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Segno
DA 17 ANNI SENZA PADRONI
Anno XVII, n. 3 - LUGLIO 2018
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In tempo di crisi far conoscere la propria attività può essere una soluzione
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BUGIE
Su questo numero affrontiamo molti argomenti che riguardano la gestione della nostra città. Ne emerge un quadro desolante perché sempre più spesso ci rendiamo conto che su quasi tutti gli argomenti che decidiamo di approfondire, emergono verità fino a quel momento impensabili, coperte da pressappochismo e, nel peggiore dei casi, da vere e proprie omissioni e bugie.
Il tutto con l’unico scopo di nascondere ai cittadini le cose che accadono. Se a Rocca di Papa decidessero di installare in piazza la «Bocca della verità» di romana memoria, gran parte dei nostri politici resterebbe senza mani. Fosse questa l’unica soluzione per selezionare la classe dirigente che dovrà governare il nostro paese?
VERITÀ
L’OPINIONE
Abusivismo, così la politica ci affossa di SANDRO TABELLIONE
Un cittadino, a proposito della vicenda dell’acquisizione delle case abusive si è posto e ha posto una semplice domanda: perché in passato si sono costruite case su terreni abusivi? La risposta è altrettanto semplice: pessimi amministratori locali succedutisi negli anni l’uno all’altro, SEGUE A PAGINA
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Il Sindaco registra i consiglieri Video-denuncia
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Case popolari Si multa o no?
Progetti a Casalaccio Il segretario del Pd
ilpiccolosegno@libero.it
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Segno
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Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Vincenzo De Rossi, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Giovanni Mancini, Noga (Gabriele Novelli), Roberta Puglisi, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Sandro Tabellione ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta
Stampa: Arti Grafiche Roma
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Secondo l’Inps i vitalizi ci costano 207 milioni l’anno
Stavolta contro i benefit dei politici si fa sul serio
di GIULIA DE GIORGI
L’accelerazione per ridimensionare fortemente i vitalizi impressa dai 5 Stelle può far risparmiare diverse decine di milioni di euro. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha calcolato che solo per la sua Istituzione il risparmio si aggirerebbe intorno ai 40 milioni di euro all’anno.
Una cifra niente male che potrebbe essere utilizzata per aiutare i giovani e le piccole imprese artigianali che hanno più di altri sofferto il perdurare della crisi economica da cui sembra difficile uscire.
Il nuovo regolamento ha già superato i primi ostacoli, tanto che il documento è stato licenziato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio dei Ministri e ora dovrà superare lo scoglio del Parlamento, dove i dinosauri della politica hanno già promesso battaglia annunciando anche un colossale ricorso nel caso in cui si vada avanti. La maggioranza parlamentare di 5 Stelle e Lega è schiacciante e quindi alla fine il provvedimento potrebbe essere approvato
senza troppi problemi, anche se le pressioni esercitate da Forza Italia sulla presidente del Senato hanno l’unico intento di ritardare il più possibile il voto sul provvedimento. La battaglia contro i vitalizi, prima ancora che una battaglia per risparmiare un bel po’ di soldi pubblici, è innanzitutto una battaglia di civiltà poiché nella crisi di cui abbiamo già detto, gli unici che mai sono stati chiamati a fare sacrifici, a tirare la famosa cintura, sono stati proprio i politici. Che ancora oggi lo Stato debba spendere una cifra che, se consideriamo anche le Regioni, arriva a toccare 250 milioni di euro all’anno è impensabile e non più tollerabile. In quattro anni si tocca il tetto del miliardo di euro. Può l’Italia ancora farsi
carico di questi vitalizi a favore di una élite? La risposta è ovvia: no! Per i parlamentari che hanno svolto un solo mandato e quindi hanno una sola legislatura alle spalle, con il nuovo regolamento il loro vitalizio sarà di 980 euro mensili. Dei 1.405 vitalizi erogati a ex deputati della Camera, 1.338 saranno ricalcolati e quindi ridotti. Tra Camera e Senato sono 2.600 gli ex parlamentari a percepire il benefit e, secondo i dati forniti dall’Inps, questi costeranno allo Stato la bellezza di 207 milioni solo per il 2018.
Per questo abbiamo accolto con particolare soddisfazione le parole del Ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro (5 Stelle), che si è detto sicuro che «il tempo dei privilegi è finito».
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Regione Lazio e Provincia di Roma ai primi posti per i reati ambientali
il Segno - LUGLIO 2018
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timento dei rifiuti al primo posto di questa per niente invidiabile classifica. Si smaltisce illegalmente soprattutto per far perdere le tracce dei rifiuti pericolosi, quelli che andrebbero trattati con grande attenzione e sicurezza.
di MARCELLO MORRONE
Legambiente ha pubblicato il nuovo Rapporto sulle mafie ambientali e il quadro che ne emerge ci dice che la Regione Lazio e la provincia di Roma sono tra le zone più colpite. Oltre all’aspetto più strettamente ambientale c’è
un secondo aspetto che amplifica l’allarme: la crescita delle corruzione. Perché chi inquina, lo fa sempre versando tangenti a funzionari pubblici i quali si impegnano a chiudere un occhio oppure a produrre certificazioni false. Il Rapporto di Legambiente colloca il settore dello smal-
«Gli ecoreati -ha detto Roberto Scacchi, presidente di Legambiente- mostrano il triste primato della provincia di Roma a livello nazionale per quanto riguarda la corruzione ambientale e le infrazioni contro la biodiversità». Un ruolo importante, dunque, è rappresentato dalle aziende che svolgono i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. Aziende che operano in un territorio che da decenni fa gola alla
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criminalità organizzata e che spesso cerca di infiltrarsi utilizzando i canali della politica per aggiudicarsi gare e affidamenti temporanei. Pian piano si costruiscono il loro spazio e, nel giro di pochi anni, gestiscono tutto ciò che c’è da gestire diventando punti fermi della stessa politica che, quando si accorge di quello che accade, non ha più né l’autorevolezza né gli strumenti per contrastarli. Il livello di corruzione nel ciclo dei rifiuti, ci dice ancora il Rapporto, è dimostrato dalle cifre: nel Lazio sono state avviate 61 inchieste che hanno portato a 461 arresti, 541 denunce e 52 sequestri di aree e immobili.
«Ecco perché se non funziona il sistema di raccolta dei rifiuti -conclude Scacchile illegalità di smaltimento trovano spazi sconfinati difficilmente rintracciabili». Spazi che aprono autostrade alla corruzione.
ROC CA DI PA PA
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Se tra maggioranza e opposizione non c’è quasi nessuna differenza
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I problemi storici del paese restano irrisolti e i cittadini lo vedono
di GENNARO SPIGOLA
È da tempo che nel nostro territorio assistiamo a un paradosso politico: non si capisce la differenza fra chi governa e chi è all’opposizione. Per avere la conferma di questo, basterebbe partecipare ai consigli comunali e vedere concretizzare l’impensabile: relaziona la maggioranza e la replica dell’opposizione diventa virtuale poiché gli interventi si sovrappongono fino a fondersi diventando, alla fine, un unico prodotto politico.
Se il dibattito avvenisse dietro un paravento sarebbe impossibile capire la differenza tra maggioranza e opposizione, ne consegue che i consigli comunali sono diventati un passaggio fisiologico previsto e imposto dal regolamento comunale. Però quanto sopra esposto genera una serie di problemi con pesanti ricadute sui cittadini, che subiscono delle continue vessazioni pagando in termini di aumento di tasse e tariffe (senza che nessuno si opponga) con peggioramento dei servizi e l’abbattimento di alcuni pezzi dello stato sociale locale: ad esempio la chiusura sia del presidio sanitario, sia quello di ACEA, cosa che obbliga i cittadini a spostarsi verso i paesi limitrofi, Grottaferrata e Frascati, con conseguente impe-
gno di tempo e denaro (che in un periodo di crisi dovrebbe essere evitato). Se poi si decide di affrontare le questioni macroscopiche che da tempo attanagliano la cittadinanza, la lista delle inadempienze non trova fine, se ne cita quella più consistente: debito di bilancio che, una volta per tutte, andrebbe discusso con i cittadini utilizzando la possibilità prevista dallo statuto comunale, convocando un consiglio aperto per mettere i cittadini nella condizione di capire quale futuro economico dovranno affrontare per poter tappare un enorme buco di bilancio (non possono bastare delle semplici dichiarazioni di un consigliere comunale di opposizione che passa in maggioranza per salvare il
La sede comunale
Comune dal commissariamento, che sostiene, senza essere corroborato dai dati, che sono stati fatti passi avanti rispetto al ridimensionamento del debito), si parla di circa quindici milioni di euro.
Non è accettabile che per recuperare risorse per attenuare il debito, invece di combattere l’evasione fiscale, venga utilizzato in modo indiscriminato l’autovelox per fare cassa e tentare di riscuotere gli affitti delle illegittime antenne che comportano degli effetti esiziali sulla cittadinanza, dimenticando che c’è stata una sentenza del Consiglio di Stato che ne dichiarava l’abbattimento, tesi avvalorata da un’ulteriore sentenza del TAR del Lazio. Per ultimo
(solo per questioni di esposizione) abbiamo visto ultimamente affissi dei manifesti comunali con i quali si rendeva noto alla cittadinanza, facendo propaganda, che la Regione Lazio aveva stanziato dei finanziamenti per il comune di Rocca di Papa (duemilioninovecentomila euro) per risolvere le criticità del territorio: buche nel manto stradale, illuminazione, rilancio del centro storico, sostegno dei servizi in generale, ecc. L’unico problema solo approcciato è stato quello di tappare qualche buca e il rifacimento di alcune strisce pedonali, il resto poi si vedrà, dimenticando ingiustificatamente l’impellenza della riparazione del muro crollato all’ inizio di via Frascati che sta comportando un sistematico ingolfamento del traffico tutti i giorni; la questione è ancorata a una disquisizione amministrativa legata a capire se la competenza è comunale o regionale, lasciando però i cittadini nel caos del traffico. Però va anche ricordato ai cittadini che quanto precedentemente segnalato, spesso avviene perché gli stessi cittadini gementi che non rivendicano un ruolo nella società consegnando la delega in bianco a chi dovrebbe rappresentarli, si fanno scippare, nella consapevolezza, la regola della democrazia pagandone le conseguenze .
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ARTIGIANI DEL DOLCE DAL 1965
SPAZIO ADOTTATO DA BRUNO
Rocca di Papa
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Il TAR del Lazio ha annullato una pratica di acquisizione N OTI ZIE
INFO RM A ZIO NE
A T T U AL IT À
Il Tribunale ha riconosciuto l’eccesso di potere da parte del Comune
di MARCELLO MORRONE
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (TAR) ha fermato definitivamente una delle 189 procedure di acquisizione al patrimonio pubblico di un’opera abusiva. La sentenza è stata pubblicata lo scorso 23 giugno e riguarda il ricorso presentato da due coniugi di Rocca di Papa contro il Comune per l’annullamento «della determinazione del responsabile dell’ufficio Urbanistica del Comune di Rocca di Papa n. B/... del 16 febbraio 2016, e del verbale di accertamento dell’inottemperanza alle ordinanze di demolizione n. 1.../2003 e n. 1.../2003».
L’avvocato Domenicangelo Strippoli, che ha rappresentato i due, contestava in particolare quattro violazioni da parte del Comune di Rocca di Papa, tra cui una procedura viziata da eccesso di potere visto che uno dei due proprietari, in questo caso la moglie, non era stata oggetto di alcuna comunicazione in merito alla procedura di abbattimento e di acquisizione.
I giudici del TAR avevano già sospeso gli effetti dell’acquisizione nel 2017 (ordinanza n. 787) in attesa di esaminare l’istruttoria, al termine della quale hanno giudicato fondato il motivo del ricorso e lo hanno accolto definitivamente annullando così il provvedimento di acquisizione n. B/... del 16 febbraio 2016. «In punto di fatto -si legge nella sentenza- va rilevato che, alla stregua della docu-
mentazione acquisita in sede istruttoria […] con i relativi allegati, emerge che i predetti ordini di demolizione risultano effettivamente notificati» solo a uno dei comproprietari (al marito) e non a entrambi, e questo configura una violazione del diritto di difesa. Scrivono i giudici: «In giurisprudenza, perché un bene immobile abusivo possa essere legittimamente oggetto dell’ulteriore sanzione costituita dall’acquisizione gratuita al patrimonio comunale ai sensi dell'art. 31, d.P.R. n. 380 del 2001, occorre che il presupposto ordine di demolizione sia stato notificato a tutti i comproprietari, al pari anche del provvedimento acquisitivo», concludendo che «le suesposte considerazioni comportano l’accoglimento del ricorso, con il conseguente annullamento dell’impugnato provvedimento di acquisizione». Una sentenza importante che fa seguito ad altre due
Alessio Iadecola
sospensioni decise recentemente dal Tar (pubblicate lo scorso 25 maggio) per carenza di documentazione da parte del Comune di Rocca di Papa. In questi due casi i ricorrenti, le cui abitazioni sono soggette alla procedura di acquisizione, avevano impugnato l’atto del Comune di Rocca di Papa per«omessa notificazione dell’ordinanza di demolizione la cui omessa ottemperanza ha determinato l’adozione del provvedi-
Le “perimetrazioni” annunciate dal Comune non risolvono le 189 pratiche di acquisizione al patrimonio pubblico
Molti cittadini incappati nelle procedure di acquisizione si dicono convinti che la loro posizione potrà essere superata grazie all’approvazione delle cosiddette “perimetrazioni”, annunciate dall’amministrazione Crestini con una proposta di delibera di Giunta, rimasta però a oggi solo una proposta visto che non risulta agli atti una delibera approvata in tal senso. A parte questo, però, ci sembra giusto dire a questi cittadini che nessuna “perimetrazione delle aree abusive” potrà in un modo o in un altro sanare le abitazioni oggetto della procedura di acquisizione, il cui unico strumento resta quello di ottenere dal Comune di Rocca di Papa l’attestazione di pubblica utilità e il riconoscimento dell’assemza di preminenti interessi ambientali sulle aree. Continuare a illudere centinaia di famiglie che le perimetrazioni sono la soluzione vuoldire continuare a prenderli in giro. (A.S.)
mento di acquisizione in contestazione». Posizione ritenuta corretta dai giudici e per la quale hanno concesso la sospensiva del provvedimento in attesa di valutare il fascicolo che il Comune dovrà produrre chiarendo se effettivamente la notificazione ci fu oppure no. La Camera di consiglio per la sentenza definitiva si terrà il prossimo 16 ottobre.
