Il Segno ottobre 2010

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PICCOLO

“ il Segno

Un Comune poco trasparente Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli

Anno IX, n. 10 - Ottobre 2010

Fra trent’anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione Ennio Flaiano 1967

Quasi nessun dato accessibile ai cittadini attraverso il sito internet del Comune. Niente curriculum e costi dei dirigenti, nessuna notizia sulle consulenze esterne, nessun dato sulle società partecipate. Malgrado le promesse e le chiacchiere del Sindaco Boccia, i ritardi nella trasparenza amministrativa sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto se il confronto viene svolto con il vicino Comune di Frascati

Se il Parco diventa un bersaglio

di Picchioverde Sui Parchi si sta giocando una partita decisiva. Intendiamo tornare su questo argomento perché è cruciale. Quando si parla di “Parchi” si parla di Ambiente, di Gestione territoriale, di Risorse naturali, di Biodiversità. Si parla, in ultima analisi, delle uniche istituzioni in grado di fare da contrappeso al massacro dei territori che ha caratterizzato e caratterizza questa “economia dello sviluppo” sbandierata a destra e a manca come la panacea di tutti i mali. Niente di più sbagliato! Niente di più falso!

SEGUE A PAGINA 18

In vista delle elezioni Exploit dei amministrative Cittadini crescono

residenti

A pagina 10

Porta a porta

Spuntano i problemi

A pagina 7

Con un comunicato stampa gli Amministratori uscenti hanno manifestato, con largo anticipo, l’intenzione di riconfermare la candidatura del Sindaco Boccia. Si è aperta la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale del prossimo anno. Nel numero di settembre, con articoli di Andrea Sebastianelli e dell’Architetto Sergio Rasetti - SEGUE A PAGINA 17

A pagina 8

Cittadini arrabbiati

“Basta con l’autovelox” A pagina 10

E’ IL MOMENTO DI ATTREZZARSI PER L’INVERNO. PRENOTATE ORA LE VOSTRE GOMME TERMICHE

Le nostre promozioni continuano! Rocca di Papa - Via Frascati, 16 - Tel. 06.9497048


Andare oltre il Porcellum

il Segno - Ottobre 2010 ATTUALITA’ E’necessaria una nuova legge elettorale per una vera rappresentanza politica

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Una proposta per uscire dalla confusione nata intorno a un tema determinante di Giovanni Caso* Invio a Loro questa lettera, convinto di poter avere la loro attenzione. L’argomento della legge elettorale interessa certamente tutti i partiti, ma non dovrebbe vedere inerti le Istituzioni e insensibili i cittadini. All’indomani delle elezioni politiche del 2006, vinte dalla coalizione di centro-sinistra, avevo fortemente sperato, come cittadino-elettore, che la riforma della legge elettorale vigente (legge di cui sappiamo tutto, anche l’epiteto con cui è stata bollata) fosse al primo punto del programma del nuovo Governo (Prodi). Mi sembrava talmente evidente questa urgenza e necessità, che restai fortemente deluso che non fosse stata affrontata. Le elezioni, infatti, – attraverso le quali si esercita il primo fondamentale diritto politico dei cittadini – costituiscono il momento centrale della democrazia ed il fulcro di esse è il sistema elettorale. Questo deve garantire la formazione di un’autentica rappresentanza politica. Per questo motivo non ho mai accettato che la legge elettorale venisse fatta in modo da dare PICCOLO

il Segno

organo mensile dell’associazione culturale

“Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE

Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE

Andrea Sebastianelli

vantaggi a questa o a quella formazione politica. Di per sé, essendo una regola del gioco, il sistema elettorale deve essere quanto mai neutro. Nel trambusto che contraddistingue l’attuale fase politica nazionale, oso sperare e chiedere che almeno dalle forze politiche più avvedute, cui sta a cuore la sorte non solo della democrazia ma della nostra intera società, si proponga decisamente proprio in questo momento la questione della legge elettorale. Mi sembra che una forte iniziativa politica in tale senso potrebbe aiutare ad uscire dall’attuale confusione. Mi permetto, a tale fine, di azzardare una proposta di sistema elettorale, che può coniugare le due forme del proporzionale e del maggioritario. Base del sistema dovrebbero essere i collegi uninominali in circoscrizioni, preferibilmente provinciali. In ciascun collegio i singoli partiti indicano i loro candidati. Dovrebbe essere eletto nel collegio il candidato che raggiunge una certa percentuale (per es. il 40% dei voti). Nel caso di due candidati che raggiungono tale percenREDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Gianfranco Botti, Piero Botti, Valentina Bucci, Gaetano Casilli, Stefania Colasanti, Daniela Di Rosa, Piero Fondi, Paola Gatta, Rita Gatta, Sandro Guidi, Marzia Mancini, Loredana Massaro, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Ettore Zanca, il-sognatore.blogspot.com

tuale verrebbe eletto quello che ha ottenuto la più alta percentuale. Per tutti i collegi in cui nessun candidato ha raggiunto la predetta soglia, la distribuzione dei seggi dovrebbe avvenire col criterio proporzionale, sommando nella circoscrizione i voti ottenuti dai candidati di ciascun partito (o coalizione). Una volta attribuito a ciascun partito (o coalizione) il numero dei seggi, verrebbero eletti i rispettivi candidati che hanno ottenuto la migliore percentuale di voti. Non è da escludersi che i partiti adottino le primarie per la ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@libero.it

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono riservate ai soli associati e simpatizzanti ed hanno carattere divulgativo-promozionale nel loro stesso ambito. Stampato in proprio

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Ringraziamo i nostri sostenitori: Ringraziamo i nostri sostenitori: Bruno,Oscar,Italia, Barbara, Augusta, Paola, Antonello, Fabrizio,Giorgio, Nadia, Enzo, Alberto, Marina, Nicola, Orlando, Sergio, Patrizio, Gianfranco, Giulia, Gianluca, Gennaro, Omero, Franco, Giorgio e Mario, Paola, Aldo, Rossana e Franco.

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scelta dei propri candidati. Mi sembra che questo sistema radichi la rappresentanza al territorio, e a tale fine si può stabilire che i candidati siano residenti nella provincia (o al massimo nella regione). Comunque, qualunque sia il sistema elettorale da scegliere, mi sembra che una forte iniziativa politica per un nuova legge elettorale risponderebbe ad una urgente esigenza di democrazia e potrebbe coinvolgere i cittadini in un libero dibattito. *Presidente aggiunto onorario Corte di Cassazione

Le domande di Mons. Fisichella

Ricordate la barzelletta di Berlusconi su Rosy Bindi finita con una bestemmia? Ricordate le giustificazioni per tale bestemmia da parte di Mons. Fisichella? Ebbene, l’alto prelato non ha solo raddoppiato ma triplicato. Sentite che cosa ha scritto sul settimanale Oggi: “E’ peggio presentare una legge pro nozze gay oppure un’insulsa barzelletta condita da un’imprecazione? Salvare la vita di Eluana o preferire l’eutanasia? Migliorare la legge sull’aborto o favorire la RU 486?”. Mons. Fisichella non finirà mai di sorprenderci.


ATTUALITA’

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Esenzione canone Rai per gli ultra 75enni

Dopo tre anni è arrivata la circolare di Tremonti

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C’è tempo fino al 30 novembre per le domande

A distanza di quasi tre anni dall’approvazione della legge (24 dicembre 2007, n. 244), arriva la Circolare del Ministero con a capo Giulio Tremonti, che definitivamente sancisce il diritto a non pagare il canone Rai per gli abbonati “di lungo corso”, con basso reddito. Gli ultra 75enni non dovranno più versare il canone di abbonamento al servizio radiotelevisivo dovuto a partire dal 2008. Possono fruire del beneficio i contribuenti con un reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 6.713,98 euro (516,46 per tredici mensilità) e che non convivono con altri soggetti diversi dal coniuge stesso. Gli interessati che, pur avendo i requisiti hanno già provveduto al pagamento, possono chiedere il rimborso. Con la circolare 46/E, diffusa poche settimane fa, l’Agenzia delle Entrate ha fornito i chiarimenti utili per ottenere l’agevolazione ricordando che gli abusi sono puniti con una sanzione amministrativa compresa tra 500 e 2mila euro per ogni annualità oltre al pagamento del canone evaso. Che cosa si intende per reddito Il limite di 6.713,98 euro, ha spiegato l’Agenzia delle Entrate, va calcolato sommando il reddito del soggetto interessato e quello del coniuge convivente, tenendo conto di ogni possibile entrata indipendentemente dal fatto che sia assoggettata a Irpef o meno secondo le regole ordinarie. Ciò in virtù del fatto che la finalità della norma è quella di tutelare i soggetti che

versano in una condizione di reale disagio economico. Come ottenere l’esenzione Gli interessati possono rivolgersi agli uffici dell’Agenzia per compilare e inviare il modulo di richiesta di esenzione, disponibile anche sul sito www.agenziaentrate.gov.it. Si tratta di una dichiarazione sostitutiva (accompagnata da documento di identità) che prova il possesso dei requisiti previsti dalla norma (Legge 244/2007). Coloro che fruiranno dell’esenzione per la prima volta dovranno presentare la richiesta entro il 30 aprile di ciascun anno; chi, invece, ne beneficerà a partire dal secondo semestre dell’anno, potrà presentarla entro

Democrazia... disattenta Il vocabolario politico di Antonio Di Pietro genera una grave disattenzione alla sostanza delle operazioni devastanti che il Governo e la Lega di Bossi tentano di portare avanti nel nostro Paese con il contributo dei parlamentari che cambiano gruppo ad ogni promessa sottobanco. L’apertura della nuova Scuola Superiore di Magistratura di Bergamo è stata indicata dal Ministro Umberto Bossi come “la prima scuola leghista di magi-

n oCOvLOi tREàPER

CAPELLI CON SISTEMA BIOLOGICO IN GEL

PARRUCCHIERA fuori di testa

il 31 luglio, e per il 2010, entro il prossimo 30 novembre. Per le annualità successive, i contribuenti potranno continuare ad avvalersi dell’agevolazione senza dover presentare nuove dichiarazioni. Chi, invece, nel corso dell’anno attiva per la prima volta un abbonamento al servizio radiotelevisivo, deve inviare la dichiarazione entro 60 giorni. Ok al rimborso I contribuenti che hanno già pagato il canone per gli anni 2008, 2009 e 2010 potranno chiederne il rimborso presentando un apposito modello disponibile presso gli uffici dell’Agenzia o sul sito internet, accompagnato dalla dichiarazione sostitutiva attestante il possesso dei requisiti.

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stratura del nord”. Il Ministro Roberto Calderoli ha rincarato la dose prevedendo che “l’istituto che apre a Bergamo darà la possibilità di avere magistrati padani in padania, mentre ora vengono quasi tutti da fuori”. Il Consiglio Superiore della Magistratura si era opposto al federalismo formativo come intende la Lega che ha chiuso la discussione nel seguente modo: “Con i giudici c’era feeling, ma adesso si fanno

i caz….. loro. E noi i nostri”. Se la maggioranza riuscirà a mettere mano a qualche modifica delle regole sulla giustizia con questa impostazione, già è molto chiaro di che riforma si tratterà. Prima che sia troppo tardi sarà bene che chi li lascia governare si svegli e capisca di quali caz….. loro si tratta, perché la cosa sembra molto più seria di quello che si poteva immaginare. il-sognatore.blogspot.com


“Il mio nome è Bondi. Sandro Bondi...”

SATIRA e... dintorni

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di Bruno Fontana Ovviamente è una battuta, con la quale spesso alcuni colleghi mi deridono amichevolmente e altri invece mi prendono per il c.... Con il famoso agente segreto inglese, James Bond, ho però qualche affinità. Lui combatte i nemici di Sua Maestà la Regina, io mi limito a combattere i nemici del Cavaliere. Due anni fa sono stato nominato dal mio capo ministro dei Beni Culturali. A chi si pone la domanda (e non mi riferisco ai sarcasmi velenosi e offensivi dei miei avversari politici) quali sono stati i meriti che mi hanno portato ad un così prestigioso incarico, io rispondo: scrivo poesie. Amare la poesie e scriverne dimostra la purezza del mio spirito e il candore del mio cuore. Eppure tutto il culturame della

sinistra mi si è rivoltato contro. Editori, giornalisti, registi, attori, autori, cantanti, associazioni culturali, succhiadenaro e parassiti vari ai quali ho tagliato i finanziamenti. Le malelingue dicono che sono stati tagli, voluti da Tremonti, ma che io ho usato in modo punitivo, togliendo ossigeno alla già malandata situazione economica in cui versano questi settori. Settori che sono da sempre territorio della Sinistra e dunque poco amati dal mio capo. Ricordate per esempio quei due film comunisti e diffamatori che hanno rappresentato l’Italia all’ultimo festival di Cannes? Una vergogna per il nostro Paese. Che piangano pure questi autori “impegnati” e si dedichino piuttosto alla poesia, che non costa nulla allo Stato, o facciano come la Clerici e Gigi d’Alessio che pubblicano con la Mondadori senza offendere gli Italiani come fa Saviano.

Beneficio d ’ inventario

di Ettore Zanca

Sandro Bondi

Dopo la mia decisione di nominare personalmente i membri della giuria del prossimo festival del Cinema di Venezia, la solita cricca di intellettuali di sinistra ha gridato allo scandalo. Beh? Voglio solo evitare che personaggi impresentabili come Quentin Tarantino o in passato Nanni Moretti, facciano il comodo loro. Non abbiamo forse uomini di cultura, come dell’Utri, in grado di fare i presidenti di Giuria? Un’altra accusa che mi è stata fatta è che non sono andato alle

Ottovolante

Poco tempo fa mi sono trovato a coltivare la mia passione primaria. La scrittura per inventare storie, per trarre assurdità da guitto, dalla realtà che sembra immutabile. Non credo che le fonti di ispirazione ultimamente si facciano negare, peggio dei capi d’abbigliamento in un outlet in chiusura. Non posso fare a meno di pensare alla più banale delle figure retoriche per identificare il campionario di notizie che le bacheche televisive ci propongono in tute le salse, perverso plastico a Porta a porta compreso. L’ottovolante. Come descrivere altrimenti la sensazione che prende lo stomaco a sentire la storia di Sarah? Come identificare il disorientamento che ci prende nell’assistere che mai come adesso dobbiamo stare attenti anche a come ci rivolgiamo al condomino incavolato? Vorresti rilassarti con una partita, magari provi a staccare la spina, a pensare che il calcio dia ancora emo-

zioni vere anche in un’epoca in cui la tecnologia influisce pure sulle maglie da gioco. No, accendi ma vedi solo un gruppo di novelli Masaniello che hanno preso la strada sbagliata per far prevalere un potere becero. Quello di interrompere lo spettacolo specie a qualche bambino impaziente di vedere i propri idoli sgambettare. Nel frattempo quattro poveri Cristi saltano in aria, in questo caso l’espressione che li rappresenta non vuole scatenare guerre di religione. Mi sono sempre proposto di non entrare nei gineprai delle posizioni politiche. Dico solo che chi muore ingiustamente lo fa a prescindere dal suo credo, razza o religione. O nazionalità, come nel caso di

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proiezioni dei film italiani in concorso. E’ vero, è che non mi piace essere fischiato e preso a pernacchie. Ora il governo è impegnato a fare passare una legge che permette a editori e librai di applicare sconti fino al 15%, che, a differenza di altri prodotti commerciali dei quali è concessa la svendita solo due mesi all’anno, possono durare praticamente tutto l’anno. Questo a tutto vantaggio, dicono i maligni, dei grandi gruppi editoriali e delle catene librarie e a discapito della piccola e media editoria. E chi se ne frega. Che non si dica però che è un’altra legge ad aziendam! il Cavaliere non si ricorda nemmeno di essere il proprietario della Mondadori, e poi al momento ha altri diavoli per capelli..... Io intanto vado avanti con la mia politica. Alla gente, la nostra gente, quella che ci vota, non gliene frega niente della così detta cultura, preferisce i programmi di Canale 5. Devo confessarlo, però, a volte mi viene la nostalgia di quando ero il sindaco di quel ridente paesetto toscano. Ero comunista a quei tempi, un peccato di gioventù... una ragazza rumena colpevole solo di non aver rispettato una fila e per questo si è beccata un pugno in faccia. La morte non è l’antitesi dei diritti fondamentali dell’uomo, gli cammina accanto e agisce all’opposto. Ma non è selettiva. Tutto questo sa di ottovolante. Sa di giostra antiquata ma sempre efficace a darci il voltastomaco. C’è un piccolo grillo che frinisce nella mia testa e non mi fa dormire. Che effettivamente molto in fondo a tutto questo non sentiamo davvero la voglia di non vedere più, di non sperare più che accada, la voglia di non accompagnare il primo con la cronaca sanguinolenta e la frutta con l’invasione di campo e la distruzione di uno stadio. È questo quello che davvero spaventa e credo che dopo le Twin Towers si sia acuito in ognuno di noi. Un callo duro, che ci fa salire sull’ottovolante ma non ci fa sussultare più. Come un gioco già visto di un bambino cresciuto senza tenerezza.


LA STORIA Si conclude al meglio la storia di Checco, arrivato a Rocca di Papa due anni fa

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Trova casa il cane del cimitero finito ingiustamente in un canile

di Daniela Di Rosa Vi ricordate del cane del cimitero? Il “vecchierello” che fu fatto portare via come cane morsicatore? In realtà è un cane dolce e buono ma solo con la vista annebbiata per via dell’età. Il cane, chiamato Checco, veniva accudito amorevolmente da Amedeo Brunetti e Luca Rossetti, ma anche da altre persone come la fioraia e Giorgio Serafini che gli aveva costruito una cuccia tra gli alberi. Era felice, aveva trovato un luogo sicuro e tanti amici... purtroppo alcune persone si erano spaventate e un bambino nel tentativo di accarezzarlo si era procurato due graffietti sul dito (un cane, se morde, il dito lo trincia!). Questo fatto determinò l’allontanamento del cane “pericoloso” da parte del Comune. Il futuro per Checco era veramente brutto, prima il canile sanitario previo un controllo sulla sua effettiva pericolosità: se fosse risultato davvero morsicatore avrebbe rischiato la vita o, in alternativa, sarebbe finito in un canile finendo il resto dei suoi giorni in gabbia senza l’amore dei suoi amici umani... Ma gli amici di Checco, nel frattempo preoccupati, telefonavano o scrivevano al Segno mentre il suo amico più fidato, Luca Rossetti, si prendeva cura di lui! Nel caldo di luglio, agosto e settembre, Luca andava a trovarlo tutte le settimane, gli portava cibo buono, lo

Luca Rossetti, Daniela e “Checco”

“Checco” nel canile sanitario

faceva uscire dal recinto, si raccomandava col personale (ma Grazia è una persona deliziosa, e così anche gli addetti alla custodia); insomma, Checco grazie a lui e allo staff della “Clinica Veterinaria 2000” ha passato una “reclusione” serena. Ma il tempo passava, Checco doveva essere trasferito in un canile convenzionato visto che non poteva più tornare ad essere il “cane libero accudito” e allora con grande generosità Luca ha deciso di diventare il suo proprietario e di portarselo a casa insieme ai suoi gatti. Ora Checco è felice e felici siamo tutti noi che temevamo per la sua sorte; sicuramente felice lo sarà anche Davide Palozzi che aveva preso tanto a cuore la vicenda di questo cane vagante arrivato una mattina di due anni fa al cimitero di Rocca di Papa e mai più allontanatosi.

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“Checco” e Luca

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PAGINA APERTA

I ricordi di una storia pulita aspettando... Loch Ness Il viaggio di Ettore alla Ricerca della Sinistra Perduta

Caro Direttore, mi trovo a Loch Ness, su una imbarcazione alla ricerca del famoso mostro, per fotografarlo e descriverlo. Ho preferito accettare questo incarico quasi impossibile, piuttosto che la prima inchiesta che mi aveva suggerito di fare.

Loch Ness

Enrico Berlinguer

Pio La Torre

Alla ricerca della Sinistra perduta

“Cerchi di capire che fine ha fatto la sinistra, che direzione politica potrebbe avere intrapreso, raccolga elementi, interviste, pareri”, così mi disse qualche giorno fa. Ci ho provato caro direttore, ma è più facile che Nessie, come lo chiamano qui, si faccia vedere nitidamente per la prima volta, che riuscire a raccogliere un frammento di sinistra autentica. Le confesso che ho dubitato anche della mia sanità mentale, perché io mi ricordavo qualcosa di un vecchio partito che aleggiava nella mia memoria. Ma sembra che non sia mai accaduto nulla di quello che ho visto. Mi ricordo un grande uomo venuto dal mondo rurale, disposto a combattere e a farsi uccidere per chi lavorava onestamente, si chiamava Pio la Torre, mi ricordo mio padre segretario di una sezione del PCI, orgoglioso di fare il servizio d’ordine organizzato dal partito sotto l’albergo di Berlinguer quando venne a Palermo. Mi ricordo che c’erano gli operai, i loro interessi, il credere che valesse la pena avere una tessera di partito e riunire tra quattro mura male intonacate, vecchi partigiani, giovani disoccupati non disposti a impiegarsi come manovalanza mafiosa, intellettuali, futuri avvocati rampanti, professori a stipendio sempre uguale. Tutti a credere che almeno lì dentro si era una cosa sola. Mi ricordo il mio essere troppo giovane per capire davvero

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cosa fosse il comunismo, ma mi ricordo che mi piaceva andare alle manifestazioni e imparare le parolacce associate ai

Essere comunisti a Palermo significava fare un po’ antimafia

nomi di chi governava. Mi ricordo che i collusi erano individuabili, che essere comunisti a Palermo significava un po’ fare antimafia, che tutte le sezioni del PCI erano schedate in caserma. Ricordo i porta a porta per far votare comunista anche in quartieri in cui era una speranza vana, ma per 99 porte chiuse in faccia ogni tanto qualcuno prendeva il volantino e ci diceva che eravamo “brave persone”. Ricordo le feste dell’Unità, la raccolta dei contributi, la torre alta 33,3 metri, un metro per ogni punto percentuale di vittoria alle elezioni europee, fatta con i tubi Dalmine. Mi ricordo il lutto stretto e la tristezza della morte di Berlinguer, mio padre col pugno alzato davanti alla Tv, lui che non era potuto andare ai fune-

rali, mi ricordo di chi raccontava che anche le suore si fecero il segno della croce di nascosto al passare del feretro. Ho provato a rintracciare chi come me viveva quegli anni, ma ho visto parecchi intellettuali che “hanno cambiato altare” come dice De Gregori, alcuni hanno edificato carriere importanti ma hanno perso la vena, altri ci credono ma si

Se alcune idee restano tutt’ora valide perchè cambiarle?

sentono soli e un po’ truffati, c’è chi ha decisamente chiuso con un passato che lo ha illuso e c’è chi si faceva la bocca grande con ideali di sinistra che adesso occupa la prima sedia che la carriera del partito gli ha approntato, parla di etica e morale, ma solo se queste sono aderenti alle idee del padrone che lo paga. Chi dice che certe parole, sono superate, che bisogna andare avanti, ma poi di nascosto piange in nome di vecchi tempi in cui tutto era un po’ più chiaro. A me sfugge il concetto, se tante cose adesso

tornano di moda, perché su alcune bisogna andare avanti fino a impastarsi? Credo che come me magari si sentirà qualcuno che stava decisamente “a destra” e magari ha i suoi ricordi, del resto credere in qualcosa ed essere onesti prescinde dal tipo di tessera che possedevi. Per questo, caro direttore, sono tra queste acque, perché almeno qui c’è qualcosa che potrebbe davvero vivere, che non è stata del tutto smentita né dal tempo né dalla storia né dalle credenze, potrebbe essere solo superstizione, ma anche quella la nutre e la tiene in vita. Preferisco aspettare il prossimo mulinello d’acqua affacciato su questo lago, sperando che emerga Nessie, piuttosto che osservare i continui mulinelli della politica che mi confondono solo la direzione, che poi non so più dove andare, magari in quel battello di fronte al mio c’è un altro come me, deciso ad aspettare un enorme rettile acquatico, piuttosto che ricercare tracce di “destra”. Sperando che mi comprenda e perdoni, la saluto caramente. Ettore Zanca


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INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 31 agosto 2010* i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 15.989 (maschi 7.947; femmine 8.042). I nuclei familiari erano 6.093.

