decine di bambini, oltre a numerosi operatori scolastici e docenti, ripropone la necessità di chiudere definitivamente il distributore, magari concedendo alla proprietà un’area più idonea allo svolgimento di questo servizio che pure è essenziale per un paese di 17 mila abitanti come Rocca di Papa. Speriamo, intanto, che al più presto tutta l’area venga messa in sicurezza tranquillizzando tutti coloro che per l’accaduto si sono detti molto preoccupati. Antonio De Paolis

sottolinea il consigliere Emanuele Crestini- che noi vendiamo il patrimonio dei nostri concittadini per coprire i danni causati dalle incapacità gestionali di chi ci governa da 18 anni consecutivi. Cosa ci guadagnano i roccheggiani con la vendita del patrimonio immobiliare del comune? Fino ad oggi l’amministrazione ha per-

messo ad Acque Potabili di tartassare gli utenti in maniera esponenziale lasciando i cittadini da soli nelle loro rivendicazioni nei confronti della società di Torino”. Ora, con l’arrivo di Acea le cose dovrebbero cambiare. Almeno si spera, soprattutto per quanto riguarda la tariffazione.

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ROCCA DI PAPA

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La piazza virtuale di Rocca si anima con timore

Festa di Sant’Antonio Abate

di Daniela Di Rosa Rino Gaetano cantava: “nascono tutti incendiari e fieri, ma quando arrivano diventano tutti pompieri”. La piazza virtuale di Rocca di Papa (Facebook) è da giorni in fermento per la nascita della pagina del Segno (leggi articolo a pag. 21), con migliaia di visualizzazioni dei video postati, per la nuova pagina del consigliere comunale Crestini… e anche per la nuova associazione Cittadini Attivi (da non confondere con movimenti o gruppi politici) anch’essa sbarcata sulla Rete. Le elezioni comunali si avvicinano, gli animi si scaldano, ma si raffreddano subito, di solito avviene quando in questi gruppi “apolitici”, uno della casta locale o un suo parente, interviene nei commenti. A quel punto i contestatori della piazza reale diventano in quella virtuale salomonici e categorici: “niente politica!”. Con poche parole gentili t’invitano a restare ma a parlare d’altro. Sentendoti un po’ “appestata” e sapendo che la società non si cambia con bei post, né con belle feste o con del meritevole altruismo ma con scelte politiche assunte con consapevolezza (tipo: voto, non voto e, soprattutto, chi voto?). Ti allontani e pensi:

Torna la benedizione agli animali con l’arrivo della ricorrenza del loro protettore, Sant’Antonio Abate. Domenica 18 gennaio, infatti, anche Rocca di Papa onorerà uno dei Santi più amati in Italia e nel mondo che nel rapporto con gli altri esseri viventi seppe davvero rappresentare l’equilibrio tra uomo e natura, indicando un nuovo cammino per la stessa Chiesa, già avviato da un altro Santo, Francesco d’Assisi. L’iniziativa, a cura dell’attivo Circolo Ippico Furnari, in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del comune di Rocca di Papa, vedrà sfilare per le strade cittadine carri e tantissimi animali, tra cui i cavalli della stessa scuderia ippica e tutti i cittadini che vorranno prendervi parte con i propri amici a quattro o a due zampe. Il corteo partirà dal parco comunale dei Campi d’Annibale verso le ore 10:30, e proseguirà lungo via Albero Bello, via Ariccia e via Roma, per poi giungere a mezzogiorno in piazza della Repubblica dove don Massimiliano Pajè impartirà la classica benedizione. Al termine della sfilata è previsto aperitivo e cioccolata calda per tutti.

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cavolo, in tv vogliono solo “leggerezza”, i giornali siamo rimasti solo noi masochisti a leggerli, la crisi economica non passa, i nostri giovani non lavorano, se lavorano sono sfruttati e senza tutele, il nostro paese, intendo proprio nostro, Rocca di Papa, è in decadimento costante, ma quello che si chiede nei gruppi è concentrarsi sulle feste e opere di carità, belle le prime e meritevoli le seconde, ma perdonatemi se voglio fare altro, voglio fare di più. Verrò alle vostre feste apprezzandole sinceramente, verserò con piacere il mio piccolo contributo, continuerò a volervi bene e ad apprezzarvi, ma per cambiare il mondo e la nostra cittadina continuo a pensare che ci vogliono uomini e donne, giovani e vecchi, disposti ad essere ancora “incendiari e fieri”!

Domenica 18 la benedizione degli animali

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9 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPA

VICENDA GALLI Signor sindaco, nel consiglio comunale del 29 agosto 2013 la sua amministrazione ha sostenuto la regolarità dei capannoni realizzati dalla Edilmostra Galli in base alla legge 160/2010 che permette di demolire e ricostruire volumi realizzati prima del 1995. Analizzando le foto aeree, però, si è visto che alcuni di questi volumi furono edificati dopo tale data, addirittura a partire dal 2005. Come mai quelle dichiarazioni che tutto era perfettamente regolare?

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EX ALBERGO EUROPA 2 Signor sindaco, la Fam Sr, la società incaricata di realizzare il nuovo municipio in piazza della Repubblica, ha citato il comune di Rocca di Papa per una serie di mancati pagamenti che avrebbero provocato l’interruzione dei lavori. L’opera doveva essere consegnata il 1° aprile 2009. Sono trascorsi 5 anni da questa data. Come mai? Di chi sono le responsabilità?

da 445 giorni

Che attendono una risposta

norma dell’esproprio, ha sottoscritto un accordo con l’imprenditore Carnevali basato su uno scambio di aree: un terreno pubblico fronte-vista su via dei Laghi per una scarpata di via della Ruccia. Visto che tale strada non è stata mai realizzata non possiamo riportare alla proprietà pubblica il terreno di 3.500 mq ceduto a Carnevali?

ATTRAZIONE  PER IL MATTONE Signor sindaco, abbiamo dimostrato che il suo ex vicesindaco-geometra Barbante, mentre ricopriva i diversi incarichi pubblici (assessore lavori pubblici, ambiente, ecc.), ha messo in piedi anche diverse società immobiliari, realizzando opere e strutture a Rocca di Papa, in alcuni casi in affari con un esponente dell’opposizione consiliare, Mario Gatta. Come mai su queste vicende non ha chiesto alcun chiarimento al suo ex vicesindaco? E come mai non ha ritenuto di dover affrontare l’argomento in consiglio comunale?

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IN AFFARI CON CARNEVALI Signor sindaco, il 6 agosto 2003, lei ha acquistato un terreno di 1.500 mq, ricadente nell’area del Piano Particolareggiato Calcare-Valle S. Lorenzo, insieme all’imprenditore Bruno Carnevali. Terreno poi rivenduto al doppio del prezzo alla Cooperativa edilizia Lorenzo I per 160mila euro. Vista la vicenda della sospetta sanatoria edilizia concessa dal comune a Carnevali nel 2009, non crede di dover chiarire pubblicamente i suoi rapporti con il noto imprenditore del legname?

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TERRENO CEDUTO  3 A CARNEVALI Signor sindaco, lei nel 1993 ha ceLA QUADRIFAMILIARE 6 Signor sindaco, a proposito del terduto all’imprenditore del legname Carnevali un terreno boscato di 1.616 mq in loreno acquistato con Carnevali, calità Tre Colli (uscita su via Barozze) alla come mai lei ha chiesto al suo vicesindaco cifra incredibile di 250mila lire (cioè 125 di realizzare il progetto di una quadrifamieuro). Può spiegare questo fatto? liare su tre livelli di cui uno interrato? Non crede di aver fatto una leggerezza affidanVICENDA CARNEVALI dolo al suo vicesindaco? E come mai, ot4 Signor sindaco, l’imprenditore del tenuta l’approvazione da parte dell’ufficio legname, Carnevali, ha presentato comunale (31 agosto 2008) ha chiesto una richiesta di sanatoria edilizia in base sempre a Barbante di realizzare una nuova IA alla legge n. 47/1985 che di sanare perizia estimativa? Esistono rapporti tra ORpermette T A A volumi realizzati entro l’ottobre del 1983. lei, Barbante e i dirigenti e tecnici della soT N 4! volumi cietà Lorenzo I, a cui ha ceduto il terreno? CA che01tali SA siVO Dalle foto aeree è visto 2 REsoloRaIpartire LE dal 2002, 19 furono realizzati P A TERRENO SCAMBIATO anni dopo il 1limite imposto dalla legge. 6 7 CON CARNEVALI Come maiIL la sua amministrazione il 5 agoSignor sindaco, dopo la ristrutturasto 2009 ha concesso tale sanatoria che ora andrebbe revocata? Come e quando intende zione dell’ex colonia di via Cavour, doprocedere in tal senso visto che sono pas- vendo realizzare una strada di collegasati circa sei mesi da quando il consigliere mento con via delle Barozze, la sua amministrazione, invece di adottare la Crestini ha portato alla luce la vicenda? Rag. Alfredo Orlando Commercialista e Revisore dei Conti Rag. Ercole Gatta Commercialista e Revisore dei Conti Dott.ssa Irene Orlando Dottore in Economia e Commercio

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VICENDA MORZILLI DETTO UMBERTINO Signor sindaco, nel marzo 2008 venne assassinato a Roma Umberto Morzilli, ritenuto dagli inquirenti un personaggio vicino alla “Banda della Magliana”. Morzilli, attraverso alcune operazioni speculative, aveva acquisito dei terreni in via delle Barozze (ricadenti nel Piano Particolareggiato) per circa 350mila euro, rivenduti, a distanza di pochi anni, a 5,5 milioni di euro, terreni poi sequestrati dalla magistratura. Come mai il consiglio comunale non si è mai occupato della vicenda?

