La Rivista “Concrete News” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
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EDITORIALE
Fabio Potestà
Alberto Finotto
Il dissesto idrogeologico non può avere alibi
Cari Lettori, le calamità ritornano e non fanno sconti. Soprattutto a Firenze, dove nell’ultimo millennio si è calcolato che la città ha subito un’alluvione almeno ogni 18 anni - nell’area della Piana di Firenze, Prato e Pistoia, quattro volte solo nell’ultimo secolo, contando il 1926, il 1966, il 1991 e il 1992; una media di ogni 25 anni e, guarda caso, sempre nel periodo tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Quindi, non parliamo più di imprevedibilità assoluta del rischio idrogeologico, per il nostro Paese. Piuttosto, la parola chiave è la solita: trascuratezza. Ossia, pigra imprevidenza nell’attuare quello che è necessario per prevenire, arginare e risolvere un problema endemico dei nostri territori. Qualche riflessione utile l’ha fornita, nei giorni scorsi, dalle pagine virtuali del portale di informazione InToscana, il professor Nicola Casagli, geologo dell’Università di Firenze. Lo studioso ha messo in guardia gli osservatori più superficiali dall’attuare il gioco ricorrente del “capro espiatorio” per quanto è successo. Piuttosto, serve un supplemento di riflessione sui dati di fatto. Uno di questi, incontrovertibile da decenni, è che il 94% dei comuni italiani è esposto
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al rischio di frana, alluvione ed erosione costiera, con più del 18% del territorio classificato a rischio elevato o molto elevato. Lo dice l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica; per cui, ogni problematica è ormai nota, a ogni livello istituzionale. Com’è noto un altro dato di fatto, come ribadisce Casagli: “il cambiamento climatico, che porta all’intensificazione degli eventi meteorologici estremi” si sposa “all’urbanizzazione incontrollata del territorio”, con “l’inesorabile consumo di suolo che continua a crescere, in Italia, al ritmo di 70 ettari al giorno”. Quello che è accaduto nella Piana di Firenze,Prato e Pistoia rivela, sempre secondo lo studioso, proprio “quell’urbanizzazione eccessiva, all’interno di un’area con scarsa capacità di drenaggio naturale”, svilita da una manipolazione delle difese artificiali, realizzate nei vari periodi storici, dall’esigenza speculativa di uno sviluppo edilizio incontrollato. Allora, a fianco dei grandi progetti infrastrutturali - di cui il Paese ha urgentemente bisogno, comunque occorre riprendere il filo rosso di un
grande piano di investimenti pubblici, “per i quali è stato a più riprese stimato un fabbisogno di 2,5 miliardi di euro per anno, pari all’1,5 per mille del PIL”, come ribadisce il professor Casagli. Parliamo di invasi, casse di espansione, opere di sistemazione idraulica e forestale, interventi di stabilizzazione dei versanti. “Le Autorità di bacino distrettuali hanno già i piani per la difesa del suolo e per la protezione idrogeologica, si tratta solo di attuarli”. Una constatazione che ha trovato, in queste stesse settimane, una conferma lapalissiana nel fatto che Il Veneto ha imparato la lezione già nel 2010. L’alluvione che devastò le province di Padova e Vicenza diede impulso alla realizzazione di opere anti-alluvionali per un miliardo e mezzo di euro. Oggi lì non si finisce sott’acqua. Da allora, sono stati costruiti, ad esempio, numerosi bacini di laminazione, con riferimenti strategici a Caldogno e a Montecchia di Crosara, nell’area compresa tra Vicenza e Verona. Come dire che anche le calamità imprevedibili si possono contrastare, quando c’è l’intelligenza dell’impegno politico e amministrativo.
Buona lettura!
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Periodico associato a
SOMMARIO Settembre/Novembre 2023 Anno 5
ATTUALITÀ
In collaborazione con
TECNOLOGIE
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
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News ............................................................... p.8
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Responsabile Editoriale Alberto Finotto
MATERIALI
Censimento delle imprese italiane di prefabbricazione e produzione di manufatti in calcestruzzo ....................... p.28
RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI
Ufficio traffico Daniela Chiusa daniela.chiusa@mediapointsrl.it
Affidabilità intensiva .................................... p.96
Direzione e redazione MEDIAPOINT & EXHIBITIONS SRL Corte Lambruschini Corso Buenos Aires, 8/7 16129 Genova - Italy tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 redazione@concretenews.it
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Un laboratorio per il futuro delle costruzioni ...................... p.44
Pre-stampa e stampa Eurografica - Genova
RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE Quella magnifica rinascita ......................... p.48
TABLET EDITION
La linea di una nuova era .......................... p.56 La storia siamo noi....................................... p.60
AUTOMAZIONE E CONTROLLO Misura di una rivoluzione ............................ p.64
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE Opera dinamica sull’impalcato ................ p.68
INDUSTRIA DEGLI INERTI Campo comune ......................................... p.72
DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO Supervisori in quota ..................................... p.76
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Grafica e impaginazione Romina Testino grafica@mediapointsrl.it Fotografia Archivio Concretenews
Sulla banchina dell’efficienza ................... p.38
TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
Collaboratori Roberto Ambra Gianenrico Griffini Alice Magon Andrea Potestà
Impermeabile allo scorrere del tempo .... p.92
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE
MACCHINE E IMPIANTI
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Modellare il progetto .................................. p.80
Sul filo del decommissioning....................... p.88
PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
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Direttore Responsabile Fabio Potestà
Rinascere dalle ceneri ................................ p.84
PRIMO PIANO
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del calcestruzzo e della prefabbricazione SupplyFiliera chain of concrete and precast industries
SOCIAL MEDIA
Registrazioni Tribunale di Genova n.27/2011. Camera Commercio di Genova, R.I. N.O 395768 del 5 novembre 2001 Registro operatori di comunicazione N.O 022258 del 20 gennaio 2012 Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Mediapoint & Exhibitions Srl” sono utilizzati solo dalla casa editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Fabio Potestà Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2023
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ATTUALITÀ NEWS
A Caserta, undicesimo convegno per l’ingegneria della sicurezza Si è svolto mercoledì 25 ottobre il convegno annuale nazionale dedicato all’ingegneria della sicurezza. Organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Caserta, l’evento ha passato in disamina le diverse sfide alle quali è chiamata, all’interno del panorama attuale, l’ingegneria della sicurezza. L’undicesima edizione di questo summit - organizzata a Caserta, nel complesso monumentale del Belvedere di San Leucio - si è concentrata sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla sicurezza nei cantieri e sulla prevenzione degli incendi. Al tavolo degli ospiti - oltre al sindaco di Caserta, Carlo Marino, che ha inaugurato i lavori, -, presenti il viceministro alla giustizia, Francesco Paolo Sisto, il presidente dell’ordine degli ingegneri della provincia di Caserta, Carlo Raucci, e il presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini. Sono intervenuti, durante le varie sessioni del convegno, Ester Rotoli, direttore centrale prevenzione Inail, per CNI Antonio Leonardi, Gianluca Giagni, Rita Amelia Grunspan e Pasquale Staropoli, in qualità di Responsabile della Segreteria tecnica del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nella seconda sessione di approfondimento il focus è stato posto nello specifico sulla sicurezza nei cantieri, con un occhio di riguardo alla nuova filosofia della “smart safety”. Ha partecipato attivamente ai dibattiti Ance, attraverso gli interventi di Alessandra Stirpe e Francesca Ferrocci, che hanno poi passato la palla ad Andrea Galli, del GdL Sicurezza del CNI, a Paolo Pennesi (direttore generale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro), a Fulvio Giani, altro componente del GdL Sicurezza del CNI e, infine, a Luca Rossi, di Inail.
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ATTUALITÀ NEWS
CECE Summit 2023, protezione informatica in primo piano C’
eravamo anche noi di Mediapoint & Exhibitions – con il nostro presidente, Fabio Potestà – a contribuire in prima fila al dibattito preminente del CECE Summit 2023, sul tema “Costruire la resilienza in un mondo connesso”. Mai argomento è stato più in linea con le strategie della nostra casa editrice in tema di fiere e convegni, dal momento che alla prossima, terza edizione di Pipeline & Gas Expo verrà affiancata, negli spazi espositivi di Piacenza Expo (dal 29 al 31 maggio 2024), la prima edizione di Cybsec-Expo, evento focalizzato sulla sicurezza informatica e sulla protezione dei dati e delle infrastrutture critiche. Il vertice CECE di quest’anno – organizzato a Bruxelles, giovedì scorso, 26 ottobre – ha evidenziato proprio la sicurezza informatica delle imprese e dei produttori come argomento prioritario anche per il mondo construction. Considerando che il Cyber Resilience Act della Commissione Europea ha rivelato la disponibilità di un’ampia gamma di prodotti digitali e di servizi accessori – imponendo obblighi agli operatori economici di avvalersene utilmente durante l’intero ciclo di vita dei prodotti – il Summit ha offerto ai partecipanti l’opportunità di discutere in prima persona i temi chiave che riguardano, proprio sotto il profilo della sicurezza informatica, l’industria delle macchine per le costruzioni. Una discussione proficua, condotta con alcuni rappresentanti delle Istituzioni Europee e con la supervisione guida dell’attuale presidente del CECE, Alexandre Marchetta. Freddy Dezeure, Senior Executive in Cyber Security Operations, ha fornito al pubblico esempi concreti di come le aziende possano misurare il livello dei propri rischi informatici. Identificare i punti di vulnerabilità è il compito più importante, senza dimenticare la correlazione tra gli stessi rischi informatici e la grave perdita di immagine che comportano quando si traducono in una grave intrusione nei programmi interni di gruppi industriali e imprese. Nel dibattito successivo sono state discusse le possibili modalità di attuazione
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AIRFLASH®
pratica della resilienza informatica. Sul palco, Henna Virkkunen, eurodeputata, relatrice ombra del PPE per il Cyber-Resilience Act, Raluca Stefanuc, responsabile delle politiche DG Connect della Commissione europea, Marie Poidevin, presidente del gruppo di lavoro CECE sulla politica dei dati e Frederic Lamboley, responsabile IT di Mecalac. La discussione ha mostrato chiaramente le diverse posizioni di contributo al dibattito dei rappresentanti dell’UE e dell’industria. La volontà politica di far passare la regolamentazione necessaria nel modo più rapido e uniforme possibile con il Cyber Resilience Act si rivela in contrasto con le esigenze dei produttori di macchine di tenere conto della complessità dei diversi prodotti, soprattutto di quelli più sensibili, sotto il profilo informatico, utilizzati principalmente su macchine mobili non stradali. Una critica accesa è stata riservata, a questo proposito, anche alla burocrazia che impone certificazioni obbligatorie di terze parti. Jose Antonio Nieto di Putzmeister, designato prossimo presidente del CECE a partire dal gennaio 2024, ha confermato, nel suo intervento al Summit, l’impegno coerente con l’obiettivo a lungo termine della decarbonizzazione e della digitalizzazione portato avanti dalle strategie associative. Il focus presidenziale del futuro verterà anche sul settore estrattivo e minerario, in relazione alla preservazione dell’ambiente e alla sostenibilità – dal momento che l’Europa, così come altre regioni continentali, si trova ad affrontare una fase rinnovata di ricerca e localizzazione dei metalli e di altre sostanze minerali, attivandosi per la riapertura di vecchie miniere e per l’avvio della coltivazione nei nuovi siti di estrazione. Nieto ha inoltre annunciato che il prossimo Congresso CECE si svolgerà a Madrid dal 23 al 25 ottobre 2024 (maggiori informazioni saranno All Made in Italy presto disponibili su cece.eu). Nel suo discorso ispiratore, Greg Van Der Gaast – uno degli hacker più temibili al mondo, oggi nel AIRflash aircannons ruolo di agente sotto copertura dell’FBI, oltre che ECOfog dedusting technologies di consulente tecnico, autore e relatore internaziorasKia belt cleaners nale – ha sottolineato che in generale le aziende gestiscono i sintomi e non risolvono i problemi che riguardano la propria sicurezza informatica. Le imprese devono muoversi verso una gestione della qualità di protezione dei dati, per eliminare la presenza di rischi, implementando una struttuWE DELIVER ra immediatamente leggibile e lineare per sapere EFFICIENCY sempre e in modo chiaro cosa accade nella loro infrastruttura digitale nei momenti di allarme. Karel Lannoo, CEO del CEPS, ha parlato delle elezioni europee del 2024 e dell’importanza che riveste una partecipazione ampia da parte dei cittadini europei. Oltre il 50% delle leggi che hanno un impatto sulle leggi nazionali sono emanate dall’UE e le persone non sono ancora consapevoli di questa profonda influenza. In secondo luogo, Lannoo ha sottolineato che una delle questioni più importanti nel prossimo futuro riguarderà la ricostruzione dell’Ucraina e l’allargamento dell’UE a nuovi membri (oltre alla stessa Ucraina, anche i paesi che fanno parte dei Balcani occidentali). Il Comitato organizzatore del Summit CECE 2023 ha riservato a noi di Mediapoint & Exhibitions il proprio ringraziamento per il supporto fondamentale, insieme agli altri due importanti partner del Summit – Moog Construction ed Hexagon Leica Geosystems. La cena di networking è stata organizzata in collaborazione con Off-Highway Research.
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309 milioni per i porti di Genova e Savona
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, con le firme dei membri del Comitato di Gestione e del commissario straordinario Paolo Piacenza, ha presentato un prospetto di spesa per 309 milioni di euro per ulteriori interventi infrastrutturali del programma straordinario e ordinario all’interno del bilancio di previsione per il 2024. La squadra del Comitato di Gestione è composta da Rino Canavese, Giorgio Carozzi, Andrea La Mattina e, per le Capitanerie di Porto, dall’Ammiraglio Piero Pelizzari e dal Comandante Giulio Piroddi. Le entrate tributarie per il 2024 sono previste a 57 milioni di euro, in linea con il trend dei traffici marittimi. Inoltre, la gestione del territorio demaniale prevede canoni concessori per un valore di 49,85 milioni di euro, registrando un aumento del 21,9% dovuto principalmente all’adeguamento ISTAT del 2023 e 2024. Le entrate in conto capitale ammontano a 51,6 milioni di euro, con significativi contributi da parte del governo centrale e regionale per 20,9 milioni di euro e operazioni finanziarie pianificate per 29,52 milioni di euro, destinate a coprire progetti di grande infrastrutturazione. Nel capitolo delle spese, il bilancio per il 2024 prevede spese correnti di 91,1 milioni di euro e impegni di spesa parzialmente dedicati a opere di 201,6 milioni di euro, di cui 176,3 milioni destinati a opere, fabbricati e manutenzioni straordinarie. Altri fondi sono destinati a rimborsi di mutui, investimenti in immobilizzazioni materiali ed immateriali. Tra le spese correnti, spiccano quelle per i servizi di pubblica utilità, come la pulizia e la bonifica (12,5 milioni di euro), la vigilanza (4,95 milioni di euro) e le utenze portuali (1,3 milioni di euro). I programmi per la realizzazione di opere includono interventi significativi nel Programma Ordinario, con un impegno di spesa di 41,2 milioni di euro per lo scalo di Savona/Vado Ligure e 22,7 milioni di euro per lo scalo di Genova. Gli interventi chiave per lo scalo di Savona/Vado riguardano la messa in sicurezza del Torrente Segno, la sistemazione idraulica del Rio Sant’Elena, i progetti di efficientamento della logistica agroalimentare e opere di sistemazione del versante in prossimità dell’accesso al Porto di Vado Ligure. Nel caso dello scalo di Genova, gli interventi principali comprendono la manutenzione di boe, fanali e segnalamenti, il rifiorimento della scogliera a protezione della viabilità portuale, e il ripristino del muro paraonde e allungamento del pennello ovest nella darsena tecnica.
