Il Segno dicembre 2009

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PICCOLO

“ il Segno Buon Natale

Periodico mensile dell’Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

di Roberta Querini Sono stata lontana da Rocca di Papa per 12 anni, quando sono tornata ho trovato il vuoto, ho ritrovato un paese nel degrado. Ho inscritto i miei figli nelle stesse scuole dove andavo io, ma adesso me ne pento. Mi sento responsabile di tutto quello che tutti i giorni devono affrontare. Mia figlia è una studentessa modello ma in questa scuola non riesce ad uscire al meglio. Mio figlio, a soli 6 anni, si ritrova in una classe considerata uno scarto. Nel mese di settembre ho girato, ho chiesto, ho supplicato tutte le persone che dal Comune potevano aiutarci. Nessuna risposta. Ho lasciato Roma dove i miei figli vivevano in una realtà che funzionava. La risposta del Comune è stata questa: “A Roma ci sono i soldi”; mi domando: che risposta è? Non ho chiesto un aiuto economico, ma solo giustizia, sensibilità e responsabilità verso quei bambini che saranno il nostro futuro. Segue a pagina 10

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! 32 PAGINE

Enzo Biagi

La criminalità arriva e si stabilizza anche da noi

L’allarme lanciato dalla Cgil scoperchia gli interessi e le infiltrazioni criminali a Roma e nell’intera provincia

Studi

d’Arte

Approfondimento alle pagine 16 e 17

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Il nostro no al processo breve

di Roberto Saviano Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. Segue a pagina 6

ANNO D O P

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Anno VIII, n. 12 - Dicembre 2009

Lettera sulla nostra scuola

Ai giovani giornalisti dico: raccontate sempre la verità. Anche se costa molto.

con la musica di Sandro e

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il Segno - Dicembre 2009 ATTUALITA’ Assolto il giornalista accusato di aver pubblicato le intercettazioni sulla BNL

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Dopo tre anni di processo, ecco la sentenza diassoluzionemaèmegliononfarlosapere di Andrea Sebastianelli Ricordate la vicenda della tentata scalata alla Banca Nazionale del Lavoro, in cui l’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, finì invischiato perchè al telefono con il finanziere Giovanni Consorte disse “Ma allora siamo padroni di una banca?”. Un’intercettazione telefonica che provocò molte polemiche scoperchiando una parte degli intrecci esistenti fra la politica e il sistema economico-finanziario nazionale. Il giornalista, Gianluigi Nuzzi, che pubblicò quest’intercettazione, venne immediatamente accusato di violazione del segreto istruttorio. Accusa grave perchè attiene all’azione penale. Ebbene, qualche settimana fa (il 25 novembre) i giudici hanno emesso la sentenza ma quasi nessun giornale ne ha dato notizia. Forse perchè far sapere come finiscono le storie può voler dire aprire la

strada ad altri interrogativi e domande. “I giudici della quarta sezione penale presieduti da Oscar Magi hanno assolto il giornalista Gianluigi Nuzzi, assistito dall’avvocato Salvatore Lo Giudice, per quell’articolo pubblicato su Il Giornale”. Per Nuzzi il Pm Laura Pedio aveva chiesto la condanna ad un anno di reclusione. Ma i giudici del Tribunale, a conclusione del processo, lo hanno assolto. Ripercorriamo le tappe della vicenda. Era il 2 gennaio del 2006 quando Gianluigi Nuzzi pubblicò l’intercettazione telefonica tra Fassino e Consorte che gli costò un’incriminazione e lunghe indagini nel corso delle quali venne anche pedinato. Ma alla fine il Sostituto Procuratore Stefano Civardi, titolare dell’inchiesta, ritenne di dover chiedere l’archiviazione. Di diverso avviso fu, invece, il

Beneficio d ’ inventario

di Ettore Zanca

Rivoluzione

Sto camminando verso casa, incrocio delle persone alcune conosciute altre no. Tutte hanno la medesima indignazione che campeggia come un murales tra gli occhi e le labbra. Cerco di captare il loro malumore con la disperata pantomima di far finta che non mi interessi. “E’ uno scandalo, poi dicono che siamo tutti uguali”, “non credo che questa situazione sia sopportabile a lungo”, “ma quando capiranno che devono dare prima retta a chi li vota?”, “anche le minoranze hanno i loro diritti, anche i più sfortunati”. Diverse ipotesi campeggiavano nel mio cerebro. Scarto subito quella che ho preso la strada delle droghe pesanti, non ho mai sniffato nemmeno la colla, con le mie autocensure

Gip Micaela Serena Curami che bocciò la richiesta di archiviazione, rimandando gli atti alla Procura imponendo un’imputazione coatta, la violazione del segreto istruttorio appunto, aprendo di fatto le porte ad un processo anche se era rimasto ignoto il presunto Pubblico Ufficiale che a Nuzzi aveva dato quelle intercettazioni. Con la sentenza di oggi che assolve l’imputato-giornalista ci si deve domandare perchè di questa assoluzione non ne parla nessuno. Molti temono che diffondere la notizia che un giornalista possa pubblicare

degne dei gesuiti. Intanto mi avvicino a casa e vedo un crocchio di condomini, sento parole come “provvedere subito”, “svolta a 360 gradi” “ci vuole la mano di uno che finalmente sappia come si fa”. A quel punto non ho dubbi. La gente è stanca, vuole parità dei diritti e tutela delle minoranze. Tra me e me, mi convinco che sì, la rivoluzione parte dal basso e da qualche parte deve pur iniziare, da qui, dal mio condominio. Sono nella storia, marameo muro di Berlino. Mi rimembro che devo andare a riprendermi la foto di quel vecchio idolo politico. Quello con cui i n Assenza piazza delle di segnale erbe, a P a dova, è morta la mia fede nel cambiamento. Comincio a ripassare gli slogan che urlavo a Comiso, contro la costruenda base NATO. Arrivo a casa, effettuo la mia minzione (non è bello pisciarsi addosso nelle manifestazioni in piazza davanti a tutti!), riscendo giù, “sono con voi!” urlo ai miei nuovi fratelli di battaglia.

delle intercettazioni quando queste hanno una valenza nazionale coinvolgendo personaggi di spicco che ricoprono incarichi pubblici, possa aprire una nuova scia di pubblicazioni delicate, a cominciare da quelle che interessano il nostro Premier. Ai cittadini meglio non far sapere che la libertà è un diritto acquisito, sia che riguardi la destra che la sinistra.

“ A h ! Bravo!” mi fa uno, “c’è tutto il quartiere incazzato nero, non riusciamo a prendere il segnale del digitale terrestre, forse sono le antenne, ma ci vuole un esperto, in Tv non si vede un ..... (censura!)”. Ritorno a casa mesto. Chiedo scusa a chi in certe cose ci ha creduto con la vita, per averli scomodati col mio pensiero per così poco. Mi siedo sul divano, accendo il mio decoder satellitare e voto il mio amore alla tecnologia, che ci ha dato qualcosa per cui ormai siamo attaccati al video, quel qualcosa che se si spegne un insieme di cristalli liquidi è solo per dormire, altrimenti sono crisi d’astinenza. Siamo passati dal tubo catodico al tubo catetere. In saecula seculorum. Requiem. In “hd” però.


L’INTERVENTO Ascoltiamo il grido di Don Franco, fondatore della Comunità di Capodarco il Segno - Dicembre 2009

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“Abbiamochiuso una comunità, adesso è il momento di reagire”

di Don Franco Monterubbianesi Dopo 23 anni di storia gloriosa, d’intraprendenza sociale di tanti giovani e disabili fisici che animarono tutto il territorio (l’avventura iniziò nel 1986, quando un obiettore di Terracina, Agostino Orilia, si trasformò in operatore d’accoglienza) la Comunità Capodarco di Terracina ha chiuso i battenti. La comunità venne avviata in una vecchia struttura IPAB, con il centro diurno formato da vari laboratori aperti a più di 25 ragazzi disabili, con l’avvio d’esperienze di distacco di loro dalla famiglia. Questo è avvenuto malgrado la Comunità debba riscuotere i rimborsi dagli enti locali e dalle Asl di riferimento, crediti per circa 150 mila euro, che le banche non hanno ritenuto di dover supportare con un loro finanziamento. Il sociale non adeguatamente sostenuto dalle leggi (la riforma sanitaria ci fu nel ‘78 ma quella sociale non è mai stata finanziata a fondo) e l’indifferenza del sistema finanziario, hanno fatto chiudere criminosamente un’esperienza di frontiera, bellissima, di cui noi di Capodarco ci dovevamo vantare. Forse, anzi senza forse, dovevamo difenderla di più. Ma tutta Capodarco è oggi nelle strettoie del sistema sociale che non funziona a dovere, riconoscendo il valore del Terzo settore, del nostro modello. Anche noi, per una visione economicistica, burocratica e puramente sanitaria, che ci assedia, non avendo potuto sviluppare il nostro modello a dovere, rischiamo di non avere più idealità d’accoglienza. Così all’estremo abbiamo rischiato di non saper accogliere alcuni ragazzi di Terracina che non sapevano dove andare. Ci siamo riusciti, all’estremo! Ma i 25 ragazzi del centro diurno ora resteranno a vegetare, chiusi nelle loro famiglie. E tutta l’idealità delle persone che operavano con molto spirito di passione comunitaria, dove andrà a finire? Un’esperienza dolorosa per la Comunità di Capodarco. A Roma, il 18 novembre scorso, si è riunito il Consiglio Nazionale di Capodarco e ci siamo detti: Basta subire! Dobbiamo reagire! Era stata già fatta una prima riflessione con un convegno all’Angelicum il 16 e 17 ottobre sugli errori commessi nel Terzo settore, che ha subito il ricatto delle elemosine, che lo stato sociale, dividendoci (come facevano gli antichi romani con il divide et impera) ci elargiva sempre più al ribasso. Ora basta! Capodarco con le sue esperienze (essendo presente in 22 province d’Italia)

Dopo 23 anni chiude la Comunità di Terracina per i ritardi nei rimborsi degli enti locali e per la cecità del sistema bancario. Venticinque ragazzi disabili, che rischiavano di rimanere senza assistenza, sono stati ospitati nelle altre comunità della provincia. Ma quanto avvenuto a Terracina è un campanello d’allarme che deve far nascere una reazione forte soprattutto da parte dei giovani. dovrà reagire con tutta la sua forza. In una società che ha perso il valore ideale dell’accoglienza ripiegandosi nella cultura del respingimento, non solo degli stranieri ma d’ogni essere debole, diventando sempre più barbara, dobbiamo saper rilanciare alla grande i nostri progetti ideali, dalla mondialità al nostro territorio. Dovremo coinvolgere non solo “nuovi politici” capaci di capire tutto questo, e sindacalisti che capiscano che il problema dei diritti è più ampio del problema lavoro, ma dovremo coinvolgere la gente comune, voi che ci leggete, perché ciascuno si faccia responsabile di creare insieme ai poveri della Terra e a tutti i deboli dei nostri territori (aiutati da quelli che vengono definiti angeli del territorio), una società più umana, diversa dall’attuale. Dobbiamo avere la forza di aggredire questa falsa politica estremista e cieca, secondo cui tutto ciò che è fatto per l’uomo, per i suoi diritti, è etichettato di sinistra e quindi da un falso governo, da un ente locale, com’è stato il Comune Terracina, è combattuto ed emarginato per principio. Dobbiamo realizzare un nuovo stato sociale, un vero welfare comunitario, in cui anche al debole, unito ai poveri della Terra, si dia il valore d’essere agente del cambia-

Conosci i progetti di Capodarco

Don Franco Monterubbianesi è a disposizione di chiunque voglia approfondire l’argomento, tutti i pomeriggi a casa sua, il sabato e la domenica interamente, a Gottaferrata in via del Grottino, snc. Riferimenti telefonici per appuntamenti: cell.re 380-5080068, 06-9415344. Per chi vuole già sostenere le 2 progettualità, questi sono i riferimenti: progetto Casa Milly e Memmo, conto corrente bancario intestato alla Fondazione Prima del Dopo Capodarco onlus - presso BPM ag. 436 – n. conto 67006 – iban IT49M055840322600000 0067006; progetto giovani: conto corrente postale intestato all’Ass. Internazionale Noi Ragazzi del Mondo onlus, n. 17195041 – iban IT92W07601 03200000017195041. Oggi la Comunità è presente, in Italia, in 14 città e 11 regioni, di essa fanno parte centinaia di per-

mento. Un Terzo Settore che diventi vero sistema tra lo Stato e il Mercato. Una prospettiva per esso, un’alternativa al cambiamento. Nei Castelli Romani, partendo dallo slogan “insieme alle famiglie e ai giovani costruiamo una società migliore”, lanciamo la nostra sfida esemplare con il progetto concreto della “Casa Famiglia Milly e Memmo” presso l’agriturismo Capodarco a Grottaferrata, di cui vi faremo sapere il progresso dell’avvio e tutto il lavoro svolto presso i Comuni di Colonna, Monte Porzio Catone, Frascati, Grottaferrata, Genzano, Rocca di Papa, Lanuvio e Ciampino, lavoro con cui proponiamo ai giovani dei Castelli di vivere la mondialità mettendo al centro l’Africa, con la solidarietà ai progetti dei ragazzi e giovani africani lavoratori di strada del Maejt, a cui essi possono unirsi nell’amicizia e nella comune visione politica. Solidarietà da aprire nei vari comuni (Frascati e Lanuvio già lo faranno) alla partecipazione dei cittadini con il “bilancio solidale – obiettivo 8”, così lo chiameremo. Mettere l’Africa al centro della nostra “responsabilità” di cittadini del Mondo. Partecipate come potete alla nostra sfida. Essa vi appartiene.

sone tra comunitari, ragazzi impegnati nel servizio civile, operatori sociali, volontari. Recentemente la Comunità si è allargata fuori dai confini nazionali, dando vita alla Comunità Internazionale di Capodarco (CICa), un’organizzazione non governativa di solidarietà, che si propone di dare risposte ai problemi dei poveri e degli emarginati di tutti i continenti. Dal 1994 la Comunità è presieduta da Don Vinicio Albanesi, che è a capo di un consiglio composto dai presidenti delle comunità locali.


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STORIE Viaggio in una Sicilia dove l’onore era (ed è) tutto

Storie inascoltate di un anti-eroe

il Segno - Dicembre 2009

di Ettore Zanca Quando ti privi di qualcosa, spesso scopri troppo tardi quanto fosse importante. Magari a volte presti un libro, collocato nel più remoto degli scaffali di casa. Poi ti accorgi che tra quelle righe era custodita parte della tua vita. Le persone sono dei manoscritti ambulanti. Dentro hanno il loro filo narrativo, i colpi di scena, i treni che hanno perso e l’inesorabile pagina finale. Non sempre lieta. A volte riusciamo a tradurre in carta stampata qualche fotografia che vaga nelle nostre onde cerebrali. Molte pagine di noi purtroppo vanno perse tra le pieghe del nostro ultimo addio. E questo è un male. Perché nessuno ha una vita banale. Forse non sa raccontarla come si deve, non entusiasma la platea. Per ragioni che a volte rendono i consanguinei peggio che gli estranei, negli ultimi cinque anni non ho più visto mio nonno. Ho saputo solo da poco e per vie indirette che è morto il ventiquattro ottobre scorso. Da solo, in una casa di riposo. Vi confesso che non ho pensato a tutte le beghe che da sempre contornano il mio teatrino familiare di cui anch’io sono degno guitto. Il mio cuore era concentrato sull’evento. Forse per la prima volta ho capito che avrei dovuto ascoltare di più quello che mio nonno raccontava come una nenia ripetitiva. La sua esistenza è stata sempre sottotraccia, malvisto in famiglia, poco considerato per quello che aveva da dire anche dalle persone più vicine. C’è stato un tempo che però giocavo in un balcone nel tiepido sole di un tramonto, eravamo io e lui, nonno e nipote, di quel tempo nella mia memoria sono affiorati

alcuni episodi di suoi racconti che ai miei occhi lo rendono un antieroe per eccellenza nella storia della Sicilia di quegli anni. Quando era bambino a Enna, ricevette una scudisciata da due uomini a cui non aveva risposto a una domanda. Suo padre era una persona importante, nel campo dell’estrazione dello zolfo credo, quando venne a saperlo, intercettò i due uomini e gli chiese spiegazioni, i due che “capirono con chi avevano a che

di Annarita Rossi Ci sono culture come quella animista che attribuiscono appunto un’anima a tutti i fenomeni naturali, alle piante come agli animali. Ogni volta che dei bracconieri compiono il loro scempio in Africa uccidendo elefanti, in India decimando tigri e negli oceani sterminando squali, ai quali vengono tagliate le pinne da vendere a caro prezzo nei mercati asiatici gettando in mare il loro corpo che morirà di lì a poco, dato che questo non potrà più nuotare, come dicevo, per gli animisti, si spezza un filo, quello che tiene insieme le cose dell’universo. E’ soltanto una parte di un filo quello spezzato in natura perché vi sono ancora troppi diritti negati a quegli animali sacrificati alla scienza e al progresso, alla prigionia nei laboratori, nei circhi e negli allevamenti di pellicce. Senza necessariamente avere una fede religiosa come quella degli animisti, la sensibilità dell’individuo dovrebbe portare ad un’attenta osservazione di ciò che ci circonda, constatando che oltre al fatto che in natura è veramente

tutto collegato, una sorta di anima gli animali probabilmente la possiedono sul serio. I cani, ma anche altri animali, quali gatti e cavalli, sanno stare vicino a chi soffre con pazienza e devozione regalando al malato emozioni e talvolta anche una più rapida guarigione donando sollievo e distrazione alle sofferenze anche quando queste portano alla morte perché essi rimangono accanto al malato fino alla fine. La Pet Therapy, dall’inglese “terapia con gli animali” e Hippo Theraphy “terapia con i cavalli”, non è una moda o un business; alcuni animali, educati a mostrare meglio quello che a loro viene naturale, ossia dare affetto, calore e tenerezza, assistono le persone bisognose, aiutano bambini ed in ugual modo adulti con difficoltà fisiche e psichiche. In America ed in alcuni Stati d’Europa, gli animali lavorano negli ospedali e nei reparti di oncologia pediatrica riuscendo a regalare a quei bambini persino un sorriso. Insomma, una valida terapia complementare, quella con gli animali, che cura soprattutto l’animo delle persone afflitte dalle malattie più svariate in quanto gli animali con il loro modo di essere, spontaneamente generoso, sono creature che accarezzano teneramente il cuore.

Quando gli animali accarezzano il cuore

fare” -parole sue-, chiesero perdono. Lui si limitò a dire “mio figlio è solo un bambino” posato lì a fine discorso, pronunciato in dialetto stretto. Una scudisciata di ritorno con le parole. Non so in che modo, ma dal giorno dopo, dei due in paese non c’era più traccia. Durante la guerra a Palermo, due soldati lo scoprirono per strada con molte vettovaglie sottratte da una caserma dove faceva il militare. Lo stavano fucilando sul posto, lo salvò uno dei più cruenti bombardamenti che si ricordino nel cielo panormita. Scappò più veloce che mai. Negli anni sessanta riuscì a diventare autista di una persona molto in vista del maggiore partito politico in Sicilia (io più indizi di così per farvi capire, non posso darvi). Mi raccontò che una volta alla sede del partito, fu nascosto un latitante. I carabinieri notarono strani movimenti e bussarono alla porta. Dentro in quel momento c’era solo lui, oltre al “nascosto”. Non li fece entrare, mantenne una calma olimpica. Sarebbe stata una prova inoppugnabile del legame criminalitàpolitica, di cui in quegli anni non c’era traccia visibile. Mi diceva che a casa teneva pacchi di pasta e buoni benzina, utili per scambiarli con i voti dei cittadini. Aveva tra le mani le prove dei primi esperimenti di voto di scambio. Non so se quello che mi ha detto avesse un fondo di verità o si divertiva a romanzare. Se anche fosse, un buon libro non smette di esserlo solo perché in parte inventato, la fantasia è una donna facile per chi sa sedurla, si tratti di uno scrittore o di un uomo che a malapena sa leggere, concede generose parti di sé con la medesima lascivia. In alcune pagine di lui emergono certamente treni passati di cui non andare del tutto fieri. Ma erano pezzi della sua vita, intensi, se veri, ben contornati se poco interessanti all’origine. Caro Gaetano, o Tanino, così ti chiamavano tutti, come dice Pieraccioni nel film “i laureati” – nella vita ci sono uno o due giorni veramente importanti, il resto fa volume- adesso non ti giudica più nessuno, sicuramente hai molti pesi in meno, incomprensioni familiari e silenzi gratuiti inclusi. Io sento un po’ di freddo, mi richiudo addosso la mia giacca e mi auguro che la mia buccia a arrivi a contare almeno gli stessi giorni della tua. Post mortem ti chiedo scusa. Sono maturato troppo lentamente, solo adesso ho capito che avrei dovuto avere un orecchio depurato dalle parole di troppo che abbiamo respirato tra le nostre mura io, te e altri attori di quart’ordine come noi. Avrei voluto un apparato uditivo vergine, pronto a raccogliere nuovamente e più attentamente quello che avevi da dire, come quando non eravamo altro che noi in quel balcone, con quel tiepido sole che non so perché a volte mi manca davvero. Senza fronzoli e melodrammi. Ciao Nonno.


L’integrazione dei bambini stranieri essenziale per il futuro dei Castelli ATTUALITA’

il Segno - Dicembre 2009

di Noemi Bevilacqua Da Novembre è iniziato un progetto del Cicar e della Casa dei Popoli di Genzano che è volto all’integrazione dei bambini stranieri residenti nel comune. Maestre e professoresse in pensione, aiutate da volontarie, incontrano due volte a settimana i bambini stranieri frequentanti le elementari e le medie del paese per aiutarli nella comprensione della lingua italiana. Il progetto ha anche lo scopo di integrare i

bambini e di far nascere una vera solidarietà fra di loro. Indiani, cinesi, nordafricani, russi e rumeni non solo imparano la lingua italiana ma scoprono che possono aiutarsi a vicenda: il nuovo arrivato prima che dalle insegnanti è aiutato dagli altri bambini che con i loro mezzi e con il loro linguaggio lo aiutano ad integrarsi. Il progetto rievoca racconti del secolo scorso, in cui maestri volontari alfabetizzavano gli operai e cercavano di costruire con loro una società migliore. Queste insegnanti sono mosse appunto dall’idea che solo attraverso il dialogo ed il con-

fronto sia possibile migliorare la nostra società ormai pervasa dall’odio razziale e dalla denigrazione del diverso. Confrontandosi quotidianamente con questi bambini e ragazzi ci si rende conto di quanto ciascuno di noi sia diverso, ma di come alla fine abbia le stesse necessità e bisogni. In una società in cui non solo c’è tanta discriminazione, ma anche il continuo tentativo di guadagno sulle spalle degli immigrati (corsi di italiano finanziati da vari enti, corsi professionali pressoché inutili ma a pagamento, etc…) questo progetto ci mostra come sia possibile provare a cambiare le

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cose non solo attraverso le parole, ma rimboccandosi le mani. Fin troppe sono le associazioni e le ong (Organizzazioni non governative) che si occupano di integrazione, fornendo informazioni agli stranieri, pasti e servizi medici, ma che alla fine li discriminano facendoli sentire solo miserevole oggetto di attenzioni premurose e costose che vengono loro elargite per pietà o per dovere. Speriamo che questa esperienza di integrazione contamini più progetti possibile e che contribuisca ancora di più al miglioramento della nostra società.

