Il Segno marzo 2015

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il

Segno

...quello che gli altri non scrivono...

quindicinale indipendente

www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it Facebook: Il Segno di Rocca di Papa

Credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere

Enzo Biagi

La politica si rimette in moto

Anno XIV, n. 3 - 1/31 marzo 2015

I primi passi Arriva della comu- il libro nità romena di Lilith A pagina 24

Di Rosa

A pagina 25

Parcheggio Carpino

Si continua a indagare

Al Belvedere un luogo tutto da scoprire

A pagina 21

Alle pagine 16, 17, 18 e 19

Lorenzo Romei

Campi d’Annibale

Pro Loco multata

A pagina 9

A pagina 15

Canoni concessori

Italgas ricorre ilcomunetrema A pagina 10

A pagina 23

Concorso del 2009

«Ecco perché Il comune mi dimetto da si accorda segretario dei malgrado giovani Pd»

A pagina 7

Il comitato senza sede

Mannuzzo

Il “Museograntour” inizia da Rocca di Papa con Luigi Pirandello

A pagina 13

A un anno dalla sua elezione a segretario dei giovani democratici, si dimette Lorenzo Romei e, in questa intervista, spiega le sue ragioni.

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Anna, Annarita, Roberto, Paola, Rossana, Fabrizio, Giorgia, Rutigliano, Claudio, Milvia, Orofino, Luigi, Maurizio, Gianfranco, Renato, Antonello, Emanuela, Tiziana, Jessica&Davide, Bruno, Milvia, Renato, Bruna, Paola, Orlando, Fiammetta, Luigi, Alessandro, Ilaria, Omero, Cristina, Laura, Elisa, Laura, Francesca, Diego&Pino, Sandro, Paolo&Alberto, Nadia, Italia, Eliza, Bruna, Marcello, Vincenzo, Anna, Gabriele, Camilla, Rosa, Florentina, Mauro, Enea, Franco, Riccardo e Silvia.

la sentenza del TAR A pagina 5

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Noi stiamo dalla parte dello scrittore

Erri De Luca

sotto processo per le sue parole sul progetto TAV

il

Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

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REDAZIONE Mauro Artibani, Bruna Benelli, Federico De Angelis, Giulia De Giorgi, Daniela Di Rosa, Laura Fico, Mario Gabbi, Paola Gatta, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Toshi Kameda, Marcello Loisi, Camilla Lombardozzi, Loredana Massaro, Noga (Gabriele Novelli), Massimo Onesti, Florentina D. Pagnejer, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Roberto Sinibaldi, Sandro Tabellione, Francesca Torino ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Ciampino Via Firenze, 21 Ciampino (Rm) Tel. 06-7960205

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ATTUALITÀ

il Segno - marzo 2015

I contributi pubblici a favore di tre quotidiani italiani

In 24 anni hanno incassato oltre 264 milioni di euro

di Silvio Martini Un’inchiesta del Fattoquotidiano.it ha messo in luce quella concessione di finanziamenti da parte dello Stato che finisce sotto la voce di “contributi alla stampa”. Il quadro emerso è non solo desolante ma addirittura inquietante perché una stampa che percepisce soldi (e quanti soldi!), corre il serio rischio di auto-censurarsi di fronte al potere in carica. L’inchiesta a puntate del Fatto, al momento ha scoperchiato gli incassi di tre quotidiani: L’Unità, La Padania e Il Foglio di Giuliano Ferrara (che da circa un mese ha lasciato la direzione). Soltanto questi giornali, dal 1990 al 2014, sono costati alle nostre tasche circa 264 milioni di euro (vale a dire 500 miliardi delle vecchie lire). Una cifra abnorme che, se messa in relazione alle copie effettivamente vendute in edicola, non trova confronti in nessuna de-

mocrazia. Il quotidiano fondato da Gramsci (L’Unità) per ben 24 anni ha incassato ogni mese un assegno di 500 mila euro di contributi pubblici; La Padania (quelli dello slogan: “Roma ladrona” di cui nessuno sembra più ricordarsi) per 17 anni ha ricevuto 300 mila euro al mese dallo Stato; più parsimonioso Il Foglio di Ferrara che dal 1990 al 2014, a

fronte di poche migliaia di copie vendute in edicola ogni giorno, si è “accontentato” di 250 mila euro mensili. Il punto, però, è proprio quello che evidenziavo all’inizio di quest’articolo: una stampa pagata e strapagata dallo Stato, che quella stessa stampa dovrebbe in qualche modo sorvegliare, è garanzia di indipendenza per i lettori? Crediamo proprio di no.

L’inchiesta su Mafia capitale ha portato alla luce il business degli abiti usati

Che paese è quello in cui se metti in un cassonetto un abito convinto di dare conforto ai poveri finisci per finanziare la camorra? Al centro dell’inchiesta “Mafia capitale” sono finiti il boss vicino alla camorra, Carminati (ex banda della Magliana) e Buzzi (condannato per omicidio, in carcere dall’80 al 92). Personaggi ai quali la politica di Roma e non solo aveva assegnato un titolo di affidabilità. Dall’inchiesta risulta, tra l’altro, che avevano messo le mani sul riciclaggio di abiti usati. Finti bandi di gara o commesse dirette che assegnavano il lavoro ad alcuni discriminando vere cooperative sociali che danno lavoro a persone in situazioni di svantaggio. Alcune di queste cooperative sono vittime di incendi dolosi e minacce che rendono molto difficile il loro lavoro e ora corrono il rischio di essere dipinte come facenti parte di un sistema criminale messo in piedi per sfruttare l’affare dell’abito usato che avveniva tramite la falsificazione dei documenti di igienizzazione, trasporto e spedizione all’estero che fruttava incassi milionari. La questione, che deve essere chiarita al più

presto perché le cooperative in regola possano ritornare a svolgere l’importante lavoro con serenità, deve essere analizzata sotto il profilo giudiziario, quello politico e della responsabilità dei singoli politici. I singoli politici devono spiegare ai giudici come è possibile che la malavita agisca tranquillamente sotto i loro occhi; i partiti politici devono spiegare all’opinione pubblica come mai finiscono per essere rappresentati nelle istituzioni da tanti uomini e donne che, quando non c’è intenzione, se la fanno fare sotto il naso. In entrambi i casi devono fare soltanto una cosa: mandarli a casa. Il sognatore


ATTUALITÀ Il video delle immagini diffuso dal sedicente Stato islamico

il Segno - marzo 2015

Un patrimonio mondiale ridotto in mille pezzi

di Francesca Torino Qualche giorno fa a Mosul, nel nord dell’Iraq, alcuni jihadisti del sedicente Stato islamico, hanno distrutto con martelli e trapani delle antichissime statue assire risalenti al VII-IX secolo a.C. Sul Web – dalla cosiddetta rete del terrore – hanno, poi, diffuso il video con le immagini che immortalano questo tragico evento. Già qualche settimana fa, dei militanti hanno arrestato il proprietario di una delle librerie più antiche della città con l’accusa di vendere libri cristiani. A giugno hanno distrutto migliaia di manoscritti e volumi antichi provenienti da biblioteche pubbliche e private, sempre con l’imputazione di essere «libri che incitano all’infedeltà e invocano la disobbedienza a Dio». In questo momento sono molti

i siti archeologici deturpati e demoliti dall’odio verso la cultura e la storia. Li chiamano “idoli proibiti” e in quanto tali, secondo loro, devono scomparire tra le fiamme e ridursi in macerie. Sembra quasi di tornare indietro di qualche secolo, alla censura ecclesiastica, ai diversi Indici redatti, all’Inquisizione Molte personalità hanno

espresso il loro sdegno di fronte alle scene girate e agli atti compiuti dall’Isis. L’intellettuale Azhar Alwakil sostiene che i jihadisti «vogliono lasciare il nulla dietro di sé», mentre un docente di storia dell’Università di Mosul afferma che il loro intento è quello di distruggere i simboli della città e le sue radici culturali per poterla cambiare.

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Altri si appellano alle ambasciate irachene di tutto il mondo affinché difendano il patrimonio culturale della Mesopotamia. Importanti, anche, le critiche mosse dalle comunità musulmane stesse che ribadiscono il loro dissenso per quanto sta accadendo, condannando duramente i militanti dell’Is. Oltre a macchiarsi del sangue di moltissimi innocenti, ora si stanno sporcando le mani anche di crimini contro l’intera umanità rappresentata dalla cultura stessa, dalla sua storia, la loro come di noi tutti. Sì, perché conoscere ciò che fa parte del nostro passato ci aiuta a non dimenticare chi siamo, quali sono le nostre radici, la nostra identità. Un valore che, forse, questo gruppo di persone ha perso da tempo o è vissuta senza sapere quale fosse, per colpa di altri popoli o Stati ritenuti più potenti e moderni, della politica, dei continui e rapidi cambiamenti della società attuale. In tale contesto, la religione potrebbe rappresentare l’unico legame con ciò che furono e sono, la loro identità culturale, che viene, però, ripetutamente snaturata della sua reale essenza divenendo uno strumento della violenza e dell’odio. Anche questo è un annullare sé stessi.


AMBIENTE

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tempi moderni

il Segno - marzo 2015

22 marzo, la giornata mondiale dell’acqua

di Roberto Sinibaldi

Il 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per celebrare un bene insostituibile del quale è vitale garantire la sicurezza. Il territorio dei Castelli Romani, con i suoi 350 mila abitanti, è densamente popolato e nel contempo rappresenta un sistema chiuso dal punto di vista territoriale, visto che si tratta di rilievi collinari circondati da pianure, senza fiumi o acquiferi di una certa importanza. In questo territorio sono stati censiti circa 40.000 pozzi, ma le stime dicono che ne esistono almeno altri 40.000 “spontanei” (ovvero abusivi). In totale quindi i pozzi sono una quantità tale da rendere assai difficile la protezione delle falde. Falde che negli ultimi anni sono in costante calo. I campanelli di allarme in questo senso squillano da tempo: progressivo essiccamento delle fonti dall’alto in basso nei crateri dei laghi (Albano e Nemi); necessità di andare a captare acqua sempre più in profondità (fino a 400 metri al Vivaro), acqua che in questi casi è la cosiddetta acqua perenne, ossia quella di falde che non si ricaricano con le acque meteoriche, ma che sta molto in profondità e una volta pompata in superficie si ricreerà con tempi geologici; e ancora, carenza di acqua in alcuni comuni castellani, con limita-

È necessario garantire sicurezza e qualità delle risorse idropotabili

zione oraria dell’erogazione. In queste condizioni l’acqua, che – è bene ricordarlo – è una risorsa finita e insostituibile per la nostra vita, non può che essere gestita con molta oculatezza. La giornata mondiale dell’acqua ci ricorda questa necessità. Chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti è una pratica insignificante per quanto riguarda i consumi, ma fondamentale dal punto di vista culturale, e quindi è op-

portuno farlo. Ma veramente essenziale è la gestione del territorio in relazione alle disponibilità di acqua. Si potrebbe dire, ad esempio: si possono fare nuove case solo se – prima – è dimostrato da dove si prende l’acqua in quantità sufficiente per i nuovi abitanti. In condizioni di carenza idrica, una delle prime cose da fare, infatti, dovrebbe essere uno stop a nuove costruzioni. Elementare!

“Privati del patrimonio”, il nuovo saggio di Montanari

Già il titolo è tutto un programma: “Privati del patrimonio”. Si tratta di un libro scritto dallo storico dell’arte Tomaso Montanari che fa il punto sul ruolo, sempre più determinante, che i privati giocano all’interno della tutela e della conservazione del vasto patrimonio ambientale, storico, archeologico e architettonico dell’Italia. Un saggio che mette in luce anche i rischi che una politica di questo tipo può provocare nella salvaguardia delle opere d’arte diventate ormai una sorta di valigia, pronte a spostarsi da una regione all’altra o da una naziona all’altra, magari soltanto per arredare qualche convegno o qualche sfilata di moda. Un utilizzo che, di fatto, priva i cittadini di un diritto: quello di godere del proprio patrimonio pubblico. Stesso discorso per l’ambiente e il paesaggio, beni chiari, visibili, eppure soggetti all’indiscriminata “rapina” da parte di costruttori e cementificatori che, spesso in combutta con la politica, ne fanno quel che vogliono. Il libro di Montanari è anche l’occasione per riprendere quel filo rimasto appeso per troppo tempo, incentrato su ciò che vogliamo farne dei beni pubblici visti ormai unicamente come modo per produrre denaro. (L.S.)

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il Segno - marzo 2015

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 gennaio 2015 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 16.881 (maschi 8.327; femmine 8.554). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.376*

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Assunzioni,nonsapremomai se il concorso è stato trasparente *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Il comune si accorda con la ragazza che aveva presentato ricorso e la assume

di Andrea Sebastianelli Non sapremo mai in modo inequivocabile se il concorso indetto dal comune di Rocca di Papa nel 2009 per la copertura di 4 posti nel settore amministrativo, sia stato regolare o meno visto che la giunta Boccia ha rinunciato al ricorso al Consiglio di Stato dopo la sentenza di annullamento disposta dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) circa un anno fa. L’amministrazione si è infatti accordata con l’unica candidata che aveva deciso di rivolgersi alla giustizia, e dallo scorso 3 marzo è stata assunta in seno all’ufficio tributi di corso Costituente. Ma ricostruiamo l’intera vicenda di questo concorso che, terminato il 31 marzo 2009 con la prova orale, vide una delle candidate, Beatrice Lulli (poi classificatasi al nono posto), ricorrere al TAR del Lazio lamentando una serie di violazioni, tra cui l’“illogicità nell’attribuzione dei punteggi”, sia per quelli assegnati dopo la prova orale sia per quelli relativi ai titoli. Ma l’aspetto più grave riguardava “l’illegittimità dell’operato della commissione di concorso per avere proceduto alla valutazione dei titoli dei candidati successivamente alla correzione delle prove scritte, in violazione dell’articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994”. Le irregolarità evidenziate dalla Lulli erano così gravi e fondate che il TAR non ha potuto fare altro che accogliere il ricorso, decretando quindi l’annullamento del concorso stesso non avendo, la commissione, garantito “l’imparzialità, il buon andamento e la trasparenza dell’azione amministrativa” (così è scritto sulla

sentenza). In un paese normale il sindaco avrebbe fermato tutto per fare chiarezza e invece, dopo la sentenza della seconda sezione del TAR, il comune ricorre al Consiglio di Stato, pagando allo studio legale incaricato un fior fiore di parcella. Ma ora, forse temendo che anche l’organo superiore di giustizia amministrativa possa confermare le gravità già evidenziate dal TAR, che cosa fa l’amministrazione comunale? Assume la giovane Lulli, mettendola sul groppone delle tasse dei cittadini, e rinuncia al ricorso al Consiglio di Stato (resta l’avvocato da pagare, circa 20.000 euro tra TAR e Consiglio di Stato, ma tanto ci sono sempre loro, i contribuenti). Tutto risolto quindi? Secondo noi no perché i cittadini hanno il diritto di sapere se il concorso del 2009 è stato truccato oppure no, visto che il TAR il 22 gennaio 2014 (sentenza n. 786) ne ha decretato l’annullamento riscontrando gravi irregolarità. Ma non è finita perché avendo, lo stesso Tribunale Amministrativo, riconosciuto che i punteggi assegnati a tre dei quattro vincitori andavano

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rideterminati al ribasso, questo avrebbe dato vita a una nuova tabella, diversa da quella decisa dalla commissione. Oltre alla Lulli (classificatasi nona) e ai quattro vincitori, altre persone hanno partecipato a quel concorso piazzandosi prima della stessa Lulli o subito dopo. Se avessero fatto tutti ricorso al TAR che cosa avrebbe fatto il comune di Rocca di Papa? Avrebbe fatto una vagonata di assunzioni? La decisione di assumere una quinta persona partecipante a quel concorso ha tutta l’aria di un risarcimento e appare evidente che l’amministrazione Boccia con questo

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atto (che di fatto ha determinato l’improcedibilità dell’appello al Consiglio di Stato) ha messo a tacere l’emergere della verità su come quel concorso è stato concepito e come è stato gestito dalla commissione. La sentenza del TAR del Lazio dimostra inequivocabilmente che quella commissione non è stata né imparziale né trasparente. Un’altra vergogna che entra di diritto nel curriculum del nostro sindaco perché ancora una volta si è voluto dimostrare che chi ha santi in paradiso un lavoro, anche nello Stato, lo trova. Buon per Beatrice Lulli che, avendo qualche soldo da dare agli avvocati, ha potuto dimostrare che la graduatoria finale non era quella rispondente all’andamento del concorso. Per gli altri, che magari non avevano soldi per ricorsi e appelli, il rammarico di essere incappati in un concorso viziato. I cittadini hanno il diritto di conoscere la verità perché i membri di quella commissione continuano a ricoprire incarichi di responsabilità in seno all’amministrazione pubblica e l’articolo 54 della Costituzione Italiana dice che “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.


ROCCA DI PAPA

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il Segno - marzo 2015

Il rudere dell’ex hotel Europa un biglietto da visita della città

La ditta appaltatrice vuole soldi e danni mentre l’edificio perde i primi pezzi

di Paola Gatta Arrivando a Rocca di Papa da Grottaferrata si entra in paese passando obbligatoriamente da piazza della Repubblica. L’ex hotel Europa ti si para proprio davanti. È un cantiere abbandonato, non ci sono rimasti neanche i ponteggi. La storia comincia quando il comune lo compra, dieci anni fa. Gli obiettivi dichiarati si possono leggere nel programma del 2006 dell’allora candidato sindaco Boccia: “Ristrutturazione dell’edificio comunale ex Albergo Europa: l’opera prevede l’adeguamento dell’edificio e l’adattamento a nuova sede comunale, oltre alla valorizzazione di uno tra i più importanti edifici storici di Rocca di Papa” (dal “Programma - La garanzia del buon governo 2006-2011” del sindaco Pasquale Boccia). I lavori partono nel 2008 e come da consuetudine (?) il costo lievita quasi subito di un milioncino di euro (passando da 2,3 a 3,2 milioni). I lavori sono solo cominciati, ma poi si è fermato tutto. Nel tempo è stata data una mano di vernice solo sulla facciata davanti, per cercare di far sembrare meno brutto l’edificio. Impietosamente la data di ultimazione del cantiere scritta sul progetto era il 1° aprile 2009. Siamo alla fine della storia? Quello che sappiamo è che la ditta incaricata dei lavori aspetta ancora parecchi soldi e, visto che il comune non ha pagato, ora chiede anche 2 milioni di euro per danni. A distanza di tanti anni l’edificio è diventato un rudere e comincia a perdere anche pezzi di cornicione tanto che qualche settimana fa la scalinata adiacente, in cui c’è anche un’attività economica, è stata chiusa al passaggio dei pedoni per “pericolo di caduta intonaco”.

