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Fabio Aru
eccellenza italiana Anno VI/VII - NËš 1 2/1
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CECINA, LA PERLA DEGLI ETRUSCHI
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IL BLU COBALTO DELLA COSTA INCONTRA IL VERDE RIGOGLIOSO DELLE COLLINE LIVORNESI. CARTOLINA IDEALE, IL PROSSIMO 1° MARZO, PER LA GRANFONDO INKOSPOR
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Cecina, Bandiera Blu dell’Unione Europea e la sua marina, incastonate tra l’azzurro del mare ed il verde della campagna della Costa degli Etruschi, sono località molto amate dai turisti di tutto il mondo per le loro risorse storiche ed ambientali. Le origini di Cecina sono antichissime, tanto che recenti studi e ritrovamenti le fanno risalire al periodo neolitico. Presso il Museo Civico Archeologico Guerrazzi, allestito nella settecentesca Villa La Cinquantina, sede di importanti mostre, sono conservati suggestivi reperti arcaici ed etrusco-romani: nelle dodici sale sono esposti monili, oggetti in bronzo, ceramiche e suppellettili di provenienza locale, oltre ad eccezionali reperti prestati dai musei etruschi di Firenze e di Volterra. Sui resti visitabili della Villa romana di San Vincenzino, complesso residenziale che risale al periodo tra il I secolo a.C ed il V secolo d.C., sono
derna, famosa per i suoi negozi che propongono un’ampia gamma di prodotti di qualità. Il corso e la piazza principale, chiusi al traffico, sono luoghi di shopping e di ritrovo per i giovani e le famiglie. Ristoranti, pub, trattorie, enoteche offrono un’ottima cucina a base di pesce e selvaggina.
visibili le fondazioni, i mosaici, i pavimenti ed una ancora intatta cisterna sotterranea. Cecina è anche una cittadina vivace e mo-
Un’immagine panoramica delle colline in Val di Cecina
Una baia caratteristica nella costa a Cecina
Ricca è la programmazione teatrale e particolarmente vivace la vita sportiva, grazie alle numerose e moderne strutture presenti, tra le quali un attrezzatissimo bocciodromo, il Parco acquatico ed un importante centro ippico. Ma Cecina è anche una città dalla grande cultura cicloturistica, che il prossimo anno, il 1° marzo, ospiterà la Granfondo Inkospor. Durante tutto l’anno si svolgono eventi, iniziative folkloristiche, feste, sagre ed un celebre mercato settimanale anima le vie del centro.
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PISA, CAPITALE DELLA CULTURA DA GALILEO ALLA NORMALE, SULLE “SPALLETTE” DELL’ARNO UNA DELLE CITTÀ TOSCANE DI MAGGIOR FASCINO
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Sesto comune della Toscana per popolazione, Pisa – secondo un’antica leggenda – sarebbe stata fondata da alcuni mitici profughi troiani provenienti dall’omonima città greca di Pisa, posta un tempo nella valle del fiume Alfeo, nel Peloponneso. La città, che diede i natali a Galileo Galilei, sorge a pochi chilometri dalla foce del fiume Arno, in un’area pianeggiante denominata Valdarno inferiore, chiusa a nord dai Monti Pisani. Tra i monumenti più importanti della città va annoverata la celebre piazza del Duomo, detta Piazza dei Miracoli, dichiarata Patrimonio dell’Umanità, con la Cattedrale edificata in marmi bianchi e colorati, tra il 1063 e il 1118, in stile romanico pisano, con il portale in bronzo di San Ranieri e il pulpito di Giovanni Pisano. Nella piazza svetta la caratteristica Torre pendente, campanile del XII secolo, alta 56 metri, che acquisì la sua caratteristica inclinazione dieci anni dopo l’inizio della sua costruzione, oggi uno dei monumenti italiani più conosciuti al mondo. L’inclinazione si è protratta per moltissimi anni, fino ad arrestarsi dopo i lavori di restauro conclusisi nei primi del XXI secolo. A Pisa è da notare la presenza di almeno tre campanili inclinati: uno, il più noto, appunto in Piazza del Duomo; il secondo è il campanile della chiesa di San Nicola, situato in via Santa Maria, nelle vicinanze di Lungarno Pacinotti; il terzo, situato a circa metà strada del viale delle Piagge (lungofiume, nella parte est della
Luminaria di San Ranieri, il capodanno pisano
città), è il campanile della chiesa di San Michele degli Scalzi (in questo caso anche la chiesa ha una significativa pendenza). I quattro quartieri del centro storico della città rivivono le loro tradizioni nel Gioco del Ponte, una delle principali manifestazioni storiche che si svolge nel mese di giugno, in occasione delle festività legate al patrono San Ranieri. All’imbrunire del 16 giugno, per tutta la notte, i Lungarni spengono le proprie luci e si illuminano con candele poste su telai che ricalcano i profili dei ponti e delle finestre dei palazzi: è la magica atmosfera della Luminara. I quartieri del centro storico di Pisa mantengono una loro identità dal sapore me-
dievale; basta addentrarsi nelle vie e nei vicoli che si dipartono dall’asse nord-sud Corso Italia – Borgo Stretto. Passeggiare per quelle strade consente di scoprire angoli e piazze altamente suggestive, chiese di antica bellezza, trattorie a base di cucina tipica toscana. Pisa ospita il più rilevante aeroporto della Regione, il “Galileo Galilei” che vanta collegamenti nazionali e intercontinentali diretti. La città è sede di ben tre tra le più importanti istituzioni universitarie d’Italia e d’Europa, l’Università di Pisa, la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna, nonché il Consiglio Nazionale delle Ricerche e numerosi istituti di ricerca.
Una suggestiva immagine notturna del Duomo e della Torre di Pisa
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SOMMARIO 18
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Riccardo Magrini
Donna In... Bici
a cura di Paolo Mei
a cura di Roberto Feroli
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ACSI, un 2014 con lode
Il telaio ideale
a cura della Redazione
a cura di Roberto Zanetti
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Ruote Roventi
Mente in sella
a cura di Roberto Sgalla
a cura di Claudia Maffi
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Protagonisti
Trentino MTB, premiati i migliori
a cura di Paolo Mei
a cura di Newspower
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A tu per tu con il Ct
Oltre l’ostacolo
a cura di Luciana Rota
a cura di Roberto Zanetti
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Il Coach a cura di Iader Fabbri
Gran galà IMA Scapin, ed è grande festa a cura di Aldo Zanardi
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PIT-STOP NELLA NATURA a cura di ROBERTO ZANETTI
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IL RESORT CHIANTI VILLAGE MORROCCO È STATO INAUGURATO NELLA PRIMAVERA DEL 2012 E PROPONE AI SUOI OSPITI UN SOGGIORNO COMPLETO DI OGNI CONFORT, TRA BENESSERE, RELAX E BUONA CUCINA
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Dove si trova Ubicato in una delle posizioni più esclusive della Toscana – a pochi passi dai luoghi simbolo della regione, quali Firenze, Siena, Monteriggioni, Volterra e l’incantevole San Gimignano – il Resort Chianti Village Morrocco è adagiato sulle splendide colline del Chianti; una terra ricca di storia, cultura, buona cucina e ottimo vino apprezzato in tutto il mondo. Affascinante e “country-chic”, il Resort Chianti Village Morrocco è composto da uno splendido edificio a ferro di cavallo che si affaccia su una grande piscina (essendo i primi di novembre, per ovvi motivi climatici, non abbiamo potuto usufruirne) contornata da un curatissimo parco ombreggiato, nel quale si può tranquillamente passeggiare, leggere e rilassarsi. All’interno, il Resort è arredato con un design moderno e confortevole, per accogliere gli ospiti in un clima di eleganza informale e rendere il soggiorno piacevolmente riposante. A completare la struttura e renderla ancora più efficiente è poi l’ottimo ristorante “Chianti Restaurant Morrocco” che propone pranzi leggeri e piatti tradizionali per la sera (ideali per sportivi come noi) e la sala riunioni (45 posti disponibili, attrezzata con proiettore e connessione Wi-Fi) che, in caso di meeting aziendali, convegni o cerimonie risulta essere una utilissima location oltre che una base d’appoggio molto strategica. Il soggiorno Il Resort Chianti Village Morrocco dispone di 56 appartamenti (15 monolocali, 33 bilocali e 8 trilocali), tutti decorati con l’eleganza e la sobrietà che da sempre contraddistingue il gusto toscano per la bellezza
dei dettagli. Delle abitazioni per famiglie, coppie, o singoli a tutti gli effetti; sistemazioni ad hoc per ogni esigenza e per ogni persona. Gli ospiti sono accolti in ambienti confortevoli, arredati con mobili funzionali e di design, pregevoli decorazioni e modernissimi bagni. Tutti gli appartamenti sono dotati di ampie terrazze arredate dove godersi il panorama e la brezza della sera, magari con un ottimo bicchiere di vino (rigorosamente Chianti, ovvio!) fra le mani. Tutti gli appartamenti sono dotati di televisori a schermo piatto LCD e cucine alla moda accessoriate di tutti i migliori elettrodomestici.
I servizi disponibili Il Centro Business del Resort Chianti Village Morrocco, perfettamente integrato con l’ambiente, è adibito per organizzare alla perfezione qualsiasi evento: dal transfer dall’aeroporto via terra o in elicottero, all’invio di documenti via fax, all’organizzazione di coffe break o di pranzi leggeri durante le pause, servizio di traduzione, servizi fotografici e video. Il Bar è a disposizione per cocktail, spuntini e bevande durante tutto il giorno e fino a tarda sera. Ideale per rinfrescarsi durante la giornata in piscina o per un aperitivo mentre ci si gode un idilliaco tramonto sulle colline toscane adiacenti alla struttura. La Piscina (16x8 metri), inoltre, aperta da mattina a sera, è attrezzata di comodissime sdraio, ombrelloni e tavolini per il comfort degli ospiti che vogliono godersi un piacevole e rinfrescate relax.
Indirizzo e contatti Resort Chianti Village Morrocco Strada Morrocco, 36/A 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI) Tel. +39 055 8059418 Fax: +39 0558059416 Web site: www.chiantivillage.it E-mail: info@chiantivillage.it
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LA MARCIALONGA CONQUISTA DAL 1971 a cura di NEWSPOWER
Una suggestiva immagine della Marcialonga
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7 min
pressoffice@newspower.it
NATA DALL’IDEA DI QUATTRO AMICI, HA DA SUBITO ATTIRATO SPORTIVI DA TUTTO IL MONDO INSIEME ALLA CYCLING ED ALLA RUNNING, FORMA UN TRITTICO PER ATLETI DI DISCIPLINE ACCOMUNATE DAL SACRIFICIO E DALLA SFIDA PRIMA DI TUTTO A SE STESSI. TUTTO NELLA IMPONENTE NATURA DELLE VALLI DI FIEMME E FASSA
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Tra le valli di Fiemme e Fassa, ai piedi dei monumentali massicci dolomitici, si narrano leggende di principesse e gnomi, re e regine, abitanti dei boschi e magiche creature che popolano luoghi incantati tra laghi ghiacciati e nevi perenni. E tra le mitiche storie che questo angolo di Trentino può raccontare con orgoglio e piacere c’è anche la Marcialonga, nata quasi come scommessa ma presto divenuta leggenda. La scintilla si dipanò dall’impresa di Franco Nones alle Olimpiadi di Grenoble di oltre 45 anni fa, quando in quel 7 febbraio 1968 il fiemmese mise in fila nordici, sovietici e germanici nella 30 km in classico. Fu un oro semplicemente fenomenale; l’intero paese, il nostro, si emozionò davanti ad una gara di fondo, come mai successo prima di allora, e in tutta la Val di Fiemme l’entusiasmo crebbe a dismisura. Nel frattempo, in quel di Mora, in Svezia, la leggendaria Vasaloppet attirava l’atten-
zione di migliaia e tra questi c’era anche un nutrito gruppo di trentini. Siamo alla fine degli anni Sessanta e proprio al ritorno da una “Vasa” un pensiero prese vita nelle menti di Giulio Giovannini, Roberto Moggio, Mario Cristofolini e Nele Zorzi: «Perché non ricreiamo una Vasaloppet anche da noi?». Ecco servita l’idea Marcialonga dai suoi padri fondatori e il 7 febbraio 1971 ci fu il primo colpo di cannone per il via della prima granfondo italiana. L’edizione di debutto, che tra gli altri vedeva allo start, e secondo poi al traguardo, proprio l’olimpionico di casa Nones, portò subito oltre mille partecipanti alla corte della Marcialonga, ed in soli quattro inverni questo numero lievitò a quasi 7000. I vichinghi, gli inventori del fondo, si appassionarono alla Marcialonga fin dai primi anni, facendosi inoltre precursori di una nuova tecnica ancora sconosciuta ai più, lo “skating”, o tecnica libera. Per i primi inverni,
l’evento che univa le valli di Fassa e Fiemme a bordo di sci stretti era riservato esclusivamente agli uomini, ma nel 1978 la skimarathon trentina aprì le porte alle donne e ancora oggi l’atleta con il maggior numero di ori al collo è Maria Canins Bonaldi, la cui striscia di vittorie consecutive dal 1979 al 1988 non è stata ancora spodestata, nemmeno da un uomo. Nel corso dei decenni la Marcialonga ha incoronato big del fondo come Maurilio De Zolt, Giorgio Vanzetta, Michail Botvinov e Guidina Dal Sasso, fino ai più recenti Joergen e Anders Aukland, Hilde Pedersen, Jerry Ahrlin, Cristina Paluselli e Jenny Hansson. L’edizione dello scorso gennaio è stata vinta dal norvegese Simen Oestensen e dalla russa Julia Tikhonova davanti agli altri scandinavi Dahl e Aukland, alla svizzera Boner e alla svedese Lofström. Il primo italiano a tagliare il traguardo di Cavalese è stato il trentino Bruno Debertolis,
La partenza della Marcialonga 2014 foto NEWSPOWER
9 per rivivere quei momenti primordiali in cui un’idea di… fondo si trasformava in mito e leggenda di granfondo. Tra le migliaia di presenti alla Marcialonga invernale, sia nella variante lunga da 70 km, da Moena a Cavalese, sia nella light di 45 km da Moena a Predazzo, ci sono sempre tanti appassionati delle due ruote, sia strette che grasse, e le similitudini tra le due discipline sono presto individuabili. L’impegno, il sacrificio, la sfida contro gli avversari e contro sé stessi nel marciare per decine di chilometri e risalire quella temibile salita di Cascata che chiude la Marcialonga sono esattamente gli stessi dell’attaccare un passo dolomitico e giungere in vetta tornante dopo tornante. A questo proposito, a metà giugno del 2015 – domenica 14 per
foto NEWSPOWER
Un’immagine della Marcialonga Running
Gruppo di atleti alla Marcialonga Cycling Craft
in undicesima piazza ad un minuto e mezzo dal vincitore. La Marcialonga non è solo agonismo e numeri (ad oggi, con l’edizione numero 42 il prossimo 25 gennaio, il totale iscritti ha sfondato quota 215.000), ma è un evento che fa promozione allo sci di fondo e al turismo in Trentino, che incoraggia lo sport giovanile, che si basa sul volontariato, che sostiene la solidarietà. Una manifestazione che in Italia e nel mondo, nei circuiti Worldloppet, Ski Classics e FIS Marathon Cup, ha fatto rivivere la passione della tecnica classica (dal 2003 unica ammessa alla Marcialonga). Marcialonga per tutti e per tutto il pianeta insomma, viste anche le presenze da ogni continente. Negli anni il sempre attivo comitato organizzatore, oggi capitanato da Angelo Corradini e Gloria Trettel, ha catturato l’attenzione di migliaia di fondisti che possono essere parte di Marcialonga grazie alla Minimarcialonga, ma anche alla Marcialonga Stars in favore della LILT, alla Marcialonga Young o alla più recente Marcialonga Story, che nella mattinata del sabato riporta in pista lo sci di fondo dei padri, con attrezzature ed abbigliamento vintage che diventano un must e creano l’occasione perfetta
foto NEWSPOWER foto NEWSPOWER
la precisione – tornerà anche la Marcialonga Cycling Craft, la granfondo su strada che nei suoi due percorsi trasporta i concorrenti sui passi Lavazé, San Pellegrino e Valles. Divertimento assicurato quindi in casa Marcialonga non solamente d’inverno, ma anche a fine primavera prossima. E per chi avesse la passione della corsa, ecco servita la Marcialonga Running di inizio settembre. Tris di primi che soddisfa ogni palato tra le vallate di Fiemme e Fassa, di bianco o di verde vestite non importa, e che forma la stuzzicante Combinata Punto3 Craft con i tempi delle tre gare a sommarsi in un’unica classifica con premi speciali tutti da scoprire anche su www.marcialonga.it.
Sotto l’albero con INBICI Ed eccoci arrivati a dicembre, il mese consacrato alle feste. Per l’ultimo numero del 2014, INBICI vi ha preparato un’edizione di Natale che, come tutti sanno, non è un giorno o una stagione, ma uno stato d’animo. Come il sorriso di un simpatico e ironico Riccardo Magrini ciclista ed opinionista di Eurosport. Come l’amore che lega Silvia Bertocco, la nostra donna INBICI di questo mese, alle due ruote. Come la passione che anima gli organizzatori della Marcialonga, quelli della Granfondo Selle Italia Via del Sale o del Trentino MTB. All’interno della rivista troverete, come sempre, un focus sulle ciclo-aziende più dinamiche (come KTM), lo spazio legato all’amarcord
(Giannetto Cimurri), gli approfondimenti tecnici (come Il telaio ideale). Ricordando agli sportivi, in particolare a coloro che temono i bagordi della festa, «che non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale», porgiamo a tutti i lettori di INBICI i nostri più sinceri auguri di buone feste e di un prosperoso anno nuovo.
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L’EDITORIALE l’editore MAURIZIO ROCCHI
LA MAGLIA ANTIVENTO CON TRATTAMENTO NANOTECNOLOGIA CHE LA RENDE RESISTENTE ALLA PIOGGIA
LA GIACCA ANTIVENTO E ANTIPIOGGIA ULTRALEGGERA IDROREPELLENTE E TRASPIRANTE
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IN COPERTINA info@inbici.net
FABIO ARU L’EROE CHE DALLA SARDEGNA SCALDA I CUORI DEI TIFOSI, PROMETTENDO CON LE SUE PEDALATE ALTRE MILLE, INTENSE EMOZIONI
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Si potrebbe leggere “Un uomo in fuga – Cent’anni di ciclismo in Sardegna”, di Pietro Picciau. Oppure “Gonnosfanadiga” di Mondo Putzolu. Sono solo due dei libri che raccontano le tante storie di ciclisti sardi che hanno saputo suscitare ammirazione per la loro interpretazione eroica del pedale. Come per la storia di Ignazio Aru, nato ad a Pirri nel 1937, che con la squadra dell’Audax ed insieme ad altri 4 ciclisti, tutti sardi, partecipò al Giro di Sardegna del 1960, che si concluse allo stadio Amsicora di Cagliari. O come quelle di Giuseppe Bratzu, Maurizio Carta, Giacomo Fois, Giovanni Garau, Antonio Manca, Emiliano Murtas, Francesco Musa, Natale Pau, Giuseppe Picciau, Alberto Loddo, tutti ex professionisti. Ai quali si aggiungono Luciano Pau e Giuseppe Solla che hanno partecipato ad alcune gare professionistiche, nel 1999, senza avere poi firmato alcun contratto professionistico. Ed ancora Domenico Uccheddu (nelle edizioni del Giro d’Italia del 1930 e 1931), Giovanni Garau (1961 e 1963) e Giuseppe Bratzu (nel 1969). Non è emozionante? Non è emozionante pensare che Fabio Aru rappresenti la miglior discendenza di una serie di eroi che, seppure avendo negli occhi quello che il cantante e poeta De Andrè ha definito il paradiso, ovvero la Sardegna, non hanno mai risparmiato neppure una goccia di sudore, sui tratti costieri frastagliati come sulle catene montuose più interne? A Fabio Aru, nato il 3 luglio 1990 in Sardegna a San Gavino Monreale, nella provincia del Medio Campidano, noi di INBICI abbiamo deciso di dedicare la copertina dell’ultimo numero di questo 2014. Neppure un attimo di esitazione: è lui l’atleta a cui intendiamo rendere omaggio. Per il carattere, il coraggio, la determinazione, l’applicazione. Doti indispensabili a chi voglia diventare un grande di questo sport; e Fabio Aru, per essere un protagonista assoluto anche del futuro, ha già ampiamente dimostrato di avere tutte le caratteristiche. Compreso, da non sottovalutare avendolo già vinto Basso, Cunego, Cipollini, Indurain, Cavendish e l’immortale Marco Pantani, il Trofeo Bonacossa, che al Giro d’Italia premia l’impresa più bella. Quella di Fabio Aru in questo 2014. Un talentuoso, forse. Lui che fino al 2008 ha fatto mountain bike e ciclocross, e che nel 2011, con un bel settebello di successi tra i dilettanti, tra cui due Giri della Val-
le D’Aosta, un signor scalatore, firma un contratto con l’Astana. Un talentuoso che, come i suoi antenati, non si sottrae alla fatica, ma anzi ne fa la divisa da indossare per spingere sempre, una mezza ruota avanti, una pedalata dopo l’altra. Esattamente come nella cronoscalata del Monte Grappa, Giro Rosa 2014, chiusa al secondo posto, appena 17 secondi dalla Maglia Rosa e trionfatore finale Nairo Quintana. Sempre al Giro di questo 2014 arriva la sua prima, splendida vittoria, quindicesima tappa, da Valdengo a Montecampione.
Arriva con un vantaggio di 21 secondi su Fabio Duarte, di 22 secondi su Quintana. “SpettacolAru” recita un meraviglioso striscione di altrettanto meravigliosi tifosi. A lui, a Fabio Aru, 24 anni e tanta capacità di soffrire puntando il traguardo, là in cima, a lui INBICI dedica la sua primissima pagina. Augurando a lui, il miglior talento del nostro ciclismo, che in sella al suo sogno possa realizzare anche quelli dei molti, moltissimi, che a bordo strada o davanti alla tv continueranno a sussultare davanti alle sue gesta.
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La VIP CARD di INBICI rappresenta un innovativo passaggio sul mondo bike. Perché mette in rete una serie di eccellenze, riconosciute come tali, e quindi a disposizione, tutte insieme per la prima volta. Ogni ciclista appassionato delle sue due ruote, delle granfondo intese come momento di aggregazione, e perché no, anche interessato alla galassia INBICI, può avere a disposizione una serie di opzioni di estremo interesse. In primis, l’iscrizione ad 11 Granfondo tra le più importanti, apprezzate e partecipate. Da la Selle Italia di Cervia alla Straducale di Urbino, passando per la Leggendaria Charly Gaul ed il Giro delle Miniere in Sardegna, fino alla 5 Terre di Deiva Marina, la Cassani di Faenza e la Città di Pisa, ed anche
Laigueglia e l’Aprica, ed altre ancora. Iscrizione che, per tutti i possessori della VIP CARD costerà esattamente la metà. Poi, l’abbonamento per una anno alla nostra rivista, per poterla ricevere ogni mese e rimanere così informati su tutto il mondo della due ruote a pedali, strada e mountain bike. Ed ancora la divisa ufficiale di INBICI, un capo di abbigliamento sportivo tecnico ed apprezato, che sempre più spesso si può
vedere in azione sulle strade di tutta Italia e non solo, come testimoniano le foto che riceviamo e volentieri pubblichiamo. E poi, una lunga serie di sconti, importanti, sull’acquisto di materiale delle più prestigiose aziende fornitrici, da Inkospor a Beltrami TSA, da Biotex a FRW; materiale, prodotti e servizi tecnici di prim’ordine, che hanno scelto di entrare a far parte di questo gruppo al servizio di voi ciclisti. Una serie di partecipazioni che ci rende consapevoli della bontà della scelta di creare e rendere attiva la nostra VIP CARD. Una precisazione: in realtà la VIP CARD, che offre una serie di opportunità come detto assolutamente vantaggiose, si sdoppia, diventando così uno strumento ancora più interessante. Nella formula Gold, al costo di 200 euro, offre anche il tesseramento ACSI per tutto il 2015, ed anche la possibilità di entrare a far parte del nostro nascente Team, la Scuderia INBICI. Nella formula Silver da 170 euro, rivolta invece a chi è già tesserato in una squadra, proprio il tesseramento viene sostituito da una Tshirt INBICI della linea History, capo d’abbigliamento in versione maschile e naturalmente anche femminile. I motivi per aderire non mancano. Siamo certi la VIP CARD risulti un valido strumento per avere a propria disposizione una serie di servizi a prezzi agevolatissimi, portando ad un risparmio concreto senza dover rinunciare ad una granfondo o all’acquisto dell’integratore utile alla vostra performance.
foto MOMO 3
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A FIRENZE È L’EDIZIONE NUMERO 3
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a cura della REDAZIONE
PARTITA CON LE IDEE CHIARE, LA GRANFONDO FIRENZE DE ROSA SI TERRÀ IL PROSSIMO 19 APRILE NUMEROSE LE MANIFESTAZIONI COLLATERALI, TRA CUI AMPIO SPAZIO AI PIÙ PICCOLI CON DIVERTIMENTO, SICUREZZA ED EDUCAZIONE STRADALE. SI TRANSITA PER IL MUGELLO CIRCUIT. AL VIA ANCHE IL GIRO DELLE CAPITALI
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La Granfondo che mancava. Fino alla nascita del Veloce Club Firenze, creata nel 2012 dall’iniziativa di sei appassionati, con l’intendo di coadiuvare l’ente Fiera e Sicrea nell’organizzazione dell’evento “BiciFi – Il Festival della Bicicletta”. Al Festiva si collega da subito la Granfondo di Firenze, che celebra la sua “prima” il 2 Marzo 2013; ed è subito un successo, perché i ciclisti al via sono oltre 2000. Il fascino di Firenze, i numeri, importanti già da subito, la qualità organizzativa e l’ovvio interesse di alcune aziende; è così che la Granfondo Firenze sponsorizzata De Rosa diventa da subito un appuntamento fisso del panorama nazionale con l’obiettivo di crescere rimanendo ben ancorata ai principi di sicurezza, divertimento, lealtà. Anche per questo la Granfondo Firenze sarà inserita nel Circuito Granducato di Toscana, nel Brevetto dell’Appennino. In più, insieme a Roma e Torino, è fondatrice del Giro delle Capitali. Insomma, un bel biglietto da visita. Così che il 19 aprile del 2015 andrà in scena l’edizione numero 3. In anni economicamente difficili, una continuità che conferma la bontà dell’intuizione del Veloce Club; con tante piccole sorprese, alcune delle quali (nel momento in cui scriviamo) ancora da specificare, come la Ciclalcolica e la Fixed Florence. Appellativi comunque già riconducibili a divertimento, amicizia, compagnia. Ed un focus proprio sulle fixed, altro
elemento del mondo bici che sta sempre più trovando un proprio spazio. Allo spazio per i più piccoli, che classicamente rischia di finire in coda alla fotografia giornalistica, anche se praticamente sempre anticipa la Granfondo, dedichiamo invece subito qualche riga. Non per dovere, ma per il piacere di condividere l’attenzione che è giusto dedicare ai piccoli ciclisti, creando una educazione a ruote e pedali che un giorno non troppo lontano potrebbe rivelarsi una carta vincente contro inquinamento, traffico, ed una lunga serie di malattie dovute alla sedentarietà. Bambine e bambini, quindi. Per loro niente categorie o griglie. Ma un percorso transennato nel parco delle Cascine. Per tutti medaglia e pane con la crema spalmabile più famosa d’Italia. Col supporto della Polizia Municipale in formato educatori e di numerose scuole di ciclismo. Chi non ha la bici potrà noleggiarla sul posto, fino ovviamente ad esaurimento scorte. Iscrizioni on line a 3 euro, sul posto a 5, coll’intero ricavato ad iniziative legate alla sicurezza nel ricordo di Tommaso Cavorso, tragicamente ucciso nel 2010 mentre si allenava con l’Aquila, la squadra che fu anche di Gino Bartali. Appuntamento quindi sabato 18 aprile alle 10. Giorno in cui, tra l’altro, si terrà anche una cicloturistica enogastronomica, ed anche in questo caso le info sono reperibili su granfondofirenze.it.
