Il Segno ottobre 2015

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Segno

...quello che gli altri non scrivono...

quindicinale indipendente Anno XIV, n. 10 - 1/31 ottobre 2015

www.ilsegno.org

Il Segno di Rocca di Papa

Si allarga lo scandalo delle multe recapitate ai vigili di Rocca di Papa dal Comune di Roma. Siamo a 64 in poco più di un anno. Ma l’amministrazione dice: “È normale prendere multe, tanto poi ci vengono tolte”. La legge dice il contrario

Noi stiamo dalla parte dello scrittore

Erri De Luca

ASSOLTO per le sue parole sul progetto TAV

Alle pagine 12 e 13

Silvestrini torna Calcare, la Asl scrive a parlare dei rifiuti e al Comune dichinon paga la tassa

All’ufficio Una Sagra Quale protocollo fuori dalla sindaco non si entra! tradizione per Rocca? A pagina 5

A pagina 16

La scelta di Romei

Abbandono Crestini!

Alle pagine 6 e 7

Tralicci radio-tv

Arrivano le sentenze

Alle pagine 8 e 9

Scrutatori Progetti per il Albi al rinnovo turismo

A pag. 10

A pag.10

CUL TU RA

A pagina 11

A pagina 15

Anna Onesti in mostra a Seul

A pagina 19

Ringraziamo i nostri sostenitori e collaboratori: Paolo&Alberto, Mauro, Alessandro, Jessica&Davide, Emanuela, Paola, Francesca, Roberto, Giovanni, Angela, Luana, Paola, Orlando, Luigi, Silvia&Francesca, Gaetano, Rosa, Antonello, Milvia, Orofino, Francesca&Bernardo, Giorgio, Barbara, Claudio, Alessandra, Mario, Sandro, Gianni&Gino, Alfredo&Tiziana, Diego&Pino, Federico, Anna, Bruna, Laura, Vincenzo, Anna, Gennaro&Gianni, Florentina, Maurizio, Annarita, Enea, Gabriele, Ermanno, Franco, Anna, Sonia, Alfredo, Rossana, Nadia, Bruno, Enzo, Nicola, Bruna, Italia, Fiammetta, Patrizio e Omero.

Screpanti, 96 anni e non sentirli

A pagina 20

A pagina 14

Te pare bellu

di Gianfranco Botti

A pagina 19

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di Luana

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Segno

organo quindicinale dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

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ATTUALITÀ

il Segno - ottobre 2015

L’esempio di Lucia donna della Resistenza

Si è spenta a Rocca di Papa la partigiana romana “Leda”

di Daniela Di Rosa È di poco tempo fa la gaffe della neo eletta Miss Italia. Non mi esprimo sulla manifestazione, che trovo anacronistica, ma l’ignoranza della diciottenne è talmente evidente da rasentare l’ottusità. A un giornalista di Striscia la notizia che le chiedeva: “Dimmi il nome di un personaggio storico italiano”, dopo averci pensato un po’ rispondeva: “Michael Jordan”. Cavolo, manco Garibaldi conosce! Ma la frase incriminata della miss, che per giorni ha tenuto banco sui vari social, è quella detta in diretta Tv, ed è stata pressappoco questa: “Vorrei essere nata nel 1942, per vedere la guerra da vicino, tanto sono una donna non sarei morta, non avrei fatto il soldato”. E già, perché secondo lei in guerra muoiono solo i soldati! In risposta a questa povera scellerata voglio ricordare una grande donna, morta a Rocca di Papa, al San Raffaele, lo scorso 26 settembre, Lucia Ottobrini. Lei non ha fatto il soldato, ma la guerra l’ha vissuta veramente sulla sua pelle, e da combattente per la libertà. Una donna che a soli diciotto anni (la stessa età della miss) entrò nella Resistenza romana, fece parte dei Gap centrali coi

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Due foto della partigiana romana Lucia Ottobrini

nomi di battaglia “Maria” e “Leda”, lei, che pur giovanissima mise a repentaglio la propria vita per partecipare a tante azioni partigiane (tra cui quella davanti alla caserma dell’81° Fanteria di via Giulio Cesare) per ottenere la liberazione di civili arrestati; lei che non aspettò la morte sotto le bombe, ma lottò per liberare la sua patria. Lucia Ottobrini, medaglia d’argento al valor militare, che dichiarò: «La principale motivazione della mia scelta antifascista fu sicuramente l’entrata in guerra contro la Francia, la mia seconda patria, l’infamia di un’aggressione contro un Paese che era stato già piegato dai tedeschi. Poi le leggi razziali.

Molta gente, specie nel “popolino”, aveva creduto in una matrice proletaria del fascismo e in una certa propensione ad occuparsi della povera gente e questo spiega il consenso di massa che il fascismo, e il fascino personale di Mussolini, avevano conseguito». A lei va oggi il nostro ricordo, la nostra ammirazione, e il rammarico di non averla conosciuta. Una semplice ragazza del ‘42, come ce ne erano tante, a cui dobbiamo la nostra libertà e che alla domanda: “In che epoca avresti voluto vivere”, sicuramente avrebbe risposto: “In ogni epoca ma lontana dalla guerra”. Grazie Lucia!

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ATTUALITÀ Ecco la relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione

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il Segno - ottobre 2015

La storia che ritorna e la memoria dimenticata

«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia per-

ché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di

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stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I

governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali». La relazione così prosegue: «Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione». Il testo è tratto da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, ottobre 1912. Quando eravamo noi a viaggiare su carrette della speranza. Ad perpetuam rei memoriam....

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tempi moderni di Roberto Sinibaldi

Il cambiamento dei colori della natura rende evidente il passaggio delle stagioni, il modificarsi dell’ambiente, la vitalità dei boschi. In autunno il ciclo di vita degli alberi trasforma molte chiome in gialli intensi, rossi infuocati, fino al viola o al marrone. Alla luce del mattino o ai raggi del tramonto, questi colori, già caldi nella loro tonalità, assumono sfumature dorate, spesso in bellissimo risalto con le chiome di altre specie sempreverdi, o sullo sfondo di immoti cieli blu. Per vedere tutto questo spettacolo basta fare una passeggiata, dove i boschi segnano il paesaggio e le foreste sono ancora la parte predominante del territorio di Rocca di Papa. Quello che in estate si presentava come un’intensa macchia verde, con alberi di ogni specie, in autunno mostra tutta una graduazione di colori, fino al giallo dei pioppi, o al rosso degli aceri, che punteggiano i versanti collinari. Scarponcini e macchina fotografica e si può partire, basta scegliere un sentiero, seguire un tracciato, percorrere un itinerario. La suggestione dei colori è assicurata, come pure il piacere di cogliere dettagli e assaporare panorami.

il Segno - ottobre 2015

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Le metamorfosi autunnali del colore

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Il Consiglio dei ministri il 12 ottobre scorso ha esaminato la direttiva europea 2014/63/UE sul miele. In etichetta i consumatori non noteranno grandi cambiamenti perché rimane l’obbligo di indicare il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto e, nel caso si tratti di miscela di mieli provenienti da più Paesi, specificare se si tratti di nazioni Ue, extra Ue o entrambi. La vera novità riguarda l’obbligo o meno di specificare alcune componenti specifiche del miele, tra cui il polline e a definire quest’ultimo. Nel testo della direttiva infatti viene espressamente specificato che il polline, solitamente presente nel prodotto in misura poco rilevante (0,5% circa), non è “un ingrediente” ma una “componente naturale” del miele. Secondo Coldiretti la scelta di definire una volta per tutte questa sostanza comporta delle ripercussioni soprattutto per quanto riguarda la quantità di polline Ogm ammesso. Una preoccupazione che non condivide Raffaele Cirone, presidente della Federazione apicoltori italiani (Fai) «È da considerarsi forviante l’indicazione che suggerisce al consumatore il rischio di assunzione di miele italiano contenente polline geneticamente modificato, anche in virtù della scelta recente che l’Italia ha fatto collocandosi tra quegli Stati membri dell’UE sul cui territorio è vietata la coltivazione e la sperimentazione con OGM in agricoltura». Nessun problema dunque per i consumatori di miele. (F.T.)

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il Segno - ottobre 2015

INDOVINA QUANTI SIAMO?

Al 30 settembre 2015 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 17.038 (maschi 8.421; femmine 8.617). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.459.*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

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NUMERI UTILI

Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861 TAXI Mario: 346-3684911 06-9499151 (casa)

Latrasparenzasai è come il vento... In quest’ufficio non si può entrare! *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

L’amministrazione Boccia vieta a Crestini di accedere all’ufficio protocollo

di Luigi Serafini La trasparenza nella pubblica amministrazione è uno dei temi più delicati che la politica spesso disattende. Ormai le norme che consentono ai cittadini di consultare documenti e atti pubblici sono quasi un’ovvietà, così come le norme che permettono ai consiglieri comunali di consultare e richiedere documenti e atti nello svolgimento del loro mandato istituzionale. Ma può capitare che qualche documento portato alla luce non sia gradito da chi amministra e allora ecco che, di colpo, il principio della trasparenza diventa arbitrario, condizionato da altri fattori che ne mettono a rischio la garanzia. È quello che sta capitando all’amministrazione comunale di Rocca di Papa, dopo lo scandalo delle multe che ha reso pubblici i verbali emessi dal Comune di Roma alle autovetture assegnate al comando dei vigili (vedi articolo alle pagine 12 e 13 di questo numero e quello apparso sul numero di settembre). A far emergere lo scandalo è stata un’interrogazione del consigliere comunale Emanuele Crestini, presentata il 16 settembre. Pochi giorni dopo, il 28, al consigliere viene reca-

Funicolare, la Regione paga ma la strada non c’è

L’ingresso del municipio e, in fondo, l’ufficio protocollo

pitata una bella letterina (firmata dal responsabile del settore risorse umane del Comune, Giovanni Gatta) in cui gli viene praticamente impedito di entrare all’ufficio protocollo. Proprio così, al consigliere Crestini è vietato entrare in quell’ufficio perché piccolo e non in grado di ospitare persone oltre l’impiegata addetta alla ricezione e allo smistamento della posta. Eppure, in quell’ufficio, fino a qualche anno fa, vi lavoravano addirittura in due. Come avranno fatto? Ce lo dovrebbe spiegare lo stesso Giovanni Gatta, il quale ha anche spiegato che oltre a Crestini, nemmeno il sindaco o altri

consiglieri di maggioranza e opposizione possono entrarvi. All’interno del nostro comune, quindi, è presente un ufficio pubblico dove nessuno può entrare, ma solo l’addetta al servizio e lui, Giovanni Gatta. L’avviso è talmente fuorilegge che il motivo è palese: vietare che possano essere portati alla luce altri documenti la cui pubblicità non è gradita all’amministrazione comunale. E il sindaco non dice nulla? Eppure nel suo programma elettorale del 2011 la trasparenza degli atti pubblici era uno degli elementi caratterizzanti. Ma i programmi, si sa, servono solo per vincere le elezioni.

ottobre Sabato 31 SERATA WEEN HALLO ra La masche ce in v a ll più be per d u e ! n u a cena

di MONICA e ROSELLA

di Sergio Rasetti Tutti contenti. La Regione Lazio ha sbloccato i pagamenti dovuti all’azienda che ha “ricostruito” la funicolare (che intanto aveva fermato i lavori portandosi via la chiave) e l’opera potrebbe essere completata entro poche settimane. Sindaco, stampa locale, frequentatori di Facebook danno la notizia dell’evento “straordinario”. Ma di straordinario, assurdo, anomalo, incredibile c’è la seconda parte della notizia: “Ora si tratta di realizzare la strada di collegamento tra la stazione a valle e via Frascati”. Come dire che mancano soltanto quattro panchine per la sala d’attesa sottacendo che, come sembra, i soldi per quest’opera ancora non ci sono. La verità è che, se tutto va bene, il nastro all’inaugurazione della nuova funicolare sarà tagliato dal sindaco eletto nel 2021. Congratulazioni.

