PICCOLO
il Segno Terremoto alla Pro Loco
Anno XI, n. 3 - Marzo 2012
Dopo appena 6 mesi le prime dimissioni
Sul “Piano Casa”
Serafini a pagina 9
Campi d’Annibale
Pd-Pdl-Sel, Pantanello differenti degradato ma uguali Serafini a pagina 20
di Roberto Sinibaldi Il paradosso governa il mondo! Sembra un motto su cui almanaccare e sorridere, ma è proprio quello che succede a Rocca di Papa, dove però si ironizza su cose serie (o che potrebbero esserlo). Prendiamo il “Piano casa” della Giunta Polverini, una specie di condono edilizio preventivo, che rende possibile un’altra colata di cemento, stimata nel Lazio in 80 milioni di metri cubi, di cui la metà a Roma e nel suo hinterland, su su fino a Rocca di Papa.
Segue a pagina 13
La Brandani scrive
“Assunta per merito” A pagina 17
Confini del Parco
Ri-bocciato il ricorso A pagina 15
“
”
No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere... Dalla lettera di Giacomo Ulivi, partigiano ucciso dai fascisti nella piazza grande di Modena il 10 Novembre 1944
Micro-parcheggi
Se questo è l’inizio...
Rasetti a pagina 7
Piano castanicolo
Seminario nazionale
Grassi a pagina 16
Parcheggio Carpino
I motivi dei ritardi
A pagina 19
Un pretesto le polemiche sui cani
Mistero all’ex cava oltre ai cani c’è di più Sebastianelli a pagina 21
ATTUALITA’ I politici sconfitti alle elezioni non vengono mai “licenziati”
2
Abolire l’articolo 18? Sì! Ma solo per i politici bocciati di Silvio Cajonello In queste settimane il governo sembra interessato solo a modificare l’articolo 18, per chi non lo sapesse è quell’articolo dello Statuto dei lavoratori che prevede il licenziamento “solo” per giusta causa, cioè non si può licenziare un dipendente se è antipatico, se è iscritto a un sindacato, ecc. ecc. Quasi tutte le forze politiche, chi più chi meno, sembrano d’accordo con la cancellazione o la modifica dell’art. 18. E allora una proposta ci permettiamo di avanzarla anche noi. Perchè non abolire anche quell’altro di art. 18, quello dei politici che garantisce loro il posto fisso a vita? Si tratta di un art. 18 virtuale ma che viene applicato in modo ferreo visto che non prevede nemmeno il licenziamento per giusta causa. Da quando la politica non è più vista come servizio momentaneo ma come vera e propria professione, i politici non possono più essere licenziati. Anche se perdono un confronto elettorale, se vengono bocciati dagli eletPICCOLO
il Segno
organo mensile dell’associazione culturale
“Editoriale Il Segno” C.F. 92028150586
Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002
DIREZIONE
Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa
DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli
Walter Veltroni
tori, un posticino per loro si trova sempre. Ricordate Rutelli sconfitto a Roma da Alemanno? Per lui è subito arrivata la carica senatoriale. Oppure Veltroni battuto da Berlusconi? E’ ancora lì a indicare strategie per battere la destra e per organizzare le alleanze. O ancora Storace? Sconfitto da Marrazzo divenne ministro e ora è leader di un partito. E che dire dei tanti politici indagati dalla magistratura? Nemmeno se vengono presi con le mani nella marmellata vengono licenziati. La serie potrebbe proseguire alREDAZIONE
Noemi Bevilacqua, Valentina Bucci, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Paola Gatta, Rita Gatta, Daniele Iannotti, Toshi Kameda, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, il-sognatore.blogspot.com
l’infinito se cominciassimo ad elencare sindaci, assessori, presidenti di province e regioni, bocciati e subito ricollocati con altri incarichi. I politici italiani, da sempre affascinati dalle regole americane per le quali la sanità, la scuola e il welfare pubblici non dovrebbe esistere, hanno una sola strada: adottare proprio il sistema americano secondo cui chi perde le elezioni se ne va a casa e lascia spazio ai nuovi. Se applicata in Italia questa semplice ovvia regola, creerebbe un vuoto istituzionale! ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta
ilpiccolosegno@libero.it
Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono riservate ai soli associati e simpatizzanti ed hanno carattere divulgativo-promozionale nel loro stesso ambito. Stampato in proprio
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il Segno - Marzo 2012
Sostiene Faletti...
“Quando mi sono avvicinato alla politica era tutto chiaro. C’era un punto di partenza e un punto di arrivo e verso quel punto avrei camminato, senza tentennamenti e senza concessioni. Avevo in mente mille programmi, un milione di idee. Progetti importanti, di quelli che cambiano il corso della storia e la vita della gente. Ma poi ti trovi davanti la prima difficoltà, che non è possibile superare se non cedendo una piccola parte di se stessi. E’ solo un minuscolo compromesso. Ci si dice che è a fin di bene, che quella deviazione serve in realtà per raggiungere qualcosa di significativo nell’interesse comune. Ma un compromesso è sempre un compromesso. Non ce ne sono di grandi o di piccoli. C’è solo il primo, che si accetta con l’illusione che sia anche l’ultimo. Finché si smette di contarli. E’ stato detto che il potere logora. Non è vero. E’ la paura di perderlo che logora davvero. Una volta provato quel gusto è difficile rinunciare. Ancora più difficile in quanto chi ti ha aiutato a raggiungerlo non è disposto a rinunciare a te”. Un romanzo che descrive in queste righe quella che sembra la condizione di una larga parte dei politici italiani. Il grande errore che è stato commesso è di averli lasciati a dipendere troppo da quelli che “non sono disposti a rinunciare a loro” e non è difficile capirne il perché. La strada che resta è una soltanto: la partecipazione di massa con la quale l’arte del compromesso conveniente alla grande maggioranza, indispensabile nella politica di uno stato democratico, possa essere praticata senza condizionamenti o ricatti da parte di quei pochi che possono tenere per i testicoli i singoli facendo leva sulle private debolezze umane dalle quali nessuno potrà mai garantire di essere completamente immune. il-sognatore.blogspot.com
ATTUALITA’ Troppe le violenze quotidiane a danno dei più deboli
Tempo di riflessioni
di Daniela Di Rosa Molto spesso guardando la tv, ascoltando la radio o leggendo i giornali rimango inorridita da alcune notizie. Asili nido dove bambini vengono maltrattati, spintonati, aggrediti dalle maestre (non da una, ma due tre) e mi chiedo come sia possibile. Che in una scuola ci sia una persona cattiva o malata di mente può capitare ma che un gruppo di persone, anzi donne, sicuramente mamme, si comportino come aguzzini con bambini indifesi è assurdo, ma la direttrice prima di assumerle fa un test di crudeltà? Ho ancora negli occhi le immagini (riprese con una telecamera nascosta) di quei bimbi presi a schiaffi, chiusi al buio in uno sgabuzzino o costretti a mangiare ciò che avevano vomitato... che già un’altra immagine prende il sopravvento: un manicomio (o clinica psichiatrica), uomini malati lasciati sporchi, bagnati, al freddo su brandine, impasticcati e dimenticati da tutti, dai famigliari, dai medici, dalla società e da noi che non vogliamo vedere perché sapere comporta responsabilità. Finchè ignori puoi liberarti la coscienza, ma quando i tuoi occhi incontrano il dolore di un altro
di Cristiana Zarneri Noi che viviamo la politica, che ce l’abbiamo nel sangue sin dai tempi del liceo, che abbiamo vissuto passioni vere, ci sentiamo disarmati. La cosa preoccupa non poco. Certamente, dobbiamo comprendere se questo nostro amore deluso sia momentaneo, cioè dovuto al fatto che la politica in questa fase non ci piace per nulla, o se si tratta di una condizione o di uno stato generale. Se fosse uno stato d’animo generale, la cosa sarebbe molto più grave. Ma, ripeto, a noi pare che ci sia molto malcontento nell’aria e, forse, i nostri politici dovrebbero percepirlo anziché ‘sorvolare la traversa’. La cosa che più ci lascia sconcertati sono le alleanze improponibili, per quanto si cerchi di comprenderle: destre che sconfinano nelle sinistre e viceversa. Si perde ogni senso di appartenenza culturale, in questo modo. E ciò vale per ambo le parti. Anche perché diviene evidente come certi ‘valori’ siano stati disattesi completamente da un ambiente di ‘voltagabbana’, a destra e a manca, mentre la gente non arriva più alla fine del mese. Troppa demagogia e poche soluzioni concrete: questa è stata la politica degli ultimi venti anni. Noi crediamo sempre nell’esistenza di precise ‘case’ della politica, di culture e tradizioni identitarie ben distinte tra loro, in cui ognuno possa scegliere la propria. Crediamo inoltre nel confronto dialettico, leale e costruttivo, fra schieramenti diversi, ma tutto ciò non lo vediamo più: vediamo solamente improbabili ‘ammucchiate’ tese a prenderci per il ‘di dietro’.
il Segno - Marzo 2012
Bambini e anziani, quando l’orco si chiama infermiere
e ti penetra il cuore, non puoi più ignorare e devi agire per il suo e il tuo bene… perché un po matti lo siamo tutti! Poche sere fa, in un servizio di telegiornale, erano di scena i maltrattamenti subiti dagli anziani. Sempre riprese da una telecamera nascosta, due “infermiere” strattonavano e malmenavano una povera vecchietta inerme, minacciandola di prenderla a pugni e chiamandola “strega!”. Ho sentito un dolore profondo per quella vecchina e un odio ancora più profondo per quelle due donne e ho pensato ad una mia esperienza di vent’anni prima.
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Lavoravo come infermiera in una clinica per anziani qui a Rocca di Papa, in via delle Barozze, insieme a me lavorano altre donne. In quegli anni non ho visto nessuna di loro maltrattare o insultare un anziano, e sì che il lavoro era faticoso e stressante… io adoravo una vecchietta che ogni mattina ci faceva disperare (il suo pannolone con annessi bisogni lo trovavi sparpagliato in ogni angolo della camera), ma poi ti sorrideva e cercava la mamma… come potevi sgridarla? Il suo nome era Titina, da allora c’è sempre a casa mia una gattina che si chiama cosi.
Occorre ripensare la politica
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ATTUALITA’ Già nel 2003 Travaglio e Gomez scoperchiarono la pentola 4
il Segno - Marzo 2012
Intrecci mafia e istituzioni, una memoria troppo corta
Scontro tra De Santis e Movimento
A pagina 19
Con il “no” del Governo Monti alle Olimpiadi di Roma, falliscono anche i tentativi dell’amministrazione comunale di Rocca di Papa di portare a termine una delle più grandi cementificazioni dal dopoguerra a oggi nella verde frazione del Vivaro, nota per il Centro Coni e per i suoi paesaggi incontaminati. Ma il Sindaco non demorde e promette che i progetti previsti per le Olimpiadi saranno comunque portati a termine
Pro e contro il piano del Comune
Alle pagine 8, 9 e 10
non solo Assunzioni da Sindaco Intimo... Arriva la Brandani
A pagina 12
Rivoluzione negli Uffici Comunali
Nascono 2 nuovi settori, Forestale ed Elettrosmog A pagina 13
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Un’altra asta pubblica per i tagli boschivi è andata deserta
Bene Comune
Campi d’Annibale
Il risveglio Il Comitato sembra fa il bilancio cominciato di un anno Rasetti a pagina 13
28 anni diAvis
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Giovani del Pd
La festa del Di mafie si donatore può parlare A pagina 18
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Club Auto Storiche Rocca di Papa
Arrivano le dimissioni dopo l’articolo sul Segno
Lo scorso 24 novembre il Comune di Rocca di Papa ha tentato di vendere al miglior offerente il taglio boschivo di tre particelle del Piano diAssestamento Forestale.Anche stavolta, malgrado la base d’asta sia passata da 450 mila a 280 mila euro si è presentato un solo produttore e quindi la gara è andata deserta. Ora si procederà probabilmente a trattativa privata e il prezzo dei boschi potrebbe scendere ancora. In passato altri 7 tagli sono andati deserti.
Sebastianelli a pagina 9
Dario Lilli e la sua vacanza di 4.450 km L’avventura di un roccheggiano in bici
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Falcone e Borsellino
lesse approfondire questi argomenti (la trattativa fra lo Stato, attraverso il colonnello Mario Mori, e la Mafia rappresentata da Totò Riina, per mezzo di Vito Ciancimino; oppure i retroscena delle bombe esplose in Italia tra il 1992 e il 1993; o ancora sulla nascita di Forza Italia), di leggere il bel libro di Maurizio Torrealta, “La trattativa – Mafia e Stato: un dialogo a colpi di bombe” edito da Editori Riuniti (2002). Questo libro io l’ho letto diversi anni fa e, se non fosse stato scritto da uno dei più bravi giornalisti d’inchiesta italiani quale è Maurizio Torrealta, potrebbe sembrare fanta-politica. Invece, purtroppo, è stato tutto vero!
Via Gramsci Acqua e territorio, Finiranno beni comuni i lavori?
di Enrico Del Vescovo* Italia Nostra Castelli Romani desidera richiamare l’attenzione dei cittadini, ed in particolare degli amministratori comunali dell’area dei Castelli Romani, sul rispetto di alcune leggi fondamentali che riguardano la gestione del territorio e delle risorse idriche. Infatti molti cittadini spesso ignorano l’esistenza stessa di leggi che tutelano i loro diritti in materia di acqua, mentre, al contempo, gli amministratori dei Comuni dei Castelli troppo spesso sembra che abbiano sottovalutato il problema
Rasetti a pagina 8
Confini del Parco
Costruttori scalpitano
Picchioverde a pagina 13
Quattro Strade
Rotatoria pericolosa
Trecentomila euro al giorno. E’questo il costo del Consiglio Regionale del Lazio per 24 ore. Nel solo 2010 il palazzo della Pisana è pesato alle tasche dei cittadini laziali la bellezza di 110 milioni di euro. Emolumenti, vitalizi, auto blu, rimborsi chilometrici e spese per portaborse, collaboratori e Gruppi Consiliari. Questo accade nel momento in cui i cittadini sono stati costretti a mandare giù il boccone amaro dei super-ticket per le prestazioni sanitarie.
Alle pagine 14 e 15
Che cosa succede al CentroAnziani? Cambia statuto e la politica comanda Ai Campi gli iscritti sono circa 1.200 A pagina 8
PROMOZIONI ESTATE 2011!
Anno X, n. 11 - Novembre 2011
Il Comune ha iniziato una svendita totale
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Un convegno poco veritiero
Il futuro del castagno e la politica bugiarda
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Rivolgersi a: C o m u n e
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Pronti i ricorsi contro Acque Potabili Caro parente americano, qui Recapitate le bollette a Rocca le cose sono peggiorate e i cittadini si ribellano
Caro Johnny, sono trascorsi alcuni anni dalla tua gradita visita a Rocca di Papa. Ricordo le passeggiate e le conversazioni che ci accompagnavano mentre dovevamo prendere atto dello stato poco edificante che l’ambiente circostante ci riservava. Purtroppo le cose sono peggiorate. Una selva di antenne radiotelevisive emettono onde invisibili che i nostri corpi assimilano senza soluzione di continuità. Depuratori che non funzionano; inquinano il suolo e costringono l’Autorità Giudiziaria a sequestri che costano milioni. SEGUE A PAGINA 11
Approfondimento alle pagine 8 e 9
Speciale Sagra Castagn2011 e
Le immagini dei “veri” protagonisti d A d lli S b t V l d d t t d l S lli che sono ” t st t “ t d lla Sagra delle C t 2011, i tanti ttadini e associazioni di Rocca h d P t t f t d t l tter t L f t d t t d
di Giorgio Grassi* Egregio direttore Sebastianelli, le sarei molto grato se potesse accettare e pubblicare questa lettera sul Piccolo Segno. Il 22 ottobre 2011, in occasione della XXXII Sagra delle Castagne di Rocca di Papa, è stato distribuito un depliant che testualmente scriveva: Ore 17.00 Convegno “il Castagno: una grande risorsa per la nostra Città” a cura dell’Ass.ne l’Alveare. Già il titolo era una grossa falsità. Altre grosse falsità sono state dette durante il Convegno, senza però dare a me (che gli altoparlanti avevano vantato -e poi il Sindaco ufficialmente presentatocome “l’esperto del castagno”), lo spazio per correggerle. Segue a pagina 22
lS
n
ppl. al n. 11 - novembre 2011
n bblicate sono soltanto una p t d lle decine di persone coinv lte nella Sagra. Fin d’ora ci scut tti coloro che non s s t d t l U ltimo ringraziamento va alla P L l Comune di Rocca di lla Polizia Locale e ai voP l t d lla Protezione Civile ch h f t l loro prezioso aiuto affinchè t tto andasse per il meglio.
