iMAG#2 (October 2011)

Page 1

iMAG #2 fotografia, grafica, immagine, arte.


iMAG

magazine di fotografia, grafica, immagine, arte. scaricabile gratuitamente su www.imag-magazine.com ideato e realizzato da andrea palla

in copertina Fotografia di Angelo Cruciano. Trovate le sue foto tratte dalla serie “A certain shade of blue” a pagina 22.

impaginato con adobe InDesign CS5

#2 - ottobre 2011 hanno collaborato a questo numero ramona august angelo cruciano monica fior kirill meshkov manuela morgia edward olive carlo travaglini allocatelli

Website: www.imag-magazine.com Flickr group: flickr.com/groups/imag

per contattare la redazione, scrivere a imag@altervista.org

MySpace: www.myspace.com/ imagmyspace

per la pubblicità su rivista o sito, visita http://imag.altervista.org/advertising

Facebook: www.facebook.com/imag

Il copyright delle immagini e dei testi presenti su IMAG è di proprietà esclusiva dei rispettivi Autori. iMAG è un free magazine distribuito digitalmente in formato elettronico: la sua diffusione o ridistribuzione non costituisce reato, anzi è il mezzo con il quale far conoscere iMAG e le opere in esso pubblicate. Tuttavia, la riproduzione anche parziale di tutto ciò che in esso è contenuto, senza il consenso esplicito dei detentori dei diritti, è severamente vietata e punibile a norma di legge. iMAG viene controllato attentamente prima di essere distribuito, tuttavia può contenere errori sfuggiti a tale controllo. Ci scusiamo anticipatamente per qualsiasi problema derivante da queste inaccuratezze. La redazione di IMAG non può comunque in nessun modo essere ritenuta responsabile per qualsiasi danno provocato, direttamente o indirettamente, dalle informazioni contenute nel magazine.


editoriale di Andrea Palla

È passato diverso tempo da quando chiacchieravamo insieme su queste pagine, e di cose in questi mesi ne sono successe tante. Ma al di là dei cambiamenti che investono la vita di ognuno di noi resto sempre certo di una cosa essenziale, che qui a iMAG non abbiamo perso la voglia di parlare ed osservare insieme, con l’intento sempre valido di fare dell’arte e della fotografia un patrimonio che parte dalla gente e arriva alla gente. Il nostro scopo primario, ovvero quello di scoprire nuovi talenti e insieme a loro dialogare su che cosa significhi essere artista, non si è affatto affievolito, anzi oggi è più prorompente che mai. Ed è per questo che con il consueto entusiasmo vi introduco al terzo volume della rivista, come sempre ricca di spunti e immagini, e come sempre composta con l’aiuto prezioso e fondamentale degli autori che vi appaiono. Nel comporre questo nuovo numero mi sono posto una domanda fondamentale: quali sono le tematiche più gettonate, i guizzi visivi che spingono questi giovani partecipanti ad avvicinarsi al mezzo artistico? La risposta, ve ne accorgerete anche voi, non può essere univoca, tanti e variegati sono i temi che – persino noi nel nostro piccolo – andiamo a presentare. A volte si tratta di uno sguardo, di un dettaglio; altre volte di un meraviglioso paesaggio; altre ancora di un’idea cruda che viene tradotta in immagine. Ogni frammento va a comporre un piccolo mondo in cui si accavallano persone e ambienti, emozioni e realtà, linee astratte e disegni precisi. Tutti questi modi di riscrivere la realtà che ci circonda e gli esseri che la popolano rappresentano il materiale attivo di cui si servono gli artisti, la penna con la quale tracciano schemi sul proprio foglio. È da qui che ci piacerebbe partire, osservando come il più piccolo e insignficante dettaglio possa essere al contrario denso di significato, quando ricostruito con rigore nella testa di chi lo osserva e lo ama. Il lavoro che continuiamo con passione a fare è quello di una ricerca attenta di opere ed espressioni che contengano in sé questa cura per i particolari, e riescano dunque a esprimere l’originale nel convenzionale. Le fotografie che troverete in questo nuovo iMAG riescono proprio in questo intento, qualunque sia lo spunto dal quale hanno avuto origine. Dai ritratti alle strade solitarie, dai nudi artistici alle fotografie architetturali, sfoglierete un album di espressioni differenti, tutte accumunate dall’intento di riscrivere, in maniera singolare e originale, i variegati spettacoli che il mondo ci sa offrire. Vorremmo che questa multiforme fabbrica di talenti continui a espandersi, scovando di volta in volta occhi sempre più attenti e maturi. Era lo slogan con cui abbiamo lanciato, anni fa, il nostro progetto; ed è lo slogan che con nostra immensa gioia dimostrate di continuare a seguire. Nel ringraziarvi per l’entusiasmo che avete dimostrato persino in questi lunghi mesi di attesa, e per la continua e calorosa partecipazione alle nostre iniziative, vi auguro come di consueto una buona lettura. 3


