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Granfondo Straducale
Domenica 29 Giugno 2014
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CASERTA, LA REGGIA DEL LITORALE DOMIZIANO I ROMANI LA CHIAMAVANO CAMPANIA FELIX PER LE SUE RIGOGLIOSE BELLEZZE NATURALISTICHE. STORIA DI UNA LOCALITÀ CON TANTE ANIME ED UN GRANDE TESORO: L’OPERA MONUMENTALE PROGETTATA NEL ’700 DALL’ARCHITETTO LUIGI VANVITELLI PER VOLERE DI CARLO III DI BORBONE
Dallo scalone d’onore è possibile accedere alla cappella palatina, simbolo della supremazia regia assolutista e cattolica, e agli appartamenti reali abbelliti dalle decorazioni di artisti e artigiani espressione del gusto e dello splendore della famiglia borbonica. Il teatro di corte era il tempio della musica e delle feste che scandivano la vita di corte. Tra i tanti luoghi di svago dei Borbone è da ricordare il giardino inglese voluto dalla Regina Maria Carolina. La cucina casertana è ricca di sapori naturali e deriva dalla tradizione contadina. La Regina incontrastata della zona è sicuramente la Mozzarella di Bufala DOP, apprezzata ed esportata in tutto il mondo insieme alla Ricotta di Bufala, entramfoto PERRYO8
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La provincia di Caserta racchiude in sé tutte le caratteristiche di un territorio ricco da più punti di vista: naturalistico, paesaggistico e storico. Si estende dal Litorale Domiziano al Massiccio del Matese portando con sé una grande varietà di flora e fauna. Dal Mare alla Montagna prende forma la cosiddetta Terra di Lavoro, una piana ricca di coltivazioni, frutteti, vigneti, uliveti e allevamenti di bufale. I romani la chiamavano Campania Felix e ciò sta proprio a testimoniare come l’antica bellezza del territorio sia stata sempre apprezzata, soprattutto grazie alla sua fertilità di origine vulcanica e continuamente alimentata dal Fiume Volturno. Oggi, quindi, la provincia comprende territori geograficamente e storicamente molto diversi tra loro. Dal montuoso Matesino all’agro Aversano. Caserta custodisce lo splendore di tutti i possibili panorami della natura. Simbolo di Caserta e sito UNESCO, la Reggia di Caserta è uno dei monumenti più importanti del patrimonio artistico italiano. Fu progettata nel settecento, dall’architetto Luigi Vanvitelli per volere di Carlo III di Borbone. La Reggia è un autentico capolavoro di architettura e decorazione e, a sua volta, un contenitore di numerose opere d’arte. Il Palazzo Reale di Caserta nasce dall’idea precisa di pianificare il territorio di Caserta assurta a capitale del Regno di Napoli. Questo programma ebbe come grandi artefici Carlo di Borbone Re di Napoli (dal 1734 al 1759) e l’architetto Luigi Vanvitelli. Il Real Palazzo presenta un asse prospettico lungo oltre 3 km che ne attraversa il parco reale e la galleria per giungere nella piazza ellittica di fronte alla facciata anteriore dell’edificio per proseguire lungo l’asse che collegava Caserta a Napoli. La Reggia occupa una superficie di 45.000 mq e gli spazi interni del palazzo si snodano attraverso 1200 stanze.
be provenienti soprattutto dall’aversano. Tra i formaggi il Conciato romano sta conoscendo oggi un rinnovato interesse tanto da diventare presidio Slow Food unico della Provincia di Caserta ed essere incluso nell’elenco regionale dei prodotti tradizionali della Campania.
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CON QUELLA FACCIA UN PO’ COSÌ
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TRA ANTICHE VESTIGIA E OPERE FUTURISTICHE, GENOVA È UNA PROVINCIA RICCA DI STORIA, TESORI NASCOSTI ED ANGOLI SUGGESTIVI. E PER COGLIERNE L’ESSENZA BASTA PERDERSI NEL DEDALO DEI SUOI CARATTERISTICI VICOLI
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«Distesa in fondo al suo golfo con la noncurante maestà di una regina… Genova viene, per così dire, incontro al viaggiatore» (A. Dumas, 1841). Peccato che i viaggiatori il più delle volte, la attraversino frettolosamente privilegiando altre località della Liguria, come le Cinque Terre o Portofino, perdendo così l’opportunità di scoprire una città ricca di storia, tesori nascosti, angoli suggestivi. Il fascino di questa città stretta tra la montagna e il mare, frammentata tra passato e presente, crocevia di popoli e culture diverse (non a caso il nome medioevale di Genova è Janua, ovvero “porta” in latino), ha colpito scrittori, poeti e cantautori, che nei loro versi hanno raccontato la sua bellezza, i suoi contrasti, la sua anima nascosta. Anche se Genova è conosciuta soprattutto per il suo Acquario, l’antica repubblica marinara racchiude tra le sue mura meravigliose testimonianze del suo passato glorioso ma anche opere audaci e moderne che ne hanno fatto una sorta di capitale dell’architettura moderna italiana. Così, passeggiando per la città potrete ammirare nobili palazzi e chiese antiche, perdervi nel dedalo dei caratteristici vicoli (carroggi) in cui è organizzato il nucleo della città vecchia, visitare interessanti musei, lasciarvi sorprendere dai simboli della nuova Genova, protesa al futuro ma superba custode di un passato sempre presente. Prova della vocazione marinara di questa città è il suo faro, chiamato comunemente “la Lanterna”, da sempre il simbolo di Genova. Alta 77 metri, la storica torre sorge sui resti di una collina di 40 metri per cui si trova a circa 177 metri sul livello del mare. Nata per segnalare alle navi l’ingresso nel porto ma anche per controllarne il movimento al suo interno, la torre fu costruita nel Trecento sul sito dove già dal 1128 esisteva un faro funzionante con un sistema a legna (i falò). Nel 1326 venne installata la prima lanterna ad olio (d’oliva) e nel 1340 venne dipinto sulla parte inferiore della torre lo stemma comunale. Il suo aspetto attuale è frutto della ricostruzione operata nel Cinquecento e malgrado gli interventi seguiti agli avvenimenti bellici e ai fulmini, la Lanter-
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na si presenta come allora: una torre con due slanciati volumi sovrapposti con ballatoio alla sommità di ciascuno di essi (il primo terrazzo è raggiungibile), una scala interna di 720 gradini, un lanternino all’interno del quale si trovano gli elementi illuminanti. Da non perdere è anche il centro storico di Genova, il nucleo della Città Vecchia, un luogo carico di storia e suggestione che dopo anni di abbandono e degrado è stato finalmente restaurato e restituito alla città. Per scoprire il fascino di Genova antica bisogna camminare a piedi ed addentrarsi nei “carrogi”, i pittoreschi vicoli di origine medioevale, e nelle caratteristiche creuze (stradine strette incassate tra i muri), perdersi tra le belle vie fiancheggiate da nobili palazzi e le piazzette armoniose (Piazza delle Erbe, Piazza San
Donato) su cui si affacciano chiese antiche (San Donato, San Matteo). Non è un caso che una vasta parte del centro storico è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Molti sono i siti di interesse storico come il Castrum, ovvero il primo insediamento urbano della città risalente al periodo dei Romani e degli Etruschi, di gran valore il patrimonio architettonico con i famosi Palazzo Spinola e Palazzo Ducale, due magnifici edifici cittadini attraverso cui rivive lo splendore dell’antica repubblica marinara. Non mancano inoltre, occasioni di svago visto che in tutto il centro storico abbondano caratteristiche locande dove è possibile assaggiare i piatti tipici della cucina genovese, bar storici, locali in cui ogni sera si esibiscono band, e botteghe ultracentenarie che conquistano e affascinano con il loro fascino d’altri tempi.
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SOMMARIO 14
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Nove Colli, tutti i numeri della leggenda
Campionato Italiano di cicloturismo ACSI
a cura della Redazione
a cura della Redazione
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Dietro l’obiettivo: Claudio Chiappucci
Pagine Gialle a cura della Redazione
a cura della Redazione
90
22 L’altra Roubaix
Prestigio Experience
a cura di Carlo Gugliotta
a cura della Redazione
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Il personaggio: Marco Velo
Il telaio ideale
a cura di Paolo Mei
a cura di Roberto Zanetti
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Circuito degli Italici Zuegg
Rampichiana
a cura della Redazione
a cura di Aldo Zanardi
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Ruote Roventi
Cicloscopio
a cura di Roberto Sgalla
a cura della Redazione
44
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Sicurezza in gara a cura di Gianluca Barbieri
La playmate di maggio a cura di Mario Pugliese
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PROTAGONISTI
a cura di PAOLO MEI Tempo di lettura
SONNY COLBRELLI, NON SOLO SPRINT
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IL CORRIDORE BRESCIANO, CLASSE 1990, DOPO DUE STAGIONI DI APPRENDISTATO NELLA MASSIMA CATEGORIA, SOGNA IN GRANDE: «VINCERE LA MILANO-SANREMO? PRIMA ERA UN SOGNO, OGGI È UN OBIETTIVO»
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Buongiorno Sonny, partiamo dal 23 marzo 2014: dopo quasi 300 km di gara, lei ha centrato uno strabiliante sesto posto in una classica monumento: la Milano-Sanremo. Che cosa rappresenta per lei quella corsa? «La Milano-Sanremo per me è un sogno. Da piccolo ho sempre sognato di essere al via della Classicissima e di vincerla un giorno. Il primo obiettivo l’ho centrato, correndola. Il secondo, vincerla, be’ non ci sono andato poi così lontano. A conti fatti, se il gruppo fosse rimasto a ‘guardare’ solo qualche secondo in più, forse sarebbe successo qualcosa di fantastico.» Con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte, ma provando a immaginare una tattica differente, forse se non avesse fatto quell’allungo a un km dall’arrivo, le cose sarebbero finite diversamente. Cosa ne pensa? «Sinceramente se non avessi fatto quella ‘sparata’ avrei disputato senza dubbio uno sprint diverso. Ma sono decisioni che devi prendere in pochi attimi. Puoi azzeccare come sbagliare. Ho provato un
Sonny Colbrelli
attacco da ‘finisseur’, ma sono stato ripreso. Una volta lanciato lo sprint, posso dire di aver ‘battezzato’ le ruote sbagliate, anche perché ero un pochino arretrato. Certamente potevo fare meglio, ma
La grinta di Sonny Colbrelli alla Milano-Sanremo 2014
un sesto posto a Sanremo è sempre un grande risultato.» Facciamo un passo indietro: da dove nasce la sua passione per il ciclismo? «Da quando ero bambino, quando incominciai con le gare di mountain bike. A un certo punto provai su strada ed eccomi qui.» Lei corre nella Bardiani CSF, una Professional che è più una famiglia che una squadra, dicono. Il suo rendimento nel 2014, almeno a inizio stagione, è stato elevatissimo. Sogna una Pro Tour? «Faccio parte del team da tre anni e vi dico che non mi hanno mai fatto mancare nulla. È proprio una famiglia: nessuna pressione. Inoltre, se hai la gamba e la condizione che ti sorregge, qui hai la possibilità di fare la corsa. Quanto al Pro Tour, lo sognano tutti e io vorrei passare in uno dei ‘top team’, ma solo quando sarò davvero in grado di fare il grande salto. A questi livelli, basta poco e il rischio di finire in un grande team per poi magari non ottenere risultati, o peggio non correre, è elevatissimo.» Secondo al GP Lugano, Terzo al Roma Maxima, sesto, come già detto alla
7 Sonny Colbrelli da Brescia. Abbiamo scoperto che lei non è solo uno sprinter, anzi. Si vuole descrivere tecnicamente? «Effettivamente le volate di gruppo non mi affascinano così tanto. Preferisco i gruppetti ristretti e io, che sono un passista veloce, ho migliorato in salita. Ho uno spunto veloce e sono una… ‘mina vagante’. Basti pensare al Giro 2013 a Jafferau: a 700 metri dall’arrivo ero ancora in testa in una delle tappe più dure della corsa rosa.»
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Sanremo. È più la soddisfazione per la continuità oppure è maggiore la delusione per non aver vinto? «Da un lato sono molto felice. Dall’altro sono anche deluso, perché tra tutti questi piazzamenti forse una vittoria poteva anche starci. A Lugano mi sono fatto chiudere alle transenne da 12 corridori, non cento… Vuol dire che ho sbagliato io e faccio autocritica, ma è tutta esperienza.» Nel 2012, a 22 anni, lei è stato in grado di correre e concludere il suo primo Giro d’Italia. Nel 2013 ha mostrato ottimi progressi. Come sarà il suo Giro 2014?
«Quello del 2014 sarà il terzo Giro e spero sia speciale. Mi piacerebbe lasciare il segno vincendo una tappa.» La corsa su misura per lei? «La Milano-Sanremo è disegnata per me. Non nascondo che in futuro mi piacerebbe provare a correre il Fiandre e la Roubaix da protagonista.» Con le cronometro come la mettiamo? «Sono migliorato molto negli ultimi anni, tanto che in Francia ho chiuso terzo a pochi secondi dal vincitore in una corsa di secondo piano.» Una bellissima volata di Sonny Colbrelli
Sonny, un nome giovane, moderno. Ha un significato, questo nome, un pochino insolito? «Insolito, sì. Ma i miei genitori guardavano ripetutamente Sonny Crockett in Miami Vice!» Bardiani CSF, il “green team”. E se nell’immediato futuro ci fosse spazio anche per l’azzurro? «Ad essere sincero io punto alla maglia azzurra! E se dovesse arrivare la convocazione mi farò trovare pronto al 100%. Un sogno nel cassetto per l’atleta e uno per Sonny, il ragazzo sempre sorridente. Il mio sogno è quello di vincere un giorno la Sanremo, oppure una tappa al Giro. E naturalmente proseguire la mia carriera da protagonista.» E se non avesse fatto il corridore? «Forse adesso sarei in fabbrica con i miei genitori.»
La partenza di tappa del Giro d’Italia 2013 in Val Venosta
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GIRO D’ITALIA IN VAL VENOSTA E VAL MARTELLO Tempo di lettura
a cura di NEWSPOWER
SU E GIÙ NEL PARCO DELLO STELVIO
pressoffice@newspower.it
6 min
NELLE VALLATE ALTOATESINE, TRA MELE E FRAGOLE, SI PREPARA LA CORSA ROSA DEL 27 MAGGIO. FARI PUNTATI SULL’ULTIMA SALITA DI QUASI 25 KM E OLTRE 1400 METRI DI DISLIVELLO. GLI IRIDATI ULLRICH, ZÜLLE E CAMENZIND IN UNA SERATA CON GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE foto NEWSPOWER CANON
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Fin dal tempo dei Romani la Val Venosta, in Alto Adige, è stata una delle più importanti vie di transito d’Europa grazie alla Claudia Augusta, l’antica strada che portava dalla Pianura Padana al Danubio. Due millenni più tardi le strade venostane saranno palcoscenico di un altro transito, quello del 97° Giro d’Italia. Martedì 27 maggio la 16a tappa della Corsa Rosa porterà il lungo foto NEWSPOWER CANON
serpentone di ciclisti da Ponte di Legno, nel bresciano, alla Val Martello (BZ), un vero e proprio tappone di 139 km con un dislivello che si attesta sui 4000 metri di sole salite, con i corridori impegnati a scalare i “monumenti” Gavia, Stelvio – Cima Coppi dell’edizione 2014 del Giro – e l’ascesa finale nel cuore della Val Martello, famosa per le sue fragole d’altura. Il Gran Premio della Montagna del Passo Stelvio segna l’ingresso della corsa in Alto Adige e la “discesa libera” dal valico alla Val Venosta prevede i passaggi per Trafoi e Prato allo Stelvio, per poi concludersi a Spondigna. I corridori si lasceranno così alle spalle le vette alpine e i ghiacciai del Parco e si immergeranno nei dolci e rilas-
Il Lago di Gioveretto/Zufrittsee (1848 m), dove si gode il miglior panorama sul Cevedale ed il suo ghiacciaio
santi paesaggi del “Giardino delle Mele” dell’Alto Adige, la Val Venosta per l’appunto. Proprio in mezzo ai celebri meleti della… rossa coccinella, transita una delle più belle piste ciclabili della zona che ripercorre l’antico tracciato della Via Claudia Augusta, l’itinerario copre 80 km prevalentemente pianeggianti e permette di scoprire gli incantevoli centri di Burgusio, Malles, con le sue sette chiese romaniche, o le cittadine medievali di Glorenza e Naturno. Per gli amanti di castelli e antiche vestigia, in Venosta c’è l’imbarazzo della scelta con l’abbazia di Monte Maria/Marienberg, Castel Juval (residenza estiva-museo di Reinhold Messner), il Castello di Coldrano e il Castel Coira, uno dei manieri meglio conservati della regione e con la più grande armeria privata. Il percorso della ciclabile parte dal Lago di Resia e, lontani dal traffico, vi porta a percorrere tutta la vallata sino al centro di Merano, mentre parallelamente viaggia anche il treno della Val Venosta sempre molto comodo per ottimizzare gli spostamenti o se le gambe iniziano a farsi pesanti, visto che è attrezzato per il trasporto biciclette. Tornando alla “tappona” del 27 maggio, i girini non potranno rallentare o rilassarsi in quest’ambiente idilliaco perché dopo lo sprint intermedio di Lasa, famosa per i suoi marmi, a Coldrano attaccheranno l’ultima difficoltà di giornata, quella verso la Val Martello. Si tratta di un’ascesa a misura di appassionato perché, dall’alto dei suoi 22,3 km e degli oltre 1000 metri di dislivello, è sicuramente impegnativa ma alterna tratti in cui si può rifiatare a strappi ripidi, che esaltano gli amanti delle salite. A fianco della strada si susseguono le colture delle gustose fragole d’altura, la specialità della Val Martello riconosciuta da Slow Food fra le 1600 “Comunità del Cibo” italiane, le chicche enogastronomiche del nostro paese. Dopo i borghi di Transacqua e Ganda, si passa a fianco del centro del biathlon, palcoscenico di eventi internazionali
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La sequenza degli ultimi 10 tornanti
foto NEWSPOWER CANON
Serata con Ex-professionisti da sinistra: Georg Altstätter (sindaco di Martello), Thomas Ziegler, Jan Ullrich, Oscar Camenzind e Alex Zülle
durante la stagione invernale e mèta degli amanti dello skiroll quando crescono le temperature. Superato quest’angolo di valle dedicato a chi ama gli sci stretti, scenografici tornanti portano fino al Lago di Gioveretto e all’ultimo strappo prima della finish line a 2059 metri di quota, immersa nella suggestiva cornice dei prati d’alta quota dell’“HinterMartell”, l’alta Val Martello. Siamo nel cuore del Gruppo dell’Ortles Cevedale, nel Parco Nazionale dello Stelvio e in questa zona tutti gli appassionati di montagna possono trovare pane per i loro denti: sono infinite infatti le possibilità che la Val Martello e la Val Venosta offrono agli amanti di attività outdoor, dalla mountain bike al trekking, a passeggiate, nordic-walking e arrampicata.
Vincenzo Nibali con un compagno di squadra in ricognizione in Val Venosta
Nella giornata di martedì 27 maggio, inoltre, il Comitato Tappa di Val Venosta Marketing allestirà l’Open Village a Silandro, con il maxi schermo per non perdere nemmeno un minuto della corsa. Silandro, Schlanders in tedesco, ospiterà anche il traguardo volante “Mela Val Venosta” e, con la sua imponente torre campanaria alta oltre 90 metri, si aggiudica il record del paese con il campanile più alto dell’Alto Adige. La zona pedonale del centro fa rivivere la tipica atmosfera sudtirolese con negozi tradizionali e numerosi caffè e ristoranti dove assaggiare le prelibatezze altoatesine. Da non perdere sono anche i molti sentieri che ripercorrono i “Waal”, gli antichi canali artificiali di irrigazione con i quali, tutt’ora, si bagna il fertile terreno per far nascere i ghiotti frutti che rendono famoso il marchio Val Venosta. Info: www.giroditalia-valvenosta.net
Eccoci a maggio, il mese che – con la Nove Colli – decreta l’inizio ufficiale della stagione delle granfondo. Domenica 18 maggio a Cesenatico si celebra la 44ª edizione di una manifestazione che, ancora oggi, con i suoi dodicimila iscritti, rappresenta il punto di riferimento più credibile per il ciclismo amatoriale. Sulla scorta di questo evento, che garantisce indotti vitali per il turismo romagnolo, sono germogliate infatti una miriade di nuove rassegne cicloturistiche che oggi disegnano idealmente, su e giù per lo Stivale, un grande giro d’Italia sui pedali.
Se il ciclismo riempie gli alberghi Anche INBICI, con il suo staff di giornalisti e collaboratori, si prepara a questa grande festa itinerante. Anche questo mese seguiremo, con puntualità e passione, tutte le manifestazioni più importanti del calendario granfondistico e amatoriale, offrendovi in ogni tappa un posto in prima fila. La stagione, intanto, ha già regalato le prime emozioni, confermando, a dispetto della crisi economica, l’eccellente tenuta del settore. Malgrado i capricci del meteo, quasi ovunque – dalla Cassani alla Via del Sale – si sono registrati inattesi record d’iscrizioni. È un segnale importante, che dimostra come il turismo legato alla bicicletta
continui, anno dopo anno, la sua crescita esponenziale. Una granfondo oggi non è più soltanto un mero evento sportivo, ma un’occasione di attrazione turistica, attorno alla quale si perfezionano sempre più raffinate strategie di promo-commercializzazione. La corsa, insomma, non è più il fine, ma il mezzo attraverso cui reclamizzare le eccellenze di un territorio. Cesenatico, in questo senso, ha indicato la rotta, dimostrando che – lavorando con serietà e competenza – si possono creare, dal nulla, nuovi format turistici. E allora, anche se la storia non si compra, vale la pena provarci.
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L’EDITORIALE l’editore MAURIZIO ROCCHI
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LA STRADUCALE SI TINGE DI ROSA CON L’ASCESA DEL MITICO CARPEGNA, I CORRIDORI DELLA GRANFONDO DI URBINO PERCORRERANNO, PER 40 CHILOMETRI, LO STESSO ITINERARIO DELL’8ª TAPPA DEL GIRO D’ITALIA 2014
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Cresce l’attesa per l’11ª edizione della Granfondo Straducale disegnata, per l’occasione, su un percorso leggendario. Il tracciato, infatti, ricalcherà – per 40 chilometri (dal 130 al 170) – lo stesso itinerario dell’8ª tappa del Giro d’Italia 2014 (18 maggio), la Foligno-Montecopiolo, comprese ovviamente le mitiche rampe del Carpegna. Sulle strade dove preparava i grandi giri un certo Marco Pantani si esalteranno, in particolare, i grimpeur, con già nelle gambe il Monte Nerone, soprannominato il “Ventoux delle Marche”, che verrà attaccato da PianelloCerreto sia dai granfondisti sia dai mediofondisti. Giunti ad Urbania i partecipanti al medio torneranno a Urbino (totale 130 chilometri), mentre quelli che opteranno per il lungo svolteranno a sinistra per scalare la salita di Peglio, quindi Sant’Angelo in Vado, Lunano e poi su per il Carpegna lungo la mitica ascesa del “Cippo”. Quindi ritorno per San Sisto, Belforte all’Isauro, salita di Monte Picchio, Sant’Angelo in Vado e ritorno a Urbino per i Gualdi, tagliando infine il traguardo dopo 215 chilometri e 4400 metri di dislivello. Come si evince dalle cartine, quella del 29 giugno a Urbino, sarà un’edizione consacrata agli scalatori, con il Carpegna destinato ad originare una spietata selezione. Il tratto più duro della salita inizia dal centro del paese che gli dà il nome. Fino alla cima ci saranno da percorrere sei durissimi chilometri, con dislivello di oltre 600 metri, pendenza media intorno all’11% e punte al 18-20%. Lungo le sue rampe gli appassionati troveranno cartelloni raffiguranti le imprese di coloro che qui hanno scritto la storia del Giro d’Italia, da Fuente
a Merckx, da Moser a Gimondi, per finire con Pantani, che qui veniva ad allenarsi prima di affrontare le grandi corse a tappe.
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NOVE COLLI, TUTTI I NUMERI DELLA LEGGENDA a cura della REDAZIONE
IL 18 MAGGIO A CESENATICO SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA REGINA DELLE GRANFONDO. DODICIMILA I PARTENTI, AUMENTANO LE DONNE ED I TEDESCHI. LA REGIONE PIÙ RAPPRESENTATA SARÀ LA LOMBARDIA, LA SQUADRA PIÙ NUMEROSA IL GS CICLI MATTEONI FRW
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Conto alla rovescia per la 44ª edizione della Granfondo Internazionale Nove Colli di Cesenatico, che vedrà al via – domenica 18 maggio – 12.000 partecipanti. La rassegna cicloturistica più importante d’Europa conferma la sua anima internazionale con ben 1344 ciclisti stranieri iscritti in rappresentanza di 47 nazioni. L’altro dato che emerge è l’aumento delle donne iscritte: 712 le donne in griglia di partenza nel 2014 contro le 696 del 2013. Per quanto riguarda le nazionalità rappresentate sul primo gradino del podio si conferma la Germania con 364 partecipanti, al secondo posto la Svizzera con 253, al terzo posto la Gran Bretagna con 142 iscritti. Seguono Austria (102), Svezia (100), Belgio (71), Canada (65), Stati Uniti (51). Da segnalare anche 21 cicloturisti australiani e
19 provenienti dal Brasile. Spulciando tra le età dei partecipanti emerge che dei 12.000 partenti, 623 hanno un’età inferiore ai 30 anni, 2337 tra i 30 e i 40 anni. La fascia d’età più rappresentata è quella compresa tra i 40 e i 50 anni con 4638 iscritti, 3343 di età compresa tra i 50 e i 60 anni e infine 1059 over 60. L’iscritto più anziano è un uomo classe 1930 residente a Terni mentre il più giovane è un ragazzo del 1997 residente a Ruvo di Puglia (BA). Tra le donne, la ciclista più esperta è del 1942 e risiede a Bolzano mentre la ragazza più giovane ad affrontare i leggendari nove colli sarà una giovane brasiliana classe 1996. Sul versante italiano sono 10.656 gli amanti delle due ruote al via e, guardando più nel dettaglio, la regione più rappresenta-
ta è la Lombardia con 2603 iscritti, l’EmiliaRomagna schiera al via 2005 ciclisti mentre sul terzo gradino del podio c’è il Lazio con 1124 partenti. Per l’edizione 2014 della Nove Colli saranno 2048 le squadre iscritte. La più numerosa è il GS Cicli Matteoni FRW con 106 iscritti, al secondo posto il GS Sportissimo Top Level con 93, terzo gradino del podio per l’ASD Unione Ciclistica Bormiese con 92 iscritti. Il Comitato organizzatore distribuirà numerosi premi fedeltà per gli affezionati della Nove Colli, in particolare 48 ciclisti saranno premiati con la Medaglie d’Oro riservate agli affezionati che arrivano alla 15ª partecipazione, 682 premi “Fedelissimi” per coloro che toccano l’11ª partecipazione e infine 194 Premi Fedeltà riservati a coloro che hanno raggiunto la decima partecipazione.
E CICLO&VENTO CELEBRA LA SUA 19ª EDIZIONE È la cornice dorata della Nove Colli, l’evento clou della Settimana del Cicloturismo di Cesenatico, come certificano i suoi 40mila visitatori. La Fiera “Ciclo&Vento”, con il suo ricco profluvio di novità legate al mondo della bicicletta, torna anche quest’anno per celebrare la sua 19ª edizione. Format che vince non si cambia e dunque, anche nel 2014, il grande expò romagnolo del pedale, che riunisce oltre ottanta eccellenze dell’industria internazionale del ciclo, riaprirà i suoi stand per allietare la vigilia dei 12mila cicloturisti della Nove Colli e delle loro famiglie. L’appuntamento – a cura del consorzio formato da Confartigianato e Confesercenti – è per il 16 e 17 maggio e, ancora una volta, qui si riunirà per due giorni il ciclismo a 360 gradi: da quello super-tecnico dei professionisti del pedale a quello accessoriato dei cicloamatori, per finire con i campionari studiati per chi della bicicletta ha fatto uno stile di vita.
UCI World Cycling Tour è una serie di eventi in cui i cicloamatori avranno la possibilità di vincere la maglia iridata UCI. Attraverso prove di qualicazione in tutto il mondo, i corridori potranno guadagnare un posto per partecipare al Campionato del Mondo Strada Amatori, che assegnerà il titolo di Campione del Mondo, strada e cronometro individuale, per ogni categoria.
Il calendario 2014 15 Settembre ‘13
: Lorne, Australia
26-27 Ottobre ‘14
: Pietermaritzburg, Sud Africa
28-30 Marzo ‘14
: Perth, Australia
25-27 Aprile ’14
: Chania, Grecia
17-18 Maggio ‘14
: Winston-Salem, Stati Uniti
18 Maggio ‘14
: Nevers, Francia
30 Maggio - 1Giu ’14
: Copenhagen, Danimarca
6-8 Giugno ‘14
: Ljubljana, Slovenia
15 Giugno ‘14
: Sankt Pölten, Austria
19 Giugno ‘14
: Botucatu, Brasile
22 Giugno ‘14
: Andenne, Belgio
18-20 Luglio ‘14
: Trento, Italia
23 Agosto ‘14
: Vielha, Spagna
28-31 Agosto ’14
: Campionato del Mondo strada Amatori Ljubljana, Slovenia
Qualificazioni per 2015 14 Settembre ‘14
: Lorne, Australia
12 Ottobre ‘14
: Durban, Sud Africa
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DIETRO L’OBIETTIVO
I GRANDI CAMPIONI RACCONTATI DAL FOTOREPORTER ROBERTO BETTINI a cura della REDAZIONE
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CLAUDIO CHIAPPUCCI, CAMPIONE PER SCELTA DAGLI ANNI DELL’ANONIMATO ALLE PRIME IMPRESE. FINO ALLA CONSACRAZIONE AL TOUR. STORIA DI UN CICLISTA CHE HA FATTO INNAMORARE UN’INTERA GENERAZIONE
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Claudio lo conosco da quando, nel 1982 a San Rufo, in provincia di Salerno, è diventato campione italiano di seconda serie (allora si chiamava così la categoria che anticipava il passaggio ai dilettanti, e poi al professionismo). In quegli anni i punti te li dovevi “sudare sul campo”, vincendo gare importanti e, se non raggiungevi il range richiesto, ti scordavi il professionismo. Poi il passaggio alla Carrera di Davide Boifava. A quel tempo era uno dei tanti: tanto per capirci, quando si facevano le foto di squadra, lui era in ultima fila e non gli facevano neanche le cartoline. Lui passava da casa mia e ci accordavamo per stampare un po’ di foto per lui e i pochi fan che aveva. Poi dal 1990 è cambiato tutto. Nella prima tappa del Tour, Chiappucci entra in una fuga definita “bidone” che poi entrerà nella storia del 77° Tour de France. Rimane in maglia gialla fino alle porte di Parigi, dove viene superato dal favorito Greg Lemond. Da quel giorno però “Il Diablo” diventa l’attaccante numero 1 del ciclismo mondiale. Foto e cartoline se ne trovano a valanghe, entra nelle foto di squadra nella prima linea e diventa capitano della Carrera. Andiamo ai Mondiali in Giappone, siamo molto legati, abbiamo fatto anche delle vacanze con le nostre famiglie e chiaramente c’è un legame particolare. Un giorno, durante l’allenamento, ci fermiamo sul percorso e prendiamo una bandiera dei Mondiali come ricordo. Ce ne sono tantissime e, in fondo, facciamo quello che fanno tutti. La sera, in camera, scattiamo delle foto vestito da Samurai: a Claudio piace tantissimo farsi fotografare anche nei modi più strani. Con lui ne combiniamo veramente tante.
Nel ’91, dopo la vittoria alla Sanremo, andiamo sul SacroMonte a Varese per scattare le foto sul pavé in maglia di Coppa del Mondo, perché al Fiandre ha quasi la sicurezza di perderla. Al Tour del ’92 compie l’impresa. Io torno alla Grand Boucle con la sua fidanzata Rita e Claudio ci promette grandi sorprese. Nella tappa che porta da Sain Gervais a Sestriere va all’attacco subito dopo il via. Ci aveva avvisato e noi possiamo seguirlo con la nostra macchina stampa. Rimane da solo, scalando il Col dell’Iseran, incitato da Rita che in auto trema dall’emozione. Per poter vederlo all’arrivo, dopo la discesa, mentre i corridori scalano il Monginevro e poi il Sestriere, noi
Claudio Chiappucci in versione driver foto BETTINIPHOTO
andiamo a prendere il traforo del Frejus, l’unico modo per raggiungere il traguardo prima di lui. Nel tratto del tunnel non riusciamo a sentire radiocorsa e non sappiamo se Claudio è ancora in testa, quindi procediamo in fretta con paura e speranza. Quando siamo in zona arrivo, sentiamo ancora che è solo e manca poco all’arrivo. È uno dei traguardi che ricordo con più emozione: lui, in maglia a pois, che arriva stremato nella tappa in ricordo di Coppi, e che, firmando l’impresa della sua carriera, resiste ad Indurain e Bugno e regala a tutti un’emozione incredibile. A Parigi arriverà secondo, ma per i francesi diventerà il simbolo degli attaccanti. Poi dal 1994 entra a far parte del gruppo anche Marco Pantani e, nei primi anni in
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Claudio Chiappucci veste la Maglia Gialla al Tour de France del 1990 Claudio Chiappucci e Marco Pantani in un momento di relax nel mondiale del 1995 in Colombia foto BETTINIPHOTO
squadra, si riusciva a convivere molto bene. Al Giro, dopo le vittorie di Marco a Merano e all’Aprica, Claudio era entusiasta, aveva finalmente una spalla per i suoi attacchi. Insieme anche ai Mondiali di Duitama in Colombia nel ’95, prima del grave incidente occorso a Pantani alla Milano-Torino. Poi Marco passerà alla Mercatone Uno, mentre Claudio esaurisce le sue forze e prosegue per qualche anno con squadre minori. I suoi momenti privati erano più incasinati di una gara vera. Lo chiamavano tutti e lui non rifiutava mai, piuttosto faceva cambiafoto BETTINIPHOTO re date ed orari per essere presente ovunque. Con lui un giorno sono riuscito a fare quattro apparizioni con premiazioni varie. Si portava a casa di tutto: il suo garage era diventato una sorta di Mercatone degli affari. È riuscito negli anni ’90 a spopolare in lungo e in largo. Ha corso contro i cavalli da trotto, scendeva con gli sci, giocava ad hockey, ha fatto gare di nuoto, si lanciava col deltaplano, per anni è stato il portiere della Nazionale ciclisti ed è andato in molte trasmissioni televisive e sfilate di Miss. Dopo il ritiro, ha avuto modo di farsi pubblicità all’isola dei famosi, dove ha confermato la sua posizione di molte gare, secondo. Claudio, uno dei pochi ciclisti in grado di vendere l’esclusiva del suo matrimonio e del viaggio di nozze e di farsi regalare tutto per il pranzo e la logistica da tutti i suoi sponsor. I vini da uno, la frutta da un’altro, il formaggio dallo sponsor, il prosciutto da un altro. I cavalli e la carrozza da un amico siciliano. È riuscito a non farsi mancare niente. Ancora adesso, dopo parecchi anni dal suo “ritiro” – ufficialmente non lo ha mai dichiarato – lo incontro in qualche viaggio con i cicloturisti, a delle sfilate di moda o semplicemente in bicicletta, che è rimasta, nel tempo, l’unica compagna vera della sua vita. La grinta di Claudio Chiappucci foto BETTINIPHOTO
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THE ART OF PACKAGING a cura della REDAZIONE
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ALLA SCOPERTA DI ALTOPACK, L’AZIENDA CHE HA LE MANI SUL MONDO MA IL CUORE SEMPRE A LUCCA. DALLA PARTNERSHIP CON CICLI FRANCESCHI È NATA UNA SCUOLA DI CICLISMO E LA GRAN FONDO CIPOLLINI. IL MERITO È DI GIUSEPPE VEZZANI, UN MANAGER CHE, RITROVATOSI ALL’IMPROVVISO IN CASSA INTEGRAZIONE, HA AVUTO UN’INTUIZIONE CHE HA RIVOLUZIONATO IL MERCATO
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Il ciclismo, si sa, è spesso un’opera d’ingegno collettivo. E così, dietro alla Gran Fondo Mario Cipollini, in programma il 1° giugno a Capannori, c’è la storica Cicli Franceschi e, dietro alla consolidata realtà del ciclismo lucchese, c’è la prestigiosa azienda Altopack, marchio leader nel mercato del packaging. Alla consolle di questo piccolo grande miracolo imprenditoriale, germogliato nel cuore della provincia di Lucca, c’è Giuseppe Vezzani, direttore generale di Altopack, l’uomo che ha saputo coniugare idee innovative, passione e capacità imprenditoriali con l’amore per il territorio e per lo sport. Un’avventura che comincia nelle difficoltà, quando Vezzani nell’anno 1999 – trovatosi improvvisamente in cassa integrazione – ha l’intuizione giusta, quella destinata a cambiare la sua vita: «Mi sono guardato attorno – racconta oggi – e ho pensato che, in quegli anni, il settore del packaging poteva offrire importanti opportunità. Con il senno del poi, oggi posso dire di averci visto giusto». Altopack oggi è una realtà imprenditoriale che lavora in tutto il mondo. L’azienda lucchese realizza e fornisce linee complete e macchinari di confezionamento per una vasta gamma di prodotti di vari settori come snack, dolciumi e prodotti da forno, pasta, riso o altri prodotti granulari, legumi, frutta essiccata, surgelati, ma anche per prodotti non alimentari come cibo per animali, sementi e detersivi. Il segreto? «Riconoscere le esigenze del mercato che richiede soluzioni su misura per ciascun cliente. Capire prima di altri le dinamiche che governano un settore – spiega Vezzani – ti aiuta a prendere le decisioni giuste, un po’ come lo skipper che per vincere la regata deve indovinare la latitudine del vento. Questione di esperienza, ma anche di fortuna». E gli astri, fino ad oggi, non hanno mai abbandonano Altopack, partita subito alla grande, anche grazie all’esperienza di Vezzani che conosce il settore come le sue tasche. Ma il salto di qualità arriva quando il marchio esce dai confini italiani: «Come dico sempre la fortuna aiuta gli audaci. Noi abbiamo rischiato ed è andata bene. Oggi il 70 per cento del prodotto di Altopack è stoccato nel mondo, dall’Australia al Medio Oriente, dal Nord Africa ad una parte d’Europa. E ancora in Canada, Stati Uniti, resta fuori solo la Cina. Per il resto, insomma, siamo presenti ovunque con le nostre filiali. Il mercato ci ha premiati e oggi sono i nostri clienti a sceglierci». Un occhio proiettato verso il mondo, ma il cuore continua a battere per Lucca, il territorio dove è nata questa avventura imprenditoriale. Un legame ancora forte, come dimostra la collaborazione con Cicli Franceschi, importante realtà sportiva lucchese: «Non possiamo non tenere conto del territorio in cui viviamo, ecco perché con Franceschi abbiamo creato una scuola di ciclismo per bambini. Credo sia fondamentale dare un contributo a queste realtà sportive che, poi, sono soprattutto sociali. Vogliamo essere vicini alle realtà del territorio e permettere a chi vuole vivere bene, di farlo, potendo contare su mezzi adeguati. Con Cicli Franceschi è nata questa bella avventura coronata con la scuola di ciclismo per bambini e posso dire che si tratta di un’esperienza davvero splendida».
