Anno VI -
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GORIZIA CROCEVIA DELLA STORIA DAL DOMINIO DEGLI ASBURGO ALL’INVASIONE NAZISTA, STORIA (TORMENTATA) DI UNA CITTÀ DI CONFINE
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Gorizia (in friulano “Gurìze”, in sloveno Gorica, in tedesco Görz) è un comune di 35.401 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia, posto sul confine italo-sloveno, situata allo sbocco dell’Isonzo. Il nome di Gorizia deriva dallo slavonico “gora”, come diminutivo, significa “piccolo monte”. Il nome di Gorizia compare per la prima volta nell’anno 1001, in un documento dell’imperatore Ottone III con cui egli donava il castello di Salcano e la villa Goritia situata ai piedi del castello, al patriarca di Aquileia e agli Eppstein, conti del Friuli. Agli Eppstein succedono i conti palatini di Baviera. Gorizia è una città tradizionalmente multilingue. Originariamente le lingue parlate erano tre: il friulano (maggioritario), il tedesco e lo sloveno (minoritario in città, ma molto diffuso nelle campagne e nei villaggi limitrofi). Alle soglie dell’era moderna iniziò a propagarsi a Gorizia anche il veneto, portato prima dalle truppe di occupazione della Serenissima (1508-1509), poi dagli immigrati. L’italiano sembrò prevalere sul tedesco nel Seicento, perché utilizzato come lingua d’insegnamento, insieme al latino, in alcune prestigiose scuole appartenenti all’ordine dei gesuiti. Dal 1509 Gorizia fu dominio degli Asburgo e sotto l’amministrazione austriaca la città crebbe d’importanza. Dopo il 1815 partecipò al movimento di liberazione nazionale e fu centro attivissimo dell’irredentismo italiano tra il 1866 (poiché restò esclusa dai confini del nuovo regno d’Italia) e il 1918, quando fu annessa all’Italia. Dopo l’8 settembre 1943, il territorio di Gorizia fu teatro di una strenua resistenza all’invasione nazista (battaglia di Gorizia) e per un breve periodo (1943-45) la città fu posta sotto l’amministrazione militare tedesca. Con l’arrivo dei partigiani iugoslavi (1945) nel territorio di Gorizia iniziarono le repressioni; migliaia furono gli arrestati e i dispersi sia tra gli italiani che tra coloro che si opponevano al regime comunista di Tito. Dopo la Seconda guerra mondiale, per il trattato di pace (1947) con la Iugoslavia, l’83,4% della provincia di Gorizia fu ceduto alla Slovenia, mentre la maggior parte dell’area urbana di Gorizia rimase in territorio italiano; al di là della frontiera, dal 1947, si è formato il centro di Nova Gorica. Con l’ingresso della Slovenia nell’UE (2007) è stata abbattuta la rete di confine che divideva la città in due parti.
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L’ANTICA CAPITALE LONGOBARDA
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CON IL SUO CARDO E IL DECUMANO, PAVIA OGGI È ANCORA COME LA DISEGNARONO I ROMANI. STORIA DI UNA CITTÀ DELLA CULTURA, DOVE STUDIÒ CRISTOFORO COLOMBO E DOVE IL PETRARCA TROVÒ SOVENTE ISPIRAZIONE
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La storia di Pavia ha inizio in epoca pre-romana quando un insediamento fu fondato dalle tribù della Gallia transpadana sulle rive del fiume Ticino poco distante dalla confluenza con il fiume Po. La città assunse importanza al tempo dei Romani, con il nome di Ticinum. Il centro storico di Pavia, un quadrato di circa 1 km², ha ancora oggi la tipica pianta derivata dal castrum, l’accampamento militare romano, dotato di due assi perpendicolari, il cardo (oggi Corso Strada Nuova) e il decumano (oggi Corso Mazzini prima dell’intersezione e Corso Cavour dopo). La conservazione della pianta della città è stata permessa dal fatto che la città non è mai stata distrutta completamente. Pavia fu in seguito sotto diverse dominazioni straniere. Nel 1706 fu occupata dagli austriaci, nel 1733 dai francesi, nel maggio 1796 da Napoleone, che la punì per un’insurrezione condannandola ad un saccheggio di tre giorni. Nel 1814 tornò sotto gli austriaci. Il movimento rivoluzionario del febbraio 1848 fu represso duramente dagli austriaci: nel mese successivo per breve tempo le forze del Regno di Sardegna ne ottennero il controllo, perdendolo però subito dopo, fino al 1859 quando Pavia divenne parte del regno insieme al resto della Lombardia. In molti periodi Pavia è stata il centro di grande attività intellettuale. Qui Severino Boezio scrisse il De consolatione philosophiae. La scuola legale di Pavia fu resa celebre da Lanfranco, futuro arcivescovo di Canterbury. Francesco Petrarca venne spesso qui a trovare l’amico Galeazzo II. Cristoforo Colombo fu studente all’Università di Pavia intorno al 1465. Nel 1471 si introdusse la stampa. Due dei vescovi di Pavia furono eletti al papato, Papa Giovanni XIV e Papa Giulio III. Altro pavese illustre fu Luigi Porta, famoso anatomista. Oggi Pavia si presenta come una moderna città lombarda “a misura d’uomo”, particolarmente ricca di arte, cultura e natura. Il patrimonio artistico, architettonico e monumentale, testimonianza delle stratificazioni storiche a partire dalla fondazione in età romana, è stato in questi ultimi anni oggetto di attento studio e di restauro.
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SOMMARIO 6 Marzotto & Cassani: santa alleanza nel segno della solidarietà a cura della Redazione
64 5ª Gran Fondo del Capitano “Nalini” a cura della Redazione
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E tu come la pensi?
Si fa presto a dire... tifosi
a cura di Mario Pugliese
a cura della Redazione
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Ruote Roventi
Pagine gialle
a cura di Roberto Sgalla
a cura della Redazione
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Marcialonga Cycling Craft
Il telaio ideale
a cura di Newspower
a cura di Roberto Zanetti
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Sicurezza in gara
Cicloscopio
a cura di Gianluca Barbieri
a cura della Redazione
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Granfondo San Benedetto del Tronto FRW
a cura di Mario Pugliese
La playmate di marzo
a cura della Redazione
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La splendida sala degli affreschi del Palazzo comunale di Faenza, teatro della conferenza stampa del Romagna Challenge
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MARZOTTO & CASSANI: SANTA ALLEANZA NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ a cura della REDAZIONE
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ANNUNCIATA A FAENZA LA PARTNERSHIP FRA IL CIRCUITO GRANFONDISTICO ROMAGNA CHALLENGE E LA FONDAZIONE PER LA RICERCA SULLA FIBROSI CISTICA: UN EURO DI BENEFICENZA PER OGNI ISCRITTO ALLE SETTE GARE DEL CIRCUITO. MOMENTO CLOU IL SIPARIETTO FRA IL “RE DELLA MODA SARTORIALE” E IL NEO CT DELLA NAZIONALE DI CICLISMO
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Il “momento da ricordare”, quello che ha scatenato i flash dei fotografi, si è materializzato verso la fine della conferenza, quando Matteo Marzotto, con l’abituale aplomb, ha scherzosamente ripreso Davide Cassani per l’abbigliamento un po’ troppo casual: «Caro Davide – l’ha rimbrottato il re della moda sartoriale – un commissario tecnico, se mi permetti, deve avere un look più curato». A quel punto, in un siparietto memorabile, Marzotto si è tolto giacca gessata e cravatta regimental e ha letteralmente (ri) vestito il nuovo Ct della Nazionale. È stato questo il momento più divertente di una conferenza stampa che, al contrario, aveva una finalità molto seria. Ovvero l’annuncio della partnership fra il “Romagna Challenge 2014” – il circuito delle otto più importanti granfondo romagnole – e la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus di Matteo Marzotto. Un’iniziativa nel segno della solidarietà che prevede, per ogni pettorale iscritto alle otto gare del “Romagna Challenge”, un euro di beneficenza alla FFC Onlus che finanzia da oltre sedici anni la ricerca per trovare una cura risolutiva alla malattia genetica più diffusa del pianeta: «Quella stessa malattia – ha ricordato Marzotto – che qualche anno fa si è portato via mi sorella. Un evento che mi ha segnato e che mi ha indotto a fare qualcosa di concreto». Da quel momento – era il 1997 – dalla volontà di Vittoriano Fa-
ganelli, Gianni Mastella e Matteo Marzotto, è nata la Fondazione FFC Onlus, la cui missione è quella di selezionare e finanziare progetti avanzati di ricerca clinica e di base per migliorare la qualità di vita dei pazienti, accrescerne le aspettative di vita e, soprattutto, trovare la cura definitiva della malattia. Una mission nobile che, da quest’anno, ha un nuovo partner, anzi otto; gli organizzatori della Gran Fondo Cassani, della Fondo Città di Riccione, della Gran Fondo Over The Hills di Imola, della Rock Racing, della Gran Fondo del Capitano di Bagno di Romagna, della Gran Fondo dell’Antica Repubblica di San Marino, della Granfondo La Magnifica di Forlì e della Pantanissima che, pur aderendo idealmente alla campagna di sensibilizzazione, è l’unica rassegna che non contribuirà concretamente alla raccolta fondi in quanto – come impone il suo statuto – può devolvere proventi solo alla Fondazione Marco Pantani. Chiunque prenderà parte alle sette gare aiuterà la ricerca, perché un euro della sua iscrizione verrà devoluto direttamente alla Onlus di cui Matteo Marzotto è cofondatore. L’iniziativa è stata presentata lo scorso 10 febbraio, nella residenza municipale di Faenza, alla presenza di Matteo Marzotto, Max Lelli, il nuovo commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani, Iader Fabbri e il campione paraolimpico Fabrizio Macchi.
L’intervento, molto applaudito, di Matteo Marzotto
La prima conferenza stampa del neo commissario tecnico della nazionale Davide Cassani
Gli onori di casa, ovviamente, sono stati del sindaco di Faenza Malpezzi, che ha sottolineato l’importanza di un’iniziativa che abbina lo sport alla solidarietà: «Faenza – ha detto – di fronte a queste nobili iniziative farà sempre la sua parte». Poi la parola è passata a Matteo Marzotto, che ha ringraziato gli organizzatori del Romagna Challenge: «Questa non è – ha detto – una goccia nel mare. Abbiamo bisogno di queste iniziative per poter sperare di vincere la battaglia contro questa malattia». Poi la parola a Davide Cassani, che si è detto «orgoglioso che un’iniziativa di questo spessore sia tenuta a battesimo proprio a Faenza. Lo sport, che non deve mai perdere la sua mission educativa, può fare molto per la solidarietà. Quella di Marzotto è una fondazione seria, che persegue un obiettivo importante. E di fronte a chi sta male, il ciclista non tira dritto, ma si ferma e dà una mano». Presente anche il delegato nazionale ciclismo dell’ACSI, l’avvocato Emiliano Borgna: «È un orgoglio – ha detto – che tutte le gare del Romagna Challenge siano affiliate ACSI. Questa iniziativa risponde esattamente a quei valori che ACSI, da sempre, persegue e valorizza». «Per noi è un grande onore – hanno aggiunto gli organizzatori del Romagna Challenge (portavoce Franco Chini della Gran Fondo Cassani) – abbinare il nostro circuito ad un’iniziativa benefica di questo valore. Non appena si sono creati i presupposti per questa partnership,
Foto ricordo con tutti gli organizzatori del Romagna Challenge
tutti abbiamo comunicato, con entusiasmo, la nostra adesione». A questo punto, sull’onda anche di questa splendida iniziativa benefica, le iscrizioni si attendono numerose. Il calendario “Romagna Challenge 2014” partirà, come tradizione impone, il prossimo 16 marzo con la Gran Fondo Davide Cassani, da sempre considerata la classicissima di primavera (siamo già alla 20a edizione) che segna l’inizio ufficiale del calendario granfondistico dell’Emilia-Romagna. La stagione proseguirà poi il 30 marzo con la 16ª edizione della “Città di Riccione” che propone un percorso lungo di 125 km ed uno corto di 87. Il 21 aprile tutti a Cesenatico per l’omaggio al Pirata con la Pantanissima che si svolge sotto l’egida della Fondazione intitolata al campione. Dal 25 al 27 aprile debutta a Imola la “Over the hills”: in un unico contenitore expo, bike test e gare con la Gran Fondo fissata per sabato 26 aprile. Il calendario torna a far tappa a Faenza il 2 giugno con la Rock Racing. Due le proposte: medio di 79,7 km e percorso lungo di 106. L’8 giugno c’è la Gran Fondo del Capitano, a Bagno di Romagna. Due i percorsi: quello da 133 km, con 3421 metri di dislivello; e quello corto da 88 km, con 1938 metri di dislivello. Il 13 luglio la Gran Fondo della Repubblica di San Marino, che si snoda su un percorso lungo da 133 km (2884 metri di dislivello) e su uno corto da 95 (1826 metri di dislivello). Infine, come prova jolly, gran finale con la Magnifica di Forlì del 7 settembre.
IL CT A LEZIONE DI LOOK DAL “RE DELL’ALTA MODA” È stato uno dei siparietti più simpatici alla conferenza stampa del Romagna Challenge, il momento clou che ha scatenato i flash dei fotografi. Nel suo apprezzato intervento, Matteo Marzotto – grande maestro della moda sartoriale– ha rimproverato a Davide Cassani un look poco curato: «Mi spiace – ha detto – ma un commissario tecnico dovrebbe vestire in maniera più credibile». E così si è slacciato la cravatta di seta e l’ha annodata al collo di un divertito Cassani che, dopo essersi sfilato anche il maglioncino rosso, ha indossato la giacca gessata di Marzotto, trasformandosi, in pochi istanti, in un perfetto gentleman.
Il letargo è davvero finito. Dopo i prologhi d’inizio anno, con il mese di marzo riparte ufficialmente la stagione del ciclismo. Il grande circo del professionismo ha già aperto il suo tendone, mentre il mondo delle granfondo celebra il suo primo atto il 16 marzo a Faenza con la Gran Fondo Davide Cassani. Mai così ricco ed intenso il calendario degli appuntamenti, che
Uno splendido pretesto per stare insieme alterna eventi ormai collaudati a rassegne del tutto inedite. È il segno inconfutabile di uno sport in costante crescita che, più di altri, ha saputo abbinare l’elemento della sfida al piacere dell’aggregazione. Perché, se si esclude il rutilante mondo dei prof, oggi il ciclismo è soprattutto questo: uno splendido pretesto per stare insieme. Fioriscono in tutta Italia cicloturistiche di grande fascino, che hanno scelto la bicicletta come veicolo promozionale. Negli anni grami della crisi, la mo-
bilità a costo zero continua a reclutare appassionati che, riposta l’auto in garage, hanno deciso di riscoprire il fascino ecologico delle due ruote. INBICI, che ha come mission primaria la diffusione della cultura ciclistica, vi accompagnerà in questa lunga stagione a pedali, raccontandovi le manifestazioni più belle e presentandovi, di volta in volta, quelle da non perdere. Per il mondo del ciclismo, l’anno nuovo comincia a marzo. E allora buona pedalata a tutti!
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L’EDITORIALE l’editore MAURIZIO ROCCHI
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IN COPERTINA info@inbici.net
4ª GRAN FONDO MARIO CIPOLLINI IL RE LEONE: «DEDICATA AI BAMBINI» IL 1 GIUGNO A CAPANNORI SI RENDE OMAGGIO AL PIÙ GRANDE SPRINTER ITALIANO DI TUTTI I TEMPI. NUOVI PERCORSI ED UN’AREA EXPÒ SEMPRE PIÙ RICCA, MA AL PRIMO POSTO C’È SEMPRE LA PROMOZIONE DEL CICLISMO TRA LE NUOVE GENERAZIONI
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Torna la prima domenica di giugno la Gran Fondo Mario Cipollini che, alle 8.30 in punto, partirà da Capannori, località toscana incastonata tra la Piana di Lucca, l’Altopiano delle Pizzone e il Monte Pisano. Qui, il 22 marzo del 1967, è nato “Il Re Leone”, uno dei più vittoriosi sprinter italiani con in bacheca un Campionato del mondo, una Milano-Sanremo, tre Gand-Wevelgem, quarantadue tappe al Giro d’Italia, dodici al Tour de France e tre alla Vuelta a España. Lo start è previsto da piazza Aldo Moro, con Mario Cipollini in persona presente ai nastri di partenza, pronto a pedalare con tutti i cicloamatori che affronteranno i due percorsi della manifestazione: «Ogni anno è sempre una grande festa – spiega Mario Cipollini – in carriera ho corso in ogni angolo del pianeta, ma pedalare sulle strade di casa, quelle sulle quali mi allenavo quando ero un professionista, regala sempre una certa emozione. Questa granfondo, nata grazie all’impegno di alcuni cari amici, sta
diventando, anno dopo anno, una realtà sempre più importante. È un’occasione per pedalare in allegria con ex compagni e tifosi, ma è anche un’opportunità per rilanciare la cultura ciclistica in questo paese che, specie tra i giovani, non è mai abbastanza reclamizzata». Tante le novità per il 2014, a cominciare dai due tracciati di gara, che sono stati leggermente rivisitati rispetto alle passate edizioni: il granfondo misurerà 143 chilometri e presenterà un dislivello di 2000 metri, mentre il mediofondo sarà lungo 114 chilometri e avrà un dislivello di 1285 metri. Non mancheranno le iniziative collaterali per fare della granfondo di “Super Mario” una vera e propria festa, con un’area expo attiva sia il 31 maggio che il 1° giugno e con molte iniziative pensate per i bambini: «I protagonisti di questo weekend – aggiunge Cipollini – sono proprio i bambini. L’iniziativa è pensata, in particolare, per loro, con la sincera
speranza che, in queste due giornate, si appassionino ad una disciplina fantastica come il ciclismo». Le iscrizioni sono già aperte, alla quota di 30 euro valida fino al 30 aprile. Dal 1° maggio al 30 maggio ci sarà un sovrapprezzo di 10 euro. Sabato 31 maggio e domenica 1° giugno ci potrà iscrivere solo sul posto, al costo di 50 euro e senza possibilità di essere inseriti nelle griglie di merito. Sono previste agevolazioni per le donne: per le cicliste la quota d’iscrizione sarà di 20 euro fino al 30 aprile, per poi aumentare di 5 euro dal 1° maggio fino al giorno della gara. Le iscrizioni per gli atleti diversamente abili e trapiantati sono completamente gratuite. www.granfondomariocipollini.it
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20ª GRAN FONDO DAVIDE CASSANI
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a cura della REDAZIONE
TUTTI IN SELLA COL CT IL 16 MARZO A FAENZA SI APRE LA STAGIONE DELLE GRANFONDO. FARI PUNTATI SUL NUOVO ALLENATORE DEL CICLISMO AZZURRO, MA LA MISSION È QUELLA DI SEMPRE: RACCOGLIERE FONDI PER I VIVAI
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Conto alla rovescia per la 20ª edizione della Gran Fondo Davide Cassani di Faenza che, alle 9.30 in punto del prossimo 16 marzo, decreterà in Emilia Romagna l’inizio ufficiale del calendario delle granfondo. La corsa, gara d’apertura del Circuito Romagna Challenge, si snoderà, come al solito, lungo due tracciati: quello di circa 117 chilometri (con un dislivello di 1800 metri) e quello medio di circa 90 chilometri (dislivello di 1227 metri). Il primo percorso partirà da Faenza e, dopo aver lambito le località di Marzeno e Modigliana, nel forlivese, salirà verso il monte Chioda, in località Rocca San Casciano. Dopo la discesa di Portico, ecco la “Cima Coppi” del tracciato, ovvero il monte Busca (704 metri), in località Tredozio. Dopo la discesa e il violento “dentino” del monte Collina, i corridori scollineranno a Modigliana prima dell’erta del monte Casale, a Brisighella. Infine, dopo la guglia di Monticino, tutti verso i monti Corallo e ritorno a Faenza. La corsa dell’ACSI, che appartiene anche al Circuito degli Italici Etrusco, rilancia la sua mission di sempre: favorire e sviluppare la passione del ciclismo fra i ragazzi,
in modo particolare quelli della categoria “giovanissimi”. Non a caso, alla consolle, ci sono la SC Ceretolese di Casalecchio di Reno e la Polisportiva Zannoni di Faenza, due società cresciute molto in questi anni, che oggi tesserano oltre cinquanta ragazzi sotto i 16 anni e che, da sempre – in piena sintonia con Davide Cassani – perseguono come fi-
nalità la promozione del ciclismo fra le nuove generazioni. «Per me è un orgoglio – spiega lo stesso Cassani – prendere parte a questa granfondo. Al di là del valore aggregativo, che resta molto importante, è la finalità della giornata che merita grande attenzione. Con i proventi raccolti da questa granfondo, infatti, consentiremo ad una cinquanti-
Gli atleti appena partiti, in prima fila un sorridente Davide Cassani
Attimi prima della partenza di una recente edizione
na di giovani ciclisti del territorio di praticare il ciclismo per almeno un anno». L’attenzione alla categoria “giovanissimi”, aggiunge il responsabile della manifestazione Franco Chini, è nata «dalla consapevolezza che la pratica di uno sport come il ciclismo costituisce la base di una buona educazione alla salute e alla sicurezza sulla strada». Si partirà anche quest’anno da Faenza, dalla piazza del Popolo, mentre l’arrivo è fissato in viale Risorgimento, lungo il viale che costeggia l’area fieristica della città. Qui verrà riproposto “Il Romagna Bike”, un expo dedicato alla bicicletta ma non solo. info www.granfondodavidecassani.it
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gf citta’ di riccione riccione gf pantanissima cesenatico
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16ª FONDO “CITTÀ DI RICCIONE” NALINI a cura della REDAZIONE
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LA MOVIDA SUI PEDALI UN GRANDE SPONSOR, LA “COMBINATA DELL’ADRIATICO” E UNA FORMULA COLLAUDATA IN QUINDICI ANNI DI GRANDE CICLISMO: COSÌ RICCIONE SI PREPARA AD OSPITARE UN’EDIZIONE DA NON PERDERE
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Si annuncia un grande spettacolo di sport e divertimento la 16ª edizione della Fondo “Città di Riccione” ACSI, in programma il prossimo 30 marzo (ciak alle ore 9) e valida come 2ª prova del Romagna Challenge (per ogni iscritto, verrà dunque devoluto un euro alla Fondazione per la Ricerca contro la fibrosi cistica di Matteo Marzotto). La rassegna, malgrado la formula ormai collaudata, si presenta con diverse novità. La più importante è lo sponsor: ad affiancare la manifestazione della Perla, quest’anno sarà infatti il prestigioso marchio Nalini, un brand MOA Sport leader nel settore dell’abbigliamento da ciclista professionistico e amatoriale. Nel cuore della “movida” romagnola, la granfondo partirà, come da tradizione, dal Palaterme e, dopo un tracciato di 125 chilometri (percorso lungo), arriverà davanti ad Oltremare, il parco tematico di Riccione con le sue fattorie didattiche, il pianeta scienza e, soprattutto, lo show dei delfini ammaestrati.
Altra grande novità di questa edizione è la partnership con la Granfondo di San Benedetto, in programma il prossimo 4 maggio. Ribattezzata la “Combinata dell’Adriatico”, la formula riserva un grande vantaggio per i partecipanti. Chi si iscriverà entro il 15 marzo, infatti, pagherà 35 euro e potrà partecipare anche alla rassegna di San Benedetto. Confermato il tracciato (1700 metri di dislivello) che, come sempre, regalerà emozioni e spettacolo. I corridori, infatti, dopo 14 chilometri di pianura, lambiranno Gradara per inerpicarsi sulle località di Saludecio e Mondaino. A seguire, dopo circa 30 chilometri di relax, l’asfalto torna a salire a Macerata Feltria, proseguendo per il Bivio Serra Nanni. Dopo il Monte Cerignone, ecco il Monte Grimano, la guglia del percorso con i suoi 600 metri, prima della discesa di Faetano e l’ultimo strappetto a Mulazzano che immette poi nella frazione di Ospedaletto. Il percorso corto, invece, misura 87 chilometri e, deviando verso
Morciano, presenta come unica asperità il monte Grimano. Ma la grande festa del ciclismo riccionese parte il sabato precedente, con la Randoné di 200 chilometri che partirà alle ore 8, mentre nel pomeriggio, nell’area del luna park di Riccione, è in via di definizione una grande iniziativa dedicata al mondo dell’infanzia. «Lo scorso anno – spiega l’organizzatore della Fondo di Riccione Valeriano Pesaresi – complice anche il maltempo, le iscrizioni si sono fermate a quota 900. Quest’anno, se il meteo ci assiste, abbiamo fondate aspettative di oltrepassare la soglia dei mille iscritti. Riccione, del resto, è una località turistica aperta tutto l’anno e, per chi partecipa alla nostra corsa, il divertimento è garantito. L’edizione di quest’anno, inoltre, grazie alla partnership con la Fondazione di Matteo Marzotto, ha un’importante connotazione benefica. Una ragione in più per pedalare con noi». foto PLAYFULL NIKON
Gran Fondo Città di Pisa a cura di NEWSPOWER
Finalmente si parte!
Un debutto… col botto è quello che intende fare la Gran Fondo Città di Pisa domenica 23 marzo, ed è il momento di scoprire nei minimi dettagli la proposta d’inizio primavera all’ombra della celebre torre pendente. La prima edizione dell’evento su strada, orchestrato dalla ASD Folgore Bike, decollerà dal centro sull’Arno e correrà lungo tre percorsi, il Lungo di 150,4 km, il Medio di 114,7 km e infine il Corto, disegnato per i cicloturisti, di 85,8 km. La tripla proposta raccoglie tutti i concorrenti in Piazza XX Settembre con le griglie disposte sul Lungarno Galileo Galilei, in prossimità del Ponte di Mezzo. Dopo la passerella a velocità controllata fino in Via Matteucci i due tracciati Medio e Lungo punteranno il paese di Calci e si inerpicheranno subito sul Monte Serra per una salita che, con ogni probabilità, lancerà le prime avvisaglie per l’alta classifica. La variante cicloturistica invece aggira la celebre palestra dei ciclisti toscani e poi prosegue sempre lungo falsi piani collinari sino al traguardo, ricalcando in parte il tracciato Medio. La frazione di Castel di Nocco nel comune di Buti e Vicopisano vedranno sfrecciare i ciclisti in discesa, poi pianura attraverso Calcinaia e Pontedera direzione Capannoli. Qui, lungo la SP 26 si salirà verso Santo Pietro per poi puntare in direzione Casciana Terme dove, immediatamente dopo la salita del campo sportivo, i mediofondisti svolteranno verso Collemontanino, mentre chi avrà scelto il percorso più lungo proseguirà alla volta di Chianni. La salita del Ghiaccione attenderà qui i granfondisti sulla Provinciale del Monte Vaso che conduce a Castellina Marittima, da dove si uscirà poi puntando le frazioni di Pastina e Santa Luce lungo la Provinciale del Commercio. Si giungerà nella zona di Pian di Laura e i due tracciati Medio e Lungo saranno già riuniti per attaccare l’ultima erta di giornata, la Salita del Roncione, cui seguirà una discesa di… rilancio verso Cenaia e il centro di Cascina per poi percorrere il Lungomonte Pisano attraverso Colignola dopo pochi chilometri. Piazza Vittorio Emanuele II sarà a questo punto quasi a vista, le ultime pedalate e il traguardo sarà raggiunto. In questo mese di marzo rimangono aperte le iscrizioni e fino a lunedì 10 la quota di partecipazione resta bloccata a € 35 per prender parte ad uno dei due tracciati agonistici, salendo a € 40 fino alla chiusura delle iscrizioni, fissata per il giorno 19 marzo. Eventuali richieste fuori tempo massimo potranno essere accettate a discrezione degli organizzatori al costo di € 45. Per i cicloturisti, invece, le iscrizioni rimangono invariate a € 15. Curiosando sul sito ufficiale di gara – cosa che come sempre vi consigliamo di fare – nella sezione “Side Events” si possono rintracciare un paio di iniziative accattivanti per l’intero fine settimana della Gran Fondo Città di Pisa 2014. Per gli amanti delle camminate vengono organizzate due sessioni di “Fitwalking” in gruppi di massimo 10 persone che dalla zona dell’ippodromo portano a fare un tuffo nelle vicine aree verdi, su distanze di 3-4 km o fino a 6-7 km, a seconda della volontà. Durante l’intero fine settimana sarà anche possibile prendere parte al “City Grand Tour” con visite guidate a piedi e in sella alla propria due ruote tra i lungarni, le piazze di Pisa e le immediate vicinanze, per una vera immersione
nei secoli di storia della repubblica marinara toscana. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale di gara www.granfondocittadipisa.com, così come il dettaglio della grande Expo Area allestita in Piazza Vittorio Emanuele II, tutta da visitare con i suoi numerosi stand tecnici ma non solo. La Gran Fondo Città di Pisa, che raccoglie l’eredità di Gran Fondo della Valdera Valdarno divenuta poi Gran Fondo Folgore Bike e Gran Fondo Inkospor Folgore Bike, è stata inserita come seconda tappa del 16° Giro del Granducato di Toscana, il challenge che porta anche quest’anno i granfondisti alla scoperta della fascinosa terra etrusca. Il fischio d’inizio al circuito è il 2 marzo con la Granfondo Inkospor Val di Cecina, seguita dall’evento pisano, mentre tra aprile e maggio si corrono la Green Fondo Paolo Bettini – La Geotermia di Pomarance, ancora in provincia di Pisa (13 aprile), la Granfondo BMC Diavolo in Versilia Internazionale di Viareggio il 27 aprile e la Gran Fondo della Vernaccia nella bella San Gimignano, che chiuderà la kermesse domenica 11 maggio. Info: www.granfondocittadipisa.com
foto VALERIO BENEDETTO
IL 23 MARZO, ALL’OMBRA DELLE CELEBRE TORRE PENDENTE, PARTE LA PRIMA EDIZIONE DELLA NUOVA RASSEGNA CREATA DALL’ASD FOLGORE. NIENTE È STATO LASCIATO AL CASO, MA IL “VALORE AGGIUNTO” DELLA CORSA RESTA LA MAGÌA DI UN TRACCIATO FANTASTICO
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ELBA BIKE TOUR, FACCIAMO DUE CONTI a cura di ROBERTO ZANETTI
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Dell’Elba Bike Tour 2014 ho avuto modo di parlare ampiamente nei precedenti numeri di INBICI ma, con l’avvicinarsi dell’evento, l’attesa diventa spasmodica. Il tempo passa così in fretta che due mesi dell’anno se ne sono andati, marzo è già qui e nemmeno ci sarà modo di rendersene conto che anche aprile farà capolino.
robertozanetti65@gmail.com
Ma cosa bisogna fare per iscriversi alla manifestazione organizzata dall’infaticabile Paolo Aghini, dinamico presidente della Folgore Bike e ideatore dell’Elba Bike Tour? E soprattutto: quanto costa? Andiamo per ordine, una cosa alla volta.
• Le iscrizioni si effettuano sul sito ufficiale dell’evento: www. elbabiketour.com nel quale è riportato per esteso anche il regolamento e un elenco delle strutture alberghiere convenzionate. Qui si possono trovare le proposte dei “pachetti all inclusive” con tariffe molto vantaggiose, sia per le famiglie, per i gruppi e perché no, anche per i singoli! • Quanto mi costa? Ecco, questo è un capitolo molto importante e per spiegarlo nel migliore dei modi vi invito a leggere con attenzione e nei minimi dettagli lo specchietto qui accanto riportato.
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24 a cura della REDAZIONE
CENTRO CITTÀ
UNO SCREENING DELLA REGIONE LOMBARDIA SUL GRANDE POPOLO DEI CICLISTI APRE IL DIBATTITO SUI TRASPORTI CITTADINI ECO-SOSTENIBILI. RISPARMIO DI DENARO, SALUTE E MENO COSTI DI MANUTENZIONE STRADALE: NON C’È UN SOLO MOTIVO PER DIRE DI NO
EMISSIONI ZERO
L foto JEFF TESSIER
La nostra rubrica si occupa di città. Il dibattito è caldo, importante e sempre attuale. Un confronto di idee, cifre, statistiche, esperimenti, ruote che girano o che vorrebbero girare. Sicurezza, viabilità, ecologia, park e bike sharing. Anche bici elettriche, perché no? L’importante è parlarne, perché in questo paese manca la cultura della bicicletta. Basta dare un’occhiata nell’orticello di danesi, tedeschi, inglesi e soprattutto nordici per rendersi conto che cos’è una città a misura di ciclista. Del resto controindicazioni non ne esistono: denaro, stress, tempo e anche manutenzione delle strade. Meno traffico pesante equivale a meno rattoppi da fare… Insomma, se ne parla. E si cercano soluzioni. Proposte: non solo sui social, come ha fatto – e bene – il movimento #salvaciclisti, fra gli “hashtag /#” più cliccati negli ultimi mesi. Intanto, i dati dicono chiaramente che la bici piace sempre di più e questo
non è il risultato di una statistica commerciale, ma lo dice la Lombardia e la Fiab che hanno sviscerato un “rilevamento di ciclisti” in 12 capoluoghi lombardi. Da questo screening risulta che: Cremona è la città con il maggior numero di ciclisti della Lombardia, a Lecco c’è il numero più alto di sportivi, a Varese le donne pedalano meno degli uomini, Bergamo è il capoluogo in cui il bike sharing incide di più su chi utilizza le due ruote, mentre Brescia e Lodi sono le città che hanno più parcheggi. In generale, forse complice anche la crisi economica, ai lombardi la bicicletta piace sempre di più e i numeri dimostrano che il suo utilizzo è maggiore anche nel tragitto casa-lavoro o casa-scuola, laddove siano presenti ricoveri attrezzati o custoditi. La bella notizia è che la Regione Lombardia ha inserito due progetti nel Piano Regionale della Mobilità Ciclistica, e li sta – da un lato – portando avanti attraverso un’attività di raccolta dati sulle nuove infrastrutture e sui nuovi servizi e – dall’altro lato – monitorando l’utilizzo della bicicletta nei capoluoghi di provincia. Utile, pratico, essenziale per capire come fare. Cosa cambiare. Dove intervenire e con quale priorità. È solo una partenza e anche in ritardo, ma è già qualcosa. Tornando ai dati: il censimento è stato effettuato dai volontari delle associazioni di categoria che hanno monitorato il passaggio dei ciclisti in quattro postazioni individuate in ogni città. Sono state rilevate anche l’offerta e la domanda di parcheggio per biciclette presso 15 stazioni ferroviarie allo scopo di raccogliere informazioni utili a orientare interventi volti a favorire l’uso intermodale di bicicletta e treno. Oltre 46 mila bici in 4 ore: un bel trend. È il primo dato significativo che balza all’occhio: ovvero il numero di ciclisti rilevati tra le 7.30 e le 13.30: almeno 46.911 persone hanno scelto la bicicletta per i propri spostamenti. Spiccano Cremona, con 9255 passaggi, Lodi con 6894, Monza con 6568 e Milano (fanalino di coda…) con 6061. Nelle postazioni, collocate lungo le direttrici di
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accesso al centro cittadino, sono stati conteggiati i flussi dei ciclisti sia in entrata che in uscita. In diverse postazioni di alcune città, il flusso dei passaggi è maggiore fino alle 9.30, e indica un uso della bicicletta come mezzo di trasporto per chi si reca al lavoro o a scuola. Il fenomeno è evidente in tutte le postazioni di Cremona, Lodi, Milano, e in diverse postazioni di Mantova, Pavia, Brescia, Monza e Sondrio, e in una di Como e Varese. Meno marcato il flusso in uscita, riconoscibile tuttavia in alcune postazioni nella tarda mattinata (in quelle di Cremona, Lodi e Pavia, in tre di Mantova e in una di Monza). Il target! In alcune città, sono stati raccolti anche dati di approfondimento, quali le percentuali di donne e uomini, di ciclisti urbani e ciclisti sportivi, di biciclette private o del servizio di bike sharing, e infine le percentuali della ripartizione modale, distinguendo tre tipi di veicoli: auto/furgoni/camion, biciclette, moto. Nelle quattro città in cui è stata rilevata la percentuale di donne e uomini (Bergamo, Brescia, Pavia e Varese) si possono notare notevoli differenze. In tema di parità di genere, Bergamo e Pavia hanno percentuali quasi uguali, Brescia occupa una posizione intermedia (38%), mentre il fanalino di coda è rappresentato da Varese, dove la percentuale femminile è nettamente minoritaria (23%). I più bike oriented! In quattro città (Bergamo, Como, Lecco e Varese) è stata monitorata anche la percentuale di ciclisti sportivi: al primo posto c’è Lecco con il 21%, seguita da Varese a quota 10% e da Bergamo e Como con percentuali molto basse, rispettivamente il 3% e il 4%. E infine la bici per tutti, quella pubblica: al momento della rilevazione, il bike sharing era presente in nove città (Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia, Varese) e la loro incidenza percentuale sul totale è risultata del 15% a Bergamo e del 9% a Milano. Scattata una fotografia. Adesso, non resta che pedalare! Le città italiane più a misura di ciclista sono Reggio Emilia e Lodi seguite da Modena, Mantova, Vercelli, Cremona, Forlì, Ravenna, Cuneo, Ferrara e Piacenza. Questa, la classifica stilata da Legambiente, nell’ambito di un’indagine, durata un anno, che ha studiato la mobilità sostenibile nei capoluoghi italiani.
foto BETTINIPHOTO
La partenza dell’edizione 2013
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18ª GRAN FONDO SELLE ITALIA a cura della REDAZIONE
SI PEDALA PER LA RICERCA
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IL 6 APRILE TORNA LA 18ª EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE CERVESE. TRA LE NOVITÀ DI QUEST’ANNO I PETTORALI “CHARITY” PER SOSTENERE UNA NUOVA TECNICA DI CURA DEI TUMORI AL SENO ED IL CONCORSO GARMIN LEGATO AL CONCETTO DI POTENZA. E NEL DECENNALE DELLA MORTE DI PANTANI, NON POTEVA MANCARE L’AMARCORD IN IMMAGINI DEL FOTOREPORTER ROBERTO BETTINI
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Si pedala per la ricerca alla Gran Fondo Selle Italia di Cervia che, oltre ad essere – da 18 anni – una grande festa del ciclismo ed un efficace veicolo promozionale per il turismo di bassa stagione, diventa da quest’anno anche un’iniziativa di solidarietà. Dal 20 febbraio sarà infatti possibile acquistare uno dei 200 pettorali ‘Charity’ messi a disposizione per sostenere il Progetto Iart, per lo studio di una nuova tecnica di cura dei tumori al seno, attualmente in fase di sperimentazione all’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori Irst Irccs. Previste 135 iscrizioni Argento da 45 euro (partenza in griglia Blu), 50 iscrizioni Oro a quota 100 euro (partenza in griglia Rossa Onore, con pettorali dal numero 91 al 140), 10 iscrizioni Platino a quota 350 euro (partenza in griglia VIP, con pettorali dal numero 6 al 15 ed ingresso in griglia riservato. Inclusa nell’iscrizione anche la Cena di Gala Charity di sabato 5 aprile, per due persone), 5 iscrizioni Diamante a quota 1000 euro (partenza in griglia VIP, con pettorali dal numero 1 al 5 ed ingresso in griglia riservato. foto BETTINIPHOTO
Un’immagine dello Sportur Bicyle Expò sul lungomare di Cervia,
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I ciclisti affrontano le prime rampe della Gran Fondo Selle Italia 2013
Inclusi anche il soggiorno per due in hotel 4 stelle vicino alla partenza, l’ingresso per due al centro benessere, con percorso sensoriale e due massaggi relax, la cena di Gala Charity di sabato 5 aprile per due persone ed il pranzo al Fantini Ristorantino domenica 6 aprile, sempre per due persone). Il ricavato, al netto delle spese, sarà devoluto alla messa a punto della Iart, la nuova metodica sperimentale ideata dal professor Giovanni Paganelli, Direttore della Medicina Nucleare dell’Irst Irccs, che potrebbe permettere alla cura conservativa dei tumori della mammella di compiere un deciso passo in avanti. LA POTENZA È TUTTO Sei iscritto alla Gran Fondo Selle Italia? Fino al 30 marzo partecipa al nuovo concorso e avrai l’opportunità non solo di partire in prima fascia il 6 aprile, ma di provare in gara Vector, il nuovo misuratore di potenza di Garmin. Per partecipare ti basta inviare una mail a info@granfondoselleitalia.org
con una frase o un’immagine che spieghi simbolicamente il concetto di potenza. Una giuria sceglierà tre “opere” e gli autori saranno premiati con la pole position in griglia e l’installazione sulla bicicletta del dispositivo Vector. Il corridore che, al termine della gara, avrà fatto registrare il valore-potenza migliore sarà premiato sul palco con una Virb, l’action camera di Garmin. IL PIRATA IN MOSTRA In occasione della 18ª Granfondo Selle Italia – Via del Sale, da venerdì 4 aprile a domenica 6 aprile, nell’area hospitality Fantini Club, il fotoreporter Roberto Bettini presenterà al pubblico la mostra fotografica “Il Mio Pantani”, interamente dedicata al campione delle due ruote, che partecipò anche ad una delle prime edizioni della granfondo. La mostra racconterà il “Pirata” visto attraverso l’obiettivo di Roberto Bettini, che da ben quarant’anni segue come fotografo ufficiale Giri d’Italia, Parigi Roubaix, Mondiali, Olimpiadi e tutti i principali appuntamenti ciclistici mondiali.
