PICCOLO
“ il Segno
Sfregi ...quello che gli altri non scrivono...
www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it
Anno XIII, n. 10 - 16/31 maggio 2014
Al Parco Landsberg
Tagliati oltre 20 alberi
Alberi d’alto fusto, sani e vigorosi, sono stati tagliati all’interno del parco comunale “Landsberg”, posto a ridosso del centro storico di Rocca di Papa. Lo scempio ambientale è stato compiuto all’inizio di maggio durante i lavori di ristrutturazione del polmone verde. Per capire che cosa è accaduto e chi si è macchiato di tale abuso, è stata presentata una denuncia al Corpo Forestale dello Stato... mentre chi doveva controllare non lo ha fatto.
quindicinale indipendente
Alle pagine 10 e 11
Tutti i risultati elettorali Europee a Rocca: Pd al 39%, Movimento 5 stelle al 31,5 Alle pagine 3 e 4
Progetto Casa Rosa Campi d’Annibale Regole e rispetto
Un disastro Rifiuti e... Bici e moto annunciato campane nei boschi A pagina 7
Onesti lascia il comando
A pagina 12
Parte la prevenzione a cura dell’Avis
Tolta l’area agli amici a 4 zampe Proteste al parco
159 anni fa la rivolta popolare A pagina 9
A pagina 13
CULTURA - A pagina 15
A pagina 8
A pagina 6
La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa. Ed essa non può essere limitata senza che la nostra libertà vada perduta.
Thomas Jefferson (1743-1826) Terzo Presidente USA
Ripetitori radio-tv
La salute primaditutto
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Norcineria Testa
Passione storia e tradizione
A pagina 14
Siamo lieti di invitarvi alla
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ATTUALITÀ
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il Segno 16/31 maggio 2014
Una riflessione sulla moneta unica dopo le ultime elezioni europee
Il sogno dell’euro diventato incubo sulla strada dell’incertezza economica
di Francesco Sorrentino Sin dal 1998 la propaganda proeuro aveva infervorato una gran parte degli italiani facendo credere che la moneta unica avrebbe risolto gran parte dei problemi atavici che l’Italia si portava dietro. Uno dei suoi più convinti sostenitori disse: “l’euro è garanzia del nostro futuro, ora potremo vincere la gara con gli altri colossi economici del mondo ...”. Una esigua minoranza di contrari alla moneta europea, i cosiddetti euro-scettici, già da allora si rendeva conto dei rischi insiti in un progetto di moneta unica nell’area euro senza un’unione fiscale e politica. Con l’introduzione dell’euro come moneta corrente in Italia è iniziato per stipendiati e risparmiatori un vero incubo e, al contrario di quanto ci avevano predetto, il nostro Paese si è avviato verso un declino economico che appare irreversibile. I principali vantaggi derivanti dall’euro, cioè i bassi tassi d’interesse sul debito pubblico e la possibilità di acquistare prodotti dall’estero a prezzi più bassi, sono stati ampiamente superati
il Segno
€ da una serie di svantaggi di gran lunga maggiori tra cui la perdita di competitività per il valore dell’euro troppo alto rispetto alle altre monete; la riduzione delle esportazioni, calate di oltre il 30%; l’aumento delle importazioni dovuto anche allo smantellamento dell’apparato produttivo-industriale; il progressivo e lento impoverimento di buona parte della popolazione a seguito della politica dell’austerità imposta dalla Germania. Sono state infatti rifiutate le soluzioni che avrebbero potuto evitare lo strangolamento dell’economia dei Paesi in diffi-
PICCOLO
REDAZIONE Patricia Antolovic, Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, organo quindicinale Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, dell’associazione culturale Paola Gatta, Mauro Giovanelli, “Editoriale il Segno” Anna Giovanetti, Toshi Kameda, C.F. 92028150586 Marcello Loisi, P.IVA 12706861007 Camilla Lombardozzi, Registrazione Tribunale Nanci Marietto, Loredana Massaro, di Velletri n. 5/02 Noga (Gabriele Novelli), del 19/02/2002 Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Paola Rufini, DIREZIONE Vincenzo Rufini, Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, DIRETTORE Sandro Tabellione, Alessia Tino, RESPONSABILE ilsognatore Andrea Sebastianelli
coltà (euro-bond). L’euro è dunque una moneta costruita a misura della Germania che mal si adatta all’economia italiana e alla sua storia. Dall’estate del 2011, con l’inizio della crisi finanziaria, abbiamo preso coscienza che la situazione economica in Italia non era affatto rosea come qualcuno voleva farci credere e che l’euro non era la panacea per risolvere i mali, anzi li avrebbe aggravati. Con l’adesione alla moneta unica di fatto lo Stato italiano, avendo perso la sovranità monetaria, è costretto a finanziarsi sui mercati di una moneta non proILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta ilpiccolosegno@libero.it
Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Stampa: Il Torchio Arti Grafiche Via Sublacense, km 13,600 Subiaco (Rm) - Tel. 0774-822252
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Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Antonello, Marcello, Gabriele, Patricia, Gennaro, Luisa, Patrizio, Omero, Maurizio, Giorgio&Mario, Ilaria, Toshi, Roberto, Anna, Alessandro, Luigi, Renato, Jessica&Davide, Mariangela, Antonella, Roberto, Tiziana&Valeria, Silvia&Francesca, Giulia, Bruna, Fiammetta&Giuseppe, Silvia, Claudio, Fabrizio, Marco&Mahmoud, Orlando, Paola, Emanuela&Luca, Cristina, Nicola, Italia, Renato, Enzo, Maurizio&Valentina, Michela, Gianfranco, Camilla, Massimo, Piero, Loredana, Vincenzo, Anna, Franco, Elio&Maria, Mauro, Vito, Daniele, Alessandra, Gianluca, Patrizio, Monica&Rossella, Luigi, Rosa, Alfredo, Bruno, Diego&Pino, Orofino, Miriam, Alessandro, Emanuela, Mario, Emanuele, Valentina, Stefano, Alberto, Massimo, Mauro, Annarita, Bruna, Enea, Ermanno, Paola&Alessia e Loredana.
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pria per il suo funzionamento. L’attacco speculativo contro i titoli di stato italiani nel dicembre del 2011 ci ha fatto sfiorare la bancarotta e solo con l’intervento della BCE la speculazione si è fermata. Per rispettare i dogmi economici dettati dall’Unione Europea si sono aumentate tasse e prelievi di ogni tipo, ma la situazione peggiora ogni giorno di più in quanto il debito pubblico continua ad aumentare, mentre il PIL continua a scendere. Ci avviamo verso la desertificazione del nostro sistema produttivo, strangolato da un sistema fiscale che di fatto costringe alla chiusura le attività produttive esistenti e inibisce qualsiasi nuova iniziativa imprenditoriale per il peso insostenibile di tasse e contributi. Grandi investitori esteri sono pronti ad acquistare a prezzi stracciati il meglio del nostro sistema industriale che sopravvive alla crisi, per operazioni speculative o per fagocitare la concorrenza. Il Paese, oltre ad aver perso la sovranità monetaria, subisce anche una perdita di sovranità parlamentare costretta ad eseguire i dictat che arrivano dall’eurocrazia dominante. La protervia impositiva dello Stato e dei Comuni non conosce limiti, tanto che si può ritenere che in Italia si è di fatto imposto un regime di “dittatura fiscale” per rispettare i parametri imposti dall’Europa. Abbiamo raggiunto il primato del Paese più tassato al mondo, ma il diluvio di tasse che stiamo subendo non è ancora finito in quanto nuovi esborsi ci attendono. Con il fiscal compact, per esempio, dovremo ridurre il debito di circa 50 miliardi all’anno nei prossimi 20 anni e in più dobbiamo finanziare il fondo salva stati (MES) per 125 miliardi in 5 anni, soldi che si continueranno a prendere da aumenti di tasse o eventuali prelievi forzosi dai conti correnti. Ecco oggi il sogno dell’euro: abbiamo ipotecato il nostro futuro e siamo pronti ad essere colonizzati dai colossi economici del mondo... Avanti così, verso il disastro economico!
il Segno 16/31 maggio 2014
ATTUALITÀ
La lunga corsa di Renzi e la strategia pro-casta Breve analisi del voto per capire la politica e i politici
di Daniela Di Rosa Potevo esimermi dal parlare dell’ultima tornata elettorale? Forse sì, e avrei risparmiato al lettore la mia analisi del voto, analisi fatta da una persona probabilmente poco formata in materia ma pur sempre una persona impegnata in politica da sempre, solo che la mia analisi non è “giornalistica”, non è “da politologa”, non sono un’esperta dei flussi e riflussi dei partiti ma mi vanto di conoscere un pochino il genere umano. Il Partito Democratico ha vinto, Renzi ha stravinto… come mai? Solo due anni fa il suo partito lo rifiutò come segretario e, tramite primarie, gli preferì Bersani; di più, la base del Pd lo definiva “fascistello” o “berluschino”, poi Bersani “perse” le elezioni, si fecero le larghe intese (destra e sinistra insieme al governo), Renzi incontrò l’ex cavaliere ad Arcore, residenza privata e non in una sede istituzionale. All’unanimità (Pd-Pdl) investi-
rono per la seconda volta Napolitano (mai successo e non previsto dalla Costituzione) della carica di presidente della Repubblica e fu amore tra i due partiti… sparirono tutte le differenze e le conflittualità con Berlusconi mentre emergevano gli interessi comuni, mantenere i privilegi della casta e tenere ben salde le poltrone. C’era solo un “muro” da abbattere, Grillo e i grillini, così ci fu la parola d’ordine: “per restare dove stiamo distruggiamo il Movimento 5 stelle”. Per loro, padroni di tutti i media (giornali, radio e tv), era un gioco da ragazzi, solo Interne resisteva (resiste) perché incontrollabile (avranno anche questa, almeno ci stanno provando, Putin e altri leader nel mondo insegnano) il resto è storia, persino i tesserati più riottosi accettarono e si abituarono, fecero di più, grazie al lavoro di Renzi riabilitarono il vecchio nemico giudicato e condannato, Berlusconi, e con l’aiuto di tutti gli uomini del presidente (giornalisti, anchorman)
crearono un nuovo nemico: Grillo! Una decina di anni fa, i compagni andavano in massa ai suoi spettacoli per comprendere gli orrori della politica e dell’industria, fieri, avevano nelle loro case in bella mostra i video di Grillo accanto ai libri di Travaglio (“L’odore dei soldi”) e di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (“La casta”)…tutto dimenticato, è bastato invecchiare di dieci anni, è bastato che crescessero i figli (che ci frega dei figli degli altri) e la rivolta si è subito placata e, come cantava Rino Gaetano, “nascono tutti incendiari e fieri e si ritrovano tutti pompieri”. Ora, per la sinistra, è diventato, in ordine sparso, fascista, Mussolini, xenofobo, omofobo, assassino (incidente d’auto), Hitler; mentre per la destra, comunista, Stalin,amico degli immigrati e degli zingari, gay,assassino (questo vale per entrambi)! Pd e Pdl si sono detti: il cuore degli elettori deve essere pieno di odio, deve avere un nemico comune per dimenti-
Su 49mln di aventi diritto, hanno votato 28mln
Fra destra, sinistra e movimento ha vinto soltanto l’astensionismo AFFITTASI APPARTAMENTO Viale Enrico Ferri Rocca di Papa
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Le elezioni appena passate, a parte il dato su chi ha vinto e su chi ha perso, ci lasciano sul groppone un risultato da non sottovalutare: il forte astensionismo. Su poco più di 49milioni di aventi diritto, se ne sono recati a votare quasi 28milioni, cioè il 58,68%. Questo vuoldire che 21 milioni di italiani sono rimasti indifferenti al richiamo elettorale, preferendo il mare, la montagna o semplicemente il rimanere a casa, per niente attratti dalle elezioni europee più contese della storia. Alla fine, facendo due conti, ci si rende conto che il 40% del Pd (circa 11milioni di elettori) o il 21% del Movimento 5 stelle (quasi 6milioni) non sono nulla di fronte a quelli che si sono astenuti. Eppure nessuna forza politica ha commentato questo dato, ognuno preso o a festeggiare o a farsi una bella dose di Maalox. Mentre una seria analisi andrebbe fatta.
