Paper #5 - Investimenti e industria 4.0

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INVESTIMENTI

E INDUSTRIA 4.0 PAPER #5


INVESTIMENTI E IDUSTRIA 4.0 Un ponte verso il futuro 1. PREMESSA Nel biennio 2014-2015, a seguito delle recenti revisioni operate dall’Istat, è emerso un quadro di intensa ripresa degli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto da parte delle imprese italiane: una vera e propria svolta, assai più consistente di quanto inizialmente stimato, che è proseguita anche nel 2016 rafforzandosi ulteriormente. Le misure introdotte dal Governo Renzi per stimolare il rilancio degli investimenti privati, unitamente al miglioramento del ciclo economico, hanno dunque prodotto uno shock positivo sul sistema delle imprese, le quali hanno potuto altresì beneficiare degli altri provvedimenti governativi finalizzati a sostenere la ripresa dei redditi delle famiglie, dei consumi e dell’occupazione. Con il Piano Industria 4.0 varato nell’ultima Legge di Stabilità del Governo Renzi si punta ora ad incentivare gli investimenti più tecnologici per permettere alle imprese italiane di modernizzarsi ed attrezzarsi di fronte alle nuove sfide competitive imperniate sui progressi della robotica, del cloud, dei big data, della realtà aumentata, della cyber security, delle stampanti 3D, dell’Internet delle cose, ecc.: cioè di tutto quel coacervo di innovazioni trasversali in rapida evoluzione che inevitabilmente determinerà profondi cambiamenti nei processi produttivi e nelle relazioni tra imprese, subfornitori e clienti. La manifattura italiana non può farsi cogliere impreparata a questo appuntamento e per questa ragione il Governo italiano ha messo a punto un importante pacchetto di agevolazioni fiscali per spingere le imprese ad accelerare gli investimenti nelle tecnologie dell’Industria 4.0.

2. LA SIGNIFICATIVA RIPARTENZA DEGLI INVESTIMENTI IN MACCHINARI E MEZZI DI TRAPORTO IN ITALIA NEL 2014-2016 Fino a pochi mesi fa si pensava che gli investimenti fissi lordi in macchinari e mezzi di trasporto fossero, assieme alle costruzioni, la palla al piede che impediva al PIL italiano di crescere a tassi più elevati. Invece si è ora scoperto, dopo importanti revisioni statistiche effettuate dall’Istat (vedi la tabella 1 e il Paper n. 4), che nel triennio 2014-2016 del Governo Renzi vi è stato un vero e proprio boom degli investimenti delle imprese.

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Infatti, rispetto al 2013 gli investimenti italiani in macchinari e mezzi di trasporto sono aumentati negli ultimi 3 anni del 14,9% (figura 1)1. Tale crescita è stata trainata soprattutto dagli investimenti in mezzi di trasporto (+67,4%), ma è stato forte anche l’aumento degli investimenti in macchinari e attrezzature (+7,4%), che costituiscono la voce più importante degli investimenti tecnici dal punto di vista dell’entità della spesa, avendo essi un valore circa 4,5 volte superiore rispetto ai mezzi di trasporto. Gli investimenti di entrambe queste voci hanno fatto registrare una accelerazione nel 2016 (+27,3% i mezzi di trasporto e +3,9%, i macchinari) quando le imprese hanno potuto beneficiare pienamente della combinazione positiva del super-ammortamento (nella misura del 140%) e del rifinanziamento della nuova Legge Sabatini2 (vedi figure 2 e 3). La forte crescita degli investimenti tecnici durante il Governo Renzi risulta evidente anche dal confronto con gli altri due maggiori Paesi dell’UEM, Germania e Francia. Come appare dalla figura 4, nel 2009 gli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto sono crollati in tutte e tre le maggiori economie dell’Area dell’euro. In seguito si sono ripresi uniformemente nel 2010 e 2011. Ma da quel momento, mentre in Germania e Francia gli investimenti tecnici hanno mantenuto una dinamica leggermente crescente, in Italia sono nuovamente precipitati durante la seconda recessione innescata dall’austerità. Soltanto durante il Governo Renzi, grazie alla ripresa dell’economia e alle misure di stimolo introdotte dal Governo, il nostro Paese ha visto ripartire con vigore la domanda di investimento delle imprese. Nella figura 5 si può notare dai dati trimestrali destagionalizzati che, rispetto al 1° trimestre 2014, durante il Governo Renzi gli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto sono cresciuti molto di più in Italia che in Germania e Francia, specie nel 2016. E’ interessante analizzare anche la dinamica degli ordini di macchine utensili dell’industria italiana rilevata da UCIMU (Unione Costruttori Italiani di Macchine Utensili). Infatti, questa particolare tipologia di macchinari è tra le più importanti per l’ammodernamento e la competitività del sistema manifatturiero. Come appare dalla figura 6, nel 2009 l’industria delle macchine utensili aveva fatto registrare una fortissima caduta degli ordinativi sia sul mercato interno sia su quello estero. In seguito gli ordini esteri si sono ben ripresi mentre quelli interni sono rimasti depressi ininterrottamente fino al 2013. Durante il triennio del Governo Renzi, anche grazie all’impulso del rifinanziamento della Legge Sabatini e del superammortamento, gli ordini interni di macchine utensili hanno fatto registrare un aumento cumulato davvero notevole, pari al 73,8%.

