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Anno VIII n°3 • marzo-aprile 2016
Riolo Terme
1/2/3/4/5 Giugno
Photo by Newspower
DI ROMAGNA
GRANFONDO DELLA VERNACCIA CITTÀ DI COLLE VAL D'ELSA
8 MAGGIO 2016
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LE CITTA’ DELLA BICICLETTA
Riolo Terme
Sorgente di BENE A cura della Redazione
SSERE
Anche i romani, duemila anni fa, apprezzavano le terme di Riolo, oggi incantevole paesino sulle colline faentine dove il turismo ha il dolce ritmo dell’ozio Ciclisti impegnati nella Granfondo Rally di Romagna MTB
R
iolo Terme è un incantevole paesino abbarbicato sulle colline di Ravenna. La città, a pochi chilometri dalla via Emilia, tra Imola e Faenza, è immersa nel verde dell’Appennino che dalla Romagna già digrada verso la Toscana. Il centro, raccolto attorno alla Rocca trecentesca perfettamente conservata, offre le suggestioni di un agglomerato nato dentro le mura, anticamente a difesa dell’abitato. E proprio il verde secolare, la tranquillità e i benefici del complesso termale ne fanno una località turistica ricercata da coloro che apprezzano l’ambiente, lo sport, la serenità, per un soggiorno improntato al benessere. Riolo Terme ha le sue principali attrattive nelle ricchezze storiche, ambientali, enogastronomiche e soprattutto nelle sue preziose acque termali le cui proprietà erano già rinomate in epoca romana. Dal 1870, le Terme di Riolo, circondate dalle dolci colline romagnole e nella magica cornice di un vasto parco secolare, consentono di godere della massima tranquillità e di riassaporare i ritmi della na-
tura, gustare la superba enogastronomia regionale e visitare luoghi ricchi di storia e fascino. Eccellenze del Centro, certificato dal Ministero della Salute “Stabilimento Termale 1° Livello Superiore”, sono le preziose risorse naturali: le acque medicali Vittoria, Breta, Margherita e Salsoiodica ed il finissimo fango sorgivo dei vulcanetti di Bergullo, unico fango sorgivo in Regione. Tutta la città è poi lo scenario suggestivo delle tante iniziative che si sviluppano
Terme di Riolo
durante l’anno: dalle sagre che esaltano i prodotti della terra, alle iniziative per allietare il soggiorno ai turisti, attraverso mostre ed esposizioni che arricchiscono i già prestigiosi contenitori. Fiore all’occhiello del calendario sportivo è il Rally di Romagna, gara internazionale dedicata ai migliori interpreti di mountain-bike che si sfidano, ormai da sette anni, nell’impareggiabile scenario della vicina Vena del Gesso.
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Inbici magazine
Inbicimagazine
a cura della Redazione
PISTA - CON IL COLPO IN… GANNA
a cura di Mario Pugliese
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L’INTERVISTA - DAVIDE CASSANI
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INBICI TOP CHALLENGE
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L’ATLETA DEL MESE MARCO LIPORACE
a cura di Mario Pugliese
a cura della Redazione
EMISSIONI ZERO
a cura della Redazione
a cura di Paolo Mei
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RECORD DELL’ORA DONNE ACSI
a cura della Redazione
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IL COACH
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10 DOMANDE A
a cura di Iader Fabbri
a cura di Mario Pugliese
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PEDALANDO NEL DELTA DEL PO a cura di Gianluca Comandini
FOCUS SULLE AZIENDE - SELLE SMP a cura della Redazione
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RALLY DI MONTAGNA
a cura della Redazione inbicimagazine
LE CITTÀ DELLA BICICLETTA
LA GESTIONE FISICA DELL’ATLETA a cura dei Bruno Filippi
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ORTLER BIKE MARATHON
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Dubai Tour 2016 - Photo by Bettiniphoto
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A cura di Mario Pugliese
PISTA
CON IL COLPO IN...
I mondiali di Londra ci restituiscono una grande Italia. L’uomo-copertina è un 19enne di Verbania che ha conquistato l’oro ed il primato italiano. Dopo l’era dei Cipollini e dei Petacchi il pedale azzurro ha trovato un altro sprinter di livello mondiale?
GANNA Photo by Bettiniphoto
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opo tanti (troppi) anni da spettatori invidiosi, finalmente la pista italiana - 20 anni dopo Colinelli - si è riscattata nel modo più convincente: sull’anello londinese di “Lee valley Velo Park”, Filippo Ganna si è laureato campione del mondo dell’inseguimento individuale, scrivendo una pagina epica della storia del pedale azzurro. Come un Bolero di Ravel, la sua entusiasmante progressione nella finalissima contro il tedesco Weinstein, ha riportato nell’olimpo della specialità un movimento ormai avvilito da una serie di brucianti delusioni. Un successo per nulla casuale, coronamento di una crescita complessiva di tutti i nostri atleti. Agli ordini del commissario tecnico Villa, la spedizione azzurra ai mondiali di Londra ha infatti centrato una serie di risultati che, spigolando tra passato e futuro, confermano la resurrezione della pista azzurra: formidabile Ganna,
ma bravissimo anche il quartetto dell’inseguimento (con record italiano), ottima prestazione per le ragazze del quartetto femminile (pure loro primato nazionale nell’inseguimento a squadre) e grande soddisfazione per la qualificazione olimpica di Ceci nel Keirin e per quella del generosissimo Elia Viviani (4°) nell’omnium. Ma l’impresa da incorniciare resta senza dubbio quella del 19enne Filippo Ganna, una medaglia d’oro che vale doppio se rapportata ai brillanti riscontri cronometrici: l’azzurrino di Verbania ha percorso, nei tempi di qualifica, i 4 km di gara con il tempo stratosferico di 4’16″127, nuovo primato italiano, ben al di sotto del 4’19″699 fatto registrare da Andrea Collinelli ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996 venti anni orsono. Con un finale travolgente l’azzurro ha demolito la resistenza del tedesco: tempo finale 4’16”141 contro 4’18”476, tanto è bastato per conquistare il titolo iridato che mancava all’Italia dal 1976 (France-
sco Moser). Filippo Ganna è già una realtà nel mondo della pista ed un prospetto interessantissimo per il settore strada, tanto è vero che il Commissario Tecnico Davide Cassani - che ha seguito in questi anni passo dopo passo la crescita del talentino piemontese - l’ha già convocato in nazionale. Del resto, nel settore dei velocisti, l’Italia non ha ancora interpreti di rango mondiale, mentre i prossimi mondiali in Qatar sembrano disegnati apposta per gli sprinter. Troppo presto oggi responsabilizzare un giovane come Ganna, ma il Ct crede profondamente in questo 19enne sia sul piano sportivo che su quello umano. E dunque, se in questa stagione saprà ritagliarsi un ruolo da protagonista, è probabile che l’Italia possa tornare ai vertici della velocità mondiale. Insomma, incrociamo le dita e gestiamo questo talento nel modo migliore: dopo l’era dei Cipollini e dei Petacchi, è ora di tornare a tifare per un grande sprinter azzurro.
Filippo Ganna campione del mondo inseguimento U-23 - Photo by Bettiniphoto
L’ITALIA
(del ciclismo)
S’È
DESTA
Dopo le gare di rifinitura, quelle che forniscono le prime indicazioni ma non certo il senso compiuto di una stagione, entriamo nel vivo di un’annata che, per i colori italiani, si apre sotto i migliori auspici. La medaglia d’oro di Filippo Ganna ai Mondiali di Londra, che anche noi celebriamo con una paginaomaggio, è il viatico più promettente per un 2016 che ci vede protagonisti annunciati anche al Giro, al Tour e, soprattutto, alle Olimpiadi (da non perdere, a riguardo, l’intervista esclusiva al Ct Cassani). InBici Magazine si occupa, come noto, soprattutto dei ciclo-amatori, ma certe imprese hanno ricadute positive su tutta la filiera del ciclismo e dunque non possono essere ignorate. Con l’arrivo della primavera, entra nel vivo anche la stagione delle granfondo. Dopo la “Cassani” a Faenza, i primi giorni di aprile si aprono a Cervia con la “Via del Sale”, che segna anche l’avvio ufficiale del nostro circuito InBici Top Challenge. Un taglio del nastro storico per la “Selle Italia” che quest’anno celebra l’edizione del ventennale. Guest star della rassegna sarà Alex Zanardi, atleta formidabile ma soprattutto un uomo che, con la forza delle sue braccia e la tenacia della sua mente, continua ad insegnarci che, nella vita, nulla è facile ma niente è impossibile. Maurizio Rocchi
Photo by Bettiniphoto
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RALLY DI ROMAGNA ,
SALTO DI QUALITÀ
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ltro che crisi del settimo anno! Il Rally di Romagna “Gyproc Saint Gobain” continua a crescere nei numeri e nella credibilità. La rassegna di mountain bike, che dall’1 al 5 giugno celebrerà a Riolo Terme la sua settima edizione, si appresta a compiere un nuovo salto di qualità, dopo che - già negli anni passati - ha sensibilmente aumentato gli iscritti ed il suo pool di sponsor. La presentazione ufficiale del Rally di Romagna si svolgerà il 16 aprile nel parco del Grand Hotel Terme di Riolo, come sempre alla presenza delle autorità politiche e civili del territorio, oltre agli operatori dell’informazione. Nel frattempo, la rassegna cresce anche sul piano mediatico, con un importante sviluppo sul fronte dei social-media. Sulla pagina facebook dell’evento sono state infatti pubblicate già da tempo le cartografie con le relative altimetrie di tutte e cinque le frazioni e le immagini dei prodotti che i partecipanti troveranno nel ricchissimo pacco-gara. All’interno del social - oltre ai promo video di tutte le tappe - è visibile inoltre uno spettacolare filmato che riprende da un’auto il tragitto all’interno delle cave di gesso, il vero “valore aggiunto” di una rassegna anche per questo inimitabile. Si arricchisce inoltre il Bike Village della manifestazione, che quest’anno ospiterà anche il birrificio San Gabriel di Treviso che, in un clima da Oktoberfest, servirà bionde venete a tutti i partecipanti. Per il resto immutati i principi della manifestazione che, oltre all’aspetto agonistico, intende promuovere anche i valori della eco-sostenibilità e del rispetto dell’ambiente, come conferma anche la partecipazione di Hera, la multi-utility romagnola sempre sensibile ai temi ecologici che - come spiega all’interno della rivista Giuseppe Gagliano, Direttore delle Relazioni Esterne del gruppo - ha scelto proprio la Gran Fondo della Vena del Gesso per diffondere i suoi messaggi sul risparmio e sulla tutela dell’eco-sistema. Photo by Newspower
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IL MIO ANNO A CINQUE CERCHI L’INTERVISTA
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opo le delusioni di Richmond, con quel mondiale che agli azzurri sfugge ormai da otto anni, a Davide Cassani gli si sono illuminati gli occhi quando ha saputo - urbi et orbi - che Vincenzo Nibali e Fabio Aru, nel 2016, parteciperanno alle Olimpiadi brasiliane. Non una “sfilata” per provare l’emozione inebriante dei Giochi, ma un obiettivo cerchiato in rosso. Si va per la medaglia. Punto. Cassani, è Rio l’obiettivo 2016? “Direi di sì. Sia Vincenzo che Fabio hanno dichiarato di tenere particolarmente alle Olimpiadi. Sono felice, come commissario tecnico ma anche come italiano, perché ho visto grande entusiasmo nella loro scelta. E’ chiaro che con loro la corsa a cinque cerchi per l’Italia
diventa necessariamente un obiettivo”. Due frecce importanti: basterà per puntare all’oro? “Andremo a Rio con la consapevolezza che ci attende una corsa difficile, con tante incognite ed avversari, almeno una dozzina, di altissimo profilo. Ma il tracciato, inutile nasconderlo, per i nostri corridori è molto interessante. Dunque, con rispetto per tutti ma senza paura di nessuno, andremo là per provare a fare qualcosa di importante”. Come ha visto NIbali ed Aru in questo primo scorcio di stagione? “Molto bene. L’inizio è stato incoraggiante. Si vede che, durante l’inverno, hanno lavorato nel modo giusto. Nibali è già in ottime condizioni, ma anche Aru, nell’ultima tappa dell’Algarve, si è arreso solo ad un certo
Contador. Sono segnali importanti che certificano una crescita”. Doping tecnologico, lei fu il primo ad aprire gli occhi: mai avuto sospetti che qualcuno, in gara, non andasse su con il suo passo? “D’ora in poi barare sarà più difficile, ma delle biciclette col motorino si parlava ormai da tempo. Per quanto mi riguarda, però, non ho mai avuto un sospetto su un corridore preciso…”. Nelle scorse settimana l’Italia della Pista ai mondiali di Londra ha fatto grandissime cose… “L’oro di Filippo Ganna nell’inseguimento individuale è un risultato che vale parecchio, ma l’aspetto più incoraggiante sono i progressi d’insieme delle nostre rappresen-
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A cura di Mario Pugliese
Nibali e Aru puntano alle olimpiadi brasiliane. E il Ct Davide Cassani non si nasconde: “Con loro in squadra Rio diventa un obiettivo”. E sulle gran fondo bacchetta gli organizzatori: “Non dimentichino l’attività giovanile...”
Davide Cassani in veste di Ct durante uno stage con i ragazzi della nazionale azzurra Photo by Bettiniphoto
Davide Cassani
tative. Il quarto posto del quartetto maschile, giovanissimo e composto da almeno sei elementi di valore, ad esempio, è un piazzamento che, in chiave olimpica, lascia ben sperare”. Tra strada e pista, quelle di Rio potrebbero essere finalmente Olimpiadi ricche di soddisfazioni per i colori azzurri… “Sulla carta sì. Sulla strada puntiamo alla medaglia, sulla pista basterà confermare i progressi di Londra per tornare a casa con qualcosa di importante”. Molto più difficile il mondiale in Qatar: da qui ad ottobre spunterà un velocista in grado di puntare all’iride? “Sarà molto difficile, perché i nostri sprinter sono ancora molto giovani. Vedo degli ottimi prospetti, ma in sette mesi
non sarà facile trovare un uomo di quel rango”. Voltiamo pagina: marzo è anche il mese della Gran Fondo Cassani, un evento che, per ragioni ovvie, le è sempre molto caro… “Ci tengo, in particolare, per la finalità di questa manifestazione che, lo ricordo, viene organizzata ormai da tanti anni a Faenza per valorizzare la cultura dell’aggregazione e del piacere dello stare insieme, ma soprattutto per raccogliere fondi che serviranno poi a finanziare le nostre scuole di ciclismo. Questa sinergia fra Gran Fondo e vivai è molto importante, ma purtroppo, in Italia è ancora poco praticata”. Che intende dire? “Dico che, a mio avviso, le Gran Fondo dovrebbero fare di più per i vivai, destinando
almeno parte dei loro introiti all’attività giovanile. Non si tratta soltanto di fare un gesto di generosità, ma anche di avere il coraggio di investire nel medio-lungo periodo. Se aiuti i giovani, aumentano le probabilità di trovare, fra questi, il campione del domani. Ma anche se il campione non viene fuori, avrai comunque contribuito a promuovere la pratica del ciclismo tra le nuove generazioni, garantendoti quantomeno dei cicloamatori per le Gran Fondo del futuro. Il ciclismo, al pari di altre discipline, è uno sport sano che va promosso tra i bambini. Anche per questo, chi ama il ciclismo dovrebbe responsabilmente sposare certi progetti. Purtroppo la realtà è differente e non sempre tra gli organizzatori c’è voglia di ragionare in prospettiva”.
Tour de San Luis 2016 - Photo by Bettiniphoto
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GRAN FONDO DELLA VERNACCIA
Pedalando nella GRANDE
BELLEZZA Colle Val d’Els
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uando lo sguardo, dall’alto del poggio su cui si erge Colle Val d’Elsa, si posa sulla campagna circostante, diventa immediatamente chiaro perché la provincia senese sia una delle mete più ambite dai turisti di tutto il mondo. La cittadina toscana, famosa per la sua tradizione nella produzione di pregiatissimi manufatti in cristallo, è caratterizzata da un dedalo di caratteristiche strade medievali che si aprono sul morbido profilo delle colline, punteggiato da altri antichi borghi che creano un panorama indimen-
ticabile. Proprio per queste caratteristiche del territorio, che dietro ogni curva regala scorci di rara bellezza, gli organizzatori della Gran Fondo della Vernaccia non hanno incontrato eccessive difficoltà quando nel 2015 hanno deciso di spostare la sede della manifestazione da sotto le torri della vicina San Gimignano alla città fortificata che in epoca medievale fu a lungo contesa fra Siena e Firenze. Lo scorso anno gli uomini del GC Amatori San Gimignano hanno rinnovato ampiamente itinerari e iniziative collaterali dedicate alle famiglie degli atleti (molto
apprezzata la “mini gran fondo” dedicata ai bambini fino a 10 anni). Forti del gradimento di queste novità, nel 2016 avrebbero potuto adagiarsi sugli allori, ma per la ventesima edizione, messa in calendario per il prossimo otto maggio, hanno voluto dare un’ennesima rinfrescata al make-up del classico appuntamento toscano. Una possibilità data loro dalle mille sfaccettature della zona, che permette di combinare i percorsi in modo sempre diverso, ottenendo circuiti spettacolari dal punto di vista agonistico e suggestivi sotto l’aspetto paesaggistico.
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A cura di Gianluca Comandini
Addolciti i percorsi, immutati gli scenari: l’8 maggio a Colle Val d’Elsa si annuncia un’altra edizione indimenticabile
Splendidi paesaggi alla GF Vernaccia
Nei mesi scorsi, per aumentare ulteriormente il livello di soddisfazione dei partecipanti, la task force degli organizzatori che si occupa del controllo delle strade ha lasciato sostanzialmente invariata la gara più breve sulla distanza dei 70 chilometri, mentre ha ritoccato, addolcendoli, il “medio” (111 km) e il “lungo” (165 km). Eliminate le salite di Monsanto e la Paneretta, i nuovi tracciati passeranno per Poggibonsi per proseguire poi verso Castellina in Chianti, attaccando la salita che attraversa i paesi di Cedda, Gaggiano e Pestello. Un’ascesa di circa venti chilome-
tri che, dopo poco più di mille metri, resi insidiosi da una pendenza media del 6%, si presenta piuttosto pedalabile. Si tratta di una salita molto nota in tutta la regione per l’alternarsi di boschi, vigne e uliveti che la caratterizzano e per la splendida vista sulla Val d’Elsa, di cui si può godere prima di scollinare e che entusiasmerà certamente tutti i pedalatori della “Vernaccia”. Per festeggiare adeguatamente i cinque lustri della Gran Fondo toscana, inserita in ben tre dei maggiori circuiti amatoriali italiani (il Giro del Granducato, l’InBici Top
Challenge e il Dalzero.it), il comitato organizzatore sta predisponendo, oltre al tradizionale ricco pacco gara, degli omaggi celebrativi per tutti i ciclisti. Fino al 5 maggio sarà possibile iscriversi on line www.granfondodellavernaccia.it approfittando dell’offerta sconto versando una quota di 30€, mentre per chi preferisse iscriversi direttamente presso la segreteria della gara (non oltre le ore 18 di sabato 7 maggio) la tariffa prevista sarà di 40€.
Tirreno Adriatico 2016 - Photo by Bettiniphoto
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GRAN FONDO DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
TANTA VOGLIA DI
CRESCERE
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n un ambiente tradizionalmente maschile come quello del ciclismo le donne hanno spesso un ruolo defilato. Ma quando si parla della Gran Fondo di San Benedetto del Tronto l’eccezione si chiama Sonia Roscioli e le tradizioni lasciano il tempo che trovano. Sonia è il ciclismo che non ti aspetti, quello incarnato da una bella ragazza bionda che racconta con passione la genesi della sua “creatura”, nata dall’amore viscerale per la propria terra e da un’idea che solo la caparbietà di una donna avrebbe potuto portare avanti con questi risultati. Durante il vernissage della settima edizione - tenutosi nel meraviglioso teatro “Serpente Aureo” di Offida (AP) - la manager della manifestazione sambenedettese intervistata da Stefano Bertolotti, la “voce” del Giro d’Italia, ha parlato delle origini del suo pro-
getto con una carica di emozione che non è sfuggita al folto pubblico presente. “Nel 2010 organizzammo una manifestazione cicloturistica e notammo subito un certo gradimento da parte dei partecipanti. Da quel primo riscontro positivo nacque l’idea di trasformare una piccola gara in una Gran Fondo. Alla prima edizione - ricorda - abbiamo avuto circa 500 partecipanti, l’anno successivo sono diventati 700 poi c’è stata un’impennata a 1250 iscritti e negli ultimi due anni, nonostante qualche piccola avversità meteorologica, abbiamo comunque mantenuto la quota dei mille partenti.” Numeri importanti che certificano la bontà di un progetto che, anno dopo anno, è sempre cresciuto: “Il successo della manifestazione credo sia dovuto anche all’attenzione che poniamo rispetto al tema della sicurezza - ha continuato la Roscioli - quando con
Maurizio Iacoboni, l’altra anima di questa gara, disegnamo il percorso della stagione, uno dei punti cardine su cui ci focalizziamo è proprio questo e dobbiamo ringraziare la protezione civile, i carabinieri e la polizia che controllano le strade e operano al meglio per garantire l’incolumità dei partecipanti. E un ringraziamento davvero molto sentito lo devo anche all’ esercito di volontari, generosissimi e molto preparati, senza i quali niente di tutto questo sarebbe possibile.” Il programma dell’edizione 2016 si dipanerà fra il 28 e il 29 maggio fra appuntamenti sportivi e conviviali, grazie anche alla confermata collaborazione con il Progetto Piceno Open che permetterà di apprezzare al meglio le eccellenze enogastronomiche del territorio. Il taglio del nastro è previsto per le ore 9.00 del sabato con l’apertura dell’a-
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A cura di Gianluca Comandini
A Offida si è svolta la presentazione ufficiale della settima edizione della corsa marchigiana. Alla consolle l’infaticabile Sonia Roscioli, la donna che - con tenacia e professionalità - ha trasformato una cicloturistica di quartiere in un grande evento sportivo e turistico
rea tecnica e dell’hospitality che verranno impiantate presso la Rotonda Giorgini, un punto strategico ottimo anche per visitare la città. Alle 16.00 i vini della cantina Ciù Ciù, accompagnati dalle tipiche olive ascolane, saranno i protagonisti dell’aperitivo con cui si attenderà la cena delle 20.00 a base di specialità sambenedettesi. Sveglia di buon ora la domenica mattina per gli atleti che dovranno sistemarsi nelle griglie di partenza di viale Buozzi. Alle 8.00 precise partirà il “lungo”, un tracciato di 165 chilometri con ben 2500 metri di dislivello, mezz’ora più tardi toccherà a chi avrà optato per il circuito “meno” impegnativo di 89 chilometri e 1300 metri di variazione altimetrica. Caratteristica comune a entrambi i percorsi è quella di attraversare alcuni dei borghi più suggestivi della zona sud delle Marche, fra i quali il paese di Offida dove sarà presente
un ricco punto ristoro. Quest’anno gli organizzatori hanno previsto un’iniziativa anche per gli appasionati di MTB. Alle 9.00 via alla cicloturistica dei “Colli Sambenedettesi” che si snoderà su un itinerario dai paesaggi mozzafiato dove l’occhio potrà spaziare dall’Adriatico fino al massiccio della Maiella. Un’organizzazione che non lascia nulla al caso quella della Presidentessa dell’Asd Bicigustando e che anche quest’anno potrà contare sulla collaborazione con l’associazione degli albergatori della Riviera delle Palme che offriranno un pernottamento gratuito a tutti gli atleti che arriveranno accompagnati da almeno un’altra persona pagante. Un incentivo sicuramente molto interessante per partecipare all’appuntamento marchigiano. La gara della città adriatica, terza tappa dell’InBici Top Challenge, si inserisce a pieno titolo nel circuito
delle più importanti manifestazioni della penisola e proprio da questa occasione prenderà il via l’ultimo evento ideato dalla vulcanica Roscioli insieme al main sponsor “Ciù Ciù” per valorizzare le tipicità picene. Un camper, appositamente allestito per fungere da punto di ristoro, inizierà proprio sulla Riviera delle Palme il suo tour e successivamente sarà presente nelle granfondo più prestigiose dello Stivale per promuovere i pregiati vini e le altre specialità alimentari della zona. Un efficace strumento promozionale dentro e fuori i confini nazionali, visto che farà tappa anche in alcune città europee dove sono in programma manifestazioni granfondistiche. Per chi desiderasse ulteriori informazioni consigliamo di consultare il sito della manifestazione: www.granfondosanbenedettodeltronto.it
Tour de San Luis 2016 - Photo by Bettiniphoto
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GIRO DEL GRAN DUCATO
TOSCANA
la casa del
CICLISMO Panorama di Colle Val d’Elsa
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oscana terra di ciclismo e di ciclisti. Nencini, Bartali, Ballerini... non c’è luogo al mondo che abbia visto pedalare sulle proprie strade così tanti campioni e probabilmente, per cultura e morfologia geografica, non esiste un territorio in grado di accogliere i ciclisti meglio della Toscana. Dalle salite dell’Appennino pistoiese ai paesaggi della Maremma sono innumerevoli le location ideali per una gara o per una semplice pedalata con gli amici, apprezzando le bellezze paesaggistiche e le tipicità della regione. Da questo connubio fra natura e tradizione sportiva è nato il Giro del Gran Ducato, una delle più note manifestazioni
del panorama nazionale che unisce agonismo e cicloturismo in un circuito aperto sia agli atleti veri e propri che ai semplici appassionati. Il circuito più longevo d’Italia, che nel 2016 celebrerà la sua diciottesima edizione, si articolerà in otto prove di cui quattro a carattere agonistico e quattro cicloturistiche e potrà contare su due testimonial d’eccezione: Paolo Bettini e Mario Cipollini, due icone del ciclismo mondiale. Nella conferenza stampa di presentazione, tenutasi al Palazzo della regione lo scorso 16 febbraio, sono state illustrate le varie tappe del calendario che prenderà il via il 10 aprile con la “Green Fondo” agonistica
di Pomarance (Pi) intitolata a Paolo Bettini, mentre il 24 aprile partirà da Chiusdino (Si) Il “Grand Tour della Val di Merse” (non competitiva). La prima agonistica del mese di maggio è fissata per il giorno 8 con la “Gran Fondo della Vernaccia” di Colle Val d’Elsa (Si). Il 29 maggio gli atleti si ritroveranno sulla linea di partenza della “Gran fondo Città di Fiesole” per contendersi la vittoria sul neonato percorso delle colline fiorentine. Nel giorno della Festa della Repubblica, il 2 giugno, sarà ancora la provincia di Siena ad ospitare la “crew” degli amatori del pedale con la Gran Fondo Chianti Classic di Castelnuovo Berardenga. Tre giorni di riposo e si ripartirà da Capannori (LU) con il circuito
27 A cura della Redazione
Presentato nel Palazzo della Regione il circuito più longevo d’Italia. Otto le prove: si parte il 10 aprile da Pistoia con la “Green Fondo” agonistica di Pomarance
Granfondo Mario Cipollini a Capannori – Lucca (Photo by Playfull)
Grenn Fondo Paolo Bettini Pomarance – Pisa (Photo by Playfull)
competitivo dedicato al grandissimo Mario Cipollini. Dopo la pausa per le vacanze estive nuovo start con due tappe pensate per i cicloturisti: l’11 settembre con la prova jolly a Galluzzo (Fi) e il gran finale con la “Gran Fondo del Tartufo Bianco di San Miniato (Pi). Durante il vernissage uno degli interventi più apprezzati è stato quello del Presidente del Consiglio Regionale Toscano Eugenio Giani che ha voluto ricordare lo stretto legame esistente fra questa regione e lo sport delle due ruote. “La prima gara ciclistica svoltasi in Europa è stata il 2 febbraio 1870, all’epoca in cui Firenze era capitale d’Italia, e si svolse proprio fra il capoluogo e Pistoia. Il Giro del Granducato è un’occasione in
cui si fondono perfettamente l’agonismo e la consuetudine alla pratica ciclistica così diffusa nelle nostre zone”. Altrettanto incisivo il consigliere Stefano Scaramelli, presente nella sua doppia veste di amministratore e praticante: “Ritengo che questa sia un iniziativa davvero lodevole in quanto unisce alla pratica sportiva la promozione del territorio e dell’identità toscana. Il ‘Granducato’ da un lato ravviva nei nostri territori la passione per questo sport, dall’altro contribuisce in modo straordinario alla conoscenza delle bellezze e delle tipicità della nostra regione”. La quota d’iscrizione per tutto il circuito (prova jolly esclusa) è di 120€, mentre l’op-
zione che prevede le sole quattro tappe agonistiche ha un costo di 100€. Fino al 1° aprile, versando 200€, sarà possibile anche un’adesione di “solidarietà” che darà accesso alla griglia vip e la cui eccedenza rispetto alla normale quota verrà donata in beneficenza. Gli organizzatori inoltre hanno previsto la gratuità della partecipazione per i diversamente abili che intendessero partecipare alla manifestazione in qualità di cicloturisti. Per ulteriori dettagli e per consultare il regolamento del Giro sarà sufficiente visionare la pagina : http://www.granfondodellavernaccia.it/file/regolamento-ggt.pdf
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A cura della Redazione
INBICI TOP CHALLENGE
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Il 3 aprile si apre ufficialmente a Cervia il nuovo circuito granfondistico. Entusiasmante il bilancio (provvisorio) di questa prima edizione: pioggia di iscrizioni e tantissimi sponsor. Tra le newentry il prestigioso Grand Hotel Miramonti del Passo del Tonale. Maurizio Rocchi: “Un grazie a chi ha sposato il nostro progetto”
La partenza da Urbino della Gran Fondo Straducale - Photo by PlayFull
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arà la Gran Fondo Selle Italia Via del Sale di Cervia - che quest’anno celebra il suo ventennale - ad aprire ufficialmente la prima edizione dell’InBici Top Challenge, il nuovo circuito granfondistico nazionale che riunisce, sotto un’unica insegna, sei tra le più importanti granfondo d’Italia, oltre ad una prova jolly in terra austriaca: la Kufsteiner Land Radmarathon, in programma l’11 settembre 2016 nella località tirolese di Kufstein. Tutti gli abbonati del circuito potranno infatti partecipare gratuitamente anche a questa prova quasi inedita per gli appassionati italiani. Un’altra promozione particolarmente invitante, che si aggiunge a quella legata all’Isola d’Elba (chi si iscrive entro il 31 marzo al circuito potrà infatti partecipare gratuitamente alla Gran Fondo dell’Isola d’Elba) e a quella della Spagna (tutti i vincitori delle nove classifiche avranno il diritto di partecipare gratuitamente alla Granfondo di Tarragona - prova valida per il World Tour Championship - che si disputerà in Spagna
ad ottobre). Promozioni importanti per un circuito che, giorno dopo giorno, si fa sempre più appetibile, come dimostra l’attenzione crescente dei numerosi sponsor che hanno voluto affiancare il loro brand a quello dell’InBici Top Challenge: “Un ringraziamento è d’obbligo - spiega Maurizio Rocchi, coordinatore del circuito - perché le aziende che hanno deciso di sposare il progetto sono davvero tante. Marchi di grande prestigio che hanno voluto scommettere con noi su questa prima edizione. Ecco perché oggi ci sembra doveroso condividere la gioia per così tante iscrizioni con i nostri partner”. E tra le new-entry segnaliamo, in particolare, la collaborazione con il Grand Hotel Miramonti del Passo del Tonale che, per gli iscritti al circuito, ha messo a disposizione un pacchetto di “Bike clinic”, ovvero stage della durata di 3 giorni che abbinano una vacanza divertente ad una full-immersion di ciclismo e soggiorni gratuiti che verranno dati in premiazione ai vincitori del circuito. Si tratta di escursioni guidate con un coach d’eccezione: l’ex pro-
fessionista Massimo Boglia, che accompagnerà i cicloamatori sulle salite che hanno fatto la storia del Giro d’Italia. Dunque è già iniziato il conto alla rovescia per la prima edizione dell’InBici Top Challenge che, come detto, prenderà il via il 3 aprile con la Gran Fondo Selle Italia Via del Sale. A seguire, l’8 maggio, sul Colle Val D’Elsa, nel cuore della campagna senese, si svolgerà la Gran Fondo della Vernaccia. Terza frazione del calendario (il 29 maggio) con la Gran Fondo di San Benedetto, disegnata tra le palme del suggestivo lungomare marchigiano. A giugno (5) il circuito fa tappa sugli appennini romagnoli, dove a Bagno di Romagna si corre la Gran Fondo del Capitano. Poi si torna nelle Marche, tra i tesori Unesco di Urbino che, il 26 giugno, ospita la Gran Fondo Straducale. Gran finale il 17 luglio a Trento con la Gran Fondo Charly Gaul, prova regina del 1° INBICI TOP CHALLENGE, che assegnerà punteggio doppio nella classifica finale. L’11 settembre, infine, tutti in Austria per la prova jolly della Kufsteiner Land Radmarathon.