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ROCCA DI PAPA A pochi mesi dalle elezioni comunali, Romei ha abbandonato il Gruppo misto

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Crestini non è più capogruppo ma per lui si aprono autostrade di Daniela Di Rosa Ricalcando il titolo di un romanzo di alcuni anni fa, “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, anche il consigliere comunale di minoranza Danilo Romei è uscito dal gruppo (misto), fondato due anni fa con l’altro consigliere Crestini, per darne vita a uno nuovo insieme al consigliere Mario Gatta. Una mossa che potrebbe attrarre anche altri esponenti del centrodestra cittadino, da Alvaro Fondi (La Destra) a Roberto Trinca (Forza Italia), fino a Gino Del Nero (ex Alleanza Nazionale). Leggendo tutti questi nomi, mi viene da pensare: squadra che perde non si cambia! Questa scelta, a pochi mesi dalle elezioni comunali, appare un po’ forzata. Certo, notoriamente Romei è più vicino ai valori della destra, e in questi anni, anche se in maniera defilata e sottotono, ha mostrato disappunto per la giunta Boccia. Ma perché entrare ora in una lista che agli occhi dei più esiste solo per non impensierire troppo il Partito democratico? In effetti ad oggi la loro campagna elettorale si fonda soprattutto sull’attacco sistematico (a reti unificate, centrosinistra e centrodestra) del consigliere di opposizione Emanuele Crestini. Guai invece a toccare la giunta Boccia... se ne guardano bene! A parte un “indimentica-

Emanuele Crestini

bile” articolo su un giornale online, dove si vedeva Mario Gatta, risvegliato dal lungo letargo avuto in questi anni in consiglio comunale, puntare il dito verso un mucchio di spazzatura, anzi a guardar bene la foto, sembrava una sagoma di cartone, il vero Mario Gatta mai punterebbe un dito con-

tro gli “amici” della maggioranza! Perciò che ci fa Romei con loro? Come mai questa decisione? Che tipo di accordo hanno sottoscritto? Pare che i primi ad esultare per la scelta di Romei, siano stati l’amministrazione comunale e lo stesso Pd. Per loro la cosa importante è isolare il più pos-

“Quelli vi stanno querelando”

La storia si ripete. Qualche giorno fa, il solito “amico” avvicina uno del Segno e gli dice: “Ho saputo per certo che quelli stanno presentando una querela”. Quelli sarebbero l’ex vice-sindaco Barbante e il consigliere comunale Mario Gatta, che proprio non manderebbero giù il fatto che il nostro giornale (gennaio 2014) abbia scoperchiato i loro affari in campo edilizio. Cari Barbante e Gatta, non sappiamo se siete voi a farci inviare tali “avvisi” dai soliti “amici” (attendiamo smentita) ma noi, da oltre un anno, stiamo aspettando questa benedetta querela, pronti a tirare fuori pubblicamente (dopo averne già scritto) i documenti in nostro possesso che, peraltro, sono atti pubblici. Andrea Sebastianelli

sibile Crestini. Romei sa benissimo che la destra roccheggiana probabilmente si presenterà divisa. È consapevole che queste liste servono solo a cercare di togliere voti a un’eventuale candidatura di Crestini che per tutta la legislatura è stato l’unico oppositore alla giunta Boccia? Come mai anche lui è pronto a dare un “aiutino” al Pd? Intanto, Crestini (che non ricoprirà più il ruolo di capogruppo non essendoci più un gruppo) si è tolto di dosso la sua zavorra, Romei più che un acceleratore era un freno, molti che si avvicinano alla sua associazione “Insieme per Rocca” hanno messo da parte le loro appartenenze politiche per supportare l’unico progetto valido per tentare di scardinare un potere che dura da decenni, un potere che facendo leva su interessi comuni di entrambi gli schieramenti (destra-sinistra) è diventato nel tempo una sorta di comitato d’affari a discapito dei cittadini, e mal sopportavano l’atteggiamento troppo poco incisivo di Romei in consiglio comunale. I giochi sono ovviamente ancora aperti e nei prossimi mesi assisteremo a incontri di ogni tipo tra i tanti politici e politicanti che ruotano intorno al palcoscenico di Rocca di Papa.

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ROCCA DI PAPA Intanto il sindaco smentisce una telefonata con Mario Gatta sulla scelta di Romei il Segno - ottobre 2015

Danilo Romei cambia casacca e se ne va con Mario Gatta

di Mario Gabbi Sul sito Internet del Segno (ilsegno.org) lo scorso 10 ottobre è stata pubblicata la notizia di una telefonata tra il consigliere di minoranza Mario Gatta e il sindaco Pasquale Boccia, in cui si dava notizia al primo cittadino del passaggio di Romei a un nuovo gruppo politico e soprattutto che Crestini era stato finalmente isolato. Il tutto qualche giorno prima del consiglio comunale di lunedì 5 ottobre che ha poi visto Romei annunciare effettivamente la decisione. Boccia ha subito smentito la notizia con toni risentiti, tacciandola di essere una burla, anche se a far trapelare la notizia era stato proprio un esponente del Partito democratico secondo il quale, mentre era in corso una riunione politica in Comune, era arrivata questa telefonata di Mario Gatta. Non il solito inciucio tra maggioranza e opposizione, insomma, ma una vera e propria strategia finalizzata a destabilizzare l’unica vera opposizione all’amministrazione Boccia, quella di Emanuele Crestini. Quello accaduto nei giorni successivi ha però dell’incredibile. Infatti, lo stesso Romei, forse accortosi di essere caduto in un trappolone, avrebbe cercato di riavvicinare Crestini con l’intento di farlo entrate in un variegato gruppo composto, tra gli altri, da Mario

Mario Gatta

Gatta, Gino Del Nero, Roberto Trinca e Alvaro Fondi. Crestini avrebbe gentilmente rifiutato e il motivo appare chiaro: prima lo isolano in consiglio e poi lo cercano. Questo è sufficiente per dire che il centrodestra cittadino è nella nebbia più fitta e la luce che forse il duo Romei-Gatta crede di intravedere in fondo al tunnel, più che essere la luce del giorno sembra essere quella dei fari di un treno. Attenzione all’impatto! Comunque, che ci crediate o no, da quella che ormai passerà alla storia come “la telefonata tra Mario e Pasquale”, emerge bene quanto la politica sia ridotta a perversi tatticismi, oscuri bizantinismi, contrasti personali, guerre per bande, interessi particolaristici. Nes-

Rocca di Papa da oltre un trentennio, nel tempo ha sempre più affinato il suo modo di fare politica. Qualcuno l’ha definito il sistema Boccia. Una untuosa accondiscendenza per cui non nega un incarico a nessuno, accaparrandosene il consenso. L’ultimo a cadere in questa rete è stato il consigliere comunale Danilo Romei. Ingenuo e inesperto, non avrà saputo resistere alla lusinga di qualche prossimo incarico, magari alla promessa di essere il candidato sindaco di una destra destinata, se tutto andrà secondo i piani, a far eleggere un paio di consiglieri. Così Romei ha fatto gruppo suna traccia di grandi ideali, con il consigliere comunale necessità collettive, bene co- Mario Gatta. Entrambi rappresentanti della destra (sì, ma quale?), Romei e Gatta sono serviti al sindaco per mettere all’angolo il consigliere di opposizione Emanuele Crestini. Poi si vedrà. Romei e Gatta, consiglieri di minoranza che in consiglio comunale non parlano quasi mai, non scalpitano certo per fare opposizione. Però, più o meno consapevolmente, sostengono Danilo Romei sempre il sistema Boccia. Intanto i problemi dei cittadini possono attenmune, esigenze dei cittadini. Il sindaco Pasquale Boccia, dere! navigato politico presente Su questo argomento puoi sulla scena amministrativa di leggere altri articoli su ilsegno.org

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Mega tralicci Wind-Tim-Vodafone aRoccasipuòmentreRomaliferma In arrivo sul nostro territorio gli impianti per la telefonia cellulare alti 30 metri

di Daniela Di Rosa Quello che a Rocca di Papa, a detta dei politici, non si poteva fare a Roma è stato possibile. Stiamo parlano dei super tralicci per la telefonia cellulare che l’amministrazione comunale vorrebbe innalzare in diversi punti del territorio, nei pressi della scuola materna dei Campi d’Annibale, a ridosso del campo sportivo, all’interno del cimitero e sulla piazza principale del paese. Tutti luoghi frequentati da migliaia di persone, che dunque saranno costrette a subire le onde emesse dagli impianti. A Roma questo non accadrà perché la giunta capitolina ha emanato un regolamento che vieta alle grandi compagnie telefoniche (Tim, Vodafone e Wind) di installare tralicci entro un raggio di cento metri da scuole, asili, ospedali, case di riposo e parchi giochi. Una distanza ritenuta di sicurezza a tutela della popolazione. A Rocca di Papa, invece, è ancora viva la memoria del consiglio comunale del 4 dicembre 2013 (delibera n. 44) in cui tutto il consiglio, tranne Emanuele Crestini, disse sì ai mega-tralicci. Non solo, di fronte alle proteste dei cittadini e alla richiesta di Crestini di fermare questa ulteriore invasione di onde elettromagnetiche, sia l’assessore Mauro Fei

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Un traliccio per telefonia cellulare

sia il consigliere del partito democratico Luca Santangeli, dichiararono che l’amministrazione era disarmata di fronte alla legge che consentiva alle compagnie telefoniche nazionali di collocare i

tralicci dove avrebbero voluto. Ma evidentemente non è così visto che il comune di Roma ha deciso di porre la tutela dei suoi cittadini sopra ogni cosa, infischiandosene delle richieste delle compa-

gnie. “La legge riconosce ai Comuni -ci ha detto Athos De Luca, presidente della commissione Ambiente del Campidoglio- la possibilità di intervenire con propri regolamenti per mitigare le conseguenze delle onde elettromagnetiche sulla popolazione”. Esattamente il contrario di quanto dissero i due esponenti dell’amministrazione roccheggiana. Amministrazione che ha poi individuato come aree idonee ad ospitare gli impiantiquelle che possono essere definite aree sensibili dal punto di vista ambientale e sociale. Lo stesso partito, il Pd, che governa Roma e Rocca di Papa, due modi diversi di concepire la gestione del territorio e la tutela della salute della popolazione.

In dirittura d’arrivo la convenzione per il museo del bosco e la Via Sacra

Il comune di Rocca di Papa e la XI Comunità montana del Lazio stanno per sottoscrivere una convenzione per valorizzare e rendere ancora più fruibile ai visitatori uno dei siti archeologici più importanti della regione, ossia la “Via Sacra”, la strada basolata di epoca romana risalente al 100 a.C. e, contemporaneamente, sistemare le aree di sosta e gli steccati di delimitazione in castagno. Speriamo che nel progetto ci sia anche il ritorno alla proprietà pubblica di un tratto della Via Sacra, sottratta

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da un cancello abusivo. Il progetto prevede la ristrutturazione di alcuni locali del Museo di Geofisica, la cosiddetta fortezza di Rocca di Papa, per realizzare al suo interno un’area espositiva del bosco e delle tradizioni popolari e contadine. La sottoscrizione della convenzione è stata decisa dalla giunta comunale riunitasi lo scorso primo settembre e prevede anche una cifra di cofinanziamento da parte dell’amministrazione. Un passo importante per definire due importanti progetti.

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Dopo 11 mesi nessuno abbatte il traliccio abusivo di monte Cavo Ecco la sentenza del TAR, di cui nessuno parla, che riguarda Europa TV

di Paola Gatta Esiste un’altra sentenza oltre a quella che riguarda le antenne di Berlusconi (Canale5Italia1-Rete4) di cui nessuno parla. Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, 11 mesi fa, ha respinto il ricorso di Europa Tv stabilendo le ragioni piene e legittime dell’ordinanza dell’agosto 2003 dell’allora sindaco Carlo Ponzo, finalizzata ad abbattere 22 tralicci radio-televisivi e 44 box presenti sulla vetta di monte Cavo. Il primo aspetto eclatante è che Europa Tv non ha nemmeno presentato ricorso, quindi la sua antenna può essere subito abbattuta ma nessuno l’ha ancora fatto. Il secondo aspetto, ancora più inquietante, è che l’amministrazione comunale di Rocca di Papa non ha mai fatto cenno di questa sentenza del TAR dell’11 novembre 2014, arrivata pochi giorni prima quella riguardante il ricorso dei legali del gruppo Berlusconi. Né il sindaco Boccia, né i nostri solerti assessori, nè tantomeno i membri di quella commissione antenne che non si capisce che cosa abbia fatto in tutti questi mesi, hanno informato i cittadini che un traliccio poteva essere abbattuto immediatameInte. Sarebbe stato il segnale che i cittadini attendono da quasi quaran-

t’anni, ma evidentemente nessuno se l’è sentita di procedere in tal senso. Fatto stà che quel traliccio sta ancora lì. Il ricorso di Europa TV si basava su un presupposto: “essere titolare di regolare concessione per la trasmissione […] e negando l’abusività delle opere, allegando una domanda di sanatoria inoltrata nel 1986” su cui si “sarebbe formato il silenzio-assenso”. Elementi che non hanno impedito alla Sezione Seconda Ter di rigettare il ricorso perché l’ordinanza presentata da Ponzo nel 2003, per i magistrati Stanizzi, Sestini e Andolfi, è “ben motivata e ben argomentata”. Anzi, studiando nei dettagli le carte, i giudici hanno aggiunto: “Ne consegue che qualora insistano vincoli sull’area interessata dalla edificazione abusiva, può escludersi che ricorra una fattispecie di silenzio-assenso”. Perché, dunque, ancora una volta, l’amministrazione comunale non provvede ad abbattere il traliccio? Invece di gridare alla vittoria dopo ogni sentenza, per poi non fare nulla a parte le chiacchiere, gli amministratori di Rocca di Papa dovrebbero limitarsi semplicemente a eseguire le sentenze. Un anno di attesa ci pare più che sufficiente.

