PICCOLO
il Segno ...quello che gli altri non scrivono...
Bancomat Autovelox quindicinale indipendente
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Anno XIII, n. 6 - 16/31 marzo 2014
Così il comune intasca 500mila euro all’anno
Oltre alle tasse note (Tarsu, Imu, Irpef) ci sono anche “tasse occulte” che ogni anno pesano nelle tasche dei cittadini per centinaia di euro. Il comune di Rocca di Papa pare proprio utilizzare l’autovelox come un vero e proprio bancomat, che frutta alle casse comunali, sempre in rosso, circa 500 mila euro ogni anno. Un vero e proprio tesoretto diventato un salasso per gli automobilisti. A pagina 5
Centro Equestre
Un buco da 10 milioni
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10 domande al sindaco Boccia A pagina 11
I volontari Piano Regolatore ripuliscono dimenticato la Via Sacra
di Sergio Rasetti La gestione territoriale di qualsiasi comune deve essere regolata da un progetto specifico che stabilisce cosa si deve fare per rendere la vita dei cittadini normale, in armonia con l’ambiente, con le esigenze della comunità e dei singoli, con quelle degli anziani e dei bambini, con la salvaguardia della salute di tutti. A Rocca di Papa ci si è dimenticati di questa necessità.
Segue a pagina 7
ag ap
Gas radon
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Convegno a Marino
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Lo ha deciso il consiglio comunale
Si insedia la “nuova” commissione antenne Approfondimento alle pagine 8 e 9
Niente più Ezio Valente, sabato per il calcio l’Anagrafe e i giovani A pagina 13
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ATTUALITÀ
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il Segno 16/31 marzo 2014
Prima di diventare Premier era uno dei suoi argomenti prediletti
Renzi dimentica la casta dei politici e sui loro stipendi non dice più nulla
di Mauro Giovanelli L’altra sera (13 marzo) ho seguito “Porta a Porta” per il solo fatto che in quella sede Matteo Renzi avrebbe dovuto spiegare agli italiani la sua “manovra” e chiarire l’interdipendenza fra programma di Governo e copertura finanziaria. Mia intenzione era pure quella di decifrare la “personalità” dell’ennesimo salvatore della Patria, ovvero guardarlo negli occhi con attenzione, osservarlo bene, capire. La trasmissione ebbe inizio, proseguì con vari commenti di slide e tabelle, qualche battuta. Nonostante tutta la buona volontà, complice forse l’ora tarda, devo ammettere che più si andava avanti maggiori erano i livelli di scoramento e rassegnazione che mi assalivano. Nessuna questione utile a far emergere un indizio forte che potesse rivelarmi, al di là delle parole che volavano alte, la “struttura” mentale del Premier. Ciò avrebbe anche potuto dipendere dal fatto che il suo interlocutore fosse un Sallusti abbastanza consenziente. Al suono del campanello, da sempre simbolo, oltre i plastici, del talk show di Bruno Vespa, entrò un altro convitato, il giornalista Aldo Cazzullo, che sparò al Matteo nazionale tre domande in merito alle quali chiese altrettante precise rispo-
il Segno
ste. Il primo quesito riguardava le prossime nomine, il consueto giro di poltrone, ai vertici delle cinque grandi aziende di Stato; il secondo l’ipotesi di riduzione degli stipendi dei parlamentari “che sono i più alti del mondo”; e infine come intendesse proporsi con l’Europa e la Merkel alla luce dei nuovi obiettivi appena pubblicizzati. Esattamente ciò che aspettavo. Ci siamo! La replica del giovane Presidente del Consiglio alla domanda attinente l’ipotesi di intervento sulle scandalose retribuzioni dei “professionisti della politica”, ebbene quella risposta mi avrebbe fornito il parametro che cercavo. Nella distensione che seguì mi venne alla mente il film “Il padrino”, in particolare la scena in cui il vecchio e stanco don Vito Corleone (Marlon Brando), durante il colloquio con il suo erede (Al
PICCOLO
REDAZIONE Patricia Antolovic, Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, organo quindicinale Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, dell’associazione culturale Paola Gatta, Mauro Giovanelli, “Editoriale il Segno” Anna Giovanetti, Toshi Kameda, C.F. 92028150586 Marcello Loisi, P.IVA 12706861007 Camilla Lombardozzi, Registrazione Tribunale Nanci Marietto, Loredana Massaro, di Velletri n. 5/02 Noga (Gabriele Novelli), del 19/02/2002 Massimo Onesti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Paola Rufini, DIREZIONE Vincenzo Rufini, Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Gennaro Spigola, DIRETTORE Sandro Tabellione, Alessia Tino, RESPONSABILE ilsognatore Andrea Sebastianelli
Matteo Renzi
Pacino) che era andato a trovarlo per chiedergli un consiglio, così lo mise in guardia: “Ricordati Mike, chi avanzerà la proposta di Barrese... quello è il traditore”. Mi raddrizzai nella poltrona in trepidante attesa ma il Capo dell’Esecutivo fu ratto nel subentrare col dire: “Vengo subito a quest’ultima che è la più complicata”. Accidenti! Mi son detto, proprio quella che meno mi interessa. In un susseguirsi di acrobazie verbali, celie, convivialità, sorrisi, ammiccamenti, circa i futuri rapporti con l’Unione Europea ebbi il piacere di scoprire che siamo i più importanti del vecchio continente. Proseguendo sulle nomine di Enel, Poste, RAI, ENI e Finmeccanica constatai come in concreto non avesse esposto alcunché. L’attesa divenne estenuante, il fatidico parere non arrivava
ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta ilpiccolosegno@libero.it
Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Stampa: Il Torchio Arti Grafiche Via Sublacense, km 13,600 Subiaco (Rm) - Tel. 0774-822252
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mai, anzi a un certo momento credevo fosse finito nel dimenticatoio. La speranza di poter capire che tipo di uomo fosse Renzi stava scemando se non fosse che il Cazzullo, a fil di voce, gli ricordò di non essersi ancora pronunciato su un terzo argomento. Allora con un colpo di reni eccezionale, effettuando una piroetta mentale davvero stupefacente il Capo del Governo così ebbe a pontificare: “Circa gli stipendi dei parlamentari non è importante quanto guadagnano ma quello che fanno”. Seguì un brevissimo momento di confusione, partecipe attivo il conduttore, nel corso del quale al saltimbanco venne predisposta la via di fuga, da lui imboccata alla maniera di Arsenio Lupin inseguito dall’ispettore Zenigata. Cosi si lanciò a spiegare cosa avrebbero dovuto fare questi fenomeni.Tutto qui. Perché glielo hanno permesso? Come non capire che codesto aspetto rappresenta la chiave di volta su cui regge il sistema Italia? Che è proprio da lì che occorre ripartire? Per quale motivo i giornalisti, tutti, dai quotidiani, i video, le interviste, non incalzano il leader di turno su tale infamia? È possibile? Sono io che traguardo il mondo da un’angolazione sbagliata? È più importante scavare nella sua abilità comunicativa? Chiosare sulla cravatta che indossa negli incontri istituzionali? D’improvviso tutto mi fu chiaro. In poche parole oltre che diventare primi della classe in Europa continueremo ad avere i politici più strapagati in assoluto con la sola differenza che saranno intelligentissimi. Ottenuta la prova che mi mancava spensi la TV. Dopo alcuni minuti di ponderazione nella penombra conclusi che fra tutti i suoi predecessori questo è di certo il più “disonesto”, moralmente s’intende, e forse a sua insaputa. Ho visto troppi film? È vero, ma il nostro Primo Ministro si è fermato ai cartoni animati di Walt Disney. I personaggi che più gli sono piaciuti? Paperon de’ Paperoni e la banda Bassotti. Con buona pace del Grillo parlante. mauro.giovanelli@gmail.com
ATTUALITÀ
il Segno 16/31 marzo 2014
ANCORA SULLA VICENDA DEI DUE MILITARI ITALIANI IN INDIA
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La replica
La lettera
“L’obiettività “Nel suo articolo non è stata obiettiva” è data da fatti provati”
Spett.le Il Segno, scrivo in merito all’articolo della signora Daniela Di Rosa sui Marò. Credo che la signora Di Rosa dimentichi alcuni dati di fatto. Primo. I Marò erano su una nave battente bandiera italiana e quindi su suolo italiano: questo comporta che debbano essere giudicati dalla legge italiana. Secondo. La nave si trovava in acque internazionali, entro un limite rispettato da tutti gli Stati (tranne dall’India). Quindi l’India non ha assolutamente alcun diritto di giudicare quanto avvenuto in acque non indiane. Terzo. Le ferite dei pescatori non sono in alcun modo compatibili con le armi e le munizioni in dotazione ai Marò: anche questo è stato assodato da varie perizie. Taluni affermano che ci siano state nelle vicinanze altre navi che se ne sono andate velocemente… Direi quarto dato di fatto: sono passati due anni ed ancora gli
di Daniela Di Rosa Che strano, Patrizia, trovi acredine nel mio articolo e non in quello che era pubblicato accanto... forse neanche lo hai letto e ti invito a farlo, così, tanto per essere anche tu obiettiva. Innanzi tutto ho scritto presunti assassini, che cosa dovevo dire? Presunti tiratori al bersaglio? Dimmelo tu il termine giusto dato che chiedi a me di essere obiettiva. Anche tu non citi mai i due pescatori, come non esistessero, come fosse una loro colpa essere andati in mare a pescare. Ma andiamo per ordine: la nave non si trovava in acque internazionali (cioè 33 miglia dalla costa) ma a 20,5 miglia, detta “zona contigua” e che autorizza l’India a intervenire e a processare i due Marò. Il tutto accertato dalle immagini satellitari. I due Marò ricevuti dall’allora presidente Mario Monti Che i due abbiano sparato (oltre alla per ora sono sospettati ma non loro conferma) c’è quella degli esami balistici che senza c’è una sentenza. Spero proprio che i due Marò ombra di dubbio appurano che a sparare sono stati i Beretta in tornino presto in Italia. Patrizia Pezzini dotazione ai due militari e alle indiani non sanno quale capo di accusa addebitare… spero che la signora Di Rosa non voglia condividere l’accusa di pirateria… Vorrei esprimere anche una mia opinione. L’articolo della signora Di Rosa trasuda acredine, sentimento non idoneo ad una obiettiva valutazione dei fatti; quel ripetere continuamente il termine “assassini” lo trovo poco rispettoso anche perché
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dichiarazioni degli altri militari italiani presenti sulla nave in quel momento. Neghi ciò che loro stessi hanno ammesso? Non so tu a quale perizia fai riferimento per dire certe assurdità, forse a quella (inattendibile) di Luigi Di Stefano, ingegnere dal titolo falso (come dichiarato dallo stesso Di Stefano) dirigente (questo vero) di Casa Pound. Tornando al processo, se due anni ti sembrano tanti pensa alla lentezza dei tribunali italiani e facciamo più bella figura a tacere. Cara Patrizia, in me è innato il senso di giustizia uguale per tutti ma non sono ipocrita e se vuoi che dica: Va be’, hanno sparato, hanno ucciso per sbaglio, ma sono due militari italiani perdoniamoli e salviamoli potrei persino dirlo ma solo davanti al rischio della pena di morte (sono contraria, Nessuno tocchi Caino) ma non corrono questo pericolo! Perciò penso che la giustizia deve fare il suo corso, in India, in Italia e nel resto del mondo… nessuno me lo ha chiesto ma voglio farlo lo stesso. I due pescatori uccisi si chiamavano Ajesh Pinky, di anni venticinque (un ragazzo) e Selestian Valentine, anni quarantacinque (padre di famiglia) non credo che questo basterà ad aprirvi il cuore… ma io ci provo!