E la filosofia che sta alla base della partnership fra Altopack e Cicli Franceschi è stata sovrapposta, col “copia e incolla”, sulla Gran Fondo Mario Cipollini, che è sì un omaggio ad un grande campione, ma anche una “due giorni” pensata per le giovani generazioni. A confermarlo è lo stesso Re Leone: «I protagonisti di questo weekend – spiega Cipollini – sono proprio i bambini. L’iniziativa è pensata, prima di tutto per loro, con la sincera speranza che, in queste due giornate, si appassionino ad una disciplina fantastica come il ciclismo. L’aiuto di Altopack, in questo senso, è semplicemente fondamentale. Senza il supporto di imprenditori come Vezzani oggi organizzare certe manifestazioni sarebbe quasi impossibile». Giuseppe Vezzani, direttore generale di Altopack
Un giorno da leoni 01/06/2014 a 4
Granfondo Mario Cipollini www.granfondomariocipollini.it powered by
foto NEWSPOWER CANON
Gruppo di atleti
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MARCIALONGA CYCLING CRAFT
pressoffice@newspower.it
a cura di NEWSPOWER
IN GRUPPO È MEGLIO BONUS E PREMI PER I TEAM CHE PARTECIPERANNO ALL’8ª EDIZIONE DELLA GRANFONDO DELLE VALLI DI FIEMME E FASSA. E INTANTO L’ORGANIZZAZIONE ANNUNCIA GRANDI NOVITÀ SUI TRACCIATI
pazione e accedere al database che raccoglie tutti i risultati conseguiti nelle varie edizioni della Marcialonga. Le iscrizioni all’8a Marcialonga Cycling Craft sono aperte e fino al 26 maggio si può strappare un posto in griglia al vantaggioso prezzo di 30 euro, poi la quota salirà e l’ultima giornata utile per iscriversi sarà quella di sabato 28 giugno. La prova di Predazzo sarà anche la seconda frazione della Combinata Punto3Craft che somma i tempi delle granfondo targate Marcialonga: la ski marathon più famosa d’Italia, la tappa su due ruote del 29 giugno, e domenica 7 settembre la Marcialonga Running. La Marcialonga Cycling Craft assegnerà il titolo italiano Maestri di Sci AMSI ciclismo su strada ed è anche inserita all’interno dei circuiti Alé Challenge e Nobili/Supernobili. La gara di fine giugno sarà anticipata venerdì 27 dalla Minicycling, un evento promozionale riservato ai giovani ciclisti fino a 16 anni. La partenza della Marcialonga Cycling Craft 2013 foto NEWSPOWER CANON
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Il ciclismo è sport individuale per definizione, ma l’evoluzione della disciplina ha portato ad una crescente importanza del ruolo dei team nelle corse in linea e a tappe. Lo staff di casa Marcialonga, un’organizzazione tanto valida quanto affiatata, conosce bene l’importanza del gioco di squadra e per la Marcialonga Cycling Craft in programma domenica 29 giugno a Predazzo (TN) sta lanciando delle speciali promozioni dedicate ai team che si accingono a partecipare all’8a edizione della granfondo delle Valli di Fiemme e Fassa. Sul sito ufficiale, infatti, si possono trovare informazioni e dettagli sui tanti vantaggi dedicati ai gruppi, fra i quali spiccano la canotta tecnica Craft in omaggio, premi speciali, riduzioni e tanto altro ancora. La seconda novità dell’edizione 2014 è rappresentata da un ritorno al passato dei percorsi, che tornano a proporre le salite di Monte San Pietro, Passo di Lavazé e, solamente per il tracciato lungo, i tanto temibili quanto spettacolari passi San Pellegrino e Valles. Gli itinerari di gara della Marcialonga Cycling Craft, nel cuore delle Dolomiti, sono adatti a tutti, il “medio” misura 80 km e presenta un dislivello di 1894 m, mentre il “lungo” prevede una distanza di 135 km e un dislivello di 3279 m. Dopo i primi 20 km in Val di Fiemme ideali per il riscaldamento, si sconfinerà in Alto Adige e un’agevole discesa servirà da rampa di lancio per imboccare la prima asperità di giornata: i 9 km di ascesa verso Aldino (km 34) e Monte San Pietro (km 39). Il tracciato poi prosegue verso Nova Ponente e dopo una breve picchiata bisognerà fare i conti con l’impegnativa erta del Passo di Lavazè (km 59), dominata da un lato dalle imponenti pareti del Latemar e dall’altro dal Corno Nero e dal Corno Bianco. Allo scollinamento si piomberà in un baleno nuovamente in Val di Fiemme, a Tesero, e a quel punto solo una decina di chilometri separerà i ciclisti dalla finish line del “mediofondo” a Predazzo. I granfondisti invece proseguiranno verso la Val di Fassa e a Moena svolteranno a destra per imboccare il Passo di San Pellegrino (km 99), un’asperità lunga 11,8 km che alterna tratti facili a strappi impegnativi. In vetta, la visione dei verdi prati ai piedi del gruppo dei Monzoni e del Costabella ripagherà gli atleti di ogni sforzo. Poco dopo il culmine si sconfina nel bellunese e planando su una serie di tornanti si arriva al bivio dove inizia l’ultima fatica di giornata: il Passo Valles. Il tratto iniziale, di circa 4 chilometri, è veramente impegnativo sia perché gli atleti avranno già oltre 100 chilometri di corsa nelle gambe, sia perché le pendenze raramente scendono al di sotto del 10%. La strada poi spiana leggermente e quando la vegetazione comincia a diradarsi i corridori, alzando la testa, potranno godersi lo splendido panorama sul Monte Mulaz, nel gruppo delle Pale di San Martino. Il tratto riposante, si fa per dire, misura circa un chilometro perché l’ultima parte di salita si fa di nuovo arcigna fino ai 2032 m del passo (km 111). Oltre alla goduria per aver superato l’ultimo ostacolo di giornata, tutti i granfondisti potranno poi “aprire” il gas nella lunga discesa di 24 chilometri che, attraversando il Parco Naturale di Paneveggio, terminerà a Predazzo. Lo staff di casa Marcialonga mette a disposizione, come sempre, tanti servizi utili per i partecipanti: si parte dall’App Marcialonga da scaricare gratuitamente su Apple Store o Google Play, che contiene info e news aggiornate sul mondo Marcialonga, oltre ovviamente ai canali dedicati sui social network Facebook, Twitter e Youtube. Sul sito ufficiale inoltre c’è la possibilità di stampare il diploma di parteci-
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L’ALTRA ROUBAIX
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a cura di CARLO GUGLIOTTA
SULLA SCIA DEI GRANDI CAMPIONI, LA LEGGENDARIA CLASSICA FRANCESE PROPONE UNA VERSIONE – UN PO’ PIÙ SOFT – ANCHE PER GLI AMATORI. E COSÌ, DALLA FORESTA DI ARENBERG AI MITICI TRATTI IN PAVÈ, SI PUÒ VIVERE UNA TRANQUILLA GIORNATA D’INFERNO
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È il sogno di tutti gli amatori: accarezzare con le ruote della propria bicicletta le leggendarie pietre della Parigi-Roubaix, una delle corse più dure al mondo. Come ogni corsa che si rispetti, anche questo monumento del ciclismo ha la propria versione riservata agli amatori: in particolare, la regina delle classiche ha due corse amatoriali che la rappresentano. Il sabato precedente ogni edizione della Roubaix c’è la Paris Roubaix Challenge, ma i percorsi non rispecchiano fedelmente quello che percorrono i professionisti. Tanto per cominciare, la corsa amatoriale della vigilia ha tre tracciati: uno di 70 km, un altro di 141 km e un terzo di 170 km. La partenza di chi affronta il percorso più lungo (che presenta 28 tratti di pavé) non inizia da Compiegne, come per i professionisti, ma da Busigny, località che si trova in prossimità di Troisvilles, dove sorge il primo settore di pavè. Chi partecipa ha la possibilità di toccare con mano la durezza delle pietre pedalando nella zona più complicata della Rou-
baix e ha anche molti settori di pavé da affrontare prima dell’arrivo nel velodromo: ci sono anche la leggendaria Foresta di Arenberg e il Carrefour de l’Arbre.
Per chi affronta il percorso medio, invece, la partenza è da Roubaix: da là si percorre una strada a ritroso che porta fino alla Foresta di Arenberg per il tracciato di 141 km,
mentre per quello da 70 km dopo la partenza da Roubaix si prende il pavé da Templeuve, molti chilometri dopo la Foresta. Oltre alla Paris Roubaix Challenge, organizzata da ASO, esiste però un’altra Parigi-Roubaix per amatori: è una corsa molto particolare, in quanto si corre ogni due anni e ricalca perfettamente il tracciato che affrontano i professionisti ogni anno. La prossima edizione si terrà in questa stagione, precisamente l’8 giugno 2014, ed è organizzata dal Vélo Club de Roubaix Cylotourisme: anche in questo caso la partenza non è da Compiegne, ma da Bohain; i chilometri da affrontare sono però 210, dei quali 55 sul pavé (compresi i mitici settori di Arenberg e del Carrefour de l’Arbre). Saranno a disposizione degli
23 A margine della partenza della Roubaix per professionisti di quest’anno, vinta da Niki Terpstra davanti a John Degenkolb e a Fabian Cancellara, abbiamo cercato di capire come i corridori hanno attrezzato i propri mezzi. L’Europcar in blocco ha affrontato la corsa con dei telai Colnago da ciclocross, che presentavano le leve dei freni anche sulla parte alta del manubrio. A parte questa importante modifica che ha toccato principalmente una for-
amatori quattro aree di rifornimento ed è possibile partire in un orario tra le 5 del mattino e le 7.30; verranno poi conteggiati i tempi migliori e saranno messi in palio dei trofei molto simili a quelli che vengono dati ai professionisti che si aggiudicano la regina delle classiche. Per i migliori, il tempo previsto per coprire tutta questa distanza è di circa 6 ore. Naturalmente, una Parigi-Roubaix non è una corsa come tutte le altre: è una gara senza difficoltà altimetriche, ma è la più massacrante al mondo, ha un fascino di altri tempi e quindi anche le bici devono essere attrezzate per affrontare questi tracciati così particolari.
mazione, gli altri corridori hanno scelto quasi tutti di “montare” un 53 come moltiplica grande e un 42 come moltiplica piccola al posto del 39. Ma l’attenzione principale è data soprattutto ai tubolari, in quanto bisogna cercare per quanto più possibile di evitare le forature, come ci ha spiegato il team manager della Trek Factory Racing Luca Guercilena: «I corridori hanno a disposizione dei telai fatti apposta per questa corsa, sono stagionati e all’interno è stato inserito del liquido antiforatura. Naturalmente, ogni corridore sceglie la pressione delle gomme congeniale per lui». Il segreto per evitare le forature è quindi quello di utilizzare dei tubolari molto stagionati: più lo sono e meglio si riesce ad evitare l’inconveniente. Per capire la pressione delle gomme, invece, l’ideale sarebbe fare un giro sul pavé uno o due giorni prima della gara, in modo tale che anche l’amatore che vuole partecipare alla Roubaix possa capire quale faccia più al caso suo. Non è da tutti i giorni affrontare le pietre della regina delle classiche, ma di sicuro sarà un’esperienza che resterà impressa nella memoria per molto tempo negli appassionati che vorranno cimentarsi in questa gara.
24 a cura della REDAZIONE
CENTRO CITTÀ
SI È SVOLTA LO SCORSO 21 APRILE A LUGO DI ROMAGNA LA PRIMA EDIZIONE DELLA CICLOTURISTICA IN “GRAZIELLA”. IN 120 SONO GIUNTI DA TUTTA ITALIA PER CELEBRARE I 50 ANNI DELLA MITICA BICICLETTA DEGLI ANNI ’60
ORGOGLIO PIEGHEVOLE
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foto ANTO NELLO8314 /W
WW.DELC
AMPE.NET
Circa 120 ciclisti provenienti da varie parti d’Italia hanno dato vita lo scorso 21 aprile nel ravennate alla pedalata cicloturistica di circa sessanta chilometri sulle mitiche Grazielle, le biciclette pieghevoli tanto in voga negli anni ’60 e che stanno ora riscoprendo una seconda giovinezza. “Orgoglio Pieghevole” – così gli organizzatori hanno voluto chiamare questa manifestazione che voleva anche celebrare il cinquantenario della nascita della mitica bicicletta pieghevole – ha fatto quindi registrare un indubbio successo sia sul piano della partecipazione che su quello dei consensi dei partecipanti, nonostante le previsioni metereologiche poco favorevoli e qualche scroscio di pioggia che ha disturbato l’ultima parte della pedalata. Un clima festoso e improntato a grande goliardia, che traspariva anche dall’abbigliamento di molti partecipanti, ha caratterizzato l’intera manifestazione, dal ritrovo a Madonna delle Stuoie, alla partenza ufficiale da piazza Baracca – nel comune di Lugo di Romagna – con lo start dato dall’Assessore Baldini e dalla “Signora Graziella”, all’intera pedalata e ai due ristori effettuati all’Azienda Agrituristica Massari di Conselice e al Bar Trattoria Oasi a Campotto.
L’apprezzato pasta party finale, organizzato dai volontari della cicloturistica Francesco Baracca di Lugo, che ha attivamente collaborato alla realizzazione dell’iniziativa assieme all’Associazione Girodellaromagna.net, è stato il giusto coronamento della manifestazione permettendo non solo di recuperare ampiamente le energie spese, ma anche di chiudere al meglio la giornata. Dopo il saluto dell’Assessore Fiorini, si è proceduto alla consegna di vari premi: trofei per la bicicletta e gli abbigliamenti maschili e femminili più caratteristici e una scopa al ciclista che, per primo, aveva dovuto abbandonare la pedalata e ricorrere al “carro scopa”. A conclusione, in aggiunta al molto apprezzato diploma di partecipazione con-
segnato a tutti gli iscritti e ai gadget contenuti nel pacco gara, si è proceduto all’estrazione di molti premi, tra cui anche una bicicletta pieghevole della Cicli Cinzia, che hanno reso ancor più felici i fortunati. Oltre ai tanti apprezzamenti fatti alla manifestazione e a Paolo Cristofori che è stato il motore di tutto, la richiesta avanzata a gran voce è stata quella di dare continuità all’iniziativa promuovendola anche nei prossimi anni e la cicloturistica F. Baracca, che sta ormai organizzando direttamente o in collaborazione con altri iniziative ciclistiche rivolte agli appassionati di tutte le varie discipline ciclistiche, ha confermato la sua disponibilità con un arrivederci alla seconda edizione del prossimo anno.
Le Granfondo ciclistiche come veicolo di messaggi non solo sportivi e agonistici, ma anche culturali,storici, ambientali.
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Partecipa alle tre prove precedenti e potrai goderti “Le Cinque Terre� GRATUITAMENTE! Media partner:
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IL PERSONAGGIO info@inbici.net
a cura di PAOLO MEI
MARCO VELO, IL TUTTOLOGO DEL CICLISMO È STATO UNO DEI PROFESSIONISTI PIÙ LONGEVI (QUINDICI ANNI DI ATTIVITÀ); HA “PROTETTO” MARCO PANTANI SULLE SALITE ED HA APERTO LA STRADA ALLE VOLATE TRIONFALI DI PETACCHI. TRE LUSTRI DI ESPERIENZA E POLIEDRICITÀ OGGI MESSI A DISPOSIZIONE DI RCS E FEDERAZIONE
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Marco, partiamo dall’inizio: chi l’ha messa in bici? «Sembrerà strano, ma sono salito in bici quando ho capito che non sarei diventato un buon calciatore! Come tanti ho iniziato con il calcio, ma ho capito in fretta che non faceva per me. A quel punto ho provato con il ciclismo nella squadra del paese, avevo 11 anni.»
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Quattro titoli di campione italiano a cronometro. Ma nel palmares anche un 11° posto in classifica generale al Giro d’Italia nel 2001. E allora che corridore è stato Marco Velo? «Ritengo di essere stato un corridore completo: andavo piano ovunque! A parte gli scherzi, mi adattavo velocemente al ruolo che dovevo ricoprire. È accaduto con Pantani per il quale lavoravo duro in salita ed è stato lo stesso con Petacchi, quando sono diventato l’ultimo uomo del celebre ‘treno’ che doveva lanciarlo in volata. Le cronometro mi hanno sempre affascinato, da juniores ho vinto il mondiale quartetto 70 km e ho poi ho continuato a coltivare questa specialità. Prima di andare alla Fassa Bortolo guardavo con ammirazione quei pazzi che si buttavano nella mischia per tirare volate ai propri capitani, mai avrei pensato un giorno di trovarmi là in mezzo. È capitato a volte di chiudere addirittura gli occhi sperando di passarla liscia senza cascare, questo tipo di ruolo mi stimolava moltissimo anche perché mi accorgevo che, giorno dopo giorno, volata dopo volata, acquisivo sempre più esperienza. Questo mi ha permesso di gestire certe situazioni più con la testa che con le gambe, pur sapendo che se io avessi sbagliato qualcosa, al 90%, il mio capitano avrebbe perso la volata.» Esordio tra i “pro” alla Brescialat, poi la Mercatone Uno di un certo Marco Pantani. Quattro anni al fianco del personaggio che ha (ri)avvicinato la gente al ciclismo. Un Giro e un Tour nello stesso anno, il 1998. Che ricordi ha di quel periodo? «Be’, i ricordi più belli li ho vissuti stando al fianco di Pantani. Lui mi ha voluto in squadra e, al primo anno al suo fianco, abbiamo vinto il Giro d’Italia. Ricordo che, quando staccò Tonkov a Montecampione, ipotecando quindi la vittoria finale al Giro, mentre stava salendo le scale del podio per la premiazione, mi vide tagliare il traguardo, fermò tutto per venirmi ad abbracciare e mi disse che un bel po’ di centimetri di quella maglia rosa erano anche miei! Questo era il Panta!» Pantani: l’ultimo corridore moderno capace davvero di emozionare. Chi era Marco, lontano dalle telecamere? «Lontano dalle telecamere era una persona normalissima alla quale piaceva stare in compagnia e divertirsi. Ci teneva a ‘fare gruppo’, soprattutto con i suoi gregari più fedeli. Era una persona generosa e di cuore, voleva sempre che noi fossimo tranquilli in tutto per poi dare il 100% in gara. Uno di poche parole, ma con un carisma impressionante. Con gli sguardi ci trasmetteva in un istante ciò che provava e ciò che aveva intenzione di fare. Una persona unica, Marco.» Poi un altro Giro vissuto da gregario di lusso per Stefano Garzelli…
Marco Velo
«Sì, il Giro vinto da Stefano non sono riuscito a portarlo a termine, mi dovetti infatti ritirare una settimana dalla fine per problemi fisici, ma fino a quel momento anche per Stefano abbiamo dato il massimo. Lui è stato bravissimo a sfruttare il momento, a non farsi condizionare dal fatto che Marco non fosse in condizione. Fece la sua corsa e, giorno dopo giorno, si guadagnò i gradi di capitano ed ebbe il lusso di avere addirittura un gregario come Pantani.» Dal 2002 tutto cambia. Da uno scalatore, Pantani, a uno sprinter, Petacchi. Con lei Alessandro vinse le famose nove tappe al Giro del 2004. Dalla fatica pura all’adrenalina, il passo fu breve… «Breve non direi, ma diciamo che in un annetto ho migliorato anche in quello. Per caso, in una corsa a tappe di inizio stagione, mi trovai in un finale di corsa con Alessandro presente in un gruppo non folto. A quel punto provai ad aiutarlo per lo sprint, lui si trovò subito bene con me, per il mio modo di
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Il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, Anna Graziani, il ct della nazionale Davide Cassani e Marco Velo
preparare la volata e da lì iniziarono 7 anni di sprint vincenti, ovviamente con l’aiuto di tutti gli altri compagni del ‘treno’ e di chi lavorava, durante tutta la gara, per far sì che si potesse arrivare in volata. Parlando proprio con Ferretti al raduno della nazionale a Camaiore, spiegammo ad alcuni papabili azzurri il funzionamento di quella macchina perfetta chiamata ‘il treno della Fassa’, dove ognuno sapeva ciò che doveva fare e decideva in autonomia i tempi e i modi senza che i direttori sportivi intervenissero più di tanto.» Petacchi e Pantani, caratteristiche diverse, caratteri opposti? «Totalmente diversi, non solo per caratteristiche ma soprattutto per carattere. Marco era molto più determinato e grintoso, Alessandro si demoralizzava con poco. Se Ale-Jet avesse avuto almeno un terzo della grinta del Pirata avrebbe potuto vincere, a mio avviso, per esempio, il mondiale.» Il suo più bel ricordo da corridore? «Ne ho due: uno già ve l’ho raccontato, ovvero l’episodio di Montecampione. L’altro risale al 2003, al Giro d’Italia, per il modo col quale riuscii a mettere Petacchi in condizione di poter fare lo sprint: vinse davanti a Cipollini (che vestiva l’iride) e prese la maglia rosa. Emozioni che porterò sempre con me.» Veniamo ai giorni nostri: appesa la bici al chiodo, lei ha intrapreso la carriera del direttore sportivo in seno alla QuickStep. L’esperimento durò poco, RCS Sport aveva bisogno di un uomo di ciclismo, fine esperto, conoscitore delle dinamiche del gruppo. Lei, che è stato l’ultimo uomo di AleJet, pare essere tagliato per questa mansione.
Che cosa fa il “regulateur”? «Il mio ruolo è quello di gestire il ‘traffico in corsa’. Spesso ci sono situazioni in cui ci si trova a regolare 20 moto tra fotografi e tv, auto-invitati, auto cambio ruote e altro ancora. Ai ciclisti va sempre garantita la massima sicurezza e, per questo, serve una o più persone che, davanti al cuore della gara, facciano da filtro e rendano tutto possibilmente fluido senza che la gara venga falsata. Questo è molto importante e il fatto di poterlo fare su una moto ti permette di essere presente e agire più tempestivamente rispetto a chi, invece, segue la corsa in auto. Praticamente per tutta la durata della gara mi trovo nel cuore della corsa e detto i tempi ai fotografi indicando loro i tempi per potersi avvicinare ai ciclisti e controllo che le moto tv svolgano in sicurezza il loro lavoro. Tutto questo rimanendo in contatto con radio corsa, direzione e giuria. Insomma, ho sotto controllo la situazione della gara con i vari tempi per eventuali distacchi, in modo da gestire al meglio i momenti critici per far sì che non si creino mai problemi o potenziali pericoli. Tutto ciò ovviamente in collaborazione con i direttori di corsa, le motostaffette e gli ispettori di percorso che mi precedono e che prontamente mi avvisano via radio su eventuali criticità sul percorso.» Da pochi mesi, Paolo Bettini è uscito di scena e il nuovo commissario tecnico della nazionale professionisti è Davide Cassani. L’ex telecronista RAI ha voluto attorno a sé uomini di esperienza, come un certo Giancarlo Ferretti (suo ex ds alla Fassa Bortolo, ndr), ma soprattutto ha designato proprio lei nel ruolo di vice Cittì. Con un occhio di riguardo alle cronometro, il suo pane. «Mi ha fatto veramente piacere il fatto che Davide Cassani e la Federazione mi abbiano chiesto di far parte del gruppo. In questi giorni mi sto sentendo con Davide per programmare al meglio l’avvicinamento al campionato del mondo di Ponferrada. Un po’ di esperienza nelle crono me la sono fatta correndo e sicuramente mi concentrerò maggiormente sui nostri specialisti. Ci sono ragazzi veramente interessanti che stanno ‘investendo’ su questa specialità. La strada per mettersi al pari con altre realtà è ancora lunga, ma il centro studi della FCI sta lavorando nella giusta direzione.» A proposito di prove contro il tempo, se il buongiorno si vede dal mattino, Adriano Malori (vincitore alla Tirreno Adriatico davanti a Cancellara, Wiggins e Martin, ndr) potrebbe portare in alto il tricolore ai prossimi mondiali. Cosa ne pensa? «Adriano anno dopo anno ha dimostrato di esser sempre più competitivo. La vittoria alla Tirreno Adriatico, visto l’ordine d’arrivo, è veramente di spessore. È uno che tiene tantissimo alle prove contro il tempo, i risultati lo dimostrano e credo che su un percorso come quello dei prossimi mondiali, se la condizione lo sorreggerà, potrà sicuramente far bene.» Lei ha realizzato molti dei suoi sogni. Ha ancora qualche desiderio da inseguire? «Diciamo che mi sono tolto parecchie soddisfazioni, ma i desideri preferirei tenerli per me.» foto FANNY SCHERTZER
Le strade del Monte Bondone
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LA LEGGENDARIA CHARLY GAUL a cura di NEWSPOWER
LA CASA DEI GRIMPEUR A LUGLIO IN TRENTINO UNA GRANDE CLASSICA DEL CALENDARIO. L’OCCASIONE PER GODERSI UNA VACANZA IRRIPETIBILE
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5 min
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In Trentino l’accoglienza dei turisti è tradizionalmente curata nei minimi dettagli, ma l’ApT Trento Monte Bondone Valle dei Laghi vuole davvero coccolare tutti i partecipanti alla 9ª edizione de La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone – Trofeo Wilier Triestina, in programma nella settimana dal 13 al 20 luglio. Sul sito www.discovertrento.it, infatti, si possono trovare le tante offerte a disposizione dei ciclofondisti per regalarsi un soggiorno in Trentino all’insegna delle due ruote. Oltre al Bike Tour Leggendario, la vacanza in bicicletta nella settimana dal 13 al 20 luglio, l’ApT, che assieme all’ASD Charly Gaul Internazionale organizza l’evento, propone soggiorni brevi dedicati al week-end della gara. Gli ospiti degli alberghi convenzionati, rintracciabili sul sito, avranno anche a disposizione la Guest Card Trentino, un vero e proprio lasciapassare per scoprire tutte le attrattive turistiche della provincia di Trento. La Guest Card dà l’accesso gratuito a musei, parchi naturali, centri termali e consente di viaggiare gratuitamente sui mezzi del trasporto pubblico locale. Questo comodo passepartout però dovrà essere usato con… parsimonia perché le bellezze naturali e culturali del Trentino sono innumerevoli e potrebbero distogliere l’attenzione dei corridori dalla gara, dove ad attenderli, come ogni anno, ci sarà l’ascesa al Monte Bondone. Per quanto concerne la prova in linea di domenica 20 luglio l’itinerario “Granfondo” misura 141 km e presenta un dislivello di 4000 metri, mentre il “Medio” sarà di 57 km con 2000 metri di dislivello da superare. La prova a cronometro, in scena nella Valle dei Laghi, si disputerà venerdì 18 luglio a Cavedine su un percorso di 24 km e un dislivello di 442 metri. Il Granfondo sarà caratterizzato dalla doppia scalata al Monte Bondone, la prima volta dal versante di Aldeno fino alla località Viote, dove d’inverno gli appassionati di sci di fondo possono trovare pane per i loro denti, mentre nel finale i granfondisti daranno l’assalto alla Montagna di Trento da Cadine e Sopramonte, per poi immettersi in località Candriai sulla salita intitolata a Charly Gaul fino ai 1654 metri di quota del traguardo di Vason.
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Elda Verones con i campioni Silvio Fauner, Antonio Rossi e Stefano Gross
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le offerte legate al soggiorno a Trento e nella Valle dei Laghi. La Leggendaria Charly Gaul è, ovviamente, anche sui social network con la pagina ufficiale su Facebook ed il canale Youtube dedicato. Fra gli eventi di contorno che animeranno il fine settimana della manifestazione spiccano l’Expo, che aprirà i battenti giovedì 17 luglio, mentre sabato 19 sarà il turno della Mini Charly Gaul, con i baby ciclisti chiamati a divertirsi in una gimkana in Piazza Duomo e, last but not least, il pasta party di fine gara, in cui tutti i concorrenti potranno ricaricare le batterie dopo la scalata al Monte Bondone. La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone – Trofeo Wilier Triestina sarà anche quest’anno l’unica frazione italiana inserita nell’UCI World Cycling Tour, la serie che assegna il titolo mondiale amatori e master. Inoltre la prova trentina ospiterà il gran finale del rinomato Alé Challenge di cui è tappa conclusiva e assegnerà punti per i circuiti Alpe Adria, dalzero.it, Nobili e Supernobili.
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I mediofondisti, invece, dovranno fare i conti “solamente” con l’intera ascesa dedicata all’Angelo della Montagna, da Montevideo, poco fuori il centro di Trento, fino alla finish line di Vason. La prima parte di percorso sarà comune a entrambi gli itinerari con la partenza da Piazza Duomo, nel cuore della Città del Concilio ed i passaggi da Lavis, dalla Strada del Vino e dalla Val di Cembra, prima di rientrare nel centro città, dove ci sarà la separazione. Le iscrizioni a La Leggendaria Charly Gaul Trento Monte Bondone – Trofeo Wilier Triestina sono in piena corsa e affrettandosi c’è ancora la possibilità di sfruttare l’offerta Early Booking che permette di strappare un posto nella griglia di partenza della prova in linea a soli 45 euro (35 la cronometro). Fino al 30 giugno la quota ordinaria invece sarà di 58 euro per granfondo/mediofondo e 45 euro per la cronometro, poi il prezzo salirà di 10 euro fino al termine ultimo per registrarsi, fissato per il 14 luglio. Per ulteriori informazioni è utile tenere d’occhio il sito ufficiale della manifestazione, mentre sul portale discovertrento.it, come detto, sono presenti
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foto PLAYFULL NIKON
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CIRCUITO DEGLI ITALICI ZUEGG a cura della REDAZIONE
PEDALANDO TRA IL REGNO D’ITALIA E LO STATO PONTIFICIO L’8 GIUGNO, NELLA STORICA FRAZIONE DI PASSO CORESE, SI CORRE LA 9ª EDIZIONE DELLA GRANFONDO CITTÀ DI FARA IN SABINA. L’OCCASIONE PER UNA SUGGESTIVA “FULL IMMERSION” NELL’ANTICHITÀ
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Sarà ancora Passo Corese, storica frazione del comune di Fara in Sabina (nell’antichità zona di frontiera tra il Regno d’Italia e lo Stato Pontifico) ad ospitare la nona edizione della Granfondo Città di Fara in Sabina Time, in programma l’8 giugno. La rassegna, da quest’anno inserita nel calendario Internazionale dell’attività amatoriale federale, è una delle dodici prove del Circuito degli Italici Zuegg. Paolo Imperatori, deus ex machina dell’organizzazione, e il presidente della Pedala Piano, Enzo Mei, stanno valutando insieme ai suoi collaboratori il calendario di iniziative collaterali da inserire nel programma della manifestazione. «La nostra – spiega Imperatori – è una piccola società ciclistica in cui operano tanti appassionati delle due ruote che nelle diverse stagioni hanno offerto il loro prezioso contributo per l’organizzazione di questa manifestazione, ma anche della gara MTB Valle del Farfa che, nelle diverse stagioni, ha raggiunto traguardi importanti. Grazie a queste importanti credenziali da quest’anno abbiamo ottenuto un altro
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risultato di prestigio: l’inserimento nel calendario internazionale. Siamo coscienti che il respiro che sta assumendo nel tempo la manifestazione richiede un’ulteriore crescita anche per quel che riguarda la struttura organizzativa. In questo senso, l’intervento di società ciclistiche come Effetto Ciclismo Fiano Romano, Acido Lattico Passo Corese MTB, In Bike lnfernetto e Cicli Renzi, alcune delle quali hanno collaborato già nelle precedenti edizioni, ci permetterà di affrontare con sicurezza l’organizzazione di questo evento che dovrà essere unico e crescere al fianco della Granfondo Roma Campagnolo». La Granfondo Città di Fara in Sabina Time, come detto, è inserita nel “Circuito degli Italici Zuegg” che, da quest’anno, raddoppia e propone uno scontro epico tra due etnìe che hanno fatto la storia del nostro continente: gli
Etruschi e i Latini. Ciascun circuito è costituito da sei prove, mentre lo scontro finale è ambientato a Montefalco, nel cuore dell’Umbria, il prossimo 28 settembre. Le iscrizioni al circuito si sono chiuse il 10 marzo e il calendario ha già celebrato le prime tre tappe: il 16 marzo a Faenza con la Gran Fondo Davide Cassani (ed è stato subito record di presenze), la settimana dopo, in territorio ternano, la Gran Fondo dell’Amore “Francesco Cesarini” e il 27 aprile a Mentana (Roma) La Garibaldina. A maggio si svolgerà poi la Gran Fondo Terre dei Varano (11 maggio) e il 25 la Maratona degli Appennini. Il 2 giugno toccherà alla Strasubasio e, la settima dopo (8), ci sarà la concomitanza fra la Granfondo Fara in Sabina e la Gran Fondo del Capitano di Bagno di Romagna.
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RUOTE ROVENTI
a cura di ROBERTO SGALLA
PEDALANDO SULLO SPARTITO
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DAL QUARTETTO CETRA AL VIDEO-SCANDALO DEI QUEEN, DALLA PAMPANINI AL “BARTALI” DI PAOLO CONTE, QUANTO CICLISMO NEL MONDO DELLE CANZONI. ECCO I BRANI DEDICATI ALLA BICICLETTA CHE NESSUNO HA DIMENTICATO
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«La musica è la vera storia vivente dell’umanità», diceva qualcuno. E allora perché stupirsi se la bicicletta – icona folk della nostra cultura – ha ispirato, dal dopoguerra ad oggi, tanti cantautori? Un po’ romantiche e un po’ epiche, le canzoni dedicate al ciclismo – e ai suoi leggendari interpreti – sono davvero tante. Alcune non hanno lasciato il segno, altre sono entrate ad honorem nella memoria collettiva di intere generazioni. Tra i primi a cimentarsi nel format ciclistico-musicale furono, ai tempi della televisione in bianco e nero, i canta-attori del Quartetto Cetra con “Ciao Mama”, la
storia di un improbabile campione affetto da “mammite acuta”, ma forse la canzonetta più popolare – quella che negli anni ’50 raccontò con leggerezza l’Italia del dopo-guerra – resta “Ma dove vai bellezza in bicicletta” («così di fretta pedalando con ardor») cinguettata da Silvana Pampanini, che la interpretava nel film quasi omonimo diretto da Carlo Campogalliani. Ad ispirare i cantautori fu però, in primis, Marco Pantani, forse l’unico ciclista al mondo con una vera e propria playlist a lui dedicata. Come dimenticare “L’ultima salita” dei Nomadi («Dimmi cos’è che fa sentire il vuoto, che ti toglie tutto e fa fini-
re il gioco»), anche se la canzone ufficiale del campionissimo di Cesenatico resta – hit alla mano – “E mi alzo sui pedali” degli Stadio: «Io sono un campione, questo lo so. È solo questione di punti di vista, in questo posto dove io sto, mi chiamano Marco, Marco il ciclista». Tra i brani più celebri dedicati al Pirata “Prendi in mano i tuoi anni” dei Litfiba, “Senza un vincitore” di Alexia, “Rimini” dei Les Wampas, “Dove osano i pirati” di Francesco Bejor, “MP nella BG” di Giorgio Canali, “Le rose di Pantani” di Claudio Lolli e “Uomo in fuga” di Riccardo Maffoni. Restando in tema di campionissimi, come non citare il capolavoro di Paolo Conte “Bartali”, il jingle di «quanta strada nei miei sandali» e «dei francesi che s’incazzano» (memorabile l’interpretazione di Jannacci). Lo stesso Paolo Conte compose in chiave jazz l’immortale “Diavolo Rosso”, soprannome di Giovanni Gerbi, uno dei pionieri più romantici del ciclismo italiano. Nell’ultimo mezzo secolo moltissimi autori si sono fatti ispirare da questo tema, alcuni insospettabili come Tom Waits, Pink Floyd, Red Hot Chili Peppers, Franco Battiato, J. Ax. Qualche motivo è diventato molto famoso. Uno dei più noti a livello planetario è “Bicycle
33 a Pantani) e poi, in coppia con Ladri di Biciclette, compose il brano cult “Sotto questo sole” («è bello pedalare, ma c’è da sudare»). E restando in Emilia, come non citare “Sono in fuga” di Lucio Dalla. Forse pochi ricordano il brano “Senza un vincitore” di Alexia o “Pedala pedala” di Teresa De Sio, mentre resta un successo planetario “In bicicletta” di Riccardo Cocciante. Il disco d’oro delle canzoni a due ruote, però, spetta ad honorem a “Il bandito e il campione” di Francesco De Gregori, dedicata a Costante Girardengo e al suo amico Sante Pollastri, due «ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta, un’unica passione… per la bicicletta». Infine, una chicca da intenditori: i Têtes de Bois, band italiana di musica d’autore folk-rock, supportati nell’occasione addirittura da Margherita Hack, l’astrofisica
Race” dei Queen, non tanto per il brano in sé (che in effetti non ebbe un successo clamoroso), quanto per il videoclip cui fu abbinato. Diretto da Dennis de Vallance, è incentrato su una gara di ciclismo molto particolare: 65 donne completamente nude si sfidano al Wimbledon Greyhound Stadium. Per effettuare le riprese, la produzione affittò decine di biciclette. Il videoclip fu censurato, ma da uno dei suoi fotogrammi ricavarono un celeberrimo poster, da un altro la copertina del singolo, che fu accoppiato con “Fat Bottomed
Girls”, in cui compare, ripresa da dietro, la vincitrice di quella gara, una groupie piuttosto in carne che aveva accompagnato i Queen durante un tour americano. Tornando in patria, Enrico Ruggeri, invece, tradusse in musica una delle sfide sportive più appassionanti dello sport moderno, quella fra “Gimondi e il cannibale” (Eddy Merckx), il dramma di un campione che ebbe la sfortuna di trovare nella sua generazione un autentico marziano. Anche il poeta bolognese Francesco Baccini declamò in note il ciclismo con la sua “In fuga” (anche questa dedicata
triestina morta nel 2013, hanno voluto celebrare le gesta di Alfonsina Strada (1891-1959), la prima donna a competere alla pari con gli uomini in gare come il Giro di Lombardia o il Giro d’Italia. Partecipò a quello del 1924: partirono in 90, soltanto in 30 completarono la corsa, e Alfonsina era tra loro. Dedicarle una canzone era il minimo...
Vista panoramica
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GRAN FONDO “CITTÀ FARA IN SABINA” a cura della REDAZIONE
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VETRINA INTERNAZIONALE L’8 GIUGNO, A PASSO CORESE, LA PENULTIMA TAPPA DEL CIRCUITO DEGLI ITALICI LATINO. UN NOME NUOVO, UN TRACCIATO LEGGERMENTE ALLUNGATO E, PER LA PRIMA VOLTA, L’ARRIVO NEL CUORE DEL CENTRO STORICO
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Cresce l’attesa, nel panorama cicloturistico laziale, per la Gran Fondo Internazionale “Città Fara in Sabina”, che il prossimo 8 giugno (alle ore 8.30) celebrerà a Passo Corese, sulla guglia del monte Bruzio, la sua nona edizione. La rassegna, oltre a chiudere il Circuito dei due Mari, fa parte del Circuito degli Italici, per la precisione si tratta della quinta nonché penultima tappa del Circuito Latino, che si chiuderà un mese dopo (il 6 luglio) a Caldarola (Marche) con la Gran Fondo dei Sibillini. La manifestazione, organizzata dalla ASD “Pedala Piano” e che quest’anno ha cambiato denominazione (per otto edizioni si è chiamata Gran Fondo delle Cerase), vedrà ai nastri di partenza quasi 1500 iscritti, in leggero progresso rispetto all’ultima edizione: «E per noi bissare i numeri dell’anno scorso è già una grande soddisfazione – spiega Paolo Imperatori, anima della rassegna – lo scorso anno il meteo ci ha dato una bella mano ed i partenti effettivi furono 1320. Speriamo che quest’anno il bel tempo ci assista ancora». Per entrare negli standard internazionali la Gran Fondo laziale è stata allungata
quest’anno di circa 20 chilometri, arrivando a quota 145 per il lungo e a 110 per il medio: «Per la prima volta – aggiunge Imperatori – l’arrivo sarà collocato nel centro cittadino di Fara in Sabina. Un modo per rendere omaggio alla nuova denominazione, in linea con le richieste del nostro Comune che, da anni, ci chiedeva di dare il nome alla nostra granfondo».
La grande festa del ciclismo di Rieti partirà già dal giovedì, con una serie di eventi collaterali organizzati, in particolare, per i bambini. Gli organizzatori dell’ASD Pedala Piano hanno stretto anche una sinergia con le palestre del territorio per organizzare una grande esibizione in piazza di alcune discipline sportive. Il giorno della gara, mezzora prima dello start, è stato anche organizza-
Monastero delle Clarisse eremite “Santa Maria della Provvidenza”
to un raduno di Vespe su un tracciato disegnato nel centro storico del paese. E il sabato sera, immancabile, il grande spettacolo d’intrattenimento offerto dall’amministrazione comunale di Fara in Sabina, che ha voluto così celebrare una rassegna che, anche in termini d’indotto turistico, garantisce alla località un ritorno importante. La Gran Fondo di Rieti sarà, come sempre, anche l’occasione per trascorrere un fine settimana nella splendida cornice dei monti sabini, visitando magari Palazzo Orsini (con le sue celebri mensole scolpite in legno), Palazzo Farnese e tutte le antiche vestigia che si trovano nel territorio, come il deposito del grano e Monte di Pietà, oggi sede della biblioteca comunale e l’antica cisterna del 1588 di piazza del Duomo.
