Il Segno ottobre 2009

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PICCOLO

“ il Segno

Verità nascoste

mensile indipendente di attualità,

informazione e cultura

Anno VIII, n. 10 - Ottobre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Noi, il potere e la verità

di Andrea Sebastianelli “Signor Assessore, ha letto che cosa ha scritto il Segno?”. Risposta dell’Assessore: “Quelli scrivono solo falsità… sono solo contro”. Questo breve scambio di battute mi permette di chiarire che il nostro mensile non è contro nessuno, né tantomeno contro l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Boccia. Semplicemente ci limitiamo a raccontare dal nostro punto di vista le cose che ci accadono intorno. Non condividiamo, spiegandolo, molte delle scelte di questa amministrazione semplicemente perché le riteniamo deleterie per il futuro di Rocca di Papa. Però è vero ciò che si pensa, cioè che siamo un “giornale contro”. Siamo contro chi esercita il potere in modo arrogante; siamo contro chi vorrebbe ridisegnare il nostro territorio solo in base agli interessi dei costruttori infischiandosene dell’interesse collettivo; siamo contro chi dice una cosa e poi ne fa un’altra; siamo contro le politiche improvvisate che hanno ridotto a brandelli il nostro centro storico;

SEGUE A PAGINA 8

LA MENTE E’ COME UN PARACADUTE. FUNZIONA SOLO SE SI APRE.

Albert Einstein

ALL’INTERNO “SPECIALE MONTE CAVO”

AL CENTRO DEL GIORNALE 4 PAGINE PER CONOSCERE I FATTI

Dissesto idrogeologico

La task-force del Comune

A pagina 8

Vince Franceschini

Pd, congresso senza parole

A pagina 9

Studi

d’Arte

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Chi asporta i nostri giornali per gettarli?

Diversi lettori ci segnalano, ad ogni uscita del nostro mensile, che alcune persone usano prendere varie copie del giornale per poi gettarle. Fermo restando che d’ora in poi, qualora tali azioni si dovessero ripetere, presenteremo regolare denuncia alla Procura della Repubblica, ricordiamo che cosa dice l’art. 20 della Legge sulla Stampa (Legge n. 47 dell’8 febbraio 1948): “Chiunque asporta, distrugge o deteriora stampati per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge, allo scopo di impedirne la vendita, distribuzione o diffusione, è punito, se il fatto non costituisce reato più grave, con la reclusione da sei mesi a tre anni. Con la stessa pena è punito chiunque con violenza o minaccia impedisce la stampa, pubblicazione o diffusione dei periodici, per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge. La pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite o in luogo pubblico, ovvero presso tipografie, edicole, agenzie o altri locali destinati a pubblica vendita. Per i reati suddetti si procede per direttissima”. Invitiamo i nostri lettori, qualora abbiano assistito a tali abusi, a segnalarceli anche in forma anonima per lettera o per mail (ilpiccolosegno@tiscali.it).


ATTUALITA’ Cemento nel posto sbagliato e anche a Rocca di Papa...

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Messina, una tragedia in cui la natura centra molto poco “Non incolpate la natura perché è stato il cemento abusivo e non la natura ad uccidere la gente a Messina. Smettiamola di usare l’espressione consolatoria “tragedia naturale”. Purtroppo, tra le parole che ci hanno rubato c’è anche la parola onore. E oggi l’onore del paese si difende impedendo che non ci facciano chiamare le cose per come sono o raccontare il paese per quello che è”. Sono le parole di Roberto Saviano sul disastro nella provincia di Messina. Il 3 Marzo 2009 il Sindaco di Scaletta Zanclea ha rilasciato una licenza di costruzione per una palazzina di tre piani. Per fare questa costruzione, hanno dovuto sbancare parte di una collina la cui parete è fasciata da una rete metallica che serve per impedire la caduta di massi e detriti. Scaletta Zanclea è uno dei paesi devastati dall’acqua e dal fango dove, in Via Placida e Via Puntali, case simili a quella

descritta prima, sono state devastate e hanno contato il maggior numero di morti. Case costruite con licenza edilizia o condonate successivamente. Nella zona, per violazione delle leggi urbanistiche, in tre anni, sono state richieste 1191 demolizioni di costruzioni abusive da eseguire a spese dei proprietari o del Comune. Nessuna demolizione è stata eseguita. Quante delle case invase dal fango facevano parte di quelle 1191 da demolire? Non sappiamo se le inchieste promosse dalla Magistratura faranno luce, fino in fondo, sulle responsabilità, e giustizia per chi ha perso la vita o la casa. Una cosa sappiamo e la diciamo ad alta voce. E’ giunto il momento di mettere a posto le cose. Di mettere in chiaro quali sono gli obblighi e le responsabilità dei Comuni. Di chi li dirige politicamente e tecnicamente; perché è certo che la sicurezza delle comunità cittadine dipende, prima

Beneficio d ’ inventario

di Ettore Zanca

Decalogo di circolazione politica

Siamo abituati a non orientarci più tra le strade della politica italiana. Ci addormentiamo convinti di essere pro Berlusconi e il giorno dopo quasi cantiamo l’inno del PD senza accorgercene. Se poi anche Fini non sa da che parte andare allora è segno che dobbiamo almeno tracciare delle linee guida, valide per chi non possiede un TOM-TOM con le mappe aggiornate di destra e sinistra. Io, mosso da autentico spirito altruistico, cercherò di esservi utile almeno nei primi passi. Se siete diretti a destra: prima cosa: non date mai del “vecchio puttaniere” al vostro più alto esponente di partito, primo perché è lo Zio ricco e caccia i soldi per tutti, secondo perché odia a morte essere chiamato “vecchio”; se siete stati coinvolti in scandali di qualsiasi tipo e siete sotto il fuoco della polemica ricordate: a) in questo paese si

di tutto, dall’efficienza degli uffici pubblici più vicini ad essi. Per quello che ci riguarda direttamente e per capire meglio su che cosa bisogna stare più attenti; ritorniamo indietro con la memoria su tre fatti significativi. Ricordate quando si stavano per rilasciare delle licenze di costruzione in una zona dei Campi d’Annibale alle cooperative che poi hanno dovuto trovare un altro terreno perché quello scelto era soggetto a vincoli idrogeologici? Un errore evitato perché qualcuno fece ricorso contro la ventilata disponibilità del Comune, che avrebbe anche potuto procedere nel rilascio dei permessi . Ricordate quando si sono ripetuti vari episodi di allagamenti di abitazioni nella zona di un quartiere a valle del paese, perché aree destinate al deflusso naturale delle acque piovane erano state occupate da costruzioni abusive e, forse, anche con regolari permessi? Noi ri-

dimentica presto e non si stupisce nessuno, b) negate sempre anche di fronte all’evidenza, c) ammettete qualcosina ridendo come i bimbi scoperti con le dita inzaccherate di marmellata, d) puntate sulla tesi del complotto che tanto ci cascano sempre; se avete scelto di andare a destra sappiate che esiste contro di voi una coalizione pericolosissima, possiede contatti tra i gangli più importanti del potere, è in grado di far dire quello che vuole alla stampa, manipola le informazioni, organizza campagne oscurantiste, sa tutte le vostre malefatte e può condizionare qualsiasi giudice, avete capito di chi si tratta? Sbagliato! È la sinistra!, tanto che non si capisce come faccia a perdere subito il potere quando governa; se vostro figlio vi chiede un giocattolo costoso, rispondete che c’è la crisi e non è moralmente giusto spendere tanto. Se lui replica che anche qualcun altro lo ha detto parlando di calcio, ma è stato il primo a lanciare la moda “non importa quanto costa, il campione è mio”, se poi rincara la dose dicendo che neanche Nesta doveva essere comprato dal Milan perché costava troppo, tirategli uno schiaffo, quando ci vuole ci vuole. Infine, tutte le procure d’Italia sono comuniste e congiurate, tranne Brescia, è consigliabile fare reati in quella circoscrizione se ci si trova da questo lato. Se siete diretti a sinistra: se qualcuno dell’avversa parte politica vi accusa di avere

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cordiamo che, per mettere in sicurezza quella zona, si sono dovuti spendere vari miliardi e che le costruzioni fatte nei posti sbagliati sono ancora là, a ricordarci il rischio che probabilmente resta sempre incombente su quei cittadini. Di recente abbiamo visto costruire un palazzo proprio dove c’era il naturale passaggio delle acque meteoriche. Abbiamo visto la costruzione di una grossa condotta, poi ingoiata dal cemento della casa sovrastante. Abbiamo cercato di immaginare il rombo sordo dell’acqua che scorre copiosa durante gli improvvisi nubifragi diventati frequenti in questi anni. Ci siamo chiesti se non sarebbe stato meglio evitare quest’opera. Se non sarebbe stato meglio lasciare l’acqua scorrere, come sempre era stato, a cielo aperto; facendo quelle 10 o 12 abitazioni, se proprio indispensabili per la comunità cittadina, in altro sito più adatto. La necessaria attenzione alla sicurezza dei cittadini e dei loro beni, dipende essenzialmente dall’agire degli Uffici Pubblici e noi, da cittadini di questo paese, ci aspettiamo che questo sia fatto con la massima cura, a partire da oggi; per recuperare, anche e soprattutto, quello che è stato fatto male ieri. il-sognatore.blogspot.com

imbastito una campagna potentissima antipremier, con grandi mezzi di persuasione di massa, non fate la faccia come a dire “sta parlando con me?”, non è bello, fate finta di sapere benissimo a cosa si riferisce e di conoscere gente molto in alto. Se vi si chiede di fare un nome di spessore per una guida del partito, non esitate più di sei secondi nel rispondere, altrimenti non siete preparati, nel dubbio, sparate a caso. Se vi danno del Cattocomunista, non rispondete dicendo “miao”, siete poco originali e poco informati. Lo siete e lo sapete. Neanche Bertinotti cita più Berlinguer a esempio della sinistra, basta con le nostalgie!, anche se Bertinotti ormai non cita nemmeno sé stesso a esempio della sinistra. Se volete farvi amico Franceschini ditegli che il romanzo che ha scritto è bellissimo, fate una faccia convinta, non una stile “ meglio le etichette dello shampoo o la targhetta di portata massima in ascensore”; se invece volte uno schiaffone da Bersani, o da Marino, fate esattamente come sopra; se attaccate il dirimpettaio politico sul piano della moralità abbiate cura di non avere nel farlo, i pantaloni abbassati, escort nelle vicinanze, società di comodo alle Cayman e soprattutto che paghiate un equo affitto per quell’appartamentino in centro. Se avete cambiato idea e non volete più andare: bravi, siate Aristotelici, sappiate di non sapere nulla e lasciate che altri più scafati ci pensino al posto vostro.


Navi dei veleni, affari di Stato?

ATTUALITA’ Il pentito Francesco Fonti e la storia dei rifiuti tossici in Calabria

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ziare dai primi anni novanta, per mano sua come di altri boss della ‘Ndrangheta calabrese, fossero stati “interrati o fatti inabissare migliaia di fusti da 200 litri in mezzo mondo”. Questo mezzo mondo, secondo i racconti del Fonti, va dal Mediterraneo alla Somalia. E sempre secondo il pentito, le migliaia di tonnellate di rifiuti caricati su ‘navi a perdere’ fatte inabissare dalle organizzazioni mafiose, erano ‘Affare di Stato’. Sì. Perché il Fonti fa i nomi ed indica le istituzioni che avrebbero richiesto il servizio di smaltimento illegale dei rifiuti pericolosi a quella che oggi è considerata internazionalmente la più potente organizzazione criminale del mondo: la ‘Ndrangheta. Le cosche più potenti della ‘Ndrangheta, dice Fonti, e quindi più vicine alle istituzioni, ricevettero richieste dirette da parte di uomini politici del tempo, affermando “che il traffico di rifiuti se non ha delle connivenze istituzionali... non può andare avanti, perché è un traffico gestito dalle multinazionali, dai governi e non semplicemente da trafficanti; noi eravamo il braccio di queste istituzioni, venivamo contattati da ‘elementi di certi servizi’ che agivano per conto di uomini politici di allora”. E i politici di allora, sempre secondo il Fonti, erano personaggi del calibro di Ciriaco De Mita: “aveva un ruolo attivo, infatti io con lui trattavo... il prezzo ecco, del traffico di rifiuti...”. Ed il prezzo era alto: dai 3 ai 30 miliardi di vecchie lire per operazione, a seconda del tipo e della quantità di veleno da far sparire. E’ chiaro, le cosche calabresi una volta concluso l’affare, erano le uniche responsabili del ‘dove’ e del ‘quando’: il mare calabrese per esempio, dove l’estate scorsa, a largo di Cetraro è stato ritrovato uno dei relitti indicati alla magistratura e

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di Andrea Rasetti L’estate di quattro anni fa, ero ospite in una graziosa villetta sulla costa dell’alto tirreno calabrese. Durante una serata con conoscenti e amici, mi capitò di ascoltare, e partecipare, ai racconti da ‘lupo di mare’ di un noto imprenditore locale, il quale decantava le sue gesta da vero amante del mare al timone del suo yacht ‘Al Capone’. I racconti delle gite in barca, della pesca al tonno in compagnia di ospiti dai nomi altisonanti mi spinsero senza malizia a chiedergli del perché secondo lui, a fronte di tutto quell’amore per il loro mare, i calabresi permettessero alla criminalità più o meno organizzata di affondare navi cariche di scorie tossiche e forse radioattive, che avrebbero un giorno fatto di quel bel mare, di quelle coste e della Calabria tutta, una steppa maleodorante e invivibile. Quello che mi colpì nella risposta del mio interlocutore non fu tanto la pronta retorica del “tu leggi i giornali di sinistra che sono faziosi e raccontano cazzate”, quanto al fatto che ‘Al Capone’ aveva immediatamente collegato la mia osservazione ad una inchiesta giudiziaria resa pubblica dal settimanale L’Espresso uscito in edicola poche ore prima il nostro scambio di vedute. Il mio interlocutore non mi sembrava proprio un affezionato a quel tipo di letture. L’inchiesta pubblicata quell’estate del 2005, ha inizio con l’acquisizione da parte della Direzione Nazionale Antimafia di un dossier, scritto e depositato alla stessa DIA da Francesco Fonti, pentito della ‘Ndrangheta ed ex boss della famiglia Romeo, legata tutt’oggi in affari e in famiglia ai fratelli Tripodo, venuti alla ribalta della cronaca un anno fa, con la richiesta di scioglimento del Comune di Fondi per “accertati elementi di infiltrazione mafiosa” e rigettata nell’agosto di quest’anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Rigetto fortemente voluto da alcuni Ministri e da Berlusconi stesso. Francesco Fonti si pente dopo essere stato condannato a 50 anni di reclusione per spaccio internazionale di droga e per associazione mafiosa; comincia a parlare nel 2004 dell’organizzazione della ‘Ndrangheta come mai nessuno prima e quando, a dir suo, sa di avere pochi mesi di vita per via di una malattia cardiovascolare. Francesco Fonti racconta di come, ad ini-

mensile indipendente dell’Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002 DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Caldarelli DIRETTORE Andrea Sebastianelli

fatto affondare dallo stesso pentito. Ma non sempre le cosche erano libere di decidere dove e quando smaltire: per i carichi importanti, temibili e temuti anche da chi organizzava e finanziava il traffico, Francesco Fonti dichiara: “La Somalia era la pattumiera che ci era stata indicata dalla parte socialista che governava, dicendoci che la Somalia era proprio la pattumiera dove portare certi rifiuti... questa frase la diceva l’Onorevole De Michelis, riportando le indicazioni di Bettino Craxi”. Ma come è possibile far arrivare un cargo pieno di rifiuti tossici in un paese in guerra come la Somalia, i cui porti erano controllati dalle truppe italiane ed internazionali? Il pentito dichiara che i nostri militari, all’ingresso nel porto somalo delle navi “si giravano dall’altra parte”. Non vi era quindi nessun controllo. Ordini superiori. Purtroppo, una persona che non ha ubbidito a quell’ordine superiore c’è stata: Ilaria Alpi è stata uccisa assieme al suo cameraman, Miran Hrovatin, da un commando armato a Mogadiscio; era stata inviata dal TG3 per seguire la guerra civile somala, ma molto probabilmente era venuta a conoscenza di traffici illegali in cui erano coinvolte le istituzioni e l’esercito italiano. Nel febbraio del 2006, dopo due anni di lavoro dall’omicidio, la commissione parlamentare d’inchiesta responsabile del caso, presieduta da Carlo Taormina, quello della Franzoni e di Telekom Serbia, liquidò il fatto come “fallito tentativo di rapimento da parte di abitanti di Mogadiscio dei due giornalisti che nulla mai hanno saputo e che in Somalia passarono una settimana di vacanze conclusasi tragicamente”. Chissà dove andranno ora in vacanza gli imprenditori, i politici e i criminali responsabili di quei traffici. In Calabria?

REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Piero Botti, Silvio Cajonello, Federica Capogna, Gaetano Casilli, Riccardo Ciotti, Ilaria D’Alessandro, Daniela Di Rosa, Piero Fondi, Paola Gatta, Sandro Guidi, Noga, Marco Rapo, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Andrea Selli, Giulia Serafini, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Flavia Vitali, Ettore Zanca, il-sognatore.blogspot.com

ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@tiscali.it

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono riservate ai soli associati e simpatizzanti ed hanno carattere divulgativopromozionale nel loro stesso ambito.