IL NUOVO CIRCUITO GRANFONDISTICO NAZIONALE CHE RACCHIUDE IN SÉ ALCUNE TRA LE PIÙ PRESTIGIOSE MANIFESTAZIONI CICLISTICHE ITALIANE
...LE GARE DEL CIRCUITO 1. 2. 3. 4. 5. 6.
GF SELLE ITALIA - VIA DEL SALE - Cervia (Ravenna) GF VERNACCIA - Colle Val d’Elsa (Siena) GF SAN BENEDETTO DEL TRONTO (Ascoli Piceno) GF DEL CAPITANO - Bagno di Romagna (Forlì Cesena) GF STRADUCALE - Urbino (Pesaro Urbino) GF LA LEGGENDARIA CHARLY GAUL - Trento (Trento)
03 Aprile 2016 08 Maggio 2016 29 Maggio 2016 05 Giugno 2016 26 Giugno 2016 17 Luglio 2016
PROVA JOLLY
KUFSTEINER LAND RADMARATHON - KUFSTEIN (AUSTRIA) DOMENICA, 11 SETTEMBRE 2016 PARTECIPAZIONE GRATUITA PER TUTTI GLI ABBONATI
COSTO ABBONAMENTO 2016 UOMINI • Euro 160 DONNE • Euro 140 DIVERSAMENTE ABILI • Euro 120 Thanks to:
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Per Info ed Iscrizioni
www.inbicitopchallenge.net info@inbicitopchallenge.net • segreteria@inbicitopchallenge.net tel. 0547 300826 • t. 393 983 8319 t. 342 068 5969 • t. 327 994 1773 search Inbici Top Challenge
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“LA LEGGENDARIA CHARLY GAUL”
SULLE ORME dell’Angelo della
MONTAGNA S
ulle orme dell’Angelo della Montagna si svilupperà “La Leggendaria Charly Gaul”, dal 15 al 17 luglio. Si pedalerà sulle strade di Trento, del Monte Bondone e della Valle dei Laghi, per commemorare le gesta eroiche di Charly Gaul al Giro d’Italia 1956, in uno degli appuntamenti immancabili del panorama granfondistico internazionale. Un trittico che gli appassionati del pedale non perderebbero per nulla al mondo, che li vedrà impegnarsi il venerdì con la prova a cronometro nella Valle dei Laghi, e domenica con la granfondo su strada. Nel mezzo, la ciclostorica “La Moserissima” di sabato 16, una cavalcata ciclistica
per i nostalgici. I percorsi dell’appuntamento domenicale sono due, si partirà da Piazza Duomo a Trento sino ad arrivare in cima al Monte Bondone in località Vason, il tracciato granfondo misurerà 141 km con un dislivello di 4000 metri, mentre il mediofondo sarà di 57 km con 2000 metri di dislivello. Grazie all’impegno dell’ApT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e dell’Asd Charly Gaul Internazionale, la “boutade” di un giornalista nel 2005 - durante l’intitolazione a Charly Gaul della salita sul Bondone divenne realtà l’anno successivo e così, in occasione del 50° anniversario dell’impresa del lussemburghese, la prima edizione
de “La Leggendaria Charly Gaul” debuttò in Trentino. Da quel momento in poi fu un’escalation di successi nel corso degli anni, diventando una proposta di gran rilievo per la regione e nel calendario delle manifestazioni cicloamatoriali. La cronometro di venerdì 15 luglio vedrà gli atleti percorrere un itinerario di 24 km e 442 metri di dislivello, una gara che richiama anche numerosi partecipanti provenienti dall’estero. Nella giornata successiva toccherà a “La Moserissima”, un evento non competitivo dedicato alle biciclette old school e agli amanti del ciclismo “vintage”, in una gara inserita nel calendario del Giro d’Italia d’Epoca, un circuito che
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A cura della Redazione
Nata quasi per caso la granfondo trentina è divenuta nel corso degli anni una delle più solide realtà nel panorama delle ruote amatoriali raccoglie i più significativi eventi nazionali di questo genere. Domenica 17 luglio sarà la volta della sfida principe, con la partenza de “La Leggendaria Charly Gaul” dal cuore di Trento e scelta dei due tracciati, mediofondo o granfondo, prima di costeggiare i laghi, immergersi nella vegetazione delle valli, affrontare salite ardite tra le quali ci sarà quella storica sfidata da Charly Gaul, percorrendo i leggendari tornanti ed un’ascesa che condurrà al traguardo del Monte Bondone, un luogo in cui nel 1956 il fenomenale ciclista lussemburghese arrivò in uno stato di semi congelamento, dopo aver affrontato e vinto la famigerata tappa.
immagini della La Leggendaria Charly Gaul 2015 - Photo by Newspower
Anche molti campioni VIP di altri sport vi hanno preso parte, come il ginnasta campione olimpico e mondiale Jury Chechi, soprannominato “Il signore degli anelli”, ed il campione olimpico di canoa Antonio Rossi. Le iscrizioni a “La Leggendaria Charly Gaul” sono aperte e tutti i dettagli per prendere parte all’evento si possono trovare al sitowww.laleggendariacharlygaul. it, con promozioni dedicate a chi decidesse di prender parte a più di una gara. Le offerte sino al 30 aprile prevedono una quota di 59 euro per partecipare alla granfondo o alla mediofondo, 39 euro per chi opterà per la cronometro di Cavedine, 89 euro per i più preparati, coloro i quali si posizioneranno ai nastri di partenza sia della cronometro sia della granfondo o mediofondo. “La Leggendaria Charly Gaul” è anche sui social network e per non
perdersi le ultime news basterà “connettersi” ai canali Facebook e YouTube dell’evento. Il comitato organizzatore dell’Asd Charly Gaul Internazionale propone inoltre un’interessante offerta di tesseramento, comprendente la tessera della Federazione Ciclistica Italiana master ed una partecipazione, a scelta, tra la gara a cronometro del 15 luglio, la ciclostorica “La Moserissima” di sabato 16 luglio o la possibilità di gareggiare in uno dei due appuntamenti granfondo o mediofondo de “La Leggendaria Charly Gaul” di domenica 17 luglio. Aderendo a questa iniziativa si riceverà un gadget tecnico che celebrerà i sessant’anni dalla mitica impresa dell’Angelo della Montagna. Il tutto alla quota promozionale di 65 euro.. Info: www.laleggendariacharlygaul.it
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CESENATICO DOCET
CICLO TURISMO
UN COLLANTE PER IL TERRITORIO A cura della Redazione
In questo spicchio di Romagna la vacanza in bicicletta è un business ormai consolidato. Merito di un territorio che, a furia di pedalare, ha abbattuto tutti gli steccati. Ideologici e geografici
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iamo quasi pronti, al nastro di partenza, manca veramente poco all’avvio della stagione turistica. Chi vive a Cesenatico lo sa bene che da Pasqua in poi in giro per le strade saranno migliaia gli amanti della bicicletta (le stime parlano di circa sessanta mila arrivi e oltre trecentomila presenze annue, e stiamo parlando solo di appassionati di cicloturismo). E’ bellissimo, la varietà dei colori, dei telai e dell’abbigliamento, uomini e donne in gruppo (meglio in fila) ad assommare chilometri prima di una importante gran fondo. Per chi vede la Città da una prospettiva strutturale questo settore è una grande risorsa in termini sia di aggregazione che di offerta. I primi albergatori che, oltre quarant’anni fa, hanno modellato le loro strutture in funzione di questo sport sono stati fortunati e premiati, ma va detto, molti di loro erano ciclisti! In un crescendo virtuoso ognuno ha fatto il proprio pezzo ed è così che oggi, soprattutto in primavera, Cesenatico diventa
una delle mete privilegiate in cui chi pratica questo sport può trovare alloggio, ristoro, assistenza per tutti gli stili e per tutte le tasche. Ogni attività a Cesenatico si è consolidata nel tempo sino a diventare la cornice ideale per chi ama la bicicletta. Ma il cicloturismo ha permesso di più, ed è questa la parte più importante, perché se vuoi allenarti devi fare tanta strada, gli itinerari vanno collegati e i territori devono affiancarsi ad di là del colore politico o della provincia di appartenenza. Eccolo quindi il cicloturista che “srotola” il tragitto, la meta immediatamente si espande, dalla Romagna alle Marche e così via. Parte da Cesenatico, poi Bellaria Igea Marina, poi mette in conto di salire verso Santarcangelo di Romagna direzione Valconca e qui può scegliere tra la Valle del Foglia o Montegrifoldo. Ah ma non ci sono frontiere, per i più internazionali - attraversando la Valle del Marecchia - si arriva all’Antica Repubblica e qui a San Marino il ciclista giunge in un altro Stato. Se preferisce giocare in casa naturalmente partirà sempre
da Cesenatico, poi Cesena, Forlimpopoli, Bertonoro, seguendo l’itinerario della Nove Colli. Chi pedala non ha la sensazione di attraversare i Comuni, si gode il piacere dell’equilibrio tra attività umane e natura passando dal mare alle colline, attraverso campi coltivati poi centri abitati, vigneti, uliveti, per tornare a destinazione probabilmente in un ottimo hotel in cui terminare la piacevolissima giornata. Nulla è accaduto per caso e se questo 2016 festeggeremo la quarantaseiesima Nove Colli e la ventunesima fiera Ciclo & Vento è certamente merito di chi lo rende possibile, che un anno per l’altro cerca le novità di tendenza, rinnova negozi, offre oltre alla preparazione agonistica la vacanza per tutta la famiglia. Un insieme di elementi, un collante eccezionale, le imprese con la Città, le strade con i paesaggi, gli itinerari con i cicloturisti. www.cicloevento.it
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FIERA INTERNAZIONALE DEL CICLISMO
CESENATICO 20-21 maggio 2016
Per info sulla Fiera 0547 78202 - 0547 82096 www.cicloevento.it
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Al timone di uno store di 500 metri quadrati Andrea Chiarini: “Qui troverete prodotti di alto livello, ma soprattutto servizi”
IL TAGLIO DEL NASTRO
Ha aperto a Cesena il negozio
“CULTURE VÉLO” “La bicicletta è parte integrante della nostra Cultura. Culture Vélo diventi parte integrante del vostro andare in bicicletta” (Denis Briscadieu - Presidente Groupe Cyclelab e fondatore di Culture Vélo, Gennaio 2000)
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a inaugurato a Cesena il nuovo negozio di biciclette con insegna francese “Culture Velo”, prestigiosa catena d’oltralpe che a Parigi e dintorni controlla oltre 130 punti vendita specializzati in biciclette, accessori e servizi. Alla presenza del sindaco della Città di Cesena Paolo Lucchi, del Questore di Forlì-Cesena, dottor Salvatore Sanna, e del Presidente dell’associazione di categoria Rete PMI Romagna, dottor Luca Bettini, si è celebrato - lo scorso 20 febbraio - il rito solenne del “taglio del nastro” di un megastore di oltre 500 metri quadrati, una sorta di piccolo emporio del ciclo, con migliaia di articoli disponibili e, soprattutto, servizi del tutto innovativi per il mercato italiano,
come l’orario di apertura allungato (dal lunedì al sabato dalle ore 9,00 alle 20,00 orario continuato), ma anche l’estensione della garanzia su tutti i prodotti e le offerte “COMBO”. Il nuovo negozio nasce in una terra di grande cultura ciclistica, in quella Romagna che, per storia, campioni e tradizioni, ha sempre flirtato con il mondo del pedale. E la sfida di “Culture Vélo” è anche questa: in uno scenario così esigente e competitivo, al cospetto di una clientela altamente preparata, diventare uno snodo di riferimento nel mercato del ciclo. “Culture Vélo” infatti significa “Cultura della Bicicletta”. Più che uno slogan, una filosofia, perché questo è ciò che viene offerto nella catena di negozi.
“Che utilizziate la bicicletta per i vostri spostamenti quotidiani, per le vostre gite fuori porta o per competere ai massimi livelli spiega Andrea Chiarini, il titolare del punto vendita di Cesena - nei negozi Culture Velo troverete tutto ciò che fa al caso vostro. L’obiettivo dell’insegna è quello di rendere l’esperienza in bicicletta il più piacevole, divertente ed appassionante possibile, a cominciare dal momento della scelta”. Personale altamente specializzato vi seguirà infatti in tutte le fasi dell’acquisto, orientandovi verso l’articolo più adeguato per le vostre specifiche esigenze. Qui, infatti, come recita il motto dell’azienda - “Biciclette e persone” - non troverete solo una distesa di prodotti, ma anche e soprattutto Servizio.
Parigi Nizza 2016 - Photo by Bettiniphoto
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GRAN FONDO WORLD TOUR
IL GIRO
DEL MONDO
PEDAL SUI
Oslo palazzo del parlamento
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re continenti, sei nazioni ospitanti, migliaia di partecipanti. Sono i numeri planetari del Gran Fondo World Tour, il circuito internazionale ideato dal manager catalano Dani Buyo che, nel segno della bicicletta, ha creato il primo ranking mondiale di merito dedicato ai cicloamatori.L’impresa è ambiziosa: portare gli appassionati delle due ruote a pedalare in alcuni dei luoghi più belli del mondo: dalle guglie dolomitiche del Trentino alle steppe del Kazakistan, gli atleti si contenderanno il primo titolo del GFWT con la formula Open (chiunque può partecipare indipendentemente dalla categoria di appartenenza). La classifica finale verrà stilata sommando i migliori tre risultati ottenuti durante tutta la kermesse. Per conquistare il titolo iridato è prevista grande “battaglia”, anche se il circuito non
ha solo finalità agonistiche, anzi. Come tutte le manifestazioni ciclo-amatoriali del mondo, infatti, la bicicletta è anche il pretesto per viaggiare e visitare, da una prospettiva inedita, città fantastiche. La manifestazione, presentata nello spazio espositivo di InBici durante l’ultimo Cosmo Bike Show di Verona, prenderà il via dalle ramblas di Barcellona (www.granfondobarcelona.com) il prossimo 3 aprile. In Catalogna i partecipanti sono attesi da un circuito estremamente vario, con partenza e arrivo nel centro della città. Il tracciato, che non presenta particolari asperità altimetriche, attraverserà le zone più caratteristiche di Barcellona: dagli impianti olimpici del Montjuic, ai tornanti delle colline che circondano la città, fino alla zona del pantano di Foix. Ma non pensiate che la gara spagnola sia una tranquilla pedalata fra amici. La ve-
locità minima sotto la quale non scendere è stata stabilita dagli organizzatori in 24 km/h. Se doveste finire alle spalle del “carro scopa” la vostra gara finirebbe immediatamente. Il calendario prosegue il 6 maggio, quando i ciclisti si daranno appuntamento fra le dune del deserto del Kuwait. La passione per il ciclismo in questi ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale nei paesi del Golfo Persico come testimonia il successo ottenuto da manifestazioni come il tour di Dubai, del Quatar o dell’Oman. Ora la sfida per far crescere lo sport delle due ruote anche in queste “nuove frontiere” è quella di portare i tifosi a diventare praticanti. E’ con questo spirito che nasce la prima Gran Fondo del Kuwait, 25 chilometri contro il tempo in un percorso pianeggiante in mezzo al deserto. Anche in questo caso, nessuna asperità, ma le condizioni climati-
39 A cura di Gianluca Comandini
Si parte da Barcellona e, dopo aver attraversato il deserto del Kuwait, le Dolomiti del Trentino, i ghiacciai di Oslo ed i canyon del Colorado, si arriva in Kazakistan. Se viaggiare non vi spaventa, ecco come circumnavigare il pianeta in bicicletta
LI che, del tutto particolari, faranno selezione. Due le tappe a giugno: si parte con la classicissima Marcialonga Craft, forse la più blasonata delle tappe del circuito, che il 12 giugno vedrà gli atleti sfidarsi su e giù per le montagne del Trentino. E’ sufficiente, infatti, pronunciare il nome di questa gara per evocare i meravigliosi panorami dolomitici che caratterizzano il tracciato della tappa italiana del Gran Fondo World Tour. Nata nel 1971 come “ultramaratona” di sci di fondo, la manifestazione organizzata dalla signora Gloria Trettel ha inaugurato dieci anni fa la sua versione sui pedali che è subito diventata uno dei rendez-vous più attesi dal mondo cicloturistico italiano e non solo. Due i tracciati: il “corto” di 80 chilometri con un dislivello di 1984 metri e l’extended version che, in 135 chilometri, accumula un differenziale di oltre 3200 metri. A meno di una
Marcialonga Cycling Craft – Predazzo Trento
settimana di distanza la linea di partenza si sposterà poi nell’estremo nord del continente europeo, a Oslo, dove il 18 giugno è in calendario la Styrkeproven, una gara articolata in quattro tappe per una lunghezza totale di 537 chilometri da Trondheim alla capitale della Norvegia. La competizione, che nel 2016 spegnerà cinquanta candeline, presenta le maggiori difficoltà altimetriche nei primi 200 chilometri, quelli che portano al villaggio di Dombas, arrivando ad un’altezza massima di 1000 metri sul livello del mare per poi declinare dolcemente verso la pianura. Da qui in poi saranno i passisti a farla da padroni. La caratteristica principale della Styrkeproven infatti è l’alta velocità che i partecipanti fanno registrare al termine dei quattro giorni di gara: nel 2015 il vincitore concluse i quattro giorni di gara con una media di 37 km/h! Per il 28 agosto è in programma invece il balzo oltreoceano con una puntata nel Far West per i 145 chilometri della Gran Fondo di Golden. La corsa, disegnata nella cittadina mineraria del Colorado, si snoderà lungo le impegnative salite delle Rocky Mountains che nel percorso lungo (145 km) e in quello intermedio (100 km) porteranno gli iscritti fino a 3000 metri di altezza. Da segnalare, dopo 13 chilometri dalla partenza, la strada panoramica che porta alla cima della Lookout Mountain da cui si può apprezzare una splendida vista su Denver, l’unica città metropolitana dello stato del Colorado. La gara di Golden - molto nota oltreoceano in quanto fa parte del circuito del Cam-
pionato Usa delle gran fondo e ha un forte richiamo in tutto il paese - farà da preludio al gran finale del 18 settembre di Almaaty in Kazakistan dove verranno incoronati i vincitori del circuito iridato. L’epilogo in questa terra non è affatto casuale. Qual è, infatti, il paese del mondo in cui il ciclismo ha avuto la maggiore crescita negli ultimi dieci anni? Sicuramente il Kazakistan. Il traino esercitato dalle imprese di Aleksandr Vinokurov ha creato un generale interesse portando al ciclismo un seguito paragonabile soltanto a quello dello sci di fondo (da sempre lo sport nazionale dei kazaki). Non è un caso che proprio qui sia stata creata l’Astana, attualmente una delle squadre più forti del mondo. Con queste premesse era doveroso destinare una tappa del GFWT al paese asiatico e la scelta della sede è caduta su Almaty, il centro più popoloso della repubblica ex-sovietica che fino al 1998 ne è stato anche capitale prima di lasciare l’onore alla modernissima città di Astana. Il percorso, testato dai corridori dell’equipe di Nibali e approvato dalla federciclismo kazaka, si sviluppa in un circuito di 20 chilometri da percorrere per tre volte, lo stesso sul quale qualche mese prima verrà attribuito nella gara riservata ai professionisti il titolo di campione nazionale. Al via semplici amatori, ma alla consolle organizzativa uno staff altamente professionale, degno delle competizioni Uci. Dunque, caricate la bicicletta, mettete in valigia il costume e i dopo-sci, e preparatevi al giro del mondo sui pedali.