Questa sentenza del TAR del Lazio la trovi su ilsegno.org

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Il Consiglio di Stato concede altri 6 mesi a Berlusconi ANTENNE MEDIASET

Il Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il ricorso presentato dai legali di RTI (Reti Televisive Italiane Spa: ossia Canale5, Italia1 e Rete4) contro la decisione della seconda sezione ter del TAR del Lazio che il 13 novembre 2014 aveva dato il via libera all’ordinanza di demolizione emessa il 12 agosto 2003 dall’allora sindaco Umberto Ponzo. Una giustizia lenta, che ci ha messo ben 11 anni per arrivare a sentenziare, e che ora aggiunge l’ennesimo capitolo, anche questo non definitivo, sull’occupazione abusiva della vetta di monte Cavo da parte di tralicci ed apparati di trasmissione che hanno fatto di Rocca di Papa il comune più elettro-inquinato d’Europa. Che cosa ha stabilito in definitiva il Consiglio di Stato nell’ordinanza dello scorso 8 ottobre? Di concedere a RTI (oggi El Towers Spa) altri 6 mesi di tempo per ottemperare al trasferimento degli impianti, fissando, per “la trattazione nel merito dell’appello, l’udienza calendarizzata nella prima settimana del mese di aprile 2016”. Abbattimenti rinviati, quindi. Intanto, resta da chiarire perché l’amministrazione comunale non ha eseguito gli abbattimenti scegliendo la co-

siddetta “via breve” che fa diventare esecutiva la sentenza dopo appena 60 giorni semplicemente notificando subito la decisione del TAR alla controparte (RTI). Invece il comune ha preferito attendere la pubblicazione ufficiale della sentenza, la “via lunga”, prolungando i tempi di esecuzione di ulteriori 6 mesi (scaduti lo scorso giugno) e di fatto concedendo ai legali del più grande gruppo radio-televisivo italiano di prendere altro tempo ricorrendo, come poi hanno fatto studiando bene le argomentazioni, al Consiglio di Stato. Adesso la società El Towers Spa (ex RTI) potrebbe cercare un accordo in extremis con il comune di Rocca di Papa, visto che proprio giovedì scorso, 8 ottobre (giorno della sentenza del Consiglio di Stato), gli avvocati Mediaset avrebberoo incontrato in municipio, intorno alle ore 19,00, il sindaco Pasquale Boccia e l’assessore Mauro Fei. Che cosa si sono detti? Che decisioni hanno preso? Perché si sono incontrati? Attendiamo che il primo cittadino chiarisca anche questo delicato punto, informando i cittadini di Rocca di Papa sull’accaduto. Questa ordinanza del Consiglio di Stato la trovi su ilsegno.org


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ROCCA DI PAPA

La Regione finanzia iniziative per il turismo

C’è tempo fino al 31 ottobre per presentare i progetti

di Sandro  Tabellione La Regione Lazio anche quest’anno promuove il turismo e le manifestazioni tradizionali dei comuni. Lo scorso 29 settembre l’Agenzia regionale del turismo ha infatti approvato l’avviso pubblico e la relativa modulistica che i Comuni, ma soprattutto le Pro Loco, dovranno presentare entro il prossimo 31 ottobre per ottenere i finanziamenti ritenuti necessari per dare vita a iniziative e manifestazioni in grado di generare flussi turistici ed escursionistici, con particolare riferimento agli itinerari tematici legati alla natura, alla cultura e ai luoghi sacri. I fondi stanziati dalla giunta Zingaretti, che valgono per le iniziative programmate per il prossimo anno, il 2016, prevedono uno stanziamento massimo per ciascun progetto di 25mila euro. Una cifra importante e soprat-

tutto un’occasione anche per la Pro Loco di Rocca di Papa che, in questo modo, può cominciare ad avviare un percorso finalizzato al rilancio turistico del nostro territorio. I tempi appaiono comunque stretti, consiAndrea Basili, presidente della Pro Loco derato che le richieste di finanziamento devono rispondere a torno alle tante ricchezze e ai precisi criteri progettuali su cui beni ambientali e culturali di la commissione è poi chiamata Rocca di Papa. L’invito che a decidere la graduatoria di am- facciamo alla Proloco del nomissione. La valutazione sarà stro paese (e al suo presidente incentrata particolarmente sul Andrea Basili) è di fare presto “radicamento della manifesta- mettendo insieme le “forze” del zione sul territorio con riferi- territorio così da presentare un mento alla storia, alla cultura, progetto di qualità, degno di esai beni storico-artistici, al patri- sere finanziato. monio culturale immateriale, Gli spunti non mancano e nemagli antichi mestieri e alle tra- meno le bellezze storiche e naturalistiche da cui attingere dizioni locali”. Un ampio campo di interesse idee. che sembra cucito proprio in- Forza allora, diamoci da fare!

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Scrutatori, si rinnovano gli Albi

Si rinnovano gli albi degli scrutatori e dei presidenti di seggio del comune di Rocca di Papa. Il sindaco ha affisso due specifici avvisi. Il primo è indirizzato a coloro che sono interessati a presiedere i seggi elettorali. La domanda, indirizzata al primo cittadino, dovrà essere presentata all’ufficio protocollo del comune entro il 31 ottobre, “indicando la data di nascita, la residenza, la professione e il titolo di studio”. Ricordiamo che possono presentare domanda i cittadini italiani che godono dei diritti di voto, al di sotto dei 70 anni, e che abbiano almeno un diploma di istruzione secondaria di secondo grado (diploma). Per quanto riguarda l’Albo degli scrutatori, invece, i tempi per presentare domanda sono più lunghi, fino al 30 novembre 2015. In questo caso, oltre a indicare data di nascita, residenza e condizione lavorativa, è sufficiente dichiarare di aver assolto gli obblighi scolastici. La composizione degli Albi assume quest’anno un carattere ancora più importante, visto che in primavera si terranno a Rocca di Papa le elezioni comunali.


il Segno - ottobre 2015

ROCCA DI PAPA

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Mai più conflitti di interesse il paese ha bisogno di cambiare

Si avvicinano le elezioni, i roccheggiani dovranno scegliere il nuovo sindaco

di Sergio Rasetti Con l’approssimarsi delle elezioni comunali quello che resta della politica locale riprende in qualche modo ad essere visibile. Il PD al governo della città da 20 anni non sembra temere alcun avversario. Ma gli elettori vorranno raggiungere le nozze d’argento (25 anni) con gli stessi amministratori che hanno praticato falle irreparabili alla barca paese? A sentirli queste nozze sono improbabili. Anche chi ha rappresentato l’opposizione in consiglio comunale non ha saputo o voluto turare alcuna falla limitandosi ad una presenza inconcludente o tradendo il mandato elettorale come ha fatto il consigliere De Santis che è passato nelle file della maggioranza. Salvo la sorprendente azione del consigliere Crestini, tesa alla ricerca di salvare il possibile e ad ottenere la massima chiarezza sulla legittimità di numerosi atti del consiglio e della giunta comunale, questi anni sono stati una vera delusione. Ma nelle urne la coerenza non è di casa, lo dimostrano i risultati elettorali degli ultimi anni. C’è chi va a votare il solito parente, amico o compare anche se ha già manifestato la sua inadeguatezza di “politico improvvisato e pressapochista”; chi è ancora alla ricerca “del sol dell’avvenire”; chi a votare non ci va perché tanto sono tutti uguali (chi è in carica non ha fatto nulla per dimostrare il contrario); chi cerca tra i candidati quello che lo potrà agevolare con qualche favore personale anche se esso graverà poi sulle spalle dell'intera comunità. Con questi presupposti sarà difficile che ci saranno cambiamenti concreti. In altre realtà dove il Movimento cinque stelle è

IL SINDACO CHE CI VORREBBE

impegnato con persone credibili e capaci di evitare i massimalismi alla Grillo riesce ad avere un ruolo di primo piano nei comuni. Ma a Rocca di Papa questo movimento non ha emesso nemmeno i primi vagiti. Peccato, perché con una amministrazione comunale come quella di Rocca di Papa sarebbe stato facile per un pugno di grillini, capaci e non condizionati da interessi personali, assumere un ruolo politico di primo piano. Non ci resta che piangere? Farebbe soltanto il gioco dei poltronisti incalliti che cercano, come hanno sempre fatto, di mimetizzarsi dietro qualche faccia nuova

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con l’intento di mantenere il vero controllo del potere. L’ultimo nubifragio che si è abbattuto su Rocca di Papa ha rivelato, anche ai più distratti, l’estrema fragilità del territorio comunale frutto di scelte sbagliate. Quel giorno sono stati molti a correre il rischio di diventare notizia per i telegiornali. Chiudere gli occhi e spegnere il cervello ormai non è più possibile. Alle prossime elezioni bisognerà votare candidati che vogliono bene al paese e nessun conflitto di interessi sulle cose che dovranno essere fatte per riportarlo, nel più breve tempo possibile, sopra la linea di galleggiamento.

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il Segno -ottobre 2015

A P P R O F O N D I M E N T O

di Andrea Sebastianelli Il comune di Rocca di Papa ha ammesso in un comunicato pubblicato sui social network (lo trovate anche su ilsegno.org) di essere incorso, con le vetture assegnate ai vigili, in numerose violazioni al Codice della strada (a noi ne risultano addirittura 64 per una sanzione totale di oltre 6.000 euro), ritenendo però tale comportamento del “tutto normale, essendo prevista l’esenzione di verbali per le auto in servizio”. La replica lascia esterrefatti perché è addirittura più grave delle violazioni commesse, visto che per l’amministrazione comunale è prassi entrare nelle zone a traffico limitato (ZTL) senza permesso, invadere le corsie riservate ai bus, prendere multe e poi farsele togliere. Insomma, le auto dei vigili (per il comune) possono fare quello che vogliono e non solo sul territorio comunale ma in ogni dove, soprattutto a Roma. Il comunicato (scritto da chi non lo sappiamo visto che è privo di firma) è infarcito di verità, mezze verità e omissioni. Vediamole una per una.

IL “DOVERE” E LA POLITICA Il comune di Rocca di Papa giustifica le violazioni commesse con il fatto “ché sono tante le vetture che in Italia circolano sul territorio per doveri provenienti dai loro incarichi”. - Secondo il misterioso estensore del comunicato, visto che in Italia ci sono tante automobili circolanti per servizio, queste possono incorrere in qualunque infrazione senza doverne rispondere. Ovviamente è falso, perché ogni vettura, anche quelle in capo alle Forze dell’ordine, deve rispettare le regole del Codice della strada. Nel caso specifico il comune deve chiarire se tra gli incarichi (dovere) in capo ai vigili vi sia anche quello di fare da autisti al sindaco per condurlo nella sede della Città Metropolitana di Roma per

E sono 64! Caro sindaco ora che fa? Concilia?