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NEWS ATTUALITÀ
Nessun obbligo POS per le forniture di calcestruzzo La questione della non obbligatorietà del POS per le forniture di calcestruzzo è, purtroppo, periodicamente ricorrente. Ministero del Lavoro (2011 ed ancora 2016), CNI (2018) ed infine INL (2020) hanno attestato come l’attività degli addetti alla consegna del calcestruzzo in cantiere, sia direttamente o tramite terzi, si limiti alla mera fornitura, dunque senza partecipazione alle attività di posa in opera e, pertanto, non sussiste l’obbligatorietà del POS. Atecap ha ribadito la non obbligatorietà del POS, confermando che “la sicurezza è garantita dal rispetto di una precisa procedura per lo scambio di informazioni tra fornitore di calcestruzzo e impresa esecutrice”. Un parere a firma di un primario studio legale riconosciuto per le sue competenze giuslavoristiche “ha verificato nuovamente le indicazioni amministrative offrendo al contempo una disamina critica delle interpretazioni basate sulle pronunce giudiziarie, confermando, ancora una volta, la non obbligatorietà del POS per le forniture di calcestruzzo in cantiere”.
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ATTUALITÀ NEWS
Assicurazione anticalamità obbligatoria per le imprese
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Fa molto discutere la proposta del governo contenuta nella bozza di Manovra 2024 che introduce, all’articolo 24, l’obbligo per le imprese di sottoscrivere un’assicurazione contro i rischi da calamità naturali. Se ci sarà l’approvazione della legge di bilancio, al momento ancora al vaglio in Parlamento, entro il 31 dicembre 2024 le aziende dovranno per legge per tutelarsi dagli eventi atmosferici estremi causati dal cambiamento climatico. Al fine di ottimizzare la protezione garantita dalle polizze di assicurazione contro i rischi catastrofali, la bozza impone limiti prudenti alla definizione delle franchigie contrattuali. Con ciò, ci riferiamo a restrizioni che stabiliscano un importo massimo per le franchigie, che non dovrebbe superare il 10-15% del valore complessivo dei beni assicurati. Tale impostazione, pur consentendo alle imprese di contenere i costi dei premi assicurativi, garantisce comunque un adeguato livello di protezione contrattuale. Infatti, una franchigia superiore a tali parametri potrebbe risultare vantaggiosa in termini di risparmio iniziale, ma, nel contempo, comporterebbe una notevole diminuzione dell’efficacia delle coperture fornite, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria e operativa delle imprese in caso di eventi catastrofali. L’eventuale approvazione di questa misura in sede parlamentare avrebbe un impatto significativo soprattutto sulle micro e piccole imprese che, stando agli ultimi dati Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) disponibili, non hanno in percentuale una copertura assicurativa sufficiente contro questi tipi di eventi atmosferici. Solo il 3,4% delle microimprese (con meno di 10 dipendenti), infatti, disporrebbe di polizze assicurative per proteggersi da eventi come alluvioni, mentre solo l’8,4% sarebbe coperto contro gli eventi sismici. Anche per quanto riguarda le piccole imprese (fino a 49 dipendenti), la musica resta sostanzialmente la stessa, con tassi di assicurazione che si attestano al 28,2% contro i rischi idrologici e al 32,2% contro i terremoti. Completamente diversa la situazione delle medie e grandi imprese, che risultano invece adeguatamente coperte da tali rischi. Secco è tuonato il “no” da parte delle rappresentanze nazionali. “La previsione di un obbligo a carico delle imprese di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, una polizza assicurativa sugli immobili e i beni strumentali per rischio catastrofi farà gravare sull’intero sistema produttivo nuovi pesanti oneri”, si legge nel comunicato stampa firmato congiuntamente da Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato e Casartigiani.
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ATTUALITÀ NEWS
CARLO LUZZATTO È IL NUOVO AD DI RINA Sarà Carlo Luzzatto il futuro amministratore delegato e direttore generale del Rina, il gruppo multinazionale attivo nei campi della certificazione e dell’ispezione e della consulenza ingegneristica per i settori energia e mobilità, navigazione, infrastrutture e industria. Il manager - già ad del gruppo Pizzarotti - succede a Ugo Salerno, che assume la carica di presidente esecutivo del gruppo. La nomina di Luzzatto verrà formalizzata entro la fine dell’anno in corso, in concomitanza con l’ingresso del Fondo italiano d’investimento nella compagine societaria del Rina (con una quota di minoranza fino al 33%). Il cambio al vertice della multinazionale “avviene in piena coerenza con il percorso di crescita condiviso con Fondo italiano, in linea con l’ambizione del gruppo che prevede di accedere al mercato azionario nel medio termine (3/5 anni)”, secondo la comunicazione diramata dal quartiere generale del Rina.
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Il gruppo, in merito all’avvicendamento che porta Carlo Luzzatto alla guida societaria, dichiara che la decisione “rappresenta un naturale passaggio nel percorso di crescita globale del gruppo e si inserisce in una fase di grande slancio per l’azienda, focalizzata sul perseguimento del piano strategico, sull’efficientamento dei processi e sull’evoluzione verso modelli di business e servizi sempre più basati sull’innovazione e sui principi Esg”. Carlo Luzzatto, fino ad agosto alla guida del gruppo Pizzarotti, “è stato scelto - continua il comunicato Rina - al termine di una selezione molto ampia, durata mesi, che ha coinvolto diversi tra i migliori manager italiani (…) gestita da Egon Zehnder, la più grande società privata di ricerca di dirigenti al mondo”. Ingegnere dalla formazione maturata nelle migliori business school internazionali, Luzzatto vanta oltre trent’anni di esperienza nei settori dell’energia, dell’aerospazio e delle infrastrutture. Nel corso della sua carriera ha ricoperto ruoli apicali, in Italia e all’estero, in aziende pubbliche e private,. Oltre alla recente esperienza in Pizzarotti, ha operato in realtà industriali primarie come General Electric, Ansaldo Energia e Chromalloy. Paolo d’Amico, presidente del Registro italiano navale azionista di maggioranza di Rina Spa - ha annunciato la nomina di Luzzatto ad amministratore delegato “nel corso della formazione del prossimo cda. Siamo certi che Luzzatto, in qualità di amministratore delegato, e Salerno, nel ruolo di presidente esecutivo, daranno ulteriore impulso al già brillante percorso di crescita di Rina”.
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ATTUALITÀ NEWS
Via libera per la Diga di Campolattaro
Nel settore delle grandi opere infrastrutturali c’è una nuova protagonista che catturerà l’attenzione dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori nei prossimi anni: la grande diga di Campolattaro. Con la sottoscrizione a fine ottobre del protocollo antimafia, siglato a più mani dal responsabile dell’ufficio speciale Grandi Opere della Regione Campania, Fabrizio Manduca dal prefetto di Benevento, Carlo Torlontano e dal Commissario Straordinario di Governo per l’opera, Attilio Toscano, si è finalmente dato il via libera alla cantierizzazione dei lavori di realizzazione della grande diga di Campolattaro, in Campania. Il progetto della diga aveva ottenuto lo scorso 17 marzo il parere ministeriale favorevole, che ne attestava la compatibilità ambientale, per un’opera che interesserà oltre 20 comuni della provincia di Benevento. Sarà la più grande opera idrica mai realizzata nel Mezzogiorno e la sua realizzazione, di vasta portata, è stata suddivisa in tre lotti distinti. Il primo riguarda la costruzione della galleria di derivazione e dell’impianto di potabilizzazione e idroelettrico, mentre i lotti due e tre si concentrano sulle reti adduttrici e di distribuzione per scopi irrigui e potabili. La galleria di derivazione sarà lunga 7,5 chilometri, mentre l’impianto di potabilizzazione avrà una potenzialità massima di 3000 litri al secondo. Le reti di diramazione correranno per decine di chilometri, consentendo l’alimentazione dell’intera provincia di Benevento, il collegamento con i principali acquedotti regionali ed opere ad uso irriguo nella valle Telesina. Il costo complessivo dell’opera è di circa 480 milioni di euro, di cui 275 a carico della Regione Campania, che sarà soggetto attuatore. Il progetto rientra tra i sette interventi strategici nazionali del PNRR, che finanzierà parzialmente l’opera con fondi già stanziati nel 2021 dall’allora ministro Giovannini, per circa 200 milioni di euro. La competizione per l’assegnazione dei lotti 1 e 2 è stata aggiudicata a RTI Ghella Spa, in qualità di capogruppo mandatario, mentre il Lotto 3 è stato conferito alla RTI Ritonnaro Costruzioni srl, anch’esso con un ruolo di capogruppo mandatario.
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Come and see us at Tutti gli impianti Blend si abbinano perfettamente ai Silos orizzontali Blend. 18-20 April 2024 - Piacenza, Italy
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ATTUALITÀ NEWS
Alluvioni nel Nord Italia, crolla un ponte a Parma Le intense precipitazioni che hanno interessato, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, alcune regioni del Nord e Centro Italia, hanno messo a dura prova infrastrutture e servizi. Particolarmente flagellate dagli eventi atmosferici sono i territori piacentino e parmense, in situazioni molto critiche a causa soprattutto dell’innalzamento dei corsi d’acqua che, in alcuni tratti, hanno straripato in corrispondenza di determinati comuni delle zone montane. Il torrente Nure, affluente di destra del Po, ha raggiunto livelli record, tracimando in alcuni punti a Farini e a Mareto, in provincia di Piacenza. Chiuso per evidente pericolosità il ponte, mentre un altra struttura sospesa, quella del ponte sul Taro, a Ozzanello nel comune di Terenzo, in provincia di Parma, è parzialmente crollata a causa della piena del fiume. Sempre a Parma sono stati chiusi i ponti dei Carrettieri e della Navetta, una struttura pedonale di recente costruzione.
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ATTUALITÀ NEWS
SISTEMI MAGNETICI
TUNNEL DEL MONTE BIANCO, UNA CHIUSURA CHE PREOCCUPA I
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lavori di riammodernamento al Tunnel del Monte Bianco, inizialmente previsti per il settembre 2023, sono stati oggetto di una significativa riconsiderazione. Questo slittamento è stato motivato da una serie di eventi e di dibattiti intercorsi tra le autorità italiane e francesi, che hanno sollevato importanti questioni sulla viabilità transalpina. Dopo la frana che ha bloccato il
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DI.MA. Ridurre. Riutilizzare. Riciclare
COMPANY PROFILE DI.MA., con i suoi due impianti di trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi, in Provincia di Brescia, produce e vende inerti artificiali, misti cementati ed elementi modulari prefabbricati in calcestruzzo. Gli impianti di Montichiari e di Calvisano, progettati e realizzati al fine di produrre prodotti performanti, garantiscono una continuità delle loro performance tecniche certificate, grazie al continuo sviluppo ed implementazione degli impianti stessi.
Tunnel del Frejus per più di 15 giorni, facendo emergere la criticità di vedere chiuse tutte le comunicazioni più importanti fra Italia e Francia in caso di incidenti o calamità naturali, è diventato chiaro che occorreva prendere delle misure per migliorare la sicurezza delle infrastrutture stradali transalpine. Tuttavia, il rinvio dei lavori al Tunnel del Monte Bianco solleva alcune preoccupazioni. La Commissione intergovernativa ha deciso di chiudere il Tunnel del Monte Bianco per circa 9 settimane dal 16 ottobre al 18 dicembre 2023 al fine di consentire interventi finalizzati a migliorare la sicurezza dell’infrastruttura. Ma emerge una sfida significativa, legata al fatto che il traffico pesante è costretto a passare attraverso il Tunnel del Gran San Bernardo (per entrare in Svizzera) e il Tunnel del Frejus (per la zona a Sud Est del Monte Bianco). Con questi tunnel come unici collegamenti, esiste una potenziale vulnerabilità in caso di problemi o chiusure. L’azienda che gestisce il Tunnel del Monte Bianco, l’operatore Tmb-Geie, ha fornito una mappa di percorsi alternativi per i veicoli durante la chiusura. Questo approccio mira a mitigare il disagio per il traffico, ma è importante sottolineare che le alternative sono limitate, con il rischio di chiusure dovute alle condizioni meteorologiche avverse. Il rinvio dei lavori al Tunnel del Monte Bianco è stato originariamente pianificato per il 2023, con una prima fase di test concentrata sul ripristino della volta della galleria in due tronconi. Tuttavia, l’impatto della frana nel Tunnel del Frejus ha spinto il governo italiano a riconsiderare la chiusura, dato che l’interruzione simultanea dell’accesso a entrambi i tunnel avrebbe comportato enormi difficoltà per gli spostamenti tra Italia e Francia. Il rinvio di un anno è ora una realtà, e questo solleva dubbi sulle misure temporanee che saranno adottate per garantire la sicurezza del Tunnel del Monte Bianco fino al 2024. Nel frattempo, l’inaugurazione del secondo tunnel del Frejus, previsto entro la prima metà del 2024, rappresenta una speranza per una maggiore sicurezza nella circolazione transalpina. Mentre il rinvio dei lavori al Tunnel del Monte Bianco è stato guidato da preoccupazioni legate alla sicurezza e all’accessibilità transalpina, rimane aperta una questione critica sulla resilienza delle infrastrutture stradali tra Italia e Francia.
La lavorazione ed il trattamento del rifiuto non pericoloso porta alla realizzazione di aggregati artificiali, prodotti marcati CE con sistema 2+, che sostituiscono gli inerti naturali da cava diventando, in tal modo, un’opportunità virtuosa applicabile a diverse lavorazioni. È nel contesto dell’Economia Circolare dove DI.MA, collaborando con i produttori di materiale definito rifiuto, con esperti in gestione nella gestione del rifiuto e con gli utilizzatori finali, concentra i propri sforzi nella realizzazione di materiali innovativi e performanti derivanti da precisi processi produttivi di trasformazione con un unico e condiviso obiettivo:
COMPANY PROFILE
Ridurre lo sfruttamento di materie prime e minimizzare il destino a smaltimenDI.MA., con i suoi due impianti di trattamento e recupero di rifiuti non pericolosi, in to in discarica di materiali recuperabili, ottimizzando e concretizzando i principi Provincia di Brescia, produce e vende inerti artificiali, misti cementati ed elementi dell’Economia Circolare. modulari prefabbricati in calcestruzzo. DI.MA. quindi, oltre ad offrire, principalmente al mercato dell’edilizia prodotti altaGli impianti di Montichiari e diimprese Calvisano, e realizzati al la fine di produrre mente performanti, offre, alle delprogettati settore, che utilizzano materia prima prodotti performanti, garantiscono continuità delle loro tecniche secondaria, il vantaggio competitivouna dato dall’attribuzione diperformance punteggi premianti certificate,negli grazie al continuo sviluppo ed implementazione degli impianti assegnati appalti pubblici con riferimento ai Criteri Ambientali Minimistessi. (CAM). La lavorazione edprocesso il trattamento del rifiuto non pericoloso porta allaha realizzazione di DI.MA. crede nel di miglioramento continuo e per questo scelto volonaggregati artificiali, prodotti marcati CE con sistema 2+, che sostituiscono inerti tariamente di applicare il Sistema di Gestione Integrato qualità, ambiente gli e sicunaturali da cava diventando, in tal modo, un’opportunità applicabile a rezza, ovvero di definire un sistema di gestione conformevirtuosa alle seguenti norme: diverse lavorazioni. • UNI EN ISO 9001:2015 “Sistemi di gestione per la qualità” nel contesto dell’Economia Circolare dove DI.MA, con i produttori •ÈUNI EN ISO 45001:2018 “Sistemi di gestione per lacollaborando salute e sicurezza sul lavoro”di definito rifiuto,“Sistemi con esperti in gestione nella gestione del rifiuto e con gli •materiale UNI EN ISO 14001:2015 di gestione ambientale” utilizzatori finali, concentra i propri sforzi nella realizzazione di materiali innovativi e performanti da precisi processi produttivi dietrasformazione conrendere un unico Tecnologiaderivanti e competenza al servizio delle imprese dell’ambiente per e condiviso costante obiettivo:il flusso circolare di un’economia che ha il dovere di
RIDURRE, RIUTILIZZARE E RICICLARE
Ridurre lo sfruttamento di rinunciare materie prime e minimizzare il destino a smaltimensenza alla qualità dei prodotti. to in discarica di materiali recuperabili, ottimizzando e concretizzando i principi dell’Economia Circolare.
