iNBiCi magazine anno 10 – 11/ Novembre 2018

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PERIODICO IN DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO IX - N. 11 NOVEMBRE / 2018

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Franco Pellizzotti, il Delfino scende dalla bici “Grazie di tutto Franco” bettiniphoto

L’ALLARME DI RENATO DI ROCCO

“Troppi pericoli nelle città Senza sicurezza i ciclisti scapperanno dalle strade”

PAOLO BETTINI A RUOTA LIBERA

“D’accordo con il Tour No ai misuratori di potenza E su Tafi vi dico che...”

FRANCO PELLIZZOTTI SI RITIRA

Dopo 17 anni tra i prof il futuro è in ammiraglia “Non so stare senza ciclismo”


RIDEFINISCE I LIMITI Cento1 Hybrid ridisegna i confini di usabilità di una bicicletta da corsa di alto livello. Il prestigio di un oggetto da corsa Wilier Triestina si unisce all’innovazione del sistema di servo assistenza più leggero sul mercato. É cosi che è nata la bicicletta da corsa ibrida più leggera al mondo: solo 11,9 kg.

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SCATTO D’AUTORE TOUR DOWN UNDER 2018 by Bettiniphoto

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Sicurezza sulle strade a cura della redazione

L’allarme di Di Rocco: “I ciclisti scappano dalle strade” Nell’ambito della tavola rotonda organizzata a Riccione da InBici, il numero uno della Federciclismo svela un dato clamoroso: “Ormai il 45% dei nostri tesserati proviene dalla Mtb. Un cambio di gusti? Sì, ma anche la paura di pedalare tra i pericoli del traffico” Durante l’InBici Day che si è svolto a Riccione lo scorso 3 novembre, tra i relatori al tavolo delle autorità c’era anche il pre-

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sidente federale Renato Di Rocco. Dopo i saluti ad un movimento che continua a crescere a ritmi vertiginosi, il presidente

ha rivelato un dato che ha attirato le attenzioni della platea: “Ad oggi, il 45% dei tesserati per la Federazione Ciclistica Italiana provengono dalla Mountain bike”. È un numero che deve far riflettere perché – come ha spiegato lo stesso Di Rocco – certifica un cambiamento epocale delle scelte dei ciclisti: “Molte persone, al giorno d’oggi, hanno paura di andare in bici da corsa – ha detto il numero uno della Federciclismo -. Le strade sono pericolose, quindi molti preferiscono scegliere l’attività fuoristrada per avere un contatto più diretto con la natura e, soprattutto, per restare lontani dai pericoli del traffico. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che sono soprattutto i genitori ad avere paura della strada: molti di loro spingono i bambini che vogliono iniziare a pedalare verso la Mountain bike proprio per evitare gli incidenti, così frequenti al giorno d’oggi”. Il tema è caldo e di strettissima attuali-


L’arrivo del Campione Charly tà. Purtroppo, il 2018 verrà ricordato soGaul sul Monte Bondone 1956 prattutto come l’anno delle tante morti nel mondo del ciclismo. Non solo per i decessi dei corridori professionisti, su tutti quello di Michael Goolaerts durante la Parigi-Roubaix, ma anche per i tanti incidenti occorsi a molti cicloamatori lungo le strade. Ultimo, in ordine temporale, è stato l’incidente mortale che ha coinvolto Cristina Malandri, famosa nell’ambiente in quanto ha preso parte a numerose granfondo nella propria carriera. Il tema della sicurezza stradale è quindi centrale all’interno della Federazione Ciclistica Italiana, come lo stesso Di Rocco afferma: “Dobbiamo offrire sempre la massima collaborazione alle autorità e far sì che la gente possa avere sempre meno paura di andare in bicicletta. Una mobilità sostenibile passa attraverso la bicicletta e dobbiamo permettere a tutti di poterla utilizzare non solo per allenarsi e tenersi in forma,

ma anche come mezzo di trasporto”. Alle parole del presidente federale gli fanno eco quelle pronunciate dal prefetto Roberto Sgalla, direttore delle specialità della Polizia di Stato: “L’obiettivo è quello di rendere l’Italia un paese sempre più ciclabile, sviluppando dei regolamenti che andranno a coinvolgere il ciclista in tutto ciò che fa: cercheremo, ad esempio, di abolire l’abbigliamento nero, ad esempio, per spingere le aziende ad investire su colori sgargianti”. Il problema della visibilità in strada, effettivamente, è a dir poco endemico. Anche alcune squadre professionistiche hanno posto l’accento sul problema, per esempio la Trek-Segafredo, che realizza degli abiti tecnici da allenamento di colore molto vivaci per i propri corridori. Ma da questo punto di vista c’è ancora molto da fare, anche perché – come dimostrano le statistiche - a volte gli incidenti capitano proprio perché l’auto-

mobilista non si accorge del ciclista. L’altro punto importante sul quale si è soffermato Renato Di Rocco riguarda la vicinanza del ciclismo amatoriale al ciclismo giovanile: “Tutti coloro che sono tesserati per la FCI permettono ai giovani di poter correre e di poter crescere, sperando che in futuro ci possano essere tanti campioni. Sono molto felice del fatto che nell’InBici Top Challenge ci siamo delle gare molto importanti come la Granfondo Davide Cassani e il Giro d’Italia Amatori, che da sempre si contraddistinguono per aiutare in modo concreto il ciclismo giovanile. Anche per questa ragione bisogna quindi dire grazie al circuito InBici Top Challenge, perché l’attività amatoriale non dev’essere solo fine a se stessa ma deve diventare soprattutto una possibilità per tutti quei giovani che vogliono mettersi in gioco attraverso la bicicletta”.

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Sommario Novembre 2018 // Numero 11

Renato Di Rocco “Troppi rischi: i ciclisti Scappano dalle strade”

Franco Pellizzotti

ROMA SI ALZA SUI PEDALI a cura della redazione

GRAN FONDO LAIGUEGLIA a cura della redazione

CICLISMO & ONORE di Gianfranco Josti

VACANZE CON INBICI a cura della redazione

GRAN FONDO CASSANI Gran Fondo Cassani

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GRAN FONDO TARROS MONTURA a cura della redazione

GRAN FONDO BETTINI a cura della redazione

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InBici Top Challenge

Giro d’Italia 102

Andrea Pasqualon

Il reportage del grande evento di Riccione”

L’emigrante dei pedali ha messo le ali

Presentata l’edizione 2019 Chi dopo Froome?

Dopo 17 anni tra i prof il futuro è in ammiraglia

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Paolo Bettini

“D’accordo con il Tour No ai misuratori di potenza”

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RICCIONE BIKE-FRIENDLY a cura della redazione GRAN FONDO VIA DEL SALE a cura della redazione MENTE IN SELLA a cura di Claudia Maffi

LA MAGIA DEL FRIULI a cura della redazione

GRAN FONDO CHARLY GAUL a cura della redazione

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FOCUS SUL BRN DAY

di Eleonora Pomponi Coletti

BICINROSA 2018 di Carlo Gugliotta

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FOCUS SU SHIMANO a cura della redazione

GLI OSCAR MTB 2018 a cura della redazione

CORTINA TROPHY di Aldo Zanardi

TRENTO, CITTÀ DEL NATALE a cura della redazione

COME NUTRIRSI

di Alexander Bertuccioli

SICUREZZA, L’IMPEGNO DI LARM a cura della redazione



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GRUPPO EDITORIALE INBICI Direzione e Amministrazione Viale della Repubblica, 100 - 47923 Rimini (RN) Direttore Generale Maurizio Rocchi Direttore Responsabile Mario Pugliese Vice Direttore Carlo Gugliotta In Redazione Mario Pugliese, Dr. Roberto Sgalla, Riccardo Magrini, Wladimir Belli, Gian Luca Giardini, Silvano Antonelli, Prof. Fabrizio Fagioli (Equipe Velosystem), Paolo Mei, Claudia Maffi, Nicola Zama, Dr. Alexander Bertuccioli, Silvano Antonelli, Carlo Gugliotta, Ilenia Lazzaro, Eleonora Pomponi Coletti, Davide Pegurri, Aldo Zanardi In Redazione Tecnica Maurizio Coccia, Roberto Diani Fotografi Playfull, Bettini Photo, Newspower, Stefano Spalletta, Mariano Spinelli Archivio fotografico selezione fotografica a cura di Gianni Rocchi Distribuzione Italian Business Management LTD Progetto Grafico Roberta Piscaglia Responsabile Marketing Sara Falco Responsabile Facebook Gianni Rocchi Stampa La Pieve Poligrafica Editore Per la tua pubblicità Maurizio Rocchi +39 393.9838319 Giorgio Puppi +39 346.0823300 Ufficio Marketing 0541.389643 Website www.inbici.net E-mail info@inbici.net Diritti e proprietà GRUPPO EDITORIALE INBICI SRLS Sara Falco Editore Reg. imprese n° REA FO 323603 Iscrizione Registro Tribunale di Forlì nr. 3/2013 del 5 aprile 2013. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, foto e disegni senza autorizzazioni del GRUPPO EDITORIALE INBICI.

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EDITORIALE

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GRAZIE

di cuore a tutti! Con ancora negli occhi la splendida cerimonia di Riccione, ripartiamo a testa bassa – come i gregari più ostinati - non prima, però, di aver nuovamente ringraziato tutta la community di InBici che, con grande entusiasmo, ha partecipato alle premiazioni del 3 novembre scorso. È stata un’occasione preziosa per testare con mano la crescita vertiginosa del nostro gruppo editoriale che, alla soglia del decimo anno, è ancora saldamente in sella, protagonista attivo di una bike economy che cambia a ritmi vertiginosi e che impone – come regola di sopravvivenza - dinamismo imprenditoriale, velocità di pensiero e capacità di leggere, anzi di anticipare, le mutevoli esigenze del mercato. La platea sorridente di amici e partner che hanno affollato il Palazzo del Turismo di Riccione è il premio più appagante per chi, come noi, lavora da anni con fervido entusiasmo condividendo un progetto, un sogno, una passione. E adesso, dopo un breve pit-stop invernale, l’attenzione vola in Costa Blanca, nel cuore della Spagna, dove il 9 febbraio si rinnova l’appuntamento con InBici Holiday. In programma una settimana sui pedali nel comfort della primavera iberica, un “Training Camp” a misura di ciclista, per ricominciare la stagione in una location ideale per clima, logistica e tracciati. Un appuntamento per cementare ulteriormente lo spirito di aggregazione della nostra community e per farci sentire ancora una volta, nel sacro vincolo della bicicletta, “una grande famiglia”. Maurizio Rocchi

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l’Intervista

a cura di Davide Pegurri

Bettini e un futuro da F1

La nuova vita del Grillo: “Il progetto di un nuovo team con Fernando Alonso si è chiuso, ma non definitivamente. Tafi? Il ritorno è un errore. E condivido in pieno la scelta del Tour de France di vietare l’uso dei misuratori di potenza” Paolo Bettini, toscano classe ‘74, è sicuramente un personaggio che ha lasciato un segno indelebile nella storia del ciclismo italiano e mondiale. Per elencare le sue innumerevoli vittorie ci vorrebbe un libro intero: una Milano Sanremo, due Liegi, due Lombardia, due mondiali e soprattutto l’oro olimpico ad 12

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Atene 2004, i successi più rilevanti. Dopo il ritiro dalle corse, avvenuto nel 2008, per tre anni è stato commissario tecnico della nazionale italiana e - grazie all’esperienza acquisita - ancora oggi si impegna per la promozione del ciclismo. Lo abbiamo intervistato per scoprire i pensieri e gli impegni di un

campione del suo calibro. Paolo, di cosa ti occupi in particolare oggi? “Il mio lavoro principale è quello di seguire alcune aziende come testimonial e consulente di supporto allo sviluppo di nuovi materiali, mettendo a disposizione la mia esperienza. In particolare


collaboro con Sidi, Sportful e da quasi un anno con la Titici Bike, azienda che produce artigianalmente tutto in Italia. Quest’ultima la sento molto mia perché Matteo Pedrazzani e il suo staff mi hanno accolto come uno di famiglia. Ricordo ancora che la loro bicicletta, esposta in fiera a Londra, mi ha colpito per il disegno innovativo. Da lì è iniziato tutto, ci siamo scambiati i contatti e, nel giro di qualche mese, abbiamo avviato questa cooperazione che dura tutt’oggi”. Oltre a questo anche la Green Fondo Paolo Bettini che fa parte del circuito Inbici Top Challenge. Come è nata questa iniziativa? “Sono orgoglioso di abbinare il mio nome a questa manifestazione anche perché alcuni dei ragazzi del Velo Etruria Pomarance erano molto amici di mio fratello. Mi ricordo che già quando passai professionista loro mi chiesero di associare Bettini alla gara, accettai soprattutto per mettere in relazione delle realtà ciclistiche vicine sul territorio, come il mio fan club. Negli anni, anche con il rinnovamento di alcuni enti come Enel Green Power, abbiamo voluto promuovere la bici come mezzo ecologico, nel pieno rispetto dell’ambiente. Abbiamo

riscosso molto successo anche grazie al recente inserimento nel circuito di Inbici. Ora l’obiettivo è migliorare sempre più, non aumentando le iscrizioni ma la qualità”. Vista la tua esperienza da C.T. della nazionale, cosa pensi della situazione attuale? “Se arrivano le medaglie son tutti bravi, se non arrivano son tutti da cambiare. Quest’anno è stata una stagione particolare, dove però Davide Cassani è riuscito a portare a casa, con il successo di Matteo Trentin, un titolo europeo. Al mondiale è mancato Vincenzo Nibali, ma son sicuro che se fosse stato in condizione sarebbe stato li davanti. Gianni Moscon invece è giovane, è giusto che sbagli e acquisisca esperienza ma ha disputato comunque una buona prova. Bisogna puntare sui giovani e penso che la presenza della nazionale nelle gare del calendario italiano sia importante. Abbiamo bisogno di visibilità anche se si corre il rischio opposto di svalutare i colori azzurri, cercando in alcuni casi di trovare i corridori liberi in un determinato periodo”. Ritieni che il commissario tecnico sia esposto a troppa pressione mediatica? “Quando mi chiedono se il ruolo di CT è esposto a molte pressioni rispondo sempre

Paolo Bettini al Velodromo Vigorelli con la sua bici Titici

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Paolo Bettini alla partenza della sua Granfondo

usando le parole che mi disse un allenatore molto più blasonato di me, Marcello Lippi: Paolo, ricordati che in Italia siamo 60 milioni e 40 milioni sono commissari tecnici, per cui sono cavoli tuoi! Io ho fatto la mia esperienza, al momento non sento il bisogno di aver ancora un compito simile nel ciclismo però reputo un onore allenare la nazionale, anche se non è semplice costruire una squadra senza avere sempre i ciclisti a disposizione”. Sono molte le voci anche sul famoso progetto con Fernando Alonso... “Di vero c’è che io ho lavorato una stagione intera per lui. Il 2014 l’ho completamente dedicato a costruire una squadra e al 70% era tutto fatto, avevamo già concordato anche l’ingaggio di alcuni ciclisti. Purtroppo abbiamo scelto l’anno sbagliato perché Fernando è rimasto a piedi dalla Ferrari e ha dovuto concentrare tutte le risorse sulla ricerca di una nuova scuderia. Io mi sono reso conto che da maggio il progetto ciclismo veniva accantonato, ma non reputo il periodo dedicato una perdita di tempo perché ho scoperto l’approccio al lavoro da parte dei piloti. Ho capito che il nostro sport può essere paragonato alla Formula Uno e alla MotoGp. In tutti c’è l’atleta, il mezzo e la telemetria che, nel caso del 14

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ciclismo, sono i dati relativi ai Watt, alla Vam e tutto il resto”. È definitivamente tramontata quest’idea? “Io e Fernando abbiamo accomunato le nostre passioni. Lui ama il ciclismo, segue sui social tutti i migliori ciclisti ed è anche innamorato del nostro paese. Ricordo ancora quando venne al mondiale di Firenze e al mattino, tra tutti, salì proprio sul pullman della nazionale italiana. A fine anno lui smette con la Formula Uno, si è prefissato ancora come obiettivo conquistare la triplice corona, però, per come lo conosco, penso che a Nando non sia passata la voglia di fare una squadra. È ancora giovane e non escludo che tra qualche anno possa riprendere in mano il progetto per il quale abbiamo lavorato per un anno”. Non hai voglia di tornare a correre tra i professionisti come ha dichiarato recentemente Tafi? “Ho fatto il mio tempo da ciclista ormai. Andrea è un amico e per questo mi sento libero di dire quello che penso. Ritengo che, anche se trovasse una squadra che lo ingaggi per correre la Parigi Roubaix, sarebbe un errore tornare soprattutto perché si toglie un posto a un giovane. Oggi, per i nostri atleti è più difficile di una volta passare professionisti e dobbiamo cercar di tutelarli”.

A proposito di giovani, c’è un nuovo Grillo in gruppo? “L’ho detto anche a Davide Bramati, suo d.s. alla Quick Step Floors, io mi rivedo in Julian Alaphilippe. Devo essere sincero, al mondiale mi ha deluso, anche se io dissi che il percorso di Innsbruck sarebbe stato duro anche per uno con le mie caratteristiche, pertanto questo paragone ha una sua logica. Sono curioso di vedere cosa farà la prossima stagione, soprattutto perché penso che vada un po’ più forte di me in salita e al Tour di quest’anno l’ha dimostrato”. Concludendo, ritieni che il ciclismo oggi sia cambiato perdendo la fantasia che c’era quando correvi tu? “Ai miei tempi si andava più d’istinto. Oggi il ciclismo è sicuramente variato e forse è condizionato molto da tutte le tecnologie, come i potenziometri. Il fatto di pedalare seguendo tutti i dati forniti permette all’atleta di rendere al massimo senza fare ‘fuori giri’ inutili, tuttavia questo viene percepito dallo spettatore a casa come mancanza di fantasia. Condivido in pieno la recente scelta da parte del Tour de France di richiedere il divieto dell’uso dei misuratori di potenza. Lascerei solo il cardio-frequenzimetro perché è uno strumento che tutela la salute del ciclista”.


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a cura della redazione

Gran Fondo Campagnolo Roma

La città eterna

si alza sui pedali Con ancora negli occhi lo spettacolo inebriante dei cinquemila ciclisti in parata ai fori romani, gli organizzatori della Gran Fondo Campagnolo Roma – con in testa l’avvocato Gianluca Santilli – sono già al lavoro per l’ottava edizione 16

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della manifestazione capitolina. E anche per il 2019 si ripartirà dalle certezze di sempre: l’impareggiabile coreografia dell’Urbe antica, gli elevati standard organizzativi e quella voglia matta dei ciclisti di “impossessarsi” finalmente delle strade millenarie di Roma, quelle

che – di solito – sono di esclusiva pertinenza del traffico tentacolare delle auto. Al di là delle foto e dei racconti dei protagonisti, ciò che resta dell’ultima edizione è l’importanza di un messaggio che – come ha ripetuto l’avvocato Santilli - non può essere disperso:


“Pedalare nella capitale si può, così come anche nella città più caotica del mondo si può ragionare su smart-city, trasporti eco-sostenibili ed emissioni zero”. Una sfida che l’avvocato Santilli, creatore visionario di questo spettacolo, ha lanciato e vinto: “La bike economy offre opportunità straordinarie per tutti – ha ricordato lo scorso 3 novembre a Riccione in occasione dell’InBici Day – in primis per l’ambiente e quindi per la salute dell’uomo, ma anche per l’economia in generale perché il filone cicloturistico, che in Italia purtroppo è ancora scarsamente strutturato, può creare indotti importantissimi per l’intera comunità. Che l’Italia, con le sue formidabili eccellenze paesaggistiche, fatturi dieci volte in meno della Germania nel segmento ‘vacanze in bicicletta’ è un anacronismo – ha detto Santilli - che non possiamo più accettare”.

“Il boom della bici – ha proseguito Santilli - è un fenomeno economico di grande importanza ed è solo all’inizio perchè ci sono tanti comparti che possono nascere ad esso legati, pensiamo solo a due esempi come la moda e l’alimentazione, che iniziano a studiare come interfacciarvisi. Il grande problema è che da noi mancano le infrastrutture adatte, come strade protette e ciclovie: se non si investirà in questo senso si faticherà molto ad aumentare il numero delle persone che pedalano nelle nostre città invece di usare altri mezzi. Lo hanno capito grandi metropoli come Londra e Parigi che investono milioni per creare strade dedicate alla bici. A noi basterebbe copiare questi bei modelli”, ha concluso l’avvocato romano.

Con ancora negli occhi lo spettacolo inebriante dei cinquemila ciclisti in parata ai fori romani, l’avvocato Gianluca Santilli è già al lavoro per l’ottava edizione: “La capitale in bicicletta non può essere solo l’eccezione di un giorno…” LIFESTYLE INBICI

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La Granfondo Campagnolo Roma, che il prossimo anno celebrerà la sua ottava edizione, di anno in anno vede crescere il suo prestigio nel panorama amatoriale internazionale, come dimostrato dal numero di iscritti

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provenienti dall’estero nell’ultima edizione, con ben 47 nazioni rappresentate: oltre all’Italia e a

Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Belgio e Stati Uniti (paesi con maggiore numero di iscritti), si sono presentati al via atleti provenienti da Argentina, Australia, Austria, Bielorussia,

Brasile, Canada, Cina, Cipro, Colombia, Croazia, Estonia, Ghana, Grecia, Guam, Israele, Indonesia; Irlanda, Corea, Lituania, Messico, Malta, Nigeria, Nuova Zelanda, Filippine, Polonia, Romania, Spagna, Sudafrica, Repubblica Ceca, Russia, Romania, Slovenia, Serbia, Svizzera, Svezia, Thailandia, Tunisia, Turchia, Ucraina, Ungheria e Venezuela.



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La grande festa di IN a cura della redazione Gli Editori di InBici Magazine, Sara Falco e Maurizio Rocchi, ricevono un encomio dal Presidente della FCI Renato di Rocco. A destra Davide Cassani

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La grande festa INBICI

Oltre quattrocento invitati al Palazzo del Turismo di Riccione per le premiazioni dell’InBici Top Challenge 2018 e la presentazione del nuovo circuito. Grande successo per la tavola rotonda sulla sicurezza stradale con i relatori Cassani, Di Rocco, Sgalla e Santilli.

NBICI L’accorato appello del Ct Cassani a favore del ciclismo giovanile (“senza vivaio non si progetta il futuro”), il richiamo alla sicurezza del prefetto Roberto Sgalla, l’elogio autorevole al turismo romagnolo dell’avvocato Santilli, l’impegno dell’assessore di Riccione Caldari per il cicloturismo ed il blitz a sorpresa del Dj Linus, da sempre grande appassionato del mondo bike.

