PICCOLO
“ il Segno
Di antenne si muore Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli
Anno IX, n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010
”
Incominciando col gustare un po’ di libertà, si finisce per volerla tutta. Errico Malatesta (1853-1932)
“Esiste un nesso tra esposizione alle onde e tumori e leucemie”
Lo ha dimostrato una perizia richiesta dal Tribunale di Roma per chiarire le responsabilità di Radio Vaticana su 137 decessi
Quando i Parcheggio Parco politici sono Ascensore intolleranti trappola di Sergio Rasetti Ho avuto rapporti più o meno stretti e confidenziali con Sindaci e politici di ogni livello nelle prime due parti della
mia vita. Dopo aver imboccato allegramente la terza parte, quella che comincia a 60 anni, mi sono imbattuto in uno di questi politici molto preso dal suo ruolo che, come pochi altri, non tollera critiche e posizioni diverse dalle sue, e che, forse infastidito per le cose da me scritte su questo giornale, mi ha definito, in privato, con un “aggettivo forte”.
SEGUE A PAGINA 17
A pagina 7
Boschi ai privati
Patrimonio di tutti
A pagina 10
Quartiere Vigne
Proteste per la rotonda A pagina 17
Alle pagine 12 e 13
Via libera anche al secondo PUA
Il futuro del Vivaro è fatto di cemento A pagina 8
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ATTUALITA’ Gli ultimi scandali confermano il marcio dell’Italia di oggi
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Inattesacheigiudicidecidano sul ruolo giocato da “Cesare” di Daniela Di Rosa In questa torrida estate, l’ometto di Arcore (che a forza di lifting, al posto degli occhi ha due fessure ed è sempre più simile a Mao), deve vedersela invece che coi soliti comunisti menzogneri, con gli ex fascisti di An, in primis con Fini, che forse grazie alla nuova e giovane compagna, ha un rigurgito di democrazia. Ormai stanchi di tutti i ladri che il Cavaliere si porta appresso, sono prossimi alla rottura col Pdl. Per passare a Fabio Granata, finiano in commissione antimafia, che apertamente si schiera con gli “odiati” giudici e ammette che, per quanto riguarda le stragi del 92-93, uomini dello Stato tradirono e fecero accordi con la Mafia. Ma ciò che più turba il Cavaliere è la frase attribuita al Pm Sergio Lavi in cui, pressappoco, dice che sulla strage di via D’Amelio si è a un passo dalla verità e qualcuno al governo non la sopporterà. Chissà perchè “tutti gli uoPICCOLO
il Segno
organo mensile dell’associazione culturale
“Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002
DIREZIONE
Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa
DIRETTORE RESPONSABILE
Andrea Sebastianelli
mini del presidente” hanno pensato a lui, anche tutta l’opposizione pur tacendo, ha pensato a lui, anch’io ho pensato a lui e sfido a trovare qualcuno che non pensasse a lui. Persino Lui ha pensato a sè. Eppure il Pm ha spiegato in tutta fretta che “Lui” non c’entra, non è indagato, nè per la strage, nè per contatti con la Mafia... però sempre a Lui ci viene da pensare, chissà perchè? Quasi tutti i collaboratori di cui si circonda sono indagati o condannati, ma Lui no, entra nei loro processi ma si salva sempre per il rotto della cuffia. Tutti questi uomini che corrompono, rubano, arraffano (a sua insaputa per Lui), come i “quattro sfigati” che avevano creato la nuova loggia segreta P3 per favorirlo. Non c’è scandalo grande o piccolo in cui non centri “Cesare”, come pare venga chiamato Berlusconi nelle intercettazioni telefoniche. Eppure Fini gli ha ricordato la fine che fece Cesare, pugnalato dai suoi... sarà un messaggio? Ora sul Cavaliere è in corso un’altra indagine (di cui nessuno parla) per violenza e minaccia a Corpo dello Stato e concussione, REDAZIONE
Noemi Bevilacqua, Gianfranco Botti, Piero Botti, Valentina Bucci, Gaetano Casilli, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Piero Fondi, Paola Gatta, Rita Gatta, Sandro Guidi, Marzia Mancini, Loredana Massaro, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Ettore Zanca, il-sognatore.blogspot.com
tutto merito di un giornale, il Fatto Quotidiano, che ha rivelato che grazie alle benedette intercettazioni, Berlusconi ordinava all’Autorità Garante per le Comunicazioni di far chiudere Annozero, programma da Lui odiato per le verità che dice, e tacitare giornalisti come Travaglio. Il solo programma di politica, e non di gossip, che aumenta lo share e fa incassi con la pubblicità da capogiro. I giudici dovranno decidere se ha o no commesso un reato, per me l’ha commesso: è abuso di potere. Anche il resto del panorama politico lo sa, e così il cittadino comune. Ma sapete come finirà? Sarà assolto perchè il suo era solo un benevolo consiglio, a Lui Santoro non piace, metà degli italiani l’ha votato e non piacerà neanche a loro. E Lui è così buono da accontentarli! ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta
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il Segno - Luglio-Agosto 2010
Antimafia, direttiva ai Prefetti sugli appalti
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha firmato una direttiva sui controlli antimafia indirizzata ai prefetti. Il documento riguarda i controlli sulle attività imprenditoriali soggette ad appalto pubblico legate alle cave, ossia gli impianti di estrazione, alla gestione del ciclo del calcestruzzo e degli inerti, trasporto terra, smaltimento in discarica dei residui di lavorazione e dei rifiuti, servizi di guardiania e cottimi. Si tratta di attività, ha spiegato il ministro, «a valle della fase di aggiudicazione» ma particolarmente esposte al rischio di infiltrazione da parte delle cosche locali che, soprattutto in determinate zone, esercitano di fatto una specie di monopolio, in ciò condizionando tutti gli aspetti dell’approvvigionamento dei materiali. La direttiva si muove sul terreno della prevenzione e proprio per questo consentirà «un’azione precisa e forte per la formazione delle cosiddette white list», già impiegate per gli appalti legati alla ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo e all’Expo 2015 a Milano. Fondamentale per l’individuazione di imprese affidabili è, secondo Maroni, la collaborazione tra Ministero dell’Interno, prefetture e associazioni di imprese attraverso il sistema pattizio dei protocolli, che la direttiva punta a valorizzare. L’impianto della direttiva si aggiunge al complesso di strumenti messi in campo dal Piano straordinario contro le mafie approvato dalla Camera dei Deputati nel maggio scorso. Questi i risultati della strategia al 31 maggio: beni sequestrati per un totale di circa 12 miliardi; 2 miliardi in titoli già confluiti nel Fondo unico giustizia, a disposizione delle Forze dell’ordine per il contrasto al crimine organizzato. Silvio Cajonello
il Segno - Luglio-Agosto 2010
Il Parco dei Castelli Romani
I parchi del Lazio saranno commissariati. Che significa? Che la politica regionale non rispetterà la legge che lei stessa si è data. Invece di insediare i vertici dei parchi attraverso procedure che prevedono il coinvolgimento del Consiglio Regionale, dell’assemblea eletta dai cittadini, le investiture saranno fatte direttamente dalla presidente Polverini. E amen. Una sindacalista prestata alla politica che sembrava avesse una sua schiettezza; parlava chiaro; disprezzava i politici di professione; non aveva rubato: una marziana? Alla luce dei fatti costruiva un percorso di consenso seguendo i consigli di qualche pallido spin doctor, che le aveva ingiunto di smarcarsi dalla politica, prima delle elezioni. Dopo, la mistica del potere si è sciolta nell’egemonia sottoculturale dettata dalle segreterie dei partiti (e organizzata dall’apposito assessore-notaio, che in questo caso di nome fa Mattei). È sì, perché non è che può fare tutto lei: aumentare Irap e Ipef (regionali); segare ospedali e posti letto; mandare a casa tutti i vertici delle Asl; aumentare presidenti e commissioni regionali; presenziare due Consigli regionali in quattro mesi. Insomma che volete? Il senso civico sarà sostituito dal senso cinico e nessuno si potrà scandalizzare troppo se l’Italia è ormai uno dei paesi più corrotti d’Europa. Nell’ultima classifica di Transparency International siamo scesi di altre otto posizioni e ora Roma è sotto Ankara, anche se per adesso è ancora sopra Atene! In pratica per i parchi saranno nominati dei Commissari Straordinari, così straordinari
Una scelta che sa di vecchia politica
3 ATTUALITA’ La Regione Lazio per il commissariamento dei Parchi
che è facile prevedere resteranno in carica almeno per un anno o due (giusto il tempo per sistemare i nuovi vertici delle Asl, dove stanno i soldi veri). Tutti i meccanismi democratici che garantiscono partecipazione e trasparenza saranno accantonati, ma non basta. Il dato più “fastidioso”, per così dire, è che ricalcando un copione purtroppo piuttosto logoro e di stretta osservanza correntizia, è assai probabile che i commissari straordinari saranno scovati nelle quarte file dei partiti, fra trombati e amici di cordata. Quindi i requisiti in genere saranno più l’appartenenza che la competenza. Se poi le cose nei parchi non funzioneranno benissimo, se ci sarà qualche piccolo spreco, qualche lentezza burocratica, qualche inef-
ficienza, sappiamo perché. Agendo così la nostra presidente corre il rischio di scambiare la cosa pubblica con sé stessa, la politica con il potere, il governo con il dominio. Ma siamo o no un Paese provvisorio fondato sulla deroga? Le segreterie dei partiti saranno certamente garanti degli equilibri e dell’andamento del sistema. Un sistema che però girerà per dare spazio a chi lo guida in questo modo, non per offrire un servizio ai cittadini né tantomeno per tutelare l’ambiente. Pazienza se ci sarà un altro piccolo abbassamento della soglia della dignità collettiva. Dopotutto si tratta di delitti non penali, ma civili. Delitti di indecenza, di sciatteria, di volgarità politica. picchioverde.blogspot.com
Castrum Inui svelato ai non vedenti
Venerdì 9 Luglio alle ore 9.30, La Sovrintendenza per il Lazio Meridionale, nella persona del dottor Francesco Di Mario, responsabile di zona, ha organizzato un’apertura guidata della cittadella portuale di Castrum Inui per i non vedenti. E’ questa la prima volta che un sito archeologico si apre ai diversamente abili, proponendo loro quella esperienza tattile che di solito avviene nello specifico all’interno dei musei. Castrum Inui è stato il luogo dell’approdo di Enea sul litorale romano. Pensate che ad Ancona esiste l’unico museo tattile italiano intitolato al grande poeta cieco,
Omero. A Castrum Inui che si snoda parallelamente alla via Severiana sono tornate ala luce ampie e profonde cisterne, laterizi con i loro bolli, muri in opera “spiccata” riproduzioni di vasi ed una serie di piccole terrecotte romane, per non parlare dei magazzini portuali, luogo di scambio e raccolta merci. I circa venti non vedenti sono stati accompagnati lungo questo storico sito lasciando in disparte solo i ritrovati templi di Esculapio e di Minerva Medica, in quanto troppo scoscesi per essere percorsi; in compenso saranno accessibili attraverso modellini in scala
creati apposta per le visite tattili guidate. Questi venti giovani non vedenti, con l’ausilio dei collaboratori del dottor Di Mario potranno toccare le vere strutture murali e rendersi conto della differenza fra un coccio pesto ed un marmo, un blocco tufaceo ed un mosaico. A condurre questo pubblico speciale per mano lungo le forme, le curve ed i segreti degli antichi vasai latini, ci ha pensato un artigiano che ha realizzato perfette riproduzioni delle ceramiche più preziose ritrovate fra le antiche rovine e le recenti, invadenti, palazzine balneari. Marcello Morrone
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ATTUALITA’ Conclusi i corsi formativi della Uilcem di Roma e del Lazio
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Più attenzione al sapere per il futuro dei giovani di Venere Balla* e Catia Sergianni** Prosegue il percorso formativo della Uilcem di Roma e del Lazio che con le date 6 e 7 luglio ha dato lo start up a progetti che porteranno per la fine di settembre alla formazione di 70 delegati e delegate. Gli argomenti trattati nel corso delle giornate formative hanno riguardato la comunicazione sindacale, la contrattazione e la gestione del negoziato, seguendo il consolidato modello formativo Uilcem che prevede discussioni in plenaria integrate da attività pratiche. Per due moduli formativi si è svolta una mattinata dedicata interamente alle problematiche di Genere ed alle Leggi contro ogni forma di discriminazione nei luoghi di lavoro. Il corso ha visto l’impegno dello staff della formazione
della Uilcem Nazionale coordinato dal Segretario Organizzativo Marco Lupi, che si è avvalso della collaborazione dei tutor presenti nel territorio, reduci dal corso di aggiornamento per formatori svoltosi nel mese di maggio a Grottaferrata. L’impegno e l’attenzione della Uilcem di Roma e del Lazio verso i temi della formazione sono testimoniati dalle risorse di bilancio che, come segreteria, destiniamo per tale attività donando un’importante opportunità di crescita. Oltre al consueto appuntamento che ogni anno organizziamo per gli attivisti del nostro territorio, partecipiamo in maniera massiccia agli appuntamenti che vengono realizzati anche a livello nazionale, consentendo ad un numero cospicuo di iscritti di crescere in questa direzione e approfondire i temi
Beneficio d ’ inventario
di Ettore Zanca
I fantasmi dell’anima
Andrea ci sa fare con i bimbi, insegna loro a nuotare. A quei cuccioli della scuola nuoto sembra un supereroe, con quei muscoli e lo sguardo da duro. In fondo quando si è piccoli si ha bisogno anche di figure di riferimento che ti diano sicurezza. Andrea incute timore, quando con due parole quasi mormorate proibisce a qualche scavezzacollo di tuffarsi in piscina rischiando di farsi male. Andrea lo si conosceva più loquace. Chi non lo vede da molto lo trova forse più tranquillo, giusto una punta più malinconico. Sicuramente più taciturno. Sorride più spesso, ha un sorriso diverso. Carico. Non ipocrita. Andrea sembra sempre lo stesso, a sguardi e parole che passano veloci e lisci, come l’acqua per schizzare fugacemente a bordo vasca, è lo stesso per le persone che vanno in superficie e solo dove si tocca. Per chi ha voglia di nuotare più in là, Andrea non è più come prima. In un sei aprile lontano per i tg ma non per chi c’era, adAndrea è crollata addosso una parte di casa in affitto e sicuramente molte certezze e convinzioni sulla vita.Andrea era all’Aquila. Quella sera la morte aveva deciso che nella strada dove abitava lui, aveva raccolto abbastanza anime e scossoni
caldi della vita sindacale, politica e sociale che sono alla base del nostro agire quotidiano. L’obiettivo che come Segreteria Uilcem di Roma e del Lazio ci prefiggiamo con l’organizzaoa di fornire ai nostri attivisti più giovani ma non solo, gli strumenti adeguati per rappresentare al meglio le istanze dei lavoratori. Il mutare della società, sempre più incentrata sul sapere, sulla necessità di comunicare attraverso nuove forme, le politiche giovanili in atto nella nostra Organizzazione, necessitano di un adeguato supporto formativo ed è per questo che il nostro impegno in questa direzione, nel futuro continuerà ad essere massiccio e costante. *Segretaria Provinciale Uilcem Roma **Segretaria Coordinamento Regionale Uilcem
di terra, si è fermata, ha sbuffato e ha attraversato il marciapiede andando a fare strage da qualche altra parte, lasciandolo illeso. Nel fisico almeno. Già perché Andrea ha perso molto ma non la sua vita. Era lì per lavoro, la sua vera casa era da un’altra parte, lontana dal buio tremante e collassato. Andrea ha perso amici e si sente in colpa, non ha perso casa e si sente in colpa, non ha un graffio e si sente in colpa. Come capita spesso a chi si è salvato verso chi non ce l’ha fatta. La sorte, Dio, una entità sadica, qualcuno che sta al piano di sopra o di sotto, dice che non tocca a te e tu sei contento, ma non ce la fai a gioire, perché ti sembra di farlo sulla carcasse altrui. Ti senti un avvoltoio. Andrea vorrebbe essere felice per la sua incolumità, ma non ci riesce, perché è costata qualcosa a qualcun altro. Che nemmeno conosceva. Andrea a volte piange per quello che avrebbe voluto fare per gli altri quella notte, magari se ha un battibecco con qualcuno non litiga fino in fondo, anzi, cerca di conciliare perché capisce che la vita è breve e fugace e non vale la pena sprecarla in puttanate. Gli affanni squallidi suonano le loro trombe inutili più lontani. In fondo Andrea è sempre lo stesso, forte sicuro e cordiale. Però se non siete in grado di guardare i fantasmi negli occhi, non chiedetegli di levarsi gli occhiali da sole. Specchiatevi sulle lenti, dategli il vostro saluto e il biglietto per un lettino a bordo vasca e prendete comodamente il sole in piscina. Nessuno avrà nulla da ridire. Magari se tenderete meglio l’orecchio sentirete un piccolo sussulto. È la sua anima che trema, spesso, da quel sei aprile, trema perché non gli hanno esaudito un grande desiderio. Andrea avrebbe voluto essere abbastanza forte da abbracciare tutti, ma proprio tutti, quella notte e portarli lontano. Senza casa, senza beni materiali, ma vivi. Tutti.
il Segno - Luglio-Agosto 2010
Orgoglio pedofilo, giù le mani dai bambini
di Bruna Benelli Il 23 giugno è stata celebrata su internet da centinaia di siti e blog, la giornata mondiale dell’orgoglio pedofilo, per rivendicare la libertà di amare i bambini e per esprimere la “solidarietà” ai pedofili attualmente in carcere. Mi ribolle il sangue nelle vene… La psicologia ci insegna a non giudicare le persone per quello che fanno perché dietro ogni atto, ci sono dei motivi inconsci che lo hanno causato e probabilmente delle grandi sofferenze; ci insegna che si possono liberamente amare persone del proprio e dell’altrui sesso, ma che siano adulti consenzienti, e in grado di capire e di volere quell’amore, ma non un bambino di pochi anni che ancora non è in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è! E’ quindi responsabilità degli adulti che lo educano, fornirgli protezione e amore sano, corretto ed equilibrato. Non si può legittimare “un amore” (che amore non è) che arreca danni fisici, morali e psichici per tutta la vita di un individuo. L’organizzazione “Terres des hommes” che lotta contro gli abusi all’infanzia, e che si schiera con forza contro i pedofili, ha promosso la Campagna “Mondiali Sudafrica 2010” allo scopo di sensibilizzare e informare il mondo sulla grande vulnerabilità dei minori africani vittime di fenomeni come sfruttamento sessuale, abusi e pedofilia. Terres des Hommes ha segnalato che in questi ultimi mesi il movimento di minori non accompagnati lungo le frontiere dei Paesi che confinano con il Sudafrica, è aumentato a causa delle reti dei trafficanti. Molti bambini finiscono vittime di abusi o nel mercato degli organi. Invito tutti a combattere la pedofilia, denunciando i maltrattamenti ai minori. Ricordiamoci che prima di essere adulti siamo stati bambini e che è sempre valida la massima “non fare al prossimo tuo ciò che non vorresti venisse fatto a te… o ai tuoi figli!”.
il Segno - Luglio-Agosto 2010
ATTUALITA’
A Bari con “La Fabbrica di Nichi di Rocca di Papa”
Eruzioni di buona politica con le Fabbriche di Vendola
di Lorenzo Ofantino* Il 16-17-18 luglio presso la baia San Giorgio di Bari si è svolto l’“Eyjafjallajökull: Eruzioni di buona politica”; il nome, oramai noto, è quello del vulcano islandese che nel mese di marzo ha distribuito caos in mezza Europa. Alla stessa maniera del vulcano, ma con intenti ben più benefici, le “Fabbriche di Nichi” invadono la scena pubblica creando un festival della buona politica. Le Fabbriche sono ormai sparse in tutta Italia, nel mondo anzi, e rappresentano un modo di fare politica “anomalo” in quanto esterno alle logiche di partito. Per meglio spiegare tale concetto, partiamo dalla definizione che danno di sé: “La fabbrica di Nichi è un’esperienza plurale, aperta e collaborativa. Non è un nuovo partito, ma un laboratorio che vuole rinnovare il linguaggio e le pratiche della politica, aprendo spazi pubblici, reali e virtuali, per incontrarsi e condividere idee, esperienze e progetti per un’Italia migliore”. In questi tre giorni si è discusso per ore, sotto un sole cocente, mantenendo tuttavia grande sobrietà ed entusiasmo, a dimostrazione di quanta passione possano avere centinaia di ragazzi e ragazze nei confronti della politica. Vi erano seminari con docenti e ricercatori universi-
tari che vertevano su vari temi quali l’economia (con gli autori del libro “Tremonti, istruzioni per il disuso” G. Zannella e A. Moro), il Lavoro e nuove schiavitù (con V. Bavaro, docente di Diritto del Lavoro e C. Tajani, ricercatrice in Scienze del Lavoro), i Migranti, la Mafia, la Ricerca, la condizione Femminile e molto altro. Oltre ai seminari – tutti rigorosamente attivi, quindi senza spettatori ma con un pubblico interlocutore – vi erano i Fabbricamp, vale a dire quattro spazi per sviscerare “Idee, Progetti, Racconti per un’Italia migliore”. Il sistema si è mostrato innovativo e nei giorni precedenti il festival si sono proposte delle aree di discussione, prima votate e poi scelte dagli utenti mediante l’utilizzo della rete. Il giorno 17 ci si è confrontati sui vari argomenti, fra i quali: le Fabbriche (es. Progetti ed esperienze), il Lavoro (es. Nuovi mondi, nuovi mercati, nuove crisi, nuovi lavori: bisogno di nuovi diritti), l’Apprendimento (es. La Scuola, primo luogo della buona politica), il Territorio (es. Resistant [he]art!: L’arte al cuore della città), Buon Governo (es. le buone prassi istituzionali), e ancora Cultura, Nuovi Media, Innovazione e Welfare.
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Alla vibrante kermesse era presente anche La Fabbrica di Nichi di Rocca di Papa, da poco istituita ma già piena di idee e progetti, che cercherà di portare la forza e la poesia dei fatti anche all’interno del nostro territorio. Questi tre giorni hanno segnato la vittoria della politica come curiosità, della condivisione delle conoscenze reciproche, della voce di una generazione inascoltata e sfruttata da forme di lavoro malate.