COMPANY PROFILE
DI.MA. quindi, oltre ad offrire, principalmente al mercato dell’edilizia prodotti altaDI.MA., con i suoi dueoffre, impianti di trattamento e recupero di rifiutilanon pericolosi, mente performanti, alle imprese del settore, che utilizzano materia primain Provincia di ilBrescia, produce vende inerti artificiali, misti(BS) cementati elementi www.dimainerti.com via e Dugali Sera, snc dall’attribuzione - 25018 - Montichiari +39 030 9657389 secondaria, vantaggio competitivo dato di punteggied premianti segreteria@dimainerti.com via Carpenedolo, 16 25012 Calvisano (BS) +39 030 5636145 modulari prefabbricati calcestruzzo. assegnati negli appalti in pubblici con riferimento ai Criteri Ambientali Minimi (CAM). Gli impianti Montichiari e di Calvisano, progettati e realizzati al fine produrre DI.MA. crededinel processo di miglioramento continuo e per questo hadiscelto volonprodotti performanti, garantiscono continuità delle qualità, loro performance tariamente di applicare il Sistema diuna Gestione Integrato ambiente tecniche e sicucertificate, grazie al continuo sviluppo ed implementazione impianti stessi. rezza, ovvero di definire un sistema di gestione conforme alledegli seguenti norme: La lavorazione ed il trattamento rifiuto non pericoloso porta alla realizzazione di • UNI EN ISO 9001:2015 “Sistemi del di gestione per la qualità” aggregati artificiali, prodotti marcati CE con sistema 2+, cheesostituiscono inerti • UNI EN ISO 45001:2018 “Sistemi di gestione per la salute sicurezza sulgli lavoro” naturali cava diventando, in taldi modo, un’opportunità virtuosa applicabile a • UNI ENda ISO 14001:2015 “Sistemi gestione ambientale” diverse lavorazioni. Tecnologia e competenza al servizio delle imprese e dell’ambiente per rendere È nel contesto dell’Economia Circolaredidove DI.MA, collaborando con idi produttori di costante il flusso circolare un’economia che ha il dovere materiale definito rifiuto, con esperti in gestione nella gestione del rifiuto e con gli RIDURRE, RIUTILIZZARE E RICICLARE utilizzatori finali, concentra i propri sforzi nella realizzazione di materiali innovativi e senza rinunciare alla qualità dei prodotti. performanti derivanti da precisi processi produttivi di trasformazione con un unico e condiviso obiettivo: Ridurre lo sfruttamento di materie prime e minimizzare il destino a smaltimento in discarica di materiali recuperabili, ottimizzando e concretizzando i principi www.dimainerti.com +39 030 9657389 dell’Economia Circolare. via Dugali Sera, snc - 25018 - Montichiari (BS) segreteria@dimainerti.com
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• UNI EN ISO 9001:2015 “Sistemi di gestione per la qualità” • UNI EN ISO 45001:2018 “Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro” • UNI EN ISO 14001:2015 “Sistemi di gestione ambientale” Tecnologia e competenza al servizio delle imprese e dell’ambiente per rendere costante il flusso circolare di un’economia che ha il dovere di 18-20 April 2024 - Piacenza, Italy RIDURRE, RIUTILIZZARE E RICICLARE
senza rinunciare alla qualità dei prodotti.
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ATTUALITÀ NEWS
Develon a Rimini con DMO Rappresentati da DMO, distributore esclusivo per Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e per la Lombardia nelle province di Milano, Cremona, Mantova, Lodi, Pavia, Varese, Monza e Brianza, i marchi Develon e Bobcat saranno presenti all’edizione 2023 di Ecomondo, la fiera di riferimento europea per la transizione ecologica, in programma a Rimini dal 7 al 10 novembre. In uno spazio espositivo considerevole, allestito sia nell’area interna che nell’area esterna del polo riminese, sarà possibile visionare tutte le novità dei due brand dedicate al settore. Protagonisti dell’area esterna PKO/005 saranno i mezzi Develon, in particolare il nuovo movimentatore di materiali DX250WMH-7, ideato per l’industria dei rifiuti solidi e del riciclo, la demolizione e le applicazioni forestali.
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TECNO-BETON SRL
Via Enrico Fermi, 6/b 24040 ARCENE BG (Italy) Tel. +39 035 4193100 E-mail: info@tecno-beton.it www.tecno-beton.it
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ATTUALITÀ NEWS
SECONDA TBM PER LA PALERMO-MESSINA-CATANIA I
l grande progetto infrastrutturale della linea ad alta capacità Palermo-Messina-Catania acquisirà una nuova tunnel boring machine per la realizzazione dei tunnel ferroviari. Decorata con il simbolo della regione Sicilia, la Trinacria, posto al centro della testa rotante della talpa, e con il tricolore ad abbellirne la struttura fresante, anche la seconda TBM è salpata dalla Cina alla volta dell’Italia, dove dovrebbe arrivare a gennaio del 2024. Dopo aver superato con successo i collaudi finali in fabbrica, anche la seconda delle talpe realizzate dal gruppo CREG (China Railway Engineering Equipment Group) è stata disassemblata ed è partita alla volta della Sicilia, dove verrà poi montata da un team di tecnici esperti. La “talpa” sarà impiegata nei cantieri di Webuild dove si sta costruendo parte della linea ferroviaria Palermo-Messina-Catania. Commissionata da RFI, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, questa linea ad alta capacità andrà a supportare lo sviluppo infrastrutturale sostenibile nella regione, potenziando velocità ed efficacia del trasporto di merci e persone all’interno dell’isola.
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Fiere ed Eventi SMOPYC – Saragozza (Spagna) 22-25 Novembre 2023 www.feriazaragoza.es/smopyc-2023
WORLD OF CONCRETE – Las Vegas (USA) 23-25 Gennaio 2024 www.worldofconcrete.com
THE UK CONCRETE SHOW, Birmingham (UK) 15-16 Marzo 2023 www.concreteshow.co.uk
Il compito di questo gigante tecnologico dal cuore “green” sarà quello di scavare due gallerie, quella di Forza D’Agrò e di Letojanni. Facenti parte del lotto Giampilieri-Fiumefreddo, i due tunnel, di lunghezza rispettivamente da 2.500 e 3.900 metri, sono separati dal viadotto Fondaco Parrino, sul quale avverrà il transito della TBM, attraverso operazioni di montaggio e smontaggio parziali. Per la realizzazione di questo colosso di ingegneria sono state adottate le tecnologie più avanziate in termini di sostenibilità ambientale. La TBM ha un diametro di 9,36 metri e pesa circa 900 tonnellate. Oltre a possedere delle prestazioni di scavo eccezionali, si configura come una sorta di “fabbrica mobile”. Durante lo scavo, infatti, essa monta in parallelo anche i rivestimenti, grandi anelli composti da conci prefabbricati, che vanno a stabilizzare il terreno e fanno sì che dopo il passaggio della TBM, la galleria sia praticamente pronta. È la cosiddetta tecnica dell’estrazione in continuo. Anche la parametrizzazione viene gestita in modo da ottimizzare le prestazioni, per raggiungere in automatico i livelli di penetrazione richiesti. Anche le emissioni sono controllate, infatti, per massimizzare il risparmio energetico, la tunnel boring machine è dotata di un software specifico per controllare l’utilizzo di motori e dei servizi elettrici. Il Gruppo Webuild nel corso degli ultimi 50 anni ha messo in opera circa 200 TBM, costruendo oltre 1.500 chilometri di tunnel. ll focus sulla sostenibilità di Webuild in Sicilia va a braccetto con quello dell’innovazione, in collaborazione e a beneficio di una filiera locale d’eccellenza. Webuild sta infatti costruendo a Belpasso, in provincia di Catania, una fabbrica totalmente automatizzata e robotizzata per la produzione dei conci che rivestiranno i tunnel dei due lotti sulla direttrice Catania-Messina. Prima nel suo genere in Italia, la fabbrica sarà in grado di produrre un concio ogni 7 minuti (contro i 10 minuti necessari in assenza di totale automazione).
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ICCX – Düsseldorf (Germania), 15-19 Aprile 2024 www.wire.de
GIC 2024, Piacenza (Italia) 18-20 Aprile 2024 www.gic-expo.it
INTERMAT, Parigi (Francia) 24-27 Aprile 2024 www.intermatconstruction.com
WORLD OF CONCRETE EUROPE Parigi (Francia) 24-27 Aprile 2024 https://paris-en.intermatconstruction.com/WOCE/ Introduction-of-the-World-of-Concrete-Europe
CONCRETE EXPO, Londra (UK) 8-9 Maggio 2024 www.ukconstructionweek.com/concrete-expo
BETON-TAGE, Ulm (Germania) 14-16 Maggio 2024 www.betontage.de
HILLHEAD 2020 – Buxton (Inghilterra) 25-27 Giugno 2024 www.hillhead.com
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
CENSIMENTO
DELLE IMPRESE ITALIANE DI PREFABBRICAZIONE E PRODUZIONE DI MANUFATTI IN CALCESTRUZZO Q
uesto primo censimento che riguarda le imprese italiane di prefabbricazione e produzione di manufatti in calcestruzzo è un’iniziativa che Concrete News persegue nella convinzione che questo settore rivesta un’importanza fondamentale per il mercato futuro delle costruzioni nazionali. Dalla produzione di conci per le grandi opere in galleria fino ai manufatti realizzati fuori sede e trasferiti in cantiere solo nel momento dell’installazione, la prefabbricazione in calcestruzzo rappresenta un’opportunità di miglioramento e snellimento sostanziale delle procedure di realizzazione delle infrastrutture di collegamento stradale. Non solo. La prefabbricazione in cemento armato precompresso coinvolge numerosi segmenti dell’edilizia industriale, terziaria e residenziale, con risultati innovativi ed efficaci sotto il duplice profilo della funzionalità e dell’estetica.
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Il valore dei manufatti in calcestruzzo prefabbricati riconduce alla libertà di progetti e programmi strutturali, con un’ampia facoltà di previsione - in edifici e infrastrutture - delle necessità di carico, delle facoltà antisismiche e di altre, innumerevoli accezioni che estendono il campo applicativo degli stessi moduli precast. In Italia, la nostra rilevazione offre una prima cartina di tornasole delle aziende e dei gruppi industriali che producono manufatti e sistemi prefabbricati, con una divisione puntuale regione per regione e l’indicazione di una coerenza rappresentativa testimoniata dall’adesione alle principali associazione di settore - fra tutte, le realtà preminenti e autorevoli di Assobeton e Abesca. Tra componenti speciali e componenti ricorrenti, la produzione di settore presenta innumerevoli varianti e fattispecie, in un universo di complessità tipologica che
comprende tutte le destinazioni possibili nell’ambito delle costruzioni moderne. L’arcipelago della prefabbricazione italiana è composto da molte isole, ma quello che vogliamo disegnare è piuttosto un panorama di competenze organiche e coerenti, un insieme di imprese in grado di rinnovare l’edilizia contemporanea del Paese e di far decollare, sulle ali leggere ed efficienti della capacità realizzativa, le infrastrutture del suo avvenire. Per noi, è un primo passo verso una ricerca di identità e di promozione puntuale per un’eccellenza troppo spesso trascurata o vista con poca lungimiranza dai decisori di grandi opere e di politiche del costruire. Proviamo a migliorare la visione complessiva della prefabbricazione d’Italia e le sue potenzialità. Concedendo, ai protagonisti di questo ambito specifico del calcestruzzo, il beneficio di un riconoscimento completo e aggiornato in modo puntuale.
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Trentino-Alto Adige
Lombardia
5
Valle d’Aosta
2
55
18 Piemonte
5
Friuli-Venezia Giulia
34 Veneto
15
1
Emilia Romagna
Liguria Toscana
6
Marche
2
5
2
8
Umbria
Abruzzo Molise
2
Lazio
9 3
Campania Basilicata
Puglia
7
2 6
Calabria
Sardegna
8 Sicilia
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO CENSIMENTO IMPRESE ITALIANE DI PREFABBRICAZIONE SOCIETA’
INDIRIZZO
ABRUZZO MAZZOCCO ROMOLO SRL
Località Campo Dragone snc
RDB ITALPREFABBRICATI
Contrada Stracca SNC
VEGA PREFABBRICATI SRL
Contrada Piane Tronto
BASILICATA SIPREM SRL
S.P. Fondo Valle Basentello, Km 10
SMECAP SRL
Via Basentena Vecchia - Z.I.
CALABRIA DIANO CEMENTI SPA
Via Nazionale, 113
EDIL MANUFATTI JONICA
Via Duca D’Aosta snc
PANGES PREFABBRICATI SRL
Zona ind.le Contrada Deluzza
PREFABBRICATI PIZZUTI
Rotonda Passovecchio – SS 107 km.0,100
PREMASUD SRL
Area Industriale Papa Benedetto XVI
TOSCANO PREFABBRICATI
c/da fondo barchi
CAMPANIA ANTONIO PALLADINO SRL
Via Circumvallazione Esterna, VIII Trav.
CALCESTRUZZO SANNITA SRL
Via Pugliano, 7
EKORU SRL
Via Lufrano, 72
IPIEMME SPA
Via Scafa, 18
ITALBLOK SAS
Zona Industriale ASI
RDB ITALPREFABBRICATI
Strada Provinciale, 333
S.I.P.A. SPA
S.S. Appia km 265
SEIEFFE PREFABBRICATI SPA
Via Appia Km 240,300, snc
T.P. & T - TOLOMEO PREFABBRICATI
Strada Statale Tirrena Inferiore, 18
TECNO BETON SRL
Via G. D’anunzio, 54
VIGORITO GROUP S.R.L
Località Isca - Contrada Palinuro
EMILIA ROMAGNA B.L. LOFFI SRL PREFABBRICATI
Strada Provinciale, 89/3
BERTOIA IMPRESA COSTRUZIONI SRL
Via Colombaia, 2
BETONFORM SRL
Località Brozzoli, 27
BIANCHI PREFABBRICATI
Via Bottego 58
EDIL IMPIANTI2 SRL
Via A. Costa, 139
EDILFOR SRL
Via Prati, 1731
IMPRESA PIZZAROTTI & C. SPA
Via Anna Maria Adorni, 1
ISOBLOC SRL
Strada delle Castelline, 28
LATERLITE SPA DIVISIONE LECA SISTEMI
Via V.Veneto, 30
PAVER SPA
St .di Cortemaggiore, 33
PIZZAROTTI PREFABBRICATI - DIR. UFF. E STAB
Via Tarona, 4
QUERZOLI S. SRL
Via Luciano Lama 5
RDB ITALPREFABBRICATI
Via Emilia Ovest 1530
SINTINI SRL
Via Dell’abbondanza 30 - Piangipane
SOCIETA’ EMILIANA PREFABBRICATI SRL
Via Maccaferri, 6 A
TIPOESSE SRL
Via degli Artigiani, 21
FRIULI VENEZIA GIULIA GIULIANE SRL
Via Della Fornace, 16 - Loc. Mortesins
BOER GROUP SRL
Via Bonaldo Stringher, 14
DI TOMMASO SRL MANUFATTI IN CEMENTO
Via delle Industrie, 12
EDIL LECA SRL
Via Pontebbana, 5
MOLINARO MANUFATTI SRL
Loc. Cimano Via dei Ponti, 19
LAZIO
30
D’ASCENZI PAVIMENTI SPA
Via A. Meucci 17/19
DEPUR MC SRL
Viale Dante 48
LEGGI SRL
Strada Provinciale Ponte delle Tavole, 103/105
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E PRODUZIONE MANUFATTI IN CALCESTRUZZO CITTA’
CAP
PROV.