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Il percorso. Provato più volte, a settembre ed anche a fine novembre. Provato perché diverso da quello dello scorso anno. Con alcune variazioni che lasciano intatto il fascino del percorso, anzi in alcuni casi lo esaltano, ma che aiutano a gestire ancora meglio la sicurezza. Si parte sempre dal Parco delle Cascine, ma è stata tolta la deviazione che dalla discesa della Futa girava verso Panna e così si andrà giù dritti verso il Lago di Bilancino. E poi la grande novità, il Mugello Circuit. Niente più Salita dell’Arrabbiata, che tanti ha fatto soffrire; si entra dentro il circuito e si percorre un tratto di strada inedito, dentro il bosco, con curve in contropendenza, ripidi strappi, salite e discese nervose, curve paraboliche a stretto contatto col mondo dei motori. A che pro? Per la gloria, per il divertimento, per la splendida cornice. E, perché no, anche per un prezioso bracciale realizzato da un artigiano di Firenze, per tutti i primi di categoria. Capitolo iscrizioni. In promozione a 38 euro, che diventano 50 con la maglia commemorativa, fino al 31 dicembre. Diventano 45, 57 con maglia, fino al 30 marzo 2015, quindi 45 euro senza possibilità di avere la maglia fino al 13 aprile. 50 euro secchi e no maglia nei giorni 17, 18 e 19 aprile. Tutte le info sulla Granfondo Firenze De Rosa sono disponibili su granfondofirenze.it
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RICCARDO MAGRINI
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a cura di PAOLO MEI
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UNO NESSUNO CENTOMILA
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Nato a Montecatini Terme nel 1954, Riccardo Magrini incarna una moltitudine di ruoli, di figure di riferimento del panorama ciclistico. Dotato di un innato senso dell’umorismo, Riccardo è stato un apprezzato professionista nel periodo compreso tra il 1977 e il 1986. Nella sua carriera sportiva ha vestito le maglie della Fiorella-Mocassini (con la quale ottenne il passaggio nella massima categoria), della Inoxpran e della Magniflex, prima di passare alla Metauro Mobili Pinarello, con la quale ottenne le vittorie più significative della sua carriera. Il biennio 1982-1983 fu certamente quello più proficuo dal punto di vista dei risultati, con l’affermazione al Giro della Provincia di Reggio Calabria nel 1982, ma soprattutto con le vittorie di tappa al Giro d’Italia e al Tour de France l’anno successivo. Particolarmente importante e significativa fu proprio quest’ultima, che arrivò in un momento non certo semplice per il ciclismo italiano, a secco di vittorie nella Grande Boucle dal lontano 1979. Chiuse la sua carriera nella stessa formazione che divenne nel frattempo Vini Ricordi-Pinarello-Sidermec. Il passaggio dalla sella all’ammiraglia fu del tutto naturale, tanto che dopo alcuni anni di apprendistato in formazioni minori, il “Magro” divenne direttore sportivo nel 2002 nella Mercatone Uno di Marco Pantani e nel 2004 nella Domina Vacanze del primatista mondiale di vittorie di tappa al Giro: Mario Cipollini. Terminata la carriera dirigenziale nel 2005, Riccardo Magrini è diventato un apprezzatissimo commentatore televisivo ed opi-
Magrini in compagnia del giornalista Andrea Berton durante una telecronaca di Eurosport
nionista per Eurosport, pur rimanendo attivo nel mondo ciclistico ricoprendo vari ruoli commerciali. Lo abbiamo contattato per una chiacchierata a 360°, un viaggio vero e proprio nel ciclismo, il Suo ciclismo.
Riccardo Magrini con il campione Marco Pantani
19 Sinteticamente: che corridore era Magrini dal punto di vista tecnico? «Un passista scalatore con l’indole dell’attaccante.»
Riccardo Magrini con i campioni Fabio Aru e Paolo Tiralongo
Buongiorno Riccardo, intanto benvenuto nel mondo INBICI, innanzitutto. Un titolo, quello della nostra rivista che pare essere in estrema sintesi, il senso della sua vita. Una vita in bici, appunto, ricoprendo un sacco di ruoli: ma come è nata la sua passione? «Casualmente. Mio padre aveva un cugino, Lauro detto ‘Canardo’, che era uno dei rari cicloamatori di quel momento (fine anni ’60). Mi fece fare un giro con lui con la mia nuova bici da corsa regalatami dal mio zio Claudio. Quando tornammo a casa disse che ero andato bene e senza un minimo di allenamento lo avevo staccato su una salita e quindi mio zio mi iscrisse ad una società della zona e cominciai a gareggiare e da lì non mi sono più separato dal mondo delle due ruote, era il 1971.» foto BETTINIPHOTO
Spulciando nel suo curriculum agonistico, si deduce che lei è uno che ha vinto certamente poco, ma ha vinto bene. La tappa di Montefiascone al Giro e quella di Ile d’Oléron al Tour ne sono la testimonianza. Qual è il significato di queste due vittorie ? «La mia dote era quella di mettermi a disposizione della squadra ed in alcune occasioni prendermi gli spazi per cercare di pensare al successo personale. La Terracina-Montefiascone e la Nantes-Ile d’Oleron sono state due perle della mia carriera da professionista anche perché, vincere nello stesso anno sia al Giro che al Tour, rappresenta ancor oggi un grandissimo risultato.» Nel 1981 aveva chiuso al trentesimo posto il Giro d’Italia, mentre il Tour le fu certamente più ostico, come mai il “Magro” non digeriva la corsa francese? «Il Tour era ed è tuttora una corsa durissima. Nelle mie due partecipazioni non sono stato particolarmente all’altezza della situazione. Probabilmente, con il senno del poi, fossi arrivato a Parigi avrei sicuramente arricchito il mio bagaglio tecnico, ma a Montecatini in luglio si stava molto meglio e poi dopo la vittoria di Oleron c’era da festeggiare con gli amici!» Da DS ha avuto l’onere e indubbiamente l’onore di “guidare” tra gli altri, due icone del ciclismo: Marco Pantani e Mario Cipollini. Due uomini che hanno segnato, nei rispettivi ruoli, la storia non solo del ciclismo ma dello sport in senso assoluto. Chi meglio di lei può descriverceli prima di tutto come persone ? «Ha detto bene due icone. Due veri Capitani. Marco era un capo che giù dalla bici si trasformava in un compagno ideale da godere tanto fosse generoso e scherzoso, amava la compagnia. Mario lo conosco da quando era ragazzino e veniva ad allenarsi con il fratello Cesare. Lo considero un fratello minore e come tutti i fratelli quando lo chiami ed hai bisogno lui c’è.»
20 Ha uno o più aneddoti curiosi riguardanti il pirata e il re leone ? «Marco amava cantare e spesso lo prendevo in giro dicendogli che era stonato. Una sera eravamo in un albergo e lo sfidai al microfono, c’era un pianista che faceva pianobar. Partì lui con ‘Gente di mare’ cantata benissimo e io risposi con ‘Una carezza in un pugno’; il pubblico presente si spellò le mani da quanti furono gli applausi. Naturalmente lui era convinto di aver cantato meglio. Glielo lasciai credere. Con Mario ricordo in un ritiro in Sud Africa le sfide alla Playstation con MotoGP, si giocava delle ore nei pomeriggi dopo gli allenamenti e non c’era possibilità di smettere, si giocava ininterrottamente sino a quando ad un certo punto lo battevo: ecco quella era l’ultima gara. Vincenti si nasce…» Chiusa la parentesi agonistica, nel 2005 si aprono per lei le porte della TV, con la possibilità di diventare commentatore ed opinionista televisivo. Cos’è meglio: il vento in faccia, il sedile scomodo dell’ammiraglia oppure un televisore, due cuffie e un microfono ? «Il meglio per me deve ancora venire. Sono passaggi della vita ed io sono stato fortunato. Da corridore ho avuto belle soddisfazioni ho visitato tantissimi posti nel modo, mi sono divertito. Da direttore ho cercato di trasmettere ciò che mi avevano insegnato le corse ed i miei maestri. Con Eurosport cerco di dare a chi segue le telecronache in TV la sensazione di essere lì in mezzo al gruppo o a bordo dell’ammiraglia. Il meglio deve ancora arrivare.» Per uno che imita alla perfezione Adriano De Zan, approdare ad una TV come Eurosport dev’essere una gran bella soddisfazione. Da dove nasce il mito dell’imitazione di questa voce indimenticabile del ciclismo ?
foto BETTINIPHOTO
Magrini in ammiraglia alla Domina Vacanze
«Adriano voleva bene al ciclismo ed aveva un grandissimo rispetto per i corridori dal campione al gregario, un gran signore. Un uomo di cultura e grande conoscenza dello sport. Lui veniva sempre a Montecatini Terme, ci era affezionato, ed io lo andavo a trovare in albergo, a me venivano bene le caratterizzazioni ed un giorno, dopo aver fatto l’imitazione di Jerry Lewis e Adriano Celentano, mi disse “ma fai anche la mia?”. Mi autorizzò ridendo e quando vinsi a Montefiascone la tappa del Giro, nel dopo tappa in TV, mi fece dire l’ordine d’arrivo imitando la sua voce. Dopo la sua scomparsa non lo volevo più fare, poi suo figlio Davide un giorno mi chiese come avrebbe descritto suo padre una fase di corsa e di lì sono ripartito e credo di rendergli omaggio ricordandolo così.» Lei ha anche più di un soprannome: “Rick Van Magren” e “Il Magro”, appunto. Ma a chi dobbiamo questa etimologia? «Il Magro è il diminutivo del mio cognome, Ric Van Magren nasce dal fascino delle corse del Belgio.» Torniamo alla TV: con una serie di neologismi lei ha rivoluzionato il modo di commentare le corse ciclistiche, parliamo di “scatto del fagiano”, “giro del pagliaio” e molti altri.
foto BETTINIPHOTO
Commentare non è semplice, le dirette sono lunghe e probabilmente le battute e la simpatia sono il suo marchio di fabbrica. Il successo del commentatore è nella competenza, nella simpatia e nella capacità di non annoiare. E poi ci sono i suoi compagni di cabina, per esempio Andrea Berton. «Andrea Berton lo seguivo in coppia con Marco Saligari da sempre e mi piaceva moltissimo poi con Franco Cribiori era il massimo, mia mamma non perdeva una telecronaca. Un giorno Andrea mi chiamò al telefono e mi chiese se avessi potuto fare qualche telecronaca per coprire le tante gare nel palinsesto di Eurosport, grazie ad Andrea mi trovo ormai da nove anni in cabina a raccontarvi il ciclismo, anche con le mie bischerate.» Poi è arrivato un altro straordinario telecronista: Salvo Aiello, amante della vita e dello sport, filosofo per auto-definizione. Siete affiatati, amici. Conoscete, coinvolgete, talvolta scherzando. Un mix esplosivo. Andate così d’accordo che è bello ascoltarvi anche quando le vostre voci si accavallano. Qual è il vostro segreto? «Solo uno: l’amicizia.» Tra le tappe commentate, qual è quella che non dimenticherà mai? «Le vittorie di Bettini e Ballan ai campionati del mondo di Stoccarda e Varese.» 2014, l’anno del Tour de France vinto da Vincenzo Nibali. Se Froome non fosse caduto a più riprese e Contador non si fosse fratturato avrebbe vinto lo stesso lo squalo? «È la domanda più in voga dopo il Tour. Quello che conta è che abbia vinto Vincenzo Nibali, un italiano con due francesi sul podio a Parigi non ha prezzo. Se avesse vinto uno di loro i francesi non si sarebbero posti la domanda.»
Il signor Tinkov recentemente ha fatto una proposta: pagare Nairo Quintana, Chris Froome, Alberto Contador e Vincenzo Nibali per averli al via, nel 2015 a tutti e tre i grandi Giri. Provocazione o cos’altro? «Credo che il desiderio di vederli tutti insieme a lottare per la vittoria sia comune per tutti gli appassionati e Tinkov è un amante del ciclismo ed in più con le risorse economiche per provocare.» Parliamo di sprinters: l’uomo dell’Isola di Man, Mark Cavendish ha vissuto un’annata da dimenticare. Che ci dice Rick Van Magren? È definitivamente tramontato o dobbiamo aspettarci un “Cannonball” capace di tornare a lottare con Kittel? «Cav è l’espressione della velocità, Kittel della potenza. Credo che la velocità nel 2015 prevarrà.» Spesso si dice che il ciclismo italiano, quello delle classiche, è in forte crisi. Eppure l’ultimo Giro ha messo in primo piano alcune personalità interessanti, o no? «Purtroppo siamo ancora distanti dalle altre nazioni per le classiche di un giorno.» Quanto dovremo aspettare per ritrovare un azzurro in maglia iridata? «Davide Cassani è bravo e capace: credo che il nostro C.T. ci metterà poco a tirare fuori il corridore vincente.» L’intervista è finita, l’abbiamo messa sotto torchio e la ringraziamo davvero. Arrivati a questo punto, faccia finta di avere il microfono e saluti i telespettatori, che in questo caso sono i nostri lettori. «Amiche ed amici, incatricchiati delle due ruote arrivederci al prossimo Veglione del Tritello.»
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ACSI, UN 2014 CON LODE a cura della REDAZIONE
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UNA STAGIONE DA INCORNICIARE, PER NUMERI E QUALITÀ ESPRESSE UN PROGETTO BEN DEFINITO PER IL NUOVO ANNO A PARTIRE DAL PRIMO IMPORTANTE APPUNTAMENTO DEL 18 GENNAIO
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Il 2014 di ACSI passa da Riccione; dove a fine novembre si è tenuta l’Assemblea Nazionale, e dove a metà dicembre, nella giornata di domenica 14, si sono svolte le premiazioni conclusive, a sigillo di una stagione ricca di positivi cambiamenti. Non troverà invece fine il lavoro dell’Avvocato Emiliano Borgna. Senza soluzione di continuità l’impegno che il Responsabile Nazionale ACSI Settore Ciclismo, che nel corso del 2014 ha saputo inquadrare lo scenario di riferimento apportando quelle correzioni necessarie, a volte coraggiose, di sicuro volte con certosina continuità a rimodellare in meglio un Settore che ha così potuto godere di una notevolissima crescita nello spazio di pochi mesi. Coraggiose ma necessarie, si diceva, alcune decisioni; tutte stanno dando ragione a questa sorta di nuovo corso. In primis, sotto il profilo dei numeri, perché ACSI Settore Ciclismo continua a crescere, in termini di tesserati ma anche di manifestazioni, visto il numero sempre maggiore di organizzatori che chiedono di
foto NEWSPOWER
Antonino Viti presidente dell’ACSI con l’Avvocato Emiliano Borgna Responsabile Nazionale ACSI Settore Ciclismo
poter portare il loro piccolo grande evento all’interno di ACSI. Ma anche sotto il profilo della qualità e dell’attenzione, che significa che anche la nuova ASD che sta nascendo, in un lontano territorio della provincia italiana, potrà essere da subito curata con particolare attenzione, entrando da subito nel mondo ACSI con le migliori condizioni in assoluto. Nel rileggere una stagione di grandi novità ed identificare il programma del 2015, il presidente nazionale ACSI Antonino Viti ha favorevolmente commentato l’attività svolta: «Quest’anno abbiamo avuto la riprova che lavorando nella giusta maniera si ottengono risultati significativi. Soprattutto quando lo sport si riappropria dei suoi migliori valori, quelli in grado di unire le persone – questo il suo commento – Abbiamo avuto molte richieste di nuove adesioni durante il 2014, altre ne avremo per il prossimo anno. Abbiamo accresciuto anche il numero delle manifestazioni e dei partecipanti, e questo non è poco, considerando anche quanto l’aspetto economico possa essere determinante in anni così difficili». «Anche per questo – specifica l’Avvocato Emiliano Borgna – abbiamo diminuito il costo del tesseramento 2015, passandolo da 38 a 32 euro senza ovviamente calare in alcun modo tutele e caratteristiche. Anzi, dopo quella con Prestigio di San Marino e con l’azienda di abbigliamento sportivo Factory stiamo stabilendo una lunga serie di partnership qualificate in grado di offrire significative scontistiche a tutti i tesserati. Quello che è importante sottolineare – aggiunge Borgna – è che ACSI Settore Ciclismo sta facendo
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foto GIORGIO BIANCHI
registrare una netta crescita, in termini di quantità e soprattutto di qualità. Significa che l’opera di rinnovamento che abbiamo intrapreso e che porteremo avanti anche il prossimo anno sta dando i propri frutti. È una giusta direzione, quella intrapresa: cambiare dove necessario, aprendo interessanti spazi di crescita grazie a nuovi qualificati responsabili sui vari territori». La recente assemblea nazionale è stata anche la giusta occasione per riproporre temi e numeri dell’anno che si sta andando a chiudere, mettendo sul tavolo i progetti per il 2015 alle porte. Ampia, totale, la condivisione del documento programmatico da parte dei presenti, a testimoniare un Settore Ciclismo quanto mai unito e pronto alle nuove sfide che il futuro saprà porre. Ancor più vicino nel tempo, il giorno delle premiazioni, lo scorso 14 dicembre, in cui l’avvocato Borgna ed il proprio staff hanno messo al collo tutte le medaglie ai migliori, singoli e team, del Campionato Italiano fondo, medio fondo e granfondo ACSI 2014. Medaglie, poi attestati, le maglie tricolori, fiori ed altri premi ancora, davanti ad oltre 200 persone giunte a sugellare la chiusura dell’anno e per presentare, è il caso degli organizzatori, le tante manifestazioni del calendario 2015. Ma la chiusura dell’anno con un giusto e meritato momento di festa non rallenta in alcuna maniera un’attività che appena un mese più avanti, il 18 gennaio, vedrà di nuovo ACSI protagonista con il Campionato Europeo Ciclocross a Borgosesia, più precisamente in località Bettole Sesia, in provincia di Vercelli. L’ennesima testimonianza di un attivismo sano e ragionato, dove è importante creare eventi e manifestazioni ma dove lo è ancora di più saperlo fare con una qualità organizzativa che faccia di ACSI Settore Ciclismo sempre più il giusto e naturale riferimento degli sportivi, siano essi organizzatori oppure atleti.
foto BETTINIPHOTO
PARTITA L’ULTIMA CORSA ALLE ISCRIZIONI! NUOVE GRIGLIE DI PARTENZA: CHI VA FORTE PARTE DAVANTI! NOVITÀ HOTEL: GRIGLIA GIALLA PER LE PRIME 250 PRENOTAZIONI NUOVA SFIDA CIMA PANTANI: CRONOSCALATA IN 60 SECONDI
È scattata dal 1° dicembre l’ultima tranche di iscrizioni per l’edizione a numero chiuso della Granfondo Selle Italia Via del Sale del prossimo 12 aprile a Cervia, come ormai da tradizione nella splendida location del Fantini Club. Dopo il travolgente successo della scorsa edizione, e le numerose richieste ricevute dagli amici ciclisti che non sono riusciti ad iscriversi, per l’edizione 2015 gli organizzatori hanno deciso di portare da 3500 a 4500 il numero chiuso delle iscrizioni. La quota è di 35 euro ed è possibile iscriversi dal sito granfondoselleitalia.com (online con carta di credito, oppure scaricando il modulo in pdf). La granfondo Selle Italia Via del Sale, è prova del Campionato Nazionale ACSI, prova Prestigio 2015, e prova del Circuito degli Italici. Confermato anche il Trofeo SAP Sport Ravenna e Trofeo CESP, riservato a tutti gli appartenenti alle Forze Armate o Forze dell’Ordine, a cui si aggiunge la novità del Campionato Medici e Odontoiatri, che riserva una speciale Classifica riservata a tutti gli iscritti all’ordine. NUOVE GRIGLIE DI PARTENZA: CHI VA FORTE PARTE DAVANTI! Sono stati definiti i nuovi criteri per la composizione delle griglie 2015. Un premio speciale va ai meriti ciclistici dei partecipanti alle due ultime edizioni: chi ha partecipato alla granfondo Selle Italia 2013 o 2014 potrà infatti entrare nelle griglie Rossa e Gialla in base ai tempi registrati. NUOVA SFIDA CIMA PANTANI: CRONOSCALATA IN 60 SECONDI Per tutti i ciclisti che affronteranno l’apprezzato percorso lungo 150 km, la gara si arricchisce ancora una volta di una sfida speciale sulla mitica Cima di Pantani, a Montevecchio (altezza m 373
– km 4 – pendenza max 14%-15%). Una sfida in sessanta secondi, intesi come tempo da battere e da rispettare, dove per vincere non occorre arrivare primi! Anche per la Cronoscalata di Cima Pantani il regolamento 2015 riserva un’attenzione speciale alla velocità, abbassando il timing di un minuto rispetto alla scorsa edizione. Così ad essere premiati con lo speciale diploma cronoscalata, saranno tutti i ciclisti che, indipendentemente dalla posizione in classifica finale, riusciranno ad affrontare la salita in un tempo compreso fra i 18 ed i 19 minuti (anziché fra 19 e 20 minuti) calcolato sul tratto segnalato da inizio salita, ossia il Bivio Montevecchio, fino al cippo di Cima Pantani. NOVITÀ HOTEL: PRENOTA SUBITO E PARTI DAVANTI! Anche per l’edizione 2015, la Granfondo Selle Italia Via del Sale dedica grande attenzione alla qualità del servizio hotel. Novità: a tutte le prenotazioni per due notti ed alle prime 250 per una notte, sarà riservata la partenza in griglia gialla (num dal 1001 al 2700), oltre alla possibilità di lasciare la camera al pomeriggio, dopo la doccia. Chi invece sceglierà uno dei pacchetti tre notti, potrà partire in griglia Rossa (num dal 51 al 1000). Mentre per chi vorrà trascorrere qualche giorno a Cervia-Milano Marittima ed allenarsi sulle strade della Granfondo Selle Italia Via del Sale nei giorni che precedono la granfondo, Sportur Club Hotel, proprio di fronte a Fantini Club, propone una speciale Bike Vacanza con soggiorni da 3 a 5 notti (info e prenotazioni su www.sporturhotel.com). Tutte le info sono sul sito granfondoselleitalia.com
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RUOTE ROVENTI
a cura di ROBERTO SGALLA Tempo di lettura
8 min LA VALUTAZIONE FUNZIONALE DEL CICLISTA ANALISI DELLA FREQUENZA CARDIACA COSTANTE, RILEVAZIONE DEL CONSUMO DI OSSIGENO E SOGLIA ANAEROBICA: LA “PRESTAZIONE PERFETTA” PARTE IN PRIMIS DA QUESTI PARAMETRI
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La preparazione sportiva quando vuole essere razionale e scientifica non può non tenere conto di un aspetto fondamentale, quale la valutazione funzionale dell’atleta allo scopo di ottimizzare l’impegno svolto sulla bici in termini prestativi, nonché per trarre il massimo beneficio fisico dalla pratica realizzata in termini di benessere. Una valutazione funzionale necessita di un sistema riproduttivo della pedalata, di una analisi della frequenza cardiaca costante, della rilevazione del consumo di ossigeno e della soglia anaerobica. Per far questo i principali test utilizzati per la valutazione del ciclista sono quelli che vanno a valutare le caratteristiche fisiologiche maggiormente coinvolte nel definirne il profilo funzionale. Tra questi ricordiamo: Test della soglia anaerobica (SA) è fondamentale per individuare la frequenza cardiaca alla soglia e i Watt di potenza sviluppati alla soglia. Questo test è particolarmente utile per seguire nel tempo gli effetti dell’allenamento di un atleta confrontato con se stesso. Sulla base della definizione di massimo lattato allo stato stazionario (MLSS) la SA può essere valutata tramite la metodologia diretta di tipo rettangolare che però richiede più prove di lunga durata (almeno 30 minuti) diverse tra loro per quanto riguarda il carico di lavoro, ciascuna a intensità costante
(Faina et al, 1988). Durante ogni prova sono necessari più rilievi della lattatemia (ogni 5-10 min) per verificare l’eventuale aumento, in modo da trovare, procedendo per tentativi, quale sia l’intensità del carico più elevata che può essere mantenuta senza accumulo di lattato nel sangue (Soglia Anaerobica Reale SAR). Essendo una metodica troppo lunga e poco pratica, la SA viene di solito valutata utilizzando metodiche indirette, attraverso test incrementali, ossia metodiche che analizzano il transient, cioè le variazioni dell’andamento di alcuni parametri (per esempio quello lattatemico, ventilatorio, cardiaco, ecc.) durante il passaggio dal solo metabolismo aerobico a quello misto aerobico-anaerobico. Fino al 1976 quando Mader suggerì di considerare come intensità di SA il carico di lavoro corrispondente al valore di 4 mM di lattato ematico, l’unico metodo utilizzato era stato il rilievo della variazione dell’andamento della Ventilazione (VE) relativamente a quello del VO2 (Wasserman et al 1973); la VE ha infatti, durante una prova a carichi crescenti, una relazione lineare con il VO2 fino ad un determinato carico oltre il quale (Ventilation Breaking Point) essa aumenta più di quanto non aumenti il VO2 diventando sproporzionata rispetto alle richieste organiche di ossigeno. Tale punto può essere considerato la SA del soggetto. Un altro metodo per la determinazione della SA è il metodo Conconi, un test da campo che mette in relazione la frequenza cardiaca con il carico lavorativo e indica, nel punto in cui generalmente si perde la relazione lineare tra questi due parametri, la frequenza cardiaca e l’intensità della SA. Questo avverrebbe poiché, a causa, o in coincidenza, della produzione di ATP l’intensità lavorativa aum e n t e re b be più della FC, facendo anche registrare un aumento brusco del polso di ossigeno
27 Test Anaerobici: tra i test anaerobici il WINGATE, è sicuramente, il più diffuso. Proposto nel 1974 da Ayalon et al. il test consiste nell’effettuare una prova al cicloergometro ad attrito frazionale della durata di 30 secondi; il soggetto è invitato a pedalare alla massima velocità possibile contro una resistenza costante che di norma è relativa al peso corporeo. Alla fine del test vengono misurati 3 parametri: il picco di potenza, che rappresenta la più alta potenza sviluppata (tale picco si raggiunge normalmente entro i primi 5 secondi); la potenza media, definita come valore di potenza media sviluppata durante i 30 secondi; il decremento di potenza, dal suo livello massimo al suo livello minimo. Dott.ssa Maria Rosaria Squeo, Dott.ssa Eliana Tranchita scuola di specializzazione in medicina dello Sport Sapienza Università di Roma
Bibliografia Dal Monte A., Faina M; Valutazione dell’atleta, Analisi funzionale e biomeccanica della capacità di prestazione. Scienza dello Sport. UTET (2000) Carbonieri S. www.ciclismopassione.com. La valutazione funzionale che cos’ è e perché è utile (2014) Faina M., Sardella F., Marini C., La soglia anaerobica, Progressi in medicina dello sport, Aulo Gaggi, Bologna, 37:7, 1988
(V’O2/FC). Il metodo proposto da Mader (Mader et al., 1976) si basa sulla determinazione della curva lattatemica durante alcune prove (3-4) a carichi crescenti, ciascuno della durata di 5-6 min, con una pausa tra ciascun carico e il successivo sufficiente a effettuare il prelievo di sangue. Lo scopo è quello di evidenziare il passaggio della curva lattatemica attraverso il valore di 4 mM. Questo valore secondo l’autore rappresenta il punto di SA. Test del massimo consumo di ossigeno (VO2 max) per calcolare la “cilindrata” del motore aerobico dell’atleta. Si tratta fondamentalmente di un test incrementale massimale al cicloergometro con incrementi del carico di lavoro di intensità e durata variabile fino al raggiungimento del massimo carico tollerabile o del VO2max. Il VO2max (o massimo consumo di ossigeno) è il parametro di valutazione funzionale che, meglio di tutti gli altri, rende l’idea delle potenzialità prestative di un ciclista. Da un test di valutazione del VO2max si può individuare un potenziale campione dal resto della popolazione ciclistica. Possiamo definirlo come la “quantità massima di ossigeno che un individuo può utilizzare per fini energetici nell’arco di un minuto”. L’ossigeno respirato dai polmoni si riversa nel sangue e, attraverso arterie e capillari, va a fornire energia ai mitocondri, le componenti della cellula specializzate nella resintesi dell’ATP di derivazione aerobica. Quindi, più ossigeno arriva ai muscoli, maggiore sarà la capacità di prestazioni. Il valore del VO2max è allenabile ed è strettamente legato alle caratteristiche genetiche dell’individuo. Dai test effettuati in fisiologia dello sport è stato constatato che i miglioramenti che si possono ottenere sono molto variabili e variano da individuo ad individuo. Applicando lo stesso protocollo di allenamento, si sono registrati miglioramenti variabili addirittura tra il 5 e il 50%. Inoltre è stato dimostrato che l’efficacia dell’allenamento sul VO2max è riscontrabile nelle prime 8-12 settimane di allenamento, dopodiché i carichi di lavoro non portano più benefici apprezzabili. L’individuo più dotato geneticamente raggiungerà valori di 75-85 ml/min/kg mentre il cicloamatore di medio livello si attesterà su valori di circa 55-65 ml/min/kg.