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PRATICA SEBASTIANELLI

10 Signor sindaco, come mai la pra-

tica edilizia riferita all’abitazione del nostro direttore, Andrea Sebastianelli, è stata tirata fuori subito dopo che Il Segno aveva portato alla luce le note vicende (vedi le altre 9 domande)? Chi ha ordinato al suo ufficio tecnico di visionare tale pratica? E con quale scopo?

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A natale il nostro giornale è sbarcato su Facebook Riceviamo e pubblichiamo

Si estende l’impegno per informare i cittadini di Daniela Di Rosa Un successo che è andato molto oltre le più rosee previsioni quello dell’apertura di una pagina Facebook del Segno di Rocca di Papa. Abbiamo cominciato appena prima di natale e da subito i numeri degli accessi, dei “mi piace” e dei commenti è schizzato in alto, collocando la pagina del Segno al primo posto tra quelle di Rocca di Papa. Un successo netto, che non fa che confermare l’interesse dei lettori per le notizie, le informazioni, la cronaca e le storie, così come da tanti anni compaiono sul giornale cartaceo. Certo, su Facebook il linguaggio è un po’ più sintetico rispetto al giornale, ci si affida di più alle foto, ai video, più diretti e immediati. Gli articoli sono brevi, ma i commenti dei lettori alimentano il dibattito e mostrano una comunità attenta, che ha sete di notizie, che vuole maggiore informazioni e che soprattutto ha voglia di partecipare. È così che un social network come Facebook si può trasformare in uno strumento di democrazia. Siamo certi che i cittadini di Rocca di Papa vorranno continuare a dialogare e discutere sui temi più caldi della nostra comunità. D’altra parte noi siamo convinti che la partecipazione sia il sale della democrazia. A fronte di questa esplosione di adesioni abbiamo notato ancora una volta un’amministrazione comunale in affanno, con evidenti tendenze a chiudersi in se stessa, poco dialogativa e forse ancora convinta che nel rapporto con i cittadini il primato sia sempre e comunque degli amministratori. La funzione di un giornale, anche nelle

sue forme digitali, è quella di spronare, criticare e spingere il potere e nello stesso tempo informare i cittadini. Ognuno deve poter decidere con la propria testa, ma per farlo deve conoscere e capire i problemi. Su questo non possiamo non registrare un atteggiamento che spesso da parte dell’amministrazione comunale è stato di drastica chiusura. Un paio di esempi per tutti: la recente questione delle antenne o delle bollette della tassa sui rifiuti. Nel primo caso l’amministrazione ha scelto di non fare i monitoraggi, in altri termini di lasciare i cittadini all’oscuro di vitali in-

formazioni di base; nel secondo caso l’amministrazione per mesi non ha pubblicato atti e documenti essenziali per la vita della nostra comunità, non solo andando contro la legge (pubblicare i documenti sull’albo pretorio del sito Internet è obbligatorio!), ma preferendo lasciare i cittadini in un limbo di non conoscenza, dove facilmente i diritti si tramutano in cortesie del politico di turno. Ecco, per tutto questo noi del Segno pensiamo che Rocca di Papa prima di tutto debba essere un comune dove prevalgano sempre e comunque i diritti. I diritti dei cittadini.

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“È nato il PIS per prevenire le idee del Segno”

di Mario Gabbi Ho sentito che al comune hanno istituito un nuovo ufficio: il PIS (Prevenzione Iniziative il Segno). Lo dirige Giovanni Gatta, che sonda i fondi del caffè per capire cosa hanno in programma quelli della banda del Segno. Sabato 3 gennaio erano in due: Andrea e Sebastianelli e un altro, che si aggiravano con macchine fotografiche e telecamere lungo la scalinata del belvedere (dietro il comune vecchio). Subito sono partite le telefonate e una squadra di netturbini si è precipitata a togliere la monnezza che era stata appena fotografata. Ormai basta che Sebastianelli abbia un’idea che subito dal comune buttano giù dal letto netturbini e Protezione Civile per prevenirlo. Già la domenica precedente, alcuni cittadini avevano programmato di andare a togliere dei frigoriferi gettati lungo una scarpata di via Roma (vedi proposta del Segno di una ventina di giorni fa), ma la Protezione Civile è intervenuta prima (bravi!). Il fido Gatta ha detto, con sprezzo del ridicolo, che l’intervento era programmato da tempo (?). Poi le notizie sulla bonifica dei frigoriferi appaiono nei giornaletti online del sindaco (il Grillo) a firma del giornalista da riporto Fabrizio Giusti. Che narra della bonifica, senza spendere una parola sul fatto che noi cittadini ci eravamo autorganizzati per andare a rimuovere quello che l’amministrazione comunale per mesi aveva tollerato nella scarpata della panoramica (Giusti… qua!). Tutta la vicenda mi pare un bell’esempio della forza della partecipazione dei cittadini.

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ROCCA DI PAPA Lo studio fotografico venne aperto nel ‘51 da papà Franco

il Segno - gennaio 2015

di Marcello Loisi Su corso Costituente, davanti al comune, da diverso tempo c’è uno studio fotografico. Il proprietario, Nicola Pagliuso, ci ha raccontato la sua storia. “Nel 1951, mio padre aprì il primo studio fotografico di Rocca di Papa. Negli anni, cambiò diversi studi e nel 1981 si trasferì in quello attuale. Fin da piccolo ho sempre lavorato con lui, passando molte ore in camera oscura, dove ho iniziato ad appassionarmi a questa arte. Nell’84, dopo il militare, mi sono deciso ad affiancare mio padre nel suo lavoro, avendo la possibilità di fare della mia passione per la fotografia un mestiere. Alla scomparsa di mio padre, io e mio fratello Felice prendemmo le redini dell’attività, cercando di portare avanti quanto lui aveva costruito in tanti anni di lavoro. Dal 2001 gestisco da solo lo studio”.

Per tuo padre, essere stato per tanti anni l’unico fotografo di Rocca di Papa deve avergli dato l’occasione di documentare i momenti più importanti del paese. “Certamente. Dato che era il solo ad avere una macchina fotografica e a saperla usare, veniva chiamato per immortalare manifestazioni, inaugurazioni e tutte le iniziative che venivano svolte qui a Rocca di Papa. Ad esempio, venne incaricato di fotografare l’inaugurazione del vecchio comune, su viale Ferri, un’opportunità per lui sia da un punto di vista professionale, sia da quello personale. Mi riferisco al suo archivio, che raccoglie decine e decine di migliaia di fotografie, negativi e diapositive. Ovviamente, occorrerebbe

La storia di un paese negli scatti dei Pagliuso

sistemarle, catalogarle e stamparle, ma è un lavoro colossale che richiederebbe un impegno veramente notevole. Queste testimonianze, però, sono importanti perché permetterebbero di ricostruire visivamente la storia del paese dal dopoguerra agli anni più recenti. Per il lavoro che svolgeva, incontrava diverse celebrità che venivano a Rocca di Papa in villeggiatura, quando ancora si faceva. Franca Valeri e suo marito, la madre di Sofia Loren, Claudio Villa sono solo alcuni dei tanti nomi che riuscì a fotografare. Ma fotografò soprattutto le persone comuni. Tutti venivano nel nostro laboratorio per farsi una foto. Negli anni conquistò la fiducia e l’apprezzamento da parte dei suoi concittadini, nei quali ha lasciato un buon ricordo”.

Con la rivoluzione del digitale, la professione del fotografo sarà cambiata profondamente. “Anche in questo settore, l’evoluzione delle tecnologie si è fatta sentire. L’introduzione della fotografia digitale e di programmi come Photoshop hanno stravolto il nostro lavoro. Noi fotografi ci siamo dovuti adeguare ai sempre più

veloci cambiamenti, con costanti aggiornamenti e acquisti di nuove attrezzature, spesso molto costose. Inoltre, è venuto a mancare il lavoro quotidiano. Prima, una volta scattate le foto e finito il rullino, questo veniva sviluppato in camera oscura, dove prendevano vita le immagini. Ora, invece, non si stampa quasi più, privilegiando il formato digitale. Alcuni giovani non sanno neanche come si sviluppavano le foto fino a pochi anni fa”. C’è, dunque, ancora possibilità di lavoro in questo settore?

Franco Pagliuso

“Sì, grazie ai servizi fotografici, ancora molto richiesti, specialmente in occasione di cerimonie. Purtroppo, non si può ignorare il fenomeno dell’abusivismo, che coinvolge circa il 70% dei fotografi. Penso a quelli davanti al Colosseo o ai Fori Imperiali che, senza alcuna professionalità e permesso, sfruttano i mancati controlli per approfittarsi dei turisti. Il senso della fotografia oggi è cambiato. Senza voltarsi indietro in lontane nostalgie, penso però che ai tempi di mio padre farsi una foto era considerato un evento, ora è diventata una cosa ordinaria”.