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il Segno Organo dell’Ass.ne
Terre Sommerse Castelli
Anno X, n. 10 - Ottobre 2011
il Segno aderisce a
Dopo il depuratore è la volta dell’isola ecologica www.serviziopubblico.it
Sigilli
Il 28 settembre scorso gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, su mandato della Procura della Repubblica di Velletri, hanno posto sotto sequestro l’ecocentro in località Valle Vergine. L’ennesima vicenda che testimonia il fallimento ambientale della Giunta guidata dal Sindaco Boccia
Sebastianelli a pagina 7
Nuovo Municipio CentroAnziani, si vota il 18 novembre Ambiente il dibattito continua e solidarietà.. Sarà un’opera GianfrancomaBotti Enea Trinca ma non a parole incompiuta? Rasetti a pagina 8 “Ecco la mia Intervista al di Daniela Mensa scolastica proposta” Presidente Di Rosa Ogni tanto leggo A pagina 10 A pagina 11 su Comune In- E’scontro forma (organo di propaganda del sull’appalto
nostro Sindaco) che Rocca di Papa si attribuisce varie qualifiche, ne cito alcune in ordine sparso: Città del castagno e Città dell’ambiente… ancora per poco, visto quel che rimane dei boschi, l’ultimo abuso, in via dei Corsi, zona Barbarossa, quindici giorni fa è stato avvistato un camion con sopra un prefabbricato in cemento, ci attiviamo con altri cittadini per cercare un vigile. Per mandarne uno sul posto c’è voluta un’ora, nel frattempo il prefabbricato era stato montato. SEGUE A PAGINA 9
Serafini a pagina 17
La parola all’ACS
“Un attacco vergognoso”
Gentilini a pagina 18
Ciclofficina
Così il Centro rinasce
Scrutatori
Aperto l’albo per iscriversi
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il Segno Tutto fermo
Anno X, n. 9 - Settembre 2011
e om
nica 25 settem br e
Marcia per la Pace Perugia-Assisi
Le grandi opere procedono a rilento, i cassonetti Il Segno è vivo per la raccolta dei rifiuti sono fatiscenti e vegeto! e il centro storico sembra abbandonato
Il grido di dolore del Duomo
di Daniele Iannotti Cari cittadini e cari membri dell’amministrazione comunale, vorrei lanciare un grido di dolore dal cuore ancora pulsante del nostro paese: il centro storico. Questa zona del paese è ormai segnata da un declino che a molti sembra inesorabile, e forse è così, perché non mancherebbero i mezzi per ovviare ma la semplice e pura volontà di farlo. Siamo vessati dalle tasse, dalla spazzatura che ci assale e che arriva sino alle serrande dei nostri negozi e questo non per colpa dell’operatore ecologico, ma a causa della mancata pianificazione, mediante apposito censimento, di tutte le utenze della “Tarsu”.
Micro-parcheggi
Approvato il progetto
A pagina 12
In pieno agosto
Rinasce la Proloco
A pagina 10
Servizi cimiteriali
Pronto l’appalto
Servizi alle pagine 9 e 11
di Sergio Rasetti A qualcuno il nostro giornale non piace, tanto da sognare e diffondere la voce di una sua imminente sepoltura insieme a quei giornali che, finanziati dai politici con soldi pubblici, stante la crisi della finanza, si vedranno annullati o fortemente ridotti i contributi precedentemente concessi con troppa disinvoltura. La sopravvivenza di una testata periodica non è facile se non ha alle spalle un editore che vuole raccogliere frutti.
Segue a pagina 9
CentroAnziani, botta e risposta Polemiche per l’articolo di luglio
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il Segno
Intervista ad Angelo Cavalli nelle pagine 22 e 23
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Onde anomale
Anno XI, n. 1 - Gennaio 2012
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I livelli di esposizione sono stati superati. La Procura indaga L’Agenzia Regionale ProtezioneAmbientale nelle operazioni di misurazione effettuate a settembre ha rilevato il mancato rispetto dei limiti di sicurezza imposti dalla legge a tutela delle popolazioni esposte alle onde elettromagnetiche. L’ARPA ha poi inviato l’ipotesi di reato alla Procura della Repubblica di Velletri. Tre le emittenti accusate di aver superato i limiti di esposizione.
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Alle pagine 14 e 15
Aproposito del volantino sulle antenne Dibattito politico Se la legge si accanisce La Destra non gradisce Proposte... sul giornalismo la lettera del Comitato e risposte territoriale Alle pagine 10 e 11 A pagina 13 di Andrea Sebastianelli In questi giorni si sta parlando molto, anche a sproposito, dei cambiamenti che interesseranno l’Ordine dei Giornalisti (in particolare l’elenco dei Pubblicisti con la sua soppressione) a partire dal prossimo mese di agosto. Tra i tanti interventi spicca per chiarezza quello di Enzo Iacopino, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che ha messo in evidenza le reali modifiche apportate dall’art. 33 comma 5 del recente decreto legge 201/2011.
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Domande Radicali
A pagina 7
Comando Vigili
L’addio del dott. Nanni
Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare l’archivio recente del nostro mensile collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura! Via Duomo, 3 - Rocca di Papa tel. 06-9497081
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TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SUI COSTI DELLA POLITICA REGIONALE
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Cara Regione ma quanto ci costi?
Anno X, nn. 7-8 - Luglio-agosto 2011
Dovunque e comunque si manifesti l’eccellenza, subito la generale mediocrità si allea e congiura per soffocarla. Arthur Schopenhauer
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PICCOLO
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PICCOLO
P CCOLO
il Segno
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di Marco Putano* Invio, lusingato, la mia personale interpretazione della normativa relativa a “Misure di salvaguardia – Applicabilità e decadenza del Piano Regolatore di Rocca di Papa” , così come richiestomi dagli amici del “Piccolo Segno” che ringrazio e saluto con cordialità. Segue a pagina 11
Sul Piano Casa
Chi offre di meno? Anno X, n. 12 - Dicembre 2011
Le Olimpiadi del 2020 avrebbero cementificato il Vivaro
Vivaro salvo?
Buon Natale
PICCOLO
Anno XI, n. 2 - Febbraio 2012
Notizie sul Piano Regolatore di Rocca di Papa
il Segno PICCOLO
Addio Olimpiadi
Continuando a leggere Travaglio e Gomez, si apprende quello che scrisse il Gip di Caltanissetta, Giovanni Battista Tona: “Ciò di per sé legittima l’ipotesi che, in considerazione del prestigio di Berlusconi e Dell’Utri, essi possono essere stati individuati dagli uomini dell’organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori”. Ma, si legge ancora, “la friabilità del quadro indiziario impone l’archiviazione”. Nel capitolo intitolato esplicitamente “I contatti tra Salvatore Riina e gli On. Dell’Utri e Berlusconi”, si parla chiaramente di come la mafia intrecciò con i due “un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il profilo economico”. Talmente fruttuoso che nel 1992 “il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava a realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica e dell’economia”. Sin qui Travaglio e Gomez. Aggiungo solo un consiglio per chi vo-
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PICCOLO
il Segno
1993 (Milano, Firenze e Roma) furono archiviate per scadenza dei termini d’indagine. Travaglio e Gomez spiegano che il 14 novembre 1998, il Giudice per le Indagini Preliminari, Giuseppe Soresina, rilevò come Berlusconi e Dell’Utri intrattennero “rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato”. Ossia con il clan corleonese che da vent’anni guida Cosa Nostra. Oltre a questo il giudice ipotizzò l’esistenza di “una obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione (Forza Italia)”. Dal libro si apprende anche che, seppure durante le indagini “l’ipotesi iniziale [di un coinvolgimento di Berlusconi e Dell’Utri] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità” è però venuto meno “il termine massimo delle indagini preliminari”.
PICCOLO
di Andrea Sebastianelli In questi giorni sono tornate d’attualità le stragi di Capaci e via D’Amelio in cui morirono i giudici Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini della scorta. E si è tornati a parlare dei rapporti tra Mafia e Istituzioni. La sorpresa che hanno dimostrato alcuni politici, soprattutto di centrodestra, appare quantomeno strana visto che di quest’argomento, qualche anno fa (2003), qualcuno in Italia se ne era occupato. Così mi sono tornate alla mente due pagine (443 e 444) del libro scritto da Marco Travaglio e Peter Gomez, “Lo chiamavano impunità”. I due giornalisti, con il titolo “Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage)” si occuparono proprio di questi dolorosi fatti di sangue. Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui “presunti mandanti a volto coperto” delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del
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il Segno - Marzo 2012
da Tokyo Toshi Kameda E’ da poco passato un anno dall’11 marzo. Non c’è stato un giorno senza una sorpresa. L’ultima in ordine di tempo c’è stata il 2 febbraio quando hanno annunciato che la temperatura in uno dei 41 termometri installati intorno al contenitore a pressione del reattore (RPV) n. 2 cominciava a risalire; oppure il 13 febbraio quando la temperatura ha fatto registrare oltre 400 gradi, cioè oltre il limite di misurazione. Hanno detto che si è trattato di un guasto ma speriamo che almeno gli altri funzionino a dovere. E così, secondo il governo, la fase dell’incidente è definitivamente chiusa. Questa è l’ulteriore conferma che non sappiamo che cosa stia realmente accadendo dentro i reattori. Il tentativo di inserire l’endoscopio (il 19 gennaio) nel contenitore del secondo reattore (DW) non è andato bene a causa dell’alto livello delle radiazioni e del vapore. Già dobbiamo essere preoccupati per la centrale di Fukushima n. 1 e, almeno per le altre, vorremmo essere tranquilli. Stanno spegnendo il fuoco uno ad uno in tutti i reattori nucleari sparsi nel Giappone per i controlli ordinari e il 20 febbraio si è fermato quello n. 3 della centrale Takahama, a ovest del Paese, della compagnia elettrica Kansai. Anche quest’inverno (come l’estate scorsa) le compagnie avvertono, senza però fornire informazioni adeguate, sui “rischi” provocati dalla mancanza di energia nucleare ma attualmente ci stiamo andando avanti con soli due reattori su un totale di 54. Anche questi ultimi due, delle compagnie Tokyo e Hokkaido, rispettivamente a marzo e ad aprile, saranno fermati. Le compagnie stanno cercando a tutti i costi di riattivarli tramite gli stress-test imposti dal governo e applicando alcuni provvedimenti come il rialzamento della diga contro lo tsunami. Ma non sarà facile visto che non conosciamo tutte le cause dell’incidente alla centrale Fukushima, né i rischi che correranno né i provvedimenti necessari da attuare nei momenti critici. Stiamo così andando verso il “nucleare zero” e dobbiamo dimostrare che, senza di esso, ce la faremo. Le mobilitazioni dei cittadini continuano. Ogni settimana da qualche parte si tengono incontri o manifestazioni. In un anno si sono mobilitati in tanti, anche la gente che prima esitava a farsi vedere in pubblico, le mamme, gli studenti, i semplici cittadini, pure buddisti e i cristiani, e si sono formati molti gruppi di cittadini per difendere i bambini dalle radiazioni. E’ nato anche un movimento referendario per decidere le sorti del nucleare. Ora è in fase di costruzione il partito dei verdi e verso luglio dovrebbe essere inaugurato. Vi voglio segnalare un evento importante nella storia del movimento sociale. Il 14 15 gennaio si è tenuta la “Conferenza globale per il mondo libero dall’energia nucleare” organizzata da sei associazioni tra cui il Centro dei
DIRETTA da TOKYO
Contro il nucleare, dentro il nucleare
La mobilitazione non si ferma
cittadini per le informazioni sul nucleare (Citizens’ Nuclear Information Center), Greenpeace Japan, Peace Boat. Vi hanno partecipato in 11.500 e tramite internet l’iniziativa è stata seguita da tutto il mondo. La conferenza ha visto anche la partecipazione di un centinaio di aderenti stranieri provenienti da 30 Paesi, dalla Cina alla Corea del Sud, dal Sud-Africa al Kenia, dalla Giordania agli USA, dalla Germania alla Francia. Oltre 100 gruppi di cittadini hanno contribuito ad arricchire la Conferenza insieme al sostegno delle cooperative dei consumatori, dei sindacati e di altre organizzazioni. Sono state due giornate davvero eccezionali, dense di temi e calde di dibattiti con ben 13 sessioni generali, 47 gruppi di lavoro e 69 banchetti di vari gruppi per sapere che cosa è veramente successo alla centrale, come e quando attuare le energie alternative, come difendere i bambini dalle radiazioni. Ci si è occupati anche di come sono sfruttati e messi a rischio i lavoratori della centrale di “Hibakusha”, e si è parlato delle vittime esposte in genere alle radiazioni, non solo di quelle delle due bombe nucleari in Giappone ma anche di quelle nel mondo sia durante gli esperimenti nucleari che nelle cave di uranio. Un’area è stata poi messa a disposizione per l’incontro con la gente della provincia di Fukushima, un’altra per quello con gli ospiti stranieri ed è stato allestito anche uno spazio dedicato ai bambini per imparare a conoscere l’energia e il pericolo delle radiazioni giocando con la carta o con la danza. Non sono mancati i concerti, le mostre fotografiche, le proiezioni dei film. Mi ha colpito molto il fatto che alla Conferenza vi hanno preso parte non solo le vecchie generazioni ma anche molti giovani, di cui circa 500 come volontari. È curioso il logo della Conferenza (foto in alto), una specie di orologio ecologico o postnucleare. Sono i 12 segni delle ore indicati da una lancetta di colore verde attaccata al centro sotto al cerchio verde, la Terra. Dall’indica-
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zione gialla a sinistra (che significa il pieno utilizzo dell’energia nucleare) la lancetta si muove verso destra e il colore cambia dal giallo al più verde indicando il grado di liberalizzazione dal nucleare fino ad arrivare all’ultima indicazione: il pieno utilizzo dell’energia rinnovabile. Ma quest’orologio potrebbe indicare anche lo stato critico dell’ambiente generale della Terra, un po’ come l’Orologio dell’Apocalisse (Doomsday Clock in inglese) creato nel 1947 dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago per indicare lo stato di autodistruzione della Terra a causa della guerra atomica. Nel 2011 l’Orologio dell’Apocalisse si è spostato di un minuto avanti e ora mancano appena cinque minuti alla fine del mondo. Per il nostro Orologio, invece, la lancetta delle ore si trova al centro perché questo rimane ancora solo un logo. Per farlo funzionare occorrerebbe un organo autonomo e competente a livello globale. Intanto proseguono le manifestazioni. L’11 febbraio a Tokyo hanno sfilato in 12 mila dopo il corteo del 19 settembre (vedete l’articolo apparso sul numero di ottobre); il 10 dicembre si è tenuta l’iniziativa “Le azioni di dieci milioni. Sayonara (addio) alle centrali nucleari”, già avviata nel giugno scorso. Anche i tedeschi si sono mobilitati nello stesso giorno. Fino ad oggi sono state raccolte più di quattro milioni di firme rispetto alle dieci che tra un mese si dovranno consegnare al Governo e al Parlamento per chiedere l’abolizione di tutte le centrali nucleari. Non resta molto tempo. Le azioni si concluderanno a marzo con una serie di manifestazioni, iniziate l’11 (anche a Fukushima oltre che a Tokyo) e che riprenderanno il giorno 24. La mobilitazione non cesserà finché il governo non abbandonerà definitivamente la politica di nuclearizzazione sostituendola con l’energia rinnovabile.
L’ARGOMENTO Le speranze dei malati oncologici e la storia di un medico contestato per le terapie
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il Segno - Marzo 2012
Intervista al prof. Giuseppe Zora, le cui cure divisero l’Italia tra favorevoli e contrari
di Stefania Colasanti* Uso la vita reale per i miei romanzi perché mi permette di andare al di là di ciò che vedo e perché nelle storie vere, spesso emerge la grandezza dell’essere. E’ evidente che per millenni è stato dato all’uomo quello che l’uomo doveva volere ed è pur evidente che l’uomo “perseguitato” è colui che rivoluziona ogni cosa. Dio giudica e perdona ma io non sono Dio e mi avvalgo della libertà di parola per condannare chi per soldi uccide la vita! Per questo vi racconto di un uomo e di una donna che hanno messo a disposizione della ricerca sul cancro e sulle malattie degenerative, il loro tempo, la loro dignità, il loro orgoglio, senza scendere a compromessi: il prof. Zora e la dott.ssa Tarantino. Nel 1979, il professor Saverio D’Aquino, direttore dell’istituto di clinica oncologica dell’Università di Messina, chiese al prof. Giuseppe Zora, docente all’epoca all’istituto, e alla dottoressa Anna Tarantino, biologa del medesimo centro, di sperimentare in laboratorio un siero ottenuto dalle feci e dalle urine delle capre, che gli era stato portato da un veterinario di Agropoli (Salerno), il dott. Liborio Bonifacio. «Scoprimmo che qualche effetto antitumorale sulle cavie malate lo aveva. L’anno dopo illustrai i risultati di quella ricerca in un convegno a Saturnia. Fu la fine. Tutto ciò che mia moglie e io avevamo fatto sino a quel momento non valeva più niente». I due ricercatori, marito e moglie, iniziarono la loro battaglia contro i tumori, iniettando nei topi malati di cancro una miscellanea di derivati batterici, osservando una interessante regressione del male. Tutto il lavoro fatto prima e dopo avrebbe avuto la validità del solo fumo anche se il preparato, frutto delle loro ricerche, l’Imb (immunomodulante biologico), non aveva niente a che fare col siero Bonifacio, che si trovava al centro di una vera e propria diatriba istituzionale. Era un prodotto che aveva per principio attivo l’Lps, lipopolisaccaride estratto da batteri Gram-negativi, ampiamente studiato presso l’Università di Tours, in grado di supportare il paziente oncologico durante le chemio e le radioterapie. Cominciò per i due ricercatori, una assurda persecuzione. Nonostante sia passato molto tempo, il ricordo è ancora doloroso. Il prof. Zora e la dott.ssa Tarantino furono obbligati dagli eventi a rifugiarsi in territorio Vaticano, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, che gode dell’extraterritorialità. Le parole dell’uomo che diede loro ospitalità, don Vincenzo Paglia, all’epoca assistente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio furono: «Io non so se questo farmaco cura il cancro, so soltanto che dinanzi a Dio e a me stesso, come uomo e sacerdote, è mio dovere accogliere questi poveretti e aiutarli». Così il numero dei “perseguitati” non si fermò a due; erano 50mila i malati che nei dieci anni successivi furono visitati e curati
“Il farmaco ha ricevuto il numero NDC da parte della FDA (Food and Drug Administration) americana, ciò vuol dire che può essere anche distribuito negli USA”. Quando iniziò con i primi trattamenti e a chi erano destinati? “Iniziammo presso l’Istituto di Clinica Oncologica dell’Università di Messina alla fine degli anni ‘70, ed era destinato a malati terminali di cancro”.