Il comune si difende così: “Prendere multe è normale” La vicenda, con tanti interrogativi irrisolti, è solo all’inizio

svolgere il suo ruolo di capogruppo del Partito democratico. Il vigile è una figura giuridica che svolge funzioni di polizia amministrativa, polizia giudiziaria, polizia stradale e, solo sul proprio territorio, di pubblica sicurezza. Non ci risulta che il codice di procedura penale riservi per loro anche la funzione di autista per i politici. Ricordiamo che “l’adempimento del dovere ha una capacità giustificativa quando questo sia imposto da norme giuridiche”. Non solo, molto spesso Pasquale Boccia viene caricato non presso il municipio di Rocca di Papa ma direttamente dalla sua abitazione privata per essere condotto a Roma e, da lì, ricondotto a casa alla fine del suo mandato politico. Più che un sindaco sembra un amministratore delegato! Scambiare il ruolo di capogruppo Pd in Provincia con una funzione pubblica, o considerare un “dovere” dei vigili accompagnarlo, è di una gravità assoluta, perché significherebbe che a ogni consigliere provinciale d’Italia

Sergio Ierace

Boccia

dovrebbe essere garantito tale servizio.

CHE COSA DICE DAVVERO LA LEGGE 689 Il comune di Rocca di Papa fa sapere che “anche le apparecchiature sul nostro territorio rilevano veicoli di altre istituzioni, inviando spesso verbali a cui giungono ricorsi eseguiti nel rispetto delle norme di cui all’art. 4 della Legge 689/81. È prevista infatti da norma -continua il comunicato- l’esenzione di verbali elevati ad auto di servizio”. - L’articolo 4 della citata legge dice in realtà che “Non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa”. Dov’è, nei casi specifici, lo stato di “necessità” nel condurre un politico a Roma? Se l’amministrazione comunale ha presentato ricorso in base a quest’articolo di legge, ha anche dovuto dimostrare che per ben 64 volte ha commesso un’infrazione al Codice della strada

per uno “stato di necessità o di legittima difesa”, non avendo potuto comportarsi diversamente, cioè rispettare le regole vigenti. Ma non è finita, perché l’articolo 4 dice anche che “se la violazione è commessa per ordine dell’autorità, della stessa risponde il pubblico ufficiale che ha dato l’ordine”. Ecco: diteci chi ha ordinato per ben 64 volte ai vigili di accompagnare o andare a riprendere il sindaco o altri politici a Roma, e chi li ha autorizzati a entrare senza permesso nella ZTL o invadere le corsie riservate ai bus. Ricordiamo che “in caso di ordine illegittimo […] il reato merita punizione”. È ovvio, inoltre, che uno stato di necessità ricorre nei casi di urgenza. Che cosa c’è di non programmabile e urgente nei servizi espletati in questi casi dai vigili di Rocca di Papa? Per ottenere un possibile annullamento della multa per stato di necessità, dice la legge, devono ricorrere i seguenti elementi: • la necessità di salvare qualsegue a pag. 13


A scoperchiare il “sistema multe” un’interrogazione presentata dal consigliere Emanuele Crestini segue da pag. 12

Se 64 vi sembran poche Sanzioni per oltre 6.000 euro

I vigili di Rocca di Papa hanno toccato la cifra record di 64 verbali emessi nei loro confronti dalla Polizia di Roma Capitale. Sullo scorso numero lo avevamo scritto: la sensazione è che si stia scoperchiando un vero e proprio sistema che prevede il mancato rispetto delle regole del Codice della strada come fosse una consuetudine. Mai avremmo pensato che in poco più di un anno, dal 5 febbraio 2014 al 3 settembre 2015, si sarebbe arrivati alla cifra record di 64. Non solo, il 2015 non è ancora finito e quindi il numero delle multe potrebbe diventare ancora più imbarazzante sia per l’amministrazione comunale sia per il comandante dei vigili, Sergio Ierace. La maggior parte di queste infrazioni riguarda l’ingresso abusivo nelle Zone a Traffico Limitato (ZTL) del centro storico di Roma, ma non mancano verbali in cui si fa riferimento all’invasione delle corsie riservate agli autobus dell’Atac. Dal punto di vista delle sanzioni, 64 verbali equivalgono a un totale di 6.072,36 euro. Una batosta che va a rendere ancora più precario il bilancio del comune di Rocca di Papa. Ora il consigliere Emanuele Crestini ha presentato una seconda interrogazione, dopo quella del 16 settembre, per fare chiarezza sull’intera vicenda e dall’elenco-multe inoltrato al sindaco, apprendiamo per esempio che i verbali protocollati il 21 maggio 2015 sono stati addirittura 5. Altri 5 il 29 luglio scorso.

PER IL COMUNE È NORMALE PRENDERE MULTE Scrive ancora il comune (vi prego, diteci che siamo su Scherzi a parte!): “Risulta quindi normale e non scandaloso che veicoli di servizio siano immortalati da sistemi di automazione presenti nelle grandi città; come appare inevitabile il transito di detti veicoli sotto tali varchi che avviene sempre per motivi di servizio […] dovuti al fatto che la maggior parte dei centri amministrativi si trovano proprio al centro di Roma”. - Per il comune di Rocca di Papa, quindi, le regole sono fatte per essere violate da chi ritiene di essere “sopra la legge”. Nel caso specifico duole rilevare che l’amministrazione non conosce neppure le regole per accedere alla ZTL di Roma. Infatti, il regolamento è ferreo e vale per tutti. Anche gli enti pubblici, qualora questi abbiano la necessità ricorrente (64 volte ci pare abbastanza “ricorrente”) di accedere in queste aree, devono dotarsi del “Permesso X - circolazione e sosta”, pagando. È vero che esiste una procedura di riguardo per sindaci, presidenti di provincia e di regione. Tale procedura prevede, però, il rilascio di “Autorizzazioni giornaliere” e, per averle, i sindaci “devono comunicare il giorno dell’accesso nella Z.T.L., la targa e il nome del comune di appartenenza”. Tali autorizzazioni momentanee possono essere richieste per telefono anche il giorno stesso! Cosa che il nostro comune non ha mai fatto. Ora, le attività di un sindaco si basano essenzialmente sulla programmazione. Possono capitare urgenze ma se le urgenze diventano 64 in poco più di un anno, ci troviamo di fronte alla volontà chiara, da parte del comune, di violare le regole (a cui tutti i cittadini devono attenersi) per-

ché ritiene “normale e non scandaloso che veicoli di servizio siano immortalati da sistemi di automazione presenti nelle grandi città”. Per una frase del genere l’estensore del comunicato dovrebbe rassegnare subito le dimissioni. Che il comune di Rocca di Papa non conosca le regole per accedere alla ZTL di Roma è possibile, che non le conosca Ierace è improbabile.

DANNO ERARIALE E PECULATO Per il comune, poi, “vane sono le preoccupazioni circa un eventuale danno erariale”. - L’amministrazione, quindi, si auto-assolve, giudicando se stessa, ma resta da chiarire un punto essenziale: è stato fatto o no un uso improprio delle automobili assegnate ai vigili e dei vigili stessi? Se così fosse il danno erariale sarebbe certo. Attenzione, perché in gioco vi è l’articolo 314 del codice penale. È il reato in virtù del quale il pubblico ufficiale (sindaco o chi per esso) che, avendo per

Il 19 marzo e il 19 agosto 2015, invece, si segnalano “soltanto” 4 verbali emessi dal Comune di Roma. Stessa cosa il 13 novembre 2014. Insomma, se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere. Per chiarire ogni dubbio sulla vicenda basterebbe appurare perché le macchine della polizia locale andavano a Roma così spesso da beccare 64 multe in pochi mesi. Basterebbe dimostrare che era per missioni urgenti e indifferibili. Che hanno forzato i blocchi delle zone a traffico limitato (ZTL) perché magari erano impegnate in un inseguimento di qualche malvivente in fuga. Ma qui di malviventi non ne vediamo, o forse ci sbagliamo? Non è che semplicemente il sindaco Boccia, dopo 30 anni di amministrazione si è sentito così intoccabile da ritenere normale andare a Roma con un’auto della polizia? Non lo sappiamo. Magari accompagnato da un vigile urbano in servizio? Non lo sappiamo. Forse su ordine del comandante della polizia locale? Non lo sappiamo. Che sappiamo allora? Che la politica ha preso il sopravvento sul bene comune e antepone gli interessi e le esigenze personali dei singoli a quelli generali e collettivi dei cittadini. Che la politica si ritiene intoccabile. Che la politica ritiene di disporre di uomini e mezzi pubblici a proprio piacimento, come se i primi fossero valletti e i secondi mezzi propri. È successo tante volte, continua a succedere, senza darne conto a nessuno.

ragione del suo ufficio la disponibilità di cosa mobile altrui (auto in forza ai vigili), se ne appropria e ne fa un uso momentaneo, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. “Secondo la Cassazione (Sez. 6, 41587, 19/6/2013) il peculato si caratterizza principalmente per le finalità di tutela del patrimonio della Pubblica amministrazione e dell’interesse alla legalità, efficienza e imparzialità della sua attività”. Ritenere che condurre un sindaco a svolgere il suo ruolo di capogruppo Pd alla Città Metropolitana di Roma “sia funzionale alla legalità e all’efficienza dell’attività della Pubblica amministrazione” (cit. Bruno Tinti) appare davvero una forzatura. USO PROPRIO ED IMPROPRIO DI AUTO E VIGILI A questo punto riteniamo che della faccenda debba occuparsi non più solo il consiglio comunale ma la magistratura perché solo l’autorità giudi-

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cuno da un danno; • il danno deve essere grave e non lieve; • il pericolo del danno deve essere “attuale”, ciò vuol dire che si deve agire con urgenza per salvare qualcuno da un danno.

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ziaria può analizzare i 64 verbali emessi dal comune di Roma ai vigili di Rocca di Papa, verificare se l’uso delle autovetture assegnate ai vigili è stato proprio o improprio, verificare se l’utilizzo dei vigili in servizio sia stato proprio o improprio, accertare chi abbia dato l’ordine di accedere senza permesso alla ZTL e alle corsie riservate ai bus, chiarire in base a quale giustificazione sono state avanzate eventuali richieste di annullamento dei verbali, chi ha eventualmente accettato tali richieste di annullamento, stabilire se in tutti i 64 casi di violazione sussistano i presupposti di “stato di necessità e urgenza” stabiliti dall’articolo 4 della Legge 689/81. La vicenda, quindi, è tutt’altro che chiarita. Forse è appena cominciata. Altri articoli su questo argomento li puoi leggere su ilsegno.org


ROCCA DI PAPA

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«In troppi non pagano la tassa perché non si fanno i controlli?» L’ex presidente del Comitato dei Campi torna sull’argomento rifiuti

di Paola Gatta L’ex presidente dell’ex Comitato di quartiere dei Campi d’Annibale è tornato a scrivere all’amministrazione, nella fattispecie direttamente alla segretaria comunale, per mettere in evidenza le incongruenze di una tassa, quella dei rifiuti, diventata negli ultimi anni un vero e proprio salasso per le famiglie di Rocca di Papa. Il punto focalizzato dalla lettera inviata agli inizi di ottobre, si può sintetizzare in questo slogan: “pagare meno, pagare tutti”. Il problema, infatti, sta proprio qui, visto che qualche mese fa lo stesso Silvestrini assessore al bilancio, Maurizio Querini, ha ribadito che l’evasione nel nostro paese rappresenta circa il 30%. Un’enormità che crea un buco nei bilanci comunali e, allo stesso tempo, mette in evidenza le falle del servizio riscossioni. Come è possibile che centinaia di famiglie non risultano iscritte agli elenchi della TA.RI.? Non pagando tutti la tassa sui rifiuti, l’unico risultato è che l’intero servizio si regge su quelli che la pagano regolarmente. “Visto e considerato che i nostri amministratori non rispondono mai ai nostri scritti mancando di educazione e rispetto verso coloro che li hanno legittimati - scrive Gianfranco Silvestrini - ci rivolgiamo a lei (alla segretaria comunale, dottoressa Roberta Fusco, n.d.r.) quale rappresentante della legalità nella pubblica amministrazione, per sapere se ci sono delle responsabilità riguardo il mancato recupero sulla enorme evasione della nettezza urbana. Le chiediamo -

continua la lettera dell’ex presidente del comitato - di indicarci in modo preciso e inequivocabile chi ha il dovere di disporre materialmente il personale per tale recupero.” Il punto toccato dalla lettera di Silvestrini è chiaro: da un lato ci sono quelli che, seppure iscritti a ruolo, non riescono a pagare. E queste riscossioni sono di competenza della Maggioli Spa, la società che ha ottenuto dall’amministrazione comunale il servizio del recupero crediti. Poi ci sono quelli che negli elenchi della tassa dei rifiuti proprio non ci sono. Ed è su questi che bisognerebbe fare chiarezza. Quanti sono? Perché non risultano iscritti? Chi verifica se tutti i cittadini residenti a Rocca e presenti nell’anagrafe comunale figurano contemporaneamente anche negli elenchi della TA.RI.? Interrogativi che meritano delle risposte, come dice Silvestrini, inequivocabili. Con l’estensione della raccolta differenziata con il sistema porta-a-porta su tutto il territorio comunale (ai Campi d’Annibale e al Vivaro è entrato in funzione il 27 aprile scorso), pensavamo che non ci sarebbero più stati problemi di evasione e invece siamo di nuovo al punto di partenza. “Visto che i bidoncini sono stati distribuiti in tutto il quartiere - scrive ancora Gianfranco Silvestrini - e sembrerebbe che sia stato fatto un elenco di tutti coloro che non sono stati trovati nelle proprie abitazioni, si permette di chiedere all’assessore responsabile alla nettezza urbana, Sig. Sellati Roberto, quali provvedimenti sono stati impartiti per mettere in regola tutti coloro che non pagano tale tassa”.

