Il Segno ottobre 2019

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Il Palazzo dei Segreti DA 18 ANNI SENZA PADRONI

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NOSTRA INCHIESTA ESCLUSIVA

Anno XVIII, n. 3 - OTTOBRE 2019

Fb: Il Segno di Rocca di Papa

ilpiccolosegno@libero.it

OGGI, PER LA PRIMA VOLTA, SIAMO IN GRADO DI SAPERE CHE COSA È STATO DETTO NELL’INCONTRO DEL 18 FEBBRAIO 2019 PRESSO IL MUNICICPIO PER TRATTARE LA QUESTIONE DELL’ABUSIVISMO EDILIZIO. I FATTI CHE EMERGONO SONO MOLTO GRAVI. LEGGETE CON MOLTA ATTENZIONE QUESTA ESCLUSIVA DEL SEGNO ALL’INTERNO A PAGINA 3

Niente sarà POLIZIA LOCALE più come prima Per far posto al nuovo di ANDREA comandante dei vigili SEBASTIANELLI annullato il concorso Torniamo in di-

stribuzione con il giornale cartaceo dopo tre mesi dal tragico evento che ha distrutto la sede municipale provocando la morte del sindaco Crestini e di Vincenzo Eleuteri, suo delegato. I fatti accaduti, che Il Segno ha seguito con impegno e professionalità attraverso la testata online, più veloce e idonea per il tipo di informazione necessaria in quel momento, ci dicono che per Rocca di Papa niente sarà più come prima. Il perché è chiaro. SEGUE IN ULTIMA

PAGINA

A PAGINA

ELEZIONI 2020

Il primo candidato è Massimo Saba A PAGINA 5

SIAMO SEMPRE CONVENIENTI E TI OFFRIAMO:

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Contenzioso Hotel Europa

Il Comune dovrà pagare Fam A PAGINA 15

Gratta e vinci, slot, calcio

7 milioni di € nel 2018 A PAGINA 16

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Ecco la legge che risana le aree a rischio

il Segno - OTTOBRE 2019

Passa in Regione la proposta M5S. Monte Cavo spera L’ IN IZI ATI VA

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organo mensile dell’associazione culturale “Editoriale il Segno” C.F. 92028150586 P.IVA 12706861007 Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sebastianelli

ilpiccolosegno@libero.it REDAZIONE

Bruna Benelli, Federico De Angelis, Daniela Di Rosa, Vincenzo De Rossi, Mauro Giovanelli, Anna Giovanetti, Giovanni Mancini, Noga (Gabriele Novelli), Roberta Puglisi, Annarita Rossi, Vincenzo Rufini, Maria Pia Santangeli, Luigi Serafini, Alessandro Tabellione ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

Stampa: Arti Grafiche Roma

IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO SOTTOSCRIVI PER IL SEGNO:

Banca di Credito Cooperativo dei Castelli Romani e del Tuscolo IBAN: IT-12-Q-07092-39230-000000110977

È stata approvata dal consiglio regionale del Lazio la proposta di legge n. 124 dal titolo: “Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale”. Una proposta che porta la firma del consigliere dei cinque stelle, Marco Cacciatore, unitamente a quelle di tutti i consiglieri pentastellati a cui si sono aggiunte quelle della Lista civica Zingaretti e di Eleonora Mattia del partito democratico. L’obiettivo delle nuove norme è quello di tutelare quei territori già pressati da situazioni critiche dal punto di vista ambientale e la legge approvata avrà proprio questo compito: disciplinare l’individuazione delle aree a elevato rischio ambientale e individuare le misure per eliminare o ridurre i fenomeni di inquinamento e di squilibrio ambientale.

Come individuare le aree a rischio? Devono avere queste caratteristiche: presentare gravi alterazioni degli equilibri ecologici del suolo e del sottosuolo, nell’atmosfera, nelle acque superficiali e sotterranee e/o un’elevata concentrazione di stabilimenti industriali con possibilità di incidenti rilevanti. Caratteristiche che sembrano calzare perfettamente all’area di monte Cavo a Rocca di Papa, dove

La vetta di monte Cavo a Rocca di Papa

da oltre 40 anni si attende che lo Stato nella sua interezza (Comune, Regione e Ministeri) diano attuazione alla delocalizzazione di decine di tralicci radio-tv che non solo hanno deturpato l’ambiente e il paesaggio, rendendo la vetta un luogo insalubre, ma hanno anche determinato un grave danno a livello turistico e quindi economico. E dove, malgrado ci sia la più alta concentrazione europea di impianti radio-tv, non esisterebbe alcun piano di sicurezza in caso di disastro.

Per ciascuna area dichiarata a elevato rischio di crisi ambientale, la Regione dovrà approvare un piano di risanamento individuando le misure urgenti per rimuovere le situazioni di rischio e le misure per avviare la riqualificazione dell’area.

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Il monitoraggio delle aree sarà effettuato dall’Arpa Lazio (Agenzia regionale per la protezione ambientale), dalle aziende sanitarie locali territorialmente competenti, dalla Città metropolitana di Roma Capitale e dalle altre province. Per finanziare l’attività dell’Arpa, la legge stanzia 100mila euro per ciascuna annualità 2020 e 2021. Per quanto riguarda invece le risorse economiche a sostegno degli interventi previsti dalle nuove norme è previsto lo stanziamento di 500mila euro nel biennio.

Come detto, una legge che si adatta perfettamente alla situazione di monte Cavo e su cui l’amministrazione dovrebbe fare subito i primi passi mettendo in pratica un vero e proprio piano di risanamento ambientale. Marcello Morrone

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il Segno - OTTOBRE 2019

Rocca di Papa

N OTIZIE

IN FOR M AZION E

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ATTU AL ITÀ

In Parlamento il “caso Santoro” Il prefetto attende i chiarimenti

L’On. Mollicone di Fratelli d’Italia interroga il Ministro dell’Interno

Torna d’attualità la vicenda dell’ex consigliere comunale Mario Santoro, costretto alle dimissioni dall’art. 63 del TUEL (il Testo Unico sugli Enti Locali) che stabilisce che «Non può ricoprire la carica di sindaco […] colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile o amministrativo […] con il Comune». La causa che ha portato Santoro a lasciare il ruolo di consigliere comunale è quella relativa a un incidente stradale avvenuto sei anni fa e per il quale Santoro nel gennaio del 2018, quando cioè già ricopriva il ruolo di consigliere comunale, citò in giudizio il Comune di Rocca di Papa per circa 7 milioni di euro.

A riportare questa vicenda sotto i riflettori è stato un post di Massimo Saba, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali, il quale ha scritto che «La vicesindaco reggente trova il tempo per conferire deleghe, inutili e fuori tempo, invece che rispondere alla Prefettura di Roma che, proprio in questi giorni, il 19 settembre, ha sollecitato per la seconda volta l’amministrazione comunale a dare spiegazioni in merito alla vicenda dell’ex consigliere Santoro…». Apprendiamo dunque che il Prefetto sta sollecitando la vicesindaco Cimino affinché fornisca spiegazioni sull’intera vicenda. Ma perché il Prefetto si sta interessando al “caso Santoro”?

Il motivo è un’interrogazione parlamentare presendall’On. Federico tata Mollicone di Fratelli d’Italia, il quale il 27 maggio scorso

con il voto di un consigliere che aveva una causa di incompatibilità non contestata». Parole forti che danno la misura dei fatti accaduti a Rocca di Papa a cavallo tra il 2018 e il 2019.

L’ex consigliere Mario Santoro e, nel riquadro, l’On. Mollicone

ha chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno di fare chiarezza sulla vicenda, con particolare riferimento al fatto che «in tutti gli atti ufficiali, compresi quelli notificati al sindaco, la pratica viene archiviata con la dicitura “Santoro Mario + altri” [mentre] nella delibera [di giunta] viene messa in atto

una vera e propria modifica di tale dicitura che diventa “Trinca Stefania + altri”, in sostanza nascondendo il nome del consigliere comunale in carica nella parola “+ altri”».

Nell’interrogazione a risposta orale, l’On. Mollicone ribadisce che «in base alla legge [...] appare evidente la responsabilità del sindaco che ha ricevuto in prima persona, come legale rappresentante del comune, la notifica di Santoro, ma che non ha segnalato in consiglio comunale (e, dunque, ai cittadini tutti) il conflitto d’interessi in cui era incappato Santoro assicurandosi così di fatto, per La vicenda delpiù di un anno, la magl’incompatibilità gioranza grazie al voto di di Mario Sanun solo consigliere». La Romei toro venne porquestione sollevata tato alla luce dal dall’On. Mollicone è consigliere comunale Lorenzo piuttosto seria e l’interRomei durante la seduta del rogazione parlamentare 26 febbraio 2019. Romei prosegue sostenendo chiese a Santoro di dimettersi che «il silenzio del sinall’istante. Venti giorni dopo il daco, della giunta e della consiglio comunale votò la segretaria comunale apdecadenza con i voti dell’op- pare oltremodo discutiposizione e con l’astensione bile e pone, inoltre, dubbi della maggioranza. sulla validità degli atti approvati dal consiglio

Il caso venne portato alla luce da Lorenzo Romei

Gli uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Interno, al fine di poter rispondere all’interrogazione dell’On. Mollicone, evidenziando anche eventuali anomalie nella gestione della “pratica Santoro”, hanno trasmesso la richiesta alla Prefettura di Roma che a sua volta sta chiedendo gli atti all’amministrazione comunale. E lo sta facendo con una certa insistenza, visto che il sollecito del 19 settembre 2019 arriva dopo che la stessa richiesta era stata fatta a luglio.

Non sappiamo, a oggi, se il Comune di Rocca di Papa abbia provveduto a rispondere al Prefetto, ma è certo che della vicenda si tornerà a parlare anche in campagna elettorale, visto che lo stesso Massimo Saba, ha aggiunto che «qualcuno di questa vergognosa vicenda dovrà dare spiegazioni, e anche altro, nelle sedi opportune. Se sarò amministratore del Comune -ha poi detto- sarà il primo atto che metterò sotto la lente d’ingrandimento, e non ci saranno sconti per nessuno: sia chiaro sin da ora!». Una frase che mette sul tappeto un’altra eventualità fino a oggi mai presa in considerazione: non è che il Comune ha subìto un danno da come è stata gestita l’intera vicenda del “caso Santoro”? Notizie e approfondimenti su questo argomento li trovate sul sito Internet: ilsegnonews.com e sulla pagina Facebook: Il Segno di Rocca di Papa.


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C’è la Lega dietro la nomina dell’ennesimo assessore

De Santis dovrà occuparsi di sicurezza del territorio

La motivazione con cui la vicesindaco Veronica Cimino ha giustificato la nomina di un nuovo assessore lascia più che qualche dubbio. Che senso ha dire che la scelta è stata fatta perché c’era bisogno di qualcuno che gestisse «in modo ancora più capillare ogni aspetto necessario per assicurare la corretta e spedita lavorazione degli interventi e dei progetti che questa Amministrazione sta mettendo in opera, per una concreta e piena ripresa del nostro Ente e di tutta la Città di Rocca di Papa»? La supercazzola di Tognazzi in confronto è niente! I progetti vengono seguiti dai direttori dei lavori, che vengono pagati apposta per far rispettare il cronoprogramma, cioè il tempo necessario all’esecuzione, e per verificarne la corretta esecuzione in base al capitolato d’appalto.

Appare dunque chiaro che tale nomina, completamente inopportuna visto che il consiglio comunale è stato sciolto il 15 luglio 2019, non può avere una valenza tecnica ma esclusivamente politica. Resta da capire come sia nata e da chi sia stata proposta o imposta. In attesa di scoprirlo, qualche cosa però la possiamo già anticipare partendo da un dato politico inequivocabile: tale nomina rafforza il peso della Lega all’interno della giunta comu-

R OCCA D I PA PA

nale. Infatti, l’architetto Giulio Andrea De Santis, è sposato con Caterina Alessandra Galli, esponente della Lega di Roma molto vicina alla consigliera capitolina Monica Picca, con cui partecipa spesso a manifestazioni e iniziative contro la Raggi e contro il Pd. La Galli è passata alla Lega dopo aver militato in Fratelli d’Italia con cui si candidò nel 2013 nell’XI municipio (Marconi-Portuense) del Comune di Roma a sostegno di Alemanno sindaco. Ecco dunque che il quadro appare più chiaro visto che la giunta di Rocca di Papa alle ultime elezioni europee decise di passare armi e bagagli alla Lega sostenendone i candidati. La Cimino fu infatti una delle più attive in questo passaggio elettorale a favore della Regimenti (sostenuta anche dalla Picca e dalla Galli).

Ma l'aspetto più sconcertante in tutto questo è che il primo annuncio sulla nomina di Giulio Andrea De Santis ad assessore non è stato del Comune ma proprio della moglie Caterina Alessandra che sulla sua pagina Facebook, poco dopo le ore 16 del 30 settembre, si congratulava con il consorte. Addirittura dicendo che a breve sarebbe seguita la nota ufficiale del Comune. E secondo voi chi avrà taggato la signora Galli per comunicare la lieta noti-

zia al mondo leghista? Ovviamente la consigliera romana della Lega, Monica Picca. La nomina, dunque, nasce da relazioni interpersonali nell'ambito della Lega.