L’ex albergo Europa in piazza della Repubblica

Rimane il segno distintivo di una certa politica che si è spesso basata quasi esclusivamente sulle promesse. Il risultato fi-

nale è un buco di qualche milione di euro e un rudere che è il biglietto da visita di Rocca di Papa.

Lucia e Remo, 60 anni di matrimonio Lucia e Remo Verdinelli lo scorso 21 febbraio hanno festeggiato i loro 60 anni di matrimonio. Un amorevole abbraccio a Remo e Lucia per questa vostra festa che in fondo è anche un po’ la nostra e per la meravigliosa famiglia che avete costruito in questi 60 anni di matrimonio. Nipoti, Pronipoti, Figli, Generi e Nuora

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il Segno - marzo 2015

Occhi puntati sulla mancanza delleautorizzazioniobbligatorie Vanno avanti le indagini sul parcheggio multipiano di piazza Valeriano Gatta

di Mario Gabbi Da circa un mese diversi faldoni di documenti riguardanti il parcheggio multipiano di piazza Valeriano Gatta, al Carpino, sono al vaglio delle autorità intervenute per verificare la regolarità di alcuni lavori aggiuntivi, tra cui la vasca in cemento armato necessaria per l’acqua del sistema antincendio. La domanda a cui si sta cercando di dare una risposta è la seguente: come è stato possibile realizzare questa vasca senza avere in mano né l’approvazione della variante di progetto, né le autorizzazioni obbligatorie per legge? Ora, però, la faccenda si è ulteriormente complicata visto che qualche giorno dopo l’apertura del fascicolo d’indagine da parte della Stazione dei Carabinieri di Rocca di Papa, è arrivata (precisamente il 13 febbraio) l’autorizzazione paesaggistica a firma dell’architetto Silvia Farina dell’ufficio tecnico comunale, per la realizzazione della vasca antincendio, che, però, era già stata costruita. Un’autorizzazione che paradossalmente complica ancora di più la vicenda, proprio perché sono certificazioni che ovviamente devono essere rilasciate – prima – dell’esecuzione delle opere, visto che potrebbero anche esprimere un parere negativo. Manca co-

munque l’autorizzazione per il vincolo idrogeologico, che è anch’essa obbligatoria e preventiva. In più c’è l’aspetto del nulla osta del Parco dei Castelli Romani, necessario per qualsiasi tipo di progetto (o sue varianti) che riguardi tematiche ambientali. Nulla osta che ancora non sarebbe stato rilasciato dall’Ente di “Villa Barattolo”. Perché, dunque, l’ufficio tecnico comunale si è precipitato nel concedere tale autorizzazione anche in assenza di questo preventivo nulla osta? Qualcuno potrebbe interpretare la mancanza di nulla osta da parte del Parco come un “silenzio-assenso”, una sorta di tacito via libera alla variante. Qui è necessario fare chiarezza, visto che nelle tematiche ambientali non esiste il “silenzio-assenso” ma soltanto il “silenzio-rifiuto”. Cioè, se l’Ente non risponde, tale mancata risposta è considerata un diniego alla realizzazione dell’opera. Un caso simile si è verificato qualche anno fa sotto al Tuscolo, dove un imprenditore (azienda Fonteia) realizzò una piscina facendo leva sul “silenzio-assenso” del Parco dei Castelli. La successiva pronuncia del Consiglio di Stato (sentenza 5188/2013) chiarì definitivamente che per le questioni ambientali esiste soltanto il “silenzio-rifiuto” e così il Parco ebbe ragione sull’imprenditore.

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Il parcheggio multipiano del Carpino

A dare risposte esaurienti, oltre al comune, dovrà essere anche la società appaltatrice del parcheggio, soprattutto sul perché sia stata realizzata la vasca antincendio prima di aver ricevuto le autorizzazioni necessarie. In tutto questo, il rischio concreto potrebbe essere l’ennesimo allungamento dei tempi di consegna del parcheggio multipiano che, al momento, appare lontano dall’essere completato, mentre sul cartello di cantiere c’è ancora scritto “fine dei lavori febbraio 2012”! Tra le altre cose non è neanche cominciata la riqualificazione della sottostante vallata, che secondo il progetto doveva essere una specie di giardino urbano, con percorsi pedonali, nuove alberature, panchine… giù giù fino a via Frascati. A rendere la situazione ancora più nebulosa dal punto di vista

finanziario potrebbe essere anche il fallimento della vendita dei box auto che, stando a indiscrezioni, non avrebbero praticamente trovato acquirenti, complice anche la scelta di adottare il sistema di una concessione novantennale, invece di una vera e propria vendita. I mancati introiti potrebbero spingere la società appaltatrice a tentare di rinegoziare il contratto di gestione sottoscritto con il comune di Rocca di Papa. Ciò che colpisce recandosi oggi in piazza Valeriano Gatta è la sensazione di un cantiere silenzioso perché completamente fermo, dove non si vedono né operai, né macchinari all’opera. E i residenti cominciano ad essere seriamente preoccupati che anche questo parcheggio possa entrare nell’elenco delle tante opere pubbliche italiane rimaste incomplete per anni.

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ROCCA DI PAPA Ormai il degrado ha conquistato la famosa strada panoramica di Rocca di Papa

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il Segno - marzo 2015

Grido d’allarme per via Roma ma nessuno sembra occuparsene

Vi ricordate quando da piazza della Repubblica vi dirigevate verso via Roma per una piacevole passeggiata e c’era un cartello che indicava “Via Roma strada Panoramica”? Bene, ora di quei bei tempi non c’è rimasto granché. Il panorama è stato rovinato dalla colata di cemento che si è riversata su via Barozze e che non possiamo sopportare neanche con l’attenuante di aver dato un’abitazione ai Roccheggiani perché le costose villette sono per lo più abitate dai “forestieri”. Passeggiare? È impossibile! Soprattutto perché se sei una mamma con la carrozzina o un anziano che ha bisogno del bastone devi avere il coraggio di sfidare le auto perché i marciapiedi che sono stati messi (la parte che va dall’incrocio con via Palazzolo fino alla fontanella terminata in fretta e furia due giorni prima delle ultime elezioni comunali) vengono impunemente usati come parcheggi o sono stati progettati da un tale incapace che non ha calcolato che l’ingombro dei lampioni avrebbe costretto le persone a camminare in fila indiana oppure a scendere dal marciapiede. Ultimamente poi con l’apertura della frutteria i problemi sono aumentati perché la merce esposta fuori dal negozio e i camion parcheggiati sul marciapiede di fronte causano

Un tratto di via Roma

non pochi disagi ai pedoni soprattutto quando transitano autobus o mezzi pesanti. Altro disagio viene dalla raccolta differenziata visto che gli “irregolari” non sono dotati dei regolamentari secchi e buste e quindi depositano la spazzatura a terra o sui muretti anche al di fuori del calendario stabilito e nessuno prende provvedimenti: gli addetti non segnalano; la ditta dice che è questione di decoro urbano e se ne devono occupare i vigili e questi ultimi fanno finta di niente. Ciliegina sulla torta i bellissimi lampioni che non svolgono la loro funzione visto che sono spenti spesso e volentieri e, se osiamo chiamare il servizio guasti per segnalare il problema, si infastidiscono quando magari si telefona dopo che già qualche altro abi-

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tante della strada lo ha fatto. Ultima cosa ma non meno grave il mancato rispetto del senso unico: chi dice di non aver visto la segnaletica, chi dice per cento metri non può fare tutto il giro, chi fa il furbo e viene in retromarcia pensando così di rendere più lieve l’infrazione che sta commettendo. In meno di 24 ore ho rischiato due volte di subire un incidente stradale: la sera del 7 febbraio alle 22:30 all’altezza del civico 12 incrociavo una macchina contromano che non si è neanche fermata ma ha proseguito passando sul marciapiede. Il giorno dopo verso le 13:00 all’incrocio con via Palazzolo un’auto parcheggiata contromano ostruiva la visuale sia a me che all’automobilista che saliva dai “Ribelli” e abbiamo corso il

rischio di scontrarci. Qualche tempo fa avevo segnalato il problema a uno dei vigili urbani e mi era stato risposto che i segnali che ci sono, sono sufficienti. Il sindaco, quando gli avevo contestato che i lavori di via Roma erano spreco di denaro pubblico, aveva ribattuto che il tutto era dovuto alla mancanza di controllo. Ma se per far fare i controlli da parte dei vigili non basta andare a segnalare ma bisogna armarsi di foto, come ho fatto, perché di fronte alle prove documentate non possono tirarsi indietro dall’intervenire. Forse posizionare un varco elettronico come quelli che si usano all’inizio delle zone a traffico limitato ci starebbe bene e non si dovrebbero neanche scomodare a pattugliare la via. Il neo comandante Ierace ha fatto fare per il 2015 un calendario in cui illustra le attività dei suoi uomini. Forse i roccheggiani avrebbero preferito una maggiore presenza sul territorio e se la principale funzione che svolgono è quella di rimpinguare le casse comunali con le multe tramite l’autovelox potrebbero incrementare gli incassi multando tutte le infrazioni che vengono commesse per via Roma. Prima, se dicevi che abitavi in via Roma, eri invidiato ora forse sei compatito. A. B.

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il Segno - marzo 2015

di Sergio Rasetti Il comitato di quartiere dei Campi d’Annibale è restato sotto le stelle. Un concittadino più attento dei nostri amministratori si è aggiudicato all’asta con circa 19.000 euro la sede storica dell’organizzazione; un bel locale di 64 mq al centro del quartiere più popolato. La vicenda ha dell’incredibile perché per la mancata presa in carico da parte del comune con regolare atto notarile, l’immobile, oggetto di una convenzione tra comune e un costruttore negli anni 70, è restato intestato alla ditta costruttrice ed è finito all’asta per chiudere i conti con i creditori di quella ditta che non esiste più da anni. Dimostrazione del pessimo funzionamento degli uffici che, come in questo caso, danneggiano cassa e immagine del comune. Una sorta di ben servito al Comitato che ora dovrà trovare un’altra sistemazione. Tra un anno ci saranno le elezioni e il potenziale pacchetto di voti che il comitato pensa di controllare farà gola ad ogni candidato spregiudicato che prometterà l’inimmaginabile con l’impegno (naturalmente sussurrato) che nulla cambierà nella gestione del territorio e con un po’ di coraggio si potrà continuare a cementificare senza permessi. Una strada poco praticabile, vista la stretta impressa dagli uffici tecnici e amministrativi dopo le note riprese dall’alto che hanno identificato i tetti catastalmente sconosciuti. I proprietari di quei tetti sono ora attesi alla cassa per definire la loro posizione e, mentre si parla di cifre impegnative, il Aurea Cash è certificata e autorizzata dalla Banca d’Italia - Iscriz. n. VIF 500369

Il comune perde la sede del comitato dei Campi per soli 19mila euro ROCCA DI PAPA

pensiero va ai politici e tecnici che per tanti anni hanno lasciato fare contravvenendo a mandato popolare e doveri d’ufficio, iscrivendo così il bel paese nell’albo dei paesi del quarto mondo. Costi insostenibili anche per la comunità che non ha saputo tutelarsi. Inutile l’azione trentennale di un comitato operoso come quello dei Campi d’Annibale che non è servita a evitare una crescita caotica e sproporzionata rispetto all’ambiente e le infrastrutture disponibili. Ora si mormora che alcuni personaggi con la faccia di bronzo, elenco delle pratiche di abusivismo alla mano, contatta gli interessati e parla di sconti, dilazioni pecuniarie o allungamenti dei tempi all’infinito. Qualcuno avverte Tizio che un biglietto anonimo segnala opere abusive a casa sua ma non si deve preoccupare se a presidiare le stanze dei bottoni ci sarà lui. Siamo già in campagna elettorale per le elezioni del 2016 e c’è qualcuno che procede senza esclusione di colpi. Promesse di ammorbidire delle pratiche che non potranno essere rispettate perché gli uffici dovranno procedere secondo la legge altrimenti sarebbero i responsabili di essi a risponderne.

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In dieci anni di aste il prezzo è crollato

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17 novembre 2009 28 febbraio 2012 11 giugno 2012 7 maggio 2013

19 novembre 2013 28 gennaio 2014 3 giugno 2014

23 settembre 2014 27 gennaio 2015

€ 79.200,00 € 63.360,00 € 47.520,00 € 47.520,00 € 47.520,00 € 38.016,00 € 30.412,80 € 30.412,80 € 24.329,60 € 24.329,60 € 19.463,68

Se le cose stanno così (consigliamo di verificarne il fondamento tra parenti e amici) bisogna prendere atto che questa classe dirigente non è affidabile e deve essere sostituita. Anche il comitato dei Campi d’Annibale, che ci auguriamo possa trovare al più presto una nuova sede dignitosa, avrà il compito di indicare con chiarezza quali sono le priorità inderogabili per il quartiere senza dare l’impressione che la musica può continuare così: niente infrastrutture, occupazione del territorio in assenza di un preciso piano di recupero

Nel 2005 la sede del comitato dei Campi finì all’asta per la prima volta con una base di 99mila euro. Dopo quasi dieci anni, l’ultima asta tenutasi presso la sezione fallimentare del Tribunale di Velletri ha fatto arrivare il prezzo base a 19.400 €. Il comune di Rocca di Papa ha preferito non partecipare all’asta.

urbanistico. Un quartiere con una popolazione di oltre 6.000 abitanti ha un ruolo fondamentale e deve pretendere che l’amministrazione comunale abbandoni quegli atteggiamenti che rendono possibile il far ciò che si vuole, usufruire dei servizi pubblici senza pagarli, tirare avanti sulle spalle di chi paga cifre ingiuste perché comprensive di quelle evase dagli ignoti per il bilancio comunale. È il tempo di prendere atto che coloro che devono rimettere le cose a posto non possono essere gli stessi che le hanno dissestate.

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ROCCA DI PAPA L’Ente aveva deliberato il pagamento dei canoni per centinaia di migliaia di € 10

il Segno - marzo 2015

Italgas e Acque Potabili ricorrono contro il comune di Paola Gatta Molti cittadini di Rocca di Papa hanno notato su alcune bollette del gas una voce di pagamento di circa 30 euro relativa ai cosiddetti “canoni concessori”. Il 22 luglio 2014, infatti, l’amministrazione comunale aveva approvato in consiglio comunale (delibera n. 31), insieme ad alcuni esponenti della minoranza (!), l’applicazione “del canone concessorio non ricognitorio”. Si tratta, per spiegarlo in poche parole, dei soldi che queste grandi società di servizi devono versare al comune di Rocca di Papa quando effettuano scavi sulle strade pubbliche. Salvo poi che questi grandi gruppi industriali si rifanno direttamente sui cittadini, inserendo in bolletta la quota spettante a ciascuno. Alla fine, insomma, il comune incassa e sempre i cittadini pagano. Adesso, però, due società, Italgas e Acque Potabili (ma non è escluso che anche Enel, Telecom ed Eni lo facciano), hanno presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio per chiedere l’annullamento delle delibere di consiglio comunale con cui l’amministrazione Boccia ha istituito questo canone. Quindi, ora il comune non solo dovrà anche pagare gli avvocati per seguire il ricorso al

Nuove nomine (si fa per dire) in commissione consiliare per i servizi culturali

Lavori stradali lungo corso Costutuente

TAR, ma dovrà pure rivedere le cifre messe in bilancio di previsione per l’anno 2014, visto che all’Italgas erano stati chiesti circa 154mila euro e altri 203mila euro ad Acque Potabili. Cifre molto alte che ricadranno su tutti i cittadini. I ricorsi presentati dalle due società parlano di diverse violazioni tra cui eccesso di potere per mancanza dei presupposti. E allora il pensiero va ai consulenti che consigliano al nostro comune di dare vita a questi atti, esponendo l’Ente a denunce e ricorsi che costano soldi alle casse pubbliche. E dire che durante il consiglio comunale di luglio, l’assessore al bilancio, Maurizio Querini, aveva dichiarato che “si cercherà di reperire tutte le risorse possibili che la legge ci permette senza gravare sui citta-

Orario Continuato

dini”. Ancora più paradossale l’intervento dell’esponente di minoranza Mario Gatta, il quale prima dice “di fare attenzione perché se si chiedono soldi alle grandi società spesso succede che poi queste si rifaranno sulle tariffe che applicano ai cittadini” e poi vota sì come tutta la maggioranza a favore dell’istituzione dei canoni concessori. Se i ricorsi presentati da Italgas e Acque Potabili otterranno l’annullamento della delibera consiliare, sarà un danno enorme sia per la previsione di bilancio che per le casse pubbliche, dovendo pagare sontuose parcelle agli studi legali. Un’altra perla di incapacità amministrativa che dimostra ancora una volta l’approssimazione delle scelte che la giunta Boccia mette in campo.

Il consiglio comunale ha provveduto a nominare nella seduta del 19 dicembre scorso, i nuovi membri della commissione servizi dopo le dimissioni presentate dall’assessore all’igiene ambientale Roberto Sellati. Questa commissione consiliare è molto importante perché si occupa di scuola, cultura, educazione permanente, servizi sociali, sport, spettacolo, eventi e manifestazioni, museo di Geofisica, gemellaggi e turismo. La nuova commissione ha visto la nomina dei consiglieri comunali Luca Santangeli e Maurizio De Santis (in quota della maggioranza di governo) e di Mario Gatta (in quota della minoranza). Da notare che Santangeli e De Santis erano già membri di detta commissione, con la differenza che De Santis era in quota alla minoranza prima del suo passaggio alla maggioranza. Si cambia casacca ma sempre lì si sta.

