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L’ambito omogeneo “RICA” comprende il complesso delle attività inerenti la gestione e la valorizzazione della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA), nata per soddisfare le esigenze conoscitive dell’Unione Europea riguardo al funzi onamento economico delle imprese agricole, ai fini della definizione e gestione delle politiche agricole comunitarie. L’INEA ha messo tale fonte di dati al centro delle iniziative di ricerca e delle attività di supporto condotte dall’Istituto in tema di ricerche macroeconomiche e congiunturali, o di ricerche strutturali, territoriali e servizi di sviluppo agricolo o ancora di ricerche su ambiente ed uso delle risorse naturali in agricoltura e ha predisposto un piano di interventi capace di conferire alla rete contabile le caratteristiche di “sistema informativo socio-economico per l’agricoltura italiana”. In tale prospettiva vengono sfruttate le potenzialità di imp iego dell’intera struttura RICA, sia nella componente legata al sistema di raccolta dei dati (procedure informatiche, campioni aziendali, rete di rilevatori), che in quella inerente la messa a punto delle metodologie di rilevazione e di analisi microeco nomiche dei dati raccolti.
collana RICA. Quaderni
RICA: FLASH 2009
a cura di Simonetta De Leo e Paola Doria
ISBN 978-88-8145-317-7 VOLUME NON IN VENDITA
INEA 2012
ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA
RICA: FLASH 2009 A cura di Simonetta De Leo e Paola Doria
INEA 2012
Elaborazione dati: Simonetta De Leo e Paola Doria Realizzazione grafici: Andrea Di Cesare I contributi al testo sono di : capitolo 1 Paola Doria capitolo 2 Simonetta De Leo capitolo 3 Simonetta De Leo, Paola Doria
Coordinamento editoriale: Benedetto Venuto Impaginazione grafica: Ufficio Grafico INEA (Barone,Cesarini,Lapiana,Mannozzi) Segreteria di redazione: Roberta Capretti
Finito di stampare dalla Rotostampa Group s.r.l. Roma nel mese di Maggio 2012
INDICE
1.
LE AZIENDE AGRICOLE
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2.
I COSTI SOSTENUTI
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3.
I PRINCIPALI RISULTATI ECONOMICI
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CAPITOLO I LE AZIENDE AGRICOLE In questo e nei successivi capitoli si riportano le caratteristiche strutturali ed i principali risultati economici delle aziende dell’universo agricolo composto di circa 704.500 aziende e rappresentato dal campione RICA – INEA 2009. In accordo con la metodologia comunitaria, il campione RICA viene selezionato, con la tecnica del campionamento casuale stratificato, tra le sole aziende agricole professionali1. Le variabili di stratificazione utilizzate sono la regione, lamensione economica e l’orientamento tecnico economico2. La selezione di tipo equo probabilistico delle aziende di ogni strato rende i risultati delle aziende del campione RICA estendibili all’intero universo di riferimento, sottoinsieme dell’universo UE3. Per una più immediata interpretazione dei risultati le aziende vengono convenzionalmente raggruppate per classi dimensionali piccola, media, grande e molto grande, intendendo per piccola la classe che include aziende con Reddito Lordo Standard compreso tra 4.800 e 9.600 euro, media la classe di aziende con RLS compreso tra 9.600 e 48.000 euro, grande quella tra 48.000 e 120.000 euro di RLS e molto grande la classe dimensionale oltre i 120.000 euro di RLS4.
