“ il Segno PICCOLO
...quello che gli altri non scrivono... mensile indipendente
Scuole a pezzi www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it
Anno XII, n. 3 - Marzo 2013
La denuncia del Consigliere Comunale Emanuele Crestini
Internet
La Presidenza del Consiglio boccia il sito del Comune
di Roberto Sinibaldi Notizie, informazioni, trasparenza a Rocca di Papa non ci servono. Questo deve aver pensato il nostro sindaco. Stiamo in mezzo alle montagne, chi vuoi che se ne accorga? Ma è obbligatorio! Deve aver suggerito qualche volenteroso che smanazza sui computer. Segue a pagina 12
di A. Giovanetti
Semplice amore...vero a pagina 28
di V. Rufini
I Big Bang del pensiero a pagina 31
Luciana Littizzetto (Che tempo che fa)
Una sentenza senza appelli: le strutture scolastiche di Rocca di Papa, a causa dell’assenza di manutenzione, rischiano di cadere a pezzi. E’ questo il risultato di un’indagine condotta a tappeto dal Consigliere Comunale Emanuele Crestini. Infiltrazioni d’acqua, ascensori fuoriuso, spazi inagibili, pedane per i disabili ferme, uscite di sicurezza bloccate. E anche nei plessi di recente costruzione i problemi non mancano e i genitori si dicono molto preoccupati per la sicurezza dei propri figli. Alle pagine 18 e 19
Camera, Senato e Regione Lazio Campi d’Annibale
Risultati e commenti sulle ultime elezioni Articoli alle pagine 6, 12, 16 e 17
Autoparco in Funicolare via dei Laghi A pagina 11 A pagina 10
Nevica, paese bloccato A pagina 25
Le no stre ru brich e
La poesia L’angolo del mese della storia
”
In Italia l’unico modo per morire di meno sul lavoro è lavorare meno
P ill o le d i ec o no m i a
di M. Artibani
Equilibri produttivi a pagina 34
Invito alla lettura di L. Massaro
Delphine de Vigan a pagina 31
Pista ciclabile vera o finta?
A pagina 9
Crisi dell’Aimeri
Gli stipendi non si pagano
A pagina 14
ATTUALITA’
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il Segno - Marzo 2013
Un Paese fondato sulle tangenti ma altrove si parla di bakscisch
L’uso e l’abuso di denaro pubblico non è una caratteristica solo italiana
di Bruno Fontana Giornali e notiziari tivù ci raccontano quasi quotidianamente quanto il nostro Paese sia depredato del suo denaro pubblico con la corruzione, le tangenti e le ruberie varie da parte di lestofanti di ogni risma o colore politico. Fino a sorprenderci spesso per quanto ingegno e fantasia i ladroni di stato fanno uso per raggiungere i loro scopi delinquenziali. Ma siamo davvero un popolo di ladri, oltre che un popolo di poeti artisti eroi santi e navigatori? Pare che la magistratura non faccia in tempo a scoprire un male affare che ne spuntano altri. E sembra che ciò che appare è solo la punta dell’iceberg, come l’evasione fiscale (un altro hobby in negativo degli italiani). Partiamo dai numeri base: ogni anno in Italia abbiamo 120 miliardi di evasione fiscale, 60 miliardi di corruzione. Fanno 180 miliardi l’anno. In dieci anni farebbero 1.800 miliardi: esattamente l’intera somma PICCOLO
il Segno
organo mensile dell’associazione culturale
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DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli
del debito pubblico, che si potrebbe azzerare in 15 anni arginando questa voragine. Si dovrebbe forse affidare i nostri conti a un ministro dell’economia teutonico per sperarci. A proposito di evasione fiscale, non credo che l’italiano più del francese o del tedesco abbia la sintomatologia dell’evasore nel DNA. Dubito che ci siano persone nel mondo che gongolano all’idea di dovere pagare le tasse. E’ il nostro pessimo rapporto con lo Stato ad accentuare la nostra poca propensione a comportarci da cittadini onesti. Detto questo, ogni scandalo politico-finanziario, ogni Fiorito, ogni Formigoni o MPS ci allontana dal nostro dovere civico e ringalREDAZIONE
Patricia Antolovic, Bruna Benelli, Noemi Bevilacqua, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Bruno Fontana, Paola Gatta, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, Sandro Tabellione, Cristiana Zarneri il-sognatore.blogspot.com
luzzisce le nostre giustificazioni. Loro rubano i miei soldi e io i soldi non glieli dò o gliene dò il meno possibile. Un’altra domanda che mi pongo spesso è questa: ma perché negli altri Paesi ci sono meno scandali politico-finanziari? Sono i cittadinii dei quei Paesi a essere più virtuosi o la loro magistratura e la loro stampa ad essere più distratte? A prima vista sembra che ai nostri magistrati basti aprire un cassetto qualunque in un ufficio pubblico per trovare mazzette e fondi neri. La corILLUSTRAZIONI
Franco Carfagna, Ermanno Gatta
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ruzione si misura da quello che emerge dalle inchieste giudiziarie, dal modo in cui i media ne danno rilevanza. Supponiamo che in altri Paesi la magistratura sia meno attiva, risulterà che la corruzione è meno evidente. Non credo a certe classifiche dove l’Italia risulta più corrotta di tanti altri Paesi “esotici”. Mai sentito parlare del bakschisch, “mance” molto generose che circolano nei ministeri, negli uffici e anche nei tribunali di molti Paesi non europei? La mia convinzione è che il grado di corruzione d’un Paese dipenda anche dalla volontà e dall’impegno dei magistrati che indagano questo fenomeno di malcostume che esiste dalla notte dei tempi. Questo senza volere minimizzare lo scandaloso abuso di questa prassi nel nostro Paese. E’ quello che accade a casa nostra a doverci indignare perchè sono i nostri soldi a finire troppo spesso nelle tasche di gente senza scrupoli e spregevole. E scoprire che c’è del marcio anche altrove è una magra consolazione.
Mancato soccorso al cane. E’ multa!
E’ stata comminata a Legnaro (Padova), a pochi chilometri da Padova, la prima multa per omissione di soccorso ad animale. A riceverla un pensionato 60enne, che al volante della sua utilitaria ha investito, uccidendolo, un cane meticcio senza fermarsi a soccorrerlo. L’automobilista pur essendosi accorto che il cane era stato travolto dalla sua auto ha proseguito incurante la sua corsa ma sfortunatamente per lui alcuni passanti, tra cui il padrone del cane, hanno preso il numero di targa e denunciato il fatto ai Carabinieri. L’uomo è stato così identificato dai Carabinieri della stazione di Legnaro e sanzionato con 389 euro di multa per aver violato l’articolo 189/bis del Codice della Strada.
ATTUALITA’ In Argentina c’è perfino un albergo ispirato a Berlusconi
il Segno - Marzo 2013
Se l’incontinenza verbale serve a offendere le donne La sig.ra Angela Bruno e Berlusconi
A Rosario, città argentina che diede i natali a Che Guevara, dall’ottobre 2011 c’è un “albergo” particolare che ha un nome italiano “Palazzo Berlusconi”. E’ di proprietà di un ammiratore del nostro, una “casa” di alto livello dove il bunga-bunga è di prassi per accogliere i clienti. L’imbarazzo dei nostri connazionali e le proteste della Confederazione degli Artigiani espresse dal suo presidente Antonio Bruzzese al Sindaco della città “per l’uso di questo nome dato a un bordello” non ha sortito alcun effetto. Continua la sua florida attività e gli italiani che vivono nella città dovranno rassegnarsi. Intanto in casa propria per gli italiani le cose non vanno meglio. Per Angela Bruno la situazione è catastrofica. Dopo la disavventura vissuta durante l’incontro pubblico per motivi di lavoro con Berlusconi Cav. Silvio, che faceva campagna elettorale, la sua vita è
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cambiata. Le domande- battute a sfondo sessuale fatte mentre la Bruno illustrava le proposte commerciali dell’azienda Green Power, per la quale lavora, l’hanno esposta ad una indecente situazione.
B. …….Lei viene? Io vengo a costo zero... (risate) … A costo zero le montiamo due macchine. B. Scusi, mi consenta, perché non ho capito molto bene. Lei viene? Sì. B. Scusi, una volta sola? No. Sono due gli impianti! B. Quante volte quindi? Tre, quattro, cinque dipende dalle esigenze. B. Con che distanza temporale l’una dall’altra? Dipende dai nostri tecnici. B. Va bene, mi sembra tutto sommato abbastanza conveniente. Si vuole girare ancora una volta? (Le guarda il fondo schiena e dice: Sì, è un’offerta conveniente.
Questo il dialogo, mentre la Bruno in imbarazzo cercava di difendere professionalità e posto di lavoro. E’ finita che l’hanno accusata di essere stata al giuoco, divertita e onorata. Lei ha protestato e chiesto scuse pubbliche. Il Cavaliere ha risposto: “Signorina, tante scuse, ma non legga l’Unità, Repubblica e i soliti giornali”. Dovrebbe essere denunciato per molestie sessuali. Intanto l’interessata sembra che sia oggetto di mobbing. L’azienda il cui proprietario era candidato del Pdl la lascia a casa in attesa di… licenziarla? Lui è impegnato a occuparsi dell’Italia in crisi e delle povere ma famose olgettine che lo hanno frequentato nella scorsa legislatura, restate senza lavoro per colpa di magistrati e giornali comunisti che lo “perseguitano”. il-sognatore.blogspot.com
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Notizie dal mondo
Acqua bene comune!? - Nell’ Oregon un certo Sig. Harrington, arrestato con l’accusa di rubare l’acqua della pioggia, è stato condannato a 30 giorni di carcere e a pagare una multa di 1.500 dollari per aver accumulato in tre grandi cassoni l’acqua della pioggia che cadeva nella sua proprietà. L’acqua in quella zona, secondo la legge, può essere gestita soltanto dal comune, data la sua mancanza in estate. (da Associated Press) La strage del metallo - Il Coltan, un minerale che si usa nelle nuove tecnologie come le televisioni al plasma, MP3, cellulari, satelliti, GPS, armi teleguidate, ecc., è raccolto all’80% nel Congo. I militari controllano le miniere dove lavorano bambini, contadini senza lavoro e prigionieri di guerra. Per estrarre il Coltan si sta distruggendo un Paese a causa dell’invasione delle terre e all’eliminazione di animali in via d’estinzione come gorilla ed elefanti. Senza contare le violenze subite da donne e bambine, tutto per questo prezioso minerale. E noi che gettiamo facilmente un cellulare o una tv! (da Opera Mundi) A cura di Nanci Marietto
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ATTUALITA’
il Segno - Marzo 2013
PRO E CONTRO IL MOVIMENTO CINQUE STELLE
Ecco perchè mi ha convinto
Ecco perchè non mi ha convinto
di Patricia Antolovic Il voto politico del 25 febbraio ha travolto il paesaggio italiano. I partiti classici hanno perso di fronte all’onda di un “comico”, ma non c’è da meravigliarsi di questo risultato annunciato. Torniamo al Movimento 5 stelle. La nostra Costituzione afferma all’art 49: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Ed è quello che è successo. I cittadini si sono stancati delle solite campagne elettorali dove si fanno annunci solo per vincere, dove si parla di chi non arriva alla fine del mese senza dare soluzioni, dove nessuno è responsabile, dove gli enti pubblici non pagano i loro fornitori, poi costretti a chiudere o a licenziare, dove si lascia un lavoratore in cassa integrazione per anni. E così non c’è speranza, perché chi non lavora o è giovane, non è rappresentato da nessuno, però si pretende che debba sostenere chi è iper-protetto, magari qualcuno che ha fatto un concorso e ha visto passare davanti a lui il solito figlio di.... che non ha le sue competenze... Il popolo ha detto basta! Aveva chiesto un rinnovamento ai partiti e non c’è stato, allora ha guardato verso il nuovo, il nuovo che parla il suo linguaggio, che lo ascolta, che è stato eletto su un programma che intende mantenere. Quindi, visto che con gli altri non ha funzionato, ci provano con il nuovo! Poi diciamolo, i nostri partiti si sono dati la zappa sui piedi: non hanno cambiato la legge elettorale, non hanno rispettato i referendum popolari sui rimborsi elettorali, sull’acqua
di Daniela Di Rosa Prima delle ultime elezioni venivo spesso fermata da persone (soprattutto donne) che mi chiedevano consigli su chi votare; nell’80% dei casi erano disgustate dalla politica, indignate con tutti i partiti grandi e piccoli, stufe di candidati imposti dai capi-partito intenti solo a rubare soldi, poltrone e il nostro futuro. Avevano tutte la stessa speranza, vederli andar via, tutti, anche chi all’apparenza non sembrava colluso con il potere ma che non aveva fatto nulla per cambiare lo stato delle cose. E così è accaduto... ma solo in parte, perché il grosso del problema è ancora lì! Le loro intenzioni di voto erano prevalentemente rivolte a Grillo e al Movimento 5 stelle, non tanto per il programma, né per Grillo o i grillini (non si sa Beppe Grillo come diverranno) ma per spazzare via il vecchio, ritrovare fiducia e sperare… Lo tsumani è passato, ha travolto la classe dirigente... e ora? Adesso mi fermano per chiedermi che cosa succederà. Io avevo indicato due movimenti, il 5 stelle e Rivoluzione civile, ho votato il secondo per alcuni motivi, il primo e più importante è che credo nel motto della rivoluzione francese, Libertà-Fraternità-Uguaglianza... anche a me piaceva Grillo e la sua folle idea di rivoltare il Parlamento, sono andata anni fa ad alcune riunioni (quando ancora si chiamavano Amici di Grillo),
“L’onda anomala “I neo-eletti sono persone preparate” èdavveroarrivata?” Gli eletti del Movimento 5 stelle
bene comune... insomma, non ci hanno rispettati, hanno loro stessi aperto la porta al Movimento 5 stelle. Grillo, chi è? Sappiamo che era un comico, e che ha messo le sue qualità di oratore e comunicatore al servizio del movimento per dargli visibilità. Chi entra in Parlamento app a r e preparato (ingegneri, laureati in varie discipline, esperienze lavorative...), ha un senso d e l l o S t a t o , dell’interesse nazionale, del bene comune, più acuto di alcuni politici presentati dai partiti... la classe dirigente attuale ha perso credibilità e affidabilità, sia ai nostri occhi che a quelli del mondo. E poi in tutte le società moderne, chi fallisce viene mandato via, la stessa cosa dovrebbe avvenire in politica. A Parma, dove il Sindaco è del M5S, quest’ultimo ha ottenuto più voti rispetto alle amministrative, se la gestione della città fosse una catastrofe, non penso che i cittadini avrebbero continuato a dare fiducia al Movimento 5 stelle.
Uno degli tsunami tour
ho firmato tutto quello che c’era da firmare e ho aspettato senza impegnarmi nel movimento dando ancora fiducia a una sinistra sempre pronta a rinascere (Vendola, Sinistra arcobaleno, le Fabbriche di Nicki, Sel, per ultimo Ingroia). Cosa accadrà non lo so ma stavolta mi asterrò dal voto e spero senza ripensamenti! Questo tsunami non mi piace più, un altro capo carismatico, arrogante e prepotente con un esercito di soldatini che elogiano il fascismo (salvo poi smentire come il più navigato dei politici), dichiaratamente o velatamente razzisti (ma anche no), con addosso la spocchia della loro superiorità morale e intellettuale, un altro popolo di “duri e puri” pronti a cacciare chi tra di loro esprime un pensiero che non sia quello di Grillo o di Casaleggio, il visionario. Ho visto in rete i suoi video, un altro profeta… non mi ha incantato il primo, il più grande, quello che girava per la Galilea, figuriamoci lui! Per non parlare della stampa, sotto qualunque dittatura viene infangata e censurata, specialmente se indipendente e libera, vengono subito creati i giornali, le reti di regime, solo lì c’è la verità, il resto è falso! Spero di sbagliare, anzi sono sicura di aver torto, nel dubbio resto in attesa che arrivi veramente un’onda anomala… intanto il Papa si è dimesso, Razzi e Scilipoti sono ancora in Parlamento, Berlusconi sotterrerà la maggior parte della mia generazione e io ho una “visione”: il peggio deve ancora arrivare!
il Segno - Marzo 2013
ATTUALITA’
Enrico: “Caro Elena Fattori, Beppe, e ora?” senatrice m5s LA POLITICA E IL MOVIMENTO CINQUE STELLE
di Maria Serena Natale* Pubblichiamo la lettera per Beppe Grillo di Enrico Andreoli, 26 anni, praticante avvocato di Verona. Le domande di un ragazzo che continua a credere nella Costituzione e nel suo Paese. E voi cosa chiedereste al leader del Movimento che ha sconvolto la scena (politica) italiana?