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ROCCA DI PAPA Il comune decide di prorogare per altri 3 mesi la gestione delle campane stradali

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il Segno - marzo 2015

Il portaaportaaiCampi potrebbe partire a marzo... ma anche no

di Luigi Serafini Mentre l’avvio della raccolta differenziata con il sistema del “porta a porta” ai Campi d’Annibale è in attesa di partire, lo scorso 10 febbraio il comune di Rocca di Papa ha prorogato per ulteriori tre mesi, al costo di 15.000 euro, il servizio di recupero, trattamento e riciclo dei rifiuti stradali differenziati collocati nelle varie campane dislocate a Rocca di Papa, gestito dalla ditta Innocenti Srl. La scelta di prorogare tale servizio -si legge nella determinazione n. 114 a firma del responsabile di settore, Giovanni Gatta- è stata causata dal fatto che “la Provincia di Roma, ha cessato il servizio di raccolta della differenziata stradale nelle zone Campi d’Annibale e Vivaro in quanto le risorse economiche a disposizione sono state gradualmente trasferite nei progetti di raccolta porta a porta ai comuni che hanno aderito lasciando agli stessi l’incombenza della prosecuzione o meno del servizio stradale”. Dallo stesso documento apprendiamo che il progetto di estensione del sistema di raccolta porta a porta ai Campi D’Annibale e al Vivaro “è al vaglio della Provin-

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cia di Roma per il cofinanziamento iniziale del primo anno ed in attesa di riscontro”. Però, lo stesso Giovanni Gatta ci informa che “dai contatti avuti con la Provincia di Roma si evince che il progetto di cui sopra presentato dal comune di Rocca di Papa è meritevole di accoglimento e che pertanto è ragionevolmente presumibile che il completamento del sistema del porta a porta nelle zone Campi D’Annibale e Vivaro possa partire a breve e comunque è intenzione dell’amministrazione comunale di farlo partire entro il mese di marzo 2015”.  Tralasciando alcuni strafalcioni grammaticali e di forma contenuti nella determi-

Cassonetti stracolmi ai Campi

nazione, la sostanza è che il “porta a porta” continua ad essere annunciato ma senza darlo per sicuro. Infatti, anche la consegna dei kit ai Campi d’Annibale e al Vivaro sta proseguendo con molta calma, mentre le bollette della tassa sui rifiuti (TARI) hanno visto un aumento in alcuni casi anche del 150%.

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ROCCA DI PAPA

il Segno - marzo 2015

9 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPA

VICENDA GALLI Signor sindaco, nel consiglio comunale del 29 agosto 2013 la sua amministrazione ha sostenuto la regolarità dei capannoni realizzati dalla Edilmostra Galli in base alla legge 160/2010 che permette di demolire e ricostruire volumi realizzati prima del 1995. Analizzando le foto aeree, però, si è visto che alcuni di questi volumi furono edificati dopo tale data, addirittura a partire dal 2005. Come mai quelle dichiarazioni che tutto era perfettamente regolare?

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EX ALBERGO EUROPA 2 Signor sindaco, la Fam Sr, la società incaricata di realizzare il nuovo municipio in piazza della Repubblica, ha citato il comune di Rocca di Papa per una serie di mancati pagamenti che avrebbero provocato l’interruzione dei lavori. L’opera doveva essere consegnata il 1° aprile 2009. Sono trascorsi 5 anni da questa data. Come mai? Di chi sono le responsabilità?

da 510 giorni

Che attendono una risposta

norma dell’esproprio, ha sottoscritto un accordo con l’imprenditore Carnevali basato su uno scambio di aree: un terreno pubblico fronte-vista su via dei Laghi per una scarpata di via della Ruccia. Visto che tale strada non è stata mai realizzata non possiamo riportare alla proprietà pubblica il terreno di 3.500 mq ceduto a Carnevali?

ATTRAZIONE  PER IL MATTONE Signor sindaco, abbiamo dimostrato che il suo ex vicesindaco-geometra Barbante, mentre ricopriva i diversi incarichi pubblici (assessore lavori pubblici, ambiente, ecc.), ha messo in piedi anche diverse società immobiliari, realizzando opere e strutture a Rocca di Papa, in alcuni casi in affari con un esponente dell’opposizione consiliare, Mario Gatta. Come mai su queste vicende non ha chiesto alcun chiarimento al suo ex vicesindaco? E come mai non ha ritenuto di dover affrontare l’argomento in consiglio comunale?

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IN AFFARI CON CARNEVALI Signor sindaco, il 6 agosto 2003, lei ha acquistato un terreno di 1.500 mq, ricadente nell’area del Piano Particolareggiato Calcare-Valle S. Lorenzo, insieme all’imprenditore Bruno Carnevali. Terreno poi rivenduto al doppio del prezzo alla Cooperativa edilizia Lorenzo I per 160mila euro. Vista la vicenda della sospetta sanatoria edilizia concessa dal comune a Carnevali nel 2009, non crede di dover chiarire pubblicamente i suoi rapporti con il noto imprenditore del legname?

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TERRENO CEDUTO  3 A CARNEVALI Signor sindaco, lei nel 1993 ha ceLA QUADRIFAMILIARE 6 Signor sindaco, a proposito del terduto all’imprenditore del legname Carnevali un terreno boscato di 1.616 mq in loreno acquistato con Carnevali, calità Tre Colli (uscita su via Barozze) alla come mai lei ha chiesto al suo vicesindaco cifra incredibile di 250mila lire (cioè 125 di realizzare il progetto di una quadrifamieuro). Può spiegare questo fatto? liare su tre livelli di cui uno interrato? Non crede di aver fatto una leggerezza affidanVICENDA CARNEVALI dolo al suo vicesindaco? E come mai, ot4 Signor sindaco, l’imprenditore del tenuta l’approvazione da parte dell’ufficio legname, Carnevali, ha presentato comunale (31 agosto 2008) ha chiesto una richiesta di sanatoria edilizia in base sempre a Barbante di realizzare una nuova IA alla legge n. 47/1985 che di sanare perizia estimativa? Esistono rapporti tra ORpermette T A A volumi realizzati entro l’ottobre del 1983. lei, Barbante e i dirigenti e tecnici della soT 4! volumi cietà Lorenzo I, a cui ha ceduto il terreno? CA che01tali SANsiVO Dalle foto aeree è visto 2 REsoloRaIpartire LE dal 2002, 19 furono realizzati P A TERRENO SCAMBIATO anni dopo il 1limite imposto dalla legge. 6 7 CON CARNEVALI Come maiIL la sua amministrazione il 5 agoSignor sindaco, dopo la ristrutturasto 2009 ha concesso tale sanatoria che ora andrebbe revocata? Come e quando intende zione dell’ex colonia di via Cavour, doprocedere in tal senso visto che sono pas- vendo realizzare una strada di collegasati circa sei mesi da quando il consigliere mento con via delle Barozze, la sua amministrazione, invece di adottare la Crestini ha portato alla luce la vicenda?

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VICENDA MORZILLI DETTO UMBERTINO Signor sindaco, nel marzo 2008 venne assassinato a Roma Umberto Morzilli, ritenuto dagli inquirenti un personaggio vicino alla “Banda della Magliana”. Morzilli, attraverso alcune operazioni speculative, aveva acquisito dei terreni in via delle Barozze (ricadenti nel Piano Particolareggiato) per circa 350mila euro, rivenduti, a distanza di pochi anni, a 5,5 milioni di euro, terreni poi sequestrati dalla magistratura. Come mai il consiglio comunale non si è mai occupato della vicenda?

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PRATICA SEBASTIANELLI

10 Signor sindaco, come mai la pra-

tica edilizia riferita all’abitazione del nostro direttore, Andrea Sebastianelli, è stata tirata fuori subito dopo che Il Segno aveva portato alla luce le note vicende (vedi le altre 9 domande)? Chi ha ordinato al suo ufficio tecnico di visionare tale pratica? E con quale scopo?

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il Segno - marzo 2015

ROCCA DI PAPA

«Poca democrazia e scarsa partecipazione,il Pd cambi» Lorenzo Romei si è dimesso da segretario dei giovani Pd

di Andrea Sebastianelli Abbiamo intervistato Lorenzo Romei, segretario dei giovani del partito democratico di Rocca di Papa da circa un anno.

Lorenzo, sappiamo che ti sei dimesso da questo incarico. Perché questa decisione? Le ragioni fondamentali sono, secondo il mio punto di vista, la mancanza di democrazia che c’è all’interno del partito. Noi giovani, noi militanti, noi iscritti e anche i cittadini, veniamo presi in considerazione dagli amministratori soltanto quando si avvicinano le elezioni. Mentre nella vita quotidiana, quando si tratta di fare delle scelte, non veniamo coinvolti, veniamo lasciati ai margini. L’articolo 1 della nostra Costituzione prevede la sovranità popolare, sovranità popolare che spetta ai cittadini, non soltanto in maniera episodica, quando si tratta di andare a votare. Abbiamo il diritto e dobbiamo avere il coraggio di esercitarla attraverso la critica, il dissenso, l’assenso, alle scelte politiche che vengono effettuate. Noi dobbiamo avere il diritto di influenzarle, tutti i giorni. Dobbiamo capire se il nostro è un paese democratico soltanto il giorno delle elezioni, o un paese democratico durante tutto il corso dell’anno.

I tuoi compagni del consiglio direttivo, i giovani democratici, come hanno preso questa tua scelta? Li ho informati attraverso una mail e ho spiegato i motivi. Non sono soltanto la mancanza di democrazia, questo potrebbe essere un mio punto di vista, ma ho sottolineato anche altri motivi: per esempio ad oggi non abbiamo una sezione. Siamo stati costretti a chiuderla perché non potevamo pagare l’affitto.

Ricordiamo che la sezione si trova lungo il corso principale del paese, è una sede storica, prima del partito comunista, poi del Pds, dei Ds e attualmente del Pd. Il fatto che il primo partito di Rocca di Papa, che governa il paese, non riesca a conservare una sede, fa capire la scarsa considerazione che c’è

dei luoghi dove si svolge l’attività politica. Il nostro regolamento prevede che al partito spetterebbe una mensilità annua degli amministratori, alcuni di loro l’hanno data, altri no. Questo è stato il motivo per cui abbiamo dovuto chiudere la sezione. Non soltanto, ultimamente abbiamo fatto la “Leopolda” all’auditorium della chiesa del Sacro cuore, ai Campi d’Annibale, e anche il quel caso siamo stati noi a dover partecipare per pagare le spese. Non vedo il motivo per il quale i militanti, che si adoperano per fare tali iniziative, debbano comunque contribuire non soltanto a livello politico, ma anche a livello economico.

Perdere una sede storica, uno dei luoghi della politica non è un bel segnale… Anche perché (non so se in questi anni è ancora possibile farlo) negli anni precedenti si finanziavano le cene nei ristoranti per far venire a mangiare le persone, magari dal partito, e poi quando c’è un’iniziativa bella, politica, di giovani, i soldi si fanno pagare alla base. Non mi sembra il caso.

Sei stato fino a oggi il segretario dei giovani democratici. In quante scelte siete stati coinvolti? Pochissime. Pochissime, perché, come ti ho detto, il palazzo comunale dovrebbe essere un palazzo trasparente, per tutti, non soltanto per noi militanti, ma per tutti i cittadini. Non è così. Perché poi quando c’è da fare scelte importanti, decisive, vengono fatte dagli amministratori. Ma è anche giusto, perché loro hanno avuto il consenso dei cittadini, però prima di scegliere è importantissimo avere un confronto pubblico, anche con i cittadini che vivono nel paese. Sicuramente significherà qualcosa quello che dicono i cittadini!

Anche perché uno dei presupposti della campagna elettorale del sindaco Boccia era favorire la partecipazione… Però, vedi, la partecipazione deve

Lorenzo Romei

essere di tutti i giorni, non soltanto delle tornate elettorali.

Quali sono gli errori maggiori in cui è incappata questa amministrazione e che ti hanno fatto riflettere? Secondo me ci sono state delle negligenze, più che errori. Delle negligenze anche importanti. Però la necessità di cambiamento che un po’ tutti avvertono all’interno del paese è un cambiamento che deve avvenire con la partecipazione dei cittadini. Perché il comune può fare delle scelte giustissime, ma se poi i cittadini non prendono consapevolezza che siamo noi a dover vivere il nostro paese, a doverlo migliorare giorno dopo giorno, le scelte amministrative contano, ma fino a un certo punto. Siamo noi stessi che attraverso il nostro esempio, e non soltanto attraverso quello che diciamo, dobbiamo provare a migliorare questo paese.

Lorenzo, sei consapevole di questo passo così forte? Sì, sono consapevole, però ho sentito proprio la necessità di staccarmi da una situazione di stallo. Per me la partecipazione dei cittadini è una necessità assoluta. Ma anche la bellezza di condividere le scelte politico-amministrative con i cittadini. Che cosa potrà avvenire ora, sia a livello politico locale, sia a livello personale? Se politica significa prendere più voti degli altri, io non ho una prospettiva. Se politica invece significa impegnarsi per il bene del paese, per garantire una maggiore partecipazione ai cittadini, renderli più consapevoli di quello

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Ecco la lettera delle dimissioni di Lorenzo Romei

Io sottoscritto Lorenzo Romei mi dimetto da segretario dei Giovani Democratici. Le motivazioni che mi hanno portato a questa decisione sono politiche e culturali: il poco ascolto e la poca considerazione che i vertici amministrativi del partito democratico di Rocca di Papa dedicano ai propri cittadini, ai propri iscritti e militanti, prendendoli in considerazione solo quando si avvicinano le elezioni, è il motivo principale della mia decisione. I partiti politici sono fondamentali per la democraticità di un sistema, sono i canali attraverso i quali le esigenze dei cittadini arrivano alle istituzioni, ma se questi canali non funzionano il tutto è vanificato e i cittadini diventano sudditi da utilizzare ai soli fini contributivi, devono dunque sì pagare le tasse ma non possono influenzare la politica interna del paese. Gli iscritti di un partito dovrebbero essere il fulcro centrale, il cuore della vitalità politica, al contrario un partito con base muta, dove le decisioni vengono prese dall’alto, senza la partecipazione degli stessi, manca di democrazia interna e non può, o meglio non dovrebbe, chiamarsi democratico. Io sono stato invitato a dare le dimissioni da un assessore, il quale mi ha fatto capire che o la pensi come loro o sei fuori dal partito. Ebbene, preferisco uscire da un partito monoteista che pensa di avere la verità in tasca e continuare a ragionare con la mia testa. Tuttavia consapevole delle difficoltà amministrative concrete di tutti i giorni vi auguro buon lavoro e porgo i miei saluti. Cosa significa fare politica? Mettersi a disposizione dei cittadini? Gestire il paese per il bene comune? O gestirlo per prendere più voti degli altri? Cordialmente, Lorenzo Romei

che viene fatto all’interno del paese, gestirlo per il bene comune, allora potrei avere delle idee da mettere in pratica, naturalmente sempre insieme ad altre persone, perché singolarmente non è possibile fare molto.

Come vedi il futuro immediato di Rocca di Papa? Non lo so. Secondo me potrebbero succedere delle cose in grado di capovolgere la situazione politica attuale, perché ci avviciniamo appunto alle elezioni amministrative del 2016 e quindi avremo un nuovo candidato sindaco da parte del partito democratico. Lo scenario è aperto, aperto e secondo me anche abbastanza infuocato all’interno del partito.


29 M

ZO R A

Data: domenica 29 marzo 2015

Ora e luogo dell’appuntamento: ore 9,30 alla sbarra in località Piazzò (a metà strada della strada asfaltata per Monte Cavo)

Per informazioni: ilpiccolosegno@libero.it


il Segno - marzo 2015

Nell’ottobre 2014 esplose una forte polemica tra il consigliere comunale d’opposizione Emanuele Crestini e la Pro Loco di Rocca di Papa, rea di aver coperto con i suoi manifesti quelli affissi dall’esponente politico per i quali aveva effettuato il regolare pagamento. Apprendiamo ora che le verifiche condotte dalla Polizia locale di Rocca di Papa hanno portato ad emettere due verbali nei confronti dell’associazione turistica guidata da Emiliano D’Andrea, il quale è risultato essere il “commissionario/responsabile della pubblicità illecitamente apposta”. Il fatto grave è che le autorità hanno accertato che tale azione illecita si è verificata su diverse plance pubblicitarie di Rocca di Papa (viale Ferri e corso Costituente) sulle quali i manifesti di Crestini sono stati completamente coperti da quelli della Pro Loco riguardanti la sagra delle castagne. Non solo, la volontà di danneggiare l’esponente di opposizione è stata chiaramente dimostrata dal fatto che le plance presentavano molti spazi vuoti, rimasti tali per giorni. Tale condotta, dicevamo, ha prodotto due distinti verbali (il n. 58 e il n. 59, datati entrambi 15 novembre

ROCCA DI PAPA

Manifesti coperti, multa da 900 € per la Pro Loco L’Ente aveva coperto illegalmente gli spazi di Crestini

2014) per una multa complessiva di quasi 900 euro. Ecco che cosa si legge nel verbale: “Da accertamento eseguito da personale di questo Comando di Polizia Locale in data 17 ottobre 2014, in viale Enrico Ferri, lo stesso D’Andrea Emiliano, senza controllare la regolarità dell’attività di affissione dei manifesti pubblicizzanti il programma della XXXV Sagra delle Castagne 2014, consentiva l’affissione degli stessi manifesti avvenuta da parte di ignoti, negli appositi spazi pubblicitari in modo da coprire altri manifesti a firma di Emanuele Crestini, regolarmente affissi e autorizzati per un periodo dal 7 al 17 ottobre 2014, nonostante la presenza di spazi liberi”. Soddisfatto si è detto il consigliere comunale Emanuele Crestini: “Finalmente si è fatta giustizia rispetto a un fatto increscioso che avrebbe voluto censurare le opinioni di chi la

La plancia per le affissioni di viale Enrico Ferri, con il manifesto della Pro Loco sulla XXXV sagra delle castagne incollato sopra a quello del consigliere Crestini, malgrado a fianco ci fossero spazi vuoti

pensa diversamente da Boccia. L’altro fatto da evidenziare è il ruolo politico giocato in questo caso dalla Pro Loco citta-

dina. Il diritto di esprimere le proprie opinioni deve esere sempre garantito”. (L.S.)