sommario Carlo Travaglini Allocatelli La cittĂ narrante

8

Angelo Cruciano A certain shade of blue

22 Manuela Morgia La veritĂ degli affetti

32 Kirill Meshkov In the box

52 4


sommario Ramona August Women

68

Edward Olive Eros

80

Monica Fior Coloured Winter

102

114

Altrestorie di Andrea Palla call for submission

Sei un fotografo, un disegnatore, un grafico, un artista visuale? Vuoi vedere i tuoi lavori pubblicati sul prossimo numero di iMAG? Allora che aspetti? Ăˆ semplicissimo: tutti possono provare ad entrare a far parte della nostra rivista! Visita la pagina http://submissions.imag-magazine.com per scoprire come fare. Se i tuoi lavori saranno di nostro interesse, ti contatteremo per la pubblicazione, eventualmente ponendoti qualche domanda per saperne di piĂš su di te! P.S. Essendo iMAG un magazine free, in nessun caso è prevista una retribuzione per i vostri lavori.

5



photography


Carlo Travaglini Allocatelli La città narrante

“Queste fotografie sono state originariamente ispirate da un quadro visto per caso in un negozio qualsiasi. Si trattava di una prospettiva di due palazzi, affacciati l’uno di fronte all’altro; non c’era molto di più di due terrazzi e di un poco di cielo, tuttavia quell’immagine comunicava inaspettatamente qualcosa. Raccontava la storia di una relazione intima tra i due palazzi, una relazione forzata che si estendeva nel tempo da molti anni, indifferente alla vita delle persone che avevano vissuto tra quelle mura e a ciò che si svolgeva più in basso, sulla strada. È stato allora che ho realizzato che la città è, in effetti, un insieme di storie, di ambizioni, di passioni, ma queste storie non sono raccontate dai suoi abitanti. Queste storie sono raccontate, con un linguaggio misterioso, dai palazzi delle città, dalle loro finestre, dai terrazzi… Le case e gli edifici hanno evoluto una vita propria, distante e dilatata nel tempo, che scorre su un piano temporale che è diverso dal nostro. E’ sufficiente camminare per la città e prestare un po’ di attenzione per poter ascoltare misteriosi racconti di solitudine, d’amore, di arroganza o di amicizia; a volte i palazzi parlano tra di loro, altre volte con la luce del cielo, con le nuvole o con gli alberi. Non mi è mai capitato di ascoltare nulla dalle persone, che sembrano aggirarsi per le città come muti fantasmi. Io credo che ascoltare e collezionare queste storie raccontate in un’altra lingua sia forse l’unica maniera di descrivere la città, oggi.” (Carlo Travaglini Allocatelli)

8



10


11


12


13




16





“Sono nato a Roma nel 1963. Mi interesso di fotografia sin da ragazzino, quando in seguito ad un concorso fotografico scolastico, mi fu regalato un piccolo ingranditore con il quale cominciai ad imparare un pò di composizione. Dopo aver seguito un workshop di fotografia b/n negli USA (presso il Maine Photographic Workshop), per qualche tempo ho fotografato con una Rolleiflex biottica, e solo recentemente sono passato al digitale. Sino ad ora mi sono sempre preoccupato della singola immagine, facendo attenzione in particolare alla composizione e alla esposizione. La partecipazione a eventi come FotoLeggendo mi ha fatto scoprire come, spostando la propria attenzione dalla singola immagine alla creazione di un progetto fotografico coerente, si aprano possibilità espressive completamente nuove. Le immagini che vi ho mostrato qui rappresentano un primo tentativo in questo senso.” (Carlo Travaglini Allocatelli)