Caro Beppe Grillo, cosa propone per l’Italia? Glielo chiedo senza rabbia, senza acrimonia, senza risentimento alcuno verso Lei o verso il movimento che intende rappresentare. Glielo chiedo come cittadino italiano ventiseienne, interessato al futuro. Per sapere come intende affrontare i problemi (perché ce ne sono, di problemi) del Paese in cui vivo e dal quale mi rifiuterò sempre di emigrare. Lei, o meglio, il suo movimento rappresenta milioni di italiani, ora. Cosa dite, adesso, a questi cittadini? Volete incappucciarvi tutti e non parlare più a nessuno, come i bambini che vengono sempre scelti per ultimi e che finalmente sono riusciti a rubare il pallone? Agite solo per ripicca verso un indefinito “tutto e tutti”? È il rancore che vi muove, o avete anche qualcosa di propositivo? Non Le pare se non altro bizzarro il Suo comportamento post elettorale? Lei ha avuto il merito di incanalare un sentimento di partecipazione democratica che è esploso in tutta la sua forza nel consenso dato al Movimento 5 stelle. Vi siete inseriti in un quadro politico che lasciava poche alternative ai delusi dai vecchi partiti, se non un voto di protesta indirizzato a voi. Non tolgo alcun merito alle Sue azioni, per quanto riguarda la capacità innovativa che avete riversato sulle istituzioni, ma mi permetta di farLe presente che il (voto al) vostro movimento ha avuto senso e riscontri solamente a causa dell’assenza di una proposta
Politica alternativa, seria e veramente innovativa. In ogni caso, cosa proponete adesso? In cosa vi distinguete dai tanto vituperati partiti che non hanno combinato nulla? Volete semplicemente fare ostruzionismo alla vita parlamentare? Volete essere ricordati come coloro che, con tutti i numeri tecnicamente possibili per ragionare sulle cose di buon senso, hanno bloccato l’Italia? Volete ergervi ad unici paladini della capacità, ritenendo aprioristicamente i “non Movimento 5 stelle” degli ignoranti non capaci di intendere e di volere? Dei collusi con il fantomatico sistema, come diceva pre elezioni? Voi, che nel vostro programma avete previsto esplicitamente l’insegnamento della Costituzione e l’esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico, ma che sembrate i primi a non conoscerla, o quanto meno a non ritenerla meritevole (per voi) di applicazione? Sia ben chiaro, io, lo ripeto, Le faccio i miei complimenti, davvero, per essere riusciti ad incanalare un forte disagio trasversale esistente nella società tutta. Ma adesso fate qualcosa! La vita di un Paese non è il palcoscenico di un teatro, non si misura in condivisioni di un video o di un link. La vita di un Paese è fatta di proposte concrete, gli spot da “incappucciato” fanno tristezza, non fanno ridere. Lei, Beppe Grillo, unico sommo leader che pare voler fagocitare la libertà di opinione e di pensiero dei singoli eletti, che messaggio vuole dare, in concreto ed oltre alle urla isteriche? Perché guardi che quelli che pensano semplicemente alle prossime elezioni sono proprio i tanto insultati politici… Voi riuscite a guardare anche alle prossime generazioni? *Tratta dal blog del Corriere della Sera “Solferino 28 anni”
Boom! E’ deflagrato il vecchio sistema politico Italiano e il risultato elettorale ne ha sancito la morte. I cittadini hanno dimostrato di voler essere uniti verso un cambiamento, un cambiamento che passi attraverso di loro e grazie a loro. Il matrimonio e l’unione ritrovata tra quella che gli altri chiamavano società civile e la politica passa attraverso il Movimento 5 stelle. Persone semplici, slegate dagli orpelli degli interessi che castrano l’attuale classe dirigente e le loro dormienti politiche fatte di demagogia. Persone che si riuniscono tutte le settimane, che senza soldi armano battaglie contro gli scempi verso un territorio oggi messo in ginocchio. Sono questi i motivi che hanno spinto la nascita del Movimento 5 Stelle di Genzano e che oggi hanno regalato la prima donna Senatrice e terza Parlamentare nella storia del Comune di Genzano: Elena Fattori. Tutti hanno contribuito a questo epocale cambiamento: i cittadini che credono in loro stessi, tutti i gruppi locali del 5 stelle che alacremente hanno lavorato durante tutta la campagna elettorale per parlare a ogni singola persona ascoltando le esigenze di ciascuno e condividendo le proprie idee, i volontari che hanno dedicato il loro tempo ad una avventura che non si sapeva dove portasse ma che inizia in realtà solamente ora. A tutti va il nostro ringraziamento, consapevoli di una responsabilità enorme nei confronti del territorio che ci vedrà, con il sostegno di tutti e il controllo condiviso, sempre in prima linea come abbiamo sempre fatto, anche fuori dalle istituzioni. Il blocco dell’inceneritore, una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, l’acqua pubblica e potabile, una sanità efficiente, lo stop alla folle cementificazione sono i capisaldi dell’attività che, con i progetti e le istanze di tutti, porteremo
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in Parlamento in una rete rafforz a t a anche dai portavoce che sono Elena Fattori riusciti a entrare in Regione. Ora la rete sarà più forte e solida, non ci potranno più ignorare, anzi tenderanno a dare a noi la colpa del loro immobilismo, oppure si sbrigheranno a compiere quello che finora hanno colpevolmente tralasciato. “Abbiamo l’aria inquinata, i terreni agricoli messi in pericolo da cemento, inceneritori e discariche, una falda acquifera che abbassa il livello dei nostri laghi e ne comprime la capacità turistica, l’acqua con presenza di arsenico a livelli inaccettabili, una sanità depauperata di ogni cosa. Non possiamo e non dobbiamo più accettarlo come inaccettabili sono i proclama contro l’inceneritore effettuati dai sindaci di Genzano e di Albano che non effettuano però la raccolta differenziata porta a porta, unici due comuni rimasti. La festa è finita, riprendiamoci il futuro”. Queste le parole di Elena Fattori che aggiunge: “Sono emozionata e orgogliosa di poter servire il Paese e il mio territorio. Siamo giovani ma siamo tutti i cittadini. A loro va il mio ringraziamento, ma a loro va anche la mia richiesta di supporto per poter lavorare in maniera serena insieme a tutti e in mezzo a tutti”. Intanto tutti i Cittadini a 5 stelle del Parlamento e i portavoce Regionali hanno diminuito il proprio compenso del 75% e la parte rimanente verrà devoluta al microcredito per le piccole e medie imprese come sul modello siciliano. Nemmeno abbiamo iniziato e già qualcosa viene fatto. Ma è solo il primo passo. Movimento 5 stelle di Genzano di Roma
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il Segno - Marzo 2013
“A poco a poco le storie di lavoro diventavanounrosariomaledetto” Tratto dal libro di Concita De Gregorio, “Io vi maledico”
“Volevo scrivere un libro sul lavoro. Pensavo: è la perdita del lavoro l’origine del vortice di frustrazione, disillusione e paura che ci ha condotti qui. Non c’è altro da fare, oggi, che dare voce a chi non ha voce. E’ quello il punto di rottura, il luogo in cui sparisce la solidarietà e il sentimento di condivisione che è alla base dell’idea di democrazia. Perché se non hai di cosa vivere ogni vicino è un tuo nemico. Se non hai dignità non hai niente altro altrettanto prezioso da perdere e vale tutto allora. Vale la legge della giungla. Che tu abbia vent’anni o cinquant’anni. Così ho cominciato a raccogliere storie di lavoro smarrito, negato, rubato. La storia del minatore del Sulcis che voleva andare a X Factor invece di stare “sotto” e dice “Hanno svenduto la mina per chiuderla, non gliene frega niente di noi”. Quella delle donne del call center Atesia che rispondono di notte ai maniaci: “In cosa posso essere utile, sono Laura” perché se riattaccano non prendono nemmeno gli 80 centesimi lordi a chiamata. Quella della figlia dell’operaio di Pomigliano che ha scritto due volte a Marchionne, quella della studentessa pugliese laureata in greco che non sa come dire ai genitori operai che con la sua laurea non può farci niente… Dei ragazzi che se ne sono andati dall’Italia per cercare lavoro e quelli che sono tornati perché
gliene hanno promesso uno – giacché erano veri talenti – ma li hanno ingannati. Poco a poco, come le pietre di una collana, tutte queste storie diventavano un rosario: non di una preghiera, però. Di una maledizione. Diventavano tutti i colori della rabbia: la geografia esatta del disamore per chi ha promesso e poi negato, per chi ha illuso, per chi sa solo chiederti e mai dare. Contro i corrotti che tanto si sa come vanno le cose, contro i potenti che sono tutti uguali, i politici che pensano solo a se stessi, contro l’Italia,
alla fine. Quando sono andata a Taranto a parlare con le vedove degli operai uccisi dal cancro, all’Ilva, sotto casa di una famiglia sterminata dal tumore ho trovato una lapide, fatta mettere dall’ultimo dei morti quando era ancora vivo e combattivo, quando sperava che non sarebbe toccato anche a lui. Io vi maledico. Maledico voi che sapete cosa ci state facendo, voi che lo fate e voi che guardate in silenzio, i colpevoli e gli indifferenti, i padroni e i politici, i sindacati e i preti. Voi che pensate solo a voi
Concita De Gregorio
stessi, e non ci ascoltate”. Tratto dal libro di Concita de Gregorio, IO VI MALEDICO
Camera e Senato, promossi e bocciati ai Castelli Alla Camera, i Castelli Romani -molto probabilmente- potranno contare sulla presenza di due Onorevoli, entrambi di Sinistra Ecologia e Libertà, Ileana Piazzoni (di Genzano di Roma) e Filiberto Zaratti (di Rocca Priora). Sia Piazzoni che Zaratti (che, per conto di Sel, sono i rappresentanti della spartizione politica dell’area della Provincia di Roma -dove la media per Sel è di circa il 3%!) saranno ripescati grazie alle rinunce di Nichi Vendola (capolista) e di Massimiliano Smeriglio che dovrebbe andare alla Regione Lazio in qualità di Assessore della Giunta Zingaretti. Al Senato a farla da padrona è invece il Partito Democratico. Infatti i Castelli Romani saranno rappresentati da Bruno Astorre che, ritenuto “impresentabile” da Zingaretti per la Regione, paradossalmente è stato considerato “presentabilissimo” al Senato, dove ritroverà il suo grande amico Luigi Zanda. Misteri della politica d’oggi. La grande novità al Senato, però, è rappresentata da Elena Fattori (di Genzano di Roma) del Movimento Cinque Stelle. Questa la sua biografia: “46
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anni, laureata nel 1994 in Scienze Biologiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Dopo un’intensa attività di ricerca svolta all’estero, tra la Svizzera e gli Stati Uniti dal 1990 al 2009, è diventata ricercatrice presso l’Istituto di Ricerche di Biologia Molecolare di Pomezia. Nel 2009 è rimasta disoccupata a causa della chiusura dell’azienda. Il 30 Settembre 2010 ha passato la prima selezione per “esperti biochimici” da impiegare presso i centri di Ricerca internazionale della Comunità Europea. Svolge diverse attività di volontariato in cui rende utili le sue competenze scientifiche. Nel 2010 ha svolto delle ricerche scientifiche per comprovare la tossicità dei metalli pesanti nelle acque dei Castelli Romani, al fine di ostacolare il nuovo termovalorizzatore di Albano Laziale. Dal 2010, oltre ad aver partecipato alle attività del Comitato acqua pubblica di Genzano di Roma, è attivista del Movimento 5 stelle della stessa cittadina castellana”. Leggendo questo curriculum ricco di vita vissuta e praticata, sorge una domanda: chi è l’anomalia in Parlamento, la Fattori o gli altri? Andrea Sebastianelli
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L’ARGOMENTO
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Centrale alimentata a biomasse nel cuore commerciale di Ariccia Il progetto per la nuova centrale elettrica è in attesa dell’autorizzazione unica
di Elena Taglieri “Non c’è pace tra gli ulivi” recita un vecchio detto popolare. Dopo l’autorizzazione concessa dalla Provincia di Roma (Determina Dirig.ziale n.3698 del 4 giugno 2012) alla società Power Oil di Albano di costruire una centrale elettrica alimentata ad olio vegetale e diesel in via di Cancelliera 14/B, si affaccia in zona un altro impianto che smaltirà la F.O.R.S.U. (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) in un fabbricato in disuso già esistente (quello della Unicoop Tirreno SC) a pochissimi metri da un grande noto supermercato e da numerosi altri esercizi merceologici di vendita al pubblico, proprio nel “cuore” del Centro Commerciale “Pork's House” sulla via Nettunense, frequentato ogni giorno e ad ogni ora da tante persone che trovano concentrate in questo quadrante tutte le opportunità di acquisto alimentare e non solo. Il soggetto proponente l’impianto è la Biovis S.r.l., che a nome del proprio legale rappresentante sig. Tonino Sette, ha presentato in data 17 dicembre 2012 l’istanza di verifica di assoggettamento a V.I.A (Valutazione di Impatto Ambientale) al Dipartimento Ambiente e territorio della Regione Lazio. A tale istanza è stato allegato il documento di sintesi dello studio preliminare ambientale, depositato a firma dello studio di Architettura Buzi e Associati, firmato il 18 dicembre 2012 ed inoltrato in copia anche al Comune di Ariccia e alla Provincia di Roma. Sappiamo tutti che la V.I.A.si rende necessaria per verificare la compatibilità di un progetto che, come questo, è finalizzata all’individuazione e quantificazione degli effetti che un’opera simile potrebbe avere sull’ambiente, soprattutto in modo preventivo, poiché la migliore strategia (e buonsenso civico) consiste nell’evitare fin dall’inizio l’inquinamento ed altre conseguenze, anziché combatterne successivamente gli effetti deleteri. Già, perché come si legge nel progetto della Biovis, “al-
La Via Nettunense
l’interno di questo impianto saranno due le attività di recupero e smaltimento rifiuti:la lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di energia da biogas ottenuto durante la fermentazione e trasformato in energia attraverso un cogeneratore (elettricità e calore)” e la “lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di compost ottenuto mediante triturazione e fermentazione”. Peccato però che nel documento si parli di alcuni elementi poco rassicuranti, come ad esempio di “percolato anaerobico/aerobico” che se “in eccesso subisce un processo di depurazione adeguato (osmosi inversa) e poi immesso nel circuito fognario, che a sua volta termina in un depuratore a fanghi attivi, prima di immettersi nel collettore pubblico”. Da non sottovalutare neppure la presenza di “canne fumarie dei cogeneratori, della fiaccola d’emergenza del biogas (che permette di garantire la combustione del biogas eccedente impedendone l’accumulo in maniera eccessiva) e del biofiltro”. Il motivo di questo progetto, come si legge nella Sintesi dello studio preliminare ambientale dell’Arch. Buzi, è che “nell’area a sud di Roma e, in particolare, nell’area dei Colli Albani e dei Castelli Romani, si è avviato un circuito virtuoso nello sviluppo della raccolta differenziata. Molti Comuni la attuano con successo ed altri la stanno avviando (Ardea, Ariccia, Ciampino, Genzano di Roma, Pomezia, Albano Laziale)“ e
che risulterebbe innovativo dal momento che “non vi sono progetti simili nell’ambito comunale dell’area dei Castelli Romani; risulta altresì in corso di progettazione ed autorizzazione l’impianto della Volsca Ambiente e Servizi S.p.a., per “impianto per digestione anaerobica dei rifiuti frazione organica da raccolta differenziata in loc. Lazzaria” , nel comune di Velletri (RM)”. Insomma una audace panacea in quanto “tutto ciò consentirà, entro breve tempo, di poter disporre nella zona dei Colli Albani di una quantità di FORSU sufficiente a fornire combustibile e giustificativa per la costruzione di un impianto di valorizzazione. Nel tempo l’aumento della FORSU prodotta dalla raccolta differenziata renderà necessaria, ed economicamente autosufficiente, la realizzazione di nuovi impianti di trattamento” per una “maggiore tutela ambientale determinata: dalla notevole riduzione dei quantitativi di rifiuti da avviare in discarica; dal recupero di materia dai rifiuti; dalla produzione di energia da fonti rinnovabili.”. Ma leggendo attentamente si tratta di un impianto che comunque dichiara la sussistenza di alcuni fattori ambientali di rischio (“Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h.”) e che prevede comunque degli inquinanti”, quindi i fumi prodotti rispettano le prescrizioni di cui alla parte III dell’All. 1 D.Lgs.
152/06 e comunque dovranno effettuare il controllo annuale previsto per le emissioni. Tali impianti devono comunque rispettare i valori limite di emissione previsti dal D. Lgs. 152/2006 espressi come concentrazioni massime ammissibili per ciascun inquinante presente nei fumi di combustione, a seconda del tipo di motore e combustibile impiegato. L’inquinante previsto è il biogas (CH4 55%)”. E così vengono minuziosamente elencate le emissioni in atmosfera dell’impianto nel suo ciclo produttivo: emissioni provenienti da biofiltro, dalla centrale di cogenerazione attraverso il camino di emissione del gruppo di cogenerazione; emissioni da sfiati di sicurezza delle valvole di sovrappressione dei digestori; emissioni da traffico logistico nell’area esterna dovute a emissioni da tubi di scarico dei mezzi di conferimento dei materiali funzionali all’impianto di trattamento. In ultimo, la fonte di inquinamento che potrebbe derivare dai liquidi prodotti dai processi, ma anche da rumore ambientale (Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori ) Insomma, una centrale che lavora 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, il cui impatto riguarda la S.S. 207 – Via Nettunense, e la strada locale di accesso al complesso immobiliare (Via delle Grotte), ma la cui attività “non può avere effetti sulla salute pubblica” anche se nel documento di Sintesi viene sottolineato che “i tipi di inquinamenti possibili potrebbero derivare dalle emissioni in atmosfera”. Dopo questo inatteso “regalo” post-natalizio alle nostre spalle, l’unica cosa che ci resta da fare è iniziare a monitorare costantemente l’eventuale autorizzazione provinciale che verrà rilasciata in modo da poterci attivare per un serio ricorso legale contro l’ennesima imposizione alla cittadinanza di “bruciatori legalizzati” che stanno ormai imperversando e spuntando come funghi. elena.taglieri@gmail.com
L’ASSOCIAZIONE
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Il coraggio delle mamme in lotta per un futuro migliore
L’Associazione nata per tutelare la salute dei bambini e di un’intero territorio
di Giulia De Giorgi Albert Einstein una volta ha detto: “C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà”. Quella stessa volontà ha spinto nell’ottobre del 2012 un gruppo di mamme a fondare l’A.MA. (Associazione Mamme Colleferro). Queste donne, mogli e mamme, vivono ancora con la speranza che tutto possa cambiare, che tutto possa migliorare. Il loro desiderio più grande è quello di veder arricchita la propria città attraverso un’azione diretta fondata sulla collaborazione tra comunità e istituzioni, attraverso la promozione di eventi per la sensibilizzazione alla riqualificazione ambientale urbana e all’educazione civica di tutti i cittadini. Una delle preoccupazioni che angoscia queste donne è il già noto Beta-esaclorocicloesano. Ricorderete che il Beta-HCH è una sostanza altamente tossica che possono smaltire sole le donne durante l’allattamento. Questo è un campanello d’allarme che non tutti sembrano sentire. Il morale delle mamme dell’associazione è molto basso e quelle più attive si sono abbandonate alla rassegnazione: non si sentono abbastanza incoraggiate, non vedono sostegno alle loro spalle. Quello che manca è, forse, un dialogo
costruttivo tra i cittadini e tra le mamme stesse probabilmente sommerse dai numerosi impegni che un figlio richiede. Ma si sta parlando della nostra salute, della vostra salute e dei vostri figli. A chi dovrebbe interessare se non a noi? Le Mamme di Colleferro insieme alle altre associazioni del territorio come l’Unione Giovani Indipendenti, Rete per la Tutela della Valle del Sacco, Raggio Verde, Gruppo Logos e il Comitato Residenti Colleferro si sono date da fare: hanno prodotto e sottoposto all’Area VIA (Valutazione Impatto Ambientale) della Regione Lazio delle osservazioni in merito al progetto presentato dall’Italcementi Spa che riguarda l’utilizzo di rifiuti non pericolosi quali combustibile solido secondario (CSS) in parziale sostituzione dei combustibili fossili tradizionali. Nelle loro osservazioni le associazioni hanno riscontrato ed espresso tutta la loro contrarietà all’utilizzo di CSS ritenuto pericoloso a causa delle emissioni di inquinanti atmosfe-
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rici. Sembra essere dello stesso avviso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che ha dato parere contrario al progetto dell’Italcementi. Purtroppo il Comune che dovrebbe essere l’istituzione più vicina al cittadino, non sembra sostenere abbastanza l’associazione. Ai numerosi incontri organizzati dalle mamme con vari medici ed esperti il Sindaco non ha partecipato pur essendo stato invitato e pur avendo gentilmente concesso che tali incontri si svolgessero all’interno del Comune. La collaborazione tra due parti può nascere solo se entrambe riconoscono l’una l’esistenza dell’altra e questo richiede tempo, voglia e quella volontà di cui parlava Einstein. Colleferro ha bisogno di concretezza, delle idee e dell’entusiasmo dei suoi abitanti ma ha anche bisogno di istituzioni che si schierino in prima fila per la lotta all’inquinamento e che insieme ai cittadini si interessino del futuro del paese. Corso della Costituente, 10 Rocca di Papa
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INDOVINA QUANTI SIAMO?
31 dicembre 2012 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.775 (maschi 8.307; femmine 8.468). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.379.*
notizie, informazione, attualità
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NUMERI UTILI
Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)
Lanuova pista ciclabile deiCampi appare una scorciatoia fuorilegge *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe
Il Comune ha chiesto un finanziamento per una pista ciclabile intorno alle Faete
di Sergio Rasetti Questa volta si fa sul serio. Dopo lunga attesa, casualmente in coincidenza di nuove ma poco provvidenziali elezioni per i titolari, il progetto è pronto e la richiesta di un finanziamento alla Regione Lazio è stata inoltrata. Sembra che una pista ciclabile con materiali eco-compatibili sarà realizzata su via delle Faete e via Montepennolo. Un percorso appetibile per gli appassionati del velocipede ma indispensabile ai numerosi abitanti che affollano quelle contrade un tempo riservate ad orti e boschi cedui. Il problema è che gli abitanti difficilmente avranno tempo e voglia di spostarsi in bicicletta, lo faranno con le auto passando, almeno 4/5 volte al giorno, proprio sulla pista ciclabile che in breve diventerà un colabrodo. A quel punto, in vista di un’altra tornata elettorale, i politici nostrani di turno (del vecchio stampo se ci saranno ancora) si occuperanno di predisporre un nuovo finan-
ziamento per rifare la “pista ciclabile”, questa volta con materiali “più adatti”, un film già visto. Gli interessati, che erano stanchi di sottoporsi a estenuanti gimkane per evitare quelle buche, potranno così raggiungere i seggi elettorali con comodità e ringraziare sentitamente. Un’altra opera pubblica pensata evidentemente da persone poco informate perché quelle strade sono percorse da autocarri, trattori e ruspe diretti ai lavori boschivi ed è facile immaginare le relative conseguenze del loro passaggio su una pista ciclabile. Potrebbe essere soltanto l’idea di qualcuno speranzoso di aggirare le relative norme in materia scrivendo sulla pratica che si tratta di “pista ciclabile”?. Come potrà il nuovo Presidente della Regione Lazio Zingaretti autorizzare un finanziamento così problematico o a non revocarlo nel caso esso sia stato già concesso dal suo predecessore? Saranno molti quelli che lo vorranno sapere.
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Parco Landsberg, sì al progetto definitivo
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Dopo tanta attesa finalmente l’amministrazione comunale ha detto il sì definitivo al progetto per la riqualificazione del Parco Landsberg, l’unica area alberata del centro storico. Il costo dei lavori previsti sarà di circa 184mila euro (166mila euro arrivano da un finanziamento della Provincia di Roma mentre i restanti 18mila vengono dalle casse comunali). Il parco Landsberg am Lech (dal nome della cittadina bavarese gemellata con Rocca di Papa) si trova in un degrado più volte evidenziato dal nostro mensile malgrado negli ultimi dieci anni siano stati spesi centinaia di migliaia di euro per l’esecuzione di diverse opere di salvaguardia e manutenzione. La situazione era talmente preoccupante che il Sindaco Boccia emise addirittura un’ordinanza di chiusura rimasta, dopo anni, ancora inapplicata visto che l’area ha continuato ad essere accessibile a tutti. Giulia De Giorgi
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Area-rifiuti di Via dei Laghi, il Comune conferma il progetto L’area attualmente è a ridosso di un bosco pubblico di castagno
L’amministrazione roccheggiana conferma il progetto dell’“Autoparco comunale destinato ai mezzi per servizio di igiene urbana” di Via dei Laghi dopo che alcune voci avevano fatto pensare a una sorta di marcia indietro in seguito alla riunione, tenutasi ai primi di marzo, della Commissione Urbanistica in cui l’unico membro dell’opposizione (il Consigliere Emanuele Crestini) aveva contestato sia l’ampiezza del progetto (3.400 metri quadrati) sia il luogo scelto per dare vita all’autoparco, a poche decine di metri dalla Clinica S. Raffaele. Come detto, il ripensamento riguarderebbe soltanto l’estensione dell’area inizialmente prevista che avrebbe dovuto ospitare un parcheggio per i dipendenti dell’Aimeri (600 metri quadrati); 100 m2 di uffici e altri 200 per servizi; un deposito preliminare di 300 m2; 1.100 m2 di parcheggio per gli automezzi; altri 500 metri quadrati per collocare presse e container; infine una zona lavaggio per i mezzi di ulteriori 600 m2. L’altra novità è che, in seguito alla protesta che stava montando nella cittadina dopo la notizia diffusa dal nostro blog e da quello del Movimento per Rocca di
Papa (che hanno registrato centinaia di contatti in poche ore) l’approvazione del progetto, che doveva essere discusso nel Consiglio Comunale dello scorso 7 marzo, è stata rimandata in attesa della nuova proposta che prevederebbe un’area più piccola, circa mille metri quadrati, ma con le stesse infrastrutture inizialmente previste. E qui sorge una domanda rimasta fino ad ora senza risposta: perché l’amministrazione vorrebbe spendere soldi per una sorta di nuovo eco-centro visto che ne ha spesi già tanti per la messa a norma di quello di Via delle Barozze? La risposta arriva da un comunicato stampa del Comune secondo cui l’area adibita ad autoparco, spogliatoio e travaso dei rifiuti da un mezzo all’altro non avrebbe nulla a che vedere con l’eco-centro. Sarebbero, secondo l’amministrazione, due strutture
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differenti sia per funzione che per modalità. Spiegazione che non convince neanche un po’ visto che in ogni Comune in cui vi è un’isola ecologica (basta andare a visitare quelle di Ariccia e di Frascati), al loro interno vengono svolte le stesse operazioni che il Comune di Rocca di Papa vorrebbe dislocare in un’altra area. Speriamo che qualcuno ci illumini! Troviamo poi imbarazzanti le spiegazioni dell’Ass.re all’Ambiente, Barbante, che giustifica la scelta di Via dei Laghi dicendo che “la zona si trova a ridosso di un’area boscata, ma che oggi è diventata una discarica abusiva piena di sterpaglie, che con l’occasione verrà bonificata e
interamente schermata”. No, caro Barbante, quel bosco (che per Sua stessa ammissione, l’amministrazione non ha salvaguardato) non verrà né bonificato né schermato ma semplicemente cementificato! Ancora più imbarazzante delle parole dell’Ass.re è la foto (vedi a lato) allegata al comunicato stampa del Comune con lo scopo di far comprendere ai cittadini la scelta dell’area: si vede la carrareccia che costeggia Via dei Laghi coperta di rifiuti. Come a dire: i rifiuti già ci sono e quindi ne facciamo un’area per gli stessi! Con la stessa logica, viste le discariche che sommergono Rocca di Papa in ogni luogo (dal Vivaro ai Campi d’Annibale), potremmo trasformare Rocca di Papa in un unico grande eco-centro. Vi prego, diteci che siamo su “Scherzi a parte!”. Sul tappeto resta quindi l’incognita del luogo scelto per la realizzazione del progetto, del tutto inadeguato e privo dei minimi requisiti che un’area comunque destinata ai rifiuti dovrebbe avere. Su questo progetto, però, sarebbe importante che le associazioni del territorio uniscano le loro forze per una battaglia condivisa. Noi lo auspichiamo. Luigi Serafini
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Sognare la nuova funicolare mentre il paese è in decadenza Dopo l’iniziale euforia la riattivazione delle carrozze appare ancora lontana
di Marcello Loisi Dopo il pensionamento della gloriosa funicolare ad acqua che aveva funzionato per i precedenti trent’anni, nel 1932 s’inaugurava la funicolare elettrica di Rocca di Papa, che collegava piazza Regina Margherita (l’attuale piazza della Repubblica) e Valle Vergine. Il viaggio durava poco più di due minuti e a bordo era possibile incontrare, oltre ai rocchigiani, anche diversi turisti, i destinatari privilegiati della funicolare. Molte famiglie romane usavano trascorrere lunghe villeggiature estive a Rocca di Papa, luogo fresco e ventilato come pochi. Il collegamento tra il nostro paese e Roma era garantito da un servizio tranviario che metteva in comunicazione i Castelli Romani con la capitale. I tram giungevano sino alla stazione di Valle Vergine e da lì si saliva con la funicolare. Il sistema funzionava bene e assicurava una buona accessibilità al paese, ma la motorizzazione di massa e il parallelo depotenziamento della rete tranviaria (che negli anni Sessanta venne soppressa per essere poi sostituita dagli autobus) portò, nel 1963, alla dismissione della funicolare. Il conseguente abbandono della stazione di piazza della Repubblica è oggi sotto gli occhi di tutti. Se prima questo edificio rappresentava una nota d’orgoglio per il paese, oggi constatiamo che è solo uno dei simboli del suo degrado. In una foto d’epoca, si apprezzano bene le qualità della stazione della funicolare: i giardini che la incorniciano, gli alberi, il grazioso chioschetto, le comode panchine. Attualmente, le cose sono diverse: la struttura è chiusa, invasa dalla spazzatura e vittima dei vandali.