Il prof. Zora
gratuitamente, condicio sine qua non per operare entro i confini della Santa Sede. Chi voleva, lasciava un obolo per le spese. E, come se non fosse bastato questo castigo, il prof. Zora venne arrestato: due notti in galera, inquisito una decina di volte, costretto ad abbandonare la cattedra di oncologia alla Sapienza di Roma. Nel 1992 per dare fine a questa tortura, si trasferisce, con la moglie e le quattro figlie, di cui una oggi laureata in biologia, in Svizzera. Racconta Zora: «Dormivamo in un residence di Morcote, nel Canton Ticino, mentre i miei avvocati si occupavano dei procedimenti penali». Non essendoci ordini di cattura che pendevano sul suo capo, da buon cittadino italiano (cosa davvero rara) si è sempre presentato nelle aule di giustizia per gli interrogatori. Oggi, quest’uomo, finalmente libero dalle ingiurie umane, vive a Campione d’Italia. Grazie al prof. Zora esiste La Fondazione Raphael, organismo scientifico senza scopo di lucro. Oggi la Fondazione ha sede nella Repubblica di San Marino e ha come scopo lo studio delle terapie nei Tumori e nelle Malattie Degenerative. Per anni è tornato a Roma ad assistere i sieropositivi ospitati nella comunità di Don Pierino Gelmini. Ogni due mesi scende fino a Sant’Antimo per visitare, sempre gratuitamente, i malati di tumore della zona di Scampia-Secondigliano. «Glielo devo: è la mia terra». Prof. Zora, qual è la sua opinione sull’accanimento al non progresso e alla sperimentazione allargata? “Per fortuna oggi la situazione è certamente migliorata, anche se esistono ancora molti ostracismi, ma il clima sembra essere più sereno nei confronti delle cure integrate”.
Qual è la differenza tra il siero Bonifacio e l’IMB? “Il siero Bonifacio era un estratto di feci e urine caprine. L’IMB, oggi Adjuvant plus, è un farmaco che segue le regole della farmacopea omeopatica tedesca e i cui principi attivi sono i Lipopolisaccaridi”. Le news riguardo il farmaco?
Chemioterapia o Adjuvant plus? “Per ottenere migliori risultati, sicuramente insieme!”. Quali le aspettative? “Che la Immunoterapia Biologica con Adjuvant plus possa essere inserita nei protocolli terapeutici di supporto al paziente oncologico”.
La speranza è data dai numeri, quale la percentuale di guarigione? “Non parliamo di guarigioni nel cancro perché rischieremmo di dare soltanto dei numeri. La cosa importante è che la Immunoterapia Biologica insieme alle terapie convenzionali migliora la performance del paziente, i suoi metabolismi e la sopravvivenza”.
Che posto ha la qualità della vita di un malato oncologico? “Direi che è fondamentale, perché rispetta la dignità e la speranza del malato. Il malato oncologico che non può più effettuare le terapie convenzionali ha il sacrosanto diritto di essere seguito e supportato dalle strutture mediche. In questo le terapie integrate espletano un ruolo fondamentale”. Dove si reperisce il suo farmaco? “Presso la Repubblica di San Marino dietro presentazione di prescrizione medica”.
Come si pone l’industria farmaceutica al riguardo? “Come con tutte le altre medicine alternative, ovvero o è scettica o non le considera affatto”.
Prof. Zora, il costo della cura? “La cura viene sempre personalizzata per ogni paziente in base alla gravità della malattia, alle cure in atto e alle condizioni immunologiche del paziente. Il costo di una confezione è di 50 euro”. Perché la non informazione al riguardo e come poter invece informare? “Lei in questo momento, cara sig.ra Colasanti, sta facendo informazione ovvero sta rendendo un grande servigio ai malati di cancro!”. Grazie prof. Zora per aver scelto questa dura e irta strada. *Tratto da: www.romacapitalemagazine.it
il Segno - Marzo 2012
INDOVINA QUANTI SIAMO?
Al 31 gennaio 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.433 (maschi 8.179; femmine 8.254). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.319.*
ROCCA DI PAPA
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NUMERI UTILI
Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282
notizie, informazione, attualità
Si parte con i micro-parcheggi ma l’inizio non promette bene *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe
di Sergio Rasetti Per la realizzazione di micro parcheggi nel nostro comune è stato concesso un finanziamento di 955 mila euro dalla Regione Lazio dei quali 286.650 a carico del Comune di Rocca di Papa. Il 28 Luglio 2011 la Giunta Comunale ha dato il via alla costruzione di 11 micro parcheggi nel Centro Storico e nelle aree adiacenti. Queste opere, che sono fondamentali per dare il respiro indispensa-
bile alla ripresa della vivibilità residenziale e commerciale, non ci sembra che siano partite molto bene. Ne abbiamo osservata una già completata e ci siamo immediatamente allarmati. Speriamo vivamente che essa rappresenti l’eccezione e che le altre siano realizzate e collocate tutte in modo più opportuno. Parliamo dell’area di sosta già disponibile da pochi giorni in Via Palazzolo (vedi fotografia sopra) che ci sembra del tutto fuori luogo perché scomoda per l’uso corrente e realizzata con cementificazione superflua.
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Non bastava livellare per la profondità di un metro, posizionare un cordolo prefabbricato per arginare la caduta terra o, meglio ancora, utilizzare prodotti in legno di castagno, asfaltare e chiudere il lavoro così? Sarebbe interessante sapere perché non sia stata presa in considerazione la realizzare di un vero e proprio spazio sosta per il quartiere in quell’area libera antistante i numeri civici 38/40 (vedi fotogra-
fia sotto) che sembra fatta su misura per risolvere il problema sosta per i residenti e permetterebbe di lasciare libera la sede stradale della via diventata fondamentale per l’intero paese. Misteri delle scelte che non sembrano di buon livello tecnico e politico, fatte da amministratori che continuano a non dare le “giuste indicazioni” per risollevare dalla china questo nostro paese.
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Un servizio di raccolta rifiuti da migliorare
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ROCCA DI PAPA
qui si alza il mistero: il Comune di Rocca di Papa ha partecipato a questo bando, peccato però che i cittadini non ne abbiano saputo niente. Avrebbe potuto forse essere un incentivo per migliorare il servizio. Un’altra notizia Cassonetti ai Campi d’Annibale riguarda il CoHo letto su un giornale locale mune di Ariccia che adotta il che il Comune di Ciampino è codice a barre sulle buste della stato premiato per la raccolta differenziata per identificare il differenziata dalla Provincia di singolo utente al fine di preRoma che ha assegnato alla miare i comportamenti vircittà castellana 40mila euro per tuosi. E’ quello a cui dovrebbe migliorare il “porta a porta” e mirare ogni amministrazione ridurre la produzione di rifiuti visto che l’obiettivo della raccolta differenziata è quello di urbani. I Comuni partecipanti al con- ridurre i costi della discarica e corso sono stati valutati sulla riciclare il materiale recupebase dei risultati raggiunti rato. E per il cittadino diminella raccolta differenziata. E nuire la tassa sui rifiuti.
A Rocca di Papa dal punto di vista ambientale siamo molto in ritardo: l’isola ecologica è sotto sequestro e, anche se i lavori di messa a norma starebbero per iniziare, non si sa quando riaprirà; la raccolta differenziata non è estesa a tutto il paese (i Campi d’Annibale e il Vivaro non la fanno, vanificando così i veri obiettivi della raccolta); il centro storico è di nuovo invaso da buste non idonee (questo vuol dire che numerosi cittadini non la fanno oppure che non sono in regola con i pagamenti; la pulizia delle strade lascia molta a desiderare (ma lo spazzamento non fa parte dell’appalto?). Considerando che nessuno vuole una discarica vicino a casa propria, vogliamo attivarci (noi cittadini e la nostra amministrazione) affinché il “porta a porta” funzioni veramente e la nostra città diventi pulita? Un cittadino consapevole
Nella riscossione il Comune fa da sè
Il Comune di Rocca di Papa fa da solo nella riscossione coattiva dei tributi locali. La delibera che lancia la gestione coattiva diretta delle imposte è stata approvata lo scorso 29 dicembre dal Consiglio Comunale ed è entrata in vigore dal primo giorno di gennaio 2012, e riguarda la Tarsu (tassa rifiuti solidi urbani), l’Ici (imposta comunale sugli immobili), il Cosap (canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche), e la ICP (imposta comunale sulla pubblicità e pubbliche affissioni). Nella delibera viene precisato
che “le attività di liquidazione, accertamento e riscossione ordinaria saranno gestire direttamente dall’Ente anche riguardo ad eventuali e future entrate istituite sugli immobili”. Ora sarà compito dell’amministrazione, come stabilito dal Consiglio Comunale, dare “opportuna informazione ai contribuenti sulle nuove modalità di riscossione coattiva”. La delibera, oltre ai voti scontati della maggioranza, ha ricevuto anche quelli di Enrico Fondi e Maurizio De Santis. (L.S.)
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il Segno - Marzo 2012
Ecco l’esperto nei sequestri degli edifici abusivi
Arriva il consulente legale in materia urbanistica ed edilizia e così i futuri costruttori abusivi non dormiranno sonni tanto tranquilli. Si tratta dell’Avv. Paolo Iorio del foro di Roma, che fino al 31 dicembre 2012 sarà il referente dell’amministrazione comunale per quanto riguarda “il completamento delle procedure di acquisizione al patrimonio comunale di manufatti abusivi realizzati sul territorio comunale”. La scelta di affidarsi a un consulente è stata dettata dal fatto che, come evidenziato dal Responsabile del Settore Urbanistica del Comune, “le problematiche che si presentano nel corso dell’anno sono talvolta di assai difficile soluzione e necessitano di un supporto legale, anche al fine di evitare di incorrere in vizi di legittimità nell’adozione degli atti di competenza”. Il costo di questo superesperto è stato fissato in 5 mila euro, “salvo eventuali incarichi aggiuntivi”. Paola Gatta
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La Pro Loco perde già i primi pezzi
il Segno - Marzo 2012
Si dimettono in tre dal Consiglio Direttivo
di Luigi Serafini Dopo sei mesi la Pro Loco di Rocca di Papa, nata il 22 agosto, perde già i primi pezzi. A lasciare il Consiglio Direttivo dell’associazione sono stati in tre, Domenico Gatta, Alberto Querini (già direttore artistico del Teatro civico) e Paolo Valbonesi. I primi due, stando alla lettera inviata dal Presidente Emiliano D’Andrea a ilmamilio.it, avrebbero lasciato per impossibilità a partecipare alla vita dell’ente, mentre il musicista Paolo Valbonesi si sarebbe dimesso non condividendo la gestione dello stesso D’Andrea il quale ha giudicato tale scelta una “normale gestione di un gruppo di persone che lavorano e si confrontano su tanti aspetti” e che quindi possono pensarla in modo diverso sulle cose fatte e su quelle da fare. Tutto giusto ma appare quanto meno strano che le divergenze, dopo aver sconquassato mezzo mondo per entrare nella nuova Pro Loco costituita in fretta e furia in pieno ferragosto (vedi foto sopra), possano provocare una fuoriuscita tanto repentina. In realtà le prime avvisaglie ci sarebbero state proprio in occasione dell’organizzazione dell’ultima edizione della Sagra delle Castagne e soprattutto, per quel che ne sappiamo, proprio sul rendiconto finale delle spese sostenute e degli incassi realizzati. Non conosciamo il bilancio preciso della Sagra visto che malgrado gli annunci il Presidente D’Andrea
non l’ha mai reso noto, a parte un bilancio provvisorio inviato proprio al Segno subito dopo la Sagra (pubblicato sul numero di novembre 2011) e che parlava di un differenziale positivo fra entrate ed uscite di circa 12 mila euro. Dopo però non ne abbiamo saputo più nulla mentre sarebbe stato utile e sinonimo di trasparenza pubblicare in modo chiaro e leggibile ogni singola voce di spese e incassi. I nodi comunque arriveranno sicuramente al pettine nell’assemblea generale che si terrà presso l’aula consiliare il prossimo 12 maggio (alle ore 16.00). In quella sede dovrebbero essere chiariti tutti i dubbi e le discussioni rimaste in sospeso. Al momento resta un dato di fatto, cioè l’uscita di scena di tre membri del Consiglio e di uno in particolare, Valbonesi, in polemica con il Presidente D’Andrea. Paolo Valbonesi è uno degli artisti più noti a Rocca di Papa essendosi sempre distinto per la sua correttezza e per la sua partecipazione a un gran numero di eventi, quindi la sua decisione di lasciare la Pro Loco è sicuramente un segnale che qualcosa non sta funzionando per il meglio. Oltre tutto c’è un altro aspetto che andrebbe approfondito, come mai le dimissioni sono praticamente passate in sordina? E’ normale che un ente riconosciuto dal Consiglio Comunale di Rocca di Papa non avverta il dovere di spiegare ai cittadini che cosa è accaduto e, soprattutto, perchè è accaduto? Se non fosse stato per qualche “voce di piazza” e per un articolo apparso il 3 marzo scorso su ilmamilio.it di Marco Caroni, forse nessuno ne avrebbe saputo niente. Per la cronaca, due dei tre dimissionari,
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Il dimissionario Paolo Valbonesi
Querini e Gatta, sono stati sostituiti dai primi non eletti: Maria Del Nero ed Elisabetta Calicchia. A loro vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro.
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il Segno - Marzo 2012
Abusi edilizi, decisione giusta arrivata con troppi anni di ritardo
A proposito della recente delibera di Consiglio Comunale sull’abusivismo
di Gennaro Spigola Ho appreso dal quotidiano “Il Messaggero” che il Consiglio Comunale di Rocca di Papa ha “finalmente” approvato una delibera che prevede una consistente ammenda che dovrebbe essere pagata da tutti coloro che decidessero di utilizzare l’illiceità dell’abusivismo: si parla (se non ricordo male) della considerevole cifra che parte da 10 mila euro fino ad arrivare a 25 mila. Scelta ineccepibile ma che pretende una inevitabile riflessione: la delibera in questione è stata approvata a posteriori in quanto negli ultimi dieci-quindici anni il territorio della giurisdizione di Rocca di Papa è stato in grossa parte dilaniato dall’abusivismo che non ha avuto il giusto contrasto sia dalle Istituzioni che dagli organi di controllo. È emblematico che le zone boschive di Rocca di Papa sono diminuite del 20-25% ed il piano regolatore che avrebbe dovuto determinare la liceità a costruire è stato
tempi moderni
Veduta dei Campi d’Annibale
completamente inibito dalle continue varianti permettendo di edificare in modo indiscriminato, fino a raggiungere delle percentuali di cemento che ha avuto come ingiustificato risultato che il 70% degli immobili è disabitato (alla faccia
Con i soldi nostri!
dell’emergenza abitativa) e la rimanente percentuale ha generato un incremento demografico insostenibile in quanto non è stato accompagnato dall’aumento dei servizi necessari ed essenziali (trasporti, sanità, raccolta dei rifiuti - quest’ultima non vede applicata la raccolta differenziata in tutto il territorio) il tutto si va ad aggiungere al super sfruttamento delle falde acquifere con il concreto rischio di avere nell’acqua potabile percentuali di arsenico che vanno oltre quelle consentite dalla Legge; incremento delle vetture private che comportano l’inevitabile inquinamento atmosferico giunto a dei livelli preoccupanti. Sarebbe opportuno e valido politicamente che le Istituzioni invece di approvare delle delibere a posteriori prendessero anticipatamente dei provvedimenti per evitare che ogni cittadino si senta autorizzato ad applicare la filosofia del libero arbitrio infrangendo tutte le regole che dovrebbero essere rispettate nel rispetto della comune convivenza.
di Roberto Sinibaldi
“Bello ‘sto pannello nuovo, luccica! Ma a che serve?”. Questo il tono degli interrogativi tra chi prende il sole ai Campi, a piazza Giuseppe Di Vittorio. Il commento è riferito a pannelli luminosi piuttosto grandi installati recentemente. A Rocca di Papa ne hanno messi almeno tre, oltre ai Campi ce n’è uno su via Frascati, che passando in macchina appare pieno di lettere troppo piccole per essere lette ed è quindi inutile, e uno a piazza della Repubblica, all’inizio di via Enrico Ferri, che sta proprio davanti ai cartelli turistici che indicano le bellezze e i monumenti del nostro paese, e quindi è dannoso. Le scritte che scorrono nei pannelli luminosi sono ripetitive e senza alcun interesse, ci potrebbero stare
delle comunicazioni di servizio sull’eventuale ritardo degli autobus, per esempio, o sulle farmacie aperte, o sull’andamento della raccolta differenziata nel nostro comune, insomma informazioni utili. Niente di tutto questo. Scorre una scritta pubblicitaria su chi evidentemente ha messo i soldi per i pannelli: la Comunità Montana dei Castelli Romani, e poco più. In compenso i pannelli bruciano energia elettrica, occupano spazio pubblico e, quello di piazza della Repubblica, copre i car-
telli turistici esistenti. Un vero capolavoro! Se poi ti arrischi a domandare quanto sono costati i pannelli luminosi la risposta piccata è che sei un anarcoinsurrezionalista. Questi sono i nostri soldi, soldi pubblici pagati da noi. Perché vengono spesi così male? Perché nessuno controlla la qualità delle cose fatte? Esiste un’opposizione all’idea dominante dello sperpero? Esiste un’opposizione culturale capace di buona politica?