E IN PLATEA SPUNTA ANCHE LINUS! L’accorato appello del Ct Cassani a favore del ciclismo giovanile (“senza vivaio non si progetta il futuro”), il richiamo alla sicurezza del prefetto Roberto Sgalla, l’elogio autorevole al turismo romagnolo dell’avvocato Santilli, l’impegno dell’assessore di Riccione Caldari per il cicloturismo ed il blitz a sorpresa del Dj Linus, da sempre grande appassionato del mondo bike. Questi i momenti salienti dell’InBici Day, la grande festa del gruppo editoriale riminese andata in scena lo scorso 3 novembre al Palazzo del Turismo di Riccione. In sala quasi quattrocento invitati, per la maggior parte ciclo-amatori giunti nella Perla da tutte le parti d’Italia per le premiazioni ufficiali dell’InBici Top Challenge 2018, ma anche per ammirare, in anteprima, le tredici tappe della prossima edizione del circuito. Una grande festa consacrata al mondo bike organizzata dagli editori di InBici Maurizio Rocchi e Sara Falco che, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Riccione, hanno deciso di aprire l’evento con un’interessante tavola rotonda dedicata alla sicurezza stradale e alla mobilità urbana (moderatore Gianluca Giardini). Un tema sempre attuale, per l’occasione declinato con gli occhi del ciclista, la figura notoriamente più esposta ai pericoli delle strade. Come sempre molto efficace l’intervento del prefetto Roberto Sgalla, direttore delle specialità della Polizia di Stato che – oltre agli adeguamenti “tecnici” ed infrastrutturali – ha insistito particolarmente sulla necessità di una “svolta culturale” che modifichi, alla radice, la mentalità di tutti gli utenti della strada. Un concetto ripreso anche dal presidente dell’Osservatorio della Bike Economy Gianluca Santilli che, citando l’esempio tedesco, ha messo in luce le lacune endemiche del comparto cicloturistico italiano che, a fronte di località d’inestimabile bellezza, “non riesce ancora, nel segmento bike, a strutturare una proposta turistica organica ed accattivante”.

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A sorpresa la presenza di Linus che premia i vincitori

Davide Cassani, nella duplice veste di Commissario Tecnico della Nazionale di Ciclismo e di presidente regionale dell’Apt, ha sottolineato le formidabili potenzialità del ciclo-turismo come modello alternativo al filone balneare, ricordando anche il “legame virtuoso” che dovrebbe unire il mondo granfondistico alle future generazioni: “Il supporto concreto del ciclismo amatoriale all’attività giovanile – ha detto il Ct – non dev’essere un’eccezione, ma una regola di base che, mi auguro, in futuro diventi virale. Del resto, questo modus operandi è nell’interesse di tutti, visto che i giovani di oggi diventeranno gli amatori di domani”. Un concetto particolarmente gradito dal presidente della Federciclismo Renato Di Rocco che ha ricordato l’impegno della Fci per i giovani, sottolineando – con una punta di polemica – anche l’atteggiamento non sempre trasparente degli altri enti di promozione. Infine, Stefano Caldari, Assessore al Turismo, Sport e Cultura del Comune di Riccione, ha ricordato che “per Riccione il 2019 sarà un anno consacrato alla bicicletta” con la tappa a cronometro del Giro d’Italia e la partenza della Settimana Internazionale Coppi e Bartali e della corsa rosa under 23, ma anche con un ricco calendario d’iniziative ciclistiche che trasformeranno la località romagnola nella “capitale italiana della bicicletta”. Presenti in platea, oltre al sindaco di Riccione Renata Tosi, anche numerosi personaggi del mondo bike, tra cui lo storico regista Nazzareno Balani, il Commissario Tecnico della nazionale italiana Under 23 Mari-

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La grande festa INBICI no Amadori, l’organizzatore del Giro d’Italia U23 Marco Selleri, il direttore delle corse Rcs Raffaele Babini e l’imprenditore alberghiero Stefano Giuliodori. In platea anche l’ex direttore di InBici Magazine Andrea Agostini (oggi responsabile della comunicazione del Team Emirates) e l’attuale direttore responsabile Mario Pugliese. Al termine della tavola rotonda hanno preso la parola tutti gli organizzatori delle tredici tappe dell’InBici Top Challenge che, lo ricordiamo, partirà il 24 febbraio con la Gran Fondo Laigueglia e si concluderà il 29 luglio con la Gran Fondo di Torino, anche se il sipario calerà definitivamente solo nel mese di ottobre a Roma, teatro del 1° Gran Premio dell’Imperatore nell’ambito della Gran Fondo Campagnolo. In chiusura, mirabilmente condotte dallo speaker Daniel Guidi, si sono svolte le premiazioni di tutte le categorie dell’InBici Top Challenge 2018 con la passerella meritata per tutti i vincitori. Giornata indimenticabile, in particolare, per i quattro vincitori assoluti (Monica Cecchi, Marina Lari, Diego Frignani e Stefano Nicoletti) che, tra i vari premi, hanno portato a casa anche una vacanza di una settimana in Costa Blanca. In basso a destra il Presidente del Gruppo Editoriale InBici Magazine Foto di Stefano Spalletta

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SCATTO D’AUTORE VUELTA A ESPAÑA by Bettiniphoto

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Gran Fondo Internazionale Laigueglia

Profumo di novità a cura della redazione

Organizzato dal Gs Alpi, torna il prossimo 24 febbraio sulla costa ligure la 21esima edizione della grande classica cicloamatoriale. E il patron Vittorio Mevio rivela: “Stiamo pensando di modificare la prima parte del tracciato…” Dopo 20 anni sui pedali, la località di Laigueglia, antico borgo di pescatori incastonato sulla riviera ligure, è diventato l’Eldorado dei ciclisti di tutta Italia (ma non solo). Un binomio spontaneo, quasi naturale: da una parte carruggi, piazzette e tesori naturalistici, dall’altra il mezzo ecologico per antonomasia, la bicicletta.

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Un connubio celebrato dalla Gran Fondo Internazionale che, il prossimo 24 febbraio, celebrerà la sua ventunesima edizione. Un’edizione che – come ha anticipato Vittorio Mevio lo scorso 3 novembre all’InBici Day di Riccione – potrebbe riservare qualche novità: “Ancora è solo un’idea – ha spiegato Mevio – ma stiamo pensando di modificare in maniera significativa la prima parte del percorso”. Qualunque cosa accada,

un’edizione che deve il suo successo alla storia, agli scenari naturalistici e a condizioni climatiche che, a parte i dispetti dello scorso anno, sono sempre molto favorevoli. Le temperature a fine febbraio sulla costa ligure sono infatti già miti e la Granfondo Laigueglia regala già i primi sprazzi di primavera. Non a caso, qualche giorno prima, è in programma il Trofeo Laigueglia, storica gara per professionisti che si svolge dal 1963 (nell’ultima edizione la


vittoria è andata a Moreno Moser). Ma al di là dell’aspetto agonistico – che per il Gs Alpi è tutt’altro che una priorità – il vero fiore all’occhiello della gara è il contesto d’impareggiabile bellezza in cui si svolge. Inserita nella Baia del Sole, in una posizione privilegiata, raccolta tra Capo Santa Croce e Capo Mele, Laigueglia conserva nei suoi vicoli, nelle piazzette affacciate sul mare, nelle chiese e nei santuari, il suo passato costruito da pescatori, marinai, mercanti. Anche per queste sue caratteristiche Laigueglia è stata selezionata come uno de “I borghi più belli d’Italia”. Laigueglia è uno di quei luoghi in cui la natura e le opere della gente che li ha abitati, hanno saputo sposarsi alla perfezione nel corso dei secoli. Meno mondana e chiassosa di altre famose località della zona, offre ai visitatori molteplici possibilità: si può passare la giornata sulla spiaggia di sabbia finissima su cui da anni sventola la Bandiera Blu europea, oppure raggiungere la vicina Alassio, passeggiando sullo splendido lungomare, o fare shopping nei negozi del “budello”, il “corridoio” creato dalle case che si sviluppa parallelo al mare. Quando si cammina fra le case a due passi dal mare, con i loro colori tenui e le barche tirate in secca, non ci si stupisce affatto che questo piccolo gioiello della riviera ligure sia entrato a far parte del ristretto club dei “Borghi più belli d’Italia” e si rimane stupiti quando si oltrepassa il portone della chiesa parrocchiale di San Matteo, un vero capolavoro del barocco.

Alle spalle del centro abitato, il contesto collinare offre la possibilità di itinerari sentieristici per passeggiate a piedi ed escursioni storico – naturalistiche, anche in mountain bike, che conducono fino all’antico abitato di Colla Micheri e al castello di Andora. Lungo il percorso escursionistico, si incontra la dimora di Thor Heyerdahl, il famoso antropologo norvegese il cui nome è legato alle vicende del Kon Tiki, che del posto ebbe a dire “…Ho passato la mia vita a esplorare il mondo. Ma quando giunsi in questo luogo non ebbi esitazioni: la mia casa sarebbe sorta in questo piccolo paradiso…”.

Laigueglia è stata selezionata come uno de “I borghi più belli d’Italia”. Laigueglia è uno di quei luoghi in cui la natura e le opere della gente che li ha abitati, hanno saputo sposarsi alla perfezione nel corso dei secoli LIFESTYLE INBICI

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Quello che non ho mai scritto

Il ciclismo e il suo

codice d’onore

a cura di Gianfranco Josti

Il ciclismo che abbraccia gli Anni 60-90 ha avuto protagonisti straordinari che hanno dato vita a vicende altrettanto straordinarie. L’antico sport delle due ruote di quell’epoca aveva regole molto diverse che consentivano di esaltare i campioni e permettevano agli organizzatori di incidere profondamente sull’esito delle gare del calendario. Fino al 1979 erano ammesse spinte tra corridori, quindi i vari capitani cercavano di accaparrarsi i gregari più solidi, con braccia robuste

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oltre che con gambe belle muscolose. Non esistevano classifiche individuali, nazionali o internazionali, basate sui punti conquistati nelle varie corse quindi ogni squadra puntava in genere su un unico capitano che aveva a completa disposizione gregari pronti a qualsiasi sacrificio. A lui lo sponsor chiedeva di vincere e di confrontarsi con altri parigrado delle altre formazioni. Per questo in quegli anni abbiamo assistito ad epici scontri che avevano per protagonisti soprattutto i grandi campioni da Merckx a Gimondi, da

Adorni a Zilioli, da De Vlaeminck a Raas, da Moser a Saronni, da Hinault a Fignon, da Argentin a Bartoli, da Lemond ad Indurain, da Bugno a Chiappucci, ma per avere un elenco attendibile bisognerebbe citarne almeno altri venti. Poteva capitare che un gregario riuscisse a vincere qualche corsa, qualche tappa (difficilmente di grande levatura), ma guai a non aver fatto il proprio dovere: una vittoria strappata ai danni del capitano poteva avere infauste conseguenze, licenziamento compreso. Era anche un’epoca in cui


direttori sportivi e capitani avevano a disposizione sufficienti risorse finanziarie per comprare alleanze indispensabili a conquistare una vittoria. Ma non sempre l’aiuto di corridori di altre formazioni era ricompensato in danaro, era previsto nel codice d’onore dei corridori “lo scambio di favori”. Vincere la Milano-Sanremo in maglia iridata era un traguardo ambitissimo che Eddy Merckx (vincitore di ben sette edizioni delle classicissima di primavera) aveva inaugurato nel ’72 (era il quinto successo). Toccò poi a Gimondi nel ’74, la stagione successiva al titolo conquistato a Barcellona e a Saronni nell’83 (dopo lo splendido scatto iridato di Leicester). Francesco Moser, campione del mondo in Venezuela nel ‘77 non ce l’aveva fatta, la Sanremo pareva stregata per lui anche se nella sua lunga carriera l’ha sempre disputata. Ma nel 1984 il doppio record dell’ora messicano ha proposto alla ribalta ciclistica un nuovo Moser, un corridore che adottava sistemi di preparazione all’avanguardia, che aveva rivoluzionato la dieta del ciclista, ma soprattutto aveva offuscato l’impresa di Eddy Merckx che nel ’72 a Città di Messico aveva stabilito il nuovo limite di 49,432 per

oltre un decennio giudicato imbattibile. Il campione trentino, che pareva avviato sul viale del tramonto, dapprima portò il record a 50,808 (ovvero 1.376 metri più del Cannibale belga) poi, per rendere omaggio ai tifosi giunti dall’Italia, quattro giorni dopo sfondò il muro dei cinquantuno orari, percorrendo nei sessanta minuti ben 51,151 km. Due mesi dopo lo strabiliante primato, Moser si presentò alla Sanremo (senza aver disputato la Tirreno-Adriatico né la Parigi-Nizza) suscitando molto scetticismo. Invece s’involò poco prima della discesa del Poggio presentandosi tutto solo sul tradizionale rettilineo di via Roma. Si disse allora che aveva vinto con un “attacco alla Merckx”. Vero, verissimo. Ma grazie anche alla complicità di un occhialuto varesino, Alfredo Chinetti, che era a ruota del trentino quando questi produsse l’accelerazione decisiva e che, per accordi da tempo stabiliti, aveva “fatto il buco” al momento opportuno e Moser aveva sfruttato appieno la situazione. Ebbene, qualche settimana più tardi, Chinetti colse l’ultima vittoria della sua onesta carriera nel Giro della Provincia di Reggio Calabria grazie ad un’azione di Moser che gli schiuse le porte del successo-riparatore. Molti

Vittorio Adorni al Giro d’Italia credit foto LAPRESSE

Ma non sempre l’aiuto di corridori di altre formazioni era ricompensato in danaro, era previsto nel codice d’onore dei corridori “lo scambio di favori” : Eddy Merckx e Felice Gimondi

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I campioni, Giuseppe Saronni e Francesco Moser

anni prima, nell’autunno del 1966, anche un campione come Vittorio Adorni ricorse al codice d’onore per sdebitarsi nei confronti di Felice Gimondi. Una bella pagina che va raccontata. Nella primavera di quell’anno il ventitreenne bergamasco aveva ottenuto due strepitose vittorie nell’arco di una settimana prima alla Parigi-Roubaix e poi alla Parigi-Bruxelles. Il suo nome era sulla bocca di tutti gli appassionati di ciclismo tanto più che, l’anno prima, aveva vinto in modo assolutamente inatteso il Tour de France. Questo giovane talento stava sovvertendo la gerarchia internazionale dove personaggi del calibro di Jacques Anquetil, Rik Van Looy e Jan Janssen erano i punti di riferimento delle rispettive nazioni (Francia, Belgio, Olanda). Per la Salvarani, la squadra in cui militavano Adorni e Gimondi, le classiche del Nord erano importantissime perché stava inaugurando una serie di negozi proprio

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in Belgio quindi era chiesto sempre il massimo impegno in ogni occasione. Dopo le classiche del pavé, il calendario prevedeva la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi più adatte alle caratteristiche dei corridori italiani. Il direttor sportivo della Salvarani, il mitico Luciano Pezzi aveva programmato di concedere un po’ di riposo a Gimondi dopo i trionfi sul pavé e schierare Adorni come capitano nelle Ardenne. Ma il futuro campione del mondo di Imola era stato informato però che la “vecchia guardia” (di cui era autorevole membro) aveva deciso di prendersi la rivincita sul “ragazzino” che li aveva strapazzati sul loro terreno preferito e che la Liegi si sarebbe trasformata in una sorta di rivincita. Con la scusa di un improvviso attacco febbrile alla vigilia, Vittorio Adorni dette forfait e Pezzi fu costretto a chiedere un ulteriore sacrificio a Gimondi che ne avrebbe volentieri fatto a meno. Ebbene, l’ope-

razione-rivincita andò a buon fine tanto che quella fu l’unica classica in linea in cui si impose Jacques Anquetil, incontrastato re del cronometro, che precedette due belgi, Van Schil e In’t Ven, mentre Gimondi dovette arrendersi dopo aver respinto attacchi su attacchi. A fine stagione, avendo deciso di lasciare la Salvarani per approdare alla Salamini-Luxor, Vittorio Adorni si sdebitò con Felice. Il Giro di Lombardia si concludeva sulla pista di Como e a contendersi la vittoria un drappello di campioni: Anquetil, Poulidor, Dancelli, Adorni, Gimondi e un giovanissimo Merckx che già aveva fatto vedere le doti di grande sprinter alla Milano-Sanremo. Con una manovra al limite della scorrettezza, Adorni era riuscito ad ostacolare il belga permettendo così al giovane compagno di squadra (che gli aveva strappato i gradi di capitano) di imporsi in volata.


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InBici Holiday Dal 9 al 16 febbraio, fra Alicante, Benidorm ed Altea, una settimana di vacanza a misura di ciclista. E tra i partecipanti ci saranno anche i quattro vincitori assoluti dell’InBici Top Challenge

Bienvenido in Costa Blanca a cura della redazione

Sta riscuotendo un grande successo la settimana di vacanza organizzata da InBici Holiday (dal 9 al 16 febbraio) in Costa Blanca, lo spicchio di Spagna che - per condizioni climatiche ed ambientali - rappresenta un paradiso invernale per i ciclisti di tutto il mondo. Non a caso, nei primi mesi dell’anno qui si danno appuntamento i grandi team professionistici del World Tour per preparare la loro stagione agonistica. E così, i cicloamatori che partecipano alla “sette giorni” spagnola, in più di un’occasione, nel corso delle loro uscite, si ritrovano a pedalare a fianco dei big mondiali delle due ruote. Insomma, se in pieno inverno volete concedervi una settimana di relax coltivando la passione per la bicicletta, il triangolo fra Alicante, Benidorm ed Altea è, per mille ragioni, la destina-

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zione ideale. Le iscrizioni, come detto, stanno andando a gonfie vele (siamo già a quota 30), per cui gli organizzatori lanciano un appello, invitando chiunque fosse interessato ad affrettare le prati-

che di iscrizione. Tra i partecipanti alla vacanza in Costa Blanca ci saranno anche i quattro vincitori assoluti dell’ultima edizione dell’InBici Top Challenge che, in quanto tali, sono stati invitati


InBici Holiday

gratuitamente dall’organizzazione. Si tratta di Monica Cecchi, Marina Lari, Diego Frignani e Stefano Nicoletti. I vantaggi di una vacanza InBici Holiday sono tantissimi: quando si arriva in una località di vacanza, la logistica infatti richiede il suo tempo. Bisogna pensare ai trasporti, tenere un occhio sul navigatore, occuparsi della sistemazione in albergo e dei bagagli e poi perdere tempo a consultare le mappe del territorio per provare a disegnare l’itinerario più congeniale. Con una vacanza InBici Holiday, invece, tutto questo dispendio di tempo ed energie viene risparmiato, perché alla logistica ci pensa l’organizzatore che, come avviene per le squadre professionistiche, si occupa di tutti gli aspetti del travel e dell’hospitality.

7 giorni

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TRASPORTO BICI IN PULLMAN DALL’ITALIA E ASSISTENZA MECCANICA H24 LA QUOTA COMPRENDE

Nel pacchetto “all-inclusive” il servizio più importante è senza dubbio il trasporto in pullman – dall’Italia alla Spagna – di bagagli e biciclette: “È un servizio confort che alleggerisce parecchio gli impegni ordinari di un viaggiatore – spiega la coordinatrice del progetto Sara Falco – perché il trasporto aereo di ruote e telai è una procedura che richiede dispendio di tempo e costi aggiuntivi. Con InBici, invece, si viaggia ‘leggeri’ e la bicicletta te la ritrovi al tuo arrivo in camera da letto accanto alle valigie”. Una vacanza dunque a misura di ciclista, ritagliata come un abito sartoriale sulle esigenze specifiche di chi, quando parte, non vuole rinunciare al piacere di una rigenerante pedalata senza occuparsi del pesante fardello della burocrazia. La scelta della location in Costa Blanca, ratificata dai consulenti di InBici Magazine, è il frutto di una scrupolosa selezione. In questo angolo suggestivo di Penisola Iberica, infatti, il clima, soprattutto in inverno, è ideale per l’attività sportiva e le strade, oggetto di un recentissimo restyling, sono praticamente perfette. Il territorio ha inoltre una consolidata cultura ciclistica, visto che ha ospitato, in passato, alcune rassegne ciclistiche di straordinaria importanza, come i campionati mondiali di ciclismo del 1992, quando – sotto il traguardo di Benidorm – sfrecciò proprio il nostro Gianni Bugno.

Per informazioni T . 391/4917418 redazione@inbici.net

7 giorni full board (colazione, pranzo e cena in hotel in camera doppia con supplemento per la singola di euro 185), un ingresso gratuito nella SPA, 6 uscite in bicicletta con guida, maglia tecnica dell’evento by PISSEI, Welcome bag con integratori Inkospor, trasporto biciclette con il pullman INBICI TOP CHALLENGE a/r, transfer da e per aeroporto di Alicante ed assistenza meccanica al seguito con moto. Il numero massimo di partecipanti è fissato a 25 e per prenotare è necessario versare un acconto di 100 euro entro il 31 ottobre 2018 con saldo entro il 31 dicembre 2018. Per chi prenota prima del 31 ottobre 2018 subito in omaggio la t-shirt “Love InBici”, il primo esclusivo souvenir della vostra indimenticabile vacanza in Costa Blanca LIFESTYLE INBICI

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i 25 anni

della Gran Fondo Cassani a cura della redazione

Il 17 marzo nell’antica città dei Manfredi torna la storica Gran Fondo di Faenza. Il Ct azzurro ribadisce il sostegno della manifestazione all’attività giovanile: “È la mission che conta” Lo scorso 3 novembre, al Palazzo del Turismo di Riccione, nell’ambito dell’InBici Day, la Gran Fondo Davide Cassani ha presentato in anteprima nazionale le novità salienti della sua 25esima edizione. Una storia lunga un quarto di secolo quella della corsa faentina che il prossimo 17 marzo taglierà un

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prestigioso traguardo. Le iscrizioni si sono aperte ufficialmente il 1 ottobre e, da quella data, sul sito internet www. granfondodavidecassani.it sono presenti nel dettaglio tutte le informazioni per effettuare le iscrizioni online. Al pari della Laigueglia, la corsa manfreda rappresenta “la classicissima” d’apertura

della stagione amatoriale e, proprio per la sua particolare collocazione nel calendario, viene idealmente considerata la gara d’esordio per molti ciclo-amatori. Un appuntamento sempre interessante nobilitato dalla mission più nobile: la “Davide Cassani” infatti – per statuto e per esplicita volontà del commissario


tecnico della nazionale italiana - è nata e cresciuta per favorire e supportare concretamente la passione del ciclismo fra i ragazzi, in modo particolare quelli della categoria “giovanissimi”. A beneficiare dei proventi della Gran Fondo manfreda sono infatti, ormai da vent’anni, proprio le due società organizzatrici: la S.C. Ceretolese di Casalecchio di Reno e la Polisportiva Zannoni di Faenza. Proprio grazie a questa manifestazione, i due sodalizi sportivi oggi tesserano oltre cinquanta ragazzi: “Il supporto concreto del ciclismo amatoriale all’attività giovanile – spiega il Ct Davide Cassani – non dev’essere un’eccezione, ma una regola virtuosa che, mi auguro, in futuro diventi virale. Del resto, questo modus operandi è nell’interesse di tutti, visto che i giovani di oggi diventeranno gli amatori di domani”.