20




Angelo Cruciano A certain shade of blue


Qual è lo stato d'animo che si cela dietro alle immagini di "A certain shade of blue"? Queste foto fanno parte di un periodo della mia vita in cui mi ritrovai a fare i conti con ciò che mi ero lasciato alle spalle e ciò che ancora non riuscivo a visualizzare davanti a me, nel mio imminente futuro. Una sorta di autobiografia del mio Io, la definirei. Quella perdita dell’essenza vitale, intermezzi fatti di nulla, di echi di vita passata e di punti interrogativi. Che mezzi fotografici hai utilizzato per il progetto e in generale qual è il mezzo che prediligi nella tua fotografia? Le immagini sono state scattate con una fotocamera digitale Nikon. Attualmente scatto solo con macchine analogiche, in particolare una vecchia Nikon F4 che mi regala molte soddisfazioni. C'è una forte geometria compositiva in queste foto, una specie di ricerca formale simile alla tecnica pittorica. In effetti sembra quasi di trovarsi di fronte a dei quadri. Era l'effetto che volevi ottenere?

24


Di solito quando scatto non mi pongo mai la domanda “cosa voglio ottenere?â€?, ma mi affido semplicemente a ciò che i miei occhi e la mia anima in quel momento vedono. Si nota la ricerca di un effetto vintage nelle tue opere. Usi la fotografia come un ritorno al passato? Non necessariamente. Qual è il ruolo che assegni ai paesaggi e agli oggetti? Dietro i paesaggi, che da sempre prediligo, molto spesso si cela una certa magia, che a me piace imprigionare dentro ai miei scatti. E ogni volta che mi trovo davanti a quella percezione, che sia un mare in tempesta o una montagna illuminata dal sole che pian piano scende a fine giornata, non posso fare a meno di concedermi qualche minuto per prendere quella magia e chiuderla per sempre dentro una mia foto. n

25






“Angelo Cruciano. Classe 1983. Nasco a San Giovanni Rotondo e cresco in un piccolo paesino della Puglia. Da poco vivo a Roma. Faccio foto da pochi anni purtroppo. Dico purtroppo perchè è una passione che ho sempre covato dentro me, ma non avevo mai avuto modo di approfondire quest’arte dalle mille sfaccettature. I lavori che presento qui sono scatti fatti tra l’inverno e la primavera del 2010, in particolare A CERTAIN SHADE OF BLUE, una serie di scatti caratterizzati, come si può ben notare, da varie sfumature e tonalità di blu, e da territori desolati e pacifici allo stesso tempo. Tutti gli scatti sono stati realizzati in digitale.” (Angelo Cruciano) http://www.flickr.com/photos/_disappear/

30



Manuela Morgia La verità degli affetti

“Simplicity and truth. This is the sense of my photography. No alterations. An image should be as close as possible to reality. Good or even bad it is.I’m not a professional photographer, but a student of art history. I take a picture when I feel that the image is calling me right in that moment. I feel the image asking me to capture the path I have in front of my eyes,first spiritually and then phisically through the magic of photography.”

(Manuela Morgia)

http://manuelamorgia.portfoliobox.net/

32




35


36




39



Manuela Morgia è nata a Roma nel 1986. Ha avuto da subito un approccio all’arte prima attraverso il disegno (diplomandosi al liceo artistico sperimentale Giorgio de Chirico), poi tre anni fa, quasi in coincidenza con gli studi universitari, si è avvicinata alla fotografia, che ha iniziato dapprima in digitale poi recentemente con la fotografia a pellicola. Ha deciso di passare al mondo del medio formato per realizzare i suoi ritratti. Gran parte del suo tempo lo dedica allo studio della storia dell’arte. *****

do l’attimo o ti accordi con coloro che fotografi per riuscire a creare un determinato effetto emotivo? Alcune fotografie, anzi molte delle mie fotografie, sono già state pensate prima dello scatto. Questo fa si che il giorno in cui mi vedo con i soggetti io cerchi di mostrare loro l’idea, quello che vorrei realizzare. C’è quel momento in cui vivi la fotografia e non la pensi più, in quel momento la persona ritratta diventa la variabile della tua idea, personalizzando il tuo risultato finale.