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 339-1669282

Un Comune poco trasparente, tra sviste e dimenticanze sospette * dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Il fallimento nella trasparenza amministrativa è dimostrato dal sito internet

di Andrea Sebastianelli Se rivolgiamo l’attenzione alla tanto esaltata “traspar e n z a amministrativa” rischiamo di scoprire una realtà per niente corrispondente agli annunci e alle chiacchiere del nostro primo cittadino. Per comprendere a che livello di trasparenza arriva il nostro Comune basta collegarsi al sito internet ufficiale (www.comune.roccadipapa.rm.it) e, subito dopo, andare a fare una visitina a quello della vicina Frascati (www.comune.frascati.rm.it). Due mondi contrapposti e distanti anni luce tra loro, eppure governati entrambi da Sindaci Pd. Iniziamo con il dire che l’art. 21 (comma 1) della legge n. 69/2009, che stabilisce per le amministrazioni pubbliche l’obbligo di pubblicare le retribuzioni annuali e i curriculum del Direttore Generale, del Segretario Comunale e dei Dirigenti, a Rocca di Papa è quasi del tutto disatteso. Infatti mentre sul sito di Frascati figurano i dati completi (retribuzioni e curriculum) non solo del Direttore Generale e del Segretario Comunale, ma anche di tutti i dirigenti comunali dei vari settori (Servizi al cittadino, Bilancio, Cultura, Tutela del territorio e Polizia Municipale) e dei responsabili, su quello del Comune roccheggiano è pubblicato soltanto quello della Segretaria Comunale Stefania Panzironi (70 mila euro lorde all’anno). Dei dirigenti e responsabili dei vari uffici nessuna traccia. Né curriculum né retribuzione annuale. Quindi se un cittadino di Rocca di Papa volesse cono-

scere le competenze e le qualifiche dei dirigenti che operano per la “sua” pubblica amministrazione non potrebbe farlo. Ma non è finita qui. Un altro interessante capitolo riguarda le retribuzioni e i costi degli amministratori (Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali). Ancora una volta confrontiamo i siti istituzionali dei due Comuni. Su L’ingresso della sede municipale di Rocca di Papa quello di Frascati sono pubblicate integralmente le indennità lorde mensili di ogni politico che ricopre incarichi e ruoli. Così apprendiamo che il Sindaco Di Tommaso percepisce poco più di 1.450 euro al mese (compenso ridotto alla metà poiché il Sindaco è lavoratore dipendente in servi- febbraio scorso) sono generali loro Comune. Stesso discorso zio), e che gli Assessori rice- per cui un cittadino roccheg- per le società partecipate. Attravono al mese un addebito lordo giano che volesse conoscere verso la navigazione in rete di 1.317 euro. Sul sito del Co- quali uffici sono più operativi e sappiano che il Comune di Framune di Rocca di Papa, invece, quali meno efficienti non po- scati detiene quote sociali di non figura nessuna voce circa trebbe farlo. C’è solo un grande Acea Ato 2 (0,0000028%), le retribuzioni degli ammini- calderone in cui finisce tutto. dell’Asp (0,0769%), del Constratori. Quindi, ancora una Continuando nel confronto poi sorzio Gaia (8,83%), di Promovolta, un cittadino che volesse si possono notare altre sviste o zione Castelli Romani conoscere quanto percepiscono dimenticanze. Per esempio (10,20%) e della società Tuscomensilmente Sindaco e Asses- nelle collaborazioni esterne, un lana Servizi (93,33%). Oltre a sori non viene messo nelle con- settore che spesso è motivo di questi dati conosciamo anche dizioni di poterlo fare. polemiche visto che quasi sem- gli incarichi e i compensi agInfine, anche per quanto ri- pre rappresentano una cospicua giornati degli amministratori di guarda le “assenze e le pre- voce di spesa nei bilanci pub- queste società. Delle società senze del personale” (regolate blici. I frascatani, collegandosi partecipate del Comune di dalla stessa legge 69/2009), sul sito del loro Comune, pos- Corso Costituente, ovviamente, Rocca di Papa vince la gara sono sapere non solo chi sono i nessuna traccia o accenno. E dell’inefficienza. Mentre sul collaboratori esterni dell’ammi- alla fine, davanti al computer sito di Frascati figurano i dati nistrazione (con tanto di curri- resta solo un’assenza assormensili aggiornati (fino a set- culum) ma anche quanto dante, rotta di tanto in tanto tembre 2010) di presenza-as- costano alle loro tasche. I roc- dagli auto-elogi del Sindaco senza del personale suddivisi cheggiani, invece, perderebbero Boccia sulla trasparenza ammiper settore di lavoro (come pre- solo tempo poiché nessuna no- nistrativa della sua amministrascrive la legge), sul sito di tizia (né nomi, né curriculum né zione. Rocca di Papa i dati (fermi a costi) troverebbero sul sito del Buona navigazione a tutti!

Se confrontiamo il sito internet del Comune di Rocca di Papa con quello del Comune di Frascati emerge una realtà poco edificante per l’amministrazione del Sindaco Boccia


ROCCA DI PAPA

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il Segno - Ottobre 2010

Prime richieste di rettifica per il nuovo sistemadiraccoltadifferenziata

Dopo l’avvio del “porta a porta” cominciano ad emergere alcuni problemi

Contenitori strapieni in un condominio di Rocca di Papa

nostre case, perché è l’unico modo per poter evitare futuri rilevanti aumenti della tariffa previsti per i comuni poco virtuosi. In queste prime settimana sono già emerse alcune difficoltà che non dipendono dall’organizzazione del servizio, del quale, se necessario, parleremo in seguito. Ci risultano varie lamentele dai condomìni e complessi residenziali dove i relativi recipienti comuni risultano spesso colmi fuori delle giornate di ritiro. Si ripete, all’interno o all’ingresso degli stessi, quello spettacolo immondo dei cassonetti sulle

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strade sommersi dai rifiuti lasciati in terra. Il disagio così si moltiplica e questo non aiuta a capire meglio gli scopi e i vantaggi della raccolta differenziata. Facciamo nostra la richiesta di attuare il sistema porta a porta anche all’interno dei complessi residenziali. Si otterrebbe sicuramente il rispetto delle regole perché nessuno vorrebbe i suoi rifiuti per giorni fuori della porta di casa. La qualità della vita collettiva ne trarrebbe un grande vantaggio, perché lo spettacolo dei rifiuti che fanno capolino in ogni dove non aiuta di

E

di Sergio Rasetti Tra commenti più o meno critici la raccolta differenziata dei rifiuti procede verso la fine del terzo mese e tutti vorrebbero essere informati sui risultati concreti raggiunti. Stiamo differenziando in modo corretto? Abbiamo digerito la novità del cambiamento o ci attardiamo a recriminare sul fatto che soltanto ai Campi d’Annibale ancora è in uso il vecchio sistema? Qualche opinione forte sulla questione continua a circolare. Chi è convinto che sono molti gli utenti sprovvisti dei relativi secchi di ordinanza che non possono conferire i rifiuti secondo le nuove regole. Chi dice di vedere residenti del centro che portano i rifiuti ai cassonetti dei Campi d’Annibale perché non sono in regola. Chi protesta perché pensa che dovremmo pagare di meno. Chi non crede che gli utenti non in regola saranno individuati e costretti a sistemare la pratica. Chi teme che alla fine rimettono tutto il raccolto insieme. Noi crediamo che ora dobbiamo soltanto concentrarci sulla necessità di dividere in modo corretto i rifiuti delle

certo a vivere serenamente. Poi quando si tratta dei rifiuti di vicini……………….. Naturalmente la richiesta solleva il problema dei relativi maggiori costi del servizio. Per questo, rendere edotti i cittadini, pubblicando sul periodico del Comune, così come sul sito internet, i dati relativi al servizio: entrate e uscite,numero degli addetti e degli utenti, numero dei possibili evasori da individuare, pesi della differenziata e della indifferenziata, costi della discarica ed eventuali introiti, aiuterebbe tutti a capire dove siamo e dove possiamo arrivare. L’informazione capillare è fondamentale ed è per questo che procedere condominio per condominio a riunioni informative sarebbe un’ottima cosa. P.S. Visto che i sacchetti per la raccolta dei rifiuti organici risultano troppo corti rispetto all’altezza dei recipienti individuali forniti, si prega di adeguare la grandezza degli stessi per le prossime forniture. Si eviteranno così possibili forme di stress causate da raccolta dell’umido difficoltosa. Grazie.

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ROCCA DI PAPA Il malessere delle nostre scuole continua a creare forti disagi alle famiglie il Segno - Ottobre 2010

I tagli all’istruzione hanno il solo merito di favorire le scuole private La scuola del centro stroico

di Marzia Mancini Cari lettori, trattando l’argomento “scuola” molti di voi, soprattutto chi non è genitore o chi non è a stretto contatto con questa realtà, preferiranno voltare pagina alla ricerca di un articolo più interessante da leggere. Devo ammettere che qualche tempo fa avrei avuto anche io la stessa reazione, fino a quando ho capito che il problema riguarda tutti noi, o meglio tutta l’Italia. La scuola rappresenta il futuro, il progresso, la cultura e il benessere della nostra nazione, dunque ignorando l’argomento ignoreremo i nostri stessi diritti, pertanto vi consiglio di aspettare prima di cambiare pagina. A differenza di altri Stati europei dove l’andamento delle scuole è efficiente e di primaria importanza, in Italia è in totale declino; della difficilissima situazione ne risentono grandi e piccoli centri, inclusa Rocca di Papa. Per analizzare i sintomi di questa grave malattia, vorrei prima risalire alle origini. Tutto ebbe inizio con la riforma scolastica indetta dal Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che prevede tutta una serie di “tagli”. Tagli al numero dei docenti, tagli alle ore di lezione, tagli alle ore di compresenza, tagli alle ore di supplenza e ancora tagli alle ore di sostegno. Che il Ministro non abbia in

mente di dare un taglio anche alla cultura?! Ha forse paura che potremmo capire che ne sa ben poco di istruzione? Giustificazione di tale riforma sarebbe un’eccessiva spesa a cui deve far fronte il governo, motivazione del tutto falsa in quanto, negli ultimi anni, la spesa per la scuola è costantemente diminuita. Dati MPI (Ministero Pubblica Istruzione) dicono che negli anni ‘90 era il 4% del PIL, ora è del 2,8% del PIL! Nel rispetto del decreto legge, il Provveditorato non ha inviato alle scuole roccheggiane un sufficiente numero di docenti, portando una lunga serie di conseguenze. Nella scuola elementare “Colle delle Fate”, è stata richiesta una sezione a 40 ore, invece ne è stata assegnata una di sole 27 ore; pur avendo gli spazi, la nuova sezione infantile non è stata concessa e il tempo prolungato esteso solo a classi con disponibilità di insegnanti. Le ore di sostegno in meno, aggravano ancor più la delicata situazione dei bambini disabili, che oltretutto rischiano la “ghettizzazione” a sfavore di una giusta integrazione in più classi. Alcuni bambini non sono rientrati nelle liste di iscrizione costringendo anche genitori meno abbienti a ricorrere alla scuola privata a costo di pesanti sacrifici. L’assenza delle ore di supplenza ha costretto più classi in una sola aula arrivando a contenere persino 40 bambini compromettendo, in alcuni casi, le norme di sicurezza e rendendo

la situazione ingestibile. Anche altre attività, come laboratori e gite, sono divenute impossibili per non parlare delle ore di compresenza. La didattica, gli stimoli, la creatività e la cura del singolo sono annegati in un’arida e confusa prassi d’insegnamento. Quando il Comitato dei Genitori di Rocca di Papa ha chiesto aiuto al Provveditorato, non è stato neanche ricevuto, successivamente ai vari solleciti è stato risposto che non potevano fare niente e che dipendeva tutto dal governo. E’ possibile che ci sia tanta indifferenza e che si proceda sempre con lo “scarica barile”? Per fortuna, il Comune di Rocca di Papa ha sopperito alle umiliazioni subite finanziando diversi progetti come “vivere bene a scuola”, che prevede un sostegno psicologico per genitori e figli. Ci ha dato edifici scolastici all’avanguardia come quello dei Campi D’Annibale, realizzato in bio-edilizia ed inoltre ha intenzione di realizzare una sezione comunale dell’Infanzia. Il Comitato dei Genitori ed il Comune, si riuniscono per contrastare un governo che conduce una spinta silenziosa, censurando anche l’informazione, verso la scuola privata. L’istruzione non deve essere un piatto prelibato per pochi, ma il nostro pane quotidiano che tutti possono mangiare.

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Per di più il Comitato sta organizzando, per metà Novembre, un’assemblea dove poter affrontare insieme le problematiche della scuola pubblica. Tra gli obbiettivi principali il Comitato spera nella partecipazione attiva di sempre più genitori per proteggere e ristabilire i diritti dei bambini e garantire loro un futuro che investe nella cultura. Desidera inoltre che l’egoismo venga abbattuto, molti genitori, infatti, non interessati alla “questione pubblica”, si dissociano dal problema non capendo che ostacoleranno il loro stesso paese e che va ristabilita la scuola di qualità e non la scuola intesa come sterile “parcheggio” dei nostri figli. La cultura e la civilizzazione di uno Stato vanno di pari passo, basti pensare che anche nei Paesi del Terzo Mondo si fa del tutto per garantire una buona istruzione ai bambini poveri. E proprio in merito ai bambini, e al festeggiamento del centenario della sua nascita, mi piace ricordare una santa, al tempo stesso donna comune, che ha fatto dell’Amore e dell’aiuto per il prossimo tutta la sua vita, Madre Teresa di Calcutta. Seguendo il suo credo e le sue parole capiremo che quello che facciamo è certo una goccia, ma anche quella goccia, se non ci fosse, mancherebbe all’oceano. Ricordatelo sempre ed eliminate l’indifferenza.

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ROCCA DI PAPA In forte crescita l’urbanizzazione residenziale mentre i servizi lasciano a desiderare

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il Segno - Ottobre 2010

In barba all’“opzione zero”, arriva un aumento vertiginoso dei residenti

Con un aumento della popolazione residente del 48% in 20 anni, Rocca di Papa batte in percentuale tutti i paesi limitrofi. A Roma invece gli abitanti diminuiscono del 2%. La città caotica e più costosa spinge i romani verso i Castelli. Se chi ha amministrato avesse programmato bene lo sviluppo, nulla da dire. Ma le cose non stanno così. Gli oltre 5 mila nuovi residenti (cifra largamente approssimata per difetto) non hanno trovato le infrastrutture sufficienti e ora eccoci qui, popolazione indigena e nuovi roccheggiani, alle prese con problemi che sarà molto difficile risolvere. In questi tempi in cui i Comuni hanno pochi soldi perfino per le opere primarie, le convenzioni con imprenditori che in cambio di importanti licenze edilizie sono disposti a realizzarle, sono eventi all’ordine del giorno. Nulla di male, ma occorre non perdere di vista la misura. Può accadere infatti che opere realizzate con l’idea di risolvere i problemi di un intero quartiere, alla fine non sono neanche sufficienti ai bisogni dei nuovi residenti che andranno ad abitare in tutte quelle case costruite con una “bella convenzione”. Sembra che la nostra Amministrazione stia valutando l’ipotesi di concedere altre migliaia di metri cubi di cemento in cambio di una palestra e alcune aule per la scuola elementare in quel del Giardino degli Ulivi.

Così l’aumento demografico a Rocca di Papa nell’ultimo anno

Di questo passo nel quartiere arriverà tanta gente che costringerà questa bella scuola, “fiore all’occhiello del Sig. Sindaco”, ad organizzare le lezioni istituendo i doppi turni, visto che nessun bambino delle elementari si potrà lasciare a casa come si è dovuto fare per tanti di quelli della scuola materna per mancanza di in-

segnanti. Prima di mettere altra carne al fuoco sarebbe bene che i nostri Amministratori capiscano che questo è il momento di rifare i conti dello sviluppo, ricordando che due più due farà sempre quattro anche quando loro, come noi, saranno soltanto un lontano ricordo. Sergio Rasetti

Da un cittadino arrabbiato riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Basta con gli autovelox sul nostro territorio”

Voglio gridare ad alta voce che questa forma di tassazione degli automobilisti è vergognosa e impopolare. Si direbbe che queste macchinette, pilotate dai vigili (i quali una volta tutelavano persone e patrimonio, mentre oggi sembrerebbero talebani che effettuano imboscate) siano piazzate dalla nostra giunta in via Frascati, in Via delle Barozze e in Via dei Laghi solo ed esclusivamente per riempire le casse comunali. La cosa che mi fa ulteriormente incazzare è il sorrisetto di compatimento che alcuni addetti ai lavori ti fanno mentre gli esponi il problema e cerchi di fargli capire che comunque l’amministrazione

sta facendo pagare un’ulteriore tassa in modo indiscriminato ai cittadini di Rocca e dei paesi limitrofi. Se, e mi rivolgo agli amministratori, avete bisogno di denaro cercatelo da coloro che truffano l’erario comunale. Secondo le voci di paese molti non pagherebbero né l’acqua né l’immondizia (e questo è palpabile dai sacchetti buttati lungo le strade e nei boschi oppure dai pochi secchielli fuori ad alcuni portoni citofoni zeppi di nomi); per non parlare dell’abusivismo (piaga sociale del nostro paese). E allora per quale motivo i vigili devono elevare multe indiscriminatamente e non vanno

piuttosto a stanare gli evasori o a controllare i proprietari di immobili che sfruttano gli immigrati affittando in nero - e a carissimo prezzo - case che per l’amministrazione risultano vuote o abitate da qualche persona anziana? Se mi permettete una riflessione, capisco che è molto più comodo nascondersi in un tratto di strada ben studiato per fotografare gli automobilisti che transitano a velocità superiore a 50 KmH . Sono anni, purtroppo, che percorro Via dei Laghi e mai né Marino né Ciampino si sono dimostrati così accattoni da multare gli automobilisti che transitano sulla statale di loro

pertinenza. Chiedo a tutti i cittadini onesti, di ribellarsi a questo sopruso e fra un po’- quando a primavera ci saranno le elezioni - di mandare “lorsignori” a quel paese, quando si avvicineranno con quei sorrisi a 32 denti. Prima di andare alle urne verifichiamo bene chi mandiamo in Comune e che cosa ha fatto per meritarselo. Ringrazio in anticipo il “Segno” che mi ha permesso di gridare la mia incazzatura e invito gli altri miei concittadini a fare lo stesso. Ribelliamoci a questi soprusi. Sindaco e giunta, colpite gli evasori, non la brava gente! Vincenzo De Angelis


ROCCA DI PAPA Riparte la ricerca di un nuovo Comandante dei Vigili Urbani il Segno - Ottobre 2010

De Sclavis lascia il Comando per il XII municipio di Roma

Abbiamo fatto appena in tempo a pubblicare sul numero di settembre un articolo della nostra Marzia Mancini, che si occupava delle telecamere per la videosorveglianza installate a Rocca di Papa, con un ringraziamento al Comandante De Sclavis per la dedizione e il grande senso di responsabilità che mostrava nei confronti di Rocca di Papa e dei suoi abitanti che, come il classico fulmine a cielo sereno, abbiamo appreso che il Comandante De Sclavis, vinto un concorso presso il comune di Roma (XII Municipio), proprio in questi giorni aveva lasciato l’incarico per tornare da dove era venuto soltanto da un paio di anni. Peccato, ci eravamo abituati alla sua presenza che soprattutto in occasione delle cerimonie ufficiali nella bella divisa che indossava le rendeva ufficiali ancora di più. Per il suo nuovo incarico, che sarà sicuramente più prestigioso e importante per la sua carriera, gli facciamo tanti auguri; ma naturalmente ci dispiace per il paese che, in fondo, si sente come sedotto e abbandonato. Ci dicono che è partita immediatamente la ricerca di un nuovo Comandante, mentre i nostri vigili che avevano già finito il rodaggio della direzione De Sclavis, forse un po’ con-

trariati, si preparano all’attesa e alla prospettiva di una nuova organizzazione dell’Ufficio. Intanto i cittadini che non vogliono rassegnarsi ad una vita pubblica che ha tanti punti deboli, dei quali non portano responsabilità gli ultimi L’ex comandante della Polizia Municipale come noi, di Rocca di Papa, dott. De Sclavis aspettano che siano fatte rispettare le regole Vigili Urbani con l’organico, a a tutti e per questo chiedono tutti i livelli, al completo. immediatamente un corpo dei il-sognatore.blogspot.com

Firme contro le antenne

Alla fine l’elefante ha partorito il classico topolino. I Comitati di Quartiere (Campi, Vigne e Centro Storico) e il Comune di Rocca di Papa, incontratisi per definire le azioni da mettere in campo contro le antenne di Monte Cavo, hanno deciso di raccogliere le firme per dire di no all’elettrosmog. Chi pensava a iniziative dure, tipo dare vita a un coordinamento per raccogliere i dati sulle malattie e i decessi degli ultimi trent’anni legati alle onde elettromagnetiche, resterà deluso. Dal 1980 a oggi i roccheggiani hanno firmato decine di petizioni contro i ripetitori e ora dovranno apporre l’ennesima firma inutile. Possibile che manchi il coraggio di organizzare proteste più decise in grado di far parlare di noi in tutt’Italia? Sarebbe bastato rileggere alcuni spunti e proposte lanciate ultimamente sul Segno per mettere sul tappeto qualche proposta migliore. Pazienza, sarà per la prossima volta. (Luigi Serafini)

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Verifica sugli interventi di Pentima Stalla Si è svolto lo scorso 14 settembre un sopralluogo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori del quarto ed ultimo lotto di intervento di risanamento idrogeologico del fosso di Pentima Stalla. L’opera dovrebbe finalmente porre fine alle continue esondazioni che si verificano in casi di precipitazione importanti a danno delle abitazioni sorte lungo il tragitto che parte dai Campi d’Annibale ed arriva in località Cartabrutta, nel Comune di Grottaferrata. Alla presentazione del progetto erano presenti i tecnici della Comunità Montana con il Presidente De Righi, l’ass.re ai lavori pubblici di Grottaferrata Castricini e il Commissario del Parco dei Castelli Romani, Orciuoli. «Quest’opera deve essere l’inizio di un nuovo rapporto di collaborazione tra il Comune di Rocca di Papa e Grottaferrata – ha sottolineto il sindaco Boccia -, a partire dalla viabilità e i rifiuti solidi urbani», invito che è stato subito accolto dall’assessore Castricini il quale ha sottolineato la volontà reciproca di costruire insieme un tavolo di progettazione integrato al servizio della società. Andrea Rasetti

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ROCCA DI PAPA Storia di un cane smarrito a Velletri e tornato a casa dopo un mese di vicissitudini

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il Segno - Ottobre 2010

Lieto fine per Darko, fuggito e ritrovato da due animalisti... di Marcello Morrone Ore 8.45 del 21 settembre 2010, per Darko (cane meticcio - incrocio husky), è l’epilogo di una lunga fuga solitaria. Andiamo a ritroso nel tempo, a quando una famiglia di Rocca di Papa decide di godersi una vacanza. Darko osserva i preparativi e non sa che lui non partirà. I proprietari interpellano Daniela Di Rosa che si attiva per portarlo in una pensione pulita e sicura, ma ecco che entra in scena un’altra persona, Maura (nome di fantasia), una che fa pensione in casa. Sono scelte fatali e per Darko il destino è segnato; la suddetta signora presenta le proprie credenziali avvalendosi di un fantomatico curriculum di superspecialista in cani con tanto di esperienza ventennale (sic!). La cosa strana è che la signora va a prelevare i cani o in strada o nelle case dei proprietari… con la scusa che la pensione non è facilmente raggiungibile. In effetti in quell’agosto assolato la casa della signora si trasforma, ed entrate ed uscite di cani si susseguono a pieno ritmo in maniera spasmodica. Finora tutto è filato liscio, tranne che per due tre-episodi di estrema gravità. Darko si è così trovato sballottato da una situazione familiare confacente alle proprie abitudini, ad un’altra del tutto traumatica. Di punto in bianco viene scaricato nella cucina del caseggiato–pensione e si ritrova a girare su se stesso, in quei pochi metri quadri fra pentole, pentoline, sgabelli e tavolini per cinque lunghi giorni. Darko non comprende chi sia quella nuova signora, il perché rimanga tutto il giorno da solo e nonostante la tentazione degli odori della cucina, rifiuta il cibo. Lui è un cane particolare, diffidente e pauroso, necessita di una vigilanza continua al riparo da qualsiasi rischio ma nessuno era a conoscenza che la responsabile della casa–pensione si allontanasse spesso e durante le sue lunghe assenze delegava la gestione alla donna delle pulizie. Una donna del tutto inesperta nella gestione canina e il risultato è stato lo spalancar di porte e finestre e la conseguente fuga di Darko. In tutti i giorni di fuga la singolarità del cane è stato il totale rifiuto a farsi avvicinare da chiunque. Io e la signora Daniela abbiamo tappezzato Velletri di volantini, di passaparola, scandagliato vicoli e piazzette del centro storico, passando giorni e notti rincor-

rendo gli avvistamenti, compresi quelli sbagliati. Questo il nostro impegno, ci rammarica e ci rattrista che i proprietari di Darko non abbiano valutato appieno la situazione, porgendo più l’orecchio alla signora Maura che a coloro che si sono realmente prodigati nel ritrovarlo. Ringraziamo tutti coloro che sia a Velletri che a Genzano ci hanno dato una mano nelle ricerche e nel contempo lanciamo un appello a tutti i proprietari di cani… “Se per forza maggiore dovete lasciare in custodia a qualcuno il vostro cane ci raccomandiamo di andare a verificare sul posto e senza preavviso se i luoghi sono confacenti alle condizioni standard di vita del vostro amico”. Se i gestori inventano scuse a che ciò accada svuotate la bolla dei falsi sorrisetti, della retorica delle belle parole, riprendetevi subito il cane, dopotutto siete voi che pagate la pensione e in termini di legge avete tutto il diritto di esigere la trasparenza sulla tracciabilità temporale e spaziale del vostro fedele amico a quattro zampe. *******

Ora torniamo alle 8.45 del 21 settembre 2010. “Siamo qui, siamo qui per te, ti abbiamo cercato tanto ed è come se fossi il mio cane”. Ho provato a dire questo a Darko quando dal finestrino della mia cinquecento ho intravisto la sua sagoma. Era accovacciato su uno slargo dedicato a verde pubblico in via Dottor Pellegrino nei pressi dell’hotel Salus a Genzano, rosicchiava un manico d’ombrello in legno. Era proprio lui, sporco e dimagrito, dopo una lunga odissea durata trenta giorni. Un incontro per noi sognato da tempo. Alle sei di mattina in quella Genzano così vuota, nel fresco frizzantino ci accomunava l’insolito destino di assistere al sorgere dell’alba, mentre il chiarore via via incombente delineava sempre più i lineamenti di Darko. La sera prima Daniela di Rosa, animalista storica di Rocca di Papa, mi aveva telefonato per una segnalazione proveniente da Genzano e con certezza corrispondeva ai dati diffusi su Darko. Da quel momento è

stata una corsa contro il tempo… mi sono recato di buon mattino nel quartiere genzanese denominato Via Roma–Ospedale, per una intera ora l’ho scandagliato e quando Darko ha capito di essere stato intercettato si è sollevato dal torpore della notte ed ha iniziato a trotterellare per le vie del quartiere zig-zagando. Per una buona mezz’ora l’ho seguito in maniera discreta e via via sono arrivate tutte le persone che avevo allertato con il cellulare. Siamo riusciti a mettergli il collare e Darko ripetutamente si è slanciato verso il suo padrone, il signor Michele, ululando a più non posso per la gioia di avere ritrovato i suoi cari e la sua famiglia. Ringraziamo vivamente una coppia di ragazzi, in special modo Concetta, che tramite la prima segnalazione ci ha acconsentito di spostare le ricerche da Velletri a Genzano, e la signora Silvia che nel quartiere di via Roma-Ospedale lasciava tanto cibo nelle ciotole da avere attirato l’attenzione di Darko che in quella zona aveva iniziato a sfamarsi dopo esservi giunto da Velletri. Spesso si trovano cani vaganti per le strade e si pensa ad un abbandono, ma nel 50% delle volte non è così. Sono cani smarriti per incuria dei proprietari o perchè affidati a persone sbagliate.