Bilancio di un anno, luci e ombre per Mister Obama

di Vincenzo De Angelis E’ trascorso un anno dalla elezione di Barack Hussein Obama a Presidente degli Stati Uniti d’America ed è quindi tempo di fare un primo, parziale, bilancio della sua attività presidenziale. Prendendo in esame alcuni aspetti della sua politica estera ed interna. La prima delle linee guida della sua politica estera è incentrata sulla centralità del Pacifico come spazio, oltrechè geografico anche strategico. Non a caso Obama ama definirsi il primo presidente dell’omonimo oceano. L’affermarsi sullo scenario mondiale di potenze emergenti, quali la Cina e l’India, il consolidarsi della posizione geopolitica del Giappone, l’antico Cipango, e in misura minore l’evolversi di quelle che un tempo erano chiamate le “Tigri Asiatiche” (Singapore e Taiwan tra le prime), hanno spostato sempre più l’attenzione su quell’area del mondo, In questo contesto la vecchia Europa è destinata ad essere sempre più la periferia del mondo sviluppato; il vecchio continente della storia ha esaurito la sua funzione centrale, sia per un fisiologico, oltrechè politico-economico, cambio di prospettive, sia anche per il suo ritardo storico a divenire un’unica sostanza politica, economica e giuridica. Le sue divisioni centrifughe ed i suoi egoismi nazionali ne hanno ritardato l’evoluzione e le hanno assegnato un ruolo minore nello scenario del 21° secolo. La seconda linea politica si può focalizzare nella competizione con la Cina, la quale occupa molte pagine dell’agenda presidenziale. La crescita esponenziale del colosso asiatico in campo economico e la sua influenza politica nel raggio del Paci-

fico (vedasi il suo protettorato sulla Corea del Nord, usata come testa d’ariete nei confronti degli USA). Una Cina che ha abbandonato la sua antichissima vocazione rurale per diventare una mega potenza economica in grado di concorrere con gli Stati Uniti nello scenario mondiale. La sua acquisita potenza economica le permette di finanziare parte del debito statunitense, e ciò la propone come l’unica competitrice dell’ iperpotenza americana, Una competizione che inevitabilmente scivolerà nella rivalità per la supremazia mondiale in campo economico, politico, strategico, tecnologico, in quella che probabilmente sarà la versione degli anni post duemila di quella che fu la guerra fredda tra USA e URSS nella seconda metà del 20° secolo. La terza linea politica poggia sul fronte interno: Obama ha portato avanti la sua riforma sanitaria, cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. Un ramo del

Congresso (La Camera dei rappresentanti) l’ha già approvata, sia pure di stretta misura, ma la battaglia è ancora lunga e si preannuncia senza esclusione di colpi. Infatti se da un lato l’estendere l’assicurazione sanitaria a tutta la popolazione degli States costituisce un pilastro encomiabile e di assoluta civiltà per l’amministrazione Obama, dall’altro lato si viene a scontrare con interessi precostituiti enormi rappresentati dalle lobbies assicuratrici. Si potrebbe paragonare il tutto al don Chisciotte di Cervantes, si parva licet componere magnis, che duella con i mulini a vento. Un aiuto insperato a queste titaniche imprese Obama l’ha ricevuto dall’Accademia delle Scienze di Oslo con il conferimento del Premio Nobel per la Pace, che ha premiato più le sue intenzioni di dare una svolta alla società e alla politica americane che alle realizzazioni ancora in fase gestionale. Indubbiamente un aiuto importantissimo, soprattutto mella sua lotta sanitaria che stà combattendo sul fronte interno, ma che può ridursi ad un’arma a doppio taglio in politica estera, soprattutto per quanto riguarda la presenza americana in Afghanistan. In questa calda area asiatica il Presidente dovrà assumere in alcune circostanze il ruolo di Comandante in Capo e prendere decisioni non certo in linea con il ruolo di garante della pace. Insomma il primo anno di regno di Obama si è distinto per tanta luce annunciata e qualche ombra in fieri, per una presidenza che è stata una volta nella sua elezione e che può continuare ad esserlo nelle scelte immediate e nell’agire futuro, pur considerando gli ostacoli che dovrà per forza di cose tentare di aggirare. You can, Mister Obama!


ATTUALITA’ Comincia da Latina l’iniziativa anti-nucleare di Greenpeace 6

Distribuito un “farmaco” persalvarsidalleradiazioni

di Noemi Bevilacqua I volontari del gruppo Greenpeace Castelli Romani, sabato 14 novembre hanno distribuito agli abitanti di Latina pillole allo iodio per protestare contro il progetto di ritorno all’energia nucleare. “Il farmaco distribuito -ha spiegato Lionello Ceniccola, coordinatore del gruppo- è una copia del medicinale che in Francia deve essere assunto da tutte le persone che vivono in un raggio di 10 chilometri dai reattori, in caso di incidente con fuoriuscita di sostanze radioattive. È l’unico medicinale che viene distribuito alla popolazione e ha la funzione di saturare la tiroide di iodio non radioattivo, ma purtroppo non riesce a proteggere altri organi”. I volontari, fingendosi membri dell’agenzia per il nucleare, hanno dialogato con la popolazione consegnando a ciascuna persona che si è fermata una scatoletta che avrebbe dovuto contenere il medicinale allo

iodio, ma che in realtà conteneva solo delle informazioni inerenti i rischi legati all’energia nucleare. Tale iniziativa di informazione è stata messa in atto nelle altre città italiane vicine a centrali nucleari: Brindisi, Caorso, Chioggia, Ga- I volontari Greenpeace Castelli Romani rigliano, Genova, Latina, Oristano, Mon- combattere i cambiamenti clifalcone, Montalto di Castro, matici, inoltre chiede al GoScanzano Jonico, Termini Ime- verno di abbandonare questa rese, Termoli, Trino Vercellese. strada pericolosa e di puntare Francesco Tedesco, responsa- verso la rivoluzione energetica bile nazionale della campagna dell’efficienza e delle rinnovaclima di Greenpeace, afferma bili su cui tutti a parole sono che l’attuale strategia energe- d’accordo”. tica di rilancio del nucleare e Le iniziative per far conoscere del carbone serve solo a impe- che cosa vuoldire veramente dire lo sviluppo di efficienza tornare a produrre energia nuenergetica e fonti rinnovabili, cleare proseguiranno anche nei con i quali sarebbe possibile prossimi mesi.

La lettera dello scrittore di “Gomorra” Roberto Saviano

Il nostro no al processo breve SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Con il “processo breve” saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l’unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia. Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E’ una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi

non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia. Roberto Saviano

Questa è la lettera che Roberto Saviano ha pubblicato su Repubblica rivolta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Obiettivo dello scrittore è far sì che il premier ritiri la legge sul cosiddetto “processo breve”, che nelle prossime settimane potrebbe diventare effettiva. Saviano ritiene che la norma non faccia altro che aumentare i privilegi di quelle “caste” che già ne hanno più di uno. Le firme raccolte a sostegno della proposta del giovane scrittore campano a oggi sono circa 500 mila. Se non hai firmato puoi ancora farlo (www.repubblica.it).

Che idea Ikea!

il Segno - Dicembre 2009

di Mauro Artibani In quel d’Italia Ikea geme. Geme dal piacere pari pari a noialtri quando s’entra da loro. Entro, giro, guardo, vago; mentre sbircio divago. Mobili, mobili ed immobili; fiori, cera, tappeti, vasellame; pure jambon, formaggio e guanciale. Ecco sì guanciale, reti, materassi: un sogno per il mio sonno che ha bisogno di dormire. “Cuscini Gosa”, appunto, tre per dormire: sul fianco, sulla schiena, a pancia in giù. Che idea Ikea, prende un bisogno lo fa in tre. Lo veste di prodotto: tre prodotti. Prende il prezzo: lo triplica.

Acquisto il mio dormire. Mi addormento supino con la testa sul cuscino poi mi volto; è la volta del secondo cuscino; ancor più in là mi giro, terzo cuscino e ancora mi rigiro, riprendo il primo cuscino poi ancora il secondo poi il terzo: uno sballo. C’è merce nuova sul mercato: notti insonni per consumare pure di notte. Orsù clienti di tutto: quel sonno si fa in tre. Utile per gli utili di Ikea, profitti per i capi, per il codazzo stipendi; quelli del fisco fischiettano, sale il PIL. Io consumante già privo di contante lo chiedo a Dante; quel participio di Dare ha chiuso, già non dà più. Chi dorme arranca, ha speso troppo e male per notti insonni. Eccesso di offerta, reddito insufficiente, debito, credito chiuso; un film già visto: la crisi economica. Per approfondire il tema: “PROFESSIONE CONSUMATORE”, Paoletti D’Isidori Capponi Editori, Marzo 2009 www.professionalconsumer.splinder.com www.professioneconsumatore.org


PAGINA APERTA L’uso dei fondi è a discrezione del Capo del Governo

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il Segno - Dicembre 2009

L’inganno sull’impiego dell’ “otto per mille”

Ho sempre compilato diligentemente la dichiarazione dei redditi e la scelta di destinare il mio 8 per mille dell’Irpef è stata sempre di darla allo Stato, anno dopo anno.

Ho letto che per il 2009 dei 44 milioni di Irpef che gli italiani hanno destinato allo Stato per interventi straordinari per la fame nel mondo, assistenza ai rifugiati, opere umanitarie, opere laiche e volontariato come comanda la legge, ben 28 sono andati alla chiesa: parrocchie, confraternite, congregazioni, monasteri. La legge prevede che il capo del Governo ha piena discrezionalità per quanto riguarda il loro utilizzo e la decisione per quest’anno mi ha lasciato molto sorpreso perché se volevo dare la mia parte a una delle chiese che ne hanno diritto lo avrei fatto al momento della compilazione della mia dichiarazione dei redditi. La circostanza non mi è sembrata affatto casuale. Il documento è stato redatto infatti in settembre quando qualcuno doveva recuperare il suo rapporto con le gerarchie della chiesa che non erano state tenere nel giudicare attacchi pretestuosi a giornali e giornalisti cattolici fatti da organi di informazione molto vicini al Pre-

mier. Il pensiero che mi ha letteralmente rovinato la settimana è stato: “Sono stati usati anche fondi che io avevo destinato ad altro per pagare le - indulgenze – della chiesa?”. Questa preoccupante deriva non fa altro che dare ragione a chi, anche da queste pagine, non rinuncia a denunciare le troppo frequenti anomalie che si verificano nei rapporti tra Stato e Chiesa; soprattutto quando chi ci governa dimentica che lo stato laico, così come indicato nella Costituzione e come lo vuole la stragrande maggioranza del popolo italiano, deve garantire al massimo la libertà di fede, cosa per la quale non servono sicuramente risorse economiche distratte dalla loro dovuta destinazione. il-sognatore.blogspot.com P. S. Mi risulta che un meccanismo anomalo consente di attribuire alla chiesa con il 35% di preferenze espresse, come quest’anno, dei contribuenti tramite l’8 per mille, una cifra che si aggira tra i 900 – 1000 milioni di euro, circa l’80% della stessa, quindi ben 720 milioni, ed è da questa cifra che si dovrebbero prendere i soldi da destinare alla conservazione dei beni immobili di proprietà della chiesa e non dai fondi destinati allo Stato che dovrebbe impiegarli come abbiamo già descritto precedentemente.

Il Conte di Valacchia e le regole assenti nel Medioevo

di Marco Rapo 2 novembre 1431, una data che pochi conoscono, solo i più appassionati (storicamente parlando) una data come tante nei cieli grigi medievali, una data per alcuni che coincide con l’avvento di una politica ribelle, di un cambio generazionale di mentalità diritti e doveri. In un’epoca, quella medioevale, dove tutto era possibile, dove la giustizia cambiava a seconda dell’umore dei “voivoda”, dei signori delle leggi. Molti nomi illustri calcarono le terre medioevali, il sangue che scorreva era un fiume dove la vita poteva cessare da un momento all’altro. Mattia Corvino, Giovanni Hunyadi, Sigismondo di Lussemburgo, Murad II, Vlad Tepes, Maometto, furono coloro che cambiarono l’orologio della storia,

persone che con la loro audacia cambiarono le leggi di vita. Il Medioevo, l’inizio di tutto per molti, l’inizio di un’epoca che porterà (per molti) solo sangue e morti, per altri un’epoca in cui la politica volta la pagina, gli editti cominciano a far breccia nei Balcani e le popolazioni cristiane cominciano a ribellarsi all’invasione e ai saccheggi ottomani. Il popolo turco fino ad all’ora espressione di una potenza invalicabile comincia a cedere un po’, dopo la caduta di Costantinopoli ci fu una vera e propria “sveglia” interiore nei popoli Valacchi, Ungheresi, Polacchi, popoli che fino ad allora (la Polonia un po’ meno) avevano sempre subito le incursioni turche con annessi saccheggi. L’economia dei Paesi, in special modo la Valacchia, si reggeva soprattutto grazie al suo Voivoda (signore). Nel 1448 a

Sighisoara era presente la zecca e il Voivoda di allora poteva usufruire di molti benefici, come la popolazione di Sighisoara. Questo per dire che l’economia medioevale era condizionata giorno per giorno, o meglio ora per ora. Dipendeva dagli assedi dei nemici, dagli editti del Voivoda, dai pegni da pagare e dai ripetuti saccheggi. Qualcuno allora cominciò a dettare delle regole, regole che furono rispettate in modo esemplare. C’è una storia che poi nei secoli è diventata una leggenda, ma pur sempre verità. Un principe valacco, nei pressi di un pozzo frequentato da mercanti e viandanti mise un calice d’oro per far sì che la gente potesse usufruire di questo calice per bere l’acqua fresca del pozzo, lo mise ad una condizione, tutti potevano usarlo per poi rimetterlo lì dove l’avevano trovato, pena la morte. Ebbene, finché questo principe

Vlad III, Principe di Valacchia

resta in vita il calice rimane lì, sul bordo del pozzo. Questo per far capire che in un’epoca di saccheggi, sangue e morte qualcuno adotta regole ferree e gli altri le rispettano. Questo principe per questa fermezza fu dichiarato sanguinario, gli furono gettati fango e calunnie e ancora oggi deriso e umiliato. Forse, la politica di un tempo e la lealtà erano una cosa seria rispetto ad oggi, in cui si cerca solo di infangare l’immagine per lo show e la fama, tutto questo a discapito delle gesta della storia.


LA RIFLESSIONE Stop alla crescita sfrenata e al consumismo ingiustificato 8

“...viva chi sogna un altro mondo e... poi lo fa”

di Valentina Bucci Sono mesi e mesi ormai che sentiamo parlare di crisi economica a livello mondiale, e sono sempre tanti mesi che ci sentiamo appesi ad un filo sotto molti punti di vista, siamo precari e la cosa è sempre più tangibile. La nostra società è organizzata secondo un modello economico che assegna grande importanza e valore al denaro, ed il suo possesso vincola tutti gli aspetti della nostra vita ed il soddisfacimento dei nostri bisogni sotto troppi punti di vista. E se il lavoro viene meno, e se il denaro non c’è, diventiamo meno consumatori, e l’organizzazione della nostra società subisce duri colpi… e questo nostro spendere meno dà fastidio anche a chi ci governa. La crisi genera altra crisi. “Viva la decrescita” è il nome della canzone che affronta questa situazione “critica”, e non sono lagne, lamentele o previsioni disperate, ma desiderio e voglia che sia proprio questa l’occasione per provare a cambiare qualcosa. “Viva la Decrescita” è uno degli ultimi lavori di Adriano Bono, autore, cantante polistrumentista, uno dei fondatori dello storico gruppo reggae romano “Radici nel Cemento”, ed anche ideatore e promotore di altri progetti musicali: Tribù Acustica, La Minima Orchestra e Reggae Circus. “Viva la Decrescita” affronta il tema della crisi economica, con uno stile spontaneo, caloroso e spensierato tipico delle produzioni del nostro artista, che attraverso sound allegri e divertenti riesce sempre a stimolare riflessioni e trasmettere idee e valori su temi attuali, mantenendo comunque un tono leggero e piacevole. La canzone prende spunto dal concetto di “decrescita” e da tutti i movimenti e le scuole di pensiero che si sono sviluppate intorno ad esso. Roegen è l’economista rumeno che ha coniato il termine, ed è il fondatore della bioeconomia (o

il Segno - Dicembre 2009 Radici nel cemento

Adriano Bono

Il testo di una canzone di Adriano Bono, fondatore del gruppo “Radici nel cemento”, ci permette di riflettere sulla società di oggi, in cui il denaro è l’unico valore, e sulla necessità di cambiarla partendo dal “Movimento per la decrescita”.

economia ecologica), ricordiamo anche Serge Latouche per i suoi lavori sulla “decrescita conviviale” e ”localismo”, mentre in Italia il maggior esponente, ma non l’unico ad occuparsene, è Maurizio Pallante con il suo “Movimento per la Decrescita Felice”. E’un movimento alimentato e sostenuto da alcuni economisti, e da tante altre persone di formazione e professionalità differente, e sostiene che crescite esponenziali in un mondo finito di risorse sono impossibili, e quindi pensare di incentivare ancora questo stesso sistema economico non può che portarci al collasso, che interesserebbe tutto e tutti a partire dalla stessa impossibilità del pianeta di sopportare ancora questo modello di sviluppo. Questo movimento sostiene che sia importante adottare un atteggiamento alternativo nei

confronti dell’ambiente e di tutti i suoi abitanti, prestando la giusta attenzione ai bisogni legati ai loro cicli di vita, e propone un utilizzo intelligente delle risorse che evita lo spreco e l’appiattimento del valore di ogni cosa, opta in definitiva per un modello che non conduce inevitabilmente all’autodistruzione. La canzone è diventata l’inno del “movimento per la decrescita felice”, e propone spunti pratici per fare della teoria una realtà, suggerisce nuovi scenari negli stili di comportamento e nei modi di pensare il vivere quotidiano. L’autore del brano si fa promotore di soluzioni alternative alla crisi e col suo stile raggiante e sereno propone comportamenti più solidali e positivi, “suggerisce un’altra via”! Il singolo, tra l’altro completamente autoprodotto dalla Adrian Good Promotion, è disponibile gratuitamente in rete

sia per l’ascolto che per il download, basta andare sul sito dell’autore (www.adrianobono.it) per poterlo ascoltare e per trovare molte informazioni ed iniziative legate all’argomento decrescita. E quindi crescita sfrenata, consumismo ingiustificato... macchè, la canzone dice che è possibile rivedere il nostro modo di gestire il quotidiano, nutrire ambizioni più genuine e provare a dare alla nostra vita un approccio semplice ed intelligente, come dice la canzone “quello che serve è qualità”! Sono tante le esperienze nate negli ultimi anni in cui si cerca di mettere in pratica idee e soluzioni innovative, e questo avviene da parte di singoli cittadini che hanno iniziato a sperimentare stili di vita alternativi, che in piccole comunità e villaggi. Bella ed interessante è la presenza ad esempio delle varie e sempre più numerose transition town, città in cui l’organizzazione economica e sociale è completamente regolata nel rispetto e nell’utilizzo di politiche a misura di uomo/donna ed ambiente. Se questa situazione economica e culturale mette in bilico il nostro ordinario modo di vivere da una parte, è pur vero che ci pone di fronte ad una nuova sfida, decrescere da un punto di vista per far riemergere sogni, valori e speranze dall’altro, c’è tutto un altro pezzo di storia ancora da scrivere e che bisogna iniziare a costruire. E speriamo che si diffondano sempre più pensieri ed atteggiamenti che prevedono rispetto, uguaglianza e dignità per tutti; viva chi crede in tutto questo e che tutti i giorni con le sue scelte cerca di far diventare le sue idee realtà come meglio può, come dice la canzone: “…viva chi sogna un altro mondo, e poi lo fa!”.


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INDOVINA QUANTI SIAMO?

A ottobre 2009 i residenti censiti nel Comune di Rocca di Papa erano 15.737 (maschi 7.808; femmine 7.929).*

ROCCA DI PAPA notizie, informazione, attualità

La nuova funicolare sta per tagliare il traguardo *dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

Ultimi procedimenti prima dell’avvio definitivo del progetto

di Marcello Morrone Martedì primo dicembre si è svolto un Consiglio Comunale tutto dedicato al progetto di riattivazione dell’antica funicolare di Rocca di Papa. O meglio, dedicato agli ultimi atti burocratici che Cotral e amministrazione comunale stanno mettendo in campo per porre la parola fine ai ritardi dovuti per lo più all’occupazione abusva della stazione a valle che rendeva ogni ipotesi di ripristino velleitaria e proibitiva. Ora anche questo scoglio sembra essere stato superato, così la società “Cotral Patrimonio Spa”, che sta curando il progetto in tutte le sue fasi specifiche, ha pubblicato l’“avviso di avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio della dichiarazione di pubblica utilità”. In termini più semplici ha avviato le pratiche d’esproprio per liberare tutte le aree e i terreni che ricadranno sul percorso della nuova funicolare roccheggiana.