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La politica sbarca in rete e nascono i gruppi-matrioska per confondere i cittadini

di Daniela Di Rosa A poco più di un anno dalle prossime elezioni i politici locali scaldano i muscoli e cominciano ad organizzarsi. A sorpresa, il primo a scendere in pista è stato il consigliere di opposizione Emanuele Crestini, in solitaria ha scavalcato gli altri creando la sua pagina Facebook Insieme per Rocca di Papa, forte della sua età, della sua prima esperienza in politica, della sua costanza e coerenza ha creato un bel numero di sostenitori e senza il supporto di gruppi-matrioske. Mi spiego: da quando una parte dell’agorà cittadina si è spostata su Facebook il modo migliore per creare consenso è dare vita a gruppi generalisti, antiche foto del paese, vecchi concittadini ormai defunti ma ancora nel cuore di molti, morti e nascite recenti, accenni storici, nostalgia del bel tempo che fu, anniversari, matrimoni, battesimi… notizie di qualche giornale online che esalta la bellezza del posto, qualche piccolissima notizia poco compromettente per l’amministrazione, tipo, una foto di rifiuti ai bordi del bosco con subito sotto il commento dei portavoce di turno del sindaco, Castri o De Santis (il tutto appare come una sorta di messinscena, cosa non si fa pur di riavere una poltrona). Questi portavoce, perentori, spiegano che la giunta sta provvedendo, che tutto sarà sistemato, che il sole splende allegramente e il cielo è sempre più blù, di seguito i commenti entusiastici di una decina tra i tanti iscritti. Però, come succede nelle piazze reali anche lì si discute, le

opinioni sono per l’80% tutte uguali, ma c’è sempre un 20% che la pensa diversamente, che capisce che il gruppo altro non è che un serbatoio di voti per la giunta uscente e preferisce uscirne, alcuni non ci entrano nemmeno, conoscendo le persone lo capiscono prima, altri, la maggior parte, lascia l’adesione, mette i famosi “mi piace” così da non avere problemi e non partecipa alle discussioni… come riprendere allora i fuoriusciti? E quelli non-entrati? In politica si usano le liste civetta, quelle liste civiche che apparentemente contrastano il partito di maggioranza, all’inizio fingono un distacco anzi una contrapposizione, evitando però di esporsi troppo, alla fine appoggiano ciò che avevano detto di contrastare. Su Facebook è un po’ la stessa cosa, esistono i “gruppi civetta”. A Rocca di Papa, oltre al Gruppo primario “Tutta rocca” se ne sono formati due (per ora) tutti e due apolitici, apartitici (!?!). Una, AmoRocca, a dir la verità ha subito mostrato la sua faccia, l’inganno è stato di breve durata, appoggia la giunta Boccia e i due o tre che aspirano ad entrare in politica cercano proseliti per pesare

sulla formazione della lista. L’altra, chiamata ProEsso, ha avuto un inizio più promettente, direi anche più coinvolgente, certo, anche questo nuovo gruppo si occupava per lo più di feste e beneficenza, però lo “stile” sembrava opposto al gruppo di appartenenza, meno provincialismo, meno folklore nostalgico, meno uso del dialetto che per quanto bello allontana chi non è di Rocca, meno campanilismo e soprattutto più cultura e informazione, anche quella non gradita all’amministrazione, un nome a caso, il Segno! Ma anche questo gruppo in poco tempo si è trasformato, informazione zero, il Segno bandito, i post che inviamo vengono puntualmente ignorati, non hanno molti iscritti ma nemmeno un “mi piace” mi sa di ordine calato dall’alto, solo piccoli accenni a notizie di giornali online, tanto per far vedere che loro le notizie le danno, ma sono sciocchezzuole, così da non turbare la giunta, i politici per carità tutti respinti, a parte quelli legati all’amministrazione, onnipresenti anche i soliti Castri e De Santis, che ripropongono lo stesso giochetto, metti la foto incriminata, sotto i loro commenti che il comune sta provvedendo e

il Segno - marzo 2015 giù una ventina di “gridolini entusiastici”, a ogni piccolo accenno di critica di un solitario coraggioso i cavalieri di cicciobocciabello sono pronti a “finirlo” a suon di commenti… e così anche sulla ProEsso splende il sole allegramente e il cielo è sempre più blù… anche se, sicuramente per problemi personali, alcuni iscritti sono usciti dal gruppo tra cui la vicepresidente. Ora questi gruppi inizialmente divisi, stranamente si incensano a vicenda, “solo noi lavoriamo per il bene di Rocca”, “solo noi facciamo”, “solo noi doniamo” e alla fine i tre si mischiano, si confondono, si separano e si riuniscono e diventano i gruppi-matrioske, uno dentro l’altro. Prevedo a breve una reunion. Infine, dentro queste matrioske girano i falsi profili, il Tartaglione, il Gatta, che insieme ai due politici di sopra possono tranquillamente offendere in modo pesante, Crestini ma in primis il Segno e in particolare il direttore Sebastianelli e la sottoscritta, e gli amministratori dei gruppi li lasciano fare, pur sapendo che non essendo iscritti non possiamo intervenire per replicare. Questa non è politica? Sì, solo che è quella sporca, la correttezza evidentemente è un optional! In ultimo arriva lui, l’uomo mascherato, tal Joe Black, ora, di solito, la maschera di Anonimus è usata per attaccare il potere, questo il potere manco lo sfiora, ripete a raffica banalità e luoghi comuni, fa i copia-incolla di come dovrebbe essere un giornalista, non cita gli opinionisti e poi con un colpo di scena posta alcune testate tra cui la nostra, perché lui è per il pluralismo e così facendo presenta la sua pagina dal titolo The Report, ma povera Gabanelli, che t’ha fatto? Perché proprio lei Joe? Quella fa giornalismo vero, di denuncia, rischia querele, la galera, risarcimenti (un po’ come noi) tu posti notizie trovate in giro… togliti la maschera non ti serve.

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il Segno - marzo 2015

La top five dei video sulla nostra pagina Fb

di Andrea A Rocca di Papa si regiSebastianelli stra qualche reazione La democrazia alla rassegnazione genesi avvia semrale. Qualcuno si indipre più a digna, molti vogliono dare ventare uno sport un contributo al cambiaestremo. Ma una demomento. Qua e là si colcrazia condivisa, basata gono i germi di un sulla rivoluzione informatentativo di rinnovatica che stiamo vivendo, mento che vorrebbe sorimane l’obiettivo di stituire le istituzioni alla Una passeggiata Numero contatti: molti. propaganda, la demonel centro storico 6.600 Le tensioni che spingono crazia al populismo, nel giorno del mercato verso una nuova fase l’etica all’accomodaAumento TARI: i cittadini Numero contatti: della democrazia sono mento collusivo. Metpagano l’incapacità 4.900 evidenti, anche se, per le tendo definitivamente dell’amministrazione contraddizioni che esida parte la perenne sotTagliate le querce: Numero contatti: stono, tra il dire e il fare tomissione a un capo e il ennesimo scempio ci sta di mezzo un “e il” conformismo ossessivo 4.500 nei nostri boschi di proporzioni ciclopiche. che hanno impantanato La benedizione degli Numero contatti: Una democrazia parteciquesto paese per troppo animali in occasione della pata, quindi, per evitare la tempo. 3.100 festa di S. Antonio Abate desertificazione delle Qualche cambiamento idee, l’appiattimento delle potrà venire anche dalla La funicolare di Rocca Numero contatti: istituzioni su una politica rete? Dall’uso massiccio di Papa è quasi finita 3.100 ma non funzionerà che punta solo all’occudei social network? pazione del potere e che Forse sì, anche se nella non vuole, o non riesce, a Per vedere questi e altre decine di video su Rocca di Papa nostra redazione sapliberare le diffuse risorse piamo che, nonostante i intellettuali presenti nella vai alla nostra pagina Facebook: Il Segno di Rocca di Papa lusinghieri risultati della società. Al contrario, nostra pagina Facebook, quando la partecipazione viene però, che le cose siano capo- pre evanescenti) condita di ci vuole molto altro per liberare meno, la democrazia corre gravi volte e siano i politici a consi- qualche frammento di fatti con- le energie sopite che certamente derare la stampa come un creti. rischi. ci sono a Rocca di Papa. Le perNoi del Segno ci inseriamo mi- elemento da controllare, ten- Il nostro sindaco, specialista sone vanno coinvolte e valoriznutamente in questo alveo di tando di influenzarla in maniera della semplificazione comuni- zate, accolte in un progetto di cativa, ha una innata capacità di cambiamento di cui devono esmutamento, per esercitare fino anche pesante. in fondo il diritto/dovere di un Così la democrazia, o quello che ridurre la complessità dei pro- sere protagoniste. giornale, che chiede conto alla ne resta, si è trasformata in un blemi a buoni sentimenti, sco- La rete potrà dare una mano, politica delle ragioni delle sue canovaccio nel quale contano dellati quasi sempre con un po’ questo giornale un altro piccolo scelte; reclama coerenza nei più gli annunci (in genere robo- di paternalismo. La retorica dia- contributo, ma la vera forza non comportamenti; denuncia, anti), le assicurazioni, le panto- lettica gli ha portato finora un potrà che essere nella concrequando ce ne sono, compro- mime, il gradimento. La politica indiscusso ruolo primario, ma il tezza fisica delle persone, nella messi a danno del bene collet- ha piegato le istituzioni alle pro- suo potere, proprio perché ba- loro presenza, nelle loro idee ditivo o dell’integrità delle prie esigenze rappresentative e sato soprattutto sulla capacità di scusse negli incontri. La demoistituzioni; ma anche evidenzia comunica il proprio operato at- dire parole, non si è mai potuto crazia, andando all’etimologia e lavoro e risultati raggiunti. Nel traverso una nebulosa, fatta di trasformare in una leadership all’essenza politica della parola, nostro comune succede spesso, date, rinvii, numeri (quasi sem- fondata sulla responsabilità. è proprio questa.

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La commissione chiama ma nessuno risponde Il declino della “commissione comunale antenne”

di Luigi Serafini Adesso convochiamo tutti! Così devono aver pensato al comune quando hanno mandato la convocazione urbi et orbi per la commissione antenne. Hanno invitato il ministero dell’ambiente, quello della salute, quello dello sviluppo economico, soprintendenze archeologiche, associazioni nazionali, regionali, locali, comitati di quartiere, associazioni di consumatori… per il comune di Rocca di Papa erano in elenco il sindaco Pasquale Boccia, l’assessore all’ambiente Mauro Fei, i componenti della commissione e il segretario della commissione stessa. Una folla! Mancava solo il papa… In portineria quando hanno visto il foglio di convocazione però non si sono preoccupati. I navigati ed esperti impiegati del protocollo sapevano benissimo, già da prima, che non sarebbero venuti tutti. Ma la mattina di venerdì 27 febbraio si sono ritrovati in due: il consigliere Serafini (noto ai più come Giorgetto) e il consigliere Enrico Fondi, che è anche presidente della commissione. Giorgetto si era pure vestito bene, ma pazienza. Il presidente non ha neanche aperto la seduta.

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Intanto Berlusconi tratta per acquisire i tralicci Rai Way (anche a M.Cavo)

Non è che mancava il numero legale, è proprio che nessuno ha preso in considerazione la cosa. Neanche il sindaco o l’assessore Fei, che erano presenti in comune, ma non è che potevano perdere tempo con le antenne. Giorgetto c’è rimasto male, Enrico Fondi l’ha presa con più filosofia. Si potrebbe dire: “sarà per la prossima volta”, ma se non ci crede neanche il sindaco! Valutando l’oggettività dell’accaduto, non si potrebbe che constatare che il tema delle antenne alle istituzioni interessa poco, o che la nostra amministrazione non crede che una commissione possa fare granché. Una commissione per analizzare, indagare, esaminare, disquisire, discettare, elucubrare, valutare… tutto, meno fare qualche cosa, come per esempio applicare le decisioni dei giudici che danno torto agli antennari. C’è qualcuno che abbia voglia di far rispettare le sentenze esecutive? C’è qualcuno che voglia abbattere i tralicci e togliere le antenne? C’è qualcuno che sia disposto a incatenarsi (almeno simbolicamente) a Monte Cavo? Lo stiamo tutti aspettando per applaudirlo calorosamente.

Il tentativo di Mediaset di acquisire le torri di Rai Way distribuite in tutta Italia è forse la più grande operazione di controllo del sistema radio-televisivo nazionale. Anche Rocca di Papa, in località Costarelle (area posta tra i Campi d’Annibale e monte Cavo) ospita una di queste torri. Questo aspetto è molto importante perché proprio sul gruppo di Berlusconi pende la sentenza di abbattimento del Tar del Lazio a cui il comune invece di dare seguito immediatamente ha preferito concedere a Mediaset ulteriori sei mesi di tempo, giusto per attrezzarsi nel modo migliore per non incappare nell’abbattimento. Ora la vicenda delle torri di Rai way, che potrebbero finire integralmente nella mani del biscione, compresa quella di Rocca di Papa, potrebbe aggirare del tutto la sentenza di abbattimento dei tralicci abusivi, semplicemente trasferendoli. Il nostro comune, si sa, è sempre generoso, perché fare subito (cioè abbattere come disposto dal Tar) ciò che si può fare domani? (S.T.)

trionfalistica – ci dice il consigliere Emanuele Crestini, dimessosi qualche mese fa dalla commissione consiliare sulle antenne ritenuta inconcludente – se non fosse per il fatto che sopra i due tralicci c’erano due antenne spente. Spente! Quindi la polizia locale ha fatto sì un sequestro, ma di due innocui pezzi di ferro. Noi salutiamo lo stesso l’impegno e la dedizione Un gruppo di ripetitori radio-tv di monte Cavo vetta del comandante e dei suoi uomini, ma è meglio dire Un bel comunicato di “soddisfazione per il risultato”. È il sindaco Pasquale Boccia come stanno le cose, altrimenti si perde di che parla. Si congratula, dichiara che vista la realtà e i cittadini potrebbero crehanno intrapreso la strada giusta per le an- dere alle flautate parole dei comunicati tenne, “che hanno lavorato bene”. La ra- confezionati dall’ufficio stampa del singione di tutto questo entusiasmo sta nella daco. Sull’argomento c’è da sottolineare demolizione di due tralicci che c’è stata il invece la scandalosa scelta di non notifi9 febbraio scorso in località Madonna del care subito la sentenza del novembre scorso agli antennari di Monte Cavo. In Tufo. “Ci accoderemmo volentieri all’enfasi questo modo l’amministrazione comunale

e la maggioranza politica che la sostiene, che non perde occasione di parlare contro le antenne, ha dimostrato nei fatti di non avere fretta nella soluzione dei problemi, anche se riguardano la salute di migliaia di cittadini. Crestini Hanno avuto paura di eseguire una sentenza – continua Crestini –, preferendo aspettare. La mancata notifica della sentenza esecutiva, e sottolineo esecutiva, per la demolizione, offrirà sei mesi di tempo ai gestori delle antenne, per tracciare una linea di difesa e magari impugnare la sentenza. I sei mesi scadono a maggio. Sarà interessante vedere che altro si inventerà il sindaco per non tagliare le antenne. Magari ci verrà a raccontare che dobbiamo aspettare come andrà a finire l’eventuale ricorso. Sì, solo un’altra decina d’anni!”. (L.S.)

Crestini: “I tralicci rimossi al Tufo erano solodeipezzidiferro arrugginito” Lo scorso 9 febbraio c’era stato l’intervento di demolizione della Polizia locale


ROCCA DI PAPA A un anno dalle elezioni la politica inizia a scoprire le carte

il Segno - marzo 2015

È Fei il candidato del Pd Crestini il primo sfidante

di Paola Gatta A un anno dalle elezioni amministrative che decideranno il sindaco che governerà Rocca di Papa dal 2016 al 2021, alcune decisioni sono già state prese. La prima, la più importante, riguarda il Pd che ha già scelto il suo candidato. Si tratta di Mauro Fei, attuale assessore all’ambiente. Quindi niente primarie né di coalizione né del Pd. Alla fine l’altra possibile candidata alla poltrona più ambita, Marika Silvia Sciamplicotti, ha accettato la decisione e, per quanto ne sappiamo, affiancherà Fei nel ruolo di vice-sindaco. Qualche malumore nel Pd e nel centrosinistra è già emerso per questa decisione nata, come è ormai tradizione del partito roccheggiano, tra i palazzi del potere senza alcuna

19 Emanuele Crestini

Mauro Fei e Pasquale Boccia

discussione o coinvolgimento della base. I potenti decidono per tutti. Nel centrosinistra cittadino qualche nome alternativo a Fei comincia già a circolare ma al momento siamo soltanto a voci di piazza. Ne sapremo di più tra qualche settimana quando si comincerà a giocare a carte scoperte. A destra tutto tace, ma un candidato verrà fuori dalla strana

e anomala alleanza che vedrebbe insieme, a Rocca di Papa, il segretario di Forza Italia, Roberto Trinca, il rappresentante dei 5 stelle, Roberto Fondi (detto Guero), il consigliere comunale Mario Gatta e il segretario de La Destra cittadina, Alvaro Fondi. Quasi certa la candidatura di Emanuele Crestini, che da alcuni mesi ha lanciato l’idea di

aggregare intorno allo slogan “Insieme per Rocca di Papa”, varie componenti cittadine secondo cui il paese, dopo circa venti anni a guida Ponzo-Boccia, necessiti di una chiara svolta. Dalla sua, Crestini ha la giovane età e il fatto di conoscere ormai come pochi la macchina amministrativa dopo un intenso impegno come consigliere comunale che l’ha visto praticamente da solo a contrastare la maggioranza di governo. Resta da capire che cosa farà un politico navigato come Enrico Fondi, che potrebbe voler ripetere l’esperienza della lista della castagna, e il consigliere Danilo Romei.

La libreria si trova nell’ex municipio di viale Ferri ed affronta temi al femminile

Sbarca anche a Rocca la biblioteca diffusa dell’associazione “L’Aquilone Rosa onlus”

di Daniela Di Rosa Grazie alla collaborazione tra il Consorzio del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani, il comune di Rocca di Papa e l’associazione l’Aquilone Rosa, con il contributo della Regione Lazio, la Grande Biblioteca dei Castelli Romani si arricchisce di un altro punto di accesso. Il 6 marzo scorso, infatti, è stata inaugurata a Rocca di Papa - presso la sede dell’Archivio Storico in viale Enrico Ferri 65 - la biblioteca diffusa “Le altre”, attigua alla biblioteca comunale che ne coordinerà il servizio bibliotecario in collaborazione con l’associazione L’Aquilone Rosa onlus che, negli stessi locali, ha attivato lo sportello antiviolenza rivolte a donne e adolescenti. Un’iniziativa importante che speriamo diventi un concreto punto di riferimento per l’intero territorio. La garanzia in questo senso arriva proprio dalla presenza dell’associazione L’Aquilone Rosa, da anni attiva a Rocca di Papa nel settore socio-culturale.