Come lo scorso anno, anche nella prossima stagione la Gran Fondo Davide Cassani farà parte del circuito InBici Top Challenge (seconda tappa) e del Romagna Challenge (Info www. granfondodavidecassani.it). Confermati i tracciati di sempre, con i due percorsi di 80 e 125 chilometri che toccheranno le località di Riolo Terme, Casola Valsenio, Brisighella, Modigliana e – per chi affronterà l’itinerario lungo – anche Rocca San Casciano.

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SCATTO D’AUTORE DIDA VUELTA SAN JUAN 2018 by Bettiniphoto

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L’INTERVISTA

a cura di Davide Pegurri

Franco Pellizotti sale in ammiraglia

Dopo diciassette anni di professionismo, il delfino di Bibione appende la bici al chiodo e si appresta ad intraprendere una nuova avventura come direttore sportivo della Bahrain Merida: “In bici ho fatto quel che ho potuto. Lascio senza rimpianti perché l’ho deciso io” Un’altra stagione ciclistica ricca di emozioni è terminata e, con essa, anche la carriera di un corridore che è stato, pur tra alti e bassi, uno dei 38

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migliori rappresentanti del ciclismo italiano dell’ultimo ventennio: Franco Pellizotti. Agli inizi molte le gioie ottenute con la Alessio e con la Liquigas.

Una progressiva crescita stoppata bruscamente solo dalla vicenda che lo costrinse, nel 2010, a lasciare le corse per due anni. Nel 2012 la rinascita con


Pellizotti in testa al gruppo al campionato del mondo di Innsbruck

l’Androni e il successo al campionato italiano in quel di Borgo Valsugana. Infine, il ritorno nel World Tour al fianco di Vincenzo Nibali, del quale diventa fido scudiero, scortandolo in tutti i Grandi Giri e nelle Classiche. Ora il delfino di Bibione, dopo diciassette anni di professionismo, appende la bici al chiodo e si appresta ad intraprendere una nuova avventura come direttore sportivo della Bahrain Merida. Con la certezza di chi sa di aver dato sempre il massimo, Pellizotti ci ha raccontato la sua storia e la sua voglia di rimanere a contatto con questo magnifico sport. Come hai vissuto il tuo ultimo anno da professionista? “Ho trascorso questo 2018 come se fosse un anno normale, senza il pensiero del ritiro. Ho cercato, come sempre, di fare il massimo e dare il mio contributo alla squadra. Sono soddisfatto del mio percorso e della

mia stagione, ma sono anche consapevole che ogni cosa ha un inizio e una fine, per questo ho deciso, in piena libertà, di staccare gli scarpini dai pedali. Poi, come spesso accade si chiude una porta e si apre un portone: il prossimo anno continuerò a frequentare l’ambiente del ciclismo da direttore sportivo”. Come si è concretizzata questa opportunità? “L’occasione di rimanere con la Bahrain Merida con questo ruolo è nata lo scorso anno, dopo aver disputato un’ottima Vuelta a Espana. La squadra mi ha proposto un rinnovo di contratto di due anni che prevedeva una stagione in sella alla mia bici e una in ammiraglia, con la possibilità, se avessi avuto ancora stimoli e voglia, di fare anche il prossimo anno pedalando. Ho fatto il corso da direttore sportivo e mi sento pronto per questa nuova avventura”.

Ho trascorso questo 2018 come se fosse un anno normale, senza il pensiero del ritiro. Ho cercato, come sempre, di fare il massimo e dare il mio contributo alla squadra. Sono soddisfatto del mio percorso e della mia stagione, ma sono anche consapevole che ogni cosa ha un inizio e una fine, per questo ho deciso, in piena libertà, di staccare gli scarpini dai pedali. Poi, come spesso accade si chiude una porta e si apre un portone: il prossimo anno continuerò a frequentare l’ambiente del ciclismo da direttore sportivo. LIFESTYLE INBICI

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Franco Pellizotti alla Vuelta Espana 2018

“Il ciclismo mi ha dato tanto e tolto parecchio; tuttavia, se dovessi mettere su una bilancia entrambe le cose, di sicuro l’esito sarebbe positivo”

Un 2018 impreziosito anche dalla partecipazione al mondiale… “La convocazione è stata gratificante, un premio alla carriera, anche se la vera ciliegina sulla torta sarebbe stata vincere la maglia iridata con Vincenzo Nibali. Questo appuntamento lo avevamo nel mirino già da tempo e lo stavamo preparando da più di un anno. Anche se eravamo a Innsbruck, sembrava di essere a casa, le strade erano piene di tifosi italiani. È stato davvero emozionante”. C’è un successo che ricordi con maggior gioia? “Uno in particolare no. Non ho vinto molto, ma ogni mio trionfo ha avuto un suo significato importante. Se proprio devo però, ricordo volentieri il campionato italiano conquistato nel 2012, dopo due anni particolarmente difficili per me. Ripenso con soddisfazione anche all’esperienza a Pechino 2008 e al clima che si respirava nel villaggio olimpico”. Nella tua carriera però c’è stato anche un momento buio… “Il periodo più brutto da ciclista è stato sicuramente quello vissuto dopo il 2010 quando, per un’anomalia nel passaporto biologico, sono stato fermato per due stagioni. Confesso che a caldo ho pensato anche di smettere di correre ma poi, riflettendo bene, ho deciso di continuare, promettendomi

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che se mai avessi voluto appendere la bici al chiodo l’avrei fatto solo per scelta mia, senza esser influenzato da un evento che peraltro non trovavo giusto. Al rientro ho avuto anche la fortuna di avere un Team che ha creduto in me e mi ha rilanciato. Per questo devo molto a Savio e all’Androni”. Perché ai tuoi inizi, tra tutti gli sport, hai scelto il ciclismo? “Da ragazzo ho praticato anche calcio, pallavolo, corsa e nuoto. Il ciclismo però è stato quello che mi ha entusiasmato di più. La passione per le due ruote non me l’ha trasmessa nessuno, mi sono innamorato io di questo sport perché, correndo in bici, mi sentivo protagonista. Quando vincevo ero io a salire sul podio e, viceversa, quando perdevo sapevo di esser stato io ad aver sbagliato”. Come valuti il movimento ciclistico italiano? “Forse non è attualmente uno dei migliori. Probabilmente questo è anche dovuto al fatto che ci sono sempre meno squadre dilettantistiche e che si è persa, tra i più giovani, la cultura del faticare. Tutto ciò porta anche ad un minore ricambio generazionale. Non siamo però scomparsi dal panorama mondiale, perché sappiamo fornire ancora nuovi talenti, come ad esempio Gianni Moscon. È indiscutibile che il ciclismo in questi anni sia cambiato

tantissimo. La mancanza di squadre italiane nel World Tour porta anche a non far passare i nostri corridori, mentre ai miei tempi era molto più semplice. È un peccato non avere una squadra di primissimo livello, pensando soprattutto alla presenza di uno sponsor come la Segafredo”. Che rapporto hai con i delfini? “Sono animali che mi piacciono molto. Il mio soprannome è nato da un’idea di Auro Bulbarelli, io l’ho scoperto solo dopo averlo ascoltato in televisione. Lui alle corse mi vedeva sempre sorridente e ha deciso di chiamarmi Delfino di Bibione proprio per il fatto che vivevo vicino al mare, in via Delfino”. Ora avrai più tempo per la tua famiglia e i tuoi hobby? “La mia famiglia è sempre stata consapevole che il ciclismo lascia poco tempo libero e a dir il vero sono loro i primi dispiaciuti per il mio ritiro. Mia moglie aveva abituato i nostri figli a viaggiare con il camper e raggiungermi alle varie corse, come al mondiale o al Tour de France. In quanto agli hobby, spesso vado a vedere le partite della squadra femminile di pallavolo del Conegliano e di sicuro continuerò a seguire, impegni permettendo, le domeniche in casa”. Domanda finale: sei soddisfatto della tua carriera? “Sì. Il ciclismo mi ha dato tanto e tolto parecchio; tuttavia, se dovessi mettere su una bilancia entrambe le cose, di sicuro l’esito sarebbe positivo. Sono contento perché so di aver fatto tutto ciò che potevo. Ora per me inizia una nuova avventura e sono certo che andrà tutto bene”.


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Granfondo Tarros Montura

La Liguria come non l’avete mai vista a cura della redazione

Chiesa di San Pietro, Porto Venere, Cinque Terre (tramonto)

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La 24ª edizione della Gran Fondo Tarros Montura è ufficialmente iniziata e, come era facile supporre, c’è stata la classica partenza con il botto

A fine marzo, nell’incantevole scenario delle Cinque Terre, è in programma la 24esima edizione di una Granfondo unica. Partendo da La Spezia, un tour mozzafiato tra i borghi antichi e la natura incontaminata della riviera ligure

La 24ª edizione della Gran Fondo Tarros Montura è ufficialmente iniziata e, come era facile supporre, c’è stata la classica partenza con il botto. I 200 pettorali a prezzo speciale che garantivano la partenza nella prima griglia domenica 31 marzo 2019, sono stati letteralmente presi d’assalto nel click-day. Già 200 granfondisti hanno scritto il proprio nome nella lista dei partenti per l’edizione 2019, assicurandosi le prime posizioni sulla linea di partenza del Centro Allende di La Spezia. Sebbene la promozione sia ultimata – fa sapere l’organizzazione - partire in prima griglia è ancora possibile, acquistando online il proprio pettorale. Come sempre i più veloci avranno diritto alle posizioni migliori. Ampiamente confermati i percorsi. Due i tracciati che gli atleti potranno scegliere nella Granfondo Tarros Montura, entrambi caratterizzati dal panorama che solo questo affascinante lembo di territorio è in grado di offrire. Il percorso lungo – 109 chilometri in linea per 2300 metri di dislivello - non lascia un attimo di respiro, ma è in grado di offrire emozioni indescrivibili. Il Passo Guaitarola sarà il GPM Montura dell’edizione 2019. All’apparenza facile, ma da non sottovalutare vista la presenza di importanti asperità nella prima parte, il percorso corto – 87 km per 1700 metri di dislivello – nasconde delle insidie che non vanno trascurate. Ricordiamoci, infatti, che il tracciato è disegnato su strade morfologicamente molto ondulate e irregolari per cui sarà importante farsi trovare preparati. Tante novità per l’edizione 2019. Novità legate alla valorizzazione del territorio, all’organizzazione dell’evento e alla serie di eventi collaterali che porteranno la città della Spezia a vivere un vero weekend di festa e di sport, nonché ad una prima apertura della stagione turistica nel Golfo dei Poeti. Alcune novità riguardano i circuiti in cui la GF Tarros Montura è stata inserita. L’evento ciclistico, unico nel panorama delle 5 Terre, dopo essere stato selezionato dal giovane ma prestigioso circuito InBici Top Challenge, rientra nella lista delle Gran Fondo che compongono la Coppa Toscana e l’ambito Giro delle Regioni. Il successo ottenuto nella scorsa edizione e la qualità con il quale questo evento da 24 anni viene realizzato sono tra i fattori chiave che hanno spinto gli organizzatori di questi circuiti, e non solo, a voler la GF Tarros Montura all’interno del proprio Challenge. È con l’obiettivo di far vivere agli appassionati di ciclismo e ai propri compagni un weekend memorabile nell’affascinante panorama delle 5 Terre che nasce l’idea di attivare un pacchetto speciale in occasione della Gran Fondo Tarros Montura edizione 2019.

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COSÌ È NATO IL “GF TARROS MONTURA CHRISTMAS PACK” - PACK in quanto garantirà la partecipazione alla gara in programma domenica 31 marzo, ma comprenderà anche il pernottamento in una struttura suggestiva a pochi passi dal villaggio GF e nel cuore della città della Spezia. - CHRISTMAS poiché sarà il regalo ideale che ogni ciclista desidera trovare sotto il proprio albero e darà la possibilità a molti atleti di togliersi il dubbio sul regalo da fare al proprio compagno di avventure. Tutti i dettagli relativi al Christmas Pack saranno pubblicati nella prima settimana di dicembre sul sito ufficiale dell’evento. La manifestazione, che ha il suo naturale epicentro nella città di La Spezia, accenderà i riflettori da venerdì, con l’allestimento del villaggio e l’arrivo in città dei primi ciclisti. Il villaggio prende vita nella giornata del sabato, quando i ciclisti potranno inizia-

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re a ritirare il proprio Pacco Gara presso il Centro Allende. L’evento più atteso di questa giornata sarà senza dubbio la Mini Gran Fondo dedicata a tutti i bambini. Il Villaggio EXPO, incastonato nei dintorni del Centro Allende in La Spezia, rappresenta il cuore pulsante della Gran Fondo Tarros Montura. Segreteria, iscrizioni con consegna del pacco gara, punto di ristoro, momenti ricreativi e

spazi per espositori, sono solo alcune delle attività che prenderanno vita nel villaggio. A queste si aggiungono le premiazioni, le interviste, la merenda per i bambini e il pasta party a conclusione della gara. I cicloturisti che decidono di iscriversi all’evento avranno la possibilità di conoscere nuovi scorci panoramici allargando la percezione di ciò che le 5 Terre rappresentano.


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Prove generali a cura della redazione

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Castelnuovo Val Di Cecina


Grande successo per la prima edizione della Freccia Geotermica andata in scena domenica 14 ottobre a Pomarance. L’evento cicloturistico, inserito nell’ampio programma della giornata “Centrali Aperte” e voluto dal COSVIG (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) per celebrare i 200 anni dell’utilizzo dell’energia geotermica, ha riscosso l‘interesse di molti appassionati.

In vista dell’evento di aprile, lo scorso 14 ottobre a Pomarance si è corsa la prima edizione della Freccia Geotermica. Alla consolle organizzativa gli infaticabili volontari del Velo Etruria

Sul campo impegnato in prima fila ad organizzare c’era il Velo Etruria Pomarance, ovvero lo staff della Green Fondo Paolo Bettini che, anche per questo evento, ha messo “on the road” passione, impegno e professionalità.Sono stati davvero tanti gli appassionati delle due ruote che si sono dati appuntamento a Pomarance per affrontare i percorsi che si snodavano su e giù per le colline di questo magnifico angolo di territorio che si può definire come il “cuore caldo” della Toscana. I ciclisti hanno potuto scegliere tra percorsi di varia lunghezza e difficoltà, dal lungo di oltre 100 km, per i più allenati, fino all’escursionistico di circa 20 km per chi invece voleva fare una semplice passeggiata in bicicletta. Sullo sfondo una giornata di sole dal clima stupendo che ha aiutato la riuscita dell’evento. Tutti i percorsi hanno portato alla scoperta del territorio dei comuni geotermici, con capofila Pomarance e Castelnuovo Val di Cecina entrambi patrocinatori dell’evento, con la possibilità di visitare le centrali geotermiche, conoscere meglio il significato di energia geotermica, attraversando borghi antichi ricchi di fascino e paesaggi suggestivi. D’obbligo una sosta nei punti di ristoro allestiti lungo il percorso dove è stato possibile degustare i prodotti tipici del territorio e della cucina toscana, il tutto preparato con cura con l’aiuto della Comunità del Cibo e dell’ormai famoso Macellaio Nicola di Pomarance.

Una giornata importante, ma anche l’occasione per tenere “oliati” i meccanismi organizzativi del Velo Etruria Pomarance che, il prossimo 7 aprile, allestirà in Val di Cecina una nuova edizione della Green Fondo dedicata al Grillo che si snoderà lungo due tracciati: il lungo di 133 chilometri ed il corto di 85. La Green Fondo Paolo Bettini, che ha già aperto le iscrizioni (lo scorso anno 1300 al via) anche nel 2019 farà parte dell’InBici Top Challenge.

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suoi partner una visibilità altamente “profilata”, potendo contare su followers “di nicchia”, ovvero reclutati specificatamente nel segmento ciclismo. I social, gestiti secondo le più aggiornate dinamiche di marketing, sono oggi lo strumento più efficace per garantire alle aziende la più alta visibilità mediatica e la più efficace valorizzazione delle loro campagne promozionali. Non a caso, come certificano i numeri, i followers del Gruppo seguono – ormai da diversi anni - un costante e vigoroso trend di crescita. YOUTUBE CHANNEL Inbici Top Channel con oltre quindicimila visualizzazioni al mese, il canale Youtube di InBici è ormai diventato uno strumento mediatico di formidabile efficacia per promuovere eventi, divulgare campagne di branding e pianificare attività di marketing. Mezzo in costante espansione, il Canale Youtube è uno dei veicoli mediatici più interessanti della rete perché garantisce elevati standard di visibilità a costi contenuti. Con i nostri cine-operatori, siamo in grado di auto-produrre contenuti e confezionare montaggi per garantire alle aziende il prodotto video più congeniale per le loro esigenze.


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SCATTO D’AUTORE TOUR OF HAINAN by Bettiniphoto

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102° Giro d’Italia

Chi dopo Froome? di Davide Pegurri

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Il keniota bianco (attirato dalle sirene del Tour) verso il forfeit. Senza di lui il favorito numero uno potrebbe diventare il nostro Vincenzo Nibali, ma occhio anche a Geraint Thomas e ai giovani emergenti Gianni Moscon ed Egan Bernal La 102esima edizione del Giro d’Italia è stata finalmente svelata. Un corsa che torna a parlare completamente italiano, con il solo sconfinamento nella Repubblica di San Marino. Ventuno tappe: tre cronometro, sei adatte ai velocisti, sette di media difficoltà e cinque per gli scalatori o gli uomini di classifica. Partenza da Bologna con una cronoscalata al San Luca e arrivo a Verona dopo 3.518 chilometri con un’altra prova contro il tempo. Anche questa volta Mauro Vegni e il suo staff sono riusciti a progettare un percorso avvincente e innovativo, mantenendo stretti legami con la tradizione. Un giro duro, caratterizzato da molti metri di dislivello. Parecchi anche i temi extra-ciclistici per riscoprire la storia della nostra terra: Vinci ricordando il genio di Leonardo, l’Aquila a dieci anni dal terremoto, San Pio da Pietrelcina e tanti altri. LA GRANDE PARTENZA – Sarà, non tanto la partenza di Bologna, ma soprattutto il rilancio di un’intera regione. Cinque infatti le frazioni che toccheranno il territorio emiliano. Si comincia, sabato 11 maggio, con la cronoscalata al Santuario di San Luca che decreterà la prima maglia rosa del Giro. La seconda frazione, da Bologna a Fucecchio, servirà soprattutto per omaggiare, sulle sue strade, il grande campione Gino Bartali. Una settimana più tardi la cronoscalata a San Marino, il giorno di riposo e due frazione adatte ai velocisti. LIFESTYLE INBICI

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LA TAPPA INBICI – Domenica 19 maggio sarà un giorno importante per il territorio della nostra redazione. Andrà infatti in scena la nona frazione, una corsa contro il tempo con partenza da Riccione e arrivo a San Marino. In occasione della pedalata per la festa di Inbici, svoltasi domenica 4 novembre, abbiamo potuto capire meglio le difficoltà che affronteranno i protagonisti della prossima Corsa Rosa. Dopo una prima parte pianeggiante, una continua ascesa, con punte di pendenza anche al 9%, che non lascerà molto respiro e che non avvantaggerà gli specialisti. Sicuramente a vincere sul Monte Titano saranno gli scalatori e i ciclisti che punteranno alla vittoria finale. LE MONTAGNE DEL GIRO – Come sempre il piatto forte saranno le salite. Quest’anno non saranno molti gli arrivi 54

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in altura, tuttavia sarà un Giro con un dislivello altimetrico molto rilevante. Dalla seconda settimana, approdando sulle Alpi, la corsa cambierà decisamente registro. Bisognerà prestare molta attenzione in particolare a tre frazioni: la quattordicesima, la sedicesima e la ventesima. Tra queste inoltre, la Lovere – Ponte di Legno si preannuncia come la più dura di tutte. I ciclisti, una volta lasciata la città lacustre bergamasca, giungeranno al traguardo dopo 228 km, non prima di aver affrontato il Gavia, Cima Coppi per la settima volta, e il Mortirolo. Quest’ultima nominata “Montagna Pantani” per ricordare l’impresa che Marco Pantani compì il 4 giugno 1994, vincendo la quindicesima tappa e arrivando solo al traguardo di Aprica. La sentenza finale invece spetterà all’ascesa del Passo Croce D’Aune, nella penultima frazione.

IL FINALE – La 102esima edizione terminerà nel cuore di Verona, accanto alla maestosa arena, simbolo della città di Romeo e Giulietta. Un ritorno dopo nove anni dalle celebrazioni della vittoria di Ivan Basso. La cronometro conclusiva sarà, nel caso in cui la classifica generale sia già delineata, una vera e propria passerella. Proprio nell’anfiteatro veronese conosceremo colui che succederà nell’albo d’oro a Chris Froome. Quest’anno la Corsa Rosa si concluderà il 2 giugno e per tale motivo Roma, impegnata anche nella consueta parata, non ha potuto ospitare il finale. La città eterna però si sta mobilitando per tornar protagonista nel 2020. CHI CI SARÀ? - È ancora prematuro parlare dei partecipanti al prossimo Giro d’Italia, tuttavia possiamo azzar-


Elia Viviani, Mauro Vegni, Christopher Froome alla presentazione del Giro d’Italia

dare alcune ipotesi. Quasi sicuramente, nonostante il suo desiderio di esserci, Chris Froome, vincitore dell’ultima edizione, non sarà alla partenza da Bologna poiché il 2019 sarà per lui l’anno ideale per tentare un progetto al quale tiene molto: vincere il quinto Tour de France. Alla corsa francese, come è facile ipotizzare, il keniota bianco vorrà al suo fianco tutti i migliori atleti del team; ci sarà però da capire se Geraint Thomas sarà disponibile a un ruolo da gregario o se vorrà provare a correre ancora da capitano, magari proprio in Italia. Il Team Sky potrebbe anche puntare sui giovani, portando il talento italiano Gianni Moscon e l’astro nascente del ciclismo mondiale Egan Bernal. Certamente un protagonista molto atteso sarà Vincenzo Nibali. Il ciclista siciliano, dopo una stagione sfortunata per via della caduta alla Grande Boucle, potrebbe essere il favorito numero uno. Il percorso della centoduesima edizione sembra appositamente disegnato per le caratteristiche del portacolori della Bahrain Merida. A dicembre, quando andrà in ritiro con tutta la squadra, è prevista una sua eventuale conferma. Chi certamente ripartirà proprio dalla Corsa Rosa, anche per trovare riscatto da una stagione deludente, sarà Fabio Aru. Il sardo dovrà soprattutto capire se può tornare protagonista nelle corse a tappe. Quale modo mi-

(Bettiniphoto)

Domenica 19 maggio sarà un giorno importante per il territorio della nostra redazione. Andrà infatti in scena la nona frazione, una corsa contro il tempo con partenza da Riccione e arrivo a San Marino La partenza della Granfondo Alé La Merckx

gliore se non quello di correre nel proprio paese, dove la gente può dargli affetto e sostegno. Anche l’olandese della Lotto NL Jumbo Steven Kruijswijk, quarto nel 2016, ha dichiarato di voler essere al via, pronto a giocarsi un posto sul podio. Interessante sarà la sfida tra le ruote veloci. Elia Viviani, ultima maglia ciclamino, sicuramente farà di tutto per partecipare. L’obiettivo dello sprinter veronese sarà quello di ripetere le prestazioni di questo 2018, impreziosito dalle quattro vittorie di tappa al Giro d’Italia. Fonti vicine alla UAE Team Emirates affermano che Beppe Saronni porterà il neo acquisto Fernando Gaviria. Se così fosse prepariamoci a un’avvincente lotta all’ultimo metro tra il colombiano e il nostro campione italiano in tutti gli sprint. Infine, si vocifera di una possibile presenza di Peter Sagan e del campione del mondo Alejandro Valverde. Troppo presto per dire se anche loro faranno parte del gruppo. Molto probabilmente però, tra poco più di un mese, quando tutte le squadre riprenderanno la preparazione invernale per la prossima stagione, ne sapremo di più. Quello che rimane certo è che al via sabato 11 maggio non mancheranno ciclisti capaci di emozionare e rendere unico il Giro. La corsa più bella del mondo nel paese più bello del mondo!