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il Segno - gennaio 2015

Cultura e

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Overbeck, un “Nazareno” a Rocca di Papa

di Federico De Angelis Cominciando a scendere per il corso ampio scosceso, poco dopo il sagrato del duomo e la fontana dell’acqua freschissima ove si sovrappongono suoni e rumori d’ogni sorta, richiami, stridori di freni, grida di donne e ragazzini, gruppi che a grossa voce contrastano; se si svolta a destra per una stretta via selciata seguitando la discesa, si ha gradualmente l’impressione di trovarsi in un altro luogo, un ambiente di voci attutite, protetto da alte mura a inombrare lo slargo che s’apre alla vista: tra le mura del palazzo ha ora sede il convento delle Madri Carmelitane del Bambin Gesù, conosciute anche come monache tedesche, benemerite per il loro dedicarsi all’infanzia abbandonata, spesso orfana. Molto tempo prima, probabilmente nei primi decenni dell’ 800, in quella casa abitò per qualche anno il pittore Friederich Overbeck: artista già noto in Germania e a Vienna per aver fondato la corrente pittorica dei “Nazareni”, così chiamati sia per il modo di portare i capelli sciolti sulle spalle, sia soprattutto per privilegiare soggetti attinti dalla tradizione religiosa, proponendosi di diffondere con le loro opere l’insegnamento morale delle Scritture insieme al magistrato ecclesiale cattolico; inaugurando così un aspetto della restaurazione nell’arte, quello che intendeva risalire al periodo aureo della rappresentazione religiosa, con particolare interesse per Raffaello e i pittori a lui anteriori, soprattutto il quattrocento umbro e toscano con Giotto, S. Martini, Masaccio. Nato a Lubecca nel 1789, da famiglia protestante, Overbeck riuscì presto a sfuggire agli ambienti spogli e severi della fede luterana, per approdare ad un Cattolicesimo ricco di forme e suggestive liturgie, che per lui si manifestava pienamente nella pittura. Era allora in corso un acceso dibattito circa la natura e la funzione dell’arte: da una parte il neoclassicismo, con Winkelman ancora imperante, che voleva un’arte fedele ai grandi modelli della classicità greco-romana, con una visione astratta del bello, dalle armonie e proporzioni studiate sulle statue e sulle pitture rinvenute negli scavi e nei reperti archeologici; dall’altra il nascente movimento romantico, che si andava impetuosamente affermando col proporre un’arte prossima alle tradizioni popolari e insieme ispirata a una natura, sentita come energia e potenza spirituali, da cui l’artista era lui stesso investito.

... dintorni

Un interessante e inedito “ritratto” dell’artista tedesco, fondatore della corrente pittorica detta dei “Nazareni” che per diverso tempo dimorò nel nostro paese

Un’opera di Friederich Overbeck del 1920, che ritrae lo stesso Friederick, la moglie e la figlia

Ambedue le concezioni, pur in forte contrasto tra di loro, concordavano tuttavia nel liberare l’arte da ogni intento puramente illustrativo, didascalico, religiosamente edificante. Ed è proprio su questo punto che Overbeck interviene polemicamente: con l’ardore del neofita, comincia col teorizzare che l’arte deve proporsi l’edificazione morale e religiosa del popolo, ricorrendo alla raffigurazione degli eventi sacri, di volti, paesaggi e colori che destino sentimenti di profonda ‘pietas’. Un progetto che si direbbe a prima vista reazionario, grandiosamente inattuale: ma forse in cui più agiva un oscuro desiderio di trovare rassicurazione nelle forme d’una tradizione di secolare fermezza alle inquietudini che anche in lui si destavano, davanti a un periodo storico che s’annunciava quanto mai turbolento, non solo per le vicende d’arte, ma anche e soprattutto per quelle politiche e sociali. Con altri pittori, tra cui l’amico Pforr, co-

stituì l’Accademia di S. Luca , che radunava artisti cattolici e no, che condividevano i suoi programmi; in realtà più che di un’accademia si trattava di una vera e propria confraternita religiosa, con regole e modelli di comportamento da osservare scrupolosamente. Dagli ‘sturmer’ per derisione furono detti ‘Nazareni’ e come spesso accade nell’arte, il nome derisorio è rimasto a designare una corrente pittorica che ha certamente svolto, pur con i suoi limiti, un ruolo rilevante nella pittura ottocentesca: basti pensare che ad essa si ispirarono gli artisti detti ‘preraffaelliti’ il cui più geniale rappresentante è quel Dante Gabriele Rossetti che lasciò opere dagli esiti stilistici originali destinati a lungamente segnare il gusto artistico e letterario di un’epoca. Forse per ostilità incontrate a Vienna dove il movimento operava, nel 1810 gli artisti si trasferirono a Roma, dimorando nell’ex convento di S. Isidoro. Da qui si spostavano chiamati a dipingere quadri ed affreschi per committenze di nobili romani. Insieme ai pittori Cornelius e Von Schadow, Overbeck affrescò con le storie di Giuseppe in Egitto Palazzo Zuccari a Trinità dei Monti, residenza del console di Prussia: il ciclo esercitò poi una durevole influenza sul movimento romantico in Germania. Per il Casino Massimo Overbek eseguì personalmente affreschi ispirati alla Gerusalemme Liberata, in cui il segno si fa più nitido e preciso, il colore guadagna in limpidezza, si fa smaltato, a momenti duramente metallico. E da Roma spesso Overbeck veniva a Rocca di Papa, nella casa che aveva acquistato, a cercare quiete dall’intensa attività, respirare l’aria fresca e ventosa del paese e ritemprarsi per nuove prove artistiche. E forse nei dipinti dove si possono ammirare cieli limpidi, volti riposati, in ariose prospettive perdura come un’eco del soggiornare a Rocca di Papa, tra assai parchi convivi e sereni colloqui con gli amici fidati. N.B. È doveroso citare il prezioso libro di Don Luigi De Angelis per le notizie circa la vita e l’opera di Overbeck.


LA STORIA

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Sulle orme dei grandi viaggiatori A Zagarolo la giornata di studi dedicata al libro postumo di Irene Lombardo di Andrea Brini Lo scorso sabato 13 dicembre a Palazzo Rospigliosi di Zagarolo si è tenuta la seconda edizione della Giornata di Studi in onore di Irene Lombardo. La manifestazione è stata organizzata dalla Pro Loco di Zagarolo per ricordare la studiosa Irene Lombardo, collaboratrice dell’associazione prematuramente scomparsa il 15 dicembre 2012. L’incontro di studi di quest’anno ha avuto come argomento la presentazione del libro Sui sentieri del Grand Tour, opera composta da una raccolta di appunti di Irene dedicati alle tematiche del viaggio in Italia. La pubblicazione è stata curata riordinando e raccordando i soli testi personalmente scritti dall’autrice, senza aggiunta di concetti a lei non appartenenti, mantenendo così la natura di opera postuma. L’opera costituisce inoltre la prima prova “editoriale” (intendendo con ciò la prima pubblicazione fornita di codice ISBN) da parte della Pro Loco, buon viatico al cinquantesimo anno dell’associazione che ricorrerà nel 2015. Durante l’incontro, moderato per la Pro Loco dal presidente Sandro Vallerotonda

e dal sottoscritto, marito di Irene Lombardo, sono intervenuti in rappresentanza degli enti patrocinanti l’iniziativa: il sindaco Giovanni Paniccia e l’assessore Maurizio Colabucci per il Comune di Zagarolo, l’assessore Marco Panzironi per l’XI Comunità Montana del Lazio e il presidente Marcello Mariani per l’Istituzione Palazzo Rospigliosi. La professoressa Luciana Cassanelli dell’Università di Roma “La Sapienza”, titolare della Cattedra di Storia dell’Arte Moderna negli anni dell’attività di Irene Lombardo come cultore della materia, ha scritto alcune sentite righe in ricordo della studiosa che sono state inserite nelle pagine introduttive del libro stesso. Dopo gli interventi istituzionali lo storico dell’arte Gabriele Quaranta, collaboratore della Cattedra di Iconografia e Iconologia, ha brillantemente introdotto i contenuti del libro sottolineando alcune delle molteplici riflessioni che le pagine delle guide utilizzate dai viaggiatori dei secoli scorsi possono ancora oggi evocare, evitando di fare un semplice riassunto che avrebbe solo smorzato la curiosità che l’argomento è in grado di evocare.

La stessa Pro Loco di Zagarolo sta curando la diffusione del libro, inizialmente appoggiandosi alle edicole di Zagarolo e dintorni e alla Libreria Cavour con i suoi punti vendita a Frascati e presso il centro commerciale La Noce a San Cesareo.