Ed essendo un’opera di pubblica utilità o tempi dovrebbero essere piuttosto brevi. Ricordiamo che il progetto interessa anche il restauro Così è ridotta oggi la funicolare delle stazioni di valle e di monte oltre alla il vecchio tracciato della funicostruzione di un parcheggio colare, non ha superato le veridi scambio (circa cento posti fiche strutturali e funzionali auto) che potrà contare su una soprattutto a causa di forti pennuova viabilità di collega- denze che non darebbero gamento con via Frascati, cioè la ranzie in termini di sicurezza. principale arteria di entrata- Così si è tornati al progetto iniuscita da e per Rocca di Papa. ziale. In realtà il progetto definitivo Un altro aspetto riguarda le atè ancora in corso di approva- tività che supporteranno la zione ma tutti i passaggi fi- nuova funicolare, come per n’ora fatti si sono sempre esempio lo stagno didattico per conclusi con pareri favorevoli le scuole che sarà realizzato a da parte dei rispettivi enti. lato del piazzale di Valle VerAnche gli ultimi dubbi che ri- gine dove arriveranno auto e guardavano la realizzazione pullmann. Tutta la documentadella nuova strada di 1,2 chilo- zione del progeto è depositata metri che da Via Frascati (al- per la consultazione presso la tezza Bricofer) dovrebbe “Cotral Patrimonio Spa” di Via arrivare alla stazione a valle sa- Alimena a Roma e sarà a direbbero stati superati. Infatti il spozione di tutti i cittadini e percorso alternativo proposto anche di coloro a cui è stata indal Parco dei Castelli, percorso dirizzata la lettera di esproprio che avrebbe dovuto riprendere per eventuali osservazioni.

il Segno - Dicembre 2009 NUMERI UTILI

Farmacia Comunale: 06-9499986 Clinica San Raffaele: 06-9428601 Comando Carabinieri: 06-94749007 Polizia Municipale: 06-94286134 Centralino Municipio: 06-942861

Un giornale aperto al contributo di tutti

Il nostro giornale mensile rappresenta, nel bene e nel male, l’unico organo di informazione non istituzionale, dedicato essenzialmente alla nostra cittadina; fatto da collaboratori volontari e a titolo assolutamente gratuito. Gli articoli pubblicati non hanno mai avuto la pretesa di essere esaustivi degli argomenti trattati, anzi l’intenzione della redazione è di suscitare interesse sui problemi del paese per aprire un dibattito pubblico attraverso gli interventi che i lettori volessero inviare per essere pubblicati. La vita sociale e politica nel nostro paese, che sembra spenta e senza speranza, ha bisogno di una nuova spinta e il nostro giornale vuole mettersi ancora più a disposizione di tutti, senza distinzione di razza, sesso, credo religioso, sponda politica per chi ne ha ancora una o vuole ritrovarla. Vuole mettersi a disposizione di tutti quelli che hanno qualcosa da dire ma non hanno trovato ancora un sito dove esprimersi. Compatibilmente con lo spazio che ci potremo permettere, grazie ai nostri sostenitori, siamo disponibili a dare ascolto a tutti quelli che ce lo chiederanno. La redazione

Lettera aperta sulla nostra scuola

Prendendo spunto dall’articolo apparso sul numero scorso del Segno (“star bene a scuola”), mi viene da dire: “come si fa a star bene nelle nostre scuole?”. In quella del centro urbano (foto a lato) nemmeno l’associazione “Specchio magico” potrà fare miracoli. Dove avvengono questi incontri? Come veniamo informati? Quante cose non vengono risolte? A noi genitori servono certezze e non frasi scritte sui giornali. E l’umiltà? Qualcuno sa che cosa significa? Spero di poter un giorno rimangiarmi tutte

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

queste parole, ma fino ad allora sarò in prima linea e non lascerò passare nulla. Sono convinta che pian piano qualcosa succederà, ho la testa dura e sono coerente con le mie scelte, voglio fare qualcosa e qualcosa farò. Sono nata e cresciuta qui e se sono tornata è solo perchè adoro il mio paese e ne sentivo la mancanza. Ma non immaginavo di trovare persone così insensibili e menefreghiste. Sono pronta a lottare per i nostri diritti e per quelli dei nostri figli. Roberta Querini


“Giardino degli ulivi”, polemiche per il prefabbricato su Via Frascati ROCCA DI PAPA

il Segno - Dicembre 2009

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Il rischio è che la zona signorile delle “Vigne” si deprezzi a causa di quest’opera La struttura di cemento che sta sorgendo a ridosso di Via Frascati

Che ci azzecca con Rocca di Papa l’enorme struttura di cemento prefabbricato proprio sulla strada, Via Frascati, che è in costruzione nell’ambito del complesso denominato “Consorzio Giardino degli Ulivi”? Nessuno poteva immaginare che un progetto nato per completare in modo armonioso la zona più ricca, dal punto di vista del valore immobiliare e che sicuramente poteva rappresentare un buon biglietto da visita per chi arriva a Rocca di Papa, potesse essere alla fine realizzato in modo così difforme da tutto il contesto della zona e del paese. Quelle che vediamo ci sembrano cubature commerciali inadatte a quel sito; intravediamo veri e propri palazzi in costruzione e dalla planimetria

esposta ci sembra proprio che l’intera opera non abbia affatto quella caratteristica di completamento armonioso della zona del quale si era tanto parlato. Un tentativo di recuperare sulla vicina Grottaferrata che non sottrae un metro quadrato all’invasione del cemento in larghezza e in altezza? Non sarà una bella sorpresa per i residenti del quartiere che credendo di trasferirsi in un quartiere tranquillo e signorile forse si ritroveranno ad abitare a ridosso di insediamenti commerciali che cambieranno completamente la qualità della loro vita. Come è già accaduto mille e mille volte quando ci si renderà conto dello sbaglio fatto a procedere in questo modo, sarà ormai troppo tardi. il-sognatore.blogspot.com

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Trasporti gratis

di Gaetano Casilli Il Comune di Rocca di Papa ha reso noto che anche per il biennio 2010/11 la Regione Lazio ha proposto la gratuità del trasporto regionale e locale per i giovani. L’agevolazione è riservata ai giovani con età compresa tra i 10 e i 25 anni, (studenti, lavoratori e disoccupati) con reddito ISEE 2009 fino a 20 mila Euro. Le modalità per le domande sono rimaste invariate rispetto allo scorso anno. Per accedere all’agevolazione è necessario collegarsi con il sito della Regione Lazio (www.regione.lazio.it) e direttamente dalla homepage è possibile accedere al sito SISET per la registrazione e la domanda. Dopo aver compilato il modulo di registrazione, questo va consegnato all’Ufficio protocollo del Comune insieme ai seguenti documenti; - certificato ISEE rilasciato dai CAF o da un commercialista; - autocertificazione sulla destinazione di studio o lavoro; - documento di riconoscimento valido e, per i minori, il loro codice fiscale. Le seguenti indicazioni sono obbligatorie per i nuovi iscritti del servizio mentre gli utenti già registrati nel 2009 devono confermare i dati già inseriti in precedenza, sul sito della SISET, stampare la richiesta ed inoltrarla al Comune. In caso di variazione dei valori ISEE dovrà consegnare anche il modulo con la nuova variazione. Per gli studenti e i lavoratori l’esenzione coprirà la tratta che va dal Comune di residenza al luogo di studio o di lavoro, anche se questo si trova in regioni limitrofe. I disoccupati o inoccupati potranno, invece, beneficiare di titoli gratuiti per i trasporti locali oppure per recarsi dal Comune di residenza al capoluogo della loro Provincia. Per la concessione dell’esenzione la Regione Lazio procederà alla formazione di un’apposita graduatoria basata esclusivamente sul reddito ISEE. A parità di reddito varrà la data di presentazione della domanda. L’ufficio ai Trasporti del Comune rimarrà disponibile per qualsiasi ulteriore informazioni al n. 06-94286187.

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ROCCA DI PAPA

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il Segno - Dicembre 2009

Al posto del fontanile solo cemento. Chi ha autorizzato l’abbattimento?

Distrutto per sempre il vecchio fontanile pubblico di Via San Sebastiano

più possibile. Infatti, in quel punto sono in fase di realizzazione una serie di abitazioni private. Il cantiere è stato aperto e il fontanile è stato incluso nell’area di costruzione. Così un bel giorno una ruspa si è Il cantiere in Via S. Sebastiano scagliata contro di aperto di fronte al teatro civico lui distruggendolo del tutto. Intanto vorremmo sapere se questo piccolo tratto incluso nel cantiere sia o no di proprietà pubblica, visto che ancora si vedono i sanpietrini come pavimentazione. Poi vorremmo sapere chi ha autorizzato tale abbattimento e perchè. Resta comunque l’indiL’area dove gnazione di molti cittadini c’era il di fronte a tanta inadeguavecchio tezza dell’amministrazione fontanile comunale. (M.M.)

Da un po’ di tempo a Rocca di Papa il rispetto per la propria storia sembra non trovare posto. L’ultimo a farne le spese è stato il vecchio fontanile costruito un centinaio di anni fa in Via San Sebastiano, poco sotto il nuovo teatro civico (ex mattatoio comunale). Quel fontanile venne realizato perchè in questa strada c’erano le stalle e quindi abbeverare gli animali era un dovere. Poi, col passare del tempo, tolti gli animali, il fontanile restò al suo posto. Tutte le generazioni roccheggiane (fino ad oggi) hanno bevuto al suo picchione che dava acqua fresca a volontà. Anche quelli che si recavano al cimitero potevano fermarsi, riposarsi un po’ prima di riprendere la salita, e bere dell’acqua fresca. Da oggi non sarà

Le mamme in piazza per aiutare la lotta contro le leucemie

Domenica 5 dicembre le componenti del “Comitato Genitori” della scuola dei Campi d’Annibale sono state impegnate nell’opera di volontariato a favore dell’AIL (Associazione Italiana Leucemie) per raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica. A tutte loro va il nostro ringraziamento per il lavoro svolto.

Paletti e rinunce

di Sergio Rasetti Dovevo portare due quadri da fotografare presso lo studio Pagliuso, il fotografo storico del Corso dove il figlio di Francesco, Nicola, ha ereditato l’attività e la porta avanti con grande passione e professionalità. Il Corso, disseminato di paletti dissuasori della sosta, è ormai quasi impraticabile per quanti hanno necessità e voglia di servirsi delle attività commerciali e professionali che ancora hanno la forza e l’amore per resistere in una situazione di assoluta mancanza di interessamento delle autorità comunali. Sperando di potermi fermare in qualche modo per scaricare i quadri di dimensioni 100x80 e consegnarli al fotografo già informato del lavoro, ho iniziato l’avventura. Per ben quattro volte ho tentato il passaggio alla ricerca della possibilità di fermarmi il tempo indispensabile ma non c’è stato nulla da fare. Ad ogni passaggio, nessun posto disponibile tra i pochi a disposizione e auto che seguivano impedendo assolutamente l’eventuale brevissima sosta al centro della strada. Sapete come è finita? Ho dovuto rinunciare e il lavoro farmelo fare da un fotografo di Genzano. Non posso certo ringraziare i miei amministratori che ignorando le reali esigenze di cittadini e operatori interessati mi costringono a rivolgermi “fuori porta” privandomi del piacere di vivere il paese, decretando, in modo definitivo, la morte del centro storico mentre dicono di volerci riportare i turisti rimettendo in funzione la funicolare.

www.issuu.com/ilpiccolosegno

Anno VIII, n. 10 - Ottobre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Noi, il potere e la verità

di Andrea Sebastianelli “Signor Assessore, ha letto che cosa ha scritto il Segno?”. Risposta dell’Assessore: “Quelli scrivono solo falsità… sono solo contro”. Questo breve scambio di battute mi permette di chiarire che il nostro mensile non è contro nessuno, né tantomeno contro l’attuale amministrazione guidata dal Sindaco Boccia. Semplicemente ci limitiamo a raccontare dal nostro punto di vista le cose che ci accadono intorno. Non condividiamo, spiegandolo, molte delle scelte di questa amministrazione semplicemente perché le riteniamo deleterie per il futuro di Rocca di Papa. Però è vero ciò che si pensa, cioè che siamo un “giornale contro”. Siamo contro chi esercita il potere in modo arrogante; siamo contro chi vorrebbe ridisegnare il nostro territorio solo in base agli interessi dei costruttori infischiandosene dell’interesse collettivo; siamo contro chi dice una cosa e poi ne fa un’altra; siamo contro le politiche improvvisate che hanno ridotto a brandelli il nostro centro storico;

SEGUE A PAGINA 8

ALL’INTERNO “SPECIALE MONTE CAVO”

AL CENTRO DEL GIORNALE 4 PAGINE PER CONOSCERE I FATTI

Dissesto idrogeologico

La task-force del Comune

A pagina 8

Vince Franceschini

Pd, congresso senza parole

A pagina 9

Studi

d’Arte

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Chi asporta i nostri giornali per gettarli?

Diversi lettori ci segnalano, ad ogni uscita del nostro mensile, che alcune persone usano prendere varie copie del giornale per poi gettarle. Fermo restando che d’ora in poi, qualora tali azioni si dovessero ripetere, presenteremo regolare denuncia alla Procura della Repubblica, ricordiamo che cosa dice l’art. 20 della Legge sulla Stampa (Legge n. 47 dell’8 febbraio 1948): “Chiunque asporta, distrugge o deteriora stampati per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge, allo scopo di impedirne la vendita, distribuzione o diffusione, è punito, se il fatto non costituisce reato più grave, con la reclusione da sei mesi a tre anni. Con la stessa pena è punito chiunque con violenza o minaccia impedisce la stampa, pubblicazione o diffusione dei periodici, per i quali siano state osservate le prescrizioni di legge. La pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite o in luogo pubblico, ovvero presso tipografie, edicole, agenzie o altri locali destinati a pubblica vendita. Per i reati suddetti si procede per direttissima”. Invitiamo i nostri lettori, qualora abbiano assistito a tali abusi, a segnalarceli anche in forma anonima per lettera o per mail (ilpiccolosegno@tiscali.it).

informazione e cultura

Paolo Borsellino

Palazzo-parcheggio multipiano, sette piani di bruttezza Anno VIII, n. 9 - Settembre 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Anche Rocca di Papa avrà il suo ecomostro, a ridosso del centro storico, ben visibile dalla campagna romana. Il Sindaco vorrebbe erigere questo “monumento alla bruttezza” ma il WWF protesta e Parco e Sovrintendenza chiedono un’opera adatta al contesto del quartiere medievale roccheggiano

Questo parcheggio s’ha da fare, ma... rendiamolo più bello

di Andrea Sebastianelli Centomila metri cubi distribuiti su sette piani. Sono questi i dati allarmanti del parcheggio che dovrebbe sorgere a ridosso del centro storico di Rocca di Papa, in piazza Valeriano Gatta. Qualsiasi persona con un po’ di sale nella zucca si rende conto dell’eccessiva mole di cemento per un parcheggio che dovrebbe risolvere soltanto le esigenze di un’area marginale del paese, abbastanza fuorimano (interessando solo un lato dell’antico quartiere bavarese) e del tutto distaccata dagli altri grandi quartieri, Campi d’Annibale e Vigne. Perchè allora non realizzare un progetto più adatto a quest’angolo di paese, arricchitosi negli ultimi anni di un bel teatro comunale? Perchè questa ostinazione? SEGUE A PAGINA 12

A Monte Cavo

Festa dei 100 anni

La nipote di M.S.De Rossi Maria Tamilia, nipote del grande studioso Michele Stefano De Rossi, ha compiuto 100 anni. A pagina 19

mensile indipendente di attualità,

informazione e cultura

Anno VIII, nn. 7/8 - Luglio/Agosto 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Dalla lettera di Giacomo Ulivi, partigiano assassinato dai fascisti nella piazza grande di Modena il 10 Novembre 1944

Il Comune fa sue quasi tutte le 383 Osservazioni al nuovo P.R.G.

Il Consiglio Comunale del 15 luglio ha rigettato tutte le Osservazioni al nuovo Piano Regolatore presentate dai cittadini, perchè ritenute incongruenti, ma poi le ha fatte sue inserendole nelle 22 Osservazioni Comunali, stravolgendo di fatto il P.R.G. progettato dall’Architetto Marco Putano.

Alle pagine 12 e 13

Fondi Regionali

Dopo lo scempio

A pagina 10

A pagina 14

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Il 27 settembre sarà a Rocca di Papa

Sindaci e Parco A pagina 8

di Andrea Sebastianelli Sono filtrate notizie sugli incontri che i Sindaci hanno avuto per esaminare il Piano di Assetto del Parco, uno strumento essenziale che tutti invocano da anni. E, adesso che è giunto al traguardo, che cosa succede? Che alcuni dei Sindaci che lo avevano sempre ritenuto fondamentale, che consideravano il Parco un ente dimezzato proprio perché privo di questo importante strumento, si sono messi sulla difensiva e ritengono ora il Piano di Assetto una minaccia, un pericolo, un elemento che “limita lo sviluppo”, qualcosa che riduce le loro libertà di manovra. E’ proprio così? Lo è se un Sindaco si considera il “padrone” del “suo” territorio; oppure se vede con fastidio o con imbarazzo, la presenza del Parco, e giudica come “intromissioni” le prerogative di controllo che la legge attribuisce all’Ente.

SEGUE A PAGINA 9

Pericolo Test per la Ripartono prostata i lavori per i tombini Studi d’Arte Via delle Calcare

PrevenzioneAvis Pentima Stalla A pagina 19

A pagina 15

Parla Don Franco

“Vicini agli emarginati”

Il fondatore di Capodarco parla dei disagi della nostra società globalizzata e dei nuovi progetti. A pagina 6

mensile indipendente di attualità, informazione e cultura

Anno VII, n. 6 - Giugno 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi

Leo Longanesi

Sulle antenne di Monte Cavo si continua a tacere. Perchè?

Guai a dire una parola sui tralicci di Monte Cavo. Tutti sembrano far finta che il problema non esista, che d’improviso le antenne non siano più dannose alla salute, che la vetta dell’antico Mons Albanus sia stata cancellata letteralmente dalle carte geografiche. Quelli che guidavano le proteste di piazza sono scomparsi. Quelli che chiedevano alla politica di risolvere il problema si sono dissolti. Anche il Comitato di Quartiere dei Campi preferisce trincerarsi dietro il silenzio.

ARTICOLI ALLE PAGINE 12 e 13

Mons. Martinelli nuovo Vescovo

Lavori di Scavi alla Ecco la recupero Fortezza Via Sacra e... abusi Studi d’Arte Alle pagine 8 e 9

No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere...

PICCOLO

Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.

A pagina 11

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SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9

Strisce blu addio? Boccia-De Santis Nuova denuncia Ora che la Via Sacra politica ha invaso Cittadinie Botta e ogni settore referendum risposta scempio!

di Andrea Sebastianelli I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela con una scarsa conoscenza dei problemi della gente. Gestiscono interessi, i più diversi, i più contraddittori, talvolta anche loschi, senza perseguire il bene comune. Non promuovono più la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. I partiti hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, alcuni grandi giornali.

SEGUE A PAGINA 3

Un gruppo di cittadini di Rocca di Papa starebbe dando avvìo ad una raccolta di firme per chiedere la proclamazione di un vero e proprio referendum comunale pro o contro i parcheggi a pagamento istituiti due anni fa nel centro storico. A pagina 12

L’esclusione dell’ex ViceSindaco dalla maggioranza che governa Rocca di Papa continua a creare polemiche. Su “Oggi Castelli” va in scena un botta e risposta che non chiarisce i motivi della fuoriuscita di De Santis. I cittadini ancora all’oscuro.

Alle pagine 5 e 11

Centinaia di cittadini hanno sottoscritto il sostegno all’esposto presentato alla Procura della Repubblica per lo scempio dell’area archeo-naturalistica della Via Sacra a Monte Cavo. Il danno è stato superiore alle previsioni. Partita una seconda denuncia.

Alle pagine 6 e 7

mensile indipendente di attualità,

informazione e cultura

Anno VIII, n. 5 - Maggio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Credo che sia vera la profezia di Maria Valtorta: dopo duemila anni l’umanità arriva al bivio. Noi abbiamo tradito il cristianesimo. La chiesa è fatta dai poveri, quindi la vera speranza sono i poveri. Don Franco Monterubbianesi

Dal 1998 a oggi, ricostruiamo la vera storia dei confini dell’Ente

Proseguono gli attacchi al Parco Regionale. Da chi partono? E perchè? E’ora di venire allo scoperto. ALLE PAGINE 12 e 13

Giardino degli Ulivi, questione di metodo

di Andrea Sebastianelli Nella politica roccheggiana stà tenendo banco la vicenda del “Giardino degli Ulivi”, il più grande sacco edilizio di Rocca di Papa contro il quale nel 1997 un giovane Ponzo riuscì a sconfiggere il gruppo guidato da Enrico Fondi, e su cui in seguito (per un cambio di valutazione) il centrosinistra si divise in modo brusco. Ora quell’opera è in fase di realizzazione, concretizzando il vecchio progetto di Fondi. Prima di continuare voglio premettere che il sottoscritto non è contrario al “Giardino degli Ulivi”, perchè pensare di fermare oggi l’urbanizzazione in una zona ampiamente edificata (tra Rocca di Papa e Grottaferrata) è illusorio e neppure tanto ragionevole.

SEGUE A PAGINA 8

mensile indipendente di attualità, informazione e cultura

Anno VII, n. 7-8 - Luglio/Agosto 2008 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Non camminare davanti a me, potrei seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida. Cammina al mio fianco, ed insieme troveremo la via

Alberto Camus

Un recente caso di cronaca impone il monitoraggio del territorio

Protezione Civile Finalmente libera la stazione a valle

L’occupante abusivo starebbe per lasciare la piccola stazione, mentre il Sindaco annuncia per giugno la pubblicazione del bando. Ma intanto emergono alcune voci contrarie Onna dopo circa la riattivazione della La stazione il terremoto occupata storica funicolare. A pagina 17 A pagina 10

Gli “Screpanti” vicini a festeggiare i 90 anni!

Una storia iniziata nel 1919

Quando l’On. Enrico Ferri propose uno strano nome A pagina 19

SERVIZIOALLE PAGINE 8 e 9

SEGUE A PAGINA 5

L’estate parte con una serie di lavori che miglioreranno sicuramente la viabilità cittadina. Mentre esultano i residenti di Via delle Rose per l’asfaltatura della strada, sono stati avviati i lavori di rifacimento di Via De Luca e la messa in sicurezza di Via Alberobello. A pagina 7

informazione e cultura

Le nude cifre dicono che la social card è una microscopica elemosina per pochissimi, e una macroscopica occasione di propaganda.

Michele Serra

A L L’ I N T E R N O L E I M M A G I N I E S C L U S I V E

Lo avevamo scritto: l’ex Convento di Monte Cavo stava rischiando di crollare per l’incapacità delle Istituzioni a tutelare un edificio dichiarato monumento nazionale. Poco prima della fine dell’anno una parte della struttura, a causa delle piogge torrenziali, è venuta giù portando con sè una storia iniziata seicento anni fa. Il Segno ha denunciato l’accaduto alle Autorità competenti, affinchè facciano chiarezza Un monumento immerso nella natura sulle cause e sulle responsabilità... mentre il vittima dell’incuria e dell’insensibilità Comune tace. Articoli alle pagg. 8 e 9 La parte crollata del Convento

Se sulle antenne Lavori Pubblici Articolo su “La Repubblica” Estatedi si continua a sparare a salve interventi

di Andrea Sebastianelli Pallottole sì ma a salve! Dopo il nostro approfondimento sul perchè del silenzio intorno ai ripetitori radio-tv di Monte Cavo, si è scatenato il putiferio. Sindaci disposti a fare il muso duro contro la Regione Lazio; Comitato di Quartiere dei Campi d’Annibale, fortemente irritato per i nostri articoli, dispensatore di volantini e lettere aperte; politici e politicanti pronti ad alzare il dito verso le colpe degli altri; giornalisti asserviti al potere di turno, ben attenti a non far trapelare le notizie che veramente farebbero emergere le responsabilità.

mensile indipendente di attualità,

Anno VIII, n. 1 - Gennaio 2009 - Associazione Culturale “Terre Sommerse Castelli”

Ha ceduto parte dell’ex Convento di Monte Cavo

L’uccisione di un imprenditore romano, vicino agli ambienti criminali, ha portato alla luce un vasto giro di speculazioni edilizie, per le quali anche Rocca di Papa è finita nell’inchiesta degli inquirenti. Un terreno di via delle Barozze, pagato 350 mila euro, si è trovato al centro di una serie di acquisizioni e vendite che ne hanno fatto lievitare il prezzo finale a 5,5 milioni di euro. E mentre le indagini vanno avanti, sarebbe opportuno sottoporre a monitoraggio il nostro territorio

Viaggioa Funicolare, alcuni L’Aquila interrogativi...