Con curiosità e speranza abbiamo appreso del progetto di ripristino della funicolare, per il quale si parlava di un finanziamento dalla Regione Lazio di 4 milioni di euro per la riattivazione della linea. Qualche anno fa, la festa a base di pasticcini del sindaco Boccia ci aveva quasi fatto credere che qualcosa si stesse per muovere, ma ad oggi nessun lavoro è stato fatto. Tuttavia, occorre riflettere sul significato di questo – ipotetico – progetto di riattivazione del La vecchia stazione della funicolare di Rocca di Papa servizio funicolare. Sarebbe magnifico tornare a vedere i turisti vantaggi, primo fra tutti un tetto dove riche, salendo da Valle Vergine, giungono pararsi in attesa del Cotral. Invece di nel cuore di Rocca di Papa, visitano il aspettare all’addiaccio l’autobus diretto a centro storico, si fermano a mangiare valle, si potrebbe sostare comodamente presso i ristoranti e la sera pernottano in nella sala d’ingresso della stazione, opqualche albergo dai panorami mozza- portunamente ristrutturata s’intende. fiato. Ma disponiamo ancora di queste ri- In attesa della riattivazione della funicosorse, di queste attrazioni turistiche? lare, intanto, si potrebbero recuperare gli Perché visitare oggi Rocca di Papa? Per il spazi della stazione e riconsegnarli alcentro storico in abbandono? Per l’arti- l’uso pubblico, far tornare a vivere un gianato che non c’è? Per i paesaggi mu- luogo che sembra dimenticato, pur trovandosi nel centro del nostro paese. Se tilati dalle schiere di villette? L’accessibilità di una destinazione è di solo le istituzioni provassero realmente a certo una condizione necessaria per il suo cambiare le cose, la stazione della funisviluppo turistico, ma gli elementi indi- colare potrebbe tornare a essere parte indella nostra geografia spensabili sono le risorse naturali e cul- tegrante turali. Insomma, il mezzo non basta, quotidiana, rendendo più vivibili gli spazi occorre offrire ai turisti un motivo per e i rapporti tra le persone. Dobbiamo forse aspettare il prossimo convincerli a venire qui. Inoltre, la riapertura della stazione della buffet freddo per avere delle risposte confunicolare potrebbe offrire ai residenti dei crete sulla questione?
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di Roberto Sinibaldi Una volta c’era l’interpretazione del voto, si faceva nelle sezioni e partecipavano cittadini, attivisti e dirigenti di partito. Si analizzavano i risultati, si disquisiva sulla loro portata, significato, prospettive, errori e miglioramenti possibili. Soprattutto il partito comunista era così: il Pci aveva numerosi militanti e un rapporto quotidiano e diretto con i cittadini, con la società. Di tutto questo non c’è quasi più traccia. La sezione di Rocca di Papa del partito democratico è una specie di rimessa di sedie vecchie e materiali vari, che sa di muffa perché evidentemente è aperta molto saltuariamente. Forse i militanti di una volta non ci sono più, forse non sono così numerosi, d’altro canto però, iniziative e opportunità per stimolare la partecipazione proprio non se ne vedono. E l’analisi del voto chi la fa? Anzi, si fa ancora? Probabilmente sì, ma in altri ambiti, con altri interlocutori e, chissà, con un pizzico di realismo in meno. Eh sì, perché il gruppo dirigente del Pd, che poi rappresenta in grossa misura il governo del nostro comune, si segnala ormai da tempo per una specie di strabismo politico, per una indifferenza che non si sa se sia più ignavia o inconsapevolezza. L’elenco delle cose che potrebbero essere migliorate è lungo e questo giornale le ha elencate nu-
merose volte. Lo spirito critico con il quale molti cittadini firmano le loro sottolineature su queste pagine, al contrario, è quasi sempre scambiato come un’avversione alle persone. Sono invece proposte per modificare scelte amministrative e, prima ancora, una linea di condotta, fatta di decoro istituzionale, cultura della legalità, ricerca della trasparenza, sobrietà della politica. Insomma qualcosa che riformi quella politica oggetto dell’avversione di tanti cittadini, contrariati o semplicemente delusi da aspettative mancate. Allora può succedere che – qualche giorno fa – un drappello di giovani si metta in piazza sotto uno striscione del movimento 5 stelle, e mentre qualcuno li apostrofava con velato sarcasmo come grillini, qualche giorno dopo gli stessi impersonificano i vincitori delle elezioni a Rocca di Papa. Oltre il 30% a Camera e Senato. Può accadere perché magari, per esempio, a non tutti è piaciuto che l’amministrazione comunale abbia deliberato per il secondo anno consecutivo che il sindaco abbia bisogno di un “cerimoniere”. Una cosa piccola che vale poche migliaia di euro l’anno, ma che ha tutto il sapore di una esigenza politica, tutta interna alle stanze del piccolo potere locale. Una cosa simbolica, che evidentemente ben riassume perché il Pd, e con esso l’amministrazione comunale, continui a perdere consensi così vistosamente.
Bocciato il sito Internet del Comune SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
E così, un po’ a malincuore, il sindaco ha destinato qualche soldino per un paio di incarichi, per l’incresciosa esigenza: far lavorare giornalisti e cerimonieri del sindaco, magari loro sapranno come si fa. Ma la questione deve essere passata nel dimenticatoio e nessuno si lamenta. Il problema sembrava superato, quando ecco che spunta la Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo italiano. In un sito (http://www.magellanopa.it/b ussola/page.aspx?s=verificaaministrazione&qs=nKJi%7c ABIalD2z4HIFmdo1g%3d% 3d) intitolato “La bussola della trasparenza dei siti web”, si può verificare il grado di trasparenza del sito Internet di qualsiasi amministrazione pubblica. In una giornata di pioggia in cui non hai niente da fare, fai una prova e esce fuori che a Rocca di Papa siamo fuori-
legge. Inserendo il sito del Comune risultano positivi 3 indicatori su 42. Altri 2 sono considerati da migliorare e i restanti 37 sono bocciati! Per ogni voce c’è una precisa indicazione su come adeguare i contenuti alle prescrizioni di legge. Va infatti sottolineato che i contenuti del sito Internet di un comune per legge devono rispondere a dei requisiti minimi specifici. Qualcuno nell’amministrazione se n’è curato? Voci allarmate si sono levate da questo o quell’ufficio? Ma no, anzi al contrario. E anche se il sito serve a fornire informazioni, complete, trasparenti, utilizzabili in modo semplice dai cittadini (dice la legge), pazienza. Pochi sembrano farci caso. La Presidenza del Consiglio dei ministri boccia il sito di Rocca di Papa perché c’è molta confusione, scarso aggiornamento, parecchie la-
cune e veri e propri errori. Dalle colonne di questo giornale lo avevamo segnalato ripetutamente, ma evidentemente non è servito a molto. Perché l’amministrazione comunale non interviene? Per incapacità, disinteresse, o semplicemente perché ritiene che informare i cittadini non è così importante? Chi è il responsabile dell’aggiornamento del sito? Che costo ha il suo lavoro? E se quanto realizzato non corrisponde ai requisiti di legge, che succede? Ciò che appare più bruciante, tuttavia, è la scarsa sensibilità dimostrata nei fatti, rispetto al rapporto con i cittadini, che in ogni occasione viene indicato come un obiettivo dell’amministrazione. Ma forse i colpevoli siamo noi di questo giornale, che ci ostiniamo su desueti argomenti come trasparenza e legalità. Roberto Sinibaldi
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Risultati elettorali
Il Comune ha pagato la mancanza di risposte
di Patricia Antolovic A Rocca di Papa il M5S è diventato il primo partito con +31% di consensi, con punte del 36%, dunque ben oltre la media nazionale. Da cittadina che abita nel centro storico, vedo un paese che si sta spegnendo. Sento parlare di Rocca di Papa solo per i suoi anni di gloria, ormai lontani anni luce. Oggi, vedo negozi che chiudono, una raccolta differenziata che non funziona, un eco-centro per i rifiuti chiuso da tempo senza che si sappia quando riaprirà. E poi il forte aumento delle tariffe locali senza alcun miglioramento dei servizi, collegamenti scarsi se non inesistenti (la mattina mi capita spesso di vedere i pendolari sotto l’acqua, la neve, il sole, senza un luogo dove proteggersi, correre all’impazzata perché non sanno dove fermerà l’autobus...) strade che perdono pezzi, lavori iniziati e mai finiti... Ad ogni elezione si parla di riqualificazione del centro storico ma poi non succede niente, nessun progetto si vede. Nella piazza principale del paese, la nuova sede del Comune è ferma da anni, però si continua a costruire allegramente in altre zone (via delle Calcare, zona Giardino degli Ulivi, ecc.) e gli unici cartelloni che si vedono sono quelli con la scritta: “vendesi”. L’unico obiettivo che si intuisce è l’aumento della popolazione attraverso la crescita della cementificazione del territorio senza infrastrutture corrispondenti. Questa politica è stata sanzionata dai cittadini attraverso il voto, e sarebbe ora che gli amministratori locali s’interrogassero rimettendo al centro delle loro priorità la qualità della vita dei loro cittadini, senza promesse irrealizzabili. Partendo semplicemente dal territorio.
il Segno - Marzo 2013
di Marcello Loisi Assistiamo da anni a strane vicissitudini legate al parcheggio interrato di piazza Claudio Villa. Prima il bizzarro progetto che delineò colonnati e altezze degne del Partenone, poi lo sbancamento gargantuesco necessario a ospitare l’opera, per non parlare della logica misteriosa che ha guidato la penna del progettista nel momento in cui disegnava i canali di scolo delle acque piovane. Ma conoscere la genesi della costruzione del parcheggio non basterebbe per comprendere le cause di altri sinistri eventi, come ad esempio i desolati bandi di vendita dei posti auto da parte del Comune di qualche anno fa. Dopo i danni che sono stati compiuti nottetempo alle automobili durante le molteplici scorribande di ragazzi annoiati, sembrava che la chiusura serale (e inspiegabilmente nei giorni festivi) del parcheggio potesse porre fine agli appelli preoccupati dei residenti. Ma il Comune sa come stupirci: ha bandito la gara d’appalto per la gestione del parcheggio et voilà, in poco meno di un anno l’ha assegnata a una società privata. Da quasi un mese il parcheggio è chiuso giorno e notte, e un foglietto di carta attaccato con lo scotch ci informa di alcuni lavori in corso. Passato ancora qualche giorno, abbiamo appreso che i posti auto non saranno più gratuiti, ma a pagamento. Per avere diritto a un parcheggio ora occorre compilare un modulo di due pagine dai contenuti a dir poco criptici. In questo modello non viene citato neanche una volta il
Parcheggio interrato, è caos abbonamenti ROCCA DI PAPA
L’interno del parcheggio interrato di Largo Claudio Villa
nome della società che gestisce il parcheggio, ma in compenso, alla voce “pagamento”, leggiamo che questo deve essere «anticipato ed in contanti con rilascio ricevuta e numero posteggio assegnato (fino a procedura definitiva)». Non c’è scritto dove occorre presentare il modulo compilato (al Comune? alla Polizia Comunale? all’anonima società?), non informa sulle modalità di pagamento, sui tempi delle richieste, sulle regole di assegnazione. Ma il modulo raggiunge il massimo dell’arcano nel momento in cui impone che «la presente richiesta di abbonamento si intende perfezionata e completa soltanto se corredata da copia dell’attestazione di pagamento». Insomma, per avere il parcheggio bisogna pagarlo prima, però non si sa dove. Un vero e proprio contorsionismo burocratico.
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Il modulo di richiesta prevede che la domanda sia rinnovata a ogni scadenza. Quindi, tutti i mesi ci toccherà questo percorso a ostacoli: presentare la domanda, allegare le fotocopie, pagare da qualche parte, allegare la ricevuta del pagamento, portare in Comune e far protocollare il tutto e poi attendere fiduciosi. Speriamo che questo non riguardi anche l’abbonamento giornaliero, altrimenti gli interessati dovrebbero riempire scartoffie tutti i giorni. Oltre al giornaliero, gli altri abbonamenti proposti sono quello notturno, quello diurno e quello integrato (giorno e notte), dai costi, rispettivamente, di 8, 10 e 18 euro mensili. Data l’articolazione dell’offerta dei parcheggi e dei cambi di fasce orarie, risulta palese l’esigenza di una figura che si occupi di controllare il rispetto delle stesse. Ci sarà del personale incaricato? Inol-
tre, che tipo di lavori di adeguamento stanno attuando da un mese a questa parte? Immaginiamo che stiano predisponendo delle telecamere di sicurezza per scoraggiare eventuali danneggiamenti, ma credo che per iniziare non sarebbe male posizionare un paio di secchi per le cartacce vicino le rampe oppure mettere in sicurezza l’uscita degli ascensori (mi riferisco alle pericolose lastre di travertino che in parte sono già cadute). Prima ci hanno elargito un servizio come quello dei parcheggi liberi, poi ce l’hanno razionato e in seguito ce ne hanno privato completamente. Oggi dovremmo pagare quello che ieri era gratuito, ma non è questo il problema. La questione vera è che anche il cittadino disposto a pagare per assicurarsi il posto auto, non sa come muoversi e nemmeno a chi rivolgersi. Al Comune, pochi giorni fa, quando ho portato il modulo compilato presso lo sportello all’ingresso, non sapevano neanche se era di loro competenza o meno. Dopo varie telefonate, protocollano il modulo, consigliandomi però di rivolgermi alla Polizia per qualche informazione. Una volta lì chiedo ragguagli sul pagamento e su altri dettagli, ma nessuno sa darmi una risposta. Il responso egemone è: «Bisogna aspettare, non sappiamo niente».
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In Consiglio si parla dell’Aimeri e dei lavoratori senza stipendio ROCCA DI PAPA
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Continua la crisi dell’Aimeri, la società che gestisce il servizio rifiuti a Rocca di Papa, con i dipendenti che attendono lo stipendio ormai da due mesi mentre il versamento dei contributi avrebbe un ritardo di oltre un anno. Della vicenda si è occupato anche l’ultimo Consiglio Comunale grazie all’interrogazione presentata dal Consigliere di minoranza Enrico Fondi e sottoscritta da Danilo Romei. Sollecitati dalle notizie apparse sui giornali relative ad indagini giudiziarie in Sicilia che coinvolgerebbero l’azienda, i due Consiglieri
hanno chiesto al Sindaco Boccia “se risulta vero che i lavoratori non percepiscono lo stipendio da alcuni mesi e che siano state avviate procedure per la riduzione del personale; nel caso ciò fosse vero –continua l’interrogazione- si chiede di conoscere se la ditta Aimeri ha fornito ai cittadini tutti i mezzi (secchi, buste, ecc.) per la raccolta differenziata previsti nel contratto; se ha rispettato gli obblighi contrattuali; l’elenco dei lavoratori e la data della loro assunzione; se sia stato rinnovato il contratto di lavoro al personale; e se la ditta Aimeri è stata regolar-
Il Comitato dei Campi scrive al Sindaco
“Tares, sia tassa equa”
Il Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale il 5 marzo ha scritto al Sindaco di Rocca di Papa in merito alla nuova tassa sui rifiuti, la cosiddetta TARES. Il Presidente Silvestrini ha posto in evidenza le difficoltà economiche dei suoi concittadini e perciò ha invitato l’amministrazione comunale “a mettere in campo una vera e propria lotta all’evasione” che, secondo il Comitato, sarebbe piuttosto elevata. “Sarebbe ingiusto Silvestrini -si legge sulla nota- penalizzare ancora di più le persone oneste e coloro che non avranno la possibilità di sopportare un eventuale aumento della tassa sui rifiuti”. Infine non è mancato un consiglio al primo cittadino (visto che gli uffici comunali in queste ore stanno elaborando i calcoli della nuova tassazione), quello di “non calcolare la tassa solo in base ai metri quadrati ma anche in base alla composizione del nucleo familiare e al reddito familiare”. Una richiesta sacrosanta! Paola Gatta
Emaila Marmi Snc di Orofino Prospero
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il Segno - Marzo 2013
mente pagata”. Una vera e propria sfilza di richieste! Poi Enrico Fondi è tornato a chiedere “se il previsto ampliamento del servizio nella zona Campi d’Annibale e Vivaro sia stato effettuato e se sono state messe in essere tutte le procedure nei confronti della società appaltatrice per assicurare il rientro alla normalità e
al controllo su quanto rilevato dai giornali”. Il Sindaco Boccia ha comunque assicurato che l’Aimeri è stata convocata in Comune per discutere delle varie problematiche emerse, a cominciare dalla tutela dei lavoratori e del rispetto del contratto di servizio. Giulia De Giorgi
I Lettori segnalano: VIA PALAZZOLO
La segnaletica scomparsa
Questa foto è stata scattata il 2 gennaio del 2012. Dopo oltre un anno questo segnale stradale è ancora nello stesso identico stato, coperto da rovi ed erbacce e, quindi, del tutto illeggibile. Si trova in via Palazzolo, una strada che costeggia via delle Barozze, disseminata anche di discariche a cielo aperto.
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il Segno - Marzo 2013
ROCCA DI PAPA
“Strade distrutte peggio di Kabul” La Lettera
Ma io le tasse in quale comune le oltre alle altre tasse pagate (vedi per pago? Quello di Rocca di Papa o esempio addizionali comunali e quello di Kabul? TARSU) ci scappi qualche decina di A guardare la foto che allego sembre- euro per dei sacchi di bitume! Per rebbe una strada della martoriata città quanto riguarda i lavori di rifaciafgana ma invece si tratta di Via Vec- mento definitivi ormai neanche più i chia di Velletri, situata nella pacifica bambini della scuola dell’infanzia cittadina di Rocca di Papa. Eppure che si trova nella strada credono più con qualche colpo di mortaio e una alle favole! Buon lavoro, Sindaco. scarica di kalashnikov in lontananza Bruno Zirpolo potrebbe sembrare di trovarsi altrove, ma per nostra fortuna non siamo oggetto di esportatori di democrazia (!). Questa è la situazione ormai arcinota al nostro primo cittadino ma che ostinatamente continua ad ignorare. Chissà se a seguito dei 4.433.778 di euro incassati dall’IMU (€ 1.396.215 per la 1ma casa ed € 3.037.563 per la 2da casa, dati del Ministero dell’Economia e Finanze), al netto Via Vecchia di Velletri, nel quartiere dei Campi di eventuali versamenti,
I Commercianti ci scrivono
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“Da oggi nel centro storico è più facile trovare parcheggio”
Il 18 febbraio 2013 è cambiata la gestione dei parcheggi a pagamento e già dai primi giorni si è potuto notare il buon funzionamento e controllo degli stessi. La grande novità riguarda il pagamento che avviene tramite dei parcometri dislocati in tutto il Centro Storico da Belvedere fino a Piazza della Repubblica, con la possibilità di effettuare anche soste di soli 15 minuti al costo di 0,20 euro. Tutto ciò siamo certi che porterà, con il dovuto e doveroso controllo da parte degli ausiliari, ad un ricambio di autovetture e quindi a una maggiore possibilità di trovare parcheggi nel Centro Storico per poter effettuare acquisti, commissioni e altro. Ci auguriamo che tutti capiscano la necessità di rispettare le regole e ringraziamo il nuovo gestore e la sua organizzazione, sperando che il buon servizio duri nel tempo. I Commercianti del Centro Storico di Rocca di Papa
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ROCCA DI PAPA
Alla Regione vince il centrosinistra ma il Pd continua a perdere voti (-12,6%) PARTITI TRADIZIONALI IN CALO Guardando i risultati delle elezioni regionali il quadro, rispetto alla Camera e al Senato, cambia leggermente ma la sostanza resta. Zingaretti (candidato Presidente del centrosinistra) vince con il 37, 55% dei voti mentre Storace supera di poco il 26%. Anche in questo caso, seppur uscita vincitrice, la coalizione guidata dal Pd, a Rocca di Papa si colloca quasi 4 punti sotto la media regionale. Il Partito Democratico, infatti, ha avuto 2.270 preferenze (alle regionali del 2010 aveva ottenuto 2.852 voti), arrivando al 30,47% (nel 2010 aveva superato il 42%). In calo anche Sinistra Ecologia e Libertà, 242 voti contro i 275 di tre anni fa. Al centrodestra è andata ancora peggio. Il Pdl ha ottenuto poco più di 1.600 voti arrivando al 27,62%. Crollo anche per La Destra: 244 voti contro i 401 del 2010. Non sfonda nemmeno a Rocca di Papa la centrista Bongiorno che ha ottenuto appena 420 preferenze (4,84%). Peggio di lei solo Ruotolo di Rivoluzione Civile con appena 211 voti (2,43%). A sorprendere è il Movimento 5 Stelle: 1.539 voti (20,66%).
