iNBiCi magazine anno 6- n1 Gennaio 2014

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GRANFONDO COSTA D’AMALFI foto ANDREA LUCIBELLO

Domenica 23 marzo 2014

Anno VI -

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NEL REGNO DELLA CERAMICA

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FAENZA È NOTA NEL MONDO PER LE SUE PREGIATE MAIOLICHE. STORIA DI UNA SPLENDIDA CITTADINA ROMAGNOLA DIVENTATA “GRANDE” SOTTO LA SIGNORIA DEI MANFREDI

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Di origine romana, Faenza è una splendida città d’arte la cui fama brillava nel periodo rinascimentale per la produzione di oggetti in ceramica, di squisita fattura, esportati in molti Paesi europei. Il toponimo stesso è diventato sinonimo di ceramica (maiolica) in molte lingue, tra cui il francese (faïance) e l’inglese (faience).

Dopo un periodo di decadenza che dal II secolo si protrasse fino al primo Medioevo, ritrovò la prosperità a partire dall’VIII secolo. Intorno al Mille, con il governo dei Vescovi, e successivamente nell’età comunale, visse un lungo momento di ricchezza ed espansione edilizia che avrebbe raggiunto il suo

culmine nell’età della signoria dei Manfredi. Con il governo di Carlo II Manfredi, nella seconda metà del XV secolo, venne infatti realizzato il piano di rinnovamento urbanistico del centro cittadino. Dopo un breve dominio veneziano, Faenza entrò a far parte dello Stato della Chiesa fino al 1859. I volto attuale della città si è dunque formato in questo lungo arco di evoluzione storica, arricchendosi nel tempo di architetture di grande pregio, con una forte caratterizzazione rinascimentale. Le presenze architettoniche più insigni di Faenza sono concentrate nelle due piazze principali contigue: Piazza del Popolo, delimitata da due scenografiche

ali porticate a doppio ordine, e Piazza della Libertà. A Faenza è possibile visitare una delle raccolte d’arte più belle e complete del mondo: quella conservata presso il Museo internazionale della ceramica, che raccoglie pezzi, realizzati in questo materiale, di ogni provenienza geografica e di ogni epoca storica, dalle anfore del mondo classico fino alle moderne opere di Chagall e Picasso, con una ricca sezione dedicata alle ceramiche faentine del Rinascimento. Le Manifestazioni internazionali della ceramica d’arte contemporanea e antica richiamano a Faenza, artisti, collezionisti, amatori della maiolica da tutto il mondo. Ma Faenza è anche una città verde. Annesso al Museo civico di scienze naturali, che ospita importanti raccolte naturalistiche, il Giardino Botanico conserva più di 170 specie di piante spontanee presenti in Romagna.


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SCACCO MATTO ALLA DONZELLA

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INTRISA DI STORIE E LEGGENDE, MAROSTICA È CELEBRE NEL MONDO PER LA DISFIDA A SCACCHI FRA DUE NOBILI GUERRIERI NEL 1454. OGGETTO DEL CONTENDERE, LA BELLA LIONORA

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Situato lungo la pedemontana che dal fiume Brenta segue le pendici meridionali dell’altopiano dei Sette Comuni, l’abitato di Marostica sorse in epoca romana, ma il suo sviluppo risale al periodo altomedievale. Marostica fu attrice e spettatrice di sanguinose battaglie: nel ’500 vide in lizza Ostrogoti e Bizantini, vide i Franchi di Teodeberto di Metz, il dominio carolingio e le guerre fra re Berengario e Guido di Spoleto appoggiato dagli Ungari. Fulcro della vita politica e civile è ancora oggi la razionale e ordinata piazza porticata. La cerchia delle mura di Marostica, con merlature a coda di rondine, scandite da torri quadrangolari aperte all’interno e coperte da volta a botte, si sviluppa per quasi 2 chilometri. L’accesso alla cittadella di Marostica passa attraverso tre porte di pianura che vennero costruite contemporaneamente alle mura dagli Scaligeri, i catenacci infatti portano ancora incisa la “scala”. Nel 1454 due nobili guerrieri, Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono della bella figlia del castellano di Marostica, Lionora, e per lei si sfidarono a duello. La Repubblica di Venezia aveva però proibito i duelli, per cui il padre di Lionora propose ai contendenti una partita al «nobil ziogo de li scachi», da farsi con figure viventi e con sontuosa coreografia militare (per la cronaca vinse Vieri da Vallonara). Riproposta per la prima volta nel 1923, la storica disfida si svolge negli anni pari sulla scacchiera lastricata al centro di piazza Castello, con pedine in carne e ossa vestite di finissimi costumi rinascimentali in esposizione permanente presso il Castello inferiore. Nel 1262 è documentata, infatti, l’esistenza su questo colle di una torre «tribus spondis» e Cangrande Della Scala fece edificare, su questa preesistente torre, il

Castello Superiore, che, di forma quadrata, aveva ai lati quattro torresini ed una grande torre nel mezzo. Il castello, che fu sede del podestà veneziano fino alla guerra di Cambrai (1509-1510), era dotato, oltre che di

un grande pozzo, ancora visibile nell’ampio cortile interno, di una chiesa e di un mulino a vento. Oggi il Castello Superiore di Marostica ospita un ristorante ed è una delle mete preferite dei turisti.


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SOMMARIO 14 La playmate di gennaio a cura di Mario Pugliese

60 Elba Bike Tour a cura della Redazione

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Granfondo Davide Cassani

5a Gran Fondo del Capitano

a cura della Redazione

a cura della Redazione

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E tu come la pensi?

Segni particolari bellissime

a cura della Redazione

a cura della Redazione

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Ruote roventi

Il telaio ideale

a cura di Roberto Sgalla

a cura di Roberto Zanetti

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Il new deal del ciclismo

Trentino MTB si rifà il look

a cura della Redazione

a cura di Newspower

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Sicurezza in gara

Ride for life 2013

a cura di Gianluca Barbieri

a cura di Paolo Mei

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5a Granfondo San Benedetto del Tronto

Cicloscopio a cura della Redazione

a cura della Redazione

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27/05/13

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GLI OSCAR DEL 2013 a cura della REDAZIONE

COSA RESTERÀ…

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5 min

TRA I BIG STATUETTA D’ORO PER FROOME E VOS. NEI GIOVANI QUINTANA LA SPUNTA SU SAGAN, MA QUANTI RIMPIANTI PER IL CECO KREUZIGER. E TRA LE GRANFONDO PREMIAMO LA CHARLY GAUL

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Cosa resterà di questo 2013? Agli albori del nuovo anno, per l’ultima volta, riavvolgiamo il nastro di dodici mesi di grande ciclismo per assegnare gli oscar ai corridori che si sono distinti sulle strade di tutto il mondo. IL MIGLIORE Il miglior corridore del 2013, per la redazione di INBICI, è Christopher Froome, perché – al di là di ogni campanilismo – la sua impresa al Tour vale tecnicamente di più del Giro d’Italia stravinto da Vincenzo Nibali. Froome, dopo essersi imposto al Giro di Romandia e al Criterium del Delfinato, ha vinto la “Grande Boucle” da autentico dominatore, dimostrando una schiacciante superiorità sia in salita che a cronometro. Christopher Froome vincitore del Tour de France 2013 La campionessa olandese Marianne Vos

LA MIGLIORE La miglior interprete del ciclismo rosa è invece la campionessa olandese Marianne Vos, dominatrice assoluta della stagione appena passata e, con ogni probabilità, di quelle che verranno. MENZIONE SPECIALE Sul podio dell’anno anche il ceco Roman Kreuziger, vincitore a sorpresa dell’Amstel Gold Race e grande protagonista al Tour de France, dove il suo talento è stato vanificato dagli ingrati compiti di gregariato al servizio di Alberto Contador. Resta il rimpianto di non averlo visto nei panni del leader, ma la sensazione è che, il 2014, possa essere il suo anno.

foto PHOTOBICICAILOTTO

LA SORPRESA Impossibile non citare, per scaltrezza e senso tattico, il portoghese Rui Alberto Faria da Costa che ha vinto, a sorpresa, i Campionati del Mondo di Firenze beffando negli ultimi metri Joaquim Rodriguez dopo aver messo nel sacco l’altro spagnolo Alejandro Valverde e il nostro Vincenzo Nibali.


7 L’IMPRESA DELL’ANNO L’impresa ciclistica del 2013 è quella dell’americano Chris Horner che, a 42 anni suonati, trionfa alla Vuelta di Spagna. Sul suo nome si è addensata una spessa coltre di sospetti, ma – fino a prova contraria – la sua affermazione merita il proscenio.

Roman Kreuziger, vincitore dell’Amstel Gold Race 2013

IL GIOVANE PIÙ PROMETTENTE Segnatevi questo nome: Nairo Quintana. Anche se, sul piano mediatico, Peter Sagan forse avrebbe meritato il successo,

foto ALESSANDRO MICHELAZZI

Nairo Quintana protagonista al Tour de France 2013

REGINA DELLA GRAN FONDO Nel settore delle Granfondo, l’oscar 2013 va, noblesse obblige, alla Charly Gaul, Trento Monte Bondone Valle dei Laghi, unica tappa italiana dell’UCI World Cycling Tour 2014. Grazie all’incredibile lavoro dell’ATP e della sua direttrice Elda Verones, la leggendaria corsa trentina ha compiuto passi da gigante, diventando una delle rassegne di riferimento del grandfondismo internazionale. Elda Verones direttrice della Granfondo Charly Gaul, qui nella foto assieme ai campioni Jury Chechi e Antonio Rossi foto NEWSPOWER CANON

Rui Alberto Faria da Costa Campione del mondo Firenze 2013

l’oscar ai giovani lo assegniamo al gioiello della Movistar che, a soli 23 anni, ha corso alla grande il Tour de France, dimostrando di essere in salita uno dei più promettenti prospetti del mondo. OSCAR ALLA CARRIERA L’oscar alla Carriera lo diamo, invece, ad honorem, a Stefano Garzelli, palmares alla mano uno dei migliori corridori italiani degli ultimi 15 anni. Cresciuto all’ombra di Marco Pantani, il varesino è riuscito a costruirsi una carriera da grande protagonista sia nelle corse a tappe che nelle corse di un giorno.




Riparte un nuovo anno e INBICI torna a farvi compagnia con 144 pagine ricche di notizie, curiosità e riflessioni. Per il mondo delle granfondo gennaio è tradizionalmente un mese di fervidi preparativi perché marzo, con le prime scadenze del calendario, sembra già dietro l’angolo. Anche in questo numero, vi forniremo alcune ghiotte anticipazioni per seguire – working in progress – l’organizzazione delle granfondo più importanti del Belpaese, dalle tappe del Romagna Challenge all’e-

vento di San Benedetto, passando poi per Pisa, Lucca, l’isola d’Elba e San Gimignano. Ci volgeremo – per l’ultima volta – verso l’anno vecchio, assegnando gli oscar del 2013 e ci proietteremo verso l’attualità salendo in ammiraglia con il nuovo commissario tecnico della nazionale di ciclismo, Davide Cassani. Rivivremo la grande adunata dell’ACSI che ha gettato le basi per il new-deal del ciclismo amatoriale. Riproporremo le nostre rubriche tecniche sulla sicurezza in gara e sui consigli per una buo-

na preparazione. E dopo il fascino esotico delle nostre playmate 2013, saliremo sul trapezio con Claudia, ruspante bellezza “made in Italy”. Ancora una volta spigoleremo tra il ciclismo dei big e quello degli amatori e racconteremo, in particolare, la storia del team ASD Oliviero, un gruppo di ragazzi, dai 30 ai 60 anni, diventati amici nel sacro vincolo della bicicletta. Il loro affiatamento, sempre anteposto alla logica dei risultati, ci sembra l’immagine più bella per iniziare, con serenità ed ottimismo, l’anno nuovo.

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L’EDITORIALE l’editore MAURIZIO ROCCHI



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IN COPERTINA

GRANFONDO COSTA D’AMALFI PEDALANDO IN UNA CARTOLINA

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IL PROSSIMO 25 GENNAIO LA RASSEGNA CAMPANA VERRÀ UFFICIALMENTE PRESENTATA AL PUBBLICO. TANTE LE NOVITÀ DI UN’EDIZIONE RICCA DI FASCINO E STORIA

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È già partito il conto alla rovescia della 2ª edizione della Granfondo Costa d’Amalfi che, sotto la regia della ASD Movicoast Sport & Turismo, si svolgerà – come noto – il 23 marzo. La manifestazione verrà presentata ufficialmente il prossimo 25 gennaio. In quella data verranno analizzati i due percorsi e si svolgerà un incontro tematico in cui il dottor Massimiliano di Montigny, biologo della Ethic Sport, analizzerà l’alimentazione ottimale per affrontare le due competizioni. In programma, nella stessa giornata, anche la presentazione del Circuito Campano 2014 di cui la Granfondo Amalfi fa parte. Seguirà buffet finale in cui verrà degustato anche il prodotto Ethic Sport SPORTPASTA – pasta per lo sport – alimento speciale per gli sportivi che offre energia e nutrimento per i muscoli durante lo sport. Per tutti i dettagli della manifestazione e degli eventi è possibile consultare il sito ufficiale della manifestazione www.granfondocostadamalfi.com. Fiore all’occhiello della kermesse il pacco gara che verrà donato a tutti gli iscritti. All’interno un kit integratori della EthicSport, marchio leader nell’integrazione alimentare per gli sportivi, un impermeabile Granfondo Costa d’Amalfi 2014 personalizzato per l’occasione dallo sponsor Givova, una bottiglia di vino rosso offerto dalla cantina Ettore Sammarco ed un campione da 25 ml di WD-40, perfetto alleato nella manutenzione delle biciclette da corsa (in un solo prodotto, 5 eccezionali funzioni: idrorepellente, anticorrosivo, lubrificante, detergente e sbloccante). Inoltre una borraccia offerta dalla ditta FRW, azienda romagnola leader nel settore della produzione di biciclette, che sarà lo sponsor della manifestazione, un coupon per la consumazione di gelati della pasticceria Pansa, nel centro storico di Amalfi, il biglietto d’ingresso gratuito (per atleti ed accompagnatori) per il concerto “My album” del famoso chitarrista Giulio Tampalini e per le visite guidate nei vicoli amalfitani che il Consorzio Turistico Amalfi di Qualità organizzerà dalle il 22 marzo tra le mille botteghe, i ristoranti e i commercianti. Sempre all’interno del pacco gara si potranno trovare buoni sconto per l’acquisto di prodotti tipici presso aziende del posto. La kermesse amalfitana organizzerà, inoltre, i rifornimenti e il

pasta party all’arrivo (partecipazione gratuita anche per tutti gli accompagnatori ospiti della due giorni), l’assistenza meccanica e sanitaria in corsa; ed ulteriori gadget a sorpresa. Sempre più ricche anche le premiazioni che quest’anno, al posto delle tradizionali coppe, verranno sostituite da 6 buoni per misurazione biomeccanica di base da parte dell’azienda “Cicli Conte Velosystem” di Fondi, salumi di qualità e arrosticini offerti dal “Salumificio Marchesani Europa Ovini

srl” di Ripa Teatina, gadget e premi offerti dalla ditta FRW, 60 bombolette da 200 ml di lubrificante WD-40 ed altri premi a base di prodotti alimentari tipici del territorio. I premi saranno diretti ai vincitori assoluti e di categoria dei due tracciati, ma vi saranno anche premi a sorteggio: l’unica condizione per i premi a sorteggio è che bisognerà essere presenti alla premiazione.


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LA PLAYMATE DI GENNAIO

a cura di MARIO PUGLIESE

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«I MIEI SOGNI FRA TRAPEZI E PASSERELLE» CLAUDIA NICOLINI HA SOLI 19 ANNI MA È GIÀ UNA SINTESI PERFETTA DI BELLEZZA E TALENTO. CON UN PASSATO DA MODELLA, È UNA MAESTRA DI POLE-DANCE, LA DANZA ACROBATICA DELLE TRAPEZISTE DEL CIRCO

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Su un trapezio o in passerella, per lei è lo stesso. Claudia Nicolini, con cui madre natura è stata particolarmente generosa, è una sintesi perfetta tra una ginnasta e una modella. Resti incantato quando la vedi attorcigliarsi – elegante e sinuosa – lungo il palo da pole-dancer, e più o meno lo stesso effetto ti assale quando, ancheggiando seducente, la vedi sfilare sulle passerelle di Lady Trotto. Punto di contatto tra due mondi, solo all’apparenza distanti, è la musica, per la quale non nasconde l’inguaribile passione. Aspirante modella e ballerina, ma prima di tutto maestra di Pole Art (danza acrobatica che si pratica sospese su una pertica verticale), Claudia ha soli 19 anni ed è una romagnola purosangue. Corpo statuario, profilo greco e muscoli da mezzofondista ben occultati in due gambe da carillon, la nostra playmate di gennaio è un mix sublime di bellezza e talento.


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Nel 2013 ho deciso di far diventare questa disciplina un mio lavoro e trasmettere la mia passione a tante altre persone. Grazie alla mia esperienza e ad uno studio costante, ho personalizzato le mie coreografie per diversi spettacoli che dal 2011 porto avanti con il mio gruppo, le Power Ladies».

FOTO ALBERTO PAZZAGLIA BETOBAHIA

«Lo sport – dice – mi ha sempre affascinato, fin da quando ero bambina. Ho praticato ginnastica artistica dagli 8 agli 11 anni, proseguendo poi con il nuoto. Il mondo circense mi ha sempre incuriosita, perciò mi sono dedicata alla danza aerea e agli esercizi col trapezio. Il mio magico incontro con la Pole dance avviene nel 2010. Mi sono innamorata subito di questo sport, che a volte mi fa sentire un angelo che vola.


GRANFONDO DAVIDE CASSANI a cura della REDAZIONE

TUTTI IN SELLA PER AIUTARE I GIOVANI CONFERMATI I TRACCIATI, L’EXPÒ IN FIERA E LA MISSION DELLA RASSEGNA: RACCOGLIERE RISORSE DA DESTINARE AI VIVAI

Ormai valicata la soglia della maggiore età, la Granfondo Davide Cassani di Faenza si appresta a celebrare, il prossimo 16 marzo, la sua 20ª edizione. Si tratta di una delle prime granfondo dell’anno (la prima in assoluto per l’Emilia Romagna). La manifestazione amatoriale – che anche quest’anno si snoderà fra i territori di Faenza e Forlì, tra quei colli già teatro di manifestazioni di grande rilievo, come il Giro d’Italia – è ormai diventata un appuntamento fisso per tantissimi amatori. Due, come al solito, i tracciati: quello di circa 140 chilometri (con un dislivello di 1800 metri) e quello medio di circa 95 chilometri (dislivello di 1227 metri). La corsa dell’ACSI, che appartiene sia al Circuito degli Italici Etrusco che al Romagna Challenge, rilancia la sua mission di sempre: favorire e sviluppare la passione del ciclismo fra i ragazzi, in modo particolare quelli della categoria “giovanissimi”. Non a caso, alla consolle, ci sono la SC Ceretolese di Casalecchio di Reno e la Polisportiva Zannoni di Faenza, due società che tesserano oltre cinquanta ragazzi sot-

to i 16 anni e che, da sempre – in piena sintonia con Davide Cassani – perseguono come finalità la promozione del ciclismo fra le nuove generazioni. L’attenzione alla categoria “giovanissimi”, come spiega il responsabile della manifestazione Franco Chini, è nata dalla consapevolezza che la pratica di uno sport come il ciclismo costituisce la base di una buona educazione alla salute e alla sicurezza sulla strada. Alcune malattie che oggi si diffondono in maniera esponenziale, come le patologie cardiovascolari e il diabete, si prevengono con grande efficacia se i ragazzi vengono avviati alla pratica dello sport. Anche il tema della sicurezza non è secondario. Oggi assistiamo ad un progressivo aumento dei pericoli della strada: l’educazione civica che si fa nelle scuole è il primo passo per promuovere nei ragazzi un comportamento consapevolmente prudente, ma accanto alla prudenza è opportuno avere anche una buona sicurezza di guida, prontezza di riflessi e attenzione ai comportamenti di chi ci sta accanto; queste capacità vengono sviluppate proprio dalla pratica di uno sport come il ciclismo. Davide Cassani alla partenza della sua Granfondo

In questi anni la Granfondo Davide Cassani è via via cresciuta e le società organizzatrici hanno rafforzato il loro vivaio. Anche quest’anno, infatti, l’intero incasso della rassegna sarà devoluto ai due sodalizi che lo impiegheranno per la realizzazione di alcuni progetti legati proprio al ciclismo giovanile. Si partirà anche quest’anno da Faenza, dalla piazza del Popolo, mentre l’arrivo è fissato in viale Risorgimento, lungo il viale che costeggia l’area fieristica della città. Qui, malgrado il programma sia ancora in via di definizione, verrà riproposto “Il Romagna Bike”, un expo dedicato alla bicicletta ma non solo. Le iscrizioni alla Granfondo Davide Cassani si apriranno il prossimo 2 gennaio (info www.granfondodavidecassani.it). Gli organizzatori contano di ripetere il grande successo delle precedenti edizioni, quando nella città manfreda si diedero appuntamento circa 1500 partenti. Tra questi, per la prima volta, in ossequio alle nuove disposizioni federali, non ci saranno gli ex professionisti con i loro squadroni. Mai come in questa edizione, dunque, il pronostico sarà apertissimo.



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PAROLA DI… MATTEO MONTAGUTI a cura di MATTEO GOZZOLI

Matteo Montaguti sotto la nevicata alla Milano-Sanremo 2013

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«FONDAMENTALE IL CHECK-UP BIOMECCANICO A INIZIO STAGIONE» IL CICLISTA DELL’AG2R IN VISITA ALLA VELOSYSTEM®: «QUEST’ANNO AVREMO BICICLETTE NUOVE, FONDAMENTALE NON SBAGLIARE LA POSTURA»

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Matteo Montaguti ciclista professionista in forza alla formazione transalpina World Tour AG2R – La Mondiale nei giorni scorsi ha fatto visita al centro Velosystem® di Cesenatico per un check-up completo prima del ritiro che lo vedrà impegnato fino al 20 dicembre ad Oliva, località spagnola nella provincia di Valencia. Montaguti si è affidato ai consigli e alle capacità di Fabrizio Fagioli, per la regolazione delle tacchette, per il posizionamento in sella e per la creazione di solette personalizzate. Matteo che importanza ha un check-up di questo tipo prima di partire per un periodo di intenso allenamento? «Si tratta di un momento molto importante, è la prima occasione per controllare tutte le regolazioni e i dettagli che poi dovranno seguirti per tutta la stagione. In particolare al ritiro di Oliva ci verranno consegnate le nuove biciclette ed è quindi fondamentale avere tutte le misure esatte per far sì che i meccanici siano in grado di riportarle sul nuovo telaio.» Quali sono i primi appuntamenti del 2014? «Il primo impegno del 2014 sarà il Tour de San Luis che si terrà dal 19 al 26 gennaio in Argentina. Si tratterà di una prima competizione, una gara a tappe molto utile per iniziare al meglio la stagione. Poi ho chiesto alla mia squadra di poter prendere parte al Giro d’Italia, ho bisogno di mettermi alla prova in un grande giro a tappe per poi avere la preparazione necessaria per terminare la stagione. Poi sarò a disposizione per un altro grande giro o il Tour de France o la Vuelta, ancora non lo abbiamo stabilito.» Che obiettivi ti sei dato per il 2014 e cosa ti chiede la squadra? «L’obiettivo rimane quello di prendere parte a due grandi giri a tappe e di dare una mano, soprattutto in salita ai miei capitani. Sono al 3° anno alla AG2R – La Mondiale, sento che la fiducia del team nei miei confronti è aumentata e la mie prove alla Vuelta hanno aumentato anche la mia autostima, ero l’unico infatti a rimanere con Pozzovivo in salita. Dall’altro lato la squadra mi lascia molto libertà d’azione, per cui l’obiettivo per


Matteo Montaguti con il Professor Fabrizio Fagioli del centro Velosystem® di Cesenatico durante un check-up Matteo in fuga al Tour de Suisse 2012

il 2014 è riuscire a mettere a segno una o due zampate decisive. Ma è meglio rimanere con i piedi per terra e lavorare sodo.» Tornando alla biomeccanica, quanto è importante effettuare un check-up completo a inizio stagione e poi quanti ne esegui durante la stagione? «Il primo check-up stagionale è fondamentale. È il punto di partenza per tutte le regolazioni sia che riguardino la bicicletta sia per quanto riguarda gli scarpini e le tacchette che spesso cambiano con l’inizio della nuova stagione. Il posizionamento in sella e quello delle tacchette sono fondamentali per l’assetto di bacino, ginocchia e più in generale per armonizzare la pedalata. Nel ciclismo bastano pochi millimetri di differenza e un movimento ripetuto migliaia di volte al giorno come la pedalata può creare problemi di ogni tipo. Generalmente visito il centro Velosystem® a dicembre prima del ritiro. Poi a gennaio ritorno per ridefinire le misurazioni e poi è importante durante la stagione, a metà anno circa, ricontrollare tutto per capire se vi sono modifiche da apportare.» Velosystem® di recente ha anche aggiunto il servizio di posizionamento da

crono in galleria del vento, cosa ne pensi? «La cronometro è diventata una specialità fondamentale per le corse a tappe. Durante la stagione per chiunque si debba cimentare in prove contro il tempo è utile sottoporsi a prove di aerodinamica in galleria del vento ed è altrettanto importante curare il posizionamento sulla bici da crono. Il servizio offerto da Velosystem® per il posizionamento da cronometro è di alto livello. In questi anni ho avuto modo di frequentare altre gallerie del vento in Europa e vi posso assicurare che l’equipe di Fabrizio Fagioli è davvero all’avanguardia e spero infatti che l’AG2R – La Mondiale che è in contatto con Velosystem®, riesca a chiudere un accordo perché qua ci sono tutti i presupposti per arrivare ad un posizionamento che garantisce il massimo della performance e del comfort.»

foto GRAHAM WATSON


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16ª FONDO “CITTÀ DI RICCIONE”

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PEDALANDO TRA I DELFINI IL 30 MARZO, NEL CUORE DELLA MOVIDA ROMAGNOLA, TORNA IL GRANDE EVENTO DELLA PERLA VERDE. TRA IL MARE E LE COLLINE, UN TRACCIATO DI GRANDE SUGGESTIONE. CON UN EPILOGO DA NON PERDERE

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Si annuncia un grande spettacolo di sport e divertimento la 16ª edizione della Fondo “Città di Riccione”, in programma il prossimo 30 marzo (ciak alle ore 9) e valida come 2ª prova del Romagna Challenge. Nel cuore della “movida” romagnola, tra il salottino patinato di viale Ceccarini e gli scorci panoramici delle rigogliose colline riminesi, la granfondo partirà, come da tradizione, dal Palaterme e, dopo un tracciato di 125 chilometri (percorso lungo), arriverà davanti ad Oltremare, il parco tematico di Riccione con le sue fattorie didattiche, il pianeta scienza e, soprattutto, lo show dei delfini ammaestrati. Ma al di là del suggestivo epilogo, è l’intero tracciato della corsa riccionese (1700 metri di dislivello) a regalare emozioni e spettacolo. I corridori, infatti, dopo 14 chilometri di pianura, lambiranno Gradara per inerpicarsi sulle località di Saludecio e Mondaino. A seguire, dopo circa 30 chilometri di relax, l’asfalto torna a salire a Macerata Feltria, proseguendo per il Bivio Serra Nanni. Dopo il Monte Cerignone, ecco il Monte Grimano, la guglia del percorso con i suoi 600 metri, prima della discesa di Faetano e l’ultimo strappetto a Mulazzano che immette poi nella frazione di Ospedaletto. Piazzale Roma - Fontana di Tonino Guerra “Il bosco della pioggia” (le gocce d’acqua che bagnano i pensieri)

Il percorso corto, invece, misura 87 chilometri e, deviando verso Morciano, presenta come unica asperità il monte Grimano. Ma la grande festa del ciclismo riccionese parte il sabato precedente, con la Randonnée di 200 chilometri che partirà alle ore 8, mentre nel pomeriggio, nell’area del luna park di Riccione, è in via di definizione una grande iniziativa dedicata al mondo dell’infanzia.

«Lo scorso anno – spiega l’organizzatore della granfondo di Riccione, Valeriano Pesaresi – complice anche il maltempo, le iscrizioni si sono fermate a quota 900. Quest’anno, se il meteo ci assiste, abbiamo fondate aspettative di oltrepassare la soglia dei mille iscritti. Riccione, del resto, è una località turistica aperta tutto l’anno e, per chi partecipa alla nostra corsa, il divertimento è garantito». Riccione il lungomare



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L’INTERVISTA info@inbici.net

a cura di MARIO PUGLIESE

Tempo di lettura

6 min CASSANI SALE IN AMMIRAGLIA

SARÀ LUI IL NUOVO COMMISSARIO TECNICO DELLA NAZIONALE ITALIANA DI CICLISMO. «NON HO MAI FATTO IL DIRETTORE SPORTIVO, MA NELLA MIA CARRIERA HO AVUTO GRANDI MAESTRI, SPERO DI AVER IMPARATO QUALCOSA DA LORO. MI ASPETTO DELLE CRITICHE, MA QUESTO È UN SOGNO CHE SI AVVERA»

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L’accordo c’è. Per la gioia di tutti: del ciclismo italiano che, dopo il “tradimento” di Bettini, ritrova un condottiero affidabile, del presidente Di Rocco, che rischiava di ritrovarsi con candidati ben più scomodi (Ferretti in primis) e, soprattutto, di Davide Cassani che, a 53 anni, dopo l’esperienza in RAI, torna in ammiraglia per la più affascinante delle sfide. Cassani, che conosce bene i protocolli federali, dopo il gentleman agreement, mantiene nei toni un rivolo di cautela: «Per ora – dice – possiamo dire di aver trovato l’accordo. La nomina vera e propria, però, sarà ufficializzata solo a fine mese, quando si riunirà il consiglio federale della FCI». Ma a dispetto dei cavilli notarili, l’intesa è stata siglata nei minimi dettagli e dunque Davide Cassani – preferito a “Ferron”, Savoldel-

li, Scinto, Damiani, Martinelli, Sciandri, Bartoli e Argentin – sarà il nuovo Ct della nazionale. A confermarlo, sul sito ufficiale della Federazione, lo stesso presidente federale Renato Di Rocco: «Ci sono tutti i presupposti per iniziare un nuovo capitolo ed una nuova avventura dove sarà sempre più forte il legame ed il senso di appartenenza alla Maglia Azzurra. Le competenze di Davide Cassani, la sua disponibilità nel ricoprire questo ruolo ed il suo entusiasmo sono di ottimo auspicio per iniziare a lavorare sulla base di una progettualità». L’ex pro di Solarolo e Di Rocco si sono detti “sì” lo scorso 4 gennaio a Sesto Fiorentino. Ad officiare le nozze il supremo ministro del culto ciclistico: Alfredo Martini, l’uomo che – più di tutti – ha spinto per la nomina dell’ex pupillo.

Davide Cassani con il presidente Renato Di Rocco e Alfredo Martini


foto CLAUDIO VILLA/GETTY IMAGES

23 E lei, invece, qual è la prima cosa che ha chiesto alla Federazione? «Di vedere il prima possibile il circuito dei prossimi mondiali spagnoli. Pare un po’ meno duro di come era stato presentato inizialmente ma, ad oggi, ne sappiamo veramente poco». Le dispiace l’addio alla Rai? «Forse qualcosa farò ancora, ma di certo non potrò più garantire 130 giorni da inviato. L’esperienza di commentatore tecnico è stata affascinante, ma sentivo che per me era giunto il momento di nuove sfide».