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supplemento al n. 10 - Ottobre 2010 de “il Segno”

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Con 3,3 miliardi di euro ogni anno l’usuraimbavaglia un’intera regione “Nel Lazio operano clan dei Casalesi nel pontino mentre la ‘ndrangheta si occupa maggiormente di riciclo di denaro sporco nei grandi locali del centro della Capitale. Le cosche sono spesso in contatto con ciò che rimane della Banda della Magliana, senza dimenticare l’ingerenza di famiglie nomadi quali i Casamonica o i Di Silvio”. ALL’INTERNO

L’avvocato Finirà la antiSaviano Mafia? L’arresto di Michele Santonastaso, l’avvocato anti-Saviano, difensore del boss Francesco Bidognetti del clan dei Casalesi, dimostra che la mafia dei colletti bianchi è un pericolo sempre in agguato

DI ROSA in VII pagina

In VII pagina

Bianca La Rocca di SOS Impresa

“Il gioco è fatto”

Undici arresti e decine di perquisizioni a Roma per l’indagine denominata ‘Il gioco è fatto’, che ha svelato un sodalizio criminale dedito all’usura, al riciclaggio, all’estorsione e alla truffa

In VI pagina

il Segno

il Segno

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

di Andrea Sebastianelli Lo scorso 21 settembre è stata la giornata contro l’usura promossa da SOS Impresa di Confesercenti, che ha messo in evidenza un giro di affari che raggiunge 20 miliardi di euro. E la regione Lazio figura tra i primi posti in questa drammatica e sconcertante classifica. In questo numero della nostra “Rete Antimafie” troverete quindi un approfondimento per comprendere la diffusione e la radicalità di quelli che un tempo venivano chiamati strozzini o cravattari e che spesso oggi fanno capo a gruppi criminali organizzati con strutture capillari ben distribuite nel vasto territorio laziale. Troverete anche la triste storia di un usurato che grazie alla sua tenacia, all’amore della propria famiglia, al supporto delle forze dell’ordine e di SOS Impresa, ha saputo denunciare gli aguzzini iniziando una nuova vita dopo aver subito minacce d’ogni tipo al limite della sopportazione umana. Un atto di coraggio prima di decidere di farla finita. Nel Lazio sono circa 28 mila i commercianti finiti in questa ragnatela da cui appare difficile potersi liberare. Ma rivolgendosi alla rete capillare messa in piedi da SOS Impresa, uscire dal tunnel dell’usura non è più impossibile. Buon approfondimento.

PADRE PUGLISI

La storia di Padre Pino Puglisi, ucciso dalla Mafia perchè le sue parole facevano più paura delle pallottole. ETTORE ZANCA in II e III pagina


Il prete coraggioso che faceva paura alla Mafia

Ritratti d’autore,

PADRE PUGLISI di ETTORE ZANCA Intro “C’è una linea sottile tra il tuo bene e il tuo male, tra tacere e subire. Una linea sottile tra aspettare e scoppiare, una linea sottile tra star fermi e subire. Cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?” Ligabue – la linea sottile, da: arrivederci mostro!, 2010. Raccontiamo una favola, nessun buonismo, non una di quelle che terminano “e vissero tutti..”, prendiamo in braccio i nostri figli e mandiamoli a letto un po’ più tardi. Magari domani non andranno a scuola. Ogni tanto fa bene annusarsi un po’ di più. Capire che odore hanno i membri della tribù casalinga. Sforziamo l’inventiva niente libri di Andersen e fratelli Grimm.

ALLA SCOPERTA DI ZUPI’ NELLA SUA PALERMO

Stasera si narra di un personaggio eroico che chiameremo Zupì. Nome curioso, quasi buffo. Ma solo per chi non conosce i poteri recidenti dell’affetto a Palermo. Per amore si possono scalare vette e tranciare nomi. Il nome in origine è Giuseppe, che già per pigrizia indolente è troppo lungo. Il clima caldo della città, per troppi mesi all’anno fa riparare al fresco di un nome più breve, come quello di un albero ombroso e profumato. Pino. Per affetto si scalano monti, e ci si riposa sotto un Pino. Ma l’amore che si prova in questa città è caldo e sincero. Tanto da volere a tutti i costi che l’amato, il concupito o il voluto bene debba essere parente, almeno averne la qualifica. In questa città se

il Segno

vieni presentato ai genitori della fidanzata, anche se ci stai da nemmeno un mese, li chiami papà e mamma. Abbiamo fretta di affetto, a qualunque prezzo. Pino era “zio”. Zio Pino. Ma fa caldo, troppo caldo. Meglio tagliare il Pino, il nome, non l’albero e anche lo “zio”.

PINO PUGLISI UOMO MANDATO DA DIO

Giuseppe Puglisi, per molti era Zupì. In dialetto. Tutto attaccato. Zupì non aveva un mestiere, aveva consacrato la sua vita al suo padrone. Un padrone importante, come lo è Dio per un prete. Lo adorava e ne diffondeva le parole. Ma Zupì non faceva solo il prete. Troppo facile. Zupì era un crociato. Combatteva contro gli infedeli. Per gli antichi crociati, i fanatici religiosi e i papi ansiosi di cancellare ogni traccia di fedi diverse, le crociate erano contro

“Sa che non tutti i bimbi sono fortunati, alcuni non hanno giardini e parchi giochi, cominciano a giocare per la strada e imparano le regole del quartiere. Lui cercava di farli stare al riparo, di farli giocare in spazi sicuri e farli parlare di loro, dei loro pensieri” i musulmani. Zupì sembrava avere i cromosomi di Federico Secondo. Il più illuminato governatore di sempre, in Sicilia sicuramente, ebbe la bella pensata di ubbidire a modo suo all’ordine di Gregorio IX. “fai una crociata a Gerusalemme” gli dice il Pontefice. Federico però non versa una goccia di sangue e esporta il modello multirazziale Siculo. Si accorda con il sultano e torna senza tributi cruenti. Zupì era un crociato come Federico, aveva i suoi “infedeli” da combattere ma non erano Musulmani. Zupì era un prete, ma questa era l’ultima cosa. Lui credeva in Dio, perché prima di tutto credeva che gli uomini potessero sbagliare, ma essere perdonati, che ognuno poteva farsi il suo Dio come meglio lo credeva, ma se il Dio che si immaginava gli diceva di rispettare e amare il

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

prossimo, quel Dio poteva chiamarsi pure Calogero a lui andava bene. La gente spesso sbaglia. A volte la portano a sbagliare. Gli “infedeli” ci sono, esistono e a volte pregano lo stesso Dio dei Cristiani. Sono quelli che non vogliono bene al prossimo, quelli che vogliono quello che hai perché sono prepotenti, prendono tutto e non lasciano niente. Zupì combatteva questi “infedeli”. Ma lo faceva parlando, convincendo la gente con la forza delle parole. Zupì si arma di nulla se non di amore e parole e combatte disarmato, ma fa molto per la sua gente. Sa che non tutti i bimbi sono fortunati, alcuni non hanno giardini e parchi giochi, cominciano a giocare per la strada e imparano le regole del quartiere. Lui cercava di farli stare al riparo, di farli giocare in spazi sicuri e farli

ottobre 2010 - n.

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il Segno

II

La fiaccolata per Don Pino del 15 settembre 2009. A sinistra: Gaspare Spatuzza, l’assassino di Pino puglisi, oggi collaboratore di giustizia.


Ritratti d’autore,

PINO PUGLISI

parlare di loro, dei loro pensieri. Zupì parlava quando c’era da parlare, ma sapeva anche stare zitto e ascoltare tanto. Gli infedeli che combatte Zupì hanno un nome. Si chiama mafia, non la vedi se cammini per strada, ma c’è, c’è se guadagni soldi, lei ne vuole un po’, c’è se vuoi fare le cose onestamente, lei prende tutto. Quando qualcuno la infastidisce allora si fa vedere, qualcuno che l’ha studiata molto da vicino la descrive come una piovra con tanti tentacoli. La piovra infedele prima prende con educazione e circospezione, ma se non dai e non ti pieghi si arrabbia, siccome ha tanti tentacoli, è importante che ci siano tante persone a proteggere chi può essere colpito.

FU COSI’ CHE ZUPI’ INCONTRO’ I TENTACOLI DELLA MAFIA

Zupì è solo quando incontra i tentacoli della piovra che è molto arrabbiata con lui, ha parlato tanto, ha creato un posto dove si può pregare e giocare lontano dalle strade; una volta mentre diceva la messa, si presentarono delle persone importanti, per vederlo pregare e per fasi vedere, a Palermo farsi vedere in tanti posti è più importante che fare qualcosa di concreto per chi ha bisogno, purtroppo. Quando li vide Zupì gli disse “con che faccia vi presentate qui, dopo che non avete fatto nulla per questa gente?”. Il giorno in cui la piovra si presentò a Zupì, invece che fargli male, gli fece qualcosa di strano. Forse perché il Dio di Zupì era con lui davanti al suo portone di casa, forse perché non c’era solo il Dio di Zupì, ma anche il Dio musulmano, ogni Dio con un nome proprio, anche il Dio chiamato Calogero, forse perché anche gli “infedeli” hanno un Dio, o forse perché non capita a tutti di morire il giorno in cui si è nati, però successe una cosa bella e brutta insieme. Due tentacoli della piovra si avvicinarono a Zupì, uno davanti e uno di spalle, gli dissero una cosa, i tentacoli uccidono e avvertono, spesso parlano prima di stringere. Gli dissero “padre, questa è una rapina”. Zupì Sorrise, disse “me l‘aspettavo” e si lasciò accompagnare. Al corpo di Zupì fecero male, tanto male, ma il Dio di Zupì e quelli di tanti altri, Dio Calogero compreso, avevano deciso che tutto si chiudeva quel giorno, Quando i due uomini stavano per ucciderlo, lui li aveva già perdonati, forse con le stesse parole di Gesù, “non sanno quello che

Una breve biografia

Parroco al quartiere Brancaccio ucciso il 15 settembre 1993 Padre Giuseppe Puglisi è stato parroco del suo quartiere natio a Palermo, Brancaccio. Ordinato parroco nel 1960 da Ernesto Ruffini, Cardinale di Palermo convinto fautore della teoria che la mafia fosse una invenzione dei comunisti che volevano la rovina della Sicilia. Nel 1970 Padre Puglisi diventa parroco di Godrano, un paesino alle porte di Palermo a forte contaminazione criminale, riuscirà nella enorme imporesa di mettere d’accordo due famiglie in lotta e a far finire di fatto una faida in corso. Fino al 1990 è un attivo fautore di diverse iniziative ricoprendo numerosi incarichi, presso l’azione cattolica e come insegnante in varie scuole di Palermo. Proprio nel 90 viene ordinato parroco a Brancaccio, un quartiere difficile, in cui Padre Puglisi si mette alacremente al lavoro. Le sue numerose iniziative e l’apertura di un centro giovanile gli costano numerose minacce da parte dei capimafia della zona, i fratelli Graviano, irritati soprattutto

fanno”, per una cosa assurda e per un momento un piccolo istante solo, due persone cattive erano diventate una compagnia, due che lo aiutavano a salire in cielo, dove Zupì merita di stare, dove sicuramente ha visto due uomini con i baffi, due giudici che lo avevano preceduto. Dove il suo padrone, Dio, tanti altri, lo aspettavano a braccia aperte grati per tutto quello che aveva fatto per gli uomini. I tentacoli non ci dormirono la notte, non pensavano che Zupì quasi li aspettava con amore, tanto da sorridere, qualche giorno dopo si pentirono, cominciarono a raccontare tutto quello che sapevano della piovra, forse furono i primi a pentirsi nel vero senso spirituale della pa-

il Segno

Padre Pino Puglisi

motivi risiedevano nella sua crociata contro la mafia, che spesso aveva presa sui parrocchiani, tanto da suscitare le ire dei boss. Salvo Palazzolo, giornalista di repubblica e autore di libri molto ben documentati, non ultimo “i pezzi mancanti” ed. Laterza, si spinge oltre, sostenendo che Pino Puglisi per le sue capacità di ascoltatore e per la sua sensibilità, spingeva a parlare e ad aprirsi anche persone vicine a Cosa Nostra. Creava quindi pericoli molto seri. A lui sono dedicati numerosi libri, due film e un processo di beatificazione.

rola. Forse al mondo, qualcuno chiamerà il proprio Dio con un nome quasi tribale, Zupì, o forse lo chiamerà Calogero. In qualunque modo lo invochi, deve essere un Dio che insegna onestà. E rispetto del prossimo. Come di sé stessi. chiusura “Io penso che a questo mondo esista solo una grande chiesa, che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, andando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano, arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano”. Jovanotti – penso positivo, da: Lorenzo 1994, edita un anno dopo la morte di Padre Puglisi.

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III RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

dal suo continuo parlare contro. Il 15 settembre 1993, due killer lo attendono sotto casa, sono Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza, il primo racconterà ai magistrati dopo essersi pentito che Spatuzza lo prese per un braccio sussurrando “padre, questa è una rapina” a cui Don Puglisi risponderà con un sorriso e un enigmatico “me lo aspettavo”, mentre Grigoli, a quanto pare non visto, gli sparò alla nuca. La vicenda di Padre Puglisi lascerà particolarmente sconvolto Grigoli, che intraprenderà un vero e proprio profondo pentimento, ma anche Spatuzza non restò immune dall’episodio. Parliamo di killer che avevano all’attivo una quarantina di omicidi. Le sue dichiarazioni e quelle di Spatuzza sono costate a entrambi l’ergastolo, come anche ai fratelli Graviano e altri ideatori dell’omicidio. Alcune teorie girano intorno al vero motivo dell’uccisione. Tolta la diffamazione che dsi provò a imbastire facendo passare Padre Puglisi per un prete Pedofilo e chiacchierato, i veri


IV

di Marzia Pitirra* Il 21 settembre ha avuto luogo a Roma il “No Usura Day”, organizzato da SOS Impresa - Confesercenti, in occasione del quale sono stati presentati i dati dell’usura in Italia e nelle singole regioni. Un giro d’affari che ruota intorno ai 20 miliardi di euro e che ha fatto cadere nella propria rete centinaia di migliaia di vittime, di cui un terzo commercianti. Il Lazio si conferma, insieme a Campania e Sicilia tra le regioni maggiormente colpite dal fenomeno. Appena il giorno successivo al “No Usura Day”, la squadra mobile romana arrestava 11 uomini vicini agli ambienti della Banda della Magliana per usura, estorsione e riciclaggio di denaro, nell’ambito dell’operazione “Il Gioco è Fatto” . Il 6 ottobre altri 4 arresti ad opera dei Carabinieri del gruppo di Frascati. Hanno sventato un’organizzazione che da gennaio aveva messo in piedi, grazie a commercialisti compiacenti, una Srl finanziaria che erogava prestiti che venivano poi estinti con pratiche di usura. Per capire quanto sia vasto il fenomeno abbiamo chiesto a Bianca La Rocca, responsabile dell’Ufficio Stampa di SOS Impresa, un quadro generale della situazione italiana con un focus particolare sul Lazio. SOS Impresa ha dedicato a questa regione un rapporto dal titolo inequivocabile, Lazio e Roma: Capitale dell’Usura, com’è la situazione attuale e quali sono i dati? Gli arresti di ieri e delle passate settimane confermano che in questo territorio il fe-

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A N T I M A F I E

“Il Lazio e l’usura, un’emergenza troppo spesso dimenticata”

INTERVISTA A BIANCA LA ROCCA DI SOS IMPRESA, LA RETE DI CONFESERCENTI CHE DA ANNI LOTTA A FIANCO DI COMMERCIANTI E ARTIGIANI CADUTI NELLE MANI DEGLI STROZZINI

nomeno dell’usura è altamente radicato. I protagonisti delle ultime vicende fanno parte di organizzazioni strutturate, per ogni nucleo malavitoso ci sono sempre almeno una trentina di vittime di strozzinaggio e beni sequestrati da milioni e milioni di euro. Le denunce sono ancora poche e spesso si arriva a risolvere questi casi collegandosi ad inchieste già in corso. Per quanto riguarda i dati possiamo dire che nel Lazio abbiamo un giro di affari intorno ai 3,3 miliardi di euro, e sono 28.000 i commercianti coinvolti. Per il reato di usura è seconda solo alla Campania. Quali sono le aree maggiormente colpite? L’usura è trasversale, può radicarsi in tutte le zone, il “cra-

vattaro” opera nei quartieri popolari mentre le grandi organizzazioni toccano categorie imprenditoriali di zone d’elite. Nel Lazio, tra le località maggiormente “strozzate” troviamo il Sud Pontino, i Castelli e il Litorale romano, dove fino a pochi mesi addietro faceva i suoi affari la famiglia dei Fasciani, storicamente attivi a Ostia tra usura e traffico di stupefacenti. Quali sono le principali realtà criminali e come agiscono sul territorio? A Roma non ci facciamo mancare nulla, andiamo dal cravattaro, il piccolo usuraio di quartiere, figura sempre esistita, fino alle grandi organizzazioni mafiose, passando per le famiglie di nomadi. E diverse sono anche le regole

con cui praticano usura. Per alcuni l’obiettivo è la moltiplicazione del denaro, per altri quello di impossessarsi delle aziende delle vittime, altri ancora puntano alla spoliazione dei patrimoni. Nel Lazio operano clan dei Casalesi nel pontino mentre la ‘ndrangheta si occupa maggiormente di riciclo di denaro sporco nei grandi locali del centro della Capitale. Le cosche sono spesso in contatto con ciò che rimane della Banda della Magliana, senza dimenticare l’ingerenza di famiglie nomadi quali i Casamonica o i Di Silvio. Non è raro che queste realtà criminali siano in contatto fra loro e si spartiscano gli affari. Sono nate nuove categorie di usurati o nuove pratiche

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

il Segno

Bianca La Rocca durante il “No Usura day”


La storia di un usurato...

“TRATTATO COME UN MORTO DI FAME, HO TROVATO LA FORZA DI DENUNCIARE”

Lello cerca di pagare, ristruttura case degli usurai gratis, fa un mutuo sulla sua casa, svende tra le lacrime la casa paterna della moglie, lasciatale dal padre. Paga anche l'assistente del notaio perché aspetti a far arrivare quell'assegno almeno di un giorno, per allontanare lo spettro del protesto continuando senza sosta a cercare soldi per pagare. Anche la moglie di Lello è costretta a firmare quelle cambiali perché "la firma di Lello non vale più nulla". "Non so più cosa firmavo - racconta - spuntavano assegni e cambiali dovunque e non riuscivo più a contarle. Minacciavano: se non paghi domani tuo figlio che studia tanto sarà buttato fuori dalla Bocconi, tu non lavorerai più, sappiamo dove trovare tua figlia... non capivo più nulla, era talmente tanta la paura che qualsiasi cosa mi mettevano davanti io firmavo, persino una cambiale senza cifra". Il primo, l'usuraio '0', persino dal letto di morte, in ospedale per tu-

more terminale, non molla di fronte alle lacrime di Lello che è andato ad implorarlo di lasciarlo andare: "Anche se sto morendo tu devi pagare tutto. C'è già chi viene dopo di me". Ed è così: Lello "conosce" l'usuraio di Terni, quelli di Roma, Napoli, si ritrova assegni da pagare persino in Calabria. Ventiquattro usurai in tutto che assediano un uomo solo. E alla fine anche le minacce dei Casamonica, chiamati a riscuotere. Dal 2004 al 2008, l'anno della denuncia, per un fido negato di 5mila euro ad un'impresa sana Lello arriva ad avere un debito da un milione euro. Ha trovato la forza di denunciare, ma era stanco: ha tentato di uccidersi, è stato salvato dai finanzieri che seguivano il suo caso. S.o.s impresa lo ha aiutato ma racconta: "Sono stanco. Loro non ti tolgono solo casa e soldi, ti tolgono il sorriso. Io prima ero sempre allegro, ora tutti in famiglia piangono. Nessuno mi dà più lavoro, sono il

morto di fame, sono io il delinquente. Sono tagliato fuori. Mi hanno stroncato, non ho la forza di andare avanti. Loro non vogliono solo i soldi vogliono portarti alla pazzia, a fare delle pazzie. Dopo la denuncia ricevevo telefonate ogni minuto giorno e notte, minacce. Ho cercato di uccidermi. Mi hanno salvato. Sono andato in cura da uno psichiatra. Ma sono stanco. Provo a ripartire - prosegue - ma è difficile non mi fanno lavorare. Esco alla sette di casa, mia moglie mi chiede dove vai, io mento: vado a lavorare, invece lavoro non ce l'ho. Vago per le campagne e mi nascondo come un vigliacco. Ho incontrato uno di quelli che ho denunciato, era su una Bmw, si è fermato e mi ha detto 'tu hai denunciato e sei un morto di fame, guarda me, come sto'. Ora voglio solo guardarli tutti in faccia al processo. Ma ogni giorno prego di andare a dormire e non svegliarmi più".

“Nel Lazio sono 28 mila i commercianti coinvolti” di estorsione, può farci degli esempi? L’ usura di tipo mafioso è un fenomeno relativamente nuovo, prima la mafia non lo praticava, per lo più chiedeva il pizzo all’usuraio. Adesso le cosche puntano a prelevare gli esercizi degli imprenditori, mandarli sul lastrico per farsi cedere l’attività e riciclare denaro sporco. Il titolare rimane solo come prestanome. Le mafie hanno una mole di denaro tale che in questo momento di crisi economica sono gli unici a cui si rivolgono gli imprenditori disperati. Un nuovo tipo di strozzinaggio è l’usura di giornata, un prestito che si copre nel giro di 24 ore, con un massimo di 2.000 euro e che può arrivare al 20% di interesse. Una modalità che

riguarda piccoli commercianti, ma anche titolari di attività di media dimensione che, per resistere alle perdite e pagare i fornitori, si rivolgono agli usurai. Spesso la vittima di strozzinaggio diventa carnefice, come è accaduto anche negli ultimi arresti di Frascati. L’ usurato, per pagare i suoi debiti, cerca a sua volta altri imprenditori che necessitano prestiti di denaro. I commercianti come reagiscono, c’è ancora la paura di denunciare? Ricevete molte chiamate al numero verde? Lo sportello SOS Impresa di Roma e del Lazio, attivo da oltre un anno e mezzo ha gestito migliaia di segnalazioni. La maggior parte delle chiamate risultano però una richiesta di infor-

Bianca La Rocca

mazioni, un centinaio fanno sospettare che ci sia dietro l’usura e di questi se riusciamo a convincerne dieci a denunciare è un grande passo. Spesso si vergognano di denunciare, non è tanto la paura quanto il dover ammettere di aver fallito. Le intimidazioni e le violenze avvengono prima della denuncia, perché dopo l’usuraio non vuole ri-

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A N T I M A F I E

il Segno

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

schiare di aggravare la situazione processuale. Dal 2010, alla questura risultano solo 7-8 denunce. C’è una sproporzione enorme tra questo numero e la reale portata del fenomeno, se pensiamo che con una sola indagine si scoprono in media trenta o quaranta persone vittime di usura. Sulla prevenzione e l’informazione stiamo molto indietro. Le vittime dell’usura hanno una scarsissima conoscenza del fenomeno e quindi anche dei loro diritti. È un reato dilagante e questo risulta evidente dai dati che raccogliamo ogni anno, a dimostrazione che c’è una falla nella macchina legislativa e nelle soluzioni prese fino ad ora. * Intervista apparsa su Libera Informazione

V


Le famiglie chiedono aiuto, ecco come fare per ottenerlo

Lo sportello di Sos impresa, 'l'amico giusto', è un gruppo di persone che ascoltano e aiutano le vittime di usura ma anche famiglie e imprese che si ritrovano schiacciate tra rate del mutuo, credito al consumo e carte revolving. Un pool di volontari che rispondono al numero verde 800.900.767 (per il centro e nord Italia, per il sud 800.636.692) dove la persona che ha bisogno chiama, ma funziona anche il passaparola. A volte è solo una richiesta di informazioni, spesso è qualcosa di più, una richiesta di aiuto. E allora si incontrano le persone: un appuntamento allo sportello o a casa, dove i volontari, tra cui molte le ex vittime di usura, un avvocato, un commercialista, uno psicologo, ascoltano e spiegano, danno una via d'uscita.