IL GRIMPEUR COL FRENO A MANO TIRATO E proprio nel segno del Pirata, nel decennale della scomparsa, la Gran Fondo di Cervia si arricchisce di una nuova gara. Contro se stessi e contro il tempo sulla mitica Cima Pantani, collocata sull’ascesa di Montevecchio (altezza m 373 - km 4 - pendenza max 14%). Al grido di “non vinci se arrivi primo”, saranno premiati non i più veloci, ma tutti i corridori che affronteranno la salita tra i 19 ed i 20 minuti. Il tempo della scalata è calcolato con il chip della gara attraverso la rilevazione elettronica, sul tratto segnalato da inizio salita (Bivio Montevecchio) fino al cippo di Cima Pantani. CONSOLLE AL FANTINI CLUB Quartier generale della granfondo, dopo la fortunata esperienza della passata edizione, il prestigioso bagno Fantini Club, sulla spiaggia di Cervia-Milano Marittima. Con un’area complessiva di 15.000 mq ed un’ampiezza fronte mare di oltre 100 metri, Fantini Club è da anni un punto di riferimento per gli amanti dello sport e del ‘buon vivere’. E per gli amanti del relax, il centro benessere & Spa in riva al mare Fantini Wave Spa. Vera oasi di relax su 500 mq di green, dove lasciarsi coccolare, con percorso sensoriale, massaggi e trattamenti. In occasione della granfondo al Fantini Club sono a disposizione tutti i servizi pre e post gara: ritiro dei pacchi gara, segreteria, sala stampa con diretta tv, area hospitality, premiazioni, parcheggio bici e pasta party finale, aperto anche agli accompagnatori. E per chi è esigente anche nella prenotazione, la location ideale è lo Sportur Club Hotel (0544 975039 – 0544 71334). foto GIORGIO BIANCHI
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E TU COME LA PENSI? info@inbici.net
a cura di MARIO PUGLIESE
QUASI QUASI TI TASSO LA SPECIALIZED
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SI TORNA A PARLARE DI BOLLO PER LE BICICLETTE ED I CICLISTI INSORGONO PARLANDO DI PROVVEDIMENTO BLASFEMO E DI MESSAGGIO AVVILENTE CONTRO LE POLITICHE DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE. EPPURE, SE UNA PANDA DA 9MILA EURO DEVE PAGARE LE IMPOSTE DI CIRCOLAZIONE, PERCHÉ UNA BICICLETTA DA 15MILA DOVREBBE ESSERNE ESENTE?
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Nel maggio del 1895, l’anno che vide la luce della prima auto con motore a benzina, un progetto di legge autorizzava i comuni del Regno d’Italia ad imporre tasse sui velocipedi. A promulgarla il Re Umberto I, che decise così di applicare un’imposta statale su un mezzo di locomozione che, in quegli anni – va detto – era prerogativa esclusiva delle classi più agiate. Il Comune di Milano impose inizialmente una tassa di 12 lire, a Roma la tassa applicata era di 6 lire. Due anni dopo giunse la proposta di tassa governativa di 12 lire (in seguito ridotta a 10) con obbligo di targhetta (bollo) applicata e sigillata dall’ufficio metrico mediante tenaglia bollatrice. Da quegli anni, il balzello sulle biciclette ritorna periodicamente alla ribalta ogni qual volta lo Stato reclama nuove entrate. Sulla stampa e dai vari blog e forum “a tema” trapelano notizie non proprio rassicuranti sul fatto che, prima o poi, lo Stato s’inventerà la tassa di possesso e di circolazione sulla bicicletta, con conseguente stipula di nuova polizza ed assicurazione obbligatoria per i ciclisti. D’altronde, il passo è veramente breve: se lo Stato incasserà sempre meno dalla vendita delle quattro ruote e le assicurazioni inizieranno a “piangere miseria”, la bicicletta potrebbe diventare per l’erario l’approdo fiscale più scontato.
I VANTAGGI DELL’IMPOSTA C’è chi parla di sacrilegio, ma smarcandoci dai populismi e dai luoghi comuni, un modesto balzello sulle biciclette non sarebbe un atto di blasfemia fiscaCome è possibile vedere nelle foto, le targhette erano di forma allungata, così da poter essere attaccate le. La tassazione dei velocipedi ad anello sul manubrio della biciclette porterebbe, in primis, al primo censimento nazionale delle biciclette, una sorta di anagrafe delle due ruote sazione o di una vera e propria colletta da simile al Pra. Ogni modello, infatti, essendo parte dei ciclisti, con una finalità ben precisoggetto a tassazione, verrebbe “targato” o sa: fare in modo che l’Italia diventi sempre punzonato, dando vita così al primo registro più un paese cycle-friendly. nazionale dei veicoli a pedale. A che serve? In primis, a scoraggiare, in GIÙ LE MANI DALL’AMBIENTE maniera decisiva, i ladri seriali delle due La bicicletta è il mezzo “povero” per antoruote. L’anonimato delle biciclette, infatti, a nomasia, il veicolo-rifugio ai tempi della crisi. differenza delle auto, garantisce vita facile ai Ci sono milioni di italiani che hanno acquiricettatori, che non trovano alcun ostacolo stato una bicicletta solo perché un’automoal re-inserimento sul mercato dei modelli bile – con l’assicurazione, il bollo e il caro rubati. A volte, per “ripulire” il mezzo ille- benzina – non potevano più permettersela. galmente sottratto non serve neanche un Soprattutto per questo, tassare la bicicletta buffetto di vernice, è sufficiente trasportarlo sarebbe, oltre che un atto di solenne ingiuin un’altra provincia e l’impunità è garantita. stizia, anche una dimostrazione d’inciviltà. L’imposta, invece, imporrebbe una targa e Vorrebbe dire disincentivare le politiche dunque conferirebbe un’identità del veicolo, dell’eco-sostenibilità, scoraggiare i trasporti ad emissione zero, punire coloro che, anrendendolo tracciabile. Del resto, ci sono biciclette che ormai co- che per questioni di principio, hanno scelto stano più delle auto. E magari l’imposta po- di non inquinare. In pratica verrebbero svitrebbe essere circoscritta proprio a questi lite, in un colpo solo, tutte le campagne di modelli. Perché se una Fiat Panda da 9000 sensibilizzazione sulla green-economy, traeuro paga bollo e assicurazione, mutando in un cartoccio di parole al vento Queste targhette erano montate sulle biciclette che male ci sarebbe ad applicare le solenni catechesi sul “pianeta da salvare”. e indicavano il pagamento di una tassa denominata una modesta tassazione su una Sarebbe il messaggio anti-ecologico per “contributo manutenzione stradale” eccellenza, una mortificante dimostrazione Specialized da 15mila euro? La tassa sulle biciclette inoltre, in di come l’esigenza del “far cassa” venga tempi di ristrettezze economiche, anteposta al benessere collettivo. Eh già potrebbe essere re-investita in perché la bicicletta è anche un mezzo che progetti legati alla sicurezza ci- riduce i costi della spesa sanitaria: l’attività clopedonale o tradotta in servizi e aerobica che impone, infatti, secondo lo infrastrutture per i ciclisti, magari stesso Istituto Nazionale delle Sanità, raprealizzando nuove piste ciclabili, presenta l’esercizio più indicato per prevecordoli anti-auto, aree ristoro o nire le patologie cardiovascolari. Per quecorsi di educazione stradale nelle sto, più che di tasse sarebbe opportuno scuole. In questo modo, anche parlare d’incentivi. negli anni grami della spending Qualcuno si ostina a ripetere che l’anagrareview, il grande popolo della fe delle due ruote arginerebbe il fenomeno bicicletta potrebbe contare su dei furti. Falso. Le targhe delle auto hannuovi servizi e nuove campagne no forse scoraggiato i ladri? Se si riesce di sensibilizzazione sui trasporti a contraffare il libretto di circolazione di eco-sostenibili. A quel punto, più una vettura perché i malviventi dovrebbeche di balzello, sarebbe corretto ro spaventarsi nel “grattugiare” un codice parlare di una forma di auto-tas- sotto il sellino?
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1ª GRAN FONDO OVER THE HILLS a cura della REDAZIONE
IL SEMAFORO DI F1 DARÀ LO START LA PRIMA EDIZIONE DELLA GRANFONDO IMOLESE PARTIRÀ DALL’AUTODROMO “FERRARI”. E GIÀ QUESTO BASTA PER PARLARE DI RASSEGNA SEMPLICEMENTE SPECIALE
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Sembra di sentirli ancora quei motori rombanti e bollenti che scaldavano i cuori degli italiani e degli imolesi all’autodromo che per decenni ha ospitato le più grandi gare di Formula 1 fino a che un giorno quello stesso circuito non si è portato via uno – o forse il più grande – pilota di tutti i tempi; Ayrton Senna. Fino ad allora però tante vittorie, tante soddisfazioni, tante accensioni e spegnimenti di quel semaforo che il prossimo 25 aprile darà il via ai gruppi rotanti di centinaia di biker. L’Over The Hills pensa in grande. Ne sono la testimonianza la location stessa, all’interno del paddock del circuito, le forze messe in campo, le aziende che interverranno ad esporre nella mega area a loro riservata e le prerogative di un tracciato davvero esaltante. Il percorso della Gran Fondo Over the Hills si snoderà sulle colline imolesi fino ad arrivare nei pressi di Riolo Terme salendo per Monte Mauro. Il ritorno invece passerà attraverso il Parco delle acque minerali, celebri curve del circuito di F1, sul percorso che durante i tre giorni ospiterà il bike
a Rocca Sforzesca a Imola
test MTB e la gara di Cross Country che si terrà nella giornata di domenica. I ciclomotori, più precisamente, gareggeranno su due fantastici percorsi tra le colline Tosco Emiliane disegnati dagli ex professionisti Roberto Conti e Gianpaolo Mondini. Il percorso lungo, con un dislivello complessivo di 2348 metri, misura 156 km e transiterà dal Passo del Prugno, dal Passo del Carnevale e dal Passo del Fagiolo, dove a 950 metri di altitudine è collocato il GPM. Il medio, invece, è di 108 km, in pratica è escluso il Passo del Carnevale. L’obiettivo dichiarato e neanche tanto nascosto è di riuscire a creare un evento di rilevanza nazionale prima e internazionale nei prossimi anni che possa essere un “must” per biker e stradisti, che richiami curiosi per le gare, le manifestazioni di contorno e la mega zona expo. Vogliamo chiamarla la “Sea Otter” italiana? Forse è presto per dare all’evento un’etichetta così altisonante ma i presupposti ci sono tutti e il futuro non può che essere roseo per chi ha nel dna la ruota, fangosa o pulita che sia.
La Gran Fondo Over The Hills è ovviamente parte dell’omonimo circuito, il Challenge Over The Hills Torpado, nato tra i banchi dell’expo di Padova dalle menti della famiglia Ustignani, Yader Zoli e del Green Devils Team che collabora attivamente all’evento sotto l’aspetto prettamente tecnico e di sicurezza del percorso. Per chi si iscrive fino al 31 marzo (a disposizione mille pettorali) la quota è di 30 euro, che verrà rincarata di 5 euro per i “ritardatari” che si iscriveranno dal 1° al 23 aprile (è possibile anche iscriversi il giorno della gara direttamente all’Autodromo pagando però una quota di 45 euro). Oltre ad un ricchissimo pacco gara, sono previsti meravigliosi premi a sorteggio messi a disposizione per le prime dieci squadre più numerose. Nessuno ha dubbi che tutto quello che sarà possibile fare per i biker, verrà fatto ad Imola ma anche e soprattutto durante tutta l’avventura che durerà sei tappe del Challenge Over The Hills ormai ribattezzato dagli stessi protagonisti semplicemente ed unicamente “Il Challenge”. Iscrizioni ed informazioni su www.overthehills.it
foto PLAYFULL NIKON
foto MARCO LEONARDI
Il responsabile nazionale ACSI avv.Emiliano Borgna
Franco Chini responsabile Gran Fondo Cassani
Il campione di ciclismo Massimiliano-Max Lelli
Il campione paraolimpico Fabrizio Macchi
foto IDO TALENTI
ROMAGNA CHALLENGE, TUTTI UNITI NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ
L’imprenditore Marco Stradaioli con l’ex maglia rosa Cristian Moreni Il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi
Il dott. Iader Fabbri
L’ex pro. Roberto Conti
Matteo Marzotto intervistato dai media
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RUOTE ROVENTI
a cura di ROBERTO SGALLA
“IL CICLISMO TRA PERCEZIONE E COMUNICAZIONE” I VALORI, LA SFIDA E IL TRADIMENTO. A BORDO DEL PULLMINO DELLA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA, I RICERCATORI DELLA LINK CAMPUS UNIVERSITY HANNO SEGUITO IL 96° GIRO D’ITALIA PER SCOPRIRE CHE…
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nazione, ma che si arricchisce anche dei contorni positivi che la bicicletta ha riacquistato soprattutto negli ultimi anni e che la rendono protagonista nel territorio dei nuovi bisogni espressi dalla società quali uno stile di vita sano, il rispetto per la propria salute e per l’ambiente. L’indagine sociologica condotta sugli spettatori del Giro d’Italia ben riproduce uno scenario in cui il ciclismo esercita tutto il suo fascino su un pubblico che continua ad apprezzarne sempre più la bellezza, che ne esalta l’immagine di uno sport sano, di una pratica nobile, che ne celebra il suo carattere epico. ALCUNI RISULTATI DEL SONDAGGIO In e out. Dalla ricerca emerge che il ciclismo emoziona, suona le corde più remote della passione sportiva perché il ciclismo è sfida come ben testimoniano le risposte degli intervistati che, chiamati a scegliere, in una situazione ipotetica, tra un’importante partita di calcio e un’avvincente tappa del Giro d’Italia, optano per quest’ultima perché assegnano al ciclismo prevalentemente la capacità di emozionare il pubblico (36,4%); a seguire coloro che del ciclismo invece ne apprezzano soprattutto le grandi sfide (28,5%). Di contro gli intervistati che scelgono la competizione calcistica associano al calcio prevalentemente il carattere della spettacolarità (21,4%), ma anche del divertimento (18,4%). Si delinea dunque una rappresentazione foto FRANCK FAUGERE
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“Il ciclismo tra percezione e comunicazione” è il titolo del 1° Rapporto di ricerca nazionale sul ciclismo, realizzato dall’Università degli studi Link Campus University in collaborazione con la Federazione Ciclistica Italiana, la Lega Ciclismo Professionistico ed RCS – La Gazzetta dello Sport. La ricerca ha voluto esplorare l’immaginario collettivo connesso al mondo del ciclismo. Ossia in che modo questo sport viene comunicato e percepito. Lo studio ha restituito singolari elementi di riflessione a partire proprio dall’immagine, dalle sensazioni e dai valori che il ciclismo ha trasmesso nella mente, nella memoria e nei cuori degli appassionati. I ricercatori della Link Campus University hanno realizzato quella che nei manuali di metodologia della ricerca sociale si chiama “ricerca sul campo”. A bordo del pullmino della Federazione Ciclistica Italiana, i ricercatori hanno seguito il 96° Giro d’Italia immergendosi nella grande festa rosa e nello spettacolo sportivo del ciclismo, respirandone l’atmosfera magica insieme ai numerosi spettatori accorsi e ai quali è stato somministrato un approfondito questionario composto da ben oltre 30 domande. I risultati dell’indagine hanno restituito dati estremamente interessanti sull’universo del ciclismo come manifestazione di alcune delle virtù, degli impulsi e dei valori dell’essere umano quali fatica, sacrificio, lealtà, emozioni, semplicità, dedizione e determi-
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duale della passione connessa allo sport del ciclismo e a quello del calcio e che richiama caratteristiche differenti dei due sport. Il calcio, in qualità di sport indoor e dunque inserito all’interno di una cornice e di un perimetro ben definito spazialmente come lo stadio, sembra richiamare la spettacolarità e la teatralità dello sport quali aspetti legati all’esteriorità, e che tratteggiano dunque una passione sportiva per così dire “epidermica”. Il ciclismo, invece, che rivela la sua natura outdoor nelle pedalate, nelle scalate e nelle imprese compiute sulle strade, ma che mobilita e sollecita la sfera emozionale dell’appassionato e quindi una dimensione più “intima”. Prima di tutto determinazione e correttezza. Ma il ciclismo è anche determinazione e lealtà, qualità queste ultime riconosciute quali caratteristiche fondamentali per la carriera di un ciclista e per il riconoscimento e l’approvazione presso il grande pubblico, prima ancora della forza fisica, prima ancora della vittoria. È questa l’opinione di quasi il 37% del campione, per la quale il carattere e l’atteggiamento personale, molto più delle qualità e delle capacità fisiche, definiscono un ciclista. Allo stesso modo, il 31% degli intervistati ritiene che un grande campione per ottenere la stima del pubblico e dei tifosi debba innanzitutto avere un comportamento corretto in gara. L’amore infedele: il tradimento del ciclismo. Ecco allora che l’ombra del doping spaventa e allontana: spaventa i tifosi che vedono minato il proprio rapporto fiduciario con lo sport e con i campioni protagonisti di imprese epiche; allontana il ciclismo da
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I leader di una grande corsa ciclistica
quell’universo di valori e virtù, quali lealtà e correttezza, che lo contraddistinguono, per il quale viene celebrato e in cui gli appassionati stessi si riconoscono. L’influenza e gli effetti negativi del fenomeno del doping sulla passione dei tifosi si rendono evidenti quando oltre metà degli intervistati, ai quali è stata prospettata una situazione nella quale il proprio campione di ciclismo, vincitore del Giro d’Italia, viene ritrovato positivo ai controlli antidoping, all’indomani della vittoria, si ritiene d’accordo con un provvedimento disciplinare che annulli il titolo conquistato. Giudizio più netto e radicale da parte del 25,3% che invece vorrebbe che quello stesso ciclista non partecipasse più ad alcuna competizione sportiva. Salutare, ecologica, economica. Da parte sua anche la bicicletta vive e rivive il suo momento di gloria. Espressione e immagine di uno stile di vita sano e del contatto con la natura, la bicicletta, pur conservando la sua originaria funzione di mezzo di trasporto, abbraccia un nuovo universo di valori, simboli e immagini diventando parte integrante di un nuovo modo di vivere e di un nuovo stile di vita. La bicicletta diventa protagonista dello svago, del tempo libero e dell’incontro con le bellezze naturali; essa si muove sul sentiero del benessere, del rispetto per la salute e per l’ambiente, della distensione fisica, del movimento in compagnia e del risparmio economico. Si fa lentamente spazio, inoltre, una visione alternativa della bicicletta e maggiormente legata ad aspetti culturali e sociali: la bicicletta, per il 13,2% degli intervistati, infatti rappresenta un modo di vivere, inserendosi in un nuovo universo culturale fatto di simboli e immagini propri. LE INTERVISTE AGLI OPINION LEADER La ricerca ha previsto anche una sezione relativa ad interviste in profondità ad autorevoli e illustri opinion leader del mondo sportivo, gior-
nalistico, politicoistituzionale e culturale: Vittorio Adorni,Piero Angela, Michele Bartoli, Paolo Bettini, Gianni Bugno, Eugenio Capodacqua, Davide Cassani, Mario Cipollini, Amedeo Colombo, Franco Costantino, Renato Di Rocco, Enzo Ghigo, Josefa Idem, Andrea Lucchetta, Ignazio Marino, Alfredo Martini, Andrea Monti, Francesco Moser, Piero Nigrelli, Antonio Rossi, Vincenzo Scotti, Roberto Sgalla, Gianluigi Stanga e Mauro Vegni. Le loro interviste hanno contribuito ad approfondire alcune delle tematiche di indagine, quali la percezione e l’immagine del ciclismo oggi prevalente e l’attuale scenario del mondo della bicicletta. Anche secondo l’opinione degli intervistati la bicicletta torna ad essere protagonista della vita degli italiani quale strumento e modalità per immergersi nella natura e nella bellezza dei paesaggi, per prendersi cura di sé, della propria salute e dell’ambiente, e per socializzare. Ma la bicicletta abbraccia altresì una nuova dimensione: essa infatti diventa un oggetto trendy, uno status symbol, grazie anche al design sempre più ricercato, come spiega bene Roberto Sgalla nella sua intervista e il quale dichiara «oggi potremmo dire che la bicicletta fa moda, fa trend; ve ne sono di disegnate e realizzate in maniera anche molto particolare, molto fashion si direbbe, usando una categoria della moda». Allo stesso modo, il ciclismo, nonostante l’aura delle criticità di cui molto spesso si è circondata il ciclismo, legata alle vicende doping, questo conserva immutato il proprio fascino come evidenzia Vincenzo Scotti secondo il quale il ciclismo «nel tempo non ha perso il suo fascino popolare di sport coinvolgente soprattutto nelle gare che esaltano
l’impresa del singolo che si impone ‘eroicamente’ agli avversari in un ambito naturale di grandi difficoltà altimetriche e in condizioni atmosferiche estreme». Senza sottovalutare il fenomeno del doping che ancora rappresenta la principale criticità e difficoltà che lo sport del ciclismo è chiamato a gestire, resta la consapevolezza degli enormi sforzi finora fatti dalle Istituzioni sportive, come ricordato dallo stesso Renato Di Rocco che dichiara «Purtroppo il ciclismo è stato preso come capro espiatorio di un fenomeno globale, ma è anche lo sport che ha dato risposte più serie e credibili. Chi cerca trova e noi abbiamo affondato il bisturi». I risultati della ricerca della Link Campus University indicano che la bicicletta, così come il ciclismo, appare racchiudere nella sua stessa natura i bisogni emergenti dell’attuale società, desiderosa di valori, moralità, etica e semplicità. Da parte sua anche la bicicletta vive e rivive il suo momento di gloria. «Prendete la bicicletta, amate la bicicletta, perché è bellissimo vivere andando in bicicletta»: queste le parole di Papa Francesco che fotografano e descrivono perfettamente il complesso di sentimenti ed emozioni positive associati al mondo della bicicletta. Nicola Ferrigni sociologo Link Campus University Tutti i risultati della ricerca sono contenuti all’interno del libro: “Il Ciclismo tra percezione e comunicazione” di N. Ferrigni, Edizioni Eurilink, 2014
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GRAN FONDO ROCK RACING a cura della REDAZIONE
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SULLE TRACCE DEI CAMPIONI TORNA IL 2 GIUGNO LA SECONDA EDIZIONE DELLA CORSA FAENTINA. TANTE NOVITÀ RISPETTO ALLO SCORSO ANNO, MA IL “PUNTO DI FORZA” RESTA IL TRACCIATO foto PLAYFULL NIKON
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Torna il prossimo 2 giugno a Faenza la Gran Fondo Rock Racing che, dopo aver pagato lo scotto del “noviziato” nel 2013, celebra il suo secondo anno di vita. La rassegna ciclistica rende omaggio ad un marchio che nasce tra i rombi tonanti dei motori, un brand dinamico ed in forte espansione, leader nell’e-commerce dell’abbigliamento e degli accessori per la bicicletta. «È una corsa giovane – spiega Roberto Tronconi, l’anima della manifestazione manfreda – ma riteniamo possa avere interessanti margini di crescita. Lo scorso anno siamo stati un po’ penalizzati dalle avverse condizioni meteo che hanno scoraggiato più di un atleta. Quest’anno, se il tempo ci darà una mano, pensiamo di poter toccare quota 800 partenti». Con una storia acerba e l’ingombrante rivalità cittadina della Gran Fondo Cassani, il “valore aggiunto” della Gran Fondo Rock Racing, come sostengono gli esperti, è la bellezza oggettiva dei due tracciati, quello lungo da 141 chilometri e quello medio da 81. Si tratta di due percorsi molto tecnici, un banco di prova di grande spessore per chi, ancora fresco di Nove Colli, vuole misurarsi su terreni agonisticamente sempre impegnativi. Si parte dalla piazza centrale di Faenza, incorniciata dai suoi eleganti porticati, e subito ci si dirige verso Modigliana. Poi il gruppo si inerpica sulla salita della Minghina, un’ascesa di 1,8 chilometri particolarmente impegnativa, con pendenze che oscillano dal 10 al 16%. Poi tutti verso Brisighella con la ruota in direzione del monte Albano, una salita molto suggestiva incastonata nel
Faenza (RA): Piazza del Popolo - Duomo - Torre dell’orologio - Palazzo del Podestà
cuore dell’Appennino tosco-romagnolo. La Gran Fondo procede poi verso Casola Valsenio. Qui gli iscritti al percorso medio faranno rientro a Riolo attraversando i monti Coralli; gli altri invece proseguiranno in direzione Palazzuolo sul Senio, scalando il passo Carnevale fino a Marradi. Poi nuove asperità con il Passo della Colla di Casaglia, nel comune di Borgo San Lorenzo, lambendo il Passo della Sambuca, il principe dei passi mugellani. Da qui ritorno a Palazzuolo, poi ancora Riolo Terme at-
traverso i monti Coralli e ritorno sul pavé in piazza a Faenza. «Il nostro obiettivo – prosegue Tronconi – è migliorare l’edizione dello scorso anno. Per questo abbiamo apportato delle sostanziali modifiche alla logistica, ampliando ad esempio il Pasta Party». Lo scorso anno s’imposero Cristian Balestri e Manuel Fedele. Quest’anno la concorrenza si annuncia ancora più agguerrita. E, comunque vada, su questo tracciato, vincerà un grande atleta.
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CIRCUITO DEGLI ITALICI ZUEGG a cura della REDAZIONE
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ETRUSCHI CONTRO LATINI IL CIAK IL 16 MARZO A FAENZA E, UNA SETTIMANA DOPO, LO SPETTACOLO PROSEGUE A TERNI CON LA GRAN FONDO DELL’AMORE. FILO CONDUTTORE DEL CALENDARIO LA STORIA ANTICA DEL BELPAESE
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Torna il Circuito degli Italici Zuegg che, da quest’anno, raddoppia e propone uno scontro tra titani, tra due popoli che hanno fatto la storia del nostro continente: gli Etruschi e i Latini. Ciascun circuito è costituito da sei prove, mentre lo scontro finale è ambientato nell’umbra Montefalco il prossimo 28 settembre. Le iscrizioni al circuito si sono chiuse il 10 marzo, dopo quella data sarà possibile soltanto iscriversi alle singole manifestazioni. CALENDARIO Il 16 marzo scatta da Faenza la Gran Fondo Davide Cassani, prima prova del circuito Etruschi, mentre a scaldare gli ardori agonistici di quanti scelgono il circuito Latino, una settimana più tardi, sarà la ternana Gran Fondo dell’Amore Francesco Cesarini. Ad aprile, il 27, il circuito farà tappa a Mentana (Roma), teatro dell’omonima battaglia, a conclusione della campagna risorgimentale dell’Agro Romano per la
liberazione di Roma, che vide scontrarsi le truppe franco pontificie e i volontari di Garibaldi. Un’importante momento storico della nostra nazione da quest’anno legato anche all’Europa. L’edizione 2014 ha come novità la presenza dello Europe Direct Roma e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Lo Europe Direct Roma (uno dei centri di informazione in Italia della Commissione europea di aiuto ai cittadini per trovare risposta alle loro domande sull’Unione Europea) sarà presente con un proprio punto informativo all’interno del villaggio espositivo dove renderà disponibili sia la documentazione dell’Ufficio Pubblicazioni della Commissione europea che propri prodotti, tra cui una pubblicazione dal titolo “Come finanziare lo sport, la ciclabilità, la mobilità e il turismo sostenibile con i fondi europei“. Nell’ambito degli eventi e delle manifestazioni legate alla Gran Fondo La Garibaldina è stato organizzato un
incontro dibattito sul futuro dell’Unione europea. L’evento, organizzato dallo Europe Direct Roma, in collaborazione con il Comune di Mentana, è rivolto a tutti i cittadini laziali che sono invitati ad esprimere la propria opinione rispondendo a tre domande sul futuro dell’Unione europea. CICLISMO E FRUTTA Si tratta di un concorso di disegno per le scuole. Grazie al supporto dell’azienda Zuegg, che da oltre 120 anni è vicina ai bambini e a quanti svolgono attività sportiva, grazie ad una costante attività di ricerca e sviluppo incentrata sulla frutta e i suoi benefici, il circuito e i comitati organizzatori delle diverse manifestazioni hanno ideato un concorso di disegno riservato agli studenti delle scuole minori. Ogni studente potrà esprimere la propria esperienza in bicicletta legata al mondo della natura e, in particolare, della frutta e della passione di Zuegg.
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GRAN FONDO DAMIANO CUNEGO
Tempo di lettura
6 min
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a cura di NEWSPOWER
LA REPUBBLICA FESTEGGIA IL CICLISMO IL PROSSIMO 2 GIUGNO A VERONA, SOTTO L’EGIDA DELL’UNESCO CYCLING TOUR, LA NONA EDIZIONE DELLA RASSEGNA DEDICATA AL “PICCOLO PRINCIPE”
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Il 2 giugno è, come noto, il giorno della Festa della Repubblica ma nel 2014, a Verona, 2 giugno sarà anche sinonimo di festa del ciclismo e dei suoi appassionati. La nona edizione della Gran Fondo Damiano Cunego – Città di Verona infatti prenderà il via proprio lunedì 2 giugno dalla città scaligera. La scelta di correre di lunedì – comunque festivo – non è stata casuale. Il patron Sergio Bombieri e il comitato organizzatore hanno deciso di disputare la manifestazione il giorno successivo alla conclusione del Giro d’Italia per favorire la presenza del campione di Cerro Veronese. Damiano Cunego infatti dal 2006 ha abbinato il suo nome a questa prova e si diverte a pedalare assieme a fans e appassionati, proprio come fece durante la scorsa edizione. La Gran Fondo Cunego è anche prova dell’UNESCO Cycling Tour, un circuito che raccoglie quattro granfondo che si svolgono in zone d’Italia riconosciute come patrimonio dell’umanità. La città di Romeo e Giulietta dunque ospiterà la seconda prova di questo challenge, che annovera fra le sue fila anche la Gran Fondo della Vernaccia di San Gimignano, la Straducale di Urbino e la Gran Fondo delle Cinque Terre.
La partenza dell’edizione 2013
foto NEWSPOWER CANON
Gli organizzatori stanno lavorando sodo per assicurare il perfetto svolgimento della competizione e sul fronte dei percorsi sono stati riconfermati in toto i due tracciati del 2012, dopo che lo scorso anno il forte maltempo aveva costretto il comitato ad apportare qualche modifica ‘last minute’. Il percorso lungo, la ‘granfondo’, sarà di 145 km con 3300 metri di dislivello, mentre il medio prevede una distanza di 85 km e un dislivello di 1400 metri. I partecipanti avranno la possibilità di scegliere in corsa, al bivio San Vitale di Roverè Veronese (al km 62) se proseguire per quello più impegnativo o piegare in direzione Verona. La partenza e l’arrivo sono posti in Via Guido d’Arezzo, location che offre una logistica di prim’ordine, come ampiamente dimostrato in passato. Gli atleti risaliranno poi la Valpantena, terra di ottimi vini che, proprio nei locali della Cantina Valpantena, ha anche ospitato la presentazione ufficiale della gara il 9 febbraio scorso. Superata Grezzana, la corsa entra subito nel vivo perché cominciano le salite verso i Monti Lessini, per anni palestra d’allenamento del “Piccolo Principe”. La prima, verso Erbezzo, è una delle più lunghe di
foto NEWSPOWER CANON
giornata e a renderla ancor più viva sarà la oramai classica Cronoscalata di 9 km, da località Bellori a Passo Provalo. Dopo Erbezzo la strada si mantiene in quota attraverso i bei paesaggi della Lessinia nel territorio di Bosco Chiesanuova (km 43). Al km 62, dopo un breve strappo, si giunge al bivio dei due percorsi. I partecipanti al ‘medio’ svolteranno a destra e imboccheranno una lunga e “riposante” discesa che giunge sino alle porte di Verona e di qui al traguardo di Via Guido d’Arezzo. Le fatiche invece non finiscono per chi si confronta con il tracciato lungo. Al termine del tratto da Velo Veronese a località Bernardi (km 73), inizia la salita di Campofontana, senza dubbio la più impegnativa di giornata con i suoi 7 km di lunghezza e una pendenza media del 9%. Dopo il grande sforzo, c’è spazio per rifiatare lungo la Valle del Torrente Alpone e, oltrepassata Vestenanova (km 92), la strada torna ad inerpicarsi per 11 km, per poi ridiscendere verso Badia Calavena (km 113). Al km 115 comincia l’ultima asperità di giornata verso San Mauro di Saline, i 6 km di ascesa non presentano pendenze impossibili ma a questo punto della gara tutti i chilometri che i corridori avranno nelle gambe si faranno sentire di sicuro. Dopo la discesa, un piccolo dentello porta alla frazione di San Rocco di Roverè Veronese (km 128) e qui finalmente le fatiche saranno finite. Una lunga picchiata porterà gli atleti fino alle porte di Verona. Il percorso del ‘lungo’ infatti nell’ultimo segmento di corsa torna a coincidere con quello del ‘medio’ sino al traguardo e al meritato ‘riso party’ caldo che si svolgerà al ‘villaggio’ di Via Guido d’Arezzo. Le iscrizioni sono aperte e fino al 31 marzo la quota è fissata in € 30 per i maschi ed € 25 per le donne, poi fino al 30 aprile la quota cresce di € 5 e dal primo maggio di ulteriori € 5. Rimane la promozione per le società, particolarmente gradita ed introdotta nel 2013, ovvero per gruppi di 10 iscritti viene omaggiata l’11a iscrizione, mentre se la società ha sede ad oltre 100 km di distanza da Verona le iscrizioni omaggio saranno due, l’11a e la 12a. Per informazioni www.granfondodamianocunego.it
foto BLADE CONNECTIONS
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MASTER CLUB CIRCUITO TRICOLORE
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a cura di SANDRA PINATO
VANTAGGI PER TUTTI GLI ABBONATI
MENTRE SEMPRE PIÙ LOCALITÀ ITALIANE SCOPRONO IL BINOMIO (VINCENTE) SPORT & TURISMO, LA GRANFONDO DI CHIANCIANO COMUNICA IL SUO SPOSTAMENTO AL 27 LUGLIO
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Tutto è pronto per una partenza alla grande del Master Club Circuito Tricolore. Lo start sarà dato dalla Granfondo del Conero in programma il 9 marzo. Nel frattempo la tredicesima edizione della Granfondo Città di Chianciano Terme, prevista per il 26 aprile, comunica lo spostamento di data (al 27 luglio) causa la concomitanza con le elezioni amministrative. Il Comitato Organizzatore si sta adoperando per “sfruttare” al meglio turisticamente questa data più estiva e più consona al territorio grazie alle nuove piscine termali Theia, “Il bagno degli Etruschi”, il cui nome evoca le radici storiche del luogo alimentate dall’acqua della sorgente Sillene. Cosa c’è di meglio, infatti, di un bagno rilassante dopo le fatiche della corsa oppure cosa c’è di meglio per gli accompagnatori mentre attendono l’arrivo dei propri cari?
Oramai tutti ci stiamo rendendo conto che l’Italia potrebbe trarre dal turismo, bene organizzato e proposto con grande rispetto di chi lo pratica, una immensa fortuna. Si abbina la risorsa turistica a quella del grande richiamo culturale delle nostre ricchezze artistiche. E anche all’attrazione che esercita la bellezza delle nostre coste, delle nostre colline, delle nostre montagne. Infine, la nostra apprezzatissima qualità della cucina e dei vini. I richiami sono irresistibili a tutti i livelli. Ma in questa possibile e fortunata realtà che possiamo definire di anti-crisi, si inserisce alla grande la bicicletta. La Toscana, ma tutta l’Italia in realtà, è un paese ideale per chi ama (e sono sempre di più) uno sport che è gioiosa esplorazione del territorio, movimento di grande salute e
strumento di straordinaria solidarietà tra le persone. Questo vuole essere il principale obiettivo del Master Club Circuito Tricolore: Il turismo e la bicicletta come felice incontro di forze. Tutti gli abbonati del Circuito potranno ritirare il gadget offerto da GIST, presso il Master Point, allestito appositamente alla Granfondo del Conero. Lo stesso Master Point sarà presente anche a tutte le altre granfondo dove gli abbonati potranno ritirare il proprio pacco gara e il pettorale, senza dover fare la fila. Sempre alla Granfondo del Conero sarà sorteggiato il telaio top di gamma Prestigio G1 Evo. C’è ancora poco tempo per abbonarsi al Circuito e avere tutte queste agevolazioni... affrettatevi il 9 marzo è vicino! foto NEWSPOWER CANON
Il gruppo affronta le prime rampe
GRANFONDO
GRANFONDO
DATA
LUOGO
GF del Conero
09/03/2014
Ancona
GF Sardegna
20/04/2014
Cagliari
GF C. di Chianciano T.
26/04/2014
Chianciano Terme (SI)
GF Le S. di S. Francesco
01/05/2014
Ponte S.Giovanni (PG)
GF Colli Amerini
15/06/2014
Amelia (TR)
GF Castello-Diego Ulissi
22/06/2014
Rosignano Solvey (LI)
GF Città di Perugia
29/06/2014
Perugia
GF Leopardiana
31/08/2014
Recanati (MC)
DATA
LUOGO
GF del Conero
09/03/2014
Ancona
GF Sardegna
20/04/2014
Cagliari (Jolly a 300 MP)
GF Le Strade di S. Francesco 01/05/2014
Ponte S. Giovanni (PG)
GF Colli Amerini
15/06/2014
Amelia (TR)
GF Castello-Diego Ulissi
22/06/2014
CHIANCIANO Rosignano Solvey (LI)
13/07/2014
Prato
GF C. di Chianciano T.
27/07/2014
Chianciano Terme (SI)
GF Leopardiana
31/08/2014
Recanati (MC)
GF Val Gardena (Ortisei)
08/06/2014 prova Jolly 300Prato-Abetone punti BonusGF
foto PLANINSCHEK
Il Master Club è uno speciale circuito Tricolore che raggrupperà tutti gli appassionati amici delle Granfondo aderenti.
CHI SOTTOSCRIVE UN ABBONAMENTO ENTRO IL 2013 Due classifiche assolute: AVRA’ 12 EURO SCONTO SULLA QUOTA PREVISTA • la prima su base annuale che premia i primiDI cinque di ogni categoria al termine della challenge • la seconda su base triennale che premia i soci che nel triennio 2013-2015 hanno collezionato il maggior numero di presenze nelle manifestazioni in calendario.
INFO: www.circuitomasterclub.it
Il Master Club è uno speciale circuito Tricolore che raggrupperà tutti gli appassionati amici delle Granfondo aderenti.
ABBONATI SUBITO!!!