Tornando alla biblioteca diffusa “Le altre”, prima vetrina della biblioteca sarà la specializzazione in Storia e cultura delle donne, interamente dedicata quindi ai temi lanciati in occasione della giornata inaugurale: la condizione della donna, psicologia dell'adolescenza e dei disturbi alimentari e letteratura al femminile. “L’inaugurazione di questo nuovo spazio polifunzionale all’interno dei locali comunali è di fondamentale importanza - ha detto il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia perché concretizza anche nella nostra città progetti di sostegno e vicinanza verso i soggetti più deboli, come le donne e i minori con disagi, oltre ad offrire approfondimenti culturali sull’universo femminile. Rocca di Papa rende omaggio così, con azioni concrete, alla giornata internazionale della donna”.

Nei giorni scorsi le volontarie dell’associazione roccheggiana, hanno seguito il breve corso presso il Consorzio Sistema Bibliotecario Castelli Romani, nella sua sede centrale di Genzano, per apprendere l’uso del software di gestione dei servizi bibliotecari. Auguriamo a tutti loro buon lavoro!


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Gli alunni di Rocca di Papa piantano l’albero della pace nella scuola del “giardino degli ulivi”

di Sandro  Tabellione Una bella iniziativa quella nata nell’ambito del progetto di educazione alla pace presso l’istituto scolastico “Giardino degli Ulivi” a Rocca di Papa. Lo scorso 4 marzo, infatti, alla presenza di genitori, insegnanti, e autorità cittadine e scolastiche, gli alunni hanno piantato nel giardino della scuola un bell’albero di cachi. Questa pianta è stata scelta per un motivo preciso visto che dopo la seconda guerra mondiale, al cachi è stato concesso l’appellativo di “albero della pace” poiché sopravvisse al bombardamento nucleare di Nagasaki, città giapponese, avvenuto nell’agosto del 1945. Un avvenimento drammatico che costò la vita a centinaia di migliaia di persone e che resta ancora oggi come monito affinché i conflitti vengano ri-

Ho passato una vita a difendere i “rocchiciani” dicendo che un tempo, qualche generazione fa, portare il pane a tavola era più importante del sapere la grammatica. Saremo pure stati montanari, analfabeti, ma eravamo una comunità che si era sempre rimboccata le maniche. Ora io, anzi noi tutti, con quale coraggio dovremmo difendere i giovani di oggi, gli under 40, quelli che il pane se lo mangiano solo, eppure indovinano le H ed i tempi dei verbi con meno frequenza di una eclissi lunare? Quelli che si sono arresi ad un futuro obbligato a Rocca e ad essere emarginati? Quelli, taluni, che sono persino orgogliosi della loro non cultura. Mi sono rifiutato di far parte del noto gruppo Facebook del paese per tanto tempo, perché sapevo mi avrebbe servito davanti agli occhi una situazione di cui già ero a conoscenza da anni ed anni, eppure ho sempre fatto finta di non vederla. Far parte di quel gruppo mi ha aperto gli occhi su come non ha alcun senso cercare di rilanciare il paese con tante lodevoli iniziative culturali se poi manchiamo delle basi. Della capacità di apprezzarle. È evidente come in molti, la maggioranza di voi cittadini, vi stiate movimentando

solti senza l’uso di armi di distruzione di massa ma con l’azione forte del dialogo e della conoscenza reciproca. Partendo da questi principi, l’istituto scolastico del quartiere Vigne di Rocca di Papa ha voluto ripetere l’esperienza già vissuta un anno fa con

un’altra bella e particolare iniziativa. Anche lo scorso anno, infatti, gli alunni, grazie alla collaborazione dell’associazione Wilpf (Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà) e dell’associazione L’Alveare-Amici del castagno, affrontarono un percorso di

La scuola al giardino degli ulivi

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conoscenza e sensibilizzazione sul tema dei diritti umani, poi conclusosi con una giornata di musica e spettacoli, cui prese parte anche Ida Mattei, sorella di Teresa Mattei, la giovane partigiana nota per aver lottato per didare la libertà al nostro Paese occupato dai nazi-fascisti. In quell’occasione si parlò di temi importanti, come l’uguaglianza e i diritti di donne e bambini, e prese la parola anche il rappresentante dell’ambasciata Argentina in Italia, Carlos Cherniak. Una giornata vissuta con grande intensità dai bambini, conclusasi poi con la consegna a ciascun alunno dell’attestato “Maestri di pace”. Una tradizione ormai avviata e che si è ulteriormente consolidata con la messa a dimora dell’albero di cachi, che adesso i bambini dell’istituto dovranno accudire con amore.

A proposito del dialetto su Facebook La Lettera

L’ignoranza di essere ignoranti

per una crescita del paese. Ma quale senso ha questo lavoro se a Rocca è più comune avere un figlio bocciato alle superiori di uno che è arrivato a frequentare l’Università? Come è possibile che nel 2015 si possa ritenere la terza media un titolo di studio di cui accontentarsi? Sono sempre stato contrario a mandare un figlio a scuola fuori Rocca sin dalle elementari o medie. Sono ancora convinto che le scuole funzionino tanto da noi quanto a Grottaferrata, Marino e così via. Eppure ultimamente ho capito quale sia l’effettivo guadagno di questa scelta. L’introdurre un bambino ad una nuova realtà, un nuovo contesto, sapere che a Squarciarelli non finisce il mondo e bisogna saper comunicare con individui che non parlino solo dialetto. Non lo dico con superbia, o perché io ho avuto la fortuna di avere una famiglia che potesse

permettersi di pagarmi gli studi universitari. Se vojo, io pozzo parlà rocchicianu come oa, come u parleanu nonna e nonnu. Saccio che étè u gnaffu e che étè u piscaru. Io so unu de chilli che ae superiori sè fattu boccià. N’so speciale. So pure orgogliosu de esse da Rocca! Eppure ad un certo punto ci si rende conto che è bello anche poter andare fuori Rocca di Papa, magari solo a Roma, e non sentirsi degli estranei. Il tempo in cui un “frascatano” era un forestiero ed in viaggio di nozze si andava nella -lontana- Firenze sono finiti. Nel 2015 non è accettabile non es-

sere capaci di parlare e scrivere in italiano. Perché il mondo corre e di questo passo saranno i forestieri a non volere più i roccheggiani, saranno loro ad emarginarci sul cucuzzolo della montagna. Queste poche righe, che mi auguro verranno pubblicate, non vogliono essere una offesa a nessuno. Anzi, semmai uno stimolo, pensate non solo a voi ma anche ai figli ed ai nipoti. Che futuro volete per loro? Volete dargliela la possibilità di trovare lavoro in un mondo sempre più competitivo o torneremo a fare i taglialegna lungo le pendici delle Faeta come cinquant’anni fa per vivere? Rimbocchiamoci le maniche come abbiamo sempre fatto, è tempo di crescere cari cittadini. È tempo di far vedere che da Rocca non scendono solo montanari ma anche futuri dottori, architetti, ingegneri e via dicendo. M. G.


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di Roberto Sinibaldi Cristina e Riccardo gestiscono a Rocca di Papa la tabaccheria di via Madonna del Tufo. Il loro negozio è davvero particolare. Presentati pure… “Mi chiamo Cristina e sono a Rocca di Papa da dieci anni. Sono sarda, ho lasciato la Sardegna per venire a studiare a Roma, dove mi sono laureata in sociologia e poi ho fatto il master in criminologia. Questa tabaccheria è stata aperta per amore, nel senso che volevamo un’attività insieme con Riccardo, il mio compagno. Abbiamo aperto circa otto anni fa. È più sua che mia per quanto riguarda l’attività commerciale, mentre io avevo bisogno di un incentivo in più per stare qui. Inizialmente volevo aprire una libreria, perché qui a Rocca di Papa non esiste, il che è anche indicativo, poi ho deciso comunque di dare la possibilità di leggere dei libri anche a chi viene in tabaccheria, però non comprandoli, ma potendoli chiedere in prestito.”

Questo è un negozio davvero speciale! “Sì, perché ci ho organizzato una biblioteca in tutto e per tutto. Molti all’inizio pensavano che fosse una libreria e invece è una biblioteca. Per cominciare ho portato metà dei miei libri che avevo in casa, poi ho chiesto a tutti i clienti se avessero dei libri che non leggevano più, inizialmente avevo predisposto uno spazietto minuscolo, poi invece si è allargato. Allora ho cominciato a dividere: narrativa italiana, inglese… E questo per me è stato un sollievo per lo spirito. Ho bisogno di qualcos’altro, a parte il commercio. La risposta è stata più o meno positiva. Tra l’altro è successa una cosa bellissima, c’è un cliente di Grottaferrata che viene qui solo per la biblioteca! Poi ho aperto la “gallerina”, nel senso di piccola galleria d’arte. E ho esposto un po’ di opere di artisti di Rocca.”

Libri e quadri, dentro una tabaccheria? “Non solo, perché il mio compagno ha avuto l’idea di fare un piccolo mercatino dell’usato, anche per consentire alle persone di farsi qualche soldo con i vestiti, quelli che non servono più. Tutta roba buonissima peraltro.”

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«Libri, arte e anche un mercatino di abiti usati»

Un luogo particolare al Belvedere, tutto da scoprire

Cristina Mannuzzo

E come va? “In tutti questi anni abbiamo assistito alla chiusura dei negozi vicini, allo spopolamento del centro storico per l’assenza di servizi, a molti stranieri che sono tornati nei loro paesi… Quindi la gente qui non viene perché non ha assolutamente motivo. Molti, che pure abitano qui intorno, se sono pendolari non si servono dei pochi negozi rimasti, come il nostro, e quindi la nostra attività purtroppo è molto diminuita.”

Più in generale come ti trovi a Rocca di Papa? “Una delle cose che adoro di questo posto, a parte il locale che si può trovare solo a Rocca di Papa, con tutti questi archi bellissimi, è il paesaggio che abbiamo di fronte. Però detesto il modo in cui è utilizzata questa via. So che tanto tempo fa era piena di alberi, tuttora ha un panorama esageratissimo, mentre il belvedere è diventato un parcheggio. Tutti passano in macchina, c’è qualcuno che si ferma a fare foto, sono per-

sone che vengono da fuori. Alcuni si rendono conto del paesaggio perché ci parcheggiano la macchina davanti… Il belvedere non è valorizzato per niente. Mi piacerebbe mettere un grande gazebo al posto delle macchine, con tavoli e panche, per ammirare il paesaggio, anche d’inverno. Sarebbe un investimento magnifico. Lo stesso vale per il paesaggio strabiliante che si vede dalla Fortezza, che invece è chiusa.”

Hai delle idee molto suggestive! “Il paese è fantastico, nel senso che ha una grandissima potenzialità: il paesaggio, il centro storico. Ogni volta che faccio una passeggiata vedo un vicolo nuovo, un angoletto diverso, sono bellissimi. Rispetto ad altri paesi che valorizzano il niente, qui invece hai, per esempio, una piazza come piazza Vecchia che è già bella di suo, che non è comunque per niente valorizzata. Questo significa che non è valorizzata la potenzialità turistica del paese, che è l’unica cosa rimasta.”

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L’Accademia del calcio dei Canarini un anno di grandi soddisfazioni

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di Sandro Tabellione La serietà e l’impegno, anche nel calcio, danno sempre i loro frutti e prima o poi, dopo aver seminato, arriva anche il tempo della raccolta. È il caso dei baby calciatori dei “Canarini Rocca di Papa, Accademia del calcio Marco Amelia” che recentemente sono stati impegnati in un ricco calendario di competizioni sportive nel quale si sono dovuti confrontare con società importanti della nostra regione, tra cui la Lodigiani e la Società Sportiva Lazio. “Il nostro impegno è costante -ci ha detto Gennaro Draicchio, della direzione scuola calcio dei Canarini- e una delle nostre priorità è quella di offrire a tutti i bambini la possibilità di misurarsi e confrontarsi con coetanei provenienti da diversi contesti e di qualità sempre maggiore. Momenti che rappresentano condivisione, aggregazione e soprattutto socializzazione, oltre ad essere un concreto e giusto approccio al mondo del pallone, un gioco nel quale, per divertirsi e coglierne appieno le possibilità, è necessario conoscerlo ed esprimerlo bene nel campo da gioco”. Un obiettivo chiaro e concreto, quello descritto da Draicchio: “Insegnare il gioco del calcio a tutti per dare vita a una realtà che, seppur piccola, deve essere capace di confrontarsi anche con le società più grandi”. Alla base di questa impronta c’è l’esperienza e la competenza del presidente Ezio Valente che, per il terzo anno consecutivo, si è affidato allo staff voluto dal campione del mondo Marco Amelia, coadiuvato dal professor Leandro Croce e da Raffaele Graziano in collaborazione con il professor D’Ottavio. Insomma, non solo nomi di qualità ma anche di sostanza e i risultati stanno dando loro ragione. Dopo aver archiviato gli ultimi tornei natalizi e le amichevoli è ora tempo di agonismo essendo iniziata, lo scorso 14 febbraio, la sessione primaverile. Intanto, ci sembra opportuno fare il punto della situazione di una realtà calcistica che continua a ricevere apprezzamenti per il bel gioco, l’educazione e l’organizzazione societaria.

ESORDIENTI 2002 Il gruppo degli “Esordienti”, formato da 22 bambini e guidato da mister Bruno Brunetti, ha brillantemente superato la fase invernale vincendo dieci partite sulle dieci disponibili nel girone di categoria. Una dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto nel triennio di Accademia, che consolida e premia il lavoro di tutti gli istruttori ed assistenti: Mario Castri, Marco

ROCCA DI PAPA

Brunetti e Antonio Gentili che, giorno dopo giorno, seguono la crescita di ogni singolo baby calciatore. C’è anche da dire che diversi bambini vengono già utilizzati nel campionato agonistico “Giovanissimi FB” guidato da mister Pio Romei.

PULCINI 2004 Il gruppo della categoria 2004 dei “Pulcini” è formato da 22 bambini ed è diviso, per esigenze numeriche e di livello di preparazione, in due sottogruppi, “azzurra” e “bianca”. La società si era posta obiettivi diversi per i due gruppi ed entrambi sono stati centrati appieno. Due istruttori, Francesco Andreozzi e Alessandro Brinati, e tre assistenti (Patrizio Lacana, Romolo Maggio e il nuovo arrivato Malai), seguono la crescita dei bambini preparandoli per le gare. Il gruppo 2004 “azzurra” ha archiviato la fase invernale senza perdere nessuno dei dieci confronti proposti dal girone.

PULCINI 2005 Questo gruppo, formato da 10 bambini, è guidato dall’istruttore Roberto Fei e dall’assistente Andrea Lusini. Si tratta di un gruppo che propone, in ogni occasione, il proprio gioco confrontandosi a viso aperto con tutte le realtà locali. Alcuni dei bambini presenti nel gruppo vengono utilizzati nel gruppo superiore.

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PULCINI 2006 Il gruppo del 2006 è formato da 10 bambini, per i quali il 14 febbraio scorso è iniziata la sessione primaverile. A guidarli c’è l’istruttore Massimo Gatta con l’aiuto organizzativo di Roberto Melchiorri. Un gruppo che, affacciandosi per il primo anno al torneo federale, gioca a calcio seguendo meticolosamente le indicazioni del proprio istruttore. Gran parte dei bambini, dal settembre scorso, viene impiegato nel gruppo dei “Pulcini 2005”.

PICCOLI AMICI “Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà sicuramente una bella giornata” recita un famoso proverbio popolare che calza pienamente per questo piccolo “esercito” composto da 24 bambini che, sfidando le intemperie, si divertono al gioco più bello del mondo. Una piccola famiglia che regala gioie ed emozioni a ogni evento. L’istruttore Giampiero Romei (coadiuvato da Alberto Gabrielli e Matteo Fei) sta mettendo in pratica le attività proposte dall’accademia e, anche in questo caso, i buoni risultati si sommano confronto dopo confronto. Nel raggruppamento “AICS”, che mette a confronto le migliori società romane, i “piccoli amici” hanno conquistato l’accesso alle finali nazionali militando nella seconda serie.


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Cultura e

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Con Pirandello l’Italia scopre la modernità

È iniziato da Rocca di Papa il tour culturale I was here

di Annarita Rossi È stato proprio in uno dei luoghi dal panorama più suggestivo che ha avuto inizio una nuova manifestazione promossa dal Sistema Museale dei Castelli Romani e Prenestini. In un terso pomeriggio del 28 febbraio infatti, il Museo di Geofisica di Rocca di Papa ha ospitato la prima conferenza e mostra gratuita dal titolo “I was here” (Io ero qui), nell’ambito di un’iniziativa culturale che vedrà coinvolti in date successive anche altri comuni dei Castelli Romani fino al 13 giugno 2015 con un programma calendarizzato dal Museograntour - rete di musei ed aree archeologiche - ente capofila la Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini. L’intento di riportare l’attenzione su quelle figure storico letterarie e non solo, che hanno contribuito a rendere questo territorio di rilevante importanza e significato sotto diversi punti di vista è riuscito ampiamente durante questo primo evento partecipato, tra i presenti il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, ed accanto il presidente della XI Comunità Montana, Giuseppe De Righi. Vincenzo Rufini, relatore della conferenza, ha descritto molto bene il primo degli undici protagonisti del progetto, ossia Luigi Pirandello, coinvolgendo il pubblico nella riscoperta della vita di questo scrittore, poeta, drammaturgo e Premio Nobel per la letteratura e del legame che questi ha avuto con il nostro territorio. Pirandello infatti soggiornò per villeggiatura a Monte Cavo nell’anno tra il 1893 e il 1894 e definì poeticamente questo monte come un gigante dal naso all’insù con gli occhiali, ossia i due laghi di Castel Gandolfo e di Nemi. Innamorato di questi luoghi, della semplicità della gente e della vita quotidiana del borgo, a Rocca di Papa fu ispirato e qui scrisse un’opera giovanile, “L’esclusa”, storia di una donna accusata ingiustamente di infedeltà. Un quadro generale dell’autore che, oltre a venire rappresentato in teatro è stato portato anche al cinema, è stato illustrato attraverso la bella mostra fotografica e dalle immagini che scorrevano in un video, frutto di una ricerca curata da Roberto Canò.