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carsi di noi, offriamogli Grillo e siamo salvi! Il M5s ha perso 3miloni di voti ma cinque milioni non ci sono cascati, e Grillo, nonostante tutto, è il leader del secondo partito italiano! Ora passiamo dal nazionale al locale, anche a Rocca di Papa il Movimento 5 stelle è il secondo partito, al 31,5%, hanno votato Pd in 2.550, hanno votato M5S in 2.057, li separano meno di 500 voti, forse il merito è anche mio, con gli articoli su questo giornale, almeno lo spero! Tra due anni (chissà, potrebbe anche essere prima) si vota per il candidato sindaco, questo piccolo distacco potrà essere superato e invece di un politico riciclato potremo avere come primo cittadino un 5 Stelle, magari uno di voi!
RISULTATI LOCALI Il Pd sfiora il 40% mentre i 5 Stelle superano il 31. Tsipras non arriva per poco al 4
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il Segno 16/31 maggio 2014
Elezioni Europee, stravince il Pd si rafforza Grillo... Berlusconi caput
Anche a Rocca di Papa i risultati delle elezioni europee hanno confermato i dati nazionali seppure qualche particolarità la possiamo registrare. A cominciare dall’ottimo risultato del Movimento 5 stelle che si è attestato al 31,05% (oltre 2mila voti), raggiungendo un risultato che fa di Rocca di Papa roccaforte dei grillini ai Castelli Romani. Il Partito Democratico non riesce a superare il traguardo del 40% (fermandosi al 39) ma il risultato anche qui è andato oltre ogni aspettativa seppure la distanza con i 5 stelle è di 9 punti (poco, rispetto ai 20 riscontrati livello nazionale). Per quanto riguarda le preferenze la Bonafé ha vinto la sfida roccheggiana, seguita da Silvia Costa e da David Sassoli. L’altro dato rilevante è il risultato delle tre liste di centrodestra, Forza Italia (Berlusconi), Nuovo Centro Destra (Alfano) e Fratelli d’Italia (Meloni) che insieme raggiungono il 22,51% (alle europee del 2009 il Pdl era il primo partito a Rocca di Papa), troppo poco per poter pensare di costruire un’alternativa in grado di impensierire il Pd. Berlusconi non ha superato nemmeno la soglia del 15% mentre gli altri due partiti sono riusciti a malapena a racimolare i voti dei fedelissimi. L’altra sorpresa è stato il risultato della Lista Tsipras (Sel, Rifondazione Comunista) che si è fermata al 3,84%, confermando le difficoltà incontrate dalla sinistra alternativa, schiacciata dal cosiddetto “voto utile”, cioè il Pd, necessario per andare a governare e a decidere. Visti i risultati, per loro non esiste alternativa a un’alleanza programmatica col partito di Renzi.
Affluenza Rocca di Papa: 54,77% (affluenza precedente: 60,47%) Aventi diritto al voto: 12.349 - Votanti: 6.761 Schede bianche: 29 - Schede nulle: 203
PREFERENZE
PREFERENZE
39,05% voti 2.550
14,68% voti 959
3,84% voti 251
1,4% voti 92
Bonafè............476 Costa..............459 Sassoli...........451 Bettini.............445 Elezioni Europee 2009
36,32% voti: 2.442
PREFERENZE Mussolini..... ..160 Tajani..............133 Armeni..............55 Cusani..............29 Elezioni Europee 2009
36,47% voti: 2.452
PREFERENZE
Spinelli.............53 Furfaro.............37 Medici...............29 Zanardo............24 Elezioni Europee 2009
8,28% (SEL+Rif.Com.)
PREFERENZE Salvini..............37 Borghezio........13 Elezioni Europee 2009
1,35% voti: 91
PREFERENZE
31,5% voti 2.057
4,62% voti 302
3,21% voti 210
0,65% voti 43
Piga..................18
0,52% voti 34
Elezioni Europee 2009 non era presente
Agea...............107 Ziantoni............98 Castaldo...........74 Zama.................67 Elezioni Europee 2009 non era presente
PREFERENZE Meloni.............163 Scurria..............34 Bracconeri.........6 Biava..................5 Elezioni Europee 2009 non era presente
PREFERENZE
Angelilli............73 Antoniozzi........69 Pallone.............63 Lorenzin...........58 Elezioni Europee 2009
presenti nel Popolo delle Libertà
PREFERENZE Bonelli................3
Elezioni Europee 2009 confluiti in SEL
PREFERENZE
Messina..............2
0,36% voti 24
Elezioni Europee 2009
7,93% voti: 533
il Segno 16/31 maggio 2014
INDOVINA QUANTI SIAMO?
Al 31 marzo 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.699 (maschi 8.228; femmine 8.471). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.307.*
ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità
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NUMERI UTILI
Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)
“La salute dei cittadini non può essere merce di scambio per i voti” *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe
Dopo il sopralluogo dell’assessore regionale all’ambiente,Crestini va all’attacco
di Daniela Di Rosa Scoppia la polemica tra il sindaco di Rocca di Papa, Boccia, e la commissione speciale sulle antenne radio tv presenti sul territorio comunale, presieduta da Enrico Fondi, dopo la visita dell’assessore regionale all’ambiente sulla vetta di monte Cavo. Un comunicato stampa dell’amministrazione comunale del 12 maggio scorso, infatti, ci informava che “nel pomeriggio di oggi l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Refrigeri, su invito del sindaco Pasquale Boccia nell’ambito dell’impegno per la delocalizzazione delle antenne dal territorio di Rocca di Papa, ha effettuato un sopralluogo nei vari siti in cui insistono gli impianti radianti, Monte Cavo, Costarelle e Madonna del Tufo”. Bene, abbiamo pensato noi. Ma subito dopo abbiamo letto che “l’assessore regionale ha confermato la disponibilità a individuare i tecnici regionali che collaboreranno con quelli comunali per il raggiungimento degli obiettivi”. Disponibilità a individuare tre tecnici? Ma è una presa in giro o dicono sul serio? Ma il sindaco non doAurea Cash è certificata e autorizzata dalla Banca d’Italia - Iscriz. n. VIF 500369
vrebbe chiedere il concorso all’amministrazione regionale per delocalizzare le antenne con tempi certi, impegni di spesa definiti e modi concordati? O forse pensa che dopo l’individuazione dei tecnici regionali le cose si risolvano da sole? Il comunicato prosegue con il solito stile trionfalistico dichiarando che all’incontro, “hanno preso parte anche esponenti della commissione comunale speciale per le antenne”. E su questo punto è scoppiata la polemica. “Nessun membro della commissione è stato invitato a partecipare al sopralluogo” ha detto il consigliere comunale Emanuele Crestini dopo aver letto il comunicato dell’amministrazione. “Della commissione ambiente non c’era nessuno -ha continuato l’esponente di minoranza- semplicemente perché nessuno ci ha avvisato. Il sindaco continua a dire bugie, come quando per anni ha sostenuto di essere laureato”. Appare davvero paradossale che la commissione sulle antenne, istituita all’unanimità dal consiglio comunale di Rocca di Papa per combattere il proliferare di tralicci e per
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tutelare la saluite dei cittadini, sia stata tenuta all’oscuro della visita dell’assessore regionale. “Siamo di fronte a una sostanziale bocciat u r a dell’operato della Commissione -ha detto ancora Crestini-, che evidentemente si dimostra per quello che era nei piani del sindaco: uno specchietto per le allodole. È servita finora per prendere tempo e continuare a parlare a vuoto, come Pasquale Boccia ha fatto per vent’anni”. La polemica sembra destinata a proseguire. “Rocca di Papa ha bisogno di impegni precisi e mentre la popolazione continua a chiedere se le antenne fanno male, se l’inquinamento elettromagnetico nuoce alla salute, questi politici non sono in grado di impegnarsi su niente. A queste condizioni -ha concluso Crestini- la Commissione non serve a nulla e per-
Tralicci a monte Cavo
sonalmente non posso prestarmi a questi giochini del sindaco Boccia. L’invito che rivolgo ai colleghi della Commissione è quello di valutare bene il significato della nostra presenza, al momento pressoché equivalente allo zero. Personalmente non posso e non voglio fare la foglia di fico che copre l’incapacità di questi politici. Continuerò a denunciare l’insussistenza delle loro azioni e l’inadeguatezza dei loro obiettivi. La salute dei cittadini non può essere merce di scambio per acchiappare voti. Il sindaco è avvisato”. Intanto di antenne si continua a morire nel silenzio generale.
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ROCCA DI PAPA
il Segno 16-31 maggio 2014
L’assalto ai boschi comunali va fermato prima del disastro
Ora c’è anche la pericolosa moda del Downhill, discesa a folle velocità
di Sergio Rasetti Cosa resta delle ricchezze di questo nostro paese con il nome che si richiama al capo della chiesa cattolica? Basta un colpo d’occhio e la risposta è pronta: “Resta poco, molto poco”. Sono bastati 3/4 lustri per compromettere i capisaldi delle sue fondamentali caratteristiche: patrimonio boschivo e le stupende vedute verso il mare, la capitale e gli Appennini. Classe politica incapace e quella burocratica, che gli ha dato manforte, hanno assestato colpi mortali alle prospettive più che rosee che si erano manifestate negli anni ‘70 del secolo scorso. Quella imprenditoriale e tecnica, dal canto loro, hanno colto soltanto l’opportunità di fare affari fregandosene delle conseguenze, mentre i ceti medi e popolari hanno fatto la loro parte contribuendo alla realizzazione di questo “immenso disordine” che regna su tutto il territorio comunale. Dopo un’infinità di pratiche sbagliate, ora qualcuno (senza rendersene conto?) sembra che stia preparando l’attacco definitivo all’ultimo caposaldo, già notevolmente malridotto, costituito dai boschi, orti e zone agricole. L’arma che si sta già usando in dosi massicce contro di essi è la bicicletta nelle più sofisticate versioni. Il salutare velocipede circola ogni giorno ovunque in migliaia di esemplari senza regole o controlli. Decine di nuovi sentieri sono tracciati ogni anno da questi esploratori con il piede sul pedale provenienti da tutta la Provincia. Esperti frequentatori dei boschi riferiscono di danni evidenti e irreversibili. Di frequente, spericolati e arroganti con chi protesta, questi “sportivi” che scorazzano incontrastati mettono in pericolo l’incolumità di chi passeggia, si dedica al footing o alla camminata veloce con l’ausilio di bastoncini praticata da tanti appassionati. Altri si esibiscono nella pratica Downhill, discesa a velocità folle su percorsi impervi ripetuta decine di volte risalendo al punto di partenza con autoveicoli-navetta attrezzati. Quest’attività, è esercitata di solito sulle piste da sci quando non c’è la neve. Con essa si distrugge il sottobosco, si scavano profondi solchi nel terreno e addio a flora e fauna. Non si capisce come le autorità: sindaco, assessori, uffici comunali competenti, vigili dedicati all’ambiente e tutti gli altri, Guardia forestale, funzionari del Parco regionale e guardiaparco, Polizia provinciale, guardie ecologiche e Protezione civile, ciascuno per le sue competenze, non intervengano severamente per porre fine a queste pratiche che nessuno ha mai autorizzato.
