Il Segno maggio 2013

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“ il Segno PICCOLO

...quello che gli altri non scrivono...

Dalle stelle alle stalle www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Anno XII, n. 5 - Maggio 2013

mensile indipendente

Non si può risolvere un problema usando la stessa mentalità che lo ha creato. Albert Einstein

Lo scandalo del “bene” tolto alla malavita e affidato al Comune

Sono stati sufficienti tre anni per ridurre quella che era una villa di 170 mq completa di tutto, dagli arredi agli infissi, dalla caldaia al televisore, in un edificio saccheggiato dove non c’è più nulla. La struttura, sequestrata alla criminalità, venne affidata nel 2010 al Comune per farla diventare un progetto sociale. Ora è diventata anche un magazzino per i cassonetti. Alle pagine 20 e 21

Campi d’Annibale Dirigenti all’incasso Sì al Bilancio 2012 Stipendi Aimeri

Quartiere Premio per I problemi Le mogli si e risposte i risultati!? rimangono incatenano 2013 M.te Cavo e il traliccio L’IMU Il Comune per la difesa nazionale l’ha già spesa Rasetti a pagina 7

Gatta a pagina 9

Tosatti alle pagine 16 e 17

Un giornale per tutti e di tutti

di Sergio Rasetti Si affannano a raccontare che il Segno è un giornale di parte, che concede spazio soltanto a chi si oppone a questa amministrazione, che, quando va bene, esagera nella descrizione ne-

gativa delle vicende cittadine, che le sue denunce, di fatto, si basano su informazioni errate quando non sono delle vere e proprie menzogne. Se così fosse saremmo inondati di querele che, puntualmente annunciate, non arrivano mai. Dalla nostra abbiamo i fatti che i cittadini possono costatare, la volontà di fare qualche cosa di utile nell’interesse del paese, la scelta di mettere a disposizione il giornale a chi ci chiede di pubblicare opinioni e proposte.

Segue a pagina 8

A pagina 10

Da pag. 12 a pag. 15

Serafini a pagina 11

Centro storico Evasioneboom per la tassa un fallimento suirifiuti(50%) annunciato A pagina 17

La poesia del mese di A. Giovanetti

Serafini a pagina 13

L e n os tr e r u br ic h e t e mp i L’angolo della storia mo de r n i di V. Rufini

La scintilla Nostalgia di mio padre della cultura a pagina 35 a pagina 35

di R. Sinibaldi

Economia e ambiente a pagina 11

IL RACCONTO DEL MESE di Noga

Rifiuti

a pagina 36


ATTUALITA’

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il Segno - Maggio 2013

Ora con il governo dell’inciucio destra-sinistra-centro hanno perso valore

L’Italia del “pensiero unico” avanza ma i cittadini sono più avanti di loro

di Daniela Di Rosa Finalmente ci sono riusciti, ci hanno messo vent’anni, hanno distrutto la sinistra e dal bruco del vecchio Pci, trasformato in Pds per diventare Ds, infine tramutato in Pd, è nata una specie aliena, il fritto misto centro-sinistra centro-destra (il trattino è indispensabile perché lì dentro trovavi in maggioranza ex democristiani ed ex socialisti). Quello che facevano di nascosto ora, grazie al governo delle larghe intese, lo fanno alla luce del sole, curare i propri interessi, e lo fanno così bene da far credere al popolo che è un male necessario per risanare l’Italia… ma quando mai! Ma chi ci crede! Sono un esercito di parassiti che ci succhiano il sangue e noi un popolo di inetti che non osa ribellarsi per non perdere quel misero piatto di pasta che ancora possiamo permetterci. Noi stupidi ancora a dividerci su destra e sinistra, loro uniti più che mai, guardate Bertinotti, il compagno Bertinotti, PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Editoriale il Segno” C.F. 92028150586

Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

Proteste sotto al Parlamento dopo la rielezione di Napolitano

felice nei salotti della destra romana, ebete al matrimonio dell’orribile Valeria Marini, lusso, macchinoni, volgarità… e i “ poveri” sulle scalinate a guardare e invidiare, mancava solo che i ricchi tirassero elemosine e bambini affamati corressero a raccoglierli e il Medio Evo sarebbe stato di nuovo tra noi! Eppure non è proprio così, ad informarsi meglio, si scopre che il “popolino” si ribella e come! Ma a REDAZIONE

Patricia Antolovic, Bruna Benelli, Noemi Bevilacqua, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Bruno Fontana, Paola Gatta, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Nanci Marietto, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com

parte il Fatto quotidiano nessun altro giornale ne parla (figuriamoci le tv), tante sedi del Pd sono state occupate dai giovani che non ci stanno all’inciucio, le piazze ribollono, internet esplode di rabbia e, a parte un lieve calo dovuto all’inesperienza, il Movimento 5 Stelle sembra essere diventato il primo partito. Ora poi sono tutti contro Grillo, a reti e giornali unificati cercano di demolirlo… ma l’effetto che ILLUSTRAZIONI

Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

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IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Patricia, Gennaro, Nanci, Roberto, Toshi, Marcello, Giulia, Luigi, Roberto, Gianfranco, Camilla, Maria Pia, Nicla, Vincenzo, Mauro, Loredana, Anna, Gabriele, Massimo, Bruna, Ermanno, Enea, Franco, Antonella&Elisa, Orlando, Alessia&Gianfranco, Giorgio&Mario, Andrea, Bruno, Antonello, Jessica&Davide, Massimo, Luana, Alfredo, Massimiliano, Diego&Pino, Orofino, Alessandro, Bruna, Liviana, Fabrizio, Francesca, MariaPaola&Alessandro, Franco, Alessandro, Fiammetta&Giuseppe, Valentina, Evangeline&Marco, Frederikke&Andrea, Federico, Luisa, Gianfranco, Giovanni, Fabrizio, Nicola, Paola, Cristina, Omero, Italia, Nadia, Patrizio, Enzo, Rossana e Mario.

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ottengono è esattamente il l’opposto perché la gente si chiede: come mai tutti contro uno? C’è qualcosa che non quadra, sapete come fanno i sondaggi? Chiamano mille persone a un telefono fisso, fisso capite? Non cellulari o internet, in modo che l’età degli intervistati sia alta, chi è che sta a casa in tarda mattinata? I pensionati o comunque in maggioranza gli over 60… poi gridano ad effetto: “Berlusconi sale, Letta ha la fiducia del 70, no che dico, del 99% degli italiani, il M5S in fase calante”. Io li ho visti gli italiani incazzati, fuori Montecitorio la sera della nomina del Napolitanobis, fortemente voluto da tutto il Parlamento, con un Berlusconi raggiante di felicità (in fondo pur essendo un ex comunista potrebbe tranquillamente essere un suo uomo, come suoi uomini sono gran parte degli “onorevoli” di destra, centro e sinistra). Ho visto persone circondare il Parlamento, riempire le piazze e i vicoli del centro storico di Roma, gridare la rabbia e il dolore per la colossale presa in giro del popolo italiano, erano circondati, gridavano: arrendetevi! Ciò che ha spaventato il potere barricato all’interno del palazzo, coi politici costretti ad uscire nascosti dentro ambulanze, era l’assenza di bandiere e l’unione tra “diversi”. Personalmente ho gridato con accanto uno di destra, pazzesco! In altri tempi non sarebbe stato possibile, ho visto donne discutere con ragazzi di Fli, il partito di Fini… finché qualcuno ha urlato: non fate il loro gioco, è quello che vogliono, loro lì dentro brindano insieme, per una volta noi lottiamo insieme per ripulire il marcio che c’è nel Parlamento e mandarli tutti a casa! Siamo un nuovo comitato di liberazione, uniti per cacciare gli invasori… Ok, mi sono detta, io ci sto, niente più sirene-sinistre, appoggerò M5S a cominciare dal Sindaco di Roma!


3 ATTUALITA’ “Il tempo del libero commercio è passato, adesso è il tempo di un mondo giusto”

il Segno - Maggio 2013

PrimagliStati Unitioral’Europa lelobby finanziariecistrangolano

di Nanci Marietto La crisi economica attuale ha creato in Italia tre milioni di disoccupati. Questo per non parlare dei cinque milioni di disoccupati in Spagna e della Grecia di cui non si parla più da quando, stupidamente, hanno rieletto gli stessi governanti che hanno condotto questa politica di disoccupazione. Ma la cosa più impressionante è la disfatta del popolo statunitense, dove decine di milioni di persone abitano in baracche tipo canadesi, sotto i ponti, nelle automobili, nei tunnel sotterranei, dove per altro è difficile entrare e uscire e dove vivono insieme a topi, ragni, ecc. I giornalisti che lì sono entrati dicono che ci sono cattivi odori, cumuli di immondizie e che vi abitano pure donne con bambini lattanti. Inoltre sono quasi un milione i bambini che frequentano scuole pubbliche e che non hanno una casa dove ritornare dopo le lezioni. In una società come questa, che non ha ammortizzatori sociali, quando si perde il posto di lavoro si perde quasi tutto. Inoltre negli Stati Uniti anche la famiglia è vista come un’impresa, cioè soggetta a fallimento. Molta gente, impossibilitata a pagare i propri debiti, dichiara fallimento e così è costretta anche a pagare una multa e, se non può pagarla, viene arrestata. Molte persone si ritrovano in carcere per questo motivo. E i penitenziari negli Stati Uniti, il Paese con la seconda maggiore popolazione carceraria del mondo dopo la Cina (che però ha una popolazione sette volte quella del Nord America), sono privatizzati. E’ da poco che Goldmann Sachs, la grande banca tedesca, ha dichiarato che investirà nelle carceri nordamericane dove per un piccolo crimine danno pene alte cosicché i prigionieri possano lavorare come schiavi. Ma come si spiega che un popolo come quello americano, che ha costruito in passato una grande

democrazia, oggi si trova in queste condizioni? E’ una società dove esiste il concetto del “farsi da soli”, cioè: conquistare un posto al sole è compito di ogni cittadino e allora guadagnare denaro, non importa come, e spenderlo, è un piacere. Così, pian piano tutto si compra. Da sempre una condanna inflitta da un tribunale a un cittadino può essere riscattata pagando. Il che ha come conseguenza che in carcere va solo chi non ha soldi. L’ammirazione per la gente danarosa è molto forte e così, negli anni, si sono formate quelle che loro chiamano “lobby”, cioè un gruppo di persone con gli stessi interessi che esercita pressioni per ottenere ciò che vuole. Un Paese molto competitivo, che non guarda ai poveri, ha creato con queste “lobby” una serie di leggi che gli consentono di operare anche in altri Stati. Il Paese, divenuto ricco, ha dato vita, dal momento della sua indipendenza, a ben 147 guerre di dominazione in altre nazioni. Un personaggio che studiò il capitalismo, con lo scopo di creare una società diversa, fu Karl Marx, il quale diceva che nel capitalismo le crisi sono cicliche, dato che l’economia non è pianificata, e si creano eccessi di produzione di determinate cose e mancanza di altre. Ma le crisi degli Stati Uniti del 1999, 2004 e poi 2008, hanno coinvolto tutto il mondo, ma soprattutto l’Europa che, fino a quel momento, aveva sempre attuato

politiche attente ai suoi poveri creando ammortizzatori sociali, l’istituto della pensione e un sistema sanitario per tutti. Ora si sta correndo il serio rischio di perdere tutte queste garanzie sociali. Ciò accade perché l’intera Europa ha abbracciato la politica chiamata neo-liberista, teoria avanzata per la prima volta dell’economista Milton Friedman (1912-2006) premio Nobel dell’economia nel 1976 che diede vita anche a una scuola di pensiero a Chicago (i famosi “Chicago boys”). Friedman, di famiglia povera, proponeva il massimo della concorrenza attraverso la privatizzazione di tutti i beni, anche di servizi come esercito, carcere, sistema sanitario, scuola, acqua, ecc., per ottenere il massimo in termini di produttività. Per questo era necessario togliere tutte le regole di controllo, fino ad allora esistenti, per il sistema bancario, per le imprese (che adesso dovevano guardare solo all’interesse dei propri azionisti), per il commercio, ecc. Poi venne introdotta una corposa politica monetaria (il volume di denaro circolante) controllata dallo Stato, il quale doveva sì provvedere all’educazione della popolazione ma senza fare elemosina ai poveri (così veniva considerato lo stato sociale). Poiché una politica di questo tipo era difficile da far accettare alla popolazione si cominciò a far credere che la tassa di disoccupazione alta fosse una garanzia per il sistema e queste

politiche dovevano spesso essere applicate in situazioni di crisi perché, come si sa, la gente impaurita accetta tutto in una fase di sofferenza generale. Fu il mentore intellettuale di Margharet Thatcher, di Bush e anche di Pinochet, il dittatore cileno. Infatti gli Stati Uniti hanno sempre un “genio del male” da perseguire: prima i comunisti, dopo l’attentato alle torri gemelle i terroristi, poi approfittando del tifone Caterina (e del fatto che la gente era scossa, senza lavoro e senza più casa) il governo Bush ha finito col privatizzare anche tutte le scuole elementari delle zone colpite. Adesso è la volta dell’Europa, che ha davanti una grave crisi economica con perdite di posti di lavoro, di imprese che chiudono e un sistema bancario in difficoltà… ma alla popolazione importa poco capire il perché di tutto questo (se le importasse capirebbe il gioco), quindi è disposta ad accettare ogni cosa, a cominciare dalla perdita delle garanzie sociali fino al cambio delle regole dell’economia. Qualcuno ha chiamato questo sistema, “la teoria dello choc”. I difensori della teoria neo-liberista dicono che il mercato regola tutto perciò le regole non sono necessarie. Ma un recente studio curato dall’Istituto Federale Svizzero di Ricerca Tecnologica (ETH), che ha analizzato il sistema di controllo delle 43mila maggiori corporazioni del mondo, ha concluso che 737 gruppi economici controllano l’80% dell’universo corporativo e, di queste, un ristretto gruppo di 147 corporazioni ne controlla il 40% del totale. Tre quarti di queste sono di tipo finanziario. Con tale grado di concentrazione è impossibile avere libera concorrenza. Nella complessità del mondo attuale soltanto creando delle regole per il buon funzionamento dei sistemi socio-economici le cose possono migliorare. Il tempo del libero commercio è passato e, come diceva l’economista Adam Smith, ora è il tempo di un mondo più giusto.


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ASSOCIAZIONI

“Un Paese si misura dallo stato sociale delle donne” Consulta Le Donne combatte l’esclusione femminile

di Giulia De Giorgi Le donne italiane parteciparono per la prima volta alle elezioni nel 1946. Fino a quel momento non gli era stato permesso votare ed erano rimaste escluse da ogni tipo di dibattito politico. Considerate per antonomasia il sesso debole, le donne hanno da sempre dovuto guadagnarsi col sudore ogni loro traguardo e ancora oggi reclamano più considerazione e pretendono di essere trattate al pari degli uomini. Con questa consapevolezza di fondo nasce a Colleferro Consulta Le Donne, un gruppo spontaneo che ha come obiettivo quello di promuovere e sollecitare una maggior partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, al fine di garantire le libertà individuali e la parità delle persone senza discriminazione alcuna. Santina Camilli, una delle promotrici di questa iniziativa, mi ha confidato la loro richiesta principale: “Chiediamo che a Colleferro venga costituita la Consulta delle donne, un organismo che operi nell’ambito delle pari opportunità, per valorizzare la presenza, la cultura e l’attività delle donne nella società e nella politica, per sostenere le pari opportunità nel lavoro, per migliorare concretamente la qualità della vita delle donne in tutti i settori, operandosi per ottenere

risposte ai loro bisogni quotidiani, per prom u o v e r e interventi contro tutte le forme di esclusione e di violenza, e arrivare a realizzare una parità giuridica sostanziale”. Il gruppo Consulta Le Donne chiede a tutti i cittadini di aderire a questa iniziativa e di sostenerla affinché l’Amministrazione comunale accolga la loro richiesta di istituire la Consulta Territoriale delle Donne. Lo scopo? Quello di intervenire sul tema della rappresentanza di genere sulle pari opportunità e di tutelare i diritti di cittadinanza contro ogni forma ed espressione di abuso, di ingiustizia e di violazione del principio democratico di legalità contro la persona, l’ambiente ed il territorio. Il gruppo Consulta Le Donne si è mosso in tal senso ed ha formulato una proposta di petizione che vede esposti in prima fila i cittadini di Colleferro che, in quanto soggetti titolari del diritto di petizione, presentano al Sindaco, alla Giunta, alla Commissione speciale e al Consiglio comunale, la richiesta di istituire la Consulta Territoriale delle

Santina Camilli

Donne. Queste donne sono cittadine come noi che, stanche di una situazione che le ha viste sempre messe in disparte, hanno deciso di alzare la testa e di farsi spazio nel mondo della politica. Tutti possiamo farlo. Tutti abbiamo il dovere di farlo. Come dice Roberto Benigni: la grandezza di una nazione si misura dallo stato sociale delle donne.

il Segno - Maggio 2013

Andreotti, la politica piange ma la gente non dimentica

Per comprendere quanto la politica sia distante dai cittadini basta riflettere sulla morte di Giulio Andreotti. Lasciamo stare i politici che ipocritamente difendevano un loro pari, dimentichiamo la sentenza che lo giudicava mafioso fino al 1980, dimentichiamo tutti i retroscena sui peggiori affari dello Stato, i segreti che si è portato nella tomba, le accuse di Moro che scrisse “su di te ricadrà il mio sangue”, dimentichiamo Ambrosoli ucciso per mano della mafia e di Sindona (amico e protetto di Andreotti), dimentichiamo che il divo rispose a un giornalista che il magistrato se l’era andata a cercare. Per molti giorni ci sono sate commemorazioni, minuti di silenzio, titoloni sui giornali, infine il Coni ha pensato bene di attribuirgli l’onore di essere ricordato in tutti gli stadi d’Italia per una settimana (esagerati!) e qui, come dice il proverbio, casca l’asino... perché il popolo non ha dimenticato… in ogni stadio proteste, giocatori fermi, zitti e imbarazzati mentre una tornata di fischi si librava nell’aria fino ad arrivare in cielo. Ma l’immagine più bella è stata quella di Torino, dove i tifosi hanno tenuto alta la foto di Falcone e Borsellino, morti per mafia. Quale risposta migliore per “onorare” il divo Giulio che contrapporgli dei veri “eroi”? (D.D.R.)

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AVVISO

Chi non avesse letto l’ultimo numero del Segno può trovarne sempre una copia presso il BAR CENTRALE di P.zza della Repubblica a Rocca di Papa (tel. 06-94749042) che gentilmente ci ha dedicato uno spazio


L’ARGOMENTO

il Segno - Maggio 2013

PAPA FRANCESCO, SIMBOLO O STRATEGIA?

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Sul Papaleisbaglia Restodellamiaidea

Riceviamo e volentieri pubblichiamo di Stefano Maria Meconi Rispondo con una breve lettera all’editoriale della signora Daniela Di Rosa su Papa Francesco (apparso sul Segno di aprile 2013, n.d.d.), con la preghiera che questa mia opinione possa ricevere risposta, in nome del confronto di idee e opinioni che la vostra testata porta avanti con lodevole pervicacia.

Gentilissima signora Di Rosa, ho letto con vivo interesse il suo editoriale sulla figura umana e istituzionale di Papa Francesco, e mi è doloroso constatare che, ancora una volta, vestendo l’abito ideologico che le è proprio, ha fornito ai lettori una versione distorta, e pertanto facilmente contestabile, della realtà dei fatti. Come cattolico, ma tuttavia come elettore libero da legacci di qualsivoglia genere e fermo sostenitore della laicità dello Stato, mi trovo a concordare con lei che la Chiesa non ha tenuto un riguardo particolare, nel suo organigramma, per la figura femminile, ma citare una frase erroneamente attribuita al cardinale Bergoglio per confutare la tesi proposta è un triste esercizio di disonestà intellettuale, pratica questa che non credo (e spero) le appartenga. Sui rapporti con il dittatore Videla, poi, si è parlato in maniera abbondante e forse eccessiva, ma anche in questo

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La risposta di Daniela Di Rosa

di Daniela Di Rosa caso lei ha dimenticato di ciGentilissimo signor tare che numerosi esponenti Stefano, la versione della cultura argentina, creche lei trova (improdenti e non, hanno “scagiopriamente) distorta nato” l’allora direttore del collegio gesuita da ogni accusa sulla figura del nuovo Ponteche lei, attraverso le colonne di fice è semplicemente la mia questo importante mezzo di versione, certo che il mio abito diffusione di informazione e è ideologico così come lo è il suo o quello di chiunque altro, cultura, ha riproposto. Quanto poi al ruolo della rivo- non siamo per fortuna dei luzione socialista nei destini robot o lobotomizzati, ognuno dell’America Latina in questi ha una propria idea sul mondo ultimi decenni, la inviterei a e sull’umanità e se la si fa atguardare con occhio maggior- traverso gli esempi, gli studi e mente critico all’operato delle le scelte che via via si prenpresidenze Bachelet, Chávez, dono. Lei si ritiene un cattolico Lula, Morales, Rousseff e, in libero da legacci e difensore particolare, di Cristina Fernan- della laicità… ma è subito pronto (con dodez de Kirchner, che atlore) a darmi traverso il ruolo della mistificaattribuitole dal libero e trice perché a democratico consenso suo dire darei elettorale, ha messo in una versione poatto una serie di inizialiticizzata. Chi tive politico-economidecide dove sta che (l’affidamento delle la verità? Lei? Aerolineas Argentinas a Il Papa e Videla un esponente del sindacato a La maggior parte dei media? I lei vicino, a titolo di esempio), cattolici? Gli storici? Il poduramente contestate dalla polo? Tutti... ma non io o chi sempre attiva piazza argentina ha una cattiva abitudine: non attraverso la protesta definita accettare mai verità precon“cacerolazo”, che sicuramente cette ma informarsi e cercare risposte. La frase incriminata, lei conosce. Ferma restando la stima nei salvo smentite che a oggi non suoi confronti, e il sincero rin- mi risulta siano arrivate, è del graziamento per i messaggi cardinale Bergoglio, (attuale sempre validi che lancia su Papa) lei mi porti le prove del queste pagine, la pregherei tut- contrario, le chiederò scusa ma tavia di vero cuore di usare certo non cambierò idea sulla maggiore criterio nella sele- pessima concezione che c’è zione e nella trattazione degli nella chiesa sulle donne e, la prego, non mi porti ad esempio argomenti scelti. la Madonna o la Maddalena… Con stima.