Nelle tue fotografie le donne sembrano rivestire Tutte le tue immagini sono in formato quadrato una grande importanza, come se la femminilità e scattate in analogico. Quali sono i tuoi stru- aggiungesse qualcosa all’immagine. menti di lavoro? La donna incarna tutto ciò che è perfetto, è lo Si, tutte le mie fotografie sono a pellicola, e il specchio di qualcosa che ho immaginato. Penso bianco e nero di solito lo sviluppo a casa. Come alla donna, mi viene in mente Boldini, Schiele, si può vedere anche sul mio flickr, le fotografie Newton. Una musa, ecco cosa è la donna: l’incarsono sempre corredate nelle note dallo strumen- nazione di qualsiasi sentimento. to con cui ho creato l’immagine; essenzialmente non mi piace usare un sola macchina fotografica, I fotografi che ti hanno ispirato maggiormente? questo lo faccio anche per mostrare che il risultato della foto non è dato dallo strumento che Bresson e Avedon. Sostenendo un esame di fotoutilizzi e quindi non è così importante ai fini del grafia di moda, sono rimasta stregata dai ritratrisultato. Sul mio armadietto si trovano una Rol- ti di Avedon. E’ stato un forte stimolo per me e leiflex, una Yashica mat, una Arax60, una Holga, tutt’ora rimango a guardare le sue fotografie con e per il 35mm utilizzo una Zenit11. stupore. Riusciva a mostrare chiunque in maniera semplice ma emotivamente intensa. Per quanTra queste immagini, alcune sono tratte da to riguarda Bresson, i suoi ritratti rappresentano una serie intitolata Affectivity. Puoi raccontarci le sue testuali parole: “Più di tutto, io cerco un come l’hai realizzata e come sei riuscita a fissare silenzio interiore. Cerco di tradurre la personalità su pellicola la tenerezza tra le coppie rappresen- e non una sua sola espressione”. Questo per me tate? deve essere il ritratto, mostrare la personalità di qualcuno senza artificio. Affectivity è una serie nata come un’ode ai sentimenti veri, quelli che nascono tra gli amici, tra i Sei una studentessa d’arte. Quanto e come i parenti o da una coppia di fidanzati. È come una tuoi studi hanno influenzato la tua passione foprotesta verso questo particolare periodo in cui tografica? corriamo sempre senza fermarci mai ad assaporare le cose belle della vita. È un progetto che La fotografia è venuta dopo la mia passione per non è ancora terminato, ho ancora molte foto l’arte e per la storia dell’arte, comunque i miei “d’affetti” da realizzare! studi universitari mi hanno dato tantissimo: studiare ti apre la mente e influenza molto il tuo Si nota in generale una grande vicinanza con i percorso di vita che poi coincide con le passioni tuoi soggetti, una specie di compartecipazione che hai. n al loro stato d’animo. Sei solita scattare coglien-

41


42



44



46


47


48


49




Kirill Meshkov In the box



About me:

I'm 23 years old photographer from Kharkov (Ukraine).I dropped out of university and began to work as graphic and web designer three years ago. But soon I've realized that the only one thing allows me to express myself. It's photography. I don't know about my style, all i'm doing is just taking pictures of the things that i feel. I always want to show something strange and unexpected. I haven't a lot of experience in photography that's why i'm still in searching myself in it.

About project "Inthebox":

This photographs are about the box. There's a man alone with his dreams and disturbing thoughts, there are despair and hope in one box. I show duality of things in each photograph.

For example, 'Jacket' is most typical and transparent work in this project. There's one jacket in the picture. When we're looking at it: I am seeing just the clothes, I'm looking at the tissue; He is seeing the father's jacket, he's looking at his father; Father is seeing his youth in this jacket, he's looking at the memories. There are only one jacket and many views.