Davide, quanto ha pesato il pressing dell’ex Ct Martini? «Non saprei, di certo Alfredo ha sempre avuto una grande stima nei miei confronti. Quando era il commissario tecnico della nazionale mi convocava sempre in azzurro e, in diverse occasioni, anche pubbliche, ha detto e ripetuto che, secondo lui, io avevo tutte le qualità per diventare un suo degno successore. Forse oggi è lui il più felice di tutti».

Lei non ha mai fatto il direttore sportivo: può essere un handicap? «Non credo, anche perché, quando correvo, fortunatamente ho avuto in ammiraglia i migliori diesse del mondo, da Roncucci nei dilettanti fino a Reverberi, Boifava e Ferretti nei professionisti. Spero di aver imparato qualcosa da loro». Lei è stato un grande gregario ma, anche se 27 vittorie non sono briciole, non viene ricordato come un atleta pluri-vittorioso. Eppure ha sempre riscosso grande considerazione nel mondo del ciclismo… «Forse le gambe non erano quelle di un campione, ma sul piano tattico ero uno dei più lucidi. Ancora oggi, anche se il mio nome negli albi d’oro lo si trova a fatica, posso dire che, grazie ai miei consigli, molti miei compagni hanno vinto parecchio». Paura di fallire? «È un rischio che va messo in conto. Ma non ci penso più di tanto. Fare il commissario tecnico della nazionale italiana è un sogno che si realizza, non è questo il momento di farsi prendere dalle paure».

Paolo Bettini e Davide Cassani

Qual è il suo obiettivo da Ct? «Dare il massimo delle mie possibilità, cercando di essere all’altezza di un compito così prestigioso. E avendo ben presente che, allenando l’Italia, l’obiettivo può essere uno soltanto: vincere». Che cosa le ha chiesto il presidente Di Rocco? «Vuole un commissario tecnico ‘a tempo pieno’, un coach che si dedichi 12 mesi l’anno alla nazionale. È una richiesta legittima e che condivido in pieno. Non avrei mai accettato di fare il Ct una settimana all’anno». Vedremo allora stage e nazionali sperimentali durante la stagione come nell’era Bettini? «Ho bisogno di un po’ di tempo. Per entrare in sintonia con gli ambienti federali e con una realtà che, per quanto mi riguarda, conosco solo indirettamente. Vorrei entrare in punta di piedi e imparare il mestiere. Datemi qualche mese e si vedrà. Ho fatto altro finora».

Da giudicante diventerà giudicato: un destino strano il suo… «Conosco le regole del gioco e dunque so benissimo che le critiche mi accompagneranno per tutto il mio mandato. Ma la Nazionale è sempre stata il mio sogno, non potevo rinunciare». Davide Cassani parla con il campione Marco Pantani


24 a cura della REDAZIONE

CENTRO CITTÀ

CON 500 CHILOMETRI DI PISTE CICLABILI, AMSTERDAM CAPEGGIA LA HIT-PARADE MONDIALE DELLE CAPITALI “CYCLE-FRIENDLY”. E SPIGOLANDO TRA EUROPA E STATES, NON C’È TRACCIA DELL’ITALIA…

foto JORGE ROYAN/CC

ECCO LA TOP-TEN DELLE CITTÀ “PEDALABILI”

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Qual è la città migliore per andare in bici? Se l’è chiesto il sito The Active Times che, dopo aver analizzato alcuni parametri, ha emesso la sua sentenza: Amsterdam. Oltre il 50% dei suoi abitanti usa infatti quotidianamente la bicicletta. Merito di una cultura civica fortemente avvinta all’eco-sostenibilità, come si evince dai quasi 500 chilometri di piste ciclabili presenti nella capitale olandese. Qui – non a caso – le politiche a favore dei ciclisti sono state avviate negli anni sessanta. Ma ecco la top-ten delle città “più pedalabili”, dove – ahinoi – non c’è traccia di Italia. 1) Amsterdam (Paesi Bassi) Nella capitale dei Paesi Bassi le aree di parcheggio delle auto separano spesso la pista ciclabile dalla strada, in modo da creare una barriera tra il traffico e i ciclisti. Qui è nata l’idea del woonerf, una strada con ampi marciapiedi e cartelli segnaletici molto grandi, dossi, attraversamenti pedonali rialzati e rotatorie dove pedoni e ciclisti hanno la precedenza e le auto devono rispettare limiti di velocità molto rigidi. 2) Portland (Oregon) Capitale statunitense delle biciclette, grazie a decenni di politiche e progetti a favore delle

Copenaghen, un esemplare parcheggio per biciclette in città

Una delle capitali della bicicletta in città

due ruote (il 10 per cento degli spostamenti totali si fa in bici e ci sono più di 400 chilometri di piste ciclabili). Ha vinto la medaglia di platino della Lega dei ciclisti statunitensi. 3) Copenaghen (Danimarca) Il 32 per cento degli abitanti va al lavoro in bici. I ciclisti percorrono in tutto 600mila chilometri ogni giorno e hanno una segnaletica pensata apposta per le ciclabili. Ci sono perfino dei poggiapiedi per i ciclisti fermi a un incrocio. La spesa per le infrastrutture utili alle bici è di 10-20 milioni di euro all’anno. 4) Boulder (Colorado) Trecento giorni di sole all’anno e quasi 500 chilometri di percorsi ciclabili, oltre a un programma che promuove l’uso della bicicletta per andare a scuola.

mette di salire sulle colline della città senza pedalare. 7) Minneapolis (Minnesota) Un programma di bike-sharing, cittadini pazzi per la bici e percorsi per le biciclette dentro e fuori la città (incluso il Cedar Lake Trail, considerato il più bel tragitto per ciclisti degli Stati Uniti). 8) Berlino (Germania) Più di 400mila berlinesi percorrono ogni giorno 620 chilometri di piste ciclabili per andare al lavoro e il governo investe ogni anno 3 milioni di euro per la mobilità su due ruote. Si può consultare il sito dei trasporti della città per capire come spostarsi in bici.

5) Davis (California) Città di riferimento per i ciclisti statunitensi, la prima degli Stati Uniti a promuovere le piste ciclabili (nel 1967), che oggi sono presenti nel 95 per cento delle strade cittadine. Negli ultimi dieci anni ha speso 14 milioni di dollari per progetti legati alle due ruote. Oggi ospita la U.S. Bicycling Hall of Fame.

9) Barcellona (Spagna) Ha un “ring-verde” di cento chilometri pensato solo per le biciclette, un efficiente programma di bike-sharing, Bicing, e percorsi ad hoc anche per i turisti. Barcellona ha installato su una delle vie principali un “contabici” che segna quante ne passano ogni giorno e quanto manca per raggiungere il numero di tragitti in bici fissato per quell’anno.

6) Trondheim (Norvegia) Ogni giorno 32mila persone usano la bici. C’è anche un ascensore per bici (il primo al mondo, sul modello dello skilift) che per-

10) Basilea (Svizzera) Piste ciclabili in tutta la città, corsie di svolta a sinistra per i ciclisti e percorsi da fare sui pedali anche fuori la città.


Quasi quasi mi compro una bicicletta...

Buon Anno da


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19° “CICLO & VENTO”

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A CESENATICO UN MARE DI BICI TORNA IL 16 E 17 MAGGIO IL GRANDE EXPÒ DELLA BICICLETTA, LA SECONDA FIERA ITALIANA DEL SETTORE. NEGLI STAND SOTTO IL GRATTACIELO 80 AZIENDE “ECCELLENTI” PRESENTANO IN ANTEPRIMA I LORO CAMPIONARI

È

È la cornice dorata della Nove Colli, l’evento clou della Settimana del Cicloturismo di Cesenatico, come certificano i suoi 40mila visitatori. La Fiera “Ciclo & Vento”, con il suo ricco profluvio di novità legate al mondo della bicicletta, torna anche quest’anno per celebrare la sua 19ª edizione. Format che vince non si cambia e dunque, anche nel 2014, il grande expò romagnolo del pedale, che riunisce oltre ottanta eccellenze dell’industria internazionale del ciclo, riaprirà i suoi stand per allietare la vigilia dei 12mila cicloturisti della Nove Colli e delle loro famiglie.

L’appuntamento – a cura del consorzio formato da Confartigianato e Confesercenti – è per il 16 e 17 maggio e, ancora una volta, qui si riunirà per due giorni il ciclismo a 360 gradi: da quello super-tecnico dei professionisti del pedale a quello accessoriato dei cicloamatori, per finire con i campionari studiati per chi della bicicletta ha fatto uno stile di vita. I settori merceologici presenti vanno dalle biciclette di ultima generazione ai telai in carbonio, dai manubri e accessori alle ruote, dall’abbigliamento tecnico alle scarpe, dagli integratori alle riviste specializzate. Non mancheranno stand con preparatori atletici ad alto livello per consulenze. Insomma, un

piccolo eden del ciclista, che spigola tra l’atelier e l’officina, un condensato delle grandi novità proposte in anteprima dalle aziende, ma anche l’occasione per assistere a conferenze specializzate di medici e preparatori. Ciclo & Vento, seconda fiera italiana del settore, inaugura venerdì 17 maggio alle 15.30 (orario d’apertura dalle 9.00 alle 24.00), per restare aperta al pubblico il giorno successivo dalle 9.00 alle 22.30. Una trentina di aziende saranno ospitate nella tensostruttura montata in piazza Costa, mentre altre 48 esporranno nell’area fieristica ricavata in viale Carducci ed in viale Roma.



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E TU COME LA PENSI? info@inbici.net

a cura della REDAZIONE Tempo di lettura

“BASTA SPUTTANARE IL CICLISMO” 6 min

IL PRESIDENTE DEL CONI GIOVANNI MALAGÒ ALZA GLI SCUDI CONTRO LE AGGRESSIONI SERIALI AL MONDO DELLE DUE RUOTE: «SI VUOLE SEMPRE DISTURBARE IL CICLISMO, EVIDENZIANDO SISTEMATICAMENTE LE COSE CHE NON VANNO». PAROLE DI CIRCOSTANZA O LA NECESSARIA DIFESA DI UNO SPORT SOTTO ATTACCO?

ACCANIMENTO SOSPETTO L’ultimo sfregio è stata la radiazione di Danilo Di Luca, il primo sportivo italiano

ad essere squalificato a vita. Per carità, un ciclista che assume Epo, per altro con l’aggravante della recidiva, merita senza dubbio un castigo esemplare, ma cacciarlo per sempre dal mondo dello sport è una di quelle sentenze estreme, che sembra confezionata apposta per far rumore. Tanto più che, a livello pratico, il verdetto non inciderà in alcun modo sulla carriera di Di Luca che, già da tempo, aveva annunciato urbi et orbi il suo ritiro. E allora perché questo accanimento, perché tanta zelante ostilità? La risposta è semplice: perché Di Luca è un ciclista e, come tale, per definizione, più colpevole di qualsiasi altro sportivo. Il sillogismo non è (solo) una provocazione perché è innegabile che – come sostiene il presidente del CONI – questo

sport «è sempre più sputtanato» e l’immagine dei suoi interpreti sempre più infangata. Ci sono atleti, come i calciatori ad esempio, che godono di un’impunità mediatica pressoché totale. Il ciclista no. È colpevole a prescindere e, quando attorno al suo nome si leva un vago sentore di bruciato, scatta immediata la gogna senza condizionale. Ora, il mantra dei nemici di questo sport è sempre lo stesso: «A rovinare la reputazione di questa disciplina – dicono – sono stati i ciclisti». In realtà, secondo le tabelle presentate dalla Commissione per la Vigilanza ed il Controllo del Doping (CVD) che si riferiscono al periodo che va dal 2003 al 2010, solo il 5% dei ciclisti controllati sono risultati dopati, una percentuale molto vicina ai motonautici, ai motociclisti e ai rugbisti.

Il presidente del CONI Giovanni Malagò foto CAROFEI FRASSINETI

L’

L’8ª edizione del Giro d’onore, la manifestazione che premia gli atleti del ciclismo in tutte le sue discipline, è stata l’occasione per un’accorata difesa di questo sport da parte del presidente del CONI, Giovanni Malagò. «Non sopporto il fatto che si voglia sempre disturbare il ciclismo, sputtanando sistematicamente il nostro ambiente – attacca Malagò –. Il ciclismo, in questi anni, ha pagato un prezzo elevato. È una specie di dogma evidenziare sempre le cose negative». Frasi di circostanza o la difesa convinta di uno sport sotto attacco? Ecco due punti di vista per riflettere e farsi un’opinione.


foto TIM DE WAELE

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Paradossalmente il settore sportivo con la maggiore percentuale di dopati (12,8%) sono le bocce, seguite a ruota dal body building dilettantistico. Insomma, sono i dati – prima delle opinioni – a dimostrare che l’equazione “ciclismo = doping” è in realtà figlia di una campagna tanto strabica quanto denigratoria.

foto FOTOREPORTER SIROTTI

MA LA REALTÀ SUPERA LA DENIGRAZIONE La struggente difesa del presidente del CONI è in realtà un ritornello ormai trito e ritrito, come se esistessero dei mandanti occulti incaricati, chissà per quale ragione, di annientare la credibilità del ciclismo.

Ora, è vero che – percentuali alla mano –il numero di ciclisti squalificati per doping non è tanto superiore a quello di altre discipline sportive, ma la differenza sostanziale è che, nel ciclismo, ad essere colpiti non sono mai stati – in questi anni – i rincalzi o gli uomini delle retrovie, bensì gli interpreti più celebrati, quelli abituati a riflettori e copertine che, quando cadono, ovviamente fanno più rumore. Negli ultimi 15 anni, il Tour de France, ovvero la più prestigiosa manifestazione ciclistica del mondo, è stato vinto – per nove volte! – da un atleta a cui quel titolo è stato poi ritirato a tavolino. E sempre per ragioni di doping.

Basta elencare, in rigoroso ordine alfabetico, i nomi di Armstrong, Basso, Camenzind, Contador, Di Luca, Hamilton, Kohl, Landis, Millar, Museeuw, Pellizotti, Petacchi, Piepoli, Rebellin, Riccò, Riis, Rumsas, Sella, Ullrich, Valverde, Vinokurov, Virenque e Zabel – tutti coinvolti, a vario titolo, in casi di doping – per capire che, senza di loro, la storia del ciclismo degli ultimi dieci anni andrebbe completamente riscritta. Quando nello sport a tradire è il mito, il contraccolpo d’immagine è sempre più pesante. E questo, nel ciclismo, piaccia o no, è ormai un leitmotiv. Al di là delle accorate arringhe di Malagò, non c’è persecuzione contro il ciclismo, non ci sono complotti né macchinazioni finalizzate al discredito. Per farsi un’idea credibile sul ciclismo moderno, non serve scorticarsi le meningi. Basta rileggere quell’elenco… dalla “A” di Armstrong alla “Z” di Zabel. E tutto sarà più chiaro.


PEDALANDO CONTRO IL TEMPO ORGANIZZATA DALL’ASD FOLGORE BIKE, IL PROSSIMO 16 FEBBRAIO È IN PROGRAMMA IL 1° FESTIVAL DELLA CRONOMETRO, ORIGINALE PROLOGO DELLA GRANFONDO CITTÀ DI PISA TIRRENIA foto PLAYFULL NIKON

Una giornata consacrata alle sfide contro il tempo. L’idea, tanto affascinante quanto originale, è dell’ASD Folgore Bike che, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Pisa, organizzerà, il prossimo 16 febbraio, il 1° Festival della Cronometro, prologo della Granfondo città di Pisa Tirrenia. La giornata, che si snoderà attraverso numerose prove, sarà dedicata a tutti coloro che amano cimentarsi nelle cronometro. Il festival si svolgerà nella cittadina di Tirrenia, frazione litoranea di Pisa, e vedrà gli appassionati sfidarsi per la conquista della Coppa del Mondo (giunta alla terza edizione) e assegnerà il Memorial Rossella Riccetti. Una classifica speciale sarà riservata alle squadre abbonate al 16° Giro del

Granducato di Toscana che si confronteranno nella Crono Granducato Cup. Grande attesa, in particolare, per la Crono Vintage “La Tirrenica” riservata alle bici d’epoca. I corridori si sfideranno in una prova di regolarità, dando vita ad una sorta di “gara di bellezza”. Una giuria altamente qualificata, composta da esperti del vintage, assegnerà il premio ai migliori “accoppiamenti Bici/Ciclista d’epoca”. Immersa nella pineta marittima del litorale pisano, Tirrenia è bagnata dal Mar Ligure. Questo tratto di mare è tuttavia tradizionalmente considerato appartenente al Mar Tirreno, dal quale poi deriva il nome stesso della cittadina.

Tirrenia è situata al centro della costa toscana, immediatamente a sud della Versilia, compresa nella parte più meridionale del Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. Si sviluppa prevalentemente lungo la costa ed è delimitata da Marina di Pisa a nord e Calambrone a sud. Il suo territorio custodisce uno degli ultimi ambienti dunali italiani protetto da un’oasi del WWF. Tutte le informazioni sono reperibili su www.cronosquadredeltirreno.com oppure contattando l’organizzatore ai seguenti recapiti: E-mail: segretario@folgorebike.it Tel.: 327 9941773 foto PLAYFULL NIKON


FESTIVAL DELLE CRONOMETRO TIRRENIA (PI) 16 FEBBRAIO 2014

Cronosquadre a 8 valida per le seguenti classifiche: 3.a Coppa del Mondo 3.a Cronosquadre del Tirreno - Memorial “Rossella RICCETTI” 3.a Coppa Litorale Pisano riservata per squadre con bici normali 3.a Coppa PARKPRE riservata alle formazioni miste (uomini e donne) Granducato Crono Cup 1.o Trofeo Granducato Crono Cup

riservato alle società abbonate al 16° Giro del Granducato di Toscana

Crono Vintage “LA TIRRENICA” Prova di regolarità riservata alle squadre con bici ed equipaggiamento d’epoca


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RUOTE ROVENTI

a cura di ROBERTO SGALLA

TRAPIANTO… E ADESSO SPORT

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9 min

ALESSANDRO NANNI COSTA (DIRETTORE DEL CNT DI ROMA) ILLUSTRA IL PROGETTO CHE PUNTA AD ACCRESCERE LA CULTURA DELLA DONAZIONE ATTRAVERSO LA PARTECIPAZIONE DI PAZIENTI TRAPIANTATI D’ORGANO ALLE GRANFONDO CICLISTICHE

E

Esiste una squadra ciclistica che da anni partecipa a numerose granfondo: dalla Nove Colli di Cesenatico alla Maratona dles Dolomites, alla Granfondo di Roma passando per la Granfondo Sportful e la Pinarello di Treviso. L’eccezionalità di questa squadra è che è formata da ciclisti trapiantati di organo accompagnata da medici-ciclisti dei centri trapianto e delle medicine dello sport di tutta Italia. Obiettivo della squadra è promuovere un progetto, dal titolo “Trapianto… e adesso Sport”, che punta ad accrescere la cultura della donazione attraverso la partecipazione di pazienti trapiantati d’organo alle granfondo ciclistiche e ad incentivare la pratica sportiva tra i trapianti. “Trapianto… e adesso Sport” è un progetto del Centro Nazionale Trapianti, promosso in collaborazione con il Centro Studi Isokinetic e l’Università di Bologna oltre a numerosi partner tecnici ed istituzionali. Questo progetto è nato per monitorare gli atleti trapianti durante le performance sportive per misurare la reazione fisiologica allo sforzo fisico e dimostrare che l’attività

fisica e sportiva aiuta a prevenire le complicanze dopo trapianto mantenendo sotto controllo i valori clinici legati al metabolismo (ipertensione arteriosa, diabete, insufficienza renale, ipertrofia gengivale, ecc.). Il direttore del Centro Nazionale trapianti, dott. Alessandro Nanni Costa, ha fatto della passione personale per la bici e per il ciclismo una intuizione originale ad uso dei pazienti trapiantati: affiancare l’esercizio fisico, il “nuovo farmaco” a “basso costo”, alla consueta terapia farmacologica a cui si sottopongono i soggetti trapiantati. Direttore, come è nata l’idea di associare il tema trapianti allo sport? «Il Centro Nazionale Trapianti, attraverso l’attività di follow up dei centri trapianto, monitora tutti i pazienti trapianti anche nella fase post trapianto. Le percentuali relative al reinserimento nella vita sociale e alla qualità di vita del trapiantato sono molto elevate. Infatti, i rischi legati al trapianto, per questi pazienti, sono legati alla possibilità di sviluppare patologie

croniche del metabolismo e cardiovascolari che possono insorgere a causa della terapia farmacologica post trapianto a cui sono sottoposti. Abbiamo notato, però, che i pazienti che praticavano sport o attività fisica costantemente riuscivano a tenere sotto controllo questi valori clinici, a differenza di quei pazienti che assumono un atteggiamento protettivo nei confronti dell’organo trapianto e adottano uno stile di vita sedentario. Da qui è partito il lavoro di ricerca sugli atleti trapiantati di organo.»

Gli atleti del Centro Nazionale Trapianti premiati alla Nove Colli 2013


foto NEWSPOWER CANON

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Ciclisti trapiantati presenti alla Charly Gaul

Come è stato accolto questo progetto innovativo dalla comunità trapiantologica? «Il ‘Progetto Trapianto… e adesso sport’ vanta una rete di esperti che mettono la propria professionalità a disposizione della ricerca sui trapianti. La linea scientifica, dalla scelta dei test specifici alla raccolta e analisi dei dati, è curata dal Centro Studi Isokinetic di Bologna e l’Università di Bologna. Ma il fermento e la partecipazione nata attorno a questo progetto è stata davvero significativa. Il Centro Nazionale Trapianti, che promuove il progetto, ha potuto contare sul contributo di professionisti delle medicine dello sport che già da anni seguivano con interesse lo studio di pazienti con patologie croniche. Per la Rete Nazionale Trapianti il centro dell’osservazione è il miglioramento della qualità di vita del trapiantato, quindi accompagnarlo e seguirlo in un percorso assistenziale che lo riporti ad una vita normale è fondamentale. I partner di progetto più importanti sono ovviamente le Associazioni di settore, in particolare l’ANED Sport e l’AIDO, per il sostegno e la promozione del tema. L’ANED Sport vanta il maggior numero di pazienti trapiantati che praticano sport, hanno una nazionale che partecipa alle Olimpiadi dei trapiantati, e che si sono spontaneamente sottoposti ai test per questa ricerca.»

di medici trapiantologici e di medici dello sport hanno eseguito test specifici seguendo gli atleti trapiantati durante competizioni sportive di sci, di ciclismo, di trekking, di calcio, di atletica e di pallavolo. Abbiamo misurato il dispendio energetico attraverso un armband che monitora l’atleta prima, durante e dopo la gara, abbiamo eseguito il test di bosco per misurare la forza esplosiva degli inferiori, abbiamo monitorato costantemente i pazienti attraverso la misurazione delle pliche cutanee per misurare la percentuale di massa magra e di massa grassa, in alcuni casi abbiamo utilizzato il test per la bioimpedenziometria per misurare i liquidi e l’idratazione corporea, fondamentale soprattutto per i trapiantati di rene. I risultati sono stati estremamente positivi: la risposta fisiologica di un paziente trapiantato allo sforzo fisico è sovrapponibile a quella di una persona sana sottoposta allo stesso sforzo fisico. Abbiamo pubblicato i dati sulle riviste scientifiche di settore e presentato lo studio in occasione di congressi internazionali. L’interesse per questi risultati è stato molto forte, ecco perché abbiamo iniziato a lavorare al Protocollo di ricerca ‘Trapianto… e adesso sport’: abbiamo un nuovo farmaco, dobbiamo testarlo e distribuirlo a tutti i trapiantati! Questo è il nostro obiettivo.»

Cosa avete verificato attraverso i test sugli sportivi trapiantati e quali sono i risultati? «Siamo andati a verificare scientificamente la risposta fisiologica degli atleti trapiantati per poter affermare con sicurezza che lo sport migliora la qualità di vita dei trapiantati. Uno staff tecnico

In termini sportivi, invece, come sono le performance degli atleti della squadra ciclistica ANED sport? «La squadra ciclistica ANED Sport è composta da sportivi che vantano performance davvero notevoli: le dico solo che la media dei tempi di percorrenza di alcuni trapiantati è per la granfondo Novecolli

(130 km) meno di 5 ore, per la Granfondo di Roma (105 km) 4 ore e per la Maratona dles Dolomites di Corvara (55 km) meno di 3 ore. Da medico posso assicurarle che è un risultato eccezionale, non solo in termini sportivi ma soprattutto per il significato che assume per un trapiantato di organo poter partecipare ad una gara, ad una competizione con altre persone non trapiantate e riuscire a dimostrare che donare un organo non solo salva una vita, ma che si possono raggiungere livelli di qualità di vita davvero alti. Questi esempi sono positivi per i pazienti che sono in lista e hanno la speranza di riuscire a ricevere in tempo un organo, per chi ha ricevuto il trapianto per recuperare la fiducia nell’affrontare la nuova vita e per tutti i cittadini perché possano compiere un gesto di solidarietà importante, dichiarare il proprio sì alla donazione degli organi, per regalare un futuro migliore a chi ne ha bisogno.» Per chiudere, quale obiettivo sportivo personale si è posto per il 2014? «Penso di poter parlare a nome dei medici-ciclisti che fanno parte della squadra ‘Trapianto… e adesso sport’ dicendo che ci alleneremo duramente tutto l’anno per riuscire ad avere dei risultati simili a quelli dei ciclisti trapiantati! Le saprò dire il prossimo anno; ovviamente abbiamo confermato la partecipazione della squadra dei trapiantati e dei medici anche alle prossime edizioni delle Granfondo del circuito Five Stars League.» Allora, in bocca al lupo. «Crepi il lupo.» Intervista a cura di Manuela Trerotola


Gran Fondo Città di Pisa

a cura di NEWSPOWER

Anche la Torre si alza sui pedali IL 23 MARZO SI CELEBRA LA GRANDE FESTA DEL CICLISMO TOSCANO. ALLA CONSOLLE, COME SEMPRE, L’ASD FOLGORE BIKE CHE STA LAVORANDO COL MASSIMO IMPEGNO PER REGALARE AI CICLOTURISTI UN’EDIZIONE MEMORABILE. CON TANTI CADEAU ED UN OCCHIO ALLA SOLIDARIETÀ

Pisa su due ruote si prepara al debutto della nuova Gran Fondo Città di Pisa del prossimo 23 marzo. L’evento rappresenterà, ancora una volta, una grande festa dello sport pisano, grazie anche all’apporto di importanti realtà locali e ad un progetto di rilancio territoriale di ampio respiro. Nel frattempo non si fermano le iscrizioni alla gara. Dal primo gennaio, per non perdersi uno dei riti popolari più suggestivi dell’anno, la quota di iscrizione è di 35 euro. E conviene affrettarsi perché, dal prossimo 10 marzo, la quota salirà a 40 euro. Fino ad un’ora dallo sparo d’inizio gli organizzatori si riserveranno la facoltà di accettare ulteriori iscrizioni last minute. Chi invece non dovrà preoccuparsi delle scadenze saranno i cicloturisti, i quali si potranno gustare le strade pisane in serenità lungo il percorso di 78 km che sarà loro dedicato e fino all’ultimo, dunque, si potranno iscrivere al prezzo fisso di 15 euro. Per tutti gli altri corridori gli organizzatori dell’ASD Folgore Bike riserveranno due proposte di percorsi che si svilupperanno dalle rive dell’Arno, in piazza XX Settembre, per un totale di 139 km sul più lungo dei due e di 102 km sul “medio”. Dopo aver sudato e pedalato, il traguardo attenderà i ciclisti invece nella centrale Piazza Vittorio Emanuele II, dove verrà allestito il colorato villaggio expo. Qui troveranno spazio gli stand dei numerosi partner della manifestazione con le ultime novità dei settori della componentistica per le due ruote, dell’abbigliamento tecnico, ma anche del benessere e del turismo. In prima fila troveremo quindi Parkpre, partner principale della Gran Fondo Città di Pisa, e poi +Watt, Ambrosio, Daccordi, Inkospor, Radsport Italia, Vi.Fra, Deda Elementi, Natali Sports Wear, Pantacicli, Terme di Casciana, Facetour, Progetto Genesi e Bike Channel, tutti operativi già dai giorni che precederanno la gara vera e propria. Ad allietare il villaggio expo, ma anche l’intera manifestazione, ci saranno poi i professionisti della risata di Soccorso Clown Onlus, realtà attiva fin dal 1995 per portare un po’ di allegria anche tra i piccoli pazienti pediatrici. Importatrice originale della figura del clown ospedaliero in Italia, Soccorso Clown negli anni ha fornito il proprio supporto a famiglie e giovani pazienti per alleviare stress, sofferenze e paure a colpi di risate. Alla Gran Fondo Città di Pisa i clown professionisti terranno laboratori di clownerie e spettacoli di giocoleria, accompagneranno i baby ciclisti che gareggeranno nella “granfondina” e raccoglieranno fondi per l’associazione grazie ad una lotteria che metterà in palio un viaggio del valore di 1000 euro.

Sul sito della manifestazione sono disponibili le informazioni utili per sapere tutto, ma proprio tutto di questo nuovo appuntamento di primavera sulle ruote fine. A disposizione degli interessati c’è poi il market on-line dove è già possibile acquistare il completo ufficiale personalizzato della Gran Fondo Città di Pisa, nelle due versioni invernale ed estiva, il tutto griffato Natali Sports Wear, un marchio che racchiude in sé oltre 40 anni di storia e professionalità al servizio dello sport. All’opera con il Comitato Organizzatore troviamo l’ASD Folgore Bike guidata da Paolo Aghini e quindi la Provincia ed il Comune di Pisa, Federalberghi, Confesercenti e Assoturismo di Pisa, assieme al vice sindaco di Pisa con delega al turismo Paolo Ghezzi e a Massimo Gabellieri, curatore del comparto marketing. La Gran Fondo Città di Pisa sarà infine debuttante nel noto circuito del Giro del Granducato di Toscana, secondo dei cinque appuntamenti previsti per il 2014 e all’insegna delle bellezze dell’antica terra di Tuscia. Info: www.granfondocittadipisa.com



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IL NEW-DEAL DEL CICLISMO a cura della REDAZIONE

info@inbici.net

ACSI, TUTTI UNITI NEL NOME DELLO SPORT A RICCIONE GRANDE FESTA DEL CICLISMO AMATORIALE TRA PREMIAZIONI E NUOVI CALENDARI. E MENTRE L’ENTE PRESENTA SETTE PRESTIGIOSE CONVENZIONI, L’AVVOCATO EMILIANO BORGNA BACCHETTA LA CONSULTA ED INCASSA L’UNANIME APPREZZAMENTO DI TESSERATI, SPONSOR ED ORGANIZZATORI

La sala gremita di ospiti

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foto SECONDO CASADEI

Sono stati premiati, lo scorso 15 dicembre, a Riccione tutti i vincitori delle classifiche nazionali di fondo, granfondo e mediofondo ACSI. Un lungo ed avvincente calendario composto da ventitré prove che ha preso il via il 26 febbraio a Termoli con la Fondo Molisana ed è terminato il 14 ottobre a Ravenna con la rassegna FRW. Le premiazioni ufficiali si sono svolte all’hotel Corallo alla presenza di Federico Canuti, professionista pesarese in forza fino a quest’anno alla Cannondale e dell’avvocato Emiliano Borgna, numero uno nazionale ACSI. Presente, oltre agli atleti, anche una nutrita rappresentanza di organizzatori e di sponsor (esaurita, in ogni ordine di posto, la sala conferenze dell’hotel). Una vera e propria festa del ciclismo amatoriale, insomma, che conferma il grande “senso di appartenenza” che si respira attorno all’ente di promozione sportiva, per nulla scalfito dalle ultime polemiche con la Consulta. E proprio la spigolosa querelle, poi ricomposta dal pronunciamento insindacabile del CONI, è stata al centro dell’intervento


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foto SECONDO CASADEI

Sul podio Michela Zanola 1a, Michela Giuseppina Bergozza 2a e Meri Piazzi 3a

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Sul podio tutti i vincitori del titolo Italiano premiati dall’avocato Emiliano Borgna e l’ospite d’onore, il professionista di ciclismo Federico Canuti

del presidente Borgna che, con chiarezza ed equilibrio, ha spiegato il senso di una polemica «imbarazzante e strumentale», che – ha aggiunto – «non rende onore a quegli enti che, anziché promuovere, come da statuto, la cultura dello sport amatoriale, preferiscono imbastire campagne denigratorie con l’unica finalità di sottrarre tesserati all’ACSI». Malgrado “giocasse in casa”, l’Avvocato – con l’abituale aplomb – non ha lanciato strali

contro la Consulta, ma si è limitato a presentare, carte alla mano, l’esatta cronologia dei fatti, lasciando al pubblico l’onere delle (facili) conclusioni. L’intervento di Borgna, scandito da ripetuti applausi, è servito dunque a riportare ordine in un settore «che – ha aggiunto il delegato dell’Acsi – rischia di snaturare, per colpa di pochi, i suoi principi fondanti. La nostra mission – ha concluso – è lo sport come fattore aggregante. Sul


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Sara Falco editore di INBICI magazine riceve il premio dall’avvocato Borgna

piano formale la questione apertasi con la Consulta è risolta e le decisioni prese sono irrevocabili. A questo punto, noi pensiamo solo a lavorare. Le scaramucce politiche le lasciamo agli altri». Incassato l’unanime apprezzamento del-

la platea, l’avvocato Borgna ha poi presentato le nuove convenzioni con alcune eccellenze del mondo ciclistico nazionale: Velosystem®, Biotex, Beltrami TSA srl, Moa Sport Nalini, Inkospor, Freewheeling e APT Trento, Monte Bondone e

Valle dei Laghi. Grazie alle partnership siglate con queste realtà aziendali e di promozione turistica, da quest’anno, tutti i tesserati ACSI potranno beneficiare di benefit e robuste scontistiche sui listini 2014.