1 Le statistiche di questo Paper sono tratti dalla Banca dati http://dati.istat.it/ Alcuni valori differiscono lievemente da quelli presentati nel Paper n. 1, tabella 7, tratti invece dalle serie storiche allegate al Comunicato stampa “PIL e indebitamento AP” del 1° marzo 2017. 2 La Sabatini è stata rifinanziata ogni anno del triennio 2014-2016, mentre il super-ammortamento è entrato in vigore negli ultimi mesi del 2015 e le imprese hanno potuto beneficiarne per tutto il 2016.

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3. DALLA RIPRESA ALLA SFIDA DELL’INDUSTRIA 4.0 Raggiunto l’obiettivo di far ripartire gli investimenti delle imprese italiane, rimasti su livelli estremamente modesti durante la lunga crisi 2008-2013, è tempo adesso di guardare avanti, alle nuove sfide della tecnologia e dell’innovazione. L’industria moderna è nata con l’utilizzo di macchine azionate da energia meccanica, si è consolidata con la produzione di massa e la diffusione delle catene di montaggio e si è poi raffinata con l’utilizzo di robot industriali e computer. La rivoluzione industriale contemporanea – la quarta, denominata Industria 4.0 – per alcune imprese di frontiera è già oggi una realtà mentre per la grande maggioranza delle altre lo diventerà in breve tempo. Tale rivoluzione comporterà mutamenti sempre più profondi nei processi produttivi e nelle relazioni fra operatori economici: si baserà viepiù sulla connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e adattamenti real-time. Dal punto di vista storico e tecnologico, l’introduzione della potenza vapore per il funzionamento degli stabilimenti produttivi è stata completata dall’uso dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio e a seguire dall’impiego dell'elettronica e delle tecnologie dell’informazione per automatizzare ulteriormente la produzione. Ora con l’Industria 4.0 ci troviamo di fronte ad un nuovo potenziale rivoluzionamento dei processi produttivi per mezzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet. Con l’Industria 4.0 i processi industriali si fonderanno in misura crescente su tecnologie di produzione di beni realizzati con nuovi materiali, sull’utilizzo di meccatronica e robotica, di tecnologie ICT avanzate per la virtualizzazione dei processi di trasformazione e su sistemi per la valorizzazione delle persone nelle fabbriche. L’industria 4.0, in particolare, vedrà un impiego sempre più intenso di informazioni e di dati, basate sulle nuove tecnologie computazionali (per mezzo di nuovi materiali, componenti e strumenti di elaborazione) e opererà con sistemi innovativi totalmente digitalizzati e connessi (internet of things and machines). Le tecnologie abilitanti collegate all’Industria 4.0 si possono sintetizzare nel seguente elenco (non esaustivo): • Advanced Manufacturing Solutions - robot collaborativi interconnessi e rapida mente programmabili • Additive Manufacturing - stampanti in 3D connesse a software di sviluppo digitali • Augmented Reality ¬- realtà aumentata a supporto dei processi produttivi • Simulation - simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi • Horizontal/Vertical Integration - integrazione delle informazioni lungo la catena del valore dal fornitore al consumatore • Industrial internet - comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti • Cloud - gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti • Cyber Security - sicurezza durante le operazioni in rete e su sistemi aperti • Big data e Analytics - analisi di un'ampia base dati per ottimizzare prodotti e processi produttivi

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Il nuovo paradigma industriale – ben illustrato sul sito del Ministero italiano dello sviluppo economico (MISE) – punta a valorizzare le soluzioni tecnologiche che consentono di ottimizzare i processi produttivi, supportare i processi di automazione industriale, favorire la collaborazione produttiva tra imprese attraverso tecniche avanzate di pianificazione distribuita, gestione integrata della logistica in rete e inter- operabilità dei sistemi informativi.

