TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
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La Rivista “Concrete News” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Profeti di tecnologia qualità, affidabilità e innovazione
N° 2 - 2022
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EDITORIALE
Fabio Potestà
Alberto Finotto
“Whatever it takes” per un Paese che non vuole più fermarsi
Cari Lettori, vediamo bene che non è il momento di scherzare. È il momento di essere seri, per non perdere quanto abbiamo raccolto in quest’ultimo anno e mezzo di rincorsa industriale e di rilancio, nel settore delle costruzioni (e degli impianti, e delle macchine e tecnologie che ne guidano la crescita). Il messaggio, forte e chiaro che è giunto dalla platea delle Giornate del Calcestruzzo 2022 - a cui dedichiamo questo numero speciale di Concrete News - intima ai decisori politici e istituzionali, italiani ed europei, di risolvere i problemi che una congiuntura economica inopportuna e una situazione geopolitica scellerata stanno portando a un rapido peggioramento. Le imprese italiane stanno resistendo all’onda di una crisi inconsulta e non leggibile ancora nelle conseguenze a lungo termine, solo perché hanno monetizzato una rincorsa senza precedenti da un anno e mezzo a questa parte (cioè, dal termine dell’emergenza pandemica mondiale). Lo abbiamo visto negli stand delle aziende costruttrici, a Piacenza Expo. L’innovazione, la spinta a far emergere un progresso di sistemi e soluzioni che andranno a realizzare i grandi progetti infrastrutturali di cui ha bisogno il nostro Paese, non vuole darsi per vinta al vento di una nuova crisi. Vuole continuare a far camminare veloce l’Italia della produzione, delle
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strade, dei viadotti, delle “fabbriche di futuro” che si estrinsecano nei cantieri pubblici e nel miglioramento delle città. Oggi, le azioni virtuose e reattive delle imprese si trovano a dover subire due categorie di errori. La prima è quella di una politica economica inadeguata, a livello mondiale. La spinta d’urto della ripresa produttiva ha lasciato i costruttori in condizioni critiche, sul fronte delle forniture, con una strategia europea sulle materie prime e sull’energia incerta e indecisa, proprio quando alla parola “sostenibilità” si dovrebbe finalmente dare una sembianza reale e realistica, con investimenti ben precisi, programmi solleciti e a lungo termine, tecnologie di sviluppo che puntano alle grandi strade dell’idrogeno come forza primaria di alimentazione, dell’elettrificazione meditata e realmente declinabile in molti settori, della transizione razionale che passerà ancora (per molto tempo) attraverso le vie internazionali delle reti oli & gas e delle fonti di energia tradizionali. Noi, come osservatori puntuali, cerchiamo una fonte di lettura possibile, anche in ambito nazionale, da parole competenti e sagge. Come quelle di Giovanni Pelazzi presidente del Centro Studi sugli Appalti Pubblici di Argenta SOA, una delle principali
società di certificazione delle aziende che partecipano a gare pubbliche. Secondo il ricercatore “le preoccupazioni maggiori delle imprese si focalizzano prevalentemente su tre aspetti: il principale è l’aumento dei costi delle materie prime, seguito da scarsità di materiali e dalla carenza di personale qualificato. Le attese del settore delle costruzioni nei prossimi tre mesi sono quelle di un netto peggioramento dell situazione”. Il nostro governo, oggi, ha la responsabilità di contrastare questa sfiducia, traghettando con sollecitudine la realizzazione effettiva delle opere del PNRR, apportando modifiche sostanziali al codice degli appalti, adottando provvedimenti antispeculativi sui prezzi delle materie prime. Le costruzioni, settore trainante dell’economia nazionale, meritano risposte e decisioni. Hanno fame di futuro - pensiamo solo alla folla che ha occupato gli spazi di Hydrogen Expo, sempre a Piacenza, con centinaia di addetti ai lavori alla finestra di un avvenire energetico possibile. Possiamo farcela, a non tornare nel tunnel. Basta volere la luce, senza indugio e senza paure. E intraprendere ogni politica attiva per raggiungerla. “Whatever it takes”. A ogni costo, ci voglia quel che ci voglia.
Buona lettura!
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Periodico associato a
SOMMARIO Maggio/Agosto 2022 Anno 4 ATTUALITÀ
In collaborazione con
TECNOLOGIE
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News ............................................................... p.8
PRIMO PIANO
PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO Pulizia antiaderente .................................. p.122
COVER STORY
AUTOMAZIONE E CONTROLLO
Profeti di tecnologia ................................... p.44
Mente di gestione ..................................... p.126
PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO
Petali in galleria ........................................... p.48
Metropolitana Milano linea MM2 Piola-Lambrate ....................... p.134
Arnaldo Manini, il talento di un creatore.. p.54
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE Bianco sapere della materia ..................... p.58 Ponte Morandi, la demoliazione che ha fatto risorgere un paese................ p.62
TECNOLOGIA E INNOVAZIONE Paolo Galletti, la magnifica concretezza .. p.70
Resistenza senza compromessi................ p.140
MATERIALI IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO Una longevità senza limiti ......................... p.144
Nel cuore del montaggio .......................... p.74
Arco di equilibrio ......................................... p.80 Quattordici per un gioiello.......................... p.90 Strategia degli spazi.................................... p.94
CERTIFICAZIONI E NORMATIVE
K56L, per grandi cantieri ............................ p.98
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE
Scalatore di cantieri.................................. p.102
Preservare la durabilità ............................. p.150
Livellatrice di sostenibilità.......................... p.106
RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE Nobile, non solo di facciata .................... p.118
SOCIAL MEDIA
Responsabile Editoriale Alberto Finotto Collaboratori Roberto Ambra Andrea Potestà Grafica e impaginazione Romina Testino grafica@mediapointsrl.it Fotografia Archivio Concretenews
Direzione e redazione MEDIAPOINT & EXHIBITIONS SRL Corte Lambruschini Corso Buenos Aires, 8/7 16129 Genova - Italy tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 redazione@concretenews.it
Pre-stampa e stampa Euro Grafica - Genova
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE
Strumento d’opera.................................... p.114
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Direttore Responsabile Fabio Potestà
Pubblicità Italia ed estero tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 info@concretenews.it
PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
La precisione del diamante ..................... p.110
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Ufficio traffico Daniela Chiusa daniela.chiusa@mediapointsrl.it
MACCHINE E IMPIANTI
TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
del calcestruzzo e della prefabbricazione SupplyFiliera chain of concrete and precast industries
TABLET EDITION
Registrazioni Tribunale di Genova n.27/2011. Camera Commercio di Genova, R.I. N.O 395768 del 5 novembre 2001 Registro operatori di comunicazione N.O 022258 del 20 gennaio 2012 Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Mediapoint & Exhibitions Srl” sono utilizzati solo dalla casa editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Fabio Potestà Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2022
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ATTUALITÀ ICTA 2022
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NEL SEGNO DELL’ECCELLENZA GLI ITALIAN CONCRETE TECHNOLOGY AWARDS, DURANTE L’EVENTO DEL GIC BY NIGHT, HANNO RIPORTATO SUL PALCOSCENICO DEL CALCESTRUZZO NAZIONALE LE TESTIMONIANZE PIÙ VIVIDE DI INGEGNO IMPRENDITORIALE. STORIE ESEMPLARI, IN GRADO DI SEGNARE IL PROGRESSO DI UN INTERO SETTORE, A LIVELLO MONDIALE eccellenza ci sia nella tecnologia italiana del calcestruzzo, sotto ogni aspetto, produttivo e di messa in opera. Dopo un intervallo di ben quattro anni in cui la manifestazione non ha potuto tenersi in presenza, a causa della sospensione del 2020 per la pandemia, l’attesa era palpabile, tra il pubblico degli addetti ai lavori e delle istituzioni, intervenute al termine della prima giornata del GIC, il 28 aprile scorso. Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions, ha officiato gli ICTA Awards 2022 con un momento di apertura emozionante in cui al ricordo delle vittime della guerra in atto in Ucraina, è seguito un monito di speranza, ricordando la capacità di risollevarsi dai
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na serata indimenticabile per il GIC 2022 del ritorno, dopo la pandemia da Covid-19, dopo le sofferenze e la mancanza di “presenza” per le persone, per il lavoro e per le imprese del calcestruzzo d’Italia. Quella delle premiazioni dedicate agli ICTA 2022 (Italian Concrete Technology Awards) è stato il prologo importante e necessario alla festa del GIC by Night . L’evento serale della fiera europea dedicata al concrete world nazionale ha ricordato a tutti quanta
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drammi del mondo rivelata da persone, nazioni e - nel caso esemplare dei premi conferiti - dalle imprese e dai lavoratori che hanno sofferto un biennio di pesante incertezza globale. L’inaugurazione del Ponte San Giorgio di Genova, attraverso lo sguardo commosso e le parole di Renzo Piano, hanno fatto da presentazione degna alla consegna dei premi di eccellenza ad aziende e a personalità che si sono distinte nel promuovere e nel far crescere la cultura sostenibile e indispensabile del calcestruzzo, nell’industria e nella vita sociale di tutti noi. Di seguito, pubblichiamo la lista dei riconoscimenti assegnati, con una sintesi delle motivazioni che ne hanno portato il conferimento. Premio Speciale a Marco Bucci (Infrastrutture e Grandi Opere), sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera.
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Il 4 ottobre 2018, il primo cittadino della Lanterna viene nominato dal Governo Conte al ruolo di commissario straordinario per la ricostruzione del ponte autostradale sul Polcevera, dopo la tragedia del 14 agosto. Bucci porterà a termine con tenacia e forza morale straordinarie un’impresa storica per il Paese, inaugurando il nuovo viadotto San Giorgio il 3 agosto 2020. Infrastrutture e Grandi Opere: Webuild, capofila dell’ATI per la realizzazione delle opere di fondazione e viarie del nuovo Ponte San Giorgio di Genova. Il merito dell’impresa è quello di aver saputo realizzare mirabilmente un progetto complesso e articolato, in tempi strettissimi, con le difficoltà di una pandemia devastante in atto e la pressione costante dell’opinione pubblica. Un capolavoro tecnologico e morale per un’infrastruttura chiave di Genova e di tutto il Nord Italia, con l’ausilio dei più elevati standard operativi e di sicurezza.
Infrastrutture e Grandi Opere: ATI Demolitori (F.lli Omini, Fagioli, Ipe Progetti e Ireos) per i lavori di demolizione con tecniche combinate del viadotto Morandi di Genova.
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ATTUALITÀ ICTA 2022 Nel Raggruppamento Temporaneo d’Imprese che si è formalmente costituito in fase di assegnazione del contratto, F.lli Omini in particolare si è occupata di tutte le attività di destrutturazione e smontaggio, delle opere di mitigazione e della demolizione con esplosivo delle pile 10 e 11, oltre che del coordinamento e della gestione complessiva delle fasi di lavorazione. Edifici Civili e Industriali (e opere connesse): ITI Impresa Generale, per il Polo Universitario San Rossore SR1938 di Pisa. Realizzato sulla base dell’ambizioso progetto di Heliopolis 21, in collaborazione con lo studio svizzero Diener&Diener di Basilea, il complesso di 3.000 m2, con spazi dedicati ad aule didattiche, auditorium e laboratori, è stato realizzato nel centro storico della città, recuperando un’area industriale farmaceutica dismessa.
ADR Infrastrutture
per la costruzione, la manutenzione e l’ammodernamento di infrastrutture aeroportuali. Un’opera coadiuvata dalla dotazione di impianti dedicati alla produzione di calcestruzzo per pavimentazioni tradizionali e speciali. Produzione e posa di massetti: Edil Ferri, per il progetto di riconversione residenziale “The Central Tower” di Milano. L’impresa ha trasformato un’architettura simbolo di Milano in uno dei più prestigiosi edifici residenziali della città. All’impianto “microliving” degli appartamenti, dalle metrature contenute, l’impresa ha conferito un valore tecnologico ed estetico rilevante, con l’adozione del massetto autolivellante antiritiro e a basso spessore PaRis Slim di Laterlite.
Holcim
dell’apporto fondamentale di materiale inerte riciclato proveniente dalla demolizione del calcestruzzo e con caratteristiche analoghe alle materie prime naturali. Produttore di aggregati naturali e riciclati: Gruppo Bassanetti. Fondata dal capostipite Nello Bassanetti, la società opera sul territorio piacentino da oltre 65 anni, nel settore dell’estrazione, della lavorazione e della commercializzazione di aggregati, sabbie e ghiaie. I materiali dalle tre cave di San Nazzaro, Gargatano e Ca’ Morta, vengono avviati a impianti all’avanguardia, dotati di macchinari e attrezzature automatizzate. Bassanetti
Edil Ferri
ITI Impresa Generale
Pavimentazioni in calcestruzzo: ADR Infrastrutture, per il contributo tecnologico e realizzativo alle infrastrutture aeroportuali nazionali. L’eredità di competenza ed esperienza in opere importanti a livello nazionale, ha eletto ADR tra i principali soggetti industriali in Italia
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Produttore di calcestruzzo preconfezionato: Holcim, per il calcestruzzo sostenibile ECOPact. Con il contenuto di cemento ECOPlanet, questa specialità consente di ottenere una riduzione delle emissioni di CO2, grazie all’utilizzo di una minore percentuale di clinker, in virtù
Produttore di manufatti ed elementi prefabbricati: MIC Basile. Grande esempio di capacità imprenditoriale e resilienza, questa azienda siciliana d’eccellenza vanta un laboratorio tecnologico all’avanguardia per le verifiche e i controlli qualità dei manufatti. La professionalità e l’esperienza
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MIC Basile
Innovazione di Prodotto (Macchine): Blend, per l’impianto mobile E015 4×4. Progetto più recente della gamma E-series, questa macchina realmente innovativa è deputata alla produzione di calcestruzzo, misti cementati, malte, asfalto a freddo e calcestruzzo riciclato. Il modulo di miscelazione è allestito in modo compatto su un veicolo fuoristrada 4x4 dal passo corto e dall’altezza ridotta, in grado di raggiungere i cantieri più impervi. delle maestranze, altamente qualificate e specializzate, consente all’impresa di soddisfare anche la clientela più esigente. Innovazione in ambito operativo (Sicurezza): Fagioli, per il sistema di sollevamento JS500, gestito e controllato da remote control system, impiegato durante la costruzione del nuovo Ponte San Giorgio di Genova. Nell’installazione di sezioni fino a 2.000 tonnellate, con l’ausilio di questo modulo, le operazioni di sollevamento e abbassamento di ciascuna unità avvengono contemporaneamente e in modo sincronizzato per mantenere il carico e le corse entro i range massimi prestabiliti. Il software permette una funzionalità alternativa, automatica o manuale, a seconda della necessità.
in muratura. La sua alta resistenza e il suo formato molto semplice da utilizzare sono elementi chiave per un processo di costruzione più veloce, a garanzia di strutture in muratura più durature.
Innovazione in ambito operativo (Macchine e Impianti): Elettro Sigma e JDI, per TruckMove, sistema modulare in cloud per il controllo del trasporto e della qualità del calcestruzzo. Nato dalla sinergia tra le due aziende, questo modulo tecnologico può gestire nel modo più completo una flotta di autobetoniere. Azienda committente, centrale di betonaggio, autista, ufficio amministrativo e controllo di gestione, trasportatori possono visionare i medesimi dati simultaneamente ed elaborare strategie condivise per la consegna efficiente del calcestruzzo.
Blend
Innovazione di Prodotto (Attrezzature): IMER, per il modello Gerris 800, braccio per la distribuzione di calcestruzzo allestito su carro cingolato. Novità assoluta per il mercato internazionale, dalle dimensioni compatte e dal peso contenuto, questa tipologia unica può contare su stabilizzazione automatica, alimentazione ibrida e un sofisticato sistema di controllo e gestione remota. Per lavorazioni che richiedono flessibilità logistica, costi e tempi di esecuzione contenuti e sicurezza in cantiere.
Fagioli
Innovazione in ambito operativo (Materiali e Tecnologie): Bekaert, per la soluzione di rinforzo per armature Murfor Compact. Elemento strutturale, valorizzato dall’approvazione ETA, questa rete con maglia di acciaio, prodotta in rotolo, si stende facilmente sui blocchi
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IMER
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ATTUALITÀ ICTA 2022 Innovazione di Prodotto (Impianti): SIPE-Cst, per l’impianto mobile verticale Self Batch, dedicato alla produzione automatizzata e alla fornitura diretta di calcestruzzo. Un modulo di miscelazione e distribuzione comparabile a una vera e propria “stazione di rifornimento”, in grado di erogare calcestruzzo secondo la ricetta desiderata, utilizzando carte di credito o QR Code abilitativi. Montaggio rapido e di facile esecuzione, gamma straordinaria di mix design e quantità di calcestruzzo calibrate on demand, a misura delle necessità di impiego.
lità che consentono all’operatore di mettere a punto la macchina nel modo più preciso per diverse applicazioni, ottenendo sempre le massime prestazioni. Innovazione di Prodotto (Chimici e Additivi): Draco, per la specialità Supergard CLE, contro la corrosione delle barre di armatura e per l’incremento della capacità idrorepellente del calcestruzzo. Formulato rivoluzionario in grado di annullare la reazione alcali-aggregato, inibire la corrosione delle barre di armatura e aumentare la capacità idrorepellente del calcestruzzo. In
SIPE-Cst
Innovazione di Prodotto (Pavimentazioni continue in calcestruzzo): Topp & Screed, per la pavimentatrice elettrica a batteria Mini Superflat Screed TS6100e. Compatta e dotata di un sistema operativo avanzato, questa livellatrice dispone di una tecnologia all’avanguardia che include il software multilingue SFS 3.0, collegato a uno schermo touchscreen con molteplici funzionaTopp & Screed
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Composto da fibre d’acciaio ad alta resistenza e dotato di un alto indice di carbonio, con un’elevata resistenza residua a trazione ed alte prestazioni meccaniche, questa specialità è ideale per il rinforzo strutturale e l’adeguamento sismico di elementi sottoposti a forte sollecitazione, e di strutture e solai. Impiego esteso al rinforzo di travi (anche precompresse), pilastri, cordoli e solai. Innovazione di Prodotto (Demolizione, taglio e carotaggio): Dazzini, per il primo controllo a inverter di regolazione della velocità periferica e di tensionamento del filo diamantato. Dazzini
pratica, il prodotto funziona come un trattamento antidegrado tre in uno, valorizzato dalla tecnologia Concrete Life Extender destinata al restauro e alla protezione delle strutture. Innovazione di Prodotto (Materiali di rinforzo): Volteco, per Fibro HFR, betoncino colabile tricomponente ad armatura diffusa. Volteco
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I due inverter, in comunicazione tra loro, mantengono una pressione costante sul filo diamantato, a garanzia di un consumo uniforme e regolare dell’utensile e dell’alto livello di sicurezza per l’operatore. Le sezionatrici completamente elettriche, con volano direttamente flangiato sul motore, garantiscono un rendimento sempre pari alla potenza del motore installato.
prevede un rivestimento del magnete con uno speciale materiale antiaderente che può essere rimosso facilmente dopo la fase
di indurimento del calcestruzzo. Questo procedimento può essere esteso anche alle sponde.
Innovazione di Prodotto (Prefabbricazione in calcestruzzo): Pappadà Gino, per il brevetto del Magnete Rivestito e della Sponda Rivestita. L’azienda ha trovato una soluzione efficace al problema dei residui che rimangono sullo stampo e sui dispositivi magnetici di bloccaggio delle casseforme. La soluzione
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ATTUALITÀ ICTA 2022 - Premi alla Carriera
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THE ITALIAN CONCRETE SPECIALISTS
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NELL’AMBITO DEGLI ITALIAN CONCRETE TECHNOLOGY AWARDS 2022, COME DI CONSUETUDINE, SONO STATI ASSEGNATI CINQUE PREMI ALLA CARRIERA AD ALTRETTANTI IMPRENDITORI E FIGURE DI ALTO PROFILO NELL’AMBITO DELLA RICERCA SUL CALCESTRUZZO. NE RIPORTIAMO, DOVEROSAMENTE, I PROFILI SINTETICI TRATTI DALLE MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO AL CONFERIMENTO DEI PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI, DURANTE LA CERIMONIA D’APERTURA DEL GIC BY NIGHT Produttori di Calcestruzzo: Marco Francini Geologo, petrografo e tecnologo del calcestruzzo, Marco Francini è direttore del Servizio Tecnologico e Responsabile Ricerca & Sviluppo di Unical, nell’ambito del gruppo Buzzi Unicem. Dal 1991 opera nel campo della ricerca, della tecnologia e dell’assicurazione di qualità del calcestruzzo preconfezionato e degli aggregati, ricoprendo incarichi primari all’interno di enti e istituzioni del settore. Il premio alla carriera degli ICTA 2022 è stato assegnato a Francini per l’impegno, la passione e la dedizione con cui ha sempre condotto un’attività di ricerca e sviluppo instancabile sulla tecnologia del calcestruzzo e sulle proprietà peculiari del materiale principe delle costruzioni moderne; un’attività il cui valore si estende agli aspetti esecutivi e alle tecniche di getto. A Marco Francini si deve il getto massivo record di oltre 33.000 metri cubi per la piastra monolitica di fondazione dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Un’autentica pietra miliare nell’innovazione di processo che
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Marco Francini
eleva ulteriormente la figura di Francini a punto di riferimento per il settore e parte
sempre attiva nelle discussioni sul calcestruzzo e sulla cultura del costruire.
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Prefabbricatori: Arnaldo Manini
Produttori di Inerti: Battista Pesenti
Arnaldo Manini, classe 1936, è uno dei personaggi simbolo della prefabbricazione, nel nostro Paese. Ha cominciato giovanissimo come imprenditore, a soli 26 anni, e oggi la sua azienda, la Manini Prefabbricati di Assisi - con numerose altre sedi in Italia - dà lavoro a oltre 500 dipendenti diretti e indiretti. L’ingegno di Arnaldo Manini a la sua propensione alla ricerca e all’innovazione lo portano a brevettare e produrre soluzioni di assoluta innovazione - come il Sistema Titano, del 1974, che consente di realizzare edifici con luci libere fino a 52 metri, oppure il tegolo Dalla, tra i manufatti più interessanti, sempre negli anni Settanta, e ancora il modulo Ondal, primo sistema costruttivo con tegoli alari per la realizzazione di tetti integrali in cemento. Manini Prefabbricati è la prima azienda privata in Europa ad essersi dotata di un dispositivo in grado di riprodurre le oscillazioni di un terremoto di magnitudo 6.5, utilizzato per testare gli effetti di eventi tellurici di portata elevata sulle strutture prefabbricate. Nel 2012 in Emilia-Romagna, i capannoni e i manufatti costruiti dalla Manini Prefabbricati sono tra i pochi a rimanere agibili e intatti dopo le terribili scosse del sisma. Dal 2017 a oggi, Manini Prefabbricati detiene il primo posto tra le imprese italiane nel settore della prefabbricazione, per valore economico e di mercato.
Battista Pesenti rappresenta, con le solide radici bergamasche insediate nel mondo rurale agli albori della Seconda guerra mondiale, una delle figure simbolo delle costruzioni italiane. Dalle riparazioni di macchinari per il lavoro nei campi, negli anni Cinquanta, all’evoluzione e alla spinta imprenditoriale del decennio successivo, Battista Pesenti, insieme ai fratelli, trasforma la realtà primigenia dell’azienda agricola familiare in un centro propulsivo
Arnaldo Manini
di attività diversificate nelle attività di servizi contoterzi e nei trasporti. Negli anni Settanta, l’esordio nell’edilizia con i primi camion e i primi escavatori e negli anni Ottanta, il decollo definitivo verso l’attività cavatoria e i lavori stradali. Gli anni sono intensi e anche difficili ma la crescita è costante e lo sviluppo delle Imprese Pesenti sfocia dalle cave agli impianti di calcestruzzo. Oggi il gruppo conta 120 dipendenti, distribuiti in una galassia di
Battista Pesenti
attività organizzata, multisettoriale e solida. Alla vigilia dei suoi 81 anni, Battista Pesenti, tuttora amministratore delegato della divisione Cave e Calcestruzzi della società, mantiene la luce ideale di un imprenditore aperto al futuro, lucido nella visione prospettica di un settore sempre più competitivo e pieno di quello spirito di iniziativa che fa grandi le ambizioni di vita e di lavoro.
Costruttori e distributori di macchine, attrezzature e impianti: Paolo Galletti Le Officine Galletti, fondate nel 1947 dai fratelli David e Bruno Galletti, rappresentano oggi una delle realtà simbolo dell’evoluzione impiantistica della lavorazione
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ATTUALITÀ ICTA 2022 - Premi alla Carriera Paolo Galletti
700 dipendenti delle aziende consociate cinesi e un fatturato complessivo che supera i 60 milioni di euro.
Enti, Associazioni e Istituzioni accademiche: Valeriano Parizzi
del calcestruzzo. Da oltre 50 anni, le sorti luminose dell’azienda rivelano una guida decisiva in Paolo Galletti, amministratore unico dell’azienda, coadiuvato dal ruolo prezioso delle sorelle Annarita e Luisa, e del fratello Carlo. Alla sua visione lungimirante che ha portato la produzione Galletti a concentrare le proprie risorse ideative e industriali sulla produzione dei mescolatori a regime forzato, pietra d’angolo del progresso nella lavorazione del calcestruzzo, è stato dedicato questo premio speciale alla carriera. È del 1964 il progetto e la costruzione del primo mescolatore planetario P375, con caratteristiche di miscelazione del tutto innovative che lo renderà noto in ambito internazionale con la denominazione di “Planetario Galletti”. Da allora, gli stabilimenti di Ponte Valleceppi e di Torgiano, nella provincia di Perugia, hanno costituito il fulcro di una costante innovazione tecnologica e di una visione globale che hanno consentito al Gruppo di espandere le proprie rotte di mercato con l’apertura di importanti sedi in Spagna, Francia, Stati Uniti e in Cina (con due stabilimenti produttivi) e in India. La tipologia del mescolatore planetario e la creazione del marchio Sicoma
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hanno condotto il futuro luminoso di un’impresa familiare che oggi conta 220 dipendenti, a cui si aggiungono gli oltre
Figura di riferimento della Tyrolit, dove fece il proprio ingresso nel 1985, con oltre trentasei anni di esperienza professionale, oltre a essere uno dei padri della demolizione controllata in Italia e il precursore del servizio di noleggio delle piccole attrezzature per taglio e carotaggio, Valeriano Parizzi annovera nella sua carriera la partecipazione attiva e di assoluto rilievo a quattro tra le più importanti associazioni di categoria nel mondo delle costruzioni (Assodimi/Assonolo, Assodiamante, Sercomated - società di servizi parte di Federcomated, la Federazione nazionale commercianti di materiali edili e Aideco, l’associazione nazionale che raggruppa le imprese di demolizione civile e industriale e controllata.
Valeriano Parizzi
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opera di Geremia Renzi - Accademia di Brera
GRAUTEK A GRAUTEK R GRAUTEK RASANTE GRAUTEK OSMOTICO
RIPRISTINI
GRAUTEK FIX GRAUTEK RAPID GRAUTEK EXTRARAPID KERATEK AETERNUM 1
CONSOLIDAMENTI
AETERNUM 3 AETERNUM 1 SPECIAL AETERNUM MB AETERNUM PLATE AETERNUM FIRE AETERNUM SUB
ADEGUAMENTI ANTI-SISMICI
AETERNUM PROOF AETERNUM PAV AETERNUM CSA AETERNUM 1 SCC AETERNUM PLAST AETERNUM HTE
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PRODOTTI
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ATTUALITÀ NEWS
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Giornate italiane del CalCestruzzo
italian ConCrete days
LA MISCELA DEL SUCCESSO
Piacenza, 28-30 Aprile 2022
EVENTO CHE GUARDA ORMAI ALL’EUROPA, IL GIC 2022 HA RISPETTATO LE ATTESE DI UN SETTORE CHE CERCA SPAZI DI PROMOZIONE E DI CONFRONTO SPECIALIZZATI. NEL 2024, LA PROSSIMA EDIZIONE SARÀ NEL SEGNO DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE PER UN MADE IN ITALY ANCORA PIÙ AUTOREVOLE
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n pubblico qualificato di oltre 5.000 visitatori, 234 espositori accreditati, otto convegni, 27 premi consegnati, più di 15.000 metri quadrati di superficie espositiva. Sono i numeri consuntivi della quarta edizione del GIC, le Giornate Italiane del Calcestruzzo, a Piacenza Expo. Un grande successo per la tre giorni piacentina (dal 28 al 30 aprile), durante la quale sono state presentate le principali innovazioni nel settore delle macchine, delle attrezzature e delle tecnologie per la filiera del calcestruzzo (tra le categorie rappresentate, la prefabbricazione, la demolizione delle strutture in cemento armato, il riciclaggio e trasporto degli inerti, le pavimentazioni continue e i massetti). Sicurezza sul posto di lavoro, ecosostenibilità e innovazione sono stati i temi al centro dei numerosi convegni e workshop organizzati durante la kermesse. Grande soddisfazione è stata espressa da Fabio Potestà, presidente di Mediapoint
& Exhibitions, società organizzatrice del GIC. “Sicuramente questa quarta edizione è stata quella della ripartenza per una fiera importante, nella quale i protagonisti del comparto hanno ritrovato stimoli ed entusiasmo – ha sottolineato Potestà – Tutti abbiamo potuto notare la grande passione che in questi tre giorni ha unito espositori e visitatori. La stessa che ho riscontrato durante gli ICTA-Italian Concrete Technology Awards, la premiazione delle aziende, degli imprenditori e dei professionisti italiani del settore che si sono dimostrati particolarmente meritevoli negli ultimi 36 mesi”. Di particolare rilevanza per questa edizione le presenze di operatori e visitatori stranieri, che confermano il crescente ruolo del GIC nel panorama fieristico europeo. Grande successo è stato poi riscosso anche dalla innovativa formula del GIC by Night, lo speciale palinsesto serale dedicato agli espositori e ai loro ospiti, che ha costituito
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una novità moderna e corroborante nello scenario internazionale delle fiere specialistiche (nell’ambito della quale sono stati assegnati i premi d’eccellenza del calcestruzzo nazionale, gli ICTA 2022, Italian Concrete Technology Awards). “Questa edizione del GIC si chiude con un bilancio molto positivo dal punto di vista della qualità dei visitatori, in gran parte operatori della filiera del calcestruzzo – rileva ancora Fabio Potestà – Una soddisfazione che cresce, se si considera il momento congiunturale molto particolare per l’intero settore. Non posso quindi che ringraziare tutti gli espositori e, al contempo, promettere che continueremo a fare sempre di più e meglio per migliorare il nostro evento. Considerando poi l’aumento sia di espositori esteri che di visitatori in arrivo da paesi stranieri, europei e internazionale, la quinta edizione della fiera, in programma per il 2024, sarà ‘meno GIC’ e più ‘Italian Concrete Days’”.