Gli sportelli sono in tutta Italia. I volontari indirizzano verso le fondazioni che lavorano per la prevenzione dell'usura, che erogano i fondi previsti dalla legge 108 del 96, o verso Confidi, danno i consigli per cercare di risolvere il sovraindebitamento. "Con la crisi economica, al numero verde arrivano chiamate di tutti i tipi - spiega Fausto Bernardini, membro del coordinamento nazionale di Sos impresa, volontario a Roma e con un passato di vittima di usura non solo imprenditori, ma negozi, ristoranti, commercianti a cui è stato negato o ristretto un fido, ma soprattutto famiglie sovra indebitate, che hanno fatto un piccolo prestito e non riescono più a pagare, spesso accumulati con le normali spese di credito al consumo.

Persone che hanno in mano una lettera-ultimatum di un avvocato o società recupero crediti che non lascia scelta: pagare. Sono tutte persone a rischio

usura: per avere soldi subito per evitare il protesto, la morte civile dell'azienda, o finire nella lista nera del cattivo pagatore".

“Il gioco è fatto”, ed usura, estorsione e riciclaggio sono di casa anche ai Castelli Undici arresti e decine di perquisizioni per l’indagine denominata ‘Il gioco è fatto’, che ha svelato un sodalizio criminale dedito all’usura, al riciclaggio, all’estorsione e alla truffa gestito da esponenti della malavita romana, vicini a personaggi appartenenti alla così detta Banda della Magliana, da esponenti di spicco della camorra e da insospettabili colletti bianchi della Capitale. Sono infatti finiti in manette fra gli altri, due noti professionisti, un avvocato ed un commercialista, accusati di millantato credito l’uno, riciclaggio l’altro. L’associazione a delinquere avvicinava le vittime promettendo loro affari d’oro nel settore immobiliare e societario: l’acquisto dell’ex villa del giocatore Cafù e di partecipazioni societarie della COIN sono un esempio. Molte delle vittime, per non farsi sfuggire l’affare, ottenevano dagli stessi proponenti le cifre necessarie da versare come anticipo, la ‘caparra’, rendendosi conto troppo tardi di essere finiti in un giro d’usura senza aver acquistato

nulla. A decine sono stati costretti a pagare cifre da capogiro pistola alla mano. Fra gli arrestati, Francesco Mario Dimino, di origini siciliane, proprietario del ristorante ‘I Sapori di Sicilia’ di Grottaferrata e considerato l’organizzatore del giro; il suo stretto collaboratore nell’affare criminale, Simone Scorcelletti, noto pr ed organizzatore di eventi, che si occupava di rimediare il ‘pollo’ di turno; Stefano Laconte, assicuratore, era l’intestatario degli assegni consegnati dalle vittime; Gabriele Carbone, assicuratore e corriere delle somme di denaro raccolte dall’organizzazione che andavano riciclate; Fabrizio Testaguzza, commercialista che riciclava le somme raccolte; Ernesto Rampini, avvocato penalista, faceva da garante durante le false proposte d’affari. Gli altri indagati sono tutti in stretti rap-

il Segno

di ROMA e PROVINCIA

porti con il ristoratore di Grottaferrata, Dimino: Armando Rinolfi, proprietario di una gioielleria al Tuscolano; Massimo Carbone, proprietario di una società di servizi; Guerino Casamonica, del clan omonimo; Giuseppe Barbagallo, immobiliarista e Alessandro Carbone, agente immobiliare. Andrea Rasetti

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VI RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

Il Municipio di Grottaferrata


il libro del mese

Basta l’autocritica per sconfiggere le mafie?

Il libro di Ugo Di Girolamo, “Mafie, politica, pubblica amministrazione”, seppure uscito nel 2009, resta ancora un’analisi valida per comprendere il fenomeno mafioso rispetto alla sua capacità di infiltrarsi nelle pieghe più importanti della società. Soprattutto la domanda (scritta come sottotitolo) che l’autore pone, “è possibile sradicare il fenomeno mafioso dall’Italia?”, resta l’elemento centrale con cui fare i conti anche alla luce dei fatti accaduti a distanza di circa un anno dalla stesura del libro. In 150 anni di storia unitaria si sono succedute diverse ondate repressive contro le organizzazioni criminali di tipo mafioso. Le due più importanti sono state quella condotta dal lombardo Cesare Mori, nel 26-28, e l’altra avviata dal giudice Giovanni Falcone negli anni ottanta. Ma nessuna di queste ondate repressive è riuscita a sradi-

L’Avvocato anti Saviano

I «contatti stabili» tra l’avvocato Michele Santonastaso e «personaggi di elevato spessore criminale», unita alla «fiducia» nutrita nei suoi confronti dai «vertici camorristici» inducono i magistrati a ritenere che il penalista sia «verosimilmente ancora oggi depositario di preziose informazioni su strategie criminali e sui soggetti coinvolti». A scriverlo è il Gip (Giudice per le indagini preliminari), Pia Diani, nell’ordinanza di custodia cautelare per l’Avv. Michele Santonastaso, difensore del boss Francesco Bidognetti del clan dei Casalesi. Per lui l’accusa è di corruzione aggravata, falsa perizia e falsa

care il fenomeno mafioso dal nostro Paese. Che cosa si nasconde dunque dietro questa apparente imbattibilità delle mafie? Come e perché i clan si riproducono a dispetto di ogni repressione? Quali sono le responsabilità della politica nella sopravvivenza di questo fenomeno? Bisogna arrendersi all’evidenza della prassi storica, come sembrano sostenere alcuni autorevoli esponenti dell’antimafia, oppure è possibile individuare nuove strategie di lotta che siano risolutive? A questi interrogativi Ugo Di Girolamo ha tentato di dare una risposta utilizzando, per la prima volta, un approccio unitario nell’analisi delle organizzazioni mafiose, come suggerito dallo storico prof. Nicola Tranfaglia nel 1990. Tale metodo ha consentito di evidenziare le responsabilità della politica nella continua riproduzione dei clan e di individuare

di DANIELA DI ROSA

Stiamo perdendo la guerra contro la mafia perché il governo italiano vuole combattere la criminalità organizzata solo sul piano militare. Ma nessuno perviene mai alle collusioni politiche ed economiche delle mafie. Enrico Fierro

testimonianza. L’Avv. Santonastaso è noto anche come l’avvocato antiSaviano, lo scrittore antimafie di Gomorra. Infatti il 13 marzo 2008, come difensore del boss Francesco Bidognetti, l’indagato aveva letto

nell’aula della Corte d’Assise d’Appello un’istanza contenente affermazioni offensive nei confronti non solo di Roberto Saviano ma anche della giornalista Rosaria Capacchione e del giudice Raffaele Cantone. L’avvocato aveva avanzato anche un’istanza di ricusazione del Collegio giudicante leggendo una lettera, a nome dei suoi assistiti, capi del clan dei Casalesi e imputati nel processo, secondo la quale la Corte si lasciava influenzare dalle opinioni di Saviano, Capacchione e Catone. La lettera fu interpretata e per questo motivo vennero intensificate le misure a tutela dei tre. Questo significa anche che i tentacoli delle mafie riguardano in modo sempre più diffuso anche professionisti ed esperti che da

il Segno

Roberto Saviano

anni hanno trasformato le varie organizzazioni criminali in società per azioni dell’illegalità, garantendo avvocati, tecnici e mezzi tra i più sofisticati e costosi per proteggere questi consigli di amministrazione dagli attacchi dei soliti magistrati. Quindi, mai abbassare la guardia perché le mafie sono intorno a noi e ci guardano... amche se tutt’intorno ci sembra un paradiso.

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il Segno

VII RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

una strategia unitaria di contrasto, delineando delle proposte per il movimento antimafia che possano indurre il ceto politico a riconoscere le proprie responsabilità. Solo partendo da questo riconoscimento sarà possibile spezzare l’intreccio mafie-apparati dello Stato, ponendo fine al fenomeno mafioso. Ma il percorso verso un’autocritica di tipo gramsciano sembra ancora molto lungo e tortuoso. (A.S.)


NEWS da

D.L.V. detto ‘il siciliano’ è stato arrestato dagli agenti del commissariato Prenestino con l’accusa di usura. A denunciare

Andrea Rasetti all’interno

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L’omicidio del Boss Rocco Molè

IL LIBRO DI JOHN DICKIE, “COSA NOSTRA”, SARA’ MOTIVO DI APPROFONDIMENTO PER CONOSCERE GLI AVVENIMENTI E GLI UOMINI CHE SI SONO AVVICINATI ALLE VERITA’ PIU’ SCOTTANTI. A PRESENTARE QUESTO LIBRO PUBBLICATO NEL 2006 SARA’ ETTORE ZANCA, COLLABORATORE DEL MENSILE “IL SEGNO”. UN APPUNTAMENTO LETTERARIO DA NON PERDERE.

In IV pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 5 - Maggio 2010 de “il Segno”

n.

Minori a rischio nel Lazio, dalla pedofilia alla prostiuzione

Sos Impresa Alessandro Lettera ai e l’usura Mancuso Castelli Il Presidente di “Sos Impresa”, Lino Busà, ascoltato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, ha chiesto una maggiore efficacia della legge contro l’usura, proponendo la costituzione di un Consorzio Nazionale a sostegno delle imprese italiane sequestrate alle mafie.

Abbiamo incontrato il cantautore palermitano Alessandro Mancuso, impegnato con i suoi testi a diffondere il senso della legalità a cominciare dalle giovani generazioni. Ne esce un ritratto incoraggiante del mondo artistico italiano rispetto ai fenommeni illegali diventati tanto diffusi.

L’Associazione “Antonino Caponnetto” della Regione Lazio ha scritto una lettera aperta ai cittadini dei Castelli Romani, chiedendo un impegno concreto di tutti contro le infiltrazioni criminali che stanno diventando una piaga sempre più diffusa in tutta la provincia di Roma.

di Andrea Sebastianelli Pedofilia e sfruttamento dei minori sono due temi scottanti… anche nella nostra regione. Temi importanti che però rimangono troppo spesso ai margini delle discussioni. Ad aprire la riflessione su questi aspetti sono due recenti ricerche dal titolo “Il fenomeno dello sfruttamento dei minori nell’accattonaggio nel Lazio” e “Il minore come vittima del reato: un’indagine sociale nelle realtà del Lazio”, promossi dall’Anci (Ass.ne Nazionale Comuni Italiani) e dall’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio presieduto dal prof. Enzo Ciconte. I dati emersi dalle ricerche mettono a nudo una realtà dai tratti sconcertanti. Nel Lazio la forma di vittimizzazione minorile più evidente è il maltrattamento che quasi sempre avviene in ambito familiare. Sono quasi 500, ogni anno, i minori laziali che subiscono violenze accertate e denunciate da parte di adulti, a cominciare dall’abuso fisico. Il maggior numero di casi si riscontra proprio nella provincia di Roma (soprattutto per la maggiore popolazione residente), mentre l’intensità del fenomeno è maggiore nel sud della nostra regione, in particolare nella provincia di Latina. Ciò che differenzia il Lazio dalle altre regioni italiane, anche qui a dirlo sono i dati emersi, è una maggiore propensione verso gli abusi di tipo sessuale, l’accattonaggio e la delinquenza minorile. Continua in IV

NINNI CASSARA’

Ettore Zanca presenta un altro dei suoi “Ritratti d’autore”. Questa volta dedica il suo articolo alla figura di Ninni Cassarà, che con le sue indagini sulla Mafia cominciò a scoperchiare gli intrecci con alcuni apparati della politica e delle istituzioni. ETTORE ZANCA in II e III pagina

Continua in VII pagina

il Segno

I furbetti della

‘Maglianella’,

il ritorno?

Le dichiarazioni di “Nino l’accattone” riaccendono i riflettori sulla Banda della Magliana. Ma oggi la Banda esiste ancora o si tratta di altro?

135 MILIARDI DI EURO PER LA MAFIA SPA

IL XII RAPPORTO DI “SOS IMPRESA” HA SCOPERCHIATO GLI INTERESSI DIFFUSI DELLE MAFIE IN ITALIA, CHE REALIZZANO OGNI ANNO AFFARI PER 135 MILIARDI DI EURO, LA PIU’ GRANDE AZIENDA DEL PAESE. DROGA, RACKET, ESTORSIONI, INVESTIMENTI FINANZIARI E CONTROLLO DEGLI APPALTI PUBBLICI. ECCO I SETTORI IN CUI LE MAFIE SONO PADRONE. E NEL LAZIO NON C’E’ DA STARE ALLEGRI.

PARTE DA VILLAROSA IL NOSTRO TRENO SEGUENDO LA SCIA DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA CHE PERCORRE IN LUNGO E IN LARGO L’INTERA PENISOLA ITALIANA, DANDOCI L’IDEA CHE “L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SULLE ILLEGALITA’ DIFFUSE”. UN VIAGGIO INASPETTATO CHE COINVOLGE TUTTI. NESSUNO PUO’ RITENERSI ESCLUSO.

Andrea Rasetti in IV e V pagina

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Il Treno del Risveglio, un viaggio criminale

supplemento al n. 6 - Giugno 2010 de “il Segno”

n.

ABOLIRE le intercettazioni per SALVARE la criminalità organizzata NO ALLA LEGGE CHE VORREBBE IMBAVAGLIARE I GIORNALISTI

di Andrea Sebastianelli Quello che si sta per approvare è un decreto legge a tutto vantaggio della criminalità organizzata. Le recenti parole di Alberto Cisterna, Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia di Reggio Calabria (cioè in una delle zone più difficili e pericolose d’Italia), sono pesanti come un macigno: “Il testo sulle intercettazioni approvato al Senato intacca l’efficienza delle indagini” poiché non si può “ignorare che la nozione di criminalità organizzata il disegno di legge l’ha semplicemente cancellata”. Risultato: diventeremo un Paese a basso tasso di criminalità poiché la criminalità organizzata verrà semplicemente abolita... per legge. I criminali diventeranno di colpo trasparenti pur continuando a delinquere. Quello che troverete al centro di questo periodico è il disegno di legge così come è stato approvato dal Senato della Repubblica. Leggendolo vi renderete conto che l’intento palese non è quello di regolamentare le intercettazioni telefoniche e ambientali ma semplicemente quello di vietare. La parola “vietato” campeggia su molti articoli. Vietare, vietare, semplicemente e solo vietare così da rendere praticamente impossibile garantire il diritto dei cittadini ad essere informati e il do-

vere di noi giornalisti ad informare. Alla base di questo disegno vi è un’incredibile falsità, secondo cui in Italia sarebbero milioni (addirittura 7) i cittadini messi sotto controllo telefonico e informatico. Una falsità che, ripetuta mille volte, ha finito per diventare verità agli occhi di molti. Ecco che cosa ha scritto un altro magistrato antimafia, Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, a proposito del tentativo di abolire le intercettazioni: “Si sta eliminando uno dei sistemi più garantisti e meno costosi per l’acquisizione della prova. E lo si sta facendo in modo strumentale, citando statistiche che non stanno nè in cielo nè in terra. Ho appena finito di indagare 50 persone coinvolte in un traffico di droga. Per seguirle -scrive ancora Gratteri- ho dovuto mettere sotto controllo 10 mila schede telefoniche. Se chi analizza i risultati dell’indagine è onesto, dirà che sono state intercettate 50 persone, se è disonesto dirà che Gratteri ha intercettato 10 mila persone. La realtà è che i trafficanti di droga cambiano una scheda ogni 48 ore, ma gli indagati, nonostante il numero esorbitante, restano sempre 50”. Più chiaro di così! Il testo approvato al Senato stabilisce che per intercettare un indagato sono necessari “gravi indizi di colpevolezza”. Un paradosso senza precedenti, poichè se sussistono gravi indizi di colpevolezza l’indagato può subito essere arrestato senza

bisogno di intercettarlo. Infatti sono proprio i “gravi indizi di colpevolezza” che danno al pubblico ministero la possibilità di chiederne l’arresto. Il Ddl vorrebbe indicare anche i luoghi dove è possibile intercettare, cioè soltanto dove sta avvenendo l’attività criminosa. Infatti ai magistrati sarà fornita una palla di vetro in cui vedere in anticipo dove verrà perpetrata l’azione delinquenziale. Ci sarebbe da ridere se non fosse per l’argomento che stiamo affrontando. Altro aspetto: quello del “budget prefissato”. Le Procure dovranno stabilire preventivamente i fondi da destinare alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Finiti i soldi, finite le intercettazioni. Infine c’è un altro articolo che merita un’attenta riflessione, quello secondo cui il Presidente del Consiglio deve essere informato (entro 5 giorni) dell’avvio delle operazioni di intercettazione se queste riguardano membri dei servizi segreti. E se un Presidente del Consiglio entrasse in combutta con i servizi per sovvertire lo Stato? Chi scoperchierebbe il piano criminale? “Contro i clandestini vengono impiegati esercito, flotta e ronde -ha scritto ancora Gratteri-, contro i mafiosi viene smantellato uno dei pochi strumenti investigativi ancora in mano ai magistrati”. Uno strumento che costa anche poco: per intercettare una persona 24 ore al giorno si spendono 11 euro più Iva.

supplemento al n. 3, Marzo 2010 de “il Segno”

n.

di ANDREA SEBASTIANELLI Nelle prime ore dell’alba del 18 febbraio scorso è scattata a Roma e in alcuni centri dei Castelli Romani, tra cui Rocca di Papa, un’operazione anticrimine tesa a smantellare una fitta rete di racket, usura e riciclaggio di denaro sporco. A coordinare l’operazione “Franky”, che ha visto il coinvolgimento della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Viterbo e della Polizia Municipale VIII Gruppo di Roma, è stato il Procuratore Aggiunto Leonardo Frisani della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma. Alla fine dell’operazione sono state denunciate 11 persone (di cui due donne) e sequestrati beni per circa 5 milioni di euro, tra cui conti correnti, automobili di lusso e quattro società operanti nel settore dell’edilizia e della ristorazione (una di queste gestiva fino ad alcuni mesi fa il complesso alberghiero di via Frascati a Rocca di Papa, “La Regina del Bosco”, prima che la struttura venisse ceduta agli attuali gestori che da questa vicenda hanno avuto soltanto danni d’immagine).

Un territorio preda degli strozzini

Continua in IV pagina

Lo scorso 18 febbraio l’operazione “Franky” ha smascherato un vasto giro di usura e riciclaggio, mettendo in luce il ruolo del clan dei Casamonica, che conta oltre 400 affiliati tra Roma e Provincia, e che ora ha esteso il suo controllo sull’intera regione. Sullo sfondo un “accordo inedito” stipulato con la ‘ndrangheta.

212 omicidi in due anni nella Palermo dimenticata

Le attività illecite nei nostri Comuni

ETTORE ZANCA RIPERCORRE PER NOI LE TAPPE PIU’ SIGNIFICATIVE DEI DELITTI DI MAFIA CHE IMPERVERSARONO A PALERMO TRA GLI ANNI SETTANTA E OTTANTA. MEMORIE RIAFFIORATE CHE RAPPRESENTANO UN MONITO PER CIO’ CHE E’ ACCADUTO E PER CIO’ CHE ANCORA POTREBBE ACCADERE. PERCHE’ PERDERE LA MEMORIA EQUIVALE A PERDERE UN PO’ DI NOI STESSI E DELLA NOSTRA STORIA.

RIEPILOGO DEI DATI DEL 2007 E DEL 2008 SUI REATI COMMESSI NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI ROMA. ROCCA DI PAPA E SEGNI LE PIU’ VIRTUOSE MENTRE IN ALTRI CENTRI, COME ARTENA, CIAMPINO, COLLEFERRO, VALMONTONE E VELLETRI, I REATI IN UN SOLO ANNO SONO AUMENTATI DI MOLTO.

Ettore Zanca in II e III pagina

Ettore Zanca in II e III pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

3

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

7-8

Tabella riepilogativa in VI pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

suppl.to al n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010 de “il Segno”

n.

ECOMAFIE 2010 Nel Lazio cresce l’allarme per i reati ambientali

Legambiente ha presentato il “Rapporto 2010 (riferito al 2009)” in cui il dato più eclatante riguarda la Regione Lazio che ha conquistato il secondo posto nella classifica dei reati contro l’ambiente (nel 2008 era in quinta posizione). Quasi 3.500 le infrazioni accertate. In VII pagina

Il libro del mese

Cuore di Cactus

La nostra recensione è dedicata al libro di Antonio Calabrò, “Cuore di cactus”, un vero e proprio viaggio nelle vicende che tra Palermo e Milano hanno caratterizzato la sua vita di giornalista, scrittore e manager. Un libro che ci fa guardare alcune vicende italiane sotto una luce nuova.

L’Italia e la News da mafiosità Mafiopoli

Contro il clan Casamonica la Provincia è parte civile

In V pagina

Zoomafie, smascherati i reati contro gli animali

In VI pagina

Chiude lo sportello antiusura dei Castelli?

In VI pagina

Ritratti d’autore

CARLO ALBERTO DALLA CHIESA

4

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 4 - Aprile 2010 de “il Segno”

n.

‘Ndrangheta ai Castelli, il pentito che fa paura anche alla politica L’hotel Villa Vecchia a Monte Porzio

Rocco Molè

Elemosine Aziende e minori criminali

Nel Lazio il fenomeno del- Sequestrate 15 aziende e quote riferite a ben 21 società, 170 conti correnti, automobili di lusso, oltre a ville ed appartamenti. Questi sono i numeri di una vasta operazione che ha scoperchiato il filo di collegamento fra la ‘ndrangheta e il clan dei Casamonica a Roma e nella provincia.

l’accattonaggio passa attraverso lo sfruttamento di centinaia di minori. A rivelarlo è il rapporto presendall’Osservatorio tato Regionale sulla Legalità e la Sicurezza. Un quadro che fa luce su molti aspetti inquietanti, a cominciare dall’acquisto dei bambini.

In VII pagina

9

In VI pagina

di ANDREA SEBASTIANELLI Il 22 dicembre scorso l’«Operazione Maestro», avviata dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Reggio Calabria, irrompe nei Castelli Romani e precisamente a Monte Porzio Catone dove viene posto sotto sequestro l’hotel di lusso “Villa Vecchia” (che ora ha ripreso le sue attività sotto la guida di un Commissario), ritenuto base della ‘ndrina dei temutissimi Molè. La mega struttura alberghiera alle porte di Roma, secondo gli inquirenti, serviva a riciclare il denaro derivato dalle attività illecite condotte nel porto di Gioia Tauro. Nell’operazione sono state arrestate 26 persone, tra cui Cosimo Virgiglio, considerato il principale referente amministrativo della cosca Molè, nonché amministratore di una società di import-export con la Cina operante proprio nel porto di Gioia Tauro. Lo stesso Virgiglio che, per conto della cosca, seguì le trattative per acquisire “Villa Vecchia”. Infatti, l’acquisizione del complesso alberghiero, da parte della ‘ndrangheta, avvenne nel 2007 attraverso intimidazioni e minacce nei confronti di un’imprenditrice di Sabaudia che, pur avendo un contratto di gestione della durata di dieci anni, fu costretta a lasciare la struttura.

Continua in IV

ROCCO CHINNICI Allarme Expo 2015 In un libro due giornalisti svelano il “mistero” delle infiltrazioni criminali nella capitale morale d’Italia, Milano. Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra sono già pronte ad entrare nel gioco degli appalti per spartirsi i 20 miliardi di euro stanziati per l’Expo del 2015.

In VII pagina

Chi era Rocco Chinnici, il giudice assassinato a Palermo il 29 luglio 1983? Scopritelo in questo “ritratto d’autore”.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

supplemento al n. 9 - Settembre 2010 de “il Segno”

n.

Sugli affari della ‘ndrangheta le rivelazioni del super-pentito

Inizierà il prossimo 30 settembre il processo contro i 16 esponenti della ‘ndrangheta finiti nell’inchiesta “Maestro” che il 22 dicembre del 2009 scoperchiò i vasti interessi della criminalità organizzata nelle attività di importexport nel porto di Gioia Tauro. Grande attesa per ciò che dirà Cosimo Virgiglio, l’imprenditore che ai Castelli Romani gestiva l’hotel di lusso “Villa Vecchia” a Monte Porzio Catone. Oltre a lui sul banco degli imputati ci sarà anche Angelo Boccardelli, ritenuto uomo di collegamento con le cosche calabresi

Il Clan dei La sfida Casamonica di Ardea Roma e provincia sono ormai il territorio del clan dei Casamonica che conta oltre 500 affiliati specializzati nel racket e nell’usura. Contro di loro le forse dell’ordine stanno vincendo molte battaglie ma come finirà questa guerra non è ancora chiaro.