PROMOSSI E BOCCIATI AI CASTELLI Nel Consiglio regionale del Lazio a sostituire Carlo Ponzo (consigliere Pd uscente, costretto a non ripresentarsi dopo le vicende che hanno coinvolto tutti i maggiori gruppi politici regionali nella spartizione dei contributi pubblici) sarà Simone Lupi, che appartiene alla stessa corrente dell’ex Sindaco di Rocca di Papa (capeggiata dall’On. Renzo Carella). Lupi, già primo cittadino di Ciampino, ha ottenuto poco più di 9.600 voti, un risultato al di sotto delle aspettative visto che alle regionali del 2010 Ponzo ottenne quasi 16mila voti. Un ridimensionamento della corrente carelliana. A fare la parte del leone è stato Daniele Leodori (due volte Sindaco di Zagarolo; nel 1998 lavorò presso il Comune di Rocca di Papa in qualità di dirigente dell’area servizi sociali lasciando un buon ricordo), che ha ottenuto 22.748 voti diventando il primo degli eletti del Pd, raccogliendo pienamente l’eredità del suo “maestro” Bruno Astorre, detto “mister preferenze”, che tre anni fa ottenne 22.355 voti. Per lui un doppio successo, personale e politico. Con il duo Lupi-Leodori, dunque, si consolida la spartizione del Pd dell’area della Provincia di Roma, basata sull’altro duo (Carella-Astorre) ma gli equilibri finora raggiunti potrebbero già essere cambiati nelle proporzioni visto che Lupi, come detto, in troppi Comuni ha perso consensi. Ottimo successo anche per l’attuale Sindaco di Marino, Adriano Palozzi (Pdl), fedelissimo dell’ex governatrice Polverini, che entra nel Consiglio regionale forte dei suoi 12 mila voti. Non ce l’ha fatta, invece, Marco Mattei (Pdl – ex Sindaco di Albano Laziale), Assessore all’ambiente uscente della Regione, che ha ottenuto poco più di 4mila preferenze. Mattei paga i suoi fallimenti nella gestione di un settore in cui ha dimostrato di avere le idee molto confuse, a cominciare dal tentativo (in parte fallito) di ridimensionare il ruolo del Parco dei Castelli Romani. (A.S.)
il Segno - Marzo 2013
ELEZIONI REGIONALI 2013 ELEZIONI REGIONALI 2010 Il Centrosinistra nel 2013
Nicola Zingaretti
centrosinistra
voti 3.255
37,55%
voti 2.270
30,47%
voti 266 voti 242 voti 138 voti 74
centrodestra
21,68%
voti 140
1,87%
voti 52
0,69%
voti 2.213
Il Centro nel 2013 voti 420
4,84%
La Sinistra nel 2013 voti 211
Renata Polverini
centrodestra
2,43%
42,63%
voti 447
6,68%
voti 33
0,49%
4,11%
3,37%
voti 2.948
40,84%
voti 1.848
27,62%
voti 158
2,36%
voti 401 voti 46
1,26%
25,53%
voti 2.852
Il Centrodestra nel 2010
3,27
Il Movimento 5 Stelle nel 2013
58,59%
voti 226
0,99%
voti 1.615
voti 4.229
voti 275
1,85%
26,45%
voti 94
centrosinistra
3,34%
voti 2.293
voti 244
Emma Bonino
3,57%
Il Centrodestra nel 2013
Francesco Storace
Il Centrosinistra nel 2010
voti 46
5,99%
0,68% 0,68%
Il Movimento 5 Stelle nel 2010 Non era presente
Il Centro nel 2010
Alle elezioni regionali del 28 marzo ‘10 l’Udc sosteneva la Lista Polverini
voti 158
2,36%
Alle elezioni reg. del 28 marzo ‘10 RC, Verdi e IDV sostenevano Emma Bonino
voti 705
10,54%
La Sinistra nel 2010
Camera e Senato, crollano Pd e Pdl il Movimento 5 stelle è il primo partito ROCCA DI PAPA
il Segno - Marzo 2013
SENATO 2013
voti 2.538 31,07%
SENATO 2008 Non era presente
CAMERA 2013 voti 2.951
33,7%
17
CAMERA 2008 Non era presente
voti 2.323
29%
voti 3.546 44,40%
voti 2.381
27,2%
voti 3.870 43,87%
voti 2.031
25,4%
voti 3.271 40,95%
voti 2.065
23,6%
voti 3.572 40,49%
voti 252
3,1%
voti 326
4,08%
voti 277
3,2%
voti 349
3,96%
voti 2.198
27,4%
voti 3.324 41,62%
voti 2.315
26,4%
voti 3.633 41,19%
voti 1.807
22,6%
voti 3.312 41,47%
voti 1.933
22,1%
voti 3.622 41,06%
voti 515
6,4%
voti 229
2,87
voti 622
voti 159
2%
voti 326
4,08
voti 218
voti 229
2,9%
di Sergio Rasetti Anche Rocca di Papa è andata alla ricerca del cambiamento. I numeri lo confermano. PD e Pdl hanno ceduto forti quote di consenso, altri sono scomparsi e le novità hanno fatto flop. Il Movimento 5 Stelle ha raccolto un risultato strabiliante: primo partito con 2.951 e il 33,7 dei voti alla Camera. Il risultato non lascia dubbi, spalmato uniformemente sulle 12 sezione elettorali del paese è anche il segno di un coinvolgimento di tutte le classi sociali, delle donne, degli uomini e dei giovani, nella richiesta di un cambiamento improrogabile, anche della nostra comunità. Non sarà possibile sottovalutare il fatto che anche la situazione locale ha influito nella scelta degli elettori. E’ certo che essi dopo aver valutato gli eventi politici, di cronaca e giudiziari, che hanno preceduto queste elezioni in
voti 334
4,18%
voti 195
ambito nazionale e regionale, hanno scelto di indicare, anche localmente, qual’è la via da intraprendere: cambiare gli uomini e le donne che hanno avuto un ruolo locale (dopo 2 legislature, 10 anni, uno ha dato quello che poteva e se non può salire alle istanze superiori: Regione, Camera, Senato etc. non può pretendere di restare a vita al Comune, deve lasciare spazio ad altri); dimostrare con l’esempio che in politica ci si mette a disposizione della comunità e si rinuncia, in quel periodo, agli affari personali se si intrecciano con quelli pubblici. Con queste elezioni molti hanno abbandonato l’incomprensibile passività nei confronti della politica che li portava a votare sempre per lo stesso partito e a dare la preferenza indicata dai quattro attivisti locali, che si vedono soltanto per l’occasione, incapaci perfino di dare garanzie credibili sul nominativo che propongono.
voti 424
4,81%
7,1%
voti 241
2,73
2,5%
voti 349
3,96
2,2%
Ora gli elettori di Rocca di Papa si aspettano che l’amministrazione cambi rapidamente il passo, che apra una vera consultazione popolare sulle cose da fare, che spieghi come pensa di ripianare il deficit milionario delle casse comunali, che rinunci a tentazioni di clientelismo residuo nelle assunzioni o nelle opere pubbliche, che non proceda a nuove edificazioni prima che sia approvato il piano regolatore. Sarà dura per i nostri, abituati a decidere a porte chiuse. Ma è l’unico modo che avranno per sopravvivere fino alle prossime elezioni comunali. Gli elettori del Movimento 5 Stelle e gli stessi che hanno votato per il PD, otturandosi almeno una narice, si organizzeranno presto anche a Rocca di Papa e non ci sarà partita per chi non avrà voluto capire che un’era è finita. Ne comincia un’altra, piena di incognite, ma che nessuno potrà arrestare.
il Segno - Marzo 2013
di Andrea Sebastianelli Quante volte abbiamo sentito la frase: “La scuola è un luogo sacro perché ci vivono i nostri bambini!”? Decine e decine di volte ma a giudicare dalle condizioni delle strutture scolastiche di Rocca di Papa, qui la loro sacralità è messa seriamente in discussione. L’inchiesta che vi presentiamo ha preso spunto dal lavoro scrupoloso messo in campo da un Consigliere Comunale di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, che per alcuni giorni ha ispezionato, visionato, osservato le scuole del nostro territorio, parlando con il personale docente, i dirigenti scolastici e con i genitori. E quello che ne è emerso è una condanna senza vie d’uscita. “Lo stato di abbandono in cui si trovano le scuole di Rocca di Papa mette a repentaglio la sicurezza degli alunni”. Questa la forte denuncia di Crestini dopo aver fatto le pulci agli istituti scolastici del paese. “Una delle situazioni più gravi l’ho riscontrata nel plesso Leonida Montanari –afferma il Consigliere – qui ci sono perdite d’acqua in quasi tutte le aule, la palestra ristrutturata due anni fa si può utilizzare solo se c’è bel tempo, l’ascensore non funziona e la piattaforma elettrica per gli alunni diversamente abili da mesi è fuori uso”. E stiamo parlando dell’unica scuola media presente in un Comune con quasi 17mila abitanti! “Nell’istituto ci sono perdite dal soffitto e dai termosifoni… e ovunque si vedono bacinelle messe in punti strategici per raccogliere l’acqua, tanto che nei giorni di pioggia i ragazzi sono costretti a spostare i propri banchi nelle zone asciutte” ci dice Crestini. In questi ultimi mesi i dirigenti scolastici hanno inviato decine di fax al Comune di Rocca di
A P P R O F O N D I M E N T O
Scuola media Pocek, nelle giornate di pioggia dal soffitto della palestra cade l’acqua e gli alunni non possono fare attività
Disastro Scuole
Emanuele Crestini, Consigliere di Rocca di Papa, ha visionato le strutture scolastiche del paese e quello che ne è emerso è un vero e proprio allarme
Papa per richiedere interventi urgenti soprattutto per la piattaforma elettrica. “Ad oggi i ragazzi con un handicap sono costretti a farsi aiutare dai bidelli per arrivare in aula e spesso occorrono Emanuele Crestini anche due persone perché devono essere letteralmente presi in braccio – continua il Consigliere che sembra un fiume in piena vista la delicatezza dell’argomento - per non parlare della loro dignità che sicuramente viene lesa quando si vedono caricati per essere trasportati in classe di fronte allo sguardo attonito dei propri compagni”. I genitori, pur apprezzando il lavoro svolto dai professori e dal preside, sono disperati e non sanno più a che santo ri- svolgere attività fisica solo volgersi per garantire una all’aperto sperando che ci sia scuola sicura ai propri figli. E il sole. “Sono stato accompase la situazione delle scuole gnato dal personale nelle aule di Rocca di Papa è quella de- – dichiara Crestini – ho visto scritta dal Consigliere Cre- con i miei occhi le infiltrastini, non c’è da stare per zioni d’acqua dai muri dei niente allegri. bagni e le finestre che vìoUn altro plesso in cui sono lano tutte le norme di sicustati riscontrati seri problemi è rezza. Il locale adibito come la scuola elementare dei palestra ma non utilizzabile – Campi d’Annibale, una delle continua il Consigliere – è uno strutture storiche di Rocca di spazio molto ridotto, non a Papa. Qui la porta dell’uscita norma e occupato in gran parte di sicurezza si apre diretta- da banchi scolastici”. mente su un balcone in mu- Lo stato di abbandono e la ratura completamente completa assenza dell’ammichiuso, per non parlare della nistrazione comunale si regipalestra che, non essendo a stra un po’ in tutti gli istituti norma, costringe i bambini a anche in quelli di recente co-
Scuola materna Campi, la recinzione fatiscente è un vero pericolo pubblico
struzione. Prendiamo per esempio la nuovissima scuola dell’infanzia sempre nel popoloso quartiere dei “Campi d’Annibale” (Via di Velletri), edificata circa tre anni fa: sono tante le cose che non vanno. “Si inizia con la mancanza di una vera entrata pedonale per cui – afferma Crestini - si può passare solo attraverso un cancello elettrico di grandi dimensioni privo di adeguata segnalazione lampeggiante. Poi ho riscontrato una serie di elementi che minano la sicurezza dei bambini e potrebbero causare loro dei danni – aggiunge– come i giardini in stato di abbandono, piante ina-
Infiltrazioni d’acqua e non solo
Scuola elementare Campi, l’uscita di sicurezza dà su un balcone in muratura chiuso su tutti i lati!
Giardino degli Ulivi, i genitori si mobilitano
Scuola media Pocek, la pedana per i disabili è fuori uso da tempo
Scuola materna Vigne, lavandini regolari?
deguate, una recinzione da cantiere con fissaggi provvisori che spesso finisce a terra. Anche qui sono frequenti infiltrazioni di acqua dai muri e i soppalchi appaiono inagibili”. Una situazione poco confortante si è registrata anche nell’altro plesso scolastico di via dei Gelsomini, anch’esso nuovo di zecca. “Lo spazio esterno, così come è stato progettato e a causa della mancanza di manutenzione, costituisce un pericolo gravissimo per i bambini - dice Crestini – come negli altri plessi anche qui l’ascensore è fuori uso, la palestra inutilizzabile e i bagni della materna non sono adeguati poiché i lavelli sono troppo piccoli per poter consentire ai bambini di lavarsi e il personale è costretto ad utilizzare i lavandini che si trovano nelle aule delle
Scuola materna Campi, il soppalco è inagibile perchè non sarebbe a norma
Scuola materna Campi, spigoli di marmo dappertutto
elementari”. Chi amministra un Comune come Rocca di Papa che, ripetiamo, è vicino ai 17mila abitanti, ha delle priorità da rispettare che non dovrebbero mai essere disattese. E tra queste priorità la scuola è determinante. In passato abbiamo elogiato l’amministrazione per aver realizzato due nuove scuole ma se a distanza di pochi anni le condizioni sono quelle descritte da Emanuele Crestini allora vuol dire che le cose sono due: o i lavori vennero mal-eseguiti oppure le manutenzioni non vengono effettuate. “Non è ammissibile dare ai nostri figli delle aule scolastiche ridotte a un colabrodo né lesinare le opere di manutenzione né soprassedere sulla loro messa in sicurezza” tuona il Consigliere Comunale di minoranza. “Ho costatato con i
miei occhi una situazione insostenibile per gli alunni che hanno sì il diritto all’istruzione ma anche il diritto ad una scuola sicura e confortevole”. A Rocca di Papa le scuole di fatto presentano gravi problemi e l’attuale amministrazione comunale al riguardo non ha mosso un dito. “Gli istituti scolastici cadono a pezzi, le strade sono distrutte, in Comune arrivano ogni giorno le richieste di ditte che vogliono essere saldate per fatture vecchie di anni, i precetti sono all’ordine del giorno per mancato paga-
il Segno - Marzo 2013
...e poi c’è anche la catena!
di Sergio Rasetti Forse gli articoli sulla scuola elementare del Giardino degli Ulivi, pubblicati sul nostro giornale a gennaio e febbraio, sono stati la molla che ha fatto finalmente attivare i genitori interessati. Hanno preso carta e computer per scrivere al Sindaco, all’Assessore ai Lavori Pubblici, al Dirigente Scolastico, all’ASL di Frascati. Tra le innumerevoli cose che non vanno bene in questo nostro paese, una è quella che risulta più insopportabile: non essere ascoltati da nessuno di coloro che, per scelta personale o per obbligo dovuto all’Ufficio che occupano, dovrebbero rispondere con sollecitudine alle istanze rivolte dagli utenti dei servizi pubblici. Gli interessati, a quanto ci dicono, avevano più volte segnalato verbalmente un serio problema: la presenza di un’importante umidità sui muri di un’aula con distacco di intonaco. Potrebbe essere una concausa di sinusiti, tossi e bronchiti asmatiche delle quali i bambini sono con troppa frequenza affetti. Hanno così deciso di dare ufficialità alle richieste di intervenire subito per risolvere il problema, sottolineando che riterranno i soggetti in indirizzo responsabili di qualsiasi evento dannoso per gli utenti. Questa iniziativa riporta agli interrogativi che ci eravamo posti sulla funzionalità di questa scuola nuova, dove sembrano necessari importanti lavori per eliminare la risalita di umidità sui muri o per la sostituzione di pavimenti “rompi gambe”, mentre, se la palestra risultasse inagibile per motivi strutturali sarebbe impossibile rimediare al danno. Intervenire non dovrebbe essere difficile perché le imprese sono ancora sul luogo, visto che il Comune ha concesso loro di edificare ancora per centinaia di metri cubi di cemento, e possono risolvere tutti i problemi. La salute dei bambini e dei loro insegnanti comunque deve avere la priorità. Per questo caro Sindaco, Assessore e Capo dell’Ufficio Tecnico, se non lo avete ancora fatto, siete pregati di occuparvi del caso immediatamente.
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mento mentre il debito comunale è arrivato alle stelle – denuncia Crestini – per non parlare del fatto che in paese il commercio è morto e ci sono opere pubbliche lasciate a metà da tempo. Tutto questo è lo specchio di una politica fallimentare che ha portato il territorio allo sbando più completo”. E a questo punto? “A questo punto io chiedo – conclude il Consigliere- le immediate dimissioni di quest’amministrazione targata Boccia”. Andrea Sebastianelli
20 di Gianfranco Botti In tempo di crisi, il futuro fa paura, meglio fare un tuffo all’indietro, aggrapparci alle radici dello sviluppo, per recuperare, oltre la memoria, slancio e voglia di ritrovarsi partecipi della stessa realtà, territoriale e umana. A soddisfare l’esigenza, occasione adatta avrebbe potuto trovarsi nel settembre scorso, col centenario della realizzazione della Rotonda del Tufo, risalente, appunto, nel settembre 1912. Come sta scritto lì, su marmo (vedi foto), nel pilastrino centrale della ringhiera che, insieme allo sterro, ai sedili in pietra locale, ai vasi in stile Liberty allora trionfante, alla messa a dimora degli alberi ancora troneggianti, costituì l’insieme della realizzazione. Così, Rocca di Papa ebbe un altro balcone pregiato, stavolta anche elegante, sul lago, sul mare, su Roma Eterna. Un belvedere capace di richiamare visitatori per bellezza fisica: purezza d’aria, frescura, panorama; e per delizia spirituale: sacralità e afflato d’ambiente, a tonificare l’animo, ad elevarlo a rarefatti sentimenti. Come ciò abbia potuto ottenersi, ben si comprende ove si faccia attenzione alla firma realizzatrice. Quella dell’Associazione Pro Rocca di Papa, una struttura tanto solida da durare fino a tutti gli anni ‘50 del secolo scorso nel disvelare ai rocchiciani le naturali potenzialità del paese e le strade per valorizzarle e per fruirne in avanzamento civile ed economico. Struttura sempre eccellente per acutezza, concretezza, disinteresse. Struttura che ebbe un edificatore di primissimo valore, Enrico Ferri, di cui dico solo che una sua collocazione in cima alla lista di benemeriti per Rocca di Papa per me è scontata, sollecitando Vincenzo Rufini, bravo e onesto, per un approfondimento biografico. Ricordare il centenario della Rotonda del Tufo, allora, sarebbe risultato molto assennato. Per riproporre una prodezza paesana, un’associazione brillante e il suo illustre fondatore. Aggiungendovi la speranza di rilucidare un senso d’appartenenza sbiadito e un orgoglio dello stare insieme a servizio d’un avanzamento complessivo, etico ed estetico.
Ricorrenza del bombardamento
Altra occasione per puntare alla ricostituzione di una paesanità ricompattata si sarebbe potuta avere commemorando il 14 febbraio del 1944, del primo bombardamento aereo. Però, sia ben chiaro, quello d’una ritrovata coesione civica avremmo dovuto considerarlo intento nettamente secondario rispetto all’obbligo della memoria per un avvenimento drammatico, il più tragico della storia moderna, con 35 vittime, distruzione, sofferenze per tutta la popolazione. Altrove, scadenze simili trovano puntuale celebrazione anno per anno. Da noi no. Per rozzezza, per ignavia. Ed è male. La mancanza di senso storico dà ambiente grigio, senza sfumature. Del bombarda-
ROCCA DI PAPA
il Segno - Marzo 2013
“Senza memoria un paese è spaesato”
La Rotonda del Tufo, S.Carlo e i bombardamenti
mento l’anno prossimo segnerà il 70°. Qualcuno se l’annoti.
