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LUCE CREATIVA
Carattere, simpatia e decisione. Tre aggettivi per descrivere un’impressione chiara su Silvia Faresin, vicepresidente di Faresin Industries e seconda generazione impreditoriale di un’avventura che oggi scrive nuovi capitoli sul libro internazionale delle costruzioni. La storia di Faresin Industries è lunga e complessa; alla vigilia della partecipazione a Samoter 2023, noi di Concrete News abbiamo voluto ripercorrerne lo spirito insieme alla donna che interpreta oggi la nuova onda di innovazione del marchio di Breganze (Vi), nella guida consapevole di prodotti e strategie verso un futuro di efficienza sostenibile. Declinato, naturalmente, alla gamma di sollevatori telescopici elettrici che sta conquistando gli operatori di tutto il mondo.
Silvia, innanzitutto una breve introduzione che ci pare doverosa. La presidenza di Faresin Industries appartiene ancora oggi a tuo padre Sante Faresin, fondatore e anima direttrice dell’azienda. Tu, insieme a tua sorella Giulia, siete la nuova forza dinamica del gruppo sul fronte della sostenibilità.
La sostenibilità è la spina dorsale della strategia di sviluppo di Faresin Industries. Un concetto già presente nel DNA del marchio, grazie a una cultura della circolarità ereditata dal territorio, che abbiamo implementato nella nostra strategia industriale. Questa scelta di cambiamento è maturata in seguito a un’analisi del mercato nel contesto della trasformazione globale in atto - non solo nell’economia e nell’industria ma anche negli stili di vita,
ANCHE NELL’EDILIZIA
INTERNAZIONALE, I SOLLEVATORI
TELESCOPICI DI FARESIN INDUSTRIES
DETTANO IL PASSO
DELLA SOSTENIBILITÀ.
ALLA VIGILIA DEL SAMOTER 2023, LA VICEPRESIDENTE
SILVIA FARESIN RIVELA
IL CUORE DI UNA
DINAMICA DI RICERCA
E SVILUPPO UNICA CHE
CONTRADDISTINGUE LA STORIA DELLA SOCIETÀ
DI BREGANZE (VI) nei consumi e nelle tecnologie adottate. Oggi Faresin Industries è costituita da due business unit, una dedicata ai carri miscelatori per l’agricoltura e l’altra ai sollevatori telescopici. La nostra storia nasce dal mondo agricolo e i carri miscelatori per l’alimentazione del bestiame nelle stalle hanno costituito il prodotto cardine dell’azienda fin dall’inizio.
Dall’agricoltura, il nostro modo di ragionare improntato alla circolarità ha portato a un’evoluzione in direzione della sostenibilità. Nel 2015, partendo proprio dall’agricoltura e dall’attenzione all’ambiente - seguita con una nuova sensibilità soprattutto nei mercati del nord Europa - abbiamo sviluppato e presentato i primi modelli di carri miscelatori elettrici, dedicandoci successivamente allo studio approfondito dell’elettrificazione applicata ai sollevatori telescopici, una tipologia di macchina impiegata con sempre maggiore frequenza nell’agricoltura e nell’edilizia.
Parlando proprio dei sollevatori telescopici, qual è la peculiarità, il valore aggiunto che Faresin oggi detiene rispetto ad altri competitor che si affacciano solo ora al mondo delle macchine operatrici a funzionalità completamente elettrica?
L’altissimo contenuto di ricerca e sviluppo è il vantaggio competitivo principale delle macchine Faresin. I nostri prodotti, infatti, coniugano con efficacia e concre- tezza la nostra capacità industriale con le più avanzate innovazioni tecnologiche. Fin dall’inizio abbiamo utilizzato una tecnologia made in Faresin, ossia sviluppata completamente all’interno del nostro stabilimento di Breganze e studiata appositamente in base alle caratteristiche dinamiche dei nostri sollevatori telescopici. A cinque anni dall’esordio dei nostri telehandler full electric, ormai la nostra tecnologia è rodata e consolidata in tutto il mondo, grazie al grande numero di macchine vendute e ai feedback ricevuti dal mercato.
