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TRENTO Alle porte Delle DolomItI ChI NON CONOSCe TReNTO, CITTà DI PARTeNzA DeLLA ChARLy GAUL, LA MITICA SALITA VeRSO IL MONTe BONDONe, UNA DeLLe MAeSTOSe CIMe Che SOVRASTANO LA VALLe DeL FIUMe ADIGe? LA SeNSAzIONe DI eSSeRe SORVeGLIATI e PROTeTTI DA QUeSTI GIGANTI è LA PRIMA Che SI PROVA NeLL’ARRIVARe IN QUeSTA CITTà. ePPURe SIAMO SOLO ALLe PORTe DeLLe DOLOMITI, NeL MezzO DI UN IMPORTANTe CROCeVIA FRA DUe ASSI NORDSUD: LA VIA DeL BReNNeRO e L’ASSe Che CONGIUNGe VeRONA e IL LAGO DI GARDA.
La storia ha segnato profondamente questa città splendida ma austera: i Romani hanno trasformato il primo insediamento in città, caratterizzando l’assetto urbanistico con il tessuto scandito dalle strade ortogonali, parallele al cardo e al decumanus. In questo periodo l’antica Tridentum visse il suo massimo splendore, anche se l’anima della città che oggi meglio traspare è quella medievale, dove gli interventi architettonici più massicci sono anche quelli più impressionanti. Chi arriva a Trento, infatti, non può non rimanere affascinato dall’imponente Castello del Buonconsiglio che dalla sua posizione elevata guarda severo alla città, con le sue torri e mura merlate, celando al suo interno tesori preziosissimi, come gli affreschi, fra cui, unico al mondo, il capolavoro gotico del Ciclo dei Mesi, nella Torre dell’Aquila, una vera e propria “finestra” sul
mondo profano medievale. Come il castello, anche la costruzione del Duomo, dedicato a San Vigilio, mostra le sue stratificazioni architettoniche. Una magnifica opera che oggi domina l’omonima piazza col suo elegante fianco sinistro in stile romanico e che testimonia l’importanza del Principato Vescovile di Trento sotto il dominio asburgico.
possibile partire per escursioni in auto, a piedi – lungo i tantissimi sentieri – o in funivia sul Monte Bondone, noto per la sua caratteristica flora alpina, protetta nella Riserva naturale integrale delle “Tre Cime”. Oppure si può proseguire per le amate Dolomiti, usufruendo non solo della viabilità autostradale ma anche di un efficiente trasporto su rotaie, che collega le valli trentine più belle. Non manca una rete avanzatissima di piste ciclabili che collegano Trento con città come Bolzano e Rovereto e offrono la possibilità agli amanti del ciclismo e della mountain bike di inoltrarsi nei luoghi più importanti e più belli della provincia.
Fu proprio durante il ’500, periodo di massima importanza storica per la città per la presenza del Concilio ecumenico, che Trento vide il maggior cambiamento urbanistico ad opera del vescovo Bernardo Clesio. I palazzi rinascimentali della città ancora oggi mostrano tutta la loro bellezza nei variopinti affreschi esterni, come in via Manci e via Belenzani: sotto questi palazzi oggi brulica un’intensa vita fra i locali – dove si possono gustare i famosi vini e i prodotti tipici trentini – i caffè e gli ambienti che ospitano eventi culturali. A Trento si respira sempre un’aria gioiosa, non solo durante le feste popolari, le fiere e i festival, appuntamenti noti ed apprezzati durante tutto l’arco dell’anno. In estate le strade sono animate dal viavai dei turisti che approdano alla città per godere di tutte le sue attrattive, fra monumenti, musei e gallerie d’arte per poi proseguire verso la montagna e godere appieno della natura circostante. Da Trento, infatti, è
foto pAolo CAteNA
Piazza del Duomo: cattedrale e fontana del Nettuno
Ma siamo ormai in inverno e la montagna diventa una grande attrazione per gli appassionati dello sci alpino con il bellissimo tracciato delle Tre Cime del Bondone… ai più pigri non resta che immergersi nella calda atmosfera cittadina dei frequentatissimi mercatini di Natale che offrono ancora un artigianato autentico e fanno sognare fra profumi di zenzero e cioccolata… Artigianato locale nei mercatini natalizi di Trento foto pAolo CAteNA
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Questa particolare centralità geografica è la caratteristica principale di Trento: la si evince dai colori e dalle forme delle architetture, dalle culture che ivi si intrecciano, quella germanica e quella latina, infine dal carattere della popolazione a metà fra quello tipico e riservato della gente di montagna e quello più espansivo della gente della vicina pianura veneta. Ne emerge che Trento è una città vivace e fervida di attività, sin dalle origini, che risalgono al I secolo a.C., periodo del primo insediamento celto-retico lungo un’ansa dell’Adige.
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CASCIANA TERME Il “cuore caldo” della Toscana NEL CUorE dELLE CoLLINE PISANE, UN PICCoLo CENTro FAMoSo PEr LE SUE ACqUE TErMALI, NoTE GIà dAI TEMPI ANTIChI, dIVENTATE PoI LEGGENdA...
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Una lontana leggenda narra che Matilde di Canossa avesse un merlo, anziano e malconcio, che ogni giorno volava via e poi tornava sempre più rinvigorito, con le piume più nere e lucide e il becco giallo sempre più sfavillante. La nobildonna, incuriosita, fece inseguire il merlo da un servo e scoprì che andava a bagnarsi nelle calde acque di una sorgente. Fu così che anche la contessa iniziò a curare i suoi malanni immergendosi in quest’acqua prodigiosa – poi chiamata Mathelda – traendone grandi benefici e ordinando di far costruire alcune vasche, sulle quali poi sorgeranno le Terme. Casciana, nota come “Acqui” dal IX secolo, è sempre stata, quindi, conosciuta per le proprietà terapeutiche delle sue acque, anche se vede la sua nascita come insediamento urbano sin dal passato etrusco, similmente a molte località della Toscana. Già nel XII secolo era un borgo difeso da mura e fortezza, come testimoniano la bella torre medievale e la corte entrambi definite Aquisane, ancora oggi ammirate nel quartiere di Petraia, nucleo storico di Casciana. Ma fu solo a partire dal 1300 che divenne un vero e proprio stabilimento termale, grazie all’opera di Federico da Montefeltro, all’epoca signore di Pisa, che fece costrure ambienti separati per le donne, gli uomini, gli ammalati e gli animali. L’attuale edificio, sito nella piazza principale della cittadina, è opera di numerosi restauri e rimaneggiamenti, di cui quello più importante per mano del granduca di Toscana Ferdinando III, fra il 1820 e il 1850, che lo rese una raffinata struttura. Evidentemente la fama delle acque di Casciana Terme è arrivata fino ai giorni nostri e quella che un tempo era un’elegante meta ambita dai personaggi più nobili dei secoli scorsi, oggi è uno dei più attrezzati centri dedicati al benessere. Nelle Terme ancora sgorga naturalmente l’Acqua Mathelda ad una
temperatura costante di 37 °C. La sua natura calcico-sulfurea la rende particolarmente idonea alla cura di artrosi, reumatismi e sciatica, ma il suo più recente impiego è finalizzato alla cura di malattie cardio-respiratorie e alle terapie di riabilitazione motoria alle quali è dedicata interamente la piscina interna del complesso. I fanghi, ricchi di sali e anidride carbonica, non solo facilitano la circolazione venosa ma sono considerati un vero toccasana per l’azione rilassante esercitata sul corpo e di conseguenza sulla mente. Per questo, rifugiarsi alle Terme di Casciana significa prendersi cura di sé. Le Terme sono anche molto attrezzate dal punto di vista ricettivo per ogni stagione. Se nei mesi freddi il Centro Benessere è sicuramente il più indicato per lasciarsi coccolare con i trattamenti per viso e corpo più avanzati, seguiti da personale altamente qualificato, nella stagione calda una grande piscina esterna, con più di 500 metri quadri di acqua termale sempre rinnovata, circondata da un verde parco, è l’ideale per trascorrere ore in pieno relax e riconciliarsi col proprio corpo. Adiacente al complesso termale principale sono situate le Terme Villa Borri, un complesso abitativo del ‘700, sapientemente ristrutturato in modo da adattare i vari ambienti del passato alle moderne esigenze di una clientela raffinata, amante della cultura toscana e del benessere: si va dalle pregevolissime stanze affrescate, vere e proprie “suite” dedicate sempre ai trattamenti termali, alle piscine, fra cui la “piscina del sale”, l’hammam (bagno turco), le docce “emozionali” e un vecchio lavatoio dove scorre acqua termale.
Le Terme di Casciana, com’erano (in basso) e come si presentano oggi (a sinistra)
Non meno degno di nota, e sempre annesso allo stabilimento termale principale, è il Gran Caffè delle Terme, altrettanto raffinato ambiente in stile Liberty, curato nei dettagli dell’arredo autentico e nell’offerta gastronomica locale. Fuori dalle Terme, che inevitabilmente rappresentano il simbolo e il fulcro dell’attrattività di Casciana, ci sono percorsi da esplorare fra chiese, piazze (come la piazzetta del Mercato vecchio con i suoi banchi in pietra) e vicoli, cinti da muretti e delimitati dai parchi delle antiche ville (come la suggestiva Via del Botro). E se poi non bastasse, Casciana Terme, sia pur messa in ombra dalle più note località turistiche toscane, può essere un ottimo punto di partenza per brevi escursioni verso le città di Firenze, Pisa, Livorno, Viareggio ma anche verso i meravigliosi piccoli borghi medievali come Volterra e San Gimignano. In breve un tesoro nascosto fra le colline pisane. Non a caso qui, per ben tre volte in passato, ha fatto tappa il Giro d’Italia…
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E V I L SFIDA LE MONTAGNE. SFIDA TE STESSO. PREPARATI. INDOSSA L’INTIMO TECNICO ALTAMENTE PERFORMANTE.
w w w. b i o t e x . i t
SOMMARIO 10
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L’Editoriale
Grandi Eventi
a cura di Maurizio Rocchi
a cura di Leonardo Olmi
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In copertina
Salute Inbici a cura del Dr. Alessandro Gardini
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Scatto Fisso
Protagonisti
a cura di Luciana Rota
a cura di Paolo Mei
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L’Opinione
Energia e integrazione Inbici
a cura di Andrea Agostini
a cura dell’Equipe Enervit
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Donna In... Bici a cura di Roberto Zanetti - Monica Cuel
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Bike Evolution Team a cura del Dr. Piero Fischi
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Biomeccanica Inbici
Dossier sport e medicina
a cura di Simone Geri
a cura di Alessandro Mariano
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Integratori per campioni
Prossime gare
a cura del Centro ricerche Keforma
a cura di Nicoletta Brina
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110 L’Officina
La tua crono a cura di Leonardo Olmi - Max Lelli
a cura di Lorenzo Comandini
58
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Inbici per il mondo
Oltre l’ostacolo
a cura di Andrea Pelo Di Giorgio
a cura di Roberto Zanetti
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130
Il telaio ideale
Benvenuti nel fuoristrada
a cura di Roberto Zanetti
a cura di Fabrizio Montalti
Per la tua pubblicità info: t. 393 9838319 / 348 3859200 ufficio marketing 0547 300826 w. www.inbici.net / www.inbicinews.net e. info@inbici.net In bici subito Inbici Magazine di ciclismo
Nuovo usato e informazioni
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Direttore Responsabile Andrea Agostini Vice Direttore Maurizio Rocchi Capo Redattore Maurizio Rocchi In Redazione Fabrizio Fagioli (Equipe VelòSystem), Equipe Enervit, Centro Ricerche Keforma, Gian Paolo Mondini, Nicoletta Brina, Bruno Achilli, Fabrizio Montalti, Enrico Cavallini, Mario Facchini, Leonardo Olmi, Ivano Ognibene, Andrea Pelo Di Giorgio, Dr. Maurizio Radi, Gianluca Barbieri, Daniele Moraglia, Roberto Bettini, Paolo Mei, Roberto Zanetti, Andrea Passeri, Ivan Risti, Dr. Alessandro Gardini, Dr. Piero Fischi, Arnaldo Priori, Luciana Rota, Lorenzo Comandini Fotografi Playfull, Studio5, foto Castagnoli, Bettini photo, Ido Talenti, Leonardo Morelli, Newspower, Frex8 Archivio fotografico Gianni Rocchi Collaboratori Carlo Brasini Distribuzione S. Service Consulting S.r.l. Responsabile Grafica Loredana Cramarossa Responsabile Facebook Nicola Negosanti Stampa Graffietti Stampati Responsabile marketing Sara Falco Resp. relazioni esterne Massimo Scagnelli. Diritti e proprietà Gruppo MY RY Productions S.r.l. - Iscriz. Registro Tribunale di Forlì n° 24/09 del 04/11/2009 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale di articoli, foto e disegni senza autorizzazioni della MY RY Productions S.r.l.
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GIANNI BUGNO
a cura di ROBERTO ZANETTI
robyzanetti@alice.it
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Tolta la divisa da ciclista e indossate giacca e cravatta (che, tra l’altro, porta con estrema “nonchalance”) Gianni Bugno, classe 1964 e una vita passata sulle strade di tutto il mondo a pedalare e fare fatica (e soprattutto a vincere…), oggi è uno stimato dirigente sportivo di livello internazionale. Presidente del CPA Cycling (Cyclistes Professionnels Associes), l’organo ufficiale dei prof, Bugno lo ricordo come uno di quei ciclisti passati nella storia non solo per le sue gesta atletiche ma anche per la sua classe e il suo modo di porsi: modi garbati, il più possibile lontano dai riflettori, discreto, umano. Il Gianni Bugno che ho conosciuto qualche anno fa, quando cominciai a fare il giornalista e a occuparmi di ciclismo, lo rivedo sempre con piacere ed è con piacere che, nella sua “normalità”, abbiamo fatto quattro chiacchiere come due vecchi amici. L’intervista che mi ha rilasciato per iNBiCi non vuole essere il solito elenco di vittorie. Sarebbe stato troppo banale con Gianni. La verità è che, più per un mio desiderio personale che per altro, volevo capire meglio l’uomo e approfondire temi di vita quotidiana che mi incuriosiscono e, spero, appassioneranno anche voi.
foto BettINIpHoto
CorrIDore e geNtIluomo
la telefonata che ti feci l’altro giorno purtroppo coincide con una data tristissima per il ciclismo italiano: la morte di Fiorenzo magni. Doveroso un ricordo del mitico “terzo uomo”, un grande che, come te, non ha raccolto tutte quelle soddisfazioni che avrebbe meritato. tu che l’hai conosciuto da vicino, cosa ti ha lasciato in eredità? se potessi ancora farlo, cosa gli chiederesti? Gianni Bugno vince al fotofinish il Giro delle Fiandre del 1994 battendo Johan Museeuw
foto BettINIpHoto
Il campione Gianni Bugno Presidente del CPA (Cyclistes Professionnels Associes)
foto BettINIpHoto
Gianni Bugno vince il Giro d’Italia 1990, qui lo vediamo in azione in maglia rosa in una tappa del giro
«Il ricordo che ho di Fiorenzo Magni è quello di un uomo pacato e deciso allo stesso tempo, del suo modo di parlare con quell’inconfondibile accento toscano. Una figura di così grande spessore ti fa capire cosa significa l’impegno morale nella vita di tutti i giorni: sacrificio, lealtà, lavoro e credibilità; questi valori sono stati il suo insegnamento, quello che mi ha trasmesso prima, quando ero ancora un corridore in attività, e poi, una volta ‘appesa la bici al chiodo’, nelle vesti di dirigente sportivo. Fiorenzo Magni – te lo dico perché forse non tutti lo sanno – fu colui che fece costruire sulla mitica salita del Ghisallo (Lombardia) il ‘Museo del ciclismo’, in cui ancora oggi si possono trovare cimeli e ‘pezzi’ di storia di questo sport bellissimo e affascinante che lui con le sue gesta ha contribuito a rendere famoso in Italia e nel mondo.»
Gianni Bugno con la maglia di Campione Italiano 1991 firma autografi ai suoi tifosi
A proposito di grandi… In questi tempi tiene banco un’altra brutta storia: il “caso Armstrong”, con lo scandalo che ha coinvolto il suo staff e i suoi vecchi compagni di squadra. Qual è la posizione assunta dal CpA, del quale tu sei presidente, sulla vicenda del campione texano? e invece tu, come uomo comune, che idea ti sei fatto? pensi sia giusto avergli revocato le sette (strameritate direi) vittorie al tour de France? «Da sempre il CPA si è opposto al doping e ha sostenuto tutte le iniziative nate per combattere questo flagello. I corridori si pongono
mille domande, reclamano che sia fatta luce su questo dossier e che siano indicati tutti coloro che hanno sbagliato. Troppo spesso sono stati puniti solo i ciclisti direttamente implicati negli scandali legati al doping. È quindi giunto il momento che tutti coloro che gravitano nel mondo del ciclismo e che hanno avuto comportamenti scorretti siano ugualmente perseguiti. Malcontento, delusione, tristezza, rabbia, inquietudine: sono questi gli stati d’animo degli atleti con i quali ho parlato; e, confidenzialmente, ti dico che ritengo ingiusto, dopo che sono passati 7 anni
dalla sua ultima vittoria al Tour de France, avergli revocato la leadership nella classifica finale. Se ha sbagliato, e non sono io a poterlo giudicare, è giusto che paghi, ma tale sentenza avrebbe dovuto decretarlo subito e non a posteriori dopo così tanti anni.» ricordando un celebre film ho intitolato la mia intervista “Corridore e gentiluomo” e non è a caso che io come tanti altri la pensiamo così di te. gianni, spiegami una cosa: molti tuoi ex colleghi, compagni di squadra e non solo (si dice il peccato ma non il peccatore), mi hanno detto che sei sempre stato benvoluto e stimato all’interno del gruppo. ovviamente nella vita non si può stare simpatici a tutti, ma per te pare sia stata fatta un’eccezione… Qual è il tuo segreto per piacere così tanto? «Innanzitutto essere sempre me stesso! E questo è un consiglio che voglio dare ai giovani: semplicità, sincerità, onestà sono qualità che pagano sempre nel lavoro e nella vita, e così vale anche per l’amicizia. Da quello che simpaticamente mi dici posso immaginare chi siano ‘i peccatori’ di cui parli: uno potrebbe essere Maurizio Fondriest e l’altro Michele Bartoli, due grandi campioni con i quali ho condiviso un bel pezzo della mia carriera e che rivedo sempre con molto piacere, impegni permettendo. Per farti capire lo stretto rapporto che ci lega, pensa che Michele (Bartoli) ha battezzato il suo secondo genito chiamandolo ‘Gianni’…»
un paio di settimane fa (alla metà di ottobre) ci siamo visti a ravenna, entrambi ospiti dell’amico comune Claudio Brusi, in occasione del convegno “Coscienza sportiva” che ha preceduto la granfondo FrW. tu sei intervenuto nel dibattito sostenendo che tali iniziative fanno bene al ciclismo e allo sport in generale e che possono essere tranquillamente applicate a ogni disciplina, purché questo avvenga nel modo giusto e con persone, come Claudio e il suo team rossetti, che se ne assumano fattivamente la responsabilità. Hai per caso in mente qualche strategia per coinvolgere anche gli alti vertici federali nel dare finalmente una svolta alla lotta contro il doping nello sport? «Partiamo dal presupposto che ogni atleta che si rispetti nasce per diventare forte e per vincere, ma se, poi, per arrivare a tagliare certi traguardi o a perseguire certi obbiettivi si deve ricorrere a ‘stratagemmi illeciti’, allora vuol dire che, come sportivo e come uomo, si ha sbagliato davvero tutto! Lasciando da parte per un attimo i professionisti, che con le nuove leggi dell’UCI sono obbligati a sottoporsi ai controlli antidoping, la ‘CoScienza Sportiva’ dovrebbe far riflettere anche tutto il mondo amatoriale e i suoi numerosi praticanti. Una granfondo non dovrebbe essere vista come una gara competitiva, ma come una cicloturistica senza classifica e, soprattutto, senza stress prestazionale. Purtroppo questo, in Italia, non accade e allora ben vengano iniziative come quella del nostro amico comune Claudio Brusi. Un codice etico anche per i cicloamatori penso sia veramente una bella proposta.» foto BettINIpHoto
Qui vediamo il campione Gianni Bugno e Tony Rominger in azione
«Ovvio che mio figlio Alessio sia la vittoria più bella della mia vita. Sono molto orgoglioso di lui e del suo lavoro e il nostro rapporto è basato proprio su un mix di entrambe le cose: resto sempre e comunque suo padre, ma mi piace essere considerato anche come il suo migliore amico, un po’ più grande e con un po’ più di esperienza. Da piccolo Alessio pedalava ed era anche molto forte; poi, crescendo, la passione per il calcio ha preso il sopravvento. Adesso, con il senno di poi e vedendo i risultati, sono molto felice che sia andata così e abbia preso la sua strada.»
oltre a occuparmi di ciclismo sono anche un grande appassionato di calcio e con sorpresa ho scoperto che tuo figlio Alessio (ora ventiduenne) è un professionista di cui si dice un gran bene. Da quest’anno, se non sbaglio, gioca in Inghilterra nel Carlisle united. mancino, esterno di fascia, proprio come me quando volavo sulla sinistra del rettangolo di gioco, bei tempi… È vero che da piccolo l’hai minacciato più volte se non fosse diventato un ciclista, ma alla fine te lo sei ritrovato con le scarpette bullonate a scorazzare su e giù per il campo? Dai gianni, sto scherzando! Immagino che a prescindere dallo sport che pratica, tuo figlio resti sempre e comunque il traguardo più bello della tua vita. Qual è oggi il tuo rapporto con lui? Vista la tua giovane età, che tipo di genitore sei? ti riconosci maggiormente nel ruolo di padre o di migliore amico?
Così, su due piedi: se tu dovessi fare un bilancio, cos’ha dato il ciclismo a gianni Bugno e cos’ha dato gianni Bugno al ciclismo? se il gianni Bugno di ieri non ha bisogno di presentazioni e quello di adesso è storia attuale, quello di domani come sarà? «Gianni Bugno al ciclismo ha dato tanto e dal ciclismo ha anche ricevuto tanto. Per scelta ho deciso di non pedalare più, sono già stato seduto troppi anni sul sellino della bici… Chiuso un capitolo si volta pagina, si guarda avanti. Quello che sarò domani non lo so, te lo dirò la prossima volta che ci si vede. Ciao Roberto!»
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In questo inebriante clima di festa, anche la redazione di InbIcI non si sottrae al doveroso rito degli auguri. portiamo, in omaggio alla tradizione, alcune sorprese. In questo numero di fine anno, i lettori troveranno innanzitutto sotto l’albero una rivista più grande. mentre la maggior parte dei prodotti editoriali sul mercato ha ridotto progressivamente il suo formato, noi – per una volta – siamo andati controcorrente. Abbiamo in alcuni aspetti rinnovato la linea grafica rispetto ai numeri precedenti, ma soprattutto abbiamo sensibilmente dilatato le dimensioni delle pagine, convinti che, in questo modo, le immagini delle nostre biciclette risulteranno sem-
pre più chiare e realistiche. Nell’intento di arricchire i contenuti tecnici, abbiamo creato alcune rubriche rivolte ai nuovi prodotti sul mercato e alla parte dedicata all’integrazione alimentare. si tratta di un altro piccolo salto di qualità per una rivista che – nel solco del working in progress – sta cercando gradualmente, nel rispetto delle sue umane possibilità, di soddisfare tutte le esigenze dei suoi lettori. l’obiettivo finale è sempre lo stesso: approdare – nella veste grafica e nei contenuti – al cosidetto “format ideale”. un numero di pagine considerevoli,come le 148 del nostro magazine infatti, significa anche più ricchezza nei contenuti e più spazi per le gallerie commerciali de-
gli inserzionisti, a cui verrà dunque garantita sempre più visibilità. Insomma, la fine dell’anno è anche un’occasione per azzardare qualche bilancio e, in tal senso, lo diciamo con modestia ma in piena convinzione, la nostra crescita è sotto gli occhi di tutti. Chiudiamo con gli auguri, il passaggio più impervio perché si rischia sempre di essere banali. Il pensiero, ovviamente, va ai nostri partner commerciali, agli sponsor, ma soprattutto ai nostri lettori cicloturisti, la dote più preziosa di questo 2012. l’auspicio è che ognuno di voi – sui pedali ma non solo – conquisti nel nuovo anno i traguardi più ambiziosi. Comunque vada, InbIcI sarà al vostro fianco.
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L’EDITORIALE l’editore MAURIZIO ROCCHI
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IN COPERTINA ezIo soro, Il CIClIstA CHe VINse Due Volte IL CAMPIONe PIeMONTeSe SI AGGIUDICA LA MAGLIA IRIDATA A CORDeNONS 2012. LA SFIDA PIÙ IMPORTANTe LA VINCe CONTRO LA SORTe: UN GRAVe INCIDeNTe GLI STRONCA LA PROMeTTeNTe CARRIeRA DI JUNIOReS MA DOPO 13 ANNI DI STOP, RISALe IN SeLLA e NON SOLO RIPReNDe A PeDALARe, MA SI AGGIUDICA PeR DUe ANNI CONSeCUTIVI IL MONDIALe.
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ezio Soro nasce a Novi Ligure il 2 maggio 1961 e come tutti i ragazzini comincia a scorrazzare con la sua biciclettina nelle strade meno trafficate della cittadina piemontese, fino a quando, all’età di otto anni, indossa il primo caschetto ed attacca il primo numero sulla schiena: è la prima gara nella categoria giovanissimi della Federazione Ciclistica. La carriera è ufficialmente cominciata e l’anno seguente arriva la prima vittoria; tutto sembra filare sui binari più lineari e desiderabili. Cresce l’età e le categorie cambiano: allievi e poi juniores, l’anticamera dei dilettanti, siamo sulla soglia del ciclismo “vero”. Il giovane ezio si fa valere come sempre e punta a mettersi in luce in una premondiale, ma per molti ciclisti la sfortuna a volte ci mette davvero lo zampino: la fuga è di due corridori e viaggia decisa verso il traguardo, ma una macchina che procede incautamente in senso contrario alla gara provoca un grave incidente. Per ezio ora il ciclismo non c’è più, il giocattolo si è rotto e le parole che gli risuonano nelle orecchie sono “medico”, “terapia” e “riabilitazione”, davvero il peggio del peggio per una giovane promessa del ciclismo. Il trauma è sia fisico che mentale: il rapporto tra ezio ed il ciclismo è chiuso definitivamente. Tredici anni dura il periodo di stop, in cui la bicicletta non è più la compagna di sempre, ma la causa remota di situazioni negative. In ogni ciclista – così si dice – la fiammella della passione si accende e si affievolisce, ma non si spegne mai; un briciolo di quella passione, della voglia di faticare, di sudare e di staccare gli altri rimane sempre acceso. Anche per ezio è così: torna infatti alla bicicletta e ricomincia ad allenarsi, correndo da amatore. Se la carriera “vera” è definitivamente conclusa, questa è agli inizi. Può dirsi riconciliato il rapporto tra ezio e la bicicletta ed i buoni risultati ottenuti contribuiscono ad incrementare l’impegno e la voglia di fare. Siamo ai giorni nostri, a celebrare un atleta che ha vinto fino ad ora una media di 10-15 gare l’anno e che ha conquistato la maglia iridata per due anni consecutivi, proprio come Gianni Bugno e Paolo Bettini, una compagnia davvero di prim’ordine. è proprio raccontando le vittorie degli ultimi mondiali che scopriamo un corridore eclettico e che è capace di cogliere l’attimo fuggente prima degli altri; esattamente quella qualità che siamo soliti definire con la parola “classe”. Il Campionato del Mondo di Verona 2011 si disputava su un circuito nervoso e gli strappi impegnativi, uniti ad una media elevata, hanno compiuto una selezione naturale. Ne è testimonianza il fatto che dei duecento partenti, solo in trentacinque hanno tagliato la linea del traguardo. All’ultimo giro c’è stato un attacco di quattro corridori, tra cui Soro, sullo strappo più duro, ma in discesa sono rientrati gli altri superstiti della corsa. A due dall’arrivo è partita la “botta” giusta: Soro butta giù due denti, parte deciso e non si volta più fino all’arrivo. è Campione del Mondo! Nel Mondiale di quest’anno, disputatosi a Cordenons, un paese in provincia di Pordenone, il circuito era forse
meno duro, ma non meno selettivo, visto che il forte vento laterale la faceva da padrone. La media finale di oltre 45 km/ora fa capire quanto sia stata impegnativa questa giornata, ma ai meno cinque dall’arrivo una quindicina di corridori sembra non sentire la fatica. Questa volta Soro, campione uscente, è controllato da tutti e sono in tanti a correre sulla sua ruota. All’ultimo giro, comincia la girandola degli scatti e quello buono vede protagonisti Soro ed un australiano, che riescono a non farsi più riprendere. Per il nostro atleta non è facile battere l’avversario, ma la sua vittoria risulterà comunque nettissima. A questo punto è forse il caso di non porsi più limiti e diciamo: «Caro Ezio, tre maglie iridate di fila non le ha vinte nessuno e per ora la tua squadra ti ha fornito solo l’abbigliamento iridato…» come non farci un pensierino?
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MATTEO MARZOTTO
office@leonardoolmi.com
a cura di LEONARDO OLMI
uN grANDe ImpreNDItore, mA ANCHe uN grANDe sportIVo AmANte DellA BICI, oltre CHe DI Belle DoNNe hA ORIGINI NOBILI eD UN SeX APPeAL DA FARe INVIDIA A MOLTI UOMINI. NONOSTANTe CIò, MATTeO MARzOTTO è UNA PeRSONA SeMPLICe, e LA SUA PReSeNzA è MOLTO GRADITA IN “GRUPPO” DURANTe Le SUe USCITe IN BICI. TRA I SUOI IMPeGNI ANChe QUeLLO DI VICe PReSIDeNTe DeLLA FFC (FONDAzIONe PeR LA RICeRCA SULLA FIBROSI CISTICA – ONLUS).
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foto mArzotto.It
è stato durante la Tirreno-Adriatico, la ciclo- insegnarli che nella vita non ci sono scorcia- bianco-verde della FFC, fondazione di cui turistica svoltasi ad ottobre scorso, che per toie. Quella dei Marzotto, oltre ad essere una Marzotto è Vice Presidente, per far conoscere la prima volta incontro Matteo Marzotto. Mi famiglia di nobili imprenditori è anche una fa- il messaggio solidale sia alla Dakar, nella Suviene presentato da Max Lelli la mattina del miglia con lo sport che gli scorre nelle vene al persport che nel Ciclismo. La fibrosi cistica è 26 ottobre poco prima di partire per l’impre- posto del sangue. Amici dell’Ing. Ferrari, sia una brutta malattia ereditaria che attualmente, sa “eroica” che sarebbe durata tre giorni sot- il padre che lo zio Giannino, possedevano la purtroppo, oltre a portare a morte certa chi to acqua e freddo. Matteo indossa la divisa Scuderia Marzotto, con la quale affrontavano ne è affetto entro i 40 anni, a soli 32 anni ha bianca con il logo verde della FFC. Lo scopo corse come il Giro di Sicilia, la Coppa delle stroncato anche la vita di Annalisa Marzotto, della cicloturistica era, infatti, quello di porta- Dolomiti e la mitica Mille-Miglia. Matteo ha sorella dell’imprenditore, che è portatore sano re un messaggio di sensibilizzazione in favore iniziato da piccolo con il Motocross, per poi di questa terribile malattia. L’occasione per un della Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi approdare alla Supersport nel 2009-’10. La intervista, che Marzotto ha rilasciato in escluCistica. ha un fisico da corridore e sembra bicicletta lo ha accompagnato fin dal 1985 siva per i lettori di InbIcI, è stata quella di un molto più giovane di quel 1966, anno di na- quando la usava per allenamento alle ruote pranzo nella casa della sua tenuta in Maremscita che gli imputa l’anagrafe di Roma dov’è artigliate. ha iniziato a fare granfondo agli ini- ma, dove abitualmente l’imprenditore milanenato, anche se poi è cresciuto in Veneto. La zi degli anni ’90, molte delle quali con il suo se giunge in elicottero di cui, ovviamente, è lui temperatura non supera i 16 °C, il cielo è gri- amico fraterno Paolo Barilla, con il quale ha il pilota oltre che il passeggero. gio e le previsioni mettono acqua, ma lui ha un condiviso anche la Parigi-Dakar del 2002. pantaloncino corto estivo, manicotti ed un bel Una vita dedicata a donne e motori, potrem- Chi è matteo marzotto? raccontaci un po’ sorriso. è cordiale e gentile con tutti, anche mo quindi dire, ma in tutti gli sport Matteo dove nasci cresci e come sei arrivato alle se poi, sulla prima asperità di Manciano della Marzotto ha sempre sventolato la bandiera cariche che hai ricoperto fino ad oggi? 1a tappa partita dall’Argenta«Sono figlio di Marta e UmL’imprenditore Matteo Marzotto, Presidente di Valentino Spa fino al 2008 rio, darà filo da torcere a chi, berto, nato a Roma 46 anni come il sottoscritto, pensava fa, quindi sono, come si suol che Marzotto fosse un ciclidire, già un signore di mezsta novellino, ex motociclista za età. Quinto di cinque figli, (suo primo grande amore nato nella capitale, poiché nello sport) ed un “don giomia madre in quel periodo vanni”, oltre che un grande lavorava prevalentemente a imprenditore. I suoi numeri, Roma, anche se mi ritengo infatti, parlano chiaro: Presiveneto a tutti gli effetti. Ho dente di Valentino Spa fino al fatto la parte più importante 2008, e tra le sue fidanzate delle scuole a Cortina, che ve ne cito solo una, Naomi poi ho anche proseguito negli Campbell (la pantera nera), USA, ma non sono mai stato le altre ve le lascio immagiun buon studente, in quannare. Non completa gli studi to amavo molto di più la vita universitari, ma fin dal 1992 all’aria aperta, anche perché lavora nell’azienda di famiessendo il più piccolo di cinglia, la Marzotto Group (una que figli godevo di una certa filiera di moda fondata nel libertà, forse anche troppa. 1836), impegnata da tre geNon ho mai fatto cazzate, nerazioni nel tessile e nell’absono sempre stato appasbigliamento. Quinto dei 5 figli sionato di sport, non ho mai avuti dall’unione tra il Conte avuto grilli per la testa, a parUmberto Francesco Marzotte la passione per le moto to e da Marta Vacondio (Marda corsa, anche perché noi zotto), anche se molto legato siamo una famiglia di appasal nonno, il Conte Gaetano sionati di motori. Mio padre, Marzotto. Matteo Marzotto i miei zii Giannino e Vittorio, è sicuramente un figlio d’arte sono tutta gente che ha vinto dalle origini nobili a cui non è ripetutamente le Mille Miglia, mai mancato niente, ma amil Granpremio di Montecarlo. mette che è stato lo sport, Avevano la Scuderia Marzotpraticato fin da piccolo, ad to, che all’epoca, forse, era
do vedo questi cinquantenni che si avvicinano alla bicicletta e fanno due tre anni da fuori di testa e poi mollano tutto. Così come quando vedo un 40-50enne che insegue una 20enne, c’è qualcosa che non quadra, non è equilibrato. Ogni cosa va fatta con una percezione di qualche tipo.»
anche meglio della squadra ufficiale, ed erano molto amici dell’Ing. Ferrari. Io sono comunque cresciuto con il mito del nonno Gaetano che è stato uno dei più grandi uomini italiani del Novecento e del Dopoguerra, ma potrei dire anche di questi ultimi secoli dal punto di vista di sviluppo industriale del paese, almeno dal punto di vista della visone che ha avuto. Un uomo che ha immaginato cosa l’Italia non doveva diventare e cosa purtroppo, in parte, è invece diventata con lo scollamento tra Nord e Sud, che lui aveva già intuito nel 1946. Nonno Gaetano avvertiva la necessità di infrastrutturare l’Italia costruendo i Jolly Hotel già nel 1949, cinquanta alberghi di cui trentacinque a sud di Roma. Aveva una visione delle città sociali, luoghi dove l’imprenditore rilasciava ricchezza reale sul territorio, anche dal punto di vista dell’esempio. Non soltanto le case a riscatto di Valdagno, la città dell’armonia, la grande filantropia dei premi Marzotto, dove la cultura e il vivere civile si dovevano riunire nell’azione imprenditoriale. Questo è ed è stato qualcosa che ha segnato molto nel mio cammino imprenditoriale. Un cammino che è stato comunque difficile e molto impegnato, forse anche perché da quinto sono stato lasciato molto alle mie scelte. Credo che un bambino e poi un ragazzo dovrebbe essere seguito di più, ma evidentemente il quinto finisce per essere ‘abbandonato’ per forza. Anche se sono stato molto amato e seguito nelle cose basilari, un po’ meno in quelle che costruiscono la persona di un uomo. Non ho avuto un padre ed una madre che ad un certo punto ti dicono “adesso lo fai”, riferendomi all’università in un certo modo, ecc.. Mi son sempre ritrovato io a decidere di volta in volta cosa fare. In questo mi ha molto aiutato lo sport, che mi ha insegnato fin da bambino che non ci sono scorciatoie nella vita, e questo mi è molto servito a tener ben dritta la barra ed avere ben chiari gli obbiettivi. Con questo non voglio accusare di niente i miei genitori, se non di aver vissuto con grande attenzione la loro vita, ma in qualche occasione un po’ più di pugno di ferro sarebbe servito. Quando cresci così in maniera un po’ selvaggia, il fatto di non aver preso vie sbagliate nella vita è stato legato sicuramente al buon Dio, che ci ha messo la mano, poiché il rischio c’era. Ovviamente non mi è mai mancato nien-
te, ho potuto far tutto quello che volevo, ho avuto tutto quello che desideravo, dalle belle macchine, alle belle donne e le belle case.» tra le belle donne, quella che più ha fatto notizia è stata sicuramente la top model Naomi Campbell, giusto? «Pensa che per me invece quella è stata la storia meno importante. In realtà ho avuto donne molto più belle e interessanti. Ma non mi sono mai vantato di niente di quello che ho avuto, perché la vita va così e ci sono sempre dei test che ti mettono alla prova. Ho preso anche qualche grande delusione da quelle donne che invece mi aspettavo un po’ di specialità. Ma può succedere, fa parte del bagaglio di esperienza di una persona.» Di matteo marzotto si legge anche che pensa a tutto fuor che a sposarsi, è vero? «Quella è stata un po’ una credenza popolare, poiché se passi i quarant’anni e non sei sposato, come sai, iniziamo a credere di essere sempre un po’ degli impenitenti. In realtà io tendo ad essere un po’ spaventato verso queste cose, in quanto non mi piacerebbe fare un errore tale per cui dopo due tre anni ti lasci con dei figli in mezzo. E questo può essere un eterno dilemma, se fare su una spinta emotiva o su una spinta razionale, dilemma che ancora non ho risolto. C’è stato un momento particolare della mia vita in cui io avevo deciso e lei no. Ho avuto tante donne, mi piacciono molto, mi interessano psicologicamente e mi diverte la loro diversità. Non credo di aver mai mancato di rispetto a nessuna, anche se alcune storie sono state solo delle avventure. Oggi, a 46 anni, non sento più quella necessità. Do più valore ad un weekend di sport e di riflessione mia, piuttosto che dover correre da qualche parte nel mondo per fare un fine settimana mondano con una bella donna. Penso che sia giusto così, perché nella vita si cambia anche in queste cose. Ma tendo ad essere un po’ perplesso dagli eccessi. Ad esempio, quan-
tornando a marzotto imprenditore, com’è iniziata la tua carriera? «Non ho completato l’Università, facevo Scienze Politiche, ma ho deciso subito di iniziare a lavorare full-time nell’azienda di famiglia, senza mai approfittarmi di posizioni e facendo un cammino ben preciso, con la famosa gavetta. Questo lungo cammino in azienda Marzotto è durato ben 17 anni, dal 1992 al 2008, ed è stato un periodo di lavoro molto intenso e duro in cui ho fatto poche vacanze e sono diventato Uomo, Manager ed Imprenditore, imparando tante cose. Dopo la vendita della Valentino, ho potuto dedicarmi anche ad altre cose, tra cui il ruolo di Presidente dell’ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo), che mi ha fatto conoscere un po’ la macchina della pubblica amministrazione e delle istituzioni. Periodo in cui ho sempre sostenuto e mi sono battuto sul fatto che l’Italia potrebbe rialzare il PIL e vivere di Turismo, solo con le bellezze dei suoi territori e ed i patrimoni artistici che ha. Ma sono anche riuscito ad aumentare il mio impegno verso la Fondazione sulla ricerca per la Fibrosi Cistica, da me fondata, cercando di portare un forte contributo nella parte della comunicazione. Nel 2009 ho provato cosa significa fare l’imprenditore, sempre nel settore dell’abbigliamento da donna, con una start-up, rilanciando il marchio della Maison Madeleine Vionnet che poi ho rivenduto di recente. Questo mi è costato quattro anni senza respiro che mi sono valsi come crescita sia di uomo che di imprenditore.»