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5 min GRANFONDO CITTÀ DI PADOVA-FONDRIEST a cura della REDAZIONE
L’EVENTO CHE MANCAVA UNA NUOVA GRANFONDO CHE PARTE E ARRIVA NEL CUORE DELLA CITTÀ DI PADOVA, IN QUELLA PIAZZA CHE, NEL 1869, OSPITÒ LA PRIMA GARA CICLISTICA DELLA STORIA
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La Granfondo Città di Padova – Fondriest è organizzata da una società leggendaria – la SC Padovani – che vanta una storia ultracentenaria nell’attività ciclistica di alto livello. Nata il 5 dicembre del 1909, la Padovani ha conquistato numerosi successi riconosciuti dal CONI. Da questa tradizione e dall’inesauribile passione per il ciclismo, germoglia la Gran Fondo Città di Padova, una gara di cui si sentiva la mancanza. «La SC Padovani – puntualizza il responsabile della Granfondo Martino Scarso – è rappresentata, nella sua parte più operativa, essenzialmente da tre persone unite dalla passione per il ciclismo: il sottoscritto, il presidente Galdino Peruzzo e Alberto Ongarato. Siamo entrati a far parte della Padovani nel 2012 organizzando l’ultima edizione del Giro del Veneto. Il nostro intento era quello di continuare in questa direzione ma, con la nascita del Pro Tour, la nostra storica corsa ha perso d’importanza. Allo stesso tempo i costi sono aumentati vertiginosamente. Ci siamo presi un anno sabbatico per riflettere e abbiamo convenuto che sarebbe stato un vero peccato lasciar perdere tutto, sarebbe stata la fine della Padovani. Ci siamo allora rimboccati le maniche e siamo ripartiti con la squadra Juniores coordinata da Alberto Ongarato e con la Granfondo. Due realtà importanti che ci permetteranno di continuare a scrivere il libro della storica e ultracentenaria Società Ciclisti Padovani».
Anatomia della Granfondo I percorsi previsti sono due: il principale di 145 km, molto impegnativo per cicloamatori ben allenati, con 2060 m di dislivello e il secondo, più accessibile, di media lunghezza, 97 km con 1351 m di dislivello. Partendo dal Prato della Valle, il tracciato si snoda lungo i Colli Euganei con una puntatina ai Berici e un passaggio tra i fumi delle Terme per poi ritornare nel cuore della Città, in Prato. Descrizione percorso Un percorso a “otto” di 145 km tra Colli Euganei e Colli Berici con un dislivello complessivo di rilievo, 1350 m, per questa zone ciclisticamente molto interessanti ma che non conoscono quote elevate, restando sempre al di sotto dei 500 metri. L’approccio alle salite, dal centro della città di Padova, è il più rapido possibile. Tolta ogni riluttanza, seguendo la “strada dei Colli”, si punta decisamente sull’abitato di Teolo, classicissima meta degli appassionati padovani, vicentini, veneziani e rodigini. Scesi su Teolo e poi nuovamente in pianura, passando per i pittoreschi paesini di campagna di Lovertino e di Albettone, ci si ritrova ai piedi dei Colli Berici, dove si incontra la salita più impegnativa dell’intero percorso, Zovencedo. Si torna quindi ai Colli Euganei ripassando per il paese di Lovolo e si affrontano salite impegnative quali il Roccolo e Calaone. Si scende su Este passando per Baone e per Arquà Petrarca dove, di lì a pochi chilometri, s’incontra il duro strappo del Turri. Gli ultimi 15 chilometri sono in piano, scorrevoli, l’ingresso in città dal ponte
del Bassanello, ormai ad un tiro di schioppo dall’arrivo. Un ricco pacco gara A disposizione degli iscritti ci sarà un ricco pacco gara che ripaga abbondantemente la quota d’iscrizione prevista di 30,00 euro. Vediamo i gadget che ogni iscritto troverà aprendo la sua sacca, sì perché sarà una sacca a contenere: un Reggicatena TFM, una bottiglia di Birra Scudata, una Lattina Red Bull, un Braccialetto Fondriest, vari Prodotti Pro Action, Pasta Jolly e una splendida T-shirt personalizzata a ricordo della manifestazione. E non è ancora tutto...
Pranzo-Party Alla fine della gara è previsto un Pranzo-Party offerto dall’azienda di ristorazione padovana Polo SpA che prevede frittura di pesce con patate, pasta, bibita e caffé. Premi e incentivi per le squadre più numerose Infine, non mancheranno premi e incentivi alle società più numerose che s’iscriveranno. Ne citiamo solo alcuni. 1ª Società con maggior numero di iscritti: 2 citybike, 5 telefoni, 20 bottiglie di vino DOC. 1ª Società con maggior numero di arrivati sul percorso lungo: 2 city bike, 5 telefoni, 20 bottiglie di vino DOC. Per ogni 15 iscritti, inoltre, un’iscrizione è in omaggio Eventi collaterali Oltre alla Granfondo, sono previsti molti eventi collaterali, sempre legati alla bicicletta ma per tutti, bambini, amanti dell’arte e della buona cucina. Per info: www.gfcittadipadova.it
u n E V E nT O
Con il patrocinio del
Comune di Padova
La corsa che mancava... in Prato! 29 GIUGNO 2014
145 km 97 km
PADOVA
TURRI TERME EUGANEE VALSANZIBIO
TEOLO
COLLI EUGANEI
ZOVON
TOARA
ZOVENCEDO
COLLI BERICI
LOVOLO
BAONE CALAONE ROCCOLO
ESTE
Partenza e arrivo in Prato della Valle Il fascino dei colli Euganei Due percorsi avvincenti
info & iscrizioni su:
www.gfcittadipadova.it
- tel. 334 6964062
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GRAN FONDO “CITTÀ DI AREZZO” a cura della REDAZIONE
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SULLA GIOSTRA COL SARACINO IL 15 GIUGNO LA TERZA EDIZIONE DELLA CORSA VALIDA COME PROVA DEL “CIRCUITO DEGLI ITALICI ZUEGG”. E UNA SETTIMANA DOPO VIA ALLO SHOW MEDIOEVALE DEI QUARTIERI
manifestazione a carattere agonistico viene stabilito in 6 ore dal via ufficiale (media oraria di 25 km/h). Obiettivo degli organizzatori è migliorare il numero di partenti della passata edizione, quando – sui blocchi di partenza di via Maeco Perennio – si presentarono in quattrocento. Ricordiamo che le prime due edizioni sono state vinte da Michele Cartocci, che fece la differenza lungo le rampe che conducono al GPM della Crocina, tagliando il traguardo dopo 4h 00’ 32” a quasi 37 km/h di media; al secondo posto, nell’edizione 2013, Ivan Ostolani (Cavallino ASD), terzo Andrea Balli (Olimpia Cycling). Tra le donne, l’edizione 2013 vide la cavalcata solitaria della fiorentina Ilaria Rinaldi (Cavallino ASD), mentre nel percorso corto la vittoria andò all’ex professionista Massimiliano Grazia (Green Devils) e tra le donne a Dorjan Karen Alice (Cicli Gaudenzi). La Gran Fondo di Arezzo sarà anche l’occasione per visitare una delle città toscane più belle ed affascinanti che, la settimana successiva (dal 21 giugno) propone la celebre Giostra del Saracino, ovvero lo spettacolo folcloristico più avvincente e
caratteristico della città. Alla Giostra partecipano i rappresentanti dei quartieri della città, che indossano magnifici costumi medievali. I quattro quartieri si distinguono per i vari colori: Porta Crucifera rosso-verde; Porta S. Andrea bianco-verde; Porta S. Spirito giallo-azzurro; Porta del Foro giallo-cremisi. Dopo una suggestiva sfilata nelle strade e nelle piazze cittadine, in un colorato corteo di musici, sbandieratori, cavalli, cavalieri e damigelle, tutti si riuniscono nella gremitissima Piazza Grande per assistere alla spettacolare esibizione del Gruppo Sbandieratori, che anticipa l’inizio della Giostra vera e propria. Dal fondo della piazza, mentre rullano i tamburi, il giostratore spinge il cavallo al galoppo e, lancia in resta, colpisce il ‘Saracino’, la sagoma del buratto armato di mazzafrusto, su cui è riportato il punteggio ottenuto. Il risultato è commentato dalla folla con un’esplosione irrefrenabile di entusiasmo o di dissenso, a secondo del quartiere di appartenenza del giostratore. Dopo le otto carriere stabilite, viene fissata una classifica, e al quartiere vincente viene consegnata una lancia d’oro. foto NEWSPOWER CANON
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Organizzato dal Gruppo Sportivo Cavallino ASD, sotto l’egida della Federazione Ciciclistica Italiana, è in programma domenica 15 giugno 2014 la terza edizione della Gran Fondo e Medio Fondo “Città di Arezzo”, valida come quarta prova del “Circuito degli Italici Zuegg” (www. circuitodeglitalici.it). La manifestazione partirà da Porta San Lorentino, nel cuore della città di Arezzo, mentre l’arrivo è collocato in viale Marco Perennio in prossimità di Porta San Lorentino. Come sempre iscriversi in anticipo conviene: fino al 12 giugno, infatti, il costo è di 25 euro, entro il 14 giugno è di 30 euro e iscriversi il giorno stesso della gara costerà 30 euro (previste agevolazioni per i gruppi con oltre 10 partecipanti iscritti). Due i percorsi previsti per la granfondo aretina: una granfondo di 132 km e una mediofondo di 104 km. I due tracciati sono caratterizzati dalle salite di Montanina, di S. Maria della Rassinata e di Scopetone; il bivio dei due percorsi sarà a 600 m dall’arrivo del medio ed il lungo procederà sul viale S. Margherita verso il valico dello Spicchio. Il tempo limite per il completamento della
Una splendida immagine della Giostra del Saracino
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NALINI VESTE IL CICLISMO a cura di ROBERTO ZANETTI
DIETRO A UN MARCHIO DI PRESTIGIO, LO STILE ABBINATO ALLA TECNOLOGIA. PERCHÉ, NEL CICLISMO, È IL DETTAGLIO CHE FA LA DIFFERENZA
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Protagonista da oltre 40 anni su tutti i mercati nazionali ed internazionali, l’azienda MOA Sport di Castel d’Ario in provincia di Mantova – meglio nota con il marchio NALINI – occupa una posizione di prim’ordine nel settore dell’abbigliamento da ciclista, sia professionistico che amatoriale. Per donne, uomini o bambini, Nalini offre un design creativo e sportivo dai colori alla moda e, allo stesso tempo, non rinuncia a soddisfare le esigenze in termini di funzionalità e design. Specializzata nella realizzazione di divise delle squadre, l’azienda mantovana dispone di un’ampia gamma di materiali e di tessuti ed è in grado di personalizzare un capo fin nei minimi dettagli. La flessibilità nella personalizzazione e nei servizi si riflette in numeri molto interessanti: 4 linee (dedicate all’uomo, alla donna, al bambino e al triathlon), 15 tipi diversi di maglia, 16 modelli di pantaloncini, 22 tipi di fondelli altamente performanti, Nalini dispone di diverse finiture o personalizzazioni possibili per i capi e accessori che completano la divisa del ciclista. Insomma, con queste caratteristiche si può dire con certezza che Nalini veste il ciclista “dalla testa ai piedi”!
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(termiche-antivento-antipioggia), guanti (corti e lunghi), calze e calzini, body da gara e tanto altro ancora, offre il capo giusto per ogni situazione e per tutti gli appassionati della bicicletta. • Personalizzato: grazie ad un completo ciclo produttivo interno, che va dalla realizzazione dei tessuti al capo finito, la ditta MOA Sport è specializzata nella creazione di linee, modellatura, disegni e collezioni personalizzate per qualsiasi esigenza. Una struttura funzionale e un qualificato staff sono a disposizione dei ciclisti e delle squadre per consulenze di carattere tecnico o commerciale relative a tutto l’abbigliamento prodotto.
PLUS DEI PRODOTTI NALINI: • Made in Italy: il nome Nalini è sinonimo di abbigliamento da ciclismo made in Italy di alta qualità che conquista sempre più appassionati della bici da corsa e della mountain bike in tutto il mondo. Il vasto assortimento di maglie e pantaloni per il ciclismo, manicotti, copriscarpe, giacche
42 • Scarpe: nel catalogo Nalini non troviamo solo abbigliamento tecnico di qualità ma anche le scarpe da ciclismo. Tecniche e accessoriate, le calzature Nalini erano, fino a qualche tempo fa, delle semplici scarpe da strada o da MTB. Oggi l’ampliamento della gamma non ha previsto solamente l’introduzione di nuovi modelli (ad esempio le scarpe per il triathlon e per lo spinning) ma anche l’impiego di esclusivi materiali tecnologici e innovativi.
• Certificazioni: MOA Sport ha ottenuto la certificazione Oeko-Tex; questo vuol dire che i capi, a diretto contatto con la pelle, hanno le caratteristiche umano-tecnologiche richieste dagli standard qualitativi attualmente in vigore. Prodotti sicuri, non nocivi e quindi sinonimo dell’originale “Made in Italy” di alta qualià famoso in tutto il mondo. • Nalini e i “pro”: MOA Sport gode inoltre di una rilevante presenza nel settore ciclistico professionistico, quale sponsor tecnico di alcuni tra i più importanti team del mondo.
Il Produttore e Distributore per l’Italia: Nalini è un marchio di MOA Sport Via Roppi, 48 46033 Castel d’Ario (MN) Tel. +39 0376 660777 Fax: +39 0376 660969 E-mail: info@nalini.com Web site: www.nalini.com
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SICUREZZA IN GARA
a cura di GIANLUCA BARBIERI
FRECCIATURA DEI PERCORSI DI GARA
gianlucabarbieri.inbici@gmail.com
LE FRECCE? NON SERVONO SOLO AGLI INDIANI! A VOLTE BASTA UN PICCOLO ERRORE PER VANIFICARE IL BUON ESITO DI UNA CORSA
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Un aspetto determinante – ai fini della sicurezza – in una gara ciclistica è la cartellonistica e, nello specifico, la segnalazione dei percorsi. Un’errata frecciatura, infatti, può compromettere il buon esito di una gara ciclistica. Non è un caso che in questo numero di INBICI Magazine abbiamo deciso di affrontare il tema della segnalazione dei percorsi, poiché nella nostra esperienza sui campi di gara, possiamo dire di averne viste “di tutti i colori”: da cartelli indicatori fatti con risme di carta e non plastificati – e dunque sciupati dalla pioggia – al posizionamento esagerato degli stessi, fino ad una colorazione assurda con una miriade di scritte che creava un’indicibile confusione agli atleti in gara. La prima cosa che possiamo dire è che i problemi li abbiamo notati sia nel settore strada che nella MTB; la seconda è che spesso gli errori si sono ripetuti all’interno della stessa manifestazione. Il che dimostra che non si tratta di sviste episodiche, ma di una mancanza di informazioni su come deve essere gestito questo delicato settore. Noi di INBICI Magazine, come sempre, riteniamo opportuno dare alcuni consigli per far emergere queste lacune e per cercare di contribuire a far crescere le manifestazioni in Italia. Ecco alcuni consigli che possiamo dare in materia di frecciatura e segnalazione dei percorsi: • i colori ufficiali sono sfondo giallo, scritte e segnali neri; • le dimensioni dei cartelli sono indicate dai regolamenti federali; • evitare, quindi, colorazioni che creano confusione, per esempio cartelli a sfondo verde, posizionati all’interno di un bosco; • fissare le frecce o i cartelli di pericolo in largo anticipo rispetto alle curve o agli ostacoli, magari posizionandone più di uno; • usare cartelli di tipo rigido e resistenti alle intemperie, fissandoli in modo che il vento non li faccia girare (evitare pali rotondi); • posizionare i cartelli ad una altezza tale che, se davanti si posiziona il pubblico, possano essere comunque visti;
• non lesinare sui cartelli avvisatori di pericolo: meglio un’informazione in più che un incidente per mancanza della stessa; • evitare di posizionare frecce già in curva, i corridori devono conoscere con largo anticipo cosa devono fare; • se esistono più percorsi, suddividere le frecce di cambio percorso su più di un palo, anticipando di molto il cambio di direzione e magari ripetendo l’informazione, onde evitare confusione tra gli atleti obbligandoli a brusche frenate o cambi repentini di direzione che possono creare incidenti; • evitare scritte inutili sui cartelli, specie quelli dove esistono già altre scritte di avviso riferite alla gara; • non esimersi dal predisporre cartelli con scritte “fuori standard” poiché a volte sono necessarie per risolvere i problemi riferiti ad una particolare situazione, che la cartellonistica classica non prevede (es. se su una granfondo si vuole che gli atleti rimangano a destra, possono essere creati dei cartelli ad hoc). Questi sembrano consigli scontati per molti organizzatori, ma credeteci che se abbiamo evidenziato alcune situazioni è perché, come abbiamo detto, in giro abbiamo visto di tutto e di più. Non sono molti i consigli che possiamo dare su questo tema, ma sono importantissimi, poiché l’errore di percorso da parte degli atleti, può compromettere il buon esito della gara, rovinando tutto il buon lavoro messo in campo dagli organizzatori. Siamo a conoscenza di fatti eclatanti, accaduti in gare o granfondo, sia su strada che di MTB, che hanno messo in seria difficoltà organizzatori, service di cronometraggio e giurie, il tutto per scarsità o mal gestione delle indicazioni in gara. Pertanto, amici organizzatori, fate attenzione: non buttate via mesi di lavoro solo per una freccia posizionata male!
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46 a cura di GIAN PAOLO MONDINI
CONSIGLI E RIFLESSIONI
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BISOGNI PRIMARI LO SPORT NON È UN CAPRICCIO MA UN’ESIGENZA PRIMARIA. LA PIRAMIDE DI MASLOW VI SPIEGA PERCHÉ IL MOVIMENTO È IMPORTANTE COME L’AMICIZIA, IL LAVORO E L’AMORE
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A.A. Maslow. Un’interpretazione della gerarchia dei bisogni di Maslow rappresentata da una piramide con i bisogni primari alla base e i secondari nella parte alta
Riuscire a soddisfare i bisogni di stadio più elevato e avere un miglior rapporto con se stessi e con gli altri, può avvenire anche attraverso questo percorso. Da qui nasce la base della creazione e/o consolidamento della motivazione. Oltre a questi aspetti teorici sono convinto che lo sport sia un veicolo di comunicazione sociale di grandissimo rilievo. Insomma, spero di avervi convinto di quanto sia importante fare attività fisica, perché dopo aver fatto sport il nostro benessere contagia anche le persone che ci vivono accanto. Ora provate a convincere le vostre compagne/i! http://www.lucamascaro.info/tag/maslow
foto WARREN GOLDSWAIN - FOTOLIA
Stanchi di dover trovare scuse per praticare il vostro sport preferito? Ma soprattutto non vi sentite compresi dai vostri familiari che vi accusano di passare troppo tempo fuori casa? Ebbene ora potete rispondere a tutti, senza più sensi di colpa, che state solamente soddisfacendo un bisogno, anzi più bisogni contemporaneamente! Questo grazie ad uno studio del 1943 (ma ancora attualissimo) dello psicologo americano Abraham Maslow sui bisogni fondamentali dell’essere umano. Alla base della piramide dei bisogni dell’essere umano – nella stessa categoria di altri bisogni primari come respirare, nutrirsi, riprodursi… – c’è anche il bisogno fisiologico di movimento! È interessante notare come lo sport non risponda solo a questa categoria, ma veda collegamenti in quasi tutti gli altri ambiti. Il secondo livello, infatti, oltre a comprendere un lavoro sicuro e durevole, si occupa della salute: per molti il significato più importante dell’attività fisica! Il terzo campo è quello dell’affettività e dei rapporti. Lo sport ricopre dunque un ruolo sociale determinante per soddisfare il bisogno di avere amici e una vita sociale, come capita con i compagni di squadra o appassionati di altre discipline sportive. Risalendo la Piramide, troviamo al penultimo stadio il riconoscimento sociale espresso come: fama, dignità, reputazione, etica… In questo senso si può capire perché, a volte, gli sportivi a livello amatoriale siano così coinvolti e determinati a raggiungere un risultato: purtroppo qualcuno tende ad esagerare più di altri...! L’ultimo ambito riguarda l’autostima a livello personale, rivolto cioè alla propria auto-realizzazione e al proprio benessere, quindi all’auto-elevazione di se stessi in termini di sicurezza, di fiducia nei propri mezzi e di equilibrio psicofisico.
Bagno di Romagna una meta per il fitness e la salute
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GRAN FONDO DEL CAPITANO a cura della REDAZIONE
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NEL PACCO GARA… UNA VACANZA! IL 9 GIUGNO A BAGNO DI ROMAGNA SI PEDALA NELLA CAPITALE DELLE TERME. E TRA BUONA CUCINA E PANORAMI MOZZAFIATO, LA VERA SORPRESA È L’HOTEL GRATIS
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Al grido di «Tu pensa a pedalare… la vacanza te la regaliamo noi!», torna – domenica 9 giugno, nella località termale di Bagno di Romagna – la Gran Fondo del Capitano che quest’anno propone un’eccezionale promozione. Tutti gli iscritti avranno, infatti, diritto ad un soggiorno gratuito di una notte con prima colazione, che potrà essere sfruttato dal 10 giugno al 30 dicembre. Per usufruire di questa eccezionale promozione occorre aver compiuto 18 anni ed essere accompagnati almeno da una persona pagante. Per utilizzare il buono in “ponti” e festività particolari bisognerà soggiornare almeno tre notti. Gli alberghi convenzionati: Hotel Tosco Romagnolo, Hotel Miramonti, Grand Hotel Terme Roseo, Ròseo Hotel Euroterm, Hotel delle Terme Santa Agnese, Hotel Al Tiglio, Hotel La Pace, Hotel Lucciola Ristorante il Toscano, Hotel Ristornate Bologna (tutte le info su http://granfondodelcapitano.it). È questo il “piatto forte” del pacco-gara previsto dalla manifestazione dell’Alta Valle del Savio, nel cuore del Parco delle Foresti Casentinesi che, sotto l’egida dell’ACSI e nell’ambito del Circuito Romagna Challenge, trasformerà per il quinto anno consecutivo la località valligiana nella capitale italiana del cicloturismo.
La Gran Fondo dell’Alto Savio sarà valida anche come tappa ufficiale del Campionato Italiano Interforze, il circuito ciclistico riservato alle forze armate e alle forze di polizia, una sfida per uomini e donne in divisa e dipendenti civili delle forze dell’ordine appassionati di bicicletta. La rassegna abbina ancora una volta l’amore per la bicicletta alle delizie gastronomiche, garantite nell’occasione dal grande chef Paolo Teverini, che curerà personalmente il ristoro ed il pasta party. Anche per questo motivo, quella di Bagno di Romagna è una delle granfondo più attese dai cicloamatori di tutta italia, che si cimenteranno su un itinerario di grande suggestione che – attraversando le località di Santa Sofia e Badia Prataglia – comprende il Passo dei Mandrioli, il Passo della Calla e il Passo del Carnaio. Un tracciato tecnicamente impegnativo, più volte scelto dai ciclisti professionisti per le loro sedute di allenamento. Due, come sempre, le proposte: un percorso lungo di 133 chilometri (3421 metri di dislivello) e uno più corto che, tuttavia, rispetto all’ultima edizione, dovrebbe essere allungato e dunque avvicinarsi ai 100 chilometri (1938 di dislivello). Alla consolle organizzativa Massimo Bardi,
fondatore de “La Strada del Benessere” e anima di una rassegna sportiva che, dopo quattro edizioni, punta al definitivo salto di qualità. Per questo, in abbinamento alla manifestazione valligiana, da quest’anno ci sarà un main sponsor di grande prestigio: Nalini, marchio MOA Sport leader nel settore dell’abbigliamento da ciclista professionistico e amatoriale. Il nome della granfondo si ispira al Palazzo del Capitano, uno degli edifici più ricchi di storia di Bagno di Romagna: la sua facciata, animata dagli stemmi lapidei dei Capitani e Vicari, racconta la lunga dominazione di Firenze su questa parte di Romagna, iniziata nel 1404 e terminata nel 1923 con il passaggio del Comune alla Provincia di Forlì. In occasione della “Gran Fondo del Capitano 2014”, sarà presente il fotografo Nicola Bisacchi, fotografo ufficiale della manifestazione. Il fotografo propone un pacchetto di foto (10-15 scatti) in formato digitale ad alta risoluzione, ad ogni partecipante interessato, al prezzo di 12 euro. Per chi fosse interessato, è già possibile prenotare il proprio pacchetto foto (Info 338 3121909 - nicolabisacchi@libero.it).
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9ª GRAN FONDO DAMIANO CUNEGO a cura di NEWSPOWER
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A VERONA SI PEDALA NELLA STORIA NEL GIORNO DELLA FESTA DELLA REPUBBLICA (2 GIUGNO) LA CITTÀ DI GIULIETTA OSPITA UN GRANDE WEEKEND DI CICLISMO. TRA SOLIDARIETÀ E BELLEZZE ARTISTICHE PREPARIAMOCI A TRE GIORNATE DI GRANDE SPETTACOLO
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Il ponte della Festa della Repubblica offre a tutti gli amanti delle ruote fine un’occasione davvero ghiotta per coniugare la passione per le granfondo al fascino di un luogo unico al mondo come la “Bella foto NEWSPOWER CANON Verona”. Lunedì 2 giugno, infatti, è in programma la 9ª edizione della Gran Fondo Damiano Cunego – Città di Verona e il lungo fine settimana festivo è un’opportunità ideale per spendere delle giornate alla scoperta della città di Giulietta e delle strade della Lessinia. La bellezza di Verona è nota a tutti: la Basilica di San Zeno, il Ponte di Castelvecchio, il Teatro Romano, le storiche porte d’accesso alla città, l’Arena e Piazza Bra sono solo alcuni dei monumenti che, oltre ad attirare ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo, hanno spinto l’UNESCO a riconoscere la città come Patrimonio dell’Umanità. Assieme all’ampia offerta di attrattive storiche e culturali, tutti gli appassionati che giungeranno a Verona per la gara potranno divertirsi prendendo parte ai tanti eventi di contorno della “Gran Fondo Damiano Cunego Fest”, in programma dalla serata di venerdì 30 maggio fino al 2 giugno, giorno della corsa. La “Gran Fondo Damiano Cunego Fest” avrà come cuore pulsante il tendone coperto di Via Guido d’Arezzo, tradizionale location del “quartier generale” della gara veronese, e comincerà il 30 maggio alle 19.00 con una iniziativa di solidarietà in favore di Anteas, un’associazione impegnata nel sociale. Venerdì 30 alle ore 20.00 aprirà anche lo stand Sapori Tipici Veronesi, dove si potranno degustare tante specialità locali come il risotto all’isolana, la carne d’asino tipica veronese (“il musso”), il prosciutto veneto e tanto altro ancora. Alle 21.00 invece comincerà il primo dei tre concerti di musica dal vivo che animeranno le serate della Gran Fondo Damiano Cunego Fest. La manifestazione continua sabato 31 maggio con la “Pedalata Kid – Mini Ciclisti” (ore 16.00) dove i bambini dai 6 ai 12 anni si divertiranno in sella alle proprie due ruote in un circuito nei pressi del tendone. La sera, poi, di nuovo spazio a Sapori Tipici Veronesi e alle note di un’altra band che si esibirà live. Domenica 1° giugno il menù “diurno” della Gran Fondo Damiano Cunego Fest offrirà già dalle 12.00 l’apertura dello stand gastronomico e un’esibizione di Musici e Sbandieratori (15.00-18.00). Nel frattempo, su di un circuito cittadino, andranno in scena le gare riservate alla categoria Esordienti (start alle 15.30), prima dell’oramai “abituale”
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La partenza della Gran Fondo Damiano Cunego 2013
programma serale con musica e cucina veronese. Il vero piatto forte sarà, infine, la Gran Fondo Damiano Cunego, che scatterà lunedì 2 giugno alle 9.00 da Via Guido d’Arezzo e fa parte dell’UNESCO Cycling Tour, circuito che include alcune gare che si disputano nei luoghi d’Italia patrimonio UNESCO. Le iscrizioni alla Gran Fondo Damiano Cunego sono in piena corsa e l’organizzazione, guidata come sempre da Sergio Bombieri, ha previsto agevolazioni per donne e squadre. La deadline per strappare un posto in griglia è fissata per il 26 maggio e sul sito ufficiale della manifestazione si possono trovare tutte le informazioni necessarie per prendere parte alla prova di lunedì 2 giugno.
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Gli itinerari di gara sono confermati: i percorsi soddisferanno la fame degli agonisti e dei tanti appassionati che vorranno godersi una bella giornata all’insegna di sport e divertimento fra Verona, la Valpantena e i Monti Lessini. Il “mediofondo” misura 85 km e presenta un dislivello di 1400 metri, mentre il più impegnativo “granfondo” prevede una distanza di 145 km e un dislivello di 3300 metri. La prima parte, comune ai due tracciati, prevede la salita verso Erbezzo che immetterà la corsa sulle strade vallonate della Lessinia. A Roverè Veronese (km 62) è posto il bivio fra i due itinerari: i mediofondisti si getteranno in picchiata verso il traguardo di Verona, mentre i granfondisti dovranno affrontare le salite verso Velo Veronese, Campofontana, Castelvero (nel comune di Vestenanova) e San Mauro di Saline prima dell’arrivo e del meritato riso party finale. Al via della Gran Fondo ci sarà anche Damiano Cunego che, fresco di Giro d’Italia, onorerà la corsa che porta il suo nome e che si svolge sulle sue strade. Info: www.granfondodamianocunego.it
Il podio femminile del percorso lungo Gran Fondo Damiano Cunego 2013
Il gruppo affronta le prime salite dell’edizione 2013 foto NEWSPOWER CANON
5 la scelta intelligente
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1 - Etichette veritiere
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Il valore biologico
Rappresenta l’unico indice di qualità di una proteina. Questo valore indica la quantità di azoto in una proteina che viene trattenuto per il mantenimento e/o l’accrescimento dei tessuti e che non viene perso con il sudore, le feci e l’urina. All’uovo è stato assegnato un valore biologico (VB) pari a 100, pertanto significa che le proteine dell’uovo contengono amminoacidi assorbibili al 100%, senza alcuna eliminazione, come avviene per tutte le nostre proteine con VB oltre 100. Più il valore biologico di una proteina è alto quanto più si avvicina alla proteina da sintetizzare nell’organismo. Inoltre più alto è il valore biologico di una proteina e maggiore sarà la sua utilizzazione, con minori “scarti” (scorie) che passano da fegato e reni, che assorbendo energie possono appesantire l’organismo con il rischio di compromettere la prestazione. L’alto valore biologico di una proteina è determinato dal suo profilo amminoacidico. La carenza di uno o più amminoacidi determina l’abbassamento del valore biologico. Affinché nell’organismo possa avvenire la sintesi proteica è necessaria la contemporanea presenza di tutti gli aminoacidi nella loro giusta proporzione. La carenza di anche un solo amminoacido può causare un bilancio negativo dell’azoto, in quanto viene degradata più proteina di quanta ne viene prodotta. Questo può rallentare o interrompere la catena delle reazioni metaboliche che avvengono nell’organismo, vanificando lo scopo desiderato. Il know-how e l’esperienza della nostra casa madre, Nutrichem azienda farmaceutica tedesca specializzata in alimentazione clinica enterale, dietetica e nutrizione per lo sport, garantiscono altissima qualità. I nostri prodotti sono un ottimo supporto per tutti gli atleti professionisti e non. L’impiego delle migliori migliori materie prime ed un sistema di gestione di qualità totale basato sulla certificazione Europea DIN EN ISO 9001:2008 ci consente di dichiarare sulle etichette delle nostre proteine i più alti valori biologici in commercio. Benedetto Catinella
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MECCANISMI PERFETTI + valore biologico + gira la catena metabolica CALCOLA IL VB DELLA TUA PROTEINA con il metodo del punteggio chimico, il più utilizzato al mondo: si tratta semplicemente di dividere gli aminoacidi presenti in 100 g di concentrato proteico, per i valori corrispondenti ai medesimi presenti in 100 g della proteina di riferimento (secondo FNB) e moltiplicare per 100 il punteggio (“score”). Esempio: Istidina Isoleucina Leucina Lisina Metionina + Cisteina Fenilalanina + Tirosina Treonina Triptofano Valina
X-TREME – Muscle 85 2,9 g 5,9 g 10,5 g 8,1 g 3,9 g 10,9 g 4,8 g 1,6 g 7,2 g
Proteina di Riferimento 1,7 g 4,2 g 7,0 g 5,1 g 2,6 g 7,3 g 3,5 g 1,1 g 4,8 g
Punteggio Score 1,7 1,4 1,5 1,58 1,5 1,49 1,37 1,45 1,5
L’aminoacido che presenta il più basso valore del punteggio [“score”] , è l’aminoacido limitante. Esso determina il valore biologico. Nell’esempio dato si tratta della Treonina con indice 1,37. Il valore del punteggio [“score”] verrà moltiplicato per 100. La proteina in esame X-Treme Muscle 85 ha un Valore Biologico di 137
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La partenza da Piazza Castello
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GRANFONDO FI’ZI:K CITTÀ DI MAROSTICA a cura di NEWSPOWER
FREDDO E PIOGGIA NON FERMANO LA PASSIONE LA QUINTA EDIZIONE VA A MIORIN, CHE S’IMPONE IN VOLATA SU BORDIGNON. SABRINA DE MARCHI PRIMA DONNA AL TRAGUARDO KLAUS STEINKELLER BATTE ANCHE IL GELO SULLA VERENETTA
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Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica… per tre. Klaus Steinkeller, Devis Miorin e Sabrina De Marchi sono i nuovi sovrani della granfondo vicentina che, nella Città degli Scacchi e sull’Altopiano di Asiago, ha scritto la sua storia per il quinto anno consecutivo. E parlando di storia della 5ª Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica, con il cielo plumbeo e minaccioso sopra i castelli di Marostica, era apparso chiaro fin dal mattino che sarebbe stata una storia per riders tosti, un migliaio dei 2100 iscritti provenienti da 16 nazioni. Prima del via, con la pioggia già battente sui tanti caschetti, gli organizzatori di Studio RX e ASD B-Sport decidevano a malincuore di rinunciare al tracciato “Granfondo” di 165 km, ritenuto proibitivo viste le condizioni meteo soprattutto in quota. Tutti gli atleti venivano così re-indirizzati sul Mediofondo di 110 km che comunque leggeva al suo interno la nuova salita della Verenetta fino a quasi 1500 metri di altitudine e con picchi di pendenza da amanti delle grandi scalate. Il via veniva chiamato dalla centralissima Piazza Castello, per l’occasione dipinta di rosso fuoco grazie ad un effetto di fumogeni colorati fino in cima alle guglie dell’imponente Castello Inferiore. Oltre ai tanti specialisti e specialiste dell’universo granfondo, ad aprire le danze in testa alla carovana c’erano anche volti noti della bici pro come David Millar, Giovanni Visconti, Dario Cioni, Bernhard Eisel, Daniel Oss, Davide Apollonio e Cristiano Salerno. Al loro fianco c’era anche il forte triatleta Alessandro Degasperi, oltre che una serie di ospiti VIP di fi’zi:k. Nella prima parte di tracciato il serpentone di atleti è rimasto sempre in carovana con Roberto Cunico, di casa da queste parti, a dare qualche strattone, cui tuttavia hanno sempre risposto per le rime i vari Steinkeller, Viglione, Miorin e Muraro. Dopo i transiti per Caltrano, Cogollo e Arsiero, era la salita di Pedescala con i suoi 17 tornanti fino a Rotzo a fare selezione, e l’austriaco Steinkeller si piazzava a condurre seguito da altri quattro temerari, un quartetto che con caparbietà saltava sui pedali all’attacco dell’erta della Verenetta, al debutto nel tracciato della Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica. Nel frattempo le condizioni meteo erano peggiorate e le temperature in quota crollavano sensibilmente a loro volta, costringendo gli organizzatori a decidere in corsa di interdire la Verenetta al resto della gara. Si creavano così due gruppi, Steinkeller in risalita alla Verenetta stessa, accompagnato da Leonardo Viglione, Emanuele Poeta, Andrea Pontalto e Giovanni Trinco, e tutti gli altri con in testa Cunico, tallonato dal veneziano Miorin, da Bordignon ed alcuni atleti del Team Beraldo tra cui Carlo Muraro. E se nella prima provvisoria l’atleta di Imst ha sempre tenuto in pugno la prima piazza, Roberto Cunico dalla sua ha tentato la fuga sui “mangia e bevi” dell’Altopiano di Asiago e fino a Conco ha fatto mangiare parecchia… acqua ai suoi inseguitori, che però riuscivano a rinvenire poco dopo, soprattutto a causa di una doppia caduta del vicentino che in definitiva lo metteva fuori dalla zona medaglie. Sul traguardo di Marostica Miorin e Bordignon arrivavano appaiati, ma la volata conclusiva con colpo di reni vincente era a vantaggio del primo, mentre a oltre un minuto e mezzo chiudeva Muraro, davanti a Paolo Minuzzo e Cunico. Nella gara donne, Sabrina De Marchi del Team Cinelli Santini ha conquistato il successo davanti a Gloria Bee e Matilde Molo. La Granfondo fi’zi:k – Città di Marostica era valida come terza prova
dell’Alé Challenge e prima del Nobili/Supernobili, e di sicuro è riuscita a mettere in archivio una giornata a dir poco campale grazie al contributo di tanti volontari di Marostica e dintorni che hanno supportato il comitato organizzatore con grande tenacia. Info: www.granfondofizik.it foto NEWSPOWER CANON
Il podio maschile con le autorità e gli organizzatori
MEDIOFONDO MASCHILE 1° Miorin Devis Velo Club Maggi 1906 ASD 03:00:07; 2° Bordignon Matteo ASD 71Sportteam 03:00:09; 3° Muraro Carlo ASD Team Beraldo 03:01:49; 4° Minuzzo Paolo Legend Miche LGL 03:01:50; 5° Cunico Roberto Team Beraldo Greenpaper 03:01:50 MEDIOFONDO FEMMINILE 1a De Marchi Sabrina Team Cinelli Santini 03.23.57; 2a Bee Gloria ASD Pedale Feltrino 3.26.32; 3a Molo Matilde ASD Bevarino Thiene 3.29.31; 4a Gallo Valentina AR Team Armistizio Hard 3.36.39; 5a Tosadori Orietta ASD 71 Sportteam 03.52.01; CLASSIFICA “VERENETTA” 1° Steinkeller Klaus Corratec Imst 03:22:38; 2° Viglione Leonardo ASD Team UCSA 03:26:55; 3° Poeta Emanuele Ponte Cycling Team 03:31:57; 4° Pontalto Andrea ASD New Line Rovolon 03:36:35; 5a Trinco Giovanni ASD Buje MTB 03:41:32
La partenza da Viareggio
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GRAN FONDO INTERNAZIONALE BMC DIAVOLO
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a cura di NEWSPOWER
IN VERSILIA BRINDANO NICOLETTI, CECCHI, PASSALACQUA E CATTANI A VIAREGGIO GRANDE SPETTACOLO E VINCITORI DI PRESTIGIO NELLA QUARTA E PENULTIMA TAPPA DEL GIRO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA
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Il “diavolo” a Viareggio ha giocato un brutto scherzo alle migliaia di iscritti della 18ª Gran Fondo Internazionale BMC Diavolo in Versilia, perché la pioggia ha imperversato per tutto il giorno sui tracciati. 1500 temerari però sono stati più forti del maltempo e si sono dati battaglia sui percorsi della Granfondo, penultima tappa del Granducato di Toscana. I vincitori del percorso “marathon” di 144 km sono stati il modenese Stefano Nicoletti e la spezzina Daniela Passalacqua, mentre sul “classic” da 106 km si sono imposti il pratese Tommaso Cecchi e la lucchese Silvia Cattani. Allo start, sul lungomare di fronte al Grand Hotel Principe di Piemonte, c’erano anche Andrea Tafi e i due pro del Team Saxo Tinkoff Rafael Majka e Paweł Poljan´ski. L’acqua ha complicato la gara degli atleti, ma l’Asd Ciclismo e Solidarietà con le sue centinaia di volontari ha comunque mandato in scena un evento organizzato perfettamente. La gara è scattata dal lungomare di Viareggio e subito i corridori si sono lanciati a razzo verso la prima salita, i Colli di Pedona, dove Massimiliano Grazia, Alessio Saccardi e Matteo Cipriani provavano a fuggire. In cima i tre sono transitati con un vantaggio di 25’’ su un gruppo di circa una quarantina d’unità. Le gerarchie della gara femminile si sono delineate già sull’ascesa verso Pedona, con Daniela Passalacqua che ha scollinato con un vantaggio di oltre un minuto su Silvia Cattani. Cerri e Kivishev, portacolori del Team Maggi di Forte dei Marmi, ci tenevano a far bene sulle strade di casa e quindi sono stati molto attivi sin dalle prime fasi. Sulla seconda asperità di giornata, l’ostico Monte Pitoro, si sono poi rimescolate le carte con un gruppetto di 18 corridori al comando, ma la situazione era in continua evoluzione. Infatti, dopo la discesa dal Pitoro e lo strappo di Monte San Quirico, Tommaso Cecchi e Davide Montanari riuscivano ad avvantaggiarsi, presentandosi ai piedi della salita di Via Piana (km 50) con una cinquantina di secondi di margine su un gruppetto di 30 unità. In testa alla corsa fra Cecchi e Montanari è nato subito un ottimo accordo e, superato il tosto Piccolo Mortirolo (km 70), il vantaggio sul gruppo dei trenta inseguitori era salito fino al minuto. In campo femminile intanto Daniela Passalacqua faceva gara solitaria con 1’37 di vantaggio su Silvia Cattani, vincitrice del mediofondo sia alla Gran Fondo Città di Pisa, alla Green Fondo Bettini di Pomarance e dunque in procinto di cogliere un prestigioso tris al Giro del Granducato. Il Team Maggi non si è però rassegnato e, grazie al lavoro di Federico Cerri, è riuscito ad annullare il gap con Cecchi e Montanari prima della salita di Bargecchia. I due però non si sono arresi e sulla discesa hanno di nuovo allungato, presentandosi al bivio fra i due percorsi con 40’’ di vantaggio sul gruppo, guidato, manco a dirlo, dagli uomini in maglia Maggi. Nel punto in cui i due tracciati si dividevano, le strade dei fuggitivi si sono separate perché Cecchi ha scelto di puntare dritto sul lungomare di Viareggio, e così si è portato a casa un altro bel successo dopo quello colto sul mediofondo alla Gran Fondo Città di Pisa. Il podio della gara “classic” di 106 km è stato completato dal lucchese Simone Orsucci e dal bolognese Massimiliano Grazia, che ha vinto la volata dei battuti. In campo femminile la festa è stata tutta per la “cannibale” del Giro del Granducato, la lucchese Silvia Cattani che sulle strade di casa ha conquistato il terzo successo consecutivo in questo circuito. Mauri-
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zia Landucci e Letizia Dini hanno terminato rispettivamente al secondo e terzo posto, per un podio interamente di marca lucchese. Sulle strade del “marathon” la spezzina Daniela Passalacqua ha continuato nella sua cavalcata, culminata col trionfo sul lungomare, dopo 144 km di fatiche “infernali”. In campo maschile invece la gara del percorso lungo è stata in equilibrio fino agli ultimi metri. Davide Montanari, infatti, ha accusato gli sforzi della prima parte e si è fatto raggiungere, ai piedi della salita di Montebello, dal compagno di squadra Stefano Nicoletti e dai due corridori Maggi, Kivishev e Cerri. Lungo i tornanti dell’ultima difficoltà di giornata, Capezzano Monte, Cerri ha attaccato nuovamente ed è riuscito a scollinare con un minuto di vantaggio sui tre all’inseguimento. In discesa e in pianura però i compagni di squadra Montanari e Nicoletti hanno fatto un lavoro eccezionale e a pochi chilometri dall’arrivo sono riusciti a riprendere il fuggitivo, negandogli la vittoria sulle strade di casa. Dopo il ricongiungimento Nicoletti, da navigato finisseur, è subito scattato e per il resto della compagnia non c’è stato nulla da fare. Il modenese ha concluso la gara a braccia alzate, mentre i due del team Maggi si sono dovuti accontentare delle due piazze d’onore con Eduard Kivishev secondo e Federico Cerri terzo. Info: www.granfondoversilia.it L’arrivo vittorioso di Stefano Nicoletti
foto NEWSPOWER CANON
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a cura di ROBERTO ZANETTI foto archivio VI.FRA
ESSERE IN UN TEAM DI CICLISTI AGONISTI CHE CORRONO TUTTE LE DOMENICHE IN GIRO PER L’ITALIA OPPURE, SEMPLICI AMATORI CON IL DESIDERIO DI AVERE UNA MAGLIA PERSONALIZZATA E UN ABBIGLIAMENTO RICONOSCIBILE E ORIGINALE, CAMBIA POCO. PEDALARE IN COMPAGNIA È SEMPRE UNA GRAN BELLA COSA DA FARE (E ANCHE DA VEDERE) E IL DIVERTIMENTO AUMENTA POTENDO CONDIVIDERE LA PASSIONE PER LA BICICLETTA CON UN DISEGNO GRAFICO UNICO, PROGETTATO E SCELTO CON I PROPRI AMICI
Nel ciclismo, così come anche in altre discipline, l’abbigliamento personalizzato non vuol solo dire qualità dei capi selezionati ma anche una curata realizzazione grafica e un particolare servizio dedicato a tutte le esigenze dei team e dei gruppi sportivi. La scelta dei materiali e tessuti tecnici, il taglio, la cucitura e l’associazione dei diversi materiali devono garantire una perfetta vestibilità per agevolare i movimenti e la traspirazione della pelle. Proprio per questo VI.FRA è un azienda specializzata nella produzione di materiale tecnico personalizzato e su misura, per squadre e gruppi sportivi, che spazia dal ciclismo su strada all’MTB, dal running – al triathlon – allo sci di fondo. Una produzione artigianale interamente fatta in casa al punto tale che, in VI.FRA, possiamo tranquillamente dire “made in Tuscany” oltre che logicamente “made in Italy”. Lo studio grafico interno è sempre alla ricerca di nuove soluzioni da proporre ai clienti che scelgono il marchio pisano per la realizzazione delle proprie divise sociali; nuovi disegni da completare con i loghi e gli sponsor dei team e una varietà di colori per confezionare magliette, casacche, calzamaglie e pantaloncini di ogni genere.