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Il gruppo di testa sulle rampe della Marcialonga Cycling 2013 foto NEWSPOWER CANON
MARCIALONGA CYCLING CRAFT
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a cura di NEWSPOWER
TANTA VOGLIA DI CRESCERE IL 29 GIUGNO PROSSIMO SI TORNA A FARE SUL SERIO NELLE VALLI DI FIEMME E FASSA, DOVE SONO ATTESI OLTRE DUEMILA PARTECIPANTI
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foto NEWSPOWER CANON
Marcialonga Cycling Craft in vista sulle Do- ché si scenderà a tutta velocità verso la Val di strada visto che l’edizione passata – spostalomiti trentine. Granfondisti sull’attenti, per- Fassa prima, e il traguardo di Predazzo poi. ta ad inizio luglio causa neve in quota a fine ché domenica 29 giugno prossimo si torna Alla vigilia della gara, sabato 28 giugno, si maggio – accolse oltre 2000 appassionati a fare sul serio nelle valli di Fiemme e Fassa terrà anche la Minicycling, una gara promo- e granfondisti di livello, con la vittoria di Daiin un nuovo capitolo su due ruote dell’even- zionale rivolta ai giovani ciclisti under 16 con nius Kairelis e Daniela Passalacqua davanti to di casa Marcialonga. lo start a Predazzo alle 15.00. ad Enrico Zen e Claudia Gentili. La Cycling L’ottava edizione della “Cycling” – come vie- Per chi non conoscesse il marchio sporti- Craft è anche prova della Combinata Punto3 ne comunemente abbreviata – si propone vo trentino, quando si parla di Marcialon- Craft insieme alla granfondo sugli sci stretcon interessanti novità riguardanti i percor- ga vengono inevitabilmente alla memoria ti e alla Marcialonga Running del prossimo si. Le varianti sono sempre due, Lungo di le straordinarie immagini invernali con 41 settembre. Dopo la prima gara disputata, 124 km e Corto di 81 km, ma poco dopo lo edizioni popolate da migliaia di fondisti ogni a condurre i giochi troviamo il trentino Brustart di Predazzo ecco i primi cambiamenti, anno. La granfondo dello scorso gennaio no Debertolis e la tedesca Klaudia Ludwig. con l’attacco alla Valle di Stava oltrepassa- ha coinvolto 7000 partecipanti di ogni parte Nella classifica team maschile in testa c’è il to l’abitato di Tesero. Raggiunto il Passo d’Italia e del mondo, l’ennesima conferma trio Simone Bosin, Roberto Griot e Giusepdi Pramadiccio si tornerà in discesa verso di come la Marcialonga sia sempre più la pe Monteleone, mentre in rosa la leadership Cavalese, Castello e infine Molina di Fiem- regina tra le ski-marathon del nostro paese. provvisoria va a Laura Bonelli, Bernadetta me, da cui si attaccherà una nuova salita Numeri e fatti alla mano, la “sorellina” Cycling Vian e Francesca Crippa. Ora ci sarà ancora alla volta di Capriana con alcuni passaggi Craft sembra essere comunque sulla buona tanto da pedalare… e da correre, prima di su pavè. Nel vicino paese di Anpoter tirare le somme. Il podio femminile granfondo 2013: 1a Passalacqua, 2a Gentili, 3a Schartmueller terivo sarà allestito il traguardo Per quanto riguarda le iscrizioni alla 8a Marcialonga Cycling volante e ancora in su per qualche chilometro, fino a scollinare Craft, ai primi 2000 registrati e a raggiungere in discesa prima andrà la canotta tecnica firmata da Craft, un capo adatil Passo di San Lugano e poi to agli appassionati quanto a Aguai. Qui si tornerà a spingere sui pedali ingranando i giusti chi cerca le migliori prestazioni anche dall’abbigliamento rapporti per tornare a transitare di gara. Fino al 26 maggio la a Passo Pramadiccio, dopo aver quota rimane bloccata a 30 infilato i tre paesi di Carano, Daiano e Varena, sopra Cavalese. €, poi si passa a 35 € fino Dal Passo una strada sinuosa al 27 giugno e a 40 € il 28, condurrà la carovana al bivio dei ultimo giorno utile per mettere le mani su un pettorale. percorsi, con il Medio che affronterà la valle di Stava, questa volta Insieme ad altre note granfondo in Veneto e in Lombardia, in discesa, fino a Tesero e quindi la Marcialonga Cycling Craft a Predazzo, mentre il Lungo girerà a sinistra sulle pendenze di 2014 fa parte del prestigioso Passo Pampeago, reso celebre Alé Challenge (ex Challenge dalle gesta dei vari Pantani, SiGiordana), ma quest’anno è moni o Sella. In tutto 7 km in cui anche prova unica di Campionato Italiano Maestri di Sci ci sarà da sudare, dapprima sui AMSI. lunghi rettilinei le cui pendenze si Sul sito ufficiale www.marciaattestano sempre oltre il 10% e longa.it – sezione “Info Gara/ poi con una serie di tornanti che Hotel” – vi consigliamo di viporteranno in quota tra i pascoli sionare il progetto Marcialondi alta montagna, prima di gettarsi in una discesa da brivido ga Friend Hotel con offerte e verso Obereggen e Ponte Nova, servizi speciali su una moltitudine di alberghi in Val di Fiemin provincia di Bolzano. Il successivo Passo Costalunga sarà l’ulme e Val di Fassa nel weektima fatica di giornata, dopodiend di fine giugno.
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SICUREZZA IN GARA
a cura di GIANLUCA BARBIERI
LA CARTELLONISTICA NON È UN OPTIONAL
gianlucabarbieri.inbici@gmail.com
TROPPE CORSE TRASCURANO QUESTO IMPORTANTE ASPETTO, CREANDO NON POCHI DISAGI AI PARTECIPANTI. ECCO DOVE E PERCHÉ NASCONO GLI ERRORI PIÙ RICORRENTI
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Come già sottolineato diverse volte, “Sicurezza in Gara” è una rubrica nata per analizzare aspetti legati a questo importante tema, ma anche per sviscerare alcune mancanze organizzative che spesso si evidenziano nelle più disparate manifestazioni del Belpaese, sia su strada che su MTB. Una delle criticità che spesso incontriamo è quella legata alla cartellonistica riservata ai partecipanti. Forse tutto nasce dal fatto che spesso, anche i grandi eventi, prima di diventare tali, sono passati per la cosiddetta “gavetta”. Tutto parte, quasi sempre, da una dimensione locale e poi, col passare degli anni, il bacino d’utenza cresce e l’organizzazione si trova a fronteggiare problemi troppo grandi o troppo complessi per il proprio know-how. Spesso ci siamo accorti che gli organizzatori danno per scontato che i partecipanti alla loro gara sappiano già come muoversi in loco, anche al cospetto di scelte logistiche in alcuni casi cervellotiche e, in ogni caso, discutibili. Non è un caso che spesso ci si trovi di fronte ad iscrizioni effettuate in una location, pasta party in un’altra, partenza ed arrivo in un’altra ancora e che, malgrado la molteplicità dei servizi, non vi siano cartelli indicatori per chi deve fruirne. Una buona segnaletica e una giusta scelta logistica possono servire anche agli organizzatori per gestire bene, per esempio, i parcheggi e, soprattutto, risparmiare all’organizzatore – che ha già tante cose da fare – le inutili richieste di informazioni da parte di chi si trova spaesato e non sa dove andare o come muoversi. Come stavamo dicendo, a volte, notiamo organizzatori che si trovano in mano eventi di grande portata, pur conservando una mentalità ed un approccio troppo provinciale. Per questo danno per scontate alcune indicazioni che, al contrario, scontate non sono. Tanto più si punta ad allargare il bacino d’utenza della propria gara, tanto più le indicazioni devono essere chiare e precise. Se per problemi logistici non si possono accorpare i vari servizi e le zone d’iscrizione sono diverse dal pasta party o da partenza ed arrivo, una segnalazione chiara e riconoscibile può aiutare a risolvere il problema. Una buona cartellonistica offre la possibilità al partecipante di muoversi con fluidità, evi-
tando di creare intralci alla manifestazione e alla viabilità quando arriva in auto. Pensate a quelle granfondo con migliaia di partecipanti: se tutti iniziassero a girare a destra e a manca per cercare il parcheggio o le iscrizioni, sarebbe il caos. E qui entra in gioco anche il fattore sicurezza, poiché meno fluido è il traffico, tanto più alto è il rischio di incidenti. Infine diciamo che una buona cartellonistica, evidenziata con segnali adeguati, ben visibili e posizionati nel posto giusto, diventa il biglietto da visita della manifestazione, poiché offre subito al partecipante la sensazione di alti standard organizzativi. La differenza tra gara e gara non la fa solo il percorso, il pacco gara, la gestione della sicurezza ecc., ma anche la ricerca dei particolari: una buona cartellonistica, un ring di partenza ed arrivo ordinato con gli striscioni posizionati bene (dunque ben tesi), nonché puliti, fanno spesso la differenza. Insomma, una corretta informazione diventa solo un vantaggio per tutti e credetemi: “La cartellonistica non è un optional”.
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6 min CHARLY GAUL TRENTO MONTE BONDONE a cura di NEWSPOWER
A CACCIA DELL’IRIDE DAL 17 AL 20 LUGLIO IN TRENTINO SI DISPUTA L’UNICA PROVA ITALIANA VALEVOLE PER LA QUALIFICAZIONE ALLA FINALE DELL’UCI WORLD CYCLING TOUR, IN PROGRAMMA IN SLOVENIA IL PROSSIMO AGOSTO
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La città di Trento e il Monte Bondone sono pronte ad accogliere la 9ª edizione della La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone – Trofeo Wilier Triestina che si disputerà dal 17 al 20 luglio. La granfondo trentina per il terzo anno sarà l’unica prova italiana valevole per la qualificazione alla finale dell’UCI World Cycling Tour, in programma a Ljubljana (SLO) il prossimo agosto. L’evento trentino, strutturato su più prove, come ogni anno permetterà ai partecipanti di godersi alcuni dei più bei luoghi della provincia di Trento: il centro storico della Città del Concilio, i vigneti dove si produce lo spumante Trento DOC, la valle dei Laghi e, ça va sans dire, il Monte Bondone, con la salita entrata nella storia del ciclismo grazie a Charly Gaul. Al Giro del 1956, mentre imperversava una bufera di neve, l’Angelo della Montagna si impose nella tappa Merano-Bondone. Lungo i tornanti che portano da Montevideo a Vason lo scalatore lussemburghese riuscì a recuperare ben 14 posizioni in classifica generale conquistando quella maglia rosa che poi difese fino a Milano. Fu proprio per onorare la memoria di quell’impresa leggendaria che in casa ApT Trento Monte Bondone Valle dei Laghi nel Un gruppo di atleti su un tornante in salita della Granfondo Charly Gaul foto NEWSPOWER CANON
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La partenza da Piazza Duomo a Trento dell’edizione 2013
Una suggestiva immagine ripresa dall’alto foto NEWSPOWER CANON
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Il gruppo ancora compatto
2006 decisero di organizzare questa granfondo, oggi in continua espansione. Sotto la pluriennale guida di Elda Verones, l’ApT e l’ASD Charly Gaul stanno limando gli ultimi dettagli per un’edizione 2014 che si preannuncia più ricca e internazionale che mai. Si partirà venerdì 18 luglio dalla Valle dei Laghi, a Cavedine, che ospiterà la prova a cronometro di 24 km. Il tracciato attraversa anche i territori di Lasino e Dro, terra di vini (Nosiola e Trentino DOC Vino Santo) e grappe, passando anche per la splendida zona delle ‘Marocche’. Si tratta di uno dei più ampi sistemi di frane postglaciali a livello europeo, qui i detriti si sono accumulati fino a costituire vere e proprie aride colline ove flora e fauna sono condizionati da un ambiente di aspetto lunare.
Le due prove in linea, ‘mediofondo’ e ‘granfondo’ di domenica 20 luglio, ricalcano i percorsi dell’anno scorso mantenendo quasi inalterati lunghezze e dislivelli. L’unica piccola modifica al tracciato è stata posta dopo la salita iniziale di Palù di Giovo: la corsa non transiterà più da San Michele all’Adige, ma ridiscenderà lungo la strada del vino direttamente a Lavis. Dunque si parte dal salotto buono di Trento, Piazza Duomo, di qui si punterà verso Lavis dove si affronterà la Val di Cembra fino a Palù, per rendere omaggio a due corridori trentini entrati nella storia delle due ruote: Francesco Moser e Gibo Simoni. Di qui, come detto, il rientro su Lavis e l’ingresso in città dove i due percorsi si biforcano. I partecipanti al ‘medio’ svolteranno a destra e foto NEWSPOWER CANON
si daranno battaglia lungo la salita ‘Charly Gaul’ che da Montevideo porta a Vason sul Monte Bondone, sede del traguardo. Chi deciderà di affrontare il ‘lungo’, invece, al bivio proseguirà lungo il fiume Adige in direzione Aldeno, transitando nei pressi del MUSE, l’innovativo Museo della Scienza di Trento la cui nuova sede, progettata tra gli altri da Renzo Piano, è stata inaugurata l’estate scorsa. Ad Aldeno si comincia a faticare lungo la prima ascesa verso il Monte Bondone, quella che per 20 km si inerpica lungo il versante di Garniga Terme e scollina in località Viote, da dove ci si butterà in picchiata verso la Valle dei Laghi direzione Terlago. Giunti a Cadine, inizia l’erta finale verso i 1654 metri di Vason, ove i corridori potranno godersi il meritato riposo e l’immancabile pasta party. Sul fronte delle iscrizioni alla 9a Granfondo Charly Gaul i botteghini sono ancora apertissimi e fino al prossimo 30 giugno si potrà approfittare della quota agevolata di 58 euro per gareggiare sul tracciato medio/ granfondo e di 45 euro per la prova a cronometro. Per fare una scorpacciata di sport si potrà anche optare per la formula medio/ granfondo + cronometro a 93 euro, ma solo fino a fine giugno. Successivamente, infatti, scatterà l’ultimo periodo di iscrizioni e per prendere parte alla prova in linea il costo salirà a 68 euro, mentre per la crono la quota sarà di 50 euro. La scadenza per le registrazioni è fissata al 14 luglio, sempre che prima non venga raggiunto il numero massimo di partecipanti con l’asticella che quest’anno è stata fissata a 4000 iscritti. La ‘Leggendaria’ anche quest’anno fa parte del rinnovato Alè Challenge e dei circuiti Alpe Adria Tour, Nobili/Super Nobili e Dalzero.it. Info: www.laleggendariacharlygaul.it
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GRANFONDO LA GARIBALDINA a cura della REDAZIONE
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LO START LO DANNO LE CAMICIE ROSSE IL 27 APRILE IN PROVINCIA DI ROMA TORNA UNA RASSEGNA TANTO GIOVANE QUANTO AFFASCINANTE
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La terza edizione della Granfondo La Garibaldina sta per accendere i suoi motori. Si comincia a lavorare sul serio, e con il consueto entusiasmo, nel quartier generale del Gruppo Ciclistico Ciccolini Mentana senza trascurare il minimo dettaglio in attesa di vedere abbassata la bandiera di partenza, accompagnata dagli spari della storica artiglieria garibaldina. L’appuntamento è per domenica 27 aprile a Mentana (Roma). Dopo il successo della scorsa edizione, la manifestazione – organizzata in collaborazione con l’ASD Giubileo Disabili di Mauro Valentini – é una delle più attese dell’inizio di stagione. La gara che vuole ricordare quest’anno le due figure simbolo dello sport di Mentana – Arnaldo e Maurizio Ciccolini – grazie anche al sostegno dell’amministrazione comunale del sindaco Altiero Lodi e della giunta comunale, sta diventando in poco tempo una delle più belle realtà del vasto e qualificato panorama delle granfondo del Centro-Sud Italia. Per mano di Marco Ciccolini e Maurizio Ruggeri, La Garibaldina ha esordito ufficialmente nel 2012 con 800 iscritti. Ai nastri di partenza l’ex campione del mondo Francesco Moser e Franco Vona. È stato il preludio al grande salto dell’edizione del La partenza della scorsa edizione
Una vista panoramica di Mentana
2013, certificato dai numeri: 1400 iscrizioni, 1297 atleti alla partenza, 1050 gli arrivati al traguardo. Anche per l’edizione 2014 sono stati confermati i due percorsi: il medio di 84 chilometri e il lungo di 126 chilometri tra la Sabina Romana e quella Reatina per un
appuntamento valevole come prova inaugurale del PedaLatium Cinelli e del Circuito degli Italici per il terzo anno consecutivo. Gli organizzatori del Gruppo Ciclistico Ciccolini Mentana hanno visto riconosciuta la loro esperienza al timone dell’evento alla luce dell’ufficializzazione di prova unica del campionato regionale FCI Lazio delle specialità mediofondo e granfondo: «Un doveroso ringraziamento va al comitato regionale della Federciclismo Lazio presieduto da Antonio Pirone – sottolineano entusiasti gli organizzatori Marco Ciccolini e Maurizio Ruggeri – che ha deciso di assegnare la prova di campionato regionale alla nostra manifestazione. Siamo onorati di premiare i nuovi campioni 2014 tra i ciclo master e siamo felici per essere riusciti, in così pochi anni, a dimostrare di saper organizzare un evento all’altezza del nome che porta».
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GREEN FONDO PAOLO BETTINI LA GEOTERMIA
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a cura di NEWSPOWER
PERCORSI PER TUTTI I GUSTI TRA LE COLLINE METALLIFERE E LA MAREMMA PISANA TUTTO PRONTO PER LA 17ª EDIZIONE DELLA RASSEGNA CONSACRATA AL “GRILLO” CHE PARTIRÀ DA POMARANCE IL PROSSIMO 13 APRILE
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Tutto è pronto a Pomarance per la 17ª edizione della Green Fondo Paolo BettiniLa Geotermia. Le colline metallifere e la Maremma pisana si preparano ad accogliere i cicloamatori al via della gran fondo organizzata dal Veloclub Etruria Pomarance, terza tappa del Giro del Granducato di Toscana. La gara scatterà domenica 13 aprile alle ore 10 nella tradizionale cornice dello Spazio Savioli, in piazza della Costituzione a Pomarance. L’aggettivo ‘green’ è davvero il più azzeccato per definire questa manifestazione: oltre all’attenzione degli organizzatori per il rispetto dell’ambiente e l’energia pulita, la Green Fondo Paolo Bettini è da sempre caratterizzata dalla bellezza dei paesaggi interessati dai percorsi. Si attraversano infatti i boschi delle colline metallifere e la zona dei soffioni boraciferi di Larderello, famosa da secoli per la presenza delle fonti geotermiche. Fu proprio qui, nella ‘Valle del Diavolo’, che Dante trovò ispirazione per la descrizione dei paesaggi dell’Inferno. La ‘Geotermia’ è intitolata anche a Paolo Bettini in virtù della decennale sinergia sorta fra il Veloclub Etruria ed il Paolo Bettini fan club di La California (LI). Il campione olimpico e mondiale sarà atteso anche quest’anno al via di Pomarance per pedalare assieme a tutti i partecipanti della Green Fondo. Il comitato organizzatore ha sapientemente disegnato percorsi per tutti i gusti. Per quanto riguarda gli agonisti, la ‘Gran Fondo’ sarà lunga 133 km e presenterà un dislivello di 2055 metri, mentre il tracciato della ‘Medio Fondo’ prevede una distanza di 87 km e 1384 metri di dislivello. La versione per i cicloamatori invece sarà più soft: 72 km, caratterizzati da un dislivello comples-
sivo di 800 metri. Il Veloclub Etruria metterà in campo 200 volontari che, in collaborazione con il comune di Pomarance, avranno l’obiettivo di assicurare ai partecipanti la massima sicurezza e fornire loro servizi di qualità, dalle visite guidate nei musei locali, ai parcheggi, fino ai ristori per gli atleti ed i loro familiari. Guardando al lato tecnico, saranno i saliscendi delle colline toscane a caratterizzare le altimetrie dei tre percorsi proposti. Dopo aver lasciato Pomarance si parte subito in salita foto PLAYFULL NIKON verso l’abitato di Montecerboli (3,9 km al 4% di pendenza media) per poi lambire Larderello ed i celebri impianti 3 km immetterà i corridori nell’erta finale di geotermici Enel. Qui inizierà uno strappo im- Pomarance, lunga circa un chilometro, dove pegnativo (2 km al 7% di media) che porterà si concluderà il percorso della medio fondo. il gruppo a Castelnuovo Val di Cecina e al km Le fatiche invece non saranno finite per 17, poco dopo il paese, un’altra salitella di i partecipanti al percorso ‘lungo’, che se 1,4 km chiuderà il primo segmento di gara. la dovranno vedere con altri 40 chilometri La veloce discesa di 9 km, con il transito da conditi dagli strappi di San Dalmazio, MonSasso Pisano, consentirà agli atleti di tirare tecastelli e dalla salita del ‘Pavone’, 4 km il fiato prima di una delle asperità più dure all’insù con pendenza media del 6,5%, al di giornata. Al km 29 i corridori imbocche- termine della quale si tornerà a Castelnuovo ranno la salita della Leccia: 4 km con pen- Val di Cecina (km 113). La gara percorrerà denza media del 5,5%, ma che in alcuni tratti poi a ritroso il percorso iniziale con le discetocca punte del 10%. Dopo aver superato se verso Larderello e Montecerboli, prima l’omonimo borgo medievale che domina la del traguardo di Pomarance. Val di Cornia, si giungerà a Serrazzano e Per iscriversi basta andare all’indirizzo di lì la strada scenderà fino a Canneto (km www.mysdam.it e selezionare tra le gare 48). Il successivo tratto pianeggiante per- Green Fondo Paolo Bettini – La Geotermia. metterà ai partecipanti di rifiatare per circa La quota di partecipazione è fissata a 30,00 quindici chilometri. La strada tornerà a farsi euro fino alle 12.00 del 10 aprile e salirà poi mossa nei pressi dell’abitato di Ponteginori a 40,00 euro fino alle 12.00 del 12 aprile, (km 71) e prima dell’arrivo il menu prevede data di scadenza ufficiale. La quota invece un’altra ascesa sicuramente destinata a fare per la cicloturistica ha un prezzo fisso di selezione, la “Salita del Cerreto” (km 83). Al 15,00 euro. termine di questo strappo un falsopiano di Info: www.veloetruriapomarance.it
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La Rocca Malatestiana di Cesena
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1ª GRANFONDO “CITTÀ DI CESENA”
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a cura della REDAZIONE
IL CICLISMO BELLO E BUONO IL PROSSIMO 15 GIUGNO TAGLIO DEL NASTRO PER LA NUOVA MANIFESTAZIONE CICLISTICA ORGANIZZATA DA ARS ET ROBUR E USD SAN MARCO. IN PROGRAMMA ITINERARI MOZZAFIATO CON UN OCCHIO DI RIGUARDO PER GLI AMANTI DELLA BUONA TAVOLA
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Non ha neppure un anno, ma promette di avere vita (molto) lunga la 1ª edizione della Granfondo Cicloturistica “Città di Cesena”, che si correrà il prossimo 15 giugno, nel cuore del regno dei Malatesta. Una rassegna nata con due anime: quella più tecnica, che vedrà i cicloturisti sfidarsi su alcune delle ascese più famose di Romagna (la Rocca delle Caminate, il Passo del Carnaio, il Monte delle Forche, Pieve di Rivoschio, Monteleone e la leggendaria erta di Montevecchio, dove si allenava il grande Marco Pantani); ed un’anima più godereccia consacrata alle gioie del palato che questa terra, da sempre, è in grado di soddisfare. La rassegna propone cinque percorsi davvero unici, uno dei quali (Il Giro del Buongustaio) interamente riservato ai gourmet con prelibatezze culinarie, musica, colore e allegria, in ossequio alla proverbiale ospitalità di questa terra. Modesto il costo d’iscrizione: 5 euro fino al 31 maggio, due euro in più nelle ultime due settimane (dal 1° gennaio). La rassegna – che si svolge sotto l’egida di ACSI, CSI, CONI e ovviamente con il patrocinio dell’amministrazione comunale – rende omaggio a “Cesena, città europea dello sport”, un prestigioso riconoscimento che nel 2014 verrà celebrato, nella
città romagnola, con un ricco campionario d’iniziative sportive. Il riconoscimento è frutto anche del grande sforzo organizzativo dello storico sodalizio Ars et Robur (dal latino “Arte e Forza”, la più antica società sportiva della città) e dell’emergente USD San Marco, due sodalizi che, mettendo insieme capacità ed esperienze, hanno disegnato un tracciato che racchiude gli scorci più suggestivi e tecnicamente interessanti della provincia cesenate: «Alcuni – sostengono gli organizzatori – possono pensare che non abbiamo intorno a noi zone dal fascino delle più celebri località alpine, ma non è così. Il nostro ambiente infatti non manca di suscitare magiche suggestioni. La Romagna rappresenta un’attrazione fortissima per il cicloturismo: le sue città d’arte, le terme, le zone costiere, i suoi laghetti e le sue cime appenniniche, le specialità della buona tavola…». Già organizzatrici di grandi eventi negli ultimi 5 anni grazie alla loro appartenenza al rinomato Circuito di Granfondo Cicloturistiche “Romagna Sprint”, Ars et Robur e USD San Marco – unite dalla straordinaria passione per la bicicletta – hanno messo a fattor comune il loro ricco patrimonio d’esperienza e capacità per proporre agli sportivi due straordinari appuntamenti. Un passaggio dei ciclisti nelle colline cesenati
La base logistica sarà l’Ippodromo del Savio, uno degli anelli più interessanti del mondo ippico nazionale (sede anche del mondanissimo Campionato Europeo). La grande festa della Granfondo di Cesena partirà però il giorno prima (14 giugno) con iniziative dedicate ai bambini (gimkana), una visita gratuita alle scuderie dell’ippodromo) e sedute di spinning. E per chi ha qualche giorno in più e predilige la formula della “settimana lunga”, da non perdersi, il 10 giugno, la “Notte Magica in MTB”, pedalata notturna in mountain bike di 30 chilometri attraverso le colline cesenati toccando i luoghi storici/artistici più rappresentativi della città di Cesena (all’arrivo, birra e salsiccia per tutti). La prima Granfondo “Città di Cesena” fa parte anche della combinata “In Bici per Unire” grazie al “gemellaggio” con la 42ª Granfondo dei Cooperatori “Terre di Lambrusco”, in programma il giugno ad Albinea. Saranno premiate le prime 30 Associazioni Sportive presenti con almeno 5 atleti che avranno riportato il più alto punteggio di giornata. Saranno inoltre consegnati i riconoscimenti alle società ACSI partecipanti alla Prova Unica di Campionato Italiano Granfondo e alle Società CSI partecipanti alla Prova Unica del Campionato Regionale Emilia Romagna.
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SULLE RAMPE DEL MONTE TITANO a cura della REDAZIONE
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TORNA IL 13 LUGLIO, SU UN TRACCIATO TECNICAMENTE AFFASCINANTE, LA 2ª EDIZIONE DELLA GRAN FONDO DI SAN MARINO
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Dopo il grande successo riscosso nella sua prima edizione, torna il prossimo 13 luglio, sulle rampe del Monte Titano, la Gran Fondo di San Marino, valida come 5ª prova del circuito Romagna Challenge. La manifestazione, che si svolge sotto l’egida del “Patrimonio dell’Umanità UNESCO”, è organizzata dalla Federazione Sammarinese di Ciclismo, con la collaborazione di tutto il movimento ciclistico sammarinese e con il patrocinio della Segreteria di Stato per il Turismo e lo Sport. Due i percorsi: quello lungo di 132 km e 2800 metri di dislivello e quello corto (riservato ai concorrenti della prova “non competitiva”) di 95 km e 1800 metri di dislivello. E sono proprio i tracciati dell’Antica Repubblica il “valore aggiunto” di una corsa che, sul piano tecnico, propone tratti molto impegnativi e, su quello panoramico, scorci di impareggiabile bellezza. Si parte, in pianura, dalla frazione di Serravalle, al Multieventi Sport Domus. Da qui la prima ascesa della Torraccia fino alla guglia di San Marino. Dopo una prima corroborante discesa, la strada torna ad impen-
narsi alle falde di Montescudo, un piccolo “dosso” a confronto della Cima Coppi del tracciato, la mitica asperità di Villagrande, a quota mille metri. Tecnici e movimentati gli ultimi 30 chilometri della Gran Fondo con l’erta di Montemaggio, quella violenta di Montalbo, fino al
“dentino” conclusivo di Ventoso, che precede la discesa che riporta alla frazione di Serravalle. Molto più “dolce” il percorso della prova cicloturistica che parte sempre da Serravalle e ricalca il tracciato lungo, con la sostanziale eccezione della salita di Villagrande.
foto ELISA SOLIDA
foto WWW.FOTORAVENNA.COM
Già aperte le iscrizioni: fino al 30 giugno si paga 25 euro, poi dal 1° al 12 luglio la quota d’iscrizione sale a 30 euro. La prova è anche valida per il IX° Campionato Italiano di Ciclismo Banche di Credito Cooperativo “Memorial Cavalier Umberto Mazzotti”. Info www.lagranfondosanmarino.com
foto ATHOSLUCA
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18ª GRAN FONDO DELLA VERNACCIA
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a cura di NEWSPOWER
PEDALANDO NELLA VALLE DEL CHIANTI L’11 MAGGIO A SAN GIMIGNANO, SOTTO L’EGIDA DELL’UNESCO, SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA GRANDE CLASSICA SENESE. PROTAGONISTI I CORRIDORI, MA ANCHE UNO SCENARIO DA CARTOLINA
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Le torri di San Gimignano e le colline del Chianti sono pronte ad ospitare la 18ª edizione della Gran Fondo della Vernaccia, che si disputerà a San Gimignano domenica 11 maggio. Il Gruppo Ciclistico Amatori San Gimignano infatti nel 1997 ebbe la brillante intuizione di organizzare una “maratona in sella” attraverso uno dei territori più conosciuti in Italia e nel Mondo. La cittadina senese è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità perché ha mantenuto integra la sua struttura di borgo medievale, caratterizzata dalle tredici torri che si stagliano sul panorama della Val d’Elsa e rendono questo luogo unico e affascinante. La Gran Fondo della Vernaccia dunque non poteva non far parte dell’UNESCO Cycling Tour, il circuito che include anche alcune granfondo che si disputano in altre zone caratteristiche del Belpaese.
La ‘Città delle Torri’ deve il suo splendore al periodo medievale quando, grazie alla sua posizione strategica lungo le vie di pellegrinaggio per Roma e Santiago de Compostela, divenne uno dei centri più fiorenti della Toscana. L’architettura del borgo, contraddistinta anche dalla cinta muraria merlata, dai palazzi imponenti e dalle incantevoli piazze, è la vivida testimonianza dell’antico prestigio di San Gimignano. Da sempre gli organizzatori della manifestazione hanno dimostrato un impegno e un’attenzione particolari nei confronti di questo delicato territorio. Nel corso degli anni infatti sono stati raccolti e poi donati diversi contributi per il recupero di alcuni affreschi e per sostenere le attività di fondazioni ed istituti locali. La Gran Fondo della Vernaccia è la prova regina del circuito del Giro del Granducato di Toscana, che nacque proprio da
Il gruppo ancora compatto in una edizione precedente
foto PLAYFULL NIKON
59 Una vista panoramica di San Gimignano
un’idea dagli Amatori San Gimignano ed è diventato oggi uno dei più conosciuti del calendario nazionale. Come tutte le altre granfondo del “Giro” anche questa manifestazione si articola in tre prove: gli agonisti possono scegliere fra il percorso ‘lungo’ di 160 km o il ‘medio’ di 115 km. Per i cicloturisti invece è stato disegnato un tracciato più abbordabile di 72 km. A completare il ricco menù c’è anche la ‘Slow Bike’, una pedalata volta a far scoprire agli appassionati le specialità enogastronomiche del territorio: l’olio d’oliva, lo zafferano ed i vini, fra i quali spicca la Vernaccia che dà il nome alla manifestazione. Questo vino è noto da secoli e si narra che fosse già molto stimato dai più famosi personaggi del Medioevo e del Rinascimento come Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio, Lorenzo de Medici e Michelangelo Buonarroti. L’arte, l’enogastronomia e gli splendidi paesaggi della zona però non distrarranno gli atleti dalla competizione che, come ogni anno, si annuncia assai impegnativa. Le dolci colline toscane non saranno facili da digerire per tutti i partecipanti a causa delle lunghe distanze e dell’altimetria, caratterizzata da continui saliscendi e pochissimo spazio per la pianura. La Gran Fondo della Vernaccia è disseminata di salite e strappi
che in alcuni casi arrivano addirittura ad avere pendenze superiori al 20%, come sulle rampe che portano verso Monsanto e Santa Maria, nei pressi di Certaldo. La Gran Fondo della Vernaccia quest’anno assegna la 42a Coppa Martiri di Montemaggio. Il trofeo, cui l’evento di San Gimignano si accompagna dal 2000, è promosso dall’ANPI di San Gimignano con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati ed è nato per mantenere vivo il ricordo dell’Eccidio di Montemaggio del 1944, quando diciannove partigiani persero la vita per mano delle milizie fasciste. Il week-end della Gran Fondo della Vernaccia entrerà nel vivo già sabato 10 maggio con la consegna dei pacchi gara, nella centralissima Piazza Sant’Agostino. La sera, a meno che non si voglia approfittare delle impagabili offerte enogastronomiche locali, è prevista la tradizionale cena con l’immancabile “carbo load” e le gustose bistecche alla griglia. Le iscrizioni alla granfondo sono aperte e ci sarà tempo fino a giovedì 8 maggio per approfittare della quota di 30 euro. Nelle giornate pre-gara invece (9-10 maggio) la cifra salirà a 40 euro. Non sarà possibile iscriversi in extremis la mattina prima della partenza. Info: www.granfondodellavernaccia.it Atleti in un tratto in salita
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GRANFONDO SAN BENEDETTO DEL TRONTO FRW
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a cura della REDAZIONE
NON MANCA NIENTE! HOTEL GRATIS, SERVIZIO MASSAGGI, SECURITY, ASSISTENZA MECCANICA LUNGO IL PERCORSO E PASTA PARTY COL PESCE FRESCO. SULLA RIVIERA DELLE PALME STA PER PRENDERE FORMA UN’EDIZIONE MEMORABILE
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C’è il soggiorno gratis in hotel, i massaggi a fine gara, il servizio officina lungo tutto il tracciato, la security che presidierà l’intera area della corsa (parcheggi compresi). E poi c’è la Grande Combinata dell’Adriatico con Riccione (due gran fondo al prezzo di una!), il pasta party col pesce fresco ed un pool di sponsor che garantisce “lunga vita” alla manifestazione. Insomma, non manca proprio nulla alla Granfondo San Benedetto del Tronto, quest’anno “griffata” Freewheeling che, il prossimo 4 maggio, nell’impareggiabile cornice della Riviera delle Palme, celebra la sua quinta edizione. C’è chi si distingue per il tracciato, chi eccelle per l’offerta gastronomica, chi ancora propone bonus e sconti assortiti. Ebbene, Sonia Roscioli – assieme a Maurizio Iacoboni tenace organizzatrice della rassegna marchigiana – ha un obiettivo: primeggiare in tutto: «Quest’anno – dice – vorremmo organizzare un’edizione memorabile. Grazie all’appoggio dei nostri preziosissimi sponsor e dell’amministrazione comunale, che ha subito capito le enormi potenzialità di questa rassegna, saremo in grado di offrire ai corridori un evento ricco di novità». E la più intrigante è la nascita della “Combinata dell’Adriatico”, ovvero una partnership siglata con la 16ª Fondo “Città di Riccione” by Nalini, in programma il prossimo 30 marzo e valida come 2ª prova del
circuito Romagna Challenge. La formula riserva un grande vantaggio per i partecipanti: chi si iscriverà entro il 15 marzo 2014, infatti, pagando solo 35 euro, potrà partecipare ad entrambe le granfondo. Organizzata dal Pedale Rossoblu – Picenum, sotto l’egida dell’ACSI e del circuito “Marche Marathon 2014”, la Granfondo San Benedetto del Tronto, come noto, da quest’anno ha un nuovo main-sponsor: la Freewheeling di Claudio Brusi e Liliana Raimondi, azienda leader nella distribuzione di biciclette. Sul fronte sponsor, da segnalare anche la prestigiosa partnership siglata con la cantina Ciù Ciù, rinomata azienda vitivinicola di Santa Maria in Carro, nei pressi della medioevale Offida, di proprietà della famiglia Bartolomei, che l’ha fondata oltre quarant’anni fa. Tre i tracciati in programma: il granfondo di 140 chilometri e 2300 metri di dislivello, il mediofondo di 86 chilometri e 1100 metri di dislivello e il percorso Gourmet di 53 chilometri e 600 metri di dislivello. Sull’intero percorso, ma anche nell’area expo (compresi i parcheggi) vigileranno gli
agenti della Fi.Fa. Security, prestigioso istituto di vigilanza di San Benedetto che garantirà la sicurezza per l’intera giornata. E nel campionario di servizi poteva mancare l’area relax? Per chi vorrà rilassarsi dopo le fatiche della corsa, l’organizzazione allestirà dopo il traguardo uno spazio massaggi per ogni esigenza. Tra le numerose novità dell’edizione 2014, ricordiamo l’omaggio per tutti gli iscritti che prevede un soggiorno gratuito per sabato 3 maggio, purché accompagnati da una persona pagante (amico, compagno di squadra o altro). L’organizzazione ricorda a tutti gli iscritti che, per usufruire della “promozione Hotel”, è indispensabile prenotare la camera, in uno degli alberghi convenzionati, contestualmente all’iscrizione gara. Al momento dell’arrivo in hotel si dovrà esibire il coupon che dà diritto alla promozione (il tagliando verrà consegnato al momento del ritiro del numero e del pacco gara). L’elenco delle strutture ricettive convenzionate è consultabile sul sito ufficiale della rassegna (www.gfsanbenedettodeltronto.it). foto ERIC
La partenza della Gran Fondo della Vernaccia a San Gimignano
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UNESCO CYCLING TOUR a cura della REDAZIONE
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PEDALANDO TRA I TESORI DEL BELPAESE SI PARTE L’11 MAGGIO A SAN GIMIGNANO CON LA GRAN FONDO DELLA VERNACCIA. IL CAVALIER PAOLO MARRUCCI: «GRANDE ATTENZIONE AGLI ATLETI, MA SOPRATTUTTO ALLE LORO FAMIGLIE» foto PLAYFULL NIKON
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La cerimonia di premiazione dello scorso 9 febbraio a Verona ha, di fatto, consegnato agli archivi la stagione 2013. Neanche il tempo di riporre i trofei in bacheca, che subito l’UNESCO Cycling Tour risale in bicicletta per l’edizione 2014 che propone la formula, ormai collaudata, delle quattro tappe. Si parte l’11 maggio con la Gran Fondo della Vernaccia a San Gimignano, si prosegue il 2 giugno a Verona con la Granfondo Damiano Cunego e, celebrata la Straducale a Urbino (29 giugno), gran
finale il 7 settembre con la Granfondo delle Cinque Terre a Deiva Marina. Quattro corse per quattro location di enorme valenza artistica e turistica, non a caso dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Si parte con San Gimignano, l’urbe medioevale giunta intatta ai giorni nostri; si prosegue col centro storico di Verona, la città fortificata costruita nell’arco (ininterrotto) di duemila anni; poi c’è Urbino con il suo Palazzo Ducale, uno dei capolavori più insigni dell’arte rinascimentale e, infi-
ne, Deiva Marina, nel cuore delle Cinque Terre, con i suoi terrazzamenti naturali. Territori molte volte apprezzati più dagli stranieri che non dagli stessi italiani, che si dimenticano, troppo spesso, che il Belpaese, con la Grecia, è stata la culla della civiltà moderna. «Questo circuito – spiega il cavalier Paolo Marrucci, uno dei fondatori dell’UNESCO Cycling Tour nonché organizzatore della Gran Fondo di San Gimignano – nasce dall’idea di un gruppo di organizzatori appassionati di ciclismo, ma anche
La passeggiata da Riomaggiore a Manarola nelle Cinque Terre
63 Non è previsto alcun tipo di abbonamento o formalità di iscrizione al circuito: ogni atleta dovrà provvedere autonomamente per l’iscrizione alle singole prove, secondo i termini del regolamento di ciascuna granfondo (non verranno accettate iscrizioni di partecipanti squalificati per doping). Per potere accumulare punti è necessario essere iscritti ad almeno tre granfondo. La classifica si stila sulla somma dei chilometri percorsi durante la manifestazione. www.unescocyclingtour.it
Una suggestiva immagine di Verona
Panorama di San Gimignano
di territorio. Oggi questo, e lo dico con grande soddisfazione, è un binomio di gran moda, ma noi abbiamo avuto il merito di pensarci già qualche anno fa. Del resto, l’Italia è un paese meraviglioso e la bicicletta resta il veicolo più adatto per visitarla». Quattro granfondo per i cicloturisti, ma soprattutto per le loro famiglie: «Il nostro programma – prosegue Marrucci – tiene in grande considerazione le esigenze delle famiglie al seguito che, per quanto ci compete, sono importanti almeno quanto gli atleti. Per loro organizziamo cene, iniziative, visite ai musei, in modo che il weekend della corsa sia una festa per tutti». Il debutto del circuito, come detto, sarà l’11 maggio a San Gimignano con la Gran Fondo della Vernaccia: «Stiamo definendo – prosegue il cavalier Marrucci – gli ultimi dettagli legati al tracciato che, al 95%, sarà lo stesso dell’ultima edizione. Quest’anno, anche grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale, consegneremo i pacchi gara nel cuore del centro storico di San Gimignano, garantendo così a tutti i partecipanti un altro momento emozionante. Vi aspetto tutti a San Gimignano, con la sincera speranza che il meteo ci dia una mano». L’UNESCO Cycling Tour è l’emblema del turismo “slow”, una passeggiata più che una gara, con la consapevolezza di portare i ciclisti a godersi per un giorno una piccola porzione d’Italia, ma dando loro l’opportunità, quasi forzata, di godersi tutto il territorio per un periodo più lungo, optando per le nostre italiche terre piuttosto che per qualche remota destinazione esotica.