foto leoNArDo olmI
tu, le ho fatte con un grande amore per lo sport, ma anche con un grande impegno, cercando di prepararmi dignitosamente con una certa dedizione, e non farlo tanto per fare. Ma come in tutti gli sport, gare, manifestazioni ed eventi sportivi a cui ho partecipato, l’ho fatto anche perché ho sempre portato come modalità comunicazionale la Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica. Così è stato anche alla Dakar, ma pure nella Supersport, dove nel nostro hospitality potevamo accogliere una ventina di ragazzi malati con le loro famiglie, che potevano vivere questo ambiente e passare un bel weekend con noi. Tutt’oggi siamo charity-partner della FMI (Federazione Motociclistica Italiana). Adesso ho in programma di fare qualche gara nel Campionato Europeo GT3 Endurance con una Ferrari 458, dove nelle tappe italiane faremo di nuovo un aggregazione per la fondazione. Anche il ricavato dal mio libro ‘Volare Alto’ (edito da Mondadori), è stato interamente devoluto alla fondazione. Oltre che ad essere un manuale di impegno etico Matteo Marzotto a sx con a fianco Max Lelli, durante la recente e disciplina rivolto ai 30enni 1a Ed. della Tirreno-Adriatico. Siamo nella 1a tappa verso l’ascesa a Manciano 40enni che vogliono raggiungere il successo senza perdericolleghiamoci al giovane matteo mar- re di vista le regole di rispetto della convivenzotto, che come accennavi prima ha sem- za, era un modo per divulgare ulteriormente la pre amato e praticato sport. Da cosa hai sensibilizzazione verso la fibrosi cistica.» iniziato e come sei arrivato a questa grande passione per la bicicletta? tornando alla bicicletta come, perché e «Non ho mai fatto sport di squadra, non so quando hai iniziato? tenere una palla né in mano né ai piedi, mi «Ho iniziato a 17-18 anni, fin dal 1984-’85 sono sempre piaciuti sport individuali, preva- quando la utilizzavo come allenamento per il lentemente quelli legati ai motori, ma anche il Motocross. Mi serviva per darmi fiato e gamciclismo. Tra le due e le quattro ruote, ho sicu- be, poi con il passare degli anni ho lasciato le ramente un fascino maggiore verso le moto, corse in moto e mi è rimasta la bici, che con che sono uno sport più eroico, dove sicura- il dovuto rispetto di te stesso e se fatto bene, mente c’è più tecnica, destrezza e rischio in è uno sport che puoi praticare fino a 90 anni. confronto alle automobili. Le auto costituisco- Adesso la bici mi ha preso e mi ci dedico con no sicuramente uno sport più challenging, più molta passione. Poi, io sono uno di quelli che sfidante, come ad esempio anche le corse non soffre il giro in bici da solo, e quindi posso che ho fatto nel deserto sono state straordi- uscire anche senza la necessità del gruppo, nariamente impegnative. Ma la moto è tutta che poi magari incontro fuori anche nelle mie un’altra cosa, se chiudo gli occhi mentre sono uscite qua in Maremma, dove ci aggreghiain aereo o in ufficio ed immagino un giro al mo tutti insieme. Secondo me, nel cammino Mugello o a Silverstone, mi salgono subito le della formazione di un uomo il ricordarsi contipulsazioni, mentre lo stesso non accade pen- nuamente che bisogna avere volontà per fare sando ad un giro in auto.» le cose è salutare. Non si può ottenere nulla senza volontà. Sono piccole cose, ma la biNon a caso hai corso nella supersport per cicletta ti ricorda ogni volta che non ci puoi due anni? salire e provare delle buone sensazioni sca«Sì, l’ho fatto a 42 anni, quando ormai hai po- lando una montagna se prima non ti sei sacriche velleità in quanto corri con dei ragazzini, ficato con un po’ di allenamento. Così anche alcuni dei quali destinati a diventare dei cam- nella vita. Quindi la bici è un ottimo termine pioni. Le gare in Supersport, così come la pe- di paragone con la vita in generale. Aspettardalata da Milano a Roma con Lelli e Cassani si che uno vada forte in bicicletta senza fare o la stessa Tirreno-Adriatico, dove c’eri anche nulla, così come aver successo senza essersi
informati o senza leggere, è impossibile. Purtroppo anche la vita, così come la bici è faticosa. Andare in bici mi piace molto, mi fa sentire bene fisicamente.» partecipi a granfondo? Quali ti sono piaciute di più? «Ho fatto anche l’ultima GF di Roma, 7 Maratone delle Dolomiti, 3 Milano-Sanremo, 2 Fausto Coppi e 2 Novecolli, manifestazioni bellissime dove però non mi piace quell’affollamento che a volte crea grosse cadute di gruppo, causate spesso da gente che vuole partire a tutta, andare ai 50 all’ora senza saper guidare la bici. Quella che mi è piaciuta di più come organizzazione è stata la Vätternrundan (che vuol dire giro del lago Vättern) una manifestazione in Svezia dove partono16.000 persone suddivise in gruppi da 70 ciclisti ogni due minuti. Una gara di 300 km, dove ricordo di essere partito all’una di notte per arrivare alle undici del mattino. Ci ho messo più di 10 ore ma mi sono divertito molto. Il messaggio che vorrei lanciare ai lettori di InbIcI è questo: anche se non si fanno 40 gare all’anno con il coltello tra i denti, come in certe granfondo, ma se solo prendiamo la nostra auto ed andiamo in un’altra parte d’Italia, scopriremo che pedalando si possono attraversare dei luoghi meravigliosi e tutti diversi tra loro, poiché l’Italia è bella ovunque. In Italia, basta fare 4 ore di auto per coprire un’intera regione e goderci panorami e fare sport tanto quanto partecipare ad una granfondo, basterà fare dai 100 ai 200 km. Sono 30 anni che vengo qui in Maremma, e negli ultimi 10-12 anni vivo qui la maggior parte del mio tempo libero, e ancora oggi, ogni volta che esco in bici con Max Lelli che abita qui a due passi o con altri amici, scopro dei luoghi nuovi. Come mi è capitato a San Martino sul Fiora, dove sono entrato nella chiesa di Santa Maria, ho guardato un bell’affresco e mi sono reso conto di quanto sia bella e preziosa l’Italia.» A proposito di max lelli, come è nata la vostra amicizia? «Ci siamo conosciuti tramite amici comuni quando Max organizzò la sua prima granfondo, dato che lui sapeva che anche io mi dedicavo a questo sport e venivo spesso qua in vacanza. Comunque, non sono nuovo alle granfondo, in quanto è dai primi degli anni ’90 che le pratico, quando all’epoca i lunghi che facevo con il mio amico fraterno Paolo Barilla erano di 240 km. Non faccio parte dell’ultima moda della bicicletta, come ogni tanto mi affibbiano in giro. Poi, con Max, ci siamo di nuovo incontrati a Cartoons on the Bay, dove lui si è presentato con la sua schiettezza, così com’è, ossia un campione nella vita. Poi quest’anno, essendo qui a pochi chilometri, abbiamo iniziato a pedalare insieme e a lavorare sulla posizione in bici. Siamo diventati molto amici, e sia con lui che con Davide Cassani è nata l’idea di fare la Milano-Roma prima e la Tirreno-Adriatico poi dove a noi si è unito anche Gianfranco Comanducci (Vice Dir. Gen. Rai). Si è formato questo piccolo ‘team’ dove ognuno mette un po’ della sua esperienza professionale.»
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“MI ChIAMAvANO IL SERGENTE DI FERRO”
agostini@gocom.it
a cura di ANDREA AGOSTINI
preseNtAto Il lIBro DI gIANCArlo FerrettI
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Lo scorso 14 novembre, nella splendida cornice del teatro Rossetti di Lugo, Giancarlo Ferretti ha presentato il suo libro. Una rivisitazione autobiografica della lunga carriera: iniziata come corridore e terminata come Manager di alcuni tra i team più prestigiosi della storia ciclistica italiana, alla presenza di quasi tutti i suoi ex pupilli tra cui Gianni Bugno, Ivan Basso, Alessandro Petacchi, Michele Bartoli, Davide Cassani e Moreno Argentin. Senza dimenticare, ovviamente, Felice Gimondi, di cui è stato prima compagno di squadra e di camera,
poi direttore sportivo e che ha definito più volte “il treno della sua vita”. C’erano anche alcune tra le penne più prestigiose del giornalismo italiano come Pier Bergonzi, Sergio Neri, Tony Lo Schiavo, Pier Augusto Stagi, Beppe Conti e Auro Bulbarelli. Questi ultimi due come moderatori della piacevole serata. Tutti accorsi per festeggiare il Direttore Sportivo che ha colto più di 800 vittorie. Quasi affetto dallo stesso cannibalismo come manager che aveva colpito Merckx da corridore, di cui era stato avversario alla destra del Felice nazionale. Due ore filate via
lisce tra sorrisi e commozione in una perfetta alternanza di emozioni. A riassumere il tutto il suo pensiero iniziale: «Ho sempre fatto belle cose con le mie squadre ed ho sempre voluto che fossero di alto profilo. Questa serata e questo libro non dovevano essere da meno e il risultato mi sembra sia in linea col mio pensiero». e poi ancora in perfetto stile Ferrettiano: «Ho vinto ancora io». e poi via con al centro della platea il mitico sergente di ferro più in forma che mai che ha snocciolato lungo la serata alcuni dei suoi migliori aneddoti.
Il direttore Andrea Agostini con Giancarlo Ferretti mostrano il libro appena presentato
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MARCIALONGA, BRAND SPORTIvO DI SUCCESSO a cura di NEWSPOWER
pressoffice@newspower.it
preseNtAto Il progetto 2013 CAMPIONI DI IeRI e DI OGGI ALLA PReSeNTAzIONe DeLLA 40A eDIzIONe DeLLA GARA INVeRNALe. KOSTNeR, PRIMO VINCITORe: «AVeVO SeTe, hO BeVUTO IL VIN BRULè eD hO VINTO!». C’eRANO ANChe GUIDINA DALSASSO, 5 VITTORIe, e “zORRO” zORzI Che SARà AL VIA NeL 2013. PReSeNTATO IL NUOVO TRACCIATO DeLLA “CyCLING CRAFT” e L’eDIzIONe N. 11 DeLLA “RUNNING”.
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foto NeWspoWer CANoN
La neve ha fatto la sua comparsa sulle Dolomiti trentine, la stagione sugli sci ha preso il via e la macchina Marcialonga si muove a grandi ritmi, pronta per mandare in pista l’edizione 2013 della granfondo di Fiemme e Fassa. L’evento che ha scritto la storia del fondo in Italia, a fine gennaio festeggerà il suo 40° compleanno e, quasi inutile sottolinearlo, c’è da attendersi una festa sportiva ancora una volta straordinaria. In casa Marcialonga, però, non si parla solo la lingua degli sport invernali (tra febbraio e marzo in Val di Fiemme ci saranno anche i Campionati del Mondo di Sci Nordico). Dal 2007, infatti, Marcialonga è anche sinonimo di una tra le maggiori granfondo trentine su strada, la Marcialonga Cycling Craft, che per il 2013 ha scelto la data del 26 maggio per celebrare il settimo compleanno. e nel 2013 ci saranno importanti novità che riguardano in particolar modo i percorsi Mediofondo e Granfondo.
La conferenza stampa a Milano
Guidina DalSasso con Gloria Trettel foto NeWspoWer CANoN
con le 39 edizioni della Marcialonga invernale, la granfondo regina in Italia che lo scorso gennaio ha visto al via oltre 7000 concorrenti, familiarmente chiamati “bisonti”. Le iscrizioni alla Marcialonga Cycling Craft 2013 sono aperte da tempo e la quota rimarrà bloccata – come per il 2012 – ad € 28 fino al 30 aprile del prossimo anno, dopodiché ci sarà un leggero ritocco nel mese di maggio, e la data ultima per registrarsi è il 25 maggio alle 18,00. Da questa stagione, sul sito ufficiale www. marcialonga.it sezione ‘Cycling Craft’, l’iscrizione avviene tramite un nuovo sistema grazie al quale il concorrente gestisce direttamente i propri dati, controlla la registrazione, verifica il pettorale assegnato, aggiorna i dati per i successivi eventi a cui intende partecipare foto NeWspoWer CANoN
Joergen Aukland
Partenza e arrivo saranno, per tutti, ancora una volta nella piazza SS. Filippo e Giacomo, in pieno centro a Predazzo, con l’area expo, gli stand gastronomici e tutti i servizi collegati a portata di mano. Dopo lo start, la prima dura salita sarà verso il paese di Anterivo, toccato per la prima volta dalla gara, da cui si scenderà verso il Passo San Lugano, porta d’accesso alla Val di Fiemme se si viene dalla Valle dell’Adige. Si proseguirà poi fino al bivio del Passo di Pampeago in località Stava di Tesero: qui i concorrenti potranno scegliere se tornare verso Predazzo e chiudere il Mediofondo dopo 67 km di gara, o proseguire l’ascesa al valico, la stessa del Giro d’Italia 2012. Da qui si discenderà successivamente verso Nova Ponente, in provincia di Bolzano, per foto NeWspoWer CANoN risalire al Passo Carezza e ancora in picchiata verso la Val di Fassa e il rientro a Predazzo, quando il contachilometri segne- ti Mazzocchi ha allungato la… pedalata già rà 117 km. sulla prima rampa e ha ripreso il fuggitivo PaLo scorso maggio ai nastri di Predazzo c’e- olo Decarli. Da qui in avanti la progressione rano 2.000 ciclisti, tanti amatori ma anche del veneto è stata irresistibile e al traguardo volti noti delle due ruote e di altri sport, come i ritardi di Carlo Muraro e Stefano Sala eralo scialpinista azzurro Mirco Mezzanotte (4° no di quasi 4 primi ciascuno. La Gentili, dal alla fine), l’oro olimpico e mondiale dello sci canto suo, ha dovuto fare i conti anche con di fondo Pietro Piller Cottrer, il pattinatore e una foratura al Passo Lavazé, ma è comunoro olimpico Matteo Anesi, il vincitore della que riuscita a tenersi alle spalle l’austriaca Marcialonga invernale 2012 Jørgen Aukland. trapiantata in Veneto Christiane Bitante e La vittoria è andata al trevigiano Giuseppe l’altoatesina esperta di cronoscalate Claudia Sorrenti Mazzocchi e alla toscana Claudia Wegmann, con la campionessa olimpica delGentili, entrambi capaci di riscrivere il record la scherma Dorina Vaccaroni al 7° posto. della gara trentina, portandolo a 2h 10 ’39’’ Dal punto di vista organizzativo, la Marciae 2h 26’ 03’’ rispettivamente. Dopo un inizio longa Cycling Craft può contare sulle comin falsopiano “lasciato” agli avversari, Sorren- petenze di un team che si è fatto le ossa
La partenza dell’ultima edizione
e può decidere di iscrivere un’altra persona ad un evento, il tutto accedendo con il proprio indirizzo e-mail e la password prescelta. Alle garanzie organizzative e allo stare al passo con le nuove tecnologie, si aggiunge inoltre l’offerta di paesaggi e percorsi secondi a pochi in quanto a bellezza e fascino, per un evento che si snoda sui passi dolomitici che hanno fatto la storia del Giro, nonché sul territorio delle due province di Trento e Bolzano. Anche nel 2013 Marcialonga Cycling Craft farà parte dei circuiti Giordana, Nobili e Supernobili, oltre che della Combinata Punto3Craft che riunisce le tre gare Marcialonga, la granfondo di gennaio, la Cycling Craft e la Running di inizio settembre.
foto NeWspoWer CANoN
foto BettINIpHoto
17° GRANFONDO SELLE ITALIA vIA DEL SALE ‘BruCIAtI’ AltrI mIlle pettorAlI IN poCHe ore prossImA possIBIlItà DI IsCrIzIoNe Il 15 geNNAIo
per la granfondo che si terrà a Cervia il 7 aprile 2013 viene Confermato il percorso di 150 km con la mitica “Cima pantani” a montevecchio Alla sua diciassettesima edizione, la granfondo Selle Italia promette di riconfermarsi come la gara regina di inizio stagione, con uno splendido percorso di 150 km che parte dalle pianure della riviera, direttamente sul mare, per raggiungere le colline dell’appennino romagnolo, attraverso lo scenario suggestivo delle saline di Cervia e delle campagne colorate dagli alberi in fiore. Oltre ai percorsi mediofondo di 107 Km, cicloturistico di 77 Km e gourmet “Le strade dei sapori” di 40 km, con soste e degustazioni dei prodotti caratteristici locali. Aprile è il mese più bello per pedalare sulle colline romagnole, proprio quando la campagna dà il meglio di sé, colorando di bianco e di rosa le valli ed i crinali. Ma quando si lascia Borello e si cambia rapporto per affrontare la salita di Montevecchio ci si rende conto di essere entrati in un mondo che ha il sapore della leggenda. Il primo strappo non è dei più duri, ma quando, dopo il primo tornante, gli occhi piantati sull’asfalto incrociano la scritta “FORzA MARCO” un brivido sale lungo la schiena e non si può fare a meno di mettersi in piedi sui pedali. Mano a mano che le ruote divorano i 4 chilometri della salita ed i tornanti diventano più ripidi, sfidandoci con il loro 14%, le scritte W PANTANI e VAI PIRATA che si inseguono metro dopo metro diventano dei gradini da fare uno dopo l’altro per arrivare ai 373 metri della cima. Lì, sul punto più alto di quello che è nato come Montevecchio ma che rimarrà nella storia come Cima Pantani, quando si arriva in mezzo alle ali di pubblico che sempre attende i ciclisti in vetta al Granpremio della Montagna, si ha la sensazione di aver fatto qualcosa di ‘epico’. e la foto del “Pirata” sul suo monumento che saluta i granfondisti, dà la forza di pedalare ancora per i 50 chilometri che mancano all’arrivo a Cervia.
Nuovo hospitality sulla spiaggia fantini club ed expò con oltre cento aziende L’edizione 2013 vedrà il Fantini Club di Cervia (Lungomare Deledda 182), fra gli stabilimenti più noti d’Italia diventare il nuovo cuore della manifestazione. Una location d’eccezione su un’area di oltre 15.000 mq, ricca di comfort e servizi, con ristorante, centro benessere, ampi spazi relax e tutti i servizi a disposizione dei ciclisti. Presso il Fantini Club ed il collegato Sportur Club hotel sarà allestito l’intero hospitality Sportur Bicycle Show, incluse le aree di ritiro pacchi gara e pasta party aperto anche agli accompagnatori. Bicycle show expò: l’area espositiva della Granfondo Selle Italia ‘Via del Sale’, è molto di più di un villaggio espositivo. Dal 5 al 7 aprile, oltre cento aziende su 1 km di lungomare, daranno vita alla più grande fiera all’aperto d’Italia interamente dedicata al mondo della bici, dove trovare tutte le ultime novità del settore, testare le innovazioni e chiedere consigli ai grandi campioni delle due ruote ospiti nelle aree delle aziende. Tutte le caratteristiche di una fiera tecnica, insomma, ma senza biglietto di ingresso. pacchetti hotel Sono già disponibili sul sito sportur.com gli speciali pacchetti hotel per una o due notti, con partenza in prima griglia. (Per informazioni: Cervia Turismo, tel. 0544.72424, c.pagan@cerviaturismo.it) e per chi vorrà trascorrere qualche giorno in più a Cervia-Milano Marittima nella settimana che precede la Granfondo, sportur Club Hotel, l’innovativo concept hotel di Sportur pensato per tutti gli amanti della bicicletta, propone speciali offerte da 3 a 5 notti a partire da € 49 al giorno a persona, in camera doppia, mezza pensione, con uscite in bici sul percorso della Granfondo, centro benessere, spiaggia, e servizi speciali per ciclisti, come il deposito bici con piccola officina, il menù dedicato, le mappe dei percorsi, etc. (Per informazioni: Tel.0544.975039 - info@sporturclubhotel. com - www.sporturclubhotel.com).
foto BettINIpHoto
In brevissimo tempo sono stati assegnati tutti i primi duemila numeri della Granfondo Selle Italia Via del Sale del 7 aprile a Cervia. Come avvenuto per il primo step di iscrizioni del 15 settembre, anche i mille pettorali a disposizione dal 15 novembre sono stati ‘bruciati’ in poche ore. Tanta è l’apprensione per i granfondisti che temono di rimanere fuori dall’edizione 2013, per il secondo anno a numero chiuso, per 3500 ciclisti. Chi non è riuscito ad iscriversi, dovrà attendere l’apertura del 15 gennaio per gli ultimi 1500 pettorali disponibili.
INFormAzIoNI: sportur viale Italia 41 48015 Cervia (rA) tel. 0544.974395 fax 0544.975757 sportur@sportur.com www.sportur.com UFFICIO STAMPA SPORTUR Miriam evangelisti marketing@sportur.com tel. 0544.974395
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SCATTO FISSO a cura di LUCIANA ROTA
Il CIClIsmo HA sette VIte
Twitter @lucianarota
MA COS’è IL CICLISMO VeRO? CIRCONDATO DALLe SOLITe ChIACChIeRe DA “BAR SPORT” Che OGNI CICLISTA APPASSIONATO DeVe SORBIRSI, TRA LUOGhI COMUNI e GOMITATe D’INTeSA TRA I DIGIUNI DeL PeDALe, OGNI QUALVOLTA eSPLODe UNO SCANDALO. LA RISPOSTA VIeNe OFFeRTA DA ANTONIO RUzzO, CRONISTA DeL QUOTIDIANO IL GIORNALe Che SUL SUO BLOG “VADO DI CORSA” CI AIUTA A... PUNTUALIzzARe.
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Post di Antonio Ruzzo, dal blog “Vado di corsa”. Cinque stelle di gradimento. Prendi anche in prestito l’applausometro di XFactor, di certo molto più utile qui, e lo fai andare al massimo. Inizi a pubblicare il post sulla tua bacheca di Facebook. Fioccano i “mi piace” e i commenti. Non ti basta: ne fai anche un bel tweet. Usi tutti gli # (ashtag che sembra un’ascia di guerra e ci sta bene) che ti vengono in mente. Perché più gente possibile del tuo giro, che ama il ciclismo a prescindere, ti venga dietro. e poi, diciamolo, ci vuole anche uno sfogo... Perché noi del ciclismo non ci fermiamo ai sorrisetti e all’ipocrisia. Così va il mondo. Meglio se in bicicletta. Lo sfogo? eccolo. Te lo presta Antonio Ruzzo, collega, ma soprattutto amico di corse e di bici. Lui che lo sport lo ha iniziato sul serio in mtb. Oggi, da adulto e da cronista, corre a ripetizione le maratone e poi si presenta in redazione con le gambe a pezzi, facendo finta di niente e magari si becca anche la chiusura di notte a Il Giornale. Lui che in bici ci va sempre. Ne è innamorato. e non ne può fare a meno. Di dire la sua, di questi tempi-giorni. Che è anche un po’ la tua. La nostra. Col permesso, pubblichiamo dunque su InBici il post-sfogo di Antonio Ruzzo: «La procura antidoping del Coni ha deferito i ciclisti Michele Scarponi e Giovanni Visconti per la violazione dell’art. 3.2. delle Norme Sportive Antidoping cioè per essersi avvalsi della consulenza e prestazione di soggetto inibito, il dottor Michele Ferrari. La procura ha anche chiesto tre mesi di squalifica per i due atleti. Fine. Neanche per sogno. Ma ogni volta è la solita storia: vai in riunione e i colleghi che sanno che sei ‘malato’ di ciclismo sorridono e si danno di gomito. Dopo Armstrong, dopo Vinokourov, dopo Scarponi, dopo Visconti… sotto a chi tocca. E le battutine si sprecano. Ma che sport è? Ma ancora ti ostini a scrivere di ciclismo? Ancora pedali? E il Giro e il Tour? Bisognerebbe fare due classifiche, quella dei ‘dopati’ e quella di chi va a ‘pane e acqua’. È il bar sport. Sono le chiacchiere di chi il ciclismo non sa neppure cosa sia. Il ciclismo è tutt’altro. Sono quei tre matti che ho incontrato stamattina alle 9 sulla strada che va a Cisliano incappucciati come la banda Bassotti per ripararsi dal freddo. Sono quelli che la domenica mattina fanno il gruppo: piova,
nevichi o venga giù il cielo. Sono quelli che caricano la bici in auto per andare a correre una granfondo a 400 chilometri da casa, poi tornano e vanno a lavorare. Sono quelli che si accampano sulla cima Coppi la notte prima e stanno lì per ore godendo quei trenta secondi quando passa il gruppo. Sono quelli che la bici in albergo la portano in stanza. Quelli che in garage hanno il poster di Moser che a Città del Messico fa il record dell’ora. Quelli che in discesa sotto la maglietta mettono ancora il giornale. Quelli che quando li incroci in allenamento fanno finta di salutarti ma ti fanno la radiografia alla bici. Quelli che se tu gli prendi la ruota s’incazzano, accelerano e ti fanno sputare l’anima. Quelli che se non sei depilato non ‘vai’, che i palmer erano tutta un’altra cosa, “il carbonio non mi convince” e la bici nuova da 7mila euro per la moglie è sempre un affarone da 800 euro… E si potrebbe andare avanti all’infinito. Ecco perché anche quest’anno sulle salite di Giro e Tour ci sarà la folla di sempre. Ecco perché c’è poco da darsi di gomito. Ecco perché il ciclismo non finisce mai….» Due risposte a “Il ciclismo ha sette vite”. Due commenti. Due donne. Il primo la dice tutta. Una dichiarazione d’amore. Antonella Pellegrini scrive: «buonasera, il ciclismo è amore, e noi viviamo per le emozioni che ci può donare non aggiungo altro.» Post Scriptum Qualcuno ha scritto alla redazione di InBici: «che cavolo vuol dire 30 dentro ad un cuore? Siete diventati matti per caso? Avete aperto una rubrica del genere
c’è posta per te?» Niente di tutto questo. Scatto Fisso è un contenitore, uno spazio, della bici senza cambio e senza freni (in senso figurato), a scatto fisso e pedalare. e siccome non è facile pedalare così... e poiché soprattutto il traffico potrebbe essere davvero d’intralcio se non pericoloso, meglio promuovere la causa (amorevolmente) dei 30 ALL’ORA nei centri abitati. Così che i più abili, i califfi della bici come li chiamiamo noi, possano viaggiare più sicuri. e non solo loro. Rispettosi anch’essi delle segnaletiche stradali, ci mancherebbe. ecco come nasce (o ritorna) un bel surplace al semaforo. Come quelli di Maspes al Vigorelli di Milano. Il mitico campione della pista si piazzava sulla parabolica dove era stampata la scritta pubblicitaria. Magari intento a leggere la Gazzetta! e giù a pedalare come un equilibrista sul posto (sur-place). La foto era garantita. Uno spettacolo. Da scattofisso!
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GRANFONDO FI’ZI:k CITTà DI MAROSTICA a cura di NEWSPOWER
pressoffice@newspower.it
perCorsI CollAuDAtI per l’eDIzIoNe 2013
foto NeWspoWer CANoN
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Gli organizzatori della Granfondo fi’zi:k - Città di Marostica (VI) sono già sui pedali perché dopo l’edizione 2012 che ha introdotto due nuovi tracciati, adatti a tutti i livelli di granfondisti, vogliono riproporre in tutta la propria bellezza una gara che lo scorso maggio non si è potuta apprezzare appieno, causa il maltempo. Per il 2013, finiti i lavori di ristrutturazione, sarà completamente godibile l’affascinante Piazza degli Scacchi a lato della quale è scattata la gara la scorsa primavera. Dunque la Granfondo fi’zi:k si approprierà in maniera completa della denominazione “Città di Marostica”, proprio con la storica piazza che porta alla memoria la disfida scacchistica del 1454.
foto NeWspoWer CANoN
PARTe CON GRANDe ANTICIPO IL LANCIO DeLLA GRANFONDO FI’zI:K - CITTà DI MAROSTICA 2013. PeRCORSI CONFeRMATI PeR IL 28 APRILe COMe QUeLLI DeLLA PASSATA eDIzIONe. GRANFONDO DI 154 KM e 2.970 M. DI DISLIVeLLO e MeDIOFONDO DI 100 KM e 1670 M/DSL. ORGANIzzAzIONe DeLL’ASD B-SPORT CyCLING e DeLLO STUDIO RX.
La Città di Marostica sarà fulcro e cuore della corsa in programma il 28 aprile, che mette sul piatto il tracciato Granfondo di 154 km con un dislivello impegnativo di 2.970 metri, e il Mediofondo di 100 km e 1.670 m/dsl, alla portata di chi, ad inizio stagione, non ha nelle gambe abbastanza chilometri per affrontare distanze e dislivelli superiori. Dopo il via da Marostica la gara si porta verso Pianezze e Molvena, una sgroppata in gruppo, Mediofondo e Granfondo ancora insieme, iniziando poi a sgranarsi sulla prima salita di giornata, quella di Salcedo. Non è un’ascesa spaccagambe ma può rappresentare un primo filtro per i più allenati per sgusciare via dalla massa, perché la Granfondo fi’zi:k - Città di Marostica è un evento dai grandi numeri, grazie anche al fatto di essere la seconda prova dell’affollato “Challenge Giordana”, particolarmente apprezzato dagli amanti delle ruote magre. La zona di Marostica, Salcedo e Laverda è particolarmente famosa per la produzione tipica di ciliegie e, se la stagione sarà in linea con i tempi, ai partecipanti della Granfondo fi’zi:k - Città di Marostica si prospetteranno i frutteti in fiore. La ciliegia di Marostica è un prodotto IGP protagonista, tra maggio e giugno, di numerose mostre e sagre. Ad ogni salita, solitamente, segue una discesa. Così, dopo aver raggiunto Salcedo, la gara scende velocemente ed entra in Valdastico con un tratto vallonato e scorrevole, giusto per rilassare i muscoli dei granfondisti prima della salita di Pedescala che traghetta la seconda prova del Challenge Giordana sull’Altopiano di Asiago, tanto caro ai cicloamatori veneti, con la località di
foto NeWspoWer CANoN
Asiago che ha ospitato per tanti anni l’arrivo di tappa del Giro d’Italia. La Granfondo fi’zi:k - Città di Marostica arriva ad Asiago dal versante di Castelletto di Rotzo, in tutto 12 km di ascesa con un dislivello non troppo marcato, un totale di 635 metri con tanto di GPM che dispenserà ai primi due atleti di ogni categoria speciali premi. L’Altopiano di Asiago sarà vissuto con continui saliscendi e dolci paesaggi che la località regala passo dopo passo. Poi la gara entra a Roana, scende verso la località di Turcio sfiorando Asiago, centro nevralgico dell’Altopiano dei Sette Comuni. Seguendo le indicazioni per Turcio, prima che la discesa si faccia concreta si incontra il bivio tra i due percorsi, Granfondo e Mediofondo. Chi a quel punto avrà consumato gran parte delle energie potrà spendere le ultime fatiche in discesa verso Crosara, riconquistando poi la periferia ed il centro di Marostica, col traguardo a ridosso delle mura della città. I concorrenti che invece amano le sfide forti piegheranno per il percorso Lungo, e saranno circa a metà dell’opera. A quel punto dopo un leggero saliscendi inizia la tortuosa, tecnica e veloce discesa verso Laverda, un tratto in cui occorre essere abili con i freni. La gara ritorna poi… sui suoi passi, su quelle strade già affrontate subito dopo il via, e riecco la salita di Salcedo con ampi tornanti prendenfoto NeWspoWer CANoN
do la direzione della Valdastico. Gara decisa? Nemmeno per sogno. A Calvene la Granfondo fi’zi:k - Città di Marostica affronta una delle salite celebri fra gli scalatori, quella di Monte Corno, che aveva tenuto banco anche nell’edizione di due anni fa sebbene il percorso fosse completamente diverso. Sicuramente la salita di Monte Corno è un tratto che può delineare la classifica, dove chi è ben allenato può fare la differenza. Dopo l’arrivo in quota ci sono una decina di chilometri altalenanti, in un tratto in cui spesso il meteo fa i capricci e cambia repentinamente. Anche la temperatura si fa solitamente frizzante, ma poi la discesa arriva per riportare velocemente la “comitiva” verso Crosara, tratto affrontato anche dai mediofondisti, e sul medesimo nastro d’asfalto la Granfondo fi’zi:k - Città di Marostica riporta i corridori nell’affascinante Marostica. Nulla di nuovo dunque, per un evento reso concreto grazie anche al patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Vicenza e di AICS. Ad organizzare la gara sarà il collaudato staff dell’ASD B-Sport Cycling e dello Studio RX col marchio fi’zi:k sempre in primo piano. Il sito ufficiale www.granfondofizik.it è online con tutti gli aggiornamenti.
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UN BINOMIO vINCENTE COPPARO SINTESI
brina@gocom.it
a cura di NICOLETTA BRINA
lArm: Il prestIgIo Nel moNDo Del CIClIsmo L’AzIeNDA BOLOGNeSe CON OLTRe 46 ANNI DI eSPeRIeNzA AL FIANCO DeLLe ReALTÁ AMATORIALI. CON CICLI COPPARO LA PARTNeRShIP BIeNNALe PUNTA AL FUTURO NeL SeGNO DeI GRANDI MARChI NeL PANORAMA DeLLe DUe RUOTe.
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Larm rappresenta un nodo importante nella distribuzione di marchi prestigiosi del mondo del ciclismo. Con la sede a Villanova di Castenaso, nel bolognese, la società si è affermata non solo in territorio italiano, ma anche all’estero, con una ventina di agenti che si occupano di distribuzione di biciclette, caschi, abbigliamento, parti tecniche e meccaniche ed accessori. La posizione di prestigio raggiunta in oltre 46 anni di attività è figlia di un obiettivo perseguito sin dalla sua creazione, vale a dire, la totale soddisfazione del cliente. Manager e presidente della struttura è Massimo Biagini, lo stesso che presenta la mission ed i progetti di Larm. Che cos’è larm? «Siamo distributori di accessori e biciclette per il ciclismo, con sede a Villanova di Castenaso. L’azienda è nata nel ’66, occupandosi inizialmente della distribuzione nel settore delle moto e nel ’79 ha iniziato a concentrarsi sui prodotti per il ciclismo. Ha una struttura con 14 dipendenti – 3-4 grandi appassionati di ciclismo, ma anche altri sportivi – e 20 agenti nel territorio nazionale e all’estero.» Che distribuzione ha a livello territoriale e di quali marchi si occupa prevalentemente? «La distribuzione è a livello italiano ed europeo. Parliamo di marchi molto importanti del ciclismo, come Diadora, Lotto, Felt, Rotor, Lezyne, O-Synce, Catlike, Sintesi, Motorex, Ritchey. Larm è distributore esclusivo di questi marchi.» larm è accanto alla formazione della Cicli Copparo, mediante il marchio sintesi: da quanto tempo e come è nata la partnership? «Cicli Copparo sono nostri rivenditori già da diverso tempo. Contemporaneamente e da un paio d’anni è stata costituita questa squadra ciclistica che adotta alcuni dei no-
Il presidente di Larm Massimo Biagini
stri marchi, come Rotor, Diadora e Ritchey e, di conseguenza il rapporto commerciale si è stretto ulteriormente. Diciamo che la partnership a livello di sponsorizzazione, è relativamente giovane, perché questo è il secondo anno.» Come mai la scelta di questa formazione? «Diciamo, primariamente per una questione commerciale. Peraltro abbiamo oltre una quarantina di squadre in giro per l’Europa, praticamente a tutti i livelli. La Cicli Copparo, come società, ci tiene costantemente informati in termini di attività e gare cui la squadra prende parte – veniamo letteralmente sommersi da tantissime mail con i resoconti – e a noi fa piacere che facciano buoni risultati. Inoltre sappiamo che ci sono corridori molto forti tra le fila del team e anche questo è fonte di soddisfazione.»
una partnership da portare avanti nel tempo? «Dal canto nostro c’è la volontà di confrontarsi per continuare a collaborare anche in futuro, quantomeno ostativi ad oggi, per proseguire, non ve ne sono. Sappiamo che comunque quella del ciclismo, è una realtà in continuo movimento e mutamento, quindi ribadiamo che da parte nostra non c’è problema nel continuare il rapporto anche nei prossimi anni.» lei pratica il ciclismo? «A dire il vero no, gioco a ping pong che col ciclismo ci azzecca davvero poco. Tuttavia in azienda abbiamo dipendenti che sono letteralmente sfegatati di questo sport e che escono in bicicletta spesso e volentieri.»
Cicli Copparo - Via Beniamino Gigli, 33/38 - 60128 Ancona - t. 071 896801 - e. liala.ciclicopparo@alice.it
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www.ciclicopparo.it
Grazie ai nostri partner
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LA GRANFONDO CITTà DI LOANO INAUGURERà IL 2013 a cura di ENRICO CAVALLINI e ANDREA CAPELLI
info@playfull.it
lA stAgIoNe DuemIlAtreDICI ComINCIA IN rIVA Al mAre LA PROVA LIGURe APRIRà LA STAGIONe GRANFONDISTICA IL 10 FeBBRAIO. TeRzA eDIzIONe PeR LA GARA SAVONeSe, Che PROPONe UNA TRe GIORNI DI FeSTA e DIVeRTIMeNTO DeDICATA ALLA BICI. GIà APeRTe Le ISCRIzIONI PeR PeDALARe IN RIVA AL MARe.
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loano (sV) – La stagione granfondistica prenderà il via ancora una volta dalla Liguria: sarà infatti la Granfondo Città di Loano ad aprire il calendario gare per il 2013, con la terza edizione della gara che si svolgerà domenica 10 febbraio nell’omonima cittadina della riviera di ponente. Ad accogliere gli atleti e i loro accompagnatori però non ci sarà solo la granfondo, ma una vera e propria tre giorni dedicata alla bici, per salutare nel modo più consono l’inizio della nuova annata di gare. Venerdì 8 febbraio gli indugi saranno rotti da una cronometro individuale di 10 chilometri pianeggianti, che prenderà il via dal lungomare. Alla sera invece l’aperice-
na permetterà un momento per stare in compagnia. La mattina di sabato 9 febbraio vedrà invece l’apertura dell’area espositiva e nel pomeriggio, precisamente alle ore 15.00, saranno i giovani atleti dalla categoria G1 alla G6 a sfidarsi nella prova MTB sulla spiaggia, valida come 1a gara del Campionato Regionale MTB. Alle ore 10 in punto di domenica 10 febbraio si abbasserà la bandierina per lo start della granfondo, che affronterà così il percorso già collaudato nel 2012. Le iscrizioni alla Granfondo Città di Loano sono già aperte e possono essere perfezionale tramite il sito www.sdam.it. Dal 6 no-
vembre al 31 dicembre è possibile iscriversi alla quota di € 25,00, (compresa l’iscrizione alla cronometro del venerdì), che successivamente aumenterà a € 30,00 fino all’8 febbraio, per poi attestarsi a € 40,00 nelle giornate del 9 e del 10 febbraio, con le procedure di registrazione effettuabili solo in loco. Volendo incentivare la partecipazione delle squadre più numerose, la Granfondo Città di Loano riserva un’agevolazione ai gruppi più folti, omaggiando l’undicesima iscrizione ogni dieci atleti paganti. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito web della manifestazione: www.loabikers. com.
Un’immagine della partenza nell’ultima edizione foto plAYFull NIKoN
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MILANO – ROMA IN 4 GIORNI a cura di LEONARDO OLMI
office@leonardoolmi.com
mAX lellI, DAVIDe CAssANI e mAtteo mArzotto INsIeme IN BICI per 650 Km DUe CAMPIONI DI CICLISMO eD UN IMPReNDITORe DI SUCCeSSO, hANNO PeDALATO INSIeMe DAL 18 AL 21 OTTOBRe SCORSO LUNGO LO STIVALe PeR TRASMeTTeRe UN GRANDe MeSSAGGIO DI SOLIDARIeTà VeRSO LA RACCOLTA DI FONDI PeR LA RICeRCA DI UNA DeLLe PeGGIORI MALATTIe GeNeTIChe CONOSCIUTe DALLA MeDICINA MODeRNA, LA FIBROSI CISTICA.
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I due ex professionisti Max Lelli e Davide Cassani, hanno affiancato Matteo Marzotto, Vicepresidente e Testimonial della FFC Onlus (Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica), in una nuova iniziativa charity che ha ottenuto il patrocinio della Commissione europea: un viaggio in bicicletta da Milano a Roma a tappe, con partenza da Milano il 18 Ottobre e arrivo a Roma il 21 ottobre.
sportiva di grande valore. Una corsa contro il tempo, bene preziosissimo per i tanti malati di fibrosi cistica, la malattia genetica “a timer”. Una sfida ingaggiata da chi ha vissuto la propria vita come una continua conquista, segnata da grandi impegni per dare il meglio di sé in molteplici prove: Matteo Marzotto, Vicepresidente e Testimonial della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi
L’arrivo a Roma in Piazza Venezia con Max Lelli, Matteo Marzotto, Davide Cassani, Gianfranco Comanducci e altri ciclisti che si sono uniti al gruppo, tutti con la divisa della FFC (Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica)
ad avere un glorioso passato da professionista. Lungo il percorso, gli sportivi e i volontari delle delegazioni, che si sono impegnati ad organizzare iniziative charity, hanno dato risalto alla Campagna SMS solidale FFC Onlus, partita il 14 Ottobre, a sostegno dei malati di fibrosi cistica: malattia che conta in Italia oltre 2 milioni e mezzo di portatori sani ma che è ancora poco conosciuta. Bologna, Siena, Capalbio e Roma sono state le tappe che hanno fatto da sfondo agli eventi in programma. Questo tour nazionale rappresenta il primo passo di un progetto di respiro europeo, che ha già ottenuto il patrocinio della Commissione europea, e che punta ad accrescere la conoscenza della malattia e a raccogliere quante più risorse possibili ai fini della ricerca, strumento decisivo per salvare la vita di tanti giovani malati di fibrosi cistica. «Mettersi in gioco, spingersi sempre un po’ più oltre, resistere e arrivare al traguardo, passo dopo passo con pazienza e impegno. Questo vale nella vita, nello sport, ma anche per chi giorno dopo giorno è costretto a fare i conti con la malattia.» afferma Matteo Marzotto, e aggiunge: «Lo sport aiuta a superare le proprie paure e i propri limiti. A nutrire la passione, la mente e il cuore. Purtroppo, per le persone che soffrono di fibrosi cistica arriva un momento nella vita in cui tutto questo non è più possibile. L’aria non basta più e la vita rallenta, fino a fermarsi. Così è stato per mia sorella Annalisa. Oggi pedalo per ricordare a tutti che la speranza c’è ed è riposta nella ricerca scientifica, l’unica a poter restituire il respiro necessario a rimettere in moto la vita dei malati. Ed è solo con l’aiuto di chi vorrà contribuire al sostegno della nostra causa che questo traguardo potrà essere raggiunto in breve tempo.»