40 A cura della Redazione
Dal 14 al 16 settembre a Verona il salone del ciclismo urbano dedicato alla progettazione delle eco-città del futuro. Rigorosamente “a misura di bicicletta”
“COSMOBIKE MOBILITY”
EMISSIONI
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opo una prima edizione che si è conclusa con oltre 400 partecipanti, 70 relatori e 15 sessioni dedicate al tema della ciclabilità urbana, torna “CosmoBike Mobility”, il salone del ciclismo urbano dedicato alla progettazione e realizzazione di città “a misura di bicicletta”. Dal 14 al 16 settembre, infatti, Verona diventerà la sede in cui progettisti, pubbliche amministrazioni, associazioni e addetti ai lavori da tutta Europa si incontreranno per fare il punto sullo stato dell’arte sul tema della ciclabilità urbana e per immaginare assieme la eco-città del futuro. “Dopo la grande manifestazione di interesse dimostrata dalle aziende, dalle pubbliche amministrazioni e dagli addetti ai lavori nell’edizione 2015, abbiamo deciso di rilanciare l’evento che, per il 2016, si rivolgerà a una dimensione internazionale e avrà a disposizione uno spazio di oltre 2.000 mq in grado di unire la parte espositiva con quella strettamente formativa e in-
formativa”, dichiara Paolo Pinzuti, responsabile sviluppo di Bikenomist srl e curatore del progetto. Il tema portante dell’edizione 2016 sarà “la città dei bambini” e si concentrerà in particolare sull’esigenza di trasformare le città italiane ed europee in luoghi in cui anche i più piccoli e deboli abbiano pieno diritto di cittadinanza. L’apertura internazionale dell’evento garantirà un ampio spettro di “buone pratiche” mutuate dalle città che maggiormente si sono adoperate nel corso dell’ultimo decennio per facilitare un cambio di destinazione d’uso dello spazio pubblico e, soprattutto, delle abitudini di mobilità della cittadinanza. Vista la particolare contingenza storica, grande attenzione sarà dedicata, inoltre al tema dell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico delle aree urbane attraverso interventi di modifica della mobilità, sulla scia di quanto già annunciato da diverse capitali europee che sognano un futuro libero dalle automobili.
La bicicletta sarà quindi il soggetto sottinteso di un percorso di formazione e informazione che, nell’arco dei tre giorni disponibili, affronterà il tema dei materiali di costruzione e dell’arredo urbano, della pianificazione urbana e della comunicazione alla cittadinanza e quindi del cicloattivismo con la presentazione di best practices provenienti da tutto il mondo. L’edizione 2016 di CosmoBike Mobility si pone quindi l’obiettivo di continuare e consolidare l’esperienza avviata l’anno precedente per creare un punto di aggregazione e confronto tra le aziende, i professionisti, le pubbliche amministrazioni e le associazioni che operano nell’ambito della mobilità urbana L’ultimo giorno di CosmoBike Mobility coinciderà con la data di apertura di CosmoBike, la principale fiera della bicicletta in Italia che si terrà dal 16 al 19 settembre a Verona e che concluderà un’intera settimana dedicata alla mobilità dolce, allo sport e al cicloturismo.
I N T E R N A T I O N A L
B I K E
E X H I B I T I O N
VERO NA 1 6 /1 9 SET TEMBRE/ SEP TEMB E R 2 0 16
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MONDO ACSI
sulle ruote grasse Photo by Newspower
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universo di ACSI Ciclismo ha recentemente svelato il proprio calendario nazionale dedicato alle competizioni di mountain bike e, dopo il Campionato Nazionale Invernale a Rivolta d’Adda (CR) ed il Campionato Nazionale Crono MTB a Peloritani (ME) di febbraio, nel mese in corso e nei prossimi si gareggerà per i seguenti appuntamenti: il 17 marzo Campionato Nazionale Centro Sud a Carlentini (SR), il 24 aprile Campionato Nazionale Granfondo a Brescia, 12 giugno il Criterium Europeo MTB XC a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), mentre il 26 giugno toccherà all’Enduro con il Campionato Nazionale a Villafranca Tirreno (ME). Il 2 e
3 luglio sarà la volta della Coppa del Mondo Endurance – 24H a Barbarano Vicentino (VI), il 17 luglio seguirà il Campionato Nazionale Cross Country a Cavriana (MN). Sfide conclusive ancora con il particolare Criterium Europeo Gran Fondo a Pietrabruna (IM) del 7 agosto, con la Coppa del Mondo Marathon ad Aspromonte (RC) del 2 ottobre e col Campionato Nazionale Downhill a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) il 13 novembre. Eventi sportivi che rappresentano solo una piccola parte della miriade di competizioni, agonistiche e non, proposte agli appassionati da ACSI Ciclismo, che regala oltre 1500 manifestazioni in ogni parte d’Italia ed è intenzionato a replicare e ad aumentare i nu-
meri eccezionali che hanno contraddistinto l’annata scorsa, costituita da 45.000 affiliati e 1800 società che hanno confermato l’ente di promozione sociale e sportiva come il più attivo del territorio nazionale, abile nel coinvolgere costantemente svariati ambiti, come quelli agonistici, dilettantistici, formativi, ricreativi ed amatoriali. ACSI Ciclismo non offre “solamente” le consuete granfondo, prove in salita e su pista, competizioni di mountain bike, cicloturistiche, ciclocross, gare promozionali e a scopo benefico, ma si occupa anche di intrattenere gli appassionati con competizioni particolari quali Criterium, Downhill, Cronometro a coppie lui-lei, spettacolari Ciclo-
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A cura della Redazione
Il più dinamico ente di promozione sportiva d’Italia ha reso noto il calendario ufficiale dedicato alle competizioni di mountain bike
sabbia e molte altre ancora. Ad una quota base di 32 euro per il tesseramento 2016 si potrà essere fra i protagonisti di questa annata, ma ACSI Ciclismo propone inoltre numerose offerte per i cicloamatori; chi volesse entrare ancor più nel dettaglio potrà consultare il sito www.acsi.it/Ciclismo. La professionalità di ACSI ha colpito le più prestigiose granfondo nostrane, come Granfondo Fi’zi:k, Granfondo Selle Italia, Granfondo Liotto, Colnago Cycling Festival, alcune delle quali saranno fra le protagoniste dell’innovativo Zero Wind Show – il circuito che premia la passione, coperto interamente dall’egida di ACSI Ciclismo e valevole per il Campionato Nazionale ACSI, un format no stress che mira ad attirare l‘inte-
resse anche degli appassionati meno “agguerriti”, valorizzando le bellezze culturali e paesaggistiche d’Italia. Un circuito rivoluzionario, innovativo, associato allo star bene, senza abbonamenti, griglie o tensioni di sorta, con gare riservate alle dolci pedalate in una serie di granfondo tra le più ambite del nostro Paese. Non è previsto alcun tipo di abbonamento, il concetto di libertà ciclistica verrà espresso anche nel regolamento Zero Wind Show. Per partecipare al circuito non servirà fare nulla di particolare, basterà iscriversi alle singole gare. Le graduatorie finali concederanno un riconoscimento “Bronze” a chi avrà completato almeno cinque prove del circuito, “Silver” a chi avrà portato a termi-
ne sei gare, “Gold” per sette tappe e “Platinum” a chi avrà partecipato e concluso tutti e otto gli appuntamenti che godranno della partnership di ACSI Ciclismo: Granfondo Davide Cassani di Faenza il 28 marzo, Granfondo Selle Italia di Cervia il 3 aprile, Granfondo Liotto di Vicenza il 10 aprile, Colnago Cycling Festival di Desenzano del Garda l’8 maggio, e in successione Granfondo degli Squali di Cattolica & Gabicce Mare il 15 maggio, 3Epic Cycling Road il 4 giugno, Marcialonga Cycling Craft il 12 giugno e la Granfondo Città di Padova il 26 giugno. Info: www.acsi.it/Ciclismo e www.zerowindshow.com
Dubai Tour 2016 - Photo by Bettiniphoto
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CENTRO CITTÀ
SOCIETÀ CICLISTICHE:
COMANDA IL TRIVENETO A cura della Redazione
Secondo un’analisi nazionale di DAS Italia, compagnia specializzata nella tutela legale, al primo posto c’è la Valle D’Aosta (una società ogni 4858 abitanti), davanti a Trentino Alto Adige e Umbria
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iacenza è la provincia dell’Emilia Romagna col maggior numero di società ciclistiche sportive rispetto alla popolazione in età sportiva (1 ogni 9.438 abitanti*), precedendo Ravenna (1 ogni 11.828 ab.) e Parma (1 ogni 114.120 ab). E’ quanto emerge da un’analisi di DAS (Generali Italia), compagnia specializzata nella tutela legale che, con la polizza Difesa associazione sportiva, vuole avviare un dialogo con le 198 società ciclistiche sportive della regione e i loro 4.980 tesserati. “Il ciclismo su strada – spiega Roberto Grasso, amministratore e direttore generale di D.A.S. – espone gli sportivi a molti pericoli. Con una spesa minima, anche di 2 euro a persona, l’associazione ciclistica può tutelare i propri iscritti sia nel caso in cui debbano attivarsi contro terzi per un danno subito durante l’attività sportiva, sia per resistere a ingiuste richieste di risarcimento avanzate da altri nei loro confronti. Anche in sede penale – conclude Grasso – è fondamentale essere tutelati perché in caso di lesioni provocate dal ciclista a terzi è necessario difendersi”. Al quarto posto della graduatoria elaborata da DAS c’è la provincia di Forlì-Cesena, dove vi è una società ciclistica sportiva ogni
14.821 abitanti. Seguono Reggio Emilia (1 ogni 18.448 residenti), Rimini (1/23.243 ab.) e Modena (1/24.127 ab.). Il capoluogo Bologna (1 società ciclistica sportiva ogni 28.380 abitanti) è penultimo e precede Ferrara (1/28.943 ab.). L’Emilia Romagna è terza in Italia per percentuale di donne iscritte alle società ciclistiche sportive. È, infatti, donna l’8,3% del totale tesserati della regione. La presenza femminile è più corposa solo in Valle d’Aosta (14,6%) e Trentino Alto Adige (11,7%), mentre è più bassa in Molise (2,6% del totale tesserati della regione), Calabria (3,1% ) e Campania (3,2%). A livello nazionale l’Emilia Romagna è al sestultimo posto, con una densità di una società ciclistica sportiva ogni 18.411 abitanti in età sportiva. In vetta alla graduatoria elaborata da DAS, ci sono Valle D’Aosta (1 ogni 4858 ab.), Trentino Alto Adige (1/5646 ab.) e Umbria (1/8150 ab.). Il Triveneto è il regno incontrastato dei ciclisti, con un numero di tesserati pari a oltre un quarto del totale nazionale (26,5%). Secondo l’analisi di DAS Italia agli ultimi posti per la pratica ciclistica nel nostro Paese, ci sono le regioni del Sud. La Campania fa rilevare la performance peggiore (1
società ciclistica ogni 45.715 residenti) ma non fa meglio la Calabria (1/53.499 ab.). Agli ultimi posti, tra Puglia (1/27.758 ab.) e Sicilia (1/24.483 ab.), è posizionato il Lazio (1/27.422 ab.). Nella classifica elaborata da D.A.S. le regioni del Centro-Sud, nonostante i numeri assoluti ancora bassi, fanno registrare i più alti tassi di “crescita” delle società sportive ciclistiche. In Puglia, tra 2014 e 2015, si è registrato un aumentato del 12,6%. Seguono Molise (+10%), Campania (+7,8%) e Lazio (+6,5%). Nell’ultimo anno le associazioni sportive ciclistiche sono calate soprattutto in Calabria (-16,1%), Marche (-8,6%) e Friuli Venezia Giulia (-5,8%). Per quanto riguardo i numeri assoluti la Lombardia (712) batte tutti per società ciclistiche iscritte nel 2005 alla federazione nazionale, molto indietro troviamo Veneto (564), Toscana (288) e Piemonte (226). L’analisi di DAS rileva ai primi due posti per numero di tesserati sempre Lombardia (17.386) e Veneto (13.904). Il Piemonte (5.628), invece, scavalca la Toscana (5367) al terzo posto quanto ad atleti iscritti. *Età sportiva - tra i 7 e i 75 anni
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L’ATLETA DEL MESE
MARCO LIPORACE
L’ECLE TTICO A cura di Paolo Mei
Alla scoperta di Marco Liporace, uno dei prospetti più interessanti nel mondo delle mountain bike: “Il sogno? Diventare professionista”
L’
atleta del mese è un giovane valdostano con origini del Sud. Marco Liporace è un biker, ma anche stradista e triathleta. Dopo gli inizi della carriera, esclusivamente a bordo della bici da montagna, si è dedicato anche alla strada, per poi ritornare al primo amore, senza disdegnare il Winter Triathlon, nella cui specialità è campione italiano in carica. Marco, in che modo e quando ha incominciato a pedalare? Ho iniziato a pedalare all’età di 11 anni, è una passione quella per la bici, che mi ha trasmesso mio padre. La mia prima gara di mountain bike l’ho fatta nella categoria g4 a Courmayeur e ho subito vinto. Ho iniziato a pedalare nel Team Cicli Lucchini e devo dire che le basi tecniche le ho apprese proprio lì. La mountain bike, insomma, è un “affare di
famiglia”. A livello giovanile i suoi risultati sono stati eclatanti, tanto da ottenere anche la maglia di campione italiano di categoria... La mountain-bike è senza dubbio la disciplina sportiva a cui sono più legato, qui ho ottenuto i risultati che più mi hanno trasmesso a livello di emozioni. Ho vinto per tre anni consecutivi i campionati italiani nelle categorie giovanili e devo dire che vincere è sempre stato il mio obiettivo sin da quando ero un bambino. Hai detto bene - un “affare di famiglia” - perché anche mia sorella Francesca nel 2013 è riuscita a vincere i campionati italiani nella categoria esordienti donne. Quali sono le sue caratteristiche tecniche? Il mio punto forte nella mountain bike è sicuramente la tecnica: in discesa mi diverto come un matto, mi piace andare veloce ed
è forse proprio la discesa che mi ha fatto appassionare così tanto a questa disciplina. Per quanto riguarda la pedalata prediligo invece fare scatti nei single tracks e nelle salite brevi e molto dure ed è proprio quello che si ritrova nel cross-country olimpico. Dopo parecchi anni trascorsi a lottare nel fango e in mezzo ai single tracks, ecco che nel 2015 le si prospetta l’occasione di passare alla strada, il sogno di molti bikers. Come è andata? Devo dire prima di tutto che il mio grande amico Mattia Pozzo (pro per 3 anni su strada ) ha acceso in me la scintilla che mi ha fatto avvicinare alla strada. Sono molto contento di aver fatto quest’anno di esperienza perché sento di essere un atleta più completo e con una pedalata sicuramente più rotonda ed efficiente. Oltre a questo, il fatto di stare
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Nelle foto Marco Liporace in azione
in gruppo su strada e fare a spallate per giocarsi la volata o arrivare nelle prime posizioni ai piedi di una salita è una cosa che l’anno scorso e tutt’ora mi esalta tantissimo. Ho partecipato ai campionati italiani su convocazione del comitato regionale piemontese (correvo infatti per la Rostese) e ho partecipato alla 3 giorni orobiche, una gara a tappe internazionale juniores che è stata un’esperienza fantastica. Ha sognato di diventare un professionista su strada? Lo sogno tutt’ora. Credo che a 19 anni un ragazzo che sa di avere delle buone qualità debba per forza sognare di diventare professionista. Io sogno anche di poterlo essere un giorno in mountain bike: è il mio obiettivo ed è per questo che gareggio e mi alleno. Finito il 2015, per il 2016 ecco il ritorno al primo amore. Insieme a Mattia Pozzo (ex professionista della Nippo Fantini e ospite delle pagine di Inbici, ndr) e a Vincenzo Jeantet, ecco il progetto RDR. Che ambiente ha trovato? Si tratta di un progetto secondo me fantastico perché proiettato e progettato per il futuro. Con Mattia e Vincenzo puntiamo molto su questo progetto, con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo nell’arco di quattro anni. RDR Italia Factory Team è, di fatto, una grande famiglia, un team valdostano che ha anche tesserati in altre parti d’Italia. Sono orgoglioso di farne parte e sono sicuro che faremo vedere grandi cose anche ai nostri sponsor e a coloro che credono in questo progetto ambizioso. Siamo un team UCI e questo ci pone in evidenza, dal momento che sono pochissimi i team UCI in Italia (circa 10). Quest’anno ho in programma anche alcune gare di Coppa del Mondo, ovviamente oltre ai campionati
italiani assoluti, che si correranno in casa (a Courmayeur). Mio padre, esperto di arti marziali, tra l’altro nella stagione invernale si prende cura della nostra preparazione a corpo libero in palestra. A livello di mezzi tecnici, che cosa ci può dire per la stagione appena iniziata? Rdr Italia mi ha fornito una bici da 29”, con un telaio fatto a mano in Italia. La chicca della mia 29” sono i cerchi, sempre made in Italy, con canale allargato da 30 mm. Vittoria mi fornirà invece caschi e scarpe e credo che sia un onore vestire un marchio come Vittoria che da anni realizza materiali di alta qualità (il casco è un’altra chicca che gli appassionati di MTB scopriranno alle gare ). Il vestiario da gara sarà il top di gamma della Sportful e il vestiario da riposo ci sarà fornito da Karpos. Obiettivi? Quest’anno sarò al primo anno nella categoria under 23. Sicuramente l’obiettivo principale di stagione sono i campionati italiani assoluti di Courmayeur. Parteciperò, come detto, anche a qualche gara di Coppa del Mondo e ho in programma anche i campionati italiani Marathon. Anche se sono al primo anno di categoria voglio ottenere grandi risultati e spero di mettere in mostra le mie qualità anche in questa categoria. Facciamo un piccolo passo indietro: da anni lei partecipa alle gare di winter triathlon. Fa parte della nazionale e ha ottenuto il titolo italiano junior e soprattutto un argento agli europei e un bellissimo bronzo ai mondiali. Soddisfatto dei risultati o si aspettava qualcosa di più, soprattutto alla manifestazione iridata? Il winter è uno sport che mi ha dato tanto: mi diverto e mi alleno in inverno, quindi è il top. Quest’anno ho vinto i campionati italiani che avevo già vinto nel 2014 a Cogne. Sono soddisfatto per quanto riguarda gli europei di Otepaa (Estonia) e sono soddisfatto anche per la manifestazione iridata in Austria, anche se non nascondo che il mio unico obiettivo era comunque vincere dato che ero già arrivato terzo ai mondiali due anni fa. Qualcuno che vuole ringraziare? Come sempre, in primis, la mia famiglia. Mi sento un ragazzo privilegiato per il fatto di poter fare lo sport che mi piace e tutto questo lo devo alla famiglia che ho alle mie spalle. Mi hanno sempre sostenuto in tutti i sensi. Voglio ringraziare il mio amico Mattia Pozzo con il quale sono sicuro che ci toglieremo grandi soddisfazioni. Infine, ma non ultimi per importanza, i miei sponsor tecnici, Vincenzo e Nicolas Jeantet e Cristina Galler (presidente del team) per il mezzo che mi hanno fornito e per credere sempre fortemente nel mio talento.
Volta a la Comunitat Valenciana 2016 - Photo by Bettiniphoto
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IL COACH
SEMI l’elisir di lunga vita
Semi di Zucca
S
i definisce frutta secca il gruppo di alimenti con un basso contenuto di acqua e con un elevato contenuto energetico e lipidico e i semi fanno parte di questa categoria. Hanno come base energetica i grassi, in particolare i grassi essenziali, indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso e delle strutture cutanee. Le loro proprietà sono molteplici e si possono così elencare: sono ricchi di antiossidanti, di vitamina A, B ed E, di acidi grassi essenziali del tipo omega 3, di fibre, di proteine, di sali minerali (ferro e magnesio più di tutti), sono senza glutine e senza colesterolo, possono essere liberamente consumati da diabetici, celiaci, ipertesi e persone in sovrappeso, sono efficaci contro la stitichezza per l’azione lassativa dovuta alle fibre, hanno una funzione ipocolesterolemizzante (la fibra in essi contenuta limita l’assorbimento a livello intestinale; la presenza di omega 3 fa aumentare il cosiddetto colesterolo ‘buono’), per lo sport - soprattutto i semi oleosi - sono ricchi di sali minerali che aiutano il reintegro del bilancio idro-salino durante e dopo l’allenamento, per i capelli: lo zinco in particolare aiuta la ricrescita favorendo
la sintesi degli androgeni coinvolti, per il fegato: gli omega 3 svolgono un’azione antinfiammatoria anche a livello epatico e, limitando la formazione di Ldl, evitano l’accumulo di trigliceridi che possono sovraccaricarlo, costituiscono una fonte di proteine utilizzata soprattutto dai vegani e vegetariani, che escludono carne e pesce dalla loro dieta, sono utilissimi durante la gravidanza, soprattutto per gli omega 3 così fondamentali per lo sviluppo del feto e le vitamine in essi contenute. I semi più comuni I semi maggiormente utilizzati nell’alimentazione, ma anche per altri fini, sono: semi di girasole, di zucca, di sesamo, di lino e di papavero. I semi di girasole sono i più ricchi di vitamine. Sono saporiti, salutari e molto calorici. In particolare contengono la rarissima vitamina B12, pressocché assente negli alimenti di origine vegetale, e un contenuto record di vitamina B1, il più elevato in assoluto tra tutti gli alimenti. Ha un’azione protettiva dell’organismo sia come antibatterico e antifettivo, sia come agente antitumorale e anti mutageno. Essi sono al primo posto della classifica dei semi e della frutta secca a maggior contenuto di fitosteroli. Tale caratteristica li rende in
grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. I semi di zucca hanno proprietà diuretiche, molto utili nei trattamenti delle infezioni urinarie e nella prostata. Presentano un elevato contenuto di triptofano, un aminoacido precursore della serotonina, che contribuisce ad assicurarci non soltanto il buonumore ma anche il buon riposo notturno e un contenuto da non sottovalutare di proteine altamente digeribili che contribuiscono a mantenere una glicemia costante, senza sbalzi insulinici, quando essi vengono consumati nel corso della giornata come snack. Mantenere i livelli degli zuccheri stabili può essere fondamentale quando si cerca di perdere peso. Ecco perché i semi di zucca sono spesso consigliati anche a chi segue una dieta dimagrante. Insieme a legumi come le lenticchie, i fagioli ed i ceci, possono essere considerati come una fonte vegetale di ferro. Sono considerati come un vero e proprio antinfiammatorio naturale, dal potere quasi medicinale e, in alcuni casi, possono aiutare a combattere irritazioni e gonfiori ed inoltre contribuiscono ad alcalinizzare il pH dell’organismo. I semi di sesamo possiedono una partico-
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A cura di Iader Fabbri
Hanno proprietà antiossidanti, sono ricchi di vitamine, fibre e di omega 3. Girasole, zucca, sesamo, lino e papavero: ecco gli integratori che ci dona “Madre Natura”
Semi di Girasole
Chi è Iader Fabbri E’ consulente nutrizionale di tutte le Nazionali italiane di ciclismo e commentatore tecnico, in ambito nutrizionale, per la testata giornalistica Rai Sport, per la quale – nell’ultimo Giro d’Italia – ha curato e condotto una striscia quotidiana. E’ relatore in convegni e seminari su sport e alimentazione e collabora, nel settore ricerca, con le Università di Firenze e Pavia. Coach di diversi atleti professionisti di livello mondiale, collabora con diverse riviste giornalistiche nazionali, per le quali cura personalmente rubriche dedicate allo sport, alla nutrizione e al benessere.
lare ricchezza di minerali come il magnesio, il silicio, il fosforo e il ferro. In oriente li considerano stimolanti e ricostituenti del sistema nervoso, li consigliano nei periodi di elevato lavoro mentale e stress. Questi semi sono ricchi di acido oleico ed acido linoleico. Molto importante risulta anche il seppur contenuto invitamina E, che preserva l’olio dall’irrancidimento (insieme al sesamolo) e conferisce ai semi preziose proprietà antiossidanti. Essi inoltre sono ricchi di proteine e di calcio, fosforo e ferro e di alcune vitamine (tiamina, piridossina, niacina, folati e riboflavina). Rappresenta un’importante componente della cucina giapponese ed in quella indonesiana; abbrustoliti e mescolati con sale marino (10-20 parti di sesamo per una di sale) danno origine al gomasio, una valida e sicuramente più salutare alternativa al sale da cucina. I semi di lino sono da sempre usati come
lassativo ed emolliente. Sono insapori ma hanno elevate proprietà curative. Si utilizzano anche come cataplasma in caso di catarro bronchiale e l’olio di semi di lino è da sempre utilizzato per la cura dei capelli. Essi, inoltre, regolarizzano i processi intestinali e intervengono positivamente nelle affezioni dell’apparato gastroenterico (sia in caso di colon irritabile che di stipsi). Hanno la capacità di stimolare il sistema immunitario e prevenire le intolleranze. Attivano inoltre i processi di disintossicazione favorendo la depurazione generale dell’organismo e dei tessuti cutanei. I semi di papavero sono utilizzati per insaporire le pietanze e presentano una bassa quantità d’acqua, ma un alto contenuto di lipidi, i quali per il 50% è composto da acidi grassi essenziali (omega-6). Un componente da non sottovalutare è la lecitina che aiuta a controllare il colesterolo presente nel sangue. La vitamina B è presen-
te con la tiamina, l’acido pantotenico, la riboflavina e i folati. Scarse la vitamina E e C. I più importanti sali minerali contenuti nei semi di papavero sono calcio, potassio, ferro, magnesio, calcio, rame, selenio, manganese e fosforo. Per concludere, il consumo e l’utilizzo in cucina dei semi sono assolutamente da consigliare, ma è necessario fare attenzione al consumo eccessivo: affinché tali proprietà siano valide, l’assunzione deve avvenire con una certa parsimonia, in sostituzione e non in aggiunta ad altre fonti lipidiche meno salutari. Data la grande ricchezza di grassi, essi vanno assunti lontano dai pasti e possibilmente uniti alla frutta fresca: insieme rappresentano un ottimo spuntino e un valido alleato per il nostro benessere quotidiano. Si possono considerare dei veri e propri integratori alimentari col vantaggio di essere più economici di quelli in commercio.