Ma c’è di più: prima delle elezioni europee proprio Caterina Galli avrebbe contattato telefonicamente Massimiliano Calcagni, attuale presidente del consiglio comunale di Rocca di Papa, manifestando il suo interesse per partecipare al bando che si stava preparando sull’illuminazione pubblica. Un bando del valore di oltre 7 milioni di euro. Alla luce delle considerazioni politiche che abbiamo fatto prima, appare evidente a questo punto che la Galli, se contattò Calcagni come lui stesso racconta, lo fece non perché Calcagni era presidente del consiglio comunale ma perché in quel momento Calcagni ricopriva il ruolo di coordinatore della Lega di Rocca di Papa. Calcagni si limitò a rispondere che per questa cosa doveva chiedere all’amministrazione comunale visto che lui stava all’opposizione. Poche settimane dopo venne sostituito nel ruolo di coordinatore da Cinzia Botti, che a Rocca di Papa è nota soprattutto per essere la consorte di Gino Ferri, patron de La Foresta, e sostenitore dell’amministrazione comunale. (A.S.)

il Segno - OTTOBRE 2019

Le altre Poltrone

Prima Montalto poi Calicchia

A poche settimane dal crollo del municipio la vicesindaco Veronica Cimino nomina il nuovo assessore al bilancio, Pier Paolo Montalto Montalto, che un anno prima l’ex sindaco Crestini aveva defenestrato come assessore ai servizi sociali per far posto a Danilo Romei che dall’opposizione era saltato Calicchia in maggioranza. Il 23 settembre la vicesindaco fa un’altra nomina, pescando questa volta nel nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva, dove era a p p e n a De Santis confluito Giuseppe (Pino) Calicchia. Calicchia dovrà occuparsi di lavoro e sviluppo del territorio. Adesso con la nomina di Giulio Andrea De Santis per la sicurezza del territorio, il quadro è completo. Ma mentre la delega a Calicchia è gratuita, i due assessori sono stipendiati come gli altri.

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Massimo Saba è il primo candidato sindaco. Le elezioni entrano nel vivo il Segno - OTTOBRE 2019

Mancano circa sette mesi alle elezioni ma la politica è già in fermento. Al momento l’unico candidato sindaco ufficiale è Massimo Saba, funzionario della Presidenza del Consiglio dei Ministri e docente presso la Lumsa di Roma. Saba a Rocca di Papa è noto anche per la sua attività di giornalista ed editore avendo per molti anni diretto un periodico locale (La Spiga) e aver curato la pubblicazione di decine di libri sulla storia di Rocca di Papa. Saba proviene dal mondo cattolico e la sua candidatura appare trasversale ai partiti e per questo può essere vista come un vero e proprio scossone al sistema locale. Nel centrodestra la competizione sembra ristretta alla vicesindaco Veronica Cimino e alla coordinatrice della Lega Cinzia Botti. A meno di sorprese, sarà una delle due ad essere candidata. Più complessa la situazione nel centrosinistra dove la notizia dell’ultima ora è quella della ridiscesa in campo di

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RO CC A D I PA PA

Mauro Fei, che nel 2016 venne sconfitto alle primarie Pd da Silvia Sciamplicotti. Intorno a Fei starebbero convergendo diversi esponenti approdati nel nuovo partito di Renzi, Italia Viva, tra cui Raffaella Taggi, ex segretaria del Pd, l’ex assessore Simone Pizziconi, e Maurizio De Santis. E non è detto che alla fine il gruppo di Fei possa in qualche modo accordarsi con il gruppo di Bruno Petrolati ed Elisa Pucci. Nel Pd, invece, nessuno parla. Resta in piedi la candidatura della Sciamplicotti ma è possibile che alla fine possa emergere un’altra figura che molti vedono in ascesa, Andrea Croce, che nel 2016 si candidatò come consigliere proprio a sostegno della Sciamplicotti. Croce è anche noto per essere imparentato con Carlo Galli, vicino a La Foresta. A sinistra-sinistra la sfida per la candidatura a sindaco è tra due sindacalisti storici della Cgil, Gennaro Spigola e Gianfranco Brunetti.

ROCCA DI PAPA 2020 IL BORSINO DEI CANDIDATI

Chi Chi Sale Scende


Lo scandalo dei debiti fuori bilancio (90.000 euro) pagati in tutta fretta 6

il Segno - OTTOBRE 2019

Nel 2017 l’ex ass.re Rossetti aveva affermato che non ce n’erano più

di LUIGI SERAFINI

L’ultimo riconoscimento di debiti fuori bilancio (90.000 euro), votato dall’amministrazione Cimino, per un periodo compreso fra gli anni 2013 e 2016, meriterebbe una lente d’ingrandimento grossa come una parabola. Il consiglio comunale, infatti, lo scorso 6 agosto ha dato il via libera ai pagamenti che riguardano una serie di lavori che sarebbero stati eseguiti da 9 ditte locali (vedi elenco) e per i quali non esistono né impegni di spesa, né solleciti di pagamento, né fatture emesse nel periodo esaminato. «Non c’è niente. Niente!» ha detto in consiglio comunale la stessa Laura Fico, presidente della commissione bilancio. Salvo poi votare a favore «perché anche se non c’è niente noi ci fidiamo della parola del nostro tecnico» (!).

Il tecnico è l’Ing. Luigi De Minicis (quello della convenzione siglata con la pseudo fondazione che avrebbe voluto regalarci 2,5 milioni di euro per la scuola), responsabile del settore lavori pubblici del Comune, il quale il 19 luglio scorso (cioè in piena emergenza postesplosione!) ha presentato una “Relazione istruttoria per lavori e forniture effettuate negli anni 2014-20152016 e in assenza di regolare impegno di spesa”. In verità c’è anche un lavoro risalente al 2013, cioè 6 anni fa, ma andiamo oltre. Da questa relazione apprendiamo che il 20 luglio 2018 il Comune ha convocato alcune ditte locali per appurare l’esecuzione di alcuni lavori eseguiti. Verrebbe subito da chiedere: ma se non c’era nessun impegno di spesa perché convocare ditte che, stando alla relazione, non avevano nemmeno sollecitato il pagamento? Il 20 luglio, insomma, De Minicis riceve i rappresentanti delle ditte edili Pucci Stefano, Edil Lupi,

RO CC A DI PA PA

DITTE LOCALI

Ditta Petrolati Massimo

Ditta Elettrica Petrolati Ditta Pucci Stefano

Ditta Metalfaete (De Luca) Ditta Lacana Giuliano Ditta Edil Lupi

Impresa D’Ortenzi

Impresa Chiarelli Mass. Studio Dimapo (1)

TOTALE

Somme richieste

€ 500

€ 20.782 € 2.400 € 13.660 € 10.200 € 30.680

€ 14.000 € 7.400 € 2.500 € 102.122

Somme pagate

€ 440 € 19.150 € 2.310 € 10.560 € 8.085 € 26.400 € 13.200 € 6.600 € 1.520 € 88.265

Periodo Lavori

2015

2014-15-16

2014

2014-15-16 2014-15-16 2014-15-16

2013-14-15-16

2016 2016

2013-2016

(1) La perizia eseguita dall’Ing. D’Innocenzo venne redatta dopo una richiesta dei vigili del fuoco per alcuni locali della scuola

Lacana Giuliano e della Metalfaete (fabbro).

Poi, non si sa come (perché la relazione non lo spiega) ma forse perché nel paese le ditte hanno cominciato a scambiarsi informazioni dicendo che il Comune stava pagando, fra il 7 e il 29 novembre 2018 altre ditte si presentano spontaneamente negli uffici per chiedere il pagamento di una serie di lavori effettuati anche 4 o 5 anni fa. Tutti lavori d’urgenza sia chiaro (anche se è difficile parlare di urgenza quando si devono sostituire delle maniglie!). In questi incontri ognuno presenta i suoi preventivi protocollati a suo tempo (alcuni corredati da un semplice scarabocchio che, a loro dire, proverebbe il visto del Comune), ognuno dice il nome di chi aveva commissionato verbalmente i lavori (quasi sempre i tecnici comunali), i tecnici a loro volta confermano e la relazione è fatta: via libera al pagamento.

Ovviamente qui ci troviamo di fronte a tutte persone e ditte perbene ma una pubblica amministrazione non può limitarsi ad accettare e accertare acriticamente le versioni di chi asserisce di aver eseguito dei lavori e di chi dice semplicemente che, sì, sono stati eseguiti. Non

solo, nella relazione prodotta dal Responsabile dei lavori pubblici, non si fa alcun riferimento (a parte un paio di casi) alle fatture emesse dalle ditte. Significa forse, come ha detto la consigliera Fico in consiglio comunale, che non sono state rilasciate dalle ditte? Come è possibile dunque liquidare 90.000 euro di lavori per i quali esisterebbero solo le dichiarazioni di chi li avrebbe eseguiti e di chi li avrebbe verificati? Il tecnico che accerta l’effettiva esecuzione di un lavoro non redige un verbale? Lo fa a voce? E se fornitore di opera e tecnico si mettono d’accordo per spartirsi il bottino? Non sarà certamente il caso di Rocca di Papa ma che un’amministrazione non si ponga la questione, appare davvero molto grave. Appare ancora più grave perché tra il 2016 e il 2017 l’assessore al bilancio Vincenzo Rossetti (poi defenestrato dal sindaco perché voleva incassare l’Imu degli antennari fino al 2016) portò in consiglio l’approvazione di un documento relativo alla ricognizione di tutti (tutti!) i debiti fuori bilancio relativi alla precedente amministrazione, affermando che in questo modo si sarebbero sanate tutte le spettanze figlie di un’amministrazione dissennata e improvvisata (usò su per giù

queste parole). Perché i tecnici non inserirono in quel momento anche i lavori spuntati fuori oggi ma risalenti al periodo fra il 2013 e il 2016? Non lo sappiamo perché la Fico e il neo assessore al bilancio, Pier Paolo Montalto, non lo hanno spiegato.

L’aspetto più deprimente in tutta questa vicenda, infatti, sono proprio i politici che dovrebbero amministrare Rocca di Papa per fare gli interessi dei cittadini. Dire in consiglio, come ha fatto la Fico, che loro hanno dei dubbi su questi lavori ma non possono non prendere per buona la relazione dell’Ing. De Minicis, è un vero e proprio insulto. Cara presidente della commissione bilancio, inviare tutto alla Guardia di finanza non le è passato proprio per la testa? A quanto pare no, meglio pagare, tanto dopo c’è la Corte dei conti che controlla.

Un’ultima postilla riguarda l’intervento di un altro consigliere di maggioranza, Paolo Gatta, il quale ci ha tenuto a sottolineare che tutti questi debiti fuori bilancio sono frutto di un modus operandi della precedente amministrazione che affidava lavori a voce, senza gara e senza criteri oggettivi. È sicuramente come dice il consigliere (noi del Segno lo abbiamo sempre scritto) ma ha omesso un particolare che purtroppo nessuno dell’opposizione ha rilevato: tra i debiti fuori bilancio ce n’è uno di 7.400 euro per alcuni lavori chiesti a voce dall’ex sindaco Crestini (così è scritto nella relazione di De Minicis). Come vede, caro consigliere Gatta, passato gli anni, cambiano i politici, ma i metodi adottati sono sempre gli stessi. Notizie e approfondimenti su questo argomento li trovate sul sito Internet: ilsegnonews.com e sulla pagina Facebook: Il Segno di Rocca di Papa.


I dubbi Anac sull’illuminazione pubblica da 8 milioni di euro il Segno - OTTOBRE 2019

L’Autorità Anticorruzione ha chiesto una relazione sul mega-appalto R O CC A D I PA PA

di ANDREA SEBASTIANELLI

si troverà a sborsare quasi 8 milioni di euro.

L’ANAC (L’Autorità Nazionale Anti-Corruzione) ha scritto all’assessore ai lavori pubblici di Rocca di Papa, Gianluca Zitelli, e al segretario comunale chiedendo tutti gli atti inerenti il progetto per l’efficientamento energetico che prevede l’assegnazione della gestione della pubblica illuminazione a una ditta privata per la cifra di quasi 8 milioni di euro per i prossimi 20 anni.

Il ricorso all’Ufficio Vigilanza Collaborativa e Vigilanze Speciali dell’ANAC è stato presentato il 20 agosto dal consigliere comunale Lorenzo Romei (primo firmatario) a cui si sono aggiunte le firme di altri cinque consiglieri di minoranza (tranne Grasso) che hanno evidenziato una serie di anomalie riscontrate negli atti fin qui prodotti. Il consigliere Romei, dopo aver studiato tutte le carte (non ultima la delibera di giunta fortemente voluta dalla vicesindaco Veronica Cimino in qualità di sindaco reggente dopo il decesso di Crestini), ha individuato l’assenza di requisiti che in un appalto pubblico di tale portata dovrebbero essere fondamentali a tutela della collettività.