Soddisfazione ha espresso il presidente del Comitato Pro Case di Rocca di Papa, Alessio Iadecola, che da anni si batte a fianco di decine di famiglie: “Queste sentenze sono l’ulteriore dimostrazione che le procedure messe in atto dal Comune di Rocca di Papa sono spesso lacunose e hanno messo sotto accusa solo una parte delle famiglie ree di aver commesso abusi sul nostro territorio al fine di costruirsi una casa di necessità, a fronte di migliaia di abusi su cui invece è calato il silenzio. Siamo contenti per le famiglie che hanno ottenuto un giudizio favorevole da parte dei giudici e riusciremo a vincere questa battaglia sulla tutela del diritto alla casa solo se saremo uniti per far valere le nostre ragioni”.
RO C CA d i PA PA
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Le colonne di via Lucatelli erano l’antico ingresso cittadino
Anche due monumenti in pericolo dopo il crollo del muro di via Frascati di ANDREA SEBASTIANELLI
Dopo 180 giorni le macerie stanno ancora lì e i disagi per i cittadini, le attività artigianali presenti lungo via Frascati e per gli automobilisti non sembrano avere fine. L’amministrazione comunale nell’annunciare che nessun accordo è stato raggiunto con i proprietari dell’area sovrastante il muro, ha però detto che a questo punto sarà proprio l’ente pubblico a provvedere al rifacimento del muro in pietra senza specificare altro, né i modi né i tempi.
I tre crolli che dalla fine di dicembre 2017 hanno interessato la più importante strada di accesso a Rocca di Papa, riducendola a un’unica corsia con un servizio semaforico alternato che spesso crea lunghe file, hanno però portato alla luce un altro problema, fino a oggi completamente ignorato. Lungo quel muraglione ci sono ben due evidenze architettoniche catalogate dalla Soprintendenza per i beni artistici e storici di Roma una trentina di anni fa.
La prima è l’edicola a tempietto dedicata alla Madonna del Tufo, risalente al XIX secolo e realizzata in pietra, gesso e mattoni. L’edicola venne commissionata nel 1883 dai coniugi Ballatore come riconoscenza alla Madonna dopo essersi miracolosamente salvati in seguito alla frana che interessò la scarpata. Questa storia venne mirabilmente raccontata da Gabriele Novelli sul Segno di maggio 2011 (pag. 19), mentre il professor Massimo Introvigne ricostruì proprio la storia dei coniugi Ballatore, Carlo e Rina (Il Segno di marzo 2014, pag. 15). Questa edicola è catalogata nei registri del Ministero con il n. 2/208960. La seconda evidenza archi-
tettonica è rappresentata dai due pilastri che sorreggono altrettanti vasi in pietra sperone, mirabile esempio di lavorazione locale (N. di catalogo 2/209859). Questo era l’antico portale (che nell’800 aveva anche un cancello in ferro) da cui si entrava a Rocca di Papa provenendo da Squarciarelli. Nelle colonne, inoltre, sono incastonati due blocchi di basalto, lo stesso materiale delle basole della Via Sacra. Un monumento nel monumento.
Peccato che simili opere d’arte a Rocca di Papa siano dimenticate e nessuno ci fa più caso. Le colonne dell’antico ingresso sembrano oggi un ingombrante arredo mentre necessiterebbero di un restauro e di una valorizzazione. E qui emerge una delle questioni importanti su cui si sta discutendo perché nelle schede della Soprintendenza la condizione giuridica del monumento è classificata con la dicitura: «di pertinenza del Comune».
Se l’edicola è di pertinenza del Comune, come ha scritto la Soprintendenza, verrebbe da pensare che anche il muro lo sia, ma questa è una discussione che non ci compete visto
L’edicola dedicata alla Madonna a rischio crollo
che va avanti da mesi. Fatto sta che i due monumenti catalogati corrono oggi il rischio, come l’intero muro, di venire giù, in assenza di interventi urgenti e risolutivi. Addirittura l’edicola di fine Ottocento è ancora in piedi grazie a un’improvvisata palettatura realizzata dopo il crollo di dicembre, altrimenti sarebbe venuta giù da un pezzo. Non sappiamo al momento se l’amministrazione comunale abbia messo al corrente il Ministero dei beni architettonici di quanto accaduto e se nel confronto nato con la Regione Lazio (tramite la società Astral che gestisce via Frascati) e i privati, sia stato affrontato il
nodo del restauro dell’edicola votiva e delle stesse colonne le cui condizioni continuano a destare preoccupazione. Uno dei vasi sovrastanti, infatti, presenta da tempo delle crepe e chissà che il crollo del muro non ne abbia determinato un peggioramento. Infatti, affacciandosi da via Lucatelli si può notare che il muraglione appare slegato da questo piano stradale di qualche centimetro. Segno che l’emergenza è tutt’altro che superata visto il ritardo con cui si sta procedendo per il ripristino della sicurezza e della normalità. E un temporale estivo, di quelli copiosi e improvvisi, potrebbe avere conseguenze irrimediabili.
Si dimette l’assessore Montalto
Qualcuno esce e qualcun altro entra. Dopo due anni lascia il posto in giunta Pier Paolo Montalto (nella foto), già assessore ai servizi sociali di Rocca di Papa, per quelli che nella lettera inviata al sindaco definisce motivi personali dovuti all’impossibilità di coniugare la gestione di molteplici aree di competenza dell’assessorato con la propria attività professionale di commercialista. Al momento in cui andiamo in stampa il nome che si fa per prendere il suo posto è quello di Paolo Gatta, consigliere comunale con delega alle questioni sociali, considerato uno dei fedelissimi di Crestini. Montalto comunque continuerà a far parte della maggioranza di governo con una delega
allo sport e alla promozione del turismo sportivo. La giunta, quindi, cambia nuovamente volto, dopo l’uscita della ex assessore all’urbanistica Veronica Giannone sostituita da Barbara Barboni solo qualche mese fa, adesso è la volta di un nuovo cambio di ruoli. Se Paolo Gatta dovesse diventare assessore, al suo posto in consiglio comunale entrerebbe Donatella Giovanetti che alle elezioni ottenne 75 voti restando fuori dal consiglio per un solo voto.
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di LUIGI SERAFINI
A Rocca di Papa esistono case popolari gestite dal’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale pubblica della Provincia di Roma (ATER). Ogni due anni questo ente effettua un censimento per verificare se chi occupa gli appartamenti ne abbia effettivamente diritto, diffidandolo qualora si ravvisino occupazioni abusive. Lo scorso 2 novembre il consigliere comunale Ottavio Atripaldi ha protocollato un’interrogazione nella quale chiede al sindaco di Rocca di Papa se ha adempiuto a quanto chiesto dall’ATER circa l’emissione della sanzione prevista per il rilascio degli alloggi occupati senza titolo in via della Portella (Campi d’Annibale). L’amministrazione comunale, infatti, deve intervenire dopo la segnalazione dell’ATER nei casi in cui è prevista l’emissione di una sanzione pecuniaria stabilita dalla normativa vigente. Tale sanzione deve essere inviata dagli uffici comunali alla persona risultata essere un occupante senza titolo.
Nel caso portato all’attenzione pubblica da Atripaldi, si legge che “nonostante sia trascorso diverso tempo (un anno e mezzo, n.d.d.), non sembra che siano state elevate sanzioni al riguardo, né intraprese iniziative atte e recuperare il possesso degli immobili ancora occupati abusivamente”. La questione è piuttosto spinosa perché tra le persone oggetto della diffida dell’ATER vi è anche uno stretto parente di un assessore della
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Case popolari, la multa che il Comune non recapita
Il parente di un assessore tra gli occupanti senza titolo
Il video si è perso!
Il giallo delle riprese che Romei non può avere
Il consigliere Ottavio Atripaldi ha chiesto chiarimenti
giunta Crestini, il quale pare abbia sì lasciato l’appartamento dopo che l’ATER lo ha diffidato ma al quale non è ancora chiaro se l’amministrazione comunale abbia inviato o no la sanzione prevista. Perché una cosa deve essere chiara: anche se chi occupa senza diritto una casa a un certo punto decide di lasciarla, la sanzione rimane seppur decurtata dell’80% nei casi in cui l’abbia lasciata entro 60 giorni dal ricevimento della lettera. Le cifre in questione non sono proprio briciole, anzi. La legge prevede multe che vanno da un minimo di 45.000 euro a un massimo di 65.000 euro.
La cosa strana è che il parente dell’assessore roccheggiano avrebbe ricevuto una comunicazione formale dell’ATER il 15 luglio 2016 e, a distanza di un anno e
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mezzo, un consigliere comunale chiede al sindaco i motivi per cui “non sembra che siano state elevate sanzioni al riguardo”. Nella stessa lettera Atripaldi ricorda al sindaco “che la non esecuzione o proposizione di alcuna attività (cioé non emettere una sanzione prevista dalla legge, n.d.d.) potrebbe configurare un grave danno erariale ed un omissione in atti d’ufficio”.
In attesa di sapere dal sindaco e dalla segretaria comunale se le sanzioni sono state inviate oppure no ai destinatari, e se le stesse sono state notificate nei tempi previsti, ci dispiace dover sottolineare che spesso le stesse regole non valgono per tutti i cittadini. La legge dovrebbe essere uguale per tutti ma sempre più spesso qualcuno sembra più uguale degli altri.
Il sindaco di Rocca di Papa, per esempio, di fronte alla questione delle acquisizioni delle case abusive ha sempre detto che lui non può disattendere quanto previsto dalla legge per non incappare nel reato di danno all’erario, e infatti senza perdere tempo ha chiesto l’affitto a una ventina di cittadini che hanno costruito una casa abusiva. Non si capisce perché, invece, nel caso delle case popolari portato alla luce da Atripaldi abbia, nel migliore dei casi, proceduto con estrema lentezza.
Sta diventando un giallo la richiesta di Lorenzo Romei, consigliere comunale eletto nella maggioranza ma poi finito all’opposizione, per le video-riprese del consiglio comunale del 3 aprile, quello in cui due consiglieri comunali, Romei e Roberta Carnevali, e il presidente del consiglio, Calcagni, avevano deciso di lasciare la maggioranza dopo aver ricevuto una valanga di insulti sia da parte del primo cittadino sia di altri consiglieri. Dopo due mesi Lorenzo Romei non è ancora riuscito a ottenere quei filmati malgrado anche il Prefetto di Roma abbia sancito il diritto dei consiglieri comunali a ottenere tali documenti. Nell’ultimo consiglio comunale la segretaria ha però ulteriormente respinto la richiesta perché le riprese verrebbero effettuate dal segretario del sindaco, Marcello Loisi, a titolo personale e non per un servizio d’ufficio. E quelle riprese sarebbero poi andate perdute. Sarà come dice la segretaria, eppure in uno dei primi consigli comunali fu proprio il sindaco Crestini a vantarsi del fatto che finalmente venivano realizzate delle riprese. Non solo, questi video dei consigli comunali venivano anche caricati sulla Rete così da permettere ai cittadini di rivedere i consigli. Il giallo del video del 3 aprile, insomma, continua.
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Nel 2017 record negativo per l’anticipazione di cassa: 1,7 milioni Nel primo Bilancio targato Crestini un segnale di pericolo per i conti
Pensavamo che il record negativo raggiunto nel 2012 da Boccia nessuno lo avrebbe superato e invece Crestini lo ha eguagliato. Proprio così! Scavando tra i documenti già approvati dal consiglio comunale riguardanti il rendiconto del bilancio 2017, le cose da leggere tra le righe sono tante, visto che questo è il primo bilancio interamente gestito dall'attuale amministrazione. Il primo dato che emerge è il largo utilizzo dell'anticipazione di tesoreria.