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tempi moderni
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Il Gal recupera 2000 anni di storia
“Cose Mai Viste” di Roberto Sinibaldi
I volontari riscoprono l’antica Via Sacra
Il programma di visite guidate del Parco dei Castelli Romani
“Cose Mai Viste” è tornato. È il programma di visite guidate del Parco dei Castelli Romani, che fu inventato nel 2007 e che caratterizzò la gestione dell’Ente fino al 2010, con centinaia di visite guidate alle quali parteciparono migliaia di visitatori. Anche il programma che riprende quest’anno è ricchissimo: da marzo a luglio sono previste 175 visite guidate, 9 corsi su temi ambientali e circa 100 appuntamenti con la barca didattica del Parco, al lago di Albano. Questo ampio programma di iniziative è stato organizzato dall’ufficio comunicazione del Parco, che si è avvalso della preziosa collaborazione delle associazioni territoriali, ben 38. Associazioni in genere costituite da ragazzi giovani ed entusiasti, che accompagnano gli escursionisti lungo i percorsi più affascinanti del Parco, alla ricerca della tangibile bellezza dei luoghi, ma soprattutto di quella immateriale suggestione dei paesaggi, che furono del mitico Grand Tour dei secoli scorsi. Ma qui non si tratta solo di evocare la parte più poetica e sognante relativa al paesaggio, ma anche – e forse soprattutto – di mettere in moto una diversa economia, che se estesa a larga scala, da un semplice esempio potrebbe diventare un modello alternativo di gestione territoriale. Per cui la tutela ambientale assume un vero e proprio significato economico, con positive ricadute sugli operatori locali.
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“Siamo molto soddisfatti di come sta andando la bonifica della via Sacra. Avevamo cominciato quasi per scherzo, animati dalla passione per l’archeologia e per i tesori del nostro paese e ci siamo trovati in compagnia sempre di nuovi amici, man mano che passavano le settimane”. Francesco Casciotti, presidente del Gruppo Archeologico Latino (Gal) è di Rocca di Papa, è uno di coloro che ha voluto mettersi alla prova e insieme al suo gruppo ha coinvolto un’intera comunità. Da circa un mese sulla Via Sacra infatti c’è un insolito fermento, armati di pale e rastrelli una ventina di volontari ripuliscono i basoli dell’antica via. Sotto erba, rami e terriccio, riaffiorano le crepidini, i marciapiedi che limitavano la strada. Lungo il tracciato si nota qualche segno lasciato dalle ruote dei carri, qualche scritta incisa nella pietra basaltica. Poca spazzatura e molta terra: questo è quello che hanno trovato i volontari. C’è molto da fare per valorizzare al meglio un percorso così affascinante e carico di storia. In realtà la strada è preromana, di origini latine e fu riscoperta ai primi del Novecento da Gustavo Giovannoni, architetto, ingegnere, urbanista, ma soprattutto provetto conoscitore della Campagna Romana, che amava esplorare a cavallo. In una delle sue peregrinazioni individuò il tracciato della Via Sacra, noto e molto conosciuto in antico perché utilizzato per i trionfi, i fasti minori dedicati ai generali romani, che reduci dalle loro vit-
Uno scorcio della Via Sacra
torie si inerpicavano fino alla vetta di Monte Cavo per festeggiare e ringraziare gli dei. Anche noi dovremmo ringraziare, più prosaicamente, i volontari che hanno voluto dare un segno tangibile che la passione può superare tante difficoltà. La parte difficile però arriva adesso: come mantenere in buone condizioni un patrimonio così vasto e importante? Il presidente del Gal, Francesco Casciotti, prefigurava l’ipotesi di un regolamento per l’accesso
I volontari al lavoro
alla Via Sacra. Forse sì, ma viene sempre prima il buon senso. Per esempio evitare, cosa peraltro già vietata dalla legge e da ordinanze comunali (quella del sindaco Brunetti del 1985), che nelle prossime settimane durante le gare ciclistiche di primavera, alle quali partecipano in una stessa mattinata migliaia di ciclisti, transitino sui delicati basoli antichi di duemila anni, rumorosi mezzi a motore, come moto e quod. Sarebbe il caso di organizzare invece delle belle visite a piedi, le persone non mancheranno e l’apprezzamento, ne siamo certi, sarà generale. (R.S.)
ROCCA DI PAPA
il Segno 16/31 marzo 2014
INDOVINA QUANTI SIAMO?
Al 31 gennaio 2014 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.712 (maschi 8.233; femmine 8.479). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.304.*
notizie, informazione, attualità
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NUMERI UTILI
Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)
A Rocca di Papa gli automobilisti sono il bancomat del Comune
Il consigliere Crestini: “Solo nel 2013 sono stati incassati 500 mila euro” *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe
di Roberto Sinibaldi Gli automobilisti di Rocca di Papa sostengono il comune con le multe. Se passi da via dei Laghi o da via Frascati, è molto probabile che compartecipi alle spese comunali con un “piccolo” esborso di non meno di 100 euro. Questa è la sanzione media di un verbale di autovelox. Andare sotto i 50 km/h in una qualsiasi discesa che porta a valle di Rocca di Papa è impresa assai ardua. L’amministrazione comunale ha scelto delle postazioni molto efficienti: l’autovelox è mimetizzato e l’ignaro automobilista paga. I punti dove la Municipale posiziona le macchinette autovelox sono scaricabili dal sito Internet del Comune, in quanto è un’informazione pubblica. I posti sono cinque o sei: via Frascati km 3,7; via del Vivaro km 5; via delle Barozze n. 27; via dei Laghi km 12, talvolta anche al km 10. Per inciso sono tutti luoghi dove la macchina della Polizia Municipale staziona in divieto di sosta! Esistono poi un paio di postazioni fisse, con tanto di mobiletto metallico blu, a viale
Enrico Ferri e a via Rocca Priora. Ma dentro non c’è nulla, nessun apparato che rilevi alcunché. Altri soldi buttati, verrebbe da dire, visto che queste installazioni stanno così da molto tempo. Abbandonate a se stesse per chissà quale obiettivo. Nel 2013 il totale delle multe è stato di 499.709 euro, una discreta sommetta che immette denaro “fresco” nelle esangui casse comunali. Poco importa che siano somme per legge destinate al miglioramento della viabilità, al Comune fanno comodo e tanto basta. “L’autovelox diventa così una tassa, neanche tanto occulta, che pagano i cittadini-automobilisti – sottoli-
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nea il consigliere comunale Emanuele Crestini, che da tempo si è interessato del problema – una specie di pedaggio per chi transita macchina della Polizia Locale mentre svolge sulle nostre il Una servizio autovelox su via dei Laghi, parcheggiata strade.” davanti a un passo carrabile, in divieto di sosta Queste multe sono un deterrente per cassa. All’amministrazione inchi potrebbe venire a Rocca di teressano esclusivamente i Papa, una condizione che con- soldi – Crestini non usa mezzi siglia a molti di fare altri per- termini per condannare questo corsi, penalizzando cittadini, stato di cose –, la maggioranza c o m m e r - che governa il nostro comune cianti e approva l’uso massiccio dell’intera co- l’autovelox, che ci costa oltre 9.000 euro al mese per la munità. “Non si convenzione con una società tratta più privata. Oltre 100.000 euro di una l’anno per fare le multe agli sana pre- automobilisti, per gestire un venzione servizio esclusivamente puniindirizzata tivo. Personalmente mi pare a ridurre i un dato dal costo scandalosarischi sulle mente esagerato. La sicustrade, ma rezza stradale deve essere di una re- molto migliorata, ma non è Via Rocca Priora, uno degli autovelox pressione certo questo il modo per fantasma mai entrati in funzione tesa a fare farlo!”.
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il Segno 16-31 marzo 2014
Il centro equestre del Vivaro, un disastroda10milioni dieuro
Da un articolo de L’Espresso emerge la gravità dell’Equestrian Service
di Gianfranco Botti Dal settimanale L’Espresso numero 8, datato 27 febbraio 2014, un articolo che ci interessa: “SPRECHI AL GALOPPO”, di Gloria Riva, denuncia la Federazione Italiana Sport Equestri, precipitata in un buco milionario tra spese faraoniche e compensi d’oro, e nello sviluppo afferma: “Il vero buco nero, però, si chiama Equestrian Service. Ovvero la società controllata da Fise che gestiva il maxi centro equestre Pratoni del Vivaro, un’intera collina a sud di Roma, ampia come 22 campi di calcio, con cinque maneggi, due campi da dressage, giostre, piscine e tutto ciò di cui uno sfarzoso sport come l’equitazione necessita. Il centro, creato nel 1960 per le Olimpiadi di Roma, è di proprietà del Coni e assegnato in gestione alla Fise: la liquidazione della Equestrian, assediata da debiti e perdite, gli è costata 1,7 milioni. Negli ultimi anni la disastrata società romana era stata amministrata da Marco Perciballi, consulente fiscale di alcune federazioni. Una specie di uomo ovunque, con incarichi anche nel ciclismo, nell’atletica, nel tennis. Pratoni del Vivaro si è rivelato un pozzo senza fondo, ma nonostante le enormi spese per la gestione la struttura è stata chiusa con il licenziamento di 17 persone che ci lavoravano. Non è ancora finita. L’attuale commissario della Fise, Gianfranco Ravà, già presidente della Federazione Italiana Cronometristi, sta indagando per ricostruire le altre voci che hanno prodotto il disastro. Disastro, per concludere, che secondo i revisori incaricati avrebbe per la federazione il peso di oltre 10 milioni di euro”. Dalla lettura un paio di commenti. Per il buco nessuna
sorpresa, ad essi, neri o colorati, siamo abituati. La colpa degli ammanchi per la Giustizia
Il centro Fise al Vivaro
è dei profittatori, per il popolo è di chi designa i controllori, e non li marca nell’azione d’ufficio.
Pericolo cementificazione al Vivaro?
La questione del Vivaro, anche alla luce delle notizie pubblicate sul settimanale L’Espresso, pone una serie di interrogativi sul futuro della vasta area verde della frazione di Rocca di Papa. Le preoccupazioni ci sono tutte anche in considerazione che l’attuale amministrazione comunale da anni sta cercando di aprirsi un varco per edificare in questa vallata incontaminata: museo del cavallo, alberghi, parcheggi, servizi per i turisti, ecc. Progetti che farebbero man bassa del Vivaro e della sua tradizione agricola, equestre e ambientale. Anche su questo argomento Il Segno cercherà di svolgere il suo ruolo di “cane da guardia”.