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Giornate italiane del CalCestruzzo
italian ConCrete days Piacenza, 28-30 Aprile 2022
GIC 2022, UN RACCONTO PER IMMAGINI
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BAUMA, UN MEDIA DIALOG PER ANTICIPARE LA GRANDE KERMESSE DI MONACO O
ltre 130 aziende per una due giorni fitta di appuntamenti individuali e di novità annunciate in anteprima. Questo e molto altro ha costituito la sostanza della due giorni esclusiva, dedicata alle principali testate giornalistiche internazionali del settore dagli organizzatori di Bauma 2022 e Messe München. Martedì 21 e mercoledì 22 giugno, negli spazi dell’ICM (Internationales Congress Center München), i protagonisti della prossima edizione di Bauma – dal 24 al 30 ottobre prossimi alla Messe München – hanno illustrato ai giornalisti specializzati invitati all’evento Bauma Media Dialog, gran parte delle innovazioni in serbo per le imprese e i visitatori che interverranno alla kermesse di Monaco di Baviera il prossimo autunno. Al centro del dibattito,
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il cantiere digitale e le opportunità offerte dall’automazione delle macchine, oltre alle nuove sfide della sostenibilità, con l’opzione elettrica in prima linea a dettare la tabella di marcia della produzione prossima ventura. Nel frattempo, le rivelazioni dei costruttori che hanno partecipato all’evento Bauma Media Dialog, arricchiscono molto di più di quanto ci si aspetti le tracce generali offerte dalla fiera principe delle costruzioni mondiali. Con nuove macchine dalle performance integrate alle necessità moderne delle costruzioni – nel nostro caso, nuove gru, nuovi sistemi di perforazione e nuove soluzioni per la distribuzione del calcestruzzo -, impianti avanzati – anche nell’oleodinamica applicata a vari moduli di sollevamento – e idee inedite di sviluppo complessivo
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ATTUALITÀ NEWS delle propulsioni sostenibili (elettrica ma non solo, con novità notevoli anche sul fronte delle tecnologie all’idrogeno). Tra i partecipanti al Bauma Media Dialog, abbiamo incontrato, tra gli altri, i rappresentanti di Bauer, Cifa, Enerpac, Hinowa, Fassi, Faymonville, Hydreco, Jekko, Liebherr, Magni, Manitou, Manitowoc Crane Group, Palfinger, Putzmeister, Pilosio, Sany Europe, Scheuerle, Sennebo-
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gen, Tadano e Walvoil. Insieme a molte altre realtà, nell’ambito del calcestruzzo, del sollevamento, del lavoro in quota, dei trasporti eccezionali, dell’oleodinamica applicata. Una ricchezza di novità che vi presenteremo in anteprima nei prossimi numeri di Concrete News, con un’attenzione puntuale alle soluzioni sostenibili spinte dalla ricerca più avanzata nei vari segmenti di applicazione.
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Bassanetti, gli aggregati che portano nel mondo la “sabbia d’oro” del Paese Se il GIC, con gli ICTA 2022, intendeva premiare il cuore della materia da cui ha origine la più alta qualità del calcestruzzo, non poteva che pensare a un grande produttore di aggregati come il Gruppo Bassanetti. E così ha fatto la giuria degli Italian Concrete Technology Awards, conferendo il primato di categoria a una realtà fulgida, che opera sul territorio piacentino da oltre 65 anni, nel settore dell’estrazione, della lavorazione e della commercializzazione di aggregati lapidei selezionati, sabbie e ghiaie. I materiali, estratti dalle tre cave di proprietà di San Nazzaro, Gargatano e Ca’ Morta, vengono avviati alla lavorazione in impianti all’avanguardia, dotati di macchinari e attrezzature automatizzate e la qualità dei prodotti è testata dal continuo monitoraggio sia in entrata che in uscita degli inerti, realizzato da un laboratorio di analisi interno. L’attuale amministratore delegato, Claudio Bassanetti, ritirando il premio, ha ricordato la fase attuale d’un settore che deve guardare alla sostenibilità delle cave nell’ambito dell’economia circolare (allocando, ad esempio, negli stessi siti estrattivi, delle fonti di energia rinnovabili). Guardando ai materiali e all’attività di Bassanetti, partendo dall’estrazione dalle varie cave di proprietà - oltre a quella di San Nazzaro, a Monticelli d’Ongina, il gruppo possiede quelle di Gargatano e di Ca’ Morta, sempre nel territorio piacentino - la fade cruciale di produzione consiste nella lavorazione complessa attuata negli impianti del Gruppo, dotati di macchinari e attrezzature automatizzate e tecnologicamente all’avanguardia. La qualità dei prodotti è testata inoltre dal continuo monitoraggio degli inerti, sia in entrata che in uscita, con il supporto scientifico di un laboratorio di analisi interno. “L’innovazione di oggi riguarda la capacità di produrre materie prime di alta qualità - tiene a sottolineare Claudio Bassanetti, amministratore delegato ed erede proprietario del Gruppo industriale di famiglia, un autentico riferimento storico per il settore estrattivo del Nord-Ovest nazionale - Per controllare e gestire la trasformazione delle terre operata dai nostri impianti, è necessario implementare un’automazione d’avanguardia, in modo da poter seguire con modalità scientifica i dati micrometrici e il chimismo del prodotto”. I prodotti, quindi, l’”oro” autentico che si ottiene da queste cave, si differenzia tra sabbie, ghiaie, inerte misto, sabbie essiccate e sabbie speciali. “Ci siamo dedicati ai clienti più evoluti - specifica Claudio Bassanetti - Si tratta di imprese che si occupano di ristrutturazioni, oppure di fornitori di materie prime innovative, con un rapporto competitivo qualità-prezzo. Si tratta del futuro della nostra edilizia, la strada maestra che offre ancora spazi di intervento e margini di realizzo ai suoi esponenti più coraggiosi e reattivi. C’è un patrimonio enorme all’interno delle nostre città, in termini di edilizia di pregio e il mercato del Gruppo Bassanetti la territorialità, estesa nel raggio di 350 km. La qualità dei nostri prodotti, poi, ha spinto il raggio d’azione anche più in là e la nostra ricerca interna ci fa evolvere in continuazione in altre direzioni, portando l’economia della cava al livello di una vera e propria miniera di idee e opportunità”.
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PGE di successo (con Hydrogen che replica a Piacenza nel 2023)
Ha chiuso i battenti tra la soddisfazione generale la seconda edizione - dall’8 al 10 giugno scorso - di Pipeline & Gas Expo, con l’evento collaterale Hydrogen Expo fruttifero di un successo così evidente, al punto da far annunciare agli organizzatori di Mediapoint & Exhibitions una prossima edizione della mostra-convegno dedicata all’idrogeno già il prossimo anno, dal 17 al 19 maggio 2023 (sempre negli spazi di Piacenza Expo). “I dati globali che abbiamo registrato sull’afflusso del pubblico sono molto incoraggianti, con la grande sorpresa di Hydrogen Expo, dove il numero dei visitatori si è rivelato veramente massiccio, tenendo anche conto che si trattava della prima edizione di questa mostra-mercato – ha commentato Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions – I risultati sono stati estremamente positivi per entrambe le manifestazioni, comunque. Sicuramente ha giocato a favore del successo delle due kermesse l’unicità di una fiera come Pipeline & Gas Expo (PGE) a livello internazionale, così come il livello di preparazione e competitività di Hydrogen Expo per la filiera italiana dell’idrogeno. I due settori, quello dell’idrogeno e quello dell’Utility Construction, sono sinergici e complementari, destinati a una sempre maggior cooperazione. Per questo invieremo il nostro catalogo ufficiale delle due fiere – che è stato distribuito gratuitamente a tutti coloro che sono venuti a visitare le mostre piacentine – anche a migliaia di aziende italiane e straniere delle due filiere, invitandole alla seconda edizione di Hydrogen Expo che tornerà al Piacenza Expo nel mese di maggio del 2023 e sarà ancora più grande e internazionale. Collateralmente all’esposizione – e come tradizione a tutti i nostri eventi specialistici – verranno assegnati anche i primi Hydrogen Awards, che saranno conferiti nel corso di un evento di gala in una delle bellissime location piacentine”. Altro motivo di grande soddisfazione, il network e le sinergie che le due fiere sono riuscite a creare tra le imprese coinvolte nella progettazione, costruzione e manutenzione di gasdotti, oleodotti e acquedotti, reti di distribuzione gas (primarie e secondarie) e idrica e i relativi fornitori di impianti, macchine, attrezzature e materiali e i player della filiera dell’idrogeno. Un network produttivo che ha potuto svilupparsi grazie anche al ricchissimo palinsesto di incontri, workshop e convegni, che ha fatto registrare – insieme ai visitatori ufficiali – oltre 5.000 presenze per gli oltre 200 espositori presenti nei due padiglioni e nell’area esterna della fiera.
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Casseforme-soluzione per l’IperPoli di Trento
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A Trento, la catena di supermercati IperPoli costruirà una vera e propria cittadella della GDO, integrata in un nuovo quartiere che ospiterà al suo interno spazi commerciali, ambulatori, uffici e anche importanti funzioni pubbliche. Doka è tra le aziende protagoniste dei lavori, con due sistemi, i tavoli Dokamatic e Freefalcon.“Siamo venuti a conoscenza del prodotto grazie a Massimo Cappellari, funzionario commerciale Doka che ci segue a livello tecnico e commerciale e che ci ha presentato Freefalcon al momento del noleggio di casseforme la scorsa primavera 2021 - racconta Mario Covi, titolare di Covi Costruzioni - Avendo iniziato a lavorare nei piani fuoriterra, abbiamo avuto la necessità di un sistema di sicurezza per la nostra forza lavoro. La decisione di optare per i sistemi Doka è nata dal fatto che l’esperienza del prodotto è stata molto positiva: si tratta di un prodotto valido; qui lo utilizzeremo ancora per qualche mese, poi potremo utilizzarlo in altri cantieri. È comodo, mobile, si può movimentare sia con il transpallet che con la gru e permette davvero un utilizzo giornaliero. Ci permette inoltre, senza la necessità di utilizzare opere provvisionali importanti di accedere alle lavorazioni in quota. Quindi, siamo soddisfatti dell’esperienza”. Dal punto di vista tecnico le opere provvisionali per IperPoli, a Trento, sono terminate con successo. Tutti gli interventi finalizzati alla cinturazione della falda sono conclusi e il resto sarà pronto alla fine dell’estate.
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Infrastrutture, i 14 miliardi per la Liguria Oltre quattordici miliardi di euro per le Infrastrutture della Liguria. È stato questo il tema del convegno che si è svolto il 20 maggio scorso al Palazzo della Borsa, dal titolo “Liguria infrastrutture: mobilità, ambiente, sicurezza”. Tra i presenti, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, l’assessore alle Infrastrutture, al Lavoro e allo Sviluppo Economico, Giacomo Raul Giampedrone, insieme ai rappresentanti dei sindacati, le Authority portuali del Mar Ligure occidentale e orientale, l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi, l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini, il Commissario straordinario del Terzo Valico Calogero Mauceri, il Commissario straordinario varianti Aurelia Matteo Castiglioni, il Commissario straordinario per il completamento del raddoppio ferroviario del Ponente Vincenzo Macello, il Commissario straordinario per il completamento del raddoppio della Pontremolese Mariano Cocchetti e rappresentanti della Commissione Trasporti della Camera. Gli oltre 14 miliardi sono il risultato di 1 miliardo di euro per interventi su infrastrutture, difesa del suolo e Protezione civile della Regione Liguria; 2,8 miliardi di euro per gli investimenti legati al Pnrr e alla realizzazione della nuova Diga di Genova; 8 miliardi di euro per le opere di Rfi per tra Terzo Valico, nodo ferroviario, nodo del Campasso, raddoppio della tratta nel ponente ligure e la Pontremolese nello spezzino; il piano di Anas per le Aurelie Bis, in parte già realizzate, a cui si aggiungono tutti gli interventi sulle strade ex provinciali, per un totale di 2,45 miliardi di euro. “Le infrastrutture per la Liguria sono tutto – ha spiegato il presidente Toti – perché rappresentano la competitività dei nostri porti, delle imprese del Nord Ovest, ma anche dell’Italia, dal momento che si parla del settore più produttivo del paese. Infrastrutture vuol dire anche accessibilità turistica e possibilità di insediarsi per le imprese nel nostro territorio con efficienza. Oggi parliamo di un lavoro integrato tra la nuova Diga, il Terzo Valico, le nuove banchine in porto, l’ultimo miglio dei binari, il passante di Genova, il raddoppio a Ponente, la Pontremolese, la nuova stazione crocieristica di Genova come quella di Spezia. Si tratta quindi di un lavoro gigantesco che si sta allineando e che renderà la Liguria una delle Regioni più competitive d’Italia nei prossimi 4-5 anni e non è un caso che larga parte del Pnrr venga investito sulle infrastrutture della nostra regione. Si tratta di un momento unico per la Liguria, ci abbiamo lavorato negli ultimi cinque anni e nei prossimi concretizzeremo quello che i liguri aspettano da almeno un trentennio. Mi auguro che la presenza qui di tutti i commissari di Governo, di Rete ferroviarie Italiane, del Gruppo Salini e di tutti i protagonisti di questa rinascita sia significativa come lo è stato fino ad oggi il modello Genova”.
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Provincia di Bolzano, adeguamento prezzi per il calcestruzzo
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Il costo dei principali prodotti da costruzione aumenta e la Provincia di Bolzano, nel suo ruolo di stazione appaltante, ha deciso di adeguare i prezzi pagati alle imprese incaricate dei lavori. La delibera approvata dall’esecutivo riguarderà i nuovi bandi e potrà essere utilizzata nelle analisi dei prezzi per effettuare aggiustamenti sui costi. “Abbiamo chiesto un apposito decreto legge al governo – ha spiegato il presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher – Era necessaria una revisione dell’Elenco prezzi alla Camera di commercio, ma questa modifica potrà arrivare solo a fine estate. Per questo abbiamo deciso una revisione dei prezzi più importanti che non sarà automatica, ma condotta in modo precipuo per ogni singola procedura. È un modo di operare che abbiamo condiviso con le categorie economiche dopo gli incontri che abbiamo avuto nel mese di maggio”. Il provvedimento è stato predisposto dall’Agenzia per i procedimenti e la vigilanza in materia di contratti pubblici, di lavori, servizi e forniture. Una nuova tabella di prezzi unitari di prodotti da costruzione (ad esempio tegole, mattoni, calcestruzzo, bitume, tubi, ma anche smaltimenti in discarica) potrà costituire un riferimento nelle analisi prezzo per adattare l’importo a base d’asta delle posizioni in cui sono utilizzati i materiali elencati nella stessa tabella, in base alla linea guida che riguarda l’adozione dell’Elenco prezzi. L’attuale Elenco prezzi informativi rimane comunque invariato e i nuovi prezzi unitari non possono essere utilizzati automaticamente ai fini di eventuali riconoscimenti di compensazioni o revisioni di prezzo.
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Un premio che parla friulano La gestione del calcestruzzo diventa digitale con JDI, software house di Udine e dell’eccellenza tecnologica di questa azienda se n’è accorta anche la più autorevole stampa del territorio, in Friuli-Venezia Giulia, senza contare le innumerevoli segnalazioni sui siti web. L’innovazione, concepita in partnership con Elettro Sigma e denominata TruckMove, è già nota agli addetti del settore che hanno partecipato all’ultima edizione del GIC, le Giornate Italiane del Calcestruzzo a Piacenza Expo, dal 28 al 30 aprile scorso. Grazie a un sistema all’avanguardia, le betoniere possono essere controllate in tempo reale su un’app. Un sistema che riduce i costi e permette di consumare meno carburante, acqua e materia prima, salvando i costi delle aziende nel segno della sostenibilità ambientale. Il progetto TruckMove, premiato agli ICTA 2022 (Italian Concrete Technology Awards) sempre nell’ambito del GIC di Piacenza, vetrina ormai internazionale del settore, ha conferito a JDI, dopo 20 anni di esperienza nel settore logistico (ma non solo) la patente di realtà di eccellenza assoluta. Daniele Danelon, ceo di JDI e fondatore dell’azienda con Junik Ismailati, ha sottolineato in varie occasioni “l’onore di ricevere questo riconoscimento, insieme al nostro partner Elettro Sigma, per un progetto che sta riscontrando un grande interesse da parte del mondo della logistica del calcestruzzo”. In questo nuovo progetto JDI collabora, come dicevamo, con Elettro Sigma, la consolidata impresa veronese dell’automazione e sensoristica. La partnership tra le due aziende è presente in diversi mercati internazionali e la loro collaborazione vede impiegate circa 50 persone tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto.
De Rosa nuovo direttore generale Assobeton Sarà responsabile del funzionamento della struttura interna e avrà l’incarico di farsi tramite delle istanze associative ai tavoli confindustriali e alle manifestazioni nazionali e internazionali. Stiamo parlando di Antonio De Rosa, eletto come nuovo direttore generale di Assobeton. Scelto dal Consiglio allo scopo di dare attuazione al percorso di crescita dell’Associazione, in coerenza con la vision che il presidente Alberto Truzzi ha proposto all’Assemblea dei soci lo scorso 11 maggio, De Rosa vanta un curriculum altamente specializzato, con oltre 20 anni di esperienza in Management Consulting. Già attivo in ambito confindustriale, De Rosa è stato membro della commissione Credito e Finanza d’Impresa e componente del gruppo di lavoro su Basilea II presso Confindustria Campania. “Il dottor De Rosa ha dimostrato, oltre all’elevato spessore professionale, la condivisione dell’articolato percorso associativo che abbiamo intrapreso – ha commentato il presidente di Assobeton, Alberto Truzzi – Pertanto, siamo convinti che si possa realizzare insieme un ottimo lavoro per l’Associazione e per i suoi associati”.
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Nasce eco.build Academy
È stato firmato il protocollo di intesa tra l’Ente Sistema Edilizia Brescia (Eseb) e Calcestruzzi (gruppo Italcementi) per attivare eco.build Academy, un percorso di iniziative di informazione e formazione rivolte a studenti, imprese e professionisti del settore delle costruzioni, sul tema dei calcestruzzi e di tutte le nuove tecnologie. Il focus è sulle nuove sfide che attendono i professionisti del settore: dalla digitalizzazione nella fase di progettazione e in cantiere, alla sostenibilità dei materiali, dal riutilizzo delle materie da demolizione in un’ottica di economia circolare, alle pavimentazioni sostenibili che rispettano il ciclo naturale dell’acqua, dalla manutenzione delle infrastrutture ai protocolli di certificazione degli edifici in chiave di risparmio energetico. “Consideriamo questa joint venture assai preziosa – commenta il presidente di Eseb, Paolo Bettoni – perché le aziende che sviluppano e applicano l’innovazione e si propongono al nostro settore hanno capito che la Scuola edile è fondamentale. Allo stesso tempo istituti formativi come il nostro hanno sempre più chiaro quanto sia importante relazionarsi con aziende innovative, offrendo strumenti adeguati”. “Oggi occorre sicuramente un modo nuovo di rapportarsi con il mercato e con i clienti cominciando proprio dalle scuole edili – rileva Alfonso Di Bona, consigliere delegato e direttore generale di Calcestruzzi – La firma del protocollo va in questa direzione: coinvolgere e formare una filiera delle costruzioni in un approccio multidisciplinare di progetto e nella sinergia continua tra i protagonisti della filiera. Per il superamento delle problematiche di cantiere è necessario il dialogo e il confronto tra committenza, progettisti e fornitori, per questo motivo la formazione assume un ruolo di primo piano. Particolare attenzione sarà posta anche ai temi della sicurezza in cantiere, per mettere il lavoratore al centro del proprio sistema sicurezza e di quello di chi lavora con lui”. Un primo esempio del percorso di formazione previsto dal protocollo è stato rivelato lo scorso 30 aprile, con un seminario organizzato dal Campus Edilizia Brescia che si è tenuto negli spazi dell’Eseb. Tema, il “Calcestruzzo per le infrastrutture”, con la partecipazione di oltre ottanta tra ingegneri e progettisti sia in presenza sia collegati via web.
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60 anni e un nuovo logo L’occasione scelta per il rinnovo dell’immagine aziendale è il 60° anniversario dalla nascita dell’azienda che ricorre proprio in questo 2022. Il toscano Imer Group, per il proprio evento-ricorrenza ha creato un apposito logo celebrativo, dove il pittogramma Imer si interseca con il 6 del 60, a rappresentare il concetto di unione, da sempre alla base della filosofia del gruppo. Elemento focale dell’immagine aziendale di Imer Group è da sempre il pittogramma delle tre “i” ruotanti all’interno del cerchio. Accanto a questo, la parola Imer si presenta oggi in una veste più attuale e distintiva, grazie al moderno font Montserrat e all’unione grafica delle lettere M ed E. Un brand ben leggibile, più caratterizzato e con maggiore equilibrio di peso ottico rispetto al simbolo, che mantiene intatte la forza e la solidità espresse dal marchio storico potenziandone l’efficacia comunicativa. Nella nuova identità visiva del Gruppo acquista oggi ancora più importanza il payoff Together We Build, che dal 2017 accompagna la comunicazione aziendale, a sottolineare l’operatività dell’azienda nel settore costruzioni e il concetto di insieme che ha sempre caratterizzato la storia di Imer. Oltre ad essere la “promessa” del brand, il payoff sintetizza ed esalta il concetto di Gruppo, la compagine industriale Imer costituita da varie aziende in Italia e nel mondo. Una realtà che opera attraverso quattro Divisioni produttive – Equipment, Access, Concrete e Katy Imer – ognuna già da alcuni anni caratterizzata da un proprio marchio, con l’obiettivo di identificare a colpo d’occhio le varie “anime” del Gruppo e lo specifico ambito di attività. Anche questi loghi sono stati oggetto di restyling e si presentano oggi più contemporanei e dinamici.
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Sodalizio di successo in Campania F
ast Edil ha trovato in AL Consulting e nei prodotti Gölz e Weber MT la partnership ideale per offrire un servizio perfetto in tutta la Campania, con una particolare attenzione per la città di Napoli. Da sempre legata alla famiglia Grimaldi, Fast Edil è attiva dal 2009 ed è specializzata nel settore dell’edilizia e del construction. La società propone macchine movimento terra nuove e usate, in vendita e a noleggio, oltre a tagliasuolo, piastre vibranti, motocar-
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riole, rampe in alluminio e altri prodotti. L’offerta si completa con diversificate tipologie di ricambi (nuovi e usati multimarca) per le macchine movimento terra, di cingoli e pneumatici che beneficiano di un’ampia gamma delle migliori marche presenti sul mercato. “Abbiamo personale esperto che opera da oltre 30 anni nel settore – afferma Antonio Grimaldi – Siamo orgogliosi di condividere la nostra esperienza e di metterla al servizio del cliente. Personalmente
mi occupo principalmente della vendita dei ricambi e svolgo questo ruolo da oltre 40 anni, ma la nostra azienda oltre all’esperienza offre anche la forza e la grinta di giovani dipendenti addetti alla vendita di attrezzature come tagliasuolo, piastre vibranti, martelli demolitori e molto altro”. Tra i principali marchi commercializzati e noleggiati da Fast Edili spiccano Gölz, azienda leader nel settore del taglio e della perforazione con tagliasuolo, banchi sega e carotatrici made in Germany. A seguire, Weber MT con prodotti top di gamma per la compattazione grazie a piastre vibranti e vibrocostipatori verticali che non temono alcun confronto. Poi, Hammer/Kinshofer, martelli idraulici e pinze demolitrici per ogni tipo di escavatore. In più, frese Simex, lubrificanti Repsol, gruppi elettrogeni CGM, idropulitrici professionali Lavor, cingoli in gomma, pneumatici per skid e minipale e ogni tipo di ricambio. Come spesso accade la partnership tra due società parte dalla stima personale. Ne è convinto Antonio Grimaldi che continua: “conosciamo Alberto Lovo, direttore generale di AL Consulting, società che distribuisce i prodotti Weber MT e Gölz sul territorio italiano, da molti anni e ne apprezziamo disponibilità e competenza. Attraverso AL Consulting abbiamo avuto modo di partecipare a vari training dedicati alla compattazione, in Germania ma anche in Italia, organizzati direttamente presso la nostra sede. A tale proposito va sottolineato
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Fiere ed Eventi come spesso la compattazione dei sottofondi venga trascurata, eppure con poche e accurate informazioni si possono evitare la maggior parte degli errori che portano a buche stradali o sottofondi irregolari. Sul fronte Gölz abbiamo avuto modo apprezzare l’apporto di Stefano Leban che si è subito integrato con noi e in special modo con mio figlio Salvatore, suo coetaneo”. Di certo il feeling personale è corroborato da prodotti di elevatissima qualità. “Con Weber collaboriamo dal 2016, mentre con Gölz il rapporto commerciale è al secondo anno – riprende Grimaldi – Con entrambi i marchi stiamo avendo risultati ottimi, infatti con lo sviluppo dei lavori per la posa della fibra ottica e la lavorazione generale dell’asfalto il nostro punto di forza sono proprio la compattazione e il taglio. In particolare ci danno grandi soddisfazioni prodotti come la tagliasuolo FS175 con disco da 450 mm in coppia con il vibrocostipatore SRV620 e la piastra vibrante CF2HD. Questi prodotti arrivano con allestimenti ed accessori che fanno notare la differenza rispetto ai prodotti dei concorrenti e rendono il cliente sempre felice dell’acquisto. È sempre bello proporre prodotti unici, che gli altri non hanno nel loro parco macchine. Ci permette di arrivare a una clientela più ampia e di portare a termine anche i lavori più difficili. Esempio lampante è la carotatrice Gölz KB350 con l’attacco per montaggio davanti all’escavatore, che consente di svolgere lo stesso lavoro di una carotatrice tradizionale, ma nella metà del tempo. Attaccando la carotatrice all’escavatore il cliente può arrivare in punti più alti o in posti che normalmente sarebbero difficilmente raggiungibili”.
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SAMOTER, Verona (Italia) 3-7 Maggio 2023 www.samoter.it
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BETON-TAGE, Ulm (Germania) 20-22 Giugno 2023 www.betontage.de
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GIS 2023, Piacenza (Italia) 5-7 Ottobre 2023 www.gisexpo.it
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PRIMO COVER PIANO STORY
PROFETI DI TECNOLOGIA QUALITÀ, AFFIDABILITÀ ED ATTENZIONE COSTANTE ALLE SOLUZIONI TECNOLOGICHE PIÙ INNOVATIVE SONO LA CHIAVE DEL SUCCESSO DI TECNOCOM E DELLA PROGRESS GROUP DI CUI FA PARTE, LEADER MONDIALE NEL SETTORE DELLA PREFABBRICAZIONE IN CALCESTRUZZO PER IL SETTORE RESIDENZIALE, COMMERCIALE E INDUSTRIALE
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escrivere la natura di un gruppo internazionale che conta sedi continentali e produzioni di eccellenza assoluta, è un’operazione oltremodo difficile. Soprattutto se il gruppo in questione si chiama Progress, con un’azienda capofila come Tecnocom a testimoniare il primato di una tecnologia della prefabbricazione in calcestruzzo al livello più alto dello sviluppo. Un’ azienda che vede proseguire i propri progetti di crescita sotto il profilo
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logistico - con una sede-quartier generale a Udine completamente rinnovata e, dopo un importante ampliamento dello stabilimento, foriera di un’ulteriore area produttiva già in progetto - e naturalmente, riguardo a un portafoglio ordini che riporta l’acquisizione di importanti commesse in Germania, Europa Orientale, negli Stati Uniti, in Canada e in Estremo Oriente (solo per citare le aree di mercato principali conquistate dalla Progress Group).
A esemplificazione dell’autorevolezza della Progress Group e del know-how Tecnocom nel nostro Paese, riveliamo ai nostri lettori una case history davvero speciale. In Italia un’azienda primaria dell’industria sarda come la Consultecna di Bauladu (in provincia di Oristano), ha deciso di investire in soluzioni all’avanguardia per implementare la produzione interna di prodotti prefabbricati, affidandosi proprio alla Tecnocom, acquistando macchinari dalle soluzioni tecnologiche più moderne per migliorare i propri processi, nel solco di una continuità della fornitura in questa direzione d’avanguardia. L’azienda sarda, a conduzione familiare, è stata fondata nel 1994 dalla famiglia Pireddu ed è, con 40 dipendenti, una delle più importanti aziende del mondo sardo della prefabbricazione. Lo stabilimento all’avanguardia occupa una superficie di 55.000 metri quadrati e produce elementi per circa quaranta strutture all’anno - edifici commerciali e industriali. Consultecna è il fornitore di riferimento delle più importanti catene commerciali nazionali ed estere e - anche grazie alla posizione baricentrica - di tutto il territorio regionale della Sardegna. La scelta principe di questo primo investimento sulle tecnologie di Tecnocom, è caduta su un cassero altamente flessibile per la produzione di pilastri. “Automatizzare alcuni processi, significa poter concentrare meglio le energie sugli aspetti più in detta-
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glio di un progetto - rileva con grande convinzione Francesco Pireddu, presidente di Consultecna - La scelta indotta dal nostro affidamento tecnologico a Tecnocom è una lancia spezzata dalla nostra impresa a favore dell’automazione, nonostante i manufatti lavorati in modo tradizionale rappresentino la nostra tradizione e il nostro valore in molti cantieri. Non c’è contraddizione, in questa complementarità, anzi. È un passo decisivo verso un futuro di maggiore efficienza e reattività”. Consultecna oggi è il principale produttore di prefabbricati in Sardegna. Partendo dalla fornitura della gamma completa di prefabbricati a partire dagli elementi per le fondazioni, sviluppandosi su molteplici soluzioni strutturali fino a pannelli di tamponamento di molteplici finiture, Consultecna sta implementando quindi la propria produzione con l’automazione della produzione di pilastri con mensole di 28,5 metri di lunghezza, fino a 100 cm di altezza e 100 cm di larghezza. Il cassero adottato dalla tecnologia Tecnocom è altamente flessibile e con esso è possibile realizzare pilastri di sezione minima 30 x 30 cm e massima di 100 x 100 cm, con passo di 10 cm. Il progetto specifico che ha portato
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PRIMO COVER PIANO STORY Gli uffici amministrativi della sede di Udine
all’investimento, riguarda la costruzione di un centro di addestramento avieri internazionale, un’opera inedita di notevole importanza per Consultecna. Il presidente di Consultecna si auspica di investire in tempi brevi in un altro cassero. Tecnocom lo ha convinto non solo per la diffusione e la notorietà sul mercato, ma anche per aver saputo concepire un progetto individuale specifico per le esigenze di processo Consultecna. “In particolare, l’ottima soluzione proposta per il posizionamento delle mensole sul cassero ha portato a risvolti decisamente positivi sulla produzione - conferma Pireddu - Un’efficienza e un’innovazione che non ha potuto che creare i presupporti per un rapporto futuro proficuo e solido, nel segno del progresso più attuale per la mia azienda e senz’altro per tutto il settore che rappresenta, in Sardegna e in tutto il Paese”.