Il Professor Fabrizio Fagioli titolare di Velosystem presente al convegno di Riccione foto SECONDO CASADEI


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Il Dott. Massimiliano Muccini in rappresentanza di Inkospor

A seguire, tutti gli organizzatori, in un ideale giro d’Italia, hanno presentato le loro granfondo, illustrando le suggestioni di un calendario che, ancora una volta, promette spettacolo ed emozioni. Ma come tradizione impone, il momento più

“sentito” nel protocollo ACSI, sono state le premiazioni. Un rito a cui il presidente Borgna – fedele ai principi dell’ente – ha però voluto dare un senso più profondo: «Ci fa piacere – ha detto – veder premiati gli sforzi di chi, con sacrificio e dedizione, ha ottenu-

to una meritatissima affermazione sportiva, ma per l’ACSI, le classifiche devono avere un valore puramente simbolico. Nella nostra concezione dello sport – ha concluso – il primo e l’ultimo arrivato devono essere sempre collocati sullo stesso gradino».

Barbara Visani titolare di Biotex con l’avvocato Emiliano Borgna foto SECONDO CASADEI


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MASTER CLUB CIRCUITO TRICOLORE 2014

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NEL 2014 “FIOCCANO” LE NOVITÀ NEW-ENTRY DELLA PROSSIMA EDIZIONE LA GRAN FONDO DI SARDEGNA E LA PRATO-ABETONE E GLI SPONSOR SARANNO PRESTIGIO E GIST

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Prende forma l’edizione 2014 del Master Club Circuito Tricolore 2014, un appuntamento attesissimo dopo il successo di partecipazioni della scorsa edizione. Il “Master Day” dello scorso novembre ha delineato le linee fondamentali della prossima edizione, alla quale si aggiungono importanti novità. L’incerta prova jolly prevista ad Ortisei – Val Gardena verrà sostituita in data 20 aprile 2014 dalla Granfondo di Sardegna, mentre entra la Prato-Abetone, che sarà inserita nella classifica del Challenge. Si tratta di una scelta presa nell’ottica di agevolare la partecipazione dei cicloamatori, scegliendo un territorio limitrofo e maggiormente accessibile. Altra importante novità: PRESTIGIO e GIST Italia saranno gli sponsor tecnici dell’edizione 2014 del Circuito Tricolore. PRESTIGIO, azienda di San Marino leader nella produzione di telai professionali per biciclette d’altissima gamma, metterà a disposizione un telaio della serie EVO da sorteggiare fra tutti gli abbonati del Master 2014 ed importanti premi per ogni granfondo e per la premiazione finale. GIST, azienda veneta che ha sede a Riese Pio X (TV), è invece leader nella distribuzione ma anche produttore di componenti per bici dal 1985. Ricordiamo, inoltre, che GIST dal 2012 ha acquisito e ridato vita allo storico e glorioso marchio di ruote FIR. GIST “grifferà” le divise dei leader e fornirà importanti premi ai vincitori, nonché un bellissimo regalo per tutti gli abbonati al Circuito Tricolore 2014: il nastro manubrio “Tape Air”, collaudato e apprezzato da importanti squadre ciclistiche; molto confortevole, è caratterizzato da una serie di piccoli fori allineati che facilitano l’assorbimento del sudore aumentando l’efficacia della presa. L’abbonamento a tutte e sette le gare si può sottoscrivere al prezzo di 132 euro dal 1° gennaio 2014 in poi. Il Master Club Circuito Tricolore vi aspetta per una stagione da batticuore! Info: www.circuitomasterclub.it

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Le colline marchigiane della Granfondo del Conero prima tappa del Master Club Tricolore



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CONSIGLI & RIFLESSIONI a cura di GIAN PAOLO MONDINI

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RITIRI O VACANZE? LA PREPARAZIONE DI PROFESSIONISTI E AMATORI: I PRIMI SONO SCHIACCIATI DALLE PRESSIONI PSICOLOGICHE, I SECONDI TROPPO APPROSSIMATIVI NELLE LORO TABELLE DI ALLENAMENTO

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Nella mia carriera ho avuto l’occasione di trovarmi in un hotel che ospitava ben cinque squadre professionistiche e ho potuto notare le differenze tra un soggiorno di dieci giorni in una località esotica (o comunque dove non ci sono problemi di freddo, maltempo o nebbia) per un professionista e per un cicloamatore. Il professionista affronta il primo ritiro stagionale (a poche settimana dal debutto) con apprensione e ansia: cominciano i confronti con i colleghi e i dirigenti emettono le prime sentenze, pur prediligendo allenamenti lunghi e senza tratti di esagerata intensità. Vengono compilati i programmi e assegnati ruoli (a volte ingiusti e non combacianti con le aspettative) e si comincia a sentirsi parte di una squadra, di una realtà. Per alcuni ciclisti sono momenti stressanti. È possibile che si debba condividere la camera con una persona molto diversa, che parla un’altra lingua o che ha abitudini incompatibili. Oppure può succedere di star male fisicamente per un malanno o un problema muscolare e, in questi casi, lo splendido hotel in cui si soggior-

na si trasforma in un vero e proprio incubo! I tempi della giornata sono scanditi da un’impressionante rigidità di orari e di compiti da svolgere: ore 08.00. Sveglia. Ore 09.00. Allenamento. Dalle ore 13.00 alle ore 15.00. Pranzo. Alle 17.00. Massaggio. Alle 19.00. Meeting. Alle 20.00. Cena. Alle 23.00. Dormire. Tutti i giorni per almeno dieci giorni! Per il cicloamatore, invece, si parla di vacanza. Un appuntamento segnato in rosso sul calendario e programmato molti mesi prima, tanto che i giorni lavorativi precedenti alla partenza sono vissuti con motivazione e positività: persino con stati di euforia! Il dover smontare la bicicletta, fare la valigia, preparare tutta la famiglia… la sveglia alle 4 per prendere la navetta per l’aeroporto, il viaggio e l’arrivo in hotel dopo quasi dodici ore di viaggio: niente! Solo sorrisi! Addirittura i più convinti riescono ad uscire in bici all’arrivo nella località nei pochi minuti di luce solare rimasti…! Le giornate per gli amatori sono così articolate: sveglia alle 7. Partenza alle 8,

per dedicarsi alle famiglie nel pomeriggio. Alle 13 (tassativo) pranzo, altrimenti il patto con il partito delle mogli si rompe ed è una vera e propria crisi di governo! Alle 15, in piscina coi bambini o in giro per centri commerciali (la vendetta delle mogli!). Alle 19, cena poi al bar o fare due passi fino anche oltre la mezzanotte! Da notare che il cicloamatore non è molto calcolatore e affronta ogni uscita in bici come se fosse l’ultima: sempre a tutta! Credo che ad entrambe le categorie manchi qualcosa. Per i professionisti i carichi psicologici sono pesanti e persistenti, tanto che i meno equilibrati sentono il bisogno di evadere ogni tanto e di uscire completamente dagli schemi. Inoltre dovrebbero recuperare quell’intensità, quella motivazione e quel divertimento che contraddistingue il cicloamatore. Il cicloamatore, a sua volte, dovrebbe seguire, con più rigore, un programma di allenamento e ricordarsi delle leggi del proprio corpo: alimentazione, riposo, recupero sono fondamentali… nonostante quello che sostiene il partito delle mogli!



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SICUREZZA IN GARA

a cura di GIANLUCA BARBIERI

GLI UOMINI CON LA BANDIERINA? ATTENZIONE, STANNO SVOLGENDO UN SERVIZIO DI PUBBLICA UTILITÀ

gianlucabarbieri.inbici@gmail.com

A VOLTE BISTRATTATI E A VOLTE IGNORATI, MA FORSE IN TANTI NON SANNO CHE GLI ADDETTI AGLI INCROCI SVOLGONO UN SERVIZIO DI “PUBBLICA UTILITÀ”. E L’OSSERVANZA DELLE LORO PRESCRIZIONI NON È FACOLTATIVA…

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Ogni domenica, se in gara alziamo un po’ la testa, ci accorgeremo della presenza di alcuni personaggi che presidiano gli incroci o le intersezioni stradali, magari sotto il sole cocente o la pioggia scrosciante. Oggi non parleremo degli addetti con patentino ASA, ma del semplice amico “Toni” che l’organizzatore colloca sull’incrocio per garantire la sicurezza della gara. Molto spesso questa figura viene considerata come l’ultima ruota del carro, ma credeteci, se analizzerete con noi la situazione, capirete che quell’addetto ricopre un ruolo ufficiale con mansioni ben precise. La questione parte da lontano, cioè dalle autorizzazioni che vengono concesse all’organizzatore e che, troppo spesso, non vengono lette con la necessaria attenzione. In realtà, esse parlano chiaro: se per le “scorte tecniche” devono essere osservate delle disposizioni ben precise, per le altre figure viene tutto demandato alle capacità organizzative di ogni singolo organizzatore, nel senso che l’autorizzazione concessa dagli organi competenti delega all’organizzatore stesso l’onere di gestire la sicurezza della gara. Quest’ultimo, dunque, è tenuto a mettere in campo tutte le accortezze possibili affinché la gara raggiunga il maggior grado di sicurezza possibile. Questo significa che le persone posizionate sugli incroci fanno parte di quel “piano di sicurezza” messo in campo dall’organizzatore, ma richiesto espressamente dagli organi competenti, come le Prefetture, per esempio. Capite, quindi, che – seppur indirettamente – queste figure svolgono un servizio richiesto ufficialmente dalle prescrizioni dettate dall’autorizzazione, pertanto le loro indicazioni diventano ufficiali in tutti sensi. Per fare un esempio, il ruolo dell’omino con la bandierina è lo stesso che viene affidato all’operatore che gestisce il traffico davanti ad un cantiere. Se stiamo percorrendo una strada con diritto di precedenza e l’operatore ci ferma, abbiamo l’obbligo di arrestarci, perché quella foto PLAYFULL NIKON

persona sta attuando una prescrizione ben precisa concessa alla ditta responsabile del cantiere stradale. La stessa cosa vale per la gara ciclistica. Voi vi chiederete: ma cosa vuol farci capire questo articolo? Una cosa molto semplice. Che disattendere la prescrizione dell’addetto significa commettere un’infrazione dal punto di vista della legge, con tutte le conseguenze che questo può comportare. Certo, è vero che molte volte gli addetti lasciano a desiderare, ma questo articolo ha solo la pretesa di focalizzare l’attenzione su questo argomento, ricordando a tutti – automobilisti ed organizzatori – che “con la bandierina non si scherza”.


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5ª GRANFONDO SAN BENEDETTO DEL TRONTO

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ARE YOU READY? SULLA COSTA ADRIATICA SI LAVORA PER UN’EDIZIONE RICCA DI NOVITÀ. DOPO L’OMAGGIO DEL SOGGIORNO NEGLI HOTEL CONVENZIONATI, ECCO LA PRESTIGIOSA PARTNERSHIP CON FREEWHEELING E IN CANTIERE C’È UNA MINI-GRANFONDO PER I PIÙ PICCOLI

La partenza da San Benenedetto del Tronto, la “città delle palme”

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Sarà l’incantevole Riviera delle Palme, affresco di sabbia e vegetazione incastonato nel medio Adriatico, la location della 2ª prova in abbonamento del “Marche Marathon 2014”. Domenica 4 maggio, infatti, la carovana del circuito marchigiano farà tappa sulla costa picena per la 5ª Granfondo San Benedetto del Tronto che – sotto l’egida dell’ACSI – sarà organizzata, come tradizione impone, dal Pedale RossobluPicenum, guidato da Sonia Roscioli e Maurizio Iacoboni. Grande novità di questa edizione il nuovo

La splendida spiaggia di San Benedetto

main-sponsor della manifestazione, che sarà la Freewheeling di Ravenna, azienda leader nella distribuzione di biciclette. La partnership fra la Granfondo e l’azienda di Claudio Brusi e Liliana Raimondi è stata siglata nei primi giorni del 2014. Un modo, anche scaramantico, per iniziare l’anno con un matrimonio fra eccellenze. Tre i tracciati in programma: il granfondo di 140 chilometri e 2300 metri di dislivello, il mediofondo di 86 chilometri e 1100 metri di dislivello e il percorso Gourmet di 53 chilometri e 600 metri di dislivello. Su tutti

e tre i percorsi sarà possibile la partenza “alla francese”. Tra le numerose novità dell’edizione 2014, molte delle quali ancora working in progress, merita di essere ricordato l’omaggio per tutti gli iscritti che prevede un soggiorno gratuito per sabato 3 maggio, purché accompagnati da una persona pagante (amico, compagno di squadra o altro). L’organizzazione ricorda a tutti gli iscritti che, per usufruire della “promozione Hotel”, è indispensabile prenotare la camera, in uno degli alberghi convenzionati, contestualmente all’iscrizione gara. Al momento dell’arrivo in Hotel si dovrà esibire il coupon che dà diritto alla promozione (il tagliando verrà consegnato in segreteria al momento del ritiro del numero e del pacco gara). L’elenco delle strutture ricettive convenzionate è consultabile sul sito ufficiale della rassegna (www.gfsanbenedettodeltronto.it). «Anche quest’anno – spiega Sonia Roscioli – vogliamo proporre una granfondo ricca di novità, sia per gli atleti che per le loro famiglie. Abbiamo leggermente ritoccato i tracciati e, anche sul fronte degli eventi collaterali, organizzeremo una mini-granfondo riservata ai bambini disegnata su un tracciato immerso nella natura. Le prime edizioni sono state un grande successo, ma riteniamo che questa manifestazione abbia ancora importanti margini di crescita. Lo scorso anno abbiamo raggiunto i 1165 iscritti, la sfida per quest’anno è quella di arrivare a quota 1500».




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GREEN FONDO PAOLO BETTINI LA GEOTERMIA a cura di NEWSPOWER

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SUI PEDALI CON IL “GRILLO” SPLENDIDI SCENARI ED UN’ANIMA “VERDE” PER LA TERZA TAPPA DEL PROSSIMO GIRO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA, IN PROGRAMMA IL 13 APRILE IN PROVINCIA DI PISA

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Si correrà da Pomarance, in provincia di Pisa, la terza tappa del prossimo Giro del Granducato di Toscana con la Green Fondo Paolo Bettini – La Geotermia. La corsa ciclistica che si disputerà il prossimo 13 aprile giungerà nel 2014 alla soglia delle 17 edizioni nel nome di un campione delle due ruote come Paolo Bettini, originario di quelle zone. Ma il nome della gara lascia trasparire anche un’altra caratteristica della granfondo in provincia di Pisa, la sua profonda impronta green ed eco-friendly. Non a caso parte del percorso attraversa l’assai nota area di Larderello, resa celebre per la presenza di numerose fonti geotermiche che da anni vengono convogliate in lucenti tubi metallici e utilizzate per la produzione di energia. Si passa quindi per la cosiddetta Valle del Diavolo, dominata da colonne di fumo bianco che spuntano qua e là dai soffioni boraciferi dell’area. Questi fenomeni, si rac-

Attimi prima della partenza edizione 2013

conta, erano già conosciuti nel ’300 e avrebbero ispirato il Sommo Poeta Dante Alighieri per l’ambientazione del suo Inferno. Ma procediamo con ordine. Alla guida del comitato organizzatore troviamo lo staff del Velo Etruria Pomarance che per un nuovo anno porterà tanti granfondisti sulle strade toscane, tra le tante piccole e grandi bellezze storiche, artistiche e naturalistiche del territorio. Folto sarà anche il team di volontari che, con il sostegno del Comune di Pomarance, lavorerà all’evento mettendo in campo ben 200 persone. Il must di questa gara ad ogni edizione è stato garantire la massima sicurezza ai partecipanti e fornire loro servizi di qualità, dalle visite guidate nei musei locali, ai parcheggi e fino ai ristori per gli atleti ed i loro familiari, impegno che non mancherà neppure nel 2014. Un primo successo è stato raggiunto nella passata edizione quando l’appuntamento con la Green Fondo ha raggiunto il record

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Un momento della Green Fondo Paolo Bettini 2013

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Il campione Paolo Bettini alla partenza della sua granfondo foto PLAYFULL NIKON

di 1400 iscritti, alcuni dei quali hanno potuto persino pedalare in compagnia di Paolo Bettini, testimonial d’eccellenza della manifestazione. Il ciclista toscano, campione olimpico ad Atene 2004 e campione del mondo di ciclismo su strada nel 2006 e 2007, nonché attuale ct della nazionale azzurra di ciclismo su strada, non ha perso l’occasione di salire in sella in compagnia di tanti fan e appassionati sulle strade di casa ed in molti lo attendono anche per il 2014. Sbirciando la mappa dei percorsi troveremo anche ad aprile le tre varianti, a partire da un Granfondo di 128 km e 2055 m/dsl, passando poi per un Mediofondo di 87 km (1384 m/dsl) per finire con il percorso Cicloturistico di 72 km (800 m/dsl) che permetterà anche ai meno allenati di godere dei paesaggi indimenticabili che la gara offrirà. Sul “lungo” e sul “medio” si dovranno affrontare continui saliscendi che richiederanno una buona resistenza, anche in discesa non ci si potrà rilassare perché diversi saranno i passaggi tecnici, ma a premiare tutti ci penseranno il contorno e gli scorci ricchi di storia millenaria. In attesa di tutti i prossimi aggiornamenti non resta che dare l’arrivederci al prossimo aprile. Info: www.veloetruriapomarance.it

Lo splendido panorama che si potrà ammirare in corsa




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GRANFONDO LIOTTO a cura di NEWSPOWER

Tempo di lettura

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6 min

EMOZIONI E SORPRESE SU DUE RUOTE APPUNTAMENTO IL 13 APRILE A VALDAGNO (VI) PER L’EDIZIONE NUMERO 16. MODIFICHE ALL’ORIZZONTE PER I TRACCIATI 2014, CHE SALIRANNO SULLE COLLINE SOPRA SOVIZZO

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Dici Liotto e pensi alla passione pura per le due ruote. Non stiamo parlando solo della speciale produzione di nicchia in quel di Vicenza, ma della Granfondo Liotto – Città di Valdagno che – sotto la guida dei fratelli Luigina, Doretta e Pierangelo Liotto a capo dell’ASD Team Granfondo Liotto – il prossimo 13 aprile spegnerà ben 16 candeline, sempre in quel di Valdagno (VI) come da tradizione. Le emozioni non finiscono mai, soprattutto per questo 2014, e lo sanno bene le migliaia di concorrenti che sono scattati nelle 15 edizioni disputate fino ad oggi. A fine anno c’è stata una volata per aggiudicarsi i primi 500 posti ad un prezzo decisamente invitante. Si sa che con le festività

e qualche abbuffata di troppo il desiderio di rimettersi in forma si fa sempre più forte, e in molti hanno scelto di regalarsi, o di regalare, l’iscrizione alla granfondo vicentina. Per rendere più interessante la partecipazione alla competizione valdagnese, infatti, gli organizzatori hanno messo in palio le prime 500 iscrizioni ad un prezzo alquanto invitante fino al 31 dicembre, 28 euro che spediranno diritti in prima griglia.

Ora la quota di iscrizione per i mesi di gennaio e febbraio è lievitata a 32 euro, poi da marzo ci si potrà iscrivere a 36 euro, mentre nell’ultimo periodo si arriverà a 42 euro con i botteghini che rimarranno aperti fino a poco prima dello start, purché non si arrivi prima al limite dei 2500 iscritti fissato dagli organizzatori stessi. Un’edizione “rinfrescata” quella del 13 aprile, nel novero delle gare dell’Alè Challenge,

La partenza dell’edizione 2013

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Il folto gruppo affronta un tornante in salita

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che ha messo sotto pressione soprattutto Pierangelo Liotto, responsabile del percorso. È un granfondista praticante e dunque sa bene cosa gli appassionati chiedono ad una gara, e lui si è spremuto per aggiornare il percorso, metterci un po’ di pepe e rendere la gara ancor più appetibile, anche se non ce n’era bisogno, e far conoscere pure nuove strade così da rendere più allettante la partecipazione. Per il momento sui dettagli lo staff rimane “abbottonato” per creare un po’ di sana suspance e si riserva di svelare le novità nelle prossime settimane, dopo aver fatto i rilevamenti col GPS così da dare informazioni precise. Dalla bocca di Pierangelo Liotto arrivano tuttavia alcune indiscrezioni sulle modifiche in fase di studio. «Non ci saranno cambiamenti per tutta la prima parte di gara – con-

55 ferma – fino al giro di boa di Sovizzo. Qui, invece di percorrere l’ormai consueta risalita lungo la strada di Peschiera dei Muzzi, abbiamo inserito una deviazione dal forte valore panoramico.» Dopo aver imboccato la Provinciale 35 in direzione nord, infatti, si devierà per l’abitato di Vigo e quindi si salirà verso Sant’Urbano da dove il percorso proseguirà per Monteschiavi e poi Castelgomberto, seguendo il crinale della dorsale che separa la vallata dell’Agno da quella solcata dal torrente Onte e lasciando cadere lo sguardo sugli affascinanti paesaggi circostanti. L’organizzazione dei fratelli Liotto e dei loro collaboratori è perfino maniacale. Si comincia dal pacco gara, che ogni anno propone un omaggio pratico ed utile. Luigina e Doretta, che si occupano della segreteria, vorrebbero tenere segreto per un po’ l’omaggio ma … per vie traverse sappiamo che si dovrebbe trattare di un telo da bagno particolare in tessuto tecnico e delle altrettanto utili ciabatte da doccia, che vanno ad aggiungersi all’accappatoio inserito nel pacco gara 2013. Un gruppo di atleti affrontano un tratto impegnativo della Granfondo Liotto 2013

foto NEWSPOWER CANON foto NEWSPOWER CANON

Per registrarsi alla 16a Granfondo Liotto – Città di Valdagno basta cliccare sul sito della manifestazione per scaricare i moduli di iscrizione, oppure all’indirizzo www.mysdam.net per procedere all’iscrizione on-line. Alla Granfondo Liotto del prossimo aprile, come detto, si correrà anche per l’Alé Challenge, rinomato e rinnovato circuito per granfondisti doc che manderà in scena 8 tappe, da aprile a luglio, da Cervia (RA) a Trento, passando per l’appunto per Valdagno e Marostica, nel vicentino, poi Rivalta di Brentino Belluno (VR), Aprica (SO), Predazzo (TN) e Treviso, nel segno del grande sport sulle ruote fine. Info: www.granfondoliotto.it


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OLTRE LO SPORT a cura di GIAN PAOLO MONDINI

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TRA FOLLIA E IMPRESA LA FUGA EPICA, LO SFORZO IN SALITA, IL COLPO DI RENI DOPO 250 CHILOMETRI: QUANDO LA MENTE SOVRASTA IL CORPO. OGGI PARLIAMO DI SOFFERENZA

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La cultura greca antica definiva il dolore inscindibile dalla vita, per cui «l’uomo si fa eroe nel dominio della sofferenza». Nella cultura moderna il dolore e la sofferenza sono invece visti come condizioni negative, normalmente legate a deprivazione, malattia e disagio, sia a livello fisico che emotivo. Nella storia dello sport gli episodi di palese sofferenza sono ricorrenti. Addirittura si ricordano casi di estremo patimento anche in discipline di limitato coinvolgimento fisico quali le gare di tiro, l’equitazione o certi giochi di squadra. Molti riescono a gareggiare in condizioni fisiche ridotte o in stati accertati di infortuni: strappi, distorsioni e fratture. Capita che alcuni medici non riescano a impedire a certi atleti la continuazione della loro attività, nonostante l’evidente gravità del loro stato. Nel ciclismo c’è di tutto. Atleti che finiscono le gare con ossa rotte. Sforzi sovrumani nelle condizioni climatiche più proibitive. Poi le fughe impossibili… Un corridore che, all’inizio di una gara o di una tappa lunga e difficile, decide di partire a tutta dal primo chilometro è considerato

un “folle”. In nove casi su dieci lo sforzo è inutile e gli lascia strascichi anche nei giorni successivi. Il gruppo gioca con il fuggitivo come il “gatto col topo”. Ma se il fuggitivo ce la fa, si parla di impresa memorabile. Ricordo Eros Poli vincitore sul Mont Ventoux. Un atleta di quella stazza non aveva mai

vinto il “gigante pelato”. O anche Chiappucci che nel Tour del ’92 vince a Sestriere con una fuga lunghissima. Alcuni studi psicologici, analizzando le caratteristiche della volontà di compiere un’impresa anche a costo di una immensa sofferenza, individuano quattro momenti.

Eros Poli durante la sua impresa

Claudio Chiappucci

La situazione: c’è da affrontare un compito tremendamente difficile. La decisione: scatta la decisione di provarci. La determinazione: non aver alcun dubbio di potercela fare. L’attuazione: si accetta l’idea dello sforzo e si usano tutte le risorse per tenere duro. In combinazione con questi quattro momenti, sono fondamentali alcuni aspetti personali dell’atleta per determinare il successo o l’insuccesso, ovvero: il talento personale (le doti fisiche), la spinta emotiva verso il risultato e le esperienze messe in pratica. Concludendo, la capacità di gestire la sofferenza fornisce all’atleta gli elementi fondamentali della motivazione: consolidamento dell’autostima e sicurezza delle proprie capacità. Riassumendo… basta crederci!



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SAN GIMIGNANO SUONA LA CARICA

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a cura di NEWSPOWER

A MAGGIO LA 18A GRAN FONDO DELLA VERNACCIA SI CORRERÀ L’11 MAGGIO 2014 LA NUOVA EDIZIONE DELLA NOTA GRANFONDO IN PROVINCIA DI SIENA. ALL’OMBRA DELLE TORRI DI SAN GIMIGNANO CALERÀ IL SIPARIO DEL GIRO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA. GARA NEL SEGNO DELLA MEMORIA CON L’ASSEGNAZIONE DELLA COPPA MARTIRI DI MONTEMAGGIO

Una vista panoramica dell’incantevole San Gimignano

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Si disputerà sulle strade di San Gimignano (SI) l’epilogo del 16° Giro del Granducato di Toscana. L’11 maggio 2014, infatti, toccherà alla Granfondo della Vernaccia calare il sipario sul noto circuito ciclofondistico made in Toscana. Fu proprio tra le fila del Gruppo Ciclistico Amatori San Gimignano, organizzatori dal 1997 della Granfondo della Vernaccia, che nacque l’idea di promuovere un circuito di granfondo toscano e fu così che esordì il Giro del Granducato di Toscana, giunto nel 2013 alla soglia delle 15 edizioni e pronto ad una nuova annata da ruote fiammanti. Dalla sua prima edizione la granfondo sangimignanese rappresenta una delle più affascinanti competizioni ciclistiche d’Italia ed è ben presto divenuta una gara in grado di racchiudere sotto lo stesso tetto un connubio a dir poco vincente tra agonismo, turismo e ambiente. Ogni anno, infatti, una media di 1500 partecipanti si lanciano tra le strade delle provincia senese per assaporarne i tipici saliscendi che tutti conoscono come “mangia e bevi”, ma solo i più abili granfondisti possono spuntarla. Lo scorso anno il podio del “lungo” è stato calcato da Pawel Polianski, che si è lasciato a ben 6 minuti i diretti rivali Giuseppe Di Salvo e Marco Da Castagnori. Nella gara

Il folto gruppo dei partenti ai piedi delle torri in centro a San Gimignano


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Il gruppo nei primi chilometri della gara

femminile ad imporsi è stata la fiorentina Ilaria Rinaldi, mettendosi dietro Francesca Martinelli e Gabriella Emaldi. Le vittorie nel Mediofondo sono andate invece a Massimiliano Grazia e Ilaria Lombardo e a Matteo Peraro e Francesca Stanguellini sul più corto dei percorsi. Gli uomini del Gruppo Ciclistico Amatori San Gimignano sono già all’opera e nel mese di gennaio hanno in programma di effettuare alcuni sopralluoghi lungo i tracciati di gara per verificare una serie di modifiche al vaglio per la prossima edizione. In particolare potrebbe accorciarsi di qualche chilometro il Mediofondo, mentre è certo lo spostamento dell’arrivo. Il tracciato più lungo di questa gara misurerà ancora

160 km e anche quest’anno sarà il più lungo dell’intero Giro del Granducato di Toscana. Oltre all’attenzione per la qualità dei servizi, da sempre la granfondo sangimignanese si pone l’obiettivo di portare, attraverso un affascinante appuntamento sportivo, alla scoperta dei luoghi e delle tradizioni di questo angolo di Toscana. Ecco allora l’idea di affiancare la simpatica iniziativa “Slow Bike” che condurrà quanti lo vorranno in una visita a ritmo di pedale per degustare i prodotti tipici nelle stesse aziende produttrici. La 18a Granfondo della Vernaccia

sarà inoltre valida per la 41a edizione della storica Coppa Martiri di Montemaggio, a cui si accompagna dal 2000 per mantenere viva la memoria di uno degli eccidi più efferati della provincia di Siena. La Coppa è promossa dalla sezione ANPI di San Gimignano con i patrocini della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Info: www.granfondodellavernaccia.it

foto PLAYFULL NIKON


Elba Bike Tour SULLE TRACCE DI NAPOLEONE DAL 6 AL 12 APRILE TORNA, PER IL SECONDO ANNO, LA KERMESSE CICLOTURISTICA SULL’ISOLA DELL’ARCIPELAGO TOSCANO NEL CALENDARIO CINQUE TAPPE, UNA CRONOMETRO ED UNA PEDALATA FACOLTATIVA Se siete a caccia di nuove emozioni, dal 6 al 12 aprile, non prendete impegni. Sotto l’egida di Paolo Aghini, dopo una prima edizione entusiasmante (malgrado le avverse condizioni meteo), torna l’Elba Bike Tour, giro cicloturistico in sette tappe che si svolge nello scenario mozzafiato dell’Isola d’Elba. Un angolo d’Italia tutto da scoprire, da assaporare, con i suoi paesini arroccati, con scorci di mare e di terra davvero unici. È questo, secondo gli esperti, il nuovo Eldorado dei cicloamatori, la location ideale per abbinare la passione per la bicicletta con l’amore per i paesaggi e per gli affreschi da cartolina che solo la natura selvaggia sa tratteggiare. Senza dimenticare la grande storia dell’Elba, che nel 1814 ospitò in esilio, per dieci mesi, un certo Napoleone Bonaparte. Gli itinerari – continui saliscendi che non concedono ai biker un attimo di respiro – ricalcano quelli già collaudati nella prima edizione, con la speranza che, almeno questa volta, Giove Pluvio non ci metta lo zampino e regali una settimana di tempo clemente. La seconda edizione dell’Elba Bike Tour ha il sapore inebriante della “scommessa vinta”. La risposta più efficace a chi aveva accolto il progetto tra perplessità e diffidenze. Ed invece, la prima edizione ha riscosso così tanti consensi che, per il 2014, la formula non cambia: sei tappe (due in più rispetto all’anno scorso) che rappresentano un mix tra andatura cicloturistica, tratto cronometrato (nel quale verrà calcolata la classifica a tempo) e rientro libero in albergo. Un format già sperimentato, un modo alternativo di pedala-

re, sempre con il numero appiccicato sulla schiena, ma che non obbliga il corridore a tenere la testa bassa sul manubrio: «Appena abbiamo aperto le iscrizioni – spiega Paolo Aghini – abbiamo subito ricevuto riscontri incoraggianti, registrando anche l’adesione di ciclisti che, nella prima edizione, non c’erano. Segno che l’iniziativa, partita quasi per scherzo, continua a crescere. Quest’anno, fra l’altro, stiamo mettendo a punto un calendario d’iniziative collaterali, spalmate durante la settimana di gara, per venire incontro alle esigenze dei familiari che, pur non gareggiando, avranno la possibilità, tra visite guidate ed educational tour, di conoscere le bellezze straordinarie di questa isola. Rivolgo, infine, un invito ai camperisti, visto che quest’anno, per i partecipanti all’Elba Bike Tour, è stata anche disposta un’area camper attrezzata». Si comincia, come da tradizione, con una cronometro individuale che stabilirà subito la prima classifica provvisoria; a seguire cinque tappe in linea con inserita all’interno una salita cronometrata, per un totale di 498 chilometri. Quest’anno, gli organizzatori hanno inserito anche una settima tappa, di 126,41 chilometri, che percorrerà, tra golfi e insenature, il perimetro dell’intera Isola a ritmo cicloturistico. La partecipazione è facoltativa e non avrà influenza sulla classifica generale. Le iscrizioni si effettuano sul sito ufficiale dell’evento (http://www.elbabiketour.com/), dove è riportato anche il regolamento del tour ed un elenco aggiornato di strutture alberghiere che propongono pacchetti all-inclusive a tariffe convenzionate.