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Segue dalla prima pagina Vicenda Carnevali: Piano “Si facciano i controlli” Regolatore Ma non succede nulla dimenticato
il Segno 16/31 marzo 2014
di Luigi Serafini Dopo le rivelazioni del nostro giornale su presunti abusi edilizi di vario genere, il sindaco di Rocca di Papa, Boccia, e il consiglio comunale si erano espressi, anche con una certa enfasi, per avere dei controlli “immediati”. In particolare ricordiamo le parole che il primo cittadino volle sillabare, per dare maggiore forza a quello che diceva, nel consiglio comunale del 16 dicembre scorso a proposito della nota vicenda Carnevali, nella quale il sindaco stesso era coinvolto con l’imprenditore del legname, come socio, in affari che riguardavano delle compravendite di immobili. Le parole testuali del sindaco furono: “Personalmente ho parlato con il responsabile dell’urbanistica di informarci e farci sapere come stanno le cose. Allora io voglio rassicurare i cittadini che questa amministrazione non ha nessuna sacca di privilegio; non deve mettere – come dire – nel cantuccio nessun atto! Ogni atto deve essere pubblico, anche quelli personali, mi fa piacere, poi spiegheremo anche come [ma poi non l’ha mai fatto], e allora sul caso specifico i cittadini devono sapere che oggi il Consiglio, con forza, proprio
Il municipio di Rocca di Papa
per l’autorità che ha, invita la struttura (…) domani stesso (…). Va fatto! E noi vogliamo una relazione descrittiva su questa pratica”. A distanza di oltre tre mesi, almeno fino al momento in cui andiamo in stampa, nulla è stato fatto. Il silenzio è il segno distintivo di questa politica, di questi assessori, di questo sindaco. Assicurano con la solita prosopopea invadente cose che non fanno. Se è vero che Carnevali era in affari col sindaco e la cosa era perfettamente cristallina, perché non spiegarlo pubblicamente, come pure aveva assicurato? Perché non chiarire la situazione del presunto abuso edilizio della proprietà Carnevali? Distrazione, incuria, cialtroneria? O forse dobbiamo pensare a qualcosa di peggio?
Auguri a Raffaella Gualtieri per i suoi 50 anni
Una nostra affezionata lettrice, Raffaella Gualtieri, lo scorso 22 marzo ha tagliato il traguardo dei “mitici” 50 anni! A Raffaella vanno i nostri auguri ma soprattutto quelli del marito, Mario Clementi, dei figli Riccardo, Michela ed Eleonora e della nipotina Chiara. Auguroni!
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Sembra che i responsabili: sindaco, assessori, consiglieri comunali, partito unico di maggioranza e codazzo politico-affaristico al seguito, hanno dimenticato completamente di essersi fatti bocciare, dall’organo di controllo regionale, il Piano Regolatore che avevano inviato colmo di proposte sbagliate. Nessuno parla più di questo piano, stravolto dalle osservazioni della maggioranza sposate anche da parte dell’opposizione. I cittadini interessati non hanno alcuna informazione certa; qualcuno azzarda edificazioni che potrebbero essere autorizzate secondo il piano proposto, ma non approvato definitivamente, con il risultato di diventare costruttori abusivi. In questa situazione la città va allo sbaraglio. È quello che vediamo in ogni quartiere, in ogni strada, in ogni aspetto della vita pubblica e privata. Per gli Amministratori è arrivato il momento di dare spiegazioni chiare su questa situazione. Spiegare i motivi della non approvazione del piano da parte della Regione. Devono dire che cosa hanno intenzione di fare per portare a termine la procedura e quali sono i tempi previsti. Catastrofisti, bugiardi, inopportuni, pessimisti, posseduti dal diavolo, falsi, ipocriti, sciagurati, menzogneri, disfattisti, disgustosi, farabutti (quando va bene: disinformati) sono gli aggettivi usati da alcuni nei confronti di chi mette sotto i riflettori questioni importanti come questa. Noi siamo tra quelli e non ci turbano quegli aggettivi. Ci interessa soltanto che sia liberato il paese da questa cappa d’incapacità, nella quale è costretto da persone (alle quali ci resta difficile attribuire l’aggettivo di: politici), che si dedicano soltanto a piccole questioni marginali, sbagliando anche su quelle, mentre le cose vanno completamente a rotoli. Sergio Rasetti
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Vent’anni di commissioni, ma i tralicci stanno sempre lì
il Segno 16/31 marzo 2014
Consiglio Comunale straordinario sui ripetitori radio-tv di Monte Cavo
Si è finalmente insediata l’ennesima “Commissione speciale sulle antenne” di Roberto Sinibaldi Il 12 marzo c’è stato un Consiglio Comunale sulle antenne di Monte Cavo. Il problema si trascina da decenni. Al di là dei soliti proclami elettorali, l’amministrazione comunale non è mai riuscita a risolvere né a mitigare gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico prodotto dai ripetitori. Negli ultimi anni non si era quasi più parlato del problema, che riaffiora solo quando si deve andare a votare. Nel 2011, all’inizio della seconda Giunta Boccia, il consigliere Enrico Fondi presentò una mozione sul problema delle antenne, a cui fece seguire una seconda mozione qualche mese fa. Nel Consiglio Comunale del 16 dicembre 2013 il consigliere della minoranza Emanuele Crestini ha presentato una ulteriore mozione sui “Ripetitori RadioTv di Monte Cavo”. Questi sono stati i punti di partenza per la costituzione di una “Commissione speciale antenne”, che è arrivata dopo tre mesi dalle ultime sollecitazione della minoranza in consiglio comunale. Il Pd, che ha subìto le pressioni e le richieste della minoranza, ora saluta l’evento come un grande successo, rivendicandone la paternità. In realtà le cose non stanno così, perché semmai il tema delle antenne è stato posto da al-
cuni consiglieri di opposizione. La commissione è composta da Enrico Fondi, Roberto Barbante, Giorgio Serafini, Maurizio De Santis ed Emanuele Crestini. Il primo e l’ultimo sono consiglieri dell’opposizione. Tutti sono componenti del consiglio comunale. La commissione ha, tra le altre possibilità, quella di ascoltare tecnici e persone esterne, di acquisire studi e analisi, di richiedere interventi operativi e controlli. Va sottolineato inoltre che ha il potere di richiedere un’indagine epidemiologica sulla salute dei cittadini; può, infine, richiedere approfondimenti sulla mancata delocalizzazione delle antenne, che era stata votata dal consiglio regionale il 18 settembre 2008 e che poi si è persa e addirittura definanziata dalla giunta Polverini. La commissione ha un potere molto ampio che potrà essere esercitato discrezionalmente con notevole efficacia. Uno dei consiglieri più influenti della Commissione, Enrico Fondi, appare molto determinato: “Voglio analizzare bene la questione, far emergere le responsabilità esistenti e soprattutto risolvere il problema, o quanto meno limitare l’inquinamento elettromagnetico prodotto da quella che attualmente è una indistinta selva di antenne, che deturpa Monte Cavo. Ho a cuore soprattutto la salute dei cittadini”.
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Ma i cittadini di commissioni ne hanno viste tante: il 3 ottobre 1991, il sindaco Pasquale Ciampa, Dc, insedia la “Commissione grandi rischi”, di cui faceva parte Pasquale Boccia come assessore alla sanità. Nella commissione c’era di tutto, addirittura anche un giornalista, che poteva vantare il titolo di insegnante… Il 22 aprile 1994, l’allora sindaco Enrico Fondi amplia a dismisura la stessa commissione di tre anni prima.
Se prima c’era di tutto, poi non manca proprio più nessuno: geologi, archeologi, agronomi, architetti, i più diversi esperti e naturalmente politici, amministratori, amministrativi. Tutti insieme per affrontare il problema delle antenne. Domenica 5 giugno 1994 si tiene un corteo dei cittadini di Rocca di Papa, poi una partecipatissima assemblea pubblica. Il segue a pag. 9
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7 giugno 1994 si svolge un affollato consiglio comunale. Il sindaco Enrico Fondi annuncia una serie di iniziative per risolvere la questione antenne, tra cui l’abbassamento delle potenze di trasmissione, lo spegnimento delle antenne più vicine al centro di Rocca di Papa, l’installazione di cabine di monitoraggio e la costituzione di parte civile per i danni prodotti dalle radiazioni. Ma non basta, la Commissione viene ulteriormente ampliata con la partecipazione dei cittadini. Una cosa senz’altro interessante, ma alla fine praticamente quasi tutti gli abitanti di Rocca sopra i 18 anni facevano parte della commissione. La “Commissione grandi rischi” stava comunque lavorando, quando venne improvvisamente sciolta dal nuovo sindaco Ponzo
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Elaborazione a cura de il Segno su censimento effettuato dall’ Ufficio Tecnico del Comune di Rocca di Papa nell’agosto del 2003. I nomi di alcune emittenti potrebbero oggi essere diversi.
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che, appena eletto, ne annunciò un’altra, stavolta di tipo tecnico, per accertare le responsabilità politiche. Ma non se ne fece nulla. L’11 dicembre 2010 la politica sente nostalgia e mette in piedi una nuova commissione. In un affollatissimo Consiglio Comunale, presenti sindaci, politici regionali, presidenti di qualsiasi cosa, l’allora assessore all’ambiente della Regione Lazio e un pubblico straripante, si insedia un’altra commissione, questa volta con Boccia sindaco. Dopo analisi e studi di ogni tipo la commissione sentenziò che stava tutto a posto, le emissioni delle antenne erano sotto i limiti e amen. Il 2 maggio 2013 all’università La Sapienza ci fu un interessante convegno sull’inquinamento elettromagnetico, invitato, ma
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LA MAPPA assente, il sindaco Boccia. Molti i moniti ispirati al principio di precauzione riguardo all’elettrosmog. Il dott. Marinelli del Consiglio Nazionale delle Ricerche dichiarò che “ci sono evidenze scientifiche che la radiazione sia un rischio per la salute dei cittadini di Rocca di Papa”. Di tutte le analisi e gli studi presentati in quella occasione l’Amministrazione comunale non ha proprio tenuto conto e ci ha messo un anno per arrivare alla definizione di una nuova, anche se non inedita, soluzione: una pensata chiamata “commissione antenne”. Con queste premesse c’è poco da sperare su quello che potrà portare questa ennesima commissione. E anche se vogliamo essere ottimisti, c’è da dire che le antenne servono soprattutto per far vedere la te-
dell’elettrosmog
levisione ai romani. Tre milioni di persone a cui sarà molto difficile togliere, con un provvedimento amministrativo, una delle forme di informazione e intrattenimento preferito seguito dalla stragrande parte dei cittadini. “Il vero problema – dichiara il consigliere di opposizione Emanuele Crestini – è che la politica, dopo oltre vent’anni di commissioni, ha perso credibilità nei confronti dei cittadini. Il Pd ora canta vittoria come se l’istituzione dell’ennesima commissione sul problema delle antenne possa considerarsi un successo. A me pare che sia proprio il contrario! Spero proprio di poter fare qualcosa per la salute dei nostri concittadini. Rocca di Papa ha sempre più bisogno di un vero cambiamento”. Roberto Sinibaldi
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ROCCA DI PAPA Il10marzo si è svolto a Marino un convegno sul radon
“Tutelare la salute pubblica è un obbligo”