L’On. Ferri
Ricorrenza di S. Carlo
Poiché, però, la dinamica di una comunità non è mai a un filo solo, ma complessa, ecco per il prossimo novembre un’altra ricorrenza, di solennità intensa, a doppia valenza, civile e religiosa. Il 400° della elezione a patrono di San Carlo Borromeo. Scadenza che, per essere degnamente ricordata, richiederebbe preparazione. Qui, mi intrometto, dichiarandomi, nella circostanza, pronto a collaborare. Naturalmente, senza chiedere niente. E nell’intromettermi non mi catastorcio. Come fa chi sullo zinale vada iscrivendosi “professionista intellettuale”. Non ho, io, posizioni da scalare o marchetta da ingrassare. Quella del professionismo era, e resta, una categoria economica, indicatrice delle modalità di sostentamento. Ogni altra interpretazione è equivoca. A meno che. Mi intrometto perché so qualcosa. Che l’uomo è la misura di tutte le cose, che un paese senza memoria fatalmente scivola nel degrado di paese spaesato, e mi intro-
La rotonda del Tufo
metto perché conosco un testo, antico come l’Orcatura: “Questa è la storia di quattro persone chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno, Nessuno. C’era un lavoro da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno l’avrebbe fatto. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Finì che Ciascuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ognuno avrebbe potuto fare”.
Sabato 23 marzo il libro sarà presentato a Rocca
Le sirene di Ulisse, l’ultima opera di Federico De Angelis Federico De Angelis, di cui il Segno saltuariamente si onora di ospitare preziosi interventi, il prossimo sabaro 23 marzo presenterà a Rocca di Papa il suo ultimo lavoro letterario, “Le sirene di Ulisse”. La presentazione del nuovo libro di Federico si terrà alle ore 17.30 presso l’aula consiliare di Corso Costituente. Oltre all’autore, interverranno il Sindaco Boccia, la poetessa Maria Fondi, lo storico Ugo Onorati e il critico Franco Campegiani. La serata, moderata da Piero Botti, sarà inoltre allietata dal pianoforte di Valentina Gabrielli.
Mosaico con la nave di Ulisse durante l’episodio delle Sirene, II-III secolo d.C. (Museo del Bardo)
“Ecco perchè alla scuola dei Campi i riscaldamenti sono sempre accesi”
il Segno - Marzo 2013
ROCCA DI PAPA
Mi chiamo Gianni Trinca e l’impianto deve essere acceso sono un ingegnere impiantista. anche sabato e domenica (in Mi sono occupato della pro- realtà anche di notte se è per gettazione definitiva di tutti gli questo), sebbene in attenuaimpianti (tra cui quello di ter- zione. moventilazione) della scuola Qui tocchiamo l’unico punto comunale di Via Vecchia di problematico dell’impianto a Velletri, in località Campi pannelli dovuto all’elevata d’Annibale. Vi scrivo in me- inerzia termica. Trasmettendo rito all’articolo comparso sul il calore per irraggiamento, numero di febbraio del Segno, occorre un certo tempo, sucrelativo alla questione degli cessivo all’accensione, prima impianti di riscaldamento ac- che l’ambiente arrivi a regime; cesi anche di sabato e dome- stesso discorso nel caso di nica. Prima di arrivare alla questione faccio una breve introduzione precisando che la scuola è dotata di un impianto di riscaldamento a pannelli radianti annegati nel pavimento. La scuola materna dei Campi Tale tipo di impianto, a bassa temperatura, spegnimento. Tale limite è susfrutta la trasmissione del ca- perato dalla destinazione lore tramite irraggiamento e d’uso dell’edificio: nel caso si non convezione (come i nor- fosse trattato di un’abitazione mali termosifoni per inten- utilizzata saltuariamente (due derci). Considerando che o tre settimane all’anno anche l’edificio in questione è stato discontinue), sarebbe stato dedotato di caratteristiche termi- leterio. Essendo invece una che passive (caratteristiche scuola (o comunque un edifidell’isolamento, pareti, infissi cio pubblico assai utilizzato), etc.) tali da renderlo poco di- tale problematica non inficia spendioso energeticamente; un discorso generale di risparche il suo utilizzo (affatto sal- mio energetico complessivo. tuario, come potrebbe essere Mi capita sempre più spesso di una casa per le vacanze) e il utilizzare impianti a bassa maggior comfort che l’im- temperatura anche per civili pianto a pannelli garantisce abitazioni (con sistemi anche (non facendo intervenire moti più complessi di quelli utilizconvettivi non abbiamo movi- zati per la scuola, quali ad menti di polveri e non ab- esempio: pompe di calore, sibiamo stratificazioni dell’aria stemi combinati anche con in ambiente tali da avere zone fonti rinnovabili, sonde geofredde), fa sì che tale scelta termiche etc.). Per farsi d’impianto sia nata quasi na- un’idea generale se ne valga la turalmente. In più, il pannello pena, senza necessariamente radiante lavorando come detto essere progettisti, occorre che a bassa temperatura, consente siano rispettate le seguenti di utilizzare acqua di circola- condizioni essenziali: l’edifizione ad una temperatura di cio deve consumare pochisgran lunga più bassa rispetto simo (occorrono dunque all’acqua che circola in un interventi sugli involucri), normale radiatore (si parla di deve avere una certa conticirca 40° C a fronte degli 80° nuità d’utilizzo, e deve esserci C). lo spazio per collocarli. Dopo questo cappello intro- Un saluto e grazie per l’attenduttivo arrivo nel merito del- zione. l’oggetto dicendo che Ing. Gianni Trinca
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Bilancio Comunale 2013, banco di prova importante
Registrati i risultati elettorali nazionali e regionali, una lezione esemplare per quelli del politichese, del potere come cosa loro, delle ricche indennità a nominati e portaborse, di assunzioni per amici e clienti, degli incarichi facili e costosi; ora si torna alla pratica del livello comunale. Il bilancio per il 2013 sarà il più importante banco di prova per Amministrazione e Consiglio Comunale. Sindaco e Consiglieri dovranno essere solari nelle scelte perché le difficoltà finanziarie di Rocca di Papa, “debiti milionari”, si dovranno spalmare su tutti e non soltanto sui soliti noti come è accaduto fino ad ora. Come? Con l’impegno degli Uffici a recuperare arretrati e/o evasione con un lavoro pressante e documentato che sarà opportuno rendere pubblico con i numeri dei soggetti “recuperati” e le cifre relative. Sorprendono le decisioni già prese dagli Amministratori che vanno ad incidere sul nuovo bilancio. Sono quelle relative ad alcuni incarichi a tempo determinato che in tempi come questi si potevano evitare. S.R.
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ROCCA DI PAPA Ci scrive il Consigliere di “Italcaccia” La risposta del Direttore
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il Segno - Marzo 2013
“Confini del Parco “Avete puntato sul dite solo falsità” cavallo sbagliato” di Romano Buzi* Caro Sebastianelli, ancora una volta devo contraddirlo sul suo articolo di questa mattina (apparso sul Segno di febbraio 2013, n.d.d.) sui 2.000 ettari di territorio regalati ai cacciatori. Ancora una volta Lei si contraddice con fesserie, che mi permetta non dovrebbero far parte di un direttore di giornale, anche se non a tiratura nazionale. Le ribatto punto per punto avendo seguito io stesso l’iter seguito. Le dico subito alcune precisazioni, l’unica delibera di Consiglio regionale che fa fede, è quella del 1984 che ha approvato la perimetrazione del parco a 9.710 ettari, laghi compresi. L’errore storico commesso dal Commissario del Parco Orciuoli, è stato quello di non operare la nuova perimetrazione definitiva su quella approvata dal Consiglio Regionale del 1984, che era stata frutto di concertazione tra Regione Lazio, ambientalisti, mondo agricolo e cacciatori. Qui caro Sebastianelli, sbagli quando pensi di imporre le tue ragioni mistificando il tutto. C’è da dire infatti che il piano di assetto formulato dall’ex presidente del Parco Peduto, non è mai stato approvato dal Consiglio Regionale del Lazio, per cui a distanza di quattro anni, oltre che decaduto, non è mai passato all’approvazione suddetta, questo lo dice anche la tanto reclamizzata sentenza del T.A.R. del Lazio, citata anche dal Sostituto Procuratore della Repubblica. Questa non è propaganda elettorale del Commissario del Parco, io stesso come responsabile Italcaccia, ho avuto occasione di lamentarmi sul comportamento tenuto da Orciuoli dopo l’ultima riunione del 22 dicembre 2012. A lamentarci dobbiamo essere noi come cacciatori, che per quattro anni è stato tolto il territorio per la caccia programmata, senza nessuna decisione regionale, ma soltanto perchè sono scattate le norme di salvaguardia.
Caro direttore, puoi stare tranquillo che su una eventuale approvazione regionale, se si farà, ci sara immediatamente il ricorso della nostra associazione al T.A.R., per il ripristino della perimetrazione deliberata, tranne qualche piccola variazione che non può essere fatta con il compasso, ma con territorio che merita di essere vincolato. Quindi Lei scrive oggi una serie di falsità e mi auguro che abbia almeno il coraggio morale e civile di dire come stanno sicuramente oggi le cose. Non sono stati tolti al parco 2.000 ettari di territorio, ma ne sono stati aggiunti 4.000, e se mi consente in modo arbitrario, pretestuoso e senza alcuna validità giuridica e ambientale. Provi a mostrarmi il contrario se ne ha il coraggio. Non dica sempre falsità, il giornale da Lei diretto è letto anche dai cacciatori, alcuni dei quali lo sostengono sponsorizzandolo. Cerchi di ragionare al di fuori delle Sue tendenze politiche, avrebbe dovuto contestare l’atto illegittimo di Peduto, questo di Orciuoli pure illegittimo sarà da noi contestato in ogni grado di giudizio. E se poi Lei vorrà farsi anche una certa cultura delle leggi, legga la 157/92, quella Regionale 17/95, e la delibera 475 del 1998 sul piano faunistico venatorio Regionale, qualora ne fosse sprovvisto, anche se con il pc oggi si può estrapolare ogni legge, ne chieda a me una copia. E se ancora volesse sapere allo stato attuale come è oggi la ripartizione del territorio, chieda alla Provincia di Roma, gli risponderanno, come hanno risposto ad Orciuoli, che il territorio precluso all’attività venatoria è circa il 40% anzichè 30% come previsto dalle leggi citate. E allora le leggi dovrebbero essere sempre rispettate anche quando sono leggi sulla caccia, che può piacere o meno, ma il rispetto è un’altra cosa. Distinti saluti. *Consigliere Nazionale Italcaccia
Andrea Sebastianelli Caro Buzi, le dico subito che ha ragione: ha ragione a considerare il commissario del Parco Orciuoli come un errore storico; ha ragione “a lamentarsi del comportamento tenuto da Orciuoli dopo l’ultima riunione del 22 dicembre 2012”; ha ragione a dire che il tentativo del commissario di ridurre il Parco di 2.000 ettari è “illegittimo e da noi contestato in ogni grado di giudizio”. Ma va pure detto che il povero commissario liquidatore non era proprio in grado di fare altro, oltre che promettere, rimandare, rassicurare. Un po’ perché sembra che non sia esattamente uno specialista di materie ambientali, un po’ perché proprio non si poteva superare una legge con qualche blando proponim e n t o elettorale. Insomma, caro Buzi, lei ha puntato su un cavallo sbagliato! Ha fondato i suoi ragionamenti più su un abbaglio, che su una qualche certezza giuridica. Questo non lo dico io, semplice direttore di un giornale locale, ma le cose che stanno scritte negli articoli di legge. Solo per fare un esempio: volendo tornare alla perimetrazione della legge originaria del Parco, come lei invoca a gran voce, si tornerebbe a un perimetro che comprende 40.000 ettari, perché questo diceva la legge regionale istitutiva (n. 2/1984). Ovviamente questo lei lo ignora, ma pazienza.
Il Piano del Parco, adottato nel 2009 e recepito – integralmente – dal commissario, che sta al Parco da tre anni, non decade affatto, anzi esplica tutte le sue valenze di tutela ambientale in forza dell’assoluto valore giuridico delle sue norme. Su questo ci sono ben tre sentenze del Consiglio di Stato (3516, 3517 e 3518 tutte del 2012), che lei ovviamente non cita, forse perché non ne ha mai sentito parlare. In parole comprensibili a tutti, dicono che il Piano di Peduto vale e come! La Matteo Orciuoli
riprova? Il commissario del Parco non lo ha modificato di un millimetro. Stia tranquillo, lei potrà cacciare. Uccelli e selvaggina stanno lì apposta, ma non nel Parco. La legge dice che quello è reato! Circa i suoi amici cacciatori che finanzierebbero Il Segno con i loro soldi, al sottoscritto non risulta visto che le uniche entrate economiche del nostro giornale sono quelle che ogni mese appaiono sulle sue pagine. Introiti “nascosti” non ne abbiamo mai avuti, non ne abbiamo e mai li avremo. Quindi la sua informazione è del tutto falsa.
ROCCA DI PAPA
il Segno - Marzo 2013
Malgrado la nascita di un’associazione animalista di Rocca di Papa
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Continual’impegnodiArcipelago2000 a favore degli animali abbandonati di Daniela Di Rosa Da anni collaboro con la fondatrice e presidentessa di una associazione animalista, Arcipelago 2000. Il mio percorso cominciò da ragazzina con la tessera dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), passai al famoso WWF... più adulta mi iscrissi a GreenPeace perché il mondo è uno e va difeso intero! Tutto è importante in difesa dell’ambiente... poi arrivò la Lipu (in difesa dei volatili). In seguito feci la tessera della Lav (Lega AntiVivisezione). Ancora oggi pur avendo tecniche sostitutive più moderne e mirate (staminali, ricostruzioni dei processi medici su computer, ecc.) si preferisce torturare animali innocenti. Però queste collaborazioni si limitavano a pagare una tessera annuale… poi il vuoto! Se trovavi un cucciolo, un cane ferito, una gatta coi micini, provavi a chiamare ma nessuno poteva aiutarti, rimaneva e rimane solo il canile! Poi avvenne una specie di miracolo: cominciavano a nascere decine, forse centinaia di piccole associazioni che operavano su tutto il territorio nazionale (e ora grazie a internet anche a livello internazionale). Oggi, queste associazioni di volontariato, le trovi in ogni città o paese (non sono entità astratte come quelle indicata sopra), ma donne, uomini, giovani e vecchi che senza prendere soldi e con spirito di abnegazione, si occupano di randagismo. Corrono, aiutano, salvano migliaia di cani, gatti e altri animali… appunto un Arcipelago! Paola Zampetti è una di queste grandi piccole donne, da quasi vent’anni tramite me e altri volontari (tra cui Giorgio Serafini) cerca di risolvere il problema dei cani di Rocca di papa, ho perso il conto di tutte le cuccio-
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Paola Zampetti
zione di Arcipelago 2000) sarebbero state pagate da loro e la promessa di riprenderla appena guarita per portarla al rifugio. Ho parlato allora con Serafini per avere rassicurazioni in merito, ho proposto una colletta a cui avrei partecipato anch’io… ma niente, spariti, nessuno dell’associazione si è più presentato (almeno fino al momento in cui sto scrivendo quest’articolo), Paola deve metterci i soldi e accudire da sola la cagnetta. Ma il Gruppo Il gruppo randagio
late, cagne incinte, cani feriti del nostro paese che grazie a lei hanno trovato una casa, è l’unica ad essere sempre pronta a dare una mano, anche economica… però a tutto c’è un limite! Quando fu annunciata la nascita di un’associazione animalista qui a Rocca di Papa, Il gruppo randagio, Paola e io tirammo un sospiro di sollievo: finalmente altre persone si facevano carico di questo problema! Purtroppo, a distanza di circa due anni, non è andata proprio così: o gli abbandoni di animali sono in aumento oppure le persone continuano a rivolgersi prevalentemente a noi. Vi racconto l’ultimo episodio: una cagnetta viene investita (poi abbandonata sulla strada) e una volontaria di Rocca di Papa invece di rivolgersi all’associazione locale di cui fa parte chiama Paola Zampetti per avere un aiuto; Paola fa operare la cagna con l’assicurazione che le spese (costo dimezzato grazie ad una conven-
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randagio dov’è? Perchè dopo aver posto il problema è scomparso? A questo punto vorremmo capire come mai Il gruppo randagio sia poco presente sul territorio malgrado l’impegno di alcune volontarie: possibile che quest’associazione non abbia sottoscritto almeno una convenzione con un veterinario come fanno tutte le altre? Giorgio Serafini (delegato comunale ai diritti degli animali) fa parte del Gruppo randagio? Nel paese c’è tanta confusione, continuano a pormi domande a cui non so rispondere. Perchè non fare un incontro pubblico per farsi conoscere e coinvolgere la cittadinanza?
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ROCCA DI PAPA Un lettore torna a parlare del Centro Anziani dei Campi
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“Rispondere alle domande è innanzitutto un dovere” Ho letto con sorpresa la lettera del Presidente del Centro anziani di Rocca Papa, e ho voluto fare qualche osservazione. Specifico che non sono socio del centro perché ancora “giovane” sia per età che per spirito. - Mi sorprende il tono utilizzato dal Presidente. Parlare di vigliaccheria, disprezzo, disgusto... esprime dei sentimenti legati alla sfera affettiva che non hanno niente a che vedere con una domanda di trasparenza e di informazioni. Il tipo di linguaggio di chi assume una carica deve essere rispettoso di chi ha di fronte, e deve dare tutti i chiarimenti richiesti, visto che fa parte della sua funzione, una risposta chiara senza forme di giudizio è la più grande prova di gestione trasparente. Non c’è niente di offensivo a chiedere informazioni ma il tipo di risposta data invece di calmare le acque rischia di peggiorare le cose, di aumentare le incomprensioni, il malcontento, pure se è espresso da una minoranza. - E’ evidente che gestire un centro anziani con più di 1000 soci, richiede tanto impegno e l’assunzione di una grande responsabilità, ed accettare la critica è segno di maturità e di volontà di coinvolgimento degli altri. Responsabilità vuole anche dire che si abbia coscienza che ricevendo de-
naro pubblico (il contributo del C o mune), cioè da parte di tutti i cittadini, e denaro privato, cioè dai soci, si deve rendere conto del suo utilizzo agli occhi di tutti e non solo dei soci. Sono sicuro che è quello che è stato fatto, ma visto che sappiamo tutti che la presentazione dei bilanci è noiosa, spesso poco chiara agli occhi dei comuni cittadini, un’ulteriore spiegazione non fa male a nessuno. Inoltre sono andato sul sito del Centro anziani, sarebbe utile che lo statuto, le attività con i loro vari costi, le entrate e le uscite vi siano pubblicate, questo impedirebbe qualsiasi falsa interpretazione, così come dovrebbero essere affissi in bacheca nel Centro anziano stesso (ma suppongo che questo è stato fatto). Tutto ciò permetterebbe a chi non può frequentare il centro di essere informato delle sue attività. - Fare riferimento ad altri centri, senza specificare quali, parlando solo dell’iscrizione, non ha alcun senso, sarebbe opportuno parlare delle attività
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svolte da questi centri. Infatti, ho letto l’insistenza con la quale si fa riferimento ai pacchi distribuiti in occasione delle feste, pacchi sempre graditi da chi li riceve, ma se la scelta di non distribuirli è compensata per esempio da corsi d’informatica, d’italiano, d’inglese, d’arte... da visite culturali... penso che alcuni soci sarebbero più contenti di passare il pomeriggio a scambiare conoscenze, di svolgere attività che permettono loro una miglior integrazione, un adattamento alla società moderna ed un accrescimento personale. Ringrazio in anticipo il Presidente di farci conoscere le prossime attività che saranno proposte ai suoi soci al fine di aumentare l’interesse e la partecipazione al Centro stesso, questo non per polemica, ma per maggior informazione e comprensione tra i cittadini. lettera firmata
il Segno - Marzo 2013
Un dibattito aperto
“Perchè non appendete lo Statuto?”