Sono stati 650 kilometri in sella per mantenere alta l’attenzione sulla Fibrosi Cistica nel periodo di Campagna Fund Raising. A conclusione di ciascuna tappa era previsto un evento charity organizzato dalle varie Delegazioni FFC presenti nelle varie città toccate durante le 4 tappe. Quella della Milano-Roma, possiamo sicuramente dire che sia stata un’impresa
Cistica Onlus, da sempre appassionato e praticante sportivo tra cui, appunto, anche il ciclismo. Un’impresa che Matteo Marzotto ha voluto condividere con due grandi nomi del ciclismo italiano: Max Lelli e Davide Cassani: il primo uomo di grande esperienza e professionalità con i suoi 14 Tour de France, ed il secondo lo conosciamo tutti per le sue telecronache su RaiSport2, oltre che
Il “viaggio” si inserisce in un carnet fitto di iniziative charity sul tema della corsa e del respiro, che hanno animato la Campagna Nazionale per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica svoltasi dal 14 al 28 Ottobre 2012. Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica www.fibrosicisticaricerca.it
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LA LEGGENDARIA ChARLy GAUL a cura di NEWSPOWER
pressoffice@newspower.it
Il mIto CHe treNto e moNte BoNDoNe portANo Nel Cuore DA 50 ANNI L’OTTAVA eDIzIONe è IN CALeNDARIO PeR DOMeNICA 21 LUGLIO 2013. ASSALTO AL MONTe BONDONe Che OSPITeRÁ A SeTTeMBRe ANChe LA FINALe DI CAMPIONATO DeL MONDO UWCT. PeRCORSO LeGGeRMeNTe ALLUNGATO e ReSO ANCOR PIÙ STUzzICANTe.
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Charly Gaul, la leggenda che Trento e il Monte Bondone portano nel cuore da oltre 50 anni. Precisamente da quell’8 giugno 1956, quando “l’angelo della montagna” arrivò primo, solitario e in principio di congelamento, in vetta al Monte Bondone, conquistando vittoria di tappa e, in sostanza, il successo di quel Giro d’Italia. Una giornata da tregenda, con freddo penetrante e una tempesta di neve a fine primavera che rese il Monte Bondone indimenticabile e scrisse una pagina mitica del ciclismo da narrare nel corso degli anni. Dal 2006 a Trento e sul Bondone, si corre La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone - Trofeo Wilier Triestina, che per l’ottava edizione sarà ai nastri domenica 21 luglio 2013. Ma per l’edizione del prossimo anno c’è molto, molto di più. Come nella passata stagione, la prova trentina è inserita (unica gara italiana) tra gli eventi preliminari, o “di qualificazione”, dell’UCI World Cycling Tour, una vera e propria Coppa del Mondo delle granfondo su strada per amatori. Partecipando quindi a La Leggendaria Charly Gaul 2013, è possibile accedere alla Finale di Campionato del Mondo (si qualifica il 25% dei migliori classificati di ciascuna categoria nei vari eventi di qualifica), che – udite udite! – si disputerà proprio tra Trento e il Monte Bondone dal 19 al 22 settembre, sulle orme di Charly Gaul. Riassumendo, quindi, dopo la positiva esperienza del 2012, il percorso de La Leggendaria Charly Gaul ha incontrato il favore dei
foto NeWspoWer CANoN
vertici mondiali UCI e per il 2013 è stato scelto per ospitare sia la gara di Coppa del Mondo il prossimo 21 luglio, sia la Finale del Campionato del Mondo - UWCT a settembre (crono e granfondo). Per l’occasione, gli organizzatori dell’evento trentino hanno ritoccato leggermente il collaudato tracciato di gara, allungandolo di qualche chilometro e rendendolo ancor più stuzzicante per tutti. Si pedala come sempre “al cospetto” del mitico Monte Bondone, che verrà attaccato da più versanti. Stiamo parlando di un evento altamente scenografico fin dalle prime battute, dall’ormai classica partenza da Piazza Duomo a Trento, tutti assiepati di fronte alla facciata della Cattedrale di San Vigilio. Dopo lo start nelle vie del centro, i ciclisti puntano verso la periferia della città per prepararsi ad affrontare la prima autentica fatica di giornata lungo la Valle di Cembra, nella zona che ha dato i natali ai fratelli Francesco, Aldo, Diego ed enzo Moser e a Gilberto Simoni. Dopo le prime fatiche in salita in Valle di Cembra, il percorso rientra dal paese di Pressano, attraversa Lavis con un bel passaggio sul torrente Avisio e si avvicina nuovamente a Trento, non senza aver prima scalato (100 mt/dsl) il piccolo centro di Meano e attraversato i sobborghi di Gardolo e Roncafort. Il fiume Adige attende placido i concorrenti nella città del Concilio e vi si pedala a fianco per alcuni chilometri, prima di giungere alla divisione dei tracciati. Coloro che
gue da Trento verso il paese di Aldeno e sale sul Monte Bondone dal versante di Garniga Terme. Al termine di questa prima impegnativa salita alla “grande montagna” e giunti alla località Viote, si scende verso la suggestiva Valle dei Laghi, percorrendo circa 20 km in pianura e sfiorando i laghi di Cavedine, Toblino e Santa Massenza. Il gran finale per granfondisti (sia a luglio che a settembre) sarà come da copione sua maestà il Bondone: bisogna infatti affrontarlo per la seconda volta, in questo caso dal versante di Sopramonte che si riallaccia, all’altezza di Candriai, alla famosa “salita Charly Gaul”. Un rush finale che conduce al traguardo di Vason, a 1.650 metri d’altitudine, con impareggiabile vista che ripaga sempre delle fatiche profuse (il percorso granfondo misura 141 km con 4.104 metri dsl). L’edizione 2012 della prova estiva dedicata al grimpeur lussemburghese prevedeva anche un percorso “Corto”, ed ha registrato le vittorie di Matteo Cappè e Ilaria Rinaldi nella Granfondo, Simone Orsucci e Astrid Schartmüller nel “Medio” e Alexander Gufler e Sabine Gandini nel “Corto”. Tra i quasi 2.000 iscritti provenienti da una trentina di Paesi c’era anche un nugolo di medaglie olimpiche, con gli ospiti Cristian zorzi, Antonio Rossi, Jury Chechi, Stefano Baldini, Matteo Anesi ed Alessandro Pittin. La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone - Trofeo Wilier Triestina di luglio 2013 è inserita nei circuiti Alpe Adria Tour (tra Austria, Slovenia ed Italia), Nobili/Supernobili, Leon d’Oro e Dalzero, è un evento del Giro delle Regioni 2013 ed è parte del Challenge Giordana 2013, come prova finale limitatamente alla classifica a squadre.
foto NeWspoWer CANoN
hanno scelto il Mediofondo di 56 km e 2.150 mt/dsl affrontano il Monte Bondone lungo l’intera salita Charly Gaul che da Sardagna propone la bellezza di 38 tornanti con una pendenza media del 7,8% e 1.375 metri di dislivello da buttarsi alle spalle in soli 17,6 km. Il percorso granfondo de La Leggendaria, invece, prosefoto NeWspoWer CANoN
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L’OPINIONE a cura di ANDREA AGOSTINI
mANIFesto per uN CIClIsmo CreDIBIle
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MANIFESTO PER UN CICLISMO CREDIBILE Siamo un gruppo di 5 giornali di 4 Paesi diversi (Belgio, Francia, Gran Bretagna e Italia). Abbiamo accompagnato la storia del ciclismo da oltre un secolo. Amiamo appassionatamente questo sport e crediamo fermamente nel suo avvenire. Siamo però molto preoccupati per la situazione attuale. Alla lunga lista di pagine nere del doping, che da molti anni adombra l’orizzonte del ciclismo, si sono aggiunti: il «Caso Armstrong», le confessioni di molti suoi compagni di squadra e il rapporto dell’Agenzia antidoping americana (Usada), che punta il dito contro le disfunzioni se non la complicità dell’Unione ciclistica inter internazionale (Uci). Dall’inchiesta Padova intanto filtrano altre inquietanti informazioni e a gennaio si aprirà in Spagna il processo all’Operacion Puerto. Queste recenti rivelazioni dimostrano chiaramente che c’era un «sistema ciclismo» malato e non possiamo più dare fiducia all’Uci e ai manager di squadra complici di quegli inganni. Ma le responsabilità coinvolgono tutte le componenti del ciclismo: istituzioni, dirigenti, sponsor, organizzatori e atleti. Abbiamo la sensazione che ci sia stato, recentemente, un netto miglioramento. Abbiamo fiducia nelle nuove generazioni di corridori, ma pensiamo che sia impossibile ripartire con le stesse strutture, le stesse regole e gli stessi uomini. È per questo che domandiamo/suggeriamo alle istituzioni, agli sponsor, ai gruppi sportivi, agli organizzatori e agli atleti: - Che l’Uci riconosca le responsabilità nell’affaire Armstrong e faccia un’ammenda ufficiale. La costituzione, sotto la responsabilità della Wada di una commissione neutra e indipendente che faccia un’inchiesta sul funzionamento e sulle responsabilità dell’Uci nel «Caso Armstrong» e nella lotta antidoping in generale, al fine di denunciare gli errori, gli abusi ed eventualmente le complicità. - Che l’organizzazione dei controlli antidoping delle corse più importanti sia direttamente responsabilità della Wada e delle agenzie antidoping nazionali. - Che le pene di sospensione per il doping «pesante» siano più severe e che i gruppi sportivi si impegnino a interrompere il contratto e non ingaggiare per altri 2 anni i corridori con squalifiche superiori ai 6 mesi. - Che venga ristabilito il «Gentlemen Agreement» tra le squadre per la sospensione cautelativa dei corridori oggetto di un’inchiesta doping. - Un intervento diretto e una maggiore assunzione di responsabilità degli sponsor che danno il nome alle squadre. - La riforma del World Tour, del suo sistema di punteggi e di attribuzione licenze. - Che si tenga un summit degli «stati generali» del ciclismo prima del via della stagione 2013 per ridefinire la nuova organizzazione e le nuove regole. Confidiamo che il mondo del ciclismo colga questa, storica, occasione per riformarsi profondamente. Het Nieuwsblad (Belgio) La Gazzetta dello Sport (Italia) L’Equipe (Francia) Le Soir (Belgio) The Times (Gran Bretagna) foto Ap pHoto/DANIel oCHoA De olzA
Il 27 di ottobre 2012, dopo l’affaire Armstrong, cinque grandi quotidiani europei, – L’equipe (Francia), The Times (Gran Bretagna), Le Soir (Belgio, parte francese), het Nieuwsblad (Belgio, parte fiamminga) e La Gazzetta dello Sport – hanno pubblicato in contemporanea un manifesto intitolato «Manifesto per un ciclismo credibile». Un’iniziativa onorevole che vi riproponiamo di seguito per completezza d’informazione qualora vi fosse sfuggito. Trattasi di un documento in più punti che raccoglie una serie di domande e suggerimenti che i cinque quotidiani espongono alle istituzioni, agli sponsor, ai gruppi sportivi, agli organizzatori e agli atleti. Tutto giusto, puntuale e preciso. Secondo me tuttavia la soluzione di tutti i problemi non è all’interno del manifesto; è sotto agli occhi di tutti e sarebbe molto efficace. Oggi le squadre di ciclismo professionistico “vendono” pubblicità ai propri sponsor. Si vedono, infatti, manager impettiti che vanno a far visita alle aziende con sottobraccio la corposa rassegna stampa dell’anno appena trascorso. Alcuni, addirittura, con un computo preciso che valorizza i centimetri “conquistati” sui giornali tramutandoli in euro. La mia proposta è la seguente: perché i grandi giornali non si rifiutano di scrivere, o pubblicare qualsiasi foto dell’atleta che ha subito una squalifica giusta anche se balza in testa alla classifica di una grande gara? Chi ingaggerebbe più un atleta che, anche se vince il Giro delle Fiandre o indossa la maglia da leader al Giro, al Tour o alla Vuelta, se poi non conquista spazi sui giornali? La risposta ve la do io, nessuno. Non avrebbero più alcun valore sportivo. Questo interromperebbe immediatamente la catena che porta alla ricerca dell’atleta che ti “garantisce” i risultati. Chi fa il mio mestiere sa benissimo di quanta attenzione si faccia durante l’anno per avere la fotografia con gli sponsor aggiornati sul quotidiano, oppure la citazione con primo e secondo nome da parte dei cronisti nelle telecronache. C’è tutto un mondo che gira dietro alla prestazione sportiva dell’atleta che ovviamente ha lo scopo principale di garantire il risultato finale e a questo si somma una ricerca spasmodica di notizie che di solito sono veicolate dal corridore più forte dell’equipe per poi finire come sempre sui giornali più rappresentativi. Interrompere questo circuito sarebbe facilissimo se ci fosse l’unità d’intenti dimostrata in questo periodo. e ai manager che guidano le squadre non resterebbe che adeguarsi e a non ingaggiare più nessun squalificato per doping.
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Raffaella Palombo
Donna In... Bici
a cura di RoBeRto ZanettI, con la collaborazione di MonIca cuel
lA regINettA Delle meDIoFoNDo educata, discreta, timida quanto basta, sorridente. Quando incontro Raffaella Palombo in qualche granfondo, e in questi ultimi due anni sono state molte, queste sono le prime cose che penso di lei. Le ho chiesto di raccontarsi così, a ruota libera. Ne è uscita un’immagine nuova e insolita, molto umana. Credo che le piacerebbe che anche altri la vedessero così: non solo sulla bicicletta, non solo sul gradino più altro del podio... «Sono nata in Abruzzo, a Chieti, 39 anni fa. All’età di 13 anni i miei genitori mi hanno mandata in collegio ad Alessandria per farmi frequentare l’Istituto d’arte di Valenza, all’epoca molto rinomato. Il mio dispiacere più grande è stato staccarmi da mio fratello, al quale sono molto legata e con cui ho un ottimo rapporto. La mia adolescenza l’ho quindi trascorsa lontana da casa. Ricordo quegli anni con molto piacere, anche se allora, in alcuni momenti, è stato davvero molto faticoso. Il giorno della maturità ho sostenuto il mio primo e unico colloquio di lavoro, con coloro
che sono diventati i miei titolari e quattro anni dopo i miei soci. Dai 20 ai 28 anni ho avuto una vita sentimentale piuttosto movimentata. L’unico aspetto positivo è che in questi anni ho ‘conosciuto’ la bicicletta. Per 50mila lire comperai una Mtb da un robivecchio. Poi, nel 2002, acquistai la mia prima bici da corsa. Dopo la terza uscita di gruppo, gli amici mi hanno iscritta a una notturna. Così ho cominciato col cross country. Ricordo che ero sempre col sedere per terra e mi è passata presto la voglia... Nel frattempo ho cominciato a correre a piedi con mio fratello, forte po-
dista, che si era trasferito a studiare a Pavia. La bici, però, mi mancava. Amo andare in bici, perché pedalare mi rilassa; a volte senza faticare posso volare lontano col pensiero... Poi la bici mi dà modo di staccare da quello che è il mio lavoro, bello ma molto pesante: taglio pietre preziose. Così, ho ripreso con la bici da corsa e ho conosciuto il mio attuale compagno, Marco, che mi ha aperto un mondo nuovo e mi ha insegnato ad andare in bicicletta. Tutto quello che sono riuscita a fare finora lo devo anche a lui. Per stare più insieme Marco ha iniziato a correre con me. Si è divertito, e abbiamo continuato. Nel 2008 la svolta: il mio (nostro) ingresso in Cinelli. Non riuscivo davvero a credere che qualcuno me avesse cercata per fare qualcosa che mi piaceva così tanto. E così abbiamo infilato una gara dietro l’altra. A dire il vero, siamo sempre un po’ impiccati col tempo: abbiamo entrambi solo due ore di pausa pranzo per allenarci oltre alla domenica, due lavori che ci impegnano molto entrambi e due piccole belve da gestire, i nostri amati cani, Smila e Pepe. Marco e io amiamo davvero tanto gli animali: in questo ho trovato davvero il mio uomo ideale! Nella mia prossima vita, se non in questa, mi piacerebbe molto lavorare con gli animali, che mi stanno accanto anche sul lavoro. Non potrei viverci senza, come non potrei senza la mia ‘amica’ bicicletta.» Quattro anni e circa trenta granfondo a stagione, sempre sul podio, mica male... Come fai con il poco tempo a disposizione per allenarti ad avere un rendimento così alto e costante? «Per essere precisi corro da sette anni, solo gli ultimi quattro in Cinelli. Anni importanti, questi ultimi, che mi hanno dato modo di crescere sotto vari aspetti, non solo agonistici. Bella domanda, Roberto, a volte me lo chiedo anche io: penso sia un mix di fattori diversi. Innanzitutto mi alleno in modo molto mirato cercando di ottimizzare al massimo il poco tempo che ho a disposizione: esco per due ore quattro volte in settimana, più la domenica in cui faccio il lungo o corro. La seconda cosa che mi aiuta molto è la mia grande forza di volontà: non sai quante volte mi sono chiesta chi me lo fa fare a soffrire così ogni domenica, mentre me ne potrei stare tranquilla sul divano in compagnia dei miei cani! Ma ti sfido a trovare un ciclista (che corre) che non si sia posto la stessa domanda almeno una volta... Infine, penso che un’altra compomente molto importante sia l’allegria che ci metto nel correre, la felicità che provo all’arrivo, quando tra me e me mi dico “Anche oggi hai tenuto duro!”, indipendentemente dalla posizione in cui taglio il traguardo.» Quest’anno farai il salto passando da W1 a W2 (per chi non lo sapesse sono le categorie riservate alle donne tesserate
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C’è anche da dire che Enrico ha scelto accuratamente persone il più tranquille possibile – tranne che in gara, ovvio! – proprio per evitare dissidi e dissapori interni. Nelle mie compagne ho trovato delle buone amiche, alcune delle quali negli anni sono diventate tra le più care che ho.»
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negli amatori). Voci di corridoio provenienti dal mondo granfondistico mi dicono che le tue rivali/amiche di categoria sono già molto preoccupate perché non ci sarà “più trippa per gatti”… «Non esageriamo! Be’, qualche voce l’ho sentita anche io, e qualcuna mi ha già manifestato il suo disappunto, ma che ci posso fare? Ahimè, gli anni passano anche per me... A dirti il vero, sarei rimasta volentieri ancora un po’ nella categoria W1! D’altro canto, alcune donne W1 mi hanno invece detto che finalmente mi toglievo di torno... Insomma, non si può accontentare proprio tutti!»
Raffaella Palombo
Raffaella con il fidanzato Marco
Il team Cinelli in cui corri dal 2008 è notoriamente conosciuto per avere una forte “squadra corse” femminile. Come riesci a gestire i rapporti con le compagne di squadra? Ci sono mai stati momenti di attrito o incomprensione? Come sei riuscita a superarli? «È vero, il Team Cinelli è nato nel 2008. All’epoca fui tra le sei fortunate che Enrico Cavallini scelse per rappresentarlo al meglio nel mondo granfondistico. Credo di essere una persona solare: mi piace stare in compagnia e avere amiche prima che avversarie. Ne ho anche in altri team, di amiche, intendo... Non ho mai avuto grandi problemi con le mie compagne di squadra.
ultima domanda prima di salutarci e poi ti lascio al tuo lavoro. Facciamo conto che marco, tuo fidanzato e fedele compagno in gara e in allenamento, non ci sia. mi racconti se è mai successo ed eventualmente come ti sei trovata a correre da sola o con un altro gregario? se mai dovesse ricapitare mi posso candidare o sono troppo scarso per le tue esigenze? «Be’, in realtà Marco e io in allenamento ci vediamo poco, solo il lunedì, perché lavoriamo in città diverse. Il primo anno che ho disputato qualche corsa facevo parte di una squadra di biker della mia zona, la Fenice MTB. Marco lo conoscevo da poco e correva per conto suo. Ricordo che Coppa Piemonte quell’anno la corsi da sola. Come è stato? Direi che ti adatti. Sicuramente è più dura; avere una o più persone che corrono per te e con te è decisamente meglio. In ogni caso, quando corri da sola, impari ad arrangiarti, a ‘ciucciare’ le ruote che ti capitano... Comunque non sono d’accordo con chi che
dice “Quella là va forte perché ha il gregario o più gregari”. D’accordo, magari riesci ad andare più forte e a recuperare un minimo in alcuni tratti, ma nessuno ti spinge, devi sempre pedalare con le tue gambe, al gregario devi starci dietro, e quando il ritmo diventa alto non è affatto facile! E lo è ancora meno se il gregario non è quello di sempre. Nel mio caso Marco, che mi conosce, sa quali sono i miei limiti, i miei punti deboli ma anche quelli di forza. Penso di essere fortunata: ho dei compagni di squadra che sono degli ottimi gregari, molto forti e che sanno farlo davvero bene. Ci tengo a sottolineare che farlo per una donna è più complicato che farlo per un uomo. Noi corriamo in maniera diversa, con ritmi diversi, e tanti uomini non lo capiscono proprio... Quest’anno, per esempio, a Laigueglia, una delle prime gare della stagione, Marco partiva molto indietro e non è riuscito a raggiungermi, per cui ho corso con Andrea Capelli (presidente del Team Cinelli) e con Silvano Minora (storico gregario Cinelli): devo dire che ho fatto una supergara, ma quei due mi hanno spremuta come un limone... Marco mi spreme meno, lo confesso. Tu come gregario? Se non ricordo male ti ho conosciuto proprio così: mi hai aiutata in una delle mie prime gare...» grazie raffaella, allora ci si vedrà in griglia di partenza e poi ovviamente mi aspetterai al traguardo!
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L’ARTIGIANATO MADE IN ITALy
a cura di NICOLETTA BRINA
brina@gocom.it
reNoVA, INNoVAzIoNe e uNICItà IL MADe IN ITALy e L’ARTIGIANATO SI COMBINANO PeR DARe VITA AD UN PRODOTTO Che NON AMMeTTe DOPPIONI, ReSO PeRSONALe DALLA CURA DeLL’AzIeNDA PeR IL DeTTAGLIO A MISURA DI CICLISTA. DAL DISeGNO AL TeLAIO, PASSANDO PeR LA BIOMeCCANICA, AL FINe DI PeRMeTTeRe ALL’ATLeTA LA MIGLIOR PReSTAzIONe CON IL MAGGIOR COMFORT POSSIBILe.
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Innovazione e unicità, cura del dettaglio e personalizzazioni, sono i punti di forza di Renova, azienda forlivese che opera in via Baldoni 35. Gabriele Limarzi è il volto di questa società che rappresenta un punto di riferimento in tema di “artigianato” a due ruote. gabriele, cos’è renova? «Siamo produttori di telai da corsa ed mtb. L’attività esiste da 4 anni ed è gestita direttamente da me, che rappresento una sorta di anello di congiunzione, tra chi crea i tubi, il telaista che li assembla, il verniciatore, il biomeccanico ed il cliente. Io ho il compito di mettere d’accordo e coordinare queste cinque persone, guido la scelta del telaio e infine, si passa alla parte grafica che viene realizzata direttamente da noi. Mi diverto a personalizzare in ogni minimo dettaglio la bici. Diciamo che c’è chi scegli di vendere del commerciale e chi sceglie di personalizzare. Io ho scelto la seconda sponda: noi siamo microartigiani, facciamo bici originali, non esistono doppioni e si cerca di innovare sempre.» renova richiama in effetti il concetto di innovazione… «Rinnovamento inteso nel senso di creare qualcosa che non c’è: quando abbiamo iniziato abbiamo pensato di proporre qualcosa che non era mai stato preso in esame, ovvero il fatto di sedersi col cliente per definire tutti i dettagli nello specifico e la voglia di creare sempre qualcosa di originale. La bici deve essere qualcosa che fa stare bene il cliente e gli permette di ottenere determinate prestazioni, poi solo al termine dello studio sulla bici, curiamo l’aspetto e, di conseguenza, la grafica. Il telaio è su misura ed è a misura di cliente.»
perché puntare sull’artigianato? «C’è la tendenza alla standardizzazione ed è una chiave di volta per sopravvivere in un mondo che è sempre più omologato. Le regolazioni micrometriche sono quelle che fanno la differenza ed è su questi aspetti che è importante soffermarsi. Abbiamo caratteristiche diverse l’uno dall’altro e il fatto di affidarsi ad un biomeccanico nella realizzazione della propria bicicletta, è un investimento molto importante, forse ancora più importante della bici stessa, poiché è da quelle misurazioni che dipende il comfort e, di conseguenza, la prestazione sportiva in sella.» Quali sono le caratteristiche principali di queste biciclette? «Sono uniche. In tutto e per tutto. Inoltre sono interamente fatte in Italia. Per la cura e l’attenzione ripostevi, è come fossero figlie mie.» renova accompagna alcune società amatoriali: come mai questa scelta? «Perché penso che sia una bella prova per
le nostre bici effettuare una stagione a livello agonistico ed è un bel banco di prova per i miei telai. Ho fatto la Magnifica, una delle gare più dure in Europa e pensavo che uno dei miei telai in carbonio avrebbe sofferto ed invece non ha fatto una piega. Ho il brutto vizio – si fa per dire - di provare tutto quello che compro, perché voglio conoscere ciò che offro al cliente. Basti pensare che tutti i miei prototipi sono funzionanti, perché li provo direttamente sul campo e vi assicuro che con la mia stazza (1,90 m per 85 kg) sono un bel tester.» Non solo sponsorizzazione e marchio, ma fornite anche biciclette alle squadre? «Le abbiamo fornite per una stagione, a qualche gran fondista. Abbiamo una squadra del negozio molto piccola e poi ho clienti affezionati che definisco miei uomini immagine, perché sono coloro che, ormai divenuti amici, mi seguono, mi criticano o mi consigliano. Abbiamo un rapporto insomma che va oltre la clientela, ed è questo il rapporto che desidero con chi sceglie una delle mie biciclette.» Gabriele Limarzi titolare di Renova
RENOVA 04 - COlORE AdAmANtiO – CREAtO iN itAliA
Renova - Via Tecla Baldoni, 35 – Forlì – c. 335 8333212 – w. www.renovabike.com
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BIOMECCANICA INBICI a cura di SIMONE GERI - Chianti Bike Centro PointVelò Velosystem® - Impruneta - FI
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le tue mIsure e lA tuA BICIClettA
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Ogni ciclista ancor prima di diventare un cicloturista, un cicloamatore, un agonista o un professionista, è una persona con una struttura ossea, articolare e muscolare uniche diverse da quelle di ogni altra persona. La pratica del ciclismo richiede la personalizzazione di numerosi componenti e della loro relativa regolazione; la personalizzazione va dalla scelta della dimensione e geometria del telaio, della lunghezza della pedivella, della dimensione della sella e del manubri nonché del loro posizionamento. Ognuno degli elementi sopracitati, trova un preciso riferimento nella dimensione e conformazione del proprio corpo: lunghezza gambe, lunghezza tronco, lunghezza braccia, nonché dimensione dei piedi, larghezza bacino, larghezza spalle. Tutti questi parametri corporei (o antropometrici) devono essere conosciuti attraverso una precisa misurazione corporea detta anche antropometria. L’obiettivo è quello di creare la propria “carta d’identità” di ciclista con la quale orientarsi in modo preciso nell’acquisto di telaio e componenti e nelle regolazioni di assetto. Il mercato attuale propone oltre il 98% di biciclette con misure del telaio già definite, così come il tipo e la dimensione dei componenti (pedivella, cannotto reggisella, attacco manubrio, manubrio). Se da un lato possiamo riconoscere che le capacità di adattamento di un ciclista alle variabili esterne sono notevoli, dall’altro dobbiamo constatare che quasi sempre gli adattamenti ad una condizione non ideale riducono il comfort ed efficienza della pedalata. Per questo motivo una misurazione antropometrica professionale permette al ciclista di ottenere dei riferimenti precisi utilizzabili ogni volta che deve effettuare un acquisto o una regolazione. Le misure corporee che devono essere rilevate in un ciclista sono le seguenti: lunghezza piede, lunghezza femore, lunghezza tibia, lunghezza gambe (altezza cavallo), larghezza bacino, lunghezza tronco, lunghezza braccia, larghezza spalle, flessibilità schiena. Ogni misura corporea presa singolarmente o abbinata ad un’altra misura, determina con una correlazione molto stretta la dimensione di un componente e la regolazione di uno o più componenti sulla bicicletta. Nella tabella 1 sono indicati i parametri corporei con la specifica correlazione con i componenti e le regolazioni. Componente
misure Corporee o Antropometriche
Telaio Lunghezza tubo orizzontale
Lungh. Tronco, Lungh. Braccia, Flessibilità Schiena
Telaio - Altezza tubo sterzo
Lunghezza gambe, Flessibilità Schiena
Telaio - Angolo piantone
Lunghezza femore e Flessibilità Schiena
Pedivella - Lunghezza
Lunghezza femore, tibia e piede
Sella - Larghezza
Larghezza bacino
Manubrio - Larghezza
Larghezza spalle
regolazione
misure Corporee o Antropometriche
Regolazione Tacchette
Lunghezza piede e allineamenti articolari
Altezza sella
Lunghezza piede e Lunghezza Gambe
Arretramento sella
Lungh. femore, tibia piede e Flessibilità Schiena
Scarto sella-manubrio
Lungh. Braccia, Flessibilità Schiena
Distanza sella-manubrio
Lungh. Tronco, Lungh. Braccia, Flessibilità Schiena
Manubrio - Larghezza
Larghezza spalle
Se per un momento riflettiamo sul fatto che non esiste una persona nelle dimensioni o nelle proporzioni dei vari segmenti, uguale ad un’altra, e pensando alle illimitate combinazioni possibili, possiamo affermare che le personalizzazioni della bicicletta e del suo assetto sono sempre uniche e numericamente illimitate. Vi sono attualmente sistemi di misurazione professionale basati sull’utilizzo di strumenti di misura e software dedicati in grado di creare una vera e propria carta d’identità del ciclista, con l’elaborazione dei dati basata su formule e coefficienti estrapolati da studi statistici che ne certificano l’affidabilità. Suggeriamo perciò ai ciclisti che ancora non fossero in possesso della propria “carta d’identità” di ciclista di sottoporsi ad una misurazione antropometrica specialistica.
BUONO SCONTO VALIDO FINO AL 31/12/2012
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GRANFONDO EDDy MERCkx 2013 a cura di NEWSPOWER
pressoffice@newspower.it
Il 9 gIugNo torNA lA mANIFestAzIoNe DeDICAtA Al CANNIBAle UN VeRO eVeNTO Che RIPeRCORRe Le STRADe DeL MITO, DAL TeRRITORIO INCONTAMINATO TRA LA VALLe DeLL’ADIGe e LA VALPOLICeLLA, FINO AL PARCO DeLLe CASCATe DI MOLINA. SALITe SPACCAGAMBe e DISCeSe ADReNALINIChe PeR UNA COMPeTIzIONe Che STRIzzA L’OCChIO ANChe AL PORTAFOGLIO: INVARIATe INFATTI Le QUOTe D’ISCRIzIONe FINO AL 1° GIUGNO.
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Quando pensi a Rivalta di Brentino Belluno, in provincia di Verona, pensi inevitabilmente a eddy Merckx. Cosa hanno in comune il campionissimo fiammingo, il Cannibale di tutti i tempi, con il ridente paese della Valle dell’Adige? Semplice: la Granfondo Internazionale eddy Merckx, che da alcuni anni – precisamente dal 2007 – infiamma le strade di questa parte di Veneto e non solo. La data scelta per il 2013 è quella del 9 giugno e, come da tradizione, in sella, ad aprire le danze, ci sarà anche lui, il “padrone di casa” eddy Merckx che, tanto per rinfrescarci la memoria storica, a metà degli anni ’70 vinse in sequenza Vuelta, Tour, Giro d’Italia e Campionato del Mondo nel
giro di due stagioni, e ad essi vanno aggiunti successi in oltre 500 gare. Mai sazio di pedalare e vincere Merckx, ecco perché lo hanno chiamato “il Cannibale”. Per il 2013 sono confermati pressoché in toto i due tracciati granfondo di 155,5 km e 3.204 metri di dislivello, e mediofondo di 85,6 km e un dislivello di 1.700 metri. Lo start sarà in centro paese a Rivalta, mentre l’arrivo sarà come tradizione nell’area dello stabilimento Ti-Bel, uno spazio che consente anche il comodo allestimento dell’area expo, del ristoro finale e del palco premiazioni. I primi 75 chilometri saranno comuni ad entrambi i percorsi, tra la Valle dell’Adige e la Valpolicella, attraverso poi il territorio
incontaminato del Parco delle Cascate di Molina. è confermata anche la Cronoscalata dedicata al “Cannibale” di quasi 10 km e picchi di pendenza al 15%, che culmina a Breonio. La discesa di Peri (fino al 12%) farà la felicità degli amanti dell’adrenalina e a Borghetto i mediofondisti faranno ritorno verso Rivalta, mentre ad attendere i granfondisti ci sarà la parte trentina con la scalata Mori-S.Valentino-Rifugio Graziani, che in 23 chilometri abbondanti porta fino alla massima quota di 1.620 metri. Il Monte Baldo sarà teatro di questa ultima fase di gara, che in chiusura ridiscende ad Avio e verso il traguardo di Rivalta. Nella giornata di vigilia, sabato 8 giugno 2013, si terrà anche la consueta Pedalata foto NeWspoWer CANoN
te veronese, sia appartenenti all’universo professionistico, sia al mondo delle granfondo, e tra questi si possono ricordare i primi Petra Pradella e Tiziano Benedetti sul lungo e Oscar Bertolini e Mery Marsiletti sul medio, ma anche Paola Pezzo, Fabiana Luperini, Ivan Fanelli, Diego Rosa, Matteo Cappè, Ilaria Rinaldi, Roberta Moschen, Serena Gazzini e Martina zanon. Le iscrizioni alla 7ª GF eddy Merckx di Rivalta sono aperte da alcune settimane e, come prima ricetta scacciacrisi, lo staff organizzatore capitanato da Alessia Piccolo ha deciso di mantenere la quota di adesione invariata rispetto alla passata edizione, vale a dire 30 euro per coloro che si registreranno entro il 1° giugno 2013 compreso. Oltre a ciò, gli iscritti entro il 31 dicembre foto NeWspoWer CANoN
VIP, una pedalata ecologica con i campioni del Team Farnese e le campionesse della MCipollini Giordana. La Granfondo Internazionale eddy Merckx 2013 di Rivalta di Brentino Belluno è inserita nel Challenge Giordana, nel Nobili e Supernobili e nel Dalzero.it. Ritornando per un momento alla gara dello scorso giugno, torna subito alla memoria la sfida tra il polacco ex pro Krys hubert e Alfonso Falzarano, protagonisti di un testa a testa durato decine e decine di chilometri, prima in territorio veronese e poi anche nella parte trentina del percorso. Ai due, poi, si sono aggiunti enrico zen ed Alessandro Bertuola, bravi a raggiungere i fuggitivi poco prima dell’arrivo, ma non abbastanza per placare la fame di vittoria… da cannibale foto NeWspoWer CANoN di giornata, di Krys, che ha così siglato la sua prima GF eddy Merckx, davanti a zen, Ber- La mediofondo di 85,6 km, è stata vinta tuola e Falzarano, racchiusi in 27 centesimi. dal veronese Andrea Pontalto e dall’altoAl via c’erano circa 2000 ciclisti e la gara atesina Astrid Schartmüller. Per i fan delfemminile è stata appannaggio della cam- la salita c’era anche la Cronoscalata del pionessa olimpica e mondiale di scherma Cannibale e i più lesti lungo l’impennata Dorina Vaccaroni, da anni con un debole da Fumane a Breonio, sono stati Falzaraper le due ruote, con Martina egger e Lor- no e la Schartmüller. na Ciacci a completare il podio, staccate Dal 2007 ad oggi sono tanti i nomi che di oltre 10’. hanno impreziosito la rassegna a due ruo-
riceveranno in omaggio un gadget griffato Giordana. ecco allora che pensare a Rivalta, alla sua Granfondo e a eddy Merckx può risultare ancor più piacevole e stuzzicante. Sul sito ufficiale www.granfondoeddymerckx. com si possono reperire tutte le informazioni del caso e scoprire le ultime novità anche nei prossimi mesi.
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OMEGA 3
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Cosa sono gli omega 3 Sono Acidi grassi polinsaturi essenziali EPA Acido Eicosapentaenoico DHA Acido Docosaesaenoico
ticolar modo le difese della pelle. (elasticità, tono, idratazione). • Agiscono sul microcircolo (utile per cellulite ed edemi).
Omega 3 Acidi Grassi “essenziali” Una molecola viene definita essenziale quando il corpo non è in grado di sintetizzarla da solo e la deve assumere con l’alimentazione, esattamente come avviene per le vitamine e i sali minerali.
Omega da trigliceridi o da etil-estere? Pochi conoscono la reale differenza tra le due forme con cui viene somministrato l’olio pesce. È prassi “popolare” considerare gli omega 3 derivati da trigliceridi di origine naturale, mentre quelli etil-estere di sintesi. Come spesso accade alle credenze popolari, queste vengono smentite dal metodo scientifico, che analizza in maniera analitica ed empirica il fenomeno e non considera opinioni e sentimenti soggettivi. Gli Omega 3 che troviamo in commercio vengono prodotti con un processo di produzione denominato MULTI-STEP. Fasi di lavorazione MULTI-STEP
Dove si trovano gli Acidi grassi essenziali? • Nell’organismo tutte le cellule sono racchiuse da una membrana composta da Fosfolipidi e Acidi grassi essenziali da cui dipende la funzione vitale (Barriera selettiva di regolazione), la regolazione ormonale e la comunicazione con le altre cellule. • In natura gli acidi grassi essenziali sono contenuti in elevate concentrazioni nel pesce azzurro. Funzioni degli omega 3 • Evitano l’accumulo dei grassi più pericolosi, trigliceridi e colesterolo, sulle pareti arteriose, bloccando l’indurimento dei vasi. • Aumentano in modo significativo la funzione delle prostaglandine: modulano la risposta alle flogosi. • Proteggono il sistema cardiovascolare: il sangue, reso più fluido dall’assenza dei grassi “cattivi”, circola meglio, facendo funzionare bene il cuore e allontanando il rischio di malattie cardiocircolatorie. • Attenuano le reazioni infiammatorie sia acute che croniche e il dolore che da essi ne deriva. • Favoriscono la vitalità delle cellule del sistema nervoso centrale, con funzione adattogena. • Aumentano le difese immunitarie e in par-
1) Deodorizzazione 2) Etilazione (trasformazione in EE) 3) Distillazione molecolare e ulteriore concentrazione 4) Frazionamento (rimozione grassi saturi) 5) Decolorazione
Con questo sistema si ottengono Omega 3 in forma etil-estere. Per ottenere la forma trigliceride è necessario compiere un’ulteriore lavorazione molto costosa, denominata Riesterificazione. Questo processo viene svolto quotidianamente anche dal nostro organismo, attraverso il fegato. La trans-esterificazione è un comune processo biologico svolto dalla ghiandola epatica. Le due forme con cui vengono commercializzati gli oli di pesce risultano praticamente simili dal punto di vista dell’assimilazione. A sopporto della equivalenza di biodisponibilità e biofunzionalità si riporta uno studio effettuato in doppio cieco presso “Department of Medicine, Oregon Health Sciences University, Portland”. In un campione di normolipemici, ogni soggetto ha ricevuto un pasto di prova, contenente 28 g di acidi grassi sotto forma di: 1) trigliceridi 2) etil-estere 3) ester-etilici da olio di oliva Il controllo conteneva olio d’oliva. Quando è stata somministrata la quantità equivalente di acidi grassi attraverso i pasti, l’aumento di concentrazione di chilomicroni e trigliceridi plasmatici è risultata simile; gli acidi grassi contenuti erano simili dopo la somministrazione di etil-esteri o trigliceridi. Gli etil-esteri sono stati ben assorbiti e hanno prodotto simili risposte a livello di trigliceridi plasmatici e chilomicroni, risultando in certi fasi nettamente migliori dei trigliceridi. Anche dopo 24 ore gli acidi grassi assimilati dai pasti, sono risultati avere una concentrazione plasmatica simile. Questo studio ha mostrato che gli acidi grassi da olio di pesce, introdotti come ester etilici o trigliceridi sono ugualmente ben assorbiti.
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GRANFONDO WITh FRIENDS a cura di LEONARDO OLMI
office@leonardoolmi.com
UNA GRANFONDO TRA AMICI NEL NORTH CAROLINA IN USA è ANCORA ATTRAVERSO IL CICLISMO CHE VIENE LANCIATO UN MESSAGGIO DI SOLIDARIETÀ PER LA RACCOLTA DI FONDI A FAVORE DELLA RICERCA SUL CANCRO AL SENO. QUESTA VOLTA IL SEGNALE PARTE DALL’AMERICA, MA DENTRO C’è ANCHE UNA BUONA FETTA D’ITALIA.