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La partenza della Straducale di Urbino
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Bagno di Romagna - Palazzo del Capitano
5ª GRAN FONDO DEL CAPITANO “NALINI” a cura della REDAZIONE
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TANTA VOGLIA DI CRESCERE L’8 GIUGNO A BAGNO DI ROMAGNA TORNA UNO DEGLI APPUNTAMENTI PIÙ ATTESI DEL CALENDARIO GRANFONDISTICO ITALIANO. BARDI: «DOPO QUATTRO ANNI È GIUNTO IL MOMENTO DEL SALTO DI QUALITÀ»
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Si rinnova l’8 giugno, nella capitale del turismo termale (Bagno di Romagna), nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi, la Gran Fondo ACSI del Capitano, giunta quest’anno alla sua quinta edizione. La rassegna, penultima tappa del circuito Romagna Challenge, abbina ancora una volta l’amore per la bicicletta alle delizie gastronomiche, garantite nell’occasione dal grande chef Paolo Teverini, che curerà personalmente il ristoro ed il pasta party. Anche per questo motivo, quella di Bagno di Romagna è una delle granfondo più attese dai cicloamatori, che si cimenteranno su un itinerario di grande suggestione che – attraversando le località di Santa Sofia e Badia Prataglia – comprende il Passo dei Mandrioli, il Passo della Calla e il Passo del Carnaio. Un tracciato tecnicamente impegnativo, più volte scelto dai ciclisti professionisti per le loro sedute di allenamento. Due, come sempre, le proposte: un percorso lungo di 133 chilometri (3421 metri
di dislivello) e uno più corto che, tuttavia, rispetto all’ultima edizione, dovrebbe essere allungato e dunque avvicinarsi ai 100 chilometri (1938 di dislivello). Alla consolle organizzativa Massimo Bardi, fondatore de “La Strada del Benessere” e anima ostinata di una rassegna sportiva che, dopo quattro edizioni, punta al definitivo decollo: «Il nostro sforzo – dice – è quello di mettere in rete tutte le eccellenze della località per offrire ai turisti pacchetti vacanza di grande qualità. Oltre a quello termale, siamo tutti convinti che il filone cicloturistico possa regalare grandi soddisfazioni a Bagno di Romagna». Un appello che comincia a dare i suoi frutti, se è vero che – da quest’anno – la Gran Fondo di Bagno di Romagna potrà contare su uno sponsor di grande prestigio: Nalini, marchio MOA Sport leader nel settore dell’abbigliamento da ciclista professionistico e amatoriale. E nel regno dell’ospitalità, gli organizzatori hanno voluto fare un omaggio a coloro che
La partenza della Gran Fondo del Capitano in una recente edizione
anche quest’anno sceglieranno di pedalare domenica 9 giugno lungo le strade dell’appennino tosco-romagnolo. Tutti gli iscritti avranno, infatti, in regalo un soggiorno di una notte con prima colazione, che potrà essere sfruttato dal 10 giugno al 30 dicembre. Per usufruire di questa promozione sarà necessario essere maggiorenni ed essere accompagnati almeno da una persona pagante. Per utilizzare il buono in ponti e festività particolari bisognerà soggiornare almeno tre notti. Quella offerta dall’ASD Le Strade del Benessere è una grande occasione per visitare e conoscere Bagno di Romagna, comune situato nella valle del Savio, con le sue terme e il suo grande patrimonio boschivo, che offrono un’occasione ideale per rilassarsi, passeggiare e curarsi immersi nel verde e in un’atmosfera di grande pace, senza dimenticare l’ottima gastronomia che unisce tradizione romagnola e toscana.
THE NEW COLLECTION MAN PRO UNI - LIGHT COMPRESSION Muscoli che lavorano, in costante sforzo, nella tensione di un allenamento o di una competizione. Come li avvolgi con il tessuto, così agisci sul loro buon funzionamento. Nessuna costrizione, solo una leggera compressione che agevola movimenti e performance. Nalini presenta la maglia Light Compression TI, in 4 diverse combinazioni cromatiche, fra le quali, oltre al nero/rosso e nero/bianco, spiccano le varianti bianca /rosa fluo e bianca/verde fluo, in tessuto ultra leggero traspirante e dalla costruzione aderente SLIM. Abbinate le salopette Giacinto con doppia opzione fondello PTN9 Nat e SGP 10/80 Gel In, nelle varianti bianca e nera. Notare che il modello bianco è altamente coprente, una volta bagnato non diventa trasparente. Alla maglia è possibile abbinare anche la salopette nera con elastico al fondo bianco o rosso LIGHT COMPRESSION. Taglie: S-XXXL PRO GARA Ispirata ai termini evocativi del ciclismo, la linea Pro Gara 70 nasce come omaggio all‘Italia, ai suoi percorsi, al Giro d‘italia, alla sua grande tradizione sportiva, ai valori del sacrificio, dell‘agonismo e dell‘impegno alla base di ogni competizione, sia sportiva che di vita. La maglia Pois TI, caratterizzata dalla vestibilità morbida, tessuto naturale in lana, traspirante, con manica a giro, tasca posteriore che si può chiudere con un bottone. Taglia: S-XXXL Maglia Settanta TI, anno di fondazione della Moa Sport, in lana, dal sapore classico e dalla vestibilità morbida. Nelle versioni bianca e nera Taglie: S-XXXL
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SI FA PRESTO A DIRE… TIFOSI a cura della REDAZIONE
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IL PIÙ FAMOSO È “DIDI”, DETTO IL DIABLO, MA DIETRO ALLE TRANSENNE DELLE GRANDI CORSE A TAPPE I SUPPORTERS FANNO A GARA PER SFOGGIARE I COSTUMI PIÙ ORIGINALI E DEMENZIALI
foto JAVIER SORIANO
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foto LIONEL BONAVENTURE
foto BELGA
Il più famoso è tedesco e si chiama Dieter Senft, detto “Didi”, conosciuto anche come il “diavolo del Tour de France” o, più semplicemente, “El Diablo”, per via del costume mefistofelico che indossa abitualmente, con forcone d’ordinanza, nelle principali manifestazioni ciclistiche del pianeta. Ma oltre a lui, dietro (ma spesso oltre) le transenne sgomitano, in occasione dei grandi giri, alcuni strani figuri che, solo per amor di sintesi, chiamiamo “tifosi”. Vestiti (o svestiti) in modo esilarante, spesso grottesco, sono la cornice circense delle grandi tappe. A volte presenze gradevoli e pittoresche, altre totalmente “fuori contesto”, perché – quando la corsa entra nel vivo e il pathos schizza alle stelle – non ha molto senso veder spuntare davanti ai fuggitivi un tipo vestito da carota. In alcuni casi, la loro presenza è talmente invadente che, non di rado, i ciclisti sono obbligati a difendersi anche con metodi brutali (il gancio largo alla Marvin Hagler è uno di questi). In generale le uniformi dei tifosi sono un inno al gusto kitsch, un campionario di obbrobri che sembra uscito dal “cafonal” di Dagospia. Ma anche se gli stilisti griderebbero al sacrilegio davanti a certi accostamenti, chiunque ami il mondo della bicicletta non può fare a meno di pensarlo: che ciclismo sarebbe senza tifosi?
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GRANFONDO INKOSPOR VAL DI CECINA a cura di NEWSPOWER
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ZANETTI, GENTILI, SACCARDI E LANDUCCI THE BEST PRIMA TAPPA A CECINA PER IL GIRO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA. IGOR ZANETTI ALLA GRANDE SU BERTUOLA E NICOLETTI. GENTILI E CIUFFINI SE LA GIOCANO TRA I MASCHI. GARA VIVACE ANCHE NEL “MEDIO” CON SACCARDI E LANDUCCI SU TUTTI. APPLAUSI ALLA CICLISTICA CECINA PER L’ORGANIZZAZIONE, MESSA A DURA PROVA DAL MALTEMPO FINO ALLA VIGILIA
seguire da vicino Saccardi lungo il mediofondo. Gli altri, con un reattivo Igor Zanetti a guidare il gruppetto dei primi, affrontavano la salita di Querceto. Saccardi e Poggianti dunque hanno preso la testa della gara più breve e i due si sono alternati al comando con un ritmo forsennato, sebbene il gruppo dietro fosse a ben 2’. Sull’ultima salita di Pozzatelli dal gruppo hanno allungato Zanellato e Petruzzi, ma poi sono stati ripresi. Saccardi e Poggianti non hanno mai mollato la presa e si sono presentati appaiati nel lungo vialone del traguardo, piombando insieme sotto lo striscione d’arrivo. Roba da fotofinish, con Alessio Saccardi a chiudere con 2h 14’ 34” e con un solo centesimo su Marco Poccianti. Per il terzo posto l’ha spuntata Saverio Crocetti. Veloce anche la gara femminile sul Mediofondo, con Maurizia Landucci brava a regolare Silvia Cattani e Valentina Mabritto. Quest’ultima fino a 10 km dall’arrivo era tranquillamente in testa e già pregustava il successo. Ma mentre stava pedalando nella pancia di un bel gruppo c’è stata una caduta generale e lei è quella che ha sofferto di più. Nella caduta le si è bloccato il freno posteriore e così ha perso oltre 10’ per sistemare il problema e proseguire, conquistando comunque il bronzo. Nel frattempo la gara “lunga” affrontava le salite di Montecatini Val di Cecina, decisamente impegnativa, e di Pozzatelli, sulle orme del mediofondo. A movimentare la testa della Granfondo c’erano Bertuola, Zanetti, Nicoletti, Iacomelli e Fochesato, ma la gara è stata vivace anche alle loro spalle. Tutta gente da classifica, insomma, e Bertuola e Zanetti hanno giocato il loro jolly tentando l’allungo sulla salita finale di Pozzatelli. I due hanno guadagnato una manciata di secondi, troppo pochi per decidere la gara, visto che poi l’arrivo di Cecina era diviso solo da una lunga discesa. Zanetti ai 200 metri ha messo il turbo, ha guadagnato due lunghezze utili da evitargli la volata, che invece si sono disputati Bertuola e Nicoletti col primo capace di balzare con un colpo di reni sul secondo gradino del podio. Fochesato invece ha allentato il gas ai 50 metri, quando ormai si è reso conto che
il podio era sfumato. Grazia, Kairelis e Cerri dopo la volata per il quinto posto si sono classificati nell’ordine. Poi gli arrivi si sono susseguiti a ruota, ma dopo appena un minuto dietro è successo il finimondo. La lotta per vincere una volata ha visto arrivare un gruppo di corridori a velocità sostenuta. Davanti ad “attenderli” c’era un piccione che si è alzato in volo una frazione di secondo prima che le ruote lo ”stendessero”. Nel gruppo c’è stato un attimo di suspance, qualcuno ha frenato e sbandando ha innescato una caduta generale. La gara delle donne ha visto in testa Claudia Gentili e Chiara Ciuffini, le quali sono arrivate sul traguardo “abbracciate” da un folto gruppo di maschi, alla Gentili è andata la vittoria per 1”. Poi, leggermente più staccata, completava il podio Patrizia Piancastelli. Un plauso alla bella organizzazione orchestrata dalla Ciclistica Cecina e al nutrito manipolo di volontari che hanno gestito la prima tappa del Giro del Granducato di Toscana. Info: www.ciclisticacecina.com L’arrivo di Igor Zanetti, vincitore della Granfondo
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In pochi avrebbero scommesso sul bel tempo, dopo la burrascosa e fredda giornata di sabato primo marzo a Cecina, in provincia di Livorno. Così la Granfondo Inkospor Val di Cecina ha vissuto una bella ed intensa giornata di sport. Due i tracciati, 87 e 120 chilometri per una gara vivace fin dalle prime battute, che ha registrato i successi di Alessio Saccardi, profeta in patria, e Maurizia Landucci, lucchese, per quanto concerne il percorso mediofondo, quindi del veneziano Igor Zanetti e della pratese Claudia Gentili sulla gara più lunga. Giornata di gran lavoro per la Ciclistica Cecina, ripagata dal successo di 1800 iscritti per quella che era la prima prova del Giro del Granducato di Toscana e pure del Giro delle Regioni. La partenza nel viale principale di Cecina ha visto un lungo serpentone multicolore che ha traghettato i corridori fino in periferia, con la prima salita di Guardistallo ad appena 10 km dal via. I più forti hanno cominciato a mettere la freccia alle prime avvisaglie di pendenza, e così si sono visti a fendere l’aria davanti al gruppo prima Zanetti e Cartocci, poi anche Saccardi, Iacobelli, Suardi e Fochesato. La prima azione si è avuta proprio sulla salita di Guardistallo con Zanetti, Fochesato, Iacobelli, Suardi e Saccardi ad imprimere un ritmo sostenuto. Dietro, il gruppo viaggiava ad una trentina di secondi, compatto e veloce. Sulla seconda salita, a Bibbona, con una prova di forza Bertuola abbandonava il gruppone e si lanciava all’inseguimento del quintetto di testa che in breve diventava un sestetto. Per un bel po’ di chilometri i sei, con una buona collaborazione, si sono mantenuti lontani dagli inseguitori lungo i “mangia e bevi” che i tracciatori della Granfondo Inkospor Val di Cecina hanno selezionato con puntigliosità. Il ritmo si è mantenuto sempre alto, con l’incognita di chi, al bivio per Querceto dopo 60 km, avrebbe preso a destra scegliendo il “lungo” e chi invece avrebbe proseguito dritto per il “medio”. Al comando c’era sempre il sestetto a cui, proprio verso il sessantesimo chilometro, si è accodato anche Poggianti ed era lui a
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PROTAGONISTI
a cura di PAOLO MEI Tempo di lettura
DANIELA PASSALACQUA, DALL’ATLETICA AI PEDALI
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BOTTA E RISPOSTA CON UNA DELLE GRANFONDISTE ITALIANE PIÙ FORTI IN CIRCOLAZIONE: SOLIDA IN SALITA, IRRESISTIBILE ALLA DISTANZA. PROVIENE DALL’ATLETICA, MA DAL 2005 HA CEDUTO AL FASCINO DELLE DUE RUOTE
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Daniela, lei fa parte di quella categoria di atleti che hanno incominciato relativamente tardi l’attività ciclistica agonistica… «È vero, nel mio caso ho scoperto le due ruote dopo un infortunio causato da una caduta da cavallo. Era questo l’altro sport che ho sempre amato e praticato, ovvero il salto ad ostacoli. Cominciai a pedalare per riabilitazione ed eccomi qui!» È stato uno svantaggio iniziare relativamente tardi l’attività ciclistica? «No, in quanto mi sono resa conto subito di essere molto portata per il ciclismo. Merito anche del mio compagno, che praticava questo meraviglioso sport.» Ricorda la prima gara? «Certamente! Fu la Gran Fondo delle Alpi Apuane, vicino a casa. Chiusi al secondo posto in volata, era il 2007.» foto NEWSPOWER CANON
Daniela Passalacqua, vincitrice della Granfondo Marcialonga femminile 2013
E la sua prima vittoria? «Arrivò presto, alla seconda Gran Fondo, denominata Colli di Luni, sempre nel 2007. Fu faticosissimo, dovetti recuperare terreno nei confronti delle avversarie più esperte che si erano avvantaggiate nelle porzioni iniziali di gara. Recuperai in salita e vinsi. Fu bellissimo.» Da quel giorno le sue esperienze si sono evolute e le sue vittorie si sono moltiplicate. Qual è la vittoria che ricorda con maggior soddisfazione? «Sicuramente il campionato del mondo per amatori del 2012: ancora oggi è la vittoria a cui tengo di più.» La più grande delusione dal punto di vista sportivo? «In linea di massima, tutte le volte che non si vince c’è sempre un po’ di rammarico. Alla fine però, tutto fa crescere, si archivia
la delusione e si va avanti. Le delusioni nella vita sono ben altre.» Alla luce dei suoi risultati, ha mai pensato “se avessi iniziato prima un pensierino al professionismo ce l’avrei fatto”? «Sì, l’ho pensato tante volte. A onor del vero, devo dire che mi è stato proposto anche ultimamente, a dispetto dell’età. Ma, come si dice, ogni cosa ha il suo tempo.» Si descriva tecnicamente. Che tipo di ciclista è Daniela Passalacqua? «Secondo il mio preparatore, sono abbastanza completa. In linea di massima, in funzione dell’obiettivo, riesco a prepararmi in maniera mirata e quindi a dare il meglio di me stessa su ogni genere di percorso. A livello specifico, mi definirei una buona scalatrice.» Ha un punto debole, tecnicamente?
«Non sono velocissima, quindi il mio tallone d’Achille è senza dubbio la volata.» Quante gare fa in un anno? «Mediamente prendo parte ad una dozzina di granfondo, oltre a parecchie corse in linea e a circuito. Queste mi servono a fare, come si dice in gergo, il ‘ritmo’. Diciamo che mi servono per preparare le gare più impegnative.» Molto importante, per una granfondista, è la vita regolare, gli allenamenti. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad un innalzamento generale del tasso tecnico dei protagonisti delle gare amatoriali. Ci parli un po’ di lei, dove abita, quanto si allena, che lavoro fa? «Abito a Sarzana, in provincia di La Spezia. Il clima è perfetto per praticare il ciclismo. Posso uscire anche in inverno. Insieme al mio compagno, abbiamo un’azienda di arredamento. Questa situazione mi permette comunque di trovare il tempo necessario per allenarmi.» Ha una gara che ama particolarmente? «Senza dubbio la Granfondo delle cinque Terre di Deiva Marina. Sia per la bellezza dei luoghi, del percorso, sia perché si parte in salita, cosa che apprezzo molto.» E una che proprio non digerisce? «In linea generale quelle con troppi partecipanti e quelle con troppa pianura nella parte iniziale: a mio avviso sono troppo pericolose.» La incontriamo alle gare e quasi sempre lei affronta i percorsi lunghi. Come fa a pianificare la sua stagione e i suoi impegni? Segue delle tabelle di allenamento di un preparatore? «Il mio preparatore, il dottor Cipolloni, mi segue dall’inizio della mia carriera sportiva. È grazie a lui se riesco a portare a termine, spesso in maniera vincente, gli eventi più importanti.» Ci racconti la sua “giornata tipo”. «Durante l’inverno esco alle 6 del mattino per correre a piedi. In alternativa faccio i rulli sino alle 7. In pausa pranzo, meteo permettendo, esco in bici per due ore.» Le gran fondiste “moderne” ed evolute hanno un “gregario”. È cosi anche per lei? «Diciamo che attualmente è indispensabile averlo. Nel mio caso, il mio gregario è il mio compagno di vita. Lo stesso con cui mi alleno quotidianamente e devo dire che per lui è… faticosissima questa ‘vita da gregario’.» Torniamo alle gare: il suo 2013 è stato frenato da un brutto infortunio, vero? «Purtroppo sì, mi sono rotta la clavicola e ho dovuto rimanere ferma per un mese.» E siccome, dopo un temporale esce sempre il sole, il sole per lei è ritorna-
to alla prima gara, la Marcialonga. Ne parliamo? «È stata una grande soddisfazione vincere una gara così importante. Posso tranquillamente affermare che si è trattato di una vittoria inaspettata, proprio perché arrivata al rientro da un infortunio.» Il 2014 è già iniziato, vuole parlarci della sua squadra, del suo mezzo tecnico? «Quest’anno, squadra nuova ma vecchio amore! Sono ritornata alla ASD Serravalle Cicli Santini, con cui correvo già due anni fa. Sono sicura che mi supporterà al meglio per questa stagione. La bicicletta è una fantastica BMC SLR, un vero e proprio gioiello.» Quali sono le sue aspettative agonistiche per il 2014? «L’obiettivo principale quest’anno è senza ombra di dubbio la Maratona dles Dolomites, che affronterò per la prima volta. Poi vorrei fare bene al campionato del mondo amatori che si terrà a Lubiana. Nel settore granfondo, quasi certamente affronterò il circuito Granducato di Toscana. Inoltre, con la squadra stiamo pianificando gli altri appuntamenti.» Daniela Passalacqua
Daniela in azione
Ha qualche hobby, al di fuori della bici? «Sì, la corsa a piedi in primis, che praticavo da giovane. Quando ho qualche momento libero, mi piace praticare l’equitazione.» C’è qualcuno che desidera ringraziare? «Innanzitutto il centro IMES di La Spezia, precisamente il dottor Costantino Cipolloni e l’ingegner Stefano Biaggini. Ancora, il presidente della squadra Alessandro Ricci, la Cicli Santini di Forte dei Marmi per il mezzo tecnico e l’assistenza meccanica, oltre al negozio Fitness Point.»
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I PRIVILEGI DI ESSERE TESSERATO CON ACSI a cura della REDAZIONE
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SIGLATE PER IL 2014 UNA SERIE DI PRESTIGIOSE CONVENZIONI CON LE PIÙ IMPORTANTI AZIENDE DEL SETTORE CICLO. TELAI, COMPONENTISTICA, INTEGRATORI, CAPI D’ABBIGLIAMENTO E VACANZE: PER GODERE DI SCONTI E BENEFICI, BASTA ESIBIRE LA TESSERA D’AFFILIAZIONE
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Una grande opportunità per tutti i tesserati ACSI che, nel 2014, potranno contare su una serie d’importanti privilegi. L’ente presieduto dall’Avvocato Emiliano Borgna ha infatti siglato una serie di convenzioni con alcune tra le più importanti e prestigiose aziende che operano nel settore ciclo. Una partnership che intende creare una corsia preferenziale tra i soci ACSI ed alcune eccellenze nel panorama aziendale italiano. Tutti i tesserati, infatti, potranno contare su un’importante scontistica, semplicemente esibendo la tessera di affiliazione. Avete bisogno di una consulenza biomeccanica? Rivolgetevi a Velosystem®, che nasce dall’esperienza iniziata nei primi anni ’90 da parte di tecnici specializzati nello studio della postura, del movimento umano e della performance sportiva. Fondata nel 1998, Velosystem® è oggi una realtà specializzata nell’offerta di strumenti e servizi di consulenza biomeccanica nell’ambito del ciclismo con operatori presenti sul territorio nazionale ed estero. Vi servono capi d’abbigliamento? La risposta giusta è Biotex, azienda di maglieria dal 1967 e, dal 1983, azienda leader nella produzione dell’intimo tecnico. BIOTEX è stata la prima azienda italiana specializzata 100% nell’intimo tecnico. In oltre 20 anni di ricerca, BIOTEX ha avuto l’idea rivoluzionaria di unire i migliori filati tecnici alla passione per lo sport e la salute, intrecciandoli con il knowhow dell’artigianale maglieria italiana. Il risultato? La nascita del primo intimo “intelligente”. Siete a caccia di una divisa da ciclista? Impossibile non rivolgersi alla professionalità di Moa Sport Nalini, l’azienda dell’ex calciatore professionista Claudio Mantovani che a fine carriera ha scelto di unire la sua esperienza a quella del fratello Vincenzo, ex ciclista e campione olimpionico, vero cultore della bici, nonché fondatore dell’azienda. Tutte le fasi
produttive di un capo tecnico si svolgono internamente alla MOA Sport, compresa la creazione di alcuni tessuti. Volete cambiare la bicicletta? Perché rinunciare agli sconti di Beltrami TSA Srl, che opera nel settore della distribuzione prodotti ciclo da oltre 20 anni. Qui troverete alcuni dei marchi più prestigiosi del settore che affiancano i più noti campioni del ciclismo professionistico. Oppure recatevi a Ravenna da Freewheeling, la dinamica azienda nata da un’idea di Claudio Brusi e Liliana Raimondi. Marchio storico del mondo delle mountain bike, è distributore esclusivista per l’Italia dei marchi americani di biciclette Diamondback e Marin. Attualmente Freewheeling è distributore per l’Italia dei marchi FRW, MARIN, LOOK, JAFFSON, RITCHEY, AIRACE, RANKING, TIFOSI, MERRICK. Dalle Alpi alla Sicilia, FRW bicycles è oggi sinonimo di passione per la bicicletta. Volete migliorare le vostre prestazioni sportive? Scegliete un integratore Inkospor, il prestigioso marchio tedesco distribuito in esclusiva dal 2004 in Italia da Benedetto Catinella. La “casa madre” è la Nutrichem Diät + Pharma GMBH, azienda farmaceutica tedesca, leader sul mercato dell’alimentazione clinica e dietetica. Fondata nel 1977 a Roth, Nutrichem Diät+Pharma è oggi uno dei marchi europei di riferimento sul mercato dell’alimentazione clinica e degli integratori sportivi. Infine, volete prenotare una vacanza? Rivolgetevi all’Apt Trento – Monte Bondone – Valle dei Laghi, dove i cicloturisti pedalano tra scenari mozzafiato, scorci panoramici d’impareggiabile suggestione, terrazze naturali e sentieri disegnati dalle montagne. È il paradiso dei ciclisti, il luogo ideale per coniugare la passione della bicicletta con le meraviglie della natura. Qui, tra le guglie delle Dolomiti e i laghi dell’alto Adige, il cicloturismo trova il suo habitat naturale. foto NEWSPOWER CANON
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HOTEL TOSCO ROMAGNOLO a cura della REDAZIONE
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CICLISMO & ALTA CUCINA IL NIRVANA DELLA VACANZA A CASA TEVERINI NASCE IL PRIMO PACCHETTO “ALL-INCLUSIVE” PER CICLOTURISTI. TRA SPORT, OZIO E GOLA, NEL CUORE DELLE FORESTE CASENTINESI, ECCO SERVITA LA PRIMA VACANZA CONSACRATA AI PIACERI DELLA VITA
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Il piacere inebriante di trascorrere una settimana a Bagno di Romagna, una vacanza consacrata al relax più edonistico, lasciandosi alle spalle quello che il grande Totò chiamava il “logorìo della vita moderna”. Immergersi in un affresco naturale di boschi rigogliosi, torrenti, laghetti e valli incontaminate nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, lo scenario ideale per gli amanti della bicicletta. Bagno di Romagna, famosa nel mondo per le sue sorgenti termali, è da sempre il crocevia di storie e culture millenarie. Racchiuse in pochi chilometri, infatti, ben quattro Regioni: Emilia Romagna, Toscana, Marche ed Umbria. Quattro territori, ognuno con le sue tradizioni e le sue peculiarità esclusive. Nasce così, spigolando tra i tesori della natura e la professionalità dei grandi maestri della ristorazione e dell’ospitalità, il primo pacchetto vacanza “all-inclusive” per cicloturisti dell’Hotel Tosco Romagnolo di Paolo Teverini. Il soggiorno, che viene proposto alla tariffa promozionale di 65 euro al giorno, prevede la formula “super mezza pensione a Buffet”. Nel dettaglio, prima colazione con orari flessibili, merenda con ghiottonerie dolci e salate dalle ore 14 alle 16, cena per gourmet con fantasiose proposte, dagli antipasti ai desserts. Compreso nel prezzo la bike-room professionale, che può ospitare 25 biciclette ed
altrettanti armadietti personalizzati. Disponibile anche l’officina attrezzata e l’area riservata al lavaggio delle biciclette. E per gli atleti più esigenti (e le loro compagne) piscina con acqua termale con idromassaggi, cascata defaticante e, nel periodo estivo, zona relax e solarium con lettini.
per abbigliamento tecnico (su richiesta), il “Welcome Drink” con la consegna del materiale informativo della zona, degustazioni di marmellate, vino e formaggi e servizio di transfert dagli aeroporti e assistenza per il trasporto bagagli (su richiesta). E per una vacanza “a misura di ciclista”, non
Nel pacchetto è incluso anche l’accesso al centro sportivo Body art Village di Bagno di Romagna, a pochi passi dall’hotel, che offre tre campi da tennis regolamentari ed area fitness “griffata” Technogym. Nell’offerta-lancio del quattro stelle di Bagno di Romagna è disponibile anche l’elegante Beauty Farm con accesso al bagno di vapore con lettini relax, il servizio di lavanderia
potevano mancare cinque escursioni in bicicletta negli scorci più suggestivi della Valle del Savio: dal tour storico della Gran Fondo del Capitano all’antico Eremo monastico di Camaldoli, da Cortona (nel cuore della Val di Chiana) al Giro dei laghi, fino alla città plautina di Sarsina. Possibilità, su richiesta, di una guida qualificata per accompagnare i cicloturisti.
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LA RICETTA DEL MASTERCHEF Per il pre-gara… Tagliatelle verdi agli spinaci Il masterchef Paolo Teverini dell’Hotel Tosco Romagnolo consiglia per tutti i cicloturisti le “Tagliatelle verdi agli spinaci” su fonduta di parmigiano e mandorle, riccioli di magro di prosciutto e bacche di Goji. Si tratta di un piatto studiato apposta per il pre-gara in quanto gli ingredienti garantiscono un elevato apporto di carboidrati (la pasta), di antiossidanti (le bacche di goji), di vitamine (i peperoni) e di proteine (il prosciutto e il Parmigiano Reggiano). (ricetta per 4 persone ) 500 gr tagliatelle verdi 100 gr burro 200 gr latte intero 200 gr parmigiano reggiano grattugiato 80 gr farina di mandorle 20 gr bacche di goji 80 gr di magro di prosciutto 80 gr di peperoni gialli Preparare con il parmigiano e il latte la fonduta; mettere in una padella il burro con i peperoni tagliati a listarelle, lessare le tagliatelle, condirle con il burro e i peperoni. Stendere sul fondo del piatto la fonduta di Parmigiano Reggiano e disporvi sopra le tagliatelle, unire i riccioli di prosciutto e le bacche di goji.
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GRANFONDO LA MAGNIFICA a cura della REDAZIONE
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RISERVATO AI GRIMPEUR IL 7 SETTEMBRE IL ROMAGNA CHALLENGE SI CONGEDA CON LA TEMUTISSIMA GRAN FONDO DI FORLÌ. IL PERCORSO È STATO LEGGERMENTE ACCORCIATO, MA RESTA UN BANCO DI PROVA DURISSIMO. SOLO PER SCALATORI PURI
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È il gran finale del Romagna Challenge, la corsa che, per indice di difficoltà, non teme paragoni in Europa, tanto da essere stata ribattezzata, tra pavé e ascese mozzafiato, “la Parigi-Roubaix di Romagna”. L’appuntamento con la Granfondo La Magnifica è per il 7 settembre a Forlì, una città dove – da sempre – domina la cultura della bicicletta (non a caso è stata più volte sede di tappe del Giro d’Italia). Alla consolle organizzativa la MM Organization ASD in collaborazione con la Palace Sport Events di Forlì, un binomio che, ancora una volta, vuole regalare agli appassionati romagnoli del pedale una corsa tecnicamente unica. Numerose le novità che attendono i partecipanti di questa terza edizione. Innanzitutto, l’inserimento della granfondo mercuriale nel circuito degli Italici organizzato dalla Ciclo Promo Service, di cui La Magnifica sarà la prova conclusiva e, più a nord, dell’itinerario degli Etruschi. La manifestazione, dopo il successo ottenuto nel 2013, sia per iscritti che per quei contenuti che l’hanno eletta come la più dura prova ciclistica d’Europa, non intende snaturarsi. Tuttavia, la lunghezza complessiva del tracciato sarà inferiore, anche se di poco, ai 200 chilometri degli anni precedenti. L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, è quello di aprirsi ad un pubblico di cicloamotori più numeroso e non solo alla ristretta cerchia dei grimpeur di razza, gli unici in grado di cimentarsi sugli infernali tracciati proposti nelle scorse edizioni. Un percorso – quello del 2014 – che, pur conservando diversi tratti in sterrato, con
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Il podio dell’edizione 2013
partenza da Piazza Saffi di Forlì ed arrivo nell’anello dello storico Velodromo Glauco Servadei della medesima città, vedrà il punto di ritorno nella difficilissima e fascinosa asperità del monte Carpegna (sede del Cippo Pantani), nel cuore del Montefeltro, percorsa stavolta da Villagrande, col Passo della Cantoniera in discesa, ovvero lo stesso versante dell’ottava tappa del prossimo Giro d’Italia professionistico, che si terrà il 17 maggio 2014. Un itinerario che sembra una sintesi tra Liegi e Roubaix, 200 chilometri riservati solo a chi interpreta il ciclismo come Un’immagine suggestiva di Piazza Saffi
una disciplina consacrata alla sofferenza. Novità anche sul versante delle manifestazioni collaterali alla Granfondo. Venerdì 5 settembre si terrà, infatti, in Piazza Saffi un evento dedicato al mondo della bicicletta, il cui format esclusivo è ancora in fase di definizione, mentre sabato 6 settembre, sempre nella stupenda cornice della principale piazza forlivese, sarà organizzata una serata dedicata alle fixed (biciclette a scatto fisso), un versante del pedale che sta vivendo una crescita esponenziale, ormai un boom, specie nelle città, soprattutto del nord.
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EDITORIA a cura della REDAZIONE
“IL CICLISMO RECANATESE” MEZZO SECOLO DI SCATTI AMATORIALI DIVENTANO UN’OPERA DI GRANDE VALORE DOCUMENTALE. L’AUTORE SI CHIAMA PRIMO MARCHIANI, DA SEMPRE GRANDE APPASSIONATO DI CICLISMO. IN 350 PAGINE TANTI SPUNTI E UN RAMMARICO: «SONO STANCO DI LOTTARE PER UN PASS»
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Per quasi mezzo secolo, quando a Recanati si svolgeva una corsa ciclistica, dietro alle transenne, Primo Marchiani con la sua inseparabile macchina fotografica, non mancava mai. C’era ai tempi di Coppi e Bartali, a quelli di Bugno e Pantani, fino agli ultimi campioni del ciclismo contemporaneo. Una passione inguaribile, la sua, comune a quella di tanti fotoreporter che, più del business, inseguono un sogno: immortalare l’attimo e fermare il tempo. È nato così “Il ciclismo recanatese”, opera immensa di 350 pagine e 250 fotografie. Al suo interno, come un almanacco della bicicletta, mezzo secolo di storia del ciclismo, raccontato dall’avamposto di questa piccola frazione marchigiana. Ci sono i campioni che hanno segnato un’epoca («Ricordo – dice – che piansi come un bambino di fronte a Marco Pantani») ed i beniamini locali, da Mario Lezzieri a Primo Di Martino, da Franco Senesi a Benito Catena, fino a Gabriele Bisauri. Nomi più o meno noti al grande pubblico del ciclismo, che Marchiani, professione artigiano, quasi santifica nel suo libro: «La più grande soddisfazione – confessa – è
stata quella di riunire, nel giorno dell’inaugurazione del libro, tutti questi grandi campioni che, per noi recanatesi, rappresentano, da sempre, il gotha della disciplina». «Ci ho impiegato 22 anni per scrivere questo libro – spiega Marchiani – il progetto è nato quasi per caso. Un giorno mi sono ritrovato davanti al mio immenso archivio fotografico, quasi mezzo secolo di gare che avevo seguito, dietro e oltre le transenne, da semplice fotoamatore. A quel punto, anche spinto da alcuni amici, ho deciso di farci un libro. Aiutato dall’assessore alla cultura del Comune di Recanati, ho riordinato quell’immane mole di immagini e ho cominciato a lavorarci su». Ne è nato un volume davvero unico ed irripetibile, che contiene alcuni spunti
storici di grande valore documentale. Un’opera omnia sul ciclismo di Recanati, che Marchiani ha deciso di regalare ai posteri: «Dopo un libro fotografico sul motociclismo, credo che questa sarà la mia ultima fatica editoriale. Ho 70 anni e sono stanco di lottare con un ambiente in cui gli interessi dei media sono sempre più anteposti all’esigenza del pubblico. Oggi alle gare, gli appassionati, che da sempre sono colore e folklore del ciclismo, sono confinati in spazi sempre più ristretti. Per avere un ‘pass’ ho dovuto sempre lottare, perché la passione – dice – a volte non basta per superare quelle transenne».
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LA TUA CRONO
78 a cura della REDAZIONE
5A
PARTE
9
DALL’ESPERIENZA DI MAX LELLI COME MIGLIORARE Tempo LA PROPRIA PERFORMANCE di NELLA CORSA lettura min CONTRO IL TEMPO info@maxlelli.com
ECCO COME AFFRONTARE LA GARA DOPO L’ALLENAMENTO ED UN RISCALDAMENTO CORRETTO ARRIVIAMO AL VERO APPUNTAMENTO CON LA CRONO, DOVE METTEREMO A FRUTTO IL DURO LAVORO FATTO NEI DUE MESI PRIMA
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Siamo partiti dalla scelta del telaio, delle ruote, delle appendici, ecc.; poi siamo passati a posizionare il nostro corpo al meglio sulla bici; quindi ci siamo allenati a dovere per arrivare preparati a puntino. Adesso siamo alla resa dei conti! Dopo aver fatto un importante quanto determinante (ai fini del risultato finale) riscaldamento, affronteremo la gara vera e propria. Mettiamo da parte i pensieri, concentriamoci al massimo, abbassiamo la visiera del casco o indossiamo i nostri occhiali perché per una mezzoretta, quaranta minuti circa, dovremo pensare solo ad essere più aerodinamici possibile e a spingere sui pedali, sprigionando dalle nostre gambe il massimo della nostra forza. Dal momento in cui il conto alla rovescia del giudice di gara sarà giunto al termine dei «meno 3 meno 2 meno 1… via», dovremo mettere in pratica tutte le nostre conoscenze e sfruttare al meglio le nostre energie e la nostra potenza per essere pronti e concentrati a dare il massimo, senza riserve! Lo scopo di questa puntata sarà, infatti, quello di fare in modo che anche il più piccolo dettaglio non sia lasciato al caso, poiché il risultato finale della nostra crono dipenderà dalla somma di tanti piccoli dettagli che alla fine potranno fare la differenza. Grazie ai consigli del nostro prezioso Max Lelli, con questo appuntamento di marzo tratteremo come affrontare la gara vera e propria.