Stampato in proprio


ATTUALITA’ Per avere un secondo figlio molte donne rischiano la condanna

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Il controllo demografico nella Cina dei nostri giorni

di Marco Rapo Non tutti sanno che in Cina vige una legge per il controllo demografico. Non è uno scherzo, la politica cinese per il controllo delle nascite ha aggravato lo sbilancio tra il numero dei maschi e delle femmine, ma non sarà cambiata nei prossimi anni. Lo ha detto recentemente Zhang Weiqing, direttore della Commissione per la pianificazione della popolazione nazionale e la famiglia (Npfpc). Zhang ha riconosciuto che la situazione è “grave” e che la politica del figlio-unico “ha aggravato lo sbilancio”, ma ha negato che ne sia la sola ragione. E’ anche il risultato –ha detto– della “radicata predilezione” per i maschi, che spinge ad aborti selettivi anche grazie alle diagnosi precoci sul sesso dei feti ora possibili. Lo stesso go-

verno prevede che per il 2020 ci saranno 40 milioni di uomini in più delle donne in età da marito. Secondo dati ufficiali, nel 2005 c’erano 117 maschi per ogni 100 donne. Ma in alcune regioni la differenza è di 130 a 100, mentre nei Paesi industrializzati è di 104-107 a 100. La disparità si è manifestata dopo l’introduzione di questa politica nel 1979.

La politica del figlio-unico, inoltre, ha avuto molte eccezioni. Secondo Zhang, è stata davvero applicata solo al 35,9% della popolazione, mentre al 52,9% è stato consentito di avere un secondo figlio quando il primo era femmina. Un altro 9,6% sono contadini poveri cui è stato permesso di avere due figli, mentre circa l’1,6% appartiene a minoranze etniche cui è stato

L’ultima finanziaria taglia i contributi per la sicurezza

Seicentomila auto blu ma la Polizia rischia di fermarsi

Stato, Regioni, Province e Comuni hanno 607.918 auto blu. La Polizia di Stato, abbondantemente sotto organico, con un parco macchine fatiscenti e poca benzina è praticamente a piedi. Noi i conti li facciamo ancora con testa, carta e penna e abbiamo calcolato che diminuendo il numero delle auto blu a 150 mila, numero doppio di quelle degli Stati Uniti che ne hanno soltanto 75 mila, ne restano 457.918 da passare alla polizia. Dicono che la crisi impone drastiche riduzioni di spesa, ma allora come mai le auto blu sono aumentate, nell’ultimo anno, di ben tremila unità? Con la finanziaria si è deciso un taglio severo di risorse destinate alla Polizia che sta provocando conseguenti riduzioni di personale. Non si procede alla sostituzione dei poliziotti che vanno in pensione, l’età media di quelli in servizio, tanti dei quali, come ha detto il Ministro Brunetta, sareb-

bero “panzoni”, sale sempre di più. Alla faccia dei piani “sicurezza” annunciati in questi mesi. Noi, naturalmente non pensiamo che gli autisti delle 457.918 auto blu da sopprimere possano essere messi alla porta come si è fatto con gli insegnanti. Le teste pensanti dello Stato, possono studiare un piano per mettere a disposizione altrettanti posti di lavoro, prima di tutto per la Polizia e in altri settori di interesse pubblico che per mancanza di personale non hanno mai funzionato bene, un esempio per tutti gli Ispettorati del Lavoro. Con la stessa spesa si potrebbe dare più sicurezza e far funzionare istituti importanti per la vita del paese, di chi lavora e di tutti i cittadini. Chiedere alla politica che si facciano le cose più giuste è un diritto al quale nessuno dovrebbe mai rinunciare. il-sognatore.blogspot.com

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consentito di avere almeno due figli. Comunque –ha concluso Zhang– questa politica è stata necessaria dopo il boom delle nascite degli anni Ottanta e Pechino vuole “con fermezza” proseguire il controllo delle nascite almeno fino al 2010, quando prevede che la popolazione raggiungerà la cifra di 1,36 miliardi di persone. “Sarebbe molto pericoloso consentire di avere un secondo figlio” proprio ora che hanno raggiunto l’età per sposarsi oltre 100 milioni di persone nate negli anni ‘70, le quali potrebbero causare un nuovo boom demografico. Intanto Pechino vuole impedire alla donne di recarsi a partorire a Hong Kong, modo per aggirare il divieto per il secondo figlio. Questa pratica causa problemi alle strutture sanitarie di Hong Kong per il gran numero di donne che arrivano e spesso partoriscono al pronto soccorso. Di recente il governo municipale ha proibito l’ingresso alle donne incinte di oltre 28 settimane se non hanno già prenotata una visita medica. Wang Guoqiang, vice direttore della Npfpc, dice che saranno presto introdotte misure per impedire questa pratica. Anche questo è mondo... nel 2009 questa è la situazione in Cina.

Storie da mms

Giulietta non ha un suo telefonino, ma usa quello della mamma, e la mamma controlla. Questo non le impedisce, una volta che s’è procurata il numero di cellulare di un ragazzino che le piace, di mandargli qualche messaggino. Lui, molto contento del successo personale, le chiede qualche foto a seno nudo. E lei gliele manda. Qualche autoscatto, che cancella dalla memoria, caso mai anche mamma vedesse. A questo punto, lui ne vorrebbe una a figura intera. Lei nicchia. E allora, il bel Romeo, manda altri sms: “O mi mandi una foto come dico io, oppure mando queste foto ai tuoi amici. O anche a tua mamma”. Certo le donne corteggiano gli uomini, ci mancherebbe altro. Ma il prezzo da pagare sembra un po’ alto, se ancora qualcuno crede alla dignità delle persone. Lei ha, come lui, tredici anni. Provincia veneta, famiglie tranquille. Da dove nasce questo porno-ricatto tra un’arrendevole e un futuro bullo? Il telefonino è comunque un’arma impropria. “Devo parlarti, quando ci possiamo vedere?”, domanda la ragazzina al ricattatore. La risposta è immediata: “Anche subito, ma mandami la foto”. L’ultimo a chiamare, dalla strada davanti alla casa di Romeo, non era stata Giulietta, ma il maresciallo. Avvisato da mamma. Meglio tardi che mai. Piero Colaprico - Tratto da “la Repubblica delle donne” del 12 settembre 2009


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di Marcello Morrone Si è tornati a sparare, è tornato a scorrere sangue, all’insegna dell’olocausto animalista a cui nessun Papa, nessun Cardinale o la Chiesa in generale porgono una mezza parola di salvaguardia di tutela. Ma anche nel mondo laico non si scherza... si parla di proteggere animali senzienti con nuove proposte in dirittura di arrivo sia alla Camera che al Senato, ahimè sono leggine esclusive per cani, gatti e cavalli, il resto potrà essere comodamente scannato e massacrato. Ho ancora dinanzi agli occhi quella gazzarra inscenata sotto il Comune di Velletri appena un mese fa quando si parlò del nuovo assetto del Parco, una indecorosa pagliacciata, organizzata da qualche associazione venatoria di turno per riportarci al Medio Evo. Per Jane Goodall, una delle più famose etologhe del mondo, è il segno di una sconfitta culturale. Vedete, cari rocchiggiani, per quanto possa sforzarmi, alla mia età non riesco ancora a capire come persone civilizzate possano provare piacere nell’uscire di casa, togliere la vita a creature bellissime e poi appenderne la testa in salotto per decorazione. Ciò che sta accadendo in questi giorni nelle campagne potremmo intitolarlo ‘a ferro e fuoco’ tanta è la devastazione in atto. Di fatto in Italia la caccia rimane una zona franca in nome del suo aspetto commerciale ed in un momento in cui la nostra società sembra percorsa da tante inquietu-

AMBIENTE

Ecco a voi una nuova carneficina Si è tornati a sparare nell’indifferenza generale

dini, suggerire agli adolescenti di andare ad uccidere un “bambi”, porgere la doppietta all’età evolutiva strapazzata fra complessi e bullismo, suona un po’ controtendenza. Insomma ci risiamo, i più andranno a sparare nei terreni dei privati, spaccheranno i reticolati ed alle cinque della mattina spaccheranno anche i nostri timpani. La barbarie è nuovamente scesa in campo più specializzata ed agguerrita, i richiami

L’uomo che parlava ai nostri amici alberi

di Annarita Rossi Ogni giorno per recarsi al lavoro percorreva in bicicletta tutta quella strada nel bosco. Attraversando fitte file di alberi che avvolgendolo lo proteggevano teneramente sia dalla seppur breve calura estiva che dal gelo invernale ma anche dalla pioggia, perché lui non poteva rinunciare a godere delle meraviglie della natura neanche quando il tempo era inclemente, avvertiva che i suoni che lo accompagnavano non erano mai gli stessi. Sebbene qualche volta avesse temuto quel bosco come quando, aveva raccontato alla donna che aveva conosciuto da poco di aver sentito degli ululati in lontananza, nonostante ciò, i suoni che emettevano gli alberi e gli uccelli, lo accompagnavano sempre piacevolmente con di-

verse melodie. Ad ogni stagione infatti i suoni e gli odori emessi da quel bosco variavano, dolci e fragranti in estate, scricchiolanti e allo stesso tempo morbidi in autunno, taciti ma non sempre silenti in inverno, frizzanti ed allegri in primavera. Quando poteva, si fermava a fotografarli quei capolavori della natura che sono gli alberi, per catturarne luci e colori mai uguali, come pure ombre e piccoli dettagli ma soprattutto, lui gli parlava. Aveva confidato loro il sentimento che nutriva per quella donna e gli aveva anche detto che un giorno, semmai lei lo avesse voluto raggiungere in quel posto così lontano, loro l’avrebbero conosciuta, perché gli alberi sono testimoni di tanti accadimenti ed inoltre con il loro continuo fruscìo in qualche modo era come se gli parlassero anche loro. Un giorno consegnò alla donna in una busta da lettera

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vivi… pensate, catturano piccoli passerotti li pongono in gabbiette microscopiche dove il piccolo pennuto impazzisce trovandosi di colpo catapultato dalla totale libertà a stracciarsi le penne in uno spazio ove può a malapena girarsi su se stesso e poi.... e sì e poi inizia a sentir sparare tutto intorno e dal terrore cinguetta sempre più, sono i suoi compagni che cadono in terra con il becco sanguinante con gli organi interni sforacchiati i polmoni o i genitali trafitti dai pallini. E chi emigra. Non vi è da credere che ciò induca a miglior sorte. Anche in altri Paesi come arrivano li abbattono senza pietà. Il vero mondo del creato sta scomparendo vertiginosamente senza ritorno poiché non avranno nemmeno il tempo per la riproduzione. Nel loro piccolo aspetto anche i volatili si conoscono fra loro e nel loro volo ci vedono, ci comprendono, sanno tutto di noi, loro sono superiori a noi, sono la vera perfezione del creato.

delle foglie essiccate, erano bellissime, di acero rosso. Dopo diversi anni quando ormai quell’uomo e quella donna si persero di vista, rimasero quelle foglie, ancora lì, intatte, conservate nella busta a testimoniare un gesto d’amore offerto sostanzialmente dalla natura. Con questo racconto ho voluto mettere in risalto l’importanza della natura pura e semplice che invece troppo spesso viene usurpata per interessi economici. Ogni estate purtroppo, in ogni parte del globo questa stagione giunga, gli incendi devastano migliaia e migliaia di ettari boschivi, sterminando insieme ad essa una miriade di altre creature necessarie anch’esse al continuo ciclo della vita, quando invece tutto in natura serve. Ma ignaro l’uomo con noncuranza butta cicche di sigaretta tra le sterpaglie, appicca incendi per scopi speculativi, disbosca selvaggiamente a favore di ammassi di cemento spesso

abusivi. E’accaduto anche a casa nostra, a Rocca di Papa, nella bellissima Via Sacra, disboscata dall’oggi al domani. Celebrità e gruppi ambientalisti da anni si battono per conservare quei tratti di polmone verde che sono rimasti sul pianeta, ma la battaglia è spesso ardua, contrastata da interessi infiniti. Una donna americana ha scelto di vivere su di una casa costruita su di un albero per ben due anni, proprio per salvare una sequoia gigante e ci è riuscita, non certo senza enormi sforzi. Quanta distruzione e poco rispetto ed amore per quello che ci circonda! Sembrerà un po’ strano parlare agli alberi ma se soltanto vi fosse più interazione tra l’uomo e la natura si potrebbe beneficiare tra le altre cose, di tutto quell’ossigeno che gli alberi riescono a rilasciare mentre incamerano la nostra anidride carbonica, sempre lieti di appagare la nostra vista attraversando deliziati un bel bosco secolare.


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L’INTERVENTO

Caro alieno, ecco gli errori che ci portarono alla fine Lettera per spiegare l’Italia a un turista dello spazio

di Ettore Zanca Presto partirai per venire a visitare un pianeta ormai disabitato, ma un tempo popolato da un animale che nell’ultimo periodo della sua esistenza si è evoluto da homo Sapiens a homo Tafazzi, il nome è stato preso dai biologi in onore al personaggio inventato da Aldo, Giovanni e Giacomo, un omino nero che si prendeva a bottigliate sugli zebedei per motivi oscuri. L’uomo del ventunesimo secolo si è comportato proprio così. Si è fatto male da solo fino a distruggersi, cercando di piegare la natura ai suoi voleri insani, invece che provare a rispettarla. Potrei citarti alcuni esponenti della pubblica amministrazione che definire criminali è fare un’offesa ai capimafia incalliti, hanno permesso scempi nel territorio, arrivando a dare permessi di costruzione sui terreni argillosi. Meglio costruire sulla nutella. Eppure quando le tragedie accadevano si lamentavano che lo Stato non aveva provveduto ad arginare montagne e fiumi come si deve. Come andare nella tana del lupo e poi lamentarsi di avere avuto il morso. Vorrei poterti dire che ci siamo estinti per colpa della nostra incuria, ma non è così. La fine è arrivata ottemperando a una profezia Maya, per cui il ventuno dicembre del 2012 il mondo sarebbe finito. Così è stato, o meglio, il mondo è rimasto e ci siamo estinti noi come il più ottuso dei tirannosauri. Un grande lampo e puf! Sono finite le risorse che ci tenevano in vita e abbiamo cominciato a scomparire. Neanche il tempo di dare il peggio di noi fingendoci buoni a natale e farci saltare i bottoni dei pantaloni in cene smodate senza pensare a chi aveva poco da ridere. Spero solo che la carta abbia resistito alle intemperie e tu possa trovare questa mia lettera, visto che io sapevo della tua esistenza e che mi avresti potuto leggere. So che vorresti venire dove prima c’era un posto chiamato Italia, per questo vorrei darti alcune notizie che ti facciano ca-

pire che ani- ET e il regista Steven Spielberg mali eravamo (nel senso di specie biologica, non nel senso dispregiativo, per quanto...). Per prima cosa vorrei che tu sapessi che morivamo anche noi di fame. Una fame diversa da quella di cui moriva quello che chiamavamo terzo mondo, chissà per- smaltirla correttamente. Se poi ché, visto che noi non primeg- vai in Somalia, con il tuo ufo ci giavamo per una fava, una vorrà un nanosecondo, ne trofame occidentale figlia del- verai centinaia di migliaia di quintali, sparsi tra fondi stral’opulenza. dali, mare e pozzi dove la gente beveva. Adesso non voglio annoiarti oltre, anzi ti rallegro, siamo anche il Paese dove è nato il comitato per proporre a premio Nobel per la pace un Come la classica fame anche nostro Presidente del Consiquesta partiva da dentro ma glio. Le ragioni sono le medenon passava dallo stomaco, sime che hanno reso famosa la bensì dal cuore. Era fame d’af- storiella dell’apparecchio che fetto e non curarla portava alla tiene lontane le tigri, il cui inmorte, se non allo spegnersi ventore recatosi all’ufficio bredentro che era uguale, si depe- vetti al sentirsi domandare riva con malattie denominate dall’impiegato come funziobulimìa o anoressia, dove il nava, rispose che stava già funinfatti dentro cibo sostituiva gli affetti e zionando, pensa che addirittura qualcuno l’ufficio non c’erano tigri. inneggiava a queste malattie Morale: il nostro sommo Gocome a simboli positivi di di- vernante si meritava il Nobel magrimento, proliferavano siti per non aver fatto nulla di internet con lo slogan “non im- quello che gli veniva ascritto. porta stare bene, ma essere In compenso si era reso autore magri”, un piacere mortale, si di molte altre ehm... imprese moriva per depressione pian che lo avrebbero dovuto porpiano o tutto in una volta con tare in altri ambienti che il pagesti estremi che a volte trasci- lazzo del comitato di navano nel gorgo anche gli af- premiazione a Stoccolma, fetti più cari. Se puoi, vai al molti non sono vissuti abbamare, ma attento, se sei come stanza quanto lui per sapere che gli alieni che immaginavamo oltre al premio ha ricevuto noi, con una esistenza radioat- anche la beatificazione avendo tiva non avrai problemi, trove- vissuto in morigeratezza e carai il mare pieno di plutonio e stità per tutti i suoi duecento scorie nucleari oltre ad altre anni. schifezze varie di nostra produ- Sono stati anche messi a tacere zione, roba che tu mangerai si- i detrattori facinorosi, i vetrocomunisti, non vetero, ma curamente a colazione. In alcuni tratti della nostra costa vetro, data la facilità che hanno ne hanno affondato navi piene avuto nello spaccarsi stando di questa robaccia, invece che uno accanto all’altro nei vari

Una fame nata dal cuore malato dell’Occidente

il Segno - Ottobre 2009

tentativi di reunion, così tanti da fare invidia agli Oasis. Gente capace di sostenere che se lui meritava il Nobel uno come Gino Strada, col mazzo a taralla che si è fatto, avrebbe quantomeno meritato un grazie e un posto in paradiso. Siamo stati capaci di terrorizzarci e spendere soldi in farmaci in presunte pandemie, ma poi non abbiamo avuto i soldi per i farmaci che servivano davvero a curare i meno fortunati. Vuoi un esempio? Il Ministero della Sanità nel lontano 2009 non aveva risorse economiche per comprare una medicina che era in grado di arginare la sclerosi multipla al primo stadio, tanto addirittura da farla regredire se somministrato in tempo. Da noi è stato comprato solo da un ospedale, a Cefalù, ma anche lì hanno desistito perché venivano da tutta la Sicilia a esigerlo. Che pretese eh? Con che diritto poi! Consolati caro extraterrestre, atterrando da noi sicuramente non troverai tutta quella gente che solo a sentire la parola “extra” si faceva venire rigurgiti dannosi di nazionalismo. La terra è deserta, l’Italia o quello che ne resta non fa eccezione.