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Corinne Biagioni
Donna In... Bici
a cura di ROBERTO ZANETTI
CORINNE BIAGIONI, «I MASCHIETTI LI HO SEMPRE BATTUTI» TIMIDA (MA NON TROPPO) DAVANTI AI TACCUINI. UN “LEONE” QUANDO INFORCA LA SUA BICICLETTA. RITRATTO DI UNA DONNA ABITUATA A CONFRONTARSI CON L’ALTRA METÀ DEL CIELO
L’iniziale timidezza di Corinne si scioglie dopo poche battute e, senza più freni, prende forma il ritratto di una donna piacevole, simpatica e, soprattutto, con le idee ben chiare. Sia nel ciclismo che nella vita la cosa che conta di più è usare la testa. E, come si evince da questa intervista, Corinne l’ha capito da tempo. Non si chiede mai l’età ad una donna, ma la domanda sorge spontanea: perché una ragazza della tua età decide di fare così tanta fatica in bicicletta? «La passione per la bicicletta nasce a sei anni. Seguivo con i miei genitori gli allenamenti e le gare dei miei due fratelli; io ero una pattinatrice, ho ricevuto una biciclettina in regalo e da quel momento ho cominciato subito a gareggiare. È stato bellissimo! Già dalle prime corse ho dovuto confron-
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tarmi con i maschietti perché, nella mia regione (il Lazio), erano poche le bambine tesserate in quel periodo. Partecipavo e battevo i maschi tutte le domeniche; era una grande soddisfazione perché non accettavano volentieri d’essere sconfitti dalla ‘piccola pantanina’, cosi venivo chiamata. La fatica era ripagata dalle vittorie e i complimenti che arrivavano mi facevano molto piacere. I miei fratelli hanno smesso da qualche anno ed io ora continuo a gareggiare, seguita sempre dalla mia cara mamma che mi assiste e soprattutto sopporta i miei stati d’animo. Caratterialmente sono un po’ irruenta, ma anche pacata; non sono rissosa ma, allo stesso tempo, non accetto facili compromessi.» Quali soddisfazioni ti ha dato fino ad ora questo sport?
«Per il momento le migliori soddisfazioni sono state le vittorie in diverse mediofondo e nei tre campionati italiani. Nel 2010, nella settimana tricolore svoltasi a Treviso, con il tandem paraolimpico insieme a Cinzia Coluzzi; nel 2012 nella settimana tricolore, svoltasi a borgo Valsugana, nella categoria EWS e poi quasi per caso, alla
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Corinne Biagioni in azione con la maglia tricolore conquistata nel 2012
mia prima e unica esperienza su pista, mi sono ritrovata a vincere nell’inseguimento ‘2000 M donne’ un altro titolo nazionale. Comunque anche arrivare terza alla Nove Colli del 2013 mi ha dato molta gioia anche perché ho corso, come sempre faccio, senza l’aiuto di nessun gregario; cosa che invece nel mondo amatoriale femminile sembra di routine, purtroppo…» Visto che sei molto giovane, se tu potessi tornare indietro, sceglieresti ancora questa strada oppure opteresti per qualcosa di alternativo, magari uno sport un pochino più femminile? «No, sceglierei sempre la bicicletta, ma probabilmente l’alternerei alla mia prima passione, il pattinaggio. Gli sport troppo femminili non mi piacciono.»
Così su due piedi, senza rifletterci troppo, cosa ti piace e cosa non ti piace del mondo della bici a livello amatoriale? E se avessi tu la possibilità di farlo, come lo cambieresti? «Eviterei assolutamente di far correre gli e le ex pro. Nella categoria professionistica, molti di loro sono stati solamente un numero ed ora nel mondo amatoriale sono dei campioni. A mio parere non si rendono nemmeno conto del vero significato della parola ‘amatore’... In questo periodo penso che il livello sia troppo sbilanciato e l’agonismo esasperato, soprattuto vedendo quelli che sono i distacchi tra i primi della classifica e gli altri ciclisti. Il mio sogno sarebbe quello di poter correre una granfondo fatta di persone ‘eticamente vere’ e donare i premi alle società giovanili.»
A proposito di bici: che marca e che modello usi per correre? Il team Melania del quale tu fai parte come vi supporta a livello tecnico e come vi assiste nel corso della stagione agonistica? «Fino a pochi mesi fa correvo con la WDB di Wladimiro D’ascenzo, mio compagno di squadra nella Melania. Ora corro con una mia bici accessoriata con telaio e componenti che ho scelto a mio piacimento. Nel Team Melania, diretto da Fabrizio Petritoli (che ha festeggiato proprio pochi mesi fa il trentesimo anno di attività), corriamo tutti con il pensiero al presidente Giordano Gironacci, venuto a mancare prematuramente nel 2012 in un incidente stradale. Il Team Melania ha sede nelle Marche mentre io abito nel Lazio, quindi ci ritroviamo insieme alle corse più importanti del calendario granfondistico italiano.» Programmi e obiettivi, possibilmente da centrare, per il 2014? E, visto che stiamo entrando nel clou delle gare che contano, come ti sei preparata per affrontarle? «Obiettivi? Sono scaramantica e quindi meglio se ne riparliamo a fine stagione. Mi sto preparando come ogni anno con sacrificio e dedizione; non è facile far coincidere il tempo degli allenamenti con il lavoro, con il clima, con la vita sentimentale e con la cura giornaliera per il mio piccolo cane che si chiama Enea. Lo porterei con me sempre a tutte le gare ma non è possibile per la sua mole di 30 kg… o entra in macchina lui o entra la mia bici!» Immagino che la bici per te non sia tutto: nella tua vita c’è spazio anche per i sentimenti o sei ancora troppo giovane per fare le cose seriamente? «Grazie alla bicicletta ho conosciuto una persona unica e speciale! Ma non fatemi dire altro…»
foto PLAYFULL NIKON
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GRANFONDO MARETERRA a cura della REDAZIONE
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NELL’UOVO IL TUTTO ESAURITO OLTRE 750 CICLISTI RIEMPIONO GLI ALBERGHI DI BELLARIA NEL WEEKEND DI PASQUA PER LA GRANFONDO MARETERRA. TRA RISTORI CON PIADINE E SALSICCE UN ALTRO APPUNTAMENTO UISP CONSACRATO ALLA... LENTEZZA
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Bellaria-Igea Marina (RN) – Alberghi esauriti per Pasqua nel comune di BellariaIgea Marina. È lo sport che ha riempito di turisti la riviera romagnola, con oltre 750 ciclisti che hanno pedalato nella Granfondo Mareterra, organizzata dall’omonima società ciclistica riminese affiliata alla UISP. Il raduno, partito il 21 aprile scorso alle 7 del mattino da Piazza Matteotti a Bellaria, ha avuto tra i protagonisti numerosi appassionati delle due ruote dalla Germania, 68 donne e un ciclista californiano. «Vedere tanta gente in un momento economicamente difficile come questo – ha commentato Roberto Maggioli, vice sindaco e assessore allo sport del Comune di Bellaria-Igea Marina – è una bella soddisfazione». foto PLAYFULL NIKON
La proverbiale accoglienza romagnola non ha deluso le aspettative. Sono stati molto apprezzati i ristori e il gran finale con il pasta party riservato a tutti i partecipanti e alle loro famiglie. Oltre a dolci e frutta per reintegrare gli zuccheri, anche un tocco locale con piadine farcite con prosciutto, pancetta, salsicce e porchetta. «È una manifestazione cicloturistica – ha affermato Gabriele Cera, presidente della ASD Mareterra – in cui si pedala senza fretta, pensata per quelli che vogliono vedere il nostro entroterra e il mare». Tre i percorsi – di 65, 90 e 110 chilometri – che dall’Adriatico si sono inoltrati nell’Appennino Romagnolo. Si è passati per la Villa Torlonia di San Mauro Pascoli e il borgo medievale di Sogliano al Rubicone, nella frazione di Santa Maria Riopetra con i suoi 18 abitanti e per la vetta del Barbotto che, con le sue pendenze fino al 18%, era riservata ai più allenati. Valida come terza prova del Criterium Italiano UISP, la Granfondo Mareterra è stata anche la prima delle tre tappe del circuito CT League, che vedrà come prossimi appuntamenti la Granfondo Fondriest il 4 maggio a Castrocaro Terme (FC) e il Me-
Sono stati 750 i ciclisti che hanno colorato la Pasquetta pedalando lungo i tre percorsi dalla Riviera all’Appennino Romagnolo
morial Giovanni Pascoli il 14 settembre a San Mauro Pascoli (FC). «Facciamo queste pedalate – sottolinea Alessandro Vasini, presidente CT League – perché vogliamo che la gente apprezzi di più i nostri territori. Differentemente dalle corse degli amatori, più pericolose perché più veloci, qui le persone hanno mangiato più che pedalato». Ma di premi ce ne sono stati comunque, nonostante l’assenza di classifiche individuali: 25 le società che hanno ottenuto coppe e riconoscimenti in prodotti alimentari, in base a una classifica stilata in base al numero di partecipanti e ai chilometri percorsi. Prima classificata la Air di Santarcangelo di Romagna. La Granfondo Mareterra è stata anche la tappa inaugurale del Circuito Tricolore per Società UISP, che come il Criterium Individuale è un circuito di granfondo non agonistiche che promuove l’andare in bicicletta per il gusto della natura e del buon cibo. Il prossimo appuntamento è la Granfondo Fondriest – Terme di Castrocaro, che si terrà il 4 maggio a Castrocaro Terme (FC) e sarà valida come quarta prova del Criterium UISP e seconda della CT League. www.ctleague.it
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15° GIRO DELLE MINIERE
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a cura di LUCA ALÒ
info@inbici.net
TRA NOSTRADE E MANTIGLIE DALL’8 ALL’11 GIUGNO, A IGLESIAS, QUATTRO GIORNI DI GRANDE CICLISMO PER TUTTI GLI APPASSIONATI DELLA BICICLETTA, MA ANCHE PER CHI VUOLE SCOPRIRE LA STORIA E LE BELLEZZE INCONTAMINATE DELLA SARDEGNA PIÙ AUTENTICA
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Sotto l’egida della SC Monteponi ACD, torna anche quest’anno, dall’8 all’11 giugno nel cuore della Sardegna sud occidentale, il Giro delle Miniere. Giunto alla 15ª edizione, l’evento propone una intensa quattro giorni di ciclismo negli affascinanti paesaggi del Sulcis Iglesiente, lo scenario che, lo scorso anno, ha ospitato i campionati italiani assoluti FCI mediofondo e granfondo. Anche in questa occasione sono attesi nel Sulcis i più quotati esponenti della categoria Master. Valevole come prova campionato regionale con assegnazione della maglia bianca del Giro delle miniere categoria maschile e femminile, nonché assegnazione della maglia gialla del GPM categoria maschile e femminile. Già, ma perché Giro delle Miniere? Forse non tutti sanno che Iglesias, nel corso della sua storia, conobbe alti e bassi a causa dell’economia quasi esclusivamente legata alle risorse minerarie. I momenti di maggior splendore vanno ricercati durante le dominazioni pisana e aragonese. Durante il dominio sabaudo,
foto ANGELO CUCCA
L’opera grandiosa di fortificazione della città di Iglesias
alla metà del XIX secolo, dopo secoli di semi-inattività, le miniere furono rimesse a regime e, sul finire del secolo, il Ministro delle Finanze Quintino Sella caldeggiò l’istituzione di una scuola per capominatori, e si meritò gloria imperitura con un monumento nella piazza principale della
Le tante miniere del Sulcis Iglesiente non più sfruttate per l’estrazione, infatti, rappresentano oggi un immenso patrimonio storico, ambientale
città. Nel 1871 inoltre Iglesias sostituì Cagliari come sede del distretto minerario della Sardegna. È da precisare che durante lo sfruttamento delle sue miniere per esigenze scavatorie e di trasporto dei minerali nelle gallerie, gli ingegneri del tempo ricorsero ad un’importante invenzione (l’escavatore mobile su ruote gommate, a doppia trazione e a sterzo mobile e a pala o a cucchiaio) che si diffuse poi in tutto il mondo (in seguito alla cessione del brevetto ad una società scandinava, la Atlas Copco, che la commercia ancora oggi), nota come l’autopala Montevecchio. Nel XXI secolo, terminata l’attività estrattiva (pochissime miniere continuano a sopravvivere), Iglesias cerca di convertirsi a città turistica sfruttando le attrazioni di epoca medievale. Diverse iniziative sono nate (corteo medievale, torneo dei balestrieri, partita degli scacchi viventi, ecc.) e la città si sta rifacendo il trucco per assomigliare sempre di più a quella di settecento anni fa. Le quattro giornate – che si snoderanno lungo le località di Iglesias, Gonnesa, Siliqua e Portoscuso – avranno anche una finalità
65 partenti finalmente importante – l’evento fece il sospirato salto di qualità. Il programma, articolato come detto in quattro giornate, ha fatto registrare nelle scorse edizioni la presenza di oltre 200 persone, tutte ospitate nelle strutture ricettive della zona. È attiva, intanto, sul web la nuova versione del sito ufficiale della manifestazione (www.girodelleminiere.it) con sfondi e colori del tutto particolari che richiamano il mare (blu) e le rocce (rosso). Disponibile anche un link con il preview fotografico delle edizioni passate, oltre a planimetrie, altimetrie, tabelle, contatti con gli organizzatori e, ovviamente, la modulistica per l’iscrizione. IL PROGRAMMA COMPLETO Domenica 8 giugno Gran Fondo delle Miniere Trofeo Parco Geo Minerario Memorial Roberto Saurra 109 chilometri Lunedì 9 giugno: Coppa Città di Gonnesa Cronometro del Golfo del Leone (Gonnesa-Nebida) 12 chilometri Martedì 10 giugno: Coppa Città di Siliqua Giro del Cixerri (Siliqua) 94 chilometri Mercoledì 11 giugno: Coppa Città di Portoscuso Giro dei Nuraghi (Portoscuso) 66 chilometri Francesco Porzi vincitore del percorso medio della Granfondo delle Miniere 2013
promozionale per il territorio. L’evento ciclistico, infatti, viene organizzato in stretta sinergia con le strutture ricettive locali che, dall’8 all’11 giugno, ospiteranno – in un’area a forte vocazione turistica – gli atleti e le loro famiglie. Il Giro delle Miniere, rispolverato nel 2000, ha subito riscosso notevole interesse ed apprezzamento per l’organizzazione attuata, per la bellezza dei luoghi, dei paesaggi e del percorso proposto. La prima edizione ebbe una connotazione prettamente regionale, mentre dall’anno successivo la SC Monteponi lo propose a livello nazionale con l’intento di farlo crescere anno dopo anno sino ad arrivare ai livelli organizzativi del 2009, quando – con un parco
Una vista panoramica
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2° ELBA TOUR a cura della REDAZIONE
TUTTI DIETRO A EMILIANO LO MONACO UNA SETTIMANA DI CICLISMO “PER TUTTI” NELL’AFFASCINANTE CORNICE DELL’ESILIO NAPOLEONICO. E GIÀ SI PENSA ALLA PROSSIMA EDIZIONE…
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Spettacolo dove essere e spettacolo, alla fine, è stato. Si è concluso a Marciana Marina, per estensione il più piccolo comune della regione Toscana, la seconda edizione del Giro dell’Isola d’Elba, una delle rassegne ciclistiche più originali e affascinanti del mese di aprile. Partito il 6 aprile, il Giro nell’Isola di Napoleone si è concluso venerdì 11 con un giorno di anticipo per la concomitanza con il rally internazionale dell’Isola d’Elba. Una manifestazione unica nel suo genere, che si distingue, nel calendario nazionale, per originalità della formula e per un paesaggio impareggiabile. L’Elba Bike Tour è in continua crescita e raccoglie, ogni anno, maggiori consensi, proprio in virtù di una proposta che permette agli atleti di vivere una settimana insieme, condividendo momenti di passione e di agonismo nella cornice dell’isola. La prima prova prevedeva una tappa a cronometro in linea di km 16,97 da Marciana Marina a Procchio (e ritorno); la seconda tappa ha visto i partecipanti affrontare la salita del Monte Perone dal lato di Sant’Ilario; la terza prova prevedeva la cronoscalata del Volterraio dal versante di Portoferraio; la quarta frazione ha visto i partecipanti scalare di nuovo il Monte Perone dal lato di Poggio; nella quinta tappa è stata effettuata la cronoscalata del Monumento da lato di Lacona; ed infine la sesta prova ha visto tutti i concorrenti impegnati nella decisiva cronoscalata della Costarella con pendenze del 23%. Per la cronaca, la vittoria è andata a Emiliano Lo Monaco, portacolori del Velo Club Audax Roma ASD, che succede nell’albo
La classifica generale
Pos. Pos. Cognome Cat. Ass. 1 1 Lo Monaco 1 2 Covi 1 3 Bernotti 1 4 Danese 1 5 Elli 1 6 Civera 2 1 1
7 8 9
3 2 3 2 1 4 5 2 2 4 3 3 5 4 4 3 6
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
Nome
Cat.
Emiliano Emanuele Moreno Marcello Gabriele Giuseppe
B C E D EMS M8
Nardini Carminelli Iannucci
Giuseppe Giorgio Emilio
M8 F G
Barone Di Lorenzo Neri Ferrini Mangino Marinoni Santilli Magro Mazzei Ercolani Marinari Camporeale Casali Covi Marzolla Manis Rosa
Domenico Gaetano Sardi Diego Leonardo Francesco Paolo Riccardo Emanuele Roberto Federico Mauro Andrea Simone Marco Michele Paolo
M8 E E B A M8 M8 A D E B D E D B A E
d’oro della manifestazione a Mirco Cetra. L’atleta romano ha concluso il suo Giro con il tempo di 1h 39’ 32”. Ma, a dispetto delle graduatorie finali, l’isola dei “ciclisti”, ancora una volta, ha regalato ai partecipanti una settimana di grande ciclismo all’insegna del puro divertimento.
Squadra Velo Club Audax Roma ASD Cicli Lenzi Isola d’Elba Cicli Brandi Elba Team ASD Butty ASD Due Ruote ASD Punto Pesenti Arredamenti Riuniti Garfagnana Team Cicli Mori Cicli Brandi Elba Team ASD Punto Pesenti Arredamenti Riuniti Spes Alberobello AS Roma Ciclismo Cicli Brandi Elba Team Cicli Brandi Elba Team Cicli Brandi Elba Team GS Ciclistico AVIS Pavia Lamacart Cycling Team Cicli Brandi Elba Team Cicli Brandi Elba Team Cicli Brandi Elba Team Cicli Brandi Elba Team ASD Cicli Lenzi ASD Cicli Lenzi ASD Cicli Lenzi Cicli Brandi Elba Team Team Elba Bike ASD Cicli Lenzi
Tempo Totale 01:39:32 01:41:00 01:42:19 01:48:41 01:49:37 01:55:26 01:56:19 01:57:59 02:02:28 02:10:22 02:12:24 02:16:49 02:23:19 02:28:05 02:50:55 04:09:17 04:23:27 04:34:07 04:38:46 04:40:10 05:14:36 05:23:46 05:24:24 05:28:29 05:29:07 05:40:17
L’organizzazione ringrazia, in una nota, tutte le Forze dell’ordine, in particolare i Comandi delle polizie municipali dell’Elba, le associazioni Racchetta e CRI che hanno collaborato, con professionalità ed abnegazione, per far sì che i partecipanti potessero transitare su tutte le strade dell’Elba in massima sicurezza. Perfetta l’organizzazione del Folgore Bike con al “timone” Paolo Aghini e il suo collaudatissimo staff di collaboratori che, per tutta la settimana, ha vigilato affinché l’intero evento si svolgesse in un contesto di sicurezza, armonia e divertimento. La formula del Giro ancora una volta si è dimostrata vincente riscuotendo l’apprezzamento di tutti i partecipanti. L’organizzazione sta dunque già lavorando per la prossima edizione e dà appuntamento a tutti dal 13 al 19 aprile 2015 con un nuovo Giro d’Elba ricco di sorprese e novità. «Dopo l’edizione del debutto nel 2013 – spiega l’organizzatore Paolo Aghini – quest’anno abbiamo cercato di migliorare alcuni aspetti della manifestazione. I riscontri e gli apprezzamenti ottenuti c’inducono a ritenere che siamo sulla strada giusta».
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con il contributo del Comune di Pisa tramite bando a sostegno dei progetti di promozione e valorizzazione della cittĂ e del territorio pisano. (settore: turismo)
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CAMPIONATO ITALIANO DI CICLOTURISMO ACSI a cura della REDAZIONE
PAROLA D’ORDINE: DIVERTIRSI IL 2 GIUGNO NELLA LOCALITÀ TURISTICA DI MISANO ADRIATICO TRE GIORNI DI EVENTI PENSATI PER LE FAMIGLIE. BORGNA: «IL CICLISMO STAVOLTA SARÀ SOLO UN PRETESTO»
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Il 2 giugno 2014, per il grande popolo dei cicloamatori, sarà una di quelle date da cerchiare in rosso. Nella località turistica di Misano Adriatico, nel cuore della movida romagnola, è infatti in programma il Campionato Italiano di Cicloturismo, raduno internazionale di ciclismo amatoriale organizzato dal Settore Ciclismo dell’ACSI. «Sarà una tre giorni dedicata al divertimento – spiega il delegato nazionale Emiliano Borgna – in cui il ciclismo è quasi un ‘pretesto’ per ritrovarsi. Per questo, oltre al percorso vero e proprio, questa volta abbiamo concentrato le nostre energie, in particolare, sugli eventi collaterali. Dai fuochi artificiali al ballo liscio, l’idea è quella di organizzare una grande festa popolare per i ciclisti ma, soprattutto, per le loro famiglie». La partenza è in programma dalle ore 7 alle 8 da piazza della Repubblica. Tre i percorsi, contrassegnati da altrettanti colori: il tracciato corto di 30 chilometri (frecce azzurre), quello medio di 65 (frec-
ce verdi) e quello lungo di 90 chilometri (frecce rosse). Sarà un evento spalmato, come detto, in tre giornate, che partirà sabato 31 maggio con una serata di festa in Piazza della Repubblica, nel cuore di Misano, con orchestra e una divertente gara di ballo. Il programma proseguirà poi nel pomeriggio di domenica 1° giugno (ore 15) con il raduno in piazza della Repubblica e, mezzora dopo, la partenza di “Bici, Moto e Auto d’Epoca”, ovvero una sfilata all’insegna della cultura vintage lungo un tracciato disegnato attorno a Misano. La piazza, nell’occasione, sarà animata dagli espositori e da un pittoresco mercatino. Alle 17 le premiazioni delle attività “ACSI ciclismo” nell’anno 2013 e, in serata, a partire dalle ore 21, la grande festa in piazza, con orchestra dal vivo, rustida di pesce e vino per tutti. Lunedì 2 giugno il momento clou della “tre giorni” con il Campionato Italiano di
cicloturismo e il Raduno internazionale del cicloturismo con passaggio suggestivo all’interno dell’Autodromo Santamonica, il passaggio e il rifornimento nell’Antica Repubblica di San Marino (giro medio e lungo) con rientro dei partecipanti a Misano in piazza della Repubblica e ristoro per tutti. Gran finale alle ore 14,30 in piazza della Repubblica con le premiazioni 2014. Alla consolle organizzativa l’esperienza di Valeriano Pesaresi, già anima inossidabile della Gran Fondo di Riccione: «Più che una corsa ciclistica vera e propria – spiega Pesaresi – ci piace considerarla una grande festa dello sport amatoriale. I ristori a San Marino, il passaggio a San Patrignano, il tracciato disegnato tra l’entroterra riminese e la riviera romagnola, che in quel periodo offre il meglio della sua proposta ricettiva, farà di questo evento una grande festa popolare. Per una volta, insomma, mentre il babbo corre in bicicletta, mogli e figli non si annoieranno di certo».
foto MJRKA BOENSCH BEES
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GARIBALDINA GRANDI FIRME a cura della REDAZIONE
info@inbici.net A MENTANA TRIONFANO FRANCESCO PORZI ED ELENA CAIRO NEL LUNGO; LUISIANO CANNIZZARO E MILENA FELICI A SEGNO NEL PERCORSO MEDIO. MA ALLA FINE, CON 1600 ISCRITTI, È FESTA PER TUTTI
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Numeri alla mano, è stato un grande successo la Granfondo La Garibaldina – Gran Premio Città di Mentana – Memorial Arnaldo e Maurizio Ciccolini: 1600 iscritti, 1400 partenti, 1270 corridori arrivati tra uomini e donne compresa anche la Pedalata Garibaldina di 46 chilometri. Numeri di tutto rispetto per la terza edizione che parlano da soli con un chiaro messaggio: alla Garibaldina possono partecipare davvero tutti, non solo gli atleti della granfondo di 134 chilometri e della mediofondo di 84 chilometri ma anche coloro che amano pedalare per pura passione. Nuvole e pioggia nella seconda parte della mattinata non hanno scoraggiato i tantissimi partecipanti dal Centro-Sud Italia che si sono presentati puntuali all’appuntamento di PedaLatium Cinelli e del Circuito degli Italici per mano del Gruppo Ciclistico Ciccolini Mentana (Maurizio Ruggeri, i fratelli Marco, Roberto e Remo Ciccolini) e l’ASD Giubileo Disabili di Mauro Valentini, i cui sforzi organizzativi sono stati abbondantemente ripagati. Protagonista indiscusso del percorso lungo, è stato il campione italiano in carica della mediofondo Francesco Porzi (Team Terenzi-Cicli Lazzaretti, primo della master 2) che ha condotto le danze nei momenti cruciali tra la salita di Fara in Sabina e quella successiva tra Montorio Romano e il bivio di Monteflavio anche grazie a un formidabile lavoro di squadra con Cristian
Nardecchia (Team Terenzi-Cicli Lazzaretti, primo della master 1) e Federico Pieri (Team Terenzi-Cicli Lazzaretti, primo della master 4). Dopo le due asperità principali, Porzi e Nardecchia sono sembrati in grado di amministrare la parte conclusiva della corsa senza problemi, portando a termine con successo la fuga fin sotto l’arrivo con il tempo di 3h 34’ 07”. Verdetto un po’ in bilico per il terzo posto con Pieri che si è sbarazzato del più immediato inseguitore Manuel Ciaffone (Master Cycling, secondo tra i master 1) involandosi verso la conquista del podio e a suggellare ancor di più la giornata di grazia del team di Claudio Terenzi. Fra le donne la tricolore Elena Cairo (Tranchese Cycling, prima
tra le master donna 1) ha fatto gara a sé come nel suo stile, staccando di circa 20 minuti le dirette avversarie Costanza Martinelli (Tinky Ladies Pinarello, prima tra le master donna 2) e Marcella Lombino (World Truck Team, seconda tra le master donna 2). Il medio maschile è stato tutto nel segno del duello tra Luisiano Cannizzaro (Team Terenzi-Cicli Lazzaretti, primo fra gli M3) e Fabrizio Trovarelli (World Truck Team, primo fra gli élite sport). I due si sono dati battaglia gomito a gomito nella seconda parte di gara, poi seguiva la progressione di Cannizzaro in vista dell’ultima curva che immetteva al traguardo con una manciata di metri sul compagno di fuga mentre il duo Cicli Castellaccio composto dal master 3 Luca Lazzarini e Paolo Pesarini (primo dei master 2) si è classificato rispettivamente al terzo e al quarto posto a una quarantina di secondi dal vincitore. In campo femminile, la vittoria è andata a Milena Felici (Velo Roma ASD, prima tra le master donna 2) davanti ad Anita Barbara Manzato (Team Fausto Coppi Fermignano, prima tra le master donna 1) a circa un minuto e mezzo dalla vincitrice. Terza classificata la giovanissima Manuela De Iuliis, rivelazione di questo inizio di stagione dell’ASD Largo Sole.
Cycle dly n e i r HOTEL TOSCO ROMAGNOLO F info@inbici.net 72
a cura della REDAZIONE
PRIMA PEDALO… E POI MI RILASSO A BAGNO DI ROMAGNA LA VACANZA A MISURA DI CICLISTA. IN UNO SCENARIO CHE SEMBRA DISEGNATO APPOSTA PER GLI AMANTI DELLA BICICLETTA, È NATO IL PRIMO BIKE-HOTEL DELLA VALLE DEL SAVIO. DOVE DAL MENÙ ALL’OFFICINA TUTTO È CURATO NEI MINIMI DETTAGLI
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La bellezza incontaminata dell’Appennino Tosco Romagnolo e la passione per la bicicletta sono il binomio più “gettonato” per le classiche “gite fuori porta”. E allora, specie quando la primavera regala splendide giornate di sole, perché non organizzare un weekend in bicicletta? L’Hotel Tosco Romagnolo, primo bikehotel di Bagno di Romagna, è la location ideale per chi vuole abbinare ad una vacanza dinamica il piacere corroborante del più totale relax. La località termale – incastonata nel cuore delle foreste casentinesi, in uno degli scenari più suggestivi dell’Appennino Tosco Romagnolo – è ricca di percorsi collinari (con diversi indici di difficoltà) particolarmente adatti per la mountain bike. Si percorrono valli, sentieri, laghi, eremi e mulattiere, borghi antichi ricchi di
testimonianze storiche, artistiche e religiose. Nell’arco di pochi chilometri si toccano ben quattro regioni: Emilia Romagna, Toscana, Marche ed Umbria. Per i ciclo-turisti, l’Hotel Tosco Romagnolo ha cucito, come un abito sartoriale, un programma ad hoc, con la possibilità di avvalersi di guide professioniste ed un’alimentazione studiata apposta per le esigenze di chi pratica, ad ogni livello, attività sportiva.
Fra gli innumerevoli servizi per gli sportivi il quattro stelle di Bagno offre Bike-room sorvegliata (h 24) per 25 biciclette, officina meccanica attrezzata e area lavaggio biciclette; buffet post allenamento dalle ore 14.00 alle ore 16.00 con pasta fredda, dolci, frutta, yogurt, salumi, formaggi, marmellate, miele e succhi di frutta. E ancora servizio di lavanderia per l’abbigliamento tecnico (su richiesta), mappe del territorio e possibilità di farsi accompagnare nelle escursioni da guide qualificate. E dopo le fatiche… il relax nell’elegante Beauty Farm di Gaia Teverini, una Spa avvolgente ed intrisa di atmosfere da favola, uno spazio unico, dove uno staff qualificato vi accompagnerà in un mondo di coccole, benessere ed emozioni. Qui si utilizzano tecniche rilassanti innovative ed i migliori prodotti: Comfort Zone, Maria Galland, St. Barth, Murad. A disposizione trattamenti specifici per lui e per lei o percorsi di coppia, massaggi personalizzati con olii profumati, tisane o succhi preparati sul momento. Tra i servizi per la clientela anche il piacere della piscina termale a cielo aperto, con idromassaggi, cascate defaticanti e cromoterapia. Per una totale esperienza di benessere, un’equipe qualificata è in grado di consigliare il miglior programma di sana alimentazione studiato su misura dallo chef pluri-stellato Paolo Teverini. Cibi ipocalorici ma gustosissimi per una vacanza davvero a misura di sportivo.
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GIST ITALIA SI “ALLENA” ALL’ESTATE TRE PRODOTTI NUOVI E PRATICI PER AFFRONTARE AL MEGLIO LA NUOVA STAGIONE!
Si avvicina la bella stagione, l’aria si è fatta finalmente meno gelida e la voglia di pedalare non è mai stata così forte! Gist Italia propone a tutti gli appassionati alcuni accessori perfetti per il periodo primavera-estate. Il primo della serie è il guantino FREE RIDE, in tessuto MERYL morbido, impermeabile e resistente a vento e pioggia. Grazie alla sua grande traspirabilità ed elasticità, mantiene la mano asciutta e confortevole. Le protezioni in gomma posizionate sulle nocche e sul palmo della mano lo rendono perfetto per gli sport più estremi come il downhill ed il bike trial. Passiamo quindi ad un altro capo della serie FREE RIDE: il pantaloncino. Dotato di comodi tasconi frontali e di slip con fondello staccabile è un capo estremamente adatto alla stagione estiva. Il tessuto COOLMAX del fondello è stato sviluppato per migliorare il comfort di questo capo, trasportando l’umidità dalla pelle verso la superficie esterna. Grazie al tessuto SUPPLEX, il pantaloncino FREE RIDE, oltre ad essere idrorepellente e ad asciugarsi velocemente, è un capo morbido come il cotone e resistente come il nylon, per garantire grande comodità durante l’attività sportiva. L’ultimo accessorio proposto da GISt Italia è l’I-phone /smart big bag comodissimo per portare il vostro smartphone o I-phone sempre con voi, con qualsiasi clima e senza paura che si rovini. L’imbottitura ammortizzante e il fondo rinforzato garantiscono una protezione completa del vostro telefono e vi permettono di utilizzare comodamente il touch pad attraverso la finestra superiore trasparente, resistente all’acqua. Il foro per le cuffiette vi permetterà di ascoltare la vostra musica preferita mentre vi allenate o vi godete il panorama. È disponibile anche la versione small con passante per la cintura.
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CHIP CHALLENGE 2014
info@inbici.net
a cura di MATTEO DALZERO
UNA SFIDA PER DIVORATORI DI CHILOMETRI LUNGA UNA STAGIONE INTERA
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Dopo il successo della scorsa stagione, nel 2014 ricomincia un’altra appassionante edizione del Chip Challenge. E il tuo personal chip MySDAM sarà – insieme alla tua determinazione – il tuo unico alleato nell’accumulare chilometri, il tuo compagno fondamentale, indipendentemente dai tuoi obiettivi. Sarà il tuo personal chip MySDAM, infatti, ad accumulare chilometri su chilometri, gara dopo gara, per sfidare tutti gli altri nel Chip Challenge, la nuova entusiasmante competizione all’ultimo chilometro. Le gare valide sono quelle elencate nel calendario ufficiale del Chip Challenge, che nel calendario eventi
MySDAM sono contrassegnate con una piccola icona tricolore. Che tu sia un granfondista, un biker o un podista, non importa la tua posizione in classifica. Qui contano i chilometri. Il chip che ne accumulerà di più sancirà la vittoria del proprio possessore. Ma attenzione! I chilometri percorsi da un singolo chip non sono recuperabili in caso di smarrimento o distruzione, né trasferibili ad altro chip, né cumulabili con quelli percorsi da altri chip. Non lasciare per strada nemmeno un chilometro che potrebbe essere determinante per la vittoria. Abbi sempre la massima cura del tuo personal chip MySDAM!
PODISMO P. Ass.