Una discarica a ridosso del centro storico

Le tante discariche abusive di rifiuti urbani che ogni giorno si vedono spuntare ai Campi d’Annibale, sono la prova che molte famiglie non risultano proprio iscritte a ruolo e quindi non pagano un euro per i loro rifiuti. Ma creano anche un danno, perché le loro discariche abusive devono essere poi bonificate dagli addetti Aimeri, con costi aggiuntivi del servizio. “Dalla consegna dei bidoncini - aggiunge l’ex presidente - è passato tanto tempo e si ha l’impressionde che la politica non stia affrontando il problema come dovrebbe, tanto che non si vedono controlli di nessuna natura, tutti sanno e nessuno interviene, perché?”. Già, perché? Se una famiglia, o un’attività commerciale, non risulta iscritta ai ruoli della TA.RI. significa che non paga i rifiuti da decenni. E questo, con le tasse locali alle stelle, i cittadini non lo possono più tollerare. “Stanchi e delusi dalla scarsa attenzione che gli amministratori prestano alla cittadinanza - conclude Silvestrini - si fa presente che se continueranno a ignorare quanto riportato, potremmo essere costretti a riunirci e ad agire concretamente per vie legali”.

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La Asl al sindaco: Alle Calcare va salvaguardata la salute pubblica La ASL RMH ha scritto al Comune dopo l’esposto presentato dai cittadini

di Luigi Serafini Il Dipartimento Prevenzione della ASL RMH ha scritto al comune di Rocca di Papa per sollecitare una serie di interventi urgenti atti a rimuovere le diffuse situazioni di degrado igienico-sanitario presenti nell’area che, nei progetti iniziali, doveva essere il giardino di Rocca di Papa e che invece si è trasformata in una specie di zona d’ombra di cemento. Stiamo parlando dell’ultima grande speculazione edilizia cittadina, quella posta tra Valle San Lorenzo e le Calcare, che ha fatto nascere in poco tempo decine di palazzi a schiera, più una serie di villini, molti dei quali rimasti incompiuti in attesa che i lavori possano riprendere ma non si sa quando. A sollecitare l’intervento dell’Azienda Sanitaria Locale dei Castelli Romani sono stati proprio alcuni cittadini della zona che si sono ritrovati a vivere in una nuova area priva di ogni servizio, anche di quelli essenziali come la pulizia, l’illuminazione e il trasporto. Niente di niente, esiste soltanto un agglomerato urbano, molto distante dal paese, eretto a ridosso di via delle Barozze. Tutto intorno il nulla. L’esposto dei cittadini residenti nella zona “strada vicinale della macchia”, presentato in piena estate, ha destato l’interesse della dottoressa Franca Mangiagli, responsabile medico del Servizio

Una parte delle Calcare

Igiene e Sanità Pubblica di Frascati, che ha subito ordinato un sopralluogo che ha evidenziato lo stato diffuso di degrado. Scrive la ASL: “Trattasi di vari appezzamenti di terreni incolti limitrofi alle abitazioni e alcuni giardini di abitazioni, presumibilmente disabitate, lasciati in abbandono”. Così la dottoressa

Via dei Castagni

A ROCCA DI PAPA VIA FOCICCHIA 47

Mangiagli conclude la lettera inviata al sindaco Pasquale Boccia: “Poiché tale situazione potrebbe essere pericolosa per gli abitanti, per l’eventuale presenza di animali ed insetti, si invia la Signoria Vostra a voler adottare tutti i provvedimenti ritenuti necessari per la salvaguardia della salute pubblica”.

A essere chiamate in causa sono anche le imprese che hanno ancora in possesso villini invenduti o rimasti incompiuti e i cui giardini sono preda di erbacce e rifiuti di ogni tipo. Alcuni sono una vera e propria discarica di materiali edili. Anche le strade non godono di una situazione migliore visto che la pulizia, soprattutto nell’estate appena trascorsa, ha lasciato molto a desiderare. Il Segno aveva dedicato un approfondimento alla questione delle Calcare sul numero di maggio 2015, intervistando diversi cittadini che, attratti dalle promesse dei costruttori, avevano deciso di trasferirsi a Rocca di Papa salvo poi rendersi conto di risiedere in una zona semi-abbandonata e in preda a vaste aree di degrado. Ora non ci resta che augurarci che gli interventi richiesti dalla ASL vengano eseguiti dall’amministrazione comunale.

Rifiuti accatastati in via dei Castagni

Sono una cittadina di Rocca di Papa e volevo inviarvi questa foto fatta qualche giorno fa. Sono mesi che ormai in questo luogo verso la fine di via dei Castagni l’immondizia giace così accatastata per un bel po’ di settimane, poi passano a pulire ma non passa neanche un giorno che tutto si ripresenta allo stesso modo. Non so a chi rivolgermi visto che spesso è stato fatto presente al comune ma nessuno fa niente. Io dico di mettere le telecamere e punire gli incivili visto che pago l’immondizia, e anche cara, e non mi sembra giusto assistere a questo degrado urbano. Scusate se segnalo questo a voi ma spero che come me altri cittadini presentino lamentele a riguardo e che venga mostrato a chi di dovere questo scempio! Mail firmata www.asilonidopiccolecanaglie.it

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Rocca di Papa Via delle Mimose, 6 info: 06-9495872


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ROCCA DI PAPA

il Segno - ottobre 2015

Sagra, un’edizione senza slancio e lontana dalle tradizioni locali La Pro Loco di Basili non convince alla sua prima prova organizzativa

di Roberto  Sinibaldi Si è ripetuto il copione delle ultime sagre e anche quest’anno alla tradizione è stato quasi sempre preferito il commercio, alla qualità i volumi di vendita, agli estimatori gli avventori. Insomma, si deve registrare – purtroppo – la solita approssimazione organizzativa. Ma Rocca di Papa avrebbe meritato di più e di meglio. Dal Belvedere andando verso la Madonna del Tufo sembrava di stare al mercato settimanale, venditori di qualsiasi cosa, che niente avevano a che fare con la tradizione della sagra delle castagne. Tra i vari stand c’era addirittura chi vendeva uccelli in gabbia, mentre lungo il corso si contavano a decine i venditori improvvisati di chincaglierie. Molti i locali e gli stand dove si poteva mangiare e questo è un punto di forza della Sagra. Certo, dopo tanti anni ci si potrebbe aspettare un po’ più di ordine nell’allestimento degli stand e una certa cura nel riferire il cibo offerto al territorio. Invece accanto ai produttori e ristoratori locali c’erano anche porchettari che venivano dalla provincia di Avellino. Siamo sicuri che possano vantare tradizioni almeno pari a quelle castellane? È quasi sera quando cogliamo qualche battuta dai banchi degli espositori: “devo ricaricare tutto, s’è venduto poco…”; oppure: “la gente passa, ma le castagne stanno tutte qua!”. Ci sono anche commenti positivi, soprattutto di coloro che hanno venduto piatti cucinati. Il gemellaggio con Amatrice e con la celeberrima pasta all’amatriciana ha funzionato, anche se non si scorge un nesso diretto con la sagra delle castagne. La sagra è stata organizzata dalla Pro Loco. Ai tanti sforzi organizzativi, per cui le singole persone vanno ringraziate, non ha corrisposto un eguale risultato globale. L’amministra-

zione, a parte un comunicato del sindaco, è sembrata distratta e questa edizione è apparsa spenta e più commerciale di altre. Un capitolo a parte riguarda i costi degli stand, cioè quanto gli espositori hanno offerto (sì perché pare sia un’offerta “libera, ma obbligatoria”). Non è proprio chiaro in base a quale meccanismo siano state quantificate le somme richieste agli Successo per le ciambelle al mosto

Il punto-cottura dell’Avis al Belvedere

espositori. Non eccezionale la partecipazione del pubblico. In altre edizioni, forse anche favorite da condizioni climatiche migliori, a Rocca di Papa si erano riversate fiumi di gente che sabato e domenica scorsa non si sono visti. Forse la sagra bisogna ripensarla mettendo al centro il valore

Chiesa del Duomo, un segnale fuori posto

La sicurezza stradale è una cosa importante ma altrettanta importanza dovrebbero avere i luoghi d’arte, tanto più se hanno anche un solenne aspetto religioso. Per chiunque osservi la facciata della cattedrale di Rocca di Papa, faccia una foto, o dia semplicemente uno sguardo veloce, la prima cosa che vede davanti a se è questo incredibile cartello stradale. Non si possono contemperare le esigenze viabilistiche con la storia di Rocca di Papa, di cui la chiesa è uno dei simboli principali? Ci domandiamo se era proprio necessario mettere questo segnale tanto invasivo al centro del Duomo che impedisce anche semplicemente fare una fotografia intera della chiesa del centro storico, meta ambita per celebrare matrimoni, cresime e comunioni. Non era proprio possibile installare uno di quei cartelli stradali a muro, magari collocandolo direttamente sulla parete sottostante la piccola scalinata che porta alla chiesa?

culturale delle tradizioni territoriali e, se non osiamo troppo, il significato antropologico delle castagne e dei boschi di castagni, così strettamente connessi con la terra e con gli uomini che vivono in questi luoghi. Le foto della Sagra delle Castagne 2015 le trovate su ilsegno.org


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ROCCA DI PAPA

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I nostri progetti editoriali uno strumento pertuttii cittadini Dopo la pagina Facebook, è nato anche il sito Internet ilsegno.org

di Andrea Sebastianelli Siamo assai criticati da sindaco e assessori, ma anche molto letti. Additati dai politici come oppositori dell’amministrazione comunale, ma anche fortemente seguiti dai cittadini. Il Segno, dal giornale iniziale, si è ramificato nella pagina Facebook - partita all’inizio dell’anno - e in un nuovo sito web, dalla grafica accattivante e chiara, inaugurato appena qualche giorno fa (ilsegno.org). I risultati in termini di contatti sono molto positivi, ma non vogliamo crogiolarci sui numeri. Ci sta molto più a cuore la qualità delle notizie, dei commenti, dell’informazione. Il sito si prefigge di offrire un altro strumento di conoscenza, che possa essere anch’esso costantemente aggiornato, ma con una capacità di archiviazione, e quindi di ricerca, più funzionale di una pagina Facebook. L’obiettivo è quello di farne un vero e proprio archivio, facilmente consultabile, di tutti i principali eventi che caratterizzano la nostra comunità. Naturalmente è costruito in modo che possa colloquiare, diciamo così, con il giornale di carta e la pagina web. Tuttavia non ne ricalca completamente i contenuti e mantiene un indirizzo di approfondimento che il giornale e la pagina fb non hanno e non possono avere. Ogni sistema ha la sua funzione, si potrebbe dire. Sullo sfondo di questo quadro strumentale rimane la situazione di Rocca di Papa, l’evoluzione delle condizioni economiche, sociali, politiche. Il nostro giornale si è caratterizzato per un’analisi puntuale

La nostra dichiarazione d’intenti sull’informazione

Giornale di carta, pagina Facebook, sito Internet, mailing list. Possono essere parole non sempre tutte familiari, ma che racchiudono un solo concetto: informare. I lettori potranno farsi un’idea da soli, confrontando documenti, numeri, interviste, dichiarazioni. Per quanto possibile vogliamo fare un giornalismo di inchiesta, che scovi le notizie e le porti a galla, che metta alle corde gli aspetti più opachi di una politica che negli anni si è fatta sempre più autoreferenziale, di un potere che corre il rischio di auto-alimentare se stesso. È una dichiarazione di intenti che può risultare audace, forse anche sfrontata, ma è l’unico modo che conosciamo per rapportarci con i nostri lettori.

dell’operato dell’amministrazione. Un’analisi che in diversi casi si è sintetizzata anche in critica, esercitata - secondo noi - con l’obiettivo primario di informare e coinvolgere i cittadini, contribuendo a renderli elettori più consapevoli,

e magari persone che partecipano a vario livello nei gangli vitali della nostra comunità. Una vita sociale ricca e partecipata è sinonimo di democrazia. Su queste basi continuiamo a lavorare e a impegnarci, perché anche noi vogliamo essere

parte di quel costante processo di rigenerazione, per migliorare il nostro futuro, che si può avere solo coinvolgendo tutti. La Carta dei doveri del giornalista si basa su un principio chiaro: “La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi altrui e particolarmente a quelli dell’editore, del governo o di altri organismi dello Stato”. A questo principio ci siamo sempre ispirati, anche quando dovevamo decidere se pubblicare documenti scottanti che riguardavano i politici locali, i loro loschi affari, e quelli di alcuni imprenditori che alla politica sono legati da troppi legacci, spesso non del tutto legittimi. Il Segno, nel corso dei suoi primi 14 anni, si è posto sempre e solo un unico interrogativo a proposito di notizie da pubblicare: è giusto che i lettori lo sappiano? E ogni volta ci siamo dati la stessa risposta: Sì, i lettori devono sapere!