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Albert Einstein

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il Segno “ ” il Segno “ il Segno “ il Segno “ il Segno “ il Segno “ il Segno “ ” ” ” ” ” ” Verità Ecomostri La Variantona Il Silenzio! Il Parco! Speculazioni E’crollato! nascoste LA MENTE E’ COME UN PARACADUTE. FUNZIONA SOLO SE SI APRE.

20 glio 13 lu

08

Il tentativo era quello di far passare lo scempio della Via Sacra come qualcosa di inventato... inventato dal nostro giornale per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale. Adesso che a segnalare lo scempio non c’è solo “Il Segno” ma anche uno dei più autorevoli quotidiani italiani come “La Repubblica” (senza tener conto di altri periodici locali) qualcuno forse sentirà il dovere di smetterla di ripetere che “sulla Via Sacra non è successo niente”. Ora è importante mantenere alta l’attenzione intorno alla salvaguardia dell’antica strada romana. A pagina 5

Le distrazioni In Consiglio Comunale sotto accusa finisce il Parco del Palazzo Sparare nel Parco. Si può?

di Sergio Rasetti Il nostro giornale periodico ha consolidato la sua cadenza mensile grazie all’impegno di un gruppo di collaboratori intenzionati a continuare su questa strada soprattutto perché gratificati dal plauso dei lettori che ormai contano, per essere informati su tante questioni che altre pubblicazioni non hanno interesse a trattare, su “il piccolo Segno”, che poi tanto piccolo non è visto che si occupa di argomenti fondamentali della vita cittadina suscitando interesse, riflessione e dibattito. Sul contenuto degli articoli naturalmente i giudizi non sono unanimi. Chi è d’accordo, chi non lo è affatto su questo o quell’altro argomento, chi vuole dire la sua e ci chiede spazio per pubblicarla; cosa che noi facciamo volentieri perché uno dei nostri principali interessi è quello di dare voce a chi non ha mezzi propri per farlo. SEGUE A PAGINA 5

L’Amministrazione resta sul vago

Alle pagine 10 e 11

Un Nodo il curioso stretto... Giornali comunali Via delle Calcare

A pagina 6

Sul settimanale “L’Espresso” del 15 gennaio scorso: “Se sfogli il giornale del tuo Comune, ci troverai il Sindaco che ti sorride benevolo in tutte le pose... Carta patinata e fiumi d’inchiostro a colori consacrati ad osannare il Pantheon dell’amministrazione pubblica... Editoria sprecona spedita gratis al cittadino, il quale però alla fine la propria copia se la paga comunque... I costi effettivi, spesso, rimangono sepolti nei bilanci”. Qualcuno ci fa sapere quanto è costato il nostro nel 2008, tutto, ma proprio tutto, compreso? Gianfranco Botti

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura!


Ex convento, alt ai lavori per assenza di permessi il Segno - Dicembre 2009

ROCCA DI PAPA

Erano in esecuzione le opere di messa in sicurezza

di Luigi Serafini La parte crollata dell’edificio di Monte Cavo Lo scorso 11 nodichiarato monumento nazionale vembre si sono fermati i lavori di messa in sicurezza dell’ex convento di Monte Cavo, che una ditta stava eseguendo per conto della Ida Spa, la proprietaria della vetta, dopo il crollo di un anno fa che danneggiò irrimediabilmente una parte dell’edificio. Crollo che portò a una denuncia presso la Procura della Repubblica di Velletri e in seguito alla quale interven- zione che l’inverno era ormai iniziato e nero anche i Carabinieri del Nucleo Ope- quindi era necessario proteggere il tetto rativo delle Belle Arti di Roma. dalla pioggia e dalla neve. La direzione dei lavori venne affidata ad Proprio mentre ci si apprestava ad eseun architetto esperto di edifici monumen- guire questa copertura provvisoria, è arritali, Marco Setti, il quale verso aprile vato lo stop dei lavori da parte del diede inizio alla prima fase dei lavori fina- Comune e del Parco dei Castelli per l’aslizzati appunto alla messa in sicurezza senza di una serie di autorizzazioni necesdella struttura. Dopo la puntellatura con sarie per svolgere i lavori necessari. tubi di metallo che ha interessato soprat- Ovviamente è bene che tutte le autorizzatutto il pianterreno dell’ex convento, gli zioni ci siano ma troviamo paradossale interventi sono proseguiti rimuovendo i che proprio adesso che si stava approncalcinacci formatisi dopo il crollo e rin- tando la copertura dell’edificio, nel pieno forzando le pareti esterne con rete elettro- dell’inverno, si intervenga per bloccare il saldata e cemento. tutto, con il rischio che piogge torrenziali, Questo per proteggere l’edificio dalle in- vento e neve danneggino ulteriormente temperie e dall’acqua piovana che, infil- l’antico edificio monumentale. trandosi, presumibilmente è la causa La burocrazia, prima di tutto, dovrebbe principale del crollo del dicembre 2008. stare dalla parte del bene danneggiato. All’inizio di novembre invece si iniziò ad Comunque, a quanto ci risulta, la Ida Spa intervenire per ripristinare in qualche starebbe fornendo tutti i documenti necesmodo la copertura, anche in considera- sari per riprendere i lavori.

Chi sono i lettori del Segno?

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di Marco Rapo Il piccolo Segno… chi sono i lettori del piccolo Segno? Io una mia idea ce l’ho. Si dividono in tre fasce. Prima fascia: c’è chi aspetta il Segno con impazienza, curioso di leggere articoli e di rifletterci un po’ su, curioso di sapere qualcosa in più del paese, di scoprire aneddoti o semplicemente di farsi un’idea degli articoli. La seconda fascia è quella che denigra il periodico però è la prima a correre nei bar e all’edicola per prenderne una copia, “sì, sì ancora andate in giro con il Segno…” però sono i primi che lo leggono. La terza fascia sono quelli che leggono il Segno ma proprio non gli vanno giù le verità di alcuni articoli e allora cercano di dimenarsi qua e là per screditare il giornale (ma con scarsi risultati) e se ne escono con frasi non proprio fortunate come: “quello non capisce un...” come se nessuno li sentisse... (ma le voci corrono!). Diciamo che i lettori del Segno sono di diverse fasce di età, ognuno ha la sua opinione del periodico, bella o brutta che sia, però è un’opinione. La cosa bella in tutto questo è che il giornale esiste e fa parlare di sé, che solleva argomenti di discussione, che fa prendere carta e penna ai lettori per replicare agli articoli, così da creare un vero e proprio filo diretto con il lettore, un’interazione incredibilmente utile per la vita del paese. Il piccolo Segno è la passione che ognuno di noi ci mette per scrivere un articolo... Il Segno ha i suoi lettori, però chi lo trovasse un periodico scarso o di poca qualità è pregato di non leggerlo, come è giusto che sia, quello che però trovo alquanto squallido è non condividere alcune cose e quindi eliminarle, gettando il periodico nella spazzatura. Questo oltre ad essere un segnale di scarsa cultura è anche un segnale di poco dialogo e poca educazione. Così è la vita...

Nuovo campo sportivo, le strane analogie con Enrico Fondi

Nell’ambito del bilancio partecipativo del Comune di Rocca di Papa, alcuni cittadini avrebbero proposto la realizzazione di un campo sportivo polivalente. Il 18 novembre scorso il Consiglio Comunale ha deliberato tale proposta individuando un’area di 2 ettari che ricade nel cosiddetto “Nodo di Squarciarelli” (Via Vicinale della Macchia). La scelta, che ha scatenato gli auto-elogi del Sindaco, in realtà andrà a decentrare ulteriormente le attività che si svolgono nella nostra cittadina. Così si arriverà

a chiudere anche il campo sportivo dei Campi e, insieme ad esso, le numerose attività sportivo-ricreative che restano una delle poche cose che funzionano. Invece di portare la gente a Rocca di Papa, l’amministrazione si impegna affinchè i cittadini se ne vadano nelle zone limitrofe perchè costruire un’opera sportiva in quel punto significa “regalarla” a Grottaferrata e dintorni. Sarà un caso, questo progetto lo avranno scelto davvero i cittadini, ma nel

1990 fu approvato dall’allora Consiglio Comunale targato Enrico Fondi un Centro Sportivo Polivalente da costruirsi indovinate dove? Proprio sotto Via delle Barozze. Questo progetto stava alla base di un accordo tra Psi e Dc dopo la crisi politica con i comunisti. Altro indovinello: chi faceva parte di quella Giunta Psi-Dc? Proprio l’attuale Sindaco Boccia. Altra analogia. Come allora anche oggi il Comune non ha i soldi per realizzare l’opera. Così il progetto e la sua esecuzione

verranno affidati a una ditta privata che in cambiò ne avrà la gestione. Nel 1990 avvenne la stessa cosa. I soldi ce li avrebbe dovuti mettere la “Land System”, società specializzata nel settore sportivo. Purtroppo quest’amministrazione stà praticamente ricalcando tutti i progetti pensati, ideati e votati dall’ex Sindaco Enrico Fondi, contro il quale gli attuali amministratori vinsero le elezioni nel lontano 1997. Come direbbe qualcuno: sono i corsi e i ricorsi della storia.(A.S.)


Riceviamo e pubblichiamo

Lettera aperta al Consigliere Giulio Croce

Caro Giulio, come ben ricorderai nel maggio 2006 in occasione delle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rocca di Papa, abbiamo dato vita ad una lista alternativa denominata “Uniti per Rocca di Papa”. In tale coalizione politica oltre al programma politico presentato agli elettori, vi era un accordo politico (foto in alto) tra il partito della “Rifondazione Comunista” e i “Verdi per la Pace” nel quale era previsto che il candidato a Sindaco della coalizione e r a espressione di Mario Casciotti Rifondadei Verdi zione Comunista ed individuato nella tua persona. Nell’accordo politico era concordata, nel caso di elezione di un unico Consigliere, una alternanza tra rappresentanti dei due partiti a metà leIl Consigliere gislatura Giulio Croce (due anni e mezzo) per garantirne la giusta visibilità politica. Nonostante siano passati oltre tre anni dall’inizio legislatura, ad oggi non vediamo rispettati gli impegni sottoscritti, con la presente chiediamo a Rifondazione Comunista e alla tua persona il rispetto degli impegni liberamente e democraticamente assunti. Cordiali saluti. I Verdi di Rocca di Papa

ROCCA DI PAPA Un atto simbolico di fronte alla grave crisi economica

il Segno - Dicembre 2009

Bilancio 2010, ci sarà la riduzione delle indennità?

di Sergio Rasetti E’ dicembre, politici e tecnici già sicuramente impegnati a preparare il bilancio comunale per il 2010. Di certo avranno ascoltato suggerimenti e richieste di associazioni e comitati di quartiere. Le esigenze sono molte, urgenti le soluzioni, alcune non possono assolutamente essere rinviate ancora di un anno. I capitoli si affollano in un turbine sul tavolo dell’Assessore al Bilancio e nella sua testa. Durante il sonno probabilmente sogna tutti quelli che, pazientemente in fila, attendono davanti alla porta del suo ufficio per fare richieste da finanziare con il bilancio in preparazione. Non sarà possibile esaudirle tutte, ma bisogna dare in qualche modo molte risposte positive. Lo scorso anno, con un po’ di ritardo, il bilancio era stato già approvato, chiedemmo, non ascoltati ai nostri amministra-

tori, di autoridursi un poco le loro indennità di carica per lasciare in cassa qualche euro in più da destinare a quei concittadini che si sarebbero trovati in difficoltà a causa della grave crisi economica che porta via posti di lavoro e lascia le famiglie nei guai. Le cose non sono cambiate, anzi sembrano sempre di più volgere al peggio e noi torniamo, inguaribili sentimentali, a richiedere nuovamente di fare questo piccolo sacrificio: la riduzione delle indennità di carica di almeno il 10%, una decisione concreta per sostenere i meno fortunato per le necessità più urgenti o improrogabili. A proposito, nella prossima

Festa per i 90 anni degli “Screpanti”

Il concertino degli Screpanti ha festeggiato i suoi primi novant’anni. Alla festa oltre ai membri del gruppo folcloristico, hanno partecipato numerosi cittadini che da sempre amano e seguono le musiche e i colori giallo-verde dei nostri musicisti. A tutti loro l’augurio di festeggiare altri cento compleanni!

il Segno PICCOLO

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organo mensile dell’associazione culturale “Terre Sommerse Castelli” Registrazione Tribunale di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002 DIREZIONE Via dei Monti, 24 - Rocca di Papa DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Caldarelli DIRETTORE Andrea Sebastianelli

REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Piero Botti, Federica Capogna, Gaetano Casilli, Riccardo Ciotti, Daniela Di Rosa, Piero Fondi, Paola Gatta, Sandro Guidi, Marcello Morrone, Noga (Gabriele Novelli), Marco Rapo, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita Rossi, Maria Pia Santangeli, Giulia Serafini, Luigi Serafini, Sandro Tabellione, Flavia Vitali, Ettore Zanca, il-sognatore.blogspot.com

Il municipio di Rocca di Papa

campagna elettorale per le Elezioni Regionali ci aspettiamo un lavoro senza sprechi e l’impegno di tutti quelli che indossano una casacca politica e hanno le carte in regola per far comprendere agli elettori che si vuole veramente rinnovare la politica, sgombrando il campo da incompatibilità per il bene della cosa comune.

ILLUSTRAZIONI Franco Carfagna, Ermanno Gatta

ilpiccolosegno@tiscali.it

Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Il contenuto degli articoli, dei servizi, le foto ed i loghi, rispecchia esclusivamente il pensiero degli artefici e non vincola mai in nessun modo il Segno, la direzione e la proprietà. Le inserzioni sono riservate ai soli associati e simpatizzanti ed hanno carattere divulgativopromozionale nel loro stesso ambito.

Stampato in proprio

Il Segno non usufruisce di alcun finanziamento pubblico, nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Ringraziamo i nostri sostenitori: Orlando, Antonello, Giorgio, Paola, Gianfranco, Nadia, Lorella, Oscar, Sergio, Rossana, Marina, Nicola, Bruno, Patrizio, Alberto, Enzo, Aldo e Franco


ROCCA DI PAPA Polemiche per l’ecocentro tra Grottaferrata e Rocca di Papa il Segno - Dicembre 2009

Tornano tesi i rapporti fra i due Comuni dei Castelli

Diversa la posizione di Boccia sul termovalorizzatore di Albano

di Marcello Morrone Tornano decisamente tesi i rapporti tra i Comuni di Rocca di Papa e Grottaferrata. A scatenare la nuova polemica è stato l’ecocentro progettato e autorizzato dal Comune grottaferratese che si trova al confine tra i due territori e verso il quale l’amministrazione roccheggiana si è detta subito contraria. Anzi, il Sindaco di Corso Costituente, Boccia, ha inviato una lettera a tutti i residenti ricadenti nell’area interessata, dicendo che il Comune di Rocca di Papa farà di tutto per ostacolare la realizzazione dell’area per lo stoccaggio dei rifiuti. La replica del Sindaco Ghelfi non si è fatta attendere. Infatti, da parte sua, l’amministrazione di Grottaferrata ha praticamente ultimato l’iter autorizzativo e quindi la nuova struttura presto diventerà operativa. Anche diversi cittadini di Grottaferrata stanno protestando chiedendo di individuare una nuova area lontana dalle abitazioni. Ancora una volta emerge l’incapacità delle amministrazioni comunali (di centrodestra e di centrosinistra) nel disegnare nel modo migliore il proprio territorio dovendo prevedere, oltre alle abitazioni, anche le strutture necessarie per i ser-

vizi (dalle discariche ai centri di raccolta, dalle aree artigianali ai luoghi di intresse pubblico). Invece, come avviene sempre, le case vengono costruite e poi per il resto si vedrà. Ed è così che aree importanti e insostituibili come gli ecocentri si vengono a trovare a ridosso di civili abitazioni. Poi le proteste e le polemiche che tutti conosciamo. Sorprende però l’atteggiamento del Comune di Rocca di Papa che sembra adottare sempre la politica del “due pesi e due misure”. Il Sindaco Boccia, che oggi protesta con il Comune di Grottaferrata chiedendo che Ghelfi ascolti i suoi concittadini prima di approvare progetti di questo tipo, non è lo stesso che scrisse all’allora Presidente Marrazzo per chiedere di velocizzare l’iter per la realizzazione del termovalorizzatore di Albano malgrado le proteste di mi-

il ballo è per tutti!

L’area tra Rocca di Papa e Grottaferrata in cui sorgerà il nuovo ecocentro

gliaia di cittadini dei Castelli? Sì è proprio lui. E tra un ecocentro e un termovalorizzatore le differenze sono ben note sia dal punto di vista dell’impatto ambientale che per la tutela della salute. I due Comuni non è la prima volta che si trovano a polemizzare tra di loro. Una volta per il fosso della Molara reo di allagare alcune zone di Grottaferrata; un’altra per il collettore fognario; un’altra ancora per gli studenti roccheggiani accusati di affollare le aule di Grottaferrata, creando problemi e costi esorbitanti. Per finire, sarebbe bene che le due amministrazioni programmassero meglio il loro territorio.

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Legittimi i confini del Parco. Lo ha ridetto il Tar

Esultano i sostenitori del Parco. Dopo le polemiche dei mesi scorsi, ci ha pensato il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio a porre fine alla discussione nata sugli esatti confini del Parco Regionale dei Castelli Romani. Il TAR ha infatti riconosciuto la validità giuridica della delibera varata il 31 marzo 1998 dal Commissario del Parco, Paolo Ravaldini, tesa a ridefinire i precedenti confini soggetti al controllo e alla tutela dell’ente. La sentenza è un vero e proprio stop alle polemiche scatenate dai cacciatori, da alcune amministrazioni comunali e da pochi Comitati di Quartiere, convinti che quei confini fossero illegittimi. La validità della perimetrazione è fondamentale per contrastare l’abusivismo edilizio e il bracconaggio. Comportamenti molto diffusi purtroppo nel nostro territorio. (P.G.)

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il Segno - Dicembre 2009

di Andrea Rasetti “Un terzo dell’economia italiana è penetrato, infiltrato e controllato da capitali di carattere mafioso.” Da questa considerazione del magistrato Antonio Ingroia, assieme ad una attenta analisi del settore e delle dinamiche economiche derivanti dal lavoro illegale e da quello sommerso, emerge un’altra considerazione: nel settore edile, e in tutta la sua filiera di produzione, le infiltrazione di carattere mafioso sono almeno del 50%, e solo ad essere ottimisti. A Roma e provincia sono una settantina le famiglie legate alle organizzazioni criminali quali Camorra, ‘Ndrangheta, Mafia siciliana e Sacra Corona Unita, con centinaia di residenti nella nostra regione, dediti alla gestione di traffici di sostanze stupefacenti, allo smaltimento dei rifiuti, all’usura, al riciclo di capitali illeciti in imprese legali come centri commerciali, alimentari, strutture alberghiere e di ristorazione. Ma gli affari veri, quelli che permettono alla mafia di instaurare importanti e duraturi legami col territorio, rimangono gli appalti pubblici. Lo scorso 19 novembre, un convegno promosso dalla Fillea-Cgil a Roma, ha lanciato l’allarme sui cantieri edili del Lazio, che è oggi, dopo la Lombardia, la regione con il più alto tasso di infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e loro subappalti. La crisi economica, se da un lato ha fortemente diminuito gli investimenti pubblici con conseguente riduzione degli affari nel settore (nel Lazio un meno 33% dallo scorso anno), dall’altro sta rendendo più aggressiva la pressione delle organizzazioni criminali, che forti delle ingenti risorse finanziare derivanti dal riciclo

A P P R O F O N D I M E N T O

Mafiopoli a Caasa Nostra LE COSCHE CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI ROMA

SETTORI ECONOMICI SOTTO ATTACCO DELLA CRIMINALITA’

- Distribuzione di prodotti ortofrutticoli e mercato agroalimentare - Appalti grandi opere - Edilizia residenziale - Smaltimento dei rifiuti - Settore della ristorazione - Supermercati - Centri commerciali

‘Ndrangheta ‘Ndrina Gallace – ‘Ndrina Serpa – ‘Ndrina del Locale di Sibari – ‘Ndrina Morabito-BruzzanitiPalamara – ‘Ndrina Mollica – ‘Ndrina Alvaro – ‘Ndrina Mancuso – ‘Ndrina Longo-Versace – ‘Ndrina Gligora – ‘Ndrina Barbaro – ‘Ndrina PernaPranno – ‘Ndrina Piromalli – ‘Ndrina Mammoliti – ‘Ndrina Carelli-Tripodoro – ‘Ndrine del Locale di Marina di Gioiosa Ionica – ‘Ndrina Commisso – ‘Ndrina Franze – ‘Ndrina Marando Cosa Nostra Famiglia dei Barcellonesi – Famiglia dei CaruanaCuntrera-Vella-Corleonesi – Famiglia Santapaola – Famiglia Cammarata – Famiglia Madonia – Famiglia di Porta Nuova – Famiglia Priviteri – Famiglia di San Lorenzo – Famiglia Rinzivillo – Famiglia RimiBadalamenti – Famiglia Ribisi (Calafata-Farruggio) Camorra Clan Senese – Clan Stolder – Ex Clan Alfieri – Clan Moccia – Clan Cozzolino – Ex Clan Zaza – Clan Fabbrocino – Clan Anastasio – Clan Veneruso Altre formazioni siciliane Famiglia dei Cursoti Sacra Corona Unita Clan Tornese Altre organizzazioni Famiglia Virgutto ex appartenenti Banda della Magliana Famiglia Nicoletti Clan Casamonica - Clan Alvaro dati dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio

Un convegno organizzato dalla Fillea-Cgil ha messo in luce i rischi concreti delle infiltrazioni criminali a Roma e Provincia che, attraverso i grandi appalti pubblici, riciclano denaro sporco

di capitali illeciti, della gestione mafiosa di manodopera e della connivenza con le amministrazioni locali, sbaragliano di fatto la concorrenza delle imprese a conduzione legale. I numeri aiutano a capire la dimensione: a Roma e provincia sarebbero 95 mila i lavoratori “a nero”, irregolari che lavorano nei cantieri e che sono gestiti dal caporalato, per una evasione fiscale e contributiva da 1,7 miliardi di euro. Questo esercito di lavoratori fantasma contribuisce non solo ad arricchire chi lo gestisce, ma soprattutto ad inquinare il mercato degli appalti nel quale si riscontra un uso selvaggio del sistema al massimo ribasso, senza che le pubbliche amministrazioni si chiedano come

sia possibile per un’impresa portare a termine i lavori offrendosi alla metà del valore di mercato. Un caso emblematico è quello dell’aggiudicazione della realizzazione del nuovo Centro Congressi di Roma, detto “Nuvola di Fuksas”, per il quale il ribasso da parte di Condotte Spa è stato di 50 milioni di euro. Queste imprese, molte delle quali passate da una conduzione familiare a società per azioni in breve tempo o frutto di fusioni, acquisizioni e vendite continue, trovano terreno fertile nelle amministrazioni locali interessate più a far quadrare “conti elettorali” che a gestire la cosa pubblica in funzione della collettività. Troppo spesso infatti leggi e re-

golamenti facilitano i rapporti tra malavita e amministrazioni, permettendo alle imprese di ottenere facilmente qualifiche necessarie per le gare pubbliche o le obsolete certificazioni antimafia, e all’amministrazione pubblica, quella di ricorrere sempre più spesso alla pratica della trattativa privata o dei lavori d’urgenza affidati senza gara. E’ su questo terreno che le attività criminali vengono riciclate in “impresa legale”, impresa interessata a sostituirsi al pubblico non solo nella progettazione e nella realizzazione delle opere, ma anche nella loro gestione e nella gestione dei servizi, attività necessarie al radicamento sul territorio ed al suo inevitabile inquinamento.