Nome
Anno
Km
N. Gare
1
LUBERTO DAVID
1965
156,7
6
2
CAROSI GIUSEPPE
1963
146,9
7
3
CEGLIA LUCA
1971
123,5
11
P. Ass.
Nome
Km
N. Gare
BICI DA CORSA Anno
1
PAROLINI ROBERTO
1978
886,2
8
2
MARAGLIA DIEGO
1979
854,2
8
3
BIANCO EMANUEL
1977
842,0
7
N. Gare
MTB P. Ass.
Nome
Anno
Km
1
BIONDA DAVIDE
1969
210,0
6
2
AGOSTINONE DOMENICO
1970
199,0
6
3
TOMBOLATO ANDREA
1986
196,0
5
La partecipazione al Chip Challenge è automatica e gratuita e vi prendono parte tutti gli A-Chip e gli Yellow Chip MySDAM. Solo nel caso dei chip acquistati sul campo gara, occorre effettuare la procedura di conferma. Saremo presenti con il nostro stand a numerose gare nazionali. Passa a trovarci, ti aspettiamo con tante iniziative interessanti, promozioni e consigli utili. Prossimo appuntamento: Colnago Cycling Festival a Desenzano dal 2 al 4 maggio. Di seguito trovi il podio delle tre classifiche aggiornato al 15 aprile 2014:
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SEI UNO
foto NEWSPOWER CANON
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La partenza della Green Fondo Paolo Bettini
GREEN FONDO PAOLO BETTINI a cura di NEWSPOWER
pressoffice@newspower.it
A POMARANCE BRINDANO BORRELLI, PASSALACQUA, CECCHINI E CATTANI C’ERA ANCHE IL “GRILLO” TRA GLI OLTRE 1300 ISCRITTI ALLA GREEN FONDO DELLA GEOTERMIA, TERZA TAPPA DEL GIRO DEL GRANDUCATO DI TOSCANA. ANTONIO BORRELLI E DANIELA PASSALACQUA DOMINANO I 135 KM DEL PERCORSO LUNGO. LA COMBATTUTA MEDIOFONDO AI TOSCANI STEFANO CECCHINI E SILVIA CATTANI
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La 17ª edizione della Green Fondo Paolo Bettini – La Geotermia si è disputata a Pomarance (PI) ed a nobilitarla c’erano oltre 1300 iscritti con i corridori a darsi battaglia sulle strade delle Colline Metallifere e dell’Alta Val di Cecina. I trionfatori del percorso lungo da 135 km sono stati il salernitano Antonio Borrelli e la spezzina Daniela Passalacqua, mentre al termine degli 87 km del “medio” si sono imposti due lucchesi: Stefano Cecchini e Silvia Cattani. È stata una bella giornata ed il sole ha accompagnato per quasi tutto l’itinerario di gara i partecipanti. Poi, nel pomeriggio, è anche scesa qualche goccia di pioggia che non ha certo inficiato il successo dell’evento, terza tappa del Giro del Granducato di Toscana. Ai nastri di partenza, come detto, c’era anche Paolo Bettini, che ha pedalato assieme ai cicloturisti. L’altro ospite d’eccezione della Green Fondo è stato il professionista Francesco Chicchi, sprinter toscano attualmente in forza alla Neri Sottoli, al via da Pomarance per affinare la preparazione in vista del prossimo Giro d’Italia. Dopo lo start dato dal sindaco di Pomarance la gara è entrata nel vivo attaccando i bei percorsi della Green Fondo, illuminati dallo splendido sole della mattina. Nei primi chilometri, durante l’ascesa verso Montecerboli, hanno provato subito ad avvantaggiarsi due favoriti: il pisano Francesco Cipolletta (vincitore della Gran Fondo Città di Pisa) ed il lucchese Simone Orsucci, ma dietro non hanno lasciato spazio. Poi, fra i vapori dei soffioni boraciferi di Larderello e delle fumarole di Sasso Pisano, hanno attaccato in sei fra i quali spiccavano i nomi del secondo classificato alla Gran Fondo Città di Pisa Stefano Cecchini, del duo del Team Maggi Luca Maestroni-Federico Cerri e di un sempre combattivo Orsucci. Le carte si rimescolavano in continuazione, ma dopo 30 km di gara, sulle rampe della salita della Leccia, il salernitano Antonio Borrelli e il versiliese di Camaiore Federico Cerri lasciavano la compagnia dando il via all’azione decisiva per le sorti del “granfondo”. Il gruppo degli inseguitori, composto da una decina di unità, non è riuscito a trovare l’accordo e così il vantaggio di 25’’ che il tandem di testa aveva in cima alla salita è aumentato subito a 1’ 40 al rilevamento cronometrico di Canneto (km 48).
Intanto sugli inseguitori rientravano altri 5-6 corridori, ma nessuno era in grado di organizzare l’inseguimento tanto che a Ponteginori, al km 72, il gap era salito a 2’ e dopo il muro del Cerreto a 2’ 30, con il traguardo di Pomarance oramai ad un passo. I… buoi dell’itinerario “lungo” dunque erano scappati e così Stefano Cecchini, che concorre nel “granfondo” al Giro del Granducato, ha deciso di dare priorità alla vittoria ed è scattato assieme a Simone Orsucci per portarsi a casa quantomeno il percorso “medio”. Quella del lucchese è stata una scelta azzeccatissima visto che, grazie ad un ottimo tempismo ed alle ottime gambe, è riuscito a giungere da solo sotto lo striscione di Piazza Sant’Anna e celebrare il primo successo della sua squadra, l’ASD La Bagarre, fresca di costituzione. «Ho fatto la mia prima granfondo lo scorso anno proprio qui a Pomarance e adesso sono contentissimo di essere di nuovo qua, stavolta a festeggiare il primo successo di sempre della mia squadra», ha detto il vincitore al traguardo. Dietro al lucchese Cecchini tagliava il traguardo per secondo l’ottimo Simone Orsucci, un po’ amareggiato perché, a suo dire, nelle concitate fasi finali Zhadanov, che pedalava fuori gara, ha dato una mano a Cecchini ed altri attaccanti, nonostante il tentativo della giuria di stoppare il russo. Tuttavia la rabbia ha subito lasciato spazio alla soddisfazione per il piazzamento d’onore e così ai piedi del podio è andato in scena l’abbraccio riappacificatore fra Cecchini e Orsucci. Al terzo posto è giunto un soddisfatto Felice Rizzo, alla sua prima gara stagionale, che allo sprint ha regolato il gruppetto degli immediati inseguitori. La gara femminile nel frattempo si svolgeva su un copione molto simile, con Ilaria Lombardo e Daniela Passalacqua in testa fin dalle fasi iniziali e destinate a giocarsi il “lungo”, mentre il “medio” ancora una volta si decideva nei chilometri finali. La lucchese Silvia Cattani all’ultimo chilometro ha piazzato lo scatto vincente ed è cosi riuscita a bissare il successo colto nella precedente tappa del Granducato, in quel di Pisa. A completare il podio tutto lucchese Maurizia Landucci e la decana della Green Fondo Bettini, l’esperta Claudia Bertoncini, alla sua decima partecipazione in questa prova. Per quanto concerne il lungo invece Luca Maestroni riusciva ad avvantaggiarsi sul gruppo degli inseguitori e continuava di buona lena per portarsi a casa quantomeno un piazzamento sul podio dietro a Borrelli e Cerri.
Gruppo di atleti foto NEWSPOWER CANON
foto NEWSPOWER CANON
79 in trionfo sulla finish line del borgo geotermico: «Sono molto contenta – ha detto dopo il traguardo – ho ottenuto un successo al primo lungo della stagione, nonostante il percorso duro ed impegnativo.» Ilaria Lombardo, vincitrice a Pisa, si è dovuta accontentare così del secondo posto, mentre Kersti Leeman ha chiuso terza con un distacco di oltre mezz’ora dalla prima. La Green Fondo Paolo Bettini – La Geotermia anche quest’anno è stata un grande successo grazie all’organizzazione del Velo Etruria Pomarance guidato da Maurizio Maggi, al prezioso contributo di tutti i volontari e al Comune di Pomarance, da sempre a fianco del CO. L’appuntamento con la Green Fondo è dunque fissato adesso per la prossima edizione, quella del 2015.
foto NEWSPOWER CANON
Il campione Paolo Bettini alla partenza
CLASSIFICHE PERCORSO LUNGO Maschile 1° Borrelli Antonio SS Autotrasporti Convertini D. 03:36:36 2° Cerri Federico Velo Club Maggi 1906 ASD 03:39:44 3° Maestroni Luca Velo Club Maggi 1906 ASD 03:46:04 Femminile 1a Passalacqua Daniela ASD Serravalle Cicli Santini 04:00:33 2a Lombardo Ilaria Pol. Cral Vigili Fuoco Genova 04:06:12 3a Leeman Kersti Team Fausto Coppi Fermignano 04:32:14 PERCORSO MEDIO Maschile 1° Cecchini Stefano ASD La Bagarre 02:18:59 2° Orsucci Simone Ciclo Team San Ginese 02:19:20 3° Rizzo Felice ASD Tricycle 02:19:28 Femminile 1a Cattani Silvia GS Ontraino 02:35:43 2a Landucci Maurizia Polisportiva Croce Rossa Lucca 02:35:54 3a Bertoncini Claudia Velo Club Maggi 1906 ASD 02:36:11
A 15 km dall’arrivo della prova maschile Antonio Borrelli ha visto un po’ di sofferenza nel volto del compagno di fuga e se n’è andato concludendo la prova in solitaria sul traguardo di Pomarance. Il salernitano all’arrivo era davvero raggiante: «Non è stata per niente facile, ho visto Cerri un po’ in difficoltà e così ho provato ad andar via, anche perché in volata non sono un fulmine. Ho rischiato, mi è andata bene e ora dedico la vittoria alla mia famiglia e a Lorenzo e Palmiro Masciarelli, che mi hanno confezionato una bici perfetta». Il versiliese Cerri, attanagliato dai crampi nelle fasi finali, è comunque riuscito a concludere al secondo posto, davanti al compagno di squadra del Team Maggi Luca Maestroni, soddisfatto per l’ottima prova di squadra. Fra le donne Daniela Passalacqua lasciava la compagnia della parmense Ilaria Lombardo a 30 km dal traguardo e giungeva così
foto NEWSPOWER CANON
Il gruppo di atleti ancora compatto Il podio della Granfondo
80 a cura di ROBERTO ZANETTI
FOCUS SULLE AZIENDE
Tempo di lettura
6 min
robertozanetti65@gmail.com
CIÖCC, LA STORIA NON SI SCRIVE, SI FA STEFANO BONATI, PRODUTTORE E ATTUALE PROGETTISTA DEI TELAI CIÖCC, DA TRENT’ANNI È L’ANIMA STORICA DEL MARCHIO. APRIAMO IL SUO DIARIO PER SCOPRIRE IL SEGRETO DI UN VERO MIRACOLO ALL’ITALIANA
M
Moltissimi appassionati non sanno con precisione quale sia la vera storia del marchio Ciöcc; confondono ancora, dopo 30 anni, chi ha creato il marchio e chi, invece, ha sempre prodotto e progettato i telai e le biciclette Ciöcc.
edile della bassa bergamasca con la sfrenata passione per il ciclismo. È lui il creatore di un’azienda che, in quel periodo, non ha eguali in Europa come produzione di telai da corsa di alto livello: li firmerà con il marchio Ciöcc e Conti. Ed è proprio da qui, a soli sedici anni, che inizia la mia av-
ventura come apprendista alle prese con dei lavori di finitura e limatura congiunzioni. Un lavoro molto duro ma di precisione; con il passare del tempo la mia esperienza produttiva cresce ulteriormente assemblando e saldando telai in acciaio. Nel 1983 il sig. Conti decide di investire dei quattrini ed
Dal racconto di Stefano Bonati Stefano Bonati produttore e progettista dei telai Ciöcc
«La nascita. All’inizio degli anni ’70, agli albori della sua fondazione, Ciöcc cresce e si afferma fin da subito a livello internazionale ottenendo importanti risultati. Nel 1977, a San Cristobal in Venezuela, Claudio Corti divenne Campione del Mondo dilettanti su una bici Ciöcc e l’anno seguente vinse anche un Giro d’Italia dilettanti. Sempre in quegli anni la squadra della nazionale polacca scelse di correre sulle biciclette Ciöcc, arrivando seconda alle Olimpiadi di Mosca 1980.
HIVIO foto ARC
CIÖCC
foto ARCHIVIO CIÖCC
foto ARCHIVIO CIÖCC
Il cambiamento. Tra il 1977 e il 1979 il marchio viene acquistato da Luigi Conti, un noto imprenditore
foto ARCHIVIO CIÖCC
io Corti ne Claud strada Il campio is cicl mo su ndiale di o m iöcc il C e ce tt vin bicicle 1977 con dilettanti
81 entra nel mondo del professionismo. Per i dipendenti dell’azienda questo è un incentivo per migliorare la qualità dei prodotti; si cominciarono a costruire telai su misura al millimetro con cura quasi maniacale così che, grazie a queste lavorazioni ‘di fino’, si aprirono mercati importanti come la Germania e l’America e, la richiesta dei telai Ciöcc e Conti aumentò giorno dopo giorno ovunque. In quegl’anni (dal 1982 al 1985) le biciclette Ciöcc e Conti furono usate da alcuni nomi noti del ciclismo nazionale e internazionale come, per citarne solo alcuni, Davide Cassani (attuale CT della nazionale italiana di ciclismo su strada), Lucien Van Impe, Stefano Allocchio, Massimo Podenzana, Patrizio Gambirasio, Stefano Dazzan e tantissimi altri professionisti, quasi tutti capitanati dal noto team manager Bruno Reverberi.
foto ARCH IVIO CIÖC C
La svolta. Nel 1991 il Sig. Conti, per motivi personali, decide di vendere l’azienda e propone a me e ad altri due telaisti che facevano già parte del reparto produttivo di proseguire l’attività. Così da quel giorno, precisamente il 2 settembre 1991, oltre ad essere stato un limatore, saldatore e verniciatore, diventai il proprietario, nonché il creatore, di tutti i modelli dei telai in acciaio firmati Ciöcc. Nasce la ‘Nuova Cicli Conti & Ciöcc SRL’ con sede a Canonica d’Adda in provincia di Bergamo. Purtroppo, non avendo la possibilità economica di sponsorizzare una squadra professionistica, il marchio Ciöcc perde un po’ di visibilità; fu allora che, con la mia valigetta, qualche disegno, nuove idee e tanta buona volontà decisi di girare l’Italia e proporre il mio know how alle varie aziende di settore. Incominciai a lavorare diverse qualità di acciaio e soprattutto alcuni tipi di alluminio in lega leggera, saldare a Tig e usare la saldobrasatura. Fu necessario investire in nuovi macchinari per l’assemblaggio, per la saldatura e per il controllo qualità quindi, oltre
che a produrre i nostri telai, fummo selezionati da costruttori di calibro Internazionale per costruire alcuni loro modelli in acciaio e in alluminio d’alta gamma, telai da corsa esclusivi e performanti. Ciöcc oggi. Verso la fine degli anni ’90, le scelte produttive dettate dal mercato, mi hanno indotto a costruire solo ed esclusivamente telai che raffigurassero il nostro nome: Ciöcc. Un marchio che si era fatto conoscere per la qualità delle lavorazioni artigianali, per la possibilità di customizzare le biciclette nelle geometrie e nelle grafiche creando un prodotto personalizzato come un ‘abito cucito su misura’. Sempre presente nelle principali fiere di settore a Milano, a Las Vegas, a Parigi e a Colonia, Ciöcc è stata capace di adeguarsi ai cambiamenti radicali che hanno investito il settore del ciclo. Metamorfosi che ha visto, col passare degli anni, ridursi l’uso del classico telaio in acciaio a favore prima dell’alluminio e poi del carbonio. Attualmente la selezione dei fornitori, la progettazione, la finitura, lo studio cromatico e dei montaggi, hanno consentito a Ciöcc di restare sulla scena internazionale esportando le proprie biciclette in tutto il mondo e conquistando importanti riconoscimenti per la lavorazione di un vero prodotto ‘made in Italy’ al 100%, tra cui ‘la bici dell’anno’ in Francia con il modello Ciöcc Hurricane U2 Carbon.» Conclusione: Ancora oggi è Stefano Bonati che si prende cura dei prodotti Ciöcc e il marchio può così contare sulle competenze del proprio progettista che, fin dalle sue origini, garantisce la continuità della qualità e la tradizione delle sue migliori “creazioni”. Il Produttore e Distributore per l’Italia: Italian Style Bicycle S.R.L. Via Marconi, 56 24035 Curno (BG) Tel. e Fax: +39 035 4517248 E-mail: mail@ciocc.it Web site: www.ciocc.it
foto ARCHIVIO CIÖCC
Davide Cas sani inizia la sua carriera professionis tica con bici clette Ciöcc
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BIOMECCANICA INBICI
a cura di FABRIZIO FAGIOLI* Tempo di lettura
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SI TORNA SUI BANCHI PER STUDIARE… IL CICLISMO. LA SCUOLA DI FORMAZIONE SI CONSOLIDA E AMPLIA LA SUA OFFERTA DIDATTICA: DOPO IL CORSO DI TECNICHE ERGONOMICHE E POSTURALI, ARRIVA IL CICLO DI LEZIONI PER DIVENTARE MECCANICI
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La crescita del ciclismo come numero di praticanti e livello tecnologico ed organizzativo non è stata accompagnata, in questi anni, da un’altrettanta crescita proporzionale di operatori qualificati capaci di rispondere alle mutate esigenze del settore. Da qui l’idea di fondare l’italian Cycling School, la prima scuola italiana per la formazione di tecnici del ciclismo. Il progetto, molto ambizioso, prevede la formazione di tecnici specializzati nei settori della meccanica, biomeccanica, del turismo e dell’allenamento. L’italian Cycling School si è posta l’obiettivo di colmare un vuoto “culturale” e dalla sua nascita, nel 2012, ha già concretizzato il modulo biomeccanica attraverso la realizzazione del corso TEC che ad oggi ha già formato quasi cento operatori specializzati nella consulenza ergonomica e biomeccanica per il ciclista. Al corso TEC – abbreviazione di Tecnico Ergonomo Ciclismo –vengono trasmesse conoscenze e competenze specialistiche per l’ottimizzazione della posizione in sella del ciclista finalizzate al miglioramento di comfort e performance nonché a guidare con professionalità ogni ciclista alla scelta di telaio e componenti ideali. Il corso TEC, per la formazione di operatori professionali in biomeccanica applicata al ciclismo per il periodo 2014-2015 è stato nuovamente pianificato su ben dodici date suddivise fra I, II e III livello come descritto nel seguente calendario: CALENDARIO CORSI TEC - 2014 I Livello TEC 08-09 giu. ’14 Cesenatico (FC) I Livello TEC 05-06 ott. ’14 Montichiari (BS) I Livello TEC 25-26 ott. ’14 Roma (RM) II Livello TEC 16-17 nov. ’14 Montichiari (BS) II Livello TEC 30 nov.-01 dic. ’14 Roma (RM) III Livello TEC 14-15 dic. ’14 Cesenatico (FC) CALENDARIO CORSI TEC - 2015 I Livello TEC 18-19 gen. ’15 Montichiari (BS) I Livello TEC 01-02 feb. ’15 Roma (RM) II Livello TEC 08-09 mar. ’15 Montichiari (BS) II Livello TEC 22-23 mar. ’15 Roma (RM) III Livello TEC 12-13 apr. ’15 Giussano (MB) III Livello TEC 26-27 apr. ’15 Cesenatico (FC) Segreteria: Lionardo sas - via dei tigli,1/C - 47042 Cesenatico (FC) / tel. 0362 1581154 - fax 0362 958449 e-mail: formazione@cyclingschool.it Web: www.cyclingschool.it L’importante novità di prossima attivazione è il corso MeP ovvero il corso dedicato al Meccanico Professionista Ciclismo. Il corso sviluppa un programma di formazione completo su ogni ambito della meccanica della bicicletta (strada e MTB). L’obiettivo è quello di sviluppare o accrescere le competenze specifiche del meccanico con l’obiettivo di formare operatori capaci di offrire qualità e quantità delle assistenze all’interno delle officine ciclomeccaniche con anche competenze tecniche di vendita sui componenti e prodotti presenti sul mercato. Il corso MeP Ciclismo permetterà ai nuovi meccanici appena formatisi, così come a coloro che sono già in attività, di posizionarsi su un livello di specializzazione particolarmente elevato.
Inoltre i meccanici certificati dall’Italian Cycling School scelgono di aggiornarsi in modo continuo attraverso un programma di formazione che andrà ad aggiornarsi nel tempo anche in sinergia con l’evoluzione del mercato e delle aziende. La guida tecnica continuamente aggiornata sarà il riferimento professionale di ogni tecnico. Il programma di aggiornamento continuo della Cycling School si basa su moduli di aggiornamento a distanza e su workshop di aggiornamento pratico, dove ogni tecnico ha la possibilità di mettere in pratica le nuove conoscenze e abilità. Il corso MeP Ciclismo sarà calendarizzato entro l’estate e prevederà i seguenti 11 moduli della durata di una giornata realizzati su due sedi, una nord Montichiari (BS) e una centro-sud (Roma) in un periodo compreso fra ottobre e marzo: 1. TECNOLOGIA, MANUTENZIONE ORDINARIA DELLA BICICLETTA e LAVAGGIO BICI, RIPARAZIONI “IN CORSA” 2. MOVIMENTO CENTRALE, PEDIVELLE, PEDALI, CORONE, PIGNONI E CATENE 3. SISTEMI DI CAMBIO 4. ACCESSORI E DISPOSITIVI ELETTRONICI 5. COSTRUZIONE E CENTRATURA RUOTA 6. PNEUMATICI E CAMERE D’ARIA - Road e MTB 7. CERCHIO E SISTEMI FRENANTI A PINZA 8. SISTEMI FRENO A DISCO 9. FORCELLE E SISTEMI AMMORTIZZANTI (SOSPENSIONI) – Introduzione 10. SERIE STERZO, CANNOTTI, SELLE, ATTACCHI MANUBRIO E MANUBRI 11. LA BICICLETTA ELETTRICA
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Cesenatico FC Monza-Brianza MB Fondi LT Luzzi CS Roma RM Nuoro NU Pergine V. TN Piacenza PC Massagno - Svizzera Capriolo BS Malo VI Carpi MO Cascina PI Città di Castello PG Argenta FE Novoli LE Tovo di S. Agata SO Brasilia Brasile Varese VA Terni TR Pinerolo TO Civitavecchia RM Boffalora S.T. MI Impruneta FI Crema CR Forlì FC Bari BA Manfredonia FG Cesenatico FC
0547 675940 348 5179391 0771 537644 0984 543780 06 8553828 0784 39050 331 4266446 334 8984694 +41 79 6237763 333.8786175 0445 607702 331 1769295 328 5516679 338 7989271 0532 852233 0832 711052 0342 770066 (61) 3248 0460 0332 1810073 324 6232614 0121 3258151 0766 3 20 39 02 97255461 055 2020004 0373 278063 338 8723018 080 8964504 0884 536306 0547 673499
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PAGINE GIALLE info@inbici.net
a cura della REDAZIONE
E GLI ITALIANI STANNO A GUARDARE
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LA SANREMO DEL 1958, VINTA DA VAN LOOY, REGISTRA L’ENNESIMA DEBACLE DEL NOSTRO CICLISMO. NEI GIORNALI DELLA VIGILIA UNA TIMIDA ILLUSIONE DI RIVALSA, MA BISOGNERÀ ATTENDERE 17 ANNI PER VEDERE TRIONFARE IL TRICOLORE
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Cosa mai accaduta prima nella storia della Classicissima di Primavera, per il quinto anno consecutivo, la MilanoSanremo viene vinta da uno straniero: stavolta tocca al belga Rik Van Looy (vincitore delle ultime due edizioni della Gand-Wewelgem). Il grande assente dell’edizione del 1958 è Fausto Coppi, squalificato per aver corso il Giro di Toscana prima della conclusione della Parigi-Nizza (da cui si era ritirato). Ma per una volta, nella nostra rubrica “Pagine Gialle”, non ci occuperemo dell’esito della corsa, bensì della sua presentazione. Il 19 marzo del 1958, lo “Stadio” sceglie una titolazione basica: «Si corre la Sanremo». Occhiello: «Alla partenza da Milano tutti i più forti stradisti d’Europa». Segue un box di approfondimento, intitolato «Nessuno si perde in pronostici, ciascuno fa sogni di gloria» nel quale si rileva che, malgra-
do l’assenza di Vannitsen, sarà probabilmente una «battaglia di velocisti stranieri». Eh già perché l’edizione del 1958 vede, per la prima volta tra i partecipanti, più stranieri che italiani (108 a 107). Tra i favoriti della vigilia spiccano il belga Rik Van Steenbergen, vincitore degli ultimi due mondiali (primo a Sanremo nel ’54), lo spagnolo Miguel Poblet (primo a Sanremo nell’ultima edizione) ed il belga Alfred De Bruyne (primo a Sanremo nel ’55, ha vinto l’ultima Parigi-Roubaix), mentre le speranze italiane si affidano a Nino Defilippis, Ercole Baldini e Gastone Nencini, vincitore dell’ultimo Giro d’Italia. Nomi importanti, ma non abbastanza per sperare in una vittoria tricolore, anche se – come scrive nel suo editoriale di presentazione il cronista di “Stadio” Dante Rocchi – «oggi siamo ben lungi dall’arrendevolezza, dalla fatale rassegnazione che pareva avesse colto tutti i corridori italiani alla vigilia della ‘Sanremo’ dello scorso anno, la più disastrosa che mai si è avuta nella storia del nostro ciclismo».
85 traguardo della città dei fiori il ciclismo italiano toccò il fondo dell’abisso. Mai si era verificata una così paurosa debacle dei nostri colori e nemmeno si poteva considerare il fatto come un episodio a se stante, perché anche le altre prime corse dell’annata, pur senza assumere gli aspetti del disastro sanremese, ci avevano lasciato la bocca amara. È un triste ricordo che ci fa guarda-
Negli exit poll della vigilia l’italiano più accreditato sembra Nino Defilippis, a cui tocca – come scrive sempre Ronchi – «il fardello della qualifica di numero uno. Il campione della Carpano ha cercato di dividere il suo onere replicando “Ce ne sono tanti altri”. Quando abbiamo chiesto qualche nome, il ‘Cit’ non ha però saputo tirarne fuori nessuno». La vigilia vive anche sulle polemiche per la squalifica di Fausto Coppi e del belga Willy Vannitsen «per abbandono ingiustificato» della Parigi-Nizza per partecipare al Giro di Toscana. «Giunti a questo punto – si legge nell’articolo interno di Luigi Chierici – soltanto una resipiscenza in extremis della Federazione Francese potrebbe consentire ai due corridori
re con preoccupazione alla gara di domani. Per la verità – osserva il cronista con una punta di ottimismo – la situazione tecnica e psicologica del nostro ciclismo è assai diversa. I corridori italiani hanno vinto alcune delle gare fin qui disputate e anche quando sono stati sconfitti, non sono stati umiliati. E così, se il ricordo della Sanremo 1957 ci assilla, la speranza di assistere alla riabilitazione degli atleti italiani tende a prendere resistenza». In realtà, la Sanremo del 1958 fu un’altra debacle annunciata e gli italiani per trionfare sul Poggio dovranno attendere ancora parecchio: dopo il successo spagnolo di Poblet e quelli francesi di Privat e Poulidor, nel ’62 trionferà il belga Daems, l’anno successivo Groussard (FRA) e poi ancora Simpson (ENG), Den Hartog (OLA), prima della doppietta di Merckx (Bel), il trionfo di Altig (GER) e il tris del Cannibale. Nel 1970, 17 anni dopo il successo di Lorenzo Petrucci, dal Poggio svetterà finalmente un italiano: Michele Dancelli.
incriminati di correre la Milano-Sanremo, ma esistono ben poche possibilità che ciò avvenga, anche perché la Federazione Belga si è dichiarata solidale con quella Francese rinunciando a muovere un dito a favore di Vannitsen. Coppi – prosegue l’articolo – ha inviato un telegramma alla Federazione Francese per chiedere che gli sia concesso di disputare, per l’ultima volta, la Milano-Sanremo, ma è generale convinzione che la Federazione Francese non si lascerà commuovere dall’appello del corridore italiano». Poi un’analisi che è anche una profezia: «Si può ben dire che nel 1957 sul
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GRANFONDO SELLE ITALIA VIA DEL SALE a cura della REDAZIONE
LA ZAMPATA GENIALE DI CASTAGNOLI
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A CERVIA IL PORTACOLORI DEL TEAM CICLI COPPARO S’IMPONE GRAZIE AD UNA TATTICA PERFETTA. BRUCIATI ALLO SPRINT ALFONSO FALZARANO E MARCO MORRONE
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Si è chiuso con il trionfo di Federico Castagnoli, portacolori del team Cicli Copparo, la Granfondo Selle Italia Via del Sale. Nello straordinario palcoscenico offerto dal lungomare di Cervia e dalla spiaggia Fantini Club, si è conclusa con grandissimo successo una sfida che si rinnova ormai da diciotto anni, con un’edizione da record: ben 4.500 ciclisti al via, oltre 500 partecipanti alle pedalate per gourmet e per famiglie ed un expò con oltre cento aziende espositrici “spalmate” su un chilometro di lungomare. La gara ha saputo ancora una volta regalare emozioni e consolidare una tradizione che ormai la vede al vertice del movimento cicloamatoriale nazionale. Un riconoscimento confermato anche dalla presenza di numerosi ospiti vip, come il manager Matteo Marzotto e l’ex calciatore ‘Penna Bianca’ Fabrizio Ravanelli, schierati in prima fila alla partenza della manifestazione. Assieme a loro, fra i tanti volti noti delle due ruote, anche El Diablo Claudio Chiappucci e fra i professionisti anche gli atleti del team Neri Sottoli Yellow Fluo Mirko Tedeschi e Francesco Failli. La partenza della Granfondo Selle Italia Via del Sale 2014
Tre i percorsi previsti: il corto, non agonistico, di 77 km; il medio di 107 km e il lungo di 150 km con le asperità di Montecavallo, Ciola, Montevecchio Cima Pantani e Paderno/Collinello. Nel percorso lungo, malgrado un tracciato impegnativo ed i ripetuti attacchi che hanno caratterizzato la corsa dal primo all’ultimo chilometro di gara, non c’è stata troppa selezione in testa, tanto che la corsa si è conclusa con la volata del gruppo dei migliori, anticipata dal solo Federico Castagnoli del Cicli Copparo di Ancona. I primi chilometri sono stati caratterizzati da una fuga di tre corridori: Danius Kairelis (MG K VIS), Marco Morrone (Team Cannondale Gobbi) e Carlo Muraro (Cicli Beraldo), che sono stati ripresi da un gruppetto dapprima di 28 unità, poi frazionatosi in due plotoncini nel finale di gara. Dopo una serie di attacchi di Cunico, ad avere la meglio nello sprint finale è stato proprio Castagnoli, che nelle asperità della giornata, sembrava il più stanco di tutti, ma con un ottimo acume tattico è riuscito a
vincere la corsa allo sprint. Completano il podio della prova regina Alfonso Falzarano del Cicli Maggi 1906 ed in terza posizione Marco Morrone del Team Cannondale Gobbi. Completano il podio della prova regina Alfonso Falzarano del Cicli Maggi 1906 ed in terza posizione Marco Morrone del Team Cannondale Gobbi. Il medio si è deciso, invece, sull’ultima salita del percorso su cui ha preso il largo il terzetto che si è poi giocato la corsa allo sprint. Fabrizio Amerighi (Borello) ha avuto la meglio su Moreno Giulianelli (Frecce Rosse) e Davide Magon (Sintek). In campo femminile, infine, da segnalare nel percorso lungo il successo di Chiara Ciuffini, che ha preceduto Claudia Gentili e Marina Ilmer. Nel percorso medio, invece, si è imposta Astrid Schartmueller davanti a Serena Gazzini e Sandra Marconi. Tanto agonismo, ma anche tanta voglia di svago e divertimento all’insegna del buon gusto. Dopo il successo della pedalata dei Piccoli sabato pomeriggio, è stato infatti molto apprezzato anche il Percorso foto BETTINIPHOTO
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Il podio femminile
Gourmet “Sulle strade dei Sapori”. Poco meno di 40 chilometri pianeggianti, affrontati a velocità turistica, hanno permesso ad oltre 300 partecipanti di godere del bellissimo panorama offerto dalla primavera Romagnola, degustando i prodotti offerti dai ristoratori locali. Grandissimo successo anche per l’expò del Bicycle Show, che ha registrato 25.000 presenze, con oltre cento aziende espositrici. Grande orgoglio e gratificazione dunque per gli organizzatori, a conclusione di questo travolgente weekend dedicato al mondo della bici, che si riconferma – numeri alla mano – come il più importante appuntamento cicloturistico di inizio stagione. Expò Bicycle Show Il podio maschile
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Il podio della Fondo Città di Riccione Nalini
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GRAN FONDO CITTÀ DI RICCIONE BY NALINI a cura della REDAZIONE
BERTUOLA TRIONFA NELL’EDIZIONE DEI RECORD IL PORTACOLORI DEL TEAM BERALDO GREENPAPER HA PRECEDUTO DI UN’INEZIA IL COMPAGNO DI SQUADRA ROBERTO CUNICO. MA A BRINDARE È SOPRATTUTTO L’ORGANIZZATORE VALERIANO PESARESI: «PER IL PRIMO ANNO VALICATA LA SOGLIA DEI MILLE ISCRITTI»
Il trionfo di Alessandro Bertuola con il compagno di squadra Roberto Cunico
preceduto di un’inezia sulla linea del traguardo il compagno di squadra Roberto Cunico, altro atleta indicato tra i principali pretendenti al successo finale. A completare il podio Sirio Sistarelli (GC Melania), che ha preceduto Dainius Kairelis e Matteo Bordignon. Nel percorso corto, trionfa la Rock Racing con il misanese Devis Cinni, che ha preceduto un altro romagnolo Orazio Falconi (Frecce Rosse Rimini) ed Emanuele Chiominto (GC Melania). In questa prova da segnalare il 15esimo posto di un altro romagnolo, Marco Spada del Gianluca Faenza Team. Ventesimo il ravennate Gabriele Bezzi (Team Legend Miche), primo assoluto nella categoria Gentlemen. Sempre nel percorso corto si è classificato al 345esimo posto l’ex pro Emanuele Negrini, una volta dominatore di queste gare amatoriali (ha vinto Nove Colli e Oetztaler, tra le altre). Giunto a oltre
48’ da Cinni, Negrini, dal fisico decisamente appesantito è stato sentito gridare «mai più mai più» subito dopo il traguardo... Tra le donne nel percorso lungo arriva l’ennesimo successo annunciato di Monica Bandini (Gobbi MgK-Vis). La forlivese dalla carriera infinita ha sbaragliato la concorrenza, dimostrando che, anche in questa stagione, sarà una delle atlete da battere. Nelle prime posizioni altre romagnole: Florinda Neri (Frecce rosse, terza). Patrizia Piancastelli (Scatenati, quarta), Maria Cristina Prati (Matteoni FRW, quinta), Veronica Pacini (Cicli Copparo, sesta). Nel percorso corto tripletta romagnola sul podio. Prima Rita Gabellini (GC SGR Servizi), seconda Debora Morri (Medinox), terza Jessica Campana (Rubicone Cycling). Loro sì profete in patria. foto STUDIO PHOTO RAVENNA
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Continuano a crescere le granfondo del circuito Romagna Challenge. Dopo il record d’iscritti della granfondo Cassani, nobilitata anche dalla presenza del neo Ct, il 30 marzo scorso, la granfondo Città di Riccione by Nalini ha valicato, per la prima volta nella sua storia, la soglia fatidica dei mille iscritti. Grande soddisfazione da parte di Valeriano Pesaresi, che per il sedicesimo anno consecutivo, ha portato a termine l’immane fatica organizzativa, regalando alla città della Perla una “due giorni” di grande ciclismo: «Sono particolarmente contento di questa edizione – ha spiegato ‘a caldo’ Pesaresi – il numero d’iscritti in costante aumento dimostra che la Gran Fondo di Riccione può ormai contare su centinaia di fedelissimi. E questo è il premio più bello per me e per le decine di volontari che, ogni anno, con ammirevole spirito di abnegazione, contribuiscono concretamente alla piena riuscita della manifestazione». Il successo, nel percorso lungo, è andato ad Alessandro Bertuola (team Beraldo Greenpaper), uno dei favoriti della vigilia, che ha
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PRESTIGIO EXPERIENCE a cura della REDAZIONE
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COSE DA TITANI DALL’11 LUGLIO A SAN MARINO IL GALÀ DEI CAMPIONI, LE PEDALATE CON BARTOLI E PETACCHI E LA GRANFONDO. GRAZIE ALL’AZIENDA DI GIANCARLO DI MARCO STA PRENDENDO FORMA UNA “TRE GIORNI” CHE MIRA A TRASFORMARE L’ANTICA REPUBBLICA NELL’ELDORADO DELLA BICICLETTA
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Ha inaugurato lo scorso 9 aprile a San Marino il “Prestigio Lab”, il primo centro bio-meccanico che garantisce al corridore – professionista o cicloamatore – l’assetto posturale perfetto sulla bicicletta. Ad offrire una consulenza tecnica ad personam Michele Bartoli, il “Leone delle Fiandre” che, appesa la bicicletta al chiodo, si è dedicato anima e corpo alla bio-meccanica, sposando in modo simbiotico il progetto di Giancarlo Di Marco, general manager dell’azienda Prestigio, l’imprenditore che ha introdotto, sul mercato, la filosofia avanguardista della “bicicletta sartoriale”. Il laboratorio di San Marino è aperto a chiunque voglia ottimizzare, secondo parametri scientifici, la sua posizione sulla bicicletta. Un servizio di formazione e consulenza garantito dal dottore in scienze motorie Giovanni Stefania e, soprattutto, dal corridore che, negli anni ’90, veniva unanimemente con-
Il nuovo Showroom Prestigio a San Marino
siderato l’interprete stilisticamente più elegante del ciclismo professionistico. Dal rilevamento antropometrico all’analisi digitale del Prestigio Data System, dal check up visivo con telecamere alla sintesi dei dati raccolti, nel nuovo laboratorio dell’Antica Repubblica – in una sola seduta – si correggono i vizi di postura, ottimizzando il gesto atletico per massimizzare la performance. «È stato bello vedere con quanto scrupolo e passione Michele Bartoli ha seguito i nostri primi clienti – spiega Di Marco – esistono decine di testi sulla bio-meccanica applicata al ciclismo, ma io credo che avere come consulente un ex corridore del suo livello sia la garanzia migliore che si possa offrire ad un corridore. In questi giorni, al Prestigio Lab, attendiamo la visita di grandi campioni del ciclismo di ieri e di oggi –
Il presidente della Prestigio Giancarlo Di Marco con Michele Bartoli
conclude Di Marco – ma la più bella soddisfazione per noi è lavorare con i cicloamatori, ovvero quegli atleti che, sul piano della postura, hanno i più ampi margini di miglioramento». «Non tutti si rendono conto – aggiunge Michele Bartoli – quanto sia importante il giusto assetto sulla bicicletta. Ci sono atleti che si allenano con scrupolo e sacrificio per anni cercando il salto di qualità e poi snobbano un aspetto così nevralgico come la postura. E invece per migliorare le prestazioni certi dettagli fanno la differenza». Intanto sale l’attesa per il “Prestigio Experience”, la “tre giorni” in programma nel secondo week-end di luglio sul monte Titano, che culminerà con la 2ª edizione della Gran Fondo della Repubblica di San Marino “Patrimonio dell’Umanità UNESCO” che avrà come sponsor tecnico proprio l’azienda “Prestigio” di Giancarlo Di Marco.
La corsa si svolgerà domenica 13 luglio, ma sia il venerdì che il sabato precedente, nell’ambito di un pacchetto turistico ad hoc studiato con i Bike Hotel di Riccione, sono in programma alcune iniziative di grande rilievo, come la pedalata con Michele Bartoli, l’aperitivo con i campioni (probabile la presenza anche di Alessandro Petacchi) ed una serie di sorprese che trasformeranno la “tre giorni” del Titano in una grande festa del ciclismo declinato nelle sue infinite varianti. «A San Marino – spiega Di Marco – abbiamo grandi progetti. La nostra azienda avrebbe potuto affiancare il suo nome a quasi tutte le granfondo italiane, ma nonostante i ripetuti solleciti, abbiamo deciso di scommettere su una rassegna giovane e dalle potenzialità ancora inespresse. Il ciclismo nell’Antica Repubblica può diventare qualcosa di importante: ci sono in cantiere progetti molto ambiziosi e il ‘Prestigio Experience’ è solo l’inizio».