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è passato troppo tempo, anche noi ci siamo evolute! Come può stimarmi e poi darmi della disonesta intellettuale permettendosi addirittura di consigliarmi quali argomenti scegliere e come trattarli? Non poteva usare parole peggiori per offendermi! La “stimo” tanto anch’io e credo che lei abusi un po’ troppo del termine laicità quando dalle sue parole si evince il suo indottrinamento cattolico o quando usa un’altra parola, la più bella, libertà… e non accetta la libertà di pensiero degli altri. Voltaire diceva: Non credo nella tua idea ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esprimerla! A lei non devono piacere le mie idee ma la prego non metta mai in dubbio la mia buona fede o sarei costretta a dubitare della sua! Per quanto riguarda l’America Latina, niente è perfetto e tutto si può migliorare se solo gli Usa non allungassero le mani sui popoli per poter sfruttare le loro risorse naturali, impoverendoli e affamandoli, gli piace così tanto il loro petrolio, o i loro diamanti, da spendere milioni di dollari per sovvenzionare le opposizioni di quei Paesi e far crollare i governi socialisti. Ricorda il Cile? E Allende? Perché si sa, i regimi di destra privatizzano le risorse (e i Paesi occidentali fanno affari), quelli di sinistra statalizzano e a guadagnarci è (o dovrebbe essere) soprattutto il popolo.

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da Tokyo Toshi Kameda Sono passati più di due anni dall’incidente alla centrale nucleare Fukushima I (Daiichi). Due anni che non sono serviti a riportarci alla normalità ma sono stati sufficienti per rimuovere l’accaduto. Non so se è solo una mia sensazione ma mi pare che ormai quanto accaduto a Fukushima sia stato dimenticato mentre vi è tutt’ora uno stato d’emergenza. Se questa è la situazione in Giappone, figuriamoci quanti lettori in Italia saranno ancora interessati alla vicenda. Noi, ogni tanto, ce ne accorgiamo. Ad esempio il 18 marzo scorso, quando improvvisamente si sono fermati diversi impianti, compresi quelli di raffreddamento del combustibile nucleare, per mancanza di corrente elettrica provocata da un motivo banale: dei topi erano entrati nel quadro di comando facendo scattare un cortocircuito. La centrale ha bisogno di un continuo e stabile raffreddamento, altrimenti il disastro dell’11 marzo ‘11 potrebbe ripetersi. L’interruzione della corrente è durata 29 ore ma per fortuna la temperatura è rimasta entro il limite di sicurezza. Ricordo che nella centrale nucleare ci sono sei reattori di cui due fermi e quattro gravemente danneggiati non solo a causa dello tsunami ma molto probabilmente anche per le scosse di terremoto. Come ho già detto, è indispensabile un continuo e stabile raffreddamento ma i problemi non mancano. Adesso è emerso un altro grave problema: la dispersione di acqua radioattiva. Il sistema di raffreddamento circolatorio dell’acqua sta funzionando più o meno bene ma il problema è l’acqua in più, cioè 400 tonnellate di acqua sotterranea che ogni giorno si versano nell’edificio dei reattori e, dopo essersi mischiate con quella radioattiva del sistema di raffreddamento, diventano radioattive a loro volta. Per questo motivo, inizialmente sono state installate un migliaio di vasche per il deposito di 270mila tonnellate e, successivamente, sono state scavate altre sette piscine che al momento contengono 27mila tonnellate d’acqua. In queste piscine qualche settimana fa, il 5 aprile, si è scoperto che 120 tonnellate di acqua contaminata, depositate in tre piscine, sono filtrate nel terreno e ora si teme che possa essere finita anche in mare. Siamo al limite. La compagnia elettrica di Tokyo (TEPCO) sta pensando di gettarla in mare dopo la sua decontaminazione ma il timore è che rimarrà comunque radioattiva. L’operazione, quindi, sembra entrata in un circolo vizioso. Oltre all’acqua non si sa neanche dove buttare i rifiuti radioattivi come per esempio le macerie delle case distrutte dallo tsunami in due province, Iwate e Miyaghi (esclusa la Fukushima), le ceneri degli inceneritori anche di città lontane dalla centrale, il fango e le foglie ammucchiate dopo la decontaminazione nelle case e lungo le strade. Molti di questi rifiuti non hanno ancora trovato un deposito. Il governo vorrebbe inviare le macerie agli

DIRETTA da TOKYO

il Segno - Maggio 2013

Contro il nucleare, dentro il nucleare

L’emergenza nucleare non è ancora terminata

inceneritori di tutto il Paese ma deve affrontare le proteste degli abitanti che non si sentono rassicurati dal governo circa la fuoriuscita di radiazioni, attraverso le ceneri, superiori a 8000 becquerel al kg. La decontaminazione è in atto ma con molte difficoltà. Nella città di Matsudo, distante 208 km dalla centrale, nel gennaio scorso hanno trovato in 28 giardini pubblici su 350 (già decontaminati) livelli superiori alla norma di 0,23 Al centro si trovano i 4 reattori; dal n. 1 al n. 7 sono le piscine microsievert. Questo è mentre a destra si vedono le vasche. Per osservare in tempo successo perché la piog- reale la situazione si può visitare il sito internet della società TEPCO: http://www.tepco.co.jp/en/nu/f1-np/camera/index-e.html gia ha trasportato nei (fonte: http://www.minpo.jp/pub/topics/jishin2011/ giardini sostanze radio2013/04/post_6878.html) attive. La decontaminazione sembra diventata un’operazione infinita e sarà ancora peggio zia già a manifestarsi. Si sa, per esempio, se si pensa alle campagne circondate da bo- che gran parte degli abitanti della provincia schi e montagne. di Fukushima è stata esposta a radiazioni Per quanto riguarda la contaminazione dei alla tiroide inferiori a 30 millisievert. Secibi direi che in giro si avverte di meno condo il rapporto dell’Organizzazione “la paura di mangiare” (guarda, a tal pro- Mondiale della Sanità in alcune zone auposito, il mio articolo apparso sul numero menterà il tumore tiroideo fino a un masdi novembre 2011). Dall’aprile del 2012 simo del 68% per ogni bambina di un anno sono in vigore nuovi criteri di sicurezza per d’età. I bambini, essendo più vulnerabili, i cibi, 10 becquerel per l’acqua (il limite subiscono di più le conseguenze negative. prima era di 200), 50 per il latte e gli ali- Fino allo scorso gennaio, inoltre, il Minimenti per i bambini (anche in questo caso il stero della Sanità ha accertato la preprecedente limite era a 200), 100 per tutti senza di cisti nel 41,2% su 133mila gli altri alimenti (limite precedente: 500), ragazzi di Fukushima sotto i 18 anni. Dei in modo da contenere meno di 1 millisie- 38mila ragazzi fin’ora controllati con esami vert l’anno invece di 5. Dall’introduzione ecografici (su 180 mila) 3 sono stati operati dei nuovi criteri fino al dicembre scorso, su di tumore tiroideo e 7 sono sospettati di tutti i cibi controllati sono stati trovati averlo contratto. In media vi è 1 possibilità (stando ai dati del Ministero della Sanità) o 2 su un milione di trovare questo tumore solo l’1% di prodotti contaminati superiori e il tasso risulta più alto a Fukushima con alla norma. Il minor rischio, inoltre, è di- tre su 38mila. Dicono che per il momento mostrato da una ricerca svolta tra maggio e sia difficile collegare questi tumori all’insettembre dell’anno scorso dall’Associa- cidente nucleare visto che nei ragazzi di zione nazionale cooperative consumatori, altre province la percentuale è poco più alta, che ha esaminato il pasto di 334 famiglie in 56,6% rispetto al 41,2%. 18 province e infatti solo in tre di queste è Comunque, è necessario altro tempo per stata rilevata una dose radioattiva superiore comprendere meglio questa relazione, a 1 becquerel al kg (tra 0,019 e 0,047 mil- pensate che a Chernobyl si cominciò a dilisievert l’anno). mostrare l’aumento del tumore tiroideo La produzione di alcuni alimenti, come il solo dopo quattro o cinque anni. Non abtè di Sayama e il riso della Fukushima, ha biamo una buona conoscenza dell’esposiripreso a funzionare anche se i controlli zione radioattiva a basso livello quindi vengono mantenuti costanti. non si può fare un confronto statistico ma È ancora presto per conoscere esatta- non dobbiamo dimenticare che lo stato mente le conseguenze sul corpo umano d’emergenza è tutt’ora in corso. dell’incidente nucleare ma qualcosa initoshiditalia@yahoo.co.jp


il Segno - Maggio 2013

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 marzo 2013 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.895 (maschi 8.370; femmine 8.525). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.327.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Campi d’Annibale, un quartiere che oggi ha bisogno di certezze *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Troppi i ritardi accumulati nella pianificazione di un esteso e popolato territorio

di Sergio Rasetti I progetti dell’Amministrazione, se ci sono, i diretti interessati non li conoscono. Di opere pubbliche se ne sono viste poche e quelle realizzate sembrano tagliate su misura per chi grida di più o per risolvere problemi a qualcuno che “pesa” più degli altri. Il massiccio sostegno elettorale assicurato agli attuali amministratori non ha prodotto interventi adeguati ad una vivibilità accettabile. Oltre 6mila cittadini, il 36% dell’intera popolazione (16.895 residenti al 31 marzo 2013, esclusi i non registrati che sono centinaia) aspettano che le promesse siano mantenute, anche quelle più inverosimili; nel frattempo cercano di sopravvivere in un quartiere senza capo ne coda: i Campi d’Annibale. Il Piano Regolatore, inviato per competenza alla Regione, corredato di ben 22 mega osservazioni presentate dall’Ufficio di Piano su richiesta di cittadini e amministratori che evidentemente lo hanno stravolto rendendone molto difficile l’approvazione definitiva, resta in attesa di un santo salvatore. Soldi pubblici e privati

che rischiano di essere stati buttati al vento e restano senza convincenti risposte le motivazioni per le quali il Consiglio Comunale prima approva un Piano Regolatore ritenendolo perfettamente idoneo alle esigenze del paese poi, a distanza di pochi mesi, approva numerose osservazioni che lo modificano in modo significativo (come dire: liberiamoci del progettista che si è attenuto troppo al concetto di Opzione Zero, alle indicazioni di Agenda 21 locale, al Piano Strategico di Sviluppo socio economico della Terza Università e poi facciamo come ci pare). Intanto la manifestata incapacità di controllo del territorio rende il quartiere, dal punto di vista urbanistico, sempre meno recuperabile. Il bisogno di case di necessità, al quale si affianca l’intraprendenza di chi non ne avrebbe alcun bisogno, spinge a trasformare boschi, orti e prati in veri e propri insediamenti residenziali. Prevedibili le conseguenze: sarà necessario un’enorme piano di recupero che dai Monti alle Faete al Pantanello indichi strade, piazze, servizi pubblici e privati per dare ai residenti un viver civile.

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Soltanto incapacità, irresponsabilità o interesse personale (di chi non è adatto ad amministrare la cosa pubblica) possono impedire che non ci si occupi immediatamente del problema. Gli attuali responsabili sono al timone da quasi vent’anni e non lo hanno fatto. Hanno seguito l’esempio negativo dei loro predecessori quando sarebbe stato semplice soddisfare il bisogno di case per i residenti lottizzando tre o quattro aree con lotti da 300400 metri destinati ad abitazioni di 70-80 mq., prezzi giusti del terreno e rispetto di non edificabilità assoluta dove è vietato. Con l’opzione “piani di recupero”, messa in pratica

con disinvoltura per edificare case di pregio nella parte bassa del paese, si potrebbero creare concrete opportunità, nella zona dei Campi d’Annibale e nelle altre, per molti di coloro che non potranno mai accedere a quelle offerte del mercato inavvicinabili per il 99% delle famiglie. Certo è che non sarà un cieco clientelismo o uno spregiudicato abbandono del territorio alle iniziative non legali dei singoli che risolverà i problemi della comunità. Certo è che Rocca di Papa ha urgente bisogno di una nuova classe dirigente e forse non si può permettere di aspettare nuove elezioni comunali alla scadenza naturale del 2016.

Orario Continuato Lunedì chiuso

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I Campi d’Annibale visti dalla Fortezza


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La mobilità è diventata insostenibile è necessario trovare soluzioni idonee

Affidarsi ai pullman del Cotral è un’impresa quotidiana quasi disperata

di Patricia Antolovic L’espressione “mobilità sostenibile” indica le modalità di spostamento in grado di diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici generati dai veicoli privati, cioè l’inquinamento atmosferico, acustico,la congestione stradale, l’incidentalità, il degrado delle aree urbane (causato dallo spazio occupato dagli autoveicoli a scapito dei pedoni), il consumo di territorio (causato dalla realizzazione di strade e infrastrutture). Le amministrazioni pubbliche sono le principali responsabili della promozione e dell’organizzazione della mobilità sostenibile; gli interventi sono finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati negli spazi urbani per favorire la mobilità alternativa che in ordine d’importanza viene svolta: a piedi, in bicicletta, con i mezzi di trasporto pubblico (autobus, tram, metropolitana...) con i mezzi di trasporto

privato condivisi (car pooling e car sharing). Tra gli interventi più efficaci vi è il potenziamento del trasporto pubblico locale, TPL (con corsie riservate e vie preferenziali, sistemi di integrazione tariffaria). Gli obiettivi sono: - migliorare i servizi di prossimità in modo tale da ridurre la necessità di spostamenti automobilistici sia in termini numerici che di distanze; - destinare una parte della superficie stradale alla mobilità di tipo sostenibile a scapito dei veicoli privati; - realizzare una rete di trasporto che consenta spostamenti più veloci di quelli realizzati dagli autoveicoli privati. Nel Lazio, Cotral Spa mette in collegamento tutti i comuni della regione. Vediamo un po’ quello che succede a Rocca di Papa. Se prendo il capolinea che si trova in Piazza della Repubblica, la situazione è tragica. Non c’è un luogo dove i pendolari si possono proteggere

Il Segno, un giornale per tutti e di tutti Segue dalla prima pagina

Alcuni di essi hanno un ruolo pubblico come politici locali e Consiglieri Comunali; ci inviano articoli che riguardano affari cittadini ai quali siamo lieti di dare spazio anche perché è l’unico modo concreto di “mettere il naso” nelle cose di interesse pubblico, visto che il reale accesso agli atti è praticamente impossibile per un comune cittadino. L’anomalia è la completa assenza di interventi da parte degli amministratori e Consiglieri della maggioranza comunale. La cosa non è naturale perché praticamente tutte le questioni sollevate attengono alle “cose della città” che loro sono stati delegati ad amministrare. E’ singolare che non sentano il dovere di confutarle ufficialmente se le nostre sono informazioni errate o menzogne, sanno bene che il giornale non potrebbe negare lo spazio richiesto per conservare credibilità, ma forse vogliono dimostrare soltanto che non devono rendere conto a nessuno, tanto meno a chi si permette di criticare il loro operato.

dalla pioggia o dal sole... Sono costretti ad attendere in mezzo alla piazza, perché spesso non sanno neanche dove si fermerà il pullman, allora si assiste a uno strano balletto: arriva o non arriva? Ci mettiamo a metà strada, così la corsetta per salire sul pullman sarà più corta oppure aspettiamo sul piazzale? Il piazzale della funicolare, infatti, è in completo abbandono, niente orari, se li volete dovete acquistare una fotocopia, alcuni bar hanno uno schermo, dove si possono vedere gli orari, peccato che si devono assorbire un gran numero di pubblicità e di foto che non c’entrano niente. Poi se si vuole conoscere l’orario

Ma il problema probabilmente è un altro. Un deficit di democrazia interna alla maggioranza fa sì che l’effettiva espressione delle proprie idee da parte dei singoli non viene praticata, figuriamoci se qualcuno vorrebbe rischiare “il proprio ruolo” scrivendo qualche cosa che viene pubblicata sul Segno, questo fastidioso giornale che non piace alla “Casta Locale”. Intanto alcuni cercano di screditarlo con argomentazioni che nulla hanno a che vedere con quanto si scrive dopo verifiche sempre ben documentate. Sergio Rasetti

delle coincidenze, questo è un grande mistero! Nessuna informazione. Si possono cercare su internet, ma non tutti hanno internet. Lungo il tragitto, poche pensiline, alcune volte la fermata non è neanche segnalata e dell’orario di passaggio neanche l’ombra, bisogna aspettare e sperare anche se il problema vero non è l’orario di passaggio ma il passaggio stesso: le corse saltano regolarmente, nessuno è avvisato, e si deve aspettare la corsa successiva sperando che arrivi! Poi c’è la questione del collegamento con le altre città dei Castelli. C’è solo qualche corsa per Frascati. Mentre per Albano, Genzano e Ariccia niente, così come non c’è nessuna corrispondenza con le stazioni ferroviarie per chi deve andare a Roma. Da vent’anni che abito qui, gli autobus sono sempre gli stessi, il Cotral non ha fatto investimenti sul restyling, non ci sono corsie preferenziali, se c’è traffico l’autobus resta bloccato in mezzo alle macchine. Insomma, si parla tanto di Castelli Romani, della vita in mezzo al verde, ma ci si dimentica di dire che si trascorrerà un bel po’ di tempo in macchina e in mezzo al traffico perché ciò che si chiama mobilità sostenibile non esiste. Senza contare i costi economici da sostenere per le famiglie: acquisto di almeno due macchine a famiglia, benzina, assicurazioni, tempo perso ad accompagnare questo o quello, i figli... Insomma, una vita da tassista.


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Piatto ricco per i sette dirigenti... ma il Comune non era in crisi? Dopo l’indennità di funzione, riconosciuta anche l’indennità di risultato

di Paola Gatta Il Comune di Rocca di Papa è strutturalmente organizzato in sette settori: Affari Generali, Bilancio e Sviluppo, Socio Culturale, Urbanistica, Vigilanza e Custodia, Lavori Pubblici e Ambiente, Risorse Umane. Ognuna di queste aree ha un dirigente incaricato, appunto, a dirigere. Si tratta di “incarichi dirigenziali conferiti a tempo determinato secondo criteri di competenza professionale e in relazione agli obiettivi indicati nel programma del Sindaco Boccia”. Ognuno di questi dirigenti percepisce, oltre allo stipendio annuale (circa 35mila euro ciascuno), anche la cosiddetta indennità di funzione. Si tratta di riconoscere a questi sette dirigenti, per le responsabilità dovute al loro ruolo, un altro compenso che si va ad aggiungere allo stipendio. Infatti, solo tre mesi fa (delibera di Giunta n. 153 del 27 dicembre 2012), la Giunta Boccia quantificava questi corrispettivi integrativi, stabilendo per ogni settore le seguenti “indennità di funzione”: Anna Maria Fondi (Settore Affari Generali)

€ 13.500

Annalisa Gentilini (Settore Socio Culturale)

€ 12.000

Annarita D’Andrea (Settore Bilancio)

Rocco Di Filippo (Settore Urbanistica) Patrizio Onesti (Settore Vigilanza)

Giovanni Gatta (Settore Risorse Umane)

€ 12.700 € 12.000 € 8.000

€ 12.000

Nel 2012 restava a bagnomaria il Settore Ambiente dopo l’indisponibilità a ricoprire tale ruolo da parte di Elisabetta San-

tangeli. Problema che l’amministrazione risolveva nominando momentaneamente responsabile (delibera di Giunta n. 5 del 19 gennaio 2012) l’Arch. Paolo Terribili, a cui riconosceva un’indennità di 5.000 euro. Terribili verrà poi confermato con contratto a termine a partire dallo scorso 25 febbraio. Ora, a distanza di pochi mesi la Giunta Boccia (delibera n. 45 del 18 aprile scorso) ha riconosciuto agli stessi 7 dirigenti un’altra indennità, che si andrà ad aggiungere allo stipendio e all’indennità di funzione. Questo terzo premio si chiama “indennità di risultato”, ed è così strutturato: Anna Maria Fondi (Settore Affari Generali)

€ 3.370

Annalisa Gentilini (Settore Socio Culturale)

€ 3.000

Annarita D’Andrea (Settore Bilancio)

Rocco Di Filippo (Settore Urbanistica) Patrizio Onesti (Settore Vigilanza)

Giovanni Gatta (Settore Risorse Umane) Paolo Terribili (Settore Lavori Pubblici)

€ 3.000 € 3.000 € 1.950 € 1.833 € 1.208

In totale questi sette dirigenti, tra stipendio, indennità di funzione e indennità di risultato, ci costano un occhio della testa. Sia ben chiaro, si tratta di riconoscimenti legittimi, nessuno ha commesso irregolarità dal punto di vista formale. La legge e le norme sono pienamente rispettate. Ma rimane un dubbio di tipo morale (per quello che può valere oggi): di fronte alla crisi che ogni famiglia sta vivendo, di

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fronte ai tanti giovani disoccupati che spesso devono accettare lavori per poche centinaia di euro al mese, di fronte a chi pur lavorando non percepisce stipendio, di fronte alla crisi che sta vivendo il Comune di Rocca di Papa che non riesce a pagare nemmeno i fornitori in tempi ragionevoli… vorremmo almeno sapere quali sono i risultati ottenuti da ciascun dirigente. Perché le cose sono due: se sono stati ottenuti buoni risultati in ogni settore non si comprende perché il nostro Comune sia in rosso fisso; se il nostro Comune è in rosso fisso qualcuno ci deve spiegare perché, visto che i settori dovrebbero aver funzionato alla perfezione. Considerato che i dirigenti, come abbiamo scritto all’inizio, sono stati scelti in funzione degli “obiettivi indicati nel programma del Sindaco Boccia”, leggendo quel programma con cui aveva rivinto le elezioni non ci pare che sia stato fatto molto, anzi. Forse, in questa fase, sarebbe stato un bel gesto da parte dei dirigenti rinunciare almeno all’indennità di risultato ma sicuramente qualcuno ci dirà che tale azione non è contemplata dalla legge e, quindi, non è possibile praticarla. In attesa che qualcuno ci illumini, non ci resta che ingoiare l’amaro rospo!