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La nuova sede produttiva Tecnocom di Udine
Sostenibilità per la vita delle persone “La nostra missione è creare condizioni di vita migliori e sostenibili per le persone”. Questa è la mission della Progress Group, scritta una volta per tutte nella filosofia produttiva della società. Un metodo costruttivo, quello della prefabbricazione in calcestruzzo, che nell’ottica Progress ottimizza l’attività degli stabilimenti produttivi, migliora le condizioni degli ambienti di lavoro e le tempistiche produttive e garantisce una qualità di alto livello. I nuovi uffici e lo stabilimento produttivo di Udine sono una referenza “viva” del prodotto finito realizzato con la tecnologia Tecnocom della Progress Group. Produrre meglio per vivere meglio, questo in sintesi è da sempre il motto e il valore aggiunto della Progress Group.
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
PETALI IN GALLERIA SONO QUELLI IN FORMA DI CONCI PREFABBRICATI, REALIZZATI DALL’IMPIANTO CP TECHNOLOGY PER LA TBM MARGHERITA, IMPEGNATA NELLE OPERAZIONI DI SCAVO E RIVESTIMENTO DEI 13,4 KM DELLA GALLERIA CEFALÙ, SULLA LINEA FERROVIARIA PALERMO-MESSINA
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ono iniziati la scorsa primavera i lavori per lo scavo della Galleria Cefalù, la più estesa delle tre infrastrutture in tunnelling per il raddoppio del tratto ferroviario Cefalù/
Ogliastrillo-Castelbuono. L’opera rappresenta uno snodo cruciale sulla linea Palermo-Messina di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) su progetto di Italferr e servirà a liberare la costa di Cefalù dalla presenza
Una TBM dual mode Lunga 140 metri, con un peso di 1.650 tonnellate e una potenza totale di 5,6 MW, pari a circa 8 motori di Formula 1, la TBM (Tunnel Boring Machine) Margherita è provvista di una testa rotante di 10 metri di diametro, equipaggiata con oltre 60 utensili da scavo. avanzamento medio giornaliero di 16 metri, con punte che potranno superare i 20 metri di galleria scavata e rivestita. A questo ritmo si prevede che i lavori nella galleria si concluderanno entro novembre 2024, mentre la fine dei lavori di raddoppio della linea ferroviaria è programmata nel 2025. Per affrontare la complessa geologia delle Madonie, la TBM è stata progettata con un doppio assetto (dual mode), capace cioè di operare sia in modalità “aperta” sui fronti rocciosi, che in modalità EPB (Earth Pressure Balance) per consolidare il fronte di scavo nei terreni più cedevoli. Oltre ad abbattere i tempi di realizzazione, lo scavo meccanizzato ha il vantaggio di ridurre drasticamente i rischi per le maestranze all’interno della macchina, che operano sempre in un contesto protetto, dallo scudo della TBM o dal rivestimento già messo in opera.
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del tracciato ferroviario in superficie. Si tratta di un tratto di ferrovia da 12,3 km in variante su doppio binario e quasi interamente sotterraneo, con due fermate di cui una sotterranea, per un valore di oltre 374 milioni e appaltato a un’ATI che vede come capogruppo Toto Costruzioni Generali. La galleria Cefalù, composta da due tunnel di 6,7 km, costituisce la principale opera del tratto ferroviario. Rappresenta l’unica galleria del lotto che sarà realizzata mediante scavo meccanizzato con l’ausilio di una TBM (Tunnel Boring Machine) per 13,4 km complessivi di scavo e rivestimento. La Tunnel Boring Machine Margherita è stata progettata per scavare e rivestire gli oltre 13 km dei due tunnel, risolvendo la complessità geologica grazie alla capacità di operare alternativamente in modalità “aperta” o EPB (Earth Pressure Balance). Una squadra altamente specializzata di circa 100 unità lavorerà allo scavo, per lo più all’interno della TBM, in turni da 24
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO ore, sette giorni su sette. Il rivestimento della galleria è prodotto in un apposito impianto di prefabbricazione, costruito da Toto Costruzioni Generali in prossimità dell’imbocco della galleria lato Palermo, in località Ogliastrillo.
Prefabbricazione avanzata e su misura Dell’impianto di produzione dei conci prefabbricati è stata incaricata l’azienda CP Technology di Nova Milanese (MB), specializzata in casseri per prefabbricazione e sistemi a carosello, con una storia di successo che conta oltre 30 anni di esperienza nel settore. Il produttore lombardo è stato selezionato da Maccaferri Tunneling come fornitore esclusivo e in soli sei mesi CP Technology ha concepito e realizzato tutto il complesso produttivo, insediato in località Ogliastrillo - dalla struttura in acciaio del capannone ai processi di sollevamento e ribaltamento dei conci, fino al sistema a carosello, evitando così al cliente tutti gli oneri di gestione relativi al coordinamento di vari fornitori. L’ufficio di progettazione CP Technology, grazie ad avanzati sistemi in 3D, è in grado di modellare i casseri con una
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verifica strutturale delle differenti parte coinvolte, mentre uno staff di tecnici specializzati è incaricato di verificare il rispetto delle tolleranze durante l’intero processo di produzione. Gli impianti oleodinamici CP Technology, cìnel caso di Maccaferri Tunnelling e di altri clienti primari nel campo delle grandi infrastrutture, vengono progettati e customizzati a seconda dell’esigenza più specifica del cliente. La possibilità di plasmare la struttura in acciaio e le attrezzature di movimentazione, in funzione del carosello, consente un risparmio di tempo nella fornitura ed evita all’impresa
qualsiasi problema di interferenza delle opere o di coordinamento dei fornitori. CP Technology, inoltre, ha introdotto i concetti di fabbrica 4.0 all’interno del processo di prefabbricazione, con l’obiettivo di minimizzare costi e tempi di produzione e di massimizzare le condizioni di sicurezza e di rintracciabilità del manufatto. Sistemi di apertura integrati, piani ad altezza cassero, ribaltamento semiautomatizzato, porte forno veloci e automatiche, controllo visivo integrato, vibrazione controllata costituiscono altrettante dinamiche d’avanguardia nei processi di fabbrica. La vibrazione del calcestruzzo, in particolare, costituisce l’aspetto fondamentale per l’ottenimento della migliore finitura superficiale e del massimo riempimento del manufatto. Per questo CP Technology ha selezionate, nel tempo, partner di altissima qualità sul mercato fornendo, in funzione delle materie prime e in accordo con il cliente, una vibrazione di tipo elettrico con inverter o di tipo pneumatico, a ciclo controllato automatico o manuale. In particolare, sono stati sviluppati e migliorati tutti i cinematismi delle parti mobili dell’impianto. L’apertura testata è integrata ed è stato introdotto un nuovo tipo di apertura delle sponde - basata su un brevetto esclusivo CP Technology che prevede un sistema di apertura posto al di sotto del piano di camminamento. Una soluzione davvero innovativa, che comporta risparmio di tempo, vantag-
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gio economico e notevole miglioramento delle condizioni di sicurezza. All’interno dell’area di lavoro l’operatore può muoversi su piani allineati senza rischi di caduta o schiacciamento. Gli impianti vengono forniti con sistemi di telecontrollo da smartphone o pc , in modo da poter rilevare le produzioni in tempo reale e risolvere, all’istante, possibili anomalie e funzionamenti.
Una doppia modalità di perforazione La tecnologia di scavo meccanizzato tramite TBM presenta, nel caso della tratta ferroviaria oggetto dell’opera, due differenti modalità procedurali. Per la realizzazione della galleria naturale Cefalù è previsto l’impiego della TBM Margherita con fresa “dual mode”. Questa tipologia
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
di impiego permette - con interventi di conversione che verranno apportati in corso d’opera - di lavorare sia in modalità EPB, in caso di fronti instabili (modalità chiusa, Earth Pressure Balance), dove la stabilità è garantita dallo stesso materiale scavato e condizionato mediante opportuni additivi, mantenuto in pressione nella camera di scavo), sia in modalità aperta, in corrispondenza di formazioni a fronte stabile. La modalità di scavo in EPB è prevista anche nella tratta di attraversamento in sotterraneo del centro abitato di Cefalù. In questo caso, questa modalità di scavo è finalizzata a contenere entro limiti adeguatamente cautelativi l’entità dei cedimenti superficiali, a salvaguardia dell’integrità e della sicurezza dei fabbricati sovrastanti le aree interessate dallo scavo. Contestualmente all’avanzamento dello scavo, si procederà alla posa del rivestimento definitivo della galleria realizzato in anelli di calcestruzzo composti da conci prefabbricati muniti di idonei dispositivi di connessione meccanica e di guarnizioni di tenuta all’acqua e all’intasamento (backfilling) dello spazio anulare tra estradosso del rivestimento e superficie di scavo.
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Lo scavo in modalità chiusa (EPB) è caratterizzato dalla circostanza che il materiale di scavo, opportunamente condizionato, contenuto nella cosiddetta camera di scavo (zona della macchina compresa tra la testa fresante e la parete metallica retrostante), sia mantenuto in pressione, attraverso la regolazione coordinata dei vari parametri di funzionamento della macchina, in modo da controbilanciare la pressione esercitata dall’ammasso sul fronte di scavo. Lo scavo viene eseguito da una fresa che è progettata in funzione delle caratteristiche litostratigrafiche e di tracciato della galleria. La testa fresante è legata alle caratteristiche geomeccaniche degli ammassi attraversati nello scavo e il materiale di smarino viene estratto attraverso una coclea (scavo in modalità EPB) o attraverso nastro (scavo in modalità aperta); entrambi prelevano il materiale dalla camera di scavo appena dietro la testa fresante - nella parte inferiore, se si utilizza la coclea, nella parte centrale in caso di utilizzo del nastro. L’allontanamento, lungo il back up della macchina, del materiale scavato, avviene mediante un na-
stro trasportatore dotato di sistemi per la pesatura che verificano la congruità tra il quantitativo teorico di materiale scavato corrispondente all’avanzamento dello scavo e il volume effettivamente evacuato. Il nastro trasportatore, installato sul back-up trasferisce il materiale, per l’allontanamento attraverso la galleria già scavata, fino a un secondo sistema di nastri installato lungo il paramento della galleria. Per garantire la funzionalità del sistema di guida della testa rotante, il cuscinetto che realizza l’accoppiamento della testa rotante con il resto della macchina deve essere costantemente lubrificato e protetto, sia in modalità di scavo “aperta” sia in caso di modalità di scavo EPB, dal rischio di ingresso di materiali scavati. Un risultato che si ottiene attraverso l’opportuna configurazione della guarnizione di tenuta del cuscinetto e attraverso l’iniezione in pressione, nelle apposite camere al suo interno, del grasso lubrificante e del grasso di tenuta; entrambi vengono costantemente rilasciati dalla macchina, anche se in quantità modeste, all’interno della camera di scavo, miscelandosi con il terreno scavato.
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Miscele cementizie, additivi e rivestimento prefabbricato Lo spazio anulare tra il profilo dello scavo e l’estradosso degli anelli di rivestimento deve essere riempito durante la fase di avanzamento con miscele cementizie con o senza previo intasamento con inerti granulari (pea gravel). Nel caso di semplice intasamento con miscele cementizie (malte o boiacche bicomponenti), l’intasamento avviene per iniezione da appositi ugelli opportunamente collocati all’estremità posteriore della coda della macchina. Per lo scavo in modalità EPB, è necessario conferire al materiale scavato una consistenza che lo renda idoneo al trasferimento della pressione di bilanciamento al fronte. Questo obiettivo si raggiunge trattando il materiale con appositi additivi immessi, attraverso opportuni impianti di distribuzione che terminano in ugelli distribuiti strategicamente in più punti del-
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la macchina (sulla testa fresante, nella camera di scavo, lungo la coclea) - miscelati all’ammasso, normalmente con aggiunta di acqua, per conferire al materiale quelle caratteristiche meccaniche e reologiche che ottimizzano i parametri dello scavo. Gli additivi di uso più generalizzato sono costituiti da composti schiumogeni a base di tensioattivi e polimeri ma può essere opportuno o necessario l’impiego di polimeri con varie funzioni in relazione alle caratteristiche dell’ammasso (esiste al giorno d’oggi un’ampia gamma di prodotti “specializzati”) piuttosto che di bentonite. La prima iniezione di additivi (normalmente sotto forma di schiuma) avviene attraverso gli ugelli collocati sulla testa fresante che ruotando provoca il mescolamento del fluido all’interno del terreno e forma sul fronte uno strato di terreno parzialmente trattato (cake). Il materiale fresato passa attraverso le aperture della testa e cade all’interno della camera
di scavo detta “camera in pressione”, nella cui parte inferiore è installata la coclea. La camera di scavo è dotata di ugelli per continuare il condizionamento del terreno e di barre fisse per il mescolamento ed omogeneizzazione dell’impasto. I martinetti di avanzamento che agiscono sul rivestimento prefabbricato, attraverso il diaframma in pressione, scaricano la spinta sul materiale fluidificato, posto all’interno della camera, che reagirà in modo idrostatico trasferendo la pressione sul fronte di scavo. Una serie di sensori di pressione controlla che la pressione della camera di scavo rimanga entro limiti predeterminati e calcolati sulla base del carico del terreno sul fronte. Il materiale della camera di scavo viene estratto da una coclea a vite a velocità regolabile in modo che il volume sia equivalente a quello che entra attraverso la testa fresante con la conseguenza, quindi, di mantenere costante la pressione nella camera di scavo.
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO AN CONC ALI
ICTA 2022 PREMIO ALLA CARRIERA
GY AWARD LO
TE TECHNO RE
ARNALDO MANINI, IL TALENTO DI UN CREATORE 2022
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®
IT
HA COMINCIATO GIOVANISSIMO A FARE IMPRESA E OGGI LA SUA AZIENDA, LA MANINI PREFABBRICATI DÀ LAVORO A OLTRE 500 DIPENDENTI. PER UNA RICERCA E SVILUPPO DEDICATA ALLA REALIZZAZIONE DI PRODOTTI INNOVATIVI, CON L’OBIETTIVO DI GARANTIRE SICUREZZA E PROGRESSO AGLI UTENTI FINALI E AI LAVORATORI
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e di un premio si poteva avere sentore, nell’aria delle Giornate Italiane del Calcestruzzo 2022, questo era proprio quello alla carriera di Arnaldo Manini, classe 1936, uno dei personaggi simbolo della prefabbricazione nel nostro Paese. Figura straordinaria di imprenditore, in grado di influenzare un’intero settore con le proprie idee e realizzazioni, Arnaldo Manini nasce ad Assisi, l’8 agosto del 1936, da una famiglia di commercianti. Dopo il diploma di geometra, inizia il proprio cammino professionale all’Alfa Prefabbricati di Ponte San Giovanni, inserendosi subito nel settore della prefabbricazione. A soli 26 anni, fonda la sua prima società ad Assisi, la Simcas (Società Industriale Manufatti Assisi), nel 1962. Inizialmente la produzione dell’azienda si concentra su travetti in cemento e successivamente, grazie anche ai continui viaggi all’estero, Arnaldo Manini vi porta nuovi stimoli e implementa sia la struttura produttiva che i processi dedicati ai manufatti, con la produzione di cemento armato, precompresso industrialmente.
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Negli anni Novanta, Arnaldo Manini matura la decisione di ampliare la presenza dell’azienda in tutto il territorio nazionale, acquisendo e costruendo nuovi stabilimenti per coprire le regioni del nord e del sud del Paese. Nascono così gli stabilimenti di Aprilia, Perugia e Somaglia (in provincia di Lodi). L’ingegnosa attività di Arnaldo Manini è senza dubbio caratterizzata nel tempo dalla sua propensione alla ricerca e all’innovazione, valori che passano attraverso la sperimentazione, il brevetto e la produzione di molte soluzioni rivoluzionarie. Tra queste, il Sistema Titano del 1974, che consente di realizzare edifici con luci libere fino a 52 metri, il tegolo Dalla - citato come uno dei manufatti più interessanti degli anni Settanta -, il sistema Ondal, primo fra tutti i moduli costruttivi con tegoli alari implementato per realizzare un tetto interamente in cemento (ottenne, allora, ampio riconoscimento dal Ministero
dell’Industria, per il settore della ricerca). Recentemente il team Ricerca & Sviluppo di Manini Prefabbricati ha concepito e sviluppato altre soluzioni straordinarie, esemplificate dal Manini Connect, il sistema di monitoraggio per edifici prefabbricati, fiore all’occhiello della Divisione Manini Service, destinato a rivoluzionare le procedure di manutenzione delle strutture il livello di sicurezza, grazie a una possibilità di controllo temporale assoluta.
Questa stessa lungimiranza ha portato alla realizzazione di un simulatore sismico per strutture prefabbricate in scala 1:1. Manini Prefabbricati è la prima azienda privata in Europa ad essersi dotata di un dispositivo simile, in grado di riprodurre le oscillazioni di un terremoto di magnitudo 6.5. Grazie a questo congegno si testano nodi innovativi, che riescono a conferire alle strutture prefabbricate una resistenza in grado di
Un impegno profuso alle persone e al territorio Imprenditore sempre lungimirante, Arnaldo Manini ha voluto far redigere e pubblicare, nel 2019, il Primo Bilancio di Sostenibilità dell’azienda (iniziativa che ha meritato a Mainini Prefabbricati la menzione nell’undicesimo rapporto GreenItaly di Symbola e Unioncamere, tra le 200 aziende italiane più virtuose). Oltre all’impegno imprenditoriale, Arnaldo Manini ha sempre profuso grandi energie nell’impegno sociale a favore del territorio e della collettività. Tra le tante opere realizzate, ricordiamo il contributo fondamentale alla realizzazione della scuola materna di Castelnuovo (frazione di Assisi) e alla costruzione della struttura ricettiva e polivalente per l’Associazione Il Giunco di Bastia Umbra. L’impegno più recente è quello, in collaborazione con il Comune di Assisi, dell’edificazione della Casa del Palio, di cui farà dono al Comitato che promuove e sostiene la rievocazione storica angelana del Palio del Cupolone. Arnaldo Manini ha sostenuto inoltre - fin dalla prima edizione del 2017 - la manifestazione culturale Universo Assisi, promossa e realizzata dal Comune per la diffusione delle arti sceniche, dell’architettura e del design innovativo. Infine, Arnaldo Manini non ha mai abbandonato l’iniziativa (che fu del figlio, Roberto Manini, deceduto prematuramente nel 2008) denominata “Libera l’Arte”, un concorso biennale dedicato ad opere realizzate da tecnici, geometri, architetti e ingegneri, giunto nel 2019 all’ottava edizione, con l’obiettivo di promuovere la bellezza e l’arte in ogni progetto tecnico. Arnaldo Manini è stato insignito dello Stemma d’Oro della Città di Assisi, conferimento che gli è stato assegnato ufficialmente il 22 novembre 2019, in occasione dei 60 anni di attività dell’imprenditore umbro, per l’esempio di vita e i valori di eccellenza professionale e umana.
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO assorbire gli effetti di eventi tellurici di portata elevata. I conseguenti riconoscimenti, forse i più importanti, sono arrivati direttamente sul campo. Durante il disastroso sisma del 2012 in Emilia-Romagna, i capannoni e i manufatti costruiti dalla Manini Prefabbricati furono tra i pochi a rimanere agibili e intatti dopo le scosse, proteggendo i sistemi produttivi e, soprattutto, la vita reale e professionale di molte persone e garantendo il proseguimento dell’attività produttiva mentre si avviava la ricostruzione delle
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tante strutture crollate o inagibili. Questi risultati straordinari hanno aumentato ancor più la credibilità e la forza sul mercato della Manini Prefabbricati, con notevoli livelli di crescita, produzione e ampliamento del numero di dipendenti, investendo sempre di più nelle figure più specializzate e di alto profilo, nel service e nell’engineering. La Manini Prefabbricati è ormai un’azienda leader nel proprio settore a livello internazionale, la prima realtà in Italia nel settore della prefabbricazione, grazie all’inesauribile lungimiranza di Arnal-
do Manini. Oggi il gruppo conta oltre 500 collaboratori (come Arnaldo Manini preferisce chiamarli, invece che semplici dipendenti), per un potenziale umano in grado di produrre sviluppo, innovazione e ricchezza, riversate sul territorio in cui continua ad aver sede l’azienda, come lo stesso Arnaldo Manini ha sempre voluto, scevro da qualsiasi mira di esternalizzazione produttiva. Oggi la Manini Prefabbricati Spa comprende quattro siti produttivi, a Bastia Umbra, e nelle già citate sedi di Perugia, Aprilia e Somaglia.
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SOLUZIONI ANTISISMICHE PER LA PREFABBRICAZIONE TRAVE
TEGOLO TRAVE
EN 1090-1:2011
TRAVE
PILASTRO
RITENUTA TRAVE-PILASTRO EDIL TP
RITENUTA TEGOLO-TRAVE EDIL TT
PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU TASSELLI N° ARCHETTI
PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU TASSELLI N° ARCHETTI
± 12.5mm 50kN M20 4
DISPOSITIVI ANTISISMICI DI RITENUTA TRAVE-PILASTRO EDIL TP-N PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU Damping di progetto TASSELLI N° ARCHETTI
± 12.5mm 20kN M12 4
DISPOSITIVI ANTISISMICI DI RITENUTA TEGOLO-TRAVE EDIL TT-N
EN 15129:2009
PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU Damping di progetto TASSELLI N° ARCHETTI
± 12.5mm 70kN 39% M24 6
± 12.5mm 20kN 43% M16 4
STAFFA PER PANNELLI VERTICALI EDIL P.V.
TRAVE
PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE TASSELLI PANNELLO
PANNELLO
STAFFA PER PANNELLI ORIZZONTALI EDIL P.O. PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE
EN 1090-1:2011
± 10cm 17kN M16
TASSELLI
Sistemi di ancoraggio, di appoggio Supply chain concrete and precast industries e diofsollevamento per elementi prefabbricati. Accessori, fissaggi e minuterie metalliche.
PILASTRO
± 40mm 187kN 2M12 o 1M16
PILASTRO
EDILMATIC srl
Via Gonzaga, 11 - 46020 Pegognaga (MN) Italia tel. +39-0376-558225 - fax +39-0376-558672 info@edilmatic.it - www.edilmatic.it
57 ACCREDITATO INSERTI QUALITAÊ
ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE
PPE/AT n°596 - 04 Prot. 1116/04
ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE
PPE/AT n°703 - 07 Prot. 0050/07
ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE
PPE/AT n°704 - 07 Prot. 0051/07
CERTIFICATO DI ESAME CE
M/AT n°407-05 Prot. 1200/04
PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE
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AN CONC ALI
2022
S
IT
BIANCO SAPERE DELLA MATERIA
GY AWARD LO
ICTA 2022 EDIFICI CIVILI E INDUSTRIALI E OPERE CONNESSE
TE TECHNO RE
NELLA REALIZZAZIONE DEL POLO UNIVERSITARIO DI SAN ROSSORE SR1938, LE GRANDI SFIDE VINTE DA I.T.I. IMPRESA GENERALE CELEBRANO I VALORI DI ATTUALITÀ DELLE COSTRUZIONI IN CALCESTRUZZO. NELLA COERENZA MIRABILE DELLE STRUTTURE CON IL TESSUTO STORICO E LE PROSPICIENTI MURA URBANE DELLA CITTÀ DI PISA
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isa e la sua Università hanno programmato un piano di medio periodo per razionalizzare le proprie strutture capillari sul territorio. Guardando all’orizzonte del 2030, l’ateneo intende polarizzare l’offerta di spazi per la didattica e i servizi per i suoi corsi di laurea raggruppandoli in quattro macro aree che comprendono il delicato e stratificato centro storico, il cui antico tessuto urbano accoglie dal febbraio 2020 un polo didattico completamente nuovo. Questo polo è denominato San Rossore 1938 - SR1938 - e sorge a qualche centinaio di metri dalla piazza del Duomo, con la cattedrale di Santa Maria Assunta, il camposanto, il battistero e la pendente torre campanaria divenuti Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1987. Il suo progetto fu affidato al termine di una selezione curricolare che nel 2008 vide af-
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fermarsi il gruppo composto dallo studio svizzero Diener & Diener Architekten e dai pisani di Heliopolis 21 Architetti Associati. L’intitolazione del nuovo polo prende il nome dalla non lontana villa reale del parco di San Rossore, in cui il 5 settembre 1938 Vittorio Emanuele III firmò il primo provvedimento in difesa della razza, dando inizio alla cacciata degli ebrei anche dall’Italia. In ottica futura, il significato dell’SR1938 guarda ai 17 Obiettivi fissati dall’Organizzazione della Nazioni Unite nella sua Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, seguendo la convinzione che anche le istituzioni universitarie debbano mettere il loro ruolo primario al servizio dello sviluppo di un mondo più equo, sostenibile e solidale. SR1938 richiama specificamente il decimo Obiettivo, quello di “Ridurre l’ine-
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guaglianza all’interno di e fra le Nazioni”, e il sedicesimo, in relazione a “Pace, giustizia e istituzioni forti”.
Nel cuore del progetto SR1938 nasce per ospitare le aree Umanistica e Biologica dell’Università. È un progetto che prende forma nel pieno tessuto urbano medievale del centro storico, rielaborandone moduli, volumetrie e linguaggio e proseguendo una lunga e simbiotica presenza dell’università dis-
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Evoluzione di un’Impresa I.T.I. Impresa Generale nasce nel 1981 col nome di I.T.I. Impianti occupandosi prevalentemente della progettazione e realizzazione di grandi impianti tecnologici in ambito industriale, civile, pubblico e terziario, divenendo leader nel settore impiantistico. Ha poi ulteriormente ampliato la propria struttura incorporando altre aziende specializzate nella realizzazione e progettazione anche di opere edili. Negli ultimi anni l’impresa si è aggiudicata la realizzazione di numerosi e importanti appalti pubblici, e questo ha consentito di acquisire e sviluppare specifiche competenze in tutti i campi delle costruzioni sia edili che impiantistiche, dando vita a una grande struttura organizzata in settori professionali, di altissimo profilo e competenze, in grado di gestire con la massima professionalità l’intera realizzazione, dalla prima fase di progettazione fino alla completa messa in opera.
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE seminata dentro la città. Il nuovo polo, inaugurato a febbraio 2020, realizza un programma di rigenerazione urbana che si estende al suo intorno trasformando un sito ex industriale. Il lotto era precedentemente occupato dai Laboratori Guidotti, industria farmaceutica che proprio a Pisa vide la luce nel 1914. I vecchi fabbricati sono stati demoliti per lasciare posto a un complesso di quattro edifici di differente altezza che accoglie svariate funzioni, con nuovi spazi formativi per un totale di 1.500 posti banco. Il volume complessivo supera di poco i 13.000 metri cubi per una superficie di 3.043 metri quadrati, ospitata da un lotto posizionato all’angolo tra via Nicola Pisano e via Risorgimento. Nel complesso, il nuovo polo realizza 10 aule per 1.197 posti, tre laboratori e un’aula informatica su una superficie complessiva lorda di 3.355 metri quadrati. L’atrio dà un accesso diretto sia all’auditorium da 252 posti, che completa il blocco
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edilizio collocato su via Risorgimento, sia al giardino interno. Tutti i corpi di fabbrica si armonizzano con il tessuto di questa parte di città storica nella disposizione e nell’impostazione dei volumi organici. Le vicine mura duecentesche e le loro pietre, in larga parte conservate, diventano uno dei motivi ispiratori di un’architettura essenziale, priva di elementi decorativi che non siano le texture e i cromatismi delle grandi superfici in cemento armato a vista, definite attraverso il continuo lavoro con la locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
Il cantiere Senz’altro, per il Polo didattico della memoria San Rossore SR1938 dell’Università di Pisa si è concepito un progetto ambizioso in termini architettonici, compositivi e impiantistici. Nasce da un for-
tunato sodalizio fra l’Università di Pisa e gli studi di progettazione, con l’unico scopo di mantenere intatto l’obiettivo di rigenerazione urbana. La realizzazione dell’SR1938 è stata complessa e articolata sia per la localizzazione del sito, nel pieno centro storico di Pisa, sia perché l’area risultò, a seguito di indagini successive alla progettazione, inquinata dalla presenza di mercurio e altre sostanze. Venne quindi avviata la redazione di un complesso progetto di bonifica ambientale che ha interessato sia la terra che l’acqua di falda. Per affrontare queste problematiche sono confluite molte professionalità che, provenienti anche dai dipartimenti universitari, hanno permesso un approccio pluridisciplinare. Ne hanno fatto parte il responsabile unico del procedimento, l’ingegner Fabio Bianchi, i direttori operativi, le imprese e i soggetti esterni, che hanno dialogato in modo continuo nelle costanti riunioni di coordinamento. Il
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processo avviato, basato sulla conoscenza approfondita del progetto e guidato dalla volontà di tenere fede alla visione d’insieme, ha garantito un controllo totale, anche in termini di spesa, che ha anche permesso di apportare alcune migliorie a costo zero. La bonifica è stata una delle fasi più delicate, che avrebbe potuto comprometterne la realizzazione. Diretta dal geometra Fabiola D’Onofrio, ha comportato l’analisi e la rimozione del terreno compromesso, realizzata insieme alle verifiche preliminari dell’assenza di ordigni bellici e alle indagini archeologiche. La buona riuscita è stata garantita dall’adozione di sistemi tecnologicamente avanzati e protocolli ferrei di salvaguardia della sicurezza e salute degli operatori. La depurazione delle acque, che ha accompagnato la rimozione delle terre inquinate, è stata realizzata tramite l’installazione di un sistema di pump and treat che le ha trattate attraverso il passaggio di un sistema di filtri prima di reimmetterle nella falda.