LE 21 TAPPE Sabato 11 maggio 1^ tappa: Bologna – Bologna (San Luca) (cronoscalata) - 8,5 km Domenica 12 maggio 2^ tappa: Bologna – Fucecchio - 200 km Lunedì 13 maggio 3^ tappa: Vinci – Orbetello - 219 km Martedì 14 maggio 4^ tappa: Orbetello – Frascati - 228 km Mercoledì 15 maggio 5^ tappa: Frascati – Terracina - 140 km Giovedì 16 maggio 6^ tappa: Cassino – San Giovanni Rotondo - 233 km Venerdì 17 maggio 7^ tappa: Vasto – L’Aquila - 180 km Sabato 18 maggio 8^ tappa: Tortoreto Lido – Pesaro - 235 km 56

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Domenica 19 maggio 9^ tappa: Riccione – San Marino (cronometro) - 34,5 km Lunedì 20 maggio: primo giorno di riposo Martedì 21 maggio 10^ tappa: Ravenna – Modena - 147 km Mercoledì 22 maggio 11^ tappa: Carpi – Novi Ligure - 206 km Giovedì 23 maggio 12^ tappa: Cuneo – Pinerolo - 146 km Venerdì 24 maggio 13^ tappa: Pinerolo – Ceresole Reale - 188 km Sabato 25 maggio 14^ tappa: Saint Vincent – Courmayer - 131 km Domenica 26 maggio 15^ tappa: Ivrea – Como - 237 km

Lunedì 27 maggio: secondo giorno di riposo Martedì 28 maggio 16^ tappa: Lovere – Ponte di Legno - 228 km Mercoledì 29 maggio 17^ tappa: Val di Sole – Anterselva - 180 km Giovedì 30 maggio 18^ tappa: Dobbiaco – Santa Maria di Sala - 220 km Venerdì 31 maggio 19^ tappa: Treviso – San Martino di Castrozza - 151 km Sabato 1 giugno 20^ tappa: Feltre – Passo Croce D’Aune - 193 km Domencia 2 giugno 21^ tappa: Verona – Verona (cronometro) - 15,6 km


Il Santuario di San Luca a Bologna

San Marino sarà protagonista domenica 19 maggio con la cronometro Riccione – San Marino

Gimondi

LIFESTYLE INBICI 57 Verona celebrerà il vincitore del Giro d’Italia 2019




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SCATTO D’AUTORE LE TOUR DE LANGKAWI 2018 by Bettiniphoto

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Giacomo Nizzolo credit Bettiniphoto

La

Domande a...

nuova vita del

mastino brianzolo

Dopo gli exploit del 2016 e gli infortuni seriali dell’anno successivo, lo sprinter azzurro saluta Luca Guercilena e ricomincia dalla Dimension Data Quando si parla di velocità non si può non fare riferimento a Giacomo Nizzolo, uno dei migliori sprinter italiani. Il ciclista brianzolo, fin dalle categorie minori, ha fatto delle volate la sua vocazione.Professionista dal 2011, nel 2016 ha vissuto un’annata da incorni62

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ciare, coronata dalla conquista della seconda maglia rosa al Giro d’Italia e dalla vittoria al campionato italiano di Darfo Boario.In seguito due stagioni sfortunate dove, a causa dei problemi fisici, non è riuscito ad ottenere quei risultati che sembravano alla sua por-

tata. Ora, dopo otto anni alla corte di Luca Guercilena, Giacomo si appresta a vivere una nuova avventura con la Dimension Data. Proprio dai fatti recenti abbiamo voluto iniziare le nostre dieci domande. Quali motivazioni ti hanno spinto ad


Giacomo Nizzolo

“Per ora non ho progettato la prossima stagione, dobbiamo ancora decidere gli obiettivi specifici. Sicuramente cercherò di ritornare al livello del 2016 e magari provare a migliorare ancora”

approdare al Team Dimension Data per la prossima stagione? “Dopo otto anni nella stessa squadra sentivo che era giunto il momento di cambiare, non perché ci fossero problemi, ma perché avevo bisogno di nuove sfide e nuovi stimoli. Si è pre-

sentata questa opportunità e l’ho colta al volo. Sono contento e motivato. Logicamente, anche perché questa è la prima volta che cambio maglia da quando sono professionista. Staccarmi dalla Trek non è stato semplice ma, dal punto di vista umano, i rapporti con gli ex compagni e con tutto lo staff rimarranno invariati”. Hai già programmato il tuo 2019? “Per ora non ho progettato la prossima stagione, dobbiamo ancora decidere gli obiettivi specifici. Sicuramente cercherò di ritornare al livello del 2016 e magari provare a migliorare ancora. Penso di essere sulla strada giusta e le buone prestazioni alla Vuelta a Espana mi hanno dato morale e voglia di tornar a lottare per la vittoria in ogni volata”. Parliamo del successo a Darfo Boario: che emozioni hai provato quel giorno? “La giornata del campionato italiano

di Davide Pegurri

è stata davvero speciale. Il percorso era impegnativo e adatto anche agli scalatori o agli uomini esplosivi, difatti mi son ritrovato davanti, a giocarmi la vittoria, con Gianluca Brambilla che ha caratteristiche completamente diverse dalle mie. Mi ricordo che c’erano tantissimi miei tifosi perché sapevano che uscivo con un’ottima condizione dal Giro d’Italia. Il 2016, con il tricolore sulla pelle, è stato fantastico. Purtroppo non ho potuto godermi a pieno la maglia a causa dei problemi fisici avuti nella stagione seguente. Il 2017 infatti è stato un anno difficilissimo che però mi ha insegnato molto. Ho capito che in alcuni momenti bisogna fermarsi e cercare di comprendere cosa non va, per ripartire senza bruciare le tappe. È stato un onore indossare la maglia di campione italiano”. Nel 2016 anche la partecipazione al mondiale. Il quinto posto una delusione o una gioia?


Ho uno zio, mio grande fan, che era direttore sportivo di una squadra dilettantistica, però ho scelto da solo, senza spinte, di dedicarmi al ciclismo “Stavo molto bene quel giorno. Quando riguardo la gara penso che sicuramente avrei potuto puntare al podio, tuttavia credo che il quinto posto sia stato un ottimo risultato. É stata soprattutto una grandissima iniezione di fiducia perché me la sono giocata alla pari con tutti i migliori velocisti al mondo”. Hai cominciato a pedalare perché qualcuno ti ha trasmesso l’amore per la bici? “Ho uno zio, mio grande fan, che era direttore sportivo di una squadra dilettantistica, però ho scelto da solo, senza spinte, di dedicarmi al ciclismo. Mio padre invece correva in moto e ha iniziato a seguire il ciclismo solo in seguito. Ho cominciato a partecipare alle corse col Velo Club Sovico, poi Giussanese, Verdellese da juniores, Trevigiani e infine il salto nella massima categoria con la Leopard. Ho sempre avuto nel dna la velocità e mi è sempre piaciuto disputare le volate. Mi immedesimavo spesso in Mario Cipollini e Ivan Quaranta, gli sprinter di riferimento in quel periodo”. Dove ti alleni di solito? “Attualmente vivo in Svizzera, poco dopo il confine italiano. Mi alleno sulle strade tra il Lago di Como e quello di Lugano. Spesso mi trovo a pedalare con Matteo Pelucchi e Eugenio Alafaci, ma molto però dipende dai programmi di gare. Visto che il prossimo anno sarò in squadra con Enrico Gasparotto non escludo che a volte condividerò gli allenamenti anche con lui”. Hai altre passioni oltre al ciclismo? “La mia più grande passione sono le moto. Non posso praticare questo sport perché è pericoloso e potrebbe poi compromettere la stagione ciclistica. Sono molto impegnato, soprattutto

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nel periodo delle corse, ma quando posso prendo la mia moto e mi rilasso con un giro sul lago. Se poi parliamo di calcio il mio cuore è nerazzurro. Quando ero campione italiano sono andato alla Pinetina e Javier Zanetti mi ha fatto da guida. È stato un giorno che non scorderò mai”. Hai un soprannome? “Il mastino brianzolo. Il mastino è il soprannome che mio papà mi ha dato quando ero ancora piccolo e il fan club l’ha adottato da subito specificando anche la mia origine brianzola. Rispecchia molto il mio carattere perché come un mastino non mollo facilmente la presa e do tutto me stesso per ottenere quello che voglio”. Quale corsa vorresti fare tua più di tutte?

“La Milano Sanremo! È sempre stata il mio sogno. Penso anche alle altre classiche, ma ritengo che il Fiandre sia troppo duro, forse potrei dire la mia alla Gand Wevelgem o, magari, poiché è sempre una corsa a sè, alla Parigi Roubaix”. Qual è la cosa più bella che ti ha dato il ciclismo? “Il poter condividere la passione per questo sport con la gente. Intorno al ciclismo ci sono molte persone che fanno di tutto per assistere alle corse, si alzano al mattino presto, fanno tanti chilometri, tutto anche solo per veder passare velocemente i ciclisti. Mi sento molto fortunato a fare questo mestiere e a far parte di questa grande famiglia”.


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SCATTO D’AUTORE ALEJANDRO VALVERDE by Bettiniphoto

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Località bike-friendly

Stefano Caldari. Assessore allo Sport, Cultura e Turismo di Riccione

Riccione capitale italiana della bicicletta

La tappa a cronometro del Giro d’Italia, la storica Gran Fondo, la partenza della corsa rosa under 23 e della Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Così la Perla dell’Adriatico si prepara ad un 2019 di grandi eventi sportivi. L’assessore Caldari: “Dopo quello balneare, il cicloturismo può diventare il filone più importante della città”

Si è definito ormai un “assessore al ciclismo” Stefano Caldari quando, lo scorso 3 novembre nella “sua” Riccione, ha partecipato come relatore al convegno dedicato alla sicurezza sulle strade organizzato dal gruppo editoriale InBici. E del resto, il 2019 sarà un anno “sui pedali” per l’amministrazione della Perla che, in poche settimane, ospiterà la tappa a cronometro del Giro d’Italia, la partenza della corsa rosa under 23 e della Settimana Internazionale Coppi e Bartali e la Gran Fondo di Riccione. Un ricco calendario d’iniziative ciclistiche che trasformeranno la località romagnola nella “capitale italiana della bicicletta”. Una definizione che piace molto all’Assessore al Turismo, Sport e Cultura del Comune di Riccione, da sempre convinto sostenitore del cicloturismo come credibile alternativa al

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tradizionale format balneare. “Nel 2019 - spiega Caldari - avremo un’occasione unica di promozione e visibilità per il nostro territorio. La nona tappa a cronometro Riccione – San Marino del Giro d’Italia 2019 sarà il momento culminante di un anno consacrato ai grandi eventi ciclistici. Dopo un’estate 2018 con il segno ‘più’, stiamo mettendo in cantiere iniziative collaterali che arricchiranno e saranno di richiamo per sportivi ed appassionati con il coinvolgimento dei cittadini. L’obiettivo, come sempre, è quello di fare in modo che certi eventi non restino estemporanei, ma diventino l’occasione e lo slancio per consolidare tra la popolazione una vera cultura della mobilità sostenibile, delle emissioni zero e delle smart city. Investire nel ciclismo per Riccione è una necessità vitale, perché

qui esistono le strutture ricettive ed i territori per far attecchire stabilmente il filone cicloturistico, un formar che ci consentirebbe di destagionalizzare la nostra offerta. Inoltre, una società che va in bicicletta è una società più sana, che preserva l’ambiente e dunque il benessere di chi ci vive”. “L’impegno di questa amministrazione - conclude Caldari - è più forte sia dal punto di vista strutturale, con il nuovo disegno di città, la riqualificazione dei viali del quadrilatero del centro e dell’area del porto, l’impiantistica sportiva, l’arredo urbano e i servizi, che della programmazione del palinsesto eventi. Sul piano del turismo sportivo avremo un 2019 straordinario, un comparto che vogliamo con forza continuare ad affermare investendo e costruendo sinergie virtuose che portano a questi traguardi”.


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Gran Fondo Via Del Sale a cura della redazione

Pedalando in libertà

Sarà proprio “la libertà” il tema della 23edizione edizione della rassegna cervese che, per la prima volta, si apre anche alle donne over 50. Iscrizioni aperte dal 15 novembre 70

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Granfondo Via del Sale

“Il piacere della bicicletta è quello stesso della libertà. La bicicletta siamo noi, che vinciamo lo spazio e il tempo: soli, senza nemmeno il contatto con la terra che le nostre ruote sfiorano appena (...) Non è il viaggio o la sua economia nel compierlo che ci soddisfa, ma la facoltà appunto di interromperlo e di mutarlo, quella poesia istintiva di una improvvisazione spensierata, mentre una forza orgogliosa ci gonfia il cuore di sentirci così liberi”. Nelle splendide parole dello scrittore Alfredo Oriani, sangue romagnolo doc, un inno alla libertà sui pedali. La Via del Sale, per l’edizione 2019, sceglie come tema la libertà. Se si ama la libertà, infatti, non si può non amare la bici. Un tema che, per altro, si sposa mirabilmente alla nuova illustrazione della Granfondo. Un’illustrazione artistica che racconta tutti i punti di forza di una manifestazione davvero inimitabile: quattro percorsi per ogni livello, cinque salite (tra cui la mitica “Cima Pantani”), un programma di eventi per tutti, la spiaggia del Fantini Club ed un’area expò da record. Per altro, sarà un’edizione colorata di rosa quella della Gran Fondo di Cervia che, per gratificare tutte le splendide cicliste che ogni hanno partecipano alla manifestazione, ha deciso - per la prima volta nella sua storia - d’introdurre una categoria in più: la W3 (femminile over 50). Un piccolo gesto da parte di un’organizzazione sempre più attenta alle esigenze dei propri ciclisti che vuole premiare la crescente partecipazione del pubblico femminile. Inoltre, anche per l’edizione 2019, la Granfondo Via del Sale - che fa parte dell’InBici Top Channel - conferma le classifiche speciali per le categorie professionali: Trofeo SAP Sport Ravenna e Coppa AIMANC (Associazione Italiana Magistrati Avvocati Notai Ciclisti). Questo e molto altro riserverà la 23esima edizione di una delle manifestazioni amatoriali più affascinanti di primavera. Una corsa molto attesa dagli amanti del pedale (iscrizioni aperte dal 15 novembre), ma anche un’occasione per abbinare alla propria passione le tante iniziative di una “vacanza attiva” nel cuore della Romagna in fiore. Così, infatti, si spiega la storica decisione della famiglia Fantini di spostare la corsa al 5 maggio, un periodo ideale per visitare l’antica Ficocle, l’odierna città di Cervia nata sullo sviluppo delle sue celebri saline. Un percorso guidato al Muse fa capire perché il sale fosse chiamato “oro bianco” e presenta gli elementi che hanno caratterizzato la storia di Cervia e della sua salina. Col tempo, poi, Cervia è diventata una rinomata località turistica ed oggi, coltivando il seme dell’ospitalità, attende con la tipica cordialità romagnola anche tutti gli appassionati della bicicletta.

Immagini: foto newspower

Inoltre, anche per l’edizione 2019, la Granfondo Via del Sale - che fa parte dell’InBici Top Channel conferma le classifiche a cura Eleonora speciali per le Pomponi categorie immagini Archivio Trentino Alto Adige professionali: Trofeo SAP Sport Ravenna e Coppa AIMANC (Associazione Italiana Magistrati Avvocati Notai Ciclisti).


// MENTE IN SELLA

Mental training, la potenza invisibile delle emozioni di Claudia Maffi

Pensaci. Ti è mai capitato di finire una gara un po’ deluso perché non sei riuscito ad esprimerti come avresti voluto? Una gara in cui, magari, sapevi che avresti potuto dare di più ma, per qualche ragione apparentemente ignota anche a te stesso, non sei riuscito a farlo?

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Ansia da prestazione, stress da vigilia e scarsa attitudine a fronteggiare l’imprevisto. Così la mente - se non adeguatamente allenata - può deprimere una performance

A fine gara - nell’ascoltare i commenti dei corridori delusi dalla propria performance - raramente mi capita di sentir dire “oggi non è andata, fisicamente non ero in forma”. Piuttosto è frequente sentir dire: “oggi non è andata, non c’ero con la testa!”, imputando così il risultato ottenuto proprio a quella parte

di scibile umano interiore all’atleta, non visibile. Peccato che proprio questa “GARA INTERIORE”, responsabile della maggior parte delle performance insoddisfacenti dei bikers, sia troppo spesso così trascurata. Infatti, la tendenza degli atleti è quella di pensare che non ci si possa fare nulla, proprio


perché la mente è considerata una parte “intangibile”, non misurabile e dunque non allenabile come il resto del corpo. Grave errore! La psicologia dello sport, in realtà, è una SCIENZA e ci dimostra che questa parte MENTALE, che determina la qualità della performance in gara, è in realtà perfettamente allenabile. Dunque, cari ciclisti, non disperate. Il Mental training è un insieme di tecniche e strategie mentali, messe a punto dai ricercatori in psicologia dello sport, che vi aiutano ad AFFRONTARE e VINCERE quella gara interiore che spesso determina l’esito della vostra performance in gara. CIÒ CHE NELLE GARE NON SI VEDE... MA COMANDA IL TUTTO! Molti ciclisti, nel prepararsi ad una gara, ragionano esclusivamente in

termini di watt, potenza, forza, tecnica ed ogni giorno allenano ciascuno di questi elementi. L’obiettivo è arrivare all’appuntamento agonistico sperando nella performance ottimale che metta a frutto i miglioramenti derivanti dalla costanza di un allenamento settimanale. Scelta impeccabile. La preparazione fisica e tecnica, in effetti, è la base per affrontare le gare e richiede attenzione e cura in ogni dettaglio. Ma se vuoi esprimerti al massimo nella performance, da sola questo tipo di preparazione NON BASTA! Molti ciclisti ben allenati e preparati, infatti, si presentano il giorno della gara carichi di aspettative e intimoriti dall’idea di deluderle: atteggiamento mentale che, frequentemente, favorisce un livello di attivazione più alto di quello ottimale con il rischio di sviluppare ten-

sione psico-fisica eccessiva. Se il corridore non si è MENTALMENTE PREPARATO ad affrontare possibili imprevisti ed evoluzioni inedite della gara, il rischio è che - alle prime difficoltà - inizierà ben presto ad utilizzare un dialogo interiore negativo perdendo concentrazione e sincronia. Se manca un lavoro di potenziamento sulla percezione di auto-efficacia, il biker sarà più soggetto a perdere fiducia nelle proprie capacità, interpretando così ogni suo errore in gara come la conseguenza di una preparazione fisica inadeguata. Pensaci. Quanto tempo dedichi, nel corso della stagione, alla tua preparazione fisica e tecnica e quanto tempo dedichi all’allenamento mentale? Ricorda: il primo passo per “spostare il limite” parte sempre dalla testa.

Ti piacerebbe imparare delle tecniche di Mental Training per ottimizzare la tua performance in gara? contattami all’indirizzo mail info@claudiamaffi.it (www.claudiamaffi.it). Dott.ssa Claudia Maffi - Psicologa dello Sport Laureata in Psicologia all’università Cattolica, specializzata in psicologia dello sport presso Psicosport di Milano. Conosciuta nel mondo sportivo come Psicologa dello sport e Mental Training per atleti. by Bettiniphoto

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SCATTO D’AUTORE ABU DHABI TOUR 2018 by Bettiniphoto

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GRANFONDO DELLA VERSILIA

Il 12 maggio tutti in Versilia a cura della redazione

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Si sono aperte ufficialmente lo scorso 6 novembre le iscrizioni alla 23esima edizione della Gran Fondo della Versilia che si svolgerà domenica 12 maggio con partenza da Lido di Camaiore. Fino al 13 novembre, i cicloamatori “più veloci” hanno potuto usufruire dell’allettante offerta promozionale pagando l’iscrizione appena 30 euro. Dal 14 novembre, invece, chi vorrà iscriversi alla manifestazione pagherà una tariffa - comunque agevolata - di 40 euro. Le iscrizioni devono essere effettuate rigorosamente online.

La grande classica toscana cambia data: la 23esima edizione si correrà il giorno della festa della mamma. L’organizzazione: “Un ottimo pretesto per abbinare alla propria passione sportiva una vacanza rigenerante assieme a tutta la famiglia”

Come già annunciato, la Gran Fondo della Versilia - che fa parte dell’InBici Top Challenge - quest’anno ha cambiato data: non più a ridosso della festa del papà, bensì nel giorno della festa della mamma. Una data che consentirà agli atleti di presentarsi ai nastri di partenza quasi due mesi dopo le ultime edizioni, dunque con molti più chilometri nelle gambe. Uno spostamento richiesto a gran voce anche dagli stessi appassionati toscani della bicicletta (sul tema c’è stato pure un sondaggio online!) alle prese con un calendario primaverile - a loro dire - sempre troppo sguarnito. “La nuova data - spiegano dall’organizzazione - consentirà anche di sfruttare le enormi opportunità turistiche di questa terra da sempre votata all’ospitalità e dotata di strutture ricettive di primissimo livello. La Versilia nel mese di maggio è una terra ancora più bella ed ospitale e dunque la manifestazione ciclistica potrebbe diventare, per tanti, un ottimo pretesto per abbinare alla propria passione sportiva una vacanza rigenerante assieme a tutta la famiglia”. Il cambio di data, dunque, è stato deciso per rilanciare una manifestazione ciclistica di grande fascino e storia che, negli ultimi anni, aveva un po’ pagato, in termini di presenze, le condizioni meteo di marzo. E sempre con l’obiettivo di rilanciare la rassegna toscana, la Gran Fondo della Versilia, come detto, da quest’anno entra a far parte del circuito InBici Top Challenge 2019.