Michele Bartoli durante un test di biomeccanica
Michele Bartoli segue il campione di ciclismo Chris Horner in un test di biomeccanica
92 a cura di RICKY MEZZERA
“ONE TV SO MANY EMOTIONS”
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RISCOPRIAMO LA PISTA PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELLE SPECIALITÀ PIÙ SPETTACOLARI DEL CICLISMO
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Lentamente si sta rimettendo in moto il carrozzone dello showbiz ciclistico che, partendo dalla Tirreno-Adriatico e dalla Milano-Sanremo, si sposta verso le classiche del Nord; la redazione sportiva di ONE TV a “POP CYCLING” ha deciso di parlare della Pista perché il primo amore non si scorda mai. Massimo rispetto ai velodromi di tutto il mondo che hanno saputo infiammare migliaia di spettatori attraverso le “Sei Giorni”, i “Record dell’Ora” e tutte le gare di Keirin, Skratch, Inseguimento, Mezzofondo, Individuale a Punti, km con partenza da fermo ed infine la più spettacolare di tutte: l’“Americana dell’Ora”. Le recenti Olimpiadi di Londra, hanno dato un inaspettato rilancio all’attività dei “pistard”, le “Sei Giorni” del Nord Europa sono tornate popolari come un tempo e solo in Italia non riusciamo a rilanciare la pista. Qual è la situazione attuale nel nostro paese, dove il ciclismo resta uno degli sport più popolari e praticati dalla gente? Triste direi; sono appena tre i velodromi in attività di cui solo quello di Montichiari è al coperto ed è disponibile per attività invernali. Montichiari è usato principalmente per la preparazione atletica, la tecnica biomeccanica e i test su telai e ruote.
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conta aneddoti a non finire e soprattutto la storia del suo Oro Olimpico nell’inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Roma del 1960. Maledetta fu la nevicata che nel 1985 sventrò il velodromo più famoso d’Italia e che, nonostante diversi lavori di ristrutturazione, non ospitò più gare ciclistiche importanti. Ce la faranno gli amministratori comunali a rimettere in sesto questo monumento nazionale per “EXPO 2015”? Sarebbe un sogno per tutti i milanesi che adesso lo visitano solo per vedere le partite di football americano dei Seamen Milano. Entrando nel Velodromo milanese semivuoto, si sentono ancora gli echi della folla in visibilio e il rumore del mastice dei tubolari che si scollano sotto la torsione degli sprinters che lanciano volate a 70 km/h; l’emozionante record dell’ora di Fausto Coppi nel 1942 (45,798 km/h), poco prima che i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale la distruggessero. La bicicletta di Fausto Coppi, che fu protagonista del suo record, fa bella mostra di sé al centro della Parabolica per gentile concessione del Museo del Ghisallo. Le bici esposte sono di tutte le epoche, tutte rigorosamente con lo scatto fisso che inspiegabilmente è tornato di moda tra i giovani ciclisti che lo utilizzano sulle strade urbane foto RICKY MEZZERA mettendo a rischio la propria incolumità e soprattutto quella degli altri. Nella pancia del Vigorelli, riparato dalla parabolica, c’è la “boutique della bicicletta”; il mitico negozio della famiglia Masi che trasuda di storia attraverso i cimeli esposti che farebbero impazzire qualsiasi collezionista. Passeremmo ore ed ore ad ascoltare Alberto Masi e i suoi racconti che ci riportano indietro di oltre 50 anni, ma purtroppo il tempo è sempre tiranno con noi e lo spazio vintage finisce qui. Per rivedere la puntata, visitate YouTube e digitate “POP CYCLING 9” e buona visione! foto RICKY MEZZERA
Giovani atleti durante una recente manifestazione
Fiorenzuola e Busto Garolfo sono due velodromi estivi aperti da aprile a settembre con attività agonistiche e scolastiche per tutte le età. Ultimamente si è parlato molto del Vigorelli che, grazie al FAI e alla volontà del Comitato per il suo recupero, ha ospitato una sorta di open-day durato due giorni e dedicato alla storia di un Velodromo che ha visto sfrecciare campionissimi come Fausto Coppi, Antonio Maspes ed il mitico Marino Vigna. Marino sul parterre del Velodromo, accompagnato dal nipotino, fa gli onori di casa. Conosce ogni singolo tassello del parquet oramai annerito dallo smog e dall’umidità, ci rac-
Un’immagine dal passato al velodromo Vigorelli
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DOSSIER SPORT E MEDICINA
a cura del Dr. MARCO FILIPPINI*
LA RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE (RPG)
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CHE COS’È LA RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE? Mezièrés ha ideato la riabilitazione posturale globale (RPG), una tecnica di terapia manuale che prevede un lavoro individuale ad approccio globale. Questo tipo di terapia permette di ristabilire la simmetria corporea, cercando di eliminare i compensi e le tensioni muscolari, restituendo elasticità alle catene muscolari accorciate e tonificando quelle rilassate, al fine di permettere il recupero funzionale della zona dolorante. L’essere umano ha muscoli statici e dinamici: i primi permettono la stazione eretta e per questo sono sempre ipertonici e retratti, mentre i secondi, che realizzano movimenti più ampi e non hanno responsabilità antigravitarie, tendono al rilassamento. CHE COSA SONO LE CATENE MUSCOLARI? L’apparato muscolare è formato da diverse catene muscolari, che a loro volta sono date da un insieme di muscoli interdipendenti tra loro: infatti durante il movimento, la contrazione di un muscolo determina un cambiamento in tutti i muscoli della catena. Questa connessione ci permette di capire quanto sia inutile allungare un singolo muscolo senza mettere in tensione nello stesso momento tutta la catena a cui appartiene, infatti un semplice allungamento di un punto della catena provocherà un accorciamento in un altro punto; un chiaro esempio ce lo danno i muscoli della colonna vertebrale: correggere una iperlordosi lombare provoca un’accentuazione della curva cervicale.
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COME AVVIENE IL TRATTAMENTO? Nell’approccio globale non si andrà a trattare direttamente la parte sofferente, bensì si cercherà di allungare contemporaneamente tutta la catena muscolare interessata mediante l’utilizzo di posture. Le posture possono essere supina, supina con gambe alla verticale, seduta e in piedi in flessione anteriore. Nell’arco di una singola seduta si lavorerà su una o al massimo su due tipi di posture; nel caso si lavori in postura supina o supina con gambe alla verticale è consigliabile tenere la posizione per circa mezz’ora, mentre se si effettua la postura seduta o in flessione anteriore si permette al paziente di avere dei tempi di riposo. Se si utilizzano due posture all’interno della stessa seduta il tempo totale del trattamento va dai 30 ai 45 minuti. Le sedute sono sempre personalizzate, sotto la guida del terapista, che assiste il paziente nel prendere consapevolezza del proprio corpo. In questo modo le catene muscolari statiche coinvolte vengono allungate e i compensi,poco a poco, corretti. QUALI SONO I CRITERI DI SCELTA DELLE POSTURE? Il terapista sceglie la postura più indicata in base alla causa che ha determinato il sintomo: durante la valutazione iniziale si tenta di capire l’origine del problema osservando i compensi che involontariamente il paziente produce mantenendo la posizione eretta a piedi uniti e supina. Di conseguenza si attiva il trattamento più idoneo, tenendo anche in considerazione le caratteristiche, quali età e condizione fisica, del paziente. L’RPG È UN TRATTAMENTO CURATIVO O PREVENTIVO? Il metodo Mezièrés è indicato per patologie di vario tipo: • algie vertebrali croniche o acute (mal di schiena, dorsalgie, lombalgie, cervicalgie); • algie, patologie, sindromi miofasciali degli arti superiori; • sintomi viscerali legati agli squilibri vertebrali; • deviazioni e deformazioni ortopediche nell’adulto e nell’adolescente della colonna (ipercifosi, iperlordosi, rettilineizzazioni, scoliosi) e degli arti inferiori (ginocchio varo, valgo o recurvatum, piede piatto o varo); • sindromi e patologie dell’arto inferiore:
sindromi rotulee e meniscali, algie del piede. Questo metodo inoltre si può applicare, con notevoli benefici, nella medicina preventiva in quanto permette di raggiungere e mantenere una migliore elasticità muscolare, una maggior resistenza allo sforzo e dà benessere grazie alla conoscenza che il paziente apprende del proprio corpo. CHI PRATICA ATTIVITÀ SPORTIVA NE PUÒ TRARRE VANTAGGIO? L’attività sportiva provoca effetti benefici sui muscoli dinamici aumentandone la tonicità, ma accentua anche la rigidità di quelli statici. Nel campo dello sport, soprattutto in quelli simmetrici, che richiedono la ripetizione dello stesso gesto (ciclismo, nuoto, podismo), questo trattamento, oltre a far prendere maggior consapevolezza di sé, restituisce una giusta e non eccessiva tonicità ai muscoli della statica permettendo allo sportivo di ritrovare una maggiore simmetria ed armonia del proprio corpo, con conseguente miglioramento della performance. *Fisioterapista – Centro Fisioradi Pesaro
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La partenza della 16ª Gran Fondo Liotto
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16ª GRAN FONDO LIOTTO a cura di NEWSPOWER
IL “FALCO” NON PERDONA
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SUPERBA PROVA DEL TEAM BERALDO: CUNICO PRIMO E BERTUOLA SECONDO. TERZO POSTO NELLA GRANFONDO PER TIZIANO LOMBARDI
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Nella Domenica delle Palme valdagnese (VI) sono risuonati gli applausi del folto pubblico assiepato attorno al traguardo della 16ª Granfondo Liotto, gara di prestigio per le ruote fine che ha visto il falco vicentino Roberto Cunico (ASD Team Beraldo) gettarsi in picchiata sulla finish line. Ad inseguirlo sul podio c’era il neo compagno di team Alessandro Bertuola, secondo, e Tiziano Lombardi (MgK Vis LGL Gobbi), terzo. Ancora un successo in carriera anche per la romana, ma pratese d’adozione, Claudia Gentili (Team Ale Cipollini Galassia) che nel “lungo” femminile ha sbaragliato la concorrenza rappresentata da Chiara Ciuffini, che ha chiuso ad appena 2” dalla vincitrice, e Marina Ilmer, entrambe in forze alla Gobbi MgK Vis LGL.
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Lo spettacolo non è mancato neppure lungo i 103 km del mediofondo che hanno visto spiccare tra tutti il leone monregalese (abitante del comune cuneese di Mondovì, ndr) Leonardo Viglione (ASD Team Ucsa), abile ad avere la meglio nella volata finale a sei su Andrea Pontalto (ADS New Line Rovolon) e Giampaolo Moro (Rhodigium Team ASD) e quindi i vari Tecchio, Spiazzi, Fochesato e Dazzi. Tracciati riveduti quelli della Gran Fondo Liotto 2014, sui quali si sono sfidati 2000 pedalatori, tutti assiepati sul parterre di piazza Cavour a Valdagno. Allo sparo d’inizio la carovana si è lanciata sull’ormai consueta risalita del tratto terminale della Valle dell’Agno in direzione di Recoaro Terme e quindi della prima asperità di giornata, la salita a
Passo Xon. Sui tornanti sopra la cittadina termale, Giuseppe Corsello ha cercato l’allungo, mettendosi dietro il resto dei concorrenti ancora compattati in gruppo. L’uomo del Gianluca Faenza Team costruiva così un piccolo vantaggio, mentre alle sue spalle in 13 provavano a tenergli testa, missione che riusciva all’intero gruppone verso l’ingresso nell’abitato di Schio. Pochi chilometri e questa volta, annusando i primi metri della salita di Monte Magrè, era il corridore di casa, Roberto Cunico, a sgasare per cercare di vedere chi gli si sarebbe gettato dietro. Rotti gli indugi, dal gruppone si staccavano anche il trevigiano Bertuola e l’asso austriaco delle granfondo, Steinkeller. Giunti allo scollinamento i due, insieme ad una
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decina di altri concorrenti, riacciuffavano Cunico. Nel frattempo sulla testa si faceva vedere anche un altro uomo del Team Beraldo, Carlo Muraro, che con Cunico metteva le proprie ruote per primo in fondo alla discesa di Monte di Malo. Nelle retrovie, intanto, si iniziava a farsi notare anche Tiziano Lombardi. Con Cunico e Muraro davanti, i segugi sulla loro scia non lasciano passare troppo tempo prima di rifarsi sotto, trainati in particolare dallo stesso Lombardi e da Andrea Pontalto. Chilometro dopo chilometro la testa della corsa si gonfiava e, sulle pendenze di Torreselle, al comando erano poco più di una decina tra cui i vari Kairelis, Pontalto, Poeta, Bertuola, Lombardi, Miorin, Muraro e con Cunico che per qualche istante scivolava in posizione leggermente arretrata. Al nuovo scollinamento ancora le ruote delle Beraldo erano davanti, ma questa volta con Bertuola che si tirava dietro un paio di colleghi tentando l’allungo. Ben presto tuttavia si riformava un capannello di corridori in vetta alla gara e così, ricompattati, si procedeva alla volta di Monteviale. A Sovizzo era Marco Canella a tentare la sortita e dietro gli si gettavano il valdagnese Fochesato e Corsello. Poco dopo sulle propaggini dell’impennata di Vigo, new entry sul percorso della GF Liotto, anche Casalatina e Tecchio cercavano di stare agganciati al fanalino di coda della testa. Sui 73 km era proprio l’autoctono Fochesato a scandire il ritmo e a spingere sui pedali, ma dietro si rifacevano sotto in più di 15 con gli immancabili Cunico, Bertuola, Kairelis e soci. Giunti a Castelgomberto anche Tecchio provava a fare il gioco del “tira e molla” e si gettava in avanti, subito imitato da Morrone che, al bivio dei due tracciati, metteva la freccia a sinistra e proseguiva sul “lungo” in buona compagnia. Dietro di lui infatti svoltavano anche Hornetz, Steinkeller, Muraro, Kairelis, Cunico, Bertuola e ancora Pinton, di poco più indietro. Sui gradoni che salgono al valico di Santa Caterina Cunico balzava davanti e non lasciava più nulla di intentato. Nel frattempo il “medio” lanciava l’ascesa finale a località Castello con i vari Viglione, Pontalto, Moro, Tecchio, Spiazzi, Fochesato and co. tutti ravvicinati. La situazione non cambiava nemmeno nei metri finali e la vittoria si giocava in gran volata con il cuneese Viglione a dare il colpo di reni vincente, infilando nell’ordine Pontalto e Moro. L’attenzione si spostava a quel punto sulle donne del medio dove l’altoatesina Schartmueller non deludeva le aspettative e, dopo una gara in solitaria, fissava un margine di oltre 6’ sulla inseguitrice Serena Gazzini e di oltre 14’ sulla terza di giornata, Laura Tollin. Radiocorsa tornava allora sulle battute finali del granfondo dove un plotone di 13 corridori faceva capolino a Castelvecchio, prima di gettarsi in discesa verso Valdagno. Cunico e Bertuola governavano bene la discesa ben sapendo che il dente di località Castello sarebbe stato il segnale per dare l’accelerata decisiva. Detto, fatto.
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L’arrivo trionfante di Roberto Cunico vincitore della granfondo
Cunico si portava alla guida a quasi 25” dal terzetto di inseguitori composto da Bertuola, Miorin e Lombardi, scollinava e nella discesa finale, cavalcava in solitaria volando ad ali spiegate sul traguardo. Bertuola spingeva a sua volta e con un ritardo di 21” chiudeva secondo, mentre Lombardi si doveva accontentare della terza posizione, attardato di 32”. Con le flower ceremony che si susseguivano sul palco, all’appello mancava a quel punto solo la granfondo in rosa. Dopo aver viaggiato appaiate per tutta la gara, sul rettilineo finale erano la bionda Claudia Gentili e
la mora Chiara Ciuffini a decidersi la vittoria con la ragazza in maglia giallo flou del team Alè Cipollini Galassia ad avere la meglio. Terza chiudeva sotto l’arco valdagnese anche Marina Ilmer a 30” dalla vetta. A chiusura della manifestazione ci hanno pensato le parole di due vip come Matteo Marzotto e Claudio Pasqualin a confermare un nuovo successo sportivo messo a segno dai fratelli Liotto, da sempre abili organizzatori di questa granfondo che prende il nome proprio dall’azienda di famiglia, una garanzia tutta vicentina per il pianeta delle due ruote. Info: www.granfondoliotto.it
CLASSIFICHE Granfondo Maschile 1° Cunico Roberto ASD Team Beraldo Greenpaper 03:45:52 2° Bertuola Alessandro Team Beraldo Greenpaper 03:46:13 3° Lombardi Tiziano MgK Vis LGL Gobbi Dedacciai 03:46:24 Granfondo Femminile 1a Gentili Claudia Team Ale Cipollini Galassia 04:11:39 2a Ciuffini Chiara Gobbi MgK Vis LGL Morelifeenergy 04:11:40 3a Ilmer Marina Gobbi MgK Vis LGL Morelifeenergy 04:12:09 Mediofondo Maschile 1° Viglione Leonardo ASD Team Ucsa 02:49:21 2° Pontalto Andrea ADS New Line Rovolon 02:49:21 3° Moro Giampaolo Rhodigium Team ASD 02:49:21 Mediofondo Femminile 1a Schartmuller Astrid Gobbi MgK Vis LGL Morelifeenergy 02:56:07 2a Gazzini Serena Carraro Team Trentino 03:02:36 3a Tollin Laura ASD Sant Luis Zen 03:10:15
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IL TELAIO IDEALE
a cura di ROBERTO ZANETTI foto statiche e in movimento di ROBERTO ZANETTI
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9 min «CHAPEAU!»
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“CHAPEAU” (CAPPELLO) È UN’ESPRESSIONE, TIPICA FRANCESE, CHE INDICA UNA PROFONDA AMMIRAZIONE PER QUALCUNO, O PER QUALCOSA. “TOGLIERSI IL CAPPELLO” DAVANTI ALLA LOOK 695 AEROLIGHT È METAFORICAMENTE UN GESTO DOVUTO, UN MODO CAVALLERESCO PER APPREZZARE I CONTENUTI TECNOLOGICI DI QUESTA GRANDISSIMA BICICLETTA DA CORSA
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Il test: Il mio lavoro è ritenuto da molti, conoscenti – amici – lettori, un lavoro da privilegiato. Chi di voi non vorrebbe coniugare la propria passione per la bici ai test e alle prove dei modelli più innovativi che le aziende presentano sul mercato e, per farlo, essere anche pagato? Fino a qui nulla da dire, avete tutti ragione ma il bello viene quando questi mezzi vengono messi a nudo, portati al limite in ogni condizione di utilizzo, smontati e ribaltati per cercare il famoso “pelo nell’uovo” che, com’è successo per la 695 Aerolight, non si trova. Posso affermare con assoluta certezza che, in tutti questi anni di professione, non ho mai preso in esame una bicicletta che presentasse così tanti argomenti tecnici e così tanta innovazione Test bike
concentrati insieme in un unico prodotto. Detto questo la mia recensione potrebbe anche chiudersi qui; di Look azienda e della 695 Aerolight si sono già spesi fiumi di parole, sono già stati scritti centinaia di articoli anche su altre testate ma mi pare giusto dare ancora una volta risalto al coraggio che gli ingegneri francesi hanno avuto nel proporre
qualcosa di diverso al mercato del ciclo. “Essere differenti”, secondo il Look pensiero, vuole anche dire “essere unici” e la 695 Aerolight esprime quel concetto di coraggioso rinnovamento: l’integrazione totale applicata al telaio di una bicicletta! Plus della 695 Aerolight: Sinceramente non saprei da dove cominciare… Se parlassi delle solite sensazioni di reattività – leggerezza – comfort, rischierei di essere banale. Giusto, invece, analizzare e mettere in risalto almeno due aspetti fondamentali della 695 Aerolight: la guarnitura ZED 2 e i freni AEROBRAKE anteriori e posteriori. La pedaliera (guarnitura) ZED 2, sistema brevettato ed esclusivo Look, è un unico pezzo di carbonio stampato monoblocco che comprende la “stella”, l’asse e le due pedivelle. Pesa solamente 320 grammi ed è un componente in grado di fornire rigidità e potenza davvero ineguagliabili nel rendimento complessivo della pedalata. I freni AEROBRAKE anteriori e posteriori (V-Brake
Caratteristiche Tecniche • Telaio: 695 Aerolight Carbonio 1,5K monoblocco • Cambio: Shimano Dura Ace 9070 Di2 • Deragliatore: Shimano Dura Ace 9070 Di2 • Guarnitura: ZED 2 in carbonio monoblocco • Catena: Shimano Dura Ace 9000 • Ruota libera: Shimano Dura Ace 9000 11-25t • Movimento centrale: BB65 • Freni: Aerobrake integrati (V-Brake meccanici) • Forcella: ASC7 in carbonio monoblocco (335 gr di peso) • Serie sterzo: integrata • Attacco manubrio: Aerostem in carbonio 110 mm (160 gr di peso nella misura 110 mm) • Piega manubrio: Aerobar in carbonio 42 c/c – 44 esterno • Reggisella: integrato • Sella: Selle Italia SLR • Cerchi: Mavic Cosmic SLE in carbonio • Coperture: Mavic Yksion Pro Powerlink tubolari • Mozzi: Mavic • Pedali: Keo Blade 2 (non in dotazione) • Portaborraccia: Look • Taglie: XS-S-M-L-XL-XXL • Colori e modelli: Pro Team (come modello testato) – Heritage – Carbon Reflect Mat (695 Aerolight Premium Collection). Flash Blue Mat – White Acid – White (695 Aerolight) • Peso telaio: 925 gr (tg M) – forcella esclusa • Peso bici completa (come in foto): 6,6 kg (tg M come bici test) – pedali compresi
meccanici tipo quelli delle mountain bike tradizionali), integrati rispettivamente sotto i foderi posteriori del telaio e nella forcella, conferiscono alla 695 Aerolight un profilo aerodinamico, migliorano la frenata e rendono la linea del telaio più gradevole e pulita. Solo due piccoli appunti… Come simpaticamente ho scritto poco fa, andando a cercare il “pelo nell’uovo”, non troverei nulla di cui valga la pena parlare. Se proprio dovessi appuntare qualcosa alla 695 Aerolight, a prescindere dalla sua funzionalità, potrei solo disquisire sull’impatto estetico dell’attacco AEROSTEM.
Altra trovata esclusiva Look, può piacere o non piacere, come tutte le cose è sempre molto soggettivo e personale. Inoltre, per gli amanti del “fai da te” (anche se io lo sconsiglio sempre in ogni caso), l’integrazione dell’impianto frenante nei posteriori telaio e nella forcella comporta qualche difficoltà nelle operazioni di settaggio dei freni e nella sostituzione dei pattini. Per intervenire nelle suddette operazioni bisogna rivolgersi a un rivenditore autorizzato Look o a un meccanico che ci sappia mettere le mani e questo, non avendoli sempre sotto casa o disposizione, a volte può creare qualche disguido…
Test bike
Il Produttore: Look Cycle International 27, rue du Dr Léveillé - BP13 58028 NEVERS Cedex - FRANCE Tel. +33 (0)3 86 71 63 00 Fax : +33 (0)3 86 71 63 10 Web site: www.lookcycle.com Il Distributore per l’Italia Look Italia srl Via Giacomo Leopardi, 5 21047 Saronno (VA) ITALIA Tel. +39 02 96705309 Fax: +39 02 96368948 E.mail: armando.braglia@gmail.com Web site: www.lookcycle.com
100 Accessori e materiali utilizzati per il test Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Ranking mod. Feather www.ranking-helmet.com • Occhiali: Tifosi mod. Veloce Gloss Carbon www.tifosioptics.com • Scarpe: Diadora Jet Racer www.diadora.com • Abbigliamento: Look Replica www.lookcycle.com • Strumentazione: GPS Garmin 500 www.garmin.it In vendita a partire da: Luglio 2013 Tempo di consegna: Per modelli già disponibili presso la casa madre in Francia “pronta consegna” (una settimana per la spedizione). Per modelli configurati a richiesta 10 settimane lavorative dalla data dell’ordine. Prezzo: € 10.039,00 di listino al pubblico, IVA inclusa, per il modello Pro Team come bici testata (in foto). Il freno AEROBRAKE anteriore
La guarnitura ZED 2 con il pedale Keo Blade 2 Look 695 Aerolight Pro Team
MTB www .inbic
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TRENTINO MTB
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a cura di NEWSPOWER
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LE SETTE MERAVIGLIE
CON LA “VALDINON BIKE” È PARTITO, TRA CANYON ROCCIOSI E PANORAMI MOZZAFIATO, IL CIRCUITO PIÙ ATTESO DAI BIKER
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Secondo alcuni sondaggi di carattere matematico, statistico e sociologico, il numero preferito per antonomasia sarebbe il “7” e i motivi si riconducono soprattutto al background culturale e storico di tante persone. Sette infatti sono le meraviglie del mondo, ma anche i peccati capitali e i sacramenti nella religione Cristiana; sette sono i nani di Biancaneve, così quante le proverbiali vite di un gatto o le camicie da sudare di tanto in tanto. Sette quest’anno sono anche le… meraviglie in sella a “Trentino MTB presented by crankbrothers” che da questo mese fino al prossimo ottobre non vi lascerà un momento soli. Domenica 4 maggio viene dato il via al circuito dalla Val di Non con la ValdiNon Bike, una gara nata nel 2009 insieme al challenge e di cui è sempre stata “opening act”. Val di Non per molti fa rima con deliziose mele, ma l’opportunità di trascorrere qualche giorno in questa parte di Trentino è anche quella per scoprire bellezze naturali straordinarie come i canyon di roccia, un mondo sotterraneo fatto di strette pareti, gole e ca-
Leonardo Paez al comando del gruppo in un tratto in discesa di Trentino MTB 2013
scate d’acqua pura per andare all’avventura anche accompagnati da esperte guide e, perché no, con i più piccoli. Di sicuro fascino, non lontani da Cavareno, sono anche il Lago di Tovel immerso nel Parco Adamello Brenta o lo stesso Lago Smeraldo, a fianco del quale corre la prova del 4 maggio. E poi ci sono i percorsi di trekking o MTB nei territori del Passo della Mendola, a cavallo con l’Alto Adige, o sul Gruppo delle Maddalene, e la canoa e il rafting sul torrente Noce prima che si getti nel Lago di Santa Giustina. La ValdiNon Bike è, come detto, l’apertura del circuito, 43 km e poco più di 1200 metri di dislivello che fanno contento ogni taglio di biker, così come, in definitiva, la tripla proposta 1000Grobbe Bike – 100 Km dei Forti di metà giugno sugli Altipiani di Lavarone, Folgaria e Luserna. Il copione in questo caso legge tre giornate tutte da vivere a bordo della propria due ruote, dal 13 al 15 giugno, dove la Lavarone Bike e la Nosellari Bike del venerdì e sabato aprono le danze, per preparare il terreno al piatto clou della storica 100 Km dei Forti della domenica, con i suoi due tracciati Marathon e Classic. E l’aggettivo storico risulta quantomai
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Un gruppetto di inseguitori
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Atleti in un tratto impegnativo del percorso
adeguato, sia perché siamo di fronte ad un evento prossimo al ventennale sia perché si corre nei luoghi dove si sono scritte pagine della storia del Trentino e del nostro Paese. Ricorre quest’anno il centenario dello scoppio del primo conflitto mondiale e questi Altipiani, allora presìdi dell’Impero Austro-Ungarico, furono per alcuni anni teatro di cruenti e devastanti accadimenti, ancora oggi ricordati dalle fortezze erette proprio in quel periodo. Tra Lavarone, Luserna e Folgaria, su territori conosciuti anche come Altipiani Cimbri, si ritrovano sette forti dove la storia ha fatto tappa, dal Forte Belvedere Gschwent, la “fortezzamuseo” di Lavarone, ai Forti Cherle o Sommo Alto che testimoniano i passaggi di artiglieria e che faranno da sfondo al passaggio delle bici di “Trentino MTB presented by crankbrothers” 2014. I punti per il circuito Trentino MTB sono assegnati solo dalla 100 Km dei Forti, e chi gareggia nella Classic e prende parte anche alle altre due gare del weekend può concorrere alla graduatoria 1000Grobbe Bike Challenge 2014.
Il challenge trentino, nell’edizione di quest’anno, si è arricchito di numerose partnership tecniche e gastronomiche che, oltre a sottolinearne il prestigio, vogliono dire ancor più premi per voi. Marchi come Continental, Scott, Kask o fi’zi:k mettono a disposizione riconoscimenti di valore ad ogni prova e nella premiazione di fine circuito, così come il title sponsor “crankbrothers” che appare anche nel pacco gara cumulativo. Ad ogni tappa viene anche estratto un soggiorno di 4 notti nella magica Praga in hotel 3 stelle e in collaborazione con l’Agenzia Viaggi Swissar, per non parlare di marchi come Friliver, Trentingrana, Melinda, Felicetti e Vivallis presenti sia nei pacchi gara che sui podi. Supportano Trentino MTB anche Casse Rurali Trentine, Trenta, Trentino Sviluppo e il marchio Alé. Sul sito ufficiale www.trentinomtb.com sono disponibili tutte le novità del circuito e dei singoli eventi, incluse le stuzzicanti varianti di regolamento per la nuova stagione, che Trentino MTB intende cavalcare sui suoi sterrati ma non certo senza di voi.
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Roel Paulissen guida il gruppo all’uscita di una galleria durante una gara di Trentino MTB 2013
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CIRCUITO MASTER CLUB TRICOLORE a cura della REDAZIONE
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TRA SPORT E TURISMO SOSTENIBILE LO SCORSO 9 MARZO, CON LA 18ª GRANFONDO DEL CONERO-CINELLI, È ANDATA IN ARCHIVIO LA PRIMA DELLE SETTE PROVE PREVISTE DAL CIRCUITO. E SE IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO…
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Un’ottima partenza per l’edizione 2014 del Circuito Master Club Tricolore che ha aperto i giochi con la 18ª Granfondo del Conero-Cinelli del 9 marzo. Il record registrato di 1500 atleti iscritti a questa prima tappa, fa ben sperare per i risultati dell’intero circuito. Sette sono le prove in programma, più una prova Jolly nella selvaggia Sardegna, e ricchi i premi finali. L’edizione di quest’anno vedrà inoltre due importanti sponsor tecnici: Prestigio e Gist Italia. Due aziende leader una nella produzione di telai professionali e una nella distribuzione e nella produzione di componenti per bici e abbigliamento ciclistico. PRESTIGIO metterà a disposizione un telaio della serie EVO da sorteggiare fra tutti gli abbonati del Master 2014 ed importanti premi per ogni Granfondo e per la premiazione finale. GIST Italia fornirà importanti premi ai vincitori, nonché un bellissimo regalo per tutti gli abbonati: il nastro manubrio “Tape Air”, collaudato e apprezzato da importanti squadre ciclistiche. La seconda prova in programma è stata proprio quella Jolly. Gratuita per tutti gli abbonati al circuito, la Granfondo di Sardegna del 20 aprile, magistralmente condotta da Tonino Scarpitti, si inserisce all’interno del Giro di Sardegna e assegnerà 300 masterpoint a tutti i partecipanti. Il 1° maggio si è passati in Umbria con la Granfondo Le strade di San Francesco, organizzata a Ponte San Giovanni di Perugia dal Team Bike Ponte, valida per il Campionato regionale Granfondo e Mediofondo
FCI. In questa occasione è stato sorteggiato il telaio della serie EVO di Prestigio e consegnato il nastro manubrio di Gist Italia. Il 15 giugno si rimane sempre in Umbria con la Granfondo Colli Amerini che presenta ben tre tracciati rispettivamente di 57, 100 e 125 km. Il sabato è prevista una cronoscalata in notturna di 2 km che vale come combinata con la Granfondo del giorno dopo. Si ritorna poi in Toscana il 22 giugno con la 5ª edizione della Granfondo Castello Diego Ulissi dedicata all’omonimo promettente ciclista della provincia di Livorno, attualmente in forza alla LampreISD. Due i percorsi con differenti difficoltà, per permettere a tutti di partecipare divertendosi. Ci si foto CYCLEMAGAZINE.IT sposta a Prato con la Granfondo Prato Abetone del 13 luglio che offrirà, oltre al percorso di 142 km con 22% di pendenza, anche due itinerari turistici: il primo cittadino, disegnato nel centro storico di Prato, e il secondo enogastromico lungo la Strada dei Vini di Carmigiano. Sarà poi la volta della Granfondo Chianciano il 27 luglio che ritorna al vecchio tracciato e arriva all’interno della città, proprio all’ingresso del Centro Storico, attraversando i paesaggi unici della Val d’Orcia con le Colline delle Crete Senesi. Il gran finale sarà la Granfondo Leopardiana del 31 agosto con due percorsi di 130 e 85 km e molti eventi collaterali tra cui “L’infinito Bike” una notturna in mtb lungo i sentieri di leopardiana memoria. Un Master Tricolore che unisce e utilizza il turismo e la bicicletta come richiamo culturale verso le nostre ricchezze artistiche e l’irresistibile bellezza e varietà del nostro territorio. Per un’esperienza veramente ricca, unica e indimenticabile.
CORIMA WINIUM+ MCC
LE RUOTE DEI GRANDI a cura di ROBERTO ZANETTI
VISTE LE SUE CARATTERISTICHE POTREBBE ESSERE CONSIDERATA “LA RUOTA DA USARE TUTTI I GIORNI”. WINIUM+ MCC È LEGGERA QUANDO SI SALE, VELOCE IN PIANURA E REATTIVA NELLE VOLATE; INSOMMA, MEGLIO AVERLE SEMPRE MONTATE SULLA BICI CHE LASCIARLE A CASA
Le ruote in carbonio Winium+ MCC di Corima sono la combinazione perfetta tra design e prestazioni; ideali per chi apprezza i materiali raffinati (come i mozzi e i raggi interamente in carbonio) ed è alla ricerca di prestazioni e versatilità. Questi cerchi sono la sintesi di quattro criteri considerati imprescindibili per identificare un prodotto di alta gamma: il peso (980 gr la coppia), la rigidità laterale, l’aerodinamica e una bassa inerzia di rotazione. Inoltre, la tecnologia MCC, ovvero ruote con raggi in carbonio conici incollati – non tensionati – è un grandissimo valore aggiunto per uno dei modelli di cerchio stradale più performante attualmente in commercio nei negozi, nei concessionari e nei punti vendita autorizzati Corima. Grazie al suo esclusivo design, la Winium+ MCC, è una delle ruote più gettonate da chi vuole dare un plus estetico alla propria bicicletta da corsa senza rinunciare alle performance che, in questo caso, sono assicurate. Il Team Astana e lo stesso Vincenzo Nibali (vincitore del Giro d’Italia 2013) le hanno già utilizzate nel corso della passata stagione come una delle loro “armi preferite”, sia nei grandi giri a tappe che nelle classiche di un giorno, là dove ci fosse bisogno di un prodotto affidabile, leggero e veloce. Costruita in carbonio 3k, la Winium+ MCC adotta un cerchio interamente full carbon con un profilo da 24 mm di altezza e un minor numero di raggi (12 anteriori e 12 posteriori) rispetto ad altri prodotti concorrenti presenti sul mercato. Una nuovissima tecnica di stratificazione delle fibre unidirezionali, abbinata alla leggerezza, ne migliora l’aerodinamica e conferisce al cerchio una rigidità laterale elevatissima. Se avrete modo di provarle capirete come le Winium+ MCC potrebbero migliorare decisamente il vostro modo di correre in bici o il solo piacere di pedalare aumentando la perfomance. I miei consigli per l’uso e la manutenzione:
• Per una frenata sicura è fondamentale utilizzare i pattini che Corima ha specificatamente ideato per l’uso dei cerchi in carbonio
(quelli arancioni in sughero marcati Corima). Compatibili con corpi freno Shimano, Campagnolo e Sram, basta recarsi presso un rivenditore autorizzato per acquistare il prodotto originale messo a disposizione dalla casa francese. Consigliato diffidare dalle imitazioni. • Al fine di avere una corretta manutenzione, rivolgersi sempre al personale tecnico qualificato e all’assistenza ufficiale Corima, che è ben supportata dal distributore esclusivo italiano: Beltrami TSA di Reggio Emilia. Caratteristiche tecniche delle Winium+ MCC: • Pesi: ruota anteriore 410 gr; ruota posteriore 570 gr. Totale 980 gr la coppia • Altezza profilo cerchio: H. 24 millimetri, disponibile solo per tubolare • Mozzi: Corima in carbonio, 2 cuscinetti anteriore e 4 cuscinetti posteriore. Corpo cassetta Shimano/Sram e Campagnolo a 10 e 11 velocità • Raggiatura: anteriore, 12 in carbonio UD – posteriore, 12 in carbonio UD • Diametro: 28” • Magnete: integrato nella parte anteriore e posteriore cerchi • Sganci rapidi: leve e dadi in alluminio, aste in titanio • Accessori: ogni ruota a raggi Corima è fornita di borsa portaruota, 1 coppia di pattini specifici per carbonio (in sughero arancioni), sgancio rapido in titanio e prolunga valvola • Prezzo: € 3.050,00 al pubblico, IVA inclusa, per il modello Winium+ MCC con profilo da 24 mm € 3.050,00 al pubblico, IVA inclusa, per il modello Aero+ MCC con profilo da 47 mm € 2.700.00 al pubblico, IVA inclusa, per il modello Viva MCC “S” con profilo da 32 mm
Il Produttore: Corima
www.corima.com Distributore per l’Italia: Beltrami TSA Via Euripide, 7 - 42124 Reggio Emilia Tel.: +39 0522 307803 • Fax: +39 0522 703106 E-mail: info@beltramitsa.it • Web site: www.beltramitsa.it
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OLTRE L’OSTACOLO robertozanetti65@gmail.com
a cura di ROBERTO ZANETTI foto statiche di ROBERTO ZANETTI foto dinamiche di MONICA CUEL
BORN IN THE USA
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LA MARIN MOUNT VISION PRO 27,5 CARBON È UN’AMERICANA DI RAZZA, NATA E PRODOTTA NELLA PATRIA DELLA MOUNTAIN BIKE. OGGI VIENE VENDUTA IN ESCLUSIVA IN ITALIA DAL SUO STORICO DISTRIBUTORE: FREEWHEELING DI RAVENNA
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Quando Claudio Brusi, titolare con la moglie Liliana Raimondi di Freewheeling (distributore esclusivo per l’Italia di Marin) ci ha espresso il desiderio di lavorare su questo progetto non credevamo certo di ritrovarci a pedalare con un mezzo così divertente e affascinante. Cominciamo subito col dire che Enduro e Superenduro sono le nuove frontiere della mountain bike moderna, discipline da veri biker incalliti, dure e selettive. Innanzitutto per affrontare questa specialità ci vuole una buona (se non addirittura ottima) preparazione atletica di base, un pizzico di sana follia e poi, ovviamente, la bicicletta giusta! E allora dov’è il problema? La bici giusta eccola qui, la Mount Vision Pro 27,5 Carbon di Marin è il mezzo che fa per voi: una MTB progettata e creata appositamente con la doppia ammortizzazione (come nelle bici da Down Hill), dotata di escursione da 140 mm e geometrie molto più simili a MTB tradizionali che a una trail. Questa scelta è stata fortemente voluta dai progettisti di Marin al fine di ottenere un compromesso ottimale tra il peso di una cross.country (che deve essere comunque contenuto) e le performance di una veloce MTB da 27,5” (che, a prescindere, sono molto importanti per il biker). Nello specifico la Mount Vision Pro 27,5 Carbon è stata costruita con un telaio in carbonio CXR 60T, carro posteriore IsoTrack, assale passante 142x12 Thru-Axle e sterzo conico. Il progetto di Marin esalta le peculiarità del diametro delle ruote da 27,5” (la nuova tendenza dell’off road) che racchiude la combinazione perfetta tra alta velocità di rotolamento e il superamento degli ostacoli, esclusiva che fino ad ora era associata solo alle bici da 29”. Andando a prendere in esame il frame set si nota come il carro posteriore sia stato concepito per montare di serie un mozzo con assale da 142x12. Le nuove misure conferiscono rigidità e resistenza superiori ai normali assali con sgancio rapido (quick release), lasciando inalterata la facilità di smontaggio della ruota. La linea di catena rimane sempre da 135 mm e in più viene aggiunta un’ulteriore spalla di appoggio di 3,5 mm a ciascun lato del mozzo posteriore. Tutte queste caratteristiche consentono al ciclista una migliore distribuzione delle forze e dei pesi che gravano sul carro posteriore e aumentano la resistenza agli stress derivanti dalle sollecitazioni del terreno. In evidenza: Nella Mount Vision Pro 27,5 Carbon è stato integrato un nuovo sistema di sospensione: l’Isotrac Suspension. Grazie a questa tecnologia il carro risulta quindi essere molto rigido e leggero, il leveraggio collegato all’ammortizzatore posteriore consente una ottima progressività e l’eccellente rigidità torsionale del forcellone mantiene la ruota posteriore in linea con il telaio. Sicurezza e stabilità garantite allo stato puro. Riflessioni tecniche e suggerimenti sul mezzo: Ideale per le evoluzioni e per il per il divertimento di pedalare con il sorriso stampato sulla faccia (questo fa capire quanto mi possa essere piaciuta), la Marin Mount Vision Pro 27,5 Carbon paga dazio quando si affrontano le ripide rampe che si possono incontrare nell’off road; un assetto poco indicato per le salite estreme non
Test bike
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Test bike
Caratteristiche Tecniche • Telaio: Carbonio CXR 60T con escursione carro 140 mm, geometria 27.5”, sterzo conico, Assale 142 x 12 mm • Forcella: Rock Shox Revelation RCT3 Assale 15QR Through Axle, regolazioni: compressione - ritorno • Ammortizzatore centrale: Fox Float-X CTD w/Trail Adjust, regolazioni: compressione (3) - ritorno, precarico molla aria • Cerchi: Mavic Cross Max Enduro • Comandi cambio: Shimano SLX SL-M670 • Deragliatore: Shimano XT FD-M786 • Cambio: Shimano Deore XT RD-M786-D • Freni: Shimano XT Hydraulic Disc, 18 cm-Anteriore, 16-Posteriore • Pedali: Shimano XT double face: a sgancio rapido e con placchetta appoggio pvc • Guarnitura: Shimano XT FC-M785 38/24 • Movimento centrale: Shimano • Catena: Shimano CN-HG95
• Cassetta: Shimano CS-M771 XT, 11-36, 10V. • Pneumatici: Anteriore: MAVIC Crossmax Carge 650x2,40 Posteriore: Mavic Crossmax Roam 650x2,20 • Sella: fi`zi:k Tundra 2 • Reggisella: Rock Shox Reverb Stealth - controllo remoto a destra • Attacco: Easton Haven 0° • Manubrio: Easton Haven Carbon • Manopole: Marin-Velo Locking grips • Serie sterzo: FSA NO.57 Orbit 1.5 ZS • Colore: Nero Opaco/Rosso Lucido • Taglie: 15” – 17” – 19” • Peso: 14,00 kg • Prezzo: € 5.846,92 di listino al pubblico, IVA inclusa € 5.554,39 netto acquistabile via internet presso il Freewheeling Shop on line
conduzione della bici oltre che nella scelta dei giusti rapporti del cambio, nella gestione della forcella e anche dell’ammortizzatore centrale tramite le apposite regolazioni.