7

Con questa lettera arrivata in Comune il 22 agosto, l’ANAC chiede all’amministrazione comunale non solo tutte le «informazioni e documentazioni in merito alla procedura […] al fine di poter consentire l’espletamento dei compiti di vigilanza attribuiti a questa Autorità», ma anche di fornire «una relazione riguardante l’intero iter tecnico-amministrativo, con specifico focus sugli aspetti indicati nella segnalazione e sullo sviluppo delle singole attività amministrative espletate e da espletare». Il punto fondamentale che le verifiche in corso dovranno chiarire, riguarda proprio l’iter deciso a favore di que-

C ANTINAFAZI

sta piccola ditta privata, la Saciem Srl con sede a Giulianello, che ha proposto un progetto (perché proprio a Rocca di Papa?) che prevede la trasformazione di tutti i punti-luce con sistemi a led più economici e convenienti. Ma il problema, per quanto è emerso, starebbe proprio qui. Attualmente il Comune (come hanno più volte ribadito gli stessi amministratori) paga circa 380.000 euro l’anno per la pubblica illuminazione e, con il nuovo progetto, continuerebbe comunque a pagare la stessa cifra per altri 20 anni. Non si comprende, quindi, quale sia il vantaggio, in termini di risparmio, per le casse del comune che

A destare particolare stupore è stata anche una delibera di giunta approvata il 4 luglio 2019, cioè poche settimane dopo l’esplosione costata, con cui si chiede al Responsabile dell’ufficio lavori pubblici Luigi De Minicis, di approvare le progettazioni relative all’efficientamento energetico e i collaudi delle opere di manutenzione eseguite, disponendo l’aggiornamento della documentazione già agli atti. Cioè, in piena emergenza post-esplosione, con comune crollato, scuola del centro urbano inagibile, scuola delle medie da sistemare per la nuova emergenza, ecc. ecc., la Cimino che cosa pensa di fare? Approvare una delibera che riguarda un progetto che impegnerà i cittadini di Rocca di Papa a pagare per 20 anni una cifra piuttosto considerevole a un’azienda privata. Invece di dedicare tempo e delibere all’emergenza scolastica si pensava al progetto sull’energia! «L’inosservanza di quanto richiesto -ha concluso il dirigente dell’ANAC nella sua comunicazione- comporta l’avvio del procedimento sanzionatorio, nonché il deferimento al Consiglio dell’Autorità».

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Un paese disgregato dove la discussione diventa insulto 8

il Segno - OTTOBRE 2019

Alcuni consiglieri hanno criticato persino il comitato dei genitori RO CC A DI PA PA

di DANIELA DI ROSA

L’abbandono di un paese si nota soprattutto dalla mancata partecipazione dei cittadini alla vita della comunità. Un comune, un’amministrazione deve avere la capacità di aggregare, di unire e non di dividere, questa mancata capacità è il vero male di una cittadina ed è quello che è successo al nostro paese. A Rocca di Papa negli anni passati esistevano i comitati di quartiere, ricordo quello dei Campi, molto attivo sul tema antenne, quello del centro storico e quelli delle Vigne e del Vivaro, veri luoghi di discussione, di impegno e di socializzazione di molti cittadini. Purtroppo spesso venivano strumentalizzati dalla politica, ma restavano comunque un collante tra le richieste, le rimostranze dei cittadini e le amministrazioni.

In questi tre anni e mezzo di giunta Crestini-Cimino si è consumata la fine dei comitati di quartiere, nessuno più si è preso l’onere e l’onore di ricostituirli, come se dell’andamento del paese non interessasse più nessuno, o come se nessuno in questi anni osasse rapportarsi in maniera critica verso l’amministrazione. Un’amministrazione che, grazie anche ad alcuni “ufficiosi” portavoce,

I post di due consiglieri comunali

ha dimostrato nel tempo un’arroganza senza precedenti, al punto da incutere timore nei cittadini, che si vedevano ridotti al “silenzio”, pena la gogna mediatica sui social.

Il clima di “vendette e ritorsioni” era nell'aria dall’inizio della legislatura, quando alle lamentele dei cittadini via Facebook seguivano “consigli” non richiesti velati da minacce da parte di noti personaggi vicini all’amministrazione, quando non dal sindaco stesso. Dopo la tragedia del 10 giugno l’aria è diventata ancora più pesante grazie a vari messaggi di vendetta verso chi aveva osato dissentire dalla politica

crestiniana. Il più duro è stato un post del consigliere comunale Paolo Gatta in cui scriveva che «a tutti coloro che ti hanno fatto del male… faccio una promessa: me la pagherete cara, molto cara, nemmeno immaginate quanto!!». Chiedemmo invano alla sindaca reggente di dissociarsi da quelle parole, e le immediate dimissioni del consigliere, che fu invitato a togliere il post, cosa che non fece, credo sia ancora lì a mo’ di monito. Ma né la sindanca, né nessun altro della giunta si dissociò,con il loro silenzio si è avallato un clima di timore, omertà e aggressioni verbali come non si era mai visto.

Ne sanno qualcosa i genitori e i docenti del neo comitato “Insieme per la scuola”, che voleva essere uno strumento di collegamento tra loro e l’amministrazione al fine di trovare soluzione al problema della scuola del centro urbano rimasta colpita dall’esplosione, ma che si sono visti tacciare di “fare politica”, accusati di strumentalizzare i bambini per andare contro l’amministrazione. Addirittura mamme insultate da consiglieri di maggioranza a dai loro sostenitori con violenza inaccettabile, o con ironia spicciola, come quando una mamma che si diceva preoccupata per il problema radon si è vista rispondere dal consigliere Roberto Trinca in questo modo: «Noi ci siamo andati [a Poceck] e non c’è successo niente, siamo ancora vivi. Se volete fare propaganda elettorale fatela altrove… non sulla pelle dei vostri figli».

Eppure solo cinque anni fa sotto la giunta Boccia si costituì un Comitato di genitori per la mensa scolastica, simile a quello nato oggi, mamme arrabbiate protestavano contro l’ex giunta, ma nessuno dei consiglieri di allora si permise di rispondere insultando. Cambiano i tempi ma il cambiamento promesso quattro anni fa si è rivelato, su tutta la linea, un peggioramento.


I soldi per la scuola centro urbano dirottati per l’edificio di Poceck il Segno - OTTOBRE 2019

La Regione dice sì alla richiesta avanzata dalla vicesindaco Cimino

di GIOVANNI  MANCINI

La scuola elementare centro urbano, danneggiata dall’esplosione del 10 giugno, aveva ottenuto dalla Regione Lazio uno stanziamento di 350.000 euro per la ricostruzione e messa in sicurezza. In seguito all’emergenza venutasi a creare con l’apertura del nuovo anno scolastico, l’amministrazione comunale dovendo adeguare l’edificio delle Medie in località Poceck per poter ospitare ulteriori 180 bambini, ha pensato bene di chiedere alla Regione di spostare una parte di quei soldi proprio per i lavori necessari. Una richiesta arrivata alla Regione via mail il 27 agosto 2019, cioè a due settimane dall’apertura dell’anno scolastico. Il via libera è arrivato il 10 settembre con l’approvazione della delibera regionale n. 638 che consente al Comune di Rocca di Papa di utilizzare parte di quei 350.000 per i lavori già effettuati presso l’Istituto Leonida Montanari. La cifra utilizzabile è di circa 132.000 euro e comprende le opere di imper-

R O CC A D I PA PA

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meabilizzazione e di eliminazione delle infiltrazioni d’acqua, la sanificazione e la tinteggiatura delle aule, l’integrazione degli impianti elettrici, l’adeguamento dell’impianto antincendio e l’integrazione dei servizi igienici.

Questo significa che per la scuola centro urbano resterà stanziata la restante cifra di 218.000 euro per l’esecuzione di lavori che l’amministrazione comunale non è stata in grado né di quantificare né di elencare. Infatti, la direzione regionale infrastrutture e mobilità (così è scritto nella delibera della giunta regionale) aveva da sola dovuto dedurre il fabbisogno dell’intervento specifico all’edificio scolastico del centro urbano, utilizzando dei parametri desunti da lavorazioni dello stesso tipo. Già questo la dice lunga su come l’intera vicenda sia stata gestita (o non-gestita, fate voi) dall’amministrazione comunale. Questo sta anche a significare che la scuola elementare, una volta ottenuto il dissequestro da parte della Procura della Repubblica di Velletri, dovrebbe immediatamente vedere avviati gli interventi necessari alla riapertura. Il Segno vigilerà.

Notizie e approfondimenti su questo argomento li trovate sul sito Internet: ilsegnonews.com e sulla pagina Facebook: Il Segno di Rocca di Papa.

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Rilanciare il parcheggio del Carpino Da qui può ripartire il centro storico 10

il Segno - OTTOBRE 2019

Con il contenzioso in atto, è necessario trovare un accordo col gestore RO CC A DI PA PA

di MARIACHIARA  CECILIA

Sembrano passati 20 anni dal 19 maggio 2016, giorno in cui fu inaugurato il parcheggio di piazza Valeriano Gatta (Carpino). Durante l’inaugurazione, alla presenza del governatore Zingaretti, l’allora sindaco Boccia venne interrotto più volte dalle proteste dei sostenitori e dei candidati di Insieme per Rocca di Papa, gli stessi che di lì a poco avrebbero governato la nostra città. Il parcheggio rappresenta ancora oggi la più imponente opera pubblica realizzata negli ultimi anni a Rocca di Papa, opera che avrebbe dovuto riqualificare l’intero centro storico servendo al contempo il vicino teatro civico inaugurato nel 2007. Allo stesso tempo avrebbe potuto essere il punto di partenza per le passeggiate nel centro storico, anche grazie all'ampia piazza con il magnifico panorama su Roma.

A causa della concomitanza con le elezioni non si riuscì a realizzare una serie di interventi funzionali, come la stradina di collegamento pedonale con il corso della Costituente, che avrebbe evitato di camminare tra le auto che scendono da via Campi d’Annibale. Soprattutto non si realizzò l'apertura del piccolo

Il parcheggio multipiano di piazza Valeriano Gatta

supermercato che avrebbe dovuto occupare il locale commerciale sottostante la piazza, a causa delle proteste veementi dell’allora opposizione. Proteste che fecero credere ai commercianti rocchigiani che avrebbero subito un enorme danno economico dall’apertura del supermercato. Ovviamente così non sarebbe stato, ma la voce era ormai diffusa e in seguito non si trovarono altri operatori disposti a investire, con la conseguenza che dopo quasi quattro anni il locale è completamente abbandonato. Un’occasione persa. Perché un’occasione persa? Perché quel piccolo supermercato poteva rappresentare un veicolo di conoscenza per le attività storiche del centro. I norcini con i loro salumi, i forni che producono pizza e dolci buonissimi, da far ac-

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quistare magari da chi abita nelle zone basse di Rocca di Papa. Una zona abitata da quei forestieri che hanno scelto questo luogo per viverci ma non hanno tempo od occasioni per vivere al meglio la cittadina. Penso a mercato contadino un svolto nella piazza soprastante, alle fiere dei sapori o a un mercato del Natale che unisce anche il bellissimo percorso dei presepi nelle cantine che da qualche anno arricchisce via della Cava e le zone limitrofe.

Credo che tutto questo avrebbe sicuramente favorito e ampliato le vendite di queste piccole e storiche botteghe, che al momento annaspano per la mancanza di passaggio dovuta alle modifiche della circolazione date dai recenti accadimenti, oltre all'inevitabile svuota-

mento del centro storico.

L’attuale amministrazione ha dato il colpo di grazia a tutto ciò, portando all’apertura di un grave contenzioso con la ditta concessionaria che lo vorrebbe restituire al Comune per mancanza di utili. Qualcuno lamentava il fatto che avrebbero potuto esserci inseriti dei servizi (posta, farmacia, delegazione del Comune, Polizia Locale) ma a parte le strutture comunali che avrebbero comunque dovuto sostenere un costo per l'affitto, e le Poste Italiane che hanno esigenze commerciali ben diverse, le scelte degli imprenditori sono venute meno. Ad oggi la struttura, imponente e impotente, soccombe all'incuria e al pressapochismo con tante potenzialità inespresse. Speriamo che i futuri amministratori riescano ad accordarsi con l'azienda per limitare gli effetti di un contenzioso che graverebbe sulle tasche di noi cittadini per anni. Speriamo, infine, che trovino le maniere (tante) di valorizzare l'opera e tutta la parte di città che la circonda. Notizie e approfondimenti su questo argomento li trovate sul sito Internet: ilsegnonews.com e sulla pagina Facebook: Il Segno di Rocca di Papa.


il Segno - OTTOBRE 2019

L’ABUSIVISMO EDILIZIO A ROCCA DI PAPA E IL RUOLO DELLA POLITICA NELLE RIVELAZIONI DELL’INCONTRO SEGRETO DEL 18 FEBBRAIO 2019, CONVOCATO PER AFFRONTARE LA QUESTIONE DELLE ACQUISIZIONI AL PATRIMONIO PUBBLICO DELLE OPERE REALIZZATE SENZA PERMESSO. UN INTRECCIO DI VERITÀ, BUGIE E OMISSIONI L’A PP RO FO ND IME N TO

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SEGRETI di Palazzo

A GUARDA L TEGRALE IN A HIEST C N -I O E ID V NEWS.COM SUL SEGNO di ANDREA SEBASTIANELLI

A Rocca di Papa, dopo l’esplosione dello scorso 10 giugno che ha provocato la morte del sindaco Crestini e del delegato Eleuteri, si torna a respirare un clima da elezioni. E tornando le elezioni torna immancabilmente il tema dell’abusivismo edilizio su cui da trent’anni la politica costruisce il suo consenso. Recentemente, infatti, la giunta comunale ha annunciato di aver affidato a un tecnico la perimetrazione dei nuclei abusivi per la somma di 33.000 euro. Perimetrazioni annunciate da anni e che, guarda caso, spuntano fuori oggi, con un consiglio comunale sciolto. Ma l’aspetto elettorale gioca il suo ruolo e lo capiamo guardando i dati sull’abusivismo di Rocca di Papa. I tre condoni edilizi del 1985, del 1994 e del 2003 hanno prodotto ben 3.370 domande, di cui circa due terzi (ossia oltre 2.000) attendono ancora una risposta. Visti questi numeri si capisce l’interesse che c’è dietro il tema dell’abusivismo edilizio, su cui la politica gioca la sua partita.