A proposito del Comando dei Vigili Urbani
Sono il presidente di circolo FLI di Rocca di Papa e mi rivolgo alla vostra testata perBruno Romano ché ho appreso che Rocca di Papa ha in forza al comando di Polizia municipale il nuovo comandante del corpo, Sig. Onesti, al quale faccio gli auguri di buon lavoro. Colgo però l’occasione per rivolgere una domanda al nostro sindaco Pasquale Boccia: “Per quanto riguarda la copertura del posto vagante da comandante dei Vigili Urbani, non sarebbe stato più equo espletare un concorso per ricoprire la suddetta carica di comandante anche perché, se lei non ne è a conoscenza, di giovani titolati in giro ce ne sono tanti anche con idee nuove, le quali farebbero solo che bene al nostro paese. Cordialmente Bruno ROMANO Presidente circolo FLI
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di Sergio Rasetti Centinaia di genitori vivono interminabili giorni di ansia causata dall’incertezza di ottenere per i propri figli l’ammissione alla frequenza della scuola pubblica, elementare o materna, del proprio comune di residenza. E’ noto infatti che i posti a disposizione non sono mai sufficienti e che l’organizzazione scolastica finisce per non assicurare a tutti quanto dovuto. Con il passare degli anni lo scenario si complica sempre di più; allo sviluppo residenziale non corrisponde alcun adeguamento di infrastrutture comprese le scuole pubbliche, mentre la questione non sembra preoccupare più di tanto gli amministratori che continuano a rilasciare permessi di costruzione e rimandano la realizzazione dei servizi sine die. Tante famiglie hanno così una sola alternativa: scuola privata e bilancio familiare in ulteriore difficoltà. L’utilizzo di convenzioni pubblico-privato per realizzare le opere cittadine di questi anni, come si può costatare, non ha prodotto vantaggi apprezzabili. Lo dimostrano appalti importanti per Rocca di Papa come la ristrutturazione dell’ex albergo Europa per farne il Palazzo Comunale e la costruzione del parcheggio al Carpino che rischiano di restare opere incompiute. Nel campo dell’edilizia scolastica è andata meglio, bisogna comunque tenere conto che la scuola materna ai Campi d’Annibale ha visto i costi lievitare facendo saltare il completamento dell’appalto che comprendeva anche la ristrutturazione dell’ex albergo; mentre la scuola elementare del Giardino degli Ulivi (nella foto il giorno dell’inaugurazione) preannuncia la sua insufficienza rispetto all’incremento della richiesta già in atto. Il Piano Regolatore presentato come “Piano a zero incremento edilizio” da questi amministratori, annuncia la crescita della popolazione di 4-5 mila abitanti. Siamo già 16 mila; si è costruito o è in via di costruzione per altri 3-4 mila abitanti. Il paese è ormai programmato per 25 mila abitanti in pochi anni. Avete visto cantieri per infrastrutture tra
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“Sviluppo edilizio” e iscrizioni alle scuole pubbliche Bambini senza aule e famiglie costrette a sacrifici
le quali scuole pubbliche? Noi non li abbiamo visti e il nostro timore è che non ne vedremo ancora per molto tempo, mentre migliaia di nuovi residenti arriveranno a ingrossare le file dei genitori che vivono l’ansia di non trovare posto in una scuola
pubblica per i loro figli. Forse è arrivato il tempo di ripensare seriamente a quanto menti poco attente alle conseguenze concrete delle decisioni assunte e ridisegnare il futuro della nostra città in modo equilibrato.
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Dalla segreteria locale dell’Udc riceviamo e volentieri pubblichiamo
“Sulle Antenne la Regione farà la sua parte ma il Comune deve collaborare” Ancora una volta, a distanza di circa due anni dalle varie riunioni e conseguenti rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale, ad oggi nessuna azione concreta a tutela della salute pubblica è stata attuata e che la tanto pubblicizzata delocalizzazione delle antenne non è stata ancora attuata e tantomeno programmata. Le antenne sono cresciute nel nostro Paese all’interno di una cornice politico-istituzionale che tutti conosciamo, che si è realizzata nel corso degli anni ‘80 e all’inizio degli anni ‘90, e che si può riassumere nella formula del Far West. Tutto ciò al di fuori di un minimo di legalità necessaria alla programmazione di problemi così importanti che riguardano la salute, l’ambiente e principi costituzionali molto importanti come il diritto di informare ed essere informati. La locale sezione UDC ha investito del problema l’On.le Luciano Ciocchetti, e illustrato le grandi difficoltà dei nostri concittadini impotenti alla risoluzione del problema che subiscono da decenni oltre al danno la beffa per il mancato e totale controllo sanitario 24 ore su 24, e delle aree comunali. Attento alle problematiche dei cittadini di Rocca di Papa ha fatto proprio tale problema e il 1 Marzo scorso L’On.le Ciocchetti ha convocando immediatamente un tavolo tecnico presso la Regione coinvolgendo l’Assessorato all’Ambiente, i Sindaci dei Comuni di Monte Gennaro e dei Castelli Romani interessati al problema tra cui quello di Rocca di Papa oltre al Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di valutare la possibilità di delocalizzazione degli impianti Radio televisivi e il risanamento del territorio di Rocca di Papa (Madonna del Tufo) e della vetta di Monte
Cavo. Tutto ciò richiede capacità di amministrazione e di programmazione: mettere in piedi procedure con tempi certi, consultazioni, dialogo, confronto con i cittadini su questi temi. La Giunta Boccia deve La vetta di Monte Cavo e i due esponenti dell’Udc di iniziare a dare Rocca di Papa, Mario Gatta (in alto) e Armando Serafini risposte certe, collaborare con gli organi sovra comunali per cercare una soluzione e non rimandare il problema e le relative responsabilità. E’ necessario adesso che l’Amministrazione, oggi, si impegni a prendere un’iniziativa forte a sostegno dell’On.le Ciocchetti per poter avviare a soluzione questo problema e cioè consentire alla Regione la delocalizzazione e razionaliz- A seguito del II Congresso Nazionale de zare gli impianti a frequenze invariate. La Destra, tenutosi a Torino il 12 e 13 noOgni altra decisione significa prendere in vembre scorsi, il Direttivo di Rocca di giro i cittadini che da anni stanno aspet- Papa ha annunciato l’elezione tra i memtando risposte serie, magari anche impo- bri del Comitato Centrale del Partito del polari. Segretario Cittadino locale, Alvaro Fondi. Ci auguriamo che dopo 20 anni di false “Un’elezione che rappresenta un premio promesse non mantenute il Sindaco abbia per tutta la Segreteria locale oltre che una il coraggio di assumersi le proprie respon- bella soddisfazione per me a livello persosabilità e dire la verità ai cittadini di Rocca nale. “Questo nuovo passo in avanti de La di Papa, noi siamo pronti a collaborare e Destra di Rocca di Papa -ha detto Fondifare la ns parte oltre i colori politici per il mi stimola a lavorare ancora di più sul terbene della comunità. Ci attendiamo da ritorio e a portare presso i vertici del parparte dell’Amministrazione comunale e tito le tematiche che più da vicino del governo regionale che ci sia su questo riguardano i miei concittadini. Tematiche punto una posi- sociali, il lavoro, il diritto alla casa di prozione chiara, con- prietà, la precedenza agli italiani nei serv e r g e n t e , vizi, saranno il punto di riferimento mio e inequivocabile, che dell’azione di tutto il partito”. possa essere com- Ad Alvaro Fondi sono arrivate anche le presa dai cittadini e congratulazioni della Gioventù Italiana dall’opinione pub- Rocca di Papa: “il suo ingresso nel Coblica, perché altri- mitato Centrale del partito non è solo un m e n t i premio al lavoro della sezione sul territosig n if ich er eb b e rio e come coordinatore di collegio, ma che, oltre ai ritardi soprattutto un riconoscimento personale e all’indifferenza, che Alvaro meritava, non essendosi mai non si vuole risol- risparmiato nel lavoro per la destra nel vere il problema e corso della sua attività politica. La sua continuare a fare elezione –hanno poi concluso i giovani de La Destra– rappresenta il giusto coronademagogia. Mario Gatta mento dei suoi anni alla guida della nostra Armando Serafini sezione locale. Potrà sempre contare sul Segreteria UDC nostro aiuto”. Luigi Serafini di Rocca di Papa
Alvaro Fondi eletto al Comitato Centrale de La Destra
ROCCA DI PAPA E’in fase di ultimazione la relazione tecnica sui danni subiti
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Un Bilancio davvero partecipato
Dichiaratolostatodicalamità per la nevicata di febbraio Strade dissestate, alberature crollate e grondaie cadute a terra
E’ in fase di ultimazione da parte dei tecnici dell’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Rocca di Papa la relazione sui danni provocati dall’ultima copiosa nevicata di febbraio e per i quali l’amministrazione guidata dal Sindaco Boccia ha già approvato una delibera tesa a richiedere lo stato di calamità naturale al fine di ottenere i giusti rimborsi. I maggiori danni sarebbero stati subiti dalle strade pubbliche e dalle numerose alberature collassate per il peso della neve. Poi non mancano i danni subiti da edifici e strutture private, a cominciare da quelle del centro storico con centinaia di gronde staccatesi e finite a terra, oppure i tettini delle baracche di lamiera che non
hanno retto l’eccessivo peso della neve. Soltanto per rimettere in buono stato le vie comunali gravemente danneggiate, secondo alcuni calcoli che devono ancora essere confermati, l’amministrazione dov r e b b e mettere in bilancio una cifra vicina ai 3-400 mila euro. Senza tener conto degli altri
Pd-Pdl-Sel, differenti ma uguali SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Per paradosso si presenta come un piano per lo sviluppo e l’occupazione, mentre nella sostanza perderemo ancora pezzi di campagna e risorse ambientali. Insomma alla lunga, dopo i guadagni immediati di chi avrà costruito trasformando financo i pollai in nuove case, ci rimetteremo tutti perdendo in particolare la bellezza del paesaggio, il più indifeso e immateriale dei nostri beni. La legge sul Piano casa nel Consiglio Regionale del Lazio è stata fortemente voluta dalla destra. Anche la sinistra ha accolto favorevolmente la proposta. Il Pd però ha fatto la finta di votare contro, solo dopo che si era assicurato che la sua opposizione sarebbe stata ininfluente rispetto all’approvazione della legge. A questo proposito sono illuminanti le posizioni dei singoli consiglieri regionali dello stesso partito e i mille distinguo che hanno caratterizzato la presunta e solo formale opposizione al Piano casa. A fine gennaio scadeva il termine entro il quale ciascun comune poteva esprimersi circa i modi di applicabilità della legge sul proprio territorio ed eventualmente definire delle limitazioni. A Rocca di Papa si è assistito al saldamento sostanziale delle posizioni di Pdl, Pd e Sel. Il cerchio si è chiuso con delle fantastiche dichiarazioni di favore,
che hanno visto uniti i rappresentanti comunali di Pd e Sel sulle medesime posizioni del Pdl regionale: insomma tutti d’accordo per fare nuove costruzioni. Le motivazioni sono sconcertanti: chi dice che non abbiamo bisogno di alcuna limitazione perché ne abbiamo abbastanza (forse non hanno mai fatto una passeggiatina ai Campi), chi dice che abbiamo già il Piano regolatore che pensa a tutto (peraltro ampiamente scaduto), chi come il funambolico rappresentante di Sel (Maurizio De Santis), sostiene che “non si può considerare il Piano casa un feticcio ideologico” (bravo per ideologico, dove si sarà ispirato?). E così si può misurare lo scollamento totale di una politica tutta uguale a se stessa, che, non facendo neanche più finta di esercitare un’opposizione rispetto alla maggioranza, perde di vista l’essenza della democrazia. In tutto questo anche il più estremo partito della sinistra presente in Consiglio comunale appare soggiacente al potere dominante o incapace di discernimento. Il risultato ultimo è che interi settori sociali non sono più rappresentati da nessuno. Una responsabilità politica un po’ troppo forte anche per l’ineffabile neoconsigliere di Sel del nostro comune. Roberto Sinibaldi
Via Rocca Priora
costi sostenuti e da sostenere. Paola Gatta
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“Preparazione di un Bilancio Comunale partecipato”. Questa è la richiesta che il Movimento per Rocca di Papa ha rivolto all’Amministrazione e al Consiglio Comunale. Chiamare associazioni, comitati, singoli cittadini all’elaborazione delle proposte più valide e condivise. “Nell’attuale momento storico-politico che ci vede pressati da una forte ed evidente crisi economica siamo sempre più convinti della validità di una partecipazione democratica della cittadinanza alle scelte democratiche” scrive tra l’altro il Movimento nella richiesta indirizzata al Sindaco Pasquale Boccia, all’Assessore al Bilancio Maurizio Querini, al Presidente del Consiglio Comunale Luigi Ferazzoli, ai Capigruppo Consiliari Luca Santangeli, Enrico Fondi e Maurizio De Santis.
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La Asl RmH vorrebbe chiudere il Pronto Soccorso psichiatrico di Albano
I Sindaci dei Castelli Romani contro la chiusura del presidio medico di Sandro Tabellione Rischia di chiudere il pronto soccorso psichiatrico di Albano Laziale. L’allarme è arrivato dai Sindaci dei Comuni castellani dopo aver appreso la decisione della Asl RmH. Le amministrazioni di Genzano, Ariccia, Albano, Lanuvio e Castel Gandolfo hanno inviato una lettera al Direttore generale, al Direttore sanitario e al Direttore del Dipartimento di Salute mentale, diffidandoli dal dare seguito all’annunciata chiusura. “Questa decisione – hanno detto i primi cittadini firmatari della diffida - arriva dopo la nota firmata dalla Asl RmH lo scorso primo marzo, nella quale si paventava la chiusura di tale servizio. Noi, come
Sindaci del polo H2, in quanto unici responsabili per la Costituzione italiana della salute dei nostri cittadini, non possiamo permettere che questo accada”. L’altro problema, se il pronto soccorso psichiatrico di Albano dovesse chiudere i battenti, riguarda il rischio sovraffollamento per il pronto soccorso di Frascati che, a quel punto, sarebbe l’unico presidio dei Castelli Romani a sopperire a tale chiusura. Pronto soccorso di Frascati che già da solo serve il bacino di utenza da Roma “Riteniamo – hanno poi aggiunto i sindaci - che la chiusura possa portare anche delle gravi tensioni sociali e problemi di ordine pubblico nella
gestione del pronto soccorso psichiatrico di Frascati. Noi non intendiamo essere complici della progressiva chiusura, con la scusa del blocco
Una terrazza sull’Africa
Presentato in aula consiliare il libro di Anna Mancuso di Rita Gatta Piacevole serata quella del 10 marzo presso l’Aula Consiliare di Rocca di Papa: un pubblico attento e sensibile ha seguito con interesse e partecipazione la presentazione del libro di Anna Mancuso “Una terrazza sull’Africa” edito da Bellavite. Interessanti gli interventi dei relatori e della stessa autrice, architetto, candidato sindaco alle prossime elezioni di Monza, attualmente consigliere comunale. La scrittrice, un volto sorridente e sereno ha spiegato le motivazioni di questo suo secondo libro, un’opera che è un “viaggio”, con un itinerario che va fisicamente da Milano a Siracusa, ma che simbolicamente richiama l’eterno percorso dell’esistenza, senza mai fermarsi. Mario, il nome del protagonista, un antieroe, un uomo, un medico che non sa vivere le emozioni, anzi, le frena e molti sono i personaggi che cercano di sostenerlo nel suo peregrinare senza sosta: in questi frangenti compare la figura dell’angelo, sotto le spoglie di amici che rappresentano nel loro impegno a sorreggere Mario, la coesione di una comunità. Il libro, per dirla con la relatrice Carla Massi, giornalista del Messaggero, è contemporaneamente un viaggio, una scelta, la chiusura delle emozioni, vi ricorre la figura dell’angelo, si percepisce la tensione per la
malattia e nello stesso tempo il coraggio di vivere. Tutto ciò circola e ricircola nell’avvincente trama che costituisce una valorizzazione della bella terra di Sicilia con il suo sole, il suo mare, i suoi profumi, i suoi suoni, i suoi scorci archeologici e i suoi panorami… Nel libro il lettore può ritrovarsi, dice l’autrice: molti possono vivere le situazioni e le sensazioni descritte nelle pagine sulle quali scorre una trama piacevole e disinvolta; si condivide la paura per il giudizio del prossimo, si intravede la fatica di lasciarsi andare e non vivere, secondo una rassicurante apparenza che ci mette al riparo dalle valutazioni del prossimo. Il ricavato della vendita del libro è stato de-
delle assunzioni, dei servizi sanitari del Polo H2 della Asl RmH”. Anche i cittadini sono invitati a mobilitarsi.
stinato all’Associazione di volontariato Salute Donna che si pone l’obiettivo di non lasciar sole le persone malate e spaventate dall’insorgere di una patologia, una volta incurabile. Qui la vera donna, la vera Anna Mancuso, presidente dell’Associazione stessa, che ha raccontato con una voce serena e un volto sorridente la sua esperienza, l’aiuto ricevutone, la voglia di essere a sua volta di aiuto al prossimo e la volontà di non arrendersi mai, che deve essere trasmessa a tutte le donne colpite dal tumore. Questa Associazione avrà modo di essere presente anche nel nostro territorio e sarà presto una realtà alla quale far affidamento per prevenzione e informazione. Una serata piacevole, si diceva, ma che ha fatto riflettere e meditare non poche persone, richiamando alla mente quel “viaggio” del protagonista come il vero “viaggio” della vita, delle nostre esperienze, dei nostri incontri e della volontà di porci al servizio di chi ha bisogno.