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LE GRANDI RIVALITÀ DEL CICLISMO
LO YANKE E IL PROFESSORE A cura di mario Pugliese
La rivalità fra Greg LeMond e Laurent Fignon visse il suo momento più alto nell’epica sfida del Tour de France del 1989, quando la maglia gialla si assegnò per soli otto secondi... I campioni Laurent Fignon e Greg LeMond - foto Eric Gaillard
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a una parte il francese Laurent Fignon, il Professore con gli occhiali, il prototipo perfetto del gallico un po’ snob: capelli biondi raccolti, lo stile elegante, la postura in bicicletta sinuosa ed efficace, quasi regale. Dall’altra Greg LeMond, la freccia di Lakewood, stilisticamente non spettacolare (a volte sembrava andasse su più di spalle che di gambe), lo yankee “cheesburger e coca cola” dalla pedalata un po’ arrancante ma sempre incredibilmente potente. Il “bello” contro il “brutto”, il fioretto contro la clava, il romanticismo di un talento cristallino contro un atleta pragmatico ma capace comunque di emozionare le folle. Calcisticamente parlando, un raffinato dieci alla Antognoni contro un ruvido interditore alla Oriali. Il loro duello si consuma, memorabile e spietato, al Tour de France del 1989, teatro di una sfida epica. A contendersi la Maglia Gialla due corridori simbolo di quel periodo: Laurent Fignon, reduce dai due trionfi alla Grande Boucle del 1983 e 1984, e Greg LeMond, campione del mondo nel 1983, il passista a stelle e strisce che, solo due
anni prima, aveva rischiato la pelle dopo essere stato ferito da un colpo di fucile sparato accidentalmente dal cognato durante una battuta di caccia. Il Tour de France 1989 partì dal Lussemburgo e, come sempre, la miccia si accese alle falde delle prime montagne. 6 luglio, Cronometro di Rennes. Nei 73 km di giornata LeMond dà una lezione a tutti i rivali tornando a vestire di Giallo dopo tre anni di incubi. L’americano accumula 5” di vantaggio proprio su Fignon e resta leader della classifica per cinque giorni fino alla tappa di Superbagnares. Pedro Delgado, trionfatore nel 1988 della Grande Boucle, attacca da lontano scortato da Mottet e Millar. Lo scozzese vince la tappa e Delgado guadagna tre minuti e mezzo sul duo Fignon-LeMond. L’americano paga l’attacco del francese sull’ultima salita e la Maglia Gialla passa sulle spalle del Professore con soli 7” di vantaggio su LeMond. Fignon riesce a mantenere la leadership della corsa per altre 5 tappe fino alla cronoscalata di Orciers-Merlette. In quella tappa LeMond si scatena e rifila 50” a Fignon. Due giorni dopo, si arriva all’Alpe d’Huez. La vittoria di tappa va all’olandese Theunisse. Fignon
attacca insieme allo spagnolo Delgado: i due rifilano 1’19” a LeMond. La Maglia Gialla torna sulle spalle del transalpino con 24” di vantaggio sull’americano. Il nuovo leader trionfa nella tappa seguente sull’arrivo di Villard-de-Lans. Fignon, ormai, sembra avere il Tour in mano. Nella penultima tappa l’acuto di Greg LeMond sembra la classica vittoria di Pirro. Tra i due ci sono solo 50”: l’ultimo ostacolo tra Fignon e il suo terzo trionfo in Giallo è una breve cronometro di 24 km da Versailles a Parigi. LeMond, nelle prove contro il tempo, è un mostro, ma Fignon non è certo un cronoman da retroguardia. Sembrava, quindi, impossibile che l’americano recuperasse 50” in soli 24 km. Ma il copione regala un epilogo inatteso. Fignon aveva già perso il Giro 1984 nell’ultima cronometro battuto da un Moser strabiliante. Era l’occasione per sfatare quel tabù. E invece LeMond conclude con la media spaventosa di 54,545 km/h. Un missile. Fignon chiude la crono arrivando sui Campi Elisi in 2ª posizione, ma a 58” di ritardo dall’americano. Il Tour va a LeMond per otto miseri secondi. La storia, però, è stata scritta a quattro mani.
Ride autenthic.
Maglia leader classifica generale
Maglia leader classifica neo-professionisti
Maglia challenge
Maglia leader gpm
Maglia leader classifica a punti
Dal 24 al 27 marzo 2016 ritorna in Emilia-Romagna l'appuntamento con il grande ciclismo! La 31° edizione della “Settimana Internazionale Coppi e Bartali” vedrà al via molti grandi nomi e giovani promesse del ciclismo mondiale che si daranno battaglia per conquistare le cinque maglie messe in palio dall'organizzazione dell'evento. Per la terza edizione consecutiva queste maglie saranno realizzate dal prestigioso marchio italiano Nalini mentre i disegni saranno a cura dell'artista livornese Giò Di Batte.
www.nalini.com
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ELBA BIKE TOUR
SCOCCA L’ORA DEI GRANDI SUPPORTER
La Granfondo Elbaleatico partirà dal centro storico di Portoferraio - Photo by Play Full
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n nome prestigioso nel mondo dell’orologeria di classe come quello di Locman affiancherà le manifestazioni organizzate da Elba Bike Tour Grandi Eventi. LOCMAN viene fondata nel 1986 all’Isola d’Elba e dalla più bella delle isole dell’Arcipelago Toscano ha lanciato la sua proposta ai mercati di tutto il mondo. E’ tra i colori e gli orizzonti accesi dell’Elba che batte il cuore della Locman. Nei laboratori affacciati sulla baia di Marina di Campo si mescolano, in una magica alchimia, le antiche tradizioni orologiere toscane, lo stile italiano e le soluzioni tecnologiche più all’avanguardia grazie a
materiali compositi e pregiati come il titanio, la fibra di carbonio, l’alluminio e altre leghe di ultima generazione. Locman fornirà ben sei orologi di alta gamma (pezzi del valore di 200 euro a salire) da assegnare alle varie manifestazioni organizzate tra la Primavera e l’Autunno da Elba Bike Tour Grandi Eventi. I primi tre orologi verranno assegnati sia alla Granfondo Elbaleatico sia all’Elba Bike Tour, manifestazioni in calendario dal 24 al 30 aprile. Ben due gli orologi assegnati alla Granfondo Elbaleatico del 24 aprile, che andranno a impreziosire i polsi della prima donna e del primo uomo assoluti. Un terzo orolo-
gio verrà assegnato ad estrazione tra tutti i partecipanti all’Elba Bike Tour. I restanti tre orologi verranno assegnati al Raduno All Mountain “Raggio Verde”, al Rally MTB dell’Elba e all’Elba Bike Tour MTB di Ottobre (visita il sito di Locman http://www.locman.it). Un altro partner di spessore andrà ad affiancare l’Elba Bike Tour Grandi Eventi: il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, con sede sullo splendido promontorio dell’Enfola a Portoferraio. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, nato nel 1996, si estende su un’area di 79.160 ettari tra le province di Livorno, Grosseto e l’area a mare. È uno dei Parchi Nazionali italia-
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Elba Bike Tour Grandi Eventi A cura della Redazione
Partnership di prestigio per la rassegna isolana che, nella prossima edizione, avrà come sponsor il celebre brand di orologi Locman e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano
ni con la più forte integrazione tra terra (22%) e mare (78%) e il maggior numero di isole, significativamente distanti e diverse tra loro, ricche di specie endemiche da salvaguardare. Il Parco è una risorsa di valore nazionale che vuole operare come laboratorio culturale per conseguire la condivisione delle regole dell’Area protetta, garantirne l’applicazione alla scala territoriale integrando gli obiettivi delle finalità istitutive nelle aspettative della comunità locale. Grazie ad un accordo stretto tra Paolo Aghini, l’organizzatore dell’Elba Bike Tour e della Granfondo Elbaleatico, e il Presidente dell’Ente Parco, dott. Giampiero
Elba Bike Tour Grandi Eventi è una nuova realtà nata con lo scopo di valorizzare, grazie ad eventi ciclistici a 360°, il complesso ed esaustivo territorio dell’Elba. Questo il calendario delle manifestazioni organizzate dall’Elba Bike Tour Grandi Eventi, che offrono tante possibilità di potere godere l’isola d’Elba senza lo stress e la confusione dell’alta stagione.
23 APRILE
8-9 OTTOBRE
24 APRILE
15-16 OTTOBRE
25-30 APRILE
17-22 OTTOBRE
La Napoleonica - Cicloturistica riservata a bici d'epoca - Portoferraio Granfondo Elbaleatico Portoferrario Elba Bike Tour Marina di Campo
Sammuri, verranno avviate alcune iniziative a supporto dei partecipanti agli eventi dell’Elba Bike Tour Grandi Eventi. L’Ente Parco sarà presente con uno stand informativo presso tutti gli eventi dell’Elba Bike Tour e, nello stesso tempo, metterà a disposizione delle guide per tour organizzati presso le varie isole del parco e, ovviamente, l’Elba. Un’ottima occasione per potere visitare l’Isola d’Elba, ma anche le varie isole minori dell’intero Arcipelago Toscano (visita il sito del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. www.islepark.it).
2a Raggio Verde - Enduro MTB Marciana Rally MTB dell'isola d'Elba Marina di Campo Elba Bike Tour MTB Rio Marina
ISCRIZIONI E ALBERGHI Per le iscrizioni online accedere al sito WinningTime www.sms-sport.it/mainpage.php?Ac tion=7abc90qugatoxi2oaa090php311d900x&ite m=5&idev=999 Per le iscrizioni offline scaricare il modulo (www.elbabiketour.net/modulo-iscrizionegranfondo/) dal sito www.elbabiketour.net Per le convenzioni alberghiere e prenotazione traghetti a prezzi esclusivi riservati all’organizzazione: www.tuscany4me.net Segui la Granfondo Elbaleatico e l’Elba Bike Tour anche su Facebook www.facebook.com/ Elba-bike-tour-190245377973478/
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RECORD DELL’ORA DONNE ACSI
MAMMA VOLANTE
Christiane Koschier durante un test in galleria del vento
L’
americana Evelyn Stevens, per il momento, non è un obiettivo. Lo scorso 27 febbraio, l’ex analista di Wall Street, nel velodromo della preparazione olimpica degli Stati Uniti a Colorado Springs (a 1800 metri di quota), ha centrato il nuovo record dell’Ora femminile, portandolo a 47,980 km. In 60 minuti, ha aggiunto 1098 metri al precedente primato che era stato fissato, appena un mese prima, dall’australiana Bridie O’Donnell ad Adelaide. La veronese Christiane Korschier, assistita amorevolmente dal marito-allenatore Nicola Rama, il 26 marzo, al velodromo di Montichiari - seppur con ambizioni ago-
nistiche un tantino meno pretenziose - si cimenterà nella stessa impresa. L’obiettivo del progetto “Interstellar” è inaugurare il record dell’ora Acsi e dunque, comunque vada, sarà un successo: “Sappiamo già che gareggeremo in condizioni ambientali tutt’altro che ideali - spiega Nicola Rama - a fine marzo, il legno di quell’anello è umido e dunque poco performante. Ma del resto, sul piano tecnico ed atletico, la stessa Christiane non è al top della condizione, dunque già sappiamo che, qualunque sia il riscontro cronometrico, in futuro dovremo riprovarci. E, in quel nuovo tentativo, faremo di tutto per essere al massimo da tutti i punti di vista”. Anche senza l’impri-
matur dell’UCI, l’impresa della Korschier, in ogni caso, ha sollevato grande interesse tra gli addetti ai lavori. Per supportare, sul piano scientifico, la sua rincorsa al record, l’università di Perugia le ha affiancato un giovane studente che dedicherà una tesi di laurea alla sua impresa: “E’ un aspetto molto interessante - spiega Rama - perché tutti i dati scientifici ed esperenziali di questa complessa avventura sportiva saranno riuniti in un volume accademico che, in futuro, rappresenterà l’unico manuale italiano esistente dedicato al record dell’ora femminile”. Christiane è un’atleta formidabile ed una ciclista di buon livello, anche se i titoli a
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A cura della redazione
La veronese Christiane Korschier il 26 marzo al velodromo di Montichiari inaugurerà una nuova sfida contro il tempo. Il marito-coach: “Sarà una prova generale, qualunque sia il risultato finale, sappiamo già che saremo in grado di migliorarlo” Christiane Koschier al velodromo di Montichiari
sei colonne li conquistò, suo malgrado, nell’ottobre del 2014 quando finì impallinata da un cacciatore che la scambiò per una lepre. Ma da quell’esperienza, vissuta proprio in bicicletta, si è ripresa alla grande e oggi, superati gli “anta”, ha deciso di porsi un obiettivo agonistico davvero ambizioso: “Christiane - spiega ancora il marito-coach - è prima di tutto una mamma eccezionale. Per lei i figli vengono sempre al primo posto e dunque gli allenamenti si fanno solo se a casa è tutto a posto. Tra me e lei c’è grande feeling, anche se talvolta mi rimprovera, a ragione, di essere un po’ troppo allenatore”. Per una prestazione contro il tempo, ser-
viva una bicicletta all’altezza e, in questo senso, gli sponsor non hanno deluso le aspettative della Korschier. Sull’anello di Montichiari, pedalerà per un’ora su un telaio da cronometro Cervelo P3 del Focus Italia Group con ruote lenticolari Vision. Per lei anche i capi top di gamma dell’azienda Nalini ed un casco Giro. Per ottimizzare assetto e postura, invece, Christiane Korschier si è sottoposta ai test della galleria del vento, “una prova - spiega Rama - che ci ha permesso di raccogliere dati estremamente utili”. Ciò nonostante, il risultato di questo primo tentativo, come detto, non sarà esaltante: “Mah, non saprei dire se pedalerà attorno
ai 44 o 45 di media; molto dipenderà anche dalle condizioni di riscaldamento della pista - prosegue l’allenatore di Christiane certo, se solo avessimo deciso di gareggiare su un velodromo svizzero, ad esempio, non avremmo avuto queste incognite ed il risultato tecnico sarebbe stato sicuramente migliore. Ma per questo genere di prove, l’esperienza è fondamentale e dunque, come primo step, abbiamo deciso di optare per una ‘prova generale’, ben sapendo che molte componenti, il 26 marzo, non saranno registrate in maniera perfetta. Valuteremo il risultato finale, qualunque esso sia, e a quel punto ci prepareremo per un assalto al primato più serio e credibile”.
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GRAN FONDO DEL CAPITANO
NON SOLO CICLISMO
A cura della Redazione
Il passaggio della Granfondo del Capitano sul passo dei Mandrioli - Photo by Playfull
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el segno del binomio, ormai collaudato, fra sport e territorio, torna il prossimo 5 giugno, tra i passi appenninici di Bagno di Romagna, la Gran Fondo del Capitano che celebra quest’anno la sua settima edizione. Sette anni che, passo dopo passo, hanno proiettato la manifestazione valligiana nel firmamento delle granfondo più attese dell’anno, grazie ad una cornice naturalistica che ha pochi eguali in Italia. La Gran Fondo del Capitano è anche una corsa tecnicamente molto impegnativa, con un tracciato selettivo, adatto per passisti e grimpeur, il classico tracciato che - se interpretato in pura chiave agonistica - regala di solito vincitori di grande valore. La rassegna, che appartiene ai circuiti InBici Top Challenge e Romagna Challenge, sarà valida anche come prova ufficiale del Campionato Italiano fondo e granfondo Acsi. I cicloamatori si sfideranno su un tracciato di rara bellezza che – attraversando le località di Santa Sofia e Badia Prataglia – comprende il Passo dei Mandrioli, il Passo della Calla e il Passo del Carnaio. Si tratta di crinali ricchi di storia e cultura, teatro di eremi,
mulattiere e di reperti fossili antichissimi. Un tracciato che, per tutto l’anno, vede allenarsi ciclisti di ogni livello, compresi i professionisti che, da queste parti, preparano le grandi classiche. Due, come sempre, i percorsi previsti: il Gran Fondo con il classico percorso di 130 chilometri e 3340 metri di dislivello ed un Medio Fondo di 80 chilometri con un percorso leggermente rinnovato rispetto alle precedenti edizioni. Ma il weekend del 5 giugno non sarà soltanto consacrato al ciclismo. La Gran Fondo del Capitano, fedele alla sua storia e alla sua mission, è stata infatti organizzata anche per promuovere e valorizzare le eccellenze di questi territori che, spigolando tra turismo termale ed escursionistico, regala vacanze sempre esclusive. Anche quest’anno, dunque, la manifestazione abbinerà la passione per la bicicletta con l’amore per le eccellenze gastronomiche di questo lembo di Appennino tosco-romagnolo che, tra funghi, miele, vini e salumi, propone un ricco campionario di sapori inimitabili. Tra i momenti più attesi, il rinomato Pasta
Il 5 giugno a Bagno di Romagna la settima edizione di una delle corse più dure del calendario. Il tracciato è riservato a scalatori e passisti, gli eventi collaterali a gourmet ed amanti del benessere
Party curato personalmente dallo chef stellato Paolo Teverini, che propone una selezione di cibi sani e genuini, con particolare attenzione alle prelibatezze enogastronomiche locali. Le iscrizioni alla 7ª edizione della Gran Fondo del Capitano si sono aperte ufficialmente il 1° gennaio 2016. Gli organizzatori hanno deciso che a tutti gli iscritti andrà in omaggio un soggiorno di una notte con prima colazione presso le strutture convenzionate. Per usufruire di questa promozione sarà necessario che il ciclista sia accompagnato nel soggiorno almeno da una persona pagante (Info 0543.911376). Si tratta di una promozione straordinaria, che nasce proprio dal desiderio degli organizzatori di promuovere il territorio anche sul piano ricettivo. Grazie ad un’amministrazione particolarmente sensibile al filone cicloturistico (il sindaco Marco Baccini è un ciclista di valore, tanto che è uno dei pochi italiani ad aver partecipato all’ultima edizione della Cape Epic in Sudafrica), Bagno di Romagna punta infatti a diventare una delle località di riferimento per le vacanze sui pedali.
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NALINI SPORTWARE
GRAPHITE TI, MASSIMA LIBERTÀ DI MOVIMENTO ealizzata da Nalini per la collezione estiva 2016, la maglia Graphite Ti fa parte della Red Label, la nostra linea di abbigliamento tecnico ideale per ogni ciclista che desidera la massima libertà di movimento e il meglio dal punto di vista del comfort e della prestazione. Si tratta di una maglia leggera con inserto schiena in rete traspirante per migliorare l’aerazione interna. Il trattamento Mantodry a cui è stata sottoposta, garantisce a Graphite Ti delle elevate performance dal punto di vista dell’asciugatura e della traspirabilità. Quest’ultimo plus si deve anche all’inserimento di un morbido elastico strutturato in silicone all’altezza del fondo maglia. Per aprire e chiudere la maglietta si utilizza una zip anteriore rovescia, che termina in alto con un apposito parapomo che serve a proteggere la pelle del collo mentre sul retro sono posizionate tre pratiche tasche portaoggetti, di cui una, la destra, chiusa con zip. Graphite è disponibile in quattro diverse colorazioni (nero, bianco, verde elettrico e rosso) caratterizzate da contrasti cromatici molto accesi.
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GIRO DELLE MINIERE
Nel cuore selvaggio
DELLA SARDEGNA Le Miniere del Sulcis
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l Giro delle Miniere, che si snoda tra i panorami del Parco Geominerario della Sardegna e la fantastica costa sud-occidentale, è la gara a tappe in bicicletta del Sulcis Iglesiente. Fin dalla sua prima edizione, ha riscontrato notevoli apprezzamenti per la bellezza dei paesaggi e la variegata tipologia del percorsi sui quali si corre. Il Giro delle Miniere si colloca in un territorio conosciuto per il suo mare meraviglioso e le suggestive coste, ma il SulcisIglesiente rappresenta anche il simbolo - per eccellenza - della Sardegna selvaggia e incontaminata. Questa terra offre il massimo del suo splendore con la purezza della natura, numerosi siti archeologici, la tradizione e la storia mineraria. La manifestazione, malgrado la presenza di atleti quotatissimi che si sfideranno
sulle strade di questo bellissimo angolo della Sardegna, vuol mantenere il classico profilo ciclo-amatoriale che lo ha sempre contraddistinto. Ancora una volta lo scopo primario di questi quattro giorni di corsa (da giovedì 2 giugno fino a domenica 5 giugno) è quello di far soggiornare ciclisti e accompagnatori per far conoscere le strutture presenti in loco (hotel, resort, B&B, ristoranti) ma sopratutto il bellissimo territorio circostante. Luoghi di vacanza che, in quelle giornate, si trasformeranno per i corridori in un vero e proprio terreno di battaglia e, per le famiglie al seguito, in piacevoli momenti di relax nell’attesa che i propri campioni tornino alla base. Il programma Ormai consolidato con una formula vincente “che piace”, da diversi anni Il Giro
delle Miniere si propone come una corsa a tappe su strada, completa di ogni specialità e difficoltà: una Gran Fondo, due percorsi in circuito e una prova a cronometro che tra l’altro, quest’anno, assegna la maglia tricolore. La grande novità è l’introduzione da parte di Luigi Mascia, organizzatore dell’evento sardo, della classifica generale a tempo e non più a punti. La maglia bianca / rossoblu: fascia “A” 17-39 anni – fascia “B” 40-70 anni e “Donne” verrà assegnata quotidianamente con classifica finale, che premierà i primi quindici atleti per ogni categoria. La diciassettesima edizione presenta quattro appuntamenti consecutivi in altrettante giornate di gara. 1° Tappa: Cronometro d’apertura in linea Villamassargia - Iglesias, valida per l’assegnazione della prestigiosa maglia tricolore di cam-
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A cura di Roberto Zanetti
Nella parte più incontaminata dell’isola una manifestazione che, fin dalla sua prima edizione, ha riscontrato unanimi apprezzamenti Gli splendidi angoli della Sardegna
pione italiano FCI; 2° Tappa: Circuito del Cixerri Coppa Citta di Siliqua a Siliqua; 3° Tappa: Coppa Citta di Vallemosa; 4° Tappa: Gran Fondo delle Miniere che chiude il Giro, con il Trofeo Parco Geominerario Memorial Roberto Saurra, nel ricordo dell’indimenticabile ex CT della nazionale di ciclismo Franco Ballerini. La sua storia, la sua terra Il primo anno, il Giro delle Miniere nacque come manifestazione a livello regionale mentre nelle edizioni successive, la S.C. Monteponi (società organizzatrice che fa capo al suo Presidente Luigi Mascia) lo propose a livello nazionale con l’intento di farlo crescere in modo graduale fino ai giorni nostri. Da alcune stagioni il Giro delle Miniere prolunga “a tappe” le giornate di gara nelle varie località del Sulcis Iglesiente. Spesso
la terra sarda è conosciuta solo per il suo meraviglioso mare e le coste suggestive, ma la Sardegna non è solo mare… E’ anche il Sulcis, con la sua natura incontaminata e ricca di siti archeo-minerari visibili e interessanti da vivere. Quale altra occasione migliore per conoscerla, visitando i suoi percorsi e ammirando le bellezze dei suoi luoghi in sella ad una bicicletta? L’obiettivo della società, oltre a quello prettamente sportivo, è far conoscere e valorizzare il territorio, cercando di incrementare e migliorare il turismo della zona presentando agli atleti e alle loro famiglie le bellezze di quest’incantevole isola. Inoltre, in qualità di società organizzatrice, la S.C. Monteponi offre la disponibilità ricettiva agli atleti presenti e che hanno la residenza oltre Tirreno. Il Presidente Luigi Mascia con tutto il suo staff anche
quest’anno ha garantito, come accade da diciassette anni, “un mare” di premiazioni con tutte le bontà prodotte dalla Sardegna: dai vini alla pasta, dal mirto al torrone, solo per citarne alcune, oltre al buono benzina per la classifica generale finale. Difficile arrivare alla perfezione ma, lavorando insieme con esperienza, serietà e professionalità, ci si può andare molto vicino. Per le informazioni ed iscrizioni •Società organizzatrice: S.C. Monteponi di Iglesias •Presidente del C.O.(Comitato Organizzatore): Luigi Mascia – cell. 348 9361032 •Web site: www.girodelleminiere.it •Pagina Facebook: Giro delle Miniere oppure SC Monteponi
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1) La frattura della tibia in Costa Blanca ha scompaginato i tuoi programmi. A questo punto, qual è l’obiettivo della stagione per Alessandro Vanotti? Riprendersi non è stato facile, ma il peggio è passato e conto di tornare alle corse a fine aprile. Il giro di Turchia potrebbe essere l’occasione ideale.
DOMANDE A... A cura di Mario Pugliese
ALESSANDRO VANOTTI Alessandro Vanotti, classe 1980, è un ciclista che corre per il team Astana. Professionista dal 2004, in carriera ha vinto solo una corsa: alla Liquigas nel 2007, quando - nella sua Bergamo - s’impose in una tappa della Settimana Ciclistica Lombarda. Gregario di altissimo livello è sempre stato un compagno di squadra preziosissimo nelle grandi corse a tappe. Non a caso - con Aru e Nibali - ha vinto Giro, Tour e Vuelta.
2) Olimpiadi di Rio: possiamo aspettarci più medaglie dalla strada o dalla pista? Direi da entrambe. Nibali e Aru, su quel tracciato, possono fare grandi cose e, dopo quello che abbiamo visto a Londra, anche dalla pista è lecito attendersi delle medaglie. 3) Filippo Ganna: può essere lui, in prospettiva, l’uomo delle grandi classiche che l’Italia aspetta da tempo? Credo di sì. Se mantiene le promesse, l’Italia secondo me ha trovato il nuovo Cancellara. 4) Doping tecnologico: in gruppo hai mai avuto un sospetto? Nelle gare professionistiche sinceramente no. Ma ne sento parlare moltissimo tra gli amatori... 5) Il ciclista più forte che hai avuto in squadra in questi 12 anni di professionismo? Faccio due nomi: Segan e Nibali.
6) Il rimpianto della tua carriera? Non ho vinto molto, perché il mio ruolo è sempre stato quello del “regista”. Mi manca il trionfo personale, ma sfilare al comando a Milano, Parigi e Madrid è stato comunque appagante.