A Bari anche La Fabbrica di Nichi di Rocca di Papa
Contro una politica che offusca la speranza, oggi sappiamo che c’è un’Italia migliore pronta a caricarsi il peso di una ricostruzione culturale, prima che politica, come ben descrivono le parole di Nichi Vendola a conclusione del festival: “Noi non dobbiamo anestetizzare il nostro dolore, ma lo dobbiamo usare per capire di più. Il dolore che proviamo deve diventare una lente di ingrandimento per vedere meglio i
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fenomeni sociali, i fenomeni culturali e i fenomeni politici; il dolore deve essere la radice materiale di quel principio e speranza di cui parlava Ernst Bloch, che noi dobbiamo ricollocare sulla scena pubblica e nel discorso politico per poter dire con la forza, l’allegria e le inquietudini, soprattutto dei più giovani, che sì!: c’è un’Italia migliore e noi la faremo vincere!”. Al termine della “Festa delle Fabbriche” ci si ritrova ghermiti da un senso di disorientamento: ci si sente giovani e responsabili al contempo, con una forte consapevolezza di essere una generazione saltata, sfruttata dalla precarietà. Alla stessa maniera, tuttavia, se ne esce vittoriosi, consci di aver strappato, per la prima volta, quel velo nero davanti agli occhi regalandoci una nuova speranza. *La Fabbrica di Nichi Rocca di Papa
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Nella scuola dei tagli aumentano soltanto gli insegnanti di religione PAGINA APERTA
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Hanno presentato drastici tagli di insegnanti a tempo indeterminato e di miliardi di euro come la riforma della scuola. Decine di migliaia di insegnanti precari che hanno permesso il funzionamento della scuola pubblica per decenni, una vita da veri e propri emigranti per supplenze di qualche giorno o settimana con compensi sotto i limiti della sussistenza, messi alla porta dopo un vero e proprio sfruttamento legalizzato. Lo stesso Ministero ha certificato i numeri della tabella a lato, osservando la quale possiamo dedurre che in percentuale le differenze sono: Docenti a tempo indeterminato: –3,8; Supplenti: – 0,6; Docenti di sostegno: –0,3; Insegnanti di religione: +1,5; Personale Ata: –5,8; Classi: –1,1; Scuole: –0,2; Alunni: +0,5. La religione, che è una materia facoltativa, ottiene nella riforma più attenzione. I genitori dei bambini che resteranno fuori delle graduatorie degli ammessi a frequentare scuole materne, quelli che nelle
Anno scolastico 2008-2009
docenti a tempo indeterminato
supplenti
docenti di sostegno
insegnanti di religione personale ATA N. di classi Scuole Alunni
130.835 supplenti
87.190 docenti di sostegno
25.931 insegnanti di religione
245.275 personale ATA
374.946 N. di classi 41.994 Scuole
7.768.071 Alunni
elementari e medie non avranno supplenti, o che avranno figli ammassati in aule come negli anni 50, faranno molta fatica a comprendere ed accettare. Mentre i precari, lasciati definitivamente a casa dopo anni di sacrifici e inutili attese di assunzione si ritroveranno a pensare di aver sbagliato tutto perché se avessero scelto l’insegnamento della religione, oggi avrebbero avuto qualche possibilità di la-
tore, dei diamantini ed una coppia di rapaci. Al bambino sembrava non mancare nulla, se non fosse stato per quella maledetta giornata nella quale qualche tempo prima, durante una battuta di caccia tenutasi dalla sua famiglia, veniva colpito accidentalmente, lasciando le sue gambe immobilizzate. Un terribile incidente per il quale il padre, logorato dal senso di colpa, promise al figlio di non cacciare mai più, esortando quante più persone conosceva a fare lo stesso. Tutto ciò che lo circondava quindi, da quel brutto giorno, lui lo contemplava soltanto da seduto. Poi un pomeriggio, facendosi aiutare da alcuni amici, aprì la voliera e mentre vedeva quegli uccelli librarsi in volo, fu tale l’emozione di vederli finalmente liberi che si sentì lassù, insieme a loro. Per lui che non poteva più camminare, quello era stato indubbiamente il
Anno scolastico 2009-2010
704.891 docenti a tempo indeterminato
L’arte di volare fermata dalla catastrofe petrolifera di Annarita Rossi Il sole riscaldava piacevolmente il suo viso e, quella leggera brezza, rendeva ancora più gradevole quel tepore. Il bambino stava con gli occhi chiusi che apriva di tanto in tanto quando udiva degli stormi di uccelli cinguettare. Li vedeva lassù, volteggiare nel cielo terso e talvolta gli sembrava che danzassero tra loro, distanti dagli aerei che gli somigliavano così tanto. Era bello starsene là in quel giardino a veder tornare alcune specie viste l’anno prima e a distinguerle con l’aiuto di qualche libro. Il piccolo laghetto con una coppia di cigni e qualche germano reale, stava lì ad incorniciare un luogo molto bello. Sotto una quercia secolare, in una voliera, vivevano delle tor-
il Segno - Luglio-Agosto 2010
678.369 116.973
86.889
26.326
231.118
370.711
41.902
7.804.711
vorare; naturalmente con il consenso del Vescovo. Francesca Puglisi, responsabile Scuola per la segreteria del Pd ha detto: “Si tratta di un dato anomalo, non me lo aspettavo. C’è qualcosa che non quadra”. E’ quello che penseranno anche i genitori di Rocca di Papa che non vedranno accolti i loro figli nel modo dovuto nelle locali scuole pubbliche. il-sognatore.blogspot.com
giorno più bello della sua vita. Chi di noi non ha mai desiderato di volare proprio come fanno gli uccelli? Quelle creature, già presenti nella mitologia, imitate dagli inventori di velivoli, hanno persino facilitato i nostri spostamenti. I pennuti, esseri perfetti e creati per volare con qualsiasi condizione atmosferica, capaci di suoni melodiosi, non hanno mai avuto però vita facile. Oltre ad essere selezionati in natura dai loro predatori, sono stati e continuano ad essere cacciati per sport. A ciò si aggiungono le catastrofi ambientali dagli esiti nefasti nel tempo. La petroliera nel Golfo del Messico, sta purtroppo sterminando migliaia di specie di animali, tra le quali tanti volatili destinati ad
una lunga agonia. Inzuppati di petrolio e da questo avvelenati per averlo ingerito, diventati pesanti, è come se gli fossero state tarpate le ali in quanto non possono più volare. Insomma, un altro terribile incidente… Eppure, si possono prevenire catastrofi del genere, impegnandosi consapevolmente ad un modo di vivere più sano ed ecologico. Un maggior rispetto per la natura, sicuramente salvaguarderebbe tante specie, non da ultima, anche la nostra.
il Segno - Luglio-Agosto 2010
INDOVINA QUANTI SIAMO?
Al 31 maggio 2010 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 15.885 (maschi 7.901; femmine 7.984).*
*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe
ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità
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NUMERI UTILI
Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282
Dopo aver posteggiato l’automobile inizia l’incubo in attesa dei soccorsi Intrappolata per oltre un’ora nell’ascensore del parcheggio di piazza Claudio Villa
di Sergio Rasetti Lunedì 5 Luglio ore 9. Dopo aver lasciato la macchina in sosta nel parcheggio interrato di Piazza Claudio Villa, è entrata nell’ascensore per salire a livello stradale. Entrare, spingere il pulsante e avvertire quell’odore nauseabondo che emanava la cabina è stato l’insieme di azioni e sensazioni di un attimo. Troppo tardi per tirarsi indietro. Le porte si sono chiuse ma l’ascensore non è partito. Qualche tentativo di sbloccarlo spingendo tutti i pulsanti disponibili. Niente da fare: porte chiuse e ascensore immobile. Al citofono di servizio risponde un operatore che assicura un intervento tempestivo. Alla richiesta di essere più preciso, risponde: “Il più presto possibile”. Comincia una rassegnata attesa. Il cellulare è fuori uso: non c’è campo. Dopo circa 30 minuti, un poco stordita da quel terribile odore, richiama con il citofono. “Stanno arrivando” rispondono, ma non sanno dire tra quanti minuti saranno sul posto. A questo punto comincia a battere sulle pareti per richiamare l’attenzione di qualcuno. La sentono; arrivano i vigili urbani dopo pochi minuti, ma non sono in grado di aprire le porte, chiamano alcuni dipendenti dell’antistante Parco Regionale che con degli attrezzi fanno leva aprendole e la fanno uscire. E’ passata un’ora circa. Dell’intervento tempestivo assicurato, non c’è traccia. Anche nei 10-15 minuti successivi alla liberazione non è arrivato nessun addetto al servizio di soccorso. Non sappiamo se poi è arrivato qualcuno o si è perso completamente nel
nulla. E’ questa la disavventura mattutina di una nostra concittadina che, come tanti altri, utilizza con fiducia il parcheggio interrato. Chi può mai pensare che in una struttura pubblica la sicurezza non sia assicurata al massimo delle possibilità e la rapidità di intervento non sia garantita nel giro di una manciata di minuti? L’interessata, per fortuna in ottimo stato di salute, non ha dovuto far altro che cambiarsi d’abito dopo aver fatto una bella doccia per togliersi di dosso quell’odore sgradevole del quale si era impregnata. Naturalmente ha preteso che i Vigili Urbani facessero una relazione dell’accaduto che poi è stata trasmessa anche alla locale
Il parcheggio interrato di fronte alla sede del Parco
Stazione dei Carabinieri, per quanto di loro competenza. Il fatto ha riportato l’attenzione sui problemi relativi alla sicurezza della struttura, dei quali il nostro giornale aveva già parlato, e sono tanti i cittadini
che chiedono di definire meglio le modalità di utilizzazione di questo utilissimo parcheggio che è ormai impegnato, nelle ore di punta, sempre al massimo delle sue possibilità.
Parte il 2 agosto la raccolta differenziata “porta a porta”
L’Amministrazione di Rocca di Papa in collaborazione con la Provincia di Roma ha presentato, a stampa e organizzazioni presenti sul territorio, il nuovo Servizio di Raccolta Differenziata Porta a Porta per il Centro Storico e la zona bassa del paese che entrerà in funzione dal prossimo 2 Agosto 2010. Per i Campi d’Annibale e il Vivaro si procederà con il sistema attuale riordinato. Il Sindaco Boccia, l’Assessore Provinciale Michele Civita, quello comunale Alberto Cardinali hanno spiegato le fasi e le modalità del cambiamento che sarà comunicato in modo capillare con incontri pubblici e materiale informativo vario a tutti i cittadini interessati nelle prossime settimane. Semplificando possiamo dire che si tratta di separare carta, vetro, plastica, materiali non riciclabili, rifiuti umidi e potature; conferendo poi il tutto nei giorni indicati. L’aspetto sul quale tutti hanno posto l’accento è quello della comunicazione, affidata ad un
esperto che la curerà nei dettagli fino al raggiungimento dei risultati previsti. Da tutti gli intervenuti è stato sottolineato che il ruolo degli operatori addetti al servizio, per il quale sono previste alcune nuove assunzioni, è da considerarsi fondamentale perché con le giuste indicazioni che essi potranno dare agli utenti, in tempi brevi, tutto potrà funzionare regolarmente. E’ questa un’occasione per fare dell’ambiente cittadino il cardine fondamentale di un paese pulito e ordinato; liberato da quelle piccole discariche che si formano attorno ai cassonetti ogni giorno. Ma il ruolo decisivo lo avranno i cittadini che se non collaboreranno, rispettando al 100% le indicazioni date, non consentiranno il raggiungimento degli obiettivi previsti, facendo scattare inoltre sanzioni previste da regolamenti nazionali e europei che farebbero lievitare i costi oltre a non contribuire, per quanto possibile, a combattere inquinamento e a perseguire l’obiettivo del risparmio energetico. (S.R.)
ROCCA DI PAPA
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il Segno - Luglio-Agosto 2010
Con il secondo PUA il Comune avvia la trasformazione della frazione verde L’assalto al Vivaro prosegue con un altro Piano di Utilizzazione Agricola
Alcuni paesaggi del Vivaro oggi
Facciamo nostre le parole del Consigliere Comunale di Sinistra e Libertà, Aldo Morana, che in quella seduta ha dichiarato che “quello che stiamo esaminando è un agriturismo bello e buono, non ha nulla a che vedere con un’azienda agricola e l’attuazione di questo progetto si concretizzerà in una devastazione di quell’area”. Fatto sta che, oltre al voto contrario di Morana, ci sono stati 11 voti favorevoli (sui 13 consiglieri presenti) e un astenuto, Alberto Cardinali, Ass.re all’Ambiente del Comune (che invece aveva votato sì al PUA della “Società Agricola Polentone”), segno che gli equilibri politici in seno alla
maggioranza sono molto delicati al di là dei facili annunci di amore e fratellanza tra colleghi di partito. Oltre alla maggioranza, hanno espresso voto favorevole anche i Consiglieri di minoranza Enrico Fondi e Luigi De Santis (tutti gli altri Consiglieri di centro-destra erano assenti così come l’esponente di Rifondazione, Croce). Con questi due PUA (ma non è escluso che sulla loro scia ne arriveranno altri) il Comune di Rocca di Papa ha avviato una profonda rivisitazione del “ruolo” della frazione Vivaro, non più un’area verde riservata alle attività del Centro Equestre Federale del Coni e din-
torni (che ha fatto conoscere il nostro paese in tutto il mondo) ma anche e soprattutto un territorio da sfruttare per attività commerciali di attrazione turistica. Facendo diventare il Vivaro un paesino con strutture ricettive, negozi, ecc. ecc. come ce ne sono a decine intorno a noi, facendogli perdere quell’alone di fascino ambientale che abbiamo imparato ad amare fino ad oggi. E soprattutto, con queste scelte azzardate, il centro storico di Rocca di Papa perderà il suo unico salvagente, appunto la frazione Vivaro. Pensate se ai numerosi appassionati di cavalli che frequentano il Vivaro venissero garantite corse rapide di collegamento Rocca di PapaVivaro-Rocca di Papa, così da portarli negli alberghi cittadini facendo conoscere loro anche le bellezze del centro roccheggiano. Sarebbe la cosa più semplice per far rinascere l’antico quartiere di Rocca di Papa, oggi ridotto peggio di una borgata romana. Invece, approvando PUA e chissà cos’altro, la frazione sarà sempre più distaccata dal suo paese. Ancora complimenti al Sindaco Boccia che in pochi anni sta disgregando il vasto patrimonio ambientale che i nostri nonni ci hanno lasciato in eredità.
www.issuu.com/ilpiccolosegno il Segno PICCOLO
NO ALLA LEGGE BAVAGLIO
E’ partito l’assalto al Vivaro
Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli
Anno IX, n. 6 - Giugno 2010
Comune di Rocca di Papa, votata l’edificazione di 1.200 metri cubi
Sebastianelli a pagina 7
Scuola, dopo Commercianti i tagli niente Parla Italia più classi Verdinelli
di Rita Gatta Recentemente a Rocca di Papa, come tutti sappiamo, sono state portate avanti iniziative politiche volte a migliorare la situazione scolastica: due nuovi edifici sono stati inaugurati il mese scorso, nella zona delle Vigne e ai Campi d’Annibale, con grande soddisfazione da parte di tutti. Purtroppo a queste lodevoli iniziative dell’Amministrazione Comunale non fa riscontro la politica scolastica nazionale. I tagli al personale docente e i provvedimenti tesi soprattutto al risparmio non rendono agevole una programmazione futura della scolarità cittadina.
Andrea Rasetti a pagina 8
Paura e terrore per le alte fiamme
Picchioverde a pagina 11
CAPELLI CON SISTEMA BIOLOGICO IN GEL
Gestione boschi
Si continua a discutere
Lettera al Sindaco
Incendiate 3 automobili in pieno centro
A pagina 9
tà noCOvi LORE PER
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il Segno “ PICCOLO
di Andrea Sebastianelli “E’ partito l’assalto al Vivaro”. Con questo titolo messo in prima pagina sul numero scorso, il Segno ha voluto lanciare l’allarme cementificazione della frazione verde di Rocca di Papa, argomento su cui l’amministrazione guidata da Boccia sembra andare avanti spedita. Oltre al PUA (Piano di Utilizzazione Agricola) della “Società Agricola Polentone”, nella stessa seduta consiliare (la n. 4 del 24 febbraio 2010) la maggioranza Pd ha dato il via libera a un altro PUA presentato dall’Azienda Agricola “Le Ginestre”. Rispetto all’altro progetto, quest’ultimo appare anche più invasivo dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Infatti, il progetto de “Le Ginestre” prevede la “costruzione di spazi aperti da destinare alla sosta di campeggiatori, la realizzazione dei servizi igienico-sanitari, del barbecue e la sistemazione dei locali esistenti per attività ricreative e deposito/vendita dei prodotti ortofrutticoli”. E ancora una volta l’approvazione è avvenuta in deroga al Piano Regolatore vigente (quello del 1976), alla Legge Regionale n. 2/1984, e alla Legge Regionale n. 10/2003 (“per quanto concerne il transito dei veicoli a motore su aree agricole”).
Boschi in vendita
Di Rosa a pagina 15
Tucidide
1.500 ettari di bosco pubblico saranno dati in gestione ai privati
In vista delle Centro Storico Domenica elezioni comunali apasseggio
di Sergio Rasetti Vorremmo vedere fin dalle prossime settimane, impegnati in campo aperto, coloro che vorranno candidarsi alla guida del nostro paese in occasione del rinnovo del Consiglio Comunale previsto per il prossimo anno. Non siamo stanchi di vedere nelle liste i soliti nomi o quelli di persone poco motivate o competenti, che all’ultimo momento si fanno avanti come portatori d’acqua al mulino di qualcuno che non ha nemmeno illustrato chiaramente idee e progetti da mettere nel piatto?
Rasetti a pagina 8
L’amministrazione comunale di Rocca di Papa starebbe per affidare la gestione dei suoi boschi a società e aziende private. Ma che ne è stato del progetto presentato nel 1999 dall’allora Sindaco Ponzo finalizzato a creare una filiera pubblica del legno, che avrebbe dato vita a posti di lavoro e ad una nuova politica ambientale? Dopo dieci anni quelle promesse sono state dimenticate ed ora i privati potrebbero gestire l’unica risorsa di cui il nostro paese è dotato. Quest’ultima scelta appare come l’ennesimo disfacimento ambientale condotto con regolarità negli ultimi anni, cominciato con lo sfacelo dell’antica Via Sacra, proseguito con l’abbandono degli Arcioni, e che potrebbe avere nell’edificazione del Vivaro la sua conclusione.
Sebastianelli a pagina 7
Il fallimento di una classe politica Ripetitori radio-tv di Monte Cavo
piccole canaglie Polemiche ROCCA DI PAPA - Via delle Mimose, 6 per l’acqua per bambini Bollette e code
Paola Gatta a pagina 10
Scavi a M.te Cavo
Le ricerche del 1929
Alle pagine 12 e 15
AsiloNido da 6 a 36 mesi
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2010-2011
Centro Estivo Luglio-Agosto
Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura! SEGUE A PAGINA 13
”
Sicuramente i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta, così della gioia come del pericolo, e tuttavia l’affrontano.
Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli
Anno IX, n. 5 - Maggio 2010
SEGUE A PAGINA 16
Sebastianelli a pagina 19
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ROCCA DI PAPA Il paese cresce e le strade scoppiano per l’eccessivo traffico il Segno - Luglio-Agosto 2010
I nodi irrisolti della viabilità stanno arrivando al pettine
di Sergio Rasetti A scuole chiuse, nelle ore di punta, il traffico è lievemente diminuito ma non è difficile trovare una lunga fila di auto che procede a passo d’uomo su Via Frascati rallentato da due semafori e dalla rotonda di Squarciarelli. Su Via delle Barozze stessa situazione all’incrocio con Via Dei Laghi dove, con l’apertura di Via delle Calcare e numerosi mezzi pesanti in transito, c’è da aspettarsi soltanto un aumento sostanzioso dei tempi di percorrenza. Nel prossimo futuro, l’apertura di un supermercato che si affaccia su Via Frascati nei pressi del semaforo all’angolo con Piazza Alcide De Gasperi, creerà sicuramente seri problemi. Qualcuno pensa di sostituire il semaforo con una rotatoria. Pro-
La stretta Via Cavour
getto difficile da realizzare in uno spazio angusto dove già si concentrano troppe uscite a raso e ora si aggiunge quella del supermercato in costruzione. Peccato, un’altra leggerezza che comporterà difficoltà ulteriori per i cittadini. Cogliamo l’occasione per chiedere di studiare soluzioni meno penalizzanti per tutti, magari chiedendo qualche sacrificio in più al costruendo complesso edilizio Giardino degli Ulivi. Sarebbe anche nell’interesse dei futuri acquirenti e clienti di questo Complesso del quale nessuno riesce ancora ad immaginarne il reale impatto ambientale sull’intero quartiere. Altro discorso urgente riguarda il percorso viario che occorre per arrivare a Rocca di Papa non appena sarà ultimata la nuova strada Villa Senni – Via delle
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Barozze. Il tragitto naturale non potrà che essere Via del Troio – Via Palazzolo. Percorso difficile già adesso. Decidere per il senso unico sarà obbligato e allora ci troveremo a pensare tutti i giorni a quelli che hanno fatto costruire su ogni metro quadrato di Via Cavour ma non hanno realizzato una strada per collegarla con Via delle Barozze. Altro regalo del quale, i cittadini tutti, ringraziano. Adesso comunque è il caso di mettere mano subito a tutta la viabilità secondaria possibile per dare ai cittadini alternative da utilizzare. Allargare per esempio: Via dei Castelli Romani tra Via Frascati e Marino; Via delle Mimose e Via Rocca di Papa; Via dei Ciclamini e Via Carta Brutta; Via dei Colli; Via Vicinale della Macchia; Via S. Lorenzo ed altre ancora. Non attivarsi in questa direzione, ricercando nel contempo i relativi accordi con i comuni confinanti che dovranno fare la loro parte, significherebbe abbandonare definitivamente i cittadini automobilisti al caos del traffico con i relativi costi economici, di tempo e di salute che penalizzano sempre di più su una viabilità comunale che sarebbe un eufemismo indicare come carente. Tra le emergenze comunali di Rocca di Papa, crediamo che quella del traffico occupi sicuramente uno dei primi posti della lista.
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L’Ass.ne di Astronomia festeggia il decennale
L’Osservatorio del Vivaro
Anche quest’anno, a ridosso del Solstizio d’Estate, l’Associazione Tuscolana di Astronomia (ATA) ha organizzato la “Festa dell’Osservatorio” per festeggiare il decennale dell’Osservatorio Astronomico “Fuligni” del Vivaro (foto in alto). Il programma è stato caratterizzato da una conferenza del professor Paolo De Bernardis, uno dei più noti cosmologi al mondo, sul tema “Osservare l’Universo: oltre le stelle, fino al Big Bang”. L’associazione, attiva nell'area dei Castelli Romani, Roma Sud e Provincia di Latina, intende l'astronomia, con il suo carico di storia millenaria e di fascino universale, lo strumento ideale per veicolare, valorizzare e accrescere la cultura e la passione per la scienza, ancora troppo poco diffusa nel nostro paese. L’evento ha fornito anche l’occasione per inaugurare la nuova convenzione di gestione dell’Osservatorio, uno dei principali centri di attività osservativa di proprietà del Comune di Rocca di Papa, che da quest’anno è affidata all’ATA.
