Giacomo Balla (Torino 1871 - Roma 1958) "Forze pessimiste e ottimiste" 1922 circa tempera su carta applicata su cartone cm 39x58,5 Firmato BALLA FUTURISTA in basso a sinistra Provenienza Galerie Münsterberg, Basilea Erna & Curt Burgauer, Zurigo (1947) Christie's Londra, 1986 ("Pessimismo e ottimismo") Collezione privata, Treviso
[...]Questa straordinaria tempera ci dà un esempio fresco, immediato e tangibile, di come una sensazione psicologica astratta (rabbia, pessimismo, gioia o dolore …) oppure percepibile solo attraverso i sensi (odorato, tatto, vista, udito, sapore) possa per Balla diventare forma plastica pura immediatamente percepibile per analogia nel suo vero e voluto significato.[...] Paolo Baldacci
Bibliografia W. Rotsle, C. Burgauer "Das lebenslangliche Interview" St. Gallen, 1970, n. 33 ill. Opera accompagnata da certificato di autenticità su fotografia rilasciato da Elena Gigli, Roma, in data 23 ottobre 2020, con il n. 974 € 30.000 - 40.000
Giacomo Balla, Pessimismo ottimismo, 1923 Galleria Nazionale, Roma 30
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STORIA E VARIANTI DEL TEMA PESSIMISMO / OTTIMISMO La scorsa estate, dovendo studiare un dipinto a olio del 1923 dedicato al tema del “Pessimismo”, ho passato due pomeriggi a sfogliare lo straordinario archivio di immagini di opere di Balla, cronologicamente
ordinate,
raccolto
da Elena Gigli negli ultimi vent’anni.
1). Balla, Forze pessimiste e ottimiste, 1918
Il pregio di questa raccolta è che essa consente di seguire passo per passo la nascita e lo sviluppo delle idee di un artista grandissimo e ancora sottovalutato, conosciuto e apprezzato soprattutto per la sua prima fase futurista, fino al 1914-15, e non per il periodo originalissimo che potremmo definire del suo “protosurrealismo” che va dal 1916 al 1925. Questa straordinaria tempera ci dà un esempio fresco, immediato e tangibile, di come una sensazione psicologica astratta (rabbia, pessimismo, gioia o dolore …) oppure percepibile solo attraverso i sensi
2) Balla, Varianti sviluppo di Forze pessimiste e ottimiste (a)
(odorato, tatto, vista, udito, sapore) possa per Balla diventare forma plastica pura immediatamente percepibile per analogia nel suo vero e voluto significato. Essa si colloca negli anni tra il 1916 e il 1924, nei quali l’artista trattò sia i temi delle “sensazioni ed energie” sia quelli legati all’ “arte-azione futurista”, e più in particolare nel quadriennio 1918-1923, quando i due temi si unirono nei dipinti dedicati allo sviluppo del dualismo dialettico psichico tra Pessimismo e ottimismo, la cui redazione pittorica finale (fine 1923, cm. 115x175) si trova alla Galleria Nazionale d’Arte 2) Balla, Varianti sviluppo di Forze pessimiste e ottimiste (b) 32
Moderna di Roma.
Dopo le prime avvisaglie in opere capitali del 1916 come Corazzata + velo di vedova (detto anche Velo di vedova + paesaggio), con le serie (1917-1918) del “colpo di fucile” e delle “forze di paesaggio + sensazioni”, Balla sperimenta una sua personale forma di surrealismo ante litteram dipingendo le sintesi pittoriche delle linee di un paesaggio modificate
dalle
2) Balla, Varianti sviluppo di Forze pessimiste e ottimiste (c)
sensazioni
asoggettive che potevano essere prodotte da uno sparo (colpo di fucile / rumore), da un profumo di fiori, oppure dal colore e dalla foggia di un oggetto, come le maioliche o le lacche giapponesi. Dal 4 al 31 ottobre del 1918 questi esperimenti vennero raccolti ed esposti nella mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia a Roma: 37 opere tra oli, tempere e disegni, più 3 progetti di lampade/lanterne. Al n. 34 di catalogo figurava un olio su tela (cm. 81 x 116) intitolato Forze pessimiste e ottimiste, recentemente identificato da Elena Gigli, nel quale l’elemento dinamico attivo insito nell’azionismo futurista viene interpretato come un contrasto di forze/stati d’animo pessimiste e ottimiste e formalmente tradotto in una contrapposizione di forme solide grigie nere e bianche, opposte a forme curvilinee a losanghe colorate tra i toni del marrone, bianco e violetto. Una composizione ancora non del tutto risolta, in quanto non rende in pieno la sensazione di un forte e decisivo contrasto. A questa composizione a olio del 1918 sono collegabili tre sviluppi e varianti su carta del medesimo tema documentati nell’archivio Gigli: due sono acquerelli su cartolina postale senza data (cm. 9 x 18 e cm. 10,5 x 17) provenienti il primo dagli eredi Sironi dal lascito di un donatore ignoto alla 3). Balla, Costume metallico per Ballo Meccanico, 1922, Lista n. 747 (con data errata)
Biblioteca del Senato di Roma. La terza è invece la tempera oggetto 33
di questa scheda. Non è facile datare con precisione queste varianti (fig. 2, a.b.c.), alle quali daremo sempre lo stesso titolo di Forze pessimiste e ottimiste, e che vanno comunque situate tra la fine del 1918 e l’inizio del 1922. La parte destra (ottimismo) differisce nettamente dall’olio del 1918, ma rimane sostanzialmente simile, sui toni dell’azzurro e del blu, nelle due cartoline e nella tempera, 4). Balla, Fluidità pessimismo-ottimismo, 1948 c., matite colorate su cartoncino (Lista n. 745, con data errata)
mentre la parte sinistra (pessimismo) subisce drastiche variazioni sperimentali in cerca di una sistemazione definitiva.