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Il Consiglio approva il consuntivo ma il Bilancio resta un’incognita

Lamaggioranza fa passare il punto con soli 8 voti, 4 le assenze Pd che pesano

L’amministrazione Boccia, nel Consiglio Comunale del 29 aprile (molto partecipato malgrado il giorno e l’orario: lunedì alle 9.00!), ha superato la prova più difficile e delicata, l’approvazione del consuntivo relativo al bilancio 2012. Un bilancio che testimonia le serie difficoltà dell’ente, che vede restringersi sempre più le sue possibilità di movimento dal punto di vista economico-finanziario, stretto in una morsa complicata che vede da un lato i creditori, piccoli e grandi, che premono per essere saldati, e dall’altro la mancanza di liquidità che è stata, e sarà, la vera spada di Damocle sulla testa dell’amministrazione Boccia. L’Ass.re Maurizio Querini ha ammesso le difficoltà dicendo che “i problemi ci sono”, ma la sua relazione è ruotata intorno alla crisi generale, ai tagli previsti dal governo Monti attraverso la cosiddetta spending review e alle restrizioni dettate dall’Europa. Insomma, le difficoltà del Comune di Rocca di Papa dipenderebbero esclusivamente da questi fattori e non dalle scelte messe in campo dall’amministrazione. Posizione contestata dai Consiglieri d’opposizione che hanno espresso le loro preoccupazioni sulla tenuta dei conti comunali. Danilo Romei, per esempio, ha parlato di “dati allarmanti del rendiconto 2012” mettendo in evidenza la “presenza di quattro parametri di deficitarietà strutturale che rivelano le condizioni di un Comune che versa in condizioni finanziarie critiche. La presenza di un quinto parametro sui dieci previsti –ha aggiunto il giovane Consiglierecomporterebbe l’apertura formale della procedura di Bilancio strutturalmente deficitario”. Romei ha poi manifestato preoccupazione per il disavanzo accertato di oltre 400mila euro, che secondo lui provocherà “l’inasprimento della pressione fiscale locale”. Sulla stessa linea l’altro Con-

sigliere di minoranza Enrico Fondi, convinto che in realtà il “disavanzo sarebbe di 1,5 milioni di euro”. Fondi ha poi chiesto spiegazioni in merito a 44mila euro di cosiddetti “debiti fuori bilancio”. Critico anche Emanuele Crestini, che ha centrato il suo intervento soprattutto sull’eccesso di anticipazione di tesoreria praticato dall’amministrazione per sopperire alla mancanza di liquidità. Inoltre Crestini ha chiesto spiegazioni sui pagamenti spettanti alle varie ditte, quasi tutte di Rocca di Papa, che nel corso degli anni hanno eseguito lavori per conto del Comune e che stanno ancora aspettando di essere saldate. “Un problema serio su cui bisogna fare chiarezza –ha detto Crestini- e a tal proposito –ha aggiunto- vorrei sapere se corrisponde al vero che il Comune abbia inviato delle lettere ad alcune di queste ditte dicendo che i soldi richiesti non possono essere pagati perché ritenuti illegittimi”. Più morbido e comprensivo Maurizio De Santis che, pur “dovendo votare contro per aver già detto di no al bilancio di previsione 2012”, ha posto l’attenzione sulle difficoltà che sta vivendo l’Italia e sull’unico vero problema del Comune, l’evasione della tassa sui rifiuti. De Santis, che

Banchi deserti nella maggioranza

già in un Consiglio precedente aveva elogiato l’Ass.re al Bilancio Querini per il lavoro fatto, ha poi chiesto che il prossimo bilancio venga costruito attraverso la partecipazione delle associazioni, dei partiti e dei cittadini. Punto su cui lo stesso Querini si è detto d’accordo. Se, come detto, la maggioranza Pd ha superato la difficile prova, il Consiglio Comunale del 29 aprile ha dimostrato però un’altra crisi, questa volta tutta politica. L’approvazione del consuntivo di bilancio è uno degli atti più importanti di un’amministrazione e l’assenza di ben quattro Consiglieri di maggioranza dimostra che il clima all’interno del Pd è tutt’altro che sereno. Gli assenti sono stati Roberto Sellati, Simone Pizziconi, Monia Lucatelli e

Tra i banchi dell’opposizione si studiano le carte

Luca Santangeli (in realtà il giovane capogruppo Pd, renziano della prima ora e per questo spesso in rotta di collisione con il gruppo dirigente guidato da Boccia, era presente ma dopo un’ora ha abbandonato la seduta per impegni di lavoro). Alla fine il consuntivo è passato con appena 8 voti (4 sono stati quelli contrari della minoranza che ha visto l’assenza di Mario Gatta). Forse sarà per questo che il giorno dopo è stata convocata una riunione di maggioranza in cui il Sindaco ha voluto richiamare tutti i Consiglieri Pd al loro senso di responsabilità, rispettando l’alleanza uscita vittoriosa dalle ultime elezioni comunali. I problemi, però, non sembrano superati, anzi. Molti esponenti di maggioranza continuerebbero a non essere soddisfatti dell’andamento amministrativo. In discussione vi sarebbe soprattutto la mancanza di condivisione delle scelte, dettate esclusivamente dal gruppo dei cosiddetti “potenti” (Boccia, Barbante e Fei). A pesare è anche lo stato di abbandono del partito democratico locale che, ancora privo di un segretario, è praticamente assente dalla scena politica cittadina. Ora l’altra difficile prova sarà l’approvazione del bilancio di previsione 2013 che dovrà essere discusso alla fine di giugno. (A.S.)


il Segno - Maggio 2013

di Luigi Serafini Sul destino dell’Imu, la tassa sulle proprietà pensata dal governo Berlusconi e introdotta dal governo Monti, il Comune di Rocca di Papa sta tremando, avendo già impegnato buona parte degli incassi previsti per il 2013 per coprire i buchi di cassa esistenti. Visto che la rata di giugno è saltata e che molto probabilmente l’Imu sarà del tutto ridimensionata, l’amministrazione Boccia si potrebbe ritrovare a doversi inventare una nuova copertura. Tutto nasce dal meccanismo dell’anticipazione di cassa, cioè soldi che il Comune preleva da voci specifiche (Tarsu, Imu, ecc.) per destinarli provvisoriamente al pagamento di altre spese (stipendi, lavori d’urgenza, asfaltatura di strade, ecc.). Soldi che poi, però, devono essere rimessi al loro posto. La Giunta Boccia negli ultimi anni ha fatto molto uso di questo sistema, avendo difficoltà serie di liquidità. Ma ora la questione Imu potrebbe essere la classica goccia che fa tracimare il vaso. Lo scorso 18 aprile, infatti, una delibera di Giunta (la n. 44) ha stabilito di aumentare l’anticipazione di tesoreria a “causa della carenza di liquidità” ed essendo “necessario e improcrastinabile assicurare all’Ente la liquidità per procedere in parte ai pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili”. Ma dove prendere i soldi necessari per pagare questi “debiti certi, liquidi ed esigibili”? Semplice, dagli incassi dell’Imu 2013, basandosi su quanto incassato lo scorso anno. Nel 2012 Rocca di Papa ha incassato 3.247.147,43 euro (di cui 1.093.170,58 versati in acconto). Quindi la Giunta, partendo da questi dati, ha già vincolato un milione di euro della futura Imu ma, come detto, la rata di giugno è saltata e quindi adesso rimane il buco. Fatto sta che il Comune continua, non potendo fare altro, ad aver bisogno di utilizzare questi anticipi di tesoreria per andare avanti, pagare i creditori più arrabbiati… e passare a nuttata, sperando in tempi migliori. Nella stessa delibera di Giunta n. 44 i cinque cavalieri dell’apocalisse (Barbante, Sciamplicotti, Querini, Trinca e Fei – il primo cittadino era infatti assente), hanno deciso

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I soldi dell’Imu 2013 sono stati già impegnati Ancora anticipazioni di cassa per pagare “debiti certi”

così di “incrementare il limite massimo di utilizzo dell’anticipazione di tesoreria per l’anno 2013 […] per l’importo di € 1.000.000”. Questo significa che l’indebitamento per anticipazione di tesoreria per l’anno in corso, fino al 30 settembre 2013, è stabilito nella cifra record di 3,8 milioni di euro. Pare di vedere un film già visto, la cui fine però ha tutti i connotati della tragedia.

te m p i mo d e r n i

I tetti di Rocca di Papa su cui incombe l’Imu

di Roberto Sinibaldi

Economia e ambiente solo fino a qualche anno fa erano spesso considerati concetti contrastanti. Al contrario lo stretto legame che lega l’uno all’altro si è fatto così evidente che l’economia ambientale è diventata una branca fondamentale per indagare i meccanismi della nostra società. In una sequenza gerarchica – purtroppo – l’ambiente è comunemente subordinato all’economia, che è poi soggiacente rispetto alla finanza. Si potrebbe sostenere che il risultato ultimo è che la natura è governata dai mercati. Negli insoliti casi nei quali questa sequenza è capovolta, ci troviamo di fronte a esempi di virtuosa consapevolezza individuale, diffusa partecipazione sociale, o illuminate scelte politiche di qualche amministrazione più avanzata. Casi nei quali il significato dell’ambiente è riconosciuto in sé, oltre in quello sociale e culturale. L’ipertrofia dello sviluppo ci ha portato a un’economia in declino prima, e quasi al collasso

Economia e ambiente

Come, quanto e perché l’economia influisce sull’ambiente

ora. Nella società del capitalismo cognitivo ci accaniamo nella produzione basata su meccanismi dissipativi delle risorse naturali. In sostanza siamo immersi in un capitalismo che si fonda su una serie di costi ambientali non pagati. Dimentichi

della differenza tra valore e prezzo, siamo soggiogati dallo “sviluppo”. Una parola che più che una linea guida, è diventata una sorta di totem, sacro e intoccabile. Con esso, anche il dualismo dello sviluppo sostenibile è ampiamente superato. Eppure la semplice constatazione che questo modo di concepire la società non è compatibile con un pianeta dalle risorse limitate è forse troppo ovvia per assumerla come cardine del cambiamento! In altri termini, nessuna forma di sviluppo, inteso nel senso tradizionale, è ormai più sostenibile da nessun punto di vista. È il sistema economico imperniato sul binomio consumi – sviluppo a rivelarsi falso nella sua interezza ed è davvero difficile pensare che possa essere semplicemente riformato.


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Monnezza, catastrofe senza una via d’uscita

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Amministrazione e Aimeri si rimpallano le responsabilità

Raccolta differenziata

di Roberto Sinibaldi Quello a cui stiamo assistendo in queste settimane è un disastro annunciato. Vediamo i fatti: un’amministrazione comunale che sceglie una società a cui affida la raccolta dei rifiuti nel proprio Comune; una società incaricata del servizio raccolta rifiuti, la Aimeri, che da mesi non paga il personale di Rocca di Papa. le manifestazioni della scorsa settimana, con le mogli dei dipendenti dell’Aimeri che si incatenano sotto il palazzo municipale e i cortei dei giorni seguenti, segno di una sofferenza troppo a lungo minimizzata; un paese, Rocca di Papa, invaso per diversi giorni dai rifiuti e con un servizio carente da tempo: isola ecologica sequestrata dalla magistratura; raccolta differenziata che non si riesce ad estendere a tutto il territorio comunale. In queste condizioni le possibilità sono due: o le responsabilità sono della società Aimeri, che non paga i dipendenti. E in questo caso sarebbe semplicemente da rescindere il contratto e scegliere un’altra società cui affidare il servizio (cosa che è stata fatta poche settimane fa a Grottaferrata); oppure le responsabilità sono

di Marcello Loisi Per quasi una settimana la raccolta dei rifiuti casa per casa si è interrotta. Sarebbe stato impossibile non accorgersene: le decine di sacchi maleodoranti riversati davanti alle case hanno portato alla luce un problema fino ad ora circoscritto alle famiglie dei dipendenti della Aimeri (che non ricevono lo stipendio da almeno 4 mesi) e agli uffici dell’azienda e del Comune. Prendiamo atto dell’efficacia della protesta degli operatori ecologici e delle loro famiglie: i primi hanno sospeso l’attività di raccolta dei rifiuti, mentre le mogli si sono incatenate davanti al Comune. Stamattina (10 maggio) i rifiuti organici sono stati finalmente ritirati. Forse la gravità della situazione ha richiesto una risposta, anche se parziale, di emergenza dell’azienda ma vediamo che alcuni aspetti rimangono poco efficienti. Ad esempio, la distribuzione dei sacchetti, affidata ai comitati di quartiere, è limitata a poche ore alla settimana e spesso non sono neanche forniti di tutto il necessario: una volta mancano i sacchetti per l’organico, un’altra quelli per la carta. Per non parlare della scarsa consapevolezza civica di molti di noi rocchegiani, che non riusciamo – o a cui non interessa un granché – a dividere i rifiuti, rendendo la raccolta differenziata sostanzialmente inutile. Perché non vengono applicati dei controlli di qualità della raccolta? In attesa di ottenere delle risposte, la spazzatura continua a giacere agli angoli delle nostre strade.

dell’amministrazione comunale, che non paga la società Aimeri, che quindi a sua volta non ha soldi per pagare gli stipendi e fare un servizio come previsto dal contratto. In entrambi i casi l’amministrazione comunale ha fatto delle pessime scelte. Prima scegliendo una società evidentemente poco affidabile, poi scegliendo di non cambiare società. O forse la società proprio non la può cambiare perché prima la deve pagare. “Paga l’oste e cambia l’oste”, si dice. Che significa che prima di abbandonare qualcuno al quale devi dei soldi, bisogna pagarlo, per avere poi la libertà di fare altre scelte. E allora la ragione vera potrebbe essere quella che tutti dicono: il Comune ha pagato l’Aimeri (o meglio, sta pagando delle rate, l’ultima

delle quali scadrà nel 2014) solo fino a metà dell’anno scorso. Insomma ci sarebbe uno scoperto di quasi un anno, che corrisponde a più di tre milioni di euro. I nostri amministratori sapevano che non stavano pagando l’Aimeri e non hanno detto niente, sapevano e facevano finta che tutto procedeva bene, sapevano e hanno rassicurato dipendenti e cittadini, sapevano e non hanno programmato niente di niente per evitare il disastro annunciato. Alla radice c’è che il Comune non riscuote le tasse sulla spazzatura: sembra che le paghino circa la metà dei residenti. Per mettere a posto le cose finirà che pagheranno quelli che hanno sempre pagato, mentre sindaco e assessori ci rassicureranno fino alle prossime elezioni.

Anche avere le buste colorate è diventato un problema


ROCCA DI PAPA Il servizio costa 3,3 milioni di euro ma nel 2012 ne sono stati incassati solo 1,8 il Segno - Maggio 2013

Il fallimento della riscossione, a pagare è il 50% dei cittadini di Luigi Serafini Mentre l’amministrazione, in merito alla nuova tassa sui rifiuti (Tares), per rimpinguare le casse vuote ha deciso di applicare 30 centesimi di euro in più per ogni metro quadrato, resta il problema di un servizio che vede un’altissima percentuale di evasione. I dati sono inquietanti: il Comune di Rocca di Papa paga ogni anno per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti 3,3 milioni di euro. Per la vecchia Tarsu, i cittadini censiti nel 2012 avrebbero dovuto versare circa 2,8 milioni di euro ma invece nel 2012 ne hanno versati appena 1,8 milioni, cioè 1,5 milioni in meno rispetto al reale costo del servizio. Pensate che in undici anni (dal 2001 al 2012) la cifra non incassata dal Comune per i rifiuti supera i 3,7 milioni di euro e di questi l’amministrazione avrebbe cancellato definitivamente 500mila euro, certificando l’impossibilità ad incassarli. A questi dati, che testimoniano da un lato una vera sofferenza economica e dall’altro l’incapacità dell’amministrazione a incassare le somme dovute, si aggiunge un altro fallimento, quello della raccolta differenziata che arriva a malapena al 28%. Se consideriamo che la raccolta con il sistema “porta a porta” viene svolta sia nel centro storico che nel quartiere

Vigne, il 28% equivale a una vera disfatta, amplificata dal fatto che il “porta a porta” rispetto alle classiche campane stradali costa molto di più. Quindi, il servizio di igiene ambientale costa di più ma, in proporzione, ottiene di meno. Se a breve, come annunciato, si aggiungerà anche il “porta a porta” ai Campi d’Annibale e al Vivaro, il costo aumenterà di altri 200mila euro l’anno, toccando quota 3,5 milioni di euro annui. E’ vero che l’ampliamento del servizio ai Campi e al Vivaro sarà pagato grazie al contributo della Provincia di Roma, ma questi soldi dopo il primo anno saranno a totale carico del Comune e quindi dei cittadini. Per cui il rischio è che l’amministrazione, dovendo fare fronte a un costo sempre maggiore, aumenti ulteriormente le bollette che però saranno sempre i soliti onesti cittadini a pagare mentre gli altri continueranno ad evadere. Sul fronte degli incassi, l’Ass.re al Bilancio Querini ha detto che il Comune ha fatto tutto ciò che poteva fare per stanare gli evasori ma eviden-

temente quanto fatto non è sufficiente se a pagare la tassa, fino ad oggi, è stato poco più del 50% dei cittadini. A guardare bene i dati su esposti sembra non vi siano soluzioni risolutive. L’unica soluzione, purtroppo, sarebbe quella di ridimensionare il servizio, riducendo i giorni di raccolta, e vigilare seriamente sulla raccolta differenziata perché se le percentuali dovessero rimanere le stesse anche nel 2013, tanto vale abbandonare il “porta a porta” e tornare alle campane stradali, risparmiando sui costi del servizio. Una soluzione sofferta, certo, ma forse l’unica percorribile visto il fallimento generale e generalizzato dell’intero servizio, determinato e accentuato soprattutto dalla crisi che sta vivendo la società Aimeri.

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Cassonetti strapieni ai Campi

Il prossimo 8 giugno

Il Centro Storico incontra i residenti Il Comitato di quartiere Centro Storico avvisa i cittadini che ha chiesto all’amministrazione comunale di poter utilizzare l’aula consiliare, sabato 8 giugno, in mattinata, per un incontro con i cittadini relativo alle problematiche del quartiere. L’amministrazione, a oggi, non ha ancora dato la disponibilità dell’aula, quindi il Comitato confermerà la data e l’orario tramite locandine che saranno affisse nei locali pubblici. Si chiede una forte partecipazione della cittadinanza.

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ROCCA DI PAPA Non trova soluzione la crisi dell’Aimeri che ha già mandato a casa un dipendente 14

il Segno - Maggio 2013

Le mogli dei lavoratori incatenate davanti al Comune di Daniela Di Rosa Da quattro mesi senza stipendio e ora a dire basta sono le mogli dei dipendenti dell’Aimeri, la società che gestisce il servizio dei rifiuti a Rocca di Papa. Sono state loro a prendere l’iniziativa per portare all’attenzione dei cittadini e delle autorità la loro disperazione. Lo hanno fatto in modo plateale, incatenandosi simbolicamente all’ingresso della sede municipale lo scorso 7 maggio. “Non ce la facciamo più a sostenere questa situazione” hanno gridato chiedendo aiuto a tutti, cittadini, commercianti e istituzioni. Soprattutto da queste ultime, a cominciare dall’amministrazione comunale, si aspettano un’azione decisiva. Non più i soliti e inutili incontri con i vertici dell’Aimeri in Prefettura che, a oggi, hanno portato solo tante chiacchiere. Adesso, che la loro dignità è colpita nel profondo, pretendono qualcosa in più delle semplici parole. L’amministrazione ci ha provato in tutti i modi a inchiodare l’Aimeri ai suoi doveri, addirittura contestando l’uso di mezzi inidonei all’espletamento del servizio, ma la strada intrapresa non ha portato a nulla. Molte di queste donne, forti del gesto compiuto dal vicino Comune di Grottaferrata, hanno chiesto al Comune di intervenire direttamente anticipando parte degli stipendi, per poi effettuare una sorta di compensazione nelle fatture emesse ma la situazione di cassa dell’amministrazione Boccia non consente alcuna anticipazione visto che la fila dei creditori ormai è interminabile. Resta il dramma di decine di famiglie che non riescono più ad andare avanti per assicurare, non un futuro, ma un presente decoroso ai propri figli. La matassa è complicata perché l’Aimeri non dà risposte, il servizio dei rifiuti è essenziale e non può essere interrotto in modo sistematico, il Comune si limita a scrivere… ma di fronte alla disperazione dei lavoratori

qualcosa si può e deve essere fatto. Allora viene in mente il “premio di risultato” (leggi l’articolo di pagina 9 su questo stesso numero) che la Giunta Boccia ha riconosciuto qualche settimana fa ai sette dirigenti comunali per un ammontare complessivo che supera i 17mila euro. Ecco la contraddizione: non era meglio congelare questa indennità di risultato e versare i soldi ai dipendenti dell’Aimeri sulla scia di quanto fatto a Grottaferrata? Certo, 17mila euro sono pochi e non avrebbero risolto il problema ma sarebbe stato un bel segnale di attenzione e responsabilità. In tutto questo nessuno dice che a Rocca di Papa un operatore ha già perso il lavoro. Da un anno e mezzo aveva un contratto part-time a 18 ore settimanali per uno stipendio di 600

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è arrivato il rinnovo contrattuale per il lavoratore di Rocca di Papa c’è stata solo una lettera di licenziamento. Nel silenzio generale. Allora vorremmo capire il perché di questi due trattamenti differenti e soprattutto vorremmo sapere che cosa dice il contratto di servizio firmato tra l’Aimeri e l’amministrazione comunale e perché il Comune non abbia chiesto la tutela per il lavoratore. Intanto la rabbia continua a crescere e man mano che le settimane passano ci si rende conto che la crisi che ci raccontano giornali e televisioni la viviamo direttamente perché Rocca di Papa, rispetto ai paesi intorno, è quello messo peggio sotto ogni punto di vista. E’ il più povero (lo dicono gli indici economici generali) ed è anche quello peggio governato a causa di scelte amministrative che in un decennio (la stessa maggioranza, e quasi le stesse persone, governano ininterrottamente da 17 anni) hanno consumato ogni risorsa disponibile. Quindi, dopo mesi in cui abbiamo assistito a dichiarazioni e affermazioni tese a rassicurare le famiglie dei lavoratori senza stipendio, ora capiamo che quelle rassicurazioni hanno solo creato false aspettative e illusioni. Per questo oggi è necessario che ognuno, per il suo diverso ruolo, faccia la propria parte, a cominciare dall’amministrazione comunale.


il Segno - Maggio 2013

ROCCA DI PAPA

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ROCCA DI PAPA A proposito del traliccio innalzato per ragioni di “sicurezza nazionale” a M. Cavo 16

il Segno - Maggio 2013

“Il montaggio di quell’antenna è avvenuto al di là delle norme” di Valentino Tosatti Sul “Segno” di aprile, pag. 15, leggo il chiaro articolo del dr. Sinibaldi sulla imminente installazione, 100 m. prima della vetta di Monte Cavo, dell’ennesimo traliccio (pur se in verità a rimpiazzo di un altro preesistente, probabilmente più piccolo), questa volta della Finanza, cioè proprio di quell’istituzione che così volentieri si assume alle volte il compito di farci “rigar diritto”. Un foglietto ivi appeso (vedi foto a pag. 17) sarebbe la “Denuncia d’Inizio Attività” del 29/1/2013 diretta al Sindaco, nella quale si legge che -trattandosi di opere destinate alla Difesa nazionale- resta escluso “Ogni tipo di approvazione e/o vincolo amministrativo, urbanistico e paesaggistico”. Bravissimi! La tracotanza è tanta, ma espressa assai male quanto a lessico e – probabilmente – contenuti. Io ho la grande “fortuna” di aver perso da due anni il mio lavoro con il WWF e di essere ora beatamente disoccupato. Non ho tenuto con me i faldoni di documenti e non ho sottomano le leggi e le sentenze più recenti, e quindi non posso escludere matematicamente che negli ultimi due anni possa essere uscita fuori qualche sentenza o milionesima modifica normativa che – come ripetutamente si era provato a fare in passato – abbia dato la licenza di uccidere ai militari e alle opere d’interesse statale.