Il Consiglio Comunale della cittadina laziale ha approvato una mozione che per la prima volta stabilisce regole chiare da parte delle istituzioni circa la costituzione di parte civile e la confisca dei beni alla criminalità organizzata. Un esempio che molte città dovrebbero seguire.

Cosimo Virgiglio

Articolo in IV pagina

il Segno

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L’INCHIESTA DI ANDREA RASETTI HA PRESO AVVIO DAL SEQUESTRO DEL LUSSUOSO ALBERGO DI MONTE PORZIO, “HOTEL VILLA VECCHIA”, SOTTOPOSTO A SEQUESTRO DAI CARABINIERI DEL ROS PERCHE’ APPARTENENTE A UN POTENTE CLAN DELLA ‘NDRANGHETA, QUELLO FACENTE CAPO AL BOSS ROCCO MOLE’. UN’INCHIESTA CHE FA EMERGERE I DIFFUSI INTRECCI ESISTENTI TRA LA CRIMINALITA’ E I CASTELLI ROMANI.

Falcone e Borsellino

Il 18/02 a Colleferro si parla di Cosa Nostra

di ANDREA SEBASTIANELLI «Io non sono uno che farfuglia. Non do opinioni. Dico che quella storia non è finita perché lo so. Basta andare a cercare chi ne è uscito alla grande quindici anni fa». Con queste parole l’ex componente della Banda della Magliana, Antonio Mancini (chiamato negli ambienti criminali romani “Nino l’accattone”), ha lasciato intendere che quella banda non ha mai smesso di operare ma è tutt’ora attiva. «La Banda della Magliana ha usato e continua ad usare i soldi di chi è morto e di chi è finito in galera. E non ha più bisogno di sparare. O almeno, di sparare troppo spesso». Queste dichiarazioni Antonio Mancini le ha rilasciate al giornalista di Repubblica Carlo Bonini che lo scorso 4 febbraio ha presentato un’inchiesta esclusiva basata, oltre che sulle dichiarazioni di “Nino l’accattone”, sui convincimenti di Lucia Lotti, il magistrato che per 15 anni si è occupato delle vicende della Banda della Magliana arrestando il presunto boss Nicoletti, e sulle indagini del Comandante del Nucleo Provinciale dei Carabinieri di Roma, Vittorio Tomasone. In realtà dichiarazioni di questo tipo Antonio Mancini le rilasciò anche nel 2008.

supplemento al n. 2 - Febbraio 2010 de “il Segno”

il Segno

Il Segno non usufruisce di alcun finanziamento pubblico, nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Da Gioia Tauro ai Castelli Romani passando per San Marino

n.

il Segno

Stampato in proprio

Non si può non sapere, non si può non dirlo

2

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

il Segno

RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

di Andrea Sebastianelli Sul numero scorso del Segno ci siamo occupati delle infiltrazioni criminali a Roma e nella Provincia. Quanto emerso ci ha fatto comprendere come le mafie non siano qualcosa distante da noi, riguardante solo le regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania), ma come ormai siano una presenza consistente del nostro territorio. La vicenda di “Villa Vecchia”, l’hotel della ‘Ndrangheta sequestrato nella vicina Monte Porzio poche settimane fa, rappresenta non un allarme ma una certezza che deve far riflettere tutti, cittadini e politici, amministrazioni pubbliche e aziende private. Ma anche noi che scriviamo sui periodici a diffusione locale. Ogni lotta alle mafie ha sempre visto anche l’impegno, di pari passo con quello delle forze dell’ordine e della magistratura, di giornalisti e scrittori locali, che più da vicino riescono ad annusare dove c’è puzza di infiltrazione criminale. Contro queste infiltrazioni le amministrazioni comunali devono iniziare a contrapporre la politica della legalità, soprattutto nell’espletamento delle gare d’appalto delle grandi opere che, come ha dimostrato l’Osservatorio regionale sulla criminalità e la sicurezza, sono uno degli ingressi degli interessi mafiosi nei nostri Comuni. Continua in IV

il Segno

Manoscritti e foto anche se non pubbliil Segno cati non si restituiscono. Il contenuto organo dell’associazione culturale degli articoli, dei servizi, le foto ed i “Terre Sommerse Castelli” loghi, rispecchia esclusivamente il Registrazione Tribunale di pensiero degli artefici e non vincola Velletri n. 5/02 del 19/02/2002 mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono DIREZIONE riservate ai soli associati e simpatizVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa zanti ed hanno carattere divulgativopromozionale nel loro stesso ambito. DIRETTORE

supplemento al n. 1 - Gennaio 2010 de “il Segno”

il Segno

ilpiccolosegno@libero.it

1 n.

il Segno

supplemento al n. 10 (ottobre 2010) del mensile indipendente

www.issuu.com/ilpiccolosegno

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

il Segno

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

il Segno

ARRESTATO IL SICILIANO PER UN GIRO DI USURA

Otto milioni di euro il valore dei beni mobili ed immobili sequestrati dalla DIA di Roma su richiesta del tribunale di Latina, riconducibili al capo cosca ‘ndranghetista Antonio Venanzio Tripodo ed ad un suo prestanome, l’imprenditore calabrese Franco Peppe. Tripodo, rimasto già coinvolto nell’operazione Damasco 2, è indicato dagli inquirenti come appartenente alla cosca detta ‘La Minore’ ed operante da anni nel sud pontino dove spartirebbe con le famiglie camorriste gli affari del Mercato Ortofrutticolo di Fondi, uno dei più grandi centri agroalimentari all’ingrosso d’Europa. Il sequestro comprende aziende, numerosi terreni, quote societarie, conti correnti e la villa ‘Ranch Jr’, villa da sogno a Fondi, abitata da Franco Peppe. (A cura di Andrea Rasetti)

il Segno

20 settembre, Roma

28 settembre, Fondi

SEQUESTRO PATRIMONIALE ALLA ‘NDRANGHETA

il Segno

Sono ventisei le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti degli appartenenti ad un importante gruppo malavitoso dedito al traffico internazionale di stupefacenti. Le persone coinvolte nell’indagine sono accusate di aver organizzato centrali di spaccio di eroina, cocaina, hashish e marijuana a Roma, Napoli, Latina, Taranto, Cosenza, Frosinone, Palermo, Vibo Valenzia e Terni. Le sostanze stupefacenti venivano importate da Tanzania, Nigeria, Turchia, Cina e Brasile.

Eseguite dalla Polizia di Stato di Palermo diciotto ordinanze di custodia cautelare tra Palermo, Siracusa, Mazara del Vallo e Roma. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del tribunale di Palermo su richiesta del procuratore aggiunto e dai pm che hanno coordinato l’inchiesta denominata ‘Building 8’, che ha permesso di ricostruire l’organigramma del gruppo criminale, accusato di spaccio internazionale di droga e detenzione a fini di spaccio. Fra gli arrestati esponenti di Cosa Nostra e insospettabili che avevano il compito di ‘corrieri’ fra la Sicilia, Napoli e Roma. Dei diciotto accusati, quattro risultano latitanti. Fra questi Marco Torello Rollero, che lavorava sulla piazza romana e per il quale è stata richiesta l’estradizione dal Marocco, paese nel quale si trova attualmente. Roberto Pannunzi, broker della ‘ndrangheta, arrestato in Spagna nel 2004, già detenuto nel centro clinico del carcere di Parma, con il regime della sorveglianza

il Segno

MAXI OPERAZIONE ANTIDROGA

22 settembre, Roma

il Segno

9 settembre, Roma

speciale, fugge dalla clinica romana, dove si trovava ricoverato per gravi motivi di salute. La fuga del Pannunzi viene scoperta dalle Forze dell’Ordine dopo una quindicina di giorni dall’avvenimento, tempo sicuramente più che sufficiente per consentire al boss un trasferimento all’estero. Gli investigatori ritengono che Roberto Pannunzi possa essere considerato “la più alta espressione del narcotraffico” della ‘ndrangheta ed interlocutore privilegiato dei produttori di cocaina colombiani; avrebbe dovuto scontare una pena definitiva di 16 anni e mezzo di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.

OPERAZIONE ANTIDROGA FRA PALERMO E ROMA

il Segno

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Frascati nella notte tra l’8 e il 9 settembre, in un blitz condotto sulla Prenestina, hanno arrestato una banda di malviventi composta da tre romeni. La banda, armata di taglierino, stava rapinando alcune prostitute. Le lucciole, tratte in salvo dagli uomini dell’Arma, sono state comunque multate in base all’Ordinanza del Comune di Roma mentre i tre arrestati saranno processati con rito direttissimo con l’accusa di tentata rapina aggravata.

il siciliano, un suo amico di infanzia, un quarantenne al quale il siciliano concesse un prestito di poche migliaia di euro. Il debito è salito in poco tempo fino a 200.000 euro che il quarantenne ha sborsato sotto pressioni, insulti e minacce anche di morte rivolti ai familiari della vittima. Con la denuncia, la polizia è riuscita a raccogliere prove sull’attività del siciliano e quindi a permettere il suo arresto. Si è accertato che il siciliano ha potuto contare dal suo giro d’affari rendite per 10.000 euro a settimana.

il Segno

PRESA LA BANDA CHE RAPINAVA LE PROSTITUTE

il Segno

9 settembre, Roma

MAFIOPOLI

Sicurezza e legalità devono impegnare la Regione Lazio

di Luisa Laurelli* Tra le Commissioni consiliari istituite di recente dal Consiglio Regionale, manca la Commissione Speciale Sicurezza e Lotta alla Criminalità, da me presieduta fino a pochi mesi fa, che ha prodotto un lavoro quasi sempre unitario divenuto importante punto di riferimento per l’intera comunità del Lazio. La Presidente Polverini si è resa conto che in questo settore è stato cancellato tutto quanto è stato fatto di buono dalle precedenti amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra? A parte le deleghe all’Assessore alla sicurezza a cui spero nella recente manovra di bilancio siano stati almeno confermati i fondi dello scorso anno, oltre alla mancata istituzione della Commissione Consiliare, mancano le nomine degli esperti dell’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza, quelle relative alla Agenzia Regionale sui Beni Confiscati alle Mafie istituita con legge regionale approContinua in VI

IL TRENO Il partito del cemento DEL RISVEGLIO Ospitiamo l’intervento del Comitato Antimafia di Latina che lancia l’allarme sul ruolo giocano nella nostra regione da società edili legate alla criminalità organizzata capaci di infiltrarsi nella politica locale per aggiudicarsi appalti milionari.

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura! In V pagina

In VI pagina

In III pagina

In VII pagina

In VII pagina

In ultima pagina

In II e III pagina

In V pagina

In VII pagina

In VI pagina

ETTORE ZANCA in II e III pagina


A Rocca di Papa (Roma)

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ROCCA DI PAPA

il Segno - Ottobre 2010

Ecco a voi l’ultima trovata elettorale, la riattivazione dell’antica funicolare

Ripubblichiamo una lettera aperta di Gennaro Spigola apparsa sul Segno di aprile ‘09

Alcuni giorni fa è stato pubblicato un articolo su “Il Messaggero” con una breve intervista al Sindaco di Rocca di Papa e al Consigliere Regionale Carlo Ponzo che riproponeva la riattivazione della Funicolare. Siccome già precedentemente con un articolo pubblicato dal vostro giornale resi noto che si trattava di una proposta a mio avviso priva di fondamento e ad oggi non ci sono stati cambiamenti che possono rendere credibile la riattivazione della funicolare, vi chiedo gentilmente di ripubblicare l’articolo apparso sul mensile di aprile 2009. Gennaro Spigola

Vista l’importanza, l’attualià e la validità delle tesi scritte nell’articolo richiamato da Gennaro, lo ripubblichiamo integralmente di seguito. Ogni qualvolta si avvicina un appuntamento elettorale, locale e non, il cilindro delle contraddizioni fa uscire un “nuovo coniglio”. In diverse occasioni sono state utilizzate le antenne che dovevano essere delocalizzate e quindi togliendo dal nostro territorio gli effetti collaterali che genererebbero, scaricandoli in altre zone, il problema. Alla faccia della responsabilità e della sensibilità!! Oggi la novità è il ripristino della funicolare, sostenendo che ci sono i finanziamenti ma non si capisce quale funzione dovrebbe avere: servizio pubblico? Servizio turistico? Se fosse la prima ipotesi (a mio avviso, paradossale) sarebbe interessante capire il percorso e i collegamenti delle varie

zone di Rocca di Papa (vorrei ricordare che lungo la vecchia linea sono state costruite delle abitazioni). Se invece fosse la seconda ipotesi, quella di un servizio turistico, il biglietto costerebbe tra i 10 e i 15 euro (una buona parte del costo della corsa andrebbe utilizzata per ammortizzare i costi), per il funzionamento servirebbero delle assunzioni e che ogni unità lavorativa avrebbe un costo di circa 30 mila euro l’anno, tra retribuzione e versamenti contributivi. Probabilmente chi propone il ripristino della funicolare non conosce molto bene la materia. Se invece di pensare a queste bizzarrie, chi di dovrebbe porre il problema di utilizzare in modo razionale i finanzia-

Sit-in per il Pronto Soccorso di Frascati

Su iniziativa del sindaco di Frascati Stefano di Tommaso e di Rocca di Papa Pasquale Boccia, tutti i sindaci dell’area tuscolana (Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Rocca Priora, Grottaferrata, Colonna), hanno preso parte a un sit-in di protesta presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Frascati “San Sebastiano”, per scongiurarne la chiusura, così come annunciato dalla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, nell’ambito della riorganizzazione della sanità regionale. Un Piano che non tiene conto delle reali esigenze del territorio e del ruolo importante svolto dal Pronto Soccorso frascatano non solo per i nostri Comuni ma anche a favore della periferia sud della Capitale, in considerazione anche della presenza del casello autostradale e di importanti arterie di collegamento. (P.G.)

menti della funicolare canalizzandoli al Cotral per far svolgere in servizio più efficiente con l’aumento delle corse, visto che è l’unico collegamento per raggiungere Roma e poter riassorbire diversi servizi gestiti dai privati, che impegnano gli addetti con carichi di lavoro pesantissimi e retribuzioni bassissime. I politici che sono nelle istituzioni e che governano Rocca di Papa, invece di fare proposte che non hanno delle fondamenta, cominciassero a svolgere assemblee pubbliche, coinvolgendo la cittadinanza, avviando un percorso democratico, iniziando a parlare di tasse e tariffe (rifiuti, acqua e Irpef comunale), Piano Regolatore e abusivismo (troppo spesso tollerato). Un ultimo richiamo alla coe-

renza politica va fatto nei confronti dell’opposizione di sinistra (che avrebbe tutte le caratteristiche per svolgere un ruolo concreto e determinante nell’attività politica svolta nelle istituzioni), che troppo spesso chi la rappresenta scrive o si fa intervistare dai giornali locali e non, minacciando di inoltrare denunce sulle materie sopra citate alla Procura della Repubblica, che sistematicamente rimangono solo delle banali annunciazioni. Gennaro Spigola

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il Segno - Ottobre 2010

La fotonotizia del mese Teatro Civico

Ecco l’enorme palazzina in costruzione di fronte al Teatro Civico di via San Sebastiano. Ma era proprio necessario realizzare un edificio così grande praticamente appiccicato alla più importante struttuta culturale di Rocca di Papa? Non poteva essere un po’ meno invadente?

Dossi in via delle Muretta “Da oltre due mesi abbiamo presentato una richiesta al Comune per far ripristinare i dossi in via delle Muretta ma ancora non è successo niente”. A spiegarlo è il sig. Riccardo che abita in questa strada con la sua famiglia e che ogni volta che uno dei nipoti esce di casa stà con il patema per il timore che possa accadergli qualcosa. Via delle Muretta si trova ai Campi d’Annibale ed è una strada stretta e in discesa che molti automobilisti amano percorrere a velocità sostenuta mettendo a rischio la sicurezza

di chi ci vive. A firmare la petizione sono stati tutti i residenti che a gran voce chiedono che l’amministrazione intervenga al più presto. “Qui i dossi ci sono sempre stati –ci racconta la sig.ra Anna- erano d’asfalto, poi una volta rifatto il manto stradale non sono più stati rimessi e adesso non si vive più. Sono già accaduti degli incidenti, fortunatamente lievi e di poco conto, ma se aspettiamo ancora potrebbe succedere qualcosa di grave, e allora con chi ce la dovremo prendere?”. Il mese scorso

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pare che i tecnici comunali abbiano effettuato un sopralluogo al fine di verificare la possibilità di collocare questi dossi rallenta-traffico ma ancora nessuna notizia sulle decisioni prese è stata comunicata ai cittadini. “Noi abbiamo protocollato la richiesta al Comune e quindi qualcuno ci dovrà rispondere prima o poi!” commenta amaramente la sig.ra Anna. Speriamo che al più presto anche in via delle Muretta possa tornare un po’ di serenità. Andrea Rasetti

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Le riletture del Sognatore

Dal secondo numero di “COMUNE INFORMA” dell’Aprile 2007, intervista al Sindaco Pasquale Boccia.

DOMANDA: Riteniamo che vi siano dei problemi anche per ciò che attiene il rispetto delle regole in campo edilizio e ambientale.

RISPOSTA: E’ un problema che stiamo affrontando con forza anche grazie alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, allo stesso Corpo Forestale. Sono state riscontrate importanti irregolarità su alcuni cantieri che debbono essere punite […]. Siamo determinati a scoraggiare in modo definitivo e con tutti i mezzi le aggressioni al nostro territorio e questo abusivismo selvaggio. Rocca di Papa è un territorio importante e bellissimo, vogliamo mantenere la nostra identità di “Città del bosco” e “Città dell’ambiente”. CONSIDERAZIONE: A quando i fatti?

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MITULE

mai tagliato. Ciò, però, valeva pure per i chiamati d’allora, evidentemente attrezzati con frecce diverse, più ficcanti. Escludermi da un discorso sul dialetto è più puntuto. Nel settore sto quasi per specializzarmi. Forse, come qualcuno va dicendo, ci sono già. Ben mi sta! Così imparo! A rimanere critico, a non inquadrarmi nel Tutto bene, tutti contenti. Per cui, niente riconoscimenti, niente libro stampato, niente gettoni. Imparate, giovani. Tanto come vanno le cose si sa, che vale scoprirsi?

Come ‘nchiccu de caffè dall’ari ‘ncaratu riva au strettu deu macininu da ‘ndò esce sdelluffiatu, e primo no ‘o sapea, sosì va sciulenno l’anima mea, sapennolo. (Gianfranco Botti)

Il Comitato di Quartiere Centro storico nella sua ultima riunione ha ritenuto opportuno dare maggiore visibilità alle proprie iniziative pubblicandole su alcuni giornali del territorio. Da qualche mese le nostre comunicazioni sono affisse alle bacheche (sede e Piazza della Repubblica) ma riteniamo necessaria una maggiore informazione ai residenti del centro storico. Numerosi sono i temi che abbiamo affrontato in questi due anni (ambiente, parcheggi, consultorio, sicurezza…) ma il tema della legalità è stato definito prioritario da tutti i membri del comitato: la legalità è una guida al vivere civile, permette un miglioramento della convivenza sociale e quindi della qualità della nostra vita. La legge stabilisce quali sono i comportamenti da tenere e quelli da evitare, e purtroppo la trasgressione avviene spesso per ottenere vantaggi personali, creando però forti disagi sociali. Queste trasgressioni le viviamo nella nostra vita quotidiana. Alcuni esempi: la macchina parcheggiata in divieto di sosta che blocca il pullman o obbliga la mamma con il passeggino a camminare sulla carreggiata della strada; la casa in ristrutturazione senza esporre le relative autorizzazioni o senza rispettare le norme della sicurezza sul lavoro; rifiuti gettati per terra senza riguardo sia delle regole

sulla raccolta differenziata sia dell’ambiente, bene collettivo da tutelare. Ci rivolgiamo quindi sia ai residenti che all’Amministrazione. Ai residenti, affinché rispettino maggiormente la città dove abitano e le sue regole di convivenza: oltre ai diritti, che devono essere tutelati, esistono anche i doveri, che devono essere osservati. Ci rivolgiamo all’Amministrazione affinché dedichi maggiore attenzione alle problematiche sopra esposte. Il Comitato ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo con l’Amministrazione, segnalando le istanze dei residenti e presentando, talora, soluzioni ai problemi sollevati. Abbiamo purtroppo riscontrato che i tempi della burocrazia sono molto lunghi e forse per questo molte risposte tardano ad arrivare. Attraverso il nostro referente abbiamo chiesto due incontri con l’Amministrazione, ma da due mesi attendiamo la risposta. Pensiamo quindi di rivolgerci al Sindaco per poter migliorare le modalità della nostra collaborazione. Nel mese prossimo affronteremo le problematiche relative alla sistemazione delle strade nel centro storico. NB. L’Amministrazione ci ha comunicato che i lavori di rifacimento di Via Roma e Via Ferri dovrebbero iniziare dopo la Sagra delle castagne.

30 giorni di buoni” pensieri

Ottobrata

il Segno - Ottobre 2010

di Gianfranco Botti

Non andandomi di battere le mani, sono andato dagli Anziani, come ieri aspettando domani, tra battute leggere questionando d’assi e primiere. E per cercare distrazione canto ‘sta canzone:

“Più attenzioni per il primo quartiere di Rocca” La parola al “Comitato di Quartiere Centro Storico”

Si tennero a Ottobre nel 1960 le elezioni per il rinnovo dei Consigli Comunali. Per non disturbare in Roma e provincia le impegnative Olimpiadi di Agosto. Con Rocca di Papa in prima linea. Eravamo Comune olimpico, e figurammo bene. Presentando all’equitazione mondiale lo splendido scenario del Vivaro, insuperabile per gli aspetti ambientali e tecnici. Da noi l’amministrazione uscente era con Sindaco democristiano e aveva svolto un buon lavoro. Vanificato da una spaccatura di sezione che portò ad un cambio di Sindaco in corso d’opera. Gli elettori non gradirono, la lista della Torre Civica contrapposta alla socialcomunista Vanga e Stella perse. Con il sistema maggioritario i seggi furono 16 a 4. Sindaco fu Nestore Vitali, in minoranza Carlo Ticconi, l’ing. Otello Gabrielli, l’arch. Alessandro Abbati e io. A 50 anni di distanza ciò sembra opportuno ricordare per fissare qualche brano della nostra storia, visto che con gli anni passano pure i testimoni. E per fare paragoni tra l’allora e il presente. C’erano i partiti, vivi, vitali, con il direttivo, gli iscritti, l’assemblea. Se tu membro non funzionavi, o funzionavi malamente, ti cacciavano. C’era la maggioranza e c’era l’opposizione. In ruoli precisi, non comunicabili. Al riguardo, un aneddoto. Ad uno che gli aveva chiesto dove abitasse Gianfranco Botti, consigliere comunale, “Sì, ma di minoranza”, ribatté il buon Tullio Massacci, guardamacchine all’albergo Angeletto, lui essendo di maggioranza. Tanto per dire. Si attaccavano manifesti, si tenevano comizi. La politica riempiva le sezioni, s’aveva partecipazione, militanza, passione. Oggi, fanno un convegno sul dialetto e mi tengono fuori. Già era successo l’anno scorso quando si trattò del castagno. Poteva starci: tengo macchie da sempre ma non ho

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Pd, congresso senza parole

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Chi asporta i nostri giornali per gettarli?

Diversi lettori ci segnalano, ad ogni uscita del nostro mensile, che alcune persone usano prendere varie copie del giornale per poi gettarle. Fermo restando che d’ora in poi, qualora tali azioni si dovessero ripetere, presenteremo regolare denuncia alla Procura della Repubblica, ricordiamo che cosa dice l’art. 20 della Legge sulla Stampa (Legge n. 47 dell’8 febbraio 1948): “Chiunque asporta, distrugge o deteriora stampati per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge, allo scopo di impedirne la vendita, distribuzione o diffusione, è punito, se il fatto non costituisce reato più grave, con la reclusione da sei mesi a tre anni. Con la stessa pena è punito chiunque con violenza o minaccia impedisce la stampa, pubblicazione o diffusione dei periodici, per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge. La pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite o in luogo pubblico, ovvero presso tipografie, edicole, agenzie o altri locali destinati a pubblica vendita. Per i reati suddetti si procede per direttissima”. Invitiamo i nostri lettori, qualora abbiano assistito a tali abusi, a segnalarceli anche in forma anonima per lettera o per mail (ilpiccolosegno@tiscali.it).