La partenza deve essere veloce ma non tale da andare in acido lattico
COSA FARE APPENA CONLUSO IL RISCALDAMENTO Max, ricordaci i passi fondamentali che dobbiamo seguire non appena concluso il nostro riscaldamento su rulli o su strada? «Come dicevamo nella puntata precedente, conviene aver fatto il riscaldamento con il body tirato giù ed una maglietta sopra, in modo tale che non appena abbiamo finito, togliamo la maglia, mettiamo un intimo asciutto, tiriamo su il body ed andiamo in zona partenza. Ovviamente controlliamo che il casco da crono sia ben allacciato in testa, mettiamo gli occhiali o tiriamo giù la nostra visiera, ricordiamoci di mettere anche dei copri scarpa in lycra che, come sappiamo, migliorano anch’essi l’aerodinamica, prendiamo un po’ di zuccheri prima di partire, tipo un gel, e la borraccia (se proprio la vogliamo) con un po’ di acqua. Se psicologicamente ci sarà di aiuto, potremo mettere anche un gel sotto il pantaloncino, poi valuteremo in gara se usarlo o meno. Tutte queste manovre dovranno essere fatte rigorosamente a 15-20 min dall’orario di partenza, non meno, poiché come abbiamo già detto, ricordate che i giudici non vi aspettano! Magari possiamo continuare a girare in bici nei dintorni della zona di partenza, tanto ormai il lavoro importante del riscaldamento lo avremo già fatto nell’ora che precede questa fase.» SI PARTE, MA NON PROPRIO A TUTTA Come dobbiamo regolarci all’abbassarsi della mano del giudice, sarà una partenza al massimo fin da subito, o no? «No! È vero, abbiamo detto che nella crono, in confronto ad una gara su strada, si parte subito a tutta, ma sarà bene spiegarlo nel dettaglio questo concetto di ‘partenza a tutta’: ovviamente si deve partire veloci, spingere forte fin dall’inizio, ma ricordate che nei primi 3 km sarà fondamentale non andare al massimo, poiché altrimenti rischieremmo di entrare subito in acido lattico. Questo sarebbe controproducente, poiché vorrebbe dire intossicare le nostre gambe, impedendo al nostro corpo di mettersi in moto gradatamente, ossia il famoso ‘andare in pressione’, di cui abbiamo già parlato per quanto riguardava il riscaldamento. Questo è il concetto che dovremo seguire anche nelle prime fasi di gara. Sarà meglio perdere qualche secondo all’inizio, che poi ci consenta di metterci in moto in maniera perfetta, piuttosto che non bruciarsi subito nei primi chilometri, il che vorrebbe dire aver finito lì la nostra prova contro il tempo. Con questo, però, vorrei far capire che la nostra partenza non dovrà essere lenta, ovviamente, diciamo allora veloce, sì, ma regolare. Come si suol dire nell’ambiente, si parte all’85-90% per arrivare al 110%. Poi, ovviamente, questo dipende anche dall’età che uno ha, ed è chiaro che più saremo in là con gli anni e più questo tipo di ragionamento, legato al tempo per andare in pressione, sarà valido. Per un ragazzo di 25 anni ci vorranno tot minuti, per un uomo di 45 altri e per uno di 55 altri ancora e così via. Il concetto da capire è che dovremo dare il giusto tempo al nostro organismo perché si adatti, prima di spingere al massimo. Lo scopo di una partenza graduale sarà quello di far sì che il nostro corpo trovi il giusto ritmo di respirazione nei primi chilometri per poi procedere a tutta.»
ATTENZIONE AI GIRI DI BOA Come dobbiamo affrontare l’inversione di marcia, che di solito segna anche la metà del percorso? «Ricordiamo anche che, se ci fosse da affrontare un giro di boa a ‘U’ a metà percorso (e nelle crono amatoriali può capitare spesso), sarà bene togliere le mani dalle protesi, mantenerle larghe sul manubrio, quindi vicino anche ai freni, allargare la curva verso l’esterno e poi tagliarla a chiudere. Anche questa manovra sarà meglio farla con prudenza in modo da evitare di scivolare e perdere secondi preziosi compromettendo la crono. Non appena la curva sarà conclusa, ma forse anche qualche attimo prima e sempre mantenendo le mani larghe sul manubrio, potremo alzarci sui pedali e rilanciare la bici; quindi sederci, mani sulle protesi e via di nuovo a tutta con lo sguardo lungo. Questa è una manovra che se già è delicata quando siamo da soli, immaginate quanto lo sia ancora più quando dovremo farla nelle cronocoppie o nelle cronosquadre.» RICORDIAMOCI DELLO SGUARDO LUNGO Ecco, a proposito di sguardo lungo, il nostro apripista come possiamo sfruttarlo? «Se poi, durante la nostra prova, abbiamo una moto che ci farà da apripista, dobbiamo puntarla come se quello fosse il nostro obiettivo da raggiungere. Inoltre, per andare dritti e per darci un buon riferimento, potrà rendersi utile pedalare, ovviamente se non è bagnato, sulla linea di mezzeria della strada. Questo perché ci servirà da riferimento e perché di solito la linea bianca è anche più liscia e quindi più scorrevole dell’asfalto.» ATTENZIONE AL BAGNATO ED ALLA PRESSIONE DELLE GOMME Come possiamo comportarci quando piove e a quante atm dovremo mettere le gomme?
Dopo i primi 3 km di gara, quando saremo già in pressione, dovremo solo spingere a tutta fino all’arrivo
«Se invece fosse bagnato, forse sarà meglio non rischiare di scivolare percorrendo la striscia bianca, specialmente sulle curve, e questo sarà maggiormente valido sulle strisce pedonali, che di solito sono molto più larghe ed una vicino all’altra. In caso di pioggia anche la pressione del tubolare o del copertoncino andrà abbassata. Il mio suggerimento è quello di tenere il tubolare a 10 atm ed il copertoncino a 8 atm quando è asciutto, ed scendere a 9 atm con il tubolare e a 7 con il copertoncino quando invece è bagnato. Ovviamente in caso di umidità, dipenderà anche da quanto è piovuto e dalle condizioni dell’asfalto, ma anche dal grado della nostra sensibilità sul fondo bagnato.» Max Lelli Marsiliana (GR) tel. 0564-609920 / cell. 346-1204150 www.maxlelli.com / info@maxlelli.com Come ci ricorda spesso Max Lelli (nella foto) lo sguardo deve essere sempre lungo, ed abbassare la testa alzando la coda del casco il meno possibile foto LEONARDO OLMI
DOPO I PRIMI 3 KM DOBBIAMO DARE IL MASSIMO Quindi una volta scaldato il motore, sarà il momento di andare a tutta? «Esatto, a questo punto, se avremo fatto bene questi primi 3 km e se quella di cui stiamo parlando sarà una cronometro di 2025 km al massimo (quindi abbastanza corta), potremo iniziare a spingere a tutta. Non ci sarà motivo per risparmiarci. Questo dovremo farlo ricordandoci di mantenere bene la nostra posizione in bici, con le mani ben salde sulle protesi. Le mani dovremo toglierle solo nelle curve più impegnative, in modo da non incorrere in rischi inutili; anche qui vale il discorso di prima, ossia meglio perdere un secondo che non rischiare di scivolare e compromettere tutta la gara, oltre a poter danneggiare la bici, le ruote lenticolari, le protesi ecc., tutti componenti che come sappiamo sono molto belli, ma anche molto costosi. Ricordiamoci di pedalare mantenendo una cadenza costante, intorno alle 90-100 ped./ min. e di mantenere la nostra corretta posizione in bici, cercando di stare molto in avanti, pedalando il più possibile sopra il movimento centrale. Ricordiamoci anche di non abbassare troppo e di frequente lo sguardo per guardare il nostro computer, poiché la coda del casco che si alza andrà a compromettere l’aerodinamica e ci farà perdere secondi preziosi; basta pensare che alcuni lo fanno per una trentina di volte o più durante la stessa crono, solo per quella tentazione di guardare lo strumento; un gesto che servirà a poco dato che ciò di cui dovremo preoccuparci sarà essenzialmente spingere al massimo.»
foto NEWSPOWER CANON
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GRANFONDO FI’ZI:K a cura di NEWSPOWER
pressoffice@newpower.it
UN AFFARE TRA GRIMPEUR IL 27 APRILE, DALLA PIAZZA DEGLI SCACCHI DI MAROSTICA, SI CELEBRA IL PRIMO LUSTRO DI QUESTA CLASSICA DEL CALENDARIO PRIMAVERILE. E IL 15 MARZO ALLETTANTE ANTEPRIMA CON LA “KRONO” SULLA MITICA “SALITA DELLA ROSINA”
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La quinta edizione della Granfondo fi’zi:k- La partenza è fissata in Piazza Castello, Città di Marostica prenderà il via il prossi- all’ombra dei castelli che caratterizzano la mo 27 aprile da piazza Castello, la famosa skyline della città. Usciti dal centro, ci si dipiazza degli Scacchi della cittadina vicenti- rigerà verso Pianezze e Molvena, per attacna. Per celebrare al meglio il primo lustro di care la prima asperità della giornata verso questa classica del calendario primaverile Salcedo. I corridori avranno subito la possiil noto brand internazionale di selle e com- bilità di scaldare “la gamba” perché, da qui ponenti, coadiuvato nell’organizzazione da in avanti, i granfondisti dovranno faticare per ASD B-Sport Cycling, Studio RX e dal Co- oltre 150 km, mentre chi sceglierà il “corto” mune di Marostica, ha deciso di raddoppia- dovrà sorbirsene almeno un centinaio. Dopo re l’appuntamento. la veloce discesa si entrerà in Valdastico e si La “Krono” del 15 marzo è un’allettante an- risalirà fino a Pedescala per prendere d’asteprima alla granfondo di fine aprile dedicata salto l’Altopiano di Asiago: il versante affronagli amanti della velocità, una divertente pro- tato è quello di Castelletto di Rotzo, 12 km va contro il tempo lungo i 4,9 km che vanno pedalabili (la pendenza è costante e solo in da Piazza Castello alla cima della mitica “Sa- pochissimi tratti supera il 6 %). Archiviato il lita della Rosina”. Come dice il nome stesso GPM, non ci sarà troppo spazio per godersi della manifestazione, la lotta per tutti vuole i paesaggi dell’Altopiano, nei pressi di Roana essere contro il… cronometro, su quella cominceranno i 9 km tutti all’insù che porte“Rosina” da sempre teatro di innumerevoli ranno la corsa fino ai 1475 m della Verenetta, la new entry di questa edizione. Le pendenbattaglie sia fra i dilettanti sia fra i pro. Conclusa la Krono, Marostica comincerà a ze poi tornano favorevoli e, costeggiando serrare il countdown verso l’evento principa- Asiago, si raggiungerà la piccola frazione di le, quello del 27 aprile, che fa parte dei circuiti Turcio. Superati Conco e Gomarolo, in loAlè Challenge, Nobili/Supernobili ed è vale- calità Santa Caterina di Lusiana avverrà la vole come prova del Campionato Nazionale divisione tra i due percorsi. I granfondisti tere Provinciale ACSI Vicenza. Inoltre, come ranno la destra e scenderanno verso Laverspesso accade, al via della gara sono atte- da, mentre chi opta per il corto imboccherà si alcuni ciclisti professionisti: fi’zi:k infatti è la panoramica discesa di Crosara prima del partner di molte delle squadre più forti a livel- traguardo finale. La picchiata del “lungo” è lo internazionale fra le quali foto NEWSPOWER CANON spiccano nomi quali Team Sky, Astana, Cannondale in Il podio maschile del percorso lungo edizione 2013 campo maschile ed Exergy Twenty16, Rabobank Women Cycling Team e Wiggle Honda Pro Cycling Team in quello femminile. Dunque anche quest’anno gli appassionati avranno la possibilità di pedalare in compagnia dei loro idoli fra i ciliegi in fiore dei colli e fra i boschi e i pascoli dell’Altopiano di Asiago. L’organizzazione ha deciso di apportare qualche stuzzicante modifica ai percorsi e la fi’zi:k versione 2014 pare sorridere sempre più agli scalatori. Nel menù di quest’anno infatti è stata inserita una salita inedita e la “Cima Coppi” della gara sarà posta a quota 1475 m.
veloce e tecnica e riporta sulle strade già percorse all’andata, si riaffronta quindi la salita di Salcedo, proseguendo ancora una volta in direzione Valdastico. Arrivati a Calvene si svolterà a destra per imboccare l’erta del Monte Corno, 17 km sicuramente decisivi per l’esito della corsa. Raggiunta la vetta, si continuerà a pedalare in quota per una decina di chilometri prima di buttarsi giù verso Crosara. Il traguardo sarà ancora nella piazza centrale di Marostica, dove ad attendere i corridori ci sarà il meritato relax. Le iscrizioni si possono portare a termine attraverso più modalità e le quote di partecipazione fino al 13 aprile sono di 35 euro per gli uomini e 30 per le donne, dopodiché si passerà ad una quota unica di 40 euro fino al 25 aprile. I ritardatari non dovranno abbattersi perché sarà possibile iscriversi fino all’ultimo nelle giornate del 26 e 27 aprile al prezzo di 50 euro. La Granfondo fi’zi:k, come detto prova del circuito Alé Challenge, punta anche quest’anno sulla presenza di atleti stranieri e per promuovere la loro partecipazione ha deciso di riservare un prezzo simbolico di 10 euro. Info: http://www.granfondofizik.it e http://www.gfmarostica.it/crono.html
BIOMECCANICA INBICI
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a cura di FABRIZIO FAGIOLI*
È L’ORA DEL CHECK UP BIOMECCANICO
info@velosystem.com
SU STRADA O IN MOUNTAIN BIKE È SEMPRE FONDAMENTALE CONTROLLARE LA POSIZIONE SUL SELLINO, CURANDO NEI MINIMI DETTAGLI L’INTERAZIONE CORPO E BICICLETTA
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La primavera è alle porte e – dopo le prime uscite invernali – è giunta l’ora del check up biomeccanico del ciclista. In cosa consiste? Nel controllo della posizione sul sellino, curando nei minimi dettagli l’interazione del corpo con la bicicletta allo scopo di ottimizzarne la postura e dunque scongiurare tensioni o dolori da sovraccarico e migliorare l’efficienza e la performance. Il check up biomeccanico del ciclista può essere effettuato a vari livelli e per le singole specialità o categorie. I tecnici Velosystem® hanno messo a punto protocolli check up specifici per ogni esigenza: • • • • •
Check Check Check Check Check
up up up up up
Strada MTB Crono Pista Triathlon
In questo numero vi presentiamo i primi due servizi: Il CheckUp Strada è il servizio di finalizzazione per i ciclisti praticanti su strada ad ogni livello: amatori, agonisti e professionisti. Il CheckUp Strada viene personalizzato avendo come riferimento le caratteristiche antropometriche e posturali del ciclista e la specialità su strada praticata (corse veloci, corse in linea, corse a tappe, granfondo, endurance e randonnè). Gli obiettivi perseguiti dal CheckUp Strada sono diversi: • individuare e suggerire dimensioni e caratteristiche tecniche di telaio e componenti anche in funzione della specialità praticata; • ottimizzare i principali parametri di assetto attraverso una scrupolosa personalizzazione delle regolazioni dei componenti; • rispondere a specifiche esigenze di comfort e performance relative alla specialità strada praticata. Il CheckUp Strada viene certificato dal Tecnico Velosystem® tramite il rilascio dell’apposita scheda tecnica in cui vengono schematizzate le misure antropometriche rilevate, la geometria e i componenti ideali nonché le regolazioni di assetto: tacchette, sella e manubrio. Se invece siete amanti delle ruote grasse Velosystem® vi propone il CheckUp MTB, un servizio di biomeccanica finalizzato ai praticanti su off-road di ogni livello: amatori, agonisti e professionisti. Il CheckUp MTB è personalizzato in funzione delle caratteristiche antropometriche e posturali del biker e della specialità off-road praticata: FreeRide, Enduro o Trail, XC (Cross Country), Marathon o GF (Granfondo).
Gli obiettivi del CheckUp MTB sono i seguenti: • individuare la tipologia di telaio ideale districandosi fra le scelte di tipologia 26” , 27,5”, 29”; • individuare e suggerire dimensioni e caratteristiche tecniche di telaio e componenti anche in funzione della specialità MTB; • ottimizzare i principali parametri di assetto attraverso una scrupolosa personalizzazione delle regolazioni dei componenti; • individuare il compromesso fra efficienza biomeccanica della pedalata e bilanciamento dei carichi per la conduzione del mezzo (salite e discese estreme); • rispondere a specifiche esigenze di comfort e performance relative alla specialità MTB praticata ; Il CheckUp MTB è certificato dal Tecnico Velosystem® tramite il rilascio dell’apposita scheda dati in cui vengono schematizzate le misure rilevate e consigliate, comprese quelle di telaio e dei componenti ideali nonché delle regolazioni di assetto: tacchette, sella e manubrio. Per entrambi i servizi di CheckUp, il tempo stimato è di 60 minuti circa.
*Responsabile Tecnico Velosystem®
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PAGINE GIALLE info@inbici.net
a cura della REDAZIONE
SPETTACOLOSO BALDINI!
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6 min
IL 31 AGOSTO DEL 1958 LA “LOCOMOTIVA DI FORLÌ” SCRISSE, IN TERRA DI FRANCIA, UNA DELLE PAGINE PIÙ ENTUSIASMANTI DEL NOSTRO SPORT. NEGLI ARTICOLI DELL’EPOCA, LA SANTIFICAZIONE DEL NOSTRO EROE E L’ONORE DELLE ARMI PER BOBET
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«Spettacoloso Baldini». Un nome e un aggettivo per raccontare una delle pagine più belle del ciclismo del dopo guerra. È il 31 agosto del 1958, quando a Reims in Francia, l’Ercole nazionale regala all’Italia la sesta maglia iridata dopo quelle conquistate da Binda nel 1927, 1930 e 1932, da Guerra nel ’31 e da Coppi nel 1953. Sull’edizione di “Ogni Sport” di lunedì 1° settembre 1958 ne racconterà le gesta l’inviato Giampiero Gerosa: «Difficilissimo immaginare in campo ciclistico – scrive il cronista – un’impresa più grande di quella compiuta da Ercole Baldini oggi sul circuito di Gueux. Il campione d’Italia 1957 – e ora campione del mondo ’58 – ha infatti compiuto, per aggiudicarsi la più ambita delle vittorie, ben 249 chilometri dei 277 totali in fuga, in gran parte con Bobet, Nencini e Voorting e, alla fine, 52 chilometri da solo, avendo staccato prima Nencini, piegato dai crampi alle gambe, e poi Bobet sulle salite».
Poi le disquisizioni tattiche che, all’epoca – non ce ne voglia il cronista – oltre ad essere coniugate con un fastidioso passato remoto, non brillavano per acume ed originalità: «Gli allunghi del romagnolo – scrive Gerosa – furono suggeriti certamente da due considerazioni: la prima consistente nel timore di veder diminuire il suo vantaggio conquistato con gran fatica e la seconda nel fatto di sentirsi ancora sufficientemente tanto fresco e forte da poter tentare la carta dell’azione. A questo punto, il vantaggio di Baldini e dei suoi compagni era di cinque minuti e mezzo, piano piano esso calò di fronte alla reazione del gruppo lanciato in una lotta e in una reazione continua e nervosa, ma doveva pur sempre fermarsi sulla linea del traguardo a tre minuti e 47 secondi. Aumentò invece via via,
85 quest’anno, con «la vittoria netta al Giro d’Italia e in altre prove, come il Trofeo Tendicollo Universal cronometro battendo Anquetil. Quindici giorni or sono, imponendosi nel Trofeo Matteotti a Pescara, dimostrò di aver superato il periodo critico dovuto alla caduta di cui fu vittima, dopo il Giro d’Italia, sulla pista di Modena».
altrettanto lentamente, ma inesorabilmente, quello su Bobet che, tutto solo, resisteva meravigliosamente, vero campione della volontà all’incalzare della pattuglietta che gradualmente si assottigliava sotto i morsi della stanchezza. Sulla linea di arrivo il campione del mondo del 1954 accusava sul neo-campione 2 minuti e 9 secondi, applaudito però dalla sua generosità, per la sua tenacia, per il suo coraggio, quasi come se avesse vinto. Baldini ha compiuto gli ultimi tre giri a 38,555 km/h, a 36,350 e 36,729, il che dice dell’ancora notevole freschezza di questo campione che ha dato al ciclismo italiano la più grande soddisfazione, soprattutto dopo che ieri i nostri dilettanti erano stati sconfitti pur avendo dominato massicciamente la corsa». Nella foto di copertina l’immagine storica di Baldini che, col busto chino sul manubrio, alza timidamente la mano sul rettilineo di Reims; all’interno, invece, un ricco approfondimento su «Quel che dicono i protagonisti». «Quanti italiani – scrive sempre il nostro cronista dell’epoca – davanti al box azzurro sul rettilineo di arrivo nell’imminenza della trionfale conclusione di Baldini! Ecco Proietti, ecco Guerra, ecco dieci e venti altri, ecco il commendator Beccari con le figlie Wanda e Carmen, una delle quali è fidanzata di Baldini. Quando il vincitore termina la sua corsa tutti costoro, assieme ai giornalisti italiani, sono naturalmente i primi a rompere la catena fatta dai gendarmi francesi per precipitarsi attorno al neo campione per abbracciarlo, baciarlo, toccarlo, gridargli la loro gioia, sentire dalle sue labbra le prime parole emozionate (…). Saremo in quaranta persone in una cabina che ne conterrebbe a fatica la metà: “Oh! Penso proprio che posso dirmi contento!… (sono le parole di Baldini, ndr) – per me e per tutti gli italiani. Soddisfatto soprattutto dopo i dubbi sollevati al mio riguardo nelle scorse settimane». Il neo campione sospende un attimo il suo parlare per abbracciare Proietti che è riuscito ad entrare a fatica nella cabina. A fondo pagina un box ci ricorda la «Carriera del campione» che – a questo punto – «si allinea a fianco dei grandi campioni del ciclismo italiano: Girardendo, Binda, Guerra, Bartali e Coppi, continuando quella tradizione che ha reso famoso lo sport italiano nel mondo». Segue la sintesi didascalica della sua carriera, da «quando cominciò a correre a 18 anni come Allievo e, dopo sei vittorie, passò l’anno successivo fra i dilettanti ottenendo una vittoria» al passaggio nel professionismo nel 1957 «ed alla fine di quella stagione venne proclamato campione d’Italia assoluto su strada», fino al ruolino di
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FESTIVAL 8 min DELLE CRONOMETRO a cura della REDAZIONE
A TESTA BASSA CONTRO IL TEMPO LO SCORSO 16 FEBBRAIO A TIRRENIA 650 CRONOMEN SI SONO CONTESI BEN SETTE TITOLI. MA ALLA FINE HA VINTO SOPRATTUTTO L’ORGANIZZAZIONE
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Lo scorso 16 febbraio, tra le località balneari di Tirrenia e Marina di Pisa, nella giornata dedicata alle Cronometro riservate alle categorie amatoriali, si sono assegnati ben sette titoli: la 3ª Coppa del Mondo Maschile di crono a 8, la 1ª Coppa del Mondo Femminile di Crono a 8, il 2° Memorial “Rossella Riccetti”, la 1ª Crono Granducato Cup, la 3ª Coppa Litorale Pisano, la 3ª Coppa Parkpre e la 1ª Crono Vintage la “Tirrenica”. La manifestazione è stata organizzata dall’ASD Folgore Bike con il Patrocinio della Provincia e del Comune di Pisa e della locale Confcommercio. E, come al solito, l’organizzazione curatissima e ormai collaudata, capitanata da Paolo Aghini ed il suo staff, ha riscosso l’unanime plauso dei partecipanti che si sono divertiti sfidando il tempo. La giornata è stata “colorata” dalle 18 squadre Vintage che si sono cimentate in una
foto WWW.PRONTODIA.IT
prova di regolarità percorrendo il tratto Tirrenia-Marina di Pisa e ritorno in sella a dei veri cimeli su due ruote. Sul litorale tirrenico, infatti, si sono viste sfilare bici d’epoca scortate da auto e vespe (in particolare tutti i modelli erano degli anni compresi tra il 1890 e il 1897). L’intera logistica della rassegna è stata dislocata in Piazza dei Fiori (lato ex stazioncina di Tirrenia) dove è stato realizzato un villaggio espositivo con numerosi stand del settore ciclistico. Inoltre, grazie alla collaborazione con la scuderia Automobilistica Kinzica e al Vespa Club di Pisa, è stata realizzata anche un’esposizione di auto e vespe d’epoca molte foto WWW.PRONTODIA.IT
apprezzate e visitate sia dai partecipanti alla cronometro che dalla cittadinanza presente alla manifestazione. La direzione della Cronometro, la Giuria e i cronometristi erano collocati in un meraviglioso Truck (utilizzato anche dal giro d’Italia) messo a disposizione da Ennio Bongiorni titolare della ditta specializzata Tuttogare. L’organizzazione ha messo in “campo” per la tutela dei corridori, ma anche per non creare disagi alla cittadinanza, uno spiegamento di forze non indifferente: 80 volontari a terra impiegati a presidiare tutte le strade; 25 motostaffette a protezione di ogni squadra, ma soprattutto è stato anche grazie alla preziosa collaborazione della Polizia Municipale di Pisa, al Comandante Bortoluzzi, al Comandante del distaccamento di Marina di Pisa Alessandro Novi e a tutti gli uomini e donne in servizio della polizia Municipale, che si è potuto realizzare la Cronometro senza bloccare il traffico stradale, mantenendo un elevato standard di sicurezza per tutti, partecipanti, cittadini e traffico veicolare. Al via si sono presentate 38 squadre composte da 8 elementi ciascuna; 35 squadre da 5 elementi e 18 squadre Vintage da 6 elementi per un totale di 649 atleti. Il titolo più ambito se lo sono aggiudicato, per gli uomini, il GS Sportissimo di Carpi che per il secondo anno consecutivo, ha vinto la Coppa del Mondo, mentre per le donne, la coppa e il Memorial Rossella Riccetti se lo sono aggiudicate le concorrenti della squadra Ciclistica Massese che hanno battuto la rappresentativa della squadra “Amiche di Rossella”.
Alcune atlete della prova femminile in azione
Il festival delle cronometro è stato reso possibile grazie al prezioso contributo di molte aziende che hanno creduto in questa manifestazione. Doveroso dunque citarli uno per uno: Bottega del parco di San Rossore; Corpo delle Guardie di Città; Confcommercio Pisa; Salumificio Mancini; Agenzia
87 Facetour; Intergomma4; Deda elementi; Ambrosio; Cioli Arredamenti; Caparol; Tirrenia Doc Caffe; Auto Italia Livorno – Jaguar; Maglificio Natali; +Watt; Parkpre; Tuttogare; NuovaKros; Radio Toscana; Inbici; Granfondo. Queste le classifiche dei trofei più importanti: COPPA DEL MONDO MASCHILE
La Crono Vintage
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Pos.
Squadra
Tempo
Cat.
Pos. Media
1
GS SPORTISSIMO
00:33:51.75
FASCIA A
1
50,68
2
ASD MAX TEAM
00:34:25.34
FASCIA A
2
49,85
3
ASD TEAM BIKE BALLERO
00:35:16.21
FASCIA B
1
48,65
4
ASD MONEGLIESE
00:35:42.30
FASCIA A
3
48,06
5
DLF VIRGINIA 2
00:35:43.73
FASCIA B
2
48,03
COPPA DEL MONDO FEMMINILE E MEMORIAL ROSSELLA RICCETTI Pos.
Squadra
Tempo
Cat.
Pos. Media
1
CICLISTICA MASSESE
00:44:11.81
DONNE
1
38,83
2
LE AMICHE DI ROSSELLA
00:45:51.27
DONNE
2
37,42
foto WWW.PRONTODIA.IT
CRONO GRANDUCATO CUP Pos.
Squadra
Tempo
Cat.
Pos. Cat.
Class. Tosc. FCI
Media
1
CICLO TEAM SAN GINESE
00:39:28.24
FASCIA A
1
2
GS ARCI PERIGNANO 1
00:39:34.10
FASCIA B
1
1
43,37
3
ASD CICLOSPORT POGGIBONSI 1
00:40:01.70
FASCIA B
2
2
42,87
4
TEAM FREEDOMBIKE 1
5
GS CIUCCI OLMO BIKE VILLAGE
00:40:03.80
FASCIA B
3
42,83
00:40:07.40
FASCIA B
4
42,77
43,48
I vincitori della Coppa del Mondo maschile
CRONO VINTAGE “LA TIRRENICA” Pos.
Squadra
Tipo Squadra
Da pett.
A pett.
Tempo riferimento mm.ss.cc
Tempo rilevato mm.ss.cc
1
UC PONTEDERA 5
VINTAGE
773
778
26.47.00
26.47.58
2
UC PONTEDERA 4
VINTAGE
767
772
26.47.00
26.46.49
3
GS DACCORDI
VINTAGE
814
819
26.47.00
26.42.59
LA COMODITÀ A PORTATA DI MANO a cura di ROBERTO ZANETTI TORCH ROAD DI AIR RACE È UN PRODOTTO DAL DESIGN INNOVATIVO, MOLTO EFFICACE NEL FUNZIONAMENTO CON IL GRANDE VANTAGGIO D’ESSERE PICCOLA E COMODAMENTE TRASPORTABILE PER TUTTE LE EVENIENZE
Date le dimensioni contenute (12,8 cm di lunghezza e poco meno di 80 gr di peso) la micro pompa Torch Road di Air Race può essere facilmente trasportata ovunque e, con comodo, nei più svariati modi: dentro il borsello sotto sella o, in alternativa, nei taschini posteriori della maglietta. Comunque, anche se così minimale e molto piccola, la pompettina Torch Road permette di raggiungere pressioni di gonfiaggio ottimali non solo in caso di emergenza. Grazie alla robusta levetta di bloccaggio della valvola (disponibile per Presta e Dunlop) è possibile arrivare anche a 8 bar/120 psi, valori decisamente importanti per raggiungere la migliore pressione dei pneumatici. La consiglio per: corsa – trekking – urban ed è acquistabile anche direttamente, connettendosi sul Freewheeling Shop on line, con il codice frw44694070.
CARATTERISTICHE TECNICHE DEL PRODOTTO: • Materiale: corpo pompa in alluminio CNC laccato • Meccanismo: leva di bloccaggio in alluminio • Pressione massima: 8 bar (120 psi) • Protezione: cappuccio anti polvere • Fissaggio: supporto sotto borraccia • Lunghezza: 12,8 cm • Peso: 77,5 gr • Colore: bianco lucido • Prezzo: € 26,00 al pubblico, IVA inclusa
Il Produttore Air Race www.airace.com.tw Distributore per l’Italia: Freewheeling Via Barsanti, 10 48124 Fornace Zarattini (RA) Tel. +39 0544 461525 Fax. +39 0544 462096 E.mail: info@freewheeling.it Web site: www.freewheeling.it
BICICLETTE FINOTTI
IL MONDO SU DUE RUOTE A CURA DI ROBERTO ZANETTI
FINOTTI BICICLETTE A TORTONA, IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA, È COSTRUZIONE E VENDITA DI BICICLETTE E TELAI SU MISURA E PERSONALIZZATI PER OGNI TIPOLOGIA DI CICLISTA: DAL BAMBINO ALL’ADULTO, ALLE DONNE, A CHI LAVORA E A CHI SI DIVERTE. TUTTO QUELLO CHE STATE CERCANDO E POTETE TROVARE PER LA VOSTRA GRANDE PASSIONE SPORTIVA E PER IL TEMPO LIBERO
Il Team Finotti davanti all’entrata del negozio di Tortona (AL)
CHI È “CICLI FINOTTI” con il levriero identifica il prodotto sapientemente fabbricato dalle mani di Finotti, un «Per ottenere un prodotto di qualità bisogna partire dalle basi giuste, ovvero un buon marchio registrato che si è fatto conoscere progetto, una realizzazione accurata e l’imin questi anni in Italia e, come mi ha detto lo piego dei migliori materiali». stesso Fabio, anche all’estero. Clienti americani, australiani, giapponesi e di molte altre Questi sono i tre capisaldi che contraddistinguono la filosofia di Cicli Finotti e io agnazionalità hanno apprezzato ancora una giungerei, visto che si parla di un prodotto volta l’esclusiva classe del prodotto italiano; “made in Italy” al 100%, grande esperienza la personalizzazione che Finotti ha saputo e tanta passione. dare alle proprie biciclette ha poi fatto la differenza al punto da premiare l’artigiano pieTutte caratteristiche che non mancano montese con svariati riconoscimenti indetti di certo a Fabio Finotti, la vera anima di da enti di settore e riviste specializzate. Una quest’azienda che ha sede a Tortona, in gran bella soddisfazione per Fabio, un preprovincia di Alessandria e che deve le sue Fabio Finotti con una mio alla qualità del lavoro origini proprio al fondatore. delle sue biciclette ma anche alla creatività e Fin da ragazzino Fabio, prima come giovane corridoalla fantasia. Lo Showroom all’interno del punto vendita di Tortona (AL) re, poi come studente (si è specializzato nel campo IL NEGOZIO della saldatura dei metalli) e Sono 450 i metri quadrati infine come costruttore, ha dello Show Room Finotti, sempre perseguito un unicon annesso laboratorio co obiettivo: lavorare bene officina, dove i ciclisti (e e produrre artigianalmente ovviamente i clienti) possono trovare più di 300 bici le sue biciclette. Oggi, nel in esposizione, accessori e 2014, può con orgoglio dire abbigliamento tecnico per d’esserci riuscito perché la tutte le stagioni. Il servizio “Cicli Finotti” non è solo un di assistenza e consulenza esercizio commerciale o è di altissimo livello e, in un una semplice rivendita di ambiente cordiale, il perbici e accessori inerenti al sonale qualificato di adociclismo ma un produttore pera anche per supportare a tutti gli effetti. Lo stemma
Un meccanico specializzato fresa la scatola del movimento centrale su un telaio Finotti in fase di allestimento
il gruppo sportivo amatoriale Team Finotti Tortona che conta ormai più di 70 iscritti suddivisi in ciclofondisti-agonisti-MTBikerscicloturisti. Tutta gente “che pedala”, tutti appassionati con un denominatore comune unico: la bicicletta! 6 BUONI MOTIVI PER SCEGLIERE UNA BICI FINOTTI Il paragone è di quelli “pesanti” ma se i Dieci Comandamenti, scritti sulle tavole della legge data da Dio a Mosè sul monte Sinai, sono impresse le regole di ogni buon cristiano, a Finotti ne bastano solo sei per garantire la qualità delle proprie biciclette ai ciclisti che frequentano il suo negozio. Ovviamente si vuole fare dell’ironia ma è curioso leggere questi utilissimi suggerimenti.
1) Finotti è un prodotto artigianale, un pezzo unico e totalmente personale; infatti nessuna bici Finotti è uguale all’altra. 2) Ogni bici Finotti è assemblata da mani esperte e curata nei minimi particolari, indifferentemente che sia di bassa o alta gamma. 3) Cicli Finotti può vantare un vasto assortimento di modelli in grado di soddisfare le più svariate esigenze. 4) Nello Show Room Finotti verrete guidati nella scelta della bici più adatta alle vostre caratteristiche, con consigli tecnici che possono servire sia al principiante che al veterano. 5) Cicli Finotti garantisce un servizio post-vendita d’eccellenza. 6) L’obiettivo di Cicli Finotti è quello di consigliare e vendere la bici più bella, sia dal punto di vista estetico sia per quanto riguarda tecnologia e performance sempre ai massimi livelli. Solo in questo in modo sarà possibile toccare con mano la qualità del vero made in Italy. DOVE SI TROVA Arrivare da Cicli Finotti è facilissimo. Il punto vendita e l’azienda sono situati alla periferia ovest di Tortona (AL), in prossimità dell’uscita autostradale dell’A7 Milano-Genova. Ecco il suo indirizzo:
La sezione di un tubo in Kevlar usato “di serie” per la costruzione dei telai Finotti sulle biciclette che portano il suo nome
Cicli Finotti Strada Statale per Genova 15057 Tortona (AL) Italy tel. +39 0131 821973 Fax: +39 0131 821973 Orari di apertura: Mattino 9.00-12.25 Pomeriggio 15.30-19.30 Chiuso il lunedì mattina
foto PLAYFULL NIKON
92
GRANFONDO LAIGUEGLIA a cura della REDAZIONE
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7 min
info@inbici.net
LA CARICA DEI 3000 DOMENICA 23 FEBBRAIO È ANDATA IN SCENA LA 15ª EDIZIONE DELLA GRANFONDO LIGURE. IL SERGENTE DELL’ESERCITO FRUSINATE VINCENZO PISANI VINCE PER DISTACCO. TRA LE DONNE LA VITTORIA VA ALL’AQUILANA CHIARA CIUFFINI
L
Laigueglia (SV) – Festa doveva essere e festa è stata. Un primo assaggio di ciclismo la Liguria se l’era già goduto il 21 febbraio scorso, quando il 51° Trofeo Laigueglia ha portato nella cittadina savonese il ciclismo professionistico. Una perfetta occasione per numerosi cicloamatori per giungere a Laigueglia un giorno prima del previsto e godersi lo spettacolo. Il grosso dei partecipanti è però arrivato in loco nella giornata di sabato, quando la riviera delle Palma ha registrato il “tutto esaurito”, così come la capacità di iscrizioni della granfondo. Oltre 3000 i ciclisti che hanno scelto la manifestazione ligure per il loro esordio stagionale (in pratica esauriti tutti i dorsali disponibili). Tantissime le richieste che non si sono potute esaudire. Un vero successo per il GS Alpi di Vittorio Mevio, che ha degnamente festeggiato il 15° compleanno della manifestazione, omaggiando i partecipanti con una bellissima maglia tecnica griffata per l’occasione.