Come si sa tutti i Comuni hanno la possibilità, per legge, di usufruire di una sorta di fido presso il tesoriere dell'ente nei momenti di scarsa liquidità. Queste somme andrebbero restituite entro il 31 dicembre dello stesso anno. A volte i Comuni non ce la fanno a restituirle, cosa accaduta anche alla precedente giunta guidata da Boccia. La cosa curiosa è che se si osserva l'andamento dell'utilizzo dell'anticipazione dal 2012 al 2017 si noterà che fino al 2016 c'è stato un notevole miglioramento e che invece proprio nel 2017 si è battuto il record negativo del 2012.
Tra i documenti targati maggioranza Crestini, infatti, c’è un dato che parla da solo: l'anticipazione non restituita al 31 dicembre 2017 è stata di 1.710.455 euro mentre nel
Al momento restiamo nel Sistema Bibliotecario
L’intervento di Lorenzo Romei
2012 (anno che deteneva il record fino a questo momento) era di 1.451.087 euro. Nel 2013 la cifra era di 1.256.984; nel 2014 appena 20.512 (notevolmente migliorata); nel 2015 tutte le somme utilizzate in anticipazione vennero rimborsate entro il 31 dicembre; nel 2016 erano di 82.419 euro.
Questi dati si trovano nella relazione del Ministero delle Finanze (pagine 67-68) dove c'è una tabellina precisa e dove ovviamente manca il 2017, che qui abbiamo integrato. Nelle poche righe di conclusione degli ispettori ministeriali si legge che la prima problematica di rilievo cui porre rimedio è proprio quella concernente l'anticipazione di tesoreria.
Segnaliamo quindi che il primo bilancio Crestini ha
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raggiunto un nuovo record negativo superando anche la giunta Boccia-Sciamplicotti. Le ragioni di questo flop nella gestione dei conti pubblici con un’anticipazione di cassa molto disinvolta sono diverse. Se da una parte può esserci una scarsa capacità di programmazione e di incasso da parte dell'ente, dall'altra influisce molto anche la grave crisi economica-finanziaria che ormai da più di un decennio attanaglia le pubbliche amministrazioni. Certo, se i cittadini pagassero tutto e subito non ci sarebbe bisogno di utilizzare questo strumento. Quando qualcuno in passato faceva notare queste cose Crestini, che stava all’opposizione, li accusava di essere impreparati e incapaci. Oggi, alla prova dei fatti, non ci sembra che quelli di oggi stiano fa(L.S.) cendo meglio, anzi!
Tanto tuonò che piovve! Alla fine, dopo aver annunciato la volontà di uscire dal Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani, è arrivato il dietrofront del sindaco di Rocca di Papa, il quale ha dichiarato che si “sta valutando la possibilità di rimanere all’interno del Sistema Bibliotecario”.
Ha poi aggiunto: “Si sta svolgendo un importante lavoro di approfondimento in merito alle relazioni fra il Consorzio e i Comuni che ne fanno parte -ha scritto Crestini-, specialmente per quanto riguarda le verificate possibilità e opportunità che possono concretizzarsi a servizio della comunità che rappresento, ovvero i cittadini di Rocca di Papa, ai quali occorre fornire prestazioni sempre migliori.Per questo, all’Assemblea dei Sindaci del Consorzio che si è tenuta ieri (il 5 luglio, n.d.r.), ho votato a favore del nuovo Statuto, assieme a tutti gli altri sindaci, in un’ottica di responsabilità e sinergia territoriale”. (M.M.)
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Vicenda Litta, si aggiunge un nuovo retroscena
Il segretario Pd interessato a un progetto edificatorio
di ANDREA SEBASTIANELLI
Ricordate la vicenda dell’attuale segretario cittadino del Pd che, appena eletto, venne chiamato dal sindaco Crestini a lavorare al Comune di Rocca di Papa? Poi non se ne fece più niente soprattutto grazie ai nostri articoli che fecero tornare sui propri passi sia Crestini sia lo stesso segretario Litta, in considerazione del fatto che il Pd a Rocca di Papa dovrebbe stare all’opposizione. Crestini il 26 luglio 2017 chiamò Massimo Litta, all’epoca dipendente del Comune di Grottaferrata, per le esigenze dell’ufficio urbanistica di Rocca di Papa, uno dei settori più delicati e spesso nell’occhio del ciclone per i più grandi progetti edificatori degli ultimi anni. Ebbene, recentemente
siamo venuti a conoscenza di un nuovo documento che potrebbe ulteriormente aggravare la posizione di Litta visto che, a distanza di quasi un anno, nessuno ha ancora chiarito come sia stato possibile che Crestini abbia richiesto proprio lui per lavorare in posizione di comando a Rocca di Papa. Crestini non ha mai spiegato il perché di questa scelta. Litta si è sempre trincerato dietro la frase: a breve chiarirò tutto. Senza mai farlo. Che cosa abbiamo scoperto? Che due mesi prima della famosa chiamata di Crestini, la famiglia del segretario Pd scriveva al sindaco di Rocca di Papa per ottenere il via libera a un progetto edificatorio relativo a un immobile in zona Casalaccio, al confine con Grottaferrata. Nella lettera, datata 31 maggio 2017, la
Litta
famiglia Litta chiede a Crestini, in via preliminare, una manifestazione d’interesse affinché si possa procedere con un vero e proprio piano integrato per il ripristino ambientale e il riordino delle periferie. In ballo vi è la realizzazione di un progetto edificatorio nella proprietà dei Litta-Spalletta di
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circa 380 metri quadrati per un totale di duemila metri cubi di cemento. In cambio dell’accettazione preliminare del piano di recupero, i Litta promettono opere di urbanizzazione visto che in questa zona i servizi sono piuttosto carenti, ridotta viabilità e scarsa presenza di parcheggi pubblici.
La lettera viene protocollata dal Comune e inviata all’ufficio urbanistica per le opportune valutazioni tecniche. Lo stesso ufficio nel quale, due mesi dopo, Crestini chiama a lavorare Massimo Litta, chiedendolo in “prestito” al suo collega di Grottaferrata. La zona d’ombra del rapporto tra Crestini e Litta, dunque, si arricchisce di nuovi particolari che necessitano di chiarimenti e delucidazioni visto che Litta continua a ricoprire il ruolo di segretario Pd la cui azione nei confronti dell’attuale giunta appare a dir poco imbarazzante. Assenza di critiche, assenza di informazione, assenza di un minimo di opposizione che un partito ridotto al 18% dovrebbe pur mettere in campo per recuperare un po’ di voti. E invece niente, il Pd sembra non esistere né in Consiglio né fuori.
Abusivismo, così la politica ci affossa SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
peraltro alla fin fine quasi sempre gli stessi, quasi a creare un circolo vizioso del potere e nel pressappoco totale disinteresse dei bisogni della popolazione e del paese stesso, delle nascite, delle possibilità di lavoro... il piano regolatore risalente all'ultima variante del 1974... quasi mezzo secolo in cui chi aveva un terreno, ovviamente non più agricolo da anni perché anche il lavoro nei campi a Rocca di Papa come tutto il resto è morto da un pezzo, non poteva costruire nemmeno una casa decente di cui avrebbe avuto bisogno come il pane e che per assurdo avrebbe addirittura dato un senso sociale a quelli che sono diventati negli anni incolti appezzamenti.
Fino a quando poi, anni fa, i soliti amministratori locali non hanno intuito che l’abuso per necessità poteva essere merce di scambio in campagna elettorale: tu costruisci, io non ti vedo... un po’ come i posti di lavoro della vecchia Dc. Lo so, come risposta fa venire un poco voglia di vomitare... ma è semplice. Come la domanda.
Nella domanda, tra l'altro , mi è sembrato di ravvisare un errore sostanziale: i terreni non sono abusivi, i terreni sono di proprietà delle famigli da anni e anni... sono le costru-
zioni ad essere abusive, oltretutto costruite in un periodo in cui si ventilava di un condono alle porte e per il quale molte famiglie hanno versato denaro ai Comuni di appartenenza e alla Regione.
C’è un’altra domanda semplice da fare: come mai questo denaro non è mai stato restituito agli interessati bensì trattenuto senza profferire verbo alcuno? Io mi sono dato una risposta, anche questa semplice, che non intendo suggerire perché ognuno ha diritto alla propria: appropriazione indebita. Io non ho mai scritto in merito ma stavolta sono stato colto dall’orrendo dubbio: ma che invece di aiutarci ricominciamo?
Noi cittadini o meglio l’idea di noi, l’insieme, l’unione, è l’unico mezzo che abbiamo a disposizione per contrastare la mala politica. Tanto prima o poi toccherebbe a tutti perché il problema non è solo quello di cui stiamo parlando nella fattispecie... il problema può essere qualsivoglia e questa politica, e non parlo solo di Rocca di Papa, il problema non ha nessuna intenzione di risolverlo, né di aiutarci, questa politica il problema lo estirpa e ci affossa.
Sandro Tabellione
RO C CA d i PA PA
il Segno - LUGLIO 2018
Controllo della criminalità: passi avanti ma resta molto da fare 10
Il centro storico necessita di luoghi pubblici di incontro e legalità
tate in nero, sono il posto ideale per quelli che devono impiantare attività illecite. Se a questo aggiungiamo che la maggior parte delle strade del centro storico sono percorribili solo a piedi, ecco che il quadro è completo.
L’incessante opera di controllo del territorio messa in atto dalla stazione Carabinieri non sembra arginare del tutto la presenza di criminali sul territorio di Rocca di Papa, il cui centro storico appare sempre più preda di gruppi specializzati nello spaccio di droga, nella prostituzione e nell’usura. L’allarme ci arriva da diversi cittadini, preoccupati per le ricorrenti voci secondo cui il centro storico di Rocca di Papa sarebbe considerato dalle forze dell’ordine una sorta di Tor Bella Monaca dei Castelli Romani.
Qui infatti avrebbero impiantato la loro fortezza diversi esponenti criminali albanesi che, con altri colleghi roccheggiani, potrebbero avvalersi del sodalizio con i Casamonica, il clan che da decenni controlla interi pezzi di Roma e della provincia a Sud della Capitale, tra cui Ciampino e Castelli Romani. Da molti viene indicata come centro di tali attività una delle piazze storiche del paese, piazza Garibaldi (già piazza dell’erba), in cui si incontrerebbero i più alti esponenti locali dediti allo
Il corso
spaccio. Voci? Paure infondate? Al momento è difficile dirlo con sicurezza. Resta però il fatto che le forze dell’ordine sembrano da tempo aver compreso che Rocca di Papa non è più quel tranquillo paese alle porte di Roma dove pace e serenità sembrano regnare incontrastate. Degrado e abbandono, chiusura di decine di attività commerciali, decine di abitazioni affit-
Come ostacolare tali attività illecite? Abbiamo già detto dell’impegno continuo e assiduo dei Carabinieri, che nell’ultimo anno hanno condotto molte operazioni tese a smantellare spaccio di droga e prostituzione. Ciò che resta da fare è il controllo democratico del territorio, favorendo l’apertura di presidi pubblici in grado di rappresentare per la popolazione residente dei punti di riferimento della legalità. C’è, per esempio, il comando della polizia locale, proprio in piazza Garibaldi ma con la fuoriuscita dell’ex comandante Ierace, che aveva dato una sterzata a favore del controllo del territorio, l’incessante attività di contrasto sembra aver ingranato una sorta di retromarcia. Si potrebbe iniziare a censire le solite cantine affittate in nero, individuando proprietari e occupanti. Sarebbe già un segnale importante.
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ROC CA d i PA PA
Il consiglio decide di affidare a privati la gestione fino al 2039
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Progetto di illuminazione pubblica per un costo di 7,2 milioni di euro di ANDREA SEBASTIANELLI
La proposta di affidare la gestione della pubblica illuminazione a una ditta privata è stata approvata dal consiglio comunale ma, a giudicare dalle cifre in ballo, sarebbe stato meglio seguire dei percorsi più trasparenti. Partiamo da queste cifre: il Comune di Rocca di Papa verserà alla ditta 360.000 euro all’anno per vent’anni. Cioè: 7,2 milioni di euro (14 miliardi delle vecchie lire). In cambio la ditta si accollerà il costo del progetto (che prevede la sostituzione di 2.200 corpi illuminanti oggi esistenti) calcolato in € 1.559.000 (3 miliardi del vecchio conio). A fronte di un modesto investimento iniziale la ditta otterrà un vantaggio all’apparenza molto consistente.
Prendendo per buono un comunicato stampa di Vincenzo Eleuteri, delegato comunale all’energia, datato 12 ottobre 2017, sappiamo che “l’amministrazione spende annualmente circa 380mila euro per l’illuminazione pubblica (inclusa la manutenzione)”. Nello stesso comunicato Eleuteri informava i cittadini che “la società Heracom ci ha ridato i soldi, riconteggiando, su nostra richiesta, due anni di
pagamenti largamente sovrastimati”: 84.000 euro. Quindi, se la matematica non è un’opinione, dai 380.000 euro inizialmente stimati per il costo annuale del consumo elettrico, bisogna togliere 42.000 euro (la metà della cifra sovrastimata annualmente). Arriviamo così al costo complessivo annuale di 338.000 euro a fronte delle 360.000 che verseremo ai privati. Ma non si faceva quest’operazione per risparmiare soldi? Ma andiamo oltre.