Agli organizzatori i vantaggi a Rocca di Papa i problemi
di Paola Gatta Ancora polemiche per la gara di biciclette di domenica 11 maggio. Hanno partecipato 800 ciclisti. Il percorso riguardava in gran parte il Comune di Rocca di Papa, il cui territorio non ha beneficiato di quasi nessun vantaggio. I ciclisti sono infatti partiti da Nemi, dove una presenza così imponente di atleti ha prodotto un interessante indotto per i commercianti locali. A Rocca di Papa invece solo problemi, visto che l’Amministrazione comunale è stata costretta a sanzionare gli organizzatori per i segni di vernice che hanno imbrattato molte pietre lungo il percorso (segni che rimarranno lì per almeno una decina d’anni). Il Comune ha comunicato così di incamerare la cauzione di 500 euro (in realtà piuttosto modesta), che gli organizzatori avevano versato. Ma a fronte di questo piccolo esborso si può stimare che le quote delle iscrizioni siano state complessivamente nell’ordine di alcune decine di migliaia di euro (singola iscrizione da 20 a 35 euro). Non male per una corsa organizzata da privati su percorsi pubblici, con l’ausilio delle forze di polizia locali e della protezione civile di numerosi comuni limitrofi. Tutto senza costi per gli organizzatori.
I solchi artificiali creati dal continuo passaggio delle bici da Downhill
Rimane il problema irrisolto del transito di diverse motociclette. L’organizzazione della corsa le aveva espressamente richiesto “il passaggio di due o tre staffette moto apri corsa, di cui verranno comunicate le targhe”. La legge altrettanto espressamente lo vieta, tanto che il Parco dei Castelli Romani pone come condizione che “non sia effettuata la circolazione e sosta di autoveicoli o motoveicoli fuori dalle sedi stradali ai sensi della Legge Regione Lazio n° 29/1987”. Peraltro esiste anche una norma ancora più specifica, legge regionale n. 2/1984 che vieta di “circolare e sostare con qualsiasi mezzo di locomozione nelle zone boschive e di pascolo ad eccezione dei mezzi di servizio del parco, dei mezzi di enti ed organismi pubblici per lo svolgimento dei compiti di
Si dice che alcuni concittadini “illuminati” vorrebbero legalizzarla realizzando piste su monte Cavo o monte Faete. Tra questi ci sarebbe qualche amministratore, consigliere comunale, delegato del sindaco. Dimostrerebbero di essere totalmente ignari sulle conseguenze ambientali di una simile decisione e quindi completamente inaffidabili. Studi e progetti elaborati da esperti di li-
istituto e dei mezzi connessi con l’esercizio delle attività agricole”. Insomma, passare con le moto non era proprio possibile. Invece gli organizzatori hanno fatto finta di niente, non hanno rispettato le esplicite condizioni di divieto emesse dal Parco dei Castelli Romani e sono passati con diverse staffette di moto, ognuna delle quali composta da almeno due motociclette. A questo punto il Parco ha l’obbligo di legge di sanzionare i responsabili. L’insegnamento generale che si trae è che questo tipo di manifestazioni non portano nulla a Rocca di Papa, solo dei fastidi organizzatori, svelti e molto disinvolti, che trasformano quella che potrebbe essere una bella manifestazione sportiva in un’occasione commerciale, dove i beneficiari sono soprattutto loro stessi.
vello nazionale sulle attività che si possono autorizzare nei nostri boschi assicurando una reale protezione ambientale, sono già a disposizione ma non risulta che siano stati presi in considerazione da questi signori. A chi sta a cuore il futuro di Rocca di Papa non resta che attivarsi immediatamente per sventare il definitivo assalto “all’ultima risorsa”: il patrimonio boschivo.
ROCCA DI PAPA Dopo averla lasciata deperire il comune ora cerca privati disposti a ristrutturarla
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il Segno 16/31 maggio 2014
Il progetto della “Casa Rosa” si avvia verso il disastro definitivo di Roberto Sinibaldi Non se ne può proprio più: prima ipotesi trionfalistiche, poi errori di valutazione, infine scelte sbagliate e per concludere il disastro annunciato che si materializza nelle parole che una politica impersonale affida ad anonimi comunicati stampa. Evidentemente nessuno ci vuole più mettere la faccia. Così veniamo a sapere che la Casa rosa, l’edificio di via dei Principi sottratto anni fa alla criminalità e affidato al comune, andrà in “assegnazione gratuita”. Esposto in questo modo, per una struttura che dovrebbe ospitare una attività sociale, appare come un obiettivo lodevole e condivisibile. Ma le cose stanno diversamente. Ricordiamo la vicenda della Casa rosa: nel 2008 la Procura della Repubblica di Roma sequestra una casa in via dei Principi, che è affidata al Comune di Rocca di Papa per realizzarvi un progetto con finalità sociali. La casa è di 200 mq, ha un garage, una piscina e un giardino di 2.000 mq. La villa al momento dell’acquisizione da parte del Comune è arredata, perfettamente funzionante e dotata di ogni confort. Il comune assume l’onere di custodire l’immobile e di
provvedere a tutte le riparazioni conseguenti a danni provocati da una sua eventuale negligenza nell’uso del locale. L’8 febbraio 2011 l’Amministrazione comunale concede l’immobile a un’associazione con l’obiettivo di farne una casa di accoglienza per donne sole e/o madri con figli minori, progetto che il sindaco chiamerà “Casa Rosa”. Il 25 febbraio del 2011 il Comune provvede a consegnare l’immobile all’associazione con l’accordo che l’Amministrazione comunale esegua i lavori di manutenzione. Con il passare del tempo i furti e i danni alla struttura si susseguono. La struttura è lasciata senza custodia, senza manutenzione e non si trovano i soldi per le riparazioni. Ciononostante il sindaco Boccia continua ad illudere tutti affermando sui giornali che il progetto della “Casa Rosa” è sempre in procinto di partire e che il rallentamento dell’iniziativa è stato genericamente causato da problemi burocratici. Dopo qualche anno e nessuna azione concreta, l’amministrazione comunale si ritrova con una villa che è un rudere,
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L’ex villa sottratta alla criminalità e affidata nel 2011 al comune di Rocca di Papa
dove sono state rubate perfino porte e finestre, i sanitari, la caldaia, gli interruttori delle luci… Il cortile della villa da anni ormai è diventato il deposito dei cassonetti della spazzatura, del servizio comunale. Insomma, a oggi l’immobile non è stato mai salvaguardato da chi si era assunto l’onere di farlo, ossia l’amministrazione di Rocca di Papa. Nello stato nel quale è ridotto servono molti soldi per pensare di far funzionare la “Casa rosa”. L’ultima trovata è questa: diamolo in assegnazione gratuita, così i soldi ce li mettono coloro che faranno le attività dentro la villa. Ma si tratta di attività con fini sociali! Come si può pensare che un centro di accoglienza per donne vittime
di soprusi e violenze possa finanziare, oltre al proprio funzionamento, la completa ristrutturazione edilizia di un complesso così grande e così malridotto? Alle sicure responsabilità politiche, si sommano quelle del probabile danno erariale. Ma più di tutti quello che colpisce è proprio il distacco dalla realtà dei politici che ci amministrano. Prima lasciano un’intera villa al degrado e al saccheggio e poi pensano di rimetterla a posto con i soldi di qualche associazione. In ogni caso saranno sempre soldi di qualcuno che dovrà pagare per la loro insipienza. Ma è più probabile purtroppo - che il comune non riceva alcuna proposta e il rudere resti tale.
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Parco dei Campi, smantellata l’area riservata a “Fido”
ROCCA DI PAPA Continuano i disservizi Cotral
il Segno 16/31 maggio 2014
di Annarita Rossi Dai primi di aprile è stata tolta la recinzione che al Parco Comunale sito in zona Campi d’Annibale consentiva ai cani e ai loro proprietari di trascorrere insieme qualche ora in tranquillità, permettendo loro un po’ di libertà in uno spazio recintato che, nonostante fosse mancante di una fontana dove far abbeverare gli animali e o farli rinfrescare, era comunque qualcosa. Diversi proprietari si sono rivolti all’ufficio diritti degli animali e al comitato di quartiere dei Campi di Annibale per il suo ripristino ma a tutt’oggi non è stato fatto ancora nulla. Eppure per legge nell’ambito di giardini, parchi ed aree verdi di uso pubblico devono essere individuati, autorizzati e realizzati dagli uffici comunali preposti, degli spazi dedicati agli animali, anche opportunamente
attrezzati con fontanelle. Una decina di anni fa rimasi stupita nel vedere a Praga nei parchi pubblici alcune ciotole legate ad una catenella alla base delle diverse fontane che si potevano incontrare percorrendo ampi tratti di giardini perfettamente puliti, appositamente messe lì per i cani oltre ai distributori di bustine per raccogliere le loro deiezioni. E nel nostro Paese? È indispensabile per il bene di tutti, dato che nel parco comunale giocano diversi bambini e con l’avvicinarsi dell’estate molte persone vi trascorreranno sempre più tempo, ripristinare un’aerea dedicata a Fido, dove questo potrà muoversi, correre e giocare liberamente, senza guinzaglio né museruola, sempre sotto la responsabilità dell’accompagnatore che, finalmente, potrà anche lui ritrovare un po’ di serenità nel vedere il suo amico fedele svagarsi senza recare alcun danno altrui.