7) Chi hai visto meglio, fino ad oggi, Aru o Nibali? Sul piano della condizione, anche se hanno programmi diversi, li vedo benissimo entrambi. Credo che per l’Astana sarà una gran bella primavera… 8) Aru sulla carta avrà più chance alle Olimpiadi o al Tour de France? Aru è un corridore da corse a tappe, perché ha formidabili doti di recupero e, nell’arco di tre settimane, la sua tenacia può fare la differenza. Certo, il percorso olimpico di Rio sembra fatto apposta per lui. 9) Milano, Madrid e i Campi Elisi, ma l’emozione più grande è stata sfilare davanti al Papa lo scorso ottobre? E’ stata un’emozione diversa che, col ciclismo, centra fino ad un certo punto. E’ stata una grande esperienza dell’anima, un’impresa che ricorderò sempre con grande gioia. 10) Se dico Gianluigi Stanga? Penso al team manager che mi ha messo in bicicletta, impostandomi sul piano tecnico e insegnandomi quel ruolo che, in fondo, ho ricoperto in tutta la mia carriera. E’ un peccato che lui oggi non abbia più una squadra di alto livello perché di Stanga, bergamasco come me, ho soltanto bei ricordi. Alessandro Vanotti
Prior to the advanced development of Graphene, there was always the requirement of compromising between speed, grip, durability and pucture protection. Effectively, the introduction of Graphene allows for the natural barriers of rubber to be removed, which means that there is no longer the need for such compromises. All these features are now reaching their maximum possibilities. vittoria.com #NO COMPROMISE
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I CONTI IN TASCA
IL CICLO
TURISMO È UN BUSINESS Amsterdam
L’
Italia come la Cina? Roma come Amsterdam? No, siamo ancora lontani anni luce dalle capitali della bicicletta, quelle che considerano le due ruote “ad emissioni zero” il mezzo principale per spostarsi all’interno delle città. Tuttavia, la tendenza che vedeva gli italiani avvinti come l’edera all’utilizzo dell’auto (anche per recarsi dal panettiere dietro l’angolo) sta finalmente registrando una confortante inversione, non velocissima ma costante. Vuoi per la crisi economica, vuoi per una
rinnovata filosofia di ricerca del benessere psicofisico o anche per una crescente sensibilità nei confronti dei temi ambientali, negli ultimi anni la bicicletta è tornata di moda nel Bel Paese tanto che, secondo le statistiche, può contare su circa sette milioni di utenti concentrati soprattutto nelle città di provincia di Veneto ed Emilia-Romagna. Certamente la pianura padana agevola l’uso del mezzo. La conformazione territoriale consente ad un cittadino di Modena, per esempio, di muoversi con meno difficoltà di chi abita in una città collinare del centro
Italia, ma non è questo l’unico motivo. Nel nord-est della penisola, infatti, si registra la maggior concentrazione di interventi delle amministrazioni comunali per favorire la mobilità sostenibile. Zone 30, piste ciclabili, parcheggi dedicati e zone a traffico limitato incentivano a lasciare l’auto in garage e montare in sella, anche perché le ultime rilevazioni demoscopiche dicono che il 50% degli spostamenti urbani sono inferiori ai 5 km e che la bicicletta risulta essere il mezzo più veloce per questo tipo di spostamento. Tuttavia, nonostante la cresciuta sensibi-
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A cura di Gianluca Comandini
La provincia di Trento incassa ogni anno dai suoi “turisti a pedali” oltre 100 milioni di euro. Ma lo sviluppo del settore è frenato da un anacronismo storico: siamo i più apprezzati costruttori di biciclette, ma nelle città italiane scarseggiano le piste ciclabili Trento Piazza del Duomo
lità degli enti pubblici verso gli amanti del pedale, le infrastrutture dedicate sono assolutamente insufficienti e questo causa uno scompenso che non si riflette soltanto sull’utenza, sportiva e non, ma anche sull’intera economia del paese. L’Italia infatti condivide con la Germania il primato europeo di produzione di cicli, ma se Berlino può contare su 47mila chilometri di piste ciclabili, in tutta la penisola sono soltanto 3mila i chilometri di asfalto dedicato. Un handicap importante se si considera che lo sterminato esercito di ciclotu-
risti tedeschi muove un fatturato annuo di circa 9 miliardi di euro e che i nostri cugini d’oltralpe sfiorano i 2 miliardi. Nel nostro paese la classifica degli introiti del turismo a pedali è guidata dalla provincia autonoma di Trento che con i suoi 400 chilometri di piste riservate incamera annualmente circa 100 milioni di euro. E’ evidente perciò che un aumento di strade riservate alle bici, accompagnato da interventi normativi sul codice della strada per migliorare la sicurezza, avrebbe ripercussioni dirette anche sulle casse dello sta-
to. Da un lato rafforzando un comparto che può vantare una produzione media annua di oltre due milioni di pezzi e che ha una fortissima propensione all’export, dall’altro implementando la crescita del cicloturismo che secondo Associclo ha un potenziale stimato intorno ai 3,2 miliardi. Come spesso accade, purtroppo, anche in questo settore l’Italia è fanalino di coda delle classifiche europee. La speranza è che questa “tradizione” venga interrotta al più presto.
70 A cura della Redazione
Il 16 luglio il Giro d’Italia d’Epoca fa tappa a Trento, a casa della famiglia Moser. Un’occasione per rivivere gli anni d’oro del ciclismo e degustare i calici raffinati della cantina di famiglia
“LA MOSERISSIMA”
Brindisi
SUI PEDALI N
ata e cresciuta sull’impulso della passione, torna il prossimo 16 luglio a Trento “La Moserissima”. Una manifestazione inserita nel calendario del Giro d’Italia d’Epoca, fra strade bianche e piste ciclabili del Trentino che faranno rivivere l’atmosfera degli anni d’oro del ciclismo. Dedicata agli amanti delle due ruote vintage, si tratta di una rievocazione storica intitolata a Francesco Moser e alla sua famiglia, simboli eterni del ciclismo nostrano ed internazionale. Un raduno cicloturistico non competitivo con biciclette da corsa d’epoca, rigorosamente costruite prima del 1987, organizzato dall’Asd Charly Gaul Internazionale e dall’ApT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi. Il disegno della palpitante cavalcata su due ruote per gli amanti del vintage è stato curato personalmente da Francesco Moser e farà riscoprire appieno le bellezze di Trento e dintorni.
Cinquantotto spettacolari chilometri si snoderanno sulle tracce dall’antica Via Claudia Augusta, costruita per mettere in contatto il mondo romano con quello germanico. Venti dei 58 km previsti si svilupperanno lungo piste ciclabili, altri dodici km invece interesseranno strade bianche, con un 20% di percorso sterrato. La partenza regalerà uno slancio scenografico alla manifestazione, con start dalla suggestiva Piazza Duomo a Trento. Il percorso prevede poi il passaggio dal MUSE, il Museo delle Scienze della Città di Trento, e una pedalata fra i vigneti e meleti della zona. Si percorreranno strade strette di campagna, sino a ritrovare la tranquillità dello scorrere dell’acqua lungo l’argine del fiume Adige, affrontando dei tratti off-road del percorso. Le tappe dei ristori sono previste presso la cantina CAVIT e a Maso Villa Warth, luogo in cui le Cantine Moser offriranno agli appassionati il secondo delizioso ristoro e
Photo by Newspower
del buon vino, con l’aggiunta della possibilità di visitare il Museo del Ciclismo. Vino e Cantine Moser protagonisti anche di uno storico incontro, quello avvenuto qualche mese fa tra Francesco Moser e Giuseppe Saronni, i due “eterni rivali” del ciclismo del passato: “Che ci posso fare, a me il vino piace e Francesco, devo ammetterlo, lo fa proprio bene. Ecco perché sono nella sua tana”, ha affermato Saronni. L’ultima parte del tracciato proporrà agli appassionati una breve discesa sino alla frazione di Gardolo e gli ultimi dolci chilometri ancora una volta su piste ciclabili ed il ritorno finale in città, con il passaggio al Castello del Buonconsiglio ed il glorioso arrivo in Piazza Fiera. Il costo di partecipazione alla Moserissima per chi si iscrive entro il 31 marzo è di 30 euro. Info suwww.lamoserissima.it
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BELLA CICLOTURISMO NELLA VAL DI MERSE
DENTRO
Le strade frequentate dai ciclisti - Photo by Bettiniphoto
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inalmente anche la Val di Merse, suggestivo spicchio di Toscana, potrà contare su un itinerario cicloturistico permanente. Dopo L’Eroica e il Canale Maestro della Chiana, nelle Terre di Siena è attivo il Grand Tour della Val di Merse, un percorso di circa 147 km completamente segnalato con pannelli direzionali e distanziometrici. L’itinerario si sviluppa al 90 per cento su strade secondarie a basso indice di traffico, da pedalare in più giorni di autentico piacere cicloturistico. Il percorso si distende su una vasta area, penetra nel cuore della Montagnola Senese, arriva alle propaggini meridionali delle vallate dell’Elsa e del Cecina, rotolando a sud, fino alla Valle dell’Om-
brone, dove il fiume si insinua nella Maremma grossetana, e di nuovo risale a nord per lambire la parte settentrionale delle Crete, magnifica porta di accesso a Siena, in un territorio tipicamente collinare caratterizzato da una varietà sorprendente di ambienti naturali. Quattro sono i comuni che compongono questa bellissima vallata: Chiusdino, Monticiano, Murlo e Sovicille. L’itinerario attraversa anche Radicondoli dove la Val di Merse confina con le Colline Metallifere e la Val d’Elsa. Scoprire la Val di Merse in bicicletta è il miglior modo per apprezzare i tesori che questa timida e meravigliosa terra è in grado di offrire: borghi medievali, castelli, abbazie, sapori genuini di una filiera corta sempre
più diffusa. La Val di Merse ha un carattere autenticamente riservato: la sua intima purezza e l’integra solitudine in cui vive sono un invito intrigante ed esclusivo per chi viaggia lentamente sospinto da sincera curiosità. É una terra “bella dentro” e il suo fascino intimo è confermato dall’aspetto esteriore che brilla di luce propria, soffusa e delicata fra le fronde dei suoi boschi rigogliosi, abbagliante di purezza nelle spoglie architetture gotiche della celebre abbazia di San Galgano, sospesa fra terra e cielo dove si custodisce la magia della Spada nella roccia. Questo cuore boscoso di Toscana è meta ideale per chi ama vivere il territorio sentendo i sussurri di Madre Natura, è un’area che si identifica fortemente nell’acqua, elemen-
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Finalmente anche in questo suggestivo spicchio di Toscana è nato un itinerario cicloturistico permanente. Tra fiumi, boschi e montagne regalatevi una pedalata lungo 147 km di tesori incontaminati nei luoghi di Chiusdino, Monticiano, Murlo, Radicondoli, Sovicille. Paesaggi suggestivi della storia Toscana
to primordiale da cui originano una varietà sterminata di flora e di fauna, presentandosi così selvaggiamente autentica ai viaggiatori che si spostano con ritmi lenti, come antichi viandanti. Ospita, infatti, i bacini fluviali del Farma e del Merse, racchiude nelle sue colline marmoree le sorgenti del più celebre fiume Elsa, è lambita marginalmente dal fiume Cecina, ed è infine zona spartiacque fra tre dei più importanti bacini imbriferi toscani (Arno, Ombrone e Cecina, appunto). Per organizzare un viaggio a pedali sul percorso del Grand Tour della Val di Merse è attivo un sito dedicato www.grandtourvaldimerse.it dove si possono avere tutte le info necessarie. E’ anche stata scritta una guida Val di Merse in Bicicletta che oltre a descri-
vere il percorso ne approfondisce tutti gli aspetti: culturali, storici, gastronomici. Non resta che preparare la bici e partire. Il Gruppo Ciclistico Val di Merse, che ha ideato e contribuito alla realizzazione del percorso permanente, organizza ogni anno una Cicloturistica dedicata che valorizza e fa conoscere il percorso e tutta la Val di Merse a tutti gli appassionati delle due ruote. La Cicloturistica Grand Tour della Val di Merse 2016 si volgerà a Chiusdino il prossimo 24 Aprile con partenza e Arrivo da Piazza XX Settembre. La partenza del percorso Lungo (190 KM) è prevista alle ore 8, mentre la partenza del Medio e Corto (100 KM e 45 KM) alle ore 9.30. Le iscrizioni e l’accoglienza sono previste fin dal pomeriggio di saba-
to 23 aprile, dalle 16 alle 19, e la domenica mattina dalle 7.00 alle 9.00. Tra i servizi offerti: docce, pasta party, posteggi, gadget e ristori. Tutti i percorsi saranno validi come prove del Campionato Provinciale UISP di cicloturismo, mentre il percorso lungo sarà valido anche come brevetto ACP per il Gran Brevetto Ciclovie Terre di Siena e per il Campionato Nazionale ARI. Info: Logistica e Iscrizioni www.rosiabike.it Info: ristoranti e pernottamento www.prolocochiusdino.it info territori: www.grandtourvaldimerse.it
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POLVERE DI STELLE
LO CHIAMAVANO “MANINA” A cura della Redazione
I suoi baffi “a gondola” saranno per sempre il simbolo del ciclismo dei pionieri. Storia di Giovanni Cuniolo, l’uomo passato alla storia perché fu il primo corridore a stabilire il record italiano dell’ora
Giovanni Cuniolo
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e pensi al ciclismo dei pionieri, quello delle strade polverose e bombate di fango, delle biciclette pesanti come stufe e dei ciclisti con i baffi a gondola, la penna scivola verso l’epopea di Giovanni Cuniolo, favoloso pioniere del ciclismo eroico, l’uomo passato alla storia perché fu il primo corridore a stabilire il record italiano dell’ora (quantomeno il primo certificato). Era il 9 giugno 1905. Sulla pista di cemento del Trotter di Milano le condizioni erano da tregenda. “C’era vento e pioggia. Mi gridavano di ritirarmi. Ma io avevo un debito di 18 lire con l’albergo e non avrei saputo come fare. Turkheimer invece me ne dava cinquecento se battevo il record dell’ora. Avrei battuto Domineddio”, racconterà Cuniolo.
Max Turkheimer aveva costruito il “bicicletto Turkheimer” con cui Cuniolo coprì 39.650 metri. A raccontare questa meravigliosa storia “retrò” è il libro “Giovanni Cuniolo – Manina”, scritto e curato da Claudio Gregori, con la partecipazione di Armando Bergaglio, Giuseppe Castelnovi, Carlo Delfino, Marco Pastonesi, Gianni Rossi e Flavio Torlasco. E’ la storia di un corridore di alto livello - nato a Tortona, fra nebbie e vigne, il 25 gennaio 1884, fondista e velocista ma soprattutto scaltro e sanguigno - un ciclista capace di vincere i primi tre campionati italiani nel triennio 1906-1908. Allora non si assegnava la maglia tricolore. Fu Cuniolo ad inventarla e la sfoggiò in Australia, dove gareggiò a Melbourne davanti agli emigrati. Più che
una maglia una bandiera. La sua vittoria più grande la conquistò il 7 novembre 1909 al giro di Lombardia. Alle 7.14, nella nebbia spessa come il formaggio, partirono in 355 (record assoluto). I favoriti, come al solito, erano i francesi e Vanhouwaert, primo asso della storia del ciclismo belga. Cuniolo, che aveva il ruolo dell’outsider, forò sulla salita di Erba. Inseguì con ferocia e, spendendo cariole di energie, recuperò 4’ di distacco. Il traguardo era collocato a Sesto San Giovanni con un rettilineo finale di 5 chilometri, perimetrato da centomila spettatori. Lì si scatenò una bagarre tremenda, con incidenti e cadute. Restarono in 31 a giocarsi la vittoria. Solo a trenta metri dal traguardo, tra la maglia celeste di Trousselier e quella rossonera del giovane Agostoni, comparve un lampo bianco. Cuniolo con uno spunto folgorante bruciò tutti. Primo, davanti a Omer Beaugendre, Trousselier e Lapize. Nell’impeto investì la banda e atterrò gli orchestrali. La sua vita e i suoi baffoni a forma di manubrio sono incastonati, come una gemma, nell’affresco del ciclismo dei pionieri, quelli che partivano di notte e arrivavano di notte, senza auricolari e con tappe infinite davanti agli occhi. Il ciclismo della fatica, quello consacrato al gregariato, quello che nella follia di due guerre bruciò sotto un elmetto intere generazioni di campioni. Nel 1913 Cuniolo appese la bicicletta al chiodo ed investì tutti i guadagni in una concessionaria di auto diventando imprenditore. Dalle bici, però, non scapperà mai: è il mentore di Costante Girardengo e Fausto Coppi, sarà il “papà” delle biciclette che traghettano l’Italia fuori dalla guerra. Muore nel 1955 e addosso gli resta il soprannome di Manina, perché – sì – la sua famiglia si chiamava così, ma anche per quelle sue mani che talvolta allungava in volata.
DAS RENNRAD-HOTEL IN EBBS
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SETTIMANA CICLOTURISTICA INTERNAZIONALE DI GABICCE MARE
Sette giri in
SETTE GIORNI A
Gabicce Mare la bicicletta è considerata un capolavoro ed il cicloturista un artista capace di costruire una narrazione con semplici, ma decisi, movimenti. La Settimana Cicloturistica Internazionale di Gabicce Mare è giunta alla 36ª edizione e, come sempre, sarà un’occasione da non perdere per gli appassionati del pedale. Dal 26 marzo al 1° aprile emozionanti tour e sfiziose degustazioni coinvolgeranno le giornate dei cicloamatori all’interno della settimana pasquale. Sette intense tappe, tutte da vivere e da gustare, con iniziative su misura per soddisfare ogni tipo di esigenza e curiosità, alla scoperta delle bellezze dell’entroterra marchigiano-romagnolo e degli scenari culturali e paesaggistici del comune di Pesaro e Urbino. Gabicce Mare è uno dei centri balneari più
conosciuti, celebre per il turismo sportivo e per la passione per la bicicletta. La percorrenza giornaliera degli itinerari varierà da 50 a 120 km, lungo i quali verranno situati ristori ad hoc in cui si potranno gustare le tipicità della zona come piadine, prosciutto di Carpegna, delizie sfornate dai paesani di borghi e castelli limitrofi e vino di qualità. I percorsi coinvolti toccheranno le seguenti località e distanze: il 26 marzo percorso Vallefoglia di 60 km, il 27 marzo Tour sulle colline marchigiano-romagnole di 54 km, il 28 marzo percorso Montefelcino di 83 km, il 29 marzo percorso Santuario del Beato Sante – Comune di Mombaroccio di 71 km, il 30 marzo percorso Urbino di 85 km, il 31 marzo percorso Petriano di 65 km ed il 1° aprile percorso Montelabbate di 55 km. Ognuno di essi prevede il rientro a Gabicce Mare per pranzo. Le iscrizioni si potranno effettuare venerdì
25 marzo dalle ore 14.30 alle ore 21 al Palazzo del Turismo, nella sede del Gruppo Albergatori Multiservizi di Gabicce Mare, oppure compilando l’apposito modulo di partecipazione visitando i siti www.gabiccemarebike.it e www.gabiccemareturismo. com. Sabato 26 marzo alle ore 9 si partirà in gruppo alla volta dei 60 km andata e ritorno di Vallefoglia, domenica 27 marzo, sempre alle ore 9, il programma prevede uno spettacolare tour di 54 km andata e ritorno sulle colline marchigiano-romagnole. Alle ore 18 della stessa giornata tempo di relax e prelibatezze locali con una grigliata di pesce in Piazza Municipio, organizzata dai bagnini di Gabicce Mare in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Gabicce Mare. Lunedì 28 marzo alle 8.30 si partirà tutti assieme per Montefelcino, in un itinerario costituito da 83 km andata e ritorno tutti
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A cura della Redazione
Dal 26 marzo al 1° aprile la 36ª edizione della rassegna consacrata al “piacere del pedalare”
da vivere e da scoprire. Martedì 29 marzo si sfreccerà verso il Santuario del Beato Sante – Comune di Mombaroccio, lungo 71 km andata e ritorno. Mercoledì 30 marzo start alle ore 9 per Urbino e rientro a Gabicce Mare dopo 85 km. Giovedì 31 marzo alle ore 9 si percorreranno 65 km alla volta di Petriano, mentre venerdì 1° aprile sempre alle ore 9 partenza per Montelabbate con degustazioni di prodotti tipici lungo il tracciato, con ritorno per pranzo a Gabicce dopo 55 km. Come da tradizione, anche quest’anno la Cicloturistica di Gabicce sarà scortata dalla Polizia Stradale, per “passeggiare in carovana” guidati dalla macchina di assistenza ad un’andatura di 25 km/h. Iniziative che non termineranno qui poiché quest’anno gli atleti potranno usufruire di due contest aggiuntivi, come l’avvincente cronoscalata Gabicce Mare – Gabicce Monte e la mediofondo di 119 km “Pasqua
a Gabicce Mare”, in programma il 1° aprile. Essi potranno vivere le emozioni dei professionisti, partecipando ad incontri tecnici, proiezioni e film dedicati al ciclismo ed ai campioni che hanno fatto la storia di questa decantata disciplina sportiva. Progetti dedicati anche agli accompagnatori, alla scoperta dei borghi e paesi più caratteristici della zona. Gabicce Mare è una rinomata destinazione di vacanza per gli amanti dello sport, del benessere e dell’enogastronomia. Lo sviluppo della Settimana Cicloturistica Internazionale ha conosciuto la propria evoluzione per merito del comitato organizzatore del Gruppo Albergatori Multiservizi di Gabicce Mare, diventando nel corso degli anni una manifestazione irrinunciabile per gli appassionati. Gli albergatori al mattino, prima che gli sportivi partano sull’onda della propria
passione ed avventura, rifocilleranno con una sostanziosa colazione i cicloamatori, prima di offrire loro la possibilità di un lauto pasto al proprio ritorno, una novità che permetterà di trascorrere una vacanza unica alla scoperta delle colline a picco sul mare. Tutte le mattine i cicloturisti dovranno timbrare personalmente il libretto di presenza. Già disponibili i pacchetti convenzionati con gli Hotel, a partire da 240 euro per un minimo di tre giorni, e 462 euro per 7 giorni, comprendenti la quota d’iscrizione. Alla manifestazione potranno prendere parte i tesserati ACSI, della Federazione e tutti i tesserati degli Enti di promozione riconosciuti dal CONI in regola con il tesseramento 2016. I non tesserati potranno sottoscrivere la tessera giornaliera ACSI al costo di 10 euro secondo le modalità di riferimento indicate al sito www.acsi.it/Ciclismo.