Una new-entry che Maurizio Rocchi, presidente del Gruppo Editoriale InBici, saluta con queste parole: “Si tratta di una perla che, per tradizione e qualità organizzativa, arricchirà il nostro circuito. Di certo, la Versilia è tra le manifestazioni più belle d’Italia e siamo convinti che il nostro lavoro contribuirà ad incrementare il numero dei partecipanti e ad arricchire il villaggio expo come richiede lo standard qualitativo di questa granfondo”. Come al solito i due percorsi della gara si snoderanno sulle salite brevi e impegnative che circondano Camaiore. Inoltre, come avviene sempre, la Granfondo della Versilia si legherà ad un’associazione benefica al fine di poter unire sport e solidarietà. Ulteriori info sono disponibili su www.granfondoversilia.it

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a cura di Carlo Gugliotta

Andrea Pasqualon

l’emigrante ha messo le ali

Andrea Pasqualon si è rivelato come una delle conferme più belle del ciclismo italiano durante la stagione 2018. Il corridore della Wanty Groupe Gobert, squadra vincitrice della classifica UCI Europe Tour davanti a Cofidis e Androni, si è distinto non solo per le vittorie al Giro del Lussemburgo e a Plumelec, ma soprattutto per i tanti piazzamenti nelle top 10 ottenuti al Tour de France alle spalle dei più forti velocisti al mondo. Per lui, durante la corsa francese, sono arrivati ben sei piazzamenti nelle top 10 di tappa. 78

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Alla luce di questi bellissimi risultati, abbiamo contattato Andrea per commentare con lui questa che è stata davvero la stagione della ribalta. Andrea, fino al 2015 correvi in squadre Continental e quest’anno ti sei ritrovato a gareggiare nella corsa a tappe più importante al mondo. È la tua consacrazione definitiva? “Sì, ero passato professionista con i Reverberi nel 2011, ma poi nel 2014 sono passato nelle categorie Continental, prima all’Area Zero e poi alla Roth, squadra che nel 2016 è diventata Professional e che quindi mi ha permesso di tornare a fare gare di un certo livello. La vittoria che mi ha fatto sbloccare è stata quella ottenuta in una tappa della


Boucles de la Mayenne nel 2015: da lì in poi sono tornato a correre su buoni livelli”. Gareggi per la Wanty Groupe Gobert, una delle migliori formazioni Professional del mondo: che differenza hai trovato in questo ambiente rispetto alle altre squadre? “La Wanty è una squadra di serie B che ci offre l’opportunità di fare un calendario di serie A, questo è molto importante perché ci permette di confrontarci con i migliori corridori al mondo. Non solo, anche il palcoscenico è molto importante, perché questo è già il secondo anno in cui riusciamo ad ottenere l’invito per partecipare al Tour de France”. A proposito di Tour de France, quest’anno sei andato davvero forte in quella corsa. Te lo aspettavi? “Ad essere sincero sì, mi aspettavo di andare così forte perché la preparazione è stata tutta incentrata verso il Tour e lavoravo da un paio di anni per mettere a segno qualche volata importante. Una vittoria diventava difficile da raggiungere, speravo in podio che non è arrivato. A questo punto mi auguro che possa arrivare davvero qualche bel risultato già dal prossimo anno”. Quali altre differenze hai trovato all’estero rispetto all’Italia? “Le squadre italiane hanno un organico puramente italiano, all’estero invece ci

sono tanti corridori che provengono da diversi Paesi. In Italia solo la NIPPO Vini Fantini ha deciso di rendersi ‘internazionalè ingaggiando corridori giapponesi e spagnoli, le altre squadre puntano invece solo sui corridori di casa nostra. Spero che le squadre estere possano investire ancora molto sui talenti italiani, perché offrono delle grandi opportunità. Credo anche che i team italiani dovrebbero riuscire a mettersi di più in competizione con le squadre estere, chiedere qualche invito in più nelle classiche del Nord oppure prendere parte alle corse in Belgio anche a quelle un po’ meno importanti. Insomma, dovrebbero cercare di rendersi più internazionali”. Qual è il tuo sogno per la prossima stagione? “Prima di tutto, mi piacerebbe che la Wanty Groupe Gobert fosse un po’ più considerata in Italia. Quest’anno abbiamo chiuso di nuovo al primo posto come team nell’UCI Europe Tour ed è già da tre anni che vinciamo questa classifica, ecco perché spero che anche in Italia la nostra squadra venga considerata un po’ di più. Perché non dovremmo avere la possibilità di fare, ad esempio, il Giro d’Italia oppure una Sanremo o una Tirreno-Adriatico? La Wanty ha dato delle grandi opportunità ai corridori italiani, come Marcato, Gasparotto, Antonini e Napolitano. Il mio sogno, insomma, è quello di correre in Italia con questa divisa”.

Andrea Pasqualon vince il Grand Prix de Plumelec-Morbihan 2018

Il velocista della Wanty Groupe Gobert si è distinto non solo per le vittorie al Giro del Lussemburgo e a Plumelec, ma soprattutto per i tanti piazzamenti nelle top 10 ottenuti al Tour de France: “Correre all’estero ti offre opportunità migliori” LIFESTYLE INBICI

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SCATTO D’AUTORE LE TOUR DE LANGKAWI 2018 by Bettiniphoto

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La magia del Friuli a cura della redazione

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Il Friuli in bici

Il Friuli collinare, incastonato nel cuore di un paesaggio che si dipana tra morbidi declivi, è contraddistinto da piccoli centri abitati collegati tra loro da una fitta rete di strade sterrate e asfaltate. Un vero paradiso per gli amanti della bici Vittorio Sgoifo - Panorama di San Daniele con il lago


LA STORIA

A partire dalla preistoria il territorio dell’anfiteatro morenico, ricco di specchi d’acqua e di selvaggina, è stato largamente sfruttato dagli uomini. La sua posizione elevata sul resto della pianura, al riparo dai nemici e dalle calamità naturali, lo rese un sito privilegiato sin dal Mesolitico.

Castello di Ragogna

Posto da sempre a difesa del confine estremo-orientale della Penisola, il Friuli Collinare ha visto diverse volte concretizzarsi la minaccia di invasione da parte delle popolazioni barbariche o nomadi (storica quella del 610 da parte degli Avari, contro i quali i Longobardi resistettero fieramente arroccati nelle loro fortificazioni). Tali eventi hanno portato il Friuli Collinare a sviluppare, a partire dal periodo romano, una fitta rete di baluardi militari, castelli, borghi e ville difesi da cinte murarie e resi autonomi da una serie di pozzi per l’approvvigionamento dell’acqua. Oltre a questi, si possono visitare numerose pievi storiche e chiese fortificate, molte delle quali sono arricchite da preziosi affreschi, come San Giovanni dei Templari a Majano, San Lorenzo in Monte a Buja, San Martino a Rived’Arcano. Meritano una menzione anche la pieve del castello di San Pietro di Ragogna a cui è storicamente legato anche il museo della Grande Guerra di Ragogna.

TERRITORIO E CICLOTURISMO

Il Friuli collinare, caratterizzato da un paesaggio che scorre lieve tra morbide colline, è caratterizzato da piccoli centri abitati collegati tra loro da una fitta rete di strade sterrate che si affiancano a quelle asfaltate. Sono 15 i comuni da scoprire, ognuno con le proprie peculiarità e piccoli gioielli, tutti consorziati nella Comunità Collinare del Friuli: Buja, Colloredo di Monte Albano, Coseano, Dignano, Fagagna, Forgaria nel Friuli, Majano, Flaibano, Moruzzo, Osoppo, Ragogna, Rive d’Arcano, San Daniele del Friuli, San Vito di Fagagna e Treppo Grande. Una Comunità di circa 50.000 abitanti. Non mancano i siti di interesse storico e artistico, da vistare le oasi naturalistiche ed i piccoli musei presenti sul territorio. Una diffusa rete viaria rende facilmente fruibile un’area ricca di castelli e di eccellenze gastronomiche. La varietà dei paesaggi e la presenza

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Il Friuli in bici

Ulderica Da Pozzo – Tagliamento

di risorse attrattive diffuse favoriscono una forte vocazione e una particola-re attenzione verso l’accoglienza degli appassionati delle due ruote. La Strada dei Castelli e dei Sapori è un percorso che si snoda per circa 90 km tra dolci colline e piccoli paesi sul territorio del Friuli Collinare. Collega i castelli, i borghi e le ville storiche con i luoghi di produzione e degustazione del prosciutto crudo di San Daniele, del formaggio di Fagagna, della trota di San Daniele e degli altri sapori tipici del territorio. Percorrere il circuito significa entrare in contatto con la cultura, la storia, gli stili di vita di questi luoghi in un contesto ambientale e naturalistico di forte suggestione, come quello che si trova nel comune di Dignano con il suo fiume Tagliamento, i cui argini sono visitabili a piedi, a cavallo e, soprattutto, in bicicletta at-

traversando le vestigia architettoniche delle sue antiche filande. Il castello di Colloredo di Monte Albano è uno dei simboli del Friuli Collinare. Nelle sue sale, un tempo affrescate da Giovanni da Udine, allievo di Raffaello, soggiornò lo scrittore Ippolito Nievo, che qui scrisse le “Confessioni di un italiano”. Nel XVII sec. vi dimorò anche il poeta Ermes di Colloredo che diede dignità letteraria alla lingua friulana. Nel territorio comunale di Colloredo si trovano inoltre il Castello di Caporiacco e la Torate, quest’ultima retaggio dell’antico castello di Mels. Si consiglia di salire in cima alla torre per godere del panorama che si allarga sull’anfiteatro morenico. Proseguendo per Treppo Grande si giunge in località Zegliacco. Qui si può ammirare, in posizione panoramica, un castello-villa con l’annesso borgo storico. Il tragitto è carat-

terizzato da un susseguirsi di colline boscose, zone umide (i Pozzôns) e prati lussureggianti. Giunti a Buja è possibile risalire la sua collina più alta, chiamata “Monte”. All’interno del borgo storico di San Lorenzo, è situata l’antica omonima pieve, una delle più antiche e insigni del Friuli. Al suo interno si conserva, unico in regione, un ciclo completo di affreschi dedicato alla Madonna. A est del colle sono visibili i resti del castello medievale. Salendo verso nord si raggiunge Osoppo dove, in prossimità del Municipio, inizia la salita che porta in cima al colle su cui si trova la Fortezza, Monumento Nazionale dal 1923. Testimone di vari fatti d’arme accaduti nei secoli, il forte si caratterizza per la presenza di resti medievali, rinascimentali, nonché trincee, gallerie e camminamenti risalenti alla Prima LIFESTYLE INBICI

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Rive d’Arcano - Ph Ele on ora

Moruzzo

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Il Friuli in bici

Castello di Colloredo di Monte Albano

Il castello di Colloredo di Monte Albano è uno dei simboli del Friuli Collinare. Nelle sue sale, un tempo affrescate da Giovanni da Udine, allievo di Raffaello, soggiornò lo scrittore Ippolito Nievo, che qui scrisse le “Confessioni di un italiano”. Nel XVII sec. vi dimorò anche il poeta Ermes di Colloredo che diede dignità letteraria alla lingua friulana.

Guerra Mondiale. Da Osoppo, deviando dal rettilineo che porta a San Daniele del Friuli, ci si può addentrare nei vasti prati dove sgorgano le limpide sorgive dei Bârs, zona di interesse ambientale in cui è possibile anche praticare trekking e volo a vela. All’orizzonte troneggiano, nel comune di Majano, le quattro poderose torri del castello di Susans, che assunse la fattezze attuali nella prima metà del XVII secolo, ma la cui origine è ben più antica. Da Susans si prosegue per Cimano e attraverso una tortuosa strada turistica si raggiunge la sommità del Monte di Ragogna, da cui si gode un panorama unico sull’anfiteatro morenico e sul fiume Tagliamento. Da qui partono numerose piste forestali che si addentrano nei boschi. All’altra estremità del monte, su un promontorio roccioso che sovrasta il

Tagliamento, sorge il castello di Ragogna, interamente recuperato, la cui forma attuale risale alla fine del ’400. Nella vicina località di Villuzza si trova una delle spiagge più apprezzate e frequentate del fiume Tagliamento. Da qui, verso Nord, attraversato il Tagliamento, si raggiunge il paese di Forgaria nel Friuli e la Riserva naturale del Lago di Cornino che lo caratterizza: l’area protetta contiene un piccolo lago dalle acque limpidissime e smeraldine che si trova incastonato in una conca di origine glaciale. Il punto di riferimento principale della Riserva è il centro visite. Gran parte delle iniziative si collegano al Progetto Grifone, avviato alla fine degli anni Ottanta e finalizzato alla reintroduzione di questa specie di avvoltoio, che ha portato alla creazione di una colonia nidificante. L’area ospita anche molti altri

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TURISMO SLOW ECCO GLI ITINERARI SELEZIONATI PER VOI uccelli, tra cui rapaci diurni e notturni, per questo è indicata per praticare il birdwatching. Ritornado a Ragogna dopo una breve sosta sulle sponde del suo Lago, ultimo esempio di lago intermorenico in Friuli, si raggiunge San Daniele del Friuli. Il suo centro storico, dominato dall’imponente facciata palladiana del Duomo, custodisce la chiesetta di Sant’Antonio Abate con gli affreschi del Pellegrino, la Biblioteca Guarneriana con i suoi antichi codici miniati, la pregevole Chiesa della Madonna della Fratta, il Portonàt del Palladio e alcuni edifici di particolare valore, tra cui la Casa del Trecento. Imboccata la strada panoramica per Fagagna, dopo pochi chilometri, due obelischi suggeriscono una deviazione a destra per raggiungere il castello d’Arcano Superiore, nel territorio comunale di Rive d’Arcano. Magnifi88

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camente conservato e tuttora abitato, ha del magico per il sito isolato su cui sorge. Imboccando in discesa una gradevole strada costeggiata da filari di gelsi si giunge alla sottostante cinquecentesca chiesetta di San Mauro. A Fagagna si segnala l’Oasi avifaunistica dei Quadris, che merita una visita. Poco distante affacciata sull’antica Via del Sale (via romana che collegava Concordia Sagittaria e Venezia a Salisburgo), si trova la Casaforte La Brunelde.Raggiunto il centro del borgo di Fagagna, si può salire alla sommità del colle passando davanti alla cinquecentesca Casa della Comunità e alla medievale porta “ferrea”. I resti delle mura e una torre trasformata in campanile testimoniano la presenza di un castello del X secolo. Discesi dal colle in direzione di Udine, si può ammirare un imponente maniero ben conservato, il castello di Villalta, le cui prime

notizie risalgono al XII secolo. Proseguendosulla SP 101 si raggiunge San Vito di Fagagna e si oltrepassa Villa Micoli costruita nel 1657 dall’omonima famiglia, a seguire si incontra poi il paese di Coseanodi antiche origini. Le sue chiese sono arricchite da opere di pregio. Il comune di Flaibano è posto sulla riva del fiume Tagliamento e in località Sottoselva conserva la antica chiesetta campestre di San Giovanni mentre a Sant’Odorico si può ammirare la settecentesca Villa Marangoni Masolini, sorta su un antico monastero del XI secolo. Risalendo la collina verso nord, si raggiunge Moruzzo, il cui castello, attualmente residenza privata, ha subito molte trasformazioni nel corso dei secoli. Il sito regala una vista mozzafiato sulla pianura. Nella vicina frazione di Brazzacco restano le rovine del trecentesco castello superiore e la torre, detta


Il Friuli in bici

di Sant’Andrea, di quello inferiore. Qui trovano sede due musei privati, visitabili su appuntamento (Spazio Brazzà). CICLOTURISMO – 16 PERCORSI A TEMA PER SCOPRIRE IL TERRITORIO All’interno del progetto I Like Bike il Friuli Collinare propone 16 percorsi circolari di lunghezza media, circa 35 chilo-metri, che permettono di godere delle sue bellezze. Lo sviluppo complessivo di questi itinerari è di oltre cinquecento chilometri. I percorsi individuati, non tabellati sul territorio e scelti tra i molti possibili, sono, quasi dei pretesti per sviluppare un‘adeguata conoscenza e una rapida fruizione del territorio, una trasmissione diretta di esperienze compiute per far scoprire uno degli ambienti più suggestivi della regione. Dettagli su www.tourismfriulicollinare.it Qui di seguito i sedici percorsi: A1 Il fascino della ruralità A2 Viaggio nell’arte sacra A3 Religiosità popolare A4 Il paesaggio dell’acqua A5 Alla scoperta delle sorgive A6 Lungo la valle del Cormôr A7 Percorrendo antiche emozioni A8 Nobili dimore dell’alta pianura B1 San Daniele e dintorni

Treppo Grande, fraz. Vendoglio

B2 Acque e mulini all’ombra dei castelli B3 Una pedalata con i santi B4 Su e giù per le colline B5 Dove volano i grifoni B6 Dove volano le cicogne B7 Uno sguardo nel passato B8 Antica nobiltà locali Diverse le altre iniziative sul territorio a vocazione cicloturistica:1. COLLINBICI, percorso cicloturistico panoramico collinare che unisce i Comuni di Colloredo di Monte Albano, Fagagna e Moruzzo https://www.collinbici.com/ 2. Ippovia della Valle del Cormôr - In@ natura è un percorso naturalistico in un ambiente intatto e spontaneo, lungo 30 km, a fianco del torrente Cormor, nei comuni di Tavagnacco, Pagnacco, Tricesimo, Colloredo di Monte Albano, Cassacco, Treppo Grande e Buja. http://www.vallecormor.com Informazioni COMUNITÀ COLLINARE DEL FRIULI Piazza Castello, 7 Colloredo di Monte Albano Telefono: +39 0432 889507 www.tourismfriulicollinare.it segreteria@collinare.regione.fvg.it

San Vito di Fagagna

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SCATTO D’AUTORE CHRISTOPHER FROOME TOUR DE FRANCE 2018 by Bettiniphoto

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La Leggendaria Charly Gaul

Via alle iscrizioni Le date da segnare in rosso per la grande classica trentina sono quelle del 12, 13 e 14 luglio. E come sempre chi prima si iscrive meno spendeinverno

La Leggendaria Charly Gaul – UCI Gran Fondo World Series” torna anche il prossimo anno con la quattordicesima edizione di un evento sempre più consolidato, grazie al lavoro attento e propositivo di APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e ASD Charly Gaul Internazionale, già all’opera per regalare una manifestazione con i fiocchi, dal 12 al 14 luglio 2019. L’Angelo della Montagna sarebbe fiero dei progressi svolti dall’evento ciclistico a lui dedicato, dalla commemorazione di un’impresa a una delle gare più titolate e sentite del panorama italiano sui pedali. Lo dimostra il risalto dato dai canali televisivi di Rai Sport, gustandosi da vicino le performance degli atleti sul maxi-schermo localizzato in zona d’arrivo o comodamente sul proprio divano di casa, per chi non riuscisse a raggiungere il Monte Bondone, zona “cult” per la fatica degli atleti. Dopo l’impresa “epica” di Fabio Cini sul Monte Bondone ripercorrendo le orme leggendarie di Charly Gaul con altrettanta tenacia e ardimento, per il comitato organizzatore trentino è già arrivato il momento di catapultarsi con il pensiero (e non solo) alla quattordicesima edizione firmata ancora una volta “UCI Gran Fondo World Series”, una delle chicche più apprezzate dai corridori.Le date da segnare in rosso sul proprio calendario sono dunque quelle del 12, 13 e 14 luglio, con il comitato trentino ad aver aperto ufficialmente le iscrizioni alle consuete tariffe super-convenienti. Trento sarà ancora una volta assoluta protagonista della tre giorni su due ruote, che vedrà dapprima i velocisti combattere per la cronometro di Cavedine, anch’essa tappa prestigiosa UCI Gran Fondo World Series e poderosa cavalcata sulle bici da “crono” fra gli scenari impareggiabili della Valle dei Laghi, quindi gli affezionati del vintage divertirsi a “La Moserissima” in compagnia dei grandi del ciclismo, e infine i granfondisti sfilare sul manto stradale de “La Leggendaria

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Charly Gaul” che giunge sino al Monte Bondone dove si concretizzò l’impresa del lussemburghese, nei percorsi mediofondo di 57 km e 2.000 metri di dislivello o granfondo di 141 km e 4.000 metri di dislivello. Luglio 2019 è lontano, ma le tariffe di partecipazione agevolate fanno gola e la quota d’iscrizione di 42 euro rimarrà invariata fino al 31 dicembre. 60 euro invece per abbinare alla mitica granfondo la competizione in Valle di Laghi dedicata ai cronomen e cronowomen. Il prezzo è riservato ad un massimo di 500 concorrenti e proprio i primi 500 potranno usufruire di pettorale personalizzato. Non va dimenticato l’appuntamento ciclostorico, nella scorsa edizione con Mario Cipollini e Francesco Moser a riservare divertenti siparietti, per la gioia dei “fan” presenti, i quali a “La Moserissima” possono gustarsi da vicino le gesta di grandi campioni del passato. Il fascino del vintage rivive in un evento unico, in collaborazione con la famiglia Moser. Protagonisti del percorso sono la città di Trento e la valle attraversata dal fiume Adige, lungo le cui sponde si snodano una fitta rete di piste ciclabili e suggestive strade bianche immerse nella natura, per non parlare dei caratteristici borghi e dei passaggi sull’antica strada romana Claudia Augusta, anch’essa più ‘vintagè che mai. Una delle notizie più importanti in vista del prossimo futuro del contest sui pedali di Trento è tuttavia l’assegnazione – da parte di UCI – del mondiale granfondo 2022 a “La Leggendaria Charly Gaul”, a coronamento di una partnership che dura da molti anni, e che già nel 2013 vide l’appuntamento mondiale sulle strade di Trento e dintorni. D’altronde l’organizzazione è unica, gli scenari magnifici, un’assegnazione “facile” vista anche la lunga storia che accomuna UCI ad APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e ASD Charly Gaul Internazionale, insieme per favorire lo sviluppo del ciclismo. E chissà che la trentina della Val di Non Jessica Leonardi non riesca ad ottenere il titolo di campionessa del mondo anche nel 2022 (come accadutole quest’anno), proprio sulle strade di Trento… immagini La Leggendaria Charly Gaul Foto Newspower

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Brn Day

La nuova frontiera dei

bike-expò di Eleonora Pomponi Coletti

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Dopo il successo della prima edizione, il “Brn Day” di Bologna si conferma in prospettiva – per concept ed affluenza – uno dei bike-expò più interessanti del panorama nazionale. Ideato dalla storica azienda Bernardi (marchio leader nei ricambi e nella componentistica per il ciclismo), lo scorso 21 ottobre al Palazzo della Cultura e dei Congressi del capoluogo emiliano, è andato in scena il primo evento in Italia riservato ai negozi di ciclismo, che anche quest’anno ha visto sfilare un parco espositori di oltre una trentina fra i principali brand internazionali del settore. Presenti circa 1.200 bike shop accreditati (praticamente la metà dei più importanti punti vendita nazionali) ed una platea di oltre 5.000 partecipanti tutti altamente profilati nel segmento bike.