Tante invenzioni partorite proprio nel nostro Paese

Mi spiace solo che non potrai gustarti una invenzione straordinaria, partorita proprio nel nostro Paese. Un computer che era in grado di andare alla velocità del quoziente intellettivo di chi lo manovrava. Ha avuto un discreto successo, ma soltanto tra i pazzi e i disadattati e tra quelli che credevano che la vita vera non si viveva tramite un decoder hd o che addirittura pensavano che solo chi è capace di sognare, pur perdendosi spesso, non perde mai. Chissà perché è stato rifiutato a priori dal management della pubblica amministrazione e dalle principali aziende italiane. Forse lo reputavano un pericoloso misuratore di mediocrità umana. Ti sto scrivendo questa lettera prima di estinguermi anche io, spero per te che, parafrasando Ligabue, non “sia dura stare al mondo nel 2123”. Ti abbraccio caro futuro turista spaziale, ma ti faccio anche marameo. Ma davvero hai creduto che in Italia siano accadute tali assurdità? Tranquillizzati, la storia del computer prodigioso era fasulla. Il resto ahimè...


il Segno - Ottobre 2009

PAGINA APERTA

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La libertà d’informazione è un diritto fondamentale Anche “il Segno” alla manifestazione del 3 ottobre

Il direttore e Sandro Guidi

Noemi Bevilacqua, Odeh, Sandro e Daniela Di Rosa

di Daniela Di Rosa Finalmente sabato 10 ottobre sono andata alla manifestazione indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa a cui ha aderito la sinistra e tutti quei cittadini che hanno compreso ciò che sta avvenendo in questo nostro Paese. Quasi tutti i massmedia sono nelle mani di un piccolo ma potente dittatorello. La giornata era splendida, la gente tanta, molta di più di quella che ci si aspettava; ho potuto stringere la mano e abbracciare quelli che per me sono dei veri paladini della libertà di opinione, Santoro, Vauro, Travaglio, Iacona; non sono riuscita ad avvicinare Saviano,volevo dirgli grazie per il suo coraggio ma ci ha pensato la piazza con un lunghissimo applauso. Eppure non sono soddisfatta

perchè vorrei che tutta l’Italia si scandalizzasse per la guerra che Berlusconi ha mosso contro quei pochi giornali liberi, contro quelle poche personalità che non si fanno comprare e vedono e scrivono che “il re è nudo!” ma non è così e lo tocco con mano quando purtroppo molte persone, per ingenuità o ignoranza, lo votano e mi dicono che “ha fatto bene a querelare l’Unità o Repubblica perchè scrivono menzogne”. Ma si sbagliano. Lui querela chi dice la verità... è vero che suo padre lavorava nell’unica banca di Milano che, secondo gli inquirenti, riciclava soldi della Mafia e chissà che la fortuna di qualcuno non venga da lì; è vero che è un pluridivorziato, traditore e “malato di femmine” giovanissime e a buon mercato; è vero che è en-

PARRUCCHIERA fuori di testa

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trato in politica per evitare i processi; è vero che lui, o qualcuno per suo conto, ha corrotto ed è vero che deve pagare 750 milioni di euro a De Benedetti per la vicenda Mondadori; è vero che era un affiliato della P2; come è vero che il giornale della Lega e di Bossi, dieci anni fa, lo metteva in prima pagina tra i ma- Sergio Rasetti e la moglie Vittoria fiosi... poi si sa come sono andate le cose, lui si ovunque si annidi un minucompra Bossi, la Lega e se scolo uomo di potere, anche vuole tutta la Padania... ma alla qui tocco con mano la realtà, gente che lo vota non interessa, non c’è mese che qualcuno non anzi più malefatte fa e più lo minacci querele contro di noi, amano. minacce che dovrebbero intiIo allibisco ma non demordo e morirci, che vorrebbero farci come ha detto Rosy Bindi “non smettere di scrivere. sono una donna a sua disposi- Ma anche noi non siamo in zione”, anzi denunciasse anche vendita (le poltrone o poltronme! Ora per tornare a noi e alla cine non ci interessano), perchè manifestazione, questa arro- è più importante la nostra verità ganza sta prendendo piede delle loro menzogne.

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Centralino Municipio: 06-942861 Parco Regionale: 06-9479931 Comando Carabinieri: 06-94749007 Corpo Forestale: 06-94288032 Biblioteca Comunale: 06-9499281 Polizia Municipale 06-94286134

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

Una task-force contro il dissesto idrogeologico Sta per partire il piano messo a punto dal Comune

di Marcello Morrone Stanno per essere avviati proprio in questi giorni diversi sopralluoghi per mettere a punto un piano per prevenire i rischi idrogeologici. Argomento quanto mai attuale visto quello che è successo a Messina e in altre parti d’Italia (vedi articolo a pag. 2) e verso il quale la programmazione è essenziale. Il Comune di Rocca di Papa, infatti, sta elaborando un piano che vedrà coinvolti i tecnici dell’ufficio ambiente comunale, la Polizia Locale, il Corpo Forestale dello Stato, i Carabinieri e il Parco Regionale dei Castelli Romani. La prima azione congiunta dovrebbe riguardare il sequestro

sull’intero territorio delle discariche abusive che ostruiscono il corretto flusso delle acque meteoriche, con una particolare attenzione verso le zone a rischio smottamenti. “Per scongiurare qualsiasi rischio idrogeologico –ha commentato il Sindaco Boccia- sono pronto ad emettere ordinanze sindacali che scoraggino azioni incivili e pericolose da parte dei cittadini. Siamo in attesa dell’inizio dei lavori che, grazie all’intervento della XI Comunità Montana con un finanziamento di 1,8 milioni di euro, permetteranno la sistemazione definitiva del fosso di Pentima Stalla”. Quest’ultimo progetto, già descritto dal Segno sul numero scorso, vedrà la realizzazione di una vasca per la raccolta delle acque piovane in uno dei punti più delicati dal punto di

NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Ufficio Postale: 06-9496926 Museo Geofisico: 06-9496230 Osservatorio Vivaro: 06-94436469 Clinica San Raffaele: 06-9428601

vista ambientale dei Campi d’Annibale. L’inizio dei lavori è previsto per il primo aprile 2010 sperando non si tratta del classico “pesce d’aprile”. “Questo interL’antico acquedotto degli “Arcioni” vento, che prevede il contenimento delle acque affinchè gli interventi vengano meteoriche nella parte centrale eseguiti con più frequenza. del fosso, secondo il progetto Anche la società che ha eserisolverà finalmente gli annosi guito i lavori in via delle Calproblemi che riguardano la care è stata richiamata per porre zona” ha detto Giuseppe De in essere ogni azione volta ad Righi, Presidente della XI Co- eliminare il rischio di fuoriumunità Montana. scita delle acque dai tombini foIntanto l’amministrazione co- gnari durante le piogge. “Se munale, vista l’imminenza occorre –ha concluso Bocciadella stagione invernale, sta controlleremo ogni pozzetto sollecitando le ditte che hanno per verificare gli allacci abusivi l’incarico di pulire le griglie di alla rete fognaria, vera piaga del raccolta delle acque meteoriche sistema idrico locale”.

Noi, il potere e la verità

siamo contro chi tira fuori la questione delle antenne solo quando si avvicinano le elezioni comunali, regionali o nazionali; siamo contro quei politici che ritengono di non dover rispondere mai alle domande dei cittadini solo perché “ho preso i voti e quindi faccio quello che mi pare!”; siamo contro i tanti conflitti d’interesse che sono diventati una caratteristica dell’agire politico di quest’amministrazione; siamo contro chi fa della politica un modo per dividere i cittadini e le aziende fra gli “amici degli amici” (quelli che trovano sempre le porte aperte) e quelli che non contano nulla (per i quali le porte non si aprono mai). Se essere contro vuoldire tutto questo, ebbene sì… noi siamo un “giornale contro”. Come sta accadendo a livello nazionale, dove il Presidente del Consiglio non tollera quei due-tre (fra giornali e tv) che lo criticano, anche da noi c’è una filosofia berlusconoide per cui chi la pensa in modo diverso non solo non deve esistere, ma va calunniato, emarginato, irriso. E intimorito. Come si intimorisce e intimidisce? Semplice, minacciando ogni volta querele e denunce (direttamente o tramite altri); invitando gli esercizi commerciali del luogo a non fare pubblicità sul giornale;

il Segno - Ottobre 2009

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

lanciando messaggi ai vari collaboratori affinchè evitino di scrivere per “quelli là”, ché potrebbe essere controproducente; organizzando gruppetti di ragazzotti (ma non solo) adibiti a raccogliere e gettare i giornali quando questi vengono lasciati nei vari locali per la distribuzione mensile. Insomma, una vera e propria pianificazione tesa a togliere di mezzo chi dice cose diverse. E allora facciamo un piccolo gioco: chi è “a favore” e chi invece è “contro”. L’informazione su carta stampata presente a Rocca di Papa, effettivamente, vede uno squilibrio tra chi è “a favore” e chi è “contro” da far invidia allo stesso Berlusconi. Vediamo: le pagine metropolitane de “Il Messaggero” sono spesso affini all’amministrazione comunale; il quotidiano “Oggi Castelli”, seppure di impostazione destroide, si limita a riportare i comunicati degli amministratori roccheggiani senza presentare mai commenti critici o punti di vista differenti; anche un altro quotidiano,

“Cinquegiorni”, sembra la “voce ufficiale” del Comune; “Il Corriere Tuscolano” addirittura presenta articoli scritti dal portavoce del Sindaco. Senza tener conto di altri periodici locali e ovviamente di quello fatto in casa, “Comune Informa”. Dall’altra parte c’è soltanto “Il Segno” (e pochi altri opinionisti, vedi Gianfranco Botti) a dare una versione differente dei fatti, non dico migliore ma differente. Questo è il quadro dell’informazione sul nostro territorio, un Davide (noi) contro tanti Golia. Eppure questo Davide dà fastidio, lo si vorrebbe togliere per sempre dalla circolazione. Errori ne facciamo anche noi ovviamente ma la sola prerogativa per giudicarci è, dopo aver letto ciò che scriviamo, se diciamo cose vere oppure no. Questo, e solo questo, dovrebbe essere il metodo per giudicarci. Metodo che in verità dovrebbe valere per tutti, amministratori compresi. Sarà un caso ma come ha detto Roberto Saviano, lo scrittore di “Gomorra”, alla manifestazione a favore della libertà d’informazione del 3 ottobre scorso, “la verità non coincide mai con il potere”. Mentre il potere coincide molto spesso con le carriere, il clientelismo e l’affarismo. Andrea Sebastianelli


ROCCA DI PAPA Al Segretario vanno 193 voti, 32 alla mozione Bersani e 12 per quella di Marino il Segno - Ottobre 2009

Poco dibattito e scarso confronto in un partito alla ricerca di sè stesso

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Imbarazzato il giornalista Jovino di fronte a una platea esageratamente silenziosa

di Sergio Rasetti Partito Democratico. Un nome impegnativo per il partito a Rocca di Papa. Un nome che dovrebbe assicurare il dibattito interno ed esterno. Il confronto di posizioni tra gli iscritti e con le altre forze politiche, sociali e i cittadini che volessero interloquire. Ma alla consultazione preventiva degli iscritti al Circolo, che dovevano supportare con almeno il 5% dei voti ogni mozione e il suo presentatore, per consentigli di essere in gara nella elezione del Segretario Nazionale che si terrà il 25 Ottobre; dirigenti e iscritti hanno dato un brutto esempio. Di motivare la scelta per l’uno o l’altro candidato, non ne hanno sentito la necessità e salvo l’intervento del consigliere comunale Giorgio Serafini, che ha espresso l’intenzione di votare per Franceschini, ci sembra che nessun altro sia intervenuto per spiegare le ragioni politiche della sua intenzione di voto. Dopo la presentazione delle mozioni di Franceschini, Bersani e Marino, ben illustrate dai relatori, non è seguito alcun dibattito per la mancanza di iscrizioni a parlare, tanto che il moderatore, il dott. Luigi Jovino, era costretto a stigmatizzare la situazione, sollecitando interventi che tuttavia non arrivavano, se si escludono quelli di tre, tra i

pochi presenti, che hanno preso la parola per denunciare la totale immobilità, assenza politica e di informazione locale, sede sempre chiusa, mancanza di qualsiasi iniziativa, in paese, del Partito Democratico. La riunione congressuale, svoltasi nell’aula consiliare, non era stata annunciata nemmeno dai rituali manifesti affissi nel paese, dando l’impressione di una riunione quasi carbonara. Un’anomalia incredibile per un paese che aveva contato circa 1600 votanti alle primarie tenutesi lo scorso anno, assegnando fino a 150/190 voti di preferenza ad alcuni candidati al Consiglio di Circolo che, poi, sembrano aver lasciato sulla carta l’intenzione del loro impegno politico. Forse, gli attuali membri del Consiglio di Circolo e del Consiglio Comunale sono troppo impegnati ad occuparsi della cosa pubblica all’interno del Comune, dimenticando di essere stati candidati ed eletti nello spirito delle idee che oggi stanno dando vita al nuovo partito, e che, anche se oggi i partiti non godono di un alto gradimento nell’opinione pubblica, restano il fondamento della democrazia. Come mai, mentre il Partito Democratico cerca di strutturarsi per assolvere a questo ruolo, il gruppo dirigente locale non si fa carico

dell’impresa in modo compiuto? I risultati della votazione, avvenuta nel pomeriggio presso la sede politica, per alcuni, sono significativi di una situazione che sarebbe meglio superare al più presto, per capire come, senza un lavoro politico intenso e protratto nel tempo, gran parte dei votanti si sia orientata su un solo candidato. L’idea di molti è che ormai in politica si agisce soprattutto schierandosi per gruppi di interesse, per lobby, che possono rappresentare i legittimi interessi di alcuni, ma non possono rappresentare le istanze più importanti e impegnative di tutti gli altri.

E allora i votanti divenuti tali perché contattati con una telefonata, un sms, un incontro frettoloso per la strada, che accettano di farlo senza una minima partecipazione alla discussione, per documentarsi e riflettere insieme agli altri, sbagliano, perché lasciano in mano a pochi il potere di indirizzo. E questo non è certamente quello che occorre per fare, almeno uno, dei partiti nuovi di cui ha bisogno il nostro paese. Ecco i risultati del congresso a Rocca di Papa: iscritti Pd: 343 - votanti: 247 Franceschini: voti 193; Bersani: voti 32; Marino: voti 12.

Liquami in Via Frascati

Alcuni cittadini di Rocca di Papa residenti in Via Frascati (poco prima del negozio Utgard) ci hanno segnalato che qui esiste un problema igienico-sanitario a causa di un fosso adibito a convogliare liquami. Passando nei pressi, infatti, si avverte un odore nauseabondo. Speriamo che i tecnici del Comune facciano un sopralluogo per le opportune verifiche.

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ROCCA DI PAPA Polemiche alla scuola elementare centro storico per la composizione di una classe

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il Segno - Marzo 2009

Tanti maschietti e una sola bambina, lafuria dei genitori contro il dirigente

di Marcello Morrone Anche la scuola elementare di Rocca di Papa, sita in Corso della Costituente, comincia a mostrare qualche falla. E’ iniziato l’anno scolastico ma in verità per qualcuno deve ancora iniziare nel modo migliore. Genitori letteralmente furibondi, minacce di denunce di questi ultimi al dirigente scolastico accusato di non assolvere in pieno ai suoi impegni. Ma che cosa ha scaturito tutto ciò? In primis il taglio del “tempo pieno” (grazie Ministro Gelmini!), ovvero non tutti i bambini ne potranno usufruire facendo così una pseudo lista di bambini di serie A e di serie B (e parliamo della prima elementare); ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la compilazione di una lista di classe che vedeva nove bambini (maschietti) e una sola bambina (femminuccia). In verità le bambine erano due, ma la mamma della seconda alunna, al momento in cui andiamo in stampa, stava per ritirarla e segnarla altrove per lo stesso motivo, una classe poco (anzi per niente) mista. Così adesso ci sarà una sola bambina in mezzo a un esercito di maschietti! Si tratta di una cosa a dir poco discriminatoria e anche estremamente dannosa (socialmente parlando), ma la cosa grave, secondo i ge-

nitori, “è la non curanza del problema da parte del dirigente scolastico che dovrebbe far valere gli stessi diritti per tutti i bambini”. E proprio il papà della bambina inserita nella classe di maschietti ci dice che “è una vergogna che il dirigente scolastico non tenga a cuore queste situazioni, che in poche parole se ne freghi e se ne lavi le mani. Se le cose non si risolveranno al più presto –ci dice- denuncerò tutto questo agli enti competenti con annessa denuncia alla Polizia. Di sicuro non finirà qui, chiederò anche i danni morali, intanto ringrazio vivamente le maestre”. Crediamo che abbia tutte le ragioni di questo mondo. Ma in tutto questo dove sono gli ispettori scolastici? In tutto questo l’unica cosa positiva della scuola roccheggiana sono gli insegnanti che hanno preso a cuore questo problema, da veri professionisti dell’educazione.