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il Segno - Luglio-Agosto 2010
Il blog di “Picchioverde” continua a porre domande su un progetto sbagliato
Ecco perchè il Comune non dovrebbe affidare i boschi pubblici a ditte private
L’ufficio stampa del Comune di Rocca di Papa ha inteso rispondere al nostro articolo sulla questione dei boschi di Rocca di Papa. Attraverso un comunicato stampa il Comune rigetta le accuse e rimanda alla delibera di Giunta comunale dello scorso 13 aprile. Ringraziamo comunque l’ufficio stampa del Comune per la cortese risposta; tuttavia ci sembra che i contenuti del comunicato non facciano che confermare le nostre perplessità. Innanzitutto nessuno ha mai sostenuto che “ci sarà una vendita del patrimonio forestale” come dichiarato nel comunicato stampa, ci mancherebbe altro che per far cassa si vendesse una tale ricchezza, peraltro dopo averla acquistata soltanto dieci anni fa. I nostri rilievi (e quelli del “Piccolo Segno”) sono stati posti sul fatto che il Comune intende, come dice la delibera, “quantificare le entrate che deriverebbero al Comune dalla vendita dei tagli di fine turno e dei diradi, contemplati nei piani di gestione e assestamento forestali… per il prossimo decennio…” alfine di “…assegnare in vendita tagli pluriennali del soprassuolo boschivo che garantiscano… un’entrata nelle casse comunali con pagamenti a cadenza fissa”, tradotto significa: rinunciare alla gestione diretta, per garantirsi entrate certe. Si può affermare che il Comune ha sempre fatto così, cioè ha venduto alle ditte boschive tramite asta pubblica i tagli giunti a fine turno. Con questa delibera il Comune prevede l’assegna-
zione di più tagli per più anni; in sostanza si fa gestire il patrimonio boschivo dai privati, come abbiamo affermato noi. Un Comune normale che possiede 1.500 ettari di boschi che valgono, per il solo taglio, tra un milione e un milione e mezzo di euro l’anno, dovrebbe gestire un tale patrimonio per farlo rendere al massimo. Per esempio creando un’azienda municipalizzata che curi direttamente anche i tagli, il cui guadagno (almeno in parte) sia legato ai Il trasporto del legname eseguito alla maniera antica risultati; che crei un prodotto legato alle esigenze del mercato, non Insomma quello che volevamo sottolisolo locale; che sia capace di intessere neare nel nostro articolo e che vogliamo rapporti e dialogare con le associazioni ancora sostenere è che i Comuni devono nazionali e non di categoria; che imponga “governare” cioè amministrare il paese. le linee della qualità di prodotto e anche Troppo comodo delegare tutto all’esterno; del prezzo, perché con 1.500 ettari il mer- al contrario le ricchezze vanno gestite, è cato lo determini con le scelte che fai; che per questo che la gente vota, per fare in usi un marchio europeo di qualità del pro- modo che gli impegni vengano gestiti al dotto locale, ecc. Pensiamo ad una situa- meglio, nell’interesse di tutti la collettizione nella quale il taglio viene gestito vità. direttamente, come dicevamo, senza gare È su questo metro che si giudica la qualità o aste, quindi con un notevole flessibilità, di una gestione politica comunale ed è per mettendo a reddito anche i derivati della questo che il nostro giudizio su questa lavorazione del bosco che possono essere Amministrazione Comunale, se l’attegtrasformate in “compost” e “pellet” e ri- giamento e le soluzioni che propone sono vendute (vedi l’esperienza di “Torre Perna queste non può che essere negativo. - Decima Malafede). picchioverde.blogspot.com
Contro il Cinipede del castagno deve essere introdotto un insetto
Boschi di castagno da proteggere
di Andrea Rasetti La guerra all’insetto killer dei castagni (Dryocosmus Kuniphius, chiamato comunemente Cinipede) continua. Anche il Comune di Rocca di Papa è sceso in prima linea per trovare soluzioni al problema, essendo proprietario di 1.500 ettari di bosco di castagno. La buona notizia è che quest’insetto ha
un antagonista in natura, quindi si tratterebbe soltanto di immetterlo nei nostri boschi attendendo i risultati che, comunque, arriverebbero dopo qualche anno. Ma il problema, come al solito, sono i soldi necessari per attuare questo progetto. Il Comune roccheggiano non dovrebbe avere problemi visto che ogni qual volta viene eseguito un taglio boschivo deve, obbligatoriamente, accantonare delle risorse per le cosiddette migliorie boschive. Non sappiamo a quanto ammontino ad oggi i soldi accantonati dall’amministrazione ma la cifra
dovrebbe essere considerevole. A meno che non sia stata utilizzata per svolgere altri interventi. Alcuni dati confortanti arrivano per esempio dal Piemonte, dove la presenza del Cinipede, attestata fin dal 2001, non ha ad oggi portato alla morte di alcuna pianta. Certo, l’inserimento in natura dell’insetto antagonista deve avvenire rapidamente poichè anche la bellezza, il frutto (le buonissime castagne) e la salute degli alberi sono una ricchezza da salvaguardare. Strano è che su un tema tanto delicato e importante l’Associazione Nazionale Città del
Castagno (di cui Rocca di Papa è stato uno dei paesi fondatori) non si sia sentita. Come mai? E perchè i cittadini non sono stati resi partecipi di questa vicenda? La Comunità Montana dei Monti Lepini ha organizzato incontri con cittadini e coltivatori a Carpineto Romano (8 maggio), Montelanico (14 maggio) e Segni (10 maggio), paesi la cui economia ruota intorno al castagno. Da noi i cittadini hanno dovuto aspettare articoli di giornale per venire a conoscenza di questo problema. Modi diversi di intendere partecipazione e informazione.
ROCCA DI PAPA
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Ripartiranno i lavori all’exalbergoEuropa? Il restauro, fermo ormai da mesi, non si sa quando finirà
di Sergio Rasetti I lavori di restauro dell’albergo Europa, destinato a nuova sede del Comune di Rocca di Papa, sono fermi da molti mesi. Si ha l’impressione di rivivere il tempo dell’antico albergo Righi, situato a poche decine di metri, che restò a deperire giorno dopo giorno, divenendo un rudere che per 30 anni accolse male i visitatori e fece una compagnia non desiderata ai roccheggiani che andavano a prendere il fresco nel giardino antistante. Speriamo che anche questo rispettabile edificio d’epoca non sia destinato ad accompagnarci per tre lustri nelle condizioni attuali. All’apertura del cantiere i lavori procedevano normalmente. Si notava un sostenuto movimento di uomini, mezzi e materiali, poi sono rallentati. Per alcune settimane ci hanno lavorato quattro o cinque ope-
rai, successivamente il c o m pleto fermo di ogni attività. In Com u n e hanno spiegato la cosa con la necessità di impegnare la ditta, che aveva l’appalto anche per la costruzione della scuola materna dei Campi d’Annibale, al completamento della scuola perché, naturalmente, si era deciso di dargli la precedenza. Di conseguenza i tempi previsti per l’esecuzione dell’opera sono saltati e le difficoltà della finanza pubblica sopraggiunte non lasciano intravedere, nulla
Marco Zitelli durante una gara di lancio del disco
di Andrea Rasetti Rocca di Papa da alcuni anni sta diventando una fucina di sportivi bravi e vincenti, ragazzi impegnati nello sport con passione e grandi sacrifici (anche da parte delle famiglie che li sostengono con energia). E’ il caso di Marco Zitelli, atleta roccheggiano di lancio del disco in forza al Centro Sportivo Aeronautica Militare, che in questa prima parte del 2010 ha collezionato importanti partecipazioni otte-
L’ex albergo Europa
di positivo. Resta il fatto che la piazza principale del paese, quella del ben venuto al visitatore, si presenta molto male con un cantiere abbandonato. Costretti da un’occasione importante, la festa del patrono con eventi che si sarebbero svolti proprio sulla piazza, qualcuno si è reso conto che quella
situazione non era proprio più tollerabile e ha disposto la rimozione di materiali con la successiva messa in opera di un telone per fare da schermo, in qualche modo, all’abbandono di un cantiere molto importante per il paese. Ma sarebbe opportuno procedere ad una sistemazione più decorosa in attesa della ripresa dei lavori, soprattutto se i tempi, come temiamo, saranno ancora lunghi. Cominciare a considerare l’immagine che si da del paese uno dei cardini fondamentali per essere degni di far parte di un circuito turistico e ambientale, l’unica risorsa ancora disponibile per il futuro, dovrebbe essere l’impegno principale di ogni amministratore. A proposito dell’opera di restauro, non sappiamo se fu presentato al pubblico il progetto con le nuove disposizioni interne. Per i non addetti ai lavori non è facile poterne prendere visione. Noi comunque ci auguriamo che siano stai previsti spazi adeguati da mettere a disposizione delle numerose attività culturali, artistiche e sociali presenti così numerose nel paese. Necessità che l’edificio in questione, per le sue caratteristiche, potrebbe facilmente soddisfare.
Tanti i successi per l’atleta roccheggiano
Marco Zitelli, la passione per il “lancio del disco”
nendo ottimi risultati. Ecco il suo ricco tabellino: 2° ai Campionati Italiani invernali lanci a San Benedetto del Tronto; 12° alla Coppa Europa invernale lanci svoltasi ad Arles (Francia); 1° alla Coppa Italia di Firenze; 9° al famoso Golden Gala di Roma; 10° ai Campionati Europei per Nazioni di Bergen (Norvegia); ancora 2° ai Campionati Italiani assoluti di Grosseto. Un medagliere niente male per Marco che si è distinto in una delle discipline più difficili dell’atletica, indossando anche la maglia azzurra. “In Francia e in Norvegia -ci racconta con particolare emozione- gareggiavo per la nazionale”. Ottimo anche il suo personale assoluto di lancio del disco (61,61) che è anche la 12° prestazione di sempre in Italia. Ragazzi come Marco Zitelli devono es-
L’atleta roccheggiano Marco Zitelli
sere presi ad esempio per il loro modo di praticare sport in modo pulito senza dover fare uso di sostanze dopanti ma potendo contare soltanto sulla costanza degli allenamenti e su quell’innata capacità di mettere in sintonia corpo e mente. Bravo Marco!
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di Andrea Sebastianelli La notizia è di quelle che ti fanno saltare dalla poltrona! Dopo anni (oltre trenta) in cui tutti (istituzioni e tecnici) hanno detto che scientificamente non è provato che le onde elettromagnetiche provochino danni alla salute, una verità diversa comincia a trapelare grazie alla vicenda che ha coinvolto Radio Vaticana di Cesano. Una perizia, richiesta dal Tribunale di Roma, ha stabilito un nesso tra l’insorgenza di tumori e leucemie e l’esposizione alle onde emesse dagli impianti di trasmissione radiotelevisiva. Per i roccheggian questa non è solo una notizia di cronaca ma è una vera e propria bomba che apre gli occhi di fronte ai numerosi casi di tumori, leucemie ed altre patologie minori che da molti anni stanno provocando a Rocca di Papa decessi e malati cronici. La valenza e l’autorevolezza di questa perizia non è in discussione visto che lo studio è stato condotto dal dottor Andrea Micheli dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, un’istituzione nota soprattutto per la sua intransigenza, professionalità e competenza. Oltre al dottor Micheli, la perizia ha visto la partecipazione attiva di altri medici ed esperti, tra cui Paolo Baili, Elisabetta Meneghini, Franco Berrino, Arduino Verdecchia e Marco Baldini. Due sono state le perizie richieste dal Tribunale. La prima ha riguardato i 137 decessi che hanno colpito la popolazione dal 1997 al 2003; la seconda ha preso in esame 141 decessi. Le loro conclusioni sono sconvolgenti avendo individuato “un’asso-
A P P R O F O N D I M E N T O
Onde maledette Ripetitori radio-tv a Monte Cavo vetta
Una perizia scientifica accusa Radio Vaticana: “Esiste un nesso tra l’esposizione alle onde elettromagnetiche e l’insorgenza di tumori e leucemie”. Rocca di Papa, ora, ha paura... mentre il Comune tace. ciazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all’emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia”. Ancora più drammatica un’altra affermazione secondo cui “l’esposizione alle antenne di Radio Vaticana, per importanti tempi di vita dei bambini sino ai 14 anni d’età, sia associata a un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi”. Nel leggere i passi delle perizie subito la mente corre non solo alla vetta di Monte Cavo, dove sono installati una sessantina di impianti fra radio e televisioni, ma anche al Santuario della Madonna del Tufo che da alcuni anni ospita diverse antenne radiofoniche, tra cui Radio Maria. Oppure alla località Costarelle, sopra il centro storico di Rocca di Papa e a poche decine di metri dalla piazza dei Campi d’Annibale, dove oltre ai pontiradio (che emettono onde di minore intensità) in passato avevamo segnalato la presenza di un’antenna radiofonica mai smentita nè dall’amministrazione comunale nè dai proprietari dell’area. I timori e le paure aumentano e i risultati delle perizie sono importanti perchè rivestono “un primario e assoluto interesse
per le persone coinvolte e per la giustizia”. Se io fossi il Sindaco di Rocca di Papa non perderei un minuto in più ed istituirei subito un ufficio comunale per raccogliere prove e testimonianze dei miei concittadini circa malattie e decessi sospetti riguardanti parenti ed amici; istituirei subito una commissione tecnica per verificare lo stato attuale dell’esposizione alle onde elettromagnetiche da parte dei cittadini; darei avvio a un controllo quotidiano attraverso una centralina indipendente con il compito di misurare in ogni moUn gruppo di antenne di Monte Cavo mento della giornata l’intensità delle onde emesse; ed infine nulla di tutto questo perchè la metterei a disposizione dei miei politica locale, prima di ergersi concittadini un ufficio legale a paladina dei diritti dei cittaaffinchè chi abbia subito de- dini, dovrebbe fare piena luce cessi in famiglia o chi abbia su ciò che è accaduto a Monte contratto una grave patologia Cavo fin dal 1976. tumorale e leucemica legata E la politica non lo farà mai all’elettrosmog possa comin- perchè emergerebbero responciare a chiedere giustizia. Ma sabilità vere su questa fenomecome al solito non accadrà nologia tutta roccheggiana.
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ECOMAFIE 2010 Nel Lazio cresce l’allarme per i reati ambientali
Legambiente ha presentato il “Rapporto 2010 (riferito al 2009)” in cui il dato più eclatante riguarda la Regione Lazio che ha conquistato il secondo posto nella classifica dei reati contro l’ambiente (nel 2008 era in quinta posizione). Quasi 3.500 le infrazioni accertate. In VII pagina
Il libro del mese
Cuore di Cactus
La nostra recensione è dedicata al libro di Antonio Calabrò, “Cuore di cactus”, un vero e proprio viaggio nelle vicende che tra Palermo e Milano hanno caratterizzato la sua vita di giornalista, scrittore e manager. Un libro che ci fa guardare alcune vicende italiane sotto una luce nuova.
In VII pagina
L’Italia e la News da mafiosità Mafiopoli
In VII pagina
In ultima pagina
il Segno
il Segno
RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
suppl.to al n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010 de “il Segno”
Contro il clan Casamonica la Provincia è parte civile
In V pagina
Zoomafie, smascherati i reati contro gli animali
In VI pagina
Chiude lo sportello antiusura dei Castelli?
In VI pagina
Ritratti d’autore
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
In II e III pagina
Vita e morte del “Prefetto dei cento giorni” Ritratti d’autore,
DALLA CHIESA
di Ettore Zanca Oggi il sole scalda la pelle. Mi piace. Allora avverto forte la nostalgia di Palermo e cerco il cielo con la tonalità giusta, del tutto simile al blu della mia infanzia. Tuffarsi nel passato con questo caldo è refrigerante. Mai indulgere ai ricordi col maltempo. La pioggia stinge l’ottimismo e ci trasforma in aspiranti Baudelaire. Mai raccontare un fatto di cronaca con coinvolgimento personale, specie se è difficile spiegare cosa potrebbe collegarmi a Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nulla che sia comprovabile oggettivamente. Di sicuro. La cronaca racconta di una vittima sacrificale. Anzi tre. L’altare scelto per immolarli fu una via di Palermo, mai stata così famosa come da allora. Incastrata tra il Teatro Politeama e Via Libertà. Via Isidoro Carini. Molti palermitani seppero i dati anagrafici di quella strada in quel 3 settembre 1982 e per sempre associarono il Prefetto dei cento giorni a Palermo con quella data e quella via. Una cantilena ripetitiva. TresettembreottantadueviaCariniDallaChiesa.
IL PRIMO RICORDO DI MAFIA
Io ero tra quelli. Uccidere il generale Dalla Chiesa fu la prova che la Mafia sapeva colpire preventivamente. Praticamente le cosche spararono a un leone addormentato, per paura del suo risveglio e delle sue azioni post-letargo. In questo caso la prevenzione fu agevolata. Dalla Chiesa chiedeva da tempo poteri che il go-
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verno tardava a concedere. Nel frattempo i migliori killer venivano precettati per l’azione. Quell’uomo non poteva e doveva nuocere come nella lotta al terrorismo. La leggenda narra di un discorso ai Cantieri Navali. Il Generale parlò di legalità e senso dello Stato. Un operaio gli chiese: “Eccellenza, ma vuole fare la rivoluzione?“, “No, voglio far funzionare lo Stato a Palermo“. “E questa secondo lei non è rivoluzione?“. Urgeva un’azione esemplare, anche a costo di violare la regola sacra di non toccare le donne, anche a costo di uccidere la numerosissima scorta, composta da un uomo solo, che viaggiava nell’altra macchina. Domenico Russo. Io ricordo. La mia memoria storica scivola come una essenza nel fiume della mia vita. Il primo omicidio di Mafia che ricordo nitidamente con immagini familiari. Rivedo mio padre tornare a casa di corsa, furibondo. Nel viso l’espressione di chi aveva
“Il primo omicidio di mafia che ricordo nitidamente con immagini familiari. Rivedo mio padre tornare a casa di corsa, furibondo. Nel viso l’espressione di chi aveva subito una mutilazione fresca della propria speranza di legalità” subito una mutilazione fresca della propria speranza di legalità. Amareggiato, aveva sprecato la sua rabbia perché non trovava la casa degli amici da cui doveva andare a cena, adesso la rivoleva tutta per riversarla su quella strada insanguinata. Era iracondo. Mio padre non si arrabbiava mai, al massimo ironizzava disilluso e con citazioni colte da professore quale era.
UN INCONTRO E UN RICORDO
Cos’è una leggenda? Un bellissimo fiore acquatico che viene a galla raramente e
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per poco, non fai in tempo a fotografarlo che subito scompare. Puoi solo raccontarlo, sperando che ti credano. Qualche anno dopo frequentavo il liceo classico “Meli” di Palermo. Avevo come dirimpettai di corridoio molti figli di magistrati, Grasso, Guarnotta, Borsellino. Mi ero guadagnato un soprannome che era un tatuaggio: il nipote del preside. Una etichetta che creava problemi, più che con i miei compagni, con mio zio che per non dare adito a favoritismi mi trattava peggio degli altri. Adesso lo ringrazio, prima un po’ meno. La mia timidezza e il mio amore per greco e storia dell’arte,
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II
3 settembre 1982, l’attentato a Carlo Alberto Dalla Chiesa
Ritratti d’autore,
DALLA CHIESA rendeva completo il ritratto del perfetto imbranato. In una estate persa nel tempo ero a Roma con mio padre e mia madre. Quel giorno a pranzo in un ristorante vicino al Pantheon magnificavo a mia madre che non era venuta con noi, le bellezze dei Musei Vaticani, percorsi tutti d’un fiato con mio padre stremato dietro di me. Raccontavo l’avidità con cui avevo divorato il patrimonio artistico. Guardo a quel momento come si guarda un ritratto a olio e china di un raro momento di serenità e unità familiare. Si alzò un uomo dal tavolo vicino. Aria da nobiluomo, modi e posture idem: “Permettete? Siciliani?”. “Palermitani!”- rispondiamo noi, non specificando ma puntualizzando, in una protervia dei confini propria ai baschi e ai siciliani, mai regionalizzare con noi. “Volevo complimentarmi con voi, ho involontariamente ascoltato i vostri discorsi avete un figlio che mi ha ridato fiducia nella vostra terra, mi ero ripromesso di non parlare mai più con un siciliano, mi avete portato via delle persone care. Oggi faccio pace volentieri con voi. Complimenti. Permettete? Setti-Carraro“.
CRONACA... NON LEGGENDA
Segue baciamano discreto a mia madre. Setti-Carraro, come Emanuela, moglie del Generale Dalla Chiesa. Ricordo i miei in estasi, in particolare mio padre felice come un bimbo davanti al giocattolo a lungo ambito. I sentimenti estremi in lui erano sempre più rari, li diluiva frequentemente nella malinconia, che pian piano lo avrebbe portato via e che gli rendeva gli occhi sempre più liquidi e tristi. Io a volte sono assalito dai dubbi, che quell’uomo fosse un mitomane o un millantatore, oppure che tutto questo non fosse successo come lo ricordo io. A prescindere, ci restituiva una dignità che ci meritavamo, noi che vivevamo in quella terra martoriata eravamo i primi a volerla amata dal prossimo come da noi stessi. In ogni caso è una leggenda, che personalizza fino all’estremo un fatto di cronaca che più di altri mi ricordo. Mai farsi coinvolgere personalmente da quello che si scrive. Mettere sempre una barriera emotiva. Attenersi ai fatti. Mai piazzare un campanello proprio vicino al posto dove dormono alcuni ricordi. Prima o poi qualcuno lo suonerà e tutto si risveglierà. Cronaca e foto di famiglia in un ristorante. TresettembreottantadueviaCariniDallaChiesa.
Una breve biografia
Dalla lotta al terrorismo rosso alla “scoperta” della Mafia Il generale dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa, è stato Prefetto di Palermo nel 1982, nominato dall’allora Ministro degli Interni Virginio Rognoni. Era già stato nel capoluogo negli anni 66-73, al comando della legione Carabinieri e tra i primi aveva lanciato l’allarme sui cambi di equilibri che si stavano delineando all’interno della Mafia. Credeva nella profonda collaborazione tra le forze dell’ordine. Proprio grazie all’aiuto di Boris Giuliano, investigatore della Polizia poi ucciso dalla Mafia, indagherà sulla scomparsa di Mauro De Mauro, giornalista de “L’Ora”. Utilizzò infiltrati per penetrare nelle maglie delle cosche mafiose, tanto da riuscire a compilare un dossier dei 114, un memoriale in cui si tracciavano i nuovi equilibri di Cosa Nostra. Negli anni successivi si distingue nella lotta al terrorismo, come comandante della regione militare del nord-ovest, nell’arco di tutti gli anni
ANNOTAZIONI PER COMPRENDERE L’OMICIDIO DEL GEN. DALLA CHIESA
Le istituzioni furono fischiate ai funerali, fu l’inizio dell’insofferenza dei palermitani onesti, sfociata anche in atteggiamenti ben più bellicosi con il crescere esponenziale delle morti di chi contrastava la Mafia e restava solo. Il giorno dopo sul luogo dell’omicidio un cartello anonimo recava la scritta “qui è morta la speranza dei palermitani onesti”. Durante i funerali il Cardinale di Palermo Salvatore Pappalardo pronunziò una omelia imbarazzante per i politici intervenuti, parafrasando un passo di Tito Livio disse: “Mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici [..] e questa volta non è Sagunto ma Pa-
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lermo“. L’omicidio venne compiuto in maniera nuova rispetto ai codici criminali, fu uccisa una donna, vennero utilizzate le mitragliette russe Kalashnikov, a conferma di predilezione di quest’arma per le guerre di Mafia che imperavano. Immediatamente dopo l’omicidio, sparirono dei documenti importanti dalla residenza del Generale. Pratica ripetuta altre volte, in altri omicidi, con successo, Giuseppe Ayala nel suo libro “Chi ha paura muore ogni giorno” parla di “una agenzia funebre parallela, che agisce, facendo sparire tutto mentre di fatto si compie l’assassinio”. È medaglia d’oro al valor civile.