L’economia delle mafie nella Regione Lazio

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ELEMENTI DI INFILTRAZIONE IN ECONOMIA EMERSI DA PROCEDIMENTI PENALI

DINAMICHE COLLUSIVE DI MAGGIOR ALLARME

consistenti tracce processuali di partecipazione di persone con precedenti per mafia, disoccupate e senza reddito in imprese (anche tramite prestanome) nelle quali sono utilizzati capitali di illecita provenienza; imprese con presenza di soggetti criminali romani con soggetti, appartenenti ad organizzazioni criminali “qualificate” di provenienza campana calabrese e siciliana; imponenza di fenomeni di riciclaggio; concreti elementi di prova del reinvestimento di proventi da traffico di sostanze stupefacenti; soggetti legati criminalità organizzata calabrese, siciliana e laziale hanno ottenuto finanziamenti da società finanziarie; riciclaggio attraverso società con sede all’estero.

il Segno - Dicembre 2009

coinvolgimento collusione di operatori finanziari nell’attività di riciclaggio (un istituto bancario ha fornito copia di assegni richiesti dalla A.G., nascondendo nella fotocopiatura il nominativo di uno dei “giranti”); atteggiamenti di favore da parte di settori della pubblica amministrazione nella aggiudicazione degli appalti pubblici, ottenuti con attività di corruzione; controllo della manodopera “in nero”; intermediazione di ditte individuali intestate ad extracomunitari.

A P P A Rocca di Papa la pentola venne scoperta dopo un omicidio eccellente R O L’assassinio a Roma di Umberto Morzilli in un servizio del Tg5 F O N D I M E di Andrea Sebastianelli «Toro 91», e due settimane più tardi (cioè il con pochi centinaia di migliaia di N Le inchieste sugli interessi 26 dicembre) cede ad un’altra società, la euro ed essendo arrivata a diversi della criminalità organiz- «Spi.Ca.», un terreno situato a Rocca di milioni. T zata nella provincia di Papa, in via delle Barozze, al prezzo di 350 Ed è lo stesso Gip a far notare come sia la «Spi.Ca.» sia la «Cantieri del O Roma, hanno scoperchiato mila euro più iva. anche il ruolo giocato da Cinque mesi dopo per Umbertino scattano Sud» sono “società riferibili al Il boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis detto “Renatino”

Gli affari di “Umbertino” alle Barozze dati dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio

alcuni ex esponenti, ritenuti di spicco, della famosa “Banda della Magliana”. Tra questi a finire nel mirino degli inquirenti della Procura di Roma (soprattutto per una serie di operazioni immobiliari condotte in diverse zone della provincia, tra cui a Rocca di Papa) è stato “Umbertino”, cioè Umberto Morzilli, uomo vicino a Enrico Nicoletti, ritenuto dal Procuratore Lupacchini il cassiere della Banda della Magliana. I nodi cominciano a venire al pettine il 28 febbraio del 2008 quando Umbertino viene assassinato a Roma per un regolamento di conti (vedi l’articolo pubblicato sul Segno nel luglio-agosto 2008). In realtà il nome di Morzilli comincia ad emergere in seguito alle indagini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Attraverso i passaggi ricostruiti dagli inquirenti si scopre che il 12 dicembre 2002 Morzilli viene nominato liquidatore della società

le manette. Insieme a lui, l’11 maggio, vengono arrestati Tony e Massimo Nicoletti (figli di Enrico, boss della Famiglia) con l’accusa di estorsione e usura. Per il PM Lucia Lotti i tre avrebbero fatto esplodere a febbraio una bomba in un negozio in via della Maglianella a Roma e, ad aprile, avrebbero pagato un killer per minacciare un commerciante di Centocelle affinchè pagasse 100 mila euro. Intanto l’inchiesta sulle torbide operazioni immobiliari di Rocca di Papa prosegue ed emerge che a dirigere le manovre speculative della «Toro 91» sono alcuni collaboratori dell’immobiliarista Coppola. “Il 27 novembre del 2003 -si legge nell’ordine di custodia cautelare emesso dalla Procura- la «Spi.Ca.» vende a sua volta l’immobile di via delle Barozze alla società «Cantieri del Sud» al prezzo di 5 milioni e mezzo di euro più iva”. Una speculazione da cui si ottiene il massimo del guadagno, essendo partita

Gruppo Coppola”. Le prove emerse fanno scattare ulteriori controlli da parte delle Fiamme Gialle sul conto di Coppola, soprattutto sulle sue attività con l’esponente legato alla criminalità organizzata, quell’Umberto Morzilli che molti ricordano di aver visto diverse volte a Rocca di Papa. Anche a Torgiano, vicino a Perugia, la «Spi.Ca.» compra 14 ville dalla «Toro 91» di Morzilli, strano imprenditore quest’ultimo, titolare di un’officina, proprietario di una Ferrari e di una barca. Nella sua agenda gli inquirenti trovano i telefoni di persone vicine al Clan Nicoletti. Insomma, non c’è da stare tanto tranquilli visto l’interesse che alcuni soggetti legati alla criminalità organizzata hanno dimostrato verso il territorio di Rocca di Papa, con una capacità d’infiltrazione che apre la strada a nuove domande, sulle quali dovrebbe cominciare ad interrogarsi anche il Consiglio Comunale.


ROCCA DI PAPA

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il Segno - Dicembre 2009

Da 34 anni l’elettrosmog è l’arma migliore per accaparrarsi i voti Ancora una volta la lotta alle antenne diventa un modo per fare campagna elettorale

di Andrea Sebastianelli In vari articoli dedicati alle antenne di Monte Cavo avevamo espresso il timore che la vicenda finisse per essere strumentalizzata dalle varie forze politiche in vista delle elezioni. Purtroppo quel sospetto è diventato certezza. Così il centrodestra (Pdl) organizza le sue iniziative, parlando di antenne, con il proprio candidato (Palozzi) alle prossime elezioni regionali; allo stesso modo il centrosinistra (Pd) cerca di tirare a sè l’impegno contro i ripetitori radio-tv attraverso il proprio candidato (Ponzo). In mezzo ai due si colloca ora una lista civica chiamata “La Voz” (ideata dal nostro Marco Rapo) che ugualmente cerca di farsi spazio prendendo in mano la lotta alle antenne. Tutto il contrario di quanto auspicato il 10 ottobre scorso dal Presidente del Comitato di Quartiere Campi d’Annibale, Silvestrini, che aveva detto chiaramente che dopo trent’anni la lotta doveva es-

sere condotta nel segno dell’unità, senza le divisioni strumentali della politica che in 34 anni non hanno prodotto alcun risultato. Infatti le antenne stanno sempre lì. Eppure in quella riunione del 10 ottobre tutte le forze politiche (di destra e di sinistra) e tutti i Comitati di Quartiere di Rocca di Papa, avevano sottoscritto degli impegni chiari. Nel verbale consegnatoci dal solerte Comitato dei Campi, leggiamo a pag. 4 (le proposte): “Si chiede al Sindaco di coinvolgere il Consiglio Comunale per deliberare un incarico professionale per individuare un sito, per decentrare la parte che dovrà rimanere, eliminando l’attuale situazione”. Questa proposta è stata sottoscritta da tutti i presenti: Comitato Campi, Comitato Centro, Comitato Vigne, Comitato Vivaro, Pdl, Pd, Rifondazione, Lista “La Castagna” e Italia dei Valori. La frase sottoscritta diceva di “individuare un sito per decentrare la parte (di antenne, n.d.d.) che

Agli alberi son cadute le foglie Il più bell’articolo sui ripetitori

Scritto nel ‘91 non fu mai pubblicato

Nel 1991 Enzo Gatta, farmacista di Rocca di Papa, scrisse un articolo che avrebbe dovuto essere pubblicato su un nuovo mensile locale che, purtroppo, non riuscì mai ad andare in stampa per questioni economiche. Enzo Gatta aveva collaborato in precedenza con un altro mensile, “Il Roccheggiano”, diretto sempre dal nostro direttore Sebastianelli. Ora quell’articolo ve lo riproponiamo perchè è sicuramente uno dei più belli scritti sulla questione delle antenne radio-tv.

di Enzo Gatta Caro Monte Cavo, la tua storia gloriosa e splendida si è venuta affievolendo col passare dei tempi o meglio con l’avvicendarsi delle scorrerie barbariche. Ricordi Ascanio, che dopo aver fondato Alba Longa presso le tue pendici ti elesse monte Sacro e tu gli donasti la sommità per la costruzione del Tempio dedicato a

dovrà rimanere” (perchè il piano regionale di delocalizzazione riguarda solo le tv e non i ripetitori delle radio che quindi sono autorizzati a stare sulla vetta). Tanto che il nostro giornale sul numero di ottobre, uscito pochi giorni dopo la riunione, avanzava l’ipotesi di spostare le antenne destinate a restare a Monte Cavo in un’area sottostante la vetta così da liberare il convento e il piazzale panoramico e, allo stesso tempo, togliere ai privati (Ida Spa e Condominio Monte Cavo) il business della gestione degli affitti delle antenne. Tutti d’accordo, poi ad un tratto ecco arrivare un nuovo ordine del giorno: “con le antenne non si discute, devono andare via tutte e basta”, come se 34 anni fossero passati invano. La cosa strana è che questa presa di posizione al grido di “con gli antennari non si tratta” è arrivata da chi nel 2002 firmò una convenzione proprio con gli antennari che in cambio del loro diritto di super-

Giove e accogliesti per i sacrifici e le feste i Popoli Latini? Eri fiero della sacralità e del timore che incutevi. Fosti rispettato anche dai romani che, dopo aver distrutto Alba Longa, rifecero il Tempio e ti venerarono come il più sacro dei monti, tanto che Orazio scrisse: “le Muse dopo aver abbandonato il Parnaso fissarono la loro dimora presso te”. Fra il III e IV secolo, con l’avvento del Cristianesimo fosti abbandonato al tuo destino e le prime invasioni barbariche distrussero il Tempio. Vivesti anni tristi e solitari, sempre con il pensiero rivolto ai tempi passati pieni di gloria. Fosti felice quando Edmondo De Bouisson salì le tue pendici e iniziò la costruzione dell’attuale fabbricato: la vita sembrava riprendere e certamente ripensasti con nostalgia ai tempi lontani. Poi accogliesti i monaci Trinitari e anche molte personalità. Tutti vennero richiamati dal

ficie dovevano versare nelle casse comunali 160 milioni (di vecchie lire) all’anno per complessivi 825 milioni di lire più i canoni nuovi fino alla loro delocalizzazione. Insomma, la politica dopo 34 anni confida sempre nella poca memoria dei cittadini e a giudicare da alcuni giovani e meno giovani che sembrano scoprire oggi la vicenda delle antenne, forse hanno effettivamente ragione. L’altra cosa da sapere è che le due società che gestiscono gli affitti delle emittenti di Monte Cavo (Ida Spa e Condominio Monte Cavo) controllano anche una fetta importante dell’informazione regionale per cui nessun politico in realtà ha il coraggio di mettersi contro di loro, soprattutto in campagna elettorale. Quindi le loro antenne devono rimanere dove stanno! Tanto ai cittadini di Rocca di Papa “è sufficiente far vedere che si è contro, che con le antenne non si tratta, e sono contenti, ci danno il loro voto e poi se ne riparla tra qualche anno”. Contenti voi...

tuo fascino naturale. All’inizio del nostro secolo dopo che i frati ti abbandonarono e lo Stato dichiarò il vecchio convento monumento nazionale, fosti trasformato in un’oasi di riposo. Ma nuove incursioni barbariche erano alle porte. Mentre gioivi altri tramavano sulla tua pelle: dilaniarono le tue viscere, ti isolarono con reticolati degni di un campo di concentramento e fecero su di te delle costruzioni orribili a vedersi impedendo l’accesso a coloro a cui eri da millenni affezionato. Tutto questo ancora non bastava. Un bel mattino ti sei svegliato e hai notato che degli strani alberi erano nati sulla tua superficie. Alberi senza foglie, pesanti e altissimi che emettono radiazioni che colpiscono gli abitanti posti ai tuoi piedi. Nacquero così le tv libere… di fare i propri comodi con l’approvazione delle varie autorità. Sai, nel nostro paese ci sono molte associazioni ambientaliste, protettrici dei parchi regionali e nazionali e, pensa un po’, nella nostra regione è nato da qualche giorno anche un assessorato all’ambiente: ma non pensare che possa risolvere il problema che ti assilla, non illuderti. Il tuo cerino acceso passa di mano in mano ma nessuno vuole spegnerlo. Purtroppo, caro sacro monte, sei destinato a divenire un monte con alberi di metallo… speriamo che almeno li colorino di verde.


ROCCA DI PAPA Una riflessione dopo la riunione anti-antenne del 10 ottobre il Segno - Dicembre 2009

Il tempo passa e dopo gli annunci non accade nulla di Gennaro Spigola Premesso che ogni volta che si avvicina un appuntamento elettorale torna in voga inevitabilmente il “problema delle antenne allocate su Monte Cavo”, ho ugualmente partecipato all’Assemblea promossa dal Comitato di Quartiere Campi d’Anibale il 10 ottobre scorso sull’annoso problema sovraesposto, alla quale sono stati invitati i rappresentanti politici che governano Rocca di Papa (con la presenza del Sindaco), le forse politiche dell’opposizione, gli altri Comitati di Quartiere e i giornalisti (con l’inspiegabile esclusione di quelli del giornale locale “il piccolo Segno”, fonte di autonoma informazione). Dopo una breve relazione svolta dal Presidente del Comitato di Quartiere promotore, nella quale

veniva evidenziata la pericolosità e i conseguenti effetti collaterali generati dalle antenne e per queste motivazioni invitata tutti i relatori a contribuire ad organizzare in tempi brevi una manifestazione per avviare il processo che dovrà portare all’eliminazione delle antenne, che fondamentalmente era (ed è) secondo lo scrivente (come già stigmatizato nell’intervento esplicitato il giorno dell’assemblea), la linfa vitale per proseguire un percorso coerente. Subito dopo la relazione si è aperto un dibattito e dalla maggior parte degli interventi è stato evidenziato che le antenne vanno eliminate e non delocalizzate in quanto il problema verrebbe solo spostato geograficamente scaricando le negatività su altri esseri umani. Alla fine della riunione è stato proposto dai promotori un ordine del giorno per fare sintesi del dibattito; i relatori dopo aver

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La vetta di Monte Cavo

letto quanto proposto hanno apportato alcune correzioni e modifiche ed in modo particolare hanno rafforzato la parte che atteneva (attiene) all’abbattimento delle antenne. E’ trascorso un lasso di tempo molto consistente dalla data in cui si è svolta la riunione e ad oggi non vengono riconvocati incontri per definire concretamente una data per svolgere una manifestazione. L’incertezza e la critica nasce dal fatto che già precedentemente ho assistito (abbiamo) a comportamenti altalenanti e contraddittori da parte del Comitato di Quartiere Campi d’Annibale: ne cito uno per tutti facendo riferimento a tutta la storia delle tasse e tariffe aumentate in modo ingiustificato ed in modo particolare alla vicenda dei rifiuti solidi urbani che, dopo la pubblicazione di un volantino molto critico verso il governo del paese, ha deciso inspiegabilmente (!!!) di staccare la spina. Resto in attesa di un reale riscontro di coerenza sulla vicenda delle antenne pur mantenendo intatta la critica sopra esposta.

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Anche “Il Fatto” si è occupato di Monte Cavo

di Gaetano Casilli Ci eravamo occupati sul numero scorso del Segno di ciò che avvenne a Rocca di Papa (e a Monte Cavo in particolare) circa l’installazione dei primi ripetitori radio-tv, dietro ai quali cominciava a nascere anche il colosso Fininvest e su cui tra il 1982 e il 1984 si trovò ad indagare anche l’allora giudice Squillante, successivamente indagato a sua volta proprio per i suoi stretti rapporti con Berlusconi e Previti. Dopo l’articolo del Segno, anche il quotidiano di TravaglioGomez-Padellaro (Il Fatto) lo scorso 24 novembre ha trattato l’argomento, elencando i vari procedimenti giudiziari del Cavaliere prima del 1994. Tra l’altro si legge: “1984, 24 maggio. Il vicecapo dell’Ufficio Istruzione di Roma, Renato Squillante, interroga Berlusconi, assistito dall’avvocato Previti e imputato “ai sensi dell'articolo 1 della legge 15/12/69 n. 932” (interruzione di pubblico servizio) per antenne abusive sul Monte Cavo [...]. Gli imputati sono un centinaio. Ma Berlusconi nel 1985 è subito archiviato, gli altri nel ‘92: non potevano sapere che Squillante, Fininvest e Previti avevano conti comunicanti in Svizzera. 1984, 16 ottobre. Tre Pretori sequestrano gli impianti che consentono a Canale 5, Italia 1 e Rete 4 di trasmettere in contemporanea in tutt’Italia in spregio alla legge. Craxi interviene con due “decreti Berlusconi”.


ROCCA DI PAPA I politici di maggioranza e opposizione sono i primi a snobbare le sedute consiliari

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il Segno - Dicembre 2009

Non si arresta il deserto di pubblico alle sedute del Consiglio Comunale Buon Natale dall’Avis

Un Consiglio Comunale deserto

di Sergio Rasetti Non è la prima volta che ad assistere ad un Consiglio Comunale di Rocca di Papa erano presenti soltanto tre cittadini. Un numero perfetto direbbe qualcuno. Quei tre avevano tutta l’aria di essere interessati ad una futura candidatura elettorale e probabilmente volevano soltanto assaporare il clima di una eventuale nomina a consigliere comunale per capire, dal di fuori, come comportarsi sedendo su un seggio di rappresentante del popolo sovrano. Si respirava un clima indefinito tra i banchi della maggioranza e dell’opposizione. Una maggioranza forte, come quella del governo nazionale. Una opposizione, quella della destra, che appare poco motivata, che sembra stare là quasi per caso, forse soltanto per controllare più da vicino decisioni che interessano personalmente, senza grande impegno o interesse per le cose del paese e dei cittadini. Forse convinta che quando non si ha il potere tra le proprie mani, non valga la pena di impegnarsi per argomentare, battagliare se necessario; per chiedere di accogliere proposte, modifiche, integrazioni, valutazioni diverse sulle ottiche

della maggioranza che può sempre essere convinta, se ben argomentate, ad accettarle. L’altra opposizione, quella di sinistra invece non manca mai di interloquire. Sempre, quando è presente con il consigliere Croce, regolarmente attrezzato con cartelline piene di do- Il direttivo della Sezione Comunale Avis Rocca di cumenti, che cerca costantemente, ma Papa augura un caloroso Buon Natale e un felice purtroppo regolarmente invano, di ti- anno nuovo a tutti i donatori, alle loro famiglie e rare su il livello delle discussioni ana- a tutta la cittadinanza. Con l’occasione vogliamo lizzando i vari aspetti politici e dei ringraziare tutti, ancora una volta, per i risultati risultati concreti sulla vita cittadina. positivi che abbiamo ottenuto anche quest’anno Impegnato è anche l’altro consigliere grazie alla vostra disponibilità. Siamo felici, indi opposizione Morana che interviene fatti, di poter annunciare che anche nel 2009, per regolarmente esprimendosi in modo il secondo anno consecutivo, la sezione Avis di sintetico e puntuale. Rocca di Papa ha raggiunto l’autosufficienza, con Ma è come se l’aria fosse intrisa dalla una raccolta che supera le 500 sacche di sangue. consapevolezza che è inutile stare lì a Nella speranza di poter continuare a godere farla tanto lunga. Le cose sono già negli anni futuri della vostra fiducia e del vostro state decise da pochi nei piani supe- impegno, il direttivo Vi rinnova l’augurio di trariori e non c’è proprio nulla da cam- scorrere il periodo natalizio nell’armonia familiare biare. I consiglieri di maggioranza e nella serena coscienza di aver fatto il possibile spesso danno l’impressione di essere per aiutare chi soffre. poco informati o di essere poco conIl direttivo vinti di quello che stanno decidendo. Che differenza c’è tra i Consigli Comunali di che essa voglia punirli ignorandoli. Che vooggi e quelli in cui le ideologie “devasta- glia in questo modo comunicare loro che non vano” le menti umane! In quegli anni i consi- si sente ben rappresentata, che non si fida, che glieri prendevano la parola e argomentavano li ritiene poco impegnati per il bene comune, senza far passare le decisioni tanto facilmente che li considera buoni soltanto per favori pere a cuor leggero. Il risultato erano scelte più sonali da chiedere al momento giusto, come condivise, comprese e vicine alle aspettative una tantum da elargire in cambio di quel voto dei cittadini. Al dibattito si interessavano de- dato senza sapere nemmeno per quale procine di spettatori che qualche volta interveni- gramma pubblico avrebbero speso le proprie vano per dire la loro, cosa non ammessa energie se fossero stati eletti. Il prezzo che la naturalmente, ma che dava il senso di una de- democrazia paga a causa del bozzolo impemocrazia vissuta, di una necessità di parteci- netrabile entro il quale politici di così inadepare alle decisioni prese dagli amministratori guate capacità hanno rinchiuso il sistema per la comunità. Che tristezza vedere oggi lo amministrativo dei comuni, è molto alto e lo spazio destinato al pubblico dell’aula consi- dimostra il clima che abbiamo respirato nel liare vuoto. Vedere rappresentanti del popolo palazzo e dintorni durante le adunanze pubbliche si riuniscono soli con se stessi per deci- che, che pubbliche non sono più, per mandere in nome della cittadinanza. Sembra quasi canza del pubblico.

di Marina Ticconi

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ROCCA DI PAPA Da circa un anno si attende una strada percorribile

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il Segno - Dicembre 2009

Fatte le case, i servizi restano un’illusione

di Marcello Morrone Succede che le case vengono messe su dalle Cooperative edilizie in tempi ragionevoli. Poi succede anche che questi moderni palazzoni si trovano nel mezzo del nulla, con strade di accesso impercorribili, al limite della sicurezza per gli automezzi e per le stesse persone. Eppure, le case realizzate in località “I Monti” ai Campi d’Annibale, non si trovano all’interno di una boscaglia fitta ma addirittura a ridosso di Via Rocca Priora, la lunga arteria che porta alla frazione del Vivaro e sulla Via Anagnina. Da circa un anno i residenti protestano, chiedendo che la strada di accesso alle loro abitazioni venga ricondotta nei limiti della decenza e del buon senso. Soprattutto ora, con l’arrivo dell’inverno, le piogge torrenziali hanno provocato vere e proprie voragini in cui di notte si rischia veramente di finirci dentro. Ma non è finita. La terra e i detriti trasportati dalla pioggia finiscono proprio su Via Rocca Priora creando in quel tratto una serie di avvallamenti che sono un’ulteriore peri-

A Piazza Garibaldi

L’ennesimo sfregio contro “il Cantinone”

La strada disastrata che porta alle cooperative in località “I Monti”

colo per i tanti che quotidianamente attraversano questo tratto di strada. Non sappiamo se i lavori debbano essere fatti dalla cooperativa edilizia o se dal Comune. La cosa certa è che si deve intervenire al più presto per ripristinare la sicurezza.