di Claudio Colizzi* Questa sesta edizione del convegno dul radon si svolge nella fase temporale delimitata dagli interventi effettuati nei plessi Nievo e Ciari di Marino, e dalla resocontazione del secondo monitoraggio che l’amministrazione marinese ha richiesto nel marzo scorso e che riguarda di fatto tutti i locali, dei sette/otto plessi scolastici e della sede comunale, che sono risultati inquinati nel monitoraggio del 2007. Primo elemento importante è quello di aver conosciuto la consistenza geologica che caratterizza i colli albani, in quanto collocati nella porzione di territorio che ha visto e che è stata trasformata dagli eventi che hanno caratterizzato la terza fase dell’attività del vulcano laziale. Chiara l’esposizione su questo tema svolta dal geologo Giovanni Odorico, in nome e per conto dell’associazione ecologica ambientale “Latium volcano” di Rocca Priora, a cui va un sincero ringraziamento. L’esistenza di un vulcano potenzialmente quiescente sul quale viviamo è la motivazione e causa sia dello sciame sismico, che periodicamente investe tutti o in parte i Castelli Romani, sia della fuoriuscita dei gas vulcanici, quali l’anidride carbonica, l’idrogeno solforato e quindi il radon. Questo aspetto si collega al precedente convegno svolto, nella stessa sede, sul tema del Piano di Emergenza Comunale e probabilmente sfocerà nel prossimo convegno sul tema della riqualificazione antisismica dei centri storici. Secondo elemento, quello costantemente presente nei precedenti convegni, è stato trattato dalla dottoressa Rosaria Ippolito, dell’Università di Roma “La Sapienza” Facoltà di Architettura, Dipartimento di Architettura e Progetto. Una relazione copiosa e ricca di argomenti, che ha sottolineato il
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vero elemento pericoloso per la salute umana, cioè il prodotto del decadimento del radon – cioè il polonio, il quale essendo solido si fissa nella superficie polmonare e da lì irradia le cellule decadendo a sua volta. Argomento questo, insieme ai materiali che contengono il radio, che hanno mosso i convenuti ad intervenire sviluppando quasi un dialogo a più voci. L’intervento dell’amministrazione, svolto dalla tenace, giovane e consapevole assessore Arianna Esposito, per la parte di sua competenza e cioè i plessi scolastici, è stato introdotto da una sintesi degli interventi svolti nel 2013 dall’amministrazione, quali: l’incarico per il nuovo monitoraggio; l’incarico all’esperto qualificato in materia di radiazioni quale supporto alle progettazioni e calcolo delle dosi assorbite dai dipendenti e dai bambini, ed in ultimo la società cui affidare le progettazioni che si rendono necessarie. L’azione è in corso; l’informazione ai plessi anche; essenziale in questo tempo e nel prossimo l’attività dell’esperto qualificato nel dare le indicazioni da seguire nei locali più inquinati sulla base delle dosi di radiazioni che potrebbero essere assorbite dai ragazzi; massima diffusione dei risultati che scaturiranno dal monitoraggio ormai in fase finale; coinvolgimento pieno dei dirigenti scolastici in quanto datori di lavoro dei propri dipendenti e responsabili per i bambini che frequentano; impegno, soldi permettendo, per completare i lavori di bonifica nei plessi in modo da iniziare il nuovo anno scolastico in regola con la direttiva Euratom; informazione alla popolazione sui rischi presentati dal radon e definizione dei rimedi per potervi convivere. Al convegno, programmato per un’ora e mezza ma che si è protratto per altrettanto tempo, hanno partecipato delegazioni di Albano Laziale e di Monte
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il Segno 16/31 marzo 2014
Compatri, questo per chiarire e sottolineare che il tema radon riguarda di fatto tutti i Castelli. Per ultimo le seguenti informazioni: 1 - l’Arpa Lazio e l’Ispra hanno pubblicato i risultati delle misurazioni avvenute tra il 2005 ed il 2011 in tutti i comuni del Lazio, per cui ognuno può leggere per ogni comune il valore minimo, massimo e quello medio; 2 – Il Servizio di igiene e sanità pubblica del dipartimento di prevenzione della azienda Asl RMH ha richiamato i comuni sugli obblighi che la normativa italiana impone loro per tutelare la salute nelle scuole tramite monitoraggi annuali. 3 - La direttiva Euratom del dicembre 2013 che riduce a 300 Bq/mc (è il livello del radon per ogni metro cubo) il limite massimo di concentrazione media annua, oltre il quale intervenire sia negli ambienti di lavoro che in quelli di vita (abitazioni, scuole, etc). Appuntamento per il prossimo novembre per la settima edizione, destinata a verificare lo sforzo che l’amministrazione comunale di Marino, di fatto unica tra quelle castellane, deve compiere per garantire che l’anno scolastico 2014-2015 si possa svolgere in ambienti con concentrazioni di radon inferiori ai 300Bq/mc. Voglio chiudere con la nota negativa rappresentata dalla incuranza mostrata dai dirigenti scolastici, sindacati della scuola e da quelli comunali che vivono ed operano in ambienti inquinati e si comportano come le classiche tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo). Volontà continua ed azione educatrice dell’amministrazione dovranno assicurare la conoscenza alla popolazione delle caratteristiche ambientali con le quali convivere, non sottacendo la preparazione dei tecnici e la ricerca di imprese in grado di attuare gli interventi. * Portavoce dell’ass.ne Mons. Grassi
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di Daniela Di Rosa Si dice che il silenzio è d’oro, ma qui a Rocca di Papa è di platino, tanto i nostri politici hanno compreso il valore del tacere. Ogni critica che gli viene mossa dalle pagine di questo periodico (supportata da fatti e carte), ogni domanda, sempre lecita, viene da loro metabolizzata e digerita nel silenzio più assordante. Salvo poi privatamente, col singolo, o
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con più persone, parlare, straparlare, criticare, giurare e spergiurare che quello che diciamo è tutto falso, che quanto prima verremo querelati, dal sindaco, dall’assessore, dalla giunta tutta, ci metto pure da buona parte dell’opposizione e, perché no, da molti colletti bianchi fedeli al capo e alla linea. Eppure in tredici anni di attività niente,
EX ALBERGO EUROPA 2 Signor sindaco, la Fam Sr, la società incaricata di realizzare il nuovo municipio in piazza della Repubblica, ha citato il comune di Rocca di Papa per una serie di mancati pagamenti che avrebbero provocato l’interruzione dei lavori. L’opera doveva essere consegnata il 1° aprile 2009. Sono trascorsi 5 anni da questa data. Come mai? Di chi sono le responsabilità?
accordo con l’imprenditore Carnevali basato su uno scambio di aree: un terreno pubblico fronte-vista su via dei Laghi per una scarpata di via della Ruccia. Visto che tale strada non è stata mai realizzata non possiamo riportare alla proprietà pubblica il terreno di 3.500 mq ceduto a Carnevali?
ATTRAZIONE PER IL MATTONE Signor sindaco, abbiamo dimostrato che il suo ex vicesindaco-geometra Barbante, mentre ricopriva i diversi incarichi pubblici (assessore lavori pubblici, ambiente, ecc.), ha messo in piedi anche diverse società immobiliari, realizzando opere e strutture a Rocca di Papa, in alcuni casi in affari con un esponente dell’opposizione consiliare, Mario Gatta. Come mai su queste vicende non ha chiesto alcun chiarimento al suo ex vicesindaco? E come mai non ha ritenuto di dover affrontare l’argomento in consiglio comunale?
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IN AFFARI CON CARNEVALI Signor sindaco, il 6 agosto 2003, lei ha acquistato un terreno di 1.500 mq, ricadente nell’area del Piano Particolareggiato Calcare-Valle S. Lorenzo, insieme all’imprenditore Bruno Carnevali. Terreno poi rivenduto al doppio del prezzo alla Cooperativa edilizia Lorenzo I per 160mila euro. Vista la vicenda della sospetta sanatoria edilizia concessa dal comune a Carnevali nel 2009, non crede di dover chiarire pubblicamente i suoi rapporti con il noto imprenditore del legname?
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TERRENO CEDUTO A CARNEVALI Signor sindaco, lei nel 1993 ha ceLA QUADRIFAMILIARE 6 Signor sindaco, a proposito del terduto all’imprenditore del legname Carnevali un terreno boscato di 1.616 mq in loreno acquistato con Carnevali, calità Tre Colli (uscita su via Barozze) alla come mai lei ha chiesto al suo vicesindaco cifra incredibile di 250mila lire (cioè 125 di realizzare il progetto di una quadrifamieuro). Può spiegare questo fatto? liare su tre livelli di cui uno interrato? Non crede di aver fatto una leggerezza affidanVICENDA CARNEVALI dolo al suo vicesindaco? E come mai, ot4 Signor sindaco, l’imprenditore del tenuta l’approvazione da parte dell’ufficio legname, Bruno Carnevali, ha pre- comunale (31 agosto 2008) ha chiesto sentato una richiesta di sanatoria edilizia sempre a Barbante di realizzare una nuova in base alla legge n. 47/1985 che permette perizia estimativa? Esistono rapporti tra di sanare volumi realizzati entro l’ottobre lei, Barbante e i dirigenti e tecnici della sodel 1983. Dalle foto aeree si è visto che tali cietà Lorenzo I, a cui ha ceduto il terreno? volumi furono realizzati solo a partire dal TERRENO SCAMBIATO 2002, cioè 19 anni dopo il limite imposto dalla legge. Come mai la sua amministra- 7 CON CARNEVALI Signor sindaco, dopo la ristrutturazione il 5 agosto 2009 ha concesso tale sanatoria che ora andrebbe revocata? Come zione dell’ex colonia di via Cavour, doe quando intende procedere in tal senso vendo realizzare una strada di collegavisto che sono passati circa sei mesi da mento con via delle Barozze, la sua quando il consigliere comunale Crestini ha amministrazione, invece di adottare la norma dell’esproprio, ha sottoscritto un portato alla luce la vicenda?
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nostri politici locali sono troppo scaltri, sanno che se peschi nel torbido qualcosa di sporco esce sempre fuori... molto probabilmente è roba loro... perciò tacciono! Il Segno comunque è sempre pronto ad offrirgli lo spazio necessario per le smentite ai nostri articoli, certo… poi dovranno comunque confrontarsi con le risposte e con la realtà dei fatti… per questo amano il silenzio che, appunto, è d’oro, anzi di platino.
10 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPA
VICENDA GALLI Signor sindaco, nel consiglio comunale del 29 agosto 2013 la sua amministrazione ha sostenuto la regolarità dei capannoni realizzati dalla Edilmostra Galli in base alla legge 160/2010 che permette di demolire e ricostruire volumi realizzati prima del 1995. Analizzando le foto aeree, però, si è visto che alcuni di questi volumi furono edificati dopo tale data, addirittura a partire dal 2005. Come mai quelle dichiarazioni che tutto era perfettamente regolare?
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non ci è arrivato mai niente, se non minacce velate, forse una lettera ma nulla di penalmente preoccupante per noi, mentre in paese cresce l’apprensione per la nostra sorte, dai “sentito dire” di denunce, appropriazioni di case, perdite di lavoro, ecc.! Nulla di nulla, ogni nostra uscita porta con sé avvisi di querele e mai una querela vera e propria! I
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VICENDA MORZILLI DETTO UMBERTINO Signor sindaco, nel marzo 2008 venne assassinato a Roma Umberto Morzilli, ritenuto dagli inquirenti un personaggio vicino alla “Banda della Magliana”. Morzilli, attraverso alcune operazioni speculative, aveva acquisito dei terreni in via delle Barozze (ricadenti nel Piano Particolareggiato) per circa 350mila euro, rivenduti, a distanza di pochi anni, a 5,5 milioni di euro, terreni poi sequestrati dalla magistratura. Come mai il consiglio comunale non si è mai occupato della vicenda?
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PRATICA SEBASTIANELLI
10 Signor sindaco, come mai la pra-
tica edilizia riferita all’abitazione del nostro direttore, Andrea Sebastianelli, è stata tirata fuori subito dopo che Il Segno aveva portato alla luce le note vicende (vedi le altre 9 domande)? Chi ha ordinato al suo ufficio tecnico di visionare tale pratica? E con quale scopo?