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Il Regolamento CEE n. 1859/82 fissa la soglia minima di dimensione economica per l’inclusione nel campo di osservazione RICA, per l’Italia pari a 4 Unità di Dimensione Europea (UDE). La dimensione economica di un’azienda è definita dal Reddito Lordo Standard complessivo espresso in UDE, dove 1 UDE corrisponde a 1.200 euro. Il RLS si determina per ciascuna attività produttiva aziendale come media triennale della differenza tra produzione vendibile e costi specifici (esclusi quelli per impiego di manodopera e macchine) in ogni regione. L’ammontare dei RLS corrispondenti alle attività produttive aziendali equivale alla dimensione dell’azienda espressa in UDE. Per la stratificazione sono stati considerati gli Orientamenti Tecnico Economici (OTE) principali, mentre la rappresentazione dei dati proposta nel presente documento è per ote generale o polo: seminativi, ortofloricoltura, coltivazioni permanenti, erbivori, granivori, policoltura, poliallevamento, miste coltivazioni e allevamento. L’Universo UE è costituito dalle aziende agricole che soddisfano almeno una delle seguenti condizioni dimensionali: avere almeno un ettaro di SAU oppure possedere almeno una delle seguenti caratteristiche: in presenza di SAU, il valore della vendita dei prodotti aziendali maggiore di 2.066 euro; in assenza di SAU, condurre una qualunque attività zootecnica o effettuare la coltivazione di funghi con valore della vendita dei prodotti aziendali superiore a 2.066 euro. Per un approfondimento della metodologia di selezione delle aziende RICA e di riporto all’universo si rimanda al sito dell’indagine RICA italiana www.rica.inea.it ed al sito comunitario http://ec.europa. eu/agriculture/rica/methodology_en.cfm. Il 2009 è l’ultimo anno in cui si applica la classificazione tipologica basata sul Reddito Lordo Standard. A partire dal 2010 a seguito del REGOLAMENTO (CE) N. 1242/2008 della Commissione il RLS è sostituito dalla Produzione Standard.
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Fig. 1.1 - Aziende agricole per regione - RICA 2009 Universo rappresentato
Mediamente l’azienda agricola italiana è dotata di 18,5 ettari di terra, ha 10,9 unità di bestiame e un capitale fondiario e macchine del valore rispettivamente di 241.743 e di 9.657 euro; in essa sono impiegate 1,2 unità di lavoro (UL), di cui circa l’80% ha un legame di parentela e/o affinità con l’imprenditore agricolo.
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Fig. 1.2 - Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali – RICA 2009 Universo rappresentato
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In relazione alla superficie il dato medio nazionale può sembrare elevato, tuttavia se si considera la distribuzione delle aziende in termini di SAU e quindi il valore mediano oltre che quello medio, l’universo RICA conferma, coerentemente con quanto descritto da altre fonti disponibili, un’agricoltura caratterizzata da piccole aziende, visto che la metà delle aziende ha una superficie inferiore a 7,5 ettari ed un quarto delle aziende inferiore a 3,5 ettari. Come mostra il grafico che segue, in cui si raffigura la variabilità della SAU tra le aziende del primo e terzo quartile, tra i settori produttivi si registra una diversa variabilità: gli erbivori registrano la maggiore variabilità della superficie con una differenza di 37 ettari tra il quarto di aziende agricole aventi la SAU più bassa (meno di 13 ettari) e il quarto avente la SAU più alta (oltre i 50 ettari). Fig. 1.3 Distribuzione della superficie agricola utilizzata per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
Anche in termini di dimensione economica le realtà produttive che caratterizzano il panorama italiano sono in prevalenza medio piccole. Analizzando separatamente le quattro classi dimensionali si riesce meglio a cogliere la diversità che sussiste tra l’attività agricola svolta nelle piccole realtà aziendali e quella propria di realtà molto grandi in cui mediamente l’impiego di lavoro cresce significativamente (è oltre sei volte quello delle aziende piccole), il capitale macchine supera i 60.000 euro a fronte dei circa 3.000 euro delle piccole aziende e la superficie utilizzata rasenta i 100 ettari.
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Fig. 1.4 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali per classe dimensionale - RICA 2009 Universo rappresentato
Fig. 1.5 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali per regione - RICA 2009 Universo rappresentato
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Fig. 1.6 Caratteristiche strutturali delle aziende agricole, medie aziendali per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
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Non è solo la variabilità dell’estensione superficiale a risentire dell’indirizzo produttivo praticato, ma anche la dotazione del fattore lavoro. Le aziende specializzate in allevamenti di erbivori, che con i 44 ettari ad azienda hanno la maglia aziendale più ampia, impiegano anche una rilevante quantità di manodopera (1,6 UL). Tra gli ordinamenti colturali vegetali i seminativi hanno la maggiore estensione fisica, mediamente circa 24 ettari ad azienda, ed il minor impiego di manodopera (0,9 UL).Le aziende ortofloricole la cui estensione media è inferiore a 3 ettari, impiegano mediamente la più elevata quantità di manodopera (2,3 UL).Anche le differenze regionali sono riconducibili alla vocazionalità territoriale che caratterizza le regioni italiane in termini di ordinamenti produttivi prevalenti. Fig. 1.7 Intensità capitale fondiario per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
Alcuni indici strutturali quali il grado di intensità fondiaria, l’intensità del capitale fondiario per unità di lavoro e il grado di intensità del capitale macchine permettono di quantificare le principali forme di investimento sulla struttura fondiaria.