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70 compie vari arresti e di fatto infligge duri colpi alle Br, ma sono anni in cui perde la prima moglie per un infarto. Il suo dolore lo porterà ancora di più a buttarsi solo sul lavoro. Nel Il Gen. Dalla Chiesa e la moglie 1982 è nomiEmanuela Setti-Carraro nato Vice Comandante Generale buoni rapporti con le dell’arma. Grado mas- forze dell’ordine gli simo per i Carabinieri. fanno comunque avanParte per Palermo, nella zare alcune indagini. In speranza di riuscire a particolare quelle condare uno scossone alla dotte con la Guardia di lotta alla Mafia, come Finanza, sui proventi e i Prefetto. Denuncerà su- traffici illeciti. Ma anche bito la mancanza di sui legami politici. Inevimezzi e di uomini nel suo tabile che la pericolosità lavoro, oltre che di poteri del simbolo e dell’uomo (ironizzerà amaramente crei timori nella criminadi essere venuto a Pa- lità. Ma non solo. Il 3 setlermo con i poteri del Pre- tembre del 1982 alle fetto di Forlì). 21:15, un commando ucTuttavia pur in carenza di cise il Generale, La sesupporto istituzionale conda moglie Emanuela compie arresti impor- Setti-Carraro di soli 32 tanti, tra cui dieci boss anni, l’agente di scorta corleonesi e aggiorna la Domenico Russo. Manmappa mafiosa con il danti furono i vertici di rapporto dei 162. I suoi Cosa Nostra.
IV
di Andrea Sebastianelli “Lavanderia del mattone”. Con questa dicitura viene indicato il Lazio quale regione scelta dalle mafie per riciclare, attraverso il cosiddetto ciclo del cemento, i proventi derivanti da attività illecite. Nel mirino criminale finoscono così grandi opere, parcheggi, supermercati e strutture alberghiere con il compito di rimettere in circolazione i soldi sporchi. Una vera e propria specializzazione per la nostra regione che sempre più spesso appare come meta prediletta soprattutto da ‘Ndrangheta e Camorra che trovano nella criminalità locale un terreno fertile su cui piantare nuove alleanze criminali. A dirlo è il Rapporto Legambiente 2010 (riferito ai dati del 2009) che si sofferma sui diversi illeciti ambientali nei quali il Lazio è secondo solo alla Campania con 3.469 infrazioni accertate contro le 4.874 della Campania, le 2.898 della Calabria e le 2.520 della Sicilia. Nel rapporto precedente il Lazio era al quinto posto e, a distanza di un anno, è arrivato a toccare la vetta. Ed è proprio questo il primo aspetto che salta agli occhi leggendo lo studio sulle ecomafie italiane. In più la città di Roma conquista il primo posto assoluto nella classifica nazionale. Dati allarmanti su cui soprattutto la politica regionale dovrebbe cominciare ad interrogarsi sulle cose da fare per arginare il fenomeno. Il cemento, come detto, rappresenta il settore più ambito
R E T E
La lobby criminale del cemento fa conquistare al Lazio il 2° posto
Il Rapporto di Legambiente sulle ecomafie descrive una regione diventata la “lavanderia del mattone” per riciclare denaro sporco. In aumento anche i reati faunistici e ambientali scoperti dalla Polizia Provinciale.
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dalla criminalità organizzata che mira principalmente a infiltrarsi nelle amministrazioni comunali per ottenere varianti ai Piani Regolatori esistenti con lo scopo di rendere edificabili terreni che in precedenza non lo erano. Infiltrazioni dietro le quali spesso si nascondono ricatti e tangenti che creano un patto di ferro tra politica, imprenditori e lobby criminali. Un patto che non può più essere sciolto a meno di subire ritorsioni, minacce e attentati. Una situazione questa che penalizza
anche l’imprenditoria locale (a volte ditte a conduzione familiare o semplici artigiani) che, spesso, trovandosi in difficoltà economiche accetta di cooperare con società di dubbia provenienza per poi trovarsi, a distanza di poco tempo, ad essere estromesse definitivamente dalla rete degli appalti con un grave danno sia per l’economia sana sia per l’occupazione regolare. Nel 2009 i casi più eclatanti sono stati il sequestro a Sabaudia (Lt) di 285 villini e a
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Pomezia (Rm) di 421 unità immobiliari; lo scandalo legato ai mondiali di nuoto di Roma che ha portato a scrivere sul registro degli indagati ben 33 persone; lo scandalo a Rieti per i lavori di adeguamento della Via Salaria. Ma si potrebbe continuare all’infinito. Un lungo elenco che dimostra come ormai siamo di fronte ad una vera emergenza che può essere combattuta soltanto attraverso un controllo efficace degli appalti pubblici. Nessun luogo della Regione può considersi immune
V
i giornalisti antimafie hanno scritto...
CONTRO I CASAMONICA LA PROVINCIA DI ROMA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE
di Fabio Di Chio* La Provincia di Roma contro il clan dei Casamonica. Si è costituita parte civile nella prima udienza del processo cominciato l’altro ieri (12 luglio 2010, n.d.d.) contro Consiglio Di Guglielmi, 58 anni - detto l’“ottavo re di Roma” - Raffaele Casamonica e la moglie Loredana Licheri, entrambi di 50, arrestati a febbraio dai Carabinieri di Frascati. Per vent’anni i tre hanno preteso soldi a tassi usurai da un povero imprenditore edile di Ciampino: ha chiesto poche migliaia di euro e ne ha versati oltre 400 mila. Un incubo che agli aguzzini ha fruttato un patrimonio. E infatti, a febbraio, insieme con le manette ai tre sono scattati pure i sequestri: una villa a Ciampino, 36 unità immobiliari, due appartamenti e cinque terreni a Roma, una villa con terreno a Zagarolo, altri fondi con scheletro in cemento armato a Bracciano, un fabbricato a Castel Sant’Elia (Viterbo), cinque autovetture di lusso, conti correnti bancari e postali.
Il caso dell’imprenditore finì all’attenzione dello Sportello intercomunale antiusura di Frascati, consorzio tra Caritas, trenta Comuni dell’hinterland e la Provincia. E ora che l’inchiesta si è chiusa e si è aperto il processo ai Casamonica, la Provincia di Roma ha chiesto al giudice di accogliere la richiesta per la costituzione di parte civile. “E’ la seconda volta che accade - spiega l’assessore provinciale alla Tutela dei consumatori e lotta all’usura, Serena Visentin - la prima è stata ad Anzio, in un altro procedimento in cui la vittima è un commerciante. Roma è la prima Provincia in Italia ad essere scesa in campo contro l’usura con questi mezzi, con questa determinazione. Il fenomeno è assai diffuso. Lo sportello aiuta economicamente chi è vittima degli aguzzini. Ma fa anche prevenzione -sottolinea l’Assessore intervenendo prima che la situazione degeneri, aiutando le persone a superare il momento di difficoltà, evitando che ricorrano all’usuraio”. Durante il processo le posizioni dei
La sede della Provincia di Roma
tre si sono diversificate. Gli avvocati difensori hanno avanzato richieste differenti che in prospettiva equivalgono a pene diverse, con o senza sconti. Infatti, i legali di Raffaele Casamonica e la moglie Loredana Licheri hanno avanzato richiesta per il rito abbreviato (un terzo della pena in meno). Mentre i difensori di Consiglio Di Guglielmi, l’“ottavo re di Roma”, preferiscono la strada del processo ordinario. * apparso sul quotidiano “Il Tempo” (cronaca di Roma) del 14 luglio 2010 a pag. 37
Il Lazio conquista il 2° posto Rapporto Ecomafie 2010 dal fenomeno. Molto interessanti sono anche i dati relativi alle cinque province laziali. Roma e provincia, da sole, hanno raggiunto il 7,6% delle infrazioni riscontrate sul totale dell’Italia (2.163), seguite da Latina (con 680), Rieti (261), Frosinone (216) e Viterbo (149), per un totale appunto di 3.469 (cioè un balzo in avanti di 1.383 infrazioni accertate in più rispetto al 2008). C’è da dire che il Lazio (Roma e Provincia in particolare) è stato caratterizzato anche da un forte aumento dei controlli messi in campo dalla Polizia Provinciale oltre a quelli soliti di Carabinieri, Polizia, Forestale e Finanza. Reati am-
bientali commessi soprattutto nel settore faunistico con 1.411 infrazioni. Tutte insieme le province laziali raggiungono la ragguardevole cifra del 12,1% delle illegalità ambientali commesse in Italia. Una bella fetta di illegalità dietro la quale si nascondono ottimi affari per le attività criminali che da questa traggono i loro proventi. Un altro settore in cui la Capitale primeggia è quello dell’Archeomafia, con i furti di opere e oggetti d’arte che hanno toccato quota 227 (nel 2008 erano stati 158), cioè il 20,8% sul totale dei furti commessi sull’intero territorio nazionale. Il dato positivo che può in
REATI AMBIENTALI PROVINCE DEL LAZIO Provincia ROMA
LATINA RIETI
FROSINONE VITERBO Totali
2.163 680 261 216 149
3.469
parte tranquillizzare i cittadini laziali è il ruolo svolto dalle forze dell’ordine che, malgrado le difficoltà dovute alla carenza degli organici e ai tagli ricorrenti
Percentuale sul tot. naz. 7,6% 2,4%
Posizione in classifica naz. 1° 8°
0,9%
34°
0,5%
59°
0,8% 12,1%
A N T I M A F I E
40° /
dei loro bilanci di anno in anno, riescono comunque a garantire un adeguato ed efficiente controllo del territorio. Andrea Sebastianelli
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il Segno
Infrazioni accertate
R E T E
“Zoomafia 2010”, la LAV scoperchia gli interessi criminali
di Daniela Di Rosa Un giro d’affari stimato dalla LAV (Lega Anti Vivisezione) in circa 3 miliardi di euro: questa la cifra che emerge dal “Rapporto Zoomafia 2010”, che analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità organizzata nel 2009. Lo scorso anno abbiamo assistito a un calo degli interventi di contrasto contro le corse clandestine di cavalli e le infiltrazioni criminali nel settore dell’ippica, anche se si tratta di campi in cui la criminalità organizzata sembra concentrare sempre più il suo interesse: un “settore”, quello delle corse, che da solo produce un business stimato in circa 1 miliardo di euro. Appena 5, infatti, le corse bloccate e una sola inchiesta, che ha portato al sequestro di 56 cavalli e alla denuncia di 88
persone di cui 10 arrestate. Però il calo delle azioni di contrasto non corrisponde ad una diminuzione del fenomeno, anzi valutazioni che prendono in esame altri indici, come dati informali o segnalazioni, confermano in modo preoccupante la sua pericolosità. Sono aumentati, invece, gli interventi e le operazioni di contrasto contro l’importazione illegale di cuccioli dai paesi dell’Est: in 15 mesi, solo in base alle notizie di stampa, sono stati sequestrati 886 cuccioli, centinaia di microchips-trasponditori e libretti sanitari, farmaci, dispositivi medici, e sono state denunciate 41 persone, tra trasportatori, allevatori e commercianti. Stabile il business legato alla gestione di canili “illegali” (strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igie-
nico sanitario e strutturale) così come il business sui randagi, che garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Solo nel 2009 i Carabinieri per la Tutela della Salute hanno svolto 1.649 controlli nei canili, che hanno portato a 565 denunce, all’accertamento di 1.312 violazioni amministrative e al sequestro di 5.900 animali. A questi vanno sommati gli interventi e i sequestri fatti dal Corpo Forestale dello Stato e dagli altri organi di polizia. Grande preoccupazione desta il fenomeno della cosiddetta
CHIUDE LO SPORTELLO ANTIUSURA DELLA PROVINCIA?
Potrebbe chiude i battenti dopo 11 anni il numero verde antiusura della Provincia di Roma, gestito dall´Associazione Codici, che solo nel 2009 aveva ricevuto oltre 100 telefonate alcune delle quali, superiore al 30%, provenivano proprio
dai Castelli Romani. Saracinesca per dipendenti e utenti. A provocare la chiusura dell’utile servizio, stando a quanto dichiarato dall’ente provinciale, sarebbe la mancanza di fondi. Un servizio, quello offerto da Codici, che non si limitava a ricevere le segnalazioni, ma offriva, oltre alla consulenza e assistenza legale, anche quella psicologica, supportando in ogni campo le necessità dell´utente. Un provvedimento, dunque, che lascerebbe incerti sullo smantellamento di una prestazione che da oltre un decennio aveva dimostrato di essere valida e gradita. Solo lo scorso 29
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aprile così si era espresso il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino, a proposito del servizio di numero verde anti-usura: Sono certamente apprezzabili l'impegno profuso dalla Provincia di Roma sul tema dell'usura e le iniziative attuate per contrastare alla base questo dilagante fenomeno”. Dichiarazione che, a leggerla dopo circa due mesi, lascia l’amaro in bocca. Eppure i dati statistici forniti dal presidente della Provincia Zingaretti e dal Sindaco Alemanno solo poco tempo fa hanno evidenziano lo stato di disagio economico e sociale che stanno attraversando gran parte dei lavoratori, dei pensionati, ma anche piccoli imprenditori e moltissimi artigiani proprio a causa dell’usura. Se ai problemi dei salari, delle pensioni insufficienti a fronteggiare il caro vita, della carenza endemica dei servizi sociali essenziali (sanità, trasporti, scuola, asili nido) si aggiungono le ricadute negative della crisi sui lavoratori e sulle imprese, appare chiaro come in assenza di un’opportuna politica del credito, sempre più persone si troveranno esposte a pratiche usuraie e illegali. Speriamo che la Provincia torni sui suoi passi garantendo ai suoi cittadini uno dei servizi più utili e importanti per contrastare la criminalità organizzata. Andrea Rasetti
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“Cupola del bestiame” e dei reati ad essa connessi, che vanno dalle truffe ai danni dell’Erario, dell’UE e dello Stato, al traffico illegale di medicinali, dal furto di animali da allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari, fino alla commercializzazione di carni e derivati, provenienti da animali malati. Un business con un fatturato annuo di almeno 400 milioni di euro. www.lav.it
il libro del mese
Una vita di storie che raccontano l’Italia
di Daniela Di Rosa Milano e Palermo. E’ intorno a queste due grandi città italiane che ruotano i ricordi e le riflessioni di Antonio Calabrò, giornalista, scrittore e manager (gruppo Pirelli), autore del libro “Cuore di cactus” (Sellerio, 143 pagine). Due città che Calabrò conosce molto bene e che hanno segnato, nel bene e nel male, la sua vita di giornalista sempre in prima linea nelle vicende drammatiche che hanno interessato le organizzazioni criminali italiane. E stà proprio in questo il suo segreto, aver conservato nel tempo ricordi nitidi della sua vita così da far rivivere anche ai lettori i momenti più difficili di un’esistenza destinata a non essere banale ma a testimoniare il valore della memoria. Proprio come il cactus, una pianta particolare che, malgrado l’ambiente ostile, riesce a conservare nella sua carne il succo della vita sfamandosene nel momento del bisogno.
Gli italiani e la mentalità mafiosa
A chi non è capitato di indignarsi quando all’estero ci etichettano come “italiani mafiosi”? Quante volte abbiamo cercato di difenderci e di difendere l’Italia tutta apportando argomenti, esempi ed infine concludendo che sì, la mafia c’è ma non è diffusa la mentalità mafiosa in tutta la penisola. Ma poi, ripensandoci bene, pensando alle cose di tutti i giorni, a ministri che si trovano le case pagate da altri senza sapere da chi e perchè, pensando a “operatori di emergenza” che hanno mangiato a piene mani sulle disgrazie di cittadini terremotati e, sopratutto, vedendo che la reazione popolare che non è di indignazione ma solo di fastidio, dobbiamo ammettere a noi stessi che veramente in Italia persiste una mentalità “mafiosa”. Anche se mi da fastidio ammetterlo, devo riconoscere che determinati atteggiamenti altro non sono che il substrato su cui è nata
Un succo prezioso cominciato ad accumularsi fin dalle prime esperienze come cronista de “L’Ora”, il quotidiano antimafia per eccellenza che segnò la carriera di tanti giornalisti che ancora oggi sono sul fronte a combattare la guerra infinita contro il male. Pagine di grande intensità quelle costruite da Calabrò ma anche di profonda filosofia sociale in cui si mescolano i colori e gli odori ancestrali della Palermo degli anni Sessanta, con il suo fermento culturale e la sua voglia di essere città senza confini, fino alla Palermo delle violenze mafiose che la faranno precipitare nel limbo delle città controllate da uno Stato altro che detta regole e condizioni. Ed è proprio a causa di uno degli omicidi di Mafia di quegli anni, dell’amico fraterno il commissario Ninni Cassarà, che Calabrò lascerà la sua città per approdare nella Milano capitale del successo, del lavoro e della moralità, in cui comincerà per
di NOEMI BEVILACQUA
e si è radicata la mafia. In qualsiasi altra parte del mondo una persona che riesce ad eludere la legge, per esempio non pagando le tasse, è biasimata da tutti e non rappresenta una persona “in gamba”. In altre nazioni qualora si scoprisse che un politico o amministratore fosse corrotto, non solo non verrebbe rieletto ma perderebbe completamente la credibilità pubblica. Purtroppo qui da noi non è così e non solo al sud: quanti esempi potremmo citare sui tanti amministratori locali coinvolti in appalti poco chiari, oppure sulla gestione dei soldi pubblici non limpida… eppure sono sempre lì, con le persone che continuano a dar loro fiducia eleggendoli. Alle ultime regionali alcuni figuri (seppure in odor di corruzione) sono stati eletti lo stesso. Non basta più nemmeno la gogna mediatica. Perché? Veramente tutti sono così ingenui e dimenti-
cano che cosa sia successo? Ma da che cosa deriva tutto questo? Fin dal Medioevo si ha traccia di come l’appartenenza a determinati gruppi potesse dare una forma di impunità e di strapotere. Fin dai tempi della società feudale si possono riconoscere gli embrioni di questa mentalità. È facile affermare che la mafia sia nata in Sicilia durante il risorgimento ma questo non riuscirebbe a spiegare come si sia diffusa e come abbia attecchito in una società “sana”. Andando indietro nel tempo vediamo come già durante il Medioevo la nobiltà abbia svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo di questa mentalità: ogni qual volta un potente era coinvolto in un processo, il potere esercitato dalla famiglia, dalla casata, faceva sì che rimanesse impunito. È famoso l’episodio in cui Leonardo da Vinci fu coinvolto in una storia di pedofilia insieme ad un gruppo di nobili, fra cui un giovane Bonaccorti, e furono tutti prosciolti, appunto, per la presenza del nobile stesso fra il gruppo dei rei. Questa modalità ripetuta miliardi di volte nel corso dei secoli ha portato alla
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radicazione del concetto secondo cui è possibile entrare in un gruppo di “impuniti” i quali possono compiere ogni tipo di azione e non. Dall’altra parte c’è la popolazione normale, vessata dalle angherie degli impuniti da una parte e delle varie forme di governo dall’altra. L’aspirazione a migliorare la società è preceduta dall’ammirazione per chi gabba la legge e nell’aspirazione ad appartenere a questa cerchia di persone. Tale cerchia in passato era composta dai cortigiani e adesso è rappresentata dalla casta politica. Le varie riforme che hanno visto un radicale cambiamento delle leggi processuali in Italia non hanno mai sradicato fino in fondo i diffusi privilegi e hanno sempre lasciato aperta una porta per le scappatoie, e questo perchè le riforme essendo fatte da chi detiene il potere sono volte anche a mantenere lo stesso nelle proprie mani il più a lungo possibile. A tutt’oggi ancora non possiamo affermare che la legge è uguale per tutti in Italia e, purtroppo, per la stragrande maggioranza dei nostri connazionali questo non è un male ma un’ipotetica via di fuga.
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lui un’altra vita acculando altro succo prezioso che si mescolerà con quello raccolto a Palermo. “Cuore di cactus” è un libro da leggere senza interruzioni, alla fine del quale si avrà la sensazione di aver visto scorrere davanti ai propri occhi frammenti importanti di storie italiane che ci sembrerà assurdo non averli notati in precedenza. Un libro che ci farà anche indignare per alcune vicende narrate e per l’incapacità di una parte d’Italia di trovare il coraggio di reagire di fronte all’inganno mafioso.
NEWS da 25 giugno, Velletri-Nemi
MAFIOPOLI 13 luglio, Anzio-Nettuno
mer, in grado di emettere segnali di disturbo per i sistemi Gps.
SEI ARRESTI PER GIRO ‘NDRANGHETA, ARRESTATO DI PROSTITUZIONE AI CASTELLI VINCENZO GALLACE I Carabinieri della Compagnia di Nemi, supportati da altri della Compagnia di Velletri, hanno sgominato una banda criminale che controllava il vasto giro di prostituzione in diverse zone dei Castelli Romani. Quattro uomini e due donne sono stati arrestati mentre sette giovani donne sono state liberate dai militi. L’operazione, denominata “Escort”, ha interessato un giro criminale esistente fra Velletri, Aprilia e Roma portando alla luce il ruolo di diverse organizzazioni criminali che si contendono il mercato della prostituzione. A capo della banda c’era un tunisino di 52 anni.
Il Capo della ‘Ndrina calabrese Gallace-Novella è stato arrestato durante l’operazione congiunta della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Milano e quella di Reggio Calabria. Oltre al boss, Vincenzo Gallace (che dagli anno ‘70 è presente nei Comuni di Anzio e Nettuno), le manette sono scattate per altri 304 presunti affiliati alla cosca. Per Gallace l’accusa è di aver commissionato l’assassinio di Carmelo Novella, capo dell’omonima cosca, ucciso nel 2008 nei pressi di Milano. Nel 2004 Gallace e Novella finirono in manette per associazione mafiosa e traffico di cocaina.
ASSASSINATO “O LUONGO” BOSS DELLA CAMORRA
DUE ROMANI IN MANETTE, DROGA E APPALTI, FALSIFICAVANO DOCUMENTI ACCORDO CRIMINALE
13 luglio, Roma
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L’INCHIESTA DI ANDREA RASETTI HA PRESO AVVIO DAL SEQUESTRO DEL LUSSUOSO ALBERGO DI MONTE PORZIO, “HOTEL VILLA VECCHIA”, SOTTOPOSTO A SEQUESTRO DAI CARABINIERI DEL ROS PERCHE’ APPARTENENTE A UN POTENTE CLAN DELLA ‘NDRANGHETA, QUELLO FACENTE CAPO AL BOSS ROCCO MOLE’. UN’INCHIESTA CHE FA EMERGERE I DIFFUSI INTRECCI ESISTENTI TRA LA CRIMINALITA’ E I CASTELLI ROMANI.
di ANDREA SEBASTIANELLI Nelle prime ore dell’alba del 18 febbraio scorso è scattata a Roma e in alcuni centri dei Castelli Romani, tra cui Rocca di Papa, un’operazione anticrimine tesa a smantellare una fitta rete di racket, usura e riciclaggio di denaro sporco. A coordinare l’operazione “Franky”, che ha visto il coinvolgimento della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Viterbo e della Polizia Municipale VIII Gruppo di Roma, è stato il Procuratore Aggiunto Leonardo Frisani della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma. Alla fine dell’operazione sono state denunciate 11 persone (di cui due donne) e sequestrati beni per circa 5 milioni di euro, tra cui conti correnti, automobili di lusso e quattro società operanti nel settore dell’edilizia e della ristorazione (una di queste gestiva fino ad alcuni mesi fa il complesso alberghiero di via Frascati a Rocca di Papa, “La Regina del Bosco”, prima che la struttura venisse ceduta agli attuali gestori che da questa vicenda hanno avuto soltanto danni d’immagine). Continua in IV pagina
Un territorio preda degli strozzini
Lo scorso 18 febbraio l’operazione “Franky” ha smascherato un vasto giro di usura e riciclaggio, mettendo in luce il ruolo del clan dei Casamonica, che conta oltre 400 affiliati tra Roma e Provincia, e che ora ha esteso il suo controllo sull’intera regione. Sullo sfondo un “accordo inedito” stipulato con la ‘ndrangheta.