A proposito dell’intervento di Emanuele Gatta

“Più volte abbiamo segnalato i problemi del Centro Storico”

La sede di Corso Costituente

In riferimento all’articolo di Emanuele Gatta apparso nel numero di novembre del Piccolo Segno, riceviamo questa lettera del Comitato di Quartiere Centro Storico. Il Comitato del Centro Storico fin dalla sua costituzione ha sentito come compito principale quello di avvicinare i cittadini alla vita del governo del paese facendosi carico delle istanze presentate dagli stessi. In tal senso ritiene che abbia fin qui assolto questo ruolo esponendo agli assessori preposti questioni importanti come: la distribuzione degli spazi destinati ai

parcheggi, la sicurezza nei vicoli in determinate ore della giornata compresi i comportamenti, per fortuna di una minoranza, non consoni ad una convivenza civile, la cattiva abitudine ad abbandonare i rifiuti dove capita, lo stato di abbandono della pavimentazione di alcuni vicoli e tante altre realtà che per problemi di spazio non possiamo qui esporre, ricordando però che le decisioni ultime rimangono comunque in capo all’Amministrazione. Sempre in linea con l’impegno appena accennato, informiamo che partecipiamo all’organizzazione di corsi permanenti per adulti di storia dell’arte, inglese, spagnolo e italiano per stranieri, che siamo promotori della costituzione del consultorio di prossima apertura e diffondiamo informazioni sul bando della Comunità Montana che prevede un rimborso sulle spese sostenute della ristrutturazione delle facciate del centro storico. A tal proposito si informa che, per qualsiasi necessità, la sede del Comitato rimane aperta mercoledì dalle ore 17 alle ore 19 e il venerdì dalle ore 10 alle ore 12. Il Consiglio Direttivo

Per la terza volta la pergola che abbelliva la trattoria “Il Cantinone”, storico locale di piazza Garibaldi (nel cuore del centro storico di Rocca di Papa) è stata danneggiata irrimediabilmente, avendola tagliata alla radice. Un gesto che non merita commenti, visto che danneggiando un angolo di verde si danneggia anche la bellezza di questa piazzetta conosciuta per la sua finestra naturale su Roma. Il sig. Augusto, proprietario del locale che gestisce insieme alla moglie da tantissimi anni, non ha più parole di fronte a un gesto che si ripete abitualmente e contro il quale non si può fare molto. “Se qualcuno ce l’ha con me, venga allo scoperto e lo dica apertamente -ci dice- perchè rovinare una pianta che è ritratta in tutte le cartoline storiche di Rocca di Papa?”.

Rapinarono un’estetista, presi dai Carabinieri

I Carabinieri della Stazione di Rocca di Papa, dopo un’attività di indagine, hanno arrestato un 21enne ed un 24enne del posto autori di una violenta rapina ai danni di un’estetista avvenuta nel marzo scorso. I due malmenarono violentemente la donna per portarle via la borsa, che conteneva soltanto 50 euro, all’uscita dal suo centro estetico del paese dei Castelli Romani, procurandole una frattura ad un braccio e varie escoriazioni. I Carabinieri, durante questi mesi, hanno raccolto varie testimonianze che hanno consentito, anche grazie ad altri particolari, di individuare i malfattori. I due, qualche settimana fa, sono stati posti agli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se i due si siano resi responsabili di altre rapine nel territorio.


ROCCA DI PAPA Una stranezza prevista nel nuovo Piano Regolatore che lasciò tutti molto perplessi

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La strana storia del parcheggio che doveva sorgere alle “Quattro strade”

di Andrea Sebastianelli “I nodi vengono sempre al pettine” dice un diffuso detto popolare. Leggendo questa breve storia ne avrete la conferma. Primo fatto. Il 28 giugno 2007 il Consiglio Comunale di Rocca di Papa adotta la “Variante al Piano Regolatore Generale”. Tra le tante stranezze presenti in quel piano una in particolare appare inspiegabile: un parcheggio alle “quattro strade”, cioè all’incrocio fra Via dei Laghi e Via Ariccia (la strada che dal semaforo porta a Rocca di Papa) in un’area ancora pienamente boscata. Tale scelta è talmente stravagante che tutti i partiti di sinistra (Rifondazione, Verdi, Pdci e Sinistra Democratica) presentano all’amministrazione comunale un’Osservazione in cui scrivono: “di tale parcheggio risulta incomprensibile la localizzazione e la eventuale

futura realizzazione, trattandosi di area boscata e vincolata. Di tale area si chiede una nuova localizzazione, dimostrata la necessità, in ambiti urbani B e/o C”. Insomma, a tutti sembra assurdo fare un parcheggio dove c’è un bosco in una zona in cui non ci sono capolinea di pullman o attività commerciali o civili abitazioni. Il Comune però rigetta quest’Osservazione e presenta al Parco la Variante, compreso questo strano parcheggio, chiedendone l’inserimento nel Piano d’Assetto del Parco. Secondo fatto. Nel 2009 la società “San Raffaele Sas” (per tutti i cittadini di Rocca, “la clinica”) presenta a sua volta al Parco un’Osservazione chiedendo di ampliare l’area di attività verso Via dei Laghi esistendo in quel tratto anche una vecchia carrareccia comunale che da Via dei Laghi (quasi di fronte all’imposta di

legnami Gatta) Rocca di Papa porta fin sopra alla clinica. clinica San Raffaele Riflessione. Secondo voi, dove confluisce questa carrareccia? Ovvia- via d ampliamento richiesto ei dalla San Raffaele La mente proprio a gh i ridosso di quel parcheggio per carrareccia il quale l’am- comunale parcheggio proposto dal Comue ministrazione comunale ha tanto insistito. incrocio 4 strade Ecco svelato il mistero e la necessità di avere un parcheggio possibile ampliamento non conproprio su quel tratto di bosco. sente l’accoglimento della proSarebbe diventato un parcheg- posta”. Per cui, almeno per il gio a uso quasi esclusivo della momento, questo strano parclinica. cheggio privo di senso ma ricco Epilogo. di interessi, non si farà. Resta da Fortunatamente il Parco dei Ca- capire perchè l’amministrazione stelli ha rigettato l’Osservazione guidata da Boccia si sia voluta presentata dalla “San Raffaele sottoporre a un sospetto che, Sas” poichè “l’interesse natura- mettendo insieme le carte, pare listico delle aree interessate al del tutto lecito.

10 DOMANDE AL SINDACO DI ROCCA DI PAPA

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che attendono una risposta da 147 giorni

Sig. Sindaco, dopo tre anni dalla sua elezione ritiene che il fenomeno dell’abusivismo edilizio su tutto il territorio comunale sia ormai stato messo sotto controllo?

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Sig. Sindaco, approvare vari piani di edificazione estesi a pioggia su tutto il territorio comunale con varianti al Piano Regolatore vigente, decise di volta in volta, pensa sia stata la scelta più opportuna?

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Sig. Sindaco, non crede che affidare deleghe a Consiglieri ed incarichi a tecnici per i quali si può configurare un possibile conflitto di interessi con le proprie attività professionali o commerciali non garantisce imparzialità e obiettività nelle decisioni amministrative da prendere?

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Sig. Sindaco, non crede che la principale vigilanza su abusi edilizi, dislocazione e legittimità delle antenne, controllo del territorio comunale per prevenire i reati ambientali spetti, in particolar modo, ai Vigili Urbani che in seconda battuta possono chiedere la collaborazione di Parco, Forestale, Carabinieri e non viceversa?

questro per l’inchiesta avviata dalla magistratura. Più recentemente, nello scorso mese di giugno, la Divisione Anticrimine della Polizia ha arrestato due pluripregiudicati accusati di aver acquisito illecitamente diversi beni immobiliari (tra cui alcune ville di Rocca di Papa) per conto della criminalità organizzata. Non sarebbe il caso di istituire una commissione consiliare che metta la lente d’ingrandimento sull’intero territorio di Rocca di Papa al fine di verificare l’esistenza o meno di acquisizioni sospette di terreni ed immobili da parte di personaggi o società “chiacchierate”?

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Sig. Sindaco, vuole spiegare ai suoi cittadini come mai in Consiglio Comunale è stata proposta e approvata dalla sua maggioranza la richiesta di tenere fuori dal perimetro del Parco Regionale il Centro Storico, i Campi d’Annibale e il Quartiere Vigne, scelta che comporterebbe la contemporanea esclusione dal perimetro del Parco perfino della sua sede istituzionale? Ci elenca, per favore quali sarebbero i vantaggi per la comunità roccheggiana?

Sig. Sindaco, sulla vicenda del Piano di As7 setto del Parco, Lei ha chiesto l’istituzione di Sig. Sindaco, nel marzo 2008 venne assas5 sinato a Roma Umberto Morzilli, ritenuto una fascia all’interno del Parco adibita alla dagli inquirenti un personaggio vicino alla caccia. Ci può spiegare chiaramente qual è la posizione della Sua amministrazione in merito? “Banda della Magliana”. Morzilli, attraverso alcune operazioni speculative, Sig. Sindaco, ad occhio nudo le antenne aveva acquisito dei terreni in Via delle Barozze per 8 televisive e radiofoniche che svettano nei circa 350 mila euro. Terreni poi rivenduti, a distanza nostri boschi nell’ultimo anno sembrano esdi pochi anni, a 5,5 milioni di euro e sottoposti a se-

sere aumentate in modo esponenziale. Ci può, per favore, assicurare che la situazione è tenuta costantemente sotto controllo dalla sua amministrazione e garantire ai cittadini che la salute di tutti è salvaguardata da controlli puntuali delle potenze stabilite dalle leggi vigenti? Ci può dire se sono stati eseguiti controlli a sorpresa, e quando, sulle potenze di trasmissione in esercizio?

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Sig. Sindaco, ci può spiegare perché Lei, che sui temi dell’inquinamento dovrebbe essere maggiormente sensibile visto che i roccheggiani subiscono da oltre trent’anni i danni provocati dai ripetitori radio-tv, è tra i firmatari della lettera con cui alcuni primi cittadini dei Castelli, malgrado la contrarietà di gran parte dei cittadini, hanno chiesto all’allora Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, di velocizzare l’iter per la realizzazione del termovalorizzatore di Albano che dovrebbe sorgere a poche centinaia di metri dall’ospedale cittadino e a ridosso degli abitati?

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Sig. Sindaco, come mai sul periodico “Comune Informa” appaiono solo interviste a Lei, agli Assessori e ai Consiglieri Comunali mentre non viene svolta alcuna comunicazione di servizio (facendo conoscere ai cittadini per esempio le delibere approvate dalla Giunta e dal Consiglio; gli approfondimenti sul nuovo Piano Regolatore; le Ordinanze emesse, ecc.)? E come mai i Consiglieri di minoranza non hanno diritto a nessuno spazio su tale organo d’informazione istituzionale per far sapere ai cittadini anche il loro punto di vista?

Visto che il Sindaco di Rocca di Papa non risponde alle nostre dieci domande, rivolgiamo questi stessi interrogativi anche agli Assessori e ai Consiglieri Comunali di maggioranza e opposizione.


ROCCA DI PAPA Inaugurata la nuova sede del Comitato di Quartiere Vigne il Segno - Dicembre 2009

“Un punto di riferimento per i nostri concittadini”

di Gaetano Casilli Domenica 28 novembre il Sindaco di Rocca di Papa, Boccia, unitamente alla presidentessa del Comitato di Quartiere Vigne-Sacramento, Franca Bonomo (foto in alto), ha inaugurato i locali della nuova sede del Comitato che si trova a ridosso di Piazza Alcide De Ga-

speri, facilmente raggiungibile da tutti i cittadini del quartiere basso di Rocca di Papa. Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte anche l’Assessora ai Servizi Sociali del Comune, Valentina Trinca, e il delegato ai Comitati di Quartiere, Luigi Ferazzoli. Presenti anche i rappresentanti

delle forze politiche di maggioranza e opposizione e alcuni Consiglieri Comunali, tra cui Roberto Trinca, Luigi De Santis, Fabrizio Castri e Maurizio Querini. Molto soddisfatta la presidente Bonomo che finalmente vede realizzarsi un desiderio datato molti anni, cioè quello di avere un luogo dove riunirsi e dove incontarre i numerosi concittadini. “Non potevamo più aspettare perchè le dimensioni del nostro quartiere ci impongono una presenza costante e significativa. Invito tutti gli abitanti di questa zona -ha poi aggiunto- a rivolgersi e a frequentare la nostra sede, ad esporre problemi e ad avanzare proposte per migliorare il quartiere”. Per il momento si tratta di una sede provvisoria, in attesa che terminino i lavori del “Giardino degli Ulivi” in cui dovrebbe nascere la sede definitiva del Comitato. Per il momento rivolgiamo i nostri auguri di buon lavoro all’intero Comitato.

Meno strisce blu, più “gratta e vinci”...

Sono pensionato. Reddito 810 euro al mese. Negli anni 60 i costruttori di Roma hanno speculato alla grande e agli operai come me non hanno versato i contributi dovuti. Quando me ne sono reso conto era già troppo tardi, si erano volatilizzati. I loro figli e nipoti, probabilmente in questi giorni staranno riportando i capitali in Italia godendo dello scudo fiscale, un super regalo, deciso dal governo per i più furbi di ieri e di oggi. Fin da giovane ho sempre avuto un brutto vizio alimentare. Più volte ho tentato di disintossicarmi ma ci sono sempre ricaduto: la cosa che devo fare assolutamente ogni mattina è una colazione al bar: cappuccino e cornetto, e di quelli buoni. Fino a qualche tempo fa, la mattina me ne andavo in piazza della Repubblica a soddisfare il mio vizio e ad incontrare gli amici per le solite quattro chiacchiere, parcheggiando la mia Fiat al costo di due euro,

che aggiunti alla spesa per la benzina, alla fine mi facevano spendere almeno 5,00 euro. Come tanti altri, l’istituzione del parcheggio a pagamento a Rocca di Papa, la ritengo una cosa profondamente sbagliata perché, qui da noi, non ci sono turisti o persone di passaggio quindi è tutto a spese dei residenti che già si accollano disagi di ogni tipo. Il nuovo gioco inventato dallo Stato che ha deciso di far leva sulle effimere speranze di far soldi con i giochi di ogni tipo, il “Winforlife!”, mi ha convinto a cambiare abitudini. Invece di andare in Piazza della Repubblica, la mattina, me ne vado a parcheggiare al quartiere Le Vigne, in Piazza Alcide De Gasperi dove, pace all’anima sua, non si paga il ticket; i 2 euro che risparmio per la sosta li gioco a “Winforlife!”; faccio la mia colazione al bar

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In arrivo il volume dedicato a tutti gli artisti di Rocca di Papa

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Rocca di Papa sta promuovendo la realizzazione di un catalogo d’arte rivolto alla realtà locale. Non solo pittori e scultori ma anche musicisti, poeti, scrittori, ceramisti, disegnatori, fino alle nuove forme d’arte video-web. Una sorta di “pagine gialle” dell’arte roccheggiana contemporanea, quell’arte che deve essere aiutata ad emergere. Nel volume, interamente a colori, oltre alle fotografie delle opere, sarà presente una breve biografia dell’autore. L’Ass.re Pizziconi stà sollecitando in questi giorni tutti gli artisti a partecipare e a prendere contatti con l’ufficio cultura del Comune (dott.ssa Annalisa Gentilini) per mettere a punto i particolari del volume. E’ fondamentale che tutti partecipino a questa bella iniziativa a favore della nostra arte. Paola Gatta

Carpe Diem o al Blu Bar; converso con qualcuno che incontro qua e là aspettando l’estrazione della mia giocata e poi me ne torno a casa non ancora soddisfatto perché di vincite serie ancora non si vede ombra. Le chiacchiere con i vecchi amici, un poco, mi mancano, però corro il rischio di vincere. Sarebbe un’ottima base di partenza per gli studi di mio nipote che oggi ha 7 anni e potrebbe godere della vincita di 4 mila euro al mese per 20 anni. Intanto, mentre mi auguro di non andare nel pallone per questa storia, mi dico spesso: “Fanculo il ticket per la sosta e Winforlife col numerone!”. il-sognatore.blogspot.com


ROCCA DI PAPA Al Santuario del Tufo meglio le antenne dell’arte

4° allo Zecchino d’Oro

di Marcello Morrone Sul numero di ottobre 2009 il maestro Carfagna, grazie al suo disegno, ci ha fatto conoscere la storia di un’associazione (amici del Santuario) che diversi anni fa, tra le tante iniziative intraprese, realizzò anche una Via Crucis artistica sopra il Santuario della Madonna del Tufo a cui parteciparono alcuni artisti di Rocca di Papa realizzando ognuno una stazione. Purtroppo oggi questo percorso d’arte e di fede è in stato di abbandono e le opere stanno rischiando di andare perdute per sempre. Incuriositi da questa storia, cercando di comprendere che cosa possa essere accaduto, abbiamo rivolto alcune domande a Maurizio Gatta, Presidente dell’associazione. Che associazione era “gli amici del Santuario” e di che cosa si occupava? “L’associazione venne fondata da Carlo Brandani nel 1992 e, dopo circa un anno, cominciò ad avere alcuni problemi di sopravvivenza a causa della scarsa partecipazione. Così nel ’93 fui invitato a partecipare e a cercare di risollevare le sorti di questa importante esperienza. Insieme a Emilio Bulgarella ci impegnammo coinvolgendo altre persone ed evitando che l’associazione morisse. Riuscimmo a coinvolgere una quindicina di persone. Da lì iniziammo le attività portandole avanti per altri due anni ottenendo importanti risultati sia dal punto di vista della partecipazione sia per il lavoro svolto a sostegno del Santuario”. Come nasce l’dea della Via Crucis? “Oltre all’aspetto religioso la nostra idea era quella di avvicinare ancora di più il Santuario alla vita del paese, organizzando iniziative, feste, ecc. Visto il successo e considerato che il Santuario si trova a ridosso della montagna boscata, ci venne in mente di dare vita e una Via Crucis nel bosco, percorrendo un sentiero di castagni. Nell’aprile del ‘95 inaugurammo il percorso realizzato con opere originali di 15 artisti roccheggiani. Poi ci fu chi realizzò le chiesette per dare visibilità e protezione ai quadri, in particolare Enzo Trinca, e chi ci fornì gratuitamente il legname occorrente, cioè le imposte di legnami De Luca e Carnevali”. Insomma, ci fu una grande partecipazionecollettiva... “Lavorando tutti insieme abbiamo dato vita a una bella idea e ad un bel percorso artistico e spirituale che ottenne subito un grande successo. Già dopo l’inaugurazione la Via Crucis veniva visitata frequentemente e ancora oggi molti roccheggiani ma anche fedeli provenienti da altre parti d’Italia dopo aver pregato

di Marco Rapo Un grande Carlo Fontani è riuscito a emozionare tutta Rocca di Papa, nella 52° edizione dello Zecchino d’Oro il piccolo biondino roccheggiano è arrivato 4°, un grande risultato per Carlo, anche se per tutti noi è arrivato primo. Il piccolo “Vasco Rossi”, come l’hanno definito allo Zecchino, non ha avuto neanche un’esitazione a salire su quel famoso palco, nel cantare si vedeva la grinta nei suoi occhi e nella sua voce, anche nel momento più difficile Carlo ha tirato fuori freddezza e grinta come un grande artista. In questa edizione ha avuto la fortuna di duettare con Paolo Belli, però ci sorge un dubbio: la fortuna è stata sua o di Paolo Belli a duettare con Carlo? Da dire che Conticini e la Maio hanno gestito tutti i bambini con grande affetto e professionalità. Rocca di Papa deve essere fiera di essere stata rappresentata da un bambino così tenero ma allo stesso tempo pieno di vitalità. Diciamo che Carlo per qualche minuto ci ha tolto i problemi di ogni giorno, ci ha dato un sorriso, ci ha fatto ritornare bambini, tutti davanti alla televisione a canticchiare “Rokko Cavallo brocco”, io proprio ieri mattina (giorno prima della finale) ho detto a mia moglie “non è possibile, mi sveglio la mattina sempre con in mente la sua canzone”... per le strade chi la fischietta, chi la intona al Bar, chi a casa... insomma un vero e proprio tormentone, che ha colpito questo paese come un raggio di sole. Grande Carlo Fontani! I nonni, i genitori, gli zii devono essere orgogliosi di avere in casa un bambino così, ha superato prove e provini, è riuscito a sbaragliare 4 mila bambini ed è arrivato quarto, che cosa si poteva chiedere di più! Io dico la verità, mi sono emozionato, anche perchè ho sempre voluto bene a questa famiglia... che dire di più, grazie Carlo, ti vogliamo bene!