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Fig. 1.8 Intensità capitale macchine per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
A livello nazionale le aziende agricole sono mediamente caratterizzate da un’intensità di capitale fondiario (terra più miglioramenti fondiari) ad ettaro pari a circa 13.000 euro e ad unità di lavoro di quasi 207.000 euro. Tra gli ordinamenti produttivi le aziende specializzate in seminativi sono quelle in cui è maggiore l’intensità di capitale fondiario per unità di lavoro: circa 337.300 euro per addetto ed evidentemente le dotazioni strutturali sopra menzionate giocano un ruolo importante nel posizionamento di questo ordinamento in termini di intensità di capitale fondiario. In rapporto alla superficie sono le aziende ortofloricole a registrare i valori più elevati (52.800 euro di capitale fondiario e poco meno di 2.600 di capitale macchine), ed anche in questo caso, come in precedenza, sugli indicatori ad ettaro incide la ridotta superficie agricola. Le notevoli dotazioni di capitali per l’OTE granivori, che si riscontrano anche in termini unitari (ad ettaro e per unità di lavoro), rispecchiano l’anomalia di tale ordinamento, peraltro caratterizzato a livello campionario da una prevalenza della dimensione medio grande, che più si avvicina a realtà agroindustriali.
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Fig. 1.9 Intensità capitale fondiario per classe dimensionale - RICA 2009 Universo rappresentato
Fig. 1.10 Intensità capitale macchine per classe dimensionale - RICA 2009 Universo rappresentato
L’intensità di capitali cresce al crescere della dimensione economica aziendale, tuttavia la crescita è però più contenuta quando i capitali sono rapportati alla SAU.
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CAPITOLO II I COSTI SOSTENUTI Il totale dei costi sostenuti dalle aziende agricole per l’esercizio della loro attività , sia agricola che connessa all’agricoltura, risultano essere mediamente pari a 32.635 euro. I costi totali si compongono dei costi sostenuti per la manodopera salariata (salari e oneri sociali) unitamente agli affitti pagati per beni non di proprietà , dei costi dovuti per gli ammortamenti dei cespiti aziendali e degli accantonamenti, e dei costi correnti che a loro volta comprendono i costi per gli allevamenti, per le colture e per la meccanizzazione, i costi generali e fondiari, le spese di trasformazione e commercializzazione e i costi relativi a servizi di terzi. A livello nazionale i costi correnti registrano un valore medio di 20.099 euro e rappresentano la quota maggiore (61,6%) di tutte le spese sostenute dalle aziende agricole, mentre i costi per gli ammortamenti e quelli sostenuti per la manodopera e gli affitti costituiscono rispettivamente il 14,5% e il 23,9% con importi medi pari a 4.720 euro e 7.815 euro.
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Fig. 2.1 Costi sostenuti dalle aziende, medie aziendali per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
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E’ naturale che i costi dipendano in modo significativo dai sistemi produttivi praticati. I costi correnti mostrano una variabilità che va da una media di 9.961 euro nelle aziende specializzate in colture permanenti ai 264.502 euro nelle aziende granivore. I valori più elevati sono registrati dalle aziende a vocazione zootecnica, infatti in queste aziende incidono in modo particolare le spese per l’acquisto di mangime. Anche le aziende ortofloricole sostengono alti costi correnti, diversamente in queste aziende incidono significativamente le spese per sementi e piantine. Le aziende erbivore e granivore insieme a quelle ortofloricole, caratterizzate da un elevato impiego di dotazioni agrarie per l’attività produttiva, segnano i valori più elevati dei costi di ammortamento dei beni aziendali. Le aziende ortofloricole e granivore, dove è richiesta un sostanziale apporto di manodopera per la realizzazione del ciclo produttivo, si distinguono per i più elevati valori del costo del lavoro. Nelle aziende specializzate nell’allevamento di erbivori, la grande richiesta di manodopera viene prevalentemente soddisfatta dai componenti familiari (86% delle Ula complessive proviene da lavoro familiare) e pertanto il costo di questo fattore produttivo è più contenuto. Fig. 2.2 Costi sostenuti, medie aziendali per classe dimensionale - RICA 2009 Universo rappresentato
L’incidenza dei costi correnti sui costi totali cresce al crescere della dimensione economica, diversamente decresce quella del costo del lavoro e quella degli ammortamenti, riflettendo una più grande capacità delle aziende di maggiore dimensione a contenere il costo della struttura produttiva.