Vincenzo Pisani vince la 15a Granfondo Laigueglia
foto PLAYFULL NIKON
Sebbene le griglie poste nelle centralissime Corso Badarò e via Mazzini, aprissero alle 8.30 di domenica mattina, giù una lunga fila di ciclisti era in attesa sul lungo mare, complice anche la bellissima giornata con sole e temperature decisamente primaverili. Una condizione ancora più apprezzata dopo il lungo periodo di piogge. Alle ore 9.30 in punto, il sindaco di Laigueglia, Franco Maglione, ha abbassato la bandierina lasciando che gli oltre 3000 ciclisti potessero dar sfogo alla loro passione. Immancabile il gruppo di don Agostino della Casa Don Guanella di Lecco, ormai ospite fisso delle prove del GS Alpi, che con i suoi ragazzi porta sempre un messaggio di speranza e di aiuto al prossimo. Il folto plotone si è mosso compatto verso Ceriale dove ha preso la direzione di Cisano sul Neva. Le prime colline verso Cenesi hanno scaldato un po’ gli animi, ma il gruppo non è mai riuscito a sfoltirsi, nemmeno lungo l’insidiosa salita di Arnasco. Qualche scaramuccia per testare la condizione degli avversari, ma nulla di più. Per vedere la prima azione degna di nota si è dovuto attendere sino alla salita di Ligo. Qui il frusinate Vincenzo Pisani, che quotidinamente è sergente nell’Esercito, ha aperto il gas prendendo subito del vantaggio. Alle sue ruote si è lanciato il ternano Federico Castagnoli, al quale si è unito il veneto Igor Zanetti. Per il veneto però il passo dei due compagni di fuga è eccessivo e decide di continuare più oculatamente restando comunque all’inseguimento per mantenere la posizione. La situazione resta immutata sino all’ultimo chilometro di corsa. Gli splendidi scenari che si aprono davanti ai ciclisti salendo al santuario della Madonna della Guardia, ispirano il militare che pigia sui pedali e passa il traguardo a braccia alzate. Pochi secondi di attesa per vedere comparire l’immagine del ternano Castagnoli. Zanetti insiste nella sua azione riuscendo a salire sul terzo gradino del podio. Notevole la quota rosa con oltre 180 cicliste partecipanti. Tra loro la più veloce è stata l’aquilana Chiara Ciuffini, che ha preceduto la romana Milena Felici e la valtellinese Valentina Mabritto. Ottima la partecipazione delle società, che ha visto prevalere la modenese Sportissimo Top Level davanti alla torinese Jolly Europrestige
e alla savonese Circolo Sportivo Ortovero. Si chiude con le gambe sotto il tavolo del pasta party (con tanto di pasta rossa o all’immancabile pesto, accompagnata da affettati, pane e merendina) la splendida giornata. Bei premi sono stati consegnati ai vincitori. Due splendidi quadri, assolutamente unici e confezionati per l’occasione, sono stati consegnati al primo uomo e alla prima donna, mentre bottiglioni d’olio ligure sono stati consegnati ai primi tre assoluti, uomini e donne. Ai primi cinque di ogni categoria sono andati cesti colmi di prodotti alimentari e materiale tecnico. Tre biciclette Bianchi sono state consegnate alle prime tre società. Tutte le informazioni sulla granfondo sono disponibili sul sito web ufficiale http://www. granfondolaigueglia.com CLASSIFICA MASCHILE 1. Vincenzo Pisani (MB Lazio Ecoliri); 02:43:18 2. Federico Castagnoli (ASD Bicimania); 02:43:45 3. Igor Zanetti (Cannondale Gobbi FSA); 02:44:40 4. Dmitry Nikandrov (Team Kyklos Abruzzo); 02:44:58 5. Giacomo Sansoni (ASD Sansoni Team); 02:45:01 6. Tommaso Elettrico (Team Calcagni Fajarama); 02:45:02 7. Federico Cerri (Velo Club Maggi 1906 ASD); 02:45:06 8. Alessandro Bertuola (Team Beraldo Greenpaper); 02:45:06 9. Paolo Castelnovo (ASD Team UCSA); 02:45:11 10. Gianmario Rovaletti (Équipe Exploit); 02:45:12 CLASSIFICA FEMMINILE 1. Chiara Ciuffini (Mg.K Vis-LGL-Gobbi Dedacciai); 03:01:52 2. Milena Felici (Velo Roma ASD); 03:04:53 3. Valentina Mabritto (Rosola Racing Team); 03:08:34 4. Sabrina De Marchi (Team Cinelli Santini); 03:08:44 5. Manuela Sonzogni (Team Isolmant); 03:08:58 SOCIETÀ 1. Sportissimo Top Level
ZIPP
NON È SOLO UNA STORIA DI RUOTE… a cura di ROBERTO ZANETTI QUANDO SI PARLA DI ZIPP È QUASI SCONTATO PENSARE ALLE RUOTE MA NON CI SONO SOLO QUELLE NELLE PROPOSTE DEL CATALOGO 2014. BELTRAMI, IL DISTRIBUTORE ZIPP PER L’ITALIA DA 21 ANNI, CI ILLUSTRA ALCUNI COMPONENTI D’ALTA GAMMA DAVVERO MOLTO INTERESSANTI E, COME CI HA ABITUATO ZIPP IN QUESTI ANNI, DI OTTIMA QUALITÀ
La piega manubrio Vukasprint da 42 cm (misure prese da centro/centro) in fibra di carbonio, con curvatura Short&Shallow, pesa 235 gr
PIEGA MANUBRIO VUKASPRINT Così a prima vista potrebbe sembrare una piega manubrio da crono e invece Vukasprint, il manubrio più aerodinamico della gamma Zipp, è una piega specifica per biciclette da corsa. Combinazione di forme e angoli, il passaggio interno dei cavi e la speciale laminazione dei fogli di carbonio ne fanno un prodotto esclusivo per veri intenditori dal palato fine. Perfetto per la geometria delle sue curve, molto confortevole grazie alla superficie piatta dove appoggiano i palmi delle mani, Vukasprint è anche estremamente leggero (235 gr nella misura 42) e disponibile, come potete vedere nelle caratteristiche tecniche sotto riportate nella versione Short&Shallow, ovvero Compact, e in quattro lunghezze differenti: 38-40-42-44 cm (c/c). Caratteristiche tecniche piega manubrio Vukasprint • Peso: 235 gr (42 cm) • Diametro: 31.8 • Misure: 38 – 40 – 42 – 44 cm (c/c) • Curvature: Short&Shallow • Materiale: fibra di carbonio • Prezzo: € 313,00 al pubblico, IVA inclusa
L’attacco manubrio SL Sprint da 110 mm in carbonio Exogram con frontalino in alluminio e viteria in acciaio T25
ATTACCO MANUBRIO SL SPRINT SL Sprint è un attacco manubrio rigidissimo per garantire l’ottimale rapporto tra peso e consistenza di materiali. 165 gr, questo il suo peso, lo eleggono come uno dei prodotti della propria categoria più leggeri presenti in commercio. Dai test che ho effettuato lo consiglio agli specialisti della velocità e ai velocisti puri; la massima rigidità abbinata alla leggerezza ne fanno il prodotto ideale per le loro performance. Caratteristiche tecniche dell’attacco manubrio SL Sprint • Peso: 165 gr (100 mm) • Diametro: 31.8 • Lunghezze: 90 – 100 – 110 – 120 – 130 – 140 • Angolo: -12 • Costruzione: in carbonio Exogram • Frontalino: in alluminio con viteria in acciaio T25 • Prezzo: € 226,00 al pubblico, IVA inclusa
Il portaborraccia SL Speed, in fibra di carbonio unidirezionale, pesa 18 gr senza viteria
Il portaborraccia Alumina, in alluminio AL6061, pesa 27 gr senza viteria
PORTABORRACCIA ALUMINA • Materiale: alluminio AL6061 • Peso: 27 gr (senza viteria) • Finitura: nero anodizzato • Prezzo: € 32,00 al pubblico, IVA inclusa
PORTABORRACCIA SL SPEED • Materiale: fibra di carbonio unidirezionale • Peso: 18 gr (senza viteria) • Finitura: nero lucido • Prezzo: € 58,00 al pubblico, IVA inclusa Il Produttore: Zipp www.zipp.com Distributore per l’Italia: Beltrami TSA - Via Euripide, 7 - 42124 Reggio Emilia Tel: +39 0522 307803 • Fax: +39 0522 703106 E-mail: info@beltramitsa.it • Web site: www.beltramitsa.it
94 a cura di GIULIANO PERUZZI*
DOSSIER SPORT E MEDICINA
COME NASCE UN PROGRAMMA D’ALLENAMENTO PER CICLISTI
Q
QUALI SONO GLI OBIETTIVI DI UN ALLENAMENTO? Lo scopo di un allenamento ottimale è quello di migliorare le capacità muscolari, tecniche ed atletiche del ciclista, con lavori finalizzati a questo obiettivo. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UN PIANO D’ALLENAMENTO? Le caratteristiche che deve avere un piano di allenamento sono l’intensità, la durata, la frequenza e la modalità con cui questo lavoro viene effettuato. Per intensità si deve intendere la qualità e la quantità del lavoro che deve essere sempre crescente nel tempo, i parametri possono essere la Frequenza cardiaca ed i Watt di potenza.
info@fisioradi.it
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5 min
COME POSSIAMO CLASSIFICARE LE FASI DI LAVORO? Fase di avvicinamento al lavoro, fase di lavoro vero e proprio, fase di recupero. Ma all’interno di ogni seduta di ciascun lavoro si devono distinguere anche una fase di riscaldamento, una fase di condizionamento ed una di defaticamento. COSA SIGNIFICA “FASE DI AVVICINAMENTO GENERALE AL LAVORO SPECIFICO”? Lavoro in palestra per tonificare e rafforzare quei muscoli più sollecitati nel gesto atletico del ciclista. Lavoro inteso per migliorare la forza e non eccessivamente ipertrofizzante, ricordandoci sempre il rapporto peso/potenza. Footing, ma sempre finalizzato al rafforzamento muscolare da
Il Dr. Giuliano Peruzzi durante uno dei suoi test
95 che doti di fondo, ecco che allora c’è l’esigenza di allenare tutte e tre queste capacità, alcune delle quali sono già state allenate nel periodo di avvicinamento al lavoro specifico. Nel mio programma di lavoro dedico il primo giorno di allenamento alla forza, il secondo giorno alla velocità, il terzo giorno al fondo, il quarto giorno sarà di recupero e dal quinto riparto con il lavoro del primo ma intensificato. Ecco dunque che nasce un lavoro in microcicli, dove ogni quattro giorni lavoro sulla forza, ogni quattro giorni sulla velocità e ogni quattro giorni sul fondo, ma ogni quattro giorni è bene che il mio ciclista recuperi.
Giovani ciclisti in un allenamento durante la preparazione
una parte e per creare adattamenti cardiocircolatori dall’altra. Quindi corsa in salita ripida con arto inferiore a 90° di intensità massimale, ma alattacida.
Lavoro di forza, che può essere FORZA RESISTENTE, FORZA ESPLOSIVA, FORZA MASSIMALE, vediamo adesso i miei protocolli di lavoro. Lavoro di velocità che può essere a RITMO COSTANTE e A VARIAZIONI DI RITMO.
Bicicletta, ma lavorando sulla agilizzazione perlomeno a 90/100 rpm su percorsi pianeggianti, ondulati, a ritmo costante.
Come si vede il lavoro non è mai statico, il suo dinamismo lo si avverte ogni microciclo che passa, in quanto i carichi di lavoro si intensificano sempre più, proprio per adattare progressivamente il ciclista a lavori sempre maggiori.
Si possono altresì svolgere attività alternative là dove è possibile, tipo pattinaggio, sci, roller e ski roller.
*Medico Chirurgo Specialista in Endocrinologia e Medicina dello sport
È sempre bene fare degli esercizi a corpo libero e stretching ad inizio e fine lavori. COSA VUOL DIRE “FASE DI LAVORO SPECIFICO IN BICICLETTA”? Per prima cosa è bene valutare la soglia anaerobica con test adeguati, come può essere il TEST CONCONI. Una volta individuati i ritmi di allenamento basati sulla frequenza cardiaca, si può iniziare a lavorare, concentrandosi solo sul lavoro in bicicletta, trasformando tutto il lavoro di base che è stato fatto nel gesto atletico. Il lavoro si basa sempre sul concetto dei “MICROCICLI”. Un buon ciclista deve essere potente, ma nello stesso tempo non deve perdere una caratteristica fondamentale che è la velocità. Il nostro ciclista deve avere però an-
Il Dr. Giuliano Peruzzi circondato dagli atleti del team professionistico Caja Rural
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BIKE PASSION DI FAENZA a cura della REDAZIONE
info@inbici.net
LA NUOVA ERA DEGLI STORE SOLO MARCHI DI ALTO LIVELLO, ASSISTENZA IN GIORNATA E CAMPIONARI INFINITI. TUTTO IL MEGLIO DEL SETTORE CICLO SPALMATI IN OLTRE 600 METRI QUADRI DI ESPOSIZIONE
M
Marco Stradaioli e Mirko Dalprato, titolari dell’emporio Bike Passion di Faenza, hanno capito in fretta come si stava muovendo il mercato della bicicletta. Addio al negozietto artigianale, quello dei quattro telai in croce e delle officine “fai da te”, e spazio all’era dei grandi store, con i loro campionari infiniti e quella gamma assortita di servizi all’avanguardia. Un esempio su tutti: al Bike Passion di via Maestri del Lavoro il servizio officina lavora in base alla filosofia, tutta americana, del “service for you”. Hai un problema? Il meccanico ti fissa un appuntamento in giornata. Tu porti la bicicletta allo store e, mentre in officina risolvono il problema, tu ti fai un giretto nei 600 metri quadrati del negozio, ti bevi un caffè o ti guardi Bike Channel: «Il concetto – spiega Marco Stradaioli – è quello di mettersi nei panni del cliente. Che, quasi sempre, non ha tempo da perdere. Se ha speso qualche migliaia di euro per una bicicletta, non può aspettare una settimana per risolvere un problemino o per una messa a punto. L’assistenza dev’essere rapida e qualificata. Non a caso, nella nostra officina, abbiamo appena assunto un terzo meccanico». Il secondo aspetto è un’altra condizione ineludibile per il mercato attuale della bicicletta: la ricerca della qualità. Tra i marchi trattati al Bike Passion, tutti leader del settore, c’è infatti Specialized, Trek, BMC, Pinarello, Polar, Garmin, oltre ai migliori brand dell’abbigliamento tecnico, ricambistica e l’eventuale valutazione di una permuta: «Il mercato – prosegue Stradaioli – è diventato particolarmente selettivo. Oggi non c’è più posto per quelle aziende che speculano sulla qualità». Il terzo aspetto è l’assortimento delle proposte commerciali. Nello show room faentino – oltre seicento metri quadrati di esposizione – si trova praticamente tutto lo scibile del mercato della bicicletta: da quella da corsa alla mountain bike, dalla bmx al trekking bike, dalla city alle bici per i più piccoli, senza dimenticare i capi d’abbigliamento tecnico, gli accessori, le cyclette e le attrezzature per il fitness. Ma il Bike Passion non è solo business. L’attività dello store, infatti, ha dichiarate finalità di aggregazione. Così si spiega la nascita del Team Passion Faentina che, in
poco meno di un lustro, ha già reclutato oltre 230 iscritti. Il sodalizio gareggia nei principali appuntamenti amatoriali ed ha una dinamica attività organizzativa (Giro di Sardegna): «Il team – spiega Stradaioli – è nato alla fine del 2009. L’obiettivo era quello di creare una nuova realtà ciclistica sul territorio in grado di accogliere sempre
più appassionati delle due ruote vogliosi di divertirsi stando insieme. Il nostro obiettivo era, e resta, quello di avvicinare sempre più persone al mondo della bicicletta, sia essa con le ruote grasse o la specialissima. La nostra società sportiva, quindi, è aperta a tutti senza limitazioni, in quanto vogliamo che tutti si trovino a proprio agio senza
sentirsi obbligati nel conseguimento di risultati o di particolari piazzamenti agonistici. Il nostro motto è elevare lo spirito di gruppo, non solo pedalando, ma ritrovandoci periodicamente alle cene o alle altre iniziative sociali per condividere tutti insieme la passione che ci lega a questo sport». Il bike Passion di Faenza è aperto il lunedì 15.30-19.30, il martedì – sabato 9.0013.00/15.30-19.30.
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IL TELAIO IDEALE
a cura di ROBERTO ZANETTI foto di MONICA CUEL
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7 min SHARK F14 UNO SQUALO SULLA STRADA
robertozanetti65@gmail.com
LE BICICLETTE FINOTTI SONO DEI PRODOTTI ARTIGIANALI, UNICI, FATTI A MANO. PROPRIO COME LA SHARK F14 NATA DALLE MANI ESPERTE DEL COSTRUTTORE DI TORTONA CHE, IN QUESTO SERVIZIO, CI PRESENTA UNA DELLE SUE “CREATURE” PIÙ RECENTI
D
Il test: Dopo aver parlato con Fabio Finotti, titolare dell’omonima azienda di biciclette, e dopo aver testato la Shark F14 posso con certezza confermare i quattro concetti sul quale si basa la filosofia del marchio: innanzitutto la robustezza, in secondo piano comfort e reattività e, in ultima battuta, la leggerezza. Test bike
La cosa più importante è sempre e comunque trovare il giusto equilibrio tra questi quattro fattori e, nella Shark F14, devo ammettere che sono riassunti davvero alla perfezione. Un mezzo di questo genere, a parte l’impatto visivo di grande effetto, concentra tutto quello che un ciclista si può aspettare da una bicicletta con tali caratteristiche e qualità.
L’insieme della Shark F14 mi spinge a valutare la bici nel suo complesso e non tanto nei particolari, che in ogni caso sono sempre curati e assemblati con attenzione ed eleganza come, solo per citare un esempio, l’esclusiva sella Zero II Nack CPC di Prologo. Un prodotto che sta riscuotendo i consensi di costruttori come Finotti, che ha deciso di accessoriare nel primo montaggio le sue bici al top di gamma con questo componente davvero molto valido. Nel telaio (un “fasciato” in carbonio made in Italy), invece, ho apprezzato particolarmente il tubo sella integrato che è la continuazione aerodinamica del piantone verticale. Questa soluzione, accantonata negli ultimi tempi da molte aziende, ha sempre un suo perché e conferisce alla bici quella rigidità omogenea (ma non esasperata) che si riscontra su tutta la struttura. La Shark F14 è una bicicletta con particolari requisiti, garantisce risposte immediate alle sollecitazioni quando si imprime potenza sui pedali, pur mantenendo una notevole stabilità che la fa restare saldamente ancorata al terreno con traiettorie precise e lineari. In evidenza: La vera peculiarità della Shark F14 di Finotti è senza dubbio il telaio fasciato in carbonio, realizzato a mano su misura a seconda della geometria più adatta alle caratteristiche fisiche e di pedalata dell’utente finale, con la tecnica della “sovralaminazione personalizzata”. L’altro imprescindibile elemento che ha un peso determinante nella valutazione globale di una bicicletta da corsa è la scelta del gruppo. Nel caso della Shark F14 il gruppo Dura Ace 9000 a 11 velocità di Shimano rappresenta “l’uno fisso in schedina” in fatto di prestazioni e affidabilità. Un utile suggerimento: Prima di tagliare il reggisella integrato ricordatevi di prendere le misure esatte al millimetro (centro del movimento/fine sella) e affidatevi solo alle mani esperte di Finotti o di un meccanico qualificato. Solo in questo modo sarete sicuri di ottenere il posizionamento più idoneo, efficace e aerodinamico alla vostra pedalata.
Finotti Shark F14 Il comodo appoggio della sella Prologo Zero II Nack dotata della tecnologia CPC
Consigli per l’acquisto, perché comprarla? Quando si acquista una bicicletta non ci si deve accontentare del solo certificato di garanzia, ma si deve pretendere dal proprio rivenditore di fiducia assistenza e professionalità.
Caratteristiche Tecniche • Telaio: AM fasciato in carbonio • Cambio: Shimano Dura Ace 9000 • Deragliatore: Shimano Dura Ace 9000 • Guarnitura: Shimano Dura Ace 9000 compact 50x34; pedivelle 172,5 mm • Catena: Shimano Dura Ace 9000 • Ruota libera: Shimano Dura Ace 9000 11x25 • Movimento centrale: Shimano Dura Ace 9000 • Freni: Shimano Dura Ace 9000 • Forcella: carbonio monoscocca (peso 330,00 gr) • Serie sterzo: Shimano Dura Ace 9000 • Attacco manubrio: FSA OS-99 CSI in carbonio • Piega manubrio: FSA K-Force Compact in carbonio
• Reggisella: in carbonio integrato nel telaio • Sella: Prologo Zero II Nack CPC • Cerchi: Shimano Dura Ace C35 in carbonio con pista frenante in alluminio • Coperture: Michelin Pro4 Service Course • Mozzi: Shimano Dura Ace • Portaborraccia: Elite pvc • Taglie: XS-S-M-L-XL e su “custom” su misura • Colori: grigio antracite opaco (come modello testato in foto). Disponibile colore a scelta. • Peso telaio: 960,00 gr forcella esclusa • Peso bici completa (come in foto): 7,00 kg completa di pedali Shimano Dura Ace
È quello che accade da cicli Finotti che, oltre ad essere un produttore è anche un negoziante, e mette a disposizione della propria clientela il supporto necessario per coprire qualsiasi evenienza.
Tubo reggisella integrato sul piantone centrale a “pinna di squalo”
Il Produttore e Distributore per l’Italia: Cicli Finotti Strada Statale per Genova 15057 Tortona (AL) Italy tel. +39 0131 821973 Fax: +39 0131 821973 E-mail: finottifabio@tin.it Web site: www.finotti-cicli.it In vendita a partire da: Già disponibile settembre 2013 Tempo di consegna: 60 giorni lavorativi dalla data dell’ordine Prezzo: Completa come modello testato nel servizio € 7.600,00 al pubblico, IVA inclusa kit telaio (telaio in carbonio fasciato, reggisella integrato, forcella carbonio monoscocca, serie sterzo e attacco FSA OS-99 CSI in carbonio ) € 3.600,00 al pubblico, IVA inclusa
Il nodo sterzo rifinito con cura nella lavorazione artigianale di Finotti
Il cambio Shimano Dura Ace 9000 con la ruota libera 11x25 a 11 velocità
Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Las Victory Vento www.lashelmets.com • Occhiali: Salice 002 ITA www.saliceocchiali.it • Abbigliamento: Alka Sport www.alka-sport.com • Copriscarpe: Craft www.newwave.it • Strumentazione: Garmin 500 GPS www.garmin.it • Pedali: Shimano Dura Ace www.shimano.com
MTB
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SCALPITA IL TRENTINO a cura di NEWSPOWER
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6 min
pressoffice@newspower.it
IL CIRCUITO DELLA MTB SCATTERÀ IL 4 MAGGIO, MA TRA LAVARONE E LA VALDINON IL “LETARGO” È FINITO DA UN PEZZO. PRIMA DI INIZIARE UN SOLO CONSIGLIO: ABBONATEVI!
Un’immagine del gruppo ancora compatto alla Lessinia Bike 2013
ta, con un dislivello di 250 metri da affrontare a muso duro. Si attacca poi la zona del Passo della Mendola, al confine con la provincia di Bolzano, e il saliscendi in sterrato porta in quota a 1300 metri, punto più alto di gara al 15° chilometro. Due
belle discese, intramezzate da un breve frammento in salita, riportano i bikers sul piano a gran velocità, si transita nei pressi del Lago Smeraldo prima di lanciarsi nella seconda parte di gara, decisamente più morbida. Le rigogliose coltivazioni di mele
La partenza della 100 Km dei Forti 1000Grobbe Bike edizione 2013
foto NEWSPOWER CANON
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Cinque mesi a tutta MTB, anzi a tutto Trentino MTB! Il lento ma progressivo allungamento delle giornate, con conseguenti temperature in rialzo, sta portando al… riscaldamento degli animi dei bikers, sempre più in sella per la nuova stagione e con un occhio fisso al Trentino. L’assalto, insomma, è ormai prossimo. ‘Trentino MTB presented by crankbrothers’ scatterà domenica 4 maggio e una prima interessante considerazione va fatta a proposito dei vantaggi e delle novità che gli organizzatori trentini hanno in serbo per la 6ª edizione del circuito. In primo luogo, abbonarsi conviene visto che, iscrivendosi a tutte le sette prove in maniera cumulativa si riceve lo sconto del 20%, un simpatico gadget personalizzato e l’accesso alla prima griglia di partenza di ogni tappa immediatamente dietro a quella VIP. Per le squadre poi vi sono promozioni speciali. I Team che iscrivono dai 7 ai 12 partecipanti, infatti, possono usufruire dello speciale 3x2, per i gruppi oltre i 13 invece c’è l’offerta del 2x1, aumentando sempre così la percentuale di sconto. Per il 2014, inoltre, il circuito in provincia di Trento riserva un montepremi come sempre ricco che oltre ai cesti con prodotti tipici, ai pacchetti vacanza, ai riconoscimenti in denaro, alle iscrizioni gratuite al circuito Trentino MTB 2015, prevede quest’anno l’estrazione tra tutti gli abbonati in ciascuna prova di un soggiorno di 4 notti per 2 persone nella bella Praga. Venendo agli aspetti agonistici, il fischio d’inizio sarà dato ad inizio maggio con la ValdiNon Bike di Cavareno, che conferma in buona sostanza tutte le varianti apportate al percorso lo scorso anno e corre lungo 43 km in assoluta prevalenza di fuoristrada, con qualche frammento in ciclabile dove lasciar correre i pedali. I primi 3 km dopo l’uscita dal paese sono subito in sali-
foto NEWSPOWER CANON
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foto NEWSPOWER CANON
faranno da sfondo al vostro passaggio, con le cime della catena delle Maddalene probabilmente ancora dipinte di bianco viste le abbondanti nevicate di quest’inverno. Il rischio di… distrarsi c’è ed è alto, come alta sarà la possibilità di subire un sorpasso, quindi massima attenzione! Giunti a Romeno mancheranno una manciata di chilometri al traguardo, un divertente saliscendi prima del tratto in single track e ancora prato che riporta alla Tennis Halle di Cavareno, sommando un dislivello che va oltre i 1200 metri. La scorsa edizione della ValdiNon Bike, con il record di 600 concorrenti in partenza, fu vinta da Roel Paulissen e da Lorenza Menapace. Un tratto in salita della Lessinia Bike
Sullo sfondo le montagne innevate della ValdiNon Bike
La seconda prova di Trentino MTB 2014 è la 100 Km dei Forti sugli Altipiani di Lavarone, Folgaria e Luserna, come tradizione inclusa nel triplo evento 1000Grobbe Bike Challenge – 100 Km dei Forti, in programma dal 13 al 15 giugno. Per il circuito sarà però come sempre valida la gara della domenica, ovvero la 100 Km dei Forti nelle due varianti Classic e Marathon (questa con coefficiente 1.5 sul punteggio). Sulle tre giornate sarà anche quest’anno attivo il mini circuito 1000Grobbe Bike Challenge, che comprende la Lavarone Bike di 30 km al venerdì e la Nosellari Bike di 40 km al sabato, a cui va aggiunta la variante Classic della 100 Km dei Forti della domenica.
Le altre cinque prove del circuito sono la nuova Dolomitica Brenta Bike tra Pinzolo e Madonna di Campiglio il 29 giugno, la Lessinia Bike del 27 luglio, la Vecia Ferovia dela Val de Fiemme il 3 agosto, l’altra debuttante Val di Sole Marathon di Malé il 31 agosto e la 3T Bike che chiuderà il sipario il 5 ottobre. Dal punto di vista del regolamento, il consiglio è quello di sfogliare attentamente il sito www.trentinomtb.com per scoprire le gare Jolly, i Bonus Finisher, la Classifica dello Scalatore o la speciale graduatoria con premi fi’zi:k. Il richiamo di ‘Trentino MTB presented by crankbrothers’ è sempre più forte. foto NEWSPOWER CANON
A RAVENNA SONO “SBARCATE” a cura di ROBERTO ZANETTI CLAUDIO BRUSI, STORICO E PRIMO IMPORTATORE DI MARIN IN ITALIA, ERA RIMASTO NEL CUORE DEGLI AMERICANI E COSÌ VICEVERSA. ALLA PRIMA OCCASIONE BUONA È STATO UN ATTIMO TROVARE IN PUNTO D’INCONTRO E RICOMINCIARE INSIEME UNA NUOVA ENTUSIASMANTE AVVENTURA
Marin Rift Zone 29er ER XC9
MARIN RIFT ZONE 29ER ER XC9 Prezzo: € 4.499,00 al pubblico, IVA inclusa Top di gamma tra i modelli della categoria Marathon, la MARIN RIFT ZONE 29ER XC9 nasce come risposta alle richieste di molti appassionati. Che siano essi scalatori o amanti dei percorsi inesplorati, semplici escursionisti o agguerriti corridori, questa è una MTB completa, a cominciare dal fatto che è una 29er! Sì, perché la dimensione della ruota da 29” permette di superare meglio le asperità. In parole povere il diametro maggiore del cerchio consente di avere un angolo ridotto tra pneumatico e terreno; questo si traduce in una minore resistenza all’avanzamento, soprattutto su fondi sconnessi, e quindi permette di ridurre lo sforzo al biker durante la pedalata. La maggior porzione di battistrada che appoggia sulla superficie, sia sterrata o di asfalto, dà alla mountain bike aderenza e stabilità ineguagliate. La geometria della 29er è ottimizzata per collocare il ciclista “dentro” la bicicletta e non “sopra” come è accaduto, fino a ora, sulle tradizionali 26”.
Caratteristiche tecniche • Misure USA: 17 19 20.5(misure espresse in pollici) • Colore: Nero/Grigio metallizzato • Telaio: Alluminio 6061 geometria 29er Carro posteriore Quad-Link 3.0 escursione 100 mm - Sterzo conico • Forcella: Rock Shox SID Taper 29”-100 mm, cannotto conico in alluminio, assale da 15 mm, precarico molla aria, controlli del ritorno, e bloccaggio • Ruote: Mavic CrossRock • Comandi cambio: Shimano Deore SL-M610 • Deragliatore: Shimano Deore XT FD-M786 • Cambio: Shimano Deore XT RD-M786-D • Freni: Shimano Deore Deore BR-M445 Hydraulic Disc, 18 cm-Anteriore, 16-Posteriore • Pedali: Non forniti • Guarnitura: Shimano Deore XT FC-M785L 38/24 • Movimento centrale: Shimano • Catena: Shimano CN-HG54 • Cassetta: Shimano SLX, 11-36, 10V • Pneumatici: MAvic • Sella: Fizik Tundra • Reggisella: Easton EC70 Zero UD Carbon • Attacco manubrio: Easton EA70 6° • Manubrio: Easton EC70 Wide XC • Manopole: Marin-Velo Locking grips • Serie sterzo: FSA Orbit 1,5ZS NO.57 1.5, 1 1/8”-1.5”
LE AMERICANE
Il Produttore: Marin www.marinbikes.com Il Distributore per l’Italia: Freewheeling Via Barsanti, 10 48124 Fornace Zarattini (RA) Tel. +39 0544 461525 Fax. +39 0544 462096 E.mail: info@freewheeling.it Web site: www.freewheeling.it
Marin Mount Vision C-XM PRO CARBON 27,5”
MARIN MOUNT VISION C-XM PRO CARBON 27,5” Prezzo: € 5.799,00 al pubblico, IVA inclusa La gamma delle MOUNT VISION è stata disegnata per realizzare mezzi da competizione SUPER-D/ ENDURO. Al biker serve una geometria da trail bike ma con il peso di una cross-country (XC) e questa MTB è davvero il mezzo ideale per le proprie evoluzioni. Mount Vision C-XM PRO CARBON 27,5” si avvale di un’escursione da 140 mm anteriore/posteriore e ruote da 27,5” e, per esempio restando in casa Marin, è di gran lunga più leggera rispetto alla ATTACK, la trail bike per eccellenza del marchio americano. Nello specifico, questa MTB, è stata costruita con un telaio in carbonio CXR 60Te carro posteriore IsoTrack, assale passante 142x12 Thru-Axle e sterzo conico. Il progetto esalta le peculiarità del nuovo diametro di ruota da 27,5” che racchiude la combinazione perfetta tra alta velocità di rotolamento e facile superamento degli ostacoli, caratteristiche tipica delle 29”, con manovrabilità, agilità e accelerazione caratteristica, invece, delle vecchie (per così dire) 26”.
CAPITOLO MOLTO IMPORTANTE PER L’UTENTE FINALE: Come tutti i marchi distribuiti da Freewheeling, anche le biciclette Marin sono acquistabili direttamente connettendosi in internet sul Freewheeling Shop on line. Sarà così possibile usufruire di un interessante sconto applicato per la vendita diretta a questa tipologia di prodotti.
Caratteristiche tecniche • Misure USA: 15, 17, 19 (misure espresse in pollici) • Colore: Nero Opaco/Rosso Lucido • Telaio: Carbonio CXR 60T con escursione carro 140 mm, geometria 27.5”, sterzo conico, Assale 142 x 12 mm • Forcella: Fox 32 Float Factory CTD 27.5/140 mm trattamento Kashima, Cannotto di sterzo conico e assale 15QR Through Axle, regolazioni: compressione (3) - ritorno • Ammortizzatore: Fox Float-X CTD w/Trail Adjust, regolazioni: compressione (3) - ritorno, precarico molla aria • Ruote: MAVIC Cross Max Enduro • Comandi cambio: Shimano Deore SL-M610 • Deragliatore: Shimano XT FD-M786 • Cambio: Shimano Deore XT RD-M786-D • Freni: Shimano XT Hydraulic Disc, 18cm-Anteriore, 16-Posteriore • Pedali: Non forniti • Guarnitura: Shimano XT FC-M785 38/24 • Movimento centrale: Shimano • Catena: Shimano CN-HG54 SUPER • Cassetta: Shimano XT, 11-36, 10V • Pneumatici: 650x240 - Ant: MAVIC Crossmax Carge, Post: Mavic Crossmax Roam • Sella: Fizik Tundra • Reggisella: Rock Shox Reverb Stealth Controllo remoto a destra • Attacco manubrio: EASTON Haven 0° • Manubrio: EASTON Haven Carbon • Manopole: Marin-Velo Locking grips • Serie sterzo: FSA NO.57 Orbit 1.5 ZS
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OLTRE L’OSTACOLO
a cura di ROBERTO ZANETTI foto di MONICA CUEL
robertozanetti65@gmail.com
SPEED TERRA 27,5”, TANTA SOSTANZA COL MINIMO SFORZO
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7 min
FINALMENTE UN FULL SUSPENSION. IL MARCHIO SPEED SCENDE IN PISTA CON UNA GRADITA NOVITÀ: TERRA 27,5”, UNA BI AMMORTIZZATA IN ALLUMINIO CHE COMPLETA LA GAMMA DELLE OFF ROAD PER IL 2014
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Il test: Grazie all’alluminio 6061 idroformato, che permette la lavorazione e l’adattamento degli angoli con il diametro delle ruote da 27,5”, la Terra di Speed si presenta come una mountain bike polivalente, utilizzabile allo stesso modo sia in allenamento che per escursioni “all mountain” al punto da potersi permettere, senza alcun timore, qualche bella evoluzione su sentieri impervi e difficoltosi. Se poi, oltre all’off road, la si volesse impiegare sull’asfalto per alcuni tratti di trasferimento nessun problema. Grazie ai cerchi DT Swiss da 27,5”, che garantiscono un passo più lungo rispetto alle sorpassate ruote da 26” utilizzate fino ad ora, agli scorrevoli pneumatici Cobra di Hutchinson e alla valida forcella Rock Shox XC da 120 mm (preventivamente tenuta in posizione rigida), la Speed Terra diventa una vera divoratrice di chilometri da sfruttare in tutte le occasioni e su ogni superficie. Sotto l’aspetto puramente estetico, la colorazione nera opaca con profili bianchi e rossi, mette in rilievo una linea molto attuale rendendo questa bici una “full” ben riuscita che si andrà a collocare, a mio parere con successo, nella fascia media di mercato. Molti competitor sono presenti con delle offerte molto allettanti ma la Terra 27,5” di Speed, messa a loro confronto e visto il prezzo di base con la quale viene proposta, può fare tranquillamente la sua egregia figura con una clientela giovane che ne apprezzi le doti e le indiscusse qualità. Un paio di considerazioni sul prodotto: Allestita col gruppo Sram X9 e una componentistica non certo leggerissima, la Speed Terra 27,5” è una mountain bike molto robusta. Durante la prova su strada (o, per meglio dire, “fuori strada”), la sua solidità e il suo peso si sono fatti sentire. Se, nel primo caso trovo positivo il fatto che la bici sia “ben piantata” sul terreno nel secondo caso, invece, la scelta degli allestimenti e del
materiale (alluminio 6061) appesantisce il mezzo nei tratti tecnici e veloci e potrebbe, in parte, compromettere le prestazioni del biker. Consigli per l’acquisto, perché comprarla? Consiglio la Speed Terra 27,5” a tutto coloro che, senza un eccessivo esborso di denaro (e di questi tempi bisogna tenere in considerazione anche questa voce), vogliono provare a cavalcare l’onda della 27,5”. Un mercato in crescita e ancora tutto da sviluppare ma che sta già prendendo piede nella mentalità dei bikers moderni. Test bike
Caratteristiche Tecniche • Telaio: full suspension in alluminio 6061 idroformato • Cambio: Sram X9 • Deragliatore posteriore: Sram X9 Carbon Speed • Deragliatore anteriore: Sram X5 • Guarnitura: Sram FC800 44x33x22 con pedivelle da 175 mm • Catena: Sram X9 • Ruota libera: Sram PG-1030 11x36 • Movimento centrale: Sram BB Power Spline • Freni: Avid Hidraulic con disco da 160 mm • Leve freni: Avid • Forcella: Rock Shox XC 120 mm • Ammortizzatore centrale: Rock Shox Monarch R Dual Air • Serie sterzo: Ritchey • Attacco manubrio: Ritchey 2 Bolts in alluminio • Manubrio: Ritchey MTN Flat in alluminio • Reggisella: Ritchey 2 Bolts in alluminio • Sella: Selle Italia Q-Bik Speed • Cerchi: DT Swiss 465D 650 in alluminio
Speed Terra Alloy 27,5” La pinza-freno Avid
• Coperture: Hutchinson Cobra • Raggi: DT Swiss • Mozzi: Sram • Taglie: S 15” – M 17” – L 19” • Colori: BLACK SUNSHADE • Peso bici completa (come in foto): 13,5 kg completa di pedali nella taglia M 17”
Il sistema basculante azionato dall’ammortizzatore centrale Rock Shox Monarch R Dual Air
Il Produttore Speed www.speedbikes.it Il Distributore per l’Italia GRUPPO BICI SpA Via Pitagora, 15 - 47521 Cesena (FC) Tel. +39 0547 300170 Fax: +39 0547 301419 E-mail: info@gruppobici.it Web site: www.speedbikes.it Accessori e materiali utilizzati per il test: Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Ranking mod. Feather www.ranking-helmet.com • Occhiali: Tifosi mod. Veloce Gloss Carbon www.tifosioptics.com • Abbigliamento: Craft www.newwave.it • Copriscarpe: Craft www.newwave.it • Guanti: Craft Bike Thermal Split Finger www.newwave.it • Pedali: Shimano XTR www.shimano.com • Portaborraccia: Elite PVC www.elite-it.com
In vendita a partire da: Fine febbraio 2014 Tempo di consegna: 15 giorni Prezzo: € 1.299,00 al pubblico, IVA inclusa
Il deragliatore posteriore Sram X9 Carbon Speed abbinato alla cassetta pignoni Sram PG-1030 11x36V
Anche la forcella, comandata dal lockout, è Rock Shox XC con 120 mm di escursione
Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera, in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole. Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada. Orari abituali di partenze e ritrovi: • martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00
foto 4EVER.EU
Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB Colazioni e aperitivi con ricco buffet Servizio di pagamento bollette luce, gas, acqua, telefono e multe Sala TV Sky con dirette sportive tutte le partite in diretta del Cesena con Sky HD
Sala giochi • Ricariche telefoniche • Wi-fi libero Bar Ciccio - Via Romea, 120 Cesena (FC) 47522 - t. 0547 331984 - e. barciccio@hotmail.it -
BAR CICCIO
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SPORT & BENESSERE alessandrogardini@gmail.com
a cura del dottor ALESSANDRO GARDINI*
ALKALOXIMED:
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6 min
OTTIMIZZAZIONE METABOLICA PER UN RECUPERO A 360°
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Per comprendere fino in fondo e valutare l’utilizzo di un qualsiasi prodotto risulta fondamentale capire come è nato e, soprattutto, perché è stato realizzato con quella formula precisa. Nello specifico caso di Alkaloximed questo processo, apparentemente complesso, risulta invece estremamente semplice: basta analizzarne il nome! Alkaloximed deriva infatti dall’unione di una serie di acronimi che ne spiegano il razionale d’azione: Alkalinizzante, Catalizzatore, Antiossidante, Metabolico. Una serie di effetti estremamente importanti e di grande effetto dal punto di vista dell’ottimizzazione del metabolismo umano, ricercati singolarmente in numerosi prodotti ma che, per la prima volta, sono stati proposti insieme. Quello che rimane a questo punto da capire è come mai e soprattutto perché può costituire un notevole valore aggiunto per favorire i fisiologici processi di recupero, particolarmente dopo l’attività sportiva, specie se agonistica. L’organismo umano vede tra le tappe terminali della trasformazione degli alimenti in energia una serie di reazioni biochimiche che conducono (sia per l’entità delle molecole prodotte che per il non sempre sufficiente apporto di ossigeno) oltre che alla produzione energetica anche alla realizzazione di molecole in grado di alterare il fisiologico pH dell’ambiente cellulare, riducendo l’efficienza di tutte le successive reazioni biochimiche destinate a svolgersi in questo ambiente. Come se questo non bastasse le reazioni implicate nella produzione di energia per loro natura tendono a formare specie chimiche reattive (i famosi radicali liberi e altre specie ossidanti) che, quando sfuggono ai fisiologici meccanismi di bilancio, possono reagire con qualunque compagine cellulare compromettendone la struttura e il funzionamento: in condizioni basali (ovvero a riposo) si stima che almeno il 3-5% di queste molecole reattive sfugga ai meccanismi di bilancio, richiedendo uno specifico intervento da parte della cellula, in condizioni di attività fisica ovviamente il fenomeno viene notevolmente amplificato con una produzione di specie radicaliche proporzionale alla richiesta di energia. A questo punto risulta possibile individuare nel processo di produzione di energia 3 criticità: 1) insorgenza dell’acidosi (da riduzione del pH); 2) Compromissione dell’efficienza enzimatica (dovuta all’ambiente maggiormente acido); 3) Produzione di specie reattive (radicali liberi e ossidanti), Alkaloximed interviene ad ampio spettro su tutti questi processi. Quello che rimane da capire è come Alkaloximed affronta queste tre problematiche, esaminiamone una alla volta. Acidosi: l’acidosi viene efficacemente affrontata da Alkaloximed grazie alla presenza delle forme citrate di magnesio, potassio e zinco, tali forme saline non sono nient’altro che Sali dell’acido citrico e quindi mentre contribuiscono al ripristino delle scorte endogene di ioni l’acido citrico vede facilmente metabolizzata la sua funzio-
ne acida esercitando infine una netta azione alcalinizzante a livello dell’organismo. Efficienza enzimatica: alterazioni del pH cellulare contribuiscono a ridurre l’efficienza alla quale le più svariate categorie di enzimi esercitano la loro funzione a livello cellulare, tra questi enzimi ovviamente vengono inclusi quelli che partecipano alle diverse reazioni fondamentali ai metabolismi energetici. Oltre al ripristino del pH fisiologico può quindi mostrarsi particolarmente utile fornire tutte quelle molecole che intervengono come fattori co-enzimatici (nell’ottimizzazione delle funzioni enzimatiche) in particolare questo obiettivo viene raggiunto grazie alla presenza delle principali vitamine del gruppo B (Vitamine B1, B2, B6, Acido Folico, B12). Specie reattive: Alkaloximed affronta efficacemente le diverse specie reattive formatesi in conseguenza dei metabolismi energetici grazie alla presenza di vitamine e di ioni che entrano nella catena di risposta allo stress ossidativo come Vitamina A, Vitamina C (in forma libera), Vitamina E e Selenio. Inoltre la presenza di Zinco fornisce la componente essenziale per la formazione di una delle principali molecole ad azione antiossidante dell’organismo umano: la superossidodismutasi. Da questa sintetica spiegazione del razionale d’azione emerge chiaramente come questa formulazione sia in grado di affrontare ad ampio spetro l’ottimizzazione delle dinamiche metaboliche correlate ai metabolismi energetici cellulari, fattore molto importante in condizioni di normale attività fisica, e sicuramente fondamentale nel contesto dello svolgimento di qualsiasi tipologia di attività sportiva. Ulteriori caratteristiche che rendono particolarmente interessante il prodotto sono la completa assenza di sodio e di zuccheri assimilabili. Il sodio è stato escluso in quanto non è stato progettato come integratore idrosalino, ma perfezionato come ottimizzatore metabolico. La completa assenza di zuccheri (viene edulcolarato con stevia) trova motivo nel non voler essere un formulato ad azione proenergetica, ma uno specifico implementatore delle funzioni metaboliche. Queste caratteristiche fanno di Alkaloximed una soluzione ideale per il pieno recupero dell’efficienza metabolica sia dopo gli allenamenti che dopo le prestazioni più impegnative. Dr ALEXANDER BERTUCCIOLI BIOLOGO NUTRIZIONISTA SPORTIVO Certificato Sinseb alexander.bertuccioli@synalab.com Prodotto da PharmExtracta Srl - info@pharmextracta.com PUNTO VENDITA AUTORIZZATO: FARMACIA DEL BIVIO www.farmaciadelbivio.it *Responsabile Reparto Sport e Benessere Farmacia del Bivio e Parafarmacia Dottor A. Gardini
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STRETCHING NELLO SPORT
a cura del dottor MASSIMILIANO MUCCINI*
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13ª PUNTATA
STUDI E RICERCHE, LO STATO DELL’ARTE: DEFATICAMENTO
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Lo stretching allevia il dolore muscolare (Delayed Onset Muscle Soreness o DOMS) dopo un allenamento o gara? Per rispondere il migliore approccio è sempre quello scientifico, ovvero uno studio effettuato su “N” individui divisi in gruppo di studio e gruppo di controllo effettuato in “doppio cieco” (nessuno dei due gruppi conosce quale tipo di allenamento o integratore o qualsivoglia tipo di valutazione gli verrà somministrata). In un approfondito studio di “review” di Herbert & Gabriel nel 20021 sono state analizzate le più recenti ricerche in merito a «prevenzione degli indolenzimenti e inserimento degli esercizi di allungamento muscolare».