Calcestruzzo e bioclima Il cemento, esposto ed esibito, e l’attento studio delle sue superfici materializza il forte legame tra l’architettura di SR1938 e la sua struttura. I semplici ma compositi volumi del polo sono definiti da un involucro con funzione strutturale in calcestruzzo armato lasciato a vista con resistenza caratteristica superiore a 35 N/ mmq. Setti portanti perimetrali gettati in opera sostengono i solai prefabbricati e le coperture metalliche, realizzati con spessori variabili tra i 18 e i 22 cm. L’aggiunta di pigmenti e l’attenta scelta della miscela di inerti componenti il calcestruzzo hanno restituito il più fedelmente possibile
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la scabrosità della pietra su superfici che sono state sabbiate, lavate e successivamente trattate per mantenersi invariate nel tempo e protette sia dalla penetrazione dell’acqua che dai segni dell’usura. Le facciate sono state interamente protette con Multiseal, studiato e prodotto dall’azienda nordamericana Supershield, specializzata nell’impermeabilizzazione del calcestruzzo. Multiseal è un prodotto ecologico liquido a base di acqua che si spruzza e penetra nel calcestruzzo impermeabilizzandolo, proteggendolo e rendendo la superficie repellente. Esso manterrà inalterate le facciate e le proteggerà dagli aggressivi chimici presenti in atmosfera (tra cui CO2 e cloruri). Multiseal in combinazione con Crystalspray, altro prodotto cristallizzante della gamma LCT (Liquid Crystalline Technology) di Supershield, crea il Sistema H che è stato utilizzato nei primi due metri delle facciate interne ed esterne per rendere il calcestruzzo anti-graffiti, a preservazione da qualsiasi atto vandalico e deturpante. L’attuazione di strategie bioclimatiche è uno degli elementi cardine dell’intervento. Tutto l’edificio è pensato per limitare
il consumo e la dispersione termica e per ottimizzare il sistema microclimatico, partendo dalla disposizione delle finestrature e arrivando alle aperture in copertura che, in corrispondenza del vestibolo centrale, innescano un fenomeno termo-convettivo controllato. Il riscaldamento e il condizionamento del polo sono garantiti da un sistema geotermico che alimenta 2.345 pannelli radianti a soffitto con acqua a basse temperature ed è stato oggetto di modifica durante la realizzazione dell’intervento. Il progetto infatti proponeva la realizzazione di 4 pozzi geotermici: due di presa e due di resa, rispettivamente a -80 e a -160 metri. Temendo il manifestarsi di fenomeni di subsidenza, la Torre è a 500 metri, i pozzi sono stati sostituiti da 38 sonde di 110 metri, con una riduzione totale di emissioni di CO2 in atmosfera pari a 83 tonnellate all’anno. Il polo garantisce l’illuminazione dei suoi interni con sistemi che regolano l’intensità in funzione della luce naturale. All’interno del cortile è stato posizionato un serbatoio interrato per il recupero delle acque meteoriche, destinate ad alimentare le cassette dei servizi igienici.
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ICTA 2022 INFRASTRUTTURE E GRANDI OPERE
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PONTE MORANDI, LA DEMOLIZIONE CHE HA FATTO RISORGERE UN PAESE 2022
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RIPERCORRIAMO, CON IL PREMIO CONFERITO ALL’ATI COMPOSTA DA FRATELLI OMINI, FAGIOLI, IPE PROGETTI E IREOS*, LA GRANDE IMPRESA DELLA DEMOLIZIONE E DELLO SMONTAGGIO DEL VIADOTTO SUL POLCEVERA. UN’OPERA CHE VA OLTRE LA DECOSTRUZIONE CANTIERISTICA, PER APRIRE NUOVE FRONTIERE D’ECCELLENZA TECNOLOGICA ALLA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO ANTROPIZZATO E DELLE STRUTTURE PRIMARIE DI COMUNICAZIONE (* Ringraziamo, per la pubblicazione della disamina degli interventi, la Direzione Tecnica di Fratelli Omini Spa)
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a nostra azienda si è dedicata allo studio del progetto per la “Demolizione e Smontaggio del Ponte Morandi a Genova” sin dai primi giorni immediatamente successivi al tragico evento del 14 agosto 2018. Volevamo essere d’aiuto al Paese e dare una risposta concreta all’emergenza in cui si trovava la Città di Genova; al contempo siamo stati guidati dalla passione per il nostro lavoro, perché è apparso chiaro sin da subito che ci trovavamo dinnanzi ad un’opera di demolizione Unica: una struttura di enormi dimensioni, in stato di stress a seguito del
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crollo parziale, ubicata all’interno di un’area urbana. Sapevamo che l’importanza e la complessità del Progetto avrebbero richiesto un lavoro di squadra. Pertanto sin dalla fase iniziale di valutazione dell’idea ci siamo confrontati con importanti professionalità. I nostri compagni di viaggio sono stati: Fagioli S.p.A. azienda leader mondiale per gli spostamenti, i sollevamenti e la movimentazione di grandi strutture, Ipe Progetti s.r.l., giovane e dinamica società di ingegneria di Torino ed Ireos S.p.A., una società di Genova, responsabile delle attività di bonifica ambientale.
Lo stesso team aveva già affrontato - ad esclusione di Ipe Progetti - il progetto di Demolizione del Relitto Concordia, sempre al Porto di Genova. I nostri studi si sono spinti fin nei minimi dettagli, fino a quando abbiamo deciso di presentare il progetto alla Struttura Commissariale di Genova, rispondendo al bando di gara. La prima impressione è stata ottima: la nostra idea tecnica aveva convinto e colpito positivamente in virtù delle garanzie tecniche che il progetto assicurava e la valutazione degli aspetti relativi alla sicurezza, che ne costituivano il cuore.
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Genova 19 Gennaio 2019, firma del Contratto di Demolizione e Ricostruzione del Viadotto Polcevera. Da sinistra: Emilio Omini (Amministratore Delegato F.lli Omini S.p.A.); Giuseppe Bono (Amministratore Delegato Fincantieri S.p.A.); Alberto Maestrini (Direttore Generale Fincantieri S.p.A.); Marco Bucci (Sindaco di Genova e Commissario Straordinario per la Ricostruzione del Viadotto Polcevera); Giovanni Toti (Presidente della Regione Liguria), Nicola Meistro (Amministratore Delegato PERGENOVA), Renzo Piano (Archistar del progetto del nuovo Ponte); Pietro Salini (Amministratore Delegato di Salini Impregilo). Genoa January 19, 2019: signing of the Contract of Demolition and Reconstruction of the Polcevera Viaduct. From left: Emilio Omini (Managing Director F.lli Omini S.p.A.); Giuseppe Bono (Managing Director Fincantieri S.p.A.); Alberto Maestrini (General Manager Fincantieri S.p.A.); Marco Bucci (Mayor of Genoa and Extraordinary Commissioner for the Reconstruction of the Polcevera Viaduct); Giovanni Toti (President of Liguria), Nicola Meistro (Managing Director of All’interno delRenzo Raggruppamento Temlimitare delle polveri da all’area Pietro di Ponente, al fine PERGENOVA), Piano (Archistar of the sottostavano new Bridge project); Salini (Managing Director la of propagazione Salini Impregilo).
poraneo d’Imprese, che si è formalmente costituito in fase di assegnazione del contratto, Fratelli Omini è stata l’azienda capogruppo e si è occupata di tutte le attività di demolizione e smontaggio, delle opere di mitigazione e della demolizione con esplosivo delle pile 10 e 11, oltre che del coordinamento e gestione di tutte le fasi. La squadra si è dimostrata, fin da subito, affiatata e unita, questo ci ha aiutato a superare i problemi progettuali, operativi e tutte le sfide che abbiamo quotidianamente incontrato. E allora ecco, Vi raccontiamo con grande soddisfazione questa importante opera, La Demolizione di Ponte Morandi, un Progetto Unico, che racconta sette mesi di lavoro, una grande squadra, più di 120 operatori impegnati 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana, concluso nel rispetto dei tempi e, soprattutto, con Incidenti Zero.
di creare gli spazi necessari alle future lavorazioni. La demolizione è avvenuta utilizzando escavatori cingolati di medio/grosso tonnellaggio con braccio HD (high demolition), dotati di pinza e martelli idraulici. Durante le lavorazioni sono stati utilizzati cannoni nebulizzatori per
demolizione. Al nostro ingresso in sito, nella seconda fase, abbiamo dovuto verificare le condizioni della struttura, con attività preliminari, di messa in sicurezza e con prove di carico, poiché, a seguito del tragico evento del 14 agosto 2018, il Ponte
Le fasi sul Lato di Ponente (gennaio-agosto 2019) La prima fase delle lavorazioni ha interessato la demolizione dei capannoni e dagli insediamenti industriali che
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si trovava in una situazione di “stress”; il fatto di aver subito un crollo parziale in corrispondenza della pila 9, aveva creato uno sbilanciamento delle due porzioni residue. La sezione di Ponente è stata ribilanciata montando 2 strand jacks all’estremità della pila 8, ancorati a un contrappeso di 800 tonnellate posizionato al suolo. Per
consentire il transito sul Ponte, in totale sicurezza, dei mezzi e del personale, sono state effettuate prove di carico utilizzando carrelli radiocomandati a distanza, che hanno percorso le due direzioni di marcia aumentando gradualmente la zavorra di carico. Contemporaneamente, sono state monitorate e registrate le deformazioni dei punti sensibili della parte di Ponen-
te del Ponte, quali i giunti di dilatazione e gli impalcati tamponi. Acquisiti i dati necessari per operare in sicurezza, abbiamo proceduto con l’alleggerimento della struttura, mediante scarifica dello strato di asfalto e rimozione dei new-jersey spartitraffico. La terza fase ha riguardato il calo tamponi (dal n. 8 al n. 4) con l’impiego di strand jacks. Questo step rappresenta un punto chiave del progetto, in quanto la tecnica scelta ha permesso di lavorare 24 ore su 24 all’interno di un contesto urbano, nel rispetto dei limiti ambientali e preservando tutti i numerosi sottoservizi presenti. Inoltre la velocità di esecuzione ha garantito il rispetto dei tempi. Mediante l’applicazione di 4 travi cantilever, 8 strand jacks e 2 travi di sostegno, i cinque impalcati tampone di Ponente - del peso di 960 tonnellate l’uno e una superficie di 650 metri quadrati - sono stati calati al suolo (partendo da un’altezza di 46 metri). Ogni operazione ha richiesto circa 7 giorni di preparazione e, mediamente, 6 ore per la discesa a terra. La demolizione è stata un’opera chirurgica e le operazioni hanno dovuto seguire una sequenza precisa onde evitare errate distribuzioni dei pesi, che avrebbero potuto creare sbilanciamenti pericolosi. I baricentri che
AREA DEMOLITA DEMOLISHED AREA
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DATI TECNICI
TECHNICAL DATA
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la struttura aveva venivano di fatto modificati nel momento in cui si tagliavano i punti di appoggio degli impalcati sulle pile e si installava il sistema di calata a terra del tampone. Ogni calata, pertanto, ha richiesto sondaggi, ispezioni, modellazioni e verifiche strutturali. Nella quarta fase, si è proceduto allo smontaggio con gru delle pile (dalla n. 8 alla n. 3). Nel corso del nostro lavoro abbiamo dovuto sempre considerare le logiche sottese al progetto di costruzione dell’arch. Riccardo Morandi, che aveva tenuto conto delle sollecitazioni alle quali la struttura sarebbe stata sottoposta, predisponendo di conseguenza i ferri di armatura. Nel momento in cui si andava a decostruire si dovevano considerare le conseguenze che lo spostamento dei punti di appoggio avrebbe prodotto. Per questa attività abbiamo così deciso di procedere mediante il sezionamento degli impalcati in tre porzioni (ciascuna composta da due travi) e sollevando gli stessi utilizzando bilancini progettati specificatamente. Lo smontaggio delle pile di Ponente ha richiesto, invece, l’impiego di due gru cingolate della portata di 600 tonnellate cia14.08.2018 AREA COLLASSATA COLLAPSED AREA
28.06.2019 AREA DEMOLITA DEMOLISHED AREA
LEVANTE EAST GENOVA
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IL PROGETTO
THE PROJECT
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scuna, dotate di un braccio tralicciato di 70 metri, che hanno lavorato, in tandem, per lo smontaggio delle travi che componevano l’impalcato delle pile e, singolarmente, per lo smontaggio delle gambe. La quinta fase seguente ha riguardato lo smontaggio con gru del tampone n. 3. In considerazione della morfologia del terreno sottostante l’area del tampone n. 3 si è deciso di utilizzare una metodologia decostruttiva che prevedesse il sezionamento del tampone in sei parti, con disco e filo diamantato, e l’utilizzo di una terza gru, della portata di 600 tonnellate, per il calo a terra. Anche in questo caso lo studio dei punti di apprensione è stato determinante. La sesta e ultima fase sul lato di Ponente si è conclusa con la demolizione delle pile n. 1 e n. 2 con escavatore. Le pile 1 e 2 si ergevano su una scarpata scoscesa che risultava difficilmente raggiungibile con i mezzi d’opera. Per operare in sicurezza con escavatori dotati di braccio HD (high demolition), che richiedono la massima stabilità del terreno, è stato necessario predisporre piste di cantiere e piani di lavoro. Onde evitare cadute di materiale lungo la scarpata fino alla strada sottostante (Corso Perrone), mantenuta aperta al traffico durante tutte le lavorazioni per non compromettere la viabilità, già gravemente congestionata, della Città di Genova, sono stati realizzati terrazzamenti con strutture di contenimento.
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Le fasi sul Lato di Levante (aprile-settembre 2019) La prima fase ha previsto la messa in sicurezza del Lato di Levante, che ha permesso sia agli sfollati di poter rientrare nelle loro abitazioni e recuperare i loro effetti - e, come per Ponente, di operare, con uomini e mezzi, in tranquillità sulla struttura in essere. L’incertezza sullo stato di degrado degli stralli (segnalata come una possibile causa di crollo della pila 9) ha richiesto il montaggio di sei torri di carico in corrispondenza dei tiranti e il sollevamento dell’intera porzione di viadotto fino al suo ribilanciamento e definitiva messa in sicurezza.
A seguito della messa in sicurezza, analogamente a quanto eseguito a Ponente, si è proceduto allo smontaggio dell’impalcato tampone mediante strand jacks. In vista della demolizione mediante esplosivo delle pile 10 e 11, per evitare che si potesse danneggiare l’autostrada A7, è stato necessario separare fisicamente la rampa di accesso lato nord smontandola con un’autogrù della portata di 400 tonnellate. Le travi rimosse sono state trasportate di notte lungo la A7 fino all’area di cantiere. La seconda fase, con la demolizione dei condomini di Via Porro e Via Fillak, ubicati sul lato di Levante nelle immediate vicinanze di Ponte Morandi, è avvenuta mediante escavatore cingolato con braccio HD (high demolition). Rispetto agli otto edifici per i quali, inizialmente, si era prevista la demolizione, a seguito dei nostri studi e in accordo con il Committente, si è proceduto alla demolizione solo della metà degli stessi, rendendo i restanti, di fatto, nuovamente disponibili per la Città di Genova. In terza fase, a seguito del ritrovamento all’interno del calcestruzzo di una percentuale di amianto, seppur al disotto dei limiti di legge, in matrice naturale (materiale inerte utilizzato nell’agglomerato cementizio) abbiamo dovuto, inevitabilmente, fare delle riflessioni approfondite sulle opere di mitigazione e valutare tutti i possibili scenari. Nella valutazione sulle possibili metodologie di demo-
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lizione da utilizzare dovevamo da un lato garantire la massima sicurezza dei nostri lavoratori (gli stralli sulle Pile 10 e 11 arrivavano ad un’altezza di 90 metri), dall’altro salvaguardare gli abitanti della Val Polcevera e l’ambiente circostante da eventuali dispersioni di polveri. Ci siamo confrontati con i massimi esperti di amianto in ambito europeo, abbiamo studiato la propagazione delle polveri in tutte le possibili situazioni meteo e predisposto uno studio sull’analisi del rischio. Abbiamo capito che si poteva affrontare questa demolizione senza produrre rischi, né per i lavoratori, né per la popolazione, né tantomeno per l’ambiente. Abbiamo capito che l’unico modo efficace ed efficiente per abbattere le polveri sarebbe stato quello di utilizzare... l’acqua, opportunamente direzionata! Nei test in cava, abbiamo creato delle piscine d’acqua all’interno delle quali abbiamo inserito dell’esplosivo. Abbiamo osservato e verificato che, se le piscine rispettavano certe geometrie e le cariche al loro interno venivano posizionate in un certo modo, l’acqua saliva verso l’alto e creava dei veri e propri muri che poi ricadevano verticalmente. Le opere di mitigazione ha compreso: l’installazione a circa 30 metri di altezza di 4.000 sacchi d’acqua; l’allestimento a terra e a quota 45 metri di altezza di 2.500 mq di piscine artificiali contenenti circa 2,5 milioni di litri d’acqua oltre a delle microcariche per generare veri e propri muri d’acqua; la realizzazione di cumuli ammortizzatori ricoperti da oltre 15.000 mq di telo in TNT inumidito con acqua; la < 1,5 km. di vasche contenenti circa 2,5 milioni di litri d’acqua. < 1.5 kilometers of tanks containing about 2.5 million liters of water.
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE predisposizione di paratia ferma polvere di altezza superiore ai 12 metri; l’installazione di oltre 20 sistemi di nebulizzazione. La quarta fase e l’esplosione delle pile n. 10 e n. 11 (e successiva rimozione dei detriti). Il 28 Giugno 2019, dopo un lungo periodo di studio e di verifica, si è proceduto alla demolizione delle pile 10 e 11 mediante esplosivo. Per fare esplodere il ponte sono state posizionate 550 cariche esplosive sulla struttura del ponte, per un totale di circa 500 kg di dinamite. Per gli stralli della pila 11, che dovevano essere tagliati qualche frazione di secondo prima dell’esplosione delle pile 10 e 11, è stato coinvolto l’esercito, con il IX Battaglione Col Moschin e sono stati predisposti circa 30 kg di esplosivo in cariche cave modellate attorno ai tiranti metallici precedentemente ripuliti dalla loro guaina di protezione. Questo è stato uno degli aspetti più delicati dell’esplosione (l’eventuale fallimento del taglio avrebbe portato al parziale crollo dell’autostrada A7) ed ha richiesto numerose prove in cava ed imponenti misure di mitigazione per contenere l’onda d’urto in grado di arrecare ingenti danni alle strutture adiacenti (autostrada A7 e rampa elicoidale). In particolare è stato realizzato un muro di sabbia alto 5 metri e largo 4 metri sormontato da sacche d’acqua. Le pile 10 e 11 sono collassate alle 9:37 in 6 secondi, come previsto. Tutte le opere di mitigazione, che erano state testate durante specifiche prove, hanno funzionato.
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PAOLO GALLETTI, LA MAGNIFICA CONCRETEZZA 2022
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DALLA FINE DEGLI ANNI SESSANTA, HA TENUTO LE REDINI DELL’IMPRESA DI FAMIGLIA, TRASFORMANDOLA IN UN FULCRO INDUSTRIALE INDISPENSABILE PER IL FUTURO DELLE INFRASTRUTTURE E LA LAVORAZIONE DEL CALCESTRUZZO. CON IL PROGETTO E LA PRODUZIONE DEL MESCOLATORE A REGIME FORZATO, SALPANO VERSO IL MONDO LA NAVE TECNOLOGICA OMG E LA LANCIA COMMERCIALE DI SICOMA Una foto giovanile di Paolo Galletti con l’inseparabile consorte, Lorena Bazzarri
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na storia lunga da raccontare. Affascinante ed esemplare come un caso di studio. Le Officine Meccaniche Galletti nascono in provincia di Perugia nel 1947, nell’immediato dopoguerra, per iniziativa dei fratelli Davide e Bruno Galletti. Gli impianti sono quelli di un’officina per la riparazione e la conversione di mezzi bellici a fini civili. Nel tempo, l’attività si specializza nella produzione di roto-presse per la fabbricazione di tubi in calcestruzzo ad elevata resistenza. Il primo sintomo d’avanguardia si esplica in una macchina che alimenta le “tubiere” con una miscela di qualità, costante nel tempo ed efficace nel trattare anche grandi volumi. In particolare, alle Officine Galletti svilupparono un prodotto capace di trattare un calcestruzzo asciutto che permetteva una rapida essiccazione per consentire la sformatura a freddo dei tubi. L’essenza del macchinario è quella di un mescolatore ad asse verticale di tipo planetario, in grado di combinare, con
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rapporti unici, un moto di rotazione intorno all’asse della macchina stessa e un secondo movimento di rivoluzione intorno a un asse secondario. Dal 1958, il prodotto geniale di Galletti conquista quote di mercato sempre più importanti, fino ad essere riconosciuto, in molti ambiti internazionali, come il “mescolatore Galletti” per l’esclusiva forma costruttiva riconoscibile dal gruppo moto-riduttore interamente Fiera Milano anno 1964
progettato e fabbricato all’interno delle Officine umbre e per le soluzioni tecniche che ne decretano il successo rispetto ai prodotti comparabili della concorrenza. Nel 1968 l’attività subisce un brusco rallentamento, a seguito di un incidente automobilistico in cui rimane coinvolto David. Dopo il recupero di quest’ultimo, la prematura scomparsa del fratello Bruno ferisce duramente l’azienda perugina. È in questi anni che la figura di Paolo Galletti, figlio di David, nato nel 1950, appena diciottenne, assume un ruolo fondamentale per il prosieguo dell’attività. Paolo convince il padre ad abbandonare lo sviluppo di macchine sempre nuove, destinate ai settori lavorativi più diversi, per focalizzare lo sviluppo di quella che sembrava, già al tempo, un’apparecchiatura indispensabile per il futuro delle infrastrutture in Italia e nel mondo: il mescolatore a regime forzato. “Già da alcuni anni, quando ancora era in calzoncini corti, oltre ad affiancare il padre in officina, non era raro vederlo girare
in Vespa per raggiungere qualche fornitore e acquistare componenti commerciali per le macchine sviluppate dal padre e dallo zio, - ricordano le maestranze storiche OMG - Paolo Aveva già allora uno spiccato senso tecnico e una passione per le trattative commerciali”. Dopo aver permesso letteralmente all’attività famigliare di sopravvivere, Paolo la condurrà, nel corso degli anni, alla definitiva trasformazione
Più di un anniversario Nel 2022, il gruppo OMG festeggia una tripla ricorrenza: 75 anni dall’inizio dell’attività, 50 anni dalla costituzione di OMG e 50 anni di conduzione come amministratore unico di Paolo Galletti. Attualmente, OMG Group conta circa 220 dipendenti e vanta un fatturato di oltre 30 milioni di euro, a cui si sommano gli oltre 700 dipendenti delle consociate cinesi e un fatturato di pertinenza di ulteriori 30 milioni di euro. L’azienda ha conseguito nel 1995 la certificazione di qualità in accordo con la ISO 9001, prima azienda produttrice di mescolatori nel mondo a raggiungere un tale risultato, continuamente confermato e aggiornato alla ISO 9001:2015.
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industriale, con la denominazione di Officine Meccaniche Galletti (OMG), assunta nel 1972. Studi classici e umanistici uniti a concretezza e passione. Paolo Galletti approfondisce la meccanica e l’elettrotecnica e raggiunge un livello di competenza tale da sviluppare, oltre alla specialità del mescolatore, anche una serie di accessori e soluzioni che troveranno larga applicazione nella stessa produzione interna OMG. Lungimiranza e capacità di analisi (unita alla decisione finale, prodotta da una sintesi efficace di pensiero) hanno sempre contraddistinto la sua azione direttiva e creativa, facendone spesso un precursore delle tendenze di mercato. L’internazionalizzazione di OMG parte da queste istanze, insieme alla certificazione di una produzione di qualità, raggiunta tra le prime aziende del settore al mondo. È del 1992 la costituzione di Sicoma, società deputata alla commercializzazione dei prodotti su base globale. Con essa intraprenderà un tour promozionale in Asia, tra il 1993 e il 1997, che porterà a un consolidamento di vincoli e rapporti senza precedenti. La grande joint-venture in Cina, concepita a cavallo tra il 1996 e 1997, è frutto di quella spinta interna-
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zionale. Un’onda di espansione sfociata nel 2000, con l’inaugurazione del primo stabilimento nella Repubblica Popolare Cinese. A partire dagli anni Ottanta, anche la produzione espande il proprio catalogo, con l’introduzione anche di mescolatori a turbina (per far fronte alle richieste di alcuni mercati emergenti), fino all’implementazione del mescolatore a doppio asse orizzontale, utilizzato per la produzione di calcestruzzo preconfezionato per le grandi opere civili. Il processo di internazionalizzazione porta l’azienda a dotarsi di sedi per l’assistenza e la ricambistica in Spagna (1988), Francia
e Stati Uniti (2005), Marocco (2016). Anche gli impianti di produzione e gli avamposti commerciali crescono, nel Sud-Est asiatico (gli stabilimenti di Zhuhai, nella provincia di Guandong, di cui si è già menzionato a proposito dell’apertura in Cina nel 2000) e in India (la Sicoma Mixers, nel 2008, che porterà a un’evoluzione di enorme successo anche sotto il profilo della produzione). La filiale Sicoma North America Inc. rappresenta un altro punto di forte investimento per lo sviluppo futuro dell’azienda, in un mercato che ha già oltre 500 mescolatori in funzione. Con il tempo, la filiale americana si è accreditata presso l’US Army Corp of Engineers, associazione che rappresenta numerosi produttori di calcestruzzo preconfezionato e di malte premiscelate. Nell’ottica di uno sviluppo commerciale anche in Africa, il gruppo guidato da Paolo Galletti prendela decisione di aprire una società in Marocco, l’OMG Sicoma ADO (Afrique du l’Ouest), realtà strategi-
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tiva e rappresenterà un ulteriore sviluppo per l’attività dell’intero gruppo OMG. La grande saga imprenditoriale e familiare condotta Paolo Galletti porta oggi al capitolo attuale della seconda generazione, con Annarita, Luisa e Carlo Galletti, soci e dirigenti di OMG. Con Lorena Bazzarri, consorte e compagna di vita e lavoro da 50 anni, con ruolo di responsabile dell’area amministrativa di OMG. Da diverso tempo, in linea con un coinvolgimento graduale e costante di tutta la ca per fornire a una clientela già numerosa un punto di riferimento per l’assistenza e per le nuove richieste di macchinari, necessari per lo sviluppo del le costruzioni nel continente. Nel 2014, per consolidare la propria posizione di vantaggio tecnologico in estremo oriente, il gruppo umbro ha acquisito una partecipazione in Sima Transmission Machinery Co. Ltd. per la produzione e commercializzazione di riduttori per macchine edili, autobetoniere, nastri trasportatori e montacarichi, fino ai riduttori per i robot antropomorfi. Il mondo infinito di OMG, però, non deve far dimenticare l’Italia, con una produzione insediata storicamente negli stabilimenti del quartier generale di Ponte Valleceppi, sempre in provincia di Perugia. Una cittadella produttiva da 20.000 m2, di cui 7.000 coperti e contraddistinti dai reparti più avanzati di progettazione e realizzazione. Un nuovo ampliamento è in fase autorizza-
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famiglia, è iniziato anche un rinnovamento dei vertici aziendali, con l’inserimento della terza generazione Galletti. Dal 2005, prima Luca, figlio di Paolo, nel ruolo di direttore generale; poi, a seguire, Elena, Francesca, Lucia, Elisabetta, Federica e Umberto, secondo una logica di valore e continuità. Tutti insieme, con ruoli e ambiti diversi, con Paolo Galletti sempre come pietra d’angolo, per la continuità di una tradizione straordinaria che costituisce uno dei punti cardinali d’orgoglio del grande calcestruzzo d’Italia.
Una foto recente di Paolo Galletti con la moglie Lorena
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MACCHINE PREFABBRICAZIONE E IMPIANTI E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
NEL CUORE DEL MONTAGGIO A DISEGNARE UN RAGGIO DI TIRO PRECISO E POTENTE, SOPRA I NUOVI SPAZI URBANI DELL’URBANA DISTRICT DI TORINO, È LA NUOVA AUTOGRÙ ALL TERRAIN GROVE GMK5150L-1 DELLA FLOTTA ERREGI. DINAMICA, CAPACE NELLO SBRACCIO E NELLA PORTATA, AGILE E VELOCE ANCHE NEI PIAZZAMENTI PIÙ COMPLESSI
L
a stagione della prefabbricazione italiana, nonostante i rovesci geopolitici e le incertezze economiche contingenti, continua nella più completa fioritura. “A dire il vero, noi non ci siamo mai fermati, neppure negli anni peggiori”, ci rivela, ai margini del cantiere assolato, Manuel Romele, seconda generazione di un’impresa familiare ai vertici da 30 anni nel montaggio di grandi strutture prefabbricate.
La Erregi di Pisogne (Bg) non ha bisogno di presentazioni artefatte. Sono le opere a parlare per questa azienda dinamica, fondata nel 1992 dal capostipite Giuseppe Romele - ancora oggi saldamente alla guida della società come amministratore delegato - e assurta in pochi anni all’olimpo dei protagonisti d’eccellenza nella costruzione di poli logistici, stabilimenti, centri commerciali e direzionali, infrastrutture.
Da sinistra, Manuel e Giuseppe Romele con Roberto Zucchi
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Supply chain of concrete and precast industries
Fenomeno compatto
Incontriamo Giuseppe e Manuel Romele - padre e figlio in sinergia nel lavoro come nella vita - alle porte di uno degli ambiziosi progetti di espansione terziaria avviato sul territorio di Torino. Si tratta dell’ormai noto Urban District “To Dream”, dove le strutture prefabbricate rivestono un’importanza fondamentale nel disegnare un profilo inedito per questo centro commerciale, direzionale e ricreativo d’eccezione. Una vera e propria cittadella per l’aggregazione sociale che si sta insediando negli spazi dell’ex polo Michelin, a nord-est della città, nell’antro cantierizzato di un’area complessiva di oltre 270.000 metri quadrati.