Il logo di earlier.org, con il fiocco rosa simbolo della fondazione
per farlo. Una persona da sola non potrà mai farcela. Ci vuole molta pazienza, persistenza e determinazione per andare avanti e continuare a lottare”. Chi si iscriveva a questa granfondo che sulla maglietta commemorativa, non a caso, portava la bandiera a stelle e strisce su una manica ed il tricolore sull’altra, lo faceva per unirsi insieme a molti altri per lottare contro il cancro. Si trattava molto di più che di una corsa, diremmo piuttosto di un viaggio verso la speranza e la fiducia. All’interno della Granfondo With Friends, vi era anche una “corsa” nella “corsa”, la Grand Marshall’s Ride. Ossia, prima della gara, tutte le sopravvissute al cancro al seno erano invitate a precedere il gruppo per 10 km. Questo per onorare e celebrare tutte coloro che avevano vinto la lotta contro il cancro e ricordare quelle che, invece e purtroppo, non
Massimo Della Santa a sinistra della foto, con la moglie Deena al centro e Max Lelli a destra foto EARLIER.ORG
È
È ancora l’ex pro Max Lelli a scendere in campo, anzi in strada, uno dei Capitani di questa iniziativa, che lo scorso 22 settembre lo ha visto Testimonial d’Onore ad una granfondo negli Stati Uniti d’America. L’idea è nata in collaborazione con Massimo Della Santa (italiano trapiantato in USA appassionato di ciclismo) e la moglie Deena Della Santa, Laura Kilpatrick e Mike Turner. Parliamo della 1° edizione della
Granfondo With Friends, una “Granfondo Tra Amici”, appunto, che offriva una scelta di ben cinque percorsi diversi: 20, 40, 70, 98 e 160 km, in modo che tutti, dai meno esperti ai più allenati, potessero parteciparvi nel relax più totale. Le strade erano quelle in mezzo alle bellissime campagne di Oak Ridge nel North Carolina, con le temperature di fine estate che si sono rivelate ideali per una passeggiata in bicicletta. Anche il sole ed il bel tempo hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento, coronando al meglio la giornata, che era già tinta di rosa dal fiocco simbolo del messaggio che l’organizzazione earlier.org voleva lanciare. La granfondo portava infatti anche il sottotitolo “A Pink Ribbon Ride” (Una Corsa col Nastro Rosa). Il messaggio da lanciare era quello che: “se si vuole cambiare per sempre volto a quella brutta figura rappresentata dal cancro al seno, dobbiamo lottare tutti assieme
foto EARLIER.ORG
di una partecipante è stato il seguente: «… da sopravvissuta al cancro e da ciclista, devo dire che questo è stato un evento speciale e molto divertente per una giusta causa. Apprezzo con tutto il cuore gli sforzi fatti da tutti voi, Laura, lo staff, gli Amici, i volontari, Massimo, Deena e tutti quelli che hanno lavorato per rendere questo giorno speciale. Da sopravvissuta, devo dire che il fatto di essere in testa al gruppo mi terrorizzava un po’, ma è stato un grande onore. La Granfondo With Friends, sarà cerchiata sul mio calendario anche per il prossimo anno, sperando di riuscire ad incoraggiare altri ciclisti sopravvissuti a parteciparvi.»
Max Lelli, testimonial d’eccezione per questa prima edizione della Granfondo With Friends del North Carolina
Dopo aver fatto l’iscrizione online sul sito www.earlier.org si poteva infatti accedere ad una pagina sulla quale era possibile
personalizzare la propria raccolta di fondi. Fondi che, dopo essere stati raccolti, potevano essere consegnati il giorno della granfondo (contanti o assegno) in una busta con tanto di nome ed ammontare del totale. Alla fine il totale di fondi raccolti dalla granfondo ha raggiunto l’incredibile somma 45.000 $, che serviranno a migliorare, promuovere ed intensificare i test per la diagnosi biologica precoce del cancro al seno. Da Max Lelli alla guida del gruppo della Granfondo With Friends qui il nome “earlier” della fondazione, ossia “prima” all’insegna, appunto, della prevenzione, per non aspet- Granfondo With Friends tare che sia troppo tardi. Come si sol dire, www.granfondowithfriends.org infatti, prevenire è meglio che curare, ed è questo il messaggio di earlier.org – Friends Fondazione earlier.org for an Earlier Brest Cancer Test (Amici per (Amici per un Test Preventivo sul Cancro al Seno) un Test Preventivo sul Cancro al Seno). Uno dei più bei commenti a caldo dopo la gara www.earlier.org - friends@earlier.org foto EARLIER.ORG
ce l’avevano fatta. Durante la pedalata, le persone affette da cancro, forse, non hanno potuto dimostrare di essere forti in bicicletta come tutti gli altri, ma hanno sicuramente fatto vedere e capire a tutti la loro tenacia e voglia di vivere. Come si compete ormai a tutte le granfondo, la cui terminologia è stata coniata in Italia e poi tramandata anche oltre oceano e un po’ ovunque nel mondo, non poteva mancare il classico pacco gara e la maglia commemorativa, rosa per le donne e verde per gli uomini. Sulla parte posteriore appariva anche il logo dello Special Guest, Max Lelli, che per l’occasione aveva messo in palio un telaio della sua produzione di bici dal valore di 1500 Euro, che sarebbe andato in premio a chi avesse raccolto più denaro da donare ad earlier.org, la prima organizzazione negli USA a promuovere questa iniziativa.
foto EARLIER.ORG
Max Lelli e Massimo Della Santa alla testa del gruppo tra le campagne del North Carolina, mentre esultano per la gioia della riuscita della manifestazione che ha portato ben 45.000 $ nelle casse della fondazione earlier.org
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CRONOSquADRE DEL TIRRENO a cura di ENRICO CAVALLINI
info@playfull.it
DomEniCA 17 fEbbrAio A TirrEniA lA CoPPA DEl monDo Di Crono A 8
foto PLAYFULL NIKON
AL FINE DI EVITARE LA CONCOMITANzA CON LA GRANFONDO DI APERTURA DI NUMEROSI CIRCUITI, LA CRONOSQUADRE DEL TIRRENO, PRELUDIO DEL GIRO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA, ANDRÀ AL 17 FEBBRAIO ANTICIPANDO DI UNA SETTIMANA. INVARIATA LA LOGISTICA E IL PERCORSO.
Le squadre sfilano fiancheggiando il mare
T
Tirrenia (PI) – Anticiperà di una settimana la 2a Cronosquadre del Tirreno, cronometro a squadre valida come Coppa del Mondo di Crono a 8, che si svolgerà nella cittadina pisana, domenica 17 febbraio. Lo spostamento è stato necessario al fine di evitare la concomitanza con la Granfondo di Laigueglia, manifestazione iniziale di numerosi circuiti, che avrebbe impedito a tanti ciclisti di potere prendere parte ad entrambe le manifestazioni. Si è quindi scelto di venire incontro ai ciclisti evitando di far perdere loro la splendida
occasione per divertirsi in entrambi gli eventi. La Cronosquadre del Tirreno, organizzata dall’ASD Folgore Bike, sodalizio presieduto dal vulcanico Paolo Aghini, replicherà in toto la sua prima edizione, che nel 2012 riscuotè un grande successo. La zona logistica sarà posta in Piazza Belvedere a Tirrenia, mentre il percorso vedrà una lieve modifica rispetto alla scorsa edizione. Sarà infatti eliminato un tratto di strada troppo mal ridotto, accorciando il chilometraggio a 28 chilometri e 860 metri.
La manifestazione, pur non facendo parte dell’abbonamento al 15° Giro del Granducato di Toscana, sarà la prova che ne terrà il battesimo. I punti acquisiti nella cronometro saranno validi sia per la classifica individuale che per quella a squadre. Le iscrizioni apriranno sabato 1° dicembre alle seguenti quote: - 200 euro per le squadre abbonate al 15° Giro del Granducato di Toscana; - 240 euro per le squadre NON abbonate. Info: www.cronosquadredeltirreno.com
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LA TuA CRONO a cura di LEONARDO OLMI
Dall’esperienza di Max Lelli come migliorare la propria performance nella cronometro info@maxlelli.com
3A PARTE
COME DOBBIAMO PREPARARCI AD UNA CRONO?
CON QUESTO APPUNTAMENTO DEDICATO ALLA PREPARAzIONE PER LA CRONOMETRO, ANDREMO A VALUTARE UN ALLENAMENTO MIRATO CHE NON SERVIRÀ SOLO PER QUESTA SPECIALITÀ, MA CHE POI SI RIFLETTERÀ ANCHE NELLE GARE SU STRADA.
A
Al termine di questa puntata ci renderemo conto come sia importante ascoltare il parere di un professionista, la cui esperienza non ha eguali e riscontri in nessun manuale o preparatore che non abbia provato sul proprio fisico tutto ciò che un campione del calibro di Max Lelli è in grado di raccontarci. Infatti, noteremo come Max sottolineerà più volte l’importanza di cose che noi tendiamo spesso a sottovalutare o prendere alla leggera, e che invece assumono un ruolo fondamentale nella preparazione. Come ad esempio lo stretching prima e dopo ogni volta che saliamo in bici; il fatto di puntare ad allenamenti che ci facciano alzare la soglia; la gestione fisica sia in allenamento che in gara; l’abitudine alla sofferenza e la scelta nei percorsi da cercare con cura per i nostri allenamenti.
PRIMA DI TUTTO ALZARE LA SOGLIA! Una volta trovata la giusta posizione in bici dovremo iniziare i nostri allenamenti fuori, sulle strade intorno casa. Come dovremo procedere? «Personalmente conosco e seguo molti preparatori, ma io continuo ad insistere che la prima cosa da fare nella preparazione di un allenamento sia puntare ad alzare la soglia. E per alzare la soglia vanno fatti dei lavori specifici, sia in percorsi vallonati che in pianura. Dopo un riscaldamento di 10-15 min, dovremo fare almeno un paio di serie di 20-25 min stando leggermente sotto la soglia, più o meno una decina di battiti. Tra le due serie dovremo fare un recupero di 10 min, mentre a fine delle due serie potremo chiudere con una ventina di minuti di scarico. Alla fine diventa un bel lavoro che, tutto sommato, ci porterà ad un’uscita d’allenamento complessivo di circa un’ora e mezza. Questo tipo di lavoro andrà fatto per tre settimane e 3 volte a settimana, meglio se a giorni alterni.»
foto LEONARDO OLMI
PRIMA E DOPO SEMPRE STRATCHING! Come abbiamo già appurato, la posizione sulla bici da crono è diversa da quella da strada, quindi come possiamo fare per adattarci al meglio ed in fretta? AllA 4a SETT. SI VA DIETRO MOTO! E dopo queste 3 settimane «Come abbiamo detto, sulla bici da crono dovremo esasperare al limite come dovremo procedere? «Dopo di che, alla 4a settimana, faremo la posizione, con le protesi che puntano Il lavoro primario sarà quello di adattare il fisico a sopportare la stessa cosa, ossia con le tre uscite fatquasi verso il basso, come per inforcare la sofferenza il più possibile fin dall’inizio della nostra te da 2 serie di 25 min cadauna sotto sol’aria, consentendoci di avere una resa preparazione. Nella foto, il nostro Leonardo Olmi mette glia di 10 battiti, ma la seconda serie doaerodinamica maggiore. L’adattamento in pratica i preziosi consigli suggeriti da Max Lelli vremo farla dietro moto. Per cercare di a questa postura però ci richiederà di rimanere con i battiti giusti per tutti e 25 praticare molto stretching, sia 10 minuti i minuti della durata della serie, dovremo alla mattina che 10 alla sera, con esercizi dare indicazioni a chi guida di aumentare adatti che ci potrà insegnare un qualsiasi o diminuire la velocità. Dovremo cercafisioterapista o il nostro massaggiatore. re di rimanere costanti con i nostri battiti Al fine di un buon rendimento, sarà infatti il più possibile. Mi raccomando solo di fondamentale dedicare questi 20 minuti una cosa: ossia, per la vostra sicurezza, al giorno allo stretching, che se praticato di tenere le mani sui freni e non sulle proper 2-3 mesi prima del nostro appuntatesi. Solo nel caso in cui entrassimo in mento con la crono, si rivelerà utilissimo. un ottimo feeling e sintonia con chi guida Questo perché lo stretching ci consenla moto (che oserei definire da potersi tirà di accorciare della metà i tempi di fidare ciecamente), allora e solo in quel adattamento alla postura della crono, in caso potremo tenere le mani sulle proconfronto a non farlo mai, aiutandoci nel tesi. Altrimenti lo sconsiglio vivamente, in raggiungere una sempre migliore flessiquanto non siamo dei professionisti con bilità del corpo, risolvendo problemi di un’esperienza di migliaia di chilometri e gambe e di schiena sofferenti. In sostandi anni d’esperienza alle spalle, e quindi za, lo stretching ci renderà la muscolameglio non rischiare. Altra cosa importura molto più morbida. E questo non è tante da ricordare è sulla scelta delle valido solo per la postura legata alla bici strade dove poter fare il dietro moto, osda crono, ma anche per quella sulla bici sia strade con un fondo stradale buono da strada, che come sappiano è meno (poche buche e rotture nell’asfalto, speesasperata della specialità dedicata alla cialmente quelle parallele alla strada con lotta contro il tempo. Possiamo aggiunil rischio di infilarci le ruote dentro) larghe gere che lo stretching ci aiuterà ad ese poco trafficate da auto e camion. Sicusere molto coordinati e concentrati; tutte ramente io, qui nella Maremma grossecondizioni che ci serviranno nel seguire tana, sotto questo aspetto ero molto avquella linea che ci farà perdere il minor vantaggiato. In città diventa sicuramente tempo possibile, obbiettivo finale della molto più problematico.» nostra crono.»
in bici. D’altra parte anche in corsa, quando siamo in gruppo, non dobbiamo guardare le ruote di chi ci precede, ma sempre lungo.»
foto LEONARDO OLMI
ABITUDINE ALLA SOFFERENZA! Comunque sia, anche dopo una buona preparazione, stretching e allenamento dovremo essere sempre pronti a soffrire, o sbaglio? «Girala come vuoi, ma come cerco di far capire fin dall’inizio anche ai ragazzini che seguo, la bici è uno sport di sofferenza, e che questa sarà la prima condizione a cui dovremo adattarci ed il primo avversario da battere. Il nostro lavoro primario sarà quello di adattare il fisico a sopportare la sofferenza il più possibile fin dall’inizio della pratica di questo sport che, nonostante ci faccia soffrire così tanto, tutti noi adoriamo. Ovviamente, quando sei in condizione, la tua soglia è più alta e sopporterai meglio la sofferenza; mentre, al contrario, quando non sei in condizione la sopporterai meno, però sempre sofferenza sarà, non sarà mai una passeggiata.» ok, d’accordo max, ma quella della crono è comunque una sofferenza diversa da quella delle corse su strada, o no? «Sì è vero, ma questo perché la crono richiede, come abbiamo detto fin È importante tenere alta la cadenza di pedalata, sopra le 100 ped./min, ma meglio se sempre intorno alle 110-115. Nella foto Max Lelli sulla sua Falco ora, un adattamento muscolare diverso, dove la posizione fissa concentrata solo sulla pedaLA CADENZA DI PEDALATA È FONDAMENTALE! Ma nel fare tut- lata, con l’assenza totale di qualsiasi altro movimento, crea dei dolori to ciò come dovremo comportarci in merito alla cadenza? fissi al collo, alle braccia, alle anche, ecc. difficili da sopportare. Questo «Come accennato nelle puntate precedenti, ricordo che nel ciclismo succede ancor di più a quei cicloamatori che vogliono avventurarsi alla attuale è fondamentale la cadenza di pedalata. A differenza di quando cronometro senza un minimo di preparazione, e questo secondo me correvo io, dove ancora non si dava molta importanza ad un’alta fre- è sbagliato. Ecco che, per avvicinarsi ad una crono, se non vogliamo quenza di pedalata, con il passare degli anni ci siamo sempre di più uscirne distrutti e pieni di dolore per due settimane, dovremo arrivarci resi conto di quanto sia importante tenere alta la cadenza di pedalata, con un minimo di preparazione, come abbiamo detto fin ora. Ovviasopra le 100 ped./min per intenderci, ma meglio se sempre intorno mente, il mese di preparazione di cui ho accennato prima, è riferito ad alle 110-115. Di più, ossia 120 ped./min è un qualcosa riservato solo un ciclista medio che fa già delle granfondo e percorre un minimo di ai professionisti, per gli amatori è molto difficile, per non dire impossi- 7-8.000 km all’anno, ossia ad uno che ha già una buona base.» bile. Ovviamente poi, anche questo dipende da ognuno di noi, che è strutturato in maniera fisica diversa. Ma sforzarsi ad aumentare il ritmo Max Lelli di pedalata è sicuramente un ottimo e fondamentale esercizio che, alla Marsiliana (GR) tel. 0564-60.99.20 / cell. 346-120.4150 www.maxlelli.com / info@maxlelli.com resa dei conti, potrà rivelarsi molto redditizio.» Lo sguardo nella crono deve essere sempre lungo, individuando potenziali pericoli ancora lontani che quindi potremo evitare. Nella foto Max Lelli di fronte a Il Raduno, il suo agriturismo in Maremma foto LEONARDO OLMI
SGUARDO SEMPRE LUNGO! Tornando a stretching e giusta postura in bici, questo ci aiuterà anche a tenere quello che tu chiami sguardo lungo, giusto? «Esatto, sia nelle mie lezioni di bici che con quelle che faccio con Davide Cassani, non mi stanco mai di ricordare che lo sguardo in bicicletta deve essere sempre lungo, specialmente quando parliamo di cronometro. Ecco che, ancora una volta, si renderà utilissimo e fondamentale aver fatto molto stretching durante la nostra preparazione atletica che, abbinato ad una postura ideale, ci consentirà di assumere, facilmente e senza mancanza di confortevolezza, quello sguardo che ci consentirà di guardare oltre. Non a caso posso dirti che spesso chi fora molto è proprio perché è distratto, non guarda oltre e mette le ruote nei posti sbagliati. Anche nel fare dietro moto dovremo ricordare di non guardare la targa o un punto fisso dietro il motorino per paura di andarci a sbattere, ma tenersi leggermente esposti a un lato del guidatore in maniera tale da guardare oltre la moto, individuando potenziali pericoli ancora lontani che quindi potremo evitare; come ad esempio una persona o un animale che improvvisamente possono attraversare la strada, una buca o dell’asfalto rovinato che ci potrebbero far cadere. All’inizio non saremo abituati a tenere quella distanza di 20-30 cm necessaria nel dietro moto, ma poi ci verrà automatico dopo qualche volta che lo facciamo. L’importante è tenere sempre le punta delle dita sui freni ed abituarsi a dosare bene quest’ultimi con molta sensibilità. Ma ti posso garantire che il guardare lungo e oltre non è d’aiuto solo nella crono e nel dietro moto, ma sempre quando andiamo
COMbINATA DELLA COSTA ADRIATICA 2013 DUE MANIFESTAZIONI AL PREZZO DI UNA LA GRANFONDO CITTÁ DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO SI “SPOSA” SUI PEDALI CON LA GRANFONDO FRW BICYCLES DI RAVENNA PER DARE VITA AD UNA COMBINATA CHE SODDISFA NON SOLO LO SPIRITO AGONISTICO, MA ANCHE IL PORTAFOGLIO SEMPRE PIÙ IN CRISI. DALLA MONTAGNA AL MARE PER UN’EMOzIONE GRANDE AD UN COSTO PICCOLO PICCOLO. è in momenti difficili economicamente come quello che stiamo vivendo che l’aspetto ludico, ed in particolare la passione per la bicicletta, può essere un veicolo importante per “traghettare” verso tempi migliori. è proprio questo, il sentimento che ha ispirato gli ideatori della Combinata della Costa Adriatica 2013 ed è il filo logico che unisce due località di mare come Ravenna e San Benedetto del Tronto. Adesso che si guarda con attenzione all’economia familiare, ma è dura rinunciare alla voglia di competere, il Pedale Rossoblu e il Team Rossetti, organizzatori rispettivamente della Granfondo Città di San Benedetto del Tronto e della Granfondo FRW Bicycles di Ravenna, hanno pensato ad un regalo per tutti i ciclisti attenti che vogliano approfittarne: la possibilità di partecipare a due gare, belle, curate nei particolari, con percorsi divertenti, al prezzo di una. Tutti i cicloamatori tesserati ACSI, FCI e tutti gli Enti di Promozione Sportiva che si iscriveranno entro il 31/12, pagando solo 30 euro potranno schierarsi al via sia il 5 maggio a San Benedetto del Tronto, sia il 13 ottobre a Ravenna. Dopo il 31/12 e fino al 31/1/2013 si pagheranno 35 euro, successivamente, fino al 22/4, di euro ce ne vorranno 40. Qualunque sia il periodo nel quale ci si iscriverà, ne varrà comunque la pena, visto anche il montepremi messo in palio ad onorare le numerose classifiche di partecipazione e di merito. Un montepremi in prodotti tecnici (biciclette offerte da FRW) e in natura, con un controvalore che supera abbondantemente i 23mila euro. Saranno premiate le squadre per numero di partecipanti e le squadre più veloci sui due percorsi, mentre a livello individuale, ci saranno ricchi premi per la classifica as-
soluta e quelle di categoria a punti e, grande novità, le classifiche a tempo maschile e femminile, sia sul medio che sul lungo, le “maglie rosa” della Combinata. Invitiamo tutti a leggere la lista completa dei premi in palio, sui siti www.granfondofrw.it/combinata e www. granfondomaremonti.it, dai quali sarà possibile anche prendere visione del regolamento completo della combinata e scaricare il modulo di iscrizione. Essendo, inoltre, le due gare, facenti parte di circuiti regionali piuttosto frequentati, è prevista la possibilità, per gli iscritti Marche Marathon, di aggiungere la Granfondo FRW e, viceversa, per gli abbonati Romagna Challenge, di aggiungere la Gf di San Benedetto con solo un supplemento di 12 euro fino al 31/1/2013 e 15 euro fino al 22/4. Sui siti delle singole gare (entrambe organizzate sotto l’egida dell’ACSI Settore Ciclismo) sarà possibile conoscere i particolari delle manifestazioni che avranno entrambe percorsi mediamente veloci con chilometraggi abbordabili e difficoltà altimetriche non impossibili, anche se da non sottovalutare. Si potranno trovare tutte le informazioni utili, così come le interessanti convenzioni alberghiere stipulate appositamente per i ciclisti. Il consiglio che possiamo dare? Quello di non perdere la fantastica occasione di godere del sole di inizio maggio nella accogliente San Benedetto del Tronto e chiudere la stagione in quel di Ravenna nell’ancora tiepido mese di ottobre, magari portando a casa un bel premio testimone di due belle galoppate tra mare e collina. La Grande Combinata della Costa Adriatica 2013, vi attende (www.granfondofrw.it - www.granfondomaremonti.it).
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INbICI PER IL MONDO a cura di ANDREA PELO DI GIORGIO
andigio@alice.it
GIANCARLO VAGNINI ALLA RICERCA DEL GUINNESS UNA NUOVA SFIDA PER IL RANDONNEUR CERVESE CHE SI PREPARA A VIVERE TRE MESI INTENSI: IL RECORD DA STABILIRE SARÁ PERCORRERE IN BICICLETTA BEN 15.000 KM, ATTRAVERSO 14 STATI, SENzA MAI FERMARSI. PARTENzA PREVISTA IL 7 APRILE 2013, IN CONCOMITANzA CON IL VIA ALLA GRANFONDO DEL SALE.
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Chilometri nell’ombra, tanti, tantissimi, a tal punto che sarebbe difficile e stancante solo a leggere la cifra. Giancarlo Vagnini, lontano dagli occhi dei più, lontano dalla ribalta, pedala per un piacere personale, per regalarsi grandi emozioni attraverso sfide personali, sfide che dovrebbero essere, di diritto, degne di nota in qualsiasi rotocalco/testata sportiva che si rispetti ma che, ahimè, per la nicchia sportiva che occupano, solitamente non vengono prese in considerazione. Nasce a Cervia il 5 febbraio 1954, sportivamente parlando comincia con il pattinaggio a rotelle, praticandolo con un certo impegno e raggiungendo livelli di tutto rispetto. La successiva esperienza con la corsa a piedi non gli dà particolari soddisfazioni, ma gli è utile per quella che sarà la sua temporanea carriera di arbitro di calcio, durante la quale arriverà ad arbitrare quella che oggi è l’Eccellenza e soprattutto gli sarà utile, fisicamente, per sfogare la sua passione per il tennis da tavolo, sport che lo rapisce, ma che gli creerà seri problemi ad entrambi i menischi.
All’età di 32 anni, abbraccia il mondo del ciclismo, vestendo i panni della società sportiva G.C. Polisportiva 2000 Cervia (che tutt’ora lo accompagnano) con la quale si avventura nel mondo delle mediofondo, prima, e granfondo, poi. La bici diventa ben presto una passione, una sana passione e ne vive le soddisfazioni nel riuscire a raggiungere i traguardi che si prefigge, spostando, man mano, l’asticella più in alto. Traguardi personali legati ai km, alla difficoltà dei percorsi, ai risultati personali e slegati da quello che è il classico piazzamento all’arrivo. Sentirsi appagato per aver dato il massimo è la sensazione regina: le emozioni che ne scaturiscono sono quelle che trainano ed indicano la strada da seguire a Giancarlo che, nel giro breve, comincia a cambiare i metodi di allenamento, seguendo maggiormente il suo istinto che lo porta a respirare la libertà. Diminuiscono gli allenamenti imposti, tecnici, spesso non fatti neanche bene, forse perché rappresentano un confine da rispettare, lasciando, nel contempo, spazio a quelli dettati dalla sensazione che scaturisce dal proprio corpo, sempre impegnativi e difficili, ma con il valore aggiunto di un appagamento mentale. C’è un’altra aria da respirare nella quale si amplificano i sensi, si vive una libertà diversa, la vista viene proiettata oltre la coltre dei ciclisti delle granfondo che ti avvolge, a volte ingabbia. è così che inizia ad aver necessità di spazio attorno, che il gruppo, che fino ad allora era protagonista delle sue uscite ciclistiche, comincia a stargli stretto ed è così che i metri di distanza dalla ruota davanti si tramutano in una cosa positiva e smettono di rappresentare una fatica maggiore per la sua prova. Il ciclismo diventa ancora più il “suo” ciclismo, lui e la sua sfida, lui e la sua bicicletta, sempre pronto a fare km dopo km da solo o in buona compagnia, sempre pronto a complimentarsi con “l’avversario” che ha concluso prima di lui, senza invidie, ma con rispetto, sempre pronto a chiacchierare e condividere emozioni con chi, al contrario, va più piano, senza mai far pesare la cosa. Vive i paesaggi nei più piccoli particolari, fiero di se stesso per la forza che, andando oltre la fatica, permette alle sue gambe di portarlo in giro per il mondo. «La bicicletta è una maestra di vita che parla molte lingue diverse, il tempo l’unico strumento per ascoltare e per capire quello che desidera comunicarti», il motto di Giancarlo. è talmente tanto il feeling che ha con il proprio mezzo tecnico, che dal 2002 diventa una guida-turistica, mettendo la sua esperienza a disposizione del turismo cervese. Nel contempo Giancarlo – non poteva essere diversamente – diventa randonneur, cancellando definitivamente ogni tipo di confine kilometrico.
Il regalo per i suoi prossimi 60 anni, che non sembrano neanche essere passati su di lui, non poteva che essere quello: il grande sogno, il grande progetto che si era prefissato dopo aver conosciuto un randonneur proveniente dalla Germania. Quattordici Stati europei sotto le ruote della sua bicicletta, tre mesi di costante pedalata senza giorni di riposo, 166 km di media giornaliera che porteranno il ciclista cervese a percorrere oltre 15.000 km a cavallo della sua fida Olmo. Il 7 Aprile 2013 da Cervia, in concomitanza con la granfondo del Sale, la partenza ufficiale per la grande sfida. Prima ad essere percorsa la nostra penisola, Sicilia compresa, che verrà abbandonata solo dopo la visita al Santo Padre. La Costa Azzurra – dove Giancarlo si cimenterà in un giro di pista del famoso circuito monegasco di F1 – sarà il proseguo verso un tragitto già stabilito. Al seguito del pedalatore cervese, un equipaggio di assistenza a bordo di un camper nel quale sarà stivato tutto il necessario per affrontare tutte le evenienze che potrebbero presentarsi nei tre mesi di “passeggiata” e che fungerà come base e punto di riferimento per l’atleta.
Iniziano le sfide in tappa unica, quelle che gli permetteranno di abbattere i muri dei 300, 400, 600 km e oltre, arrivando fino agli oltre 1236 km della rinomatissima Parigi-Brest-Parigi che conclude per ben 3 volte negli anni 2003/2007/2011, transitando anche per lo splendido Giro di Sicilia no stop con i suoi impegnativi 1019 km percorsi e conclusi sia nel 2006 che, recentemente, nel 2012. Sarà tuttavia il 2013, l’anno destinato a lasciare il grande segno nella “carriera” ciclistica del randonneur cervese.
Tre gli uomini di equipaggio previsti (ad oggi i 2/3 dell’equipaggio è già stato confermato) che, oltre alla guida del mezzo, si occuperanno di tutto quello che è il reparto tecnologico, meccanica, telefonia, collegamenti internet, navigazione satellitare, mappe stradali, public relations, misurazione parametri medici corporei e massaggi. Per informazioni maggiori, per supportare Giancarlo, proporsi come membro dell’equipaggio o, ancora, seguire quest’impresa che porterà il coriaceo atleta, qualora la terminasse, a conquistare un World record da Guinness (sono già in corso le pratiche burocratiche che andranno a stabilire la validità del primato), gli interessati potranno scrivere a vaglo54@aliceposta.it. Un uomo, la sua bici, le sue sfide, le sue emozioni: è nell’ombra che si celano i grandi campioni.
FREEWhEELING APRE IL SuO PRIMO OuTLET BICICLETTE FRW E ACCESSORI A PREZZO DI FABBRICA Sabato 1 dicembre 2012 (dalle ore 10.00 alle 19.00) verrà inaugurato il primo outlet dell’azienda romagnola FREEWhEELING. Sarà un’occasione imperdibile per tutti gli amanti delle due ruote di poter usufruire di importanti agevolazioni sull’acquisto di biciclette FRW e accessori bELL, GIRO, bLACKbuRN, EASTON, OCChIALI TIFOSI E ALTRE NOVITà. Sulla scia delle note griffe di moda anche l’azienda Freewheeling ha deciso di creare uno spazio dove poter sognare dando la possibilità di acquistare la bicicletta tanto desiderata ad un prezzo imbattibile. Un’opportunità che il patron dell’azienda Claudio Brusi ha voluto dare a tutti gli appassionati della bicicletta e a tutti coloro che si stanno avvicinando pian piano al mondo delle due ruote. Sempre più persone infatti stanno riscoprendo l’importanza di un vivere sano e si stanno attivando, sia in città che in provincia, ad adoperare la bicicletta come usuale mezzo di trasporto. Nel nuovo outlet saranno esposti biciclette e accessori della scorse stagioni garantiti sempre dalla qualità e professionalità che contraddistingue il marchio.
L’outlet FREEWhEELING situato nella sede dell’azienda in via barsanti 10 a Fornace Zarattini (RA) sarà aperto dalle 16.00 alle 18.30 nei giorni del lunedì, mercoledì, sabato e per il mese di dicembre tutte le domeniche.
FREEWHEELING SNC Via Barsanti,10 - 48124 Fornace Zarattini (RA) tel.0544 461525 - fax 0544 462096 - www.freewheeling.it - www.frwbike.it
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CAMPIONATO MONDIALE GIORNALISTI 2012 a cura di LEONARDO OLMI
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GRAZIANO CALOVI E ILENIA LAZZARO RICONFERMANO LA MAGLIA IRIDATA SONO STATE LE STRADE DI CRETA A RETHYMNON IN GRECIA LO SCENARIO CHE HA PORTATO LA NAzIONALE AzzURRA ALLA CONQUISTA DI 3 ORI, 3 ARGENTI E 7 BRONzI, PER UN TOTALE DI 13 MEDAGLIE CONQUISTATE NELLE TRE SPECIALITÀ, SPRINT, CRONO E LINEA.
È
È stata una settimana di caldo e di sole, con temperature sempre intorno ai 24 °C, quella che dal 15 al 21 ottobre ha accolto la Nazionale Azzurra dei Ciclisti Giornalisti sulla splendente isola di Creta in Grecia. Temperature ideali per andare in bicicletta, oltre che per godersi il mare e la spiaggia che fronteggiavano i due alberghi della Sentido Hotels (Aegean Pearl e Pearl Beach), una location molto azzeccata, scelta dagli organizzatori per ospitare tutte le Nazionali. La location serviva anche da base sia per le conferenze stampa che per i cerimoniali di benvenuto e di saluto a tutti i partecipanti all’UCI WPCC (World Press Cycling Championship). Tra l’altro, sia la prova a cronometro che la gara in linea, prevedevano il passaggio proprio sulla strada lungomare antistante gli hotel, per la gioia di amici e famiglie che viaggiavano al seguito dei partecipanti provenienti da più di dieci Nazioni diverse. Tutti rigorosamente muniti di maglia ufficiale della loro Nazionale, con tanto di body per le gare contro il tempo e completino pantalone più
Il passaggio del gruppo dalla piazza di Rethymnon a conclusione del primo giro della gara in Linea, con il nostro Leonardo Olmi (A&T Cycling Team - Firenze) in seconda posizione
maglia per la gara in linea. Sembrava di essere ad un vero e proprio campionato dei prof. La Nazionale italiana dei giornalisti, presieduta da Roberto Ronchi, oltre ad essere stata quella con più partecipanti presenti al via sull’isola greca, deve sicuramente ringraziare Renato di Rocco (Presidente FCI) che si è adoperato affinché i 18 Giornalisti Ciclisti arrivati a Creta, ricevessero la divisa completa della Castelli del 2012, la stessa usata dalla Nazionale italiana dei prof ai recenti Mondiali di Valkenburg in Olanda. Chi aveva optato di unire l’agonismo al turismo era giunto sull’isola con qualche giorno o una settimana di anticipo che, oltre per godersi un po’ di mare e fare il turista visitando chiese e monasteri, poteva essere utile anche per studiarsi il percorso della gara in linea che si sarebbe corsa domenica 21 ottobre. L’organizzazione Sport Promotion Hellas, diretta da Axel Werner, aveva infatti messo a disposizione dei giornalisti delle guide locali ed un training camp offerto nientemeno che dall’ex pro Stefen Wesemann. Le strade ed il traffico della città di Rethymnon non erano sicuramente all’altezza di quelle che si competono ad una gara ciclistica su strada e ad un Campionato del Mondo, seppur dei giornalisti, ma dopo varie ricognizioni si riusciva a prendere confidenza anche con il ciclismo alla greca, che assomiglia molto di più al nostro eroico di un tempo, che a quello fatto con delle specialissime in carbonio. Dobbiamo dire che anche la popolazione locale non è molto abituata a veder sfrecciare gente che pedalando riescono ad andare più veloci di un vecchio motorino a due tempi. Ma sono comunque accorsi numerosi ai bordi strada nei tre giorni di gare incitando, oltre che ai loro connazionali dalle maglie bianco-blu con la scritta Hellas, anche tutti gli altri corridori, con molto spirito sportivo. Momenti di tensione prima del via della gara in Linea degli M1, M2 e M3, con gli Azzurri in prima fila, sponsorizzati dalle maglie ufficiali della Nazionale italiana offerte da Castelli. A sinistra l’autore di questo articolo Leonardo Olmi
foto RETHYMNON-PHOTO
foto LEONARDO OLMI
visto il sole che spazzava via le nuvole e calmava i venti. Ultimi momenti di tensione e poi la bandiera a scacchi che si abbassa. Pronti via a tutta, ma veramente a tutta! Dalla piazza di Rethymnon procediamo sul lungomare per poi fare una “esse” che ci portava sulla strada parallela che ci avrebbe fatto uscire dal paese e dal traffico cittadino che, nonostante fossimo accompagnati da scorta tecnica e polizia, è sempre stato un po’ d’ingombro per i ciclisti.
Il podio della gara in Linea delle Donne, con le due Azzurre Ilenia Lazzaro al centro che conquista l’iride ed Anna Maria Cesari con la medaglia di bronzo
Il lungo weekend è iniziato al venerdì dal lungomare di Rethymnon con la prova dedicata ai 300 metri dello Sprint, che ha visto salire subito sul podio ben quattro Azzurri: il trentino Graziano Calovi ed il romano Eugenio Capodacqua, che hanno conquistato la medaglia d’argento rispettivamente nelle categorie M2 ed M4; sono invece due le megaglie di bronzo che sono finite nel carniere del Presidente Roberto Ronchi tra gli M4 ed Annamaria Cesari tra le Donne. Il giorno successivo, sabato 20 ottobre, si è invece corsa la prova contro le lancette, una crono di 12 km che il regolamento voleva fosse fatta con bici normali. Il via veniva dato dalla piazza centrale vicino al lungomare di Rethymnon che sarebbe stato percorso più volte fino a raggiungere la distanza stabilita, usando come giro di boa gli Hotel Sentido. Il caldo delle tre del pomeriggio, orario non proprio adatta ad una crono, seppur ventilato, non ha impedito che il vincitore assoluto della prova, il francese Christophe Moec (cat. M1), facesse registrare una media di quasi 46 km orari. Forse, l’essere, oltre che giornalista, anche tesserato Elite di un team semiprofessionistico del suo paese (il che equivale a fare il corridore di mestiere) lo aiuta e lo differenzia un po’ da chi tiene la penna (o meglio la tastiera del computer) tra le dita per la maggior parte del giorno, che non la bici tra le gambe… Ma, bando alle ciance e, al di là delle polemiche, andiamo a vedere i risultati degli italiani nella prova contro il tempo, dove hanno portato a casa ben quattro medaglie: un oro con Ilenia Lazzaro tra le Donne; un argento con Giovanni Fantozzi tra gli M3; e due bronzi con Capodacqua tra gli M4 e la Cesari sempre tra le Donne. Infine, arriviamo al grande giorno, domenica 21 ottobre, quando su un circuito di 33 km da ripetersi due volte in tutte le categorie, eccetto che per Donne ed M4, si è svolta la gara più attesa e la più prestigiosa, quella per la lotta alla maglia iridata, la maglia più ambita da tutti; parliamo della prova in Linea. La partenza era fissata per le 11 del mattino. Tra tutti i giorni, quello di domenica 21 è stato sicuramente il peggiore, che ha accolto i giornalisti al risveglio del mattino con raffiche di vento, freddo e nuvole nere molto minacciose. A colazione era tutto un parlottare sulle tattiche di gara, stravolte da quella che poteva essere una gara bagnata e con vento. Chi aveva portato un solo paio di ruote in carbonio con tubolare (come il sottoscritto) si è sentito gelare il sangue nelle vene. Ma non c’era tempo per pensare, via a colazione il prima possibile e poi fuori con antivento e manicotti per il riscaldamento. Foto ricordo di gruppo e via allo schieramento di partenza, che per fortuna a
Oltre a tutti questi ottimi piazzamenti, il Team Italy 1 formato da Calovi, Fantozzi e Capodacqua, ha vinto anche la speciale classifica a squadre dedicata a chi completava tutte e tre le prove in programma, battendo alla grande sia la Slovenia, giunta seconda, che la Germania, salita sul terzo gradino del podio. L’Italia chiude questo appuntamento Mondiale con bilancio più che positivo composto da un carniere ricco di ben 13 medaglie. UCi WPCC (World Press Cycling Championship) www.wpcc-crete.com - wpcc.crete@gmail.com Sports Promotion Hellas www.sphellas.com / info@sphellas.com Sentido Hotel & Resorts Creta (Aegean Pearl – Pearl Beach) www.sentidohotels.com – info@sentidohotels.com Il Podio della gara in Linea degli M2 con il trentino Graziano Calovi che si riconferma per il secondo anno consecutivo Campione del Mondo
foto LEONARDO OLMI
foto LEONARDO OLMI
Parte subito Moec alla cui ruota si attacca, con uno scatto fulmineo, Quentin Warlop, giovane giornalista della Tv belga, anch’egli proveniente dal semiprofessionismo, in quanto fa tutt’ora parte del Team Lotto-Bodysol. Ma dopo poche centinaia di metri cade rovinosamente a terra nel tamponare una moto della scorta che rallenta improvvisamente. Moec prosegue da solo e non sarà più raggiunto da nessuno fino al traguardo, dove arriverà dopo 66 km in solitaria con 2’24” sul gruppo inseguitore che, tra gli italiani, comprende il trentino Graziano Calovi della M2 e l’abruzzese Enrico Giancarli della M1. Sarà quest’ultimo che, sacrificandosi per tirare la volata al compagno azzurro Calovi, consente al trentino di conquistare l’oro per la seconda volta consecutiva dopo quello di Gabicce Mare dell’anno scorso. Ottimo anche il bronzo conquistato da Fantozzi tra gli M3. Terzo italiano assoluto di questa prima partenza, che vedeva correre assieme le categorie più forti, ossia M1, M2 ed M3, è Leonardo Olmi che si è classificato 6° tra gli M2 dopo aver sofferto di un virus intestinale e di una infiammazione al vasto tibiale proprio nei giorni precedenti la gara che, purtroppo, hanno visto compromessa una lunga ed ottima preparazione che aveva portato il nostro giornalista fino all’appuntamento iridato. La gara in linea delle Donne e degli M4, partita con 10 minuti di ritardo rispetto alla precedente, ha visto primeggiare la padovana Ilenia Lazzaro tra le Donne che ha conquistato l’oro riconfermando anch’essa l’iride di Gabicce 2011; e tre bronzi che sono andati rispettivamente a: Capodacqua negli M4, Fantozzi negli M3 e la Cesari tra le Donne.
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DEVO AMMETTERE CHE I PRIMI SEI MESI DI QUESTA RUBRICA, “IL TELAIO IDEALE”, SI CHIUDONO CON UN BILANCIO DECISAMENTE POSITIVO. LA QUALITÀ DELLE SPECIALISSIME CHE HO TESTATO HA CONTRIBUITO DAVVERO MOLTO AD ARRICCHIRE DI SEMPRE NUOVI CONTENUTI TECNICI I MIEI ARTICOLI, OLTRE AD AVERE ACCRESCIUTO LA MIA CONOSCENzA PERSONALE SU PRODOTTI DI MEDIA/ALTA GAMMA FABBRICATI DA ALCUNE TRA LE PIÙ IMPORTANTI AzIENDE DEL SETTORE. CON LA GALLIUM SI CHIUDE QUESTA RASSEGNA PER IL 2012, MA GIÀ DAL NUMERO DI GENNAIO 2013 SARò ANCORA QUI, A PRESENTARVI CON LA MASSIMA PROFESSIONALITÀ E NEL MIGLIORE DEI MODI – SPERO! – LE NOVITÀ PIÙ INTERESSANTI CHE CI VERRANNO PROPOSTE DAI NOSTRI INSERzIONISTI.