L’allarme lanciato dalla Cgil scoperchia gli interessi e le infiltrazioni criminali a Roma e nell’intera provincia

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Il nostro no al processo breve

di Roberto Saviano Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. Segue a pagina 6

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Stampa locale pubblica e privata

di Sergio Rasetti A Rocca di Papa l’informazione locale è assicurata essenzialmente dalla pubblicazione ufficiale del Comune “Comune Informa” e da “il piccolo Segno” redatto, diffuso e finanziato da un gruppo di volenterosi che cercano di assicurare una minima informazione sulle cose di casa che tutti mormorano, mentre chi di dovere, fa finta di non sentire o conoscere. In tanti attendono, ogni mese, l’uscita de “il piccolo Segno”, sicuri di trovare qualche argomento interessante, descritto da punti di vista non istituzionali, che può far capire meglio la realtà. Le pagine del periodico comunale, stampato su carta di pregio e diffuso in modo capillare, sembrano non rispondere molto alle aspettative di informazione dei cittadini sulle cose della Casa Comunale, sulle delibere di Consiglio Comunale, sulle decisioni della Giunta Municipale, sul lavoro delle Commissioni Consiliari, SEGUE A PAGINA 8

Anno VII, n. 6 - Giugno 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

mensile indipendente di attualità,

informazione e cultura

Anno VIII, n. 10 - Ottobre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

di Andrea Sebastianelli “Signor Assessore, ha letto che cosa ha scritto il Segno?”. Risposta dell’Assessore: “Quelli scrivono solo falsità… sono solo contro”. Questo breve scambio di battute mi permette di chiarire che il nostro mensile non è contro nessuno, né tantomeno contro l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Boccia. Semplicemente ci limitiamo a raccontare dal nostro punto di vista le cose che ci accadono intorno. Non condividiamo, spiegandolo, molte delle scelte di questa amministrazione semplicemente perché le riteniamo deleterie per il futuro di Rocca di Papa. Però è vero ciò che si pensa, cioè che siamo un “giornale contro”. Siamo contro chi esercita il potere in modo arrogante; siamo contro chi vorrebbe ridisegnare il nostro territorio solo in base agli interessi dei costruttori infischiandosene dell’interesse collettivo; siamo contro chi dice una cosa e poi ne fa un’altra; siamo contro le politiche improvvisate che hanno ridotto a brandelli il nostro centro storico;

SEGUE A PAGINA 8

LA MENTE E’ COME UN PARACADUTE. FUNZIONA SOLO SE SI APRE.

Albert Einstein

ALL’INTERNO “SPECIALE MONTE CAVO”

AL CENTRO DEL GIORNALE 4 PAGINE PER CONOSCERE I FATTI

Dissesto idrogeologico

La task-force del Comune

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Vince Franceschini

Pd, congresso senza parole

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d’Arte

Dieci anni di verità, mezze verità ed omissioni di una classe politica asservita ai nuovi potenti

Studi d’Arte

P.C.R. la farsa continua

Solo debiti e niente turisti

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Un residente ci scrive che...

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informazione e cultura

Anche Rocca di Papa avrà il suo ecomostro, a ridosso del centro storico, ben visibile dalla campagna romana. Il Sindaco vorrebbe erigere questo “monumento alla bruttezza” ma il WWF protesta e Parco e Sovrintendenza chiedono un’opera adatta al contesto del quartiere medievale roccheggiano

Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.

Paolo Borsellino

Questo parcheggio s’ha da fare, ma... rendiamolo più bello

di Andrea Sebastianelli Centomila metri cubi distribuiti su sette piani. Sono questi i dati allarmanti del parcheggio che dovrebbe sorgere a ridosso del centro storico di Rocca di Papa, in piazza Valeriano Gatta. Qualsiasi persona con un po’ di sale nella zucca si rende conto dell’eccessiva mole di cemento per un parcheggio che dovrebbe risolvere soltanto le esigenze di un’area marginale del paese, abbastanza fuorimano (interessando solo un lato dell’antico quartiere bavarese) e del tutto distaccata dagli altri grandi quartieri, Campi d’Annibale e Vigne. Perchè allora non realizzare un progetto più adatto a quest’angolo di paese, arricchitosi negli ultimi anni di un bel teatro comunale? Perchè questa ostinazione? SEGUE A PAGINA 12

A Monte Cavo

Alle pagine 8 e 9

informazione e cultura

Dalla lettera di Giacomo Ulivi, partigiano assassinato dai fascisti nella piazza grande di Modena il 10 Novembre 1944

Il Consiglio Comunale del 15 luglio ha rigettato tutte le Osservazioni al nuovo Piano Regolatore presentate dai cittadini, perchè ritenute incongruenti, ma poi le ha fatte sue inserendole nelle 22 Osservazioni Comunali, stravolgendo di fatto il P.R.G. progettato dall’Architetto Marco Putano.

Alle pagine 12 e 13

Fondi Regionali

Dopo lo scempio

A pagina 10

A pagina 14

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Il 27 settembre sarà a Rocca di Papa

Sindaci e Parco A pagina 8

di Andrea Sebastianelli Sono filtrate notizie sugli incontri che i Sindaci hanno avuto per esaminare il Piano di Assetto del Parco, uno strumento essenziale che tutti invocano da anni. E, adesso che è giunto al traguardo, che cosa succede? Che alcuni dei Sindaci che lo avevano sempre ritenuto fondamentale, che consideravano il Parco un ente dimezzato proprio perché privo di questo importante strumento, si sono messi sulla difensiva e ritengono ora il Piano di Assetto una minaccia, un pericolo, un elemento che “limita lo sviluppo”, qualcosa che riduce le loro libertà di manovra. E’ proprio così? Lo è se un Sindaco si considera il “padrone” del “suo” territorio; oppure se vede con fastidio o con imbarazzo, la presenza del Parco, e giudica come “intromissioni” le prerogative di controllo che la legge attribuisce all’Ente.

Pericolo Test per la Ripartono prostata i lavori per i tombini Studi d’Arte Via delle Calcare

PrevenzioneAvis Pentima Stalla A pagina 19

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Parla Don Franco

“Vicini agli emarginati”

mensile indipendente di attualità, informazione e cultura

Anno VII, n. 6 - Giugno 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi

Leo Longanesi

Sulle antenne di Monte Cavo si continua a tacere. Perchè?

Guai a dire una parola sui tralicci di Monte Cavo. Tutti sembrano far finta che il problema non esista, che d’improviso le antenne non siano più dannose alla salute, che la vetta dell’antico Mons Albanus sia stata cancellata letteralmente dalle carte geografiche. Quelli che guidavano le proteste di piazza sono scomparsi. Quelli che chiedevano alla politica di risolvere il problema si sono dissolti. Anche il Comitato di Quartiere dei Campi preferisce trincerarsi dietro il silenzio.

ARTICOLI ALLE PAGINE 12 e 13

Mons. Martinelli nuovo Vescovo

Lavori di Scavi alla Ecco la recupero Fortezza Via Sacra e... abusi Studi d’Arte

Festa dei 100 anni

La nipote di M.S.De Rossi

No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere...

mensile indipendente di attualità,

Anno VIII, nn. 7/8 - Luglio/Agosto 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Il Comune fa sue quasi tutte le 383 Osservazioni al nuovo P.R.G.

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SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9

Strisce blu addio? Boccia-De Santis Nuova denuncia Ora che la Via Sacra politica ha invaso Cittadinie Botta e ogni settore referendum risposta scempio!

di Andrea Sebastianelli I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela con una scarsa conoscenza dei problemi della gente. Gestiscono interessi, i più diversi, i più contraddittori, talvolta anche loschi, senza perseguire il bene comune. Non promuovono più la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. I partiti hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, alcuni grandi giornali.

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Anno VIII, n. 5 - Maggio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Credo che sia vera la profezia di Maria Valtorta: dopo duemila anni l’umanità arriva al bivio. Noi abbiamo tradito il cristianesimo. La chiesa è fatta dai poveri, quindi la vera speranza sono i poveri. Don Franco Monterubbianesi

Dal 1998 a oggi, ricostruiamo la vera storia dei confini dell’Ente

Proseguono gli attacchi al Parco Regionale. Da chi partono? E perchè? E’ora di venire allo scoperto. ALLE PAGINE 12 e 13

Giardino degli Ulivi, questione di metodo

di Andrea Sebastianelli Nella politica roccheggiana stà tenendo banco la vicenda del “Giardino degli Ulivi”, il più grande sacco edilizio di Rocca di Papa contro il quale nel 1997 un giovane Ponzo riuscì a sconfiggere il gruppo guidato da Enrico Fondi, e su cui in seguito (per un cambio di valutazione) il centrosinistra si divise in modo brusco. Ora quell’opera è in fase di realizzazione, concretizzando il vecchio progetto di Fondi. Prima di continuare voglio premettere che il sottoscritto non è contrario al “Giardino degli Ulivi”, perchè pensare di fermare oggi l’urbanizzazione in una zona ampiamente edificata (tra Rocca di Papa e Grottaferrata) è illusorio e neppure tanto ragionevole.

mensile indipendente di attualità, informazione e cultura

Anno VII, n. 7-8 - Luglio/Agosto 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Non camminare davanti a me, potrei seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida. Cammina al mio fianco, ed insieme troveremo la via

Alberto Camus

Un recente caso di cronaca impone il monitoraggio del territorio

Viaggioa Funicolare, alcuni L’Aquila interrogativi... Protezione Civile Finalmente libera la stazione a valle

Onna dopo il terremoto

L’occupante abusivo starebbe per lasciare la piccola stazione, mentre il Sindaco annuncia per giugno la pubblicazione del bando. Ma intanto emergono alcune voci contrarie circa la riattivazione della La stazione occupata storica funicolare. A pagina 10

informazione e cultura

Le nude cifre dicono che la social card è una microscopica elemosina per pochissimi, e una macroscopica occasione di propaganda.

Michele Serra

A L L’ I N T E R N O L E I M M A G I N I E S C L U S I V E

Lo avevamo scritto: l’ex Convento di Monte Cavo stava rischiando di crollare per l’incapacità delle Istituzioni a tutelare un edificio dichiarato monumento nazionale. Poco prima della fine dell’anno una parte della struttura, a causa delle piogge torrenziali, è venuta giù portando con sè una storia iniziata seicento anni fa. Il Segno ha denunciato l’accaduto alleAutorità competenti, affinchè facciano chiarezza Un monumento immerso nella natura sulle cause e sulle responsabilità... mentre il vittima dell’incuria e dell’insensibilità Comune tace. Articoli alle pagg. 8 e 9 La parte crollata del Convento

SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9

Se sulle antenne Lavori Pubblici Articolo su “La Repubblica” Estatedi si continua a sparare a salve interventi

di Andrea Sebastianelli Pallottole sì ma a salve! Dopo il nostro approfondimento sul perchè del silenzio intorno ai ripetitori radio-tv di Monte Cavo, si è scatenato il putiferio. Sindaci disposti a fare il muso duro contro la Regione Lazio; Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale, fortemente irritato per i nostri articoli, dispensatore di volantini e lettere aperte; politici e politicanti pronti ad alzare il dito verso le colpe degli altri; giornalisti asserviti al potere di turno, ben attenti a non far trapelare le notizie che veramente farebbero emergere le responsabilità.

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Anno VIII, n. 1 - Gennaio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Ha ceduto parte dell’ex Convento di Monte Cavo

L’uccisione di un imprenditore romano, vicino agli ambienti criminali, ha portato alla luce un vasto giro di speculazioni edilizie, per le quali anche Rocca di Papa è finita nell’inchiesta degli inquirenti. Un terreno di via delle Barozze, pagato 350 mila euro, si è trovato al centro di una serie di acquisizioni e vendite che ne hanno fatto lievitare il prezzo finale a 5,5 milioni di euro. E mentre le indagini vanno avanti, sarebbe opportuno sottoporre a monitoraggio il nostro territorio

13 luglio

2008

Le distrazioni In Consiglio Comunale sotto accusa finisce il Parco del Palazzo Sparare nel Parco. Si può?

di Sergio Rasetti Il nostro giornale periodico ha consolidato la sua cadenza mensile grazie all’impegno di un gruppo di collaboratori intenzionati a continuare su questa strada soprattutto perché gratificati dal plauso dei lettori che ormai contano, per essere informati su tante questioni che altre pubblicazioni non hanno interesse a trattare, su “il piccolo Segno”, che poi tanto piccolo non è visto che si occupa di argomenti fondamentali della vita cittadina suscitando interesse, riflessione e dibattito. Sul contenuto degli articoli naturalmente i giudizi non sono unanimi. Chi è d’accordo, chi non lo è affatto su questo o quell’altro argomento, chi vuole dire la sua e ci chiede spazio per pubblicarla; cosa che noi facciamo volentieri perché uno dei nostri principali interessi è quello di dare voce a chi non ha mezzi propri per farlo. SEGUE A PAGINA 5

L’Amministrazione resta sul vago

Alle pagine 10 e 11

Un Nodo il curioso stretto... Giornali comunali Via delle Calcare

Guai a dire una parola sui tralicci di Monte Cavo. Tutti sembrano far finta che il problema non esista, che d’improviso le antenne non siano più dannose alla salute, che la vetta dell’antico Mons Albanus sia stata cancellata letteralmente dalle carte geografiche. Quelli che guidavano le proteste di piazza sono scomparsi. Quelli che chiedevano alla politica di risolvere il problema si sono dissolti. Anche il Comitato di Quartiere dei Campi preferisce trincerarsi dietro il silenzio.

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Strisce blu addio? Boccia-De Santis Nuova denuncia Ora che la Via Sacra politica ha invaso Cittadinie Botta e ogni settore referendum risposta scempio!

di Andrea Sebastianelli I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela con una scarsa conoscenza dei problemi della gente. Gestiscono interessi, i più diversi, i più contraddittori, talvolta anche loschi, senza perseguire il bene comune. Non promuovono più la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. I partiti hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, alcuni grandi giornali.

Un gruppo di cittadini di Rocca di Papa starebbe dando avvìo ad una raccolta di firme per chiedere la proclamazione di un vero e proprio referendum comunale pro o contro i parcheggi a pagamento istituiti due anni fa nel centro storico. A pagina 12

L’esclusione dell’ex ViceSindaco dalla maggioranza che governa Rocca di Papa continua a creare polemiche. Su “Oggi Castelli” va in scena un botta e risposta che non chiarisce i motivi della fuoriuscita di De Santis. I cittadini ancora all’oscuro.

Centinaia di cittadini hanno sottoscritto il sostegno all’esposto presentato alla Procura della Repubblica per lo scempio dell’area archeo-naturalistica della Via Sacra a Monte Cavo. Il danno è stato superiore alle previsioni. Partita una seconda denuncia.

Elettrosmog, polemiche per il mancato trasferimento dei tralicci

Rocca di Papa, Videosorveglianza equivoci e Contro la inciuci di una politica opaca. delinquenza Mancini a pagina 8 Come uscirne?

di Andrea Sebastianelli Nel 2011 Rocca di Papa dovrà eleggere la nuova amministrazione comunale che guiderà il paese fino al 2016. A quest’appuntamento elettorale la politica locale (di destra e di sinistra) dovrà giungere chiarendo ruoli e rapporti tra le forze politiche dei rispettivi schieramenti, le differenze in campo e le idee per la Rocca del prossimo quinquennio poichè l’attuale fase politica roccheggiana è poco entusiasmante soprattutto perché dimostra una confusione generale e generalizzata. Vediamo. SEGUE A PAGINA 16

Inizia la scuola

In attesa di risposte

Rasetti a pagina 9

Strada misteriosa

Salita o discesa?

La Regione Lazio cancella i 2 milioni di euro necessari per spostare le antenne di Monte Cavo. L’amministrazione comunale accusa la Presidente Polverini. Il centrodestra respinge le accuse. Siamo al solito scaricabarile. Intanto i Comitati di Quartiere di Rocca di Papa stanno studiando le iniziative da intraprendere. Una nostra proposta al Sindaco: si faccia carico il Comune, accendendo un mutuo, dei soldi necessari per il trasferimento degli impianti

Articoli alle pagine 12 e 13

E’partita la corsa alle candidature Elezioni amministrative del 2011

Torna “il borsino dei candidati” A pagina 16

Tutto per l’interno (pitture e decorazioni) e l’esterno (quarzi,silicati e silossanici)

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Non camminare davanti a me, potrei seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida. Cammina al mio fianco, ed insieme troveremo la via

Alberto Camus

Un recente caso di cronaca impone il monitoraggio del territorio

L’uccisione di un imprenditore romano, vicino agli ambienti criminali, ha portato alla luce un vasto giro di speculazioni edilizie, per le quali anche Rocca di Papa è finita nell’inchiesta degli inquirenti. Un terreno di via delle Barozze, pagato 350 mila euro, si è trovato al centro di una serie di acquisizioni e vendite che ne hanno fatto lievitare il prezzo finale a 5,5 milioni di euro. E mentre le indagini vanno avanti, sarebbe opportuno sottoporre a monitoraggio il nostro territorio

Se sulle antenne Lavori Pubblici Articolo su “La Repubblica” Estatedi si continua a sparare a salve interventi

L’estate parte con una serie di lavori che miglioreranno sicuramente la viabilità cittadina. Mentre esultano i residenti di Via delle Rose per l’asfaltatura della strada, sono stati avviati i lavori di rifacimento di Via De Luca e la messa in sicurezza di Via Alberobello. A pagina 7

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Il tentativo era quello di far passare lo scempio della Via Sacra come qualcosa di inventato... inventato dal nostro giornale per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Adesso che a segnalare lo scempio non c’è solo “Il Segno” ma anche uno dei più autorevoli quotidiani italiani come “La Repubblica” (senza tener conto di altri periodici locali) qualcuno forse sentirà il dovere di smetterla di ripetere che “sulla Via Sacra non è successo niente”. Ora è importante mantenere alta l’attenzione intorno alla salvaguardia dell’antica strada romana. A pagina 5

Incominciando col gustare un po’ di libertà, si finisce per volerla tutta. Errico Malatesta (1853-1932)

Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli

Anno IX, n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010

“Esiste un nesso tra esposizione alle onde e tumori e leucemie”

Lo ha dimostrato una perizia richiesta dal Tribunale di Roma per chiarire le responsabilità di Radio Vaticana su 137 decessi

SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9

di Andrea Sebastianelli Pallottole sì ma a salve! Dopo il nostro approfondimento sul perchè del silenzio intorno ai ripetitori radio-tv di Monte Cavo, si è scatenato il putiferio. Sindaci disposti a fare il muso duro contro la Regione Lazio; Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale, fortemente irritato per i nostri articoli, dispensatore di volantini e lettere aperte; politici e politicanti pronti ad alzare il dito verso le colpe degli altri; giornalisti asserviti al potere di turno, ben attenti a non far trapelare le notizie che veramente farebbero emergere le responsabilità.

PICCOLO

Potete ingannare tutti per un po’. Potete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potete ingannare tutti per sempre. Habram Lincoln

PICCOLO

Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli

Anno IX, n. 9 - Settembre 2010

1975-1985 gli anni che sconvolsero Monte Cavo

Palazzo-parcheggio multipiano, sette piani di bruttezza Anno VIII, n. 9 - Settembre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi

Leo Longanesi

Sulle antenne di Monte Cavo si continua a tacere. Perchè?

il Segno “ ” il Segno “ il Segno “ il Segno “ ” il Segno “ il Segno “ il Segno “ ” ” ” ” ” Verità Ecomostri La Variantona Il Silenzio! Il Parco! Speculazioni E’crollato! nascoste Noi, il potere e la verità

mensile indipendente di attualità, informazione e cultura

PICCOLO

informazione e cultura

PICCOLO

PICCOLO

mensile indipendente di attualità,

Anno VIII, n. 11 - Novembre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

PICCOLO

A pagina 8

d’Arte

La criminalità arriva e si stabilizza anche da noi

Se io ti dò un dollaro e tu mi dai un dollaro, entrambi abbiamo un dollaro. Se io ti dò un’idea e tu mi dai un’idea, entrambi abbiamo due idee.

PICCOLO

La task-force del Comune

Studi

Enzo Biagi

PICCOLO

Dissesto idrogeologico

di Roberta Querini Sono stata lontana da Rocca di Papa per 12 anni, quando sono tornata ho trovato il vuoto, ho ritrovato un paese nel degrado. Ho inscritto i miei figli nelle stesse scuole dove andavo io, ma adesso me ne pento. Mi sento responsabile di tutto quello che tutti i giorni devono affrontare. Mia figlia è una studentessa modello ma in questa scuola non riesce ad uscire al meglio. Mio figlio, a soli 6 anni, si ritrova in una classe considerata uno scarto. Nel mese di settembre ho girato, ho chiesto, ho supplicato tutte le persone che dal Comune potevano aiutarci. Nessuna risposta. Ho lasciato Roma dove i miei figli vivevano in una realtà che funzionava. La risposta del Comune è stata questa: “A Roma ci sono i soldi”; mi domando: che risposta è? Non ho chiesto un aiuto economico, ma solo giustizia, sensibilità e responsabilità verso quei bambini che saranno il nostro futuro. Segue a pagina 10

!

PICCOLO

SEGUE A PAGINA 8

AL CENTRO DEL GIORNALE 4 PAGINE PER CONOSCERE I FATTI

Lettera sulla nostra scuola

32 PAGINE

PICCOLO

di Andrea Sebastianelli “Signor Assessore, ha letto che cosa ha scritto il Segno?”. Risposta dell’Assessore: “Quelli scrivono solo falsità… sono solo contro”. Questo breve scambio di battute mi permette di chiarire che il nostro mensile non è contro nessuno, né tantomeno contro l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Boccia. Semplicemente ci limitiamo a raccontare dal nostro punto di vista le cose che ci accadono intorno. Non condividiamo, spiegandolo, molte delle scelte di questa amministrazione semplicemente perché le riteniamo deleterie per il futuro di Rocca di Papa. Però è vero ciò che si pensa, cioè che siamo un “giornale contro”. Siamo contro chi esercita il potere in modo arrogante; siamo contro chi vorrebbe ridisegnare il nostro territorio solo in base agli interessi dei costruttori infischiandosene dell’interesse collettivo; siamo contro chi dice una cosa e poi ne fa un’altra; siamo contro le politiche improvvisate che hanno ridotto a brandelli il nostro centro storico;

ALL’INTERNO “SPECIALE MONTE CAVO”

Anno VIII, n. 12 - Dicembre 2009

Periodico mensile dell’Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

PICCOLO

Noi, il potere e la verità

Albert Einstein

Ai giovani giornalisti dico: raccontate sempre la verità. Anche se costa molto.

PICCOLO

informazione e cultura

Buon Natale

d

mensile indipendente di attualità,

Anno VIII, n. 10 - Ottobre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

LA MENTE E’ COME UN PARACADUTE. FUNZIONA SOLO SE SI APRE.

PICCOLO

PICCOLO

il Segno “ il Segno “ ” il Segno “ il Segno “ ” il Segno“ ” il Segno “ il Segno “ ” ” ” Riparte la lotta Di antenne Mafiopoli Verità Il Silenzio! azioni Specul L’inchiesta si muore nascoste Quando i Parcheggio Parco politici sono Ascensore intolleranti trappola

di Sergio Rasetti Ho avuto rapporti più o meno stretti e confidenziali con Sindaci e politici di ogni livello nelle prime due parti della mia vita. Dopo aver imboccato allegramente la terza parte, quella che comincia a 60 anni, mi sono imbattuto in uno di questi politici molto preso dal suo ruolo che, come pochi altri, non tollera critiche e posizioni diverse dalle sue, e che, forse infastidito per le cose da me scritte su questo giornale, mi ha definito, in privato, con un “aggettivo forte”.

A pagina 7

Boschi ai privati

Patrimonio di tutti

A pagina 10

Quartiere Vigne

Proteste per la rotonda

Alle pagine 12 e 13

Via libera anche al secondo PUA

Il futuro del Vivaro è fatto di cemento A pagina 8

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Maria Tamilia, nipote del grande studioso Michele Stefano De Rossi, ha compiuto 100 anni. A pagina 19

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Il fondatore di Capodarco parla dei disagi della nostra società globalizzata e dei nuovi progetti. A pagina 6

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SEGUE A PAGINA 3

Un gruppo di cittadini di Rocca di Papa starebbe dando avvìo ad una raccolta di firme per chiedere la proclamazione di un vero e proprio referendum comunale pro o contro i parcheggi a pagamento istituiti due anni fa nel centro storico. A pagina 12

L’esclusione dell’ex ViceSindaco dalla maggioranza che governa Rocca di Papa continua a creare polemiche. Su “Oggi Castelli” va in scena un botta e risposta che non chiarisce i motivi della fuoriuscita di De Santis. I cittadini ancora all’oscuro.

Alle pagine 5 e 11

Centinaia di cittadini hanno sottoscritto il sostegno all’esposto presentato alla Procura della Repubblica per lo scempio dell’area archeo-naturalistica della Via Sacra a Monte Cavo. Il danno è stato superiore alle previsioni. Partita una seconda denuncia.

Alle pagine 6 e 7

SEGUE A PAGINA 8

A pagina 17

Gli “Screpanti” vicini a festeggiare i 90 anni!