INFO: 06 93 80 10 36 (anche segreterie telefoniche)
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il Segno - Marzo 2012
Il Consiglio di Stato boccia il Comune di Marino e dà ragione al Parco di Marcello Morrone Il Consiglio di Stato avrebbe messo la parola fine sulla questione dei confini del Parco dei Castelli Romani, rigettando il ricorso presentato dal Comune di Marino teso a rimettere in discussione gli attuali confini territoriali dell’ente regionale. Dopo la sentenza del Tar, che aveva dato ragione al Parco circa la validità dei confini decisi dall’allora commissario Ravaldini, ora per i Sindaci castellani contrari alla presenza del Parco sarebbe arrivata la mazzata definitiva. Adesso si attende un’altra decisione, sempre da parte del Consiglio di Stato, riguardante un identico ricorso presentato dal Comune di Grottaferrata (quando Sindaco era Ghelfi). A sostegno della perimetrazione Ravaldini ormai le sentenze sia del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) che del Consiglio di Stato non si contano più, eppure cacciatori e primi cittadini non desistono dal ritenere nulli quei confini. Se le associazioni venatorie pagano di tasca
loro i ricorsi, per i Sindaci non è così perchè a pagare sono i contribuenti. Forse è ora che comincino a pagare di tasca propria i ricorsi ritenuti infondati dai vari organi di giustizia. Ma torniamo al TAR e al Consiglio di Stato. “Le numerose sentenze del TAR a sostegno della perimetrazione - ha spiegato tempo fa la rete Raffaele Marchettisono state sostenute anche dal parere del Procuratore della Repubblica di Velletri che con la nota del 27 settembre 2010 ha ribadito perfettamente corretta la interpretazione del TAR per cui si dovrebbe concludere per l’applicazione delle sanzioni penali previste in materia di caccia, edilizia e ambiente. La Procura ha quindi ribadito l’applicabilità delle norme relative all’area protetta per tutto il territorio compreso nella perimetrazione Ravaldini. Ma anche il Consiglio di Stato in data 7 dicembre 2010 -ha proseguito- ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da alcune associazioni di cacciatori contro l’Ente Parco ribadendo che la perimetrazione adottata dall’architetto Paolo Raval-
15 I confini del Parco dei Castelli Romani
dini è da intendersi definitiva, integrativa di quella provvisoria di cui alla Legge regionale n. 2 del 13 gennaio 1984, Istituzione del Parco dei Castelli Romani. Ed è stato respinto anche il ricorso presentato al Presidente della Repubblica dichiarato inammissibile con decreto del 22 febbraio 2011”. A questa sequela di decisioni inappuntabili e inappellabili si aggiungerebbe adesso l’ennesima decisione del Consiglio di Stato. Cari Sindaci è ora che prendiate coscienza che i vostri Comuni ricadono dentro un Parco e che quindi le vostre politiche ambientali e di sviluppo dovrebbero sempre tenere a mente questo aspetto. Un giorno quantificheremo anche i soldi da voi spesi per tutti questi ricorsi. Non era meglio spenderli per cose più concrete e utili?
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Il “sistema” del castagno al centro di un seminario
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Al termine dei lavori sarà fornito il Piano Nazionale del Settore Castanicolo
di Giorgio Grassi* A chi è interessato alla castanicoltura da legno, a quella da frutto, all’utilizzo del “sistema castagno” per il recupero socio economico del territorio, diamo subito una bella notizia. Ma un attimo di pazienza, devo fare una premessa. Da queste pagine abbiamo già parlato del Piano nazionale del Settore castanicolo (Il Segno, maggio 2011), e accennato ai fondi europei PSR (Programma di Sviluppo Rurale) e POR (Programma Operativo Regionale - Il Segno dicembre 2011). Il Piano costituisce il riferimento per le iniziative sul castagno ammissibili a spesa pubblica dal 2010 al 2013: tra l’altro ha indirizzato a come meglio spendere i soldi del MiPAAF per combattere il cinipide galligeno del castagno in tutt’Italia e ha promosso la informazione agli operatori economici. I fondi europei invece costituiscono la principale risorsa economica che l’Italia può spendere per sostenere e migliorare il sistema agroforestale (nel quale ovviamente è inserita la castanicoltura). Ho richiamato alla mente il Piano e i Fondi europei per segnalare una importante iniziativa voluta dalla Regione Veneto, che sarebbe utilissima anche nel Lazio: il Veneto, utilizzando i fondi europei PSR, terrà un Seminario su “Il Piano nazionale del Settore castanicolo e la sua attuazione nel territorio Veneto”. Dalle ore 9 alle 18 del 16 marzo, a Vittorio Veneto, parleranno tutti gli specialisti che coordinarono i diversi tavoli di lavoro del MiPAAF nel 2010 e 2011. Saranno trattati sia la castanicoltura da frutto che quella da legno, il marketing, la multifunzionalità, le avversità, la meccanizzazione, le biomasse, la valorizzazione della produzione legnosa, gli aspetti tecnologici del legno di
castagno e dei prodotti derivati, quali prospettive si aprono per il legno di castagno negli anni post 2013, gli strumenti pubblici per qualificare il prodotto, e altro. Conosco quasi tutti i relatori, sono persone pratiche, di esperienza e aperte al confronto. Vale la pena andare a stabilire contatti, se serve per un futuro. Siccome è un seminario, occorre prenotarsi (si veda il sito: www.regione.veneto.it/centroinformazionepermanente/L ogin.aspx). Si partecipa gratuitamente e a fine lavori si riceve una copia del Piano. Un’altra notizia positiva riguarda la lotta al cinipide: il programma finanziato dal Mi-
PAAF sta procedendo regolarmente e sono da poco terminati i corsi diretti dal prof. Alma (DIVAPRA dell’Università di Torino) che preparano i tecnici regionali alla creazione e alla gestione dei Centri di moltiplicazione del Torymus sinensis, l’antagonista impiegato nella lotta biologica. Tre “Workshop formativi interregionali” hanno infatti riunito in tre città tutte le regioni interessate (del Nord, del Sud, a Roma per il Centro Italia) e sono state date le informazioni e istruzioni preliminari per i lanci che saranno effettuati nel
Il cinipide del castagno
2012 a inizio germogliamento del castagno. E’ stato confermato che la Regione Lazio allestirà un Centro di moltiplicazione del Torymus a Velletri, presso la locale sede dell’ARSIAL. *già CRA-FR di Roma e Caserta
Più cartelli per tutti... e la Provincia paga La “rotonda” di Via Laghi
La nuova mega rotonda di Via dei Laghi, inaugurata pochi mesi fa dal Sindaco di Rocca di Papa e dal Presidente della Provincia di Roma, si arricchisce di nuove decorazioni. Qualche settimana fa, infatti, sono stati installati ben 4, (dicasi 4!), cartelli con la scritta “Provincia di Roma” che, fra l’altro, infastidiscono anche la visibilità dei conducenti degli autoveicoli già concentrati nella guida all’interno della rotonda. Viene una sola domanda da fare al Pre-
sidente provinciale Zingaretti: ma un solo cartello non era sufficiente? Perchè metterne quattro tutti intorno? Ormai lo sanno anche i sassi che l’opera è stata finanziata dal suo Ente! Questo inquinamento da cartelli stradali è ormai dilagante. Stessa scena in piazza della Repubblica, dove la Provincia di Roma ha installato un numero eccessivo di pali (cartelli compresi) per indicare i punti dove è consentito l’accesso pubblico a internet. Ma tutti questi cartelli (pali compresi) chi li paga?
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DIRITTO di REPLICA
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A PROPOSITO DELL’ASSUNZIONE IN QUALITA’ DI “CERIMONIERE DEL SINDACO”
“Sono stata scelta “Faccia un gesto per i miei meriti” nobile,si dimetta” Anna Brandani ci scrive
di Anna Brandani Gentile redazione del Piccolo Segno, grazie... ma io non ho mai preteso nulla! Grazie perché… in 5 anni di impegno nella squadra di governo, nel mio ruolo di presidente del Consiglio e come stretta collaboratrice degli assessori al turismo, o come donna impegnata sul territorio da più di 20 anni, collaborando con tutte le amministrazioni che si sono succedute dal 1987 ad oggi, promuovendo, con la mia associazione Ente Pro Rocca, fondata nel 1993, iniziative ad esclusivo vantaggio della nostra città (i cittadini non hanno dimenticato), non mi avete mai degnato di considerazione concedendomi, non dico la prima pagina, ma almeno un rigo che mettesse in evidenza, nel bene e nel male, il mio operato sia per quanto concerneva il mio ruolo istituzionale sia per il costante (prezioso?) contributo che ho dato per portare avanti, talvolta faticosamente, gli eventi in calendario. E all’“ignobile” accusa di aver avuto un ruolo nello staff del sindaco per “compensazione”, mi dispiace deludervi, non sono un politico… da recuperare e accontentare in altro modo! Questo ruolo non è stato creato per dare un’occu-
pazione a me, poteva essere affidato a Mario Bianchi o Maria Rossi (e sicuramente non avrebbe creato scalpore). Ma siccome è di uso comune “in certi ambienti” (e voi lo sapete bene vero?) utilizzare questo sistema, non avete esitato a strumentalizzare questa scelta, denigrando in tal modo una persona che per convinzione, per formazione, per etica non ha mai preteso nulla dalla politica e… chiesto niente ai politici né vicini né lontani! Sono sicura, con un pizzico di presunzione e senza falsa modestia che le mie capacità organizzative e il forte senso di responsabilità che mi porta a non sottovalutare mai gli impegni che mi si affidano, la mia competenza “certificata” nel tenere una segreteria, senza sottovalutare qualità come discrezione, correttezza e lealtà (presupposti dai quali non prescindo nel privato e nel pubblico) sono stati i requisiti che il sindaco e i responsabili dell’ufficio di riferimento hanno valutato per affidare a me un ruolo così delicato. Diamo ai cittadini una corretta informazione sul fatto in questione; sono sicura che sul prossimo numero del Piccolo Segno avrò il piacere di tornare con questa mia… perché no? in prima pagina!
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Il direttore risponde
di Andrea Sebastianelli Come vede, anche stavolta non le abbiamo riservato la prima pagina però voglio iniziare ringraziandola di averci scritto. E’ un gesto importante perchè denota voglia di spiegare e soprattutto il coraggio di metterci la faccia. I politici di solito non rispondono mai, si sentono ingiudicabili e quando arriva qualche critica preferiscono far finta di niente evitando di rispondere. Quindi, già solo per questo, lei merita un sincero apprezzamento. Veniamo però alla vicenda per la quale ci ha scritto. L’aspetto da sottolineare non è se lei sia stata scelta per i suoi meriti o per i suoi trascorsi politici, ma che un primo cittadino nella situazione critica in cui viviamo (con stipendi che non arrivano, giovani in cerca di lavoro, casse integrazioni che fioccano e licenziamenti che sono in costante aumento) possa farsi venire l’idea di nominare un “responsabile del cerimoniale del Sindaco”! Roba da scompisciarsi dalle risate se non riguardasse i soldi pubblici. A leggere quella delibera pare di stare al tempo di Luigi XIV quando le cerimonie sfarzose e i riti di corte avevano un ruolo anche politico. Ma che Boccia si senta una sorta di
Luigi XIV del feudo di Roccanpapen è francamente poco accettabile. Lei dice di essere stata scelta per i suoi meriti. Noi abbiamo fatto una semplice analisi: lei è stata una nota politica dell’ex Margherita, ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale, alle ultime elezioni non si è ripresentata facendo un passo indietro... che cosa si aspettava che avremmo pensato (noi e i cittadini) leggendo della sua assunzione nello staff del Sindaco? Lei avrà anche alti meriti nel settore cerimonialistico ma, in virtù del suo tascorso politico, sarebbe stata una decisione da non prendere. Proprio per evitare dubbi e pettegolezi. Infine, c’è una vicenda che potrebbe legarsi alla sua: l’area della Fortezza continuerebbe a rimanere chiusa a visitatori e turisti perchè il Comune non riuscirebbe a trovare 6 mila euro all’anno da dare a un guardiano che, come richiesto dalla Sovrintendenza, apra e chiuda l’area panoramica e archeologica. E’ la stessa cifra che lei percepirà dal Comune per “cerimoniare il Sindaco”. Dovrebbe fare un gesto utile e nobile: o dimettersi (liberando quei fondi) oppure facendosi carico dell’apertura e della chiusura della Fortezza. Turisti e cittadini le sarebbero grati.
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ROCCA DI PAPA Sono 4 le interrogazioni presentate dal Consigliere Romei 18
“Nelle opere pubbliche che interessi ci sono?” di Paola Gatta Ancora una volta è stato il ritardo dell’esecuzione dei lavori di diverse opere pubbliche al centro delle interrogazioni presentate dal Consigliere Comunale Danilo Romei nella seduta dello scorso 20 febbraio. “Il rifacimento di Viale Enrico Ferri, la costruzione del parcheggio al Vivaro, l’opera di realizzazione della nuova sede del Comune, sono opere costate milioni di euro -si legge nella nota- tutte opere non concluse”. Per quanto riguarda la nuova sede comunale –nell’ex albergo Europa– doveva essere pronta già da qualche anno, precisamente nel 2009. Si domanda Romei: “Dietro le continue modifiche da parte delle ditte incaricate, dietro le lungaggini di consegna, che cosa si cela? Quali interessi nascondono questi ritardi?”. Domande che meriterebbero delle risposte chiare e definitive da parte dell’amministrazione comunale ma che dubitiamo arriveranno tanto presto. Nella stessa seduta Romei ha presentato altre quattro interogazioni consiliari. La prima riguarda le dimissioni della dott.ssa Elisabetta Santangeli da responsabile dell’Ufficio Ambiente, settore poi assorbito dai Lavori Pubblici. “Le recenti dimissioni del re-
Danilo Romei
sponsabile del settore Ambiente -ha scritto Romei- dimostrano chiaramente la fallimentare politica di questa amministrazione. Vi chiedo, è stata la spaventosa superficialità nella gestione del depuratore e dell’isola ecologica, per i quali ci sono avvisi di garanzia, a costringere il responsabile del settore Ambiente a questa drastica decisione?”. E ancora: “Chi sarà il nuovo e ben remunerato responsabile? E sarà in grado di affrontare la penosa situazione della raccolta differenziata?”. Danilo Romei non ci và leggero nelle sue argomentazioni, sostenuto
Arriva a Rocca di Papa la scuola di ballo “Roma Dance Studio”
A Rocca di Papa gli appassionati e i praticanti del ballo sono in costante aumento. Per questo sono diverse le scuole che insegnano a ballare. L’ultima arrivata in ordine di tempo è la scuola di ballo “Roma Dance Studio” che si avvale di insegnanti di notevole capacità. Si tratta di Andrea e Frederikke e di Marco e Alice, che hanno vinto diversi prestigiosi trofei e che ora metteranno a disposizione dei cittadini i loro insegnamenti presso l’auditorium della Chiesa del Sacro Cuore ai Campi d’Annibale, dove la scuola di ballo “Roma Dance Studio” ha aperto i suoi corsi. Ai maestri e ai futuri allievi vanno i nostri auguri. Per informazioni si può telefonare al n. 347-7007380.
il Segno - Marzo 2012
in questo dalle inchieste avviate dalla Procura della Repubblica di Velletri che a breve dovrebbe concludere l’iter delle indagini. Infine un’altra interrogazione ha riguardato il parcheggio interrato di Largo Claudio Villa, di fronte alla sede del Parco dei Castelli. “Il parcheggio in questione è in una situazione d’estremo degrado. Nelle giornate di pioggia -aggiunge poi il Consigliere Pdl-, cade acqua in abbondanza dalle lunghe e grandi grate del soffitto; entrambe le scale di accesso sono colme d’immondizia e di escrementi; l’ascensore quasi sempre non funzionante emana un insopportabile puzzo di urina”. Già sul numero scorso del Segno avevamo evidenziato una serie di atti vandalici e di furti a danno delle automobili parcheggiate. A tal proposito Romei ha chiesto al Sindaco: “A chi spetta il dovere di mantenere in uno stato di decenza un parcheggio ad uso pubblico e garantire la sicurezza degli utenti?”. Già! A chi spetta questo compito? Stando a ciò che dice il Comune alla ditta che gestisce i parcheggi. Ma la ditta dice che garantire la sicurezza in tutta l’area è praticamente impossibile.