A Rocca di Papa il servizio affissioni è sospeso ormai da sei mesi. Ne abbiamo parlato a febbraio su questo giornale, ma l’amministrazione comunale ha continuato a far finta di nulla. Il servizio di affissione deve essere assicurato per legge, ma qui pare che la legge sia sospesa; perdendo peraltro dei soldi, visto che porterebbe degli introiti alle casse comunali che potrebbero essere utilizzati magari per garantire qualche altra borsa lavoro ai tanti disoccupati del territorio. Un altro elemento di quella
disattenzione che ormai dobbiamo considerare tipica di questa amministrazione. Un altro elemento che sottrae spazi alla democrazia, al dibattito, alla partecipazione. Così sembra proprio che gli unici manifesti che si possano affiggere siano quelli abusivi. Non paghi e fai come vuoi. Questa la sintesi. E tra un manifesto abusivo e l’altro non ci sono notizie di multe per gli abusivi. Evidentemente al sindaco va bene così. Luigi Serafini
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Un bus del Cotral
di Letizia Loisi Il 6 dicembre del 2013 ho consegnato 350 firme al Comune. Erano firme messe da pendolari, che si rivolgevano al Cotral, al Comune di Rocca di Papa e alla Regione Lazio, per avere qualche notizia, qualche rassicurazione, magari qualche informazione su prossimi miglioramenti del servizio di trasporto pubblico, che continua come sempre con i ritardi e le soppressioni di corse. Qualcuno ci ha risposto, ha fatto una telefonata, ha scritto una lettera, ci ha convocati? No! Siamo stati semplicemente ignorati. Ignorati dalla Regione Lazio (esisterà un assessore ai trasporti anche là?); ignorati dal Cotral, che per sua consuetudine non risponde a nessuno; ignorati pure dai nostri amministratori, quelli di Rocca di Papa. Quelli che dovrebbero essere più vicini a noi e che invece dichiarano che a loro non risultano lamentele (assessore ai trasporti Mauro Fei, Consiglio comunale del 21 novembre 2013). Forse la nostra protesta, civile, rispettosa e molto composta, non funziona. Forse dovrebbe essere un po’ più vistosa. Che dobbiamo fare? Noi non siamo dei violenti e non possiamo fare altro che organizzare una protesta democratica. Chiediamo contro al sindaco di che cosa hanno fatto delle nostre firme. Forse la prossima volta evitiamo questa “perdita di tempo” e andiamo a protestare direttamente negli uffici del sindaco e dell’assessore ai trasporti.
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il Segno 16/31 maggio 2014
ROCCA DI PAPA
Il comandante Onesti lascia il suo incarico Dopo l’interrogazione del consigliere Crestini
di Luigi Serafini comico linguaggio da azzeccagarbugli liAd aprile avevamo riportato il problema quida tutto in maniera auto-assolutoria di un palese conflitto di interessi del co- (“Ritenuta, quindi, la predetta informamandante dei Vigili Urbani, sollevato dal zione satisfattiva dell’interrogativo di cui consigliere di opposizione Emanuele Cre- al prefato punto ii) nonché…”) e certifica stini. In sostanza Crestini metteva in luce così che l’incompatibilità che lo riguarda che nella società che a Rocca non sussiste. Una incompatibidi Papa gestisce il servizio lità negata facendo ricorso a dell’autovelox ed è controllata un’altra incompatibilità, quedalla polizia locale, vi lavosta volta basata sul buon gusto rano i due figli dello stesso che suggerirebbe di evitare di comandante della polizia lodifendere se stessi in prima cale, Patrizio Onesti. persona. Tra l’altro la lettera è Crestini domandava, in una piena di richiami di legge, artiinterrogazione, se questo duacoli, interpretazioni, ma sono lismo potesse configurare una assenti le valutazioni più incompatibilità per Patrizio Patrizio Onesti ovvie: quelle basate sul buon Onesti, che si sarebbe trovato senso, per cui se hai i tuoi figli in sostanza a valutare l’operato di Renato che lavorano in una società che dipende e Lorenzo (Onesti), cioè dei suoi due figli. da te, sarebbe meglio fare un passo indieLa conclusione di Crestini era che il co- tro. mandante era incompatibile per cui do- Ma quello che forse è più interessante, e veva essere sollevato dall’incarico. suona quasi come un’ammissione della A questo punto l’Amministrazione che necessità di togliersi di mezzo, è una sefa? Prende provvedimenti? Solleva il co- conda lettera, sempre di Onesti. Questa mandante? Risponde che non è vero volta chiede al sindaco di essere trasfeniente? No! Affida la risposta all’interro- rito. È molto probabile che sarà esaudito. gazione di Crestini direttamente al co- Ma niente paura, i figli rimangono da noi mandante Patrizio Onesti, che con un a Rocca di Papa. Una parte dei Cinque
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Artista, scultore e musicista
Un saluto a Remo scomparso all’età di 94 anni
Qualche giorno fa è venuto a mancare all’età di 94 anni Remo La Banca, artista e musicista roccheggiano, che tutti hanno imparato ad apprezzare non solo per la sua arte ma anche per il suo carattere gioviale. Remo ero stato tra i fondatori dello storico concertino folkloristico degli “Screpanti”,, vanto del nostro paese in ogni angolo del mondo. Maestro della pittura ad olio, Remo La Banca è stato anche un abile scultore, attratto dalla natura e dagli animali. Remo La Banca Alcune delle sue opere si possono ammirare ancora oggi presso il giardino della sede del centro anziani ai Campi d’Annibale. A Remo va il saluto affettuoso del direttore e della redazione del Segno.
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il Segno 16/31 maggio 2014
di Andrea Sebastianelli Scempio al Parco Landsberg, il polmone verde del centro storico posto tra via Madonna del Tufo e via Alberobello. Nell’area sono in corso i lavori di recupero e ristrutturazione ma per il momento a farne le spese sono stati una ventina di grossi alberi d’alto fusto, quasi tutti sani e vigorosi, tagliati senza autorizzazione qualche settimana fa. Se c’è un luogo dove gli alberi e la natura dovrebbero essere al sicuro è proprio all’interno di un parco pubblico ma evidentemente a Rocca di Papa questo semplice concetto non può essere applicato. Non solo, i lavori di ristrutturazione (circa 180mila euro) sono stati concessi dalla Provincia di Roma, settore (ironia della sorte) “Tutela ambientale”! E se questo è l’inizio non c’è da stare tranquilli per il prosieguo del progetto. Restano ancora da chiarire le responsabilità della ditta incaricata di eseguire i lavori, visto che i tagli sono avvenuti dopo che l’area è stata trasformata in cantiere di lavoro, e le responsabilità dell’amministrazione comunale che avrebbe dovuto vigilare sugli interventi visto che la relazione tecnica non parla di alberi d’alto fusto da eliminare. Sulla vicenda il Segno, lo scorso 20 maggio, ha presentato una denuncia al locale Comando del Corpo Forestale dello Stato per capire come è stato possibile tagliare oltre venti alberi di notevoli dimensioni (soprattutto castagni -alcuni del diametro di 80/90 cm- ma anche querce e pini) senza che nessuno se ne accorgesse. Rumore di motoseghe, legname accatastato, movimenti dei camion per il trasporto, nessuno ha visto e sentito niente tanto più che lo scempio è stato compiuto in fretta e furia, infatti ogni ramo è
A P P R O F O N D I M E N T O
Scempio
al Parco Landsberg
stato prontamente portato via e il ceppo tagliato è stato abilmente coperto da terriccio e foglie per nascondere l’abuso commesso. Ci domandiamo: - in base a quale tipo di autorizzazione sono stati effettuati i numerosi tagli di specie arboree d’alto fusto? - Tali tagli sono stati autorizzati dagli enti preposti, Forestale e Parco dei Castelli Romani? - Quando e dove è stato depositato il legname prodotto da tali tagli incontrollati e con quali mezzi è stato effettuato il trasporto del materiale prodotto? Non resta che attendere i risultati delle indagini avviate in seguito alla nostra denuncia. Sull’accaduto abbiamo registrato un filmato che è possibile visionare sul sito del Segno, ma già la sequenza fotografica che pubblichiamo nella pagina a fianco fa comprendere la gravità di ciò che è stato compiuto all’interno del Parco Landsberg. Come al solito la politica e le istituzioni sono rimaste a guardare, a parte il consigliere comunale Emanuele Crestini che, su quanto avvenuto, ha scritto una lettera al sindaco e all’assessore all’ambiente Fei (che qui pubblichiamo). Un’altra brutta pagina per Rocca di Papa, cittadina che si fregia del titolo di “Città del castagno” ma che nei fatti non fa nulla per tutelare l’ambiente e il suo patrimonio boschivo.