A lasciare perplessi è innanzitutto il modo con cui si è proceduto. Di solito un Comune delinea un suo percorso progettuale nel quale stabilisce l’obiettivo da raggiungere. Solo successivamente si rivolge alle aziende per vedere chi redige il progetto migliore contenente le linee guida comunali. Dal testo della delibera invece questo percorso si esaurisce nel fatto che “la SACIEM Srl, con sede legale in Cori (Latina), ha presentato al Comune di Rocca di Papa, una proposta di finanza di progetto avente ad oggetto la concessione dei lavori di miglioramento della efficienza energetica e della sicurezza degli impianti di pubblica illuminazione del Comune di Rocca di Papa, nonché del relativo servizio di ge-
Il delegato comunale all’energia Eleuteri
stione,comprensivo di manutenzione integrata e fornitura di energia elettrica”. Che contatti ci sono stati in precedenza tra la SACIEM e il Comune? Qualcuno ha commissionato alla SACIEM tale progetto o è stata la ditta che lo ha protocollato senza sapere se il Comune di Rocca di Papa fosse interessato? La SACIEM l’ha inviato solo al nostro Comune o anche ad altri? Chi ha fornito alla SACIEM le notizie riguardanti la nostra pubblica illuminazione? A tutte queste domande la delibera non risponde, dice solo che, a un certo punto, precisamente il 4 ottobre 2017, la SACIEM protocolla una proposta contenente un progetto di fattibilità. All’assenza di informazioni avremmo preferito una delibera più esauriente, tanto più che le perplessità au-
mentano per altri due motivi: il primo è la scelta di non usufruire dei servizi offerti dalla CONSIP, Ente pubblico che per conto di altri enti pubblici fornisce già delle gare “chiavi in mano”, ossia già sottoposti a verifiche normative attestanti la regolarità. Questo a garanzia di un percorso trasparente. La seconda perplessità è che subito dopo l’approvazione della delibera la Giunta avrebbe approvato una seconda delibera per affidare l’incarico a un tecnico esterno (costo di circa 19.000 euro) al fine di relazionare in merito. Non sarebbe stato meglio affidare PRIMA a un tecnico l’intera pratica e poi chiedere a varie ditte (ricordiamo che sul campo c’è anche ACEA) un progetto di fattibilità? Progetti poi da mettere a confronto.
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Antenne: le 10 verità che non vogliono farvi sapere L’ AP PRO FON DIM EN TO
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di ANDREA SEBASTIANELLI
Questa storia comincia il 12 agosto del 2003, in piena estate, quando l’allora sindaco di Rocca di Papa, Carlo Ponzo, emette un’ordinanza di demolizione per abuso edilizio contro i ripetitori radio-televisivi di monte Cavo vetta. Un’ordinanza che, assurdo che possa sembrare, nessun sindaco prima di lui aveva firmato. Il perché è chiaro. Fino all’arrivo di Ponzo, Rocca di Papa era politicamente gestita da tre partiti, socialisti-comunisti-democristiani, con giunte che si alternavano di anno in anno. Questi tre partiti avevano un compito comune: tutelare gli antennari nella loro conquista di monte Cavo. Il Psi doveva tutelare le televisioni locali vicine a Craxi (a cominciare da GBR, una delle prime Tv private locali, fino alle reti di Berlusconi); il Pci non poteva infastidire le Tv di chiara ispirazione comunista (VideoUno in primis); la Dc, allo stesso modo, doveva favorire il posizionamento di radio e televisioni di matrice cattolica in forte espansione. La stessa Radio Rocca di Papa (dove anch’io ho lavorato per un po’ di tempo) era ospitata in alcuni locali della parrocchia. Questi tre partiti erano sostanzialmente d’accordo sulla nascita di una società per azioni, il Polo Radiotelevisivo, che alla fine degli anni Novanta avrebbe dovuto legalizzare l’intero sistema antenne di monte Cavo. Un progetto rotto dall’elezione a sindaco di Ponzo che, infatti, dopo aver respinto l’idea del Polo Radiotelevisivo (i tre partiti avevano già eletto il consiglio di amministrazione) nel 2003 emanò una coraggiosa ordinanza di demolizione delle opere abusive, consistenti in box e tralicci realizzati in assenza di
titolo edilizio, in zona di inedificabilità assoluta, sottoposta a vincolo paesaggistico, a vincolo storico monumentale e inclusa nel perimetro del Parco regionale dei Castelli Romani.
Quest’ordinanza del 2003, però, venne ben presto dimenticata da tutti (Comune, radio, televisioni, comitati, ecc.) in virtù della sospensione del provvedimento decisa dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) in diverse sedute fra novembre e dicembre 2003 in seguito ai ricorsi presentati dalle emittenti. L’ordinanza venne dunque letteralmente congelata. Ma 11 anni dopo sarebbe accaduto qualcosa di impensabile: il 1° luglio 2014 il TAR respinse il ricorso del colosso Ei Towers (Canale5-Italia1-Rete4) teso a far annullare l’ordinanza di demolizione. Un fatto storico senza precedenti, seguito dal Consiglio di Stato che il 20 aprile 2017 metteva la parola fine sugli impianti di Mediaset, confermando la validità dell’ordinanza Ponzo del 2003. Infine, lo scorso 27 marzo, il TAR rigettava tutti i ricorsi degli antennari con ulteriori 17 sentenze, tra cui quella presentata dalla società I.D.A. Spa del Gruppo Edoardo Caltagirone proprietaria di parte della vetta di monte Cavo e che da oltre un decennio percepisce gli affitti di diverse emittenti. Con quest’ultima sentenza si chiude a livello giuridico, ben 41 anni dopo l’installazione del primo traliccio, la storia delle antenne di monte Cavo. La verità processuale, oggi, ci dice diverse cose tutte molto interessanti che abbiamo sintetizzato in dieci punti. Dieci punti che fanno cadere come birilli tutte le giustificazioni addotte fino a oggi per non dare seguito agli abbattimenti decisi dai giudici.
il Segno - LUGLIO 2018
Analizzando 25 sentenze della giustizia amministrativa ci si rende conto che gli alibi per evitare l’abbattimento dei tralicci di monte Cavo sono finiti. Oggi chi non abbatte è complice degli antennari
Parte della vetta di monte Cavo
1 - L’ORDINE DI DEMOLIZIONE La battaglia dei cittadini di Rocca di Papa è stata vinta grazie a un’ordinanza tesa a mettere in evidenza la violazione delle norme urbanistiche. Su questo aspetto il TAR ha infatti dato ragione al Comune sotto tutti i punti di vista. Alcuni antennari avevano impugnato proprio la mancata comunicazione da parte del Comune dell’avvio del procedimento edilizio. Ipotesi ritenuta infondata dal TAR poiché “l’ordine di demolizione conseguente all’accertamento della natura abusiva delle opere edilizie è un atto dovuto e, in quanto tale, non deve essere preceduto dall’avviso”. Non solo. Alcune emittenti chiesero il rigetto dell’ordinanza del 2003 perché in precedenza avevano presentato domanda di condono edilizio (1986) a cui non era seguita risposta da parte del Co-
mune. Anche questa tesi è stata respinta perché “la prospettazione dell’avvenuta formazione del silenzio assenso va disattesa non essendo stati specificamente provati i relativi presupposti di fatto e di diritto”.
2 – IL DIRITTO DELLE TV A TRASMETTERE Gli antennari sostenevano la tesi secondo cui “i privati, che alla data di entrata in vigore della legge n. 223 del 1990, eserciscono impianti per la radiodiffusione sonora o televisiva in ambito nazionale o locale, sono autorizzati a proseguire nell’esercizio degli impianti stessi, a condizione che abbiano inoltrato domanda per il rilascio della concessione edilizia”. Anche in questo caso il TAR, come poi il Consiglio di Stato, ha ribadito l’infondatezza di questa ipotesi affermando che tale disposizione si riferisce alla “concessione per l’installa-
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zione e l’esercizio di impianti di radiodiffusione sonora e televisiva, atto quest’ultimo necessario per ottenere la concessione edilizia che, nel caso di specie, non v’è stata, né poteva esserci in considerazione del vincolo assoluto di inedificabilità previsto dagli strumenti urbanistici comunali e dei penetranti vincoli paesaggistici ed ambientali”. 3 – IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE Molti antennari hanno tirato in ballo l’art. 21 della Costituzione sulla libertà di espressione, sostenendo che la demolizione di apparati di radiodiffusione equivaleva di fatto a una restrizione della pluralità delle fonti di informazione, pluralità tutelata dalla Carta. Anche in questo caso la tesi è stata ritenuta infondata dai giudici perché, “riguardo all’attuale pluralità e diffusione delle fonti di informazione, non può ipotizzarsi una restrizione del diritto di cui all’art. 21 tale da giustificare la permanenza in funzione di apparati gravemente lesivi del paesaggio”. I giudici introducono un concetto importante per Rocca di Papa che sintetizza ciò che è accaduto negli ultimi 40 anni: quello degli «apparati gravemente lesivi del paesaggio».
4 – LA LIBERTÀ D’IMPRESA Gli antennari sostenevano che l’ordinanza firmata nel 2003 da Ponzo si scontrava con la libertà d’impresa (delle emittenti), altro caposaldo della Costituzione Italiana. Un’ipotesi rigettata prontamente dal TAR e dal Consiglio di Stato perché “la normativa paesaggisticoambientale presiede alla tutela di interessi di indubbio rilievo costituzionale e del tutto ragionevolmente pone limiti alla libertà di iniziativa privata quando quest’ultima possa risultare potenzialmente dannosa”.
5 – L’IMPOSSIBILITÀ A TRASFERIRSI IN ALTRO SITO Un nutrito gruppo di antennari riteneva che l’ordinanza del 2003 fosse basata su una falsa interpretazione della delibera della Regione Lazio del 4 aprile 2001, quella sul Piano territoriale di coordinamento (che tra l’altro sanciva monte Cavo come area da bonificare e riqualificare), perché di fatto la delocalizzazione degli impianti non era stata resa fattibile. I giudici, ancora una volta, hanno demolito tale tesi. “È irrilevante -scrivono i giudici- il richiamo alla impossibilità di concreto trasferimento in un sito alternativo rispetto alla natura indubitabilmente
L’ AP PRO FON DIM EN TO
Di salute pubblica nessuno parla più eppure le morti sospette continuano
Anche se non se ne parla, a Rocca di Papa si continua a morire di antenne. La ricerca del dottor Marinelli (biologo molecolare di Bologna) che nel 2013 posizionò delle cellule vive alla scuola media per studiare gli effetti elettromagnetici delle antenne, stanno ancora lì a dimostrarlo: quelle cellule esposte alle radiazioni si sono ammalate. A distanza di cinque anni nulla è cambiato e i necrologi non lasciano scampo. Spesso assistiamo a malattie fulminanti, persone all’apparenza sane e robuste, anche giovani, si ammalano di colpo per poi morire. Una sorte spietata che tocca molte famiglie roccheggiane eppure la reazione della popolazione appare ancora troppo debole. Forse il desiderio di dimenticare, di non mettere il dito nella
abusiva dell’opera. Nell’ambito del ricorso, alcune emittenti avevano anche sostenuto l’infondatezza dell’ordinanza di demolizione in virtù del Piano di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale che riconsiderava monte Cavo vetta come sito idoneo. Per i giudici questo aspetto è totalmente irrilevante trattandosi di profili estranei all’applicazione della disciplina concernente la repressione degli abusi edilizi”.
6 – I VINCOLI DI M. CAVO Gli antennari contestavano i vincoli su cui si basava l’ordinanza del 2003 poiché gli impianti, a loro dire, erano stati installati prima dell’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 490/1999. La risposta dei giudici non ammette repliche: l’area in questione risulta comunque vincolata prima della entrata in vigore del Decreto n. 490. Non solo: gli impianti avevano necessità di un idoneo titolo edilizio già in forza dell’art. 1 della Legge n. 10/1977, titolo mai rilasciato, con la conseguenza che “l’ordinanza del 2003 si rivela essere un atto dovuto in presenza di un non controverso abuso edilizio, adottato dal Comune nell’ambito delle proprie specifiche competenze urbanistiche ed edilizie, a fronte di un vincolo assoluto di inedificabilità previsto dagli strumenti urbanistici comunali”. Il Consiglio di Stato ha chiarito ulteriormente questo aspetto, sostenendo che negli interventi di nuova costruzione che necessitano di permesso di costruire sono compresi “l’installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ri-
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piaga del dolore, vince su tutto. Purtroppo. Ma per quanto tempo ancora vogliamo assistere in silenzio a questa situazione?
petitori per i servizi di telecomunicazione”. Alcuni vincoli, poi, esistono fin dal 1939.