4. IL PIANO NAZIONALE INDUSTRIA 4.0: UN PONTE VERSO IL FUTURO Nel 2016 il Governo Renzi ha varato il Piano nazionale industria 4.0 con l’obiettivo di stimolare gli investimenti tecnologici più avanzati delle imprese italiane sull’arco temporale 2017-2020. Tale Piano – come precisa il MISE – “è una grande occasione per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale”. Si prevedono misure concrete in base a tre principali linee guida: operare in una logica di neutralità tecnologica, intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali, agire su fattori abilitanti. Le direttrici strategiche sono quattro: investimenti innovativi per aumentare la spese in ricerca, sviluppo e innovazione e stimolare i privati nell’adozione delle tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0; infrastrutture abilitanti per assicurare l’operatività di rete, garantire la sicurezza e la protezione dei dati; competenze e ricerca mediante percorsi formativi ad hoc; governance per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati in un’ottica di partnership pubblico-privata, diffondendo al contempo la consapevolezza del potenziale e la conoscenza delle applicazioni delle tecnologie Industria 4.0. Le imprese potranno così beneficiare di soluzioni tecnologiche per ottimizzare i processi produttivi, supportare i processi di automazione industriale, favorire la collaborazione produttiva tra imprese attraverso tecniche avanzate di pianificazione distribuita, gestione integrata della logistica in rete e inter- operabilità dei sistemi informativi. Il Piano italiano Industria 4.0 è tra i più ambiziosi nel panorama internazionale3 e prevede una vasta gamma di strumenti tra loro complementari e cumulabili per stimolare gli investimenti per l’innovazione e la competitività. Tale Piano è ben illustrato nelle sue componenti fondamentali in una guida consultabile sul sito del MISE. Ne riassumiamo qui gli aspetti più importanti. Innanzitutto sono previsti incentivi fiscali per gli investimenti come l’iper e il super-ammortamento. Entrambe le formule intendono supportare e incoraggiare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) 3 Nel Regno Unito il programma “CATAPULT – High Value Manufacturing” si sostanzia in un piano di azione sponsorizzato dal Governo e dal Cambridge University’s Institute For Manufacturing, coinvolgendo università, aziende e industrie, al fine di finanziare determinati progetti di aziende e centri di ricerca. In Francia il piano di reindustrializzazione e di investimento in tecnologie 4.0 denominato “Industrie du Futur” è guidato centralmente dal Governo e si struttura in misure quali incentivi fiscali per investimenti privati, prestiti agevolati per PMI e per le mid-tier, credito d'imposta per la ricerca, finanziamento progetti dedicati. Nei Paesi Bassi, invece, attraverso il piano “Smart Industry” si addotta un approccio «network centric» in cui si coinvolgono associazioni industriali e di lavoratori, centri ed istituti di ricerca, la camera di commercio, nonché il Ministero degli affari Economici al fine di combinare le forze del sistema industriale tradizionale con le nuove opportunità di industria 4.0. In Germania è in corso di definizione il piano d’azione “Industrie 4.0”, sponsorizzato a livello federale, che prevede il coinvolgimento di grandi player industriali e tecnologici. Tra le misure, spiccano il finanziamento di progettualità aziendali e centri di ricerca applicata e le agevolazioni fiscali per investimenti in start-up tecnologiche.

