Tratti, autoritratti e identitĂ PARTE 1 - IL SEGNO A cura della dott.ssa Sara Zugni
Tratti, autoritratti e identità
1 IL SEGNO 2 LABORATORIO -> SEGNO E SIMBOLO 3 L’ AUTORITRATTO 4 LABORATORIO -> ATLANTI ANATOMICI 5 IDENTITA’ E ARTE - laboratorio
IL PROGRAMMA
PerchĂŠ Segno e Autoritratto?
Sono tra gli strumenti piĂš efficaci che la pittura ci mette a disposizione per comprendere a fondo e raccontare chi siamo
L’incontro di questa sera : IL SEGNO 1 Cosa è il segno? 2 Espressionismo astratto: Kline 3 L’informale: Hartung 4 Graffitismo: Haring e Basquiat 5 Una curiosità fotografica: la serie VI di Brassai
IL SEGNO
Il segno può essere considerato come l’unità minima della raffigurazione artistica. Nel linguaggio visivo, chiamiamo segno qualunque traccia (una linea, una macchia di colore su una tela, un’incisione su una pietra), prodotta consapevolmente per esprimere e comunicare un certo significato.
Conserva in foma duratura la natura dinamica di un gesto, ne è la traccia visiva
Il segno=> anello invisibile di una catena dinamica di più elementi e situazioni: -la realtà che ci circonda, -la posizione del corpo, -la tensione muscolare ed emotiva, -la pressione dello strumento, -la qualità del supporto, -l’intenzione, -la concentrazione.
In arte si può parlare anche: di segni essenziali quando con pochi ma fondamentali segni viene realizzata un’immagine.
Di tracce segniche quando i segni vengono tracciati su un supporto quasi come fossero le impronte di un gesto.
Di segno materico quando il segno che tracciamo presenta la consistenza o il rilievo che hanno le varie paste di colore o i materiali usati.
Di segno per schematizzare quando vediamo che un segno ha prodotto una forma in modo schematico.
Primi segni
Uomini primitivi tracciavano dei segni dentro le caverne ove abitavano con degli strumenti fatti di ossa e pietre ben appuntite-> Arte rupestre Grotte di Lascaux
Il segno diventa autonomo
Il segno acquista un’autonomia espressiva a partire dalle esperienze astratte
Astrattismo Polo lirico Paul Klee
Dapprima innalzatosi dal grigiore della notte / poi pesante a prezioso/e reso forte dal fuoco/ di sera pervaso da Dio e curvato. / Infine etereo avvolto di blu/ si libra su campi innevati, / verso cieli stellati�
Dadaismo
Dadaismo
Surrealismo Automatismo assoluto - automatismo simbolico
Mirò
Masson
Max Ernst
Max Ernst
Peggy Guggenheim artisti esposti in galleria diventeranno i pionieri dell'Espressionismo Astratto americano, ispirato per larga parte al Surrealismo, conosciuto proprio grazie alla sua galleria.
I nuovi artisti dell’avanguardia americana si avvicinano alla galleria, Pollock e gli altri artisti piÚ innovativi diventeranno i pionieri dell'Espressionismo Astratto americano, ispirato per larga parte al Surrealismo automatismo- gesto libero.
Espressionimo Astratto
J. Pollock •
Dipinti creati per toccare gli osservatori nel profondo del loro subconscio
•
sgocciolare il colore sulle tele, spesso danzandoci intorno e lasciando semplicemente cadere il colore dove il subconscio mentale vuole, quindi lasciando che la parte inconscia della psiche si esprima.
IL SEGNO E L’INCONSCIO I dipinti degli Action Artist non volevano ritrarre nessun oggetto qualunque, ma venivano creati per toccare gli osservatori nel profondo del loro subconscio. Questo venne realizzato dall'Artista dipingendo inconsciamente.
Espressionismo Astratto in USA
Action Painting -> Pollock, De Kooning, Kline Color Field -> Rothko, Newman, Reinhardt Scuola del Pacifico-> Tobey, Francis
COLOR FIELD MARK ROTHKO Scompare il segno dettato dall’impulsività, che contraddistingue le opere di Pollock e De Kooning
Newman
Reinhardt
Scuola del Pacifico Tobey
Scuola del Pacifico -> Francis
Espressionismo Astratto in USA
Action Painting -> Pollock, De Kooning, Kline Color Field -> Rothko, Newman, Reinhardt Scuola del Pacifico-> Tobey, Francis
FRANZ KLINE
Willem de Kooning
FRANZ KLINE … un disegno nero… delineato da grandi pennellate nere che sradicano ogni immagine e si espandono in entità a sé stanti, non relazionate ad alcuna altra entità se non quella della loro stessa esistenza.
• I suoi lavori in bianco e nero hanno e una notevole somiglianza con la calligrafia cinese, anche se l'artista ha sempre negato ogni derivazione da essa. -> il tema della scrittura come sistema di segni lo approfondiremo nella seconda parte del laboratorio di giovedÏ prossimo.
FRANZ KLINE •
Esprimono l’impeto e la tensione della vita moderna
"un'espansiva trama di forze, sospese di fronte alla superficie passiva della tela".
L’Informale Ha cominciato a diffondersi verso la metà degli anni '40, partendo dalla Francia, poi Italia, Spagna, Germania, Austria, Belgio, fino a trasformarsi nella tendenza dominante degli anni '50. Il termine venne coniato attorno al 1950 dal critico francese Michel TapiÊ, nel tentativo di unificare varie tendenze espressive del tempo, che sembravano scaturire da un comune stato d'animo esistenziale.