Anche nel nostro paese il registro delle coppie di fatto! Ma quando? ROCCA DI PAPA
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di Daniela Di Rosa Il mondo cambia in fretta e così i nostri modi di pensare e agire. Cambiano i gusti, le mode, i valori, che sono sì gli stessi di sempre ma modificati, con visioni diverse, la famiglia si è allargata ed è diventata “le famiglie”. Anche in Vaticano se ne sono accorti e corrono ai ripari, non è più possibile penalizzare il divorziato con il divieto della comunione o di un nuovo matrimonio, anche perché, statistiche alla mano, una coppia su cinque ormai si separa e successivamente divorzia. Dunque, se non vogliono perdere fedeli in favore di altre chiese, magari molto più tolleranti e comprensive su quelli che oggi vengono considerati non più “peccati mortali” ma “peccati veniali” devono per forza di cose adeguarsi ai tempi. Quindi, non più “nessuno separi in terra ciò che Dio ha unito in cielo” ma un più prosaico “separate pure in terra ciò che in cielo si sono sbagliati ad unire”. Che poi in fondo è una regola che c’è sempre stata, basti pensare alla famosa “Sacra Rota”, organo del tribunale ecclesiastico per annullare a suon di soldi o per colpa grave (matrimonio non consumato) il sacramento… perciò se un dovere può essere corretto per pochi, una chiesa giusta deve poterlo correggere per tutti. La società attuale, chiamiamola pure moderna, è
Serve un regolamento per il parcheggio Claudio Villa
Un banchetto di raccolta firme
rappresentata da single, da coppie gay, da separati o divorziati, da conviventi, e dalle coppie di fatto… queste ultime da anni lottano per veder riconosciuto il loro diritto di esistere in quanto famiglie come tutte le altre, con gli stessi doveri e gli stessi diritti, primo fra tutti quello di non sposarsi né in chiesa, magari perché non cattolici o appartenenti ad altre forme di culto, né al comune perché, forse, non hanno alcun bisogno di firmare un “contratto” per sentirsi coppia o famiglia. Ora nei paesi più “evoluti”, quasi tutto l’occidente, questo avviene già da tempo, mentre in Italia da anni si tenta di fare una legge che garantisca loro questo diritto (ci siamo riusciti con i figli naturali, equiparati ormai in tutto e per tutto a quelli legittimi). Per il momento in molte città e comuni, anche piccoli, sono stati istituiti i registri delle coppie di fatto, a Rocca di Papa se ne parlò tempo fa, poi come tante altre cose l’argomento è caduto nell’oblìo, non sarà ora di ricominciare a parlarne?
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di Sergio Rasetti Pochi sanno che ci si può iscrivere in una lista di attesa per usufruire di un posto nel parcheggio interrato di piazza Claudio Villa. Si paga un abbonamento davvero vantaggioso: euro 8,00 (otto) per la sosta diurna (ore 8,00/20,00); euro 10,00 (dieci) per quella notturna (ore 20,00/8,00); euro 18,00 (diciotto) giorno e notte per tutto un mese. Diritto a usufruirne per un tempo non definito. Quando ci si iscrive nella lista l’interessato viene informato che non si sa quanto tempo dovrà aspettare per avere il posto richiesto. Bisogna aspettare che qualcuno ne lasci uno libero. Con le cifre richieste sarà difficile che qualcuno dei fortunati lasci di sua volontà e gli aspiranti sono Il parcheggio destinati ad una at- interrato tesa interminabile. Ma il parcheggio costituisce un bene comune, è stato costruito con finanziamento pubblico, quindi la sua utilizzazione non può che essere organizzata sulla base di una rotazione degli utenti. Per questo invitiamo il signor sindaco, l’assessore competente e il relativo funzionario comunale a redigere immediatamente un regolamento per attuarla, pubblicizzare adeguatamente la novità e restituire così fiducia al cittadino attento anche alle questioni di principio. Potrà sembrare soltanto una goccia sottratta al mare delle difficoltà, ma fare le cose giuste può rendere quel mare meno tempestoso. Buona iscrizione nella lista di attesa a tutti coloro che ne hanno necessità. Rivolgersi agli addetti presso il parcheggio. Orario: 11/13 – 16/18 giorni feriali. P.S. Se molti consiglieri comunali non stessero lì soltanto a pestare l’acqua, e i risultati li costatiamo ogni giorno, il problema sarebbe stato già affrontato e risolto nel modo più appropriato. Corso della Costituente, 10 Rocca di Papa
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“Era un servizio utile ai cittadini per questo il comune l’ha chiuso” Un lavoro ben fatto! ROCCA DI PAPA
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di Paola Gatta Tra i cittadini di Rocca di Papa sono iniziati i primi mugugni dopo aver appreso che i numerosi e importanti servizi svolti il sabato mattina dall’ufficio anagrafe, non saranno più espletati. La signora che ci ha scritto, non usa mezzi termini per testimoniare il suo disappunto. “Una volta che c’era un servizio utile per tutti i cittadini, soprattutto per le famiglie che lavorano e che quindi il sabato potevano recarsi al comune per richiedere un certificato, un atto o anche solo per chiedere delle semplici informazioni, è stato chiuso. Sono davvero arrabbiata!”. La sintesi della signora Chiara dice tutto, anche a noi è capitato di passare qualche sabato mattina all’ufficio anagrafe di corso costituente e i cittadini allo sportello erano sempre numerosi, segno che era un servizio che veramente andava incontro alle esigenze dei tanti residenti. L’aspetto più incredibile della decisione presa dall’amministrazione comunale è la motivazione: non ci sono soldi per garantire gli straordinari dei due impiegati che, a turno, garantivano quest’allungamento dell’orario settimanale. Allora viene da domandarsi: ma quanto potevano costare in più questi due dipendenti da costringere il sindaco a prendere questa brusca decisione? Fatti due conti, il costo annuale che il comune dovrebbe sostenere è di circa 5mila euro l’anno, cioè poche decine di euro ogni sabato per un servizio che, come ha scritto più volte la signora Chiara, “era davvero utile”. Viene voglia di ricominciare a fare i conti sui tanti sprechi delle pubbliche amministrazioni, tra cerimonieri, uffici stampa e consulenze varie, ma è ormai chiaro che la distanza fra le necessità e i bisogni dei cittadini e le esigenze di chi ci amministra è abissale, anche perché loro (gli amministratori) se hanno bisogno di un certificato lo possono ottenere in ogni momento men-
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“A metà marzo sono stati fatti dei lavori di sistemazione di alcune strade selciate del centro storico. Un plauso all’amministrazione e una dimostrazione per i cittadini: la riparazione delle buche dove stanno i sampietrini si può fare senza usare l’asfalto.
tre gli altri (i cittadini), soprattutto quelli che lavorano fuori Rocca di Papa, devono prendere un permesso o un giorno di ferie magari solo per richiedere un attestato di famiglia! Facciamo davvero fatica a pensare che 5.000 euro l’anno possano rappresentare per un comune di 17mila abitanti come il nostro, uno scoglio insormontabile tale da chiudere uno sportello prezioso e funzionante nella mattinata di sabato. Ma Boccia non aveva scritto nel suo programma elettorale che ascoltare le esigenze dei cittadini rappresentava una priorità? Caro sindaco, faccia un passo indietro rispetto a questa decisione sbagliata.
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La mamma Paola Cassanelli e il papà Sergio Fondi annunciano il loro augurio alla figlia Sara per aver conseguito lo scorso 11 marzo la laurea in “Scienze dell'educazione e della formazione” con votazione 110 e lode. A Sara e alla sua famiglia vanno anche i complimenti dell’intera redazione del Segno per questo brillante risultato.
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Torneo di burraco Grande successo al centro anziani La sede del centro anziani
Martedì 18 marzo, torneo di burraco al centro anziani, con sedici coppie partecipanti e quindi per otto tavoli in sala. È un gioco, il burraco, in pieno spolvero, la cui pratica seguita ad espandersi. Non troppo sofisticato, con poche regole, si è inserito in quella attività ludica popolare che aiuta a socializzare e fa passare il tempo alleggeriti dalle molestie di giornata. È stata una felice intuizione quella di Dino Ticconi di introdurlo agli Anziani. Una ventata di novità, un approccio alla contemporaneità. Contemporaneità composta da diversi aspetti, tecnologico, scientifico, letterario, artistico, intellettuale, sociologico, dei quali, però, poche, poche sono le persone che con essi vengono a contatto, e ancor più poche quelle che li vivono a pieno. Aver realizzato con la contemporaneità un allaccio, sia pure con un tasto minore, quello dei giochi di società, merita riconoscimento. D’altra parte, l’uomo è interamente uomo solo quando gioca. Non lo affermo io, lo dice Friedrich Schiller, poeta e scrittore tedesco (1759-1805), sul quale sarebbe bene consultare Internet, ma sarebbe ancor meglio leggerlo. La lettura, una delle chiavi della cultura con la visione e l’ascolto, permetterebbe di apprendere che a Schiller si deve il concetto di “anima bella”, che sa far trionfare la legge senza che ciò vada a scapito della
ROCCA DI PAPA L’impegno di Ezio Valente per i giovani roccheggiani
il Segno 16/31 marzo 2014
“Lo sport è il mezzo per parlare ai ragazzi”
di Gianfranco Botti A sottolineare il ruolo educativo della Polisportiva Canarini, venerdì 21 marzo scorso, nella sede sociale al campo sportivo, si è tenuta una conferenza del prof. Aldo Grauso, docente del settore tecnico di Coverciano per La Federazione Italiana Gioco Calcio e psicologo di riferimento della nostra Polisportiva. “Il tema trattato -ci ha detto il presidente Ezio Valente- è stato quello della droga, del fumo e dell’alcool tra i giovani. Un tema inquietante per la diffusione che anche a Rocca sta riscuotendo e per i guasti che procura, ai ragazzi e quindi alle famiglie. Noi -ha proseguito Valente- a contatto giornaliero coi nostri allievi, cogliamo l’evidenza di quanto sta accadendo tra una gioventù cui la crisi spegne ogni entusiasmo e speranza, e sentendoci responsabili, come padri e come appassionati, oltre che della crescita sportiva anche di un’impostazione di vita consapevolmente sana, poniamo, e porremo, ogni attenzione a che tali flagelli non allignino tra noi, e a che il marcio serpeggiante venga isolato e recuperato. Parlare col vostro giornale dell’argomento lo trovo utile per diffondere conoscenza,
cioè allertare quanti ne potrebbero essere coinvolti, e gradita occasione per ringraziare le madri promotrici dell’incontro”. Tanto ha tenuto a dirci un Ezio Valente accalorato e turbato, risultando tanto convincente da non richiedere commento aggiuntivo. Pure, uno noi lo facciamo. Chiamando in causa il sindaco. Perché acquisti considerazione per il ruolo sociale della Polisportiva, unico riferimento attivo per i ragazzi e i giovani locali, organizzato, efficiente, trasparente. E lo incoraggi e lo finanzi. Perché altri settori, non tutti di tanta utilità, trovano sostegno e questo, il più delicato per i soggetti interessati, viene trascurato?