Opere militari e tutela ambientale

Tuttavia, posso dire con quasi assoluta certezza che il diktat della Finanza potrebbe essere valido per quanto riguarda l’aspetto urbanistico/edilizio (non necessità del permesso di costruire) ma è totalmente errato per quanto concerne il vincolo paesaggistico, presente sul monte fin dagli anni ‘50 in base a specifico decreto

Monte Cavo

ministeriale! Per quanto mi consta, l’ultima sentenza importante in materia di rapporti tra opere militari e tutela ambientale è quella della Cassazione (mi pare a Sezioni unite) di alcuni anni fa. In breve, dopo aver ribadito l’assoluta rilevanza delle leggi sul paesaggio (e pensare che allora c’era solo la “Galasso”; il Codice è arrivato dopo!), che hanno un rango costituzionale primario in quanto “grande riforma economico/sociale” della Repubblica e attuazione dell’art. 9 della Costituzione, ha stabilito una sorta di pari dignità fra la tutela paesaggistica e le opere destinate alla Difesa, le quali andrebbero concordate (si intende: nelle zone vincolate) nelle apposite sedi delle Commissioni paritetiche. Nel caso in cui tali sedi non funzionassero, o non vi fosse tempo per formarle, l’espressa autorizzazione si renderebbe dunque necessaria, pena incorrere nelle sanzioni anche penali stabilite dalla “Galasso” e ora ribadite dal Codice, teoricamente anche pesanti: demolizione obbligatoria sia in via amministrativa che in via giudiziaria, e pena dell’arresto fino a due anni (quest’ultima inasprita – dal governo Berlusconi!- con

la previsione della reclusione da 1 a 4 anni, limitatamente agli abusi commessi in aree sottoposte a vincolo con atto amministrativo esplicito – come è il caso di Monte Cavoe che superino certe soglie dimensionali, il che sarebbe da verificare).

Le autorizzazioni paesaggistiche a Monte Cavo

Quanto alle modalità di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, trattandosi in questo caso di opere statali la prima autorità da coinvolgere sarebbe – a mio giudizio – non tanto il Comune, il Parco o la Regione, bensì la Soprintendenza ai Beni APPSAE (Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici) del Lazio. Per la qual cosa le leggi vigenti prevedono l’istituto già pericolosamente accelerato e sbrigativo della Conferenza di Servizi: una sede rapida di confronto fra tutte le amministrazioni coinvolte (incluso ovviamente il Parco) le cui conclusioni sostituiscono per l’appunto tutte le autorizzazioni. Un’altra cosa però è notevole, anche perché getta un dubbio

sull’iter condotto dalla Finanza, dando quantomeno una “legittima suspicione” che certi errori e travisamenti siano stati voluti: a mio giudizio, le autorizzazioni paesaggistiche per installare altri tralicci a Monte Cavo non si potrebbero neppure rilasciare legittimamente, e ciò per vari motivi: a): se si legge l’art. 146 del Codice si rileva che al 1° comma esso pone un divieto assoluto di distruggere o deturpare i luoghi tutelati, mentre i commi seguenti definiscono il sistema delle autorizzazioni. La logica conseguenza sembrerebbe che esse debbono pertanto riferirsi ad opere in grado di integrarsi armonicamente nel contesto ambientale, e non possono concernere invece opere distruttive. b): è assai probabile che il vecchio o il nuovo Piano Paesaggistico regionale (già: che fine hanno fatto?!) pongano un sostanziale divieto di realizzare opere del genere su un’area di tale importanza. In questo caso il contrasto con il Piano (se vigente, come per legge dovrebbe essere) rendesegue a pag. 17


Centro storico, fallito il rilancio non c’è più spazio per le parole ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2013

di Roberto Sinibaldi Non ci sono più alibi. Dopo anni di attese, di programmi, di impegni, di promesse elettorali, il centro storico versa in un deplorevole stato di abbandono. A nulla sono valsi i fiumi di parole e la prosa roboante del sindaco. Si potrebbero analizzare i documenti prodotti in occasione delle elezioni comunali del 2006, o del 2011, ma sarebbe un esercizio assai doloroso. Doloroso per il sindaco che ha sottoscritto quei programmi, per la città che non li ha visti rispettati, per i cittadini che possono solo alzare le spalle con un sorriso disincantato. Eppure la politica di questo è fatta: di programmi, previsioni, studi, azioni, analisi e consuntivi. Ma qui non si tratta più di guardare progetti o promuovere comitati.

Non c’è rimasto più niente da capire. Chiunque si avventuri tra le viuzze del vecchio borgo ha la prova palmare dell’incapacità, forse anche dell’impossibilità, di trovare soluzioni, di praticare almeno una riduzione del danno, di rallentare un processo di abbandono che rende tutti vittime di un arretramento, una perdita, un degrado, prima culturale e poi fisico, della città. Probabilmente i problemi sono così profondi che a questo punto ci vorrebbe un intervento veramente straordinario, un

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impegno non comune, una strategia rivoluzionaria. Tutte cose che il sindaco evidentemente non può fare, non vuole fare, o pensa che non deve fare. Esistono molte responsabilità. Discendono dall’abbaglio che per troppi anni ha avuto chi ha amministrato questa città, tralasciando difficoltà che si sono ingigantite. L’ultima ipotesi, l’idea del “laboratorio” sul centro storico, del 2011, è rimasta lettera morta. E allora chiediamo una grazia all’Amministrazione, quella che non si nega ai condannati. Non ci venite più a parlare di futura riqualificazione del centro storico. Lasciate perdere. Se proprio volete fare qualcosa, fatelo! E poi ci racconterete cosa avete fatto.

“A Monte Cavo le solite scusanti non dovrebbero più valere” segue da pag. 16

rebbe impossibile il rilascio sotto qualsiasi forma dell’autorizzazione. c): siamo infine all’interno di un Parco. Regionale, sì, ma la cui istituzione discende pur sempre da una legge dello Stato che stabilisce anche sanzioni penali per i casi di violazione. Non mi sembra dunque che i suoi poteri di controllo possano essere così disinvoltamente scavalcati. Se le cose stessero così, ci troveremmo di fronte ad una curiosa impasse: da una parte sollecitare la Finanza affinché faccia la brava e – come in tanti altri casi di opere militari – segua la via della Commissione paritetica oppure dell’autorizzazione (= Conferenza di Servizi); ma d’altra parte sapremmo benissimo che detta autorizzazione non potrebbe essere concessa per manifesta incompatibilità fra opera e ambiente, e quindi non se ne potrebbe far nulla! Non escluderei che i finanzieri si siano resi conto di ciò, e che proprio per questo abbiano scelto di procedere a rullo compressore, confidando nella cronica debolezza di Soprintendenza, Parco e Comune… Ma realizzare tra-

licci senza alcun titolo valido in zona vincolata che per di più è Parco costituisce un duplice reato penale: cosa fa la Procura di Velletri, sig. Procuratore? Non sarebbe forse il caso di annunciare con un bel sequestro giudiziario che l’epoca della tolleranza a tutto tondo è finita, e che invece di piantare sempre nuovi tralicci è ora di pensare a qualche soluzione definitiva?

L’area devastata di Monte Cavo

A questo punto si dovrebbe aprire un discorso tutto diverso; non più sulle varie e più o meno stravolte norme di legge, bensì sulla situazione concreta di Monte Cavo, che è quella di una zona devastata, come l’agro nocerino/sarnese o i Campi Flegrei, anche se naturalmente più in piccolo. A discolpa dei Finanzieri si potrebbe anche invocare un altro argomento non da poco: cioè che il loro traliccio è in fin dei conti il rimpiazzo di uno preesistente. Ma è proprio con questi argomenti che si è giustificata per decenni l’invasione del monte: “la zona ormai è rovinata”; “c’erano quelli già da prima”; “hanno

cominciato i militari”, ecc. Continuare con questi rimpalli significherebbe solo legittimare un convincimento aberrante e completamente falso (sul piano giuridico, se non su quello della realpolitik): quello per cui grazie alla continua tolleranza si sarebbe venuta a creare una sorta di “zona franca”, di cittadella abusiva nella quale la legalità è sospesa poiché altrimenti si andrebbe incontro a problemi di ordine pubblico o di cessazione di comunicazioni ritenute essenziali, ecc. Ho la netta sensazione che qualcosa del genere sia contenuto in quella “famosa” sentenza del TAR che anni addietro bloccò il tentativo pro-forma del Comune di ordinare la demolizione delle antenne (guarda caso: fu poco dopo che avevo dato tutte le mie note in proposito all’Assessore di al-

lora...). Insomma, a Monte Cavo le solite scusanti non dovrebbero più valere: occorre il blocco di qualsiasi nuova installazione (anche quando si trattasse dell’ammodernamento di impianto già esistente), proprio per fare capire a tutti che la misura è colma. Il “congelamento” della situazione è il primo passo e necessario presupposto della delocalizzazione (o –se ci fosse– di qualsiasi altra drastica soluzione). Valentino Tosatti


Dalla nuova funicolare Assegni di cura ai ripetitori radio-tv... a sostegno Ancora troppi ritardi dei malati di SLA ROCCA DI PAPA Contributi fino al 30 maggio

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il Segno - Maggio 2013

La funicolare oggi

di Gennaro Spigola E’ da diverso tempo che sul giornale mensile “Il Piccolo Segno” i cittadini di Rocca di Papa, armati di buona volontà, prendono carta e penna, segnalano e denunciano una serie di anomalie che si presentano sistematicamente nel paese e che purtroppo non trovano mai la dovuta soluzione. Per evitare di riproporle tutte ho de-

ciso di elencare quelle che, secondo la mia opinione, trovano più spazio nell’agorà di tutti i giorni: - Ripristino della Funicolare; - Rimozione delle antenne; - Raccolta differenziata; - Applicazione del referendum dell’Acqua Bene Comune. Tematiche che attanagliano e complicano la vita dei cittadini, alcune delle quali hanno del paradossale (come il ripristino della Funicolare). Nella speranza di aver toccato la sensibilità politica e personale dei roccheggiani, l’invito a fare le dovute rimostranze al Sindaco e a tutti i rappresentanti politici delle istituzioni, affinché vengano programmati degli incontri periodici con la cittadinanza, nei quali spiegare le motivazioni politiche, giuridiche ed economiche che ostano la risoluzione dei problemi sopra elencati che in ogni appuntamento elettorale tornano inevitabilmente in voga con l’impegno che verranno categoricamente risolti.

Sicurezza,RomeiinterrogailSindaco

La questione sicurezza continua ad interessare la politica roccheggiana. Infatti, nell’ultimo Consiglio Comunale, Danilo Romei ha sollevato l’argomento dopo la profanazione di una tomba presso il cimitero e la rapina all’ufficio postale di via Cavour. Secondo Romei, che ha presentato un’interrogazione lo scorso 29 aprile, “tra le

competenze del primo cittadino vi è quella di vigilare, controllare e garantire la sicurezza, tutto ciò in realtà nella nostra città non avviene”. Infine, il Consigliere ha chiesto che “il Sindaco si impegni finalmente a garantire la quotidiana presenza su tutto il territorio comunale di tutte le forze dell’ordine chiamate a vigilare sulla si-

Emaila Marmi Snc

stato della malattia contributo mensile max

Deficit moderato

Deficit medio-grave Deficit grave

Danilo Romei

curezza e l’incolumità dei cittadini”. Paola Gatta

di Orofino Prospero

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di Camilla Lombardozzi C’è tempo fino al prossimo 30 maggio per presentare la domanda (presso il proprio Comune) finalizzata a ottenere il contributo stanziato dalla Regione Lazio a favore delle persone affette da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). “Le misure – si legge sulla nota diffusa dalla Asl RmH1- consistono in interventi personalizzati di assistenza domiciliare in forma diretta o indiretta” e il “contributo economico, denominato assegno di cura, verrà erogato mensilmente al singolo paziente affetto da SLA, e sarà commisurato alle esigenze assistenziali” del paziente, “tenendo conto della situazione dell’assistito in relazione alla stadiazione della malattia”. Questa la tabella del contributo concesso:

mail: info@orofinomarmi.it www.orofinomarmi.it

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€ 300,00 € 500,00

€ 1.200,00 € 2.000,00

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2013

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Serve un intervento che rimetta l’area in sicurezza Abusi edilizi di primavera

Belvedere e via Caprari, regna solo l’abbandono di Sergio Rasetti Da quanto ci dicono, le richieste di intervenire per arrestare la caduta di pietre che si distaccano dal muro sottostante la piazza del Belvedere, in pieno centro storico, continuano ad essere disattese. Dopo un importante intervento per la rimozione di alberi ed arbusti considerati pericolanti, effettuato da alcuni mesi, il problema si è accentuato e i cittadini cominciano a preoccuparsi seriamente. Un angolo caratteristico del centro storico e molto importante per il collegamento pedonale tra due strade principali abbandonato al degrado e al pericolo per la pubblica incolumità. Sarà per rendere omogenea la situazione che una casa fatiscente, già oggetto molti anni fa di un intervento dei Vigili del Fuoco per metterla provvisoriamente in sicurezza, continua imperterrita a mantenere il suo stato di fatiscenza al quale si è aggiunta quella delle opere fatte allora dai Vigili del Fuoco. Una situazione che deriva sicuramente da varie ragioni: disinteresse, non rispetto dei vicini, non attenzione a sicurezza e salute pubblica, probabili omissioni di atti d’ufficio, rinuncia degli interessati a obbligare proprietari e uffici pubblici a fare quanto dovuto. Se non fosse stata la presenza di due enormi ratti che si aggiravano tra i ruderi ad attirare la nostra attenzione quando eravamo sul posto per fotografare il muro che si sfalda, probabilmente, come è ac-

La casa diroccata in via dei Caprari

caduto tante altre volte, ci sarebbe sfuggito ancora il vero significato di quella situazione: “Questo è un paese che ha rinunciato a salvarsi”. Il muraglione sotto al Belvedere

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Nessun quartiere riesce a resistere all’abuso edilizio

Tra marzo e aprile si sa che la natura comincia a risvegliarsi dopo il lungo letargo dell’inverno. Purtroppo a risvegliarsi non è solo l’ambiente ma anche l’abusivismo edilizio che proprio nei mesi di marzo e aprile ha visto a Rocca di Papa una nuova esplosione di costruzioni al di fuori della norma. In totale gli abusi portati alla luce dalla Polizia Locale sono stati nove e hanno interessato tutti i quartieri di Rocca di Papa, dai Campi d’Annibale alle Vigne, dal Vivaro al Centro Storico. Un en-plein vero e proprio che mancava forse da troppo tempo. Ma andiamolo a vedere nel dettaglio questo dato, suddividendolo per zone: alle Vigne, il “quartiere nuovo” del paese, i Vigili hanno sottoscritto 4 verbali di sequestro (1 in via delle Barozze, 2 in via dei Laghi e 1 in via Frascati); ai Campi (da sempre il quartiere più soggetto a tali abusi) i verbali si fermano a 2 (in via delle Faete e in via 14 febbraio); stesso risultato per il centro storico, dove le irregolarità sono molto più rare ma in questo caso il Comune ha evidenziato due abusi, in via Leonida Montanari e in via Frascati. Infine, come detto, anche il Vivaro ha avuto il suo verbale, per una costruzione abusiva. Questi dati ci dicono che il controllo del territorio è ormai un’emergenza quotidiana su cui è necessario concentrare risorse, uomini e mezzi al fine di contrastare un fenomeno che anche durante un periodo di crisi economica non accenna a diminuire. Ovviamente in questo settore è necessario effettuare interventi che prevengano gli abusi perché intervenire dopo ha solo una valenza burocratica e nulla di più. L’abuso resta e necessita di servizi Paola Gatta Corso della Costituente, 10 Rocca di Papa

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il Segno - Maggio 2013

di Andrea Sebastianelli “Prendere un bene in ottimo stato e, dopo pochi anni, ridurlo al degrado più vergognoso rappresenta l’ennesimo fallimento della Giunta Boccia”. Questa la cruda sintesi fatta dal Consigliere Comunale Emanuele Crestini sull’ultimo scandalo che riguarda un bene sequestrato nel 2008 dalla Procura della Repubblica di Roma in via dei Principi, la strada che conduce alla frazione del Vivaro, e che nel marzo del 2010 venne affidato in custodia al Comune di Rocca di Papa per un progetto sociale. Si tratta di una villa di 170 metri quadrati, composta da 4 bagni e una decina di stanze, che al momento della consegna aveva addirittura televisore e lavatrice, mobili, armadi e tavoli, un camino termico con tanto di termosifoni, lampade, quadri e arredamento al completo; annesso all’immobile c’era una casetta di 25 metri quadri non ancora terminata, un locale caldaia più un’area coperta con piscina e garage di altri 200 metri quadrati e tanto terreno intorno (1.650 mq) con piazzole e viale pavimentato. “Sono andato a fare un sopralluogo alla struttura aspettandomi di trovare una villa – ha detto ancora Crestini – ma mi sono trovato di fronte una casa in rovina trasformata anche in un deposito per i contenitori dei rifiuti”. Quando il Comune di Rocca di Papa chiese al custode giudiziario nominato dal Tribunale di Roma, di ricevere in affidamento tale struttura, per farla diventare una casa d’accoglienza per donne in difficoltà, il Sindaco Boccia comunicò ai quattro venti il successo dell’operazione parlando di un bene che tornava alla collettività e che sarebbe diventato un esempio anche per gli altri enti pubblici. Dopo tre anni quella che era una struttura piena-

A P P R O F O N D I M E N T O

Mala custodia Il Consigliere Crestini ha portato alla luce uno scandalo che coinvolge l’amministrazione comunale. Si tratta di una villa di 170 mq sequestrata alla malavita in via dei Principi (Vivaro) e affidata al Comune di Rocca di Papa per essere trasformata in una casa d’accoglienza. Dopo circa 2 anni la villa (che al momento della consegna era completa di tutto, perfino televisore e lavatrice) è stata completamente saccheggiata e non è rimasto più nulla diventando praticamente inutilizzabile. Non solo, il piazzale dell’edificio è stato trasformato in un magazzino dei contenitori per i rifiuti. Ora a fare chiarezza dovrebbe essere la Procura.

mente integra e abitabile è oggi solo un lontano ricordo. Hanno rubato tutto, asportato tutto quello che si poteva asportare senza che nessuno si accorgesse di nulla. L’amministrazione è riuscita a farsi portare via anche i due grossi e pesanti cancelli in ferro che davano direttamente su via dei Principi, strada abbastanza trafficata essendo l’unica che dal quartiere dei Campi d’Annibale porta al Vivaro. “Quella che doveva essere una casa sequestrata alla criminalità e riconsegnata alla comunità, è ora diventata il simbolo della incapacità del governo Boccia a tutelare un bene acquisito che non è stato neppure in grado di custodire” è stato l’amaro commento di Crestini. La storia comincia nel 2008 quando la Procura, dopo una lunga indagine, scoperchia una rete criminale ponendo sotto sequestro l’immobile di via dei Principi. Nel 2010 (il 18 marzo), dopo che il tribunale completa l’iter di acquisizione con la confisca del bene, Boc-

cia scrive al custode giudiziario per chiedere l’autorizzazione ad utilizzare la struttura. Appena sei giorni dopo, il 24 marzo, il PM che si occupava del caso autorizza la concessione in uso dell’immobile al Comune di Rocca di Papa. Una tempestività che fece ben sperare e che contraddice l’opinione corrente secondo cui la burocrazia pubblica ha tempi interminabili. In questo caso, invece, sono bastati pochi giorni per risolvere la questione, tanto che anche Il Segno elogiò la prontezza dell’amministrazione comunale. L’unico obbligo del Comune, oltre a versare un affitto simbolico di 1.700 euro l’anno, era quello di “custodire l’immobile con la normale diligenza [...] prevedendo sin d’ora la possibilità di concederlo in godimento a terzi per l’esclusivo uso di pubblico interesse”. Non solo, nella convenzione stipulata tra il Comune e il custode del Tribunale Penale di Roma, si legge anche che “il Comune prov-

Emanuele Crestini

vederà ad eseguire tutte le riparazioni conseguenti a danni provocati da sua negligenza nell’uso del locale”. Avuto il bene in affidamento, dopo circa un anno, l’8 febbraio 2011, la Giunta Pd di Rocca di Papa decide di concedere in uso l’immobile di via dei Principi all’Associazione Tuscolana Solidarietà di don Baldassarre Pernice con l’obiettivo di farne una “Casa di accoglienza per donne sole e/o madri con figli minori”, progetto che sarà chiamato dal Sindaco “Casa rosa”. Il 25 febbraio dello stesso anno, il Comune provvede a consegnare l’immobile all’associazione che, da questo momento, ne entra in possesso con l’accordo che l’amministrazione comunale esegua alcuni lavori di manutenzione. Una settimana dopo, infatti, il Sindaco scrive all’allora Presidente della Provincia di Roma, Zingaretti (oggi governatore del Lazio) per chiedere un segue a pag. 21


segue da pag. 20

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L’ingresso della villa da 170 mq

La cucina completamente saccheggiata

L’ingresso

L’interrato con la piscina Uno dei 4 bagni andati distrutti

tivo per cui la responsabile del settore socio culturale e il tecnico del Comune architetto Maria Botti che hanno effettuato l’ultimo sopralluogo il 15 aprile 2013 – afferma Crestini – non abbiano fatto menzione della presenza dei numerosi contenitori di rifiuti, visibilmente sotto gli occhi di tutti, forse perché autorizzati?