La lettera del consigliere Crestini
“Ora chi ha sbagliato risarcisca i cittadini e l’ambiente”
All’Assessore all’Ambiente e al Patrimonio boschivo Signor Mauro Fei
LETTERA APERTA
Al Sindaco Signor Pasquale Boccia
Oggetto:abbattimento di alberi secolari nel parco pubblico Landsberg
Egregio assessore, nel parco cittadino intitolato a Landsberg am Lech (città tedesca gemellata con Rocca di Papa), situato a pochi passi dal centro storico, la settimana scorsa abbiamo dovuto assistere a uno scempio, perpetrato senza apparenti ragioni, senza che vi fosse alcun controllo, senza la consapevolezza di chi quell’area doveva tutelare e difendere. Sono stati abbattuti – senza alcuna delle autorizzazioni prescritte dalla legge – una ventina di alberi di alto fusto: querce, castagni, pini, la cui presenza era il presupposto stesso di un’area parco. Lo scempio è avvenuto nel cantiere per lavori di manutenzione del parco, assegnati alla ditta “Lupi Gerardo”. Il legname, la refurtiva, è stato sottratto e occultato. Il direttore dei lavori non ha rilevato alcun abuso. Così pure i dirigenti del suo assessorato. La polizia locale è rimasta indifferente, o non ha notato l’andirivieni di mezzi pesanti che con tutta probabilità hanno trasportato il legname. Nessuno ha visto niente, nessuno si è accorto di nulla, nessuno ha impedito il disastro. E di vero e proprio disastro ambientale si può parlare quando qualcuno annienta un essere vivente, maestoso e centenario, come molti degli esemplari che sono stati asportati. Per quanto successo non chiedo le sue dimissioni, perché sarebbe un atto troppo piccolo. Non chiedo la radiazione della ditta appaltatrice responsabile dei lavori, perché dovrebbe essere automatico non incaricare più di lavori pubblici chi si è reso responsabile di una talecatastrofe. Non chiedo processi o colpevoli. Chiedo, a nome dei cittadini di Rocca di Papa, che siano messi a dimora quaranta alberi di alto fusto, pagati dai responsabili del crimine e non con i soldi dei contribuenti. Chiedo che quegli alberi siano annaffiati e curati perché crescano come si deve. Chiedo che accanto ai quaranta alberi sia posto un cartello descrittivo della specie. Esimio assessore, gli alberi parlano nelle fiabe, camminano nelle storie dei bambini, insegnano a vivere a chi sa ascoltarli. Temo che lei non sia tra questi. Il consigliere comunale del Comune di Rocca di Papa Emanuele Crestini
ECCO LA SEQUENZA IMPRESSIONANTE DEI TAGLI
Il video-filmato dei tagli in versione integrale può essere visto e scaricato sul nostro sito: www.ilsegnoroccadipapa. blogspot.it
il Segno 16/31 maggio 2014
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Via Vecchia di Velletri... per chi suona la campana...della plastica? ROCCA DI PAPA
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di Federico Meiattini Lo so, sono strano. Vorrei uscire di casa e non trovare davanti agli occhi un cumulo di plastica maleodorante, cocci di bottiglia, cassonetti strapieni di sacchetti molti dei quali disintegrati dai cani che hanno la sfortuna di avere come padrone un altro animale che li lascia nelle strade liberi di nutrirsi e poi liberarsi di quanto mangiato… ma questo è un altro discorso. Lo so, sono particolare. Vorrei non sentire la puzza che ti insegue ogni 100 metri ad ogni “angolo” di raccolta. Ma soprattutto vorrei rivedere Rocca di Papa com’era… il giardino dei Castelli Romani, il sogno di villeggiatura di ogni romano, la terrazza più bella di tutte. Ma ormai non c’è ritorno, ci siamo specializzati nel distruggere tutto ciò che i nostri padri e ancor più i nostri nonni ci hanno consegnato. Avveleniamo, roviniamo, distruggiamo ma a piccoli passi per non sentirci in colpa e per non accorgerci di cosa stiamo facendo. La prima richiesta di sostituzione della campana della raccolta della plastica risale a novembre e giustamente mi è stato riferito che non poteva essere sostituita visto l’imminente avvio della raccolta “porta a porta” ai Campi. Ma ai Campi non apparteniamo allo stesso Comune? Perché siamo esclusi dalla raccolta porta a porta già avviata? Comunque, a marzo, altra chiamata ed apprendo che la raccolta domiciliare slitterà a data da destinarsi e richiedo quindi se in attesa c’è la possibilità di avere un’altra campana. A parte che se la campana è rotta proprio sulla sommità probabilmente è stata danneggiata
dal camion che la solleva e quindi se così è dovrebbe essere sostituita a loro spese. O no? Attendiamo… niente da fare, a maggio ultima chiamata nella quale mi confermano che la raccolta porta a porta si avvierà forse a febbraio e che se la campana rotta “mi disturba la vista” potrà essere rimossa ma non sostituita ed apprendo inoltre che ogni campana, per contratto, è svuotata ogni 15 giorni e che ogni variazione comporta un aggravio dei costi. Quindi cittadini sappiate che la nostra Tarsu è insufficiente per poter ottenere uno smaltimento dei rifiuti più frequente. Paghiamo troppo poco e questo che abbiamo attualmente é il massimo servizio che possiamo ottenere! Compreso nel servizio come non ricordare il travaso dei rifiuti che avviene tra i mezzi quotidianamente all’inizio della strada più panoramica di Rocca di Papa che produce un olezzo insopportabile, accompagnato dalla pericolosa scia oleosa che lasciano i camion sull’asfalto ad ogni curva… una gioia per i motociclisti o ciclisti. Inoltre, sempre nel corso della chiamata, apprendo che se intorno alla campana c’è un cumulo di plastica la colpa è dei cittadini che non si spostano a cercarne una vuota. Questo è anche vero, infatti ci sono altre campane in cima alla strada vuote ma ce ne sono altre ugualmente piene. Ma, come ricordavo, paghiamo poco e quindi dobbiamo anche fare la ricerca della campana. Effettivamente andrebbe fatta una riflessione sulla quasi totale mancanza di cultura dell’igiene urbana e sul decoro della città. Basterebbe un giro tra i boschi e
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il Segno 16/31 maggio 2014
Rifiuti abbandonati in via Vecchia di Velletri ai Campi d’Annibale
lungo il ciglio di ogni nostra strada. E su questo il comune può fare poco se i cittadini non collaborano. Ma la mia perplessità rimane. Quanto devo pagare per avere una strada pulita? Quello che ora paghiamo è poco? Le immagini valgono più di qualsiasi commento e se il comune ritiene che questo in foto è il miglior servizio che possiamo ottenere con le tasse che ora paghiamo, allora mettiamoci l’anima in pace e chiudiamo gli occhi davanti ad ogni angolo di raccolta, in attesa di altri aumenti per ottenere una cifra adeguata ad un miglior servizio. Invece ritengo che quanto paghiamo sia più che sufficiente per avere un maggior decoro urbano ma ultimamente il comune è particolarmente suscettibile allorquando si ipotizza un miglior utilizzo dei fondi a disposizione e soprattutto se si propone di abbattere i costi degli attuali appalti. Un’ultima osservazione. Perché quando chiamo il comune ho
sempre la sensazione di sentirmi sempre e comunque un rompiscatole e non un cittadino e, se permettete, un… contribuente? Pagare sempre… chiedere mai! Dobbiamo solo pagare un’addizionale regionale sempre maggiore, una quota Irpef crescente ed una Tarsu sostanziosa e non pretendere mai un servizio migliore di quello che riceviamo. Tanto le risposte sono sempre le stesse, i fondi non ci sono (dove saranno finiti poi tutti i miei contributi di questi ultimi 10 anni?), la Provincia li ostacola, la Regione non li aiuta e siamo anche il comune più virtuoso di tutti i Castelli! Vi ricordate l’iscrizione di Massimo D’Azeglio sulla lastra in marmo in Piazza Margherita? Vedendo oggi Rocca di Papa chissà cosa direbbe D’Azeglio ai cittadini ed agli amministratori.
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P.S. Dopo circa due mesi, finalmente oggi (23 maggio), l’area è stata pulita e la campana sostituita.
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La prevenzione targata Avis dall’estate i nuovi test PSA il Segno 16/31 maggio 2014
Per tutto il periodo estivo, in occasione della donazione del sangue, l’Avis eseguirà il test del PSA a tutti i donatori di sesso maschile di età compresa fra i 45 e i 65 anni. L’adenocarcinoma della prostata è diventata la neoplasia più frequente nei soggetti di età superiore ai 45-50 anni, ed è la terza causa di morte per cancro, dopo i tumori del polmone e del colon-retto. La diagnosi precoce del cancro della prostata, sta assumendo un ruolo sempre più rilevante, grazie soprattutto alla determinazione sierica del PSA (Antigene Prostatico Specifico); per questo motivo, l’Associazione Americana di Urologia (AUA) e l’Associazione Americana per il Cancro (ACS) consigliano che tutti gli individui di sesso maschile, al di sopra dei 45-50 anni di età, vengano sottoposti, almeno una volta l’anno, al dosaggio dei livelli ematici del PSA, attraverso un semplice prelievo
ROCCA DI PAPA
del sangue. Normalmente, solo minime quantità di PSA circolano nel sangue, perciò, livelli elevati di tale proteina possono indicare la presenza di un tumore in fase iniziale. Ma non sempre elevati livelli di PSA sono sinonimo di carcinoma prostatico. Valori di PSA superiori a 4 μg/ml sono l’indicazione di qualcosa che non va, ma non è obbligatoriamente il cancro ad esserne la causa. Il PSA, infatti, s’innalza anche in caso di infiammazione della prostata (prostatite), infarto prostatico, iperplasia prostatica benigna o dopo metodiche diagnostiche, come l’esplorazione rettale e l’ecografia trans-rettale. Quando la malattia si chiama cancro, nessuna chemioterapia, radioterapia è più efficace della diagnosi precoce; forse, eseguendo “a tappeto” il dosaggio del PSA nella popolazione maschile, potremmo vedere ridurre il
rischio di morte per carcinoma prostatico, così come è avvenuto per il cancro della mammella. Vista la sua semplicità ed importanza, l’Avis di Rocca di Papa, ha deciso anche per quest’anno d’inserire, tra gli altri esami ematochimici di routine che vengono eseguiti sui donatori, anche il dosaggio del PSA per tutto il periodo estivo, ritenendo che il donatore, sottoposto ad un esame non richiesto dalla legge, prenda coscienza dell’importanza della donazione, non solo come atto di solidarietà verso gli altri, ma anche come momento di controllo preventivo della propria salute. Per qualsiasi chiarimento, informazione o prenotazione per eseguire il test, potrai contattarci telefonicamente presso la nostra sede di via Campi d’Annibale, 135B al n. telefonico 06-94286108 o visitare il sito www.avisroccadipapa.it. La Segreteria Avis Rocca di Papa
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NOTIZIE LIETE Nanda e Carmelo 60mo di matrimonio
Il 20 maggio scorso Nanda e Carmelo Massaro hanno festeggiano il loro sessantesimo anno di matrimonio. Un traguardo importante per i nostri concittadini, sposatisi nel 1954. A Nanda e Carmelo vanno gli auguri da parte dei figli, della nuora, dei generi, dei nipoti e dei pronipoti… a cui si aggiungono quelli dell’intera redazione del Segno.
Auguri a Chiara e Federico D’Antoni
Chiara D’Antoni ha conseguito la laurea in Ingegneria Informatica lo scorso 5 maggio. Pochi giorni dopo, Federico D’Antoni, che frequenta il corso di Ingegneria Medica, è diventato anche arbitro federale esordendo il 10 maggio nella categoria dell’Eccellenza. Auguri a entrambi dalla redazione.
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ROCCA DI PAPA
La storica norcineria nel cuore del centro storico
Alla scoperta della grande passione di Gino Testa
di Marcello Loisi A Rocca di Papa, tutti conosciamo la Norcineria Testa, in via Gramsci, e chi la conosce non può non apprezzarne la qualità dei prodotti artigianali. Abbiamo voluto sapere qualcosa di più sulla storia di questo che è uno dei negozi tradizionali più antichi del centro, per cui abbiamo parlato con Gino Testa, che insieme alla sua famiglia gestisce la norcineria. Com’è nato questo posto? “La bottega è stata fondata da Angelo Testa, mio bisnonno, prima della guerra. Inizialmente, lavorava quasi esclusivamente porchette, che cuoceva nel forno a legna. Successivamente, insieme a mio nonno (Socrate Gino Testa), decise di lavorare le carni suine e venderle al banco, come tuttora facciamo anche noi”.
Quindi, nel tempo, è cambiata la vostra offerta. “Certo. I gusti sono cambiati, come lo sono anche le attrezzature. Penso, in particolare, ai frigoriferi o ai forni, i quali hanno inciso sulle modalità di preparazione dei nostri prodotti, nonché sui tempi necessari e la stagionalità. Un altro esempio è dato dal periodo della macellazione, che prima iniziava ad ottobre e finiva a marzo, mentre ora i mattatoi sono attivi tutto l’anno”.
Utilizzate ancora il forno a legna? “Per la porchetta e i cotti utilizziamo esclusivamente il nostro forno a legna, che si trova al Vivaro e per il quale impieghiamo le fascine. Rispetto ai forni a convezione, quello a legna lavora con temperature e tempistiche diverse (con la legna ci vuole quasi il doppio del tempo) con le quali si ottiene un prodotto sicuramente migliore sotto il profilo della qualità. In questo modo, teniamo viva anche
la tradizione, alla quale io e la mia famiglia siamo particolarmente legati”.
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Esiste, inoltre, un’articolata rete costituita da norcini e allevatori che ci lega a diverse realtà e che, con gli anni, porta alla selezione dei migliori suini. Tutto questo, da qualche tempo, rischia di essere sconquassato dall’invasione dei prosciutti tedeschi, che costano la metà ma che nascondono una scia di maltrattamento degli animali e di sfruttamento dei lavoratori. Io e molti altri, oltre ad essere danneggiati economicamente da questo meccanismo, siamo convinti che il benessere degli animali e le buone condizioni di lavoro costituiscano le premesse irrinunciabili per un prodotto di qualità. Preferisco puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità”.