L’ingresso della scuola elementare centro storico

Questa è la situazione della prima elementare a Rocca di Papa... siamo alla fine di settembre e ancora non si sa come saranno composte le classi, chi farà il tempo pieno, chi non lo farà, genitori che minacciano di ritirare i bambini dall’istituto e denunciare alcuni fatti alla Polizia, stiamo nel mezzo di un gran caos. Speriamo come sempre che i bambini da tutto questo ne escano indenni. Come sempre delle mancanze degli adulti ne rispondono i bambini... e questo non va affatto bene.

Inizia il rifacimento del manto stradale Un’idea da prendere in considerazione

Lavori via della Cava Più orti... per tutti! Stanno per prendere il via una serie di interventi tesi a migliorare la viabilità del centro storico di Rocca di Papa. I lavori, finanziati dalla Regione Lazio per 350 mila euro con una partecipazione dello stesso Comune per 35 mila, interesseranno il sistema viario formato da vicolo delle Pentime, via della Cava e vicolo del Crocifisso. Finalmente l’amministrazione ha deciso di dedicare un po’ di risorse anche per il più antico quartiere roccheggiano apparso in un degrado diffuso. “L’intervento è assolutamente indispensabile ed urgente –ha detto con soddisfazione il Sindaco Boccia- stante lo stato di degrado della zona, sia dal punto di vista dell’accessibilità, sia dal punto di vista della regimentazione delle acque meteoriche, sia da quello della sistemazione e bonifica delle aree residuali di proprietà comunale. L’obbiettivo di questa amministrazione –ha poi concluso- è quello di far tornare allo splendore di un tempo tutti i vicoli del centro storico, sperando nella buona volontà e nel rispetto da parte dei cittadini per il buon mantenimento di queste opere pubbliche”. La pavimentazione sarà realizzata utilizzando cubetti di selce e travertino e installando apposite ringhiere di protezione in ferro. L’intervento prevede inoltre la realizzazione di aree verdi, con fioriere e panchine. Un passo nella direzione giusta, dunque, che renderà più accogliente e sicuro il centro storico di Rocca di Papa. Luigi Serafini

Se io fossi il Sindaco farei una proposta ai miei cittadini pensionati desiderosi di fare una piccola attività utile alla salute e alla famiglia. Proporrei loro di prendere in gestione un fazzoletto di terra comunale, 40/50 metri quadrati, per coltivarci un piccolo orto. Chiederei ai miei tecnici di individuare due o tre terreni pubblici da destinare allo scopo, muniti dei necessari requisiti: acqua, comodità di accesso e le altre indispensabili cose. Spazi ordinati, piccole recinzioni tutte uguali, un locale comune per gli attrezzi. Canoni di pochi euro per pagare l’acqua necessaria. Siti di 20 o 30 orti curati dai gestori che insieme ne definiscono le modalità. Una proposta naturalmente destinata a chi non è proprietario o ha già in uso un altro terreno, per dare, a chi ne ha voglia, la possibilità di fare un’attività che fa bene alla salute fisica e mentale; consente e rinsalda le indispensabili relazioni umane e quando è possibile serve anche per portarci i nipoti ai quali non farebbe di certo male, con l’insegnamento dei nonni, stabilire un contatto più diretto con i frutti che la terra può dare con la sapiente opera dell’uomo. Una nuova spinta al motore umano messo a riposo dall’impegno di una vita lavorativa, per riprendere un tranquillo cammino che potrebbe essere, perché no, ancora lungo centomila chilometri. P.S. Abbiamo pensato di presentare in modo non consueto un’idea dell’amico Vittorio Maccari (conosciuto con il nome d’arte “Toscanu). Se i lettori vorranno darci altri spunti saremo lieti di ospitarli nei prossimi numeri. Sergio Rasetti


Speciale Monte Cavo

Antenne, si riparte per un nuovo giro

il Segno - Ottobre 2009 -

I

Riprende a movimentarsi la lotta dei roccheggiani contro i ripetitori radio-tivù

Ci risiamo. Riparte il movimento contro le antenne. Speriamo che non sia soltanto per l’approssimarsi delle elezioni regionali del 2010. Intanto è bene ricordare che, mentre i cittadini di Rocca di Papa aspettavano lo spostamento di parte delle antenne del sistema analogico, la decisione di confermare Monte Cavo come sito per le antenne del digitale terrestre, veniva presa senza che nessuno dei responsabili, politici e tecnici, informassero del significato di questa scelta la popolazione interessata. Soltanto ora che il digitale ha già cominciato a funzionare ci ricordiamo del problema? Ancora una presa in giro dei cittadini che ormai ci sembrano rassegnati a subire, convinti che la politica di destra o di sinistra non risolverà mai questo problema. Forse converrebbe prendere atto che dalle antenne la nostra montagna non sarà liberata a

breve scadenza. Forse con gli anni…… ma quanti? Sicuramente da un numero a due cifre : 10-15-20…… Non converrà cominciare a ragionare sul problema in altro modo? Per prima cosa essere sicuri che le potenze di trasmissione siano quelle di legge e che non superino mai i valori stabiliti. Come? Chiedendo un monitoraggio continuo nelle 24 ore sotto la supervisione di responsabili del nostro Comune. Intanto il Parlamento potrebbe approvare una normativa che preveda un risarcimento economico per disagio ambientale, con risorse provenienti da una percentuale sulla pubblicità incassata dalle emittenti. Contemporaneamente, si potrebbe obbligare le stesse a trovare un accordo per raggruppare il più possibile le apparecchiature su tralicci ricollocati in modo più idoneo. Con le nuove tecnologie, come assicurano tecnici del settore,

Digitale terrestre, ultima frontiera per Monte Cavo

si possono ridurre del 75% gli attuali volumi di ingombro. L’occasione ci sembra propizia per affrontare il discorso anche sulle antenne militari che, con un poco di b u o n a Il caos sulla vetta di Monte Cavo volontà e attenzione delle autorità inte- immediatamente attuato; pasressate, crediamo che possano sare a proposte più realizzaessere ridotte di ingombro e vi- bili, se c’è volontà politica, è sibilità. l’unico modo di fare sul serio, Fermo restando che il trasfe- invece di menare il can per rimento, già deciso a suo l’aia, come è stato fatto fino tempo, di una parte delle an- ad ora. tenne in altro sito, deve essere il-sognatore.blogspot.com

Il Comitato dei Campi riprende la lotta A PAGINA IV

A PAGINA II

Monte Cavo, l’alternativa possibile A PAGINA III


II

Digitale terrestre, ultima frontiera Giorno dopo giorno, tutte (o quasi) le “dimenticanze” della Regione Lazio

il Segno - Ottobre 2009

di Andrea Sebastianelli Dopo trentadue anni (sulla vetta di Monte Cavo la prima antenna radiofonica venne installata nel 1977) siamo tornati al punto di partenza. Polemiche, proteste, mobilitazioni e il solito scaricabarile tra enti e istituzioni sulle responsabilità passate, presenti e future. E mentre si alza forte il grido “No al digitale a Monte Cavo” tutte le emittenti televisive di stazza sulla vetta sono già passate alla tecnica digitale avendo sostituito i vecchi impianti senza subire interferenze. Segno che c’è una sproporzione gigantesca tra quello che si dice (il mondo che si vorrebbe) e quello che invece accade (il mondo reale). A dirlo sono le date che hanno accompagnato l’introduzione del digitale terrestre nella nostra regione a cominciare da quel 5 marzo 2008 quando la Regione Lazio e il Comune di Rocca di Papa annunciarono con grande entusiasmo: “Finalmente via le antenne televisive da Monte Cavo” (malgrado lo scetticismo del Segno, vedi sopra) Passano alcuni mesi e il 18 gennaio 2009 il governo italiano predispone la mappa per la conversione graduale in digitale delle regioni e, per il Lazio, l’adeguamento tecnologico è previsto entro e non oltre dicembre 2009. “Le emittenti – dicono i rappresentanti delle tv locali- dovranno sostenere costi altissimi per acquistare nuovi impianti di alta frequenza e dovranno farlo in pochi mesi”. Centoventicinquemila euro il costo medio di ogni apparato. Non poteva esserci un momento migliore da parte della Regione per dire al governo e agli antennari: “Visto che dovete sostituire i vecchi apparati di trasmissione, sostenendo anche costi piuttosto alti, co-

A P P R O F O N D I M E N T O

I NOSTRI ALLARMI RIMASTI INASCOLTATI Aprile 2008

Giugno 2008

bluff! minciate ad allestire il digitale nei nuovi siti individuati dal Piano di delocalizzazione regionale, abbandonando il sito di Monte Cavo”. Invece silenzio. A febbraio (il giorno 14) un’altra “doccia fredda”. I commissari dell’Unione Europea (Reding e Kroes) scrivono al governo italiano ponendo più di un problema al modello scelto dall’Italia per la transizione al digitale terrestre. Il Lazio, infatti, a causa delle possibili interferenze con le trasmissioni regionali della Francia in Corsica, si trova al centro della trattativa bilaterale tra i due Stati e Monte Cavo è “luogo centrale” in questo accordo. Ancora una volta da Marrazzo nessun segnale. Ma dopo cinque giorni, il 20 febbraio, finalmente un segnale arriva ma non è quello sperato dai cittadini di Rocca di Papa. La Regione rompe il silenzio sull’argomento stipulando un accordo (attraverso il Corecom - Comitato Regionale per le Comunicazioni) con l’Università di Roma “La Sapienza” per avviare progetti comuni sulla televisione digitale terrestre. “Nella nostra regione –dichiara Francesco Soro, presidente del Corecom- la tv sta per diventare digitale. Entro la fine dell’anno in tutto il territorio regionale tutti i canali verranno trasmessi su piattaforme digitali terrestri quindi dobbiamo evitare che questa rivoluzione si trasformi in salto nel buio per milioni di cittadini che da un giorno all’altro potrebbero essere privati della televisione”. Marrazzo è preoccupato del passaggio al di-

gitale dal punto di vista tecnico mentre su Monte Cavo tutto tace. Il 7 marzo è l’opposizione a spronare Marrazzo sul problema dell’elettrosmog. Il capogruppo regionale della Lista Storace, Rinaldi, lancia l’allarme sostenendo che “tra le priorità e gli obiettivi da perseguire entro la primavera del 2010, cioè alla scadenza del mandato, indicati nel patto di fine legislatura voluto da Marrazzo, non si fa riferimento all’elettrosmog, come denunciato dal Coordinamento dei comitati romani che si occupano della questione”. Marrazzo resta in silenzio. Il 30 aprile 2009 vengono indicate le date per il passaggio al digitale nel Lazio: il 16 giugno cominceranno Raidue e Retequattro, ed entro il 30 novembre toccherà a tutte le altre. “Escludo ritardi –dice Tullio Camiglieri, direttore relazioni esterne dell’associazione digitale Dgtvi– nel Lazio tutto procede molto bene, ed è efficace la collaborazione con la Regione. Ad oggi non c’è motivo per ipotizzare slittamenti delle date previste”. Aggiunge Marrazzo: “Da un lato sosterremo il cittadinoconsumatore (attraverso un bonus per acquistare i decoder, n.d.d.), dall’altra saremo al fianco delle piccole e medie imprese (cioè degli antennari, n.d.d.)”. Su Monte Cavo, Rocca di Papa e sul Piano di delocalizzazione neanche una parola. Il 27 maggio 2009 parte la campagna regionale di comunicazione per il passaggio al digitale terrestre del Lazio promossa dal

Consorzio Lazio Tdt costituito da 46 emittenti locali operanti nella Regione e sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. “La Regione Lazio si riserva di accantonare circa un milione di euro in assestamento di bilancio, oltre alle risorse già stanziate, per eventuali emergenze legate al passaggio al digitale terrestre”. Lo annuncia il presidente Marrazzo, nel corso di una conferenza stampa indetta per comunicare i primi dati del passaggio al digitale terrestre di Roma e di altri 166 comuni laziali, tra cui Rocca di Papa. Il 20 giugno è il vice-ministro Paolo Romani a rassicurare le emittenti laziali che tutto sta andando per il meglio: “A Roma e nel Lazio le frequenze saranno sufficienti a soddisfare le richieste di tutti i soggetti operanti nella regione”. Ancora una volta di Monte Cavo niente. Nella riunione del Consiglio del 29 luglio 2009, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) pubblica la delibera recante il “Piano di assegnazione delle frequenze per il servizio di radiodiffusione televisiva in tecnica digitale nell’area corrispondente al territorio della Regione Lazio”. Dalla Regione silenzio, silenzio, solo un assordante silenzio sulla delocalizzazione dei ripetitori, fino al 30 settembre scorso quando riscoppia il caso Monte Cavo, cioè quando ormai tutte le emittenti hanno già sostituito i loro vecchi impianti con quelli nuovi per trasmettere in digitale. Traduzione: quando i buoi sono già scappati da un pezzo.


19. Radio Dimensione Suono 1 Radio Voce della Speranza 20. Radio Dimensione Suono 2 Radio Dim. Suono Network 21. Box 22. Ex GBR 9 8 23. La7 24. Teleroma 66 6 7 Tele Campione 5 Video Uno 4 25. Box 26. Telepiù bianco 2 3 Telepiù nero 1 27. Canale 5 Italia Uno Rete 4 Convento

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pr iv at 28. Europa 2 a (canale 70) M on Europa 2 te (canale 47) C 29. Tele Studio av o 30. Home Shopping Europe 31. Box 32. Box 37. Video Lazio Rete Oro 33. Rete A Gold Tv Europa 2000 38. Tele Italia 41 34. Rete Capri 39. Elefante Telemarket 35. Box 40-44 Box 36. T 9

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L’alternativa possibile...

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fico aereo civile. A causa di questo disordine che occupa interamente la vetta, e in cui quasi ognuna delle 50 emittente ha un proprio traliccio con i relativi tiranti, fili d’acciaio e parabole e una propria cabina, il caos regna sovrano. Non c’è un angolo in cui si possa camminare liberamente. Eppure una soluzione esiste per cominciare a mettere ordine, e non ci potrebbe essere un momento più propizio visto che sono anche in fase di realizzazione i lavori di consolidamento dell’ex convento dopo il parziale crollo del dicembre scorso, per cui si potrebbe arrivare ad avere un edificio monumentale riportato alla sua dignità e l’area circostante liberata dai tralicci, compresi il vasto punto panoramico e il piazzale. Una soluzione che non sembra nemmeno troppo complicata. Eccola: al di fuori delle mura ciclopiche, poco sotto la piccola porzione utilizzata dall’Enav, esistono alcune particelle di terreno (numeri catastali: 175, 178, 179, 377 e 379) di proprietà comunale. Per due di queste (377 e 379) il Comune nel Piano Regolatore approvato recentemente dal Consiglio Comunale ha già stabilito di considerarle aree adibite a “servizi tecnologici” essendo attualmente utilizzate per gli apparati di trasmissione dell’Ente

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Mura ciclopiche

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Mentre aspettiamo che le antenne vadano via

Mentre la politica continua a condurre le sue battaglie, vere o presunte, contro le antenne, per i cittadini di Rocca di Papa c’è solo una strada percorribile per liberare la vetta di Monte Cavo. Fermo restando che i ripetitori dovranno prima o poi traslocare, come previsto dal Piano, oggi sarebbe già un buon risultato ottenere una sistemazione più decorosa e meno invadente dei tralicci. Attualmente i ripetitori radio-tv, (tralasciando quelli militari), sono collocati in tre aree distinte della vetta di Monte Cavo: sul piazzale davanti all’ex convento (A), nell’area posta tra l’ingresso della vecchia chiesetta e le mura ciclopiche (B), e nella vasta area posta alle spalle dell’edificio sacrale (C). Queste zone sono di proprietà della IDA anche se sulla prima esiste un contenzioso con il Comune di Rocca di Papa che ritiene esserne il legittimo proprietario (infatti una parte delle antenne qui presenti è “gestita” dal “Condominio Monte Cavo”, società di antennari convenzionata con il Comune roccheggiano ma con la quale l’amministrazione avrebbe aperto un contenzioso). Infine c’è un’altra area, posta verso il margine finale della vetta, utilizzata dall’Enav per le comunicazioni sul traf-

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Elaborazione a cura de il Segno su censimento effettuato dall’ Ufficio Tecnico del Comune di Rocca di Papa nell’agosto del 2003. I nomi di alcune emittenti potrebbero oggi essere diversi.