Già il sollevatore full electric 6.26che abbiamo potuto ammirare all’ultimo Bauma in versione completamente rinnovata - aveva conquistato il mercato europeo a partire dal lan- cio ufficiale, avvenuto sempre a Monaco nel 2019. Oggi, dopo il lancio al Bauma 2022 della linea Big Range, vi apprestate a conquistare gli operatori Construction con una gamma di sollevatori di medio-grande portata. Quali sono le vostre aspettative commerciali, a livello globale, dopo questo esordio?
La nuova serie Big Range Full Electric ha suscitato fin da subito un grande interesse. Solo nei primi giorni di fiera, a Monaco, sono state vendute molte unità a diversi clienti, specialmente inglesi. Nel Regno Unito, infatti, le macchine elettriche sono molto richieste in ragione delle severe leggi anti-inquinamento nei centri storici. A distanza di qualche mese, l’interesse non è calato, anzi. Continuano ad arrivare richieste da ogni area di merca- to continentale. Stiamo parlando dell’unica tipologia di sollevatore telescopico completamente elettrica, che costituisce ancora un unicum nel suo genere. Nessun competitor infatti ha mai lanciato un telescopico elettrico ad alta capacità con stabilizzatori frontali e una lunghezza del braccio fino ai 17 m.
Avete già a disposizione dati comparativi tra le prestazioni dei modelli Big Range Full Electric e quelle dei sollevatori della stessa classe operativa, a propulsione termica, già impiegati in cantiere?
Le prestazioni dei modelli della gamma Big Range Full Electric sono state ben definite già nella fase di progettazione e sviluppo della macchina ed hanno rappresentato il punto di partenza del progetto. I nuovi sollevatori elettrici presentano prestazioni del tutto simili ai rispettivi modelli a propulsione termica, mantenendo un’autonomia sufficiente a completare almeno un’intera giornata di lavoro in cantiere.
Dopo i primi tre modelli della linea Big Range (14.42, 17.40 e 17.45), quale sarà il futuro sviluppo della gamma? Il nostro obiettivo è quello di elettrificare l’intera gamma dei nostri sollevatori telescopici, a partire dalla fascia operativa che riguarda l’edilizia. Prevediamo, infatti, che in futuro tutti gli stati inaspriranno le misure anti-inquinamento nei cantieri, sia nei centri abitati sia fuori dalle città. È una tendenza che ha già preso piede nel Regno Unito e in alcune aree della Germania, dove questa politica sostenibile rappresenta ormai una realtà consolidata, quasi un’esigenza sociale non rinviabile. Anche in Italia ci sono passi avanti in tal senso, ma sicuramente la strada normativa e culturale (per gli operatori del settore) prevede ancora un percorso lungo.
Qual è stata l’intuizione che ha portato allo sviluppo del nuovo powerpack di batterie agli ioni di litio ad alto voltaggio? Come avete fatto a trasformare uno dei punti deboli dei mezzi di cantiere elettrificati (ovvero la dispo- nibilità asimmetrica di diversi sistemi di alimentazione) in un punto di forza che sancisce una svolta tecnologica mai vista prima ed una grande risorsa in termini di flessibilità di ricarica? Da cinque anni ormai siamo protagonisti in primo piano nel mondo dei sollevatori telescopici elettrici. In tutto questo tempo, ci siamo concentrati a raccogliere i feedback che ci sono arrivati dal mercato per migliorare la nostra offerta. Tra questi, la necessità di avere un’unica interfaccia plug-in per una maggiore compatibilità di ricarica nell’ambito di cantieri dalle caratteristiche diverse. Per questa esigenza primaria, il nostro dipartimento R&D ha lavorato con grande impegno per propor-