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Ha sempre vantato, fin dal suo primo lancio sul mercato, nel 2016, una forza e uno sbraccio impressionanti. L’ultima versione GMK5150L-1 della cinque assi best seller di Grove, vanta una capacità di sollevamento di 11,8 t a 60 m di massima estensione del braccio telescopico - che può essere ulteriormente esteso con un falcone da 17,8 m e una prolunga-braccio da 8 m, aggiungendo anche un inserto per il jib da 8 m (per una lunghezza massima supplementare di 33,8 m e una facoltà di inclinazione fino a 50°). Le possibili configurazioni per il contrappeso della GMK5150L-1 consentono allestimenti a partire da 1 ton, fino alle configurazioni taxi da 12 ton a 16,5 ton per asse, a vantaggio della più ampia flessibilità in fase di trasporto. Il nuovo concetto a motore singolo adottato per la GMK5150L-1 con il nuovo modulo Euromot 5/Tier 4 final riduce il consumo di carburante al minimo. Usando la modalità Eco, la GMK5150L-1 è considerata la gru sul mercato con il più basso consumo di carburante nella propria classe operativa. Con 150 t di capacità nominale, una lunghezza compatta e una larghezza di soli 2,75 m, l’accesso della GMK5150L-1 nei cantieri più confinati è notevolmente facilitata, anche nell’allestimento della gru e nelle successive manovre di sollevamento. La garanzia Manitowoc Crane Care per assistenza e manutenzione - prevista anche per questo modello Grove - è tuttora tra le dinamiche post-vendita più complete e avanzate del settore.
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MACCHINE PREFABBRICAZIONE E IMPIANTI E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
Nello scenario laborioso del primo lotto dell’opera, oltre ai due titolari di Erregi, è presente anche Roberto Zucchi, Sales Area Manager e responsabile Export per la divisione Mobile Cranes di Manitowoc Crane Group Italy. La sua visita a questo cliente di riguardo trova una validissima motivazione nell’esordio in campo della all terrain Grove GMK5150L-1 appena acquistata da Erregi per la propria flotta di autogrù destinate a una poliedrica operatività nei cantieri di prefabbricazione e, sempre di più, anche nel noleggio più versatile per molte altre applicazioni (attraverso la divisione interna Romele Noleggi). “Era la macchina che ci mancava - dichiara con grande convinzione Giuseppe Romele - Nel montaggio di grandi prefabbricati - specialità sulla quale abbiamo costruito il nostro successo da quando l’azienda è nata, nel 1992 le esigenze operative odierne richiedono gru di capacità elevata che siano in grado di offrire anche un grande dinamismo di sbraccio, per elementi costruttivi sempre più lunghi e di grandi dimensioni. Questa Grove GMK da 150 tonnellate ci ha convinto da subito per alcune caratteristiche importanti. Il braccio da 60 metri con falcone idraulico ci offre un raggio
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di movimentazione e sollevamento notevole; in secondo luogo, la presenza della cabina in torretta è un elemento indispensabile per le operazioni di prefabbricazione e di montaggio delle strutture di grandi dimensioni; consente al nostro operatore una precisione e un controllo millimetrico in ogni fase di lavoro. Terza prerogativa fondamentale, la compattezza di una gru multistrada dalla larghezza di soli 2,75 metri, in grado di essere
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insediata in qualsiasi cantiere che richiede alla macchina l’ingombro più ridotto. Osservando le operazioni che stiamo eseguendo oggi qui a Torino, può ben capire i vantaggi e il risparmio di tempo che ci vengono regalati da questa cinque assi”. Lo vediamo bene quanto sia speciale la GMK5150L-1, nella situazione di cantiere in cui ci troviamo. Gli spazi a disposizione sembrano ampi ma all’autogrù, nella
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MACCHINE PREFABBRICAZIONE E IMPIANTI E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
circostanza contingente, è richiesta una capacità di stabilizzazione entro un’area davvero ridotta in larghezza (praticamente un corridoio largo neppure 10 metri tra le strutture già montate di due prefabbricati in corso di allestimento). “In questo frangente, si può apprezzare tutta la versatilità del sistema MaxBase, che consente un’apertura variabile e indipendente degli stabilizzatori, aumentando fino all’8% in più la portata della gru in fase di sbraccio - rimarca Roberto Zucchi, mentre indica la movimentazione piuttosto complessa di una trave della lunghezza di 12 metri - È proprio una gru nata per questo tipo di cantieri. La scelta degli optional di Erregi comprende, tra l’altro, anche un jib speciale per la prefabbricazione da 3,3 m, integrato nella prolunga idraulica e dotato di tre carrucole che aumentano la capacità di sollevamento del sistema-braccio”. “Possiamo dire che questa Grove ci suggerisce nuove possibilità di sviluppo per la nostra attività? - aggiunge con interlocuzione retorica Manuel Romele - Possiamo portare l’autogrù velocemente da un cantiere all’altro, lavorare con grande precisone e rapidità. In più, sfruttare questa multistrada per sviluppare il noleggio, un punto fondamentale per i servizi futuri offerti da Erregi”. Mentre prendiamo le misure per alcune foto in piena azione, ci rendiamo conto che la GMK5150L-1 quasi scompare alla nostra vista, nascosta da pilastri e travi che formano quasi uno scheletro di calcestruzzo, sottile e maestoso al tempo stesso. La livrea azzurra della macchina fa capolino tra un inserto di cielo e un tratto di polvere battuta. Con discrezione, nel silenzio, come un funambolo o un trapezista che svolge il suo capolavoro invisibile senza farsene accorgere. Alla fine, un mondo nasce all’interno del cantiere e le nuove cattedrali urbane si innalzano, sulle ali di una gru che diventa il magico stratega dell’arte di costruire.
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LE SOLUZIONI INNOVATIVE DI FAGIOLI PER IL VARO DI IMPALCATI RIVELANO LA STRAORDINARIA PORTATA DI COMBINAZIONI ESTREMAMENTE EFFICACI COME QUELLA TRA IL SISTEMA DI SOLLEVAMENTO JS500 E LO STRAND JACK SYSTEM. IL CASO ESEMPLARE DEI PONTI IN ACCIAIO SULLA NUOVA LINEA AV NAPOLI-BARI ILLUSTRA NEL MODO PIÙ COMPLETO IL SUCCESSO DELL’INGEGNERIA APPLICATA DA UNO DEI LEADER INTERNAZIONALI DELL’HEAVY LIFTING
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e la Fagioli di Reggio Emilia può vantare una lunga tradizione in più di un settore del sollevamento e dei trasporti eccezionali, considerare nello specifico il know-how di ideazione ed esperienza nella movimentazione e installazione di sezioni di ponte, vuol dire analizzare uno degli aspetti più straordinari dell’operatività tecnologica messa in campo dallo specialista principe dei grandi sollevamenti italiani (e internazionali, ovviamente). In questo ambito particolare, l’interesse dell’osservatore tecnico si concentra, in particolare sull’impiego di martinetti idraulici a recupero diei cavi strand jacks con capacità per singola unità che varia tra 15 e 750 tonnellate. Le capacità di sollevamento pressoché illimitate di questi martinetti (se utilizzati in più unità) hanno reso possibile negli
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anni l’installazione di sezioni di ponte dal peso di migliaia di tonnellate. Un’opera fra tutte, l’ultima in ordine cronologico, l’installazione di sezioni fino a 2.000 tonnellate del nuovo Ponte San Giorgio di Genova, costruito dal consorzio PerGenova, composto da Webuild e Fincantieri Infrastructures. Tuttavia, le variabili che definiscono il modus operandi e le attrezzature per il varo di ponti sono diverse e non si limitano soltanto al peso dei manufatti; includono anche fattori correlati alle conformità geografiche e infrastrutturali presenti nell’area, agli aspetti meteorologici e a fattori sociali e politici, come l’esigenza di concludere il progetto entro certe tempistiche. Le conformità geografiche della zona di varo influenzano le metodologie adottate, in quanto gli spazi circostanti le pile possono rendere difficoltoso e altrettanto oneroso il premontaggio dell’impalcato in una zona limitrofa a tergo delle pile stesse. Si pensi, per esempio, a un ponte costruito in una zona urbana congestionata oppure in una zona montana con relative asperità. In questo caso, se non si volesse utilizzare la metodologia classica “stick built” in opera, occorrerebbe ingegnerizzare il trasporto dell’impalcato da una zona di più semplice costruzione alla zona di montaggio finale. Anche gli aspetti meteorologici e morfologici influenzano le metodologie di varo in quanto, per esempio, il montaggio “stick built” di un impalcato nell’alveo di
un torrente potrebbe non avere adeguati livelli di sicurezza a causa di possibili inondazioni e piene di difficile prevedibilità. Anche in questi casi si predilige il premontaggio dell’impalcato in una zona sufficientemente distante dall’alveo ed il suo trasporto fino alle pile. I fattori politici e sociali, nonché economici, richiedono sempre più la ricerca di soluzioni di varo innovative che limitano al massimo i giorni di cantierizzazione. La velocità di montaggio e di varo, unita talvolta anche alla rapidità dello smontaggio dell’impalcato esistente da sostituire, si traduce in un minore tempo di deviazione del traffico e, quindi, di disagio per la collettività. Questo aspetto è ancor più importante quando il ponte è di tipo ferroviario (una casistica per la quale la durata dell’interruzione della linea deve essere il più possibile limitata), oppure quando l’impalcato interessa direttamente e indirettamente un tratto autostradale la cui interruzione crea evidenti disagi ai trasporti, con conseguenti danni economici all’intero sistema di collegamento.
La modularizzazione applicata al varo di ponti ad arco Negli ultimi anni, la cosiddetta modularizzazione rappresenta la soluzione innovativa che soddisfa tutti i requisiti di sicurezza, efficienza, rapidità di esecuzione
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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE e risparmio economico appena analizzati. Si tratta di un modello contrapposto al metodo classico “stick built” e prevede la prefabbricazione completa o parziale delle strutture in cantieri secondari e il trasporto e l’installazione successivi nel cantiere primario. Questa metodologia di costruzione richiede un assemblaggio
di manufatti con pesi e dimensioni sempre più rilevanti che vanno ad incidere in maniera determinante sulla scelta dei mezzi di trasporto e di sollevamento da poter utilizzare. Nei cantieri infrastrutturali, si è manifestata nel tempo, da parte delle imprese appaltanti, la crescente richiesta di ultimare il più possibile l’im-
palcato nel cantiere secondario, con parti strutturali secondarie e accessori già montati; la conseguenza è un aumento del peso dei manufatti da movimentare e installare “ready for use” sugli appoggi finali. La modularizzazione è un modello di costruzione che ha origine dal settore dell’Oil & Gas, nel quale grandi multina-
AREA DI VARO NAPOLI
CANCELLO
RIEMPIMENTO IN C.A. FINO A PIANO CAMPAGNA (A CURA DEL CLIENTE)
6530
HPU JACK UP SYSTEM
6590
4490
PLATEA DI FONDAZIONE IN C.A. PER CLIMBING JACK SYSTEM (A CURA DEL CLIENTE)
26100
VISTA LATERALE
1600
6110
6200
6200
PIANO FERRO
PLATEA DI FONDAZIONE IN C.A. PER JACK UP SYSTEM (A CURA DEL CLIENTE)
10000
12700
PLATEA DI FONDAZION SISTEMA DI TORRI (A C CLIENTE)
VISTA IN ELEVAZIONE
PLATEA DI FONDAZIONE IN C.A. PER CLIMBING JACK SYSTEM (A CURA DEL CLIENTE)
11900
PLATEA DI FONDAZIONE IN C.A. PER JACK UP SYSTEM (A CURA DEL CLIENTE)
10800
45350
10800
11900
5600
6000
14000
CHB.01.09
12800
STOOL.09
4500 5600
STOOL.01
58500 6530
8230
50270
8230
66950 78000
VISTA IN PIANTA
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6590
zionali come ExxonMobil, Shell, Statoil, Eni hanno statuito da tempo concept e linee guida applicate al settore offshore già negli anni Ottanta. Dopo decenni, queste metodologie hanno trovato impiego anche nel settore civile, con una positiva ricaduta sull’attenzione alla sicurezza, con standard elevatissimi che hanno portato CONFIDENTIAL - RESTRICTED USE
THIS DOCUMENT IS THE PROPERTY OF THE COMPANY AND CONTAINS CONFIDENTIAL PROPRIETARY INFORMATION WHICH MUST NEITHER BE MADE AVAILABLE NOR DISCLOSED TO OR DISCUSSED WITH ANYONE OUTSIDE OF THE COMPANY, ITS DIVISIONS AND WHOLLY-OWNED AFFILIATES NOR USED FOR ANY PURPOSE EXCEPT AS AUTHORIZED BY THE COMPANY UNDER DULY-EXECUTED AGREEMENTS PERMITTING SUCH DISCLOSURE OR USE, AND THE DOCUMENT SHOULD BE SAFEGUARDED TO PREVENT SUCH UNAUTHORIZED AVAILABILITY, DISCLOSURE, OR DISCUSSION.
TRAVE DI SOLLEVAMENTO (CHB.01)
PIANO FERRO
1000 800
6200
TORRE DI SOLLEVAMENTO
Nel cuore del cantiere
26100
NE IN C.A. PER CURA DEL
un beneficio obiettivo al settore delle costruzioni civili. La ricerca dell’applicazione del modello di modularizzazione nell’ambito civile onshore italiano, ha richiesto studi ingegneristici approfonditi che hanno portato a soluzioni innovative e pregevoli sotto il profilo tecnico-prestazionale per l’installazione di ponti. Le soluzioni sono state studiate in considerazione soprattutto della riduzione, durante le fasi di esecuzione delle opere, delle interferenze e delle soggezioni al traffico stradale sulle viabilità, sia in termini temporali che di occupazione della sede stradale. La soluzione ingegneristica di Fagioli è risultata vincente grazie anche all’affidabilità e alle capacità di portata di macchine, attrezzature e veicoli a disposizione - come, ad esempio, i carrelli semoventi SPMT, accoppiati con altri sistemi di sollevamento costituiti da strand jacks e “jackup system”.
Un caso esemplare è quello del varo dei tre ponti metallici ad arco, realizzato da Fagioli per il committente Webuild nell’ambito dei lavori della linea ferroviaria dell’alta velocità Napoli-Bari. In dettaglio, si tratta dei progetti VI02, VI03 e VI04 di ponti ad arco da 80 m ciascuno, in carpenteria metallica, a sovrappasso della viabilità dell’Asse mediano S.S.
VISTA LATERALE
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PLATEA DI FONDAZIONE IN C.A. PER SISTEMA DI TORRI (A CURA DEL CLIENTE)
162 dir (i primi due) e della S.S. 7bis. La tipologia strutturale adottata dai progettisti della Seteco Ingegneria per i tre ponti è quella di trave Langer o “arco a spinta eliminata”. Ciascun ponte è costituito da una campata in semplice appoggio, con una lunghezza della travata fra gli assi degli appoggi pari a 78 m, mentre l’interasse fra le pareti è pari a 12,8 m (12 m per il VI02). L’arco è realizzato con sezione a cassone chiuso di altezza 2.000 mm e larghezza di 1.500 mm. L’altezza in chiave dell’arco è di 19,35 m (distanza asse catena-asse arco) e su ciascuna parete l’arco è collegato alla trave principale attraverso 19 pendini Φ160 mm con passo pari a 3,25 m. Il progetto a Base di Gara prevedeva il montaggio di questi impalcati mediante gru e pile provvisorie, interessando in maniera importante la viabilità sottostante. La nuova proposta di varo Fagioli ha invece avuto come punto cardine la velocità di varo e la riduzione dei tempi di interessamento della sede stradale. Basti pensare che la movimentazione dei ponti completi dall’area di premontaggio fino alla posa finale è durata 6 ore. Le attività di trasporto dei tre impalcati sono state eseguite in tre periodi distinti durante l’anno 2020; tutte sono iniziate al mattino e si sono concluse nel pomeriggio con il rilascio del ponte sugli appoggi temporanei. Le caratteristiche dei tre manufatti sono riportate in Tabella 1 e in Figura 1.
3350
12800 19500 26100
Tabella 1
1
PER ESECUZIONE
29/01/21
0
PER ESECUZIONE
12/01/21
A
PER COMMENTI
08/01/21
Descrizione revisione
Data
Rev.
Description of revision
Date
E.C.
L.G.
L.G.
E.C.
L.G.
L.G.
E.C.
L.G.
Disegnato
Controllato
Drawn by
Checked by
L.G. Approvato
Approved by
FAGIOLI AREA
CLIENTE/CUSTOMER
NACAV
EMEA
DESCRIZIONE COMMESSA/JOB DESCRIPTION
VARO PONTI AD ARCO AV - TRATTA NAPOLI CANCELLO
DESCRIZIONE DISEGNO/DRAWING DESCRIPTION
POSIZIONAMENTO CONVOGLI SPMT PER PRESA IN CARICO NUM. DISEGNO/DRAWING NUMBER
537-AST-DP-02-0201
SCALA/SCALE
1:450
FORMATO/SIZE
A3
COMMESSA/JOB
18.16.01.1090
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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE Figura 1
Tutte le attività di varo possono essere raggruppate nelle seguenti macro fasi operative principali, facendo distinzione tra quelle eseguite nel cantiere secondario, senza impatto sulla viabilità ordinaria, e quelle invece nel cantiere primario, per le quali è stata richiesta l’interdizione al traffico della Statale S.S.172bs e della S.S.7bis. Il trasporto di ogni ponte ad arco dal cantiere di premontaggio all’area di posa, è avvenuto mediante carrelli modulari SPMT’s. Questi mezzi multiruota, mediante il sistema idraulico di cui sono dotati, permettono di ripartire il carico trasportato in maniera uniforme su tutti gli assi e sulle ruote, con una pressione uniformemente distribuita sotto l’impronta del mezzo che non supera il valore di 10 ton/m2 (1 kg/cm2). Per questa capacità di ripartizione del peso a terra, il mezzo
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Supply chain of concrete and precast industries
è idoneo alla movimentazione di grandi strutture, anche su terreni privi di elevata capacità portante. Il mezzo è in grado di auto sollevarsi per staccare da terra il carico autonomamente, senza dover essere caricato con altri mezzi quali gru. L’escursione idraulica del pianale è pari a 600mm, pari alla massima estensione del cilindro idraulico che collega l’asse al pianale, con una minima altezza di 1200mm e un massima di 1.800 mm; solitamente la quota del pianale durante la movimentazione è mantenuta pari a 1.500 mm, in modo tale che in caso di avvallamenti e pendenze il cilindro idraulico al quale la ruota è collegata abbia corsa a sufficienza per assecondare il terreno. Il sistema è infatti autolivellatore, ovvero ha la capacità di estendere i cilindri, senza aumentarne la pressione idraulica, per mantenere il pianale orizzontale ed evitare fenomeni di fuori verticalità del carico trasportato. Allo stesso modo, forzando il sistema con la pulsantiera, l’operatore specializzato può correggere l’inclinazione del carico nelle due principali direzioni (x e y). Il sistema di sollevamento e di inclinazione, unita al sistema di avanzamento e di rotazione idraulico millimetrico (marcia
avanti e indietro, rotazione su se stesso, rotazione in volta corretta) sono elementi vincenti per la movimentazione di impalcati, con il centraggio e la posa millimetrica degli stessi sugli appoggi finali o temporanei. Per i ponti della tratta ferroviaria Napoli – Cancello sono stati impiegati 104 assi, aventi ognuno la capacità netta di 30 ton, per un totale di 3.120 ton, suddivisi in due gruppi, uno in corrispondenza dell’appoggio lato Napoli, l’altro lato Cancello (Figura 2). Su entrambi i gruppi sono stati predisposti elementi in carpenteria metallica tralicciati, con peso circa 2 x 150 ton, per mantenere il ponte ad arco alla quota di varo di circa +7.500 mm. La posizione dei carrelli SPMT è stata scelta in collaborazione con il progettista dell’opera metallica e in considerazione dei seguenti aspetti: minore inversione del momento flettente del ponte durante la movimentazione; il ponte è infatti progettato per il solo momento positivo per la condizione di esercizio, in semplice appoggio sugli estremi; riduzione dei rinforzi interni al ponte, per le verifiche globali e locali, nei punti di contatto delle carpenterie di supporto con le travi cate-
na; rispetto al progetto iniziale dell’opera, sono stati aggiunti solo due tubi metallici diametro esterno 14” (355,6 mm), irrigidenti su ogni lato della trave catena; compatibilità della posizione dei mezzi con la geometria delle spalle e di eventuali ingombri che possono interferire con i mezzi durante la movimentazione e la posa. La carpenteria di supporto interposta tra i mezzi semoventi e le travi catena è costituita da strutture tralicciate progettate e costruite in acciaio S355J0 EN10025 EN1090 EXC2/3, in accordo alla norme applicabili, in considerazione dei seguenti effetti: • Peso dell’impalcato, comprensivo di eventuali incertezze note in fase progettuale; • Vento agente sul ponte ad arco. Le attività di varo si definiscono “weather resctricted”, ovvero avvengono esclusivamente in condizioni metereologiche controllate; in fase progettuale, pertanto, è stato possibile scegliere la velocità di progetto pari a 10m/sec di raffica a 10 m di quota. Vista la breve durata delle attività, sempre inferiore alla finestra di previsione meteo di 72 ore, si ha
Figura 2
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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE sempre la certezza che l’attività possa iniziare ed essere conclusa con valori di vento sempre entro i limiti progettuali; • Differenze di trazione tra i mezzi semoventi; pur essendo i mezzi radiocomandati, coordinati e sincronizzati, a causa di attriti differenti tra i mezzi e il terreno sottostante, possono insorgere differenze di trazione che si traducono in carichi orizzontali sulle strutture, pari a circa il 5% del carico verticale supportato dal mezzo; • Eventuali fuori verticalità del mezzo durante le manovre.
L’altezza della carpenteria di supporto è stata scelta in considerazione della quota di posa finale dell’impalcato sulle pile e dell’escursione dei mezzi semoventi, attraverso la quale il ponte è stato trasportato sopra gli appoggi temporanei e poi calato sugli stessi. La corsa idraulica verticale dei carrelli di 600 mm non è stata certo sufficiente per prendere in carico il ponte ad arco nel cantiere secondario (H1=1.500 mm) e sollevarlo alla quota di varo (H2=7.500 mm). Per tale motivo, e anche per consentire il premontaggio dell’impalcato ad una quota non supe-
riore a 1,5 m per evitare lavorazioni in quota, Fagioli ha impiegato presso il cantiere secondario un innovativo sistema di sollevamento (Figura 3). Per il sollevamento dell’impalcato dalla quota H1 alla quota H2, il sistema classico di sollevamento con torri e strand jacks system montato lato Cancello (capacità 4 x 450 ton = 1.800 ton), è stato implementato con il lifting system JS500 montato lato Napoli (capacità avente capacità 4x500 ton = 2000 ton). Complessivamente la potenza di sollevamento a disposizione è stata 3.800 ton.
Figura 3
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JS500, la carta vincente Il lifting system JS500 di Fagioli è un sistema di sollevamento su più punti di appoggio. Una tipica configurazione del sistema include quattro unità di sollevamento posizionate sotto ogni angolo del carico da sollevare. Il telaio di sollevamento di un’unità di sollevamento (base frame), avente capacità certificata pari a 500 ton ognuna, contiene quattro cilindri di sollevamento idraulici con capacità di 200 ton, uno in ciascun angolo, che sollevano un telaio (lifting frame) interponendo ad ogni step di sollevamento, in maniera automatica, elementi di carpenteria metallica (barrels). In tale maniera, pur avendo i cilindri corsa finita, il sistema avrebbe corsa verticale infinita, limitata solo dalla disponibilità di barrels e ovviamente dalle verifiche di stabilità all’equilibrio della colonna che si crea. Il carico viene quindi sollevato ad incrementi pari all’altezza dei barrels che vengono inseriti nel sistema, sollevati e impilati, formando “torri di sollevamento”. I barrels di sollevamento sono meccanicamente bloccati tra di loro con perni, per ammettere un carico orizzontale in testa alla colonna fino al 10 % del carico verticale, in funzione
del carico sollecitante verticale e dell’altezza di sollevamento. Il lifting system JS500 è gestito e controllato da un remote control system. Le operazioni di sollevamento e abbassamento di ciascuna unità avvengono contemporaneamente; il software permette di sincronizzare le varie unità per mantenere il carico e le corse entro i range massimi prestabiliti. Il software permette il sollevamento e l’abbassamento sia in modalità automatica che in manuale e ogni unità ha un impianto idraulico autonomo che ne permette la regolazione indipendente, se necessario. La configurazione del sistema più comune include quattro Hydraulic Power Unit (HPU), ma il sistema può essere espanso per includerne un numero maggiore. Il vantaggio del sistema lifting system JS500 è quello di supportare il carico dal basso, senza averlo appeso dall’alto, con operatori specializzati che intervengono a terra, in quanto l’inserimento dei barrels avviene sempre dal basso, senza alcuna necessità di mezzi di sollevamento, gru e piattaforme aeree. Questo limita gli oneri relativi alla sicurezza per lavorazioni a quote più elevate. Per il sollevamento dei ponti ad arco in oggetto, sono stati utilizzati quindi, in
contemporanea, il lifting system JS500 predisponendo le quattro unità di sollevamento (2+2) su un lato del ponte (direzione Napoli) e il sistema Strand Jack System sull’altro lato (direzione Cancello). La spinta di sollevamento di entrambi i sistemi è applicata in corrispondenza degli appoggi permanenti del ponte, in modo tale che lo schema statico di sollevamento non sia differente da quello di esercizio (campata in semplice appoggio). Il sistema di sollevamento Strand Jack System, contrapposto al lifting system JS500, è costituito da quattro torri tralicciate fisse posizionate su fondazioni in cemento armato con relativo telaio di sommità (due per lato, provviste ognuna di uno strand jack con capacità di 450 tonnellate). I quattro martinetti a recupero di cavi sollevano una trave che sorregge le travi a catena in corrispondenza degli appoggi permanenti. Il ponte ad arco è stato sollevato con i due sistemi in parallelo (Lifting system JS500 e Strand Jack System), in controllo di spostamento, e contestualmente con il controllo che il carico rientrasse entro i limiti progettuali, in steps graduali, fino a un’altezza che potesse permettere il posizionamento dei carrelli SPMT (104 assi) a loro volta provvisti della carpenteria metallica di supporto (Figura 4). Figura 4
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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE Il giorno successivo, ultimati i controlli dimensionali dell’impalcato e dei recessi di appoggio finale, si è proceduto con la preparazione delle aree di transito; in particolare, a seguito dell’interruzione e della deviazione del traffico stradale, è stata necessaria la rimozione di alcune barriere e di guardrail per circa 20 m e la regolarizzazione della sede stradale con un raccordo con la zona di transito. Il transito dall’area secondaria di cantiere alle pile è durato 45 minuti, mentre il centraggio e la posa finale ha richiesto meno di sei ore. Le
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condizioni operative per il sollevamento e successivamente per il trasporto sono state scelte in funzione dei criteri progettuali stabiliti in fase esecutiva. I parametri principali sono riportati nella Tabella 2. Un’ingegneria con adeguato know-how, con il supporto di una flotta di mezzi tecnologicamente avanzati, costituiscono la “ricetta” base per poter affrontare le nuove sfide richieste dal mercato nell’ambito delle costruzioni e del settore civile e infrastrutture in generale. Le soluzioni di installazioni tradizionali sono state sosti-
tuite da un avanzamento tecnologico che ne surclassa le prestazioni in termini di sicurezza, riduzioni di costi e di tempi di installazione. Fagioli, con la propria ingegneria interna e ad alto contenuto tecnologico, riesce a studiare, analizzare e dare soluzioni sempre innovative e in linea con le problematiche sempre più complesse che il cliente e il mercato richiedono. La redazione di Concrete News ringrazia, per il prezioso contributo alla redazione del servizio, la divisione Engineering di Fagioli Spa.
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è la più importante e diffusa rivista italiana dedicata a gli operatori del vasto e articolato comparto del sollevamento, della movimentazione industriale e portuale e dei trasporti eccezionali. Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
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Anno 7 - Novembre 2021
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Anno 7 - Ottobre 2021
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Anno 7 - Agosto/Settembre 2021 La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
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Numero speciale
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Anno 8 - Febbraio/Marzo 2022
Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
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8 -10 Giugno 2022 Piacenza
Anno 8 - Aprile/Maggio 2022
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La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
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Anno 7 - Dicembre/Gennaio 2022
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QUATTORDICI PER UN GIOIELLO
È IL NUMERO DI “GEMME” TEREX IMPENNABILI DELLA SERIE CTL, ALLESTITE IN CANTIERE DALLA GCC COMPANY A DUBAI PER LA COSTRUZIONE DEL RIVOLUZIONARIO JEWEL OF THE CREEK A DUBAI
L
a General Construction Company (GCC) degli Emirati Arabi Uniti sta lavorando a un progetto straordinario, a Dubai, che prevede l’installazione in cantiere di 14 gru a torre con braccio impennabile Terex, con i modelli CTL140-10 e CTL260-18 in prima linea nell’imponente impresa denominata
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Jewel of the Creek, un piano di sviluppo da un milione di metri quadrati nell’area Port Saeed di Deira, che occupa una posizione strategica sulla sponda nord del Dubai Creek. Il progetto prevede una destinazione multifunzionale residenziale, commerciale, ricettiva e ricreativa; trasformerà la
località in un vivace centro urbano e un importante punto di riferimento turistico nel cuore di Dubai, con 17 grattacieli che ospiteranno appartamenti, hotel e uffici. Ci sarà anche un ampio spazio per il tempo libero con sale per eventi, centri ricreativi e un record annunciato con la piscina più lunga di Dubai. Il comples-
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so sorge in parte su terraferma e in parte su un’isola artificiale con un’insenatura interna che contempla una passeggiata sul lungomare e un porto turistico sul Creekside. Il Jewel of the Creek è stato sviluppato da Dubai International Real Estate e progettato da Kling Consult in una joint venture con un altro studio di architettura, tedesco, il Kieferle & Partner. GCC-General Construction Company sta realizzando il complesso, con l’ausilio di un totale di 16 gru a torre Terex. Una serie di sfide per questo progetto, con il clima incredibilmente umido e caldo di Dubai e temperature che raggiungevano i 51 gradi, non hanno spaventato le maestranze Terex Cranes nell’insediamento e nella messa in opera delle gru. Anche le problematiche complesse della posizione particolare del cantiere sono state risolte con la costruzione delle aree seminterrate in spazi ristretti, spostando le gru da un’area di cantiere all’altra con le lavorazioni in pieno svolgimento.