Da sinistra Marco e Gianluca Bernardi

A Bologna la storica azienda Bernardi ha organizzato una giornata dedicata ai negozianti. E alla fine è stato un clamoroso successo di pubblico e critica: “Le fiere sono un format obsoleto e superato. Ecco perché abbiamo deciso di proporre qualcosa di diverso…”

La seconda edizione del Brn Day è stata una vera e propria maratona di 12 ore di esposizione e spettacoli spalmati su un’area espositiva di 5.500 m2, più del doppio rispetto all’edizione precedente. Una festa del ciclismo in tutto e per tutto, a cui hanno preso parte oltre 30 fra i marchi più importanti del settore, tutti partner di BRN, come Shimano, Campagnolo, Brooks England, Ritchey, Selle Royal, Selle SMP, Selle San Marco, OnGuard e Bobike. Al loro fianco quest’anno si sono aggiunti nomi del calibro di Cannondale, KTM, Bianchi, Merida Bikes, Cinelli, Bottecchia, Torpado, Legnano, Knog, Fondriest, Lombardo, Eddy Merckx, Gore, Brompton, Olmo-Montana, Italwin, Brinke, World Dimension, Ridley, Polisport, Velomarche e MBM. “L’evento – spiega Gianluca Bernardi, ideatore assieme al fratello Marco della rassegna felsinea – nasce dalle mutate esigenze del mondo bike, dove ha progressivamente perso di appeal il filone fieristico e dove clienti e negozianti, da tempo, reclamavano format più dinamici ed innovativi. Più che una fiera, BRN è stato, e sarà, un evento per espositori e clienti, un mega-contenitore be to be in cui fondere marketing e show. I risultati, in termini di incontri, sono stati entusiasmanti, tanto che il prossimo anno raddoppieremo le giornate della kermesse”. Perché avete perso fiducia nelle fiere? “Non siamo noi ad aver perso la fiducia, bensì i visitatori che, anno dopo anno, in tutto il mondo, hanno drasticamente ridotto le presenze, manifestando tutta la loro disaffezione per questi format troppo piatti ed obsoleti. Da Madrid a Las Vegas, tutte le fiere del pianeta ormai devono fare i conti con una perdita d’interesse e l’Italia non ha fatto eccezione perché, non bisogna dimenticarlo, Verona non ha chiuso per mancanza di espositori, ma per mancanza di visitatori”. E di chi è la colpa? “Le fiere sono diventate contenitori stagnanti e troppo noiosi e gli organizzatori, anziché cambiare registro, si sono rivelati poco propensi all’autocritica e quindi al rinnovamento. Eppure i limiti delle fiere sono ormai chiari a tutti…”. Ad esempio? “Ad esempio il pubblico ormai è stufo delle ‘false anteprimè . Nell’era dei social, per vedere il nuovo modello di bicicletta, non mi serve andare ad una fiera, perché l’anteprima me la guardo tranquillamente su internet. Un altro aspetto evidente è che, per attirare i visitatori, la presenza delle grandi aziende non basta più. Per tornare ad avere un appeal accettabile, più che una fiera serve un evento, ovvero un grande show in cui il pubblico viene coinvolto e, soprattutto, si diverte”. Musica, spettacoli, gli interventi comici di Paolo Cevoli e Francesco Tesei: in effetti, a Bologna non ci si poteva annoiare… LIFESTYLE INBICI

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“Le fiere sono diventate contenitori stagnanti e troppo noiosi e gli organizzatori, anziché cambiare registro, si sono rivelati poco propensi all’autocritica e quindi al rinnovamento. Eppure i limiti delle fiere sono ormai chiari a tutti…”.

“In passato abbiamo anche provato a portare la nostra idea di entertainment nelle fiere, ma con esiti deludenti, perché anziché apprezzare la dinamicità dei nostri spettacoli, gli organizzatori ci hanno imposto troppi vincoli. Purtroppo non è ordinando ad un’azienda di abbassare il volume che si risolve la crisi epocale di un modello…”. Come hanno risposto i grandi marchi a questo nuovo format? “Direi in maniera entusiasta perché, sul piano delle presenze, l’evento è stato un grande successo. In tanti mi hanno confidato che un numero così elevato

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di clienti non lo si vedeva da tanti anni. Non a caso, molti brand hanno già prenotato gli spazi per l’edizione 2019”. Qual è il complimento più bello che avete ricevuto nel day after? “Per fortuna ce ne sono stati tanti, ma ho particolarmente apprezzato la lettera del responsabile marketing di Bianchi che si è complimentato con noi per essere riusciti a ‘fare sistema’. È un elogio significativo perché dimostra che Bernardi non si è semplicemente fatta ‘una fiera per sé’ ma, più concretamente, ha voluto creare qualcosa di nuovo per tutta la bike-economy”.

Nel corso dell’evento un ristorante con 700 posti a sedere ha offerto piatti della tradizione romagnola in forma del tutto gratuita: l’investimento sarà stato particolarmente impegnativo… “Lo è stato. Per essere precisi direi che abbiamo speso almeno quattro volte ciò che, in passato, spendevamo per le fiere. Ma ne è valsa la pena perché siamo tutti convinti che l’investimento, per quanto elevato, porterà dei risultati finalmente concreti”.


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// FOCUS SULLE AZIENDE

ha PERUZZO Ilunporta-bici cuore italiano Puro Instinct Gancio Traino

La storica azienda vicentina presenta gli articoli di punta del suo campionario La “Peruzzo” è un’azienda di famiglia fondata a Rossano Veneto, in provincia di Vicenza, nel 1972 da Angelo Peruzzo, antesignano di una grande avventura imprenditoriale iniziata in una bottega come tante, dove si assemblavano copri-catena destinati ai grandi produttori di biciclette. Attualmente l’azienda vicentina – diventata leader sul mercato mondiale dei dispositivi porta-biciclette - opera in tutti i paesi Europei, in Nord Africa, negli USA, in Sud America, in Australia nei paesi asiatici. Il mercato internazionale rappresenta più del 70% dei fatturati che oggi ruotano non solo attorno ai portabici bensì a tutti gli accessori per il ciclo, tra cui anche alcuni prodotti brevettati a livello mondiale, come la barra traino bimbo Trail Angel ed il portabici a parete Cool Bike Rack.

Puro Instinct Gancio Traino

Puro Instinct Posteriore

Tra gli articoli di punta dell’azienda vicentina ricordiamo il Puro Instinct Gancio Traino, uno dei dispositivi più innovativi e sicuri per il trasporto della bicicletta. Dotato di un sistema di aggancio e sgancio estremamente compatto e funzionale, il prodotto si inclina mediante l’uso di un pedale per facilitare il carico posteriore. Fornito di braccetti per tutti i modelli e completo di lucchetto per chiusura bici utilizzabile anche senza portabici, l’articolo ha una verniciatura antracite antigraffio ed è completato con una cinghia di sicurezza cucita direttamente sul portabici. Completo di barra ripetitrice con fanali 13 poli omologati secondo direttiva europea, il Gancio Traino della Peruzzo - che può trasportare contemporaneamente 2, 3 o 4 bici per un peso complessivo di 60 kg - viene venduto già assemblato e dunque non richiede l’uso di attrezzatura di montaggio. È inoltre completamente ripieghevole e consente di ridurre al massimo l’ingombro. Nella sua versione a 2 bici dispone di un interasse allargato per consentire l’alloggiamento di due e-bike.

Pure Instinct posteriore

La versione posteriore della linea Pure Instinct viene venduta in due versioni, 2 o 3 bici: la versione 2 bici dispone di un interasse allargato che consente l’alloggiamento di 2 e-bike per un peso complessivo di 45 chilogrammi. Completamente ripighevole consente di ridurre la minimo lo spazio di ingombro.

Pure Instinct da tetto

Puro Instinct da tetto

Completamente assemblato e pronto all’uso, è ancora più facile da utilizzare grazie al suo nuovo gancio e sgancio rapido collocato alla base del prodotto. La morsa è dotata di un sistema frizionato di chiusura che consente l’utilizzo del prodotto anche su telai in carbonio. La sua rotazione a 360° (sistema brevettato) permette l’aggancio su più punti della bici. È l’unico portabici sul mercato che consente l’aggancio sul tubo sella garantendo, quindi, un fissaggio sicuro e affidabile per qualsiasi bici. Vien venduto completo di chiusura tra portabici e auto e bici e portabici.

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SCATTO D’AUTORE TROFEO BEGHELLI 2018 by Bettiniphoto

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a cura di Carlo Gugliotta

Bicinrosa 2018

Tutti in sella contro il tumore al seno Bicinrosa 2018 è andata di scena in una piovosa mattinata di ottobre. La seconda edizione della pedalata di sensibilizzazione sulla tematica dei tumori al seno è andata in scena nonostante la pioggia, ma non per questo è mancata la solidarietà. Tantissime sono state le donazioni all’Associazione Amici dell’U-

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niversità Campus Bio-Medico di Roma e numeroso il pubblico presente in bicicletta, che ha voluto far sentire la propria presenza anche se la pioggia ha costretto il comitato organizzatore ad accorciare il percorso. Tutti i presenti hanno potuto pedalare lungo un piccolo anello che costeggiava il Circo Massimo, con

ritorno allo stadio Nando Martellini delle Terme di Caracalla, che è stata anche la sede di partenza di Bicinrosa. Presente alla pedalata anche il testimonial dell’evento, Giacomo Nizzolo. Il corridore professionista, attualmente in forza alla Trek-Segafredo e prossimo al passaggio al Team Dimension Data,


Lo sport e una dieta sana sono due fattori importanti per ridurre il rischio di carcinoma mammario che ancora oggi rappresenta la prima causa di morte tra le donne e il tumore più diffuso con oltre 50mila nuovi casi in Italia nel 2017 vincitore di una maglia tricolore di campione d’Italia e di due classifiche a punti del Giro d’Italia, ha affermato: “Mi ha fatto molto piacere abbracciare queste persone, e bisogna fare un grande applauso a tutti coloro che non si sono scoraggiati nonostante il cattivo tempo. Le persone che lottano contro il tumore al seno sono un esempio per come stanno combattendo o hanno sconfitto la malattia. Anche oggi hanno dimostrato tutto il loro coraggio, pedalando sotto la pioggia. La bici fa bene, pedalare offre un senso di libertà unica e credo che la bici sia il mezzo perfetto come strumento di prevenzione del tumore”. Lo slogan di Bicinrosa è “Nessuno perde. Tutti vincono!”, proprio a simboleggiare il fatto che la prevenzione, l’attività sportiva adeguata e un occhio di riguardo all’alimentazione possono davvero fare la differenza. Lo sport e una dieta sana sono due fattori importanti per ridurre il rischio di carcinoma mammario che ancora oggi rappresenta la prima causa di morte tra le donne e il tumore più diffuso con oltre 50mila nuovi casi in Italia nel 2017. Il messaggio di Bicinrosa è il seguente: la

Ma la prevenzione, i controlli periodici, sono uno strumento secondario per combattere il tumore al seno. Bisogna agire più a monte, sullo stile di vita e sull’ambiente che ci circonda”.

bicicletta, mezzo di trasporto “salutare” per eccellenza, è anche uno strumento “primario” per prevenire il carcinoma mammario. A spiegarcelo è il professor Vittorio Altomare, responsabile dell’Unità di Senologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma: “Noi spesso parliamo di prevenzione, perché con degli accurati controlli periodici possiamo contrastare i tumori al seno ed intervenire per tempo sul carcinoma mammario. Ma la prevenzione, i controlli periodici, sono uno strumento secondario per combattere il tumore al seno. Bisogna agire più a monte, sullo stile di vita e sull’ambiente che ci circonda”. Ed è da qui che nasce la bicicletta come mezzo di trasporto ideale e strumento primario per prevenire il tumore al seno: “Le cause primarie sono da ricercare nell’ambiente in cui viviamo e nello stile di vita. La bicicletta è un mezzo ecologico, non inquina: e noi sappiamo bene che l’inquinamento, purtroppo, è una delle cause primarie che portano il tumore al seno. Muoversi in bicicletta non inquina: ed è da qui, con la speranza che un giorno il mondo possa essere sempre più a misura di bicicletta,


Nessuno perde. Tutti vincono! che dobbiamo iniziare a muoverci. Far sì che le città diventino sempre più ciclabili è molto importante, perché migliorare l’aria che respiriamo può scongiurare il formarsi di carcinomi”.

solo non basta: un grande occhio di riguardo deve essere rivolto anche a ciò che mangiamo”.

Un occhio di riguardo deve essere rivolto anche all’alimentazione: “Uno stile di vita sano – prosegue il professor Altomare – e un’alimentazione sana sono alla base della prevenzione. La bicicletta è sinonimo di uno stile di vita sano, ma chiaramente da

Promossa dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, Bicinrosa è realizzata in collaborazione con l’’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus la Rappresentanza in Italia della Commissione europea. A questo proposito, è stata presente alla pedalata anche Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che ha voluto pedalare insieme ai presenti. Il supporto

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tecnico-organizzativo è di Europe Direct Roma Innovazione e di ASD Ciclismo Lazio. La manifestazione ha ottenuto i patrocini di Regione Lazio, Comune di Roma e Europa Donna, e ha concluso il mese di Ottobre Rosa, tradizionalmente dedicato alla sensibilizzazione verso il tumore al seno.

L’appuntamento è già da adesso per la terza edizione di Bicinrosa in sella contro il tumore al seno.



GIRO D’ITALIA AMATORI

Ritorno

in Umbria a cura della redazione

L’ottava edizione della corsa rosa amatoriale si svolgerà nella stessa regione che ha ospitato il debutto della manifestazione. Zappacenere: “Grazie a questo evento aiutiamo i giovani talenti del ciclismo italiano ad emergere”. Tra le novità dell’edizione 2019 la partnership con l’InBici Top Challenge L’ottava edizione del Giro d’Italia Amatori si svolgerà in Umbria. L’appuntamento, come di consueto, è previsto su tre tappe: dal 31 maggio al 2 giugno 2019. Per la corsa rosa amatoriale si tratta di un ritorno nel cuore verde dell’Italia, in quanto già

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la prima edizione si svolse in Umbria. Il Giro d’Italia Amatori è la corsa che ogni anno si disputa in una regione diversa. Ed anche in questa edizione, per l’ottavo anno, la corsa sarà vicina al ciclismo giovanile. Questo è, infatti, da sempre, il tratto distintivo della manifestazione, che ogni anno

aiuta concretamente i giovani talenti del ciclismo ad emergere. Negli anni passati l’associazione sportiva dilettantistica ha sempre organizzato degli eventi molto importanti a favore dei ragazzi e delle ragazze, in piena linea con i valori dettati dalla Federazione Ciclistica Italiana: il ciclismo amato-


“Il Giro d’Italia Amatori è la corsa che ogni anno si disputa in una regione diversa. Ed anche in questa edizione, per l’ottavo anno, la corsa sarà vicina al ciclismo giovanile. Questo è, infatti, da sempre, il tratto distintivo della manifestazione, che ogni anno aiuta concretamente i giovani talenti del ciclismo ad emergere” di queste manifestazioni. L’impegno del Giro d’Italia Amatori verso il ciclismo giovanile ha portato alla creazione del Canapè Baby Challenge Selle Smp, un circuito che comprende tutti i Giovanissimi da G1 a G6 oltre agli Esordienti e agli Allievi. Le manifestazioni del Canapè si svolgono in tutta Italia, permettendo così alle squadre che non dispongono di grandi fondi economici di poter partecipare anche alla singola gara che si svolge più vicino alla loro città di appartenenza. La principale novità risiede nel fatto che quest’anno il Giro d’Italia Amatori sarà prova friendly dell’InBici Top Challenge, che prevede una partnership tra il circuito e la corsa rosa amatoriale. In particolare, tutti gli abbonati all’InBici Top Challenge potranno iscriversi a tariffa agevolata al Giro d’Italia Amatori e tutti i partecipanti avranno un punteggio bonus di 20 punti nella classifica dell’InBici Top Challenge. “La collaborazione tra il Giro d’Italia Amatori e InBici Magazine va avanti ormai da tanti anni - afferma Fabio Zappacenere, presidente del comitato organizzatore - ed è per questa ragione che abbiamo deciso, nel 2019, di fare un salto di qualità, entrando a pieno titolo come gara partner dell’InBici Top Challenge. Gli amatori che parteciperanno avranno una doppia possibilità: quella di pedalare in Umbria, regione considerata il cuore verde dell’Italia, con la sua storia millenaria e i tanti monumenti che è possibile visitare, ma soprattutto potranno dare un contributo concreto al ciclismo giovanile, aiutando i campioni del futuro ad emergere”. Le tre tappe dell’edizione 2019 saranno presentate ufficialmente a Perugia il prossimo 20 gennaio, quindi per ora c’è il massimo riserbo sui tracciati. La grande festa del 20 gennaio 2019 sarà importante non solo per conoscere i percorsi ufficiali, i pacchetti turistici e le tante attività collaterali, ma serviranno anche per conoscere dal vivo la grande realtà del Giro d’Italia Amatori, ancora una volta orgogliosamente al servizio del ciclismo giovanile.

riale non deve essere un’attività fine a se stessa, ma deve essere uno strumento che possa permettere alle giovani leve del ciclismo di poter emergere. Se non si cura l’attività dei giovani, fin da quando sono bambini, sarà difficile in futuro avere dei corridori professionisti di alto livello. Nella sua prima edizione il Giro d’Italia Amatori ha donato delle biciclette per bambini al comitato umbro della Federazione Ciclistica Italiana, mentre negli anni seguenti sono sempre state organizzate delle gare di ciclismo giovanile che si sono svolte in contemporanea alle gare per amatori. Prolungando la chiusura delle strade è stato infatti possibile permettere lo svolgimento Perugia - Fontana Maggiore


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FOCUS SU SHIMANO

Che successo al

Bike test

di Formello a cura della redazione

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Lo scorso 6 ottobre si è svolto un importante appuntamento al centro sportivo comunale di Formello, nei pressi del villaggio espositivo dell’Italian Bike Test L’azienda Shimano e l’ultracycler Omar Di Felice hanno incontrato il pubblico per fare il punto sulle tante imprese sportive e per testare i prodotti realizzati dall’azienda, leader nella realizzazione di componenti al servizio delle biciclette. Per Shimano, allo stand, era presente Marco Cittadini.

Marco Cittadini di Shimano con Omar Di Felice

L’azienda e il tester Omar Di Felice hanno incontrato il pubblico di appassionati al villaggio espositivo dell’Italian Bike Test

Purtroppo, a causa della pioggia, l’uscita in bici con Omar è stata posticipata alla giornata di domenica, ma gli animi non si sono certo avviliti: l’occasione è stata utile, infatti, per confrontarsi con i numerosi appassionati che hanno affollato lo stand Shimano alla ricerca di consigli, spiegazioni e curiosità. Nello stand, in bella mostra, è stato possibile ammirare la Wilier Triestina che Omar Di Felice ha testato sui ghiacci canadesi: “Per l’esperienza in Canada – ha detto - ho scelto di utilizzare un gruppo Ultegra meccanico. Una scelta di affidabilità e di precisione per fronteggiare le basse temperature del nord America, dove il termometro molto spesso ha raggiunto i meno venti gradi. Per le ruote in condizioni normali ho optato per le 27,5 e ruote più larghe per ghiaccio e neve. Fondamentale l’utilizzo dei freni a disco, garanzia di efficacia e stabilità in qualsiasi condizioni”, ha concluso Omar Di Felice. Marco Cittadini ha invece ribadito l’orgoglio di Shimano “per avere nel nostro team un tester d’eccezione come Omar Di Felice, che ci permette attraverso le sue imprese di testare i nostri prodotti in condizioni estreme e che ci dà l’opportunità di comunicare attraverso la sua esperienza le caratteristiche e le qualità dei nostri componenti. L’impianto idraulico dei freni utilizzati da Omar ha oltrepassato in Canada la prova dei meno venti gradi e della neve. Io credo che, oggi, tutte le persone che hanno in mente di acquistare una bicicletta, debbano fare una valutazione imprescindibile sulla questione dei freni a diLIFESTYLE INBICI

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sco. A livello tecnologico sono la naturale evoluzione di un percorso che si affermerà sempre di più nei prossimi anni”. In seguito, si è svolto il settaggio del cambio elettronico Shimano Dura-Ace della bici da corsa di Omar Di Felice, con aggiornamento della batteria attraverso l’uso dello smartphone e di un software dedicato, sviluppato dal meccanico giapponese Mitshuiro Yokoda. Molto interessante è stato lo spurgo dell’impianto idraulico dei freni a disco, che ha suscitato l’attenzione e la curiosità di addetti ai lavori e appassionati. Altra importante conquista da parte di Shimano è la cassetta 11/34 bivalente.

LA CHIOSA DI MARCO CITTADINI È MOLTO IMPORTANTE: “É basilare

sottolineare il fatto che sia Omar in persona a decidere, in base alle proprie esigenze e al tipo di percorso che va ad affrontare, quale tipo di cambio bisogna utilizzare, per esempio la scelta tra l’elettronico e il meccanico. Prima ancora che lo sportivo, per noi conta l’uomo le sue sensazioni”.

Foto di Stefano Spalletta

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SCATTOD’AUTORE D’AUTORE SCATTO LA VECIA FEROVIA DELA VAL DE TOUR DE FRANCE 2018 FIEMME (TN) by Bettiniphoto by Bettiniphoto

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// FOCUS SUI PRODOTTI

CONTRO IL VENTO c’è BIOTEX

La GIACCA ANTIVENTO SOFT - WB1

è stata concepita per bloccare le infiltrazioni del vento, garantendo comodità e protezione e preservando la traspirabilità

Con il vento non si scherza. Il brand BIOTEX non realizza soltanto capi di intimo tecnico. Dopo qualche anno di ricerca e sperimentazione, per la stagione Autunno-Inverno 2018-19, l’azienda romagnola ha messo a frutto la sua esperienza trentennale nel mondo del ciclismo, ideando un’innovativa linea dedicata alla protezione dal vento freddo. Quando il vento riesce a incunearsi tra i vestiti, il freddo è assicurato. La GIACCA ANTIVENTO SOFT - WB1 è stata concepita per bloccare le infiltrazioni del vento, garantendo comodità e protezione e preservando la traspirabilità, da sempre alla base di ogni capo BIOTEX. Adatta alle temperature autunnali e quando la colonnina di mercurio cala repentinamente, la GIACCA ANTIVENTO SOFT è stata creata per garantire una termicità equilibrata pur con un peso leggero. Il capo è assemblato con la membrana traspirante StormShield posizionata nella parte frontale, nelle spalle e nelle braccia, mentre nella schiena il tessuto ThermoFleese felpato garantisce un eccellente bilanciamento termico. Sul retro sono presenti inserti riflettenti per una maggiore visibilità nelle ore serali e tre comode tasche.