L’incontro segreto del 18 febbraio 2019

Da qualche mese si sentiva parlare di una riunione svoltasi presso il Comune di Rocca di Papa proprio sul tema dell’abusivismo, delle acquisizioni e delle perimetrazioni. Un incontro con alcuni cittadini vicini al Comitato Pro Case, il comitato nato nel 2016 per difendere gli abusivi incappati

I PROTAGONISTI DELLA VICENDA

nella procedura di acquisizione. La riunione si tenne il 18 febbraio 2019 e non era aperta a tutti. Infatti il presidente del Comitato, Alessio Iadecola, non era tra gli invitati. E non lo era perché da mesi chiedeva incontri pubblici e non incontri segreti. Incontri rifiutati proprio da Crestini attraverso una lettera datata 4 febbraio 2019 in cui ribadiva la necessità di tenere “riunioni quindi non pubbliche e nelle quali non deve esserci spazio per ma-

nipolazioni mediatiche e strumentalizzazioni politiche”. Avete capito? Il sindaco dice che gli incontri non devono essere pubblici per evitare manipolazioni e strumentalizzazioni! Questa ovviamente è una stupidaggine perché se c’è un modo per evitare che qualcuno manipoli e strumentalizzi, è proprio l’assemblea pubblica dove tutti possono ascoltare con le proprie orecchie e dove non si può manipolare nulla.

La verità che il sindaco non dice è che negli incontri privati puoi raccontare tutte le balle che vuoi mentre in quelli pubblici non lo puoi fare. Oggi, per la prima volta, siamo in grado di sapere che cosa è stato detto nell’incontro di sette mesi fa e i fatti che emergono sono molto gravi. Leggete con molta attenzione questa esclusiva del Segno, a cui abbiamo dato il titolo “Il paSegue a pag. 12


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il Segno - OTTOBRE 2019

“Siamo 189 che dovrebbero ricevere l’atto di acquisizione e invece ne sono stati notificati 60...” Le rassicurazioni dell’assessore: “Ora approfondirò” L’A PP RO FO ND IME N TO

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Zecchinelli: Chiaramente l’ufficio non disponendo di persone che possono lavorare sulla perimetrazione dei nuclei abusivi si deve attivare in qualche maniera. […] Per fare quest’attività […] abbiamo chiesto un finanziamento alla Regione Lazio […]. Cittadina Comitato Pro Case 3: Ok però con le perimetrazioni non è che si risolve qualche cosa, perché queste case, come si dice, verranno buttate giù. Zecchinelli: E’… nel senso le perimetrazioni definiranno le varie tipologie di abuso. Perché gli abusi signora non sono tutti gli stessi, i vostri sono abusi di necessità, però lei sa benissimo che ci sono anche abusi a scopo di lucro e quant’altro. Cittadina Comitato Pro Case 3: Scusi, e come mai che sono arrivate soltanto a noi queste lettere del Procuratore e a gli

altri non è arrivato nulla? Zecchinelli: No, no. Cittadina Comitato Pro Case 3: Glielo garantisco io, perché io conosco gente che ha più di una casa e non gli è arrivato niente. Zecchinelli: Allora questo, come le dicevo l’altra volta, è una cosa che è partita dalla Regione tramite la Procura [...] Hanno voluto fare, diciamo, una specie di censimento. Cittadina Comitato Pro Case 2: Ma perché dottoressa, questa cosa non si spiega. Siamo 189 che dovrebbero ricevere l’atto di acquisizione e invece ne sono stati notificati appena 60, sbaglio Danì? [la cittadina si rivolge a Danilo Romei, ass.re servizi sociali] Zecchinelli: Sinceramente non so per l’esattezza quante lettere siano arrivate, il territorio da quello che ho potuto ve-

dere è abbastanza sofferente, nel senso che ci sono parecchi abusi. Cittadina Comitato Pro Case 3: Rocca di Papa è tutta abusiva. Zecchinelli: [...] Questa cosa che mi sta dicendo, io non… me la sta dicendo lei. Cittadina Comitato Pro Case 3: È la verità. Zecchinelli: Quindi la prendo per buona, certo sarebbe interessante approfondirla… Cittadina Comitato Pro Case 3: Ma sono tre anni. E con tre anni nessuno ha approfondito? Zecchinelli: Io non sono di Rocca quindi se lei mi dice tizio al posto di caio, è chiaro che non li conosco. Quindi questa cosa che mi sta dicendo io l’approfondirò adesso… Ma l’approfondirò anche perché insomma io ho contatti pure con la Procura.

Cittadina Comitato Pro Case 1: Perché non fai una cosa del genere? Ma è tanto difficile dire: io questo problema a Rocca di Papa l’ho trovato e non è colpa mia? Crestini: La casa non [ve l’ho] fatta [fa] io. Cittadina Comitato Pro Case 1: Appunto perché allora non porti tutto alla Procura? Crestini: Alla Procura già ci stà... Cittadina Comitato Pro Case 1: Ma perché allora se la prendono solo con noi? Crestini: Non è così perché non siete più 180. Siete molti di più. Cittadina Comitato Pro Case 1: E quanti siamo? Da 4.000 saremo 200. Crestini: Non siete 4.000. Cittadina Comitato Pro Case 1: Quanti siamo? Crestini: Però a livello amministrativo… A livello penale già è iniziato tutto quando vi hanno fatto il sequestro a tutti quanti.

Cittadina Comitato Pro Case 1: Ma cosa stai dicendo? Te l’ho detto mille volte… che io ho fatto la casa con [altre] sei persone e [nella lista] ci sto solo io, perché non vai a vedere quelle sei persone che io ti ho detto… Che non hanno preso neanche una denuncia, ma perché non me lo fai questo piacere! Vammi a vedere che XXXXXX ha una casa e ha pure la residenza firmata dal Comune dentro a una casa mai denunciata. […] Crestini: XXXXXX chi? Cittadina Comitato Pro Case 1: Io la distruggerei casa mia! La distruggerei! Però dovete venire sotto tutti quanti. Cittadina Comitato Pro Case 3: Chi è questo XXXXXX? Cittadina Comitato Pro Case 1: E lui lo sa, glie l’ho detto mille volte, questo ha una residenza in una casa mai passata in causa… Ha una residenza! Sono dieci anni che sto dicendo questa cosa, io ho costruito la mia casa con sei dipendenti comunali. Crestini: Non hanno mai denunciato, lo

possono denunciare invece di mandare le denunce anonime, basta che firmano. Cittadina Comitato Pro Case 1: Ma che anonime, io firmo tutto quello che vuoi. Zecchinelli: Però, piuttosto che io denuncio questo ed io faccio quello… io cercherei di capire se possiamo… Cittadina Comitato Pro Case 1: Ma perché io devo pagare per 4.000 persone? Io ho fatto casa con sei persone di qui dentro perché ci sono solo io? Sì ci sono solo io, perché io ho fatto casa… Adesso te li dico tutti quanti… l’ho fatta con XXXXXX, l’ho fatta con XXXXXX, l’ho fatta con XXXXXX, l’ho fatta con XXXXXX, non è stato denunciato nessuno. Crestini: Pure XXXXXX ha la casa abusiva? Cittadina Comitato Pro Case 1: Certo che ce l’ha, ce l’ha a Grottaferrata, e mi avete rotto i coglioni! Io queste cose te le ho dette migliaia di volte, io ti do anche gli indirizzi!

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“Io ho fatto casa contemporaneamente a sei dipendenti comunali ma nella lista ci sto solo io” La risposta del sindaco: “Potevate denunciarli”

lazzo dei segreti” per un motivo semplice: quando Crestini divenne sindaco disse che il Comune sarebbe diventato una casa di vetro, dove tutto si sarebbe svolto in trasparenza. Quest’incon-

tro del 18 febbraio smentisce questa promessa, e dimostra che nel silenzio dei segreti vive un sottobosco in cui la politica si nutre di verità, mezze verità, menzogne e omissioni. Il tutto a

danno dei cittadini. Il 18 febbraio 2019, dunque, nel palazzo municipale di corso Costituente tre cittadine del Comitato Pro Case (di cui una con ruoli direttivi) incontrano il sindaco

Emanuele Crestini, l’assessore all’urbanistica Laura Zecchinelli e l’assessore ai servizi sociali Danilo Romei, il quale durante tutto l’inSegue a pag. 13


il Segno - OTTOBRE 2019

L’ass.re: “Ci sono i vigili che redigono una scheda.” “Certo! Quellamia, perchéilvigileèvenuto da me ehavisto. Maquelledovegliocchilihanno chiusi?” L’A PP RO FO ND IME N TO

Zecchinelli: Dobbiamo però cercare di capire se possiamo trovare una soluzione al di là delle sue dimostranze che sono legittime, però se andiamo a prendere quelli che lei sta dicendo non abbiamo risolto il problema. Cittadina Comitato Pro Case 2: La colpa è nostra, gli abusivi siamo noi, noi non siamo contro l’amministrazione. Zecchinelli: Va bene, però l’amministrazione diciamo è deputata a prendere in carico il problema. Cittadina Comitato Pro Case 3: Ma con tre anni, con tre anni non è la prima volta che veniamo! Zecchinelli: No, me lo immagino signora [...]. Cittadina Comitato Pro Case 1: Eppure io non ho visto niente che si è mosso. Cittadina Comitato Pro Case 2: Siamo venuti pure l’altra volta a parlare delle perimetrazioni, ma il sindaco questa cosa non l’ha seguita. Per noi è importante, è una cosa fondamentale! Crestini: Ho dovuto cacciare via l’assessore, ho dovuto cacciare via l’assessore! Cittadina Comitato Pro Case 1: Va bene, ma dopo un anno pero Emanuè… Crestini: Va bene ma che ne so, mi dice: ecco febbraio, ecco maggio, ecco giugno.. Cittadina Comitato Pro Case 2: Per noi è un problema sociale. Crestini: Lo so. Zecchinelli: Il problema in Procura è questo Emanuele: io li conosco bene come ragionano, questi non è che si mettono a vedere, la signora ha un problema economico, un problema sociale, l’abuso che c’è è di necessità, è separata, cioè ci sono delle condizioni per cui la mandi in mezzo ad una strada, pinco pallino invece ha l’abuso perché si è fatto il ristorante e magari

contro farà scena muta. Lascerà che a parlare siano solo Crestini e la Zecchinelli.

Abusivi di serie A e abusivi di serie B

Nella prima conversazione che abbiamo estratto dalla registrazione sonora dell’incontro, si parla delle perimetrazioni dei nuclei abusivi. Da questa prima parte in cui parla quasi solo l’assessore all’urbanistica di Rocca di Papa, Laura Zecchinelli, emerge subito una questione cruciale: sono stati perseguiti tutti alla stessa maniera gli abusivi a Rocca di Papa o c’è stata una corsia preferenziale per i soliti “amici degli amici”? La Zecchinelli dice che approfondirà l’argomento, avendo anche contatti con la Procura. Dall’incontro di sette mesi fa scopriamo anche che dopo circa tre anni di amministrazione targata Crestini e ora Cimino il Comune non è ancora in

grado di dirci su 189 casi di abusivismo finiti sotto la lente della Procura, chi abbia realizzato una casa per necessità e chi per farci speculazione. Poi l’incontro (registrazione 2 e 3) prosegue e vi prende parte anche l’allora sindaco Crestini e quindi si entra più nello specifico delle questioni, tra cui alcune abitazioni realizzate da dipendenti comunali che, stando a quanto emerso nella riunione, non sarebbero mai state oggetto di denuncia da parte del Comune. Dallo scambio di battute fra il sindaco e una cittadina del Comitato Pro Case emerge anche la rabbia di chi si trova a dover difendere la propria casa abusiva a differenza di quelli che, seppur abusivi, sembra abbiano ricevuto un trattamento di favore. In tutto questo c’è anche un aspetto tragicomico: quando il sindaco chiede ai cittadini di

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ci sta facendo anche un mare di soldi. Cittadina Comitato Pro Case 1: Meno male che la signora allora qualcosa sa. Ristoranti che stanno facendo una barca di soldi e stanno lì tranquilli e beati. Zecchinelli: Mi faccia finire… e vediamo… voglio fare un ragionamento e vediamo se riusciamo a condividerlo in qualche maniera. Se si riuscisse a fare una cosa del genere il Procuratore, la Procura non è che, cioè se gliele fai vedere le carte poi se le guardano. Crestini: Questo qua, in realtà già è stata fatta una cosa del genere, perché quando notifichiamo l’abuso... Zecchinelli: Esatto! Lo stavo dicendo, ci sono i vigili che redigono una scheda. Cittadina Comitato Pro Case 1: Ma certo! Quella mia, perché il vigile è venuto a casa mia e ha visto, quelli dove gli occhi i vigili se li hanno chiusi? Dove stanno? La Procura come fa ha saperlo? Me lo spiega come fa a saperlo? Il ristorante che sta sopra ai XXXXXX dove il proprietario era un XXXXXX, questo lei è la prima volta che lo sente, ma Emanuele sono anni che lo sta sentendo, anche quando faceva parte dell’opposizione. Crestini: Allora che facciamo? Facciamo chiudere tutti? Cittadina Comitato Pro Case 1: E che mi interessa a me chi chiude! Come? Mi stai togliendo casa e adesso ti stai preoccupando di quello che sta facendo una barca di soldi? E che mi frega, un XXXXXX poteva fare una cosa del genere? Hanno chiuso gli occhi, per me li hanno aperti e per loro li hanno chiusi. Zecchinelli: Si vede che nessuno ha fatto la segnalazione. Cittadina Comitato Pro Case 1: Come nessuno, vanno tutti lì a mangiare!

presentare denunce firmate. Ma nel momento in cui un cittadino espone dei fatti con nomi e cognomi davanti a un sindaco e a due assessori, di fatto comunica la commissione di possibili reati a tre pubblici ufficiali, perché sindaco e assessori sono anche pubblici ufficiali, che avrebbero dovuto subito far partire degli esposti per accertare la verità.