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Emam Al Sayed, a capo del dipartimento meccanico di GCC, ha spiegato le ragioni della scelta opportuna intrapresa con le gru a torre Terex. “Tutte le gru sono del tipo a braccio impennabile, dalla CTL 14010 con portata di 10 tonnellate, alla CTL 260-18 da 18 tonnellate - replica Al Sayed La soluzione ideale rappresentata da que-
sti modelli è deputata all’elevata capacità di carico, al controbraccio corto e alla versatilità che consente l’assemblaggio in aree confinate come quelle contemplate dal cantiere. Queste gru sono molto versatili, formate da componenti abbastanza leggere da poter utilizzare anche una piccola autogrù per l’installazione. Hanno
Dentro gli Emirati Il progetto Jewel of the Creek non sarebbe stato possibile senza lo stretto rapporto tra Terex Tower Cranes e GCC. È una relazione ormai consolidata negli anni che ha contribuito a garantire il successo di un progetto così grande, che coinvolge così tante gru a torre Terex. Rashad Haweeleh, Area Sales Manager per le gru a torre Terex in Medio Oriente, conferma che “GCC General Construction Company LLC è un partner eccellente. È una delle società di costruzioni più rinomate degli Emirati Arabi Uniti, come riflesso delle forti relazioni che hanno stretto nel corso degli anni e del loro approccio personalizzato al servizio clienti. Sono coinvolti nei progetti più prestigiosi negli Emirati Arabi Uniti e li gestiscono con grande professionalità e profonda conoscenza tecnica e gestionale”.
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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE un controbraccio corto, come dicevo, che aiuta nella manovrabilità della gru. Per gestire l’attività di tante unità in un’area ristretta, il sistema anticollisione AMCS installato sulle Terex coadiuva il controllo del movimento di ciascuna gru in relazione all’operatività delle altre in campo contemporaneamente”. Le gru installate sono generalmente autoportanti, con altezze della torre fino a 110 m e lunghezze braccio di almeno 50 m. “Il fatto che una volta assemblata la prima gru, potessimo installare e smontare facilmente qualsiasi altra gru, ha costituito un vantaggio che ci ha permesso di risparmiare tempo – aggiunge Al Sayed – L’opzione gru ad alta velocità da 67 kW ha aiutato ad accelerare le lavorazioni e il già citato controbraccio corto ha impresso una manovrabilità straordinaria negli spazi più ristretti”.
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STRATEGIA DEGLI SPAZI NELLA COSTRUZIONE DEL CHORUS LIFE DI BERGAMO, TECHIND HA FORNITO ALL’IMPRESA PERCASSI UNA FLOTTA DI TORRI POTAIN NDT 219 J10 A ROTAZIONE ALTA CALIBRATA SULLA COMPLESSA LOGISTICA DI CANTIERE. UN MODELLO DI PUNTA PER UN CALEIDOSCOPIO DI CONFIGURAZIONI
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A
Bergamo, nel Nord Italia, il Gruppo Costim, holding industriale attiva nella filiera del real estate, sta trasformando una ex area industriale di 150.000 m2 in una “new smart city”. Il progetto, nominato Chorus Life, rappresenta una delle più importanti e innovative operazioni immobiliari attualmente in corso nel nostro Paese. La trasformazione dell’area prevede circa 20.000 m2 di verde, piste ciclopedonali, un’arena multifunzionale da 6.500 posti, un parcheggio da 1.000 posti, un centro medico sportivo, una palestra panoramica, un percorso sky jogging panoramico all’aperto, un grande centro benessere, un hotel e una zona residence. Con circa 400 t di ferro da movimentare in loco ogni settimana, oltre a tutti gli altri materiali da costruzione, l’appaltatore Percassi si è rivolto a Techind, il rivenditore locale Potain, per identificare l’attrezzatura di sollevamento ottimale
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per il lavoro. Percassi necessitava di un singolo modello di gru che potesse essere allestito in diverse configurazioni, così da poter essere interscambiabile, da facilitarne l’utilizzo da parte degli operatori del cantiere e da ottimizzare la gestione della manutenzione e dei pezzi di ricambio. Techind, con i suoi 25 anni di esperienza nel fornire soluzioni di sollevamento personalizzate e una flotta noleggio di alta qualità composta da 65 gru a rotazione alta e 60 automontanti, ha garantito l’affidabilità dei prodotti a marchio Potain. Techind ha svolto uno studio sulla disposizione degli spazi in loco, sulle altezze e gli ingombri dei singoli edifici, definendo di conseguenza la logistica e i lavori da eseguire per stabilire le necessarie altezze operative, gli sbracci e le capacità. La decisione è caduta su uno dei modelli di punta della gamma Potain, l’MDT 219 J10, che implementa alcune delle più avanzate tecnologie di controllo e gestio-
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ne sviluppate da Potain. Techind ha quindi montato sul sito di Chorus Life sette gru a rotazione alta Potain MDT 219 J10 con cabine Ultra View in diverse configurazioni: con altezze operative, sbracci e capacità variabili. La configurazione base della Potain MDT 219 J10 ha 65 m di braccio con una capacità massima di 10 t a 17 m e 1.9 t in punta. Per questo cantiere tutte le gru
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sono dotate di un argano di sollevamento 50LVF25 GH Optima da 37 kW (50 HP) e di un meccanismo di rotazione RVF 162 Optima Plus. Oltre alle sette gru a rotazione alta MDT 219 J10, Techind ha utilizzato anche due gru a torre automontanti Potain: una HD 40A, alta 23 m con un jib da 35 m, e una Igo 50, alta 23,2 m equipaggiata di jib da 40 m. La Igo 50 è il modello più grande
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Controllo e diagnostica integrate della gamma di gru a torre automontanti Igo Potain. Offre un design compatto (ingombro di 4,5 x 4,5 m) con un raggio di rotazione posteriore ridotto che garantisce manovrabilità anche nei cantieri più ristretti. È dotato di un collegamento di alimentazione trifase a 480 V, cabina ad altezza fissa opzionale, scala di accesso e telecomando wireless.
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Tutte le sette gru Potain MDT 219 J10 sono dotate del nuovo Sistema di Controllo Crane Control System (CCS), che consente di ridurre i tempi di lavoro migliorandone la precisione. Il CCS offre un’interfaccia semplificata, un display grafico completo, comandi ergonomici and un Jog Dial che agevola la navigazione e l’inserimento dei dati, per garantire i massimi livelli di confort, controllo e capacità di sollevamento. Le gru sono dotate anche di Top Tracing III, un Sistema Anti-Collisione integrato che può monitorare l’interferenza fino ad un massimo di 16 gru. Lo schermo intero consente una maggiore visibilità complessiva della gru e dei suoi dintorni, oltre a quella già offerta dalla cabina Ultra View Potain. Le gru sono inoltre equipaggiate con lo strumento di diagnostica remota CraneSTAR Diag, che consente ai tecnici di connettersi da remoto allo schermo di controllo dell’operatore della gru per eseguire la diagnostica e la risoluzione dei problemi in tempo reale. Questa soluzione consente di risparmiare tempo e denaro ed evita viaggi multipli in cantiere, assicurando che i tecnici arrivino con gli strumenti e i ricambi giusti per risolvere il problema.
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K56L, PER GRANDI CANTIERI EVOLUZIONE DELLA POMPA AUTOCARRATA BEST SELLER K55L, IL NUOVO MODELLO STEELTECH DI CIFA SI ARRICCHISCE DI SOLUZIONI SMART PER AUMENTARNE SEMPLICITÀ DI UTILIZZO, ROBUSTEZZA E LEGGEREZZA DINAMICA
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alla sede di Senago di uno dei maggiori costruttori di macchine per la distribuzione del calcestruzzo, esce un nuovo modello di fascia alta della gamma di pompe autocarrate Steeltech. La nuova nata dalla fucina di Cifa, si chiama K56L e dal 10 maggio scorso l’anteprima sul sito del produttore europeo (cifa. com) della pompa di 56 metri, nata come evoluzione del modello best seller K55L, ne certifica l’identità smart, con soluzioni all’avanguardia che ne esaltano la semplicità di utilizzo, la robustezza e, allo stesso tempo, la leggerezza dinamica. Cifa ha voluto superare la grande affidabilità del modello di 55 metri e lo standard di settore, introducendo un modello ancora più robusto e facile nella manutenzione, limitando il Total Cost of Ownership della macchina. Tutto questo perché il cliente possa avere una pompa affidabile, dalle alte prestazioni e dai costi di esercizio contenuti. “Questo prodotto si inserisce nel progetto di ottimizzazione della gamma Steeltech, che ha l’obiettivo di avere key model in grado di coprire un ampio ventaglio di necessità, massimizzando la condivisione di parti e componentistica fra loro - commenta Marco Polastri, direttore Sales, Aftersales e Marketing di Cifa - È importante per noi fornire alle aziende macchine performanti e soprattutto semplici da utilizzare e manutenere; un problema comune a molti costruttori è quello della difficoltà di reperire operatori specializzati, quindi per loro poter contare su macchinari intuitivi e facili da manutenere è senz’altro un vantaggio, anche in termini economici. Le nostre macchine sono il risultato della nostra capacità di metterci nei panni dell’utilizzatore”. La pompa K56L si candida dunque come macchina heavy-duty e versatile per eccellenza, una prima scelta per operare in cantieri di grandi dimensioni. Disponibile con tre diversi gruppi pompanti (HP1606H a circuito aperto, HP1608EC e HP1808ECX a circuito chiuso), può essere allestita su un classico camion 10x4 (mercato europeo) o un 8x4 tipico di mercati con regolamenti meno stringenti. La Steeltech K56L è dotata di un braccio a cinque sezioni con configurazione RZ. La soluzione è pertanto ideale per sfruttare appieno i 55,1 m di estensio-
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MACCHINE TECNOLOGIA E IMPIANTI E INNOVAZIONE ne massima verticale senza complicare la gestione in fase di piazzamento. La nuova torretta, oltre ad avere la tubazione esterna per una facile manutenzione, rende la chiusura del braccio più compatta, evitando di sporgere oltre il gruppo pompante o sopra la cabina. La stabilizzazione è a X come per il modello K55L, ma è stata semplificata e resa più efficiente. Infatti gli stabilizzatori frontali sono a doppio sfilo, riducendo i tempi di apertura e l’impronta a terra. Gli stabilizzatori posteriori, invece, sono più robusti e lunghi. Inoltre, le bandiere posteriori ospitano i due serbatoi in plastica (600 l) per acqua e diesel. Il design rivisto e semplificato unito ai sistemi elettronici smart riducono i tempi di piazzamento e assicurano la massima sicurezza durante il lavoro, migliorando ulteriormente le prestazioni. Il telaio della K56L è condiviso con il più noto e collaudato K60H, caratterizzato da un sotto-torretta robusto che ospita anche il nuovo serbatoio olio ancora più facile da raggiungere per ogni tipo di manutenzione. La struttura è bilanciata e ottimizzata rispettando le 10 tonnellate di carico massimo sugli assali posteriori. La K56L sfrutta tutta la sua potenza grazie alla gestione elettronica intuitiva ed efficiente. Molti sono i sistemi integrati che aiutano nelle operazioni ricorrenti e rendendo il lavoro in cantiere più facile e sicuro. Il
sistema Smartronic è il controllo intelligente della pompa autocarrata. In particolare, alcune funzioni di gestione avanzata della stabilità e del braccio pompante, come ASC e MBE, sono di grande aiuto per l’operatore. L’ASC (Advanced Stability Control) permette di ottenere il massimo dall’utilizzo della macchina. Il sistema è intelligente e massimizza l’area di lavoro in funzione dell’effettiva apertura degli stabilizzatori; quando ci si avvicina a una situazione al limite della stabilità, entra in azione: prima rallentando la movimentazione del braccio, e alla fine fermandolo prima di raggiungere una configurazione critica. L’MBE (Max Boom Extension), invece, è un sistema predittivo che dà all’utilizzatore la distanza massima che si può raggiungere con il braccio in caso di apertura parziale della stabilizzazione. Quando l’operatore arriva in cantiere, prima di aprire il braccio può vedere sul display della macchina l’effettiva apertura massima raggiungibile in tutta sicurezza; il risparmio di tempo è garantito. In aggiunta, il pacchetto Smartronic Advanced prevede la funzione Automatic Boom Folding and Unfolding che attiva la sequenza automatica di apertura e chiusura del braccio. Il sistema si sostituisce all’operatore in una sequenza automatizzata e calibrata alla perfezione che velocizza le operazioni e previene da eventuali errori nelle manovre.
Sempre attiva in connessione Selezionabile come opzione, potente alleato nella gestione e monitoraggio della flotta aziendale. Anche la nuova K56L può essere equipaggiata con la telemetria Cifa Vista, in grado di geolocalizzare il mezzo, gestire la manutenzione e soprattutto registrare prestazioni, consumi e messaggi di errore. Ogni macchina attuale della produzione di Senago è dotata di Cifa Vista ed è quindi “4.0 ready”, ossia pronta per ottenere la certificazione per usufruire dei contributi statali previsti per l’industria 4.0.
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a autentico pioniere della miscelazione su macchine mobili, Blend Plants ha aggiunto un valore di innovazione in più con il nuovo impianto mobile della gamma E-series. Il modulo semovente E015 4x4 ha conquistato la giuria degli ICTA
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2022 con la sua personalità di macchina innovativa per la mescolazione di calcestruzzo, misti cementati, sabbiature, malte, asfalto a freddo e calcestruzzo riciclato. L’allestimento su veicolo fuoristrada 4x4 è progettato per raggiungere cantieri impervi con un impianto
piccolo, compatto e della massima versatilità. L’E015 è pensato, quindi, per soddisfare le necessità operative in cantieri complessi proprio grazie alle dimensioni contenute. Passo più corto degli standard del settore, altezza della macchina
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più bassa per una movimentazione in totale sicurezza e un impianto dotato di due tramogge per inerti dalla portata di 3,5 m3 e di un silo cemento di 1,1 m3. Altri componenti come acqua, additivi ed emulsione sono presenti a bordo dell’impianto stesso, che può essere allestito su camion, su tipologie di mezzi Unimog oppure in versione stazionaria. In sostanza, un vero impianto mobile polivalente al servizio delle esigenze di fornitura per ogni impresa di costruzioni.
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Le dimensioni dell’E015 4x4 consentono, inoltre, di caricare gli inerti per mezzo di miniescavatori o con pale gommate; il materiale, viene poi dosato per decremento e condotto al mescolatore per mezzo di nastri trasportatori. La mescolazione in continuo garantisce un prodotto finale di qualità e un calcestruzzo certificabile. Il mescolatore ad albero singolo, ad alta efficienza, raggiunge una produzione di 35 m3/h ed è facilmente accessibile per una pratica pulizia e manutenzione, senza sprechi di acqua.
L’estrema mobilità consente la produzione di materiale in situ, nella quantità necessaria, senza sfridi e senza costi di trasporto aggiuntivi. Come per tutti gli impianti Blend, la prerogativa è quella dell’abbattimento della necessità di aspettare consegne di calcestruzzo in cantiere o sostenere costi aggiuntivi per materiale in eccesso; inoltre, la mescolazione in cantiere abbatte i consumi, contribuendo alla riduzione di emissioni di CO2. La struttura compatta, la riduzione del rumore, rispetto ad altri macchinari e il basso in-
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dice inquinante, grazie all’impiego alternativo di motori diesel o elettrici, rendono la E015 un impianto ottimale per operare anche nei centri urbani. Il modello realizzato da Blend Plats per un cliente in Corsica - oggetto della candidatura agli ICTA 2022 - è stato montato su carro 4x4 di Carmix dotato di seduta reversibile e diverse direzioni di sterzata. Il cliente ha preferito applicare una canala di scarico al più comune nastro telescopico, così da poter realizzare micro-trincee per la fibra ottica. La produzione è automatizzata per mezzo di un pannello di controllo semplice e intuitivo e può es-
sere gestita da un unico operatore. L’uso del radiocomando consente il controllo remoto e il perfezionamento della ricetta aggiungendo o togliendo acqua durante la produzione. L’E015, come tutti gli impianti Blend, può accedere agli incentivi di Industria 4.0. Attraverso un sistema di gestione macchina è possibile, infatti, monitorare la produzione da remoto, gestire le ricette, ricevere report e analisi di produzione. È disponibile anche un servizio di assistenza remota in collegamento puntuale con un tecnico specializzato Blend.
Alla crescente necessità di lavorare in cantieri dalle dimensioni ridotte o in contesti urbani sensibili, in concomitanza con la richiesta di metodologie di lavorazione più sostenibili, volte alla riduzione dei consumi e all’uso di materiali riciclati, la tecnologia degli impianti Blend Plants fornisce una risposta di alto profilo nella realizzazione di impianti efficienti e all’avanguardia, capaci di rispondere alle esigenze delle imprese, per migliorare il lavoro degli specialisti del calcestruzzo nel segno del progresso più agile ed efficiente. Una filosofia che ha diffuso un beneficio ideale e concreto anche tra i visitatori del GIC 2022.
Un robot per massetti Negli ultimi anni gli operatori del settore applicativo che comprende la posa di pavimenti all’interno delle abitazioni hanno realizzato un salto tecnologico e un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro grazie all’utilizzo di macchine mobili montate su autocarro per la produzione e il pompaggio di massetti e sottofondi. Le condizioni di posa all’interno delle abitazioni, invece, sono rimaste pressoché invariate e lai operazioni relative alla distribuzione e alla stesa del materiale miscelato viene ancora affidata al lavoro manuale degli stessi operai specializzati. Il materiale semi-asciutto generalmente viene scaricato tramite la cosiddetta “capra” - un cavalletto sopraelevato collegato con il tubo di pompaggio - e la successiva stesa del materiale è effettuata con l’ausilio di una semplice pala manuale. Solo per la fase successiva delle lavorazioni, il mercato offre da tempo dei robot di spianatura che entrano in campo dopo che il materiale è stato precedentemente distribuito e preparato manualmente dagli operatori. Blend ha creduto alle possibilità attuali dell’automazione di questo processo. Dopo il successo di pubblico conquistato in collaborazione con Cifa per l’impianto Easyfloor di pompaggio in continuo dei materiali asciutti e autolivellanti, Blend ha progettato un veicolo robotizzato con sistema di locomozione basato su cingoli, dedicato alla distribuzione automatica del materiale e al compattamento, livellamento e lisciatura di massetti e sottofondi per i pavimenti all’interno delle abitazioni. Questo robot cingolato ha una vasca di carico che riceve il materiale pompato in continuo da una torretta fissata al telaio del robot stesso e lo convoglia verso un banco di stesa che ha una larghezza di lavoro di circa 1.350 mm. La funzione è simile a quella di una finitrice stradale di dimensioni ridotte con l’aggiunta di un braccio robotico che può muoversi da destra e sinistra con un disco rotante. Il veicolo è completamente elettrico ed alimentato con batterie al gel, isolate ed ermetiche, per un’autonomia di almeno sei ore. Dotato del sistema di rilevamento perimetrale dell’area di lavoro e calcolo del percorso ottimale, il robot esegue la posa con controllo laser dell’altezza del massetto.
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TS6100e, avant-garde fully electric
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elettrificazione del settore costruzioni ed edilizia è in piena espansione e il settore della pavimentazione non è escluso da un’evoluzione nel segno della sostenibilità. Funzionalità full electric, peso ridotto e compattezza, interfaccia operatore multilingue di ultima generazione e ridotti costi di uso e manutenzione fanno del modello di pavimentatrice Mini Superflat Screed TS6100e, alimentato a batteria, la livellatrice compatta a emissioni zero ideale per pavimenti industriali in calcestruzzo, garage, aree di parcheggio, soppalchi e altre lavorazioni in cui lo spazio è limitato e l’ambiente sensibile. Il TS6100e è dotato di un sistema operativo avanzato e dispone di una tecnologia all’avanguardia che include il software multilingue SFS 3.0, collegato a uno schermo touchscreen con molteplici funzionalità che consentono
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The latest addition to its product range is the TS6100e, fully electric, battery powered Mini Superflat Screed. The zero emissions, compact concrete levelling machine is ideal for industrial concrete floors, freezers, garages, parking areas, mezzanines and other construction jobs where space is limited and meets consumer demands for an environmentally sensitive machine. A member of the Twintec Group of companies, Topp & Screed is committed to developing sustainable solutions for current and future generations. The zero emissions TS6100e is a world first of its kind in the sector of industrial concrete floors. The remote controlled electric TS6100e Mini Superflat Screed delivers the same power and performance as TS6100e thermic-powered models with no compromise on hydraulic functions and offers outstanding results in terms of levelling and flatness. The battery is designed to be effective for a minimum of 8 working hours per day and can be fully recharged in 6-7 hours when plugged in 220V and in 2-4 hours when plugged in 380V. Electric drives are low maintenance. This is a huge benefit, reducing maintenance costs and time, and consequently maximizing machine working time. The TS6100e is equipped with an advanced operating system. It has groundbreaking and cutting-edge technology including the SFS 3.0 multilingual software linked to a tactile touch screen, loaded with multiple features that allow the operator to fine tune the machine to different applications for ultimate performance. The TS6100e’s low weight enables it to be driven on mesh and coldstore insulation materials. The machine is easily transported on a trailer, with a foldable elevation beam that narrows the machine profile during transport and allows easy access to job sites with restricted access.
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all’operatore di mettere a punto la macchina per diverse applicazioni alle massime prestazioni. Società del gruppo Twintec, Topp & Screed si impegna da tempo a sviluppare soluzioni sostenibili per le generazioni di lavoratori attuali e future. Il TS6100e a emissioni zero è il primo modello al mondo nel suo genere dedicato al settore dei pavimenti industriali in calcestruzzo.
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TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
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Supply chain of concrete eand precast industry Filiera del calcestruzzo della prefabbricazione
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Per informazioni info@concretenews.it Tel. (+39) 010 5704948 Supply chain of concrete and precast industries
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LA PRECISIONE DEL DIAMANTE
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ICTA 2022 INNOVAZIONE DI PRODOTTO (DEMOLIZIONE, TAGLIO E CAROTAGGIO)
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SPECIALISTI NELLE MACCHINE PER TAGLIO E SCAVO, ALLA DAZZINI DI AVENZA (MS) HANNO SVILUPPATO, PER PRIMI NEL SETTORE, IL CONTROLLO TRAMITE INVERTER PER LA REGOLAZIONE DELLA VELOCITÀ PERIFERICA E PER IL TENSIONAMENTO DEL FILO DIAMANTATO
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l solco della capacità inventiva è una prerogativa tipica di un produttore come Dazzini. Lo specialista di Carrara nelle macchine per tagli speciali (con un accento specifico sulla tecnologia di taglio con filo diamantato), ha portato nelle cave
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internazionali le soluzioni più idonee per qualsiasi tipo di lavorazione estrattiva o di intervento in fase di scavo. “Grazie alla nostra esperienza abbiamo installato impianti in ogni area del globo e abbiamo creato una rete distributiva che copre
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capillarmente le zone più importanti nel mondo”, assicurano dal quartier generale di Avenza. Negli effetti, i modelli Dazzini si distinguono per affidabilità, durata, e produttività. “La continua ricerca e ricchezza di idee sono da sempre al centro
delle nostre attività aziendali - rimarcano i responsabili della ricerca e sviluppo, dalla sede dell’azienda toscana - L’entusiasmo per l’innovazione ci ha condotto, giorno per giorno, a continui successi e la fede nella continua ricerca ci permette di
essere sempre un passo in avanti nell’innovazione tecnologica”. Sin dalle prime esperienze con il filo diamantato, l’utensile più efficiente finora prodotto per la demolizione controllata, Dazzini comprese che questa tipologia
Uno specialista per le cave La Dazzini di Avenza (MS), un tempo officina meccanica per assistenza e servizio nei siti estrattivi, situata nel cuore delle cave di Carrara, è oggi un’azienda leader nel settore dell’escavazione di marmo e granito, grazie al continuo aggiornamento tecnologico e all’esperienza più che trentennale nella lavorazione in cava. Le principali specialità comprendono innanzitutto le sezionatrici a filo diamantato. Seguono le tipologie delle tagliatrici a catena, delle perforatrici a percussione e oleodinamiche e degli impianti idraulici per cava.
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MACCHINE TECNOLOGIA E IMPIANTI E INNOVAZIONE sarebbe costituito “l’utensile del futuro” per il taglio di cemento armato e di altri materiali da costruzione; per questo motivo, i progettisti e la ricerca Dazzini concentrarono i propri sforzi sullo studio della migliore combinazione fra il filo diamantato e le macchine più adatte alla sua implementazione. Il risultato di questo lungo studio e delle innumerevoli prove tecniche sul campo, consiste nelle macchine più aggiornate oggi presenti sul mercato, sia dal punto di vista delle performance, sia per i controlli elettronici, che permettono all’operatore di lavorare in condizioni di assoluta sicurezza, per ottenere i migliori risultati con bassi consumi di energia e di utensili. L’attenzione della giuria degli ICTA 2022 è confermata dallo stesso ufficio proget-
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tuale Dazzini. “La costante attenzione all’incremento tecnologico e la grande esperienza nell’impiantistica elettrica ed elettronica, ci ha permesso per primi di installare il controllo tramite inverter, per la regolazione della velocità periferica e per il tensionamento del filo diamantato - spiegano gli ingegneri del quartier generale di Avenza - I due inverter sono in comunicazione tra di loro e permettono una costante pressione sul filo diamantato che garantisce un consumo uniforme e regolare dell’utensile e un alto livello di sicurezze per l’operatore. Le sezionatrici, inoltre, sono dotate di molti altri sistemi di sicurezza, tra cui sensori per il controllo dell’eventuale rottura della gomma del volano, oppure per la rottura filo diamantato, fine corsa binario, mancanza acqua nel taglio e altro ancora”
Un ulteriore punto importante è l’effettivo utilizzo della potenza elettrica del motore. Le sezionatrici completamente elettriche, con volano direttamente flangiato sul motore come nei modelli Dazzini, hanno un rendimento pari alla potenza del motore installato. Le altre seziontrici idrauliche, utilizzando il motore elettrico per azionare il circuito idraulico e il relativo motore idraulico del volano, producono dispersioni di potenza, non riuscendo a fornire la potenza effettiva del motore elettrico totalmente sul volano. La tecnologia inverter presiede poi anche al consumo effettivo della corrente in uso nel taglio, per un risparmio energetico notevole, favorendo il consumo solo dell’energia effettivamente impiegata nelle operazioni.
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Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Maggio/Agosto2021
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THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING Anno 7 - Novembre/Gennaio 2022
THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING Anno 8 - Febbraio/Aprile 2022
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oltre a essere pubblicata e distribuita in formato cartaceo, è anche sfogliabile da www.perforare.it, consentendone un’immediata e continua fruizione da parte dei lettori
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La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
pubblicata dal 2015, è l’evoluzione cartacea del portale www.perforare.it, l’unico in Italia specializzato nei settori delle perforazioni verticali, orizzontali e direzionali, il tunnelling, le fondazioni speciali, la geotecnica, la bonifica e il consolidamento dei terreni e l’industria estrattiva.
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STRUMENTO D’OPERA
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ICTA 2022 INNOVAZIONE DI PRODOTTO (ATTREZZATURE)
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IL MODELLO GERRIS 800 DI IMER È UN BRACCIO PER LA DISTRIBUZIONE DI CALCESTRUZZO ALLESTITO SU CARRO CINGOLATO. COMPATTO E RADIOCOMANDATO, COSTITUISCE L’IDEA INTUITIVA PER UN CANTIERE VERSATILE NELL’EDILIZIA URBANA PIÙ DIVERSIFICATA
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i muove su un carro semovente su cingoli allargabili e a prima vista già fa intuire una facile mobilità anche sui terreni più accidentati. Di più, il dettaglio tecnologico rivela un sistema computerizzato per l’autolivellamento degli stabilizzatori, oltre a una doppia motorizzazione basata su un pro-
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pulsore principale Honda GX390 e su un motore ausiliario elettrico che permette alla macchina di lavorare collegati alla rete di erogazione anche in ambienti chiusi, in assenza di gas di scarico e rumore. Di cosa stiamo parlando? Naturalmente, dell’attrezzatura che ha meritato a IMER Group (nella sua divisione societaria Con-
crete) il premio all’Innovazione agli ICTA Awards, nell’ambito del GIC, le Giornate Italiane del Calcestruzzo 2022, a Piacenza Expo. La novità è quelle autenticamente inedite, a livello mondiale e si chiama Gerris 800. Si tratta di un braccio di distribuzione del calcestruzzo, allestito su base semovente cingolata, come abbiamo anticipato, e valorizzato dalle dimensioni ridotte (solo 800 x 4.930 mm) e dal peso contenuto. La macchina-accessorio dimostra tutta la sua efficacia nel distribuire calcestruzzi pompati, in qualsiasi posizione compresa in un raggio d’azione di circa 8 m e fino ad un’altezza di 11,2 m. Il braccio di distribuzione necessita di uno spazio altrettanto ridotto per la sua apertura (2,8 m) ed è in grado di operare, quindi, anche in locali e ambienti che contemplano solai non particolarmente alti. Radiocomandato, semplice e intuitivo da manovrare e da
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posizionare nell’area di lavoro - grazie, sempre, agli stabilizzatori autolivellanti il Gerris 800 di IMER è Adatto alla posa di malte e calcestruzzi pompati con granulometria massima di 25 mm, in applicazione nei cantieri che riguardano platee di fondazione, solai, marciapiedi, riempimento di casseforme per opere murarie o per la costruzione di piscine (o, ancora, per colonne, anche a perdere), riempimento di pareti termoisolanti in EPS, argilla espansa o fibre vegetali (a cassero collaborante o armatura diffusa), oppure di pareti prefabbricate in cemento armato, riempimento di murature armate portanti, getti di riempimento per palificazioni di contenimento o per fondazione. I tecnici di IMER consigliano, in tutti i casi, l’utilizzo combinato del braccio mobile Gerris 800 con la pompa a pistoni bicilindrica con comando idraulico Booster 15, sempre di produzione del costruttore toscano. Guardando al funzionamento pratico del Gerris 800 con il radiocomando - wireless, robusto, resistente alle intemperie e leggero - a discrezione dell’operatore si può avviare il motore a benzina della macchina direttamente dallo strumento da remoto, oppure è possibile connettere il Gerris 800 alla rete elettrica tramite cavo
di prolunga. Spingendo due leve dello strumento a distanza, si avviano i cingoli e la macchina comincia a muoversi nella direzione desiderata. Per migliorarne la
stabilità durante la marcia su fondi gravosi, si possono allargare i cingoli semplicemente agendo sullo stesso radiocomando. In caso di eccessiva inclinazione del carro
Dati tecnici Altezza massima Sbraccio massimo Profondità di getto Massima granulometria calcestruzzo Ingombro macchina stabilizzata m Massima velocità di trazione Pendenza superabile Rotazione torretta Motore endotermico Motore elettrico ausiliario Batteria per avviamento Larghezza di trasporto m Lunghezza di trasporto m Altezza di trasporto Peso della macchina
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11,2 m 7,8 m 5m 25 mm (1”) 2,92-3,08 m 2,5 km/h 18° 355° 8,2 kW/3.600 rpm 230 V/2,2 kW 12 V/95 Ah C5 0,8 m 4,9 m 2m 2.500 kg
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MACCHINE TECNOLOGIA E IMPIANTI E INNOVAZIONE durante la marcia, la macchina si arresta automaticamente e segnala l’anomalia di utilizzo sul display. Il carro semovente ha due velocità di marcia, “Lenta” per operazioni di manovra e “Veloce” per lunghi tragitti senza ostacoli. Una volta giunti in prossimità del luogo dove si intende operare, si arresta la marcia e si avvia la discesa degli stabilizzatori, fino a livellamento automatico avvenuto. Al termine del processo i cingoli saranno sollevati da terra. Si inizia quindi la messa in opera, con il sollevamento del braccio principale fino a un’altezza minima di 2,8 m, per poi aprire la parte aerea fino al raggiungimento della posizione di posa desiderata. Si procede quindi con il collegamento delle tubazioni provenienti dalla pompa per calcestruzzo tramite un tubo di gomma DN 100 (4”) direttamente al tubo collettore del Gerris 800. Il pompaggio del calcestruzzo finalmente ha inizio e, movimentando il braccio di di-
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stribuzione, si posa dove necessario. Per cambiare la posizione della macchina, occorre scollegare le tubazioni e riportare
Gerris 800 in posizione di trasporto, per poi procedere con un nuovo posizionamento.