WEBSITE
SCONTRONE
67030
AQ
www.mazzoccoromolosrl.it
CASOLI DI ATRI
64032
TE
www.rdbita.it
CONTROGUERRA
64010
TE
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MACCHIA DI FERRANDINA
75013
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89065
RC
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ASSOBETON
CONDOFURI
89030
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MELICUCCA’
89020
RC
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CROTONE
88900
KR
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LAMEZIA TERME
88046
CZ
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ROCCA DI NETO
88821
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www.toscanoprefabbricati.it
CASORIA
80026
NA
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SAN SALVATORE TELESINO
82030
BN
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VOLLA
80040
NA
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ASSOBETON
ALIFE
81011
CE
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ASSOBETON
CAIVANO
80023
NA
www.italblock.com
BELLONA
81041
CE
www.rdbita.it
BENEVENTO
82100
BN
www.sipapali.it
ASSOBETON
BONEA
82013
BN
www.seieffeprefabbricati.it
ASSOBETON
EBOLI
84025
SA
www.tolomeoprefabbricati.it
BACOLI
80070
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CENTOLA
84051
SA
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PR
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42030
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PARMA
43121
PR
www.pizzarotti.it
SORAGNA
43019
PR
www.isobloc.it
SOLIGNANO
43046
PR
www.leca.it
PIACENZA
29122
PC
www.paver.it
PONTE TARO
43010
PR
www.pizzarottiprefabbricati.it
FORLI’
47122
FC
www.querzolis.it
ALSENO
29010
PC
www.rdbita.it
RAVENNA
48124
RA
www.sintini.it
ZOLA PREDOSA
40069
BO
www.seprefabbricati.it
SAVIO
48125
RA
www.tipoesse.it
RUDA
33050
UD
www.giuliane.eu
CORDENONS
33084
PN
www.boergroup.it
LAUZACCO
33050
UD
www.ditommasosrl.it
ASSOBETON
VALVASONE
33098
PN
www.edilleca.com
ASSOBETON
SAN DANIELE DEL FRIULI
33038
UD
www.molinaro.it
ASSOBETON
MONTEROTONDO
00015
RM
www.dascenzi.it
ASSOBETON
CASSINO
03043
FR
www.depurmc.com
PALOMBARA SABINA
00018
RM
www.leggisrl.it
Supply chain of concrete and precast industries
ASSOCIATA
ASSOBETON
ASSOBETON
ASSOBETON
31
PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO SOCIETA’
INDIRIZZO
MODULPAVE’ SRL
S.S. 155 Colletraiano, 18 bis
MUSILLI SPA
Via Casilina km 147+700
OVERAIL SRL
Via Nettunense, km 24+200
PALLUZZI EDILCOMMERCIALE SRL
Via Madonna delle Grazie, 115
PICK SPA
Via Morolense Loc. Monticchio
LIGURIA LUSARDI SRL
Via per Masso 10
LOMBARDIA
32
ANELTEC SRL
Via Galileo Ferraris, 11
ARDITI SRL
Via del Duca, 11
AREA SRL
Via Edison, 5
BAGATTINI SRL
S.S. Briantea, 18
BERTAZZOLI MANUFATTI SRL
Via Rovata, 27
BETONCABLO SPA - GRUPPO CASTIGLIONI
Via dell’Industria, 25
BONVINI LUIGI PIETRO
Casc. Rivalto
CANTIERE TRI PLOK SRL
Via Silvio Pellico, 19
CAPI SRL
Via per Visano, 53/55
CAPPELLARI SRL
Via Abetone Brennero, 179
CASTAGNA SRL
Via Ciro Menotti, 197
CO.PRE SRL
Via Grigna, 7
COLLEONI FORTUNATO SNC MANUFATTI IN CEMENTO
Via Cavour, 24
COPREM SRL
Via Europa, 24
CREZZA SRL
Via Barona, 4
E.MA. PREFABBRICATI DI MASCAZZINI GIUSEPPE S.R.L.
Viale dell’Industria
ELETTROARMATURE SRL
Via Landri, 7/9
EMMECI EDIL SRL
Via Croce Rossa snc
EVOTECK SRL
Via San Pietro, 3
F.LLI VACIS SRL
Via Dante Alighieri, 13
GARDONI SRL
Via Eroi dell’Aria, 22
ICEB F.LLI PEVERONI SRL
Via Dell’artigianato, 19
IMPRESE PESENTI SRL
Località Cava Bellinzana snc
INERTI E ASFALTI SRL
Loc. Fornace, 246
LATERLITE SPA
Via Correggio, 3
LOMBARDA PREFABBRICATI SPA
Via Brescia, 162/164/166
LOMBARDA SPA
Via Levate, 51
M.G. PREFABBRICATI SRL
Via Fornace, 6/8
MAGNETTI BUILDING SPA
Via Don Angelo Pedrinelli, 118
MANUFATTI BERTAZZOLI SRL
Via Rovata, 27
MANUFATTI EPIS SRL
Via Cavour, 96
MARTINI PREFABBRICATI SPA
Via Crocevia, 29/b
MAURIZIO TONEATTO
Via Bellotti, 4
MC PREFABBRICATI SPA
V.le Europa, 59/A
MC-MANINI PREFABBRICATI SPA
Strada Provinciale 223, N°1
MG BUILDING SPA
Via Fornace 6/8
MORETTA PREFABBRICATI SRL UNIPERSONALE
Via Nazionale, 4
MORETTI SPA
Via Gandhi, 9
MVB BAGATTINI SRL
Via Enrico Mattei, 6
N.C.T. SRL
Via Bergamo, 133
NUOVA SUPERSOLAIO SRL
Via Mantova, 10
PADANA PANNELLI SPA
Via Achille Grandi snc
PIGRECO GROUP
Via Alessandro Volta 2
PREFABBRICATI DI SONCINO 86 SRL
Via Colombaroli, 1
PREFABBRICATI RECORD SRL
Via Kennedy, 84
ROTONDI PREFABBRICATI SRL
Via Kennedy, 1
SEBINA PREFABBRICATI SRL
Via Fornaci 14/a-b
SENINI SRL
Via Erculiani, 192
Supply chain of concrete and precast industries
CITTA’
CAP
PROV.
WEBSITE
ASSOCIATA
ALATRI
03011
FR
www.modulpave.it
ASSOBETON
SAN VITTORE DEL LAZIO
03040
FR
www.musilli.it
ABESCA
LATINA
04011
LT
www.overail.com
PRIVERNO
04015
LT
www.palluzziprefabbricati.it
FERENTINO
03013
FR
www.pickspa.com
CASARZA LIGURE
16030
GE
www.lusardicalcestruzzi.com
CUSAGO
20090
MI
www.aneltec.it
SERRAVALLE A PO
46030
MN
www.gruppoarditi.it
CORNAREDO
20007
MI
www.areamilano.com
ASSOBETON
PALAZZAGO
24030
BG
www.bagattinipav.com
ASSOBETON
CALVISANO
25012
BS
www.bertazzoli.eu
BUSTO ARSIZIO
21052
VA
www.betoncablo.it
ARENA PO
27040
PV
www.bonvinipali.com
MONTELLO
24060
BG
www.triplok.it
ISORELLA
25010
BS
www.capi-prefabbricati.it
POGGIO RUSCO
46025
MN
www.cappellarisrl.it
LEGNANO
20025
MI
www.castagna.mi.it
FIGINO SERENZA
22060
CO
www.copresnc.it
PONTE SAN PIETRO
24036
BG
www.formecolleoni.it
BOTTANUCO
24040
BG
www.coprem.it
ASSOBETON
GORDONA
23020
SO
www.crezza.com
ABESCA
BUSCATE
20010
MI
www.emaprefabbricati.it
ASSOBETON
COSTA DI MEZZATE
24060
BG
www.elettroarmature.it
CODOGNO
26845
LO
www.emmeciedil.it
GABBIONETA-BINANUOVA
26030
CR
www.evoteck.it
COVO
24050
BG
www.vacissrl.it
PANDINO
26025
CR
www.gardoni.it
CALVISANO
25012
BS
www.icebfratellipeveroni.it
COVO
24050
BG
www.impresepesenti.it
FALOPPIO
22020
CO
www.inertieasfalti.com
MILANO
20124
MI
www.lecasistemi.it
MONTICHIARI
25018
BS
www.lombardaprefabbricati.it
OSIO SOTTO
24046
BG
www.lombarda.com
CASTELVERDE
26022
CR
www.mgprefabbricati.it
CARVICO
24030
BG
www.magnettibuilding.it
CALVISANO
25012
BS
www.bertazzoli.eu
ARCISATE
21051
VA
www.manufattiepis.com
MEDOLE
46046
MN
www.martiniprefabbricati.com
ASSOBETON
BESANO
21050
VA
CARDANO AL CAMPO
21010
VA
www.mcprefabbricati.it
ASSOBETON
SOMAGLIA
26867
LO
www.mc-maniniprefabbricati.it
ASSOBETON
CASTELVERDE
26022
CR
www.mgprefabbricati.it
ASSOBETON
LOVERO VALTELLINO
23030
SO
www.morettaprefabbricati.it
ASSOBETON
ERBUSCO
25030
BS
www.morettispa.it
ASSOBETON
BREGNANO
22070
CO
www.mvb-bagattini.com
TREVIGLIO
24047
BG
www.cavanct.com
LONATO
25010
BS
www.nuovasupersolaio.it
REVERE
46036
MN
TORRE DE’ ROVERI
24060
BG
www.pigrecomonoblocchi.it
SONCINO
26029
CR
www.prefabbricatidisoncino86.com
PRALBOINO
25020
BS
www.prefabbricatirecord.it
CERRO MAGGIORE
20023
MI
www.rotondiprefabbricati.it
CORTE FRANCA
25040
BS
www.sebinaprefabbricati.it
ASSOBETON
MONTICHIARI
25018
BS
www.senini.it
ASSOBETON
Supply chain of concrete and precast industries
ASSOBETON
ASSOBETON
ASSOBETON ASSOBETON
ASSOBETON
ASSOBETON ASSOBETON ASSOBETON
ASSOBETON ASSOBETON
33
PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO SOCIETA’
INDIRIZZO
SP STRUTTURE PREFABBRICATE SRL
Via Fornaci, 10 - Loc. Colombaro
STAI PREFABBRICATI SRL
Via F.Montanari, 144
STV CASTIGLIONI SRL
Viale delle Industrie, 25
SUPERSOLAIO SRL
Via Meucci, 200
TRUZZI SPA CON SOCIO UNICO
Via Trento e Trieste, 13
XELLA ITALIA SRL
Via Zanica , 19 K
ZECCA PREFABBRICATI SPA
Via Dei Molini 22
MARCHE AF FORESI ENGINEERING SRL
Via Michelangelo, 178
FERRACUTI SRL
Via Annibali Domencio,21
MOLISE EDILVIBRO EDILIZIA SRL
Zona Industriale
SCAUZILLI SRL
Via San Giovanni in Golfo, 203
PIEMONTE AR3 SRL
Via Mondovì, 169/c
ARIAUDO MARIO & C SNC
Regione Brignola N.28
CEMENTUBI CONCRETE SRL
Corso Canonico Allamano, 21
CIVA BLOCK-PAVING SRL
Via Pratisecchi, 32
CODELFA SPA
Loc. Passalacqua
EDILBLOC SNC DI LANZA WALTER & C.
Via Don Mondino, 1
EDILKAP SRL
Via S. Martino, 70
FORNACE CALANDRA SRL
Cascina Molino, 28
GEOCAP SRL
Via del Chiosso, 27
GRUPPO CI.VA. SPA
Stradale Cigliano
IMPRESA TRE COLLI SPA
Via Jutificio, 1
ITINERA SPA
Località Passalacqua
MAER SRL
Fraz. Ricchiardo, 48
MANUFATTI CEMENTO SAN CARLO
Via Paschera San Carlo, 42/b
PAVESMAC SRL
Via Boves, 55
S.P.I. SRL
Viale del Fontanone, 9
SAROTTO SRL
Via Cuneo 17
TMC BERARDO SRL
C.so Giovanni XXIII, 61
PUGLIA ANTONIO BASSO BETON SRL
Loc. Zona PIP 16
GRUPPO TRIO SPA
Via N. Sauro, 51
I.T.O. SRL
Via Achille Costa, 60
LEADRI SRL
Viale Oronzo Quarta, 26
PETITO PREFABBRICATI S.R.L.
Strada per Veglie km 2
SIPREM SRL DIVISIONE MANUFATTI
S.S. 96 - Zona Ind.le Mellitto
VIBROTEK SRL
Contrada Baronia-Z.I.
SARDEGNA CERMAL SRL MANUFATTI IN CEMENTO
Zona Industriale San Marco - Via Galilei, 29
EDIL CALCESTRUZZI DI SANNA S. & FIGLI SNC
Via Kennedy, 82
MANUFATTI VINCI SRL
Z.I.San Martino - C.P. 79
SICILIA CEP SRL
Zona Industriale Fegotto
DELTA TECHNOLOGY SRL
Via Alfredo Agosta snc - Blocco Torrazze - Zona Ind.le
GIALLONGO PIETRO SRL
C.da Catabirrina Tagliati
ICA DI GIOMPAOLO PAOLO E SIMONE SNC
Via Nazionale, 116
MICBASILE SRL
Via Penninazzo, 75
PREFABBRICATI MALLUZZO
S.S. 115 Gela-Vittoria Km. 268,5 - C.da Piana del Signore
S.B. PREFABBRICATI SRL
Via Bresciana - Contrada Canalotto
SICEP SPA
Contrada Piraino - S.S. 192 KM 73
TOSCANA
34
BARACLIT SPA
S.S. 71 - Loc. Pianacci 19
COSTRUZIONI CASE PREFABBRICATE S.R.L.
Via Guglielmo Marconi, 30
Supply chain of concrete and precast industries
CITTA’
CAP
PROV.