7 – LA PROPRIETÀ DEI TRALICCI Alcune emittenti (tra cui Raiway) basavano il ricorso sul fatto che loro non erano proprietari dei tralicci ma solo delle parabole. Una favola utilizzata anche dall’attuale amministrazione comunale a giustificazione dei mancati interventi di demolizione. I giudici del TAR hanno ritenuto questa tesi non solo priva di rilievo ma hanno anche detto che “spetta alla stessa emittente eseguire l’ordine di rimozione trasferendo i propri impianti in altro sito, con gli opportuni accorgimenti tecnici. Circa Raiway, il TAR ha inoltre chiarito che gli impianti destinati al servizio pubblico hanno una maggiore responsabilità sotto il profilo dell’obbligo di installare le attrezzature in siti urbanisticamente compatibili. Raiway, oggi, è l’unica emittente ad aver rispettato la decisione dei giudici, avendo spostato i suoi apparati in località Costarelle, nell’unica area autorizzata ad ospitare tralicci per la radiodiffusione fin dagli anni Cinquanta. La sentenza del 27 marzo sulla I.D.A. Spa, infine, sgombra il campo da ogni dubbio: tralicci e parabole sono entrambi abusivi. Ed entrambi vanno abbattuti. 8 – MONTE CAVO NON È L’UNICO SITO IDONEO Gli antennari sostenevano che la postazione di monte Cavo vetta fosse il solo luogo idoneo per trasmettere il loro segnale. Sotto questo profilo il rilievo è stato riget-
tato dal Tribunale Amministrativo Regionale perché non è dimostrato che la zona è essenziale ai fini della ripetizione del segnale. Esistono altre aree idonee e perfino prive dei vincoli invece presenti a monte Cavo. 9 – RISARCIMENTO DANNI Qualche antennaro ha addirittura avanzato richiesta di risarcimento danni. Danniche l’ordinanza firmata nel 2003 avrebbe causato alle emittenti. Il TAR ha liquidato tale richiesta in poche righe: “L’infondatezza delle censure conduce anche a disattendere la domanda di risarcimento danni”.
10 – LA SALUTE PUBBLICA Alcune emittenti hanno sostenuto l’assenza di un’effettiva situazione di pericolo derivante dai campi elettromagnetici a giustificazione della loro richiesta di rigetto dell’ordinanza del 2003. Per i giudici del TAR “il motivo è infondato per la considerazione che si tratta di un profilo irrilevante in presenza dell’esercizio, da parte del Comune, dei poteri repressivi vincolati di natura edilizia ad esso spettanti”.
Questi dieci punti ci dicono che i diritti di un’intera comunità sono stati violati ripetutamente, a cominciare dal diritto al paesaggio e all’integrità di un’area come la vetta di monte Cavo, il cui declino ambientale ha determinato anche il declino socio-economico dell’intera Rocca di Papa. Le conseguenze di questi abusi, commessi con la complicità di una parte della politica locale, le stiamo pagando ancora oggi. Andrea Sebastianelli
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ROC CA d i PA PA
il Segno - LUGLIO 2018
Così monte Cavo vetta era diventata una proprietà privata
Particella falsificata e depositata, il Comune lo scopre ma non denuncia
Una mano ignota ha fatto diventare proprietà privata la vetta di monte Cavo e addirittura ha trasformato l’antica Via Sacra da strada consolare (quindi pubblica) a strada consortile, quindi a utilizzo anche dei privati.
Sembra una storia inventata, degna dei migliori film gialli, e invece è tutto vero. A scoprire l’inganno perpetrato contro l’interesse pubblico, fu proprio l’amministrazione Crestini appena insediatasi. A capire che c’era qualcosa di strano fu l’allora delegato alle antenne Bruno Petrolati: “Dalla piantina della vetta (a lato) era stata cancellata una linea che divideva due particelle catastali, trasformando di fatto ciò che era di competenza comunale in proprietà privata” raccontò lo stesso Petrolati il 26 settembre 2016 durante la presentazione della “questione antenne” svoltasi presso l’aula consiliare alla presenza del neo-sindaco e della nuova giunta.
Dopo aver scoperto l’inganno, Petrolati chiese subito un colloquio con il direttore dell’Agenzia del Territorio il quale, dopo poco tempo, provvide a ripristinare la legalità. Ma in questa storia di riappropriazione di un’area pubblica c’è ancora un tassello mancante. Perché il sindaco non ha mai denunciato alle Autorità l’avvenuta falsificazione di atti pubblici? Chi ha
depositato la falsa piantina presso l’Agenzia del Territorio? E quando? Chi ha tratto vantaggio da tale azione delittuosa ai danni della collettività?
A distanza di quasi due anni ancora nessuno ha risposto a queste domande. “Io già a novembre stavo ai ferri corti con Crestini e quindi non ho più seguito la vicenda” ci ha detto Petrolati da noi interpellato. L’attuale vicesindao e assessore all’ambiente, Veronica Cimino, non ha ancora risposto alla nostra domanda (vedi sotto) ma ci auguriamo lo faccia presto, unitamente alla presentazione di una denuncia presso la stazione Carabinieri o direttamente alla Procura della Repubblica di Velletri così da avviare un’indagine completa tesa a smascherare i responsabili. Guardando la piantina manomessa, a trarne maggiore vantaggio sembra essere stata l’attuale proprietaria di parte della vetta e dell’ex convento, quella IDA Spa che da un decennio gestisce il “sistema antenne” di monte Cavo. Ma può anche darsi che la IDA sia estranea all’accaduto, avvenuto a sua insaputa, e allora anch’essa dovrebbe essere interessata a scoprire i colpevoli. Fatto sta che all’Agenzia del Territorio dovrebbe esistere un fascicolo attestante nome e cognome di chi materialmente ha depositato la
Cancellando alcune linee divisorie delle particelle catastali (comunali), la vetta è diventata un’unica particella di un’unico proprietario
E’ stato addirittura cambiato nome alla Via Sacra: da “strada consolare” a “strada consorziale”
nuova conformazione topografica della vetta che, di fatto, ha sostituito quella vera. Non vorremmo che tale nuova piantina catastale sia stata anche usata nei vari processi che nel corso degli anni hanno visto il Comune di Rocca di Papa contrapposto alla IDA e agli antennari. Se così fosse ci troveremmo di fronte a qualcosa di marcio e allora vorremmo sapere perché i funzionari amministrativi comunali che da anni si occupano di antenne, a cominciare dall’avvocato Anna Maria Fondi, non si erano mai accorti di questa falsificazione.
Una falsificazione che ha riguardato anche la Via Sacra,
la strada di epoca romana che dalla via dei Laghi arriva fin sopra monte Cavo. La Via Sacra, infatti, era diventata “strada consorziale” cancellando la parola “consolare”. Dopo il cancello abusivo realizzato all’altezza del Guardianone che di fatto ha fatto diventare a uso privato un tratto della strada romana (nessuno sembra interessato a ripristinara la legalità) si è provveduto anche a cambiare nome alla via. Quanto accaduto è molto grave e i cittadini di Rocca di Papa devono sapere chi è stato a falsificare le piantine catastali e se quel qualcuno si è avvalso della complicità di eventuali fun(A.S) zionari pubblici.
Tre domande alla vicesindaco Veronica Cimino
1)
2) 3)
Gentile vicesindaco Cimino, l’amministrazione da lei rappresentata trovò un atto falsificato presso l’Agenzia del territorio, un documento che grazie alla manipolazione fece diventare un’unica particella la vetta di monte Cavo e addirittura cambiò nome alla Via Sacra. Chi ne ha tratto vantaggio? La IDA? O chi altro? Lei, in quanto assessore all’ambiente, ha denunciato alla Procura della Repubblica questa manomissione di atti che hanno arrecato un serio danno al Comune di Rocca di Papa?
Gentile vicesindaco Cimino, può informare i cittadini se l’amministrazione ha provveduto a notificare agli antennari i relativi Verbali di inottemperanza (dopo la sentenza del Consiglio di Stato) per gli abusi commessi sulla vetta? E le annunciate Ordinanze di demolizione per le antenne di Madonna del Tufo sono poi state emesse? E se no, per quale motivo? Gentile vicesindaco Cimino, è vero o no che lei è uno dei consulenti, in quanto architetto, della società Climater Srl che tra i suoi maggiori clienti ha proprio diverse società televisive e radiofoniche di Edoardo Caltagirone il quale, attraverso la società controllata IDA Spa, gestisce gran parte del «sistema antenne» di monte Cavo?
ROC CA d i PA PA Su Facebook il consigliere Grasso smaschera Crestini
Le conversazioni private registrate di nascosto il Segno - LUGLIO 2018
“Il suo comportamento è semplicemente vergognoso” Il consigliere Massimo Grasso durante l’intervento video
L’argomento che questo giornale tratta da mesi, cioè l’esistenza a Rocca di Papa di un sistema basato su ricatti e intimidazioni che diversi consiglieri comunali (con l’aggiunta della ex vicesindaco e assessore all’urbanistica Giannone) dicono di aver subito per influenzare le loro scelte politiche, si arricchisce di un nuovo elemento per niente trascurabile. A renderlo pubblico è stato un altro consigliere comunale, Massimo Grasso, il quale sulla propria pagina Facebook lo scorso 21 maggio ha postato un videomessaggio in cui accusa apertamente il sindaco di Rocca di Papa, Crestini, di registrare conversazioni private dei consiglieri comunali. «Caro Sindaco - così esordisce l’avvocato Grasso
- lei pensa di essersi comportato sempre onestamente? Mi è capitato di prendere coscienza del fatto che il nostro beneamato sindaco ha registrato una conversazione tra chi vi parla e lo stesso sindaco e poi questa conversazione è stata riportata all’interno di atti giudiziari, ma riportata da terzi, non da lui, ma da soggetti terzi che non c’entravano niente».
Il riferimento di Grasso, appare evidente, è alla denuncia che la ex vicesindaco Giannone avrebbe presentato nei suoi confronti e nella quale, appunto, sarebbe contenuta la registrazione della conversazione privata intercorsa tra Grasso e Crestini. Continua Grasso: «Come si chiama questa sua
condotta sindaco? Scandalosa! Lei si dovrebbe vergognare per quello che ha fatto. Io non ho parole, ripeto: si vergogni!». Poi Grasso prosegue approfondendo i concetti di onestà e di correttezza applicati nei comportamenti umani. Una denuncia pubblica molto grave poiché restano da chiarire i motivi che avrebbero indotto il sindaco di Rocca di Papa a registrare conversazioni private di un consigliere nell’esercizio delle sue funzioni, cioè quando ricopre contestualmente anche il ruolo di pubblico ufficiale. Perché il sindaco avrebbe fatto questa registrazione? Per quale motivo? E soprattutto: è legale tutto questo?
Grasso dice nel video di aver preso coscienza solo ora di questo comportamento di Crestini. Quindi viene il sospetto che il sindaco di Rocca di Papa abbia l’abitudine di registrare i suoi interlocutori mentre parlano, in gran segreto. L’avrà fatto anche con altri politici e con altri consiglieri comunali? Non lo sappiamo. Sappiamo però che una di queste registrazioni, come ha affermato Grasso, è finita in un fascicolo al vaglio della Procura della Repubblica di Velletri. Registrazione il cui contenuto al momento non (A.S.) è noto.
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A Lavinia Casciotti la coppa del mondo
Dal 14 al 17 giugno 2018 presso l'RDS STADIUM di Rimini si è svolta la 23ma edizione del Wako World Cup Bestfighter 2018, prestigioso torneo mondiale di kickboxing, uno dei maggiori eventi WAKO al quale ogni anno partecipano atleti di alto livello tecnico provenienti da tutto il mondo.
Lavinia Casciotti
Sui 9 tatami e i 2 ring, si sono sfidati 2.500 atleti dei 221 team presenti in rappresentanza di oltre 36 nazioni. Tra gli atleti italiani presenti anche la nostra Lavinia Casciotti, allenata a Rocca di Papa dal maestro Alessandro Manfredi presso la palestra "System Fitness" di Leandro Iorio. Lavinia ha conquistato il gradino più alto del podio portando a casa questa prestigiosa Coppa del Mondo nella specialità ''kick light'', categoria junior -50 kg, cinture Blu\Marron\Nere, battendo in semifinale l'atleta greca ed in finale la rappresentante bulgara.
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Il bullismo social da caccia alle streghe il Segno - LUGLIO 2018
Su Facebook arriva l’urlo: “Tu sei diversa da noi!”
di DANIELA DI ROSA
La piazza virtuale di Rocca di Papa non smette mai di stupirmi. La schizofrenia da Facebook nota un po' ovunque, è quella forma di dualismo che fa affermare una cosa e, subito dopo, il contrario. Prendiamo il bullismo, tutti, soprattutto le donne, sono indignate, indignatissime contro il "bullismo virtuale", quelle vere e proprie aggressioni verbali di gruppo verso altre persone, soprattutto donne, aggressioni che invece di essere fermate vengono alimente mentre andrebbero bloccate sempre, al di là se le persone bullizzate ci piacciano o no.