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il test: che ti invita a schiacciare sull’acceleratore. datura, gli angoli di piega e la modulazione Confesso che, prima di incontrare i responsa- Se pensiamo che il prezzo medio è di oltre della frenata, che fanno di questa bicicletta bili di Beltrami TSA (Distributori esclusivi per 5.000,00 euro, una cifra importante, che al un mezzo davvero unico. l’Italia di Argon 18) e di accordarmi con loro giorno d’oggi non tutti possono permettersi per svolgere questo test, non ero mai salito su di spendere per una bicicletta, è evidente che in evidenza: una Gallium, la bicicletta che per quasi venti la Gallium si colloca in una fascia alta di mer- Ho già sottolineato in precedenza le qualità giorni mi ha fatto compagnia sulle strade del cato. Per questo il mio consiglio, in particola- di questa specialissima. Ora il particolare sul “mio” amato lago d’Orta. Ero molto incurio- re per i biker meno esperti, è di approcciarsi quale mi voglio soffermare è il nuovo gruppo sito e allo stesso tempo stimolato, e quando alla Gallium in modo graduale e progressivo, Sram Red 2013. Non vorrei sembrare tenfinalmente l’ho potuta testare e ho effettuato così da sfruttarne al meglio, dopo qualche denzioso, ma devo riconoscere che Sram, le prove dinamiche su strada ne sono rimasto uscita, tutte le potenzialità: aumentare l’an- con il Red 2013, si conferma un cambio ai positivamente colpito. Se è vero che nella vita c’è sempre Anche nello “stretto” la Gallium si è dimostrata agile e maneggevole come in questa stradina in riva al lago sul pavé qualcosa di nuovo da imparare, da questo brand canadese di novità interessanti ce ne sono davvero molte. Quando, al termine del periodo concordato, l’ho dovuta riconsegnare, l’ho fatto molto a malincuore, il che la dice tutta sugli ottimi riscontri che ne ho avuto pedalandoci per una ventina di giorni. Innazitutto un’importante premessa: ritengo che la Gallium, per la qualità dei materiali utilizzati, della componentistica, della tecnologia e anche del prezzo non certo abbordabile, sia dedicata quasi esclusivamente a un ciclista esigente o a un intenditore. La definirei un “prodotto di nicchia”. Nessuno me ne voglia, tanto meno i neofiti delle due ruote. Ma penso che solo un biker dal palato fino sia in grado di “capire” una bicicletta così particolare. Una bicicletta che richiede e allo stesso tempo valorizza le qualità tecniche di chi la guida. Una specialissima di alta gamma, rigida, reattiva, veloce, che ti permette di portarla al “limite”. Potrei paragonarla a un’auto sportiva: bella, accattivante, grintosa,
vertici delle performance e dell’affidabilità. Lo stesso dicasi per l’impianto frenante. Modulando con cura l’azione di frenata sulle leve si ottiene una decelerazione progressiva senza incappare nel rischio di “inchiodare” il cerchio. Questo è permesso dall’innovativo sistema ABS, molto simile a quello già adottato da parecchi anni sulle auto e sulle moto. Una soluzione che permetterà di fare un ulteriore passo in avanti, nella direzione della sicurezza attiva, sulle biciclette di nuova generazione. Da rivedere: Croce e delizia della Gallium nell’allestimento che mi è stato proposto sono, a mio avviso, le ruote. Il marchio zipp non si discute e le 404 Firecrest in carbonio ad alto profilo (58 mm) nemmeno, ma non tutti potrebbero essere in grado di utilizzarle in modo adeguato. Ottima
Un passaggio veloce, sempre in prossimità della sponda del lago, in un tratto rettilineo pianeggiante Il sistema 3D HEADTUBE permette la multipla regolazione integrata dell’altezza del tubo sterzo mantenendo un’ottima rigidità
Caratteristiche Tecniche - Telaio: Carbonio monoscocca 6050HM Nano Tech Carbon Composite - Cambio: New Sram Red 2013 - Deragliatore: New Sram Red 2013 Yaw Technology - guarnitura: New Sram Red 2013 Exogram in carbonio cavo – pedivelle 175 mm – 53x39 - Catena: New Sram Red 2013 - ruota libera: New Sram Red 2013 – 11x23 - movimento Centrale: BB86 - freni: New Sram Red 2013 Aero Link - forcella: GA 31 Pro in carbonio monoscocca (370 gr) - Serie sterzo: FSA No 62 1-1/4” Top – 1,5” Bottom - Attacco manubrio: Ratio “Invito” in alluminio 6061.T6 da 110 mm - Piega manubrio: Ratio “Invito” in alluminio 6061.T6 da 42 cm C/C - reggisella: Argon 18 ASP-6000 in carbonio Ø 31,6 - Sella: Prologo zero - Cerchi: zipp 404 Firecrest in carbonio H 58 mm per copertoncino - Coperture: Copertoncino Tufo Elite Pulse - mozzi: zipp - Portaborraccia: Ratio in carbonio - Taglie: XXS-XS-S-M-L-XL - Colori: Nero opaco (unica colorazione disponibile) - Peso telaio: 920 gr (tg. M) solo telaio, forcella esclusa - Peso bici completa (come in foto): 6,5 kg senza pedali (come in foto)
la pista frenante, che accoppiata a dei validi pattini per carbonio garantisce in condizioni ottimali una frenata molto sicura. Purtroppo con il vento o il fondo stradale bagnato dalla pioggia le zipp 404, per la loro estrema leggerezza e l’alto profilo, diventano più impegnative e meno facili da guidare. Consigli per l’acquisto, perché comprarla? La Gallium è una bici dai contenuti tecnologicamente avanzati, con alle spalle uno studio di progettazione completo: leggerezza, rigidità e comfort, tre variabili operative difficili da coniugare tra loro in un solo prodotto e sulle quali gli ingegneri di Argon 18 hanno lavorato davvero tanto ottenendo ottimi risultati. E aggiungerei, anche se nella curatissima brochure questa voce non compare, che è una bici molto “elegante”. Il colore nero opaco, scelto da Argon 18 per l’unica grafica disponibile, veste il telaio della Gallium come un abito da sera conferendole quel giusto mix di finezza e personalità, che solo prodotti di questo livello sono in grado di offrire.
L’innovativo sistema frenante Aero Link integrato nel gruppo New Sram Red 2013 La sella Zero di Prologo è montata sul reggisella in carbonio ASP 6000. Offset variabile da 15 a 20 mm per la personalizzazione del posizionamento
il Produttore: Argon 18 www.argon18bike.com il Distributore per l’italia: Beltrami TSA Via Euripide, 7 42124 Reggio Emilia Tel: +39 0522 307803 Fax: +39 0522 703106 E. mail: info@beltramitsa.it Web site: www.beltramitsa.it in vendita a partire da: Settembre 2012 Tempo di consegna: 30 giorni lavorativi dalla data dell’ordine. Prezzo: A partire da 4.899,00 euro al pubblico (IVA inclusa) a seconda della configurazione ruote prevista in listino. La forcella GA31 Pro, monoscocca in carbonio, è dedicata al telaio della Gallium per garantire prestazioni e comfort
Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: - Casco: Lazer Helium Flash/Orange 2013 www.lazerhelmets.com - occhiali: Eassun X-Light www.eassun.com - Scarpe: Diadora Jet Racer www.diadora.com - Abbigliamento: zipp Aero Race by Castelli www.zipp.com - Strumentazione: GPS Garmin 500 www.garmin.it - Pedali: Look Keo Carbon www.lookcycle.com
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LE CONDIzIONI METEO AVVERSE DEL LUNGO WEEKEND DAL 26 AL 28 OTTOBRE SCORSO, NON HANNO FERMATO I CORAGGIOSI CICLISTI DEL MAX LELLI TEAM ED I LORO AMICI CAPITANATI OLTRE CHE DA LELLI ANCHE DA MATTEO MARzOTTO, GIANFRANCO COMANDUCCI E DAVIDE CASSSANI, CHE HANNO SFIDATO PIOGGIA E FREDDO PUR DI PORTARE A TERMINE IL LORO MESSAGGIO SOLIDALE.
e suggestivi paesaggi del centro Italia, a sostegno della Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica - onlus. è stato anche grazie al supporto tecnico organizzativo del presidente della A.S.D. Ciclo Sport Selci Enrico Ligi e del Direttore di Corsa Internazionale Luigi Perugini, che la manifestazione ha potuto attraversare anche il territorio dell’Alta Valle del Tevere facendo tappa a San Giustino Umbro sabato 27 ottobre. La carovana ciclistica, capitanata dallo stesso Massimiliano Lelli, contava su una trentina di cicloamatori, fra i quali vi erano alcuni affezionati amici del corridore toscano, come Gianfranco Comanducci (Vice Direttore Generale della RAI), Matteo Marzotto (noto imprenditore dell’industria tessile e Vicepresidente della fondazione) e David Cassani (ex ciclista professionista ed attuale commentatore di ciclismo su RaiSport 2).
La prima sera abbiamo inaugurato l’inizio di questa avventura con una ricca cena nel Ristorante da Maria de La Marsiliana, a base di ottimi piatti maremmani, tra cui, ovviamente, non poteva mancare il cinghiale, simbolo e logo di Lelli. Poi via tutti a letto, anche se subito sotto una pioggia battente, che ci confermava quanto, purtroppo, predetto dai metereologi, ossia pioggia e freddo per i tre giorni consecutivi, proprio quelli della nostra 1° Tirreno-Adriatico. Ma si potrebbe anche approfittarne per dire, battesimo bagnato, battesimo fortunato. Va be’ pazienza, il ciclista è tenace ed ha la testa dura, ormai dovevamo portare a termine l’impegno preso con la solidarietà ed il sostegno alla ricerca e niente e nessuno ci avrebbe potuti fermare. Al risveglio veniamo accolti da una ricca colazione che Michela, moglie di Lelli, ci aveva
Foto di gruppo prima della partenza della 1a tappa da Porto Ercole all’Argentario foto LEONARDO OLMI
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Missione compiuta! Come avevamo annunciato più volte nei numeri precedenti di INBICI, il noto ex professionista Massimiliano Lelli, attraverso Ciclismo & Solidarietà Max Lelli Team, in collaborazione con i comuni del Monte Argentario, di Chianciano Terme, di Città di Castello, di San Giustino e di Ravenna e con il sostegno di diversi importanti sponsor (tra cui il noto produttore di dolci Corsini del Monte Amiata, che ha rifornito con grande piacere dei ciclisti tutti i ristori organizzati dal camper Max Lelli), ha portato a buon fine e con successo una tre giorni cicloturistica aperta a tutti. Insieme al Team Max Lelli di Viareggio, Livorno e Grosseto partendo da Porto Ercole, la carovana dei ciclisti è arrivata a Ravenna dopo aver percorso circa 430 km per un dislivello tot. di 3.239 m, attraversando alcuni tra i più bei
foto LEONARDO OLMI
Una fase della Tirreno-Adriatico, mentre il gruppo attraversa alcuni tratti della stupenda campagna Toscana
preparato a Il Raduno, la locanda per ciclisti (come ama definirla Max), dove Lelli ospita chi va a trovarlo per pedalare con lui. Quindi ci vestiamo e via dentro i pulmini con le bici sul tetto e alla guida il simpatico e coriaceo papà di Max Lelli, fresco di battute alla toscana. Destinazione Porto Ercole da dove era prevista la partenza della nostra 1a Tappa di venerdì 26 ottobre. Dopo la foto ricordo commemorativa, di fronte al caratteristico porticciolo dell’Argentario (quindi con il Tirreno alle spalle), partiamo sotto la piaggia con destinazione Chianciano Terme. Per fortuna il primo dei tanti temporali che si sono susseguiti nei tre giorni di pedalata, si è concluso una volta superata la laguna lungo la Giannella, e giunti ad Albinia è spuntato il sole che ci ha accompagnati e riscaldati per un bel po’. Durante questo primo giorno, in cui sono stati percorsi 143 km con un dislivello di 1.689 m, oltre ai panorami toscani mozzafiato, abbiamo attraversato i paesi di Manciano (località nativa di Lelli), Pitigliano, Saturnia, le bellissime città etrusche di Sovana e Sorano, per poi raggiungere la Cassia che, in direzione Siena, ci avrebbe portati fino a Chianciano Terme, dove la nostra base era l’hotel Villa Ricci. La 2a tappa di sabato 27 ottobre ha visto il gruppo partire da Chianciano Terme in direzione di San Giustino, per 117 km con 704 m di dislivello. Con questa seconda tappa lasciavamo la Toscana per entrare in Umbria, attraversando Montepulciano, Torrita di Siena, Sinalunga, ma anche la città etrusca di Cor-
tona e Castiglion Fiorentino, dove era ubicato uno dei ristori ricco dei dolci e biscotti offerti da Corsini, ma anche dell’ottimo prosciutto e vino rosso prodotti direttamente in casa Lelli. L’arrivo a San Giustino decretava anche il confine tra Toscana e Umbria. Dopo l’arrivo nella piccola cittadina umbra (che per l’Avv. Comanducci ha un valore affettivo, in quanto nelle vicine località di Pistrino e di Selci vi sono nati rispettivamente il Padre e la Madre del Vice Dir. Gen. della RAI), la carovana dei trenta coraggiosi ha alloggiato a Città di Castello presso l’Hotel Ristorante Il Boschetto situato in una delle più belle colline dell’Alta Valle del Tevere. Come abbiamo potuto vedere, tutto ciò è stato orgoglio e soddisfazione dei comuni attraversati e dell’intera comunità Altotiberina, ed ha costituito una singolare e significativa occasione di conoscenza della valle stessa e di promozione delle sue particolarità paesaggistiche, culturali, artistiche e gastronomiche. I cicloamatori sono stati ricevuti e salutati dall’Amministrazione Comunale di San Giustino, che al tardo pomeriggio del sabato aveva organizzato una conferenza presso il Museo del Tabacco, seguita da una visita al Castello Bufalini, una fortezza del ’400 che a fine ’500 venne trasformata in un palazzo fortificato a difesa della vicina Città di Castello dalla Famiglia Bufalini. Alla visita è poi seguita una meritata quanto desiderata cena che si è svolta presso il Ristorante Il Boschetto con la presenza del Sindaco Luciano Bacchetta e dell’Assessore allo sport del Comune di Città di Castello Massi-
mo Massetti. Alla cena erano presenti anche alcuni rappresentanti del Club Panathlon Valtiberina, che ci hanno parlato della loro esperienza nel mondo dello sport con il tema “Pedalare per gli Altri”. La mattina del 28 ottobre, l’Assessorato allo Sport del Comune di Città di Castello ci aveva organizzato un simpatico fuori programma, facendoci scortare dalle forze dell’ordine e da tanti appassionati delle due ruote durante il trasferimento in bici verso il punto di partenza della 3a ed ultima tappa. Dopo il breafing di Giovanni Lucchi (rinomato braccio desto di Davide Cassani), partiamo dall’albergo scendendo verso la valle e attraversando le vie principali della città fino a Piazza Gabriotti, sede della residenza Municipale e del Palazzo Vescovile. Da qui, dopo aver ricevuto la Santa Benedizione impartita dal Vescovo di Città di Castello (sua Eccellenza Domenico Cancian), proseguiamo costeggiando le suggestive mura della città raggiungendo il punto di partenza posto a Selci Umbro. Dopo un breve stop, saremmo ripartiti alla volta di Ravenna, quindi sull’Adriatico, dove era prevista la conclusione della pedalata benefica. Inaspettata ma gradita da tutti, è stata la sorpresa che i cittadini di Selci hanno riservato all’Avv. Comanducci che una, volta giunto dove è cresciuto molti anni fa, svoltando l’angolo si è trovato di fronte ad un arco blu che attraversava la strada con appeso un grande striscione dalla scritta “Benvenuto Comanducci”. Non solo, dopo qualche attimo sono apparsi la cugina con altri amici d’infanzia e parenti insieme ad una vecchia bici Viner (gelosamente custodita dalla cugina) di quando
SPonSor: Max Lelli Marsiliana (GR) tel. 0564-609920 / cell. 346-1204150 www.maxlelli.com / info@maxlelli.com Il Raduno (Agriturismo) www.ilraduno.com Marsiliana (GR) tel. 0564-609920 / cell. 346-1204150
foto LEONARDO OLMI
Camping Pineta Via Spallazzi, 5 Casal Borsetti (RA) a soli 12 km da Ravenna www.campingpineta.ra.it tel. 0544-445152 / cell. 335-7058133
Un momento molto commuovente per il Vice Direttore Generale della RAI, accolto con uno striscione di benvenuto in suo onore nel paesino nativo di Selci. Nella foto anche Max Lelli, Davide Cassani, Matteo Marzotto e la cugina dell’Avvocato, che gli aveva portato la bici Viner che usava da ragazzo
Questa terza ed ultima tappa prevedeva l’arrivo a Ravenna, in Piazza del Popolo, dopo 141 km per 846 m di dislivello, ed il passaggio da Monte Coronaro, Bagno di Romagna, Sarsina, Mercato Saraceno e Cesena. Pochi chilometri dopo Bagno di Romagna, era stato organizzato un ricco ristoro in località Bivio Montegelli, curato dal Dott. Alessandro Gardini della Farmacia del Bivio, specializzato nell’integrazione alimentare alla quale, nella sua farmacia, dedica un intero reparto. Il punto di ristoro, oltre agli integratori per il recupero, offerti dalla farmacia, beneficiava anche delle specialità della cucina romagnola con i prodotti tipici stagionali del territorio di Sogliano al Rubicone, in collaborazione con il Ristorante da Ottavio di Savignano di Rigo. Anche questa, forse, era una ragione in più per non perdersi questa sana pedalata all’insegna dell’unione dei due mari. Dopo il meritato rifocillamento, il gruppo ha proseguito la sua corsa verso Ravenna, dove è entrato provenendo da Cesena attraverso la provinciale Dismano e la località di Ponte Nuovo, scortati ancora una volta da una pattuglia della Polizia Municipale di Ravenna. Ad attendere i ciclisti e gli organizzatori della manifestazione in piazza vi erano l’Assessore allo sport del Comune di Ravenna e l’Arch. Guido Guerrieri. Tra i tanti ed autorevoli sponsor che hanno sostenuto questo evento sportivo finalizzato, comunque, ad uno scopo di ricerca e solidarietà,
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Ristorante da Ottavio ve ne sono anche alcuni del territorio roma(prodotti tipici stagionali del territorio) gnolo quali il calzaturificio Emanuela di BagnaVia Savignano di Rigo, 3 cavallo ed il Camping Pineta di Casalborsetti Sogliano al Rubicone (FC) di Francesco Bacchilega, che ha un passato tel. 0547-96000 di ciclista dilettante nelle principali squadre del territorio romagnolo di alcuni decenni fa Corsini (Dolci e Biscotti) Monte Amiata (GR) e vanta un palmares di vittorie, anche di prewww.corsinibiscotti.com stigio. Mantenendo la passione e l’amore, immutabili, per la bicicletta ed il ciclismo, che conti- Francesco Bacchilega (dx) con la moglie, proprietari del Camping Pineta di Ravenna, per una foto ricordo con Max Lelli e Matteo nua a praticare, ha voluto Marzotto. Sul tavolo la torta commemorativa dell’evento condividere questo progetto, assieme all’amico Max Lelli, impegnandosi nell’organizzazione e nella copertura di alcune spese, tra cui il costo del pranzo finale a base di pesce per tutti i partecipanti, che si è tenuto al Camping Pineta, con tanto di torta commemorativa finale della 1a Ed. della Tirreno-Adriatico cicloturistica. A fine pranzo, dopo i commenti a caldo di Matteo Marzotto, Max Lelli e Gianfranco Comanducci, a ciascun partecipante è stato consegnato, direttamente dal campione toscano, un attestato di partecipazione, preparato dal Comune di Ravenna, che ha dato anche il proprio patrocinio alla manifestazione. foto LEONARDO OLMI
il Vice Direttore Generale della Rai pedalava quando era ragazzino. Le due cose assieme hanno commosso l’avvocato che ha ribadito ancora una volta quanto sia vera la frase da lui coniata, ossia che «La bicicletta è la fabbrica dell’amicizia», alla quale noi ci sentiamo di aggiungere che, in questo caso, attraverso la raccolta di fondi la bicicletta sia anche la fabbrica della solidarietà.
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Immaginate il ciclismo di quarant’anni fa e pensate a quello moderno. Quante cose sono cambiate? Probabilmente tutte: dal mezzo meccanico alla preparazione dell’atleta, nulla è più come allora. Per forza di cose… studio e tecnologie avanzate hanno reso questo sport sempre più estremo e spettacolare. Solo una cosa è rimasta invariata negli anni e si tratta della maestria sartoriale di un’azienda come Moa Sport che da Castel d’Ario, tra l’altro città di Tazio Nuvolari, ha saputo farsi strada nel mondo dell’abbigliamento tecnico per bicicletta conquistando l’internazionalità. La formula vincente, ideata dal compianto Vincenzo Mantovani, ex ciclista, e portata avanti dal fratello Claudio, ex calciatore, è aver puntato sul Made in Italy, sull’eccellenza dei materiali, sul design e soprattutto sui dettagli che rendono ogni prodotto impossibile da imitare ed assolutamente ricercato. La scelta di materiali di altissima qualità e l’inserimento di elementi performanti, fanno sì che siano soprattutto i professionisti ed i loro team ad accordare la propria preferenza all’azienda. Ma se è vero che sono molte le squadre vestite Moa e Nalini, è vero anche che sono forse di più gli amatori di tutto il mondo che richiedono divise personalizzate, rigorosamente frutto dell’esperienza Moa Sport. I consigli ed i suggerimenti dei professionisti sono preziosi alleati per migliorare i capi e per renderli adatti anche a chi in bici ci va solo per divertimento, ma ricerca e sviluppo dei materiali uniti alla riconoscibilità delle linee è indubbiamente un valore aggiunto che definisce ulteriormente la posizione dell’azienda tra i leader del settore. Ogni capo, interamente studiato e realizzato in Italia, deve garantire massimo comfort ed elevate prestazioni, ecco perché i tessuti impiegati sono di ultima generazione, certificati e non nocivi al contatto con la pelle. Ed ecco perché l’inserimento di applicazioni e di dettagli intelligenti a sostegno dei materiali utilizzati è un plus irrinunciabile. La conoscenza del corpo umano, il suo studio e la capacità di assecondarlo, hanno dato vita a specifiche linee di abbigliamento e di underwear, così come la scelta di rispondere alle diverse necessità dei ciclisti, siano esse legate alle condizioni atmosferiche o a prestazioni eccellenti. è proprio l’insieme di tutte queste caratteristiche che dimostra quanto siano superlativi ed unici i capi firmati Moa Sport. Dagli studi grafici ai reparti sartoriali, dalla produzione al confezionamento, tutto, ma veramente tutto, è in continua evoluzione nel pieno rispetto del Made in Italy. Prodotti di altissima qualità, rispondenti alle più svariate richieste e necessità, moderni e di stile, distribuiti in tutto il globo: questa è Moa Sport, un’idea vincente fatta di passione e ricercatezza, studio e tecnica. Moa e Nalini, il meglio o niente...
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CICLI MATTEONI, ObIETTIVO 2013 a cura di NICOLETTA BRINA
brina@gocom.it
VENTUN ANNI DI STORIA E TANTA VOGLIA DI CRESCERE CON 300 TESSERATI, LA PASSIONE PER LE DUE RUOTE A PEDALE NON ACCENNA A CALARE. NUOVE RICHIESTE DI ADESIONE, LA MARATHON IN AUSTRIA E IN VAL GARDENA TRA I PROGRAMMI DI GARA E LA SFIDA LANCIATA AL PRESTIGIO: «VOGLIAMO SALIRE SUL PODIO, DOPO IL 7° POSTO DI SQUADRA NEL 2012».
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Cicli Matteoni di Sant’Ermete di Rimini è un sodalizio che conta ad oggi ben 300 tesserati. La passione per la mtb prima, cui si è aggiunta, in un secondo momento, quella per la corsa su strada, hanno veicolato la storia di questa società nel corso degli anni, tra sfide che non hanno mai perso il gusto dell’amatoriale. «Una grande famiglia, un gruppo unito di amici che amano fare passeggiate insieme»: è con questo spirito che Daniele Bertozzi, socio della Cicli Matteoni, presenta il gruppo cicloturistico riminese. Daniele com’è nato Cicli matteoni? «È nato nel ’91 da un gruppo di 3-4 ragazzi che avevano iniziato a praticare il ciclismo: si guardava ciò che accadeva in strada, le grandi gare, ma via via la direzione che è stata imboccata, è stata quella dei sentieri immersi nella natura, quella della mtb. Proprio come si era abituati a vedere nelle squadre su strada, anche per la mtb si è avvertita l’esigenza di utilizzare tratti distintivi comuni, così ci si è dotati di divise tutte identiche. Nell’anno di costituzione del gruppo, questo era formato da una quindicina di persone… oggi siamo 300.» il nucleo centrale è rimasto quello della mtb ma col tempo si sono aggiunti anche gli stradisti… «Esattamente, ma era naturale che ciò avvenisse. Oggi, la prevalenza è rappresentata proprio da questi, in costante aumento, mentre fino al ’94-’95 la società era composta esclusivamente da appassionati di mtb, almeno una sessantina. Con l’avvento delle granfondo ed il loro potenziamento, pian piano anche il gruppo si è trasformato. Percentualmente oggi gli appassionati di ruote grasse rappresentano un 10%, malgrado il nucleo di partenza rimanga e si tratti di un gruppo di una quindicina di persone, le stesse che costituiscono anche il nocciolo duro organizzativo.» Che clima si respira nel gruppo? «Il bello del nostro gruppo è che siamo tutti amici, non abbiamo sponsor che ci permettano ingaggi, quindi tutti sono trattati allo stesso modo. Diventa quindi estremamente stimolante frequentare questo gruppo che cerca sempre di introdurre nuove proposte e nuove idee. Le ferie, le vacanze? Si sale in bicicletta e si pedala con gli amici.»
il marchio frW vi ha supportati in questa esperienza? «Praticamente, sin da subito, da quando la Freewheeling era ancora un distributore del marchio Marin. Il gruppo FrW ha appoggiato l’esperienza della Cicli Matteoni, partendo da un rapporto commerciale, quello col negozio appunto, trasformando quello stesso rapporto in una partnership basata sull’amicizia, visto che di strada insieme se n’è fatta parecchia. Alla luce di questo, il gruppo si muove sempre con le bici FrW, anche perché ci troviamo molto bene sono tra l’altro prodotti di pregiata qualità, inoltre per questa sinergia l’azienda Freewheeling ci applica condizioni economiche vantaggiose e dal punto di vista delle prestazioni, sono biciclette che rispondono molto bene e permettono ottime performance.»
in 10-15 competizioni ed abbiamo presenziato a tutti i raduni cicloturistici. Dal punto di vista del singolo, quello che è andato meglio anche in gare del Prestigio, spesso nei primi 3 di categoria, è stato il sottoscritto. Tuttavia, vorrei ribadire che lo spirito col quale partecipiamo alle manifestazioni è di assoluta compagnia: è un’occasione come un’altra per stare insieme, divertirsi e, perché no, sfidarsi.» Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione? «Visto che ci siamo rafforzati tanto per il 2013, contiamo nel Prestigio di migliorarci ancora. Non dico che puntiamo a vincerlo, ma ci piacerebbe arrivare sul podio. Abbiamo intenzione di partire alla volta della Marathon in Austria, una gara estrema che rappresenterà l’impresa del 2013, oltre ad una seconda manifestazione in Val Gardena, anch’essa molto dura.»
Come si è svolta la stagione in mtb? «Abbiamo partecipato ai ritrovi cercando Protagonisti di una grande stagione Pier Angelo De Gregori e Daniele Bertozzi di seguire il Prestigio, frequentando quindi le gare più belle anche perché è un calendario molto vario e che permette di girare parecchio tra le regioni d’Italia: l’intento è stato anche quello di riportare alla ribalta quelle che erano le origini del gruppo, ovvero la volontà di girare insieme la penisola. Per noi queste partecipazioni hanno anche segnato l’occasione per renderci visibili e rafforzare il gruppo anche per l’anno prossimo. Ci sono giunte, infatti diverse richieste per entrare a far parte del nostro gruppo per il 2013.» Risultati? «Abbiamo ottenuto un 7° posto nel Prestigio come squadra. È un calendario che ci ha tenuti impegnati
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SALuTE INbICI a cura del Dr. ALESSANDRO GARDINI
IL COLESTEROLO E LE SUE COMPLICANZE. RIMEDI E CONSIGLI PER LA SALUTE DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE
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Il colesterolo è un molecola importantissima per l’organismo in quanto svolge importante funzioni: impedisce l’eccessiva fluidità delle membrane cellulari, è un precursore nella sintesi degli ormoni sessuali maschili e femminili, degli ormoni corticosurrenali, della vitamina D ed è un componente dei sali biliari. Contrariamente a quanto spesso si pensa, soltanto il 10-20 per cento del colesterolo presente nel nostro sangue proviene dall’alimentazione. La maggior parte del colesterolo è prodotta dal nostro organismo, soprattutto nel fegato, ma anche nell’intestino, nei surreni e nella pelle. Per arrivare ai diversi distretti nei quali è utilizzato, il colesterolo deve essere trasportato nel sangue attraverso il suo legame con le lipoproteine (carrier). A seconda del tipo di lipoproteina alla quale si lega, il colesterolo viene definito come High Density Lipoproteins (HDL), Low Density Lipoproteins (LDL) e Very Low e Intermediate Density Lipoprotein (VLDL e IDL). Le HDL hanno la funzione di rimuovere il colesterolo dai tessuti, e quindi anche dalle arterie, riportandolo al fegato, per questo l’HDL è chiamato colesterolo buono. Le LDL permettono invece il trasporto del colesterolo dai siti di produzione verso i tessuti. Questo tipo di colesterolo è comunemente definito cattivo poiché le LDL vanno incontro ad un processo chiamato di ossidazione che le rendono pericolose per le arterie. Il colesterolo ossidato tende ad accumularsi nelle cellule che costituiscono la parete interna dei vasi arteriosi e l’ispessimento che ne deriva provoca il restringimento dell’arteria con conseguente difficoltà di passaggio del sangue arterioso. Si genera così quel fenomeno chiamato aterosclerosi con tutte le complicanze cardio-vascolari che conosciamo quali infarto o ictus. Le VLDL invece hanno il compito di trasportare i trigliceridi dal fegato ai tessuti muscolare e adiposo. Si evidenzia quindi che è fondamentale mantenere basso il livello di LDL. Le attuali linee guida prevedono per il colesterolo totale valori inferiori a 190 mg/dL, per LDL inferiori a 115 mg/dL e per i Trigliceridi inferiori a 150 mg/dL. Per l’HDL i valori sono superiori a 40 per l’uomo e a 46 per la donna. Qualora nel controllo periodico dei valori sanguigni vi siano valori superiori alla norma sia per eccessi alimentari, sia per l’età, sia per fattori genetici, si parla di Ipercolesterolemia per valori di colesterolo alti ed Ipertrigliceridemia per valori di trigliceridi alti. Per aiutare a mantenere o riportare i valori nella norma è bene ridurre il peso corporeo se in eccesso ed adottare una corretta alimentazione, evitando uova e derivati, latte intero e formaggi. Tra gli alimenti consentiti invece è bene privilegiare il pesce, i cereali, le carni magre, il prosciutto crudo, ovviamente frutta e verdura e il classico bicchiere di vino rosso ai pasti. Aumentare l’attività fisica se poco praticata è stato dimostrato che porta ad aumento del colesterolo buono riducendo l’indice di rischio dato dal rapporto tra il colesterolo buono e quello cattivo (IRC=Col. Totale/HDL). Questo indice nelle donne deve essere inferiore a 4.5 e per gli uomini inferiore a 5. Gli sport più adatti a chi soffre di colesterolo sono senza dubbio quelli aerobici, ed ecco perché molti si avvicinano alla bicicletta, proprio per mantenere un buono stato di forma e una
alessandrogardini@gmail.com
buona performance cardiovascolare. Numerosi studi negli ultimi quindici anni dimostrano come il ciclismo, la maratona, lo sci di fondo, essendo sport durante i quali le pulsazioni cardiache si trovano ad essere più alte del normale per tutta la durata dell’allenamento, possono avere effetti benefici sulla produzione del colesterolo buono, ma è necessario che la nostra attività sportiva preveda uno sforzo costante di media intensità. Quindi pedalare in piano per 30 km a passo d’uomo non è un allenamento efficace, mentre ad esempio un percorso in mountain bike oppure un itinerario con salite e diversi livelli di difficoltà che presume uno sforzo di media intensità per almeno 70/90 km sono invece pratiche sportive aerobiche che se ripetute costantemente possono aumentare il livello di colesterolo buono. Attività più statiche come il sollevamento pesi non sono efficaci così come non è efficace una passeggiata anche se di buon passo. Insomma per avere effetti positivi sul colesterolo è necessario che l’attività fisica praticata sia intensa, di lunga durata e praticata almeno 3 volte alla settimana. Inoltre non dimentichiamoci che uno degli effetti benefici dell’esercizio fisico è quello di aiutarci a mantenere sotto controllo l’insulina e ad ottimizzare la sensibilità dei nostri recettori nei confronti di questo importante ormone e quindi ad abbassare decisamente il rischio di contrarre il diabete 2, anche quando la nostra dieta o il nostro stile di vita non sono particolarmente salutari. è dimostrato infatti che a seguito dell’attività fisica vengono modificati (positivamente) almeno altri 20 metaboliti ed alcuni di essi aiutano a bruciare calorie e ridurre la massa grassa a favore di quella muscolare inducendo un ciclo virtuoso salutare. I muscoli metabolizzano i grassi, e lo fanno anche quando non stanno lavorando, quindi più massa muscolare abbiamo più bruciamo grassi e meglio manteniamo il nostro peso forma. Qualora l’alimentazione e l’attività fisica non siano sufficienti occorre ricorrere a terapie farmaceutiche, tramite il medico di base o il cardiologo, o utilizzare nutraceutici specifici per la riduzione dei disturbi metabolici. I farmaci utilizzati per ridurre la colesterolemia sono i fibrati, l’ezetimide e le più comuni statine, tutti soggetti a prescrizione medica. Le statine, tuttora maggiormente utilizzate in terapia, hanno un’azione dose-dipendente che consiste nel ridurre la sintesi del colesterolo endogeno attraverso l’inibizione di un particolare enzima definito HMG-CoA reduttasi fondamentale nella formazione del colesterolo, riducendo quindi la quantità di colesterolo circolante. Nonostante la loro enorme diffusione il trattamento non è sempre ben tollerato: per cui, previo consiglio del vostro specialista di fiducia, si possono utilizzare i nutraceutici di cui sopra come la berberina e la monacolina, da soli o in affiancamento con conseguente possibile riduzione dei dosaggi del farmaco. La berberina è estratta dalla Berberis Aristata che negli ultimi anni ha riscosso l’interesse della comunità scientifica per le sue innumerevoli proprietà terapeutiche prime fra tutte l’attività ipocolesterolemizzante (riduzione colesterolo) e ipoglicemizzante (diabete). La berberina ha dimostrato, somministrata alla dose di 1 gr al giorno per almeno tre
mesi, una netta riduzione del colesterolo, dei trigliceridi e dell’LDL. Tale attività è dovuta all’attivazione di particolari meccanismi che portano all’aumento dell’espressione del recettore per l’LDL, ad un miglioramento del metabolismo glicolipidico ed a una riduzione dei trigliceridi nel plasma. I fattore importanti di questo principio attivo sono: il non coinvolgimento dello stesso enzima delle statine e il fatto che non provoca aumento della creatinfosfochinasi (PCKS9) contrariamente ai comuni farmaci anti-displipidemici con conseguente minor rischio di problemi a livello muscolare. La berberina da sola ha però uno scarso assorbimento orale, problema superato con l’utilizzo di un’altra molecola come la silimarina, che ne aumenta l’assorbimento in maniera significativa e ha permesso l’ottenimento dei risultati descritti. Non presenta effetti collaterali di rilevo ed è ben tollerata in tutti gli studi effettuati e tutt’ora in terapia. La monacolina invece è il principio attivo del riso rosso fermentato, che viene preparato lasciando fermentare per nove giorni il riso cotto con il fungo Monascus purpureus. Questa molecola inibisce l’enzima HMGCoA reduttasi come le statine. Gli effetti collaterali osservati includono bruciore di stomaco, vertigini e flatulenza. Negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato che l’effetto sulla PCK non è rilevante come
altre molecole e per questo in generale è ben tollerato. Gli estratti utilizzati in terapia non devono contenere meno del 0,4% di monacolina. È importante infine quando si presentano problematiche dislipidemiche, quali per l’appunto colesterolo e trigliceridi alti, introdurre nella dieta anche una fonte di Omega 3 sia vegetali che da pesce, e la giusta quantità di antiossidanti. bibliografia Effects of aerobic and anaerobic training on plasma lipoproteins. Int J Sports Med. 1993 Oct; 14 (7): 396-400 Effect of exercise training on plasma levels and functional properties of high-density lipoprotein cholesterol in the metabolic syndrome. Am J Cardiol. 2011 Apr 15; 107 (8): 1168-72 Physical activity and plasma lipoprotein lipid concentrations in men Atherosclerosis. 1980 Oct; 37 (2): 285-92 Alimentazione Fitness e Salute. Neri Bargossi Paoli Ed Elika Fitoterapia. Capasso Grandolini Izzo Ed. Springer L’associazioni berberina e silimarina. F. DiPierro N.Villanova L’integrazione nutrizionale 2009 response of Blood Lipids to exercise training alone or combined with dietary intervention. Leon Sanchez Med Sci Sport exercicse 2001 Jun; 33 (6 supl) discussion s 258-9 reduced HDL in power atlete: use of male sex hormone derivtes an atherogenics factor.Int J Sports Med. 1984 Effects of acute exercise on HDL and HDL subfractions in moderated trained females.
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LGL E CAMPIONATO NAZIONALE GRANFONDO ACSI, TANDEM VINCENTE a cura di NICOLETTA BRINA
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in TEmPo Di CriSi, C’È CHi inVESTE nEllo SPorT RICCARDO zANNONI, TITOLARE DELL’ETICHETTIFICIO LGL PUNTA SUL CAMPIONATO NAzIONALE GRANFONDO ACSI GUARDANDO AL FUTURO DEL CICLISMO. PRESENTE PIÙ CHE MAI, NON SOLO COME MAIN SPONSOR, MA ANCHE IN TERMINI DI PARTECIPAzIONE AGONISTICA, LA LGL SARÁ AL VIA DEL CAMPIONATO SIN DAL TAGLIO DEL NASTRO ALLA CASSANI DEL 17 MARzO 2013.
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Credere in un progetto, tanto da appoggiarlo in toto. In tempo di crisi, investire sullo sport e sulla buona riuscita di manifestazioni di caratura nazionale, è indubbiamente segno di lungimiranza. Ed è questo lo spirito che accompagna il connubio, all’anno di esordio, tra il Campionato nazionale granfondo Acsi e l’etichettificio LGL. Le novità riguardano anche il Campionato nazionale fondo Acsi, anch’esso appoggiato ad un nuovo sponsor, ossia Erbavita Go&Fun. Due circuiti, di fatto, che si dotano di una nuova definizione e di partner più freschi per inaugurare questo nuovo corso. Attualmente le gare ufficiali sono 45 tra fondo e granfondo: il Campionato di fondo inaugura il 3 marzo a Termoli e termina il 13 ottobre a Ravenna con la Frw. Il calendario delle granfondo si apre invece con la Cassani a Faenza, il 17 marzo, per chiudere l’8 settembre alle Cinque Terre, tuttavia si tratta ancora di un calendario, in entrambi i casi, ufficioso e che Riccardo Zannoni titolare di LGL Etichettificio
attenderà nei prossimi giorni di ottenere il crisma dell’ufficialità da Roma. Una bella pedalata che unisce quindi tutta l’Italia e sulla quale l’etichettificio LGL, azienda diretta da Riccardo zannoni, ha voluto puntare, entrando in “camera di regia” per quel che riguarda il circuito granfondistico. LGL accompagnerà nel 2013 il Campionato nazionale granfondo Acsi, da dove nasce la partnership? «Da 12 anni corriamo in bicicletta – spiega zannoni – e quest’anno è giunta questa richiesta. Da parte nostra è una manifestazione alla quale partecipano tante delle squadre che seguiamo, quindi abbiamo ritenuto quasi naturale porci come partner dell’evento.» Sarete presenti in tutte le prove? «Sappiamo che dovrebbero essere circa una ventina le tappe, sebbene il Campionato per il momento non sia stato ancora definito in
tutti i suoi aspetti, ma ritengo saremo presenti da nord a sud, in tutte le sue prove, sia come partecipazione a livello di squadre, sia come interessamento pubblicitario da parte dell’azienda.» In che modo sarete visibili? «Presumibilmente con materiale pubblicitario gonfiabile, penso a palloni, archi e, ovviamente striscioni distribuiti sul percorso. Avremo così modo di presentare la nostra azienda che produce etichette adesive per i clienti.» È la vostra prima esperienza di questo tipo? «Abbiamo sponsorizzato in passato solo qualche gara, mentre qui si parla di un vero e proprio campionato con prove distribuite praticamente in tutta Italia, differenza non da poco rispetto ai precedenti, dal momento che non ci eravamo spostati dall’ambito localeregionale in quei casi.» Che aspettativa avete rispetto a questa operazione? «Questo è il primo anno di connubio e vedremo il ritorno a livello di immagine che ne deriverà. In genere si parla di prove che fanno numeri, in termini di partecipazione, piuttosto elevati, visto che il minimo di ciclisti presenti si attesta intorno ai 7-800 atleti. Indubbiamente è una bella vetrina, anche perché la LGL è associata al nome del Campionato.» indubbiamente un’operazione che si pone in controtendenza rispetto al periodo economico che stiamo vivendo, che vorrebbe invece l’austerity anche negli investimenti… «Finché riusciamo a tener duro, abbiamo intenzione di continuare a puntare su queste realtà e su queste iniziative, dal momento che sono realizzate grazie al lavoro di tanti volontari che ci mettono impegno e ci credono fortemente. Ci crediamo anche noi e finché ci è possibile continueremo.»