La conferenza, infine, corredata da alcune letture tratte dalle opere dello scrittore siciliano tra le quali la novella “Il fu Mattia Pascal”, lette da Stefano Maria Meconi, hanno mantenuto vivo l’interesse dello spettatore. Una bella iniziativa culturale, che si aus p i c a possa dare avvio ad altri progetti creativi, volti ad entusias m a r e sempre più il pubblico roccheggiano.

Luigi Pirandello

Il romanzo che Pirandello scrisse a Monte Cavo nel 1899

11 storie per conoscere il museumgrandtour

Undici storie per raccontare il museumgrandtour, undici tra artisti, letterati, archeologi e personaggi storici che con la loro vita e il loro lavoro hanno stretto un legame con il territorio, contribuendo a riscoprirne le antiche origini o rendendolo protagonista delle proprie opere. “I was here”, questo il titolo della manifestazione attraverso la quale il Sistema Museale dei Castelli Romani e Prenestini - rete di musei ed aree archeologiche del quale la Comunità Mon-

tana dei Castelli Romani e Prenestini è l’ente capofila - vuole raccontare alcuni tra i protagonisti della storia e della vita culturale dell’area. Alcuni di questi personaggi e soprattutto il loro rapporto con i diversi comuni dell’area, sono ancora poco noti e per questo fino al prossimo 13 giugno il Sistema Museale Museumgrandtour in collaborazione con i musei, gli Enti e le amministrazioni aderenti presenta un calendario di mostre e conferenze

gratuite loro dedicati. “Tanti eventi – ha dichiarato il Presidente Giuseppe De Righi – per conoscere o riscoprire le storie di alcuni personaggi che hanno contribuito a rendere questo territorio così importante e significativo sotto diversi punti di vista, da Pirandello a Cambellotti, da Scipione Borghese a Carlo Fontana e molti altri”. Per conoscere l’intero programma delle iniziative si può visitare il sito: w w w. m u s e u m g r a n dtour.org


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LA STORIA

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Una bella storia di solidarietà

Ricordando i “primi passi” della comunità romena di Rocca di Papa

di Florentina D. Pagnajer L’arte del tacere a volte penalizza, a volte diamo per scontato che tutti sanno, altre volte qualcuno racconta, parlando di stranieri, quello che gli fa comodo, si limita a dire o a fare qualcosa per la comunità romena senza neanche coinvolgere o invitare tutta la comunità – presentazioni, iniziative, incontri (l’ultimo il 14 febbraio nell’aula consiliare del comune). Personalmente non amo il termine “comunità”, parlerei di “cittadini romeni che vivono a Rocca di Papa”, molti di loro da tantissimi anni, come me (ben 25). Da quando sono cittadina di Rocca di Papa, per “dovere di cronaca” decido di “rompere il silenzio” e raccontare, ma soprattutto ringraziare chi ha ideato la messa in lingua romena con rito ortodosso che attualmente si svolge presso la chiesa del Crocifisso nel cuore del centro storico di Rocca di Papa e della quale si parla tanto senza però nemmeno nominare una delle persone che hanno reso possibile tutto questo. Sapevate che nel lontano 2004, il 9 maggio, si celebrava, presso il Liceo Benedetto XV di Grottaferrata, la prima messa ortodossa dal Diacono Constantin M. (padre Nicodim)? Ma questo fu solo l’inizio. Sapevate che fu Don Baldassarre Pernice, l’ex Direttore della Caritas di Frascati, a propormi di organizzare un momento d’incontro per l’avvio della messa in lingua romena? Collaboravo già da anni con la Caritas come volontaria - un altro termine che amo poco - accanto ad altre persone impegnate ad aiutare gli altri e, ahimè, non mi rimaneva nemmeno il tempo di occuparmi di feste o quant’altro, ma nel mio piccolo riuscivo ad aiutare le persone bisognose, italiane e non. Personalmente, trovavo l’idea di Don Baldassarre geniale: avere una messa in lingua romena era un sogno! Che presto si sarebbe realizzato. Sapevate che dopo un po’ di tempo dall’inizio della prima messa celebrata da padre Nicodim, malgrado i miei “sforzi” - bussavo alle porte, fermavo la gente per strada (mi piace il contatto diretto con le persone) -, parlavo a tutti di Padre Nicodim che mi aveva affascinato subito per la grandezza spirituale... dopo un po’ di tempo eravamo rimasti quattro fedeli, anche a causa del luogo che rimaneva scomodo (recarsi con l’autobus a Grottaferrata, di domenica, per i romeni residenti a Rocca di Papa, non era semplice). Sapevate che a quel punto Don Baldassarre, deluso, voleva interrompere tutto, ma a me, testarda (di “coccio” come di-

cono a Roma), non andava giù che una cosa così bella potesse finire e quindi proposi a Don Baldassarre di spostare tutto a Rocca di Papa? Ma dove? Siccome le chiese sono aperte a chiunque, bussai al Duomo, da Don Massimiliano, gli chiesi di aiutarci... Sapevate che a quel punto il miracolo si avverò? Don Massimiliano acconsentì a ospitare la nostra messa nella Parrocchia e, per quasi due anni, Padre Nicodim celebrò ogni domenica, prima della messa cattolica, la nostra messa e per due volte, nella notte della Pasqua Ortodossa, nella chiesa gremita di gente con i lumini in mano, fece dire a Don Massimiliano, durante la funzione della domenica: “Non ho mai visto tanti giovani con bambini piccoli ad assistere a una messa con tale devozione e per tante ore”... e per due volte davanti a tanti miei connazionali, nella notte di Pasqua, dissi grazie a Don Baldassarre e a Don Massimiliano e, salutando con il nostro saluto: “Gesù è risorto”, mi rispondevano: “In verità è risorto” facendomi venire i brividi. Sapevate che un bel giorno, Padre Nicodim andò via e arrivò padre Gabriel che fece “spostare” la messa in quella piccola chiesa del Crocifisso che, oggi grazie a lui, è diventata un luogo d’incontro per noi ortodossi e dove celebra la stessa messa iniziata tanti anni fa? Abbiamo accolto padre Gabriel a braccia aperte, personalmente ha la mia grande stima anche perché lui, dopo essere venuto a conoscenza di tutto ciò su Don Baldassarre, gli disse subito grazie, ringraziando anche me, cosa che mi onora ma nello stesso tempo diede un input nel fare sempre di più... e forse tra quindici anni ne scriverò... Mi preme concludere questi “sapevate che” con una storia triste che, però, ha un finale tutto sommato felice. Qualche settimana fa una signora romena dopo aver lavorato per tanti anni a Rocca di Papa come badante si è trovata per vari motivi senza un sostegno economico, con un bambino di tre anni, un altro ragazzo più grande, un compagno con seri problemi… trascinata dalla disperazione, dalla vergogna di dover chiedere aiuto, una sua cara amica e mia, Paola, romena anche lei, mi chiese di fare qualcosa. Arrivare alla soglia della povertà assoluta, nutrire un bimbo con acqua e farina (nel 2015) perché non si ha la forza di chiedere, ci si sente impotenti. Ma ecco che qualcuno si precipita ed aiuta come può anche se qualcuno la critica (chi siamo noi per giudicare l’altro? Che ne sappiamo che cosa accade nella mente e nella vita di qualcuno travolto dalla disperazione?). Possiamo avere tanto e un minuto dopo non

La chiesa del Crocifisso a Rocca di Papa

avere nulla. Cuori di ghiaccio? Ma no, forse semplicemente incapacità di mettersi nei panni dell’altro, il tendere la mano invece di puntare il dito. Ho chiesto un contributo economico a chi incontravo, a chi conoscevo bene e non… alla gente comune, roccheggiani e non, ai miei connazionali... un gesto di “solidarietà senza confini” e quasi tutti mi hanno dato qualcosa per questa signora o lasciavano qualcosa da Tonino o al bar all’inizio di via Frascati. Se ho trovato disagio nel chiedere? Un po’, come il barbone che tende la mano per l’elemosina. Riconosco che non riuscivo ad affrontare non freddezza gli sguardi indifferenti che a volte incontravo, ma poi sentivo il calore della gente che partecipava oltre che con i soldi anche con una parola d’affetto e allora mi sentivo onorata di stare accanto a chi aiutava. Questa signora, in una domenica piovosa, è riuscita a partire con un pulmino, con le sue cose, con i suoi figli e il compagno grazie all’aiuto economico di tutti noi: Caritas di Frascati (il direttore Luigi, Angela - che non ricordo di aver mai vista sui giornali - a te che non rilasci mai interviste ma sei l’angelo custode di tutti i romeni e non solo); Padre Gabriel che ha accolto e aiutato questa persona; Paola, che per prima mi ha chiamato e che l’ha aiutata come se fosse una sua sorella; Irina, dell’associazione L’Osservatorio che ha dato un grande contributo e che non voleva quasi essere nominata; il bar di Tonino, l’altro bar di via Frascati, Marcello, Enrico, Isabella, Liviana, il negozio di alimentari di via Roma, il barbiere dei Campi e tanta gente, con cui mi scuso se non la nomino; nomi di gente comune ma nomi che andrebbero scritti con lettere maiuscole perché fanno parte di un pezzo di storia di Rocca di Papa. Nel nostro paese succede anche questo.


IL LIBRO

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Edito dalla casa editrice Bompiani

Arriva in libreria il romanzo dell’esordiente Lilith Di Rosa di Andrea Sebastianelli È finalmente arrivato in libreria “Russian Roulette” (Grandi Tascabili Bompiani, 144 pagine, € 12 - versione book € 8), l’esordio letterario dello scrittore roccheggiano Lilith Di Rosa. Un linguaggio forte, crudo e asciutto il suo, nella forma di un diario quotidiano dopo la fuga da Roma e l’arrivo nella capitale olandese, Amsterdam. Il libro ruota intorno alle esperienze vissute dall’autore-protagonista, che mettono a nudo la sua inquietudine interiore e la ricerca di uno spazio di vita che, di volta in volta, sfugge. Un’iniziale fuga d’amore si trasforma presto in un vortice cupo, in cui l’approccio con la droga prende le sembianze di un indivisibile connubio di sofferenza in assenza di legami duraturi. Questo vortice è in parte illuminato dall’incontro con donne e amanti alla ricerca di qualcosa che resta indefinito, nella consapevolezza che solo la droga e l’alcool lo possono far uscire dal mondo, per citare Èlemire Zola,

riaccendendo l’anima celata del protagonista. Man mano che le pagine scorrono, si comincia a patire, a palpitare, a sospirare per come ogni singola giornata possa concludersi, sperando che il nuovo giorno porti con sé almeno un barlume di lucidità. Quello di Lilith è un romanzo dalle tinte esasperate, simili a pennellate buttate con violenza, con forza, senza scrupoli. Un romanzo che ricorda i dannati di Goya, quelle pitture nere ed estreme che sconvolsero la società del tempo, abituata alle carezze dell’arte. Anche il protagonista di Russian Roulette pare non apprezzare le carezze, preferendo usare le parole come una litania in grado Lilith Di Rosa di colpire e di scolpirsi nella mente del lettore. Lilith porta l’esasperazione dell’esistenza al massimo, ma lo fa con disilvoltura, come solo i grandi autori riescono a fare. In poche righe si riesce a cogliere il profilo di una vita. Questo libro, è bene dirlo, scuote le coscienze. Soprattutto quelle perbeniste che vivono ovattate di fronte a

una società composta di strati profondi, emarginati, e distanti tra loro. Non manca l’ironia nelle pagine del libro, perché anche nelle vicende più drammatiche (di cui il romanzo si forma) si riesce a sorridere e a ridere. Sullo sfondo resta l’immagine di quello che l’autore definisce Ghost man, un uomo fantasma che si aggira per le strade della città e che nessuno forse riesce a scorgere. Alle storie dell’oggi, Lilith contrappone i ricordi, gli amici, le esperienze e le gioie di ieri, quelle che lo hanno formato e forse trasformato in colui che è alla continua ricerca della strada per diventare qualcosa. Un esordio coraggioso che farà parlare di sé, nel bene e nel male.

La Mondadori all’assalto del Gruppo RCS Ilmonopolio dellaculturaun rischio concreto

di Francesca Torino Il gruppo Mondadori, uno dei più grandi in ambito editoriale e con il più alto fatturato, pare abbia proposto a un altro colosso, Rcs, di unirsi a lui in matrimonio. La proposta, per il momento, è in fase di valutazione da parte del consiglio di amministrazione. La tentazione di accettare sembra piuttosto forte, soprattutto per far fronte all’indebitamento del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, che ammonta a circa 500 milioni di euro. Ben vista la proposta, dunque, dagli azionisti del gruppo di Paolo Mieli, dubbiose le sue case editrici. Forse, l’idea della figura di un unico editore (Berlusconi) po-

trebbe non garantire quella indipendenza di pubblicare libri ritenuti importanti culturalmente e socialmente, ma forse scomodi per qualcuno? La Bompiani, diretta da Elisabetta Sgarbi, che compete con la Rizzoli su anticipi e diritti d’autore, cerca di farsi strada il più possibile in assoluta indipendenza grazie ai suoi autori (Umberto Eco, Paulo Coelho, Piketty, Houellebecq). L’Adelphi di Roberto Calasso ha già detto «no» a questa pos-

sibile alleanza. Altri, invece, come Marsilio, esprimono i loro dubbi: si tratta di un’unione volta a rivoluzionare il mercato del libro, che consentirebbe maggiore ossigeno alle case editrici e alle librerie indipendenti (a discapito delle catene e di Amazon). Oppure si tratta di svendita? Insomma, questo matrimonio mette molta apprensione a tanti piccoli protagonisti, dagli agenti letterari ai librai indipendenti. Quest’ultimi, in particolare, faticano a raggiungere un fatturato tale da permettergli di non chiudere battenti, sia per il mercato in forte calo sia a causa della vendita online e delle grandi

catene. Inoltre, sul tavolo si aggiungono altre questioni, quali la distribuzione e la guerra dei prezzi. La legge Levi, che prevede uno sconto massimo del 15% nelle librerie tradizionali e online, fa ancora molto discutere perché, seppur è vero che ha frenato Amazon & co. e la liberalizzazione totale, continua ad essere tutto a loro vantaggio. C’è chi propone di adeguare queste riduzioni del prezzo ad altri Paesi europei quali la Francia (5%) e la Germania (nessuno sconto). Il futuro dei due coniugi non sembra prospettarsi dei più rosei, tra malcontenti interni e mercato sempre più in crisi. Staremo a vedere cosa ne sarà, soprattutto della qualità dei loro figli.


PAGINA APERTA

Spunti Il rooibos, il tè di rosso africano psicologia

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

La classe “capovolta”

Il nuovo metodo di didattica alternativa della “Flipped classroom” ideato nel 2007 da due docenti americani, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, che lo hanno applicato alla Woodland Park High School, in Colorado, è attualmente in sperimentazione ad Albano presso l’Istitituto Turistico “Via della Stella” (ex Nicola Garrone) ad opera del professore di Scienze, Vincenzo Ferrenti, flipped teacher di 1° livello, nella classe IC. Si tratta di una metodologia che capovolge l’insegnamento classico nel quale il docente a scuola spiega la lezione agli alunni, nella “classe capovolta”, il professore fornisce il materiale didattico, consistente in video caricati su una piattaforma virtuale, o su Youtube, a disposizione degli studenti, che possono guardarli a casa tutte le volte che necessitano e scambiarsi opinioni tra loro. In questo modo, anche gli studenti con bisogni educativi speciali (BES) che presentano qualche difficoltà di apprendimento, o tempi più lunghi, hanno i materiali sempre a disposizione. Successivamente a scuola, possono rivedere i video sulla Lim e svolgere le esercitazioni o chiedere dei chiarimenti al docente. Bergmann sostiene che “capovolgendo il metodo di insegnamento, il lavoro a casa diventa la parte più semplice, mentre in classe si svolgono le attività più complesse e creative”. Il flip teaching è stato adottato da vari Stati non solo negli USA ma nel mondo ed è risultato sempre un metodo efficace. Ciò che credo sia il pregio più importante di questa metodica, è il lasciare che ogni studente possa apprendere con i propri tempi, nel rispetto delle differenze individuali. Il 13 marzo presso l’Istituto di Albano si è tenuta la presentazione della “Flipped classroom”, occasione in cui il prof. Ferrenti avrà il piacere di illustrare i buoni risultati ottenuti “capovolgendo la classe”.

di Francesca Torino Il termine rooibos deriva dall’afrikaans, una delle lingue ufficiali del Sudafrica, e significa “arbusto rosso”. Infatti, il colore dell’infuso che se ne ricava è proprio di questo colore, leggermente ambrato. Questa pianta cresce nella regione del Cederberg (in Sudafrica), i cui nativi sono stati i primi a prepararla e ad assaporarla. Considerata la bevanda nazionale del Sudafrica, il rooibos si è presto diffuso in tutto il continente africano e poi in tutto il mondo. Le foglie di rooibos vengono lasciate essiccare e, solo in un secondo momento, vengono triturate. Tradizionalmente, invece, venivano lasciate fermentate con alcuni ramoscelli e poi il tutto veniva sminuzzato con dei pestelli di legno. Se si acquista questo tè sfuso in qualche negozio specializzato e si osserva bene dentro il sacchettino, si noterà la pre-

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Un momento della raccolta del rooibos

senza – oltre alle piccole foglioline rossastre – anche di parti di sottilissimi ramoscelli. La particolarità di questo infuso sta nella sua naturale dolcezza, nel basso contenuto di tannini (sostanze chimiche presenti negli estratti vegetali), per cui se lo si lascia troppo in infusione o raffreddare, mantiene comunque il suo sapore. Inoltre, l’assenza di teina o di altri eccitanti, rendono questa bevanda adatta a tutti, grandi e

Occhio alla Nutrizione I tanti benefici del tè verde

di Laura Fico* Il tè verde è un tipo di tè composto esclusivamente da foglie di Camelia Sinensis. Al mondo il consumo di tè verde è secondo solo a quello dell’acqua. Questo dovrebbe renderci felici grazie alle sue numerose proprietà biologiche. Purtroppo in Italia il suo uso non è frequente a causa del gusto non troppo gradevole. Per evitare il caratteristico sapore amaro basta seguire una corretta preparazione: l’acqua deve essere intorno agli 80 ° e i tempi di infusione devono essere di circa 3 minuti. I germogli delle foglie e le foglie più giovani di questa meravilgliosa pianta contengono una altissima percentuale di

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d i gu u e s i t i o n Q.... s ........