Il Produttore: Marin www.marinbikes.com Il Distributore per l’Italia: Freewheeling Via Barsanti, 10 48124 Fornace Zarattini (RA) Tel. +39 0544 461525 Fax. +39 0544 462096 E.mail: info@freewheeling.it Web site: www.freewheeling.it
La nuova tecnologia di sospensione Isotrac Suspension System applicata al carro posteriore
aiuta di certo il biker a spingere agilmente sui pedali, anche con i pignoni più corti. Va detto inoltre che a volte, nei single track, ci si può trovare in difficoltà a causa di un passo troppo lungo o della velocità elevata. Le stradine sterrate dei boschi, falcidiate di buche e radici, possono causare qualche problema di guidabilità nello stretto. Quindi, in questo caso, consiglio sempre di prestare molta attenzione nella La forcella Rock Shox Revelation da 140 mm di escursione e l’originale cerchio Cross Max Enduro, di colore giallo, della francese Mavic
Accessori e materiali utilizzati per il test: Gli accessori e i materiali che ho usato per il test sono: • Casco: Ranking mod. Morrison www.ranking-helmet.com • Occhiali: Tifosi mod. Veloce Gloss Carbon www.tifosioptics.com • Scarpe: Vaude mod. Placid RC www.vaude.com • Abbigliamento: Parentini by FRW www.parentini.com • Portaborraccia: Elite www.elite-it.com
Il reggisella Rock Shox Reverb Stealth è comandato da un controllo remoto lockout, posizionato alla destra del manubrio
Il BAR CICCIO è il luogo di ritrovo dei ciclisti della riviera, in partenza per gli itinerari e percorsi della Valle del Savio e colline romagnole. Offre agli amici ciclisti, un punto di ristoro con un ampio parcheggio privato e un prezioso servizio di lavaggio bici (rivolgersi al bar) per coloro che rientrano dai percorsi del fuoristrada. Orari abituali di partenze e ritrovi: • martedì ore 12.30 • giovedì ore 12.30 • sabato ore 13.00
foto 4EVER.EU
Tutti i sabati ritrovo per escursioni in MTB Colazioni e aperitivi con ricco buffet Servizio di pagamento bollette luce, gas, acqua, telefono e multe Sala TV Sky con dirette sportive tutte le partite in diretta del Cesena con Sky HD
Sala giochi • Ricariche telefoniche • Wi-fi libero Bar Ciccio - Via Romea, 120 Cesena (FC) 47522 - t. 0547 331984 - e. barciccio@hotmail.it -
BAR CICCIO
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SPORT & BENESSERE alessandrogardini@gmail.com
a cura del dottor ALESSANDRO GARDINI*
OBIETTIVO GRANFONDO:
INTEGRAZIONE ALIMENTARE SPECIFICA PER IL CICLISTA
Tempo di lettura
5 min
DAGLI AMMINOACIDI RAMIFICATI ALLE FIALETTE ENERGETICHE, ECCO COSA SERVE AL NOSTRO CORPO PER UNA PERFORMANCE PERFETTA
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La Farmacia del Bivio, punto di riferimento per l’integrazione alimentare nello sport e nel benessere, propone un’associazione di nutraceutici adatti all’intensa attività fisica di questo periodo. Il ciclista, in primavera, si trova impegnato nel cuore della sua stagione e si sta avvicinando agli obiettivi prefissati, dopo una lunga e dura preparazione invernale. Il kit performance bike disponibile in farmacia ed on line (www.farmaciadelbivio.it) è composta da amminoacidi ramificati di alta qualità (Kyowa), un integratore salino indispensabile in borraccia (sali millesimati), una comoda fialetta pro energetica per evitare i cali di performance durante la prestazione (Forza Viva) e un integratore per il recupero fondamentale in tutti gli sport di endurance (Strato Plus).
funzione avvenga nel migliore dei modi, gli amminoacidi devono essere purissimi e presenti nel rapporto 2:1:1.
AMMINOACIDI RAMIFICATI Gli aminoacidi ramificati (BCAA) sono chiamati così per la loro struttura ramificata. Sono aminoacidi essenziali, nel senso che devono essere inseriti nella dieta perché non possono essere sintetizzati nel corpo da altri aminoacidi e nutrienti. L’integrazione di aminoacidi ramificati o BCAA è universalmente riconosciuta come una delle più usate sia ai fini energetici che plastici, ovvero favorisce la sintesi e l’anabolismo muscolare. L’insieme degli amminoacidi ramificati è composto da L-Leucina, L-Isoleucina e L-Valina che da soli rappresentano circa il 40% di tutte le proteine muscolari. La prerogativa anabolica di questi aminoacidi è data dalla loro capacità di essere metabolizzati direttamente dal e nel muscolo, quindi il loro metabolismo non coinvolge il fegato. Affinché questa
SALI MILLESIMATI Sali Millesimati è un integratore studiato nelle proporzioni e nei quantitativi dei vari componenti per massimizzare la velocità di svuotamento gastrico, favorendo così l’ingresso in circolo del glucosio e degli elettroliti. Le maltodestrine presenti, coadiuvano un costante ingresso del glucosio nel sangue e questo permette di risparmiare e/o ripristinare il glicogeno muscolare ritardando la sensazione di affaticamento. La notevole sudorazione causata da intensa attività sportiva viene ripristinata apportando gli elettroliti Na, K, Mg, Zn e Cl. Le attività di endurance richiedono un’integrazione elettrolitica bilanciata, se questa non viene fornita, la performance può risultare compromessa e possono insorgere crampi o comparire stati di affaticamento precoci.
FORZA VIVA ForzaViva è un integratore composto da tre nutrienti a forte attività pro-energetica. Questa attività viene svolta su tre livelli. Il ruolo pricipale di ForzaViva è sostenuto dal levulosio 1-6 difosfato, intermedio di carica nella sintesi dell’ATP. La carnitina esegue la trasformazione dei grassi in energia creando un flusso disponibile nel lungo periodo. La carnosina è un dipeptide istidinico che ha proprietà di tampone acide-base; la quantità presente in ForzaViva consente il prolungamento della prestazione lattacida.
STRATO PLUS Il prodotto è stato studiato per velocizzare la fase di recupero dopo la prestazione, per coadiuvare la rigenerazione del sistema di trasporto dell’energia (ADP-ATP) e per apportare nutrienti utili ai fisiologici processi di anabolismo muscolare. Deputati all’ideale recupero muscolare sono i sei aminoacidi glucogenetici, bilanciati in proporzioni tali da ottimizzare l’effetto anticatabolico. La presenza di destrosio è fondamentale per il ripristino delle scorte di glicogeno e in parallelo con l’azione dei glucogenetici contrasta il catabolismo. Nella nostra farmacia proponiamo un’integrazione specifica per lo sportivo a tutti i livelli con consulenza nutrizionale con staff di nutrizionisti abilitati ed esperti in campo sportivo. La scelta di prodotti di alta qualità, sicurezza delle materie prime, particolare selezione delle aziende specializzate nella produzione di integratori alimentari per lo sportivo, un servizio capillare di informazione, banche dati, controlli anticontraffazione e periodici aggiornamenti ci permettono di essere sempre all’avanguardia e rispondere a tutte le richieste nel campo dell’integrazione sportiva. Per acquistare il kit performance bike vai su www.farmaciadelbivio.it *Responsabile Reparto Sport e Benessere Farmacia del Bivio e Parafarmacia Dottor A. Gardini
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MENTE IN SELLA
a cura di ALDO ZANARDI e CLAUDIA MAFFI info@inbici.net
LA PSICOLOGIA DELLO SPORT IL FISICO DA IROMAN NON BASTA SE IL CERVELLO NON LO SUPPORTA. COME OTTIMIZZARE LE PERFORMANCE? CE LO SPIEGA FREUD
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Si parla tanto di “prestazioni”, “stato di forma muscolare”, “alimentazione”, “migliorie tecnologiche dei mezzi meccanici”, “condizioni ambientali”, ecc. ecc., ma raramente si prende in considerazione un altro aspetto fondamentale per la performance: la “condizione psicologica”. Solo sporadicamente si parla di quest’argomento e, quando lo si fa, l’approccio è solitamente sommario e con pochi fondamenti scientifici. Quante volte ci è capitato di sentir dire di un atleta «ha una gran gamba ma non c’è con la testa!». Di per sé il concetto non è sbagliato ma cosa si nasconde dietro a questa affermazione? La condizione psicologica è senza dubbio una componente fondamentale per ottenere buone prestazioni, soprattutto in sport come il ciclismo dove la sofferenza psico-fisica è estrema. Ma come si può ottimizzarla? Come affrontare e gestire i disagi psicologici conseguenti ad infortuni, sconfitte, cali di forma e, soprattutto, come motivare un atleta per ottenere il massimo da ciò che il suo fisico potrebbe esprimere? Il “motore” di un atleta è un complesso meccanismo organico, il tutto gestito da una “centralina”, il cervello. Facciamo un esempio. Se avessimo una vettura da formula 1, perfettamente messa a punto, con tanti cavalli sotto il cofano, ottimi pneumatici, scocca e sospensioni, ci aspetteremmo grandi prestazioni. Ma, se a gestire tutti quei complessi parametri abbiamo una centrali-
na che non coordina e non ottimizza le varie funzioni, il risultato sarebbe deludente. La stessa cosa avviene per gli atleti. Tanto impegno e sforzo in estenuanti allenamenti, sacrifici a tavola, vita morigerata, rinunce e quant’altro, ma alla fine il risultato non arriva. Da cosa può dipendere? Certamente madre natura ha dotato ciascuno di un “motore”, che è sfruttato al 100% solo dagli atleti di alto livello e in condizioni particolari. Oltre alle doti fisiche, però, serve anche la “centralina”, in altre parole, il cervello per coordinare e ottimizzare tutti i componenti del nostro organismo. E qui emerge la differenza tra un buon atleta e un “campione”: a parità di “motore” ciò che li distingue è la “centralina” che, se ben gestita, permette prestazioni al massimo delle capacità. Bene, dopo questa premessa vorremmo sapere tutti come ottimizzare l’aspetto psicologico. Il mental trainer (termine sicuramente generico) è una figura presente da anni nel panorama sportivo, ma consultato quasi esclusivamente da atleti di altissimo livello e non in tutte le discipline sportive. In Italia, salvo rare eccezioni, l’aspetto mentale è trascurato e questo è un grandissimo errore. Quanti durante l’allenamento si sentono dei “leoni” e poi, una volta schierati in griglia, percorsi i primi chilometri di gara, “salta tutto” e si trascinano al traguardo senza avere espresso appieno il proprio potenziale?
Per capire i meccanismi che stanno dietro a tutto questo, abbiamo voluto coinvolgere una professionista che l’ambiente delle gare lo frequenta assiduamente pur non praticando la MTB. Stiamo parlando di Claudia Maffi, giovane e promettente psicologa, laureata in “Scienze e tecniche psicologiche” presso L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia nel 2010, con una laurea magistrale in “Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali” conseguita sempre presso l’Università Cattolica di Brescia nel 2012 con 110 e lode. Claudia attualmente sta frequentando un corso in “Psicologia giuridica in ambito civile” a Brescia, presso l’istituto di psicoterapia psicoanalitica e, a breve, s’iscriverà a una scuola di psicoterapia, per diventare psicoterapeuta. Come dicevamo, nonostante Claudia non pratichi la MTB, attribuisce molta importanza al movimento fisico e, soprattutto, riconosce l’estrema importanza di «usare la propria mente anche quando si è in sella». A questo punto vi chiederete come faccia Claudia a conoscere l’ambiente della mountain bike agonistica? Ebbene, per chi non lo sapesse, Claudia è la compagna di Juri Ragnoli, ex campione italiano marathon, titolo ottenuto nel 2012, e sicuramente uno dei più forti e promettenti giovani del panorama nazionale. Con lei introdurremo e approfondiremo questi argomenti, cercando di sviscerarli a fondo ed interagendo con i lettori che potranno porre le loro domande e curiosità in proposito. Dopo questa presentazione, sperando di aver suscitato il vostro interesse, lasciamo la parola a Claudia Maffi che, con la sua passione e competenza, ci guiderà tra i meandri della mente umana per farci conoscere i meccanismi mentali che penalizzano le prestazioni fisiche e, allo stesso modo, come possano invece favorire la performance. Augurandole buon lavoro, la ringraziamo per il tragitto che ci farà percorrere e, ne siamo certi, sarà un’occasione importante per conoscerci meglio.
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ZIPP 404 FIRECREST LA RUOTA GIUSTA PER TUTTI a cura di ROBERTO ZANETTI
GIÀ IL FATTO CHE SIANO STATE «ESPRESSAMENTE STUDIATE CON MARK CAVENDISH», COME RIPORTATO NELLE INFO DELLA BROCHURE DI PRESENTAZIONE, RENDE BENE L’IDEA CHE RUOTA SIA LA ZIPP 404 FIRECREST E, SE POI CI AGGIUNGIAMO IL NUOVO MOZZO POSTERIORE ZIPP 188 V9, ALLORA POSSIAMO TRANQUILLAMENTE CHIUDERE IL CERCHIO
La prova: In questi anni Zipp, sviluppando un ambizioso progetto di crescita tecnologica, ha messo sul mercato una serie di ruote di altissimo livello. La 404 Firecrest è il risultato di questa ricerca; un prodotto che coniuga il profilo da 58 mm (normalmente utilizzato da passisti veloci per gare su terreni piatti e collinari) con una polivalenza che mi ha sorpreso non poco… Infatti, anche se per la salita consiglio sempre cerchi dai profili più bassi (per esempio le Zipp 202), le Zipp 404 Firecrest hanno espresso in discesa e sul passo il meglio che una ruota in carbonio possa dare. Poi, se guidate da ciclisti esperti e sensibili, come il sottoscritto, che ne sanno apprezzare le indubbie qualità, c’è proprio tanto di cui divertirsi. Nella mia prova su strada ho notato che il nuovo profilo Firecrest, oltre ad accentuare il coefficiente aerodinamico, permette di sfruttare un miglior flusso d’aria intorno alla ruota in modo tale da renderla ancora più veloce e scorrevole. Occhio però al vento laterale: le 404 Firecrest, in parte per la loro leggerezza e in parte per l’alto profilo da 58 mm di cui sono dotate, diventano più impegnative di una ruota a basso o medio profilo, quindi prestate la massima attenzione e concentrazione nella conduzione della bici. Proprio per tale motivo ritengo possa essere decisamente interessante valutare anche il modello 303 che, grazie al suo profilo medio di 45 mm, unisce un ottimo impatto estetico ad una grandissima polivalenza facendone la ruota adatta a tutte le situazioni e tutti i terreni.
Di grande rilievo la frenata, secondo il mio personale giudizio pressoché perfetta. Testate in condizioni di asciutto e di bagnato, quindi con un range di frenata differente per modulazione e lunghezza, hanno dimostrato degli spazi di arresto nella norma, progressivi (il pattino sul cerchio non “si inchioda”), efficaci e senza manifestare alcun rumore o fastidioso fischio dovuto all’accoppiamento pattino/cerchio. Caratteristiche tecniche del prodotto: • Larghezza sede copertura: 27,5 mm • Altezza cerchio full carbon: 58 mm • Mozzi: Zipp 188 V9 • Raggi: 20 posteriori – 16 anteriori • Compatibilità: body Shimano – Sram – Campagnolo 10 e 11 velocità • Peso: 1.475,00 gr. per tubolare (come modello testato) – 1.630,00 gr. per copertoncino • Prezzo: versione per tubolare € 2.204,00 al pubblico, IVA inclusa (come modello testato) – versione per copertoncino € 2.624,00 al pubblico, IVA inclusa Il Produttore: Zipp www.zipp.com Distributore per l’Italia: Beltrami TSA Via Euripide, 7 42124 Reggio Emilia Tel. +39 0522 307803 Fax: +39 0522 703106 E-mail: info@beltramitsa.it Web site: www.beltramitsa.it
Il mozzo Zipp 188 V9 Il nuovo mozzo Zipp 188 V9, studiato insieme a Mark Cavendish, è il sunto di innumerevoli test eseguiti in gara per determinare la migliore geometria delle flange garantendo il rapporto ottimale tra rigidità e peso. Studiato appositamente per garantire il massimo della trazione e del trasferimento della forza sulla ruota posteriore, il mozzo Zipp 188 V9 è equipaggiato con cuscinetti svizzeri in acciaio inox. Le dimensioni maggiorate ne favoriscono una durata nel tempo assicurata e impareggiabile.
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5° RALLY DI ROMAGNA a cura della REDAZIONE
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RIOLO TERME BATTE IL CINQUE PRESENTATA IN UNA LOCATION DI GRANDE SUGGESTIONE LA QUINTA EDIZIONE DELLA RASSEGNA DEDICATA ALLE MTB
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Riolo Terme mette in campo tutte le sue eccellenze per la 5ª edizione del Rally di Romagna MTB, in programma dal 21 al 25 maggio prossimi. La rassegna, organizzata dai volontari del Romagna Bike Grandi Eventi con in prima fila il presidente Stefano Quarneti, è stata presentata sabato pomeriggio (presentatori gli spigliatissimi Tiziana e Giovanni) nella splendida cornice della Rocca di Riolo (in provincia di Ravenna) alla presenza del sindaco Alfonso Nicolardi, del suo vice Federica Malavolti, dell’assessore comunale Gianmarco Lanzoni e di quello provinciale Paolo Valenti. Si tratta di una manifestazione d’eccellenza nel panorama delle mountain bike, come certificano gli oltre mille partenti provenienti da tutto il mondo. Ma al di là dell’aspetto prettamente sportivo, la rassegna vuole essere soprattutto una sintesi delle capacità organizzative, imprenditoriali e turistiche di Riolo Terme, che in questa occasione, ha messo in rete tutte le sue migliori risorse per tramutare una corsa ciclistica in una vetrina promozionale di grande livello. Epicentro del tracciato il parco della Vena del Gesso con le sue antiche cave, lo scenario più bello per un evento che promette spettacolo. Ed i complimenti più prestigiosi, in tal senso, sono arrivati proprio da Raffaele Babini, da anni organizzatore della RCS, che si è detto «piacevolmente sorpreso» per «il livello organizzativo raggiunto dalla manifestazione». Tra le autorità presenti, a fare gli onori di casa, è stato – come protocollo impone – il primo cittadino Nicolardi che ha ribadito il sostegno della sua amministrazione, confidando, in particolare, nella valenza turistica della rasse-
Alcuni ospiti alla conferenza stampa
gna. Un concetto ribadito anche dall’assessore provinciale Valenti, che ha sottolineato i «progressi tangibili della manifestazione» e «l’appeal sempre crescente della Romagna sportiva». Molto apprezzato l’intervento del dottor Proli della Gyproc Sain-Gobain, main sponsor del Rally di Romagna: «Abbiamo confermato il nostro sostegno alla rassegna – ha spiegato Proli – per due ragioni sostanziali: la prima è la valorizzazione della Cava di Monte Tondo, una ‘palestra geologica’ dal valore inestimabile e, senza dubbio, una delle cave più belle del mondo. In secondo luogo, la nostra presenza è un atto di coerenza verso la nostra mission che, attraverso il marchio Gy.Eco, vuole promuovere il valore del riciclo. E il gesso, come forse non tutti sanno, è l’unico materiale al mondo che può essere riciclato al 100% e all’infinito». Lo staff degli organizzatori e le maglie del Rally di Romagna
Dopo gli interventi del direttore della Coop Reno Bianchini, dei rappresentanti del Decathlon di Faenza e gli auguri dell’esponente della UISP, ad illustrare i tracciati è stato Giancarlo Cassani che, da mesi, in sella alla sua MTB, ha ripercorso palmo a palmo i quasi 300 chilometri dei cinque tracciati per verificarne la sicurezza. Il ciak è in programma il 21 maggio con il prologo pre-serale (ore 19) di 3 km (da ripetere due volte) che partirà dal centro di Riolo Terme, transitando dentro la Cava del Gesso di Monte Tondo, nei pressi di Borgo Rivola, un’area di grande pregio speleologico nel cuore del Parco della Vena del Gesso. Il circuito vero e proprio partirà il 22 maggio con una tappa di 81 km e 2000 m di dislivello disegnata nella Val di Nitria, con un tracciato che ripercorrerà la linea Gotica e che avrà la sua “cima Coppi” sul monte Cece. Il 23 maggio la tappa più lunga, di oltre 100 km. Lo scorso anno il vincitore ci impiegò quasi cinque ore e mezza, mentre l’ultimo classificato tagliò il traguardo dopo nove ore! Il sabato successivo, una tappa di 75 km con 2600 m di dislivello attraverso il Sentiero dei Partigiani (epicentro dei conflitti bellici della Resistenza), Fognano, Brisighella e il sentiero del Lamone. Gran finale il 25 maggio con la Gran Fondo di 48 km, grande novità di questa edizione, che – sotto l’egida organizzativa di Ivano Ognibene (anima del Tour 3 Regioni) – lambirà l’anello del Monte Mauro (la cima più alta del Parco) e la sua canonica del X secolo recentemente restaurata, passando ancora dentro la Cava del Gesso di Monte Tondo.
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GRAN FONDO DELLE TERME a cura della REDAZIONE
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A MONTECATINI TERME VINCE IL CICLISMO L’8ª EDIZIONE, VINTA DA SAMUELE PORRO, HA INAUGURATO IL CIRCUITO MTB TOUR TOSCANA. E ADESSO SALE L’ATTESA PER IL 28° MEETING NAZIONALE GIOVANISSIMI – MEMORIAL ADRIANO MORELLI
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Un grandissimo successo per l’8ª edizione della Granfondo delle Terme, che ha alzato il sipario sul Circuito MTB Tour Toscana, bissando il successo dello scorso anno con oltre seicento iscritti. Oltre ai due emozionanti percorsi della Granfondo (50 e 30 km rispettivamente di 1700 e 1000 metri di dislivello) questa edizione è stata ricca di eventi collaterali divertenti ed interessanti, che hanno nobilitato la manifestazione. Primo fra tutti il bike-test organizzato da Bianchi all’interno del parco termale La Salute. L’importante partnership tra Granfondo delle Terme e Bianchi ha dato la possibilità a tutti di provare le nuove Methanol Bianchi, con ben venti mountain bike da 27,5”, 29” front e 29” full per ogni taglia e gusto. Sono seguite poi lezioni di fitness, spettacoli funambolici con le biciclette, curate da Ciclismo Avis Rosignano, che hanno stupito tutti con le loro acrobazie. Per non parlare del gustosissimo gelato artigianale della gelateria Ultimo Kilometro di Paolo Fornaciari. La gara è stata molto appassionante, con Leonardo Paez e Samuele Porro in fuga fin dalla prima salita, inseguiti da Casagrande e Longo in lotta per il terzo gradino del podio (l’ha spuntata l’ex prof toscano a scapito di Tony Longo, vittima di una foratura). La gara femminile non ha avuto grandi colpi di scena con Cristina Roberti che ha monopolizzato la partita dall’inizio alla fine. Grande soddisfazione da parte dell’ASD Montecatini per il risultato raggiunto: «Dopo Il podio Elite maschile
Il sindaco di Montecatini Terme Giuseppe Bellandi alla partenza
la straordinaria edizione del 2013 – commenta Ciro Taddei del comitato organizzatore – non era facile ripetersi. Avevamo in mente un’edizione più tranquilla e, invece, ci siamo lasciati prendere la mano e abbiamo fatto meglio del previsto».
Ma Montecatini non si ferma qui! A luglio, dal 3 al 6, la città assisterà all’invasione di 2500 mini-ciclisti dai sette ai dodici anni, che parteciperanno alla 28esima edizione del Meeting Nazionale Giovanissimi di Ciclismo – Memorial Adriano Morelli. Queste giovani promesse del ciclismo gareggeranno all’interno del bellissimo Parco di Montecatini, un’oasi verde avvolta dalle Terme. Non mancheranno poi gli eventi collaterali. Prima fra tutti, la cicloturistica dedicata a Gino Bartali nell’anno del centenario della sua nascita: la domenica antecedente al meeting nazionale si correrà su e giù per le colline toscane con la “Gino Bartali”. Oltre a Bartali, sarà ricordato anche Franco Ballerini con iniziative e attività a lui dedicate. Non dimentichiamo che Montecatini ha saputo offrire sempre un’accoglienza ed un’ospitalità esemplari sia col ciclismo ad alti livelli (Mondiali, Giro d’Italia, TirrenoAdriatico) sia coi mini ciclisti durante il Trofeo Pinocchio. Una terra ad alto tasso di ciclismo questa Toscana, che stuzzica l’appetito di bikers e ciclisti di ogni età con iniziative sempre nuove, interessanti e divertenti!
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PERCORSI DI MONTAGNA CON VEDUTE STRAORDINARIE a cura di ALPE CIMBRA
UNA SALITA SPETTACOLARE LUNGO LA KAISERJÄGERSTRASSE SULLE TRACCE DELLA GRANDE GUERRA
Ci sono due brevi gallerie da attraversare; nella seconda parte la strada si fa stretta, fare quindi molta attenzione alle automobili soprattutto sulle curve dei tornanti. C’è solo qualche tratto in cui la pendenza dà un momento di tregua per riprendere fiato: se di deve proprio fare una sosta – anche se poi sarà difficile staccarsene – consigliamo il Belvedere, dove lo sguardo spazia dalle Dolomiti di Brenta al Lagorai fino a Cima d’Asta, abbracciando la sottostante Valsugana con i laghi di Caldonazzo e Levico. foto MICHAEL RECH
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La SP 133 strada del Kaiserjägerweg, chiamata anche “strada del Menadòr”, è un’arditissima strada militare costruita dall’esercito austroungarico per collegare la Valsugana con le fortezze del confine con il Regno d’Italia, tra Lavarone e Folgaria. Partendo da Calceranica o da Levico (m 450 slm) la strada non smette mai di salire. La prima parte e quella finale sono all’ombra del bosco; quella centrale è aperta e tutta esposta al sole, e vedi i tornanti con le curve sopra e sotto di te.
foto MICHAEL RECH
La salita termina dopo 13 chilometri nella piana di Monte Rovere (m 1250 slm), punto di snodo per Luserna, Passo Vezzena e Lavarone. Da qui si può proseguire sulla strada quasi pianeggiante fino a Luserna (m 1333 slm) e da qui fino alle malghe di Passo Vezzena (m 1402 slm) o addirittura, se si ha una MTB e le gambe tengono ancora, continuare sulla strada militare sterrata che dalla fortezza austroungarica Busa Verle porta fino ai 1908 metri del forteosservatorio di Cima Vezzena-Pizzo di Levico. Lo sforzo verrà appagato da una vista mozzafiato a 360°.
foto ARNOLDO CORRADO
Si torna poi alla partenza passando per Lavarone ed il suo lago, lungo la strada SP 349 della Fricca, indicazioni Trento (Monterovere-Lavarone-Caldonazzo, 32 chilometri tutti in discesa o falsopiano). Folgaria, Lavarone e Luserna offrono altri numerosi e avvincenti percorsi in quota per bici da strada, mentre per la MTB ci sono oltre 100 km di tracciati tabellati.
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ATESTINA SUPERBIKE GRANFONDO DEI COLLI EUGANEI a cura di GIANLUCA BARBIERI
gianlucabarbieri.inbici@gmail.com
LE NOVITÀ 2014? UN TRAGUARDO VOLANTE E UNA TOP MODEL DA URLO VERRÀ ALLESTITO IN LOCALITÀ VALSANZIBIO, DI FRONTE AL PORTALE DI DIANA, IL TRAGUARDO VOLANTE “DELLE TERME EUGANEE”, DOVE AL PACINO GIRÒ LE PRIME IMMAGINI DEL FILM IL MERCANTE DI VENEZIA
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Si chiama Geidi Saarva, la top model finlandese madrina della settima edizione dell’Atestina Superbike – Granfondo dei Colli Euganei, che andrà di scena domenica 8 giugno ad Este (PD) sui Colli Euganei. La nordica dai capelli color miele proviene dalle passerelle europee e dalla MotoGp. Un’ospite “di riguardo” che sottolinea come stia a cuore al Comitato Organizzatore della gara euganea la cura dei dettagli. Numerose le novità sul percorso di gara: dalla discesa “Little Mountain” percorsa in salita per la crono di apertura della mitica Coppa Colli Euganei, fino all’inserimento della vecchia signora – la “7 Guadi” – che domenica 27 aprile è stata protagonista con l’omonima gara XCO. In mezzo a queste due varianti arriva la più importante novità del 2014: il traguardo volante delle “Terme Euganee” in località Valsanzibio. Ma non sarà un traguardo volante “normale”: primo per il contesto nel quale verrà inserito e poi per come verrà gestito. Si terrà infatti di fronte al Portale di Diana, il luogo in cui si sono girate le prime immagini del Mercante di Venezia con Al Pacino; verrà poi chiusa completamente la strada provinciale, lasciando il passaggio ai ciclisti da strada (tantissimi tutte le domeniche in quella zona) e i pedoni; verrà montata una struttura con transenne e speaker, ma non solo. Saranno presenti le telecamere del service RAI e Nuvolari TV, nonché MTB Granfondo, che immortaleranno i passaggi. I primi tre di ogni categoria vinceranno un premio SIXS, Finish Line e ProAction, ma la grande novità sarà che tra i primi trenta di ogni categoria transitati verranno estratte due “Selle San Marco”Aspide e una coppia di ruote Miche 966. Altra importante notizia viene dalle manifestazioni di contorno alla gara: il sabato sera precedente, nella centralissima piazza Maggiore, verrà allestito uno spettacolo gratuito con i comici di Zelig che allieteranno la serata. Insomma molti sono i motivi per correre ad Este l’8 giugno prossimo: ospitalità, percorsi e sicurezza, questi sono i fiori all’occhiello di un evento di grande caratura e a misura di biker. Info su www.atestinasuperbike.it
La Top Model Geidi Saarva Gianluca Barbieri e Riccardo Masin, sindaco di Galzignano
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RAMPICHIANA
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a cura di ALDO ZANARDI
A CORTONA SI PARLA PORTOGHESE LA PRIMA TAPPA DEL CIRCUITO TOUR 3 REGIONI – SCOTT ED ITALIAN 6 RACES È ANDATA A FERREIRA TIAGO JORGE OLIVEIRA DEL PROTEK TEAM. CON LUI SUL PODIO DUE TOSCANI: FRANCESCO CASAGRANDE E ROBERTO RINALDINI. TRA LE DONNE BELL’AFFERMAZIONE DI ROBERTA MONALDINI
foto ELENA QUAGLI
Sul podio assoluti maschile, Tiago Ferriera Jorge Oliveira, Francesco Casagrande e Roberto Rinaldini
CLASSIFICA ASSOLUTA MASCHILE: 1° Jorge Oliveira Tiago Ferriera (Protek Team) 1h 57’ 46” 2° Francesco Casagrande (Cicli Taddei) 1h 58’ 53” 3° Roberto Rinaldini (Scott Pasquini Stella Azzurra) 2h 01’ 10” 4° Serghey Mikhailouski (Mondobici Fermignano) 2h 03’ 14” 5° Matteo Fabbri (Team Cingolani Specialized) 2h 03’ 46” CLASSIFICA ASSOLUTA FEMMINILE: 1a Roberta Monaldini (Santarcangiolese) 2h 36’ 36” 2a Cristina Roberti (Pro Team) 2h 41’ 45” 3a Pamela Rinaldi (Ciclissimo) 2h 44’ 26” 4a Daniela Stefanelli (Team Cingolani Specialized) 2h 46’ 52” 5a Emanuela Cerchiè (Battifolle Factory Team) 2h 50’ 49” foto ELENA QUAGLI
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A Cortona (Arezzo) si è corsa la decima edizione della Rampichiana, che per l’occasione si è completamente rinnovata. Il centro storico di Cortona è stata la nuova location che ha accolto i quasi 1200 biker al via. Anche il percorso è stato per grandi tratti inedito, 44 km con 1600 m di dislivello di puro divertimento. Al via anche tanti campioni, come il greco Periklis Ilias (Protek Team), vincitore dell’edizione 2013, con il compagno di squadra, il portoghese Tiago Jorge Ferriera e il sempre combattivo Francesco Casagrande (Cicli Taddei). Il via alle 10, con il gruppo che si lancia compatto per percorrere i primi 10 km di salita su asfalto. Inizia la discesa su sterrato e Periklis Ilias si porta al comando ma poco dopo cade rovinosamente ed è costretto al ritiro. Al comando della corsa passa Tiago Ferriera con Francesco Casagrande, Roberto Rinaldini e Leopoldo Rocchetti. Dopo una ventina di chilometri, sono Ferriera e Casagrande e due battistrada e si affronta la cronoscalata di 2,5 km denominata “scalata alla contadina”. Proprio in questo tratto Ferriera riesce ad avvantaggiarsi sul compagno di fuga, scollinando solo al comando. Al trentesimo chilometro, sul GPM in località Croce S. Egidio, è sempre Ferriera al comando, con oltre un minuto di vantaggio su Casagrande e ancora più staccati seguono solitari Rocchetti e Rinaldini. Le posizioni di testa risultano congelate e, con il tempo di 1h 57’ 46”, il portoghese giunge solitario a braccia alzate sul traguardo di Cortona. Casagrande è buon secondo, ad un minuto dal vincitore. A completare il podio è Rinaldini, che ha saltato Rocchetti nel finale, con quest’ultimo vittima di una foratura. Quinta piazza per Serghey Mikhailouski e sesta per Matteo Fabbri. La gara femminile vede, fin dalle prime battute, la sammarinese Roberta Monaldini a dettare legge, seguita, a debita distanza dalle toscane Cristina Roberti e Pamela Rinaldi. Roberta Monaldini fa il suo ritmo, incrementando costantemente il vantaggio su Roberti e Rinaldi. Sul traguardo di Cortona, con il tempo di 2h 36’ 36”, Monaldini vince con cinque minuti sulla Roberti e quasi otto sulla Rinaldi.
I leader Tour 3 Regioni-Scott
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ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR
robertozanetti65@gmail.com
a cura di ROBERTO ZANETTI
MA OGGI, CON 120 ISCRITTI, SONO UNA DELLE REALTÀ PIÙ DINAMICHE DEL CICLISMO EMILIANO ROMAGNOLO. PIERO COLLETTA CI SPIEGA COME E PERCHÉ È NATA L’AURORA SAN GIORGIO
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Piero Colletta è il presidente del gruppo ciclistico amatoriale Aurora San Giorgio. In questa intervista ci svela i segreti del suo team. Piero, prima di tutto ci vuole raccontare quando e come è nato il suo gruppo ciclistico amatoriale? E per merito di chi? «Il gruppo ciclistico amatoriale Aurora San Giorgio è nato 10 anni fa. Parecchi degli attuali componenti erano iscritti in altre società di Cesena; poi a un certo punto, dato che eravamo in molti, abbiamo creato il gruppo ciclistico all’interno della polisportiva Aurora. Questo sodalizio esisteva da oltre quarant’anni anni e vi si praticavano già altri sport come la pallavolo, il calcio e il calcetto.» Quanti siete? Vi conoscevate già prima di formare l’Aurora San Giorgio o la vostra amicizia è “sbocciata” in bicicletta?
«Siamo partiti in una trentina, ma negli anni siamo notevolmente cresciuti. Oggi il gruppo ciclistico amatoriale Aurora San Giorgio è fra i più numerosi della regione: contiamo ben centoventi iscritti! All’inizio ci conoscevamo tutti poi, col passare del tempo, la famiglia si è allargata e molti altri ciclisti della zona hanno chiesto di entrare nel nostro team. Apprezzando la serietà e la semplicità che ci contraddistingue abbiamo subito familiarizzato con tutti i nuovi arrivati.»
pato ad entrambe le edizioni, nel 2012 e nel 2013.»
Pedalate solo per il gusto di fare qualche bella uscita in compagnia o vi cimentate anche nelle numerose gare amatoriali in giro per l’Italia? Cosa preferite: cicloturistiche, granfondo o gare a circuito? «In linea di massima preferiamo le cicloturistiche ma partecipiamo anche a numerose granfondo. La nostra preferita è la Granfondo di Roma, abbiamo parteci-
Oltre all’assistenza meccanica e tecnica come vi supporta attivamente Alice Bike? «Siamo spesso in contatto per le uscite in mountain bike. Il personale qualificato di Alice Bike ci consiglia sempre nel modo migliore, applicando anche delle ottime condizioni di acquisto sia per le nostre biciclette che per tutto il materiale tecnico che di cui abbiamo bisogno.»