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STRAROSSINI
Nella Gola
DEL FURLO A cura della Redazione
Il 29 maggio nella provincia di Pesaro-Urbino torna la settima edizione della “Gran Fondo senza tempo” valida, anche quest’anno, come Campionato Italiano di Cicloturismo Acsi
È
nata come “Strarossini”, ma dalla terza edizione è stata ribattezzata romanticamente “La gran Fondo Senza Tempo”. La sua particolarità, che la differenzia dalla maggior parte delle rassegne fondistiche, consiste nell’aver anteposto al puro agonismo il piacere di pedalare insieme e di gustare, metro dopo metro, il paesaggio e le sue eccellenze. Il percorso è disegnato nella provincia di Pesaro-Urbino (Città della Bicicletta) e si dipana tra la costa e la collina, percorrendo gli stessi itinerari selezionati negli ultimi anni dal giro d’Italia: nel 2008 la cronometro Pesaro-Urbino, nel 2009 la tappa PergolaMonte Petrano, nel 2012 la tappa Ravenna-Fano, nel 2013 la cronometro Gabicce Mare-Saltara, nel 2015 la tappa Civitanova Marche-Forlì che, come gli appassionati ricorderanno, è transitata da Pesaro attraversando il Parco San Bartolo. La manifestazione - alla sua settima edizione e in programma il 29 maggio - anche quest’anno è stata scelta dall’ACSI come prova unica valida come Campionato Italiano di Cicloturismo. Si tratta, in sostanza, della festa nazionale del ciclismo ACSI e sarà
aperta a tutti gli Enti aderenti alla consulta (compresi quelli esteri). Nonostante i vari percorsi abbiano il loro incipit in una città di mare, il dislivello complessivo è significativo: fatta eccezione per i primi 10 chilometri, infatti, il tracciato è caratterizzato da un continuo saliscendi, contraddistinto da salite non troppo lunghe e con pendenze non proibitive. La novità di quest’anno è sicuramente nel Percorso Lungo, che arriverà fino alla suggestiva Gola del Furlo nel magnifico entroterra pesarese, nel Comune di Acqualagna che, come sanno tutti i gourmet, è la capitale del Tartufo Bianco. La Gola del Furlo, sede dell’omonima Riserva Naturale, è situata lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui questa antica strada costeggia il fiume Candigliano, affluente del Metauro. Qui - in questo territorio caratterizzato da paesaggi mozzafiato - verrà preparato un ristoro a base di prodotti tipici (tartufo in primis). Tutti e tre i percorsi partiranno anche quest’anno da una splendida location sul lungomare di Pesaro: il Centro Sportivo di Villamarina (www.villamarinapesaro.it),
La Gola del Furlo
dove a partire da sabato sarà allestito il villaggio sportivo. Tre dunque i percorsi disponibili: quello corto di 40,8 km (dislivello 465, altezza massima 176 mlm), adatto ad ogni età e livello di preparazione; il percorso medio di 72,8 km (dislivello 1170, altezza massima 320 mlm), ricco di saliscendi (ad eccezione dei primi 10km); ed il percorso lungo di 135 km (dislivello 1400, altezza massima 370 mlm), in grado di mettere a dura prova anche i migliori scalatori. StraRossini non è solo una gara di ciclismo, ma è anche un’occasione speciale per poter gustare paesaggi stupendi e borghi antichi, come Mombaroccio, Fossombrone (l’antica Forum Sempronii) e molti altri. In particolare, da non perdere gli ultimi 25 chilometri del percorso, con la magìa paesaggistica del Parco Naturale del Monte San Bartolo (www.parcosanbartolo.it) e, nel percorso lungo, la spettacolare Gola del Furlo (www. riservagoladelfurlo.it) passando attraverso l’antica Galleria Romana scavata nella roccia. La rassegna si svolge sotto l’egida di Marche and Bike, che propone viaggi emozionanti nell’entroterra di Pesaro e Urbino (Info 0721 70 00 05 e +39 377 115 30 61).
www.strarossini.it - info@strarossini.it -
Strarossini
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ARGON 18 il Nitrogen diventa Pro
Il telaio ideale
A cura di Roberto Zanetti - Foto in azione di Loris Sciarrabba - Foto statiche di Roberto Zanetti
Il nuovo telaio Nitrogen Pro ha fatto il suo debutto in occasione dell’ultimo Tour de France nelle file del team Continental Bora – Argon 18 ed è proposto, per il 2016, completo del manubrio Aero integrato in carbonio monoscocca. La vera “ciliegina sulla torta” per una specialissima già altamente performante nella versione standard che, come tutti gli Argon 18, sarà distribuito in Italia da Beltrami T.S.A. di Reggio Emilia. IL TEST: Da qualche anno gli Argon 18 sono appuntamento fisso della nostra rubrica “Il telaio ideale”. Infatti, se andiamo a guardare la sequenza dei nostri test, possiamo orgogliosamente dire d’aver dato il via a agli interventi redazionali già dai primi modelli road arrivati in Italia. Abbiamo potuto constatare la crescita del marchio canadese in tutte le sue fasi progettuali; non ci possiamo nemmeno stupire se, oggi, gli Argon 18 sono dei telai ricercati da un utente molto esperto ed esigente, in particolar modo da un raffinato agonista. Ovviamente la Nitrogen Pro provata in questo servizio è una bicicletta che può essere comprata da una vasta gamma di clientela: basta andare da un rivenditore ufficiale Argon 18, scegliere l’allestimento più adatto alle proprie caratteristiche, confermare l’or-
dine e aspettare la consegna. Nulla di più scontato se non fosse che, a nostro parere, un mezzo del genere sarebbe davvero sprecata – oseremmo dire quasi un lusso – per fare solo il giretto domenicale con gli amici annesso di sosta caffè… Il Nitrogen Pro, viste le caratteristiche aerodinamiche e la componentistica di altissima qualità con la quale si presenta (specialmente il modello utilizzato per il test) è una bici nata per correre! Davvero un peccato averlo avuto in dotazione solo una decina di giorni effettivi a gennaio, nel cuore dell’inverno. Una bicicletta così performante - dotata delle nuove ruote Zipp 404 Firestrike full carbon per tubolare e di un assetto molto racing – va spinta al massimo fino in fondo all’acceleratore. Per nostra sfortuna le strade umide cosparse di sale e antighiaccio hanno reso assai difficile sfruttare al meglio il grande potenziale che il
nuovo telaio Nitrogen Pro è in grado di esprimere. Leggerezza (6,5 kg il peso complessivo della bici – poco più di 830 gr il solo telaio privo di forcella; peso minimo attualmente in commercio per un telaio di questo genere con tubazioni Aero), minima resistenza aerodinamica e grande vena sportiva sono le armi vincenti su cui fare affidamento in condizioni normali di allenamento oppure, meglio ancora, durante la corsa. I PLUS DELLA NITROGEN PRO: Alcuni particolari tecnici proposti sulla Nitrogen Pro ci sembrano veramente degni di nota a partire dall’impianto frenante. • Esteticamente molto belli, i freni TRP Argon 18 Braking System anteriori e posteriori hanno – come tutta la linea della bici – il denominatore comune dell’aerodinamicità. Posizionati, rispettivamente, dietro la forcel-
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CARATTERISTICHE TECNICHE:
La Argon 18 Nitrogen Pro
la il primo e in asse con i pendenti il secondo, favoriscono il coefficiente di penetrazione all’aria e vengono così portate ai minimi termini le turbolenze di guida della bicicletta. Ma il vero fiore all’occhiello resta il manubrio Aero integrato. • Costruito in carbonio monoscocca in un unico pezzo (manubrio + attacco) e grazie profilo alare che ne caratterizza la forma , Aero, ha un range di piega molto compatto. In fase di test abbiamo riscontrato quanto sia comodo pedalare con le “mani sotto” (addirittura ancor più che sulla presa dei comandi). Cosa che non sempre – con manubri tradizionali di sezione tondeggiante o di altro tipo – risulta fattibile per molto tempo e, soprattutto, poco confortevole per la postura del ciclista. L’angolo ridotto e la superficie ergonomica dei tubi del manubrio Aero favoriscono questa posizione e permettono alle dita di raggiungere facilmente le leve del cambio e dei freni. Leggero, performante (1.1 watt medi risparmiati - con qualunque angolo di vento - rispetto ad altre pieghe) e, manco a dirlo, aerodinamico (resistenza all’aria ridotta del 30% rispetto ad un manubrio con frontalino a quattro viti), è possibile installarlo in modo universale su tutte le bici con cannotto forcella standardizzato.
DA MIGLIORARE: Sulla Nitrogen Pro (come anche sulla Nitrogen classica) è stato adottato un sistema di cablaggio integrato completamente a scomparsa nel telaio. Se da un lato a giovarne è l’impatto estetico e la “pulizia” delle forme noi, spingendo fuori sella durante il test, abbiamo però riscontrato un fastidioso intralcio delle ginocchia in prossimità del nodo sterzo e una certa limitazione dell’angolo di piega sull’anteriore. Sarebbe sufficiente fare sporgere i fili in modo differente nella parte alta del tubo orizzontale così da rendere più fluida la pedalata in certe situazioni impegnative di guida come - per esempio - nel pieno di una volata ad alta velocità, negli scatti improvvisi o negli allunghi in progressione. IL PRODUTTORE Argon 18 www.argon18bike.com Il Distributore per l’Italia: Beltrami TSA Via Euripide, 7 42124 Reggio Emilia Tel: +39 0522 307803 Fax: +39 0522 703106 E. mail: info@beltramitsa.it Web site: www.beltramitsa.it
•Telaio: carbonio monoscocca nanotecnologico •Cambio: Sram Red 22 - 11V •Deragliatore: a saldare (compatibile con guarnitura compact e corone ovali) •Guarnitura: Sram Red compact 50x34 con pedivelle 172,5 mm – press fit 86 •Catena: Sram Red 22 - 11V •Ruota libera: Sram Red 22 - 11V – 11x28 •Movimento centrale: BB86 •Freni: TRP Argon 18 Braking System anteriori e posteriori •Forcella: in carbonio (peso 366 gr.) •Serie sterzo: FSA #39 (cuscinetto 1 1/8”, 36°/45 °) + 1 ¼” 45°/45 ° . compressor incluso •Piega e attacco: manubrio Aero integrato in carbonio monoscocca •Reggisella: Aero in carbonio ASP 5100 •Sella: Prologo Zero c3 P.A.S. Nack 134 mm - 2016 •Cerchi: Zipp 404 Firestrike full carbon per tubolare •Coperture: Tufo Hi-Composite Carbon 700x23c •Mozzi: Zipp •Taglie: XS (47-50) – S (51-53) – M (54-56) L (57-59) – XL (60-62) •Colori: nero/grigio opaco 2016 •Peso telaio: 833 gr. nella misura M (come bici testata) •Peso bici completa (come in foto): 6,50 kg completa di pedali •Prezzo del solo telaio: 4.900,00 € al pubblico (IVA inclusa) + manubrio Aero integrato in carbonio monoscocca (i freni TRP Argon 18 Braking System anteriori e posteriori sono inclusi nel prezzo). La Nitrogen Pro è disponibile in diverse combinazioni quindi, per le quotazioni dei singoli allestimenti, bisogna rivolgersi ai concessionari Argon 18 o direttamente a Beltrami T.S.A. (distributore esclusivo per l’Italia).
ACCESSORI E MATERIALI UTILIZZATI PER IL TEST: •Casco: Specialized S-Works www.specialized.com •Occhiali: Specialized Tarzo www.specialized.com •Abbigliamento: Gore Bike Wear www.goreapparel.eu •Strumentazione: GPS Garmin 500 www.garmin.it •Pedali: Speedplay mod. Zero www.speedplay.com •Portaborraccia: Race One www.raceone.it
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GRANFONDO STRADUCALE
PEDALANDO TRA DUCHI E CONTESSE Panorama di Urbino
A cura della Redazione
Immutato il fascino, nuovi i tracciati. Urbino, città d’arte che il mondo ci invidia, il prossimo 26 giugno si prepara ad ospitare la 13ª edizione di una manifestazione in cui il “valore aggiunto” è... la cornice
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rima di tutto, per una volta, la cornice, ovvero la splendida Urbino, antica capitale del ducato montefeltresco incastonata sulla cima di due colli, una delle principali mete del turismo artistico mondiale, per la sua storia e per i tanti monumenti e opere d’arte in essa contenuti. In questa città con origini antichissime, dove il ricordo di duchi e contesse è ancora vivo, il 26 giugno - sotto l’egida della Ciclo Ducale - si svolgerà la 13ª edizione della Granfondo Straducale. La rassegna propone subito un’intrigante novità tecnica: si torna infatti al passato, ovvero ai percorsi del 2013: il tracciato lungo di 175 chilometri e 3770 metri di dislivello, che porterà ad affrontare sia il Catria che il Nerone, il medio di 130 chilometri e 2518 metri di dislivello, che avrà il Nerone come ascesa simbolo, e il corto di 73 chilometri e 996 metri di dislivello. Grande novità di quest’anno, inoltre, sarà la doppia partenza da piazza Mercatale: alle ore 8 prenderanno il via sia il lungo che il medio, mentre lo start al corto verrà dato alle ore 8.30. Per il resto, confermati alcuni storici passaggi della Gran Fondo che, dopo i saliscendi delle Capute e la salitella dei Fangacci, affronterà Rocca Leonella. Giunti a Secchiano i granfondisti svolteranno a
sinistra verso Cagli, poi Buonconsiglio per attaccare il Catria, che verrà affrontato dal versante del Mandrale: 11 chilometri e una pendenza media del 7,6%. Questo versante può essere diviso in due parti: i primi sei chilometri, con circa 500 metri di dislivello, che dal bivio di Cà D’Eusepio (punto d’inizio della salita) arrivano fino a Valpiana, e i restanti 5 chilometri, con 340 metri di dislivello, che portano allo scollinamento. I primi tre chilometri presentano pendenze medie attorno al 6,57%, con alcuni punti anche all’8%. Sarà bene, quindi, non strafare e non forzare troppo. Al terzo chilometro inizierà il tratto più duro della Straducale: tre chilometri con pendenza media dell’11,5% e punte che superano il 16-17%, arrivando anche oltre il 20. Si arriverà poi a Valpiana, dove la strada “spiana” per un chilometro abbondante, per poi riprendere a salire fino. Il peggio è ormai passato, anche se vi sono diversi tratti in cui le pendenze tornano al 7,5-8%. Quest’ultima parte non va sottovalutata, perché, sebbene sia più pedalabile della prima, è alto il rischio che lo sforzo rimanga nelle gambe. Dopo lo scollinamento seguirà la discesa verso Chiaserna. Dopo aver affrontato la salita di Palcano, i
ciclisti si troveranno davanti il Nerone, che sarà affrontato dal versante di Pianello: 13,2 chiometri e una pendenza media del 7,7%. E’ una salita molto più regolare rispetto al Catria, ma anche molto esposta al sole e al vento. Se fosse caldo, quindi, converrà fermarsi alla fontana posta a Pianello. Il primo chilometro di salita è molto pedalabile, ma dopo circa 100 metri di discesa inizierà la vera salita: fino alla cima le pendenze saranno sempre costanti (8-8,5%), ma bisognerà guardarsi dalla fatica e dal sole (l’ultimo albero è circa al quinto chilometro) e dal vento, che c’è sempre. Dopo lo scollinamento si tornerà verso Urbino, transitando per Piobbico e poi affrontando la salita di Monte Cagnero e quella finale delle Capute. Dopo Rocca Leonella, il percorso mediofondo a Secchiano (divisione dal lungo) svolterà a destra verso Pianello per affrontare il Nerone e poi tornare sulle stesse strade del tracciato granfondo. Il percorso corto si dividerà invece dagli altri due poco prima di Piobbico, al chilometro 40, per poi tornare verso Urbino, affrontando Monte Cagnero e le Capute. Iscrizioni 35 euro fino alle ore 12 del 24 giugno.
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E-BIKE UN MONDO INTORNO A TE
BENVENUTO “DOPING TECNOLOGICO”
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ino a poche settimane fa il doping tecnologico era il “bosone di Higgs” del ciclismo. Qualcosa di cui tutti ipotizzavano l’esistenza, ma che nessuno era stato in grado di individuare con certezza. Campioni che staccano altri campioni su salite impervie senza nemmeno alzarsi sui pedali, atleti che finiscono a terra e sono costretti ad inseguire la propria bici che non vuole saperne di fermarsi, gare dal ritmo infernale risolte da improvvise accelerazioni di ciclisti che non mostrano alcun segno di fatica. Episodio dopo episodio, prima agli osservatori più attenti, poi a tutta la platea
degli appassionati, non era sfuggito che dietro ad alcune stupefacenti performance potesse esserci qualcosa di anomalo. Proprio per questo la notizia della squalifica della diciannovenne Femke Van den Driessche ai mondiali di ciclocross di Zoelder non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Quando i commissari dell’Uci hanno individuato all’interno del mezzo della belga il cosiddetto “motorino” non hanno fatto altro che svelare al mondo il classico segreto di Pulcinella. La frode di cui è accusata la fiamminga consiste, come noto, nell’installazione all’interno del telaio di un piccolo moto-
re elettrico, leggero e poco ingombrante, che si inserisce sull’elemento centrale dei pedali e consente di sviluppare una potenza fino a 500 Watt per un tempo che può arrivare anche a 120 minuti. Un ausilio sleale che ai profani può sembrare all’avanguardia ma che, secondo gli addetti ai lavori, che dell’argomento parlano malvolentieri, sarebbe superato da tempo. Secondo alcuni, infatti, questo tipo di marchingegno sarebbe sul mercato clandestino già dal 2004 e attualmente nella disponibilità di molti cicloturisti sia per il costo (circa 2000 €) che per la facilità di reperimento. I “Pro” disonesti, invece,
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A cura della Redazione
Il “motorino” usato dalla Van den Driessche ai mondiali di ciclocross apre nuovi scenari sul mercato delle biciclette a pedalata assistita
Femke Van den Driessche - Photo by Bettiniphoto
utilizzerebbero una tecnologia molto più raffinata basata sull’elettromagnetismo, nascondendo all’interno delle ruote ad alto profilo dei kit in grado di aumentare la potenza, telecomandati tramite un impulso bluetooth o addirittura con una programmazione effettuata a priori sul cardiofrequenzimetro. Quello che oggi rappresenta un imbroglio però potrebbe diventare il futuro della ebike. Secondo gli analisti di Bosch, l’azienda tedesca leader nella produzione di motori elettrici, entro il 2023 un terzo delle bici vendute nel vecchio continente sarà
a pedalata assistita e l’utilizzo di questi meccanismi truffaldini potrebbe aiutare a risolvere i problemi di durata e ingombro degli attuali propulsori. Altra ipotesi di lavoro è la realizzazione di mini-motori a idrogeno. La tecnologia delle celle a combustibile è stata utilizzata da diversi produttori negli ultimi anni per realizzare mezzi sperimentali, ora sembra arrivato il momento tanto atteso in cui si passerà dai prototipi alla produzione di serie. La joint-venture fra Cannondale e Pragma Industries infatti dovrebbe mettere due modelli sul mercato entro fine anno, prezzo intorno ai 2300€, in grado
di percorrere fino a 100 chilometri e con tempi di rifornimento estremamente rapidi: cinque minuti circa, contro le 3/4 ore della ricarica di una e-bike. Un prodotto interessante per costi e caratteristiche tecniche, ma che ha il suo tallone d’Achille nella rete di distribuzione del combustibile, ancora assolutamente insufficiente per garantirne un utilizzo diffuso. Dubbi, non suffragati da prove certe, sul fatto che alcuni “campioni” dovessero questo appellativo non alle loro capacità, ma ad artifici tecnologici celati all’interno delle biciclette, i cosiddetti “motorini”.
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La ciclabile fiancheggia la Rocca Possente di Stellata Simbolo di Bondeno
Pedalando nel Delta del Po A cura di Gianluca Comandini
Nel regno del birdwatching e del turismo slow, tra Comacchio e Ferrara, negli antichi terreni della Signoria degli Estensi, una lunga pista ciclabile disegnata dalla natura
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na foce non è mai un territorio banale. L’intreccio secolare fra terra e acqua, fiume e mare, l’inconsueto e - per certi aspetti - ineluttabile incontro fra paesaggi così diversi crea un affresco suggestivo, come una tela disegnata dai colpi di pennello di un artista naif.
Sul piano naturalistico, il delta del Po - recentemente designato dall’Unesco “Riserva di Biosfera” - è un luogo unico al mondo. E’ qui che gli uccelli migratori trovano ristoro dai lunghi viaggi. E’ qui che le anguille, dopo essere scampate ai predatori dell’oceano, come attirate da una forza mistica, tornano per compiere il loro ciclo vitale.
In questo luogo sospeso fra gli elementi, l’asprezza della natura del territorio si amalgama alla cultura, in un binomio inscindibile che lascia il visitatore dolcemente ammaliato. La vera bellezza, si sa, non è “cibo da fast food”; va assaporata lentamente, lasciando che ogni “boccone” riempia gli occhi e
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le valli del delta del Po
il cuore. Per non perdersi nulla di questi panorami mozzafiato, il mezzo migliore per visitare il reticolo di sentieri incastonati nel Parco del Delta resta la bicicletta. Un viaggio ideale può partire dalle bellezze rinascimentali del centro storico di Ferrara e dirigersi poi verso Argenta, lungo i 40 chilometri del Po di Primaro, attraversando una campagna in cui è ben visibile il lavoro primordiale degli uomini che l’hanno strappata alla palude, fino a raggiungere le oasi verdi e le lagune in cui molte specie animali trovano il loro habitat naturale. Il Ponte dei Trepponti è certamente il monumento più noto e suggestivo di Comacchio e, dopo averlo ammirato come merita, si può imboccare l’itinerario circolare (adatto anche a famiglie con bambini) che, attraverso Lido di Spina e Lido degli Estensi, raggiunge l’abitato di Porto Garibaldi, prima di chiudere idealmente l’anello - dopo 30 chilometri sui pedali - nella città famosa per le anguille. Oppure si può salire in sella all’ombra dell’imponente Castello Estense della Mesola e proseguire attraverso il Gran Bosco, nella speranza di avvistare i numerosi daini
e cervi che hanno fatto di questa foresta la loro “tana”, per poi costeggiare il Po di Volano fin dove le acque dolci si mescolano a quelle dell’Adriatico. I cicloturisti esperti invece hanno nella “Destra Po” la loro via maestra. I 125 chilometri da Stellata a Gorino Ferrarese sono la pista ciclabile più lunga d’Italia e fanno parte della “Mediterranean Route”, l’itinerario europeo che va dalla spagnola Cadice ad Atene. Lungo il tragitto sono numerose le attrattive che premiano la fatica dei turisti/atleti: i pioppeti si aprono lasciando posto a piccoli borghi affascinanti, le Rocche costruite dalla dinastia Estense dominano una pianura che è tutt’altro che piatta nella sua continua
diversità e il tutto è scandito dal lento incedere del grande fiume. Non stupisce affatto perciò che molti scelgano di dividere in tappe il percorso, pernottando nei numerosi agriturismi della zona che permettono di assaporare le specialità della cucina ferrarese e alternando alla ciclovia escursioni in battello per scoprire il territorio anche da una prospettiva diversa. Per questo il Parco del Delta è una meta cicloturistica ideale sia per le famiglie che per chi viaggia in solitaria: perché qualunque sia il percorso scelto - dietro a un canneto o sull’altra sponda del fiume - ci sarà sempre una sorpresa ad attendervi.
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GRAN FONDO VIA DEL SALE
IL NOSTRO FIORE ALL’OCCHIELLO
A cura della Redazione
Il presidente dell’Acsi Borgna: “Evento speciale e Claudio Fantini è un precursore”
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l presidente dell’Acsi, l’avvocato Emiliano Borgna, l’ha definita “il nostro fiore all’occhiello”. Ed in effetti, numeri alla mano, la Gran Fondo “Selle Italia” Via del Sale rappresenta uno degli eventi italiani più importanti per la sezione Acsi Ciclismo. La manifestazione, che si svolge sotto l’egida di ACSI Ciclismo, è valevole per molti circuiti, tra i quali Zero Wind Show – il circuito che premia la passione ed il Campionato Nazionale ACSI, l’ente di promozione sportiva e sociale capace di regalare agli appassionati cicloamatori oltre 1500 eventi in tutta Italia, dalle sfide più curiose e stimolanti alle più consolidate, come nel caso della granfondo romagnola del prossimo 3 aprile. Queste le parole del responsabile nazionale di ACSI Ciclismo Emiliano Borgna al
riguardo: “La Granfondo Selle Italia è la manifestazione ciclistica più partecipata che abbiamo. Al timone c’è un pioniere, quel Claudio Fantini che vent’anni fa s’inventò il Pasta Party, dal quale tutte le altre gare presero esempio in futuro, organizzatore e proprietario di Sportur, una struttura ricettiva legata a 360 gradi al mondo dello sport nella costa romagnola. L’area expo della Granfondo Selle Italia Via del Sale è straordinaria ed è molto di più di un villaggio espositivo. Saranno tre giorni di puro divertimento, celebrati venerdì in occasione dei festeggiamenti per il ventennale della gara e non posso che invitare tutti i cicloamatori ad iscriversi e a celebrare assieme a noi questo prestigioso anniversario”. Con ACSI Ciclismo si ha la possibilità di pedalare in assoluta serenità, liberi da qualsiasi tipo di “ansia da prestazione”.
ACSI garantisce una realizzazione in sicurezza delle competizioni cui lega la propria partnership, ed una garanzia di successo delle stesse abbinata agli emozionanti palcoscenici in cui si svolgono i contest agonistici. Migliaia di organizzatori hanno deciso di “fidelizzarsi”, legando le rispettive società di riferimento al mondo ACSI, spinti dalle vantaggiose coperture assicurative e dalle condizioni contrattuali senza termini di paragone. Un ente che si avvia a ripetere gli strepitosi numeri che hanno contraddistinto l’annata 2015, raggruppando circa 45000 affiliati e 1800 società, arricchendo costantemente e settimanalmente il programma di eventi per gli appassionati e garantendosi un posto in prima fila negli ambiti agonistico, amatoriale, formativo e ricreativo.