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UEC ELITE TRACK EUROPEAN CHAMPIONSHIPS 2014, GUADELOUPE – FRANCIA
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PIER FILIPPO CAPELLO a cura di ANDREA AGOSTINI
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PIER FILIPPO CAPELLO, MILANESE, CLASSE 1970, SPOSATO, CON DUE BIMBE, AVVOCATO, ESPERTO DI DIRITTO SPORTIVO CON UN’ESPERIENZA VENTENNALE. TRA SUOI ASSISTITI ATLETI DI DIVERSE DISCIPLINE COME CICLISTI, CALCIATORI, TRIATLETI, RUGBISTI
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Avvocato Capello, come nasce questa sua specializzazione? «Be’, devo dire che la cosa è stata abbastanza naturale essendo il figlio di Fabio Capello. A casa mia ho sempre respirato aria di sport e, devo dire nonostante non sia un grande praticante, di essere un appassionato. Un altro sbocco naturale poteva essere fare esclusivamente il procuratore nel calcio ma per evitare conflitti d’interesse quando mio padre era allenatore di club abbiamo deciso di soprassedere, e per questo per anni mi sono occupato di seguire i calciatori solo per quanto riguarda aspetti contrattuali e gestionali. Oggi, con una esperienza ormai ventennale acquisita sul campo e con mio padre allenatore di Nazionali (oggi CT della Russia, ndr) e quindi fuori da certe dinamiche di mercato, ho deciso di affiancare alla normale attività di avvocato specializzato nel diritto sportivo anche questa strada, che ho intrapreso insieme ad una serie di professionisti con diverse competenze in materia, dando vita ad una struttura che si chiama K4sport con sede a Milano.»
Cosa è cambiato nel mondo dello sport e soprattutto nel mondo del ciclismo, visto che è uno dei suoi cavalli di battaglia? «Direi tantissimo anche se non va di moda dirlo nel ciclismo. A mio avviso questo è la disciplina che ha operato i cambiamenti più radicali, in principale modo in materia di controlli antidoping.» Mi scusi, ma non sembra visto che troviamo spesso articoli su questa materia sui giornali. «Lei ha ragione, ma solo perché da un lato la prevenzione e i controlli funzionano più che in altre discipline, e dall’altro il ciclismo va sui giornali per questioni ‘di doping’ solo quando qualche atleta risulta positivo, e mai quando invece sono approvate (e applicate…) norme tra le più serie e severe. Il vero cambiamento è avvenuto con la Legge 376/2001, la cosiddetta legge doping. Da quel momento in avanti è cambiato il mondo. Detto che siamo uno degli unici paesi dove il doping è anche un reato per la legge dello
foto FEDERICO DE LUCA
31 forse in un campionato del mondo di calcio o, in misura ancora maggiore, nelle olimpiadi, ma è anche vero che uno dei pochi stati dove c’è una legge penale sul doping è l’Italia. Inoltre il fatto che il doping sia reato permette ai PM e ai NAS d’intervenire direttamente senza doversi preoccupare o aspettare una qualsiasi attività della giustizia sportiva; e poi, il lavoro di prevenzione in uno sport itinerante come il ciclismo fa più rumore.»
Stato, e quindi si rischia la galera, devo dire che questo sport ha fatto passi da gigante.» In che senso? «Nel senso che dai vertici del ciclismo mondiale alle corsette amatoriali della domenica è ben chiaro a tutti qual è il rischio di chi assume o tenta di assumere sostanze dopanti. C’è stata quindi una presa di coscienza enorme rispetto al problema, cosa che invece non è in altre discipline, anche più ‘blasonate’. Oggi la percezione è solo negativa, ma per un atleta che rischia e viene beccato, quasi sempre, ce ne sono una miriade che oggi hanno una mentalità assolutamente pulita. Io il problema l’ho visto e lo vedo da dentro e posso garantire che c’è maggiore consapevolezza e il futuro sarà migliore. Questo sport dovrebbe essere preso ad esempio per quello che ha fatto negli ultimi 10, 15 anni.» Cosa c’è di diverso rispetto ad altri sport? «Di diverso, in senso positivo, questa consapevolezza della lotta al doping dai vertici fino alla base. In altri sport quest’attenzione c’è solo all’apice. In senso negativo, invece, la capacità di ottenere introiti sganciati dalle sponsorizzazioni, che la crisi ha contratto sensibilmente in tutto il pianeta, purtroppo. Il Calcio ad esempio, così come il rugby, ha capito già a metà degli anni ’90 che i soldi, quelli veri, sarebbero arrivati sempre più dagli introiti televisivi e avrebbero dovuto essere distribuiti a tutti i livelli in misura proporzionale.» Ma mi scusi perché, se il Ciclismo ha fatto enormi progressi nella lotta al doping, è sempre sotto la lente d’ingrandimento in senso negativo? «A mio avviso, oltre a patire comunque l’onda lunga di una gestione che per anni è stata ‘leggera’, è forse una delle poche discipline che permette di trovare almeno 200 atleti tutti insieme in un posto, quindi è chiaro che chi fa i controlli sa che tra cento o duecento atleti magari uno furbo lo trova. La stessa cosa può accadere
Qual è un altro aspetto tipico del ciclismo? «Be’, direi l’aspetto fiscale. Essendo un’attività ‘worldwide’ incrocia aspetti fiscali differenti. Per certi versi, è come il motociclismo, se dovessi fare un paragone. I ciclisti sono di nazionalità diverse e corrono per Team di altrettanti paesi e quindi, sottoposti a regimi fiscali differenti, ed è chiaro che qualcuno che prova a fare il furbo infilandosi nelle pieghe dei vari regolamenti lo si trova sempre. Ma le cose non possono durare. Serve una linea unica, magari come nel calcio con il fair-play finanziario. Certo una simile regolamentazione non può venire imposta solo dall’UCI, perché non avrebbe sufficiente autorità in tal senso. Deve essere forse un’autoregolamentazione, che metta in maniera oggettiva sullo stesso piano i vari team accasati in diversi paesi del mondo. Potrebbe venire dagli stessi ciclisti. Forse all’inizio potrebbero obiettare perché potrebbe essere controproducente per qualcuno di loro, ma col passare del tempo verrebbero fuori gli aspetti positivi e un futuro più stabile, per tutto il movimento.» Se dovesse dare un consiglio a questo sport? «Direi di lavorare molto sull’aspetto comunicativo, sia per quanto attiene il livello top, sia per quanto attiene alla promozione tra i giovani. Oggi la gente comune pensa che fare ciclismo sia fondamentalmente pericoloso e che sia uno sport individuale. Mentre, per usare ancora due esempi scontati, fare calcio o rugby viene percepito come uno sport in cui non si è in pericolo e si impara a far gruppo o spogliatoio, come si dice in gergo. Luoghi comuni sbagliati dal mio punto di vista. Oggi andare in bici non è molto più pericoloso di 20 anni fa e rimane una scuola di vita incredibile. La bici insegna a lottare, a fare sacrifici per cercare una vittoria che rimane molto difficile da raggiungere. Vince uno su 200 partenti e non la squadra, ma nessuno vince senza una squadra con spirito di gruppo. Potremmo definirlo uno sport individuale dove la squadra è fondamentale. Se vogliamo una disciplina atipica che ha moltissimi similitudini con la vita di tutti i giorni. Ecco io se dovessi dare un consiglio direi di lavorare sulla comunicazione per fare emergere tutti gli aspetti positivi di questa disciplina.»
32 a cura della REDAZIONE
CENTRO CITTÀ
L’AUMENTO ESPONENZIALE DELLE BICICLETTE NELLE CITTÀ ITALIANE SOLLEVA NUOVI PROBLEMI E NUOVI INTERROGATIVI. CIPRIANO (ANEIS): «NECESSARIA UNA POLIZZA, COME GIÀ ACCADE IN SVIZZERA»
ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA PER I CICLISTI?
S
Sarà la crisi, la voglia di mantenersi in forma o una rediviva coscienza ecologica, sta di fatto che, in Italia (come in tutta Europa, del resto), continua a crescere in maniera esponenziale il numero di persone che, in alternativa all’auto, sceglie di spostarsi utilizzando la bicicletta. L’utilizzo della bicicletta, del resto, non è soggetto ad alcun obbligo o limitazione. Non servono patenti e neppure assicurazioni. Se si escludono i corsi di educazione alla mobilità che cominciano a comparire nei programmi didattici delle scuole dell’infanzia, il ciclista può essere, in linea teorica, un perfetto analfabeta della circolazione. Che non conosce la segnaletica, l’obbligo della precedenza e neppure la differenza fra un senso unico e un divieto di transito. Eppure, recitano le statistiche del Ministero dei trasporti, negli ultimi anni si è registrato un numero crescente di incidenti causati da ciclisti a causa della loro non osservanza (o non conoscenza) delle norme del codice stradale. Ad esempio, a Milano su un totale di 819 sinistri stradali, 15 (0,6%) sono stati causati da una bicicletta, contro i cinque causati da bus/tram. L’Osservatorio Utenze Deboli ha reso noto che «negli ultimi dieci anni la media degli incidenti che hanno coinvolto ciclisti e pedoni è stata di circa 180 incidenti all’anno su tutto il territorio nazionale», con circa 2-3 decessi ogni anno.
Questi comportamenti – si evince dalle ultime ricerche demoscopiche – hanno reso la categoria dei ciclisti invisa agli automobilisti, anche alla luce della non obbligatorietà per i ciclisti a sottoscrivere polizze assicurative. E così, malgrado dall’inizio dell’anno ad oggi siano ben 296 i ciclisti morti in seguito ad incidenti stradali (in pratica uno al giorno), a finire sotto processo, talvolta, è la cosiddetta “utenza debole”. Da una recente indagine, ad esempio, è emerso che il 58% degli automobilisti intervistati denuncia «la mancanza di attenzione nell’immettersi nelle strade», il 44% degli intervistati fa notare «che rari sono i ciclisti che usano segnalatori luminosi o sono almeno muniti di catarifrangente durante le ore notturne», infine il 40% punta il dito «sul loro cambio improvviso di direzione senza segnalazione alcuna». «Quello dei ciclisti indisciplinati è divenuto un problema serio in molte città italiane dove la percentuale di chi sceglie questo mezzo è molto alta – spiega a Il Sole 24 Ore l’avvocato Luigi Cipriano, presidente dell’ANEIS, l’associazione nazionale esperti infortunistica stradale –. Mi è capitato di trattare danni subiti da pedoni urtati da ciclisti che transitavano irregolarmente sui marciapiedi, o di seguire casi in cui i ciclisti sono stati causa di incidenti e tamponamenti tra automobili. Fermo restando che chiunque causi danni a cose o persone è tenuto al risarcimento, ex art. 2043 del Codice Civile, credo che sia opportuna una maggiore diffusione della cultura civica, magari proprio a partire dalle scuole, e per chi utilizza la bici suggerirei un’adeguata polizza assicurativa. Sebbene questa prospettiva possa sembrare surreale nel nostro Paese, in altri, come ad esempio la Svizzera – conclude Cipriano – le assicurazioni per i ciclisti sono già obbligatorie».
foto BETTINIPHOTO
ELITE TRACK EUROPEAN CHAMPIONSHIPS 2014, BAIE-MAHAULT (GUADELOUPE-FRANCIA) VELOCITÀ SQUADRE DONNE - ITALIA
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LA “MANO SANTA” DEI CAMPIONI a cura di FEDERICO TOSI
info@inbici.net
UN LIBRO RICORDA IL PROFILO E LA VITA DI GIANNETTO CIMURRI, UMILE MA PREZIOSISSIMO PERSONAGGIO DEL CICLISMO CHE, OLTRE AI MUSCOLI, RICOSTRUÌ L’ANIMA DI TANTI CAMPIONI
I
In un mondo in cui i soprannomi sono quasi un ‘tic’, lui lo chiamavano la ‘mano santa dei campioni’. E in effetti, nelle istantanee d’epoca, che ritraggono Giannetto Cimurri intento a maneggiare i muscoli d’argilla degli assi del pedale, in quegli affreschi in bianco e nero, che raccontano il ciclismo eroico e polveroso degli anni venti, si coglie un rivolo di liturgica sacralità. ‘Mano santa’ (o il ‘mago’) sorrideva di fronte a questa nomea. Perché Giannetto Cimurri non faceva nulla di santo o misterioso: semplicemente sorrideva ai suoi “ragazzi” e poi li curava con le sue mani e con le creme fatte in casa con decotti di erbe e chiara d’uovo. Un eccellente libro di Paolo Alberati con prefazione di Romano Prodi dato alle stampe nella primavera di un anno fa, ricorda il profilo e la vita di questo umile, ma preziosissimo personaggio del ciclismo, mancato nel giorno di Natale del 2002 alla veneranda età di 97 anni. Oltre mezzo secolo di carriera sfilano nel bel libro della Giunti Editore attraverso fotografie uniche e rarissime. Ci sono tutti gli ‘eroi della strada’ dell’epoca sullo sfondo di un’Italia che cerca di risollevarsi dai disastri della guerra. Ma soprattutto c’è un ciclismo con il suo fascinoso potere catartico: la fatica e il sudore dell’atleta come metafora di un’esistenza da ricostruire. E, filo conduttore dell’opera editoriale, c’è tutta la forza di ‘mano santa’-Cimurri, il confidente, l’amico, il guaritore, il fratello di tanti campioni. Per questo un piccolo massaggiatore che vive in prima persona l’epopea dei Binda, dei Coppi, dei Bartali, dei Magni, dei Taccone, dei Baldini, dei Moser, dei Merckx, degli Adorni, delle tante nazionali azzurre e olimpiche, diventa anche lui un mito. Perché Cimurri, nato a Reggio il 27 set-
Giannetto Cimurri al rifornimento di una gara in attesa dei corridori
tembre del 1905, ha ricostruito i muscoli, ma anche l’anima, la forza e l’equilibrio di questi campioni. Il massaggiatore, che ha vissuto le grandi pagine del ciclismo antico e moderno, ha avuto anche il merito di raccogliere cimeli, ricordi e dediche commoventi, che trasudano gratitudine vera. TrenCimurri si prende cura dei muscoli di Magni taquattro anni come massaggiatore della Nazionale di ciclismo, Giannetto Cimurri a fianco con al suo attivo 40 Giri del campionissimo Fausto Coppi d’Italia, 8 Olimpiadi, 74 Campionati del Mondo fra strada, pista e ciclocross. Fiorenzo Magni dice che «Cimurri era capace di massaggiarti anche l’anima». Più che massaggiatore era ‘soigneur’, termine francese che significa «colui che si prende cura di…». Praticamente, come scrisse Ermanno Mioli centrando l’obiettivo, un «Buon Samaritano» per tutta la vita. E quanto ci farebbe comodo nel ciclismo di oggi qualche Cimurri in più e qualche stregone in meno…
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PROTAGONISTI
a cura di PAOLO MEI Tempo di lettura
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NICCOLÒ BONIFAZIO,
info@inbici.net
LO SPRINTER CHE SOGNA LA SANREMO È GIOVANISSIMO, ABITA A IMPERIA, A POCHI KM DAL POGGIO E DALL’ARRIVO DELLA MILANO-SANREMO. HA UN FISICO COMPATTO CHE GLI PERMETTE ALLO STESSO TEMPO DI TENERE IN SALITA E DI ESSERE IMPLACABILE IN VOLATA. SI ACCINGE A RIPARTIRE PER LA SECONDA STAGIONE TRA I PROFESSIONISTI, CON ALL’ATTIVO GIÀ ALCUNE VITTORIE DI PESO NELLA CATEGORIA PIÙ IMPORTANTE
B
Buongiorno Niccolò e benvenuto tra i lettori di INBICI. Possiamo affermare che il responsabile dei suoi successi sia nonno Goffredo? «Buongiorno a voi, sì, penso proprio che sia il responsabile! Più che altro ha acceso in me la passione ma purtroppo da un paio d’anni non è più con noi. Credo che sarebbe stato molto contento dei miei ultimi risultati.»
foto BETTINIPHOTO
Dubai Tour 2014
Da under 23, sette vittorie nel 2012, sette anche nel 2013. La continuità era il suo forte già da dilettante. Talento, abnegazione e cos’altro? «Semplicemente mi impegno dalla prima corsa dell’anno sino all’ultima, con continuità. Continuerò così sino a quando la testa e il fisico me lo consentiranno.»
foto BETTINIPHOTO
Niccolò Bonifazio vincitore della Coppa Agostoni 2014
Niccolò Bonifazio
37 foto BETTINIPHOTO
Agli appassionati è rimasta impressa una sua vittoria da Under 23, in uno sprint: nemmeno una ruota a terra e una sbandata finale le impedirono di stravincere. Ce ne parla? «In realtà successe che il meccanico mi cambiò la catena prima della corsa e come ben sapete se la catena è nuova e i pignoni usurati, succede che la catena
‘sgrana’. Insomma, alla fine, oltre al problema alla trasmissione, presi una buca ma alla fine andò tutto bene: rischiai la caduta ma vinsi ugualmente!»
Com’è stato l’impatto? «Certamente duro, da dilettante i ritmi erano diversi. Qui, tra i professionisti non si scherza più.»
Poi il 2014, l’arrivo nella massima categoria, e subito nel World Tour, alla corte di Saronni nella Lampre Merida, al fianco di campioni navigati ed esperti.
E a proposito di 2014, se da un lato per uno sprinter forse è più semplice raggiungere la vittoria, dobbiamo dire che lei è stato bravissimo: 5 vittorie, foto BETTINIPHOTO
Giro delle Fiandre 2014
38 tra cui l’Agostoni, un banco di prova importante. Se lo aspettava? «Sinceramente non me l’aspettavo. Speravo di far bene, ma vincere è stato un sogno. Insomma, raccolgo quel che viene, ma certamente l’importante è raccogliere il meglio.» Ha un modello sportivo a cui si ispira? «No, almeno non nel ciclismo. D’altra parte ammiro in maniera particolare un campione del motociclismo: Valentino Rossi.» Lo sa che fisicamente somiglia a Cavendish. Somiglianza fisica a parte, avete, secondo lei, altri punti in comune? «Non credo di assomigliargli così tanto: l’unico punto in comune è il fatto di essere entrambi sprinter.» Un anno tra i pro. Chi l’ha impressionata di più nel gruppo a livello di carisma? «Un mio compagno di squadra: Filippo Pozzato. Pippo è una persona molto carismatica e soprattutto molto intelligente.» Pedalare tra i professionisti è una sorta di premio alla carriera per un giovanissimo. Ma è anche un punto di partenza per spiccare il volo verso la storia dello sport. E se parlassimo di Milano-Sanremo? Niccolò Bonifazio con Mark Cavendish al Tour of Turkey 2014
foto BETTINIPHOTO
foto BETTINIPHOTO
39 foto BETTINIPHOTO
«Non credo sia esattamente un premio, dal momento che con la fatica nelle categorie inferiori, credo di meritarmelo. Comunque, spero per il 2015 di attaccare il numero sulla schiena per la Classicissima.» Programmi per il 2015? «Proprio adesso, stiamo pianificando con il Team la nuova stagione.» Ha già ripreso la preparazione? «Per ora vado due volte la settimana in palestra, oltre a qualche uscita in bicicletta, ma semplicemente per tenermi in forma e per tonificare la muscolatura. I lavori importanti arriveranno da gennaio in avanti.»
foto BETTINIPHOTO
Grazie mille Niccolò! Le auguriamo un brillante 2015! «Grazie a voi!»
foto ROBERTO RIDI
ISOLA D’ELBA
TEATRO NATURALE PER BIKER E CICLOAMATORI I GRANDI AUTORI DELL’ANTICHITÀ CLASSICA NARRANO CHE, NEL PRIMO MILLENNIO A.C., SU DI UNA BIANCA SPIAGGIA DELL’ANTICA “AITHALÌA”, APPRODARONO I 50 MITOLOGICI EROI CHIAMATI ARGONAUTI, GUIDATI DAL GRECO GIASONE ALLA RICERCA DEL “VELLO D’ORO”. QUI IL MITO VUOLE CHE, ASCIUGANDOSI IL SUDORE CON DEI CIOTTOLI POROSI, LASCIARONO IN ESSI DELLE STRIATURE DI COLORE GRIGIO AZZURRO, ANCORA OGGI VISIBILI FRA I SASSI BIANCHI DELLA STESSA SPIAGGIA
Aithalìa non poteva che essere l’Isola d’Elba e la spiaggia degli Argonauti era l’attuale spiaggia “delle Ghiaie”, nei pressi di Portoferraio. È proprio la bellezza di queste coste che ha donato all’isola una fama internazionale. Oggi, il turismo è attratto dalla variegata offerta balneare, ma non bisogna fermarsi solo a contemplare le spiagge incontaminate. L’isola è ricca di natura e storia, che val la pena esplorare. Sebbene abitata già in era paleolitica, l’isola divenne conosciuta per mezzo degli Etruschi che intuirono la grande ricchezza di minerali presenti nel sottosuolo (soprattutto il ferro) e avviarono lo sfruttamento minerario. Così l’isola d’Elba conobbe la dominazione dei romani, la potenza dei Medici e i fasti napoleonici; fu meta e crocevia delle principali rotte del Mediterraneo occidentale, come lo è tuttora per le più importanti destinazioni crocieristiche. L’isola è la più grande dell’Arcipelago toscano, all’interno del quale fa parte del Parco Nazionale omonimo, con sede in Portoferraio. Partiamo, quindi, da questa città per fare un breve tour virtuale: l’antica Fabricia è oggi il più grande centro dell’isola, caratterizzato dagli imponenti bastioni medicei lungo tutta l’area portuale che oggi ospita gare veliche internazionali. Dal Forte Falcone si vede la Villa dei Mulini, che fu la residenza invernale di Napoleone Bonaparte, qui esiliato per dieci anni dal 1814. Nel comune si trova anche la sua residenza estiva, la Villa di San Mar-
tino. Entrambi gli edifici oggi sono musei. Lungo la costa Nord, che ospita una riserva marina di tutela biologica, s’incontra il golfo con Enfola, Viticcio, Biodola, e Scaglieri, zone caratterizzate da spiagge con sabbia finissima dorata e acqua cristallina, mete turistiche d’eccellenza internazionale, animate giorno e notte da numerose attrazioni. Più a ovest troviamo Marciana Marina, il più piccolo comune della Toscana, risalente al XII secolo, con l’aspetto di un antico borgo di pescatori e la sua Torre Pisana costruita in difesa dai Saraceni. Alle spalle del borgo marino c’è Marciana, fra gli insediamenti più antichi dell’isola, che rivela scorci suggestivi e offre la possibilità di visitare il Monte Capanne. Un vero e proprio paesaggio montano fruibile per mezzo di una cabinovia o a piedi, camminando fra boschi con torrenti, funghi, lecceti e castagneti. Dalla cima del monte a 1019 m è possibile ammirare tutto l’Arcipelago toscano. Torniamo al mare con le diverse località balneari dal fondale trasparente, ideale per le immersioni. Spingendosi verso sud, s’incontrano due fra le spiagge più frequentate, quella di Cavoli, ideale anche in bassa stagione per il suo clima sempre mite, e Fetovaia in un’insenatura protetta dal vento. Siamo nel comune di Campo nell’Elba, con una grande ricettività turistica (anche per i giovani), non a caso la vicina Marina di Campo ospita l’unico aeroporto dell’isola. Nell’entroterra le frazioni di San Piero e Sant’Ilario mostrano ancora
il loro aspetto originario prima dello sviluppo turistico. In queste zone si producono degli ottimi vini fra cui l’Aleatico, pregiato vino liquoroso. Ci avviciniamo, poi, al golfo di Lacona con una spiaggia di sabbia chiarissima e bellissimi fondali ricchi di spugne e coralli. Dopo Norsi si può proseguire verso Capoliveri col nucleo storico sul Monte Calamita di origini romane e un’espansione più recente. La città fu dedicata al dio Bacco e ancora oggi i vigneti donano un ottimo vino celebrato nella caratteristica Festa dell’Uva. Il Monte Calamita, area mineralogica di grande interesse, è meta di escursioni a cavallo e ideale per la vista sulle splendide scogliere. Giungiamo, quindi, sulla parte orientale dell’isola, dove Porto Azzurro domina la costa col forte San Giacomo, al quale si accede attraverso stretti vicoli. Oggi la cittadina, che una volta era abitata da agricoltori e pescatori, è frequentata specialmente dalle imbarcazioni private dei turisti in alta stagione. Da qui si possono visitare la nota spiaggia “del Barbarossa” dalla sabbia ocra, la spiaggia “reale”, e la Valle del Monserrato, col suo santuario. La costa orientale era nota già in epoca etrusca per le sue miniere di ferro i cui giacimenti sono stati sfruttati fino all’esaurimento. A Rio nell’Elba, infatti, è possibile ancora ammirare nel museo le collezioni di minerali appartenenti agli antichi minatori. Il centro abitato d’estate si popola di eventi e rievocazioni storiche. Da questo paese in passato alcuni abitanti si spostarono sul mare, a Rio Marina, area nota per la produzione di miele di alta qualità e del tipico dolce, la schiaccia briaca. Percorrendo il lungomare più a Nord ci si avvicina al punto dal quale l’Italia dista solo 10 km, con Piombino in lontananza. Qui i paesaggi sono stupefacenti e i fondali, per chi ha la possibilità di immergersi, sono indimenticabili. E si ritorna poi verso Portoferraio, passando per il castello del Volterraio dove di nuovo le immagini della storia, fra etruschi, medioevo e incursioni piratesche, dettate dai resti e dalle fortezze, si mescolano al verde lussureggiante delle valli e alle spiagge incontaminate.
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A TU PER TU CON IL CT a cura di LUCIANA ROTA
IL CICLISMO (DA PEDALARE) SECONDO DAVIDE CASSANI
È
È stato il commentatore televisivo RAI, ex ciclista su strada e dirigente sportivo italiano, professionista dal 1982 al 1996, vinse due tappe al Giro d’Italia. Ora è impegnato tutte le settimane in radio con il programma DeeJay Training Center – su DJ – ogni domenica alle 12, per un’ora, dispensa consigli e aneddoti nel corso del programma ideato per chi “lo sport lo fa”, condotto da Linus con l’olimpionico della maratona Stefano Baldini. Un programma sponsored by Enervit. Davide Cassani non è solo il Ct della Nazionale, che nel 2015 vedrà Enervit fornitore ufficiale, è anche e soprattutto uno di noi che va in bici (e corre a piedi) per piacere e per soddisfazione personale. È aggiornato sulle tecniche di allenamento, sul ciclismo professionale e quello amatoriale, sa tutto di preparazione, strumenti, mezzi e anche integrazione sportiva. Non a caso è ambasciatore di Enervit insieme con Stefano Baldini. I due seguono strategie e metodi suggeriti in anni e anni di Ricerca dalla Equipe Enervit, che ha collezionato grandi risultati nello sport azzurro e messo a punto prodotti innovativi. Ecco un’intervista su come si affronta una granfondo secondo Davide che ci guida in questo nuovo 2015. Sarà un anno decisamente “In Bici” per passione. Per sport. Quando ha iniziato a pedalare? «Il colpo di fulmine l’ho avuto all’età di 7 anni, mio padre mi portò a vedere i mondiali di Ciclismo ad Imola, vinti da Vittorio Adorni. Quel giorno, nonostante la giovane età, decisi fermamente che avrei fatto il ciclista. Mio padre mi vietò di correre fino all’età di 14 anni, nonostante ciò quando la gente mi chiedeva cosa avrei fatto da grande ho sempre risposto che avrei corso in bicicletta. Fu una vera e propria folgorazione.» Come si alimenta la settimana prima della gara? «In questa settimana mi alleno meno proprio per ricaricare le batterie in vista della gara. E anche a tavola non serve esagerare: il rischio è quello di ingolfarsi. Bisogna mantenere una dieta equilibrata e varia evitando le abbuffate.» Come va gestito il giorno prima di una granfondo?
Tempo di lettura
8 min
Davide Cassani salutato dal pubblico alla partenza di una tappa del Giro d’Italia 2014 foto BETTINIPHOTO
«È una giornata che andrebbe dedicata al riposo, con la sola eccezione di quella che in gergo ciclistico chiamiamo ‘sgambata’, utile soprattutto se avete passato qualche ora in auto per recarvi nel luogo dell’evento.» In cosa consiste la sgambata? «Si tratta di un’uscita in bicicletta che ha la funzione di un rodaggio in vista della gara. Il miglior modo per interpretarla è quello di fare un’ora su percorso ondulato, magari con una salita di un paio di km, da affrontare in progressione fino ad arrivare alla frequenza cardiaca di soglia. Il resto dell’uscita può essere condotto in agilità.» Quali consigli si sente di dare a un cicloamatore che deve partecipare ad una granfondo?