In questo caso peraltro non c’è solo il reato di chi ha commesso l’abuso edilizio ma, se i fatti esposti nell’incontro del 18 febbraio risultassero veri, c’è anche il reato di chi ha protetto queste persone, a cominciare dai politici.

Crestini: l’ass.re si è portato via le carte!

L’ultima parte della registrazione (la n. 4) è caratterizzata dalle rivelazioni del sindaco Crestini il quale, di fronte alle domande inces-

santi sul perché in tre anni non è stato fatto nulla, tira in ballo l’ex assessore all’urbanistica Barbara Barboni, dicendoci cose piuttosto gravi e impensabili, come il fatto che la Barboni, dice Crestini, “si è portata via il lavoro iniziato sulle perimetrazioni”. Allora la domanda sorge spontanea: se le cose stanno come dice il sindaco (cosa da accertare), perché nessuno ha denunciato l’assessore uscente all’urbanistica? Perché l’attuale assessore Zecchinelli non ha né smentito l’allora sindaco né denunciato la sua collega? Perché l’assessore Danilo Romei è rimasto in silenzio senza proferire parola? L’assessore all’urbanistica di Rocca di Papa, Laura Zecchinelli, ci ha chiamati “professionisti della disinformazione” perché ci siamo permessi di portare alla luce il contenuto dell’inSegue a pag. 14


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il Segno - OTTOBRE 2019

“Sulle perimetrazioni qualcosa è già stato fatto?” La risposta secca del sindaco: “Ti dico la verità: l’ass.re se le è portate via! Non me le ha ridate più!” L’A PPR O FON DI ME NTO

Cittadina Comitato Pro Case 2: Ma adesso voi in che modo ci potete aiutare Sindaco? Crestini: Che io vi potevo aiutare di più è sicuro, è sicuro perché io mi sono fidato di una persona. Cittadina Comitato Pro Case 1: Quella signora… con quella hai sbagliato proprio in pieno. Crestini: E infatti per mandarla via dopo è successo il casino qui. Cittadina Comitato Pro Case 1: Prima giugno. Ti dico: le perimetrazioni? Crestini: Ma guarda che quello che ha detto a te… Cittadina Comitato Pro Case 1: Signora, ho avuto un problema di salute. Si ricorda ? Col padre. Crestini: Se tu lo vuoi sapere, ho ritirato le piantine, cioè tutte le piante e cartografie in Regione Lazio per fare le perimetrazioni neanche me le ha date! E io ho dovuto fare un’altra volta la richiesta, quindi le discussioni che poi sono uscite fuori… Cittadina Comitato Pro Case 1: Però quando ti dicevo che si incontrava con quella persona e parlavano di questa cosa, tu dicevi che non era vero. Crestini: Io so soltanto che sono stato ingenuo e mi sono fidato di un’altra consigliera. Cittadina Comitato Pro Case 1: Però io gli occhi te li avevo aperti… Crestini: Allora si prospettava che ti davano una docente dell’università, proprio di quella materia. Cittadina Comitato Pro Case 1: No, s’è presentata bene. Crestini: Si è presentata bene pure co’ me, non c’ho parlato da solo, c’ho parlato con altre persone. Cittadina Comitato Pro Case 2: La Barboni? Cittadina Comitato Pro Case 1: Sì. Crestini: Mi sono fidato perché si faceva un discorso largo a livello politico. Io le ho viste pure una parte di perimetrazioni. Mi dice: adesso le finisco, adesso le finisco. Poi queste perimetrazioni non sono finite. Ti dico proprio la verità, non ho nessun problema a nascondevi niente. Poi è venuto fori il pro-

contro del 18 febbraio 2019. Ha auspicato anche una querela nei nostri confronti. Noi l’aspettiamo, anzi la auspichiamo visto che poi di fronte alla legge nessuno potrà più nascondere le proprie responsabilità. Però, dal nostro punto di vista, alla luce di quanto letto fino a qui, ci attendiamo un atto di responsabilità da parte della Zecchinelli: le dimissioni! Tornando alla nostra inchiesta “Il palazzo dei segreti”, ulteriori commenti rispetto a quello che abbiamo letto, sono inutili, adesso è il momento che le Autorità approfondiscano l’argomento e ci dicano la verità: cioè se la gestione dell’urbanistica a Rocca di Papa e dell’abusivismo in particolare (sanatorie concesse comprese) sia stato frutto di un intreccio tra interessi privati, reati e coperture. I cittadini hanno il

diritto di saperlo. Infine, vorrei provare a rispondere a un’ultima domanda che noi ci siamo posti prima di lavorare a quest’inchiesta: perché qualcuno ha ritenuto di dover registrare una riunione con sindaco e metà giunta? Non sappiamo chi materialmente abbia effettuato la registrazione sonora, ma siamo convinti che chiunque sia stato l’abbia fatto per la mancanza di trasparenza che caratterizza il tema dell’abusivismo edilizio a Rocca di Papa, e per il fatto che da almeno un trentennio la politica ha costruito il suo consenso sugli abusivi facendo promesse che non era e non è in grado di mantenere. Ci sta che qualcuno, stanco delle parole e con la paura di perdere la casa, possa aver deciso di registrare un incontro. Poi c’è la domanda

blema di Rossetti con lei perché ci andava sempre a braccetto, gli ho detto: qua basta è, qua basta, perché se tu ti confronti con quella persona che mi può bloccare l’ufficio, me lo dici, io ti mando via, abbiamo fatto una riunione qua, il giorno dopo, le dimissioni lei già le aveva presentate. Poi sono venute fuori più tardi, perché se mi fai così è proprio una cattiveria, perché ti ho detto: scegliamo una strada comune per riuscire, invece. Cittadina Comitato Pro Case 2: Posso fare una domanda? Le perimetrazioni qualcosa già è stato fatto? Si può riprendere questo discorso o no? Crestini: Ti dico la verità: se le è portate via! Non me le ha ridate più. Cittadina Comitato Pro Case 1: Quella sicuramente è stata una ripicca e non le ha lasciate. Crestini: È stata una ripicca! Ho capito! Quelle sono cose del Comune ricordiamocelo sempre […] Zecchinelli: In ufficio da noi non c’è niente! Crestini: Ma che poi, cosa ha fatto lei, è stata così brava che con l’accordo… Cittadina Comitato Pro Case 1: Veramente a me ha detto che non le aveva mai iniziate. Crestini: No! Io le ho viste! Cittadina Comitato Pro Case 1: Quando sono andata a settembre, mi ha detto che le voleva dare ad una ditta esterna, e io gli ho detto: Madonna dopo un anno ti ricordi? Crestini: A settembre, perché io a luglio ho cominciato a discute forte. Cittadina Comitato Pro Case 1: Veramente non le ha mai iniziate. Crestini: A discute forte. Cittadina Comitato Pro Case 3: Ti ha detto una bugia. Crestini: No no, io a novembre le ho viste, a luglio ho cominciato a discute e lei: non ce la faccio, non ce la faccio. Abbiamo fatto una riunione e ha detto: non ce la faccio. Ma scusa sono quasi finite e non ce la fai? Diamole all’esterno, diamole all’esterno e finiamole.

che si staranno facendo alcuni politici: perché un giornalista si mette a sfrugugliare un argomento così spigoloso? La risposta è semplice: compito di un giornalista è cercare la verità sostanziale dei fatti attraverso quello che si chiama: diritto di cronaca. E nel diritto di cronaca, lo ha ribadito recentemente la Cassazione, rientra anche il procacciarsi le notizie, compresi i supporti informatici contenenti dialoghi su argomenti di pubblico interesse. Nel nostro caso: le acquisizioni al patrimonio pubblico di opere abusive. Io scrissi il mio primo articolo su questo tema nel 1989, avevo vent’anni. Già allora i cittadini chiedevano la perimetrazione dei nuclei abusivi e il consiglio comunale non si poteva pronunciare perché la maggioranza dei consi-

glieri o erano abusivi o erano imparentati con cittadini abusivi. Motivo per cui il consiglio non poteva deliberare. Poi nel corso degli anni ho svolto altre inchieste sull’argomento, a cominciare dal 2014 quando per primi annunciammo l’avvio di 189 pratiche di acquisizione. A cui seguirono altre inchieste e approfondimenti. Dopo trent’anni è cambiato ben poco, e infatti a ridosso delle elezioni si torna a parlare di perimetrazione come risoluzione di tutti i guai. Passano gli anni ma i politici continuano a raccontare bugie e a giocare sulla paura che hanno i cittadini di perdere la casa. In tutto questo, però, c’è un’altra certezza: noi continueremo a occuparcene nell’unico modo che conosciamo: far parlare i fatti! Andrea Sebastianelli


Hotel Europa, Comune condannato Dovrà risarcire 1.000.000 di euro il Segno - OTTOBRE 2019

La FAM Srl vince la causa milionaria al Tribunale di Velletri RO CC A D I PA PA

di ANDREA SEBASTIANELLI

questione. Crestini era perplesso perché la nuova sede non sarebbe stata finita. Io personalmente avrei prima pensato a chiudere il contenzioso con 700 mila euro, magari versate in due soluzioni. Maurizi avrebbe accettato».

Il Tribunale di Velletri ha condannato il Comune di Rocca di Papa nella vicenda dell’ex albergo Europa di piazza della Repubblica e ora l’amministrazione dovrà risarcire la FAM Srl, la società vincitrice dell’appalto integrato che avrebbe dovuto portare al restauro dell’ex albergo di piazza Margherita, con la cifra di 1.100.000 euro comprensive di spese legali.

In questa vicenda le responsabilità della precedente amministrazione guidata da Boccia sono note ma, dopo tre anni, diventano evidenti anche le responsabilità dell’attuale giunta guidata prima da Crestini e ora dalla Cimino. Queste responsabilità risalgono al 2016, quando l’allora sindaco Crestini incontrò il project executive della FAM, il dott. Massimo Maurizi, per trovare la soluzione meno do-

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L’ex albergo in piazza della Repubblica

lorosa per il Comune. A raccontarlo furono due ex amministratori di Crestini, Bruno Petrolati e Veronica Giannone (già vicesindaco). Petrolati fece questa rivelazione, pubblicata sul Segno e mai smentita dall’amministrazione: «La FAM ci disse che se il Comune avesse versato 700mila euro, l’azienda avrebbe chiuso il contenzioso riconsegnando l’edifi-

Assemblea pubblica della sinistra cittadina

Martedì 15 ottobre alle ore 17

Il prossimo martedì 15 ottobre si terrà un’assemblea pubblica promossa da alcuni esponenti della sinistra roccheggiana. ’assemblea si svolgerà a partire dalle ore 17 presso il ristorante “Rifugio di Annibale” in via Maschio delle Faete 24 (Campi Stefano Galli d’Annibale). “Dopo gli ultimi eventi politici che hanno portato alla guida del paese un nuovo governo formato dal Pd e dal Movimento 5 Stelle -si legge sulla nota inviataci- è stata convocata un’assemblea per capire quali prospettive e ricadute abbia sui territori tale scelta, considerando questa nuova alleanza un’anomalia tutta italiana”. La relazione introduttiva sarà fatta da Stefano Galli, già segretario cittadino di Sel, mentre le conclusioni saranno affidate al sindacalista della Cgil, Gennaro Spigola, candidato sindaco nel 2016 in una lista di sinistra.

cio al Comune. Un’offerta che andava presa al volo ma stranamente Crestini preferì seguire altre strade».

Perché Crestini rifiutò la proposta avanzata dalla FAM? Non lo sappiamo ma a confermare il contenuto di quest’incontro è stata anche la Giannone: «Successivamente Crestini volle perentoriamente gestire lui la

E ora il Comune dovrà sborsare oltre un milione di euro mentre l’edificio sta sempre lì, diventando simbolo del degrado. Ma c’è un’altra nota dolente: perché Veronica Cimino non ha sfruttato la possibilità di accedere ai finanziamenti del Ministero dell’Interno riservati proprio a completare opere pubbliche ferme da anni? A sollevare la questione è stato qualche giorno fa Massimo Saba, chiedendo pubblicamente all’amministrazione di non lasciare scadere i termini per la richiesta di finanziamenti. Anche in questo caso non sappiamo se il Comune abbia alla fine risposto al bando ma, in caso contrario, si tratterebbe dell’ennesimo treno perso.