Un aiuto per la datazione ci viene dal sapere che tra il 1921 e il 1922 Balla seguì, a stretto contatto col giovane Vinicio Paladini, il progetto di Ballo Meccanico Futurista, ideato da Ivo Pannaggi e da Paladini stesso, che andò in scena alla Casa d’Arte Bragaglia nel giugno del 1922. A questo Ballo Meccanico Futurista va collegato il disegno Costume metallico per Ballo Meccanico, pubblicato nel 1927 sulla rivista francese “Comœdia” e sicuramente attribuibile alla prima metà del 1922 (Lista 1982 n. 747, con data errata). Con questo progetto di costume metallico, le forme geometriche, già irte di angoli acuti, assumono l’aspetto di un pupazzo umanoide e aggressivo che, sia pure in forma più astratta, rimarrà caratteristico del tema “pessimismo” nelle versioni finali di questo soggetto. Che la soluzione compositiva finale del soggetto centrato sullo scontro tra pessimismo e ottimismo abbia un’origine scenico/ teatrale – anche se non realizzata – è dimostrato dal fatto che Balla, molti anni più tardi, nel secondo dopoguerra, in una serie di cartoncini di cm 32 x 42 disegnati a matita che raggruppavano i suoi temi più famosi, per rappresentare lo scontro di pessimismo e ottimismo riprese il tema dell’uomo meccanico irto di aculei in lotta con forme morbide e aeree. Quello scontro restava infatti per lui legato ad un’azione scenica (vedi Lista 745). Il passo successivo avviene tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923, parzialmente 34
5). Balla, Pessimismo contro ottimismo, olio su carta, inizio 1923
riprendendo la soluzione del 1918, con l’idea definitiva che accoppia, in un’unica composizione verticale, il Pessimismo, simile a un personaggio irto di aculei neri, e l’Ottimismo in forme tondeggianti azzurre e bianche (olio su carta cm. 65 x 54, firmato e datato 1923, collezione Sam e Ayala Zacks, Toronto, Archivi del Futurismo n. 363; archivio Gigli n. 10). In base a quanto esposto finora la tempera oggetto di questa scheda (Forze pessimiste e ottimiste, c) va datata alla prima metà del 1922, si lega strettamente all’esperienza del Ballo Meccanico Futurista di Pannaggi e Paladini e rivela anche precise connessioni con il coevo lavoro di Fortunato Depero. Non può infatti sfuggire a un attento osservatore che in questa tempera la parte centrale dell’elemento “pessimismo”, echeggia sia le “forme rumore” dello stesso Balla come si presentano in Forme rumore di motocicletta (1913-14) e nelle relative catene di trasmissione dentate, sia i vari fiori di ghiaccio o i solidi puntuti e dentati di Depero del 191516, sia infine qualche suo pupazzo di tipo cinesoide, soprattutto
6) Balla, Forze pessimiste e ottimiste, c (particolare)
nella figura antropomorfa che sembra portare un gonna azzurra e un cappello di foggia stellata. Come nella cartolina della Biblioteca del Senato e nel Costume metallico di figura 3, le Forze pessimiste sono infatti quasi completamente personalizzate: mentre l’Ottimismo permea placidamente lo spazio, il Pessimismo non può infatti prescindere dalla contrapposizione con un nemico ideale, da un’aggressività concreta con un preciso obiettivo, indicato non solo dagli aculei, ma anche, e forse inconsciamente, dalla forma a freccia diretta verso l’alto. Dopo lo studio su carta della collezione Zaks, gli esemplari successivi sono tre oli su tela, due dei quali, realizzati su due tele diverse, una dedicata al “pessimismo” e l’altra all’ “ottimismo”, hanno lo scopo di sviluppare la composizione in senso orizzontale.
L’opera
conclusiva,
realizzata verso la fine del 1923, è un olio di cm. 115 x 176, conservato alla Balla, Pessimismo ottimismo, 1923
Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Paolo Baldacci 35