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funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. In particolare, il superammortamento già in vigore nel 2016 viene prorogato al 2017 e prevede una supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing. L’iperammortamento concede invece una supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0, acquistati o in leasing. Per chi beneficia dell’iperammortamento vi è inoltre la possibilità di fruire dell’agevolazione anche per gli investimenti in beni strumentali immateriali (software e sistemi IT). Sul fronte del credito, la “nuova Sabatini”, che ha già avuto un notevole successo nel precedente triennio, viene rifinanziata anche nel 2017. Permette un contributo a parziale copertura degli interessi pagati dall’impresa su finanziamenti bancari di importo compreso tra 20.000 e 2.000.000 di euro, concessi da istituti bancari convenzionati con il MISE, che attingono sia a un apposito plafond di Cassa Depositi e Prestiti, sia alla provvista ordinaria. Il contributo è calcolato sulla base di un piano di ammortamento convenzionale di 5 anni con un tasso d’interesse del 2,75% annuo ed è maggiorato del 30% per investimenti in tecnologie Industria 4.0. Consente l’accesso prioritario al Fondo centrale di Garanzia nella misura massima dell’80%. Il Piano nazionale Industria 4.0 prevede poi l’agevolazione del credito d’imposta per la ricerca: un credito di imposta pari al 50% su spese incrementali in ricerca e sviluppo, riconosciuto fino a un massimo annuale di 20 milioni di euro all’anno per beneficiario e computato su una base fissa data dalla media delle spese in ricerca e sviluppo negli anni 2012-2014. Sono agevolabili tutte le spese relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: assunzione di personale altamente qualificato e tecnico, contratti di ricerca con università, enti di ricerca, imprese, startup e PMI innovative, quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, competenze tecniche e privative industriali. La misura è applicabile per le spese in Ricerca e Sviluppo che saranno sostenute nel periodo 2017-2020. A tutti i sopracitati incentivi, il Piano nazionale Industria 4.0 associa anche un ulteriore strumento volto alla valorizzazione dei “beni immateriali”, che, peraltro, è cumulabile con tutte le altre misure previste nello stesso. Si tratta della cosiddetta “patent box” – misura molto apprezzata dalle imprese - rivolta a favorire la ricerca e la brevettazione. Questo beneficio intende incentivare la collocazione in Italia dei beni immateriali attualmente detenuti all’estero da imprese italiane o estere e al contempo incentivare il mantenimento dei beni immateriali in Italia, evitandone la ricollocazione all’estero. L’obiettivo è dunque quello di rendere il mercato italiano maggiormente attrattivo per gli investimenti nazionali ed esteri di lungo termine. Si configura un regime opzionale di tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali: brevetti industriali, marchi registrati, disegni e modelli industriali, know how e software protetto da copyright. In specie, l’agevolazione consiste nella riduzione del 50% delle aliquote IRES e IRAP dal 2017 in poi, sui redditi d’impresa connessi all’uso diretto o indiretto (ovvero in licenza d’uso) di beni immateriali sia nei confronti di controparti terze che di controparti correlate (società infragruppo). Il beneficio è dato a condizione che il contribuente conduca attività di R&S connesse allo sviluppo e al mantenimento dei beni immateriali. Infine, il Piano Industria 4.0 dedica una particolare attenzione anche a startup e PMI innovative. Per incentivare l’innovazione, si assicurano tutta una serie di facilitazioni di diversa 5


natura rivolte a due particolari tipologie di impresa. (A) Le startup innovative: società di capitali non quotate di nuova o recente costituzione, con valore della produzione annua inferiore a 5 milioni di euro e il cui oggetto sociale è chiaramente legato all’innovazione. Che presentino almeno uno dei tre seguenti requisiti: • il 15% dei costi annui riguarda attività di R&S; • 2/3 laureati, oppure 1/3 dottori, dottorandi di ricerca o ricercatori; • titolarità di brevetto o software. (B) Le PMI innovative: imprese di piccole e medie dimensioni in forma di società di capitali, dotate di bilancio certificato. Che presentino almeno due dei tre seguenti requisiti: • il 3% dei costi annui riguarda attività di R&S; • 1/3 laureati, oppure 1/5 dottori, dottorandi di ricerca o ricercatori; • titolarità di brevetto o software. L’obiettivo di questa serie di misure del Piano Industria 4.0 è ambizioso e di ampio respiro: favorire lo sviluppo dell’ecosistema nazionale dell’imprenditoria innovativa, diffondere una nuova cultura imprenditoriale votata alla collaborazione, all’innovazione e all’internazionalizzazione.

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TABELLE E FIGURE


TABELLA 1 Tabella 1 Revisioni della crescita degli investimenti in macchinari e mezzi di trasporto in Italia: anni 2014 e 2015 (variazioni rispetto all'anno precedente; stime nelle diverse date successive) variazione STIM E cumulata 2014 2015 2014-2015 revisione del settembre 2015 -2,90% revisione del marzo 2016 -2,71% 3,49% 0,77% revisione del settembre 2016 0,89% 4,27% 5,17% revisione del marzo 2017 1,93% 4,91% 6,84% M IGLIORAM ENTI DELLE STIM E miglioramento marzo 2016 su settembre 2015 miglioramenti settembre 2016 su marzo 2016 miglioramenti marzo 2017 su settembre 2016 somma dei miglioramenti da marzo 2016 a marzo 2017 Fonte: elaborazione su dati Istat

0,19% 3,61% 1,03% 4,83%

0,79% 0,64% 1,43%

6,25%

FIGURA 1

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FIGURA 3

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