Leggendo la risposta del Comitato di Gestione e del Presidente del Centro Anziani di Rocca di Papa, apparsa sul numero scorso, la cosa che risalta di più è che invece di rispondere con degli argomenti validi, si è preferito insultare tacciando di vigliaccheria solo chi ha espresso le proprie idee e posto alcune domande. Abbiamo preferito farlo attraverso la stampa e non in assemblea in modo che anche i soci che non frequentano il Centro (e sono la maggioranza) siano informati di come vanno le cose visto che voi non lo fate, e lo facciamo dicendo le cose come stanno. Nella risposta mentite quando dite che l’approvazione del Bilancio 2011 non era di vostra competenza ma di altri. Ma voi dove eravate? Perchè ci risulta che 5 membri dell’attuale Comitato di Gestione facevano parte del vecchio Comitato eletto per il periodo 2008-2011, pertanto era anche compito vostro e non solo degli altri approvare quel Bilancio. Quando vi riferite agli articoli 5, 6 e 8 dello Statuto, non c’è nessun riferimento al pagamento della quota, tantomeno all’aumento del 50% però ci accusate di non aver citato l’art. 7. Non l’abbiamo fatto perchè questo riguarda “casi particolari di iscrizioni” riferite ai non residenti. Se veramente volete informare tutti i soci, cominciate ad affiggere presso la sede lo Statuto per intero così i soci capiranno chi mente e chi no. Noi Soci
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“La lieve nevicata del 25 febbraio fradisorganizzazione eincapacità” il Segno - Marzo 2013
di Danilo Romei* Siamo alle solite. E’ bastata la nevicata di alcune ore per mandare in tilt un intero paese e svelare a quale punto di non ritorno sia arrivata la macchina amministrativa. Nonostante l’amministrazione abbia attivato un “piano neve” (con responsabili ben remunerati e tante parole e numerose promesse) non si è riusciti ad affrontare prontamente l’emergenza neve, peraltro già prevista da almeno tre giorni. L’intero paese si è bloccato, i cittadini non sono riusciti ad uscire di casa perché le strade erano impraticabili; per qualche ora, il caos totale. Eppure, sarebbe bastato organizzarsi in tempo! Soltanto la costante presenza e l’impegno degli agenti della Polizia Municipale sono riusciti ad evitare il peggio. La disorganizzazione regna sovrana. La nevicata dello scorso 25 febbraio ha svelato una verità assoluta: l’attuale amministrazione sta volgendo alla resa dei conti. Conti in rosso, naturalmente! I debiti nei confronti di ditte e creditori vari sono ormai talmente elevati che sarà praticamente impossibile saldarli tutti, nonostante gli amministratori abbiano cercato di vendere tutte le proprietà immobiliari dell’ente, rendendo Rocca di Papa sempre più povera! Lo spreco di denaro pubblico perpetrato da chi ci governa negli ultimi anni ha ripulito le casse comunali. Molti progetti di lavori pubblici si son rivelati un totale fallimento. Solo alcuni esempi: il parcheggio interrato di Piazza Claudio Villa che da tempo subisce gravi infiltrazioni di acqua piovana; le scuole appena costruite che cadono a pezzi: muffa sulle pareti, infiltrazioni d’acqua piovana, pavimentazioni esterne costruite con materiali non idonei che costituiscono reale e perenne pericolo specialmente per i bambini; il parcheggio di Piazza Valeriano Gatta che doveva diventare fiore all’occhiello di Rocca di Papa ma che, a distanza di due anni dalla posa della “prima pietra” è ancora uno scheletro. Per non parlare poi dell’ex albergo Europa per il quale sono stati spesi clamorosamente milioni di euro di denaro pubblico e che sfacciatamente fa bella mostra di sé in Piazza della Repubblica con i verdi bandoni dell’eterno cantiere e l’interno che è divenuto una discarica. E aggiungo all’infinito elenco di sperperi da parte dell’amministrazione anche l’utilizzo degli autoveicoli in dotazione al Corpo dei Vigili Urbani che regolarmente vengono utilizzati come taxi per assessori e dipendenti con tanto di autista “Vigile” sottratto al servizio di pubblica sicurezza. Per equilibrare i conti del bilancio comu-
ROCCA DI PAPA
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Spreco di soldi La strana idea dei dossi semoventi oggi diventati un pericolo
Viale Enrico Ferri è una delle strade principali di Rocca di Papa. Circa due anni fa, in occasione dei lavori di rifacimento del manto stradale, l’amministrazione installò sull’asfalto (tra lo stupore diffuso) dei dossi semoventi per delimitare le zone pedonali. Oggi i dossi sono sparsi un po’ dappertutto creando un serio pericolo sia per i pedoni sia per gli automobilisti. Soldi sprecati per un’idea che definire pessima è poco.
nale, i nostri amministratori aumentano le tasse e riducono al minimo la spesa dei servizi sociali per la parte debole della popolazione. Questo sistema adottato da anni sta portando Rocca di Papa a livelli di degrado mai visti. L’amministrazione ha dimostrato un totale disinteresse verso il futuro del paese, una totale indifferenza nei confronti dei commercianti, degli artigiani e di tutte le attività produttive che faticosamente tengono in vita le loro attività, nonostante la grave crisi economica generale. Addirittura anche gli esercenti del mercato settimanale mi hanno confidato la volontà di rinunciare al posteggio a Rocca di Papa; eppure, ricordo bene che il venerdì, giorno del mercato, era quasi un giorno di “festa”. Durante il Consiglio Comunale dello scorso giugno, in occasione della discussione sul bilancio Comunale, avevo già espresso la mia convinzione che a breve gli amministratori, pur vendendo tutto il patrimonio comunale, non avrebbero potuto evitare il declino fi-
nanziario. Meditiamo, compaesani! *Consigliere Comunale
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ROCCA DI PAPA
“Libri scolastici, per i rimborsi funziona così” Ci scrive la responsabile del settore socio-culturale
In merito all’articolo di Paola Gatta, apparso sul n. 2 del mensile del 2 febbraio 2013 a pag. 16, in risposta a quanto erroneamente asserito riguardo la procedura del rimborso dei libri scolastici, si precisa quanto segue: l’avviso per il rimborso dei libri scolastici è apparso il 21 gennaio non appena la Regione Lazio ha pubblicato la deliberazione n. 588 del 5/12/2012 e la determinazione n. B 09679 del 19/12/2012 con le quali sono stati individuati i criteri di ripartizione dei fondi statali e approvate le linee guida per i Comuni. Questa procedura vale per tutti i Comuni della Regione Lazio. La scadenza del bando è fissata al 15 marzo 2013 e quindi sono stato previsti quasi due mesi di tempo per la presentazione delle domande.
Lo scontrino fiscale non può essere accettato, e questo da anni, sempre per disposizione della Regione, che ha recepito una direttiva dell’Agenzia delle Entrate nella quale viene evidenziato che dagli scontrini fiscali non è possibile stabilire né la natura e la tipologia del bene acquistato, né se il beneficiario del contributo in questione sia il medesimo che ha sostenuto materialmente le spese. Sperando di aver fatto chiarezza sull’argomento invito il Movimento Cinque Stelle a collaborare e a relazionarsi con le istituzioni locali al fine di rendere una più corretta informazione ai cittadini, così come suggerito dalle loro ammirevoli intenzioni. Distinti saluti. La Responsabile del Settore Socioculturale Dott.ssa Annalisa Gentilini
Ringraziamo la dott.ssa Gentilini per la precisazione che, per la verità, non smentisce quanto riportato nell’articolo in questione, cioè che i cittadini riescono a sapere delle modalità di rimborso dei libri dopo averli già acquistati anzichè, come sollecitava il Movimento 5 stelle di Rocca di Papa, all’inizio dell’iter. Sappiamo che i finanziamenti in questo settore sono gestiti dalla Regione Lazio ma sarebbe sufficiente (visto che ci sono anche genitori che per la prima volta iscrivono i figli a scuola) informarli al momento dell’iscrizione che, nell’anno precedente, i rimborsi sono stati concessi in base a determinate modalità. Il Comune farebbe una bella figura, i genitori sarebbero contenti e i Cinque Stelle non si lamenterebbero più. (P.G.)
il Segno - Marzo 2013
I Cinque Stelle di Rocca si incontrano
Il Movimento 5 stelle di Rocca di Papa comincia a muovere i suoi primi passi e la fa attraverso riunioni e assemblee in cui si affrontano le tematiche che riguardano il territorio. Il primo incontro, che ha visto la partecipazione di circa 70 cittadini, si è tenuto lo scorso 5 marzo presso il ristorante “La vecchia stazione” e, come aveva anticipato l’organizzatore del meetup roccheggiano, Roberto Fondi, “qui non ci si incontra per mangiare ma per discutere”. E così è stato. Dopo aver analizzato le ultime elezioni che hanno premiato il movimento di Grillo, ed aver discusso di alcuni seri problemi locali (tra cui l’autoparco di Via dei Laghi), il gruppo ha deciso la nascita di una pagina facebook ufficiale (http://www.facebook.com/page s/Movimento-5-Stelle-rocca-dipapa/421846174571239) per conoscere le attività portate avanti dal m5s. Per aderire al Movimento è sufficiente collegarsi al seguente link: http://www.meetup.com/meetup-rocca-di-papaa-cinque-stelle/ Paola Gatta
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Alla scoperta della Scuola di ballo dove il divertimento è un’arte ROCCA DI PAPA
il Segno - Marzo 2013
di Andrea Sebastianelli Sul numero scorso del Segno, il maestro Franco Carfagna ci ha fatto tornare indietro di circa cinquant’anni quando Rocca di Papa era colpita da una sorta di “febbre da ballo”. A quei tempi c’erano molte sale da ballo e centinaia di giovani davano sfogo alla loro creatività e al divertimento. Si ballava alla terrazza della stazione funicolare dove le serate erano animate da Riccardo Guidi, un simpaticissimo e vivace ragazzo che con la sua quadriglia faceva divertire i roccheggiani e i cosiddetti “villeggianti”. Una tradizione che prosegue ancora oggi. Da alcuni mesi, infatti, ci arrivano segnalazioni di una scuola di ballo molto attiva e a cui partecipano decine di roccheggiani, tra bambini, ragazzi e adulti. Per saperne di più, e per analizzare questo fenomeno di massa, siamo andati all’auditorium della Chiesa Sacro Cuore dei Campi d’Annibale, dove si tengono i corsi, e la sorpresa è stata davvero inaspettata. La scuola di ballo è gestita da ballerini professionisti della “Roma Dance Studio” di Paolo De Angelis, il quale ci ha spiegato come è nata l’idea di immergersi anche nel cosiddetto “ballo sociale”, rivolto quindi a tutti, organizzando una vera e propria scuola a Rocca di Papa. “E’ stata una sorta di sfida –ci spiega- perché Rocca di Papa è la città d’origine di mia moglie Anna Guidi, nipote del
suddeto Riccardo e qui, da ragazzi, cominciammo a muovere i primi passi. Quindi, insieme ai nostri figli, Andrea e Marco, ballerini professionisti, abbiamo deciso di metterci al servizio di quello che è un vero e proprio bisogno: ballare divertendosi”. Quando parla di ballo, gli occhi di Paolo si illuminano, soprattutto quando ricorda i sacrifici fatti da Andrea e Marco in questo difficile settore. “Oggi questa è la loro professione ma questo traguardo ha richiesto un grande impegno e tanta forza di volontà”. La scuola è attiva da circa un anno, e in pochi mesi ha fatto registrare un grande successo in termini di iscritti. “E’ stata una sorpresa anche per noi, ci aspettavamo una buona accoglienza
Evangeline e Marco
ma non in questo modo. Abbiamo attivato diversi corsi che ci stanno dando molte soddisfazioni. Soprattutto quelli rivolti ai bambini stanno riscuotendo un grande successo”. I circa 80
Orlando Brunetti
Gioielleria GUESS
morellato
bambini vengono seguiti con professionalità e sensibilità dai maestri e già dopo poche settimane dimostrano di avere una predisposizione innata per il movimento e il ballo. Oltre ad Andrea e Marco la scuola si avvale delle capacità di due splendide ragazze danesi, anche loro ballerine professioniste, Frederikke Norgaard e Evangeline Norgaard che fanno coppia con i due fratelli Andrea e Marco. “Il nostro intento –continua a spiegare Paolo- è quello di far avvicinare al ballo tutti coloro che sentono una specie di attrazione fatale per questa disciplina e i risultati fin qui ottenuti ci dicono che stiamo sulla strada giusta”. I corsi riguardano molte specialità, dai balli di coppia latinoamericani e caraibici al liscio, dai balli di gruppo e coreografici fino a quelli standard. Infine ha riscontrato un forte successo il corso di zumba, il nuovo modo di fare aerobica riuscendo a coniugare perfettamente il fitness e la danza in modo piacevole e originale. Lo scorso anno i ragazzi della scuola di ballo “Roma Dance Studio” si sono esibiti in occasione della manifestazione “Ballando sotto le stelle” presso il Parco dei Campi d’Annibale e, in quell’occasione, hanno potuto dimostrare che il ballo è innanzitutto divertimento e tutti possono
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Frederikke e Paolo De Angelis
imparare, anche quelli che ritengono di non sapersi muovere. “Stiamo già lavorando alla terza edizione di Ballando sotto le stelle –conclude Paolo De Angelis- e quest’anno sono convinto che riusciremo a sorprendere ancora di più”. Per ricevere ulteriori informazioni è possibile telefonare direttamente a Paolo (347-7007380).
Frederikke e Andrea
J.Cavalli
Corso della Costituente, 32 - Rocca di Papa (Rm) Tel. 06-9498667
Lunedì chiuso
Gioielli in argento della linea
ORARIO CONTINUATO
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I retroscena dal nuovo set di Iron Man
di Camilla Lombardozzi Oramai sono anni che la Marvel ha deciso di riportare sul grande schermo i fumetti che hanno fatto la storia, rimanendo impressi nella testa di piccini ed adolescenti, accompagnandoli, in un certo senso, nella loro crescita. Tutti i film, a partire da Iron Man, Thor, Capitant American ed il formidabile The Avengers, hanno avuto un successo strepitoso, incassando milioni di euro, così che la Marvel, entusiasta della tanta acclamazione, ha deciso di riportare in auge nelle sale cinematografiche i sequel di queste pellicole. Primo fra tutti sarà Iron Man, arrivato al terzo capitolo della saga, con protagonista il brillante playboy, miliardario, filantropo Tony Stark, interpretato dall’attore Robet Downey Jr., il film uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 24 aprile ed in occasione di un’intervista rilasciata a Yahoo Movies, Downey spiega che girare Iron Man alle volte è irritante. Difatti, nelle scene in cui noi spettatori veniamo catapultati direttamente all’interno dell’armatura di Iron Man e vediamo il viso di Stark in primo piano, per l’attore risulta essere davvero faticoso, questo perché sono sequenze girate in Heads Up Display, ovvero sono riprese che immobilizzano completamente Downey. Ecco le sue parole: “Di solito sono le ultime scene che giriamo e consistono nel rivivere essenzialmente il film in primo piano. Mettono davvero a dura prova la mia pazienza, sei costretto a rifarle dieci o dodici volte, perché si deve trovare la posizione giusta della telecamera, ed è frustante, nonostante io sia un tipo a cui piacciono le sequenze d’azione”. In questo nuovo ed avvincente Iron Man, l’armatura di Stark sarà più maneggevole, robusta e dotata di nuovi gadget all’avanguardia. Il miliardario questa volta dovrà vedersela con un nemico ancor più terribile, la cui onta non conosce limiti. Messo con le spalle al muro Tony Stark farà di tutto affinché il suo mondo non venga distrutto dalla malvagità di questo essere.
il Segno - Marzo 2013 VAGABONDANDO In giro per musei... Museo della Civiltà Romana
La storia di Roma svelata in tutti i dettagli
di Marcello Loisi Situato nella scenografica cornice architettonica dell’Eur, sorge un vasto museo che, pur facendo parte del circuito museale di Roma (Musei in Comune), risulta meno frequentato rispetto a quelli del centro. Stiamo parlando del Museo della Civiltà Romana, un’esposizione permanente di calchi e riproduzioni di statue, bassorilievi, parti di edifici e testimonianze della cultura materiale (suppellettili, strumenti di lavoro, oggetti di uso domestico) attinenti all’antica Roma, dalla sua fondazione all’apice dell’espansione, nell’epoca imperiale e tardo imperiale. La collezione ha avuto origine dalla Mostra Archeologica del 1911, curata dal celebre archeologo Rodolfo Lanciani per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia. Alla fine delle celebrazioni istituzionali, il materiale venne collocato, in modo provvisorio, nell’ex convento di Sant’Ambrogio. Più tardi, nel 1927, fu sistemato nell’ex pastificio Pantanella (vicino alla Bocca della Verità), che divenne per l’occasione il Palazzo dei Musei. Nel 1929, si costituì il Museo dell’Impero Romano, che svolgeva anche la funzione di archivio storico e di centro studi sul mondo romano. Un importante allargamento della collezione si ebbe nel 1937, quando fu organizzata – in occasione del bimillenario della nascita dell’imperatore Augusto – la
Il Museo della Civiltà Romana all’Eur
Mostra Augustea della Romanità, esposizione intrisa di retorica fascista ospitata tra le sale del Palazzo delle Esposizioni. Per l’Esposizione Universale di Roma, che si sarebbe dovuta svolgere nel 1942, si progettò di disporre definitivamente i materiali raccolti in un edificio a loro dedicato. I lavori iniziarono, ma le vicissitudini belliche li interruppero. Solo dopo la guerra, grazie anche al finanziamento della Fiat, l’attuale Museo della Civiltà Romana vide la luce, aprendo le porte ai visitatori nel 1955. Il Museo è articolato in 59 sezioni, che ci offrono l’opportunità di approfondire diverse tematiche, come la vita pubblica, la scuola, l’alimentazione e gli spettacoli. Le teche conservano riproduzioni di attrezzi da lavoro, prodotti dell’artigianato, strumenti musicali, oggetti legati alla religione. Uno dei materiali più interessanti è sicuramente la Colonna Traiana, o meglio, i calchi in gesso dell’intero sviluppo dei fregi che rivestono la grande colonna che si eleva sui Fori Im-
La poesia del mese
di Anna Giovanetti
periali. Tali riproduzioni ci consentono di apprezzare dettagli che altrimenti non potremmo notare, considerando che la colonna è alta quasi 40 metri. Un altro elemento portante della collezione è l’enorme plastico della Roma costantiniana (IV secolo d.C.), talmente grande da occupare una sala intera. La vista del plastico si può godere dalla balconata sovrastante che lo circonda su tutti i lati. Questo museo potrebbe costituire una tappa interessante per un ideale percorso turistico di tipo storico-archeologico. L’opportunità di approfondire alcuni dei tanti aspetti della civiltà della Roma antica, ci permette di vedere la città con altri occhi, di comprenderla non solo nelle sue forme attuali, ma anche in una visione storica che si sviluppa nei secoli. Inoltre, per noi abitanti dei Castelli Romani, potrebbe essere un’occasione per interessarci all’evoluzione di una cultura molto vicina e dalle radici comuni.
Semplice amore... vero
Donna, creatura fragile e forte al tempo stesso sottomessa e umiliata nella storia ma coraggiosa e fiera di emergere ed affermarsi con forza in ogni campo. Donna, dolcezza, bellezza, intelligenza e arguzia, donna compagna, madre, spirito essenziale di vita eppure così strutturalmente indifesa da essere bersaglio di offesa, di crudeltà, di scherno laddove impera la bramosia di possesso,
l’ignoranza, la non rassegnazione. Donna costretta a volte ad una vita di paure, di sofferenze, ma che comunque sogna e non rinuncia, non si arrende, pronta sempre a nuove sfide, pur di ottenere un futuro migliore pieno di dignità, di amore, di amore semplice, senza costrizioni, di amore fatto di fiducia, di libertà reciproca e di complicità.
il Segno - Marzo 2013
Cultura e
... dintorni
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Una mano benedicente per la pace nel mondo
La maestosa statua doveva sorgere sulla vetta di M. Cavo
di Andrea Sebastianelli Dal dopo guerra a oggi si è parlato di diversi progetti relativi allo sviluppo di Monte Cavo ma ognuno di questi ha rappresentato regolarmente un motivo di rimpianto per ciò che poteva essere e non fu mai. Nel 1947 si raggiunse forse il massimo in questa scaletta di fallimenti ma anche in quell’occasione fummo capaci (come popolazione) di perdere l’ennesimo treno del futuro. Sulle rovine dell’antico tempio dedicato a Giove Laziale (ora rudere, ex convento/albergo) sarebbe dovuta sorgere una grandiosa statua del “Cristo della pace” dello scultore Vincenzo Torre e dell’architetto Fausto Tizi. L’idea di innalzare un monumento così imponente nelle immediate vicinanze di Roma venne patrocinata dall’Associazione Christus, “per l’unione, la prosperità e la pace dei popoli”. Avrebbe dovuto avere queste caratteristiche: un basamento, comprendente due ampie scalinate, una cinquantina di saloni, una chiesa e un anfiteatro di 42 metri; la statua, divisa in quattordici piani, alta cento metri; nel braccio del Cristo benedicente sarebbe stata posta una cappella mentre all’interno della mano, lunga otto metri, si sarebbe dovuto collocare un altare. “Ai piedi di questa impone nte statua -si legge su una relazione dello scultore Adriano Benedetti di Roma- ci sarebbe stato un monumento-ossario con cento salme di civili ignoti morti violentemente per le operazioni belliche, e cento salme di militari ignoti caduti sui vari campi di battaglia (due per ogni nazione della Terra)”. Una ventina di ascensori avrebbero dovuto unire i vari ambienti e portare i visitatori sul punto più alto dell’opera. Le stimmate sulle mani di Cristo dovevano in realtà essere due finestre di tre metri e mezzo, mentre la
testa internamente doveva racchiudere un salone largo ben otto metri. Da qui, attraverso altre due finestre (di due metri), formanti gli occhi, si poteva godere di una stupenda visione dei Castelli, di Roma e della campagna circostante. All’epoca il Comune di Rocca di Papa deliberò di dare ogni possibile appoggio morale e materiale all’iniziativa che avrebbe avuto anche un enorme interesse dal punto di vista turistico. La spesa preventivata era di dieci miliardi di lire di allora e tale somma doveva provenire da tutto il mondo attraverso una catena di offerte. Il tempo per l’esecuzione dell’opera, calcolarono i progettisti, doveva essere di circa cinque anni. Inoltre, il “Tempio Votivo Internazionale dedicato al redentore del mondo -si legge ancora nella relazione dello scultore- doveva contenere cento altari con ivi esposte cento reliquie dei cento santi nazionali di tutti i popoli belligeranti e non belligeranti”, con in più “sulla spianata dei Campi d’Annibale, un imponente edificio attorniato da altri minori, il complesso dei quali” doveva costituire “la sede del CIP, il Centro Internazionale della Pace”. Prima che il comitato promotore orientasse la sua scelta sulla cittadina di Rocca di Papa e su Monte Cavo, si era pensato di porre il Cristo della Pace a Roma sull’altura di Monte Mario. Successivamente venne invece scelta la zona di Rocca di Papa cosicché lo scultore Torre dovette modificare il suo monumentale progetto. Così termina lo scritto dello scultore Benedetti: “Dai Campi d'Annibale i capi responsabili del CIP, agendo sotto la mano benedicente del Cristo, detteranno con tutti i mezzi atti, ai popoli della Terra, leggi giuste e rimedi opportuni per il mantenimento della pace materiale del mondo”. Era il 17 agosto del 1947.
Sopra: il bozzetto del “Cristo della pace di Monte Cavo” realizzato dagli scultori Adriano Benedetti e Vincenzo Torre A sinistra: il progetto dell’Architetto Fausto Tizi da cui si possono vedere i piani interni dell’opera monumentale
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LA STORIA
Museo del Bosco... sogno che si realizza?