Mi chiedo –aggiunge ironicamente- se il nostro Sindaco che cercava un luogo per l’autoparco dell’Aimeri non abbia in realtà scelto la villa di via dei Principi per questo scopo, salvaguardando in questo modo il bosco di via dei Laghi”. Conclude Crestini: “L’amministrazione, ora più che mai, deve delle risposte

Quello che resta del cancello in ferro

Così si presenta oggi la villa di via dei Principi, un edificio saccheggiato e spogliato di tutto. Furti e distruzioni che, per essere compiute, hanno necessitato di molto tempo visto che sono stati smontati infissi, grate e perfino i due grossi cancelli d’ingresso in ferro. Chi doveva custodire questo bene, confiscato alla malavita, non lo ha fatto. Le istituzioni, in questo caso, hanno perso la loro battaglia tesa a dimostrare che i beni sottratti al crimine possono avere una seconda opportunità.

Contenitori per i rifiuti accatastati sul piazzale

il Segno - Maggio 2013

contributo di 66 mila euro “per effettuare lavori di manutenzione straordinaria”. E arriviamo al 26 febbraio 2013, due mesi fa, quando la Regione comunica la concessione di tale contributo. “Questi finanziamenti non serviranno a nulla – dichiara ancora il Consigliere Emanuele Crestini - perché oggi l’edificio è fatiscente, tolte le pareti e il tetto non è rimasto più nulla, e ci vorrebbero almeno 200mila euro per renderlo di nuovo agibile. Un ennesimo esempio di sperpero di denaro pubblico e di cattiva gestione delle risorse a disposizione nel territorio”. Nel frattempo, a seguito di una segnalazione, finalmente lo scorso 9 aprile il Comune ha effettuato un sopralluogo per verificare lo stato dell’immobile. Dal verbale, che certifica il furto di ogni cosa (dai due cancelli d’ingresso al portone, dalle persiane in ferro alle grate; dai sanitari ai lavabi; dalle gronde ai discendenti; dall’autoclave alla caldaia), si evince che già in passato c’erano state altre effrazioni. Quello che non si comprende è perché non siano state messe in atto azioni di controllo e sicurezza a tutela di un edificio che aveva anche un grande significato simbolico, ossia quello di dimostrare che i beni della malavita possono diventare beni di tutti i cittadini. “Nel prossimo Consiglio Comunale -continua Crestini- è mia intenzione presentare un’interrogazione sulla questione per far luce e chiarezza sulla vicenda in modo da verificare le reali responsabilità ed eventuali omissioni che ne hanno determinato lo stato di abbandono e degrado. E’ intollerabile che un edificio affidato al Comune, che quindi si è fatto garante di fronte al giudice della sua tutela, in poco tempo si sia trasformato in un luogo abbandonato e degradato”. Ma lo scandalo non finisce qui. Il piazzale, posto a ridosso dell’ingresso dell’edificio, è utilizzato come rimessaggio dei contenitori per i rifiuti della società Aimeri come confermato allo stesso Consigliere Comunale dall’architetto Maria Botti. Ce ne sono a decine, tutti ben accatastati, e non si comprende chi abbia potuto autorizzare tale rimessaggio in un’area che aveva, ed ha, ben altri scopi. “Mi chiedo il mo-

Così questo bene è diventato uno scandalo

A P P R O F O N D I M E N T O

alla cittadinanza e deve soprattutto spiegare il motivo di questo ennesimo caso di fallimento di un progetto pubblico anche se un altro Sindaco, con un più alto senso del dovere, di fronte a questo ennesimo esempio di malgoverno, avrebbe sicuramente già rassegnato le dimissioni”. Andrea Sebastianelli


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Venerdì 12 aprile si è tenuto a Rocca di Papa un incontro fra gli operatori del settore castanicolo castellano promosso dall’Università della Tuscia e dall’Associazione “L’Alveare”. Lo scopo della riunione era di ascoltare e cercare di sintetizzare le istanze di questo mondo, in modo da poter redigere un documento di indirizzo da presentare alla Regione Lazio. La castanicoltura della zona albana, infatti, pur avendo enormi potenzialità non riesce ad esprimerle e, quel che è peggio, non riesce a sfruttare neanche le risorse finanziare pubbliche messe a disposizione dall’Unione Europea e distribuite, appunto, attraverso i canali regionali. Gli ispiratori dell’incontro sono stati Francesco Carbone, professore di Economia dell’Ambiente e di Gestione dell’Impresa Forestale presso l’Università viterbese, e Claudio Botti, presidente dell’Alveare nonché delegato del Sindaco di Rocca di Papa per il patrimonio forestale. Fra i partecipanti erano rappresentati i proprietari di buona parte del territorio forestale castellano, numerosi dottori agronomi e forestali, amministratori comunali di Lariano, Rocca di Papa e Velletri, il direttore e un agronomo del Parco regionale dei Castelli e diverse associazioni locali, tra cui “Vagamente” e lo stesso “Alveare”. Era forse la prima volta che quasi tutte le componenti del mondo forestale dei Castelli si ritrovavano intorno a un tavolo per poter esprimere liberamente le loro istanze e, soprattutto, ascoltarsi reciprocamente. Troppo spesso, infatti, la frammentazione del settore castanicolo e il proliferare di enti che hanno competenze sul territorio non soltanto impediscono ogni collaborazione ma, anzi, fomentano le incomprensioni e moltiplicano gli ostacoli. Non per nulla la prima parte dell’incontro ha registrato soprattutto le accorate rimostranze dei proprietari contro le assurdità burocratiche che trasformano anche la più semplice operazione colturale in un girone infernale, paralizzando l’attività in nome di principi astratti e spesso completamente avulsi dalla realtà, se non dal semplice buon senso. Di qui la prima indicazione: semplificare la nor-

Distributori stufe a pellet

ROCCA DI PAPA Gli operatori castanicoli si sono incontrati il 12 aprile

Valorizzare il castagno ora può diventare realtà

Il convegno promosso dall’Alvearee dalla“Tuscia”

Claudio Botti e il prof. Carbone

mativa di riferimento, riducendo così anche i costi impropri che rendono antieconomico lo sfruttamento ordinato dei boschi e perfino la salvaguardia ambientale che ne deriva. Si pensi, ad esempio al pericolo degli incendi. Chi vive da generazioni nel bosco (e del bosco) sa bene che la viabilità forestale è il primo ed essenziale strumento di lotta agli incendi. Se i sentieri non sono tenuti bene e percorribili anche dai mezzi di soccorso l’intervento diventa tardivo e spesso inutile. Se i primi tagli intercalari come gli sfolli non vengono effettuati perché accedervi diventa antieconomico, il bosco cresce male. Si arriva al paradosso che per tagliare un bosco ceduo (che proprio in quanto tale deve essere rinnovato periodicamente)

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può essere necessaria addirittura la presenza di archeologi nominati dalla Soprintendenza o addirittura l’effettuazione di scavi per ricerche e verifiche a carico di chi taglia. Talvolta il personale di vigilanza dei vari Enti non sa valutare gli interventi e impedisce anche le pratiche tradizionali più utili e ovvie. Addirittura, certe norme vietano il taglio proprio nei fossi e nei terreni scoscesi (cioè proprio dove le piante hanno bisogno di essere rinnovate e fortificate per consolidare il terreno). Un capitolo a parte, infine, riguarda l’estremismo ambientalista di troppi sprovveduti che scambiano il taglio periodico del bosco ceduo con la deforestazione dell’Amazzonia. In attesa di vedere gli sviluppi operativi di questo primo incontro, ciò che preme sottolineare è il valore dell’iniziativa. In particolare destano concrete speranze l’atteggiamento del nuovo direttore del Parco, il dott. Mascherucci (tornato a questo incarico dopo anni di altri impegni in Regione) e l’unanimità con cui i 15 Sindaci che costituiscono la Conferenza del Territorio del Parco hanno eletto quello di Rocca di Papa loro presidente. Entrambi erano presenti e, nonostante le molte critiche incassate per l’operato (o le omissioni) dei loro Enti, hanno dimostrato di conoscere bene i problemi e soprattutto di essere disponibili a collaborare per risolverli. Al punto che lo stesso dott. Mascherucci ha parlato della necessità di superare “l’integralismo forestale che fa danni biologici ed economici”. Per l’Alveare la riunione di venerdì è stata l’ennesima conferma che l’ostinata ricerca del dialogo è un metodo faticoso, ma proficuo e - talvolta - perfino gratificante. L’Alveare

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ROCCA DI PAPA Intanto un cittadino segnala la fuoriuscita di acque scure dalla cloaca dei Campi

il Segno - Maggio 2013

“Il Fosso della Molara sarà messo in sicurezza per evitare disastri” Con l’arrivo dell’estate è necessario pulire i fossi che incanalano le acque torrenziali così da rendere sicuri gli argini per la prossima stagione invernale. Con prontezza, quindi, il responsabile dell’Ufficio Tecnico di Rocca di Papa, l’Arch. Paolo Terribili, ha ordinato un intervento d’urgenza per ripulire da detriti, fango e altri materiali depositatisi presso la cosiddetta “vasca di calma” (che si trova nei pressi di via dei Gerani, quartiere Vigne) del fosso della Molara. Quest’ultimo, infatti, è quello che in passato ha creato maggiori problemi di stabilità e per il quale la Comunità Montana ha portato a compimento un progetto di messa in sicurezza. Il “ripristino della funzionalità della fossa” -si legge sull’Ordinanza emessa il 10 maggio scorso- è necessario poiché “in caso di nuove piogge si possono creare allagamenti delle

sedi stradali e delle abitazioni poste a valle delle stesse”. Erano stati alcuni cittadini a segnalare alla fine di aprile la pericolosità del fosso, segnalazione seguita da un sopralluogo effettuato dalla Polizia Locale di Rocca di Papa unitamente al Geom. Battisti dell’Ufficio Tecnico comunale che avevano poi relazionato lo stesso Architetto sullo stato dei luoghi. Il costo dei lavori è stato fissato in 8mila euro ma tale cifra potrebbe aumentare visto che “al momento non è possibile conoscere con esattezza -si legge ancora sulla nota- gli importi necessari per eseguire gli interventi”. Per la loro esecuzione è stata chiamata l’impresa Lupi Gerardo di Rocca di Papa. Sul fosso della Molara, inoltre, recentemente è arrivata al nostro mensile una segnalazione secondo cui, a causa del mal-

Il fosso della Molara dopo i lavori della Com.tà Montana

funzionamento della cloaca dei Campi d’Annibale (sita in via Albalonga) che raccoglie le acque scure del popoloso quartiere, tali acque confluirebbero proprio nel fosso ma poi, non si comprende come, durante il percorso uscirebbero dal fosso stesso incanalandosi da qualche altra parte.

E infatti all’altezza di via dei Gerani non si riscontrerebbe alcuna traccia di tali acque inquinate. Un fatto da accertare che, se confermato, sarebbe molto grave visto che si sta parlando di tutto ciò che dovrebbe confluire nelle fognature pubbliche. Antonello Ferrarotti


24 Vittorio Maccari con Erwin Richter

Gli amici di Landsberg ci hanno fatto visita ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2013

Lacomitivaeraguidatadal professor ErwinRichter

di Giulia De Giorgi Abbiamo rivisto tanti cari amici la sera del 25 aprile all’Hotel Angeletto di Rocca di Papa, dove alloggiava la comitiva di cittadini di Landsberg am Lech (la cittadina bavarese gemellata con Rocca di Papa) che dopo alcuni anni sono tornati a trovarci. Il gruppo era guidato da Erwin Richter, diventato il simbolo del gemellaggio tra i due paesi. Erwin, professore in pensione, ama l’Italia e ama Rocca di Papa ed è soprattutto grazie a lui che il legame tra i cittadini dei due paesi continua a rimanere forte malgrado la quasi totale assenza delle due amministrazioni locali. A salutare la comitiva di Landsberg c’erano tanti roccheggiani e non poteva mancare il Concertino folcloristico degli “Screpanti” (per l’occasione ridotto a poche unità ma sempre valido e appassionante). Un’altra figura che non poteva disattendere la serata è stata quella dell’ex Sindaco di Rocca di Papa, Enrico Fondi, fu lui infatti (insieme al dott. Carlo Cofini, primo direttore della biblioteca comunale) l’arteficie nel 1989 del documento che sanciva la nascita di questo gemellaggio favorito da una nostra importante concittadina (venuta a mancare diversi anni fa), Luise Rinser, che condivideva l’amore per la sua terra d’origine, Landsberg, con quella che l’ospitava, Rocca di Papa. Erwin è stato salutato con particolare emozione anche dall’ormai disciolto “Movimento Artistico Iride”, guidato dall’artista Vittorio Maccari e che comprendeva Roberto Romei, il maestro Franco Carfagna, il nostro direttore Andrea Se-

bastianelli e anche un altro collaboratore del Segno, il giapponese Toshi Kameda. Fu infatti proprio l’Iride a organizzare le più belle inziative che riuscirono a coinvolgere in progetti comuni artisti bavaresi e artisti di Rocca di Papa e dintorni. Che dire di più? Una serata all’insegna del sorriso, delle nostre più belle canzoni, e dei ricordi. Il gemellaggio tra le due cittadine (che condividono anche i colori comunali, bianco e azzurro) si avvicina ai suoi primi 25 anni e speriamo che almeno

non solo fili merceria

per quell’occasione si riesca a organizzare una grande festa. Noi ci saremo.

Il giovane Gianluca Soddu e il suo sogno gastronomico

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Tra le mete gastronomiche preferite dai romani, troviamo il bellissimo casale “L’Osteria dei Colli”, sito a pochi metri dal lago di Castel Gandolfo, ai piedi di Rocca di Papa. Siamo andati più volte a sollazzarci ed a rinfrescarci dalle calde giornate romane presso questo ottimo ristorante, dove anche l’inverno il tepore del caminetto e dell’ambiente caldo ti fanno sentire tra le mura di casa. Si spazia dai piatti tipicamente casarecci, preparati all’istante, i dolci dagli antichi sapori della nonna (Rossana) alla pizza cotta al forno a legna. Piatti davvero gustosi e cucinati ad arte (pappardelle al sugo di cinghiale, al capriolo, il tortino tipico roccheggiano patate e broccoletti), per non parlare della cucina romana con coda alla vaccinara, trippa e pajata; il tutto accompagnato dai famosi vini dei Castelli Romani e da un’ottima cantina di vini ricercati adatti ai palati raffinati. Il proprietario, Gianluca Soddu, ristrutturò il vecchio casale di suo nonno, per realizzare il suo sogno quello, appunto, di offrire un servizio gastronomico di alto livello, pur conservando la semplicità ed il buon gusto dei piatti di una volta. Ottimo rapporto qualità prezzo, garbato e veloce il servizio. Sito web www.osteriadeicolli.it Cristiana Zarneri


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ROCCA DI PAPA

“L’area diverrà un parcheggio a servizio di attività private” La Giunta dà il via libera al progetto per la nuova piazza Alcide De Gasperi

Potrà sembrare impossibile ma esattamente a due anni dalla petizione per la tutela delle aree adiacenti alla piazza Alcide De Gasperi promossa dal Movimento per Rocca di Papa, torniamo a leggere che la Giunta Boccia in data 14 marzo 2013 con delibera n. 31 ha riapprovato la cementificazione delle aree verdi adiacenti alla piazza. La Giunta Boccia continua, con “furberie” e stratagemmi, a nascondere ai cittadini le reali azioni promosse dai privati e avallate da tecnici e amministratori. La deliberazione che ha per oggetto: “Approvazione progetto esecutivo sistemazione Piazza Alcide De Gasperi – Via Frascati” nasconde il via libera alla realizzazione, da parte di una società privata, di un edificio con destinazione sportiva. L’Amministrazione Comunale continua, con la propria azione, a voler rendere invivibile il quartiere “Le Vigne” e, in particolare, il nucleo centrale che ruota intorno al parcheggio intitolato ad Alcide De Gasperi. Con una mossa degna della più bassa speculazione edilizia, in deroga alle normative urbanistiche e alla volontà dei cittadini, l’Amministrazione comunale, favorendo un’iniziativa privata, si appresta: - a rilasciare un Permesso a

Costruire per la realizzazione di un edificio sopra il tracciato del “Fosso della Focicchia”; - a trasformare definitivamente Piazza Alcide De Gasperi in un parcheggio a servizio di attività private; - a precludere definitivamente la realizzazione di uno spazio pubblico attrezzato fruibile dai cittadini e soprattutto dai bambini e dagli anziani; - a rendere definitivamente il tratto di via Frascati che va dai “Passionisti” a “Villa Fiorita” congestionato dal traffico; - a modificare l’assetto idrogeologico della zona con l’inevitabile rischio per l’incolumità pubblica e privata. Pertanto, al fine di tutelare e salvaguardare il territorio comunale, rilevando un comportamento illegittimo ad

esclusivo vantaggio dei privati e a danno della comunità e dell’assetto territoriale programmato, invitiamo i Consiglieri Comunali ad una corretta verifica degli atti della Giunta Municipale e ad attivarsi per la revoca della deliberazione di Giunta Municipale n. 31 del 14/03/2013 e della delibera-

zione di Consiglio Comunale n. 28 del 1° giugno 2010, “Approvazione progetto preliminare sistemazione piazza Alcide De Gasperi” – Chiarimenti su “Zona di Riserva”. No alla cementificazione di piazza Alcide De Gasperi! Movimento per Rocca di Papa

Buon inizio per Zingaretti ma ora attenzione al resto

Alla Regione Lazio il vento del rinnovamento ha già raggiunto una buona velocità. Decisioni importanti sui costi della politica regionale sono state già varate. Anche nel campo dei finanziamenti per opere pubbliche con la sospensione di quello destinato al Comune di Affile che ci voleva pagare un monumento dedicato al fascista Rodolfo Graziani dopo averlo ricevuto per un “Mausoleo al Milite Ignoto”, ci sembra significativo. Siamo sicuri che Zingaretti vaglierà con molta attenzione altri finanziamenti già concessi o in procinto di esserlo. Siamo certi che prevarranno scelte di qualità, rispetto delle leggi e buon senso, mentre si abbandonerà per sempre il metodo che privilegia appartenenze politiche e interessi di cordata. Allora a Rocca di Papa invece di finanziare la rinascita della funicolare con 4/5 milioni di euro e ritrovarsi con una gestione pressoché impossibile per i costi di un’azienda già in profondo rosso, mentre si regala ai proprietari dei terreni una bella strada da costruire di sana pianta per raggiungere la stazione a valle, sarebbe meglio investire per assicurare corse giornaliere e orari certi del servizio Cotral. Inoltre si potrebbero destinare i 300mila euro circa stanziati per fare una “Pista Ciclabile Anomala” in quel dei Campi d’Annibale ad altra opera consultando i cittadini; ottima occasione di ascoltare TUTTI i Comitati di Quartiere, due dei quali, per ora, sembrano utilizzati soltanto come dispensatori di sacchetti per i rifiuti quando la Aimeri si degna di metterli a disposizione. il-sognatore.blogspot.com


26 di Sergio Rasetti Finalmente i Sindaci dei 15 Comuni del Parco Regionale dei Castelli Romani hanno battuto un colpo. Si sono riuniti, all’unanimità hanno eletto a Presidente della Comunità del Parco Pasquale Boccia e convenuto che bisogna mettere in campo iniziative per affermare un ruolo più pregnante nella gestione del Parco. La più importante è quella di creare un Ufficio Ambiente Unico dei Castelli Romani. Il neo eletto Presidente ha sottolineato che i Comuni non sono enti contrapposti al Parco, che i Sindaci sono i primi a voler tutelare il territorio e hanno bisogno di un Parco che lavori di concerto con essi, semplificando al massimo le procedure di competenza percepite come un peso inutile dai cittadini. Ricordiamo quanto dichiarava in una intervista a Comune Informa nell’aprile 2007 il dott. Boccia a proposito del non rispetto delle regole in campo edilizio e ambientale: “E’ un problema che stiamo affrontando con forza anche grazie alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, al Corpo Forestale.

ROCCA DI PAPA

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I Sindaci dei Castelli hanno preso in mano le sorti dell’Ente

Dopo averfallitoneiComuni oramettono lemani sulParco

Sono state riscontrate importanti irregolarità su molti cantieri che debbono essere punite […]. Siamo determinati a scoraggiare in modo definitivo e con tutti i mezzi le aggressioni al nostro territorio e a questo abusivismo selvaggio. Rocca di Papa è un territorio importante e bellissimo, vogliamo mantenere la nostra identità di – Città del bosco – e – Città dell’ambiente”. Siamo sicuri che Boccia, ora forte di questo nuovo incarico e il contributo di tutti gli altri Sindaci, saprà meglio tutelare il territorio comunale di Rocca di Papa che, come è noto, da quella dichiarazione fino a oggi ha continuato a subire un’aggressione capillare da parte di edificatori e inquinatori di ogni specie che Lui, da solo, non ha saputo contrastare.

“Quella casetta piccolina in Canadà...” che l’acqua non ha mai dato e mai darà

Risposte sui cordoli

Continuano a destare perplessità gli viale Enrico Ferri Anche il nostro giornale nei mesi scorsi si era occupato della vicenda segnalando la pericolosità di questi cordoli di gomma che, nell’idea originaria, avrebbero dovuto creare un camminamento per i pedoni mentre in realtà sono diventati un pericolo sia per questi Viale E. Ferri ultimi che per gli stessi automobilisti o motociclisti. Tanto più che molti di questi cordoli sono già divelti. Adesso a volerne sapere di più è un’interrogazione presentata dal Consigliere Crestini, che vuole conoscere “il nome della ditta che ha effettuato i lavori, l’importo della spesa, il verbale di collaudo dell’opera e chi lo ha firmato, la delibera che ha autorizzato i lavori e i motivi che hanno indotto l’amministrazione a tale installazione”. Il problema di fondo è se questi cordoli rispondono ai requisiti di sicurezza e su questo i cittadini vorrebbero essere rassicurati. (P.G.)

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Nelle intenzioni doveva essere un servizio rivolto ai cittadini che, con pochi centesimi di euro, potevano riempire le loro bottoglia di acqua fresca e naturale. Purtroppo l’acqua del Sindaco (come abitualmente viene definita l’acqua pubblica) qui non è mai sgorgata. Si è trattato di una spesa rivelatasi inutile e che forse è già irrecupeabile.