A proposito della porchetta, come la preparate? “È uno dei nostri punti di forza. Mio nonno e mio padre compravano Gino Testa nel suo storico laboratorio i maiali negli allevamenti tra Valmontone e Artena, con i quali preparavano la porchetta. Allora la facevano con l’osso, uso che con gli anni è andato perdendosi, probabilmente per motivi commerciali. Per condirla utilizzavano la finocchiella, che Come va il negozio negli ultimi anni, raccoglievano in via dei Laghi. Purtroppo, quelli della crisi? mio padre non fece in tempo ad insegnarmi “Devo dire che, diversamente da altre rela tecnica per prepararla in questo modo, altà del centro di Rocca di Papa, la norcima sicuramente sarà stata molto buona, neria riesce a resistere, anche se non senza poiché la carne con l’osso è quasi sempre difficoltà. Questo grazie anche all’ampia migliore. In ogni caso, cuociamo la por- gamma di prodotti che offriamo: dalla chetta nel forno a legna per più di 5 ore, carne fresca alla porchetta, ai prosciutti, i abbassando la temperatura nell’ultima fase salami, le coppiette, la lonza e altri alimenti tipici dei Castelli Romani, tra i di cottura”. quali la coppa, fatta con il limone e le spezie classiche, un’altra nostra specialità Che tipo di carni usate? “Lavoriamo esclusivamente maiali nati, molto apprezzata. Inoltre, la cordialità allevati e macellati in Italia, in particolare della mia famiglia è sempre stata un elein Umbria e in Toscana. Sottolineo che mento caratterizzante, cosa che ci ha lescegliamo solo maiali che non sono stati gato al territorio e alle persone. trattati con antibiotici, per assicurare la Sicuramente, anche questo ci aiuta a fronmaggiore sicurezza alimentare possibile. teggiare la crisi”.
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Cultura e
... dintorni
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“Innalziamo il nostro albero della libertà!”
Nel 1855 la rivolta dei roccheggiani contro i Colonna
di Andrea Sebastianelli 159 anni fa i cittadini di Rocca di Papa vissero uno dei momenti più esaltanti della loro storia. Un gruppo di roccheggiani, infatti, stanchi dei soprusi e sfiniti dalla miseria, decise di ribellarsi al potere costituito, cioè lo Stato Pontificio e i Colonna (proprietari del feudo), dando vita a quella che passerà alla storia come “Repubblica indipendente di Rocca di Papa”. Era il la notte del 30 aprile del 1855 e allora il paese contava circa 2.500 persone, perlopiù dedite alle attività agricolo-pastorali e boschive. La rivolta durò pochi giorni e a ricordare le gesta di quegli uomini coraggiosi e temerari, subito arrestati e condotti nelle galere pontificie, è la lapide collocata in piazza Garibaldi in occasione del centenario, la stessa piazza dove i ribelli innalzarono l’albero dell’indipendenza proprio di fronte all’edificio che rappresentava l’autorità dominante. Una sfida aperta a quel potere che, già sofferente per i sempre più diffusi moti carbonari, non esitò a usare la mano pesante per soffocare subito i nascenti ideali di libertà rappresentati dal grido mazziniano “Dio e popolo”. La sommossa roccheggiana ebbe grande risalto anche sulla stampa internazionale che guardava con attenzione e interesse a ciò che accadeva in Italia, considerata terra di fermenti e di passioni che provocavano spesso ammirazione in molti Stati Europei. Durante la rivolta del 1855 a Rocca di Papa soggiornava il conte Liedekerke de lari. A differenza della Sand, il poeta roBeaufort, ministro dei Paesi Bassi, che mano Gioacchino Belli, ebbe per i roccheggiani parole sulla vicenda si sferzanti: «La causa espresse in modo della pazzia de’ rocchimolto serio: “La progiani deriva da certe lor clamazione della Revane pretenzioni contro pubblica di Rocca di il Principe Colonna sul Papa è un avvenimento diritto di pascere e di lepolitico di grande rilegnare sul territorio, divanza”. Questa breve ritto che negli scorsi dichiarazione fa comanni in virtù dell’emanprendere perché la cipazione repubblicana Chiesa intervenne con avevano essi portato prontezza repressiva agli ultimi estremi della a soffocare il focolaio licenza. Il principe ha innescato, le cui convoluto ricondurre que’ seguenze avrebbero villanzoni agli ultimi potuto portare a qualestremi della licenza del cosa di ben più vasto e Il conte Liedekerke dovere, secondo le vecradicato, tanto che la de Beaufort chie stipulazioni e conscrittrice francese George Sand (pseudonimo maschile di An- suetudini: ed essi “Morte a Colonna, viva dine Aurore Lucile Dupin, più tardi la Repubblica” e fuori una bandiera tricobaronessa Dudevant, 1804-1876), che si lore, e su un albero della libertà e balli e trovava a Rocca di Papa in quegli stessi grida, e il malanno che se li colga. Ne giorni, si affrettò a lasciare il paese sono stati carcerati 17. Io per me, dopo onde evitare di poter essere conside- date loro una buona stirata d’orecchie e rata ispiratrice di tali sommosse popo- una zeccata al naso, li rimanderei a casa a
La lapide di piazza Garibaldi
dormire sotto quattro coperte trapuntate perché dopo una sudata copiosa si rialzassero di letto col cervello alleggerito». In verità di questi 17 rivoltosi non si conosce nemmeno il nome né si sa che destino abbiano avuto dopo l’arresto. Quello che si sa è che quel vento di rivolta, seminato qualche decennio prima dal giovane medico condotto Leonida Montanari (poi ghigliottinato a La scrittrice George Sand piazza del Popolo a Roma il 22 novembre 1825), non si sarebbe più fermato fino al consolidamento del più alto ideale risorgimentale a cui lo stesso Stato Pontificio dovette chinarsi.
16 di Gabriele Novelli La camera dove dormiva era terribilmente fredda e Paletto si svegliò di malavoglia. Sbirciò al di là dei vetri: si intravedevano spumosi nuvoloni cavalcare veloci in direzione della costa, trascinati da un vento teso e silenzioso. Verso nord, sul fondo pianeggiante della valle, la Grande Città, sotto quelle medesime nuvole, appariva fustigata da una pioggia argentata che da giorni cadeva, senza interruzione. Era molto contrariato, Paletto, ma doveva comunque alzarsi e recarsi al lavoro. Dove, pensò, sarebbe giunto in ritardo: doveva prendere la funicolare, poi un autobus dagli orari incerti e quindi la metropolitana, linea F e poi affrontare anche una disagevole camminata. Si trascinò in cucina: trangugiò un caffè bollente, sgranocchiò un biscotto e bevve un bicchiere d’acqua. Quindi si vestì e afferrato il grande ombrello verde uscì sulla strada dove fu immediatamente investito da una folata di vento screanzata, che gli rovesciò addosso una quantità di pioggia gelata e gli strappò dalle mani l’ombrello. Imprecò abbondantemente. Si irrigidì contro il vento e con cautela, camminando muro muro in tralice, giunse alla stazione della funicolare. La nuda sala d’aspetto era affollata: giovani mamme con i loro bambini; uomini, tristi e zuppi di pioggia; alcuni con un mozzicone giallastro di sigaretta spento fra le labbra, con le mani in tasca, un floscio zainetto sulle spalle; donne anziane che, con parole sibilanti appena accennate, parlottavano fra loro scoprendo a tratti rozze dentature d’oro; giovani, in gruppetti separati, con i pantaloni calati a metà sul sedere, i ragazzi e con gli ombelichi all’aria, le ragazze. Dall’unico finestrone spalancato penetrava una nebbiolina maligna che ormai avvolgeva completamente la sala d’aspetto. Il grande orologio a muro, in alto, moveva le sue lancette all’incontrario mentre il segnale luminoso, che avrebbe dovuto avvertire i viaggiatori in attesa, con un ultimo anelito di vita rosso brillante, scivolò lentamente lungo il muro e precipitò, silenzioso, a terra. Nessuno se ne curò. In quel preciso istante si affacciò sulla porta di servizio un ometto barbuto con un cappellino con la visiera il quale, con una vocetta minuta da adolescente, annunziò: «La funicolare è pronta. Affrettarsi!». Paletto si mosse rapidamente dando qualche gomitata a destra e a sinistra. Entrò quindi nel vagone di testa e si sedette. Le persone che velocemente, una dopo l’altra, gli sedettero accanto, occupando tutta la lunghezza della panca, Paletto non le aveva notate nella sala d’aspetto. Erano uomini e donne sconosciute e tutte parlavano fra loro con linguaggi incomprensibili. Quando poi le vetture, agganciate ad un cavo metallico che lentamente si srotolava trattenuto nella gola di una immensa ruota di acciaio che girava tranquilla sul suo asse rotante, si mossero, tutti i presenti, all’unisono, tirarono un rumoroso sospiro di sollievo. Paletto si disse : “Bene! Si è mossa. Anche oggi andremo al lavoro!”. La giornata lavorativa trascorse molto spiacevolmente, dopo i rimbrotti del Capo all’arrivo in ufficio. Ma infine giunse al termine e Paletto, riassettata la sua scrivania, si avviò all’uscita. La pioggia era terminata: sul selciato bagnato si rifletteva, tremolante, la luce bluastra della luna appena sorta. Alcune stelle, quelle più luminose, si erano già affacciate lungo i bordi slabbrati delle ultime nuvolaglie
LA STORIA
Come fu che Paletto, tornando a casa, non ritrovò la funicolare
sfuggenti. L’aria era fresca, umida e tersa. Nessun altro percorreva quella strada. Avvertì una sensazione inconsueta: gli sembrava di essere immobile e che tutto gli scorresse accanto velocemente. Affrettando l’andatura raggiunse la fermata della metropolitana, linea F… Il cielo era finalmente sgombro da nuvole e adesso la luna era immensa: occupava completamente il cielo, gettando tutta la sua luce attorno, tanto che erano perfettamente visibili anche i più piccoli oggetti. Fu a questo punto che, giunto finalmente alla stazione inferiore, Paletto, scendendo dall’autobus semplicemente non vide più la funicolare e che, portando una torcia elettrica accesa in mano, comparve l’ometto barbuto con il cappellino con la visiera il quale, rivolto con piglio da teatrante ai viaggiatori, annunziò: “Signore e signori: la funicolare è stata sequestrata! Per proseguire dovrete salire la scalinata a fianco dei binari. Naturalmente a piedi!”. Paletto si attardò e quando fu sicuro di essere rimasto solo iniziò a salire… Giunto a metà gli mancò il fiato e si mise seduto: il respiro si era fatto difficile e la situazione sembrava peggiorare. Fu preso dal panico quando, l’ometto barbuto con il cappellino con la visiera, lo raggiunse e fermatosi lo fissò a lungo. Dopo di che, indirizzatogli un rapido gesto rassicurante, proseguì, accompagnato dalla luce occhieggiante della torcia elettrica. Faticosamente Paletto riprese a salire giungendo infine alla sommità della scala uscendo quindi all’aperto, sul piazzale antistante la stazione. Della funicolare nemmeno l’ombra; ma notò, sul lato opposto della piazza, una sagoma bianca che gli sembrava immensa assicurata con delle grosse corde al pianale di un grande camion con le luci accese. Si intravedeva al posto di guida la figura scura del guidatore. Paletto rimase interdetto: quella sagoma bianca lo inquietava: cos’era?