(Kirill Meshkov)

54 54










Francesco Catalano “Cocoon”





67


Ramona August Women

“I often like to say that I'm a multitasker. Although I love photography, my other interests don't allow me the time I want for practicing it. In another train of thoughts, I fill the rest of my time with anthropology, juggling, music and land art. Regarding all of them, but especially in photography, I'm interested in studying the relationship humanuniverse/nature and the expression of different levels of consciousness.� (Ramona August) http://www.flickr.com/firimituri/

68




71


72


73






78


79


Edward Olive Eros Edward Olive is a Fine Art, wedding & portrait photographer based out of Madrid, Spain. Edward Olive was a commercial litigation lawyer in London & Paris until throwing in the towel to pursue his more artistic interests. Edward got into photography by chance only in 2005 when he purchased his first camera, an entry level digital reflex Canon 350d to shoot his own actor’s book on a tripod with remote control. Finding he enjoyed the experience he started shooting actor and musician friends and the people living and working in his neighborhood Chueca (Central Madrid’s equivalent of Soho or Le Marais). Dissatisfied with the focused perfection of modern digital images and seeking an alternative look for his pictures he started adapting analog lenses (he extracted from broken old cameras with a large metal hammer we understand) onto his digital reflex using masking tape and built DIY lighting from microphone stands, disco lights and Kelvin correction gelatin discarded by technicians on his acting jobs. In autumn 2006 he bought his first film camera, a 1980’s Russian point-and-shoot (a cult Lomo LCA) using some very expired color film they were throwing out of the local photography store. Delighted with the dreamlike qualities and vintage colors, he hasn’t looked back. He continues to shoot almost exclusively analog cameras, still preferring the oldest expired film he can find, shunning the contemporary digital postproduced Photoshop look of current commercial and fashion photography, in favor of the grittier, earthier, unpredictability of expired film whether color negative, slides, black & white or Polaroid type instant film. Edward freely admits that it wasn’t until he bought his first Hasselblad in 2007 (the classic V series 500c/m with Carl Zeiss lenses) that he really found his instrument of choice. He still uses other cameras for reasons

80


81


of variety, speed, ultra fast lenses or the discretion and convenience of a 35mm compact camera but takes a pair of V series Hasselblad 6×6 cameras, Mamiya M645 1000s and wheelie bag loaded with 120 & 220 film backs and inserts, as he says, when he really means business. Edward’s pictures range from street photography to nudes, often combining his location wedding travel to shoot personal projects inspired by the new places and people, admitting he still takes more photos for himself just for fun than he does to try and sell later to clients, taking some consolation from the new ideas that come from expression, reinvention and experimentation, free from any commercial pressures, that can later be applied at work to put food on the table. Edward aims to project in his work the contrasts and contradictions that exist within him and within people in general. He wears Italian silk suits to work but takes some shots that step out of line. He uses perhaps the world’s best cameras and lenses yet feeds at times them with the worst Chinese made “black & white” film that has in reality neither black nor white dreamy red blurred images. A combination of the perfect public image and internal private thoughts that combine to make up the people we are, conforming and breaking society’s norms. His aim is to one day attain the vocal control of Pavarotti yet to turn it on its head “Sex Pistols style” refusing to sing correct notes.

82


Ironically Edward has said from his earliest years he never wanted to get married himself, even admitting that just seeing the grooms standing at the front of the cathedrals with everyone looking gave him a cold sweat until photographic matters got him back to thinking shutter speeds on the little kids running around at the back of the congregation and the inadvertent rising up of female guests’ dresses. Recently there has been a slight softening of his hard line, stating that if he ever did get hitched it would be as Elvis in Las Vegas with the bride as Marilyn on YouTube with only one photo taken, preferably of the bride and preferably without all her clothes, which would be the role of the only guest. Artistically Edward lists influences that include Patrick Demarchelier, Jean Loup Sieff, Guy Bourdin, Jane Bown, Nigel Parry, Norman Parkinson, Cecil Beaton, John Deakin, David Bailey, Brian Duffy, Terence Donovan, Terry O’Neill…. However he feels that more important than seeking same medium influences are other sources of inspiration whether other artistic media such as music, literature, dance o quite simply the world you live in. n

83


84


85


86


87






92



94


95





The pictures showed here are a private collection of the work of Edward Olive, fine art & wedding photographer based out of Madrid, Spain. Exclusively fine art female nudes and erotica, moments of intimacy in public and private, flashes of female sensuality taken in hotel rooms at night, private residences, public parks, beaches, lifts or wherever. Technical note: shot mainly on medium format film - color, black and white, negative & slide using the Hasselblad 500cm and Carl Zeiss t* lenses and Mamiya m645 1000s Sekor. Sizes up to 100cm 40 inches on longest side. Normally they are square 1 meter 40� prints on fine art textured paper limited to 5 copies.