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SPORT

il Segno - ottobre 2015

Due giovani sportive del nostro paese si mettono in evidenza

Giulia Brunetti vince Sette medaglie (3 ori) i Campionati Italiani nel tiro a segno per di pattinaggio artistico Alessandra Luciani La giovanissima atleta roccheggiana Giulia Brunetti, che milita nell’ASD Pattinaggio artistico della vicina Grottaferrata, si è aggiudicata il Campionato Italiano ACSI di pattinaggio artistico a rotelle tenutosi nella città di Riccione lo scorso 11 settembre. Una tappa sportiva importante per Giulia che è riuscita con la sua performance a ottenere questo bel risultato, frutto di tanti Giulia Brunetti sacrifici sopportati con abnegazione e soprattutto grazie a una grande passione che ha visto coinvolti con partecipazione anche i genitori Emanuela Gabrielli e Fabrizio Brunetti (noto a Rocca di Papa per le sue qualità artistiche di fotografo). A Giulia vanno anche i complimenti del Segno e, come nel caso di Alessandra Luciani, continueremo a seguire le loro imprese sportive con molta attenzione, pronti a sostenerle e ad incoraggiarle.

Ai campionati Italiani di Alessandra Luciani Tiro a segno svoltisi al poligono di Tor di Quinto dal 10 al 13 settembre 2015, la nostra concittadina Alessandra Luciani ha ottenuto degli ottimi risultati, portando a casa ben 7 medaglie di cui: un bronzo assoluto nella categoria carabina ad aria compressa 10 metri; un argento di fascia, sempre nell’aria compressa a 10 metri; un oro di squadra nella medesima categoria; un argento di squadra nella categoria carabina standard a terra 50 metri; un argento assoluto nella categoria carabina standard 3 posizioni 50 metri; un oro di fascia sempre nella 3 posizioni 50 metri; e un oro a squadre nella medesima. Rocca di Papa, suo paese di adozione, può sicuramente essere fiero dell’exploit sportivo della giovane Alessandra che, a quanto pare, ha una mira infallibile. Alla pluri-medaglietta vanno gli auguri di tutta la sua famiglia Luciani-Fantauzzi.


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Cultura e

Te pare bellu di Gianfranco Botti

Marì, c’ha fattu c’ha combinatu te ne s’ita e solu m’ha lasciatu te pare bellu! Senza de ti sto male come n-cellettu senz’ale come n-arboru senza foie come na femmina sempre co e doie. Noa doa erammo na cosa sola na capoccia sola n’anima sola, pe e vordate de o campà come coppia iammo be, i cinquant’anni trascursi nziemi ci ateranu ggangiatu come barca e remi, ma come a barca senza remi n-se po move sosì io manchenno ti n-saccio che fa n-saccio ndo i. Me retroo sdelluffiatu revastatu mmelitu smorzatu, pe mi a luce n-gni sta più co ti s’aa cota e no me revè più. Deo tiu me remane a dorgezza che me rescallea più dea bellezza a simpatia che ntuornu mannei u viersu giustu de come raggionei u gustu de come te vestei a grazia de come te presentei. Ndo stei, stei co chi stei, stei tenei sempre na refenitezza che n’era a boria de chi arie vo dasse a tea era classe. Ma i recuordi n-te iutanu pe gnente anzi fau peggio tuttu quantu più ruossu u rempiantu poi ù mare l’ore. E nemmenu che u tiuempu che passa te reggiustesse u core mancu che fosse n-brau dottore, ma pe carità! Furasticu come vientu traccia fugatu u tiempu senza sentine senza vardane e u core mmaccatu etè sosì remane. Marì, se potessi revenì... marititu.

... dintorni

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Anna Onesti sbarca a Seul conilsolee le stelle

La pittrice di Rocca ha omaggiato Dante

Il sole e le altre stelle, l’opera di Anna Onesti ispirata a Dante Alighieri

di Sandro Tabellione L’artista roccheggiana Anna Onesti sbarca a Seoul. Per lei, in verità, non si tratta di una novità, essendo ormai abituata ad esporre in ogni parte del mondo presentando le sue opere dallo stile e dai colori inconfondibili. Questa volta, però, l’esposizione si inserisce in un contesto molto particolare, caratterizzato dal 750mo anniversario della nascita di Dante Alighieri, e dalla XV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. La mostra, dal titolo “Il sole e le altre stelle”, è stata organizzata dell’Istituto Italiano di Cultura ed è stata molto apprezzata dal pubblico di Seul. Anna Onesti, dal 7 all’11 ottobre, ha esposto due grandi stendardi all’interno della “Fiera Internazionale del Libro”, evento in cui l’Italia era il Paese ospite d’onore. Come detto, l’esposizione si inseriva in un contesto speciale, una mostra dedicata a Dante, dal titolo: “Dante: vita, opere, fortuna”, promossa in collaborazione con la Società Dantesca Italiana e il Ministero dei beni culturali. Come ha spiegato la stessa artista, la sua opera ha tratto ispirazione dal dipinto di

Dante Gabriele Rossetti, “Dantis Amor”, che a sua volta si ispirò alla Vita Nova che Dante Alighieri scrisse tra il 1293 e il 1295, in cui il sommo poeta narra del suo amore per Beatrice. Un testo che Rossetti tradusse in inglese e pubblicò nel 1861. Gli stendardi di Anna Onesti rimandano proprio all’ultimo verso della Divina Commedia, ossia “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Un tema con il quale l’autrice roccheggiana, abituata a spazi mentali e artistici molto ampi e privi di confini, ha dato l’impressione di trovarsi perfettamente a proprio agio. L’opera è stata realizzata nel 1984 in occasione della mostra “Triangolare”, allestita nello storico spazio del Mulino Feyles di Torino. Di questa opera così ha scritto Maria Teresa Roberto, critica d’arte e professoressa di storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino: “Anna Onesti interviene nell’ambiente con l’autorità della sottigliezza inalberando su una colonna di ghisa due simmetrici stendardi notturni, in un’ironica mimesi del medievalismo ottocentesco, romantico e preraffaellita. La sua pittura analitica si converte in emblema, ab- La prof.ssa bandonando la Roberto marginalità per segnalare con forza la propria presenza”. Che altro aggiungere? Che le opere di Anna Onesti nascondono anche un po’ di Rocca di Papa, e in questi giorni di Sagra delle castagne abbiamo avuto modo di rivedere con piacere il manifesto creato appositamente da Anna per la principale festa della cittadina dei Castelli Romani.


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PAGINA APERTA

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Spunti Gli “Screpanti” compiono 96 anni di Una storia cominciata nel 1919 psicologia

A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Carmela e le altre

Giovedì primo ottobre, all’uscita della scuola primaria “Rossini” ad Albano Laziale, Carmela Mautone, maestra di 47 anni, è stata uccisa da suo marito carabiniere, che si è poi sparato con la pistola d’ordinanza. Il dramma si è consumato per strada, in via Rossini, dove il giorno dopo si sono radunati molti cittadini, soprattutto donne, per ricordare questa povera madre di due adolescenti. Da tempo aveva dei contrasti con il marito, si erano lasciati ma poi avevano riprovato a vivere insieme. Carmela è una delle tante, troppe, donne che muoiono per mano di fidanzati gelosi, mariti arrabbiati, uomini che non trovano altre soluzioni che non la violenza estrema, la privazione della vita. È gravissimo che ancora nel 2015 ci siano uomini che pensino di poter controllare le donne. La domanda è: cosa possiamo fare? La risposta è che dobbiamo cambiare l’idea errata che gli uomini possano esercitare il loro potere sulle donne, nessuno nemmeno i nostri padri dovrebbero farlo, mentre ancora ci sono zone nel mondo dove le bambine vengono date in spose a uomini adulti e non sopravvivono alla prima notte di nozze. Che mondo è un mondo in cui si mutilano i genitali femminili, si obbligano le donne a indossare delle vesti che non lasciano intravedere nemmeno gli occhi, o si utilizzano ancora la lapidazione, o altre torture, su povere creature inermi, solo perché il genere femminile viene ancora considerato inferiore? Che cosa fa tanto paura agli uomini da dover essere represso con la violenza? Cerchiamo di scoprire il nostro potere interno e fortifichiamolo, non lasciamo che qualcuno ci possa sopraffare, iniziamo a riunirci con altre donne, parliamone nei centri d’ascolto, denunciamo quando è necessario. Finché restiamo immobili, restiamo delle vittime.

di Paola Gatta Nel 1919, anche grazie alla spinta dell’onorevole socialista Enrico Ferri, ebbe inizio la storia del circolo mandolinistico degli “Screpanti”, quello che ben presto diventerà per tutti i roccheggiani “il concertino”. Una storia lunga, con alti e bassi, ricca di avventure e di esibizioni. Ma soprattutto una storia di passione per la musica. Da quel 25 ottobre di 96 anni fa molte cose sono cambiate, ma il sottile filo che ci lega al passato è rappresentato principalmente dalle suonate degli Screpanti che ancora oggi si esibiscono in occasione di feste e ricorrenze rallegrando l’intera cittadinanza. Nominare “il concertino” significa ricordare un aspetto della nostra vita cittadina, guardare i tanti volti che ne hanno caratterizzato le esibizioni è guardare il tempo passato con gli occhi del divertimento. La foto del 1922 ci fa toccare con mano la passione di quel nu-

trito gruppo di musicisti che cominciarono a portare il nome di Rocca di Papa fuori dei confini comunali. Una storia poi interrotta a causa delle due guerre mondiali, ma subito ripresa all’interno delle barberie di Rocca di Papa, vero cuore pulsante dei nuovi Screpanti. Come non ricordare Remo La Banca, uno dei protagonisti di quelle belle e indi-