Il risultato finale? Un pratico giubbotto antivento che permette di contrastare l’aria fredda e restare protetti in ogni condizione, lasciando al busto totale libertà di movimento. Un giubbotto leggero e traspirante.

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SCATTO D’AUTORE TELVE VALSUGANA (TN) by Newspower


Gli oscar

MTB 2018

A Trento si sono svolte le premiazioni ufficiali di una stagione spettacolare. Vincitori assoluti Giacomo Antonello e Simona Mazzucotelli a cura della redazione

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Nei giorni del “Festival dello Sport” trentino a rubare le attenzioni ci ha pensato anche il… “festival della mountain bike”, con i bikers di Trentino MTB premiati a Trento alla sala Don Guetti di Cassa Centrale Banca Una stagione spettacolare che ha fatto percorrere ai bikers una miriade di chilometri e che ha incoronato vincitori assoluti i bravi Giacomo Antonello e Simona Mazzucotelli. “ValdiNon Bike”, “Passo Buole Xtreme”, “100 Km dei Forti”, “Dolomitica Brenta Bike”, “Val di Sole Marathon”, “La Vecia Ferovia” e “3TBIKE” le sfide stagionali, ritrovandosi per il tradizionale bilancio e la consegna dei premi a tutti i vincitori, assoluti e di categoria, senza dimenticare la classifica dello Scalatore e la miglior squadra. La parola in apertura è andata al presidente del circuito, Mauro Dezulian: “Dieci anni di circuito in combinata

assieme ad Alessandro Bertagnolli. Dalla primavera 2009 non ci siamo fatti mancare proprio niente tra valli, boschi ed altipiani del nostro territorio. Le immagini televisive e documentazioni fotografiche sono entrate nelle case degli italiani, promuovendo il Trentino da pedalare. Impegno mai andato a scapito dell’efficacia organizzativa dei singoli eventi, ed a riprova di ciò centinaia sono stati i complimenti dei concorrenti”. Dieci edizioni, 53.673 iscritti, dati importanti per famiglie e turismo, con numerosi agonisti, con il ‘Premio Fair Play Alessandro Bertagnolli’, personaggio sempre positivo prematuramente scomparso, consegnato proprio al vincitore assoluto Giacomo Antonello con la seguente motivazione: “alla Val di Sole Marathon in piena azione si ferma a soccorrere un concorrente appena caduto”, compromettendo la propria prestazione ma conquistando il premio Fair Play 2018: “Cosa che avrei fatto in ogni caso – afferma Antonello - mi sono giocato il podio ma in queste situazioni la prestazione passa in secondo piano. Ho visto Cominelli cadere e ho voluto accertarmi che stesse bene, informando il soccorso prima di ripartire. Penso che nelle gare sia importante anche l’amicizia”. Il presidente Mauro

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Il presidente Mauro Dezulian nota tuttavia una “feroce” concorrenza e una leggera flessione in quanto a partecipanti ma… “vantiamo sempre un buon 65% di presenze da fuori regione, abbiamo un bel numero di agonisti che dà qualità alle gare, e non per ultime vengono svolte le mini-bike per ragazzi che riscuotono un discreto successo” Dezulian nota tuttavia una ‘ferocè concorrenza e una leggera flessione in quanto a partecipanti ma… “vantiamo sempre un buon 65% di presenze da fuori regione, abbiamo un bel numero di agonisti che dà qualità alle gare, e non per ultime vengono svolte le mini-bike per ragazzi che riscuotono un discreto successo”. Ecco poi la sfilata di concorrenti, premiati con i prodotti del territorio forniti dagli sponsor, Giacomo Antonello si prende l’assoluta maschile e la Open, così come la bergamasca Simona Mazzucotelli, Open ed assoluta femminile per la seconda annata consecutiva. Per lei una stagione ricca di alti e bassi ma anche di tante sod-

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disfazioni, partita in sordina e arrivata ancora una volta sul tetto del challenge. Enrico Marietti è il vincitore degli Junior: “Ci siamo giocati la vittoria alla 3TBIKE, una lotta in famiglia”, e il valsuganotto si prospetta come uno dei nomi più interessanti del prossimo futuro. Marco Rosati, trentino della Val di Non, domina la categoria Elite sport: “Dura quest’anno stare davanti a tutti” emblema di costanza e spirito di sacrificio, con Andrea Clauser a primeggiare fra i Master 1 davanti a Francesco Vaia, in un eterno botta e risposta fra i due, con il primo presentatosi sul palco con una maglia firmata dagli autografi dei suoi fan: “E il prossimo anno ce ne saranno

molti di più!”. Dai Master 2 ai Master 6 hanno poi trionfato nell’ordine Andrea Zamboni, Mauro Giovannetti, Stefan Ludwig, Daniele Magagnotti e Piergiorgio Dellagiacoma, nomi e volti che ormai si potrebbero recitare a memoria e che saranno gli uomini da battere anche nei prossimi anni a venire. Sorprese invece nella classifica dello Scalatore, con le affermazioni personali dei bravi Andrea Leonardi e Sandra Lever, prima di assistere all’urlo liberatorio del Vertical Sport, primo fra i team. In chiusura il presidente Mauro Dezulian: “Mi auguro di ritrovarci anche l’anno prossimo tutti qui per festeggiare una buona riuscita dell’annata 2019”.


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MONDO ACSI

Dicembre con gli

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Per il Campionato Nazionale granfondo-mediofondo

scocca l’ora delle premiazioni.

APPUNTAMENTO IL 9 DICEMBRE A RICCIONE Campionato Nazionale ACSI granfondo-mediofondo ai titoli di coda con la grande festa dedicata alle premiazioni dei migliori atleti della stagione il 9 dicembre all’Hotel Corallo di Riccione, a partire dalle ore 9.30. L’evento sarà occasione anche per svelare i calendari 2019 che come sempre intratterranno gli sportivi d’Italia con

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sfide appassionanti, paesaggi mozzafiato e gare che – organizzativamente parlando – rasentano l’eccellenza. Il giorno precedente le premiazioni si svolgeranno invece quelle del circuito Zero Wind Show, con ogni gara firmata dall’ente di promozione sportiva la cui egida “copre” le maggiori manifestazioni ciclistiche in Italia. Nemmeno quest’anno le emozioni sono mancate, ed il prossimo vi saranno numerose new entry,

ampliando il sontuoso pacchetto anche con la Gran Fondo Dieci Colli di Bologna, pronta a festeggiare la prestigiosa trentacinquesima edizione il 28 aprile 2019 assieme ad ACSI. L’ente di promozione sportiva guarda anche al sociale e lo scorso giugno si è svolto l’evento “Dolomiti for Duchenne” organizzato da una nuova A.S.D. chiamata Team Parent Project, affiliata ad ACSI Ciclismo e legata ad una onlus che riunisce i genitori


con figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne, un appuntamento che ha riservato sport e divertimento, ma anche ricerca e raccolta fondi lungo tre percorsi differenti di 25, 45 e 75 km, con all’arrivo i bambini e i ragazzi dell’associazione. Il Campionato Nazionale ACSI è entrato nel vivo con la marea di ciclisti della Granfondo Città di Padova, circa 2.000 fra erte mirabolanti prima dell’arrivo a Prato della Valle, sfilando poi al circuito Pedalatium alla Granfondo Fara in Sabina (RI), in una domenica lontana dalla “noia” della pianura. “Aprile” deriva dal greco “Afrodite”, dea dell’amore, a cui il mese era dedicato, ed anche per ACSI Ciclismo aprile è il mese dell’amore, una ‘adorazionè incondizionata per la bicicletta che ha visto i pedalatori ci-

mentarsi con il Colnago Cycling Festival di Desenzano del Garda (BS), sontuosa passerella di 4.000 concorrenti ed oltre 20 nazioni sotto l’egida ACSI che, oltre alla splendida prova granfondistica, ha offerto anche la Randonnée Giro del Lago e la Junior Bike per giovani corridori. Eventi d’élite ma anche di intrattenimento, alla “Green” Fondo di Pomarance (PI) gli oltre 130 km sono stati anticipati dalla “cena del ciclista” in compagnia del toscano campione olimpico Paolo Bettini, e le risate non sono di certo mancate. La Granfondo Liotto vicentina ha festeggiato il ventennale al cospetto delle strutture architettoniche palladiane, con corridori dello spessore tecnico di Davide Rebellin e Alessandro Ballan. Il responsabile nazionale ACSI

Ciclismo era presente ed ha elogiato la manifestazione come una delle più attente all’aspetto sicurezza che ACSI perfeziona ogni anno di più, mentre è stata significativa la Granfondo Michele Scarponi di Filottrano (AN), completando due percorsi di 90 e 130 km nelle zone dove Michele era solito allenarsi. ACSI per il sociale alla “2xBene”, con i responsabili riunitisi con anticipo per festeggiare i dodicimila euro raccolti dagli enti di beneficenza, prima di regalarsi la passeggiata cicloturistica sulla “Via del Sale” di Cervia (RA) lungo quattro itinerari di gara, a disposizione di tutti i “palati”: 174 km (lungo), 118 km (medio), 77 km (corto) e 40 km (gourmet), radunando i ciclisti in una delle prove più ambite e partecipate del Campionato Nazionale ACSI. Dalla riviera romagnola agli “Squali” di Cattolica (RN), in compagnia dello “Squalo dello Stretto” Vincenzo Nibali, a pedalare lungo il percorso assieme ai propri fan, circa 3.000, molti di essi provenienti dall’estero per scattare dall’Acquario di Cattolica ed arrivare a Gabicce Monte. E via con la Granfondo Marcello Bergamo ospitata dalla città di Borgomanero, alle pendici del Monte Rosa lungo itinerari impegnativi di 110 km e 1772 metri di dislivello e di 125 km e 2374 metri di dislivello, tra scorci unici e strade panoramiche. Lo spettacolo del Campionato Nazionale ACSI granfondo-mediofondo si è spostato poi in Trentino per festeggiare il dodicesimo compleanno della Marcialonga Craft, alla scoperta delle Dolomiti, Patrimonio UNESCO, tra le impegnative erte di Monte San Pietro e dei Passi di Lavazé, San Pellegrino e Valles. Il mese di settembre è uno dei più significativi con temperature ideali per correre e ACSI ha proposto la Granfondo Marco Pantani di Cesenatico, in memoria del “Pirata” a vent’anni dalla doppia conquista di Giro d’Italia e Tour de France, la Granfondo Città di Torino e la Prosecco Cycling a Valdobbiadene (TV), prima di godersi la mitica “2xBene” di Longiano (FC), evento straordinario che “usa” le due ruote come strumento per aiutare i meno fortunati, fra le tradizionali cronocoppie Lui&Lei e “TuttixBene”, coronando la stagione con la cronosquadre “Pedala coi Campioni” di Casazza (BG), ciliegina sulla torta di un’altra annata più che positiva dal punto di vista dell’aiuto solidale. ACSI c’è e pedala più veloce che mai.

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SCATTO D’AUTORE VALDINON BIKE 2018 VALLE DI NON (TN) by Newspower

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Cortina Trophy 2019

Alla scoperta di nuove tracce di Aldo Zanardi

Nella conca ampezzana sta nascendo una gara di mtb ancora più divertente e spettacolare. Ecco le anticipazioni dei nuovi percorsi dell’edizione 2019 Una gara di mountain-bike di alto livello deve svolgersi su percorsi tecnici e spettacolari. Cortina Trophy questo obiettivo lo aveva già raggiunto nelle prime tre edizioni, valorizzando quello che “Madre Natura” offre nella conca ampezzana, un immenso patrimonio naturalistico apprezzato da tutto il mondo. Cortina Experience non si è voluta accontentare di quanto già precedentemente offerto, ma per l’edizione 2019 ha voluto proporre i due percorsi - Classic e Marathon - parzialmente rinnovati, rendendoli ancora più spettacolari e divertenti. 128

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Rinnovarsi e migliorarsi è l’obiettivo che si è posto il Cortina Trophy e, anche per il 2019, tante saranno le novità, a partire dai percorsi. Eliminata la salita che portava al Rifugio Mietres, la prima parte di gara risulterà più scorrevole. Il Classic, al 13° chilometro, da località Cadin, attaccherà la salita che terminerà dopo i 5 chilometri necessari per raggiungere il Passo Posporcora, passando sotto alle Crepe di Cianderou, con ampia vista sulla conca ampezzana sino allo scollinamento. Il Marathon inizia a salire con decisione dopo 17.5 km, appena superata la località di Mortisa e, dopo alcuni saliscendi e piccole rampe, arriva al bivio dove lo scorso anno si girava a destra in direzione del Lago d’Ajal. Al bivio si prosegue diritti e, dopo 500 metri, si sale con decisione fino ai circa 1.800 metri di Malga Federa, per poi proseguire fino a Croda da

Nella conca ampezzana sta nascendo una gara di mtb ancora più divertente e spettacolare. Ecco le anticipazioni dei nuovi percorsi dell’edizione 2019

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Infografica salite CORTINA TROPHY 2019 Lago, a circa 2.000 metri di quota, con la vegetazione diradata e l’incantevole vista sul lago circondato da un anfiteatro di creste montuose che faranno dimenticare la fatica. Una divertente discesa farà perdere 350 metri di quota per poi iniziare a salire nuovamente sino al Passo Posporcora, con la parte finale della salita in comune con il Classic. Da qui i due percorsi sono in comune fino al traguardo, affrontando la classica e suggestiva saluta al Passo Son Forcia, a quota 2.116 metri, con un tratto al 27%, al cospetto dell’imponente Monte Cristallo. Invariato il finale di gara: scendendo al Passo Tre Croci (1.809 m), Pezies/Faloria (1.650 m) per arrivare al suggestivo finale in Corso Italia a Cortina d’Ampezzo (1.224 m). Due percorsi che esalteranno e soddisferanno anche i bikers più esigenti, con nuovi tratti altamente panoramici, interessanti spunti tecnici e tanto divertimento per chi ama la vera mountain bike.

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Foto A. Toller

Il mercatino di Natale a Trento

Trento, città del Natale

Trento offre un ricco programma di eventi in tutte le stagione dell’anno. Ma da novembre a gennaio la città diventa un magico presepe Ogni momento dell’anno è quello giusto per visitare Trento. La città è talmente bella, accogliente e ricca di attrattive che, in ogni stagione, offre ai visitatori suggestioni sempre diverse. Nel periodo delle feste, però, Trento da il meglio di sé e, come incastonata in un grande presepe, diventa per tutti la “Città del Natale”. Le luci e gli addobbi allestiti nelle piazze cittadine accompagnano grandi e piccini in un’atmosfera unica attraverso il ricco programma di eventi e animazioni organizzato dall’amministrazione comunale. Durante i fine settimana, sotto il

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tradizionale albero illuminato, i bambini possono visitare la casa di Babbo Natale e ricevere un piccolo regalo, una caramella o un libricino. Oppure partecipare ad una delle tante divertenti attività educative che si svolgono nella “Casetta degli Elfi”: da quelle legate alle fattorie didattiche trentine, alle proposte riguardanti attività manuali o grafiche in cui i bimbi vengono sensibilizzati giocando sui temi della solidarietà e del riciclo. E dopo aver giocato o partecipato ad una piccola recita, tutti in carrozza sul trenino di Babbo Natale. Per chi è troppo cre-

sciuto per sedersi sulle ginocchia di Santa Claus invece è assolutamente da non perdere una passeggiata fra le tradizionali casette del mercatino di Natale di Trento per apprezzare i prodotti dell’artigianato locale o assaggiare le specialità enogastronomiche trentine in un percorso allietato dalla musica dei concerti itineranti o dal canto dei cori di montagna che da queste parti sono una vera istituzione.

A Trento vivrete davvero un Natale da favola.


Trento, The Christmas City Trento offers a rich program of events throughout the year. But from November to January, the city becomes a magical nativity scene Every moment of the year is the right one to visit Trento. The city is so beautiful, welcoming and full of attractions that, in every season, offers visitors always different awesomeness. During Christmas Holidays, however, Trento gives the best of itself and, as set in a large nativity scene, becomes for everyone the “Christmas City”. The lights and decorations set up in the city squares accompany adults and children in a unique atmosphere through the rich program of events and animations organized by the municipal administration. During the weekends,

under the traditional lighted tree, children can visit Santa’s home and receive a small gift, a candy or a booklet. Or they can take part in one of the many fun educational activities that take place in the “Little Elves’ House”: from those related to Trentino educational farms, to proposals concerning manual or graphic activities in which children are sensitized by playing on the themes of solidarity and recycling. And after playing or participating in a small play, let’s go all in a carriage on Santa’s train. For those who have grown too much to sit on Santa Claus’s lap, on the other

hand, it is absolutely not to miss a walk through the traditional little houses of the old town markets to appreciate the local handicrafts or taste the Trentino food and wine specialties in a path enlivened by the music of the touring concerts or the singing of mountain choirs that are a real institution in these places.

In Trento you will really enjoy an amazing Christmas.

Foto M. Miori LIFESTYLE INBICI 133


// FOCUS SUL PRODOTTO

PROLOGO

dimension CPC

Design rivoluzionario ed ergonomico, è la soluzione ottimale per i ciclisti che ricercano il massimo della prestazione senza rinunciare al comfort

Il progetto DIMENSION è partito con un obiettivo ben chiaro: la creazione di un prodotto innovativo adatto a tutte le categorie di ciclista. Lanciato nel 2017 ha avuto fin da subito ottimi riscontri sul mercato per via delle sue caratteristiche: • Il design e le dimensioni sono completamente innovative, anzi rivoluzionarie (più corta e larga di una sella tradizionale): 245X143mm. La sella ha un “naso” corto (3/3,5 cm più corto rispetto alle selle tradizionali) per eliminare qualsiasi tipo di contatto e pressione nella zona frontale, specialmente nella fase di massima spinta. La larghezza - aumentata a 143mm - aiuta a distribuite il peso dell’atleta su una superficie più ampia, assicurando un maggior comfort per lungo tempo. • Sella ergonomica, leggera e anti-prostata adatta ai clienti più esigenti che ricercano il massimo in termini di prestazione e comfort. • Il canale di scarico PAS (Perineal Area System) che corre lungo la sella, riduce il contatto e la compressione dei tessuti molli e dei tendini, eliminando così intorpidimento e aiutando a prevenire l’insorgere di patologie legate alla prostata.

OGGI DIMENSION SI EVOLVE

Con la tecnologia brevettata CPC (Connect Power Control) di Prologo, Dimension CPC ora può soddisfare le richieste dei consumatori che ricercano il massimo dalla loro prestazione senza rinunciare al comfort. Il CPC, testato dai migliori team professionistici road/offroad, è composto da un polimero tridimensionale posizionato in aeree strategiche della sella. Fornisce grip ed una posizione ottimale in tutte le condizioni meteo, garantendo il massimo assorbimento di urti e vibrazioni: grazie alla sua ultima versione denominata CPC AIRING, agevola i flussi d’aria riducendo calore e sudore, fondamentale nella giornate più calde. Questo modello è disponibile sia con il rail nack (fibra di carbonio, kevlar e filamenti di allumino) che con il rail in Tirox (Acciaio in lega leggera) con un peso rispettivamente di 159g e 189g. 134

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Prezzo al pubblico: 259,00€ versione NACK, 159€ versione Tirox Disponibilità: Disponibile PROLOGO, Via Piemonte 1C, 20874 Busnago (MB) - Italy Ph. +39 039 68 23 507, Fax +39 039 68 22 508, info@prologotouch.com / prologotouch.com



// COME NUTRIRSI

Diete, i pericoli del “fai da te” a cura del dott. Alexander Bertuccioli

Quando le mode prendono il sopravvento sulle evidenze scientifiche: guardatevi dalle auto-diagnosi, dal “passa parola” e dai “guru” da social

Dr Alexander Bertuccioli Biologo nutrizionista Perfezionato in Nutrizione in Condizioni Fisiologiche DISB - Scuola di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” Comitato scientifico Associazione Italiana Fitness e Medicina – Comitato scientifico Federazione Italiana Fitness

La moda, si sa, rappresenta una forza trainante che - una volta innescata - si rivela spesso in grado di condizionare persone, mezzi e risorse, spingendole verso una determinata direzione a prescindere da un reale e concreto vantaggio in merito. Questo - oltre a rivelarsi vero nei confronti di capi di abbigliamento, prodotti tecnici o specifiche attrezzature - si rivela altresì vero anche per quanto riguarda il mondo della nutrizione e di conseguenza dell’integrazione, della supplementazione e della nutraceutica. Infatti, molto spesso assistiamo a soluzioni “rivoluzionarie” adottate sull’onda di

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quanto fatto da soggetti particolarmente in vista: atleti professionisti, soggetti appartenenti al mondo dello spettacolo o più semplicemente opinion leader nel contesto di una squadra o di un ambito agonistico, in assenza di reali basi scientifiche o di reali riscontri che non siano le mere “sensazioni E così, improvvisamente, a diverse ondate, troviamo vere e proprie epidemie di presunte intolleranze al lattosio celiachia, gluten sensitivity solitamente auto-diagnosticate in assenza di qualsiasi evidenza medica e fortunatamente auto-risolventi in quanto - finita la moda - tutto generalmente tende a tornare alla condizione iniziale. Con dinamiche simili è possibile assistere all’ascesa e alla successiva caduta dei

consumi di integratori, supplementi e prodotti nutraceutici che, a volte, sono semplicemente utilizzati fuori contesto (ovvero non per le applicazioni nei cui confronti mostrano efficacia), mentre altre si rivelano essere praticamente inutili, ma nonostante tutto periodicamente vengono usati in gran quantità. Anche se da un lato è comprensibile che il desiderio di migliorarsi conduca fuori strada portando a non accettare che magari un atleta professionista oppure un compagno di squadra sia più forte in quanto fisicamente superiore o meglio allenato e quindi inizia la ricerca del “segreto” alimentare o “nutraceutico”, dall’altro occorre interrogarsi sui potenziali rischi derivanti da alcune di queste condotte,


che non sempre si rivelano innocue. A questo proposito risulta molto interessante riflettere su due tra le più famose “tendenze alimentari” che hanno sofferto di queste “dinamiche” negli ultimi anni, l’intolleranza al lattosio e quella al glutine (a volte proposta come vera e propria celiachia mentre altre semplicemente come gluten sensitivity). L’intolleranza al lattosio viene ipotizzata generalmente dal medico o dal nutrizionista sulla base di precisi sintomi gastro-intestinali ed è dimostrabile mediante un esame diagnostico chiamato Breath test al lattosio che permette di formulare anche un giudizio di natura quantitativa che guida la diagnosi, questa volta di esclusiva pertinenza medica. Dietro testimonianze di presunti incrementi di performance o miglioramenti fisici di diversa natura, spesso accompagnate da argomentazioni più o meno filosofiche del tipo “l’uomo è l’unico animale che assume latte dopo lo svezzamento (se è per questo è anche l’unico animale che fa attività fisica per allenarsi e che usa strumenti tecnici di locomozione come la bicicletta…), l’astensione dal lattosio viene periodicamente proposta anche a soggetti che non soffrono di un reale disturbo e che spesso e volentieri non hanno nessun concreto beneficio se non quello ascrivibile in un primo momento all’effetto placebo. Ma quali possono essere i problemi derivanti da tale condotta? Prevalentemente di natura carenziale, dovuti innanzi tutto a una minore assunzione di proteine dall’alto valore biologico che - contrariamente ad altri prodotti di origine animale (come la carne e il pesce) e alcuni di origine vegetale - si mostrano prive di purine