il Segno 16/31 maggio 2014
Un’ombra si aggirava lungo le fiancate del camion e Paletto comprese che apparteneva a un uomo il quale ogni tanto, per assicurarsi che le corde fossero ben tese e legate, le scuoteva e le tirava a sé. Infine, probabilmente soddisfatto, salì a bordo del camion che si mise subito in moto e partì lanciando un tremendo suono di tromba: la piazza rimase vuota e deserta. L’ometto barbuto con il cappellino con la visiera gli ricomparve inaspettatamente al fianco. Paletto lo osservò con maggiore attenzione di quanto avesse fatto le volte precedenti e si rese conto che anche lui lo stava osservando. Si guardarono negli occhi : Paletto notò che quelli dell’ometto erano grandi e inquieti. Ma la cosa che lo colpì maggiormente fu la loro espressione beffarda mentre egli continuava anche a muovere le mani in continuazione accompagnando il movimento con un ampio gesto delle braccia. Infine disse: “Hai visto? Te lo saresti immaginato che qualcuno avesse potuto portare via la funicolare tutta incartata con un camion? Per portarla poi dove? ”. E continuò parlando a se stesso: “Io là sopra su quelle vetture mi ci sono fidanzato e ci sono cresciuto anno dopo anno. Ma lo sai che anche mio padre ha fatto la medesima cosa? Era una vera scuola di vita!”. Quindi si girò su se stesso, spense la torcia portatile, si calcò meglio il berretto con la visiera e si avviò verso il fondo della piazza. Paletto lo seguì con lo sguardo fin quando la luce dei lampioni glielo permise. Poi diventò un’ombra e non lo vide più. Aspettò ancora un poco. Si rese conto che aveva dimenticato sicuramente sull’autobus il grande ombrello verde. Guardò il suo orologio da polso: era molto tardi e si avviò speditamente verso casa. La luna era sparita mentre il cielo era di nuovo nuvoloso e stava cadendo una pioggerellina fitta fitta. Attorno a lui il silenzio era assoluto: soltanto un gatto innamorato si sentiva ululare, disperatamente.
L’associazione Libera di don Ciotti ha inaugurato la sua sede ad Ariccia il Segno 16/31 maggio 2014
di Marcello Loisi Libera è un’organizzazione fondata nel 1995 da Don Luigi Ciotti per contrastare la mafia attraverso l’intervento attivo della cittadinanza, chiamata a presidiare sia i “luoghi della criminalità” – attraverso la riappropriazione dei beni confiscati ai mafiosi – sia la memoria di coloro che hanno speso la loro vita in nome della legalità. I progetti promossi da Libera sono portati avanti dai moltissimi volontari organizzati negli oltre 1.600 presidi sparsi su tutto il territorio nazionale. Uno dei programmi condotti con maggiore forza è senza dubbio quello di “Libera Terra”, che vede la collettività riappropriarsi della terra liberata dalla criminalità attraverso l’agricoltura, che poi diventa cura del territorio e avamposto di legalità. Questo genere di realtà risulta determinante in quelle aree in cui la presenza della malavita pervade la quotidianità delle persone e dalla quale è difficile liberarsi, appunto, senza un appiglio lavorativo e sociale stabile. Libera è presente sul territorio dei Castelli Romani dal 2012, ma è solo dallo scorso 9 maggio che il Comune di Ariccia ha concesso ai volontari una loro sede autonoma presso una delle sale di Palazzo Chigi. Il presidio verrà intitolato a Natale De Grazia, capitano della Marina Militare morto a 39 anni in circostanze poco chiare. De Grazia faceva parte del pool investigativo della Procura di Reggio Calabria che ha lavorato per far luce sulle cosiddette navi dei veleni, ossia quelle imbarcazioni cariche di rifiuti tossici che vengono fatte affondare nel Mediterraneo con il duplice intento di smaltire illegalmente le sostanze inquinanti e di intascare indebitamente l’indennizzo assicurativo.Anni di indagini portarono De Grazia e i suoi colleghi a scoprire un elaborato sistema criminale che coinvolgeva soggetti malavitosi provenienti dal Medio
L’INIZIATIVA
Oriente, dall’Africa e dall’Europa. Il capitano morì dopo aver consumato un pasto presso una stazione di servizio, ma le circostanze della sua morte rimangono torbide e piene di omissioni.
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In sua viva memoria, il Presidio dei Castelli Romani ha intenzione di realizzare progetti, alcuni dei quali simili a quelli già promossi, come quello inerente la pulizia del “Castelletto”, la villa confiscata al
tesoriere della Banda della Magliana sulle rive del lago di Castel Gandolfo, promossa con una giornata di apertura al pubblico nel giugno del 2013. Di recente, c’è stata anche l’organizzazione della partenza di pullman da tutti i Castelli per la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di tutte le mafie, che si è svolta a Latina lo scorso marzo. Inoltre, i volontari promettono che sarà sempre forte la pressione sulle istituzioni locali per la concessione alla collettività dei beni confiscati alle mafie, possibile attraverso Bandi Pubblici. Per chi desideri chiedere informazioni sull’associazione, può rivolgersi a Silvia Barbieri, rappresentante del presidio dei Castelli Romani (mail: pres.castelliromani@libera.it).
Elena Lazar e Roberto Angelini conquistano quattro titoli italiani con la Emy Dance di Rocca Ai Campionati Italiani di danza sportiva della Federazione FIDA, che si sono tenuti presso il palasport di Anagni, in grande evidenza i ballerini dell’associazione Dilettantistica Danza Sportiva Emy Dance di Rocca di Papa dei Maestri Claudio De Nicola ed Elisa Meconi nostri concittadini. I piccoli roccheggiani Roberto Angelini ed Elena Lazar, nelle categorie 6/9 anni classe E/F e Under 9, hanno conquistato ben quattro titoli italiani, due nelle danze standard e due in quelle Latino Americane, altri titoli sono stati conquistati da un’altra coppia di bambini, Mattia Forgia ed Emily Ugolini, che nella categoria 10/11 anni classe F danze Latino Americane si sono classificati al primo posto, e argento nelle danze standard. Nella categoria 16/18 anni, oro per Angelo CipRoberto ed Elena pitelli e Ludo-
I due campioni con i Maestri Claudio ed Elisa
vica Carnevali nelle danze Standard e bronzo nelle danze latine classe F, mentre sempre nella categoria 16/18 anni classe F1 oro per Daniele Brunetti e Serena Brunetti nelle danze Latine e Argento nelle danze standard. Per finire Bronzo anche per Lorenzo Pierini e Lorena Paglia nelle danze latine 16/18 anni classe E. Grande soddisfazione da parte degli insegnanti che ringraziano i loro allievi e i loro familiari che supportano con grande entusiasmo questa grande passione.
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di
Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani
Il consumatore
di Camilla Lombardozzi Era il lontano 2001 quando approdò nelle sale cinematografiche Harry Potter e la pietra filosofale, il primo film di una saga che ha fatto innamorare grandi e piccini. Ebbene, oggi torniamo nuovamente a parlare dei tre simpatici maghetti di Hogwarts, che saranno protagonisti di una nuova vicenda. Attenzione, non sto parlando di una nuova saga cinematografica, anche se la Rowling ha reso noto che il prossimo novembre 2016 arriverà la trasposizione cinematografica del libro del 2001 “Gli animali fantastici. Dove trovarli”, in cui, cari fan, non ci sarà nessun riferimento alle avventure di Harry Potter, se non a Gellert Grindelwald e Albus Silente. La novità però è un’altra, agli Universal Studios di Orlando aprirà questa estate una nuova attrazione del parco dei divertimenti, intitolata “Harry Potter and the Escape from Gringotts”, Ron, Harry e Hermione, interpretati rispettivamente da Rupert Grint, Daniel Radcliffe e Emma Watson torneranno a vestire i panni dei tre maghetti in un video che riprenderà una scena tratta da Harry Potter e i doni della morte e sarà, udite udite, l’attrazione principale all’interno del Wizarding World of Harry Potter-
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i di...
Il vino... senza uva
di Marcello Loisi Il formaggio senza latte, il vino senza uva, il cioccolato senza cacao. Sembra una follia, ma è tutto lecito e consentito da alcune nuove norme europee. Proprio per questo, la Coldiretti ha organizzato una manifestazione a Milano lo scorso 21 maggio per protestare contro queste leggi che consentono tali aberrazioni alimentari, che mettono in difficoltà uno dei settori trainanti del nostro Paese. La Coldiretti avverte che l’agroalimentare italiano è sotto attacco da molto tempo. Secondo i dati della federazione degli agricoltori, negli ultimi 15 anni, le emergenze alimentari causate dalle sofisticazioni alimentari (come l’aviaria e la “mucca pazza”) ci sono costate 5 miliardi di euro e tale cifra va
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Diagon Alley. La giostra interamente in 3D trasmetterà, stando alle dichiarazioni della Universal Studios, un filmato in cui Harry, Ron ed Hermione s’intrufoleranno nella banca dei Maghi Gringott per recuperare un oggetto magico che li aiuterà a sconfiggere Lord Voldemort. Perciò, cari fan di Hogwarts, affrettatevi nel comprare i biglietti per questa fantastica attrazione tutta americana. Orlando vi aspetta!
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Quando un tizio invece di cibarsi ingrassa, veste alla moda che passa di moda e per andare da qui a lì acquista un Suv, cos’è? Uno squinternato sentenzia la Sociologia. Quelli, che la fanno, dicono pure come tal tizio sia etero-diretto, afflitto da insipienza, irresponsabile per sé e per quanto gli sta attorno; abbaia alla luna, si piscia sulle scarpe. Tal dire lo ha inviso ai più, quei più come lui. Subìto il dileggio di chi lo studia, di quelli che lo raccontano; circondato da agenti a fini di lucro, che lo vogliono in-formare/convincere; da altri agenti che con i consigli per gli acquisti lo depredano della domanda; così agito, tutti quelli che hanno da vendere lo vogliono perché vuole tutto. E quando lo squinternato, squattrinato, non ce la fa più a dare credito a tal dire, si scorge quello che neanche quelli che studiano l’economia potevano immaginare. Essipperchè quegli atti, che lo screditano costituiscono il ruolo; gli danno la forza che le dicerie degli untori non riescono a scalzare. Fa ancor di più: ben oltre quel che il buon senso consigli, la ragione preveda, il portafoglio possa, si affranca dal bisogno! Orbene in un tempo, quello dell’economia dei consumi, dove il solo bisogno non smaltisce fa ancor di più: ben oltre quel che il buon senso consigli, la ragione preveda, il portafoglio quanto viene prodotto, viene alla ribalta chi si fa artefice dell’andare oltre, quel bisogno. Nel farlo, fa al meglio per fare la crescita; per farla occupa il centro di gravità del meccanismo della produzione, facendone salire la produttività di sistema. Tutto questo manca di essere intercettato dal pensiero sociologico. Sociologi, o solo miopi? E tali consumatori, imbelli? E i policy-maker poi, che non dispongono una idonea allocazione della ricchezza, affinché agli ex imbelli oggi agenti economici non manchi il foraggio per foraggiare la crescita, sono miopi o pure imbelli? E quei facinorosi intellettuali che disdegnano tutto quel che passa ad un palmo dal loro naso e, non sapendo a quali santi votarsi, votano altezzosi contro chi fa la spesa, pur’essi renitenti alla guerra? Se, insomma, dire imbelle di quel tizio non dice molto, chiarisce i fatti ancora meno.