Presentato il programma di “Terre Sommerse Castelli”
Comincia dalla città di Marino l’impegno culturale della costola castellana di Terre Sommerse. L’associazione presieduta da Sandro Tabellione e diretta da Luca Pagliarini, lo scorso 10 marzo ha infatti presentato le sue attività per il 2012 presso “Kinà Art Cafè”, diventato ormai un punto di riferimento degli eventi musicali, artistici e letterari dei Castelli Romani. Alla serata, presentata da Niccolò Carosi, hanno partecipato i rappresentanti di Terre Sommerse (tra cui il Presidente Fabio Furnari) e gli artisti di Terre Sommerse Castelli che, da questo momento, assumeranno anche il ruolo di direzione artistica dello stesso “Kinà Art Cafè”. Numerose e variegate le attività culturali presentate, non solo concerti e presentazione di cd, ma anche libri, letteratura e poesia, continuando così la grande tradizione di Terre Sommerse nel campo della cultura con la “C” maiuscola (info su: www.terresommerse.it). Durante la serata si è esibito il gruppo “Interno Blue” con Nadia Erbolini, nota “colonna sonora” dei mitici Festivalbar degli anni Ottanta e Novanta. (D.D.R.)
I maestri Federica e Andrea
I maestri Alice e Marco
Parcheggio del Carpino, ora si attende il nuovo progetto il Segno - Marzo 2012
Lavori fermi al Carpino
di Luigi Serafini La ripresa dei lavori del parcheggio multipiano del Carpino non sembra essere molto vicina. Infatti la società affidataria dell’appalto, la RDP Parking Srl, ha ricevuto alla fine di febbraio l’incarico da parte del Comune di Rocca di Papa di redigere un nuovo “progetto esecutivo al fine di ottemperare alle prescrizioni del Ministero per i beni e le attività culturali e della Regione Lazio”. Si tratta delle prescrizioni contenute nella relazione tecnica predisposta da un geologo, il dott. Antonio Vernile, che prevede la realizzazione di una palificata idonea a sostenere l’opera. Infine, per quanto riguarda le cosiddette “opere di compensazione paesaggistica”, resta da fare quanto richiesto dal Ministero al
ROCCA DI PAPA
Comune roccheggiano il 18 dicembre 2009, cioè un “progetto per la sistemazione a verde pubblico della scarpata sottostante il parcheggio stesso”. Il costo del progetto, ricordiamo, è di 3milioni 361mila euro (1 milione e 620mila euro con un finanziamento della Regione Lazio; 1 milione 611mila euro a carico della società che esegue i lavori; circa 130 mila euro con un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti). Ripercorriamo brevemente le tappe del parcheggio del Carpino: 5 febbraio 2008: il Comune chiede alla Regione Lazio di trasferire il finanziamento concesso per un parcheggio interrato in piazza della Repubblica, verso quello multipiano di piazza Valeriano Gatta.
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14 marzo 2008: il Consiglio Comunale approva il progetto preliminare del nuovo parcheggio. 10 ottobre 2008: il Comune sottoscrive il contratto con l’ATI (Associazione Temporanea d’Imprese) costituita tra la società Si.Ge.A. Costruzioni Spa di Napoli e la società No Problem Parking Spa di Pozzuoli. 19 dicembre 2008: l’ATI costituisce la società RDP Parking Srl, che da questo momento è responsabile del progetto. 23 giugno 2009: il Comune di Rocca di Papa approva il pro-
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getto definitivo. 3 novembre 2009: il Comune approva un nuovo progetto definitivo dopo aver recepito le indicazioni degli Enti superiori. 7 settembre 2010: il Comune approva il progetto esecutivo della Si.Ge.A. Spa con le indicazioni della Regione Lazio. 21 settembre 2010: il Comune approva una nuova versione del progetto esecutivo. 23 febbraio 2011: il Comune chiede alla società RDP Parking Srl di produrre un progetto esecutivo con le indicazioni pervenute da Ministero e Regione Lazio.
E i commercianti sono sfiduciati
Abbiamo trascorso una mattinata con i commercianti e i cittadini che vivono a ridosso di Piazza Valeriano Gatta (piazza del Carpino per i roccheggiani) per sentire i loro umori a proposito del ritardo nell’esecuzione dei lavori del nuovo parcheggio. Il sentimento che prevale è la sfiducia, in molti avevano creduto che dopo tante parole finalmente l’opera sarebbe stata consegnata, come previsto, nello scorso mese di febbraio. E invece il cantiere è ancora lì a dimostrare il suo ritardo. “Ogni due-tre giorni arrivano un paio di operai, mettono in moto il bobcat, smuovono un po’ di terra e poi vanno via” ci racconta uno dei commercianti della bella piazzetta. E’ anche difficile sbirciare che cosa sta avvenendo nel cantiere visto che l’intera piazza è stata sormontata da pannelli bianchi che non permettono nemmeno di guardare il panorama. “La cosa strana -ha poi notato un residente- è che se un pannello si buca o si danneggia, permettendo così di guardare che cosa avviene nel cantiere sottostante, subito arriva una piccola squadra di operai a rappezzare il buco. Una cosa del genere non mi era mai capitata”, ci dice ancora. “Noi non sappiamo niente dei lavori e dei tempi che ancora saranno necessari per concludere l’opera -dice un altro commerciante- e dal Comune nessuno ci ha informato sulle cause del ritardo”. (L.S.)
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Il Pantanello, storia di un’area ormai abbandonata e dimenticata
L’antica fonte famosa per l’acqua frizzante versa in condizioni disastrose
di Luigi Serafini I meno giovani sicuramente ricorderanno la bontà dell’acqua che sgorgava dal “Pantanello”, un po’ frizzantina, sempre fresca e dissetante. Oggi l’area in questione, che si apre su Via Rocca Priora ai Campi d’Annibale, rappresenta una fetta di territorio in stato di abbandono, con erbacce, rifiuti, recinzioni abusive e tanto altro che ne rendono impossibile anche il solo ingresso fino alla fonte. Qualche anno fa arrivarono i soldi della XI Comunità Montana del Lazio per finanziare un intervento finalizzato all’incanalamento delle acque piovane che, nel punto in cui inizia l’area, creava dei pantani e grandi accumuli di terra. Fino ad alcuni anni fa (parliamo degli anni Ottanta) a Rocca di Papa si svolgeva anche una vera e propria “Sagra dell’acqua” per valorizzare un bene prezioso che caratterizzava il quartiere dei Campi. Oggi non sappiamo se l’acqua del “Pantanello” continua a sgorgare ma certamente resta un’area molto bella e pregiata, posta fra lo sperone di “Pentima Stalla” e le cosid-
L’ingresso del “Pantanello” da Via Rocca Priora, completamente invaso dalla vegetazione infestante
dette “Rotte Cave”. Un’area da cui si poteva (e si potrebbe ancora) ammirare un panorama stupendo. Riteniamo che sia arrivato il momento di condurre una bonifica vera e definitiva, rendendo l’area un parco pubblico, senza
Conduttura fatiscente e topi... in Via Cavour
A ridosso del nuovo edificio dell’ex Colonia, in Via Cavour, si può ammirare questo bell’esemplare di condotta fognaria che, in vari punti, vede fuoriuscire del liquame. Non sarebbe il caso di sistemarlo e renderlo una volta per tutte invisibile? Diversi cittadini che qui risiedono ci hanno parlato della costante presenza di topi “che sembrano gatti”. Risolvere questo problema, anche disinfestando l’area, non sembra una impresa impossibile! Che ne dite?
bisogno di spendere capitali in mega-progetti. Sarebbe sufficiente solo ripulire la zona, garantire una normale manutenzione, evitando di costruire strutture in cemento. In caso contrario, meglio lasciarla così com’è.
Si terrà il prossimo 23 marzo
Anche a Rocca di Papa arriva l’urlo della scuola
Anche le scuole di Rocca di Papa hanno aderito all’iniziativa “L’urlo della scuola, per una nuova primavera dell’istruzione pubblica”, che interesserà molti plessi scolastici italiani nella giornata del prossimo 23 marzo. A sostenere la proposta partita dall’Assemblea genitori ed insegnanti delle scuole di Bologna e provincia è stato il Comitato dei Genitori di Rocca di Papa che fin dalla sua costituzione si batte a favore della scuola pubblica. “Ogni scuola -si Il Comitato Genitori legge nel volantino distribuito- è chiamato a mobilitarsi, ognuno con la propria autonomia, ognuno con la propria creatività, dall’occupazione al girotondo, dalla festa al flash-mob, dall’assemblea d’istituto al seminario”. Dopo questa giornata di festa, si terrà a Bologna la “Convenzione nazionale per la scuola Bene Comune pubblica, capace, accogliente”. Anche l’Assessorato all’istruzione di Rocca di Papa ha manifestato il suo sostegno all’iniziativa. Genitori, insegnanti e alunni sono invitati a partecipare attivamente. (P.G.)
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Tutti in ansia per i “poveri cani”... ma il sospetto è che ci sia dell’altro
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In troppi ci stanno chiedendo: “Perchè non parlate dell’ex cava di lapillo?”
di Andrea Sebastianelli Da alcuni mesi incontro cittadini che mi rivolgono una richiesta impellente: perchè il tuo giornale non parla dell’ex cava di lapillo di Via Rocca Priora? E perchè mai dovrebbe? replico io. Risposta: “perchè ci vogliono portare i cani che oggi si trovano nella grotta vicino al benzinaio ex Shell... ma poverini... lì fa freddo e non batte mai il sole. Bisogna evitare che vadano là!”. Una decina di persone mi hanno posto questo problema e sono rimasto molto sorpreso visto che a Rocca di Papa sono pochi quelli che si interessano delle condizioni degli animali. Anzi, quasi sempre è l’indifferenza su questo tema a farla da padrona. Allora, sarà perchè sono un giornalista... sarà forse perchè sono anche una guardia zoofila... sarà forse perchè mia moglie Daniela è un’animalista doc, mi sono incuriosito sospettando che i cani fossero solo la questione da portare avanti (il cosiddetto specchietto per le allodole) mentre in realtà qualcos’altro stava (sta) bollendo in pentola. Tutto questo mi ricorda un po’ i costruttori che vogliono cementificare il Monte Artemisio: mandano a protestare i cacciatori contro i vincoli del Parco ma dietro si nasconde la grande speculazione edilizia.
Solo che stavolta L’ex cava di lapillo loro, i cacciatori (o meglio dire, bracconieri, visto che nei parchi non si può svolgere attività venatoria), stavolta non stanno davanti ma sono ben nascosti dietro ai “poveri cani che rischiano la polmonite”. Ma che cosa si nasconde allora di così importante dietro questo trasferimento (che, ricordiamolo, sarebbe solo a carattere provvisorio) presso l’ex cava di lapillo di 7 cagnoloni abbandonati dei quali di sostare e addormentarsi sotto oggi si prende cura l’associa- le frasche. Recentemente, inzione di Davide Palozzi, fatti, sarebbe stata massacrata “Gruppo randagio”? una cinghialotta che in pancia Ho cercato di saperne di più e, aveva un bel numero di cucchiedendo qua e là, è venuta cioli, tanto che l’area era divenfuori una storia che, per quanto tata un lago di sangue. Adesso se ne sa, è stata oggetto anche con l’arrivo dei cani del di una denucia contro ignoti “Gruppo randagio” il rischio alla Procura della Repubblica. per i bracconieri è che i cinIn realtà lo spazio dell’ex cava ghiali cambino zona... e allora sarebbe una delle aree in cui addio alla caccia facile e ai faquesti bracconieri esercitereb- cili guadagni dalla vendita bero in modo continuativo la della carne di cinghiale che loro attività illegale. Abbiamo nell’area dei Castelli ha un suo saputo che questi “sportivi” ar- ricco mercato. mati di fucile, organizzereb- Io non so se le persone che mi bero dei veri e propri agguati hanno fermato lo abbiano fatto proprio nell’ex cava in cui i perchè effettivamente preoccucinghiali avrebbero l’abitudine pate per la salute dei cani ma
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quanto scoperto mi fa dire che ora quei cani, se trasferiti all’ex cava, correrebbero davvero il rischio di essere avvelenati a meno che Comune e Parco dei Castelli decidano di combattere seriamente il bracconaggio e l’illegalità all’interno del loro territorio anche con l’ausilio di telecamere nascoste. Oggi la tecnologia permette di fare molto con costi irrisori, e anche se i “cani della grotta” non dovessero più essere portati nell’ex cava, resta il fatto che quell’area dovrà essere sottoposta a continui controlli. Per quel che ci riguarda abbiamo già posto la questione alle guardie venatorie.