I Comuni

I nostri Sponsor

4.a Tappa

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GRANFONDO EDDY MERCKX 2014 a cura di NEWSPOWER

NEL NOME DEL “CANNIBALE” GIÀ APERTE LE ISCRIZIONI ALLA GRANFONDO EDDY MERCKX CHE, IL PROSSIMO 8 GIUGNO, PORTERÀ MIGLIAIA DI CICLOAMATORI A RIVALTA DI BRENTINO

G

Granfondo Eddy Merckx, si riparte. Nel nome del “Cannibale” belga ritorna anche nel 2014 l’atteso appuntamento con una tra le più affascinanti granfondo d’Italia, abilmente orchestrata dallo staff APG e da Alessia Piccolo. La cura dei dettagli è il pallino di questa manifestazione e anche il prossimo 8 giugno in tanti affolleranno il parterre di Rivalta di Brentino Belluno (VR). Nel frattempo fervono i preparativi e non si arrestano le iscrizioni all’8ª edizione. Per non perdere nemmeno un secondo ci si potrà registrare fino al 1° giugno al prezzo agevolato di 30 euro. Tra il 2 ed il 7 giugno invece la quota salirà a 40 euro e sarà questo l’ultimo periodo utile per strappare il lasciapassare per la griglia di partenza. Non sarà infatti possibile iscriversi il giorno della gara. Compresi nell’iscrizione i concorrenti troveranno un ricco pacco gara, assistenza meccanica e medica, ristori, docce e riso party conclusivo. A fine gara per tutti sarà disponibile on line anche il tradizionale diploma di partecipazione, da stampare e appendere al muro per poter dire: «Io c’ero!» Gli atleti sprovvisti di tessere annuali FCI, ACSI o enti della consulta e gli stranieri senza tessere UCI potranno iscriversi con tesseramento giornaliero FCI al prezzo di 15 euro. La tessera verrà rilasciata solamente dopo la presentazione di un certificato di idoneità all’attività agonistica per chi volesse competere sul percorso Granfondo, mentre per il Mediofondo sarà sufficiente un certificato di stato di buona salute. I moduli di iscrizione, sia per i singoli partecipanti che per i team, sono disponibili sul sito della Granfondo Eddy Merckx e dovranno essere compilati ed inviati all’indirizzo e-mail iscrizioni@granfondoeddymerckx. com oppure al numero di fax 02 7382852. Alla documentazione andrà inoltre allegata copia della ricevuta di avvenuto pagamento della quota di partecipazione. Per procedere

Il campionissimo Eddy Merckx alla partenza 2013 foto NEWSPOWER CANON

pressoffice@newspower.it


foto NEWSPOWER CANON

63 Il gruppo ancora compatto dopo i primi chilometri

in pochi secondi sarà sufficiente accedere al sito www.winningtimesportservices.it per pagare con la propria carta di credito. Sarà inoltre possibile pagare anche con bonifico bancario, bollettino postale o in contanti in oltre 20 punti vendita distribuiti nel Nord Italia. Per conoscere quelli più vicini basterà andare sul sito www.granfondoeddymerckx. com. Alla Granfondo Eddy Merckx, infine, si pedalerà su due percorsi di 140 km e 2879 m/dsl (Granfondo) e di 83 km e 1523 m/dsl (Mediofondo). L’appuntamento, che assegnerà anche il Trofeo Alè, sarà tappa dei prestigiosi circuiti Alè Challenge, Nobili/Supernobili e Gran Combinata Ciclismo. foto NEWSPOWER CANON

La partenza della Granfondo Eddy Merckx 2013, in prima linea Alessia Piccolo

foto NEWSPOWER CANON


LA TUA CRONO

64 a cura di LEONARDO OLMI

3A

PARTE

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DALL’ESPERIENZA DI MAX LELLI COME MIGLIORARE Tempo LA PROPRIA PERFORMANCE di NELLA CRONOMETRO lettura min info@maxlelli.com

COME DOBBIAMO PREPARARCI AD UNA CRONO? CON QUESTO APPUNTAMENTO DEDICATO ALLA PREPARAZIONE PER LA “CORSA CONTRO IL TEMPO”, VALUTEREMO UN ALLENAMENTO MIRATO CHE NON SERVIRÀ SOLO PER QUESTA SPECIALITÀ, MA CHE SI RIFLETTERÀ ANCHE NELLE GARE SU STRADA

A

Al termine di questa puntata ci renderemo conto come sia importante ascoltare il parere di un professionista, la cui esperienza non ha eguali e riscontri in nessun manuale. Infatti, noteremo come Max Lelli sottolineerà più volte l’importanza di cose che noi tendiamo spesso a sottovalutare o prendere alla leggera, e che invece assumono un ruolo fondamentale nella preparazione. Come ad esempio lo stretching prima e dopo; il fatto di puntare ad allenamenti che ci facciano alzare la soglia; la gestione fisica sia in allenamento che in gara; l’abitudine alla sofferenza e la scelta nei percorsi da cercare con cura per i nostri allenamenti. PRIMA E DOPO SEMPRE STRETCHING! Come abbiamo già appurato, la posizione sulla bici da crono è diversa da quella da strada, quindi come possiamo fare per adattarci al meglio ed in fretta? «Come abbiamo detto, sulla bici da crono dovremo esasperare al limite la posizione, con le protesi che puntano quasi verso il basso, come per inforcare l’aria, consentendoci di avere una resa aerodinamica maggiore. L’adattamento a questa postura però ci richiederà di praticare molto stretching, sia 10 minuti alla mattina che 10 alla sera, con esercizi adatti che ci potrà insegnare un qualsiasi fisioterapista o il nostro massaggiatore. Al fine di un buon rendimento, sarà infatti fondamentale dedicare questi 20 minuti al giorno allo stretching che, se praticato per 2-3 mesi prima del nostro appuntamento con la crono, si rivelerà utilissimo. Questo perché lo stretching ci consentirà di accorciare della metà i tempi di adattamento alla postura della crono, in confronto a non farlo mai, aiutandoci nel raggiungere una sempre migliore flessibilità del corpo, risolvendo problemi di gambe e di schiena sofferenti. In sostanza, lo stretching ci renderà la muscolatura molto più morbida. E questo non vale solo per la postura legata alla bici da crono, ma anche per quella sulla bici da strada, che come sappiano è meno esasperata della specialità dedicata alla lotta contro il tempo. Possiamo aggiungere che lo stretching ci aiuterà ad essere molto coordinati e concentrati; tutte condizioni che ci serviranno nel seguire quella linea che ci farà perdere il minor tempo possibile, obiettivo finale della nostra crono.» PRIMA DI TUTTO ALZARE LA SOGLIA! Una volta trovata la giusta posizione in bici dovremo iniziare i nostri allenamenti fuori, sulle strade intorno casa. Come dovremo procedere? «Personalmente conosco e seguo molti preparatori, ma io continuo ad insistere che la prima cosa da fare nella preparazione di un allenamento sia puntare ad alzare la soglia. E per alzare la soglia vanno fatti dei lavori specifici, sia in percorsi vallonati che in pianura. Dopo un riscaldamento di 10-15 min, dovremo fare almeno un paio di serie di 20-25 minuti stando leggermente sotto la soglia, più o meno una decina di battiti. Tra le due serie dovremo fare un recupero di 10 minuti, mentre a fine delle due serie potremo chiudere con una ventina di minuti di scarico. Alla fine diventa un bel lavoro

che, tutto sommato, ci porterà ad un’uscita d’allenamento complessivo di circa un’ora e mezza. Questo tipo di lavoro andrà fatto per tre settimane e 3 volte a settimana, meglio se a giorni alterni.» ALLA 4ª SETT. SI VA DIETRO MOTO! E dopo queste 3 settimane come dovremo procedere? «Dopo di che, alla 4° settimana, faremo la stessa cosa, ossia con le tre uscite fatte da 2 serie di 25 minuti cadauna sotto soglia di 10 battiti, ma la seconda serie dovremo farla dietro moto. Per cercare di rimanere con i battiti giusti per tutti e 25 i minuti della durata della serie, dovremo dare indicazioni a chi guida di aumentare o diminuire la velocità. Dovremo cercare di rimanere costanti con i nostri battiti il più possibile. Mi raccomando solo di una cosa: ossia, per la vostra sicurezza, di tenere le mani sui freni e non sulle protesi. Solo nel caso in cui entrassimo in un ottimo feeling e sintonia con chi guida la moto (che oserei definire da potersi fidare ciecamente), allora, e solo in quel caso, potremo tenere le mani sulle protesi. Altrimenti lo sconsiglio vivamente, in quanto non siamo dei professionisti con una esperienza di migliaia di chilometri e di anni d’esperienza alle spalle, e quindi meglio non rischiare. Altra cosa importante da ricordare è la scelta delle strade dove poter fare il dietro moto, ossia strade con un fondo stradale buono (poche buche e rotture nell’asfalto, specialmente quelle parallele alla strada con il rischio di infilarÈ importante tenere alta la cadenza ci le ruote dentro) larghe di pedalata, sopra le 100 ped./min, e poco trafficate da ma meglio se sempre intorno alle 110-115. auto e camion. SiNella foto Max Lelli sulla sua Falco curamente io, foto LEONARDO OLMI qui nella


Maremma grossetana, sotto questo aspetto ero molto avvantaggiato. In città diventa sicuramente molto più problematico.» LA CADENZA DI PEDALATA È FONDAMENTALE! Ma nel fare tutto ciò come dovremo comportarci in merito alla cadenza? «Come accennato nelle puntate precedenti, ricordo che nel ciclismo attuale è fondamentale la cadenza di pedalata. A differenza di quando correvo io, dove ancora non si dava molta importanza ad un’alta frequenza di pedalata, con il passare degli anni ci siamo sempre più resi conto di quanto sia importante tenere alta la cadenza di pedalata, sopra le 100 ped./min per intenderci, ma meglio se sempre intorno alle 110-115. Di più, ossia 120 ped./ min è un qualcosa riservato solo ai professionisti, per gli amatori è molto difficile, per non dire impossibile. Ovviamente poi, anche questo dipende da ognuno di noi. Ma sforzarsi ad aumentare il ritmo di pedalata è sicuramente un fondamentale esercizio che, alla resa dei conti, potrà rivelarsi molto redditizio.» SGUARDO SEMPRE LUNGO! Tornando a stretching e giusta postura in bici, questo ci aiuterà anche a tenere quello che tu chiami sguardo lungo, giusto? «Esatto, sia nelle mie lezioni di bici che con quelle che faccio con Davide Cassani, non mi stanco mai di ricordare che lo sguardo in bicicletta deve essere sempre lungo, specialmente quando parliamo di cronometro. Ecco che, ancora una volta, si renderà utilissimo e fondamentale aver fatto molto stretching durante la nostra preparazione atletica che, abbinato ad una postura ideale, ci consentirà di assumere, facilmente quello sguardo che ci consentirà di guardare oltre. Non a caso posso dirti che spesso chi fora molto è proprio perché è distratto, non guarda oltre e mette le ruote nei posti sbagliati. Anche nel fare dietro-moto dovremo ricordare di non guardare la targa o un punto fisso dietro il motorino per paura di andarci a sbattere, ma tenersi leggermente esposti a un lato del guidatore in maniera tale da guardare oltre la moto, individuando potenziali pericoli ancora lontani che quindi potremo evitare; come ad esempio una persona o un animale che improvvisamente possono attraversano la strada, una buca o dell’asfalto rovinato che ci potrebbero far cadere. All’inizio non saremo abituati a tenere quella distanza di 20-30 cm necessaria nel dietro moto, ma poi ci verrà automatico dopo qualche volta che lo facciamo. L’importante è tenere sempre le punte delle dita sui freni ed abituarsi a dosare bene quest’ultimi con molta sensibilità. Ma ti posso garantire che il guardare lungo e oltre non è d’aiuto solo nella crono e nel dietro moto, ma sempre quando andiamo in bici. D’altra parte anche in corsa, quando siamo in gruppo, non dobbiamo guardare le ruote di chi ci precede, ma sempre lungo.» ABITUDINE ALLA SOFFERENZA! Comunque sia, anche dopo una buona preparazione, stretching e allenamento dovremo essere sempre pronti a soffrire, o sbaglio? «Girala come vuoi, ma come cerco di far capire fin dall’inizio anche ai ragazzini che seguo, la bici è uno sport di sofferenza, e che questa sarà la prima condizione a cui dovremo adattarci ed il primo avversario da battere. Il nostro lavoro primario sarà quello di adattare il fisico a sopportare la sofferenza il più possibile fin dall’inizio della pratica di questo sport che, nonostante ci faccia soffrire così tanto, tutti noi adoriamo. Ovviamente, quando sei in condizione, la tua soglia è più alta e sopporterai meglio la sofferenza; mentre, al contrario, quando non sei in condizione la sopporterai meno, però sempre sofferenza sarà, non sarà mai una passeggiata.» Ok, d’accordo Max, ma quella della crono è comunque una sofferenza diversa da quella delle corse su strada, o no? «Sì, è vero, ma questo perché la crono richiede, come abbiamo detto fin ora, un adattamen-

foto LEONARDO OLMI

Lo sguardo nella crono deve essere sempre lungo, individuando potenziali pericoli ancora lontani che quindi potremo evitare. Nella foto Max Lelli di fronte a Il Raduno, il suo agriturismo in Maremma

to muscolare diverso, dove la posizione fissa concentrata solo sulla pedalata, con l’assenza totale di qualsiasi altro movimento, crea dei dolori fissi al collo, alle braccia, alle anche, ecc. difficili da sopportare. Questo succede ancor di più a quei cicloamatori che vogliono avventurarsi in una cronometro senza un minimo di preparazione, e questo secondo me è sbagliato. Ecco che, per avvicinarsi ad una crono, se non vogliamo uscirne distrutti e pieni di dolore per due settimane, dovremo arrivarci con un minimo di preparazione, come abbiamo detto fin ora. Ovviamente, il mese di preparazione di cui ho accennato prima, è riferito ad un ciclista medio che fa già delle granfondo e percorre un minimo di 7-8.000 km all’anno, ossia ad uno che ha già una buona base.» Max Lelli Marsiliana (GR) tel. 0564-609920 / cell. 346-1204150 www.maxlelli.com / info@maxlelli.com


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Gli atleti sui tornanti in salita alla Granfondo BMC Diavolo in Versilia 2013

GRANFONDO BMC DIAVOLO DIVENTA MAGGIORENNE a cura di NEWSPOWER

pressoffice@newspower.it

IL 27 APRILE SUL LITORALE DI VIAREGGIO SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LO SPORT E LA SOLIDARIETÀ

S

Saranno 18 le edizioni che la Granfondo BMC Diavolo in Versilia festeggerà il prossimo 27 aprile, con start sul tradizionale litorale di Viareggio (LU), perla del Tirreno e città nota per il suo colorato Carnevale, tra i più importanti d’Italia e d’Europa. Il nome di questa gara è frutto dell’unione delle due esperienze della Granfondo della Versilia e della Granfondo del Diavolo che hanno voluto dare una forte impronta solidaristica all’evento. Nelle passate edizioni sono stati infatti raccolti fondi per sostenere l’attività dell’AIMA – Associazione Italiana Malati di Alzheimer della Versilia e, dal 2010, in aiuto di una comunità africana del Ruanda. L’edizione 2014 si correrà sui due tracciati Granfondo e Mediofondo, rispettivamente di 130 e 94 km, alla scoperta di alcuni tra i comuni più famosi della Versilia, da Camaiore a Massarosa, da Pescaglia a Pietrasanta, tra lungomare ed entroterra, immersi tra angoli di natura e storia che hanno ancora oggi molto da raccontare. In programma ci sarà

anche l’immancabile percorso cicloturistico che ricalcherà i chilometri del mediofondo. È piuttosto curiosa anche la leggenda a cui gli organizzatori si sono ispirati per il nome a dir poco… diabolico. Sembra infatti che San Pellegrino, provocato dal Diavolo, reagì alle sue tentazioni con un sonoro ceffone che lo fece fuggire rintronato fino a bucare quello che oggi è il Monte Forato, cadendo alla fine proprio in Versilia. Per il prossimo aprile il programma si annuncia già fitto di appuntamenti. Fin da venerdì 25 aprile aprirà l’area expo con tanti stand, ma ci sarà anche la ciclopedalata “Bicincittà 2014” organizzata da UISP per chiedere strade più sicure, aria pulita e città più vivibili in occasione della “Giornata nazionale della bicicletta”, promossa dal Ministero dell’Ambiente. Il giorno dopo, 26 aprile, si terrà una gara di mountain bike ad eliminazione, tra mare e pineta attorno a Viareggio. Domenica 27 infine, sul via di Viareggio sono attesi tanti corridori “indiavolati” che si lanceranno Un’immagine della partenza edizione 2013

sulle strade toscane. A dettare il ritmo ci saranno in totale ben 9 salite per un dislivello complessivo di 2045 metri e pendenze che arriveranno fino al 14%. Ad alleviare le fatiche dei ciclisti ci penseranno però i panorami mozzafiato tra le pendici delle Apuane e le colline lucchesi fino all’ultima salita di Capezzano Monte, in cima alla quale l’occhio potrà spaziare sul Mar Tirreno, da Livorno al Golfo di La Spezia, prima di lanciarsi verso il traguardo ed il gustoso pasta party finale. Per assicurarsi un posto in griglia ci si può iscrivere sia on line che inviando i moduli di iscrizione per posta, fax o e-mail. La quota dal 1° gennaio al 24 aprile ammonta a 35 euro e quindi a 45 nella sola giornata del 26 aprile (iscrizioni in loco). La Granfondo BMC Diavolo in Versilia è inserita nei circuiti del Giro del Granducato di Toscana e del Brevetto dell’Appennino – Coppa della Via Emilia. Info: www.granfondoversilia.it



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PROTAGONISTI

a cura di PAOLO MEI Tempo di lettura

8 min

ALESSANDRO SARAVALLE IL PUROSANGUE VALDOSTANO

info@inbici.net

È UNO DEI NOMI EMERGENTI DEL FUORISTRADA ITALIANO. ARRIVA DALLA VALLE D’AOSTA E IL 2014 SARÀ PER LUI L’ANNO DELLA VERITÀ: «MI PIACEREBBE ANDARE ALLE OLIMPIADI O CORRERE IL TOUR DE FRANCE, MA IL VERO SOGNO È UN CICLISMO PULITO»

B

Buongiorno Alessandro, vuole presentarsi brevemente ai lettori? «Mi chiamo Alessandro Saravalle, sono nato ad Aosta l’11 giugno 1996 e pratico mtb dall’età di sei anni. Ho cominciato a pedalare per gioco e un giorno mio papà mi portò a pedalare con un gruppo di bambini della mia età che facevano parte del Cicli Benato di Ariver (AO). All’inizio l’esperienza non mi entusiasmò molto ma fortunatamente Enrico, il maestro di mtb che si occupava dei più giovani, fu molto paziente con me e mi convinse a salire sulla sella. Quel giorno mi divertii molto… Incominciò da lì la mia forte passione per il ciclismo! Nel frattempo però mi dedicavo per gioco ad altri sport, come lo sci, l’atletica e il nuoto.» Andando a curiosare negli archivi, non recentissimi, scopriamo che sua madre (Anna Bovet, ndr) nella prima metà degli anni ’90 chiuse nelle prime dieci al campionato italiano di MTB a Pila, era il 1993. Ha ereditato da lei la passione oppure c’è lo zampino di papà Furio, appassionato di sport? «I miei genitori sono sempre stati dei grandi praticanti di sport. Mia madre ha partecipato ad alcune gare sia di mtb che di ciclismo su strada, ottenendo buoni risultati. Da lei ho ereditato le abilità fisiche. Mio padre, grande appassionato sin da piccolo della bicicletta e buon cicloamatore, mi ha avvicinato a questo sport e mi ha sempre spronato a continuare anche nei momenti più difficili.» Da buon valdostano pratica anche lo sci, e a quanto pare qualche anno fa ha dovuto scegliere, e ha scelto la bici. Perché? «Le passioni per gli sport nascono per diversi motivi, quella dei miei genitori per la bici ha sicuramente favorito la mia scelta per questa disciplina. Nei primi anni della mia giovane carriera mi allenavo con un gruppo nel quale non mi era richiesto di partecipare obbligatoriamente alle gare. Visto il mio carattere timido quella esperienza mi aiutò a crescere senza avere la pressione smodata delle competi-

Alessandro Saravalle concentrato in una fase della gara

zioni. Quando arrivò il momento giusto per me, decisi di mia volontà di partecipare alle prime gare. Cambiai squadra e andai al Cicli Lucchini che mi lasciò il tempo di maturare e in seguito mi portò alle prime gare in giro per l’Italia. Dopo un mese riuscii a conquistare la mia prima vittoria in una gara nazionale a Canossa. Un giorno veramente fantastico.» Se dovesse scegliere tre aggettivi o semplici parole per descrivere il suo sport, quali sarebbero? «Passione. Sacrificio. Emozione.» Si descriva tecnicamente: scalatore, discesista, passista o completo? «Sono un biker atipico in quanto mi difendo bene sul passo costante e patisco i troppi scatti. La mia caratteristica è di riuscire a mantenere un ritmo forte per parecchio tempo sia in salita che in pianura, quindi posso essere considerato un passista scalatore, con buone doti di recupero.» Un fisico come il suo fa pensare alla strada. Ne è attratto? «Il ciclismo su strada è la mia vera passione. Fin da piccolo seguo sempre tutte le corse in Tv e anche dal vivo. Ora corro in mtb e ho obiettivi chiari che mi sono prefissato e farò di tutto per raggiungerli. In futuro vorrei provare a correre su strada, dove in molti mi considerano ‘più portato’.» Lei è giovanissimo, ha già esordito in nazionale, qual è il risultato migliore della sua carriera? «Rappresentare la propria nazione in gare come il Mondiale o la Coppa del Mondo è il sogno di tutti. Sono entrato a far parte della squadra nazionale in questa stagione, ma questo è solo un punto di partenza dal quale spero di poter ottenere altre grandi soddisfazioni.


69 Correre il Mondiale è stato un grande traguardo, ma il risultato migliore conseguito che ricordo con grande emozione è sicuramente stato salire sul gradino più alto del podio, con maglia di Campione Italiano, alla Roc d’Azur 2012.» Il 2013 è stata un’ottima annata, lei è partito abbastanza forte, ha raccolto ottimi risultati qui in Italia, poi forse nell’appuntamento in Val di Sole (Coppa del Mondo) e quindi Europei e Mondiali, forse ha pagato le fatiche iniziali. Analizziamo questa parte centrale di stagione? «Nel 2013 sono passato tra gli Junior. È stato un anno di grande impegno per me, ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato e sono più che soddisfatto dei miei risultati. Non essendo certa la mia convocazione in nazionale, in accordo con il mio allenatore Paolo Pesse, ho puntato tutto sulla prima parte di stagione fino agli Italiani di Nemi. Ho corso gli Internazionali d’Italia cercando di stare sulla ruota dei migliori e chiudendo terzo nella classifica finale. Sia per impegni scolastici che per un sovraccarico di allenamento (eccesso di impegno non condiviso dall’allenatore) sono arrivato affaticato in Coppa del Mondo in Val di Sole ed agli Europei a Berna. Quando la scuola è finita ho recuperato le energie psico-fisiche necessarie per correre un Campionato Italiano a buon livello e così è arrivata la convocazione per il Mondiale in Sudafrica. Una grande esperienza a livello di atleta che purtroppo non è stata accompagnata da un buon risultato per cause di cadute collettive in corsa e la forte emozione ha giocato la sua parte.» Nel finale invece si è rivisto ad altissimi livelli. Incredibile la sua prestazione a Iseo alla Gimondi Bike dove ha centrato la top 20 lasciandosi alle spalle personaggi del calibro di Martino Fruet. Crede di essere portato anche per le granfondo? «Come dicevo in precedenza le mie caratteristiche fisiche mi consentono di esprimermi al meglio nelle competizioni di lunga durata. Rimangono da affinare tecnica e tattica di corsa che con il tempo spero di poter migliorare.» Chi cura la sua preparazione?

Alessandro Saravalle con la maglia azzurra della nazionale italiana

«Fino ad oggi il mio allenatore principale è stato Paolo Pesse. Con lui ho stabilito un ottimo rapporto che mi ha permesso di crescere umilmente dal punto di vista ciclistico e umano. Paolo Pesse è coadiuvato direttamente da suo figlio Michael e da Herik Del Degan, inoltre partecipano anche i titolari dello studio Sport2Win di Torino.» I lettori sono sempre curiosi di sapere come si allena un top biker. E un top biker che vive in una zona fredda come la Valle d’Aosta avrà certamente abitudini particolari. Ne parliamo? «Abitare in Valle d’Aosta impone grandi sacrifici ai biker per ragioni climatiche assai severe per buona parte dell’anno, ma la morfologia del territorio offre scenari unici e percorsi vari e allenanti. Nel periodo invernale l’alternativa alla bici è lo sci di fondo o sci alpinismo praticabili comodamente.» Il 2014 è alle porte: ha qualche novità da svelarci in ambito tecnico? «In questo periodo di preparazione invernale sto lavorando con Michael Pesse per affinare la mia tecnica, soprattutto sui salti. Inoltre svolgiamo con il resto della squadra attività in palestra per il potenziamento dei gruppi muscolari principalmente implicati.» Cicli Lucchini sino al 2013. Dal prossimo anno certi “rumors” parlano di un nuovo team. È cosi? «Confermo. Con gioia penso al nuovo club Biesse Carrera che sarà la mia futura squadra, e con un po’ di rammarico penso al gruppo che lascio.» Obiettivo per il 2014? «Spero in un inserimento sereno nel nuovo team e di raggiungere buoni piazzamenti nelle competizioni internazionali come il Mondiale e il nuovo circuito junior di Coppa Europa.» Sogno nel cassetto (si sbilanci, senza paura)? «Sicuramente la più grande ambizione per uno sportivo è poter rappresentare la propria nazione ai Giochi Olimpici. Non nascondo il mio sogno di poter partecipare al Tour de France, sognare è lecito… Ma il mio sogno più grande sarebbe quello di un ciclismo pulito e libero dal doping. Quello è il sogno più grande di tutti i giovani atleti che praticano sport!»


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GRAN FONDO MARIO CIPOLLINI

info@inbici.net

SULLA RUOTA DEL “RE LEONE” IL 1° GIUGNO A LUCCA LA CORSA INTITOLATA AL PIÙ GRANDE VELOCISTA TOSCANO DI TUTTI I TEMPI. PICCOLI RITOCCHI AL TRACCIATO ED UN EVENTO SULLA SICUREZZA STRADALE DEDICATO AI BAMBINI. E DOPO TRE SUCCESSI STRANIERI, GLI ITALIANI PROMETTONO IL RISCATTO

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Sarà la Gran Fondo Mario Cipollini, il prossimo 1° giugno, a dare il benvenuto all’estate 2014. Dopo il grande successo della terza edizione, nobilitata da un vincitore di prestigio, il lituano Raimondas Rumsas (nelle precedenti edizioni successi sempre stranieri, con Eskov e Bazhenov), la corsa lucchese si appresta a celebrare la sua quarta edizione. L’evento, una grande festa popolare del ciclismo amatoriale, nasce con l’obiettivo di rendere omaggio al più grande velocista toscano di tutti i tempi, vincitore in carriera di un Campionato del mondo, una Milano-Sanremo, tre Gand-Wevelgem, quarantadue tappe al Giro d’Italia, dodici al Tour de France e tre alla Vuelta a España. Due i tracciati: quello lungo da 141,80 km e quello medio di 114,80 km: «Sono due percorsi veloci – spiega l’organizzatore Luca Franceschi – del resto, visto che la granfondo è intitolata a Mario Cipollini, non poteva essere che così». Malgrado una sola asperità, sono due tracciati tecnicamente molto interessanti, visto che l’arrivo è collocato in località Capannori, alle porte di Lucca, già sede di una tappa del Giro d’Italia e di diverse edizioni del Giro di Toscana. Il ciak dell’evento è, in realtà, programmato per sabato 31 maggio con l’apertura ufficiale dell’area Expò. Nella stessa giornata, in collaborazione con il Comando locale della Polizia Municipale e la direzione didattica di Lucca, verrà organizzata una minilezione sulla sicurezza stradale dedicata ai bambini delle scuole elementari della città: «È un modo per ribadire lo spirito che sta

alla base di questo evento – spiega Franceschi – dove l’amore per il ciclismo viene nobilitato in tutte le sue varianti. Con questa corsa rendiamo omaggio ad un campionissimo ma, nello stesso tempo, facciamo qualcosa di concreto per le nuove generazioni». A sei mesi dall’evento, il programma della gran fondo è ancora under costruction. «Visto che il lunedì successivo è festa (2 giugno, ndr) – prosegue Franceschi – stiamo pensando di organizzare un evento collaterale anche all’indomani della granfondo, trasformando così la ‘Cipollini’ in una grande ‘tre giorni’ di sport. Abbiamo in cantiere diversi progetti, qualcosa faremo di sicuro, ma l’annunceremo solo quando tutti i tasselli andranno al loro posto». Sul fronte delle aspettative, gli organizzatori – dopo tre anni – si aspettano nel 2014 il salto di qualità: «La scorsa edizione – conclude Franceschi – abbiamo avuto quattrocento iscritti. Quest’anno abbiamo concrete speranze di toccare quota mille». Guest star della rassegna, ovviamente, “Re Leone” Cipollini che, da tradizione, porterà a Lucca anche diversi ex professionisti. Sul fronte degli sponsor, menzione speciale per Altopack, azienda leader in Toscana nella produzione di macchinari per il confezionamento di una vasta gamma di prodotti (www. altopack.com).