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Fig. 2.3 Incidenza percentuale dei costi correnti sui costi totali per regione -RICA 2009 Universo rappresentato
In relazione all’incidenza dei costi correnti, principale voce di spesa, sul totale dei costi aziendali di ciascuna Regione e Provincia Autonoma, i valori piÚ elevati si registrano in corrispondenza delle regioni settentrionali, unitamente al Molise, dove sono localizzate le aziende a vocazione zootecnica. In particolare in
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Veneto ed Emilia-Romagna, regioni nelle quali si concentrano gli allevamenti di avicoli a carattere industriale, i costi correnti costituiscono il 70% sulle spese totali aziendali. L’incidenza più bassa si riscontra in Calabria dove prevale l’olivicoltura. Fig. 2.4 Distribuzione dei costi correnti per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
Dal grafico sopra riportato si osserva la variabilità dei costi correnti sostenuti dalle aziende agricole tra il primo e il terzo quartile. Un quarto delle aziende agricole italiane ha spese correnti per importi inferiori a 3.230 euro, la mediana, indice di posizione che diversamente dalla media non è influenzata da qualche valore eccezionale, risulta di 5.834 euro, mentre i tre quarti delle aziende sostengono costi correnti per meno di 13.602 euro. Naturalmente la variabilità dei costi è strettamente connessa ai sistemi di produzione praticati. I granivori si distinguono, oltre che per gli elevati valori dei costi correnti sostenuti, anche per la più ampia variabilità: la differenza tra il quarto di aziende agricole aventi le spese più basse e il quarto avente le spese più elevate è di circa 165.000 euro. Le coltivazioni permanenti diversamente mostrano la minima variabilità dei costi correnti.
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Fig. 2.5 Costi totali per unità di superficie e per unità di lavoro per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
Il valore medio nazionale dei costi totali per ettaro di superficie risulta essere pari a 1.763 mentre per unità di lavoro è di 27.883 euro. Sono le aziende con seminativi ad registrare i valori più bassi dei costi per ettaro di superficie, essendo caratterizzate da una superficie ampia rispetto alle spese sostenute. Al contrario negli ordinamenti produttivi dei granivori e dell’ortofloricoltura si registrano valori ben superiori alla media nazionale, dato da interpretare opportunamente, infatti, come precedentemente evidenziato, nel primo caso si tratta di aziende grandi e molto grandi (71% delle aziende), che giustifica anche gli elevati valori per unità di lavoro, mentre nel caso dell’ortofloricoltura deriva dalle ridotte dimensioni delle superfici che caratterizzano queste aziende.
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Fig. 2.6 Costi totali per unitĂ di superficie e per unitĂ di lavoro per classe dimensionale - RICA 2009 Universo rappresentato
Relativamente alle classi dimensionali i costi totali, sia ad ettaro che per unitĂ di lavoro, come prevedibile, crescono al crescere della dimensione economica aziendale quasi raddoppiandosi nel passaggio da aziende grandi a molto grandi.
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CAPITOLO III I PRINCIPALI RISULTATI ECONOMICI Le aziende agricole italiane nel 2009 registrano una Produzione Lorda Vendibile pari a 52.500 euro, un valore aggiunto e un reddito netto che rappresentano rispettivamente quasi il 62% e il 41% della PLV. Fig. 3.1 Principali risultati di bilancio, medie aziendali per polo -RICA 2009 Universo rappresentato
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In valore assoluto i migliori risultati economici in termini di produzione lorda vendibile, valore aggiunto e reddito netto, sono realizzati dalle aziende granivore, erbivore e ortofloricole. Tuttavia le aziende granivore registrano la pi첫 bassa incidenza del valore aggiunto sulla PLV (46%), in queste imprese infatti i costi correnti rivestono un peso elevato (54% della PLV). Al contrario le coltivazioni permanenti che registrano un valore basso sia della PLV (34.000 Euro) che dei costi correnti (28% della PLV) ottengono la pi첫 alta percentuale del valore aggiunto sulla PLV il 72% . Fig. 3.2 Principali risultati di bilancio, medie aziendali per classe dimensionale -RICA 2009 Universo rappresentato
In riferimento alla classe dimensionale i risultati economici crescono al crescere delle dimensioni aziendali. Precisamente crescono pi첫 di due volte nel passaggio da piccola a media azienda, di circa 3,5 volte da media a grande e pi첫 di 4 volte da grande a molto grande.