Il parco divertimenti ispirato a Harry Potter PAGINA APERTA
La manifestazione del 21 maggio a Milano
affiancata al fatto che, nel 2013, l’82% degli allarmi alimentari provocati dai prodotti a basso costo sono provenuti dall’estero. C’è una lista infinita di alimenti prodotti fuori dall’Italia e spacciati per made in Italy (il pervasivo fenomeno denominato italian sounding). Questo fatto è reso possibile da quelle norme europee che, tre le altre cose,non impongono ai produttori di riportare in etichetta la provenienza di alcuni alimenti tra i più utilizzati, come la pasta, il concentrato di pomodoro e il latte a lunga conservazione.La Coldiretti, inoltre, avverte che oltre la metà dei maiali trasformati in prosciutti arriva dalla Germania. Secondo il presidente Roberto Moncalvo, la convenienza sottesa a questa scelta deriva dalla cattiva – ed economica – alimentazione degli animali, dai metodi di allevamento intensivo che prevedono l’utilizzo massiccio di farmaci. Il basso prezzo di questa carne deriva anche dallo sfruttamento dei lavoratori (spe-
cialmente polacchi e russi), i quali sono sottopagati e privati di ogni tutela sindacale. Almeno un terzo del bilancio dell’Ue si regge sull’agricoltura, materia in cui sono competenti le istituzioni comunitarie. Allora perché non se parla in campagna elettorale? Moncalvo afferma: “Questa non è l’Europa che vogliamo”. In effetti, a conti fatti, sembra che nel settore agroalimentare, l’Italia costituisca una eccezione positiva per quanto riguarda la legislazione in questo settore, riuscendo a garantire degli standard di qualità maggiori rispetto al resto d’Europa. Forse sarebbe il caso di esportare questa nostra sensibilità e trasformarla in legge anche a livello comunitario, compito questo a cui ci aspettiamo adempiano i neoeletti europarlamentari.
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di Annarita Rossi Anche quest’anno sono tornate a garrire le rondini in cielo e gracidano le rane nei laghetti mentre i girini affiorano a pelo d’acqua. Attraverso le fronde di un albero nel bosco si intravede uno scoiattolo. Nelle steppe e tra le dune al confine con i deserti, il criceto fa nuovamente la sua comparsa. Nelle montagne, l’orso bruno esce dalla propria tana dopo un lungo sonno invernale ed anche le marmotte fanno capolino tra le rocce. Un riccio attraversa un sentiero incrociandosi con una chiocciola. È in questa stagione, la primavera, che molti mammiferi si svegliano dal letargo mentre la maggior parte degli uccelli torna a cantare e a fare il nido. Oltre alle rondini, tra le diverse specie, tornano cicogne, anatre e allodole, che sono migrate in paesi più caldi durante l’inverno. Con cura, alcuni di questi uccelli intessono nei lori nidi piante aromatiche affinché questi vengano mantenuti freschi e liberi da insetti o
La vita nei modi di dire
TEMI D’OGGI
Quando la natura si risveglia
agenti patogeni che potrebbero mettere in serio pericolo la nidiata. È sempre durante la primavera quando c’è più abbondanza di cibo che, le uova deposte per tempo, si schiudono. In questo periodo avviene una metamorfosi, quella della farfalla che dischiude la crisalide ed inizia a volare di fiore in fiore; un’altra vita, anche se breve si è affacciata al mondo. La farfalla impollinando, aiuterà le piante a moltiplicarsi. È questa la stagione degli amori e dei corteggiamenti. Ogni coppia seguirà un suo rituale ed ecco che il martin pescatore offrirà un pesciolino alla femmina desiderata, lo svasso porterà in dono un’alga alla propria amata ed alcuni ragni porteranno alla loro pre-
di Enea Trinca
Scrivo tante di quelle sciocchezze che, a leggerle bene, il 99% corrispondono a verità.
In Italia i politici servono per eliminare una serie di problemi che l’Italia non avrebbe se... non ci fossero i politici.
Guarda due volte per vedere giusto: la prima occhiata è per l’immaginazione, la seconda per il giudizio. La prima è poesia, l’altra è verità.
Una persona sciocca non la si ascolta mai, la si vede parlare soltanto.
L’avaro è una persona di buon cuore, ogni volta che incontra un mendicante si mette la mano in tasca... e ce la lascia.
Si dice che morire sia difficile ma io vedo che quando sono a quel punto, tutti ce la fanno.
il T o c c o
di Ermanno Gatta
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L’angolo della psicologia
Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli
diletta una mosca appena catturata e impacchettata in un bozzolo di seta. Il maschio e la femmina degli albatros, grandi uccelli marini, effettueranno uno spettacolare passo a due lanciandosi con le ali aperte e il becco rivolto verso al cielo, sollevando con un assoluto sincronismo, la zampa destra e poi quella sinistra. Nelle profondità dei mari invece, richiami sonori arriveranno a grandi distanze come quelli emessi dal lentissimo canto delle balene. Le gemme sugli alberi germogliano e fiori di ciliegio, di pesco e di mandorlo risplendono in un tripudio di colori. In inverno questi alberi si erano spogliati delle loro foglie preservando così l’acqua immagazzinata nel tronco perché l’albero sopravvivesse. Le foglie cadute a terra poi macerandosi sono state pian piano riassorbite dalle radici dando nutrimento e quindi vita a nuove foglie. Nell’incedere del tempo, il perfetto ciclo della natura fa il suo corso anche adattandosi e riadattandosi per ritrovare quell’equilibrio troppe volte rotto dall’intervento umano poiché, come sosteneva un grande filosofo greco, “La natura non fa nulla di inutile” (Aristotele).
La febbre del gioco
“Gambling” è il termine inglese che indica il gioco d’azzardo e GAP è l’acronimo del disturbo del Gioco d’Azzardo Patologico, fenomeno che in Italia ha preso sempre più piede specialmente tra i giovani che giocano online. Il GAP è un disturbo compulsivo, ossia non se ne può fare a meno, è una vera e propria dipendenza, che comporta grossi disagi e rischi per la persona. Si può arrivare a spendere cifre enormi, indebitandosi fino al collo. Quello che deve allarmarci di più è la facilità con cui anche gli adolescenti possono accedere a tali giochi, collegandosi online. Per “catturare” la loro attenzione, questi siti utilizzano grafiche accattivanti, consapevoli che gli adolescenti hanno maggiori abilità nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Le attività di gioco d’azzardo online che attirano di più sono le lotterie, il poker, le scommesse sportive, ma anche le slot-machine e i giochi da tavolo. Da un recente studio americano emerge che i giocatori online consumano più tabacco, alcol e sostanze stupefacenti rispetto a chi non gioca online. Spesso il gioco d’azzardo patologico è associato anche alla presenza di patologie psichiatriche. Le perdite finanziarie possono essere consistenti, anche perché le modalità di pagamento attraverso le carte di credito, non permettono la reale percezione della perdita di denaro, che si ha invece quando si tirano fuori i soldi in contanti. Ci si può chiedere anche che cosa potrebbe arrivare a fare nostro figlio adolescente per pagare i debiti di gioco. Che fare di fronte ad un problema del genere? Occorre contattare al più presto uno specialista nel campo, ci si può rivolgere anche alla ASL di appartenenza per chiedere informazioni specifiche. Per scrivere alla dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@virgilio.it
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senza età Foto di Paola Rufini
Testo di Alessia Tino
La Via Sacra si fa bella
Schizzi di sole filtrano tra i giovani rami pronti a sorridere a una nuova scintillante primavera. Ombre di visitatori compiaciuti si allungano sotto i piedi su un mosaico di storia costruitata a tasselli, e si confondono con quelle di entusiasti volontari muniti di pochi e semplici strumenti, quali rastrelli e scope, e di tanta tenacia e passione. I primi di marzo comincia la strepitosa avventura: la Via Sacra, strada in basolato romano risalente al I secolo a.C., è come una vecchia signora molto affascinante, ma, alquanto disordinata, che ha bisogno di spogliarsi degli abiti sporchi, di essere lustrata e rinfrescata attraverso un faticoso e minuzioso processo di restyling. “Trucco e parrucco” a cura del Gruppo Archeologico Latino Sezione Albana a cui si sono uniti numerosi cittadini. Il risultato è ottimo, di coinvolgente e sconvolgente bellezza e l’esperienza regala, passo dopo passo, giorno dopo giorno, con le mani sempre più nere, ma col cuore emozionato, una sensazione di pienezza; Davide, uno dei ragazzi che ha partecipato attivamente all’iniziativa, la descrive così, con poche parole, ma, con gli occhi color della terra che vibrano lucenti. L’attenzione e la cura con cui sono stati puliti i basolati uno a uno, il sudore, la fatica,
la dedizione e qualche momento di scoraggiamento che poi è tramutato in maggior forza, hanno restituito alla strada l’originario splendore. La natura ora incontra la via in un perfetto ed equilibrato gioco d’armonia, non la sovrasta nè la ricopre di rami spezzati, sterpaglie, terriccio e placa finalmente il suo essere invadente, atteggiamento assai dispettoso che aveva reso il percorso impraticabile. La storia ora si respira, si vive maggiormente e si connette con la poesia. Passeggiare per la Via Sacra è catapultarsi in un’epoca lontanissima, è percepire un rumore diverso dei propri passi, riempirsi e stare in pace col mondo, immaginare di avere come meta quel tempio di Giove a cui essa conduceva e di cui sembra non sia rimasto neanche un frammento, è innamorarsi ogni volta del punto in cui si possono ammirare i due laghi brillare
vicini. Il mio ringraziamento speciale a chi ha reso possibile percorrerla in maniera più facile, l’ha vestita di eleganza e impreziosita di ancor più bellezza.
Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it
Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico
CI SONO ANCHE GATTI AMATI Ho letto la lettera in cui si parla dei gatti di viale Silvio Spaventa, dove un vostro lettore (Cirino Messina) racconta dei felini in via Focicchia, presso un noto ristorante, e del trattamento a loro riservato. Vorrei chiarire, poiché in quella zona ci sono più ristoranti, che nel mio ristorante, La vecchia stazione, i gatti sono presenti tutti i giorni, e da noi non vengono certo bastonati o altro, ma anzi diamo loro sempre da mangiare. Grazie. Ristorante La Vecchia Stazione
IL CENTRO CONI AL VIVARO Lunedì scorso, seguendo la puntata di Report della Gabanelli, ho visto che un servizio era dedicato al fallimento del Centro FISE del Coni al Vivaro. Il servizio ha dimostrato chiaramente i motivi di tale fallimento, tra ruberie, assunzioni e altro ancora, che hanno determinato la chiusura del bel centro equestre. Perché anche sul vostro giornale non approfondite quest’argomento? Credo che interesserebbe molto i lettori di Rocca di Papa e non solo. Stefano Marinelli
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