Lo stesso tipo di esercizio da prono per gli ischio crurali (loggia posteriore della coscia nda), al posto dei classici esercizi di defaticamento post-training, per favorire il recupero muscolare. Tali esercizi sembrano molto più efficaci nella prevenzione e nella limitazione della fatica che si manifesta sotto forma di DOMS nei giorni successivi all’evento o allenamento. Questo perché gli esercizi di stiramento muscolare, solitamente condotti per favorire il recupero muscolare, non costituiscono per il tipo di contrazione che innescano localmente, il miglior modo per facilitare il drenaggio del sangue. Credo che qualche dubbio sia stato fugato, altri interrogativi sull’utilizzo dello stretching si siano posti, ma non dovete disperare per-
Vengono riportati gli effetti sull’indolenzimento muscolare a 24, 48 e 72 ore di distanza dalla seduta di allenamento. Gli studiosi hanno tenuto conto degli studi con presenza del gruppo di controllo e le ricerche che hanno valutato l’introduzione degli esercizi di “stiramento muscolare” sia prima che dopo l’allenamento. Considerando sia le ricerche dove ha prevalso il gruppo di controllo dove (cit.) «hanno manifestato minori indolenzimenti muscolari coloro che non hanno effettuato stretching sia prima che dopo l’allenamento». In altri studi hanno riscontrato come «sia stato il gruppo che ha utilizzato lo stretching prima e dopo la seduta di allenamento ad avere minori dolori muscolari». Sorprendente la “media” dei risultati dei numerosi studi: appare evidente che non si è manifestato alcun effetto significativo e vantaggioso sull’indolenzimento muscolare post-allenamento con l’inserimento degli allungamenti muscolari nell’allenamento sia a 24 che a 48 e 72 ore di distanza dalla seduta di allenamento. Alcune ricerche suggeriscono di inserire alcune serie di esercizi dinamici con leggere contrazioni (semplici esercizi settoriali) mirate al gruppo muscolare interessato, ad esempio: dopo una competizione di sprint o salto, a carico dei quadricipiti che sono particolarmente sollecitati, si svolge un esercizio da supino, con gambe leggermente sollevate: flettere-estendere un arto in modo ritmato utilizzando l’altro sovrapposto come carico frenante.
ché assieme, nel prossimo numero, andremo a definire un quadro metodologico di riferimento rispetto al passato, in modo da gestire al meglio l’inserimento di tali esercizi nella seduta di allenamento o rispetto all’evento: tutto questo avverrà alla luce degli studi più significativi condotti “sul campo” nell’ultimo decennio. (1) BMJ. 2002 Aug 31; 325(7362):468. Effects of stretching before and after exercising on muscle soreness and risk of injury: systematic review. Herbert RD, Gabriel M.
*Massimiliano Muccini, Dottore in Scienze e Tecnologie del Fitness e Prodotti della Salute, Università di Camerino, Specialista di Fitness Endurance Amatoriale, si occupa da più di ventisette anni di fitness, consulente Inkospor, certificato American College of Sports Medicine Health & Fitness Specialist® (l’autorità mondiale nel campo della sperimentazione e nella ricerca sportiva),Tecnico di Riequilibrio Posturale Pancafit®. Tesoriere Nazionale di ADISF (Ass.ne Italiana Dottori Scienze del Fitness), Presidente di ScienzedelFitness.com ASD che organizza seminari e corsi per il settore fitness e wellness. Riceve nell’ambulatorio di Via Pascoli,172 a Rimini. Per appuntamento telefonare dal lunedì al venerdì al numero: 347.8864440 dalle 18.00 alle 19.30. Contatti email: info@muccinitrainer.it • Web: www.muccinitrainer.it
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L’OFFICINA
a cura di LORENZO COMANDINI
FOCUS SUL MONDO DELLE DUE RUOTE lorenzo@gruppobici.it Tempo di lettura
IL DUBBIO AMLETICO
www.rossinbikes.it - www.speedbikes.it
7 min
27.5 O 29ER? 650B O RUOTONE NELLA MTB? QUALCHE CONSIGLIO UTILE PER LA SCELTA PIÙ OCULATA
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27.5 o 29er? È una domanda che tutti i biker si sono posti almeno una volta negli ultimi cinque anni (tempo in cui sono parzialmente scomparse le ruote da 26). Il dibattito nei blog e nei siti specializzati è molto acceso. Esistono parametri oggettivi per valutare quale modello fornisca le migliori risposte, ma è forte l’aspetto soggettivo e soprattutto sono importanti le sensazioni. Il primo aspetto da tenere in considerazione in una scelta tra una MTB con ruote da 27.5” o da 29” corrisponde ai percorsi che si andranno ad affrontare sulle nostre ruote grasse. In linea di massima la prima indicazione è che, per chi fa lunghi percorsi (Cross-Country/Xc), è meglio scegliere le ruotone da 29, mentre chi macina meno km può trarre grandi benefici dalle 27.5. La regola base che sta dietro a questa valutazione è la seguente: a parità di forza applicata a due ruote di differente diametro, quella con raggio più grande avrà un’inerzia maggiore.
Cosa significa? Che il regime di coppia massima durerà più a lungo su una 29er che su una 27,5. Un vantaggio sicuramente non da poco, percepibile soprattutto su pedalate lunghe e percorsi scorrevoli. Di contro, però, in discese tortuose e impegnative, la 29er perde una caratteristica non di poco conto: la velocità di cambiamento di direzione e di risposta al manubrio. Tale aspetto è ben visibile nell’Enduro: sentieri e discese sono affrontati in gran parte da ruote da 27.5 o addirittura da 26 perché la necessità è proprio di essere costantemente vigili e reattivi. Bisogna quindi riflettere sui tracciati (gare o escursioni) che normalmente affrontiamo, su quanti km di salita facciamo e sui tipi di discesa che percorriamo. 27.5 O 29er: FRONT HARDTAIL O FULL? Le ruote da 29 offrono una maggiore impronta a terra rispetto a quelle da 27.5, aumentando l’attrito e l’ammortizzare naturale
dell’aria all’interno dei tubeless. Ciò significa che una 29er hardtail assorbe meglio (a parità di gonfiaggio e copertoni) le asperità del terreno in confronto ad una 27.5. L’hardtail con le ruotone è dunque un po’ più ammortizzata. Ovviamente una full è un altro mondo, sia in discesa sia in salita. Chi sceglie una full predilige sicuramente le discese e percorre (sempre generalizzando) meno km rispetto a chi pedala su una hardtail. Nonostante siano molti i modelli full da 29er, di cui alcuni aventi geometrie meravigliose per la discesa, a nostro avviso le full portano più vantaggi vestite con le ruote da 27.5. La maneggevolezza aumenta e la guidabilità in discesa è ottima. Riassumendo dunque a chi fa molta discesa consigliamo una 27.5 full, mentre chi fa sia salite che discese e ha una buona tecnica, potrebbe avere maggiori benefici da una 29er hardtail.
rapporti, bisogna pedalare di più per percorrere la stessa strada. Attenzione dunque al nostro allenamento: com’è la nostra preparazione? Le gambe sono toniche ed elastiche? Inoltre: come guidiamo? Ci piace alzarci sui pedali e rilanciare abbastanza spesso? Oppure preferiamo una maggiore fluidità di pedalata? Rispondere a queste domande aiuta già molto la scelta, basandoci proprio sui nostri gusti personali.
27.5 O 29er: QUALI SONO LE MIE CARATTERISTICHE FISICHE Qui entra in campo un altro fattore di valutazione: l’altezza del nostro cavallo (i centimetri da terra all’inguine) e la fisionomia. Chi è inferiore a 170 cm di statura può sembrare esteticamente sgraziato su una 29er e, soprattutto, ha una difficoltà maggiore al rilancio. Viceversa chi è superiore al 1,90 m di altezza potrebbe non trovarsi a proprio agio su una 27.5.
27.5 O 29er: SCELGO ANCHE IN BASE ALLA RAPPORTATURA La rapportatura è determinante in una singola bici, figuriamoci nella scelta tra 27.5 e 29er. Quando valutiamo una nuova MTB facciamo bene attenzione ai componenti e, al limite, consideriamo l’ipotesi di cambiarli subito. Lo sviluppo metrico è fondamentale, ma bisogna anche abbinarlo alla nostra preparazione atletica. Possiamo pensare ad una trasmissione monocorona come l’XX1? Se stai pensando di sì allora significa che potresti essere più propenso ad una 29er perché dovresti essere abbastanza allenato. La 29er ha una forza d’inerzia sì maggiore rispetto ad una 27.5 (650b), ma è anche vero che richiede una forza maggiore e quindi una gamba più pronta. La 27.5 però è un giusto compromesso e offre generalmente qualche opportunità di sviluppo metrico in più, a parità di rapportatura.
27.5 O 29er: IO PEDALO COSÌ… Qui entrano in campo due variabili non da poco: l’allenamento e il nostro modo di pedalare. La 27.5 è molto più vicina ad una 26 che ad una 29er per una questione di geometrie. Ciò significa che lo sviluppo metrico non è intermedio come la misura della ruota farebbe pensare. La 27.5 richiede un rilancio sui pedali con una cadenza superiore a quella richiesta da una 29 pollici. Semplicemente, a parità di
27.5 O 29er: CONCLUSIONI Discussioni, dati tecnici, studi su geometrie e molte altre informazioni dettagliate sulla difficile scelta tra 27.5 e 29er sono disponibili anche online su forum e riviste specializzate. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Più che il budget sono fondamentali le sensazioni. L’unica è provare la mountain bike che ci piace e provare a valutare, su di essa, i punti espressi in questo articolo.
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RALLY DI ROMAGNA a cura della REDAZIONE
RUOTE GRASSE SULLA LUNA DAL 21 AL 25 MAGGIO A RIOLO TERME TORNA LA CORSA PIÙ ATTESA DAI BIKERS. UNICA E SUGGESTIVA LA LOCATION: IL PARCO DELLA VENA DEL GESSO, REGNO DEGLI SPELEOLOGI E DEGLI ESCURSIONISTI. IL PRESIDENTE DELL’ENTE MASSIMILIANO COSTA: «IN SOLI CINQUE ANNI QUESTA CORSA È DIVENTATA UNA GRANDE CLASSICA»
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Il momento clou, quello che i bikers attendono quasi come un rito liturgico da santificare, è l’ingresso nella cava di gesso. In quello scenario lunare, dove l’accesso è abitualmente interdetto ai comuni mortali, lo spettacolo delle mountain bike regala, al pubblico e ai protagonisti, un affresco coreografico indimenticabile. Questo e molto altro è il Rally di Romagna di Riolo Terme che, dal 21 al 25 maggio, celebrerà – per la prima volta in cinque giornate – l’edizione 2014. Il “valore aggiunto” di questa rassegna ciclistica, l’elemento che – nel mondo delle mountain bike – la rende un “unicum” a livello mondiale, è senza dubbio la bellezza e l’originalità della location. Le gare avranno, infatti, come epicentro il Parco della Vena del Gesso, un luogo che, con le sue duecento grotte spalmate in seimila ettari di territorio carsico, sembra disegnato apposta per gli appassionati delle ruote grasse. Correre in questo paradiso naturale, destreggiandosi in un dedalo di vincoli ambientalistici, è un’esperienza unica e per nulla scontata. Tra i principali sostenitori di questo progetto coraggioso è Massimiliano Costa, presidente del Parco Regionale della Vena del Gesso, uno che – con tutte le cautele del caso – pur preservando i delicati equilibri morfologici dell’area, considera il parco un patrimonio di tutti: «So che
molti parchi naturali preferiscono evitare l’assembramento di certi eventi – spiega Costa – ma va detto che la bicicletta è, per definizione, un mezzo ad impatto zero. Nel parco della Vena del Gesso l’accesso è interdetto al motocross, ai quoad e alle auto, ma renderlo off-limits anche alle biciclette sarebbe un controsenso. Certo, sappiamo che, in un’area carsica di così elevato interesse speleologico, è necessario prendere le dovute cautele, ma questo non deve mai significare, dal mio punto di vista, precluderlo alla gente». Quando Costa è diventato presidente del Parco aveva tre obiettivi: organizzare un grande evento di speleologia (ed è nato il raduno nazionale degli speleologi), alimentare l’escursionismo (e, in collabo-
magna Bike Grandi Eventi mi hanno proposto il Rally di Romagna – spiega Costa – ho subito capito che le loro richieste collimavano perfettamente con le nostre esigenze. La Vena del Gesso è un luogo ideale per i bikers, che già frequentavano il parco. Serviva un evento che mettesse a regime tutte le risorse di questo territorio, organizzando attorno alla corsa una manifestazione che potesse diventare una classicissima di questa specialità. Gli organizzatori – prosegue Costa – sono animati da un entusiasmo irrefrenabile. Spendono, in gran parte, risorse proprie per finanziare l’evento, esaltando quell’elemento volontaristico che, in fondo, un po’ appartiene anche alla nostra filosofia gestionale».
razione con il CAI, si allestiscono iniziative di trekking) e, infine, organizzare un grande evento dedicato alle mountain-bike (ed è stato creato il Rally di Romagna): «Quando cinque anni fa gli organizzatori del Ro-
«Non volevamo – prosegue Costa – un evento fine a se stesso, ma una manifestazione che promuovesse una cultura e un territorio. Il Rally di Romagna, che da quest’anno si svolgerà in cinque giornate con l’introduzione anche di una granfondo, ha dimostrato di saper interpretare perfettamente questi aspetti e oggi siamo sicuri che questo evento, nel corso degli anni, potrà soltanto crescere».
Massimiliano Costa, direttore del Parco Vena del Gesso
CON “GONFIA E RIPARA” SI TORNA SEMPRE A CASA a cura di ROBERTO ZANETTI
Preparasi per un’uscita in bicicletta è un’operazione che va fatta in modo meticoloso non solo per quanto riguarda la scelta dell’abbigliamento tecnico e degli accessori ma, preventivamente, anche per scongiurare lo spiacevole contrattempo di forare e restare a piedi con la gomma sgonfia… Portare i pneumatici della bici da corsa o della MTB alla giusta pressione è di fondamentale importanza prima di mettersi in sella ma lo è altrettanto, nel qual caso si bucassero durante una corsa o un allenamento, poterli riparare almeno per arrivare al traguardo o per tornarsene a casa. Il sistema “gonfia e ripara” della linea Beauty Bike Professional di Stac Pastic, a base di schiuma sigillante, garantisce la chiusura immediata e la riparazione temporanea delle forature. Resta sottinteso che, una volta giunti alla meta o al termine della propria performance, la camera d’aria, il tubolare o il tubeless danneggiati vanno immediatamente sostituiti in quanto, la schiuma “sparata” nella valvola, non garantisce la tenuta e l’integrità dello pneumatico nel tempo.
Il Produttore e Distributore per l’Italia: Stac Plastic Spray Srl Via E. De Nicola, 9-11 10036 Settimo Torinese (TO) Tel. +39 011 8977566 Fax: +39 011 8977491 E-mail: stacplas@stacplastic.com Web site: www.stacplastic.com
I miei consigli per l’uso della bomboletta “gonfia e ripara”: • Assicurarsi sempre del perfetto collegamento della bomboletta con la valvola dello pneumatico prima di premere sull’erogatore.
Bomboletta da 125 ml specifica per riparare e gonfiare pneumatici da 27” e 29”
Bomboletta da 50 ml di schiuma ideale per ogni altro tipo di pneumatico da 28” corsa o da 26” MTB
Tre prodotti “gonfia e ripara” della linea Beauty Bike Professional di Stac Plastic
• Non avvicinare gli occhi alla bomboletta (mantenersi a una logica distanza di sicurezza), né sfregarli con le mani, dopo avere utilizzato la schiuma sigillante. • In caso di contatto con la pelle lavarsi, se possibile, subito abbondantemente con acqua e sapone. • Fare attenzione di operare in assenza di fiamme, corpi incandescenti o diverse fonti di calore. • Il recipiente in metallo è sotto pressione, pieno di liquido infiammabile, quindi va protetto dai raggi solari per evitarne lo scoppio. • Conservare la bomboletta “gonfia e ripara” in un luogo ventilato e fuori dalla portata dei bambini. • Una volta usata, non lasciare in giro sulla strada la bomboletta di metallo. Separarla dal tappo in pvc e dall’erogatore in gomma e buttarla in un apposito contenitore della raccolta differenziata.
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Un passaggio sul crinale del fiume
TROFEO MARE & COLLINA 3° MEMORIAL FABIO STRADAROLI a cura della REDAZIONE
info@inbici.net
CRISTIAN SAMBI TRIONFA A MARINA ROMEA PARTENZA CON IL BOTTO PER LA GARA D’APERTURA DELLA MOUNTAIN BIKE 2014, CON LA PRIMA TAPPA DEL TROFEO MARE & COLLINA ANDATO IN SCENA LO SCORSO 16 FEBBRAIO SULLA COSTA RAVENNATE
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Una splendida giornata primaverile ha fatto da cornice, al bagno Aloha di Marina Romea, alla prova d’apertura del Trofeo Mare & Collina, che ha visto la presenza di oltre 420 concorrenti in rappresentanza di 32 società provenienti anche da Marche e Toscana (tantissimi gli accompagnatori al seguito). La frazione ravennate si è snodata lungo un tracciato di 31 chilometri, con appello sulla battigia antistante il bagno Aloha Beach, che ha regalato un colpo d’occhio notevole (bimbi al seguito già muniti di secchiello e paletta). Trasferimento “a marcia controllata” per 1500 metri circa e partenza volante verso il rivale sinistro del Fiume Lamone. Da qui il gruppo doveva immettersi nella rigogliosa pineta di Marina Romea. Fin dalle prime battute di gara, Christian Sambi (Sambi Team), Ettore Prati (Green Devils), Cristian Fabbri (Passion Bike), Fabio Monti (Team Torpedo) ed Agostino Mazzoni (180 BPM) imponevano un ritmo di gara elevatissimo, che frantumava il gruppo in diversi tronconi. La gara proseguiva con il gruppetto di testa che distanziava nettamente i diretti inseguitori e, al giro di boa (all’interno della pineta), il quintetto di testa transitava già con 1’ di vantaggio sui diretti inseguitori. A nulla sono valsi gli allunghi di Perini Gilberto (Torpado Surfing Shop) e Riccardo Paesanti (MBM Ciclismo) per rientrare nel gruppetto di testa. Il podio uomini
CLASSIFICHE Uomini km 31 1° Christian Sambi - Sambi Team 2° Ettore Prati - Green Devils 3° Cristian Fabbri - Passion Bike 4° Fabio Monti Team Torpedo, 5° Agostino Mazzoni 180 BPM Donne km 31 1a Monia Conti - GS Santarcangiolese 2a Marta Maccherozzi - Gruppo TNT 3a Annarita Cavulla - Imola Bike
Il percorso proseguiva lungo i sentieri pinetali delSocietà vincitrice: Team Sambi la Riserva della Baiona, portando i concorrenti all’uscita dalla pineta solo verso la parte finale della gara, che vedeva transitare in testa un terzetto composto da Christian Sambi (Sambi Team), Ettore Prati (Green Devils) e Cristian Fabbri (Passion Bike). Dietro a loro, a poche centinaia di metri, i diretti inseguitori. Ultimo chilometro sul rivale sinistro del Fiume Lamone e ingresso sulla battigia di Marina Romea, con gli ultimi 800 metri, verso il Bagno Aloha Beach, dove un superbo Cristian Sambi, artefice di una volata di rara potenza, si imponeva nettamente, con il tempo record di 1h 13’ 10’’ , battendo nell’ordine Ettore Prati (Green Devils) e Christian Fabbri (Passion Bike). Nella categoria Donne netta supremazia di Monia Conti (GS Santarcangelo), mentre nella categoria Allievi, con percorso ridotto di 18 km, si imponeva Nicola Poggiali (Ecology Team). Al termine della gara, un ricco ristoro con pasta party e prodotti enogastronomici offerto dal Bagno Aloha Beach; le ricche premiazioni per i concorrenti delle varie categorie e società concludeva questa giornata di sport dedicata alla Mountain Bike. Per informazioni: 338 6834464 www.romagnamtb.it - info@romagnamtb.it
foto NEWSPOWER CANON
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LA GRANFONDO VAL CASIES a cura di NEWSPOWER
pressoffice@newspower.it
SPETTACOLO SULLE SCIOLINE LO SCORSO 15 FEBBRAIO, NEL VERSANTE PIÙ BELLO DELLA VAL PUSTERIA, SI È CELEBRATA LA 31ª EDIZIONE DELLA SKI-MARATHON ALTOATESINA. ASSEGNATI I TITOLI, MA A VINCERE SONO STATI – COME SEMPRE – I 2400 PARTECIPANTI
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La Granfondo Val Casies in Alto Adige è una classicissima delle ski-marathon italiane, con oltre trenta edizioni alle spalle e migliaia di appassionati sparsi in tutto il mondo. La Val Casies è una valle laterale della Val Pusteria che si estende per circa 18 chilometri in una conca ampia e soleggiata e, data la sua particolare collocazione geografica, viene considerata un vero paradiso per chi ama la neve. I versanti laterali della vallata offrono una vista incantevole di boschi d’abeti incastonati tra le imponenti Vedrette di Ries e le cime del Defreggen dove la natura è incontaminata, l’aria è pura e le parole d’ordine sono relax e tranquillità. Tornando all’evento sportivo, quest’anno – tra sabato 15 e domenica 16 febbraio, nella caratteristica località di San Martino in Casies – si è celebrata la 31ª edizione, che ha visto ai nastri di partenza oltre 2400 partecipanti provenienti da 31 nazioni. Il programma della manifestazione prevedeva, come da tradizione, le gare in tecnica classica il primo giorno (su due tracciati di 30 e 42 km), mentre la domenica era interamente dedicata al passo pattinato. Il meteo è stato indulgente per l’intero weekend e per tutti i partecipanti è stata, come sempre, una festa di sport e aggregazione. I vincitori alla fine sono stati Fabrizio Clementi e Stephanie Santer (42 km TL), Simone Paredi e Melissa Gorra (30 km TL), Franz Göring e Adela Boudikova (42 km TC) e Andy Gerstenberger e Alexandra Svoboda (30 km TC), ma l’atmosfera che si respirava al termine di ogni gara era quella di “vittoria” un po’ per tutti. L’idea di fondo… della granfondo – perdonerete il gioco di parole – è, del resto, quella di far godere a ognuno l’evento, oltre che proporre una competizione di alto livello agonistico. Per questo, se chiediamo ai “senatori” della manifestazione (quelli che dal 1984 non si sono persi una sola edi-
foto NEWSPOWER CANON
Fabrizio Clementi taglia il traguardo nella 42 km TL uomini
zione) «Cosa conta di più alla Granfondo Val Casies?», rispondono con un grande sorriso: «Divertirsi!», e già si prenotano per l’anno successivo. Nell’offerta Granfondo Val Casies c’è da tempo l’iniziativa “Just for Fun”, per chi ama sciare e vivere la magica atmosfera della manifestazione, ma non gradisce troppo la sfida col cronometro o il confronto con le classifiche. Basta indossare un pettorale con un grande cuore stampato, calzare gli sci e via, come detto, armati solo di entusiasmo e sorrisi. Lungo i percorsi ci sono ristori per tutti dove potersi rifocillare “al volo”, ma anche fare una breve sosta per poi ripartire di slancio. Al termine della gara, ed è questo uno dei fiori all’occhiello da sempre della Granfondo Val Casies, un pranzo da leccarsi i baffi
attende tutti quanti. Non un comune ristoro, ma un prelibato e rivitalizzante pasto completo preparato dai migliori chef della valle a disposizione dei granfondisti (da non perdere il leggendario strudel di mele). A detta di molti, l’evento altoatesino è un mix perfetto di competizione, divertimento – ogni serata è animata da musica, balli e buon cibo – e perché no?, allenamento per gli amanti delle due ruote. Del resto, il fondo e la bici sono accomunati da fatica, resistenza e passione. Tutte componenti che si fondono mirabilmente in Val Casies, dove è disponibile uno scenario naturalistico impareggiabile. Il prossimo anno ci si ritroverà in Val Casies alla metà di febbraio e il consiglio è di tenere d’occhio il sito ufficiale www.valcasies.com.
La partenza T.L. 31a Gran Fondo Val Casies
foto NEWSPOWER CANON
VELOFLEX
I TUBOLARI FATTI IN CASA a cura di ROBERTO ZANETTI
Un paio d’anni fa ho avuto in dotazione per qualche tempo una coppia di ruote in carbonio di altissima gamma che montavano dei tubolari Veloflex Carbon. Fino a quel momento non avevo mai provato delle coperture simili e devo dire che, con una certa sorpresa, dopo quella sessione di test ho avuto dei feedback così positivi che tornare ad allenarmi e a correre con altri tubolari non è stata cosa semplice. Di buoni prodotti ce ne sono in giro, ci mancherebbe altro, soprattutto quando si parla di marchi leader pubblicizzati ovunque e utilizzati dai principali team professionistici. Veloflex non appartiene al “club dei grandi” ma a una nicchia di mercato per intenditori, veri amanti del prodotto fatto a mano e soprattutto del made in Italy. Avendo potuto visitare di persona lo stabilimento di Presezzo, un paesino in provincia di Bergamo, ve lo posso assicurare: ogni tubolare e ogni “tubolare aperto” (tanto per farvi capire come in Veloflex viene chiamato il copertoncino) è costruito con maestria dalle delicate mani delle operatrici che lavorano all’interno dell’azienda. Per scelta aziendale tutto il personale è composto solo da donne che seguono passo dopo passo la filiera produttiva, dalla lavorazione della materia prima fino all’inscatolamento che precede la spedizione e la vendita.
Tubolare Veloflex Roubaix 25 mm con i fianchi color para, per richiamare un look vintage
Quattro dei più rappresentativi prodotti della gamma Veloflex: ROUBAIX E ARENBERG È il tubolare adatto ad ogni tipo di impiego. Ideale per gare su pavé o più in generale su manto stradale accidentato; il suo battistrada garantisce i migliori risultati su questo tipo di corse, sia in situazioni di asciutto che di bagnato. La sua carcassa larga (25 mm) garantisce una struttura più resistente e riduce il rischio di forature, tutte queste qualità in un peso contenuto di soli 290 gr. Roubaix ha i fianchi color para per richiamare un look vintage, ma pur sempre utilizzando le migliori materie prime presenti sul mercato e qualità di processi produttivi. Disponibile anche con i fianchi color nero (Arenberg) per un look più aggressivo che garantirà, a livello visivo (la qualità costruttiva è identica) il miglior risultato estetico su ogni tipo di ruota. Caratteristiche tecniche dei tubolari Roubaix e Arenberg: • Utilizzo: corsa su Pavé • Dimensioni: 28” – 25 mm (700x25c) • Peso: 290 gr • TPI (Fili per pollice): 320 TPI - (120/cm) • Pressione: 6/9 bar (85/130 psi) • Fascia di protezione: fascia di Calico resistente alla foratura • Tele: Corespun Pes/Co compresso • Composizione gomma: mescola a ricetta esclusiva di gomma naturale • Camera d’aria: in lattice a bassissima resistenza al rotolamento • Valvola: tipo Presta da 42 mm con meccanismo intercambiabile • Kilometraggio: fronte 6.000 km - retro 3.000 km CARBON E CRITERIUM È il tubolare da corsa ideale per ogni tipo di impiego in grado di offrire un ottimo bilanciamento fra tenuta e bassa resistenza al rotolamento. Il suo battistrada garantisce ottima stabilità di piega e tenuta in condizioni sia di asciutto che di bagnato, sempre mantenendo elevati livelli di comfort grazie alla sua carcassa in corespun a 320 TPI (fili per pollice). Carbon ha i fianchi color nero per un look più aggressivo che garantirà il miglior risultato estetico su ogni tipo di ruota. Disponibile anche con i fianchi color para (Criterium) per
Sezione di un tubolare Veloflex
richiamare un look vintage, ma pur sempre utilizzando le migliori materie prime presenti sul mercato e qualità di processi produttivi. Carattersitiche tecniche dei tubolari Carbon e Criterium • Utilizzo: corsa su strada • Dimensioni: 28” – 23 mm (700x23c) • Peso: 260 gr • TPI (Fili per pollice): 320 TPI - (120/cm) • Pressione: 7/10 bar (100/145 psi) • Fascia di protezione: fascia di Calicot resistente alla foratura • Tele: Corespun Pes/Co compresso • Composizione gomma: mescola a ricetta esclusiva di gomma naturale • Camera d’aria: in lattice a bassissima resistenza al rotolamento • Valvola: tipo Presta da 42 mm con meccanismo intercambiabile • Kilometraggio: fronte 6.000 km - retro 3.000 km Il Produttore e Distributore Veloflex s.a.s. Via Ghiaie, 6 24030 Presezzo (BG) Tel. +39 035 461519 • Fax: +39 035 4377154 E-mail: info@veloflex.it • Web site: www.veloflex.it
CPC CONNECT POWER CONTROL a cura di ROBERTO ZANETTI CON LA CREAZIONE DEL PROGETTO CPC, IL MARCHIO PROLOGO SI PROIETTA NELL’ERA DELLA NANO TECNOLOGIA FOCALIZZANDOSI SU TUTTI I PUNTI DI CONTATTO TRA IL CICLISTA E LA SUA BICICLETTA
COS’È CPC? Posizionata in punti strategici della sella e dei guanti, la tecnologia CPC, ne aumenta la ventilazione assorbendo le vibrazioni dovute alle asperità trasmesse del fondo stradale. Aiuta a mantenere una migliore posizione in sella (più stabilità) assicurando un buon grip su tutti i distretti di contatto tra il ciclista e la bicicletta. Nei guanti (corti o lunghi indifferentemente), per esempio, garantisce la presa sicura del manubrio e dei comandi del mezzo aumentando il controllo e la guidabilità. Inoltre, cosa di non poco conto, elimina gli intorpidimenti stimolando il flusso sanguigno tramite un benefico massaggio cinetico sul palmo della mano e sulla punta delle dita. Il metodo CPC viene utilizzato anche nel mondo automobilistico per la progettazione di sedili e guanti dei piloti più esigenti. Nel ciclismo invece, il suo concetto, si basa nell’inserimento in diverse parti della sella di piccoli filamenti sagomati di forma cava, al fine di favorire la seduta in sella e ridurre lo slittamento su di essa. A livello costruttivo le selle hanno diverse aree della loro superficie con centinaia di questi filamenti in polimero ad alta resistenza senza allergeni. Essi agiscono come piccoli ammortizzatori nei quali vengono assorbite le vibrazioni e ne incrementano il confort.
potenza impressa, proteggere i muscoli dalle sollecitazioni, assorbire gli urti, ridurre gli effetti della fatica e migliorare il recupero metabolico causato dalla performance massimale. Le opzioni disponibili sono due: la prima, per fascia di prezzo e qualità di materiali, è la versione Nack. Il carrello della sella è in carbonio e il suo prezzo è di 249,00 euro al pubblico comprensivo di IVA. La seconda versione della sella Prologo Scratch CPC è con carrello in T-Irox e viene venduta a un prezzo di 165,00 euro al pubblico, IVA inclusa. Inoltre è importante sottolineare che il carrello T-Irox è composto da un materiale innovativo, più leggero di ben 18 gr rispetto al titanio, ma con un costo di gran lunga più contenuto.
SELLA PROLOGO SCRATCH PRO CPC NACK E CPC T-IROX
Le tre opzioni di colore delle selle Prologo Scratch Pro CPC Nack: blu, nera e bianca
La sella Prologo Scratch Pro CPC T-Irox vista dalla prospettiva laterale e dalla parte superiore d’appoggio nella colorazione bianca
La sella Scratch Pro CPC si avvale della tecnologia CPC, ovvero “Connect Power Control”, il rivoluzionario sistema applicato da Prologo a una gamma di prodotti elitari presenti nel catalogo 2014. L’idea è stata quella di ottenere una connessione ideale tra il l’uomo e il mezzo. Grazie al materiale CPC, che consente la perfetta aderenza alla sella, il ciclista può sfruttare al meglio la
Caratteristiche tecniche: • Colori disponibili: blu, bianco (come modello testato), nero • Forma della sella: round shape (classico) • Larghezza della sella: 134 mm • Lunghezza della sella: 278 mm • Peso: 175 gr • Scafo: fibra di carbonio • Forchetta: T-Irox • Rivestimento: microfiber+CPC • Imbottitura: EV2 • Prezzo: € 249,00 al pubblico, IVA inclusa per la versione Nack e di € 165,00 al pubblico, IVA inclusa per la versione T-Irox
Un paio di guantini corti Prologo Short Version Gloves CPC visti, come nell’immagine della sella, da una doppia prospettiva: superiore (dorso della mano) e inferiore (palmo della mano)
PROLOGO SHORT VERSION GLOVES CPC Prologo ha rivoluzionato il concetto di guanto con la tecnologia brevettata CPC. Comfort, controllo della bicicletta, presa dei comandi e del manubrio, risparmio di energia, ventilazione, riduzione delle vibrazioni, assorbimento degli shock e una perfetta sensibilità delle mani in qualsiasi condizione climatica. Tutti questi aspetti sono presenti in questi guanti perfetti per preservare energia in salita e potenza nello sprint finale.
Caratteristiche tecniche: • Colore: bianco con scritta nera / nero con scritta bianca • Materiale: Polygrip • Dotazione: kit con tappini di chiusura • Prezzo: € 25,00 al pubblico, IVA inclusa
Caratteristiche tecniche: • Taglie: S-M-L-XL • Colore: bianco/nero – nero/bianco (come quelli testati) • Comfort: assorbimento delle vibrazioni • Presa: touch screen sensitive • Tessuto: traspirante e stimolante CPC • Prezzo: € 79,00 al pubblico, IVA inclusa per il guantino corto e € 89,00 al pubblico, IVA inclusa per il guanto lungo NASTRO PROLOGO ONE TOUCH GEL
Un paio di guanti lunghi Prologo Long Version Gloves CPC
Da questa foto si evidenzia come il nastro Prologo One Touch Gel sia estremamente elastico e facile da stendere sul manubrio
Il Nastro Prologo One Touch Gel è prodotto in polygrip, uno speciale materiale che garantisce un’eccellente presa del manubrio in qualsiasi condizione climatica, anche in caso di forte pioggia. Grande elasticità di montaggio, grip perfetto e durata nel tempo sono le principali qualità che ho apprezzato nel corso delle prove effettuate.
Il Produttore: Prologo www.prologotouch.com Distributore per l’Italia: Beltrami TSA - Via Euripide, 7 42124 Reggio Emilia Tel: +39 0522 307803 • Fax: +39 0522 703106 E-mail: info@beltramitsa.it • Web site: www.beltramitsa.it
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I vincitori Claudio e Gianluca Pivotto
CAMPIONATO ITALIANO CICLO CROSS A STAFFETTA a cura di ARNALDO PRIORI
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A GOLASECCA UNO SHOW DA RICORDARE LO SCORSO 2 FEBBRAIO, IN UNA CORNICE FORMIDABILE, SI SONO ASSEGNATI I PRIMI TITOLI TRICOLORI DELL’ANNO
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Miglior regalo per Alessia Della Valle (Presidente) ed Alberto Ballotta (team manager) non ci poteva essere. Una splendida giornata ha chiuso l’edizione dei campionati italiani a staffetta che sarà ricordata per la combattività degli atleti e per lo scenario da Eden che l’agriturismo di Giovanna Tovaglieri ha regalato. Cessata la pioggia che ha flagellato la giornata di sabato e tutta la settimana precedente, dedicata alla MTB, il cielo terso si è aperto e anche le temperature si sono addolcite permettendo al folto pubblico di godere di uno spettacolo agonistico oltre le previsioni; il terreno simile ad un prato da golf, in leggera pendenza, ha drenato così bene che neppure il fango ha fatto capolino. Si ripetono le partenze del sabato, e quindi tocca ai freschi tricolori Lucio Pirozzini e Aldo Allegranza, ancora schierati in coppia dal presidente Giulio Moretti, scendere in campo per affrontare avversari diversi che hanno sì superato, ma dopo una lunga ed estenuante lotta. Dopo i primi cambi con la coppia favorita, viaggiano Marco Ciccardi, che nell’occasione si è ricordato di essere stato anche campione europeo, e Flavio Sommaruga il tricolore cross 2013. Al suono della campana le due coppie sono praticamente appaiate, dopo che si sono alternate al comando della corsa, foratura della ruota anteriore per Marco Ciccardi, che perde terreno, e a metà giro foratura anche per la coppia dell’Albertone MRG, ma l’esiguo vantaggio consente loro di giungere sul traguardo con margine di tempo per raccogliere una bandiera tricolore per immortalare l’evento, due titoli in due giorni per la coppia Piemontese regina delle staffette. In gara anche i primavera con affermazione della coppia dell’ASD Iride Cycling Team composta da Thomas Beltrami e Jacopo Barbotti. Bella e incerta la lotta in campo femminile: nelle fasi iniziali, poi, la coppia mista veneta, formata da Sabrina Masin vicentina e Christiane Koschier veronese, e quindi fuori dai giochi tricolori, guadagna un buon margine. Le garbagnatesi Barbara Fanchini e Simona Etossi a questo punto si preoccupano di controllare le dirette avversarie per il titolo: le varesine Cristina Cortinovis e Sabrina Bellati che, per tutta la gara, rimangono a vista.