212 omicidi in due anni nella Palermo dimenticata
ETTORE ZANCA RIPERCORRE PER NOI LE TAPPE PIU’ SIGNIFICATIVE DEI DELITTI DI MAFIA CHE IMPERVERSARONO A PALERMO TRA GLI ANNI SETTANTA E OTTANTA. MEMORIE RIAFFIORATE CHE RAPPRESENTANO UN MONITO PER CIO’ CHE E’ ACCADUTO E PER CIO’ CHE ANCORA POTREBBE ACCADERE. PERCHE’ PERDERE LA MEMORIA EQUIVALE A PERDERE UN PO’ DI NOI STESSI E DELLA NOSTRA STORIA.
Le attività illecite nei nostri Comuni
RIEPILOGO DEI DATI DEL 2007 E DEL 2008 SUI REATI COMMESSI NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI ROMA. ROCCA DI PAPA E SEGNI LE PIU’ VIRTUOSE MENTRE IN ALTRI CENTRI, COME ARTENA, CIAMPINO, COLLEFERRO, VALMONTONE E VELLETRI, I REATI IN UN SOLO ANNO SONO AUMENTATI DI MOLTO.
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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
il Segno
supplemento al n. 3, Marzo 2010 de “il Segno”
supplemento al n. 4 - Aprile 2010 de “il Segno”
n.
‘Ndrangheta ai Castelli, il pentito che fa paura anche alla politica L’hotel Villa Vecchia a Monte Porzio
Rocco Molè
Elemosine Aziende e minori criminali Nel Lazio il fenomeno dell’accattonaggio passa attraverso lo sfruttamento di centinaia di minori. A rivelarlo è il rapporto presentato dall’Osservatorio Regionale sulla Legalità e la Sicurezza. Un quadro che fa luce su molti aspetti inquietanti, a cominciare dall’acquisto dei bambini.
Sequestrate 15 aziende e quote riferite a ben 21 società, 170 conti correnti, automobili di lusso, oltre a ville ed appartamenti. Questi sono i numeri di una vasta operazione che ha scoperchiato il filo di collegamento fra la ‘ndrangheta e il clan dei Casamonica a Roma e nella provincia.
di ANDREA SEBASTIANELLI Il 22 dicembre scorso l’«Operazione Maestro», avviata dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Reggio Calabria, irrompe nei Castelli Romani e precisamente a Monte Porzio Catone dove viene posto sotto sequestro l’hotel di lusso “Villa Vecchia” (che ora ha ripreso le sue attività sotto la guida di un Commissario), ritenuto base della ‘ndrina dei temutissimi Molè. La mega struttura alberghiera alle porte di Roma, secondo gli inquirenti, serviva a riciclare il denaro derivato dalle attività illecite condotte nel porto di Gioia Tauro. Nell’operazione sono state arrestate 26 persone, tra cui Cosimo Virgiglio, considerato il principale referente amministrativo della cosca Molè, nonché amministratore di una società di import-export con la Cina operante proprio nel porto di Gioia Tauro. Lo stesso Virgiglio che, per conto della cosca, seguì le trattative per acquisire “Villa Vecchia”. Infatti, l’acquisizione del complesso alberghiero, da parte della ‘ndrangheta, avvenne nel 2007 attraverso intimidazioni e minacce nei confronti di un’imprenditrice di Sabaudia che, pur avendo un contratto di gestione della durata di dieci anni, fu costretta a lasciare la struttura.
Continua in IV
ROCCO CHINNICI Allarme Expo 2015 In un libro due giornalisti svelano il “mistero” delle infiltrazioni criminali nella capitale morale d’Italia, Milano. Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra sono già pronte ad entrare nel gioco degli appalti per spartirsi i 20 miliardi di euro stanziati per l’Expo del 2015.
Chi era Rocco Chinnici, il giudice assassinato a Palermo il 29 luglio 1983? Scopritelo in questo “ritratto d’autore”.
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In IV pagina
RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
supplemento al n. 5 - Maggio 2010 de “il Segno”
n.
Minori a rischio nel Lazio, dalla pedofilia alla prostiuzione
Sos Impresa Alessandro Lettera ai e l’usura Mancuso Castelli Il Presidente di “Sos Impresa”, Lino Busà, ascoltato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, ha chiesto una maggiore efficacia della legge contro l’usura, proponendo la costituzione di un Consorzio Nazionale a sostegno delle imprese italiane sequestrate alle mafie.
Abbiamo incontrato il cantautore palermitano Alessandro Mancuso, impegnato con i suoi testi a diffondere il senso della legalità a cominciare dalle giovani generazioni. Ne esce un ritratto incoraggiante del mondo artistico italiano rispetto ai fenommeni illegali diventati tanto diffusi.
L’Associazione “Antonino Caponnetto” della Regione Lazio ha scritto una lettera aperta ai cittadini dei Castelli Romani, chiedendo un impegno concreto di tutti contro le infiltrazioni criminali che stanno diventando una piaga sempre più diffusa in tutta la provincia di Roma.
di Andrea Sebastianelli Pedofilia e sfruttamento dei minori sono due temi scottanti… anche nella nostra regione. Temi importanti che però rimangono troppo spesso ai margini delle discussioni. Ad aprire la riflessione su questi aspetti sono due recenti ricerche dal titolo “Il fenomeno dello sfruttamento dei minori nell’accattonaggio nel Lazio” e “Il minore come vittima del reato: un’indagine sociale nelle realtà del Lazio”, promossi dall’Anci (Ass.ne Nazionale Comuni Italiani) e dall’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio presieduto dal prof. Enzo Ciconte. I dati emersi dalle ricerche mettono a nudo una realtà dai tratti sconcertanti. Nel Lazio la forma di vittimizzazione minorile più evidente è il maltrattamento che quasi sempre avviene in ambito familiare. Sono quasi 500, ogni anno, i minori laziali che subiscono violenze accertate e denunciate da parte di adulti, a cominciare dall’abuso fisico. Il maggior numero di casi si riscontra proprio nella provincia di Roma (soprattutto per la maggiore popolazione residente), mentre l’intensità del fenomeno è maggiore nel sud della nostra regione, in particolare nella provincia di Latina. Ciò che differenzia il Lazio dalle altre regioni italiane, anche qui a dirlo sono i dati emersi, è una maggiore propensione verso gli abusi di tipo sessuale, l’accattonaggio e la delinquenza minorile. Continua in IV
NINNI CASSARA’
Ettore Zanca presenta un altro dei suoi “Ritratti d’autore”. Questa volta dedica il suo articolo alla figura di Ninni Cassarà, che con le sue indagini sulla Mafia cominciò a scoperchiare gli intrecci con alcuni apparati della politica e delle istituzioni. ETTORE ZANCA in II e III pagina
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di ANDREA SEBASTIANELLI «Io non sono uno che farfuglia. Non do opinioni. Dico che quella storia non è finita perché lo so. Basta andare a cercare chi ne è uscito alla grande quindici anni fa». Con queste parole l’ex componente della Banda della Magliana, Antonio Mancini (chiamato negli ambienti criminali romani “Nino l’accattone”), ha lasciato intendere che quella banda non ha mai smesso di operare ma è tutt’ora attiva. «La Banda della Magliana ha usato e continua ad usare i soldi di chi è morto e di chi è finito in galera. E non ha più bisogno di sparare. O almeno, di sparare troppo spesso». Queste dichiarazioni Antonio Mancini le ha rilasciate al giornalista di Repubblica Carlo Bonini che lo scorso 4 febbraio ha presentato un’inchiesta esclusiva basata, oltre che sulle dichiarazioni di “Nino l’accattone”, sui convincimenti di Lucia Lotti, il magistrato che per 15 anni si è occupato delle vicende della Banda della Magliana arrestando il presunto boss Nicoletti, e sulle indagini del Comandante del Nucleo Provinciale dei Carabinieri di Roma, Vittorio Tomasone. In realtà dichiarazioni di questo tipo Antonio Mancini le rilasciò anche nel 2008.
Continua in VII pagina
supplemento al n. 2 - Febbraio 2010 de “il Segno”
I furbetti della
‘Maglianella’,
il ritorno?
Le dichiarazioni di “Nino l’accattone” riaccendono i riflettori sulla Banda della Magliana. Ma oggi la Banda esiste ancora o si tratta di altro?
135 MILIARDI DI EURO PER LA MAFIA SPA
IL XII RAPPORTO DI “SOS IMPRESA” HA SCOPERCHIATO GLI INTERESSI DIFFUSI DELLE MAFIE IN ITALIA, CHE REALIZZANO OGNI ANNO AFFARI PER 135 MILIARDI DI EURO, LA PIU’ GRANDE AZIENDA DEL PAESE. DROGA, RACKET, ESTORSIONI, INVESTIMENTI FINANZIARI E CONTROLLO DEGLI APPALTI PUBBLICI. ECCO I SETTORI IN CUI LE MAFIE SONO PADRONE. E NEL LAZIO NON C’E’ DA STARE ALLEGRI.
PARTE DA VILLAROSA IL NOSTRO
TRENO SEGUENDO LA SCIA DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA CHE PERCORRE IN LUNGO E IN LARGO L’INTERA PENISOLA ITALIANA, DANDOCI L’IDEA CHE “L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SULLE ILLEGALITA’ DIFFUSE”. UN VIAGGIO INASPETTATO CHE COINVOLGE TUTTI. NESSUNO PUO’ RITENERSI ESCLUSO.
Andrea Rasetti in IV e V pagina
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Il Treno del Risveglio, un viaggio criminale
Ettore Zanca in II e III pagina
RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
supplemento al n. 6 - Giugno 2010 de “il Segno”
n.
il Segno
n.
L’omicidio del Boss Rocco Molè
IL LIBRO DI JOHN DICKIE, “COSA NOSTRA”, SARA’ MOTIVO DI APPROFONDIMENTO PER CONOSCERE GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI CHE SI SONO AVVICINATI ALLE VERITA’ PIU’ SCOTTANTI. A PRESENTARE QUESTO LIBRO PUBBLICATO NEL 2006 SARA’ ETTORE ZANCA, COLLABORATORE DEL MENSILE “IL SEGNO”. UN APPUNTAMENTO LETTERARIO DA NON PERDERE.
il Segno
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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
Andrea Rasetti all’interno
Falcone e Borsellino
Il 18/02 a Colleferro si parla di Cosa Nostra
il Segno
il Segno
Da Gioia Tauro ai Castelli Romani passando per San Marino
il Segno
il Segno
Non si può non sapere, non si può non dirlo
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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
il Segno
il Segno
SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO Banca Credito Cooperativo Castelli Romani IBAN:IT11B0709239230000000103028
supplemento al n. 1 - Gennaio 2010 de “il Segno”
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di Andrea Sebastianelli Sul numero scorso del Segno ci siamo occupati delle infiltrazioni criminali a Roma e nella Provincia. Quanto emerso ci ha fatto comprendere come le mafie non siano qualcosa distante da noi, riguardante solo le regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania), ma come ormai siano una presenza consistente del nostro territorio. La vicenda di “Villa Vecchia”, l’hotel della ‘Ndrangheta sequestrato nella vicina Monte Porzio poche settimane fa, rappresenta non un allarme ma una certezza che deve far riflettere tutti, cittadini e politici, amministrazioni pubbliche e aziende private. Ma anche noi che scriviamo sui periodici a diffusione locale. Ogni lotta alle mafie ha sempre visto anche l’impegno, di pari passo con quello delle forze dell’ordine e della magistratura, di giornalisti e scrittori locali, che più da vicino riescono ad annusare dove c’è puzza di infiltrazione criminale. Contro queste infiltrazioni le amministrazioni comunali devono iniziare a contrapporre la politica della legalità, soprattutto nell’espletamento delle gare d’appalto delle grandi opere che, come ha dimostrato l’Osservatorio regionale sulla criminalità e la sicurezza, sono uno degli ingressi degli interessi mafiosi nei nostri Comuni. Continua in IV
il Segno
Stampato in proprio
Il Segno non usufruisce di alcun finanziamento pubblico, nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.
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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA
il Segno
RESPONSABILE Andrea Sebastianelli
Un patto fra Camorra e ‘Ndrangheta per controllare gli appalti pubblici, un vasto giro di usura e racket nel sud pontino e lo spaccio di droga lungo il litorale romano. A scoprire il patto di ferro è stata l’operazione “Coast to coast” coordinata dalla Dda di Napoli e dalla Questura di Latina. In arresto sono finite 23 persone, compreso il capo dell’organizzazione, Gennaro Cavaliere, di 39 anni, esponente di spicco dei Beneduce-Longobardi, ora rinchiuso nel carcere di Pozzuoli. Le indagini sono scattate dopo le rivelazioni di una vittima d’usura. Nel traffico di droga sono invece emersi legami con il clan Gallace. (A cura di Andrea Rasetti)
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il Segno
16 luglio, Latina-Roma
Due romani di 53 e 54 anni sono stati arrestati dai Carabinieri che, al quartiere Eur, li hanno fermati per un controllo di routine scoprendo in realtà che i due erano dei veri e propri geni della truffa. Prendevano auto a noleggio, le vendevano in Romania e durante il viaggio truccavano il sistema di rilevamento satellitare della vettura così da far perdere ogni traccia al noleggiatore. Per attuare la truffa avevano anche prodotto documenti di identità falsi, utilizzando un particolare software. Nelle loro abitazioni i militari hanno sequestrato ottanta carte di credito e ben nove oggeti da guerra elettronica, i jam-
RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA suppl.to al n.7-8 (lug-ago 2010) del mensile indipendente
La Squadra Mobile di Roma, Commissariato Prati, ha portato alla luce un vasto giro di usura gestito da un gruppo criminale composto da 5 persone, tutte con precedenti penali. Il clan è finito in manette dopo aver tentato di rapire un imprenditore alla fermata di un autobus, che aveva già versato oltre 200 mila euro per un prestito di 5-10 mila euro. Nelle loro abitazioni i poliziotti hanno sequestrato documenti, agende e cambiali che confermano un giro di strozzinaggio di alto livello.
il Segno
Il 4 luglio scorso nel quartiere romano di Montespaccato è stato assassinato Carmine Gallo, 52 anni, conosciuto negli ambienti criminali con il nome di “O luongo”. La vittima, legata ad alcuni gruppi camorristici di Torre Annunziata, è stato ucciso con 4 colpi di pistola da due sicari a volto scoperto, davanti ai passanti, mentre cercava di fuggire all’agguato. Gallo aveva precedenti per omicidio, traffico di droga e associazione a delinquere di stampo mafioso. Negli anni Novanta era anche stato collaboratore di giustizia, fino al 2000. Due anni fa la stessa sorte toccò al fratello considerato un boss della droga.
SGOMINATA L’“ANONIMA” DEGLI STROZZINI
il Segno
4 luglio, Roma
14 luglio, Roma
ABOLIRE le intercettazioni per SALVARE la criminalità organizzata NO ALLA LEGGE CHE VORREBBE IMBAVAGLIARE I GIORNALISTI
di Andrea Sebastianelli Quello che si sta per approvare è un decreto legge a tutto vantaggio della criminalità organizzata. Le recenti parole di
Alberto Cisterna, Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia di Reggio Calabria (cioè in una delle zone più difficili e pericolose d’Italia), sono pesanti come un macigno: “Il testo sulle intercettazioni approvato al Senato intacca l’efficienza delle indagini” poiché non si può “ignorare che la nozione di criminalità organizzata il disegno di legge l’ha semplicemente cancellata”. Risultato: diventeremo un Paese a basso tasso di criminalità poiché la criminalità organizzata verrà semplicemente abolita... per legge. I criminali diventeranno di colpo trasparenti pur continuando a delinquere. Quello che troverete al centro di questo periodico è il disegno di legge così come è stato approvato dal Senato della Repubblica. Leggendolo vi renderete conto che l’intento palese non è quello di regolamentare le intercettazioni telefoniche e ambientali ma semplicemente quello di vietare. La parola “vietato” campeggia su molti articoli. Vietare, vietare, semplicemente e solo vietare così da rendere praticamente impossibile garantire il diritto dei cittadini ad essere informati e il do-
vere di noi giornalisti ad informare. Alla base di questo disegno vi è un’incredibile falsità, secondo cui in Italia sarebbero milioni (addirittura 7) i cittadini messi sotto controllo telefonico e informatico. Una falsità che, ripetuta mille volte, ha finito per diventare verità agli occhi di molti. Ecco che cosa ha scritto un altro magistrato antimafia, Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, a proposito del tentativo di abolire le intercettazioni: “Si sta eliminando uno dei sistemi più garantisti e meno costosi per l’acquisizione della prova. E lo si sta facendo in modo strumentale, citando statistiche che non stanno nè in cielo nè in terra. Ho appena finito di indagare 50 persone coinvolte in un traffico di droga. Per seguirle -scrive ancora Gratteri- ho dovuto mettere sotto controllo 10 mila schede telefoniche. Se chi analizza i risultati dell’indagine è onesto, dirà che sono state intercettate 50 persone, se è disonesto dirà che Gratteri ha intercettato 10 mila persone. La realtà è che i trafficanti di droga cambiano una scheda ogni 48 ore, ma gli indagati, nonostante il numero esorbitante, restano sempre 50”. Più chiaro di così! Il testo approvato al Senato stabilisce che per intercettare un indagato sono necessari “gravi indizi di colpevolezza”. Un paradosso senza precedenti, poichè se sussistono gravi indizi di colpevolezza l’indagato può subito essere arrestato senza
bisogno di intercettarlo. Infatti sono proprio i “gravi indizi di colpevolezza” che danno al pubblico ministero la possibilità di chiederne l’arresto. Il Ddl vorrebbe indicare anche i luoghi dove è possibile intercettare, cioè soltanto dove sta avvenendo l’attività criminosa. Infatti ai magistrati sarà fornita una palla di vetro in cui vedere in anticipo dove verrà perpetrata l’azione delinquenziale. Ci sarebbe da ridere se non fosse per l’argomento che stiamo affrontando. Altro aspetto: quello del “budget prefissato”. Le Procure dovranno stabilire preventivamente i fondi da destinare alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Finiti i soldi, finite le intercettazioni. Infine c’è un altro articolo che merita un’attenta riflessione, quello secondo cui il Presidente del Consiglio deve essere informato (entro 5 giorni) dell’avvio delle operazioni di intercettazione se queste riguardano membri dei servizi segreti. E se un Presidente del Consiglio entrasse in combutta con i servizi per sovvertire lo Stato? Chi scoperchierebbe il piano criminale? “Contro i clandestini vengono impiegati esercito, flotta e ronde -ha scritto ancora Gratteri-, contro i mafiosi viene smantellato uno dei pochi strumenti investigativi ancora in mano ai magistrati”. Uno strumento che costa anche poco: per intercettare una persona 24 ore al giorno si spendono 11 euro più Iva.
Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi leggere i supplementi della “Rete Antimafie di Roma e Provincia”? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile collegandoti al sito: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Ettore Zanca in II e III pagina
Tabella riepilogativa in VI pagina
In VII pagina
In VI pagina
In VII pagina
ETTORE ZANCA in II e III pagina
In V pagina
In VI pagina
In III pagina
L’elettrosensibilità esiste ed è dimostrata L’elettrosensibilità è una malattia. Ad affermarlo, contro l’opinione di istituzioni e multinazionali del telefonino, è il professor Olle Johansson che, da oltre 20 anni, studia il fenomeno. La Svezia ha risposto all’allarme del professore, altri paesi stanno valutando se riconoscerne il lavoro e prendere provvedimenti. L’Italia, ancora una volta, sembra ferma al palo. Allergico al telefono, al cellulare, alla televisione e al forno a microonde. No, non è una rivolta sociale di chi rifiuta la modernità e l'essere reperibili sempre e a qualunque costo, si tratta di una vera e propria malattia. Lo dice l’OMS che stima in una cifra compresa tra l’1% e il 3% della popolazione mondiale le persone affette da elettrosensibilità. I sintomi della malattia sono diversi: cefalea, vertigini, rossore, tachicardia. “Una chiamata al telefonino un giorno mi ha portato alle convulsioni” racconta Sergio Crippa, membro dell’Associazione Italiana Elettrosensibili e coordinatore dei malati in Lombardia. L'intensità varia, ovviamente, da persona a persona, quello che non varia e sembra non varierà con semplicità è lo status della patologia che ancora oggi non è considerata una malattia a tutti gli effetti in nessun paese del pianeta. A
dire il vero un’eccezione c’è ed è la solita Svezia, che come spesso accade è all’avanguardia nella tutela di molti diritti civili. Il riconoscimento da parte di questo paese è il risultato di anni di pressione sulle istituzioni del dottor Olle Johanson, vero e proprio pioniere degli studi sull’elettrosensibilità che, da oltre 20 anni, studia la materia diventando, nel corso del tempo, una sorta di portavoce di chi nel mondo si dichiara elettrosensibile. Secondo Johansson chi si dichiara tale soffre di una vera e propria allergia. Il nostro sistema immunitario -spiega il professore svedese- si è sviluppato in sintonia con nemici riconosciuti e non è pronto a fronteggiare gli “allergeni” elettromagnetici contenuti in segnali tv, onde radio e via dicendo. L’intensità del disturbo varia ovviamente a seconda dei casi e Johanson è riuscito nel corso degli anni ad analizzare e riconoscerne le diverse tipologie. Questa ricerca lo ha rafforzato nella convinzione che la percentuale di elettrosensibili sia decisamente più alta (fra il 3% e il 10%) rispetto alle stime dell’OMS. Vere e proprie cure ovviamente non ce ne sono, l’unica speranza al momento è che politici e amministrazioni fissino nuovi limiti di sicurezza nello sviluppo delle nuove tecnologie.