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MACCHINE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E IMPIANTI E RISTRUTTURAZIONE
NOBILE, NON SOLO DI FACCIATA A VENEZIA, PER UN INTERVENTO ALLE PROCURATIE NUOVE, L’IMPRESA LITHOS HA ADOTTATO LA SOLUZIONE SICURA E NON INVASIVA DEL PONTEGGIO AUTOSOLLEVANTE ELETTRICO ESI DI PILOSIO, NELLA VERSIONE PIÙ AGILE E LEGGERA. UNA SCELTA DI MODERNITÀ FLESSIBILE A TUTELA DI BELLEZZA E TRADIZIONE
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C’
è cantiere e cantiere, e alcuni scenari di lavorazione sono, senza dubbio, di assoluta distinzione rispetto alla media. Se parliamo, ad esempio, degli interventi più recenti in cui è stata coinvolta una realtà storica delle strutture provvisionali come la Pilosio della nuova era Euroedile, rileviamo senz’altro l’installazione e l’impiego di un ponteggio elettrico d’eccezione sulla fac-
ciata delle Procuratie Nuove in piazza San Marco, a Venezia. I lavori riguardano, nello specifico, il “pronto intervento per la verifica mediante ispezione generale e messa in sicurezza” di una decina di campate. Anziché nascondere la facciata dietro alle impalcature, l’impresa veneziana Lithos ha optato per una soluzione meno invasiva, scegliendo un ponteggio autosollevante dall’impatto visivo molto basso sul-
Rinascita di una grande storia Pilosio è una storica azienda friulana che produce ponteggi, casseforme e blindaggi per la costruzione e la manutenzione nel settore dell’edilizia, delle infrastrutture e anche dello spettacolo. Fondata nel 1961 da Roberto e Gianfranco Pillosio a Feletto Umberto a nord di Udine, l’azienda si è distinta nel panorama industriale italiano per la qualità dei prodotti e per la spiccata capacità innovativa, diventando, in breve tempo, un marchio di riferimento nel proprio settore. Pilosio è la prima azienda italiana che negli anni ’70 ha prodotto e commercializzato i blindaggi per scavi e nel 1981 è nuovamente tra le prime a dotarsi di un robot di saldatura e di una macchina a taglio laser. Dopo le gravi crisi del settore e diversi passaggi di proprietà, la storia di Pilosio ha una svolta decisiva nel 2021, con l’acquisizione da parte di Nereo Parisotto, titolare di Euroedile, e la trasformazione societaria in Pilosio srl, con una strategia di prodotto e un’immagine rinnovata.
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la facciata stessa. La scelta a favore di un ponteggio elettrico è stata rafforzata anche da altri fattori non meno importanti per un cantiere insediato in una città d’arte con numerosi vincoli. Tra questi, una minore occupazione degli spazi a terra, la minima interferenza con le numerose attività commerciali, il numero esiguo di elementi da trasportare via acqua o percorrendo i percorsi angusti e affollati che portano a Piazza San Marco. Senza contare la facoltà di lavorare in quota, per gli operatori, in modo più agevole e sicuro rispetto a quanto sarebbe stato possibile con l’implementazione di un ponteggio tradizionale. In più, per l’esecuzione dell’intervento sulla facciata delle Procuratie Nuove sono stati studiati accorgimenti specifici. La divisione dell’intervento in due lotti ha consentito di poter utilizzare un’attrezzatura maneggevole medio-leggera, agile da spostare dal primo al secondo lotto. La scelta degli ancoraggi a spinta ha costituito una soluzione ideale per non danneggiare la facciata con fori e ancoraggi a cravatta. Inoltre, è stato adottato un piano di lavoro con tavolato multistrato antisdrucciolo, trattato per esterno, al posto del pianale metallico,
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MACCHINE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E IMPIANTI E RISTRUTTURAZIONE in previsione delle problematiche di sicurezza indotte dalla notevole umidità della città lagunare. Infine, per non interrompere il passaggio continuo tra il famoso e frequentatissimo Caffè Florian e i tavolini collocati nel dehors della piazza, è stato creato un sottopasso che agevola la circolazione di turisti e addetti alle attività commerciali, mentre il ponteggio autosollevante si arresta a una quota di circa 3 m. Il tunnel è stato realizzato in ponteggio MP Multidirezionale – con larghezza 1,5 m, lunghezza 5 m e un’altezza utile di passaggio di 2,65 m – mentre i restauratori accedono al piano di lavoro tramite una torre scala in MP posta in corrispondenza della porta di accesso del gruppo di sollevamento. In questo cantiere, è stato scelto il modello Pilosio ESI, di portata medio-leggera come già indicato. Negli effetti, il modulo più piccolo della gamma che comprende anche i modelli Cosmos, di portata medio-pesante ed ESA, di alta portata. Il ponteggio autosollevante ESI può raggiungere una lunghezza di 26,6 m, con sbalzi verso la parete fino a 1,2 metri per compensare rientranze e sporgenze dell’edificio e con capacità di carico fino a 2.800 kg. Il movimento è ottenuto dall’accoppiamento di pignone e cremagliera azionati da motoriduttori elettrici. È facile da movimentare, montare e smontare e occupa a terra lo spazio corrispondente alle sole due basi con gruppo motore mentre tutto il piano di calpestio può essere tenuto sollevato per lasciare libero accesso a negozi e attività. Adatto per spazi stretti e centri storici, ha un piano di calpestio largo 1,00 metro permettendo agli operatori di avere un’area sufficiente per eseguire le lavorazioni in maniera confortevole. È fornito di serie con un telaio di base con ruote per la traslazione, bracci stabilizzatori regolabili per assicurare la massima stabilità e con i seguenti dispositivi di sicurezza: motoriduttori auto-frenanti, discesa di emergenza manuale, relè controllo fasi, finecorsa superiore/inferiore, dispositivo di arresto meccanico superiore/inferiore, dispositivo di prossimità anticaduta (rileva la presenza di eventuali ingombri), finecorsa di sicurezza per le porte di accesso e segnale acustico di movimento.
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TECNOLOGIE PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
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PULIZIA ANTIADERENTE
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ICTA 2022 INNOVAZIONE DI PRODOTTO
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CON IL BREVETTO DEL MAGNETE RIVESTITO E DELLA SPONDA RIVESTITA, LA RICERCA DI PAPPADÀ GINO HA TROVATO UNA SOLUZIONE EFFICACE A DUE PROBLEMATICHE IMPORTANTI CHE RIGUARDANO LE CASSEFORME: QUELLE DEI RESIDUI DI CALCESTRUZZO CHE RIMANGONO SULLO STAMPO E SUI DISPOSITIVI MAGNETICI DI BLOCCAGGIO
A
volte è più facile trovare una soluzione che adattare le nostre azioni a un problema persistente. È proprio sulla base di questo assunto che è nata l’idea del magnete rivestito, di cui Massimo Pappadà Massimo - amministratore unico della Pappadà Gino di Compiano (Pr) - detiene il brevetto (con corollario progettuale della sponda rivestita). L’azienda emiliana, con l’idea implementata dal titolare, si è posta un problema fondamentale, sulla scorta della propria attività specializzata nel progetto e nella costruzione di macchie per la prefabbricazione. Il problema è il seguente. Quando il calcestruzzo viene versato all’interno della cassaforma, tende ad aderire alle fiancate con cui viene a contatto; di conseguenza, quando il manufatto indurito viene rimosso dallo stampo, le sponde risultano spesso sporche e incrostate da residui di calcestruzzo. Per contrastare questo fenomeno, prima di versare il calcestruzzo fluido nella cassaforma, le fiancate delle sponde debbono essere cosparse di disarmante per impedire l’adesione del calcestruzzo della superficie trattata. Indubbiamente, tale applicazione rallenta il processo produttivo e rappresenta un costo aggiuntivo non irrilevante.
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Una problematica analoga si riscontra per i dispositivi di bloccaggio magnetici che vengono utilizzati per ancorare le sponde al cassero. Quando il getto di calcestruzzo fluido viene versato all’interno della cassaforma, non è inusuale che piccole quantità di calcestruzzo possano cadere anche all’esterno, andando a sporcare il retro delle sponde ed i dispositivi di bloccaggio. Al termine del processo produttivo, le superficie esposte dei dispositivi di bloccaggio magnetici possono risultare
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incrostate da blocchi di calcestruzzo indurito che ne aumentano il peso e talvolta ne pregiudicano la funzionalità. Per questo motivo, diventa spesso necessario eseguire delle periodiche operazioni di pulizia, rallentando ulteriormente la produttività e introducendo costi aggiuntivi. Inoltre, queste operazioni di pulitura, richiedono generalmente l’utilizzo di spazzole con setole d’acciaio che vengono poste in rotazione ad alta velocità a contatto con le superfici da pulire: a causa
delle elevate forze esercitate e dell’usura, le setole di queste spazzole possono talvolta staccarsi e venire attratte dal magnete del dispositivo di bloccaggio, andando a compromettere lo stesso e richiedendo ulteriori interventi di ripristino spesso manuali. Una soluzione semplice e razionale, e dal costo relativamente contenuto, alle criticità sopra esposte, è il rivestimento del magnete di materiale antiaderente al calcestruzzo. Grazie a questo strato di mate-
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TECNOLOGIE PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO riale antiaderente, il calcestruzzo plastico, che viene a contatto con la superficie esposta dell’attrezzo, non è in grado di aderirvi, così che, dopo la fase di indurimento, esso può essere rimosso in modo molto semplice, veloce e senza lasciare tracce. Non sarà più necessario, quindi, pulire il dispositivo di bloccaggio magnetico, e di conseguenza si ridurranno il carico di lavoro e i costi - Evitando, inoltre, che le setole delle spazzole possano interferire con l’adesione del magnete al cassero. Se poi, lo strato di materiale antiaderente rivestisse tutta la superficie del corpo strutturale del magnete, si estenderebbe la protezione anche a zone dell’attrezzo che non sono normalmente a contatto con il calcestruzzo, ma che potrebbero essere imbrattate accidentalmente. Lo strato di materiale antiaderente può essere realizzato mediante una fase di applicazione del materiale antiaderente fluido. Questa innovazione non è confinata solo alla produzione di magneti, ma con una certa logica può essere anche ampliata
L’innovazione che migliora il lavoro Pappadà Gino è un’azienda autorevole nel campo delle attrezzature e delle macchine per prefabbricazione, nata negli anni Cinquanta in provincia di Parma. Partendo dalla termoidraulica, la Pappadà Gino - guidata oggi da Massimo Pappadà - è arrivata a soddisfare le più svariate esigenze specialistiche delle varie branche che riguardano i prefabbricati e le costruzioni meccaniche. Oggi l’azienda emiliana si presenta al mercato europeo e internazionale come ideatrice di macchine innovative che conferiscono un sensibile risparmio di mano d’opera in un ambiente gravoso come quello della prefabbricazione nelle sue più diverse declinazioni.
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alle sponde. Con almeno una superficie con uno strato di materiale antiaderente si renderebbe non necessaria l’applicazione di una sostanza disarmante, sulla superficie della sponda, prima di eseguire la gettata di calcestruzzo fluido. Questo prodotto, oltre che ridurre i costi e la manodopera, influisce anche sulla qualità dell’ambiente, rendendolo più salubre. Lo stesso riguarda gli impianti a carosello, dove le sponde vengono pulite in modo analogo a quello dei magneti, con le spazzole d’acciaio, mentre con questo rivestimento la pulizia può avvenire tramite spazzole di materiale plastico. Il vantaggio nell’avere un rivestimento sta anche nel colore di quest’ultimo. I diversi colori applicati alle sponde oppure ai magneti può risultare vantaggioso per il semplice fatto che è possibile distinguere meglio le diverse misure, e intercettarle a colpo d’occhio durante le lavorazioni. Una soluzione a molte problematiche che consente di lavorare in modo più semplice e intelligente, sorvolando molti passaggi e velocizzandone altri in maniera sicura, unicamente attraverso una copertura colorata.
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Gilberto Pestalozza
sificati, dalla nautica al settore ferroviario, dai servizi di nettezza urbana al riciclaggio. Con un accento specifico anche per i moduli e gli impianti destinati alle concrete technologies, come dicevamo prima. In questo spazio di progetti frenetico e reattivo incontriamo Gilberto Pestalozza, per una “conversazione di conoscenza” del mondo complesso di Innoval e del futuro che attende questa impresa tecnologica unico nel suo genere. Ci può delineare un identikit della società tecnologica che ha creato, in relazione alle applicazioni e ai prodotti concepiti da Innoval? I nostri clienti rientrano essenzialmente in tre settori distinti. Il primo riguarda gli OEM (Original Equipment Manufacturer), i costruttori veri e propri di macchine mobili industriali, ai quali forniamo un kit elettronico completo - comprensivo di hardware e software - per la gestione e il controllo della macchina, con la prerogativa di un monitoraggio puntuale da remoto, secondo le attuali indicazioni dell’Industria 4.0.
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ono passati poco più di sei anni, dalla creazione di Innoval. Eppure, questa realtà tecnologica genovese non potrebbe essere definita, oggi, come una semplice startup innovativa. Piuttosto, l’iniziativa imprenditoriale di Gilberto Pestalozza è diventata a tutti gli effetti un fulcro di valore industriale, al servizio di settori primari nell’ambito della movimentazione, del sollevamento e del controllo dinamico di macchine e impianti nei più diversi settori, compreso quello del trasporto e della distribuzione del calcestruzzo. Nelle vicinanze dell’aeroporto della Lanterna, nel quartiere a destinazione industrial-commerciale di Campi, la sede di Innoval è la quintessenza del laboratorio di idee. Qui si progettano e si sviluppano soluzioni hardware e software per il controllo di macchine e veicoli destinati alla cantieristica. Ma l’orizzonte delle declinazioni di gestione e controllo si estende ai comparti più diver-
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Di quali tipologie di macchine vi occupate, essenzialmente? Parliamo di macchine per il sollevamento di tutti i generi, innanzitutto. Ma il campo di implementazione dei nostri prodotti tecnologici è il più vasto possibile. Parliamo, a questo proposito, di impianti e macchine destinate alla perforazione e alle fondazioni speciali, che necessitano di un controllo in campo e di una diagnostica puntuale e della massima precisione. Parlando di macchine complesse, potrei citare inoltre i mezzi dedicati agli spurghi oppure all’escavazione a risucchio (molto utilizzata nei cantieri urbani di demolizione), oppure di impianti mobili per la produzione di conglomerati cementizi e di massetti. Si potrebbe continuare all’infinito, citando i Crusher semoventi per la frantumazione di inerti da cava e demolizione, altri mezzi per lo scavo e la movimentazione nelle cave, carri agricoli per la potatura, impianti mobili di saldatura e pompe di distribuzione del calcestruzzo. La nostra esperienza nel campo del controllo dei
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mezzi mobili risale agli anni Novanta, sulla scorta di un’elettronica dalla derivazione automotive. Erano i tempi in cui Intel, in collaborazione con Bosch, sviluppò il primo chip per reti CAN-bus e un colosso come Mercedes lo utilizzò come bus di comunicazione fra alcune sue centraline. Fu il primo fulcro dello sviluppo. Allora, io intrapresi la prima attività nel settore delle gru portuali e di altre tipologie di mezzi per la movimentazione nei terminal, come i reachstacker. Ecco, sulla scorta di questa esperienza tecnica nel controllo e nel monitoraggio, nel 2015 ho fondato ex-novo questa mia società, con il nome di Innoval e le caratteristiche tipiche di una startup. Il nostro staff si è concentrato sullo sviluppo di sistemi di controllo che includessero set di dati completamente personalizzabili. Ai terminal portuali e logistici, quindi, si sono aggiunti come clienti i parchi siderurgici e ferroviari, i cantieri delle grandi opere infrastrutturali e le grandi imprese.
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Parlava di tre settori dedicati dell’attività di Innoval. Quali sono le altre aree di intervento principali? La seconda concerne l’accezione che noi chiamiamo IOM (Internet Of Machines). La definizione è ricavata dal più noto acronimo IOT (Internet Of Things) ma il nostro neologismo è più precipuo, coniato in modo diretto sull’applicazione indirizzata al mezzo mobile e registrato da Innoval come marchio vero e proprio. Non abbiamo fatto altro che portare le tecnologie e le esperienze del monitoraggio remoto, già impiegate nel mercato OEM verso clienti costruttori, nel mercato degli utilizzatori finali di questi mezzi, quindi per numeri certamente molto più grandi di macchine, dalle tipologie e marchi più vari. L’idea di fornire al cliente utilizzatore un sistema unico di monitoraggio, come già detto per ogni tipologia e marca, per tutto il suo parco mezzi è stata vincente. L’avvento dell’agevolazione fiscale di Industria 4.0 è stato un ulteriore jolly di cui ci siamo avvantaggiati. Arriviamo quindi al terzo settore a cui vi dedicate, quello del revamping. Precisamente. Si tratta dell’aggiornamento tecnologico di tipologie come quelle delle gru mobili portuali, ad esempio.
L’evoluzione estremamente rapida di sistemi e componenti elettronici richiede alle imprese un rinnovamento integrato degli apparati installati sulle macchine. Attraverso operazioni di manutenzione straordinaria, noi ci occupiamo proprio di questi ammodernamenti sostanziali che risolvono alla base tutte le problematiche di reperimento e di costo per componenti elettronici ormai obsoleti, inoltre, l’uso degli stessi mezzi viene notevolmente migliorato pur restando nei limiti dei valori di targa originali. Una considerazione che viene naturale è quella relativa alla flessibilità di
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intervento che Innoval conserva nel proprio DNA aziendale. La sua considerazione è molto pertinente. Le faccio un esempio. Quando i nostri tecnici si recano in un terminal portuale per realizzare implementazioni di controllo e monitoraggio su una flotta di macchine - e lo stesso si potrebbe dire del parco macchine di un’impresa di perforazione e di fondazione speciali - trovano spesso squadre di 30 mezzi, per dire, dove non ce n’è uno uguale all’altro, per marchio e tecnologia. In questi casi, impieghiamo per ogni installazione un’elettronica sviluppata da noi per una categoria di mez-
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zi che già conosciamo nel dettaglio più infinitesimale. Sulla parte software, con tutto il corollario di trasmissione e ricezione dati, server e cloud, lo sviluppo dei nostri prodotti è molto avanzato. Siamo diventati pionieri del monitoraggio remoto conquistando realtà primarie, con flotte di centinaia di macchine, distribuite in diverse strutture a livello mondiale. Questo in relazione all’IOM, ma la stessa cosa si può dire per il revamping, dove la dotazione di sensori e altri sistemi di monitoraggio si estende a mezzi di ogni età, compresa la modalità di abilitazione operatore, tramite badge aziendale, con
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un controllo sicuro sul personale che ha effettivamente l’autorizzazione a operare con quel determinato veicolo o mezzo operativo. Le dinamiche installabili a bordo sono davvero numerose. Oltre all’abilitazione operatore, potrei menzionarle il check preliminare all’utilizzo, che identifica il nesso e lo scarto temporale in relazione ad eventuali problematiche funzionali contingenti del mezzo e alla possibilità di continuare a utilizzare la macchina anche per un determinato lasso di tempo, prima dell’urgen-
za di intervento manutentivo. Possiamo impostare, poi, limitazioni delle velocità di marcia, in funzione del carico sopportato dalla macchina, oppure, ancora, modalità di Geofencing, con il riferimento di mappe apposite sulle zone di transito e di operatività, la delimitazione delle aree di permanenza e intervento. Poi ci sono le telecamere. Generalmente, noi ne prevediamo due per ogni macchina, in postazione anteriore e posteriore, con un sistema di registrazione dei frame operativi, utili per identificare circostanze e modalità operative nel caso di incidenti e danneggiamenti. La nostra flessibilità, di-
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TECNOLOGIE AUTOMAZIONE E CONTROLLO ciamo che si estende nel modo più ampio tra IOM e revamping, per una dotazione il più possibile completa e all’avanguardia dell’intera flotta proprietaria. Ora facciamo una sintesi dei sistemi elettronici e dei prodotti che derivano dalla ricerca e dalla produzione Innoval. Sui mezzi che equipaggiamo con le nostre tecnologie, sono implementati essenzialmente sistemi elettronici di controllo globale in real time, con sistema operativo Windows CE, di monitoraggio con LINUX, comunicazione CAN-Bus, protocolli CAN-Open, J1939, FMS. Le macchine, quindi, vengono monitorate da remoto tramite LTE e GPS, con moduli residenti
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nelle stesse centraline master. Il catalogo dei nostri prodotti comprende visualizzatori e display master, centraline master e slave, sensori e display. Una menzione doverosa vorrei dedicarla al nostro team tecnico, composto attualmente da 12 persone dotate di un’esperienza estesa nell’ambito della progettazione hardware e firmware, nello sviluppo di software, nella produzione e nella commercializzazione di sistemi elettronici per l’ambiente automotive. Una squadra di prim’ordine, in grado di supportare in ogni fase il progetto su misura per il cliente e l’applicazione specifica, seguendo puntualmente e in modo indefettibile l’iter di realizzazione e omologazione. Va sottolineato, al riguardo, che Innoval è un’azienda certificata ISO 9001:2015 per i
Sistemi di Gestione della Qualità ed è accreditata dal Ministero dei Trasporti per la progettazione e produzione in ambiente automotive. Un risultato di impresa soddisfacente e in piena evoluzione. Direi proprio di sì. Ci è stato conferito lo status di Pmi Innovativa e la nostra politica di investimenti inizia a premiarci. Il nostro fatturato infatti, l’anno scorso, è passato da un milione a 1.600.000 euro, con un incremento straordinario del 65%. Una soddisfazione che premia la nostra intuizione imprenditoriale e la nostra vocazione al perseguimento di una prossimità tecnologica assidua con il cliente multisettoriale.
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TECNOLOGIE IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO
METROPOLITANA MILANO LINEA MM2 PIOLA-LAMBRATE STABILIZZAZIONE DEL TERRENO CON INIEZIONE IBRIDA - BOIACCA CEMENTIZIA E POLIURETANO BICOMPONENTE DI STEFANO MORANDI (DR. S.MORANDI GEOTECNICA), SIMONE ROSSETTO (ARCO), STEPHAN DELARUE (WEBAC-CHEMIE)
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a metropolitana linea 2 di Milano è stata realizzata nel 1967 senza considerare i dettagli di impermeabilizzazione. Alla fine degli anni ‘90 la falda freatica è aumentata di molti metri nel giro di pochi anni. Successivamente sono stati osservati alti tassi di afflusso di acqua nelle gallerie. Ad esempio, nel 2015 la portata misurata nelle Gallerie Lambrate- Piola è stata di 700 m³/ora. I diversi tentativi effettuati con iniezioni di cemento o resina non hanno avuto successo. L’obiettivo era quindi quello di coniugare le caratteristiche dei materiali e creare soluzioni economicamente e tecnicamente valide. La metodologia scelta è stata la Webac® HIS (Hybrid Injection System), che combina le caratteristiche dell’iniezione cementizia con i vantaggi dell’iniezione chimica del poliuretano. I due compo-
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nenti del materiale di iniezione (cioè boiacca cemetizia e resina PU2C) sono stati miscelati separatamente e pompati da due pompe e poi uniti in un miscelatore statico e combinati in un unico prodotto per l’iniezione. I risultati sono stati soddisfacenti e hanno raggiunto gli obiettivi di riduzione della permeabilità del suolo, sigillatura della galleria e miglioramento delle caratteristiche geotecniche del suolo: è stata conseguentemente aumentata anche la durabilità della galleria e la vita utile prevista della struttura.
1. Introduzione I primi progetti per una linea metropolitana a Milano furono redatti nel 1914 e nel 1925, seguendo l’esempio
delle reti di trasporto metropolitano in altre città europee come Londra, Parigi e Berlino. La costruzione però poté iniziare solo dopo la seconda guerra mondiale e nel 1955 venne fondata una società propria per la progettazione e realizzazione della Metropolitana di Milano. L’azienda si chiamava Metropolitana Milanese. La costruzione della linea 1 iniziò nel 1964. Oggi un totale di quasi 100 km di Metrolinee sono operative per un totale di 4 linee. Si tratta della M1, M3 e M5. La M4 dall’aeroporto di Linate a San Cristoforo è attualmente in costruzione e dovrebbe essere aperta nel 2023. La metropolitana di Milano è operato da Azienda Trasporti Milanesi (ATM). ATM, come fatto interessante, detiene anche il 51% della metropolitana di Copenaghen.
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Dalla fine degli anni ‘90 molte tratte della metropolitana di Milano sono state interessate dall’innalzamento della falda freatica, causato dalla diminuzione dei prelievi dai pozzi industriali; dal 2015 il tratto compreso tra le stazioni di Lambrate e Piola sulla Linea Verde è oggetto di lavori di impermeabilizzazione e consolidamento delle strutture dell’anello interno.
Dal punto di vista geotecnico si possono distinguere due unità litotecniche: Unità litotecnica 1 (terreno di riempimento); Unità litotecnica 2 (alternanza di ghiaie e sabbie).
Posizione del progetto Il tratto di riferimento della Metro 2 collega le stazioni di Piola e Lambrate. La stazione di Piola consente l’accesso diretto al Politecnico di Milano (POLIMI), in quanto la stazione di Lambrate si trova nelle vicinanze della RFI Stazione Milano Lambrate: la metropolitana 2 è stata attivata il 27 settembre 1969 e oggi trasporta una media giornaliera di 340.000 passeggeri.
2. Descrizione della situazione Descrizione del problema Dal completamento della costruzione dell’opera si è registrato un aumento significativo della falda freatica e studi idrogeologici dimostrano che l’innalzamento della falda freatica proseguirà nei prossimi anni fino a raggiungere i 107 slm. L’afflusso di acqua in galleria ha raggiunto valori stimati in oltre 1000 m3/h, con l’effetto di sommergere il binario ferroviario; nel 2015, all’inizio dei lavori della Fase 1, la portata misurata era di 700 m3/h. Questo elevato afflusso di acqua rappresentava un rischio per la sicurezza del traffico ferroviario e l’integrità strutturale del tunnel.
Era necessario agire al più presto. Per tale motivo, lo Studio Dr. S. Morandi è stato incaricato dall’Appaltatore sia della Fase 1 che della Fase 2 di eseguire indagini e sviluppare un trattamento performante. Dopo lo sviluppo della proposta, l’esecuzione doveva iniziare immediatamente. Geologia, geotecnica e idrogeologia Le caratteristiche stratigrafiche, geotecniche e idrogeologiche dei suoli nel tratto in bonifica sono state ricavate da trivellazioni con prove SPT, analisi granulometriche dei campioni e prove di permeabilità. Sotto un livello di riempimento dell’altezza di circa 2 m si alternano ghiaie pulite, ghiaie limose, sabbie limose e sabbie fini.
Dal punto di vista idrogeologico, ignorando il terreno di rinterro, è possibile distinguere tre unità idrogeologiche con differenti caratteristiche di permeabilità: Unità idrogeologica 1 (HI1) costituita da un livello di sabbia fine (SM e ML secondo USCS – United Soil Classification System) di circa 8,5 m. L’HI 1 ha una permeabilità orizzontale da 1E-7 a 5E-6. Unità idrogeologica 2 (HI2) costituita da interdigitazione lenticolare dei seguenti litotipi: - ghiaie limose ben miscelate GW-GM, con valori D10 significativamente diversi, da 0,08 mm a 2,5 mm, parametro di grande importanza per la permeabilità e l’iniettabilità del terreno; - SW-SM sabbie limose ben miscelate, con valori D10 da 0,06 mm a 0,15 mm; - sabbie limose SM, limi e sabbie alternate, che differiscono da SW-SM per il basso valore di D50 (5-10 volte inferiore), sempre con notevole influenza sulla permeabilità naturale e iniettabilità del terreno. Tutti i suoli presentano frequentemente ciottoli subarrotondati di dimensioni centimetriche (da 30 a 80 mm). L’HI 2 ha una permeabilità orizzontale da 1E6 a 5E-5 m/s. Unità idrogeologica 3 (HI3) costituita da un livello di colata di materiale di riempimento durante la realizzazione della galleria. Questo livello ha una permeabilità orizzontale da 1E-5 a 1E-2 m/s.