Poi capita che una donna prende un tuo commento, lo tira fuori dal contesto e lo fa passare per un'offesa a lei, al suo gruppo, ai cittadini, ai "gggiovani" volenterosi, a Rocca di Papa tutta e al mondo intero. Lo pubblica con tanto di foto, nome e cognome (poteva mettere anche l'indirizzo!) e dà il via alla gogna mediatica di due donne, gogna tanto in voga nel nostro paese (tutti ricordete la foto del direttore del Segno mentre tranquillamente intervistava in un luogo pubblico due politici, postata dal sindaco sul suo profilo e fatta passare come prova del servilismo dello stesso direttore). In quel preciso momento ti ritrovi in un girone dell'inferno di Dante, in un attimo non sei più nel 2018 ma nel 1400 e osservi la "caccia alle streghe" solo che la strega sei tu. Gruppi "assatanati" di uomini e donne indicano con commenti al vetriolo le tue "colpe": "serpente velenoso”, “vecchia invidiosa”, “pettegola”, “distruttrice”, “parli male di tutti". Allora cominci a guardare le loro foto per capire chi sono e
cosa potevi avergli detto e fatto di così tremendo, e scopri che non ne conosci nessuna, non sei mai entrata nei loro profili, non le hai mai citate in articoli o commenti sui social, forse con qualcuna ci avevi discusso di politica tempo prima, qualcuna la conoscevi in gioventù, ma non le avevi rubato né la borsa, né il marito. Allucinata, e pure un po' impaurita, non sapendo se ci sarebbe stata la forca o la lettera scarlatta, provi a capire che cosa avevi fatto di tanto grave, ma senza riuscirci. Sono troppo inferocite, gli insulti si sprecano.
APER T UR A OR E 9 .3 0
Nel frattempo arrivano in soccorso di codeste dolci pulzelle e di codesti gentiluomini, politici di ogni risma (questi sì molto attenzionati da me, sia sul Segno sia su Facebook), crestiniani, piddini dirigenti provinciali, grillini-crestiniani, consiglieri comunali (tutti con la speranza di accaparrarsi un voto futuro o semplicemente antidanielani per antonomasia, perché a Rocca di Papa tutti i politici, anche quelli di opposizione, non sono anticrestiniani ma antidanielani che con like e cuoricini esprimono solidarietà alle giovani pulzelle e contrarietà alla vecchia strega cattiva, perchè all'ini-
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17 zio del pubblico lubidrio eravamo due streghe, poi "m'hanno rimasta sola" e loro si sono dedicati esclusivamente a me.
Infine arriva lui, l'inquisitore, anzi il sostituto dell'inquisitore, l'assessore Gian Luca Zitelli che con tutto il suo "potere" enuncia la condanna: "Di Rosa Daniela lei mi annoia, vuole arrivare all'uva ma non ci riesce e poi non è nata a Rocca di Papa, non può parlare di Rocca". Assessò, non mi condanni, non me la metta la lettera scarlatta, vivo a Rocca da quando ero bambina, so’ 45 anni. Ma lui, fermo nei suoi principi: Mio padre e mia madre sono rocchiggiani, io sono rocchiggiano, lei non mi pare. Assessore Gian Luca Zitelli le ricordo che il voto sfortunatamente glielo hanno dato anche i non nativi di Rocca, che la sua cospicua indennità gliela pago anch'io, e che ad amministrare il MIO paese ci sono tre assessori che non solo non sono nativi di Rocca ma neanche ci vivono. Ma soprattutto le ricordo che lei è una figura istituzionale e non può fare discriminazioni tra cittadini. Il "bullismo" virtuale è faccenda seria e purtroppo non riguarda solo una donna adulta come me, con la preparazione giusta per affrontarlo, il "bullismo virtuale" ma riguarda anche gli altri, i ragazzi, riguarda tutti noi, ogni volta che una ragazza, un ragazzo, una donna o un uomo subisce aggressioni verbali da gruppi di bulli va difesa, chiunque sia, che ci piaccia o no, perché in quel momento la persona è sola contro il "branco". A questo proposito invito Mariachiara Cecilia e Margherita Silvestrini dell'associazione L’Aquilone Rosa a proporre un corso sul tema, perché nei paesi con una mentalità un po' chiusa come il nostro, dove ancora è forte la difesa del clan familistico (non della famiglia che ha un valore più alto) si tende ancora a "colpire" l'estraneo, l'intruso, il forestiero, il DIVERSO, tanto è vero che un ragazzo in un commento ha specificato: "Tu sei DIVERSA da me".
Brico, una storia lunga 30 anni simbolo di passione e coraggio STOR IE
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di SANDRO TABELLIONE
La bella avventura dei tre fratelli Gatta (Paola, Alessandro e Giancarlo) è la dimostrazione che quando c’è passione, coraggio e idee chiare nessun obiettivo è impossibile. Stiamo parlando di Brico Point, il centro per il fai da te di via Frascati, che lo scorso maggio ha festeggiato i suoi trent’anni di attività. Una crescita continua con successi scanditi ogni volta da nuove proposte e nuovi progetti che hanno fatto di questo centro uno dei punti di forza delle attività produttive di Rocca di Papa.
Chissà quanta soddisfazione Vinproverà cenzo Gatta (il papà dei tre protagonisti della nostra storia) nel veder realizzati i sogni di quelli che, nel 1987 (quando Vincenzo venne prematuramente a mancare), erano solo dei ragazzi poco più che ventenni. Sulle loro spalle, in quel momento, si posò tutto il peso delle attività legate alla lavorazione del castagno (a Rocca ancora oggi si dice “vado da Gatta Legnami!”), nello stesso luogo dove oggi c’è il Brico Point, nello stesso luogo dove papà Vincenzo aprì alla fine degli anni Cinquanta. «Nel 1988 con i miei fratelli - a parlare è Paola Gatta - decidemmo di aprire una ferramenta di circa 100 metri quadrati. Poi dieci anni dopo ci venne l’idea di trasformare questa ferramenta di vicinato in un’attività legata alla grande distribuzione».
Questo fu un salto importante, che richiese subito un buon investimento sia in termini economici sia in termini professionali, ma fortunata-
mente le cose sono andate subito nel verso giusto. Ma anche la festa dei 30 anni, che ha visto la partecipazione di personaggi del calibro del calciatore Bruno Giordano e della showgirl e ballerina Matilde Brandi, in realtà è stata l’inizio di una nuova fase. «Nel 2017 abbiamo inserito la figura di un direttore con esperienza proprio nella grande distribuzione. Abbiamo condotto un restyling generale che è durato
il Segno - LUGLIO 2018
Gli Easy Pop
La festa dei 30 anni del Brico Point di via Frascati
zio esterno dedicato al settore del garden e del giardino. «Siamo in grado di garantire anche un servizio di consegne a domicilio per gli acquisti che i clienti effettueranno tramite il nostro sito Internet, in più i nostri clienti potranno usufruire di una fidelity card con il vantaggio di accumulare punti e ottenere subito sconti e deLo staff al gran completo naro da spendere in un anno, fino a maggio, altri prodotti». quando in occasione della festa abbiamo presentato ai Sabato 15 e domenica 16 nostri clienti il lavoro fatto». settembre presso Brico Un Brico Point tutto nuovo, Point si terrà un open-day con un servizio più a dimen- sulle stufe a pellet e sul sione di cliente. «I clienti conto termico, dove i clienti sono i protagonisti -ci dice potranno valutare i vantaggi ancora Paola- sono loro a di installare una nuova stufa valutare i prodotti che poi con benefici fiscali non inacquisteranno. Il nostro ruolo è quello di consigliarli ma gli acquisti sono diretti, i clienti visitano i nostri spazi e possono prendere ciò che vogliono». Insomma, dal “servizio al banco” al “servizio libero”, anche se il famoso e mitico banco (punto di riferimento di ogni storica ferramenta) c’è sempre «perché la nostra mission resta quella di stare sempre a fianco del cliente».
Agli spazi interni, dove sono esposti più di 15mila articoli, si è aggiunto uno spa-
differenti. Chi vuole saperne di più può passare al centro espositivo di via Frascati 173, oppure visitare il sito Internet (brico-point.it) e le pagine Facebook e Instagram (bricopoint).
Ma i loro progetti non si fermano qui. «Ci piacerebbe portare avanti dei progettilaboratorio anche con le scuole del territorio, insegnando ai bambini e ai ragazzi, unitamente ai loro genitori, come dare vita agli oggetti partendo dalla semplice materia prima e dall’utilizzo degli strumenti giusti. Le idee non ci mancano!». Dall’intervista emerge anche l’amore di Paola per Rocca di Papa, quando da bambina passava le sue estati au Binzu (storico quartiere del centro storico) a casa della zia: «Rocca di Papa era meravigliosa e io trascorrevo delle vacanze bellissime dove non ci si annoiava mai!». Come non ci si annoia mai andando a visitare il centro Brico di Rocca di Papa.
Alessandro e Paola con Bruno Giordano e Matilde Brandi
La chiave della Torre
il Segno - LUGLIO 2018
PAGINA 19
CULTU R A e... dintorni
Il villaggio di Cabum nella ricerca storica e archeologica/1 di ANDREA SEBASTIANELLI
Grazie all’opera incessante dell’archeologo Franco Arietti, recentemente (anche sulle pagine di questo giornale) è stata riproquestione posta la dell’antichissima città di Cabum. Mi pare quindi utile ricostruire le tappe della ricerca storico-archeologica che hanno portato a posizionare Cabum nel territorio di Rocca di Papa.
Il tutto nasce grazie a una intuizione dello studioso tedesco Theodor Mommsen (1817-1903) il quale nel 1861 sulle pagine del Bullettino dell’Instituto di corrispondenza archeologica (pagine da 205 a 207), pubblica una breve nota dal titolo «Sul sacerdos Cabesis». In realtà bisogna fare un ulteriore passo indietro di nove anni, quando il filosofo Albert Bormann (18191882) pubblica l’ «Altlatinische Chorographie», un commentario di iscrizioni latine. A pagina 146 viene riprodotta un’iscrizione in cui per la prima volta appare la dicitura «Sacerdotis Cabesis Montis Albani» (foto n. 1).
L’iscrizione (conservata presso il museo Massimo di Roma) viene però bollata dal Bormann come “invenzione Ligoriana”, cioè priva di fondamento.
A riprodurla nuovamente ci pensa quattro anni dopo (1856) Guglielmo Henzen (1816-1887), altro studioso tedesco particolarmente attento all’antichità delle nostre zone, il quale dà alle stampe un lavoro dal titolo
L’intuizione di Mommsen che ha cambiato la storia del nostro paese naturalista romano (vissuto fra il 23 e il 79 d.C.) colloca anche quello dei «Cabienses in monte Albano».
Theodor Mommsen
«Romanae Antiquitatis», una collezione di iscrizioni latine tra cui, a pagina 191, proprio la n. 6013 sui «Sacerdotis Cabesis Montis Albani» a cui dà l’interpretazione di un sacerdozio misterioso e quindi di inestricabile interpretazione.
Sarà solo nel 1861, grazie al Mommsen, che l’iscrizione inizierà davvero a “parlare”. Inizialmente lo studioso si concentra sulla parola «Cabesis» chiarendo che «quell’epiteto terminante in esis (ensis è un’estensione verbale locale, n.d.d.) vuol essere classificato coi sacerdozi laurenti-lavinati, ceninensi, albani, tuscolani, spettanti tutti ai villaggi prossimi a Roma, tutti forse appartenenti una volta alla lega albana». Poi Mommsen entra nel vivo della sua interpretazione ed è qui che illumina in modo nuovo l’argomento che ci interessa, la città di Cabum, rilevando che questo stesso luogo «trovasi mentovato da Plinio (detto il vecchio, n.d.d.), forse anche da Dionigi». Il riferimento è all’elenco dei popoli che abitavano l’antico Lazio, tra cui il geografo e
A ulteriore conferma della sua intuizione, il grande studioso tedesco (ah quanta sapienza dobbiamo noi italioti agli studi condotti dai germanici!) tira in ballo anche il retore greco Dionigi di Alicarnasso (vissuto dal 60 a.C. al 7 a.C.) che nel famoso elenco dei trenta popoli della confederazione latina inserisce anche quello dei Cabani. Precisa ancora il Mommsen: «Del resto dal confronto della lapide (la famosa iscrizione, n.d.d.) e di Plinio è chiaro essere stato quell’oppido Cabum o Caba nell’istesso monte Albano […] e che l’odierna appellazione di monte Cavi o Cavo non può più dedursi dalla concavità che si presenta nella cima di esso, ma anzi dalla città antica».
C’è anche una seconda iscrizione portata a ennesima prova dal Mommsen a sostegno della sua tesi ma, essendo più dubbia nella ricostruzione interpretativa, necessiterebbe di un articolo a parte.