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Fig. 3.3 Produttività e redditività dei fattori terra e lavoro per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
La produttività e la redditività per ettaro di superficie a livello nazionale risultano rispettivamente pari a 2.837 euro/ha e 1.173 euro/ha. Gli elevati valori registrati dalle aziende specializzate in granivori e ortofloricoltura come già visto vanno opportunamente interpretati, si ricorda infatti che le prime sono costituite da grandi realtà produttive mentre le seconde sono caratterizzate da una ridotta superficie agricola. Riguardo la produttività e redditività per unità di lavoro a livello nazionale sono stati registrati rispettivamente valori di 44.858 euro per ul e di 23.477 euro/ulf. Fig. 3.4 Composizione della PLV per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
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A livello nazionale la produzione lorda vendibile si compone per il 38% di costi correnti, il 9% di ammortamenti per capitale fondiario e agrario, il 15% di costo del lavoro e affitti passivi e il 38% costituisce il reddito operativo aziendale. Rispetto ai settori produttivi, nelle aziende a vocazione zootecnica, che sostengono alte spese per l’acquisto di mangimi, si riscontra la maggiore incidenza dei costi correnti sulla produttività , mentre nelle aziende arboree la quota di reddito operativo sulla produttività supera la media nazionale (43%). Fig. 3.5 Composizione della PLV per classe dimensionale - RICA 2009 Universo rappresentato
L’incidenza dei costi correnti sul fatturato cresce al cresce delle dimensioni, mentre decresce il peso degli ammortamenti e dei salari riflettendo il realizzarsi di consistenti economie di scala.
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Fig. 3.6 Distribuzione del Valore aggiunto per unitĂ di lavoro per polo - RICA 2009 Universo rappresentato
Guardando alla distribuzione del valore aggiunto per addetto, a livello nazionale si riscontra una variabilitĂ tra il primo e il terzo quartile di 29.200 euro/ul. Un quarto delle aziende agricole ha un valore aggiunto per addetto inferiore a 12.900 euro/ul , la metĂ delle aziende inferiore a 23.800 euro/ul, mentre i tre quarti meno di 42.100.
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Fig. 3.7 Reddito netto su unità di lavoro familiare (euro/ULF) - RICA 2009 Universo rappresentato
La redditività media del lavoro familiare risulta in generale più elevata nelle regioni settentrionali, la Lombardia in particolare si distingue con un valore che sfiora i 58.000 euro/ul. L’ Abruzzo, all’opposto registra i valori più bassi.
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Fig. 3.8 Curva di Lorenz per il valore aggiunto - RICA 2009 Universo rappresentato
Dalla curva di Lorenz sopra riportata si osserva come una quota rilevante del valore aggiunto totale si concentri in poche aziende agricole: la metà del valore aggiunto complessivamente prodotto è riconducibile al 25% delle aziende con valore aggiunto piÚ alto, mentre il 25% delle aziende con valore aggiunto piÚ basso produce solamente il 9,4% del valore aggiunto totale.
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L’ambito omogeneo “RICA” comprende il complesso delle attività inerenti la gestione e la valorizzazione della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA), nata per soddisfare le esigenze conoscitive dell’Unione Europea riguardo al funzi onamento economico delle imprese agricole, ai fini della definizione e gestione delle politiche agricole comunitarie. L’INEA ha messo tale fonte di dati al centro delle iniziative di ricerca e delle attività di supporto condotte dall’Istituto in tema di ricerche macroeconomiche e congiunturali, o di ricerche strutturali, territoriali e servizi di sviluppo agricolo o ancora di ricerche su ambiente ed uso delle risorse naturali in agricoltura e ha predisposto un piano di interventi capace di conferire alla rete contabile le caratteristiche di “sistema informativo socio-economico per l’agricoltura italiana”. In tale prospettiva vengono sfruttate le potenzialità di imp iego dell’intera struttura RICA, sia nella componente legata al sistema di raccolta dei dati (procedure informatiche, campioni aziendali, rete di rilevatori), che in quella inerente la messa a punto delle metodologie di rilevazione e di analisi microeco nomiche dei dati raccolti.
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a cura di Simonetta De Leo e Paola Doria
ISBN 978-88-8145-317-7 VOLUME NON IN VENDITA
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