«Qualunque sia il suo livello di preparazione, suggerisco di studiarsi bene il percorso e di gestire lo sforzo in base a questo; pianificando i momenti di recupero ma anche dove e come assumere gli integratori.» Ci spiega meglio questo concetto? «I percorsi delle granfondo sono molto diversi tra loro: spesso presentano altimetrie con dislivelli importanti. Sarà quindi utilissimo capire quanto dureranno le salite, la difficoltà delle discese, quali e quanti tratti di pianura ci sono. In base a queste informazioni possiamo pianificare dove tirare il fiato per recuperare, dove avremo la possibilità di mangiare, quanto tempo trascorrerà tra una salita e l’altra.» Informazioni preziose per arrivare al traguardo con ancora energie disponibili e
Il Ct della nazionale Davide Cassani con Linus e Stefano Baldini
Davide Cassani durante la conferenza stampa ai campionati del Mondo Ponferrada 2014
43 il recupero. Noi non abbiamo tutte quelle possibilità e le gare non sono così ravvicinate, ma qualche segreto possiamo rubarlo.»
Come va gestito l’allenamento? «Io vedo tanti cicloamatori che si allenano sempre a tutta: in ogni allenamento profondono il massimo dello sforzo, non conoscono l’importanza del recupero e poi magari la domenica sono svuotati! Basta seguire alcune regole fondamentali: allenamento, recupero, riposo e alimentazione vanno gestiti con la stessa importanza, molti si concentrano solo sull’allenamento.» Per la bicicletta quali suggerimenti si sente di dare? «Se si possiede già una bicicletta o si deve procedere all’acquisto, consiglio di prevedere una visita da un biomeccanico. Non esiste una posizione valida per tutti. Saranno le nostre caratteristiche fisiche a dettare la nostra posizione in sella. Anche la scelta della componentistica ci potrà essere di aiuto. Queste informazioni, considerando il tipo di attività che intenderemo fare, ci daranno la nostra posizione ottimale in bicicletta.» La famigerata crisi di fame, come si può combattere? «Solo chi l’ha provata sa di cosa si tratta. Quando arriva la crisi è sempre troppo tardi: la prestazione è ormai compromessa! Anche i professionisti ogni tanto ancora ci cascano, dimenticandosi
foto BETTINIPHOTO
magari col sorriso… Detta da te sembra facile, ma per i non professionisti? «Con gli strumenti oggi a disposizione di un ciclista, è facile studiare un percorso che non si è mai affrontato e, allo stesso tempo, monitorare lo sforzo durante la gara. A questo punto si potrà impostare preventivamente la nostra strategia di integrazione, adattandola al percorso; questo ci permetterà di ritardare l’esaurimento delle nostre energie.»
Ci fa qualche esempio? «Nei primissimi minuti, entro la prima mezz’ora, integriamo con soluzioni liquide a base di carboidrati, vitamine e aminoacidi. Poi pensiamo al riposo e al recupero delle energie. Durante la doccia possiamo tonificare le gambe alternando getti di acqua fredda e calda per foto BETTINIPHOTO velocizzare l’eliminazione delle tossine dai muscoli. In una seconda fase un’alimentazione di mangiare. Oggi nel plotone con le radioline, sono i direttori sportivi che ricordano ai con una quota di proteine sarà utile per il corridori di bere e mangiare con costanza.» recupero muscolare. Alcuni corridori integrano con proteine in polvere, magari prima di andare a dormire. Un buona dormiE per un cicloamatore che non ha il direttore sportivo? ta completa il recupero verso il prossimo «La regola è semplice: bere un sorso di allenamento.» acqua o sali minerali ogni 15/20 minuti, e La pratica della mountain bike ha esinon lasciar mai passare più di 45/60 minuti genze diverse? senza mangiare. Nelle prime ore suggerisco alimenti solidi: si possono preparare le «Per chi partecipa alle granfondo in MTB, barrette aprendole prima. Nelle ultime ore le regole sono sostanzialmente le stesse. di corsa è bene passare a un’integrazione Visto il maggior impegno nelle discese per liquida a base di carboidrati: si tratta di mivia di percorsi più tecnici, forse è preferibiscele di pronto utilizzo, solo chi le ha prole un’integrazione liquida. In questo caso, vate sa quanto siano utili in certi momenti.» una delle due borracce potrebbe essere dedicata ai sali minerali e l’altra a una soCome va gestito il recupero? luzione di carboidrati come i cheerpack o «I professionisti che vediamo nei grandi Giri, le maltodestrine sciolti in acqua. In questo dal primo minuto in cui scendono dalla bimodo se non riusciremo a mangiare le cicletta, compiono barrette, avremo comunque carboidrati tutta una serie di disponibili.» azioni volte a velocizzare ed ottimizzare
Il Ct Davide Cassani con il campione Vincenzo Nibali durante un allenamento della nazionale
FIXED BIKE
INTERAMENTE IN LEGNO BREAD&STYLE COMMERCIALIZZA LA PRIMA BICI DI LEGNO PER IL MERCATO ITALIANO Arriva in Italia la prima fixed bike realizzata interamente in legno! Design olandese, progettata da Jan Gunneweg la Bough Bike è destinata ad aprire una nuova strada e rappresenta una scelta totalmente ecosostenibile per i cultori delle due ruote a pedali. La sensazione di calore che si prova, dovuta al legno, si trasmette a tutto il corpo donando pace e tranquillità. Il comfort dovuto al legno (capace di assorbire molte più vibrazioni dei più comuni material utilizzati) vi permetterà di percorrere lunghe tratte cittadine in perfetto relax. La bough Bike è personalizzabile scegliendo tre tipologie di colore della sella e delle gomme, in più è possibile scegliere tre altezze differenti per il manubrio. Per il suo messaggio green ed ecofriendly, la wood bike Olandese ha riscontrato molto successo nelle aziende. Molti imprenditori hanno deciso, infatti, di acquistare una bici personalizzata con il loro brand (per pubblicizzare la loro etica ambientale) esponendola all’ingresso delle loro società o, in altri casi, permettendo ai loro dipendenti di utilizzarla per muoversi all’interno degli stabilimenti. Per saperne di più non esitare a contattarci, saremo lieti di rispondere a tutte le tue curiosità. www.breadandstyle.com
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GRANFONDO INTERNAZIONALE DELLE CINQUE TERRE a cura di PAOLO MEI
info@inbici.net
LA GRANFONDO INTERNAZIONALE DELLE CINQUE TERRE E DELLA RIVIERA SPEZZINA GIOCA D’ANTICIPO E PROPONE LA GRIGLIA DI NATALE AD UN PREZZO SCONTATO NELL’ANNO DEL TRANSITO DEL GIRO D’ITALIA SULLE PROPRIE STRADE
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A partire dal 15 dicembre apriranno le iscrizioni per la La partenza di una precedente edizione della Granfondo Internazionale Cinque Terre ventunesima edizione della Granfondo ligure: prezzo foto PLAYFULL NIKON specialissimo di soli 30 euro per coloro che aderiranno alla Griglia di Natale, grazie alla quale si potrà ottenere la partenza in prima griglia. L’inverno a Deiva Marina è ormai alle porte ma lo staff organizzativo della Granfondo delle Cinque Terre e della Riviera Spezzina, coordinato da Massimo Nunziati e Franco Belloglio è al lavoro incessantemente con l’obiettivo di rilanciare, giocando d’anticipo, il loro appuntamento per il 2015. L’ormai classica Granfondo delle Cinque Terre, in programma il prossimo 13 settembre, arriverà al termine di un fine settimana dedicato al ciclismo con la possibilità di usufruire a prezzo agevolato della “Griglia di Natale”, al costo di soli 30 euro. Le iscrizioni apriranno il 15 dicembre prossimo e sino al 31dicembre 2014 sarà possibile ottenere la prima griglia per l’ormai classica corsa di settembre. A partire dal 1 gennaio 2015 il costo dell’iscrizione sarà di 35 euro sino alle ore 24 di giovedi 10 settembre 2015. Oltre questa data e sino a sabato 12 settembre la quota sarà di 45 euro. La partenza del Giro d’Italia del 2015 proprio dalla Liguria ha certamente motivato il comitato organizzatore, visto che una delle primissime tappe della corsa rosa transiterà proprio sul percorso della creatura del duo Nunziati-Belloglio. Alla luce di questa scelta di RCS e in onore del Giro, la salita da Levanto al Passo Termine diventerà cronoscalata: una gara nella gara che consentirà al vincitore di vincere il memorial Luigi Visini, indimenticata figura del comitato organizzatore. Le distanze di gara saranno di 89 km per la medio fondo e circa 160 km per la granfondo. Le novità per l’edizione numero ventuno non sono finite: il comitato organizzatore ha deciso infatti di spostare la location delle iscrizioni (che sino all’edizione 2014 era a circa 1,5 km di distanza dalla zona di partenza/arrivo) portandola nel lungomare, al fine di avvicinare tutti gli appassionati e gli accompagnatori nel cuore della corsa già nei giorni precedenti. Le eccellenze culinarie delle Cinque Terre, quali il pesce ed il miele saranno al centro della scena e faranno parte integrante dell’edizione 2015, attraverso la quale sarà possibile degustare le prelibatezze liguri. Confermato l’appuntamento del venerdì 11 settembre con l’elezione di Miss Granfondo, sul lungomare di Deiva Marina, evento che negli ultimi due anni ha avvicinato un grande pubblico nella location di partenza, mentre sabato 12 ci sarà la gimkana per i più piccoli. La Granfondo delle Cinque Terre sarà ancora una volta prova unica di Coppa del Mondo ACSI e la gara farà parte del Circuito Costa Ligure, del Circuito Dalzero e del Circuito Unesco Cycling Tour. Per rimanere aggiornati sull’evento, il sito internet è www.granfondo5terre.com, oltre alla pagina Facebook attraverso la quale sarà possibile scoprire passo dopo passo tutte le novità del 2015.
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GRANFONDO FI’ZI:K a cura di NEWSPOWER
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MAROSTICA E FI’ZI:K A BRACCETTO NEL SEGNO DELLA PASSIONE PER IL CICLISMO
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foto NEWSPOWER
A Marostica la passione per il ciclismo è di casa e in primavera viene consacrata dalla Granfondo fi’zi:k, una gara che nel giro di un lustro si è conquistata un posto di primo piano nel panorama ciclofondistico nazionale ma non solo, vista la crescente presenza di ciclisti stranieri. La cittadina medievale vicentina, tradizionalmente molto legata al mondo delle due ruote, ogni anno celebra il ciclismo e i suoi appassionati alla GF fi’zi:k, che anche il prossimo anno propone un doppio appuntamento: la Krono fi’zi:k-La Rosina a marzo e la prova in linea in calendario domenica 26 aprile. La scorsa stagione, infatti, gli organizzatori hanno voluto affiancare alla granfondo una cronoscalata all’ascesa simbolo di Marostica, la salita della Rosina. La Krono unisce quindi due luoghi che, per ragioni diverse, hanno fatto la storia di Marostica come Piazza degli Scacchi e la famosa erta, divenuta nel corso degli anni un vero e proprio punto di riferimento per cicloamatori e pro, tanto che l’indimenticato Alfredo Martini spesso soleva complimentarsi con gli appassionati vicentini che portarono alla ribalta la Rosina: «Avete reso una salita di 2 km famosa come lo Stelvio e le grandi salite del ciclismo». La Krono, lunga circa 5 km, sarà un vero e proprio prologo in vista della prova in linea, dato che i primi classificati nella cronometro avranno poi diritto ad
La partenza dell’edizione 2014 foto NEWSPOWER
un posto a ridosso dei migliori nella Griglia delle Regine del main event del 26 aprile. Il 2015 della Granfondo fi’zi:k riserva parecchie novità agli appassionati, a partire dai percorsi che da due diventano tre: il numero perfetto per andare incontro alle esigenze sia degli agonisti e dei più allenati, sia di coloro che a inizio stagione non hanno ancora tanti chilometri nelle gambe o di chi vuole approcciarsi per la prima volta al mondo delle granfondo. Tutte e tre le proposte della Granfondo fi’zi:k, con partenza e arrivo nel cuore di Marostica, permetteranno agli appassionati di godersi gli splendidi paesaggi primaverili sulle colline attorno a Marostica e, nel caso dei due itinerari più lunghi, le salite dell’Altopiano di Asiago, come sempre decisive per gli esiti della corsa. Scendendo un po’ più nel particolare, il percorso corto misura circa 80 km, mentre il medio ed il lungo si attestano rispettivamente sui 110 e 165 km. Tutti e tre i tracciati presentano nelle fasi iniziali la salita di Salcedo, dopodiché il “corto” proseguirà verso Lusiana per poi ridiscendere verso Marostica, mentre gli altri due itinerari si snoderanno sulle strade dell’Altopiano di Asiago con le salite di Castelletto di Rotzo, della Verenetta e, per gli stakanovisti del lungo, Monte Corno, prima della picchiata finale verso il traguardo. Le iscrizioni alla Granfondo fi’zi:k sono in
piena corsa e sul sito ufficiale della manifestazione si possono trovare tutti i dettagli sull’evento. I vantaggi per chi si iscrive fin da subito sono tanti: per il 2015, infatti, gli organizzatori dell’ASD B-Sport e di Studio RX hanno deciso di abbassare i costi e, fino al 31 dicembre, è possibile strappare un posto in griglia a soli 26 € per gli uomini e 20 € per le donne ottenendo un avanzamento di griglia, sempre molto comodo in sede di partenza. Le ladies, inoltre, avranno un prezzo agevolato anche nelle successive finestre d’iscrizioni, mentre per gli stranieri quota bloccata a 10 €. La Granfondo fi’zi:k è la seconda tappa dell’apprezzato Alé Challenge ed apre anche il neonato circuito Maglia Nera By Pinarello, oltre ad essere prova valida per il Campionato Nazionale e Provinciale ACSI Vicenza. La gara del 26 aprile nella prossima stagione sarà anche gemellata con la Granfondo Città di Asolo, che proprio come Marostica è una delle città murate più famose del Veneto: i partecipanti alla GF fi’zi:k (iscritti singoli o abbonati) potranno prendere parte alla Granfondo Città di Asolo al costo promozionale di 15 €. Insomma, dopo aver rimesso la bici in garage con l’arrivo dell’inverno vale la pena assicurarsi un posto in prima fila alla Granfondo fi’zi:k 2015. Info: www.granfondofizik.it
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2014 UEC ELITE TRACK EUROPEAN CHAMPIONSHIPS, BAIE-MAHAULT (GUADELOUPE- FRANCIA)
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IL COACH info@inbici.net
a cura di IADER FABBRI
LE PROPRIETÀ DELLE BACCHE DI AÇAI
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LA LORO STORIA COMMERCIALE INIZIA NEGLI ANNI ’70 IN BRASILE. POSSIEDONO DAVVERO UNA GRANDE VARIETÀ DI VALORI NUTRIZIONALI OPPURE LE PROPRIETÀ SONO ESASPERATE PER RAGIONI DI MARKETING?
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L’Açai (si pronuncia assaì) è il frutto dell’açaizero, una palma fruttifera della famiglia dell’Euterpe Oleracea, che cresce spontaneamente nella zona nord della foresta amazzonica, in terreno fertile laddove l’acqua è più abbondante. Questa palma può raggiungere un’altezza di circa 25 metri, cresce solo in alcuni stati del Brasile, nel nord ed in particolare negli stati del Parà e del Amapà. CARATTERISTICHE DEL FRUTTO DI AÇAI Il frutto matura fra luglio e dicembre ed è una grossa bacca color porpora scuro, di forma sferica, del peso medio di un grammo e il cui nocciolo occupa quasi l’80% del frutto. La polpa ha una consistenza granulosa. Le bacche di açaì pendono dai rami delle palme e tradizionalmente si raccolgono a mano: gli uomini della tribù si arrampicano sull’albero e tagliano i rami nella parte superiore della pianta. Ma le proprietà naturali dell’açai restano attive solo per 24 ore dopo la raccolta: le bacche devono dunque essere caricate in ceste e trasportate subito dopo il loro raccolto, durante la notte, in maniera che i mercati di Belem abbiano i prodotti la mattina seguente. Ogni palma di açaì produce circa 20 kg di frutti all’anno ed il succo prodotto da questi frutti è diventato il prodotto economicamente più importante dopo il legno. Belem, in Brasile, impiega più di 30.000 persone nella produzione, raccolta e
vendita dell’Açai. Per centinaia di anni le bacche di Açai sono state un alimento tradizionale dei popoli indigeni del Rio degli Amazzoni, tanto da diventare parte della loro tradizione folkloristica, trovando strada nella leggenda così come nella tradizione culinaria. Anche se crescono in terreni che distano migliaia di chilometri da Rio de Janeiro, è stato proprio qui che le bacche hanno guadagnato per prima la loro fama di super alimento e la stima di migliaia di persone. Le bacche di Açai vengono portate in città negli anni ’70-80 dai brasiliani del nord trasferiti a Rio. Le Bacche di Açai hanno iniziato ad essere largamente consumate dai cariocas (abitanti nativi di Rio) come fonte naturale di energia quotidiana. I media di tutto il mondo ne parlano già da qualche tempo, sostenendo che nonostante le piccole dimensioni, le bacche di Açai hanno un’enorme varietà di valori nutrizionali come pochi altri frutti al mondo e visto la grande risonanza che è stata data alle eccezionali proprietà di questo frutto e le conseguenti grandi richieste del mercato, le coltivazioni si sono estese anche in molte regioni del Sudamerica. Si consumano sotto forma di barrette, di perle, capsule, succhi o bevande. Si producono anche preparati cosmetici. Tutto ciò ha fatto sì che il mondo dell’integrazione le proponesse come una specie di superfrutto utile in varie situazioni (secondo alcuni funzionerebbe infatti oltre che come antiossidante, anche come energizzante, come coadiuvante per il dimagrimento, come ipocolesterolemizzante, per la prevenzione e il contrasto del cancro e delle malattie su base infiammatoria,
Chi è IADER FABBRI Classe ’78, dalla sua esperienza di atleta, matura la voglia di approfondire le proprie conoscenze, passando dall’insegnamento di varie discipline a trainer in molti eventi per aziende sportive, lavorando come mental coach e preparatore atletico. Finiti gli studi da dietista si laurea presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Camerino in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei prodotti della salute. Partecipa come relatore a congressi e conferenze e offre consulenze ad aziende di integrazione alimentare e a varie società sportive. Iader è Consulente in ambito Nutrizionale per tutte le nazionali di Ciclismo della Federazione Ciclistica Italiana, Strada, MTB e BMX. È preparatore del Team Gresini Racing di Motomondiale e membro dell’equipe medico-scientifica della Nazionale Italiana di Football Americano. Oggi esercita la sua attività di professionista presso il suo Poliambulatorio “FIT” a Faenza.
autoimmune ed allergica, come protezione dal colesterolo in eccesso e dalle malattie cardiovascolari e tanto altro). MA QUANTO C’È DI VERO? Dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e Nutrizione Umana dell’Università della Florida (USA), l’Açai è riconosciuto come un alimento interessante per l’utilizzo in prodotti nutraceutici grazie alle numerose proprietà funzionali che possiede. Ma vediamo di analizzare i reali benefici che possiede la bacca di Açai e ciò che invece è da ridimensionare, perché esasperato a causa di semplici fini pubblicitari e di marketing. Se si considerano i valori nutrizionali, si può apprezzare l’alto contenuto in
53 una probabile azione antitumorale, antiinfiammatoria e di fludificazione del sangue, ma in concentrazioni molto basse, mentre è buono il contenuto proteico e lipidico, con prevalenza di acidi grassi monoinsaturi (acido oleico – 54% c.a.) e discrete percentuali di polinsaturi (principalmente acido linoleico 12,5% c.a.) e di uno degli acidi grassi più aterogeni, l’acido palmitico (26,7% c.a.). Si può concludere che prima di decantare come eccezionali e portentose le qualità di questo frutto, la prudenza è d’obbligo: gli attuali studi scientifici che riguardano l’Açai lo classificano sicuramente come un ottimo antiossidante, ma altri frutti più comuni e più facilmente reperibili hanno altrettante e ugualmente ottime caratteristiche in tal senso. Il suo consumo è certamente da raccomandare, ma senza esasperarne virtù e decantare proprietà inesistenti.
antocianine – antiossidanti tipici della frutta con tonalità rosso scure, blu e nere, come uva e mirtillo – che hanno un effetto protettivo sul micro e macrocircolo (utili in presenza di fragilità capillare e relative manifestazioni). Proprio come nell’uva, le antocianidine, i relativi glicosidi e gli altri polifenoli, si concentrano nella buccia, raggiungendo concentrazioni superiori a quelle dei frutti di bosco. Ma, in ogni caso, il potere antiossidante complessivo è paragonabile a quello di altri frutti noti da tempo per le stesse proprietà, tanto che per uno studio americano del 2008, il valore antiossidante del succo di Açai risulta inferiore a quello del succo di melograno, del vino rosso, del mirtillo, anche se superiore a quello dei succhi di arancia, mela e del tè freddo. Le bacche di Açai possiedono discrete, ma non certo eccezionali, percentuali di calcio, ferro e vitamine A e C, oltre che una massiccia presenza di fibre e fitosteroli. È presente il Resveratrolo, un fenolo non flavonoide contenuto principalmente nella buccia dell’acino d’uva, a cui è attribuita
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SICUREZZA IN GARA
a cura di GIANLUCA BARBIERI
PIANO SANITARIO:
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UN SERVIZIO OBBLIGATORIO CHE NON DEV’ESSERE SOTTOVALUTATO PROFONDA È LA DIFFERENZA TRA PIANO SANITARIO PER GARE SU STRADA E PER MOUNTAIN BIKE: VEDIAMO PERCHÉ
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Chi ha l’opportunità di seguire in toto il mondo del ciclismo, potrà aver notato la differenza che c’è tra la preparazione di una gara su strada ed una di mountain bike. In questo numero parliamo di un segmento della corsa che molto spesso viene gestito con superficialità o magari lasciato al caso, da parte dell’organizzatore, che questa materia dovrebbe conoscerla a memoria a tutela anche dei propri interessi: il “piano sanitario”. Prendiamo spunto da alcuni fatti successi in diverse granfondo per fare una riflessione su cosa è accaduto e come si dovrebbe intervenire per evitare spiacevoli inconvenienti. Parliamo in particolare di un caso accaduto ad un biker che durante una granfondo di MTB è caduto rompendosi il femore: inizialmente la prognosi sembrava ben più importante. L’ambulanza ha ritardato l’intervento perché, a detta dei sanitari, non era del posto e non conosceva bene la zona d’intervento; a detta poi dei responsabili del servizio, la stessa ambulanza ha ritardato rispetto l’orario di ritrovo con i responsabili di percorso, dove questi smistavano le varie squadre di controllo e soccorso sul percorso. Le riflessioni che vogliamo portare ai nostri lettori sono le seguenti: • rimarcare da parte dell’organizzatore la puntualità di tutto il personale rispetto l’orario di ritrovo: un eventuale ritardo anche di una sola squadra crea scompiglio;
• nella mountain bike la conoscenza dei percorsi di gara diventa determinante a differenza delle gare su strada, poiché l’ambulanza nel secondo caso segue la corsa, nel primo deve cercare il punto d’incidente; • se alcune squadre di soccorso non conoscono il territorio perché a supporto, devono essere formate squadre miste, cioè con almeno un addetto che conosca bene i sentieri ed i luoghi; nel caso i gruppi di soccorso non conoscano il territorio, va fatta per tempo formazione; • nel caso di trasporto dell’infortunato, attraverso elisoccorso, almeno un sanitario (medico) deve accompagnare il ferito al punto d’incontro per verificarne sempre
la stabilità (anche solo per tenergli la mano); • mettere in contatto per tempo il medico di gara con i gruppi di volontari, per predisporre a tempo debito, le modalità di soccorso ed il materiale in dotazione ai mezzi di soccorso; • importantissimo il servizio radio dedicato all’apparato sanitario e collegato al Direttore di Corsa. Queste sono solo alcune considerazioni legate al piano sanitario: ovviamente è una materia vasta e le possibilità per addentrarsi in modo specifico sono molte. L’importante è ricordarsi che partire con l’organizzazione di una gara, avendo un piano sanitario ben curato, significa essere già a metà dell’opera.
foto BETTINIPHOTO
ELITE TRACK EUROPEAN CHAMPIONSHIPS 2014 GUADELOUPE – FRANCIA
Volata al fotofinish tra Sonny Colbrelli, Alessandro Malguti e Pippo Pozzato
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RIDE FOR LIFE 2014
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a cura di PAOLO MEI
DUE MAGNIFICHE GIORNATE PER UNA NOBILE CAUSA!
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Quello che vi raccontiamo su INBICI è solo una sintesi di due giornate memorabili, nei giorni 15 e 16 novembre 2014. Ride for Life, tre paroline per un grande, ambizioso obiettivo: raccogliere i fondi per la cura delle lesioni spinali. Un fine nobile, da raggiungere con dei mezzi molto particolari: i campioni. Nato grazie all’unione di due associazioni, la Riders 4 Riders e la Marina Romoli Onlus ben 5 anni fa, questo evento richiama un ottimo numero di personaggi dello sport e non solo. Per la seconda volta consecutiva questa iniziativa lodevole si è svolta in provincia di Pavia, nella pista “South Milano” di Ottobiano. Una sorta di oasi ideale per gli appassionati dei motori, la location (i cui proprietari sono Luca e Roberto Gualini) ha dimostrato di essere molto versatile e accogliente. Nella pista pavese è possibile cimentarsi in gare di Kart, di scooter, di Super Motard, di Cross, Minicross e, per l’occasione, anche di ciclismo. Due le giornate di “gara”, anche se il termine “gara” non descrive alla perfezione quello che è l’intento, che ha visto da una parte i ciclisti, gli amici di Marina Romoli (che dal 2010 è costretta a vivere su una sedia a rotelle a causa di un incidente in allenamento in bici), presidente della Marina Romoli Onlus e Loredana Longo (la vice Il gruppo di Ride for Life
presidente); dall’altra i “cugini” motociclisti, sotto la regia di Dante Badiali. Il sabato è stato condizionato da un vero e proprio nubifragio che non ha risparmiato la pista di Ottobiano. Ciò nonostante, i duathleti si sono sfidati, sotto la pioggia battente dando spettacolo. Poche ore più tardi è stata la volta dei ciclisti amatori che si sono sfidati su una gara “tipo pista” nella pista dei Kart, con l’organizzazione del Team Loda Millennium, di Nicola Loda, ex pro bresciano. La serata è stata memorabile, con cena e intervento sul palco di campioni di tantissimi sport, a partire dai ciclisti con Filippo Pozzato, Luca Paolini, il campione italiano Downhill Elite Alan Beggin, Giacomo Nizzolo, Matteo Pelucchi, Manuel Quinziato (fresco campione del mondo nella cronosquadre di Ponferrada), Niccolò Bonifazio. I motociclisti erano presenti con Marco Melandri, Andrea Dovizioso, Loris Capirossi, Carlos Checa, Alex Salvini, Alessandro Lupino. I triathleti erano presenti con Alessandro Fabian, Daniel Hofer, l’italo argentino Fontana e Charlotte Bonin. Presenti anche il campione olimpico di Atene 2004 alla sbarra Igor Cassina e il recordman di velocità sugli sci Ivan Origone. La domenica grandi esibizioni con la gara di Pit Bike e Motocross, con dominio di Max Verderosa, Andrea Dovizioso e David
Philippaerts. Alla gara ha partecipato anche il bronzo olimpico della MTB Marco Aurelio Fontana. Poco dopo a dominare la scena sono stati i professionisti del ciclismo, dove a prevalere è stato Sonny Colbrelli, davanti a Matthias Brandle e Francesco Lasca, che hanno anticipato lo spettacolo del Motocross Freestyle. Al pomeriggio, il momento clou: il trofeo Antonelli, la staffetta in bici a squadre. Le squadre erano quasi interamente composte rispettivamente da un ciclista e da un motociclista. Vittoria di Sonny Colbrelli in coppia col campione di MXGP Davide Guarnieri. Secondi, i due ciclisti Simone Ponzi e Alessandro Malguti. Terzi Pippo Pozzato e Macho Melandri. Alla gara ha partecipato anche Adriano Malori e Andrea Guardini giunti a Ottobiano solo di domenica, cosi come il nuotatore Filippo Magnini, altra star della manifestazione. La giornata si è conclusa con la kermesse dei go kart, che ha visto al via, tra gli altri il pilota Ferrari Federico Leo, l’ex professionista Claudio Chiappucci e il commentatore della Superbike Guido Meda. Il ricavato della manifestazione è stato interamente devoluto, in collaborazione con la fondazione Wings For Life, alle ricerche del professor Gregoire Courtine l’EPFL di Losanna, in Svizzera.