WEBSITE
ASSOCIATA
CORTE FRANCA
25040
BS
www.spsrl.it
ASSOBETON
ACQUANEGRA SUL CHIESE
46011
MN
www.staiprefabbricati.it
BUSTO ARSIZIO
21052
VA
www.stvcastiglioni.it
ASSOBETON
CARONNO PERTUSELLA
21042
VA
www.supersolaio.com
ASSOBETON
POGGIO RUSCO
46025
MN
www.truzzi.it
ASSOBETON
GRASSOBBIO
24050
BG
www.xella-italia.it
ASSOBETON
COSIO VALTELLINO
23013
SO
www.zecca.com
ASSOBETON
MORROVALLE
62010
MC
www.gruppoforesi.it
PIEDIRIPA
62100
MC
www.ferracuti.com
ASSOBETON
CARPINONE
86093
IS
www.edilvibroedilizia.it
ASSOBETON
CAMPOBASSO
86100
CB
www.scauzilli.it
ASSOBETON
PIANFEI
12080
CN
www.ar3.it
CENTALLO
12044
CN
www.ariaudo.net
GRUGLIASCO
10095
TO
www.cementubi.it
ASSOBETON
IVREA
10015
TO
www.gruppociva.it
ASSOBETON
TORTONA
15057
AL
www.codelfa.com
VILLANOVA MONDOVì
12089
CN
www.edilbloc.eu
BARGE
12032
CN
www.edilkap.com
OTTIGLIO MONFERRATO
15038
AL
www.fornacecalandra.it
CARAMAGNA PIEMONTE
12030
CN
www.geocap.it
ALBIANO D’IVREA
10010
TO
www.gruppociva.it
CARROSIO
15060
AL
www.impresatrecolli.com
ASSOBETON
TORTONA
15057
AL
www.itinera-spa.it
ABESCA
SOMMARIVA DEL BOSCO
12048
CN
www.maersrl.it
ASSOBETON
CARAGLIO
12023
CN
www.manufattisancarlo.it
PEVERAGNO
12016
CN
www.pavesmac.com
CASTELLETTO M.TO
15040
AL
www.spi-prefabbricati.it
NARZOLE
12068
CN
www.sarotto.it
BUSCA
12022
CN
www.tmcmanufatticemento.it
MANFREDONIA
71043
FG
www.basso.it
LECCE
73100
LE
www.gruppotrio.it
GALATONE
73044
LE
www.ito-group.it
LECCE
73100
LE
www.leadri.com
SALICE SALENTINO
73015
LE
www.petitoprefabbricati.com
GRUMO APPULA
70025
BA
www.sipremsrl.it
FAGGIANO
74020
TA
www.vibrotek.it
ALGHERO
07041
SS
www.cermal.it
SAMUGHEO
09086
OR
www.edilcalcestruzzi.it
SANLURI
09025
VS
www.manufattivinci.it
CALATAFIMI-SEGESTA
91013
TP
www.cepsrl.it
CATANIA
95121
CT
www.deltatechnology.it
ROSOLINI
96019
SR
www.giallongo.it
PALAZZOLO ACREIDE
96010
SR
www.icagiompaolo.it
VIAGRANDE
95029
CT
www.micbasile.com
CALTANISSETTA
93012
CL
www.prefabbricatimalluzzo.it
CASTELVETRANO
91022
TP
www.sbprefabbricatisrl.it
BELPASSO
95032
CT
www.sicepspa.it
ASSOBETON
BIBBIENA STAZIONE
52011
AR
www.baraclit.it
ASSOBETON
FIRENZE
50121
FI
Supply chain of concrete and precast industries
ASSOBETON ASSOBETON
ASSOBETON
ASSOBETON ASSOBETON ASSOBETON ASSOBETON
ASSOBETON
35
PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO SOCIETA’
INDIRIZZO
EDILPIEVE SRL
Via Divisione Garibaldi, 16
MA.CE.VI. SRL
Via Prov. Di Pescaiola, 77 - Loc. Viciomaggio
UNIBLOC SRL
Loc. Bellavista, 25
UNICAL SPA
Via Dante Alighieri, 3
TRENTINO ALTO ADIGE ANTONIO BASSO TRENTINO SRL
Zona Industriale 8
BETONFORM SRL - BETONFORM GMBH
Zona Industriale, 3
NEOLIT ITALY SRL
Via Josef Riehl, 11
SCHÖNTHALER MANUFATTI IN CEMENTO SRL
Via Venosta, 33
TAMBURINI PREFABBRICATI SNC
Via Al Ponte, 138
UMBRIA ANTOLINI M.C.E. SRL
Via Pievaiola, 207/F - San Sisto
CANCELLOTTI MANUFATTI CEMENT BLOCK SRL
Strada Fabrianese, 1
GENERALE PREFABBRICATI SPA
Centro Direzionale Quattrotorri - Ellera Scalo
MANINI PREFABBRICATI SPA
Via S.Bernardino da Siena, 33
PREFAB SRL
Strada Statale 317, km.40+776
VAL D’AOSTA CALCESTRUZZI VALLE D’AOSTA SRL
Località La Remise, 9
ETEREDILE SRL
Regione Teppe 28
VENETO
36
4 D SRL
Via Capitello, 56 - Sarzano
ABC SOPREN SPA
Via Lombardia, 14
ANTONIO BASSO SPA
Strada per Castagnole, 79/A
BONFANTE SAS
Via della Solidarietà, 4
C.E.D.A. SPA
Via Conti Agosti, 223
ESSE SOLAI SRL
Strada delle Fornaci, 13 - Località Vivaro
FAVARO 1 SRL
Via Noalese, 79
FAVARO VITO SRL
Via S. Alberto, 5
FERRARI BK SRL
Via Santa Caterina, 7
GEOFONDAZIONI INGEGNERIA E LAVORI SRL
Via Boschi, 30
GRUPPO BASSO SPA
Via Feltrina, 256
GRUPPO CENTRO NORD SPA
Via Castelletto, 5
GRUPPO INDUSTRIALE TEGOLAIA SRL
Viale della Liberazione 48
IDEAEFFE SRL
Via Jacopo Foroni, 18
ITALCABINE SRL
Via Don Calabria, 258
MASPE SRL
Via Balbi, 20
MEC SNC
Via Mazzini, 1466
MENGATO SNC DI MENGATO ENZO & C.
Via Galileo Galilei 17/19
MICHELETTO SAS
Via Desman, 4
MOZZO PREFABBRICATI SRL
Via Spartidori, 4 - Loc. Campagnola
MS DEPURAZIONE SRL
Via L. Einaudi, 167
NUOVA TESISYSTEM SRL
Viale delle Industrie, 3
PREFABBRICATI IN CEMENTO DALLA MORA F.LLI S.R.L.
Via Triestina, 33
PREFABBRICATI ZANON SRL
Via Sanmartinara, 34
ROBERTI SRL
Via Cervano, 10
S.I.P.E. SPA
Viale dell’Industria 42
SCALA PREFABBRICATI SRL
Via Valpantena, 61/H
TECNO 4S SRL
Via Macchielli, 17
TECNOSTRUTTURE SRL
Via Meucci, 26
VALENTE SRL
Via Luigi Galvani, 2/4
VENETA PALI SRL
Via Boschi, 30
VUDAFIERI ANTONIO E FIGLI SRL
Via Kennedy, 7/G
ZANETTI SRL
Via XXIV Maggio, 15
ZOPPELLETTO SRL
Via Levada, 67
Supply chain of concrete and precast industries
CITTA’
CAP
PROV.
WEBSITE
PIEVE SANTO STEFANO
52036
AR
www.edilpieve.it
CIVITELLA IN VAL DI CHIANA
52041
AR
www.maceviweb.com
ASSOBETON
POGGIBONSI
53036
SI
www.unibloc.it
ASSOBETON
CALENZANO
50041
FI
GRIGNO
38055
TN
www.basso.it
ASSOBETON
GAIS
39030
BZ
www.betonform.it
GAIS
39030
BZ
www.neolit-italy.com
ASSOBETON
ORIS
39023
BZ
www.schoenthaler.com
ASSOBETON
BORGO CHIESE
38082
TN
www.tamburiniprefabbricati.it
PERUGIA
06132
PG
www.antolinisrl.com
PONTE VALLICEPPI
06078
PG
www.cancellotti.com
PERUGIA
06132
PG
www.generaleprefabbricatispa.com
ASSOBETON
ASSISI
06081
PG
www.manini.it
ASSOBETON
MARSCIANO
06055
PG
www.prefab.it
SARRE
11020
AO
www.calcestruzzi.vda.it
QUART
11020
AO
www.eteredile.it
ROVIGO
45100
RO
www.4dpavimentazioni.com
ASSOBETON
MONSELICE
35043
PD
www.abcsopren.it
ASSOBETON
TREVISO
31100
TV
www.basso.it
ASSOBETON
VILLA BARTOLOMEA
37049
VR
www.bonfantesas.it
MARENO DI PIAVE
31010
TV
www.cedaspa.it
ASSOBETON
DUEVILLE
36031
VI
www.esseteam.it
ASSOBETON
ZERO BRANCO
31059
TV
www.favaro1.com
ASSOBETON
ZERO BRANCO
31059
TV
www.favarolineaverde.com
ASSOBETON
LUGO DI GREZZANA
37020
VR
www.ferraribk.it
ASSOBETON
MARTELLAGO
30030
VE
www.geofondazioni.it
ASSOBETON
TREVISO
31100
TV
www.gruppobasso.it
BELFIORE
37050
VR
www.gruppocentronord.it
CASIER
31030
TV
www.tegolaia.com
ASSOBETON
VERONA
37122
VR
www.ferrariniprefabbricati.it
ASSOBETON
ISOLA RIZZA
37050
VR
www.italcabine.it
CASSOLA
36022
VI
www.maspe.com
BERGANTINO
45032
RO
www.mecrecinzioni.it
CAMPOSAMPIERO
35012
PD
www.mengato.com
ASSOBETON
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE
35010
PD
www.michelettopavimenti.it
ASSOBETON
SANTA MARIA DI ZEVIO
37059
VR
www.mozzoprefabbricati.it
ASSOBETON
VO’
35030
PD
www.acque-reflue.com
CASALE SUL SILE
31032
TV
www.tesisystem.it
MUSILE DI PIAVE
30024
VE
www.dallamoraprefabbricati.it
CITTADELLA
35013
PD
www.zanonprefabbricati.com
VITTORIO VENETO
31029
TV
www.paliprecompressi.it
VICENZA
36100
VI
www.sipeprefabbricati.it
VERONA
37023
VR
www.scalacalcestruzzi.com
GREZZANA
37142
VR
www.scalacalcestruzzi.com
NOVENTA DI PIAVE
30020
VE
www.tecnostrutture.eu
CAMPODARSEGO
35011
PD
www.valentepali.com
MARTELLAGO
30030
VE
RIESE PIO X
31039
TV
www.vudafieri.it
CAPRINO VERONESE
37013
VR
www.zanettiedilizia.com
CONCORDIA SAGITTARIA
30023
VE
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE di Alberto Finotto
SULLA BANCHINA DELL’EFFICIENZA SIAMO ENTRATI IN UNO DEI CANTIERI IN LAVORAZIONE DI RCM COSTRUZIONI PER IL RAVENNA PORT HUB E ABBIAMO ASSISTITO ALLE COMPLESSE FASI DI ANCORAGGIO E INIEZIONE, A INSEDIAMENTO DELLA NUOVA INFRASTRUTTURA RETROSTANTE ALLE TRAVI ORIGINARIE DEI TERMINAL GIÀ ESISTENTI
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l cielo che ricopre il mare di Ravenna con una cella di nuvole sulfuree non sembra una minaccia per la squadra di Rcm Costruzioni; l’impressione, piuttosto, è quella di un’entità arcana che protegge le lavorazioni ininterrotte di un cantiere senza fermate. L’accordo con il general contractor del Ravenna Port Hub consentirà di completare l’approfondimento dei fondali entro il mese di giugno del 2024, con un risparmio sui tempi di esecuzione che è superiore all’investimento attuato per l’accelerazione dell’opera. Ad affermarlo è Daniele Rossi, pre-
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sidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico centro settentrionale, committente del grande progetto (la cui denominazione completa è “Ravenna Port Hub: infrastructural works) inserito in un quadro più ampio di interventi per il potenziamento del porto e della rete dei trasporti al servizio dell’infrastruttura - in particolare, l’approfondimento dei canali Candiano e Baiona, l’adeguamento delle banchine operative esistenti, la realizzazione di un nuovo terminal in penisola Trattaroli e il riutilizzo del materiale estratto.
La grande impresa sul Porto del futuro Rcm Costruzioni è il socio maggioritario e di riferimento del Consorzio Stabile Grandi Lavori, vincitore dell’appalto come General Contractor. Le opere del “Ravenna Port Hub” comprese nella prima fase, consistono nell’escavazione di cinque milioni di metri cubi di sedimenti, per approfondire i fondali del porto e consentire l’ingresso alle grandi navi. Il porto di Ravenna è un porto multi-purpose, attrezzato per ricevere qualunque tipo
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di merce e leader in Italia nella movimentazione di cereali, prodotti ortofrutticoli, mangimi, fertilizzanti, inerti per l’edilizia e prodotti metallurgici. L’obiettivo del progetto è quello di dotarlo di una infrastruttura in grado di conseguire importanti incrementi di traffico e garantire un più elevato livello di sicurezza della navigazione. Oltre alle migliori condizioni di navigabilità e accessibilità nautica per navi di grandi dimensioni, il progetto prevede - come già menzionato - l’adeguamento delle banchine portuali e la realizzazione di una banchina ad uso di un moderno container terminal che assicuri maggiori capacità ed efficienza. Grazie al progetto “Ravenna Port Hub:
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infrastructural works” il Porto di Ravenna potrà disporre di nuove aree per l’insediamento di attività produttive e logistiche che arricchiranno, con nuovi servizi, la catena del valore prodotto dal porto. Tali aree, per una superficie complessiva di 200 ettari, saranno direttamente collegate alle banchine, ai nuovi scali ferroviari merci ed al sistema autostradale rappresentando, così, un unicum nel panorama della portualità nazionale. Il progetto “Ravenna Port Hub: infrastructural works” è inserito in un quadro più ampio di interventi per il potenziamento del Porto e della rete dei trasporti a suo servizio. È cofinanziato dalla Commissione Europea grazie al Bando CEF
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PRIMO PIANO
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE
Blending 2017 e beneficia anche di un finanziamento della BEI per 120 milioni di euro e del contributo del Governo Italiano per altri 60 milioni. Questo intervento costituisce la prima fase di un più ampio progetto di sviluppo che porterà i fondali del porto a -14.50 m.