“In una risoluzione UE del 4 Settembre 2008, il Parlamento Europeo ha riconosciuto che l’esposizione ai livelli di radiazione deve basarsi su fattori biologici, non solo sugli effetti del surriscaldamento. Una posizione sottolineata anche da un rapporto dello scorso 23 Febbraio” racconta Johansson. Un segnale che qualcosa si sta muovendo? Forse, visto che anche Canada, USA, Regno Unito e Svizzera stanno valutando l’ipotesi di riconoscere l’elettrosensibilità come una malattia. Non così in Italia dove la questione è al centro di un forte dibattito. Protagonisti della diatriba sono da una parte l’Associazione Italiana Elettrosensibili e quella per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (MCS) - che lottano per il riconoscimento della patologia - dall’altra le istituzioni e e la Società Italiana di Elettromagnetismo che appoggia la posizione dell’OMS secondo cui l’elettrosensibilità sarebbe solo una suggestione psicologica. “Mancano dati
il Segno - Luglio-Agosto 2010
Anche uno studio dello svedese Johansson dimostra che una percentuale consistente di cittadini subisce i danni dell’elettrosmog
di laboratorio precisi” dice Guglielmo D’Inzeo, ordinario di Interazione bioelettromagnetica presso La Sapienza di Roma. A queste critiche risponde invece Angelo Levis, ex ordinario di Mutagenesi ambientale a Padova e fondatore di Apple (Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog), secondo cui il mancato riconoscimento della malattia è dovuto semplicemente alla commistione tra chi fa ricerca, chi fa servizi di telefonia mobile e la realtà istituzionale internazionale. “Questa situazione - afferma Levis - provocherà nei prossimi anni, gli stessi danni che il tabacco ha fatto al ‘900, e la sua effettività è dimostrata da studi epidemiologici, geografici e dal lavoro di Johansson, che ha aperto uno spiraglio di luce per tutti i malati”. Tratto da: www.terranauta.it e da: www.gevam.it
E la politica preferisce far finta di niente
Tante promesse ma nessun risultato. E’ questa la sintesi delle antenne radio-tv di Monte Cavo che da oltre trent’anni (esattamente 34) condizionano non solo lo sviluppo turistico di una delle aree più belle del centr’Italia, ma anche la salvaguardia ambientale e la salute dei cittadini. Se la perizia riguardante Radio Vaticana venisse eseguita anche ai casi di Rocca di Papa che cosa uscirebbe fuori? In 34 anni di soprusi e illegalità diffuse quanti cittadini roccheggiani sono deceduti per colpa delle antenne? E quanti si sono ammalati subendo il bombarda-
mento silenzioso delle onde? Potrebbero emergere risultati sconvolgenti e clamorosi, forse inimmaginabili. Crediamo davvero che i cittadini debbano da soli prendere coscienza del problemaantenne senza farsi più abbindolare dai tanti politici di destra e di sinistra che in tutti questi anni si sono limitati a promettere smantellamenti mai eseguiti e spostamenti mai portati a termine. Ogni volta si è dovuto assistere al solito scaricabarile tra istituzioni (Comune, Regione, Governo, ecc.) senza mai arrivare a qualcosa di concreto. Ed è questa la vergogna più
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A P P R O F O N D I M E N T O
grande, cioè di essere arrivati al punto di non potersi fidare più nemmeno dei politici roccheggiani che dopo fiumi di parole restano a bocca asciutta per tanti mesi fino a quando arrivano le elezioni e di nuovo tirano in ballo le antenne di Monte Cavo. Diamo atto al Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale di essere stato il solo (oltre al nostro giornale) ad aver posto anche la questione del Santuario del Tufo. Anche in questo caso i politici hanno preferito mettere la testa sotto la sabbia e far finta di niente. Luigi Serafini
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ROCCA DI PAPA
“Per il futuro di Rocca pronti ad impegnarci”
Da Sinistra Ecologia e Libertà riceviamo e pubblichiamo
di Barbara Frittella La stagione politica che si è aperta con le elezioni regionali del marzo scorso ha visto in campo una nuova formazione politica: Sinistra Ecologia e Libertà, nata dalla spontanea aggregazione di donne e uomini che vengono dalle esperienze del socialismo europeo, del comunismo italiano, dell’ambientalismo, del femminismo, dei movimenti d’impegno civile e sociale. Qualcuno si è avvicinato per la prima volta alla politica attiva, altri sono ritornati dopo anni di disillusione, tutti uniti da un unico comune denominatore: la convinzione che sia giunto il momento di mettere insieme le storie di tutti e avanzare una nuova proposta politica per questo tempo e per questo paese. Una proposta politica che dia consistenza al sogno che è dentro ognuno di noi, per vivere, parafrasando Vasco, nel “mondo che vorrei”. Anche a Rocca di Papa esperienze diverse, seppur con basi comuni, hanno dato vita al circolo di Sinistra Ecologia e Libertà, che intende rimettere al centro della vita politica e cittadina valori e identità proprie di quella grande cultura e tradizione che è la sinistra. Valori e identità che nel nostro paese sembrano essersi persi in labirinti epocali, nonostante un'amministrazione di centro-sinistra interamente PD. Vogliamo tendere il filo per uscire da questo ipotetico labirinto, vogliamo dare vita, anche a Rocca di Papa a quella sinistra ambiziosa aperta a nuove culture critiche, capace di conservare memoria del passato e con lo sguardo rivolto al futuro, una sinistra per la quale le idee valgano anzitutto come comportamenti, una sinistra che non si limiti a enunciare principi nuovi, ma anche un nuovo modo di viverli. Una sinistra presente nel tessuto sociale, a stretto contatto con i cittadini, perchè è solo attraverso una politica partecipata che si riescono a focalizzare i problemi del paese progettando poi le migliori strategie per risolverli, è solo attraverso il rapporto diretto con i cittadini che la politica cessa di essere vista come qualcosa di oscuro e lontano, ridotta a mero strumento di uso e consumo per il raggiungimento di propri interessi personali o per il semplice personalismo da vetrina in saldo. La realtà di un paese come il nostro, a ridosso di una grande metropoli, trasformato da politiche edilizie
espansionistiche in un paese dormitorio, si configura come la palestra migliore per mettere in campo, vivendoli, i principi fondativi di SEL che stanno nel cuore di tutti. Principi validi su scala nazionale così come sulla realtà locale, principi che parlano di diritti da tutelare come la difesa dell’acqua bene comune pubblico, che ci ha visto presenti in piazza a raccogliere le firme a sostegno del referendum, principi che parlano di lavoro e diritti, e la vicenda di Pomigliano e della FIOM ci ha visti attivi a fianco di quei lavoratori ricattati, costretti a scegliere fra diritti e lavoro, per i quali la “Città della fraternità” non ha speso una parola. Anche a Rocca di Papa è giunto il momento di riappropriarsi della qualità della vita attraverso il governo del territorio anche tramite un mutamento radicale del rapporto con la natura e le sue risorse, curando la formazione dei cittadini in questo senso. Rocca di Papa merita una migliore gestione della cosa pubblica, merita programmi ed azioni che sappiano volare in alto, capaci di guardare oltre il mondo illusorio di vetrine e celluloide, oltre la semplice e vuota esibizione. Programmi ed azioni di più alto respiro, che sappiano dare il giusto peso ed una adeguata valorizzazione ad un territorio ostaggio di una politica basata sulla cementificazione come unica possibile via di sviluppo. Scelta politica iniqua scellerata nefasta “antistorica”, che ha prodotto una netta divisione del paese in tre zone ben distinte: 1 - Il centro storico, svuotato di ogni forma di convivenza sociale, negozi chiusi o in procinto di chiudere per diventare monolocali-dormitori a prezzi accessibili a quelli ancor meno fortunati; vicoli solitari, silenziosi e degradati con appartamenti chiusi e disabitati; strade centrali avvolte da un velo di apatia e abbandono.
il Segno - Luglio-Agosto 2010
2 – I Campi d’Annibale, dove il verde, la natura, la simbiosi di essi con l'attività antropica dovrebbe essere la motrice di un diverso sviluppo, cede il passo ed indietreggia di fronte all’avanzata delle leggi del Far West che depredano e depauperano il territorio. 3 - La parte bassa del paese, dove l'ondata di cementificazione autorizzata versa sul territorio disuguaglianze mai appianate, stravolge l'identità culturale e pone le basi per la realizzazione di un insediamento umano che niente ha in comune con Rocca di Papa, alla quale è legato solo da un rapporto istituzionale di certificazioni anagrafiche. Riteniamo sia giunto il momento di cambiare rotta a questa nave alla deriva, di tornare a navigare guardando la stella polare scevri da qualsiasi inquinamento luminoso, sordi ai tanti canti delle sirene. È giunto il momento di disegnare uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile anche nel nostro paese, per dare valore e dignità al lavoro e mettere al centro l’ambiente. Collocati nel baricentro di una crisi economica a livello mondiale, che investe tutti i settori del mondo produttivo, che si accanisce contro i giovani, che certamente non risparmia Rocca di Papa, siamo consapevoli che è solo nella scommessa di saper coniugare lavoro e ambiente che si può progettare un futuro di lavoro e crescita per Rocca di Papa ed i suoi giovani. Occorre credere nel Parco Regionale dei Castelli Romani per essere in grado di cogliere le molteplici opportunità di lavoro capace di offrire nell’attuazione di un modello di economia sostenibile e di risposta alla disoccupazione giovanile, e, contemporaneamente, sfruttare la peculiarità tutta nostra di esserne il cuore. Partendo dal 5% ottenuto alle ultime elezioni regionali, risultato tutt'altro che irrilevante per una formazione nuova sulla scena politica, intendiamo confrontarci con i cittadini, le associazioni, i comitati di quartiere, i partiti, per illustrare le nostre idee, ricevere suggerimenti e costruire il paese normale che tutti vorremmo. Sinistra Ecologia e Libertà è pronta a “mettere la propria faccia” e scommettere sul futuro di Rocca di Papa. *Sinistra Ecologia e Libertà Rocca di Papa
ROCCA DI PAPA Ancora proteste per il fosso di acque scure di Via Frascati Recital di Piero Botti
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“Per la puzza costretti a Amore stare con le finestre chiuse” e poesia
che non fa passare giornate tranquille a chi abita in questo particolare punto, dovendo subire un odore nauseabondo quasi insopportabile. “Siamo costretti a stare con le finestre chiuse -ci racconta un residente- e d’inverno avviene la stessa cosa con il fosso che si riempie di acqua e di schiuma di un colore grigio topo”. Una situazione, inIl fosso che attraversa Via Frascati somma, al limite della decenza igiedi Paola Gatta nico-sanitaria. Infatti si tratta Con il caldo torrido di questi di un fosso aperto, non intergiorni il fosso che attraversa rato, che si può facilmente miVia Frascati (la strada più im- rare fermandosi, scendendo da portante di Rocca di Papa) Rocca di Papa, poco prima del torna a far parlare di sè. Sotto negozio di abbigliamento Utaccusa è il canalone che tra- gard. L’acqua scura arriva dai sporta ogni tipo di rifiuti, oltre Campi e spesso trasporta con ad acqua putrida e piovana, sè anche carcasse di animali
morti ed altro. “Più volte abbiamo segnalato questo problema al Comune ma evidentemente non è di sua competenza, o almeno questo ci viene ripetuto ogni volta” continua a sfogarsi il signor Ettore, “però noi non ce la facciamo più”. “Ci sono anche bambini qui intorno -aggiunge una mamma, la signora Lucia- e ogni volta dobbiamo preoccuparci di malattie che potrebbero insorgere nei nostri figli che giocano a ridosso del fosso”. Non sappiamo al momento di chi sia la competenza per risolvere il problema, oppure se il problema sia soltanto di natura economica, per cui il Comune non ha soldi per eseguire opere di messa in sicurezza. Fatto stà che questa situazione accade a poche decine di metri dalla piazza principale del paese. Un biglietto da visita niente male!
Prima di partire per le ferie passa all’Avis
di Vincenzo De Angelis “Andiamo a donare prima di partire per le ferie”: è l’appello che la Sezione Comunale Avis di Rocca di Papa rivolge a tutti i cittadini donatori di sangue, ma soprattutto ai non donatori che, con l’occasione, potrebbero diventarlo. Come ogni anno, durante il periodo estivo la necessità di sangue e di plasma per gli ospedali e per le case di cura diventa un problema, aggravato - purtroppo - dall’aumento degli incidenti stradali. La richiesta aumenta proprio quando calano le donazioni a causa delle ferie, che pure meritiamo e tanto aspettiamo. Questo appello viene dal profondo del cuore. Vorremmo davvero poter soddisfare tutte le richieste di sangue che ogni giorno pervengono al nostro centro trasfusionale. Con un semplice gesto di nobiltà e civismo, avremmo la possibilità di aiutare molte persone meno fortunate che si trovano improvvisamente a fronteggiare interventi chirurgici, spesso con la necessità di tante sacche di sangue molto difficili da reperire in questo particolare periodo. Chi ne ha la possibilità ed è in buona salute non può ignorare l’importanza assoluta di effettuare la donazione per consentire agli ammalati di trovare puntualmente il sangue e i suoi componenti. Oggi più che mai, ogni donazione è fondamentale per evitare che l’estate divenga troppo
Il dott. Mario Silvi, Direttore Sanitario dell’Avis
“calda” anche da questo punto di vista. Lo staff medico e i collaboratori della sezione Avis di Rocca di Papa si sono impegnati a raddoppiare le giornate dedicate alla donazione, con una cadenza di due donazioni mensili. Con questo impegno abbiamo voluto venire incontro alle esigenze dei donatori, eliminando le attese lunghe e noiose. In questo periodo poi, per migliorare ancora il servizio, stiamo sperimentando anche la donazione su appuntamento: un progetto che abbiamo chiamato “Prelievo Programmato”. Per le informazioni e le date collegarsi al sito internet: www.avisroccadipapa.it . In conclusione, vogliamo ringraziarvi per i risultati che stiamo ottenendo. Giunti a metà del 2010 possiamo confermare che l’incremento medio riscontrato nei primi sei mesi ci porterà anche quest’anno ad un buon risultato. Buone vacanze!
Piero Botti
Rivivere il centro storico attraverso la cultura della memoria. E’ questo il risultato ottenuto da Piero Botti e dal “suo gruppo” artistico (capeggiato da Silvio Querini e con la partecipazione straordinaria del maestro Carfagna) che ha risvegliato per una sera il Duomo dell’Assunta grazie alla recitazione di poesie e alla rivisitazione di vicende che hanno interessato Rocca di Papa direttamente. Il momento più commovente si è avuto con la narrazione del bombardamento che nel 1944 danneggiò molte abitazioni civili del paese provocando morti e feriti. Un dialogo tra la vittima più anziana e quella più giovane (un neonato di pochi giorni) costruito con maestrìa da Gianfranco Botti, in grado di far provare al pubblico presente, emozioni contrastanti utilizzando un linguaggio a volte ironico altre volte dai toni forti e drammatici. Un silenzio assoluto ha accompagnato questo dialogo, ben rappresentato dallo stesso Piero (nella parte del neonato) e con la sorpresa di Simone Pizziconi, Ass.re alla Cultura del Comune, che ha saputo interpretare in maniera esemplare la parte dell’anziana vittima. Un testo e una recitazione che dovrebbero entrare nei programmi scolastici di Rocca di Papa perchè la guerra ha sempre portato via con sè vite innocenti lasciando solo macerie e morte. Iniziative così andrebbero ripetute, riscoprendo di volta in volta vicende e personaggi troppo spesso dimenticati.
ROCCA DI PAPA
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30 giorni di “buoni” pensieri
Mitule di Gianfranco Botti
PAESANA - La realtà paesana è fatta di mille cose, piccole e grosse, amareggianti e consolanti. Tra la fascia di quelle piccole-soddisfacenti mi piace segnalare una laurea: quella in Biologia di Annalucia Panaccia, figlia di Rinaldo, titolare della barberia storica di Piazza Garibaldi (foto a lato). Come episodio di un avanzamento sociale, che solo allargandosi, da individuale può farsi complessivo. “Studio della diffusione ospedaliera di ceppi di pseudomonas aeruginosa multi-resistenti agli antibiotici prelevati da pazienti con infezioni acute associati a una condizione d’impermutabilità, ossia ceppi con un’elevata frequenza di mutazione dovuta a in attivazione del sistema di riparazione del DNA”. Questa la tesi svolta con la guida del prof. Luciano Paolozzi, di Microbiologia. Potevo risparmiarmi l’enunciazione? Potevo. Vale però riportarla intera per sottolineare quale scarto corra tra situazioni diverse d’apprendimento, in tempi in cui ognuno tende a livellare la propria pochezza e a misconoscere la qualificazione altrui. E il pensiero va ai genitori di Annalucia, decisamente meritevoli della soddisfazione. E ai nonni paterni, Cioli e Lalletta, onesti e con timor di Dio, compartecipi di quel segmento di sana, vivace umanità, rappresentato fino agli anni ‘60 dal tratto alto e ancora in piano di Via San Francesco d’Assisi, prima di scendere in picchiata su Piazza della Repubblica. Compiacendomi, esprimo alla neo-dottoressa vive congratulazioni. Insieme agli auguri –miei personali e del giornaled’una soddisfacente professione. NAZIONALE - Nella serata di giovedì 3 giugno Bersani e Tremonti si sono affrontati da Santoro ad Annozero. Scrivo “affrontati” solo perché s’usa così. In verità, si sono scazzeggiati, hanno fatto ammuina. Per come sono andate le cose in Italia, dopo De Gasperi, tutti Per pubblicare i tuoi annunci : ilp icc ol o s e gn o@l ib er o. it
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SFORBICIANTE - La presentazione del libro di Rita Gatta “Svrìnculi svrànculi”, dei quali posso dire che una pianta sbandiera in Viale Silvio Spaventa n. 28, è stata annunciata con un manifesto comunale, del quale sarebbe stato consigliabile impossessarsi d’una copia. Come avvenuto nei francobolli col Gronchi-rosa, quel manifesto è prezioso. Per rarità. E’ a firma unica. Dopo diversi manifesti a tre firme, qualcuno a quattro, era una norma il tipo a due firme. Del Sindaco e dell’Assessore di competenza. Forse, a causa della crisi, sono cominciati i tagli.
PREOCCUPATA - Con la riunione del Consiglio dei Ministri del 30 giugno scorso il governo ha dato una spinta forte al federalismo fiscale. E non è certo un caso che, in assenza di Berlusconi impegnato in Brasile, a presiedere i lavori sia stato Umberto Bossi. E’ la risolutezza della Padania a spingere decisamente verso il federalismo, è la Lega la titolare della riforma. Fermarsi però ad analizzare in chiave esclusivamente politicista la novità sarebbe un errore. Da tener presente, infatti, che dietro la
riunione e la relazione di Tremonti, c’è un anno di duro lavoro di una commissione tecnica la cui indagine ha affrontato per la prima volta seriamente la palude della finanza pubblica, verificando che i documenti di bilancio delle 15 Regioni a statuto ordinario vengono redatti con criteri diversi uno dall’altro. E in qualche caso c’è il legittimo sospetto che questa singolare contabilità alla “fai da te” serva in realtà a nascondere tecniche non proprio cristalline. La relazione Tremonti blocca l’andazzo sin qui seguito e stabilisce dei costi standard, ovvero quanto ogni amministrazione dovrà spendere per pagare la stessa prestazione o per acquistare lo stesso bene. Gli enti locali sono chiamati a definire un percorso condiviso che alla fine dovrà produrre risparmi di spesa, cancellando le anomalie più scandalose, per le quali uno stesso servizio da una parte costa tot, da un’altra il triplo. In questo modo la regola per gli amministratori diventa che solo se spendi di più (dello standard) sarai costretto, a tuo rischio e pericolo, ad aumentare le tasse. Aspetto che già ha cominciato a pesarci per la miserabile situazione del Lazio. Al contrario, se spendi di meno dello standard, potrai addirittura ridurle. Di fronte a cambiamenti così radicali del modo d’amministrare e di produrre consenso la legittima domanda di chiunque voglia seguire le cose suona così: abbiamo una classe politica locale disposta a rimettersi totalmente in gioco, a far segnare una tanto forte discontinuità nel modo di gestire la cosa pubblica? E ancora: i partiti sono in grado di selezionare una tipologia nuova di protagonisti? Sono domande logiche, automatiche per i sensibilizzati al pubblico interesse. Domande che niente hanno di carica polemica, di aggressività personalistica. Con tutta la maligna volontà, non se ne scorgono motivi.
PICCOLI AFFARI @ ROCCA per ROCCA delleLa vetrina occasioni
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ore serali
hanno torto, tutti sono stati e sono inadeguati. Nel rimpallarsi le responsabilità, ognuno ha ragione nel muover rimproveri agli altri, contemporaneamente hanno tutti torto quando la parte si rovescia, l’accusato diventa accusatore. Nella circostanza pesci in faccia a entrambi. Pesci pasto per l’antipolitica, per la disaffezione, lo sdegno della gente. Che, toltasi il paraocchi dell’ideologia, prende sempre di più le distanze da una politica di intrallazzi e di conseguenti intrallazzatori, e schifata ripiega nell’astensionismo. Ma, facendosi indietro, lascia tutto lo spazio ai furbi, che –oh, nooo!- proprio questo perseguono. Tornando a Tremonti e a Bersani, potrebbero riabilitarsi solo se, ritrovandosi, cantassero : “Domani alla Camera proporrò il dimezzamento dei deputati e dei senatori”. “Io domani al Senato proporrò il dimezzamento del loro stipendio”. “Io domani proporrò l’abolizione delle province”. “Io domani proporrò l’abolizione delle comunità montane”. “Io proporrò che ogni votazione su queste proposte venga effettuata per alzata di mano”. “Io proporrò che ogni votazione per alzata di mano venga ripresa una per una dalla telecamera su ogni singolo votante”. “Che ne dici se le tue proposte le sottoscrivo pure io?”. “E tu che ne dici se le tue proposte le sottoscrivo pure io?”.
il Segno - Luglio-Agosto 2010
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ROCCA DI PAPA Polemiche per la rotonda prevista in piazza De Gasperi
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Pini da abbattere per un’opera inutile di Luigi Serafini Il Comune di Rocca di Papa sembra seriamente intenzionato a realizzare una rotonda all’altezza del semaforo di Via Frascati, prima di accedere in piazza De Gasperi. Un’opera che, a prima vista, appare inutile vista la ristrettezza dell’area e anche considerando che di fronte alla piazza ci sono un bar e un altro supermercato che, con la rotonda e la conseguente eliminazione del semaforo, non si sa come si potranno raggiungere a piedi dall’altra parte della strada. Inoltre, la nuova opera prevederà l’abbattimento dei due pini che oggi si possono
I due pini che saranno abbattuti per far posto alla rotonda
ammirare in tutta la loro bellezza. Contro il provvedimento dell’amministrazione si sta batt e n d o Giorgio Coppola e la sua protesta Giorgio Maria Coppola, espo- mostrano che è un’opera inutile nente Pdl di Rocca di Papa, che e dannosa perchè non va a riha già avviato una raccolta di solvere nulla ma invece va a firme tra i cittadini che hanno complicare la già precaria viarisposto con grande partecipa- bilità”. Da parte nostra ci adozione e sensibilità. “Le carte di- pereremo affinchè questa
rotonda non venga messa in opera. Prima bisognerà ben valutare gli effetti (non solo di viabilità) che avrà sull’intero territorio il mega-progetto del “Giardino degli Ulivi”.