(molecole piuttosto problematiche se assunte in eccesso in quanto alla base del carico di acido urico dovuto al consumo di alimenti che le contengono). Ma, oltre alla carenza proteica, possono essere favoriti altri stati carenziali a carico del calcio e soprattutto della vitamina D. Che dire del glutine? Innanzi tutto la celiachia è una patologia che viene sospettata in base a quadri sintomatologici piuttosto caratteristici e viene diagnosticata mediante specifici esami ematochimici, valutazione endoscopica e relativa biopsia; la gluten sensitivity invece può sussistere anche in assenza di tutti questi elementi e viene quindi solitamente diagnosticata per esclusione, andando ad escludere con opportuni test tutte le malattie che potrebbero fornire sintomi simili. Anche in questo caso l’auto-diagnosi e l’astensione dal consumo di prodotti contenenti glutine in assenza di un percorso medico strutturato comporta una serie di problematiche piuttosto importanti, questo anche non considerando l’elevato costo dei prodotti senza glutine ingiustificato per chi non realmente affetto. Innanzitutto, una volta sospeso il consumo di glutine, se si volesse dimostrare con i suddetti test l’esistenza di una patologia sarebbe necessario consumarlo nuovamente fino all’eventuale ricomparsa dei sintomi, ritardando notevolmente un eventuale diagnosi, protraendo i tempi per avere un’assistenza efficace e causando, dopo un periodo di eventuale relativo benessere, ulteriori sofferenze. In secondo luogo è necessario sapere che molti prodotti senza glutine sono formulati aggiungendo quote importanti di grassi per la necessità tecnologica di sop-

perire all’effetto amalgamante/addensante del glutine, questo ricordando che - in quanto proteina - il glutine ha meno della metà delle calorie proprie di sostanze di natura grassa, è in grado di esercitare una superiore azione dinamico-specifica (capacità di richiedere calorie per la digestione/assorbimento) e contribuisce a ridurre l’indice e quindi la risposta glicemica che si sviluppa in seguito all’assunzione di un alimento. La somma di questi effetti spesso si traduce in una maggiore tendenza nell’acquisire peso da parte di soggetti che consumano una dieta priva di glutine. Ultimo - ma non meno importante - elemento, recenti pubblicazioni scientifiche hanno correlato la dieta agglutinata allo squilibrio nelle popolazioni batteriche intestinali dei soggetti presi in esame, configurando un vero e proprio caso di disbiosi intestinale. Ovviamente questi effetti negativi sono più che giustificati per soggetti che realmente non possono consumare glutine in quanto celiaci o affetti da gluten sensitivity, ma non ha alcun senso da parte di un soggetto realmente non affetto correre questi rischi per presunti benefici (da nessuno mai dimostrati) nella performance o nella condizione fisica. Questa essenziale disamina dovrebbe aver permesso di chiarire come le mode e il “fai da te”, molto spesso finiscono non solo con il rivelarsi inutili, ma spesso anche potenzialmente dannose. Il consiglio dei professionisti della salute accreditati per la nutrizione (Medico, Biologo e Dietista) e l’aderenza a eventuali percorsi medici strutturati costituisce la sola vera solida garanzia di sicurezza, efficacia e utilità per l’utente finale.


È importante, molto importante mettere il casco in bicicletta, anche se non c’è ancora una normativa che lo prevede

SICUREZZA STRADALE

LARM lancia una nuova campagna di sensibilizzazione

Si chiama #quandovadoinbicicletta la nuova campagna sulla sicurezza stradale realizzata da Larm s.r.l., azienda leader nella commercializzazione di componenti per il ciclismo Per accrescere la cultura dei comportamenti virtuosi sulle strade, il marchio bolognese ha deciso di promuovere una grande campagna di sensibilizzazione a favore dell’utenza debole, illustrando a tutti l’importanza di pedalare sicuri in bicicletta. 138

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La campagna #quandovadoinbicicletta, messa a punto in tanti anni di esperienza “sul campo”, vuole indicare i tanti modi per essere più visibili e più sicuri.

È un fatto che avere alcune luci ti permettono di essere più visibile

“Negli ultimi anni – spiegano dall’azienda - ci siamo accorti di quanta disinformazione e di quanta irresponsabilità ci sia in strada. Abbiamo deciso di fare qualcosa, prima di tutto parlandone. È importante, molto importan-

te mettere il casco in bicicletta, anche se non c’è ancora una normativa che lo prevede. È un fatto che il casco protegga la parte più importante del nostro corpo, ci hai mai pensato? È un fatto che avere alcune luci ti permettono di essere più visibile”.

E tanti sono i modi per essere più visibili e più sicuri. Oggi accendiamo i riflettori su due prodotti, uno per la tutela della testa e uno per la bici, ma saranno diversi gli appuntamenti della campagna #quandovadoinbicicletta “perché quello che vogliamo veramente – spiegano sempre da Larm - è fare in modo che ci sia un’informazione adeguata al fine di offrire un ampio ventaglio di possibilità”. L’azienda Lezyne, specializzata in accessori per biciclette, ha realizzato una luce compatta ad alta visibilità. Si chiama Laser Drive e, come dice la parola stessa, ha dei laser integrati che indicano “l’ingombro” del ciclista garantendo una maggiore sicurezza in strada. Per quanto riguarda la protezione della testa, l’americana Bell ha aggiunto al casco un led. Si chiama Formula Led, nello specifico il Formula Led Ghost è trattato con un rivestimento riflettente e duraturo, emette una luce intensa quando viene colpito dalla luce, dispone inoltre di un led posteriore (20 LM) con tre livelli di illuminazione differente e sistema Mips integrato.

La campagna #quandovadoinbicicletta proseguirà anche sui Social e anche tu, usando l’hashtag, puoi esprimere il tuo parere indicando il tuo modo di sentirti sicuro Info www.larm.it


SCATTO D’AUTORE DOLOMITICA BRENTA BIKE INZOLO (TN) by Newspower

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Laser Drive

LASER FOCUS LASER DRIVE - UNA BARRIERA DI SICUREZZA PER ESSERE PIU’ VISIBILE. • Luce di sicurezza compatta e ad alta visibilità con quattro LED ultra luminosi. • Laser integrati che indicano “l’ingombro” del ciclista e forniscono una maggiore sicurezza in strada. • Costruzione lente / corpo co-stampata leggera e durevole ed impermeabile. • Design compatibile con cannotti sella aerodinamici e rotondi. • Fornisce fino a 250 lumen. • Lente estesa per 180 gradi di visibilità. • Ricaricabile tramite una comoda presa Micro-USB. Laser Drive è protagonista della campagna #quandovadoinbicicletta, campagna di sicurezza promossa da Larm.


Non solo Emmentaler di Roberto Diani

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Itinerari Svizzeri

Alla scoperta della valle dell’Emme, un’ampia area collinare contraddistinta dai verdi intensi dei pascoli e dei boschi che si alternano dando origine ad un paesaggio rurale che riflette la sua storia e le sue tradizioni


Il formaggio coi buchi ha origini lontane, ma i contadini e i casari locali hanno saputo mantenere intatte le prerogative che hanno fatto di questo formaggio l’ambasciatore svizzero nel mondo. Altre realtà rendono interessante la visita nella valle dell’Emme, a partire dalla fabbrica dei biscotti Kambly che va annoverata, di diritto, tra le eccellenze culinarie svizzere. Per chi sa di ciclismo è, inoltre, indispensabile menzionare Fleyr, lo storico produttore di e-Bike che ha sede a Huttwil e che ha organizzato itinerari come la “Hertzroute” da percorrere a tappe con soste programmate per la ricarica o il cambio della batteria.

Per conoscere da vicino il mondo che ruota intorno all’Emmentaler abbiamo fatto visita alla Schaukäserei, una tra lecasere più antiche della valle dell’Emme. Mimmo, di chiare origini siciliane, ci ha accompagnato alla scoperta dei segreti che hanno reso famoso nel mondo questo alimento così facilmente riconoscibile, grazie, naturalmente, ai suoi buchi che devono rispettare dimensioni precise per superare i rigorosi controlli ai quali ogni forma viene sottoposta. A tale proposito il nostro ospite ci ha spiegato che il mercato italiano predilige buchi di dimensioni leggermente superiori a quelli più apprezzati dagli svizzeri. Nella sede più antica della casera ci si può cimentare anche nella produzione artigianale della propria forma di Emmentaler che, dopo il necessario periodo di stagionatura, verrà spedita al destinatario. La produzione attuale, pur mantenendo fede alle procedure antiche, viene realizzata con l’ausilio di tecnologie di ultima generazione che permettono di ottenere un controllo preciso delle numerose fasi di produzione, condizione necessaria per aumentare la quantità di formaggio prodotto senza rinunciare ad un alto livello qualitativo. Il nostro tour in e-Bike ha preso il via da Langnau; nei pressi della stazione ferroviaria, 144

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Itinerari Svizzeri

abbiamo preso possesso delle nostre Fleyr. Accompagnati dalla nostra guida, un’atletica e risoluta cinquantenne, abbiamo iniziato la nostra esplorazione della valle dell’Emme su strade di campagna asfaltate ma prive di traffico. Salite e discese si sono alternate, ma l’assistenza del motore elettrico ha permesso, anche alle nostre compagne di viaggio meno allenate, di godere del bel panorama e del particolare piacere che solo la bicicletta sa regalare, il tutto lontano dai rumori

delle aree più antropizzate che ci siamo lasciati alle spalle. La seconda parte del nostro itinerario è stato caratterizzato dalla visita alla fabbrica di biscotti Kambly, la premiatissima pasticceria fondata da Oscar Kambly all’inizio del XXVIII secolo. Come per l’Emmentaler, anche per la produzione di questi prelibati biscotti, la scelta accurata delle materie prime è il punto di partenza fondamentale della lavorazione che, pur attraverso l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia,

La seconda parte del nostro itinerario è stato caratterizzato dalla visita alla fabbrica di biscotti Kambly, la premiatissima pasticceria fondata da Oscar Kambly all’inizio del XXVIII secolo LIFESTYLE INBICI

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Itinerari Svizzeri

Tutti i percorsi sono perfettamente segnalati e sono divisi per categorie: nazionali, regionali e locali. In Svizzera possiamo, inoltre, usufruire di poco meno di un centinaio di Bike Hotel che dispongono di servizi specifici per i ciclisti e le loro biciclette.

viene realizzata nel rigoroso rispetto della tradizione. Non ci siamo limitati ad apprezzare la maestria dei pasticceri, intenti a sfornare biscotti e confezionare cioccolatini, ma ci siamo abbandonati all’assaggio delle infinite varietà di biscotti di ogni genere e forma: un’ulteriore ghiotta motivazione per andare alla scoperta della verde valle dell’Emme. La seconda giornata trascorsa in riva all’Emme sta volgendo al termine e, dopo aver riconsegnato le nostre Fleyr, è giunto il momento di ritornare a casa utilizzando i mezzi di trasporto elvetici che si sono dimostrati, una volta di più, puntuali come... un orologio svizzero. In treno ci siamo scambiati le impressioni di viaggio, tutte molto positive, ed è nata spontanea l’idea di tornare in terra elvetica per un’altra esperienza a cavallo di una bicicletta. Rimane solo l’imbarazzo della scelta tra i tanti itinerari per bici stradali, per un totale di ben 11.000 km e mountain bike per 9.500 km. Tutti i percorsi sono perfettamente segnalati e sono divisi per categorie: nazionali, regionali e locali. In Svizzera possiamo, inoltre, usufruire di poco meno di un centinaio di Bike Hotel che dispongono di servizi specifici per i ciclisti e le loro biciclette.

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Trento Castello del Buonconsiglio

Nella Dimora dei Principi Vescovi

Custode d’inestimabili tesori, il Castello del Buonconsiglio, per secoli fastosa residenza dell’aristocrazia ecclesiastica trentina, è una delle testimonianze più celebri della storia italiana É uno dei crocevia della storia italiana, una favolosa residenza dell’aristocrazia ecclesiastica che governò il Trentino per quasi ottocento anni, fino alle campagne di Napoleone. Parliamo del Castello del Buonconsiglio che fu per secoli la fastosa residenza dei principi vescovi che governavano il Trentino. Il piccolo poggio roccioso, originariamente denominato Malconsey (la leggenda vuole che questo nome sia dovuto a una comunità di streghe che vi si era insediata), venne individuato dal podestà di Trento nel 1238 come sito per la costruzione di una fortificazione difensiva, ma perse quasi subito le sue prerogative militari per diventare residenza vescovile. Da questo momento in poi, oltre al più beneagurante nome di “Buonconsiglio”, l’antica fortezza subì quella serie di modifiche ed ampliamenti della struttura che l’hanno resa uno degli edifici architettonicamente più interessanti di tutto l’arco alpino. All’interno della cinta muraria è riconoscibile il nucleo originario della fortezza costituito dal due148

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centesco Castelvecchio e dalla grande torre circolare a cui, a cavallo del ‘400, i principi vescovi fecero collegare la Torre Aquila all’interno della quale si può ammirare l’affresco del ciclo dei dodici mesi commissionato dal vescovo Giorgio di Liechtenstein. Dello stesso periodo è l’aggiunta della merlatura e del loggiato di gusto veneziano dal quale si può godere una stupenda vista su tutta la città. Risale invece ai primi anni del sedicesimo secolo l’aggiunta del “Magno Palazzo”, l’edificio voluto dal cardinal Bernardo Clesio noto per i bellissimi affreschi commissionati dal principe mecenate ad alcuni dei migliori artisti dell’epoca. Oggi il maniero espone collezioni che spaziano dall’archeologia all’arte contemporanea e fa parte - con il Castello di Stenico, Castel Beseno, Castel Thun e Castel Caldes - della rete museale della provincia di Trento. Per ulteriori informazioni sulle attività del Castello del Buonconsiglio è possibile visitare il sito: www.buonconsiglio.it


At home with the Prince Bishops

Custodian of priceless treasures, Buonconsiglio Castle, for centuries residence to Trento’s ecclesiastical aristocracy, is one of the most famous testimonies of Italian history When Emperor Conrad II created the Prince-Bishopric of Trent in 1027, he never could have imagined that so much history would pass through the area. He probably wouldn’t have predicted that his fledgling principality would govern this land for nearly 800 years, until the days of Napoleon. Nor could he have known that the town, 500 years later, would host the famous council that shaped the fate of Europe and, indirectly, of the world we live in today. No man of the Middle Ages could have forecast that this Alpine city would play a leading role in the 19th century fight for Italian independence, or that it would bravely endure the ravages of two world wars. Yet, such was the destiny of Trento: to become one of Italy’s most meritorious cities. And the city’s long, fascinating and glorious history is mirrored by that of its most famous monument, the Buonconsiglio Castle, which served for hundreds of years as the official residence of the prince-bishops who ruled Trentino. Today, the manor houses collections that range from archaeology to contemporary art, and together with Castello di Stenico, Castel Beseno, Castel Thun and Castel Caldes, it forms the museum network of the province of Trento. For information on activities and events at Buonconsiglio Castle, visit the site: www.buonconsiglio.it

Foto Archivio APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi

Foto Trentino Marketing


Tessitura Fratelli Gelmi

Le eccellenze del made in Italy

I maestri del gazebo

Tetto neutro bianco oppure nero

DIVERSE COLORAZIONI DISPONIBILI PER L’INTERNO DEL TETTO FULL PRINT

Grazie a macchinari super-tecnologici, la Tessitura Fratelli Gelmi di Leffe realizza con tecniche digitali le tensostrutture pubblicitarie più spettacolari dei bike-village Quasi duemila clienti, cinquecento ordini evasi ogni mese ed un milione di metri cubi di tessuto stampati mediamente in un anno.Questi i numeri prestigiosi della Tessitura Fratelli Gelmi, storica azienda di Leffe, in provincia di Bergamo, leader nella stampa digitale su tessuto, una delle grandi eccellenze del made in Italy. Con processi produttivi di altissima qualità, la Gelmi confeziona tessuti Jacquard filigranato, striscioni, bandiere, gagliardetti e gonfaloni, stampa in grande formato, nastri in Tnt segna-percorso e copri-pal-

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Tetto neutro bianco o nero e personalizzazione ai lati

WHITE (standard)

let, stendardi, poster, espositori rollup, gonfiabili, pettorine, tappeti, gadgets e qualsiasi altro articoli da stampare. Il suo “core business” è la stampa digitale da carta transfer ad altissima risoluzione in quadricomia, un sistema all’avanguardia che offre i massimi standard di definizione. A differenza delle normali stampe, infatti, in cui l’inchiostro non penetra nel tessuto e quindi crea una scarsa definizione della stampa ed una pessima resistenza del colore, con la stampa in digitale sublimatica ad alta definizione da carta transfer, l’inchiostro stampato, per effetto della sublimazione, si trasforma in gas e la grafica si trasferisce in modo permanente ed indelebile nella fibra sintetica del tessuto, conferendo al prodotto finale un aspetto inimitabile.Tessitura F.lli Gelmi propone una vasta gamma di tessuti concepiti ed ingegnerizzati nei propri stabilimenti per garantire, attraverso processi ormai collaudati, la miglior durata

Interamente personalizzato senza limiti di colore o immagini. Tessuto Ignifugo classe 1

SILVER

BLACK

e qualità di stampa su ogni tessuto. Tra i suoi prodotti più celebri i gazebo pubblicitari in alluminio, strutture molto diffuse nei bike-village delle più importanti manifestazioni ciclistiche internazionali. Il gazebo, del resto, è una struttura ad alta funzionalità che gode di un enorme impatto visivo grazie alla possibilità di stampare il messaggio pubblicitario sul tetto, sulle pareti e tendaline, arrivando a rivestirlo in toto. Il gazebo pieghevole della Gelmi è leggero e facile da montare, ha una struttura resistente in alluminio ed è comodo da trasportare nella sua pratica borsa trolley. I gazebo pubblicitari sono completamente personalizzabili nei colori o nelle immagini, sia sulle pareti che sui tetti. Disponibili anche gazebo confezionati con tessuto resistente al fuoco, certificato ignifugo Classe 1. L’azienda mette anche a disposizione basi e zavorre per garantire la stabilità dei gazebo in caso di utilizzo all’esterno.


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// FOCUS SUL PRODOTTO

Il comfort ha un nome ASPIDE / Selle San Marco

Selle San Marco presenta sul mercato una sella dal design inimitabile e dalle prestazioni esclusive. E per i ciclisti più esigenti ecco la sella SHORTFIT

Aspide

ASPIDE SUPERCOMFORT è una sella dal design inimitabile e dalle prestazioni esclusive. Il grande pubblico ha subito apprezzato questo nuovo modello, lanciato ufficialmente nella seconda metà del 2017, grazie alla combinazione perfetta tra leggerezza e comfort. ASPIDE SUPERCOMFORT ha il pregio di soddisfare i ciclisti più esigenti e di non deludere chi la prova per la prima volta. Questo modello è indicato sia per chi trascorre poco tempo in bicicletta, in media non più di 2 ore, sia per coloro che pedalano per oltre 5-6 ore. ASPIDE SUPERCOMFORT è stata sviluppata prestando massima attenzione ai componenti legati al comfort del prodotto: imbottitura, foro centrale e copertina. L’imbottitura, nella versione Racing, presenta l’accoppiamento tra uno strato di Biofoam ed uno strato supplementare di Gel. Questi sono abbinati con spessori variabili a seconda dell’area di appoggio per ottimizzare la zona di contatto con le ossa ischiatiche. Il foro centrale (OpenFit) è stato completamente ridisegnato andando a trovare il punto di incontro tra massimo scarico di materiale e ottimizzata resistenza strutturale della scocca. Questo particolare design evita lo schiacciamento e quindi l’indolenzimento delle parti più sensibili del ciclista e risulta particolarmente indicato anche per le donne. La copertina in Microfeel (rivestimento traspirante ad alta resistenza

abrasiva) presenta, nella versione Racing, una micro-foratura supplementare per migliorare la traspirabilità e mantenere le superfici di contatto asciutte.Anche la leggerezza è un plus fondamentale della ASPIDE SUPERCOMORT. Nella versione RACING, il telaio utilizzato è in xsilite, un materiale ad alta percentuale di silicio, combinato con titanio e carbonio, leggero e resistente con qualsiasi condizione meteorologica. Il suo particolare processo produttivo garantisce durata e resistenza alla fatica da stress meccanico.Nella versione DYNAMIC invece, il telaio della sella è in manganese, materiale che aumenta la resistenza all’usura causata dalla vibrazioni. SHORTFIT CARBON FX WIDE La sella SHORTFIT è nata per soddisfare le richieste degli atleti più esigenti che, per certe tipologie di allenamento o pedalata, ruotano molto con il busto portandosi in posizione ravvicinata al manubrio. La particolare forma ergonomica di

questa nuova sella, caratterizzata da una lunghezza ridotta, garantisce infatti un corretto appoggio nella generosa parte posteriore e un’equilibrata distribuzione delle pressioni nella sua parte anteriore. L’ampio foro centrale (Open-Fit) garantisce il massimo comfort e sostegno nelle diverse situazioni di pedalata e su tutta la lunghezza della sella, coadiuvando la circolazione sanguigna e alleggerendo la pressione nella zona prostatica. Questa caratteristica risulta particolarmente importante per i ciclisti con buona rotazione del bacino e per l’utilizzatore di sesso femminile. La sella presenta il profilo laterale della superficie di seduta identificabile con una linea curva avente una depressione centrale superiore a 5 mm ed è quindi classificata come Waved. Questa particolarità rende la sella particolarmente comoda anche per i soggetti con dorso piatto (bacino retroverso) andando ad agevolare una corretta postura in bici. sellesanmarco.it


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