“Opera profonda” in corso È nel tratto di banchine che si svolge lungo la direttrice di via Baiona, in località Porto Corsini, compreso tra gli impianti dell’Italcementi e la sede di Bunge Italia - struttura primaria per la fornitura
L’inquadramento generale dell’opera del Ravenna Port Hub
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Il programma di intervento sulle banchine
di mangimi d’allevamento e oli vegetali - che incontriamo Salvatore Petagna, direttore tecnico in cantiere per le opere di fondazione speciale che Rcm sta svolgendo dal giugno 2022, seguendo un cronoprogramma irreprensibile che porterà, nel novero del Progetto Hub-Porto di Ravenna, al rifacimento del primo lotto di banchine esistenti (per oltre 2,5 km) in adeguamento ai nuovi fondali e nella realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre 1.000 m nella cosiddetta Penisola Trattaroli - dove sorgerà, tra l’altro, un nuovo Terminal Container. Il completamento del progetto consentirà anche la realizzazione di aree destinate alla logistica in ambito portuale, per circa 200 ettari. “Sulle banchine attuali, la nuova parte da realizzare ex novo, retrostante alla trave originaria, viene divisa in conci - ci spiega Salvatore Petagna - Le lavorazioni vengono affrontate dalla nostra squadra in sequenza, seguendo le necessità logistiche e operative delle navi che arrivano in porto per scaricare le merci. Prima di mettere in campo una perforatrice compatta per gli ancoraggi (un modello Comacchio per piccoli diametri, ndr.), abbiamo realizzato, in precedenza, dei pali trivellati da 1.000 mm, a 36 m di profondità. In seguito, abbiamo costruito la soletta, ancorata alla banchina esistente e al suolo tramite dei tiranti. Gli stessi tiranti contemplano un’armatura di tubi-micropalo da 114 mm per 12,5 mm di spessore, completi
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di manicotto. Parliamo di tiranti da 32 m, con 17 m di bulbo e 15 m di parte libera, iniettati con miscela cementizia a 350 bar, in un rapporto 1/1 di acqua e cemento”. L’opera di consolidamento riguarda l’intera banchina esistente; in seguito all’abbassamento dei fondali di 9 m - fino alla quota prevista di -14,50 m, indispensabile per consentire l’ingresso nel porto di Ravenna delle grandi navi merci e di quelle da crociera - occorre evitare il rischio di ribaltamento dell’infrastruttura. “I lavori di consolidamento previsti nel Progetto Hub-Porto di Ravenna coinvolgono in totale 12 banchine e la parte di dragaggio (per 13 milioni di metri cubi di materiale da asportare dai fondali tramite gru tralicciate insediate su pontoni ed equipaggiate con benne idrauliche) specifica il direttore tecnico di Rcm - La realizzazione di una nuova fondazione con pali serve a supportare i nuovi carichi
previsti per le banchine. In seguito, procediamo a costruire la platea, che colleghiamo alla trave esistente tramite operazioni di perforazione e inghisaggio, con l’inglobamento dell’opera in un getto unico. All’interno vengono lasciate delle nicchie per poter realizzare i tiranti, con l’intervento della nostra perforatrice compatta, a un’inclinazione di 20° per una profondità di 32 m”.
Affiancamento strutturale Mentre le operazioni di ancoraggio, con la stessa perforatrice compatta, proseguono senza pause, Salvatore Petagna completa, nel dettaglio, la descrizione della modalità operativa adottata. “Nelle fasi di ancoraggio che stiamo portando a termine, all’inizio procediamo con una perforazione effettuata esclusivamente con acqua, a
Salvatore Petagna
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE 50 bar. La perforatrice avanza con teste a due ugelli - uno inclinato a 50° e il secondo a 90° - che procedono in avanzamento fino alla quota di 15 m; in successione, per i 17 m rimanenti, viene iniettata la miscela a 350 bar (ne occorrono 5.000 litri per ogni tirante), creando un bulbo di circa 600 mm di diametro”. Gli stessi ancoraggi servono per affiancare, alla banchina già esistente, in buona sostanza, un tratto parallelo di 750 m. “Si tratta, praticamente, di una nuova banchina - conferma Petagna - Un’infrastruttura costituita, per il paramento a mare, da un palancolato metallico composto da profili a doppio T del tipo HZ, e da tubi da 1.800 mm (con pali trivellati, all’interno, dello stesso diametro). Una volta completata la trave di coronamento, successivamente, con un l’ausilio di un motopontone, si effettuerà il dragaggio della parte di terreno antistante alla banchina, ottenendo un volume straordinario di materiali da riutilizzare per riempimenti e altre opere di pubblica utilità, in una zona avara di risorse naturali da conferire a complemento dello sviluppo dei territori”.
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PRIMO CALCESTRUZZO PIANO PRECONFEZIONATO di Alice Magon
UN LABORATORIO PER IL FUTURO DELLE COSTRUZIONI E-LAB PORTA A CONVEGNO L’INNOVAZIONE DEL CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO. CONCILIARE PRODUTTIVITÀ E SOSTENIBILITÀ, RISPETTANDO IL TERRITORIO E L’AMBIENTE. UN’IMPRESA POSSIBILE CHE PASSA ATTRAVERSO UNA FILIERA TRAINO DELL’ECONOMIA NAZIONALE
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e il calcestruzzo potrà essere ancora il fulcro delle costruzioni moderne, il cambiamento che dovrà affrontare è rivolto necessariamente a un orizzonte di sostenibilità. “Costruire un futuro sostenibile con il calcestruzzo” è proprio l’urgenza attuale, portata a convegno il 28 settembre scorso all’hotel Royal del Lido di Fermo nel corso di un seminario tecnico organizzato da E-lab, start-up italiana formata da un team di esperti del settore Construction & Concrete. L’incontro di Fermo è la prima tappa di una lunga serie di incontri di formazione attraverso i quali E-lab porterà in primo piano le varie dinamiche che conducono a un approccio diverso e più consapevole che dovrebbe coinvolgere l’intera filiera delle infrastrutture e dell’edilizia contemporanea. Nella solo provincia di Fermo - capoluogo marchigiano non a caso scelto da E-lab per questo primo appuntamento - sono presenti otto impianti di calcestruzzo che producono una quantità annua di circa 150.000 metri cubi di materiale. Di questa quantità, due terzi vengono utilizzati per la realizzazione di infrastrutture e per la
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messa in sicurezza del territorio. Su questa base, nel corso dei vari interventi dei relatori, si è appreso quanto la filiera del calcestruzzo abbia compiuto, in questi anni, dei passi in avanti fondamentali per rispettare i criteri di sostenibilità previsti dai CAM (Criteri Ambientali Minimi) richiesti dal legislatore nazionale. Secondo E-lab, questa evoluzione è evidente “nel settore dei prodotti di recupero, dai nuovi cementi prodotti con basso contenuto di C02 fino agli aggregati riciclati certifi-
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cati, in una produzione coadiuvata dall’adozione di additivi di nuova generazione”. Il proposito manifestato, durante il convegno di Fermo, dai rappresentanti di Ance, Anpar (l’associazione nazionale dei produttori di aggregati riciclati) e dagli stessi organizzatori di E-lab è proprio quella di sviluppare una rete virtuosa di operatori del settore edile e delle costruzioni, allo scopo di creare un riferimento tecnico per amministrazioni, progettisti e collaudatori. Concrete News ha approfondito alcuni degli aspetti fondamentali di questa “pro-
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spettiva virtuosa” che accomuna gli intenti di imprese, associazioni e produttori, attraverso un’intervista a Piero Fortunato Berghella e all’ingegner Massimo De Vincentis, rispettivamente amministratore e direttore tecnico di E-lab, start-up nata dall’integrazione delle competenze di quattro professionisti delle costruzioni, con la missione peculiare di offrire assistenza alla progettazione, qualifica e certificazione dei materiali da costruzione, al servizio delle imprese produttrici di materiali nell’ambito della stessa filiera del calcestruzzo. L’ambizione di E-lab è quel-
la di contribuire a un cambio di passo e di mentalità che possa avvicinare l’Italia alla direttrice dei paesi europei più avanzati, sulla strada di un’edilizia lungimirante e attenta ai bisogni, in continua evoluzione, dell’urbanistica globale e locale. Ingegner De Vincentis, ci può raccontare com’è nata la vostra società? Tutto è scaturito dal periodo dell’emergenza Covid, nel 2020. Il sottoscritto e quelli che sarebbero diventati i tre soci di E-lab, sulla scorta di una conoscenza reciproca di oltre 15 anni, ci siamo chiesti
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PRIMO CALCESTRUZZO PIANO PRECONFEZIONATO arrivare alle aziende che realizzano prodotti innovativi - come i blocchi con canapa, le reti in fibre di basalto, le fibre in acciaio e poliuretaniche per il rinforzo del calcestruzzo. Stiamo realizzando numerose sperimentazioni nel campo dei materiali “green”; un segmento di cui auspichiamo una crescita sempre più importante. È questa la vera sfida che ci proponiamo per il presente e per il futuro dell’edilizia nazionale ed è in questa direzione che stiamo lavorando anche per la predisposizione dei nostri seminari tecnici.
se stessimo facendo tutto il possibile per poter svolgere al meglio le nostre attività nell’ambito delle costruzioni. Ognuno di noi, con le proprie specifiche competenze, ha provato a immaginare un nuovo corso che unisse, all’interno di un unico contenitore, tutto il know-how che avevamo maturato nel tempo per creare qualcosa di innovativo e sfruttare al meglio le nostre conoscenze. Ne è nato un “laboratorio” con sedi a Pescara e Fano, operativo su tutto il territorio nazionale che, ormai tre anni, mi vede occupato principalmente sull’analisi di aggregati naturali, riciclati e materiali stradali. Piero Fortunato Berghella si occupa, invece, della parte relativa ai cementi e agli additivi; Simone Forò è il responsabile dell’ambito precipuo del calcestruzzo, in qualità di tecnologo, e Valerio Liberati ricopre la funzione di esperto in diagnosi strutturale e assistenza al controllo del calcestruzzo in cantiere.
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Qual è l’aspetto fondamentale e innovativo dei vostri servizi alle imprese? Lo scopo principale di un laboratorio è quello di effettuare delle prove sul prodotto e di laboratori che si occupano di questa attività, effettivamente, ce ne sono molti in questo settore. E-lab è nato con la volontà di fare qualcosa di diverso rispetto a quello che già offriva il mercato. Qual era l’elemento che mancava, in molti casi? La qualità nell’esecuzione delle prove di laboratorio. In questi tre anni, abbiamo implementato una qualità che marca la differenza tra E-lab e altri competitor; una differenza che ci ha premiati, al netto di un’offerta che contempla tariffe più elevate rispetto alla media. A quali tipologie di aziende si rivolgono i vostri servizi? Il nostro pubblico di riferimento è quello dei produttori di materiali da costruzione. Quindi, tutte le realtà impegnate nell’ambito dei calcestruzzi, degli aggregati, delle miscele bituminose e delle malte, fino ad
Dottor Berghella, ci può portare un esempio di cantiere in cui avete prestato la vostra opera di consulenza? Il nostro primo grande cantiere, di cui andiamo molto fieri, è stato quello dell’ospedale di Amandola, proprio in provincia di Fermo, dove era richiesto l’utilizzo di un calcestruzzo con contenuto di materiale riciclato conforme ai CAM. La struttura era stata danneggiata dal sisma che ha colpito la regione, sette anni fa. Per quel cantiere, abbiamo progettato le miscele, con una determinata percentuale di riciclato. Abbiamo certificato due famiglie di prodotti: una che prevede il semplice apporto di cemento riciclato; l’altra che contempla calcestruzzi ottenuti dall’utilizzo di aggregati riciclati che derivano esclusivamente dalla frantumazione del calcestruzzo di risulta. La provenienza degli aggregati riciclati da inerti frantumati derivava, nello specifico, dalla demolizione di un’ala dello stadio di Ascoli. Questo materiale è stato da noi qualificato in conformità alla UNI-EN 12620 ed è stata prodotta un’asserzione ambientale auto-dichiarata in conformità alla ISO-14021. Riguardo al nostro operato, attualmente lavoriamo prevalentemente nel Centro Italia, ma il nostro obiettivo è quello di ampliare il portafoglio clienti a livello nazionale. In questo momento siamo impegnati a sviluppare un mix design che comprende sia calcestruzzo, sia conglomerato bituminoso per specifici capitolati d’appalto. Tra questi, vorrei menzionare quelli di Anas (per calcestruzzo e conglomerato bituminoso), Autostrade per l’Italia (per calcestruzzo, misto cementato, rigenerato a freddo e conglomerati bituminosi) e RFI.
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Come si svolge l’approccio al cliente in E-lab? Il produttore ci chiama per qualificare e caratterizzare la propria specialità, che poi sarà destinata all’impiego in diversi cantieri. I nostri professionisti si occupano sia della qualifica dell’aggregato riciclato, sia della qualifica della miscela di calcestruzzo. Successivamente, assistiamo i produttori anche nell’ottenimento delle certificazioni necessarie richiamate dal decreto CAM. La nostra ambizione è quella di seguire l’intera filiera di settore, dal fornitore di aggregati fino al produtto-
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re di calcestruzzo, per arrivare infine alla certificazione conclusiva da parte dell’ente preposto. Che significato assume per voi il concetto di sostenibilità? Riusciamo a guidare i nostri clienti nell’iter che va dalla scelta delle materie prime fino all’ottenimento dell’EPD (Environmental Product Declaration) per miscele di calcestruzzo strutturale composte da un determinato contenuto di riciclato, che parte da una quota minima del 5% fino a superare il 20%.
Questo è per noi il significato di perseguimento effettivo della sostenibilità nei materiali da costruzione. Diversi attori del mondo del calcestruzzo ci hanno dimostrato, durante questo seminario a Fermo, come la sostenibilità sia attuale in tutto il settore delle costruzioni. Parliamo di protagonisti del calibro di Kiwa, Mapei, Vaga, Cementerie Aldo Barbetti e molti altri. È una consapevolezza che cresce, giorno dopo giorno, confortandoci nelle nostre speranze di cambiamento ed evoluzione dell’edilizia, anche nel nostro Paese.
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PRIMO RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO PIANO E RISTRUTTURAZIONE
QUELLA MAGNIFICA RINASCITA
A 850 ANNI ESATTI DALLA COSTRUZIONE DEL SOMMO MONUMENTO, PUBBLICHIAMO IL RESOCONTO, REDATTO DALL’UFFICIO TECNICO, DELLO STRAORDINARIO INTERVENTO COMPIUTO DA TREVI PER LA STABILIZZAZIONE DELLA TORRE DI PISA, CONCLUSA IL 16 GIUGNO DEL 2001, QUANDO L’OPERA FU RICONSEGNATA FINALMENTE, DOPO OLTRE DIECI ANNI DI LAVORI, ALLA COMUNITÀ CITTADINA E AL PATRIMONIO ARTISTICO MONDIALE
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li studi condotti dal Comitato internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa, la graduale e laboriosa comprensione dei mali della Torre, la concezione e la definizione degli interventi provvisori e definitivi di stabilizzazione e infine la loro attuazione hanno ripetutamente formato oggetto di attenzione da parte dei media e sono stati trattati in numerosi articoli scientifici pubblicati in varie sedi specialistiche. Meno nota, ma certo non meno ricca e interessante, né meno importante, è stata l’attività di progettazione esecutiva e realizzazione materiale degli interventi concepiti dal Comitato, svolta con impegno, passione e grande maestria dal Consorzio Progetto Torre di Pisa, costituito dalle società Trevi, Rodio, Italsonda, Ismes e Bonifica. Questo capitolo vuole essere un resoconto dei lavori eseguiti nel Campo dei Miracoli fra il 1990 e il 2001.
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Struttura della Torre La Torre è costituita da un corpo cilindrico circondato da loggiati con archi e colonne. La struttura è suddivisa in otto segmenti, denominati “ordini”. Il monumento è alto 58,4 dal piano delle fondazioni e si alza dal piano del terreno per 55 metri. Il corpo centrale è un cilindro cavo realizzato con due paramenti, esterno e interno. L’intercapedine è riempita con muratura a sacco: blocchi di mattoni e pietre irregolari, cementati con calce. Il paramento esterno è in marmo di San Giuliano; quello interno è dello stesso marmo sino al terzo livello. Più sopra è realizzato con calcare più leggero. Il diametro della Tor-
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re è di 15,54 metri. L’anello di fondazione ha un diametro esterno di 19,6 metri, il foro centrale è di 4,5 metri. Il peso totale è stimato in 142 MN (14.500 ton). Nel 1993 la pendenza era di 5,5°; il corrispondente valore di eccentricità sul piano della fondazione era di 2,3 metri.