L’idea venne lanciata 11 anni fa da Maria Pia Santangeli
di Maria Pia Santangeli Parlare di sogni in un momento così difficile, così incerto per il futuro di tutti noi sembra per lo meno improprio. O forse, invece, è vero il contrario? Forse mai come oggi - anche a Rocca – c’è bisogno di sogni, di idee, di qualcosa che ci aiuti a credere in un futuro meno buio. Per questo mi permetto di usare la parola sogno, nel senso di desiderio a lungo sognato, di progetto steso da tanto tempo e riproposto con alterne speranze più e più volte. Mi riferisco al mio progetto per un Museo del bosco. La storia del progetto è infatti lunga, lontana nel tempo. Comincia nel 1996 quando fondai l’Associazione L’Osservatorio. Nello statuto, fra le finalità, fu inserita la realizzazione di un Museo della civiltà contadina, ma la cosa rimase sulla carta: troppo complesso il lavoro, impossibile trovare uno spazio adatto così ampio. Dopo alcuni anni, attraverso le sessanta e più interviste, da cui poi è nato il libro “Boscaioli e carbonai nei Castelli Romani”, mi fu più chiara l’importanza che i lavori boschivi avevano avuto nella realtà quotidiana di Rocca di Papa. A questo punto, nell’anno 2000, stesi un progetto concreto per un Museo della civiltà boschiva - restringeva un po’ il campo rispetto a quello della civiltà contadina ed era certamente più originale, unico nel Lazio - progetto che fu inserito nel programma elettorale di Umberto Ponzo (la dicitura la si può leggere nel libretto delle proposte elettorali). Una volta eletto Sindaco Ponzo, ne discussi con Valentina Trinca, allora delegata alla cultura, la quale lo approvò completamente e con la sua firma lo mandammo alla Comunità Montana. Ma non avemmo risposta. Il progetto prevedeva l’ubicazione del Museo in alcune stanze e in un largo corridoio, con un bel cancello in legno che ne delimitasse lo spazio, dell’ex Comune in viale E. Ferri. Si sarebbe anche potuta costruire una carbonaia nel giardino dietro al palazzo e c’era l’idea di collegarlo con la Biblioteca. Però quegli spazi, nei progetti dell’Amministrazione, erano stati adibiti ad altri scopi. Perciò il Museo rimase sulla carta. E sulla carta fu riscritto per i programmi elettorali del secondo mandato di Umberto Ponzo e per un mandato almeno di Pasquale Boccia, non realizzato sempre per mancanza di spazi e forse anche di una forte precisa volontà.
il Segno - Marzo 2013
Nel marzo La prima esposizione del 2002 2002, avendo idea che forse Il manifesto che si pensavano annunciava la mostra difficoltà maggiori di quelle che si sarebbero incontrate realmente, organizzai, con l’aiuto di alcuni membri dell’Associazione L’Osservatorio, una mostra che definii “preparatoria del Museo della civiltà boschiva”. La mostra, in una bella grande La nascita del Museo del bosco, stanza dell’ex comune in viale E. Ferri – dopo tanti anni di illusioni, sarebbe oggi archivio comunale - comprendeva un evento davvero importante per molte fotografie, documenti, attrezzi di Rocca di Papa, soprattutto se finalizboscaioli e cavallari, oggetti di vita quotizata al rilancio del bel centro storico. diana, pitture di piante dei nostri boschi, Se, come scrive Maria Pia Santanuna piccola cosa rispetto a quello che geli, questo museo verrà realizzato al avrebbe potuto essere il Museo, ma abbaVivaro (ma che c’azzecca?), appare stanza significativa. La mostra fu smonuna soluzione forzata rispetto altata, il locale serviva per l’archivio. E così l’idea originaria. Possibile che il cenè passato il tempo. tro storico, dopo essere stato Quando gli amici dell’Alveare scrivono a svuotato di attività e servizi deve ripag. 24 del numero scorso de Il piccolo nunciare anche a questa ultima vitale Segno che le personalità più sensibili del opportunità? paese hanno molto desiderato la creazione Andrea Sebastianelli di un museo, sono fortemente ottimisti riguardo al passato. Forse pensano all’oggi, lontano dall’abitato – infatti è ancora asal fatto che loro faranno il possibile per sillante il problema di trovare lo spazio realizzarlo concretamente - questo non adatto. La possibilità che si sta ventilando può che farmi felice -, ma nel passato la adesso è di crearlo a Vivaro in una stanza mia è stata una battaglia solitaria, soste- dell’Osservatorio Fuligni. Quest’idea mi nuta solo dall’Associazione L’Osservato- sembra una stridente contraddizione. Se rio, e nello scorso anno da una persona non vogliamo che sia soltanto un semstraordinaria quale è stato Giulio Lupar- plice deposito di oggetti morti, ma memodini che, per ringraziarmi del lavoro ria viva di una collettività, mi pare svolto per il suo libro “Gli strateghi - Ri- evidente che non possa essere vivo che cordi di un soldato della seconda guerra nel centro storico di Rocca. Altrove perde mondiale”, decise di vendere il libro ad un il suo significato profondo, mentre in prezzo di soli 5 euro da destinarsi ap- paese potrebbe aiutare a far rivivere, punto, secondo il mio desiderio, alla rea- anche se in parte, - ma anche le piccole lizzazione di un Museo del bosco (di cose contano - lo spirito di una collettività questo si parla in due articoli del maggio che ormai è quasi dispersa. Potrà aiutare dell’anno scorso, uno sul Piccolo Segno e - sempre in piccola parte – per il turismo, uno su Controluce). vedremo i ragazzi delle scuole che alleMa ora le cose stanno cambiando, c’è la gramente, a piedi, vanno a vistarlo. Popossibilità di avere un ottimo finanzia- trebbe essere aperto anche durante le feste mento dal G.A.L. (Gruppo di Azione Lo- paesane e in occasione dell’evento del cale) e una squadra di persone Museo Grantour. Ubicato a Vivaro, il determinate è pronta a impegnarsi. An- paese non ne trarrebbe nessun vantaggio, ch’io darò il mio contributo. Non mi pare anzi potrebbe essere un colpo mortale al vero. Una sola cosa mi preoccupa: che nostro bellissimo centro storico. questo benedetto Museo venga ubicato Tengo le dita incrociate.
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L’angolo della storia
I “Big Bang” del pensiero
di Vincenzo Rufini Negli eventi che si susseguono in ciclica alternanza nel corso del cammino della Storia sovente avviene che degli uomini si ergano a protagonisti assoluti dei medesimi eventi, lasciando un’impronta indelebile nel libro della storia. Rinnovellando gli avvenimenti che hanno marchiato l’umanità, da che la modernità ha fatto il suo ingresso nell’etere storico, emergono tre figure eminenti che con il loro contributo alla causa umana hanno compiuto un’opera di cesura con il passato, schiudendo nuovi orizzonti alle umane genti e creando dei piccoli, ma determinanti, “Big Bang” del pensiero. In ordine cronologico i tre in questione sono: Niccolò Copernico, Martin Lutero e Charles Darwin. Il primo, Copernico, astronomo polacco è colui che ha realizzato il primo squarcio nelle tenebre della conoscenza: ha elaborato la teoria (poi perfezionata da Keplero e Galilei) eliocentrica (il sole fermo in mezzo al sistema solare con gli altri pianeti e satelliti che gli gravitano intorno), passando così un colpo di spugna sulla vecchia cognizione geocentrica (la terra ferma e il sole che gira) fondata sull’assunto letterale, (troppo letterale), basato sull’affermazione biblica di Giosuè che chiede al sole di fermarsi, affinché il giorno si perpetui per consentire al suo esercito di trionfare in battaglia. Questo postulato il dogma religioso lo trasformò in pregiudizio, causando un ritardo secolare nel cammino dell’evoluzione astronomica e nell’evoluzione del pensiero. Il secondo piccolo “Big Bang” lo si deve a Martin Lutero, un monaco agostiniano tedesco, che nel 1510 venne in visita a Roma ed invece di trovare la città santa descritta in tutta Europa vi trovò Alessandro VI regnante (lo spagnolo Rodrigo Borgia), con la sua corte di amanti, corrotti, profittatori ed aveva trasformato il papato nel regno della lussuria e dell’amoralità assoluta.
CULTURA
Lutero, forte di questa esperienza negativa ritornò in patria e diede inizio a quella Riforma che, se da una parte spaccò il cristianesimo nel troncone protestante e in quello cattolico, dall’altro lo rinvigorì di nuova linfa agendo da rianimatore di un corpo putrescente (come era diventata l’istituzione gerarchica della chiesa di allora). Reinfondendo il senso vero della fede anche in coloro che, dal versante cattolico, lo avversavano. Il terzo protagonista è il naturalista inglese Charles Darwin, il quale dopo aver girovagato per cinque anni con il veliero Beagle nelle Galapagos e dintorni, ritornò in Inghilterra ed elaborò quella teoria evoluzionistica condensata nel libro “L’origine della specie”, in cui trattava scientificamente l’evoluzione umana dagli antichissimi primati fino ad arrivare all’Homo Sapiens Sapiens; sconvolgendo così tutto l’armamentario delle concezioni umane fino ad allora date per
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Invito alla lettura
Niente si oppone alla notte
Martin Lutero
eterne. I tre protagonisti di cui sopra hanno sconvolto con le loro intuizioni il modo di essere dell’umanità basato su una staticità permanente e lo hanno accompagnato verso una concezione dinamica della storia, quella dinamicità che è il fulcro della modernità. Indubbiamente le loro intuizioni non sono state ascoltate, dai loro contemporanei, con rose e fiori, anzi sono stati avversati in ogni modo; gli effetti del loro acume, però, si sono perpetuati per secoli causando una concatenazione di eventi che li hanno accompagnati. Ad una visione distaccata da ciò possiamo affermare che se nella storia del pensiero umano ci sono stati uomini, e donne ovviamente, positivi e negativi, i tre sopraccitati hanno acquisito a buon diritto il riconoscimento di benemeriti dell’umanità.
Il Fuhrer è tornato!
di Camilla Lombardozzi Timur Vermes giornalista e scrittore tedesco, recentemente è stato sulla bocca di tutti per il suo nuovo libro intitolato “Er Ist Wieder”, ovvero “E’ tornato”…voi vi chiederete chi, e bene proprio lui: Hadolf Hitler. Un Fuhrer immaginario che, rimasto addormentato per sessantasei anni, torna in Germania, precisamente la Germania di Angela Merkel, approdando di nuovo sulla scena politica tedesca. Il libro ovviamente ha suscitato enormi polemiche, soprattutto perché l’argomento Hitler in Germania è ancora delicato, un tabù ancora troppo tragico nella cultura tedesca. Tuttavia Er Ist Wieder è balzato in cima alle classifiche letterarie tedesche, vendendo ben 400 mila copie e togliendo la scena ad autori come Ken Follet. In una recente intervista Vermes ha dichiarato: “Voglio mostrare che Hitler avrebbe la possibilità di ottenere un grande successo anche oggi, proprio come allora, solo in un modo diverso”. La trama è molta semplice, Hitler torna in Germania come una vera e propria star, divenendo l’idolo dei programmi televisivi e annunciando al popolo tedesco la sua candidatura politica alle nuove elezioni, presentando un programma innovativo e niente male. In Italia il libro dovrebbe arrivare nelle librerie edito da Bompiani; il messaggio che l’autore vuole mandare è provare a giocare, esorcizzare la figura di Hitler attraverso la finzione letteraria, plasmare in un certo senso quel periodo di storia buio e doloroso pur cercando di mantenere la memoria ancora vivida, soprattutto per le generazioni future.
di Loredana Massaro Lucile si toglie tragicamente la vita. A scoprirla è sua figlia Delphine, un mattino di gennaio quando, entrata nel suo appartamento, l’ha trovata distesa sul letto, senza vita. Non c’è apparentemente spiegazione al suo gesto. Si tratta di una storia autobiografica e Delphine de Vigan, affermata scrittrice, per molto tempo resiste con caparbietà all’idea di dedicarle un libro. Non è facile mettere a nudo la propria anima, la propria dolorosa intimità. Ma si intravede “una luce segreta venuta dal nero” ad accarezzarla e a farle riprendere la penna in mano. Anche se forse la scrittura non potrà nulla. “Tutt’al più permette di porre le domande e interrogare la memoria”. Lucile è stata una donna bellissima, ammirata e desiderata, eppure si portava dentro una ferita profonda. Scrive la figlia: “Il suo dolore ha fatto parte della nostra infanzia e, più tardi, della nostra vita adulta, il dolore di Lucile fa indubbiamente parte del nostro essere, mio e di mia sorella”. Questa morte esige almeno di avvicinarlo, di esplorarne i contorni, i recessi segreti, l’ombra che proietta. E’ dunque per combattere il potere distruttivo del silenzio che Delphine inizia a scavare nella memoria familiare, a partire dai nonni un po’ bohème e anticonformisti e a partire dai loro nove figli, per ricomporre il quadro di una “famiglia che ha suscitato lungo tutta la sua storia numerosi commenti” e ha proiettato intorno a sé un’inconsueta fascinazione. Una famiglia “allegra e devastata” in cui la tragedia si è insinuata presto e si è riprodotta con inusitata amarezza. È un racconto che oscilla tra ricordi e presente cercando di capire le ragioni di un gesto. C’è voluto tanto tempo prima che Delphine de Vigan riuscisse a pensare a sua madre senza che le si mozzasse il respiro. A differenza degli altri due romanzi della scrittrice francese - Gli effetti secondari dei sogni e Le ore sotterranee – l’ultimo suo libro non è una fiction. Niente si oppone alla notte è al tempo stesso un’inchiesta e un diario: è un modo per riappacificarsi con la madre e fare i conti con il proprio passato; un tentativo per capire che, talvolta, non si può fare niente quando una persona decide di andarsene.
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STORIE
IL RACCONTO DEL MESE
Un sogno a metà
V
iveva in un luogo opaco, lontano, estraneo. Aveva accettato quella sistemazione, ma non era riuscito ad ambientarsi. Si sentiva tagliato a di Noga metà e si illudeva che una delle due metà non gli appartenesse più: era rimasta là da dove non avrebbe mai dovuto allontanarsi. Non aveva comunque alternative: ne era consapevole. Doveva rimanere in quel luogo. Sentiva che giorno dopo giorno i suoi ricordi più cari si impoverivano. Alcuni di essi, forse, erano ormai scomparsi. Da una delle grandi finestre osservava la strada sottostante lucida per una pioggia autunnale sottile, impertinente, incessante. Notò un cane che a testa bassa trotterellava lentamente con una andatura sghemba come se avesse alcuna voglia di camminare.
L
o assalì una nostalgia violenta che lo lasciò senza fiato. I luoghi, che aveva a suo tempo abbandonato adesso gli apparivano nitidi in tutta la loro realtà. Protese allora le braccia e spalancò gli occhi: gli sembrò di volare. E subito dopo gli apparve bianchissima la nebbia a fondo valle; un mare bluastro lontano; le cornacchie che volavano basse, sgraziate e urlanti; il verde compatto del bosco; i tetti asimmetrici delle case sparse ovunque; le villette arroganti, biancastre, disabitate, allineate lungo i bordi della strada asfaltata; i fari delle automobili occhieggianti tra i tronchi dei pini marittimi che guardavano il lago; le navi che andavano e venivano costeggiando la costa e che, a notte fonda, come lanterne d’oriente, navigavano luminose. Avvertì lo stridore furibondo delle macchine mentre un gatto guardingo si arrestava improvvisamente sul bordo della strada e un cagnetto bastardo e tignoso, stirpe di occhiuti guardiani, Prezzo dei biglietti: 14 euro interi, 12 euro ridotti, soci ACS 10 euro, riduzioni per over 65 e minorenni
abbaiava con lugubre insistenza. Il mare, infiammato nel tramonto, accoglieva il sole nelle proprie acque ancestrali spegnendolo. Le navi, gli aerei, gli alberi, le campagne vicine naufragavano nel buio che incombeva veloce. Sulla sua destra, lungo i fianchi del monte, lampade allucinate brillavano dondolando fra i tronchi di alberi spogli. Mentre, altre lampade, immobili sui muri o infisse sui tralicci di ferro traforati, guardavano stralunate oltre la valle. Tornò in sè: la pioggia non cadeva più e sulla strada il cane era scomparso. Alcuni passanti, ingobbiti contro il vento autunnale, si allontanavano con incerti passi veloci. Serrò le imposte e, adagiatosi sulla poltrona preferita, chiuse gli occhi. Si addormentò e sognò e nel sogno vide se stesso trascorrere i suoi giorni tranquillamente nel sole in quei luoghi abbandonati e mai più ritrovati. Egli visse a lungo e durante il tempo trascorso le sue due metà non si riunirono mai più. Tranne nei suoi brevi sonni inquieti. Gennaio 2013
Il cartellone del Teatro Civico Rocca di Papa
Direttore Artistico: Alberto Querini
STAGIONE TEATRALE 2013
Via San Sebastiano, 20 - www.associazioneacs.it
domenica 17 MARZO (ore 18.00), “Cartellone Giallo” presenta:
“GLI UOMINI PREFERISCONO LE TONTE”
Testo di Giulia Ricciardi regia di Marco Simeoli con: Barbara Foria, Alessandra Sarno, e Giulia Ricciardi Con la partecipazione di Bruno Cabrerizo
Info: 06 9499340 329 2681546 acs@associazioneacs.it
il Segno - Marzo 2013
L’inganno letterario
Spunti di letteratura
di Camilla Lombardozzi Quanti di noi giovani, aspiranti scrittori, non hanno mai pensato o sognato che dir si voglia, una volta nella vita, che il loro romanzo fosse in cima alle classifiche dei bestseller?! Tutti lo abbiamo sognato, alcuni anche più di un volta… Bè, allora come la prendereste se vi dicessi che da oggi potreste finalmente arrivare nell’olimpo dei bestseller? Nonostante voi non siate una Margaret Mazzantini, Francis Scott Fitzgerald, James Joyce od Oriana Fallaci della situazione. Sicuramente al settimo cielo! Le persone più felici del mondo! Ma c’è un piccolo problema, come ogni bella notizia dietro si nascondi, come dire, la beffa... e sì perché per varcare la soglia di questo Olimpo miracoloso si deve sborsare una certa somma di denaro. Colui che ha reso possibile la realizzazione dei nostri sogni più ambiti, anche se a caro prezzo, ha il nome di ResultSource (RSI), che assicura ai suoi clienti-scrittori un posto sulla vetta del paradiso dei libri più venduti, stilata niente di meno che dal Wall Street Journal, facendo loro pagare la somma di 46 mila dollari. Ma non è finita, se si vuol chiudere in bellezza, la RSI ti offre l’occasione di posizionare il tuo romanzo nella classifica del New York Times alla modica cifra di 140 mila dollari, più una tassa di 13 mila dollari. Un piano davvero ingegnoso, in cui si è pensato davvero a tutto, come ad esempio ordinare le copie dei libri in più posti diversi, visto e considerato che, un ordine all’ingrosso non essendo un romanzo dalla firma nota farebbe saltare la mosca al naso, per usare una metafora, la ResultSource pubblicherà poi le offerte di vendita su siti come Groupon. Purtroppo cari scrittori emergenti se eravate già pronti a firmare un bell’assegno fermatevi, perché l’ingegnoso piano dei bestseller a pagamento è stato smascherato e sembrerebbe che dietro questo illecito ci sia la compagnia di commercio elettronico statunitense Amazon, che infatti, prontamente, anzi puntuale come un orologio svizzero, ha dichiarato che non lavorerà più con la ResultSource. Segui Camilla sui suoi blog: http://ibisbeticidomati.wordpress.com http://lesportiveromane.wordpress.com
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RECENSIONI
scite v o u e U N
SIN - romanzo thriller
SE IL GRANDE FRATELLO TI UCCIDE
Il GrandeFratello, l’eccezionale novità televisiva di questi ultimi anni, è andato già in naftalina, poco performante ormai riguardo i gusti di un pubblico che vuole essere sorpreso e inchiodato al teleschermo da estremizzazioni del reale sempre più astruse e complesse. E allora cosa dobbiamo aspettarci per poter essere ancora di più insidiati dalla spettacolarità mediatica nel prossimo futuro? Quello che in questo thriller psicoclaustrofobico ci suggerisce Alessandro Vizzino, già vincitore di alcuni premi culturali fra cui il Premio Letterario internazionale Città di Eboli, è una specie di GrandeFratello ambientato in un futuro appena dietro l’angolo (2050 circa) dove l’esclusione dalla scena è l’estrema dipartita finale, solo dove con la morte si può sperare di uscire dalla Casa, blindatissima e da dove è impossibile fuggire, piena di congegni elettronici e di trappole sofisticate che possono essere innescate da un momento all’altro da mani invisibili e spietate, con dietro qualcuno capace di controllare, oltreché i movimenti dei poveri malcapitati, anche le loro menti attraverso una sofisticata invenzione fantascientifica. I dieci personaggi (5 uomini, 5 donne) a loro insaputa rinchiusi in questa casa-bunker composta di una stanza-loculo per dormire, un ampio salotto, una cucina, un bagno, una camera rossa, specie di sala mortuaria, perfino una palestra, sono stati catapultati lì senza nessuna corrispondenza percettibile, sconosciuti fra di loro, e che, mano mano che la storia incalza e va avanti, rivelano legami sottili e inestricabili fra ognuno di loro, dove ognuno reca con sé un colpo di scena o un’apparente ragione del perché sia finito lì. Comincia così il calvario e lo stress del confronto fra i reclusi, del sospettarsi a vicenda, del
raccontarsi le proprie vite, del costringersi a una solidarietà forzata, dell’allacciare rapporti fra coloro più affini e alla fine di essere tutti complici nella ricerca di una via di fuga, che sembra impossibile possa esistere. Nel corso del romanzo viene naturale prendere più simpatia verso l’uno o l’altro personaggio, partecipare e soffrire con loro, spaventarsi di fronte alle trappole impreviste, intenerirsi alle loro intimità amorose, inorridire davanti alle morti più efferate. Il ritmo è incalzante, la narrativa sciolta e frizzante, quasi cinematografica anche se, secondo il mio punto di vista, alcuni sbilanciamenti, come il fatto che anche in un futuro che, almeno si spera, potrebbe essere più evoluto dal punto di vista sociale, in cucina fra i fornelli e i piatti da lavare sono sempre le donne a ritrovarsi pur se in una situazione così difficile e coatta ma dove certe italiche abitudini sembrano impossi-
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di Massimo Onesti
bili da lasciare come il pranzare o il cenare in modo conviviale come in una bella compagnia di amici del sabato sera per una scampagnata urbana o anche il rimando, fin troppo esplicito anche nella grafica di copertina, al film “the Experiment” ispirato a un vero esperimento sugli effetti della vita in prigione, o anche all’horror-fantascientifico di “The Cube” basato sulla reclu-
sione anche qui di un gruppo di persone in una stanza cubica o alla saga di “SawL’Enigmista” e anche agl’intrighi e ai misteri vaticani di Dan Brown e al suo “Codice da Vinci” e al successivo “Angeli e Demoni”. Ma come sempre succede nel genere thriller in cui le ispirazioni e gl’intrecci delle similitudini si susseguono all’infinito, come scatole cinesi, facendoci trovare sempre mille sfumature sul già percepito e che fanno sì che chi ama questo genere alla fine vuole sempre ritrovare quelle atmosfere e quelle sensazioni che lo attanagliano e lo bloccano alla lettura o alla visione e che fa sì che le pagine, pur corpose, come in questo caso del libro di Vizzino, si divorano ad una ad una, in un crescendo di tensione e adrenalina fino al finale districamento della matassa. Voglio segnalare infine il bellissimo booktrailer a promozione del libro con le musiche ambient del gruppo degli Arte Povera, con il nostro compaesano Emiliano De Angelis come bassista e compositore del pezzo, Max Rossi alle chitarre elettriche, Luka Fiorentini alle tastiere, Vincenzo Bruno chitarra acustica, Simone Atzeni alla voce e Luca Giacobbe alla batteria.