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DIRITTO di REPLICA Il Segretario de La Destra risponde a Daniela Di Rosa che a sua volta... risponde 22
il Segno - Marzo 2012
“La sinistra governa il paese, voi appoggiate l’amministrazione ma la colpa è della destra” Mi vedo costretto (nuovamente) a rispondere alla Sig. Daniela Di Rosa visto l’articolo sul Piccolo Segno di gennaio 2012. Le faccio presente che sono felice dei voti presi nell’ultima tornata elettorale e per sua conoscenza la informo che avrei fatto alleanze solo con Responsabili di Partito (Pdl) di Rocca di Papa e a oggi ancora sconosciuti, pertanto ho preferito il mio simbolo, il mio partito e non nascosto sotto fantomatiche Liste Civiche (tre di sinistra) come il “Suo protetto” che considera la politica, una “palestra” e, infatti, saltellando è trasvolato in Sel (come il solito mentalist-sx) sempre pronto a votare in modo favorevole con i suoi ex. Penso che voi (con vecchi articoli) come noi (con volantini) revocato il mandato di Vice-Sindaco siamo ancora in attesa dell’apertura dei fantomatici armadi. Noi felici dei nostri ideali (non come chiacchierati da tutti voi) andiamo avanti con onestà e trasparenza dicendo ai cittadini la verità, anche se a volte non fa piacere di certo, non stiamo con un piede “in due scarpe” come voi, con deleghe amministrative e Consiglieri in “finta opposizione”, in attesa anche “lui” di Delega Sindacale per rientrare dalla finestra. Ma cosa dirà ai suoi elettori dopo una campagna in netto contrasto con l’amministrazione? Già, voi di sinistra potete tutto. Come pretendete di dare una svolta alla politica di Rocca se siete i primi a non fare chiarezza? Criticate l’amministrazione sul vostro giornale ma, di fatto, siete in maggioranza… se è questa la politica nuova della sinistra tenetevela. Siete anche “voi”, facendo finta di essere contro l’amministrazione, partecipi del degrado del nostro paese… come spesso è riportato sul vostro giornale. Se poi il nome da voi fatto come rappresentante del centrodestra, beh! Che Dio ci salvi… preferisco perfino l’at-
tuale amministrazione (che non è vero) a lui, comunque visti i suoi atteggiamenti, lo vedrei bene fra le vostre fila… Avanti un altro “cameragno”! In merito alla mia foto con il Sig. Silvestrini, era opportuno che al mio posto ci fosse stata quella del Sig. Spigola… poiché sul problema antenne sono sulla stessa “lunghezza d’onda”… Nessuno le vuole ma… nessuno viene a firmare… iniziando dal Primo Cittadino in giù! I Cittadini solo adesso si sono accorti dell’addizionale energia elettrica sulla loro bolletta... Noi lo avevamo fatto presente nel 2010 con volantini e articoli (mai pubblicati). Addizionale voluta da chi avete riconfermato... chi era ed è in minoranza per giunta adesso anche con deleghe… per premio! Distinti Saluti. Alvaro Fondi Segr.rio Citt.no “La Destra” R. di Papa
Hai le idee un po’ confuse
di Daniela Di Rosa Caro Alvaro, anch’io mi vedo (con piacere) costretta a ri-risponderti, così... solo per fare un po’ di chiarezza perché ti vedo alquanto confuso. Come te, sarei felice anche se mi votassero solo dieci persone, purchè non siano i responsabili del Pdl, memore dei Responsabili nazionali, Scilipoti & company, per fortuna -come tu riferisci- qui da noi sono sconosciuti. Le fantomatiche liste civiche che tu tanto disprezzi, anche se guidate di solito da politici locali, sono fatte da cittadini e, se ben tre alle ultime elezioni erano di sinistra, di chi è la colpa? A destra non ci sono cittadini impegnati? Dalla confusione passi tranquillamente
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alla mistificazione, proprio tu che parli di trasparenza... il mio protetto chi sarebbe? De Santis? E come lo avrei protetto? Scrivendo più volte sul nostro giornale di non votarlo? Bel modo che avrei di appoggiare un candidato. Quello che fa De Santis ne risponderà lui, certo è che anche noi siamo da tempo in attesa di risposte, da lui e da tutta la giunta, e da anni con l’onestà e la chiarezza che tu non ci riconosci, combattiamo una battaglia per la trasparenza e la legalità, senza fare sconti a nessuno, nemmeno a noi stessi! Sei abbastanza grande per capire che la verità ha mille facce, ma qualcuno ha in tasca la propria e ne fa una bandiera, poi rimane incredulo perché gli altri non capiscono e non lo votano e allora diventa il paladino dell’onestà, il resto è tutto marcio, corrotto, disonesto ecc. ecc. Le mie scarpe metaforiche e non sono sempre le stesse da almeno trent’anni, cambio modello ma sempre rigorosamente sportive e senza tacco, e sono sempre a sinistra della sinistra (lo so, c’è sempre qualcuno più a sinistra di me, per questo forse non la raggiungo mai). Capisco che sei un nostalgico del ventennio ma basta co’ ‘sto voi! Ma voi chi? Qui l’unico che non è sincero sei tu, a chi ti riferisci dicendo che è in maggioranza? A me? A De Santis? A Sel? Forse non sei informato, ma Sel e il suo Consigliere sono all’opposizione… ah già! fingiamo! in realtà tra noi, il sindaco e la sua giunta c’è del tenero! Boccia dopo dieci anni che lo attacchiamo ancora non ha capito che lo amiamo. Alvaro, scusa, ma a Roma si dice: ma che te sei fumato? Da anni pubblichiamo tutto quello che ci invii e continui a ripetere che non lo facciamo, sarei quasi tentata a non farlo più…
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Cultura e Perchè un Museo del Bosco
il Segno - Marzo 2012
di Maria Pia Santangeli Durante la ricerca da cui è nato il libro Boscaioli e carbonai nei Castelli Romani, ho intervistato circa sessanta persone, uomini per lo più, ma anche donne: rocchigiani, roccaprioresi, larianesi, nemesi, velletrani, marchigiani di Sarnano, boscaioli veri e propri, ma anche mulattieri sia locali sia abruzzesi, rogaróli di Genzano, bovari di Lariano, barcaioli di Castelgandolfo, che trasportavano il legname da una parte all’altra del lago Albano. Tutti mi hanno riferito, fra tante altre cose, che i rocchigiani erano il gruppo di boscaioli più numeroso dei vari Castelli e anche quello che comprendeva i boscaioli più specializzati. I marchigiani erano considerati più lenti, ma più precisi, per questo venivano affidati alle loro compagnie i boschi più estesi dei Castelli (i marchigiani si fermano ininterrottamente per cinque, sei mesi nei boschi più lontani dall’abitato, dormendo in baracconi di legno, nel freddo, nel fumo che ristagnava fra le pareti di tavole). Fra i lavoratori del bosco di Rocca di Papa mancavano solo i bovari, cioè quelli che trascinavano fuori dal luogo del taglio travi e pali con le coppie di buoi, le cosiddette vette (i bovari erano di Rocca Priora, di Artena e di Lariano). Tutti gli altri, considerando anche i fascettari, i manicari, gli scalari e i carbonai possedevano una grande conoscenza degli alberi, del legno, della natura in genere, avevano una grande cura dei loro attrezzi che sapevano costruire e mantenere efficienti (le accette, spesso riposte sotto il letto matrimoniale, erano muti testimoni della vita domestica). Mi piace ricordare tre testimonianze: le parole del carbonaio Libertario De Santis: “Devi conoscere il legno, che è diverso a seconda del sole e dell’ombra che ha preso, della terra che ha succhiato”; del tagliatore Metardo Rufini: “L’attrezzo buono fa l’uomo bravo”; e del fascettaro Dante Gentili che in poche parole dà un’idea dei lavori di una volta: “Prima della guerra lavoravamo tutti nel bosco, chi stroncava, chi facciava, e c’erano pure gli scorzini, che erano ragazzi, e mi ricordo anche che c’erano i miei coetanei che sono morti in Russia. Prima hanno fatto questo lavoro, ‘ste fatiche, e poi sono andati a morire là”. Un libro può ricordare tutto questo, ma non ha la forza comunicativa, il potere evocativo degli oggetti: le accette, i segoni, i sottopancia dei muli, gli stronchini, 'e rasore... parlano, raccontano storie vere. Neanche le fotografie possono rendere la verità come la vista degli oggetti che si presentano nella loro realtà, quasi in carne e ossa, oso dire. Da parecchi anni ho preparato un pro-
... dintorni
getto per un Museo del bosco, ma questo progetto è rimasto sulla carta. L’Amministrazione l’ha considerato positivamente, tanto da scriverlo più volte nei programmi elettorali, ma poi, per mancanza di fondi e di un locale idoneo, tutto è stato rimandato al futuro, un futuro che ormai non può più aspettare perché i testimoni non ci sono quasi più - voglio ricordare la scomparsa proprio in questi ultimi giorni di uno degli ultimi facciatori (squadratori di travi), lo straordinario artigiano artista Gabriele Lupardini. Inoltre gli oggetti deperiscono, nella migliore delle ipotesi sono abbandonati nelle cantine o addirittura vengono buttati. Non si può più aspettare se vogliamo -ed è dovere della nostra generazione- costruire, anche se in modo imperfetto e lacunoso, una sorta di ponte fra il passato e il futuro. Non dico altro sul valore della memoria perché sono convinta che sia un pensiero di cui tutti abbiamo chiara coscienza, anche se spesso non ne facciamo oggetto di riflessione. Che cosa si può fare dunque? L’idea è quella di cominciare a raccogliere il materiale (è pronto un manifesto a nome di Franco Carfagna e mio, appunto per questa raccolta) per organizzare una Mostra Permanente, con la prospettiva di trasformarla poi in Museo. Il primo progetto prevedeva che il Museo fosse ubicato in viale Enrico Ferri in collegamento con la Biblioteca, progetto anche questo abbandonato. Oggi c’è una bella cantina antica, dietro al Comune, che il proprietario generosamente concede. Certo bisogna ripulirla e dare una sistemata al pavimento -per questo nel passato si erano proposti due volontari-, ci sono molte fotografie da far incorniciare e bei disegni di Franco Carfagna, uno degli ultimi testimoni, due tavoli da comprare e poco altro. Si può cominciare con poco (5 mila euro), in maniera dignitosa però -la nostra Anna Onesti ci darà volentieri qual-
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che consiglio per l’allestimento- in modo che il pubblico lo possa gustare non solo durante la Sagra delle castagne, non solo durante la Notte verde, che forse non si farà più. Potrà essere visitata dagli alunni delle scuole e potrà anche essere un piccolo tassello utile per il turismo. Starà a noi cittadini farne un luogo vivo, stimolante: si potranno fare corsi di fotografia e pittura naturalistica, ricerche sulle piante selvatiche commestibili. Tutto ciò che riguarda la natura sarà di casa nel Museo. Infine -ma lo spazio per spiegare è troppo poco- potrà far parte di una simpatica manifestazione simile a quella organizzata anni fa nella nota Isola del Giglio denominata “Cantine aperte”, con le cantine che ospitavano mostre, musica, presentazioni di libri, spettacolini di cabaret... Una manifestazione poco costosa. tra l’altro. E ci potremmo inserire anche un gemellaggio con Sarnano. Ho fiducia che queste parole saranno accolte da tutti i giovani, in particolare dall’Associazione Rocca Forte che, nel rievocare qualche giorno fa il bombardamento del 14 febbraio 1944, ha dato grande importanza al significato della memoria e dell’identità di un luogo e di un popolo; ho fiducia nella Pro Loco, che sta dimostrando intelligenza e amore per Rocca di Papa, e possiede la veste giuridica per accedere ai fondi europei, a quelli della Regione e della Provincia; ho fiducia nel Centro Anziani, e nel Comitato del Centro Storico, nel corpo insegnante, in tutti i cittadini e associazioni. Non ho dimenticato l’Associazione L’Alveare che della tutela del castagno ha fatto la sua bandiera. Infine nell’Amministrazione stessa che, sono sicura vorrà contribuire, anche se nei limiti delle sue finanze. Insieme ce la faremo. Il futuro Museo non è né di destra né di sinistra, è di tutti. Tutti abbiamo la responsabilità di non spezzare il filo della memoria.
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L’angolo della storia
Dal Volgare a oggi...
di Vincenzo Rufini In tempi arcaici i due idiomi che costituivano la base del linguaggio nel mondo occidentale e di gran parte delle terre comprese nel bacino del Mediterraneo erano il greco e il latino. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), il latino ha continuato ad essere la lingua d’uso comune; ma con l’avvento del Medioevo hanno cominciato a circolare le lingue neolatine, derivanti, cioè, dalla madre lingua latina. Nella penisola italica dopo le continue e imperterrite invasioni barbariche, le quali sono state sempre accompagnate da violenza e distruzione (da qui il termine “vandalico”, mutuato dal nome di una stirpe barbarica preponderante), anche la lingua latina subisce vessazioni e stravolgimenti. Le classi colte continuano ad esprimersi nell’idioma di Virgilio e i documenti ufficiali vengono vergati in latino, ma il popolino comincia a parlare un lessico derivante sì dal latino ma infarcito di nuove cadenze linguistiche. Questo fenomeno è andato vieppiù crescendo fino a divenire una vera e propria lingua parlata e scritta, tanto che il primo documento che ci è pervenuto è il testo giuridico del IX secolo e chiamato: Il Placito di Capua. La nuova lingua viene chiamata “Volgare”; ed è nel 1300 con Dante Alighieri, il quale verga le pagine della Divina Commedia utilizzandola al posto del latino, che le viene conferita una dignità letteraria. Da allora in poi la lingua Volgare si arricchisce di nuovi termini fino ad assumere la struttura attuale nel secolo decimo nono, per gran parte merito di Alessandro Manzoni che con il suo capolavoro, I Promessi sposi, la “risciacquò nell’Arno”, come si ebbe a dire in quel tempo. Oggi assistiamo ad una conti-
CULTURA
nua interpolazione di nuovi termini, cagione di ciò le nuove terminologie anglicizzanti portate dal computer e il linguaggio estrem a m e n t e sintetico, sia orale che scritto, delle nuove generazioni. Linguaggio che archivia in modo definitivo la retorica e l’aulicità che hanno accompagnato la lingua italiana durante tutto il suo percorso evolutivo. Tutto ciò è probabilmente un assaggio linguistico di quello che potrà essere l’evoluzione futura della lingua; infatti in un mondo dove la spina dorsale del linguaggio, sia ad ovest che ad est, è costituita dalla lingua inglese, lo spazio per le lingue nazionali sarà sempre più ridotto. Probabilmente si sta verificando quello che il professor Umberto Eco, in un dialogo con Eugenio Scalfari tenuto all’inizio degli anni ‘80, definì, utilizzando il termine Pidgin, il processo di pidginizzazione; cioè, una lingua madre inglese parlata in tutto il mondo ma con un’abbondante dose di ter-
La poesia del mese
di Anna Giovanetti
mini autoctoni. Se ciò sia un bene oppure un male potrebbe essere oggetto di dotte ed interminabili discussioni accademiche; più modestamente potremmo vedere i due aspetti della questione in essere, presi singolarmente. Considerandola un bene dovremmo tenere in riferimento la considerazione che le lingue alcune muoiono, altre invecchiano ed altre ancora evolvono, tanto da risultare completamente diverse comparandole a distanza solo di pochi decenni. Osservandola dalla facciata considerata in modo negativo potremmo applicarle come epitaffio un verso di Torquato Tasso: “Ogni trista memoria ormai si taccia e pongasi in oblìo le andate cose”.
Sensazioni
Aprendo la finestra una mattina di questo inverno ormai quasi passato un leggero soffio di brezza marina all’improvviso dolcemente mi invade.
E quel profumo mi inebria in ogni senso sgombrando la mia mente dai pensieri d’azzurro intenso si colora il cielo, e io socchiudo gli occhi respirando forte, mentre due passeri cinguettano leggeri.
Sembrano ormai lontane le fredde giornate e un tiepido sole mi avvolge e mi accarezza; vola l’anima mia verso caldi lidi, donde quel profumo sembra arrivare un’infinita pace prende posto nel mio cuore e nella vita mi fa ancora sperare…
il Segno - Marzo 2012
Invito alla lettura
Lisa Genova
Ancora io di Loredana Massaro
Sarah è una giovane donna realizzata in tutto: vicepresidente di una delle società di consulenza più prestigiose di Boston, moglie innamorata, madre presente di tre figli. Ogni giorno che porta a termine, dimostra a sé stessa di essere la numero uno, destreggiandosi tra riunioni, colloqui e menage familiare. Ma non tutto è tranquillo come sembra. Sono i sogni che di notte l’avvertono, attraverso un incomprensibile linguaggio, che la sua vita sta annegando nel mare delle aspettative che gli altri hanno nei suoi confronti. Fino al giorno in cui la corsa viene interrotta da un terribile incidente stradale. Quando si risveglia in ospedale Sarah si rende conto di non riuscire più ad avvertire nulla che si trovi sul lato sinistro del proprio corpo. E’ un handicap grave che i medici chiamano “negligenza spaziale unilaterale”. Sarah è convinta di poterla cancellare dalla propria vita con poche settimane di fisioterapia. Ma questa volta la fretta non c’entra. Sarà necessario accettare l’aiuto degli altri, imparare a vivere una vita diversa, lontana dal successo. E’ questo l’inizio di una battaglia contro sé stessa prima ancora che con la malattia, una lotta quotidiana per ridisegnare alcune delle coordinate che fondavano la sua esistenza precedente. Da tutta la sofferenza e dalla rabbia che ne consegue, Sarah riuscirà a far nascere una felicità nuova, fatta di piccole vittorie e di grandi sfide. Si tratta di un libro possente, minuzioso, duro e sentimentale al contempo. Un’attività di scavo interiore, attraverso cui la protagonista è restituita sotto una luce “autentica”, ripresa nei gesti comuni della quotidianità e del rinnovamento. “Ancora io” è un grande romanzo perché incede senza fretta, dando peso ai particolari solo in apparenza insignificanti, in uno stile piano, scorrevole, che cattura. Lisa Genova è una neuropsichiatra che ha scritto per i lettori un romanzo delicato e forte sulla malattia e sull’invalidità. Un lavoro di comprensione e descrizione delle dinamiche interiori di chi è colpito da qualcosa che sembra portare via la propria identità. Un cammino volto a capire che non sono solo le abilità vantate, a fare di ognuno di noi una persona.
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STORIE
Un sepolcro consolare dimenticato da tutti
Antonio Nibby e il suo “Viaggio nei contorni di Roma”
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Si tratta di un monumento romano unico nel suo genere
Nel 1819 lo studioso Antonio Nibby scrisse un ricco resoconto dal titolo: “Viaggio antiquario nei contorni di Roma”. Tra questi “contorni” non poteva mancare Rocca di Papa con i suoi più importanti monumenti. In questo articolo ci soffermeremo su uno di essi, il Sepolcro Consolare di Palazzola, raro esempio di monumento rupestre di epoca romana ridotto oggi a meno di una cava dismessa di metà Novecento. Così scriveva il Nibby di fronte a tale opera: “Entrando nel Convento si vede inciso nella rupe un bel monumento antico conosciuto sotto il nome di sepolcro di Palazzola. Nel traversare il giardino de’ Religiosi, per andare a vederlo si vede, che la rupe, sulla quale era posata Albalonga, è stata fino da’ tempi degl’Imperadori sostenuta con mura di bella opera laterizia, che ancora si conservano intatte, il sepolcro stesso è esternamente decorato di dodici fasci, indizio che la persona, la quale vi fu sepolta, fu Console, e per conseguenza il monumento appartiene alla epoca della Repubblica”. Il Nibby ci dice alcune cose molto interes-
santi. Innanzitutto l’inquadramento cronologico, che rende questo monumento uno dei più importanti dei Colli Albani. Poi, cosa da non sottovalutare, ci indica la centralità dell’area di Palazzola sovrastata dalla mitica città di Albalonga. L’archeologo e topografo romano, esaminò poi da vicino il sepolcro.”Nel mezzo di questi fasci si vede una sedia curule. Salendo sopra questo sepolcro si osserva, che esso era decorato di gradini, i quali andavano a formare in mezzo una specie di piramide, sopra la quale fu forse la statua dell'estinto. In mezzo si vede il luogo, nel quale era sepolto il personaggio consolare. Di qua, e di là da quella specie di piramide di gradini si vedono nel masso della rupe gl'indizi di altri gradini”. A chi era dedicato questo sepolcro? Oggi viene attribuito a Gneo Cornelio Scipione Hispalo, ma al tempo del Nibby si avanzavano altre ipotesi: “ci è ignoto il personaggio, pel quale esso servì. I nomi, che gli danno di sepolcro di Tullo Ostilio, ed Anco Marzio (III e IV Re di Roma, n.d.d.) non hanno maggior fonda-
Quel rumore del mare La storia di Karim e del suo amico delfino di Annarita Rossi A Karim piaceva tanto raccogliere le conchiglie sulla spiaggia. Quando non andava a scuola lo faceva tutti i giorni e ci passava il tempo che neanche se ne accorgeva. Ne teneva una grande con se perché aveva sentito dire dalla sua gente che, posando una conchiglia all’orecchio, ci si sente il mare. E così quando non poteva scendere in spiaggia, il mare provava ad ascoltarlo nella conchiglia. Il rumore del mare, quel suono altalenante che, anche quando l’acqua sembra ferma, si ode sempre un fruscio, è un ritmo cadenzato che solo il mare riesce a restituire con il suo moto ondoso. Un suono quasi ipnotico, che acquieta, che richiama e che non stanca mai. Karim amava il mare e coloro che lo abitano perciò insieme a qualche amico si divertiva nuotando in apnea per vedere sotto a quell’immensità cosa c’era da scoprire, stupendosi ed emo-
zionandosi ogni volta. Aveva poi trovato un nuovo amico, un delfino, che ogni giorno si faceva vedere. I due si ritrovarono a nuotare insieme e lo fecero per parecchio tempo. Karim viveva con poco e avrebbe potuto trarne guadagno da questa amicizia facendone un’attrazione turistica, ma l’unica cosa che gli interessava era quel bel rapporto tra di loro. Un giorno Karim quando si immerse non trovò il suo amico, così lo attese fino al tramonto ma il delfino non si vide né quel giorno, né quelli successivi. Eppure non poteva essersene andato, Karim non poteva crederlo. In quei giorni infatti era stato ritrovato un delfino della stessa specie impigliato nelle grandi reti da pesca e sfortunatamente era morto. Karim ne soffrì molto. Quell’affetto innocente e sincero gli mancava davvero e ogni volta che guardava il mare, gli sembrava di vedere il suo amico riaffiorare in superficie, quale invece rimaneva piatta sino all’orizzonte.
mento di qualunque altro personaggio de’ tempi più remoti”. A chiunque fosse dedicato, emerge l’incuria e l’indecenza Antonio Nibby dei nostri (1792-1839) giorni di fronte allo stato di abbandono in cui verte quest’opera. Andrea Sebastianelli
I NOSTRI ERRORI
Nell’articolo apparso sul numero scorso dal titolo “Il valore dell’istruzione nell’Ottocento” a firma di Rita Gatta, per un errore di battitura è stato indicato erroneamente quale Pontefice Pio XI invece di Pio IX. Ce ne scusiamo con i lettori. Ogni anno sono tanti i delfini ma anche le tartarughe che finiscono accidentalmente nelle grandi reti a causa di metodi di pesca poco sostenibile. I delfini sono già fortemente minacciati da un’antica quanto barbara usanza folcloristica che si perpetua ogni anno nelle Isole Feroe in Danimarca dove viene attuato un orrendo massacro ed in quel giorno il mare si tinge di rosso per il loro sangue. E’ importante sapere che una pesca consapevole è fondamentale. Il tonno rosso sta rischiando l’estinzione per essere pescato indiscriminatamente. Non è ammissibile che ancora oggi venga fatta la mattanza dei tonni come spettacolo per turisti a Carloforte in Sardegna. Guardare il logo sull’etichetta dei prodotti da acquistare in genere e nel caso dei prodotti ittici, i marchi “Friend of the Sea” e “Dolphine Safe”, che certificano rispettivamente la provenienza del pesce nel rispetto del codice di condotta responsabile della FAO, è un piccolo ma notevole accorgimento. Ricordare che il mare non è un’enorme pattumiera dove può finire ogni genere di rifiuto. Gli oceani si sono formati circa 4 miliardi di anni fa, quindi, il mare merita di essere salvaguardato e rispettato, affinché non si contribuisca inconsapevolmente alla sua inesorabile distruzione.