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DIVINNOSIOLA TRAIL RUNNING
Un brindisi alla
VALLE DEI
LAGHI
Foto archivio APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi
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l calendario italiano delle corse podistiche sulla lunga distanza si arricchisce di un nuovo appuntamento, che verrà lanciato domenica 24 aprile. La corsa si chiama «DiVinNosiola Trail Running» e porterà i concorrenti a misurarsi con tre diversi tracciati, pensati per livelli differenti di prestazione, disegnati in Valle dei Laghi, un’area del Trentino collocata a metà strada fra la Valle dell’Adige e il Lago di Garda, connotata da un clima mite, da coltivazioni di pregio, da bacini e corsi d’acqua e da un paesaggio molto vario, che combina gli elementi tipici dell’ambiente alpino con quelli più affini ad una natura mediterranea. Non è un caso che per questa nuova competizione sia stato scelto il periodo pasquale e, in particolare, la concomitanza con il festival del pregiato vino bianco locale, la Nosiola, al cui vitigno
è dedicata la settima edizione di «DiVinNosiola» e la gara che le è stata affiancata. L’organizzazione della corsa è affidata all’Asd Charly Gaul Internazionale, in collaborazione con l’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, il Gruppo Sportivo Fraveggio, già noto per aver lanciato la Tourlaghi, una gara a tappe che interessa lo stesso territorio, e l’Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino D.O.C., dato che i concorrenti transiteranno nelle zone vocate alla coltivazione di quest’uva molto pregiata, con la quale si producono anche il Vino Santo e la Grappa. I concorrenti potranno scegliere tra due differenti percorsi, il Trail Running di 35 km (990 metri di dislivello) e lo Short Trail Running di 21 km (730 metri di dislivello), senza dimenticare la possibilità per i non agonisti di partecipare alla passeggiata lu-
dico motoria guidata con accompagnatore di territorio in tecnica Nordic Walking (9 km). Le gare partiranno (alle ore 9,30 del 24 aprile) e si concluderanno a Vezzano, con passaggi a Castel Madruzzo, Lasino, località Trebi, Pergolese, Padergnone e Santa Massenza e saranno in regime di semiautosufficienza idrica e alimentare. Lungo il percorso verranno allestiti dei punti di ristoro con relativi punti di chiamata soccorso e assistenza medica. Va ricordato che i concorrenti saranno chiamati a rispettare il codice etico riportato nel regolamento della manifestazione. Le iscrizioni chiuderanno venerdì 22 aprile (o al raggiungimento del numero massimo di 500 partecipanti) e, per la gara Trail e Short Trail, hanno un costo di 20 euro fino al 4 aprile, quota che salirà a 30 euro dal 5 al 22 aprile. Essa è comprensiva di pacco-
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A cura della Redazione
Sotto l’egida dell’Asd Charly Gaul a Pasqua, in uno scorcio meraviglioso del Trentino, nasce un nuovo appuntamento podistico che abbina sport ed enologia. La direttrice dell’APT Elda Verones: “Eventi sportivi sempre più strategici nella promozione del nostro territorio”
gara con prodotti del Trentino, pettorale, ristoro all’arrivo e rifornimenti lungo il percorso, assistenza medica e buono pasta party. Il modulo si compila ed invia attraverso il sito www.discovertrento.it/divinnosiola-trail-running. A fine gara, verranno premiati i primi cinque classificati della generale maschile e femminile, quindi i primi tre master A (anni dal 1967 al 1998), master B (anni dal 1957 al 1966) e master C (anni 1956 e precedenti), maschili e femminili. «È indubbio – spiega la direttrice dell’APT di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi Elda Verones – che gli eventi sportivi risultano strategici nella promozione del nostro territorio, garantendo importanti ritorni turistici. Lo abbiamo constatato con gli altri appuntamenti che proponiamo, come la Viote Monte Bondone Nordic Ski Marathon, la Leggendaria Charly Gaul UCI
Gran Fondo World Series, La Moserissima - La Ciclostorica di Trento e FIS Rollerski Trento Monte Bondone World Cup. L’idea di abbinare una specialità di moda come il trail ad una manifestazione enologica ritengo possa darci grandi soddisfazioni, anche perché proposto in un periodo a cavallo fra inverno e primavera, solitamente avaro di presenze turistiche». Per quanto riguarda la rassegna enogastromica “DiVinNosiola, quando il vino si fa santo”, l’evento enogastronomico nel cui contesto si inserisce questa gara, essa è nata per valorizzare un prodotto legato indissolublmente alla Valle dei Laghi e alla sua tradizione contadina. Il festival si propone per la settima volta in Valle dei Laghi e a Trento, dal 20 marzo al 25 aprile, tenendosi a braccetto con la 22ª edizione della Mostra del vino Nosiola Trentino, del Tren-
tino Doc Vino Santo, delle grappe di Nosiola e di vinaccia di Trentino Doc Vino Santo, abbinata all’esposizione orafa. Oltre a queste proposte il cartellone propone molte altre occasioni di svago, che valorizzano un terra, a cavallo fra la Valle dell’Adige e il Lago di Garda, come il trekking, oppure il rito della spremitura delle uve appassite (entrambi proposti il 20 marzo), le visite alle cantine e le proposte gastronomiche dei ristoranti. Gli atleti potranno approfittare dei pacchetti vacanza confezionati dall’Apt per godersi anche le altre opportunità offerte da questa grande festa e per rilassarsi dopo le fatiche. Info e prenotazioni Tel: 0461 216000 www.discovervalledeilaghi.it info@discovervalledeilaghi.it
98 A cura della Redazione
Lo spezzino trionfa in Liguria dopo una fuga solitaria di 80 chilometri
GRANFONDO INTERNAZIONALE LAIGUEGLIA
NEL SEGNO DI
RICCIARDI Alessio Ricciardi vincitore della Granfondo Internazionale Laigueglia
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avvio di stagione per il calendario delle granfondo parte all’insegna di Alessio Ricciardi, portacolori del team Dal ColleLegend-Miche. Una settimana dopo il suo ultimo acuto in terra toscana, lo spezzino ha aggiunto un altro oro al suo palmares, giungendo solitario al traguardo della Granfondo Internazionale Laigueglia. Un’impresa che i cronisti avrebbero definito “d’altri tempi”, visto che Ricciardi ha tagliato il traguardo posto in cima a Colla Micheri dopo oltre 80 chilometri di fuga solitaria. Al di là del risultato tecnico, va in archivio un’altra fortunata edizione per la manifestazione laiguegliese dopo il rinvio causato dal maltempo. La corsa si è svolta infatti in una giornata primaverile. Non sono certo mancate le adesioni per la prima prova del Prestigio di Cicloturismo, che ha richiamato in Liguria quasi tutti i 3000 ciclisti iscritti. Il cambio di data, purtroppo, ha generato alcune defezioni, ma nelle griglie di partenza si sono presentati ben 2700 amanti della bicicletta. La festa è iniziata già il sabato con l’apertura del vasto villaggio espositivo che ogni anno vede le migliori aziende di settore fare a gara per accaparrarsi un posto. Domenica mattina, alle 8.00 in punto, è stato dato l’accesso alle griglie poste sul lungomare e, un’ora dopo, l’assessore del Comune di Laigueglia, Lino Bersani, ha dato il via alla manifestazione. La corsa parte subito forte
fin dalle prime battute con numerosi tentativi di fuga. Passano una quindicina di chilometri e, quando ne mancano 83 all’arrivo, lo spezzino Alessio Ricciardi apre il gas e lancia la sua azione.Nelle retrovie i compagni di squadra controllano gli avversari, così il gruppo sonnecchia e lo spezzino guadagna sempre più terreno tanto che, all’attacco del Paravenna, il penultimo sforzo di giornata, il distacco sale oltre i 3’30”. Dal gruppo degli inseguitori si staccano il veneziano Igor Zanetti (Cannondale-Gobbi-Fsa), il materano Tommaso Elettrico (Miche-Mg.K Vis-LegendLgl) e il toscano Fabio Cini, che si lanciano all’inseguimento del fuggitivo. Il forcing di Zanetti non dà origine però ad una collaborazione di gruppo, lasciando così Ricciardi involarsi solitario verso l’arrivo posto in cima a Colla Micheri, dove giunge a mani alzate dopo 2ore 38’ . Si deve attendere un minuto e mezzo per vedersi stagliare la figura di Zanetti e poco dopo la volata per il terzo posto tra Elettrico e Cini che piazza il lucano sul podio. Senza storia la vittoria femminile dove una potentissima Simona Parente (Somec-Mg.K Vis-Lgl) sbaraglia la concorrenza giungendo al traguardo con soli 8’ di ritardo su Ricciardi. Secondo posto in solitaria per la bergamasca Manuela Sonzogni (Team Isolmant). Volata per il terzo posto tra la marchigiana Barbara Lancioni, compagna della Parente, e la cuneese Erica Magnaldi (Team De Rosa Santini), a favore della prima.
Tra le società dominio della trevigiana Team Gf Pinarello che relega al secondo posto la modenese GS Sportissimo Top Level e al terzo la torinese Jolly Europrestige. “Sono contento che il sole ci abbia tenuto compagnia - confessa Vittorio Mevio, organizzatore del GS Alpi - e che abbia regalato ai quasi 3000 partecipanti una splendida giornata di sport e di festa”.
CLASSIFICA MASCHILE 1. Alessio Ricciardi (Dal Colle-Legend-Miche); 2:38:28 2. Igor Zanetti (Cannondale-Gobbi-Fsa); 2:39:58 3.Tommaso Elettrico (Miche-Mg.K Vis-Legend-Lgl); 2:41:47 CLASSIFICA FEMMINILE 1. Simona Parente (Somec-Mg.K Vis-Lgl); 2:47:16 2. Manuela Sonzogni (Asd Team Isolmant); 2:50:50 3. Barbara Lancioni (Somec-Mg.K Vis-Lgl); 2:51:01 CLASSIFICA SOCIETA’ 1. Team Gf Pinarello (52 pt) 2. GS Sportissimo Top Level (42 pt) 3. Jolly Europrestige (41 pt)
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MTB
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TRENTINO MTB
IL TEMPO
DELLE MELE A cura della Redazione
Taglio del nastro l’8 maggio con la “ValdiNon Bike” La partenza della ValdiNon Bike 2015
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uando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando ti sembra che non ci sia più speranza, monta sulla bicicletta e pedala senza pensare a nient’altro che alla strada che percorri”, disse Sir Arthur Conan Doyle, l’inventore del celeberrimo personaggio di Sherlock Holmes. È con queste premesse che si aprirà la stagione di Trentino MTB 2016, all’insegna della scoperta, della sfida alla monotonia,
della ricerca interiore e della bellezza dei paesaggi circostanti, tutto questo e molto altro è il circuito che accomuna alcune fra le più emozionanti ed avvincenti competizioni di mountain bike. Sei tappe in Trentino così sviluppate: 8 maggio all’insegna della “ValdiNon Bike” nella vallata omonima, il 12 giugno la “100 Km dei Forti” sull’Alpe Cimbra, il 26 giugno la “Dolomitica Brenta Bike” a Pinzolo, il 7 agosto “La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme”, il 28 agosto la “Val di Sole Marathon” e il 2 ottobre la “3TBIKE” in Valsugana. Già
disponibile la possibilità d’iscriversi alle gare, sia attraverso l’iscrizione singola che cumulativa; quest’ultima vantaggiosa proposta permetterà di partecipare a tutti e sei gli appuntamenti al costo di 140 euro anziché 168 euro, oppure, competendo in cinque delle sei manifestazioni, si potrà versare la cifra di 120 euro anziché 140 euro. Alle squadre verrà garantita l’“Offerta Speciale Team” 3x2, la quale concederà ad un concorrente ogni tre d’iscriversi gratuitamente per team composti da sette a dodici atleti, mentre l’offerta
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Atleti impegnati alla Vecia Ferovia dela Val de Fiemme 2015
speciale “2x1” garantirà un’iscrizione gratuita ogni due per squadre composte da tredici o più atleti. La tappa d’apertura di Trentino MTB 2016 sarà sugli sterrati di Cavareno con la ValdiNon Bike, terra agricola di meleti e frutteti che ha dato i natali al campione su strada Maurizio Fondriest, capace di agguantare il titolo di campione del mondo in linea nel 1988 e di vincere la Milano-Sanremo nel 1993. L’itinerario di gara sarà costituito da 43 km e 1.220 metri di dislivello di puro divertimento, lungo un percorso cre-
ato appositamente per smaltire la “ruggine” invernale. Per essere fra i competitors singoli della gara organizzata da ValdiNon SportGestion basterà compilare il modulo presente sul sito www.valdinonbike. com ed inviarlo via fax al n. 0376-340915 (o 0463-850063) o via e-mail ad info@ valdinonbike.com o sportbarcavareno@ gmail.com. Seconda sfida con la 100 Km dei Forti di Lavarone, Folgaria e Luserna, in poche parole l’Alpe Cimbra, una montagna “dolce”, capace di soddisfare le esigenze dei fondisti d’inverno e dei bikers per tutto il resto dell’anno, grazie ad un’invidiabile varietà d’itinerari, in zone ove la storia è scritta nelle antiche pietre e nelle possenti fortezze di cemento ed acciaio, suggestivi scenari di passaggio per i prodi del pedale. Terzo appuntamento con la Dolomitica Brenta Bike di Pinzolo e Madonna di Campiglio, con la gran parte dei tracciati a quota over 2000 metri. Discese adrenaliniche e scalate degne dei migliori alpinisti saranno l’anima e l’essenza di una delle
sfide più avvincenti dell’intero circuito. Nel quarto contest si sentirà nuovamente sbuffare il trenino de La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme, una cavalcata là dove un tempo correva una locomotiva nel cuore della valle trentina, che nel frattempo avrà tolto i panni di “culla dello sci nordico” ed indossato quelli di “paradiso dei bikers”. Quinta contesa in Val di Sole per la Val di Sole Marathon, protagonista con una doppia soluzione di percorsi immersi nel Parco Naturale Adamello Brenta, ed il paese di Malé a fare da scenario d’apertura e chiusura della manifestazione. Sesto contest la 3TBIKE di Telve, Telve di Sopra, Torcegno e Carzano, paesaggi pennellati al cospetto degli artisti delle ruote grasse, fra i laghi incastonati nel verde e le montagne ricche di fitti boschi e prati; la catena del Lagorai è un vero e proprio spettacolo da affrontare in sella ad una mountain bike, ancor di più se si tratta dell’ultima competizione di Trentino MTB, e se porta in dote gli indispensabili punti che decreteranno il re e la regina dell’annata 2016. Info: www.trentinomtb.com
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SELLE SMP FOCUS SULLE AZIENDE
UNA STORIA
ITALIANA A cura della Redazione
Martino Schiavon, negli anni della Ricostruzione, creò in una soffitta nel centro di Padova un piccolo laboratorio artigianale per cucire selle per biciclette. Dopo 70 anni, quell’idea pionieristica è diventata impresa ed oggi un fiore all’occhiello del Made in Italy
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a storia di Selle SMP è prima di tutto una tipica storia italiana, una storia di successi nata dall’idea pionieristica di un giovane artigiano che, passo dopo passo, negli anni della Ricostruzione, è diventata impresa, tramutandosi oggi in un campionario di prodotti vincenti che vengono esportati in tutto il mondo. Come tante grandi idee, anche questa storia germoglia tra le macerie fumanti della guerra. Sono trascorsi appena due anni dalla Liberazione e l’Italia si sta risollevando dalle ferite del secondo conflitto mondiale. Uno dei segnali della ripresa è il ritorno alle corse dei campioni del pedale, costretti negli anni della guerra al riposo forzato. E’ in questo contesto che un giovanissimo Martino Schiavon mette in piedi un piccolo laboratorio in una soffitta del centro storico di Padova in cui inizia a costruire selle per biciclette. Schiavon è caparbio e lavoratore e in pochi anni quel piccolo sgabuzzino diventa una vera e propria azienda che cresce. Malgrado l’impronta artigianale, Martino capisce subito dove va il mercato: per restare competitivi bisogna puntare sulla ricerca e sul continuo miglioramento del prodotto. Così, si dà l’obiettivo più ambizioso: diventare un leader mondiale del settore. Seguono decenni di grandi soddisfazioni, in cui il brand si afferma sul mercato mondiale, diventando - nel mondo della bicicletta - uno dei simboli più fulgidi del made in Italy. Poi arriva il nuovo millennio, anni difficili in cui la concorrenza asiatica -basata sul basso costo della manodopera - inquina il mercato esistente. I produttori asiatici, con le loro maxi-produzioni in scala, riescono a lavorare con prezzi bassissimi, impossibili da mantenere per chi - come SMP - alla qualità, per principio, non ci vuole rinunciare. Ma l’azienda non tradisce la filosofia che l’ha portata al successo. Mentre gli altri costruttori italiani delocalizzano la produzione in paesi con minori costi del lavoro, la famiglia Schiavon punta sul mantenimento del know how accumulato dalle proprie maestranze venete nel corso degli anni e, invece di scegliere la facile strada dell’est Europa, tiene fermo il timone sulla rotta dell’innovazione e dell’alta qualità. Perseguendo questi obiettivi nel 2004 nasce “Pro”, la prima sella della serie SMP4BIKE, un prodotto che si rivela assolutamente rivoluzionario per le sue caratteristiche di ergonomicità. “Designed on your body” è lo slogan che caratterizza questa linea di prodotti di altissi-
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ma fascia. Dietro queste semplici parole c’è tutto l’impegno che l’azienda veneta riversa nel lavoro di ricerca sui materiali, negli studi antropometrici e anche sull’affinamento estetico. L’utilizzo del carbonio rende i prodotti della serie SMP4BIKE, la cui unicità è protetta da ben quattro brevetti depositati a livello mondiale, sorprendentemente confortevoli (nonostante l’accentuata rigidità della fibra di carbonio) e molto apprezzati da diverse categorie di consumatori. Dal professionista all’amatore, dalla bici da corsa alla city bike sono innumerevoli gli utilizzi in cui il prodotto top level dei costruttori padovani si rivela una scelta vincente. Nonostante siano passati quasi settant’anni dalle prime selle cucite a mano dal fondatore, la cura per i dettagli che da sempre distingue la casa padovana non ha subito flessioni con l’ingrandirsi dell’azienda. Proprio questa peculiarità l’ha portata a coprire con i suoi articoli tutte le fasce di mercato, tanto che oggi ben il 75% delle selle che escono dai magazzini veneti finiscono sul mercato globale. Fino a qualche anno fa Selle SMP aveva un solo insediamento produttivo, quello che è tuttora la sede principale di Casalserugo. In seguito sono stati creati – sempre rigorosamente in Veneto -ulteriori laboratori in cui vengono effettuate specifiche fasi della produzione. E’ proprio in questo settore che la sapienza accumulata in tanti anni di esperienza dalla famiglia Schiavon garantisce i suoi frutti migliori. La stampa delle materie plastiche a iniezione e dei poliuretani integrali per colata non hanno segreti per i tecnici padovani che seguono con scrupolo artigianale il rigido disciplinare voluto dalla dirigenza che prevede l’utilizzo di materiali di prima scelta, una puntuale verifica delle norme internazionali di sicurezza e una forte attenzione per l’ecocompatibilità di tutto il processo produttivo. Questa storia di successi nata a metà del secolo scorso, oggi continua grazie a Franco e Maurizio, i figli del “patron” Martino scomparso nel 2006. Una storia che spesso affiora direttamente sui campi di gara. Selle SMP infatti ha creato all’interno del suo staff aziendale un’apposita task force che porta i propri prodotti direttamente nelle aree tecniche delle maggiori manifestazioni ciclistiche (la prima presenza al Giro d’Italia e Tour de France risale al 2010) per dare la possibilità ai ciclisti di toccare con mano quello che rende così speciali le selle del leggendario marchio padovano.
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Tour de San Luis 2016 - Photo by Bettiniphoto
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RALLY DI ROMAGNA
HERA PEDALA CON L’AMBIENTE
A cura della Redazione
L’azienda di servizi pubblici sarà presente con un suo stand alla rassegna di Riolo Terme: “Il ciclismo è il vero simbolo della sostenibilità ambientale” La sede di Hera a Bologna
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roseguono a gonfie vele le iscrizioni al Rally di Romagna “Gyproc Saint Gobain”, la rassegna di mountain bike in programma dall’1 al 5 giugno 2016 a Riolo Terme. Anche alla prossima edizione parteciperanno i grandi interpreti della specialità, anche se l’elemento agonistico - come hanno sempre ribadito gli organizzatori del Romagna Bike Grandi Eventi - non dev’essere considerato prioritario: “Il livello tecnico della corsa - spiega il presidente Stefano Quarneti - negli ultimi anni si è sensibilmente alzato e, dunque, anche per questa edizione vedremo uno spettacolo entusiasmante. Ma noi, che pure siamo grandi appassionati di bicicletta, vogliamo promuovere in primis un territorio, valorizzandone i tesori e le sue bellezze naturalistiche. Riolo Terme e tutta la Vena del Gesso sono luoghi che vanno difesi e preservati, per questo le politiche della eco-sostenibilità sono, e saranno sempre, concetti cardine del nostro progetto sportivo”. Così si spiega, nell’evento romagnolo, la presenza di Hera, la multi-utility sempre sensibile ai temi ecologici che ha scelto proprio il Rally di Romagna per diffondere i suoi messaggi sul risparmio e sulla tutela dell’eco-sistema. Sostenibilità, del resto, è un concetto che i ciclisti conoscono molto bene perché si muovono con un mezzo di trasporto che
come carburante utilizza “fatica e sudore”, tutti ingredienti a basso impatto. A cui se ne aggiunge un altro imprescindibile, l’impegno, che contraddistingue anche l’attività del Gruppo Hera, azienda di servizi pubblici con sede direzionale a Bologna, attiva principalmente in Emilia-Romagna, nel NordEst e nelle Marche. Acqua, gas, energia elettrica e rifiuti sono le filiere in cui si sviluppa la sua attività, con una forte attenzione - come detto - agli aspetti di sostenibilità. “Hera ha origine da ex aziende municipalizzate dalle quali ha ereditato il radicamento nel territorio – ci dice Giuseppe Gagliano, Direttore delle Relazioni Esterne -. Vogliamo che la sostenibilità ricopra un ruolo centrale nella nostra azienda perché crediamo che rappresenti un importante strumento per l’aumento della competitività e un elemento chiave per uno sviluppo sostenibile del territorio di riferimento”. Ci può fare qualche esempio per rendere tangibile questo fattore all’interno di un’azienda? “Visto il focus della rivista, posso citare alcune iniziative che Hera sta portando avanti per incentivare l’utilizzo della bicicletta e contribuire a diffondere buone pratiche di mobilità sostenibile. Ad esempio, a Bologna abbiamo reso disponibili ai dipendenti 3 biciclette a pedalata assistita con la possibilità di utilizzarle anche in pausa pranzo o fuori dagli orari di lavoro. Le biciclette sono
collocate sotto ad una tettoia fotovoltaica che consente anche di ricaricarle. In alcune sedi sono previsti contributi destinati all’acquisto di una nuova bici o alla sua manutenzione, a favore dei dipendenti che vengono al lavoro con questo mezzo, limitando l’utilizzo dell’automobile a 5 giornate al mese. Per facilitare l’utilizzo di mezzi pubblici, per chi ha sede di lavoro a Bologna Hera partecipa all’acquisto dell’abbonamento annuale dell’autobus e del treno e nel 2015 in questo modo ne sono stati concessi 150”. Nell’ambito della mobilità sostenibile si sta parlando sempre più spesso anche di quella elettrica... “Per avere una mobilità elettrica diffusa la strada da fare è ancora lunga ma noi stiamo cercando di dare il nostro contributo. Nei comuni dell’Emilia-Romagna dove siamo distributori dell’energia elettrica (in primis Modena e Imola) abbiamo installato più di 20 colonnine di ricarica per i mezzi elettrici, oltre ad avere sviluppato un’offerta commerciale ad hoc per chi le utilizza. Tra l’altro Hera ha promosso anche il concorso Electric Road, dando la possibilità a 12 dei suoi clienti di avere in utilizzo per 3 mesi gratuitamente un’auto elettrica. Complessivamente questi ecopiloti hanno percorso oltre 38mila km evitando l’emissione di circa 9 tonnellate di CO2 e risparmiando 4.000 euro di benzina”.
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MTB Riolo Terme 01- 05 Giugno 2016
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LA GESTIONE FISICA DELL’ATLETA
PARTE 2
la frattura del A cura di Bruno Filippi
Come riconoscerla, come curarla, quando intervenire con protesi, placche e fissatori
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a cura di tali fratture avviene, nella più alta percentuale dei casi, con l’intervento chirurgico, attraverso il quale si riallineano i frammenti ossei. Il tipo di approccio e la scelta dei mezzi di sintesi dipendono ovviamente dalla complessità della frattura. Riassumo schematicamente le modalità con più alta incidenza: CHIODO ENDOMIDOLLARE è praticamente uno stelo metallico che viene inserito all’interno del canale endomidollare dell’osso per stabilizzarne la corretta posizione e fissato con viti. Tale approccio consente un ritorno al carico progressivo con iniziale utilizzo di stampelle, che danno la possibilità di un carico sfiorato precoce. PROTESI D’ANCA Quando la frattura inte-
ressa il femore dal collo in su sovente vengono lesionate anche le arterie che irrorano la testa femorale, con conseguente alto rischio di necrosi (morte cellulare). Per questo motivo nella più alta percentuale dei casi, anche se il paziente è giovane, si opta per l’utilizzo dell’endoprotesi, che consiste nella sostituzione della sola testa femorale con elemento protesico, oppure dell’artroprotesi, che prevede la componente femorale ed anche quella acetabolare (concavità che ospita la testa del femore). Le protesi, però, favoriscono un percorso di recupero abbastanza rapido rispetto ad altri tipi di gestione chirurgica. PLACCHE E VITI: Quando l’ortopedico chirurgo ritiene che non ci siano rischi vascolari e decide di salvare la parte alta femorale
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Endoprotesi
Chi è Bruno Filippi Romagnolo di Rocca San Casciano in provincia di Forli, matura la sua esperienza di fisioterapista alla corte del dott. Costa nell’equipe della Clinica Mobile. Numerose sono le esperienze professionali svolte al fianco di atleti in numerosi sport attualmente è il fisioterapista della squadra di ciclismo AG2R la Mondiale. Oggi svolge la sua attività di professionista presso il suo studio a Rocca San Casciano (Fc).
correggendo la frattura con questo tipo di sintesi. In tal caso, però, i tempi di recupero sono molto lunghi in quanto il carico viene concesso solo quando il consolidamento della frattura è sufficientemente sicuro. FISSATORE ESTERNO: Viene utilizzato nel caso in cui ci si trovi di fronte a frattu-
Artroprotesi
re particolarmente complesse con perdita di materiale osseo, in quanto il fissatore, facendo da impalcatura, permette la ricrescita dell’elemento mancante. Tale tecnica prevede una tempistica di recupero molto lenta.
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IN CASO DI BISOGNO...C’È
XERPA A cura della Redazione
Con la bella stagione si torna in sella. Ma non dimenticate il kit “sos forature”
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rriva la bella stagione e, dopo il letargo invernale, è ora di riprendere dal garage la bicicletta. Una spolverata al telaio, una stretta ai freni ed ecco che si riparte, ognuno con i suoi obiettivi e con i suoi traguardi. Per i perfezionisti, gli amanti dell’innovazione, ma anche per chi ama pedalare in totale sicurezza, i prodotti Xerpa - il sistema integrato porta oggetti “Sos forature” - tornano ad essere fedeli alleati delle escursioni sui pedali. A completare la ricca gamma dei prodotti, c’è il sotto-sella leggero e invisibile agli occhi, il porta borraccia completo di camera d’aria, il tappo da manubrio che contiene un erogatore leggerissimo ed il porta borraccia del triatleta con camera d’aria e bombole. Un ricchissimo campionario di prodotti creati dall’azienda Otto Srl di Formigine per venire incontro alle specifiche esigenze dei ciclisti in un’ottica di comfort. Tutti articoli nati e perfezionati con la logica del “working in progress” per arrivare - dopo test e collaudi professionali - alla creazione del
prodotto perfetto. E allora riparte la caccia a Xerpa XP1, il sotto sella minimale contenente il materiale di gonfiaggio, il porta borraccia singolo XP3 (in versione termoplastica e “carboned”), una luce posteriore integrabile con il sotto sella, un kit dedicato al triathlon, un altro dedicato ai ciclisti “tubeless” e altri prodotti componibili per avere sempre a portata di mano gli attrezzi necessari in caso di foratura. “MyXerpa” è il motto che certifica la volontà del marketing Otto Srl di indirizzare l’utente verso una completa customizzazione del proprio “tool kit” attraverso i prodotti proposti, una tendenza sempre più apprezzata dal mercato che vede il cliente finale sempre più al centro delle politiche aziendali. Il colore, poi, diventa una chiave differenziante e vincente, come la maggior parte dei player di settore insegnano. Il tutto ben condito dall’alchimia comunicativa dei valori Xerpa che, ammiccando alle ormai note teorie della “mutazione genetica” marcata Marvel, spingono il concetto di rottura della visione conformista del classi-
co porta oggetti. Cambiare strada, quindi, sembra diventato possibile. Sarà il mercato a dire se la rivoluzionaria idea di Otto Srl si trasformerà in un prodotto di culto, ma i presupposti ci sono tutti.