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Storia di una Via Crucis andata quasi perduta

chiedono di poter visitare il percorso della Passione”. Come si è giunti all’abbandono di oggi? “Con l’ingresso di altri Padri Trinitari, il nuovo Rettore decise di non avvalersi delle attività dell’associazione che così pian piano si trovò a non poter più operare. La sola iniziativa che il Rettore decise di conservare fu di convocare una volta al mese le coppie che negli anni hanno contratto matrimonio nel Santuario”. Per quanto riguarda la Via Crucis artistica che cosa si può fare per salvarla? “Bisognerebbe parlare con il Rettore del Santuario e vedere con lui se è possibile riprendere quel discorso oppure, qualora ciò non fosse possibile, prelevare le opere e trovare un altro luogo in cui collocarle”. Ma perché il nuovo Rettore decise di interrompere quella bella esperienza? “Neanch’io so darmi una spiegazione”. In questo modo finì l’esperienza di un gruppo di volenterosi che riuscirono a coinvolgere l’intera popolazione roccheggiana intorno al Santuario. Resta nei ricordi di tutti la festa annuale che l’associazione organizzava nel piazzale posto a ridosso della Chiesa e che avvicinava anche molti giovani. Non vorremmo che alla base di tutto ciò vi sia una vicenda poco chiara, ossia quella dei tralicci radiotelevisivi che insistono proprio su un terreno sopra il Santuario di proprietà degli stessi Trinitari e su cui i religiosi continuano a tacere. Avere persone che organizzavano eventi e manifestazioni, mostre e percorsi di fede, che proponevano e che si impegnavano senza nulla a pretendere, che giravano intorno e nel Santuario, forse era visto come una presenza un po’ ingombrante rispetto alle antenne installate, anche in considerazione che i cittadini roccheggiani su questo tema erano e sono molto sensibili. Speriamo che almeno le opere degli artisti possano tornare presto ad essere esposte. Non ci resta che ricordare i nomi dei membri dell’associazione ringraziandoli per il lavoro svolto: Maurizio Gatta, Emilio Bulgarella, Giuseppe Melchiorri, Giuseppe Veloccia, Carmine Di Benedetto, Enzo Palozzi, Gabriele Palozzi, Michele Zitelli, Giampiero Zitelli, Sergio Troisi, Giuseppe Rinella, Alfonso Borselli (di Roma), Roberto Pizzicannella, Arturo Ducci (di Albano) e Renato Pierluigi. E ovviamente gli artisti che realizzarono le opere: Franco Carfagna, Francesco Ayali, Ermanno Gatta, Luigi Carfagna, Pierino Melchiorri, Giovanni Querini, Bruno Casarin, Roberto Sellati, Marcello Scioti, Renato Pierluigi, Veronica Laudati e un padre missionario.

il Segno - Dicembre 2009

Carlo Fontani, successo per il “piccolo Vasco”


Cultura e

Feliciano Cavaldesi,

il Segno - Dicembre 2009

Cavaldesi, “Figura femminile”

di Andrea Sebastianelli Fu tra i giovani protagonisti della lotta contro i nazi-fascisti che anche a Rocca di Papa cominciavano a sentirsi accerchiati dall’arrivo degli alleati. Fu un convinto liberale che si impegnò affinchè anche nel suo paese la democrazia si sviluppasse appieno. Fu anche un intellettuale che seppe dare alla sua Rocca uno spessore e una dignità culturale che fino a quel momento sembravano impossibili. Fu un architetto di qualità e idee. Ma fu soprattutto un artista, di quelli che avrebbero lasciato un segno indelebile nella ricerca di uno stile e di un modo nuovo di approcciarsi alla materia pittorica e alla scultura. Ma, come a volte avviene a personalità di questo tipo, la sua vita e la sua esperienza sembrano rimaste in un limbo dimenticato mentre da Rocca di Papa (dalle sue istituzioni e dai suoi cittadini) ci si sarebbe aspettati maggiore attenzione e riconoscenza. Stiamo parlando di Feliciano Cavaldesi (nato a Rocca di Papa nel 1914 e morto tredici anni fa, nel 1996). Fin da giovanissimo rimane affascinato dai gruppi artistici romani e seguendo varie correnti stilistiche si mette alla ricerca di un proprio modo di fare arte, cercando e ricercando una tecnica e un “linguaggio” per andare oltre l’immagine solita e consolidata. Dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di piazza Ferro di Cavallo a Roma (una graziosa piazzetta posta a lato di via Ripetta), si appassiona come detto

... dintorni

Cavaldesi, “Pera a base di colonna”

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artista da... rivoluzione

Politico, uomo di cultura, architetto, scultore e pittore. Diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Roma, la sua è stata una vita intensa dedicata all’arte e alla ricerca di uno stile diventato inconfondibile. Oggi Rocca di Papa, sua città natale, lo ha completamente dimenticato

all’arte romana. Particolari soprattutto Cavaldesi, “Sfera” i suoi bozzetti in carbone e i suoi primi acquarelli aventi ad oggetto templi ed antiche costruzioni romane, rappresentate come apparivano nell’antichità. Solo più tardi, dopo essere diventato padrone della tecnica, il suo interesse si sposterà su altri soggetti, basiliche e chiese di età romanica, rinascimentale e barocca. Ma è solo durante gli anni Settanta, invaso nella sua piena maturità anagrafica dal vento rivoluzionario internazionalista, che avviene in lui una vera e propria trasformazione. E’ in questo periodo, infatti, che si assiste ad uno “stravolgimento” dei suoi interessi di artista. Sotto la forte influenza di quello che viene definito cubismo sintetico, dà vita a composizioni l’arte. Di grande rilievo i paesaggi e gli particolari create con ritagli di giornale, scorci romani definiti “ondulati”, perché ispirate dalle nuove e inaspettate scoperte capaci di far entrare nelle tele gli spettatori spaziali e, più in generale, dal progresso che quasi diventano parte integrante del scientifico. Il tutto facendolo diventare colore, assorbendone la sensibilità e le materia visiva con l’uso di carboncini che emozioni. Si tratta soprattutto di chiese, grazie alla sua mano sicura creano opere resti e ruderi romani, veri spaccati della che sembrano muoversi, girare, raggiun- città con la rappresentazione, per esempio, gendo quella “velocità” tipica degli artisti del Colle Celio o del Palatino. del ventennio ispirati al Futurismo. La Muore all’età di 84 anni nella sua casa di componente futurista appare essenziale in Rocca di Papa, quella casa stupenda (da questi suoi schizzi. lui disegnata e all’interno della quale anNegli anni Ottanta e fino alla fine dei suoi cora si possono mirare alcuni suoi dipinti giorni, si dedica alla riscoperta del post- su ceramica) che si trova (salendo) all’iniimpressionismo e dell’espressionismo. E’ zio del Corso principale del paese. Saquesto il periodo della sua massima matu- rebbe ora di riscoprire il valore di questo rità artistica, che rappresenta l’apice della artista roccheggiano che resta insuperabile sua tecnica e del suo modo di intendere per stile, umiltà e genialità.


26 Da anni uso il dialetto per raccontare in chiave umoristica piccoli aneddoti o per stigmatizzare quotidianità personali con un velo di ironia. L’estate scorsa una grande polemica ha investito questa variabile espressiva, incriminata di dividere e addirittura minacciare l’unità nazionale. Per mia sfortuna non conosco tutti i dialetti italiani, ma alcuni li ho avvicinati da tempo e li amo, proprio come amo quelli a me più vicini: il rocchegiano, il romanesco e, in generale, quelli dei Castelli Romani e dintorni. Conosco abbastanza bene il napoletano e il siciliano che godono di un prestigio quasi nazionale: il primo è poesia quando viene musicato, il secondo è andato alla ribalta con i libri di Andrea Camilleri e oggi quasi tutti, credo, assumendoci una responsabilità diciamo “di pirsona pirsonalmente” quel che pensiamo. Proprio qualche giorno fa rivedevo l’interpretazione umoristica di un noto comico italiano che, partendo dal dialetto piemontese e lombardo, via via allargando gli orizzonti verso ovest, est, sud, faceva un solo specifico discorso, mutando vernacolo regionale di volta in volta, con grande effetto umoristico. Questa performance teatrale mi ha fatto riflettere e fare una considerazione: il nostro Stivale è unico nella sua varietà di espressione e tutti gli Italiani sono uniti nella diversità che deve essere considerata una ricchezza, non un ostacolo alla nostra identità nazionale. Il dialetto, infatti non è una lingua inferiore: è cultura orale e scritta tramandata nel tempo da una generazione all’altra e

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rrivare in piena estate nella Wipptal è una grande emozione. La natura, debitamente curata e amata, ti è imperiosamente vicina. Il paese è ordinato, colorato, pulito, con tutte le sue insegne in ferro o in legno perfettamente disegnate e dipinte indicanti tutti i luoghi, tutte le vie, tutti i sentieri che si snodano verso le cime delle montagne vicine: è sicuramente un mondo ordinato e diverso! Ero alla ricerca del fantomatico cimitero dei “bambini dei segni”; ma non ero tanto sicuro che esistesse davvero. Una storia questa dei “bambini dei segni” che, una volta appresa, l’avevo considerata una vera e propria fiaba tramandata nei secoli dai valligiani del luogo. Però mi era sorto qualche dubbio. Era troppo particolareggiato il racconto che avevo ascoltato una sera dalla viva voce di un vecchio montanaro: un uomo ormai sugli ottanta, con un vocione profondo che, quando improvvisamente cambiava lingua, passando dall’italiano al tedesco, diventava più sonoro e squillante. L’uomo si

CULTURA

Dialetto, mon amour di Rita Gatta

abbraccia un territorio ben delimitato, una ricchezza plurima che rischiamo di perdere se si va dietro a sterili polemiche. L’espressione dialettale consente di esprimere con efficacia un concetto e permette di creare legami che spesso esulano dalla sfera della territorialità, concedendo un approccio anche emotivo tra gli interlocutori. I dialetti nella varietà e nel confronto uniscono, facendoci conoscere diversi modi di dire, tradizioni e folclore. E nella scuola come la mettiamo? Inserire o no il dialetto nei programmi didattici come suggeriva qualcuno? Fermo restando, ovviamente, che la lingua italiana va conosciuta e padroneggiata con competenza, ben vengano momenti legati alla storia e alla conoscenza del patrimonio linguistico territoriale, pur senza la necessità di farli ufficializzare da un programma nazionale. Il dialetto non deve disperdersi e stemperarsi nel linguaggio comune; ogni occasione, festa, anniversario, ricorrenza possono essere utili per un approccio al dialetto, anche nelle scuole. Chiaramente, ribadisco, sulla lingua italiana non si deroga: mi viene in mente un

il Segno - Dicembre 2009

episodio molto divertente accaduto qualche anno fa. Colloquio con i genitori: l’insegnante fa presente alla mamma di un bambino molto vispo e intelligente che suo figlio non ha grossi problemi dal punto di vista del profitto, solo deve maturare una maggiore correttezza ortografica, non ancora pienamente raggiunta per grossolani errori dovuti proprio al fatto che in quella famiglia si parla solo il dialetto. E la mamma seraficamente: -Me tiè da crede maè, a casema, niciunu parla dialettu!-. Siamo tutti solidali con lo sforzo indulgente della povera insegnante, vero?! A parte gli scherzi, credo che tutti potremmo condividere il fatto che anche la scuola possa e debba offrire un valido contributo nel far conoscere l’aspetto culturale del dialetto, attraverso l’apprendimento e il confronto delle diverse realtà semantiche regionali, rilevando somiglianze e differenze, spulciando proverbi, detti e canti popolari, storie e aneddoti, tenendo presente un filo conduttore comune. Interessante rintracciare analogie, difformità, morali, caratteristiche dialettali che diversificano o si somigliano, creando un profondo legame affettivo ed emozionale che si riscopre universale in ogni versione (orale, poetica, cantata, scritta) del vernacolo. Tutto ciò in un serio e approfondito percorso educativo/didattico che abbia come fine ultimo quello di permettere a tutti di sapersi esprimere correttamente e senza errori (orrori) di ortografia/sintassi nella nostra ricca e meravigliosa lingua italiana.

IL RACCONTO DEL MESE

di Noga

Wipptal e il cimitero dei “bambini dei segni”

chiamava Josef Adam. Il cognome non saprei proprio come trascriverlo tanto la parola era quasi priva di vocali perché, mi spiegò il vecchio, i suoi antenati erano originari della lontana Polonia. gli mi aveva consigliato di recarmi in quel luogo dove ero giunto, per verificare sul posto quella storia che mi aveva raccontato e che intrecciava morte, fede cristiana e certamente una quantità di riti pagani: chissà! forse di origine celtica. A chi rivolgersi per sapere dove era il cimitero che cercavo? Mi guardai attorno: un alto muro di pietra circondava un’area che

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comprendeva una chiesa, un minuscolo cimitero cristiano ed una piccola cappella. La chiesa inalberava uno snello campanile che terminava con un pinnacolo altissimo con una palla dorata ed una croce alla sommità. Entrai: mi ritrovai solo. L’interno profumava di incenso; i quadri sacri brillavano sfiorati dalla lieve luce naturale che, da un grande oculo gotico, penetrava all’interno; il soffitto era completamente affrescato; alle pareti erano appesi decine di ex-voto dipinti su piccole tavolette. Ognuna di esse raccontava con semplicità un evento familiare accaduto anche secoli prima. Ma di tutte una mi colpì in

modo particolare: vi era rappresentato un bambino in fasce, certamente un neonato, adagiato su un altare mentre un uomo lo accarezzava, mi sembrò, con una certa insistenza. Sul lato sinistro della tavoletta, in basso, vi era una data: 1810. Due figure, una femminile ed una maschile, certamente i genitori del bambino e chiaramente affrante, erano poste una a destra ed una a sinistra della scena dipinta: scena che era quasi del tutto simile a quella descrittami dal vecchio Josef Adam. Ciò era sufficiente perché, uscito dalla chiesa,chiedessi in giro dove fosse il famoso cimitero dei “bambini dei segni”. Di tutte le persone interrogate una soltanto, piuttosto scontrosamente, mi indirizzò verso una vecchia costruzione diroccata che sorgeva solitaria al margine di un torrente. ccanto alla costruzione, delimitato da una semplice staccionata, si trovava un campo con infisse in terra ed appena affioranti, una serie di povere lapidi mortuarie alcune in pietra altre in marmo: da tutte traspariva noncuranza e abbandono. Tentai

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La nostra storia

STORIE Gianfranco Botti ricostruisce la vera origine di alcuni nomi

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il Segno - Dicembre 2009

A lato: Papa Enea Silvio Piccolomini In basso: la Via Sacra in una stampa del XIII sec. Sotto: la copertina dell’opera di Plinio in cui viene citata Cabum

Tutto ruota intorno all’antico villaggio di ‘Cabum’ di Gianfranco Botti Nella sacrestia della chiesa storica c’è un quadro di Domenio Toietti in cui l’autore si firma “pictor arcispapensis”, altro modo, nel 1828, di dichiararsi rocchiciano. Nella stessa chiesa, sopra il quadro di Corrado Giaquinto (1703-1765) raffigurante l’Assunta, per significare come tale Madonna fosse madre e maestra nostra hanno scritto in latino: mater et magistra populus algidensium. Realizzando tre errori. Uno di grammatica: il genitivo di populus è populi; uno lessicale: o dici popolo rocchiciano o dici rocchi ciani; uno di storia: l’Algido non ha mai coinciso con Rocca di Papa, stava in basso, verso la Molara. A futura memoria, se oggi o domani una qualche autorevole sensibilità si sentisse urtata e volesse rimediare, mi permetto suggerire di far seguire alla definizione “mater et magistra” o “populi cabensis” o solamente “cabensium”. Il latino è difficile, apposta lo stanno strozzando, ma non è colpa mia se a volte si incontra. D’altra parte, ricordiamoci che noi stiamo nel cuore del Lazio Antico. Non solo sul luogo costitutivo, ma pure di leggere alcune di esse. La cosa che mi colpì fu la circostanza che al nome di battesimo: Karl, Rudolf, Maria, Adam, Johann, Matthias non seguiva mai il cognome e che tutte le lapidi riportavano una frase sibillina: deceduto alla nascita e cristianamente battezzato. Su un lato della staccionata, bene piantata in terra, si ergeva una grande stele in pietra grigia con incisa una lunga scritta in tedesco in caratteri gotici: per me illeggibili. Avevo la certezza di avere trovato il cimitero che stavo cercando. Ma cosa significava quella frase “bambini dei segni”? Pensai che forse era indispensabile parlare con qualcuno del luogo. Magari con il parroco della chiesa vicina dove mi recai velocemente e all’interno, inginocchiato in preghiera, vi era un prete il quale, sentendo il rimbombo dei miei passi, si alzò e guardandomi con curiosità mi disse : “Voi non siete di queste parti. Cosa desiderate?”. ro frastornato: come chiedere notizie su quei bambini? E se era veramente una frottola? Una favola? E se Josef Adam mi aveva preso in giro? Tirai un gran sospiro e facendomi coraggio: Padre, dissi, chi sono i

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luogo dell’anima, per il santuario di Giove Laziale, il cui culto riguardò tutta la classicità latina e romana. Entro la quale figuravamo come “cabenses”, Cabum denominandosi il villaggio. Qui laboriosamente pervenuti, a Cabum giova fermarci. Non per riposare, per in scioltezza rivangare come la denominazione sia tuttora viva e presente. Cabum, come caballus, come fabula, come tabula, diventate: cavallo, favola, tavola, e come altri sostantivi, ebbe la B trasformata in V. Ecco, allora, Via delle Cave, dove Cave manco per niente indica luoghi dove si estraggono materiali, sta –appunto- per Cabum, ed è la via che ad esso portava. Ecco Vicolo delle Cave, che inerpicandosi era u viuzziellu sfociante nella via principale. Ed ecco le Rotte ‘e Cave (= grotte di pertinenza di Cabum), località appartata, senza risalto archeologico, né turistico né giornalistico, nota solo ai locali, solo da loro praticata, solo da loro nominata. Proprio per questo con denominazione vergine a noi dai secoli arrivata. Non corrotta da quanti, avendo studi classici in gioventù, vollero apparir belli sopraffa-

bambini dei segni? Il sacerdote trasalì e mi fissò severamente. Poi mi prese per un braccio dicendomi: Venga con me! Uscimmo dalla chiesa ed entrammo nella piccola cappella posta lì a fianco. Con un cenno autoritario mi fece sedere. Quindi prese un libricino da dentro una specie di bacheca in vetro che lui aprì con una chiavetta dorata. Il libricino apparentemente era molto antico. Infatti il prete, a dimostrazione di ciò, mi indicò una data stampigliata in fondo alla prima pagina: 1735. uindi si mise seduto accanto a me e tenendo il piccolo libro chiuso fra le mani giunte, iniziò a parlare: “Un tempo, nei secoli passati, presso parecchi Santuari Mariani della Diocesi vigeva l’usanza di portare i bambini nati morti davanti all’immagine miracolosa di Maria affinché, per Sua intercessione, fossero brevemente riportati in vita per poterli battezzare. Dopodichè venivano degnamente sepolti in terra consacrata. Gli accompagnatori, genitori, parenti, amici, arrivavano reggendo una candela accesa. Il bambino veniva deposto sull’altare e massaggiato. Quando si potevano

Q

cendo la storia. Quelli che hanno strapazzato Monte ‘e Cave (o Monte ‘e Cava) in uno squallido, anticulturale, spelacchiato Monte Cavo. Nella biblioteca comunale c’è un libro intitolato COMMENTARII, autobiografia in latino di Enea Silvio Piccolomini (14051464), Papa Pio II, rifinito umanista, edificatore di Pienza. Raccontando di una sua salita al nostro monte lo indica “mons Cavarum”. Il traduttore lo rende Monte Cavo. Se avesse saputo di Acquafranoa avrebbe scritto Acqua fra di noi. Che stronzo!

constatare “segni” di vita come cambiamento del colore della pelle, apertura della bocca e degli occhi o altro, gli accompagnatori si ritenevano esauditi perché il bambino appunto aveva “dato dei segni”. Il parroco, o il sagrestano, fatto venire precipitosamente, poteva così battezzarlo. Dopo di che veniva sepolto in terra consacrata e la sua povera, piccola anima raggiungeva il Paradiso diventando uno dei Santi Angeli del Signore”. Terminò il suo racconto guardandomi intensamente negli occhi. Io non potevo più reggere

quella situazione e lo salutai. Mentre mi dirigevo alla macchina per allontanarmi, una volta per tutte, da quel paese mi sembrò di essere inseguito da tutti gli angeli del Paradiso che, saltandomi addosso a turno, ognuno mi gridava negli orecchi: “Josef Adam non ti ha raccontato una frottola! Adesso corri via e vai a raccontare questa storia ai tuoi amici!”. Così ho tentato di fare sperando che “i bambini dei segni” siano veramente tutti in Paradiso e che ridano alle nostre spalle di “uomini di poca fede!”. 16 nov. 2009

Il libro “I quindici racconti” di Gabriele Novelli

Abbiamo imparato ad apprezzare lo stile asciutto e arguto di “Noga” attraverso i racconti brevi pubblicati ogni mese sul nostro giornale. Ora per approfondire la conoscenza di quest’autore c’è un libro accattivante che nasconde dietro ogni storia un prezioso cofanetto contenente vite vissute, speranze, amarezze, ironie e gioie. Potrebbe essere un bel regalo per il prossimo Natale. Il libro può essere acquistato presso le seguenti attività commerciali di Rocca di Papa: edicola di piazza della Repubblica; edicola di piazza A. De Gasperi; cartolibreria “La cartaria”, Corso Costituente, 14.


SIPARIO APERTO Butinar al Teatro Civico per una serata ricca di risate

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Personaggid’autore

L’attore e comico romano porta in scena le sue “invenzioni”

Gianfranco Butinar con il “vero” Vasco Rossi

di Gaetano Casilli Serata all’insegna delle risate e del sano divertimento quella di domenica 13 dicembre al Teatro Civico di Rocca di Papa (ore 18.00), quando l’imitatore, cabarettista e comico romano Gianfranco Butinar presenterà il suo spettacoloshow “Santa voglia... di ridere”. Butinar, che tutti i suoi fans conoscono con il nome di “El Buti”, già eletto personaggio radiofonico romano nell’anno 2000-2001, ottenne un grande successo partecipando al programma di Radiodue “Rai dire gol”, ideato e condotto dalla Gialappa’s Band in occasione dei mondiali del 2002 e degli europei del 2008. Nel 2003 un altro successo per lui arrivò con la partecipazione

a “Rai dire Sanremo”. La sua attività teatrale è stata l’ennesimo exploit per il giovane imitatore, culminata nel 2008 con lo spettacolo di Gianni Ippoliti “Tutti i calci minuto per minuto”. Tanti i personaggi (oltre cento) presi di mira da Gianfranco Butinar: Vasco Rossi, Franco Califano, Renato Zero, Francesco Totti, Bruno Pizzul, Maria De Filippi, Maurizio Costanzo e tantissimi altri. Accanto a Butinar, come al solito, ci sarà il maestro Giandomenico Anellino che lo accompagnerà con la sua chitarra. A chi è rivolto lo spettacolo che si terrà a Rocca di Papa? Ovviamente a tutti i componenti della famiglia, a tutti quelli che amano il genere delle imitazioni, a tutti quelli che seguivano i suoi scherzi in radio (Radio Radio) con Claudio Moroni e le sue imitazioni con la Gialappa’s. A tutti quelli che dopo ogni imitazione di Gianfranco Butinar dicono “è uguale ahò!!!”. A tutti quelli che dopo che hanno visto un suo spettacolo si chiedono “ma come è possibile che non sta ancora in televisione?!”. Insomma, lo spettacolo è ri-

volto a t u t t i quelli che vogliono passare una ser a t a piena di risate. Butinar, oltre ad essere un bravissimo e completo artista, è anche una persona molto attenta al sociale. Recentemente ha infatti donato mille copie del suo ultimo libro, il terzo, (“Presente e Imperfetto”) alla popolazione abruzzese di Poggio Picenze colpita dal sisma. Da segnalare che questo libro contiene anche la poesia “Nun c’è tempo pe’ recuperà” dedicata ai nonni aquilani, premiata come migliore poesia dialettale fra le 192 in gara all’Auditorium di Roma. Che altro dire. E’ praticamente impossibile non lasciarsi andare di fronte allo stile e alla simpatia delle imitazioni del Buti. Buon divertimento.