Per Simona Etossi, già vincitrice il sabato con Angela Agazzone, doppia soddisfazione. Veterani al via, e quattro pezzi da novanta nei primi due cambi si alternano al comando. Il campo di gara, che offre ampia visibilità, si trasforma in uno stadio a cielo aperto con risonanti incitamenti, poi Davide Montanari inserisce il turbo e, sorretto da uno splendido Remo Bardelli, alla sua prima vittoria in un campionato, che forse non guadagna sul diretto avversario, ma non perde un metro, s’invola verso l’ennesimo successo. Alle loro spalle la lotta rimane accesa e vede salire sul podio la coppia dell’Albertoni MRG di Angelo Borini con Massimo Valsesia davanti di poco alla coppia mista lodigiana composta da Davide Bertoni e Angelo Tosi, il casalese residente a Villa D’Almè che ha annunciato il suo ritiro agonistico dopo otto lustri di pedalate tra strada e fango, con una parentesi in maglia “Mercatone Uno” nell’elitè del professionismo. Avvincente oltre misura l’ultima gara riservata alle categorie di prima fascia. Parte benissimo Gabriele Guidali, il “predestinato” che ha già vestito la maglia tricolore su strada, e non è da meno il suo giovane compagno Edoardo Beltrami, il piccolo anatroccolo che si è già trasformato in cigno, autore di una stagione pregevole (il suo futuro può solo essere in crescendo) Dalle retrovie i fratelli Gianluca e Claudio Pivotto sono autori di una rimonta entusiasmante, si portano anche al comando con Gianluca in giornata di grazia, ma i due diretti rivali rimangono al mozzo. Francesco Corradini, da quattro anni tricolore di specialità, non ha più il suo compagno d’avventura Diego Lavarda, il giovane Roberto Azzi fa del suo meglio, con la conquista della medaglia di bronzo. Suono della campana con i quattro varesini al vertice per la gioia del delegato provinciale Mauro Vanoni, che con questi atleti ipoteca il futuro del suo comitato. Claudio Pivotto si mette in attesa del fratello minore e, quando lo vede spuntare in lontananza, raccoglie una bandiera tricolore e si porta in zona cambio per la foto di rito. Lo sguardo commosso per i due fratelli è rivolto al cielo a salutare idealmente papa Orfeo che questo titolo l’ha vinto nel 1990 a Villaguardia in coppia con Vincenzo Vezzoli. Premiazioni, vestizioni e ristoro, organizzazione degna di un evento tricolore come sottolineato dal delegato nazionale Emiliano Borgna alla sua prima esperienza in una manifestazione nazionale ciclo crossistica, che si sofferma nel ringraziare l’ASD Skorpioni, Giovanna Tovaglieri dell’omonimo agriturismo e il sindaco Maddì Reggio che ha sottolineato come l’amministrazione comunale di Golasecca abbia già attivato future iniziative in collaborazione con Alessia Della Valle la presidentessa, stravolta, stanca ma appagata nell’aver raccolto a piene mani il frutto di tanto lavoro. Il team Clamas si aggiudica il trofeo di miglior società precedendo l’ASD Albertoni MRG di Novara e la cicli Pengo di Vicenza.
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TEAM CASE CASTAGNOLI DI CESENA
a cura di ROBERTO ZANETTI
robertozanetti65@gmail.com
L’IMPORTANTE È PEDALARE UN SODALIZIO CEMENTATO NELL’AMICIZIA CON UN OCCHIO PARTICOLARE ALLA SICUREZZA E… ALLE DONNE
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Manuel Domeniconi è il vice presidente del Team Case Castagnoli di Cesena; un entusiasmo contagioso, tanta voglia di pedalare in compagnia dei suoi amici e, soprattutto, una grande passione che li accomuna: la bicicletta! Manuel, tu sei il vice presidente esecutivo e, per così dire, “il factotum” della squadra. Ma chi è il “capo”, il “presidentissimo” del Team Case Castagnoli? Ce ne vuoi parlare? «Il presidente del Team Case Castagnoli è Giorgio Fagioli, uno dei primi appassionati di ciclismo di Cesena, amico di Vicini, Bartali, Panbianco, ecc… Basta ricordare che, nella famosa festa dello sport da lui organizzata a Case Castagnoli, vinse la sua prima gara un giovanissimo ragazzo di nome Marco Pantani. Le foto appese nella nostra sede testimoniano la lunga storia del nostro presidente.» Raccontaci velocemente da chi è composta la vostra squadra. Dalla foto di gruppo vedo che ci sono anche delle donne… «Alcune donne e ragazze del nostro Team sono fidanzate mogli o amanti… Il nostroTeam si è formato a Case Castagnoli grazie a me, che sono il vice presidente, a Patrizio Magnani, a Sauro Bagaglia, a Rita
I componenti del Team Case Castagnoli di Cesena
Congiu ed è formato da amici di quartiere e zone limitrofe.» Fino ad ora a quali gare o circuiti avete partecipato e a quali avete intenzione di essere presenti nel corso del 2014? «Nell’anno appena trascorso il nostro Team ha partecipato alla granfondo Cassani di Faenza, alla Via del Sale di Cervia, alla Dieci Colli di Bologna, al Giro di Romagna, alla Nove Colli di Cesenatico e alla famosa Sella Ronda delle Dolomiti insieme al Gs Fausto Coppi. Colgo l’occasione per ringraziarli personamente perché ci hanno accolti a braccia aperte nel loro magnifico gruppo.» Essendo prima di tutto un gruppo di amici immagino che vi muoviate spesso insieme, sia per le uscite d’allenamento sia per spostarvi sul campo gara. Come vi organizzate, se c’è, chi è il coordinatore di tutte le operazioni logistiche? «Io, ovvero Manuel Domeniconi, in qualità di vice presidente, mando sempre un sms a tutti i tesserati del Tem Case Castagnoli dove indico il ritrovo e l’orario di partenza di ogni nostra uscita in bici.» Alice Bike di Cesena è il vostro negozio di riferimento oltre che essere an-
che uno degli sponsor: vuoi ricordare anche quali sono gli altri marchi che avete sulla divisa e che vi supportano nell’attività? «Noi del Team Case Castagnoli vogliamo ringraziare Alice Bike per il grosso contributo che ci dà e anche per i buoni consigli riguardo alle biciclette e all’abbigliamento tecnico da indossare. È nata anche un’amicizia che va oltre al ciclismo perché Marco Prati e Alice Zoffoli sono due persone veramente splendide. Inoltre vogliamo ringraziare Gabriele Delvecchio, titolare del salumificio Delvecchio; il bar Esquisito per le loro ottime colazioni; Idrocalor, ditta di idraulica leader nel proprio settore; MBM di Brunelli Maurizio, fabbrica di biciclette; Elfi & Caiec elettroforniture e, in ultimo, il negozio di parrucchiere del nostro Patrizio Magnani.» Quali sono i tuoi suggerimenti per divertirsi e stare nel gruppo in buona armonia? «I miei consigli sono quelli di salire in sella alla bicicletta, faticare il giusto, godersi il paesaggio e la compagnia dei propi amici. Tutto questo deve essere fatto in totale sicurezza perché la strada è piena di pericoli; bisogna sempre rispettare il codice e mantenere un comportamento corretto in ogni situazione.»
foto NEWSPOWER CANON
foto MARCELO TUCUNA – ALDO ZANARDI
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TRANS ANDES CHALLENGE a cura di ALDO ZANARDI
THE EPIC MOUNTAIN BIKE RACE IN PATAGONIA
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UN REPORTAGE DALLA MITICA GARA-AVVENTURA CHE SI SVOLGE IN UNA DELLE ZONE PIÙ AFFASCINANTI ED IMPERVIE DEL CILE
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La Trans Andes Challenge è sicuramente la competizione multi- di abbondanti piogge, che hanno reso la sesta edizione la più stage più famosa del Sudamerica. Nata da un’idea geniale di Juan dura della sua storia. Pablo Santiagos, sulla falsariga della Trans Alp in Europa e Trans Il campo iniziale era allestito a Huilo Huilo, importantissima riserRockies in nord America, la manifestazione prende corpo nel 2007 va biologica del Sudamerica, ed era disponibile per i concorrenti a con la scelta della regione e della formula. I lavori di preparazione partire dal 17 di gennaio. La sera del 19, vigilia della prima tappa, durano ben due anni e finalmente, nel gennaio 2009, si arriva alla pri- è stata allestita una cena di benvenuto preceduta da una bellisma edizione. Al via, in quell’occasione, solo 31 i partecipanti, prove- sima esibizione di artisti locali che hanno proposto affascinanti nienti da 9 nazioni, ma s’intuì subito le grandi potenzialità di questo coreografie con balli tradizionali in costumi tipici. appuntamento. Nel 2010 si salì già a 109 concorrenti e cominciò a La mattina seguente prendeva il via la prima tappa, con partenza formarsi uno staff professionale. Nel 2011 un lieve miglioramento, e arrivo a Huilo Huilo. Al via anche sei italiani, i toscani Franco 114 partecipanti, ma continuavano a crescere struttura e servizi, Limoni, Francesco Gallorini e Giuseppe Senserini, due venecon la distribuzione di un dettagliato “race book” e il debutto di ti Emilio Bressan e Michele Bernardi, quest’ultimo presente al “Code 33”, un vero e proprio servizio per l’assistenza medica sia in TAC nel corso della sua avventura sudamericana che lo sta porgara sia al traguardo, dotato di eccezionali mezzi fuoristrada e di un tando a visitare, con la sua bike, tutti i paesi di questo magnifico vero e proprio ospedale mobile disponibile al termine di ogni tappa. continente. Infine il sottoscritto, Aldo Zanardi, impegnato nella Nel 2012 furono 188 i partecipanti e lo staff salì ad oltre 60 membri. categoria Mixed con la forte atleta elite elvetica Sofia PezzatLa TAC a questo punto è già considerata tra le gare multi-stage più ti, conosciutissima in Italia per aver corso e vinto numerosissime granfondo e marathon nazionali, oltre ad aver militato tra le fila del consolidate a livello globale. Centottantuno i concorrenti nel 2013, provenienti da ben 27 na- Team Torrevilla. In questa prima tappa saranno 75 i km percorsi, zioni. Cresce ancora la struttura e viene allestita, per la prima volta, con oltre 2000 metri di dislivello, salite e discese ripidissime lungo i pendii di vulcani e un lunghissimo single track finale che ha una vera e propria sala stampa. Il 2014 è stato l’anno dell’esplosione vera e propria. Chiuse anti- ripagato delle fatiche. Gli ultimi concorrenti sono arrivati sotto un cipatamente le iscrizioni al raggiungimento del tetto dei 350 con- violento acquazzone che avrebbe perseguitato la carovana per le correnti, provenienti da ben 32 nazioni in rappresentanza di tutti e 72 ore successive. cinque i continenti. Alle 9.30 del 21 prende il via la seconda tappa, da Huilo Huilo a Grande la soddisfazione espressa da Juan Pablo Santiagos e dal Quilmo’s Bridge, nei pressi di Coñaripe, 58 km e oltre 2000 m di suo staff, tra i quali vogliamo citare Daniel Püschel, coordinatore dislivello. Partenza sotto una pioggia leggera e i primi chilometri si generale, e Luis Carvacho, responsabile dei percorsi, che con i suoi percorrono senza particolari problemi, su strade bianche. Appecollaboratori ha lavorato mesi per scegliere, preparare e segnala- na ci si addentra nella foresta iniziano le difficoltà. Le abbondanti re gli itinerari che hanno lasciato a bocca aperta tutti i partecipanti. piogge hanno reso il terreno pesantissimo e in alcuni tratti si fatica L’edizione 2014 ha fatto segnare, suo malgrado, un altro primato, a procedere anche a piedi. Anche qui un bellissimo single track quello della pioggia che si è abbattuta sulla regione al termine della finale, reso però insidioso dal fango. All’arrivo il nuovo campo è prima tappa, cadendo incessanLa festa pregara temente per quasi tre giorni. foto MARCELO TUCUNA – ALDO ZANARDI La regione che ospita la TAC è quella dell’Auracania, un migliaio di chilometri a sud di Santiago del Cile, la capitale, ai margini della Patagonia cilena, una zona ricca di laghi e vulcani che la caratterizzano. Il clima è generalmente buono e a gennaio, piena stagione estiva dell’emisfero australe, le temperature possono superare anche i trenta gradi centigradi, ma con notevole escursione termica tra giorno e notte. L’influenza delle correnti oceaniche (sono solo una cinquantina i chilometri che la separano dall’oceano Pacifico) rendono il clima alquanto variabile e purtroppo quest’anno hanno generato alcuni giorni
messo alla prova dal maltempo, le docce vengono spazzate via da una folata di vento e i disagi nelle tende sono evidenti. La pioggia cade incessantemente per tutta la notte e al mattino del 22 l’organizzazione si vede costretta ad annullare la tappa che avrebbe dovuto portare oltre i 2000 metri nel parco di Villarica, dove giunge notizia sia nevicato. Anche il mattino del 23 la situazione è critica, la tappa non parte ma verso mezzogiorno il cielo si apre e gli organizzatori allestiscono una prova a cronometro di 21 km, con partenze scaglionate di 30 seIl Campo di Huilo Huilo
foto MARCELO TUCUNA – ALDO ZANARDI
Italiani a Huilo Huilo
condi, dall’ultimo al primo della generale. Finalmente si pedala! Anche se la tappa è breve tutti apprezzano questa prova. Finalmente il 24 parte la tappa da Quilmo’s Bridge a Menetúe, 81 km e 2700 m di dislivello, percorrendo la vallata che risale verso il Villarica’s National Park, sulle pendici dell’omonimo vulcano di Villarica, addentrandosi nella stupenda foresta di Auracarie, maestose conifere secolari. Il cielo è terso e le temperature gradevoli. All’arrivo al campo di Menetúe i concorrenti riescono a far asciugare gli indumenti, si rilassano e in molti fanno il bagno nel fiume adiacente al campo. Il 25 parte l’ultima tappa, quella che porta al La partenza dello stage 6
foto MARCELO TUCUNA – ALDO ZANARDI
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Mezzi di soccorso
campo finale di Pucón. La tappa conclusiva, ovviamente non come da programma originale, viene allungata a 77 km e ha un tratto centrale ripidissimo, che comporta un cammino di circa 25 minuti. Molto tecnica e divertente la successiva discesa e, al termine della fatica, la calorosa accoglienza al campo di Pucón, dove si respira già aria di festa. Sì perché di vera festa si tratta. La preparazione della grigliata, in perfetto stile patagonico, è affascinante. Siamo tutti pronti per festeggiare, uniti da un comune spirito di complicità, un’avventura che ha saputo creare grande coesione. Dopo le premiazioni mangiamo e beviamo, ottimo anche il vino cileno, in grande allegria. Per la cronaca la TAC 2014 è stata vinta dal forte elite cileno Javier Püschel, che ha preceduto lo spagnolo Joan Llordella e il brasiliano Orlando Alves, tutti elite della categoria Single Open Men. Nella Single Open Woman, vittoria per la statunitense Rebecca Rusch, che ha preceduto la connazionale Sonya Looney. Nella Team Open Mixed netto dominio per Mary McConneloug e Mark Broderick, i due statunitensi hanno terminato in dodicesima posizione assoluta. Per quanto riguarda i colori italiani buono il bottino finale. Giuseppe Senserini ha terminato in terza posizione nella categoria Single 45 + Men, aggiudicandosi anche due vittorie di tappa. Nella stessa categoria Michele Bernardi ha terminato settimo, con qualche problema alla sua bike che l’ha rallentato in un paio di tappe, diciassettesimo Franco Limoni e ventisettesimo Francesco Gallorini. Nella categoria Single 35 - 44 Men buona la quat-
tordicesima posizione finale di Emilio Bressan. Ancora meglio ha fatto la coppia Sofia Pezzatti e Aldo Zanardi nella categoria Team 80 + Mixed, vincendo nettamente tutte le tappe e confrontandosi costantemente con i migliori team della categoria Open Mixed dove, tempi alla mano, avrebbero ottenuto il podio, riuscendo nelle ultime due tappe a mantenere persino il contatto con i fortissimi Mary McConneloug e Mark Broderick. La coppia italo-svizzera ha terminato in trentaduesima posizione assoluta e la forte Sofia Pezzatti ha dimostrato di poter lottare alla pari con atlete del calibro di Rebecca Rusch e Sonya Looney, prendendosi anche la soddisfazione di precederle in più di una tappa. La brava e simpatica atleta elvetica è stata protagonista anche di un divertentissimo siparietto per le premiazioni finali, raggiungendo il podio montando un cavallo e indossando abiti tipici locali. Complimenti a Juan Pablo Santiagos e a tutto il suo staff per aver saputo gestire una situazione resa difficile dalle condizioni climatiche. Da non trascurare lo spirito che riesce a mantenere la TAC nonostante l’evidente crescita. Amicizia, cordialità e simpatia sono sempre in primo piano e garantiscono il successo di questa manifestazione, oltre al sempre sorprendente contesto naturalistico. Un ringraziamento particolare va al bravissimo fotografo argentino Marcelo Tucuna che, con grande passione, ha seguito la TAC cogliendone i momenti salienti, anche nelle condizioni più difficili, regalandoci le immagini di questi momenti per fissarli indelebilmente nella memoria.
foto MARCELO TUCUNA – ALDO ZANARDI
GIST ITALIA L’AVANGUARDIA DEL CICLISMO L’AZIENDA PRESENTA LA SUA LINEA DI ABBIGLIAMENTO SPECIALIZZATO CHE VESTE IL CICLISTA DA CAPO A PIEDI
Gist Italia, azienda leader nella distribuzione, ma anche produttrice di componenti per bici dal 1985, ha una linea di abbigliamento specializzato che veste da capo a piedi il ciclista. Gist Wear presenta sempre capi innovativi e all’avanguardia come la calza a compressione graduata E+. Composta da uno speciale tessuto, va a stimolare la circolazione sanguigna da e verso i piedi. Gli effetti benefici sono molteplici, primi fra tutti una migliore ossigenazione dei muscoli e un recupero facilitato durante lo sforzo. Consigliata per tutte le attività sportive (non soltanto per gli amanti delle due ruote) riduce i crampi e previene la formazione di acido lattico. Inoltre, la particolare trama esterna consente di assorbire impatti e urti, in particolare nella delicata zona del Tallone d’Achille, protetto da sfregamenti e dall’eccessiva pressione. Il tessuto agli ioni d’argento è anti-batterico e anti-odore, aiuta la traspirazione e contribuisce a ridurre sudorazione e surriscaldamento. Un altro innovativo prodotto, adatto soprattutto per l’inverno, è la maglia intima a girocollo Turtle Neck, un capo leggero e impalpabile, con grande definizione dei disegni. La sua comodità è data dalla lavorazione in Seamless che, riducendo al minimo le cuciture, la rende estremamente ergonomica e confortevole. La traspirazione è inoltre garantita dagli inserti in micro rete che spostano all’esterno l’umidità del sudore. Estremamente leggera, asciuga velocemente e protegge come una seconda pelle. Chiudiamo questa breve rassegna con il giubbino invernale Gist, ottimo in condizioni climatiche avverse. La speciale lavorazione in tessuto accoppiato, creato con tecnologie avanzate che legano al tessuto una lamina di poliuretano esposto ed elastico, gli conferisce molte proprietà tra cui la grande resistenza, il volume, la permeabilità e un migliore isolamento. Il giubbino è inoltre munito di membrana traspirante anti-vento e anti-acqua che ne aumenta la protezione. Munito di tasche posteriori e zip lunga, è il capo ideale per mantenere il corpo caldo e asciutto anche con un clima rigido.
EFREM BONELLI, JOHANN PALLHUBER
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ITALIAN MTB AWARDS SCAPIN a cura di ALDO ZANARDI
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IL BELPAESE IN NOVE TAPPE RICCHISSIMI PREMI PER TUTTI, GEMELLAGGIO CON LA CAPOLIVERI LEGEND CUP E MESSAGGI ECOLOGICI. COSÌ L’EDIZIONE 2014 PROMETTE SORPRESE E LA SOLITA IMPECCABILE ORGANIZZAZIONE
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L’edizione 2014 degli IMA Scapin ripropone gli elevati standard organizzativi degli anni precedenti e inserisce nuove formule e regole che lo attestano sempre più come un evento di riferimento del settore. Partendo dal montepremi, che vede confermati gli assegni per i primi dieci team, partendo dai 5000 euro per il vincitore, per scalare a 4000 al secondo, 3000 al terzo, 2000 al quarto, 1000 al quinto e così via fino al decimo. Ovviamente saranno ricchissimi i premi anche per i migliori atleti di ogni categoria. Se non rientrerete nei dieci della vostra categoria nessuna preoccupazione: per tutti gli All Finisher ci saranno importanti omaggi e, per i più fortunati, un telaio Scapin, weekend in Alta Pusteria e alle Terme Euganee, nonché numerosissimi premi a estrazione. Poi ci sono i Super All Finisher, ovvero coloro che, oltre alle prove IMA, prenderanno parte anche alla Capoliveri Legend Cup sull’isola d’Elba, gara gemellata, per i quali sono previsti soggiorni e prodotti tipici a estrazione. Non sono ancora finite le novità. Per i tanti seguaci toscani, e non solo per loro, la possibilità di fare un abbonamento combinato IMA Scapin e Coppa Toscana. Poi c’è il nuovo regolamento “Green”, proposto dai ragazzi della Granfondo Val di Merse durante la riunione IMA di Castelvetro (MO), che prevede che ad ogni tappa il prodotto ProAction, che dovrebbe essere inserito nei pacchi gara di tutte le tappe, verrà consegnato al termine della gara, restituendo il rifiuto degli integratori usati durante la corsa. Un messaggio ecologico importante. Gli IMA Scapin vogliono infatti essere ambasciatori di messaggi importanti, come l’unione, l’amicizia e soprattutto il rispetto per i territori. Un circuito dislocato su 5 regioni italiane con 9 tappe ad abbonamento a soli 190 euro.
L’arrivo di Daniele Mensi alla Tremalzo Superbike 2013
LE TAPPE IMA SCAPIN 2014 13.4 Granfondo Val di Merse (Rosia-Siena) 27.4 Granfondo del Durello (S. Giovanni Ilarione-Verona) 11.5 Da Piazza a Piazza (Prato) 08.6 Atestina Superbike (Este-Padova) 15.6 Casentino Bike (Bibbiena-Arezzo) 06.7 Baldo Bike (Rivoli Veronese-Verona) 07.9 Granfondo della Ceramica (Sassuolo Modena) 14.9 Rampiconero (Camerano-Ancona) 12.10 Tremalzo Superbike (Tremosine Brescia) In tutte le tappe sarà presente il service convenzionato RAI e il cronometraggio rimarrà unificato con TDS, elemento che garantisce – nella pagina delle classifiche – la possibilità per ognuno di cliccare sul proprio nome e vedere, tappa per tappa, tutti i risultati, intertempi compresi. Confermato anche il Processo alla Tappa Le maglie finali di IMA Scapin 2013
degli IMA Scapin, fiore all’occhiello di questo circuito. Il kit gadget, riservato a tutti gli abbonati, sarà ricchissimo, grazie al supporto dei numerosi sponsor che credono – e dunque investono – in questo circuito. Senza dimenticare la festa delle premiazioni finali, dove sarà previsto ancora tanto spettacolo garantito da comici di fama nazionale, provenienti direttamente da trasmissioni come Zelig e Colorado Cafè. Ultima, ma non meno importante, è la possibilità di gareggiare alla finalissima All Star in Abruzzo, indossando la maglia verde del girone nord, cosa che ha reso fieri tutti i convocati delle edizioni precedenti. Insomma, gli IMA Scapin anche quest’anno non scherzano e rendono concreto tutto ciò che mettono in campo. Chi li ha seguiti lo può confermare. Tutte le info su: www.italianmtbawards.com
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C CLOSCOPIO
a cura della REDAZIONE
MATRIMONI IN BICICLETTA: IL NUOVO TREND DEL WEDDING PLANNING
C’era un tempo in cui il giorno più bello della propria vita doveva essere scandito dal rombo feroce di una fuoriserie, magari una Porche, una Jaguar o una Rolls Royce. Oggi, invece, la moda impone sobrietà e, nel mondo dei wedding planner, è sempre più diffusa la pratica di coppie che si recano in chiesa o in comune per il fatidico sì in sella alla fedelissima bicicletta, per poi partire, insieme ai testimoni e al resto degli invitati, in una critical mass gioiosa e scampanellante verso il luogo del rinfresco.
PERNILLA, PEDALANDO NELL’EDEN
Lei si chiama Pernilla e, come si evince dai capelli d’acacia, è cittadina svedese. È una naturista talebana, nel senso che mangia vegano, contesta la globalizzazione e, ovviamente, si sposta solo in bicicletta. Nemica giurata della modernità, come una novella Eva, si aggira nel suo Eden per sfuggire alle tentazioni terrene. Ma ogni qual volta si alza sui pedali, nel cielo son fulmini e saette...
RECORD DELL’ORA PER ULTRACENTENARI
Un nuovo record dell’ora per ultracentenari stabilito da Robert Marchand, arzillo signore francese di 102 anni. Sul nuovissimo velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines di Parigi, Marchand ha percorso in un’ora ben 26,925 km, oltre due chilometri e mezzo in più del suo precedente primato: 24,251 km, stabilito nel 2012 nel velodromo svizzero dell’UCI ad Aigle. E dire che a soli 20 anni il francese ha abbandonato la carriera di ciclista professionista su consiglio dei medici.
SE LA BICI È UN’OPERA D’ARTE... APPENDETELA!
Problemi di spazio? Paura che vi rubino la bici nel garage? Nessun problema. Da oggi è disponibile Cycloc, l’appendibici di nuova generazione che vi permetterà, con poca spesa, di posizionare la vosta amata bicicletta proprio sopra il divano, dove potrete tenerla sempre sott’occhio. L’aggeggio sembra un secchiello tagliato e si attacca al muro dove può accogliere il tubo del telaio per sostenere la bicicletta in tutta sicurezza. Funzionerà?
foto NEWSPOWER CANON
HECTOR LEON PAEZ
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LA PLAYMATE DI MARZO
a cura di MARIO PUGLIESE
PATRIMONIO DELL’UMANITÀ SULLA SPIAGGIA DI MACEIO, ROSILEIDE È UN’ATTRAZIONE LOCALE COME IL BLU COBALTO DELL’OCEANO O IL VERDE SELVATICO DELLE MANGROVIE: «IL MIO PASSATEMPO? GIOCARE A BEACH-VOLLEY E DIFENDERMI DAI MARPIONI ITALIANI»
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La gente del posto dice che «quando Rosileide cammina sulle bianche spiagge di Maceio, si fermano tutti, anche le onde del mare». Una leggenda – of course – ma non troppo distante dalla realtà. Perché la signorina Oliveira Da Silva, misure d’ordinanza 90-60-90 per 178 centimetri di seduzione pura, sulla costa di Alagoas, è ormai un’attrazione locale, come il blu cobalto dell’oceano o il verde selvatico delle Mangrovie. Rosileide è una modella brasiliana di alto livello, una che ha sfilato a Rio per le maison di intimo più prestigiose. Celebre per la perfezione del suo lato B, quando non è in passerella, si diverte a giocare a beach volley sulla Praia Do Frances (la spiaggia più esclusiva di Recife) tra una caipirinha e una tapioca. «Sono una ragazza molto semplice – dice – che preferisce la natura alla mondanità. Sono brasileira e, dunque, amo il divertimento, ma sono pigra e le maratone di samba non fanno per me. I miei passatempi? Andare in bicicletta sulla spiaggia e difendermi dai marpioni italiani che, a Maceio, non mancano mai». FOTO ALBERTO PAZZAGLIA/BETOBAHIA
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E DALLE SPIAGGE DEL BRASILE SPUNTA IL MITICO DINO PORRINI IL “BUEN RETIRO” DELL’EX PROFESSIONISTA MANTOVANO CHE SFIORÒ L’IMPRESA AI MONDIALI A CRONOMETRO DEL 1977 E, DUE ANNI DOPO, VINSE UNA TAPPA AL GIRO D’ITALIA DAVANTI A SARONNI Uno degli habitué della spiaggia brasiliana di Maceio (dove è proprietario di un’elegante villa) è Dino Porrini, ex ciclista su strada di Volta Mantovana, professionista dal 1978 al 1980. Nella sua bacheca la medaglia d’argento nella cronometro a squadre ai campionati mondiali 1977 e la vittoria di una tappa al Giro d’Italia del 1979, la Aosta – Meda davanti ad un certo Giuseppe Saronni. Corse per sole tre stagioni da professionista, ma ottenne anche un secondo posto nel Trofeo Laigueglia del 1978. Ebbene, Dino Porrini – lo scorso 26 febbraio – ha celebrato proprio a Maceio il suo 61° compleanno. Il regalo più bello? Il bacio dell’amica Rosileide.
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CAMPIONATI DEL MONDO DI WINTER TRIATHLON info@inbici.net
a cura di PAOLO MEI
GLI IRON-MAN DELLA NEVE CORNICE TIPICAMENTE INVERNALE E PUBBLICO DELLE GRANDI OCCASIONI PER L’EDIZIONE 2014 DELLA RASSEGNA IRIDATA. NELLA VERSIONE INVERNALE, SVOLTASI A COGNE A METÀ FEBBRAIO, NON SONO MANCATI LO SPETTACOLO E I GRANDI NOMI
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L’attesa per il mondiale era fortissima e a Cogne (Valle d’Aosta) gli ingredienti per un evento di questo tipo c’erano tutti. Il Winter Triathlon, disciplina nata ad inizio anni ’90 e riconosciuta dall’ITU qualche anno più tardi, comprende tre discipline: la corsa a piedi, la mountain bike e lo sci da fondo in tecnica libera. A differenza del Triathlon estivo, non fa ancora parte del programma Olimpico. Nella sua breve storia, questa specialità annovera atleti di alto livello tanto che i fratelli Velits (Martin e Peter) hanno vinto la rassegna mondiale negli Under 23 qualche anno fa, mentre lo spagnolo Patxi Vila, ex Lampre, è stato uno dei migliori a livello internazionale. Prerogativa necessaria di questa disciplina è il fatto che tutte e tre gli sport vengano praticati interamente su neve. Così è stato il 15 e 16 febbraio 2014 a Cogne. Il norvegese Ojvind Bjerkseth
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Condizioni invernali a dir poco perfette, con l’intero percorso innevato (oltre 120 cm di coltre bianca). In gara, al sabato le gare individuali agonistiche, ovvero le categorie Junior, Under 23 e Elite, mentre alla domenica spazio alle staffette in mattinata e, subito dopo, agli amatori divisi per età (Age Group). In totale 15 nazioni e 230 triathleti che per il secondo anno consecutivo si sono sfidati nella gara iridata. Meteo incerto per entrambe le giornate con qualche fiocco di neve e temperatura intorno ai -3°C in mattinata e 0° C a mezzogiorno. Insomma condizioni ideali per correre (l’anno precedente si corse a -13°C), pedalare (la pista ottimamente preparata impediva alle ruote delle MTB di affondare nella neve) e naturalmente sciare (Cogne è una delle capitali
mondiali dello sci da fondo, avendo ospitato più volte la Coppa del Mondo di specialità). L’organizzazione, ormai collaudata, fa capo al team Trisports.it, sodalizio valdostano fondato da Luca Alladio e Giuliana Lamastra. Per loro è il terzo campionato del mondo, dopo quello di Flassin nel 2007 e quello di Cogne nel 2013, oltre ad una Coppa del Mondo nel 2008, ancora a Flassin. Sabato mattina, alle ore 9, ecco entrare nell’arena i contendenti: junior maschili e femminili.
Daniel Antonioli seguito dai russi Bregeda e Andreev
Tra i maschietti il più veloce è stato il russo Ivan Akashkin (miglior tempo nel running), con soli 4” di vantaggio sull’altoatesino Sonny Stauder, capace di bruciare allo sprint (miglior tempo sugli sci) il bravissimo biker valdostano Marco Liporace (già campione italiano MTB e miglior tempo in bici). Gli altri azzurri: quinto Nehuen Truc, settimo Davide Vuerich e nono Simone Olivetti. Tra le ragazze, a vincere è stata Yana Lavnikovich (Russia), che curiosamente non ha fatto segnare il miglior tempo in nessuna specialità, ma ha concluso con 31” di vantaggio nei confronti della figlia d’arte Natalie Grabmullerova (Repubblica Ceca) capace di stampare il miglior tempo sugli sci. Terzo posto e medaglia di bronzo per
Il biker Giuseppe Lamastra in azione
I bikers Andrea Tiberi e Giuseppe Lamastra all’arrivo
Mariia Bochkareva, Russia, miglior tempo nella corsa a piedi. Benino Greta Seiwald, l’altoatesina promessa della mountain bike, da cui forse ci si aspettava qualcosa di più e sesta l’altra azzurra Irene Glarey. Nella categoria Under 23 al maschile la vittoria sorride a Pavel Yakimov (miglior tempo nella MTB e nello sci) davanti al connazionale Roman Vasin e allo slovacco Frantisek Lami (miglior tempo nella corsa). Sesto posto per Edoardo Buscaglione. Nelle donne Under 23 podio tutto russo: Tatiana Strokova, migliore in tutte le specialità, domina davanti a Tatiana Bregeda e a Stefania Shamshurina. Alle ore 13 il gotha mondiale della specialità è pronto per far vivere al pubblico le emozioni più intense. Un parco partenti di livello internazionale. La partenza, di corsa, evidenzia da subito un gruppetto di mezza dozzina di atleti che da subito fanno il vuoto. Il primo a entrare nella zona cambio è l’italiano Daniel Antonioli (Centro Sportivo Esercito, unico professionista italiano) davanti a Dmitry Bregeda e Evgeni Kirillov (Russia), pochi secondi indietro troviamo il favorito, 3 volte campione del mondo, Pavel Andreev (Russia). Nelle prime posizioni anche Michal Lami, Slovacchia, un tizio che non disdegna la top 30 nella World Cup di MTB. Bene anche Ojvind Bjerkseth, Norvegia. Nella frazione in bici, Antonioli (1 oro e 2 argenti mondiali) cerca di mantenere la leadership e si presenta all’ultimo cambio in coppia con Pavel Andreev. Sulle due ruote, a sorpresa, il migliore è Bjerkseth, che stampa un tempo incredibile, facendo meglio di tutti i bikers, compresi Andrea Tiberi, Giuseppe Lamastra e Michal Lami, tutti atleti da coppa del mondo. Gli ultimi 9 km, quelli dello sci appunto, sono un crescendo di emozioni. Antonioli prova a più riprese a staccare Andreev. Il
russo, dal canto suo, vanta un’esperienza di altissimo livello: ha fatto parte per diversi anni della nazionale russa di sci di fondo a livello junior, ma soprattutto faceva parte del team “sprint”. Ottimo velocista, Andreev ha corso con classe e intelligenza, andando a rispondere agli strappi di Antonioli, per poi infilzarlo nettamente negli ultimi 200 metri con un finale molto emozionante. Andreev vince dunque il suo quarto mondiale andando a precedere Antonioli di un solo secondo, con terzo l’altro russo Bregeda. Da incorniciare il quarto posto di Lamastra, capace di precedere Bjerkseth, la vera sorpresa del mondiale. Gli altri azzurri: 8° Andrea Tiberi, 13° Matteo Gismondi, 14° il campione italiano in carica Alberto Comazzi, 17° il campione italiano XTerra, Mattia De Paoli. Tra le donne, la norvegese Borghild Lovset, fa il vuoto in bici e stravince con 2 minuti e 10 secondi su Olga Parfinenko (Russia) e a Sarka Grabmullerova, Repubblica Ceca e migliore donna nel podismo. Tra le azzurre: 4° posto per Roberta Gasparini, migliore biker di giornata. 13° Chiara Novelli e 15° Greta Vettorata. La domenica, spazio al team Relay, ovvero la staffetta. La formula è quella mista, con 2 uomini e 2 donne. La vittoria, manco a dirlo va alla Russia, con Parfinenko, Bregeda, Strokova e Andreev, davanti alla Norvegia e all’Italia di Roberta Gasparini, Daniel Antonioli, Greta Seiwald e Giuseppe Lamastra. Alle 11.30 ecco il folto gruppo, oltre 150, degli Age Group, gli amatori. Anche in questo caso le emozioni non sono mancate e la vittoria assoluta ha sorriso a Francesco Tanara, capace di sopravanzare Marcel Pachteau, Austria e il russo Evgenj Butorin. Tra le donne, miglior tempo assoluto per Natalia Skuratovich (Russia).
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LA BICI D’EPOCA info@inbici.net
a cura di ADRIANO VISPI e DARIO CORSI
UN CIMELIO DA RISPOLVERARE LA MITICA “CHIORDA”, LA BICI DI GIMONDI DEL 1969, CAPITANO DEL GRUPPO SPORTIVO SALVARANI
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Un campione del ciclismo con la “C” maiuscola è sicuramente Felice Gimondi. La sua entrata in scena fu eccezionale con la vittoria al Tour de France del 1965, al debutto, dopo essersi imposto al Tour de l’Avenir fra i dilettanti. Passista, scalatore e velocista, un atleta insomma completo capace di vincere corse di ogni genere. Trionfatore a cronometro del Gran Premio delle Nazioni nel 1967-68, Gran Premio di Lugano 1967-72, vincitore del Campionato del Mondo in volata nel 1973, splendido dominatore di classiche come la Parigi-Roubaix 1966, Parigi-Bruxelles e Lombardia 1966 e 1973, Milano-Sanremo del 1974. Vincitore di corse a tappe nel Tour de France 1965, nei Giri d’Italia 1967, 1969, 1976 e nella Vuelta nel 1968. La bicicletta che mostriamo questo mese è la CHIORDA del 1969, appartenuta al gruppo sportivo SALVARANI in cui ha militato Gimondi. Con questa bicicletta, oltre ad aver vinto il Giro d’Italia, Gimondi corse il Tour de France del 1969 a cui si riferisce la foto, che lo ritrae in compagnia di campioni quali Eddy Merckx e Raymond Poulidor.
La bici mostra il gruppo completo nuovo record. Da sottolineare che Campagnolo introdusse il cambio nuovo record nel 1967 interamente in alluminio con viteria in acciaio per funzionare con ruote libere da 6 corone. Questo cambio era associato ad altre novità importanti, quali: la guarnitura centrale aveva un giro viti ridotto a 144 mm con la possibilità di montare moltipliche fin a 41 denti nel rapporto più piccolo. Si passò cosi da moltipliche 46/49 denti o 47/50 denti presenti negli anni precedenti a rapporti più agili per meglio affrontare le nuove salite inserite nei grandi giri a tappe.
L’utilizzo del 41 denti viene reso possibile con la aumentata efficienza del tendicatena del cambio. Anche la fascetta passacavi montata sopra il movimento centrale viene introdotta in questo anno. I freni Campagnolo record furono introdotti nel 1969 con le relative leve freni. Questi, rispetto ai freni UNIVERSAL 68 adottati dai grandi campioni fino ad allora, disponevano del registro sul cavo di comando, dello sblocco rapido e dell’invito per la ruota sui tacchetti. Il gruppo CAMPAGNOLO RECORD si può dire cosi veramente completo dal 1969. Particolarità della bici presentata è la mancanza della scritta Campagnolo sul corpo freno che dimostra la fedeltà della bici
e l’origine dei freni quali prototipi del 1968-69 di Campagnolo, probabilmente dati in dotazione esclusiva al Gruppo Sportivo SALVARANI capitanato da Felice Gimondi per testarli prima dell’immissione sul mercato. Caratteristica di questi freni era la loro perfetta modularità ed un’ottima risposta allo sforzo prolungato nelle grandi discese dei giri. Dal 1969 in poi il freno Campagnolo Record è stato preferito da tutti i grandi campioni, fino ad evolversi nel freno Campagnolo Delta del 1985 del gruppo C Record, il quale segna il limite accettato per la classificazione della bici d’epoca.