Un sepolcro consolare dimenticato da tutti

Antonio Nibby e il suo “Viaggio nei contorni di Roma”

Si tratta di un monumento romano unico nel suo genere

Nel 1819 lo studioso Antonio Nibby scrisse un ricco resoconto dal titolo: “Viaggio antiquario nei contorni di Roma”. Tra questi “contorni” non poteva mancare Rocca di Papa con i suoi più importanti monumenti. In questo articolo ci soffermeremo su uno di essi, il Sepolcro Consolare di Palazzola, raro esempio di monumento rupestre di epoca romana ridotto oggi a meno di una cava dismessa di metà Novecento. Così scriveva il Nibby di fronte a tale opera: “Entrando nel Convento si vede inciso nella rupe un bel monumento antico conosciuto sotto il nome di sepolcro di Palazzola. Nel traversare il giardino de’ Religiosi, per andare a vederlo si vede, che la rupe, sulla quale era posata Albalonga, è stata fino da’ tempi degl’Imperadori sostenuta con mura di bella opera laterizia, che ancora si conservano intatte, il sepolcro stesso è esternamente decorato di dodici fasci, indizio che la persona, la quale vi fu sepolta, fu Console, e per conseguenza il monumento ap-

partiene alla epoca della Repubblica”. Il Nibby, alla sua maniera, ci dice alcune cose molto interessanti. Innanzitutto l’inquadramento cronologico, che rende questo monumento uno dei più importanti dei Colli Albani. Poi, cosa da non sottovalutare, ci indica la centralità dell’area di Palazzola sovrastata dalla mitica città di Albalonga. L’archeologo e topografo romano, esaminò poi da vicino il sepolcro.”Nel mezzo di questi fasci si vede una sedia curule. Salendo sopra questo sepolcro si osserva, che esso era decorato di gradini, i quali andavano a formare in mezzo una specie di piramide, sopra la quale fu forse la statua dell'estinto. In mezzo si vede il luogo, nel quale era sepolto il personaggio consolare. Di qua, e di là da quella specie di piramide di gradini si vedono nel masso della rupe gl'indizi di altri gradini”. A chi era dedicato questo sepolcro? Oggi viene attribuito a Gneo Cornelio Scipione

Hispalo, ma al tempo del Nibby si avanzavano altre ipotesi: “ci è ignoto il personaggio, pel quale esso servì. I nomi, che gli danno di sepolcro di Tullo Ostilio, Antonio Nibby ed Anco Mar(1792-1839) zio (III e IV Re di Roma, n.d.d.) non hanno maggior fondamento di qualunque altro personaggio de’ tempi più remoti”. A chiunque fosse dedicato, emerge l’incuria e l’indecenza dei nostri giorni di fronte allo stato di abbandono in cui verte quest’opera monumentale. Andrea Sebastianelli


il Segno - gennaio 2015

Anche nel 2015 le visite guidate alla scoperta dei luoghi più belli del nostro paese

L’INIZIATIVA

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AIO R B F EB

Anche per il 2015 il Segno organizza un ciclo di visite guidate nei Castelli Romani. Sono sei gli appuntamenti in programma, da febbraio a luglio prossimo. La partecipazione, come sempre, è libera. Le acque, i boschi, il paesaggio: il più indifeso e immateriale dei nostri beni, non può essere tutelato se non è conosciuto e frequentato. Il territorio è di tutti e partecipare alle nostre visite guidate può essere uno dei modi per difenderlo. Perché passeggiare nella natura e conoscere i luoghi dove viviamo, ci aiuta a proteggerli e a valorizzarli. Una promozione culturale che ci può far riscoprire una morale ecologica fondata sul rispetto dell’ambiente. Camminare nel bosco, in luoghi affascinanti e ricchi di storia, significa ritrovare il piacere di una passeggiata domenicale con persone che condividono lo stesso stile di vita, fatto di cose semplici e profonde. Il primo appuntamento è per domenica 22 febbraio nella splendida area di Fontan Tempesta, che già in passato ha riscosso molto successo. Informazioni si possono chiedere alla mail del Segno: ilpiccolosegno@libero.it.

Il Pantanello, storia di un’area ormai abbandonata e dimenticata

L’antica fonte famosa per l’acqua frizzante versa in condizioni disastrose

L’ingresso del “Pantanello” da via Rocca Priora, completamente invaso dalla vegetazione infestante

di Luigi Serafini I meno giovani sicuramente ricorderanno la bontà dell’acqua che sgorgava dal “Pantanello”, un po’ frizzantina, sempre fre-

sca e dissetante. Oggi l’area in questione, che si apre su via Rocca Priora ai Campi d’Annibale, rappresenta una fetta di territorio in stato di abban-

dono, con erbacce, rifiuti, recinzioni abusive e tanto altro che ne rendono impossibile anche il solo ingresso fino alla fonte. Qualche anno fa arrivarono i soldi della XI Comunità Montana del Lazio per finanziare un intervento finalizzato all’incanalamento delle acque piovane che, nel punto in cui inizia l’area, creava dei pantani e grandi accumuli di terra. Fino ad alcuni anni fa (parliamo degli anni Ottanta) a Rocca di Papa si svolgeva anche una vera e propria “Sagra dell’acqua” per valorizzare un bene prezioso che caratterizzava il quartiere dei Campi. Oggi sappiamo che

l’acqua del “Pantanello” continua a sgorgare e, seppur nel degrado, resta un’area molto bella e pregiata, posta fra lo sperone di “Pentima Stalla” e le cosiddette “Rotte Cave”. Un’area da cui si poteva (e si potrebbe ancora) ammirare un panorama stupendo. Riteniamo che sia arrivato il momento di condurre una bonifica vera e definitiva, rendendo l’area un parco pubblico, senza bisogno di spendere capitali in mega-progetti. Sarebbe sufficiente solo ripulire la zona, garantire una normale manutenzione, evitando di costruire strutture in cemento. In caso contrario, meglio lasciarla così com’è.


Spunti di psicologia

2015

A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

L’anno scorso, di questi tempi, pubblicavo un articolo con 5 consigli validi per dare significato alla propria vita, ispirati dal libro di Bronnie Ware, dedicato ai malati terminali, ma valido per tutti, ossia: 1. essere fedele ai propri principi e non a quello che gli altri si aspettano da te; 2. non lavorare eccessivamente; 3. avere il coraggio di esprimere i propri sentimenti; 4. rimanere in contatto con i propri amici; 5. permettere a se stessi di essere più felici. Ora vi chiedo, quanti di voi hanno seguito almeno due di questi consigli? Quanti non si sono fatti rovinare la vita dalle notizie riguardanti il nostro Paese? Vi propongo per quest’anno di pensare a voi, ma non in modo egoistico, pensare a voi stessi, ai vostri cari, date meno peso alle incomprensioni. Seguite una direzione, una strada, prefiggendovi degli obiettivi. Far nascere qualcosa, un progetto, un’iniziativa, con persone che sanno condividere, non sopraffare. Può anche essere semplicemente ritrovarsi con gli amici di sempre, o far qualcosa per il bene comune, il volontariato ad esempio. Iniziamo qualcosa di nuovo, un corso: di lingue, di pittura, di mosaico, qualcosa di creativo che ci liberi la mente. Troviamo il tempo per leggere, possiamo anche leggere agli altri, agli anziani o ai bambini. Cerchiamo di ritagliarci del tempo libero e non sovraffatichiamo i figli con troppi impegni, ricordiamoci che nella nostra infanzia svolgevamo meno attività, non correvamo da una parte all’altra, dalla palestra al corso di chitarra, poi in piscina e al corso d’inglese, non devono diventare tutti dei piccoli manager. E’ bello anche stare in casa qualche volta e parlare con loro, giocare a costruire, inventare, impastare, creare. Se non ci sentiamo tanto creativi, ci sono molti libri su varie forme di creatività. Facciamo in modo, insomma, che a fine 2015, anche di fronte a ciò che purtroppo, inevitabilmente, non sarà andato nel modo sperato, si possa almeno dire: “Però, mi sono divertito/a!”

PAGINA APERTA

Il Pandoro «senza»

di Marcello Loisi È possibile fare un pandoro senza farina di grano? Certo, specialmente se hai le macchine giuste. Questo è ciò che la Bauli ha pensato di fare in occasione delle festività appena passate. L’intento è quello di presentare un prodotto natalizio che normalmente le persone celiache non possono mangiare. Nobile causa, ma dai risultati deludenti. Infatti, dopo qualche settimana dalla messa in vendita, la ditta ha ritirato il prodotto dai supermercati, affermando che “non incontrava il gusto dei consumatori”. Stando alle critiche di quest’ultimi, sembrerebbe proprio che il pandoro senza farina di grano non sapesse granché di pandoro… Anche il panettone Motta senza glutine è stato preparato senza l’impiego di farina di frumento, ma questo non è stato ritirato dagli scaffali.

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Parallelamente, ci si imbatte sempre più spesso in alimenti che riportano sulle etichette l’assenza di grassi idrogenati, alimenti OGM e uova provenienti da allevamenti in batteria. In questo caso, gli ingredienti impiegati nelle ricette sono quelli tradizionali, ma la loro selezione è fatta in base a dei criteri di sicurezza alimentare e, sempre più spesso, etici. La questione del pandoro e del panettone “senza” è diversa. Qui si sconvolge la ricetta del disciplinare e si sviliscono le caratteristiche tipiche di questi prodotti, tra i fiori all’occhiello della pasticceria industriale e artigianale ita-

Occhio alla Nutrizione Dopo le feste... che fare?

di Laura Fico* Le feste sono passate e ci hanno lasciato oltre che graditi ricordi anche sgradevoli chili in più sulla bilancia. Rinunciare ai tradizionali mostaccioli o al gustoso pan giallo non è stato facile ma ora volersene sbarazzare lo è ancor di più! È possibile che i chili presi in una sola settimana siano anche tre! Ma state tranquilli non è soltanto grasso: vi è anche la ritenzione dei liquidi causata dall’eccessivo consumo di carboidrati e di sodio. Non fatevi quindi prendere dal panico e non praticate pericolosi digiuni. È meglio seguire dei piccoli consigli che in breve tempo possono farci recuperare al misfatto. Per aiutare il nostro organismo

il Segno - gennaio 2015

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d i gu u e s i t i o n Q.... s ........