Quando i politici sono intolleranti
Interessato e attento, poco alla coreografia e molto ai fatti, ho descritto nel modo semplice dell’uomo della strada il pensiero di altri uomini e donne fuori della corte che sostiene il potere, perché non sono disposti a sottacerne i difetti per parlare soltanto dei pregi che tutti i potenti credono di possedere in percentuali che sfiorano il 100%. Nei miei semplici articoli, ho chiesto di non lasciare i politici “in carriera” a fare le cose senza controlli della base politica e della società civile quando ho constatato che le decisioni vengono prese nella solitudine dei palazzi. Ho chiesto come mai un intero Comitato di Quartiere, da poco eletto con delle elezioni che sembravano quelle per Deputati e Senatori, si è dimesso al completo dopo pochi mesi e senza alcuna spiegazione. Ho manifestato la mia contrarietà alla costruzione di un mega-parcheggio in compartecipazione con imprese private che lo gestiranno per 30 anni, chiedendo che se ne faccia uno di dimensioni ridotte con i fondi pubblici già stanziati in modo che sia completamente a disposizione dei cittadini. Ho chiesto di pubblicare sul giornale ufficiale del Comune notizie sui lavori del Consiglio Comunale con il dibattito e le delibere approvate; mentre la pubblicazione abbonda di articoli che riguardano: Città della fraternità, cerimonie di beatificazione, accoglienza a Vescovi, servizi su cliniche private e altri argomenti simili. Ho chiesto che il direttivo del Partito Democratico locale sia liberato dalle “manette politiche” praticamente imposte da troppi membri che
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
contemporaneamente sono anche Consiglieri Comunali. Una condizione che non consente una reale libertà di discussione politica sulle cose comunali. Con il Bilancio Comunale, ho suggerito una riduzione dei compensi di Sindaco e Assessori per dare un segnale al paese in crisi economica e avviare un recupero di credibilità della politica, lasciando così anche qualche centinaio di euro in più nelle casse comunali. Ho indicato la necessità di votare soltanto persone che abbiano scritto e spiegato personalmente, punto per punto, il loro programma e verificare, giorno dopo giorno, la coerenza degli atti concreti che seguiranno. Ho chiesto di studiare attentamente le ragioni della perdita di 1.000 consensi per il candidato locale al Consiglio Regionale nelle ultime elezioni, fatto che potrebbe influenzare decisamente i risultati delle elezioni comunali del prossimo anno. Ho sottolineato l’esigenza di mettere in sicurezza il parcheggio interrato di Piazza Claudio Villa, che tanti interrogativi ha suscitato tra la pubblica opinione per le sue “caratteristiche” negative. Sul commercio ho chiesto più attenzione perché la politica del paletto non giova alla sua salute; così come quella di rifare lavori stradali nel centro storico perché durano poco. Sulla Funicolare ho indicato il rischio che alla fine della storia, tutto si risolva con una bella edificazione lungo la strada che bisogna costruire da via Frascati alla stazione a valle, zona ora completamente boscata. Sul nuovo Piano Regolatore, presentato
come “ad opzione zero”, ho chiesto come conciliare le centinaia di osservazioni approvate dal Consiglio Comunale in una seduta dove il dibattito è risultato carente perchè i Consiglieri, perfino sulla regola principale del Comune, non hanno sentito la necessità di intervenire personalmente, uno ad uno, motivando punto per punto un sì che decide il futuro del paese dei prossimi trent’anni e che con tutte quelle modifiche non corrisponde più alla fantomatica, e premiata dalla fondazione Merli, “Opzione Zero”. Ho scritto di altre cose per il giornale che possono contenere qualche inesattezza marginale non voluta, ma trattano questioni sotto gli occhi di tutti, sulle quali è estremamente facile stabilirne il grado di veridicità. Quell’aggettivo “forte”, utilizzato nei miei confronti, indica tutto il dramma di un paese, l’Italia, che anche nelle sue realtà locali si affida a persone che aborriscono la libertà di opinione diversa, e definiscono pubblicamente “falsità” le opinioni di chi non accetta la tavola imbandita di chiacchiere per i più fedeli adulatori. Rimettere le cose sul giusto binario, dovrebbe essere il principale obiettivo di chi non vuole arrendersi agli uomini che mettono in crisi la credibilità della politica, portando con sé lo sfascio della giustizia, dell’economia, dell’intera società. L’attesa di centinaia di lettori, dell’uscita mensile del “piccolo Segno”, premia l’impegno dei suoi collaboratori ed è la prova tangibile che i grandi affabulatori nazionali o locali non hanno affatto campo libero. Sergio Rasetti
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Pia Gentilini, Piella
Cultura e
di Rita Gatta A Rocca di Papa, tra i molteplici preparativi che impegnano una coppia di futuri sposi e delle loro mamme, oltre agli abiti, i confetti e le bomboniere, non possono mancare ‘e ciammelle. Una tradizione che pareva caduta in disuso qualche anno fa, come le serenate sotto la finestra della sposa e che invece ha ripreso piede alla grande. Una delle ciammellare più conosciute di Rocca è Piella, Pia Gentilini, la quale insieme alla figlia Anna Maria, porta avanti una tradizione di famiglia che risale a due secoli fa. Infatti Piella, classe 1929, vanta una lunga esperienza come ciambellaia, iniziata quando aveva solo quindici anni con l’allora futura suocera, Adele Meconi in Gabrielli, madre del fidanzato Ottorino. Adele, a sua volta aveva ereditato questa tradizione dalla madre Maria Paolina Toietti, sorella del nostro famoso concittadino Domenico Toietti, artista autore delle tele conservate nel Duomo, il “San Carlo Borromeo che comunica un’appestata a Milano” e l’immagine di “Maria Ss.ma Assunta in Cielo”. Per onore della cronaca, si ricorda che la famiglia Toietti rivestiva un ruolo rilevante nella comunità rocchegiana: nella seconda metà del ‘700 tutelava gli interessi legali dei cittadini di Rocca di Papa nello sfruttamento del territorio circostante (jus legnandi e carbonandi). Ai tempi di Maria Paolina, questa famiglia di ciambellaie lavorava in casa, appoggiandosi ad un piccolo laboratorio vicino la loro abitazione in Via Ortagia, dove attualmente risiede Piella, la quale ricorda che la suocera era un po’ autoritaria, a volte strillava, soprattutto con l’altra nuora Cesira, ma con lei andava d’accordo. Quando Adele si è ritirata, Piella ha portato avanti il suo lavoro dapprima aiutata da un’amica, poi dalla figlia Anna Maria che oggi sostituisce egregiamente la madre, anche se chi commissiona ciambelle vuole la presenza di Piella che è una garanzia di qualità. Il lavoro delle ciammellare era a conduzione familiare, con l’impegno della madre, figlie, sorelle, nuore e coadiuvate dal parentado femminile degli sposi, tutte impegnate a impastare gli ingredienti nei massatori di legno: zucchero, uova, farina, liquore, scorza di limone, olio extravergine di oliva e lievito per dolci. Una volta preparato l’impasto, si suddivideva in piccole pagnottelle, dalle quali poi si ricavavano le ciambelle; questi dolci tradizionali venivano messi nelle teglie (i sòli), spennellate di chiara d’uovo, decorate con zucchero a granelli e poi portati al forno
Le “ciambelle degli sposi” ... dintorni
il Segno - Luglio-Agosto 2010
Alla scoperta di un’antica tradizione di Rocca di Papa che ancora oggi è una caratteristica dei matrimoni nostrani
Maria Paolina Tojetti
per la cottura. Questo veniva scelto dalle parenti degli sposi: più quotati erano quelli di “Baffetto”, “Pinetta”, “Sara”… e molti altri. L’abilità del fornaio era impegnata in una cottura ottimale che impedisse ai dolci di bruciare (130°-140° per 15/20 minuti). Confida Piella che ora con i forni elettrici la cottura è facilitata, anche se nel forno a legna le ciambelle vengono più buone. Oggi la lavorazione dell’impasto, ovviamente, si svolge direttamente nel laboratorio del forno prescelto dalle madri degli sposi, le quali provvedono direttamente ad acquistare gli ingredienti: per 1000 ciambelle occorrono circa 400 uova. Il forno va prenotato qualche mese prima ed i giorni più indicati per la preparazione delle ciambelle escludono il venerdì, il sabato (giornate di lavoro più impegnative) e la domenica. Nel giorno stabilito ci si dà appuntamento il mattino presto verso le 7 o le 8 e si lavora ininterrottamente fino alle 12 o alle 14 a seconda della quantità delle ciambelle. Se anche le parenti degli sposi devono dare una mano, la sposa non può e non deve farlo, perché secondo tradizione non porta bene (proprio come quando una sarta cuce da sola il proprio abito nuziale); una sposa che lo ha fatto, ha visto poi sfumare il matrimonio; tuttavia Piella confida sorridendo che lei stessa ha aiutato a preparare le ciambelle per il suo matrimonio con Ottorino e questa unione si è poi rivelata felice.
Adele Meconi in Gabrielli
Una volta cotte le ciambelle ( e qualche pasticcino decorato con canditi o cioccolato da offrire agli invitati che porteranno il regalo agli sposi), i parenti provvedono a ritirarle direttamente dal forno e successivamente ad imbustarle, per accompagnare i sacchetti di confetti e le bomboniere destinate agli invitati. La distribuzione segue una regola condivisa: sei ciambelle per gli amici e il vicinato (coloro, cioè che non sono invitati); otto per gli invitati e i cugini; dodici per gli zii e i nonni, ventiquattro p’a commare de battesimu. Nel caso che la comare sia anche zia, si sommano le quantità stabilite e in una busta potrebbero arrivare con i confetti, ben trentasei ciambelle! a distribuzione è affidata a ‘n riazzu o ‘na riazza, generalmente nipotini degli sposi, accompagnati da un adulto: sono ben felici quando vengono prescelti, in quanto riceveranno per ogni consegna una piccola mancia in denaro. Ai parenti che abitano lontano provvederanno gli sposi stessi. La tradizione delle ciambelle a Rocca di Papa testimonia un’usanza antica e benaugurale che affonda le radici nel passato, frutto di arcaiche tradizioni; ottime e croccanti, sia asciutte che bagnate nel vino, fanno sì che chi le assapora di cuore àuguri agli sposi un futuro solido (come sono croccanti le ciambelle di Rocca), dolce e piacevole come la loro degustazione.
CULTURA Presentato il libro di Rita Gatta “Svrìnguli Svrànguli”
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Nei versi e nei sonetti la memoria del passato
di Lina Furfaro “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”. Così scrive J. D. Salinger ne “Il giovane Holden”: da amica, ho questa fortuna di poter chiamare l’autrice, Rita Gatta, ogni volta che voglio, non soltanto per chiedere spiegazioni sul ricco e colto dialetto rocchegiano, ma anche per commentare i simpaticissimi aneddoti che l’autrice ha riportato sottoforma di sonetti, nel volume “Svrìnguli Svrànguli” pubblicato da Controluce Edizioni e rivelato possiamo proprio dirlo, alla popolazione di Rocca di Papa, giovedì 24 agosto nell’Aula Consiliare del Comune. Presentato in modo sobrio ed elegante nel contempo, come di sua consuetudine, dalla scrittrice Maria Pia Santangeli, che ha minuziosamente toccato punti profondi di “Svrìnguli Svrànguli”, il libro è fornito di un cd-audio nel quale sono interpretati i versi dialettali dalla voce di Alfredo Piacentini che ha anche allietato la presentazione con la lettura di alcuni sonetti, commuovendo e rallegrando l’atmosfera della sala più che mai gremita. Proprio con la lettura di due brani da lui interpretati, Alfredo ha letteralmente invaso la folla. La raccolta di brani e versi in italiano ma soprattutto sonetti in dialetto, ha detto Maria Pia Santangeli, riflette l’affetto dell’autrice per il proprio paese ed evidenzia le sue eccezionali capacità di canzonare in sintesi fatti accaduti in un passato più o meno recente: Rita è una poetessa sensoriale, i suoi versi sprigionano profumi, sapori, melodie… ma anche straordinaria tendenza critica, di osservazione e riflessione. Descrive con intelligenza fatti e curiosità, compresi inconvenienti vissuti che sdrammatizza con fare ludico. Questo e quant’altro è emerso dal libro di Rita Gatta, insegnante, mamma, moglie, prima di ogni altra cosa; ancora scrittrice che intinge nel vissuto più vario, sempre con fare raffinato, come ha ricordato il Sindaco Pasquale Boccia che ha patrocinato e contribuito alla pubblicazione e alla riuscita dell’iniziativa. Il libro, primo che riporta tanti sonetti (80) dialettali rocchegiani, rimarrà come documento storico appunto
La sala gremita
per la sua tipologia. Anche Armando Guidoni, editore di Controluce, ha voluto mettere in evidenza le nostalgie affettuose che Rita Gatta sa trasferire nei suoi scritti. I punti da sottolineare nel libro sarebbero diversi quindi: ironia, usi e costumi del paese e valorizzazione del dialetto, amore per Rocca di Papa. L’ironia, più volte messa in gran risalto dalla voce del figlio di Rita, artista a tutti gli effetti per l’occasione: Alfredo ha saputo trasmettere all’uditorio quanto la capacità di veder chiaro, la gaiezza della riflessione e la gioia della saggezza possano rendere; è questo che erudiscono gli aneddoti del prezioso volumetto, aneddoti che costruiscono in un certo senso alcuni aspetti caratteristici dell’ambiente rocchegiano del passato recente; usi e costumi del proprio paese: nel singolo fatto ascoltato, visto, vissuto in prima per-
Rita Gatta
sona dall’autrice, vi è un insegnamento frutto di una situazione quotidiana che va oltre, tocca gli affetti e immerge nel sentimento. Riflettere sulle Alfredo Piacentini circostanze significa appunto oltrepassare, è questo che ha fatto Rita Gatta nel trasformare in versi quanto ha osservato nel corso delle sue esperienze più o meno piacevoli e che, riposte di tanto in tanto ci mostrano quanto, anche nella bonaccia, è importante non dimenticare, ma soffermarsi sulla tempesta vissuta. Maria Pia Santangeli ha continuato aggiungendo che l’autrice nei sonetti si diverte, gioca; passato e presente si mescolano e gli aneddoti verranno ricordati per la loro sonorità: il libro resterà nel tempo, in un momento in cui il dialetto rischia di scomparire e un freddo vocabolario non può bastare per farlo rivivere. Coordinata dalla splendida e precisa Maria Rita Panci, la piacevole serata prima della conclusione, ha visto l’autrice di Svrìnguli Svrànguli, ringraziare e leggere “Il quartiere bavarese”, versi che esprimono il suo amore per il paese, commuovendo ancora una volta molti presenti. Immagini, soprattutto del centro storico di Rocca, scorrevano sulla parete della sala, con un sottofondo di “La Regina dei Castelli”.
E’ arrivata l’estate, che cosa mangiare? di Chiara Caldarelli* E’ arrivata l’estate… come migliorare la propria alimentazione per sentirsi in forma? Come ogni anno con l’arrivo della stagione più calda ci accorgiamo di avere qualche “chiletto” di troppo e quindi di non essere realmente pronti per l’odiata/amata prova costume. Spesso per questo si ricorre a rimedi nutrizionali e/o artificiali (come pasticche “brucia grassi”), che ci aiutano in poco tempo a perdere peso per sentirsi a proprio agio in spiaggia con gli amici: quindi si inizia a seguire la dieta priva di car-
boidrati (si passa a togliere pane e pasta) oppure la dieta dello yogurt o del cocomero, insomma si arriva ad un’alimentazione totalmente squilibrata, poco saziante e poco soddisfacente. Questi rimedi ci aiutano sì a perdere peso velocemente, ma comportano una volta interrotti un semplice e rapido recupero dei chili persi, incrementando ulteriormente il senso di insoddisfazione. Oggi infatti la percezione comune di come dovrebbe essere una dieta dimagrante è quella di un regime alimentare temporaneo, poco sapo-
rito e comunque insoddisfacente e poco saziante. Cerchiamo invece di seguire un’alimentazione equilibrata; inutile quindi eliminare alcuni elementi. Carboidrati, proteine e grassi vanno comunque assunti anche se in piccole dosi. Insomma porzioni modeste e calibrate, soprattutto a cena. Il segreto quindi è imparare a gestire le quantità di assunzione dei cibi preferiti per massimizzare il piacere senza eccedere nel consumo per esserne soddisfatti. * Nutrizionista chiara.caldarelli@hotmail.it
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L’angolo della storia
Riforma e... Controriforma
di Vincenzo Rufini Una delle pagine più importanti della storia dell’Occidente cristiano è stata scritta nel 1517 a Wittenberg, in territorio tedesco da un oscuro monaco agostiniano, Martin Lutero. Egli espone sul portale d’ingresso della locale chiesa, il 31 ottobre 1517, le sue 95 tesi tendenti a riformare il Cristianesimo. Il frate, nel 1510, aveva viaggiato sino a Roma e qui nella capitale cristiana si era trovato di fronte ad una situazione completamente diversa da come aveva immaginato. Il papato era immerso fino al collo nella corruzione e nella simonia (il commercio di beni spirituali), in più prosperava la vendita delle indulgenze, per cui bastava pagare una somma di denaro e si veniva mondati da qualsiasi obbrobrio commesso. Era in auge a quel tempo l’istituto del “Cardinal Nepote”, istituito nel primo Rinascimento, onde per cui un nipote del pontefice eletto, molto spesso si trattava di un suo figlio illegittimo, veniva ad essere un terminale su cui veniva versata ogni sorta di ricchezza pecuniaria e di beni immobili. Poi la vita dissoluta condotta da alti dignitari della chiesa, l’ignoranza del clero secolare, fecero il resto nel colpire il sentimento religioso del riformatore “in pectore”. Tornato in patria Lutero cominciò a ripensare l’intera impalcatura teologica della religione cristiana; elaborò le 95 tesi e cominciò a tradurre la Bibbia dal latino al tedesco, infliggendo un primo e duro colpo alla lingua latina, da sempre la lingua ufficiale della chiesa. Il monaco riformatore traduce la Scrittura nella lingua tedesca in modo che ogni cittadino suo compatriota potesse comprendere il significato della liturgia, partendo dal fermo proposito che la fede deve essere compresa, sia nella sua forma dogmatica e teologica, sia nella sua
CULTURA
accezione liturgica. Uno dei punti basilari di quella che in seguito sarà chiamata “La Riforma Luterana” era costituito dal concetto di salvezza dell’individuo: per la nuova teologia luterana la salvezza verrà solo ed esclusivamente dalla fede e non per opera di indulgenze più o meno rimesse. L’opera letteraria di traduzione della Bibbia fu una vera e propria rivoluzione; dopo molti secoli dalla traduzione di San Girolamo dal greco al latino e che fu detta: “Vulgata”. In questa titanica impresa molto aiuto fu fornito a Lutero dalla invenzione della stampa a caratteri mobili, realizzata da Gutenberg qualche decennio prima e che permise la diffusione su vasta scala della Bibbia tradotta. La ferma presa di posizione di Martin Lutero e dei suoi discepoli indusse la chiesa a prendere una posizione forte e pregnante che desse una scossa in positivo allo status quo esistente. Il papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese , il quale in gioventù fu accusato di aver ucciso un uomo in un duello, indisse un concilio affinchè rimuovesse le vetuste fondamenta della chiesa. Il concilio si tenne a Trento, città a metà strada tra il Sacro Romano Impero e la Santa Sede, la sua durata fu di diciotto anni, dal 1545 al 1663, e fu gestito da tre papi (Paolo III, Giulio III e Pio IV). La riforma protestante (così detta da un documento della Dieta, il Parlamento, della città di Worms che iniziava con la parola “Protestamus”), fu un elemento di rottura definitiva all’interno del
il Segno - Luglio-Agosto 2010
Invito alla lettura Abbi il coraggio di conoscere
Martin Lutero
cristianesimo e dette origine ad una religione autonoma; la conseguente riforma cattolica partorita al concilio di Trento e definita Controriforma dette impulso ad una certa moralizzazione all’interno della chiesa, accompagnato però da un irrigidimento del rispetto per i dogmi. In ciò la chiesa assunse un carattere sempre più risoluto che portò ad un irrigidimento della dottrina e dando al tentativo di rinnovamento un carattere autoritario ed intimidatorio, sia nella forma che nella sostanza. Espressione conforme del nuovo stile ecclesiastico fu la forma artistica del Barocco, con la sua ampollosità, con il suo messaggio autoritario, con il suo splendore. Il lascito di questa diatriba teologica tra la nuova eresia rappresentata dalla Riforma e dalla conseguente presa di posizione della Controriforma fu una serie di guerre di religione che misero a ferro e fuoco la vecchia Europa e che nel secolo successivo ebbero il loro epilogo nella guerra dei trent’anni. La Riforma ebbe il merito di dischiudere le porte della modernità avanzante; la Controriforma arroccò la chiesa in una posizione rigida e statica che non le permise di gestire in modo proprio il cambiamento moderno della società.
di Loredana Massaro Questo breve saggio “Abbi il coraggio di conoscere” di Rita Levi Montalcini, Rizzoli (2004), non ha la pretesa di essere un saggio scientifico ma è un libro destinato ad un vasto pubblico. Non ho conoscenze specifiche di medicina, di neurologia o di neuroscienze, ciononostante mi ritengo appassionata molto di filosofia, psicologia e un po’ di psichiatria… pertanto con molta curiosità mi sono accostata alla lettura di “Abbi il coraggio di conoscere” e non contenta di tenermi per me le informazioni acquisite, mi sono presa la licenza di andare a disturbare i lettori de “Il piccolo segno” che probabilmente se ne stavano tranquilli a pensare ai fatti loro. Ed eccoci quindi a noi, premio Nobel per la medicina nel 1986 per le scoperte sul fattore di crescita delle cellule nervose, la scienziata Rita Levi Montalcini è senatrice a vita dal 2001. Il libro ci propone di pensare la mente, ossia l' “organo che pensa” dell’homo sapiens e non è un gioco di parole ma mutuando il linguaggio dai vecchi studi sull’antropologia culturale, potremmo chiamarlo metapensiero dell’ homo sapiens. Questo viene definito attraverso i suoi attributi, per esempio, come sconfinato. “Non ha colonne d’Ercole il pensiero. (…) Il mondo è da creare.” Recitano i versi inediti della nota poetessa italiana Maria Luisa Spaziani, a inizio libro. Dopo aver esplorato tutto il globo terrestre e le sue infinite forme animate e inanimate, l’uomo guardò se stesso e per la sua inestinguibile sete di conoscenza volle esplorare il suo cervello e non solo nel suo contesto di organo fisico, ancora per molti versi sconosciuto, ma soprattutto per la sua funzione principale quella del “potere della ragione” che sempre deve accompagnarsi alla tensione etica e all'impegno civile, in modo da poter orientare al meglio le nostre scelte e il nostro agire. Analizzando le questioni ambientali, la clonazione e l'eutanasia, il razzismo, la difficoltà dell'essere donne, la povertà dei Paesi in via di sviluppo, Rita Levi Montalcini si immerge in maniera eccellente nel mondo in cui viviamo ma senza pessimismo e senza resa anzi con l'estremo coraggio di una visione dell'uomo ancora integra e fiduciosa. Un saggio imperdibile.