PRIMA DURANTE DOPO OGNI ALLENAMENTO E OGNI GARA
Prima
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Durante
Dopo
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Silvia Bertocco
«Per me è un onore essere presidente, ma anche un impegno consistente. Ho la fortuna di avere l’appoggio di tutta la squadra. Così ogni tanto nasce una nuova idea, e subito di me pensano… chissà cosa starà architettando questa volta…poi però ci mettiamo al lavoro ed in genere traduciamo in realtà quanto prima avevamo solo immaginato. Siamo una squadra che non solo partecipa, ma sa anche organizzare, ha voglia di farlo.» Tra idee e progetti, ecco affiorare tutto lo slancio necessario per dare vita al Campionato Europeo di Ciclocross, il prossimo 18 gennaio a Borgosesia, località Bettole Sesia (VC). «Uno sforzo importante. Ci attendiamo la presenza di molti corridori, anche dagli stati limitrofi. Abbiamo iniziato la preparazione all’evento già diversi mesi fa; abbiamo ottenuto il patrocinio del Comune di Borgosesia, numerose convenzioni e l’appoggio fattivo di diverse aziende che hanno accettato di essere sponsor dell’evento. Per noi è un punto di partenza.» Lo sforzo “importante”, come lo definisce Silvia, lo si potrà constatare anche al momento delle premiazioni. «Sì! Tutti i primi classificati riceveranno una medaglia d’oro. Non è cosa che si vede tutti i giorni.» Torniamo alla giornata del 18 gennaio 2015.
Donna In... Bici
a cura di ROBERTO FEROLI
SILVIA BERTOCCO, UN VULCANO DI IDEE IN ROSA, DAI CAMPIONATI EUROPEI DI CICLOCROSS ALLO SCAMBIO DI RICETTE «IN BICI NON SACRIFICO LA MIA FEMMINILITÀ!». SILVIA BERTOCCO SI RACCONTA COME DONNA, MADRE E PRESIDENTE DI UNA SOCIETÀ DI 30 UOMINI E 4 RAGAZZE
«Siamo una società che è sul campo da oltre 30 anni. Personalmente, sono presidente per la prima volta da questo 2014. 30 corridori, tutti amatori, con 3 donne che stanno per diventare 4. Siamo nati come crossisti, una delle squadre più numerose in assoluto, ma abbiamo anche chi va su MTB e strada, io per prima. Cerchiamo di occupare tutte le specialità in tutte le categorie.»
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Presentazione fugace ma efficace di Silvia Bertocco, presidente del Velo Club Valsesia, in provincia di Vercelli. La nostra donna INBICI di dicembre ha il piglio di chi dirige una squadra, mescolando buone idee, tanta concretezza, ed un sorriso che ingentilisce anche i progetti che a prima vista possano apparire più complessi.
La concentrazione di Silvia (al centro) durante una gara
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limitata. Poche a correre, ed una sola altra presidente che io conosca, in provincia di Varese, Alessia Della Valle degli Scorpioni. Per quel che riguarda il ciclocross, vedo una decina di ragazze su ogni linea di partenza, e questo mi conforta. L’ambiente è buono e l’agonismo è di quello sano, del tipo che dopo aver dato il massimo in gara ci si scambiano le ricette ed i segreti in cucina!»
«Il percorso sarà tracciato da un nostro collaboratore, uno dei massimi esponenti italiani di questo sport; in genere disegniamo percorsi sempre molto tecnici, è una delle nostre caratteristiche. Per l’occasione aggiungeremo anche una tribuna, ed una pedana come ostacolo. Utilizzeremo il parco cinofilo di Bettola, che è già stato usato per altri appuntamenti sia nazionali che internazionali; credo che questo aspetto giocherà a nostro favore.» Iscrizioni aperte, quindi. Ora però andiamo ad indagare come Silvia Bertocco, moglie, madre e presidente, gestisce il proprio tempo. Come riesce, in sostanza, a far quadrare il cerchio delle tante iniziative e della quotidianità. «Intanto, specifichiamo che siamo una famiglia di corridori; quindi ci dividiamo i vari compiti. E comprendiamo se anche una volta il pavimento non è pulito come vorremmo, significa che qualcuno è andato ad allenarsi, perché magari fuori c’è una imperdibile giornata di sole. Diciamo che se la famiglia comprende, allora va bene così. Poi, certo, siamo sempre di corsa. Ed esiste anche una responsabilità in più come presidente della società. Alla fine, sono grandi soddisfazioni; come presidente
vedo che i miei ragazzi sono sempre pronti. Quando confesso loro di avere in mente di fare una cosa, mi appoggiano sempre, e questo è un grande aiuto, Insomma, pian piano, e col buon senso, si va avanti e si cerca di far conciliare tutti gli impegni. Della presidentessa, del marito, di mia figlia, senza dimenticare il nostro cane.» Come sempre, diamo anche una sbirciatina al ciclismo femminile più in generale… «In generale mi pare che la presenza femminile in questo ambiente sia veramente
Silvia perché consigliare la bici ad una ragazza? «Io innanzitutto poso dire che la bici regala molte soddisfazioni. Come mi è stato insegnato, pedalare è una sfida prima di tutti con se stessi, e solo poi con gli altri. È un continuo superarsi, arrivare ad una meta e spostarla sempre un po’ più avanti. Ma alla fine sei tu, e se non arrivi, riprovi la volta dopo. È poi chiaro che per essere un minimo competitivo devi essere pronta a qualche sacrificio, anche solo per il fatto che per allenarsi serve tempo. Ma non sacrifico la mia femminilità! Anzi, anche in questo ambiente si può esprimere se stesse, senza risultare mascoline o fuori luogo. E poi succede anche che a volte riusciamo a mettere la ruota davanti a qualche ometto, il che è sempre una bella soddisfazione. Ci sono da raccogliere anche tante soddisfazioni a livello fisico ed atletico.»
Silvia Bertocco premiata con la maglia di campione regionale piemontese della montagna
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CHARLY GAUL, EDIZIONE NUMERO 10!
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a cura di NEWSPOWER
PRIMA DI TORNARE SUL MONTE BONDONE, DOMENICA 19 LUGLIO, LA TRADIZIONALE CRONOMETRO NELLA VALLE DEI LAGHI MANIFESTAZIONE CHE TAGLIA UN TRAGUARDO IMPORTANTE, E LO CELEBRA ANCHE CON LA CICLOSTORICA ED IL SUO PERCORSO DISEGNATO DA FRANCESCO MOSER. BICICLETTA SÌ, MA INSIEME A QUALCHE GIORNO DI RIPOSO NELLO SPLENDIDO TRENTINO… PERCHÉ NO?
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Con il numero 10 salta in sella La Leggendaria Charly Gaul. Proprio così, il 2015 è l’anno della decima edizione della popolare granfondo trentina, che nella sua denominazione per esteso ci ricorda come i due fulcri siano la città di Trento e la montagna che la domina, il Monte Bondone. “La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone” è pronta a tornare dal 17 al 19 luglio prossimi e la proposta è di quelle imperdibili per gli appassionati di bicicletta, di grandi sfide, di natura e di luoghi mitici delle due ruote. Prima giornata dedicata ai velocisti, a chi sulla bicicletta ricerca il brivido e l’adrenalina, che di certo troverà nella prova a cronometro in Valle dei Laghi lungo un suggestivo tracciato di 24 km a “bordo laghi” e tra antichi borghi e coltivazioni di viti e frutteti. Domenica 19 luglio saranno invece i granfondisti e gli amanti della salita a… salire in cattedra per la gara regina della settimana. Sui tracciati Granfondo e Mediofondo si raccoglieranno centinaia La partenza dell’edizione 2014 foto NEWSPOWER
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di ciclisti, inclusi alcuni volti noti del pianeta bici che ogni anno onorano l’evento di Trento, e tra la Città del Concilio – sede di partenza dal “salotto” di Piazza Duomo – i vicini centri di Gardolo e Lavis e la Val di Cembra, dove ha sede un primo GPM, se ne vedranno già delle belle. Al ritorno a Trento, i mediofondisti imboccheranno la mitica Salita Charly Gaul verso la cima del Monte Bondone da raggiungere dopo 57 km complessivi di gara, mentre coloro che avranno scelto la variante più impegnativa di 141 km si allungheranno ancora attraverso la Valle dell’Adige e saliranno il Monte Bondone una prima volta dal versante di Garniga Terme per poi scendere a tutta verso la Valle dei Laghi e Toblino con il suo romantico castello. Rimarrà poi da affrontare l’ultima fatica sul Monte Bondone dalla strada di Sopramonte e Candriai, per giungere infine al traguardo allestito a 1650 metri di quota. Negli ultimi anni le iscrizioni si sono attestate su una media di 2500 da ogni angolo del pianeta e per la 10a edizione si punta di sicuro a confermare queste cifre e, perché no, andare oltre. Gli organizzatori dell’ApT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e dell’ASD Charly Gaul Internazionale hanno ottenuto anche per il 2015 l’inclusione del loro evento come unico sul territorio italiano nell’UCI World Cycling Tour, la serie che dà l’accesso ai Campionati del Mondo Amatori e Master, e per la “giornata di mezzo” tra la crono e la granfondo – ovvero sabato 18 luglio – verrà anche proposta una novità in salsa vintage che di certo farà la gioia di chi segue il ciclismo da sempre. Si tratta di una cicloturistica d’epoca in sella a bici storiche, dove viene anche raccomandato un abbigliamento originale o per lo meno in tema, per un tuffo completo nella storia di questo sport, quella scritta dai grandi miti come Charly Gaul e dalla famiglia Moser cui l’evento è dedicato in particolar modo. La ciclostorica del 18 luglio, è inserita nel Giro d’Italia d’Epoca, un circuito che raccoglie i più importanti eventi nazionali di questo genere e a Trento anticiperà la spumeggiante serata di festeggiamenti per il decennale de “La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone”. Il percorso “disegnato” da Francesco Moser è ancora topsecret, sarà illustrato a breve in una conferenza stampa a Trento. La Leggendaria Charly Gaul stuzzica nuovamente l’appetito degli appassionati per un’intera settimana o quasi, dove poter scoprire la città di Trento, la Valle dei Laghi, le salite del Monte Bondone e pedalare dalle Dolomiti al Lago di Garda. Si chiama Bike Tour Leggendario, tutto da godere sulle strade della granfondo di luglio, ma non solo, perché le iniziative collaterali non mancano con ad esempio la Guest Card Trentino che dà l’accesso ai maggiori musei della provincia di Trento, o una visita guidata al centro storico di quella che fu anche Tridentum di epoca romana. Il sito ufficiale www.laleggendariacharlygaul.it è il primo passo per avere tutte le informazioni del caso e scoprire anche le quote di iscrizione a #laleggendaria10 come viene appellata la gara in gergo social. Nel 2014 La “Leggendaria Charly Gaul” ha inserito nel regolamento il Requisito Etico, inteso a valorizzare e qualificare ancor più l’evento da un punto di vista dell’onestà circa sanzioni sportive o precedenti di fatti relativi al doping dei concorrenti. Anche per il 2015 la manifestazione trentina conferma tale requisito e sarà ad alto profilo etico affinché lo sport sia divertimento, agonismo, amicizia ed esempio di correttezza e pulizia per chiunque.
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ZONHOVEN SUPERPRESTIGE CICLOCROSS SVEN NYS & TOM MEEUSEN
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PROTEZIONE TOTALE a cura del Dr. ALESSANDRO GARDINI
PREVENIRE LE INFEZIONI RESPIRATORIE
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L’attività fisica, intensa e prolungata, causa importanti cambiamenti nel nostro sistema immunitario, incrementando il rischio delle cosiddette malattie da raffreddamento. Queste si manifestano con una serie di sintomi quali mal di gola, tosse, raffreddore, febbre e, a volte, dolori articolari che ci costringono a lasciare la nostra bici in garage e abbandonare gli allenamenti. Queste infezioni sono causate da virus e batteri ospiti delle prime vie aeree che diventano infettivi in concomitanza con l’esposizione ai primi freddi ed ai bruschi sbalzi di temperatura. Per mantenere sempre in forma il nostro sistema immunitario, pronto a sconfiggere questi agenti esterni, la dieta gioca un ruolo fondamentale. Bere molto e consumare adeguate porzioni di frutta e verdura è indispensabile per mantenere in equilibrio i nostri sistemi di difesa. Le vitamine ed i sali minerali sviluppano la nostra capacità di resistenza, prima fra tutte la vitamina C, che stimola per l’appunto le difese immunitarie. È consigliato quindi il supplemento nutrizionale, sia negli atleti professionisti che amatoriali, nei periodi invernali e di allenamento ad alta intensità, per questo la troviamo nella maggior parte degli integratori per il work-out. Un altro fattore importantissimo per il mantenimento dell’immunità e della capacità difensiva dell’individuo è rappresentato dall’integrità della parte intestinale e da una corretta digestione e regolarità. Più del 70% del nostro sistema immunitario è situato a
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livello intestinale, ed è proprio a questo livello che possiamo agire con prodotti specifici per sostenere fisiologicamente il sistema immunitario. Recenti studi clinici condotti da ricercatori nell’Università americana di Houston, ed in Europa dell’Università di Bratislava, hanno dimostrato che l’efficacia del sistema immunitario dopo un allenamento intenso e prolungato nel tempo decade rapidamente nelle due ore fino alle sei dopo l’esercizio, poi si ripristina gradualmente nelle ventiquattro ore successive. Si crea così un periodo finestra durante il quale gli atleti sono molto suscettibili all’attacco di virus e batteri, aumentano il rischio di ammalarsi per patologie respiratorie con conseguente incapacità di recarsi al lavoro, a scuola e quindi di praticare regolare attività fisica. Questi studi sono stati condotti su una particolare classe di derivati vegetali, i cosiddetti Beta-Glucani che possiedono importanti proprietà immunostimolanti. Il più comune, almeno in Italia, prende il nome di Pleuran (Imunoglukan P4H), un glucopolisaccaride (zucchero) isolato dal fungo commestibile del Pleurotus Ostreatus, non metabolizzabile e assorbibile dall’uomo, utilizzabile anche da soggetti allergici e diabetici. Grazie a questa proprietà risulta in grado, a livello intestinale, di attivare direttamente le cellule del sistema immunitario (leucociti) stimolando la produzione dei mediatori (citochine e altri), con un meccanismo definito
di mimetismo molecolare. Come risultato vi è lo sviluppo di azioni immunitarie protettive. L’Imunoglukan si utilizza da settembre a marzo alla dose di 100 mg al giorno. Particolare importanza, nell’aumentare le difese del nostro organismo, hanno anche i derivati vegetali più noti quali l’Echinacea Angustifolia, l’Uncaria Tomentosa e il Ribes Nigrum. Nota fin dall’antichità, l’Echinacea, veniva utilizzata dagli Indiani d’America per le sue proprietà curative sulle malattie da raffreddamento. Questa caratteristica è dovuta a due principi attivi: l’echinacoside con proprietà di antibatteriche ed i polisaccaridi con potente azione attivatrice sulle cellule del sistema immunitario. Si utilizza da settembre a marzo sia in fase preventiva che in fase acuta. La dose dipende dalla formulazione che viene consigliata, affidandosi sempre a professionisti del settore. Non presenta particolari effetti collaterali, se non rari casi di episodi allergici, dermatite, diarrea, nausea e vomito. È controindicata nelle malattie autoimmuni, nell’AIDS, nella tubercolosi e nelle malattie con disturbi sistemici progressivi. L’Uncaria Tomentosa possiede invece principi attivi con particolare azione sulla replicazione di virus e batteri e su differenti fasi del sistema immunitario. Generalmente si assume alla dose di 300 mg/giorno. Purtroppo presenta la peculiarità di interferire con alcuni livelli ormonali (estradiolo e progesterone) per cui è bene evitarla per lunghi periodi, se si utilizzano contraccettivi, inoltre può interferire con la terapia antipertensiva. In altri soggetti non dimostra effetti collaterali di rilievo. Il Ribes nero, particolarmente apprezzato come frutto di bosco, è invece ricco di sostanze che dimostrano un’importante azione antinfiammatoria e antiflogistica, con un’azione simile al cortisone. Per queste caratteristiche si può associare ai precedenti nei periodi in cui si presentano disturbi articolari oltre che respiratori. L’associazione di questi ultimi preparati con l’Imunoglukan o altri Beta-glucani, vitamina C e Zinco, risulta importante ed utile tutte le volte che a causa di stress fisici, mentali ed ambientali ci troviamo di fronte ad un calo di difese e conseguenti patologie respiratorie ricorrenti. Sono tutti utilizzabili da soli o anche in associazione ai farmaci che ci vengono consigliati dal medico o dallo specialista, quali i vaccini antinfluenzali o i lisati batterici utilizzati spesso nelle terapie farmaceutiche di prevenzione.
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PRESTIGIO E L’ECCELLENZA ITALIANA
info@inbici.net
a cura della REDAZIONE
OUTLET, CICLOSABBIA, ACSI, EVENTS, LAB E GRANFONDO. IN POCHE PAROLE TUTTE LE NOVITÀ ALL’INSEGNA DEL MADE IN ITALY SI RINNOVA ANCHE IL RAPPORTO PROFESSIONALE TRA MICHELE BARTOLI E PRESTIGIO. ED IL SUO AMMINISTRATORE DELEGATO GIANCARLO DI MARCO CONTINUA A SFORNARE IDEE ED A PROPORRE NUOVI PROGETTI, NATURALMENTE “SU MISURA”
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L’anno che sta per chiudersi ha visto al via una lunga serie di iniziative con cui Prestigio, l’azienda di San Marino che costruisce bici totalmente italiane, e su misura, rafforza la propria posizione in un mercato sempre più preparato e quindi esigente. Così, chi si trova nella condizione di scegliere una nuova bicicletta, potrà valutare tante voci: la qualità del prodotto offerto, il rapporto tra costo e prodotto, ma anche colori e design. E poi ancora la capacità di innovare e di saper concretizzare le tante idee che nascono laddove sono presenti creatività, artigianalità e quel sano desiderio di fare bene il proprio mestiere. Tutto, come sempre, sotto l’occhio vigile di Michele Bartoli, che possiamo confermare aver preso davvero a cuore tutto il mondo Prestigio, a cui consegna spunti e segreti che solo un campione dalla sua indimenticabile pedalata può vantare nel proprio repertorio. Momenti di riflessione alternati a sollecitazione che tocca poi proprio a Giancarlo Di Marco, amministratore delegato di Prestigio, tradurre in realtà. Il frutto del lavoro di Prestigio lo si può trovare all’Outlet, come si chiama il punto vendita. Si trova a San Marino, in via Cesare Cantù 149, a Dogana di San Marino. Il luogo giusto in cui poter visionare le bici, strada e MTB. Un punto di incontro ideale per i tantissimi appassionati che vogliano toccare con mano tutta l’eccellenza del Made in Italy. Per chi invece si trova ge-
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ograficamente più distante, ma non vuole comunque rinunciare ad una bici Prestigio, ecco il nuovissimo sito web, outletprestigio. com: luogo, questo virtuale, in cui è possibile trovare e downloadare l’intero catalogo sempre aggiornato. Ed eventualmente procedere ad un comodo e veloce acquisto on line.
Senza dimenticare che le bici di cui sopra sono testate in galleria del vento, proprio da Michele Bartoli, che tra l’altro, attraverso il Prestigio Lab di cui è il responsabile, potrà mettervi in sella per farvi rendere al meglio sulla vostra specialissima, ma anche evitarvi quei problemi fisici direttamente derivanti da una postura in sella non adeguata.
71 nazionale, l’avvocato Emiliano Borgna. La primissima annunciata dalla stessa ACSI, visto anche il rilievo dell’operazione che permette a tutti gli associati di accedere ai prodotti Prestigio con una notevole scontistica. E poi, ultimo ma non ultimo, Prestigio Events, nuovissima struttura dedicata all’organizzazione di tutto quanto ruota attorno al mondo Prestigio. Come ad esempio la prossima Granfondo di San Marino, primavera 2015. All’insegna del cicloturismo più vero: partenza alla francese e classifica collegata solo ad una cronoscalata. Per tutti, basterà tagliare il traguardo per potersi sentire i vincitori di una festa del ciclismo come, proviamo ad immaginare, ne vedremo probabilmente sempre più spesso.
Capitolo ciclosabbia. Ciclosabbia? Sì, la novità Prestigio, assolutamente unica nel panorama italiano, che ha già trovato un particolare entusiasmo da parte degli operatori commerciali del mondo dell’estate e delle coste. Il nostro paese ne è ricchissimo, oltre 7mila chilometri; c’è spazio quindi, commerciale e non solo, per l’esplosione di un mezzo decisamente fuori dagli schemi, assolutamente unico, sicuramente divertente. In carbonio ed in alluminio. Un mezzo che, nei giorni in cui chiudiamo il nostro numero di dicembre, sta sostenendo gli ultimissimi test, e che sarà in vendita nell’Outlet prima della fine di questo 2014. Un 2014 ricco di idee e di soddisfazioni, si diceva. Di nuovi progetti ma anche di nuove partnership. Una su tutte, quella che Prestigio ha siglato con ACSI Settore Ciclismo, nella persona del suo responsabile La nuovissima Bici sabbia by Prestigio
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IL TELAIO IDEALE
a cura di ROBERTO ZANETTI foto di ROBERTO ZANETTI e ROBERTO BRENNA
ARGON 18 GALLIUM PRO A TUTTO GAS!
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Argon 18, marchio canadese affermato e conosciuto nella disciplina del triathlon, si è affacciato da alcuni anni anche nel mercato italiano della bici da corsa affidandosi a Beltrami TSA di Reggio Emilia, il suo distributore sul territorio nazionale. Una scelta consapevole, visto che gli Argon 18 sono telai destinati ad un ciclista evoluto che sa bene cosa vuole acquistare e, soprattutto, desidera un prodotto molto tecnico curato nei minimi dettagli; inutile, per la filosofia dell’azienda, produrre e vendere a casaccio. Meglio mirare a determinati obiettivi e raggiungerli con il massimo della Test bike
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*mail*
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robertozanetti65@gmail.com
resa, sia in termini di qualità che di utili. Già, perché gli Argon 18 non rientrano di certo nella categoria degli entry level ma abbracciano una concezione costruttiva ben precisa, una linea sulla quale il brand si sta facendo conoscere ed apprezzare anche dal pubblico più esigente. Nel nuovo Gallium Pro ciò di cui ci si rende subito conto è una considerevole diminuzione del peso; non che prima fosse molto di più ma i sei chilogrammi dell’attuale modello (quello testato)
73 riscontrati sulla bilancia sono davvero pochi. Di sicuro, al fine di ottenere questo risultato, ha contribuito una componentistica di prim’ordine a cura di ...(gruppo New Sram Red 11V e ruote Zipp 404 Firecrest) che avvalora ancora maggiormente l’audace progetto della Gallium Pro. Mi pare anche giusto sottolineare come anche il prezzo del solo kit telaio (telaio+forcella+reggisella) sia estremamente competitivo: 2410,00 euro al pubblico, IVA inclusa! Ovvero, in parole povere, parecchi soldi in meno dei principali concorrenti nella fascia di mercato dei “790,00 grammi” (telai leggeri da competizione); sempre fermo restando che il Gallium Pro è prodotto da Argon 18 con una qualità di altissimo livello. Poi, rispetto alla versione della Gallium Pro da me provata nel 2012, sono rimaste praticamente invariate le caratteristiche di rigidità e confort; sembrano due cose diametralmente opposte come il giorno e la notte ma credetemi, è proprio così. Pedalare sulla Gallium Pro, grazie alla costruzione del telaio con tecnologia HDS (Horizontal Dual System) e all’ottima componentistica proposta, si provano sensazioni uniche, difficilmente riscontrabili su mezzi “da combattimento” come questo. Caratteristiche tecniche: • Telaio: Carbon Monocoque 7050HM Nano Tech • Cambio: Sram Red 22 – 11V • Deragliatore: Sram Red 22 – attacco a saldare 11V • Guarnitura: Sram Red 22 – 11V compact 50x34, pedivelle 170 mm • Catena: Sram Red 22 – 11V • Ruota libera: Sram Red 11V 11x28 • Movimento centrale: Press Fit BB 86 • Freni: Sram New Red • Forcella: Carbon Fork Monocoque GA31 • Serie sterzo: FSA • Attacco manubrio: Zipp Service Course SL in alluminio 110 mm • Piega manubrio: Zipp Service Course SL-80 in alluminio 42 cm c/c • Reggisella: Carbon Seatpost Ø 31,6 – ASP 6550 • Sella: Prologo Nago Evo Pas Nack • Cerchi: Zipp 404 Firecrest full carbon per tubolare • Coperture: Tufo S33 Pro24 tubolari • Mozzi: Zipp • Portaborraccia: Zipp Alumina in alluminio • Taglie: XXS-XS-S-M-L-XL • Colori: nero opaco/rosso • Peso telaio: 790 gr (misura M), forcella e viteria esclusa • Peso bici completa (come in foto): 6,00 kg senza pedali
Test bike
74 In vendita a partire da: Settembre 2014 Tempo di consegna: Circa un mese dalla data dell’ordine Prezzo: • Solo kit telaio Argon 18 Gallium Pro (telaio+forcella+reggisella): € 2410,00 al pubblico, IVA inclusa • Argon 18 Gallium Pro + gruppo Sram Red 22 + ruote Corima Aero MCC: € 7271,00 al pubblico, IVA inclusa • Argon 18 Gallium Pro + gruppo Sram Red 22 + ruote Corima Viva MCC: € 6856,00 al pubblico, IVA inclusa • Argon 18 Gallium Pro + gruppo Sram Red 22 + ruote Zipp 404 T (come modello testato in foto): € 6212,00 al pubblico, IVA inclusa • Argon 18 Gallium Pro + gruppo Sram Red 22 + ruote Zipp 404 Cop.: € 6582,00 al pubblico, IVA inclusa • Argon 18 Gallium Pro + gruppo Sram Force 22 + ruote Miche: € 4148,00 al pubblico, IVA inclusa
Ma in cosa consiste questa rivoluzionaria tecnologia? In pratica la lavorazione in HDS consente di frazionare in due parti il telaio tracciando una ipotetica linea orizzontale a metà. La parte inferiore è stata concepita per ottenere una maggiore rigidità e di conseguenza rendere il mezzo più reattivo; quella superiore, invece, deve poter disperdere ed assorbire le sollecitazione che derivano dal terreno. Ma questo come avviene? Sembra una cosa fantascientifica ed invece, tramite l’impiego di diverse qualità di fibre di carbonio disposte a orientamenti accuratamente studiati, si ottiene un lavoro intelligente e ben fatto. Sempre dividendo in due la quota ipotetica del telaio, lavorando sulla lunghezza anteriore (che determina la
Il sistema 3D Hedtube permette una multipla regolazione integrata dell’altezza del tubo sterzo mantenendo la massima rigidità sulla parte anteriore del mezzo
stabilità della bici) e su quella posteriore (che incide sul posizionamento in sella del ciclista), si ottengono un bilanciamento e una stabilità eccellenti. La Gallium Pro raggiunge il proprio apice in fatto di sicurezza e comodità sfruttando l’offset dello speciale reggisella in carbonio (range da 15 a 20 mm), soluzione perfetta per personalizzare l’aspetto biomeccanico/ posturale del ciclista e farlo sentire un tutt’uno con la bici.