Un giorno da leoni 01/06/2014 a 4

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foto NEWSPOWER CANON


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Casco Lazer 02 white-red

Casco Lazer Rox Black

CASCO LAZER 02 Il motivo principale per indossare il casco è sicuramente quello di non farsi male. Proprio per questo motivo il fissaggio preciso del casco risulta essere fondamentale. Lazer è sempre alla ricerca dell’innovazione e il sistema Rollsys Fit è la proposta ideale a chi cerca la sicurezza di una calzata precisa e uniforme del casco sulla testa. Lazer 02, casco da strada specifico per la competizione, si avvale di questo esclusivo sistema di fissaggio, costruzione In-mold (4 pezzi), 24 prese d’aria per una maggiore ventilazione, 280 gr di peso ed è disponibile in 4 diverse colorazioni: flash yellow, mat black, white-mat e white-red (come modello in foto).

CASCO LAZER ROX Rox non è altro che a versione del Lazer 02 appositamente disegnata per la mountain bike; eccone le caratteristiche tecniche che sono pressoché identiche a quelle del suo “fratello stradale”.

Caratteristiche tecniche del prodotto: • Sistema di fissaggio: Rollys retention System • Costruzione: In-mold (4 pezzi) • Ventilazione: 24 prese d’aria • Peso: 280 gr • Certificazioni: CE – CPSC – AS • Taglia: unica • Colori: flash yellow, mat-black, white-mat e white-red (come in foto) • Prezzo: 89,00 € al pubblico, IVA inclusa per le colorazioni mat black, white-mat e white-red • Prezzo: 95,00 € al pubblico, IVA inclusa per la colorazione flash yellow

In evidenza Lazer ha brevettato il sistema Rollys, un meccanismo totalmente integrato che avvolge la testa. Ruotando la rotellina sulla parte superiore del casco si ottiene un progressivo adattamento della misura. Tale sistemazione permetterà al casco di fissarsi alla testa con una Rollys Retention System pressione distribuita in modo perfetto e uniforme su tutta la sua circonferenza.

Caratteristiche tecniche del prodotto: • Sistema di fissaggio: Rollys retention System • Costruzione: In-mold (4 pezzi) • Ventilazione: 24 prese d’aria • Peso: 280 gr • Certificazioni: CE – CPSC – AS • Taglia: unica • Colori: black (come in foto), white e mat green-black • Prezzo: 99,00 € al pubblico, IVA inclusa Calotta Aeroshell di Lazer in materiale plastico nella sua confezione originale

AEROSHELL La calotta Aeroshell è una copertura in materiale plastico progettata e brevettata da Lazer che aderisce perfettamente al casco (disponibile per i modelli di Helium, Genesis e 02). Protegge il ciclista da vento e pioggia senza compromettere il riciclo dell’aria all’interno dello stesso. Facilmente applicabile e rimovibile, Aeroshell è un accessorio pratico (prezzo di € 25,00 al pubblico, IVA inclusa), consente un ottimale utilizzo del casco nelle diverse condizioni atmosferiche, apporta un notevole miglioramento aerodinamico e una sensibile riduzione dell’attrito per una performance sempre ai massimi livelli. Il Produttore Lazer - www.lazersport.com Distributore per l’Italia: Beltrami TSA - Via Euripide, 7 - 42124 Reggio Emilia Tel: +39 0522 307803 • Fax: +39 0522 703106 E-mail: info@beltramitsa.it • Web site: www.beltramitsa.it


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5ª GRAN FONDO DEL CAPITANO a cura della REDAZIONE

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PEDALANDO TRA EREMI E MULATTIERE TORNA IL PROSSIMO 8 GIUGNO A BAGNO DI ROMAGNA IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO DEDICATO AI CICLOAMATORI. SU UN TRACCIATO RICCO DI STORIA, UNA DOMENICA TRA SPORT, NATURA E OSPITALITÀ

di questo lembo di Appennino tosco-romagnolo che, tra funghi, miele, vini e salumi, propone un campionario di sapori inimitabili. Anche quest’anno, infatti, si è deciso di puntare sull’accoglienza e sulla volontà di far conoscere le peculiarità di questa località termale nota nel mondo per le proprietà terapeutiche delle sue sorgenti, per la leggenda degli gnomi e per la bellezza dei suoi scorci naturalistici. A tutti gli iscritti verrà infatti regalato un soggiorno di una notte con prima colazione, che potrà essere sfruttato dall’8 giugno al 31 dicembre 2014 (per usufruire di questa promozione sarà necessario che il ciclista sia accompagnato nel soggiorno almeno da una persona pagante). Una grande promozione, insomma, che ancora una volta evidenzia il proverbiale spirito di ospitalità della gente di Romagna: «L’idea di questa Gran Fondo – spiega Massimo Bardi, uno degli organizzatori – nasce proprio con la finalità di promuovere le eccellenze di un territorio che, per i ciclisti, offre scenari uni-

ci. Le prime edizioni, in questo senso, hanno confermato che la manifestazione non solo funziona, ma ha anche margini di crescita enormi. Il numero d’iscritti è sempre aumentato ed il binomio fra sport ed ospitalità ha già dato i suoi frutti, aprendo per la località di Bagno un nuovo filone turistico». Immersi nella natura del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, nel territorio dell’antico Capitanato della Val di Bagno, tra Romagna e Toscana, i corridori vivranno un weekend tra ciclismo e natura: «Bagno di Romagna e la sua valle – conclude Bardi – possono offrire tantissimo. Penso alla Pasta del Fumaiolo o a Teverini, due marchi celebri ben oltre i confini del Savio. La sfida è riuscire a mettere in rete tutte le eccellenze del territorio per confezionare un’offerta turistica di prim’ordine. La promozione del soggiorno gratis va proprio in questa direzione, ovvero fidelizzare una clientela che, ne siamo convinti, qui può trovare l’habitat ideale delle sue passioni».

Alcuni ciclisti iniziano la scalata del Passo dei Mandrioli che misura 10 chilometri e 600 metri per giungere alla sommità

foto PLAYFULL NIKON

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Nel segno del binomio fra sport e territorio, torna il prossimo 8 giugno, tra i passi appenninici di Bagno di Romagna, la Gran Fondo del Capitano (penultima tappa del circuito Romagna Challenge) che celebra quest’anno la sua quinta edizione. È una delle gare più attese ed impegnative per i cicloamatori, che si sfideranno su un tracciato di rara bellezza che – attraversando le località di Santa Sofia e Badia Prataglia – comprende il Passo dei Mandrioli, il Passo della Calla e il Passo del Carnaio. Si tratta di crinali ricchi di storia e cultura, teatro di eremi, mulattiere e di reperti fossili antichissimi. Due, come sempre, le proposte: un percorso lungo di 133 chilometri (3421 metri di dislivello) e uno più corto che, tuttavia, rispetto all’ultima edizione, dovrebbe essere allungato e dunque avvicinarsi ai 100 chilometri (1938 di dislivello). La Gran Fondo del Capitano, da quasi un lustro, abbina la passione per la bicicletta con l’amore per le eccellenze gastronomiche



76 a cura di RICKY MEZZERA

“ONE TV SO MANY EMOTIONS”

CH.112 DTT

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VITE PARALLELE DI TRE CICLISTI ESTREMI

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Oggi parliamo di Matteo Sametti, Diego Ghione e Marco Invernizzi. Tra di loro non si conoscono, ma sono molto simili: tre ciclisti “estremamente avventurosi” che stanno creando, senza saperlo, un nuovo modo di vivere le due ruote. Cercherò di descriverveli poiché sono stati tutti miei ospiti su ONE TV e hanno lasciato migliaia di telespettatori a bocca aperta raccontando le loro avventure. Matteo Sametti, legnanese, un uomo capace di dire “mollo tutto e vado a vivere in Zambia”, una meta particolare che è un po’ diversa dalla classica isoletta nei Caraibi su cui tutti vorrebbero fuggire. Soprattutto quando il motivo della fuga è una ragione umanitaria, quella di creare un futuro a giovani africani che altrimenti sarebbero allo sbando totale e quale miglior veicolo dello sport per trasmettere sani principi morali a questi ragazzi? Da quest’idea nasce “Sport-to-Build” un’associazione ONLUS che per vivere ha bisogno di fondi e di donazioni. Ecco che qui scatta l’idea estrema di stupire il mondo con un’impresa: fare Lusaka-Londra su una bici in Bambù, in pratica pedalare per 8300 km attraverso l’Africa e l’Europa. Due mesi di sofferenza su strade polverose con guai meccanici (in Africa non è sempre facile trovare pezzi di ricambio) per poi arrivare gloriosamente a Londra nel giorno dell’apertura delle Paraolimpiadi. Marco Invernizzi

foto RICKY MEZZERA

La mitica bici in bambù è stata venduta all’asta come da copione, la storia è stata scritta su un libro intitolato “La Bicicletta in Bambù” in vendita nelle migliori librerie e raccontata, oltre che sul programma televisivo “Kilimangiaro”, anche su ONE

Tempo di lettura

5 min

TV a “Extreme People” visibile anche su YouTube digitando “Extreme People 46”. Diego Ghione è un giocatore di Hockey su ghiaccio comasco, creativo e sempre alla ricerca di nuove emozioni da raccontare.


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foto RICKY MEZZERA

Diego Ghione

Diversamente dagli altri, la sua è una visione zen della pedalata. Vuole salire sulle due ruote non per ragioni umanitarie o per fare primati ma solo per scoprire posti nuovi,

Marco Invernizzi di Cuggiono, un giorno d’estate disse: «Parto in bici per andare in vacanza in Liguria». Arrivato a destinazione in due giorni disse «perché non andare in

foto RICKY MEZZERA

Costa Azzurra?» e di seguito.«Perché non a Barcellona?» e così, in soli dieci giorni, ha fatto il suo primo raid. Sull’onda di questa prima impresa ha compiuto il suo secondo tour da Cuggiono (MI) ad Oslo in Norvegia passando per parecchie capitali europee. Una vera “passeggiata di salute” per Marco che adesso punta ancora più in alto, un obiettivo più ambizioso e incredibile: “Il giro del mondo” in sei-otto mesi. Partendo da Milano, Lisbona poi volo a New York e da lì tutta la Route 66 fino a Los Angeles, discesa in Sud America fino a Capo Nord e volo in Nuova Zelanda, Australia e rientro attraversando l’Asia. Credetemi, non lo fa per entrare nel guinness dei primati ma solo per vedere e godersi posti nuovi che in auto o con gite organizzate non avrebbe mai potuto vedere. Il suo è uno Spirito Libero come quello delle tribù dei nativi americani Navajos che sicuramente andrà a trovare durante il suo giro del mondo. Le avventure di Marco Invernizzi sono visibili su ONE TV e su YouTube digitando “Extreme People 42”. Tre personaggi accomunati dalla stessa passione per le due ruote e dalla voglia di vedere e scoprire sempre posti nuovi. Il nostro impegno sarà quello di seguirli e, nel limite del possibile, tenervi informati sui loro viaggi avventurosi. Il primo a partire sarà Diego a febbraio, poi in primavera sarà la volta di Marco ed infine Matteo, tre ciclisti estremi per una TV estrema. Tutto questo è visibile su ONE TV canale 112 digitale terrestre e su YouTube, cercate la puntata di “EXTREME PEOPLE”. Matteo Sametti con la sua Bicicletta in Bambù

La mitica Bicicletta in Bambù

inconsueti, luoghi fuori dei classici itinerari turistici; preferisce le destinazioni pericolose che spesso sono teatro di rivolte, guerriglie e rivoluzioni. Un vero ciclista d’assalto, insomma. La scelta dei suoi itinerari sembra più un bollettino di guerra. Che ne dite di fare con lui un giretto in bici in Piazza Tharir a Il Cairo durante la rivolta oppure di attraversare l’Iran d’Ahmedinejad che non ti consente nemmeno di pedalare con i pantaciclisti corti, oppure… tanti altri pericolosi itinerari che prossimamente continueranno con un raid in Vietnam e Cambogia. Le storie di Diego Ghione sono visibili su ONE TV oltre che su YouTube digitando “Extreme People 48”.

foto RICKY MEZZERA


78 a cura di PIERO FISCHI

ORO ITALIANO RODMAN TEAM

PIERO FISCHI, SPAZIO ALLE “VECCHIE GLORIE”

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ELENCO PRODOTTI 2013 NEL MONUNA GRANDE CARRIERA TRA I DILETTANTI, PRIMA DEL RECORD DELL’ORA E DELLA “SECONDA GIOVINEZZA” DO DELLE GRANFONDO

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Incontriamo oggi Piero Fischi, un ciclista dalla lunga carriera alle spalle, avendo pedalato per un totale di circa 350.000 km, componente di Oro Italiano- Rodman Team.

Salsomaggiore, un circuito mediamente impegnativo che mi si addiceva alla perfezione, ed il Campionato Italiano di Omnium su pista nell’inverno del 1983.»

Piero, partiamo dall’inizio, ovvero dalle tue prime pedalate agonistiche… «Ho iniziato nel lontano 1978 tra gli amatori – avevo poco meno di diciotto anni – e sono rimasto in quella categoria per tre anni.»

Gara che racchiude tutte le specialità della pista… «In effetti, c’erano il chilometro da fermo, la velocità, l’inseguimento, l’individuale a punti e la gara dietro derny; abbiamo corso nel rimpianto Palasport di Milano, crollato per la neve nel 1985.»

Le vittorie sono arrivate subito? «Sì, senza alcuna esperienza e con la tattica ‘guidata’ dai compagni di squadra più esperti, ho vinto alcune gare: quella che ricordo più volentieri è un arrivo solitario con un vantaggio di quasi sette minuti.» Poi il passaggio al dilettantismo… «Nel 1981 sono passato dilettante e devo dire che l’impatto non fu molto incoraggiante.» Perché? «I ritmi erano davvero altissimi e, quando in corsa c’era la classica ‘sparata’, io puntualmente mi staccavo.» Ma poi hai preso le misure… «L’anno seguente ho vinto una gara con una fuga lunghissima di oltre cento chilometri e lì credo di essermi sbloccato definitivamente.»

Poi assaggi anche l’azzurro… «Sono stato nel giro della Nazionale, sempre per quanto riguarda la pista, partecipando anche al Mondiale del 1984 a Zurigo, ma a fine anno ho abbandonato l’idea del professionismo e mi sono trovato un altro obiettivo.» Il record dell’ora… «Che è anche un canto del cigno però, in quanto suggella la fine della mia carriera agonistica ‘vera’. Al Vigorelli ho percorso 43,784 chilometri in un’ora, pur in una giornata caratterizzata dal vento fastidioso.»

Nel 1983 i risultati migliori: un caso? «Sono andato a correre con il GS Casaccia, che ai tempi era una squadra molto quotata a livello dilettantistico ed ho trovato il mio spazio e la convinzione nei miei mezzi.»

E poi ancora cicloamatori. Come è nata questa “seconda giovinezza”? «Ho cominciato a fare granfondo e ad occuparmi di preparazione atletica, fino all’incontro con Marco Fertonani, allora professionista alla Phonak, che mi chiese di collaborare con lui e di questo sono stato orgoglioso perché l’ho seguito nei suoi anni più belli alla Caisse d’Epargne.»

Raggiungendo risultati prestigiosi… «Sì, mi fa piacere, in particolare, ricordare la doppia vittoria (1983 e 1984) nella gara di

E non vi siete più lasciati. «In realtà è così: è nata una collaborazione che dura tutt’ora e che è sempre stata più

stretta, anche se ora a livello pedalate abbiamo un po’ rallentato.» Ma non esiste un ciclista senza ambizioni, vero? «Vero, infatti, pur con tutti i limiti del caso, stiamo già pensando a nuovi obiettivi, ciclistici e non, e possiamo ragionare in questo modo perché siamo in questa squadra di prim’ordine, formata da ciclisti forti e molto affidabili.» Piero Fischi in azione



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PAGINE GIALLE info@inbici.net

a cura della REDAZIONE

IL GIRO DELLE METEORE NELLA QUINTA TAPPA DELL’EDIZIONE DEL 1958, I CRONISTI DELLA GAZZETTA TESSERO LE LODI PER IL VINCITORE SABBADIN E PER LA MAGLIA ROSA BOTELLA. VENTIQUATTRO ORE DOPO LO SCENARIO SAREBBE CAMBIATO RADICALMENTE

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Nel Giro d’Italia che sarà di Ercole Baldini (e che decretò l’addio al ciclismo di Fausto Coppi), il 22 maggio del 1958, sul traguardo di Mondovì, in provincia di Cuneo, sfrecciò un 22enne della provincia veneziana, tale Alfredo Sabbadin che, nel rush conclusivo della quinta tappa, (stra)vinse di una macchina sullo spagnolo Botella, che quel giorno si consolò vestendo la sua prima maglia rosa. Era la seconda affermazione al Giro di questo giovane promettente, che aveva già vinto l’anno prima a Campo dei Fiori e che l’anno dopo avrebbe firmato il suo tris rosa nella tappa Torino-Saint Vincent. Sembrava il preludio ad una carriera sfolgorante e invece la sua stella si eclissò molto presto e, dopo una sequela di stagioni da comparsa, decise – non ancora trentenne – di appendere la bicicletta

al fatidico chiodo. Un epilogo che, con il senno del poi, non poteva immaginare il povero cronista Guido Giardini che, nel suo ridondante corsivo in prima pagina sulla Gazzetta dello Sport, ne decantò le doti parlando di «futuro campione». «Quando in una azione d’attacco c’è Sabbadin – scriveva l’editorialista della Rosa – son dolori per tutti, perché nove volte su dieci non solo si conclude con successo, ma anche con nettissimi distacchi. Guai a non tenerne conto». Ma quel giorno, a proposito di strabismo profetico, tutti gli osservatori si concentrarono sullo spagnolo della Faema Salvador Botella (già vincitore della terza tappa), indicandolo come il più credibile pretendente alla 41ª edizione della Corsa Rosa: «La sua recente prova al Giro di Spagna – scriveva ancora la Gazzetta – ce lo aveva indicato

in piena forma e le indicazioni non erano errate, come si è visto». Poi, alla pagina 3, un rivolo di dubbio: «Fino a che punto dar corda a Botella?». La storia dirà che quell’exploit era soltanto episodico, perché l’eroe della Vuelta, tappa dopo tappa, si defilò, non terminando il Giro neppure tra i primi dieci. Lo spagnolo più temibile si rivelò invece il grande Miguel Poblet che vinse tre delle ultime cinque tappe del Giro, chiudendo al sesto posto in una classifica generale dominata, come noto, dalla “locomotiva” di Forlì, al secolo Ercole Baldini. Ma tornando a quella tappa di Mondovì, al termine della quale Fausto Coppi aveva già 18 minuti di ritardo dal leader, il vero sconfitto fu Aldo Moser che, con la calma flemmatica che avremmo rivisto anche nel fratello Francesco, dopo il traguardo,


liquidò i cronisti con la frase: «Io non mi arrendo» (per la cronaca, Moser terminò quel giro in 10ª posizione, a 15 minuti di ritardo esatti dalla maglia rosa). Per Giuseppe Ambrosini, altro giornalista di punta della Gazzetta di quegli anni, la tappa riservò un epilogo «strano, sorprendente, quasi illogico». Perché «per quanto si potesse prevedere un certo mutamento in classifica generale, nessuno poteva arrivare ad immaginarsi gli sconvolgimenti che questa sera dobbiamo registrare».

Poi uno sguardo al domani, alla temutissima tappa Mondovì-Chiavari: «È la tappa più lunga del Giro – scriveva la penna acuta di Ambrosini – ma è anche una delle più massacranti per la serie quasi continua di ondulazioni e di salite che ci faranno uscire dalla cerchia tormentata delle Langhe e passare gli Appennini per scendere al mare. Tutto è possibile su questo percorso che richiede le qualità fisiche e morali del corridore completo, essenzialmente di fondo. Per quanto Botella sia la maglia rosa,

nessuno gli perdonerà un attimo d’incertezza e debolezza e il suo compito, quindi, si presenta oggi più difficile che in passato». E in effetti così andò. Il giorno successivo Guido Boni da Vicchio arrivò a Chiavari a mani alzate e la maglia rosa passò a Giovanni Pettinati che la conservò per sei giornate, prima dell’interregno del piemontese Coletto (tre tappe) e l’acuto vincente di Ercole Baldini, che trionfò nella tappa Cesena-Bosco Chiesanuova e arrivò in rosa fino a Milano.


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VELOSYSTEM ENTRA NELL’UNIVERSITÀ DEL CICLISMO ITALIANO

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DAL 1° GENNAIO 2014 VELOSYSTEM® È ALL’INTERNO DEL VELODROMO LOMBARDO CON UNO SPECIALE E AVVENIERISTICO LABORATORIO DI BIOMECCANICA

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Parte in quarta il 2014 per Velosystem®, azienda leader nel mondo della biomeccanica, che dal 1° gennaio è presente con un suo centro tecnico all’interno del velodromo più importante d’Italia, ovvero il Velodromo di Montichiari in provincia di Brescia. All’interno dell’anello, Velosystem® ha infatti installato un laboratorio biomeccanico completo. Il laboratorio battezzato col nome “Lab Velò” è delimitato da una struttura trasparente che lo integra in modo armonico e sinergico con le attività e i servizi offerti dalla splendida struttura di Montichiari. Attualmente il velodromo di Montichiari viene utilizzato dalle compagini federali Italiana e Russa per i rispettivi atleti delle specialità su pista, da numerose squadre giovanili del centro nord Italia oltre ai tantissimi agonisti professionisti e amatori che si allenano nell’anello di Montichiari per affinare la loro preparazione. Il LabVelò Velosystem® offre i propri servizi di check up biomeccanico a tutti i frequentatori del velodromo che desiderano ottimizzare l’assetto pista, strada, moutain bike o crono.

Il velodromo di Montichiari

L’installazione del laboratorio rappresenta insomma un’espressione dell’avanguardia tecnologica italiana nel settore della biomeccanica applicata al ciclismo e non c’era teatro migliore della splendida struttura di Montichiari che è anch’essa espressione

del top della tecnologia e dell’ingegneria italiana applicata al mondo delle due ruote. Da oggi anche dal velodromo più importante del Paese Velosystem® lancia a tutti gli appassionati il proprio slogan: “misurati con noi”.

Il professor Fabrizio Fagioli durante un test al centro Velosystem® all’interno del velodromo di Montichiari -Brescia



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INBICI PER IL MONDO andigio@alice.it

a cura di ANDREA PELO DI GIORGIO

GIOVANI AVVENTURIERE CRESCONO

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STORIA DI ELISA, UNA RAGAZZA NATA (E CRESCIUTA) PER LO SPORT: «QUANDO LA SERA I MIEI COETANEI VANNO IN DISCOTECA, IO CORRO NEL BUIO DI UNA FORESTA INSIEME ALLA MIA AMICA»

“Anomala”. Così la definiscono i suoi amici che la vedono perennemente in movimento. A lei la definizione non dà per niente fastidio, anzi, è la prima ad essere consapevole di quella sua “anormalità” conclamata. Del resto Elisa, 23 anni, è sicuramente diversa dalla stragrande maggioranza delle ragazze della sua età. Nasce ad Imperia l’11 ottobre 1990, una città che adora: «Tutti i ragazzi la odiano – dice – perché lì non ci sono discoteche, pub o divertimenti per i giovani. Io invece la adoro: c’é il mare, la montagna e la natura, cosa chiedere di più?». Intervistiamo Elisa via Skype. E questa è già un’impresa visto il suo rapporto, pari a zero, con la tecnologia moderna. Il sorriso e la semplicità di Elisa mi colpiscono subito. Racconta, senza il minimo impaccio, quanto sia profonda e verace la sua passione per lo sport e per le avventure e quanto sia contenta di essere “diversa” dalla massa. «I miei coetanei, alle 19.30, si ritrovano per l’aperitivo – continua – io e la mia amica Rachele, invece, andiamo a correre in mezzo ai boschi, a volte immerse nel buio. Luce frontale sulla testa, respiriamo la natura, divertendoci come pazze e siamo capaci di sederci poi, tutte infangate, ad un ristorante a cenare per concludere la serata».

Corre, nuota e pedala da circa 5 anni con naturalezza, assaporando fino in fondo l’emozione delle sfide. «La giornata – è il suo mantra – va sfruttata tutta. Il tempo non va mai sprecato nel non far nulla». Fuori dagli impegni professionali, Elisa si alza dal letto ad ore improbabili pur di correre per qualche chilometro e, seguendo sempre il suo debordante istinto sportivo, col passar degli anni questa passione è diventata un’esigenza vitale: «Ho imparato da sola a pedalare, così come a nuotare… seguo un istinto, corro come una papera, lo so, ma col tempo migliorerò». Io sorrido nel sentire la naturalezza con cui va avanti a presentarsi. «… e poi quest’anno, in occasione del mio compleanno, ho deciso di regalarmi il giro della Corsica a cavallo della mia MTB. Un traghetto serale, lo sbarco mattiniero a Bastia e poi giù a pedalare con uno zaino di 8 kg sulle spalle, un errore che non ripeterò sostituendolo con borse laterali o con un carrello». Niente programmi né tragitti precostituiti. Unici punti fissi la sveglia alle ore 6, una nuotata e una corsa a piedi, giusto per non farsi mancare niente, prima di un’abbondante colazione ed il rituale salto sulla bicicletta. «La costa Ovest è noiosa, un ‘piattume’ che non finisce mai. Ho provato a ravvivarlo con soste, bagni nelle splendide acque locali, un po’ di riposo in spiaggia e qualche stuzzichino di cibo che avevo sempre dietro. Come sempre, nessuna tappa prefissata, solo l’istinto e la voglia di pedalare godendomi fino in fondo il mio regalo». Alla mia domanda sui chilometri giornalieri percorsi, Elisa risponde simpaticamente così: «Dipendeva da quanto mangiavo e, siccome mangiavo veramente tanto, pedalavo di buona lena fino alle 6, 6.30 di sera, ora in cui cercavo un albergo per passare la notte. In ogni caso, se il mio contachilometri non mente, ho percorso un totale di 690 km in cinque giorni intensi e profondi. Ogni volta che mi sentivo in difficoltà e nei momenti in cui mi chiedevo chi me l’aveva fatto fare, era sufficiente volgere lo sguardo indietro ed osservare la strada che avevo percorso per sentirmi grande con me stessa ed avere quella sferzata di energia per continuare col sorriso ed una voglia sempre crescente. Non è stato semplice: la parte est dell’isola è veramente impegnativa sotto il profilo altimetrico e la MTB non è probabilmente il mezzo più congeniale per affrontare una sfida del genere.


85 se qualcuno fora, io mi fermo ad aiutarlo. Anzi, speriamo che qualcuno fori… :-)». «La parte bella di questa nuova avventura, non lo nego, arriverà dopo perché il rientro ad Imperia – conclude – è previsto in bicicletta. Nel mio futuro prossimo mi piacerebbe fare il giro della Sicilia. Non ho ancora studiato un progetto definito, ma quando ci penso, so già come andrà a finire…». È bello trovare persone “anormali”.

Ma non importa, l’importante era pedalare, muovermi verso l’obiettivo, completare il regalo di compleanno». L’esplosione dell’emozione, seguita da lacrime di gioia, a 20 km dalla fine quando, imbattendosi nella segnalazione stradale che indica la distanza rimasta, capisce di avercela fatta: «È stata un’emozione grande, la realizzazione di un desiderio, una prova di volontà che mi ha confermato quanto sia bello lo sport interpretato con questa mentalità. Non so ancora, di preciso, cosa mi spinge, sicuramente un amore smodato per la libertà mentale oltre che fisica e un’indole non ben definibile che mi obbliga, ma senza alcuna forzatura, ad assecondare tutto ciò che l’istinto mi suggerisce».

«Credo – ammette sorridendo – di essere un po’ la ‘pecora nera’ della famiglia. Mio papà, pur preoccupandosi, mi sprona a non rinunciare alle mie emozioni ed è sicuramente contento, mentre la mamma, da mamma, si preoccupa un po’ di più per i rischi e per quest’indole così diversa e così fuori dagli schemi. Mi dice sempre che sono l’unica che fa il bagno al mare in questi giorni. “Ma non vedi – borbotta – che non c’è nessuno?”. È vero, sono l’unica, ma a me piace fare il bagno tutti i giorni dell’anno, estate o inverno non importa. Non so cosa farci, è più forte di me... forse ho l’acqua salata nelle vene». Sicuramente nella mente ha nuovi progetti: «Mi sono fatta convincere: a maggio andrò a Barcellona dove parteciperò al mio primo mezzo ironman. Sarà sicuramente una grande emozione, ci metterò tutta me stessa ma non sono un’agonista e,


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SEGNI PARTICOLARI: BELLISSIME

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UN SITO AMERICANO HA RIUNITO LE PIÙ SEDUCENTI CELEBRITY DEL PIANETA. CON UN COMUNE DENOMINATORE: LA BICICLETTA

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Segni particolari bellissime. Sono le celebrità che hanno segnato un’epoca, oggetto del desiderio di intere generazioni. Malgrado le “mise” castigate, sprigionano una carica seduttiva che le veline di oggi neanche si sognano. Un blogger d’oltreoceano, con rigore quasi feticistico, ha deciso di riunirle seguendo un denominatore comune: la bicicletta. Ne esce una collezione che sembra una lectio magistralis sulla bellezza planetaria. Ci sono le rotondità giunoniche di Sophia Loren, la postura vamp di Marylin, lo sguardo adescatore di Monica Bellucci e la procacità al miele di Brigitte Bardot. E ancora l’eleganza misogina ed eterea di Audrey Hepburn, il fascino ruspante di Jane Fonda, lo stile composto di Ava Gardner e l’algida bellezza di Rita Hayworth. Per gli amanti del beautiful-chic, impareggiabile la foto di Grace Kelly e per chi, invece, adora un fascino più selvaggio, ecco la carnalità di Claudia Cardinale e l’avvenenza mondana di Raquel Welch. Infine, sintesi suprema della bellezza, onore alla sensualità universale di Elizabeth Taylor.

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CIRCUITO DALZERO.IT LE NOVITÀ DEL 2014 LA ASD Dalzero.it ha il piacere di presentare le novità studiate per tutti i ciclisti per il prossimo anno. Abbiamo deciso di creare due differenti circuiti per agevolare il ciclista negli spostamenti, quindi avremo il Circuito Dalzero.it NORD e il Circuito Dalzero.it SUD.