MUSICA E ARTE Un’installazione di Anna Onesti e Fabrizio Di Pietro
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“Racconto azzurro” al Museo Orientale
Un’installazione dell’artista roccheggiana Anna Onesti, Racconto azzurro (foto a lato), potrà essere ammirata presso il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma “Giuseppe Tucci” (Via Merulana 248). L’opera, realizzata con la collaborazione di Fabrizio Di Pietro, “è un’installazione mobile composta da una serie di lanterne di carta giapponese dipinta, montate con stecche di bambù e fili di cotone”, materiali ormai diventati per l’artista una caratteristica inconfondibile. L’esposizione, patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali, sarà permanente, nel senso che l’opera è stata donata all’ente museale. Entrando nel detta-
glio dell’installazione, apprendiamo che “queste strutture di carta sono forme colorate che nascono da suggestioni legate alla mutevolezza delle lanterne e alla leggerezza degli aquiloni e, come aquiloni, si muovono nello spazio tenute da un filo sottile. Le carte delle lanterne sono state tinte con un colore categorico, assoluto, come il blu oltremare”. Sulle carte Anna Onesti è intervenuta con tecniche indirette come l’impronta ed il ricalco, “tecniche che hanno permesso di dipingere le forme più varie: cerchi, rombi, ovali ed arabeschi floreali, stabilendo una cadenza ritmica carica di risonanze e di echi”. Per info: tel. 06-469748. Paola Gatta
u m e r o s t v s e icali p i e t t R
LA CARRIERA SOLISTA DI PETER GABRIEL
L’ARCANGELO CHE HA ESTESO I CONFINI DEL ROCK/1 Questa retrospettiva è dedicata a un mio caro amico che non c’è più, con cui condividevo questo amore per Peter Gabriel e con cui ci confrontavamo discutendone sempre con impeto e passione. Questo amico si chiamava Massimo Siri.
Quando, dopo l’abbandono dei Genesis, uscì il primo disco solista di Peter Gabriel tanta era la voglia e l’aspettativa da parte dei moltissimi fan. Ancora infarcito dell’impasto perfetto della voce di Gabriel alla musica dei Genesis da non potermi immaginare nient’altro al di fuori di essa, comprai il disco con l’emozione come se fosse un esordio anche per me. Che strana copertina! Niente a
che fare con quelle magiche dei Genesis. Peter così in primo piano, quasi scherzoso e pazzo, come se non si prendesse sul serio, addirittura in un’automobile! Leggo sui credits qualche nome tipo Dick Wagner che mi sembra di conoscere attraverso Lou Reed e addirittura Bob Fripp come ospite! Il primo pezzo conserva ancora qualcosa delle atmosfere familiari ma già mi cattura subito lo stupendo riff che all’inizio mi sembra quasi country di Solsbury Hill, ma è al terzo brano che mi prende quasi uno shock a sentire Gabriel ammiccare in mezzo a riff di chitarre alla rollingstones e così via dove gli shock si susseguono e dove mi rimangono impresse le maestosità
di Massimo Onesti
orchestrali di Down the dolcevita e Here comes the flood. La sensazione è agrodolce un po’ per la delusione che ti strozza la gola di sentire che Peter vira decisamente verso altre strade ma è anche di meraviglia per il fatto che però sta andando verso sonorità nuove e che chissà dove approderanno. Infatti quello che non fa capire bene il disco è verso quale direzione andrà Gabriel, gli
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spunti sono molteplici ma la disparità di suoni è ben presente ed è proprio questa la caratteristica di questo album che è come se ti lasciasse in sospeso con ancora più aspettativa per il prossimo secondo album dove la copertina si presentava ancora più distante dagli epigoni genesisiani: la faccia allucinata di Peter, lo strappo elettrico sulle mani quasi a sfregiare la foto, i sobborghi urbani come sfondi facevano già capire che il contenuto non sarebbe stato ancora molto solare. La prima sensazione fu però che mi risultava più compatto rispetto al primo. Aveva sonorità più aspre e rock ed era come se Peter qui dicesse: “ragazzi... dimenticatevi per sempre i Genesis d’ora in poi”. Il taglio era netto e senza nessun tentennamento, ormai bisognava fare i conti con un nuovo Peter e con esso confrontarsi. In questo periodo ci fu una specie di spartiacque fra i fan gabrieliani: quelli più legati a certe sonorità antiche quasi lo abbandonarono mentre quelli come me legati alle emozioni della sua voce e attratti dal nuovo continuarono ad amarlo e cercarne di vederne anche i significati che quel nuovo Gabriel, con molta forza e decisione, faceva presupporre che ce n’erano e, anzi, sicuramente ancora di più rispetto alla fase Genesis. Io credo adesso che questo disco, anche per me il più trascurato di tutti i dischi Gabriel, mi lasciò invece in sospeso molti punti che in seguito si sarebbero disvelati come importanti e fondamentali nell’opera di Peter che incominciava a voler porre l’attenzione su aspetti più interiori e umani e che si confrontava con problematiche più quotidiane, più reali e in poche parole che poco avevano a che fare con le allegorie fantasmagoriche del passato. Per me questo disco, che in qualche modo si riallaccia anche a qualche sonorità di The Lamb lies down (l’ultimo album di Gabriel coi Genesis), raschia definitivamente quel poco ch’era rimasto del caro vecchio Gabriel preparandoci per un Gabriel la cui completezza e grandezza era là subito da venire. 1/CONTINUA
Otto marzo, il lungo cammino delle donne
RIFLETTORI
il Segno - Marzo 2012
Per ricordare l’8 marzo, riproponiamo un articolo pubblicato sul numero di giugno del 2008.
di Alessandra Guidi Le donne da sempre sono state sottomesse al mondo maschile, hanno subìto violenze fisiche, psicologiche e sessuali, sottomesse al capo famiglia come se fosse un padrone, passando da figlie a mogli senza libertà di scelta sulla propria vita. La donna ha dovuto subìre pressioni e umiliazioni da parte dell’uomo, ma oggi grazie a donne forti, coraggiose e rivoluzionarie che spesso hanno pagato con la
propria vita, le questioni sono cambiate radicalmente. Se noi, giovani donne del XXI sec. possiamo fare tante cose è grazie a queste persone che hanno lottato con tutta la forza e hanno aiutato il mondo a cambiare. In passato la donna non poteva decidere niente di se stessa, non poteva decidere chi amare, chi sposare, non poteva decidere se lavorare e realizzarsi. L’unico scopo per la loro esistenza era procreare, mandare avanti casa e famiglia sottostando alle regole dell’uomo. Non potevano separarsi o abortire e l’adulterio provocato dalla donna era considerato un reato.
Il Ministro Clini frena sugli Ogm-Ue
“La modifica della legislazione sugli Ogm (Organismi geneticamente modificati) è necessaria per raggiungere il giusto equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione europeo basato sulla valutazione scientifica dei rischi sanitari e ambientali e l’esigenza di garantire agli Stati membri la facoltà di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio al fine di tutelare gli aspetti nazionali, regionali o locali specifici rispetto alla coltivazione”. Lo ha detto il ministro all’ambiente Corrado Clini durante il dibattito pubblico del Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue a Bruxelles tenutosi l’8 marzo. Ha aggiunto Clini: “Il quadro legislativo attuale adottato dall’Unione europea per l’autorizzazione dei prodotti costituiti o ricavati da organismi geneticamente modificati, mira ad evitare gli effetti nocivi sulla salute umana e animale e sull’ambiente. Esso non soddisfa tuttavia pienamente l’esigenza di dare maggiore libertà agli Stati membri in materia di coltivazione degli Ogm, poiché non garantisce una sufficiente flessibilità agli Stati per decidere in merito alla coltivazione degli Ogm dopo la loro autorizzazione a livello europeo”. Ha di poi concluso: “A condizione Ermanno che gli altri stati membri diano Gatta prova di analoga flessibilità, saremmo disponibili ad accettare la proposta di compromesso della presidenza danese così come presentata sugli Ogm”. Il pungolo
il T o c c o
Ho deciso di affrontare questo argomento per far capire in che modo la figura della donna sia cambiata nel corso degli anni e quali conseguenze hanno dovuto pagare coloro che hanno lottato per far capire che la donna non è un oggetto da esibire o da comandare ma che anche lei è un essere umano e come tale ha diritti uguali all’uomo. Il movimento femminista La parola femminismo è usata in mille modi diversi, a volte anche in senso dispregiativo. Ma che cos’è realmente il femminismo? Il femminismo è stato ed è un movimento di donne che si propone di ottenere gli stessi diritti ed opportunità degli uomini. E’ un movimento che si batte per il diritto della donna di esprimere liberamente la propria personalità. All’inizio il movimento femminista si impegnò su questioni quali il diritto al voto, all’istruzione, al lavoro, alla proprietà, ecc., in seguito superando la fase della rivendicazione della parità tra i sessi, cominciò ad affermare con forza la specificità dell’identità femminile mettendo in discussione le istituzioni sociali ed i valori dominanti nelle varie società. Il movimento femminista, preparato dalle idee divulgate dai filosofi e letterati dell’Illuminismo, apparve per la prima volta in Francia all’epoca della Rivoluzione Francese. Nel 1791, la scrittrice Olympe de Gouges presentò di fronte all’Assemblea Costituente di Parigi, una “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” rivendicando i diritti delle donne.
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L’angolo della psicologia
Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli
L’ansia da separazione
Negli ultimi articoli ho trattato i disturbi d’ansia poiché sono molto diffusi nella popolazione. Oggi esamineremo la fobia scolare che altro non è che il disturbo d’ansia di separazione, così come viene riportato nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR). Il disturbo d’ansia di separazione colpisce prevalentemente i bambini (l’esordio è precoce se avviene entro i 6 anni di età, ed è diagnosticabile se il soggetto non ha meno di 18 anni). Esso viene avvertito come un livello d’ansia inappropriata rispetto al livello di sviluppo, e come un malessere eccessivo ricorrente quando il bambino deve separarsi dalle figure di attaccamento o quando è anticipata col pensiero. Si manifesta con la paura di perdere coloro a cui il bambino è attaccato o con la preoccupazione che accada loro qualcosa di brutto. Il bambino teme anche che possa essere separato dai genitori a causa di un evento imprevisto (rapimento). Tutto ciò comporta il rifiuto di andare a scuola o di stare da solo in casa o senza adulti significativi in altri ambienti. Il bambino può avere timore di dormire da solo, può fare incubi sul tema della separazione e lamentarsi di sintomi fisici come mal di testa e mail di pancia. L’anomalia deve durare almeno da 4 settimane per poter essere diagnosticata e causare un disagio significativo nell’area sociale e scolastica. Il bambino deve essere rassicurato, i suoi timori non devono essere ridicolizzati. Si deve prestare attenzione a ciò che dice e fa, specialmente quando gioca, e ai suoi disegni. E’ consigliabile consultare il pediatra e uno psicologo esperto in psicologia dell’età evolutiva. Per scrivere alla dott.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@ virgilio.it
L’antica ricetta de... la pulenta co’ u filu il Segno - Marzo 2012
Questo bel disegno del maestro Carfagna ci permette di parlare di una ricetta culinaria quasi scomparsa. Si tratta di una “ricetta mito”, nel senso che tutta la famiglia doveva collaborare per realizzare questo piatto appetitoso. Per prima cosa bisognava mettere ‘”u callaru co’ u treppiede ‘ngima au fuocu” per far bollire l’acqua; subito dopo, mentre un altro membro della
Ultima pagina
il Segno dei tempi
nei disegni del Maestro Franco Carfagna
famiglia provvedeva a buttare la “pulenta” nel callaro, il cuoco incominciava a girarla. Era questa un’operazione lenta e paziente poiché bisognava girarla per almeno un ora per farla diventare dura come un mattone. A questo punto il capofamiglia decretava che la “pulenta co’ u filu” era pronta e allora la si poteva vuotare sopra
alla “spianatora”. Poi una persona capace cominciava a battere la polenta con una tavola per farla diventare ancora più dura. Infine, una volta raffreddata (altrimenti si “appalloccava au spagu”) si tagliava a fette di due centimetri con uno spago (“u filu”). Ogni fila andava condita con il sugo. Ma c’era anche chi la insaporiva in bianco “co’ a ventresca squaiata”. Ovviamente non doveva mancare il formaggio e un po’ di peperoncino. Ma non è finita. Una volta fatte tutte queste operazioni, la polenta andava rimessa “trendo au callaru” per essere riscaldata. La “pulenta co’ u filu” era pronta! Quella che avanzava poteva essere consumata nei giorni successivi, gli uomini se la portavano al lavoro, nei boschi, nelle vigne o all’orto per il loro pranzo. Questa antica ricetta viene ancora oggi seguita da diverse famiglie di Rocca di Papa che, così facendo, continuano la tradizione.
Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it
Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico ma nessuno sa dirmi di più. nettezza urbana al mancato ormai alti 30 cm e il fango coLAMPIONI SPENTI Chiacchierando per strada ausilio diurno e notturno delle pioso sembra proprio di stare IN VIA ROMA qualcuno mi ha detto che po- forze di polizia in genere, ora in un campo rom e forse Gentile direttore, da molti mesi le luci di tanti trebbe trattarsi di un guasto invece è totalmente latitante. anche peggio perché almeno lampioni di via Roma sono sulla linea. Ma come è possi- Come mai non parla più di loro non pagano tasse, cosa spente. Ho apprezzato l’invito bile se le luci spente sono al- questi problemi? I Campi di che si presume facciano i poscritto su ogni lampione che ternate a quelle accese? Annibale non finiscono in veri abitanti di quella zona), spinge il cittadino a telefonare Possibile che finora nessuno piazza Di Vittorio, andate a cosa fa il nostro Comitato? fare un giro su via Maschio Che gli sia stata promessa nel caso di “lampada spenta” e sia intervenuto? quindi ho telefonato. Mi hanno Tramite il suo giornale vorrei delle Faete o su via Monte- […] una bella poltrona alle risposto in maniera gentile pregare il Comune di interve- pennolo piene di buche o an- prossime elezioni? Staremo a delle persone dal Piemonte, nire, sostituire le lampadine o cora, cosa più tragica, su via vedere. Rocca Priora altezza civici Mail firmata già questo mi ha un po’ stupito. comunque riparare il guasto. Lettera firmata 60-70 dove tra buche e ridiNei mesi successivi, notando coli dossi che servono solo a UN NUOVO LETTORE che non succedeva nulla ho riraccogliere terra e formare dei DEL SEGNO telefonato e poi ancora solleci- IL COMITATO veri e propri laghi quando Abito da poco a Rocca di tato. Ormai telefono ogni paio CAMPI CHE FA? di mesi e con voce sempre più C’era una volta il Comitato di piove oltre che a rompere le Papa, quartiere località Campi sconfortata continuo a segna- quartiere dei Campi d’Anni- auto sottoposte sul nostro ter- d’Annibale. Ho letto con pialare il guasto sulla via panora- bale sempre attento alle pro- ritorio a continui balzi (per cere il vostro giornalino e vormica. Dall’altro capo del blematiche della zona, dalle non parlare della situazione rei riceverne copia mensile. E’ telefono si stupiscono anche antenne alle buche, dal mal della strada di terra vicino alla possibile? Franco Di Maro loro del mancato intervento, funzionamento del servizio di cooperativa dove tra tombini