La sella Prologo Nago Evo Pas Nack è montata sullo speciale reggisella ASP-6550 in carbonio Ø 31,6. Offset variabile da 15 a 20 mm per personalizzare al meglio la posizione del ciclista
In evidenza: Anche impegnandomi non sono riuscito a trovare un solo componente, nell’allestimento base della Gallium Pro, che non sia di “casa Beltrami” (e tutti di ottima qualità). Difatti l’azienda emiliana, distributore esclusivo delle Argon 18 per l’Italia, ha prov-
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Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Carrera Nitro www.carreraworld.com • Occhiali: Briko www.briko.com • Scarpe: Lake Cycling mod. CX 401 SPDPLY www.lakecycling.com • Abbigliamento: iNBiCi by Vifra www.vifra.it • Strumentazione: GPS Garmin 500 www.garmin.it • Pedali: Speedplay mod. Zero www.speedplay.com
La forcella monoscocca in carbonio GA31 Pro e l’imponente ruota Zipp 404 Firecrest full carbon “gommata” con tubolari Tufo S33 Pro24 La scatola del movimento centrale Press Fit BB 86 è già predisposta per l’installazione dei gruppi elettronici
veduto ad assemblare in un’unica bella bicicletta tutti i prodotti dei marchi distribuiti. A partire, solo per citarne qualcuno, dal semplice nastro manubrio (Prologo) per arrivare fino al gruppo (Sram) passando dalle ruote (Zipp) o dai tubolari (Tufo). Insomma, un mezzo che oserei definire più che made in Italy – made in Beltrami! Consigli per l’acquisto, perché comprarla? La Gallium Pro è una specialissima dai contenuti tecnici avanzati, con alle spalle uno studio di progettazione eseguito con cura maniacale. Leggera (poco più di 6 kg nella versione testata completa di pedali Speedplay Zero), rigida e al contempo confortevole, nella colorazione attuale (nero opaco con livree rosse) mescola aggressività da vera sportiva ed eleganza di gran classe, il binomio ideale per piacere ad una clientela polivalente e raffinata. Il Produttore Argon 18 www.argon18bike.com Il Distributore per l’Italia: Beltrami TSA Via Euripide, 7 • 42124 Reggio Emilia Tel: +39 0522 307803 • Fax: +39 0522 703106 E. mail: info@beltramitsa.it • Web site: www.beltramitsa.it
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BIOMECCANICA INBICI
a cura di FABRIZIO FAGIOLI* Tempo di lettura
7 min
info@velosystem.com VELOSYSTEM ENTRA NELL’UNIVERSITÀ DEL CICLISMO ITALIANO ANCHE PER IL 2015 VELOSYSTEM® CONFERMA LA PARTNERSHIP CON IL VELODROMO LOMBARDO DI MONTICHIARI CHE SI CONFERMA ESSERE UN LABORATORIO NATURALE PER LO SVILUPPO DI NUOVI SERVIZI
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Partirà di slancio il 2015 per Velosystem®, azienda leader nel mondo della biomeccanica, che già dal 1° gennaio sarà presente con un suo centro servizi all’interno del velodromo più importante d’Italia, ovvero il Velodromo di Montichiari in provincia di Brescia. All’interno dell’anello, Velosystem® ha infatti installato un laboratorio biomeccanico completo. Il laboratorio, che in realtà è un vero centro servizi per il ciclista, è delimitato da una struttura trasparente che lo integra in modo armonico e sinergico con le attività ed i servizi offerti dalla splendida struttura di Montichiari. Attualmente il velodromo di Montichiari viene utilizzato dalle compagini federali italiana e russa per i rispettivi atleti delle specialità su pista, da numerose squadre giovanili del centro nord Italia oltre ai tantissimi agonisti professionisti e amatori che si allenano nell’anello di Montichiari per affinare la propria preparazione. Velosystem inoltre vanta una pregiata collaborazione con Massimo Casadei, Il professor Fabrizio Fagioli durante un test al centro Velosystem® all’interno del velodromo di Montichiari – Brescia
Il velodromo di Montichiari
attuale responsabile tecnico della pista per la regione Lombardia che proprio nell’anello di Montichiari svolge la sua principale attività di tecnico federale. Il centro servizi Velosystem® offre un check up biomeccanico a tutti i frequentatori del velodromo che desiderano ottimizzare l’assetto pista, strada, mountain bike o crono. L’installazione del laboratorio rappresenta, insomma, un’espressione dell’avanguardia tecnologica italiana nel settore della biomeccanica applicata al ciclismo e non c’era teatro migliore della splendida struttura di Montichiari per confermare la continua crescita e lo sviluppo dei servizi Velosystem. Da oggi anche dal velodromo più importante del Paese Velosystem® lancia a tutti gli appassionati il proprio slogan: “misurati con noi”.
*Responsabile Tecnico Velosystem®
www.velosystem.com
CYCLING CENTERS
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LabVelò 2 Ruote Biomeccanica CicliConte Ciclitalia Cicli Lazzaretti CicloMotorSport_DM Ciclismo Tecnico FastBike MABI_Biomeccanica PowerCycle RecordBike Sessantallora SportEvolution Studio Aretè To Shine Top Speed Valtellina Bike Velosystem Athleia Bici Mania BikeCafè B-MAD Doctor Bike Chianti Bike CicloSport Fisiology Center Il Velocipede Spano Cicli SportBike
Cesenatico FC Monza-Brianza MB Fondi LT Luzzi CS Roma RM Nuoro NU Pergine V. TN Piacenza PC Massagno - Svizzera Capriolo BS Malo VI Carpi MO Cascina PI Città di Castello PG Argenta FE Novoli LE Tovo di S. Agata SO Brasilia Brasile Varese VA Terni TR Pinerolo TO Civitavecchia RM Boffalora S.T. MI Impruneta FI Crema CR Forlì FC Bari BA Manfredonia FG Cesenatico FC
0547 675940 348 5179391 0771 537644 0984 543780 06 8553828 0784 39050 331 4266446 334 8984694 +41 79 6237763 333.8786175 0445 607702 331 1769295 328 5516679 338 7989271 0532 852233 0832 711052 0342 770066 (61) 3248 0460 0332 1810073 324 6232614 0121 3258151 0766 3 20 39 02 97255461 055 2020004 0373 278063 338 8723018 080 8964504 0884 536306 0547 673499
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Laboratorio biomeccanico professionale offre tutti i servizi Velosystem
Punto attrezzato per l’offerta dei servizi base per il comfort del ciclista
a cura di ROBERTO ZANETTI
foto di NATALI SPORTS WEAR
NATALI VESTE LO SPORT Natali Sports Wear è un’azienda specializzata nella produzione di abbigliamento sportivo, principalmente nel mondo del ciclismo e in tutte le sue categorie, da sempre pronta a studiare e sviluppare i propri modelli anche in altri sport come – per esempio – podismo, pallavolo, calcio, triathlon, biathlon e abbigliamento da riposo (tute, felpe, t-shirt, ecc...). LE ORIGINI DEL MARCHIO E LA SUA STORIA: Il marchio nasce nel 1968 quando Bruno Natali e Licia Convalle aprirono un piccolo laboratorio di maglieria tra le mura domestiche, esattamente sotto casa. Bruno Natali è un uomo deciso e ambizioso, vuole fare del “suo maglificio” una vera e propria azienda capace di imporsi nel mercato locale, la Toscana, e italiano. Il maglificio, pur trovando tutte le difficoltà del caso, comincia ad ingranare e molte società ciclistiche approdano in quel di Uzzano per farsi personalizzare le divise. Dopo alcuni anni nasce l’esigenza di ampliare l’azienda e la famiglia Natali costruisce una nuova fabbrica in via Martiri di Belfiore 22/a, sede attuale della Natali Sports Wear. Il messaggio pubblicitario legato al logo è immediato ed esplicito e richiama alla vera tradizione artigianale nel creare maglie sportive al punto che, per aumentare le vendite, Natali fa leva su un binomio che la caratterizza ancora oggi: qualità del prodotto curato in tutte le fasi della produzione e made in Italy. La fabbrica si ingrandisce, aumentano i dipendenti, il lavoro è in
crescita e la pubblicizzazione del marchio Natali in moltissime gare è oramai una consuetudine; oggi si può affermare con certezza che la grande intuizione di Bruno Natali è di aver creduto nel “prodotto ciclismo”, tanto da trasformarlo a vero e proprio oggetto di culto. Inoltre, il suo fondatore, ha capito che attraverso la pubblicità sulle ammiraglie nelle corse ciclistiche molte società avrebbero condiviso questo ambizioso progetto facendo progettare e fabbricare le divise proprio dal lui. Oggi si può affermare che il marchio Natali Sports Wear rimane definitivamente attaccato alla tradizione italiana: una magica ed indissolubile unione tra la famiglia che lo produce e le persone che lo scelgono. Dopo molti anni Bruno Natali lascia l’attività alla figlia Antonella ed al genero Piero Betti che decidono di proseguire nella grande avventura cominciata anni orsono. Tutt’ora l’azienda si basa sui principi della tradizione e della passione verso uno sport, il ciclismo, che ha caratterizzato Natali nel tempo. La famiglia, sempre a capo dell’azienda, ha deciso di rivisitare il marchio aggiornandolo secondo le richieste del mercato e sviluppare – attraverso nuove tecnologie produttive – un prodotto ancora più competitivo, curato nei minimi particolari e qualitativamente ineccepibile. Il Produttore/Distributore per l’Italia: Natali Sports Wear Srl Via Martiri di Belfiore, 22 51010 Santa Lucia (PT) Tel. +39 0572 451801 E-mail: maglificio.natali@libero.it Web site: www.natalimaglificio.it
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MENTE IN SELLA
a cura di CLAUDIA MAFFI Tempo di lettura
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menteinsella@gmail.com L’ INFORTUNIO SPORTIVO: IL CONTRIBUTO DELLA PSICOLOGIA DELLO SPORT NEL PROCESSO DI RECUPERO
Quanti atleti in questo momento saranno alle prese con il recupero da un brutto infortunio? Altri ancora ci saranno già passati e scommetto che ricorderanno ancora bene la sensazione di impotenza provata di fronte a qualcosa percepito come più grande di loro, qualcosa in gra-
do di scombussolare l’intera preparazione sportiva. L’avversario più temibile di tutti: l’infortunio! La paura del dolore, la rabbia verso l’infortunio e le sue cause, la frustrazione di dover rivedere la propria preparazione ed il pensiero di non essere più competitivo come prima dell’incidente, il terrore della ricaduta e del non miglioramento, lo sconforto di fronte ai limiti del momento: in questa situazione più che mai “corpo e mente” appaiono un tutt’uno. Un infortunio agita dubbi e paure profonde nell’atleta, e anche nei suoi tifosi se stiamo parlando di un professionista: viene naturale porsi domande come «quando potrà rientrare?»; «ma rientrerà prima o poi?».
Nonostante il momento di difficoltà per l’atleta è importante reagire a questa sensazione di impotenza, sfruttando tutte le capacità e opportunità in proprio possesso in quel momento ed in quelle condizioni specifiche, portando comunque avanti la passione per il proprio sport e continuando la preparazione personale. Nonostante l’atleta sia fisicamente limitato è comunque possibile iniziare un percorso psico-fisico per il recupero. Per esempio, nei giorni di degenza l’atleta infortunato potrebbe dedicarsi all’apprendimento di competenze psicologiche per incrementare le possibilità di ottenere una prestazione sportiva ottimale. Il solo fatto di reagire ad una situazione difficile, anzifoto BETTINIPHOTO
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«La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere, non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri, insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi» (Ivan Basso)
foto LIONEL BONAVENTURE
ché limitarsi a subirla passivamente, ha il potere di far percepire all’atleta un maggior senso di controllo sulla propria condizione e promuove così il senso di auto-efficacia personale. “Reagire” all’infortunio stimola la nascita di sensazioni positive nell’atleta che potranno favorirne il processo di guarigione: il pensiero positivo infatti, fra i tanti benefici, contribuisce anche ad accelerare il processo di recupero. Chi è l’atleta più a rischio d’infortunio? L’infortunio sportivo può essere ricondotto a cause diverse sia legate a fattori di contesto, come ad esempio un equipaggiamento inadeguato (la pressione delle gomme, posizione scorretta in sella, manutenzione poco curata della bicicletta), a condizioni di salute non ottimali dell’atleta (stanchezza fisica, mal di testa o di stomaco) ma anche i fattori psicologici possono interagire, quali scarsa motivazione, poca attenzione, ridotta concentrazione ed ansia elevata predisponendo gli atleti ad un maggior rischio di cadute ed incidenti. Nel corso degli anni, le ricerche in psicologia dello sport hanno evidenziato come soprattutto l’atleta che percepisce uno stress elevato nella vita di tutti i giorni, o in concomitanza di cambiamenti di vita importanti, sarebbe più a rischio di cadute ed infortuni, sia in gara sia in allenamento. Per esempio quegli atleti che in gara tendono a mostrare un’attivazione fisiologica più intensa, si distraggono facilmente e che faticano a concentrarsi
sulla prestazione, saranno anche i più predisposti a commettere errori e quindi più a rischio di infortunio. La buona notizia è che esistono alcune abilità mentali che, se allenate, sono in grado di proteggere almeno in parte l’atleta dal rischio di cadute ed incidenti, che potrebbero poi portare ad un infortunio; un’adeguata preparazione mentale in vista della gara ad esempio, unita all’utilizzo di specifiche tecniche di psicologia dello sport come il self-talk (dialogo interiore), la pianificazione degli obiettivi (goal setting), imparare a controllare le proprie emozioni e sensazioni fisiologiche, la gestione dell’ansia, permettono allo sportivo sia di evitare uno stress eccessivo, sia di imparare a focalizzare attenzione e concentrazione sulla performance riducendo allo stesso tempo il rischio di infortunarsi.
all’atleta di anticipare mentalmente, nella propria testa, una o più azioni motorie e gesti tecnici che solitamente sperimenta in allenamento o in gara. In questo modo il biker infortunato potrà comunque ripassare e tenere allenati dei comportamenti motori già eseguiti in precedenza. Gli studi dimostrano infatti che il solo immaginarsi nell’atto di eseguire movimenti specifici o gesti tecnici contribuisce a mantenere le abilità tecnico-motorie apprese in passato, fino al momento di riprendere l’attività fisica vera e propria. Senza contare che attraverso l’imagery è possibile anche sperimentare mentalmente un gesto tecnico mai provato prima, o evocare sensazioni e stati emotivi positivi che solitamente, in allenamento o in gara, accompagnano quel tal movimento o azione tattica.
Quando il biker si trova in condizione di “riposo forzato”, a causa per l’appunto di un infortunio, l’apprendimento di queste tecniche psicologiche gli permetterà di continuare comunque la propria preparazione: l’atleta per esempio potrà usufruire di tecniche attraverso le quali sperimentare le stesse condizioni psicologiche che di solito sono presenti in lui durante la prestazione fisica vera e propria (tensione, concentrazione...), allenandosi ad immaginare (con la tecnica di visualizzazione) le possibili situazioni di difficoltà che potrebbero verificarsi sul percorso così da essere preparato in futuro nel gestirle al meglio durante la gara. La visualizzazione mentale (detta anche imagery) è una tecnica che permette
Approfittando del periodo di riposo forzato, l’atleta potrà anche allenarsi al controllo delle proprie emozioni, riconoscendo le sensazioni fisiologiche provate in un certo momento, soprattutto prima di una gara importante, imparando anche ad incanalare energia e adrenalina verso la prestazione agonistica piuttosto che lasciarsi “bloccare” dall’ansia intensa che precede una competizione. A tal proposito, la psicologia dello sport nel corso degli anni ha messo a punto anche tecniche e procedure di rilassamento e training autogeno utili nella gestione del dolore, e volte a ridurre l’attivazione eccessiva che predispone l’atleta al rischio di infortunio.
foto ORTLER BIKEMARATHON – SABINE JACOB
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LA PRIMA VOLTA DELLA ORTLER BIKE MARATHON
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a cura di NEWSPOWER
IL 6 GIUGNO 2015 NUOVO APPUNTAMENTO CON LA MOUNTAIN BIKE IN TRENTINO PARTENZA ED ARRIVO A GLORENZA; TANTA SALITA PER DUE PERCORSI DIVERSI MA UGUALMENTE TECNICI. PER IL PROSSIMO ANNO UNA BELLA NOVITÀ; ISCRIZIONI GIÀ APERTE
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L’Alta Val Venosta è un paradiso per gli amanti delle attività outdoor in tutte le stagioni. Il Parco Nazionale dello Stelvio, i tanti laghi di montagna e gli innumerevoli monumenti storici caratterizzano quest’angolo di Alto Adige, vero e proprio “must” per gli appassionati di sport e natura. Nel 2015 la vasta offerta di eventi proposta da questo territorio si arricchirà di un nuovo appuntamento, una granfondo dedicata ai patiti di ruote artigliate. Sabato 6 giugno, infatti, la prima Ortler Bike Marathon porterà i biker alla scoperta di alcuni dei sentieri e degli sterrati più entusiasmanti dell’Alta Val Venosta, ai piedi delle maestose cime del Gruppo dell’Ortles da cui la manifestazione prende il nome. La granfondo, con partenza e arrivo a Glorenza, offre percorsi adatti a ogni tipo di biker con un “classic” da 51 km e 1600 metri di dislivello ed un più tosto “marathon” dove la distanza è di 90 km e il dislivello raggiunge i 3000 metri. La gara, oltre a presentare tracciati dall’elevato contenuto tecnico con ripide discese, tratti in single track e ovviamente le immancabili salite, è legata a doppio filo con le tante bellezze paesaggistiche e culturali del territorio: entrambi gli itinerari, infatti, toccano alcune delle località più caratteristiche dell’Alta Val Venosta. Glorenza, ad esempio, fa parte dei “Borghi più belli d’Italia”, l’associazione che valorizza i piccoli centri storici del nostro paese, ma in questo caso più che di borgo bisogna parlare di una vera e propria cittadina. Grazie alla sua cinta muraria medievale, alle sue torri, ai suoi porticati e alle sue case signorili, Glorenza si configura come una vera e propria realtà urbana, tanto da essere definita come “la più piccola città delle Alpi Meridionali”. Il percorso “marathon” lambisce anche un altro luogo simbolo di questa vallata, l’abbazia di Monte Maria, che a 1340 metri di quota è il monastero benedettino più elevato d’Europa. Il museo all’interno dell’abbazia, inoltre, illustra le caratteristiche della vita monastica e la storia della valle, che proprio per le sue numerose ed antiche testimonianze architettoniche è stata inserita nel progetto Sentieri del Cielo – Via Romanica delle Alpi che unisce i monumenti romanici
dell’Engadina Svizzera e del Trentino-Alto Adige. Un altro passaggio molto scenico, invece, è quello di Castel Coira: nella parte finale di corsa i biker transiteranno sotto le mura di questo castello sopra Sluderno che è visitabile, ed ospita nei suoi saloni la più grande collezione europea di armature. Mountain bike, però, significa anche natura e paesaggi ed ecco che gli itinerari della Ortler Bike Marathon permettono di godersi alcuni dei più bei panorami della Val Venosta. Il “marathon”, infatti, si inerpica sino ai 2239 metri dello Pfaffensee, il Lago dei Preti dalle cui sponde si può godere di un’imperdibile skyline sulle cime della Val Venosta fra cui spicca maestoso l’Ortles. Nelle fasi centrali della corsa i biker passeranno anche sulle sponde del Lago di San Valentino e del Lago di Resia, il bacino artificiale famoso per il campanile sommerso, dove d’estate è possibile praticare numerosi sport d’acqua. La Ortler Bike Marathon, dunque, sarà un’esperienza unica per gli amanti della mountain bike; che per allenarsi al meglio a ridosso della gara possono contare sulla fitta rete di percorsi della Val Venosta,
perfettamente segnalati ed adatti sia a chi vuole farsi una tranquilla passeggiata fra i boschi, sia agli amanti dei tratti più tecnici e agli appassionati di freeride. Inoltre, durante la bella stagione è attivo anche il servizio di navette Bike Shuttle che consente di muoversi al meglio lungo la vallata, così come il treno della Val Venosta, attrezzato per il trasporto biciclette. Non va dimenticata, infine, la pista ciclabile della Val Venosta, che sulle orme dell’antica Via Claudia Augusta permette a tutti gli appassionati di due ruote di percorrere lontano dal traffico tutta la vallata, lungo gli 80 km che separano il Lago di Resia da Merano. Le iscrizioni alla prima edizione della Ortler Bike Marathon sono in piena corsa e sul sito ufficiale della manifestazione www. ortler-bikemarathon.it sono disponibili tutte le informazioni e i dettagli sulla gara. Sino al 31 dicembre è in vigore la quota lancio di 45 € ed il ricco pacco gara, oltre al pettorale, include anche prodotti tipici locali, un ingresso omaggio per il parco acquatico Sportwell di Malles Venosta ed uno zaino tecnico targato Ortler Bike Marathon. Il comitato organizzatore
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MTB
La sala Marangonerie del Castello del Buonconsiglio gremita di gente
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TRENTINO MTB, PREMIATI I MIGLIORI a cura di NEWSPOWER
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AL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO DI TRENTO TUTTI I VINCITORI 2014. SVELATE ANCHE LE DATE DEL PROSSIMO ANNO ANCHE NEL 2015 CLASSIFICHE IMPREVEDIBILI FINO ALL’ULTIMA GARA E LA POSSIBILITÀ DI FREGIARSI DEL TITOLO DI “FRIENDS OF TRENTINO MTB”. SI INIZIA IL 3 MAGGIO A CAVARENO, SESTA ED ULTIMA A TELVE VALSUGANA IL 4 OTTOBRE
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“Trentino MTB presented by crankbrothers” è senza dubbio una delle serie più emozionanti per gli appassionati di ruote artigliate di tutta la penisola. Dopo sei edizioni a tutta in compagnia di alcune delle grandi classiche nel calendario delle bike marathon, il circuito offre oggi un prodotto di grande qualità, in luoghi caratterizzati da panorami mozzafiato e itinerari dall’indiscusso tasso tecnico. L’edizione 2014 della serie, la sesta come detto, si è chiusa ufficialmente lo scorso 15 novembre con le premiazioni al Castello del Buonconsiglio, nel centro di Trento; nell’occasione sono stati tributati i giusti onori ai vincitori assoluti, a coloro che hanno totalizzato il maggior numero di punti nelle varie categorie e agli oltre cento “brevettati”, che per il circuito trentino rispondono all’appellativo di “Friends of Trentino MTB”. Lo scenografico maniero cittadino, per secoli dimora dei Principi Vescovi e da novanta anni Museo Nazionale e sede principale di una rete di musei-castello del Trentino, ha aperto le proprie porte e sale ai biker,
che accompagnati da amici e famiglie non si sono voluti lasciar sfuggire l’occasione del saluto finale al challenge che li ha visti cavalcare gli off-road della provincia di Trento per mesi. Precisamente da maggio a ottobre scorsi con, nell’ordine di apparizione, la ValdiNon Bike di Cavareno, la 100 Km dei Forti di Lavarone, la Dolomitica Brenta Bike di Pinzolo e Madonna di Campiglio, la Lessinia Bike nel Parco dei Lessini, la Vecia Ferovia dela Val de Fiemme di Molina, la Val di Sole Marathon di Malé e la 3T Bike di Telve Valsugana, a concludere le fatiche lo scorso 5 ottobre. E dalla gara svoltasi alle pendici della catena del Lagorai si è voluti partire per la cerimonia di premiazione con la consegna dei riconoscimenti ai protagonisti, dopo un minuto di silenzio per ricordare la scomparsa di Giovanni Vesco, un concorrente proprio della 3T Bike. Da parte del presidente di Trentino MTB Alessandro Bertagnolli sono arrivati i ringraziamenti ad atleti, partner e volontari coinvolti in ognuna delle “magnifiche set-
te” gare, come sono state anche appellate durante il pomeriggio. Le successive parole del presidente della FCI Trentino, Dario Broccardo, hanno sottolineato come l’universo delle ruote artigliate sia sempre più coinvolto e coinvolgente nelle realtà territoriali, con numeri che si mantengono in alta quota, nonostante le spending review generali e dei singoli. Il challenge quest’anno ha colto ottimi risultati con oltre 5000 partecipanti alle sette tappe, dove si sono potuti ascoltare tutti i dialetti della nostra penisola. Biker da 20 regioni e quasi 70 province hanno regalato e si sono regalati uno spettacolo in fuoristrada unico, nonostante un meteo che spesso e volentieri ha negato il sole abbondando di pioggia e fango. D’altra parte, come si è sentito commentare dalla platea di Trento, «per abbronzarsi si va in spiaggia, quando c’è il fango in fuoristrada è ancora più divertente!». Biker oltremodo soddisfatti, quindi, di come sia andata l’edizione 2014 di ‘Trentino MTB presented by crankbrothers’, soprattutto coloro che
I vincitori di Trentino MTB 2014 foto NEWSPOWER
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Gli organizzatori 2015
in fondo si sono portati a casa un cospicuo bottino ma anche semplicemente un posto su uno dei vari podi di categoria. Ivan Degasperi del Team Todesco e Lorena Zocca della SC Barbieri hanno vinto le due Assolute ed i premi speciali dello Scalatore e fi’zi:k, con il trentino che ha anche trionfato nella M1. Gli altri vincitori 2014 rispondono ai nomi di Stefano Dal Grande (Open), Gianluca Boaretto (Elite Sport), Daniel Tassetti (Junior), Georgy Dmitriev (M2), Stefan Ludwig (M3), Michele Bazzanella (M4), Tarcisio Linardi (M5) e Silvano Janes (M6), mentre la squadra con il maggior numero di punti totalizzati è stata il Team Todesco. Tutti quanti sono tornati a casa con premi tecnici crankbrothers, fi’zi:k, Kask e Continental, ma anche gastronomici tipici del Trentino offerti da Vivallis, Trentingrana, Melinda e Felicetti. Numeri alla mano, Trentino MTB 2014 ha potuto vantare particolari attenzioni dagli élite oltre che dal sempre nutrito popolo dei master; la media di presenze è stata di 41 agonisti sulle sette prove che ha portato al challenge la percentuale più elevata di élite tra i circuiti nazionali, il 7,1%, calcolata sul numero totale di classificati di categoria. Infine, tutte le singole tappe hanno ricevuto elogi da parte dei partecipanti facendo registrare ottime performance dal punto di vista degli iscritti, sia per gli eventi di maggiore tradizione che per le new entry di quest’anno come Dolomitica Brenta Bike e Val di Sole Marathon. Oltre al dovuto omaggio ai cavalieri di Trentino MTB 2014, nelle sale del Castello del Buonconsiglio è stato anche tolto il velo alla prossima edizione della serie in off-road, che tornerà a calcare sentieri e sterrati della provincia di Trento anche il prossimo
anno con sei tappe anziché sette e con la consueta verve. La prima chiamata in griglia sarà al solito, ed è così dalla prima edizione del circuito nel 2009, con la ValdiNon Bike del 3 maggio nell’omonima valle e dopo un mesetto abbondante tutti a Lavarone e dintorni per la storica 100 Km dei Forti in abbinata alla tre giorni di 1000Grobbe Bike Challenge, I Vincitori assoluti: Lorena Zocca e Ivan Degasperi foto NEWSPOWER
dal 12 al 14 giugno. Trascorsa una settimana sarà tempo di Dolomitica Brenta Bike in quel di Pinzolo, mentre il 2 agosto è la data della prossima Vecia Ferovia dela Val de Fiemme. La Val di Sole si conferma al via per Trentino MTB 2015 e la bella marathon tra Malé e il Parco Adamello Brenta sarà il 30 agosto, mentre l’epilogo del circuito è fissato ancora una volta con la 3T Bike di Telve Valsugana il 4 ottobre del prossimo anno. Dal punto di vista del regolamento, le prime anticipazioni parlano della conferma sull’offerta 3x2 e 2x1 riservata ai team numerosi, con le iscrizioni cumulative che apriranno il 1° gennaio. Ci saranno ancora le gare Jolly e i Bonus Finisher che assegneranno un numero di punti maggiore in alcune gare, cosicché le classifiche potranno rimanere ad alto contenuto di imprevedibilità e spettacolo fino alla fine, come è accaduto nella stagione appena conclusa, dove si è dovuto attendere l’ultima gara per conoscere i vincitori definitivi. Il montepremi complessivo annunciato andrà anche nel 2015 oltre i 40.000 Euro; ed ecco che allora, parafrasando in modo scherzoso un detto di qualche tempo fa, «Trentino MTB ricco…mi ci ficco». Occhio quindi al sito www.trentinomtb.com e al canale Facebook, il 2015 è già alle porte. E con l’occasione anche da “Trentino MTB presented by crankbrothers” un augurio di Buone Feste a tutti i biker e arrivederci in Trentino il prossimo anno.