STORIE
il Segno - Luglio-Agosto 2010
I
IL RACCONTO DEL MESE
Il negro, Nanni e le AM-lire
nsomma le mie AM-lire dove erano finite? In quel periodo questo interrogativo, improvvisamente e dopo anni, mi frullò in testa per molto tempo. Sfogliai tutti i libri che di Noga possedevo, rovistai in tutti i cassetti e cassettini, anche in quelli dei miei genitori, cosa che non era andata tanto a genio a mia madre. La quale, poverina, preoccupata per il mio stato d’ansia ormai evidente, un giorno mi trascinò in salotto, mi fece sedere sulla poltrona grande e amorevolmente mi disse: “Senti, amore mio, le AM-lire le hai irrimediabilmente smarrite ed è ormai tempo di metterci una pietra sopra! Ti ricordi quel giorno quando la tua povera nonna le salvò dal fuoco? I tuoi amici sarebbero contenti sentirne il racconto!”. E gli amici giunsero a casa nel tardo pomeriggio di una domenica tetra e piovosa. “Allora – disse Nanni – vuoi raccontarci la storia di quelle AM-lire?”. “Le ho perdute – risposi - chissà quando e dove. Ma posso raccontarvi come, al mio risveglio, una bella mattina me le ritrovai pari pari sul comodino”. “Sapete cosa sono le AM-lire?” chiesi subito dopo. “Noo!”, risposero tutti in coro. Ed io, continuando: “Sono le monete di occupazione fatte circolare dagli alleati durante la guerra”. Dopo questa striminzita spiegazione iniziai a raccontare: “Era uno dei più freddi inverni da diversi anni e il gelo era dappertutto. Le truppe americane accampatesi, con alcune unità, nelle campagne che attorniavano il paese, circolavano liberamente per vicoli e vicoletti a bordo delle loro jeep con le quali si intrufolavano per ogni dove. Una sera, alcuni compaesani, mentre percorrevano il vicolo, sdraiato nella neve e in parte appoggiato al gradino di ingresso della nostra abitazione, incapparono in un negro gigantesco e all’aspetto completamente ubriaco. Il ghiaccio si stava scongelando e un vapore lattiginoso si levava da esso a contatto con il corpaccione bollente di quel gigante. Preoccupati si interrogarono fra loro: “E se morisse assiderato?”. Ma questo non era possibile: la neve avrebbe dovuto cadere ininterrottamente per una intera settimana per congelarlo a dovere. Tanto era grande e grosso quel nero. Il quale bofonchiava di continuo frasi indecifrabili. E come se non bastasse puzzava terribilmente di alcool! Infine si decisero e bussarono al portoncino di casa. Nonna Giovanna, avvoltasi nel suo scialle di lana, si affacciò alla finestra chiedendo cosa stesse accadendo. “Sentite Giovanna qui c’è un negro che si sta congelando! Fatelo salire in casa per riscaldarsi un poco!”. a legna secca nel focolare sprigionava delle fiammate altissime e fischianti che si avventavano su per il camino. Ma, si chiesero, una volta riavutosi come avrebbe reagito? Avrebbe compreso che stavano facendo di tutto per riscaldarlo? O avrebbe creduto che volevamo trattenerlo per chissà quale scopo? Piazzato davanti al focolare prese a emettere va-
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pore mentre la divisa cominciava ad asciugarsi. Infine spalancò all’improvviso gli occhi e li roteò rapidamente tentando di alzarsi ma ricadendo di schianto a sedere. Il calore del fuoco cominciava a produrre i suoi effetti... Quando si riebbe abbastanza bofonchiò parole dal significato impossibile e infilandosi una mano in tasca ne tirò fuori un corposo rotolo di AM-lire che gettò senza scampo nel fuoco. Nonna Giovanna, sempre all’erta, non si lasciò scappare quella occasione e si gettò velocemente sulle banconote. Però le fiamme già le avevano divorate in gran parte. Ne salvò alcune che, se rammento bene, avevano stampigliato il numero cinquanta su un fondo di un vago colore verde. a mattina del giorno dopo svegliandomi ritrovai le AM-lire belle distese sul comodino. La nonna mi disse che potevo tenermele: erano le mie! Le rigirai tra le mani a lungo ed oggi credo che in quel momento mi lanciai con la fantasia verso l’America e chissà forse anche verso l’Africa! Le riposi fra le pagine del mio libro illustrato preferito: l’Isola del Tesoro. Pensai che forse, Capitan Flint, ne sarebbe stato certamente orgoglioso! Alcuni giorni dopo, a bordo della solita jeep completamente infangata, si presentò il negro che avevamo trovato alcuni giorni prima completamente ciucco! Sembrava un ufficiale: aveva diecimila medaglie e stellette dappertutto. L’autista ad un suo cenno scaricò una quantità infinita di scatole e scatolette. Il negro ci consegnò personalmente quel ben di dio salutandoci subito dopo con le sue manone bianche e nere: ...roba da matti a ripensarci! Si chiamava guarda caso Tom! Poi svirgolando lungo la curva che chiudeva il vicolo ripartirono a tutto gas verso... già verso dove? Naturalmente non lo abbiamo più rivisto. Spero che sia tornato a casa sano e salvo. Almeno lui! E non come le mie AM-lire perdute di sicuro per i troppi spostamenti e trasferimenti fatti dopo la fine della Guerra”. vevo terminato il mio racconto. I miei amici ci rimasero malissimo. Nanni, che era il più grande, congedandosi con un tono molto serio mi disse: “Ma allora è tutto qui? Io durante la guerra ho visto morire molti soldati. Mio padre non è più ritornato dalla Russia. Nessuno mi ha regalato le... come le chiami? Le AM-lire!”. Così dicendo se ne andò via lentamente seguito dagli altri: tutti in silenzio. Già: la guerra! Era passata di sicuro nelle loro case e chissà quante storie ognuno di loro avrebbe potuto raccontarmi sicuramente più interessanti. In fondo le AM-lire non interessavano più a nessuno! Aprile 2010
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A
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Frammenti
di Scrittura
di Stefania Colasanti
Carissimo Amico, era un giorno bellissimo,un giorno che mai avrei dimenticato. Il ristorante era delizioso come deliziosa fu la cena e non dimentico il vino, hum , meraviglioso odore di legno e di frutti di bosco nascosti nella bottiglia che mesceva generosa il nettare di colore rosso rubino. Tutto era perfetto, anche la tappezzeria faceva la sua parte intonandosi perfettamente con il mio abito, come la candela, color porpora, mimetizzava la mia timidezza. Non ti ho detto quanto tempo ho impiegato quella sera, prima di incontrare Lui, a vestirmi? Tutto sembrava sciatto, insignificante e dozzinale.. volevo e dovevo essere la unica e sola donna al mondo, almeno quella sera. La passeggiata per le vie di Roma, a ridere per... credo per il nulla assoluto e la mano mascolina che mi teneva stretta la vita aumentavano la falsa sofisticazione di donna che ero. Ubriaca di bacco e dello sviscerale bisogno d’amore ho lasciato che a condurre il gioco della serata fosse il mio cavaliere. Tu sai che cosa si prova ad essere un attimo la principessa del mondo e subito dopo il conto da saldare per il cibo e la passeggiata e le risate? Un tuffo nelle fogne di questa città sarebbe stato meno schifoso!!! (tralascio i particolari, fiduciosa della tua comprensione). Mentre salivo le scale che mi conducevano alla mia piccola mansarda, mi spogliavo degli indumenti insozzati dalle ingiurie lanciatemi per aver lasciato a bocca asciutta quello, che solo poche ore prima, era travestito da gentiluomo. Caro, in pochi secondi ho raggiunto la mia camera e, in men che non si dica, ho sprofondato il capo sotto le coperte piangendo, truffata dalla speranza di incontrare l’Amore. Non riuscivo a prender sonno ed ho acceso la televisione. Il telegiornale era fuori orario, una edizione straordinaria… chiusi gli occhi, mi sarebbe bastato poco per raggiungere Morfeo, quando riconobbi la tua voce… Lo so, ho continuato a tenere la testa sotto le coperte, ho cercato di non sentire le tue parole ma il tuo rumore, sì, quella sera era rumore, mi ridestò. Era solo una foto fissa sullo schermo e capii che cosa ti stava succedendo. Perdonami amico mio se per molti anni ho evitato di incontrarti, perdonami se per troppi anni ho pensato fossi come gli altri... perdonami se quando ho pensato fossi diverso dagli altri, non ti ho permesso di venire da me… Insomma, quella notte mi hai dato la giusta lezione. Sei entrato con forza nel mio cuore, hai spazzato via tutte le offese e lo hai riempito di inspiegabile dolore. Eravamo così distanti io e te da chiedermi: per quale motivo la tua morte mi dava tanta sofferenza, perché eri il Papa? No! Perché sei arrivato dritto come una spada dalla dolce lama ed hai aperto la mia anima. Ho dormito abbracciata a te pregando te di pregare per me... Caro amico mio, perdonami per averti perso prima di averti trovato, Caro amico mio, grazie per averti trovato quando ti ho perso... Caro Amico Carol,ciao.
Alberto Querini: “Il Teatro Indiani d’America Civico è un bene prezioso”
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SIPARIO APERTO
il Segno - Luglio-Agosto 2010
a cura di Francesco Signorello
di Marzia Mancini Intervistare Alberto Querini, direttore artistico del teatro civico di Rocca di Papa da gennaio del 2009, mi ha fatto conoscere un uomo appassionato, colto e soprattutto determinato a far indossare ad ognuno di noi la “corona” dell’arte, affinché le nostre anime ne vengano arricchite attraverso la conoscenza di nuove ed emozionanti realtà, rendendo anche il nostro paese un sito di comunicazione e cultura. Propongo qui di seguito, le domande rivolte al direttore Querini, alle quali ha risposto cercando di descrivere l’andamento e lo sviluppo del “nostro” teatro. Quanti spettatori affluiscono al teatro di Rocca di Papa? “Inizialmente il pubblico teatrale era ridotto ad un piccolo numero, ma successivamente grazie alla pubblicità ed alla qualità delle nostre commedie si è incrementato fino ad arrivare ad una media di 70 spettatori per rappresentazione”. Inoltre, afferma soddisfatto che l’affluenza è provenuta anche da paesi limitrofi, andando così a completare il fedele pubblico roccheggiano. Quanti spettacoli sono stati realizzati? Ha notato preferenze tra i gusti del pubblico? “Sono state realizzate diverse rappresentazioni teatrali dalle svariate tematiche, commedie brillanti e moderne come “Radice di 2” per la quale il teatro ha avuto l’onore di accogliere personaggi illustri come Michele La Ginestra e Edy Angelillo. Ancora divertimento con “La badante cubana” della compagnia di Piero Botti e “Marescià…quando ci vò… ci vò! de La Strana Compagnia”. Queste sono state in assoluto le commedie più apprezzate, al pubblico piace ridere e riconoscersi in personaggi che interpretano ironicamente “le problematiche” di tutti i giorni. Hanno avuto successo anche i
L’attore e regista Alberto Querini, Direttore Artistico del Teatro Civico di Rocca di Papa
gialli come “48 ore per uccidere”, meno interesse è stato riscontrato per commedie drammatiche e storiche come “I digiuni di Caterina da Siena” di Dacia Maraini”. Ma niente può scoraggiare il direttore, sempre più convinto di promuovere e farci incontrare con ogni aspetto di questo affascinante mondo che è il teatro! In merito a questo ha mai pensato di portare in scena un’operetta lirica? “La lirica è un’arte spettacolare e grandiosa, ma spesso credo non venga compresa come dovrebbe. Le persone hanno paura di annoiarsi di fronte a spettacoli lunghi, dovrebbero invece andare più in profondità per scoprire i romanzi e le trame avvincenti alla base di queste opere classiche. E’ proprio quello che mi piacerebbe fare un giorno, portando a teatro una versione in prosa de “Il barbiere di Siviglia”. Riassumendo, quali sono i suoi principali obbiettivi? Progetti per il futuro? “Il mio desiderio sarebbe quello di evolvere il paese nell’arte, di creare, attraverso la pubblicità, un coinvolgimento globale in direzione di una prestigiosa crescita culturale e morale in grado di unire e
mettere in comunicazione ogni tipo di persona. “Insieme dobbiamo avere il coraggio di lottare contro la “pigrizia” che spesso intacca la nostra società impedendoci di conoscere tante realtà nuove e diverse, di fare esperienze indimenticabili, che il teatro potrebbe donarci ogni qual volta. Se riuscissimo a “bere” dalla fontana dell’arte saremmo un popolo più positivo, infatti nell’arte e nella cultura c’è la speranza del domani!!! E’ proprio per questo, che per il futuro, vorrei educare anche i più giovani a questa filosofia di vita, facendo diventare il teatro di Rocca di Papa, un punto centrale e d’incontro per le scuole dei Castelli Romani. Sempre per i ragazzi sono inoltre in preparazione dei laboratori di canto, invece, per quanto riguarda nuovi spettacoli, è ancora tutto in fase di allestimento, ma ci aspettano sicuramente entusiasmanti avventure”. Concludendo inviterei tutti a spendere un po’ del loro tempo e una minima parte del loro denaro, per immergersi in questo strabiliante mondo, di riceverne colori, emozioni ed insegnamenti che vale la pena di vivere, e ricordate che andare a teatro fa bene alla salute e all’anima.
Diamo il benvenuto a Simone!
Il 27 maggio scorso il nostro Franco Carfagna, l’artista che tutti i giornali castellani ci invidiano, è diventato nonno per l’ennesima volta. La figlia Monia e il genero Carlo Meconi hanno messo al mondo il piccolo Simone. A Franco, alla moglie, a Monia e a Carlo vanno i nostri migliori auguri. E a Simone diciamo: benvenuto tra noi!
Il nostro spirito si nutre d’amore
CAPO DEAN GEORGE: Amici miei, quando disperatamente abbiamo bisogno di essere amati e di amare. Quando Cristo disse che l’uomo non vive di solo pane, parlava di una fame. Questa fame non era quella del corpo. Non era la fame di pane. Parlava di una fame che ha origine nel profondo del nostro essere. Parlava di un bisogno necessario come l'aria che respiriamo parlava del bisogno d’amore. L’amore è qualcosa che tu ed io dobbiamo avere. Dobbiamo averlo perché il nostro spirito si nutre di esso. Noi dobbiamo averlo perché senza di esso noi perdiamo le nostre forze e ci indeboliamo. Senza amore la nostra autostima viene meno. Senza di esso il nostro coraggio viene a mancare. Senza amore non sappiamo affrontare con sicurezza il mondo. Ci ripieghiamo su noi stessi e cominciamo a trovare nutrimento nelle nostre stesse personalità. E così, poco a poco, ci distruggiamo. Grazie ad esso siamo creativi. Grazie ad esso procediamo infaticabilmente. Grazie ad esso, e solamente grazie ad esso, siamo capaci di sacrificarci per gli altri. Tratto dal libro: “Il grande spirito parla al nostro cuore”, Ed. Red
RIFLETTORI
il Segno - Luglio-Agosto 2010
Amore criminale su Raitre
Seilsogno d’amore diventa un incubo
di Daniela Di Rosa
Certe volte anche guardare un bel programma equivale a farsi del male. E’ il caso di Amore criminale (di Camilla Raznovich), il martedì sera su Raitre. Ogni settimana mi ripropongo di non vederlo ma poi le storie di queste donne maltrattate, offese, violentate e il più delle volte uccise, non mi lascia via di scampo e con fatica e dolore (ma per rispetto verso queste disgraziate) mi costringo a guardarlo. Lo guardo non per sconvolgermi ma per capire. Come è possibile che il “femminicidio”, così è stato chiamato il reato, sia in costante aumento e perchè nonostante la legge sullo stolking voluta dalla
Carfagna non si riesce ad arginare il crimine? Ma la cosa che mi sconvolge di più è perchè ancora nel 2010 le donne subiscano in silenzio, e proprio su al nord, dove la donna dovrebbe essere più emancipata. Forse l’uomo, in fondo all’anima, è rimasto un cavernicolo e quello che non accetta è proprio l’emancipazione di un suo sottoposto, non tollera l’abbandono. Infatti ad uccidere sono sempre gli ex, ex mariti o fidanzati o conviventi. Di solito la vittima per anni subisce, non denuncia, minaccia solo di farlo, poi d’un tratto scappa, chiede aiuto alle forze dell’ordine e
Terzani, una lezione di giornalismo
“Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il Potere. Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all’dea di essere vicini al Potere, di dare del “tu” al Potere, di andarci a letto con il Potere, di andarci a cena con il Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità. Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma di quando ero nella stanza, in- Ermanno vece di compiacerlo control- Gatta lavo che cosa non andava, facevo le domande. Questo è il giornalismo”. Tiziano Terzani, 2006 a cura de: il-sognatore.bolgspot.com
il T o c c o
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L’angolo della psicologia
Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli Camilla Raznovich
infine lo lascia. E qui di solito iniziano le persecuzioni dell’ex ma nessuno è in grado di aiutarla e alla fine lui l’uccide. Storie semplici, terrificanti e quasi sempre uguali. Lui glielo aveva giurato e semplicemente lo ha fatto. La legge sullo stolking funziona per i deficienti maniaci al telefono, invece per gli ex è pressochè inutile. Dopo le prime minacce forse la soluzione sarebbe qualche mese di galera... chissa!? In sintesi, anche se fa male, consiglio a tutte di guardarlo questo programma perchè in molte case si annida un violento, magari qualcuna si riconoscerà in una storia, e forse al prossimo innocente schiaffo del partner si ricorderà di quella ragazza maltratta e uccisa... e fuggirà. O almeno prenderà coscienza del problema. Alzare le mani è sempre un atto sbagliato ma non tutti gli uomini aggressivi diventano assassini, in America esistono cliniche per questo problema. Sarà il caso di farne qualcuna da noi e mandarci i nostri uomini?
Gentile Dottoressa, mi chiamo M. ho terminato il quarto anno delle superiori, sono sempre stata una studentessa modello, i miei sono sempre stati esigenti. Intorno a me però è pieno di ragazze che si divertono, io le considero stupide. Parlano solo di shopping, di tv, di ragazzi… Solo che un giorno, mia zia mi ha fatto riflettere, mi ha chiesto se un po’ le invidiassi, e mi sono accorta che è così. Piacerebbe anche a me avere il ragazzo e non ho ancora avuto una storia.
Ciao M. comprendo come ti senti, ma non ti preoccupare non sei l’unica alla tua età a non aver ancora avuto un ragazzo. Tua zia, con la sua domanda, ti ha invitato a guardare meglio dentro te stessa, e a farti scoprire che non ci sono solo doveri nella vita, ma anche piaceri. Io ti invito a fare la stessa cosa, e ad allentare un po’ le pressioni interne, e quelle dei tuoi genitori, tu sei giovane, c’è altro oltre lo studio, e hai diritto anche tu a divertirti come le ragazze della tua età. Capisco che a volte possano sembrarti superficiali, ma ti assicuro che se tu provassi a parlare con loro, ti insegnerebbero tante cose che non sono scritte sui libri e che tu magari non conosci. Prova ad aprirti di più, lasciati un po’ andare, sentirai un senso di leggerezza che ti riempirà la vita, specialmente adesso che è estate. Crescendo ho imparato anche io, che la conoscenza non si apprende solo sui libri, ma anche parlando con la gente. Un caro saluto. Per scrivere alla Dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@ virgilio.it
Le “curve” della Rocca il Segno - Luglio-Agosto 2010
Fare delle passeggiate fa bene alla salute e, mentre leggiamo questo racconto, facciamo una camminata partendo da piazza Margherita e prendendo via Frascati. Subito incontriamo “la curva della Mola” con i palazzi costruiti di recente; poco più giù c’è “la curva della Focicchia” e, ancora più avanti, “la curva dell’Ortagia” dove oggi ci sono dei grandi garage che una volta erano cantine in cui si faceva del buon vino! Infatti le abitazioni poste sopra queste cantine, furono realizzate successivamente. Proseguendo c’è “la curva dei fienili” dove una sessantina d’anni fa esistevano le rimesse per il fieno. Altri 200 metri e incontriamo la regina delle curve, “la curva di Riccardino”. Il nome deriva da un personaggio che viveva a ridosso di questa curva, sicuramente la più importante di Rocca di Papa (poi spiegheremo il perchè). Scendendo, verso destra, vi è “la curva de Carmela”, nome di una donna casalinga e operaia che qui viveva. Ancora 100 metri e arriva “la curva da Guardia Reggia”, chiamata così dai vecchi roccheggiani perchè lì vicino viveva un omone che aveva svolto il servizio di guardia del Re. Scendiamo ancora e notiamo “la curva dei cecinari”, perchè qui si era stabilita una famiglia proveniente da Cecina. Altri 100 metri e a sinistra c’è “la curva del vallone” e poi, subito a destra, “la curva di Lisetta”. La passeggiata si conclude con “la curva du cillieggiu” per la presenza, poco più avanti, di un grande albero di ciliege, una vera opera d’arte. Poi inizia un tratto di strada denominata “la sergiata” che arriva fino a via delle Barozze, dove ancora incontriamo, prima di Squarciarelli, “la curva de’ rottell’acqua”. Dicevamo che la
Ultima pagina
il Segno dei tempi
nei disegni del Maestro Franco Carfagna
curva più famosa è sicuramente quella “di Riccardino” e la nostra mente viaggia nel passato ricordando l’epoca della corsa automobilistica Vermicino-Rocca di Papa. Nelle prime ore del mattino si scendeva per scegliere il posto migliore (di solito sopra un albero) per vedere la corsa. Gli ultimi dovevano mettersi sopra “i pettoroni” (una sorta di aree scoscese). Gli applausi accoglievano le Ferrari rosse, le Bugatti, l’Alfa, le Balilla, le Topolino, le Aprilia, le Aurelia, la Flaminia, ecc. guidate dagli idoli dell’epoca: Francisci con la 500, Borzacchini, Lunari, Venturi e, ovviamente, Nuvolari.
Un anno fu davvero indimenticabile perchè tra i partecipanti c’era un nostro paesano, “Genio”, con la sua Lambretta 125.D modificata. Sfrecciò veloce tra gli applausi del pubblico arrivando tra i primi posti. Ultime si piazzarono le motociclette con i sidecars (che i roccheggiani chiamavano “e connulette”). Il maestro Carfagna ha voluto ricordare le tante “curve di Rocca di Papa” con la sua famosa corsa che ha dato tanto lustro al nostro paese. Un ringraziamento va al Centro Anziani dove un gruppetto di nostalgici ci ha elencato i vari nomi delle curve di via Frascati.
Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it
Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico
UN SINCERO GRAZIE ALL’ASS.RE PIZZICONI Desidero elogiare e ringraziare l’ingegner Simone Pizziconi che mettendo a disposizione due pullman ha permesso a cento cittadini di stare tra quei 580 mila che hanno visto la mostra mondiale di Caravaggio. Queste sono iniziative positive perché favoriscono davvero la cultura. Spero che si ripetano anche se chi partecipa dovesse pagare qualche cosa. Grazie. Amelia Santini MULTE AI PADRONI DEI
CANI CHE SPORCANO Salve a tutti, io sono un bambino di dieci anni e voglio protestare! A Rocca di Papa è un’indecenza per chi ha dei cani e li porta a fare i loro bisogni in giro. Signor Sindaco, è pregato di mettere dei manifesti perchè chi ha i cani e li fanno uscire, devono portare sempre a portata di mano busta e guanto per raccogliere gli escrementi. E per chi non li raccoglie ci deve essere una bella multa! Le persone vengono da fuori, non devono vedere questa sporcizia. Io ho un cane però noi rispettiamo
l’ambiente perchè il mio papà raccoglie sempre gli escrementi, come lo fanno altre persone. Grazie e saluti. Luca Sebastianelli
CHI HA SCELTO I VASI E LE PANCHINE ROSSE? Sono rimasto sconcertato nell’aver visto il nuovo arredo installato sul sagrato del Duomo e lungo via del Duomo nel centro storico. Panchine e vasi rosso fuoco che ci azzeccano con il nostro quartiere? Vorrei proprio conoscere il nome di chi ha avuto l’idea di quest’obbrobrio. E il delegato
all’arredo urbano chi è? Esiste? E che cosa fa? Ho sentito decine di miei concittadini lamentarsi per questo schifo. E dire che i lavori della pavimentazione e della scalinata mi erano sembrati subito un ottimo lavoro. Ma poi quando ho visto le panchine mi sono veramente arrabbiato. Ho visto anche che voi del Segno non avete detto niente su questo. Come mai? Comunque attendiamo che il Comune rimetta in quel luogo panchine e vasi più idonei alla nostra storia. Amedeo De Angelis