TROFEO SCALATORE DALZERO.IT Data

Le manifestazioni inserite nei due circuiti sono di alto livello, con interessanti novità per assicurare ogni anno la possibilità di conoscere nuovi percorsi lungo il territorio italiano. Anche nel 2014 la classifica dei due circuiti sarà calcolata in base alla distanza del percorso completato alle varie granfondo. Il contributo in punti dato dal viaggio per raggiungere la manifestazione varrà solo un decimo per dare più importanza all’attività in bici. NOVITÀ DEL 2014 SARÀ IL TROFEO SCALATORE DALZERO.IT La Granfondo della Val Gardena, La Leggendaria Charly Gaul e la Granfondo del San Gottardo saranno protagoniste del Trofeo Scalatore Dalzero.it, rivolto a tutti gli appassionati delle salite. In ogni manifestazione delle tre sopraindicate verranno identificate le salite cronometrate e verrà assegnata una categoria al GPM in base alla difficoltà della salita. Verranno assegnati dei punti dal miglior tempo a scalare, secondo una tabella che verrà inserita nel regolamento nelle prossime settimane. Ecco il dettaglio delle manifestazioni incluse nei circuiti: CIRCUITO DALZERO.IT NORD

Manifestazione

Comune

13/07/2014

Granfondo della Val Gardena Ortisei (BZ) - Groeden Marathon

20/07/2014

La Leggendaria Charly Gaul Trento - Monte Bondone

Trento (TN)

27/07/2014

Granfondo del San Gottardo

Ambrì (Svizzera)

ISCRIZIONI Le iscrizioni sono effettuabili tramite www.mysdam.net scegliendo l’abbonamento di proprio interesse. • Circuito Dalzero.it NORD 10 Manifestazioni – 240 Euro possibili fino al 28/02/2014 • Circuito Dalzero.it NORD 6 Manifestazioni – 150 Euro possibili fino al 28/02/2014 • Circuito Dalzero.it SUD 8 Manifestazioni – 150 Euro possibili fino al 28/02/2014 • Circuito Dalzero.it SUD 6 Manifestazioni – 120 Euro possibili fino al 28/02/2014 • Trofeo Scalatore Dalzero.it – 90 Euro fino al 28/02/2014 – 100 Euro fino al 10/07/2014 I tesserati della ASD Dalzero.it possono contattare direttamente via mail asd@dalzero.it per l’iscrizione al circuito in quanto abbiamo riservato per loro un trattamento di favore con particolari scontistiche a seconda della manifestazione e alla numerosità di partecipanti della nostra squadra.

Data

Manifestazione

Comune

23/03/2014

Granfondo Città di Pisa

Pisa (PI)

13/04/2014

Le Cime di Romagna

Faenza (RA)

11/05/2014

Granfondo della Vernaccia

San Gimignano (SI)

25/05/2014

Giro delle Valli Monregalesi

Mondovì (CN)

22/06/2014

La Sagrantino

Montefalco (PG)

13/07/2014

Granfondo della Val Gardena Groeden Marathon

Ortisei (BZ)

20/07/2014

La Leggendaria Charly Gaul Trento - Monte Bondone

Trento (TN)

27/07/2014

Granfondo del San Gottardo

Ambrì (Svizzera)

31/08/2014

Fondo Leopardiana

Recanati (MC)

14/09/2014

Granfondo delle 5 Terre e della Riviera Spezzina

Deiva Marina (SP)

CIRCUITO DALZERO.IT SUD Data

Manifestazione

Comune

23/03/2014

Granfondo Città di Amalfi

Amalfi (SA)

25/05/2014

Maratona degli Appennini

Sansepolcro (AR)

02/06/2014

Granfondo Terre di Assisi La Strasubasio

Spello (PG)

15/06/2014

Granfondo dei Colli Amerini

Amelia (TR)

22/06/2014

La Sagrantino

Montefalco (PG)

06/07/2014

Ciclolonga degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo

Castel di Sangro (AQ)

27/07/2014

Granfondo del Matese

Frosolone (IS)

07/09/2014

Granfondo delle 3 Regioni Città di Sapri

Sapri (SA)

Siete pronti per il 2014? Noi sì, tesserati con la ASD Dalzero.it per vivere un anno di ciclismo insieme. Tutti i dettagli ed il regolamento sono disponibili sul sito ufficiale: www.dalzero.it - Mail di riferimento: info@dalzero.it


RANKING NEST COSÌ PICCOLO E COSÌ SICURO a cura di ROBERTO ZANETTI NON ESISTE UNA REGOLA AFFINCHÉ UN CASCO, PER ESSERE SICURO DEBBA OBBLIGATORIAMENTE ESSERE ANCHE GROSSO, ANZI… NEST DI RANKING È PROPRIO IL CONTRARIO: PICCOLO ED AFFIDABILE, UN CASCO NUOVO, UN CASCO MODERNO Comodo, leggero, poco ingombrante e a un prezzo strabiliante! Lo slogan coniato dagli addetti alla campagna pubblicitaria di Freewheeling, il distributore esclusivo Ranking per l’Italia, calza a pennello al casco Nest. Un messaggio diretto che individua pienamente questo prodotto; un casco stradale molto apprezzato dai ciclisti perché, una volta indossato sulla testa, viene subito notato per la sua forma minimale e poco ingombrante. Ben curato nei dettagli e proposto al pubblico a un prezzo veramente molto competitivo, il Ranking Nest si avvale del sistema di ritenzione “Just Fit 4” che avvolge alla perfezione la nuca e, di conseguenza, permette al casco di essere utilizzato in totale sicurezza anche in presenza di fondo stradale sconnesso o accidentato. In questo modo ne beneficia la tranquillità del ciclista che può pedalare sereno al punto tale, quasi, di non avere sulla testa il caschetto protettivo. Molto pratico, con il semplice gesto della mano è possibile regolarlo facilmente anche in corsa tramite la rotellina gommata posteriore. Inoltre, la calotta interna del Ranking Nes, si adatta benissimo sia a una forma di testa allungata sia a una forma di testa tonda: una casco davvero per tutti!

Utili consigli per l’uso del casco: • Non potendo prevedere quando si avrà bisogno del casco vale la pena indossarlo sempre, questo è fondamentale e imprescindibile! • In secondo luogo, prima di indossarlo, bisogna leggere attentamente le istruzioni e i suggerimenti contenute nel “manuale” inserito nella confezione al momento dell’acquisto. • Non modificare ne rimuovere i componenti originali che compongono il casco, adesivi e colorazioni comprese. Tali accorgimenti potrebbero alterare o danneggiarne l’integrità. • Il casco deve essere accuratamente lavato, pulito e soggetto a una manutenzione periodica. Dopo circa tre anni di utilizzo, anche se appare in buone condizioni, se ne consiglia la sostituzione perché potrebbe non garantire più una protezione adeguata a causa del deterioramento naturale dei suoi componenti. • Dopo un impatto o un urto violento bisogna verificare immediatamente lo stato della calotta esterna e della scocca interna valutandone attentamente la sostituzione. Anche se, all’apparenza, non compaiono danni evidenti meglio optare per un casco nuovo che garantisca la sicurezza necessaria e l’originale affidabilità.

Ranking Nest matt-blue

Ranking Nest colore matt-orange

Ranking Nest colore matt-green visto da una prospettiva frontale

Caratteristiche tecniche del prodotto: • Omologazioni: CE EN1078 • Costruzione: calotta esterna in policarbonato saldato “in-mold” all’EPS interno • Design: aerodinamico ed elegante • Ventilazione: 28 grandi prese d’aria • Comfort: sottogola regolabile e chiusura a rilascio rapido • Ritenzione: ring system JF-4-2 • Peso: taglia M (55-59) 227 gr; taglia L (58-61) 237 gr • Colori: matt yellow – matt blue – matt white – matt green – matt orange – matt black – pearl white • Prezzo: € 70,00 al pubblico, IVA inclusa

Il Produttore RANKING Corporation www.ranking-helmet.com Distributore per l’Italia: Freewheeling snc Via Barsanti, 10 48124 Fornace Zarattini (RA) Tel. +39 0544 461525 Fax. +39 0544 462096 E.mail: info@freewheeling.it Web site: www.freewheeling.it


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PIPAZA MINARDI a cura della REDAZIONE

info@inbici.net

“IL MIO FAUSTO” IL 2 GENNAIO DI 53 ANNI FA MORIVA COPPI. LO RICORDIAMO CON LE PAROLE DI CHI, ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA, L’HA BATTUTO

«F

«Fausto voleva vincere sempre, in tutte le corse. Contro chiunque. Vincere era la sua missione». Parole quasi scontate che però diventano sentenze se le pronuncia uno che ha messo le ruote davanti al Campionissimo: Pipaza Minardi da Solarolo (Ravenna), classe 1928. Una mezza divinità del ciclismo romagnolo e non per modo di dire. Lui stesso confessa che ai tempi «l’arciprete del paese mi ricordava nelle sue benedizioni». Quando lo invitano alle cene e ai raduni di ciclismo e si mette a parlare, le folle si chetano e ascoltano Pipaza – Giuseppe non ce lo chiama proprio nessuno, al limite Pippo – in religioso silenzio. Nella sua casa di Faenza ricorda, non senza un rivolo di emozione, Fausto Coppi che il 2 gennaio di 53 anni fa, si alzò sui pedali per l’ultima fuga. Pipaza, chi era Fausto Coppi? «Era un uomo triste, era nato triste. Parlava poco, aveva un sorriso accennato anche


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quando uno diceva una battuta. Tutto il contrario di Bartali: quello non stava mai zitto. Durante le lunghe trasferte in treno per andare alle corse, con Coppi poteva-

no esserci ore di silenzio, con Bartali era l’opposto». Un musone, dunque?

«No, è che aveva qualcosa dentro. Ma non so cosa. La morte del fratello, poi, lo aveva peggiorato. Però era serio: quando diceva una cosa era quella. Sempre compunto, mai volgare. Una persona splendida». E come corridore? «Che domande! È stato il migliore. Eppure a vederlo camminare non era per niente bello. Alla punzonatura, un rito che quando è stato abolito è sparita parte della magia del ciclismo, la gente poteva vederlo e toccarlo. Si intuivano subito le sue gambe lunghissime e il torace enorme. Era un po’ sgraziato». Quando montava in bici, però... «Era bello. E sotto sforzo era bellissimo. Tutti noi quando diamo il massimo ci scomponiamo. Lui no, diventava tutt’uno con la bici. Era armonico, nato per fare il ciclista». Battere uno così deve essere stata una soddisfazione. «Indimenticabile fu la mia vittoria al Giro della provincia di Reggio Calabria del ’54. Sulla salita di Palmi, il Sant’Elia, nove chilometri di sofferenza a ruota di Fausto. Restiamo in due. Mi viene da ridere...». Da ridere? «Sì, penso al ragazzino che ero e a lui. Che impresa. Lui prova a lasciarmi negli ultimi quattro chilometri, i più duri. Niente. Poi tenta anche in discesa. Si butta come un matto, io sbaglio una curva, perdo trenta metri ma poi torno sotto e comincia la pianura».


foto NEWSPOWER CANON

GIULIO MAGRI


TUFO CALIBRA

L’IMBARAZZO DELLA SCELTA a cura di ROBERTO ZANETTI

UN BUON PNEUMATICO DEVE CONFERIRE AL CICLISTA SICUREZZA SU TUTTI I TERRENI E IN OGNI CONDIZIONE ATMOSFERICA. SE POI, COME IL CALIBRA DI TUFO, LE OPZIONI DISPONIBILI SONO BEN TRE (CALIBRA, CALIBRA LIGHT E CALIBRA PLUS) ALLORA DOBBIAMO SOLAMENTE SEDERCI SUL SELLINO DELLA NOSTRA BICICLETTA E PEDALARE Calibra, il copertoncino di Tufo che avevo già avuto modo di testare lo scorso anno su delle ruote Zipp 202 Firecrest (INBICI Magazine di marzo 2013, pagine 130-131 e a pagina 90 di luglio 2013), allarga la propria famiglia avvalendosi di altri due modelli: il Calibra Plus e Il Calibra Light. I nuovi prodotti, distribuiti in Italia sempre da Beltrami TSA di Reggio Emilia, vanno a completare la gamma dei pneumatici stradali di alta gamma che Tufo, azienda con sede in Repubblica Ceca, propone in alternativa ai già famosi e ottimi tubolari. Invariata è la filosofia del marchio: elevati standard di fabbricazione, collaborazioni e suggerimenti che derivano direttamente dalle prove effettuate con atleti professionisti di tutte le discipline ciclistiche, selezione accurata dei migliori materiali presenti sul mercato e, soprattutto, controllo pressoché totale delle fasi di lavorazione che, nella maggior parte dei passaggi, sono svolte rigorosamente a mano. Da questo dato si evince come, in pratica, ogni pneumatico di Tufo sia in un certo qual modo “unico”! I copertoncini Calibra, a prescindere dal modello, si prestano a tutte le tipologie di utilizzo, sia in gara che in allenamento. Bassa resistenza al rotolamento, profilo arrotondato del battistrada e un elevato valore di TPI (180/120 numero di fili per pollice) garantiscono, inoltre, un’ottima resistenza alle forature; il vero “tallone d’Achille” di molti pneumatici… In evidenza A prima vista, confrontando i dati tecnici, il numero di TPI delle coperture Tufo potrebbe sembrare inferiore rispetto a quelli di altri costruttori. Il segreto, invece, sta nell’utilizzare fili in nylon e non in cotone (come normalmente fanno le principali aziende) ottenendo così la medesima resistenza contro le forature a garanzia di un prodotto che rimane sempre di alta qualità.

Foto 1: Tufo Calibra

Foto 2: Tufo Calibra Light

Caratteristiche tecniche dei copertoncini Tufo Calibra CALIBRA (foto 1): - Misura: 28” - Larghezza: 23 mm - Peso: 195 gr - Pressione di gonfiaggio: 6-10 bar (90-145 p.s.i.) - Conto TPI: 180/120 - Prezzo: € 39,00 cadauno, IVA inclusa al pubblico CALIBRA LIGHT (foto 2): - Misura: 28” - Larghezza: 23 mm - Peso: 150 gr - Pressione di gonfiaggio: 6-10 bar (90-145 p.s.i.) - Conto TPI: 180/120 - Prezzo: € 49,00 cadauno, IVA inclusa al pubblico CALIBRA PLUS (foto 3): - Misura: 28” - Larghezza: 23 mm - Peso: 180 gr - Pressione di gonfiaggio: 6-10 bar (90-145 p.s.i.) - Conto TPI: 180/120 - Prezzo: € 44,00 cadauno, IVA inclusa al pubblico

Foto 3: Tufo Calibra Plus

Il Produttore: Tufo - www.tufo.com Distributore per l’Italia: Beltrami TSA - Via Euripide, 7 - 42124 Reggio Emilia Tel: +39 0522 307803 • Fax: +39 0522 703106 E-mail: info@beltramitsa.it • Web site: www.beltramitsa.it


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DOSSIER SPORT E MEDICINA

a cura di ALESSANDRO MARIANO*

PEDALARE CORRETTAMENTE? A VOLTE DIPENDE DA COME MASTICHI ELETTROMIOGRAFO E OCCLUSIONE DENTALE NELLA VALUTAZIONE BIOMECCANICA DEL CICLISTA

U

Un aspetto troppo spesso trascurato nella valutazione biomeccanica è l’occlusione dentale. Premesso che, nelle valutazioni più avanzate, è più corretto parlare di test biodinamico, in quanto non si misurano solo angoli di utilizzo dei vari segmenti scheletrici ma si prende in considerazione anche l’aspetto muscolare, l’occlusione dentale ha un importanza non trascurabile. Un’occlusione dentale scorretta influisce in modo considerevole sia sulla postura statica che dinamica, in quanto può influire negativamente sul rendimento muscolare. L’occlusione scorretta produce tensioni muscolari che influiscono negativamente sul rendimento. COME VALUTARE CORRETTAMENTE L’INFLUENZA DELL’OCCLUSIONE IN UNA VALUTAZIONE BIOMECCANICA? Nel test in questione viene utilizzato un elettromiografo di ultima generazione con specifiche appositamente studiate per lo scopo prodotto da BTS Bioengineering su specifica richiesta. Tramite l’analisi statica e dinamica dell’attività dei muscoli masticatori, influenzata dal contatto dei denti o da OAs, fornisce indicazioni sulle correzioni di forma da applicare. Viene utilizzata l’analisi elettromiografica di superficie per misurare l’influenza differenziale della funzione occlusale tramite indici validati e pubblicati in letteratura scientifica, quali POC, BAR e TORS. Vengono fornite informazioni funzionali sulle alterazioni neuromuscolari indotte dal contatto occlusale.

COME EVITARE ERRORI DI INTERPRETAZIONE? La metodica differenziale è basata su due step di analisi EMG sequenziali: • Il primo fornisce un valore di riferimento per il segnale EMG: interponendo due rulli salivari che impediscono il contatto tra i denti, viene eseguita una misurazione durante un serramento;

• Il secondo prevede l’analisi EMG di un clenching permettendo il contatto tra i denti.

Comparando le due prove, tramite rapporto differenziate tra i segnali SEMG, si ottiene come risultato l’effetto dell’occlusione sull’equilibrio neuromuscolare: i dati sono così NORMALIZZATI e le cause di errore che accomunano i due test sono eliminate. *Biomeccanico

info@fisioradi.it

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7 min


Dany Moreno si sottopone al test


foto NEWSPOWER CANON

ENRICO ZEN



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IL TELAIO IDEALE

a cura di ROBERTO ZANETTI

UNA KTM MOLTO “PRESTIGIOSA”

Tempo di lettura

7 min

robertozanetti65@gmail.com

DA MOLTI ANNI FAMOSO PER I SUCCESSI NELLA MOUNTAIN BIKE, IL MARCHIO AUSTRIACO KTM, SI PROPONE ANCHE NEL PRODOTTO “CORSA” CON UNA LINEA DI BICICLETTE DI OTTIMA FINITURA COME, NELLA FATTISPECIE, LA REVELATOR PRESTIGE DI2, ASSOLUTA PROTAGONISTA DEL NOSTRO TEST SUL PRIMO NUMERO DEL 2014 DI INBICI.

In evidenza: A volte alcune bici test che mi vengono inviate, per motivi diversi

Test bike foto MONICA CUEL

I

Il test: Il frutto del lavoro svolto dai progettisti di KTM si traduce tutto in questa specialissima di alta gamma che è la somma di molteplici elementi: impatto visivo, grande appeal, innovazione, tecnologia, materiali e ricerca. Da non sottovalutare poi l’importantissimo fattore prezzo, che colloca la Revelator Prestige Di2 nell’olimpo delle specialissime d’alta gamma, con la migliore quotazione in assoluto di prodotti equivalenti presenti sul mercato. Tutto ciò è il risultato finale di una bicicletta da corsa dedita alla competizione e, di conseguenza per forza rigida, resa però ultra sensibile e confortevole dal tipo di carbonio utilizzato, dalla geometria e dal design. Particolare attenzione è stata data al press-fit del movimento centrale del telaio e a tutte le zone di congiunzione: nodo sterzo, nodo sella e per l’appunto il cuore del telaio, la scatola del movimento. Il canonico mese di prova a cui è stata sottoposta a tutte le sollecitazioni e a ogni genere di prova è stato sufficiente per ricavarne un giudizio estremamente positivo, molto arduo il mio compito da tester per trovarne un punto debole. Come approfondirò nell’analisi successiva solo le ruote di cui è equipaggiata non godono della mia preferenza ma è solo una questione soggettiva e di abitudine ad altri prodotti; lungi da me l’idea che non vadano bene o possano creare dei problemi alla guida del mezzo.


Caratteristiche Tecniche

foto MONICA CUEL

KTM Revelator Prestige Di2

(in primis gli allestimenti), non sempre rispecchiano le aspettative. Il gruppo elettronico Dura Ace Di2 di Shimano non solo mi ha dato delle risposte assolutamente affermative ma ha reso ancora più esaltante la prova della Revelator Prestige, autentica regina della strada nel suo segmento di appartenenza. Da rivedere: Le ruote Mavic Cosmic Carbone SLE-C, molto “fashion” e particolarmente indicate nel contesto grafico della bici sono, a mio parere, una scelta discutibile da adottare su un mezzo con caratteristiche prestative così elevate. La frenata è efficace ma anche molto rumorosa (tirando a fondo le leve si percepisce un fortissimo fischio sulla pista frenante) e il copertoncino, anche se di buona qualità, non garantisce le performance e la scorrevolezza che assicurerebbe un tubolare. Consigli per l’acquisto, perché comprarla? La classica colorazione white-orange di KTM individua un marchio che si sta facendo sempre più apprezzare per la qualità costruttiva delle sue biciclette. Ma non è solo la parte cromatica a fare la differenza ma tutto l’insieme della Revalator Prestige, uno dei mezzi più completi (e per “completi” s’intende una serie di fattori) coi quali ho pedalato in questi ultimi mesi.

• Telaio: KTM Revelator R:1489 Premium High-end Carbon-Roadrace Front Monocoque Design • Cambio: Shimano Dura Ace 9070 Di2 • Deragliatore: Shimano Dura Ace 9070 Di2 • Guarnitura: Shimano Dura Ace 9000 53-39t • Catena: Shimano Dura Ace 9000 • Ruota libera: Shimano Dura Ace 9000 11-25t • Movimento centrale: Shimano BB91-41B Pressfit • Freni: Shimano Dura Ace 9000 • Forcella: KTM F-7 High-End Carbon-Road-Fork, Carbon Monocoque Design, Carbon-Shaft • Serie sterzo: 1.1/8” - 1.1/4” • Attacco manubrio: Ritchey WCS 4-axis - 6° Carbon-Matrix • Piega manubrio: Ritchey WCS Carbon Curve • Reggisella: Ritchey WCS Logic Zero Drop-in • Sella: Selle Italia SLR Flow • Cerchi: Mavic Cosmic Carbone SLE-C • Coperture: Mavic Yksion Pro Griplink 23-622 • Mozzi: Mavic Hubs w/aero Flanges • Taglie: 52 cm, 55 cm, 57 cm, 59 cm • Colori: Carbon ud-matt (white+orange) • Peso bici completa (come in foto): 6,8 kg completa di pedali (taglia 52 cm)


foto MONICA CUEL

Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Carrera Radius www.carreraworld.com • Occhiali: Carrera R&B XLITE www.carreraworld.com • Copri scarpe: Biotex www.biotex.it • Guanti: Craft Bike Thermal Split Finger www.newwave.it • Abbigliamento: Craft www.newwave.it • Strumentazione: Mio Cyclo 505 HC www.miotecnology.com • Pedali: Shimano Dura Ace www.shimano.com • Portaborraccia: Elite www.elite-it.com

Con il semplice tocco di un’unica leva/comando si ha modo di azionare il cambio sequienziale, sia sulla corona anteriore che sulla cassetta pignoni della trasmissione

All’interno del tubo reggisella è alloggiata la batteria a scomparsa del cambio elettronico Shimano Dura Ace Di2

foto MONICA CUEL

Il Produttore e Distributore per l’Italia: KTM Fahrrad Gmbh Harlochnerstrasse, 13 5230 Mattighofen (A) Tel. +43 7742 40910 Fax: +43 7742 409171 E-mail: office@ktm-bikes.at Web site: www.ktm-bikes.at

foto MONICA CUEL

La centralina elettronica del gruppo Shimano è come sempre fissata sul piantone verticale del telaio in prossimità del deragliatore. La guarnitura 53x39 conferisce alla Revelator Prestige, sempre ammesso che si abbia la “gamba buona”, una spinta da gara per prestazioni ai massimi livelli

In vendita a partire da: Già disponibile da settembre 2013 Prezzo: € 6.699,00 al pubblico, IVA inclusa, come modello testato (in foto) con gruppo Shimano elettronico Dura Ace Di2 € 4.999,00 al pubblico, IVA inclusa con gruppo meccanico Shimano Dura Ace e ruote Mavic Ksyrium SL S23 WTS in alluminio


MTB

www .inbic

i.net


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INTEGRAZIONE, LAVORI IN CORSO a cura di GIANLUCA BARBIERI

gianlucabarbieri.inbici@gmail.com

COSA ASSUMERE PRIMA, DURANTE E DOPO L’ALLENAMENTO? CE LO SPIEGA UN GRANDE ESPERTO DI DIETETICA SPORTIVA: «NON ESISTE UN SUPPLEMENTO UTILE SENZA NUTRIZIONE ADEGUATA»

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Se si escludono alcune certezze ormai condivise, il mondo composito dell’integrazione applicata allo sport resta un settore “working in progress”. A spiegarci le ultime novità è il dottor Nicola Sponsiello, esperto in dietetica clinica e, in particolare, di nutrizione nello sport. Dottor Sponsiello, da tempo si parla di “importanti novità” per il settore dell’integrazione per il ciclismo: ce le può elencare? «Uno dei criteri in cui si può organizzare un argomento così complesso è la tempistica, ovvero cos’è potenzialmente utile prima, durante e dopo la performance. A questo va poi aggiunto cosa può essere sensato assumere ‘in cronico’, ovvero per tempi anche lunghi e senza che vi sia uno specifico rapporto con la pedalata.» Bene, allora cominciamo con il “prima”… «Di particolare efficacia sono quelle miscele di carboidrati che garantiscono una facile digeribilità. Si tratta di catene di zuccheri che sfruttano diverse vie di digestione ed assorbimento ottenendo velocità di utilizzo ed efficienza energetica davvero ottimali. Mi riferisco a mescolanze di glucosio, fruttosio e maltodestrine sia a catena breve che media (fino a 20 elementi). Con raffinatissimi sistemi di analisi, gli scienziati che si occupano dell’effettivo utilizzo di quanto assumiamo ci hanno dimostrato un’eccellente efficacia preparatoria.» E durante? «La ricerca di questi ultimi anni ha decretato che, durante gli sforzi prolungati, servono solo 3 elementi base: zuccheri, sali minerali ed acqua. È la diluizione di questa miscela a fare la differenza, anche se questo aspetto è spesso trascurato, con effetti assai negativi. La soluzione che si assume dovrebbe essere isotonica, ossia avere la stessa concentrazione dei fluidi corporei e composta dalla medesima associazione di zuccheri che abbiamo citato nel preesercizio. Secondo la durata dell’esercizio si possono aggiungere alcune sostanze che garantiscono prestazione: si parla di caffeina per durata entro le 3 ore (circa) o di piccole razioni di aminoacidi ramificati per durate più lunghe.» Chiudiamo con il “dopo”… «In questo caso la tempistica diventa molto importante. Alla fine dello sforzo, senza aspettare, si devono assumere miscele di proteine e carboidrati. La combinazione di questi due nutrienti garantisce recupero e trasformazione in vera utilità dello sforzo fatto per allenarsi. I progressi di questi ultimi anni ci hanno dato proteine estratte dal siero del latte, assai pure, private di ogni sostanza accessoria non espressamente utile (in qualche caso possibile fonte di fastidi).» Si parla anche di “supplementi utili da usare in specifiche fasi di allenamento”. A cosa ci si riferisce?

«In qualche caso si cura con attenzione la forza. Il tipo di forza che serve a pedalare non è esplosiva né elevatissima, dev’essere invece ‘resistente’. La leucina, anche assunta da sola, ha dimostrato propensioni assai interessanti su questo fronte. In qualche caso si fanno ‘carichi’ di allenamento particolari; tipica è la settimana di ferie dedicata alla bici. Il fatto è che si dovrebbe essere allenati all’allenamento (bisticcio di parole voluto), ma non sempre lo si è. In questo caso alcuni aminoacidi usati ad arte possono consentire un recupero ed un’efficacia davvero ottimali, mi riferisco in particolare alla glutammina e all’arginina.» Come possiamo riassumere tutti questi consigli? «In cinque punti ben precisi: non c’è supplemento utile senza nutrizione adeguata; non c’è un supplemento che migliori la prestazione; l’uso di supplementi o integrazioni è subordinato ad allenamento intenso: oltre le 4 uscite settimanali; la dose delle integrazioni è sempre da adattare al singolo soggetto; la tossicità delle sostanze che ho citato è quasi nulla, ma l’errato dosaggio o il cattivo utilizzo le rendono inutili.» Molte informazioni si possono trovare su www.nicolasponsiello.com Nicola Sponsiello


1a TAPPA

2a TAPPA

30 Marzo

27 Aprile

CORTONA (AR)

CINGOLI (MC)

RAMPICHIANA

9 Fossi

Percorso: km 40 Dislivello: 1.300 m

Percorso: km 49 Dislivello: 1.630 m

4a TAPPA

5a TAPPA

6a TAPPA

08 Giugno

07 Settembre

14 Settembre

COSTACCIARO (PG)

PRATOVECCHIO (AR)

Percorso: km 42 Dislivello: 1.665 m www.cuccoinbike.it

Percorso: km 53 Dislivello: 1.800 m www.straccabike.it

25 Maggio RIOLO TERME (RA)

G.F. Monte Cucco

G.F. Vena del Gesso Percorso: km 48 Dislivello: 1.450 m www.rallydiromagna.it

www.avisbikecingoli.it

www.cavallinoasd.it

7a TAPPA 05 Ottobre

CAMERANO (AN)

Straccabike

SINALUNGA (SI)

RampiConero

Sinalunga Bike

Percorso: km 42 Dislivello: 1.140 m www.rampiconero.it

Percorso: km 53 Dislivello: 1.670 m www.donkeybike.it

W S

Iscrizione izione gratuite per: Esordienti, Allievi e Junior Anteprima ABBONAMENTI

ISCRIVITI ENTRO SABATO 08 FEBBRAIO to Circaupipe e avrai CINQUE VANTAGGI: in t 1° costo abbonamento a € 130,00 2° omaggio (da definire) con arto 3° numero fisso personalizzato col nome del biker no sc u 4a 4° ritiro in area riseravta tappa 5° ingresso in 1° griglia 1a tappa Dal 10 febbraio al 10 marzo € 140,00 5a 3a con numero fisso, ritiro in area riservata e ingresso in 1° griglia. tappa tappa N.B.: ingresso griglia OPEN: primi cinque di ogni categoria a

E

7

N

calendario 2014

3a TAPPA

2a

tappa

6a

tappa

7

tappa

Anteprima ABBONAMENTI ESCURSIONISTI Iscriviti entro il 10 MARZO · costo abbonamento € 90,00

Montepremi finale Tour 3 Regioni Assoluta

SP - M / M5

1° Telaio 2° Casco 3° Casco

1 2 3 4 5 6/15

to Circaupipe in 6t concarto uno s

250,00 180,00 120,00 80,00 60,00 premi

M6 150,00 100,00 80,00 60,00 40,00 premi

M7

M W1

M W2

Junior

Eso-All

Squadra a punti

100,00 70,00 50,00 40,00 40,00

100,00 70,00 50,00 40,00 40,00

150,00 100,00 80,00 60,00 40,00

Premi Premi Premi

Premi Premi Premi

1.000,00 600,00 300,00

2a TAPPA

3a TAPPA

30 Marzo

27 Aprile

04 Maggio

25 Maggio

08 Giugno

13 Luglio

CORTONA (AR)

CINGOLI (MC)

PIORACO (MC)

RIOLO TERME (RA)

COSTACCIARO (PG)

BALZE - VERGHERETO (FC)

9 Fossi

Percorso: km 40 Dislivello: 1.300 m

Percorso: km 49 Dislivello: 1.630 m

www.cavallinoasd.it

www.avisbikecingoli.it

G.F. Monte Gemmo

G.F. Vena del Gesso Percorso: km 48 Dislivello: 1.450 m www.rallydiromagna.it

Percorso: km 43 Dislivello: 1.350 m www.conerocup.it

5a TAPPA

500,00 300,00 200,00 100,00 100,00

1a TAPPA RAMPICHIANA

4a TAPPA

Squadra a presenza

6a TAPPA

G.F. Monte Cucco

Sentieri del Fumaiolo

Percorso: km 42 Dislivello: 1.665 m www.cuccoinbike.it

Percorso: km 38 Dislivello: 1.244 m www.prolocobalze.com

ABBONAMENTO SINGOLO CIRCUITO: TOUR 3 REGIONI e/o ITALIAN 6 RACES ABBONAMENTO CUMULATIVO: TOUR 3 REGIONI + ITALIAN 6 RACES Entro Sabato 8 Febbraio: Tour 3 Regioni e/o Italian 6 Races € 130,00 Tour 3 Regioni + Italian 6 Races € 150,00 Dal 10 Febbraio al 10 Marzo: Tour 3 Regioni e/o Italian 6 Races € 140,00 Tour 3 Regioni + Italian 6 Races € 160,00 ABBONAMENTO COMULATIVO TOUR 3 REGIONI+COPPA TOSCANA: Entro Sabato 8 Febbraio: € 215,00 dal 10 Febbraio al 10 Marzo: € 225,00

COUPON D’ISCRIZIONE

Versamento su CCP 11965449 e/o CC Bancario IBAN: IT27 V 07601 1320 000001196 5449 intestato a: Promosport - Via Federico Bondi, 24/A - 47121 Forlì e inviare Copia Versamento, con dati anagrafici, società, codice società, numero tessera al fax 0543 64754

Cognome Via

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Nome

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Società Sesso

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Cap ..................... Città

N° codice Società

Agonista

Nato il

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N° Tessera

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Escursionista

Tel. .................................................................... E-mail .............................................................................................................................................................. Abbonamenti singoli: € 130,00 € 140,00 Abbonamenti comulativi: € 150,00 € 160,00 Abbonamenti comulativi: € 215,00 € 225,00 Abbonamenti Escursionisti: € 90,00

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ASD OLIVIERO ABBIGLIAMENTO a cura di MARIO PUGLIESE

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SUI PEDALI CON DE COUBERTIN BATTAGLIERI E VINCENTI, MA DIETRO AI SUCCESSI DELLA SQUADRA MISANESE, C’È SOPRATTUTTO UN SEGRETO: L’AMICIZIA

Il team ASD Oliviero abbigliamento di Misano Adriatico

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Al di là delle vittorie e delle coccarde tricolori, quella dell’ASD Oliviero Abbigliamento di Misano è, prima di tutto, una bella storia di amicizia. Un’amicizia nata e cementata grazie all’amore comune per la bicicletta, quella passione che, per una dozzina di weekend all’anno, trasforma un manipolo di ragazzi dai 30 ai 60 anni in un team d’intrepidi atleti smaniosi di misurarsi, in primis, con se stessi. La line-up della squadra è composta da Maurizio Donati (capitano), Tiziano Gardini, Vittorio Betti, Maurizio Tamburini, Maurizio Mengucci, Francesco Bernardini, Marco De Petra, Luca Cenci, Giovanni Sarti e Massimo Pelliccioni. Tra questi, menzione speciale per Donati e Cenci, rispettivamente vincitori delle maglie tricolori ACSI nelle categorie Gentleman e Senior. Ma – e non è un caso – il successo più bello ottenuto nel 2013 dal sodalizio misanese è l’affermazione nella classifica a punti Granfondo a squadre, il trofeo che, meglio di tutti, certifica la coesione granitica e l’unità d’intenti che regnano, da sempre, in questa equipe. Ad accompagnarci nel “dietro le quinte” dell’ASD Oli-

foto SIMONE MARCACCINI

viero Abbigliamento di Misano è Vittorio Betti, professione commercialista. Allora Betti, da dove nascono questi successi? «Direi, in primis, dall’amicizia. Alcuni di noi si conoscevano già da tempo, ma è stata la bicicletta il vero elemento di aggregazione del gruppo. Le ore di allenamento, le gare della domenica e qualche trasferta insieme, ci ha trasformato in un team molto unito. E, al di là dei successi, che fanno sempre piacere, direi che è questa la cosa più importante.» In un mondo spesso dominato dagli ex professionisti, voi siete – a tutti gli effetti – una squadra di veri amatori… «È così. Noi pedaliamo, prima di tutto, per il piacere di stare insieme e, quando l’agonismo sale, il confronto è prima di tutto con noi stessi.» Eppure, malgrado lo spirito decubertiano, vi siete tolti qualche soddisfazione nel campionato italiano ACSI… «È vero e speriamo di ripeterci anche quest’anno. Non sarà facile, ma l’obiettivo è quello di ripetere i successi del 2013.»