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a disintossicarsi il primo consiglio è quello di bere molta acqua e tisane a base di finocchio, tiglio e tarassaco(1). È importante assumerle la mattina appena svegli e la sera prima di coricarsi, ma anche durante la giornata fino a tre tazze al giorno. Per seguire un regime alimentare a scopo depurativo

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liana. Molti faranno presente il diritto dei celiaci e degli intolleranti ad altri alimenti di poter festeggiare con i dolci. Si tratta di motivazioni condivisibili e legittime, ma una soluzione ci sarebbe: chiamare tutte queste varianti “dolci di Natale”, lasciando stare panettoni e pandori. si devono prediligere alimenti poveri di grassi di origine animale e ricchi di fibre. Potete scegliere un menù a base di verdure, proteine, cereali integrali e frutta. Tra le verdure consiglio in particolar modo il carciofo che coadiuva il lavoro del fegato; per le proteine preferite il pesce o la carne “bianca”; per la frutta, ottima è l’ananas per la presenza della bromelina, sostanza proteolitica. Inoltre, non sottovalutate l’attività fisica che farà subito sentirci meglio facendo affievolire il “giustificato” senso di colpa e soprattutto riattiva il metabolismo. Tarassaco: pianta erbacea con proprietà diuretica e colagoghe (agevola la produzione di bile).

(1)

*Biologa Nutrizionista


il Segno - gennaio 2015

L’angolo della storia

L’enfasi storica e l’analisi critica

di Vincenzo Rufini Nelle scuole elementari di una volta l’anno scolastico era determinato su di un unico libro: il Sussidiario, il quale conteneva le diverse aree del sapere divise in sezioni distinte: la storia, la letteratura, la religione, le scienze. Le diverse discipline erano narrate ed illustrate con enfasi e con quel po’ di retorica che conferiva al testo scritto un’aura elevata. Il tutto era privo di quel sano spirito critico indispensabile per giudicare un qualsivoglia evento. Il campo dove l’esercizio retorico raggiungeva il suo culmine era ovviamente la storia ed in particolar modo la storia patria. La sequenza degli avvenimenti era presentata come una concatenazione di eventi determinata da chissà quale entità e vissuta dai protagonisti in modo assoluto. Non ci si preoccupava di analizzare i periodi storici ed i protagonisti cercando di guardare nei loro angoli reposti, ma si dava importanza solo al profilo ufficiale, vissuto come una valenza indiscutibile. La concezione retorica dell’essere, appunto! Ovviamente la storia non era mai andata secondo la vulgata presentata, anzi aveva sempre avuto dei risvolti particolari, qualche volta piccanti e spesso al di là della morale. In nome della retorica si leggeva il passato deformandolo ad “usum delphini”, per poter presentare il presente sotto un’ottica particolare. Di esempi di lettura retorica del passato ne è piena la storiografia, da cui possiamo evidenziare due esempi significativi. Il primo può farci riandare alla retorica risorgimentale, dove un evento significativo e determinante della storia d’Italia è stato insufflato da una lettura enfatica che ne ha trascurato il suo vero significato storico e sociale. La spinta decisiva all’Unità d’Italia è stata data

CULTURA

dall’avventura di Garibaldi e dei suoi 1000 (che in realtà erano 1089, compresa Rosalia Montmasson, la moglie di Francesco Crispi); ma l’impresa non ha avuto l’aspetto di una favola, bensì è stata preparata con estrema cura e sotto gli auspici dei servizi segreti inglesi (fautori di un regno italico da contrapporre all’impero austro-ungarico) e dalle spinte delle varie consorterie del tempo che cavalcavano la spinta propulsiva patriottica. Altro caso in merito va ricercato nella preparazione dello sbarco alleato in Sicilia, il 10 luglio 1943; gli americani onde predisporre un terreno d’accoglienza propizio contattarono il capo di Cosa Nostra Lucky Luciano, affinché eser-

citasse la sua autorità indiscussa sulle famiglie siciliane. Fu un dettaglio non determinante in quanto gli alleati godevano di una superiorità di mezzi e di uomini rilevante, ma anche in questa impresa la storiografia postuma ha preferito porre l’accento sull’enfasi, trascurando il dettaglio. L’insegnamento che possiamo trarre da ciò è che la storiografia, come tutte le discipline del sapere, ha bisogno di una lettura integrale senza però scendere nel revisionismo becero, e le agiografie oltre ad alterare la realtà non rendono un buon servizio né alla memoria, né alla storia.

La poesia del mese

Anno nuovo, vecchi sogni di Anna Giovanetti

Un calendario nuovo appeso alla parete dice che un altro anno sta per iniziare; quante cose non fatte ti riproponi di fare nei prossimi dodici mesi che verranno?

Chissà, forse un viaggio da tempo rimandato o una vacanza desiderata più di tante, qualche serata al ballo in abito elegante in quei bei posti chic, che da tempo sognavi.

Comprare quella casetta che hai visto tante volte ma che purtroppo ti è rimasta nel cuore, che sia forse quest’anno il periodo migliore anche se di speranze ahimè non te ne danno! E quella vecchia macchina ormai andata che ancora cammina ma non è più sicura, prima che ti lasci a piedi addirittura sarebbe bello poterla rottamare!

Quanti sogni abbiamo tutti nel cassetto che ogni anno speriamo di realizzare e per fortuna non riusciamo a smettere di sognare sperando sempre in un possibile domani! Perciò io penso che l’augurio più importante per l’anno nuovo che stiamo già iniziando, sia la salute per tutti e in tutto quanto il mondo solo pace, amore speranza e poi… chissà! Buon 2015

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Invito alla lettura

Fai bei sogni

di Loredana Massaro La storia si muove attorno ad un segreto, rimasto nascosto per quarant’anni, e vede protagonista un bambino di nove anni che fino all’età adulta, non sa spiegarsi i fatti connessi alla morte di sua madre. Il silenzio che lo circonda, cancella e rende estranee le tragedie della vita. Eppure a volte non sono solo gli altri a nasconderci la realtà, ma siamo noi stessi a rifiutare di capire gli eventi drammatici. Chiudere gli occhi e non ascoltare diventa un modo per proteggersi dalla sofferenza, uno stratagemma dell’anima a cui ricorrere per fronteggiare il dolore. Ma il rifiuto e la paura sono condizioni che trascinano alla lunga verso lo smarrimento. Così il protagonista si trova ad essere un uomo insicuro e tormentato a causa di una perdita che non è mai riuscito a superare. Poi un giorno decide di prendere coscienza, di immergersi nel dolore, decide di sapere per vivere un’esistenza davvero autentica. Fai bei sogni è un romanzo in cui Gramellini parla dei percorsi che uomini e donne compiono per cercare di superare i drammi dell’esistenza. Il romanzo è autobiografico ma non è un’autobiografia vera e propria. E’ un’opera che prende avvio dalla scoperta della verità fatta con quarant’anni di ritardo. “Un’opera che non può lasciare impassibili i suoi lettori” ha detto Fabio Fazio, grande amico e collaboratore dello scrittore nella trasmissione Rai Che tempo che fa. “Fai bei sogni” è dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa. Un amore, un lavoro, un tesoro. E rifiutandosi di accettare la realtà, finiscono per smarrire se stessi. Immergendosi nella sofferenza e superandola, ci ricorda come sia sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti. Massimo Gramellini ha raccolto gli slanci e le ferite di una vita priva del suo appiglio più solido. Una lotta incessante contro la solitudine, l’inadeguatezza e il senso di abbandono, raccontata con passione e delicata ironia. Il sofferto traguardo sarà la conquista dell’amore e di un’esistenza piena e autentica, che consentirà finalmente al protagonista di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.


STORIE

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IL RACCONTO DEL MESE

S

La botte incatenata

pritz, un bastardino di razza, nessuno sapeva da dove era sbucato. Spritz da molti giorni era scomparso: tutti si chie- di Noga devano dove fosse finito. Veramente non era una grande perdita anche se quel cagnetto nero nero ormai faceva parte a tutti gli effetti della piazza principale del paese. A dire il vero non era poi molto simpatico con le sue zampe storte e i suoi occhietti dall’espressione prepotente e impunita. Alcuni sostenevano e non senza ragione che, fra i suoi molti antenati, doveva certamente trovarsi un vero cane mafioso nato a Broccolino. Ma, come spesso accade, le persone non vedendolo più sculettare per il paese, ne sentivano loro malgrado, la mancanza. Specialmente quel gruppo di vecchietti che gli avevano affibbiato quel nome molto “crucco”. Invece chi era strafelice di non avercelo più tra i piedi era l’ex carrettiere perché Spritz al tramonto usava accomodarsi sotto la pergola del giardino che circondava la sua villetta e non passava notte che non abbaiasse a tratti ritmati sempre uguali e dal tono lugubre e prolungato. Tanto che il professore di musica, che abitava nei pressi, si era convinto che quel cane aveva un metronomo incorporato. E Spritz era sempre lì, al suo posto. Nessuno seppe mai per quale motivo avesse scelto quel luogo per passare le sue nottate sia estive che invernali.