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TOUR DE SKI IN VAL DI FIEMME
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LA SERIE DI COPPA DEL MONDO CROSS COUNTRY VEDE LA VAL DI FIEMME TRA LE PROVE CONCLUSIVE CON LA FINAL CLIMB DELL’ALPE CERMIS
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L’Alpe Cermis, in Trentino, è da sempre famosa per i suoi boschi e per le piste di sci alpino, ma dal 2007 ad oggi quest’angolo della Val di Fiemme si è guadagnato un posto di diritto fra i luoghi simbolo dello sci nordico. La montagna fiemmese, infatti, è stata la protagonista principale di una vera e propria rivoluzione nel mondo degli sci stretti che in meno di un decennio ha proiettato l’Alpe Cermis nel pantheon del fondo al fianco di località come la collina norvegese di Holmenkollen ad Oslo, Lahti in Finlandia o la svedese Falun. Questa “rivoluzione” si chiama Tour de Ski e fin dal nome è chiaro che ci sia tanto… ciclismo all’interno di questa competizione internazionale, da sempre inserita nel calendario della Coppa del Mondo di sci nordico. Il Tour de Ski si conclude ogni anno proprio sull’Alpe Cermis, in cima ad una rampa di 3,5 km dove le pendenze raggiungono il 28% e i fondisti sono impegnati a superare “muri” e “tornanti”, proprio come capita ai ciclisti nelle ascese mitiche come Alpe d’Huez, Zoncolan o Mortirolo. Il Tour de Ski vide la luce per la prima volta nella stagione 2006/2007 e nel giro di pochi anni è diventato uno degli appuntamenti più sentiti nel calendario internazionale dello sci nordico. Le origini della competizione risalgono a circa dieci anni fa, quando Vegard Ulvang e Jürg Capol, rispettivamente presidente del Comitato Fondo FIS e direttore della Coppa del Mondo, decisero di mutuare il format delle corse a tappe ciclistiche per ravvivare lo sci di fondo e crearono così il Tour de Ski: una prova in cui i migliori fondisti al mondo si confrontano nelle diverse “specialità” della disciplina e si stila una classifica generale dove, proprio come nelle gare a tappe su due ruote, il vincitore è l’atleta che impiega meno tempo nel portare a termine tutte le frazioni in programma. Ulvang e Capol, però, in Val di Fiemme trovarono la ciliegina per la “torta” Tour de Ski e, proprio durante un sopralluogo in Trentino, i due padri fondatori ebbero l’azzeccata intuizione di far concludere il Tour de Ski in cima ad una salita lunga oltre 3 km, come mai era accaduto nella storia dello sci nordico: nell’ultima tappa, quindi, gli atleti avrebbero dovuto percorrere in senso contrario la pista di discesa Olimpia III del Cermis dal fondovalle sino alla stazione intermedia della cabinovia, in località Doss dei Laresi. Il resto è storia foto NEWSPOWER
e dal 2007 ad oggi la Final Climb del Cermis è la frazione conclusiva del Tour de Ski che ne incorona i vincitori, con le partenze degli atleti separate dai distacchi accumulati in classifica nelle precedenti prove. Le altre tappe del Tour de Ski sono gare sprint, sulla media o sulla lunga distanza, ma, proprio come accade nei grandi giri ciclistici, il vincitore spesso si decide in salita e nelle otto edizioni del Tour de Ski alla Final Climb hanno trionfato fondisti plurititolati come lo svizzero Dario Cologna, il tedesco Tobias Angerer, il ceco Lukáš Bauer o il norvegese Martin Sundby e, fra le donne, la sua connazionale Therese Johaug, la polacca Justyna Kowalczyk, la finnica Virpi Kuitunen o la svedese Charlotte Kalla. Grazie al grande lavoro degli organizzatori del comitato Nordic Ski Fiemme la Final Climb è diventata un evento imperdibile e non solo per la competizione in sé e per sé, ma anche per le tante iniziative dedicate a pubblico e appassionati in programma a ridosso della gara dei “pro”. Anche in questo caso, dunque, sono molte le affinità con i tapponi alpini e pirenaici dei grandi giri, che richiamano a bordo strada migliaia di tifosi pronti ad acclamare i propri beniamini e a godersi giornate di grande festa. Ogni anno, infatti, i fans si assiepano ai bordi della pista del Cermis, inoltre vengono allestiti eventi come il Tour del Gusto con stand di prodotti tipici trentini disseminati lungo la Final Climb, o come la Rampa con i Campioni, la gara promozionale che permette a tutti gli appassionati di cimentarsi sulle pendenze “terribili” del Cermis. Il FIS Tour de Ski scatterà dalla Germania il prossimo 3 gennaio e vedrà coinvolte le nevi della Val di Fiemme nel week end di sabato 10 e domenica 11 gennaio per le due ultime frazioni dopo tappe in Baviera, Svizzera, a Cortina e a Dobbiaco. Il sabato sarà di scena una prova Mass Start in tecnica classica (15 km maschile e 10 km femminile) sulle piste dello stadio del fondo di Lago di Tesero, da dove l’indomani prenderà il via la Final Climb dell’Alpe Cermis, il “Mortirolo” dello sci nordico che sancirà vincitore e vincitrice del Tour de Ski 2015. Info: www.fiemmeworldcup.com foto NEWSPOWER
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SPORT & BENESSERE
a cura del dottor ALESSANDRO GARDINI* in collaborazione con dottor MATTEO REDA di NUTRILEYA SINTONIA NATURALE
TRAUMI DELLO SPORTIVO: COME DIFENDERSI
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È noto che lo sport, praticato con costanza e con le corrette modalità, porti indubbi vantaggi in termini di salute e di prevenzione di alcune malattie: cardiovascolari, metaboliche, neoplastiche. Le istituzioni che si occupano della salute a livello internazionale (OMS) o nazionale (Ministero della Salute) raccomandano di praticare attività sportiva e motoria, attraverso campagne di promozione, a tutte le età e in ogni condizione socio-economica. L’attività motoria praticata regolarmente, e in particolare quella sportiva agonistica, presenta anche la possibilità di incorrere purtroppo in infortuni, tanto durante le fasi di allenamento o ricreativa quanto nel corso di prestazioni agonistiche. Quando i carichi di lavoro sono importanti e protratti nel tempo può accadere di sovraccaricare le strutture muscolo-tendinee con la successiva insorgenza di una sintomatologia dolorosa correlata a fenomeni di tipo infiammatorio. A tutto ciò si può aggiungere la possibilità che durante l’attività sportiva si possano verificare traumi acuti diretti ed indiretti. Per contrastare l’insorgenza o trattare la presenza di infiammazioni muscolo-articolari, o velocizzare il riassorbimento di
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un edema causato da un trauma acuto, ci si può tranquillamente affidare alla tradizione fitoterapica che in questo campo ci offre validissime alternative. Una di queste è Nutritraum, un’innovativa formulazione topica, che associa gli estratti secchi di Arnica montana, Symphytum officinalis e Boswellia serratia, in grado di donare un’immediata sensazione di sollievo sulla cute interessata, grazie alla loro azione antinfiammatoria, antiedemigena, lenitiva e rinfrescante. La speciale formulazione di Nutritraum contiene liposomi vegetali, biocompatibili e privi di effetti tossici o allergizzanti, che veicolano più efficacemente le sostanze attive attraverso la cute. Nutritraum deve essere applicato 3-4 volte al giorno sulle zone interessate. Uno dei componenti attivi di questa crema è l’Arnica montana, che vanta proprietà principalmente antiflogistiche, esclusivamente per uso topico. Viene quindi usata in traumatologia in caso di edemi post-traumatici (fratture, distorsioni, ecchimosi, contusioni, compressioni, ematomi, strappi muscolari, edemi da frattura), artralgie e disturbi articolari a carattere reumatico, versamenti articolari e flebiti non ulcerative. Gli attivi responsabili dell’attività antinfiammatoria presenti nei fiori di arnica sono i lattoni sesquiterpenici. L’estratto secco di arnica è infatti in grado di bloccare il processo infiammatorio attraverso la riduzione della sintesi di citochine pro-infiammatorie e l’inibizione della ciclossigenasi inducibile (COX-II). Altro attivo molto importante per l’efficacia di Nutritraum è la Boswellia, una pianta arborea che deve il suo nome a Sir John Thomas Boswell (1822-1888), nota anche con l’appellativo di “incenso indiano”; è conosciuta sin dai tempi più remoti ed in particolare è legata agli usi propri della medicina tradizionale indiana ayurvedica. La boswellia è un albero appartenente alla famiglia delle Burseraceae la cui gommoresina viene usata per le preparazioni farmaceutiche perché ricca di particolari attivi noti come triterpeni, dalla spiccata attività antiflogistica. L’attività antiflogistica di boswellia è indirizzata verso l’inibizione della biosintesi dei leucotrieni mediatori pro-flogogeni, che promuovono inoltre la sintesi di radicali superossido favorendo la contrazione della muscolatura liscia ed aumentando al contempo la permeabilità vascolare, amplificando così il fenomeno edematoso e contribuendo al mantenimento del quadro infiammatorio. Completa la formulazione il Symphytum officinalis, meglio conosciuto con il nome di Consolida maggiore, perché possiede un notevole effetto antalgico, antinfiammatorio e cicatrizzante per uso esterno. Diversi recenti studi clinici randomizzati confermano l’efficacia dei preparati a base di radici di Consolida, ad uso topico, nel trattamento del dolore e dell’infiammazione, sia a carico dei muscoli che delle articolazioni, così come nella terapia delle distorsioni e contusioni, anche dovute a traumi sportivi e nella terapia delle ferite. L’attività terapeutica, ovvero l’attività antinfiammatoria, antiedemigena e cicatrizzante è esplicata da alcuni componenti delle radici, tra cui l’acido rosmarinico e l’allantoina. L’utilizzo dell’estratto di Symphytum officinale favorisce quindi il riassorbimento degli edemi ed è utile a ridurre il dolore associato agli stati infiammatori. *Responsabile Reparto Nutraceutica e Integratori Alimentari Farmacia del Bivio
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OLTRE L’OSTACOLO robertozanetti65@gmail.com
a cura di ROBERTO ZANETTI foto di ROBERTO ZANETTI
KTM LYCAN LT 271– LA CONFERMA
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NON CHE CE NE FOSSE BISOGNO DI RICORDARLO MA LYCAN LT 271 DI KTM, DOPO QUASI UN ANNO DALLA PROVA DELLA 27 PRIME, LA SUA “SORELLA” IN CARBONIO (INBICI MAGAZINE DI FEBBRAIO 2014, PP. 106-108), È SEMPRE GARANZIA DI QUALITÀ E PERFORMANCE AI MASSIMI LIVELLI
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Il test: Lycan LT 271 grazie all’alluminio superleggero idroformato, utilizzato in modo specifico per questo telaio full suspension da 27,5”, si presenta come una bicicletta agile e polivalente. È un mezzo puramente racing dedicato alla competizione, ideale in un regolare percorso all mountain o anche per evoluzioni più
impegnative come, ad esempio, nella disciplina dell’enduro, la nuova frontiera della mountain bike moderna che oggi fa tanta tendenza tra i rider più convinti. L’innovativo sistema di ammortizzazione Pro Damping System (PDS) conferisce sensibilità di guida nelle piccole asperità del terreno, qualunque esso sia, e un elevato assorbimento degli urti anche nei Test bike
tratti di marcia maggiormente impegnativi. Questa tecnologia mi ha permesso di trasferire in modo uniforme ed ottimale la potenza durante l’accelerazione sui pedali, evitando però quei classici ondeggiamenti verticali tipici di queste situazioni di guida. Favorita dalla generosa escursione da 160 mm, Lycan LT 271 si è rivelata una MTB completa, da sfruttare
a 360°, senza timore riverenziale e senza compromessi. Sarebbe stato bello poter filmare alcuni passaggi e riproporli in formato video per rendere meglio l’idea di cosa si è in grado di fare con un mezzo di questo genere. Sotto l’aspetto puramente estetico la fine colorazione nero opaco/blu con livrea arancione del marchio KTM mette in primo piano il nome della casa austriaca, come ad accentuarne l’impronta costruttiva e a simboleggiarne l’inconfutabile provenienza. Anche le saldature dell’alluminio sono quasi invisibili al punto che il telaio della Lycan LT 271 possa quasi confondersi con quello del modello in Test bike
carbonio non solo come peso (l’alluminio utilizzato è davvero molto leggero) e reattività, ma pure come grafica. Lo stile e la tradizione KTM nella MTB e, nello specifico, nel segmento delle bi-ammortizzate, è sempre un qualcosa di unico ed inimitabile; difficile da mettere a confronto anche con i competitor maggiormente accreditati e famosi. In evidenza: Telaio a parte, una citazione di merito va fatta per il gruppo Sram XX1, fiore all’occhiello della famosa casa americana negli allestimenti per MTB, che alleggerisce e contiene notevolmente
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Caratteristiche Tecniche • Telaio: “Lycan 27.5”” Longtravel alluminio idroformato F&R • Cambio: Sram XX1 • Deragliatore posteriore: Sram XX1 • Guarnitura: Sram XX1 monocorona 34 denti (pedivelle 175 mm) • Catena: Sram XX1 • Ruota libera: Sram XX1 11V 10x42 • Movimento centrale: Sram Pressfit GXP • Freni: Shimano Deore XT M785 idraulici dischi Shimano RT99 Ø 180/180 ant-post • Forcella: Fox 36 Talas 27.5 RC2-FIT, 160-120-15-T • Ammortizzatore centrale: Fox Float CTD BV • Serie sterzo: KTM Team drop-in, tapered, +10 • Attacco manubrio: Ritchey WCS Trail 0° in alluminio • Manubrio: Ritchey WCS Trail Rizer, 760 in alluminio • Reggisella: KS LEV-DX hydr. Post 100 mm (size 43) e 125 mm (size 48+53) • Sella: fi`zi:k Nisene • Manopole: KTM • Cerchi: KTM Prime TRAIL 27.5” XD tubeless ready in alluminio by DT Swiss • Coperture: anteriore Schwalbe Hans Dampf 60-584 TrailStar – posteriore Schwalbe Rock Razor 60-584, PaceStar • Mozzi: DT Swiss • Pedali: Shimano M530 SPD • Taglie: 43-48-53 • Colori: black/blue matt (come modello testato in foto) • Peso bici completa (come in foto): 13,2 kg completa di pedali
94 il peso complessivo della Lycan LT 271. La monocorona anteriore da 34 denti e la ruota libera con un’ampia scala di pignoni da 10 a 42 velocità sono sicuramente sinonimo di performance; assicurano al biker una cambiata sempre veloce ed impeccabile anche quando il fango che attanaglia i meccanismi sembra cementare tutta la trasmissione. Una scelta personale… Se proprio avessi potuto apportare una modifica alla predisposizione standard del mezzo (la Lycan LT 271 esce di serie dalla casa
Nella parte destra del manubrio, vicino alla manopola, sono posizionate le levette del cambio Sram XX1 e, più in alto, il comando manuale lockout del reggisella telescopico Il nodo sterzo della Lycan LT 271 sul quale è montato un attacco in alluminio Ritchey WCS Trail 0°
madre già con questo allestimento base), avrei optato per una corona anteriore da 30 o, al massimo, da 32 denti. Questa soluzione, in alcuni casi estremi (rampe molto ripide e lunghi dislivelli sconnessi) permetterebbe infatti di avere una pedalata più agile e un maggiore range di utilizzo di tutte le moltipliche disponibili sulla cassetta. Di contro, a suo favore, il rapporto da 34 agevola la spinta sul passo favorendo una rotondità omogenea di pedalata, soprattutto nelle fasi pianeggianti e nei tratti di classico single track veloce e scorrevole. Il Produttore e Distributore per l’Italia: KTM Fahrrad Gmbh Harlochnerstrasse, 13 5230 Mattighofen (A) Tel. +43 7742 40910 Fax: +43 7742 409171 E-mail: office@ktm-bikes.at Web site: www.ktm-bikes.at
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La trasmissione Sram XX1 che adotta una monocorona anteriore da 34 denti (pedivelle 175 mm) e una ruota libera a 11 velocità da 10x42 Il reggisella telescopico KS LEV-DX hydr. Post 100 mm (size 43) e 125 mm (size 48+53)
Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Carrera Nitro www.carreraworld.com • Occhiali: Salice ITA 004 www.saliceocchiali.it • Abbigliamento: KTM Factory Team www.ktm-bikes.at • Strumentazione: GPS Garmin 500 www.garmin.it • Portaborraccia: Elite in alluminio www.elite-it.com
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RALLY DI ROMAGNA a cura della REDAZIONE
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LA GRAN FONDO VENA DEL GESSO ENTRA NEL CIRCUITO PRESTIGIO MTB LA GRAN FONDO VENA DEL GESSO, INSERITA NEL CONTESTO DEL RALLY DI ROMAGNA IN PROGRAMMA DOMENICA 31 MAGGIO A RIOLO TERME (RA), ENTRA NEL CIRCUITO PRESTIGIO MTB. CONFERMATA INOLTRE LA PARTNERSHIP CON LE ACCOGLIENTI TERME DI RIOLO
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Il Rally di Romagna 2015, organizzato dal Romagna Bike Grandi Eventi, piazza un nuovo colpo ad effetto. All’interno della manifestazione, che il prossimo anno si terrà a Riolo Terme in provincia di Ravenna dal 30 maggio al 3 giugno, la Gran fondo Vena del Gesso sarà inserita nel Circuito Prestigio MTB. Di cosa si tratta? Dell’ennesima novità che il Rally di Romagna ha saputo presentare. Certi, gli organizzatori, di poter dare ancora maggiore visibilità ad una manifestazione sempre più apprezzata, a livello internazionale. Cinque tappe tra calanchi e single track, un appuntamento unico nel panorama delle ruote grasse, per la particolarità dello splendido territorio che lo ospita ma anche per la sfida che rappresenta per i biker di più paesi europei.
All’interno delle tappe, in occasione della seconda, domenica 31 maggio, ecco la Gran fondo Vena del Gesso, 47 chilometri con un dislivello di 1500 metri, avvolti in uno scenario davvero affascinante. Una Gran fondo che, proprio nel 2015, sarà quindi parte del Circuito Prestigio, che nella sua scorsa edizione propose 9 emozionanti gare, toccando, tra le altre, le provincie di Siena, Venezia, Brescia, Catania e Bolzano. Da ricordare inoltre che la Gran fondo Vena del Gesso fa parte anche del prestigioso Tour 3 Regioni Scott. Da sottolineare, la sempre più concreta vocazione internazionale del Rally di Romagna, che per la prossima edizione amplia il numero chiuso per i biker da 100 a 150.
Resta invariato, il percorso delle cinque tappe: 294 chilometri ed 8200 metri di dislivello. Il Villaggio Expo sarà caratterizzato dalla presenza di espositori del settore tecnico ma anche ricco di espositori con prodotti tipici locali. Per i visitatori, gli accompagnatori e le famiglie degli atleti sarà un occasione imperdibile quella di Riolo che propone una cinque giorni di sport e benessere, infatti anche per il 2015 le Terme di Riolo saranno partner del Rally di Romagna e della Gran fondo Vena del Gesso. L’organizzazione ha siglato infatti un accordo che prevede l’ingresso a prezzi agevolati per tutti i frequentatori della 5 giorni sia alle Terme che alla spa. Tutte le info sono reperibili sul sito rallydiromagnamtb.it e sulla relativa pagina Fb.
COMUNE DI RIOLO TERME
VIa edizione Rally di Romagna MTB 2015 dal 30 maggio al 3 giugno Riolo Terme (RA)
INFO: www.rallydiromagnamtb.it
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TROFEO TOPOLINO SCI DI FONDO a cura della REDAZIONE
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KERMESSE IN VAL DI FIEMME DA TRE DECADI TROFEO TOPOLINO SCI DI FONDO IN VAL DI FIEMME IL 17 E 18 GENNAIO. EVENTI IN PISTA E FUORI PER GIOVANI E FAMIGLIE. LA STORIA DEL TROFEO CORRE INDIETRO FINO AL 1984 CON IL GS CASTELLO DI FIEMME. LA CULLA ITALIANA DELLO SCI NORDICO CELEBRA NUOVAMENTE IL FIS WORLD SNOW DAY
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Esiste un posto, in Trentino, anzi due, dove giovani sportivi si contendono prestigiosi trofei e lo fanno con caparbietà, determinazione e un tasso di divertimento altissimo. Arrivano da tutto il mondo per trascorrere giornate uniche sulla neve, con gli sci da discesa o con quelli da fondo ai piedi, perché di sport invernali stiamo parlando e precisamente del Trofeo Topolino Sci Alpino e del Trofeo Topolino Sci di Fondo, in Trentino da sempre. La storia del topo dalle grandi orecchie di casa Disney sugli sci rimanda alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, quando i signori Mike Bongiorno, Rolly Marchi e Giorgio Mondadori uniscono le forze, le idee e la passione per sport e ragazzi dando vita ad una manifestazione che fin dalle prime edizioni viene presa in simpatia e… d’assalto da centinaia di giovani amanti della montagna. Negli anni a venire, il Trofeo Topolino Sci Alpino cresce e raccoglie le attenzioni praticamente di tutto il mondo, ragazzi e ragazze arrivano da ogni angolo del pianeta per sfrecciare tra porte e paletti con il loro personaggio Disney preferito e anche la Federazione Internazionale Sci (FIS) include l’evento nelle sue manifestazioni giovanili di massimo grado. Nel 1984 la Val di Fiemme lancia la sfida sci di fondo e Topolino la raccoglie immediatamente. Il Trofeo Topolino Sci di Fondo diventa “must” in quella che, senza mezzi
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termini, è da sempre la culla italiana degli sci stretti, la valle che nel giro di meno di 25 anni ha ospitato quattro Campionati del Mondo di Sci Nordico, l’Universiade Invernale, oltre 120 prove di Coppa del Mondo e ha dato i natali alla mitica Marcialonga. Tornando al Trofeo Topolino Sci di Fondo, con l’evento 2015 in calendario i giorni 17 e 18 gennaio, stiamo parlando di una manifestazione che nelle ultime edizioni ha sempre oltrepassato quota 1300 partecipanti, tutti raccolti allo Stadio del Fondo che per 48 ore si trasforma in arena internazionale per nuove generazioni di mini fondisti e fondiste, ragazzi e ragazze che nel correre, battersi, vincere e perdere, vivono un’esperienza che negli occhi e nell’anima rimane indimenticabile. Oltre a sci di fondo e sci alpino, il Trofeo Topolino è oggi esteso a diverse discipline e la domanda che ci si può porre è perché non si sia mai rivolto alle due ruote che su strada come in off-road vantano un movimento giovanile importante nel nostro paese e che forse, grazie alla kermesse di casa Disney, potrebbe accrescere ancor più il proprio tasso di gradimento e appeal tra i giovani e le famiglie. Dopotutto, i parallelismi e le similitudini tra ciclismo e sci sono più di uno, a cominciare dalla fatica e la tenacia messe in pista da uno o una fondista, perfettamente equiparabili a quelle di chi salta in sella e affronta una grande salita o si tuffa in una granfondo con i chilometri a due zeri e i di-
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slivelli a tre. Spesso chi pratica le discipline sulla neve in inverno si avvicina naturalmente alla bici nella bella stagione, per vivere dodici mesi l’anno quella sfida fianco a fianco, ruota… a ruota contro gli avversari, ma anche contro se stessi e arrivare al traguardo con la soddisfazione e la felicità nel poter gridare – o anche solo pensare – «Sì, ce l’ho fatta». E l’idea, l’insegnamento che può offrire questo genere di situazioni, la tenacia, il non mollare mai, il perseguire un obiettivo concreto, sono elementi insiti nello sport giovanile dove giocare, divertirsi e stare insieme sono priorità, soprattutto quando si parla di baby-categorie, e tutte queste caratteristiche una volta vissute in gioventù si portano con sé crescendo, indipendentemente dal livello che si raggiunge, perché lo sport, la bicicletta così come lo sci mirano a questo, ogni disciplina dovrebbe farlo in fin dei conti, per stare bene, per vivere momenti da non dimenticare mai e Topolino questo… lo sa bene. Forza Topolino, cosa aspetti… in sella!
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LA GRANFONDO I SENTIERI DEI LUPI a cura di LUCA ALÒ
SUL GRADINO PIÙ ALTO DEL PODIO ANGELO MIRTELLI E PAMELA RINALDI
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Edizione spettacolare per la nona edizione della Granfondo I Sentieri dei Lupi. Ancora l’ennesimo successo organizzativo targato ASD Collarmele MTB con Angelo Ranalli, Riccardo Sgammotta ed il suo staff che hanno allestito una riuscitissima manifestazione, onorata dai migliori biker provenienti da buona parte della nostra penisola. La partenza
Tempo di lettura
7 min
Percorso suggestivo, condizioni climatiche ideali ed un considerevole numero di partecipanti (oltre 600) hanno emozionato la folla assiepata al traguardo del centro di Collarmele (L’Aquila) e lungo tutto il percorso disegnato tra i sentieri del parco eolico più grande d’Europa all’ombra del Velino-Sirente. Sui 56 chilometri la firma è stata messa dall’esperto élite Angelo Mirtelli (Ciociaria Bike) che ha preso il comando della gara dopo aver lasciato che i due avversari di turno Marco Rincon (Scapin Factory Team, secondo tra gli élite) e Vincenzo Della Rocca (Cubulteria Bike, primo di fascia tra i master 2) facessero corsa a sé per due terzi di gara. Con un gap di 28” all’intermedio, Mirtelli ha raggiunto i due attaccanti e li ha sorpassati entrambi chiudendo davanti in 2.19’40”. Protagonisti di una spettacolare bagarre sono stati anche Mirco Catone (Bike Pro Bottecchia, primo tra i master 3), il vincitore All Star 2014 Luigi Ferritto (FRW Oronero, primo tra i master 1) e Guido Cappelli (NW Sport Cicli Conte Fans Bike, secondo tra i master 2). Il confronto fra i tre più immediati inseguitori è sempre stato particolarmente acceso con Catone che ha forzato i tempi fino a guadagnarsi il quarto posto e rischiando di riprendere davanti a sé il colombiano Rincon attardato da un problema meccanico alla catena fino a quando il portacolori della Scapin Factory Team non ha fatto la differenza in discesa per mantenere saldo il terzo posto. In ambito femminile grande prova di Pamela Rinaldi (Ciclissimo MTB) che non tradisce mai le attese nel giorno della finale All Star come fece a San Gemini nel 2013. I vincitori finali Abruzzo MTB Cup
101 bike della nostra penisola) alla Sentieri dei Lupi (che nel 2015 ritornerà a disputarsi in estate tra fine giugno e gli inizi di luglio) è risultata vincente sia sotto l’aspetto sportivo che per la capacità degli organizzatori di offrire la giusta cornice a un evento tra i più seguiti e amati dalla grande community dei biker di tutto lo stivale. Risultati completi di gara www.tds-live.com Podio maschile
Podio femminile
Stesso copione di gara anche quest’anno sugli sterrati abruzzesi dove la portacolori della Ciclissimo MTB ha fatto il forcing con la complicità della compagna di squadra Emanuela Cerchià, la quale ha retto il ritmo solo per una manciata di chilometri, poi si è lasciata sfilare facendosi sorpassare da Nunzia Gammella (MTB Fan) che ha potuto conquistare un brillante secondo posto a 6 minuti dalla vincitrice mentre Cerchià ha raggiunto l’arrivo al terzo posto con un gap di 11 minuti. Oltre a Mirtelli, Della Rocca, Catone, Ferritto e Rinaldi, ad ottimi livelli si sono confermati i leader di categoria Giuseppe Nucera (ASD Explorers Catanzaro) tra gli élite sport, Alessandro Chiti (Scapin Factory Team) tra gli juniores, Nicola Morozzi tra i master 4, Gianluca Galardini (Scapin Factory Team) tra i master 5, Francesco Ferrari (Lugagnano Off Road) tra i master 6, Carlo Proietti (Scapin Factory Team) tra gli under 23. Traguardo raggiunto anche per i biker in evidenza nel percorso medio di 34 chilometri con Tommaso De Palma, primo assoluto e di fascia tra gli élite sport, la donna juniores Felicia Angeletti (Abruzzo MTB Team Protek), Carlo Ranaldi (Cycling Team Iziro) tra i master 4, Gaetano D’Ambrosio (ASD Leonessa Taker), Mauro Pieri (Orso on Bike) tra i master 5, Antonio Gennaro Labate (ASD Locorotondo) tra i master 6 e Paolo Festa (Bike Inside Team) tra i master 2. Ma quella di domenica 19 ottobre è stata anche la giornata dei giovani a partire dagli esordienti e allievi: circa una decina hanno animato la versione corta di 12 chilometri con il podio conquistato da Matteo Napoletano (Abruzzo MTB Team Protek), Gianfranco Sarra (LCP Porrino) e Paolo Del Angelo Mirtelli vincitore nella categoria élite
Viscio (Kento Racing Team) tra gli esordienti, Emilio Catanzariti (Explorers Catanzaro), Simone Di Silvestre (Abruzzo MTB Team Protek) e Francesco Ursillo (Bicincanto nel Vulcano) tra gli allievi. Collarmele ha salutato l’edizione 2014 dell’Abruzzo MTB Cup: ai nastri di partenza si sono presentati gli atleti che si sono distinti confermando il loro agonismo e la voglia di mettersi in mostra tra categorie agonistiche ed amatoriali dopo un tour di otto tappe in giro per gli sterrati della regione tra Fossacesia, Avezzano, Scanno (Marathon degli Stazzi), Popoli (Granfondo del Morrone) e Rivisondoli. Alla presenza di Dario De Luca (sindaco di Collarmele), Mauro Marrone (presidente della Federciclismo Abruzzo), Paolo Festa (consigliere FCI Abruzzo), Gianluca Colabianchi (responsabile del settore fuoristrada FCI Abruzzo) e una rappresentanza degli organizzatori dei circuiti Ima Scapin, Trofeo dei Parchi Naturali, Sentieri del Sole e dei Sapori, la Sentieri dei Lupi si è disputata con una meravigliosa cornice di pubblico ed ha costituito un momento ideale di festeggiamenti per il congedo dalla stagione agonistica in mountain bike con la consapevolezza che il successo della granfondo non è stato casuale. L’idea di abbinare la finalissima All Star (scontro diretto tra i 120 finalisti provenienti dai Gironi Nord, Centro e Sud dei circuiti della mountain
LUNGA VITA ALLA CATENA
a cura di ROBERTO ZANETTI foto di ROBERTO ZANETTI
UNA BICICLETTA, QUALUNQUE ESSA SIA (DA CORSA, MOUNTAIN BIKE, CITY, ELETTRICA) PULITA E LUBRIFICATA A DOVERE SI PRESENTA SEMPRE BENE E, SOPRATTUTTO, DURA PIÙ A LUNGO Usare la bici una volta al mese o tutti i giorni poco cambia; una manutenzione regolare delle parti meccaniche, della trasmissione e di tutti quei componenti soggetti a usura vi ripagherà con una pedalata silenziosa e leggera. Cambiare in modo fluido e preciso permette di andare più veloci ed avere sempre in perfetta efficienza la nostra bicicletta al punto che, lavorare con cura sulla catena (foto in basso) e sul cambio può dare anche delle soddisfazioni personali ed essere divertente. Lo sporco, la polvere, la sabbia e tutti quegli agenti atmosferici che aggrediscono la bici si possono accumulare velocemente e diventare molto dannosi per il corretto funzionamento del nostro mezzo. La catena ben lubrificata e, come abbiamo detto in precedenza, tutta la trasmissione (pignoni della ruota libera e corone della guarnitura con relative parti meccaniche) rappresentano il segreto per assicurarsi delle piacevoli uscite in bici, escludendo a priori degli spiacevoli imprevisti. Caratteristiche tecniche del Metabond Bike Metabond Bike (nella foto a destra la confezione singola come si presenta al pubblico) è un lubrificante per catena e cuscinetti unico nel suo genere. Riduce gli attriti, rende scorrevole, silenziosa ed efficiente la pedalata, aumenta la durata della vita della catena, riduce l’usura di ingranaggi e pignoni. È composto dai seguenti elementi: • derivati del petrolio; • derivati solforati di acido grasso vegetale. Bastano alcune gocce di Metabond Bike, applicato in modo uniforme, per lubrificare correttamente la catena della bicicletta
La confezione del Metabond Bike come viene venduta al pubblico: un flacone con le relative istruzioni di utilizzo e conservazione riportate sulla scatoletta
Precauzioni d’uso del prodotto: Mantenere il flacone contenente Metabond Bike in ambiente fresco e ventilato, lontano a fonti di calore Agitare bene prima dell’uso Tenere lontano il prodotto dalla portata dei bambini e dal cibo. Controllare la data di scadenza che decorre dopo due anni dalla prima apertura. Il Produttore e Distributore per l’Italia: METABOND ITALIA SRL Via Scire, 15 - 00199 Roma (RM) Cell. +39 389 0019210 E-mail: metabonditalia@gmail.com Web site: www.metabond.it
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LUIGI FERRITTO
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a cura di PAOLO MEI
IL PORTACOLORI DEL TEAM ORONERO FRW PROTAGONISTA DI UNA GRANDE STAGIONE È NATO NEL 1980 E CORRE IN MOUNTAIN BIKE, PREVALENTEMENTE NEL SUD, DOVE HA INANELLATO UNA SERIE INCREDIBILE DI VITTORIE, SOPRATTUTTO NELLA SUA REGIONE. HA UN PASSATO ANCHE IN CAMPO MOTORISTICO, MA LE DUE RUOTE CHE LO AFFASCINANO DI PIÙ SONO QUELLE A PEDALI. NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI SVOLGE UN LAVORO MOLTO IMPORTANTE, QUELLO DEL MEDICO
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Buongiorno Luigi e benvenuto nel mondo INBICI. Che cosa spinge un medico-pneumologo, con famiglia, ad impegnarsi ogni giorno nel ciclismo amatoriale? «La semplice passione per la bicicletta e in particolar modo per la mountain bike. L’essere a contatto con la natura, pedalare sui sentieri, attraversando boschi, lontano dal caos della vita quotidiana, mi dà una tranquillità e una carica che mi permette di affrontare il resto della giornata con un ‘appeal’ migliore, mi rende sereno!»