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Sette milioni di euro “bruciati” nei “gratta e vinci” e nelle slot ROCC A di PAPA

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il Segno - LUGLIO 2018

Le vincite sono state pari a 2 milioni di euro. Chi sorride è solo l’Erario

di MARCELLO MORRONE

solo a Rocca di Papa pone ovviamente tutta una serie di questioni legate alla ludopatia, la dipendenza dal gioco d’azzardo, patologia sottovalutata da tutti, a cominciare dalla Istituzioni.

Nei gratta e vinci, nelle lotterie e nel settore delle slot-machine c’è un unico grande vincitore: lo Stato. Questa non è una novità perché si sa che nelle scommesse a rimetterci sono quasi esclusivamente gli appassionati del settore.

Una caratteristica confermata anche a Rocca di Papa dove nel 2018 la spesa complessiva per i vari Bingo, Ippica, Superenalotto, Miliardario, slot-machine, ecc. ha raggiunto la cifra di 6.878.478,29 euro (circa 14 miliardi delle vecchie lire). Un dato che conferma quello del 2017, che fece registrare il record della cittadina: 6.915.443,42 euro. Record tutt’ora imbattuto. Ma veniamo ai dati del 2018 resi noti dall’Agenzia Dogane e Monopoli dello Stato. Le giocate e le puntate complessive, come detto, hanno toccato la quota dei 7 milioni di euro. Le vincite in totale sono state pari a 2 milioni di euro, e quindi lo Stato ha incassato, solo a Rocca di Papa, quasi 5 milioni di euro. Un vero affare!

Passando alla tipologia dei giochi, la parte del leone la fanno le slot-machine, chia-

Il punto è che questi 7 milioni di euro “investiti” nelle scommesse sono soldi sottratti alle necessità delle famiglie e di altri aspetti della vita.

mate anche macchinette mangiasoldi. I cittadini roccheggiani hanno speso in totale 2.717.467 euro (le vincite sono state pari a 837.435 euro). Lo Stato, solo dalle slot, ha incassato la bellezza di quasi 2 milioni di euro. Al secondo posto troviamo le lotterie istantanee, cioè i “gratta e vinci”: 1.814.650 euro spesi (vincite: 565.379 euro, cioè un terzo dei grattini). Il gioco più tradizionale delle scommesse, il Lotto, si classifica terzo con 1.219.743 euro, mentre le vincite (ambi e terni soprattutto) sono state pari a 372.358 euro. Il Superenalotto, invece, nel 2018 ha fatto registrare appena 220.000 euro di giocate (per 92.000 euro di vincite). Le scommesse

sportive (sulle partite di calcio in primis) hanno sfiorato i 600.000 euro e le vincite sono state di appena 90.000 euro. Un vero fallimento per gli scommettitori.

Poi c’è il settore delle scommesse online, dove i roccheggiani hanno buttato poco più di 275.000 euro. Le vincite? Praticamente insignificanti: soltanto 44.000 euro.

All’ultimo posto in questa classifica relativa al 2018 si classificano le scommesse sull’Ippica tramite agenzia. Qui gli scommettitori sono un vero e proprio mito da raggiungere. Su 100 euro giocate ne sono state vinte 100. Per lo Stato zero incasso! Il dato complessivo di 7.000.000 di euro giocati

Da qualche anno la Regione Lazio ha accelerato l’impegno per contrastare questo fenomeno attraverso una legge varata nel 2013 (“Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP)” a cui un anno fa ha fatto seguito un emendamento proprio per tutelare i soggetti più a rischio. Un’azione di prevenzione anche per impedire l’insorgenza di nuove sale-gioco o di centri scommesse con distanza minore di 500 metri da aree sensibili, quali le scuole, centri giovanili o anziani, luoghi di culto e strutture sanitare e assistenziali. L’anello debole in questo settore è purtroppo rappresentato dai Comuni, che sembrano non solo sottovalutare il fenomeno ma addirittura in alcuni caso lo incentivano. Con un costo per la collettività piuttosto alto.

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Lo strano caso della nomina al comando della polizia locale il Segno - OTTOBRE 2019

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A maggio era stato scelto il nuovo comandante. Concorso annullato R OCC A DI PA PA

di DANIELA DI ROSA

Salta la nomina di Tamara Latini, già collaboratrice del Sostituto Procuratore di Velletri dott. Luigi Paoletti (quindi figura di primo piano), che avrebbe dovuto diventare il nuovo comandante della polizia locale di Rocca di Papa. Il motivo ufficiale è l’arrivo di Gabriele Di Bella, che dallo scorso 21 giugno (con il decreto di nomina n. 10) ha assunto tale incarico «fino a cessata esigenza o comunque fino ad eventuale revoca anticipata» su indicazione della sindaca di Roma Virginia Raggi (?) in seguito alla tragica esplosione che ha reso inagibile il municipio e provocato la morte del sindaco e di un suo delegato. Una decisione presa in seguito all’emergenza venutasi a creare.

Gabriele Di Bella, che a quanto pare sarebbe anche un dirigente sindacale della Uil, proviene dal reparto del quartiere Parioli di Roma ma conosce bene l’area dei Castelli Romani ricoprendo contemporaneamente il ruolo di comandante nella vicina Nemi e avendolo ricoperto anche a Lanuvio. Lo scorso 24 giugno, infatti, la giunta comunale guidata dalla vicesindaco Veronica

Cimino ha approvato una delibera per modificare la programmazione del fabbisogno del personale per il triennio 2019-2021 proprio a causa dell’evento disastroso del 10 giugno. Nella stessa delibera (assente l’assessore ai servizi sociali Danilo Romei), viene anche stabilito di annullare «la procedura espletata per la copertura di un posto a tempo pieno e indeterminato cat. D1 (quella per ricoprire il ruolo di comandante della polizia locale, n.d.r.), che con la presente deliberazione è stata soppressa».

Una procedura che però era già stata completata visto che il 28 maggio, cioè 13 giorni prima dei drammatici fatti a tutti noti, la commis-

sione giudicatrice, appositamente riunitasi, aveva compilato la graduatoria finale con Tamara Latini classificatasi al primo posto con 17 punti, e un altro candidato, Paolo Pelacci, secondo con 15,51. L’atto in questione, firmato dall’allora segretario comunale Luigino Lorenzini, aveva dunque concluso la procedura per la «selezione degli idonei […] per la copertura di un posto a tempo pieno e indeterminato - Categoria D1 - Istruttore direttivo Polizia Locale». Si era soltanto in attesa della nomina della Latini. Poi, stando alla ricostruzione contenuta nella delibera del 24 giugno, «la Città di Roma Capitale ha disposto il

distacco temporaneo del FPL Gabriele Di Bella presso la Polizia Locale del Comune di Rocca di Papa con decorrenza dal 21 giugno 2019» annullando di fatto gli esiti della selezione già avviata e conclusa a favore della nomina di Tamara Latini. Lo ha “imposto” la Raggi, oppure è stata la Cimino a chiederlo? Questo è un punto importante e in attesa di una risposta inequivocabile possiamo dire che, a fiuto, l’emergenza determinatasi con la sciagura del 10 giugno ha interessato molti settori dell’amministrazione pubblica locale ma non certamente il settore dei vigili, da tempo abituato a stare senza un comandante effettivo, e con la figura di Responsabile del settore ricoperta da Giovanni Gatta. Ecco perché il contenuto della delibera del 24 giugno appare quantomeno forzato, quasi a voler dare una giustificazione all’annullamento di una procedura avviata e conclusa. Tanto più che in questa delibera non si dice nemmeno che la selezione per il nuovo comandante dei vigili aveva già prodotto un risultato concreto: cioè la stesura ai una graduatoria finale della selezione a favore di Tamara Latini. Come mai? Non lo sappiamo ma sarebbe interessante saperlo.

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Gli incontri al forno Franco Carfagna di via Giovanazzi STOR I E

i disegni del Maestro

Il disegno del maestro Carfagna ci permette di parlare di una strada storica di Rocca di Papa, via Augusto Giovanazzi. Come si raggiunge? Partendo da piazza Garibaldi, si prende via Leonida Montanari e dopo cento metri si gira a destra passando sotto un caratteristico arco che presenta ancora le capriate di castagno. Proprio qui comincia via Augusto Giovanazzi. Ma chi era costui? Giovanazzi fu un valoroso ufficiale di Rocca di Papa caduto nella Grande Guerra del 1915-18. Ma la strada a lui dedicata presenta un’altra particolarità: una cantina che conobbe gloriose storie. Siamo nel 1848, l’Italia era divisa in tanti staterelli che Garibaldi cercava di unire, e intanto i “carbonari” partecipavano di notte a riunioni segrete sfidando le truppe del Papa. E proprio in questa cantina di appena 16 metri quadrati si incontravano uomini che avevano un solo sogno: l’Italia unita! Successivamente la cantina divenne un forno da cui prendevano corpo pagnotte e “filoni rocchiciani” (erano delle schiaccatelle di 60 cm fatte con farina bianca a differenza delle pagnotte per le quali si utilizzava farina di grano grezzo e crusca). Anche dopo l’unità d’Italia continuavano le riunioni segrete. Nel 1880, ad incontrarsi erano alcuni anarchici che non accettavano le leggi del Re. Poi dal 1921, con l’avvento del fascismo, furono i cosiddetti sovversivi (comunisti, socialisti, anarchici) a utilizzare la cantina di via Giovanazzi per le loro riunioni e sembra che proprio qui venivano scritti i volantini contro Mussolini. Nel 1946, con il ritorno della libertà, anche la “nostra” cantina tornò ad essere un luogo libero e aperto, in cui si produceva il buon vino dalle uve che nascevano in località Sacramento e Colle delle Streghe (oggi quartiere Vigne). Divenne così una fraschetta molto frequentata. Oggi purtroppo questo locale è chiuso ma il proprietario, mantenendo vivi gli antichi ricordi, durante le feste locali lo apre facendolo diventare rifugio di visitatori e turisti e offrendo loro gustose specialità roccheggiane. Un ultimo ricordo: questa cantina ospitò, oltre al patriota cesenate-roccheggiano Leonida Montanari, anche il suo amico fraterno Angelo Targhini. Entrambi, sul punto di

il Segno - OTTOBRE 2019

essere giustiziati da Mastro Titta a piazza del popolo a Roma, da anti-clericali quali erano rifiutarono la confessione del prete. E mentre insistevano nel convincerli a confessarsi, si sostenevano a vicenda per non cedere e resistettero fino all’ultimo. Targhini aveva 26 anni, Montanari 25!

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami

Via dei Monti 24, 00040 Rocca di Papa (Rm) - ilpiccolosegno@libero.it

MURO DI VIA FRASCATI: LE AUTO TORNERANNO A  PARCHEGGIARE DOPO I LAVORI?

Finalmente abbiamo appreso che il muro della via Frascati, crollato a dicembre del 2017, sarà ricostruito. E finalmente quel pezzo di strada tornerà a un normale traffico. Nessuno però ci ha spiegato perché sono stati necessari quasi due anni per avviare questi lavori. Poi vorrei porre una domanda: finiti i lavori di ricostruzione, le automobili torneranno a parcheggiare sulla strada, come è stato per tanti anni, oppure finalmente ci sarà un divieto assoluto come io ritengo dovrebbe essere visto che quella

strada ha un traffico molto rilevante per l’arco dell’intera giornata? Francesco Santini LA VECCHIA CARROZZA DELLA FUNICOLARE

Su Facebook mi è capitato di vedere la foto della storica carrozza della funicolare che per decenni ha portato i viaggiatori a Rocca di Papa, ridotta come un vecchio ferro arrugginito. Qualcuno ha detto che questa carrozza è stata abbandonata presso un deposito del Cotral prossimo alla stazione ferroviaria di Velletri. Come è possibile una cosa del genere? Non potevano lasciare la carrozza a Rocca

@

di Papa, magari sistemandola nel pargheggio nuovo della funicolare? A quella carrozza, che si vede in molte cartoline e fotografie antiche di Rocca di Papa, si doveva il rispetto che di solito si ha per le cose che hanno avuto un grande significato. Pare che da anni è sotto le intemperie e credo che a breve qualcuno deciderà di portarla via definitivamente, magari in una discarica o in un deposito di vecchie auto distrutte. Perché nessuno si è preoccupato di preservarla come sarebbe stato opportuno fare? Tanti anni fa, infatti, si parlò addirittura che sarebbe stata restaurata così da farla vedere alle nuove generazioni. Peppe Ludovisi


La chiave della Torre

il Segno - OTTOBRE 2019

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L’osservatorio alla Fortezza l’ultima opera del De Rossi CU LTU RA e... di n tor n i

Dopo la morte del figlio Carlo Felice (1890) Michele Stefano De Rossi si dedica all’edificio geodinamico contrastato dagli altri sudiosi

Breve riassunto della prima puntata: Nel Natale del 1890 Carlo Felice, figlio maggiore dello scienziato e studioso romano Michele Stefano De Rossi, viene a mancare dopo una lunga malattia. La notizia getta nello sconforto papà Michele che nel frattempo è impegnato a Rocca di Papa, dove da alcuni anni ha trasferito la sua residenza, nella realizzazione dell’osservatorio geodinamico.