C

omunque in paese l’abitante più infastidito da Spritz era Peppe il vinaio il quale si era convinto che, quando quel bastardino si aggirava per la sua vigna (e la cosa si ripeteva spesso), il vino nuovo non sarebbe riuscito bene. E nessuno mai lo aveva convinto del contrario: con Spritz di mezzo il vino sarebbe riuscito torbido e sarebbe finito tutto in aceto. Sicuramente. Ma come di consueto, quando era il momento giusto, Peppe il vinaio si preparava di lena, ormai da anni, a mettere in opera quegli accorgimenti che gli avrebbero assicurato, così credeva ogni volta, una vinificazione perfetta. E una delle lavorazioni più delicate era la ripulitura dell’interno della botte che secondo le regole da lui ritenute segrete e dettategli

prima da suo nonno e poi da suo padre, si assicurava introducendo una robusta catena dentro la botte che, allo scuotere della medesima in tutte le direzioni, avrebbe assicurato una pulitura perfetta.

M

a, per la verità, non era proprio vero perché la catena rotolando dentro la botte, smuoveva dalle doghe una quantità di sostanze, antiche e recenti, che non avrebbero certamente giovato al mosto durante la fermentazione. Ma il vinaio Peppe non lo avrebbe mai ammesso se non altro per rispetto della memoria di suo padre e di suo nonno. Infine toglieva la catena dalla botte e la riponeva dentro un cestino di vimini. Ma prima di richiudere la botte vi introduceva accortamente un lungo candelotto di zolfo acceso: l’odore acre e intensissimo che si sprigionava all’istante lo confortava e ogni volta mormorava a se stesso, mentre tappava velocemente la botte: -E’ fatta! Adesso ho proprio finito!Ma quale profumo emanava dal mosto in fermentazione! E fu proprio quel profumo che inebriò Spritz quando, all’insaputa di tutti, entrato di soppiatto nella cantina di Peppe il vinaio si ritrovò, insieme allo zolfo e al mosto, dentro la botte, non riuscendo più ad uscirne. Il povero Spritz non fu mai ritrovato e da allora nessuno più comprò il vino di Peppe: era troppo aspro e pieno di impurità.

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eppe il vinaio, disperato, vendette la piccola vigna, la cantina, compresa la botte e la catena, e la casetta ed emigrò in Australia. Aprile 2012

il Segno - gennaio 2015

L’età di Adaline

Spunti di cinema

di Camilla Lombardozzi Blake Lively ne ha fatta di strada da quando interpretava Serena van der Woodsen nella serie TV Gossip Girl. Ora torniamo a parlare di lei, non perché aspetta un bebè dal marito Rayan Reynolds, ma per il suo nuovo film, nel quale è l’attrice protagonista. Il prossimo 25 aprile arriverà, infatti, nelle sale cinematografiche statunitensi “The Age of Adaline”, che vede la Lively nel ruolo di Adaline Bowman, una donna senza età. Ecco la sinossi della pellicola. Negli anni trenta del 900, Adaline, all’età di 29 anni è vittima di un incidente automobilistico, al quale riesce a sopravvivere miracolosamente, ma non senza riportare alcuni effetti collaterali. Adaline infatti, dopo l’incidente è Blake Lively diventata immortale, è una donna senza età che non può invecchiare. Metabolizzando questo miracolo, Adaline trascorre la sua vita in giro per il mondo mantenendo il suo segreto; ma portando con sé tanta solitudine e dolore, vedendo i propri cari morire e i figli invecchiare. Ma l’incontro con un uomo potrebbe cambiare le cose. Le riprese del film si sono svolte in Canada, a Coquitlam, nel cast figurano, oltre a Blake Lively, Harrison Ford, Michiel Hiusman, Ellen Burstyn, Amanda Krew, Kathy Baker e Richard Harmon. Regista della pellicola Lee Toland Krieger, mentre i produttori sono Gary Lucchesi, Tom Rosenberg e Sidney Kimmel. Alla sceneggiatura troviamo invece Salvador Paskowitz e J. Mills Goodloe. Inizialmente venne considerato Gabriele Muccino come regista, ma poi la scelta cadde su Krieger. Il film è prodotto dalla Lakeshore Enterainment e sarà proiettato negli Stati Uniti, come detto, il prossimo 25 aprile, ancora non si conosce la release italiana. Nell’ultimo secolo, il mondo è mutato, ma non Adaline! Collegandovi a questo link potrete trovare il trailer della pellicola: https://www.youtube.com/watch?v=7Uz Sekc0LoQ


L’INTERVISTA Intervista al Vescovo di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli il Segno - gennaio 2015

«Il rispetto per l’altro è un elemento essenziale»

di Florentina D. Pagnejer Quando qualcuno veste un ruolo di una certa rilevanza, quando questa persona ha un’immagine benevola ma, nello stesso tempo, imponente, avvicinarsi con la parola, diventa quasi un esame. Non si ha mai la certezza di aver le parole giuste, di avere quella sapienza di porre domande né troppo invadenti né prive di senso. Con il massimo rispetto, prima come uomo e poi come Vescovo, Eccellenza, Le vorrei chiedere, rivolgendomi a Lei come uomo, se può parlare non in veste di Vescovo ma in quella di una persona che parla dal profondo del suo io. Se ci sarà qualche domanda alla quale preferisce restare in silenzio, lo interpreterò nella sua massima espressione. In uno dei suoi interventi, Lei si era soffermato molto su di un episodio che riguardava una mamma che venne da lei per chiedere il battesimo di suo figlio con un ritardo notevole, di qualche mese. Lei le chiese ripetutamente perché fece trascorrere tutto quel tempo prima di battezzare il figlio. La mamma non trovava una spiegazione. Sorge la mia domanda da mamma e da ortodossa con grande rispetto e grande partecipazione verso la religione cattolica. Come interpreta Lei l’importanza del battesimo, compreso quello ortodosso e perché il battesimo dovrebbe avvenire al più presto e non con un ritardo di qualche mese? “Battesimo è un dono e quindi dovrebbe avvenire al più presto, si dà dai genitori cristiani, quanto prima, proprio perché è un gran bel dono, che una persona può darlo dopo la vita umana. È importante che siano presenti i genitori! Perché privarlo?”. C’è un episodio che, nella sua esperienza come uomo di chiesa, l’ha colpita, tanto da tornare spesso nella sua mente? “Due episodi: primo – il giorno

della mia ordinazione sacerdotale avvenuta l’8 aprile 1972, secondo – l’ordinazione episcopale avvenuta il 12 settembre 2009 per di più avvenuta per le mani di papa Benedetto XVI”.

Che cosa apprezza in una persona di più, l’umiltà, la sincerità, la semplicità, il coraggio di dire le cose in “controtendenza”, la veemenza. E quale di queste prevale sulle altre? “Dire la verità, con umiltà! E cioè scegliendo modo, parole, tempo, luogo adatto e quindi per aiutare le persone, non per condannarle, non colpevolizzarle, per aiutarle a crescere: io ti voglio aiutare, no? È questo lo spirito dell’umiltà!”.

Se si trovasse davanti a una persona che ha commesso un delitto molto grave, tipo quello di aver tolto la vita ad un’altra persona, quale sarebbe la prima cosa che le direbbe? “Chiedere perdono a Dio, ai familiari. Secondo, convincerlo a denunciarsi per scontare la pena, deve scontare la pena per ciò che ha fatto”.

In un altro dei suoi interventi lei diceva che l’amore per dio è un tormento, è un amore impossibile, che non è tangibile, perché dio non si vede, è un amore però che sentiamo quindi come un tormento eterno. L’amore per dio è come, perdoni il paragone, quando in una coppia, uno dei due si scopre innamorato di un altro o un’altra, ma per fedeltà o per altri motivi continua il cammino del matrimonio, vivono un tormento perché non riescono né a rinunciare al matrimonio né all’altra persona, quindi il loro amore diventa un tormento. È lo stesso tormento che genera l’amore per dio? Si può paragonare la sofferenza? “Il nostro tormento consiste nel fatto che prendiamo coscienza

che dio mi ama in maniera infinita, invece il mio amore è piccolo, limitato. Continuamente chiedo a dio: Signore, io ti amo, ma tu potenza, purifica, completa, innalza il mio amore, così da poterti amare come tu mi ami”.

Come aggirerebbe davanti a persone arroganti, aggressive, che non si fermano davanti a niente, che non hanno rispetto di nulla, come inizierebbe un dialogo con loro? “Le invito alla calma, sottolineando l’importanza della dignità di ogni persona, il rispetto per l’altro come ci chiede il nostro Signore che, ha detto: “qualunque cosa avete fatto ai miei fratelli l’avete fatta a me”.

Mi è capitato di vederla, una sera, alla fine di un incontro con i genitori nella preparazione per la cresime, raccogliere il suo materiale illustrato minuziosamente come se dovesse riaprire tutto, come se la giornata stesse per continuare. Sente mai il non poter essere in tutti i luoghi dove viene richiesta la sua presenza, come se fosse un peso sotto il quale l’uomo che c’è in lei si curva quasi impotente? “Per primo, non chiedo la bilocazione. Secondo, cerco di fare servizio quotidiano, con la massima devozione ed entusiasmo... da servo dico: grazie! Sono un servo inutile!”. Perché “servo inutile”? “Lo dice il Vangelo, no? Nes-

suno è necessario!”.