Una storia iniziata nel 1919

Quando l’On. Enrico Ferri propose uno strano nome A pagina 19

SEGUE A PAGINA 5

L’estate parte con una serie di lavori che miglioreranno sicuramente la viabilità cittadina. Mentre esultano i residenti di Via delle Rose per l’asfaltatura della strada, sono stati avviati i lavori di rifacimento di Via De Luca e la messa in sicurezza di Via Alberobello. A pagina 7

Il tentativo era quello di far passare lo scempio della Via Sacra come qualcosa di inventato... inventato dal nostro giornale per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Adesso che a segnalare lo scempio non c’è solo “Il Segno” ma anche uno dei più autorevoli quotidiani italiani come “La Repubblica” (senza tener conto di altri periodici locali) qualcuno forse sentirà il dovere di smetterla di ripetere che “sulla Via Sacra non è successo niente”. Ora è importante mantenere alta l’attenzione intorno alla salvaguardia dell’antica strada romana. A pagina 5

Sul settimanale “L’Espresso” del 15 gennaio scorso: “Se sfogli il giornale del tuo Comune, ci troverai il Sindaco che ti sorride benevolo in tutte le pose... Carta patinata e fiumi d’inchiostro a colori consacrati ad osannare il Pantheon dell’amministrazione pubblica... Editoria sprecona spedita gratis al cittadino, il quale però alla fine la propria copia se la paga comunque... I costi effettivi, spesso, rimangono sepolti nei bilanci”. Qualcuno ci fa sapere quanto è costato il nostro nel 2008, tutto, ma proprio tutto, compreso? Gianfranco Botti A pagina 6

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SEGUE A PAGINA 5

SEGUE A PAGINA 17

A pagina 17


il Segno - Ottobre 2010

ROCCA DI PAPA

In vista delle elezioni amministrative SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Marco Putano, progettista del nostro nuovo Piano Regolatore, il nostro giornale ha gettato un bel sasso nello stagno che ha già cominciato a far discutere. Ci auguriamo che lo stato comatoso della politica locale possa in qualche modo beneficiare delle onde concentriche provocate e che al più presto partiti, gruppi e singoli comincino la discussione alla luce del sole. Sull’operato dell’attuale Amministrazione che, come è naturale, risulta ricco di luci, ombre e chiaroscuri, bisognerà riflettere e discutere. Individuare gli aspetti positivi delle cose fatte e impegnarsi pubblicamente a portarli avanti nell’interesse di tutti; mentre sulle ombre e i chiaroscuri l’impegno dovrà essere quello di trovare soluzioni più idonee a riportare tutto in piena luce. La maggioranza che governa dal 1997 Rocca di Papa, ha prodotto (involontariamente?) una sorta di “piccola dittatura” dovuta alla totale mancanza di un’opposizione in Consiglio e nel paese. I partiti politici organizzati, a cominciare da quello sulla carta “dominante” (il Partito Democratico), praticamente ammanettato dai suoi stessi dirigenti che sono contemporaneamente anche amministratori, non hanno messo da anni in campo alcuna iniziativa politica, assistendo impotenti o indifferenti agli eventi amministrativi. Non ci meraviglia il vuoto politico in cui vive la destra locale che quando non è al potere non riesce a produrre alcunché di utile dividendosi inesorabilmente su posizioni e ruoli personali. Ciò che ci allarma è l’assenza sul campo della sinistra, divisa anch’essa, e dipendente da rappresentanti che sembrano essersi legittimati da soli o da quei pochi affiliati romantici che non trovano più la forza di scuotersi per vivere nel presente. Contemporaneamente una riflessione su quanto resta dell’Ulivo che ha dato vita all’attuale maggioranza dovrà essere fatta perché le cose sono notevolmente cambiate nel

corso di questi anni ma i principali attori di questa area politica sembrano non tenerne affatto conto dando l’impressione di volersi chiudere nel bozzolo amministrativo nel quale i singoli hanno consolidato posizioni personali che nessuno può rimettere in discussione. Giunti in piena era “berlusconbossiana” che sta portando il Paese al disastro sociale e culturale, la sinistra e il centro-sinistra non possono permettersi più dirigenti vecchi, stanchi, troppo condizionati dalla storia politica personale, incapaci di capire i giovani e le problematiche della nuova società, attaccati a un ruolo che ormai considerano “un lavoro” e non più “una passione politica”. Occorrono donne e uomini che facciano o rifacciano un passo avanti mettendoci la faccia e un impegno nuovo e disinteressato. Occorre che la vecchia nomenclatura consegni quel che resta di positivo del patrimonio ideale, culturale e politico a nuove leve di ogni età per sgombrare il campo più facilmente di quella pesante coltre di sfiducia che l’intera classe politica ha steso negli anni su partiti, istituzioni, uffici pubblici. Per quello che riguarda Rocca di Papa, una sinistra frammentata forse riuscirebbe a portare in Consiglio Comunale soltanto uno o due rappresentati per di più anche divisi tra loro. Un’alternativa valida, che potrebbe risultare perfino vincente, sarebbe quella di affidare la candidatura a Sindaco ad un candidato “altro”, fuori della “nomenclatura”, con il quale concordare un programma e la squadra che lo attui senza deroghe se non approvate all’unanimità da tutti gli estensori del programma stesso. Questa potrebbe essere l’ultima occasione che la sinistra democratica e intelligente ha per tornare ad un ruolo amministrativo dirigente; spetta agli uomini che la rappresentano localmente lo sforzo intellettuale e il lavoro necessari per centrare l’obbiettivo. Sergio Rasetti

elez

17

il BORSINO 2011 dei CANDIDATI ioni

CENTROSINISTRA

Il PD ha già ufficializzato la ricandidatura di Boccia ma se si andasse al voto anticipato per la caduta di Berlusconi, Boccia potrebbe diventare parlamentare e quindi salterebbe la scelta.

Marika Sciamplicotti, attuale Ass.re al Bilancio, fedelissima di Ponzo, sarebbe la soluzione ideale nel caso saltasse la ricandidatura di Boccia.

Maurizio De Santis starebbe lavorando per allargare la sua coalizione a cui, oltre ad alcune fette di centrosinistra, potrebbero inserirsi anche i delusi del centrodestra.

Arrivano conferme per Barbara Frittella candidata a Sindaco di Sinistra Ecologia e Libertà. Intorno al suo nome potrebbero raccogliersi le varie anime della sinistra roccheggiana.

CENTRODESTRA

Roberto Trinca, attuale Consigliere Comunale del PDL, sarebbe pronto alla battaglia per la conquista del Palazzo di Corso Costituente. Gino Del Nero, che avrebbe aderito al movimento di Gianfranco Fini, starebbe lavorando per allargare la sua coalizione.


18

ROCCA DI PAPA

Se il Parco diventa un bersaglio

il Segno - Ottobre 2010

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

I parchi sono territori protetti, e lo sono proprio perché belli e pregiati e per questo appetiti da speculatori e immobiliaristi. L’attacco ai Parchi, in particolare al Parco dei Castelli Romani, non è né casuale, né improvvisato e le responsabilità sono attribuibili a più parti, con gradi diversi. Il Parco regionale dei Castelli Romani è nato per volontà popolare. È l’unica area protetta regionale la cui legge istitutiva è stata voluta a gran voce dai cittadini. Questo è un fatto ed è un dato che il centro-destra dovrebbe tenere presente quando sbraita la sua politica antiparchista accogliendo i berci dei cacciatori, le truppe d’assalto dei costruttori senza scrupoli. Ma lo dovrebbe ricordare anche il centro-sinistra che fino ad ora ha assistito inerte agli affondi contro i Parchi dell’as-

sessore regionale all’Ambiente Mattei e del neo Commissario del Parco, Orciuoli (foto a lato). Se i Castelli Romani oggi non sono come la periferia est di Roma o come l’hinterland napoletano, se il suo territorio, malgrado i problemi creati dall’urbanizzazione, mantiene caratteri di qualità e pregio è perché il Parco, a dispetto di difficoltà operative e dell’ostilità di certi Sindaci e politicanti locali, ha fatto da deterrente allo “sviluppo edilizio” svolgendo un ruolo determinante e fondamentale. L’obiettivo dell’assessore Mattei è quello di azzerare qualsiasi tutela del Parco, e consentire di fare “man bassa” del suo pregiato territorio. Eccola la vera posta in gioco! Altro che “Sviluppo”! Dov’è l’opposizione? Dove si nasconde il PD? I Sindaci di

centro-sinistra largamente, maggioritari nei nostri comuni, perché non dicono nulla? Perché sono piegati a questa scellerata politica territoriale? Certo, direte voi, il Sindaco di Rocca di Papa vuole cementificare il Vivaro, quello di Velletri fa il “costruttore”, quello di Castel Gandolfo è troppo impegnato a “non vedere” gli abusivi del lago, quello di Rocca Priora deve ripianare il disavanzo di bilancio da lui stesso provocato! Come possono perdere tempo ad opporsi agli obiettivi cementificatori del centro-destra? L’assenza di una rigorosa opposizione politica a questi disegni, la incerta difesa degli interessi dei cittadini, la pervicace segmentazione delle posizioni della sinistra, il moderatismo congenito del PD producono un grave ritardo,

Il Commissario del Parco dei Castelli, Matteo Orciuoli

un’incapacità di azione, una netta corresponsabilità politica che fa diventare il centro-sinistra connivente con il centrodestra. Non possiamo aspettare più qualche prossima scadenza elettorale, bisogna tentare di agire subito, cambiare i nostri rappresentanti politici, mandare a casa chi antepone i propri interessi personali a quelli della collettività che dice di governare. Per farlo bisogna diventare una società civile attiva, rimboccarsi le maniche, salvare il salvabile, prendere l’iniziativa e se necessario, assumere un ruolo guida, al di là e prima degli schemi che i partiti ci hanno preconfezionato. Se aspettiamo le elezioni la scelta non potrà che essere, ancora una volta, tra il meno peggio! Picchioverde picchioverde.posta@gmail.com

10 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPA

1

che attendono una risposta da 439 giorni

Sig. Sindaco, dopo tre anni dalla sua elezione ritiene che il fenomeno dell’abusivismo edilizio su tutto il territorio comunale sia ormai stato messo sotto controllo?

2

Sig. Sindaco, approvare vari piani di edificazione estesi a pioggia su tutto il territorio comunale con varianti al Piano Regolatore vigente, decise di volta in volta, pensa sia stata la scelta più opportuna?

Sig. Sindaco, non crede che affidare dele3 ghe a Consiglieri ed incarichi a tecnici per i quali si può configurare un possibile conflitto di interessi con le proprie attività professionali o commerciali non garantisce imparzialità e obiettività nelle decisioni amministrative da prendere?

4

Sig. Sindaco, non crede che la principale vigilanza su abusi edilizi, dislocazione e legittimità delle antenne, controllo del territorio comunale per prevenire i reati ambientali spetti, in particolar modo, ai Vigili Urbani che in seconda battuta possono chiedere la collaborazione di Parco, Forestale, Carabinieri e non viceversa?

questro per l’inchiesta avviata dalla magistratura. Più recentemente, nel mese di giugno 2009, la Divisione Anticrimine della Polizia ha arrestato due pluripregiudicati accusati di aver acquisito illecitamente diversi beni immobiliari (tra cui alcune ville di Rocca di Papa) per conto della criminalità organizzata. Non sarebbe il caso di istituire una commissione consiliare che metta la lente d’ingrandimento sull’intero territorio di Rocca di Papa al fine di verificare l’esistenza o meno di acquisizioni sospette di terreni ed immobili da parte di personaggi o società “chiacchierate”?

6

Sig. Sindaco, vuole spiegare ai suoi cittadini come mai in Consiglio Comunale è stata proposta e approvata dalla sua maggioranza la richiesta di tenere fuori dal perimetro del Parco Regionale il Centro Storico, i Campi d’Annibale e il Quartiere Vigne, scelta che comporterebbe la contemporanea esclusione dal perimetro del Parco perfino della sua sede istituzionale? Ci elenca, per favore quali sarebbero i vantaggi per la comunità roccheggiana?

Sig. Sindaco, sulla vicenda del Piano di As7 setto del Parco, Lei ha chiesto l’istituzione di Sig. Sindaco, il 28 febbraio 2008 venne as5 sassinato a Roma Umberto Morzilli, ritenuto una fascia all’interno del Parco adibita alla dagli inquirenti un personaggio vicino alla caccia. Ci può spiegare chiaramente qual è la posizione della Sua amministrazione in merito? “Banda della Magliana”. Morzilli, attraverso alcune operazioni speculative, Sig. Sindaco, ad occhio nudo le antenne aveva acquisito dei terreni in Via delle Barozze per 8 televisive e radiofoniche che svettano nei circa 350 mila euro. Terreni poi rivenduti, a distanza nostri boschi nell’ultimo anno sembrano esdi pochi anni, a 5,5 milioni di euro e sottoposti a se-

sere aumentate in modo esponenziale. Ci può, per favore, assicurare che la situazione è tenuta costantemente sotto controllo dalla sua amministrazione e garantire ai cittadini che la salute di tutti è salvaguardata da controlli puntuali delle potenze stabilite dalle leggi vigenti? Ci può dire se sono stati eseguiti controlli a sorpresa, e quando, sulle potenze di trasmissione in esercizio?

9

Sig. Sindaco, ci può spiegare perché Lei, che sui temi dell’inquinamento dovrebbe essere maggiormente sensibile visto che i roccheggiani subiscono da oltre trent’anni i danni provocati dai ripetitori radio-tv, è tra i firmatari della lettera con cui alcuni primi cittadini dei Castelli, malgrado la contrarietà di gran parte dei cittadini, hanno chiesto all’allora Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, di velocizzare l’iter per la realizzazione del termovalorizzatore di Albano che dovrebbe sorgere a poche centinaia di metri dall’ospedale cittadino e a ridosso degli abitati?

10

Sig. Sindaco, come mai sul periodico “Comune Informa” appaiono solo interviste a Lei, agli Assessori e ai Consiglieri Comunali mentre non viene svolta alcuna comunicazione di servizio (facendo conoscere ai cittadini per esempio le delibere approvate dalla Giunta e dal Consiglio; gli approfondimenti sul nuovo Piano Regolatore; le Ordinanze emesse, ecc.)? E come mai i Consiglieri di minoranza non hanno diritto a nessuno spazio su tale organo d’informazione istituzionale per far sapere ai cittadini anche il loro punto di vista?

Visto che il Sindaco di Rocca di Papa non risponde alle nostre dieci domande, rivolgiamo questi stessi interrogativi anche agli Assessori e ai Consiglieri Comunali di maggioranza e opposizione.


il Segno - Ottobre 2010

Cultura e

La truffa al Sor Giovanni, tentato dalla fede

di Rita Gatta Di un tiro furfantesco ideato da alcuni individui di Rocca di Papa, fu vittima tanto tempo fa un concittadino, Giovanni, che aveva la reputazione di essere molto devoto e pio. I suoi doveri religiosi venivano prima di ogni altra cosa: la preghiera mattutina al risveglio, il segno della Croce a ogni tocco di campana o quando passava davanti ad una Chiesa o ad un’immagine sacra, le funzioni religiose seguite con devozione, l’Eucarestia ogni giorno, il rosario recitato al vespro e così via. Tale Giovanni non se la passava affatto male ed aveva sempre con sé una cassetta nella quale erano contenuti tutti i suoi averi: denaro e qualche prezioso. Non se ne separava mai e proprio per questo in alcune persone s’era inoculata la tentazione di appropriarsene. Tuttavia, tale proposito non era di facile realizzazione, proprio perché Sor Giovanni e il prezioso contenitore erano praticamente un corpo unico, difficilmente divisibile. Così cosa andarono ad escogitare gli scaltri mascalzoni? Prepararono sull’altare, una scenografia degna dei migliori artisti moderni della cinematografia e, con angeli reali e finti, vestiti di vesti candide, opportune nuvole di incenso, luci di candele tremule e non troppo luminose per mascherare la pantomima, attesero che l’ignaro concittadino entrasse in Chiesa in un momento in cui nel sacro edificio non c’erano altri fedeli. Alcuni lestofanti vestiti da cherubini intonarono un canto celestiale quando l’uomo si sedette al suo solito posto per pregare: egli alzò gli occhi verso l’altare e gli parve di scorgere il Paradiso, osservando quanto era stato allestito in precedenza. Un coro angelico intonò: - In gloria sor Giovanni che ‘n cielo te vo’ Gesù ma prima la cassetta e appriesso ce vie’ tu! – Lucido lo sguardo, fisso su quella visione celestiale, il nostro Rocchegiano non sembrava intenzionato tuttavia a separarsi dal prezioso alter ego…

19

... dintorni

Storia di un raggiro, pensato da un gruppetto di furbi roccheggiani, a cui fu sottoposto un pover’uomo per sottrargli un prezioso cofanetto

'A libbertà

Me raccontea ‘n viecchiu carbonaru che j stea ‘na vota dell’e Prata ‘n amicu siu che c’u somaru se guadagnea ‘a giornata jea ‘n mezz’ai villeggianti e j portea tutti quanti ‘n giru p’a Rocca e mai roprea a ‘occa…

Sentea i descursi d’a gente e issu ‘n dicea gnente. ‘Na vota ‘ncontreste unu che be’ j parleste

Totò nelle vesti del Barone Antonio in 47 morto che parla. Un film che ricorda lo scherzo fatto al Sor Giovanni

Ma i furfanti erano troppo astuti e determinati per arrendersi a una prima resistenza e di nuovo intonarono con ancora più convinzione melodica il “salmo” poco prima interpretato. L’uomo lasciò cadere ogni remora e, felice di essere stato prescelto per ascendere in Cielo e raggiungere il regno ultraterreno, affidò ad una fune furbescamente lasciata in pendenza dai ladri il prezioso scrigno e si preparò a librarsi nell’aria e raggiungere per sempre l’eterna dimora. La cassetta in un baleno ascese verso l’alto e scomparve. Le luci subito dopo si spensero e tutto svanì nel buio più pesto, lasciando uno sbigottito Sor Giovanni senza parole. Ogni traccia dei malviventi si dissolse e sfumò con l’acre odore della cera delle candele spente. Fu così che il povero Sor Giovanni prese coscienza della truffa, ma troppo tardi, purtroppo. Ci si chiede con apprensione, se la delusione abbia alimentato o diminuito, in qualche modo, la sua incrollabile fede!

de chello ch’ attuornu vedea e de ‘ngni cosa ch’j piacea: ‘ssai repetea comprimentosu ch’etera a Rocca ‘n situ meravijuosu. U senteste ‘n aru Rocchicianu ‘n anarchicu paesanu che ‘ssai se ‘nfrescheste e ‘ ssai sa pijeste

pecchè chillu che sentea gnente j responnea - Te fa’ dice cose troppo belle e cose vere nun so’ chelle! –

- Quanno c’a Rocca u sole resplenne se rescalla tutt’a gente: tu fa’ be’ a critica’ pecch’ è giustu mijora’

ma se j sta be’ quaccosa fattu ‘n se po’ fa de ‘n’ erba ‘n fasciu c’u somaru vede ‘a paja e p’a fame issu raja ma u libberu pensieru va difesu pe’ daveru: respettenno a verità se conquista a libbertà!-

Rita Gatta


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L’angolo della storia

CULTURA

Una nuova Europa dopo la prima guerra mondiale

di Vincenzo Rufini In quella conflagrazione moderna di uomini e di mezzi che fu la prima guerra mondiale, detta altrimenti “Grande Guerra”, vi fu uno stravolgimento storico e sociale che azzerò definitivamente la vecchia Europa degli Imperi e generò la nascita dell’Europa delle nazioni. La guerra vide la contrapposizione di due schieramenti: la Triplice Alleanza, la quale raggruppava in un’alleanza militare l’impero di Germania e il vecchio impero transnazionale dell’Austria-Ungheria, retto fin dal 1848 dall’imperatore Francesco Giuseppe I d’Asburgo. Il loro alleato era il Sultano turco, con il suo impero Ottomano, “Il Grande malato”, come lo aveva definito nella seconda metà dell’ottocento lo zar Nicola I. Nell’altro schieramento, che andava sotto il nome di Triplice Intesa, si raggruppavano l’impero Britannico, la Francia e l’impero russo dei Romanov. L’Italia, che all’epoca era definita con ironico eufemismo “l’Italietta”, liberale, monarchica e censitaria, dopo le guerre di indipendenza aveva sottoscritto, nel 1882 sotto l’impulso dell’allora capo del governo Francesco Crispi, germanofilo e ammiratore del cancelliere Bismarck, l’adesione al Trattato della Triplice Alleanza. Una scelta non cònsona alla storia d’Italia, fino allora francofila e avversaria storica di quell’Austria, nemica irriducibile nelle lotte risorgimentali; in più osteggiata dalla crescente opinione pubblica, che continuava a vedere nel paese degli Asburgo il secolare nemico. Il Trattato fu rinnovato più volte ad ogni scadenza, anche dopo l’avvicendarsi sulla scena politica di altri soggetti, espressione delle lobbies liberali dominanti in quel contesto storico. L’Europa veniva da un lungo periodo di pace, l’ultima guerra che l’aveva sconvolta risaliva al 1870, data del conflitto francoprussiano; l’equilibrio esistente era in larga misura quello stabilito

a Vienna nel Congresso del 1815. Le aspettative della società però erano mutate, non si potevano governare i popoli con gli strumenti dell’Ancien Règime, codificati in un tempo remoto; il consolidamento della borghesia nella società, l’avanzata di una nuova classe sociale, il proletariato, che cominciava ad avere coscienza di sé. Il rifiuto di prestare obbedienza ad un’autorità che fondava la sua legittimità sul diritto di casta, piuttosto che sul consenso. Il vento del nascente nazionalismo e la fede verso il progresso che muoveva i primi passi conferivano una base ideologica al sentimento di rivolta che serpeggiava. Tutto ciò contribuiva a creare un impulso al cambiamento che aspettava solo un casus belli per esplodere; avendo avuto sentore di tutto ciò che bolliva nel calderone della società, il Papa Pio X previde, con avveduta lungimiranza, che sarebbe scoppiato presto un “Guerrone”. Il 28 giugno 1914 a Sarajevo, in Erzegovina, scoppia la scintilla che incendierà il vecchio continente: il principe ereditario al trono d’Austria-Ungheria, l’arciduca Francesco Ferdinando, nipote di Francesco Giuseppe, e sua moglie, l’arciduchessa Sofia, vengono uccisi dallo studente serbo Gavrilo Princip, aiutato alla bisogna da elementi del nazionalismo serbo. L’Austria reagisce con un ultimatum alla Serbia, intimandole di smobilitare l’apparato militare; la Serbia rifiuta e l’impero Austroungarico, sostenuto dall’alleata Germania, le dichiara la guerra. Il 1 settembre comincia a divampare l’incendio. In questo contesto l’Italia, pur legata al Patto della triplice Alleanza, proclama la propria neutralità: il re Vittorio Emanuele II, il primo ministro Antonio Salandra, il ministro degli esteri, Antonio Paternò Castello marchese di San Giuliano, esitano ad intervenire. Un po’ perché l’opinione pubblica, tolta la esuberante minoranza interventista, è contraria alla guerra, un po’ perché sperano di ottenere dei compensi territoriali come l’Alto Adige, per dare

definitivo compimento al Risorgimento con l’acquisizione di quelle terre irredente. In questo contesto si inserisce il tentativo neutralista del vecchio statista piemontese Giovanni Giolitti, il quale vorrebbe ottenere tutti i vantaggi che avrebbe comportato una definitiva neutralità. La sua posizione fu definita del Parecchio, da una lettera che lo statista di Dronero scrisse ad un suo collaboratore. Nel campo neutralista si annoverano il movimento socialista che si oppone all’intervento con la ferma posizione assunta dal suo maggiore esponente: Filippo Turati; la Santa Sede con il Pontefice Benedetto XV che esperirà cauti tentativi per cautelare la neutralità d’Italia e che nel 1916 definirà il conflitto: “un’inutile strage”. Il movimento cattolico per massima parte segue la linea e le direttive del Papa, ma una sua componente moderata finirà per seguire l’onda montante della piazza e diverrà interventista. La minoranza interventista, facente capo al poeta vate Gabriele D’Annunzio, che con la sua eloquente e trascinante oratoria infiammerà le piazze d’Italia, soprattutto con il discorso tenuto a Quarto in occasione dell’anniversario della partenza dei Mille (5 maggio), e all’ex direttore dell’Avanti, Benito Mussolini divenuto anche lui acceso interventista, contribuirà a far prevalere l’atteggiamento della minoranza interventista sulla maggioranza neutralista, capovolgendo i rapporti di forza. A fronte di ciò il nuovo ministro degli esteri, Giorgio Sidney Sonnino, esponente della destra liberale, si reca in Inghilterra e sottoscrive il 26 aprile 1915 il Patto di Londra, in cui impegna l’Italia ad entrare in guerra entro un mese a fianco delle potenze dell’Intesa. Il Patto fu tenuto segreto all’opinione pubblica, ma il 28 novembre 1917 il giornale russo Izvestija lo pubblicherà integralmente, creando imbarazzo fra gli alleati. Il 23 maggio 1915 l’Italia consegna la dichiarazione di guerra all’impero Austriaco e il 24 maggio il Piave cominciò a mormorare.