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Monte Cavo Vetta

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1. Radio Italia 2. Radio 101 Radio Antenna 1 Tele Vita Radio Globo 3. Rtl Roma Hit Ch. Radio Espansione Radio Centro Italia Tele Ambiente Radio Classica ABC Service 4. Radio Company 5. Radio Centro Suono 6. Radio Onda Rossa Radio Mambo Radio Spazio Aperto TVA 40 Tele Lupa Radio Evangelo GTV Radio Flash 7. Radio Incontro Radio Deejay Radio Città Futura 8. Box inattivo ex TV7 9. Tele Lazio Rete Blu 10. Radio Radicale Radio 24 11. Radio Rock Nuova Spazio Radio 12. Super Tre 13. TVR Autovox Tele Italia 41 14. Radio 105 Network 15. Radio Emme100 16. Radio Subasio 17. Box 18. Rai GR Parlamento Rai Isoradio

ENAV

VA O NU

PER LE ANTEN EA NE R A Particelle catastali 175 - 178 - 179 - 377 - 379

Poste. Le altre tre particelle (175, 178 e 179) andrebbero a completare semplicemente quest’area a “servizi tecnologici”, rendendola idonea ad ospitare le circa 70 emittenti che (udite, udite!) potrebbero confluire tutte su appena due tralicci. Due tralicci al posto dei cinquanta attuali. I risultati di una soluzione di questo tipo sarebbero immediati e diversificati. Dal punto di vista ambientale: liberando l’intera vetta dai tralicci; dal punto di vista storico: restituendo all’ex convento il suo valore monumentale; dal punto di vista economico: consentendo al Comune, per il tempo rimasto fino al definitivo trasloco degli impianti, di incassare gli affitti dalle emittenti ospitate sui due tralicci, introiti da riutilizzare per bonificare la vetta e per dare avvio finalmente al rilancio turistico di quest’area. Anche i costi per installare i due tralicci e per predisporre i relativi apparati di trasmissione sarebbero, secondo i tecnici, molto contenuti, poco più di 2 milioni di euro. L’ultimo problema da superare resterebbe la Ida, proprietaria della vetta di Monte Cavo, la quale, vedendosi sfilato il business dei ripetitori che le frutterebbe circa un milione di euro l’anno (ma restandogli sul groppone la manutenzione dell’edificio sacrale, dell’intera area e della strada privata), potrebbe decidere di passare la mano. In più il Comune, d’un colpo solo, si libererebbe anche di questo sconosciuto “Condominio Monte Cavo”. Insomma, una soluzione semplice e fattibile, sotto ogni punto di vista, talmente semplice e fattibile che appare strano che nessuno l’abbia mai pensata prima, a cominciare dalle pubbliche amministrazioni che si sono succedute negli ultimi trent’anni. A pensar male si direbbe che Monte Cavo si sia trovato al centro di un oscuro inciucio basato su doppi interessi, leciti o illeciti che fossero. Andrea Sebastianelli


Speciale Monte Cavo

il Segno - Ottobre 2009 - IV

La riunione si è svolta presso la sede del Comitato dei Campi d’Annibale

Si affilano le armi contro la decisione del Governo

E’ stato un sabato importante quello che lo scorso 10 ottobre ha visto riprendere la lotta alle antenne di Rocca di Papa. Merito è del Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale che ha affrontato la delicata questione con gli altri comitati roccheggiani (Centro, Vigne e Vivaro), con le forze politiche di maggioranza e opposizione e con alcuni tecnici che hanno potuto rispondere ad una serie di domande. Presente anche il Sindaco che ha ricostruito le varie tappe che hanno portato alla situazione attuale, ossia quella che continua a vedere Monte Cavo come sito per le antenne mentre il Piano regionale delocalizzava queste ultime nel Comune di Capranica Prenstina a Colle dello Sterparo. A rallentare il trasferimento dei ripetitori sarebbe stato il Governo tramine il vice-ministro alle comunicazioni, On. Romani. Riportiamo alcune delle considerazioni della serata. Gianfranco Silvestrini (Presidente Comitato Campi): “Tutti insieme dobbiamo risolvere questo problema storico per la

nostra città. Da anni siamo mobilitati per allontanare dai cittadini il pericolo dell’elettrosmog, ma dobbiamo dire che il numero delle antenne è ancora troppo elevato ed i rischi per la salute non sono per niente scongiurati”. Pasquale Boccia (Sindaco di Rocca di Papa): “Per noi la vicenda è molto chiara. Deve essere attuato il trasferimento delle antenne in base alla legge regionale che anche i Comuni dell’area Prenestina hanno accettato. Saremo a fianco dei cittadini in questa battaglia”. Aldo Morana (Consigliere Sinistra Democratica): “Mentre aspettiamo che le antenne vadano via è importante che i controlli sulle onde emesse vengano effettuati con regolarità ”. Gennaro Spigola (Rifondazione Comunista): “Il trasferimento dei ripetitori in altre zone di per sè non risolve il problema, ma semplicemente rischia di creare nuovo degrado. Dobbiamo quindi parlare di abbattimento delle antenne e basta, nel rispetto di tutti.” Gen. Chiarelli (tecnico): “Gli

interessi sono tanti e non vorrei che già sia stato effettuato un potenziamento dei ripetitori. La Regione deve vigilare sulla salute dei cittadini e di chi lavora sulla vetta”. Sandro Guidi (Comitato Centro Storico): “Il paese deve reagire perchè le antenne aumentano e se non ci facciamo sentire la battaglia sarà perduta. Monte Cavo deve tornare al suo splendore”. Roberto Trinca (Consigliere Pdl): “Non dobbiamo prendere in giro i cittadini di Rocca di Papa. La questione è molto complicata e non sarà facile liberare Monte Cavo, di questo dobbiamo essere consapevoli”. Armando Serafini (tecnico): “Le antenne ci sono da trent’anni e nessuno se ne è mai occupato. Monte Cavo è sito per il digitale terrestre al di là delle chiacchiere. E’ pura utopia pensare di poter spostare le antenne di Monte Cavo”. Maurizio Querini (Consigliere Pd): “E’ un problema di tutti e

Un momento del dibattito

ognuno deve fare la propria parte. Stiamo combattendo contro interessi macroscopici”. Luigi De Santis (Consigliere La Castagna): “Le antenne fanno male e l’unica soluzione è quella di smantellarle”. Alvaro Fondi (Segretario La Destra): “E’ ora di finirla e bisogna coinvolgere tutti i cittadini perchè qui tra Regione, Governo, ecc. non si è mai risolto niente”. Bruno Fondi (Segretario Italia dei Valori): “Noi saremo al fianco dei cittadini nella battaglia che decideranno di fare. Non possiamo più aspettare”. Alla fine tutti hanno sottoscritto la proposta del Comitato dei Campi tesa a mettere in campo diverse iniziative per far sentire la voce dei cittadini. E già si pensa a una manifestazione sotto il Ministero dello Sviluppo Economico da cui dipende la decisione finale. (A.S.)

Dalla Conferenza dei Servizi un “no” secco e deciso ai tralicci a Monte Cavo di Gaetano Casilli Si è conclusa il 16 settembre scorso la Conferenza dei Servizi, iniziata ad agosto 2009, alla quale, oltre al Comune di Rocca di Papa e al Parco dei Castelli Romani, hanno partecipato il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Ispettorato Territoriale del Lazio, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la Regione Lazio, l’ARPA Lazio, la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Provincia di Roma e le società televisive RTI Spa (gruppo Mediaset) e RaiWay Spa. Oggetto della Conferenza la delocalizzazione delle antenne e le operazioni di con-

versione alla tecnologia digitale degli impianti presenti a Monte Cavo. La decisoone finale è stata forse il primo vero successo nella lotta ai tralicci di Rocca di Papa. Questo l’esito del voto sul passaggio al digitale per gli impianti di Monte Cavo: il Parco dei Castelli Romani ha dato parere negativo, riaffermando così il valore della difesa del territorio e la necessità di liberare Monte Cavo dalla selva di antenne, molte delle quali collocate abusivamente. Anche il Comune di Rocca di Papa ha dato parere negativo: “Acconsentire a questo intervento –ha detto il Sindaco

Boccia – avrebbe significato legittimare la presenza delle antenne, ignorando il dibattito in corso che va nella direzione opposta e calpestando gli impegni che la pubblica amministrazione ha preso con i cittadini.” Pure la Regione Lazio ha detto di no, allineandosi a Parco e Comune. Un aspetto importante e decisivo è stato proprio il “no” espresso dall’Ente Parco il cui parere, a differenza di quello del Comune, ha carattere vincolante, ossia non può essere raggirato. Ora RTI Spa e Rai Way hanno presentato ricorso verso questa decisione che ha rovinato i loro piani. Vi terremo aggiornati.


ROCCA DI PAPA In occasione di “Puliamo il mondo” hanno sanato via Marino Mons. Martinelli il Segno - Ottobre 2009

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I volontari di Legambiente Incontro bonificano una discarica al Parco

di Gaetano Casilli Il Circolo Legambiente di Rocca di Papa, in collaborazione con il Parco dei Castelli Romani, ha organizzato una giornata di “Puliamo il mondo”, l’appuntamento a favore della natura diventato uno dei più seguiti e partecipati a livello nazionale. I seguaci dell’associazione ambientalista hanno bonificato una porzione del boschetto che costeggia via di Marino, proprio sotto piazza della Repubblica. Un’area in cui purtroppo le discariche abusive si sono accumulate nel corso degli anni e che hanno continuato ad aumentare. “Noi cerchiamo di sensibilizzare i cittadini sull’importanza dell’ambiente –ha detto il Presidente Cacciatori- perché troppo spesso i comportamenti negativi di ognuno creano problemi e disagi per tutti e per l’ecosistema”. La pulizia straordinaria di questo bosco ha fatto emergere un degrado nascosto. “Tirare su tutti quei rifiuti è stato molto faticoso –afferma una volontaria- ma alla fine ci sentiamo soddisfatti per l’impegno profuso e per aver dato un piccolo segnale”. All’iniziativa era presente anche l’ex vice-Sindaco di Rocca di Papa, Maurizio De Santis che si è detto molto soddisfatto per l’iniziativa au-

gurandosi “che l’impegno a favore dell’ambiente diventi una costante e n o n un’eccezione”. I rifiuti, accatastati lungo il b o r d o I volontari al lavoro d e l l a strada, sono poi stati caricati sui furgoncini della Manutencoop e condotti presso l’isola ecologica di via delle Barozze. Ad aiutare i volontari di Legambiente anche due operatori del Parco che hanno messo a disposizione le varie

attrezzature, i sacchi per raccogliere i rifiuti e un mezzo per il trasporto. All’appuntamento non poteva mancare il Segno, ben rappresentato da Sergio Rasetti e da Andrea Sebastianelli che ha nno contribuito alla pulizia del bosco.

Ricordando De Gasperi

Il 17 ottobre presso lo splendido Palazzo Chigi di Ariccia è stato presentato il volume “De Gasperi, un grande uomo ai Castelli Romani” scritto da Giorgio Magistri ed edito da Nello Spaccatrosi (editore della rivista “Castelli Romani”). Il libro è stato supervisionato niente di meno che dalla figlia di De Gasperi, la dottoressa Maria Romana che, a proposito del volume, scrive: “riempie una pagina poco conosciuta della vita di mio padre, l’autore è riuscito a raccontare quei periodi di vacanze” e di permanenza ai Castelli Romani. Alcide De Gasperi, infatti, aveva una casa proprio su Via dei Laghi, nel Comune di Rocca di Papa, e qui vi visse per ben otto anni scoprendo anche la passione, il calore e l’orgoglio della popolazione dei Castelli e dei roccheggiani. (M.M.)

Il 15 ottobre il Vescovo di Frascati, S.E. Mons. Raffaello Martinelli (nella foto), è tornato a Rocca di Papa dove aveva già partecipato alla ricorrenza dedicata all’Assunta il 27 settembre per incontrare la comunità religiosa. Questa volta si è recato presso la sede del Parco dei Castelli, a Villa Barattolo, per un incontro con i vertici dell’ente regionale. Ad accogliere l’autorità vescovile è stato il Presidente Gianluigi Peduto il quale, dopo aver illustrato le peculiarità e le problematiche che esistono in questo vasto terri-

torio, ha auspicato che “gli uomini e la natura vivano in sintonia senza che l’uno prevarichi e distrugga l’altro”. E’ importante che il nuovo Vescovo della diocesi si dimostri sensibile anche verso le tematiche ambientali, così come prospettato dallo stesso Papa Benedetto XVI nell’ultima enciclica, “Caritas in veritate”, in cui ha parlato apertamente dei doveri dell’uomo verso l’ambiente. (L.S.)

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ROCCA DI PAPA Proseguono le manovre per le prossime elezioni comunali

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SecondomandatoperBoccia mentre il Pdl trova il leader di Gaetano Casilli Amministrative, le prime voci cominciano a circolare, si stanno stringendo i primi patti, si contattano le prime persone, si cominciano a buttare giù le prime basi per le probabili candidature. A oggi già si può approssimativamente fare qualche ipotesi, anche se ancora lontana da quello che sarà il risultato finale. Il Pd sta sondando il terreno e il candidato a Sindaco è ancora un’incognita, circolano diversi nomi nelle piazze e nei discorsi dei roccheggiani che vedrebbero la Sciamplicotti una delle possibili candidate insieme all’avvo-

cato Ceccarelli (attuale segretaria del Pd). Ad oggi, però, sembrerebbero in aumento le possibilità per un secondo mandato del Sindaco Boccia (nella foto), intorno a cui i maggiori esponenti dell’ex Margherita stanno facendo quadrato. Altre voci darebbero per certo il rientro dell'ex Sindaco Carlo Umberto Ponzo ma tutto potrebbe dipendere da come finiranno le prossime elezioni regionali. Anche nel Pdl si muove qualcosa e le voci di piazza danno in pole position per ora Francesca Galassetti che alle passate amministrative aveva figurato nella lista di Marco Rapo. In realtà un

leader il centrodestra roccheggiano ce l’ha e le sue chance potrebbero aumentare nei prossimi mesi. Si tratta del Consigliere Roberto Trinca che appare avere le idee molto chiare oltre ad essere giovane e politicamente nuovo. Ossia ha tutte le caratteristiche che servono al Pdl per provare a impensierire il Pd. Altra novità è rappresentata da Marco Rapo che potrebbe partecipare di nuovo alle elezioni amministrative con un innovativo progetto chiamato “La Voz”. Sinistra e Libertà sta monitorando il tutto con occhio vigile e con molta accuratezza, in attesa

il Segno - Ottobre 2009

di definire la sua natura stessa di partito anche a livello locale. A questo progetto dovrebbero confluire Sinistra Democratica, ex PdCI e Verdi. Mentre Rifondazione povrebbe puntare ancora una volta su Giulio Croce. Pure La Destra si starebbe guardando intorno nel tentativo di capire se esistono possibilità di accordo col Pdl, però è proba-

bile che alla fine si affiderà all’esperienza del suo segretario Alvaro Fondi. Un altro Fondi, Enrico, quasi sicuramente parteciperà con la lista La Castagna come nel 2006. Resta da capire come si collocherà l’Italia dei Valori di Bruno Fondi. Cederà alle lusinghe del Pd?

10 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPA che attendono una risposta da 84 giorni

Sig. Sindaco, dopo tre anni dalla sua elezione ritiene che il fenomeno dell’abusivismo edilizio su tutto il territorio comunale sia ormai stato messo sotto controllo?

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Sig. Sindaco, approvare vari piani di edificazione estesi a pioggia su tutto il territorio comunale con varianti al Piano Regolatore vigente, decise di volta in volta, pensa sia stata la scelta più opportuna?

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Sig. Sindaco, non crede che affidare deleghe a Consiglieri ed incarichi a tecnici per i quali si può configurare un possibile conflitto di interessi con le proprie attività professionali o commerciali non garantisce imparzialità e obiettività nelle decisioni amministrative da prendere?

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Sig. Sindaco, non crede che la principale vigilanza su abusi edilizi, dislocazione e legittimità delle antenne, controllo del territorio comunale per prevenire i reati ambientali spetti, in particolar modo, ai Vigili Urbani che in seconda battuta possono chiedere la collaborazione di Parco, Forestale, Carabinieri e non viceversa?

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Sig. Sindaco, nel marzo 2008 venne assassinato a Roma Umberto Morzilli, ritenuto dagli inquirenti un personaggio vicino alla “Banda della Magliana”. Morzilli, attraverso alcune operazioni speculative, aveva acquisito dei terreni in Via delle Barozze per circa 350

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mila euro. Terreni poi rivenduti, a distanza di pochi anni, a 5,5 milioni di euro e sottoposti a sequestro per l’inchiesta avviata dalla magistratura. Più recentemente, nello scorso mese di giugno, la Divisione Anticrimine della Polizia ha arrestato due pluripregiudicati accusati di aver acquisito illecitamente diversi beni immobiliari (tra cui alcune ville di Rocca di Papa) per conto della criminalità organizzata. Non sarebbe il caso di istituire una commissione consiliare che metta la lente d’ingrandimento sull’intero territorio di Rocca di Papa al fine di verificare l’esistenza o meno di acquisizioni sospette di terreni ed immobili da parte di personaggi o società “chiacchierate”?

Sig. Sindaco, vuole spiegare ai suoi cittadini come mai in Consiglio Comunale è stata proposta e approvata dalla sua maggioranza la richiesta di tenere fuori dal perimetro del Parco Regionale il Centro Storico, i Campi d’Annibale e il Quartiere Vigne, scelta che comporterebbe la contemporanea esclusione dal perimetro del Parco perfino della sua sede istituzionale? Ci elenca, per favore quali sarebbero i vantaggi per la comunità roccheggiana?

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Sig. Sindaco, sulla vicenda del Piano di Assetto del Parco, Lei ha chiesto l’istituzione di una fascia all’interno del Parco adibita alla caccia. Ci può spiegare chiaramente qual è la posizione della Sua amministrazione in merito?