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Nella sua “inutilità” ha mai un minimo di soddisfazione? “C’è la soddisfazione, ma c’è la consapevolezza che c’è molto da fare, i bisogni sono tanti...”.

A nome della comunità romena di Rocca di Papa le porto i più calorosi saluti. Si tratta della comunità più numerosa e ha l’onore di poter assistere ogni domenica a una messa con rito ortodosso, nella lingua madre presso la chiesa del Crocifisso, nel cuore del centro storico. Che cosa significa per lei questo coniugare la fede ortodossa a quella cristiana, che cosa si sentirebbe di dire a tutti i romeni che vivono a Rocca di Papa e non solo? “Li sento molto vicini i fratelli ortodossi, sia perché siamo uniti dal battesimo e molti altri elementi, sia perché abitano nella mia Diocesi”. Durante la sua giornata, c’è un momento che vive più intenso nella quotidianità? “Il momento più importante è la celebrazione quotidiana della Santa Messa. La mia giornata inizia presto, alle cinque, e finisce alle 11 e 30 di sera”.

Che cosa trasmette a una persona che soffre, che cerca in chiesa oltre alla preghiera, un sollievo, un grido disperato di aiuto verso quel dio che vogliamo così fortemente dentro di noi, a chi cade in ginocchio sotto il peso di un dolore profondo, di qualsiasi genere, anche quello di un amore tormentato, a chi non ha la forza nemmeno di pregare, che cosa le direbbe nel tendergli la mano? “Non scoraggiarti mai! Dio è con te! Dio è sempre fedele! Dio ti pensa e ti ama per sempre! Cerca di stare con Dio, unisci la tua sofferenza a quella sua, il tuo dolore a quello di Cristo in croce e vedrai che lui non ti lascerà mai solo”.

Gli stringo la mano a me tesa e sento il calore che viene da dentro, vado via e mi accorgo che sui miei pensieri scende un senso di pace, una serenità improvvisa. Sento i miei passi nel silenzio mentre dentro di me risuona ancora: “Non scoraggiarti mai! Dio è con te! Dio è sempre fedele! Dio ti pensa e ti ama per sempre”.


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Il ritorno di Tim Burton

Margaret Keane e la più grande frode artistica

di Camilla Lombardozzi Nel 2012 arrivava nelle sale cinematografiche italiane frankenweenie, film che aveva riportato Tim Burton agli albori della sua cinematografia, riconquistando i fans che erano rimasti un po’ delusi dai suoi ultimi lavori (Dark Shadows e Alice in Wonderland). Lo scorso 1° gennaio il regista è tornato nuovamente al cinema con “Big Eyes”, un biopic che narra la storia di Walter e Margaret Keane. Big Eyes racconta gli incredibili avvenimenti di una delle più leggendarie frodi artistiche della storia. A cavallo tra gli anni cinquanta e Tim Burton sessanta, il pittore Walter Keane raggiunse un enorme e inaspettato successo, rivoluzionando la commercializzazione dell’arte con i suoi enigmatici ritratti di bambini dai grandi occhi. Finché non emerge una verità tanto assurda quanto sconvolgente: i quadri, in realtà, non erano opera di Walter, ma di sua moglie Margaret, che decise di portare il marito in tribunale per rivendicare la proprietà delle sue opere a suon di pennellate. Una storia così incredibile da sembrare inventata. È proprio in questa pellicola che riusciamo a vedere nuovamente il tocco inconfondibile di Burton, a cominciare dall’inquadratura iniziale delle case tutte colorate posizionate a schiera, sottile richiamo al capolavoro “Edward mani di forbice”; all’autobiografia, già toccata nel film più apprezzato dalla critica “Ed Wood”, ai colori pastello portati quasi alla caricatura e all’assurdità dell’intera vicenda di Walter e Margaret che ricorda sicuramente l’amatissimo “Big Fish”. Insomma Burton è tornato e sembra averlo fatto in grande stile, regalandoci quella malinconia diffusa, le atmosfere scure e quell’amore travagliato a cui eravamo abituati e di cui da tempo sentivamo la mancanza. Burton ci fa dono di una favola fuori dal comune.

VAGABONDANDO

In giro per musei...

il Segno - gennaio 2015

Museo di Porta Mazzini

La luce di Prometeo sull’arte contemporanea di Marcello Loisi La Plus Arte Puls organizza presso i nuovi spazi espositivi di Porta Mazzini, a Roma, una mostra dedicata al titano Prometeo: “La Luce di Prometeo”. Lo scopo dell’esposizione è quello di «aprire una nuova finestra sulla conoscenza e la fruizione dell’arte contemporanea», di far avvicinare il nuovo pubblico, di stimolarlo visivamente ed intellettualmente, attraverso il nuovo linguaggio espressivo dei 12 artisti – tutti giovani – qui presentati (Amato, Boni, Bottai, Di Donato, Galeazzi, Giugni, Koons, Mcneil, Parres, Piccirilli, Sarlak e Victor). Le loro opere, infatti, spaziano dalla pittura, alla fotografia, ai video. L’unica cosa che le accomuna è, però, il tema: il titano e il suo mito. Diversi scrittori e intellettuali hanno scritto di questa importante figura mitica: Prometeo ruba a Zeus il fuoco per donarlo ai suoi amati uomini, ma una volta scoperto dal padre degli dèi,

viene incatenato alla rupe del Caucaso e costretto a subire il supplizio dell’aquila (o avvoltoio), finché non sopraggiunge Eracle a liberarlo. Nel corso del tempo, il titano e il fuoco hanno assunto diverse interpretazioni, punti di vista. Prometeo è sia eroe, in quanto salvatore del genere umano e ribelle contro la tirannia delle divinità, sia antieroe, poiché con il suo dono ha condannato l’umanità alla distruzione. Il fuoco è considerato come l’elemento che ha permesso agli uomini di riscaldarsi, nutrirsi ma anche di forgiare le armi, è il simbolo della creazione e della conoscenza. Ma cosa rappresenta oggi e per questi artisti? Prometeo diviene riflessione sul mondo attuale, globalizzato e sommerso dagli influssi della rete, e simbolo di indipendenza e autonomia da

Roberto ed Elena al campionato del mondo di danza sportiva

tutto ciò e delle proprie scelte, forme di pensiero, ideologie. Dunque il titano è ancora quella figura salvatrice e combattiva che ha osato sfidare Zeus, l’autorità, per liberare gli uomini dalle loro catene. In un’epoca come la nostra, frenetica, in continua espansione ed evoluzione (soprattutto tecnologica e scientifica), la scommessa è alta e, forse, ciò di cui abbiamo bisogno è proprio una figura forte come quella di Prometeo, uno spirito libero, nel corpo e nella mente. Porta Mazzini viale Mazzini 1, Roma Fino al 23 gennaio

Piccoli campioni crescono a Rocca di Papa. Dopo 4 titoli Italiani, infatti, i piccoli roccheggiani Roberto Angelini ed Elena Lazar hanno partecipato al Campionato del Mondo di danza sportiva che si è svolto dal 5 al 7 dicembre a Parigi. Nei tre giorni di gare si sono confrontati con le fortissime coppie provenenti da tutto il mondo, ottenendo tre semifinali e un bellissimo 4° posto nella competizione denominata World Medallist Latin. Roberto Angelini ed Elena Lazar Pur essendo così piccoli hanno affrontato la con il maestro Claudio De Nicola competizione con grinta e determinazione, dando grande soddisfazione sia ai loro genitori che con sacrificio li supportano in questa grande passione, sia ai loro insegnanti Claudio ed Emanuela De Nicola della scuola di ballo Emy Dance, anche loro nostri concittadini. Per questi campioncini in erba si profila un futuro davvero radioso e negli anni che verranno sicuramente sentiremo ancora parlare di loro. Noi gli facciamo i migliori auguri per traguardi sempre più prestigiosi.


il Segno - gennaio 2015

di Annarita Rossi Centinaia di cuccioli di elefanti, tigri e lupi ogni anno rimangono orfani poiché le loro mamme vengono uccise dai bracconieri. Ma non sono questi i soli cuccioli a rimanere senza mamma, anche oranghi, orsi e non da ultimo cani e gatti, troppo spesso subiscono la stessa sorte, i primi sempre vittime del bracconaggio, i secondi di abbandono. L’aspettativa di sopravvivenza per tutti questi piccoli è problematica. Per gli orsi è fondamentale l’insegnamento della madre nel ricercare il cibo usando al meglio il senso dell’olfatto; quei cuccioli orfani che riescono a sopravvivere tendono ad avere comportamenti strani e si avvicinano troppo spesso ai centri abitati per alimentarsi con cibo facilmente disponibile, attentando la propria vita venendo talvolta uccisi. Le mamme orango rimangono con il loro cucciolo per i primi 7-8 anni dedicandovisi in modo completo e, nei primi due mesi, mamma e cucciolo non perdono mai il contatto fisico, infatti il piccolo rimane saldamente attaccato al ventre della madre giorno e notte riposando in un giaciglio di

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Cuccioli senza madre

foglie preparato appositamente da mamma orango. I cuccioli di lupo invece vengono accuditi non soltanto dai propri genitori bensì dall’intero branco anche se soltanto dopo lo svezzamento, di fatto è sempre e solo la mamma a non abbandonare mai i nascituri che sono completamente ciechi, sordi e con una temperatura corporea non capace di mantenersi senza il calore del corpo materno. Anche per i piccoli di tigre è indispensabile l’accudimento e l’insegnamento della madre per affrontare le condizioni spesso difficili nelle foreste, nelle paludi, nelle acque ma anche nei climi rigidissimi siberiani. Gli elefantini dipendono dalla mamma addirittura per i primi due anni di vita. Fortunatamente tra gli elefanti vige l’altruismo e le altre femmine del gruppo fanno da baby-

di Enea Trinca

Quando un “suino” lo tratti come un “porco” non fai altro che paragonarlo ad un “maiale”.