Michele Stefano De Rossi nell’osservatorio di Rocca di Papa

(La prima parte è stata pubblicata sul numero di maggio 2019)

di ANDREA SEBASTIANELLI

Michele Stefano De Rossi assiste il figlio morente fino all’ultimo momento ma questa vicenda lo segna profondamente, anche dal punto di vista proImpegnato nella fessionale. realizzazione dell’osservatorio di Rocca di Papa, il cui progetto nel 1889 era da poco stato approvato dal ministero, deve fare i conti con un gruppo di studiosi che osteggia la costruzione del nuovo edificio approfittando anche del momento particolare dovuto alla morte di Carlo Felice. A dircelo è una lettera datata 1° novembre 1889 a firma di Pietro Blaserna, direttore dell’Istituto di meteorologia e geodinamica di Roma, al ministro dell’agricoltura.

Blaserna contesta soprattutto il costo dell’opera voluta dal De Rossi, ritenuto dal Blaserna addirittura incompetente in materia. Scrive: «Il progetto per l’osservatorio di Rocca di Papa fu dal Ministro approvato senza che persone competenti fossero state interpellate. E sì che l’amministrazione sapeva come dopo due lunghi anni di discussione in seno alla Commissione Reale, il Direttore di quell’osservatorio (De Rossi) non aveva né saputo né voluto convincersi del nuovo e prettamente scientifico indirizzo, che la Commissione intendeva dare al servizio geodinamico. [...] L’osservatorio di Rocca di Papa non doveva costare più di lire 20.000; se finirà di costare più di 50.000 e se da ciò ne è venuto il discredito del servizio, la colpa è tutta dell’amministrazione (cioè del De

Rossi, n.d.d.)». A descrivere il clima non certo idilliaco fra colleghi, è anche un messaggio confidenziale di Pietro Tacchini (direttore dell’Archivio dell’Istituto di meteorologia di Roma) al direttore generale del ministero dell’agricoltura, Nicola Miraglia, a proposito del conflitto ormai sempre più acceso tra il De Rossi e il direttore dell’Archivio dell’Istituto di meteorologia e geodinamica di Roma. Scrive il Tacchini: «Ill.mo Direttore, questa mattina venne da me il De Rossi come una furia, e so che ieri a Rocca si è sfogato contro l’Ufficio. Infine visto che io non mi arrendevo, capitolò riservandosi però di far valere i diritti presso il Ministero. [...] In quanto all’Archivio egli disse che è proprietà letteraria sua! E che perciò si dovrebbe portare ogni cosa all’Ufficio Centrale e venire lui a fare l’archivista! Risposi: impossibile, e piuttosto gli suggerii di chiedere al Ministero che i libri e strumenti di S. Susanna già da lui inventariati, siano invece destinati all’Osservatorio di Rocca di Papa, che non ha libreria; io non mi presi impegno per ciò, ma dissi solo che non credevo difficile ottenere su ciò il consenso del Ministero. Dopo questa spiacevole discussione lunghissima, egli venne a parlare delle cose dell’osservatorio di Rocca e non fu difficile l’intenderci e su ciò farò rapporto al Ministero; mentre delle altre cose mi limito a riferire a lei colla seguente. Bisogna tener duro e, fatto il colpo, mantenerlo a qualunque costo». Il tono della lettera privata la

dice lunga sul tentativo di far fuori, dal punto di vista professionale, Michele Stefano De Rossi, il quale dopo la morte del primogenito riuscirà a respingere a fatica gli attacchi dei colleghi.

Oltre a Carlo Felice, Michele Stefano De Rossi ebbe altri dieci figli, tra cui Camillo, Felice, Laura e Lorenzo. Camillo e Felice, come detto, vennero a mancare da bambini nel 1873 a causa di una differite. Laura sposò un Tamilia e darà alla luce Maria, l’ultima nipote diretta del nonno Michele Stefano. Maria Tamilia muore nel 2011 all’età di 102 anni, essendo nata il 30 luglio 1909. Fino all’ultimo ha continuato a trascorrere le vacanze estive a Rocca di Papa nella stessa casa del nonno e proprio lì, nel 2009, ebbi la fortuna di intervistarla. Circa l’altro figlio, Lorenzo, sappiamo che nel 1889 sposa Giulia Oggero da cui nascono due figli, Giovanni Battista (in onore dell’amato prozio) e Michele Gaetano (deceduto nel 1986). Quest’ultimo si è distinto (al pari dello zio Carlo Felice) negli studi di legge partecipando, insieme al ministro Paolo Emilio Taviani, ai lavori della Conferenza di Parigi del 1951 per la costituzione di un esercito europeo. Una storia, quella dei De Rossi, che meriterebbe ulteriori approfondimenti e a cui ci stiamo appassionando sempre di più. 2/Fine


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Il romanzo storico a puntate di Franco Antonucci/4 PAG IN A A P E RTA

Ecco Maghetto di Rocca Priora

Il coperchio del diavolo

zione, dovresti acUn racconto costellato di miti compagnare Giae leggende popolaresche comino da Lorenzo il carrettiere, che si del brigante piu’ famoso dello prende uno scudo Stato pontificio: Gasperone per portarlo a Terracina. Ci doveva andare Domenico ma poi ha avuto da fare...” ”Ho capito Giusti' ma dove lo vogliono mandare Minuccio?” “Non ho capito bene. Ma mi hanno parlato di un seminario a Terracina. Che ti vuoi fare rio, zio! So badare bene a prete, Giacomo?” le si ri- me stesso”, gli disse Giavolse ammiccando la zia. como. ”No. Io non mi farò mai Inoltratosi nella boscaglia, prete. Ma se devo andare a Antonio giunse in una rastudiare per diventare im- dura e con l'indice ed il portante, lo farò!” rispose medio agli angoli della piccato il bimbetto alla zia. bocca, emise due fischi, “Non è necessario che mi dopo qualche secondo udì accompagni fino al semina- in risposta lo stesso segnale. dopo un po' gli apparve il “Maghetto”. In realtà si chiamava Tommaso Transerici ma era soprannominato così, perché era agile e veloce come un fulmine ad apparire e scomparire tra gli alberi e le fratte. Veniva da Rocca Priora. “Che vòi, Andò?” ”Volevo sapè da di ENEA TRINCA Gennaro e Angelo cosa gli serviva”. “A noi ce serve de tutto, da magnà e da vestì. Vedi mpo' tu che po' portà. Per sapere invecchiare bene, bisogna trovare un accordo Se vònno quaccosa de specon il tuo volto da vecchio e il tuo cervello giovane. ciale te lo faccio sapè su ar pascolo”. L’amore ubriaca come il vino, la differenza è che la prima 4/Continua offusca la ragione per poco tempo, il secondo per sempre. Sonnino, settembre 1811 E così dopo Tata Rocco, se ne era andata anche mamma Faustina. Loreta ormai da 5 anni conviveva col marito Domenico, nella casetta presso il municipio dove lavorava. Gennaro s’era dato alla macchia con Angelo, per sfuggire alla coscrizione obbligatoria dell’anno precedente. A casa Gasbarrone erano rimasti solo Antonio e Giustina. Iu Panundu continuava a fare concorrenza con il suo latte e, malgrado la sua rinomata scarsa attenzione all'igiene, era riuscito a sottrarre clienti ai Gasbarrone, che oramai non superavano più, contando gli amici e i parenti più stretti, le 35 unità. “Anto'!” si rivolse Giustina al fratello: ”Ieri sera Loreta mi ha detto che, dopo la cola-

La vita nei modi di dire

Due uova, appartandosi per fare l’amore... uno dice all’altro:  “Caro, finalmente... So..di”.

Amore, se veramente siamo fatti l’uno per l’altra bisogna essere una dei Pesci e l’altro dell’Acquario.

Vivere senza lavorare è riprovevole, però è sempre meglio che lavorare senza vivere. Senz’altro il peggior periodo per i farmacisti fu la Rivoluzione Francese, dove ci fu un notevole calo di mal di testa tra la popolazione.

il T o c c o

di Ermanno Gatta

Il palazzo dei segreti

il Segno - MAGGIO 2019

Spunti di psicologia

A cura della Dott.ssa Bruna Benelli

Carmela e le altre

Giovedì primo ottobre di quattro anni fa, all’uscita della scuola primaria “Rossini” di Albano, Carmela Mautone, maestra di 47 anni, venne uccisa da suo marito carabiniere, che poi si tolse la vita. Il dramma si consumò per strada, in via Rossini, dove il giorno dopo si radunarono molti cittadini, soprattutto donne, per ricordare questa madre di due adolescenti. Da tempo aveva dei contrasti con il marito, si erano lasciati ma poi avevano riprovato a vivere insieme. Carmela è una delle tante, troppe, donne che muoiono per mano di fidanzati gelosi, mariti arrabbiati, uomini che non trovano altre soluzioni se non la violenza estrema. È gravissimo che ancora nel 2019 ci siano uomini che pensino di poter controllare le donne. La domanda è: cosa possiamo fare? La risposta è che dobbiamo cambiare l’idea errata che gli uomini possano esercitare il loro potere sulle donne, nessuno nemmeno i nostri padri dovrebbero farlo, mentre ancora ci sono zone nel mondo dove le bambine vengono date in spose a uomini adulti e non sopravvivono alla prima notte di nozze. Che mondo è un mondo in cui si mutilano i genitali femminili, si obbligano le donne a indossare delle vesti che non lasciano intravedere nemmeno gli occhi, o si utilizzano ancora la lapidazione solo perché il genere femminile viene ancora considerato inferiore? Cerchiamo di scoprire il nostro potere interno e fortifichiamolo, non lasciamo che qualcuno ci possa sopraffare, iniziamo a riunirci con altre donne, parliamone nei centri d’ascolto, denunciamo quando è necessario. Finché restiamo immobili, restiamo delle vittime.


il Segno - OTTOBRE 2019

Quando il potere è al femminile Elisabetta I d’Inghilterra L’angolo della storia

di VINCENZO RUFINI

La Storia è il succedersi degli avvenimenti nel corso del tempo, aventi lo spazio come luogo fisico onde dar loro il logico svolgimento. La Storiografia è la scienza che ha per obiettivo lo studio dei predetti avvenimenti. La Historia, come si diceva nei tempi andati, ha avuto come protagonisti in massima parte uomini, ma anche l'altra metà del cielo ha avuto ruoli preponderanti sin dall'inizio della civiltà. La Storiografia, pur occupandosene in misura assai minore, ha analizzato il ruolo della donna in modo trascurabile tanto da essere e sembrare animata da una misogenìa congenita e prevalente. Una trascuratezza, prima che culturale, si potrebbe definire antropologica, dovuta in parte al fatto che chi si è occupato di Storia apparteneva al sesso maschile. Spesso, però, a determinare le azioni e le scelte dei responsabili maschili della gestione del potere ci sono state delle donne, cerebralmente e caratterialmente molto forti.

Si potrebbero citare, alla bisogna, innumerevoli casi: da Ipazia ad Eleonora d'Aquitania, da Bianca di Castiglia a Giovanna d'Arco, Caterina Sforza, Olimpia Pamphili, Cristina di Svezia, Marie Curie, Fatima Mernissi. Una donna, però, ha lasciato un marchio indelebile nel percorso storico; la regina Elisabetta I d'Inghilterra, la figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, ex dama di compagnia della regina Caterina d'Aragona, prima moglie di Enrico. Venne al mondo il 7 settembre 1533, ebbe una lunga vita e regnò per 44 anni; promosse l'espansione nelle isole britanniche del na-

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CU LT URA

scente anglicanesimo a scapito del cattolicesimo, che represse con durezza (tipico l'esempio della cugina Maria Stuarda che fece giustiziare), con l'Atto di Uniformità si proclamò Supremo Governatore della chiesa anglicana. Elisabetta fu l'ultima della casata Tudor a reggere le sorti dell'Inghilterra; fu denominata “la regina vergine” e in suo onore venne chiamata la prima colonia inglese in terra d'America, la Virginia. Il potente re di Spagna Fi-

lippo II la chiese in sposa, ma lei rifiutò e inoltre entrò in guerra contro di lui, all'epoca la Spagna era la superpotenza egemone dell'Europa. Elisabetta non si perse d'animo e guidò personalmente le operazioni militari che portarono i vascelli inglesi, inferiori per numero e potenza di fuoco, a sconfiggere la “Invencible Armada” spagnola grazie anche all'aiuto degli elementi atmosferici che causarono una tal tempesta che oltre la metà delle navi

di Filippo fecero naufragio. Non fu una femminista ante litteram, ma dimostrò con saggezza e con coraggio temerario di saper affrontare e risolvere a proprio vantaggio tutti i conflitti, i doppiogiochismi, i tradimenti palesi e occulti che serpeggiavano alla corte inglese nel 16° secolo.