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Sig. Sindaco, ad occhio nudo le antenne televisive e radiofoniche che svettano nei nostri boschi negli ultimi mesi sembrano aumentate in modo esponenziale. Ci può, per favore, assicurare che la situazione è tenuta costantemente sotto controllo dalla sua amministrazione e garantire ai cittadini che la salute di tutti è salvaguardata da controlli puntuali delle potenze stabilite dalle leggi vigenti? Ci può dire se sono stati eseguiti controlli a sorpresa, e quando, sulle potenze di trasmissione in esercizio?

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Sig. Sindaco, ci può spiegare perché Lei, che sui temi dell’inquinamento dovrebbe essere maggiormente sensibile visto che i roccheggiani subiscono da oltre trent’anni i danni provocati dai ripetitori radio-tv, è tra i firmatari della lettera con cui alcuni primi cittadini dei Castelli, malgrado la contrarietà di gran parte dei cittadini, hanno chiesto al Presidente della Regione Lazio, Marrazzo, di velocizzare l’iter per la realizzazione del termovalorizzatore di Albano che dovrebbe sorgere a poche centinaia di metri dall’ospedale cittadino e a ridosso degli abitati?

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Sig. Sindaco, come mai sul perio-

10 dico “Comune Informa” appaiono

solo interviste a Lei, agli Assessori e ai Consiglieri mentre non viene svolta alcuna comunicazione di servizio (facendo conoscere ai cittadini per esempio le delibere approvate dalla Giunta e dal Consiglio; gli approfondimenti tecnici sul nuovo Piano Regolatore; le Ordinanze emesse, ecc.)?


ROCCA DI PAPA Il 25 ottobre ritorna la “Maratonina delle castagne” 52mo Zecchino d’Oro

il Segno - Ottobre 2009

Atteso l’evento sportivo più partecipato di Rocca

di Gaetano Casilli Si terrà il prossimo 25 ottobre la famosa “Maratonina delle Castagne, 6° Trofeo Ristorante Polentone” promossa e organizzata dall’Associazione Sportiva Atletica Rocca di Papa con il patrocinio dell’Assessorato allo Sport del Comune roccheggiano. Si tratta di una corsa podistica su strada per un totale di 10 chilometri con partenza e arrivo in piazza Giuseppe Di Vittorio ai Campi. La corsa è aperta sia agli Assoluti Amatori (che abbiano compiuto il 18° anno) in regola con il tesseramento Fidal 2009, sia agli atleti tesserati con le associazioni di atletica riconosciute dal Coni. Gli interessati possono iscriversi fino al 24 ottobre, versando un contributo di 8 euro, oppure fino a 30 minuti dall’inizio della gara (cioè fino alle ore 9.00), versando un contributo di 10 euro. Ai primi 700 iscritti sarà regalata una bellissima felpa oltre al pettorale e al pacco-gara che saranno a disposizione di tutti i partecipanti. Per tutti il ritrovo è fissato a partire dalle ore 8.30 presso il Parco Comunale

Campi d’Annibale-Piazza Di Vittorio, per quello che si preannuncia già come un bellissimo evento di sport e partecipazione. A fine gara ci sarà un ricco e gustoso ristoro con “polenta party”, vino e caldarroste locali. Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere direttamente all’Atletica Rocca di Papa al n. 340-9090910, scrivere una mail al seguente indirizzo info@atleticaroccadipapa.com, oppure inviare un fax al n. 069496434. C’è anche un sito internet: www.atleticaroccadipapa.com.

di Luigi Serafini Proseguono le attività del Parco dei Castelli Romani tese a bonificare il nostro territorio. L’ente di Villa Barattolo, infatti, anche grazie alle segnalazioni dei cittadini, ha dato avvio ad una complessa operazione di recupero delle carcasse di vecchie automobili gettate nei due laghi o abbandonate in zone boschive anche di difficile accesso. “Si tratta di un lavoro delicato e difficile –ha detto il Vice-Presidente Giancarlo Trombetta- che necessita del coinvolgimento di più soggetti istituzionali”. Per quanto riguarda la bonifica dei due laghi castellani, dopo un primo

sopralluogo, i sommozzatori si sono calati in acqua per individuare la posizione esatta della carcassa d’auto per poi agganciarla a dei palloni che hanno permesso di riportarla a galla. L’opera di recupero è stata conclusa gratuitamente da una ditta privata, con cui il Parco ha già preso accordi. Per questo tipo di interventi il Parco si avvale della collaborazione del Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile–Associazione Regionale Protezione Animali mentre l’Istituto Nazionale per Studi ed Esperienze di Architettura Navale (INSEAN) ha messo a disposizione l’accesso al lago dalla strada, all’interno della propria area privata. Anche sul fronte dei boschi si è messo in campo lo stesso impegno. A Rocca di Papa, dove le carcasse di automobili abbandonate (foto a lato) sono piuttosto numerose, i Guardiaparco hanno prima liberato le auto dalle sterpaglie e poi le hanno trascinate con i pick-up sui cigli delle strade in attesa di essere trasportate da una ditta specializzata (sempre gratuitamente).

Boschi e laghi bonificati dal Parco dei Castelli

Recuperate decine di auto abbandonate nel territorio

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Il piccolo Carlo Fontani al festival dei bambini

di Marco Rapo Carlo Fontani (foto) è allo Zecchino d’Oro! Proprio così, il piccolo Carlo parteciperà alla 52ma edizione dello Zecchino d’Oro, il concorso musicale più prestigioso tra i bambini, Lo spettacolo sarà trasmesso come sempre dalla Tv nazionale ed avrà come conduttori Paolo Conticini e Veronica Maia, la prima serata è in programma il 17 novembre e si concluderà con la serata di premiazione prevista per il 21 novembre. Il nostro Carlo per arrivare fin qui ha dovuto superare ben 4 selezioni (due a Roma e due a Bologna) a cui erano presenti ben 4 mila bambini! Carlo ha dato il meglio di se, “i sette giorni trascorsi a Bologna sono stati davvero belli -ci dice- mi sono divertito tanto”, il bello di Carlo è proprio questo, che è sempre vispo e allegro. C’è da aggiungere che è in assoluto il primo bambino dei Castelli Romani a partecipare a questa manifestazione e pensate, dopo tre lunghi anni, un bambino romano è tornato allo Zecchino e questo è Carlo!! La mamma (Pamela) per farlo partecipare ha dovuto aspettare prima di trasferirsi a Misano Adriatica dove sta per ottenere la residenza. Se non avesse aspettato, Carlo ora parteciperebbe come bambino di Misano Adriatica e non di Rocca di Papa, questo ci fa capire quanto “questa” famiglia ami il nostro paese. Gran parte del merito, va ricordato, è anche di nonna Silvana e nonno Marcello. E’ stata proprio nonna Silvana a spingere i genitori a far iscrivere il nipotino al concorso e nonno Marcello ha avuto il merito di insegnargli piano piano a cantare e a ballare... i nonni sono i nonni. Carlo sta ricevendo molti consigli anche dai nonni paterni, Ma il “biondino” roccheggiano non è l’unico sotto i riflettori. In Casa Fontani, Alessio (il Papà) è attualmente a Bologna con la sua Band (i Cantina) per le selezioni di Sanremo Giovani, dove in giuria c’è niente meno che Lorenzo Cherubini (Jovanotti). Non ci resta che fare un grande in bocca al lupo sia al papà che al figlio, chissà che Rocca di Papa non possa portare a casa due premi prestigiosi in un solo colpo. Da tutta la redazione del Segno e dal sottoscritto in particolare (poichè molto legato a questa famiglia), un enorme in bocca al lupo a loro e alle famiglie che attendono con ansia come tutti noi questo momento, comunque vada per Carlo sarà festa al suo rientro... già lo è ora, figuriamoci dopo...


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“Su Tele Ambiente avete detto cose false”

Ci scusiamo, ma non avendo trovato un modo più diretto per entrare in contatto, ci troviamo costretti ad inviarvi via e-mail queste nostre informazioni. Siamo stati informati che il vostro periodico “Il piccolo Segno”, di cui per altro ci è stata fornita copia, nel numero 9 di settembre 2009, ha pubblicato un articolo sulla situazione di Monte Cavo Vetta. Nel quale, fra le molte inesattezze ed i molti giudizi sommari, gli uni e gli altri, a nostro modo di vedere, chiaramente imbeccati da un soggetto fortemente interessato, in quanto attore della gigantesca speculazione che una società privata sta facendo della proprietà comunale, vengono tra l’altro anche riferiti fatti ed accadimenti attribuiti all’azione della emittente “Teleambiente” da me amministrata, che però non corrispondono al vero. Fatti artatamente contraffatti, se non con intento diffamatorio, fino al punto di attribuirci, a mezzo foto, lavori fatti da altri ed in altro luogo, sono sicuramente notizie

false, pubblicate senza il dovuto riscontro della loro veridicità, a cui è tenuto per legge qualunque editore o giornalista. Sicuramente a noi non spetta sindacare le linee politico-editoriali di chiunque né tanto meno limitare la libertà di informazione di un mezzo di informazione, gelosi come ne siamo, proprio perché anche noi editori. Ma proprio perché il presupposto della libertà di stampa è dire la verità e non fare diffamazione, facendo un uso illecito della libertà che si reclama, vi facciamo una promessa. Non vi chiediamo smentite, tramite pubblicazioni di nostri testi, cosa che lascia il tempo che trova. Questo semmai è un problema vostro nel rapporto con i vostri lettori, o se siete un periodico capace anche di rivedere ed informare anche sui propri errori. Per parte nostra vi seguiremo con attenzione e verificheremo, almeno sul nostro conto, se pubblicherete la verità accertata e documentata. Con ciò non intendiamo che voi dobbiate pubblicare quanto da noi desiderato, nien-

il Segno - Ottobre 2009 Antenne sulla vetta di Monte Cavo

t’affatto, ma intendiamo però precisare che vi aiuteremo a dire la verità, non lasciandovi continuare a dire falsità, portando, cioè, tutto quanto di non vero detto su di noi, e per ciò da noi dimostrabile come falso, al vaglio dell’Autorità giudiziaria e chiederne i dovuti risarcimenti per i danni all’immagine della nostra emittente. Nella speranza, però, che quanto accaduto sia solo un incidente di percorso nel lavoro di editore, spiacevole e deprecabile ma pur sempre accadibile a chiunque, per cui una maggiore attenzione eviterà di dover essere di nuovo oggetto della nostra azione di tutela dell’immagine, e sempre disponibili per tutte le informazioni che doveste desiderare, salutiamo cordialmente. L’amministratore Arch. Bruno De Vita

Abusi, speculazioni e troppi silenzi

Gentile Dott. De Vita, siamo ben lieti della Sua precisazione in quanto ci permette di chiarire ulteriormente una vicenda, quella relativa alla realizzazione di una recinzione sulla vetta di Monte Cavo avvenuta l’11 agosto scorso, per la quale in verità ci siamo semplicemente limitati a trascrivere alcune parti del verbale di denuncia presentato ai Carabinieri da un dipendente della Ida. Vicenda segnalata peraltro anche dal partito de “La Destra” di Rocca di Papa che ha anche chiesto all’amministrazione comunale di intervenire rimuovendo tale abuso. Resta inteso che, qualora avessimo commesso errori, siamo ben pronti a smentire (la verità innanzitutto) e a pubblicare altri fatti e vicende o punti di vista che possano rendere più chiaro l’accaduto così da fornire ai lettori, che sono i nostri unici referenti, una visione il più possibile completa ed obiettiva. E comunque se inesattezze ci sono state, sono da addebitare a chi ha presentato tale esposto. Una cosa è certa, sulla vetta di Monte Cavo l’11 agosto è stata realizzata una recinzione in ferro che prima non c’era e sarà nostra premura chie-

dere copia anche del verbale presumibilmente redatto dalla Polizia Locale. Certo, tale abuso si inserisce in un quadro già di per sé compromesso visto che tutte le opere realizzate sulla vetta a servizio dei ripetitori, ripeto tutte, sono abusive. E qualcuno le avrà pur materialmente fatte! In merito alle altre Sue considerazioni, soprattutto quando scrive “della gigantesca speculazione che una società privata sta facendo della proprietà comunale”, credo che abbiano il grande merito di aprire un capitolo nuovo e interessante, dai risvolti forse imprevedibili, per comprendere quali interessi e intrecci siano esistiti ed esistano sull’area di Monte Cavo Vetta e sui quali è arrivato il tempo di fare piena luce. Se qualcuno sta speculando sulla proprietà comunale è un fatto gravissimo e ci stupisce il silenzio del Comune sull’argomento, visto che spetta ad esso tutelare gli interessi collettivi. Le propongo, anzi, essendo Lei persona che ben conosce il variegato mondo dell’emittenza e di conseguenza anche le vicende di Monte Cavo, di rilasciarci un’intervista sia sull’aspetto più generale dell’emittenza radio-

televisiva (anche in relazione al passaggio al digitale verso il quale Lei è stato ed è molto critico), sia sui rapporti tra la stessa Ida, il Comune, e la società “Condominio Monte Cavo”, argomento quest’ultimo che saremmo interessati ad approfondire. Essendo un giornale non legato a gruppi politici e non molto amato dalla politica locale, la nostra maggiore difficoltà sta proprio nel reperire informazioni utili a tale scopo. Tenga inoltre presente che ogni mese riceviamo lettere e mail di sollecitazione da parte dei cittadini che, come Lei ben sa, da trent’anni stanno subendo l’elettromagnetismo a cui si aggiunge un palese degrado ambientale della vetta di Monte Cavo e del suo monumento. Lei afferma che noi saremmo imbeccati da qualcuno (la Ida) ma ci tengo a dirLe che dal nostro punto di vista cerchiamo solo di reperire materiale e notizie che ci permettano di mantenere alta l’attenzione su Monte Cavo, ogni mese, affinchè questo scandalo tutto italiano non finisca nel dimenticatoio. Siamo stati noi, per esempio, a presentare una denuncia alla Procura

della Repubblica contro la Ida per il recente crollo di parte dell’ex convento, a dimostrazione che la Sua affermazione è del tutto infondata. Il nostro unico interesse, mi creda, è quello di parlare e far parlare di Monte Cavo. Peraltro, gentile Dott. De Vita, la nostra redazione segue spesso i programmi di “Teleambiente” che, come già scrivemmo nell’articolo da Lei citato, sono i soli a trattare argomenti spesso scottanti e pressoché dimenticati da un panorama editoriale (nazionale e locale) molto scadente. Seguiamo i “due minuti” di Mario Albanesi (per il quale abbiamo una grande stima), i programmi di Giuseppe Vecchio (ottimi i suoi approfondimenti), le intrusioni librarie di “Tam tam” a La Rinascita. Così come seguivamo “Radio Casbah” di Enrico Capuano (nostro amico) e i programmi del “mitico” Fulvio Abbate. Questo per dirLe che anche noi La seguiamo con particolare attenzione e interesse. Sperando di poterci incontrare presto per approfondire gli argomenti messi in evidenza, La saluto con stima e cordialità. Andrea Sebastianelli


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il Segno - Ottobre 2009

“Sull’autovelox regole rispettate pienamente”

Gentile Direttore, In qualità di Amministratore Unico della Società che fornisce il servizio di controllo elettronico della velocità per il Comune di Rocca di Papa mi trovo già per la seconda volta a leggere commenti a dir poco velenosi sull'operato della mia Azienda sul suo giornale. Fermo restando che la libertà di stampa è un bene prezioso da proteggere in tutti i modi specialmente in questi tempi, mi permetta di rispondere al Suo giornalista Gaetano Casilli che in quanto tale, credo che prima di scrivere su circostanze e fatti completamente inesatti, avrebbe dovuto documentarsi, o andare almeno a chiedere ai diretti interessati (Comando di Polizia Locale). Questa mia lettera non vuole assolutamente dare le risposte che Voi chiedete agli Amministratori della nostra città, sarà loro scelta se farlo o meno ed in quale sede, ma solo fare un po' di chiarezza per quanto concerne l'operato della mia Azienda. Ecco le risposte ai vostri interrogativi 1) La procedura di affidamento del servizio è stata svolta secondo le direttive del D.Lgs 12 aprile 2006 n°163. Art. 125 affidamento di lavori e servizi e forniture in economia. Questo perché non è possibile quantificare i compensi della Società appaltatrice, visto che la stessa percepisce un fisso su ogni sanzione regolarmente oblata, ovvero, a completo costo zero per le casse comunali, nel caso in cui non si elevasse nessuno tipo di sanzione. 2) Il Comando di Polizia Municipale del Comune di Rocca di Papa possiede una sua apparecchiatura, ma la stessa è divenuta ormai obsoleta e con dei costi di manutenzione troppo alti per l’effettivo utilizzo, questo perché la stessa non è più adatta al servizio in essere. L’art. 201 del Codice della Strada infatti, prevede che il controllo elettronico della velocità senza contestazione immediata (fermo del veicolo) possa essere eseguito solo con apparecchiature che consentano di vedere l’illecito in seguito allo sviluppo della foto. L’apparecchiatura in dotazione al Comando provvede alla stampa in tempo reale, e questo obbligherebbe la Polizia Municipale a mettere su strada due pattuglie ed un minimo di tre unità operative, cosa impossibile dato l’organico in forza al Comando. Nel caso specifico invece, basta una macchina di servizio ed un agente che sovrintende al controllo di tutte le operazioni effettuate dal dipendente della Società. Punto 5.2. Direttiva Maroni. 3) Il contratto stipulato tra l’Amministrazione Comunale e la Società affidataria prevede un noleggio dell’apparecchiatura e la stessa è nella completa disponibilità della