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“Parco didattico all’ex Colonia... ma i soldi promessi dai privati?” ROCCA DI PAPA

il Segno - Maggio 2013

di Patricia Antolovic Durante il Consiglio Comunale del 29 aprile scorso, l’Assessore all’Urbanistica, Sciamplicotti, ha illustrato il progetto di un parco didattico da realizzare al posto della terrazza dell’ex albergo (la Colonia) di via Cavour. I Consiglieri Mario Gatta ed Emanuele Crestini hanno voluto esprimere i loro dubbi rispetto a questo progetto. Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda a Mario Gatta. Consigliere, la realizzazione di un parco didattico non è un progetto positivo per la città? “Certo, dovrebbe essere una cosa positiva, ma qui noi contestiamo il finanziamento del progetto. Vede, l’amministrazione aveva fatto un accordo con la R.D.P. (il costruttore del condomino via Cavour, n.d.r.) in cui la società si impegnava a realizzare la strada comunale Valle-Vergine/via Cavour per un costo di 625mila euro, e a mettere in sicurezza la terrazza per poi cederla al Comune a titolo non oneroso. Erano due punti ben chiari e indipendenti sottoscritti dal Comune e dalla R.D.P. Poi, il Parco Regionale dei Castelli Romani non ha rilasciato il nulla osta e la strada non si è potuta più fare; nel frattempo la Terrazza è crollata e non si poteva più metterla in sicurezza; infine, due anni fa, il terreno adiacente, di proprietà della R.D.P, è fra-

nato. Oggi, l’Ass.re Sciamplicotti propone di realizzare un parco didattico unitamente alla messa in sicurezza di un terreno, il cui costo sarà interamente a carico della R.D.P., cioè i 625mila euro, che servivano per realizzare la strada. Chi ci guadagna alla fine? Il costruttore realizza il giardino e basta, in più i nostri 625mila euro andranno anche a coprire le spese di messa in sicurezza del terreno franato, spese che dovrebbero essere a carico della sola R.D.P.; poi siccome la terrazza non esiste più, risparmia pure su questi lavori. Chi ci trae vantaggio, i cittadini o il costruttore? Senza contare che non è stata stipulata neanche una polizza fidejussoria!”.

Avete sollevato anche problemi d’accesso al parco? “Sì, attualmente è una strada d’accesso a due condomini, stretta, di grande pendenza, senza possibilità di doppio senso, né di marciapiede per tutelare le famiglie che si recherebbero al parco con bambini e passeggini, e non si parla neanche di parcheggio. Insomma, siamo seri, se si fa un parco ex novo, pretendiamo tutte le garanzie per assicurare la sicurezza dei cittadini, e la fruibilità del parco. Inoltre, abbiamo già un parco nel centro storico, Landsberg, in totale stato di abbandono, e questo sarebbe soltanto il secondo”. Dunque, quale sono le vostre

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Il Consigliere Mario Gatta

proposte? “La R.D.P. deve mettere in sicurezza a sue spese il versante franato e, per quanto riguarda i 625mila euro, che avrebbe dovuto spendere per la strada, e quelli non quantificati per la messa in sicurezza della terrazza che non esiste più, chiediamo che siano spesi per opere di riqualificazione di strade del Centro Storico, per esempio il muro di sostegno del Belvedere, i marciapiedi di via Frascati, viale Ferri che non sono più praticabili... Non mancano i lavori da fare a Rocca! Non vogliamo che l’amministrazione riversi sulla comunità le spese che dovrebbero essere a carico dei privati”. Lei partecipa poco alle votazioni del Consiglio Comunale, si possono conoscere i

TRATTORIA

motivi? “Il motivo sta in una risposta che mi ha dato un Consigliere di maggioranza: potete fare quello che volete, contestare, fare proposte, noi alziamo la mano, siamo 11. Questa frase spiega tutto, infatti tutte le proposte della maggioranza sono votate sempre tali quali come sono presentate, allora vista la situazione, vado al Consiglio, faccio le mie interrogazioni e me ne vado… noi siamo 3, loro 11. Vado al Consiglio per fare delle proposte, provare a risolvere i problemi, sono ancora in attesa di risposte da due anni, la popolazione non partecipa mai, l’unico sempre presente è Alvaro Fondi, de La Destra, senza contare che hanno convocato l’ultimo Consiglio alle 9 di mattina, di lunedì… fanno di tutto per non far partecipare i cittadini!”.

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il Segno - Maggio 2013

I veri responsabili Cani in libertà e icittadinifuggono sono solo i padroni IL TEMA DEL MESE: CANI CHE SCORAZZANO PER LE VIE DELLA CITTA’

di Patricia Antolovic Avere un cane a Rocca di Papa sta diventando un problema. La presenza di cani padronali, cioè quelli che hanno un padrone ma che con “nonchalance” e irresponsabilità li lasciano in giro per il paese senza controllo, sta mettendo a dura prova la mia calma. Lo riconosco, sto perdendo le staffe. Spesso, quando esco con il mio cane in piazza della Repubblica, mi ritrovo con cani, per carità buoni, ma che se la prendono con il mio, allora di corsa mi infilo al bar da Mimmo, e ringrazio Claudio, che capisce la situazione, e li caccia. Purtroppo, devo uscire dal bar, e di nuovo mi ritrovo con uno di questi cani che mi gira intorno, il mio mi incatena con il guinzaglio, insomma sarebbe una situazione comica se non rischiassi di cadere. Non voglio immaginare che cosa succederebbe se la stessa cosa avvenisse a un bambino o a una persona anziana, perché spesso mi ritrovo bloccata in mezzo alla strada con le macchine che frenano, le signore terrorizzate che scappano, insomma sta diventando un incubo. Sembra che nessuno possa intervenire e che la situazione sia irrisolvibile! Ma non ci credo, un cittadino che passeggia deve essere tutelato

dalla mala educazione di chi non si preoccupa del suo cane, qualcosa si dovrebbe poter fare contro questi proprietari irresponsabili! Posso capire tutto, che non si voglia mandare il cane al canile perché li trattano male, perché si conosce il proprietario... ma io voglio poter uscire tranquillamente con il mio cane senza dare fastidio a nessuno, e senza che nessuno m’infastidisca. Inoltre questi

cani invadono il paese (scusate la città, perché abitiamo in una città, dunque luogo del vivere civile) di escrementi, che nessuno raccoglie. Allora cari proprietari di cani, avere un animale implica responsabilità e rispetto degli altri, se il vostro cane deve uscire, prendete il guinzaglio, una bustina per raccogliere quello che lascia per strada, e fatevi una bella passeggiata con il vostro cane, vi aiuterà a mantenervi in buona salute e potrebbe farvi incontrare un po’ di gente, vi posso assicurare che il mondo dei proprietari di cani è pieno di sorprese simpatiche!

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di Daniela Di Rosa Purtroppo il problema esiste ma la maggior parte dei cani vacanti per il paese sono purtroppo di proprietà, persiste questa cattiva abitudine e finchè non sarà il Sindaco a provvedere per far rispettere le regole (magari con multe salate), questo tipo di comportamento è destinato a continuare. Niente, nemmeno il pericolo di morte del proprio cane, che potrebbe finire investito o avvelenato, oppure l’accalappiamento con conseguente chiusura in un canile, fa desistere il proprietario… tanto, morto un animale, se ne rifà subito un altro! Neanche il tempo di versare una lacrima e il piccolo di casa avrà un

nuovo giocattolo: un cucciolo appena svezzato. Poi il cucciolo cresce, il bimbo si stanca e il cane si ritrova per strada. Avrei una proposta per il delegato ai diritti degli animali, far stampare dei manifesti dove si avvisano i cittadini che verranno multati se il loro cane viene trovato per strada... ma poi, le multe, devono essere fatte per davvero visto che la legge lo consente. A questo proposito voglio ricordare che il padrone non può negare di essere il proprietario del cane perché sprovvisto di microchip, bastano le testimoniaze dei vicini, avrà così una doppia multa, mancata custodia e assenza di microchip! Ci vuole poco per far rispettare le regole, basta fargli aprire il portafoglio!

Gattini cercano casa Cinque gattini, nati a Rocca di Papa lo scorso 10 aprile, cercano disperatamente casa. Sono bellissimi e diversi tra loro. Chiunque fosse interessato all’adozione può inviare una mail al Segno (ilpiccolosegno@libero.it) oppure telefonare al n. 346-3079377.

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Le lacune del sito web comunale finiscono in Consiglio Comunale ROCCA DI PAPA

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finiti dalla Presidenza del Consiglio? Se fosse un esperto in materia non potrebbe ignorarli e sarebbe professionalmente grave la mancanza di certi elementi di trasparenza sul sito.

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Se si trattasse, invece, di un improvvisato ciò testimonierebbe la scarsa volontà politica del Comune di voler comunicare realmente con i cittadini, e non solo durante le campagne elettorali.

Chi aggiorna il tabellone di piazza della Repubblica?

Dopo circa due mesi (oggi siamo al 10 maggio) la scritta non è stata ancora aggiornata. E’ impossibile che non ci sia un addetto responsabile della cosa. Si dà ai cittadini un’immagine del servizio pubblico molto negativa. Dipendenti che scaldano soltanto le sedie? Politici che si occupano soltanto di commissionare lavori spendendo tanti soldi che poi nessuno gestisce? Di tutto un pò. E nessuno ha più fiducia nelle istituzioni.

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di Marcello Loisi Ad aprile, il consigliere comunale Emanuele Crestini, ha presentato un’interrogazione inerente lo stato del sito web del Comune di Rocca di Papa. Probabilmente deve aver letto l’articolo apparso sul Segno di marzo, constatando che alcune delle problematiche lì sollevate sono vicine a quelle del consigliere. Crestini rileva come il sito web del Comune si presenti strutturalmente lacunoso e incompatibile con le norme prescritte dalla legge. Ma la cosa più grave è la mancanza di trasparenza, nonché la possibilità, da parte di tutti i cittadini, di poter consultare e scaricare tutti i documenti dell’amministrazione comunale. Sulle pagine online, a volte si riescono a trovare i vari titoli dei materiali (comunicati stampa, avvisi, bandi, ecc.), ma il più delle volte ci si limita a questo, ossia solo all’intestazione, però non basta così poco per rendere fruttuoso – e a norma di legge – il dialogo tra cittadini e istituzione. Ci si chiede quali provvedimenti il Comune adotterà per adeguare il sito in tempi brevi. Inoltre, presumiamo che esista un responsabile che lavori su questo fronte e la domanda emerge subito: possibile che non conosca neanche gli standard minimi de-

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il Segno - Maggio 2013

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I giovani Canarini vincono a Norcia

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...IN CORPORE SANO

Settanta piccoli calciatori, trecento in tutto (contando genitori e amici) hanno formato la delegazione di Rocca di Papa che lo scorso 29 aprile è partita alla volta di Norcia per partecipare al Torneo di calcio giovanile “1° Umbria Cup”. Il tempo di vincere tutto (o quasi) e tornare a casa belli soddisfatti. I Canarini Rocca di Papa, hanno infatti portato a casa tre meritatissimi primi posti nelle categorie Pulcini 2004, Pulcini 2002 ed Esordienti 2000 e un terzo posto nella categoria Esordienti 2001. Agli ottimi risultati sportivi si aggiungono poi comportamenti esemplari anche al di fuori del

I Canarini alla partenza

campo sportivo. Circostanze queste che fanno tracciare un bilancio più che positivo della trasferta nella città di Norcia, tintasi di giallo per tutto il ponte del primo maggio con la presenza di oltre 300 cittadini appassionati dal

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il Segno - Aprile 2013

nostro progetto. “Sono stati giorni fantastici! -ci racconta Ezio Valente- che rappresenteranno un ricordo indelebile per i nostri bambini e ragazzi. Continuando sulla scia dell’entusiasmo che ha coinvolto tutti, voglio ringraziare Carlo Pascucci, gli allenatori e tutti coloro che si sono adoperati per organizzare la trasferta: Bruno Gatta, Marco Brunetti, Pio Romei, Luca Del nero, Marco Calabresi, Massimiliano Egidi, Simone Signorelli, Gianluca Serafini, Claudio Lucatelli, Mariagrazia Valente, Michele Valente, Francesco Buono, Roberto Fei e Orlando Silvestrini. In particolare concedetemi di ringraziare il delegato allo Sport Antonio Gentili, Gennaro Draicchio e Fulvio Basili per l’organizzazione e per la splendida rappresentanza della Città di Rocca di Papa. Vedere così tanta passione e persone al seguito -ha concluso Valente- ci ha veramente emozionato”. Sabato e domenica tutti in campo e poi via ai Trofei di Calcio Giovanile che hanno ricevuto proprio in questi giorni il prestigioso riconoscimento da parte del Coni a firma del Presidente dott. Riccardo Viola. Sul sito www.roccadipapacalcio.it sono disponibili tutte le foto della giornata. Giulia De Giorgi

Marina alla conquista del Tuscany Crossing

di Marco Giovannucci Una nostra concittadina, Marina Della Bella, sabato 27 aprile ha partecipato alla spettacolare competizione “Tuscany Crossing”, riservata agli ultra-atleti su una distanza di 100 km nella Val D’Orcia. Una gara di trail tra le colline senesi, apMarina parentemente dolci, Della Bella ma ingannatori per muscoli e gambe. In quelle strade medievali, in quei sentieri millenari, silenziosi testimoni etruschi che in seguito univano Roma all’Oltralpe, strade come la Romea, la Cassia e la Francigena percorsa da Sigerico Arcivescovo di Canterbury e da molti illustri viandanti e guerrieri, sullo sfondo le fortificazioni, i castelli, le Pievi medioevali. Una gara altamente selettiva che alle 6 del mattino vedeva alla partenza poco meno di 300 “pazzi” giunti da tutta Europa e alcuni anche dagli USA, mentre all’arrivo transitavano soltanto in 122. La nostra brava Marina ha eroicamente completato la gara classificandosi addirittura 16° assoluta tra le donne, con un tempo di 15h e 54’ e mentre tagliava il traguardo lo spicker annunciava orgogliosamente il nome di Rocca di Papa.


il Segno - Maggio 2013

Cultura e

... dintorni

I grandi animali di Remo La Banca al Centro Anziani

tori veri. Poiché, però, con le parole è facile ciurlare – basta saperle incrociare – eccomi alla più laboriosa lettura dei pezzi. Chi salga ad ammirarli, consentito a tutti, collocati in esterno pure a chi gli Anziani non vuol metter piede, si soffermi sulla figura umana, ne rilevi l’armonia delle proporzioni, la giustezza dell’ornato, la compiutezza dell’abbigliamento, la puntualizzazione della fibbia, ma, soprattutto, ne colga lo sguardo, la cui intensità non è da inerte cemento, è da pennello di pittore fine, come, in effetti, il La Banca è stato ed è. Sposti l’attenzione, il visitatore, sull’anaconda e sarà attratto dalla geometria della spira, tanto avviluppata quanto naturale, che il serpente disegna, quasi per esibirsi in tutta la sua poderosa volumetria, culminante a fauci spalancate; fotografala quella L’artista Remo La Banca e, testa saettante: è un tocco mirabile di a destra, il vice-presidente del Centro Anziani,Ticconi fiero realismo. Del terzo prodotto, il coccodrillo, di convincente c’è tutto. Dal possente e indi Gianfranco Botti Tutti gli spacciatori d’arte sieme agile articolato del corpo alla grinta falsa li andassero a vedere i delle zampe piantate per rafforzare la tre pezzi che Remo La Banca ha portato agli Anziani. Ripeto, vadano tutti, proprio tutti, i gonfiati d’ogni specie e sottospecie. Sbatterebbero il grugno con la capacità vera, si confronterebbero con chi la possiede autentica. Per produrre quello che ha prodotto Remo devi essere bravo sul serio. Bravo in ispirazione, ancora di più nella realizzazione. Di tre sculture, non nel normale marmo, non nel sofisticato bronzo, non nella malleabilità del legno o del gesso o della plastilina. Tre sculture realizzate col cemento. Sì, sì, non farnetico, m’hanno operato, ma non al cervello: tre sculture in cemento da lui elaborate - un antico romano, un coccodrillo, un serpente – ha portato al Centro Anziani il classe 1919 Remo La Banca. Che, domando un materiale da sempre rappresentazione del grezzo, dell’inespressivo, è riuscito a infondere in esse la preziosità e la suggestione del soffio vitale. Prodezza non da tutti, solo da scul-

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Il serpente

presa, dalla ferocia della mascella alla sapiente naturalezza che risolve la sistemazione della preda addentata, dalla perfetta plasticità complessiva alla sofferenza della bestiola morente. Tutto pare facile, e pure facile non è, è il risultato della bravura. La sofferenza, poi, è un sentimento e nelle arti plastiche rappresentare i sentimenti è sempre problematico, con qualsiasi attrezzo. Qui, addirittura, si riesce col cemento, senza stampi, col cervello e le mani. Arrivando a imitare, e a imitare bene, la natura. Quella umana, quella animale. Traguardo d’artista, come Remo La Banca è sempre stato. Per concludere, mi sbilancio (e anticipo che accetterò contestazioni). Coll’affermare come le sculture in questione – queste e le altre non esposte del La Bancasiano i prodotti artisticamente più rilevanti mai prodotti da un rocchiciano. Se dal punto di vista commerciale di prezzo largamente inferiore ai quadri di Pizzi Cannella, dal punto di vista estetico niente aventi ad essi da invidiare. L’enorme coccodrillo


LA STORIA

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Unafavol a... dei nostri tempi

il Segno - Maggio 2013

Storia dell’ing. De Faro raccontata con un articolo di Lino Santangeli L’articolo del compianto Lino apparve sul “Roccheggiano” del 1990 Era l’inverno del 1920 e una sera mentre mi trovavo in farmacia a giocare la solita partita a scopone coi dottori Curatolo De Serenis e il nostro congiunto farmacista, si presentò un signore molto distinto. Disse di essere l’ing. De Faro e che veniva a Rocca di Papa per costruire una casa per le madri e le vedove di guerra. Dopo la partita il farmacista offrì un elisir all’ospite il quale spiegò il motivo per cui iniziava la costruzione in viale Enrico Ferri (castello). Disse infatti che durante la guerra del 1915-18 quando possedeva una impresa di costruzioni in Egitto fu richiamato e mandato al fronte col grado di tenente di artiglieria. Poche furono le azioni a cui prese parte, disse, ma in una di queste rimase ferito (“per fortuna non gravemente” aggiunse). Lo portarono in seguito in un ospedale dove prestavano servizio le suore Elisabettiane di Padova. Tanta assistenza e tante furono le cure che in breve tempo lasciò l’ospedale. Però prima di tornare al fronte fece alle suore una promessa: se fosse tornato a casa avrebbe costruito qualcosa di grande per ospitare le madri e le vedove di guerra. Passò qualche anno e un bel giorno si recò a Padova alla casa genera-

lizia. Alla madre superiora disse che era il tenente De Faro e che era venuto a mantenere la promessa fattale durante la convalescienza. E oggi era qui nel suo paese per dare inizio ai lavori. Nel congedarsi ci invitò all’inaugurazione. I lavori durarono due anni e la costruzione risultò un vero gioiello d’architettura. Una novità a quei tempi vedere in giro per Rocca di Papa alcuni uomini di colore che lavoravano alla “grande

Il Castello “De Faro” a Rocca di Papa

casa” (lavoratori di una impresa in Egitto). La costruzione si componeva di un appartamento patronale di dieci stanze per ospitare appunto le madri e le vedove di guerra, di un appartamento per le suore, una Cappella e una cucina economica dove per il pranzo veniva servita una minestra calda per coloro che si presentavano. La casa venne chiamata “Rifugio De Faro”, una vera oasi per quelle madri e vedove che ancora portavano segnate le sofferenze della guerra. Qui avevano tutte le cure e la migliore assistenza. Poi, durante la seconda guerra mondiale, funzionava anche un pronto soccorso al quale prestava la sua opera suor Lorenziana, chiamata l’angelo della bontà. Per vari anni tutto procedeva bene. Le vedove che la casa madre assegnava al rifugio vi trovavano tanta assistenza e tornando a casa si ripromettevano di tornare l’anno venturo. Questo finchè visse l’ing. De Faro ma il giorno che veniva a mancare, gli eredi non vollero saperne di sobbarcarsi di una spesa tanto ragguardepanoramica sui giardini pen- vole. sili, dove potersi dedicare alla Il rifugio col tempo venne trasformato in casa di abitazione. lettura di un buon romanzo. L’edificio bibliotecario è inte- Del fondatore non è rimasto ramente costruito in vetro, av- che un ricordo, un caro rivolto da una filigrana di cordo, nella maniera dei rocmetallo, la quale crea grazie al cheggiani per un uomo che sole giochi di luci ed ombre, tutto diede senza nulla chieun omaggio degli architetti dere. Lino Santangeli olandesi Mecanoo all’indu(Apparso sul mensile stria gioielliera di cui Birmin“Il Roccheggiano” gham ne è la rappresentante a n. 2 del marzo 1990) livello mondiale.

Nove piani e due milioni di libri, è la New Birmingham Library

di Camilla Lombardozzi In Inghilterra il 3 settembre 2013 aprirà la biblioteca più grande di tutto il Regno Unito, la “New Birmingham Library”, disegnata dagli architetti olandesi Mecanoo, la struttura è costata ben 188 milioni di sterline, si estende su un’area complessiva di 31mila metri quadrati e domina la bellissima Centenary Square. La New Birmingham Library si sviluppa su nove piani e conterrà più di due milioni di volumi e potrà accogliere al suo interno dai 5mila ai 10mila visitatori. Il progetto di realizzare una nuova biblioteca pubblica, venne reso noto già nell’aprile del 2009, la struttura è parte integrante del

Big City Plan, piano di sviluppo che in circa venti anni conta di creare ben 50mila posti di lavoro, rivalutando in modo progressivo la stazione, la biblioteca appunto ed i trasporti. Il piano terra della biblioteca sarà integrato con il teatro vicino, anch’esso ristrutturato in occasione del progetto Big City Plan. La New Birmingham Library ospiterà nella camera d’oro, posizionata in cima alla struttura, la “Sheakspeare Memorial Room”, la quale ha al mondo una delle più complete collezioni di Pamphlets, opere del Bardo e Memorabilia. La camera d’oro sarà visibile da ogni punto della città, mentre al terzo ed al settimo piano ci saranno due immense balconate con vista


il Segno - Maggio 2013

UNA VOLTA SI FACEVA...