Stratigrafia del sottosuolo Il sottosuolo della Piazza dei Miracoli è caratterizzato da un deposito lagunare geologicamente recente; l composizione è la seguente: livello A, di circa 10 metri, caratterizzato da alternanze di limi, argille e sabbie; un livello di sabbie medio- fini, di spes-
sore pari a circa 2 metri, si trova al contatto con le argille del livello sottostante; livello B, sino a circa 40 metri dalla superficie, denominato “Pancone” e costituito da argille soffici e medie (da leggermente sovra-consolidate a normal-consolidate), argille dure (argille intermedie) e infine sabbie, argille dure (argille inferiori) normal-consolidate; livello C, sino a una profondità di almeno 70 metri, costituito da sabbie. La superficie di separazione tra le sabbie superiori e il “Pancone” giace su di un piano orizzontale con una differenza di pochi centimetri, a eccezione della depressione al di sotto della Torre, con una differenza di quota di circa 2,2 metri. Questa è la deformazione causata dal peso della Torre.
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PRIMO RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO PIANO E RISTRUTTURAZIONE Inclinazione della Torre nel tempo La curvatura dell’asse della Torre, nel piano di massima inclinazione, è più che evidente. I costruttori apportarono questa curvatura durante la costruzione del Monumento, riportando il centro dei conci superiori verso il centro della fondazione. All’inizio della costruzione la Torre si inclinò verso nord, sino a raggiungere una inclinazione massima di circa 0,2° nel 1272, quando ripresero i lavori dopo la prima lunga sosta. Nel 1278, quando si raggiunse la settima cornice, l’inclinazione era di circa 0,6° verso sud. Durante i novant’anni della seconda interruzione dei lavori l’inclinazione crebbe sino a 1,6°, quando la cella campanaria venne eretta. L’inclinazione del 1817 fu rilevata da due architetti inglesi, Cresy e Taylor: l’inclinazione a quell’epoca era di circa 5°. L’incremento di inclinazione successivo al 1817 fu principalmente dovuto allo scavo del Catino, nel 1838. A partire dal 1911, l’inclinazione della Torre fu periodicamente controllata a mezzo di misure topografiche, installando punti di livellazione, un inclinometro a pendolo e un livello a bolla. Queste misure mostravano come il graduale aumento di inclinazione verso la direzione nord-sud fosse accompagnata da una serie di movimenti ciclici di piccola ampiezza: deformazioni giornaliere dovute alla diversa insolazione del corpo di fabbrica, cicli stagionali al variare della quota della falda freatica e così via. L’inclinazione dal 1911 crebbe costantemente e uniformemente, con due significative accelerazioni: nel 1935, a seguito di una campagna di iniezioni condotte nella fondazione per interrompere filtrazioni di acqua nel Catino.
Studi e conclusioni del Comitato internazionale La situazione continuò a peggiorare fino a quando, nel 1990, poco dopo che la piazza era stata annoverata fra i Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco, fu istituito un Comitato internazionale per la
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La posizione dei cavi
Salvaguardia della Torre di Pisa, presieduto dall’ingegnere geotecnico Michele Jamiolkowski, docente del Politecnico di Torino. Il Comitato, composto da progettisti geotecnici e strutturali, specialisti di materiali lapidei, restauratori e storici, arrivò alle seguenti conclusioni: le caratteristiche fisico-meccaniche della Torre e del suo sottosuolo erano ormai sufficientemente conosciute; l’analisi dei movimenti della Torre, risultanti dal monitoraggio strumentale condotto a partire dai primi anni del Novecento, aveva condotto a un’approfondita comprensione del suo comportamento; la Torre era affetta da un fenomeno di instabilità dell’equilibrio (leaning instability), connesso all’insufficiente rigidezza (e non all’insufficiente resistenza) dei terreni di fondazione; una conclusione alla quale conducevano sia l’interpretazione dei movimenti della
Torre, sia i risultati di analisi teoriche e sperimentali; era difficilmente quantificabile il margine di sicurezza che la Torre possedeva nei primi anni Novanta rispetto a un collasso per ribaltamento, ma tutte le analisi svolte indicavano che era assai ridotto; il rischio di ribaltamento era quindi molto elevato; la struttura in elevazione era soggetta in alcuni punti a uno stato tensionale molto elevato; ciò poneva in essere il rischio di una rottura locale di tipo fragile – tenendo conto anche dello stato di degrado delle murature – che avrebbe potuto innescare un collasso della Torre senza alcun segno premonitore; la quantità di tempo disponibile per intervenire era molto ridotta; inoltre, il progressivo aggravarsi della situazione rendeva ogni intervento sempre più difficile con il trascorrere del tempo. Il rischio era quindi fondamentalmente doppio: il primo legato allo stato tensio-
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nale in determinate aree del paramento murario, che avrebbe potuto causare improvvisi collassi dovuti alla rottura della muratura; il secondo al possibile ribaltamento dell’intero Monumento dovuto al cedimento del terreno al di sotto della fondazione.
Strategie di intervento In presenza di questo duplice rischio (quello geotecnico di un collasso per ribaltamento e quello strutturale di una rottura delle murature) e di una situazione che si andava aggravando, il Comitato adottò una strategia in due tempi: realizzare immediatamente interventi di stabilizzazione provvisoria, curandone la completa reversibilità, onde guadagnare il respiro per poter adeguatamente studiare e, parallelamente, sperimentare e attuare gli interventi di stabilizzazione definitiva. Per quanto riguarda il rischio strutturale, gli interventi provvisori sono consistiti nella cerchiatura di alcune zone della Torre con trefoli debolmente pretesi. Gli interventi sono consistiti nell’inserimento di barre di acciaio inox di collegamento tra i paramenti interno ed esterno della muratura, nella esecuzione di iniezioni alle murature e nella cerchiatura con fili armonici inox in sommità al 1° ordine e al piede del 2° ordine; essi hanno riguardato zone molto limitate della Torre. Per quanto riguarda il rischio geotecnico, l’intervento provvisorio è consistito nell’applicazione alla Torre di un contrappeso sul lato nord; il contrappeso era costituito da una catasta di lingotti di piombo, che ha raggiunto un peso totale di circa 1.000 tonnellate. Per concepire e progettare gli interventi definitivi di stabilizzazione geotecnica, il Comitato ha sviluppato un’approfondita analisi del problema di stabilità dell’equilibrio: tenendo conto della natura non lineare e non elastica del vincolo esercitato dai terreni di fondazione, si è giunti alla conclusione che una modesta riduzione dell’inclinazione sarebbe stata sufficiente ad arrestare il progredire dell’inclinazione e a migliorare sostanzialmente le con-
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dizioni di stabilità. Dopo una lunga e accanita discussione il Comitato ha pertanto deciso di ridurre l’inclinazione della Torre di circa mezzo grado, e cioè all’incirca del 10% del valore attuale, inducendo un cedimento dell’estremo nord della fondazione. Oltre a migliorare sostanzialmente le condizioni di stabilità della fondazione, un tale intervento avrebbe provocato anche una riduzione dello stato tensionale nella Torre, contribuendo quindi a limitare al minimo il rinforzo strutturale necessario; inoltre esso sarebbe stato totalmente rispettoso non solo dell’integrità formale, ma anche di quella materiale e storica del monumento.
Soluzioni individuate Il Comitato ha preso in esame diversi possibili mezzi per raggiungere un tale risultato; fra questi, ad esempio, la realizzazione di una piastra di cemento armato alla superficie del terreno lato nord, che applicasse al terreno stesso un carico attraverso l’azione di cavi d’acciaio pretesi ancorati nelle sabbie inferiori, o la contrazione delle argille superiori, sempre a nord della
Torre, a mezzo di pompaggio sotto vuoto o di elettroosmosi. Tali soluzioni sono state studiate con analisi numeriche di vario tipo, con modelli in piccola scala a gravità naturale e in centrifuga, con indagini in sito in grande scala. A seguito di questo complesso di studi e ricerche, la scelta è infine caduta su di un intervento che induce il cedimento del lato nord della Torre estraendo in modo controllato piccoli volumi di terreno a nord e al di sotto del piano di fondazione (la cosiddetta sottoescavazione). Prima di operare sulla Torre, si è ritenuto indispensabile condurre una prova in sito in grande scala. Infatti, benché i risultati di tutte le indagini e analisi svolte fossero stati positivi, il Comitato non poteva essere certo che essi fossero totalmente rappresentativi del comportamento di una torre alle soglie dell’instabilità. Per tale motivo si è deciso di iniziare a operare sulla Torre con una fase di sottoescavazione preliminare molto limitata e solo dopo aver installato una struttura di presidio che potesse fronteggiare eventi inattesi. L’opera di presidio è costituita da due stralli suborizzontali collegati alla Torre a livello del 3° ordine e facenti capo a due strutture di
La trave circolare portapiombi
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PRIMO RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO PIANO E RISTRUTTURAZIONE ancoraggio poste a Nord della Torre, a tergo del- l’edificio dell’Opera Primaziale. Infine, si è dato corso alla vera e propria sottoescavazione della Torre, suddivisa come si è detto in una fase preliminare e una definitiva. Una volta completata la rimozione di tutte le opere provvisorie è stato necessario provvedere al ripristino e al rinforzo del Catino, operazioni che hanno comportato un altro intervento di carattere strutturale. Esso peraltro ha prodotto anche un benefico incremento del grado di sicurezza geotecnico, per effetto dell’efficace collegamento realizzato tra il Catino e la fondazione della Torre.
Schema di piastra zavorrata asimmetricamente
Il sistema di monitoraggio Durante la fase dei lavori è stato installato un complesso sistema di monitoraggio che ha consentito il rilevamento continuo di molti parametri rilevanti ai fini del controllo del monumento. Terminati i lavori, l’impianto di monitoraggio è stato opportunamente modificato, anche semplificandolo, per adattarlo alle diverse esigenze del controllo del comportamento nel tempo della Torre. Il rilevamento geometrico più importante è ovviamente quello della pendenza, che viene effettuato in continuo da tre pendoli, di cui uno “rovescio”, cioè con il filo ancorato alla base della Torre e l’estremità superiore collegata a un galleggiante; a differenza dei pendoli normali, che sono in sostanza dei fili a piombo, il pendolo rovescio non risente delle deformazioni della struttura in elevato ed è quindi più adatto a misurare i movimenti della fondazione. Gli spostamenti dei pendoli sono rilevati da “telecoordinometri” dotati di raggio laser, che li trasmettono, mediante condutture che attraversano a nord il muro della Torre, passano sotto il Catino e proseguono interrati fino alla stanza nel palazzo dell’Opera Primaziale in cui vengono acquisiti tutti i dati. Durante il corso dei lavori, i movimenti della fondazione sono stati controllati anche da un sistema di livellazione costituito da un circuito idraulico esteso a tutto il perimetro della stanza a pianoterra della Torre. Vi sono
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poi “deformometri”, che rilevano le variazioni di ampiezza delle lesioni monitorate; estensimetri a filo, per la misura della variazione delle dimensioni della Torre; accelerometri per il rilevamento delle azioni dinamiche, in particolare sismiche, che possono interessare il monumento. In molti casi, per l’installazione degli strumenti in parete, nella gola cava della Torre, si è dovuto ricorrere all’ausilio di rocciatori, specializzati in lavori aerei.
L’intervento provvisorio con contrappesi di piombo Il problema era quello di applicare alla Torre, sul lato nord, una forza verticale di alcune centinaia di tonnellate, risolto costruendo attorno alla base del monumento una trave anulare in calcestruzzo armato precompresso, sulla quale sarebbero poi stati accatastati lingotti di piom-
bo e che avrebbe trasferito alla Torre il peso dei lingotti. La costruzione della trave anulare porta-piombi è avvenuta nel periodo maggio-giugno 1993. La trave è stata realizzata in conci separati da giunti, in modo da poter poi essere rimossa più facilmente. La posa in opera dei lingotti di piombo è iniziata nel luglio 1993 ed è proseguita gradualmente fino al gennaio 1994, raggiungendo un carico di circa 700 t, comprensivo del peso proprio della trave anulare. A seguito dell’intervento l’inclinazione della Torre è diminuita di circa 50 secondi d’arco, equivalenti a una diminuzione dello strapiombo di circa 12 mm. Cosa ancora più importante, dopo l’applicazione del contrappeso si è arrestato il progressivo movimento della Torre verso sud, che aveva in precedenza una velocità dell’ordine di 1 mm all’anno. Successivamente il contrappeso di lingotti di piombo è stato aumentato fino a raggiungere un carico complessivo di circa 1.000 t.
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I provvedimenti di rinforzo strutturale Fin dalle prime fasi dei lavori del Comitato è apparso evidente che, in alcune zone della struttura in elevazione della Torre, si verificava uno stato di sollecitazione molto intenso e vi era quindi il rischio di una rottura del materiale lapideo. Tale rischio era particolarmente grave nella zona del secondo ordine, lato S-O; in questa zona infatti vi è un brusco restringimento della sezione muraria rispetto al primo ordine, inoltre la struttura è indebolita dalle aperture della scala elicoidale e della porta di uscita sul loggiato della prima cornice. L’insidia di una rottura della muratura risiede nel fatto che essa avviene in modo improvviso, senza segni premonitori.
Cerchiature provvisorie È stato pertanto deciso di attuare immediatamente un provvedimento provvisorio di messa in sicurezza, consistito nella cerchiatura delle zone critiche con trefoli di acciaio rivestiti da una guaina di teflon, messi in opera con una lieve pretensione. L’intervento è stato attuato nel giugno 1992 e concepito per essere totalmente reversibile (infatti i cavi sono stati rimos-
si tra il novembre 2000 e il gennaio 2001, poco prima che venissero installate le cerchiature definitive). Rinforzo della struttura muraria Nel frattempo, lo stato tensionale nella struttura muraria era stato studiato in modo estremamente approfondito mediante un dettagliato modello a elementi finiti. Furono prese in esame le azioni sismiche attese e le azioni del vento: per entrambe queste azioni furono condotte approfondite ricerche. Contemporaneamente venne studiato in modo assai approfondito lo stato di conservazione della struttura muraria, mediante perforazioni, prove su campioni, ispezioni televisive in foro, endoscopie e tomografie di vario tipo. Sovrapponendo la mappa dello stato tensionale a quella del degrado della muratura, ci si rese conto che solo in una zona limitata della Torre si verificava una vera e propria situazione di pericolo. A questa ridotta zona è stato limitato l’intervento di rinforzo definitivo, per il quale si è cercato di realizzare il miglior compromesso possibile fra le esigenze della sicurezza e quelle del rispetto dell’integrità del monumento. L’intervento è consistito nella iniezione di malta di cemento, nell’inserimento di barre che collegano fra loro in senso radiale i paramenti interno ed esterno della Torre e nella cerchiatura della prima cornice e
della base del 2° ordine. Le iniezioni sono state effettuate nel periodo che va dal giugno 1999 al gennaio 2000 (…). Il quantitativo totale di miscela iniettata è stato pari a circa 18 metri cubi. Le barre radiali di collegamento dei paramenti, in acciaio inossidabile AISI 410, filettate, sono state messe in opera perforando la muratura dall’interno e ancorate, dopo tesatura, mediante rondella e dado in apposita nicchia sul paramento interno. Tutte le barre si arrestano a una distanza dal paramento esterno della Torre compresa tra 10 e 20 cm. L’ancoraggio interno è stato realizzato, a seconda dei casi, con iniezione di cemento o fiale di resina. Tutte le operazioni di cucitura suddette sono state effettuate nel periodo settembre 1999 - gennaio 2000.