Il cartellone del Teatro Civico Rocca di Papa

Via San Sebastiano, 20 - Tel. 06-9499340 - 347-6024928 - www.associazioneacs.it

“Santa voglia… di ridere”

Spettacolo comico di cabaret con la partecipazione di Giandomenico Anellino

DICEMBRE sabato 26 (ore 18.00) Ass. Cult. Mercuzio & Co. in

“Il piccolo principe”

con Francesca Tomassoni Regia di A. Caucci

DICEMBRE domenica 27 (ore 18.00) Associazione Aurora in

“Romeo e Giulietta”

TEATRO DELL’OROLOGIO ROMA “Sala Gassman” Via de’ Filippini 17/a

dal 1 al 20 DICEMBRE ‘09 da martedì a sabato ore 21.30 domenica ore 18.00

Alberto Querini in scena a Roma

Una scena dell’opera teatrale

Dall’1 al 20 dicembre 2009 al Teatro dell’Orologio va in scena “Non è una voglia X” di Gerolamo Alchieri e Roberto Favaroni, con Giulia Adami, Alessandro Catalucci e il nostro Alberto Querini (nostro in quanto attore roccheggiano e direttore artistico del Teatro Civico). Racconta la storia di Sara

Direttore Artistico: Alberto Querini

dal 13 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010

DICEMBRE domenica 13 (ore 18.00) Gianfranco Butinar in

il Segno - Dicembre 2009

GENNAIO domenica 10 Gianni Afola presenta

“I digiuni di Caterina da Siena”

di Dacia Maraini, con Barbara Amodio e Gianluigi Pizzetti Regia di Dacia Maraini

che, all’improvviso, sparisce lasciando un semplice post-it. Andrea, il suo compagno, è distrutto e dopo l’allontanamento della donna ha un rapporto sincero solo con Dario, il suo fisioterapista. L’opera parla di sentimenti, del significato del dolore e non è solo un semplice triangolo bensì un racconto della ricerca di se stessi e della propria identità, dei desideri e delle voglie che a volte nascondiamo anche a noi stessi.


INFORMAZIONI

192 Paesi parlano di clima

il Segno - Dicembre 2009

E’ l’ora della verità per la lotta al cambiamento climatico: dopo mesi e mesi di dichiarazioni, promesse, rivendicazioni e negoziati a rilento, migliaia di rappresentanti di 192 Paesi sono in riunione a Copenaghen per il vertice sotto l’egida Onu da cui dovrebbe emergere la strategia globale per fermare il riscaldamento del pianeta. Alla kermesse stanno partecipando un centinaio di Capi di Stato, un evento senza precedenti dai

tempi del Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992. Quattordici giorni per mettere il sigillo al giudizio della Storia di questa generazione: questo il titolo dell’editoriale che 56 quotidiani di 45 Paesi hanno pubblicato in occasione dell’apertura della Conferenza Internazionale sul clima nella capitale danese. La 15esima Conferenza dei partecipanti alla Convenzione Onu sul cambiamento climatico ha l’obiettivo dichiarato di

dare un seguito al Protocollo di Kyoto, il primo trattato giuridicamente vincolante sul clima in scadenza a fine 2012. L’obiettivo largamente condiviso del summit è limitare la crescita della temperatura del mondo a due gradi centigradi.

Scudo fiscale? Banca Etica risponde picche

Banca Etica non accetterà i capitali illecitamente occultati all’estero che dovessero rientrale in Italia con lo scudo fiscale. L’Istituto di credito per la finanza sostenibile, nato nel ‘99 per iniziativa di alcune associazioni del terzo settore, denuncia che il bisogno di fare cassa del governo non è una ragione valida per umiliare la legalità. “I principi della finanza etica” spiega il diret-

tore generale Mario Crosta “prevedono la piena tracciabilità del percorso del denaro e la sua provenienza lecita. Accettare capitali accumulati anche grazie al mancato rispetto delle leggi sarebbe una violazione del nostro Dna e un tradimento dei nostri clienti”. (alb.fior.) Tratto dal Venerdì di Repubblica, ottobre 2009

La mamma è sempre la mamma

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Bella definizione di “famiglia”

Ho sentito di recente la più bella definizione di famiglia. La si deve alla Corte di Cassazione che ha stabilito che è “famiglia” qualsiasi nucleo di persone tra le quali vi sia un rapporto di assistenza e solidarietà che si protrae per un apprezzabile periodo di tempo. Questo concetto di famiglia, che a me pare sano, carico di equilibrio e buon senso, non prende neppure in considerazione l’orientamento sessuale delle persone in questione. Dunque, due persone dello stesso sesso, anche non omosessuali, cioè per esempio legate solo da una stretta amicizia possono ritenersi una famiglia se si aiutano e si sostengono reciprocamente. Lo trovo fantastico, perché è quello che ho sempre creduto. Sono contenta che un organismo autorevole come la Suprema Corte lo abbia sancito in modo ufficiale. Monica G. Tratto da Viversani n. 46 del 13 novembre 2009

Sessualità e... chiacchiere da bar

Essere fedelissimi di un leder politico può far fare proposte ve- La sessualità di un’atleta sudafricana ai mondiali di Berlino e fatti di ramente eccessive. Il vice capo gruppo del Partito delle Libertà cronaca nostrana hanno riportato al centro dell’attenzione la questione al Consiglio Comunale di Roma, Marco Siclari, ha proposto di di situazioni ambigue relative alle identità sessuali, che non dipendono intitolare una strada della città a Rosa Bossi Berlusconi, la da scelte consapevoli, come sembrano credere la maggior parte dei commentatori da bar, ma dalla natura che decide all’atto della nascita. mamma del Presidente del Consiglio. “Questo vuole essere un riconoscimento non tanto alla mamma Gli ermafrotidi sono, per esempio, molto rari. Persone che posseggono di Silvio Berlusconi, ma a una persona semplice che grazie alla organi genitali sia maschili che femminili. Studiando attentamente ogni sua dedizione ha concorso a scrivere una pagina della nostra sto- caso si può intervenire chirurgicamente per asportare l’organo sessuale ria recente contribuendo alla decisione del figlio di scendere in in eccesso. Più frequenti i casi di pseudoermafrotidismo che comportano campo. Una scelta questa condivisa in 16 anni da milioni di cit- organi genitali ambigui: testicoli e pene troppo piccoli o clitoride molto tadini. La nostra città è la prima in Italia a voler ricordare in grande. Uomini senza peli o voce soave; donne con molti peli o voce modo ufficiale la signora Rosa. E’ fondamentale infatti che non troppo mascolina. Sono problemi presenti già a livello fetale dove una si perda il ricordo di quelle perdisfunzione porta ad avere troppi sone comuni che, con il loro ormoni maschili o femminili. Nel coraggioso contributo quoticaso della transesuallità si hanno diano, hanno determinato una invece gli organi genitali normali svolta del nostro paese”. ma gli interessati si vedono e si Prima di scendere non vorreste sentono appartenenti al sesso opconoscere chi ha selezionato posto. Anche in questo caso tutto questi politici per candidarli ad ha origine nel feto. Naturalmente amministrare la città eterna? da piccoli faticano a comprendere Già tremo al pensiero che il la loro identità sessuale, soffrono Partito delle Libertà di Rocca di gravi scompensi ormonali, dedi Papa possa proporre prima o vono essere aiutati psicologicapoi di intitolare una piazza mente e affrontare battaglie della nostra cittadina alla immani per farsi accettare. Capire mamma di Cesare Previti opche avrebbero bisogno di più compure, visto che il berlusconiprensione da parte di tutti non dosmo ormai impazza un po’ vrebbe essere difficile neppure per ovunque, che il Partito Demoquelli che in ogni occasione sono cratico proponga di intitolarla abituati ad esprimersi in modo alla mamma di qualche recente scurrile e soltanto offensivo nei sindaco nostrano. confronti di queste persone. di Ermanno Gatta il-sognatore.blogspot.com Tratto da Viversani

il T o c c o


RIFLETTORI Un’esperienza per comprendere le sensazioni dei non vedenti

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Quella luce... dentro La “cena al buio” per sensibilizzare il mondo dei “normali”

di Emanuela Trinca Vedere… nel buio. Leggendo questa frase, vi starete sicuramente chiedendo come sia possibile vedere nel buio. Eppure vi dico che lo è! Ogni essere umano è dotato di un apparato sensoriale composto da cinque sensi, tra i quali la vista. Provate, solo per qualche momento, a fare a meno degli occhi…dopo di che, provate a fare qualche passo… noterete che, automaticamente, verranno messi in allarme i quattro sensi restanti che cercheranno di compensare la mancanza di “luce”. Alla maggior parte di noi, in una situazione di buio completo, la prima cosa che viene in mente di fare è di portare le mani avanti, quindi il tatto, ad esplorare l’ambiente che ci circonda, evitando per quanto possibile gli ostacoli e sostituire in questo modo la mancanza di visione naturale. Nel caso in cui non fossimo da soli, cercheremmo di seguire il suono della voce, quindi l’udito, per farci strada e raggiungere il punto della sua provenienza. La paura del buio, innata in ogni essere umano, quasi sempre provoca uno stato di ansia e panico e la prima reazione a questo stato ci porta, inevitabilmente, ad alzare il tono della voce. Per chi si trova ad affrontare la vita nella completa oscurità, questa reazione può risultare controproducente, in quanto

disorienta e confonde. Con la speranza di aver risvegliato anche la vostra curiosità, vorrei proporvi di provare ad immaginare di sedervi a tavola bendati o a luce spenta prima di consumare un pasto. Questa è stata l’esperienza più interessante e curiosa che io, insieme ad altri giovani, abbia mai fatto; anche perché non capita tutti i giorni di sedersi a tavola completamente al buio. Seguendo minuziosamente le istruzioni di non vedenti, impartite con voce calma e distesa, siamo stati guidati nel loro mondo senza luce; invitati a gustare i cibi usufruendo soltanto del loro sapore del loro odore. E’ proprio il gusto e l’olfatto che hanno caratterizzato la serata… questo potrebbe risultare ovvio, trattandosi di una cena, ma vi assicuro che non lo è affatto! Mancando il riferimento visivo, spesso ci siamo trovati in difficoltà ad individuare, con i restanti sensi, quello che stavamo mangiando. I sapori e gli odori, esplorati al buio, sembravano più intensi, tanto da confonderci. Il disorientamento è divenuto quasi panico quando ci è stato chiesto di capire, attraverso una breve degustazione, quale fosse il vino che stavamo bevendo. Tutti eravamo convinti di bere un vino rosso che, con grande sorpresa, si è rivelato l’esatto contrario: era un vino classico dei nostri

territori, che tutti, almeno una volta, avevamo avuto il piacere di bere; ma nonostante ne conoscessimo già il sapore, al buio, non siamo riusciti a capire che il vino in questione fosse una Romanella Bianca! Durante la cena è stato possibile anche soddisfare quelle piccole curiosità che noi “vedenti” abbiamo nei confronti di chi è costretto al buio da una malattia o dalla nascita e che non può, sicuramente, conoscere il mondo come lo conosciamo noi. Le domande più frequenti sono state: “come sognano i non vedenti? Come si innamorano? Come riconoscono i colori?”. Per sognare, per innamorarci, per scegliere il nostro colore preferito, il riferimento visivo è importante: noi sogniamo le cose che vediamo, le persone che conosciamo; sogniamo le cose o le persone per come sono nella realtà, nella loro forma e nel colore. I non

il Segno - Dicembre 2009

vedenti, quando sognano una persona, per esempio, sognano il suono della sua voce, riconoscono la persona dalla voce, come quando la incontrano per strada passeggiando. Come si innamorano? In questo caso i sensi giocano un ruolo fondamentale: si possono innamorare di una persona che ha modi gentili e garbati, o semplicemente ascoltando il timbro di voce, se è profondo e dolce… e del resto non è quello che facciamo anche noi? Anche noi possiamo innamorarci di una persona soltanto perché ha modi che a noi fanno piacere… anche se non fosse molto bella a vedersi. E i colori? Come riconoscono i colori? Per chi è cieco dalla nascita i colori sono e resteranno un mistero; per questo si affidano a chi è in grado di distinguerli, a chi, e questo per tutti, prendendolo per mano gli indica la strada; a chi, accompagnandolo, gli dà la possibilità di socializzare; a chi si sostituisce ai loro occhi; a chi lo libera dalla prigionia della casa. Tra questi ci sono tutti i ragazzi e le ragazze del servizio civile: quell’Estraneo di Fiducia a cui i non vedenti si affidano nel loro vivere quotidiano. La “Cena al Buio” (evento organizzato dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), è stato solo un momento in cui, a noi volontari, ci è stata concessa la possibilità di sensibilizzare il nostro pensiero alla condizione del “non vedente”. Un’occasione unica per riuscire a capire, provandolo su noi stessi, come la persona non vedente affronta quella che è la sua vita senza luce. La costrizione al buio è, e adesso posso affermarlo con convinzione, una condizione a cui l’uomo può, con fiducia e coraggio, abituarsi.

L’intervento di Don Franco all’articolo di Daniela Di Rosa del numero scorso

“Gesù in Croce è stare dalla parte degli ultimi”

Cara Daniela, non intervengo sul senso del tuo articolo, quando te la prendi con le persone che, per difendere il Crocifisso nei luoghi pubblici, diventano aggressive oltre misura. Intervengo solo per precisare che non è la fede la droga dei poveri, casomai la religione lo può essere, che avendo, nella sua radice religio, il valore di legare Dio a noi, lo lega alle nostre insufficienze, alla nostra visione corta, quindi lo condizioniamo ai nostri idoli di potere, di superficialità, rinnegando i valori più profondi di umanità, in cui deve prevalere l’Amore per tutti gli uomini. Dio così è mistificato più che servito. Dio ha bisogno di noi per creare con noi una umanità diversa, per questo Lui vuole l’assolutizzazione dei valori umani della persona. Quello che è stato in sostanza la missione del Figlio di Dio, venuto sulla

Terra a salvarci dal nostro egoismo, dal male che noi possiamo fare. Per cui il Mistero del Crocifisso è proprio il contrario di un Dio che si lega alla disumanità dell’uomo che fa della religione un senso di potere. Il Crocifisso è un Dio debole, impotente (scandalo per i Giudei che erano religiosissimi, ma non ebbero fede in Lui, follia per i Greci, e per chi usa solo la ragione) avvilito e schiacciato come un verme sulla Croce. Lui condivide la croce con tutta la sorte dei poveri della Terra e ci chiede di farlo anche noi per riscattare tale sorte, dandoci motivo di speranza, perché è Dio. E’ un Dio, il Dio della Fede, che sta dalla parte dei poveri, dei crocifissi della storia, che in ogni tempo sono sempre tanti, troppi (per questo nell’intervista che mi avete fatto sul Segno io ho detto che saranno i poveri la sola salvezza di questa umanità). Il Croci-

fisso è proprio questo segno di contraddizione che tutti gli uomini, di ogni religione, di ogni fede si potrebbe dire, anche l’ateo ne ha bisogno, lo dobbiamo avere davanti per ricordarci che dobbiamo stare dalla parte degli ultimi se vogliamo essere religiosi, nella semplicità del cuore. “Imparate che sono mite ed umile di cuore”. Tanto umile da dare tutto se stesso sulla Croce. Un segno di Dio sconcertante che anche i cristiani, facendosi superiori all’uomo invece di servirlo, dimenticano nella sua sostanza, lo tradiscono pur dicendosi religiosi. Per questo è bene che resti nei luoghi pubblici per un monito a tutti noi, sempre infedeli rispetto al suo richiamo all’Amore per tutti gli uomini. Te l’ho voluto scrivere per la fedeltà alla vecchia amicizia con te. Don Franco di Capodarco


RIFLETTORI

il Segno - Dicembre 2009

di Daniela Di Rosa

Un “difficile” anno passato insieme ai cani

L’ anno stà per terminare ed è tempo di fare bilanci. Fra tante note negative voglio parlare di qualcosa che a me e a tanti cittadini stà molto a cuore e che finalmente ha risvolti positivi, grazie alle volontarie, ai volontari e al Comune di Rocca di Papa. Finalmente si è compreso che il randagismo è un problema serio e va risolto con una costante prevenzione, sterilizzazione e affidamento. Da un paio di anni il Comune collabora con le animaliste di “Arcipelago 2000” presenti sul territorio e il numero dei randagi è notevolmente diminuito e tenuto sotto costante controllo. Certo, il nostro territorio è vasto, i casi di abbandono sono ancora tanti, troppi, ci sarebbe bisogno di corsi nelle scuole per insegnare ai bambini il rispetto per gli ani-

mali, ci vorrebbe qualche prete coraggioso che dal pulpito parlasse ai fedeli di San Francesco e del suo amore per tutte le creature, ci vorrebbe che i cittadini tendessero una mano ai volontari, con croccantini, medicinali, pane, ecc. Oggi voglio parlarvi di loro (dei volontari) e ringraziarli per quello che fanno. Prima di tutto devo dire che l’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non riconoscere il volontariato per gli animali e di conseguenza è tutto a spese nostre: cure, mantenimento e pensioni. Ci tengo a precisarlo perchè molti sono convinti che riceviamo dei soldi dal Comune, abbiamo solo delle convenzioni coi veterinari per sterilizzare. Se troviamo un cane ferito ci sono due soluzioni: o lo mandiamo al canile sanitario op-

pure affrontiamo noi le spese; idem se un cane è malato o se trov i a m o cucciolate bisognose di vaccini, vermifughi e antiparassitari. Vi garantisco che non c’è un giorno che non si deve correre per prestare il nostro aiuto a qualche bestiola indifesa. Solo poche settimane fa una bella maremmana è scivolata dalla Fortezza (la parte più alta di Rocca di Papa) e si è ferita ad una zampa rimanendo incastrata tra la rete. Sono arrivati i pompieri e grazie alla vigilessa Barbara la cagnetta non è stata portata al canile ma affidata alla sottoscritta. Ora è curata, sterilizzata e attende un padrone. E’ una lotta che sembra non finire mai, ognuna di noi ha famiglia, figli, marito, lavoro, i propri cani e gatti eppure cerchiamo di fare il possibile e qualche volta anche l’impossibile! Sono tante le persone che vorrei ringraziare a cominciare da Antonio

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Vasselli (venuto a mancare recentemente), a Elisa e Gianluca che con la loro associazione “Snoopy” accolgono, curano e nutrono circa settanta cani. Per proseguire con Sonia (la madre Laura e il padre Renzo coinvolti loro malgrado), Daniela, Gianfranco, Claudia, Francesca, Paola, Silvana e Annamaria. A tutti gli amici degli animali buone feste e buon anno. P.S. Chiunque voglia sostenerci con croccantini e scatole di bocconcini può venirci a trovare in Via Campi d’Annibale n. 157 a Rocca di Papa.

Lettere, Proposte, Proteste e Reclami ilpiccolosegno@tiscali.it

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

A MONTE CAVO UN BRUTTO SABATO Mi sono recato di recente, visti i vostri numerosi articoli, sulla cima del monte Cavo, non essendo potuto venire alla manifestazione da voi indetta a novembre. Così, da solo, un sabato mi sono avviato con la mia vecchia automobile. L’ultima volta che avevo fatto la strada a pagamento era nel lontano 1973 o forse ‘75. Arrivato alla cima mi sono sentito mancare. Non potevo immaginare che la situazione fosse così disastrata e disastrosa. Non è solo per le antenne ma anche per le condizioni di quello che

ricordavo come un moderno e accogliente albergo. I primi a dover rendere conto di tutto ciò sono i nostri cari politici che o non hanno visto niente o hanno fatto finta di non vedere niente per tutti questi anni. Ho passato uno dei sabati più brutti dell’anno che sta finando. Vi ringrazio per le informazioni che mi date in ogni numero. Franco Gatta

VALLE FOCICCHIA... ANCORA NIENTE Abito in via di Valle Focicchia a Rocca di Papa. Vorrei segnalare le condizioni di questa

strada che sembra abbandonata senza che nessuno se ne occupi. Sul numero di ottobre del giornale “il piccolo Segno” ho letto la lettera di un altro residente di questa strada che segnalava la stessa cosa. Purtroppo non è accaduto nulla. Abbandonata era e abbandonata è restata. Perchè non si è intervenuti almeno a pulirla? Non ce la facciamo più. Spero che quest’altro appello serva a qualcosa. Raffaele Mondello COSTRETTO A RUBARE “IL SEGNO” Sono interessato a ricevere il

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vostro giornale a casa, perchè ogni mese mi trovo a girare in vari negozi di Rocca di Papa dove mi dicono che è già finito. L’ultima volta ho dovuto “rubarlo” furtivamente dentro uno studio medico, che aveva un’unica copia. Come posso fare per riceverlo? Lettera firmata Gentile lettore, affinchè lei non sia più costretto a “rubare” il nostro (il suo) giornale, saremo noi a provvedere a portarglielo ogni mese presso l’indirizzo che ci ha indicato nella lettera. Grazie e continui a seguirci.

La vetrin a delle oc c asioon i

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Ultima pagina

il Segno dei tempi il Segno - Dicembre 2009

nei disegni del Maestro Franco Carfagna

La chiesetta di “Valle Però”

letta, e lì ci si poteva fermare per dire una preghiera. Si partiva dal Carpino perché lì c’erano le ultime case del paese. Di solito ci si avviava all’alba e, incamminandosi, con l’arrivo del giorno si potevano vedere gli orti di “Valle Cello”, “Valle Però”, delle “Folegara”, dei “Bancacci”, fino ad arrivare dai “Capranicotti” (Vivaro) così chiamati in modo amichevole dai rocchiciani. Tornando alla nostra chiesetta, prima della seconda guerra mondiale era molto piccola e subì i danni dei bombardamenti. Nel 1959, grazie alla sensibilità dell’allora Sindaco Carlo Ticconi e dei contributi versati dai proprietari degli orti comunali, venne ricostruita. Il lavoro venne realizzato da un buon muratore di Rocca (di cui però ci sfugge il nome) che utilizzò i sassi locali di pietra sperone estratti dalla vicina cava della “Capanna bruciata”. All’interno della

il Segno

chiesetta venne poi collocata una statuina della Madonna di Lourdes. L’entrata della cappelletta venne abbellita infine da un bel cancello in ferro battuto. Ancora oggi la chiesetta è curata da volontari che periodicamente la puliscono.

PICCOLO

Il disegno del maestro Carfagna è dedicato a una piccola cappelletta. Se dal disegno non avete capito dove si trova seguite quest’itinerario, partendo dal “Carpino” (poi capirete perché proprio da qui). Salendo verso i Campi d’Annibale (passando per i “Peschi”), centro metri prima del centro anziani c’è una curva che molti anni fa era un vero e proprio pantano con una serie di fossette scavate nel lapillo. Queste pozze d’acqua erano la gioia dei bambini di allora che, dopo una pioggia, gridavano: “jamo ai Peschi a pescà coll’acqua!”. Superata la curva si arrivava alle cosiddette “Prata tristi”, dove oggi c’è la scuola elementare e le case popolari. A quei tempi non c’erano case ma solo un forte vento. Proseguendo, dove ora c’è una piccola rotatoria c’era un fontanile dove i contadini potevano riempire la “copella” (una piccola botticella da 10 litri) e l’asino abbeverarsi (la “broverata”). Andando avanti verso sinistra (attuale via Rocca Priora) si arrivava al Pantanello per poi prendere una salita abbastanza dura fino alla località chiamata “viecchiariellu”(di questo luogo e di questo termine ne ha scritto in un suo libro Alberto Tenerelli), per poi scendere vorticosamente. All’improvviso si arriva a una piccola chiesetta. Ai tempi andati il percorso che abbiamo descritto faceva molta paura, essendo completamente buio e non esistendo nessuna casa. La prima costruzione che si incontrava era proprio questa cappel-

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