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PROTAGONISTI a cura di PAOLO MEI
ADriAno mAlori, IL CRONO MAN CON LA PASSIONE PER IL ROSA PRO DELLA LAMPRE, MAGLIA ROSA PER UN GIORNO NEL 2012 DOPO UNA VOLATA STRAORDINARIA, IRIDATO UNDER 23 NEL 2008 E PRONTO PIÙ CHE MAI A DARE DEL FILO DA TORCERE AI “SENATORI” DELLE DUE RUOTE.
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Adriano Malori, professionista, classe 1988, le cui caratteristiche gli hanno permesso di indossare la maglia iridata nella categoria Under 23 nel 2008 e, persino, la maglia rosa per un giorno nel 2012.
Quando ha iniziato a correre in bicicletta? «Ho iniziato a 7 anni con una piccolissima squadra del mio paese, la DivinoFrutta guidata da Claudio Vitali. Successivamente sono passato al VC Fidenza, la Panificio Davoli,
foto STEEPHill.TV/rCS
Adriano Malori indossa la maglia rosa al Giro d’Italia
È uno dei migliori cronoman al mondo: le sue sono caratteristiche affinate con l’allenamento, oppure, cronoman si nasce? «Indubbiamente la natura deve aiutarti però il ‘pilastro’ di un cronoman forte sono gli allenamenti specifici, senza i quali non sarai mai competitivo a certi livelli.» Campione italiano nel 2006, 2007, 2008. E, ancora, campione europeo e mondiale, sempre nel 2008. ogni volta che corre contro le lancette Adriano malori corre per la vittoria, è così? «Il fatto è che anche se non sei in condizione, anche se non è un percorso adatto a te o gli avversari sono su un altro pianeta, sono convinto che un cronoman debba sempre dare tutto in una crono, anche solo per mantenere la mentalità e testarsi.» A quante ore d’allenamento si sottopone un professionista come lei? «Sinceramente non mi soffermo troppo sulle ore in bici, ma so di percorrere circa 36-38mila chilometri l’anno. Utilizzo la bici da crono – appena ce l’ho – come minimo due volte la settimana.» nel 2010, a soli 22 anni, riesce a chiudere il Tour de france. Che esperienza è stata? «È stata dura… perché ero caduto durante la seconda e terza tappa e il proseguo del Tour è stato un calvario per il dolore e perché non dormivo la notte, però finirlo mi ha fatto fare un salto di qualità
la Nial Nizzoli, la Parolin che poi è diventata Bottoli, e infine la Lampre.» Quando ha capito che da “grande” avrebbe fatto il ciclista? «Avevo 15 anni ed ero allievo. Avevo vinto la corsa più importante dell’Emilia-romagna, la Lugo-San Marino.» Per contro, ci sono stati momenti nei quali avrebbe voluto mollare tutto? «Sinceramente no… momenti difficili ce ne sono stati tanti, dal momento che non mi è mai stato regalato nulla e non ho mai avuto tantissima fortuna però mai ho pensato di mollare.»
«Ne ero a conoscenza, ma sapevo anche che se lui fosse giunto secondo e io terzo, avrei vestito la maglia rosa ugualmente. A quel punto ho rischiato e mi sono incollato alla sua ruota: per fortuna ho avuto anche le energie per saltarlo. Credo che non riuscirò mai più a ripetere una volata così.» Cosa passa nella testa di un ventiquattrenne, mentre si sale su di un palco così prestigioso? «Ho passato mentalmente in rassegna tutti i momenti difficili di un 2012 non ottimo. Mi sono rivisto in tv tante volte in quell’immagine, le premiazioni sul palco, accanto ad altri corridori sul podio: sinceramente mi viene ancora la pelle d’oca mentre ne parlo.» nella tappa successiva a rocca di Cambio, perse il primato… «La tappa era dura e il mio svantaggio da Hesjedal era troppo poco per pensare di tenere la maglia, inoltre avevo lo sforzo del giorno prima sulle gambe quindi era impensabile. Ho lasciato la maglia senza alcun rimpianto, ma con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per mantenerla.»
foto STEEPHill.TV/rCS
Torniamo alla crono, in questo 2012 da incorniciare Dario Cataldo, forse approfittando di un percorso un po’ più duro e della presenza di pochi specialisti, ti ha preceduto nel campionato italiano. Deluso o motivato a riprendersi il titolo nel 2013? «La sconfitta ha bruciato perché ero arrivato al campionato italiano con una condizione super e perdere un titolo per 2” fa male. Bisogna ammettere che il percorso era duro e Dario sapevo che quel periodo volava, dunque mi aspettavo un avversario tosto. In ogni caso, nel 2013 lavorerò per riprendermi il titolo.»
immenso. Inoltre la squadra aveva rischiato, portando un neopro al Tour con la lotta per la maglia verde in ballo: non potevo deludere chi aveva creduto in me.» il 2011 segna il salto di qualità: il progresso lo fa in classifica (Tour de France) e si mette in luce con una bella fuga in una giornata di pioggia e freddo. Vince il Campionato italiano a cronometro nella massima categoria... «È stato l’anno del salto di qualità, un’annata davvero importante, nella quale ho ottenuto buoni risultati e soprattutto ho avuto risposte rilevanti da me stesso anche sui percorsi impegnativi.»
Sulla carta, quella volata non era così semplice: golas avrebbe potuto batterla allo sprint. Sapeva che vincendo la volata per il secondo posto, avrebbe vestito la maglia rosa?
foto BETTINIPHOTO
Veniamo al 2012. Sesta tappa del giro d’italia, percorso ingannevole, vallonato, strappi duri e chilometraggio tosto. Un “uccellino” mi ha raccontato che la sera precedente la tappa, su una panchina in riva al mare, Adriano malori prevedeva un arrivo ridotto a 40 unità pronte a giorcarsi la tappa. Previsione decisamente sbagliata. Dall’altra parte però si è reso protagonista di un’azione straordinaria… «Indubbiamente è il giorno più bello da quando corro in bici, un’emozione indimenticabile. ricordo l’adrenalina del finale che, nonostante fossi ‘cotto’, mi faceva spingere più di quello che potevo, pensando a cosa avrei ottenuto. Poi, vi confesso, su un percorso così duro, credo di aver sorpreso tanti… Anche me stesso.»
lampre iSD, la sua squadra 2012. orlando maini, parlando di lei, promette: «Vedrà che bel corridorino esce fuori...» Ci parli di questa esperienza coi blu-fucsia. «Intanto ringrazio Maio! Indubbiamente ho trovato una squadra nella quale sono cresciuto molto e che mi ha permesso di fare tantissime esperienze, puntando molto sui giovani. Inoltre con i compagni c’è un ottimo rapporto e quindi anche il clima è molto bello.» il 2013 quali obiettivi ti pone? «Nel 2013, sarò ancora con la Lampre. Mi piacerebbe riuscire a far qualcosa di buono in qualche breve corsa a tappe. Mi piacerebbe essere al mondiale a Firenze per ben figurare e poter migliorare il 10° posto di quest’anno… magari senza l’handicap del tempo, come accaduto quest’anno.» Ciclismo a parte, ha qualche altro hobbies? «Tanta tanta musica e in inverno mi piace correre a piedi.»
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ENERGIA E INTEGRAZIONE INbICI a cura dell’EqUIPE ENERVIT
equipe@enervit.it
RECUPERO E PROTEINE. QUELLE GIUSTE
C
Con allenamenti consecutivi, magari concentrati nel fine settimana anche per via delle condizioni meteo non sempre ideali e facili per uscire in bici con l’approssimarsi della stagione invernale, è necessario recuperare le energie per essere pronti ad affrontare l’impegno del giorno successivo. Proprio come avviene per i professionisti al Giro d’Italia. Chi si allena intensamente tutti i giorni, dopo un certo periodo, rischia di dare fondo alle proprie riserve e di trovarsi in difficoltà. Per individuare la miglior soluzione al problema è necessario prendere in considerazione i vari fattori che condizionano i tempi di recupero. “Recuperare” significa, quindi, ripristinare le scorte di glicogeno dei muscoli, porre rimedio ai danni muscolari (inevitabili dopo uno sforzo molto prolungato) e restituire al corpo acqua e sali persi con il sudore, vale dire il sodio, il cloro, il potassio e il magnesio. Per ripristinare le scorte di glicogeno, le ricerche compiute negli ultimi anni hanno dimostrato che, nella mezz’ora successiva all’attività sportiva, proprio nelle fibre muscolari in cui ne è rimasto poco entra preferibilmente il glucosio che circola nel sangue; qui è usato proprio per ricostruire i depositi di tale sostanza. Questo, però, può avvenire al meglio soltanto se si assumono carboidrati che
vengono assorbiti rapidamente, di quelli cioè che nella vita di tutti i giorni andrebbero presi in quantità limitata, ossia quei carboidrati che sono chiamati “ad alto indice glicemico”, come il glucosio, le maltodestrine e il saccarosio (lo zucchero che si usa in cucina). Per un completo recupero, oltre ai carboidrati, è consigliabile aggiungere una certa quantità di proteine; ancora meglio è fornire anche pochi grammi di aminoacidi a catena ramificata. In commercio esistono prodotti che contengono i giusti carboidrati, le proteine e gli aminoacidi nelle proporzioni corrette, oltre ad ulteriori sostanze che favoriscono il ripristino rapido dell’organismo. Uno di questi è l’R2 dalla formulazione esclusiva, studiato e testato al Giro d’Italia, oggi uno degli integratori “top” per il recupero dell’atleta di endurance. Non solo cibi e bevande: spesso subito dopo un’intensa fatica il corpo ha difficoltà ad assimilare un pasto tradizionale, mentre alcuni integratori mirati a reintegrare ciò che si è perso risultano più efficaci e con rapidità possono rimettere in “piedi” uno sportivo stanco. È necessaria quindi una miscela di carboidrati, di proteine, di aminoacidi come la glutammina e gli aminoacidi ramificati, vitamine antiossidanti, minerali che limitano gli effetti delle tossine e fanno una somma di elementi nutritivi che possono rendere positivo il bilancio dopo un allenamento.
L’immagine del nuovo ENERVIT NuTRITION CENTER FOR SPORT & WELLNESS di milano, in Viale Achille Papa 30 Per informazioni e appuntamenti: mail nutritioncenter@enervit.it
Se c’è una stagione adatta per parlare di proteine è quella autunnale e invernale. è un periodo in cui gli atleti, anche gli amatori che macinano tanti chilometri durante l’anno, fanno attenzione ai lavori, al programma di allenamento anche a quello… più squisitamente muscolare. «Una buona guida su come ottimizzare l’allenamento di forza ci arriva dalle ricerche del professor Stuart Philips, ricercatore e specialista dell’Università dell’Ontario, grande esperto mondiale di proteine nello sport», spiega la dottoressa Elena Casiraghi, che collabora da alcuni anni con il prof. Enrico Arcelli dell’Equipe Enervit ed è responsabile del Nutrition Center for Sport & Wellness di Enervit, a Milano. «La stagione invernale, infatti, è quasi alle porte ormai per tutti gli atleti. E in ogni disciplina è il momento di costruzione, quello migliore per aumentare la forza muscolare ai fini di un miglioramento del gesto tecnico e quindi della prestazione. – prosegue l’esperta nutrizionista sportiva – Ma non basta avere un buon tecnico, preparato e aggiornato sulle ultime tendenze di programmi di allenamento. Infatti, è anche importante inserire le proteine giuste, nella quantità adeguata e al momento giusto». «Secondo le ultime ricerche di laboratorio condotte dal professor Philips per aumentare la forza e/o la massa muscolare
(in ogni caso per far sì che il muscolo possa crescere in base all’ordine specifico che gli hai dato attraverso l’allenamento) è bene assumere 30 g di proteine ogni 3 ore. Cosa succede nel dettaglio: l’ordine che riceve il muscolo nella seduta di muscolazione, si prolunga nelle 48 ore successive ed è dunque bene supportarlo con dei mattoni. 30 g di proteine ogni 3 ore e 2,5 g di leucina, l’aminoacido che dà lo start alla produzione di nuove proteine da parte del muscolo (sintesi proteica). Per fare un esempio si tratta di: 250 ml di latte parzialmente scremato o di yoghurt magro o ancora 60 g di grana o 240 g di ricotta». «Quando le porzioni iniziano a diventare impegnative, – conclude la dottoressa Casiraghi – un integratore in polvere a base di proteine whey e leucina può essere d’aiuto sia per ridurre i volumi di cibo sia per evitare macronutrienti non vantaggiosi (es. grassi di origine animale). Si può anche utilizzare per arricchire il latte, ad esempio. Per concludere, dunque, se un tempo si pensava che fosse sufficiente fornire al muscolo appena dopo la seduta delle proteine; oggi si è compreso quali proteine sia meglio privilegiare (proteine del latte) e si è capito anche quando consumarle (timing assunzione e durata dello stimolo)».
Per approfondire il link al blog della d.ssa Casiraghi è http://sporteat.wordpress.com
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bIKE EVOLuTION TEAM a cura del Dr. PIERO FISCHI
lUCA AlESSAnDri, omAggio AllA CArriErA BIKE EVOLUTION PERDE UNO DEI SUOI CAVALLI VINCENTI. ALESSANDRI, DOPO L’ENNESIMA STAGIONE DA INCORNICIARE, SCEGLIE DI PORRE FINE ALL’ATTIVITÁ AGONISTICA, MA RESTA IN SELLA TRA AMICI E SCAMPAGNATE IN LIBERTÁ. «UNA DECISIONE SOFFERTA, MA NECESSARIA. MANTENERE ALTI LIVELLI COMINCIA AD ESSERE SEMPRE PIÙ DIFFICILE. RESTERò NEL GIRO, PER GLI AMICI CICLISTI, IL MIO è SOLO UN ARRIVEDERCI.»
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Il mondo del ciclismo è come una ruota, in cui per tutti arriva, prima o poi, il momento di appendere la bicicletta al chiodo. Ed ecco che la fine di questa stagione coincide con il traguardo dell’attività di Luca Alessandri, uno degli esponenti di maggiore spicco del Bike Evolution Team. Una scelta importante e che pone fine ad una carriera iniziata con l’adolescenza e ricca, anzi ricchissima di soddisfazioni. è Luca stesso che racconta la sua passione per la bicicletta e ripercorre le tappe importanti della sua carriera. Luca Alessandri
luca, quando è iniziata la tua carriera ciclistica? «Ho iniziato a correre da giovanissimo, a dodici anni ed ho fatto tutte le categorie fino ad arrivare ai dilettanti. Ho avuto la fortuna di correre con importanti nomi del ciclismo. Bugno, Fondriest, Chiappucci erano miei abituali avversari e ricordo con particolare affetto un Giro d’Italia che ho corso accanto a questi campioni.» Quante vittorie hai ottenuto? «Diciamo che nelle categorie minori sono riuscito ad ottenere una ventina di vittorie, cui se ne aggiungono sei da dilettante, poi, purtroppo, non ho avuto la possibilità di passare professionista ed ho deciso di appendere (temporaneamente, ndr) la bici al chiodo.» Poi però la passione è riaffiorata e c’è un aneddoto dietro alla tua risalita in sella… «Dopo vent’anni di stop, un signore anziano ha voluto a tutti i costi che utilizzassi la sua bici, un vero e proprio ‘cancello’ da quindici chili. Tra fatica e passione, è scoppiato subito un secondo amore per il ciclismo. Tesserino da amatore e via di nuovo in sella, insomma. È stato un po’ come riprendere un di-
scorso interrotto. Ho ricominciato da dove avevo lasciato, mettendocela sempre tutta, a livello impegno ed allenamenti, perché credo che il ciclismo sia uno sport esigente e non si possa bluffare.» le vittorie poi non hanno tardato ad arrivare, e quante… «In effetti… sono circa centocinquanta, tra cui il Giro delle Due Valli, due volte il Trofeo Mortara, il G.P. di Inverno ed il G.P. d’Autunno. Nell’ultima stagione ho ottenuto una ventina di primi posti, per cinquanta volte mi sono classificato nei primi tre ed una settantina nei primi dieci.» in una carriera così ricca di vittorie, con una stagione chiusa ad altissimi livelli, come mai la scelta di smettere col ciclismo? «Il fatto è che il livello dei cicloamatori è molto alto e si richiede un impegno importante per essere competitivi. Il tempo a disposizione è poco e diventa sempre più difficile ritagliarsi spazi per allenarsi seriamente, perché è questo che richiede il fatto di voler restare ad alti livelli.» Qual è la competizione più bella, quella alla quale sei maggiormente legato? «Senza dubbio la vittoria all’autodromo di Monza in una gara che rappresentava una sorta di mini-mondiale: fuga in quattro e vittoria netta, una soddisfazione enorme per me e per la mia squadra.» Abbandonare l’agonismo vorrà dire abbandonare il ciclismo? «Assolutamente no, ma senza dubbio vivrò questo sport con meno pressioni e più liberamente: sarò uno da giro con gli amici, con tanto di sfottò e di risate all’arrivo. Ma è e resta comunque il mio addio definitivo. Metto il punto senza rimorsi, né rimpianti, anche se, devo ammettere, è una scelta che mi tocca molto. È come girare pagina e mettere da parte uno stile di vita che mi ha contraddistinto fino ad oggi. Dall’altra parte, come detto, ho tanti amici nel mondo del ciclismo e non li abbandonerò: in questo senso il mio, per loro, è solo un arrivederci a presto.»
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DOSSIER SPORT E MEDICINA a cura di ALESSANDRO MARIANO - Biomeccanico - Centro Fisioradi Pesaro
info@fisioradi.it
ComE, QUAnDo E PErCHé il n. 1 Al monDo SI RIVOLGE AD UN BIOMECCANICO
A
Abbiamo chiesto a Joaquim Rodriguez, detto Purito dopo una stagione spettacolare che alla fine lo ha visto n. 1 nel raking World tour di concederci una simpatica intervista, per farci capire il suo rapporto con il “biomeccanico”, Alessandro Mariano. Joaquim, perché un campione affermato, con anni di esperienza, si sottopone costantemente ad esami biomeccanici? «Per me è fondamentale che tutto sia perfetto: l’alimentazione, la preparazione, la logistica, l’abbigliamento tecnico e quindi è naturale che anche la posizione in bicicletta, la mia postura anche senza bici sia ottimale.» Da quanto si avvale di un biomeccanico ? «Sono ormai 12 anni che ricerco la posizione ottimale e continuo a migliorarla ogni anno.» Si è sempre rivolto allo stesso biomeccanico? «No, all’inizio ho provato diverse alternative, ma da 9 anni mi segue Alessandro Mariano che ritengo essere il n. 1.» in cosa l’ha aiutata la frequentazione di Alessandro Mariano?
«Mi ha aiutato a capire i mie problemi di postura in bici e non solo.»
«I risultati sono sotto l’occhio di tutti e mi sembrano buoni. Ho migliorato le mie prestazioni, ma soprattutto recupero prima e non ho più i fastidi caratteristici del dopo gara, soprattutto nei giri a tappe!»
Come è stato il primo impatto con il suo biomeccanico di fiducia? «Direi traumatico, mi ha stravolto la posizione in bici, e all’inizio ti sembra strano, perché ti Quanto ha influito il lavoro svolto con il accorgi che cambia il modo di pedalare e di biomeccanico con il miglioramento delle conseguenza lavorano diversamente i tuoi sue prestazioni a cronometro che, indubgruppi muscolari. Quindi ci vuole un perio- biamente, sono state clamorose? do di adattamento e poi fare ulteriori aggiu- «In questi 9 anni che collaboro con Alessanstamenti graduali per cercare di arrivare alla dro uno degli obbiettivi prioritari era il migliomigliore posizione. Poi, mi ha consigliato ramento delle mie prestazioni a crono. (imposto) esercizi per migliorare la La maglia rosa Joaquin Rodriguez in perfetta posizione aereodinamica mia postura, anche senza bici. Inoltre mi ha ‘costretto’ a correre un Giro del Piemonte con una serie di sensori che sembravo robokop, per rilevare lo studio dell’attività dei vari gruppi muscolari sotto sforzo.» Ed i risultati?
Il campione spagnolo affronta una curva in discesa
Alessandro, da sempre, mi ha detto che per migliorare in modo significativo ci voleva tempo. Dopo anni di ‘avvicinamento’ alla posizione ideale, per non pregiudicare le mie caratteristiche di scalatore, quest’anno ci siamo avvicinati 90%. Con un piccolo grande segreto: assetti diversi a seconda della crono!»
foto ROTH
Cioè? Quale differenza? «È un segreto! Non voglio dare suggerimenti agli avversari!» Ci ha detto che la collaborazione con Alessandro Mariano l’ha aiutata anche nella postura a “secco” di bici, ci spiega meglio?
«Dopo una serie di esami e test è emerso che con l’adozione di microchip che favoriscono la dissipazione delle tensioni muscolari mi sono ritrovato ad essere più ‘diritto’ e, nelle corse a tappe, dove indosso i microchip anche durante la notte, recupero prima e non sono vittima degli acciacchi che, dopo tre settimane ‘a tutta’ erano abituali.» Quindi lei porta i microchip sempre, in corsa e non? «Nel mio caso i microchip li porto sempre, giù dalla bici e durante la fase degli allenamenti, in corsa no, ma altri miei compagni li portano anche durante le gare. L’effetto di questi dispositivi, variano da atleta ad atleta in base alle caratteristiche individuali.» Quindi altri suoi compagni sono seguiti dallo stesso biomeccanico? «Tutto il mio gruppo è seguito dallo stesso staff!» Che lei sappia, altri professionisti, suoi avversari sono seguiti dallo stesso biomeccanico? «Purtroppo sì. Questo è dovuto al fatto che Alessandro si occupa di biomeccanica da più di 20 anni ed ha sempre collaborato e collabora tutt’ora con atleti professionisti.» Dopo tanti anni che rapporto si instaura con un collaboratore come Alessandro Mariano? «Ora, oltre che un collaboratore prezioso, è un amico, al punto che dico che ha due figli: quello naturale, Umberto, e quello acquisito, Purito!»
Alessandro Mariano – biomeccanico Centro Fisioradi Pesaro – con il campione Joaquin Rodriguez durante una tappa dell’ultimo Giro d’Italia
Concludendo, alla luce della sua esperienza, si sente di consigliare ad un ciclista, professionista o non, di rivolgersi ad un biomeccanico? «Assolutamente sì, purché sia il n. 1! Come Alessandro. Vorrei aggiungere, che dobbiamo considerare che il nostro corpo subisce cambiamenti con il passare degli anni e quindi non possiamo pensare che la nostra posizione in bici possa rimanere sempre la stessa, ma va sempre controllata e adattata al bisogno.»
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PROSSIME GARE a cura di NICOLETTA BRINA
brina@gocom.it
CIRCUITO DALZERO.IT LA NUOVA FRONTIERA DELLE GRANFONDO. 14 bUonE rAgioni PEr girArE l’iTAliA in biCi DA MARzO A SETTEMBRE, DA NORD A SUD, 14 MANIFESTAzIONI DIVERSE ED ALTRETTANTI REGOLAMENTI, ISCRIzIONI, PETTORALI E PARTENzE. AD UNIFICARE IL TUTTO ED A SEMPLIFICARE L’ITER PER LA PARTECIPAzIONE, CI PENSA IL CIRCUITO NATO DA MATTEO DALzERO CHE ISTITUISCE ANCHE UNA CLASSIFICA AD HOC E PREMI AI FEDELISSIMI. NOVITÁ 2013, I PACCHETTI DI MYSDAM.IT.
territorio italiano, e che contano tra i 1.500 ed i 3.000 partecipanti. Tendenzialmente sono competizioni che hanno una loro storia, sono conosciute e per le quali in qualche modo possiamo garantire poiché magari vi abbiamo noi stessi preso parte. Tuttavia il circuito è aperto a nuove manifestazioni. Quest’anno per esempio è stata inclusa la Gf Costa d’Amalfi che è nuova. Si va praticamente dalle Dolomiti alle Cinque Terre.» le iscrizioni iniziano il 30 novembre. Come si fa a partecipare al circuito? «Per iscriversi basta scegliere tre manifestazioni che ne fanno parte. Le info si trovano visitando il sito Dalzero. it. Chi vuole comporre a proprio piacimento il circuito, dunque scegliendo almeno tre manifestazioni, si iscrive direttamente dal sito, chi invece opta per i pacchetti, li acquista su Mysdam.it.»
Matteo Dalzero
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Un circuito che raggruppa 14 granfondo distribuite su tutto il territorio italiano che, oltre a caratterizzarsi per l’aspetto organizzativo, hanno tra i criteri distintivi anche un particolare appeal turistico. Il circuito Dalzero.it giunge nel 2013 alla sua quarta edizione, le iscrizioni aprono il 30 novembre ed è organizzato dall’Associazione sportiva Dalzero.it di Monticelli Brusati, in provincia di Brescia. Il presidente, Matteo Dalzero presenta la manifestazione: ecco cosa bolle in pentola nell’edizione 2013. Che cos’è il circuito Dalzero.it e com’è nato? «Il circuito è legato al sito Dalzero.it nel quale sono raggruppate le granfondo. È stato creato nel 2010, quindi quella del 2013 sarà la quarta edizione. Negli anni si sono stretti i contatti con i responsabili e l’idea è nata dall’organizzatore della Granfondo 5 Terre il quale mi ha lanciato la proposta di creare appunto un circuito con spirito amatoriale, dotato di classifica a chilometraggio. La prima edizione contava cinque granfondo, ossia il Giro del Valdarno, la Granfondo della Franciacorta e del Sabino, La Sagrantino, lo Stockalper e la Granfondo delle 5 Terre. Successivamente siamo passati a 9 manifestazioni e 14 nel 2012 e altrettante nella prossima edizione. Le uniche gare che sono sempre state presenti, sono La Sagrantino e la 5 Terre. La prima manifestazione è il 10 marzo in Umbria, La Sagrantino, e chiudiamo l’8 settembre con le Cinque Terre.» Quattordici granfondo selezionate tra nord, centro e sud italia con quale criterio? «Sono manifestazioni che suscitano particolare interesse dal punto di vista turistico, anche perché cerchiamo di portare il ciclista sul
i pacchetti sono la novità 2013, in cosa consistono? «C’è la possibilità di iscriversi a pacchetti già preparati e che includono dalle 6 alle 8 manifestazioni. Il vantaggio è che il costo delle manifestazioni singole ha un primo sconto ed un secondo sconto rappresentato dal loro raggruppamento in un pacchetto. I pacchetti, ideati da Mysdam.it, raggruppano manifestazioni tra loro tendenzialmente vicine o che comunque hanno caratteristiche comuni. Si può tuttavia integrare i pacchetti con altre manifestazioni singole, personalizzando quindi il proprio circuito.» Quale vantaggio fornisce Dalzero? «Intanto i vantaggi tecnici sono rappresentati da una quota agevolata alle manifestazioni, con sconti che arrivano sino al 30 per cento (i tesserati dell’Asd Dalzero godono poi di un ulteriore 25% di sconto), poi, laddove prevista, c’è una griglia agevolata, e non ultimo, una classifica a chilometraggio molto particolare, nel senso che a seconda del percorso coperto vengono assegnati punteggi, ma vengono altresì calcolati anche i km coperti magari in auto per raggiungere la granfondo. Il circuito rappresenta poi una comodità anche per quanto riguarda le iscrizioni alle gare, dal momento che ci pensiamo noi direttamente a trasmettere i dati agli organizzatori. Sono interessanti anche i premi, nel senso che alla premiazione finale, all’Expò di Padova, si ricevono riconoscimenti che constano in materiale tecnico, ma anche culinario e ci sono estrazioni anche durante le singole gare.» Quanti iscritti nell’edizione 2012? «Nell’ultima edizione ne abbiamo avuti 25 e stiamo tuttora spingendo a livello promozionale. Indubbiamente sono numeri ancora bassi, ma abbiamo buone prospettive, visti i vantaggi che comporta l’iscrizione al circuito. Nell’edizione 2013 sarà modificato il sistema di assegnazione dei premi: i riconoscimenti andranno ai primi 10 di classifica generale, alle prime 5 donne e 5 società. Di fatto, ogni atleta accumulerà punti per sé e per la propria società. Sarà attivato anche il premio fedeltà per chi partecipa ad almeno 8 manifestazioni.»
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RODOLPhE VON bERG juNIOR a cura di DANIELE MORAGLIA
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DIFENDERE I COLORI DEL CUORE RODOLPHE VON BERG JUNIOR è UNA GIOVANE PROMESSA DEL TRIATHLON. NATO DA PAPÀ BELGA E MAMMA ITALIANA NEGLI STATI UNITI HA TRE NAzIONALITÀ E HA DECISO DI DIFENDERE I COLORI AzzURRI.
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rodolphe, quando e come hai iniziato a fare triathlon? «Molto giovane ho iniziato a nuotare in un club e al contempo facevo MTB e corsa per un altro club. All’età di 10 anni ho fatto il mio primo triathlon ad Antibes, vincendo la mia categoria. Mi è talmente piaciuto che da quel momento ho iniziato a praticarlo.»
nel 2011 hai scelto di gareggiare per l’italia, perché? «Da piccolo ho sempre gareggiato in Francia dove, poco dopo la mia nascita, la mia famiglia si è trasferita per risiedervi. Non potevo però essere selezionato per la rappresentativa francese, perché non avevo la nazionalità. Allora, a 18 anni, ho deciso di tesserarmi per un club italiano e prendere parte alle gare che assegnavano i titoli nazionali Junior. Direi che è andata bene, ho vinto l’argento nel duathlon e nel triathlon oltre al bronzo nell’aquathlon. Questi risultati mi hanno permesso di essere convocato nella squadra nazionale e gareggiare ai Campionati Europei di Triathlon Junior e ai Campionati del Mondo di Duathlon Junior.» Rodolphe von Berg è Campione del Mondo Duathlon a squadre Junior insieme a Matthias Steinwandter, Lisa Schanung e Angelica Olmo
Rodolphe von Berg in azione al Triathlon dell’Alpe d’Huez
Negli ultimi due anni hai raccolto ottimi risultati sia nella categoria Junior che in quella assoluta, quale è quello che più ti è rimasto nel cuore? «Quest’anno abbiamo vinto con la nazionale italiana il Campionato del Mondo di Duathlon a squadre Junior. Mi è rimasto nel cuore perché è un titolo di campione del mondo ed è bellissimo prendere parte e condividere questi momenti con gli altri membri della squadra. Un’altra gara a cui tengo molto è la Coppa Europa di Mondello: 13° assoluto nella categoria Elite, con il nuoto e la corsa più veloci della mia carriera che mi hanno permesso di credere in me stesso nel prossimo futuro.» Dalla prossima stagione ti affaccerai con sempre più insistenza nella categoria assoluta, quali sono i tuoi obiettivi?
«Il mio obiettivo è guadagnare punti ITU nelle Premium European Cup per riuscire a gareggiare in World Cup e WTS (World Triathlon Series). La cosa più importante sarà quella di migliorarsi per raggiungere il livello necessario a fare queste gare. Ai Campionati Italiani Assoluti il miei obiettivio sarà quello di finire nella TopFive5.» Dopo la maturità francese, hai preso un anno “sabbatico” e sei andato per un periodo in Australia ad allenarti, come è stata l’esperienza? «Da un punto sportivo l’esperienza non è stata molto buona perché, a causa di una preparazione sbagliata nella bici e nella corsa e di un infortunio, ho fallito l’obiettivo più importante della mia stagione: gli Europei Junior di Triathlon. Questo non mi ha permesso di essere selezionato per i mondiali. Unica nota positiva quella di aver migliorato il nuoto, grazie a carichi di lavoro sino ad allora a me sconosciuti. Dal punto di vista umano o sociale, invece, è stato per me la prima esperienza di vita in cui mi sono trovo senza vicini i miei genitori, in un paese nuovo.» A gennaio partirai per boulder - Co - (USA), Rodolphe è l’atleta più giovane dei TriStar Ambassador. TriStar è un circuito di gare di triathlon a livello mondiale sei stato accettato per frequentare l’università, emozionato? «Un po’, anche se non molto perché avevo alte possibilità di essere i tuoi club, il tuo allenatore e la tua giornata tipo. accettato e quindi avevo già metabolizzato il fatto di dovermi trasfe- «I miei club sono due: l’Olympic Nice Natation sezione Triathlon di Nizrire. Devo ancora scegliere il percorso di studi sul quale ho ancora za, che mi mette a disposizione le strutture per allenarmi, e la riviera qualche dubbio. Triathlon 1992 di Sanremo. Sono eccitato per il discorso allenamenti perché Boulder è la ‘Mecca’ Il mio allenatore è Andrea Gabba. del Triathlon mondiale dove tutti i migliori si trovano per allenarsi.» La mia giornata tipo al momento: nuoto al mattino alle 7 per circa 1h 15’ (6 volte a settimana), ritorno a casa intorno alle 9,30 e poi parto o boulder è rinomata per essere località di triathleti, tutti i più per una corsa di 1h o per un giro in bici di 2h 30’. forti ci si ritrovano per allenarsi; sai spiegarci perché? È l’inizio stagione, quindi, non faccio più di due allenamenti al giorno.» «Non ci sono ancora stato, quindi non so le ragioni esatte. In ogni caso Boulder è a 1800 m di altitudine, non è una città molto grande Tuo padre, rodolphe von berg come te, è stato un ottimo triathle(100.000 abitanti) ed è situata sulle rocky Mountains. ta, parlaci un po’ del suo passato agonistico e del suo presente. Importante il fatto che piove poco e il clima è adatto per potersi «Sì, mio padre è un po’ un pioniere del triathlon, ha iniziato nel 1983 a allenare sempre. Il territorio misto, pianeggiante a Est e montuoso a New York e poi a San Diego. Ha partecipato 7 volte all’Ironman delle Ovest permette svariate tipologie di allenamento. Hawaii dove, nel 1986, ha conquistato un ottimo 17° posto nella clasPenso sarà molto bello allenarsi là, specialmente d’estate, in quan- sifica generale. Penso che la sua soddisfazione più grande sia stata to d’inverno c’è spesso la neve.» quando, nel 1998, ha vinto la categoria Age Group 40-44 terminando 41° nella generale. Von Berg Senior e von Berg Junior al traguardo del TriStar111 di Monaco 2012 È stato anche molte volte campione del mondo di triathlon nel circuito ITU nelle lunghe distanze. Due anni fa, ha avuto un brutto incidente in bici dal quale si è ripreso molto bene. Quest’anno ha già vinto la categoria 55-59 al Tristar 111 di Cannes e di Monaco.» Ci sono persone che vuoi ringraziare? «I miei genitori. Sono molti importanti e soprattutto sempre molto presenti alle gare e non solo, anche nella vita, dunque voglio ringraziarli. C’è poi Daniele Moraglia, il presidente della riviera Triathlon 1992 che fa molto per me nel triathlon, per permettermi di fare quello che mi piace: il Triathlon, uno sport che voglio fare come professionista. Infine, c’è il mio allenatore Andrea Gabba che devo ringraziare particolarmente per tutto il suo ottimo lavoro svolto con me fino adesso e per quello che faremo nel futuro.»
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Asd CesAno MAderno: CiCloAMAtori in festA
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a cura di ROBERTO ROSSI
IN ALTO I CALICI PER TESSERATI, SOSTENITORI E SPONSOR NELLA TRADIZIONALE FESTA DEL SODALIZIO DILETTANTISTICO, UN PARTERRE D’ECCEZIONE CON IL PRO ANGELO PAGANI E DOMENICO MACRÌ. IL PRESIDENTE DELLA SOCIETÁ SPORTIVA CASATI HA RILANCIATO PER IL 2013: GIÁ AVVIATA LA PROGRAMMAZIONE DELLA STAGIONE, CON UN GRUPPO ANCOR PIÙ NUMEROSO ED AGGUERRITO.
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Novembre, terza domenica del mese, una ricorrenza importantissima per l’Associazione Sportiva Dilettantistica Cicloamatori Cesano Maderno. Domenica 18 Novembre 2012 abbiamo festeggiato il quinto anniversario di fondazione della nostra associazione ed i regali più belli sono arrivati dal professionista cesanese Angelo Pagani e dal Presidente del Gruppo Sportivo Madonna del Ghisallo, Domenico Macrì, che ci hanno onorato con la loro presenza. Angelo Pagani è massimo esponente locale del ciclismo su strada ed insieme alla moglie Sara, al papà Gianfranco ed alla mamma Susy, ha partecipato ai nostri festeggiamenti. Pagani ha dimostrato grandi doti di atleta ed ha già regalato a tutti noi grandi emozioni in questi primi anni della sua carriera, un professionista serio ed un ragazzo che con sacrificio e dedizione ha saputo distinguersi e che rappresenta, per tutti noi, un esempio da seguire. Domenico Macrì è una figura molto rappresentativa del ciclismo nazionale amatoriale, con lui e con il gruppo sportivo Madonna del
Il presidente Mario Casati e il vice presidente Attila Ponti premiano il professionista del Team Colnago CSf Angelo Pagani
Il gruppo unito per i festeggiamenti
Ghisallo (di cui è Presidente da molti anni) condividiamo intenti comuni, espressi dalla passione per il ciclismo e dal rispetto dei valori umani. Prima del pranzo sociale sono stati premiati l’ospite d’onore Angelo Pagani ed alcuni atleti dell’associazione che si sono particolarmente distinti per i risultati ottenuti nel corso della stagione agonistica 2012, per la capacità di
coinvolgimento del gruppo e per il supporto sempre offerto a sostegno delle nostre attività. È stata una giornata meravigliosa che ancora una volta ci ha permesso di condividere i valori principali che lo sport desidera trasmettere: amicizia, solidarietà, spirito di gruppo e senso dell’appartenenza, disciplina, lealtà, rispetto delle regole e degli avversari. Il Presidente della nostra associazione, Mario Casati, ha espresso la sua personale soddisfazione per l’attività nell’anno 2012 ed ha ringraziato gli sponsor, i partecipanti, gli amici sostenitori e tutte le persone che hanno organizzato l’evento, perfettamente riuscito. È già iniziata la programmazione delle attività sportive per l’anno 2013 ed il nostro gruppo si presenterà ancor più numeroso ed agguerrito alle manifestazioni, per ottenere risultati ancor più lusinghieri. Invitiamo le persone che desiderano unirsi al nostro gruppo a visitare il nostro sito www. cicloamatoricesanomaderno.com, oppure a scrivere al nostro indirizzo email cicloamatoricesanomaderno@hotmail.com.
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GrAn fondo dAMiAno CUneGo a cura di NEWSPOWER
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SOLIDALE CON L’EMILIA A PESCHIERA LA NONA FESTA DEI FANS CLUB DI CUNEGO. CONSEGNATI 12.000 EURO A DUE CICLISTI MODENESI CHE HANNO PERSO L’AZIENDA. FONDI RACCOLTI DALLA GF CUNEGO, DALLA CANTINA VALPANTENA E DA CISL VERONA PARTITE LE ISCRIZIONI DELLA GARA DEL 2 GIUGNO.
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Nel veronese si respira ciclismo da sempre e c’è un nome a cui le due ruote rimandano in maniera oltremodo diretta. Damiano Cunego è il “Piccolo Principe” della bici su strada, e nel suo “principato” dal 2006 si corre la prova che, con estremo orgoglio anche del diretto interessato, porta il suo nome, ovvero la Granfondo Damiano Cunego - Città di Verona. «È un onore avere una propria granfondo», ha commentato di recente l’atleta di Cerro, «pochi miei colleghi possono vantare questo privilegio, ne vado fiero. La gara ha un bel percorso e per me è anche un’occasione per allenarmi. Ho tanti fans che vengono quel giorno per pedalare con me, ne sono davvero orgoglioso». Nel 2013 la gara scaligera soffierà su otto candeline e lo farà domenica 2 giugno, insieme al “festeggiato” Cunego, che ha già promesso di esserci anche il prossimo anno. Gli apprezzamenti giunti agli organizzatori dopo la prova dello scorso giugno hanno portato alla conferma in toto dei due percorsi Granfondo di 145 km con 3.300 metri di dislivello e Mediofondo di 85 km con un dislivello di 1.400 metri, con passaggi per Erbezzo, Bosco Chiesanuova, San Francesco, Roverè Veronese e gran finale sempre a Verona, in Via D’Arezzo, dove troveranno spazio oltre al parterre di partenza anche il villaggio expo, il riso party caldo, segreteria e ritiro pacchi gara, con un’ampia disponibilità di parcheggi. Le stuzzicanti salite e discese tra i Lessini e in Valpantena e gli scenari suggestivi nel verde delle colline venete sono sicuro elemento di attrazione alla GF Damiano Cunego, e la scelta del percorso si fa in foto NEWSPOWER CANON
corsa al bivio San Vitale di Roverè Veronese (al km 62), proseguendo verso Velo per quello più impegnativo o piegando in direzione San Rocco e Verona se ci si vuole fermare al Medio. Tutto identico quindi per quanto riguarda i tracciati della prossima GF Damiano Cunego e a gran voce è stata confermata anche la Cronoscalata Trofeo Berner, dalla Valpantena verso Erbezzo, un tratto di 9,38 km e con 580 metri di dislivello, terra di conquista per gli scalatori. La gara 2012, affollata di 2.000 partecipanti, è stata siglata dal pistoiese Alfonso Falzarano e dalla romagnola Monica Bandini, già prima della classe nel 2006, 2007 e 2009, mentre, nella Mediofondo, i due veronesi Davide Spiazzi e Christiane Bitante hanno avuto la meglio su tutti. Le loro firme si sono aggiunte ad un albo d’oro dove già figuravano, tra gli altri, Roberto Cunico (2007 e 2008), Matteo Cappè (2010 e 2011) e Fabiana Luperini (2010). Lo scorso novembre, a Peschiera del Garda, si è tenuta l’annuale festa dei fans club di Cunego che hanno come sempre acclamato il campione di Cerro, ma questa volta la giornata è stata anche l’occasione per consegnare il frutto di una raccolta fondi a favore della Manifattura Modenese di Rovereto sul Secchia. Commozione quando Sergio Bombieri (GF Damiano Cunego), Luigi Turco (Pres. Cantina Valpantena) e Carlo Bellomi della CISL Pensionati di Verona hanno consegnato il maxi assegno di 12.000 Euro ai fratelli Iorio e Gino Grulli, la cui azienda è andata distrutta dal devastante terremoto di fine maggio 2012.