Un fumatore è una persona molto tollerante, non si lamenta mai se ha vicino uno che non fuma.

Nella vita ci sono cose più importanti del denaro, il guaio è che ci vogliono i soldi per comprarle.

Spesso si tace per lasciar credere che avresti detto delle cose intelligenti.

Se la cucina di tua moglie non ti piace... compragliene una nuova.

Per evitare di addormentarsi a tavola dopo aver mangiato, si consiglia di mangiare a letto.

Grattare dove prude è un dolce sollievo, grattare un “gratta e vinci” è un continuo prelievo.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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di

Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani

Elemosine

sitter ai cuccioli anche se sono le femmine più grandi ad essere pronte ad esporsi ai pericoli per proteggere i più piccoli e non a caso sono le prime a finire sotto i colpi di kalashnikov dei bracconieri. Ed infine per i cuccioli di cane e gatto è importantissimo prendere il colostro con il primo latte materno che li preserverà da malattie future rinforzando il sistema immunitario. Questi orfani, se non adottati e assistiti andranno immancabilmente incontro a morte certa. Bisogna ringraziare i rangers del WWF e le tante associazioni animaliste che si prendono cura aiutando i piccoli di tutto il mondo rimasti orfani, fino al giorno del rilascio in libertà di alcune specie, anche se la liberazione non è sempre fattibile proprio perché per alcuni cuccioli, essendo mancato l’imprinting materno, non sarà stato possibile apprendere proprio tutto dall’uomo, minando così la loro confidenza con il mondo esterno ed il superamento dei tanti pericoli. Insomma, anche per i cuccioli di animali rimasti orfani, è tutt’altro che facile vivere. L’auspicio per questo nuovo anno e per quelli a venire, è che il numero dei cuccioli senza madre diminuisca sempre più.

Se qualcuno, di fronte a questa maledetta crisi, avesse voglia di scherzare potrebbe dire: Fai fare una buca, poi falla riempire, tanto paga Pantalone. Avrai dato lavoro quindi reddito che verrà speso per fare la crescita. Pure andare in giro con l’elicottero di Friedman, guidato da Ben Bernanke, che rovescia soldi sui ben-capitati per ampliare la base monetaria e dare sostegno alla spesa, si può pensare di poter fare. Già, quando si sta davanti ad una crisi imperterrita, lunga 7 anni e latitano soluzioni, non si può andare tanto per il sottile; si toglie la polvere a quelle vecchie, le si rimette in ghingheri. Gulp, un lavoro fasullo ed il miracolo del denaro piovuto dal cielo. Cosa nascondono e cosa svelano tali ipotesi di scuola? L’insufficienza della domanda, cos’altro sennò? Proprio quella domanda che, se invece trova agio, tiene fluido il ciclo della produzione e fa la crescita. Perché, i policy-maker dell’altro ieri, di ieri, fino a quelli d’oggi, compresa la forza di quella domanda, ancor più quando viene esercitata bel oltre il bisogno, mancano di afferrarne il ruolo? Ruolo a tal punto frainteso che i keynesiani ritengono possibile che la spesa privata debba essere sovvenzionata dallo Stato, pagando magari un lavoro fasullo, e non da chi incassa gli utili da quella spesa. I piloti di elicottero, invece, ritengono di poter dare denaro a debito per sovvenzionare spesa a debito per tutti, facendo aumentare i prezzi che riducono il potere d’acquisto. Dove sta la produttività di questo fare? Come si può ritenere di dover fare “elemosina” a chi consuma affinché faccia quel che gli spetta per obbligo d’ufficio nel sistema produttivo? Bene, anzi male, fino a quando si continuerà a ritenere quei Tizi, costretti all’indifferibilità della spesa per fare la crescita, esterni al ciclo produttivo, si farà folclore economico. Giust’appunto, come folcloristiche si mostrano le soluzioni messe sul piatto.


il Segno dei tempi

Ultima pagina

il Segno - gennaio 2015

nei disegni del Maestro Franco Carfagna I rocchisciani sono stati sempre amanti degli animali, con le stalle dislocate in tutto il centro storico del paese. Ogni famiglia possedeva i suoi animali, sia per la sopravvivenza sia per la compagnia. Cani, gatti, ma anche cavalli, che erano l’automobile di quei tempi che tutti dovevano saper “guidare”. Per condurre un cavallo, un somaro o un mulo non serviva nessuna patente, e spesso erano proprio gli animali a conoscere le strade da percorrere. Anzi, era facile incontrare un asino carico di prodotti da orto che da solo percorreva il tracciato che dal campo giungeva fino a casa dove c’era sempre qualcuno ad attenderlo per “scaricarlo”. È il caso di Stafforte, che addestrò la sua cavalla bianca a percorrere tutte le strade del centro storico di Rocca di Papa per raccogliere i secchietti dell’immondizia magari rimediando qualche boccone di buon umido. C’era anche chi addestrava i pappagalli a parlare, i merli maschi a fischiare nei modi più diversi, oppure le piche, uccelli molto intelligenti che infatti venivano lasciati liberi di svolazzare sui balconi. Non poteva mancare l’addestratore di cani, come lo zio del maestro Carfagna, Umberto Carfagna, che riuscì ad insegnare alla bestiola a rimanere fermo durante la recita di questa poesia: “A la guerra - a la guerra - se magna e se bbeve

Anche gli animali sanno essere amici

- se dorme pe’ terra - se fa ‘na vita canesca - pocu pa’ - gnente ventresca - au sparu du cannò - magnerai stu boccò - unu, doa e tré... bumm!”. Questa filastrocca doveva essere ripetuta mentre il cane teneva sulla punta del naso ‘n piezzu de pa’ (un pezzetto di pane) e poi, all’ordine “unu, doa e tré... bumm!”, il bravo animale alzava di scatto il muso, la mollica volava in aria per ricadere direttamente nella sua bocca. Chiunque ripetesse questa filastrocca, lui restava immobile e al segnale convenuto (bumm!) ripeteva l’atletico gesto. “Anche a me -ci racconta il maestro Car-

fagna- è capitato spesso di fare questo giochetto con il cane di mio zio, qualche volta camminavo, mi spostavo anche di dieci metri, ma il cane seguiva sempre la stessa operazione per poi mangiarsi il meritato boccone”. Subito dopo, u cane di Umberto ti riempiva di slinguazzate affettuose, dando anche l’idea di voler abbracciare il “poeta” di turno. Ricorda ancora Franco Carfagna: “Nei boschi di Ariccia questo personaggio, perché non era un semplice cane, ma un personaggio, mi ha fatto tanta compagnia”. Anche gli animali sanno essere dei veri amici, spesso meglio degli stessi uomini.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it - Facebook: Il Segno di Rocca di Papa

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

CREPE ALLA VOLTA DEL DUOMO Ho letto con interesse l’articolo sulla cupola del duomo di Rocca di Papa che presenterebbe diverse crepe molto evidenti. Ho anche appreso che tali crepe fecero il loro primo ingresso in occasione dello sciame sismico dei primi anni Ottanta. Mi chiedo come sia stato possibile che nessuno, nel corso di circa 30 anni, sia intervenuto per porre rimedio a

tale rischio. L’altra cosa che ho appreso dall’articolo è che esiste una “Confraternita” dedita alla gestione delle proprietà della chiesa di Rocca di Papa. “Perché non interviene la confraternita nel riparare la cupola?” si domanda l’articolista. Domanda avanzata dopo aver ricostruito una vicenda (per me nuova) riguardante alcune operazioni immobiliari della stessa Confraternita di Rocca di Papa con un politico locale.

Non vorrei che tale domanda rimanesse inevasa e auspico che si faccia piena luce sull’accaduto portato alla luce. Il nuovo spirito della Chiesa di Francesco I si basa esclusivamente sulla parola del Vangelo, distinguendo interessi di parte da beni comunitari, intesi come beni etici e morali. Spero quindi che presto se ne sappia qualcosa in più di questa vicenda che getta un’ombra sull’operato della comunità

cattolica di Rocca di Papa. Lettera firmata

GRAZIE A DI ROSA PER LA NOSTRA LULU’ Da parte mia e di mia figlia Patrizia, vorrei esprimere sentiti ringraziamenti alla Sig.ra Daniela Di Rosa per la disponibilità e l’efficienza dimostrate nel risolvere un problema con la nostra cagnolina Lulù. Grazie ancora e Buon Anno! Lamberto Cianforlini

IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNO USCIRÀ SABATO 14 FEBBRAIO


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