Seppe affrontare anche i nemici d'oltremanica tenendo loro testa per lunghi anni, seppe volgere a favore dell'Inghilterra l'attività dei corsari che imperversavano lungo le rotte atlantiche con lo scopo di colpire le navi spagnole di ritorno dal nuovo continente ricche di oro e bottino (Francis Drake fu il prototipo più apparente), favorì lo sviluppo commerciale, economico, militare e politico dell'Inghilterra facendone una super potenza del tempo. Il suo tempo viene ricordato come l'“Età elisabettiana” in cui fiorirono le arti in special modo la letteratura e il teatro con scrittori come Shakespeare e Marlowe. La società civile fece un balzo in avanti nella scala del progresso culturale. La “Regina vergine” fu la dimostrazione vivente di come una donna, specie in quei tempi misogini, con sapienza e determinazione possa dimostrare di avere una spina dorsale meglio di tanti uomini.

La poesia del mese

Piazza Vecchia

‘A Piazza Vecchia eté ‘na piazza ciuca ciuca co po’ de case ’n ’tornu e ‘na fontana antica, è stata ‘a prima piazza pe i rocchiciani chella che mo’ sarìa piazza Margherita.

‘A Rocca bassa etera tutta campagna e u paese stea rampicatu tuttu decco attornu più n’cima stea a Chiesa de u Cocifissu e do’ bottegole, una pure co ‘nfornu. E femmine pieanu l’acqua co’ a conca ‘n’acqua fresca che ppannea ‘a bottia e tutti se iuteanu se ne stea bisognu entreanu da ‘na casa a n’ara come ‘na famia.

di Anna Giovanetti

Steanu sempre a porte operte co ‘na tela denanzi specie d’estate fore a ‘e scale e femmine reppezzeanu o spalloccheanu a lana l’uommini fumeanu n’pace a pippa o u sigaru mentre i riazzi giocheanu e tutta l’aria n’tornu rebbommea de risate.

La fontana di piazza Vecchia


Il ricordo di Eugenio Ferrario, una vita a servizio dell’attività coristica 22

il Segno - OTTOBRE 2019

STOR I E

di ANDREA SEBASTIANELLI

Sono trascorsi due mesi dalla morte di Eugenio Ferrario, presidente dell’Associazione musicale dei Castelli Romani - Coro ottava nota (che aveva sede proprio a Rocca di Papa) e ancora si fa fatica a pensare che Eugenio non ci sia più. Una morte improvvisa che ha lasciato tutti senza parole.

Eugenio era molto attivo nell’organizzazione di concerti che coinvolgevano i cori più importanti del panorama italiano e internazionale. Con Eugenio avevamo un ottimo rapporto, non solo perché lui apprezzava il nostro giornale, ma soprattutto per la stima reciproca. Era ribelle, era uno spirito libero, proprio come noi del Segno. Ogni volta che ci informava su un concerto che stava preparando, gli chiedevo: «Ma dove la prendi tutta questa energia?». Eugenio era un fiume in piena e, come molte persone che danno lustro al nostro territorio, poche volte trovava

spazio negli eventi locali. Il motivo è chiaro: con la sua associazione, Eugenio promuoveva eventi di altissima qualità a cui non servivano i favori della pubblica amministrazione. Li organizzava con il suo lavoro senza chiedere niente. L’ultima volta era molto avvilito perché aveva proposto un concerto da tenersi a Rocca di Papa e si era sentito rispondere che se voleva organizzarlo doveva per forza inserire sulla locandina la dicitura “organizzato con il Comune di Rocca di Papa”. «Ma come? -mi disse- Facciamo tutto noi, non ci danno contributi né alcun tipo di aiuto e pretendono di mettere il loro simbolo sui manifesti?». Perché la cosa straordinaria di Eugenio Ferrario è che riusciva a portare in Italia tra i cori più importanti del mondo. E lo faceva praticamente da solo. Alcuni di questi cori si sono esibiti anche a Rocca di Papa e, ogni volta, si rammaricava che nessuno dell’amministrazione comunale vi presenziava magari portando un semplice dono ai gruppi

australiani o americani o inglesi che fossero. Io ho sempre trovato assurdo che iniziative di questo tipo venissero regolarmente ignorate (o addirittura snobbate) dall’amministrazione comunale. L’unica associazione locale con cui Eugenio aveva un rapporto privilegiato era l’Avis, insieme alla quale promuoveva concerti spesso legati al Natale. L’altro torto di Eugenio era proprio quello di non far parte dei piccoli gruppi di potere locale, quelli che si sparti-

Varato il nuovo Piano di gestione forestale con tanto di area turistico-ricreativa

Sta per essere varato il più imponente piano regolatore dei boschi da cui dipenderà la gestione del patrimonio ambientale di Rocca di Papa fino al 2029. Pochi giorni fa, il 26 settembre, la Regione Lazio ha approvato la proposta del nuovo Piano di Gestione e Assesto Forestale (PGAF) avanzata dal Comune di Rocca di Papa. Il Piano stabilisce in concreto il progetto di gestione che permetterà al Comune di salvaguardare il bosco che è la sua più importante ricchezza. Tutto bene allora? Per niente. Il giorno dopo la comunicazione della Regione, anche il Comune ha pubblicato sull’albo pretorio (dove devono essere inseriti obbligatoriamente gli atti prodotti dall’amministrazione comunale) un avviso avente questo titolo: «Approvazione Piano di gestione e Assestamento Forestale del Comune di Rocca di Papa con facoltà di presen-

tare osservazioni». Salvo poi andare alla voce corrispondente e vedere che il collegamento non c’è, cioè i documenti non si possono né leggere né scaricare. Solo un errore formale? Sembra difficile crederlo visto che su questo piano regolatore dei boschi è consentito ai cittadini interessati di presentare delle osservazioni. La domanda sorge spontanea: ma come fa un cittadino a presentare osservazioni se nessuno glielo comunica e se l’avviso sul sito internet non è leggibile? Ma a pagina 6 dell’autorizzazione regionale ecco che appaiono due righe piuttosto inquietanti. Inquietanti perché non potendo consultare la documentazione dobbiamo solo lavorare di fantasia. Ecco che cosa c’è scritto in queste due righe: «Prendere atto che, come proposto dal Comune di Rocca di Papa, la

Eugenio Ferrario

scono feste e festicciole. Era visto come un intruso. Recentemente era stato confermato presidente dell’associazione ed era molto soddisfatto di questo riconoscimento. Gli dissi: «Ma dove vuoi che lo trovino un altro presidente come te?». Lui sorrise e mi rispose: «Sì, ma comincio ad avere una certa età...». Di lui conserverò sempre un bellissimo ricordo per la sua franchezza, la sua simpatia, la sua ostinazione e la sua umanità.

I cittadini possono presentare osservazioni ma sul sito del Comune l’avviso non c’è

Particella Forestale n. 160 è iscritta alla Compresa B, [cioè] “Boschi con funzione di conservazione naturalistica e/o turistico ricreativa”». Ma qual è la proposta del Comune di Rocca di Papa? Boh! Di che cosa si tratta? Boh! Nessuno lo sa tranne gli autori della proposta stessa, cioè l’amministrazione comunale, la Responsabile del settore affari generali del Comune, Anna Maria Fondi, il tecnico che cura le gestione dei boschi, Elisabetta Santangeli, e la Responsabile del settore finanziario, Annarita D’Andrea. Resta il fatto che sta per essere varato un piano regolatore boschivo, con tanto di area per finalità ricreative, e nessun cittadino può consultarlo online per presentare eventuali osservazioni. E mancano solo pochi giorni alla presentazione di osservazioni. Dopo di che il Piano diventerà operativo.


Riparte la nuova stagione dei Canarini Rocca di Papa il Segno - OTTOBRE 2019

di ALESSANDRO TABELLIONE

Dopo la presentazione di fine agosto al Belvedere, che ha visto la partecipazione dei bambini della scuola calcio con le rispettive famiglie, della prima squadra al completo, oltre ai rappresentanti dell’amministrazione comunale e della dirigenza della Gialla, è partita per i Canarini Rocca di Papa 1926 la nuova stagione calcistica. La prima squadra milita nel campionato di prima categoria (girone G) e l’anno si prevede già molto impegnativo. “I Canarini Rocca di Papa - dice il presidente Antonio Gentili - rimangono la storia di questa città ed è proprio per questo che abbiamo pensato a una bella festa collettiva e aperta a tutti affinché si confermi ancora una volta l’amore per la Gialla e si crei un appuntamento in cui ritrovarci tutti: sostenitori, cittadini, simpatizzanti, atleti, famiglie, diri-

SPO RT

genti assieme a un grande artista come Gianfranco Butinar, amico della nostra città e dei nostri colori da sempre. Come lo scorso anno abbiamo ottime prospettive anche per quel che concerne il campionato della prima squadra con i nuovi innesti, ma soprattutto ci preme considerare il grande lavoro svolto per i più piccoli, per la nostra scuola calcio, grazie alla straordinaria ed efficace sinergia nata con la S.S. Lazio. Un bellissimo lavoro che ci sta portando a risultati davvero considerevoli”. Molto soddisfatto anche Fabrizio Brunetti, direttore tecnico della società: “La grande opera di crescita sportiva dei giovani di Rocca di Papa certifica ancora una

Il presidente Tonino Gentili

volta non solo il grande radicamento dei Canarini nella storia del tessuto sociale della nostra comunità dal 1926, ma anche la capacità di riuscire a fare sintesi tra grande tradizione, innovazione, modernità. Di recente anche l’azienda Macron e la S.S. Lazio ci hanno riconosciuto il merito di essere riusciti a portare un nuovo modello di gestione della società anche in un ambito dilettantistico come il nostro. Siamo una società che

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“Un bellissimo lavoro che ci sta portando a risultati considerevoli”

cerca sempre di tenere alto il nome della città mettendo insieme i valori, la sana competizione sportiva, l’applicazione e l’impegno della pratica calcistica come formazione dei valori che servono nella vita per contribuire a una società migliore. Anche questa stagione che andiamo ad affrontare confermerà questa nostra linea, apprezzata dai genitori e dagli atleti che hanno scelto e stanno scegliendo i Canarini”.

Fabrizio Brunetti

Emozioni e appalusi nel ricordo di Agostino Di Bartolomei Al Gavini grande successo per l’evento promosso dal Real

È stato emozionante vedere tanta partecipazione nel ricordo di uno dei campioni più amati del calcio italiano, Agostino Di Bartolomei. Allo storico capitano della Roma dello scudetto del 1983 è stato dedicato il «Di Bartolomei day» che lo scorso 2 ottobre si è svolto presso il campo sportivo Gavini Lionello, organizzato dal Real Rocca di Papa. Presso lo stadio roccheggiano, infatti, nel 2016 venne inaugurato un monumento alla memoria del Draicchio Capitano e da allora, ogni anno, viene promosso un evento. L’opera venne realizzata dall’artista irlandese Barry Masterson e viene curata dall’associazione “ALI Libere Idee” e dalla “Brigata Giallo Blu”, i sostenitori del calcio locale. Quest’anno l’iniziativa è stata particolarmente bella perché oltre ai ragazzi del Real Rocca di Papa, erano presenti quelli della A.S. Roma e

del F.C. Frascati. A chiudere l’importante evento è stata la sfida tra i leoncini roccheggiani e la squadra della Roma. Tra gli applausi del numeroso pubblico presente, è stato infine consegnato dai capitani delle rispettive squadre il ricordo floreale alla memo-

ria di Di Bartolomei. Soddisfatto si è detto il direttore generale del Real Rocca di Papa, Gennaro Draicchio, il quale ha auspicato che “lo spirito di questa iniziativa diventi il simbolo dello sport, soprattutto quando vi è la passione dei piccoli calciatori”. (M.M.)

I giovani calciatori del Real Rocca di Papa


NON FARTI INFINOCCHIARE DAI SOLITI POLITICANTI politic i

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ABBONAMENTO “GLADIATORE” (ANNUALE)................€ 100 ABBONAMENTO “SOSTENITORE” (ANNUALE)...............€ 50 ABBONAMENTO “AMICI DEL SEGNO” (ANNUALE)......€ 25 L’esplosione del 10 giugno oltre alle vittime, al dolore e ai danni provocati, ha determinato un’ulteriore colpo per il già disastrato centro storico, dove alcune attività commerciali hanno dovuto chiudere mentre altre stanno cercando a fatica di restare in piedi mettendo in campo iniziative per attrarre clienti e cittadini. Iniziative lodevoli e benvenute ma che da sole non potranno

direttoresegno@libero.it 349.5783869

Niente sarà più come prima SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

riportare il Centro alla sua piena funzionalità e alla sua tradizione. Inevitabilmente gli straschichi dei fatti accaduti a giugno li ritroveremo anche nei prossimi anni, mentre la Procura della Repubblica di Velletri sta conducendo l’inchiesta che dovrà accertare le responsabilità e rispondere alla

domanda che tutti i cittadini si stanno facendo da tre mesi: questa tragedia poteva essere evitata? E’ chiaro che qualcosa, nel sistema della sicurezza e degli allarmi, non ha funzionato. Rocca di Papa, dunque, dovrà essere in grado di raddrizzarsi sotto tutti i punti di vista e que-

sto richiede l’impegno di una classe politica e dirigente all’altezza della drammaticità del momento storico che stiamo vivendo. Una classe politica che si dimostri responsabile e capace, cioè in grado di indicare una strada percorribile per ridisegnare un futuro certo. Non è più tempo di illusionisti e improvvisatori. Andrea Sebastianelli


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