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Iorio e Gino Grulli hanno partecipato alla GF Damiano Cunego nel 2011, erano iscritti anche quest’anno, ma il terremoto di maggio ha distrutto la loro azienda e i due si sono salvati riparandosi sotto le macchine da lavoro. Anna invece, la moglie di Iorio, è rimasta sotto il crollo di una grande trave, tanti giorni in coma ma ora è verso la fine della sua lenta guarigione, e c’era anche lei a Peschiera, con la moglie di Gino, Dolores. Momenti toccanti quando i fratelli Grulli hanno ricordato alcuni episodi vissuti in primissima persona solo pochi mesi fa e un caloroso applauso quando Cunego ha stretto la mano al suo tifoso Iorio. I 12.000 Euro sono frutto di una parte delle iscrizioni della gara e donazioni dallo sponsor Cantina Valpantena e dai pensionati CISL, e contribuiranno alla ricostruzione dell’azienda, con la solidarietà veronese e dei granfondisti. Tornando alla gara 2013, è già praticamente pronto il pacco gara nel quale ci sarà di sicuro la pregiata bottiglia di vino della Cantina Valpantena, oltre a prodotti Zuegg, prodotti tecnici per la bicicletta, integratori, camere d’aria e altro in via di definizione. Le iscrizioni sono aperte e rimarranno bloccate ad € 30 (maschile) ed € 25 (femminile) fino al 31 marzo 2013, inoltre chi si iscrive entro il 31 dicembre ha la possibilità di partecipare all’estrazione di un telaio in carbonio Cinelli, due manubri Cinelli e due reggisella in carbonio. La chiusura è segnata al 26 maggio o al raggiungimento di 2500 iscritti. Per informazioni si può fare riferimento al sito ufficiale www.granfondodamianocunego.it o contattare gli organizzatori capitanati da Sergio Bombieri al numero 333.8655979 o per e-mail scrivendo a: info@granfondodamianocunego.it
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La consegna del premio agli amici dell’Emilia
Il campione Damiano Cunego e il manager della granfondo Sergio Bombieri
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Al VertiCe dell’UdACe
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a cura di BRuNO AChILLI
FRANCESCO BARBERIS RICONFERMATO PRESIDENTE PER UN NUOVO MANDATO QUADRIENNALE LA NOMINA A RESPONSABILE DELL’ATTIVITÁ DI GRAN FONDO ACSI SETTORE CICLISMO È ANDATA AD AVIERO CASALBONI, CANDIDATO LAST MINUTE CHE, INSIEME A SCHIAZZA E POLTRONIERI, È UNA NEW ENTRY.
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Riccione – Ancora quattro anni alla guida dell’Udace per Francesco Barberis, rieletto Presidente Nazionale dell’Unione degli Amatori Ciclismo Europeo dall’Assemblea ordinaria elettiva, per il prossimo quadriennio olimpico. A riconfermagli la fiducia sono stati 101 grandi elettori su un totale di 117. Francesco Barberis,
piemontese di Vercelli, dal 1989 al vertice dell’Associazione, nel ringraziare tutta l’Assemblea, per il nuovo mandato, ha dichiarato: «Sarò il presidente di tutti, restiamo uniti, la nostra storia di sportivi prosegue da adesso con rinnovato slancio e il futuro lo dimostrerà. Sconfiggeremo chi ha cercato di calpestare la nostra dignità».
Ernesto Garimberti si congratula con Aviero Casalboni
I lavori si sono svolti da venerdì 9 a domenica 11 novembre all’hotel Corallo di Riccione e sono stati seguiti dal presidente nazionale dell’Acsi, Antonino Viti, Ente con il quale l’Udace dall’inizio di quest’anno ha condiviso un percorso d’intenti, dal tesseramento dei ciclisti, sotto l’egida dell’Acsi Settore Ciclismo, all’organizzazione delle manifestazioni a qualsiasi livello, mettendo a disposizione l’esperienza dei suoi dirigenti. Viti, si è congratulato con Barberis per la sua rielezione e ha dichiarato di aver apprezzato il dibattito che ha caratterizzato i lavori e soprattutto i toni sempre molto corretti. L’Udace, proseguirà altresì nella sua attività, tesserando e organizzando manifestazioni, mantenendo così una presenza importante nel ciclismo amatoriale. L’Assemblea ha quindi eletto i dieci consiglieri nazionali: Vanni Adorni, Ennio Arduini, Mario Piticchio, Pierangelo Negri, Daniele Schiazza, Maela Milesi, Giuseppe Calearo, Eugenio Giordan, Enzo Poltronieri e il forlivese Aviero Casalboni. Casalboni, insieme a Schiazza e Poltronieri sono le new entry. Quella di Casalboni è sicuramente la novità più grande di questa assise udacina. La sua candidatura è scaturita all’ultimo momento, quando sollecitato da molti amici, ha deciso di accettare, ottenendo così il riconoscimento per il suo straordinario impegno profuso in mezzo secolo di attività con l’Udace. Casalboni, ovviamente, continuerà ad essere il responsabile dell’attività di Gran Fondo dell’Acsi Settore Ciclismo.
Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera, in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole. Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada Orari abituali di partenze e ritrovi: martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00
Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB
Una buona giornata comincia con noi... Colazioni e aperitivi con ricco buffet Servizio di pagamento bollette luce, gas, acqua, telefono e multe Sala TV Sky con dirette sportive tutte le partite in diretta del Cesena con Sky HD
Sala giochi • Ricariche telefoniche • Wi-fi libero Bar Ciccio - Via Romea, 120 Cesena (FC) 47522 - t. 0547 331984 - e. barciccio@hotmail.it -
BAR CICCIO
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i nostri GioVAni a cura di NICOLETTA BRINA
brina@gocom.it
ESORDIENTI D’ORO AL G.C. FAUSTO COPPI I DS DEL GRUPPO CICLISTICO DI CESENATICO NON POTEVANO CHIEDERE DI PIÙ DAI RAGAZZI. SIMONE BUDA MIGLIOR ESORDIENTE 1° ANNO A LIVELLO NAZIONALE, TERZO POSTO PER LA SOCIETÁ ED UN’ANNATA CHE HA VISTO LA VITTORIA DI 28 GARE SU 29 DISPUTATE.
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“Una stagione da incorniciare”. Come descrivere la stagione del settore giovanile del G.C. Fausto Coppi di Cesenatico? I direttori sportivi della categoria Esordienti, Walter Errico, Claudio Battelli, insieme ad Angelo Cecere, new entry quest’ultima del 2012, non hanno dubbi: “Non potevamo chiedere di più”. Il gruppo degli Esordienti 2012 è formato da Davide Bertozzi, Simone Buda, Federico Caputo, Lorenzo Casadei, Alessandro Cecere, Alessandro Nicolucci, Mattia Narducci e Valentina Metalli, per quanto riguarda il 1° anno, mentre al secondo anno la squadra è costituita da Manuel Bondi, Paolo Borghesi, Lorenzo Mariani, Asia Fornari, Martina Mercadini ed Ilenia Piccirillo. Walter ci sono delle new entry arrivate da altre squadre? «Nel 2013 entreranno quattro ragazzi nuovi che sostituiranno coloro che passeranno allievi. Ci sono collaborazioni con la Fiumicinese che ci manderà alcuni giovani. Diciamo che gli esordien- I giovani promettenti del G.C. fausto Coppi ti del primo anno del 2012 sono giunti per la maggior parte proprio dalla Fiumicinese.» classifica del plurivincitore degli Esordienti 1° anno a livello nazionale, con la nostra società terza classificata. Federico Caputo ha vinto una Com’è andata la stagione? gara, Lorenzo Casadei ne ha vinte 6 ed è campione regionale.» «La stagione è stata stupenda, i ragazzi si sono distinti su tutti i percorsi, abbiamo vinto 28 gare, su 29 disputate, credo sia il massimo. A livello di risultati meglio o peggio dell’anno scorso? È fonte di grandissimo orgoglio e la soddisfazione è stata tanta an- «L’anno scorso credo avessero vinto una decina di gare gli esordienche e soprattutto per i ragazzi ed il loro comportamento nell’arco ti, ma la società era risultata prima classificata in campo nazionale. della stagione: hanno fatto qualcosa di più del dovuto.» Quest’anno la soddisfazione è legata al fatto di aver portato un ragazzo fino ad una classifica speciale. Per lui anche l’Oscar Tuttobici Quali sono stati i piazzamenti migliori? a Verona e la partecipazione al Giorno della Scorta come miglior «Abbiamo sempre avuto i ragazzi sul podio, addirittura tre nella stes- esordiente al primo anno. È un momento magico per lui.» sa gara. Abbiamo deciso a metà stagione, proprio per questo motivo, di dividere i ragazzi a seconda delle gare, perché finivano per Le ragazze come si sono comportate nel corso dell’anno? sovrapporsi sul podio. Alla fine della stagione possiamo dire sì di «Le ragazze sono state forti perché la maggior parte delle gare le ha aver partecipato a 29 gare, ma totalizzando 41 presenze, avendo viste affrontare i ragazzi e si sono sempre comportate bene. Asia ragazzi in gruppi diversi. La gara a Borgo Valsugano di Trento è stata Fornari avrebbe vinto 4 gare, tuttavia, appunto sono gare di minor la ciliegina sulla torta, per la stagione di Buda, poi il Campionato importanza perché avendo corso per la maggiore coi maschi, faregionale vinto a Imola da Lorenzo Casadei, le vittorie a Sala e Villa- cevano fatica a tener testa ai ragazzi. Asia tenterà l’avventura tra le marina che hanno un posto speciale in bacheca, dato che sono le allieve.» “nostre” casalinghe.» Occhi puntati alla prossima stagione: già al lavoro? Chi sono risultati i più vittoriosi della stagione? «Abbiamo già iniziato palestra e poi si riprenderà la bici dopo Natale «Simone Buda si è distinto con 21 gare aggiudicate ed ha vinto la per andare a fare la prima gara intorno all’inizio di aprile. Si punta
Quanto conta il gruppo a questa età? «Moltissimo. Se i ragazzi si vogliono bene e vanno d’accordo, il gruppo può arrivare alla vittoria, è con la spinta del gruppo che il singolo è portato a dare di più. È importante in questa fase, specie tra esordienti ed allievi, stimolare il lavoro di squadra perché è dietro a quello che si cela la prestazione del singolo. Inoltre è altrettanto fondamentale mantenere l’equilibrio tra chi perde sempre e chi vince sempre, per stimolare il primo a migliorarsi e tenere il secondo coi piedi per terra, visto che la strada verso il professionismo, se quello è l’obiettivo, a questa età è ancora lunga e tortuosa.» Qual è la soddisfazione più grande di un allenatore? «Indubbiamente quando ci si rende conto che i ragazzi si fidano di te e sono spinti a mettere in pratica i tuoi insegnamenti. La fase in cui realizzano che ciò che insegni loro, dà effet-
sul miglioramento di quei ragazzi che quest’anno non hanno avuto la soddisfazione di piazzarsi. Va comunque detto che su 10 ragazzi, 7 nel corso dell’anno sono andati a podio. La soddisfazione sta anche nel grande miglioramento che hanno fatto tutti e al quale vedremo di dare continuità quest’anno.» Claudio, quante volte si allenano i ragazzi? «Gli esordienti e allievi 3 volte la settimana, cui si aggiunge la domenica di gara: è previsto l’allungo di 40-45 km se sono esordienti, 70-80 per gli allievi e oltre i 120 per gli junior. Abbiamo un periodo di preparazione fisica e, per esempio, durante l’inverno, esordienti e allievi vanno in piscina, si fanno uscite in mtb o corsa in pineta con esercizi liberi e partitina a calcio. Negli junior si lavora di più con attrezzi d’equilibrio per tenere l’addome asciutto e poi riscaldamento con lavori leggeri in rotazione con attrezzi per le gambe.»
tivamente i frutti sperati, è la soddisfazione maggiore. Poi, se viene la vittoria, tanto meglio. Ci si rende conto, lavorando con questo meraviglioso gruppo, che tutti danno il massimo, cercano in ogni modo di migliorarsi e questo significa che si fidano dell’allenatore e fanno ciò che lui chiede loro.» Claudio, Walter, quali sono gli obiettivi per la stagione 2013? «Purtroppo quest’anno puntavamo al campionato italiano ma non ci siamo riusciti. Siamo riusciti ad ottenere con Simone, un rispettabilissimo 10° posto. Quindi quella gara c’è mancata e vedremo di rifarci nel 2013. A dire il vero, guardando ai risultati di quest’anno – davvero da non credere – non possiamo chiedere di più. È stata, in tutto e per tutto, una stagione da incorniciare, quindi l’obiettivo primario è, quantomeno, ripetere un’annata così, poi se la si migliora, tanto meglio.»
GiUliAno Gilli
brina@gocom.it
a cura di NICOLETTA BRINA
«ECCO COM’è NATO IL TEAM SPEEDy NONSOLOTETTI» UN GRUPPO DI AMICI UNITI DALLA PASSIONE PER LA BICICLETTA CHE SCEGLIE DI DARE VITA AD UNA SQUADRA CHE OGGI CONTA 60 TESSERATI. LA “QUOTA ROSA” È TRA LE PIÙ NUMEROSE E SI PROSPETTA LA POSSIBILITÁ DI UNA SORTA DI INDIPENDENZA SPORTIVA. INTANTO IL TEAM PREPARA IL CALENDARIO 2013: NON MANCHERANNO CIRCUITI E GRANFONDO.
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È una delle colonne portanti del Team Speedy Nonsolotetti di Cesena, Giuliano Gilli, 58 anni, elettricista originario di Ferrara, ma trapiantato stabilmente a Cesena. Gilli è uno dei creatori del gruppo di appassionati che oggi corre sotto le insegne della squadra cesenate. Una formazione nata, come lui stesso racconta, dalla voglia di vivere insieme un’esperienza, condividendone non solo gli aspetti agonistici, ma anche quelli più tipici del rapporto di amicizia. Una squadra che ha più i connotati della famiglia, di una grande famiglia che oggi conta oltre una sessantina di persone, pur mantenendo quel solido “nocciolo duro” di amici. Com’è nata la sua passione per la bicicletta? «Probabilmente ero un predestinato, nel senso che ho tentato – per così dire – di allontanarmi dal ciclismo, ma alla fine qui sono approdato (scherza, ndr). La mia passione nasce ben 35 anni fa, infatti, perché è una passione famigliare: i miei zii andavano in bici, i miei figli fanno altro, ma non disdegnano. Io giocavo a calcio ed ero bravino, poi mi sono ritrovato a dover fare i conti con un problema fisico ed ho dovuto smettere col calcio. Dall’altra parte mi sono reso conto che, invece, andando in bici il mio problema fisico non creava difficoltà e così ho iniziato ad avvicinarmi a questo sport, per poi appassionarmici e praticarlo sempre più spesso. Oggi utilizzo sia la mtb che la bici da corsa, anche se è quest’ultima la mia vera passione, quella con la quale è iniziata la mia storia, tuttavia per stare insieme agli amici, ho provato anche la mtb e mi diverte.» è consigliere e fondatore del team Speedy, da dove è nata l’ispirazione a creare questa squadra?
«Io ho avuto la fortuna di essere parte di un gruppo favoloso di ragazzi, abbiamo condiviso la nostra passione in altre squadre, purtroppo però c’erano sempre piccoli problemi interni alla squadra e si creavano malumori e antipatie, così abbiamo deciso di dare vita ad una nuova società. Di fatto, è nata una squadra da un gruppo di amici sostanzialmente già fondato ed unito. Il risultato è un team coeso e che fa squadra anche al di fuori dell’ambito sportivo, lo testimoniano per esempio le vacanze che organizziamo insieme.» Quando è stata fondata la squadra e quanti soci conta? «La squadra è nata quattro anni fa ed eravamo inizialmente una quindicina di persone. All’apertura delle iscrizioni, ci siamo ritrovati in 50 ed in questi anni i numeri sono quelli. Quest’anno siamo in 60, suddivisi in gruppi a seconda dell’impegno sportivo: c’è chi fa le gare, chi i circuiti e chi i raduni.» Le quote rosa ci sono? «Assolutamente sì e probabilmente siamo il gruppo che conta più donne in assoluto. Abbiamo in animo di formare un gruppo un po’ più concreto, dando a queste
Giuliano Gilli
signore una vera e propria identità sportiva autonoma, formando una sorta di ‘costola rosa’ del Team.» Lei è un amante delle granfondo, com’è andata la stagione? «Io faccio competizioni, perché sono un agonista, ma mi diverte anche fare passeggiate con amici, respirando quindi la tranquillità che permette la bicicletta. In termini agonistici, mi piace cimentarmi nelle granfondo, anche alla mia età colgo importanti risultati, ogni tanto mi piazzo e sono arrivato terzo di categoria alla Straducale. È una bella soddisfazione. Non mi dispiace neanche fare il gregario per i miei compagni, in fin dei conti fa parte dell’essere squadra, lavorare insieme. Quest’anno poi la stagione è andata abbastanza bene, ho partecipato a quasi tutte le gare, ora sto andando in mtb, farò raduni e circuiti. Vedremo come andrà.» Quali sono gli impegni per la prossima stagione, sia per lei che per la squadra? «Ancora non abbiamo stilato il programma, ma credo che parteciperemo al campionato nelle Marche che poi integreremo con qualche altro circuito, poi la Nove Colli, la Maratona delle Dolomiti. Principalmente partecipiamo a circuiti di 10-12 gare, così da darci un obiettivo a lungo termine e programmare tutta la stagione.»
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l’offiCinA ApprofondiMento dAl Mondo delle dUe rUote a cura di LORENZO COMANDINI lorenzo@gruppobici.it
27,5 VS 29er
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Dopo la rappresentazione in tutte le fiere di settore più importanti ormai è ufficiale: il 2013 sarà l’anno di esordio delle ruote da 27,5” per MTB. Gran parte dei produttori metterà a catalogo bici 650b, soprattutto nel settore “Cross Country”, Marathon ed Enduro leggero. Nonostante se ne sia parlato e scritto già in diversi contesti è opportuno fornire alcune risposte ad una domanda giustificata: “perché introdurre un nuovo standard oltre al 26 e 29?” Quali sono i motivi che hanno portato i produttori sia di parti che di bici a spingere su questo nuovo diametro di ruote? E quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi? Cercheremo di fornire ulteriori chiarimenti con il seguente approfondimento.
più delicate o necessita aggiungere peso per ottenere lo stesso risultato in termini tecnici. Ci sono una serie di complicazioni che si presentano all’aumentare la misura del cerchio, tra cui: - Maggiore lunghezza dei raggi: minore è l’angolo d’inclinazione rispetto all’asse della ruota, ovvero i raggi sono più dritti. Questo significa che una sollecitazione laterale stresserà maggiormente la ruota, con il rischio di danneggiarla. - Minore curvatura del cerchio: maggiore è la facilità di piegarlo longitudinalmente (ovalizzarlo, per intenderci). - A parità di raggi, i fori dei nipple sono più distanti se il cerchio è più grande (aumenta la circonferenza). Questo significa che localmente è meno robusto. - Il mozzo è molto più stressato: se il momento torcente è dato da forza per leva, aumentando la leva perché si aumenta il diametro delle ruote, aumenta il momento torcente sul mozzo, sia in fase d’accelerazione e frenata, sia in caso di colpi laterali o torsione. È quindi evidente che se si vogliono realizzare ruote robuste ed affidabili anche per usi gravosi, si deve salire di peso. Se nell’XC e nel marathon si sono trovati buoni compromessi, anche perché la componentistica è relativamente poco sollecitata, molto più complesso è il discorso per quanto riguarda l’AM e l’enduro, dove la bici deve essere leggera per la salita, ma robusta ed affidabile per poter affrontare, spesso ad alta velocità, discese estremamente sconnesse e dissestate. Non dimentichiamoci poi dell’aspetto strutturale del telaio: carro e forcella più lunghi sono meno rigidi e robusti, sempre per il discorso del momento flettente. Se aumentiamo la leva, aumentiamo il carico da stress. Questo significa che o si rinforza la parte interessata, aggiungendo peso alla struttura, oppure ci si ritrova con forcelle e telai meno rigidi e meno robusti.
SPEED LEVITY 29er - www.speedbikes.it
Alcuni limiti delle 29er Le ruote da 29er hanno trovato un grosso successo in ambito XC, marathon e soprattutto front, con moltissime proposte full 29er, specialmente sulle corte escursioni. Per quanto però riguarda quelle maggiori, anche solo parlando in ambito all-mountain ed enduro (escursioni sui 140-160 mm), le ruote 29” non hanno mai avuto una particolare diffusione e le poche proposte che abbiamo visto spesso non hanno prodotto risultati molto performanti. Oltre ai limiti geometrici, c’è anche un aspetto strutturale legato al maggior diametro. Le ruote più grandi sono
La via di mezzo: il 650b Per una serie di motivi quindi alcuni progettisti hanno pensato di introdurre un “nuovo” standard, o meglio come era già successo per le 29er, di prendere uno standard preesistente e di utilizzarlo in ambito mountain bike: la scelta è ricaduta sul 650b o 27,5”. Nonostante il nome improprio 27,5”, il 650b non si può collocare precisamente a metà tra il 29er ed il 26”, ma si trova più vicino al 26”.
Come vediamo dalla foto, tra 26 e 650b ci sono 25 mm di differenza di diametro, mentre tra 29er e 650b ben 38 mm. La differenza in termini di raggio, che è poi il valore che determina lunghezza del carro ed altezza della forcella, è di solo 1,25 cm, mentre tra 26” e 29er si parlava di 3,15 cm. Possiamo capire facilmente che 1,25 cm sul raggio è un valore piuttosto contenuto, rispetto a 3,15 cm della 29er, questo permette alle bici 650b di essere progettate con carro posteriore più corto, con un effetto di maggiore reattività nel rilancio della velocità della bici 27,5” grazie al ridotto diametro delle ruote ed al carro posteriore più compatto, inoltre questa misura più corta del carro posteriore come anche per la maggior parte dei tubi permette al produttore di realizzare un telaio che, a parità di materiale impiegato e resistenza a torsione ed allungamento, è certamente più leggero rispetto ad un telaio 29er di pari taglia con specifiche molto simili. Il vantaggio dello standard 650b, e quindi il fatto di essere più vicino al 26” che al 29er, fa sì che gli svantaggi legati al maggior diametro delle ruote siano minori. La ruota si rivela più robusta, ed allo stesso tempo più leggera, l’ingombro è minore e consente di disegnare telai anche dalle lunghe escursioni abbastanza maneggevoli ed agili, senza tra l’altro perdere significativamente in rigidità di carro e forcella.
L’angolo di impatto maggiore delle 29er è quindi il segreto della facilità con cui le ruote di diametro maggiorato superano gli ostacoli, ovviamente questo risultato è proporzionale al diametro delle ruote (rispetto allo stesso ostacolo) per cui se lo standard 29er promette risultati eccellenti sotto questo profilo rispetto al classico standard 26”, anche l’ultimo nato standard 650b offre performance nettamente superiori rispetto alla misura 26”. 650b: oggi, domani… Gli aspetti a favore delle 650b sono molti, saranno quindi il formato del futuro? Rispondere a questa domanda non è facile o per lo meno non si può dare una risposta univoca, nel senso che probabilmente in funzione di una serie di fattori, tra cui, i contenuti del progetto, le specifiche tecniche, l’uso cui è destinata la bici, dimensioni antropometriche del biker, etc, ci sono condizioni in cui l’uso consigliato è 29er ed altre in cui l’uso consigliato è il 27,5 o 650b ed in altri casi anche 26”; sicuramente la misura 27,5 non è più una sperimentazione o un timido approccio, si tratta infatti di un riconosciuto e rispettato standard a tutti gli effetti, per cui la curiosità e gli apprezzamenti della maggior parte delle persone che hanno avuto la possibilità di provarla si sono diffusi a macchia d’olio e questo nonostante le limitazioni attuali dettate dall’esiguo numero di offerta e dal numero limitato di disponibilità di componenti specifici (in particolare forcelle ammortizzate). Gap che si sta però velocemente colmando trainati dai produttori più rappresentativi nel panorama internazionale.
Ancora non tutti i costruttori offrono bici 650b, ma uno dei motivi principali è determinato da scelte commerciali, condizionate talvolta da scorte di magazzino su diametri diversi, talvolta da impegni di acquisto già sottoscritti, talvolta dalla sincronizzazione degli eventi… alcune aziende hanno necessità di tempo per “riformulare” la loro offerta che comunque dipende sempre dall’offerta di componenti compatibili dai produttori di parti. Concludendo questo nuovo standard racchiude in se i vantaggi di una bici maneggevole, scattante e reattiva, pur migliorando nettamente velocità e agiSPEED LEVITY 27,5 carbon equipaggiata con SRAM XO forcella ROCK ShOX Revelation ruote RITChEY WCS - www.speedbikes.it lità nel superare gli ostacoli rispetto alla 26 e mantenendo un peso veramente I vantaggi delle 29” anche sulle 27,5”? molto contenuto rispetto ad una 29er, a parità di materiali impieLe twoniner (29er) però non hanno solo svantaggi, ma hanno anche gati, tra l’altro si può interpretare anche in: 27,5” = bici meno copunti a loro favore: stosa a parità di peso rispetto a bici 29er. Sicuramente questi due - Maggiore impronta a terra, quindi maggior trazione e miglior tenuta nuovi standards sono destinati a destare il massimo interesse del in curva. È vero che c’è una maggior resistenza al rotolamento, ma si panorama del mercato Off Road per i prossimi anni condividendo compensa con coperture più scorrevoli, solitamente usati per questo progetti ed impieghi d’uso complementari tra loro. standard di ruote. - Maggior inerzia e quindi maggior tendenza a mantenere direzionalità e velocità. Aspetto, però, molto influenzato dal tipo di coperture montate. Anche in questo caso il vantaggio perde di forza quando il percorso ti obbliga a rapidi cambi di direzione. - Miglior angolo di attacco sugli ostacoli, che offre vantaggi proporzionali al diametro di ruote. Quest’ultimo punto è oggettivamente il più importante ed è quello che comporta maggiori vantaggi per i due nuovi standard di ruote 29er e 650b rispetto ad una ruota 26.
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lA riGidA festiVAl
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a cura di ANDREA PELO DI GIORGIO
IL TRIONFO DEL VINTAGE LA MTB CELEBRATA DA UNA CINQUE GIORNI CERVESE CHE HA RADUNATO GLI APPASSIONATI DEL “RAMPICHINO” D’EPOCA. DAL MUSEO DELLE DUE RUOTE, AL TRIAL EXHIBITION, FINO ALLA PEDALATA NEL PARCO DEL DELTA DEL PO, LA RIGIDA HA POSTO LE BASI PER DIVENIRE EVENTO CLOU A LIVELLO NAZIONALE PER GLI AMANTI DELLA BIKE D’ANNATA.
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Si è svolta a Cervia la 6ª edizione de “La Rigida”, l’appuntamento nazionale per gli appassionati delle mountain bike vintage. Quest’anno la manifestazione si è dilatata, diventando “La Rigida Festival”, un evento di più giorni – dal 22 al 26 settembre – che è riuscito a catalizzare l’interesse dei bikers non solo con il collaudato “Raduno Mtb Vintage”, ma anche con il “Museo delle 2 Ruote” e con le evoluzioni di “Trial Exhibition”. La pedalata più attesa dai collezionisti, si è snodata fra gli splendidi territori del Parco del Delta del Po, fra pinete, argini di fiume e dune marine. Fra i 110 bikers appassionati che hanno apprezzato questo percorso così particolare, vanno annoverati 60 “Rigidi”, attrezzati di tutto punto con mtb ed equipaggiamenti cult. Fra questi si è messo in evidenza un tandem guidato da una coppia, marito e moglie, proveniente da Reggio Emilia. Tantissimi i collezionisti, giunti da tutto il centro-nord Italia, i quali hanno potuto esprimersi ancor meglio nell’ambito del “Museo delle 2 Ruote”: la splendida cornice dei Magazzini del Sale di Cervia ha, infatti, ospitato un’esposizione completa e prestigiosa con vere e proprie rarità. Ad aggiudicarsi la palma di regina delle “Rigide” è stata la Manitou FS – anno 1995 – del pavese, Massimiliano Nobile. Sabato 22 la mostra è stata preceduta da una cena dedicata agli espositori ospiti, che hanno potuto godere appieno dell’ospitalità romagnola, ben rappresentata anche nei 4 ristori lungo i 3 percorsi del raduno.
Attimi prima della partenza con i partecipanti in stile vintage
«Noi crediamo in un ritrovo annuale che concretizzi il lavoro degli appassionati», è questa la mission dello staff guidato da Claudio Mercuriali, che rilancia per il 2013: confermata la location di Cervia, città da sempre vocata al turismo sportivo, che de-
signerà “La Rigida Festival” come l’evento di riferimento nazionale per tutti i fedelissimi dei mitici anni del rampichino. www.larigida.it info@larigida.it
Il Museo delle Due Ruote allestito presso gli antichi magazzini del sale di Cervia
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La “Virtù sta nel mezzo” Yader Zoli, presentando la Nearco, esordisce citando Il pioniere della mountain bike Gary Fisher il quale sostiene che le ruote più grandi consentono performance migliori, grazie al fatto che riducono l’angolo di attacco (quindi facilitano il passaggio di ostacoli) e la porzione di contatto del copertone risulta maggiore. Anni di competizioni con le 26” uniti ai vantaggi della ruota più grande, hanno permesso a Torpado di sviluppare la 27,5”. Questa evoluzione, unisce i vantaggi della 29” (stabilità, sicurezza nell’affrontare l’attraversamento di ostacoli) mantenendo accelerazione, agilità e leggerezza della 26”. La 27,5” Torpado, è il frutto di un lavoro di squadra, dove le idee nascono dalla passione e da chi ha fatto della sua passione un mestiere. Studio, progettazione e sviluppo della Nearco si sono svolti all’interno dell’azienda con scrupolosità e particolare attenzione ai test effettuati dal Team Ufficiale Torpado Uci.
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trentino MtB AllA 5ª edizione a cura di NEWSPOWER
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SEI APPUNTAMENTI PER LE RUOTE TASSELLATE IN PROVINCIA DI TRENTO SI PARTE IL 12 MAGGIO DALLA VAL DI NON, PER UN CIRCUITO CHE PREVEDE UNA GARA AL MESE FINO AD OTTOBRE. PER GLI APPASSIONATI DI OFF ROAD UN APPUNTAMENTO ORMAI DIVENUTO IMPERDIBILE: BEN 6.000 BIKERS HANNO PARTECIPATO ALL’EDIZIONE 2012 CON UN TREND COSTANTEMENTE IN CRESCITA.
foto NEWSPOWER CANON
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Trentino MTB cala la cinquina con un doppio tris d’assi! Non tornano i conti? Eccome se tornano: nel 2013 il circuito in fuoristrada propone la sua quinta edizione, fatta di sei spettacolari appuntamenti in altrettante località della provincia di Trento, assai note al pianeta off road. Autunno e inverno sono stagioni in cui la mountain bike – eccezion fatta per le competizioni di ciclocross – se ne sta parcheggiata in garage, e si guarda al calendario primaverile per scoprire dove andarsene a pedalare dopo il… disgelo. La risposta di Trentino MTB per il prossimo anno è servita fin da ora: l’ouverture del circuito sarà ancora una volta nella “vallata delle mele”, la Val di Non, con la gara omonima. Domenica 12 maggio, dal centro montano di Cavareno, scatterà infatti la ValdiNon Bike, come sempre organizzata dall’esperto team di ValdiNon SportGestion. Il percorso, ad oggi in gran parte innevato, sarà unico per tutti, di poco superiore ai 40 km e con un dislivello di soli 870 metri, che accoglierà ogni tipo di biker, da chi avrà già nelle gambe una buona preparazione, a coloro che decideranno di rimettersi in sella proprio tra i frutteti e meleti della Val di Non. Ciò che da sempre piace di Trentino MTB, oltre agli aspetti prettamente agonistici, sono gli elementi paesaggistici unici tra i quali ci si trova immersi chilometro dopo chilometro. Dopo lo start di Cavareno, la ValdiNon Bike 2013 proporrà passaggi attraverso i tanti alberi di mele, sulle rive del lago Smeraldo e a fianco del santuario di San Romedio, senza dimenticare il transito nel centro storico di Fondo o tra gli stretti canyon di roccia. La “cima Coppi” del percorso, quasi a metà, è il Monte Arsen, a 1.300 metri di altitudine, e, da tenere in dovuta considerazione, anche la successiva discesa di oltre 10 km, dopodiché il divertente saliscendi dentro e fuori dai boschi anticiperà il ritorno a Cavareno. Nella grande Tennis Halle si terranno le premiazioni e il pasta party conclusivo. L’ultima edizione della ValdiNon Bike fu vinta dalla trentina Lorenza Menapace e dall’altoatesino Fabian Rabensteiner, bravo
trentini di riportare in auge la bici off-road su territori naturalmente votati alle ruote tassellate. Già dal primo anno si capì chiaramente che i bikers non aspettavano altro, visto che le gare totalizzarono oltre 5.700 iscritti. La crescita fu continua nelle edizioni successive e nel 2012, per il terzo anno consecutivo, il challenge ha superato quota 6.000 registrazioni. Sono giunti da ogni regione d’Italia e dall’estero, con una nutrita rappresentanza (circa 900 giovanissimi) anche nelle gare “Mini” della vigilia, dedicate ai bikers in erba. Rispetto al 2012, la prossima edizione di Trentino MTB sarà composta da sei gare anziché sette e, come anticipato,
foto NEWSPOWER CANON
a tenersi dietro gente come Martino Fruet, Johannes Schweiggl e Massimo Debertolis. Dopo l’evento di Cavareno, Trentino MTB 2013 proseguirà con una gara al mese fino ad ottobre: la 1000GrobbeBike - 100 Km dei Forti di Lavarone (dal 14 al 16 giugno), la Lessinia Bike di Sega di Ala (28 luglio), La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme tra Ora e Molina di Fiemme (4 agosto), la Polartec Val di Fassa Bike a Moena (8 settembre) – ancora inserita nel calendario di Coppa del Mondo Marathon – per chiudere con la 3T Bike a Telve Valsugana, il 13 ottobre. Guardando brevemente alla storia di Trentino MTB, il circuito nacque nel 2009 grazie alla voglia di alcuni organizzatori foto NEWSPOWER CANON foto NEWSPOWER CANON
vedrà nuovamente al via anche una tappa di UCI MTB Marathon Series, la Coppa del Mondo Marathon, che anche nel 2013 farà rotta su Moena e sull’Alpe di Lusia in settembre. I vincitori assoluti 2012 sono stati Ivan Degasperi (primo anche nella categoria Master1) e Lorenza Menapace (in vetta alla femminile), mentre le varie categorie hanno incoronato sovrani Mirko Tabacchi (Open), Nicola Risatti (Elite Sport), Fabio Aldrighetti (Junior), Claudio Segata (M2), Mario Appolonni (M3), Tarcisio Linardi (M4), Joseph Koehl (M5) e Silvano Janes (M6), con Appolonni e la Menapace vincitori anche della classifica dello scalatore. Il Team Todesco si è messo in tasca il titolo a squadre.
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H3o store
brina@gocom.it
a cura di NICOLETTA BRINA
PRIMA LA PASSIONE, POI LO STORE IN VIA FLAMINIA A RICCIONE, IL FORNITISSIMO NEGOZIO DI CICLISMO A 360°. L’ATTIVITÁ CHE NASCE NEL 2005, PRENDE LE MOSSE DALLA VOGLIA DI PEDALARE DI UN GRUPPO AFFIATATO DI AMICI CHE SPIGOLA TRA LE DIVERSE DISCIPLINE A DUE RUOTE. TRA LE MIRE FUTURE, UN BIKE PARK PER BAMBINI E L’IMPLEMENTAZIONE DEL RACE TEAM DI ENDURO E CROSS COUNTRY.
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H3O Store, in via Flaminia, 51 a Riccione, è il punto di riferimento per tutto ciò che è ciclismo. Il negozio, attivo dal gennaio 2005, è gestito da Denis Bellucci, Alice Tornati e Cristian Ceccaroli. Allo store è associato anche un team variegato che annovera tanto appassionati di ciclismo su strada, quanto di ruote grasse. Cosa propone l’H3O di Riccione? «Biciclette, accessori ed abbigliamento sport sempre inerente il ciclismo, – spiega Bellucci – disponendo dell’assortimento per tutte le discipline collegate alle due ruote. A differenza di altre attività, infatti, da noi è presente tutto il materiale relativo, per esempio, all’enduro, bmx, downhill e questo è il nostro punto di forza. Questo ci distingue dagli altri: sin dalla nostra apertura, abbiamo sempre trattato tutte le discipline e ciò ha portato alla fidelizzazione di tanti clienti che altrimenti non sapevano dove reperire il materiale. Basti pensare che abbiamo clienti anche in Sicilia. Abbiamo segnato il passo sotto questo punto di vista ed altri, poi, ci hanno seguito.» Quali altri servizi offrite? «Oltre alla bici, ci occupiamo anche di assiI titolari di h3O Store di Riccione Denis Bellucci, Alice Tornati, Cristian Ceccaroli
stenza tecnica, diamo consigli ai nostri clienti sia per meglio sfruttare le potenzialità dei loro mezzi, sia per quel che riguarda gli aspetti meccanici. C’è comunque da parte nostra uno studio ed un aggiornamento continuo. A breve, l’H3O diventerà Fox point, quindi specializzati nella riparazione di forcelle, mentre io personalmente, sono divenuto maestro di mtb riconosciuto dalla Federazione Italiana e dal Coni. Questo mi dà la possibilità di organizzare corsi ai privati, bambini e adulti per discipline sia ‘normali’, che estreme.» H3O è anche il nome del team che fa riferimento al negozio, qual è la storia di questa squadra? «L’associazione sportiva è l’H3O Race team che comprende l’attività nel cross country, le granfondo su strada e le cicloturistiche. L’associazione è nata nel 2001 dal mio ex socio e, in realtà, prima è stata creata la squadra e, solo successivamente è arrivato lo store. Oggi l’associazione conta, tra cicloturisti e squadra, circa una cinquantina-sessantina di persone, appassionati spalmati su tutti i settori. Ho anche clienti affiliati da fuori regione che, per simpatia nei confronti nostri, e per la volontà di portare addosso le insegne di uno store cui sono affezionati, hanno voluto far parte dell’H3O Race Team. Indubbiamente è una bella pubblicità, che incarna perfettamente quello che è il nostro spirito, ovvero l’affiatamento ed il gruppo.» In fatto di risultati, l’H3O si è fatta rispettare in questa stagione… «Quest’anno per quanto riguarda il downhill, abbiamo ottenuto il primo e terzo posto all’italiano e terzi come squadra, mentre con i singoli abbiamo raggiunto il primo e 4° posto nell’enduro; per noi, ancora, il primo e terzo posto nell’enduro bike cup, mentre nelle granfondo siamo tra le squadre più forti, piazzandoci sempre nella top ten.»
Per quanto riguarda il team strada, com’è andata? «La squadra Asd H3O Race Team ha affrontato nel 2012 due circuiti e qualche altra gara di contorno. In particolare il Romagna Challenge ed il Prestigio. I risultati migliori sono il 3° posto di categoria di Alberto Pontellini alla GF Internazionale San Marino, il 4° di categoria di Roberto Brilli nella stessa gara, il 2° e 3° posto di categoria alla Gf Damiano Cunego di Renato Crescentini e di nuovo di Pontellini. Crescentini ha ottenuto anche il 2° e 3° posto di categoria alla Gf del Tartufo ed alla Sportful Dolomiti Race. A fine campionato nel Percorso Romagna Challenge, Fabiano Casadei ha conquistato il terzo posto di categoria.» Quali sono i successi più belli? «La nostra clientela è il successo più grande: ho sempre cercato di portare avanti l’attività come una grande famiglia, accogliendo i clienti anche per quattro chiacchiere ed un caffè. Non mi piacciono i negozi nei quali il titolare si vede poco e affida la clientela ai commessi.» Per quel che riguarda la squadra, come la definisce? «Una volta vincevamo tutto, eravamo la squadra top a livello sia d’immagine che di risultati, avevamo grandi campioni ed elementi molto forti ed anche oggi sappiamo distinguerci. Il grande merito che ha e che ha mantenuto nel tempo, è l’affiatamento raggiunto dai suoi membri. Il clima che caratterizza la squadra, in qualche modo fa passare in secondo piano i risultati, pur essendo di tutto rispetto anche questi. Ogni anno poi, proprio grazie all’aria che all’interno del team si respira, giungono richieste da parte di nuovi membri per poter entrare a farne parte.» Quali sono i programmi per il futuro? «Se la burocrazia ce lo consentirà, vorremmo aprire un bike park per far scuola ai bimbi, ma anche agli adulti. Già abbiamo avuto esperienza di corsi in collaborazione con le scuole e quindi il bike park sarebbe un prolungamento di quell’esperienza, ma aperto a tutti. Per quel che riguarda la squadra, contiamo su di un incremento degli attivi nel cross country con l’inserimento di nuovi membri e lo stesso vale per quel che riguarda la squadra di enduro.»