“grazia”, vissuta come armonia fra tutte le forze dell’uomo. E leggere Schiller farebbe apprendere che sua è l’ode Alla Gioia, quella che inizia con: “Gioia, bella scintilla degli Dei, gli uomini tutti divengono fratelli dove dimora la tua dolce ala”, e che, inserita da Beethoven nella sua nona sinfonia, l’ha fatta diventare sublime inno dell’Europa Unita. Vincitori del torneo è risultata la coppia Mario Trinca – Romolo Lucatelli, il quale
Romolo ha così realizzato l’en plein: tre tornei disputati, tre vittorie, confermandosi decisamente “uomo da battere” per le prossime occasioni. Questa è stata diretta egregiamente da Cinzia Del Prete, senza compenso. In un paese con tanti e tante in fila a mani tese ad acchiappare, dare la propria disponibilità senza tornaconto è un merito da sottolineare forte. Gianfranco Botti
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Cultura e
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... dintorni
Il generale Ballatore,
Un’interessante ricostruzione del prof. Introvigne
di Massimo Introvigne Qualche tempo fa, cercando notizie sul generale Carlo Ballatore, mi sono imbattuto in un articolo de «Il piccolo Segno» del 2011 a proposito di una lapide relativa alla disavventura che occorse il 26 settembre 1883 alla coppia di coniugi Carlo e Rina Ballatore a Rocca di Papa, di cui fa memoria una Madonnella recentemente restaurata. I coniugi furono salvati da un drammatico incidente - stavano precipitando in un dirupo con il carro e i cavalli mentre tornavano dalla villeggiatura - dal miracoloso intervento della Madonna del Tufo. Ballatore è un cognome piemontese, non molto comune, e credo ci fosse a quei tempi un unico Carlo Ballatore – tanto più a Roma – la cui moglie si chiamasse Rina, per cui escluderei casi di omoni- Di recente vi è stato un risvemia. glio d’interesse anche per BalIl mio interesse per Carlo Ballatore latore da parte di storici (1839-1920), capitano, tenente e poi ge- dell’arte perché, secondo Elica nerale dell’Esercito, deriva dal fatto che Balla (1914-1993), suo padre sono un sociologo delle religioni, stu- Giacomo Balla (1871-1958) – dioso in particolare di nuovi movimenti uno dei più grandi pittori itareligiosi e spirituali. Carlo Ballatore mi è liani del Novecento, esponoto in questo ambito perché nel 1897 fu nente di punta del futurismo tra i fondatori dell’Associazione Teoso- romano – frequentava a partire fica di Roma, primo nucleo della Società dal 1916 le riunioni teosofiche Teosofica Italiana, branca italiana del del generale Ballatore, presso movimento fondato nel 1875 a New York il quale partecipò pure ad aldall’esoterista russa Madame Helena cune sedute spiritiche. Blavatsky (1831-1891) e dall’avvocato In particolare il quadro di americano colonnello Henry Steel Olcott Balla, di cui esistono diverse (1832-1907), come ponte tra la spiritua- versioni, Trasformazione lità esoterica occidentale e le religioni forme spiriti (1916-1920), riorientali. fletterebbe le teorie teosofiche sulla reinLa moglie di Carlo, Rina Ballatore, era carnazione del generale Ballatore. anche lei conferenziera presso l’Associa- Specialisti di Balla, in particolare Fabio zione Teosofica. Quando la Società Teo- Benzi e Flavia Matitti, hanno mostrato sofica Italiana, fondata nel 1902, fu che l’incontro tra Balla e Ballatore è proscossa da scismi – come babilmente avvenuto prima La madonnella del 1916 (Elica scriveva quella internazionale – “per grazia Ballatore formò e guidò ricevuta” sulla base della sua memoil Gruppo Teosofico di via ria quasi settant’anni dopo) “Roma”, che divenne Frascati e hanno studiato alcune poi parte della scismaopere teosofiche di Ballatica Lega Teosofica Intore e la loro influenza su dipendente Italiana. Balla. Ballatore s’inquadra La Società Teosofica è nella ricerca teosofica e sempre stato un moviscientifica di una quarta dimento relativamente mensione da situare non nel piccolo (conta oggi trentempo ma nello spazio, tamila membri nel tema decisivo per l’arte mondo), ma molto stuastratta e anche per Balla. diato dagli specialisti Scrisse pure sulla radioattiper la sua grande invità, anche qui in chiave fluenza sull’arte moteosofica. derna. Da una mia ricerca nelle biArtisti del calibro di Vasilij Kandinsky blioteche e archivi italiani emerge che (1866-1944) e Piet Mondrian (1872- prima della fondazione dell’Associazione 1944) furono notevolmente influenzati Teosofica di Roma Ballatore scrisse didalle idee della Società Teosofica, cui verse opere militari, insistendo sulla neMondrian era iscritto. cessità di mantenere un alto livello
dalla madonnella alla teosofia
Giacomo Balla Trasformazione forma spirito versione del 1918
morale nell’esercito (Preminenza delle forze morali nella milizia, Candelletti, Torino 1877). Dall’episodio di Rocca di Papa possiamo ricavare che il futuro generale Ballatore aveva una sensibilità particolare per il soprannaturale, anche se sul passaggio da una sensibilità cattolica devota alla Madonna del Tufo a una teosofica (dunque piuttosto anti-cattolica) si dovrebbe ulteriormente indagare.
In mostra le opere di Gabriele Novelli
Il nostro Gabriele Novelli (Noga) esporrà le sue opere presso “La Parisiana - ristorante dei laghi” (km 11,500 di via dei Laghi) a partire dal prossimo giovedì 10 aprile. L’apertura della mostra si terrà alle ore 17.30.
Noga
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STORIE D’OGGI
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L’irresistibile bellezza della Costituzione
Conosciamo la “Costituzione Italiana” nata nel 1948
di Stefano Maria Meconi Cari amici, quella che vorrei proporre a tutti voi a partire da questo numero è una guida all’uso e alla comprensione del funzionamento delle nostre istituzioni. In questo periodo di grande sfiducia nei confronti della politica è necessario capire quali sono i fondamenti dello Stato repubblicano e le regole che ancora oggi, a quasi settant’anni dal referendum del 1946, disciplinano la vita stessa di Parlamento, Governo e compagnia bella. Vorrei fare cosa gradita proponendo alcuni approfondimenti, scevri di qualsiasi condizionamento politico e moralistico, su come funzionano realmente le cose, ricorrendo alle leggi dello Stato e alle mie conoscenze in materia, e sperando così di farvi riavvicinare - almeno in parte - alle nostre istituzioni che, contrariamente a quanto appare, ci sono più vicine di quanto sembri. A tutti, dunque, auguro di comprendere il senso di questa iniziativa, nonché dei suoi contenuti, affinché la conoscenza porti a una vera rinascita dell’orgoglio di essere cittadini, della bellezza di essere Italiani! Buona lettura. Centotrentanove articoli, diciotto disposizioni transitorie e finali. Se fosse solo fatta di numeri, la nostra Costituzione somiglierebbe in tutto per tutto alle sue omologhe europee, ma proprio nei suoi contenuti - tanto spesso, e a torto, vituperati - va ricercata la sua specificità. Frutto di un lavoro durato più di due anni e che ha visto una forte commistione ideologica per cri-
stiano-democratici, comunisti, neo-monarchici e repubblicani, ovvero tutte le anime della nostra Repubblica, il testo definitivo fu approvato il 28 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1 gennaio 1948. La Costituzione si divide sostanzialmente in due parti: la prima (artt. 1-54) elenca diritti e doveri ai quali sono sottoposti i cittadini, mentre la seconda (artt. 55-139) è relativa ai funzionamenti del sistema statale in tutte le sue diramazioni, come avremo modo di
vedere nei prossimi appuntamenti. Articoli 1-12 I principi fondamentali. Lavoro, libertà personale, tutela delle autonomie locali, rapporti con le confessioni religiose, ma anche diritti dello straniero, rifiuto della guerra e conformazione della bandiera. In questa primissima parte si trovano i cosiddetti “principi fondamentali”, ovvero la morale nella quale si basa l’azione dello Stato e che costituisce l’essenza stessa del pensiero repubblicano. Articoli 13-28 I rapporti civili. In questi articoli, i 556 padri costituenti (eletti contestualmente al referendum del 2 giugno ‘46) inclusero una vasta gamma di libertà e garanzie individuali, le prime veramente concrete dall’Unità d’Italia, alle quali soggiacciono ancora oggi i cittadini, e che riguardano, tra gli altri, l’inviolabilità del domicilio e della corrispondenza. Particolare significato rivestono gli articoli 18 e 21, che tutelano la libertà di associazione e manifestazione pubblica (articolo quest’ultimo spesso tirato in causa qualora venga, per ragioni di ordine pubblico, rifiutata l’occupazione del suolo pubblico per manifestazioni, cortei e simili).
Le proteste sbarcano in Brasile, prima i bisogni... poi gli stadi
di Marcello Loisi La manifestazione tenutasi in Brasile durante la Confederations Cup dello scorso giugno ha inaugurato una stagione di proteste che tuttora continuano a tenere alta la tensione in tutto il Paese. L’oggetto delle contestazioni sono i prossimi mondiali di calcio e le Olimpiadi, che si terranno, rispettivamente, quest’anno e nel 2016. Per questi due grandi eventi, sono state stanziate moltissime risorse, pari a circa 27 miliardi di dollari. Il budget disponibile verrà impiegato in parte per l’organizzazione delle competizioni sportive, mentre un’altra – la più sostanziosa – servirà per la costruzione degli impianti sportivi e delle infrastrutture necessarie.
Una giovane brasiliana durante una protesta
Il Brasile, pur essendo una potenza economica ormai affermata a livello globale, continua a trascinarsi dei problemi di carattere sociale molto gravi, come l’alto tasso di analfabetismo (circa il 10%,
con punte fino al 21% in alcune regioni), la cattiva sanità pubblica e la fame, che affligge circa 13 milioni di brasiliani (su 194 milioni di abitanti). Appare naturale, dunque, che ci siano queste
1/Continua
proteste che evidenzino i paradossi di un sistema in cui la costruzione degli stadi viene anteposta ai bisogni fondamentali di una larga fascia di persone indigenti. Le manifestazioni, purtroppo, sono state delegittimate da alcuni gruppi di facinorosi, i quali hanno dato luogo a momenti di disordine e vandalismo. In molte occasioni è intervenuta la polizia che, utilizzando lacrimogeni e manganelli, ha soffocato le contestazioni, ponendo fine a più di un raduno iniziato con le migliori intenzioni. Tra pochi mesi, cominceranno i mondiali di calcio, che rischiano di essere l’ennesima celebrazione di uno sport che non è più tale. Un calcio circondato da montagne di soldi e pieno di inganni, il più grave dei quali sembra essere proprio la promessa del cambiamento, della svolta per quei brasiliani in cerca di un lavoro degno, oggi privati delle parole con le quali urlare al mondo la propria condizione.