Fatto sta che la breve comunicazione pubblicata nel 1861 avrebbe cambiato il corso delle nostre conoscenze su uno degli aspetti più appassionanti dell’archeologia e della storia AlIl primo a bana. comprenderne l’importanza fu Giovanni Battista De Rossi (1822-1894) fratello di quel conte Michele Stefano che visse e morì a Rocca di Papa nel 1898 dopo aver fatto tra
le più importanti scoperte archeologiche e scientifichedel suo tempo. Sul Bullettino dell’Instituto di corrispondenza archeologica del 1871, il commendator Giovan Battista fa riferimento proprio alla «scoperta fatta dal Mommsen d’una antica città appellata Cabum, donde gli abitanti Cabenses, sull’alto del monte albano».
E qui il De Rossi dà prova della sua grande conoscenza etno-archeologica e linguistica, spiegando che «La voce Cabum, equivalente al latino cavum, riproduce esattamente il greco χάβσς e l’ebraico Kab, significanti vaso concavo, cratere. È chiaro -conclude il De Rossiche alla concavità del cratere albano allude l’antichissimo nome della città appellato Cabum». Anche se apparentemente dice una cosa che sembra contraddire il Mommsen (l’appellativo Cavo deriva dal nome dell’antica città e non dalla forma del cratere), il De Rossi conferma pienamente la teoria dello studioso tedesco, poiché il monte Cavo prese tale nome dalla città che nei pressi vi sorgeva (Cabum), ma a sua volta la città prese il nome dalla forma del cratere.
1/Continua
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Spunti di psicologia
A cura della Dott.ssa Bruna Benelli
I disturbi sessuali
Possiamo definire un disturbo sessuale, come un’anomalia nella normale risposta sessuale che si articola in 4 fasi: Fase dell’insorgenza del desiderio, Eccitazione, Orgasmo, Risoluzione. I motivi possono dipendere da cause di natura organica, da patologie o da difficoltà di tipo psicologico. Le disfunzioni sessuali possono derivare da: difficoltà di investimento nella sessualità, come nel caso della riduzione o assenza di desiderio e spinta sessuale; difficoltà a compiere l'atto sessuale, come nel caso del vaginismo, della dispareunia o dell'impotenza; disturbi dell'orgasmo, come nel caso dell'eiaculazione precoce, ritardata o assente e della polluzione notturna invalidante.
Il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali suddivide le disfunzioni sessuali in sette categorie, che comprendono a loro volta diverse tipologie di disturbi: Disturbi del desiderio sessuale (dist. da desiderio sessuale ipoattivo; dist. da avversione sessuale); 2) Disturbi dell’eccitazione sessuale (Disturbo dell' eccitazione sessuale femminile “frigidità”, Disturbo maschile dell'erezione “Impotenza”); 3) Disturbi dell’orgasmo (femminile e maschile); 4) Disturbi da dolore sessuale (Dispareunia, Vaginismo); 5) Disfunzione sessuale dovuta ad una condizione medica generale; 6) Disfunzione sessuale indotta da sostanze; 7) Disfunzione sessuale non altrimenti specificata. Infine sono considerati disturbi sessuali anche le Parafilie (perversioni di vario tipo). Per una classificazione più dettagliata si rimanda alla lettura di testi specifici sull’argomento, con la raccomandazione di rivolgersi alla consultazione di un esperto: sessuologo o psicologo-psicoterapeuta e di non fare autodiagnosi.
PAG INA A PE RTA
Grigio d’estate
il Segno - LUGLIO 2018
Il centro anziani si rinnova, Adriana Zoppi è la nuova Presidente di GIANFRANCO BOTTI
Corte nuova al Centro Anziani. Per la prima volta con quattro donne in direttivo, tra cui la presidente, Adriana Zoppi. Cui sinceramente rivolgo auguri di buon lavoro. Il Centro mi sta a cuore. Lì mi è rimasto di andare, quando posso, per stare in compagnia e passar tempo giocando.
Adriana Zoppi
Il rinnovo si è avuto secondo un nuovo regolamento, prodotto dall’amministrazione comunale, dal quale prendo due spunti. Il primo dei quali è costituito dall’uso ripetuto nelle prime pagine dell’aggettivo “culturale”. Riferito a: servizi, contenuti, attività, scambio, informazione, finalità. Tutti l’hanno notato, e in tutti c’è viva attenzione e grosso interesse per come l’insistenza verrà accolta e sviluppata.
Il secondo punto è: sono incompatibili con la candidatura (alla presidenza e al comitato direttivo) coloro che hanno ricoperto le cariche di sindaco, assessore o consigliere comunale in almeno uno dei tre anni antecedenti quello in cui vengono svolte le elezioni. Perché? È una disposizione imbarazzante, addirittura inquietante. Adombra qualcosa di equivoco; pare, quasi, che esser stato in consiglio comunale comporti tre anni di perdita di rappresentanza, tre anni di purgatorio per riprendere credibilità. Ai tempi miei certi provvedimenti li prendeva il pretore. Chiedere spiegazioni sulla limita-
zione, e darle, starebbe bene.
il crollo di via Frascati
E starebbe bene, molto bene, anche averle, spiegazioni e informazioni, sul crollo di via Frascati. Che danneggia non poco paese e paesani. Una situazione indegna, un ritardo vergognoso. Mortificante. Che ci rinfaccia esattamente la situazione in cui versiamo. Con una soglia del peggio spostata sempre più indietro. Quale ufficio se ne sta interessando? Quale dirigente? Quale assessore? A che punto sta la pratica? Quando si può prevedere la sistemazione? Quanto costa al giorno il semaforo? A proposito di spese, fa riflettere, quasi sorridere, anche se amaramente, come certi episodi di sfruttamento della zinna comunale non finiscano mai. In maniere diverse, più rozze o più furbe, ma sempre con lo stesso scopo: arraffare da un cassetto non sempre protetto bene. Tentativi riscontrabili anche oggi, senza tanti sforzi. Basta stare attenti a che si muove nel pubblico, basta leggere. Stampa locale e manifesti. E il marpione di turno lo trovi. Magari lo ri-trovi. Magari supportato da qualcuno, una volta definito “utile idiota”, che, alla ricerca di considerazione, dovrebbe conferire risalto al tentativo. Ma stavolta a chi sta provando dovrebbe andar male. Almeno stando a quanto affermato circa la voglia annunciata di uscire dal sistema bibliotecario castellano per risparmiare. Non c’è una lira! Ma questo proposito non deve realizzarsi. Sarebbe una boiata.
Il risparmio sarebbe scarso, il danno grosso. Impedirebbe ai rocchiciani l’accesso allargato ai libri di una quarantina di biblioteche, restringendolo solo ai libri della biblioteca nostra. Bel guaio, per un paese dove quanti comprano un libro all’anno non superano la sessantina. Il caso è grosso, e merita argomentazioni contrarie. Che mi riprometto di porre più in là, col fresco. Per adesso, un tasto solo: come un guercio rancoroso vorrebbe cavare a tutti un occhio, così, chi non tocca libro vorrebbe impedire a tutti di leggere. La processione di San Carlo
Ha fatto bene o ha fatto male il parroco Padre Saverio a far rientrare la processione senza completare il percorso stabilito? Questo si sono chiesto tra di loro quanti, non tanti, ancora badano alle cose di parrocchia, in riferimento alla festa del patrono San Carlo del primo luglio scorso. La questione è complicata. È di quelle che chi studia i comportamenti delle persone e della società definisce intrattabili. Come quella dei migranti. Respingerli o accoglierli? Sicurezza o umanità?
Nel caso nostro: la processione è storica e comunque va completamente svolta o la processione di San Carlo protettore, quindi con contenuti civici oltre che religiosi, è una manifestazione importante per il paese e quindi non può svolgersi senza un seguito adeguato, tra un’indifferenza generale? Il parroco l’ha sentita così e di conseguenza ha deciso. In coscienza. E questo basta a giustificare.
SP ORT e STOR IE
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REAL Rocca di Papa
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“L’obiettivo è vincere il campionato” di MARCELLO MORRONE
La notizia della riconferma di Adriano Trinca sulla panchina della prima squadra del Real Rocca di Papa è stata da tutti accolta con grande soddisfazione, a cominciare dallo stesso tecnico: "Con grande orgoglio siederò per il sesto anno consecutivo sulla panchina della prima squadra del Real -ha commentato-, punteremo sicuramente a far meglio della scorsa stagione, terminata al quinto posto in classifica nonostante diversi infortuni e squalifiche. Un buon risultato ottenuto da ragazzi straordinari ai quali posso dire solo grazie”. La stagione si preannuncia avvincente perché l’obiet-
tivo, inutile negarlo, resta quello di vincere il campionato di Prima categoria ma Trinca al momento appare concentrato solo su chi, in questi anni, lo ha sempre sostenuto e incoraggiato malgrado le difficoltà, visto che nel calcio spesso la passione non è sufficiente a superare le prove più dure. “Un plauso va anche ai tanti giovani interessanti della Juniores che nella scorsa stagione ho fatto esordire in prima squadra e sicuramente per la prossima stagione saranno già pronti per un'eventuale chiamata. La maggior parte del gruppo è riconfermato -ha poi chiarito mister Adriano Trinca- ci saranno delle partenze, ma in questi giorni insieme alla società stiamo già lavorando per rinforzare una rosa già di per se molto buona. Sono
convinto che con le giuste motivazioni quest'anno faremo un ottimo campionato. Io sono carico e pronto”. L’ppuntamento è per il prossimo 3 settembre alle ore 18 quando inizierà la preparazione atletica in vista della Coppa Lazio. A parte la riconferma di Trinca, bisogna segnalare che lo staff della prima squadra è stato ampliato. Allenatore in seconda sarà
Il romanzo storico a puntate di Franco Antonucci
Il coperchio del diavolo
Sonnino, marzo 1805. ‘Ntoniuccio non si perdonò mai di non essere riuscito a sollevare il cerquone. Non importava che il medico condotto avesse sentenziato che la morte di Rocco fosse sopraggiunta per la ferita del ramo più che per lo schiacciamento dall’enorme peso del tronco. Una mattina trovò sua madre a letto con intorno Loreta e Santina. “Cos’è successo?” chiese. “Mamma s’è sentita male” disse Loreta e aggiunse: “Gennaro è andato a chiamare il dottore”. Sapeva che il dottore sarebbe costato almeno tre scudi, quanto una settimana di consegne di latte, ma non gli importò, purché la mamma guarisse presto. Il medico prescrisse a Faustina di mangiare più carne. Faustina rimase a letto tutto l’anno e l’assunzione di carne e pesce non sembrava recarle grandi benefici. Marzo 1806 Era già primavera quando Antonio, rincasando alle 11 con l’ultimo sacco di legna, trovò Lorera disperata in lacrime. “Roba di donne: sono molti mesi che non ha più le sue cose” intervenne Santina.
Solo allora Antonio capì perché da un po’ di tempo Loreta indossava sempre i grembiuloni... ed aveva notato un’insolita pancia prominente. “Fammi sapere chi è stato” disse a Santina. Subito dopo pranzo, mentre lavava i piatti, Santina disse: “Ti ricordi, quando l’anno scorso l’agente delle macchie ci voleva fare la multa per via del taglio abusivo del cerquone?” e aggiunse: “Non è che Domenico non ce l’ha fatta più solo perché è imparentato con mamma”. “E perché allora?” chiese Antonio. “Perché io e Loreta andammo a perorare la causa. Ci ascoltò e nel mentre ci osservava, poi ci chiese di tornare l’indomani all’imbrunire”. “Io non ci sono tornata da quel coso brutto ma Loreta sì”. “Ma adesso ci andrò io” disse Antonio. Si ritrovò davanti alla porta a vetri dell’ufficio dell’agente delle macchie: “Buongiorno. Sono Antonio, di cognome Gasbarrone, il figlio di Faustina e del fu Rocco”. “Vorrei parlare di Loreta”. “E chi è Loreta?” buttò lì Domenico. “Te la faccio ricordare io” e, così dicendo, gli avvolse con la mano sinistra il bavero della giacchetta e lo tirò su
Adriano Trinca
Fernando Nati, mentre il ruolo di team manager sarà ricoperto da Roberto Bonaiuto. Accompagnatore della squadra sarà Alessio Aresu e addetto alla comunicazione Andrea Gatta. Al gruppo dei leoni del Real Rocca di Papa va il nostro in bocca al lupo. Noi seguiremo la loro avventura mese per mese. Intanto, è possibile seguire tutte le news su sito roccadipapacalcio.it
Un racconto costellato di miti e leggende popolaresche del brigante piu’ famoso dello Stato pontificio: Gasperone
sollevandolo senza sforzo. “Te lo dico io chi è Loreta: è mia sorella di quindici anni e della quale tu, l’anno scorso hai abusato, ricattandola, con la storia del cerquone. Adesso che è incinta te la sposi e riconosci il bambino! Giusto?”. Domenico batteva i denti e assentiva esageratamente, allora Antonio lo rilasciò riponendo lentamente la leppa in tasca. “Vanno bene le nozze per il giorno di San Giuseppe?”. Il 19 marzo del 1806 Domenico e Loreta si sposarono nella chiesa di San Michele Arcangelo, il primo aprile Loreta ruppe le acque ed il 2 aprile dette alla luce Giacomo, il primo nipote di Antonio.