UN GRAZIE SPECIALE AL GRUPPO H3O GREEN TEAM E AGLI SPONSOR CHE CI HANNO PERMESSO DI OTTENERE PRESTIGIOSI RISULTATI Risultati 2012 1째 classificato al campionato Gold Prix piloti 4째 classificato al campionato Gold Prix piloti 1째 classificato al campionato Italiano UISP 3째 classificato al campionato Italiano UISP a 3 squadra classificata al campionato Italiano UISP
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oltre l’ostAColo a cura di ROBERTO ZANETTI
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BERGAMONT REVOX: IL GIUSTO COMPROMESSO GARY FISCHER, IL PIONIERE DELLA MTB, SOSTIENE CHE LE RUOTE PIÙ GRANDI, GRAZIE ALLA MAGGIORE SEZIONE DI CONTATTO DELLO PENAUMATICO COL TERRENO, PERMETTANO DI SUPERARE PIÙ FACILMENTE GLI OSTACOLI E QUINDI DI MIGLIORARE LA PERFORMANCE. SE A SOSTENERLO È UNO COME GARY FISCHER, CHE DI MOUNTAIN BIKE SE NE INTENDE E MOLTO, IO NON POSSO FARE ALTRO CHE ESSERE D’ACCORDO CON LUI DOPO AVERE PROVATO PER QUALCHE GIORNO UNA 29”.
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Il test: Da quando l’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha dato il proprio consenso per l’utilizzo, anche nelle gare ufficiali, delle “ruotone” da 29”, nel mondo della MTB è cominciata una vera e propria diàtriba tra coloro che sono rimasti fedeli alle tradizionali 26” e coloro che hanno optato per la nuova moda delle 29”. Bergamont, marchio tedesco con sede ad Amburgo, distribuito sul territorio nazionale da BMC Italy di Moncalieri, ha in catalogo il modello Revox, una MTB da 29” proposta in 5 differenti versioni (2 in carbonio e 3 in alluminio) e con diversi allestimenti base, che vanno dalla più economica 3.3 in alluminio (549,00 euro IVA inclusa) alla 9.3 in carbonio (2.299,00 euro IVA inclusa). La Revox LTD, che ho utilizzato per il mio test, è il modello “più accessibile” dei due in carbonio. Mantiene la medesima telaistica (Carbon Ultra Light MCS Composite, UD-Finish) e la stessa geometria costruttiva (Race Geometry) del top di gamma in carbonio, la 9.3, differenziandosi solo per alcuni componenti che la rendono appunto più appetibile sotto l’aspetto economico. Questo – attenzione – non vuol dire che sia un prodotto di seconda scelta, anzi la Revox LTD è un “primo prezzo” di tutto rispetto appositamente studiato dalla sapiente rete commerciale di Bergamont per aggredire il mercato “medio” e invogliarne l’acquisto. Una 29” che ho trovato divertentissima, ed è proprio su questo aspetto che mi voglio soffermare. Perché al di là dell’aspetto estetico e dei riscontri tecnici che si possono effettuare sui materiali e sulle tecnologie costruttive, la MTB per me significa pedalare con gioia in mezzo alla natura, a mente libera, godendo in tutto e per tutto del paesaggio, dentro e fuori dai boschi, attraverso i più svariati sentieri di campagna. È qui che la Revox mi ha permesso di superare facilmente ostacoli, radici e pietre, non solo grazie alle sue “ruotone” ma anche grazie a una stabilità di guida davvero sorprendente. Una MTB “ben piantata”, mi viene da aggiungere, quindi molto stabile sullo sconnesso, ma allo stesso tempo estremamente maneggevole e facile da guidare, gambe e fiato permettendo.
Prova della Bergamont Revox LTD in un sentiero in riva al lago
Caratteristiche Tecniche
Le generose dimensioni della ruota da 29” (cerchio DT Swiss 485D in alluminio e coperture Schwalbe Racing Ralph Evolution 29x2,1)
In evidenza: Al fine di garantirne la massima efficienza il telaio della Revox LTD, come tutti gli altri modelli della gamma Bergamont, viene sottoposto ad accurati test statici e dinamici per simulare le molteplici situazioni in cui ci si viene a trovare durante la guida. La casa tedesca, inoltre, cura in modo particolare le finiture e la verniciatura delle proprie biciclette, così come ho avuto modo di verificare e apprezzare nella Revox LTD edizione 2013 che ho testato con la sua attualissima colorazione carbonio/verde acido. Va aggiunto che Bergamont ha lavorato anche per ridurre la lunghezza del carro a valori estremamente ridotti: 429 mm, favorendo così la maneggevolezza e le doti di reattività del telaio, e ha posto il movimento centrale piuttosto basso proprio per migliorare l’effetto autostabilizzante della Revox LTD durante la pedalata, fornendo al rider la sensazione di formare un “blocco unico” con la sua MTB. Revox LTD La forcella Rock Shox Reba RL è in tinta con la grafica della Revox LTD
- Telaio: Carbon Ultra Light MCS Composite, UD-Finish, Race Geometry - Deragliatore posteriore: Shimano Deore XT, RD-M780, SGS, Top Normal, Shadow, 10-Speed - Deragliatore anteriore: Shimano SLX, FD-M671, Down Swing Dual-Pull, Direct Mount - Cambio: Shimano SLX, SL-M670 - Guarnitura: Shimano FC-M552, Hollowtech II, 42x32x24 - Catena: Shimano CN-HG74 - Ruota libera: Shimano SLX, CS-HG81-10, 11x36V - Movimento centrale: BB92 Press Fit Integrated - Freni: Avid Elixir 5, Rotor: 180/160 mm - Leve freni: Avid Elixir 5 - Forcella: Rock Shox Reba RL, tapered, Rebound, Lockout - Serie sterzo: FSA Orbit 1,5 ZS - Attacco manubrio: BGM Race Pro in alluminio - Manubrio: BGM Race Pro in alluminio 680 mm - Reggisella: BGM Race Pro, 30,9x400 mm in alluminio - Sella: Selle Royal Seta - Manopole: BGM Race, MTB, Double Density - Cerchi: DT Swiss 485D, 32H - Coperture: Schwalbe Racing Ralph Evolution 29x2,1 - Raggi: CN double butted, 1,8/2,0/1,8 - Mozzi: Sram X7 - Taglie: S/M/L/XL - Colori: Carbonio/verde acido - Peso telaio: 1.300,00 gr. circa - Peso bici completa (come in foto): 10,9 kg senza pedali Da rivedere: Visto l’insieme della componentistica di qualità più che discreta, sulla Revox LTD mi sarebbe piaciuto usufruire del sistema “Lockout” fissato sul manubrio con l’apposita levetta, senza dover intervenire manualmente sulla forcella per indurire o spingere più a fondo l’ammortizzatore. In ogni caso, con una modica spesa, è possibile dotare la Revox LTD anche di questo pratico accessorio completandola così in modo ottimale.
In vendita a partire da: Già disponibile da novembre 2012 presso i rivenditori ufficiali BMC/Bergamont Tempo di consegna: 4 giorni lavorativi dalla data dell’ordine Prezzo: 1.799,00 euro al pubblico (IVA inclusa) Il Produttore: Bergamont Bicycles www.bergamont.de Il Distributore per l’Italia: BMC Italia srl Strada Vivero, 75 10024 Moncalieri (TO) Tel: +39 011 19820212 Fax: +39 011 19825070 E.mail: info@bmc-racing.com Disco del freno anteriore Avid Elixir 5
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Consigli per l’acquisto, perché comprarla? Nel titolo che ho dato all’articolo ho riassunto molto sinteticamente quanto sto per aggiungere. “Il giusto compromesso” si riferisce al rapporto molto equilibrato qualità/prezzo della Revox LTD di Bergamont: 1.799,00 euro al pubblico (sempre IVA compresa) non sono una cifra impossibile, se si vuole provare a pedalare con una MTB in carbonio esteticamente molto accattivante, che appartiene – altro punto a suo favore – alla nuova generazione delle 29”. Deragliatore posteriore Shimano Deore XT con ruota libera Shimano SLX e cassetta pignoni 11x36V
Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: - Casco: Cratoni www.cratoni.de - Occhiali: Eassun Monster www.eassun.com - Scarpe: Vaude Placid RC www.vaude.com - Abbigliamento: Giordana www.giordana.com - Strumentazione: Mio Cyclo 105 HC www.miotecnology.com - Pedali: Shimano XTR www.shimano.com - Portaborraccia: Elite www.elite-it.com
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foto MATTEO CIAGHI
Sono passati proprio tutti sul palco del Gran lera, seguito dai compagni di squadra Luciano na, Finale Ligure, Barbarano Vicentino, SteGalà dell’Endurance 2012, organizzato a D’Aniello e Alessandro Filippini. venà, Val Rendena e Roma. Le donne sono Barbarano Vicentino dal Team Adventure In campo femminile, la vittoria è andata a Lu- state 55 in solitaria, mentre gli uomini 559. & Bike capitanato dal vulcanico presidente ciana Massarotto della Pedali di Marca, segui- Hanno partecipato ben 239 società diverse, Stefano Prodomini. ta da Daniela Meneghini del Bikes Benato. numeri importanti per un circuito di questo Sono stati premiati tutti, ma davvero tutti, dai La gara a squadre è stata dominata dal San- genere. bikers agli organizzatori, fino agli addetti alle ta Marinella Tonica, ma seguito a distanza dal Rozzi ha sottolineato altresì le difficoltà che la cucine, indispensabili per crisi economica sta creando la buona riuscita di una agli organizzatori e ai partegara endurance. cipanti, poiché i costi per Prima delle premiazioni, potersi spostare sono alti e però, ci ha pensato Alberto di questi tempi i circuiti di Limatore, pluri Campione carattere nazionale soffrono Italiano di Bike Trial, a riscalsicuramente di più rispetto a dare gli animi dei presenti quelli di tipo regionale. infreddoliti, grazie alle sue L’incontro a Barbarano ha spettacolari performance. segnato poi anche un moIl programma della giornamento di confronto tra i rapta prevedeva una “3 Ore presentanti delle sei comEndurance”, lungo il tracpetizioni facenti parte del ciato della “24 Ore della circuito, impegnati a tracciaSerenissima”. re (in separata sede) un biUn bel parterre di partelancio della manifestazione. cipanti – 19 società al via Molti sono stati i protagoni– si è presentato ai nastri sti di questo importante cirdi partenza alle 9,30 del cuito, ma ecco nel dettaglio mattino. Purtroppo il meteo chi sono stati. Tra i “Solitari non era dei migliori fin dall’iMan”, in ordine di classifica nizio, ma successivamente Morgan Pilley (1°), Cristian Giove Pluvio ha scatenato Ragnoli (2°), Simone Arici tutta la sua furia in quel di (3°), Paolo Laureti, AlessanBarbarano, mettendo a dro Filippini, Valter Di Cesadura prova bikers e orgare, Davide Arici, Manuel Minizzazione. Il cataclisma è nola Violino, Alberto Falappi stato tale da far sì che la e Andrea Oreste Banchieri. gara non presentasse più “Solitari Woman”, Giuliana i requisiti per garantire un Massarotto, Elena Perin; risultato sportivo attendibiTeam: MTB S.Marinella Tole, poiché il tracciato, reso nica Sport, Geopietra Zaina fangoso, costringeva i parBiciclette, Team Nave Bike, tecipanti a correre a piedi o Adventure & Bike Team, I ad ottenere i risultati in base Gufi di Trento e Kulamula alla sfortuna degli avversari. MTB Cremona. Va sotA fronte di queste considetolineato che per entrare razioni, nonché della non in classifica, sia le società sussistenza di un livello pur che i solitari hanno dovuto Premiazioni Gran Galà MTB Endurance 2012 Barbarano Vicentino minimo di sicurezza per i partecipare ad almeno 4 partecipanti, l’organizzazioprove. ne ha ritenuto di dover interrompere la gara Geopietra Zaina, terza classificata la seconda In conclusione il Gran Galà dell’Endurance ha dopo due ore. formazione del Santa Marinella Tonica. messo in risalto le capacità organizzative di Ne sa qualcosa Stefano Severgnini del Team Il Gran Galà è stato occasione anche per stilare uno staff, quello dell’Adventure & Bike, queTodesco, in testa fin dalle prime battute, ma un resoconto in numeri della 24 Cup, circuito sta volta affiancato dal GS Berico, che, nonoche a 4 chilometri dal traguardo ha dovuto Nazionale Endurance. Il bravissimo Elio Proch, stante le avverse condizioni meteo, ha saputo alzare bandiera bianca, giungendo all’arrivo passando la parola al presidente del circuito, tenere sotto controllo la situazione e regalare a a piedi e con il cambio a pezzi, cedendo la Francesco Rozzi, ha elencato le presenze bikers ed accompagnatori una bella giornata vittoria a Simone Arici della Polisportiva Nuvo- alle varie tappe che si sono svolte a Cremo- di sport.
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BenVenUti nel fUoristrAdA a cura di fABRIZIO MONTALTI
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BIKING NEWS!! (PARTE 2)
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Come in tutti gli ambiti sportivi, anche nella Mtb, le novità e le evoluzioni tecniche rappresentano il motore del mercato nonché una sorta di “cibo” per gli appassionati. Spesso ci si schiera in due segmenti distinti: il primo è quello dove troviamo i Bikers più diffidenti ed un po’ stanchi che non fanno altro che etichettare le novità come inutili pretesti per far muovere un mercato oramai in stallo. Poi abbiamo il secondo segmento formato da quegli appassionati che ancora ostentano un certo ottimismo e che, credendo nella valenza pratica delle innovazioni, periodicamente si rimettono in gioco investendo tempo e denaro e provando puntualmente le novità di ultimo grido. Scegliete voi da che parte stare, anche se spesso per ragioni prettamente economiche ci si trova obbligatoriamente ad appartenere allo schieramento dei più fossilizzati, in quanto i costi piuttosto impegnativi tipici dell’ambiente fuoristrada fanno una certa selezione in questo senso. Terminata questa introduzione di riscaldamento non perdiamoci in chiacchiere ed andiamo subito ad affrontare la scalata odierna addentrandoci nel cuore dell’argomento che tratteremo in queste righe. Come già accennato nei numeri precedenti anche quest’anno ad Eurobike si è assistito ad una pioggia di novità davvero consistente. Alcune di queste innovazioni non hanno bisogno di particolari spiegazioni considerando che si parla di un lieve restyling di cose già viste. In altri casi invece è opportuno presentare i prodotti in modo dettagliato al fine di fornire all’utente finale i mezzi giusti per sfruttare al meglio il lavoro dei progettisti. Siete connessi? Si parte!! Sospensioni elettroniche Come antipasto dell’imminente avvento dell’elettronica in ambito bici, sono state presentate quest’anno le prime sospensioni a gestione elettronica esclusivamente per i marchi del gruppo commerciale Accel (Haibike, Ghost e Lapierre) che vedono ora presenti in catalogo alcuni modelli di Mountain Bike full suspended con il valore aggiunto di un sistema di gestione semiautomatico di entrambe le sospensioni denominato e:i shock ideato dall’americana Rock Shox (Sram). Veniamo al dettaglio. Partiamo dai singoli componenti che apparentemente passano inosservati, ma nel loro piccolo celano dettagli importanti. Come ad esempio il sensore applicato alla forcella in grado di rilevare la velocità e l’entità degli urti sull’avantreno che a sua
In foto gli accessori che compongono il kit e:i Shock. L’aggravio di peso (escluso l’ammortizzatore) si aggira attorno i 350 gr
volta è collegato ad un sorta di ciclocomputer dotato di un doppio pulsante montato in prossimità della manopola.
L’e:i Shock è dotato di un display dove viene visualizzata il setup delle sospensioni in uso
Questa sorta di centralina trasferisce i dati rilevati in un decimo di secondo al servomotore collegato all’ammortizzatore posteriore. Quest’ultimo ha il compito di gestire in tempo reale la chiusura totale o parziale dell’idraulica del carro. E per finire, come se non bastasse, tutto è completato da un sensore di cadenza pedata ed ovviamente una batteria ricaricabile di dimensioni ridotte. Con questo equipaggiamento a prima vista complicato si ha la possibilità di utilizzare una trailbike 29er da 100 mm di escursione in una modalità del tutto nuova.
Fabrizio Montalti (...Bicio per gli amici), nasce a Cesena nel 1976 ed inizia la sua esperienza in Mtb nel maggio del 2003. Nel 2004 prende parte alle prime gare locali e dal 2005 in poi partecipa regolarmente alle gare xc/gf dei calendari UISP Nel 2007 assieme ad alcuni amici fonda il Team Essere & Switch e continua la sua avventura nel fuoristrada con risultati di tutto rispetto. Contemporaneamente intraprende l’attività di commerciante e meccanico di Mtb sportive per pura passione. Nel 2008 questo tipo di pratica diventa la sua occupazione principale e crea un negozio esclusivamente dedicato alla Mtb ed alle bici ad uso sportivo con una marcata inclinazione racing. In poco tempo si guadagna le simpatie di svariati clienti appassionati che Io accompagnano nella sua personale avventura nell’infinito mondo della Mountain Bike. Da pochi mesi a questa parte Bicio ha il piacere di esporre il proprio pensiero all’interno di questo periodico con alcune recensioni a tema con Io scopo di stimolare la riflessione dei Iettori nonché di chiarire i vari dubbi dei meno esperti.
volta dotato di una camera d’aria regolabile con apposita pompa.
...è ben visibile il servomotore che gestisce la frenatura in compressione del Monarch rt3
L’opzione di presettare in 3 modalità differenti il grado di sensibilità delle sospensioni da vita ad un modo di pedalare del tutto nuovo. Va detto che il compito più gravoso in fatto di sospensioni viene egregiamente svolto dall’ammortizzatore Rock Shox Monarch rt3 a sua
Vediamo ora di descrivere nel dettaglio le varie funzioni dell’e:i shock sul campo per dare un’idea più chiara ai meno esperti. Una volta selezionata la pre-taratura automatica si parte e ci si accorge subito che, in assenza di urti, l’idraulica rimane bloccata del tutto. Se strada facendo si affrontano urti leggeri i sensori rilevano la pedalata e percepiscono un azione di spinta attiva gestendo così una frenatura media delle sospensioni. Quindi l’insieme ammortizzante rimane parzialmente attivo, situazione tipica delle salite veloci dove lo schema
di sospensione può davvero aiutarci nell’affrontare un’ascesa in sterrato.
In presenza di un urto importante l’idraulica si apre completamente all’istante, e la stessa modalità si inserisce sempre in automatico in assenza di pedalata. Pensandoci bene in effetti quando si smette di pedalare è preferibile avere le sospensioni sbloccate (... situazione tipica di falsopiano veloce a scendere o discesa...), quindi fin qui direi che tutto quadra. Sono previste anche situazioni limite dove, superando i 40 km/h, la centralina apre l’idraulica totalmente per questioni di sicurezza. Sono comunque selezionabili 4 tarature manuali tramite i pulsanti al manubrio.
una comoda pulsantiera ci consente di selezionare rapidamente la modalità di funzionamento dell’e:i Shock
Nella più sventurata delle ipotesi è prevista anche una modalità manuale qualora la batteria termini totalmente la propria carica. Il sistema e:i Shock compreso di batteria, porta un aggravio di peso di 350 gr e garantisce una durata di circa 24 h con solo 3 h di carica. Il parere dei tester incaricati di provare sul campo il sistema e:i Shock è risultato positivo, e possiamo stare sicuri di avere a che fare con un brevetto davvero funzionale ed interessante che riscuoterà numerosi consensi da parte dei Bikers più evoluti. Se affrontate abitualmente percorsi con continui cambi di pendenza e varie asperità, il sistema e:i Shock fa al caso vostro!
tinui bloccaggi e sbloccaggi (manuali) che oramai appartengono ad un concetto piuttosto sorpassato. Come detto in precedenza, le sospensioni elettroniche fungono un po’ come da “apripista” ad una prevedibile larga diffusione dell’elettronica in ambito Mtb. Si vocifera infatti da tempo dell’arrivo imminente di una trasmissione a comandi elettronici di casa Shimano, ma ancora nulla di ufficiale conferma questa “voce di corridoio”. Forse sarà la grande novità del 2014? Aspettiamo con pazienza nella speranza che questa “elettronica” risolva i problemi senza crearne di nuovi. Eurobike Awards Voltando pagina e rimanendo in ambito Eurobike, come non citare gli hilights degli Eurobike Awards. Ogni anno infatti vengono premiati in occasione della fiera tedesca, i migliori prodotti dei vari segmenti. Tra le varie marche da segnalare in questa selezione d’elite troviamo Scott e Niner che strappano il primo posto alla concorrenza con due prodotti diversi tra loro.
La Scott Genius 650b visibile in foto è la prima di una lunga serie di 27er full in carbonio che vedremo nei cataloghi di numerosi marchi al mondo. L’Award è meritato
Scott si guadagna l’Award con la Genius 650b (27) full suspended con telaio in carbonio. Un prodotto molto bilanciato in quanto sfrutta i 100 mm di escursione con un diametro ruota leggermente superiore al 26”, mettendo d’accordo molti appassionati un po’ confusi dalle troppe opzioni di scelta. Nelle vicinanze troviamo la oramai famosa Niner Air9 RDO front nella versione 2013 con colori rivisti e costruzione del telaio ottimizzata in termini di peso. Una tipologia di 29er che ha riscosso negli anni molti consensi, ma che sinceramente non brilla per lo spirito innovativo visto che per il quarto anno le fattezze del telaio sono rimaste invariate. Giustifichiamo questo riconoscimento forse per premiare lo spirito di sacrificio che negli ultimi 15 anni Niner ha dimostrato nel voler proporre la 29er come unico standard.
Lo Shelter è disponibile in kit pre tagliati o acquistabile a metro con larghezza 50mm. Il costo lievemente alto è giustificato dal risultato che è in grado di garantire.
Quindi non sprecate tempo insultando il negoziante che via ha venduto il telaio, bensì procuratevi una striscia adesiva gommata (trasparente) di una certa consistenza da applicare nella parte sotto del tubo obliquo. Lo Shelter ad esempio (... disponibile in strisce di larghezza 5 cm...) è davvero ottimo, in quanto è in grado di dissipare gli urti di eventuali sassi che la ruota anteriore spesso può sollevare con conseguenze molto dannose (scalfitture, crepe ecc...). Se volete poi completare il lavoro in modo impeccabile verificate se, ruotando completamente il manubrio, il comando cambio va ad urtare il tubo orizzontale. Questo movimento della piega manubrio può avvenire in caso di caduta e può causare danni importanti alla verniciatura ed in alcuni casi anche vere e proprie rotture del tubo orizzontale con conseguente necessità di riparazioni straordinarie. Anche in questo caso un piccolo ritaglio di Shelter antiurto è l’ideale.
... come si è soliti dire: “poca spesa e molta resa”... Questa protezione sul tubo obliquo è tanto semplice quanto efficace. INDISPENSABILE!!
haibike è tra le poche marche al mondo a vantare l’esclusiva del brevetto e:i Shock. In foto la Sleek RC 29er 100 mm
La modalità di gestione automatica delle sospensioni permette di affrontare il tracciato in modo molto veloce e dinamico godendo di un mezzo che adatta le proprie capacità di assorbimento in modo intelligente regalando così un piacere di guida amplificato ed una maggior concentrazione sul percorso in quanto non ci si sentirà più vincolati dai con-
sa categoria 29 front, l’Eurobike Award fu vinto dalla tedesca Haibike Greed 29 che già allora vantava contenuti tecnici molto proiettati nel futuro. I criteri di valutazione degli Awards possono quindi variare in base a differenti aspetti. Ora non rimane che aspettare l’arrivo ufficiale dei nuovi prodotti nel nostro shop di fiducia... questione di poco. Detto questo non resta che citare il consiglio del mese relativo alla manutenzione dei telai. Troppo spesso si vedono in giro Mtb con telaio in carbonio prive di ogni protezione contro gli urti! Incredibile ma vero!
Niner è da anni tra i maggiori precursori delle ruote maggiorate. Nella foto la famosa Air9 RDO
Quindi visto che il 2013 sarà l’anno della definitiva consacrazione delle ruote maggiorate si pensa che la giuria abbia voluto dare merito al marchio più radicato in questo segmento. Se risaliamo al 2011 ad esempio, nella stes-
L’operazione è semplice e chiunque può risolvere il problema in maniera “fai da te” senza problemi. Il tutto seguendo tre semplici indicazioni. 1 pulire la superficie con alcool. 2 tagliare in diagonale gli spigoli della pellicola antiurto per evitare che si sollevino col tempo. 3 attaccate lo Shelter partendo dal centro e proseguendo verso l’esterno per non creare bolle d’aria. Casco in testa e buona Mtb a tutti, anche col freddo! Mtbicio
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toUr 3 reGioni 2013
a cura di IVANO OGNIBENE
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PRESENTATO A FORLÌ IL NUOVO CALENDARIO PRESENTATO A FORLÌ IL NUOVO CALENDARIO DEL CIRCUITO CHE MUOVE IN MTB IL CENTRO ITALIA. PER IL 2013 LA PARTNERSHIP SARÁ CON SCOTT. OBIETTIVI PUNTATI ANCHE SULLE PROVE DELL’ITALIAN SIX RACES.
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Chiusura della stagione 2012, con la tradizionale festa delle premiazioni finali, svoltasi a Forlì nella giornata di sabato 10 novembre, alla sala congressi della Fiera mercuriale. Conduttore dell’evento il giornalista Ivan Cecchini, alla presenza delle società organizzatrici. Ospiti importanti ed oltre 320 concorrenti, con al seguito accompagnatori ed amici. Una nota di malinconia ha attraversato l’evento, perché, dopo oltre 5 anni, l’azienda Freeweeling titolare del marchio FRW, lascia la collaborazione tecnica del circuito Tour 3 Regioni, rimanendo però allo
stesso tempo presente nelle manifestazione ciclistiche. Al contempo, gli organizzatori hanno annunciato la nascita, per la stagione 2013, di una nuova partnership con quello che sarà il main sponsor del circuito: il Tour 3 Regioni, si avvarrà infatti della collaborazione tecnica di SCOTT, azienda che sarà presente alle diverse tappe, con strutture di accoglienza, servizio di assistenza tecnica e presentazione dei nuovi modelli di mountain bike. Il momento più atteso, accanto alla premiazione dei protagonisti della stagione 2012 del circuito 3 Regioni, ma anche dell’Italian 6 Races, è stato la presentazione del calendario 2013 delle due manifestazioni. Tutto pronto, insomma, per affrontare le sfide per la prossima stagione, con un calendario di manifestazioni sempre più tecnico e di qualità che porterà gli appassionati delle ruote grasse, a percorrere i suggestivi itinerari dell’Appennino del Centro Italia e della Romagna. Per informazioni: 338 6834464 www.romagnamtb.it - www.tour3regioni.com - info@romagnamtb.it Calendario Tour 3 Regioni 2013 1a Prova D 24 Marzo “RAMPICHIANA” Sant’Andrea a Pigli (AR) 2a Prova D 28 Aprile “9 FOSSI” Cingoli (MC) 3a Prova D 09 Giugno “G. F. MONTE CUCCO” Costacciaro (PG) 4a prova D 01 Settembre “STRACCABIKE” Pratovecchio (AR) 5a Prova D 15 Settembre “RAMPICONERO” Camerano (AN) 6a Prova D 06 Ottobre “SINALUNGA BIKE” Sinalunga (SI) Calendario Italian 6 Races 2013 “RAMPICHIANA” Sant’Andrea a Pigli (AR) 1a Prova D 24 Marzo 2a Prova D 28 Aprile “9 FOSSI” Cingoli (MC) 3a Prova D 19 Maggio “G. F. MONTE GEMMO” Pioraco (MC) 4a Prova D 09 Giugno “G. F. MONTE CUCCO” Costacciaro (PG) 5a Prova D 14 Luglio “MONTE FUMAIOLO” Balze-Verghereto (FC) 6a Prova D 18 Agosto “G. F. del CHIASCIO” Pianello (PG)
I vincitori dell’Italian 6 Race I vincitori del Tour 3 Regioni fRW
Classifica Finale del Tour 3 Regioni 2012 Junior Alberto Pignati Castel Trosino MW 1 Barbara Genga I Briganti MW 2 Monia Conti Santarcangiolese ELMT Roberto Rinaldini Scott Pasquini M1 Milo Burzi Scott Pasquini M2 Serghey Mikailousky Mondo Bici M3 Fabrizio Pezzi Torpado Surfing. S. M4 Gilberto Perini Torpado Surfing S. M5 Alviero Scattini Testi Cicli M6 Marco Calise Valle del Conca Classifica Società 1a Team Scott Pasquini - 2a Team Cingolani - 3a Superbike Team Classifica Finale Italian 6 Races 2012 Junior Gianmaria Renzi MW 1 Daniela Stefanelli MW 2 Monia Conti ELMT Roberto Rinaldini M1 Milo Burzi M2 Serghey Mikailousky M3 Fabrizio Pezzi M4 Gilberto Perini M5 Alviero Scattini M6 Marco Calise
Cobran Cicli Cingolani Santarcangiolese Scott Pasquini Scott Pasquini Mondo Bici Torpado Surfing. S. Torpado Surfing. S. Testi Cicli Valle del Conca
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TEAM FERRARA BIKE a cura di Gianluca BarBieri
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Vittoria di prepotenza agli iMa Scapin LA SQUADrA GUIDATA DA GIAnnI BorEGGIo E MArIo TrAPELLA HA DoMInATo FIn DALLE PrIME BATTUTE Un CIrCUITo FATTo PEr IronMAn, VISTI I PErCorSI MESSI In CAMPo E LE ConDIzIonI METEo InConTrATE.
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Hanno festeggiato fin dal venerdì, concludendo la domenica sera, al termine del Gran Galà degli IMA Scapin, svoltosi a Vignola (Mo), domenica 11 novembre, dopo aver vinto i 5000 euro messi in palio dagli Italian MTB Awards e riservati alla prima società classificata. Una vittoria che ha visto i ragazzi rossoneri impegnati in maggio a Prato, alla Da Piazza a Piazza, a Castelvetro (Mo) alla Graspalonga, in giugno a Bibbiena (Ar) alla Casentino Bike, ad Este (PD) all’Atestina Superbike e ad Erbusco (BS) alla Franciacorta Bike. Ad agosto gli atleti del Ferrara Bike hanno disputato la Vecia Ferovia della Val di Fiemme. In settembre, poi, sono traslocati a Camerano (An), alla rampiconero, per finire gli IMA Scapin a Tremosine (BS) alla Tremalzo Superbike. A Montalcino, infine, il team ha saputo agguantare la terza piazza a squadre nella finalissima “All Star”, in occasione della quale si incontravano società ciclistiche di tutta Italia, sempre con grinta, ma col sorriso sulle labbra.
Questo è lo spirito che contraddistingue il Team Ferrara Bike: in ogni tappa del circuito, i “missili” rossoneri, si sono distinti sia per i risultati ottenuti, ma soprattutto per goliardia e simpatia. non c’era tappa nella quale non si sentissero le risate dei ragazzi del duo formato da Gianni Boreggio, trascinatore del team, e Mario Trapella, presidente e titolare del nuovo negozio di Ferrara (dal quale prende il nome il team), locale che è divenuto punto di ritrovo per i membri della squadra e luogo di scambio di opinioni sulle attività svolte. La squadra è al primo anno di attività e conta già circa 140 tesserati, compresi praticanti della strada e fuori strada. nasce con l’idea di trattare la bici a 360 gradi, dando spazio e occasioni a tutte le tipologie di ciclisti, agonisti e cicloturisti, sia su strada che su mountain bike. nel fuoristrada, la squadra ha già un gruppo strutturato, composto da 45 bikers, il numeroso gruppo ciclistico di Ferrara Bike
mentre per quel che concerne la strada, il gruppo sta attivando un’organizzazione parallela. Alla conclusione del primo anno, di attività il settore mtb ha vinto gli Ima Scapin con 13 atleti classificati nei primi 10 delle rispettive categorie, nonché ben 6 all finisher, ottenendo altresì la terza piazza alla finalissima “All Star 2012” di Montalcino. La struttura della squadra vede come punta avanzata i due “uomini camper”, Guido e Adolfo, che precedono il gruppo nelle trasferte, provvedendo al ritiro pacchi gara, e sulla linea del traguardo. Da sottolineare anche l’ottima prestazione di David Trapella, rimasto in maglia verde Ima per un bel po’ di tappe e giunto al secondo posto in classifica finale. Per tutte le informazioni sul team Ferrara Bike, basta rivolgersi al negozio Ferrara Bike di Pontelagoscuro (FE) scrivendo al sito www.ferrarabike.it
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MIchElE PAsquAlI, “RAPITo” dAl downhIll
brina@gocom.it
a cura di nicOleTTa Brina
Un gHiacciaio cHiUSo ed Una carriera cHe inizia IL 33EnnE SAMMArInESE HA TroVATo LA SUA DIMEnSIonE nELL’EnDUro E DoWnHILL, ALL’InTErno DEL GrAVITY TEAM. GIUSEPPE LIVIDInI CoME “MEnTorE” E TAnTE SFIDE In CALEnDArIo PEr IMPLEMEnTArE IL SETTorE DELLE BI AMMorTIzzATE.
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È inutile, una volta provata la discesa, il brivido della velocità che aumenta, le difficoltà date dagli avvallamenti del terreno e dalle improvvise virate che questi impongono, i salti, la polvere, il fango, è dura tornare indietro. Lo sa bene Michele Pasquali, 33enne sammarinese, bagnino di salvataggio in una piscina olimpionica, ma letteralmente “rapito” dal downhill e l’enduro. Michele com’è nata questa passione? «Per una sorta di strano scherzo del destino, nel senso che sono un ex sportivo che si è ritrovato a ricominciare in sella ad una bicicletta. Nel 2009 sono andato in vacanza con alcuni amici, durante l’estate, alle Deux Alpes. L’intenzione era quella di fare snow, ma ci siamo ritrovati con un ghiacciaio chiuso e la domanda: “E ora che si fa?”. Ebbene, i miei amici già praticavano downhill e per seguire loro, sono salito in sella anch’io. Da allora, ho dimenticato lo snow, ma mi sono completamente innamorato del downhill ed enduro.» nel 2010 insieme ad altri ragazzi, ha dato vita al San Marino gravity team… «Gli appassionati di queste discipline aumentavano sempre più, così si è deciso di creare un gruppo vero e proprio. Siamo una ventina di ragazzi ed il nostro mentore è Giuseppe Lividini, un vero e proprio guru del downhill, visto che lo pratica da oltre 20 anni ed è fonte di consigli molto preziosi per noi. Una volta formato il gruppo, ho fatto qualche gara, sono entrato nell’ambiente del downhill e devo dire mi sono trovato nella mia dimensione. Anche i più forti sono disponibilissimi, nessuno se la tira. Quanto alla disciplina, la discesa è molto divertente e fa per me. Ho cominciato così a diffondere il ‘verbo’ del bi ammortizzato, coinvolgendo
anche Zaff (Daniele Zafferani di ZaffBike), per implementare il settore.» Solo biker o anche strada? «Lo confesso: non sono mai salito in vita mia su una bici da strada e non credo lo farò entro breve tempo. Per il momento la mtb copre tutte le mie esigenze. Conosco tanti stradisti, molti li ritrovo a fare downhill, so che alcuni di questi praticano anche il crosscountry, ma il mio ambiente naturale è l’enduro ed il downhill, il crosscountry lo lascio ad altri gruppi.» com’è andata la stagione? «La stagione è finita, abbiamo partecipato sia al Campionato Coppa Italia downhill, sia a quello europeo. Ci aggiungiamo anche l’Enduro Bike Cup che abbiamo aiutato ad organizzare. Ho vinto quest’ultima manifestazione a pari merito con un altro ragazzo, Simone Fabbri, anche se ad essere onesti, mi sento di essere arrivato secondo, malgrado siamo approdati a fine campionato con lo stesso punteggio. È stata un’ottima stagione, ci siamo divertiti tutti ed abbiamo ottenuto buoni risultati.»
gara che l’ha entusiasmato di più? «Sicuramente i Campionati Europei Master in Slovenia. Ero insieme a Lividini e in gara il livello era decisamente alto, con ex di Coppa del Mondo. La pista era abbastanza difficile e credo sia stata la gara più dura cui ho partecipato quest’anno. La soddisfazione sta nel fatto di essere arrivato in fondo sano e salvo e di essermi difeso abbastanza bene. Questa è stata la mia sfida dell’anno, cui si aggiunge la MaxiAvalanche che fa parte della Coppa Europa, a Cervinia, ed anche in quella occasione, me la sono vista con i primi 20 a livello europeo ed erano veramente forti. Tutto sommato non sono andato neanche troppo male: 58° assoluto e 18° di categoria.» programmi per il futuro? «Per il 2013 prevediamo di raddoppiare i numeri della squadra, perché molti crosscountrysti vengono a fare enduro. Organizziamo raduni sulle nostre piste e gare urbane di discesa. Contiamo di partecipare a tutte le gare più importanti in Italia e anche quelle in Europa possibilmente. In quanto sammarinese possiamo rappresentare la nazione anche senza essere grandi campioni.»
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ITAlIAn MTB AwARds scAPIn
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a cura di Gianluca BarBieri
alla rocca di Vignola le preMiazioni VInCITorI ASSoLUTI DELLE noVE ProVE DEL CIrCUITo, FrAnCESCo CASAGrAnDE E MArIAnGELA CErATI. nEL 2013, DUE nUoVE PErLE IMPrEzIoSIrAnno IL CIrCUITo, CoME AnnUnCIATo DA MASSIMo STErMIErI E GIAnLUCA BArBIErI, orGAnIzzATorI DELL’IMA, IMPEGnATI In UnA SFIDA InTErnAzIonALE, oSSIA L’orGAnIzzAzIonE DELLA PrIMA EDIzIonE DELLA TrAnS TUnISIA MArATHon.
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Domenica 11 novembre, nel suggestivo contesto della rocca di Vignola (Mo), è andata in scena la grande festa degli Italian MTB Awards Scapin. Quasi cinquecento persone, tra concorrenti, accompagnatori, stampa specializzata e televisioni, si sono
ritrovate nel Comune modenese e sono state accolte con un ricchissimo buffet, a base di tigelle e gnocco fritto, che ha preceduto l’inizio delle premiazioni all’interno della prestigiosa sala dei Contrari della stupenda rocca di Vignola.
La cerimonia ha avuto inizio con un toccante video in memoria di Lorenzo Vernazza, del Pedale Fidentino, recentemente scomparso in un drammatico incidente, che è stato commemorato da compagni di squadra e amici.
Ospite della manifestazione il presidente della Federezione ciclistica italiana renato Di rocco
Tutti gli all finisher sono stati chiamati e premiati, prendendo poi parte a una ricchissima estrazione di premi a sorteggio, che ha visto i più fortunati vincere numerose bici olympia, un telaio Scapin, oltre a soggiorni, vacanze e abbonamenti per l’edizione 2013 del circuito. L’atmosfera, come di consueto, era cordiale, goliardica e familiare. Con l’assoluta maschile e femminile, ha avuto inizio la lunghissima serie di riconoscimenti al merito dei forti biker che si cono confrontati sulle nove prove, da aprile a ottobre. Francesco Casagrande e Mariangela Cerati sono stati gli assoluti dominatori dell’edizione 2012. A seguire, tutte le categorie, con premi per i primi dieci di ognuna.
foto a. zanardi/SoloBiKe.it foto a. zanardi/SoloBiKe.it
Paolo Malfer, speaker d’eccezione, ha dato inizio alle premiazioni, alla presenza del Presidente Federale renato Di rocco e Daniela Isetti, Consigliere Federale e responsabile del centro studi della FCI. La splendida voce della cantante Carmen, che ha fatto venire i “brividi” a molti, ha accompagnato il susseguirsi di ospiti che si alternavano sul palco. I primi a intervenire sono stati gli organizzatori delle nove prove del circuito, seguiti dagli sponsor, che con il loro supporto hanno contribuito alla costituzione di un montepremi generale eccezionale, che ha ampiamente soddisfatto la totalità dei partecipanti all’IMA Scapin. Dopo un simpatico siparietto, che ha visto protagonisti i vincitori delle prime edizioni del circuito, sono iniziate le premiazioni vere e proprie.
Annunciata ufficialmente anche la prima edizione della Trans Tunisia Marathon, impresa nella quale lo staff IMA sarà impegnato a fine marzo 2013, e che riguarderà l’organizzazione di un’accattivante gara a tappe in Tunisia. L’appuntamento è per tutti al 2013 con la nuova edizione degli IMA Scapin, circuito che ha riscosso grande successo e che si preannuncia in ulteriore crescita, visto l’interesse che ha saputo suscitare.
foto a. zanardi/SoloBiKe.it
La premiazione per le società è stata la ciliegina sulla già ricchissima torta. Cinquemila, quattromila, tremila, duemila e mille, sono stati gli “euro” vinti dalle prime cinque società classificate, che sono uscite dalla sala con in tasca un vero assegno. La cerimonia si è chiusa con la presentazione di due nuove prove per il 2013, che daranno ulteriori stimoli ai partecipanti. Massimo Stermieri e Gianluca Barbieri, organizzatori dell’IMA, hanno ringraziato dell’affetto dimostrato e rinnovato da parti di sponsor, team e concorrenti, ingrediente che garantisce le basi per la continuità di un movimento che ha saputo amalgamare tante realtà sparse per tutto il centro-nord d’Italia.
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Dicembre
02.12.2012 - San Clemente - Team Oliviero 09.12.2012 - Cesena - Valle Rubicone 15.12.2012 - San Giovanni in Marignano - Euro Bike
I CAMPIONI PROVINCIALI ANNO 2012 Forlì/Cesena 1a Serie
2a Serie
Cadetti Junior Senior Veterani Gentleman
MANENTI ASSIMO M GIANNELLI IRCO M PRACUCCI ANDREA ARFELLI STEFANO BERNARDI ARCO M
Superg A Superg B
GALASSI EFANO ST ---BRUNELLI STEFANO BARBETTA STEFANO GRADELLINI VIO SIL - SACCHETTI LUCIANO - BALDI ALBERTINO
Ravenna Junior Senior Veterani Gentleman Superg A Superg B
- MANZI MATTEO - VENTURINI MIRKO - CORTESI DAVIDE - GIOVANNINI VERTER - MELANDRI ROMANO - BALDINI LUIGI
Rimini Junior/Senior Veterani Gentleman Superg
- CINNI DAVIS - SARTORI ROBERTO - MONDAINI MAURO - CELATO BARTOLOMEO