L’INFORME PER DESCRIVERE IL CAOS DEL MONDO
Seconda Guerra Mondiale Bomba atomica Totale rifiuto della realtà e della forma
Dagli Usa all’Europa: l’informale INFORMALE SEGNICO
INFORMALE MATERICO
WOLS
BURRI
HARTUNG
FAUTRIER
MATHIEU
DUBUFFET
VEDOVA
TAPIES
Wols
Mathieu
Vedova
Hans Hartung
Il segno è tutto, può tutto, esprime la pulsazione vitale dell'universo "in una linea morbida o flessibile, curva e fiera, rigida o possente, in una macchia di colore stridente, gioioso o sinistro�.
Dagli anni Sessanta l'artista moltiplica la sua produzione sperimentando nuovi materiali, e nuovi metodi; utilizza, acrilici, vinilici, dipinge con pistole a spruzzo, spugne, mentre le dimensioni dei suoi quadri diventano monumentali.
Nel 1973 costruisce, da un suo progetto, la straordinaria casa e gli studi di Antibes, al centro di due ettari di oliveto, dove vi trascorse il resto della vita.
Negli ultimi giorni di vita, provato da un lungo periodo di immobilitĂ , Hans Hartung sentĂŹ nuovamente l'euforico desiderio di creare, la volontĂ di tradurre in segno l'energia che lo pervadeva.
Il graffitismo Keith Haring rappresenta, insieme a Jean-Michel Basquiat, il punto piĂš alto raggiunto dal fenomeno statunitense noto come Graffiti Art.
Keith Haring La generazione di Keith Haring era cresciutai avendo come unico orizzonte muri e palizzate pronti a ospitare il richiamo vistoso, roboante della pubblicità ; ill loro nuovo habitat, come una seconda natura, era dato ormai dalla dimensione dell’underground, era la città .
Keith Haring I coloratissimi graffiti di Haring sono popolati da ambigui personaggi infantilmente stilizzati, sorta di elementari omuncoli che egli definisce “radiant boys�, in quanto circondati sempre da una fumettistica aureola di raggi luminosi.
La metafora, però, non è mai scherzosa. In quegli esseri metamorfici, infatti, coesistono sia la primitiva immediatezza dei graffiti preistorici, sia le complesse paranoie dell'uomo contemporaneo, le stesse che Munch seppe esprimere per primo nel suo disperato Grido
Haring consacrò definitivamente il proprio talento nell'aprile del 1986 con l'inaugurazione a SoHo del Pop Shop; si tratta di un punto vendita di gadget e magliette ritraenti le sue opere, cosÏ da mettere il proprio operato a disposizione di tutti.
L'ultima opera pubblica che eseguì fu Tuttomondo, sulla parete esterna del convento di Sant'Antonio a Pisa; si tratta dell'ultimo inno alla vita di Haring, e di uno dei «progetti più importanti che [...] abbia mai fatto». Malgrado la salute declinante, Haring fondò la Keith Haring Foundation, che si propone tutt'oggi di continuare la sua opera di supporto alle organizzazioni a favore dei bambini e della lotta contro l'AIDS.
Keith Haring, infine, morĂŹ il 16 febbraio 1990 a New York a causa delle complicanze legate all'AIDS: aveva solo trentun anni.
Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi: l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare
Jean-Michel Basquiat nasce a Brooklyn il 22 dicembre del 1960 da padre haitiano e da madre statunitense di origine portoricana
Cartoline ed emancipazione
Night life 1980
La prima mostra personale avviene nel maggio del 1981 a Modena, nella galleria d'arte Emilio Mazzoli. Nel marzo del 1982 riscuote grande successo nella personale di New York, nella galleria d'arte di Annina Nosei.
immagini rozze, infantili, facendo riferimento alla Art Brut di Jean Dubuffet. L'elemento che contraddistingue l'arte di Basquiat è essenzialmente l'utilizzo delle parole, inserite nei suoi dipinti come parte integrante, ma anche come sfondo, cancellate, a volte anche per attrarre l'attenzione dello spettatore.
Verso la fine il New York Times definisce Basquiat "la mascotte di Warhol": questo fatto, unito all'eccesso nell'uso delle droghe e alla sua progressiva tossicodipendenza da eroina che Warhol non riesce ad arrestare, porta Basquiat a soffrire di frequenti disturbi psichici. L’abuso di stupefacenti lo porterà alla morte che giunge il 12 agosto 1988
Curiosità fotografica : Brassai e la serie VI la sua attenzione fotografica nei confronti della città diventò assoluta. Amò Parigi di notte o sotto la pioggia, le ville, i giardini, il lungosenna e le stradine senza tempo dei quartieri antichi. Nel 1933 pubblicò il suo primo libro di fotografie, "Paris de nuit", che riscosse un grande successo, soprattutto nell'ambiente artistico. Henry Miller lo soprannominò "l'occhio di Parigi".
Brassai e la serie VI L’amour graffiti Raccoglie 25 anni di scatti fotografici graffiti spontanei lasciati sui muri della città , una forma d'arte a metà tra l'arte di strada, i disegni dei bambini e degli outsider.
Ciò che affascina Brassai è il gesto spontaneo dell'uomo moderno che disegna per riappropriarsi della città industriale un pò come gli uomini di Lascaux facevano per esorcizzare la paura della natura. E’ una ricerca antropologica sul primitivo. Trasmettono una strana energia vitale, uno spirito ludico e allo stesso tempo una visione violenta e magica del mondo."
Settimana prossima Laboratorio!