“ la p ul e nt a c o ‘ u f il u”

TRADIZIONI

L’antica tradizione è ancora molto viva

Lorenzo Gabrielli si cimenta nella tipica polenta di Rocca

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Il viaggio alla scoperta delle tradizioni di Rocca di Papa non finirà mai fino a quando persone appassionate e innamorate del proprio paese come Lorenzo Gabrielli continueranno a tramandarle alle future generazioni. Lorenzo qualche anno fa è stato l’arteficie del ritorno ai “giochi popolari roccheggiani” come ‘e mitule e ‘a corsa du caciu, diventati ormai appuntamenti quasi giornalieri nella piazza dei Campi d’Annibale. Tutti i giorni, infatti, piazza Di Vittorio ospita decine di giocatori che si sfidano alle midule. Ma le passioni di Lorenzo non si fermano ai giochi. Da anni, infatti, mantiene vive anche le caratteristiche della lavorazione del vino (vedi Il Segno di novembre 2011, pag. 20 ancora oggi esegue alla perfezione gli insegnamenti del padre, del nonno e di tutti gli

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avi precedenti!) oltre a quelle della sana cucina di una volta coi piatti titpici di Rocca di Papa. Stavolta si è cimentato nella preparazione della famosa “pulenta co ‘u filu”. Dopo aver cotto la polenta ne’u’ callaru, Lorenzo la deposita sul

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tavolo di legno (foto 1), quello che una volta si chiamava spianatora. Dopo averla coperta e ben sbattuta per renderla bella compatta (foto 2 e 3), la polenta viene fatta raffreddare. Subito dopo Lorenzo comincia a maneggiare lo spago

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(foto 4) per iniziare l’operazione più difficile e faticosa, affettare la forma di polenta. L’operazione prosegue ed è necessario che ‘u filu sia ben teso (foto 5 e 6) così da rendere le fette perfette e della stessa misura, azione quest’ultima che necessita di una grande attenzione. Completata l’affettatura della torta di polenta si passa alla fase seguente, cioè al condimento delle fette con il sugo e il parmigiano. Finita quest’operazione le fette condite vengono rimesse nella pentola per essere riscaldate. Terminata quest’ultima operazione la polenta è pronta per essere mangiata. Quello che Lorenzo Gabrielli ci ricorda con questa laboriosa e antica ricetta è che far conoscere le tradizioni anche ai più giovani è l’unico modo per avere memoria della nostra terra. (A.S.)


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di

Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani

Europa S.p.A.

il Segno - Maggio 2013

Con “Iron man 3” torna l’attesa saga Disney

Uomini e donne contaminate dai devastanti effetti dell’Extremis

di Giulia De Giorgi Dopo Iron Man e Iron Man 2 il 24 aprile scorso è uscito nelle sale cinematografiche italiane Iron Man 3. La casa di produzione Marvel aveva già in mente l’idea di proseguire la saga di Iron Man e dopo essere stata acquisita nel 2009 dalla Walt Disney Company quella che era solo un’idea si è trasformata in realtà. Per chi non lo sapesse Tony Stark è un miliardario a capo delle StarkIndustries, aziende specializzate nella produzione ed esportazione di armi. Quando si reca in Afghanistan, per una dimostrazione all’esercito degli Stati Uniti di una sua arma, viene ferito e per evitare che il colpo gli costi la vita gli viene installato nel petto un elettromagnete alimentato da una batteria da auto. Ha inizio così la nuova vita di Tony che da uomo diventa Iron Man. Iron Man 3 viene girato nel 2013: Tony Stark è chiamato a battersi contro un tale chiamato Aldrich Killian che, qualche anno prima, gli aveva chiesto di finanziare un progetto chiamato “Extremis”. Quando questi si rifiuta, Killian comincia a covare la sua vendetta. Dopo 13 anni avviene lo scontro: a fare da sfondo continue ed emozionanti peripezie nelle quali Iron Man dimostra di possedere grandi qualità. Uomini e donne contaminate dai devastanti e malvagi effetti dell’Extremis si scagliano contro Tony e le sue armature. Dopo una lunga e cruenta battaglia “il soldato di ferro”, grazie all’aiuto della sua amata Pepper, riesce ad avere la meglio. Spaventato per aver messo

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Le ricette di Roma

di Marcello Loisi Nel mondo latino e romano, gli autori che si sono interessati alla gastronomia sono più numerosi rispetto alla Grecia classica. Ricordiamo Plinio il Vecchio, Marco Terenzio Varrone e Lucio Giunio Moderato Columella. Il maggior contributo alla comprensione degli usi conviviali dell’epoca ci giunge, però, da Apicio, figura storica sulla quale gli esperti non hanno ancora fatto pienamente luce. Gli studi più accreditati affermano che sia vissuto

a repentaglio la vita della donna, Tony decide di far brillare tutte le sue armature come regalo di Natale. Nei giorni successivi Tony decide di operarsi per non dipendere più dal mini reattore che lo ha tenuto in vita fino ad allora nella speranza di offrire alla sua Pepper una vita più tranquilla e lontana da pericoli come quelli che hanno dovuto affrontare. Noi siamo quello che decidiamo di essere, ogni giorno a seconda delle scelte che facciamo noi decidiamo cosa essere, chi essere. Possono portarci via tutto quello ma non possono toglierci le nostre scelte, le nostre convinzioni, i nostri ideali. Questo è uno dei grandi insegnamenti del film: nella scena finale Tony si trova sulla cima di una scogliera e gettando in mare ciò che resta del reattore afferma che per quanto chiunque possa sforzarsi di togliergli tutto ciò che possiede, non potrà mai cancellare chi lui sia, perché lui è Iron Man.

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di... u e s i t g i o n Q

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Fare più Europa. Lo dicono in molti, pochi fanno quel che s’ha da fare per farla ‘st’Europa Già, ma come si fa? Di questi tempi risulta tutto più difficile o forse, giacché costretti, più facile. Il gioco si fa duro quando nelle palestre della politica volano sberle tra chi, senza se-senza ma, afferma la crescita senza il dubbio (Germania & C.) e gli altri che si stanno organizzando, con i se e i ma alla bisogna, per far spuntare una qualunque crescita. Tra chi insomma ha trovato il modo di crescere impiegando il debito degli altri e chi, per poter ridurre quel debito, ha smesso di crescere. Personaggi ed interpreti: i primi producono più di quanto consumano, i secondi, al contrario, consumano più di quanto producono. Fin ieri i primi hanno fatto affari, con merci competitive vendendo ai secondi che, per acquistare, hanno fatto debiti. Oggi, in mezzo alla crisi, quei grandissimi teutonici chiedono al resto d’Europa di ridurre il debito; questi, nel farlo, vanno in recessione. Purtuttavia anch’essi iniziano a fare i conti con la recessione: l’indice dei direttori d’acquisto oggi si contrae, Wolkswagen riduce ricavi e utili, le vendite al dettaglio mostrano il segno meno. Diminuzione della crescita, giust’appunto, come accade a molti altri europei. Sob! Eggià, la recessione italiana da sola costa a Berlino 7 miliardi in export. Chi pensa di fare i conti senza l’oste sbaglia. All’osteria, appunto, dove si mangia, si beve e l’amore si fa, poi si paga, alla romana però. Pagheranno tutti, ciascuno per quanto ha da vendere o da acquistare: le Imprese dovranno pagare la capacità di acquisto dei Consumatori e così poi poter vendere; per i Consumatori, venduta la capacità di spendere dovranno tornare ad acquistare. Toh, una Società per Azioni. Eggià, il meccanismo economicoproduttivo per funzionare ha bisogno di impiegare al meglio tutte le risorse produttive di cui dispone il mercato. Tocca mettere, insomma, tutti gli operatori che stanno dentro la domanda aggregata nella condizione di fare quanto gli spetta. I consumatori europei per esempio, quando dispongono delle risorse adeguate, fanno il 60% della crescita; quando sono sottocapitalizzati, si fanno renitenti a spendere e sono cacchi, per tutti.

PAGINA APERTA

ust o

nel I secolo a.C. e che si chiamasse Marco Gavio Apicio. Sembra che abbia speso una notevole parte dei suoi averi per organizzare grandissimi banchetti, attività che lo impegnò intensamente per tutta la vita. Il suo trattato di cucina, De re coquinaria (“L’arte culinaria”), è uno dei primi ricettari (di cui si conosce l’esistenza) della storia, preceduto solamente dalle iscrizioni delle preparazioni culinarie riportate su vasi e su altri utensili di cucina ritrovati in alcune zone archeologiche, come Sibari, in Calabria. Questo trattato è dedicato in particolar modo alle classi più abbienti, ma ci illustra anche alcune preparazioni, come la puls (simile a una polenta di cereali) e il garum (paragonabile a una colatura di alici dal sapore molto

Apicio

forte), comuni anche sulle tavole più povere. La gastronomia e l’estetica culinaria testimoniata da Apicio ci illustra una società in decadenza, fatta di eccessi ed esotismi, bizzarrie e ostentazioni. Un esempio su tutti, è quello della “mimetica culinaria”, ossia la tendenza, da parte delle fasce sociali più facoltose, a mangiare cibi preparati in modo tale da assomigliare ad altri alimenti, come la carne di maiale disposta a forma di pesce oppure “scolpita” a forma di pavone con tanto di piumaggio colorato.


il Segno - Maggio 2013

L’angolo della storia

La scintilla della cultura

di Vincenzo Rufini Il motore dell’evoluzione umana, intesa come conoscenza progressiva di sempre nuove acquisizioni, è costituito dalla comunicazione delle idee, onde per cui anche le genti più distanti geograficamente tra loro possono essere in grado di condividere il patrimonio di conoscenze altrui e farlo divenire un bene comune. Sulle idee il filosofo greco antico Platone ha posto il cardine della sua speculazione filosofica, tanto le riteneva basilari per il genere umano. Indubbiamente è un dato acquisito in assoluto che la circolazione delle idee, e quindi della conoscenza, ha contribuito in modo determinante all’evoluzione dell’uomo dallo stato primigenio delle caverne al moderno essere umano evoluto e tecnologico. Anticamente la diffusione del sapere, sia esso intellettivo che pratico, avveniva tra membri dello stesso gruppo sociale dove ognuno metteva in comune la propria sapienza; con il fluire del tempo il raggio del bagaglio sapienziale si è allargato grazie alle migrazioni dei popoli e anche grazie ad eventi disastrosi come i ricorrenti conflitti succedutisi nel corso della storia. Ciò ha permesso la messa in comunicazione di genti altrimenti destinate a rimanere estranee tra loro. Dai primitivi piccioni viaggiatori, ai messi che portavano notizie sobbarcandosi miglia e miglia a cavallo, alle prime esperienze telegrafiche, alle onde sonore, alle comunicazioni via etere di ultima generazione, le idee hanno sempre galoppato con il precipuo scopo di fare dell’uomo, e anche della donna, un essere colto ed evoluto. Al giorno d’oggi la moderna tecnologia ci rende partecipi, tramite internet, di quel processo di partecipazione alla determinazione dell’andamento della vita, per cui ci sentiamo tutti soggetti che contribuiscono attivamente all’elaborazione dei processi cognitivi, i quali coordinano la diffusione delle idee. All’apparenza è una conquista

CULTURA

importantissima che abbiamo avuto il piacere e il privilegio di essere partecipi (insomma il trionfo del libero arbitrio, quel concetto autoreferenziale dell’uomo che permette la nostra realizzazione piena di esseri intelligenti); ma se leggiamo attentamente tra le righe, se analizziamo con attenzione l’intera questione possiamo notare alcune smagliature che a ben guardare possono divenire molto perniciose. E’ vero che interagendo nella rete (on line, come si usa dire per rendere un continuo omaggio alla lingua che fu di Shakespeare), siamo protagonisti, ma siamo ben sicuri che il nostro contributo sia determinante alla realizzazione di un qualcosa di massima utilità per il genere umano o piuttosto che il nostro libero arbitrio sia messo nel gran calderone globalizzante e che ci sia un qualcuno, o molti qualcuno, che dandoci soddisfazione immediata non distorca alla lunga i nostri propositi? Facendo di tali aspirazioni un uso (usum delphini, ogni tanto bisogna pur omaggiare la lingua che

fu di Stendhal e di Balzac), mirato verso obiettivi che si discostano in maniera preponderante dalle singole intenzioni originarie. Il contatto, le decisioni e le emozioni in tempo reale hanno il vantaggio dell’immediatezza e della partecipazione, ma al contempo risultano inficiate proprio dalle stesse emozioni e dal senso dell’immediato; in più sono destinati a scuotere gli strumenti della rappresentanza partecipativa. Strumenti elaborati per dare voce e campo alle aspettative generali, ma mitigate dal dovuto distacco temporale che codesti strumenti garantiscono alla pubblica opinione. Ci si può impegnare con alacrità ed entusiasmo sulla strada della partecipazione in tempo reale, strada da perfezionare e determinare, ma non dimenticando che la rappresentanza partecipativa non deve essere né smantellata, né vilipesa, perché anche nell’era della tecnologia imperante costituisce un saldo appoggio su cui l’umanità non può fare a meno.

La poesia del mese

Nostalgia di mio padre di Anna Giovanetti

Ogni giorno sei nei miei pensieri e ogni notte ti cerco nei miei sogni troppo presto papà te ne sei andato in quel mondo da cui più non ritorni,

troppo presto lasciasti la mia mano e mi privasti del tuo dolce sorriso, quando ancor di te avevo tanto bisogno ma poche lacrime bagnarono il mio viso. Mi volevi forte e coraggiosa e mi dicevi sempre “Piccola mia la vita è molto bella quanto avara, quanti dolori, quanta sofferenza ci chiede in cambio per ciò che ci regala. Ma tu sii sempre fiera di te stessa, non ti arrendere mai vai

sempre avanti puoi farcela ad arrivare in alto tu sei mia figlia, non sei una fra i tanti!”

Ma poi senza di te mi son perduta come un cerbiatto impaurito di tutto mi sono chiusa stretta per difendermi da un mondo che mi sembrava troppo brutto. Ti chiedo scusa papà se ti ho deluso, se ora non sono come tu volevi, non ce l’ho fatta senza la tua guida ad essere felice in questo mondo, a godere in pieno della vita.

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Invito alla lettura

Le stelle di Van Gogh

di Loredana Massaro “Sono convinta che il tempo sia fluido, come pure i confini tra gli uomini; e la frontiera che aiuta chi ama da chi soffre è sempre sfumata”. Le storie di questo libro sono un mosaico che compongono una delle tragedie umane dagli effetti più disastrosi: quella degli abusi durante l’infanzia. E’ la storia di ciò che rimane degli individui che ne sono state vittime. Adulti gravemente compromessi nelle loro capacità cognitive e intellettuali ma ancora pieni di emozioni, sofferenza e rabbia, sentimenti che non riescono a esprimere in maniera adeguata o socialmente accettabile, individui insomma che non riescono più a parlare in maniera coerente, a scrivere, ad amare, a relazionarsi, a sentire, a vivere come tutti gli altri. E con il danno la beffa, proprio loro che dovrebbero essere maggiormente accolti, amati, rassicurati, si trovano ad essere allontanati dalla comunità e dalla società, non lavorano, non studiano, non hanno amici, non vivono. Sono per lo più schizofrenici, depressi gravi, anoressici, catatonici, quelli con i quali lavora la dottoressa Lauren Slater, che non ha paura di dichiararsi ex malata e proprio per questo capace di risolvere alcuni dei casi più gravi. L’aver vissuto il dolore, il senso dell’annientamento e della morte, l’aver provato sulla propria pelle i sintomi della malattia mentale, la porta ad esperire cure e terapie fuori dalle regole, dove però l’empatia si dimostra più efficace dei protocolli. Il fatto che la Slater non riesca a prendere le necessarie distanze dal dolore dei pazienti, rende il racconto unico, i colloqui terapeutici suscitano ricordi di infanzia, ricordi di ricoveri, di famiglia, del suo amore perduto e questo la costringe a fare i conti con il passato e col presente, dove la professione l’assorbe totalmente, e col suo futuro incerto. Pagine di rara bellezza, di grande lirismo, dove una prosa descrittiva, candida e potente, ritrae e restituisce in parole intatte, “le stelle di Van Gogh”, quel cielo di stelle rotanti che ci tocca nell’intimo e ci lascia stupefatti di fronte all’imprevedibilità della follia e delle sue creazioni.


STORIE

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IL RACCONTO DEL MESE

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Rifiuti

uando, il cittadino più mattiniero del Paese, come ogni mattina, si trovò ad atdi Noga traversare la piazza si fermò esterrefatto a metà: al centro del giardino si ergeva, arcigna e scura, una quantità di rifiuti ammucchiati a forma di piramide. Una montagna di rifiuti. Era ben realizzata la piramide: con i frigoriferi vecchi e le lavatrici arrugginite alla base e a salire, fra un mobile sfasciato, una pila di calcinacci e una quantità di squinternati copertoni di ruote di autoveicoli, i rifiuti meno ingombranti, non meno arcigni e minacciosi. Alla sommità svettava un lungo ramo nodoso inalberante uno straccio nero: sembrava la bandiera dei pirati. Il cittadino rimase a bocca aperta e non riuscì più a muoversi. Chi aveva avuto quella stramba idea? E mentre rimaneva così immobile gli si appressò un tremolante vecchietto con una espressione incredula e sgomenta, il quale, dopo un attimo di esitazione, si avvicinò alla piramide e improvvisamente spalancò la bocca mettendosi a strillare come un ossesso mostrando così quei quattro o cinque denti rimastigli. Non si capiva bene cosa stesse urlando, ma tanto bastò perché gli abitanti delle abitazioni lì presso si affacciassero alle finestre e rapidamente uscissero avvicinandosi alla piramide dei rifiuti. Si formò una folla silenziosa, incredula e rabbuiata. Qualcuno fece il giro della piramide e quindi mettendosi le mani davanti alla bocca come un megafono annunciò: “Qua dietro c’è un cartello!”. l che molti dei convenuti si precipitarono a leggerlo: -“Stanotte abbiamo ripulito una piccola area del bosco che circonda il paese! Avete visto quanti rifiuti?”. E terminava con un laconico: - “Pensiamoci” seguito da una sfilza interminabile di punti esclamativi. Nel frattempo la notizia si era sparsa rapidamente e molti cittadini avevano deciso di raggiungere la piazza dove giunti pensarono bene, loro malgrado, di avvicinarsi il più possibile alla piramide con l’intento di costatarne l’effettiva consistenza. Ognuno di essi volle dire la propria: è uno scherzo; è un avvertimento; ma cosa è? Sono stati gli “extra”; avvertiamo i Carabinieri; no! E’ meglio la Polizia; sarà forse opportuno avvertire i Vigili del Fuoco... Insomma, nessuno sapeva cosa pensare. Arrivarono anche i ragazzi della vicina Scuola Media accompagnati dai professori i quali, presi alla sprovvista di fronte a quella inaspettata situazione, non sapendo cosa fare, semplicemente avvertirono gli alunni di non avvicinarsi alla

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piramide. Infine, caracollando raggruppati lungo il Corso, giunsero le Autorità. Calò un silenzio premonitore: cosa avrebbero deciso? l Comandante dei Vigili Urbani, dopo un brevissimo e concitatissimo parlottìo con il Sig. Sindaco, con ampi gesti fece allontanare tutti perché, disse, la situazione può diventare improvvisamente pericolosa. Non furono date ulteriori indicazioni: le Autorità non sapevano cosa fare. A metà mattinata giunse un ordine perentorio: provvedere immediatamente allo sgombero e al ripristino della situazione di normalità. L’ordine proveniva dal Sig. Prefetto. “Accidenti! – mormorò a mezza bocca il Sig. Sindaco – e dove li metto tutti questi rifiuti?”. Lo stallo era totale: nessuno era in grado di disporre alcun che di conclusivo. Quando, ormai era mezzogiorno, un uomo grande e grosso sgomitando tra la folla si presentò alle Autorità e con una voce alta e stentorea annunciò: “Ho un’impresa di trasporti speciali. Ve lo risolvo io il problema”. E così dicendo estrasse dalle tasche i documenti necessari che furono subito puntigliosamente controllati dal funzionario presente più alto in grado. A questo punto la situazione sembrava risolta: la ditta del comune non avrebbe potuto in alcun modo provvedere allo smaltimento. La ditta comunale non aveva né i mezzi né gli uomini. L’uomo grande e grosso osservava le Autorità con un cipiglio ora interrogativo ora minaccioso. Era evidente a tutti: lui quello smaltimento lo voleva realizzare a tutti i costi! La risoluzione sembrava ormai a portata di mano e i cittadini cominciarono a sfollare velocemente alla spicciolata. Il Sig. Sindaco mandò a chiamare il segretario comunale perché redigesse un verbale puntiglioso della situazione e, convocato sul tamburo il Consiglio Comunale, fu definitivamente deciso di affidare lo smaltimento dei rifiuti a quell’uomo presentatosi così a proposito. Il segretario porse il verbale al Sig. Sindaco il quale, sfilata la penna stilografica dal taschino, tracciò la propria firma mentre l’uomo grande e grosso soddisfattissimo corse via subito dopo, a gambe levate. Ormai era lui che aveva in mano la situazione e infatti nel giro di poche ore la piramide dei rifiuti fu smantellata, debitamente “differenziata” e smaltita... chissà dove. 22 aprile 2011