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MUSICA e arte
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os nos ciamo i n tri o C
VERSIONE BETA artisti
Oltre alle cover d’autore c’è... di più
In informatica per “versione beta” s’intendono versioni di software “pilota” sottoposte a test per un sempre maggior numero di utenti per verificarne l’affidabilità, l’efficienza e la corretta usabilità ma perché agganciare questo nome per un gruppo di musica che poi in effetti nemmeno propone delle musiche proprie ma si affida a delle cover? Il progetto di questa nuova band roccheggiana formatasi da nemmeno un anno è proprio quello di ricercare fra i brani di cantanti e gruppi italiani meno conosciuti e che magari sono passati più inosservati all’attenzione del grande pubblico, andando a rovistare più fra i lati “B” di un disco piuttosto che riproporre i più celebri lati “A”. Ecco così ad esempio “Lupo solitario Dj” di Marco Ferradini, “C’è tutto un mondo” dei Matia Bazar, “Varsavia” e “I miei pensieri sono tutti lì” di Pierangelo Bertoli, “Le mani” di Eduardo de Crescenzo, “Raggio di Sole” di Francesco de Gregori, “Che cosa hai messo nel caffè” di Riccardo del Turco, “Patrizia” di Eugenio Finardi, “Marinaio” di Gianni Morandi, “Un tempo piccolo” dei Tiro Mancino, “Cara” e “La casa in riva al mare” di Lucio Dalla, “Vai Valentina” di Ornella Vanoni, ecc.. Quello che salta fuori, quando li si ascolta e che via via scorrono i brani, è l’uniformità e la compattezza del sound da sembrare come un corpo unico e quasi scritto dalla stessa mano, per cui le cover assumono una vita propria sorrette da un sound professionale e piacevole con un taglio più country che rock, in cui l’elettrico e l’acustico si fondono in modo pulito e senza sovrapporsi e dove la ritmica scorre attenta e precisa da sembrare quasi attenuata. Il gruppo si forma intorno a Paolo Valbonesi, voce e chitarra acustica, da sempre attento alla canzone d’autore tanto da formare una band, Le Storie Sospese, che eseguivano
di Massimo Onesti
esclusivamente brani di Fabrizio De André mentre anche l’altra passione che coltiva lo porta a formare il gruppo Li mejo fichi del bigonzo con i quali rivisita vecchie canzoni popolari della tradizione romana. Nel 2012 inizia una collaborazione che lo porterà, nella veste di chitarrista acu- Paolo Valbonesi stico, a partecipare a tourné in tutta Italia con i Ladri jazz, pop, rock, fusion, per poi di Carrozzelle, la storica band avvicinarsi alla musica Etnica e formata da ragazzi portatori di New Age. Compositore e arranhandicap. Collaborazione che se- giatore si cimenta in diverse ocgnerà Valbonesi molto profon- casioni anche come bassista. damente, accrescendolo sia dal Nell’ottobre 2009 vince il premio punto di vista umano che profes- “Tohorrorfilmfest” come miglior sionale. colonna sonora e nel gennaio Alla chitarra elettrica e ai cori ab- 2011 compone “Sinergia”, cobiamo Emiliano De Angelis che, lonna sonora di un booktrailer iniziati gli studi musicali di chi- per il thriller noir dello scrittore tarra all’età di 15 anni, si specia- Alessandro Vizzino e attuallizza nello studio della chitarra mente fa parte anche come bassimoderna con i seguenti indirizzi: sta del progetto musicale di cui
faccio parte anch’io dei Saldi di Fine Stagione, band rock-blues che propone pezzi originali. Alla batteria troviamo Robertone Casciotti, musicista di provenienza rock con sconfinamenti nel jazz e che vanta militanze con molteplici gruppi locali e romani e collaborazioni con artisti come Franco Antonucci, come il percussionista jazz Karl Potter, il cantante e attore Harold Bradley Junior e partecipazioni con il coro Unbound Voices Gospel. Al basso negli ultimi tempi si è aggiunto Gianluigi Sebastiani che ha fatto parte di diversi gruppi rock e jazz della scena romana fino a che collabora con Valbonesi già ne Le Storie Sospese. La scaletta dei Versione Beta comunque include anche pezzi originali come “Quante Strade” scritta da Emiliano De Angelis mentre di Valbonesi sono degli omaggi particolari, uno “Lontano lontano”, ispirato alla memoria del cantante Graziano Diadei, nostro compaesano, scomparso da qualche anno e l’altro, “Sotto al cielo de Rocca de Papa”, dedicato proprio a questo nostro beneamato paese che in effetti sembra come lanciare dai suoi viottoli, dai suoi tinelli e dalle sue cantine, fra uno scorcio panoramico e l’altro, dei fremiti sottili ma intensi e vibranti di una sana e sanguigna passione musicale. maxthemeone@yahoo.it
L’inchiostro di Quino e... Mafalda di Gianfranco Botti Decisamente toccante e partecipato il riferimento, tratto dall’articolo “Inchiostro di Quino” (L’Espresso n. 8 del 27 febbraio scorso) che, in quattro pagine, foto, vignette, riassume un incontro con l’umorista argentino, in occasione dei suoi sessant’anni di disegni e dei cinquanta di Mafalda, il personaggio più popolare tra quelli da Quino creati. Mafalda ha venduto ad oggi circa 50 milioni di copie in tutto il mondo: le sue strisce sono state pubblicate in 50 Paesi e tradotte in 20 lingue. “Se Mafalda è ancora così attuale, commenta l’autore, se i problemi a lei tanto cari continuano a parlare alle persone di ogni età, significa che il mondo è sempre lo stesso. Anzi, se qualcosa è cambiato, è in peggio. La guerra continua ad essere sempre da qualche parte. C’è sempre una crisi economica nel nostro Paese, qualunque esso sia. E tutti vogliamo sempre risposte sincere dai nostri genitori, o da chi pensiamo possa farne le veci: lo Stato, la società o la scuola. Continuando ad ottenere delle bugie, più o meno benintenzionate. Solo che non ci sono più padri che hanno le risposte. Insomma, il mondo è sempre più malato e la minestra
Quino e la sua Mafalda
piace sempre meno ai bambini”. E l’intervistatrice conclude: Un Quino sanguignamente innamorato dei suoi personaggi, nei quali, sebbene declinati in modi diversi, il lettore ritrova lo stesso sguardo acuto e implacabile, la stessa lucida capacità di denunciare l’universale stupidità umana attraverso singole scene, mai troppo legate alla contemporaneità. E con la sua maestria le trasforma in EXEMPLA senza tempo. Si sorride sempre, ma nella bocca resta quel retrogusto amaro dato dalla consapevolezza che, in fondo, i suoi personaggi siamo tutti noi. Ieri come oggi.
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di
Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani
Caro Renzi...
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di Camilla Lombardozzi Depenalizzare il consumo di droghe. È quanto emerge come indicazione da un documento di ventidue pagine dell’UNODC, l’ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe e sul crimine, presentato il 14 marzo scorso a Vienna. Sembrerebbe infatti che gli obiettivi posti dall’ONU per una lotta mondiale contro la droga, recepiti nell’art. 75 del DPR 309/90, che prevedeva la possibilità di applicazione da parte delle prefetture di sanzioni amministrative (sospensione della patente di guida, della licenza di porto d’armi, del permesso di soggiorno o del passaporto) non siano ancora stati raggiunti dopo tanti anni. Per questo l’unica forma efficace potrebbe essere appunto quella della depenalizzazione del consumo di stupefacenti. Ciò permetterebbe uno sgombero delle carceri, in quanto gli individui facenti uso di droghe sarebbero accolti in strutture adeguate in cui inizierebbe il loro normale processo di riabilitazione. Dal documento dell’UNODC si evince inoltre che dal 2009, anno in cui l’ONU aveva fissato i termini per una lotta contro il consumo degli stupefacenti, la richiesta a livello mondiale di droghe non abbia subito sostanziali cambiamenti; nonostante, il mercato
di cocaina, eroina e cannabis abbia subito una leggera contrazione per quanto concerne il giro d’affari, l’arrivo sulla piazza di nuove droghe, come la krokodil, gli stimolanti sintetici, o la droga cannibale ha vanificato i tenui miglioramenti avvenuti sul campo. Stando alle stime riportate dall’ONU, il 5% della popolazione mondiale fa uso di droghe leggere e pesanti, che equivale, in termini di vite umane, ad una perdita ogni anno di circa duecentodiecimila persone. Secondo le dichiarazioni di Yuri Fedotov, direttore dell’UNODC e secondo i trattati dell’ONU, introdurre forme di depenalizzazione per l’uso di stupefacenti, porterebbe solamente ad un perseguimento non più a livello penale dell’individuo ma ad una riabilitazione in centri specializzati. Inoltre depenalizzare l’uso di droghe non porterebbe ad una legalizzazione della droga, né ad un uso ricreativo, se non per fini terapeutici. Benché l’ONU non abbia voluto rilasciare commenti in merito a questo nuovo documento che, se considerato adeguato, potrebbe essere approvato a Vienna, secondo alcune fonti diplomatiche specializzate nella politica contro le droghe, si tratterebbe della prima volta in cui l’organizzazione delle Nazioni Unite manifesta espliciti riferimenti alla depenalizzazione.
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Un po’ di carne
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Il cuneo fiscale s’ha da tagliare, dicono in coro quelli che sanno. Per uscire da questa maledetta crisi occorre restituire capacità competitiva alle imprese e capacità di spesa a chi lavora. Tagliare Irap o Irpef, questo il problema. Il Premier taglia la testa al toro e: «Mi ci gioco la faccia, mercoledì taglio le tasse di dieci miliardi e andranno tutti alle famiglie […] sono soldi che entreranno nelle busta paga degli italiani». Giusto? Giusto, se la crescita si fa con la spesa, meno con la produzione, quella delle famiglie ne fa il 60%. Ah, beh, allora se sgravio ha da essere che sgravio Irpef sia, altro che Irap! Sgravati non a tutti però, solo a quelli che hanno meno perché sono quelli che spendono di più. Perché la manovra funzioni, spiegano i tecnici del settore, il taglio deve essere «senza precedenti» ma soprattutto deve garantire che, chi troverà il bonus sulla paga, lo spenda e non lo lasci nel cassetto. La questione è ben chiara al governo che intende concentrare gli sgravi sotto i 25 mila euro lordi di stipendio annui. In questo caso il ragionamento che si sbircia nei documenti non ufficiali dice che la propensione a spendere cresce con i redditi più bassi. Giusto allora concentrare la misura sui più poveri. Le simulazioni dicono che, se il bonus si concentrerà sui redditi fino a 15mila euro, si potrebbe arrivare a 80 euro al mese per famiglia. Oltre le simulazioni però ci stanno i fatti. Ecché fatti, questi: Il reddito disponibile delle famiglie italiane nel 2013 torna ai livelli di 25 anni fa. L’Ufficio Studi di Confcommercio evidenzia che, proprio lo scorso anno, il reddito disponibile risulta pari a 1.032 miliardi di euro rispetto ai 1.033 del 1988. Nel solo 2012, a fronte di una flessione del prodotto interno lordo del 2,4%, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 4,7%. Incrociati i dati chi può, con ragione, supporre che quel gruzzolo che si intravede dato a famiglie mal messe possa essere in grado di compensare quegli smilzi redditi? Premier, la prego, non ci provi: le scaltrezze hanno le gambe corte.
Depenalizzare le droghe la strada più efficace PAGINA APERTA
di Marcello Loisi In passato, il consumo di carne era un privilegio riservato ai ceti più ricchi, i quali ostentavano la loro posizione economica e sociale con banchetti che, quasi sempre, avevano come protagonista un animale ben cotto e in bella mostra sul desco. Però la carne è indispensabile anche per coloro che non se la possono permettere. Per questo, le classi meno agiate hanno sempre cercato di assicurarsi la loro razione – seppur minima – a volte considerata talmente importante da scatenare propositi sovversivi, in aperto contrasto con le politiche alimentari di re e governi
(come accadde in Polonia tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso). Ovviamente, la carne non è solo una fondamentale fonte di sostanze nutritive, ma soprattutto un simbolo e tale considerazione può essere utile come chiave di lettura per interpretare i dati forniti da un interessante sito Internet. Il World Clock (http://www.poodwaddle.com/Stats/) è un contatore – costantemente aggiornato – di alcune statistiche inerenti le attività umane, come le nascite, la mortalità, l’economia e l’alimentazione. In quest’ultima sezione, è ben evidente la classifica degli alimenti più consumati, tra i quali spiccano le carni, prima fra tutte quella di pollo. Secondo questi dati, i polli macellati nell’ultimo anno ammontano alla spaventosa cifra di 60 miliardi, ai quali si affiancano gli altri miliardi di suini, bovini, equini, ecc.
Inoltre, i numeri sono in continuo e vertiginoso aumento. Stando a queste cifre, sembrerebbe che il consumo di carne sia sufficientemente diffuso da sfamare la popolazione mondiale, ma tali dati nascondono diseguaglianze, disastri ambientali e violazioni dei diritti dell’uomo e degli altri animali. Tutto questo in nome di un simbolo – la carne – del quale i Paesi “sviluppati” non riescono a fare a meno. Non si tratta di eliminarla dai nostri piatti, bensì di diminuire i consumi ingiustificati e spesso nocivi, riacquistando il vero valore di questo cibo, partendo da quello ancestrale del sacrificio dell’animale alla riscoperta della festa che dovrebbe essere mangiare la carne.