Alice Bike è il vostro negozio di riferimento, un punto vendita famoso e molto attrezzato. Perché questa scelta? «Alice Bike è anche nostro sponsor e da loro ci troviamo benissimo. L’amico Marco soddisfa tutte le nostre richieste e credetemi per esperienza personale, far contento un ciclista è difficilissimo.»
foto ARCHIVIO AURORA SAN GIORGIO
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MARATHON CITTÀ DI GARDA
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6 min
a cura di ALDO ZANARDI
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FERRARO VINCE A TAVOLINO MENSI E CATTANEO SQUALIFICATI PER UN ERRORE DI PERCORSO. LA GIURIA ASSEGNA IL SUCCESSO AL PORTACOLORI DEL TEAM SELLE SAN MARCO
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Garda (VR), nella spettacolare cornice dell’omonimo lago, una splendida giornata di sole ha accolto gli oltre 1500 iscritti. Bellissimo il colpo d’occhio offerto dall’area expo, posta, come partenza e arrivo, sul lungolago della cittadina lacustre. Alle ore 9.00 la partenza del primo blocco, riservato agli elite e alle donne, a seguire le altre partenze, scaglionate per non creare ingorghi nei numerosi single track proposti dallo spettacolare percorso, una sorta di lungo XCO, con brevi salite e discese e tanti passaggi tecnici che hanno divertito tutti i concorrenti. Johnny Cattaneo (Selle San Marco Trek) è il primo a prendere l’iniziativa e, all’attacco della seconda salita, la più lunga di giornata con i suoi 8 km che portano sul Monte Baldo, transita solitario al comando, seguito a breve distanza da Daniele Mensi (Scott Racing Team), Damiano Ferraro, compagno di squadra del battistrada, e Samuele Porro (Silmax X-Bionic). I primi venti chilometri hanno fatto una gran selezione, i concorrenti passano al GPM molto sgranati. La gara prosegue verso Monte Belpo, con Mensi, in ottima forma in quest’inizio di stagione, che abbandona la compagnia di Ferraro e Porro, e si riporta perentoriamente su Cattaneo. La nuova coppia formatasi al comando prosegue con un ritmo altissimo, guadagnando margine sugli avversari. Si entra nella Pineta Sperane, con il duo al comando che ha quasi tre minuti di vantaggio sugli inseguitori. Proprio qui avviene l’errore di percorso. Alla zona assistenza passano Ferraro e Porro, mentre non transitano Mensi e Cattaneo. Il piccolo errore di percorso li porta a rientrare sul tracciato sempre al comando, con un margine leggermente incrementato.
Mensi e Cattaneo si rendono conto, avendo saltato l’assistenza, che qualche cosa non era andato per il verso giusto. Nel finale di gara Mensi riesce ad allungare su Cattaneo, che rompe la catena proprio nel finale, e transita solitario sul traguardo, dove attende Cattaneo per capire cosa sia successo.
foto ALDO ZANARDI
L’area expo foto CASTAGNOLI
Damiano Ferraro
foto ALDO ZANARDI
Podio elite maschile
ORDINE D’ARRIVO MASCHILE PERCORSO MARATHON 1° Damiano Ferraro (Team Selle San Marco Trek) 02:23:06.77 2° Samuele Porro (Silmax X-Bionic Racing Team) 02:23:45.44 3° Johannes Schweiggl (Silmax X-Bionic Racing Team) 02:25:42.19 4° Jaime Yesid Chia Amaya (Battaglin Cicli - Full-Dynamix) 02:25:42.81 5° Hector Leonardo Paez Leon (I.idro Drain Bianchi) 02:25:44.44 6° Diego Alfonso Arias Cuervo (KTM Torrevilla MTB) 02:26:10.44 7° Longo Tony I.idro Drain Bianchi 02:26:20.44 8° Igor Baretto (Scott Racing Team) 02:27:53.19 9° Pietro Sarai (Repartosport-Leecougan) 02:28:37.20 10° Franz Claes (Reparto Corse Polimedical) 02:29:31.44 ORDINE D’ARRIVO FEMMINILE PERCORSO MARATHON 1a Elena Gaddoni (FRM Factory Racing Team) 02:56:53.17 2a Daniela Veronesi (Torpado Factory Team) 03:02:10.92 3a Lorena Zocca (SC Barbieri) 03:09:54.44 4a Anna Ferrari (Team Corratec-Keit) 03:10:09.41 5a Simona Bonomi (Parre) 03:10:56.16 6a Lorenza Menapace (Titici LGL Pro Team) 03:12:52.16 7a Costanza Fasolis (Repartosport-Leecougan) 03:13:44.66 8a Antonella Incristi (Ki.Co.Sys Cussigh Bike) 03:19:27.65 9a Simona Mazzucotelli (Massi’ Supermercati) 03:20:30.65 10a Martina Giovanniello (Torpado Factory Team) 03:21:39.42
Podio elite femminile foto ALDO ZANARDI
Arrivano prima Ferraro e poi Porro, con Johannes Schweiggl, compagno di Porro, in quinta posizione. Inizia un chiarimento, dove Mensi e Cattaneo cercano di capire cosa sia accaduto. Quando realizzano cosa sia successo, una piccola e involontaria deviazione, ammettono l’errore e, anche a seguito del reclamo presentato da altri team, sono squalificati. I due accettano la squalifica, non senza rammarico, vista la fatica fatta per giungere al traguardo, consci che l’errore non ha influenzato il risultato. A questo punto Ferraro è dichiarato vincitore, una vittoria amara, non assaporata sul campo come ogni grande atleta vorrebbe fare. A fargli compagnia sul podio salgono Porro e Schweiggl. La gara femminile non subisce scossoni. La campionessa italiana in carica, Elena Gaddoni (FRM Factory Racing Team), al comando fin dalle prime battute. Alle sue spalle, staccata di oltre quattro minuti, è Daniela Veronesi (Torpado Factory Team), terza piazza per Lorena Zocca (SC Barbieri), che precede di una manciata di secondi Anna Ferrari (Team Corratec-Keit) che resta ai piedi del podio.
130 a cura di ANDREA PELO DI GIORGIO
IN PREPARAZIONE A...
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FONDATO OLTRE UN SECOLO FA, È UN SISTEMA DI ALLENAMENTO CHE INSEGNA A CONTROLLARE LE AZIONI DEI MUSCOLI. PARTENDO DALLA MENTE
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Il Metodo Pilates (noto anche semplicemente come Pilates) è un sistema di allenamento sviluppato all’inizio del ’900 da Joseph Pilates che battezzò il suo metodo Contrology, con riferimento al modo in cui incoraggiava l’uso della mente per controllare i muscoli e le azioni del corpo. È un programma di esercizi che si concentra sui muscoli posturali, cioè quei muscoli che aiutano a tenere il corpo bilanciato e sono essenziali a fornire supporto alla colonna vertebrale. Il metodo è indicato anche nel campo della rieducazione posturale. In particolare, gli esercizi di Pilates fanno acquisire consapevolezza del respiro e dell’allineamento della colonna vertebrale rinforzando i muscoli del tronco, molto importanti per aiutare ad alleviare e prevenire mal di schiena e sistemi posturali scorretti che, a loro volta, causano disagi e dolori. Ma con questo metodo di allenamento non si rinforzano solo gli addominali ma anche le fasce muscolari più profonde vicino alla colonna e intorno alle pelvi. Punto cardine del metodo è la tonificazione muscolare attraverso la consapevolezza ed il controllo dei movimenti. Arrivare al rinforzo
della parete addominale e della cintura di protezione lombo-pelvica è l’obiettivo primario del sistema: imparando a guidare correttamente i movimenti del corpo, attraverso esercizi codificati e mirati, si acquista infatti migliore funzionalità e coordinazione. Le parti più interessate sono principalmente tutti i muscoli connessi al tronco come l’addome, i glutei, gli adduttori e la zona lombare e in differenziazione gli arti, la testa ed il collo. Tutto questo fa sì che, a lume di ragione, il metodo Pilates sia una disciplina utilissima per migliorare le prestazioni nella grande maggioranza degli sport. Purtroppo, specialmente nel campo amatoriale, le tecniche di allenamento concentrano gran parte del lavoro sulle parti fisiche che principalmente vengono chiamate in causa nello sport specifico con lavori finalizzati ad aumentare potenza, resistenza o entrambe messe insieme (potenza resistente) andando, con la ripetitività dei lavori, a creare un accorciamento delle catene muscolari e un conseguente irrigidimento generale del fisico. Esperienza questa fatta anche in prima persona almeno fino alla conoscenza con la Dottoressa in scienze motorie e docente della Federazione Italiana Fitness (FIF) Rosalisa Lapomarda, rinomata atleta del ciclismo femminile nazionale/internazionale di qualche anno fa che oggi fa del Pilates la sua professione nello studio personale Just Pilates Studio a Cesena. L’incontro con Lisa mi ha aperto nuovi scenari offrendomi la possibilità di imparare a “sentire” ed avere il controllo di muscoli di
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cui probabilmente non conoscevo neanche l’esistenza attraverso una serie di lezioni durante le quali il mio fisico si impegnava in movimenti non proprio abitudinari. Il messaggio – secondo cui nel metodo Pilates non è necessario soffrire resistendo in una posizione complessa – può suonare sicuramente strano ad un qualsiasi atleta abituato a far della resistenza e della sofferenza un punto di forza, ma la teoria è comunque preziosa in quanto permette al fisico di rilassarsi e, coadiuvato da un importante metodo respiratorio, prepararsi nella migliore condizione possibile ad affrontare lo sforzo. Il Pilates per il ciclista, sottolinea la dottoressa Lapomarda, è utile per completare il bagaglio funzionale di un atleta sia dal punto di vista fisico che mentale. Acquisire maggior consapevolezza delle parti del corpo ed essere in grado di saperle organizzare perfettamente e quindi conoscerne tutte le potenzialità, affina l’efficacia della “macchina umana” nei suoi dettagli per prevenire infortuni e migliorare la performance. I punti più importanti che il metodo Pilates insegna sono: • Migliorare la coordinazione e la sensibilità della meccanica delle differenti parti del corpo • Aggiungere elementi complementari all’allenamento;
• Insegna specificità nei gesti e quindi miglioramento della forza, della resistenza e della velocità. • Aiuta a raggiungere velocemente gli obiettivi migliorare le prestazioni • Aiuta a prevenire gli infortuni • Migliora la consapevolezza del proprio corpo e del lavoro che si svolge • Permette così la Connessione mente e corpo: tutto ciò che il corpo “raccoglie” o realizza la mente lo registra e viceversa. Il confine è sottile ma se si realizza si raggiunge l’assoluto peak di perfezione in termini ottimizzazione del lavoro. Il programma del metodo Pilates si presenta ricco e importante, ma non bisogna mai dimenticare che il limite è la connessione mente-corpo. Il programma prende in esame 3 punti importanti del lavoro: 1. Rotazioni 2. Equilibrio 3. Integrazione tra forza e resistenza a diverse componenti corporee Di seguito un piccolo programma di lavoro da eseguire a casa. Dopo un riscaldamento generale in cui si porta l’attenzione alla respirazione costale, con attivazione addominale (core stability) e alla flessibilità della colonna vertebrale attraverso movimenti dolci di flessione, estensio-
ne, flessione laterale e rotazione, ci si porta supini sul tappetino: • Esercizio di mobilizzazione vertebrale per portare il bacino in posizione di ponte (bridge): migliora l’articolarità vertebrale (circa 6/8 rip.) • Rotazioni dalla posizione supina con le gambe che si spostano a destra e sinistra: mantenere la testa, spalle sempre a terra e focalizzare il movimento solo sull’“unità” delle gambe che devono avere un’inclinazione controllata dagli addominali - supine spine twist (circa 8 rip. per parte) • Crunch addominale (flessione del busto) portando attenzione all’efficacia della respirazione e al movimento prevalentemente toracico (circa 8/10 rip.) • Sempre crunch addominale con rotazione (circa 8/10 rip. per parte) • Esercizio di equilibrio sugli ischi (balance point rolling-like a ball): rimanere in equilibrio sul sacro mantenendo la colonna in flessione con stabilizzazione addominale e rollare indietro e avanti senza mai perdere la posizione arrotondata della colonna. Le mani aggrappano le gambe (6 rollii) • In posizione prona attivare la stabilizzazione del bacino e regione lombopelvica con la pressione del pube a terra e l’attivavione addominale (portare l’ombelico verso la colonna sollevandolo da terra) ed eseguire un esercizio di differenziazione degli arti: sollevare il braccio destro e la gamba sinistra (e viceversa). L’esercizio va eseguito controllato sul movimento vertebrale da evitare e invece quello articolare di spalla ed anca per migliorarne il ROM (range of motion) circa 10 rip. per parte: esercizio swimming • In quadrupedia mobilizzare la colonna in estensione e flessione: gatto-cane portando attenzione all’articolarità vertebrale nei dettagli del movimento dal bacino alla punta della testa (cat mobilizzation) circa 8 rip. • Da seduti mobilizzare le anche portando le ginocchia verso destra e verso sinistra • Risalire in piedi ed eseguire alcuni roll up/ down vertebrale Il programma è semplice ma completo in tutte le sue parti fondamentali come rotazioni e specifico lavoro articolare. Una volta acquisita fluidità nei movimenti e consapevolezza delle parti si passa ad un programma più personalizzato alle esigenze individuali. Just Pilates Studio offre corsi di Pilates, Postural Training, Functional Training, Pilates pre/post parto, Pilates equipement, Pancafit, Girotonic, Antigravity, Yoga, natural, Body art, Gag metabolic, Gag Pilates. In accordo con la redazione Just Pilates Studio offre uno sconto del 20% su: a) Analisi posturale + Lezione individuale di personal trainer b) Lezione personal trainer + trattamento decontratturante A tutti coloro che si presenteranno con il suddetto numero di Inbici.
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MONTE CUCCO a cura di ALDO ZANARDI
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“L’ORA DEL SALTO DI QUALITÀ” TRA STORICHE VESTIGIA MEDIOEVALI E SCENARI NATURALISTICI MOZZAFIATO, ANDREA CAPPONI SPIEGA NASCITA E SVILUPPO DELLA CELEBRE RASSEGNA DI MTB: «CON L’INGRESSO NEL CIRCUITO PRESTIGIO 2014 SFONDEREMO QUOTA MILLE PARTENTI»
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La Gran Fondo Monte Cucco celebra quest’anno la sua 6ª edizione con un trend di partenti in costante crescita. Nel 2013 furono 870 i partecipanti a quest’importante manifestazione di mountain bike del centro Italia ma quest’anno, con l’ingresso nel Prestigio 2014, punta a sfondare quota mille. A testimoniare il livello raggiunto dalla gara, il vincitore dell’edizione 2013 è stato quel Juri Ragnoli (Scott Racing Team), quotato atleta Elite, allora campione italiano marathon in carica. Costacciaro (PG) si trova nel cuore del parco del Monte Cucco, situato sull’originaria strada consolare romana Flaminia, della quale rimane il magnifico Ponte Spiano. La sua posizione in collina offre oggi un panorama mozzafiato della valle e, in passato, una comoda posizione difensiva. Fu baluardo della comunale città di Gubbio, dalla quale fu fondata e poi del ducato d’Urbino, che proprio a Costacciaro affidavano il controllo di sud-est contro il ducato di Spoleto. Le mura, il palazzo ducale, le torri come la Roccaccia e la torre dell’Orologio ed il Torrione sono esempi del periodo medievale. Ora Costacciaro domina l’alta valle del Chiascio dai suoi 567 slm e offre una posizione centrale rispetto a tutta l’area del parco. Assolutamente da vedere l’antico Frantoio per la macina delle olive e la Grotta di Monte Cucco, le cui escursioni si possono prenotare al centro informazioni situato di fronte al monumento dei caduti, nell’originaria chiesa di S. Lorenzo, poi diventata casa del fascio nel ventennio dittatoriale. La partenza dell’edizione 2013
Di questo periodo, da non perdere l’acquedotto realizzato alla sorgente Scirca, eccezionale opera ingegneristica per portare l’acqua a Perugia, tuttora in funzione. La Chiesa di San Francesco e della Misericordia completano il tour turistico del paese, prima di inoltrarsi nello splendido parco del Monte Cucco, vero paradiso naturale. Ampi scenari si aprono ai praticanti di bici e mountain bike, con percorsi entusiasmanti, tutti da percorrere in armonia con la natura in sella alla propria bicicletta. Dopo questa presentazione scopriamo qual è il cuore pulsante della manifestazione. L’ASD Cucco In Bike, che nasce nel 2003, opera come associazione per la promozione del parco del Monte Cucco e della mountain bike. Trenta soci, una scuola di mountain bike con oltre 30 piccoli allievi, cicloescursioni nel parco del Monte Cucco organizzate in vari week-end dell’anno, accompagnamento di gruppi, noleggio MTB, in definitiva l’ASD Cucco In Bike è un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono praticare MTB nel parco del Monte Cucco. Andrea Capponi, presidente dell’ASD, è Maestro di Mountain Bike della FCI e dirige la scuola di Mountain Bike, la Cucco MTB School, dallo scorso anno. Il progetto ha avuto un gran successo e molti bambini hanno iniziato a praticare questo sport. Ad Andrea Capponi abbiamo voluto chiedere gli obiettivi che si pone l’ASD Cucco In Bike, dopo i tanti successi già raggiunti,
e cosa si aspetta dalla sesta edizione della Gran Fondo Monte Cucco. «La Cucco in Bike non è una società di grandissime dimensioni – ci dice Andrea – nella quale però tutti danno il massimo per tirare avanti la squadra agonista, la scuola e la Gran Fondo Monte Cucco. Con tanto olio di gomito e solo volontariato, si riesce ogni anno ad organizzare la Gran Fondo, che è nata nel lontano 2009 e, edizione dopo edizione, è cresciuta fino a diventare una gara importante, tanto da entrare nel Prestigio 2014. Guardandomi indietro direi che il percorso che abbiamo fatto è stato miracoloso, ma voglio pensare al futuro e dico che abbiamo ancora tante sfide da vincere. La nostra forza sono le nostre stesse fondamenta, un gruppo di amici che condivide la passione per la mountain bike. In un primo momento abbiamo iniziato ad andare semplicemente insieme per sentieri e boschi, poi sono arrivate le partecipazioni alle gare, la Gran Fondo Monte Cucco, la Cucco MTB School, che è stato un grande esperimento che possiamo, ora, dire vincente. La passione è il filo conduttore che unisce il nostro impegno per questo sport, per i bambini e per il nostro territorio. L’edizione 2014 della Gran Fondo Monte Cucco avrà per noi un sapore particolare, dovrebbe consacrarci tra le gare più partecipate a livello nazionale e questo ci sembra un miracolo. Siamo molto stimolati a fare bene e cercheremo come ogni anno di porre grande attenzione ai partecipanti. Il percorso è stato rivisto ed arricchito di ulteriori single track, ma non stravolto nella sua struttura: una prima parte scorrevole, la salita al Monte Cucco e da lì tre nuovi single track (Ranco dal Piano, Fonda di col d’Orlando, Ghiacciaia), poi la mitica discesa del Beato, Lo Schioppo (salita di 2500 metri), Acquasanta e Caprile. Una seconda parte di percorso, quando le maglie si allargano un poco, che fa riscoprire la vera essenza della Mountain Bike, con lo sfondo dei panorami mozzafiato del parco del Monte Cucco». Dalle parole di Andrea traspare tanto entusiasmo, amore per il territorio e per questo sport che si basa, spesso, sulle singole iniziative di volontariato, senza le quali ben poco si potrebbe realizzare. Ad Andrea e all’ASD Cucco In Bike auguriamo tanti successi per tutte le loro nobili iniziative, ricordando che l’8 giugno si correrà la Gran Fondo Monte Cucco.
www.cuccoinbike.it
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CLASSIFICHE Assoluta maschile 1° Johannes Schweiggl (Silmax X-Bionic Racing Team) – 1h 57’ 06” 2° Samuele Porro (Silmax X-Bionic Racing Team) – 1h 57’ 06” 3° Mirco Balducci (Team Galluzzi Acqua & Sapone) – 1h 58’ 23” 4° Johann Pallhuber (Silmax X-Bionic Racing Team) – 2h 00’ 49” 5° Marzio Deho (Cicli Olympia) – 2h 02’ 15” Assoluta femminile 1a Alessia Bulleri (Gruppo Sportivo Forestale) – 2h 31’ 26” 2a Pamela Rinaldi (Ciclissimo) – 2h 35’ 16” 3a Antonella Incristi (Ki.Co.Sys. Team) – 2h 41’ 51” 4a Valeria Amadori (Cicli Taddei) 2h 45’ 11” 5a Silvia Filiberti (Lugagnano Off Road) 2h 46’ 49”
Silmax. Al 34° chilometro Porro e Schweiggl transitano con circa due minuti di vantaggio sulla coppia composta da Deho e Balducci, con Pallhuber e Spadi ancora più staccati. Sul traguardo di Rosia, dopo 48 km e 1700 metri di dislivello superati, si presentano appaiati Porro e Schweiggl, con l’altoatesino che precede, frutto di un accordo, il compagno di team di mezza foto ALDO ZANARDI
Le maglie dei leader IMA
Alle 9.15 le griglie sono già affollatissime e lo speaker elbano Fabio Cecchi, intrattiene calorosamente, come sua consuetudine, i numerosissimi spettatori assiepati a ridosso delle transenne. Alle ore 10.00 in punto viene dato il via e un lunghissimo serpentone si snoda tra le vie della cittadina. Subito dopo il via, il gruppo compatto si lancia ad altissima velocità per i primi chilometri su asfalto. Si attraversa il borgo di Torri e inizia la salita sterrata, il gruppo si allunga in un lunghissimo serpentone senza soluzione di continuità. Tutti i migliori sono là davanti e fanno il ritmo. La dura salita e la successiva tecnica discesa fanno la selezione e a Il podio, Porro-Schweiggl-Balducci
Brenna, dopo circa 17 km di gara, sono in tre al comando, Samuele Porro, Johannes Schweiggl e Francesco Casagrande, con un altro terzetto, poco staccato, al loro inseguimento, composto da Marzio Deho, Johann Pallhuber e Mirco Balducci, con Manuele Spadi a seguire in settima posizione. Il giovane e forte atleta elbano Matteo Spinelli fora, restando così escluso dalla lotta per le posizioni che contano. La successiva salita porta al GPM, posto al 25° chilometro di gara, e qui è Casagrande a precedere Porro e Schweiggl. Nella successiva discesa Casagrande fora e deve abbandonare la compagnia del duo della
ruota. Mirco Balducci giunge solitario, a oltre un minuto, con Pallhuber quarto e lo sfortunato Deho quinto, vittima di una foratura a pochi chilometri dall’arrivo quando, in compagnia di Balducci, si stava giocando il podio. La gara femminile ha avuto una protagonista assoluta. La giovane under 23 elbana Alessia Bulleri, specialista degli XCO e XCE, è partita forte, staccando subito le avversarie, gestendo poi la seconda parte della gara. Seconda posizione per Pamela Rinaldi, autrice di un’ottima prova. Terza piazza per la campionessa italiana marathon MW2 Antonella Incristi. foto AURORA BANDINELLI
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C CLOSCOPIO
a cura della REDAZIONE
foto DAVID ENTZ
CANCELLARA SUL MONOPATTINO
COSA GUARDA ALEXA?
Lei si chiama Alexa ed è una delle muse predilette dell’artista australiano David Entz, uno dei fotografi d’erotismo più gettonati d’oltreoceano. Carnagione rosa alpina e piume color miele, il suo scatto con bicicletta ha fatto il giro del web, diventando un’icona del cyber-erotismo. Merito di quello sguardo corrucciato e di quegli occhi che fissano lontano dall’obiettivo. Per guardare cosa? Dopo Monnalisa, l’arte moderna ha un altro enigma su cui indagare.
Archiviata con la Roubaix la stagione del pavè, il ciclismo – nella seconda metà di aprile – ha cambiato scenari spostandosi nelle Ardenne. I gladiatori delle pietre possono dunque andare in vacanza: ecco Fabian Cancellara, primo al Fiandre e secondo a Roubaix, finalmente a casa, a Ittigen. Riposo sì, ma comunque su due ruote: quelle del monopattino fucsia di sua figlia Elina.
LA “BICI DEGLI ABBRACCI” PER IL PAPA
ARMSTRONG, DAL DOPING ALLE OFFICINE
Dal doping alle officine meccaniche: l’ex campione di ciclismo Lance Armstrong è stato protagonista di un video tutorial su come riparare il copertone bucato di una bicicletta. Lo statunitense, radiato a vita per doping, appare invecchiato e appesantito, ma perfettamente a suo agio con bulloni e camere d’aria. Peccato solo per la didascalia all’inizio del video – «Lance Armstrong, sette volte vincitore del Tour de France» – che dimentica le sentenze di revoca dell’UCI tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 dopo l’inchiesta dell’United States Anti-Doping Agency.
Per la giornata mondiale dell’autismo, lo scorso 2 aprile, alcuni ragazzi autistici hanno incontrato Papa Francesco per regalargli la “bici degli abbracci”. Si tratta di un tandem con un manubrio più ampio che fa sì che il passeggero che siede dietro abbracci il suo compagno di pedalata davanti a lui. L’incontro tra i ragazzi e il pontefice è avvenuto nell’ambito dell’invito del Vaticano alla fondazione trevigiana “Oltre il labirinto onlus”. La bici degli abbracci, o “hugbike”, è stata progettata per persone disabili e questo particolare esemplare, completamente bianco, è stato assemblato da sette ragazzi della fondazione.
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LA PLAYMATE DI MAGGIO
a cura di MARIO PUGLIESE
«IO IN BICICLETTA? MILANO ANDREBBE IN TILT» LA PORNOSTAR AMANDHA FOX PARLA (A MODO SUO) DI CICLISMO: «TOGLIERE LE ROTELLINE ALLA BICICLETTA FU IL MIO PRIMO ATTO DI TRASGRESSIONE. LO SPORTIVO PREFERITO? BOLT, SPERANDO CHE A LETTO NON SIA COSÌ VELOCE…»
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«Dei ciclisti adoro due cose: le gambe depilate e la propensione a spingere… in salita». Tra allusioni, sottintesi e doppi sensi, non è semplice fare due chiacchiere live con Amandha Fox, la nuova icona dell’erotismo made in Italy. Diventata celebre per il corpo statuario e per quel lato B col peperoncino tatuato, Amandha è un vulcano di passione e simpatia che, per l’erotismo alla Boccaccio e la fisicità da pin up, ricorda un po’ le protagoniste dei porno-fumetti degli anni ’80 (da Lady Domina a la Poliziotta).
foto ENZO CITTADINO
Amandha che rapporto hai con la bicicletta? «Un rapporto bello e impossibile. Nel senso che mi piacerebbe tanto andare a spasso a Milano in bicicletta, ma finirei per diventare un pericoloso elemento di distrazione per gli automobilisti. E allora, meglio restare a casa, per non avere rimorsi sulla coscienza…» Che ricordo hai della tua prima bicicletta? «Era rossa, come le mie ginocchia perennemente sbucciate. Togliere le rotelle fu il mio primo atto di vera trasgressione.» Che idea hai dei ciclisti? «Interessanti, ma ci sono modi più piacevoli per farsi una sudata.» Che cosa hanno in comune il mondo dell’hard e quello del ciclismo? «Forse qualche aiutino artificiale. Senza la famosa pillolina blu per noi ragazze sarebbe dura… anzi molle, insomma hai capito.» Il tuo rapporto con lo sport? «Per avere questo fisico devo ringraziare Madre Natura, ma per la sua conservazione mi dovrebbero fare un monumento. Io sono tendenzialmente pigra, ma in palestra non salto una seduta.»
Lo sportivo preferito? «Usain Bolt, con la sincera speranza che a letto non sia così veloce…»
foto ENZO CITTADINO
foto ALDO ZANARDI
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MARLENE SÜDTIROL SUNSHINE RACE
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a cura di ALDO ZANARDI
PROLOGO IRIDATO A NALLES XCE E XCO INTERNAZIONALI: UN TEST CREDIBILE IN VISTA DELL’ESORDIO IN COPPA DEL MONDO A PIETERMARITZBURG IN SUDAFRICA
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Fumic, Fontana, Kerschbaumer al comando dell’XCO-2
foto ALDO ZANARDI
I
Il mese d’aprile segna l’apertura delle danze per i grandi eventi. Gli Internazionali d’Italia, dopo le prime due tappe di Maser (TV) e Montichiari (BS), sbarcano a Nalles (BZ), su uno dei percorsi più tecnici e spettacolari, con una due giorni di gare d’altissimo livello. Un XC Eliminator il sabato e il classico XCO la domenica. A Nalles, il 5 e 6 aprile, sono, come da consuetudine, presenti tutti i migliori specialisti nazionali, oltre ad una buona rappresentanza di forti atleti internazionali, per la 14ª edizione della Marlene Südtirol Sunshine Race, un buon test a una settimana dall’esordio in Coppa del Mondo a Pietermaritzburg in Sudafrica. Sabato mattinata le prime gare, con i più giovani impegnati nella prova di tecnica che, abbinata alla prova di Cross Country, compone la combinata riservata a Ragazzi e Allievi. Questa disciplina è la prima volta che viene proposta e questo ha entusiasmato anche il CT della Nazionale Italiana Hubert Pallhuber. Nel pomeriggio l’XCE Raiffeisen Sprint, uno spettacolare XC Eliminator. I passaggi artificiali che compongono in percorso di gara,
La partenza XCO maschile
esaltano e divertono il numeroso pubblico presente. La prova femminile è vinta dalla Campionessa Mondiale in carica della specialità, la svedese Alexandra Engen, cha precede in finale Eva Lechner, al rientro dopo qualche problema fisico, in ogni caso autrice di un’ottima prova. Terza posizione per l’austriaca Lisa Mitterbauer e quarta l’altra azzurra Emilie Collomb. La gara maschile, dopo durissime batterie che hanno escluso forti atleti, ha visto al via della finale i quattro migliori di giornata. A prendere il comando al via è l’olandese Jeroen Van Eck davanti all’austriaco Daniel Federpiel, Elia Silvestri e lo svizzero Sepp Freiburghaus. La lotta sui due giri è molto serrata ma, sul salto finale, a pochi metri dal traguardo il battistrada incappa in una rovinosa scivolata, dando via libera a Federpiel che ne approfitta per aggiudicarsi la gara. Seconda piazza per Silvestri e terza per Freiburghaus, con lo sfortunato Van Eck solo quarto. Domedica si corre la Marlene Südtirol Sunshine Race, con tanti campioni al via.
Marco Aurelio Fontana, Manuel Fumic, Miguel Martinez, Gerhard Kerschbaumer Alexander Gehbauer, Jan Skarnitzl, Christoph Soukup, Daniel Federspiel, Elia Silvestri, Martino Fruet, sono numerosi i campioni olimpici, mondiali e nazionali al via. In campo femminile le star della gara sono la pluricampionessa norvegese Gunn-Rita Dahle, la campionessa italiana Eva Lechner, Alexandra Engen, Teresa Hurikova, Blaza Klemencic, Anna Oberparleiter e Lisa Rabensteiner.
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Alexandra Engen vincitrice XCE
CLASSIFICA MASCHILE 1° Manuel Fumic (CANNONDALE FACTORY RACING) 1h 38’ 04” 2° Marco Aurelio Fontana (CANNONDALE FACTORY RACING) 1h 38’ 44” 3° Alexander Gehbauer (I.IDRO DRAIN BIANCHI) 1h 40’ 50” 4° Gerhard Kerschbaumer (I.IDRO DRAIN BIANCHI) 1h 40’ 51” 5° Andrea Tiberi (FRM FACTORY RACING TEAM ASD) 1h 40’ 52” CLASSIFICA FEMMINILE 1a Katrin Leumann (GHOST FACTORY RACING TEAM) 1h 26’ 04” 2a Alexandra Engen (GHOST FACTORY RACING TEAM) 1h 26’ 22” 3a Rita-Gunn Dahle (MULTIVAN MERIDA BIKING TEAM) 1h 24’ 17” 4a Eva Lechner (TEAM COLNAGO SUDTIROL) 1h 26’ 51” 5a Elisabeth Osl (GHOST FACTORY RACING TEAM) 1h 27’ 08”
Una bella giornata, calda e soleggiata, ha accolto un pubblico da grandi occasioni. Dopo le gare giovanili, alle 12.45, sono le donne open a prendere il via. Dal giro di lancio esce al comando la svizzera Katrin Leumann, con a ruota Eva Lechner e Gunn Rita Dahle. La Lechner inizia il primo giro all’attacco, sopravanzando la svizzera e allungando con decisione. La Dahle reagisce nel secondo giro, recuperando e superando le due avversarie che la precedono, portandosi al comando con la Lechner a ruota. Eva, dopo aver studiato la situazione, attacca con decisione, supera la norvegese e allunga. La grinta non manca all’azzurra ma, forse anche per le non perfette condizioni fisiche causate dalla leggera indisposizione da poco risolta, non riesce a gestire il margine guadagnato e viene raggiunta dalle due avversarie quando manca solo un giro al termine. Nell’ultimo giro è la Leumann a sferrare l’attacco, supera le avversarie e allunga con decisione. La svedese Alexandra Engen, campionessa del mondo XCE, rimonta Eva Lechner
perentoriamente, saltando prima la Lechner e poi la Dahle. Sul traguardo è la Leumann ad alzare le braccia. Dopo 18 secondi arriva la Engen con, a pochi metri di distanza, la Dahle. La Lechner si deve accontentare della quarta posizione ma ha dimostrato di essere in fase di recupero. Buone prove anche per Lisa Rabensteiner e Serena Calvetti, rispettivamente settima e ottava. A questo punto l’attesa è per la gara maschile, che vede al via oltre cento atleti. Alle 14.45 tutto è pronto per lo start e il lungo serpentone multicolore si fionda nel giro di lancio. In testa alla gara si forma subito un terzetto, composto dal tedesco Manuel Fumic, Marco Aurelio Fontana e Gerhard Kerschbaumer. Fumic fa il ritmo e il terzetto prosegue compatto per circa metà gara, quando Fontana salta il compagno di team e allunga. Fontana sembra poter dominare ma, nel corso del quinto giro, fora nel tratto di discesa sulle rocce. L’assistenza non è lontana ma Fumic riesce a saltarlo, prendendo il comando con un discreto margine. Più sfortunato Kerschbaumer,
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Marco Aurelio Fontana
anch’esso vittima di una foratura quando si trova molto lontano dalla zona d’assistenza, cosa che gli fa perdere molto tempo e numerose posizioni. Fumic inizia il settimo e ultimo giro al comando, con Fontana che tenta una disperata rimonta. In terza posizione è risalito l’austriaco Alexander Gehbauer, compagno di team di Kerschbaumer che reagisce alla sfortuna tentando il tutto per tutto per riagguantare il podio. Fontana si deve arrendere e Fumic è il vincitore della Marlene Südtirol Sunshine Race 2014. Fontana è secondo, comunque autore di un’ottima gara. Kerschbaumer rimonta e arriva a pochi metri da Gehbauer, perdendo per un soffio il podio, con alle sue spalle Andrea Tiberi. Il podio femminile XCO
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Il podio maschile XCO foto ALDO ZANARDI
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LA BICI D’EPOCA info@inbici.net
a cura di ADRIANO VISPI e DARIO CORSI
GIANBATTISTA BARONCHELLI LO CHIAMAVANO “GIBI”
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EBBE UN SOLO LIMITE: TROVARE SULLA SUA STRADA DUE CAMPIONISSIMI COME MERCKX E HINAULT. MA IN UNA GARA ERA – E RESTÒ – IMBATTIBILE: IL GIRO DELL’APPENNINO
G
Gianbattista Baronchelli è nato il 6 settembre 1953 a Ceresara (Mantova) e si è messo subito in luce vincendo, a soli venti anni, il Giro d’Italia dilettanti e il Tour de l’Avenir. Baronchelli è stato un campione vero e non solo per le sue prestigiose vittorie tra i professionisti. Il suo unico limite è stato… generazionale. Ha avuto cioè la sfortuna di incrociare sulla sua carriera due campionissimi del calibro di Eddy Merckx e Bernard Hinault, cioè – albi d’oro alla mano – i massimi esponenti del ciclismo del periodo che va dagli anni ’70 agli anni ’90. Baronchelli, a soli 21 anni, nel 1974 (primo anno tra i professionisti), riuscì a duellare ad armi pari con il già campione Eddy Merckx. Nel suo primo giro d’Italia perse per soli 12 secondi la maglia rosa contro il “Cannibale” e, nella tappa delle Tre Cime di Lavaredo, lo riuscì a staccare. Sua maestà Merckx, per la prima volta, fu sul punto di cedere davanti all’attacco di quel ragazzo appena ventunenne. Partito favorito nel Giro d’Italia del 1975, Baronchelli non riuscì ad ottenere quei successi che tutti si aspettavano da lui nelle corse a tappe. Riuscì bensì a vincere numerose gare in linea importanti a livello nazionale ed internazionale. Tra le sue vittorie elenchiamo Trofeo Laigueglia nel 1975, Giro di Romagna del 1976, Giro di Romandia e Giro di Lombardia del 1977, Giro del Piemonte e Coppa Placci nel 1978. Ma la gara della vera consacrazione per Baronchelli fu sicuramente il Giro dell’Appennino. Infatti riuscì ad imporsi in ben sei edizioni consecutive tra il 1977 ed il 1982. Un vero record mai eguagliato da nessun professionista. Gianbattista Baronchelli Baronchelli con Eddy Merckx
Il 1980 fu un anno altrettanto buono per Baronchelli che riuscì ad imporsi nel Giro del Piemonte, Giro dell’Emilia e Giro di Calabria oltre che al Gran premio di Francoforte. In quell’anno tutti ricordano che “GIBI” fu l’ultimo a cedere al grande Hinault nel mondiale di Sallanches, definito il mondiale più duro di tutti i tempi. Un determinatissimo campione come Hinault riuscì a trionfare su un tracciato così duro da far mettere piede a terra a tanti campioni. L’unico che riuscì a resistere al fuoriclasse francese fino all’ultima salita, nell’ultimo giro del tracciato, fu proprio l’azzurro Giambattista Baronchelli. Due competizioni – quali il Giro d’Italia ed il Campionato del mondo – avrebbero dato ancor più lustro ad una brillante carriera ciclistica professionistica. Ma in questi casi il secondo posto vale la vittoria perché ottenuto al cospetto di autentici fuoriclasse in giornata di grazia. Altre belle vittorie di Baronchelli sono state il Giro del Lazio del 1981 e il Giro di Lombardia del 1986.
Bicicletta Gianbattista Baronchelli
Baronchelli, dopo gli albori sotto le insegne del team Scic, cambiò tante squadre e, forse, proprio a questi cambiamenti si attribuisce la mancanza di vittorie al Giro o al Mondiale, corse che – secondo gli esperti del pedale – sarebbero sicuramente state alla sua portata. Questo campione avrebbe meritato sicuramente una squadra tutta sua, costruita interamente attorno al suo capitano visto ciò che riuscì a fare durante il Giro d’esordio del 1974 e nel Mondiale del 1980. In questo articolo presentiamo la Colnago modello Super che il team SCIC utilizzò durante la stagione del 1974. Il colore del telaio del team era azzurrino, ma le varie varianti di colore furono tantissime, specialmente bianco perlato, arancione ma anche verde e rosso. Il telaio super fu riproposto anche negli anni successivi da Colnago con la testa della forcella inclinata (con il trifoglio inserito all’interno della “C” di Colnago pantografata sulla testa della forcella stessa). La Colnago utilizzata dai professionisti della Scic aveva – rispetto a questo modello di 10 anni più giovane – la testa della forcella piatta con il trifoglio pantografato. Una successiva versione aveva, oltre al trifoglio, anche la scritta Colnago sotto il trifoglio. Inoltre, nel 1974, non c’erano i passacavi, ma il tubo orizzontale si presentava liscio ed ospitava i passacavi cromati della Campagnolo. In quegli anni, infatti, i telaisti non vedevano di buon occhio sal-
dare dei passacavi al tubo orizzontale adducendo una perdita di rigidità del telaio stesso. Le scritte sul telaio appaiono diverse tra la Colnago super del 1974 e quella dell’epoca successiva. Infatti, il trifoglio sul tubo piantone venne sostituito dalla scritta Colnago. Caratteristica di questa bici superlativa è inoltre la congiuntura dei forcellini posteriore al tubo piantone. I forcellini, nella parte superiore, venivano sagomati dapprima semplicemente tagliando il tubo a “fetta di salame” per poi essere sagomato a “becco di flauto”. Questa innovazione donava a questa bicicletta un’eleganza che la poneva al di sopra di tutte le produzioni di allora. Anche la forma delle congiunture tra i tubi erano davvero ben eseguite e contraddistinguono la maestria del costruttore-telaisti-artista Colnago. Le capacità tecniche di Colnago e il suo ingegno lo portarono a costruire biciclette non solo vincenti ma anche bellissime fino ad arrivare alla costruzione della splendida Colnago ARABESQUE di cui ci occuperemo la prossima volta. Da rilevare che la bici Colnago di Baronchelli del 1974 montava la miglior componentistica dell’epoca, vale a dire il Gruppo Super Record di Campagnolo del 1974 che presentava la serie sterzo in lega leggera e il perno del movimento centrale dei pedali e la viteria in titanio. Inoltre, il cambio del Super Record si differenziava dal Nuovo Record per i blocchetti anodizzati in nero ed i pedali che possedevano la gabbia in lega leggera anodizzata nera.
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