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Luci rosse... per la Frank! Spunti di letteratura

di Camilla Lombardozzi Se avevate pensato anche solo per un millesimo di secondo che le 50 sfumature di grigio, di rosso e di nero di E. L. James, fosse una trilogia di romanzi dal contenuto fin troppo hot, bè cari lettori vi sbagliavate. Infatti, è di qualche giorno fa la notizia che in America, precisamente alla Northville School del Michigan, il famoso libro “Il Diario di Anna Frank”, pubblicato per la prima volta dal padre Otto Frank nel 1949, è considerato pornografico e troppo esplicito nelle descrizioni anatomiche della bambina, per i ragazzi delle scuole medie. Ad affermarlo è Gail Horalek, una d e l l e mamme che ha presentato al distretto scolastico Northville Scholl una denuncia formale, in cui si criticherebbe la recente edizione del romanzo intitolato “Anne Frank: The Diary of a Young Girl”, o meglio si critica principalmente la descrizione anatomica che Anna Frank avrebbe fatto della sua vagina. Secondo le mamme degli allievi della scuola, certe argomentazioni mettono a disagio i loro figli, data l’età, ancora tenera, 12-13 anni. Tuttavia, le signore tengono a precisare che ciò che richiedono al distretto scolastico non è una censura del libro, ma preferirebbero che prima di dare il consenso a certe letture se ne parlasse con la famiglia dell’alunno, in modo da evitare spiacevole situazioni, come quella appena presentatasi. Qualche tempo fa, anche in Italia, il Diario di Anna Frank suscitò dei veri e propri polveroni in merito alla ri-edizione. Difatti, un deputato leghista presentò un’interpellanza al Ministero della Pubblica Istruzione, in cui dichiarava che l’edizione del romanzo fosse troppo hot per i bambini delle scuole medie ed elementari. Non ci resta che leggere nuovamente questa recente edizione del Diario di Anna Frank, arricchita, a quanto pare, di particolari hard. Segui Camilla sui suoi blog: http://ibisbeticidomati.wordpress.com http://lesportiveromane.wordpress.com


MUSICA

il Segno - Maggio 2013

musica e r o t v s e p i e t t li R The Talking Heads Una luce si accende negli anni Ottanta

Se c’è un gruppo che più di tutti ha saputo catturare gli elementi di trasformazione in atto in quegli anni di fine ‘70 - primi ‘80, in cui una nuova dimensione cibernetica stava penetrando in modo sempre più incalzante nella vita e nell’evoluzione dell’uomo, quella band sono soprattutto i Talking Heads. Partiti da un punk già abbastanza sofisticato e da cui se ne distaccano quasi subito per filtrare la loro musica fra un rockabilly raffinato e un’elettronica che avanzerà sempre di più nei loro primi album di pari passo a una ritmica schizofrenica e tribale fino a far sì che il loro sound diverrà sempre più particolare e innovativo e andrà a rappresentare perfettamente lo spirito di quei tempi in cui anche la musica cercava nuove strade fra il punk, la new wave e l’elettronica. Formatisi dall’incontro di 3 giovani studenti universitari di architettura di New York: il geniale frontman David Byrne (di origini scozzesi), leader e cantante del gruppo, il batterista Chris Frantz, la sensuale bassista Tyna Weymouth a cui si aggiungerà il poliedrico polistrumentista Jerry Harrison, soprattutto alle tastiere e alla chitarra, hanno mantenuto, fino al loro scioglimento, sempre il nucleo originario avvalendosi di musicisti ospiti di tanto in tanto come il chitarrista Adrian Belew che confluirà poi nei King Crimson, come il bassista Busta Jones ma soprattutto si sono giovati della preziosa collaborazione di Brian Eno, rivelatasi poi fondamentale sia per il loro successo anche commerciale che per la definizione perfetta della loro dimensione musicale. Dopo un album d’esordio del 1977 che si pone già all’attenzione della new wave e in cui spicca quello che diverrà il loro pezzo, Psyco Killer, più famoso ed emblema del loro sound nervoso ed elettrico, ritmicamente convulso e implosivo che Byrne interpreta, soprattutto nelle sue performance live, come un Antony Perkyns allucinato e osses-

sionato con la sua sagoma ossuta e frenetica, dalla voce schizzata e cerebrale, come se seguisse in modo istintivo e diretto gl’impulsi e gli scatti della mente e che rende perfettamente il nome scelto dalla band di ‘Teste Parlanti’. Nel secondo album (More Songs About Buildings and Food) con l’ingresso di

Brian Eno creano un’opera più matura e innovativa dove ai ritmi forsennati e ansiosi s’intersecano melodie ariose e lucide come a contrastare i ritmi urbani con il soffio del respiro della psiche e dell’anima dell’uomo che i Talking sembrano voler come disvelare sempre più solo e robotizzato in uno scenario metropolitano confuso e sempre più veloce e dove sembra che il progresso stia lasciando sempre meno spiragli all’armonia umana. E queste tematiche si lieviteranno e si cristallizzeranno perfettamente nei due album successivi (Fear of Music e Remain in Light), dove la presenza di Eno sarà sempre più decisiva

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di Massimo Onesti

e portante e che vedrà fondere i suoni elettronici ed elettrici, alla tumultuosità delle vibrazioni africane e tribali dando vita così a un sound avvolgente e trascinante, come ben testimoniano le loro performance live, bolgia festosa e danzante di suoni e colori dove la dimensione caotica sembra acquisire come un nuovo ordine dettato dalle regole delle nuove tecnologie ma soprattutto del ritmo e delle sue pulsazioni. Dopodiché con il successivo ottimo disco ‘Speaking in Tongues’ e mano mano nei successivi album è come se fanno un processo a ritroso ritornando alle sonorità grezze e

newave del periodo degli esordi con sempre più meno elettronica soprattutto e con sonorità anche country e funky, ma mantenendo sempre una certa linea intellettuale e nello stesso tempo di facile impatto. Da segnalare nelle carriere solistiche, a fronte dello scioglimento della band, quella di David Byrne molto cospicua e che soprattutto lo vede collaborare con diversi artisti come ancora Brian Eno o come lo stesso Bob Fripp e addirittura realizzando un album (Rei Momo) con musicisti cubani di musica latina e salsa o, come nelle ultime apparizioni, che lo vede duettare in un’operazione molto interessante con la cantante polistrumentista americana St. Vincent. Degli altri membri, a parte l’episodio della coppia FrantzWeymouth che li ha visti formare un gruppo (Tom Tom Club) di musica di alto easylestening e commerciale, anche se ben confezionata, ma che non ha prodotto chissà quali successi, non c’è molto da segnalare anche se i tre senza Byrne hanno anche cercato di riformare il gruppo giocando sul nome (No Talking, Just Heads) ma senza lasciare un grosso segno. Molto ancora si potrebbe dire di questo gruppo ma quando si ascoltano potrebbe essere un buon proposito per assaporarli meglio quello di munirsi di ipod e cuffie per andarsi a fare una bella corsetta di jogging o in mountain byke e muoversi al loro coinvolgente ritmo!

Tournee negli Stati Uniti per Carlo Fontani Il giovanissimo cantante roccheggiano, Carlo Fontani, dopo il successo ottenuto nella famosa trasmissione televisiva “Ti lascio una Canzone” condotta da Antonella Clerici, dove è giunto in finale, è stato invitato con gli altri otto finalisti in una Tournee canora Stati Uniti dal 24 al 30 Aprile con prima tappa a Philadelphia, la seconda a New York per esibirsi poi al The Cuny Auditorium di Chicago per concludere al Trump Taj Mahal di Atlantic City… portando il nome di Rocca di Papa anche oltre oceano. La manifestazione è stata organizzata in

“Carletto” Fontani

modo impeccabile riscuotendo uno strepitoso successo con il nostro Carletto protagonista. Ora lo aspetta un tour estivo tra i migliori posti turistici d’Italia per ripartire poi in un’altra “Tournee” questa volta in Canada. Paola Gatta


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Vivere in salute Come stare meglio con uno sforzo minimo

di Diego Del Nero Un allenamento fisico costante aiuta il nostro corpo e ci fa vivere meglio, perciò bisogna vincere la pigrizia e mettersi in movimento! Dagli studi fatti emerge che per rimanere in salute basta uno sforzo minimo, anche una breve passeggiata giornaliera migliora la qualità della nostra vita.

I BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA

• Riduce le possibilità di ammalarsi di diabete; • Diminuisce il rischio di malattie cardiache; • Produce dispendio energetico ed evita i rischi di obesità. Gli effetti positivi dell’allenamento si manifestano soprattutto: 1. nella riduzione del peso corporeo. 2. nel rafforzamento del cuore. 3. nella tonificazione dei tessuti. 4. nell’aumento della forza delle gambe. 5. nel miglioramento dell’irrorazione sanguinea della muscolatura. 6. nel miglioramento della respirazione. 7. nell’abbassamento delle pulsazioni a riposo e sotto sforzo. 8. nell’aumento dell’efficienza fisica nella vita di tutti i giorni. 9. nel combattere lo stress. 10. nella sensazione positiva di rilassamento dopo l’allenamento. Per tenersi in forma, oltre all’attività fisica c’è bisogno di mangiare sano.

Ecco alcuni consigli utili! • Cercare di ridurre i prodotti dolciari a base di zuccheri semplici. • Ridurre il sale nei pasti . • Per i condimenti è preferibile l’olio d’oliva e non altri prodotti grassi. • Mangiare tanta verdura in modo da assumere costantemente fibre vegetali. • Consumare pesce almeno due volte a settimana. • Moderare l’assunzione di carne e insaccati.

VAGABONDANDO In giro per musei... IstitutoNazionaleperlaGrafica

il Segno - Maggio 2013

Tre mostre da non perdere presso “Palazzo Poli” di Marcello Loisi Il centralissimo Palazzo Poli, situato a Roma dietro Fontana di Trevi, ospita l’Istituto Nazionale per la Grafica. Qui, in questi giorni, sono allestite tre interessanti mostre, unite tra loro dalla comune attenzione agli elementi grafici intesi come sintesi artistiche di concetti e riflessioni. La mostra di Caroline Peyron, Istero-grafia, rappresenta un tentativo dell’artista di far emergere e analizzare un’affermazione di Freud: “I soggetti isterici si comportano come se l’anatomia non esistesse”. Partendo da questo punto, Peyron indaga le sfumature del rapporto che lega la mente e il corpo, una dicotomia a volte contraddittoria ma anche terreno di scoperta e crescita interiore. Tale percorso viene condotto attraverso opere di materiali misti (fotografie, tessuti, carta), testimoni intimi e

quotidiani della ricerca dell’artista. Immaginario, di Marco Tirelli, è una mostra composta prevalentemente da piccoli appunti grafici e studi – disposti sulle pareti di due grandi ambienti – che rappresentano i tasselli del grandissimo mosaico dell’immaginario dell’artista. L’esposizione di queste suggestioni visive, sensibilità estetiche e riflessioni emotive ci consente di sbirciare nel processo creativo di Tirelli, di renderci partecipi non tanto delle motivazioni personali delle opere più grandi (alcune delle quali presenti anche in questa sede), ma delle

istanze di rigore concettuale alle quali l’artista si attiene. L’esposizione di Livio Ceschin, intitolata Il gioco serio dell’incisione, è costituito da circa 60 opere grafiche dell’incisore veneto. I temi centrali della sua opera sono il paesaggio, il ritratto e il confronto con opere letterarie (come Rigoni Stern e Gombrich). Visitare Palazzo Poli – specialmente in presenza di queste mostre – potrebbe essere un’ottima occasione per trascorrere dei piacevoli momenti nel centro di Roma, magari scoprendo qualcosa di sé e del mondo attraverso l’arte.

Torna l’eroina dei videogiochi di Camilla Lombardozzi Tutti i fan più scatenati ricordano con gioia e un po’ di nostalgia i due film in cui la sensuale Angelina Jolie vestiva i panni della coraggiosa Lara Croft in Tomb Raider. Sono passati ben 12 e10 anni dai due movie e sembrava, quindi, giusto e doveroso annunciare che l’eroina dei videogiochi tornerà al cinema. Dopo il reboot del videogioco a opera di Crystal Dynamics che è riuscito a far appassionare di nuovo il pubblico, raccontando una storia assai diversa rispetto a quella che tutti conosciamo dell’eroina; infatti, per la prima volta verranno mostrate le origini di Lara Croft, ovvero che cosa l’ha spinta a divenire una cacciatrice di tesori. Questa notizia è assai emozionante per gli accaniti fan che da tempo aspettavano il ritorno sulle scena cinematografiche di questo amatissimo personaggio. Ma per gli amanti del genere, tutto ciò non è una novità, difatti Camilla Luddington, l’attrice inglese che interpreta la parte della matricola Jo Wilson in Grey’s Ana-

Angelina Jolie

tomy, aveva già prestato il suo corpo alla Motion Capture per il gioco. E si vocifera possa interpretare il ruolo di Tomb Raider anche al cinema; tuttavia fino ad ora queste rimangono solo voci di corridoio. Ciò che è certo invece è che la casa di produzione GK Films e MGM hanno stretto un accordo con la Crystal Dynamics per la produzione del nuovo reboot cinematografico.


il Segno - Maggio 2013

di Annarita Rossi Osservare gli animali per comprendere meglio quanto questi abbiano memoria e sensibilità è anche un modo per scoprire quante cose belle ci riserva la natura. Proprio l’altro giorno, dopo ben due anni ho rivisto Principessa. Passavo da quel quartiere centrale così ho pensato di andarla a trovare. Lei è sempre stata in quel luogo dove qualcuno probabilmente se ne prende cura. Con qualche timore di non ritrovarla mi sono avvicinata a quel portone dalle belle inferriate dove all’interno c’è un cortiletto rigoglioso di piante. Pioveva e nonostante Principessa non si vedesse, l’ho chiamata emettendo un suono convenzionale seguito da quel nome che le avevo attribuito. Ed eccola arrivare di corsa, bella come la dolce e sinuosa protagonista degli Aristogatti che si sporge fuori dal cancello e con quegli occhioni verdi mi guarda, poi con il musetto rosa dà un colpetto alla mia mano, mi guarda ancora intensamente ma continua a piovere, allora senza miagolare torna a rifugiarsi da dove è venuta. Che gioia averla

La vita in (20) lettere

TEMI D’OGGI

Il ritorno della gatta principessa ritrovata sana e salva e che emozione essere stata riconosciuta a distanza di anni. Questo non è un raro caso di empatia tra l’uomo e l’animale. Tra gli episodi commoventi va ricordato quello del cane Hachiko che in Giappone si è recato per anni alla stazione ad attendere il padrone morto accidentalmente sul lavoro tornare con il treno. E poi si può rammentare quel cane che non molto tempo fa si recava in chiesa tutti i giorni, da quello del funerale del suo padrone, per poi alla fine morire anche lui, presumibilmente di crepacuore. E ancora un gatto che tutt’oggi porta ramoscelli e bastoncini sulla tomba del padrone. Cani e gatti, misteriosamente scomparsi che percorrono centinaia e a volte migliaia di chilometri per tor-

N

di Enea Trinca

Essere NATI è già una fortuna, poi ci si dimentica di noi... disgrazia è l’essere ricordati ogni “2” di NOVEMBRE.

NASCONDERE la testa sotto la sabbia equivale a non riconoscere le proprie radici. NELLA vita, a volte, è preferibile non aprire la bocca, così facendo non ci piove dentro.

Non vi è NULLA di più bello al mondo di un sorriso di un bambino.

NESSUNO ha mai pensato che, in qualunque momento della giornata, in qualche parte del Mondo sta sorgendo il Sole? Anche se è una “Raccomandata” non ha NESSUNA possibilità di essere assunta alle Poste.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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Principessa

L’angolo della psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

nare a casa persino dopo tanti anni. L’ultimo caso è stato quello di un pastore tedesco rapito e tornato a casa dopo aver percorso 600 km anche se poi purtroppo è stato avvelenato. Nel film premio Oscar Balla coi lupi c’è una bellissima e struggente storia di interazione tra l’uomo e il lupo. Ma non si tratta di sola finzione cinematografica, negli Appennini il lupo si sta sempre più avvicinando ai centri abitati senza mangiarsi nessuno a prova che questo animale non merita la terribile reputazione che gli è stata affibbiata fin dai tempi antichi e raccontata nelle fiabe. Non consideriamo gli animali solo come diversi da noi ma anche come unici e un po’ speciali nel loro genere. Ci sono ancora troppi cani tenuti legati ad una catena tutto il giorno con la scusa che fanno da guardia. Quel cane incatenato abbaia e spesso piange con lo sguardo costantemente rivolto all’interno del cancello di casa nella vana speranza di venire liberato da quella prigionia alla quale è stato relegato senza motivo. Sentirsi invece in armonia con gli altri esseri in natura è quella bella sensazione che si prova nella piena consapevolezza di farne parte.

Bisogni educativi

Il mese di maggio è il periodo scolastico decisivo per gli studenti, quello in cui devono impegnarsi di più per alzare la media dei loro voti ed evitare bocciature. A volte accade però, che non sia tanto l’impegno ad aver inciso sul suo rendimento ma particolari difficoltà dell’alunno. Come si legge nella direttiva del Ministro Profumo del 21 dicembre, dal titolo “Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, un numero sempre maggiore di alunni per una pluralità di motivi (fisici, biologici, psicologici, sociali) presenta difficoltà di apprendimento, di sviluppo di abilità e competenze e/o disturbi del comportamento, che incidono sul rendimento e sul fenomeno della dispersione scolastica. Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES), comprende tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. Rispetto al passato, la nuova direttiva amplia l’area dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) a nuove problematiche: i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività, nonché il funzionamento intellettivo al limite, e introduce il tema dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. Lavorando nelle scuole, ritengo importante che vengano prese in considerazione tutte le difficoltà e peculiarità degli alunni, al fine di evitare che la disattenzione verso le loro problematiche, possa lasciare che si acuiscano con il passare del tempo e determinino situazioni di sofferenza per l’alunno e la sua famiglia. Mi auguro, pertanto, che il nuovo Ministro dell’Istruzione sappia continuare la scelta educativa intrapresa e che la mancanza di risorse economiche destinate al campo scolastico non incida gravemente sul lavoro dei docenti e degli assistenti educativi. Per scrivere alla dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@virgilio.it


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Il maestro Carfagna stavolta ha disegnato una porta. Potrebbe sembrare una delle tante porte che ancora si possono vedere nel centro storico di Rocca, ma non è così. Quella rappresentata è una porta storica conosciuta da tutti i “riazzi” (ragazzi) di ieri, cioè i settantenni di oggi… e oltre. Si trova in via della Fortezza (civico 10) ed è una porta che ci porta (scusate il gioco di parole) indietro negli anni, ai tempi di Enrico Lupardini, conosciuto come “Richettu ‘u rotinu” (classe 1893-1968). Richettu era boscaiolo, ffacciatore, ciclista affittuario di biciclette e riparatore, e arrotino (da cui prese “a nomera”, il soprannome). La macchina per arrotare era un marchingegno rustico fatto con una ruota da carretto che fungeva da puleggia. Manovrandola con una pedivella faceva girare la mola, una pietra speciale, rotonda, che girando velocemente arrotava tutti gli “ordegni” che macellai, boscaioli, vignaioli e casalinghe gli portavano per essere affilati. Poi arrivarono le mole elettriche… mah! Richettu non conobbe crisi, i rocchisciani (conoscitori delle sue abilità) continuarono a portare coltelli e lame alla sua mola con l’antico carretto a pedivella perché quella a corrente stemperava le lame d’acciaio. Come detto, Enrico era anche riparatore di biciclette (il pensiero va al nostro collaboratore

Roberto Sinibaldi che in via Michele Stefano De Rossi ha aperto da alcuni anni una ciclofficina) e un affittuario delle stesse. C’erano quelle da passeggio, di color nero, coi tiranti dei freni in ferro, e c’erano quelle da corsa, senza vernice e con il manubrio girato alla rovescia, comprese le aste dei freni (se c’erano, perché spesso si doveva frenare con il piede incastrato nella forcella bassa posteriore o mettere i piedi a strisciare per terra, oppure saltare al volo). Se una bicicletta affittata si rompeva, doveva essere lo stesso Richettu ad andarsela a riprendere perché nessuno gliela riportava e all’epoca se i riazzi tornavano a casa “coi ginuocchi scorticati o ‘a capoccia rotta” prendevano anche il resto! Pur essendo un roccheggiano doc (rocchiscianu natu), parlava correttamente l’italiano avendo studiato al conservatorio di Ventimiglia indossando la veste di sacerdote. Enrico non si arrabbiava mai e sapeva sempre porsi in un certo modo con tutti, anche quando non lo pagavano per le riparazioni alle biciclette o per quelle prese in affitto. Anzi, spesso, rimproverava “i riazzi”

Richettu ‘u rotinu in via della Fortezza 10

Ultima pagina

il Segno - Maggio 2013

che, parlando in dialetto, dicevano troppe parolacce. Vedete quante cose può nascondere una semplice porta che oggi

passa inosservata? Così Carfagna ha voluto ricordare un altro straordinario personaggio rimasto nel cuore di molti roccheggiani.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

SUL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE Vorrei parlarvi dei pulmini che effettuano il trasporto pubblico a Rocca di Papa. Con continuità utilizzo i mezzi Schiaffini per spostarmi all’interno del paese, per ragiungere l’ufficio postale oppure per recarmi allo studio medico. Io abito ai Campi, località Monti, e soprattutto d’inverno sono costretta ad aspettare decine di minuti che l’autobus arrivi, magari sotto la pioggia battente. Ho anche una certa età e allora vorrei sapere se è possibile che alcune corse vengano fatte arrivare, non dico sotto casa, ma almeno nei pressi così

da evitare che persone come me debbano aspettare sotto le intemperie. Capisco che non è possibile stare dietro alle esigenze di tutti ma almeno a quelle di chi con assiduità utilizza un servizio credo si potrebbe fare. Grazie. Teresa Fondi CEMENTO TRA ROCCA E LA VICINA ARICCIA Ho letto con molto interesse il piccolo articolo sul Segno di aprile a pag. 12 in cui si fa riferimento all’idea di aprirsi un varco tra Rocca di Papa e Ariccia così da creare i presupposti per realizzare nuove costruzioni, negozi, ecc. Questa sto-

ria mi ricorda molto quella dell’Appia Antica di Roma su cui venne fatta la stessa cosa. Si iniziò con la scusa di interventi necessari per il pubblico utilizzo e poi pian piano si arrivò alla cementificazione selvaggia e diffusa. Molti cittadini si batterono contro queste speculazioni ma alla fine bisognava lottare non solo contro le amministrazioni disattente ma anche contro gli enti preposti alla salvaguardia e alla conservazione che ci vedevano come rompiscatole. Spero che almeno qui ai Castelli questo insulso progetto venga fermato sul nascere. Dott. Ottavio Amici

BASTA TRALICCI A MONTE CAVO Come ci avete raccontato, a Monte Cavo si continua imperterriti a considerare l’ambiente a esclusivo servizio delle telecomunicazioni. Ora ci si mette anche la presenza di tralicci per la difesa della nazione! Ci hanno espropriato di un’area che era ed è di tutti i cittadini e forse è arrivato il momento di riprendercela attraverso una lotta pacifica ma determinata. Vedere come è ormai ridotto l’ex convento dei Passionisti pare proprio che non si possa fare più niente ma vale la pena provarci. Roberto Guidi


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