Il diabete alimentare

Occhio alla Nutrizione

di Laura Fico* Una buona abitudine è fare una volta l’anno un controllo del sangue per valutare alcuni importanti parametri ematici. Un valore anomalo della glicemia(1) deve metterci in all’erta perché potrebbe indicare, tra le altre cose, una pericolosa intolleranza glucidica che rispecchia una predisposizione all’insorgenza del diabete di tipo 2. A causa di questa malattia cronica si perde progressivamente la capacità di controllare l’equilibrio della glicemia. Questa forma di diabete può essere prevenuto, tenuto sotto controllo e fermato grazie a un’alimentazione corretta e ad una costante attività motoria

che facilita il passaggio del glucosio all’interno della cellula muscolare. L’obiettivo nutrizionale è quello di non fare alzare velocemente la glicemia che causa una forte risposta insulinemica con conseguente rapido utilizzo del glucosio e ritorno

menticabili stagioni? Siamo certi che la storia del concertino folkloristico giallo-verde continuerà ancora per molti anni e ci auguriamo che nuovi appassionati possano avvicinarsi al gruppo ampliandolo e spingendolo sempre più numeroso verso il festeggiamento dei suoi 100 anni. La storia e le foto storiche degli Screpanti le trovate su ilsegno.org

precoce della sensazione di fame. Giustissimo continuare a mangiare carboidrati ma a basso indice glicemico: ad esempio il pane e la pasta integrale contengono gli zuccheri complessi e la fibra che li rendono alimenti da prediligere in un piano alimentare ipoglucidico. Sono invece pericolosi, e quindi da escludere, gli zuccheri semplici a rapido assorbimento come il glucosio e il saccarosio che sono presenti nel miele, nello zucchero, nella cioccolata al latte, nei dolci, nelle bibite dolcificate, nei succhi di frutta. Prestare attenzione alla scelta degli alimenti e praticare esercizio fisico si confermano le basi fondamentali del benessere. Dimenticavo… essenziale è il controllo del peso! (1) Glicemia: livelli di zucchero nel sangue (valori normali 65-110) *Biologa Nutrizionista


il Segno - ottobre 2015

L’angolo della storia

Il bel mestiere del giornalista

di Vincenzo Rufini Il mestiere del giornalista emana un fascino particolare tanto da farlo apparire una meta ambita per chiunque abbia dimestichezza con la parola scritta; fin dai tempi dell’antica Roma, quando Cesare istituì gli “Acta Diurna” onde rendere palese l’informazione di quel tempo. Nel quindicesimo secolo con l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg l’informazione ha fatto un enorme salto di qualità favorendo la diffusione su larga scala delle notizie ed avvicinando all’alfabetizzazione coloro che ne erano esclusi dalle condizioni sociali. È però dal Settecento in poi che si assiste a un profluvio di Gazzette che in tutta Europa tengono a battesimo il Indro giornalismo mo- Montanelli derno. Partendo da “Il Caffè” dei fratelli Verri, passando, nel corso dell’Ottocento, al “Conciliatore” di Federico Confalonieri e al “Risorgimento” di Camillo Cavour per arrivare verso la fine del secolo decimonono alla fondazione dei moderni giornali, quali il “Corriere della Sera”, “La Stampa”, “Il Messaggero”, “La Nazione”, “Il Resto del Carlino”, che ancor oggi ci augurano il buongiorno con le loro notizie. La lettura del giornale è divenuta una componente essenziale della nostra vita, tanto che il filosofo Hegel la definì: “La preghiera del mattino dell’uomo moderno”. Il giornalista è andato via via acquisendo nel corso del tempo un ruolo importantissimo e spesso determinante, volto a condizionare la vita sociale di ogni comunità. Generazioni intere si sono formate a livello letterario seguendo gli scritti dei grandi maestri della penna. Alberto Bergamini che agli inizi del Novecento con il suo “Giornale d’Italia” inventa la terza pagina, la fonte culturale del giornale; Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini che con la loro “Voce” segnano un solco indimenticabile nel panorama culturale italiano; Luigi Barzini che dalla Cina inesplorata percorreva distanze lunghissime a cavallo per raggiungere il primo telegrafo

CULTURA

onde inviare il proprio “pezzo” ai lettori del Corriere; Mario Pannunzio ed Ernesto Rossi che nel secondo dopoguerra lanciano la rivista “Il Mondo”, vero esempio di giornalismo impegnato e coscienza critica della nazione. Eugenio Scalfari, formatosi negli anni giovanili alla fucina del Mondo e poi creatore de “L’Espresso” e di quel fenomeno unico del giornalismo che è “La Repubblica”; Indro Montanelli, il più chiaro e leggibile di tutti, con il suo estroverso gusto per la limpidezza del testo e la sua innata passione per tutto ciò che è controcorrente. Codesti maestri hanno fatto la storia del giornalismo svellendone ogni sua piega ed esaltandolo come funzione creativa e formativa onde permettere ai lettori di evolvere culturalmente ed eticamente. Evoluzione letteraria ed esaltazione dell’etica sono i due fari di questo mestiere dall’alone mistico; una funzione formativa indispensabile da esercitare in perpetuo, onde forgiare quel carattere irreprensibile necessario ad esercitare la funzione civile dell’esistenza. Ovviamente non sempre il giornalista si è attenuto alle regole formali e sostanziali della professione; spesso abbiamo assistito all’esercizio della professione di chi non aveva titolo per essere chiamato giornalista, bensì avrebbe dovuto ricevere l’appellativo di pennivendolo. Ma di contrasto al deteriore esercizio del mestiere da parte di chi ha squalificato il proprio ruolo venendo meno alla deontologia professionale, c’è stato chi ha perseguito nel suo ruolo di informare l’opinione pubblica sugli arcani del potere, nel fustigare il medesimo e nell’aprire squarci di luce sui fatti della cronaca avvolti dalle nebbie della disinformazione. A fronte degli scialbi scribi associati ad un potere corrotto ci sarà sempre un Mauro De Mauro (il giornalista dell’Ora di Palermo che aveva indagato sulla scomparsa del presidente dell’Eni, Enrico Mattei) che perde la propria vita nella tenacia di rendere palese ciò che viene occultato. Ci saranno sempre Oriana Fallaci e

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Christian Amanpour che si faranno paracadutare nelle zone di guerra per verificare se la verità ufficiale combacia con la verità vera, e spesso procedono su due sentieri alternativi. In conclusione possiamo considerare che anche nell’epoca dei media iperveloci dove l’informazione è in tempo reale, dove la carta sta lasciando il passo al web, il fascino di quelle colonne di piombo del giornale cartaceo eserciterà sempre una passione

inestinguibile. Il giornalismo cambierà, con le continue acquisizioni tecnologiche che la scienza mette a disposizione, forma ed estetica ma i contenuti basati sui punti fermi della buona scrittura, dell’etica, della esattezza (memorabile la definizione che nel film “10 in amore” Clark Gable dà del giornalismo “L’esattezza, l’esattezza, l’esattezza”). Fintantoché il giornalismo poggerà su questi elementi insostituibili avrà sempre un ruolo primario nell’evoluzione umana.

La poesia del mese

di Anna Giovanetti

Il vento

Furtivo s’alza il vento, giunge sulla pianura passando le colline dapprima lieve come un fruscio silente, poi s’adira all’improvviso e il suo ululato si sente tra gli alberi che piega fin sopra le alte cime! Poi rapido discende, raccoglie le foglie a terra e in un vortice frenetico le gira le ammucchia ad ogni angolo, poi corre alla fontana scherza con lo zampillo e piano si allontana come se fosse ormai placata la sua ira.

Ma eccolo di nuovo, stride tra i vicoli e sbatte le persiane rotola quel che incontra giù per la discesa poi si infila prepotente nell’antro della Chiesa e sussultan le pareti al suo sibilo potente!

Sa essere forte il vento e può far male il suo soffio pungente ma quando poi d’estate diventa dolce brezza, ti passa lieve tra i capelli e la pelle ti accarezza refrigerando l’aria che il solleone accende!

Auguri a Marisa Conti e Lorenzo Cuculi per i 50 anni di nozze

Lo scorso 2 ottobre Marisa Conti e Lorenzo Cuculi hanno festeggiato le nozze d’oro, cinquant’anni di vita passati insieme da quel 2 ottobre del 1965. I nipoti Marco, Alessio, Giorgia e Arianna, vogliono inviare ai loro nonni questo bel messaggio: “L’amore che vi unisce è il bene più prezioso che potevate donarci. Tantissimi auguri per il vostro 50° anniversario”. Agli auguri si associa l’intera redazione del Segno.


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Twlight, il ritorno Il libro horror

di Camilla Lombardozzi Twilight ha letteralmente rivoluzionato i personaggi del panorama horror più temibili di sempre, dai vampiri in primis, sino ad arrivare ai licantropi. La storia d’amore tra Edward Cullen il non morto per eccellenza e l’umana Bella Swan ha conquistato su carta e al cinema grandi e piccini. Era il 5 ottobre 2005 quando, nelle librerie italiane, fece il suo ingresso Twilight primo capitolo della saga di Stephenie Meyer; ebbene, in occasione del 10° anniversario della pubblicazione del primo romanzo, l’autrice ha deciso di fare un regalo ai fans, dando alle stampe un nuovo libro intitolato “Life and Death: Twilight Reimagined”. Questa nuova fatica letteraria racconta la storia d’amore (perché sempre di quello si tratta), tra la vampira Edythe e l’umano Beufort, per gli amici Beau. In queste 442 pagine ritroviamo il mondo di Twilight capovolto; l’autrice ha infatti, spiegato che la sua volontà era proprio quella di dar vita a un romanzo che non descrivesse più una damigella in pericolo, bensì di un essere umano in questo caso uomo, normale, circondato però da persone con caratteristiche particolari, dei supereroi insomma, incredibilmente veloci, forti, attraenti e sempre giovani. La Meyer inverte quindi i ruoli dei protagonisti, creando un libro che, come ha voluto sottolineare, darà più spazio alla mitologia sui vampiri e le permetterà di correggere alcune frasi e alcuni errori che lei stessa ha riscontrato nei romanzi precedenti. C’è da dire, inoltre che, con Life and Death, l’autrice spera di farsi perdonare il ritardo dell’uscita nelle librerie di Midnight Sun, la versione di Twilight dal punto di vista di Edward, leakata anni fa ma, ahimè, mai pubblicata. Cari fans, non vi resta che correre in libreria, una nuova storia sui vampiri vi sta aspettando!

VAGABONDANDO Eter9, il social network per pubblicare anche dopo la morte

il Segno - ottobre 2015

L’intelligenza artificiale di Francesca Torino L’evoluzione del mondo digitale non ha confini, neanche nell’aldilà. Proprio così, adesso è possibile continuare “a vivere” anche dopo la nostra dipartita, grazie a un nuovo social network creato da un programmatore portoghese, Henrique Jorge: Eter9. Già dal suo nome si può dedurre lo scopo della sua nascita, ossia continuare a pubblicare sui social al posto nostro anche quando siamo offline o quando non ci saremo proprio più. Infatti, Eter9 deriva dai termini inglesi eternity e cloud 9, espressione anglosassone per indicare “essere al settimo cielo”. Questa nuova piattaforma potrebbe essere considerata come un’intelligenza artificiale che, basandosi sulle nostre preferenze, sui contenuti che postiamo giornalmente e sul modo in cui interagiamo con gli altri utenti, registra e duplica queste nostre informazioni affinché possa fare tutto questo al posto nostro. Uno scenario interessante e altrettanto inquietante, se si pensa

che i nostri contatti non sanno che siamo offline o addirittura deceduti. Eter9, dunque, ci promette potenzialmente l’immortalità, se siamo in grado di poter mettere il “mi piace” (su questo social viene chiamato “sorridere”) ai post degli altri e pubblicarli a nostra volta. Un nuovo modo di rivivere, una nuova forma di vita semmai, digitale, virtuale, verrebbe da chiedersi se fittizia o reale. Forse su questo punto potrebbero sorgere diverse polemiche e punti di vista sul ruolo di questa forma di tecnologia nelle nostre esistenze. In fondo, la paura della morte è insita in noi tutti e l’idea di divenire immortali farebbe gola un po’ a tutti. C’è, però, da sottolineare che la nuova vita promessa dalla creatura di Jorge, è tutta fatta di dati e algoritmi presenti nel Web, e - in un certo senso -

vissuta da un’intelligenza artificiale che, come nei migliori film di fantascienza, potrebbe un domani rivendicare quel profilo come il proprio. Rimanendo, invece, a questioni più vicine e concrete, permettere la gestione da parte di un social della pagina di un defunto, potrebbe non far piacere ai familiari e conoscenti che hanno perso quella persona, ma potrebbe essere anche il contrario. Insomma, Eter9 sta rivoluzionando il modo di vedere e riconsiderare il mondo digitale e la morte stessa, ciò che è stato solo pensato o scritto sta divenendo sempre più reale e vicino nel tempo. L’immortalità potrebbe non essere più una chimera, ma qualcosa di tangibile, sebbene letteralmente appesa a dei fili. Una domanda potrebbe sorgere spontanea: cosa ne sarà di noi durante un black-out?