Polizia Locale come è anche indicato sui verbali di accertamento. Il comando stabilisce e decide secondo la disponibilità di personale e le specifiche proprie esigenze: giorni, date, luoghi, orari e durate dei servizi da effettuare comunicandolo poi alla Società. 4) Vedi sopra. 5) I tratti di strada oggetto degli interventi vengono stabiliti a seconda del numero di incidenti verificatisi nei periodi precedenti, a seconda della pericolosità delle stesse, ed anche su suggerimento ed esposti degli stessi cittadini che richiedono maggior sicurezza sulle strade della loro città. Ricordiamo inoltre che gli stessi tratti stradali erano stati a suo tempo autorizzati con regolare Decreto Prefettizio e quindi riconosciuti come particolarmente insidiosi, quando lo stesso era necessario per l’espletamento di questo servizio su determinate strade. 6) I limiti di velocità sulle strade vengono imposti dagli Enti Proprietari (nel caso di Rocca di Papa la Provincia di Roma). 7) Le postazioni di controllo sono sempre le stesse e sono tutte ben segnalate e visibili; al momento della stipula del contratto la Società appaltatrice ha provveduto anche ad integrare a sue spese, dove gli stessi segnali mancavano. 8) Lo sviluppo dei fotogrammi avviene presso un centro espressamente autorizzato per la tutela della riservatezza. Punto 6.2. Direttiva Maroni (tutela della riservatezza nei casi di esternalizzazione di servizi sussidiari all’accertamento). 9) I soggetti autorizzati a trattare le risultanze fotografiche e a gestire i dati personali, sono il titolare della Società appositamente autorizzato come “Responsabile” ai sensi del D.Lgs. 196/03 dal Comando di Polizia Municipale, ed i suoi dipendenti da Lui espressamente autorizzati come “Incaricati”. 10) I soggetti responsabili del controllo di tutte le procedure sono: il Comandante, il responsabile dell’ufficio verbali, e tutti gli agenti che di volta in volta escono su strada ad effettuare il servizio di rilevamento con il personale della ditta appaltatrice. Un altro quesito posto da qualcuno su questo giornale chiedeva del perché i verbali fossero affidati ad una ditta privata e con costi a carico dei cittadini, bene, anche questo è previsto dalla direttiva Maroni al punto 5.3 (I costi servono a coprire il personale addetto all’inserimento dei dati, al materiale cartaceo per la stampa e i Comandi possono inserirli nelle spese di procedimento a carico dei trasgressori). Ci tengo a ribadire per i “non addetti ai lavori” che la Direttiva Maroni non ha portato

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nessuna novità, ma bensì ha messo ordine in quella giungla di direttive, sentenze, circolari ecc., che andavano in controtendenza al Codice della Strada Alla luce di tutto questo vorremmo tranquillizzare i cittadini di Rocca di Papa sulla legittimità dell’operato dell’Amministrazione e della Ditta affidataria del servizio, invitando a leggere la famigerata Direttiva Maroni chi, per noncuranza o puro spirito di contraddizione si permette senza preventivamente informarsi, di affermare che un Ente ed una società che opera con altri dieci Comuni possano in qualche modo con il loro operato infrangere le leggi vigenti. Tutte le critiche sono bene accette se costruttive, ma ricordiamo a chi accusa i Comuni di voler far cassa a discapito dei propri cittadini: 1) Che gli incidenti sulle nostre strade non se le sono certo inventate gli Amministratori. 2) Che se i cittadini tutti, rispettassero le leggi e le regole che la convivenza civile impone, nessuno farebbe CASSA perché non ce ne sarebbero i presupposti. 3) Che un Comune come Rocca di Papa negli anni passati ha sempre svolto il servizio autovelox, e nessuno ha mai avuto niente da ridire, mi chiedo io, qual'è il problema? Forse che un'Azienda sana, che paga le tasse, da lavoro, e rispetta le leggi da fastidio? Ognuno è libero di pensarla come vuole ma Io non rubo niente a nessuno, rischio ogni giorno di mio e produco occupazione. Forse chi ruba sono altri, quelli che hanno lo stipendio fisso tutti i mesi e non si preoccupano minimamente di produrre per quello che vengono pagati, il tutto a spese della comunità. La ringrazio dell’attenzione, la saluto e le confermo che siamo a disposizione per ogni chiarimento. Mariachiara CECILIA Gentile Sig.ra Cecilia, La ringraziamo per averci fornito queste spiegazioni. Le domande da noi rivolte erano degli interrogativi che molti cittadini si ponevano (e si pongono) a causa della poca informazione in materia a cui purtroppo il nostro Comune ci ha abituato, malgrado abbia a disposizione per svolgere questo compito anche un organo informativo (Comune Informa). Da tempo attendiamo di conoscere gli incassi e i costi dei parcheggi a pagamento, così come gli introiti derivanti dalle multe e, se tali multe, negli ultimi tempi siano aumentate o meno. Avremo comunque tempo per riprendere questi discorsi. La parte finale della Sua lettera è una critica gratuita (non vorremmo sia rivolta ai vigili di Rocca di Papa) verso i tanti dipendenti pubblici che lavorano in modo onesto e produttivo e che, secondo lei, “rubano i soldi”. La invitiamo a scusarsi con loro, anche perchè Lei e la Sua società lavorate proprio per la pubblica amministrazione. Un po’ più di rispetto non guasterebbe. Andrea Sebastianelli


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Cultura e

... d’intorni

il Segno - Ottobre 2009

Rocchiciano con tanto fondamento di Gianfranco Botti La regola da cui deriva l’aggettivo ROCCHIGIANO non la troverai. Non c’è. Così, come non esiste la regola che santifichi ROCCHEGGIANO. L’appellarsi delle popolazioni è un porto franco che non riconosce regole, elimina previsioni, si smarca da ogni schema. Vediamo. Tu elenchi quattro suffissi: - ese, -ense, -ano, giano, che già risultano abbondanti per stabilire un punto fermo. Io te ne ricordo altri: -sco (bergamasco, comasco, monegasco,…); -ino (tarantino, bolzanino, vicentino,…); -te (frusinate, anziate, ravennate, cesenate,…). Allora, le possibilità denominativo sono già sette. E per fissare una regola –che comporta un andamento più o meno ordinato e costante, o una norma indicativa di ciò che si deve fare in certe circostanze- sette varianti sono decisamente troppe. Tali, da negare una unicità lessicale; tali, da autorizzare, se non l’anarchia, sicuramente la libertà di scelta. Non basta. Se, per ingrassare il pastone, aggiungo brianzolo e bustocco (Busto Arsizio), ceco e greco, beota e cipriota, rumeno e armeno, estone e lettone, svizzero e germanico, assiro e sumero, non sono aggressivo, argomento. Non basta. Se, pe recazà, spruzzo: bresciano (Brescia) - pesciatino (Pescia), reggiano in Emilia, reggino in Calabria, fidentino (Fidenza) - valenzano (Valenza), frascatano (Frascati) - scafatese (Scafati), contraddire quanto vado esplicando –che per definire i popoli non esiste regola- pare difficile assai. Allora, come si fa? A che bisogna rifarsi per indicare correttamente le popolazioni? Alla Storia. Altro indicatore non v’è. Alla Storia, solo alla Storia. Come si chiamino gli abitanti di una nazione, di una regione, di una città, di un paese, è un dato storico che con la linguistica ha a che fare niente, manco un toccetto. E’ la Storia che raccoglie-tramandatestimonia tutte l’esperienze umane, e dà loro significato oggettivo, valido per tutti, per sempre. E’ la Storia, solo la Storia, che stabilisce e impone il nome alle genti. Ecco, allora, prenestini (Palestrina), tiburtini (Tivoli), puteolani (Pozzuoli), teatini (Chieti), aprutini (Abruzzo). E tuscolani, quiriti, sabini, partenopei, felsinei, labronici…. Secondo la Storia, come debba definirsi uno di Rocca di Papa non si discute: rocchiciano. Lo testimoniano quanti nei secoli ci hanno preceduto su questa terra, che mai si sono dichiarati diversamente. Lo testimonia il circondario castellano, che sempre così ci ha indicato e continua a indicarci. Che, poi, quattro o cinque abbiano scritto diversamente, che vale? Anche con D’Azeglio niente. Tutto quello che afferma non è oro colato, e lo dimostrerò. C’è un tuo inciso che spiega perché quei quattro o cinque scrissero diversamente, avevano studi classici… Per esibirli, dovevano distinguersi. Contraddicendo la Storia, tradendo un esprimersi naturale, stratificatosi nei secoli. Con un risultato discutibile della stessa specie della sostituzione del naturale Ortacìa con il taroccato Ortagìa. Che può spiegarsi, però, e può insieme spiegare l’uso di rocchigiano. Ponendo attenzione alla nostra pronuncia, che ci porta a dire le sillabe ci e ce non proprio pulite, non le diciamo alla romana, le pronunciamo, invece, piut-

Sul numero scorso del Segno, con un articolo della scrittrice Maria Pia Santangeli, abbiamo aperto una discussione sul termine esatto per definire il nome degli abitanti di Rocca di Papa. Ospitiamo ora gli interventi di Gianfranco Botti e Rita Gatta.

tosto contratte, alla ciociara, dizione con la quale abbiamo diverse analogie (ngima-digenigiunu-genginella-smugina...). Da questo richiamo deriva –attenzione!- che scrivendo in dialetto è sostenibile scrivere Rocchigiano, scrivendo in lingua, no, solo corretto è Rocchiciano. Con fondamento decretato dal popolo, sedimentatosi nei secoli. Popolarità e storia, dunque, per un fondamento imbattibile. Non è finita. Se stessi nella lista dei beniamini ben trattati, e volessi farmi aumentare la paghetta,

produrrei altro materiale. Se è vero che da noi sempre s’è detto, e continua a dirsi Rocchiciano, allora: A) la consuetudine ha un’importanza tale da rientrare addirittura tra le fonti del Diritto. B) In Giurisprudenza trova posto lo Ius Loci, insieme delle consuetudini tradizionali del posto che fissano ciò che è permesso e ciò che è vietato. C) A dieci chilometri da noi, stessa diocesi, Monticiano è suonato e cantato da tutti, a voce e per iscritto, senza obiezioni.

Rocchigiani, Roccheggiani, Rocchegiani: chi siamo?

di Rita Gatta Interessante la discussione aperta su questo mensile dalla cara scrittrice “rocchegiana”, circa la nostra denominazione di appartenenza cittadina. Immodestamente proverò a offrire un piccolo contributo alla questione filologica. In quasi tutti i libri che hanno come oggetto Rocca di Papa, gli autori da Tito Basili ad Alberto Tenerelli, da Don Luigi De Angelis a Carlo Cofini, da Massimo Saba a Carlo M. Guarinoni e Marcello Gatta, facendo eccezione per Maria Pia Santangeli ed Erminio Crippa, indicando il nome degli abitanti della nostra città, utilizzano la doppia “g”: Roccheggiani. Anche in alcuni documenti amministrativi, negli Atti pubblici, su Internet stesso, nei manifesti di informazione cittadina, si trova frequentemente l’uso della “doppia g”. Sul dizionario enciclopedico Treccani, sulla lapide commemorativa del centenario della Repubblica di Rocca di Papa, posta in Piazza Garibaldi, su Wikipedia, gli abitanti di Rocca di Papa sono i Rocchigiani con una “g” e con la sillaba “chi” al posto di “che” (scelta operata anche dalla Santangeli). Inoltre, secondo il nostro dialetto, noi siamo i “Rocchiciani”: si mantiene il “chi”, ma la “gi” è sostituita dalla sillaba “ci”. Tempo fa, in seguito ad una osservazione fattami dalla stessa Maria Pia Santangeli, circa l’argomento in atto, con molta

umiltà, ma anche con molta curiosità ho iniziato a spulciare libri e dizionari: Maria Pia, molto prima di me si era posta il problema e mi diceva che anche in famiglia, suo padre contestava quel Rocchigiani, affermando con fermezza di essere Roccheggiano. La mia ricerca è partita dai dizionari e dai vocabolari, dove sullo Zingarelli, sul Devoto Oli, sul Grande Dizionario Garzanti della Lingua Italiana, sul recente Vocabolario Treccani, Rocchigiano è l’abitante della Rocca. Mi sono tolta lo sfizio di trovare la definizione degli abitanti che vivono in città o paesi che già contengono la doppia “g” e ho constatato che la mantengono: Foggia – Foggiani; Reggio – Reggini o Reggiani (a seconda se si tratti di Reggio Calabria o di Reggio Emilia); Fiuggi – Fiuggini; Aggio (GE) – Aggesi; Casaleggio (NO) – Casaleggesi… I nomi di città che non contengono la “g” o la doppia “g”, in genere non l’adottano (la doppia g) quando scrivono il nome dei loro abitanti: per esempio, Parma: Parmigiani o Parmensi; Perugia: Perugini. Sempre sul Lessico Universale Treccani ho scorto la lunga lista delle località che hanno il nome che contiene Rocca: tra queste, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo (AQ), Rocca di Cave (RM), Rocca di San Casciano (FG), Rocca Sinibalda (RI), Rocca Gorga (LT) e Roccalbégna (GR), hanno gli abitanti

che si chiamano Rocchigiani, proprio come noi. Invece a Rocca Massima (LT), gli abitanti si chiamano Rocchegiani. Pur con tutto il rispetto per l’assoluta attendibilità dei testi consultati, riflettendo per lungo tempo su quanto esposto finora, ho optato per quella che credo potrebbe essere una scelta di compromesso tra Rocchigiani e Roccheggiani: considerando che è l’uso che fa e modifica la Lingua e tenendo presente che da tempo, i nostri nonni e antenati hanno manifestato la preferenza fonetica per la “e” (Roccheggiani), in virtù del fatto che la regola ortografica su esposta non prevede la doppia “g” (non essendo Rocca di Papa un nome che la contiene essa stessa), ho pensato di operare una scelta, che sicuramente può essere discutibile o criticabile, ma che potrebbe essere coerente: in genere uso scrivere senza doppia il nome che i nostri padri e i nostri nonni hanno scelto nel passaggio dal dialetto all’italiano: Rocchegiani (con una sola g) e la correttezza ortografica è comprovata dalla Treccani stessa quando indica gli abitanti di Rocca Massima. Ben vengano altri pareri e altre osservazioni: la lingua è evoluzione e cambiamento e ancor più consente di modificare e creare nuove realtà fonetiche e ortografiche. Rocca di Papa è una città viva e come tale è giusto che si evolva anche nella denominazione di chi vi abita.


L’oradella‘calata’ STORIE Un quadro “miracoloso” nella storia roccheggiana

il Segno - Ottobre 2009

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Anche d’Azeglio ammirò la devozione del popolo

di Piero Botti In quasi tutte le borse delle “rocchiciane” è custodita l’immagine della “Madonna della Pietà”; in quasi tutti i portafogli degli uomini di Rocca di Papa c’è piegata la nostra rocchiciana “Madonnella”. Tutti, o quasi, quando hanno qualche dolore rivolgono lo sguardo a Lei. Questo quadro di Pietro Labruzzi fu donato alla parrocchia nel 1791 da Paolo Carnevali. I nostri antenati lo trovarono intatto, dopo il terremoto del 1806, sopra le macerie di una parte della Chiesa; si pensò che la Madonnella voleva parlare ai cuori dei paesani; ed allora fu presa la decisione di collocarlo al centro della nostra Chiesa sopra l’altare maggiore; la gloria di angeli che le fa da cornice è di Giuseppe Pacetti, del 1831. Il terzo sabato di settembre, a mezzogiorno, avviene la “calata”, il quadro viene preso e portato fra il popolo; la mamma di Rocca di Papa accarezza i suoi figli. La sera la processione molto sentita per le vie di Rocca, sempre illuminate e decorate per la devozione. Prima di parlarvi di una mia ricostruzione di una festa della Pietà dell’800, voglio ringraziare il concittadino Maurizio Gatta; sempre pronto a lavorare per preparare le feste. Lo trovi su una scala a settembre, sotto un presepe a Natale, per sistemare le luci artisticamente; in cabina di regia una settimana prima di Pasqua per la “Passione”; e a firmare la rinata festa di San Carlo a luglio. Se fossi l’allenatore della “gialla” ne vorrei undici così. Nella processione che si snodava per le vie di Rocca di Papa la terza domenica di settembre del 1820, confuso tra la folla salmodiante, Massimo d’Azeglio seguiva il quadro della Madonna della Pietà, che ondeggiava alto sulla marea di teste e di braccia acclamanti: affascinato dallo spettacolo della devozione popolare, con quel manifestarsi schietto e libero della fede; ma ancor più colpito dal dipinto che spesso aveva contemplato nella chiesa, posto la centro di una vasta raggiera di angeli. E si chiedeva forse cosa destasse così forte e concorde pietà di popolo in quell’opera di Pietro Labruzzi di piccole proporzioni, rispetto al monumentale e prestigioso quadro del Giaquinto con la raffigurazione vertiginosa della Madonna assunta in cielo dopo la morte. Tanto da indurre i popolani a entrare in vivo contrasto, assai rispettoso del resto, con la gerarchia ecclesiastica del tempo, che intendeva mantenere il grande quadro del Giaquinto sopra l’altare maggiore com’era in precedenza. E fu vittoria della Fede se il piccolo di-

pinto del Labruzzi venne innalzato al posto del grande dipinto per essere successivamente circondato da angeli che sembrano tenerlo sorretto in una gloria danzante e dorata. La domanda che forse si poneva il pittore e uomo politico piemontese, si rinnova in chi oggi si sofferma a rimirare il quadro: importante certo è rammentare che l’opera fu rinvenuta intatta nel crollo del 1814, a seguito del terremoto del 1806: e tale ritrovamento fu ritenuto miracoloso e segno di elezione divina. Ma questo non è forse ancora sufficiente a motivare l’accendersi di una devozione così intensa e profonda, che si tramanda da generazioni, con la commozione collettiva che si ripete ogni volta che il quadro viene ricollocato al suo posto dopo la partecipata processione. Allora diviene necessario mirare meglio il quadro, al di là di valutazioni estetiche e formali. Il volto di Maria è ritratto in atteggiamento raccolto, con le mani congiunte sul petto, lo sguardo mitemente assorto: i colori sono discreti e soffusi, un giuoco sottile di chiaroscuri a dar risalto al rosa tenue dell’incarnato.