Abraham Lincoln di Spielberg di Giulia De Giorgi “La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo”. Questa era l’idea di democrazia che Abraham Lincoln espresse durante il discorso per l’inaugurazione del Cimitero Nazionale Militare a Gettysburg il 19 novembre 1863. Egli desiderava un governo che fosse esercitato dal popolo sovrano poiché era un governo che proveniva dal popolo e che dovevaservire il popolo. Steven Spielberg seguendo il libro Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln di Doris Kearns Goodwin ha catturato i momenti più tormentati e salienti che hanno portato all’abolizione della schiavitù e ne ha fatto un film uscito nelle sale italiane quest’anno. Abraham Lincolnè stato il 16º PresiLincoln dente degli Stati Uniti d’America. Considerato dai maggiori storici e dall’opinione pubblica uno dei più popolari leader repubblicani degli Usa, passò alla storia come il presidente che abolì la schiavitù. Il processo che consegnò la libertà agli schiavi africani neri non fu né repentino né certamente facile: stava per terminare la Guerra di secessione americana e Lincoln si trovava a dover affrontare una questione tanto delicata quanto scomoda. Agì prima con la Procla-
o l t re l o sc h e r m o
mazione dell’Emancipazione che liberò gli schiavi negli Stati dell’Unione e poi con la ratifica del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Recensioni Uniti che abolì la schiacinematografiche vitù in tutto il Paese. Quella che proponeva Lincoln era una vera e propria rivoluzione dei canoni della società americana che doveva rivedere completamente il suo stile di vita. Gli si chiedeva di accettare nuovi valori, nuove abitudini, insomma una nuova cultura fino ad allora considerata, ingiustamente, inferiore. Nei giorni precedenti la ratifica del XIII emendamento viveva col fiato sospeso un popolo che per troppo tempo aveva subito torture, maltrattamenti e umiliazioni di ogni genere. I personaggi scomodi raramente muoiono di vecchiaia e Lincoln non fu un’eccezione. Un attore della Virginia, simpatizzante sudista, entrò nel palco del Ford’sTheatre di Washington, dove il Presidente si era recato, e sparò un colpo di pistola calibro 44 alla sua testa. Lincoln fu ufficialmente dichiarato morto alle 7:22 del mattino del 15 aprile 1865. A morire, però, fu solo il corpo. Il suo sforzo e le sue idee vivono ancora attraverso i secoli.
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di
Pillole ECONOMIA
Equilibri produttivi
di Mauro Artibani*
il Segno - Marzo 2013
Tutta la verità sulla guerra in Afghanistan
di Camilla Lombardozzi Il Pentagono ci tiene alla riservatezza, e questa informazione non appare di certo una novità agli occhi degli americani; ce lo ricorda in particolare Anthony Shaffer, un ufficiale degli agenti segreti in pensione, che nel 2010 decise di pubblicare un libro di memorie intitolato “Operation Dark Heart” contenente la verità nuda e cruda sulla Guerra in Afghanistan. Verità troppo scomode, particolari troppo rilevanti che hanno scatenato il caos subito dopo la pubblicazione del libro, così il Pentagono si è visto costretto ad intervenire, comprando tutta la prima tiratura, ovvero diecimila copie, alla cifra di ben 50 mila dollari. Il libro viene ripubblicato in una seconda edizione, la quale presenta una censura di ben 433 informazioni, ritenute ancora Top Secret; a due anni di distanza spunta fuori la notizia bomba che 198 delle informazioni oscurate, sono considerate “Declassified”, ovvero sono state op-
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Dal libro al piatto Q ............
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di Marcello Loisi Anche quest’anno ritorna l’atteso Salone Internazionale del Libro di Torino, un evento importante nel settore dell’editoria, considerata come uno dei baluardi di un mondo – intellettuale e commerciale – in difficoltà. La manifestazione si terrà dal 16 al 20 maggio nel Lingotto Fiere di Torino (uno degli stabilimenti Fiat riqualificato per ospitare eventi simili fieristici e incontri), la stessa sede di un’altra manifestazione importante, ma di altra natura: il Salone del Gusto, una mostra mercato, corredata da incontri e convegni, che promuove le eccellenze e tipicità alimentari di piccole comunità rurali provenienti da tutto il mondo. Il nesso tra questi due “saloni” non risiede solo nello spazio che ospita entrambi, ma anche nella scelta, da parte degli organizzatori del Salone del Libro, di dedicare un padiglione intero alla
portunamente declassificate, e risultano quindi essere inoffensive agli atti. Perciò, rullo di tamburi, il Pentagono ha tenuto a precisare che è ben contento e Tony Shaffer disposto ad inserire codeste informazioni in una nuova edizione delle memorie di Shaffer, il quale però si ritiene parte offesa e soprattutto furioso, in quanto reputa che il Dipartimento della Difesa abbia leso i suoi diritti di uomo e di ufficiale americano. Operation Dark Heart tornerà quindi nelle librerie con una nuova ed inedita versione in lingua turca e chissà magari un giorno, una delle copie salvatasi dal ritiro della prima edizione spunterà fuori, raccontando la verità della Guerra in Afghanistan.
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uestioni di... g
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Nelle transazioni economiche c’è chi giura funzioni così: ogni individuo scambia ciò che ha prodotto con il denaro, poi scambia il denaro con altri beni. Finanzia, insomma, l’acquisto di beni mediante i beni che ha prodotto. Bene, la condizione necessaria che realizza lo scambio sta nell’equivalore di quei beni, misurato dalla sufficienza del reddito disponibile. Quando il prezzo delle merci risulta superiore alla quantità di denaro in circolazione necessario ad acquistarle, si genera una bolla. Per non dare corso a scoppi d’aria, che riducono il valore di quelle merci al valore della moneta in circolazione, si dà corso all’impiego di politiche e tecniche di reflazione di tutti i tipi, buone per fare debito ed alterare il meccanismo di formazione del prezzo. Giustappunto, la bolla delle merci, questo il lascito dell’economia della produzione a quella dei consumi e da qui si scorgono le soluzioni. Qui un adagio recita: “la crescita economica rende indifferibile l’esercizio del consumo”; proprio dove l’individuo, quello che produce beni per acquistare beni, retribuito con redditi insufficienti, ha di fatto prodotto l’eccesso di merci e che con quello stesso reddito deve acquistarle non riuscendovi. Già, proprio tal fare produttivo deve trovare un remunero sufficiente per fornire continuità alla pratica del consumo, altrimenti costretta al part-time. Eggià, del titolare di questa risorsa pro-ciclica, socio full time, ha bisogno il circolo produttivo. I costi? Quelli necessari per remunerare tutti, ma proprio tutti, i fattori produttivi. Ad occhio e croce nettamente inferiori alla massa del debito dei consumatori, degli istituti finanziari e degli stati sovrani, messa insieme per far funzionare l’ancor sperequato sistema ecomomico-produttivo. *studioso dell’economia dei consumi info:www.professionalconsumer.wordpress.com
RECENSIONI Il Pentagono ha comprato l’intera tiratura del libro di Shaffer
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cucina e all’alimentazione. Si sta tessendo una sorta di continuità tra la cultura libraria e quella enogastronomica. Questo fenomeno può lasciare perplesso qualche intellettuale abituato a considerare i due campi come separati o almeno molto distanti tra loro, ma gli equilibri sui quali l’editoria e la gastronomia si fondano sono in forte mutamento. Le scelte tematiche operate dagli organizzatori del Salone del Libro sembrano indirizzate verso il tentativo di dare nuova linfa all’editoria tradizionale. Per farlo si cerca di agganciare parte dell’esplosivo successo di massa della cucina e trasferirla – per osmosi – ai libri. Questa manovra commerciale si articola attraverso non solo la promozione di centinaia di manuali di cucina e tomi enciclopedici di ricette, ma anche con l’esibizione di noti cuochi stellati (come Carlo Cracco) che faranno sfoggio delle loro abilità cucinarie in quelli che vengono chiamati cooking show, spettacoli in cui vengono preparati dal vivo dei piatti davanti a un pubblico. Convegni e incontri completano l’offerta del “CookBook Corner”, il padiglione del Salone dedicato alla cucina. Il contagioso interesse per la ga-
stronomia è approdato anche qui. Dopo le decine di programmi televisivi di cucina (tra cui annoveriamo il sadismo culinario di Masterchef e fratelli), anche gli scaffali delle librerie traboccano di volumi su qualsiasi alimento e qualsiasi tipo di preparazione. Inoltre, iniziano a fare capolino anche le biografie di chef e cuochi di tutto il mondo. Da notare, però, che le opere di tipo saggistico rimangono spesso orfane, relegate in un angolo irraggiungibile delle scansie dei negozi. Forse uno degli obiettivi del prossimo Salone del Libro potrebbe essere proprio la (ri)scoperta dei tanti e avvincenti libri dedicati agli aspetti culturali, storici e sociali del cibo. Quindi non solo elenchi sterminati di ricette, ma anche saggi su un tema così importante – e complesso – come quello della gastronomia, che ci riguarda tutti personalmente e che spesso diamo per scontato. Il celeberrimo Ludwig Feuerbach, pensatore tedesco del XIX secolo, affermava che “l’uomo è ciò che mangia”. Non sarebbe poi male conoscersi un po’ meglio.
il Segno - Marzo 2013 di Annarita Rossi Questa mattina sono stato svegliato dal rumore del mare. Ho provato a lasciarmi cullare da quel ritmo altalenante delle onde anche se non avevo più voglia di dormire. Quel rumore è diverso da tutti quelli che Rocky ed io abbiamo udito per anni laggiù. E’ un suono quasi melodioso che mi rilassa anche se quando diventa impetuoso, il frastuono non sempre riesce a calmarmi. Soltanto sei mesi fa mi trovavo ancora a Nassirya con Rocky al mio fianco. Il mio eccellente compagno di lavoro dal fiuto infallibile, il mio pastore tedesco aveva un muso migliore di un metal detector. Quel giorno c’era l’ennesima missione speciale da compiere. Faceva molto caldo e temevo per il mio collaboratore. Oltre i 40° cominciava a boccheggiare cercando aria e smarrendo l’olfatto. Le mine però sono sempre lì pronte a far saltare in aria chi inavvertitamente le sfiora. Durante la Guerra del Golfo una pioggia cattiva si è abbattuta in quel de-
La vita in (20) lettere
TEMI D’OGGI
Il sacrificio di Rocky
serto, uno scroscio di cluster bombs sono state sganciate dagli aerei e una percentuale di esse non sono esplose. Presi Rocky al guinzaglio e lo condussi in un cunicolo spingendolo ad addentrarvisi in quanto aveva fiutato la mina. Io non potevo passarci, era troppo stretto per me. Tante volte eravamo andati negli edifici di ricognizione, poi Rocky equipaggiato di una piccola tele-camerina era entrato dove soltanto lui riusciva ad entrare. L’aveva sempre scovate le mine e tutto ciò che aspettava dopo aver giocato con la “morte” era un biscotto ma anche soltanto una carezza. Quel giorno però faceva troppo caldo e soffiava un vento che alzava parecchia sabbia, tanta che non riuscivo a vedere il mio Rocky da quando era passato per quel pertugio e non potevo fare altro che attendere il
L
di Enea Trinca
Solo le persone Intelligenti e quelle cretine sono capaci di cambiare L’OPINIONE politica. Non è affatto vero che L’AMORE è cieco, è sufficiente chiudere gli occhi di tanto in tanto.
Discutere con un Idiota, si perde sempre, ti trascina al suo LIVELLO e ti batte con la sua esperienza.
L’AMORE a volte può morire per troppo nutrimento.
Mi dedico a tempo pieno alla Politica perchè sono allergico al LAVORO. Se L’ACQUA è inquinata, falla bollire per mezz’ora, aggiungi del disinfettante, poi falla raffreddare, dopo di che ti puoi bere anche un litro di LAMBRUSCO.
il T o c c o
di Ermanno Gatta
suo ritorno. Poi ad un certo punto un rumore assordante e tutto era divenuto come ovattato intorno a me, chiamavo il nome di Rocky ma la mia voce non riuscivo ad udirla e non potevo neanche sentire se Rocky abbaiasse o guaisse. Dopo lunghi ed interminabili minuti, Rocky non si era ancora fatto vivo, poi la terribile scoperta, Rocky era saltato sulla mina. Eravamo entrambi abituati, se così si può dire, ad essere accerchiati da rumori troppo forti ma quello era stato il più forte di tutti. Dopo qualche giorno dall’accaduto mi hanno congedato, soffrivo di un evidente stato di stress post-traumatico. Sceso dall’aereo in patria trovai ad accogliermi uno psicologo il quale mi disse che a breve avrei iniziato un programma affiancato da un tranquillo Golden Retrievier dal manto biondo che non è abituato ai rumori forti, la sua missione non è in guerra ma qui, accanto a persone come me ed essendo di indole parecchio equilibrata, comunque li sopporta bene. Il mio Rocky mi manca ancora, mi manca il tocco del suo muso freddo quando mi sfiorava la mano per prendere la sua meritata ricompensa. Ogni giorno dal mio rientro però c’è Pongo al mio fianco, facciamo lunghe passeggiate in riva al mare e lui scodinzolando continuamente mi incita affinché gli tiri un bastoncino che prontamente mi restituisce e con sollecitudine mi chiede di ripetere il gesto.
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L’angolo della psicologia
Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli
L’elaborazione delle emozioni
Con il ritmo frenetico imposto dalla società moderna, dove non si ha nemmeno il tempo di elaborare le proprie emozioni e costruire significati, i bambini crescono molto spesso senza godere a pieno della presenza dei propri genitori, impegnati con il lavoro per gran parte della giornata. Sono convinta che la qualità del tempo passato insieme sia più importante della quantità, ma anche questa ha la sua fondamentale importanza. Spesso i nonni si sostituiscono ai loro figli, e sono più permissivi con i nipoti, di conseguenza i genitori vengono vissuti, dai figli, come coloro che impongono le regole e che a fine giornata frettolosamente, chiedono un resoconto delle attività da loro svolte. I figli, hanno bisogno per crescere di evolvere dal punto di vista fisiologico, superando tante tappe (l’acquisizione del linguaggio, della deambulazione, ecc.), ma hanno soprattutto la necessità di imparare a riconoscere e gestire gli stati emotivi interni. Questa conoscenza avviene attraverso gli scambi comunicativi profondi ed empatici che avvengono con le figure principali d’accudimento. Quando i bambini sono molto piccoli, non riescono a identificare le proprie pulsioni interne, non sanno distinguere le varie emozioni che provano, confondendole anche tra loro; solo in seguito diventeranno capaci di discriminarle, sintonizzandosi con gli stati mentali evoluti dei genitori e impareranno a riconoscerle in relazione a quelle degli altri. Se durante l’esternazione di emozioni che il bambino non sa ancora gestire, un adulto significativo non interverrà appropriatamente, probabilmente il piccolo non imparerà mai ad elaborare e a contenere l’emozione provata o la rabbia o la frustrazione collegate ad una repressione inopportuna dell’emozione in questione. Purtroppo, credo che il minor tempo che i genitori passano con i figli, sia il responsabile principale di tante occasioni mancate di interventi genitoriali, conseguenza di ciò è che molti bambini non sanno gestire le proprie emozioni e appaiono irrequieti, perché confusi e agitati internamente.
il Segno dei tempi
nei disegni del Maestro Franco Carfagna La pizza di Pasqua era un dolce tradizionale molto atteso negli anni passati, soprattutto “pe noa riazzi” (per noi ragazzi) che i dolci non li mangiavamo mai. Già qualche mese prima di Pasqua mamme e nonne cominciavano a organizzarsi. Per prima cosa bisognava preparare “u lievitu”, cioè una pastella fatta di acqua, farina, sale e lievito di birra, che si lasciava “impuzzare” (inacidire) per una settimana. Dopodiché veniva fatto il primo impasto con uova, zucchero, latte e sale, lasciando crescere il tutto per ben 12 ore! La pizza doveva avere una bella elasticità perché poi veniva messa nelle teglie dove cresceva per tutta la notte (altre 14 ore). Le teglie venivano poi portate dal fornaio di fiducia, che in precedenza aveva già ricevuto la prenotazione per la cottura. E qui scattava la faccenda dei segni, nel senso che ogni pizza doveva avere un segno distintivo, tipico di chi le aveva preparate, per non essere confusa con quelle di qualcun’altro. I figli aspettavano questa tradizione con grande entusiasmo visto che era vietato anche solo toccare le pizze prima della Pasqua e prima della benedizione del prete. Così, la mattina di festa, al suono delle campane “che si scioglievano” si faceva colazione con la pizza e le uova sode dipinte a mano. Ma la tentazione era talmente tanta che spesso “i riazzi” di nascosto mangiavano la pizza intera, cosicché il giorno di Pasqua la teglia era completamente vuota. Non era raro che i bambini si incontrassero la mattina stessa per andare a scroccare altre colazioni dai vicini di casa con la scusa di portare gli auguri di Pasqua. Il maestro Carfagna ha un ricordo personale: “Quando mia madre faceva le pizze –ci racconta- non le infarciva coi sapori di moda, come alchermes, cognac o sam-
buca, ma metteva solo vino e questo dava ai dolci un sapore inconfondibile, quasi di cantina. E allora io gli dicevo: Mamma, qua vota (qualche volta) fai anche delle pizze sbattute, so’ più morbide e più doci (più dolci), queste sono dure e sbricciolose e puzzano di vino! Ma mia madre rispondeva che ci volevano tante troppe uova e non era possibile comprarle. Infine, rivolgiamo un invito alle mamme e alle nonne di oggi affinché questa tradizione non si dimentichi: insegnate alle vostre figlie e nipoti i segreti per fare le pizze di Pasqua, come ha fatto la nonna di Federica che, diventata esperta impastatrice, riempie di odore le strade annunciandoci così la Pasqua.
La tradizione della “Pizza di Pasqua”
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il Segno - Marzo 2013
Su “Il segno dei tempi” del mese scorso, tra i membri dell’orchestrina roccheggiana abbiamo citato anche il mitico “Pallicchiò” ma ne abbiamo sbagliato il nome. Invece di scrivere Querino Trinca abbiamo scritto Querino Querini. Ce ne scusiamo. Restando sullo stesso articolo, ci hanno segnalato che il padre della sposa che fece dormire l’orchestrina nella stalla, era Vincenzo Zampa e gli sposi erano Ascenza Zampa (madre dell’ex assessore Alberto Cardinali) e Maurizio Cardinali. Infine, uno dei suonatori era Gino Fondi, detto “a bufala” per la sua grande mola. Un’ultima segnalazione. Sul “segno dei tempi” di dicembre abbiamo parlato di un personaggio misterioso e non avendo rivelato il nome molti lettori, incuriositi, ce lo hanno chiesto. Si tratta di Marcello Silvestrelli, il re delle sale-gioco di Rocca di Papa.
Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it
Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico
LA POMPADI BENZINA SULLA PIAZZA Ho notato che da alcune settimane il distributore di carburanti in Piazza della Repubblica risulta funzionante con il sistema self service, forse i gestori tradizionali sono andati in pensione? Se non sbaglio quello è un impianto che doveva essere chiuso per motivi di sicurezza e salute pubblica, ma opportune proroghe furono concesse per garantire il servizio e non lasciare senza lavoro i gestori. Ora che, come sembra, l’età della pensione potrebbe essere stata raggiunta, non sarà il caso di
riprogrammare la sua sollecita chiusura attuando finalmente le normative relative alla distribuzione dei carburanti? Chiedo all’amministrazione comunale di occuparsi con sollecitudine del caso. Il paese ha urgente bisogno di essere rimesso, come è doveroso, in regola. Lettera firmata
VIVARO, STRADE DISASTRATE Volevamo sentitamente ringraziare il Comune di Rocca di Papa per il completo disinteresse manifestato nei confronti di un problema sorto in occa-
sione dei Campionati Italiani di corsa campestre del 10 Marzo. In tale data la strada principale per arrivare al borgo è stata giustamente chiusa per necessità organizzative tramite ordinanza della Polizia Locale. Il percorso alternativo proposto è stata Via di Velletri ( che nell'ultimo tratto, quello che arriva al Vivaro, è sterrata ). Questa, dopo le avverse condizioni atmosferiche era ed è resa quasi impraticabile dalle numerose voragini e rami sparsi sulla carreggiata. Con largo anticipo ci eravamo premurati di contattare tramite e-mail del 26 Febbraio sia gli
organizzatori che Sindaco e Vigili Urbani, per far si che non ci trovassimo, come poi è successo, ad essere quasi isolati dal mondo in quanto non tutti sono stati disposti ad avventurarsi su quella strada per evitare danni alle proprie automobili. Sentiamo tanto dire che i Pratoni del Vivaro, “luogo tanto ameno”, rappresentano una grande risorsa per Rocca di Papa e poi quando si presenta la bella occasione ci perdiamo dentro “quattro buche” e noi restiamo cittadini inascoltati. Un gruppo di residenti della frazione Vivaro