il Segno - Ottobre 2010

Deflazione, che cos’è e che cosa provoca

di Mauro Artibani La deflazione. Già, se ne parla e straparla; la si nega, la si invoca. Cos’è, cosa fa? Ma soprattutto, del “male” è causa o effetto? Diamo un’occhiata: Quel dispositivo del mercato efficiente per ripristinare l’equilibrio di prezzo tra domanda ed offerta, in presenza di un eccesso di capacità produttiva ovvero di redditi insufficienti. Per la vulgata economica è invece danno. Danno derivato dalla riduzione generalizzata dei prezzi, che rimanda gli acquisti, generando stagnazione economica

e recessione. Danno perché vengono a ridursi gli utili delle aziende ed i redditi di chi lavora. Il contrasto operato dalle politiche reflattive tenta di ridurre questi danni. Ahi noi: invertire la caduta dei prezzi, mediante politiche monetarie e fiscali, gonfia il debito. Debito privato e debito pubblico che avvicina pericolosamente la soglia di innesco di quella che Irving Fisher teorizzò come Debt-Deflation: quell’inferno economico abitato da gente e istituzioni che quanto più pagano per rimborsare il debito, tanto più si trovano gravati di debiti. Si tenta con la tecnica, insomma, di rimuovere gli effetti della deflazione misconoscendone le cause. Per Lor Signori sembrano essere i prezzi più bassi, non i bassi redditi, a tagliare gli acquisti! Per approfondire il tema: PROFESSIONE CONSUMATORE Paoletti D'Isidori Capponi Editori - Marzo 2009

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STORIE

il Segno - Ottobre 2010

IL RACCONTO DEL MESE L’Orcaccio, Birbizio I e l’agnello smarrito l detto Birbizio, ossuto come un cane arrabbiato, fu svegliato presto quella mattina. Leo il macellaio, a corto di aiuti, aveva pensato a lui per andare a cari- di Noga care gli agnelli scannati appesi con le teste in giù con ancora la bava sanguigna sul muso stipati nella cantina di un pecoraro detto l’Orcaccio, nella campagna del paese. L’Orcaccio si presentava ad ogni inizio di stagione con le sue pecore, i suoi montoni ed il giovane pecoraro-guardiano. La mattina dopo il suo arrivo, all’alba, gli abitanti del paese sapevano che l’Orcaccio era arrivato perchè in lontananza si vedeva la sua tenda piantata sul Poggio. Le sue pecore andavano liberamente per i campi controllate a vista dai cani e dal guardiano che avvolto in una grande mantella nera e con a tracolla, legato con una funicella logora, un ombrello grandissimo, mangiava continuamente pane e formaggio, tagliandolo a tocchetti con un coltello a serramanico affilatissimo. L’Orcaccio manipolava il latte e faceva le ricotte, i formaggi freschi e le caciotte che vendeva o regalava qua e là a seconda delle sue convenienze. Birbizio riuscì infine a levarsi dal letto, scese i pochi gradini e si affiancò a Leo che si era ormai avviato velocemente lungo la stradetta in discesa. Salirono sul carretto, incitarono alla voce l’asino scontroso e lentamente uscirono nella campagna, verso il luogo dove l’Orcaccio appendeva i suoi agnelli scannati. Non lo trovarono di buon umore: un agnello, sculettante e presuntuoso, si era dileguato e nessuno riusciva a scovarlo; nemmeno i cani. Per non parlare del giovane pecoraro-guardiano il quale, a detta dell’Orcaccio, non avrebbe ritrovato nemmeno più la zinna di sua madre, poveretto. Orcaccio quando non andava per il verso giusto non era cosa da stargli troppo vicino: roteava gli occhi e guardava in tralice i suoi coltellacci allineati su una tavola unta e bisunta sulla quale generazioni di agnelli erano stati sacrificati. E non solo: aveva conservato anche, chissà in seguito a quale eroica impresa, un vecchio schioppo per le anatre che occasionalmente oliava e puliva diligentemente con uno scavolino spennacchiato. Affermò che la perdita dell’agnello lo rovinava, che era tutto il suo guadagno e che se non si ritrovava avrebbe fatto qualche pazzia perchè non era giusto che un pastore erede di generazioni di altri pastori avesse perduto un agnello. Leo e Birbizio ebbero un’idea: dissero al pastore che l’agnello sarebbero andati loro a cercarlo e

L’

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Frammenti

di Scrittura

In transito/2

(squarci di mambo) di Stefania Colasanti

sicuramente lo avrebbero ritrovato. L’Orcaccio accettò e i due si misero subito all’opera. Girarono per i campi ed i prati: li percorsero tutti in su ed in giù. Non si recarono nel Bosco Sacro perchè lì, sicuramente, un agnello non sarebbe mai andato: era pieno di sterpi e rovi e non certamente di erbette fresche. Poi si resero conto che la madre dell’agnello sparito non si sentiva belare disperata alla ricerca del figlioletto e questo era molto strano. Che madre e figlio fossero d’accordo? Ma le pecore le avevano ricontate? Le ricontarono: ne mancava una. Proprio la madre dell’agnello introvabile. lla notizia la rabbia e la disperazione dell’Orcaccio arrivarono al settimo cielo e quasi svenne. Birbizio pensò che quasi quasi una capatina nel Bosco Sacro era meglio farla. Senza risultato guardò tra i rovi, le grandi querce, gli agrifogli le felci: nulla. Infine, mentre sconsolato stava tornando indietro, sentì un belato tremulo e sommesso. Si avvicinò e lo vide: insieme alla madre sotto la quercia più grande e solenne del Bosco, quella millenaria, le cui fronde al vento emettevano come un suono.... sembrava una voce umana. Birbizio restò lì imbambolato a guardare senza fiatare e pensò che quella era una visione; che non aveva mai trovato l’agnello scomparso e sua madre e che, comunque, non lo avrebbe mai detto all’Orcaccio. Il quale non morì di fame per questo, anzi, le figliate successive non furono mai tanto prolifiche e negli anni successivi non gli capitò più di perdere un altro agnello: fino alla sua morte che avvenne molti anni dopo in pace con se stesso, con le pecore ed i suoi agnelli. Dicembre 2003

A

In mostra i quadri di Gabriele Novelli

Segnaliamo che, con il Patrocinio dell’Amm.ne Comunale e nell’ambito delle iniziative del Laboratorio Centro Storico, nei giorni 29-30 e 31 ottobre prossimi presso la Biblioteca Comunale di Viale Enrico Ferri, nella Sala al Piano Terra sarà visitabile l’esposizione di quadri “Colori in Mostra”, opera del nostro Noga (Gabriele Novelli), mentre al Secondo Piano sarà visitabile “Egittochepassione”.

Si deve essere scollegato qualche filo… non riesco nemmeno ad alzare il volume per coprire i lamenti, le urla sempre più forti e frequenti. Non riesco a capire da dove provengano ma non hanno nulla di poetico. Da lontano mi giunge un pianto disperato, mi ricorda Sara neonata, con quelle sue dolcissime urla all'ora della poppata. Ma è possibile che nessuno riesca a far star zitto questo bambino? Merde! Ou est-tu? Dove sei? Vediamo, come faceva quel motivetto? Com’era quella canzoncina che cantavo a mia figlia? Fischietto a fatica la ninna nanna per un po’ ma il suo pianto è inconsolabile -così- come il mio. Le lacrime trasformano questa sottile polvere in fango, con difficoltà tento di infilare la mano destra, l'unica parte sana del corpo, nella tasca dei miei pantaloni alla ricerca di un fazzoletto per arginare questa diga di disperazione. E' buio qui, non vedo cosa ho in mano e non me ne frega niente, è un buio sempre meno polveroso dei miei vestiti. Provo a ripulire gli occhi in cerca di sollievo e nello stesso istante mi accorgo della durezza di quel pezzo di stoffa. Cerco di capire, alla cieca, che diavolo sia… Con i polpastrelli tocco a fatica l'oggetto e ne disegno i contorni, tasto curioso le sue parti morbide e il suo vuoto, scoprendo che si tratta di un semplice e minuscolo sacchetto. Butto indietro a fatica la testa, la lascio cadere su un sasso o credo che lo sia, questo buio, maledetto questo buio! Chi mi ha messo questa cosa nei pantaloni? Capisco di aver fatto questa domanda a voce alta, sono forse impazzito? Che mi sta succedendo? All’improvviso, in questo cunicolo d’Averno, mi raggiunge una voce sottile: “Voodoo, Mambo Voodoo”.… E ho sentito nell'inferno un suono angelico e soave. Improvvisamente anche gli occhi, in questo assordante e deludente silenzio, riprendono a viaggiare e a volare. 2/Continua


Colori in coro a Nemi congliartistiroccheggiani STORIE

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di Rita Gatta L’autunno stimola la fantasia, la mente scivola nel profondo di ognuno di noi e i pittori, gli scultori, i poeti, i compositori sfoderano il meglio di loro stessi regalando arte. A Nemi in questi giorni, dal 18 al 26 settembre, si è tenuta, presso le scuderie di Palazzo Ruspoli, un’interessante mostra d’arte contemporanea “Colori in coro”, con il Patrocinio del Comune. Inaugurata dal Sindaco di Nemi Cinzia Cocchi e dall’Assessore Alessandro Biaggi, sulle note della Corale Liberarmonia di Castelgandolfo, numerosi pittori e scultori hanno contribuito all’allestimento della suggestiva esposizione: dipinti eseguiti con le tecniche più svariate e sculture in legno, manufatti in ceramica hanno incuriosito ed affascinano il visitatore. Da scorci paesaggistici familiari si passava a forme di espressione simbolica e personalissima. Cortesi, disponibili ed affabili, gli autori delle opere esposte, erano presenti e volentieri hanno interagito con il visitatore curioso e con tanta voglia di approfondire. Tra gli artisti che hanno aderito all’ interessante iniziativa organiz-

zata dal Professor Mauro Trombetti, tre nostri concittadini: Oriana Zamira Croce, Franco Carfagna, Silvio Gatta che hanno utilizzato colori e forme per realizzare intensi scorci ed espressività profonde o sculture particolari scaturite dalle trame irregolari delle venature e dalla cromaticità dei diversi tipi di legno; superbe anche le opere lignee di Umberto Roccia: in esse il legno era vivo e raccontava l’energia espressiva dello scultore. Tanti altri artisti hanno donato la loro anima a questa mostra: tra questi, Duilio Papini, Paola Petrucci, Anna Perrone, Pietro Catoni, Ornella Rondinotti, Lello

Saba, Maria Rita Canterani e molti altri, come Grazia La Cerva che ha esposto opere in ceramica realizzate con la tecnica Raku, un’antica tecnica giapponese legata ad antichi rituali osservati nel corso delle cerimonie del the. Una profonda emozione bloccava gli osservatori, quando l’occhio percepiva nelle opere uno scorcio paesano della propria città: riconoscere improvvisamente la bella fontana di Piazza XX Settembre, per esempio, è stato avvincente e ha fatto amare sempre di più la bellezza dell’arte che innalza l’uomo rendendolo invulnerabile all’oblio.

Domande sulle “castagne d’argento”

Non sono note le modalità utilizzate dall’amministrazione comunale di Rocca di Papa per assegnare le “castagne d’argento” (i premi annuali legati alla Sagra delle Castagne). Certo è che stando all’ultima edizione, sembra chiaro che per vedersi riconosciuto un merito bisogna necessariamente essere un Focolarino. Noi apprezziamo l’opera realizzata dalla compianta Chiara Lubich che attraverso la fede ha saputo costruire ponti basati sull’amore reciproco e il rispetto. Ma assistere ad una strumentalizzazione così palese del movimento dei Focolari appare davvero eccessivo. Uno dei premiati, dell’Ass.ne Fratelli della Stazione di Foggia, nel discorso di ringraziamento, raccontava a sua volta del premio da loro concesso al Sindaco Boccia per il suo impegno nel progetto “città della fraternità” (ispirato sempre ai Focolarini). Io premio te e tu premi me. Stessa cosa per la giornalista premiata, Donatella Trotta, conosciuta dal Sindaco durante un’iniziativa a Benevento

del 10 giugno scorso dedicata ai Focolarini e premiata anche in quell’occasione; così come l’attore Massimiliano Varrese, presente anch’egli durante il premio città di Benevento; idem per il magistrato Albino Ambrosio, anch’egli già premiato in quel di Benevento. Insomma, libero il Sindaco di premiare chi vuole ma perlomeno le paghi di tasca sua le castagne d’argento. Visto che i soldi sono pubblici (a meno di smentite) che ci dica almeno se esiste una commissione cittadina per assegnare questi premi e da chi è composta e per quali competenze. Ci dicono anche (ma ancora non abbiamo conferma) che l’artista vincitore della mostra estemporanea “Rocc’Arte” sarebbe lui stesso un focolarino. Se così fosse ci troveremmo di fronte più a una sorta di loggia massonica, in cui ogni fratello iscritto vive in simbiosi con gli altri fratelli iscritti dimenticando che tutt’intorno esiste un mondo-altro fatto di idee diverse, colorate e a volte anche migliori. A.S.

il Segno - Ottobre 2010

Invito alla lettura L’ultima notte dei Masai

di Loredana Massaro “L’armata ribelle arrivò a Tabora una sera, dopo le piogge; aveva costeggiato la linea ferroviaria che collegava i territori centrali del paese a Mwanza, sulle rive del lago Vittoria. Invase la cittadina africana entrando dalla porta settentrionale”. Così esordisce il libro di Maxence Fermine che racconta una grande storia d’amore e di avventura, l’epopea moderna di un capo bianco, un eroe solitario che, come Lawrence d’Arabia, aderisce alla causa degli oppressi e la sostiene, con la sola forza della sua volontà, a ogni costo. Tango Masai è un cavaliere senza macchia e senza paura, viene da una famiglia poverissima perché il padre è stato sempre con la testa tra le nuvole, perso nei suoi esperimenti di laboratorio tra un'invenzione e l'altra ma un giorno lascia a Tango la chiave che gli aprirà le porte della sua fortuna. Si tratta di una ricchissima vena d’oro, con la quale il giovane potrà coronare il suo sogno e sposare la bellissima regina masai, Meeyu. Decide infatti di liberare Tabora dal suo crudele tiranno e per arrivare a questo, egli ingaggia una lotta all’ultimo sangue, avvolto in eterne tuniche nere, con gli occhi cielo azzurrissimi e il volto chiaro, lo sguardo duro, deciso e triste Tango Masai umilia infine e toglie ogni potere al suo acerrimo nemico. E ottiene anche di più, quello che egli cerca in assoluto è il consenso di un popolo oltraggiato da anni e le cui sofferenze sono inenarrabili. Una strenua battaglia combattuta fino all’ultimo sangue lo porterà ad assumere il potere, tutto il popolo vuole Tango Tango, Tango Masai e la sua regina. L’uomo si adopera per instaurare un regime di libertà e democrazia, contro l’ipocrisia e lo strapotere delle potenze coloniali che hanno da secoli oppresso gli indigeni con l’avallo dell’impero britannico. Ma l’impreparazione del popolo, le rivalità tribali e alcuni drammatici eventi lo costringeranno a compiere scelte estreme e proprio l’ultima notte... Maxence Fermine, Tango Masai. L’ultimo sultano, Milano, Bompiani, 2006


RIFLETTORI

il Segno - Ottobre 2010

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L’angolo della psicologia

La “tv dei giusti” in un mondo di brutture

di Daniela Di Rosa

Una vecchia canzone di Celentano iniziava dicendo: “Apro il giornale e leggo che di giusti al mondo non ce n’è, come mai il mondo è così brutto...?”. La stessa sensazione che sento io se accendo la tv! Provo un misto di pena e disgusto per delle nonne, volgari e scollacciate, pronte a prendersi a parolacce per rimorchiare un vecchietto nel programma pomeridiano della De Filippi, quando dovrebbero preoccuparsi dell’altro “Grande Vecchio” che di lì a poco dovranno incontrare per forza. La vecchiaia è tornata di moda ma solo per ridere della

sua bruttezza... ottantenni scosciate che ballano malamente; decrepite che dovrebbero ispirare allegria e ricordano il viale del tramonto più squallido e triste; ciccioni immensi coperti solo da un fascia sulle parti intime che corteggiano una comica simpatica ma fuori luogo a C’è posta per te. Esperti di non so che cosa a discutere se lo zio ha stuprato la ragazza prima o dopo averla uccisa; giovani boxeur che uccidono donne con un pugno perchè si ribellano ad un sopruso... ho visto in tv amici di questo giovane gridare con orgoglio: “Sei uno di noi!”.

Se il mare fa bene anche agli animali

Una spiaggia francese dove i cani possono entrare. Un angolo dove si impara molto in materia di buona educazione. Spiaggia pulitissima. I cani non fanno i loro bisogni sulla sabbia, ma se accidentalmente ciò accade, i padroni ripuliscono alla perfezione prontamente. Fanno il bagno con gli uomini e quando escono dall’acqua vanno a scrollarsi lontano da tutti. Un giorno ho assistito ad una scena tenerissima. Due coniugi anziani seduti su un asciugamano con un cane altrettanto anziano, pelle e ossa per l’età. A un certo momento si sono alzati, l’uomo ha preso in braccio il cane e si sono avviati verso l’acqua. Quando l’acqua gli è arrivata alla cintola ha lasciato il cane che ha cominciato a nuotare, come fanno i bambini, senza allontanarsi dai suoi padroni. Dopo una decina di minuti è tornato dal padrone che in braccio l’ha riportato sulla spiaggia, rimesso sull’asciugamano e asciugato bene con un accappatoio tutto stampato con degli orsetti. Al momento ho pensato ad una coppia esagerata perché si comportavano come fosse un bambino. Poi il cane si è tirato su ma ha vacillato e si è subito seduto pesantemente. La pa- di drona, come avesse letto nei Ermanno miei pensieri mi ha detto: “ Ha Gatta 18 anni e le anche non lo reggono più, lo portiamo a nuotare perché in acqua è libero di muoversi e passare qualche minuto ancora felice”. Sara alla rivista “Viver Sani”

il T o c c o

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

Serena Dandini

Io non sono una di loro e lo rivendico con forza, non picchio mai uno più debole, non rido della vecchiaia, nè delle deformazioni di un corpo, non mi prendo gioco di uno sprovveduto, non difendo un violento solo perchè italiano e non condanno un uomo solo perchè straniero. E’ veramente brutto il mondo visto dalla tv, è talmente orrido che decidi di spengerla o di rifugiarti su Raiextra e rivederti tutte le vecchie puntate di Pippo Kennedy Show, o l’Ottavo nano o Avanzi e scoprire che ancora ti fanno ridere, che è ancora tutto così attuale, che non sembra cambiato niente. Dopo un’ora passata con la Dandini di vent’anni fa, o di oggi con Parla con me, ti ricredi sul mondo e pensi che non è così brutto e che di uomini giusti ce n’è, devi solo cambiare canale ed evitare certi programmi... Il mondo e la tv sono come noi ce li creiamo, basta scegliere diversamente e fare come con i medicinali, l’uso prolungato può far male e creare dipendenza!

Gent.ma Dottoressa, sono una madre preoccupata, mia figlia di 16 anni esce poco, ha qualche amica, io la incoraggio ad uscire più spesso ma lei rimane chiusa in casa, collegata ad internet per ore, dopo che ha terminato i compiti. Ho messo il filtro genitori e so che non si collega a siti pericolosi, ma passa il tempo su facebook, spero che non vada sulle chat, il mondo di internet mi spaventa, ho paura che possa conoscere qualcuno e correre qualche pericolo. Come posso fare per far sì che non passi il suo tempo solo su internet?

Cara signora, pubblico la sua mail, perché lei esprime una preoccupazione comune a molti genitori. Purtroppo il mondo del web può a volte nascondere delle insidie, tuttavia io suggerisco spesso nei casi in cui gli adolescenti abbiano problemi di socializzazione, e di timidezza eccessiva, di conversare su internet con i coetanei, perché il mezzo virtuale facilita la comunicazione, ovviamente il passo successivo dovrà essere quello del frequentare le persone nella vita reale. In adolescenza, si possono attraversare periodi in cui si preferisce la solitudine, non va certamente incoraggiata, ma a volte si ha bisogno di tempo per se stessi, per conoscersi meglio. Incoraggi sua figlia al dialogo con lei, inviti le sue amiche a casa, le consigli delle letture piacevoli, o anche dei libri di psicologia che parlano di adolescenza, potrebbero esserle utili. Le affidi magari degli acquisti da fare nei negozi, così che debba necessariamente uscire. Soprattutto però confidi alla ragazza i suoi timori, lasciandola libera di scegliere le sue amicizie anche se virtuali, ma con la consapevolezza che occorre prestare attenzione alle persone che si conoscono, sia online, sia nella vita reale. Per scrivere alla Dr.ssa Benelli: dottoressabenellibruna@ virgilio.it


il Segno dei tempi

Ultima pagina

il Segno - Ottobre 2010

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

Il quartiere dei bavaresi

Con questo disegno del maestro Carfagna invitiamo compaesani e turisti a fare una bella passeggiata nel quartiere bavarese, seguendo un percorso particolare fatto di strade e viuzze dai nomi curiosi e misteriosi che si arrampicano verso la Fortezza. E non abbiate paura di perdervi, perché Rocca di Papa è fatta come un triangolo: se si sale si finisce ai Campi d’Annibale, se si scende si finisce in piazza della Repubblica. Chi arriva

in automobile la può posteggiare lungo viale Madonna del Tufo per poi iniziare a percorrere a piedi via Gramsci. Dopo 200 metri, a destra, c’è via Monte Cavo e via Felice Cavallotti, entrambe portano nel cuore del centro storico. Prima di percorrere una delle due strade in salita consigliamo di riposarsi un poco. Chi dovesse desistere da questa prima arrampicata, può proseguire su via Gramsci fino a piazza Garibaldi. Ma anche qui, dopo aver goduto dell’immenso panorama, si incontrano due strade, via della Fortezza (ripidissima) e via Leonida Montanari (il carbonaro giustiziato a Roma agli albori dell’idea risorgimentale e che faceva il medico condotto proprio a Rocca di Papa). Salendo per quest’ultima si incontra via Sepolcro Scaccia, nome ancora oggi ricco di mistero, fino a sbucare su via della Cava (l’ex corso principale del paese) che conduce nella prima piazzetta della Rocca, piazza vecchia, dove passarono i soldati bavaresi nel 1328 durante l’assedio alla Fortezza. Qui si dipartono altre due stradine strette-strette, vicolo Piazza Vecchia e il caratteristico vicolo del Muraglione. Più avanti resterete colpiti dal groviglio di porticine basse che si affacciano sulla strada. Andando ancora su ci si congiunge con via della Fortezza oppure, svoltando a sinistra, si può arrivare in piazza del Crocifisso dove si trova una chiesetta innalzata proprio dai bavaresi. Da qui si può ridiscendere un poco e scoprire altre meraviglie di vicoli. E’ il caso di via Achtermann (uno scultore nazareno tedesco che visse per molti anni dell’800 a Rocca di Papa). Da piazza del Crocifisso, inoltre, è possibile prendere via dell’Osservatorio da dove potrete raggiungere facilmente il bel quartiere del Campi d’Annibale, e qui riposarvi un po’ prendendo un buon caffè al bar di Luciana, oppure gustare della frutta fresca dal “tacco”. Un ultimo consiglio. Girando per i vicoli, ogni tanto fermatevi ad annusare l’odore dei fiori e delle piccole oasi create dalla fantasia di alcuni roccheggiani che qui risiedono, fieri di vivere nel cuore del quartiere bavarese.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

CONSIGLIERI COMUNALI LIBERI? Sig. Direttore, mi chiedo quanto alcuni Consiglieri Comunali del nostro Comune siano effettivamente liberi di condividere le proposte della Giunta secondo coscienza e pienamente convinti del voto positivo che esprimono. Non vorrei mai che, per alcuni di essi, questa libertà possa essere limitata da una personale condizione professionale o dall’essere dipendenti di aziende che lavorano per il Comune; casi sui quali i dirigenti politici possono intervenire per fare la fortuna o la sfortuna di qualcuno. E’ evidente che l’effettiva libertà di rispondere alla propria

coscienza e all’impegno preso con gli elettori nell’esprimere il proprio voto in Consiglio Comunale potrebbe essere fortemente limitata. Materia di attenta riflessione degli elettori per il futuro perché, per decidere le cose giuste, oltre che essere onesti e capaci, bisogna essere sicuramente liberi di poterlo fare, non crede? Cordiali saluti. Lettera firmata IL COSTO REALE DEI FARMACI Sono dipendente di una ASL, mi occupo degli acquisti dei medicinali per gli ospedali e conosco il REALE COSTO DEI FARMACI. Vorrei proporre alla politica alle prese

con tagli indiscriminati alla spesa sanitaria la promozione della prescrizione dei farmaci con dose unitaria, cioè per esempio: se devo prendere per 5 giorni 3 volte al giorno un medicinale, in farmacia mi preparano un flaconcino con 15 pastiglie, anziché la scatola con 20 o 30 pastiglie preconfezionata. Si azzerano gli sprechi e si risparmiano miliardi. Non sarebbero contente le case farmaceutiche ma ne avrebbe un grande vantaggio il bilancio della sanità pubblica che come ben sappiamo sta tagliando drasticamente posti letto, personale e qualità delle prestazioni assicurate. C.D.

A CHE PUNTO E’ IL FAMOSO NODO? Gentile redazione, sono un vostro lettore assiduo e vorrei sapere a che punto è il progetto sul famoso e famigerato “nodo degli Squarciarelli”. Nessuno sembra più interessarsi. Sapreste dirmi a che punto sono i lavori? Quando dovrebbero durare? Credo che i cittadini di Grotta e dintorni dovrebbero essere informati dai rispettivi Comuni ma evidentemente l’informazione è qualcosa che le nostre amministrazioni trascurano... o meglio, che utilizzano solo per parlare delle cose positive lasciando in disparte tutto il resto. Grazie. Lorenzo Sabatini


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