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SOCIAL & CICLISMO
IERI C’ERA IL GREGARIO, OGGI LE APP A cura della Redazione
Preziose alleate per gli allenamenti e la mobilità urbana, le applicazioni per iPhone e Android sono ormai un gadget irrinunciabile per per gli appassionati del pedale
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e “app” per i nostri smartphone, si sa, sono preziosissimi alleati per chi pratica sport. Non fa eccezione il mondo del ciclismo ormai sempre più proiettato verso una dimensione hi-tech. Ma quali sono le applicazioni più scaricate dagli appassionati del pedale? Di seguito una breve carrellata di cosa offre la rete. Strava è un’app molto conosciuta da tutti i ciclisti che utilizzano lo smartphone per registrare le loro prestazioni sportive. Strava – disponibile sia per iPhone che per Android – permette di archiviare i dati sui tracciati, seguire gli itinerari percorsi da altri ciclisti, ricavare le statistiche principali come distanza, ritmo, velocità, dislivello e calorie bruciate. Caricando i dati sul portale web, inoltre, si potranno confrontare i propri tempi e le proprie prestazioni con quelle degli altri utenti, scalando una classifica virtuale. B.iCycle è invece una sorta di ciclo-computer con gps integrato che consente di calcolare velocità media e massima, distanza percorsa, altitudine, calorie bruciate e durata del tracciato; è possibile inoltre inviare via e-mail gli itinerari in formato KML e GPX e rivederli con Google Earth (costo dell’app B.iCycle è di 2,95 euro). Bike Repair incrociate pure le dita, ma se doveste forare, se la catena dovesse saltare o il cambio non funzionare più, sareste in grado di riparare la vostra mountain bike? Se la risposta è no, Bike repair è la “app”
che fa per voi. Una guida scrupolosa, con l’aiuto di immagini molto chiare, vi aiuterà a riparare il guasto in un baleno. My Tracks consente invece di memorizzare e condividere i percorsi GPS (compresi i social network Facebook e Twitter). Raccoglie statistiche su velocità, distanza e altitudine. Tanto per capire è l’app utilizzata da Michael Wallace per creare le sue “mappe”. Cycle Hire Widget è invece un’applicazione in grado di trovare la più vicina postazione per il bike sharing a Milano e in altre 35 grandi città del mondo. Attualmente è una delle app più cool tra i ciclisti londinesi. Bike Sharing Italia assolve, più o meno, lo stesso compito, verificando in tempo reale la disponibilità di biciclette nelle stazioni di bikesharing di più di 50 località italiane e la loro distanza dalla nostra posizione. Disponibile in 4 lingue (italiano, inglese, francese e tedesco), il costo dell’applicazione è di 50 centesimi.Cyclemeter per il ciclismo (ma non solo), Cyclemeter dà il meglio di sé quando è utilizzata da uno smartphone ben saldo sul manubrio di una bicicletta. Dall’interfaccia lineare e intuitiva, questa app registra l’itinerario percorso con tutti i dati relativi alla prestazione sportiva (velocità massima e media, pendenze affrontate, dislivello, chilometri percorsi, ecc.). Non richiede alcuna iscrizione né login a siti web, carica i dati (anche i parametri vitali) su iCloud e permette di studiarli con calma una volta tornati a casa. Track CO2 Savings: questa
applicazione davvero singolare contabilizza quanta CO2 si sta risparmiando utilizzando la bicicletta, rispetto invece a quella che produrremmo se andassimo in automobile. Sono “caricate” 5000 automobili con cui fare il confronto.
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CERAMICSPEED PART OF THE VICTORY A cura di Roberto Zanetti - Foto di Beltrami T.S.A.
eramicSpeed è un’azienda specializzata nella produzione di cuscinetti ad altissime prestazioni. Costruiti a mano in Europa, precisamente in Danimarca, questi prodotti offrono la migliore qualità, la massima tecnologia e la maggior durata nel settore dei cuscinetti ceramici applicati al mondo della bicicletta. A cosa servono i cuscinetti ceramici: I cuscinetti CeramicSpeed aiutano la bici dell’atleta ad andare più veloce risparmiando preziose energie. Sia per un amatore che per un professionista - la corsa - è sempre una lotta contro il tempo; questa può essere la differenza tra vincere e perdere. Qualunque sia la disciplina praticata, dalla strada alla mtb o al triathlon, i cuscinetti CeramicSpeed aiutano ad migliorare la performance aumentando la velocità massima della bicicletta. Inoltre, le sfere ceramiche CeramicSpeed, riducono l’attrito ed incrementano la vita utile del cuscinetto rendendolo più longevo. I test dimostrano che si possono risparmiare dai sei fino ai nove Watt utilizzando mozzi, movimento centrale e puleggine del cambio equipaggiate con cuscinetti ceramici CeramiSpeed, rispetto ad una serie di cuscinetti standard. I test sono stati effettuati utilizzando esattamente gli stessi cuscinetti forniti alle squadre professionistiche sponsorizzate da CeramiSpeed; i medesimi prodotti di serie che vengono poi proposti nel catalogo aziendale. Le pulegge OSPW (Oversize Pulley Wheel) Le pulegge OSPW sono estremamente importanti quando si tratta di risparmiare
Le pulegge OPSW montate sulla trasmissione di una bici da cronometro con ruota posteriore lenticolare full carbon
watt. E’ stato calcolato che – sulla bici di un ciclista con gli upgrade più idonei - il risparmio medio arriva addirittura fino al 60% di energia. Le nuove pulegge CeramicSpeed a diciassette denti riducono l’attrito del 60% rispetto a delle pulegge che si trovano normalmente sul mercato. Questo sistema, unico nel suo genere, è stato sviluppato in stretta collaborazione con numerose squadre World Tour e molti triatleti di livello mondiale. La tecnologia OSPW è il risultato di un rigoroso programma di test su strada con oltre diecimila chilometri percorsi e di prove con il laboratorio indipendente Friction Facts. Grazie alle dimensioni maggiorate delle pulegge si ha un risparmio già a partire da 2,4 watt. Equipaggiate con i cuscinetti ceramici CeramicSpeed, le pulegge OSPW , garantiscono minore attrito ed una durata da tre a cinque volte superiore alla pulegge tradizionali. In sintesi i principali vantaggi delle pulegge OSPW • Risparmio di energia grazie all’attrito estremamente basso • Bassa resistenza al rotolamento che permette un migliore trasferimento della forza durante la pedalata • Aumento della velocità massima grazie al migliore trasferimento della forza • Cuscinetti ad altissime prestazioni fabbricati utilizzando sfere ceramiche di ottima qualità. • Le sfere ceramiche utilizzate da CeramicSpeed hanno una superficie del 100% più liscia e sono il 15% più dure rispetto ad altre sfere in ceramica sul mercato
Le pulegge OPSW montate sulla trasmissione di una bici da corsa tradizionale con ruota posteriore in carbonio ad altissimo profilo
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CLIF-BAR, UN SALTO DI QUALITÀ NEL MERCATO DELL’INTEGRAZIONE ALIMENTARE A cura di Roberto Zanetti
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ORTLER BIKE MARATHON
La BOMBONIERA dei BIKER A cura della Redazione
A giugno, negli altopiani altoatesini, torna la manifestazione più attesa dagli appassionati delle “alte quote”. Base logistica Glorenza, uno dei “Borghi più belli d’Italia” Ortler Bike Marathon 2015 - Photo by Newspower
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a Ortler Bike Marathon non è una competizione sportiva come le altre, bensì un affresco costante lungo il quale si dipanano più pittori. I paesaggi della manifestazione altoatesina dell’11 giugno sono fra i più suggestivi, degni di un Van Gogh, di un Delacroix o di un Ajvazovskij. I membri del comitato organizzatore presieduto da Gerald Burger mettono a disposizione dei bikers due percorsi per ogni esigenza, un itinerario ‘classic’ di 51 km e 1600 metri di dislivello ed un tracciato ‘marathon’ di 90 km e 3000 metri di dislivello. Per entrambi, partenza ed arrivo sono previsti dalla “bomboniera dell’Alto Adige”, la cittadina di Glorenza, da sempre luogo fascinoso per turisti e passanti, merito dell’atmosfera medievale e della particolareggiata conformazione urbanistica. I palazzi ed i vicoli del centro storico sono racchiusi all’interno di una delle cinte murarie meglio conservate dell’arco alpino, non è un caso che Glorenza faccia parte
della classifica dei “Borghi più belli d’Italia”. Altre prestigiose tappe toccate dal passaggio dei bikers saranno l’Abbazia benedettina di Monte Maria, per decenni centro spirituale e culturale di tutta l’alta Val Venosta, che ancora oggi svolge il ruolo di centro religioso e culturale, ma il punto clou dell’intero tracciato sarà il campanile che emerge dalle acque del Lago di Resia, circondato dalle montagne dell’Ortles e della Vallelunga. La chiesetta romanica del 14° secolo venne sommersa dopo la costruzione del lago artificiale negli anni ’50. Poco a più nord del Lago di Resia nasce l’Adige, il secondo fiume d’Italia. Ma l’offerta sportivo-culturale della Ortler Bike Marathon non finisce qui, suggestivo sarà il passaggio da Castel Coira, uno dei manieri che meno hanno subito il passare del tempo. Una struttura medievale trasformatasi in residenza rinascimentale, che racchiude affreschi, stanze, cappelle e la più grande collezione europea di armature. I patiti del pedale transiteranno
anche nel Parco Nazionale dello Stelvio, il più esteso parco nazionale italiano, che abbraccia ben tre regioni. La cima più elevata del Parco è proprio l’Ortles, da cui la manifestazione prende il nome (in lingua germanica). Nel Parco dello Stelvio si possono scorgere tutte le zone climatiche alpine, dai boschi ai prati, sino alle malghe e i ghiacciai a quasi 4000 metri di quota. La proposta di Ortler Bike Marathon non si ferma qui, ma si amplia anche con la pedalata ecologica “Just for Fun”, proprio per permettere al cicloamatore di dedicarsi senza pressioni o esigenze di classifica alle bellezze insite nel territorio altoatesino. Sabato 11 giugno è in programma anche la Mini Ortler Bike Marathon per i più piccoli, in un’atmosfera giocosa che permetterà di avvicinare ulteriormente i bambini al mondo delle mountain bike. Le iscrizioni per “i grandi” ammontano a 65 euro sino a fine mese. Info: www.ortler-bikemarathon.it
START & FINISH
Glorenza/Italy PARCOURS MORE INFO www.ortler-bikemarathon.it
51 km (1600 hm) 90 km (3000 hm)
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La rassegna di Riolo Terme del 2 giugno sarà valida come Campionato Regionale Gran Fondo della Federazione Ciclistica Italiana
GRANFONDO RESOLV.BIKE “VENA DEL GESSO”
SI CORRE PER IL TITOLO
Photo by Newspower
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lungo atteso, finalmente adesso è arrivato anche il sigillo dell’ufficialità: la terza edizione della Granfondo Resolv.Bike “Vena del Gesso”, in programma il 2 giugno con partenza e arrivo nel centro storico di Riolo Terme (Ra), sarà valida come Campionato Regionale Gran Fondo della Federazione Ciclistica Italiana. Un riconoscimento di grande prestigio per la giovane rassegna riolese, a cui la Federazione dell’Emilia Romagna - sempre più attenta al settore della mountain bike - ha voluto concedere il privilegio di organizzare un evento così significativo. Per la “Vena del Gesso” è una sorta di “laurea sul campo” che premia il lavoro intenso del Romagna Bike Grandi Eventi, il sodalizio che - in pochi anni - ha creato il celebre Rally di Romagna, kermesse internazionale dedicata alla mtb: “Siamo davvero grati alla Federazione di averci assegnato un compito così importante - spiegano dall’organizzazione della Gran Fondo - allestire un campionato
regionale è un onore e un onere. Siamo convinti che, con la forza della passione e con l’esperienza maturata in questi anni, sapremo essere all’altezza della situazione”. Il Campionato Regionale Gran Fondo della Federazione Ciclistica Italiana sarà dunque valido, per il settore agonistico, per le categorie Juniores, Under ed Elite. Un “valore aggiunto” che conferisce nuovi motivi ad una gara che già si annunciava particolarmente interessante. Intanto, sulla spinta anche di questa notizia, proseguono a gonfie vele le iscrizioni alla gara del 2 giugno. A dare grande impulso sono stati, in particolare, gli abbonamenti provenienti dai due circuiti - il Torpado Challenge e l’Appennino Superbike - che hanno portato in dote alla rassegna riolese tantissimi iscritti provenienti da diverse regioni italiane. Procede - tra novità e conferme - infine la macchina organizzativa della manifestazione. Il percorso, di 46 chilometri con 1600 metri di dislivello (leggermente modificato
rispetto alle precedenti edizioni), sarà ancora una volta disegnato sui crinali degli Appennini occidentali della Romagna in quella dorsale di solfato di calcio che viene comunemente chiamata “Vena del Gesso Romagnola”. In questo parco naturale che attraversa, in Romagna, i comuni di Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella, si svolgerà una delle Granfondo più particolari d’Italia. E il carattere “green” della rassegna è confermato anche dalla presenza di Hera, la multi-utility romagnola sempre sensibile ai temi ecologici che ha scelto proprio la Gran Fondo della Vena del Gesso per diffondere i suoi messaggi sul risparmio e sulla ecosostenibilità ambientale. Le iscrizioni, come detto, sono già aperte e, fino al 31 maggio, la quota sarà di 20 euro (25 euro dal primo giugno e 30 euro il giorno della gara). info 3357282336 Stefano / 3476458548 E-mail: contatti@rallydiromagna.com
Jhonnatan Botero Villegas -La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme -2015 - Photo by Newspower
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A cura dei Aldo Zanardi
Dalla partnership fra Promosport e Bike Channel è nato “Il SUPERSIX”, sei gare vibranti da seguire (anche) in tivù
TOUR 3 REGIONI
IL CIRCUITO
WORKING IN PROGRESS
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ono otto anni che il circuito “Tour 3 Regioni” ottiene importanti (e meritati) riconoscimenti. Ma un successo, per rimanere tale, ha bisogno di continui aggiornamenti. Una “legge del mercato” che Promosport conosce bene. Per questo, nel corso degli anni, ha saputo introdurre importanti novità che hanno permesso di mantenere alti gli standard qualitativi del circuito, rinnovando l’interesse di centinaia di bikers che da anni frequentano i campi gara affiancati ed assistiti da un’organizzazione davvero impeccabile. Ed è così che il 2016 si apre con un’altra significativa novità: dopo 5 anni di TOUR 3 REGIONI FRW, 3 anni di TOUR 3 REGIONI SCOTT, nel 2016 è venuto alla luce il nuovo 3 REGIONI SUPERSIX, che quest’anno sarà
parallelo al Tour 3 Regioni, ma che ne andrà a ricoprire integralmente il ruolo. Di cosa si tratta? Il 3 REGIONI SUPERSIX nasce dall’accordo tra Promosport e Bike Channel, il canale televisivo SKY che sta entrando sempre più nel cuore dei biker italiani, proponendo un palinsesto a 360° dedicato alle due ruote. L’accordo, oltre a riservare importanti novità, garantirà la copertura televisiva delle sei prove, con la messa in onda della telecronaca delle corse su Bike Channel (canale 214 di SKY). Il calendario 3 REGIONI SUPERSIX 2016 ricalcherà quello del TOUR 3 REGIONI, con la sola esclusione della prova di Camerano, la Rampiconero, che sarà la prova Jolly, ovvero utilizzabile come scarto o come prova sostitutiva di una delle sei tappe, ma la classifica finale verrà redatta
su un totale di sei prove. Ecco, nello specifico, le tappe del 3 REGIONI SUPERSIX: 1ª tappa (3 aprile) Rampichiana - Cortona (Ar); 2ª Tappa (24 aprile) 9 Fossi - Cingoli (Mc); 3ª Tappa (15 maggio) Il Carpegna Mi Basta - Carpegna (Pu); 4ª Tappa (12 giugno) G.F. Monte Cucco - Costacciaro (Pg); 5ª Tappa (4 settembre) Straccabike - Pratovecchio (Ar); 6ª Tappa (2 ottobre) Sinalunga Bike - Sinalunga (Si). Tappa Jolly: 18 Settembre Rampiconero - Camerano (An). La stagione 2016 inizia dunque con il botto. Promosport e Bike Channel vi offriranno una stagione ricca di emozioni, le stesse emozioni che potrete rivivere vedendo le immagini delle prove in TV, comodamente a casa vostra, con i vostri amici e familiari, che potranno così emozionarsi con voi ammirando le vostre imprese.
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TRANSANDES CHALLENGE
LA DAKAR DELLA MTB
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a Transandes Challenge, the epic mountain bike race in Patagonia, giunta alla sua ottava edizione, è ormai entrata di diritto tra le gare multistage più ambite ed apprezzate al mondo. A fine gennaio 2016, sono stati ben 400 i concorrenti, provenienti da tutti i continenti in rappresentanza di 35 nazioni, a darsi appuntamento per questa gara che - con le sue 6 tappe porta ad esplorare una delle zone più affascinanti del Cile, l’Auracania, una regione incastonata tra Patagonia e Ande, ricca di una biodiversità unica. Laghi, fiumi, vulcani, foreste: questi sono gli scenari dei percorsi delle tappe, dove l’asfalto è praticamente inesistente e i contatti con la civiltà sono solo marginali. La sensazione che si vive è davvero quella di essere immersi nella natura, dove fauna e flora sono i veri protagonisti. L’Auracania si trova circa 800 chilometri a sud di Santiago del Cile, la capitale, a una latitudine sud comparabile a quella del nostro centro Europa, con un clima mite. Il campo base era sito, come consuetudine, nella riserva naturale di Huilo Huilo, uno dei luoghi protetti più importanti del
Sudamerica, una riserva dove si possono ammirare specie animali e vegetali rarissime, in un contesto naturalistico unico al mondo, tra vulcani, laghi e foreste incontaminate. Già il 23 gennaio il campo brulicava di bikers, in arrivo alla spicciolata dall’aeroporto di Temuco con i transfert predisposti dall’organizzazione. Molti dei partecipanti provenienti da nazioni lontane, italiani compresi, hanno preferito recarsi in zona con qualche giorno d’anticipo, per recuperare dal lungo viaggio, assorbire il fuso orario (meno 4 ore rispetto all’Italia) ed ambientarsi al brusco cambiamento di stagione; passare dalle nostre temperature invernali ai ben 30 e più gradi diurni non è semplice per l’organismo, che necessita di un minimo acclimatamento. La “spedizione italiana” quest’anno era formata da quattro bikers, Claudio Segata (Team Todesco) e Aldo Zanardi (Scott Racing Team) nella categoria Team 80+ Men, Emilio Bressan (Crocetta Bike Team) e Luigi Marchetta (Lugagnano Offroad) entrambi nella categoria Single 35-44 Men, hanno trscorso i giorni prima della gara nel villaggio di Neltume, in accoglienti Ca-
bañas a pochi chilometri dal campo base, un suggestivo centro abitato con tutte le strade sterrate, senza traccia né di asfalto né di cemento, un vero tuffo nel passato. Il 24 trasferimento per tutti al campo di Huilo Huilo, dove in serata si svolgeva la cerimonia d’inaugurazione con la seguente cena di benvenuto, accolti dallo staff di Juan Pablo Santiagos (Race Director) ed il suo staff, tra i quali vogliamo citare Daniel Püschel, coordinatore generale, e Luis Carvacho, responsabile dei percorsi, che con i suoi collaboratori ha lavorato mesi per scegliere, preparare e segnalare gli itinerari, con il prezioso supporto dello stimato fotografo uruguaiano Marcelo Tucuna, che con grande passione documenta da anni i momenti salienti della gara. Il 25 gennaio, alle 9.30, lo start della prima tappa, la point to point Huilo Huilo-Huilo Huilo, 61 km - 2.350 m/dis+. Subito dopo il via il gruppo s’inoltra nella foresta, con il gruppo dei migliori a fare il ritmo, tra i quali il vincitore dell’edizione 2015, lo spagnolo Joan Llordella, con i connazionali Antonio Ortiz e Pau Zamora, tutti del Team Buff, il forte elite cileno Eyair Astudillo, con il connazionale Fran-
127 A cura di Aldo Zanardi
Quattrocento concorrenti ed uno scenario mozzafiato: tra la Patagonia e le Ande il diario di viaggio di una manifestazione unica al mondo
Zanardi in azione
La partenza stage1 da Huilo Huilo Photo by Marcelo Tucuna e A. Zanardi
cisco Ramos, due forti atleti di origine italiana, Giorgio Nattero (CHI) e Claudio Pertile (ARG), Daniel Roura (COL), Lucas Escobedo (ARG) e i due forti statunitensi, plurivincitori della categoria Team Open Mixed, Michael Broderick e Mary Mc Conneloug. Nelle posizioni di testa anche tre degli italiani presenti, Claudio Segata, Aldo Zanardi ed Emilio Bressan. Per la categoria Single Open Women la statunitense Sonya Looney mette subito in chiaro la sua superiorità. Al traguardo è volata tra Astudillo e Llordella, con il cileno che s’impone sullo spagnolo, facendogli capire che non sarà cosa facile bissare la vittoria del 2015. Ramos è terzo, seguito da Ortiz-Zamora, prima della Team Open Men. A completare la top ten di tappa sono Segata e Zanardi, primi della Team 80+ Men, con Bressan in quindicesima posizione, terzo della Single 35 - 44 Men. Il 26 gennaio altra point to point Huilo Huilo-Huilo Huilo 51 km – 2.150 m/dis+. Come per la prima tappa percorsi fantastici, interamente sterrati, panorami mozzafiato sul vulcano Mocho, salite durissime e discese tecniche che mettono alla prova le capacità dei bikers. Ancora vittoria per Astudillo
con Llordella secondo attardato da un problema al cambio che gli farà perdere quasi 8 minuti sul cileno. In serata una pesante perturbazione porta copiose piogge sul campo, con un repentino abbassamento delle temperature. Al mattino, a colazione sotto il capiente tendone, l’umore dei biker non è buono, il freddo e la pioggia preoccupano prima di affrontare la lunga tappa Huilo Huilo-Catripulli 97 km – 2.350 m/dsl+, sul tratto alto del percorso vengono annunciate temperature vicine allo zero. A mezz’ora dalla partenza, con i biker pronti a schierarsi in griglia, la saggia decisione della direzione gara, annullamento della tappa, rimandando il tutto al giorno seguente. Quasi tutti accolgono con entusiasmo la notizia e si organizzano attività alternative per trascorrere la giornata, con transfert che portano ad una vicina stazione termale, dove trascorrere alcune ore al
caldo, rilassando i muscoli. Al risveglio del 28 gennaio una bella sorpresa, cielo terso e sole all’orizzonte, le condizioni ideali per affrontare la lunga tappa. Al via, dopo un lungo tratto tra discese e velocissimi falsopiani, inizia una lunga salita, di oltre 30 km, che porta ad attraversare il meraviglioso Villarica National Park, tra maestose conifere secolari e la maestosa vista sull’imponente vulcano di Villarica, quasi 3.000 metri, con la parte sommitale ricoperta da un candido manto nevoso, dal suo cratere continui sbuffi di fumo, che ne ricordano la perenne attività, proprio nel marzo 2015 ha dato sfogo ad un’imponente eruzione. La lunga discesa faceva perdere rapidamente quota, tra impegnativi single track, spettacolari toboga con curve in appoggio, per poi terminare in una velocissima strada bianca, che portava velocemente verso Catripulli. Anche questa tappa ter-
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L’Arrivo di Zanardi e Segata a Pucon
minerà in volata tra Astudillo e Llordella, e sarà sempre il cileno ad imporsi. Altra buona prestazione per la coppia SegataZanardi, sempre al comando della categoria, e di Bressan, sempre nel giro delle posizioni da podio di categoria. Luigi Marchetta, alla sua prima esperienza in una gara a tappe, inizia a prendere confidenza, rimontando posizioni in classifica, risalendo dopo essere finito nelle retrovie anche
a causa di un errore di percorso nella prima tappa. Il 29 gennaio si corre la – Catripulli-Catripulli 72 km – 2.300 m/dsl+, una tappa durissima con molti tratti di salita con pendenze impossibili, che costringono al portage anche gli atleti più forti. Al comando della gara sempre la coppia cilenospagnola, ma in un tratto tecnico Astudillo centra un Padù, uno dei tanti animali che compongono la ricca fauna della regione, fortunatamente senza ferirlo, ma l’impatto causava una rovinosa caduta, sotto gli occhi di Llordella che, molto sportivamente si fermava a soccorrere lo sfortunato rivale. Ripartiti procedono in coppia fino al traguardo e riconoscente dell’aiuto ricevuto Astudillo non disputa la volata, lasciando la vittoria di tappa allo spagnolo. Il 30 gennaio l’ultima tappa, Catripulli-Pucón; 60 km – 1.350 m/dsl+, sulla carta facile, ma che nasconde numerose insidie attraversando foreste e colate laviche scendendo dalle pendici del vulcano Villarica. Il finale di gara è veloce e porta alla cittadina di Pucon, principale e caratteristico centro turistico della zona. Astudillo attacca e riesce a staccare Llordella, dimostrando di essere il più forte di questa edizione. Lo spagnolo termina la tacco con i connazionali Ortiz-Zamora, che, come nel 2015, dominano la Team Open Men. Nella Team Open Mixed, Michael Broderick e Mary Mc Conneloug ottengono l’enesima vittoria,
mentre nella Single Open Women la statunitense Sonya Looney vince a mani basse la categoria. Per gli italiani grandi soddisfazioni. Segata-Zanardi vincono la Team 80+ Men dopo una dura lotta in tutte le tappe con gli statunitensi Kevin Hines e David Dornaus, al secondo posto finale, e gli argentini Leandro Oddino e Ignacio Gili, vincitori della categoria nel 2015. Ricordiamo che Gili è uno degli atleti argentini più conosciuti, per anni elite nazionale e partecipante alle olimpiadi di Sidney. Per Emilio Bressan ottimo terzo posto finale nella Single 35 - 44 Men, vinta dall’italo-cileno Giorgio Nattero. Piazzamenti più che buoni anche nella generale, dove Zanardi, Segata e Bressan si sono piazzati 12°, 13° e 14°, con Marchetta 99°. Gran bella serata finale, con premiazioni di tappa e assolute che hanno preceduto la succulenta cena a base di carne alla brace e “cordero al palo” (agnello) in perfetto stile ptagonico, il tutto innaffiato dall’ottimo vino cileno. A seguire un party con musica che ha visto scatenare molti bikers fino a notte fonda. La Transandes Challenge 2016 si chiude qui a Pucon, una grande avventura che ha regalato tante emozioni e soddisfazioni, una gara che entra nel cuore dei biker per i meravigliosi percorsi e scenari delle tappe, oltre all’eccellente qualità dei servizi offerti. Juan Pablo Santiagos dà appuntamento a tutti per la Transandes Challenge 2017, svelandoci due nuove iniziative del comitato organizzatore, un nuovo evento multistage per ottobre 2016 nell’affascinante deserto di Atacama, nel nord del Cile, e la versione Enduro, che nel 2017 anticiperà di pochi giorni la Transandes Challenge, ma di tutto questo vi daremo presto i dettagli.
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