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di Annarita Rossi A Roma in Via Nazionale ci sono dei punti ben precisi dove ad ogni ora del giorno lo sguardo non distratto del passante può notare gli stessi individui seduti a terra, in un preciso piccolo angolo di mondo che hanno fatto loro, dove difficilmente stanno da soli, a fargli compagnia molto spesso c’è un cane con accanto una ciotola di cibo ed un piattino con qualche spicciolo. Alcuni giorni fa, in quella via e al solito posto, c’erano sempre loro due a terra, l’uomo ed il suo grosso bel cane color crema. Il cane con le zampe anteriori sulle gambe dell’uomo, il quale, con la testa abbassata se ne stava accovacciato sul muso del cane in un abbraccio soporifero che riparava entrambi dal freddo di quel pomeriggio. I senzatetto, tanti, troppi su questo pianeta... ma talvolta il destino riserva una qualche àncora di salvezza anche ai meno fortunati. A Londra un incontro incredibile trasforma così due vite terribili in una storia a lieto
La vita in (20) lettere
TEMI D’OGGI
La storia di James e Bob
fine. James, un ragazzo londinese di genitori divorziati emigra in Australia per poi, dopo alcuni anni, tornare a Londra come musicista ma le cose non si mettono affatto bene e James diventa un senzatetto. Per dieci anni dorme nelle strade e negli ostelli per senza dimora ma la sua vita è un precipitare verso l’inferno quando inizia a far uso di eroina. In seguito però qualcosa cambia e James inizia a suonare durante il giorno per le strade chiedendo l’elemosina mentre segue un programma di disintossicazione con il metadone. Una sera poi mentre rientra a casa trova un bel gatto rosso ma molto malato che si era rifugiato in quel condominio. Pensa che il gatto possa ap-
di Enea Trinca
Z
Un diverbio tra il pane e i pesci inevitabilmente finisce sempre in ZUPPA.
La musica che non vorrebbe sentire mai un tacchino è il suono dello ZAMPOGNARO.
Chi va con lo ZOPPO impara a zoppicare ma, per entrambi, non sarebbe meglio il contrario?
Siamo IN...ZZATI perché il governo ha aumentato la tassa sulla prima casa... pensate: come potrebbe essere per una rondine che ne fa una ogni anno?
Per noi umani la lettera ZETA non dovrebbe significare la fine del vocabolario ma l’inizio di un’altra storia.
il T o c c o
di Ermanno Gatta
partenere a qualche altro condomino ma non è così e nonostante James non abbia sufficiente denaro neanche per se porta il gatto in un centro veterinario che se ne prende cura. Una volta curato, lo lascia libero in strada ma il gatto lo segue, così James decide di prenderlo con sé e lo chiama Bob. Entrambi viaggiano sugli autobus e presto diventano un duetto che incanta le piazze. James inizialmente suona la sua chitarra con accanto il suo amato gatto poi prova anche a vendere i giornali portando in giro Bob sulla sua spalla. Il duo riscuote successo persino su YouTube in quanto i turisti che accorrono numerosi per vedere i loro spettacoli diffondono vari filmati rendendoli nel loro piccolo due personaggi famosi tanto da ispirare James a scrivere un libro divenuto best seller dal titolo “A street cat named Bob” (Un gatto di strada chiamato Bob), che poi lo porterà a scrivere e pubblicare un altro libro divenuto il seguito. James che ormai ha superato completamente la sua dipendenza dalla droga, attribuisce tutto il suo successo e la serenità ritrovata senza ombra di dubbio al suo inseparabile amico Bob.
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L’angolo della psicologia
A cura della Dott.ssa Bruna Benelli
Il Grande Fratello
È ritornato il Grande Fratello per la gioia dei telespettatori con propensione voyeuristica. Per coloro che non sapessero che cos’è il “voyeurismo”, preciso che si tratta di una preferenza per l’eccitamento e la soddisfazione sessuale ricercata attraverso la modalità visiva, che consiste nello spiare a loro insaputa, persone che si spogliano o intente a fare l’amore. Il voyeurismo viene considerato una parafilia, ossia una forma patologica di sessualità, quando diventa l’unica forma di soddisfazione sessuale ricercata e raggiunta dal soggetto. Ovviamente ho esagerato appositamente, per farvi rendere conto che sono trasmissioni come questa che ci hanno portato a improntare la nostra vita all’apparire e non più all’essere. Quel famoso quarto d’ora di celebrità di cui parlava Andy Warhol non basta più a nessuno… Adesso ci sono i cellulari che riprendono tutto e tutti, ora non sono solo le persone famose ad essere sorprese mentre stanno a cena con chicchessia, ma anche il vicino di casa! Ormai dovunque andiamo, ci sono migliaia di occhi puntati su di noi e questo, invece di spaventarci, ci spinge ad apparire sempre migliori. Si moltiplicano pure le trasmissioni dedicate alla bellezza, ma non a quella attribuita dalla natura. E diamo un calcio alla sana autostima! Perché dire ai nostri pazienti di amarsi, di accettarsi così come sono, magari ci vorrà un anno, meglio un’operazione per raggiungere risultati in tempi più brevi… Anche se dopo ripetute operazioni, ci ritroviamo le facce di plastica… Tutto ciò mi ricorda un film “La morte ti fa bella”, girato come una semplice commedia, ma carico di significati. E non ci piace soltanto sapere tutto degli altri, ma anche dire tutto di noi stessi, fotografarci (i selfie) e postare le nostre foto su Facebook. A questo punto ritorna il Grande Fratello, ma non quello della trasmissione, quello che ci controlla tutti e presto arriverà, come è stato già annunciato, a inserirci dei microchip sotto la pelle. dottoressabenellibruna@virgilio.it
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senza età Foto di Paola Rufini
Lo spirito di Rocca Testo di Alessia Tino
Capita molto spesso che mi lasci sommergere e riempire dalla bellezza che ogni angolo di questo paese regala alla mia sensibilità. Giorni fa, per l’ennesima volta, mi sono soffermata ad ammirare il murale “Lo Spirito di Rocca di Papa”, realizzato nel 2011 da Danira Sciamplicotti con l’aiuto della figlia Clementina Vittucci, quello che, scendendo da via Mazzini, appare frontalmente in tutto il suo fascino e in una magica esplosione di colori. Quel volto solenne, che sembra appartenere a una Dea, ma, che al tempo stesso, trabocca di umanità, mi ha risucchiata nel vortice delle quattro stagioni della vita in cui è stato artisticamente sezionato e rappresenta i vari abiti e accessori con cui Rocca si veste durante l’anno, nel continuo ripetersi del tempo. A occhi chiusi sembra respiri i profumi di ogni stagione, come a voler dire che tutte le fasi della vita vanno respirate a pieni polmoni, hanno un odore specifico da incamerare nella testa e nel cuore. Le labbra, intense di emozioni, accennano un sorriso la cui delicatezza mi fa pensare a petali mossi dalla brezza primaverile, oppure al sole che lento si tuffa nel mare al tramonto, o, ancora, a rugiada su foglie rosse, a soffice neve tra le mani. Il capitello di una colonna ionica che sfuma nella parte inferiore, sostiene con estrema grazia, il dolce peso dell’avvicendarsi di primavera, estate, autunno, inverno che, in quest’opera,
convivono in perfetto equilibrio. Cambiano i colori, gli elementi, perfino la capigliatura, le sensazioni, ma, tutto è in perfetta armonia, non c’è interruzione emozionale e il sole e la luna, in un unico grande cerchio, sono la fonte da cui vita e morte prendono luce. Lo spazio dedicato alla primavera è quello più ampio, caratterizzato dai colori pastello propri dei sogni, della spensieratezza, della gioventù. Il cielo assume diverse sfumature. I capelli fluttuano nell’aria morbidi e leggeri intrecciandosi a giovani foglie, a pervinche, che qui a Rocca imperversano, e accostandosi a bianchi narcisi che ricoprono “le prata”, ai profumatissimi fiori pollini e ai rigonfi e penduli “svringuli svranguli”. L’estate prende la parte centrale del volto, i capelli luminosi color del grano, si stagliano verso l'alto, e le colline (sulle quali si intravede una lontana Rocca di Papa) si colmano del verde splendente della speranza. Il mento sem-
bra appoggiarsi su sottili tronchi di alberi. Frutti tipici partoriti dalla terra durante l’estate, simboleggiano l’età fertile. L’autunno è la sezione più piccola, i rami degli alberi divengono rughe sul volto che perde lucentezza. L'arancione, il rosso del tramonto e il blu-viola dell'uva sono i colori predominanti. La stessa foglia che nella parte dell'estate è vivida, qui, perde d’intensità. L’inverno ricopre buona parte del murale, grande quasi quanto la primavera. I capelli si appesantiscono, non vibrano nell'aria, ricadono verso il basso. I rami, ormai del tutto secchi, sono come vene di un cielo monocromatico, di una vita più scarna, scheletrica, ma, la castagna, che prepotente salta agli occhi, si offre di gridare che niente è perduto, che ancora c’è un gusto tutto da assaporare. A far da cornice a questa meravigliosa opera, le emozioni che suscita in ognuno di noi.
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PENDOLARI E DISSERVIZI COTRAL Sono una pendolare di Rocca di Papa da svariati anni, e sono stufa di sentirmi un utente di serie B. Alle soppressioni di corse varie fra Rocca e Roma e viceversa adesso si é aggiunto un altro problema. Sono diverse settimane che il tabellone degli orari di partenza dalla banchina n.5 é perennemente spento. Gli orari bene o male li conosciamo, il guaio é che il tabellone serve anche a segnalare le varie corse soppresse e senza informazioni rischiamo di metterci le radici in attesa del prossimo autobus o dobbiamo fare le corse e an-
dare giù di sotto. Roberta Zitelli
A PROPOSITO DI EDILIZIA SPONTANEA La – bravata – di aver speso 250.000 euro per una strada presentata come pista ciclabile ai Campi d’Annibale sta dando i suoi frutti. Lungo il suo percorso crescono case come funghi. Una corsa inarrestabile che costerà milioni a tutti i cittadini di Rocca di Papa perché quelli che abiteranno quelle case vorranno i servizi senza avere prima pagato quello che pagano tutti quelli con le case regolari. Al momento nessuno sa se quelli che già ci abitano i
servizi li pagano o sono uccel di bosco per le casse comunali. Il mormorio di chi paga tutto profumatamente sta diventando assordante ma l’intera giunta comunale ha messo i tappi di cera e non ascolta nessuno. Conta ancora sul fatto che i rocchiciani credono di farsi i fatti loro lasciandoli fare e nessuno si incazza davvero. Quanto durerà questa situazione? Fino a quando qualcuno della legge si decide a intervenire? Speriamo che sia presto perché sembra proprio che non ci sia altro rimedio. Spero che il piccolo Segno pubblicherà questa mia perché i problemi non sono soltanto quelli già
scritti sui numeri passati. Qui il problema è che si lasciano fare i piccoli così si coprono meglio quelli che la fanno grossa magari con le carte timbrate. Lettera firmata
ANCORA SUL CANE PRESO A BASTONATE Ho letto l’articolo sul cagnolino preso a bastonate dopo essere stato colpito con dei pallini. Sarà stato il solito bastardo vigliacco che se la prende con chi è indifeso e, come sempre, nessuno vede niente. Mi date notizie del cane, se sta bene? Lettera firmata