Senza ex professionisti non dovrebbe essere così difficile… «Noi, per principio, appoggiamo tutto ciò che mira a contrastare la cultura del doping. Io non so se le nuove norme federali basteranno per ripulire questo ambiente dai furbetti, ma di certo per chi, come noi, pratica il ciclismo con vero spirito amatoriale, questa non è una brutta notizia.» Avete già fissato il debutto stagionale? «Sì, credo sarà a marzo alla Granfondo Cassani di Faenza.» Qual è la gara a cui tenete di più? «Per una squadra romagnola, il clou resta la Nove Colli. Anche perché, svolgendosi sempre sul medesimo tracciato, ogni atleta ha la possibilità di rendersi conto dei progressi compiuti rispetto all’anno precedente. E poi, a Cesenatico, lo scenario è unico. Basti pensare soltanto alla gente assiepata a bordo della strada sulla salita del Barbotto. Lì, con un po’ di fantasia, anche il più scarso degli amatori può sentirsi, per qualche istante, un vero professionista…»



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OLTRE L’OSTACOLO robertozanetti65@gmail.com

a cura di ROBERTO ZANETTI test di FABIO DOTTI

SPEED LEVITY 29ER: NOME INGLESE, SOSTANZA ITALIANA

Tempo di lettura

7 min

SPEED È UN MARCHIO STORICO ITALIANO NEL SETTORE DELLE MTB. DAI PIONERISTICI MODELLI DI FINE ANNI ’80, AI SUCCESSI IRIDATI CON LA PROJECT 10 NEL 1991, SPEED HA SEMPRE FATTO DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE IL SUO MARCHIO DI FABBRICA. DAL 2005 IL BRAND È ENTRATO NELL’AZIENDA GRUPPO BICI SPA CHE RIUNISCE IL MEGLIO DEL CICLISMO “MADE IN ITALY” CON I MARCHI REGINA E ROSSIN

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Il test: Ho concentrato la mia prova partendo dallo slogan “con quale carattere affronti una nuova sfida”. La Levity Full Carbon 29er con forcella anteriore rigida (autentica pietra miliare della collezione Speed) è una bici che esce dagli schemi classici delle MTB tradizionali, sia per la geometria che per l’allestimento. Con queste caratteristiche, a mio avviso, Levity 29er è una front

rivolta a un pubblico di “puristi” dell’off road, di “palati fini” e quindi non per tutti. Il telaio, come tutti i modelli di Speed, è ben curato, essenziale e “senza fronzoli”. Un bel mix di rigidità, leggerezza e confort, nonostante l’assenza della forcella ammortizzata pur mantenendo in gamma versioni con la forcella Rock Shox. Nel complesso la Levity 29er è reattiva nei rilanci e nel ripido, mentre in discesa

Test bike

e nello sconnesso risulta abbastanza impegnativo mantenere la traiettoria ideale e diventa difficile gestirne la guidabilità quando la velocità tende a salire. Come ho già detto in precedenza, Levity 29er, è stata concepita dai tecnici di Speed per bikers esperti, per i cultori delle performance sullo sterrato che non accettano compromessi se non quelli delle prestazioni sempre ad altissimi livelli. In evidenza: La cosa che salta subito all’occhio è il gruppo Sram XX1, fiore all’occhiello della famosa casa americana negli allestimenti per MTB, che alleggerisce e contiene notevolmente il peso complessivo della Levity 29er. L’XX1 testato dispone della guarnitura Rotor Rex1 Monoq Oval con pedivelle da 172,5 mm e corona anteriore da 32 denti, mentre al posteriore adotta la ruota libera X01 con scala da 10 a 42 denti. Altra nota di merito della Levity 29er è l’impianto frenante Formula Racing 1 – 2014 con dischi semiflottanti: massima efficienza, prestazioni e soprattutto tanta sicurezza. Buono nell’insieme tutto il montaggio; accessori Ritchey WCS Carbon e ruote DT Swiss XR Spline assemblate con coperture TNT Hutchinson Pyton 29x2.10 completano questa fuori serie dalle ruote grasse!

foto MAURIZIO TAINI

Da rivedere: Per quanto concerne il gruppo Sram XX1, un’ottima alternativa al grip shift (manopola rotante) potrebbe essere il trigger (le classiche levette comandi). Se è vero che la manopola è immediata nella sua manualità ritengo che le leve siano più intuitive e pratiche, soprattutto nello sconnesso. Invece, per la guarnitura, avrei preferito una corona da 30 denti in alternativa di quella da 32 presente sul mezzo testato. Questa soluzione permette di avere, in alcune situazioni, una pedalata più agile e un maggiore range di utilizzo di tutti i rapporti disponibili; suggerimento che darei ogni tipologia di ciclista, a prescindere dal proprio grado di preparazione o di capacità.


Caratteristiche Tecniche • Telaio: Speed Levity 29er Full Carbon UD Weave • Cambio: Sram XX1 • Deragliatore Posteriore: Sram XX1 • Guarnitura: Rotor REX1 Oval Monoq, pedivelle 175 mm - corona 32 denti • Catena: Sram XX1 • Ruota Libera: Sram X01 10x42 denti • Movimento Centrale: PF.4630 Steel Black • Freni: Formula Racing 1 Disco ant. 180 mm, post. 160 mm • Leve Freni: Formula Racing 1 • Forcella: Levity 29er Carbon • Serie Sterzo: Ritchey • Attacco Manubrio: Ritchey WCS C-260 84/6D • Manubrio: Ritchey WCS Carbon Flat UD • Reggisella: Ritchey WCS 1B 400mm 0 offset • Sella: Speed/Selle Italia Microfibra • Manopole: Sram XX1 comando grip shift • Cerchi: DT SWISS XR 1501 Splyne • Coperture: Hutchinson Pyton 29x2,10 • Raggi: DT SWISS • Mozzi: DT SWISS Splyne • Taglie: 17”S - 19”M - 21”L • Colori: BLACK STARDUST • Peso bici completa come in foto: 9,00 kg completa di pedali Misura 19”M

foto FABIO DOTTI

Speed Levity 29er

L’approfondimento da parte dell’azienda: Il costruttore (Gruppo Bici di Cesena), messo al corrente della mia valutazione tecnica, mi ha prontamente risposto dichiarando che di serie, la Levity 29er, sarà dotata di una guarnitura ovale Rotor da 30 denti e non da 32 come presente nel modello testato. Apprezzo tale precisazione ringraziando Lorenzo Comandini di Gruppo Bici e la ritengo doverosa, da parte dell’azienda, nel confronti dei nostri appassionati lettori.

La leva ergonomica dell’esclusivo freno Formula Racing 1

foto FABIO DOTTI


foto FABIO DOTTI

Attacco e manubrio in carbonio sono firmati Ritchey

Accessori e materiali utilizzati per il test: Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Ranking mod. Morrison www.ranking-helmet.com • Occhiali: UVEX mod. SGL 202 Small Vario www.uvexsports.com • Scarpe: Exustar mod. E-SM324 www.exustar.com • Abbigliamento: Briko Bike www.briko.com • Pedali: Shimano XTR www.shimano.com • Porta Borraccia: Race One www.freeweeling.it

Deragliatore posteriore Sram XX1, ruota libera Sram X01 10x42, catena Sram XX1 e guarnitura Rotor REX1 Oval Monoq a 32 denti compongono la guarnitura della Levity 29er foto FABIO DOTTI

Il potente impianto frenante Formula Racing 1, sulla ruota posteriore, monta un disco da 160 mm

Il Produttore Speed www.speedbikes.it Il Distributore per l’Italia GRUPPO BICI S.p.A. Via Pitagora, 15 47521 Cesena (FC) Tel. +39 0547 300170 Fax: +39 0547 301419 E-mail: info@gruppobici.it Web site: www.speedbikes.it In vendita a partire da: fine gennaio 2014 Tempo di consegna: 15 giorni lavorativi dalla data dell’ordine Prezzo: € 3.449,00 al pubblico, IVA inclusa* foto FABIO DOTTI

*Maggiorazione ruote DT SWISS XR 1501 Splyne € 275,00 IVA inclusa


Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera, in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole. Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada. Orari abituali di partenze e ritrovi: • martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00

foto 4EVER.EU

Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB Colazioni e aperitivi con ricco buffet Servizio di pagamento bollette luce, gas, acqua, telefono e multe Sala TV Sky con dirette sportive tutte le partite in diretta del Cesena con Sky HD

Sala giochi • Ricariche telefoniche • Wi-fi libero Bar Ciccio - Via Romea, 120 Cesena (FC) 47522 - t. 0547 331984 - e. barciccio@hotmail.it -

BAR CICCIO


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SALUTE INBICI

a cura del dottor ALESSANDRO GARDINI* Tempo di lettura

7 min

DISTURBI OSTEOARTICOLARI: L’IMPORTANZA DELL’INTEGRAZIONE

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Nel periodo più freddo, quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli, è fondamentale l’allenamento in palestra con opportuni metodi di rinforzo alle maggiori strutture muscolari coinvolte nell’esercizio atletico, l’aiuto del proprio personal trainer e almeno un paio di sedute settimanali. Nello sci, nel calcio, nel basket e in tutti gli sport a scatti ripetuti, ma anche nel ciclismo e nei biker, prima delle competizioni e qualora si voglia mantenere sempre un adeguato livello di forma atletica, negli amatori sopra i cinquanta oppure quando si esce da periodi di infortuni, integratori a base di rimedi naturali con azione rinforzante, strutturale, condroprotettiva ed antiossidante possono essere molto utili, sempre associati ad una dieta adeguata alle proprie richieste energetiche e strutturali. È fondamentale effettuare la giusta scelta dei materiali ed aumentare al top l’affinità con la propria bici mantenendo sempre la giusta posizione in sella e sul manubrio, onde diminuire le sollecitazioni ed eventuali mancanze di coordinazione dei movimenti, che sono alla base della traumatologia muscolare del ciclista. Eseguire sempre un periodo di riscaldamento prima di un giro lungo o di una gara e il successivo defaticamento per riportare il muscolo alle condizioni iniziali sono buoni consigli da non sottovalutare. Cercando l’etimologia della parola “Prevenzione”, da un vecchio dizionario, ho trovato questo: preparare i rimedi contro il danno. Per fare questo, come certificato da numerosissimi studi scientifici, è importante l’utilizzo di prodotti con nutrienti in grado di favorire la ricostruzione dei tessuti cartilaginei e la rigenerazione della funzionalità articolare. Primi fra tutti la glucosamina, il condroitin solfato e il metilsulfonilmetano (MSM). La glucosamina, è uno aminozucchero naturalmente presente nel nostro organismo, dove è utilizzata per la formazione dell’acido ialuronico sinoviale e per la sintesi dei glucosaminoglicani e proteoglicani che costituiscono le cartilagini articolari. Differenti studi hanno dimostrato che, a causa di una deficienza di queste molecole, la cartilagine e le ossa hanno un attrito diretto tra loro, danneggiando le giunture ed il liquido sinoviale che li lubrifica diventa acquoso perdendo densità. È consigliata a tutti gli atleti con problemi o dolori articolari,

alessandrogardini@gmail.com

provocati dall’usura derivante da anni di allenamenti intensi, per tutti coloro che soffrono di patologie articolari, negli atleti sopra i cinquanta o semplicemente per cercare di alleviare piccoli fastidi e dolori derivanti da un infortunio. Le cartilagini sono composte per buona parte di condroitin solfato. La glucosamina rappresenta il principale precursore della condroitin solfato e per questo le troviamo assieme in moltissimi nutraceutici per i disturbi articolari e traumatologiche. Il Metil-Sulfonil-Metano (MSM) è invece una molecola a base di zolfo presente nei tessuti flessibili come quello connettivo e cartilagineo, il quarto minerale come quantità presente nell’organismo. Lo zolfo è fondamentale nelle articolazioni perché partecipa attivamente alla formazione dei composti sopra citati glucosamina e condroitin solfato e acido ialuronico. Numerosi studi dimostrano un’attività fondamentale dell’MSM sia come condroprotettore e antinfiammatorio naturale nelle artriti che per il ripristino del tono muscolare. L’integrazione con MSM risulta importante in quanto questa sostanza regola la permeabilità cellulare, permettendo alle sostanze dannose di defluire e al contrario ai nutrienti di affluire. Grazie a questo meccanismo si previene la formazione di accumuli che possono causare lo stato infiammatorio articolare. In commercio lo troviamo da solo, generalmente in compresse, o in specifici integratori associato ai precedenti o agli acidi boswelici (AKBA) derivati da una pianta, la Boswellia Serratia, dalle spiccate azioni antinfiammatorie grazie all’inibizione dei mediatori dell’infiammazione stessa. Un’azione importante è svolta dalla SMA-e (S-Adenosil-Metionina), un composto naturale prodotto anche dall’organismo, che partecipa ad importanti reazioni del nostro corpo e la cui carenza è spesso associata a patologie di affaticamento cronico, a problemi osteoarticolari e a fibromialgie. L’assunzione di quest’ultimo composto deve essere associata alla presenza di vitamine quali la B6, la B9 e la B12 che partecipano attivamente come cofattori enzimatici nei processi cellulari del nostro corpo e che sono utili anche per fibre nervose e muscolari. Un importante passo avanti è stato fatto nella formulazione di prodotti a base di collagene idrolizzato ed elastina utili per stimolare la sintesi di condroblasti e fibroblasti importanti costituenti dei tessuti connettivi del nostro organismo. Infine una dieta ricca di proteine, per la loro importante funzione strutturale, e di omega 3 e 6 per la loro importante funzionalità sulle membrane cellulare e l’azione antinfiammatoria, sono fattori importantissimi da considerare nella scelta della propria alimentazione. *Responsabile Reparto Sport e Nutrizione Farmacia del Bivio/Parfarmacia Dr. A. Gardini Bibliografia Optimum Sport Nutrition Dr. Michael Colgan, Ed. Leonardo da Vinci Milano 1996 Minerals, Vitamins and Antiox for Athletes Applepublishing 2002 (212-215) Aggiornamenti di Medicina Integrata Omeopiacenza Ed. 2 Semestre 2007 (6-8) Glucosamine, Chondroitin Sulphate and the Two in Combination for Painful Knee Osteoarthritis Clegg D.O., et al., N Engl J Med 2006; 354: 795-807 The Anti-inflammatory Effects of Methylsulfonylmethane on LipopolysaccharideInduced Inflammatory Responses in Murin Macrophages Biol. Pharm. Bull. 32 (4) 651-656 (2009) Efficacy of methylsulfonylmethane (MSM) in osteoarthritis pain of the knee. Dr. L.S. Kim N.D., Dr. L.J. Axelrod N.D., Osteoarthritis and Cartilage (2005) Fitoterapia. Impiego Razionale delle droghe vegetali Capasso, Grandolini, Izzo, Ed. Springer Stimolare la sintesi endogena di collagene ed elastina? Da oggi si può! da Dr. A. Bertuccioli, Blog Infomedica Integrata 24/12/2012



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STRETCHING NELLO SPORT

a cura del dottor MASSIMILIANO MUCCINI*

11ª PUNTATA LA PARTE PRATICA: METODI PER INCREMENTARE LA FLESSIBILITÀ ARTICOLARE

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Le metodiche di Stretching utilizzate negli sports in genere differiscono per due motivi principali, ovvero: stretching individuale “attivo” ed “attivo con ausilio dell’allenatore”. Stretching statico: è una metodica che deve essere praticata in maniera costante, perché se abbandonata in un periodo che va dalla settimana al mese, porta ad una regressione del ROM articolare. Stretching dinamico: utilizzato prevalentemente dagli atleti che necessitano di aumentare il loro raggio di azione articolare in funzione dello sport praticato, implica il fatto di far oscillare gli arti interessati in modo controllato. Non bisogna eccedere nel raggio di azione articolare onde evitare infortuni. Prima di tutto bisogna stabilire il tipo di ritmo di controllo e poi aumentare l’ampiezza del movimento fino al raggiungimento di livello di tensione desiderato che sarà il punto finale del movimento, secondariamente il riflesso può essere avvertito bloccando l’arto prima che l’articolazione raggiunga il punto finale del suo raggio di azione. Esempio: esercizio in piedi per allungare i muscoli ischio crurali (loggia posteriore della coscia nda) l’individuo può effettuare slanci con la gamba fino al raggiungimento della mano tesa, la quale blocca il piede al termine di ogni movimento, prima che venga raggiunto il punto estremo del raggio di azione delle anche. Sarà il sistema nervoso ad anticipare questo, facendo sì che ci sia una riduzione o eliminazione del “riflesso di allungamento”. Tale metodica deve essere eseguita con la massima precauzione.

Metodo PNF: sviluppato dal Dr. Kabat vuol dire Facilitazione Propriocettiva Neuromuscolare, ovvero metodica che promuove la risposta dei propriocettori. Si divide in: • Metodo CR (contrazione – rilassamento): si pratica con l’ausilio dell’allenatore che, fissando una determinata posizione, consentirà di effettuare una contrazione di tipo isometrico (il muscolo produce tensione ma non modifica la propria lunghezza e non produce lavoro nda), prima della fase di allungamento. La base scientifica è questa: quando si contrae un muscolo prima di allungarlo, si inibisce il riflesso di allungamento o riflesso di protezione (ricordate gli organi del Golgi ed i fusi?). Questo metodo è efficace e sicuro a patto che, sia applicato correttamente e con le dovute cautele. Consiglio: utilizzarlo nella parte finale del riscaldamento quando la temperatura corporea è più elevata. Ulteriore beneficio di questo metodo è che il muscolo utilizzato diviene più forte nei raggi d’azione estremi. Nel momento in cui un’articolazione raggiunge una maggiore livello di flessibilità, i muscoli associati hanno una zona limitata sulla quale non hanno mai sperimentato la contrazione pertanto la metodica deve essere accompagnata ad un miglioramento della forza per prevenire ogni tipo di lesione. Questa metodica a causa della contrazione di tipo isometrico è controindicata nei soggetti ipertesi. • Metodo CA (contrarre e rilassare l’antagonista): molto simile al CR, facilita i miglioramento della lunghezza del muscolo attra-

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verso una contrazione isometrica massimale dell’antagonista immediatamente prima di applicare un allungamento statico dell’agonista. Dato che l’antagonista è momentaneamente affaticato dallo sforzo isometrico, indebolisce la sua opposizione all’allungamento dell’agonista. Controindicazione per i soggetti ipertesi. Stretching Miofasciale: è la guaina elastica che ingloba i muscoli e gruppi muscolari, può legare e costringere i muscoli che stanno intorno ad una articolazione. Lo stretching delle fasce prevede la manipolazione dei tessuti profondi per cui può essere svolto solamente da un fisioterapista competente. Allungamento muscolare globale decompensato: si effettua con le classiche posizioni di Mezieres a terra (es. rana al suolo) oppure si utilizzano delle panche che, di fatto, posizionano il soggetto in postura corretta senza permettere “compensi” che sono praticamente quei meccanismi antalgici che il corpo mette in atto per sfuggire alle tensioni, ai dolori e disagi che reputa “non graditi” o contro la sua normale sopravvivenza. Tale metodica utilizza tecniche respiratorie per sbloccare anche il diaframma. Questa metodica deve essere coadiuvata da un tecnico di riequilibrio posturale che sappia valutare il soggetto con un’analisi posturale le origini delle retrazioni muscolari (muscolari, sensoriali, oculari ed emozionali) e sia in grado di far lavorare correttamente il soggetto nei vari esercizi.

*Massimiliano Muccini, Dottore in Scienze e Tecnologie del Fitness e Prodotti della Salute, Università di Camerino, Endurance Fitness Coach, si occupa da più di ventisei anni di fitness e preparazioni atletiche per vari sport, consulente Inkospor, certificato American College of Sports Medicine Health & Fitness Specialist (l’autorità nel campo della sperimentazione e nella ricerca sportiva), Tecnico di Riequilibrio Posturale Pancafit®. Tesoriere Nazionale di ADISF (Ass.ne Italiana Dottori Scienze del Fitness), Presidente di ScienzedelFitness.com ASD che organizza seminari e corsi per il settore fitness e wellness. Riceve nell’ambulatorio di Via Pascoli, 172 a Rimini. Per appuntamento telefonare dal lunedì al venerdì al numero: 347.8864440 dalle 18.00 alle 19.30. Per contatti: info@muccinitrainer.it • Web: www.muccinitrainer.it



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L’OFFICINA

a cura di LORENZO COMANDINI

FOCUS SUL MONDO DELLE DUE RUOTE lorenzo@gruppobici.it Tempo di lettura

PNEUMATICI DA MTB

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6 min

STRUTTURA, COMPONENTI E FUNZIONI DEI BATTISTRADA: ECCO I DETTAGLI DA NON TRASCURARE

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Nel pianeta delle mountain bike, gli pneumatici assumono un ruolo fondamentale. Essi, infatti, influenzano in maniera determinante la velocità, la sicurezza, lo scatto, il peso, l’aderenza al terreno e anche il rischio di foratura. Spesso ci si concentra sulla scelta del telaio, del cambio o dell’impianto frenante trascurando la cura che invece deve essere riservata alla scelta degli pneumatici per la nostra MTB. Tali concetti non valgono solamente per le coperture da crosscountry ma valgono anche per la specialità del downhill. Per capire la struttura degli pneumatici da MTB è utile partire dalla cosiddetta carcassa, ovvero l’ossatura del battistrada che deve essere leggera e resistente, in grado di fornire le risposte migliori su ogni superficie. Realizzata con una fitta trama di fili, normalmente in nylon o rayon. Per questo motivo sugli pneumatici è spesso riportata la densità, espressa in fili/ dm o in tpi (cioè fili per pollice). I lati esterni della gomma da MTB sono chiamati fianchi, questi non entrano mai a contatto con il terreno per cui sono privi del battistrada e possono essere di due tipi skinwall o gumwall. Il primo modello precede fianchi “nudi” che lasciano intravedere i fili che costituiscono la carcassa – si tratta della soluzione per le coperture da gara nel cross-country – oppure possono essere gumwall che vede i fianchi rivestiti di gomma, si tratta di un battistrada più pesante più adatto al downhill. Recentemente le case produttrici stanno studiando fianchi sempre più resistenti per evitare rotture delle camere d’aria dovute agli urti laterali. Altro componente del battistrada sono i cerchietti, ovvero due cerchi (o cinture) collocate ai bordi dello pneumatico che hanno il compito di tenere le coperture ancorate al cerchio. I cerchietti devono essere resistenti onde evitare gli “stallonamenti” (fuoriuscite del battistrada) e sono di due tipi: rigidi in cavo d’acciaio o flessibili, più leggeri, realizzati in fibra di vetro, kevlar o carbonio. Arriviamo dunque al cuore dell’argomento, il battistrada. Si tratta dello strato di gomma che ricopre la carcassa nella zona di contatto con il terreno. In linea di massima – senza entrare troppo nei dettagli – si suddividono in due categorie: tassellati e semi-slick. I primi presentano varie file di tasselli con la funzioni di affondare e fare presa nel terreno, adatti per i terreni sconnessi e cedevoli. I semi-slick invece presentano la parte centrale priva di tasselli mentre ai lati sono presenti i tasselli. Questo secondo tipo di pneumatico permette di mantenere un’elevata scorrevo-

lezza su asfalto e terreni regolari, quando il terreno diventa cedevole e il battistrada affonda, a quel punto intervengono i lati che presentano una sagomatura che permette di mantenere la stabilità. Esaurita la disamina relativa alla struttura passiamo ora all’esame delle funzioni degli pneumatici. Le principali sono la trazione, l’aderenza e la scorrevolezza. La trazione è la capacità dello pneumatico posteriore di far progredire la bici, per


permettere l’avanzamento il battistrada deve aderire al terreno, altrimenti la ruota girerà a vuoto. Ovviamente su terreni compatti più la superficie del battistrada è liscia e più la trazione sarà elevata, viceversa su terreni fangosi o sconnessi sono i tasselli a garantire una maggiore trazione alla ruota. L’altra importante funzione degli pneumatici da MTB è l’aderenza. In questo caso riguarda tutte e due le ruote, le quali devono mantenere la bicicletta in costante contatto con il terreno “aggrappandosi” ad esso. In linea di massima il battistrada posteriore privilegia la trazione mentre quello anteriore garantisce l’aderenza. Per questo motivo spesso le coperture sono scolpite in maniera differente. Alcuni modelli presentano anche specifiche scolpiture ai lati per garantire una maggior aderenza in curva. Altro aspetto fondamentale per le coperture da MTB è la scorrevolezza. In mountain bike le velocità sono limitate, e la riduzione dell’attrito tra gomma e terreno diventa fondamentale. Per questo motivo le aziende produttrici stanno studiando mescole sempre più sofisticate a base di silice, adatte alle competizioni nel cross-country ma meno adatte nelle specialità più tecniche che invece richiedono soprattutto aderenza e trazione. Altre caratteristiche da tenere in considerazione per la scelta degli pneumatici sono il peso, si consideri che la coppia di pneumatici spesso pesa più del telaio stesso! Altro aspetto da tenere ben presente è la cura della pressione del battistrada. È utile ricordare che più la pressione è bassa e più il battistrada aderirà alle asperità del terreno, mentre più la pressione è alta e più la sua struttura sarà rigida. Per queste scelte conta molto il tipo di percorso che si intende affrontare e anche il peso del ciclista. Qualche informazione ve l’abbiamo data, ora sta a voi scegliere, tenendo presente che sul mercato troverete davvero l’imbarazzo della scelta.


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SI PRESENTA LA ASD ROMAGNA BIKE GRANDI EVENTI a cura della REDAZIONE

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UN TEAM SEMPRE PIÙ FORTE ED UNO STAFF DI ORGANIZZATORI CHE NON SI PONE LIMITI: «PERCHÉ RIOLO TERME E IL SUO TERRITORIO HANNO TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER DIVENTARE LA CAPITALE DELLA BICICLETTA»

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Si è svolto lo scorso 15 dicembre, davanti alla Rocca di Riolo Terme, il “battesimo” ufficiale della ASD Romagna Bike Grandi Eventi 2014. La società, fondata nel 2012 e cresciuta a ritmi vertiginosi, annovera oggi cinquanta atleti, venti dei quali saranno impegnati, la prossima stagione agonistica, nei calendari di strada e MTB. A presentare il sodalizio, con una punta di legittimo orgoglio, è stato il presidente della RBGE, Stefano Quarneti, che ha assemblato un team in grado di ben figurare in ogni occasione. Oltre alla partecipazione a competizioni prestigiose, come la TransAlp o l’Iron Bike, l’ASD Romagna Bike Grandi Eventi può sfoggiare in bacheca ben due titoli italiani. Forti di una compagine numericamente e qualitativamente valida, il team guarda dunque, con rinnovato ottimismo, agli obiettivi della stagione 2014, che li vedrà impegnati nella TransAlp, al Tour delle 3 regioni, nel Circuito Romagnolo e nelle prove del Campionati Italiani MTB e Cross. Ma la RBGE non è solo una squadra di atleti con la passione per la bicicletta. Il sodalizio, in questi anni, si è infatti sempre più imposto come società organizzatrice di grandi

rassegne. Tra queste spicca il Rally di Romagna MTB, la kermesse che, per cinque giorni – dal 21 al 25 maggio – trasformerà la piccola località di Riolo Terme nella capitale mondiale delle “ruote grasse”. Tra gli altri eventi che si svolgono sotto l’egida del RBGE, ricordiamo la 1ª edizione della Gran Fondo della Vena del Gesso, grande novità del 2014 inserita nel calendario del Tour 3 regioni (25 maggio), la 2ª edizione del Villaggio Expò (24-25 maggio) ed il Campionato Europeo di ciclismo su strada (14 giugno). Un programma tanto prestigioso quanto impegnativo. E non a caso, già da diversi mesi, gli organizzatori sono al lavoro per preparare al meglio gli appuntamenti. Il Rally, del resto, è una realtà consolidata sempre più internazionale che porta atleti di tutto il mondo a confrontarsi sul nostro Appennino in scenari meravigliosi dal punto di vista paesaggistico ed estremamente impegnativi da quello tecnico. La Gran Fondo della Vena del Gesso è, come detto, una delle grandi novità di quest’anno che, già al suo debutto, sarà inserita tra le tappe del Tour 3 Regioni che vede alla partenza di ogni tappa quasi un migliaio di atleti al top del range Italiano.