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principi antiossidanti. Gli antiossidanti più importanti sono le catechine(1) che arrivano a costituirne un terzo del suo peso secco. È stato osservato che il consumo di tè verde contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo sierico e l’ipertrigliceremia determinando una maggiore sensibilità all’insulina migliorando la tolleranza al glucosio.

piccoli. È ricca di sostanze, quali zinco, vitamina C, calcio, magnesio, fosforo e ferro, nonché un ottimo antiossidante e agisce contro i radicali liberi (qualità comune sia al tè nero sia a quello verde). Ottimo anche contro i disturbi gastrointestinali, nausee e infezioni, è tonificante al mattino e rilassante la sera. L’ideale sarebbe sorseggiarlo con dei biscottini e davanti a buon libro. Diversi studi scentifici imputano al tè verde effetti protettivi nei confronti di vari tipi di cancro. Sembra che berne dieci tazze al giorno costituisca un fattore estremamente protettivo nei confronti dell’insorgenza di tumori primari, prevenendone la genesi, e ostacolando la formazione dei vasi che lo alimentano. Se dieci tazze ci sembrano troppe possiamo sempre iniziare con una, provando magari con quello aromatizzato, per regalarci un salutare break. Catechine: gruppo di sostanze appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, composti chimici naturali diffusi nelle piante.

(1)

*Biologa Nutrizionista


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L’angolo della storia

Lo scandalo della Banca Romana

di Vincenzo Rufini Gli antichi greci lo chiamavano Skàndalon, nella nostra lingua è tradotto col nome di Scandalo e assume il significato di ostacolo, od inciampo; insomma qualcosa che ha il potere di interrompere un’azione. Ai giorni che abbiamo la ventura di vivere la parola scandalo è entrata talmente nel sentire comune da non suscitare più alcun stupore. C’è stato un tempo, però, che uno scandalo poteva scardinare antiche costumanze e persino vecchi ordini sociali. Un esempio classico di ciò può essere rappresentato da un evento talmente straordinario che sconvolse la quieta vita dell’Italia post unitaria e che è assurto a paradigma di tutti gli scandali, cioè lo scandalo della Banca Romana. Fu uno scandalo politico-finanziario che coinvolse fin dalle fondamenta il neonato stato unitario e che vide coinvolta, in varia misura, una pletora di svariatii personaggi: statisti, giornalisti, banchieri, istituzioni ecclesiastiche, alti prelati, congiunti comuni di personaggi pubblici, fino a lambire il portone del Quirinale. Tutto ebbe inizio con la speculazione edilizia seguita al trasferimento della capitale del Regno da Firenze a Roma (con la legge del 3 febbraio 1871); tutta la burocrazia della nazione doveva essere collocata in appositi uffici da creare ex novo, al contempo si doveva provvedere agli alloggi delle rispettive famiglie giunte al seguito dei pubblici funzionari. L’espansione edilizia della nuova capitale divenne la priorità centrale e onde finanziare tale impresa si fece ricorso ad un esborso bancario senza precedenti. All’epoca non esisteva un solo istituto d’emissione, come è adesso la Banca d’Italia, ma gli istituti di credito autorizzati ad emettere carta moneta erano molteplici, tra cui spiccava per imponenza finanziaria e importanza economica la Banca Romana. Tale istituto era diretto da Bernardo Tanlongo, un individuo semianalfabeta, rozzo, incolto, ma con un fiuto per gli affari e la gestione dei medesimi fuori dal comune, maneggione come pochi, oltreché uomo dei gesuiti, di Propaganda Fide, fiduciario del Vaticano e

CULTURA

massone. Il deputato Napoleone Colajanni, accusatore delle sue malversazioni, si spingeva a dire che era al soldo dei francesi. Nel 1889 cominciano i primi scricchiolii della banca, dovuti alla sproporzionata emissione di carta moneta, tanto che all’epoca si parlò di un esborso per 40 milioni di lire; ma tale emissione non riguardava solo l’eccessiva richiesta di finanziamenti da parte delle imprese costruttrici, altresì anche il sostegno economico della banca alle avventure degli uomini politici e dei loro sodali. Tanlongo soccorse economicamente, fra i tanti, anche la fatiscente Banca Tiberina dove le due amanti ufficiali del Re Umberto I, la contessa Santafiora e la duchessa Litta, gestivano i loro affari sballati. Bernardo Tanlongo assiste economicamente anche il potentissimo capo del governo Francesco Crispi e l’astro nascente del riformismo liberale, il piemontese Giovanni Giolitti. Alla fine, gra-

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d’America

un mondo da riscoprire zie soprattutto alla pervicacia del giornalista Pietro Sbarbaro, direttore del giornale Le forche caudine, che abbe il merito di segnalare lo scandalo all’opinione pubblica e a quel gran faro di onestà che fu Felice Cavallotti (proverbiale e a futuro monito resta la sua Lettera agli onesti di tutti i partiti), il governatore Tanlongo fu arrestato e le autorità governative presero la decisione di autorizzare l’emissione di carta moneta a soli tre istituti di credito, in seguito ciò sarebbe stato affidato alla sola Banca d’Italia. Lo scandalo mise in luce la realtà di una nazione molto diversa da quell’Italia auspicata dai patrioti risorgimentali; un’Italia in cui il malaffare aveva avuto la meglio sui valori condivisi. Vedendo lo scandalo della Banca Romana, confrontato con gli inarrestabili scandali contemporanei, vien da dire che erano beati i nostri antenati di fine Ottocento che potevano ancora stupirsi per la gravità uno scandalo.

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Festeggiare le donne?

Le donne festeggiate soltanto per un giorno non sono certo quelle che tutti conosciamo e non si capisce cosa bisogna festeggiare se si pensa a quante di loro muoiono in un anno.

E muoiono per mano di chi più si fidano, di quelli che con loro dividono la vita, compagni, mariti, amici che solo perché son uomini le umiliano e le uccidono con crudeltà infinita!

E c’è sempre la paura di poter denunciare di alzare la testa, di smascherare il mostro per una concezione che può sembrare strana, ma forse è solo per pudore, per un errato senso d’inferiorità o più semplicemente per non essere additata come una “puttana”. Non è facile veramente essere donna in questo mondo, non lo era una volta e non lo è nemmeno adesso, anche se di diritti ne abbiamo conquistati e anche se per fortuna gli uomini non sono tutti uguali ci sono quelli dolci, sensibili, quelli cioè che sono davvero innamorati.

E a tutti gli uomini dico: festeggiate la donna giorno dopo giorno dividete con lei ogni cosa, fatela sentire importante ed amata e non aspettate l’8 marzo per donarle una rosa!

a cura di Francesco Signorello

ALCE NERO: “Voi avete notato che ogni cosa fatta da un Indiano è in un cerchio. Questo succede perché il Potere dell’Universo agisce secondo dei cerchi e ogni cosa tende ad essere rotonda. Nei tempi antichi, quando eravamo un popolo forte e felice, ogni nostro potere derivava dal cerchio sacro della Nazione e, per tutto il lungo periodo in cui non venne spezzato, il nostro popolo prosperò... Tutto ciò che il Potere del Mondo compie è realizzato in un cerchio. Il cielo è rotondo e io ho sentito dire che la terra è rotonda come un pallone e che anche tutte le stelle lo sono. Il vento, al colmo del suo furore, forma dei vortici. Gli uccelli costruiscono i loro nidi facendoli a cerchio perché hanno la nostra stessa religione. Il sole sorge e tramonta disegnando un cerchio. La luna fa lo stesso ed entrambi sono rotondi. Persino le stagioni, nel loro alternarsi, formano un grande cerchio e tornano sempre al punto di partenza. La vita dell’uomo è un cerchio dall’infanzia all’infanzia, ed è lo stesso per ogni cosa che il potere anima”. Alce Nero (Oglala, Lakota) Tratto da: “Il Grande Spirito parla al nostro cuore” edizioni Red


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STORIE

IL RACCONTO DEL MESE

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Collage

elle grotte di caldi tufi sotterranei, dove rimbombano ancora le grida dei nostri avi, giacciono in attesa sconosciute forme di di Noga creta, di marmo e di bronzo. Ma tutto ciò svanisce nel forno delle sigarette assassine contrabbandate attraverso lo stretto Mare delle conquiste e delle guerre, delle colonie elleniche e dei pirateschi traffici dorati. Mare solcato dalle lente galee leonine e dalle rustiche navi della Croce. Mare desiderato dai bizantini spavaldi e solenni. Arroventato dalle ciminiere galleggianti portatrici della guerra dei fasci e della conquista pellerossa e mafiosa. Dove uomini, ormai vittoriosi, dalle mascelle ruminanti marciano contro il nero ferro uncinato. E lui, l’Orfano Sconosciuto, desidera riavere il proprio passato perduto nella vena dell’ignoto padre, accogliente il benzolo sperimentale di Auschwitz. Timbri, date e firme che trascinano quella Storia in un affannato presente, che non percepisce fino in fondo l’atrocità di quel nome: Auschwitz. Piatta Terra dei Cavalieri, attraversata da schiere veloci innalzanti la Croce Sanguinante di Terra Santa offerta ai popoli conquistati. Teutoni catafratti e silenziosi e benedetti nella fede. L’Orfano Sconosciuto forse ha in sé qualche stilla di tutto questo. Forse è una stilla antica, proveniente dalle origini stesse delle consuetudini baluginanti nella mente del Feudatario, sprofondato nel castello di pietra, lontano dal suo Re. Solenne nel fumigare del camino in attesa delle battaglie di primavera, lassù al Nord lungo il fiume, sulla pianura di torba, calpestata dalle stanche milizie con le lance abbassate, punteggiate di neri corvi a riposo. E sulle antiche tombe sparse aleggia tutt’ora il profumo degli incensi cerimoniali e gravano le voci degli officianti mentre, all’intorno, cavalli barbari scalpitano, nell’attesa dei loro cavalieri lanciati alle conquiste e ritornanti appiedati e silenziosi, con gli elmi contusi dai colpi dei loro antichi conquistatori. li scudi pendenti sulle spalle: esterrefatti dalle loro medesime imprese e dalle parole in stanco latino appena percepite e strappate via dal vento della corsa. Come dal vento della steppa, da fanciulli, rincorrenti all’infinito le mandrie di cavalli imbizzarriti. Solai rimbombanti di ferri e di ghiaia del fiume o dei depositi geologici distrutti o delle cave svuotate o delle pianure e colline rapinate dei boschi e dei prati con le lepri saltellanti sulle pietraie aride e subito, con un ultimo salto, cadenti fra nugoli di pallini di piombo infuocato dei cacciatori ecologici. Ghiaie delle coste spumeggianti di acque correnti tra le scorie

G

Un racconto che vi sorprenderà

delle antiche fucine dei Tirreni e ormai corrugate dalla poltiglia del Tempo. Delle acque invivibili e murate, delle capanne abusive, delle abitazioni vuote, delle pinete infiammate. E il calvo tecnocrate nemico degli uomini, delle donne, dei vecchi, dei bambini e dei giovani che abiteranno nei suoi cementi, che mangeranno, su freddi tavoli, cibi dai sapori sapidi bevendo vini inscatolati o bevande nere fluttuanti di inutili spume, ride e si inebria delle mascelle rapide, degli occhi spenti, perduti nel film televisivo, delle orecchie protese alle onde radiofoniche portate su zampette sculettanti con al collo collane di ambre artificiali, non più contenitori di caldi insetti bruniti, antichi quanto il mondo. sfioro oggetti assemblati lontano, da curate mani femminili calzate di bianchi guanti asettici in spazi senza polveri, costellati di fredde lampade, pregni di silenzi estremi. Mani femminili già perfette milioni di anni fa, quando non esistevano occhi tondi né occhi a mandorla. Visi bianchi, passettini rapidi, gambe arcuate : donne che conservano in fondo agli occhi stregati la visione del fungo arrampicantesi velocemente nel cielo, baluginante di fulmini e di fumi bianchi. Donne stravolte dalla visione della distruzione assoluta e dalle ombre bruciate delle vittime, stampate sui parapetti dei ponti, come poster. E osservo, ai bordi dei grandi tavoli ministeriali, oligarchie tristi sedute sulle poltrone di cuoio impregnate del fumo dei sigari dei padri fondatori dell’Unità della Nazione. Rottura della socialità diffusa, delle aspettative degli anziani a riposo, dondolanti le carrozzine dei nipoti neonati. nell’ora del tramonto, in un triste panorama suburbano degradato, intravedo ombre sfuggenti di felini alla ricerca di un frammento di pianura ancestrale, dove correre e cacciare. E all’imbrunire, esauste, scomparire al riparo di assetati oleandri polverosi.

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il Segno - marzo 2015

Spunti di cinema

Foxcatcher un caso dicronaca di Camilla Lombardozzi Bennett Miller torna dietro la macchina da presa con “Foxcatcher”, l’adattamento cinematografico dell’autobiografia “Foxcatcher: The True Story of My Brother’s Murder, John du Pont’s Madness, and the Quest for Olympic Gold”, di Mark Schultz. Miller decide di portare sul grande schermo il caso di cronaca del 1996 sull’assassinio di Dave Schultz, lottatore campione olimpico nel 1994 alle Olimpiadi di Los Angeles, per mano di John Du Pont, multi-milionario e amico del lottatore. E così dopo “Truman Capote- A sangue freddo” e “L’arte di Vincere”, Bennett gira il suo terzo film, guadagnandosi la Palma d’Oro come miglior regista alla 67ma edizione del Festival di Cannes e ben 5 nomination agli Oscar 2015 come miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura non originale e miglior trucco e acconciatura. Stati Uniti, 1987, i fratelli Mark e Dave campioni di lotta, i due vivono in totale sintonia, il loro è un rapporto di amore e odio dovuto anche al diverso carattere, Dave è carismatico e protettivo mentre Mark è il classico omone dal cuore tenero; ha vinto una medaglia d’oro ma cerca una via d’uscita dalla vita di povertà e dall’ombra del fratello. La svolta sembra arrivare quando l’eccentrico e multi-milionario John Du Pont lo convoca e gli offre di unirsi alla sua squadra di lotta per le Olimpiadi, invitandolo a trasferirsi nella sua tenuta, appunto Foxcatcher, Mark accetta e da lì sarà coinvolto in una vera e propria spirale di violenza e uso di droghe, nonché in un perverso gioco di potere che lo porterà ad avere un crollo psicologico. La pellicola è abilmente costruita da Miller, il quale fa emergere una prospettiva più ampia del mondo dello sport, mostrando allo spettatore la follia di un uomo (Du Pont), dall’ego smisurato, in cerca solo di grandi imprese da compiere, in primis per sentirsi potente e in secondo luogo per compiacere l’anziana madre da cui è dominato. Il fulcro che Miller mette in scena nella pellicola è il fattore psicologico dei personaggi cardine, Mark, Dave e John, amplificato non solo dai dialoghi pungenti, ma anche dai gesti, dagli sguardi, dai silenzi, dalla perenne lotta con se stessi in un mondo in cui la scelta tra gloria e normalità porterà a un tragico evento.


il Segno - marzo 2015

MUSICA

cite s v o u e U N

IQ-The Road of Bones Ascoltare del buono e sano new prog

Quando un CD ha i sentori del capolavoro lo si avverte subito, come in questo caso, già dalla copertina, veramente bella e suggestiva con l’immagine di un volto inquietante che fa capolino dalle nuvole di un cielo cupo e minaccioso e capace di suscitare le emozioni e le tensioni racchiuse nell’album che, sin dal momento che sprigiona le sue note e mano a mano che libera i solchi, trascina impetuosamente nel vortice dei suoni e l’anima s’invola come in una spasmodica trance verso l’estasi che la buona musica sa dare. E l’ultima opera “The Road of Bones” degli inossidabili IQ è veramente di quelle che ti fa gustare il sapore della musica d’altissima qualità. Magia, fascino, dramma, liricità, pathos, romanticismo. Come nella tradizione più classica e purista, tutti gli elementi consueti del prog, in questo album trovano la loro massima evidenza ed espansione e dove gli IQ raggiungono quasi la perfezione del loro sound. Figli, musicalmente parlando, soprattutto dei Genesis, dai quali furono abbagliati durante il tour, nel 1976, di “Trick of the tail”, riproponendosi che se sarebbero dovuti diventare musicisti quella era la musica che avrebbero voluto fare. E in effetti alla fine ci sono riusciti alla grande e partendo da quelle atmosfere romantiche e suggestive, prettamente genesisiane, sono arrivati, dai primi anni 80 fino ad oggi, ad essersi ritagliati uno spazio di tutto pregio e di grande importanza per la scena della musica cosiddetta progressive tanto che forse oggi si può dire che di quella nuova ondata di gruppi prog che si affacciarono agli inizi degli anni 80 (Marillion soprattutto, Twelfth Night, Pendragon e qualche anno più tardi Porcupine Tree) gli IQ sono rimasti sempre fedeli a quella linea affinandosi e cre-

ando album sempre più interessanti fino a questo loro ultimo che io considero e pongo alla stregua dei grandi capolavori del prog e che nulla ha da invidiare ad album come Selling England o Foxtrot o The Lamb per rimanere nell’ambito dei Genesis . La loro peculiarità è quella di saper costruire soprattutto delle storie affascinanti e di ampio respiro, alla sorta dei mitici album concept degli anni 70, facendo sì poi che l’ascoltatore si trovi avvolto come dentro un film che via via alimenta con la propria fantasia, aiutato in questa magica cavalcata dagli intrecci sonori e narrativi creati dalle tastiere imprevedibili e capaci d’innumerevoli trame sonore di Neil Durant, dalla voce di Peter Nicholls che avvolge

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di Massimo Onesti

senza strafare ma in modo dolce e suadente arrivando a toccare tutte le corde e i toni che richiedono i temi trattati; dalla ritmica superba e incalzante della batteria di Paul Cook; dal basso sontuoso, incisivo e corposo di Tim Esau; dalla chitarra essenziale e pulita di Mike Holmes. La storia di questo disco si dipana intorno alla costruzione della Strada delle ossa in Sibe-

ria, realizzata intorno agli anni 1940-50 dagli esiliati e prigionieri politici staliniani per garantire un collegamento tra le miniere e il mare. Costruzione che costò la perdita di moltissime vite umane, da qui la ragione del titolo, e che si arricchisce anche della vicenda di un serial killer che terrorizza un villaggio lasciando deliberatamente in vista gli indizi dei suoi crimini orrendi. Una trama affascinante e drammatica in cui la band inglese con grande maestria e professionalità ci conduce in quest’opera che ha la particolarità di avere una doppia distribuzione: una con un solo CD e l’altra con uno doppio. Ma mentre di solito quando ci sono questo tipo di operazioni il secondo SC è più una sorta di bonus di tracce già presenti o riarrangiate diversamente, in questo caso invece il secondo CD è assolutamente imprescindibile ed è una continuazione dell’opera con pezzi inediti. Secondo me, i due CD non possono essere proprio venduti separatamente per cui il consiglio che dò è che se volete procurarvi questo CD acquistate quello doppio ascoltandolo possibilmente in cuffia e, di questi tempi, se con il camino acceso e con un bel bicchiere di rosso, è ancora meglio!