http://www.edwardolive.info/

99



fashion


Coloured Winter Photography: Monica H. Fior Model: Cecilie Frederikke Johansen @ Major Management Make Up Artist & Hair Stylist: Sara Pizzo Stylist: Letizia Negri Video/Editing: Marco Alessio @ Les Amis Photo


Tuta e accessori H&M



A sinistra: Tuta New York writers, cappotto Vintage London, boots Ash, accessori H&M In questa pagina: Scarpe see by chloe, vestito Fiorucci, accessori h&m


106


In questa pagina: Tuta H&M for AIDS, cintura Versace, scarpe KG

107




110


111


Monica Fior nasce a Milano nel 1975; fin da piccola, grazie all’importante contributo dato dall’interesse per il mondo dell’arte dalla propria famiglia, si avvicina alla fotografia. Le sue capacità di cogliere istintivamente l’essenzialità e al contempo la sensibilità di riprodurre su pellicola la profondità insita in ogni gesto della vita quotidiana avvicinano Monica all’uso professionale della macchina fotografica. Nel 2009 manifesta la predilezione per la “Street Photography”, andando alla ricerca della vita che la strada stessa, tra gli sguardi dei passanti e gli scenari urbani è capace di presentare agli occhi di chi sa coglierne il significato più vero e intimo. Tra il 2009 e il 2010 partecipa come fotografa alle sfilate uomo/donna durante le Fashon Week a Milano e a Parigi; intanto si dedica alla collaborazione per la realizzazione di diversi workshop fotografici e in qualità di redattrice collabora con diversi magazine di fotografia, arte e moda. La fotografia orientata alla moda è uno dei principali interessi ad oggi di Monica Fior: numerose sono per esempio le collaborazioni con stylist provenienti dalla prestigiosa scuola di moda Marangoni di Milano, con diversi Make Up Artist, Hair Stylist e Hairdresser. Prosegue intanto la ricerca e la realizzazione di foto artistiche: nel 2011 partecipa con notevole riscontro di critica e pubblico alla mostra “Punti di Vista” della Galleria Wikiarte di Bologna; dalla Galleria stessa viene invitata a partecipare con alcune sue foto alla Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Padova, per novembre 2011. Intanto, in occasione della Vogue Fashion’s Night Out di settembre 2011 a Palazzo Morando di Milano, viene scelta da Edizioni Condè Nast SpA, in collaborazione con Assorologi, per esporre alla mostra collettiva testuale e fotografica “Watch & Click”.

112


Copricapo lana Louis Vuitton

113


altrestorie di Andrea Palla

Ci sono nuvole che hanno la forma dei tuoi pensieri, cumuli d’emozioni carichi di lacrime. Un cane che corre veloce con la coda arruffata. Un’auto che sfreccia su un’autostrada fatta di niente. Due bambini che giocano a costruire la propria casa. C’è un’ombra bianca che sfugge, laggiù in lontananza. Si deforma sotto il respiro del vento, nascondendosi davanti al sole. Ogni cosa cambia a seconda di come la sussurri, mi dici nell’orecchio mentre con gli occhi provi a disegnare un paesaggio tropicale. Una volta siamo stati tutti nuvole. Scappavamo da quel vento sospirato da altri sogni, da altre idee. Tu eri una nuvola che aveva la forma d’amore, un batuffolo a forma di cuore che resisteva agli attacchi del tempo. Io ero una nuvola timida separata dal resto del mondo, un ammasso di pioggia privo d’identità. Tra tutte le forme perfette, hai scelto la più impacciata, la più inutile. Ricordi il tuo sussurro? Diceva parole insensate e tenere che mi hanno donato sostanza. Ti guardo mentre tracci cerchi in cielo e scavalchi le leggi delle meteore, sdraiata su questo prato dove siamo distesi. Sei un destino che parla alle nuvole e le fa innamorare. Pensiero che soffia e crea sorrisi dal nulla. http://frammentisparsi.wordpress.com

114



Visita il nostro nuovo sito per avere informazioni sempre aggiornate su fotografia, arte, grafica. Con notizie sempre fresche, servizi succosi, portfolios di Artisti famosi e meno famosi, iMAG vuole diventare un riferimento nel campo dell’immagine. Che aspetti? Continua ad alimentare la tua passione su...

http://imag.altervista.org


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.