3/Continua
TEM I D’ OG G I
I Canarini a braccetto con la Lazio sottoscritto un accordo a Formello 22
di GIOVANNI MANCINI
L a v i t a ne i mo d i d i d i r e
Da sinistra: Gentili, Pasquinelli e Brunetti
i campi sportivi di tutta la provincia romana e non solo.
“Abbiamo lavorato a lungo e silenziosamente per questo traguardo – ha detto Antonio Gentili – che ci riempie di grande soddisfazione. Dopo la complessità dell’anno appena passato, dove
di ENEA TRINCA
In natura il Sole nasce, muore e ritorna. Nella vita l’uomo nasce, muore e... non torna più.
Ho conosciuto uno talmente ignorante che la prima volta che ha visto una forchetta... si è pettinato! Se un parente avaro non vi ha lasciato niente, probabilmente voleva farvi risparmiare le imposte di successione. Perché si chiama contagocce se le gocce le dobbiamo contare noi? Ho conosciuto uno talmente pigto che ha sposato una donna già incinta! Se al tuo dottore gli dici di soffrire di amnesia, ti chiederà di pagarlo anticipatamente.
Cerco di perdere peso, ma lui continua a trovarmi.
Mi domando spesso: una rosa senza spine... va a batteria?
Invito alla lettura La luce sugli oceani di LOREDANA MASSARO
La società calcistica dei Canarini Rocca di Papa ha sottoscritto un importante accordo con la Lazio che prevede per la mitica “gialla” la possibilità di avvalersi del titolo di “S.S. Lazio Soccer School”.
L’accordo è avvenuto in piena regola presso il centro sportivo di Formello, sede della Lazio, e a sottoscriverlo è stato il presidente dei Canarini, Antonio Gentili, e il responsabile della società calcistica romana, dottor Pasquinelli. Ad affiancare il presidente Gentili c’era anche Fabrizio Brunetti, noto a Rocca di Papa per la sua attività di fotografo ma anche per la sua passione per lo sport, avendo calcato
il Segno - LUGLIO 2018
il T o c c o
di Ermanno Gatta
comunque la nostra idea si è fatta valere in ogni competizione raggiungendo risultati lusinghieri con il ritorno della prima squadra, ecco arrivare il cosiddetto salto di qualità, che da settembre in poi arricchirà i Canarini di nuovi progetti, coadiuvati dalla S.S. Lazio”.
C’è da dire che i Canarini sono una delle società più antiche del Lazio essendo stata fondata nel lontano 1926, con una tradizione di grandi successi nel settore dilettantistico. Una tradizione oggi riconosciuta anche da un club importante come quello della Lazio. “È stata premiata la storia calcistica della nostra città e l’impegno profuso senza clamori e senza fanfare, ma esclusivamente per il bene dei nostri ragazzi, che continuano a vedere il calcio innanzitutto come un divertimento”.
Isabel abita su un’isola lontana e scabra tra due oceani. Ogni mattina all’alba corre a vedere la luce del faro che rischiara le ultime luci della notte trascorsa. Abita lì con suo marito Tom, il guardiano del faro, e di quell’isola solitaria non ha mai avuto paura. Ma una mattina un vagito flebile come un volo di gabbiani attraversa il cielo quieto dell’alba. E’ il grido di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Isabel non conosce neppure il nome della bambina ma per lei rappresenta il regalo più grande che l’oceano le abbia mai fatto. Nessuno potrà mai immaginare se, a dispetto della legge e delle regole, Tom non segnalerà alle autorità il naufragio avvenuto. Decidono di chiamarla Lucy e questa bambina sempre vivace e bisognosa di attenzione diventa davvero la luce della loro vita. Ma le ombre non tardano ad arrivare e quel segreto diviene pesante come un macigno, indomabile più delle correnti e delle tempeste sugli oceani. Dall’altra parte dell’isola c’è infatti una madre che, ignara di ciò che è avvenuto, attende ogni giorno il ritorno di sua figlia. “La luce sugli oceani” è un romanzo di profonde emozioni e inesprimibili domande. I suoi protagonisti entrano con le loro vicende nella nostra vita e ci spingono a domandarci cosa è giusto o sbagliato, fino in fondo. “La luce sugli oceani” è la storia di due famiglie, unite eppure separate da ciò che di più grande esiste, una nuova vita. E’ un libro che lacera il cuore dal dubbio e commuove, ha un finale toccante e profondo che ruberà qualche lacrima anche ai più disillusi.
il Segno - LUGLIO 2018
L’angolo della storia
C U LTU RA
Il Romanticismo e la nascita dell’identità nazionale di VINCENZO RUFINI
Ogni essere pensante ha le proprie passioni culturali, dovute al temperamento, al contesto sociale in cui vive, alle frequentazioni, al tipo di bagaglio culturale che è riuscito ad acquisire nel corso dell'esistenza. Però, qualunque sia l'attitudine verso le singole forme di cultura, nessuno può fare a meno di addentrarsi nei sentieri meravigliosi di quel movimento elevato dello scibile umano e che ha per nome: Romanticismo.
Tale fenomeno ha i suoi primi vagiti in Germania intorno alla fine del 18° secolo e prende il nome di “Sturm und Drang” (Tempesta e Impeto) i cui lavori appaiono sulla rivista Athenaeum.
Questo primo approccio del Romanticismo nasce in contrapposizione all'illuminismo imperante nella filosofia e che aveva dominato la società dell'epoca con il suo messaggio universale e cosmopolita in cui il soggetto veniva sacrificato sull'altare della Ragione. Il Romanticismo, che sulla scia dello Sturm si afferma nell'inizio dell'Ottocento e che dominerà la scena fino alla metà del secolo, effettua uno sconvolgimento epocale nei campi della letteratura, della filosofia, della musica, nell'arte, mutando per sempre la percezione dell'Essere e della realtà.
Questo movimento culturale si caratterizza da subito per la riscoperta dell'Io profondo, depurandolo dagli orpelli razionalistici i quali gli permettono sì di utilizzare l'intelletto nella forma più completa, ma al contempo gli impediscono di sognare. Gli impediscono di vivere quel viaggio introspettivo cho lo porta a conoscere se stesso, come già
avevano codificato l'espressione gli antichi greci scolpendola nell'architrave del tempio di Apollo nel santuario di Delfi.
Il Romanticismo nell'affermarsi come ritorno alla spiritualità medievale evidenzia alcuni punti innovativi tendenti a liberare l'umanità dalle pastoie di
ferro che il messaggio illuminista aveva imposto.
La visione di una fuga dalla realtà opprimente verso luoghi lontani nel tempo e nello spazio, una sorta di esotismo spaziale che ha per base la rivisitazione culturale del Medioevo, un'epoca ingiustamente posta ai margini della storia.
La poesia del mese
Benvenutu forestieru di Anna Giovanetti
Caru forestieru che vie’ decco p’a Rocca e te fermi a Piazza Margherita, n’te mette paura se tuttu n’buottu te trovi denanzi ‘lla damante salita. Fermate n’menutu e sedite a n’barettu (ne stau cinque sparsi) tie’ da sceie solamente, te pii n’caffe’ o ‘nabibbitta fresca e te reposi u corpu e pure ‘a mente. E quandu te si’reposatu e refrescatu comincia a cammina’ de bona lena, non te scoraggia’ e mani mani che zecchi vedara’ che ne valea davero a pena. Piu’ va n’cima e più scopri bellezza casette vecchie tutte resistemate coi fiori ai barconcini scorci de panorami che te levanu ‘o fiatu gente che te saluta e n’profumu de rose e gersomini. Po’ quandu si rivatu proprio n’cima È come se stessi sopra a n’aroplanu e quasi pe no n’fa svanisce ‘stubellu sognu rescegni a malincuore, pianu pianu. Ma gia’ tié ‘n’mente de reveni’ nara vota magara n’comitiva coll’amici o coi parenti e de fermatte pure pe qua’ giornu: ne bastarianu cinque? …no dieci… Vabbe’ facemo venti!
23 Un altro elemento caratterizzante è l'abbandono dell'universalismo cosmopolita a favore di un individualismo che procede in simbiosi con la natura. Ma il cardine maggiore del movimento romantico può essere valutato nella riscoperta dell'identità nazionale, da cui deriveranno tutti i movimenti nazionali, in primis il Risorgimento italiano, che permeeranno l'intero secolo decimo nono. Le altre due caratteristiche sono il sublime e cioè la capacità di mutare l'assurdo inserendolo nei canoni della bellezza e l'esaltazione del titanismo, quella singolare esaltazione del mito dei titani che si ribellano a Zeus, conferendo all'uomo romantico la passione per tutto ciò che non ha limite.
Tutti i prodromi del Romanticismo sono stati accompagnati dal genio di menti veramente superiori: in letteratura Manzoni, Chateaubriand, Madame de Stael, Novalis, tra gli altri. Nella musica Liszt, Beethoven, Wagner, Verdi. Nell'arte Gericault, Delacroix, Hayez. In conclusione si può affermare che il Romanticismo ha esaltato il Mito dell'Ellade antica favorendo la simbiosi assoluta tra la Psyché, che noi moderni traduciamo con la parola anima, ma per gli antichi era concepita come Essenza, e il Logos, il discorso, quel particolare strumento che ci permette di conoscere noi stessi.
Il Romanticismo ha il merito assoluto di riannodare quel “fil rouge” dell'irrazionalismo che inizia, sia pur in posizione minoritaria, nella Grecia antica e percorre il lungo periodo del Medioevo onde arrivare alla modernità e permetterci di avere gli strumenti per esplorare noi stessi. Il Romanticismo è l'esaltazione del Sentimento, ma soprattutto è la cassaforte onde conservare la parte umana di noi stessi, soprattutto in un'epoca in cui la tecnologia minaccia di stravolgere l'umanità e di trasformare l'umano essere in scialbo, seppur iperfunzionale, robot.
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IL SEGNO dei TEMPI
i disegni del Maestro
Franco Carfagna Questa volta il maestro Carfagna con il suo disegno vuole raccontarvi una delle tante storielle accadute a Rocca di Papa tra paesani. Erano tempi dove nel nostro paese gli abitanti erano davvero pochini e tutti si conoscevano. Salutarsi quando ci si incontrava, dunque, era un obbligo sancito non dalle leggi ma dalla semplice educazione e dal rispetto. A volte nello scambiarsi i saluti, qualcuno si faceva scappare anche una battuta simpatica, scherzosa. Ecco la nostra storia che ancora oggi viene ricordata negli incontri conviviali.
il Segno - LUGLIO 2018
La commare e ‘u compare
Nel quartiere de’ casette, cuore del centro storico, si incontrarono due compari, nuomminu (un uomo) e ‘na femmina. Essa stea ‘gima a loggia a stenne (stava sopra il balcone a stendere i panni). L’uomo, mentre stava passando sotto la loggia si sentì chiamare: «Bongiorno compa’… come va?». Al buongiorno, issu (lui), che portava una zappa visto che stava per andare alla vigna, rizzò a capoccia pe’ ll’aria e vide la commare che stenneia (stendeva). Essa stea in sottoveste perché si era da poco alzata dal letto, e così glie se vedeanu tutte ‘e cosce.
Allora l’uomo, non sapendo che rispondere al saluto, tutto vergognoso e imbarazzato, gli disse: «Tuttu a ppostu comma’… ma nu sienti come tira stu vienticiellu (venticello)?» La donna, pronta alla battuta, gli rispose: «Sì compare miu, u viendu u sendo ma u ciellu no!». Questa storiella un po’ osé, è stata raccontata dall’amico Mauro Zanecchia, che ringraziamo per aver dato lo spunto al disegno di Carfagna.
Lettere, Proposte, Proteste e Reclami Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm)
IL MURO AL BELVEDERE PERDE PEZZI Caro Segno, quando passo a via Frascati e vedo quel casino del muro mi viene in mente quello che sta al Belvedere (lo slargo dove si svolge il mercato settimanale, n.d.r.) e che ha cominciato a perdere un po’ di pezzi. Sotto ormai è pieno di sassi caduti e se non si interviene subito ne cadranno molti altri diventando un pericolo per tutti i cittadini di Rocca di Papa. Questi sono muri che necessitano di manutenzioni
continue e l’incuria che ormai dura da troppi anni sta causando i primi problemi. Che succederebbe se venisse giù tutto il Belvedere? Io ormai sono anziano e ricordo trent’anni fa quando stuccarono tutto il muro. Un lavoro ben fatto e che oggi andrebbe ripetuto al più presto. Tommaso Gatta CHE FATICA PAGARE LA TASSA SUI RIFIUTI Ho aperto la cartella per pagare i rifiuti e ho visto che c’è un bell’au-
ilpiccolosegno@libero.it
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mento. Mi hanno detto che la tassa non è aumentata ma che è aumentato l’Istat. Sulla bolletta ho avuto un +21 euro e se ogni anni aumenta di 21 euro fra cinque anni l’aumento sarà di oltre 100 euro. Tra poco ci costerà più l’immondizia che i beni alimentari. Mettetevi una mano sulla coscienza perché certe cifre ormai si fa fatica a pagarle. E poi questa tassa la pagano proprio tutti o ci sono sempre i soliti furbi che non la pagano? Lettera firmata