foto FRANCESCO BLOTTA
Come è strutturata la sua giornata tipo? «Dipende dal turno che ho in reparto! Quando lavoro di mattina, sono solito praticare una sessione di allenamento, a digiuno, verso le 4 di mattina per circa due ore, poi colazione e scappo al lavoro. Dopo il lavoro faccio un richiamo di tecnica in MTB e poi sono tutto per la famiglia. Quando ho il turno di pomeriggio, invece, esco in bici con le prime luci dell’alba, poi mi dedico alla famiglia e alle 14 sono al lavoro! … Unico neo: alle 21 sono già al letto, distrutto!» Lei corre prevalentemente in Mountain Bike, è affascinato anche dalla strada? «No assolutamente, la bici da corsa la uso solo per il defaticamento e per qualche lavoro specifico. Non è scoppiato l’amore per la bici da corsa, perché penso che questa non mi permetta di essere a contatto con la natura così come me lo permette la mountain bike!» Nel settore off-road sono davvero pochissimi gli atleti del Sud che sono riusciti ad esprimersi ad alto livello. Come mai? Luigi Ferritto in azione
Attualmente a che livello si esprime il movimento MTB nel meridione? «Avete ragione, fino a qualche anno fa, qui al meridione, eravamo molto indietro sia agonisticamente che come organizzazione di eventi. Vedrete, però, nei prossimi anni sempre più atleti del sud cominceranno a mettersi in evidenza anche a livello nazionale perché il movimento è in forte crescita. Tecnicamente, infatti, noi atleti ci prepariamo meglio rispetto al passato, ma anche le manifestazioni sono organizzate sempre meglio con percorsi sempre più simili alle più blasonate gare del Nord Italia. Pensate che il ‘Trofeo dei Parchi Naturali’, che racchiude le migliori granfondo del centro-sud Italia, ha richiamato e avvicinato tanti appassionati a questo sport.» Tracciamo un bilancio della stagione agonistica appena conclusasi. «Sono molto soddisfatto della stagione agonistica 2014! Sono riuscito a conquistare tutti gli obiettivi che mi ero posto ad inizio anno. Ho vinto per la 6a volta assoluta il ‘Giro della Campania Off Road’, ho vinto la classifica assoluta del ‘XIII Trofeo dei Parchi Naturali’, che, come detto, è la manifestazione off road più blasonata del meridione e, per concludere, ho bissato il successo del 2012 e del 2013 rivincendo anche quest’anno gli All Star della MTB a Collarmele.» Su quali fronti la vedremo impegnato nel 2015, stagione ormai alle porte? «Sicuramente parteciperò al ‘XIV Trofeo dei Parchi Naturali’ per cercare di riconfermarmi, non sarà facile ma ci proverò, sperando di ottenere la qualificazione per la finale degli All Star, ma sarò sempre più impegnato, quale tester, nello sviluppo delle biciclette e del materiale FRW, azienda alla quale sono legatissimo da sempre.»
Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera, in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole. Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada. Orari abituali partenze e ritrovi: • martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00
Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB Colazioni e aperitivi con ricco buffet Servizio di pagamento bollette luce, gas, acqua, telefono e multe Sala TV Sky con dirette sportive tutte le partite in diretta del Cesena con Sky HD
Sala giochi • Ricariche telefoniche • Wi-fi libero Bar Ciccio - Via Romea, 120 Cesena (FC) 47522 - t. 0547 331984 - e. barciccio@hotmail.it -
BAR CICCIO
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IL CALENDARIO PROMOSPORT 2015 a cura della REDAZIONE
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DAL TROFEO MARE & COLLINA AL CAMPIONATO ITALIANO ESCURSIONISMO, DAL 15 FEBBRAIO AL 27 SETTEMBRE 2015 UNA QUINDICINA GLI APPUNTAMENTI FISSATI NELL’AGENDA DI IVANO OGNIBENE E DI TUTTI I BIKER CHE VORRANNO PEDALARE DA MILANO MARITTIMA FINO ALLA DIGA DI RIDRACOLI. E NEL PROSSIMO ANNO ANCHE UNA TAPPA NELLE MARCHE
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Con il nuovo anno riparte anche l’attività di Promosport, che per la stagione 2015 propone un calendario di attività come sempre tutto dedicato alla mountain bike, specialità cross. Si tratta di una serie di manifestazioni che riconfermano quanto organizzato da Promosport, di Ivano Ognibene e Franca Ricci, in ormai molti anni di attività, ma con una rinnovata spinta data da nuove prove inserite nel già ricco calendario. Da un lato, la volontà degli organizzatori di curare con sempre maggiore attenzione un mondo, quello delle ruote grasse, in continua espansione; dall’altro, il desiderio di venire incontro alle richieste dei biker, anche loro sempre più attenti a percorsi, ristori, assistenza, e tutto quello che fa MTB.
L’apertura dell’attività agonistica è fissata per il 15 febbraio, a Marina Romea (RA), dove si terrà la prima delle cinque prove del Trofeo Mare & Collina. Le successive, a Milano Marittima (RA) il 22 febbraio, a Lido Di Dante (RA) il primo giorno di marzo, l’8 marzo a Castrocaro Terme (FC), infine il 15 marzo a Fratta Terme (FC). Proprio in quest’ultima località si terranno anche le premiazioni dell’intero circuito, perfettamente aderente al suo nome, trasportando i biker dalle pinete del ravennate alle colline romagnole, in cui non mancano percorsi con passaggi anche decisamente divertenti. Si ricorda che per queste cinque prove sarà anche possibile sottoscrivere un abbonamento alla cifra complessiva di 50 euro. La prova di Fratta Terme del 15 marzo, che chiude il circuito Mare & Collina, diventa la prima delle otto che invece compongono il cartellone del circuito Romagna Bike Cup 2015. Le altre sette, quindi 19 aprile a Borgo Tossignano (BO), 19 maggio a Monte Grimano (PU), 7 giugno ad Ozzano Emilia (BO), 5 luglio a Santa Sofia (FC), 12 luglio alle Balze di Verghereto (FC), 2 agosto a Montecoronaro (FC) ed infine 27 settembre a Cesena. Un calendario molto interessante, come possono testimoniare i tanti che hanno già pedalato sui questi percorsi nelle precedenti edizioni, passando tra i sentieri e le affascinanti alture delle alte colline in provincia di Forlì. Senza dimenticare un passaggio anche fuori regione, nelle vicine Marche, in provincia di Pesaro Urbino, ad impreziosire il Romagna Bike Cup della prossima stagione. Ciliegina sulla torta, la data del 5 luglio, proprio quella di Santa Sofia, sarà valida anche come Criterium nazionale della Consulta, un appuntamento nell’appuntamento, un impegno in più per Promosport che propone quindi una novità di grande interesse. Nello scenario magico della diga di Ridracoli, situata nell’appennino romagnolo dove Vasco Rossi ha girato le scene del suo ultimo video, e dove molti accorrono per visitare il bacino idrico, il 26 luglio si correrà il Campionato Italiano di Escursionismo. In un luogo speciale appunto, quello del Parco delle Foreste Casentinesi, dove pedalando è possibile incontrare fauna selvatica e gustare una flora davvero unica in Italia. Per tutte le info è possibile utilizzare i seguenti contatti: cell 338.6834464, fax 0543.64754, mail info@romagnamtb.it. Calendari e regolamenti sono disponibili sul sito romagnamtb.it
1a TAPPA
2a TAPPA
4a TAPPA
5a TAPPA
6a TAPPA
7a TAPPA
29 Marzo
26 Aprile
31 Maggio
14 Giugno
06 Settembre
13 Settembre
04 Ottobre
CORTONA (AR)
CINGOLI (MC)
RIOLO TERME (RA)
COSTACCIARO (PG)
PRATOVECCHIO (AR)
CAMERANO (AN)
SINALUNGA (SI)
RAMPICHIANA
9 Fossi
G.F. Vena del Gesso
G.F. Monte Cucco
Straccabike
RampiConero
Sinalunga Bike
Percorso: km 40 Dislivello: 1.300 m
Percorso: km 49 Dislivello: 1.630 m
Percorso: km 42 Dislivello: 1.665 m
Percorso: km 48 Dislivello: 1.450 m
www.avisbikecingoli.it
www.cavallinoasd.it
3a TAPPA
Percorso: km 53 Dislivello: 1.800 m
www.cuccoinbike.it
www.rallydiromagna.it
Iscrizioni gratuite per: Esordienti, Allievi e Junior Anteprima ABBONAMENTI
www.rampiconero.it
Percorso: km 53 Dislivello: 1.670 m
www.donkeybike.it
to Circaupipe in 7t concarto uno s
ISCRIVITI ENTRO SABATO 08 FEBBRAIO e avrai CINQUE VANTAGGI: 1° costo abbonamento a € 130,00 2° omaggio (da definire) 3° numero fisso personalizzato col nome del biker 4° ritiro in area riservata 5° ingresso in 1° griglia Dal 9 febbraio al 14 marzo € 150,00 con numero fisso, ritiro in area riservata e ingresso in 1° griglia. N.B.: ingresso 1a griglia: primi cinque di ogni categoria Anteprima ABBONAMENTI ESCURSIONISTI Iscriviti entro il 14 MARZO e avrai il costo abbonamento € 90,00
News
Percorso: km 42 Dislivello: 1.140 m
www.straccabike.it
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Classifica assoluta per abbonati: premiati i primi 10
MONTEPREMI FINALE TOUR 3 REGIONI Classifica Assoluta 1° Telaio 2° Casco 3° Casco
SP - M / M5
M6
M7
M W1
M W2
Junior
Eso-All
Squadra a punti
Squadra a presenza
250,00 180,00 120,00 80,00 60,00 premi
150,00 100,00 80,00 60,00 40,00 premi
100,00 70,00 50,00
100,00 70,00 50,00 40,00 40,00
150,00 100,00 80,00 60,00 40,00
Premi Premi Premi
Premi Premi Premi
1.000,00 600,00 300,00
500,00 300,00 200,00 100,00 100,00
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2a TAPPA
29 Marzo
26 Aprile
CORTONA (AR)
CINGOLI (MC)
RAMPICHIANA Percorso: km 40 Dislivello: 1.300 m
www.cavallinoasd.it
4a TAPPA
5a TAPPA
6a TAPPA
24 Maggio
31 Maggio
14 Giugno
21 giugno
12 luglio
PIORACO (MC)
RIOLO TERME (RA)
COSTACCIARO (PG)
MATELICA (MC)
BALZE - VERGHERETO (FC)
9 Fossi
G.F. Monte Gemmo
G.F. Vena del Gesso
G.F. Monte Cucco
G. F. del Verdicchio
Sentieri del Fumaiolo
Percorso: km 49 Dislivello: 1.630 m
Percorso: km 43 Dislivello: 1.350 m
Percorso: km 48 Dislivello: 1.450 m
Percorso: km 42 Dislivello: 1.665 m
Percorso: km 45 Dislivello: 1.650 m
Percorso: km 38 Dislivello: 1.245 m
www.avisbikecingoli.it
ABBONAMENTI: Entro Sabato 8 Febbraio: Dal 9 Febbraio al 14 Marzo:
News per SOCIETÀ
3a TAPPA
www.conerocup.it
www.rallydiromagna.it
www.cuccoinbike.it
SINGOLO CIRCUITO Tour 3 Regioni o Italian 6 Races € 130,00 Tour 3 Regioni o Italian 6 Races € 150,00
www.ciclistimatelica.com
7a TAPPA
www.prolocobalze.com
CUMULATIVO Tour 3 Regioni + Italian 6 Races € 150,00 Tour 3 Regioni + Italian 6 Races € 170,00
È previsto uno sconto per le società che iscriveranno più di dieci atleti, ogni dieci abbonamenti sottoscritti l’undicesimo è gratuito.
COUPON D’ISCRIZIONE
Versamento su CCP 11965449 e/o CC Bancario IBAN: IT27 V 07601 1320 000001196 5449 intestato a: Promosport - Via Federico Bondi, 24/A - 47121 Forlì e inviare Copia Versamento, con dati anagrafici, società, codice società, numero tessera al fax 0543 64754
Cognome Via
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Società Sesso
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N° Tessera
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Escursionista
Tel. .................................................................... E-mail .............................................................................................................................................................. Abbonamenti singoli: � 130,00 � 150,00 Abbonamenti comulativi: � 150,00 � 170,00 Abbonamenti Escursionisti: � 90,00
www.tour3regioni.it - www.romagnamtb.it - info@romagnamtb.it - cell. 338.6834464
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GRAN GALÀ IMA SCAPIN 2014, ED È GRANDE FESTA a cura di ALDO ZANARDI
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Domenica 30 novembre, nel suggestivo contesto della Rocca di Vignola (MO), è andata in scena la grande fasta degli Italian MTB Awards Scapin 2014. Oltre 300 presenti, tra concorrenti, accompagnatori, stampa specializzata e televisioni, si sono ritrovati nel comune modenese e sono state accolte con un ricchissimo buffet, che ha preceduto l’inizio delle premiazioni all’interno della prestigiosa “Sala dei Contrari” della stupenda Rocca di Vignola, che, con la sua caratteristica disposizione a “L”, converge sul palco, dove tutti i protagonisti della giornata hanno avuto un palcoscenico d’eccezione. Paolo Malfer, speaker trentino, affiancato da due splendide miss, ha condotto tutte le fasi. Presente in sala, e coinvolta sul palco, anche la Vice Presidente Federale Daniela Isetti, responsabile del centro studi della FCI. La splendida voce della cantante “Carmen”, ha introdotto i primi ospiti. A dare grande allegria i due comici di Zelig presenti. Massimiliano Bronzini, fratello di Giorgia, la due volte Campionessa del Mondo su strada nel 2010 e 2011 e, a seguire, i numerosi interventi di Francesco Damiano in arte “Giallorenzo”, che ha saputo coinvolgere tutti in sala, interagendo con i vari ospiti sul palco. Alle battute del simpatico comico, nelle due sale, esplodevano fragorose risate e alcuni trattenevano a stento le lacrime per l’ilarità suscitata. La presenza dei comici di Zelig si è potuta realizzare grazie alla collaborazione dell’AVIS e alla sua iniziativa “riso fa buon sangue”. La prima grande novità 2015 riguarda addirittura il “Giro d’Italia”, che sarà coinvolto grazie all’accordo tra IMA Scapin e Soudal, azienda belga leader in Europa nella produzione di sigillanti, importantissimo sponsor nel mondo del professionismo su strada. In alcune tappe IMA verranno estratti a sorte i nomi di alcuni abbonati, che
avranno l’incredibile opportunità di essere presenti nell’ospitality del team pro tour Lotto-Soudal nelle fasi che precederanno la partenza della tappa. E proprio grazie a Soudal, che sponsorizzerà il Factory Team Scapin di Stefano Gonzi, che la squadra si è potuta rafforzare. Sono stati presentati i nuovi acquisti per la stagione 2015, due “pezzi da 90”, Elena Gaddoni e Daniele Mensi, con i quali il nuovo team punterà alle più prestigiose granfondo e marathon del panorama nazionale e internazionale. I primi a intervenire sono stati gli organizzatori delle nove prove del circuito, seguiti dagli sponsor, che, con il loro supporto, hanno contribuito alla costituzione di un montepremi generale eccezionale, oltre 60.000 euro complessivamente, che ha ampiamente soddisfatto la totalità dei partecipanti all’IMA Scapin. Sponsor che hanno rinnovato la loro fiducia anche per il 2015, confermando il gradimento dell’importante vetrina offerta dal circuito. Tutti gli All Finisher sono stati chiamati e premiati, prendendo poi parte a una ricchissima estrazione di premi a sorteggio, che ha visto, il più fortunato, vincere un telaio Scapin, oltre a soggiorni, vacanze e numerosissimi altri premi. Estratti a sorte anche sette premi tra i Super All Finisher, ovvero gli All Finisher IMA che hanno partecipato anche alla gara gemellata, la Capoliveri Legend Cup dell’isola d’Elba. Prodotti tipici, soggiorni e vacanze sono stati consegnati ai fortunati vincitori direttamente da Maurizio Melis, presidente, e da alcuni membri del direttivo della Capoliveri Bike Park, che hanno anche illustrato il programma della loro gara che si correrà il 17 maggio 2015. Con l’assoluta maschile e femminile, ha avuto inizio la lunghissima serie di riconoscimenti al merito dei forti biker che si sono confrontati sulle nove prove, da aprile a ottobre.
Le maglie finali IMA 2014
Nicola Corsetti e Pamela Rinaldi sono stati gli assoluti dominatori dell’edizione 2014, mentre il Gruppo Sportivo Esercito si è aggiudicato l’ambita classifica a squadre e il relativo premio di ben 5000 euro. La premiazione per le società è stata la ciliegina sulla già ricchissima torta. Cinquemila, quattromila, tremila, duemila e mille, sono stati gli “EURO” vinti dalle prime cinque società classificate, che sono uscite dalla sala con in tasca un “vero assegno”. Massimo Stermieri e Gianluca Barbieri, organizzatori dell’IMA, hanno ringraziato dell’affetto dimostrato e rinnovato da parte di sponsor, team e concorrenti, cosa che garantisce le basi per la continuità di un movimento che ha saputo amalgamare tante realtà sparse per tutto il centro-nord d’Italia. Presentata anche la seconda grande novità 2015, che sarà proprio la Capoliveri Legend Cup, dopo due anni di gemellaggio, subentrante alla tappa uscente, la Tremalzo Superbike. Il video di presentazione della gara ha fatto assaporare quello che i concorrenti potranno vivere il 17 maggio sull’isola d’Elba. La Capoliveri Legend Cup avrà una nuova logistica e un percorso ancora più spettacolare, pronta per un’ulteriore salto di qualità che, anche grazie all’IMA Scapin, la proietterà tra le gare di maggior risalto del panorama nazionale. Il grande impegno della Capoliveri Bike Park e del Comune di Capoliveri, che crede e appoggia da anni il progetto dedicato alla MTB, sta portando questa gara tra le più importanti a livello nazionale e il progetto per il 2016 guarda anche al calendario dell’UCI Marathon Series. La gara 2015 sarà un Marathon Nazionale e prova del Marathon Tour della FCI. CALENDARIO IMA SCAPIN 2015 12 aprile Granfondo della Val di Merse – Rosia (SI) 26 aprile Granfondo del Durello – San Giovanni Ilarione (VR) 10 maggio Da Piazza a Piazza – Prato 17 maggio Capoliveri Legend Cup – Capoliveri (LI) 07 giugno Casentino Bike – Bibbiena (AR) 14 giugno Atestina Superbike – Este (PD) 05 luglio Baldo Bike – Rivoli Veronese (VR) 19 luglio Granfondo della Ceramica – Sassuolo (MO) 13 settembre Rampiconero – Camerano (AN) Tra premi e grande divertimento, tutti i presenti hanno potuto vivere un pomeriggio coinvolgente. L’appuntamento è per tutti al 2015 con la nuova edizione degli IMA Scapin, circuito che ha riscosso grande successo e si preannuncia in ulteriore crescita, visto l’interesse che ha saputo suscitare.
Vincitrici assolute femminili Vincitori assoluti maschili
Premiazioni All Finisher
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BIKE PASSION a cura della REDAZIONE
LO SHOW ROOM DI FAENZA CONTINUA A CRESCERE NEL 2015 SPAZIO ALLE NUOVE FAT BIKE. MARCHIO TREK IN CRESCITA. A SETTEMBRE IL PICCOLO GIRO DELL’EMILIA ROMAGNA. E MOLTO ALTRO ANCORA…
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Bike Passion continua a pedalare veloce. Lo store di Marco Stradaioli e Mirko Dalprato ha saputo scegliere la retta via, quella che conquista clienti con la professionalità di un servizio sopra le righe. I 3 meccanici a disposizione sono un esempio di quanto possa offrire Bike Passion, a Faenza. Ma nella realtà Faenza, in provincia di Ravenna, ad una manciata di chilometri da Forlì, è un concetto meno solido se parametrato al sito web, da poco rinnovato e ricchissimo di offerte sia sul nuovo che sull’usato: si può comprare da ovunque, scegliendo tra i tanti marchi che il negozio ha a disposizione. Proprio su marchi e prodotti, Marco Stradaioli presenta da subito qualche indirizzo futuro, in realtà più vicino di quel che si pensi. «La prospettiva è tutta sul discorso fat bike. Stanno riscuotendo un successo enorme, si informano in tanti e tutti i marchi ne hanno avviato la produzione. Sono sicuro che cresceranno molto già la prossima primavera, soprattutto perché può essere un mezzo molto divertente». Poi spazio ad una sfida, quella tra «Specialized e Trek, due marchi importantissimi col secondo che sta crescendo davvero molto – conferma Stradaioli – recuperando così ampi spazi sul primo. Qui saranno sviluppati novità di sicuro interessanti». In quanto al video, il meglio di Garmin e GoPro, mentre un capitolo speciale lo merita la società, che vola ormai verso il traguardo dei 300 iscritti. Cresce il numero di iscritti, cresce l’impegno necessario
111 alla sua miglior gestione, ma aumentano anche le partecipazioni a manifestazioni in giro per l’Italia. Isole comprese, in particolare per il Giro della Sardegna, in cui il team Bike Passion riconferma la propria presenza anche per il 2015. E poi tanti altri appuntamenti, sia per i più esperti che per chi invece vuole provare l’emozione di trovarsi in un flusso di ciclisti con la sua
divisa Bike Passion, ma in maniera assolutamente più tranquilla, ad un livello cicloturistico. Poi, ovviamente, la partecipazione alla Granfondo Davide Cassani, l’evento di casa. Ed una novità, una anticipazione: «Per la fine di settembre 2015 organizzeremo un piccolo giro di Romagna, su 4 tappe». Facile prevederlo, in terra di ciclismo diventerà in poco tempo una manifestazione di sicuro interesse. Lo show room, perché questo, in fondo, è Bike Passion, presenta una vasta disponibilità dei migliori prodotti. Nei 600 metri quadrati si trova davvero tutto il necessario per dare pieno sfogo alla propria passione. Bici anche usate, e poi accessori ad ogni livello, ed una assistenza, anche meccanica, rapida ed afficace. Tutti elementi che contribuiscono a rendere quella faentina una realtà dinamica, in continua crescita e sviluppo.
foto ROBERTO ZANETTI
BPA
CON ORA L’ORIENTE È PIÙ VICINO a cura di ROBERTO ZANETTI
UNA GRANDE GAMMA DI PRODOTTI, PERSONALE QUALIFICATO E TANTA ESPERIENZA. ECCO IL SEGRETO DI BPA PER MANTENERE UN POSTO DI PRIM’ORDINE NELLA DISTRIBUZIONE E NELLA VENDITA DI QUALSIASI TIPOLOGIA DI PNEUMATICO PER LE DUE RUOTE, MOTOCICLETTE, SCOOTER O BICI CHE SIANO Fin dal lontano 1985 BPA SpA è impegnata come importatore e distributore di pneumatici due ruote dei più affermati marchi dell’estremo oriente. La gamma presente in catalogo è in grado di soddisfare per qualità e prezzi le tutte le più svariate fasce di mercato presenti a livello commerciale e di prodotti. Pur essendo una Società per Azioni presente su tutto il territorio nazionale e internazionale, il rapporto col consumatore finale rappresenta un aspetto di primaria importanza e viene curato nei minimi particolari dai responsabili commerciali e tecnici dell’azienda. Partendo dagli ordini fino alle spedizioni, avvalendosi dell’estrema professionalità di uno staff dinamico e disponibile, BPA esaudisce tutte le richieste della clientela dando agli utenti risposte mirate e soddisfacenti sulla disponibilità dei distribuiti.
Un insieme di copertoni e camere d’aria Deestone distribuiti da BPA
CARATTERISTICHE TECNICHE DEL COPERTONE DA MTB DEESTONE XPLORE: • Misura: 26x1.90 50-559, 26x2.10 • Battistrada innovativo per la sua categoria, ideale per sterrati sabbiosi • Il tracciato delle tele e il cavetto di tenuta in Kevlar sono la grande innovazione Deestone. Grazie a questa tecnologia è possibile usare la copertura con i liquidi antiforatura che si trovano in commercio. • Lunga durata e alta flessibilità della gomma
foto ROBERTO ZANETTI
foto ROBERTO ZANETTI
CARATTERISTICHE TECNICHE DEL COPERTONCINO DA CORSA DEESTONE XPLORE: • Misura: 700x23c 23-622 • Battistrada innovativo per condizioni di bagnato e asciutto • 100 PSI – 62 TPI • Lunga durata e alta flessibilità della gomma
Copertone da MTB Deestone XPlore abbinato alla la sua camera d’aria con valvola da 48 mm
Copertoncini Deestone XPlore, uno con battistrada grigio antracite e l’altro rosso (i fianchi sono neri) in abbinamento alle loro camere d’aria da 48 mm
Il Distributore per l’Italia: BPA SpA 20124 Milano Sede operativa: via dell’Industria,11 20037 Paderno Dugnano (MI) Tel. +39 02 9880998 Fax: +39 02 9880328 Web site: www.bpaspa.it
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