Massimo d’Azeglio

L’opera del Giaquinto

Quello che sorprende l’attento osservatore è l’espressione profondamente umana del volto, lievemente inclinato, a sottolineare i caratteri popolari, quasi una giovane donna del popolo di chinasse a commiserare il dolore del mondo intorno a lei. Senza tuttavia nulla perdere dell’aura di

Il quadro dell’Assunta di Pietro Labruzzi

sacralità che aveva ispirato il pittore all’origine. E questa difficile, quasi miracolosa sintesi di terrestrità e trascendenza, questo convivere dell’umano con il divino, deve avere colpito in profondità il popolo e insieme il gusto raffinato d’un pittore come d’Azeglio. E’ da dire ancora che non si tratta qui di trasfigurazione gloriosa, come nel quadro del Giaquinto, per cui l’umano è del tutto trasfuso nel vortice rapinoso dell’evento miracoloso: nel dipinto del Labruzzi il divino nel volto di Maria si sofferma senza trasfigurazione aureolata, nasce per così dire dall’umanità gentile che traspare dallo sguardo umbratile e sofferto; un divino che si manifesta nelle bellezza d’un vivo, che trae armonia dall’essere partecipe dell’umano soffrire, e insieme dal trasporlo in un ordine che dona chiarezza di senso alle vicissitudini terrene. Una femminilità che sottilmente anima e delicati lineamenti e attira a sé gli animi che si sentono innalzati e purificati dal segreto chiamare. E’ per questo allora che, senza esserne appieno consapevoli, i rocchegiani del tempo tanto fecero perché fosse posta nell’abside dietro l’altare l’icona della Vergine: forse la pacifica affermazione di un diritto a vivere la Fede in modo rispettosamente laico, nel saper prontamente cogliere la fondamentale distinzione tra Fede e Religione, intesa questa come apparato sacrale: intuizione sottile e profonda che è l’origine e l’essenza di una vera Pietas popolare, comunque vissuta all’interno della struttura ecclesiale. Probabilmente questo colse anche il d’Azeglio mentre devotamente partecipava alla processione e ascoltava il canto corale del popolo intorno. E questo sentiamo anche noi oggi quando guardiamo il quadro del Labruzzi, posto lassù in alto tra gli angeli che volando raggiera sembrano sostenerlo; e ne riportiamo conforto e commozione sincera quando il sacerdote tra canti e volute d’incenso innalza nuovamente il volto venerato al suo posto sopra l’altar maggiore.


SIPARIO APERTO

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“La badante cubana”, quando il buon umore è già uno spettacolo

Ci siamo molto divertiti la scorsa stagione teatrale con lo spettacolo “La badante cubana” messa in scena dal “Laboratorio Teatrale Domus Artis”. Il teatro si è riempito tutte le sere. Così, a grande richiesta, il 14 e 15 novembre prossimi la compagnia tornerà a rappresentarlo. La commedia è opera di Piero Botti, la regia è affidata a Massimiliano De Angelis; la “badante cubana” è interpretata da Maria Del Nero mentre la sua rivale è Rita Lupardini. Per il resto musica, battute ed altri bravi attori e ballerini per uno spettacolo che funziona molto bene. Una trama “pepata” e tanta amicizia nata lavorando in-

il Segno - Ottobre 2009 Il vecchio Piero Botti “morente”

sieme, cosa che si avverte anche sul palco. Lo scorso anno, a dieci giorni dalla prima, si registrò già il tutto esaurito… quindi affrettatevi a procurarvi i biglietti.

Ritorna a grande richiesta il 14 e 15 novembre al Teatro Civico

Funicu-lì; funicu-là Il regista Massimiliano De Angelis

Questa volta il nostro Noga ci vuol sorprendere con una “chicca”. Non un racconto o una storia di vita vissuta (come ci ha abituato) ma una poesia e un disegno dedicati alla funicolare.

Sei ferma ormai da “secoli”. Non riconosci più quei discoli che ti hanno sfregiato a morte. I ferri, le funi e la grande ruota hanno perduto ogni stilla di grasso e gli olii sono colati a Valle sull’acciaio dei binari morti. Urlerebbero di dolore e di rimpianti se risospinti a muoversi di nuovo. E l’ultima vettura, come un museo delle memorie, porta i segni della barbarie odierna, scritti sul blu della sua pelle antica. Noga Settembre 2009

Maria Del Nero

Il laboratorio teatrale Domus Artis

LE POESIE DEL MESE

Cielo

di Vincenzo Di Filippo

Appena in mezzo all’infinito appare il sole le meraviglie della terra mostra, ma prima di ogni altra, tra i rosei raggi, ravviva la bella Rocca di Papa. Posta tra il ciel e la leggendaria Roma, lassù in alto pare essere una rondine in volo, libera e in pace, e sì di ognuno accresce il desìo di mirarla. Io che di luogo in luogo giro, come gira la terra dinanzi al luminoso astro, mai mi è apparso di veder altrove l’incanto che qui vedo. Già mai la natura altra cosa seppe fare così bella, tra il silenzio dei verdeggianti boschi, là dove il suo popolo il tempo passa in cammino lungo i sentieri. 20 settembre 2009

Rarità

di Franco Zanecchia

Quando Dio ti creò, non so come abbia potuto trovare una figura così perfetta così perfetta e impossibile da trovare unica e rara quasi impossibile anche per lui forse anche lui ne è rimasto sbalordito dalle sue capacità di costruire una così bella rarità e quella sei tu mio grande amore.


RIFLETTORI

Da Beautiful al Grande Fratello, cervelli in fuga

il Segno - Ottobre 2009

di Daniela Di Rosa

All’inizio ero infastidita dal digitale terrestre, la TV generalista bastava e avanzava, poi mi si è aperto un mondo e insieme al mio compagno e ad amici fidati siamo entrati nel “tunnel” di Rai Storia, e ancora non ne siamo usciti... c’è sempre qualcosa d’interessante, storie di guerra, di terrorismo, di personaggi politici e non, di come eravamo. Ogni volta è difficile lasciarla per vedere un buon film o leggere un quotidiano, o riprendere in mano un libro ma con la forza di volontà ci stiamo riuscendo; anche perchè sono tornati i miei programmi preferiti! Avvincente la puntata di An-

noZero (Raitre, Santoro) sullo scandalo delle escort o puttane che dir si voglia in casa del Premier, con record di ascolti, alla faccia di Vespa che con Berlusconi in prima serata, e cancellando dovunque la programmazione, ha fatto uno squallido flop! Ma molto più interessante e inquietante è stata la puntata sulla collusione tra Mafia e Stato. Iacona e il suo Presa Diretta è appena finito (peccato), meno male che al suo posto è tornata la Gabbanelli con Report (Raitre). Consiglio di vederlo, la prima puntata sugli abusi edilizi e la burocrazia imperante nei Comuni è stata illuminante. Un

costruttore speculatore avrà sempre tutti i permessi, il cittadino che deve farsi la casetta per vivere no! Per la gioia delle casalinghe o comunque le giovani donne è andata in onda una brutta fiction con uno splendido Gabriel Garko mafioso tanto affascinante quanto fasullo, i mafiosi veri sono i Brusca, i Provenzano, i Riina, brutti e cattivi! Ma loro sono abituate e assuefatte all’alterazione della realtà, da vent’anni seguono senza stancarsi la più squallida soap-opera in circolazione, Beautiful, dove nuore, generi, suocere, figliastri e sorellastre fanno sesso e figli tra loro, muoiono e risorgono, tentano di uccidersi a vicenda però per il giorno del ringraziamento o il Natale sono sempre tutti insieme felici e cornuti... finirà con un’orgia collettiva dove Brooke (che in base all’età dei figli dovrebbe avere sessant’anni), avrà un figlio dal figlio! Ma a queste imperterrite casalinghe piace così... io le

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trovo un tantino perverse. Riprende la saga di Maria De Filippi con troniste e tronisti scelti tra la nostra “peggio gioventù”, con le lacrime e le volgarità di C’è posta per te, eppure la ciliegina sulla torta rimane l’appuntamento con la casa del Grande fratello, dove le solite braccia rubate all’agricoltura si daranno da fare con le loro insulsaggini per lasciare un segno e diventare famosi. Mi vergogno per loro e per chi lo guarda. Puntualmente vengo fermata e mi si chiede perchè ce l’abbia tanto con le casalinghe che guardano questo genere di tv... rispondo: perchè hanno un cervello e non ne fanno un buon uso.

Stress infantile causa Due punti in più di malattie da adulti per le patenti virtuose

Nel febbraio 2009 è uscita una interessante ricerca che ha evi- Dal 1° luglio scorso, come previsto dalla normativa in vigore, codenziato la correlazione esistente fra stress traumatici subiti du- loro che non hanno commesso violazione al Codice della Strada rante l’infanzia ed il rischio di contrarre malattie autoimmuni hanno ricevuto due punti in più sulla propria patente. Ma come verificare il saldo dei propri punti patente? E' molto da adulti. Le malattie autoimmuni sono un gruppo di disordini di tipo in- semplice. Infatti, è possibile avvalersi del servizio online messo fiammatorio dovuti a danni tissutali prodotti da una alterata ri- a disposizione dal Dipartimento trasporti Terrestri del Ministero sposta immunitaria per la cui eziologia gli studiosi si sono dei trasporti: il Portale dell’Automobilista. Nella sezione “Cittadino” sono a disposizione numerosi servizi utili, accessibili dopo appellati ad infezioni e a fattori ambientali. Queste malattie, in preoccupante aumento, sono state classificate una breve registrazione dei propri dati. Una volta riconosciuti dal individuando malattie autoimmuni di tipo TH1 e TH2. I linfociti sistema, sarà sufficiente scegliere la sottosezione “Accesso ai serdel tipo TH sono quelli che producono gli anticorpi e sono fon- vizi” e, in seguito, la pagina “Verifica punti patente”. damentali per la produzione di altre cellule immunitarie. Mal- Oltre al saldo dei punti, il sistema visualizza in dettaglio tutti i trattamenti e stress traumatici “movimenti”, ad esempio, durante l’infanzia aumentano il l'accredito del bonus di due Antenne a Monte Cavo: rischio di malattie autoimmuni, punti per “incremento in asperchè negli ultimi anni in specie l’incancrenimento senza di violazioni”, eseguito non si è visto dell’attività eziologica poogni due anni, oppure le evene non si è sentito? trebbe anche sfociare in quelle tuali decurtazioni per violache a livello popolare si chiazioni del Codice della Strada. mano “stigmate”. In alternativa alla consultaCosì come evidenziato in caso zione online, si può scegliere di stress acuti e cronici a livello di telefonare da telefono fisso prenatale, è l’ipofisi surrene ad il numero 848.782782 (non è essere coinvolta con effetti legratuito, il costo della chiagati alla modifica del cortisolo, mata corrisponde ad una telecapace di influenzare sistemi fonata locale secondo le tariffe quali l’ippocampo, le ossa e il del proprio operatore di rete) e sistema immunitario. Come seguire le istruzioni della voce sottolineano gli autori di questa registrata. In ogni caso, consiricerca epidemiologica, i dati gliamo di tenere a portata di forniti contribuiscono a rafformano la propria patente di zare l’ipotesi della origine preguida perché verranno chiesti coce delle malattie dell’adulto. alcuni dati. di Ermanno Gatta Marcello Morrone Paola Gatta

il T o c c o


il Segno dei tempi il Segno - Ottobre 2009

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

Il disegno del maestro Carfagna si sofferma questa volta su un piccolo ma grande Santuario, quello della Madonna del Tufo, che ospita un’immagine particolare della Madonna. Gli scrittori che si sono interessati al nostro paese lo hanno illustrato nei minimi particolari. La storia del Santuario inizia con un miracolo avvenuto cinque secoli or sono, intorno al

Il Santuario del Tufo

1490. In un giorno di bufera un cavaliere si trovò a passare in questo luogo quando all’improvviso dalla soprastante Pentima del Calvello si staccò un enorme masso di circa 150 quintali. Per il cavaliere non ci sarebbe stato scampo se, nell’invocare la Madonna, non fosse intervenuta una sua mano celeste a fermare la discesa del masso.

Ultima pagina

Fu così che il cavaliere si salvò e, per riconoscenza, decise di innalzare a sue spese una piccola cappelletta. Nei decenni successivi vennero apportate varie modifiche a questa prima cappelletta, rendendola sempre più grande e graziosa fino all’attuale forma. Più recentemente, nel 1995, alle spalle del Santuario venne realizzato dagli “Amici del Santuario” un viottolo che si arrampicava fino alla Pentima del Calvello. Si trattava di una particolare Via Crucis immersa nel bosco per la quale gli ideatori fecero dipingere a vari artisti di Rocca di Papa le diverse stazioni, con l’ultima di esse (quella del sepolcro) che finiva proprio sotto la rupe della Pentima dove presumibilmente si staccò il masso del miracolo. Purtroppo oggi questa Via Crucis è completamente abbandonata con l’umidità che sta deteriorando di anno in anno tutte le quattordici stazioni con i relativi dipinti. Opere che a breve saranno completamente perdute. Un vero peccato. Perché non recuperarle e spostarle in qualche altro luogo più facilmente accessibile? I roccheggiani e i numerosi fedeli di Roma e di tutt’Italia, vengono a visitare il Santuario della Madonna del Tufo per due motivi. Il primo per rivolgere una preghiera alla Madonna per devozione; il secondo per godersi quell’immenso panorama che, oltre ad essere circondato e ombreggiato da lecci e tigli, si compone dell’azzurro del lago e del cielo, dei verdi-ocra delle campagne e del violetto delle lontane montagne di Tolfa. La Madonna del Tufo è stata e resterà sempre per i roccheggiani una fontana verace di speranza.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@tiscali.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

ALLARME PER LE FAETE E IL VIVARO Gentilissimo direttore, mi rivolgo al suo giornale che è l’unico a parlare ancora liberamente delle cose di Rocca di Papa. Spero che vorrà pubblicare questa lettera che immagino non farà piacere ai politici che sgovernano il nostro Comune e a tutti quei cittadini che sarebbero miracolati da chi aveva scritto sul suo programma elettorale che avrebbe tutelato l’ambiente, i boschi e gli interessi di tutti i cittadini di Rocca di Papa. Mi danno per certe due notizie significative. La prima è che il Consiglio Comunale all’unanimità avrebbe votato le osservazioni

al piano regolatore tra le quali, una che riguarda il Vivaro. Prevede la possibilità di edificare su un lotto minimo di 5 mila metri una casa di 70/80 metri quadrati. Mi risulta che i terreni esistenti sono praticamente tutti superiori ai 5000 metri, quindi si sta progettando l’intera edificazione del Vivaro. Complimenti. La seconda è che, fonti informate e attendibili danno per certa, per il prossimo anno (impegno per le prossime elezioni regionali?) la completa asfaltatura della strada delle Faete fino alla Madonnella proseguendo poi per tornare verso i Campi d’Annibale. Un progetto scellerato che spingerebbe ad ulteriori iniziative di

SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO: Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani - N. conto 103028 - Abi 7092 - Cab 39230

abusivismo che, contemporaneamente, l’attuale amministrazione non ha nessuna intenzione di contrastare. Sarebbe interessante sapere, e voi del giornale dovreste averne i mezzi, quante costatazioni ufficiali di abusi edilizi sono state contestate nell’ultimo anno e quali provvedimenti sono stati presi per ripristinare la situazione precedente. Nella speranza che altri concittadini vogliano sottolineare che la situazione è ormai divenuta insostenibile per il territorio e i suoi cittadini, la prego di volermi scusare se non sottoscrivo la presente per comprensive ragioni. Spero che tanti altri vorranno verificare la fondatezza di queste informa-

zioni e in caso affermativo vorranno attivarsi per scongiurarne in qualche modo, le gravi conseguenze. La ringrazio. Lettera firmata

LE CONDIZIONI DI VIA FOCICCHIA Vi vorrei sottoporre lo stato in cui si trova Via della Focicchia, dove l’immondizia e l’abbandono non s’arrestano. Tutto appare lontano da una condizione dignitosa, degna di una strada diventata ormai un importante punto di collegamento tra zone di Rocca di Papa. Anche noi siamo cittadini di questo paese e meritiamo l’attenzione come tutti gli altri. Romolo Gatta

Ringraziamo i nostri sostenitori: Antonello, Paola, Marco, Lorella, Gennaro, Sergio, Orlando, Oscar, Giorgio, Bruno, Nicola, Gianfranco, Aldo, Enzo, Rossana, Nadia, Marina, Patrizio, Alberto e Franco.


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