Addio all’assicurazione sul parabrezza Sportello dell’automobilista

di Maurizio Santangeli* Dallo scorso 18 ottobre non è più necessario esporre sul parabrezza della propria auto il contrassegno assicurativo (tagliando cartaceo che certifica che il veicolo è assicurato per la responsabilità civile). Il controllo della copertura assicurativa verrà effettuato dalle forze dell’ordine che verificheranno se il numero di targa è presente nella banca dati della Motorizzazione Civile, direttamente nel corso di un posto di blocco o su segnalazione dei dispositivi elettronici di rilevazione (autovelox, tutor, telepass, telecamere ZTL). La banca dati sarà aggiornata in tempo reale.In questo modo, pochi minuti dopo la stipula di un contratto, sarà possibile circolare senza il pericolo di essere segnalati come trasgressori. Questa novità è stata introdotta per eliminare il fenomeno, molto diffuso, della compravendita dei contrassegni falsi e per cercare di stanare chi circola privo di copertura. Con i controlli elettronici sarà quasi impossibile circolare sprovvisti di assicurazione senza essere

individuati. Chi circola sulle nostre strade senza la copertura assicurativa commette un illecito, rischia una multa che va da un minimo di 841 ad un massimo di 3.366 euro e il sequestro del mezzo. Nelle prime fasi di attuazione della nuova disciplina, in via sperimentale, le compagnie assicurative continueranno a consegnare agli assicurati il tradizionale tagliando di carta che, tuttavia, non dovrà essere esposto sul parabrezza. Per circolare nei paesi dell’Unione Europea (oltre ad Andorra, Svizzera e Serbia)sarà obbligatorio avere a bordo del veicolo il certificato di assicurazione che prova l’adempimento dell’obbligo assicurativo, mentre nei paesi extra UE continuerà ad essere obbligatoria la carta verde. Se avete bisogno di ulteriori informazioni al riguardo, potete rivolgervi presso la mia agenzia.

*Sportello telematico dell’automobilista e agenzia HDI Assicurazioni Via Frascati 34, Rocca di Papa Tel. 06-9497748


TEMI D’OGGI

il Segno - ottobre 2015

di Annarita Rossi Una casetta sull’albero, tutta in legno, con le sue scalette che portano su a dominare il mondo dall’alto. Il sogno di tanti bambini che come me, quando ero piccola, appena ne vedevo qualcuna, iniziavo a fantasticare. Eppure, c’è chi vive realmente sugli alberi, gli uccelli si riparano tra le fronde sui rami e danno vita deponendo le uova nei nidi che pazientemente e abilmente costruiscono. Altri animali hanno diversi tipi di case che sono le tane, quelle gallerie costruite sapientemente scavando la terra come fanno le marmotte, le talpe e altri roditori, piccoli ed eruditi ingegneri. Il bosco è la casa di tanti animali i quali trovano un riparo dal freddo come dal caldo, per riposare e per nascondersi dai predatori. Anche il sottobosco ha i suoi abitanti, sono gli insetti che con la loro perfetta organizzazione sembrano aver seguito un corso di educazione civica. Nei mari i pesci si riparano nelle loro case costituite da anfratti, relitti e dal

La vita nei modi di dire

La casa degli animali

fondale sabbioso dove spesso si sotterrano. La savana africana poi è la casa di tante specie animali che anche se non priva di pericoli per i suoi abitanti che devono continuamente lottare per la sopravvivenza è pur sempre la loro casa. Dobbiamo permettere a tutti gli animali di vivere nelle loro “case”, senza distruggerle con gli incendi, che ad ogni estate sono devastanti in tutto il nostro Paese e causano tanti danni. Non spariamogli e non rinchiudiamoli in gabbia nei circhi, negli zoo, nei laboratori scientifici e negli allevamenti di pellicce. Non togliamogli la libertà, ogni essere vivente e senziente ha il diritto di vivere la propria esistenza senza privazioni e costrizioni. Non facciamo

di Enea Trinca

Se la frutta anche prima costava così cara, Adamo ed Eva non avrebbero commesso il peccato originale. Nella vita non bisogna mai rifuguarsi in se stessi... tanto prima o poi qualcuno riuscirà a trovarti.

Ho fatto una dieta dimagrante presso una clinica specializzata. In due mesi ho perso... 7mila euro.

Ecco che cosa si rischia dicendo a un avaro: Signore, sono tre giorni che non mangio! “Si sforzi, buonomo, vedrà che l’appetito le verrà”.

Al mare ho visto ragazzini talmente poveri che con la sabbia invece dei castelli facevano... le case popolari.

Se vai fuori una settimana e tua moglie ti dice: Caro, non farmi lo scherzo di ritornare in anticipo, almeno avvisa... Dubita, amico, dubita!

il T o c c o

di Ermanno Gatta

imprigionare gli animali per il gusto di vederli da vicino. Con il progresso tecnologico i bambini possono ormai osservare come essi vivono nel loro habitat naturale sia in tv tramite dei meravigliosi documentari naturalistici in onda tutti i pomeriggi come pure con il computer che sempre più ci offre l’opportunità di avere una visione tridimensionale. È sicuramente molto più educativo che vedere animali tristi e privi di libertà, dietro a delle sbarre negli zoo oppure sotto il tendone di un circo ad eseguire dei numeri che in natura non farebbero mai. Un animale imprigionato sognerà sempre la fuga per ritrovare la libertà perduta, quando riuscirà a fuggire dalla sua prigionia gli esiti saranno nefasti come tragica è stata la fine di quella giraffa ad Imola lo scorso mese, fuggita dal circo e deceduta in seguito ad una doppia somministrazione di anestetico e per lo stress adrenalinico subito durante la sua evasione. Quindi per una volta, proviamo a pensare di stare al loro posto contro la nostra volontà, per dare spettacolo e piacere a qualcun altro, in una casa che non è la nostra, senza i suoi spazi, i suoi odori, i suoi rumori e portiamogli semplicemente rispetto.

Riflessioni

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di Florentina D. Pagnajer Inizio con i sinceri ringraziamenti per la concessione di questo spazio dedicato alle mie riflessioni. Ringrazio i lettori del Segno anche per le strette di mano, per i complimenti che m’imbarazzano sempre, per l’incoraggiamento nel continuare a scrivere perché, dicono, “scrivi con il cuore”. È vero, scrivo con il cuore e, a proposito della lettera d’amore pubblicata sul numero scorso, “devo“ fare una confessione: ha “toccato” il cuore di tanti per la profondità delle parole... In tanti mi chiedevano sorridendo: “Ma chi è lui?”. Ed io, un po’ sorridevo, un po’ divertita perché la mia Lettera all’alba era stata preparata per partecipare al concorso “Si accende il borgo” (Sez. lettera d’amore in lingua italiana), organizzato a Rocca di Papa dal circolo culturale IPLAC (Insieme per la cultura) in collaborazione con la Pro Loco, il Mamilio.it e il Parco dei Castelli Romani. Ringrazio loro perché hanno ideato il concorso anche per i giovani, dai 9 ai 18 anni, e a una seconda mia partecipazione onorandomi con un secondo premio, il primo, per la poesia “Cara terra madre” un anno fa , il secondo per “Lettera all’alba”- premio all’originalità e alla creatività. Confesso anche che è stata Daniela Di Rosa a farmi capire che ricevere un premio non lo si deve “nascondere”. Devo anche aggiungere che al concorso ho presentato una seconda poesia dedicata alla persona che mi sta accanto da 25 anni (mio marito) che mi sopporta “nel bene e nel male”. Tu sei.... Tu sei per me la luce tra le luci che so distinguere sempre... tu sei per me il verde sul cammino tortuoso, la saggezza che sostiene i miei pensieri... tu sei per me la spalla sulla quale ho pianto nel dolore, tu sei per me il confine e l’inizio, il brivido, la calma del mare perso nell’immensità... tu sei per me il punto di riferimento su ogni pagina di vita – la vita che mi lega a te con la vita perché sei padre dei miei figli tu sei tutto... e quando non ti vedo, mi giro per cercarti, e quando ti ritrovo, ritrovo me stessa in tutto quello in cui mi riconosco, in tutto quello che... tu sei.


il Segno dei tempi

nei disegni del Maestro Franco Carfagna Il maestro Carfagna, in questa sua rubrica, ricorda spesso luoghi, fatti e personaggi di Rocca di Papa, con un occhio attento anche al dialetto e alle storiche tradizioni locali. Ora, con il suo disegno, vuole raccontare un aneddoto riguardante suo zio, Romano Carfagna. Erano gli anni Trenta e i rocchisciani erano sempre impegnati a coltivare gli orti civici. Intere famiglie, piccoli e grandi, seguivano la strada del loro destino: fare per sempre i contadini. Infatti, la loro vita si svolgeva più negli orti che in casa, e capitava spesso che dormissero direttamente nella capanna di legno o di scopiglio e lamiere che in una bella stanza ammobiliata. In questi orti costruivano anche delle piccole casette per il ricovero degli animali, qualche pecora, una capra, magari una vacca, delle galline e dei conigli. Gli orti, insomma, erano anche dei piccoli zoo e questo significava che qualcuno doveva sempre stare di guardia. Ma torniamo a Romano Carfagna. Quando aveva 20 anni si era messo in testa di allevare conigli. Ne parlava spesso con un coetaneo che aveva l’orto confinante con il suo. Lui raccontava che era un esperto di conigli, che conosceva quali alimenti potevano mangiare e quali no, le erbe che si potevano dare senza preoccupazione. Inoltre, raccontava che era anche in grado di curarli nel caso ci fosse stato bisogno, e quali medicine somministrare alle povere bestiole.

Romano Carfagna e u’ coniju malatu

Ultima pagina

il Segno - ottobre 2015

I suoi racconti erano così precisi che anche il vicino cominciò a interessarsi ai conigli e, gli disse Romano, se fai un allevamento ti aiuto io. Un giorno, però, questo suo confinante vide che uno dei suoi conigli era tutto abbacchiato e con le orecche abbassate. Se ne stava solo in un cantone e il vicino si impressionò. Allora si ricordò di Romano e della sua vasta esperienza in materia. Scavalcò la staccionata e, tutto affannato, gli spiegò i malanni del coniglio. Romano, per dimostrargli la sua abilità, saltò a sua

volta la staccionata e si recò verso la gabbia dei conigli facendosi indicare dall’amico quello malato. Romano si chinò sul coniglio, lo toccò, gli guardò le orecchie. Stette qualche minuto in osservazione mentre il proprietario attendeva impaziente una risposta. Allora Romano si alzò in piedi, guardò il confinante negli occhi e, con molta calma, emise la sua diagnosi: “Questo coniglio o muore o campa”. Tutti e due soddisfatti ritornarono nelle loro capanne a concludere la serata.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@libero.it - www.ilsegno.org

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

LE NOSTRE CASE SONO AL SICURO? Le frane hanno colpito anche Rocca di Papa, segno che anche da noi l’attenzione al territorio lascia a desiderare. L’area che più spaventa è quella attraversata del fosso della Molara, quando l’acqua viene giù oltre alla paura che possa allagare le case intorno, si sente una gran puzza. Ma che cosa porta quell’acqua che arriva dai Campi d’Annibale? Chi dovrebbe fare i controlli per vedere se tutto è in regola? Io abito in quella zona e, al-

l’inizio della stagione invernale, stiamo già subendo la paura di vederci casa allagata. Sono anni che si parla di intervenire, la Comunità Montana ha anche fatto dei lavori costosi. Ma chi ci garantisce che le nostre case sono davvero al sicuro? Lettera firmata

VIA MAZZINI E L’ILLUMINAZIONE Caro direttore, abito in via Mazzini nel centro storico e da un po’ di tempo ho notato che le luci di alcuni lampioni si

spengono e si accendono a distanza di poco tempo. Capita spesso che di notte, camminando per tornare a casa, di colpo ci si ritrova al buio completo rischiando di farsi veramente male. Spero che questa segnalazione faccia intervenire gli addetti del comune a ripristinare l’illuminazione nel modo corretto. Giovanni De Santis

IL FU MERCATO DEL VENERDI’ Vi scrivo perché venerdì scorso, dopo tanto tempo in cui

mancavo, mi sono recata al mercato di Rocca di Papa e sono rimasta incredula nel vedere i pochi banchi presenti e la poca gente che ci andava. Ricordo un mercato ricco di banchi, frutta e verdura fresca. E poi vestiti, scarpe, stoffe. Tutto ciò che di buono si poteva desiderare si poteva trovare a Rocca di Papa e a costi bassi. Ora questo mercato mi è sembrato davvero scadente e vorrei sapere da che cosa e da chi dipende questo fatto. Grazie. Marisa Carnevali

IL PROSSIMO NUMERO DEL SEGNO USCIRÀ SABATO 14 NOVEMBRE


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