3. Sviluppo della soluzione Obiettivi e requisiti del progetto Il progetto di intervento è stato organizzato in due fasi esecutive. Durante la fase I, svolta nel 2015-2016, sono state effettuate iniezioni di cemento ad alta densità, riducendo le macrovacuità tra il terreno e l’arco rovescio e facendolo cooperare con la soletta di regolazione mediante chiodi corti e ancorando l’arco rovescio al suolo con tasselli autoperforanti. La fase II,
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TECNOLOGIE IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO iniziata a maggio 2019, ha comportato la realizzazione di un trattamento di 2 m di spessore da effettuarsi con iniezioni di permeazione di miscele cementizie e silicatiche a bassa densità, più 1 m di cemento solo a tutela ambientale delle acque di falda; lo scopo dell’intervento è duplice: garantire l’impermeabilità e migliorare la statica della galleria, in particolare dell’arco rovescio. Al fine di limitare le ricadute sul traffico ferroviario, le iniezioni di consolidamento di fase II vengono effettuate dall’interno della galleria per il solo consolidamento sotto il rovescio, mentre il completamento del mantello perimetrale e nella tettoia viene effettuato dalla superficie. Soluzione variante A seguito delle prime esperienze di cantiere e delle prove preliminari di iniezione effettuate in galleria nei mesi di agosto e novembre 2019, è stata sviluppata una diversa modalità esecutiva per il consolidamento della porzione di terreno sottostante l’arco rovescio. In dettaglio, la variante prevede l’utilizzo di tubi autoperforanti valvolati in acciaio con un diametro esterno di 38 mm e un diametro interno di 27 mm, prodotto dalla ditta ARCO di Bergamo, in sostituzione dei tradizionali tubi valvolati in PVC, al
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fine di limitare le difficoltà operative incontrate dall’azienda stessa nelle trivellazioni sotto falda e l’installazione dei tubi con valvole a manchette. Per quanto riguarda la fase di iniezione, è stata utilizzata la resina Webac® HIS (Hybrid Injection System) sviluppato dalla Webac di Amburgo in sostituzione del metodo di iniezione a permeazione multi-pass. Il metodo HIS utilizza una miscela cementizia con rapporto aw/c da 1 a 1, miscelata con resina poliuretanica bicomponente in un rapporto malta cementizia:resina da 10:1 a 20:1, e iniettata in un unico passaggio. La soluzione variante nel tratto di galleria Piola-Pozzo Centrale prevedeva la realizzazione di raggi alterni con interasse di 80 cm, costituiti rispettivamente da 5 e 4 fori, con valvole posizionate ogni 33 cm, come illustrato nello schema planimetrico di Figura 4 e nella sezione tipologica della figura 5; nella sezione pozzo -Lambrate, in relazione alle migliori condizioni dell’arco rovescio, è stata utilizzata una spaziatura maggiore, con raggi alterni di 4 e 3 fori. Le iniezioni sono state effettuate attraverso le valvole per mezzo di packer doppi. I tubi a manchette costituiscono ancoraggi passivi, rafforzando così l’effetto di ancoraggio fornito dalle barre autoperforanti
eseguite nella fase 1 dei lavori (2015) e migliorando così la stabilità statica dell’arco rovescio. L’enfasi è stata data agli aspetti ambientali della soluzione proposta. Poiché la situazione idraulica imponeva il rischio di perdite di cemento dovute al dilavamento, si è ritenuto molto auspicabile una soluzione con un materiale a reazione più rapida, munito di eco-certificato. Prova preliminare di calibrazione presso Webac Già a luglio 2019 era prevista una serie di prove preliminari per determinare il comportamento del materiale con cemento disponibile localmente. Durante queste prove preliminari ci si è concentrati sul tempo di presa e sulla viscosità. I prismi sono stati campionati per l’elaborazione dello sviluppo della resistenza alla compressione. I registri di prova mostrano i valori relativi alla composizione del materiale. Sono state registrate le seguenti caratteristiche: Rapporto tra acqua e cemento – w/c; Densità ρ in grammo / cm³; Rapporto Malta/Resina Poliuretanica m/p; Viscosità del cono di palude in secondi FV. Le prove sono state eseguite con cemento disponibile sul progetto (vedi Tabella 2).
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Tabella 2
Le opere erano state portate avanti da CONSITAL (Consorzio Italiano Costruzioni Manutenzioni e servizi società Cooperativa) di Bologna e FIS SpA di Bergamo. Maestranze e attrezzatura Tutte le operazioni sono state svolte in turni notturni dalle ore 22.00 alle ore 4.30 da una squadra di 8 uomini composta da: 1 perforatrice con assistente, 1 operatore treppiede ad iniezione, 1 operatore pompa PU bicomponente, 1 operatore pompa cemento a pistoni, 2 packer e operatori del tubo di iniezione, 1 operatore per la boiacca cementizia. Il consumo di materiale (tubi di iniezione, parti di stand di
Selezione del materiale di iniezione Per l’esecuzione dell’iniezione è stato scelto del cemento Portland ordinario locale e la resina bicomponente PU HIS (Hybrid Injection System). I due insieme uniscono le proprietà di resistenza del cemento e dell’antilavaggio della resina PU 2C in un unico sistema. WEBAC HIS (Hybrid Injection System) è un componente di resina reattiva che modifica e migliora le iniezioni di cemento. In questo modo è possibile avere iniezioni di cemento rinforzate, stabilizzanti e sigillanti in brevissimo tempo, anche con l’ingresso di acqua corrente. Con il sistema di iniezione ibrida l’iniezione di boiacca cementizia con poliuretano, combinati in un unico sistema, consente di passare facilmente dall’iniezione di solo cemento all’iniezione di malta cementizia arricchita con poliuretano in funzione del tipo di terreno che si incontra e delle condizioni al contorno.
Tabella 3 Proprietà tecniche della resina WEBAC® Hybrid Injection come da scheda tecnica
4. Esecuzione in sito Per ottenere il massimo vantaggio dall’iniezione ibrida, fattori come viscosità, tempo di presa, sviluppo della forza, espansione e rapporto di miscelazione devono essere variabili e monitorati.
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TECNOLOGIE IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO Tabella 4 Descrizione delle fasi di lavoro e delle attrezzature utilizzate per eseguirlo
iniezione e packer in particolare) è diminuito rapidamente grazie alla corretta pulizia e manutenzione preventiva delle parti critiche. Le preoccupazioni relative all’ingresso di acqua dai fori con carico idraulico di 4-5 m sono state rapidamente superate dall’uso di semplici dispositivi meccanici waterstop (realizzati in gomma e resina PU a reazione rapida) che hanno consentito di realizzare una media di 25 barre di valvole autoperforanti per turno. Test durante la fase di studio e risultati esecutivi La fase di progettazione e sviluppo è avvenuta dal 5 al 20 agosto 2019, mentre i lavori in galleria sono stati successivamente svolti dal 21 al 26 agosto 2019. Il test di verifica sulle opere di iniezione eseguite si è svolto dal 13 al 29 novembre 2019. I test di agosto e novembre hanno permesso di confermare i vantaggi del progetto. I lavori di iniezione sono stati completati a maggio 2021 con i seguenti risultati: Sigillatura - Le prove di permeabilità a prevalenza costante Lefranc dimostrano la riduzione da almeno 10 a 100 volte della permeabilità orizzontale naturale in situ, da 101E-02 m/s. L’afflusso d’acqua nel tunnel è ridotto a meno di 5 m3/h. La combinazione di prove di granulometria e prove lefranc di permeabilità nel foro prima e dopo le iniezioni ha permesso di identificare il range di iniettabilità: il range di iniettabilità HIS parte da ghiaie con permeabilità 1E-02 m/s fino a sabbie molto fini, con un indice D50 inferiore a 1 mm e permeabilità di 7E-06m/s, come mostrato in fig. 15. Caratteristiche meccaniche: l’UCS su carote prelevate dai fori iniettati in terreni di granulometria più grossolana ha dato rese nell’intervallo 10 – 19 MPa. I parametri geotecnici media dei terreni iniettati dell’Unità Litotecnica 2 - Ghiaia e sabbie sono conseguentemente migliorati come indicato nella Tabella 5. Le iniezioni sono state completate a maggio 2021, rispettando gli obiettivi di progetto richiesti nei tempi previsti. I risultati quantitativi sono riassunti nella seguente Tabella 6.
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Tabella 5 Parametri geotecnici dei suoli dopo iniezione di resina HIS Insieme al tubo autoperforante valvolato, l’iniezioni di resina Webac® HIS si è rivelata una soluzione efficace per risparmiare tempo per rendere possibile la stabilizzazione del terreno in condizioni logistiche e idrauliche difficili.
5. Conclusione L’iniezione del terreno circostante il tunnel della Linea 2 di MM con il Sistema di Iniezione Ibrida Webac® HIS è stata eseguita con successo e ha soddisfatto le esigenze prefissate dal Contractor. Ha soddisfatto i requisiti di resistenza alla compressione e impermeabilità, ma allo stesso tempo anche i più elevati requisiti ambientali. Il sistema HIS ha convinto con la sua ampia gamma di iniettabilità da ghiaie con permeabilità 1E-02 m/s fino a sabbie molto fini con un indice D50 inferiore a 1 mm e permeabilità di 7E-06 m/s. Ha anche mostrato un’alternativa economica all’iniezione di cemento puro, dove ci si doveva aspettare dilavamenti e altre perdite.
Tabella 6 Importi degli interventi di ripristino della galleria Piola-Lambrate M2
La galleria dopo l’intervento
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RESISTENZA SENZA COMPROMESSI PER IL RISANAMENTO DI UNA GALLERIA DELLA METROPOLITANA DI MILANO INTERESSATA DALLA RISALITA DELLA FALDA, L’IMPLEMENTAZIONE DI UNA TECNICA COMBINATA CON L’IMPIEGO DI BARRE AUTOPERFORANTI ARCO E L’INIEZIONE DI RESINA IBRIDA È RISULTATA DECISIVA NELLA RIDUZIONE DRASTICA DELLE VENUTE D’ACQUA
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ella rete infrastrutturale che riguarda la Metropolitana di Milano, a partire dal 1999, la galleria a binario dispari della tratta Piola-Lambrate della linea M2 è stata interessata da problemi di infiltrazione d’acqua legati all’innalzamento della falda. Nel 2011 è stato dato corso al progetto di consolidamento e impermeabilizzazione definitivo, quando la portata drenata era di circa 200 m3/h. Nel 2015, a inizio lavori, la portata era aumentata a 600 m3/h (Figura 1). La fase I del progetto - conclusa nel 2016 aveva il duplice scopo di ridurre in modo drastico le venute d’acqua in galleria e di ricostruire al meglio l’arco rovescio, pesantemente ammalorato, assicurando al contempo la stabilità della galleria tramite tirantature. Gli interventi effettuati in questa prima fase hanno riguardato diverse operatività che riportiamo di seguito. Innanzitutto, l’applicazione di barre di ancoraggio autoperforanti Arco (R32x5,2,
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L=6 m) sui piedritti e in arco rovescio. In secondo luogo, l’esecuzione di iniezioni con miscela cementizia c/a=2, mediante tubo monovalvola in PVC con otturatore in gomma. Constatato l’abbondante flusso d’acqua in fase di perforazione (Figura 2) e la difficoltà nell’utilizzare il preventer, l’impresa ha modificato il progetto, che prevedeva l’uso di tre tubi monovalvola tra loro collegati, riducendo il diametro di perforazione da 100 mm a 51 mm, al
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fine di ridurre l’afflusso d’acqua. Questa variante ha comportato maggiori difficoltà nel controllare il tempo di presa della miscela (che spesso rientrava attraverso le fessure tra arco rovescio e piedritti, in assenza di sigillazione. In terzo luogo, si è proceduto alla realizzazione di barre autoperforanti (R32x6, L= 1 m) di collegamento tra arco rovescio e getto di regolamento. La fase II ha contemplato iniezioni sul
consolidamento del terreno intorno alla galleria, con lo scopo di creare un guscio continuo che assicurasse l’impermeabilità e la statica della galleria stessa (Figura 3). Il progetto prevedeva di realizzare i consolidamenti in arco rovescio dall’interno della galleria, ipotizzando la chiusura totale della linea per due mesi. Per entrambi gli interventi, da piano strada e da galleria, era previsto l’utilizzo di tubi a manchette in PVC e l’iniezione di mi-
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scele cementizie e silicatiche. A seguito della pandemia da Covid-19 le condizioni operative, tuttavia, sono variate, consentendo lo svolgimento dei lavori soltanto in sessione notturna. Questo fatto ha reso difficile poter operare con la tecnologia tradizionale che prevede l’esecuzione di perforazioni rivestite, l’inserimento dei tubi a manchette e la realizzazione della guaina. Quindi, la proposta è stata quella di utilizzare barre autoperforanti valvola del tipo R38x5,2. Inoltre, a causa dei rientri ancora presenti in arco rovescio, sono state eseguite delle iniezioni di “confinamento” con miscela ibrida HIS; questa, facendo presa più rapidamente della miscela cementizia da sola, ha intasato le riprese di getto (Figura 4). Le iniezioni da strada sono state portate a termine secondo le specifiche di progetto, permeando il terreno al contorno di piedritti e calotta. (*) Si ringraziano l’ingegner Antonella Antonelli di MM e gli ingegneri Antonio Romano e Pietro Antonacci di ATM, dalla cui pubblicazione “Permeation grouting and consolidation works to solve flooding” (presentata al WTC 2019 di Napoli) è tratta la sintesi pubblicata su queste pagine.
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Sintesi degli elementi utilizzati Rinforzo del piedritto - barra autoperforante R32. Funzione e vantaggi di utilizzo: • Contrasto alla chiusura del cavo • Alleggerimento degli sforzi sull’arco rovescio • Perforazione sotto ballente idraulico senza l’ausilio del preventer
Iniezioni in arco rovescio sotto battente idraulico - barra autoperforante valvolata R38. Funzione e vantaggi di utilizzo: • Esecuzione dell’iniezione selettva ed anche ripetuta a differenti profondità • Perforazione sotto battente idraulico senza l’ausilio del preventer
Iniezioni in arco rovescio sotto battente idraulico - Webac, miscela ibrida HIS (Hybrid Injection System). Funzione e vantaggi dell’utilizzo di resina ibrida: intasamento delle fessure di manufatti sotto battente idraulico, in presenza di abbondanti flussi d’acqua; regolazione del tempo di presa della miscela cementizia, dosando opportunamente il rapporto tra la resina e la miscela cementizia; utilizzo di un solo tubo per l’iniezione combinata nel terreno di miscela cementizia e resina, previa miscelazione dei prodotti mediante un connettore a V.
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i chiama Supergard CLE e la sua origine di creazione - i laboratori di ricerca Draco - l’ha definito come “il trattamento antidegrado tre in uno”, basato sulla tecnologia Concrete Life estender che inibisce la corrosione delle barre di armatura, annulla la reazione alcali-aggregato e aumenta l’idrorepellenza del calcestruzzo. La tecnologia Draco CLE (Concrete Life Extender), é l’evoluzione prestazionale dei prodotti destinati al restauro e alla protezione delle strutture. Questa tecno-
logia innovativa è rivolta ai contesti più complessi, dove le condizioni ambientali e di utilizzo in cui sono inserite le opere richiedono standard di durabilità e contrasto alle minacce di degrado estremamente elevati. Perché è importante applicare al calcestruzzo un prodotto anti-degrado come Supergard CLE? I processi di degrado e corrosione sono dinamiche che affliggono tutte le strutture in calcestruzzo, compromettendone l’integrità e l’efficienza. Nel processo di carbonatazione del calcestruzzo, l’abbassamento del PH che accompagna questo fenomeno porta all’ossidazione delle armature e alla formazione di ruggine, tipicamente espansiva, che col tempo può espellere il copriferro, lasciando scoperte le barre di armatura. I cloruri, presenti nei sali disgelanti e nell’acqua di mare, corrodono l’acciaio delle armature e ne assottigliano la sezione. La reazione alcali-aggregato innesca fenomeni che causano il rigonfiamento degli aggregati reattivi, con effetti espansivi che portano alla rottura della massa di calcestruzzo, esponendo quindi le barre di armatura. Il processo di degrado ha come conseguenza la perdita di capacità portante degli elementi strutturali fino a determinare un cambiamento del loro comportamento statico e sismico. Meccanismi di contrasto sono fondamentali, quindi, per assicurare le resistenze meccaniche nel tempo, minimizzare gli interventi di restauro e allungare la vita utile delle strutture.
Vantaggi operativi e sostenibilità economica Supergard CLE è un prodotto pronto all’uso poiché non necessita di essere diluito o combinato con altri prodotti. La specifica formulazione permette di utilizzarlo a pennello sulla superficie delle strutture in cemento armato esistenti oppure come additivo in massa miscelato all’impasto, nel caso di nuove costruzioni. La semplicità di utilizzo, unita all’efficace azione anti degrado, ne fanno un trattamento dai ridotti costi di applicazione, che contribuisce alla sostenibilità economica nel tempo delle strutture, massimizzandone la vita utile.
Progettazione e sperimentazione Supergard CLE è stato oggetto di una sperimentazione a cura del Dipartimento Scienze ed Ingegneria della Materia, dell’Ambiente e dell’Urbanistica dell’Università Politecnica delle Marche. Attraverso la sperimentazione si è potuta verificare l’efficacia di Supergard nel contrastare le principali minacce di degrado attraverso una serie di parametri. Innanzitutto, la valutazione della capacità di mitigazione e annullamento della reazione alcali-aggregato. Perché è importante questo parametro? Questo tipo di reazione nel calcestruzzo determina rigonfiamenti degli aggregati, fessurazioni, distacchi e quindi precoce
Campi di impiego Grazie alla sua versatilità e alla sua speciale miscelazione, Supergard CLE si presta per il trattamento di molteplici opere. Tra queste, vanno menzionate senz’altro le più importanti. A partire dalle strutture in calcestruzzo realizzate con inerti potenzialmente reattivi; poi, con le strutture in calcestruzzo armato fuori terra e interrate e con le strutture sottoposte all’azione indiretta dell’ambiente marino. A proseguire, i parcheggi e le pavimentazioni stradali in calcestruzzo, infrastrutture viarie (come ponti e viadotti), strutture in genere sottoposte all’azione di sali disgelanti durante il periodo invernale e superfici in calcestruzzo di strutture storiche di alto valore estetico (per un’estensione della vita utile).
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MATERIALI IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO
degrado dello stesso. Inoltre crea punti di ingresso di umidità e di sostanze aggressive quali i cloruri, che raggiungendo le barre di acciaio ne innescano il processo di corrosione. Il sistema di sperimentazione, in questo caso, è basato sullo standard ASTM C1260-14 (“Standard Test Method for Potential Alkali Reactivity of Aggregates - Mortar-Bar Method”).
Nella metodologia di prova, come riferimento sono stati utilizzati tre provini in calcestruzzo. Su alcuni, il prodotto è stato applicato superficialmente; su altri, è stato aggiunto in fase di miscelazione, in percentuale in peso rispetto al cemento pari a 1,3 e 5%. Tutti i provini sono stati immersi in una soluzione per attivare la reazione degli aggregati reattivi, e successivamente posti in forno e misurati ad in-
tervalli stabiliti per rilevarne l’espansione. I risultati ottenuti sono stati i seguenti. I provini non trattati hanno avuto un’espansione dello 0,20%, valore considerato secondo lo standard di riferimento riconducibile a un “comportamento espansivo potenzialmente deleterio”, mentre i provini trattati con Supergard CLE hanno ottenuto valori inferiori a 0,10% tipici di un “comportamento innocuo”.
- RIF = provini di riferimento
- AR = provini reattivi
- PI_sup = provini con Supergard applicato in superficie
PI 1%, PI 3% e PI 5% provini con Supergard applicato in miscela rispettivamente all’1%, 3% e 5% in peso rispetto al peso del cemento
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Secondo parametro, l’effetto passivante per armature e penetrazione dei cloruri. La corrosione dovuta agli ioni di cloruro crea un ambiente ostile all’acciaio, perché gli ioni di cloruro, essendo dimensionalmente inferiori al reticolo cristallino dell’acciaio, riescono a penetrarlo e ad assottigliare velocemente e in misura consistente la sezione delle armature. In aggiunta, l’assenza di sintomi visibili dall’esterno di questo fenomeno, può portare alla sua non rilevazione. Il sistema di sperimentazione impiegato fa riferimento allo standard ASTM C876. Nella metodologia di prova, sono stati realizzati cinque provini, di cui uno di riferimento, uno con Supergard CLE applicato a tre mani sulla superficie e tre con Supergard CLE applicato in miscela rispettivamente all’1%, 3% e 5% in peso rispetto al peso del cemento. All’interno dei provini sono state annegate barre di acciaio da 6 mm. La corrosione è stata misurata dopo 70 giorni di maturazione con apposita strumentazione a elettrodi,
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-
RIF = provino di riferimento
-
Draco_ext = provino con Supergard applicato in superficie
-
Draco_int1%, Draco_int3% e Draco_int5% provini con Supergard applicato in miscela rispettivamente all’1%, 3% e 5% in peso rispetto al peso del cemento
-
Umido indica le misurazioni effettuate in condizioni di provino bagnato.
sia in condizioni di bagnato che in condizioni di asciutto. Dalla sperimentazione, è emerso che il processo non si innesca per i provini con Supergard CLE applicato sulla superficie e per i provini con prodotto miscelato in malta nelle percentuali del 3% e 5%, e la profondità di penetrazione dei cloruri ne
risulta drasticamente ridotta rispetto ad un calcestruzzo preparato senza Supergard CLE. Il prodotto è quindi altamente efficace nel limitare l’ingresso dei cloruri all’interno della matrice cementizia e quindi nell’evitare, o ritardare, l’innesco del processo di corrosione delle armature metalliche.
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MATERIALI IMPERMEABILIZZAZIONE E PROTEZIONE DEL CALCESTRUZZO
Capacità idrorepellente Perché è importante la facoltà di Supergard CLE nell’impermeabilizzare una struttura in calcestruzzo? Perché questa caratteristica serve a garantire nel tempo la stabilità dell’opera e le sue qualità funzionali e meccaniche, dal momento che impedisce l’ingresso di sostanze dannose come i cloruri o il semplice alternarsi di condizioni asciutto/umido che potrebbero intaccare le armature. Attraverso il sistema di sperimentazione - standard ASTM C642-13 “Standard Test Method for Density, Absorption, and Voids in Hardened Concrete” - nella metodologia di prova sono stati realizzati sei provini con stessa miscela, alcuni dei quali sono stati trattati con Supergard applicato sulla superficie in tre mani. I provini sono stati sottoposti a cicli di stagionatura umida e asciugatura, poi pesati e immersi in acqua per 72 ore; successivamente asciugati in superficie e pesati. I risultati: La differenza di peso tra i provini di riferimento e quelli trattati con Supergard CLE, hanno evidenziato in questi ultimi una riduzione addirittura del 33% nell’assorbimento di acqua.
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CERTIFICAZIONI OPERE CIVILI E NORMATIVE E INFRASTRUTTURE
PRESERVARE LA DURABILITÀ NELLE PARTI 1 E 2 DELLA NORMA UNI 11417, ANCHE UN VALIDO AIUTO TECNICO PER INDIVIDUARE LE CONDIZIONI CHE POSSONO PORTARE AL VERIFICARSI DELLA REAZIONE ALCALI-SILICE NEL CALCESTRUZZO
L
o scorso 5 maggio sono state pubblicate le parti 1 e 2 della norma UNI 11417 in materia di durabilità delle opere in calcestruzzo. La prima parte, in considerazione della vita utile di esercizio dell’opera, mette in relazione i requisiti di durabilità delle opere e degli
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elementi prefabbricati di calcestruzzo con i fenomeni di degrado del calcestruzzo stesso e delle armature. Le azioni aggressive trattate nella Parte 1 sono le seguenti. 1) La corrosione delle armature, che è la causa più frequente di degrado delle strutture in
cemento armato e può essere prodotta da tre fenomeni: la carbonatazione del calcestruzzo, la penetrazione di cloruri nel calcestruzzo stesso e, in casi eccezionali, la presenza di correnti vaganti. 2) L’azione del gelo/disgelo, con gli effetti distruttivi dovuti all’insorgere di pres-
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Una prevenzione necessaria Le raccomandazioni espresse nella norma, nelle parti 1 e 2, riguardano le strutture in calcestruzzo normale armato e precompresso e in calcestruzzo a bassa percentuale di armatura o non armato. Sono escluse le opere per le quali esiste una regolamentazione particolare e calcestruzzi non tradizionali come quelli fibrorinforzati. Per ciascun fenomeno si descrivono le principali cause, il relativo grado di aggressività e le azioni di prevenzione, contenimento e mitigazione del rischio associato. Anche se in Italia il numero di strutture colpite non è elevato, in alcuni casi i fenomeni espansivi causati da questa reazione hanno ridotto la fruibilità di alcune importanti opere e intensificato il danno provocato da altri agenti aggressivi. Il manifestarsi della reazione alcali-silice dipende congiuntamente: dalla presenza di silice reattiva negli aggregati; dal tenore sufficientemente elevato di alcali solubili nel calcestruzzo; dalle condizioni di esposizione ambientali, tali da mantenere prevalentemente saturo d’acqua il calcestruzzo o consentirne frequentemente l’umidificazione. La reazione alcali-carbonato non viene trattata, in quanto non si hanno evidenze di questi fenomeni sul territorio nazionale. Il documento intende, inoltre, ottimizzare la gestione delle risorse di aggregati in accordo con un approccio di sviluppo sostenibile, offrendo soluzioni tecnicamente valide rispetto a quella restrittiva che consisterebbe nell’utilizzo di soli aggregati classificati come non reattivi. Prevede anche l’uso di aggregati classificati come potenzialmente reattivi, con riserva di applicare le misure preventive riportate nella norma.
sioni interne conseguenti al congelamento dell’acqua interstiziale, pressioni che, quando superano la resistenza meccanica a trazione del calcestruzzo, provocano la sua disgregazione. 3) L’azione delle acque dilavanti, molto pure come quelle dei bacini montani, che provocano la dissoluzione ed il dilavamento dell’idrossido di calcio presente nel cemento idrato ed il successivo dilavamento degli altri composti idrati. 4) L’azione dell’acqua di mare, che si manifesta prevalentemente con l’erosione ed il distacco di porzioni di calcestruzzo conseguente alle reazioni chimiche tra i composti della pasta di cemento e le sostanze disciolte nell’acqua di mare.
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CERTIFICAZIONI OPERE CIVILI E NORMATIVE E INFRASTRUTTURE 5) L’azione dei solfati, che possono trovarsi nelle acque naturali, in quelle industriali, fognarie e nei terreni e che, al contatto con il calcestruzzo, producono fenomeni espansivi a carattere distruttivo dovuti a reazioni con i componenti delle pasta di cemento. Nell’Appendice, sono riportate istruzioni che descrivono le misure pratiche da adottare per prevenire o ridurre gli effetti nocivi delle azioni sopra elencate e rappresentano un prezioso manuale applicativo per gli operatori. La Parte 2 contiene le istruzioni per individuare le condizioni che possono porta-
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re al verificarsi della reazione alcali-silice nel calcestruzzo, le misure per evitarla o ridurne il rischio e le conseguenze. La reazione in questione dipende congiuntamente dalla natura dell’aggregato, dalla presenza di alcali nel calcestruzzo e dalle condizioni ambientali di umidità nelle quali si trova il manufatto di calcestruzzo. I fenomeni causati dalla reazione riducono la funzionalità delle strutture e intensificano il danno provocato da altri agenti aggressivi. L’effetto si evidenzia con la formazione di fessure reticolate e diffuse su elementi tozzi come i plinti e di fessure lineari longitudinali su
elementi allungati come i pilastri. Per la prevenzione di questo fenomeno e del conseguente degrado delle opere, la norma introduce il concetto di “livello di precauzione”, che il progettista può applicare in funzione delle caratteristiche dell’opera (o di parti di essa) e delle condizioni di esposizione ambientali. Inoltre, definisce quali sono gli aggregati reattivi e indica come misurare la loro potenziale reattività e valutare il corrispondente rischio di reazione. Fornisce poi una classificazione delle condizioni ambientali per definire il livello di rischio e di prevenzioni da adottare.
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IN QUESTO Maggio/Agosto 2022 NUMERO Anno 4
Aziende citate A
F
AL Consulting ........ 42 Arco ...............134, 140 Assobeton ................ 38
Fagioli .................62, 80 F.lli Omini ..................62
Bassanetti ..................32 Blend ....................... 102
C Calcestruzzi ............. 40 Cifa ........................... 98 CP Technology ........ 48
D Dazzini ...................110 Doka ......................... 35 Draco ......................144 Dr. S. Morandi Geotecnica .............134
E Elettro Sigma ............38 Euroedile ................ 118
TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
R
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del calcestruzzo e della prefabbricazione SupplyFiliera chain of concrete and precast industries R
G GIC ...........8, 14, 18, 20 Gölz ............................42 Grove .........................74
H Hydrogen Expo ...... 34
I Imer ................. 41, 114 Innoval ...................126 IPE Progetti ............. 62 Ireos .......................... 62 Italcementi ............... 40 I.T.I. Impresa Generale ................... 58
J JDI ..................................38
Profeti di tecnologia qualità, affidabilità e innovazione
37 Barra 33 Blend Plants - FBG 109 Concrete News 57 Edilmatic II Elettro Sigma 5 Euromecc 149 Federbeton IV GIC
N° 2 - 2022
M Manini Prefabbricati .54
O OMG ..........................70
P Pappadà Gino .......122 PGE Expo ................ 34 Pilosio .....................118 Potain ....................... 94 Progress Group ....... 44
S Sicoma ...................... 70
T Techind .................... 94 Tecnocom ................. 44 Terex Cranes ............ 90 Topp & Screed .......106 Toto Costruzioni Generali ................... 48
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Inserzionisti
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La Rivista “Concrete News” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
B
Progress Group rappresenta l’avanguardia nelle soluzioni per la prefabbricazione, con un alto profilo tecnologico e di automazione. Caso esemplare, un cassero dalla grande flessibilità operativa per la produzione di pilastri.
79 GIS 153 Hydrogen Expo III ICTA 35 Imer 117 IRE 125 Istituto Italiano del Calcestruzzo 39 Kimera 7 Manini 3 Niederstatter 41 Pappadà Gino 113 Perforare 93 Pipeline & Gas Expo I Progress Group 89 Sollevare 17 Tekna Chem
W
133 Unifer
Webac .....................134 Weber ....................... 42
69 World Demolition Summit
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