L’altra novità del calendario 2014 sarà il Campionato Europeo di ciclismo su strada, prova di maturità che gli organizzatori hanno voluto affrontare dopo il successo riscosso con il Campionato Italiano a Squadre organizzato nel 2012 e nel 2013. Oltre alle gare, verrà ripetuta l’esperienza del Villaggio Expò e delle iniziative collaterali al Rally, come il coinvolgimento delle Scuole in un progetto propedeutico per avvicinare i ragazzi alla bicicletta. Iniziativa già collaudata nel 2013 che ha visto i bambini circondare con il loro entusiasmo e le loro domande gli atleti al via delle tappe (senza che i problemi linguistici li fermassero). Ma l’ASD Romagna Bike Grandi Eventi non si ferma qui: c’è l’entusiasmo per consolidare quanto di buono fatto fino ad ora e per valorizzare la squadra attuale, ma ci sono ancora tanti altri progetti in cantiere, fra i quali quello – ambizioso – di dar vita al settore giovanile per sostenere anche i più giovani che desiderano avvicinarsi alle due ruote, “grasse o magre che siano”. Doverosi, per chiudere, i ringraziamenti agli sponsor che affiancano la società in questa nuova stagione, all’Amministrazione Comunale di Riolo Terme e, soprattutto, a quei volontari che non negano mai il loro aiuto.

La nuova squadra ciclistica di Riolo Terme ASD Romagna Bike Grandi Eventi


1Gran a

Fondo

Vena del Gesso Riolo Terme, 25 maggio 2014

Phone: +39 335 7282336

contatti@rallydiromagnamtb.it - www.rallydiromagnamtb.it

Comune di Riolo Terme

Provincia di Ravenna


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SAMUELE PORRO AL COMANDO DEL GRUPPO



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TRENTINO MTB SI RIFÀ IL LOOK a cura di NEWSPOWER

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Elena Gaddoni conduce il gruppo de La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme

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TRA NOVITÀ E TRADIZIONE PRESENTATO IL CALENDARIO DELLA RASSEGNA CONSACRATA ALLE RUOTE GRASSE. IL 29 GIUGNO E IL 31 AGOSTO DUE GUSTOSE NOVITÀ

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Per il nuovo anno Trentino MTB presented by crankbrothers ha deciso di rifarsi il look e conquistare i bikers con cinque mesi intensi e spettacolari lungo gli sterrati del Trentino. Tante sono le novità e le offerte che gli organizzatori hanno in serbo per tutti gli appassionati di mountain bike, e in definitiva per tutti coloro che amano lo sport outdoor e la buona compagnia… che quando si parla di Trentino MTB non manca davvero mai. Chi conosce il challenge in provincia di Trento sa che stiamo parlando di un gruppo di eventi che hanno fatto la storia della mountain bike in Italia. Chi più chi meno, ovviamente, e il nucleo storico del circuito è confermato al cancelletto di partenza della sesta edizione di quest’anno. Tuttavia, ci sono due importanti novità da cui vale la pena partire, e queste portano il nome di Dolomitika Bike e Val di Sole Marathon. La prima, domenica 29 giugno, è un evento tutto nuovo a Madonna di Campiglio e Pinzolo, nella bella Val Rendena, che prevede due varianti di percorso di 65 e 80 km circa, e un dislivello sulle Dolomiti di Brenta – Patrimonio Mondiale dell’Umanità – che punta abbondantemente sopra i 2000 metri nel primo caso e sfiora i 3000 nel secondo. La seconda “debuttante” nel challenge trentino è la Val di Sole Marathon di Malè in calendario il 31 agosto, e anche in questo caso si potrà scegliere tra il percorso Classic di 35 km e il Marathon di 60 km circa con 2700 m/dsl. Il resto di Trentino MTB 2014 presented by crankbrothers è tradizione. Si parte il 4 maggio con la ValdiNon Bike di Cavareno e dintorni, in quella che tutto il mondo conosce come la “vallata delle mele” ma che dal 2009 è anche punto di partenza per il circuito. Il 15 giugno tutti sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna con la 100 Km dei Forti che anche quest’anno fa parte della tre giorni 1000Grobbe Bike Challenge. A fine luglio tappa obbligata alla storica Lessinia Bike di Sega di Ala (27 luglio) e una settimana più tardi tutti in carrozza con La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme a Molina. La chiusura dei giochi anche nel 2014 sarà tra i single track della Valsugana con la 3T Bike del 5 ottobre.

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Partenza de La Vecia Ferovia dela Val de Fiemme


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Il gruppo in un tratto in salita alla Lessinia Bike 2013

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Le iscrizioni cumulative al circuito sono aperte e sul rinnovato sito www.trentinomtb.com sono disponibili tutte le informazioni necessarie per usufruire dei vantaggi nel registrarsi a tutte le gare. Tradotto: un allettante sconto del 20% sulla cifra totale – 140 anziché 191 Euro – l’accesso garantito alla prima griglia di partenza in ciascuna prova e un simpatico gadget in omaggio. Ci saranno anche promozioni per le squadre più numerose e in particolare lo sconto è del 3x2 per i team che contano dai 7 ai 12 bikers, mentre per i gruppi oltre i 13 c’è l’offerta del 2x1. foto NEWSPOWER CANON

Johannes Schweiggl conduce il gruppo della ValDiNon Bike 2013

Sfogliando il regolamento si incontrano due gare “jolly”, ovvero Val di Sole Marathon e 3T Bike, dove il punteggio assegnato viene aumentato del 20%, e alcuni significativi bonus – fino a 900 punti complessivi – per chi chiude almeno sei o tutti e sette gli eventi. Parlando di premi e montepremi, anche qui il richiamo è forte visto che Trentino MTB presented by crankbrothers propone per il 2014 un montepremi complessivo di 20.000 Euro, con riconoscimenti particolari ai “Friend of Trentino MTB” – gli amici che portano a termine tutte le gare – e in ciascuna prova sarà sorteggiato tra tutti gli abbonati un soggiorno di 4 notti per 2 persone nella favolosa Praga. Anche per il 2014, infine, ogni gara del circuito assegnerà punti per la speciale Classifica dello Scalatore e i relativi premi fi’zi:k alle categorie master. Non mancheranno inoltre le “Mini” alla vigilia di ogni evento dove le promesse della mountain bike si daranno battaglia in sella ai loro “bolidi” e il divertimento non potrà che essere assicurato per tutti. Info: www.trentinomtb.com


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RIDE FOR LIFE 2013 a cura di PAOLO MEI

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5 min

LA QUARTA EDIZIONE DELLA RASSEGNA REGALA SPETTACOLO E “BUONE AZIONI”. IN PROVINCIA DI PAVIA I BIG DELLE DUE RUOTE SCENDONO IN PISTA. PER DILETTO E... PER LA RICERCA

Il campione di motociclismo Marco Melandri con il campione di MTB Marco Aurelio Fontana

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Ottobiano, in provincia di Pavia ha ospitato la quarta edizione di Ride For Life. Per la prima volta la pista South Milano di Ottabiano è stata teatro di due giorni di spettacolo, offerto dai campioni delle due ruote. Il 16 e 17 novembre 2013, ciclismo e motociclismo si sono uniti per una nobile causa, ovvero ritrovarsi per poter fare delle donazioni a favore della cura delle lesioni spinali croniche. Due giorni straordinari, nei quali sono stati raccolti 30.000 euro. Due Onlus – da una parte Riders4Riders (settore motociclismo) e dall’altra Marina Romoli – si sono unite per divertire sul campo il numeroso pubblico con diverse attività inerenti appunto le due ruote, a motore e non.

L’introito ottenuto dall’evento, in collaborazione con Wing For Life, sarà destinato alla ricerca, per la quale fa da riferimento il professor Grégoire Cortine (Ecole Polytechnique de Lausanne), specialista nel ripristino delle funzioni sensoriali e motorie interrotte a seguito di lesione spinale. Ma torniamo alla kermesse: gare di ogni genere, duathlon, Quad, Motocross, PitBike, ciclismo (prof e amatori), gare a coppie, esibizioni di freestyle in moto e con i Quad. Non è mancato nulla e non sono mancati i campioni. E che campioni. Per il motociclismo erano presenti, tra gli altri, il pilota Ducati Andrea Dovizioso, Marco “macho” Melandri, il campione del mondo enduro “Alex Salvini”, Chiara Fontanesi, Alex Lupino,


125 il velocista Alex Polita e ancora Andrea Cesari, Simone Croci, Paolo Lugana e tanti altri ancora. Il ciclismo era molto ben rappresentato con oltre 40 professionisti che in prima persona si sono impegnati in una giornata all’insegna della beneficenza. Qualche nome? Il vincitore del Giro 2013, Vincenzo Nibali, quello del Giro 2011, Michele Scarponi, i due “gemelli diversi” Filippo Pozzato e Luca Paolini, protagonisti in bici, in moto e… nella serata. Ancora, tra i presenti, Marco Aurelio Fontana, conosciuto come il “prorider”, classe 1984 e bronzo olimpico nella MTB a Londra 2012. C’erano anche Valerio Agnoli, il gregario di fiducia di Vincenzo Nibali all’Astana, Elia Viviani, Alan Marangoni, Manuel Belletti e tanti altri ancora. Tra le due giornate di gara, da segnalare la serata, nella quale sono stati presentati al pubblico i campioni delle due ruote, dove non sono mancate le “sfide” a parole tra il leader del palcoscenico Filippo Pozzato e i motociclisti, rappresentati in maniera “forte” da un brillantissimo Alex Salvini e da Marco Melandri. A rendere ancora più simpatica la serata, ci ha pensato un grande della comicità italiana. Infatti, direttamente da Zelig, il bravissimo Davide Messina ha monopolizzato l’attenzione con uno dei suoi irresistibili monologhi. Parlando prettamente di ciclismo, Ride for Life ha dato spazio nella giornata di sabato ai duathleti, con una bella gara su percorso misto asfalto-sterrato, dove è spiccata la presenza di un più che tonico Davide Cassani. Michele Scarponi intervistato con a fianco Marina Romoli responsabile della Marina Romoli Onlus

Il pomeriggio, sempre del sabato, ha visto impegnati i cicloamatori su tre gare “tipo-pista” nella cui graduatoria finale ha fatto la parte del leone un ex professionista, specialista delle corse del nord, Nicola Loda. La domenica ha visto impegnati i professionisti nella prima kermesse dove a vincere è stato Michele Scarponi (Lampre) su Marco Aurelio Fontana (Cannondale) e Valerio Agnoli (Astana). Il pomeriggio è stato dedicato alla staffetta a squadre, in bicicletta da corsa, in pratica una staffetta composta da un ciclista e un motociclista. Incredibilmente bella ed avvincente, la gara ha visto prevalere “il gerva”, al secolo Luca Paolini, in coppia con Alex Salvini, capaci di imporsi nei confronti di Fontana e Melandri. Nella due giorni di Ottobiano, non sono mancati i momenti emozionanti e toccanti, primo fra tutti quello in cui i presenti hanno fatto volare nel cielo azzurro di Ottobiano una serie di palloncini colorati bianchi e verdi nel Ricordo di Andrea Antonelli, rider prematuramente scomparso, vittima di un incidente mortale nel GP di Mosca nel luglio 2013. Lo stesso Andrea era stato uno dei promotori di Ride for Life 2012… Un ringraziamento particolare va ad Alessandra De Stefano di RAI Sport, una giornalista preparata e conosciuta, che non ha voluto mancare all’appuntamento… lavorando e portando direttamente sulle reti RAI un po’ di Ride for Life. Insomma, le emozioni continueranno, nel segno delle due ruote anche per il 2014. La data è già stata fissata: 16 novembre 2014.


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MTB TOUR TOSCANA

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a cura di SANDRA PINATO

IN RAMPA DI LANCIO L’EDIZIONE PIÙ RICCA DI SEMPRE DUE RAGIONI PER NON MANCARE? GLI SCORCI CARTOLINA DELLE COLLINE SENESI ED UN MONTEPREMI DA 100MILA EURO!

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Con un’edizione 2014 che si preannuncia ricchissima di sorprese, ritorna il Circuito Mountain Bike Tour Toscana. Gli appassionati di tutta Italia apprenderanno con piacere la notizia di potersi nuovamente misurare su alcuni dei più bei percorsi MTB, raggruppati in una Regione geograficamente e morfologicamente meravigliosa, dove città e borghi ricchi di storia e cultura si alternano alle grandi distese collinari che hanno reso celebre il paesaggio toscano nel mondo. Il Circuito MTB Tour Toscana raggruppa sei spettacolari trails offroad, per un’avventuI gaget Sganci Rapidi Aerozine distribuiti da Gist

ra a due ruote che inizierà il 6 aprile 2014 con la Granfondo delle Terme a Montecatini Terme (PT) e terminerà a Montalcino (SI) il 12 settembre 2014, con la Granfondo del Brunello e della Val d’Orcia. In mezzo: Granfondo della Val di Merse il 13 aprile a Rosià (SI); Capoliveri Legend Cup a Capoliveri, nella splendida Isola d’Elba, il 18 maggio; Granfondo della Lunigiana a Pontremoli, il primo giugno; Straccabike a Pratovecchio (AR) il 7 settembre, dopo l’immancabile pausa estiva. Non soltanto percorsi suggestivi e fascino della MTB, passione che accomuna gli organizzatori e i tantissimi partecipanti che, come nelle passate edizioni, affolleranno le linee di partenza delle varie tappe del circuito. Impossibile infatti non sottolineare l’entità di un montepremi e di un’offerta dav-

vero ricca: grazie alle tante sponsorizzazioni importanti, su tutte il main sponsor Acqua dell’Elba e lo sponsor tecnico Rosti, la cifra in denaro che i biker migliori si andranno a contendere ammonta ad oltre 100.000 euro. A questi vanno poi aggiunti i premi tecnici in palio per i primi classificati, ma anche per i primi abbonati: borse con integratori Sixtus e caschi top-gamma Limar per i Team, senza dimenticare gli occhiali sportivi Sziols. Abbonarsi da subito al circuito sarà vantaggioso per molti, grazie ad Aerozine: il marchio distribuito da GIST Italia omaggerà infatti i primi 300 iscritti con uno splendido regalo, una coppia di sganci rapidi superleggeri, con perno in titanio e chiusure esterne in alluminio, del valore di circa 50 euro. La campagna abbonamenti proseguirà fino al 25 marzo 2014. Le modalità di iscrizione prevedono, per chiunque intendesse prender parte a tutte e sei le gare, due tipologie di scelta: standard, al costo di 119 euro, e abbonamento con giubbotto Rosti in omaggio al costo di 150 euro; per entrambe è previsto il gadget Aerozine-Gist in regalo. Infine, le categorie Master e Junior potranno usufruire di una promozione a 105 euro (senza omaggi). La spettacolare partenza short race eliminator


foto NEWSPOWER CANON

FABIAN RABENSTEINER


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FOLKLORE OFF ROAD a cura della REDAZIONE

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6 min

PRESENTATA LA NUOVA EDIZIONE DELL’EMILIA ROMAGNA CUP. SETTE TAPPE SULLE COLLINE DELL’APPENNINO PER RENDERE OMAGGIO AD UN TERRITORIO D’IMPAREGGIABILE FASCINO

foto DANILO VIGNI

Attimi prima della partenza in una tappa 2013

Un atleta impegnato in discesa

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È stato appena consegnato agli archivi il capitolo 2013 dell’Emilia Romagna Cup, che subito si riparte con una nuova avventura. L’edizione dello scorso anno ha avuto come momento clou la grande festa di Vignola, dove ben 200 partecipanti sono stati protagonisti di un evento conclusivo degno di quello che, numeri alla mano, è diventato il circuito principe in regione con i suoi 3000 partecipanti ed un bacino di 1214 bikers e 390 società arrivate da tutte le provincie. Ma come detto, anche se il riverbero dei successi è ancora alto, già si parla di una nuova era. Si è infatti già aperto un nuovo capitolo di questo affascinante circuito regionale che, mai come nella prossima edizione, unirà i due splendidi territori dell’Emilia e della Romagna in un connubio di folklore paesano, di sapori e territori ricchi di storia e suggestioni naturalistiche. Sì, perché Emilia Romagna Cup è la sintesi di tanti ingredienti che partono da quello sportivo fino a giungere a quello goliardico per sette fine settimana diversi e mai scontati. Il 2014 porterà in dote un calendario sapientemente calibrato con al suo interno 7 tappe (3 in Emilia e 4 in Romagna), abbracciando l’Appennino Tosco-Romagnolo, le Terre delle ceramiche modenesi e reggiane, i calanchi bolognesi, per terminare con una grande festa nella Rocca Medioevale di Vignola in provincia di Modena, atto conclusivo dai forti echi storico-culturali che ben si sposano con il carattere off road della mountainbike. Non mancheranno le novità, a partire dalle partnership che faranno aumentare il montepremi finale e non solo, il nuovo regolamento ed anche alcune tappe ridisegnate o ricreate ex-novo. Veniano alle tappe dunque. • Si partirà da Marradi il 4 Maggio in quella vallata di confine tra la provincia fiorentina e quella ravennate per la seconda edizione della Marron Buono organizzata dalla Staff Bike 2000 capitanata da Erio Bricolani. La rassegna è alla sua seconda edizione ma in cantiere presenta diverse novità sulla logistica di partenza e su alcune varianti di percorso.

foto DANILO VIGNI


• La seconda tappa il 25 Maggio sarà la Granfondo Vena del Gesso a Riolo Terme, una new entry nel panorama regionale organizzata dalla Promo Sport di Ivano Ognibene che ricalcherà il territorio della collina ravennate tipico per le conformazioni di gesso. • Terza tappa il 29 Giugno a Santa Sofia in provincia di Forlì, altra new entry ancora in territorio romagnolo risalendo la valle del Bidente verso i territori toscani in una scenografia appenninica unica. Promo Sport di Ivano Ognibene sarà il deus ex machina in tandem con le amministrazioni locali. • Quarta tappa il 13 luglio: sarà la volta della Granfondo Sui Sentieri del Fumaiolo alle Balze di Verghereto sempre in territorio forlivese ed ancora una volta organizzata dalla Promo Sport di Ivano Ognibene in collaborazione con l’amministrazione locale. Sarà un viaggio nell’alto appennino romagnolo all’interno di un percorso interamente immerso nei boschi di querce e castagni verso le sorgenti del Tevere. • Quinta tappa il 31 agosto a Castellarano di Reggio Emilia per il Memorial Cattalini, una veterana del circuito. Tutti alla scoperta delle colline reggiane tra i vicoli di antichi castelli e dolci colline di argilla coccolati dalla sapiente organizzazione della Ciclistica Castellarano capeggiata da Enzo e Mirko. • Sesta tappa il 7 settembre per la Granfondo Della Ceramica a Sassuolo in provincia di Modena nelle terre delle ceramiche in un percorso del tutto rinnovato che farà scoprire ai biker le zone meravigliose del basso appennino modenese. Anche l’organizzazione sarà un collage di CO capitanati da Pippo Ansaloni del GS Totip. • Settima tappa il 28 Settembre Per i Calanchi di Castel San Pietro appunto a Castel San Pietro in provincia di Bologna nella

terra di mezzo tra la pianura e le prime colline caratterizzate dalle conformazioni argillose che donano al paesaggio un aspetto unico (organizzazione a cura del Leonardi Racing Team coordinato da Fausto Brusa). Il gran finale si avrà alla Rocca di Vignola con le premiazioni del circuito all’interno della sala dei Contrari tra musica, premi e tanta MTB in compagnia dei bikers, dei vari organizzatori e degli ospiti speciali. Confermatissime le maglie da leader del circuito e del diploma all-finisher con i suoi premi ad estrazione, confermato anche il montepremi e la griglia per gli abbonati che quest’anno godranno di un prezzo veramente particolare: infatti con soli 120 euro potranno partecipare alle sette tappe e godere della griglia a ridosso dei big. Ma le novità non sono finite e vi verranno svelate un po’ alla volta come in uno sceneggiato a puntate per tenervi sempre con l’acquolina in bocca e lasciarvi assaporare poco alla volta i sapori ed i profumi di questa terra unica.

I premiati al Gran Galà finale dell’edizione 2013 foto WWW.FOTOSPORTNEW.COM



foto NEWSPOWER CANON

ANNA FERRARI


foto ANDREAPELLIZZER.IT

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LA SERENISSIMA COPPA VENETO ZEROWIND a cura di SANDRA PINATO

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FILO DIRETTO CON L’ORIENTE PRESENTATA L’OTTAVA EDIZIONE DEL CIRCUITO. LE NOVITÀ? RIPRISTINATI I PREMI INDIVIDUALI E UNA SINGOLARE PARTNERSHIP CON LA MONGOLIA

S

Sono stati recentemente tolti i veli all’ottava edizione de La Serenissima Coppa Veneto, il circuito sponsorizzato da ZeroWind che coinvolge i principali bike-events veneti, assegnando la palma di Campione Regionale a fine stagione. Il seguito nei confronti della MTB è sempre stato molto forte nella Regione che ha dato i natali a campioni affermati delle due ruote offroad quali Paola Pezzo o Marco Bui, a livello sia di partecipazioni che di interesse del pubblico. Anche nel 2014, dunque, la Serenissa Coppa Veneto Zerowind si prepara a regalare grande spettacolo, con alcune importanti novità rispetto alle scorse edizioni. Sono infatti stati ripristinati i premi individuali, che saranno assegnati ai primi

Mirko Celestino in azione in un’edizione precedente

cinque classificati di ognuna delle dieci categorie amatoriali maschili e femminili. Ai team, invece, saranno destinati 500 euro alle prime tre società al termine di ogni tappa, mentre un montepremi finale di 5.900 euro verrà diviso, al termine della stagione, tra le prime quindici squadre classificate. Non è tutto: ZeroWind è anche Head Line Sponsor del Genco Mongolia Bike Challenge, con il quale è stato raggiunto un accordo che permetterà ai migliori tre del circuito regionale veneto di aggiudicarsi una trasferta nel paese di Gengis Khan, dove sfideranno tra le steppe i colossi stranieri delle due ruote. La ghiotta opportunità sarà riservata al vincitore della maglia rossa per la classifica a tempo, al vincitore della maglia verde GPM e, infine, alla maglia azRoel Paulissen e Mirko Celestino

zurra, ovvero l’amatore che concluderà la stagione al primo posto assoluto. Saranno sei le gare in programma nell’edizione 2014 de La Serenissima Coppa Veneto ZeroWind, con partenza da Bardolino (VR) domenica 9 marzo con la Bardolino Bike. Seguiranno: Granfondo Tre Valli a Tregnano (VR) il 23 marzo, Prosecchissima a Miane (TV) il 6 aprile, Divinus Bike a Monteforte d’Alpone (VR) il 18 maggio e Granfondo Dei Cimbri a Gallio (VI) il 1 giugno. Chiusura come l’anno scorso sul Montello, a Volpago (TV) con La Terre Rosse / Granfondo del Montello, in programma il 29 giugno 2014. Per i tanti appassionati di mountain bike non resta che rispolverare la propria due ruote e partecipare: le iscrizioni sono aperte dal 1° dicembre 2013.


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28/09/12

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C CLOSCOPIO

a cura della REDAZIONE

CON INBICI... HASTA LA VICTORIA SIEMPRE

Un nostro affezionato lettore, in vacanza all’Havana, ci invia questa singolare foto, ovvero due tipiche “mulheres” cubane che sfogliano, con avido interesse, la nostra rivista. Agghindate con sonagli e bigiotteria assortita, con il sigaro d’ordinanza tra le labbra ed i cappelloni in foglie di banano, le due mamàs castriste ci regalano una cartolina memorabile.

QUANDO GISELE SI ALZA SUI PEDALI...

Capelli color miele, décolleté incontinente e sguardo enigmatico da Monnalisa. Gisele, sangue olandese ma cittadina del mondo, ha una passione spericolata per la bicicletta. Modella di Met-Art (il più cliccato sito erotico-soft della rete) è la classica ciclista che, quando si alza sui pedali, rischia di intasare un’autostrada. Si muove su una bicicletta modello vintage con il telaio sbeccato e le ruote semi-sgonfie. Ma l’affresco, nel suo complesso, resta mozzafiato.

NON C’È PACE NEGLI ABISSI

Lui si chiama Mick Gleissner, è un fotografo tedesco ed ha una passione per il genere “underwater”, ovvero scatti fotografici sott’acqua. Una tecnica complicata perché alle modelle, oltre ad una spiccata capacità interpretativa, è richiesta anche una certa propensione all’apnea. Tra le foto più “gettonate” dell’originale artista, c’è anche quella di una ciclista in bikini fermata da una zelante poliziotta in abitini sexy. Come dire… neppure negli abissi c’è pace per i poveri ciclisti!

PIÙ VELOCE DI UNA FERRARI

Forse non tutti sanno che il record mondiale di velocità per una bicicletta guidata da un essere umano appartiene all’olandese Fred Rompelberg che, il 3 ottobre 1995 sulle Bonneville Salt Flats (Utah, USA), arrivò a 268,831 km/h. La velocità fu possibile grazie ad uno speciale dragster-spaccavento che precedeva la bicicletta nel tentativo di record. Il primato senza spaccavento è di 133,78 km/h (Sebastiaan Bower, olandese, 2013) su una bicicletta reclinata carenata.


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CERVELO R5 NOVITÀ 2014

NOVITÀ 2014

La R5 è stata il cavallo di battaglia dei professionisti del team Garmin Sharp durante la stagione 2013. Linee semplici a prima vista, ma tubazioni dalle forme particolari, nessuna a caso. La R5 è presentata come un ottimo compromesso tra rigidità e leggerezza ma si presenta anche il bilanciamento tra il comfort e la necessità di rispondere prontamente agli scatti. Il telaio è in fibra di carbonio e il composito può permettere di seguire caratteristiche diverse su differenti linee di sviluppo degli stress.

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La bici che non lascia spazio ai compromessi, per fare questo mezzo i tecnici di Focus si sono affidati anche alle indicazioni e alle richieste del team da loro sponsorizzato AG2R La Mondiale.

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ASIAGO TERRA DI SPORT a cura di NEWSPOWER

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7 min

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NORVEGIA E FINLANDIA FIRMANO IL SUCCESSO IN COPPA DEL MONDO VINCONO SAARINEN E KYLLOENEN (FIN), ROENNING E HATTESTAD (NOR). SECONDI E TERZI I TEAM ROSA DI NORVEGIA I E GERMANIA I. SCARDONI–DEBERTOLIS E NIZZI-RASTELLI, MIGLIORI DEGLI ITALIANI, SOLO TREDICESIMI. ASIAGO CHIUDE I BATTENTI DELLA COPPA DEL MONDO TRA I SORRISI DI GIOS, RIGONI, DALLE AVE E SELLA

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L’Altopiano dei Sette Comuni, in terra vicentina, non è solo patria delle due ruote che qui passano ad esempio per la Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica o per la Granfondo Liotto di Valdagno, ma è terreno fertile anche per il popolo degli sci stretti. Asiago, centro principale dell’Altopiano, è infatti meta ogni anno di molti fondisti, grazie agli oltre 500 km di piste che con l’arrivo della neve vengono lavorati e messi a disposizione di atleti e semplici appassionati. Che si tratti di passo pattinato o di passo alternato ce n’è per accontentare ogni gusto, immersi in un paesaggio dai caratteri profondamente nordici. Accanto alle centinaia di fondisti amatori, Asiago è ben nota per aver più volte accolto le gare del fondo che conta, dai Campionati del Mondo Junior di Sci Nordico alla più recente Master World Cup dello scorso febbraio. Sulle nevi dell’Altopiano vicentino non sono mancati neppure i passaggi del circo bianco della Coppa del Mondo di fondo, dalla Golf Arena, precedente sede delle gare, fino ad oggi con l’apertura della nuovissima pista “Millepini” all’interno del Parco Brigata Regina, a due passi dal centro di Asiago. Ed è proprio qui che a dicembre, a pochi giorni dal Natale, il massimo circuito made in FIS è tornato a far tappa dopo cinque anni di assenza con un weekend di grande spettacolo che ha visto presenti tante punte di diamante del panorama fondistico internazionale. Se il meteo non ha certo supportato la macchina organizzativa firmata dall’US Asiago e dal GSA Asiago, ci hanno pensato i più di 100 volontari messisi all’opera a fare il “miracolo”. Una volta rimboccate le maniche hanno schierato sul campo uno di quegli esempi di lavoro di squadra che tanto fanno bene allo sport. Tra continui controlli, trattamenti e camion colmi di neve portata dalle località poste più in alto, ha preso forma un nastro bianco di 1600 metri che il 21 e 22 dicembre scorsi ha accolto tanti campioni. In programma c’erano due giornate di gare all’insegna della velocità, con le prove sprint il sabato e team sprint la domenica, entrambe in tecnica classica. Quello arrivato in città è stato quindi uno spaccato del best of degli spe-

cialisti internazionali delle sprint, con tanti uomini da classifica come i norvegesi Brandsdal e Hattestad ed i russi Ustiugov, Gafarov, Kriukov e Petukhov. In campo femminile non ha certo sfigurato la campionessa Justyna Kowalczyk (POL) a cui hanno provato a tener

testa le numerose avversarie, dalla statunitense Kikkan Randall alla tedesca Denise Herrmann. Nutrita è stata ovviamente anche la presenza a tinte azzurre, che ha spedito in pista tra gli altri Federico Pellegrino, Loris

Frasnelli e Dietmar Noeckler e poi le ragazze Gaia Vuerich, Greta Laurent, Ilaria Debertolis, Debora Roncari e Lucia Scardoni.


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foto NEWSPOWER CANON

Un arrivo in volata

Se gli esiti delle competizioni non hanno certo sorriso agli italiani, per il pubblico non è mancato lo spettacolo a suon di battaglie firmate in particolare dagli atleti nordici e dell’Est. Il primo giorno di gara ha visto i trionfi proprio della Kowalczyk, già quattro volte vin-

citrice della Coppa del Mondo, e del campione del mondo Nikita Kriukov (RUS), abili a mettere in fila nella sprint rispettivamente la finlandese Kylloenen e la norvegese Falla e poi Poltoranin (KAZ) e Cologna (SUI). Il giorno successivo è andata in scena una nuova sfida in cui a portare a

casa il bottino migliore ci hanno pensato i norvegesi con i team maschili Roenning – Hattestad e Pettersen – Brandsdal, i quali hanno chiuso nell’ordine primi e terzi nella finale team sprint. Tra di loro si è intrufolato il duo kazaco Chebotko – Poltoranin. Per quanto riguarda le donne la vittoria è

L’arrivo di Justyna Kowalczyk foto NEWSPOWER CANON


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Kikkan Randall ritira il pettorale

Sergio Rigoni e Fabrizio Dalle Ave

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andata alla coppia finlandese Saarinen – Kylloenen, seguite dalle norvegesi Oestberg – Falla e dalle tedesche Zeller – Herrmann. «Un grande staff si è fatto avanti compiendo uno sforzo immane per garantire il terreno di gara, ma alla fine la missione è stata compiuta e possiamo dire di aver fatto un gran gol». A parlare sono i due vice-presidenti del CO Sergio Rigoni e Fabrizio Dalle Ave, che con l’assessore allo sport di Asiago, Franco Sella, ed il primo cittadino Andrea Gios hanno costituito il vertice dell’intera organizzazione. «Quello della Coppa del Mondo ad Asiago è un sogno che torna ad essere realtà – hanno continuato i due – ed è impossibile nascondere che soprattutto dopo questa prova speriamo di poter tornare a pieno titolo all’interno del circuito. Servono senz’altro molta energia ed una grande risposta da parte di amministrazioni, enti e aziende locali, ma il sasso è già stato lanciato ed i primi riscontri non hanno tardato ad arrivare».


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HATTESTAD E ROENNING CON LA MISS



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LORENZO MISSANA


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