Se la patente è scaduta sono guai seri Sportello dell’automobilista

di Maurizio Santangeli* Controlla la scadenza della tua patente perché non rinnovarla in tempo è rischioso. Circolando con una patente scaduta, infatti, le Autorità preposte al controllo (Polizia, Carabinieri, Vigili urbani, ecc.) sono obbligate a ritirarla e a inviarla alla Prefettura territoriale. In più c’è anche una multa. Un altro motivo importante per tenere sotto controllo la patente è l’eventualità di trovarsi coinvolti in un sinistro stradale. In questo caso l’assicurazione, constatando l’invalidità del titolo, potrebbe rivalersi sul conducente poiché in possesso di una patente non rinnovata. Oggi, ad ogni rinnovo, le patenti cartacee vengono sostituite dalle moderne e più resistenti card con la firma elettronica del titolare per evitare che circolino patenti logorate dal tempo con foto identificative non aggiornate. Quando si dovrà rinnovare tale documento, il certificato medico sarà trasmesso telematicamente alla Motorizzazione insieme alla foto e alla firma. Acquisiti tali dati, il sistema informatico centrale originerà una ricevuta digitale con tutti i dettagli della patente. Tale certificazione ha una validità di 60 giorni, ma nell’arco

di 3 o 4 giorni l’originale è pronto per la consegna. Per avere altre informazioni, per risolvere eventuali dubbi o avviare la pratica di rinnovo, potete rivolgervi alla nostra agenzia.

*Sportello telematico dell’automobilista e agenzia HDI Assicurazioni Via Frascati 34, Rocca di Papa Tel. 06-9497748


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Gruppo Archeologico Latino

Inizia il corso per conoscere la ceramica antica

Il Gruppo Archeologico Latino Latium Vetus - Sezione Tuscolana, è lieto di informare i lettori sul prossimo appuntamento culturale che avrà luogo presso il Museo Civico Tuscolano alle Scuderie Aldobrandini di Frascati a partire dal prossimo 21 marzo. Si tratta di un ciclo di 5 lezioni a cura di esperti del settore che avvicineranno gli iscritti alla conoscenza del meraviglioso mondo della ceramica in archeologia, dalle classi ceramiche alle tecniche di restauro, in un avvincente percorso destinato a chi intenda approfondire i temi della salvaguardia e la conservazione del patrimonio archeologico. Ai partecipanti che completeranno il ciclo di lezioni sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Sono previsti sconti ed agevolazioni agli iscritti al GALLV, agli studenti ed agli insegnanti. Questo il calendario degli incontri:

21 Marzo 2015 ore 16,00 - 18,00 Incontro introduttivo sulla ceramica di epoca romana a cura della dott.ssa G. Cappelli, direttrice del Museo delle Scuderie Aldobrandini. 28 Marzo 2015 ore 16,00 - 18,00 Le classi ceramiche di epoca romana a cura della dott.ssa G. Ghini della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio. 11 Aprile 2015 ore 16,00 - 18,00 Le tecniche di recupero, conservazione e restauro - Parte Prima a cura del dott. A. Mazzoleni, restauratore ICR. 18 Aprile 2015 ore 16,00 - 18,00 Le tecniche di recupero, conservazione e restauro - Parte Seconda a cura del dott. A. Mazzoleni, restauratore ICR. 24 Aprile 2015 ore 16,00 - 18,00 Le tecniche di recupero, conservazione e restauro - Parte Terza a cura del dott. A. Mazzoleni, restauratore ICR.

Il corso è a numero chiuso e il costo è di € 50,00 comprensivi di iscrizione al GALLV (ridotti ad € 40 per studenti ed insegnanti) e di € 20,00 per i già soci.

Info ISCRIZIONI: Tel/fax 06-9449652 (martedì e venerdì 17.00 - 19.00) e-mail: gallv@libero.it www.gal-latiumvetus.it

VAGABONDANDO

In giro per musei...

il Segno - marzo 2015

Museo Nazionale Romano

La rivoluzione di Augusto vista con occhi moderni di Francesca Torino La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, insieme alla casa editrice Electa, ha promosso la mostra sull’imperatore Augusto presso il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, che la ospiterà fino al 2 giugno. Questa mostra, grazie ai ritrovamenti archeologici e l’arte e l’aiuto di alcuni supporti multimediali, cerca di costruire e ripercorrere le tappe dell’impero di Augusto, figura di straordinaria ambizione politica, che ha segnato l’intera storia. Una delle innovazioni più importanti dell’opera augustea furono le modifiche sull’organizzazione del tempo testimoniate dai Fasti Antiates e dei Fasti Praenestini (affiancati da quelli Amiternini), ovvero i calendari che segnavano lo scandire del tempo dalla riforma di Giulio Cesare del 46 a.C., presenti all’interno del museo. Infatti, in qualità di pontefice massimo, Augusto poté introdurre le festività in onore al principe e alla sua Domus Augusta. I Fasti divennero, così, ancor più che nel passato uno strumento di propaganda del potere ma,

soprattutto, della figura del princeps. Anche in ambito letterario e culturale, in generale, si hanno testimonianze di questo asservimento all’impero come nel caso dell’Eneide di Virgilio. Infatti, fu l’imperatore stesso a commissionare al poeta latino la stesura di un’opera che celebrasse Roma e il trionfo del suo princeps. Scoperti di recente ed esposti per la prima volta in occasione di questa mostra, sono i Fasti Albenses. I calendari, come si può notare dai loro nomi, provengono da alcune province romane, a dimostrare la diffusione delle riforme augustee in tutto l’impero. Oltre ai Fasti, l’esposizione è arricchita da sculture che ritraggono l’imperatore durante alcune celebrazioni. Diverse e numerose le rap-

presentazioni di Ottaviano, quali “Augusto con Corona Civica”, che ritrae la figura dell’imperatore come una divinità; oppure l’“Altare del Belvedere”, dove il princeps fu incoronato. Non mancano lastre e rilievi raffiguranti le gloriose gesta dell’imperatore e ritratti dedicati a Livia, sua sposa e figura di rilievo all’interno dell’impero, a Giulio Cesare cinquantenne, in memoria delle Idi di Marzo e Agrippa, amico di Augusto e stratega. Una vera rivoluzione quella di Ottaviano, sia nella costruzione del suo impero e sia della sua immagine di discendente di Enea. L’esposizione sarà presente fino al 2 giugno a Palazzo Massimo alle Terme, Largo di Villa Peretti n. 1

Il prof. Ferroni parla di Dante alla biblioteca comunale martedì 31 marzo alle ore 16:00 Nel corso dell’anno dedicato ai 750 anni di Dante, l’associazione di Rocca di Papa “L’Osservatorio”, propone presso la biblioteca comunale di viale Enrico Ferri, martedì 31 marzo a partire dalle ore 16:00, una interessante conferenza dal titolo “Firenze e Dante”. Relatore della giornata sarà il professor Giulio Ferroni, critica e tra i più noti studiosi di Dante in Italia. L’iniziativa sarà moderata dalla presidente dell’associazione, Maria Fondi, che quest’anno ha voluto dedicare un ampio spazio alla fi-

Il professor Giulio Ferroni

gura del grande poeta fiorentino, padre della lingua italiana.


il Segno - marzo 2015

di Annarita Rossi C’era una volta un visone che viveva indisturbato nelle foreste e lungo i fiumi. Animale antichissimo, della famiglia dei mustelidi, esisteva già nell’era glaciale pleistocenica. Ma in un giorno nefasto alla fine del 19mo secolo iniziò il primo allevamento di pellicce in America per poi diffondersi anche in Europa nei primi anni del secolo successivo. I visoni, costretti a vivere in gabbie piccolissime, dove è loro impossibile persino muoversi, toccheranno terra per la prima e unica volta quando accalappiati tra le grida disperate di terrore, verranno estratti e portati in una camera a gas per essere uccisi (metodo questo che conserverebbe al meglio la loro pelliccia lucida e folta), il più delle volte per il confezionamento di inutili inserti come nei cappucci di alcuni giubbotti, nelle bordature di scarpe, borse e cappelli, poiché ormai vi è un crollo dei

La vita nei modi di dire

TEMI D’OGGI

Morire per una pelliccia

prezzi e le vendite delle pellicce sono in calo un po’ ovunque nel mondo. Purtroppo quindi, per meri scopi commerciali, questo animale dal musetto simpatico è considerato uno dei mammiferi più minacciati al mondo. Stessa triste sorte a seguire, per volpi, procioni, ermellini e cincillà, sfruttati dall’uomo e da lui obbligati ad un’esistenza terribile che termina con una morte atroce. È ora di porre fine a tanta sofferenza vietando e chiudendo gli allevamenti intensivi di animali da pelliccia. Esistono purtroppo anche in Italia ben 20 allevamenti. L’Europa però sembra non volere più pellicce di alcun tipo ed è sempre più intenta a sostituirle con

di Enea Trinca

Nel regno animale dove c’è vita si mangia e dove si mangia qualcuno ci rimette la vita.

Avevo un amico (miope) talmente avaro che in vacanza ha preteso uno sconto sul prezzo della camera... con vista.

Non è vero che di mamma ce n’è una sola, anche il mio amico ce l’ha.

È più difficile vedere un politico onesto che uno scheletro in carne e ossa.

Se un “amico” ti abbandona nel momento del bisogno, sii felice, senza di lui morirai di solitudine.

Spesso si è “amici” quando abbiamo bisogno, dopo di che ci si dimentica di essere amici.

Se la tua gallina non fa più l’uovo, di sicuro prende la pillola.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

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di

Pillole ECONOMIA di Mauro Artibani

L’Audacia

quelle ecologiche che non prevedono la morte di alcun essere vivente. Austria, Germania, Bosnia, Regno Unito, Svizzera e Olanda hanno adottato la decisione di vietare questo tipo di allevamenti ed infatti questi sono stati tutti chiusi. Anche in Italia l’85% dei cittadini ritiene non accettabile allevare e uccidere animali per la produzione di pellicce e per questo l’Associazione “Essere Animali” ha indetto una petizione rivolta ai parlamentari affinché venga calendarizzata la proposta di legge già presente da tempo ai referenti di Camera e Senato, per il divieto di allevamenti di animali “da pelliccia” nel nostro Paese. La petizione è possibile e doveroso firmarla al seguente indirizzo: https://www.change.org/p/calendarizzare-discussione-per-abolire-gli-allevamenti-di-visoni. C’era una volta la libertà per tanti animali quindi, ci dovrà pur essere in un giorno non troppo lontano la certezza che questi non debbano più morire per una pelliccia.

Dopo appena sette anni dallo scoppio della crisi i Policy Maker scoprono pure le cause: difetto di domanda! Cacchio! Hanno scorto che, quando i redditi sono insufficenti per fare tutta la spesa che serve a smaltire il prodotto, la domanda si fa insufficiente a dar sostegno alla crescita, quindi i redditi così generati saranno ancor più insufficenti: il cane si morde la coda. Incompetenti? Macchè, competenti di competenze scadute. Talmente scadute che non s’avvedono che con 200.000 miliardi di dollari di debito pubblico e privato, gli Stati sono costretti a fare Spending Rewiev proprio come i consumatori. Già, e quei competenti dove pensano stiano i Produttori? Dai, su: sono titolari di una parte di quel debito, hanno disoccupato milioni di individui, tengono i magazzini colmi, stanno pur’essi in spending rewiev!* Già, chi di loro, allora, vorrà mettere una fiche per fare quei trecento miliardi di euro del piano Juncker per creare quel lavoro, che poi dovrà spendere, per fare la crescita? Beh, insomma tutti quelli della domanda aggregata giocano al risparmio. Giova rammentare a lor signori che la crescita economica si fa con la spesa, non con il lavoro, poco con gli investimenti, qualcosina con la produzione fatta per fare il magazzino merci e nulla più. Per tutta risposta arriva la più convenzionale delle ipotesi: investimenti! L’Europa ha bisogno di essere più audace nell’incoraggiare politiche per gli investimenti, in particolare nel coinvolgere capitali privati nella spesa per infrastrutture, dice il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan a margine del G20 di Istanbul. Che audacia Signori! Audacia per audacia sarebbe meglio rassodare quel potere d’acquisto che quando si esercita fa la crescita, che paga l’Iva per fare l’altra spesa – quella pubblica, che fa nuovamente produrre, investire, creando occupazione, altro reddito, altra spesa. Troppo audace?

*Il gruppo AirFrance-Klm dice di voler sostenere il suo piano strategico riducendo gli investimenti di 300 milioni di € e ha confermato di voler eliminare l’equivalente di 800 posti.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Con questo disegno il maestro Carfagna ci porta nelle macchie di Rocca di Papa, dove ci si recava all’alba per lavorare nei boschi e si accendeva il fuoco per il pranzo dando ai più giovani l’incarico di alimentarlo. Verso le dieci il primo che avvertiva un leggero appetito, gridava: “Iamo (andiamo) a magna’ che Franco tè fame” (facendo così riferimento al ragazzo più giovane della squadra). Questo fatto capitò anche al nostro Carfagna quando, per la prima volta, andò a lavorare nei boschi. Ma Franco reagì stizzito al grido, dicendo: “Come! Tiè fame tu e ‘a pii co’ mì”. Intanto si tiravano fuori la ventresca e le mezze pagnotte di pane. Poi “co’ ‘u spidu (lo spiedo)” si cominciava “a zuppa’ ‘o pa’ (il pane)”. Ad un tratto un anziano taiatore incarnito iniziava a dire di sentire una brutta puzza e, dopo aver dato una sbirciata a tutti (che confermavano il male odore), rivolgeva lo sguardo verso il giovane fascettaro (colui che doveva fare le fascine con i residui dei tagli) che aveva aperto una grossa fetta di ventresca. Non c’erano dubbi: la puzza veniva da lì! Anche un altro cominciava a lamentarsi del forte odore, e anche un terzo tagliatore sentenziava: “è marcia!”. A quel punto il

La burla della ventresca che puzza!

Ultima pagina

il Segno - marzo 2015

giovane cominciava a dubitare della qualità della sua ventresca e si rivolgeva al padre: “Papà, ‘sta ventresca puzza… io ‘a ietto (la getto)”. E il padre: “Magna, magna”. Però i boscaioli insistevano talmente tanto che il giovane ripeteva al padre: “Io ‘a ietto”. Al ripetersi dell’ennesima frase il padre rispondeva: “E iettala”. Così, tolta la ventresca dallo spiedo, il giovane la buttava a terra facendo felice un cane che, avventatosi sulla carne, si bruciava però il naso fuggendo via correndo,

facendo quindi credere al giovane che l’animale l’aveva rifiutata perché avariata. Alla fine, raccolta la ventresca e il pane, tutti i burloni, ridendo, mangiavano e anche l’ingenuo fascettaro ebbe la sua razione. Questa simpatica storia, alla presenza del nostro Carfagna, avvenne nel 1955 nei boschi di Ariccia del principe Chigi. Appaltatore del taglio era l’imprenditore boschivo Paolo Giobbe di Rocca di Papa, come di Rocca erano anche il giovane fascettaro e il padre.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

DISCARICHE A CIELO APERTO Da alcuni mesi ho notato che le discariche stanno aumentando lungo le strade che attraversano i boschi di Rocca di Papa. Una pratica incivile che non diminuisce e che costa alle casse pubbliche tanti soldi visto che poi qualcuno, il solito pantalone, dovrà intervenire per ripulire il tutto. È ora che si mettano in campo iniziative concrete di controllo del territorio perché il tempo degli annunci è finito. Se non interveniamo subito tra poco ci ritroveremo talmente tante discariche nei boschi che non sapremo più come fare. Giuseppe Mancini

CENTRO STORICO E ABBANDONO Ho visto sul vostro sito Facebook un filmato riguardante i

negozi chiusi al centro storico di Rocca di Papa. Ho provato una grande delusione e una grande rabbia nel chiuso il lunedì

menù PIZZA AL TAGLIO Teglia completo 8 Margh € PIZZE TONDE* erita 1 0€ FRIGGITORIA - KEBAB TAVOLA CALDA *Al tavolo o da asporto

Viale Madonna del Tufo, 17 (zona Belvedere) 00040 Rocca di Papa - Tel. 06-94749415

vedere queste immagini perché ricordo il centro come un luogo bellissimo e frequentatissimo. Le immagini sono state un pugno nello stomaco, eppure passando ogni tanto in quelle strade non mi ero accorto che eravamo arrivati a un abbandono di queste proporzioni. Il comune da anni non fa niente per salvare il centro storico e anche noi cittadini ce ne siamo fregati andando a vivere alle Vigne. Ora ogni soluzione sembra impossibile perché recuperare ciò che si è perduto mi pare un’impresa veramente difficile. Che cosa è possibile fare? Rodolfo De Santis


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