Nuove cerchiature Per integrare l’effetto di contenimento delle cuciture radiali delle murature nella zona più critica, rappresentata, come si è visto, dal brusco restringimento delle murature nel passaggio dal 1° e 2° ordine, il Comitato decise che, dopo la rimozione delle cerchiature provvisorie, queste venissero in parte sostituite con nuove cerchiature, altrettanto efficienti, ma di
Lo schema della trave di ancoraggio
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PRIMO RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO PIANO E RISTRUTTURAZIONE caratteristiche estetiche e funzionali tali da consentirne il mantenimento permanente. Le nuove cerchiature sostituiscono quelle provvisorie di 8 trefoli al di sotto della cornice del 1° ordine e di 4 trefoli alla base del 1° loggiato, mentre nessuna cerchiatura è stata prevista al posto dei 6 trefoli superiori. Le cerchiature definitive, anche allo scopo di ridurne sensibilmente l’ingombro, sono realizzate con fili di acciaio inossidabile del diametro di 4 mm, trafilati a freddo per incrementarne le caratteristiche meccaniche fino a valori paragonabili, anche se un po’ inferiori, a quelli dell’acciaio armonico. Per la posa in opera, in tensione, di queste cerchiature è stata predisposta un’apposita apparecchiatura, analoga a quelle adoperate in passato per la precompressione di sili cilindrici. La cerchiatura sotto la cornice del 1° ordine è costituita da 116 spire disposte su 4 strati (35+31+27+23); ciascuno strato è realizzato con un unico filo ancorato con morsetti alle estremità. Lo sforzo di trazione totale applicato ai fili è di circa 9 t. L’installazione di questa cerchiatura è iniziata nel dicembre 2000 e terminata nel gennaio 2001. La cerchiatura alla base del 1° loggiato è costituita da 60 spire disposte su 3 strati (24+20+16) e lo sforzo di trazione totale applicato ai fili è di circa 4,6 t; la sua esecuzione è avvenuta nei mesi di gennaio e febbraio 2001.
Il modello per la sperimentazione della sottoescavazione Oggi che la sottoescavazione della Torre è stata portata a termine con successo, può sembrare un intervento quasi troppo banale. In realtà la scelta di questo metodo è stata molto travagliata. Dopo una lunga fase di calcoli e di prove in piccola scala, si decise di dar corso a una prova in grande scala nella stessa Piazza dei Miracoli, onde dimostrare in modo definitivo l’efficacia del metodo e mettere a punto i dettagli tecnologici. In un angolo della Piazza, fra il Camposanto e la Porta del
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Leone, si è costruita una piastra circolare di cemento armato del diametro di 7 m, dopo aver strumentato il sottosuolo e la superficie di contatto fra terreno e piastra. La piastra è stata caricata con una zavorra di calcestruzzo, la quale realizza un carico eccentrico che ha provocato una rotazione verso sud. Tale rotazione è stata poi parzialmente recuperata sperimentando la tecnica di sottoescavazione. La prova di sottoescavazione in grande scala, svoltasi dal settembre 1995 all’agosto 1996, ha avuto pieno successo e ha dato l’ultima spinta agli incerti per procedere con tale tecnica sulla vera Torre.
Strallatura di presidio della Torre Quando si passò a operare sulla Torre, si ritenne indispensabile munirsi di un’opera di presidio, da azionare nel caso si fosse verificata qualche circostanza imprevista che avesse messo a rischio il monumento. La scelta cadde su un sistema di stralli suborizzontali, costituiti ciascuno da due funi chiuse di acciaio del diametro di 50 mm, agganciate alla Torre a livello del 3° ordine, e facenti capo a due strutture a cavalletto in carpenteria metallica, poste a tergo dell’edificio dell’Opera Primaziale, che borda la Piazza dei Miracoli a nord. I due cavalletti di ancoraggio trasmettevano alla propria fondazione anche sforzi di trazione e taglio e pertanto fu necessario dotarli di una fondazione su pali trivellati di piccolo diametro, della lunghezza di circa 33 m. La portata dei pali fu controllata con prove di carico. La struttura metallica in elevazione era direttamente vincolata ai pali, collegati fra loro da una platea di cemento armato. Si noti che la strallatura non era concepita per vincolare la Torre, ma per applicarle, se necessario, una forza stabilizzante; pertanto ogni strallo, dopo una sella di rinvio che lo riportava in direzione verticale, faceva capo a un meccanismo che poteva applicare il tiro allo strallo sia tramite zavorre di piombo, sia tramite martinetti comandati da una centralina oleodinamica. Ciascuno dei due sistemi di tiro poteva applicare a
ogni strallo uno sforzo massimo di 150 t; peraltro, nel caso di impiego simultaneo di zavorre e martinetti, il tiro complessivo non avrebbe potuto superare le 200 t per strallo. L’intervento di stabilizzazione della Torre tramite sottoescavazione venne portato a termine senza che si verificasse alcun imprevisto, pertanto l’opera di presidio non è mai stata azionata, al di là dell’applicazione del tiro minimo necessario per dare agli stralli la configurazione geometrica iniziale desiderata (circa 12 ton. per lo strallo ovest e circa 7 ton. per lo strallo est). I lavori per la realizzazione della strallatura sono iniziati nel giugno 1998, con la realizzazione dei pali di fondazione, e sono terminati nel dicembre 1998, con la messa in tiro degli stralli. Particolari della strallatura: fra ciascuna fune e la sella del cavalletto era interposto un perno strumentato per misurare in continuo lo sforzo agente sulla Torre, scevro di ogni attrito dei meccanismi di tiro.
Stabilizzazione della Torre tramite sottoescavazione La sottoescavazione, come metodo di stabilizzazione definitiva della Torre, presenta numerosi aspetti positivi, fra cui l’assoluto rispetto per l’integrità formale, storica e materiale del monumento. Un altro grande vantaggio di questa tecnica è quello di non richiedere alcuna importante struttura od opera di ingegneria. La massima lunghezza raggiunta da ciascuno dei 41 tubi di perforazione ed estrazione del terreno è da mettere in relazione con il perimetro della fondazione. La disposizione altimetrica dei tubi rileva la presenza dei seguenti elementi: tubi-guida posizionati sulla trave di cemento armato; tubi di rivestimento della perforazione, inseriti nei tubi-guida e spinti fino alla distanza dalla fondazione di circa 2,6 m, limite al di là del quale si vuole che l’asportazione del terreno esplichi i suoi effetti; tubi interni ai precedenti, ruotanti e avanzanti, contenenti eliche controrotanti rispetto a quelli.
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Modalità realizzative Una macchina operatrice è stata appositamente predisposta per essere in grado di far ruotare, controruotare e avanzare o retrarre simultaneamente il tubo e l’elica, nonché di far scorrere coassialmente all’elica una punta strumentata. La sottoescavazione si attuava facendo avanzare contemporaneamente il tubo, l’elica e la punta strumentata; si arretravano poi, sempre congiuntamente, tubo ed elica, facendo nello stesso tempo fuoriuscire la punta strumentata, in modo che questa rimanesse di fatto ferma nel vano cilindrico creato nel terreno dall’arretramento del tubo e dell’elica. La punta strumentata poteva quindi, mediante i sensori di cui era dotata, segnalare l’avvenuto riempimento parziale o totale del foro nel terreno. L’estrazione avveniva per avanzamenti di 50 cm; il volume massimo estraibile con la prima operazione era di circa 17 litri; retraendo il tubo con l’elica il foro tendeva a richiu-
dersi più o meno completamente; il grado di riempimento del foro era rilevabile, oltre che con la punta strumentata, dal quantitativo di terreno asportato in una successiva operazione, facilmente misurabile tramite l’equivalente volume d’acqua che fuoriusciva dalla sommità del tubo. La ripetizione, in tempi successivi, dell’operazione nello stesso sito consentiva di asportare la quantità di terreno voluta in ciascun punto; quando il tubo risultava completamente riempito dal terreno, l’elica veniva estratta e ripulita dal materiale. In totale sono stati estratti quasi 38 metri cubi di terreno. L’estrazione del terreno è avvenuta in gran parte all’esterno della fondazione della Torre, penetrando comunque sotto questa per non più di 2 m, e con una leggera asimmetria rispetto al piano di massima pendenza; la sottoescavazione è stata infatti un po’ più marcata verso ovest allo scopo di contrastare la tendenza della Torre a ruotare, sia pure in misura assai minore, anche verso est. Per effetto della
sottoescavazione la Torre, alla fine dell’intervento, come previsto aveva ruotato verso nord, di circa 1.800 secondi d’arco (mezzo grado sessagesimale), corrispondenti a uno spostamento verso nord della settima cornice di circa 43 cm e a un abbassamento di circa 17 cm del punto più a nord del Catino. Il raddrizzamento, oltre a riportare la pendenza della Torre a quella che aveva circa 200 anni fa, comporta una riduzione delle pressioni sul terreno a sud, tale da aumentare in misura significativa e tranquillizzante il grado di sicurezza del monumento nei confronti della instabilità, quasi al limite critico prima dell’inizio dei lavori. Dopo una limitata sottoescavazione preliminare effettuata nel periodo febbraio-maggio 1999, la sottoescavazione definitiva è iniziata nel febbraio 2000 e terminata di fatto nel gennaio 2001, con ulteriori modesti interventi fino al 6 giugno 2001, quando la rimozione delle batterie di tubi è stata completata.
Le operazioni di rinforzo strutturale
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LA LINEA DI UNA NUOVA ERA CON IL LANCIO DELLE SERIE CLASS 150, RAIMONDI CRANES SI AVVIA SULLA STRADA DI UNA RIVOLUZIONE CONCETTUALE PER PRODOTTI E MERCATI. MODULARITÀ DELLE PARTI MECCANICHE, INTERCAMBIABILITÀ DEGLI ELEMENTI BRACCIO ED ERGONOMIA DI UTILIZZO CONTRADDISTINGUONO L’AMBIZIONE DI CONQUISTARE GLI OPERATORI INTERNAZIONALI
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l sentore di una rivoluzione interna decisiva l’avevamo già percepito al Bauma di Monaco dell’anno scorso. La novità costituita dalla gru a torre flat-top T357 ha rappresentato al meglio le caratteristiche più importanti della Class 150, la nuova gamma Raimondi - composta da un totale di sei modelli - che costituisce il fulcro di un cambio di passo rivolto Alpi ampio mercato europeo e internazionale. Con una capacità massima di sollevamento compresa tra le 12 e 24 tonnellate, questa nuova serie è stata progettata pensando proprio ai mercati dell’Europa centrale e settentrionale, dell’America e del Canada; insieme alla seconda linea-novità, la Class 110, Raimondi si appresta a un futuro ambizioso. “Negli ultimi due anni, abbiamo inaugurato una nuova ed entusiasmante era per il nostro gruppo – conferma l’ingegner Diego Borgna, amministratore delegato di Raimondi Cranes – Siamo impegnati in progetti importanti e diversificati e, tra questi, la direzione primaria è quella di una concettualizzazione e di uno sviluppo di prodotto che si traduce nella gamma completamente inedita di gru a torre flattop”. Una gamma che rivendica l’origine
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Formazione per il cambiamento Sulla scia del successo del primo training sui nuovi prodotti Raimondi delle serie Class 150 e Class 110, tenutosi nel luglio scorso, Raimondi ha ospitato un secondo seminario di tre giorni, lo scorso settembre, per presentare gli ultimi progressi tecnologici dell’azienda, nella sede di Arluno. Alla presenza di una delegazione di esperti tecnici provenienti da Germania e Italia, la formazione dedicata agli operatori è servita come piattaforma per approfondire la tecnologia delle nuove gru flat-top e le più recenti soluzioni lanciate sul mercato da Raimondi (tra cui il software di ultima generazione ConCore e gli aspetti relativi all’accesso remoto e al tele-intervento). Il workshop di inizio autunno si è concentrato su argomenti chiave come la messa in servizio, la calibrazione e il monitoraggio della gru, oltre alle funzionalità di analisi e visualizzazione dei dati per migliorare le prestazioni della macchina. Le sessioni di apprendimento hanno esplorato, inoltre, il nuovo schema elettrico e le funzioni di ciascun componente, per consentire ai partecipanti di comprendere meglio il rilevamento istantaneo degli errori, la risoluzione dei problemi e le relative riparazioni. Una combinazione di lezioni in aula, discussioni interattive e dimostrazioni dal vivo al simulatore, condotte dal personale Raimondi, ha offerto ai partecipanti un’esperienza di apprendimento completa su come l’utilizzo potenziato della tecnologia per le operazioni a distanza possa avere un impatto significativo sul miglioramento dell’efficienza e della produttività della macchina e una maggior sicurezza in cantiere. L’ambiente collaborativo ha permesso ai partecipanti di scambiarsi esperienze, opinioni eosservazioni dirette, arricchendo cosi il seminario con un’importante opportunità di networking. Trasmesso in livestreaming per la prima volta, il seminario ha ottenuto un notevole successo e verrà replicato a breve, con l’introduzione anche di corsi online per tutti coloro che saranno impossibilitati a parteciparvi di persona.
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MACCHINE TECNOLOGIA E IMPIANTI E INNOVAZIONE italiana, dal momento che viene concepita e realizzata all’interno della nuova sede aziendale e produttiva - di ben 29.000 metri quadrati - insediata ad Arluno, nella provincia nord-ovest di Milano. Intanto, la rivelazione della nuova T357 testimonia tutta l’importanza di vertice della stessa Class 150. Con un raggio massimo di 77,5 metri e un carico in punta di 2,67 tonnellate in UltraLift, la T357 vanta le migliori specifiche della propria categoria in termini di lunghezza del braccio e di capacità di carico sia in punta che negli sbracci intermedi. “La T357 è adatta alla costruzione di infrastrutture medio-grandi, in virtù sua velocità massima di sollevamento di 152 metri al minuto con un argano da 75 kW e una capacità di fune di 800 metri circa - sottolinea Cristian Badin, direttore commerciale di Raimondi Cranes - Come la Class 110, anche la Class 150 è una serie progettata e concepita come un insieme coerente di gru a torre, privilegiando la modularità delle parti meccaniche e di carpenteria così come l’intercambiabilità degli elementi braccio”. Il nome Class 150 deriva dalla larghezza della stessa sezione del braccio di 150 centimetri. Tutti i modelli della linea possono essere equipaggiati con il modulo Lumina X, la versione ampliata della nuova cabina Raimondi che presenta dimensioni davvero notevoli - lunghezza di 3,88 m e altezza di 2,14 m - e “prerogative di ergo-
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nomia pensate proprio sulle esigenze dei gruisti - come ribadisce Badin - La nuova cabina, che soddisfa le più rigorose norme internazionali in materia di sicurezza e qualità, punta a garantire il massimo livello di comfort per gli operatori, con la dotazione di un unico vetro frontale e laterale che consente l’aumento della visibilità fino al 30%, un sistema di aria canalizzata per ridurre l’appannamento dei vetri”. Lumina X è stata progettata con l’implementazione del quadro elettrico integrato, allo scopo di agevolare le procedure di manutenzione in condizioni climatiche particolarmente severe. “I riscontri ottenuti dal mercato per i primi esemplari della Class 150 sono stati estre-
mamente positivi – ribadisce il direttore commerciale di Raimondi Cranes – I nostri distributori, i potenziali clienti e gli operatori del settore hanno espresso, tutti, un grande entusiasmo e siamo certi che le nostre nuove flat-top conquisteranno progressivamente i più importanti cantieri internazionali, a partire da quelli italiani ed europei. Il nostro reparto di Ricerca e Sviluppo ha lavorato a lungo per concepire gru che rispondessero alle tendenze del mercato e alle esigenze delle imprese e dei noleggiatori. Bracci adattabili e più leggeri, un unico e rinnovato sistema di controllo, componenti semplificati e compatibili, nuove torri utilizzabili per il rampaggio sia interno che esterno sono altrettante testimonianze della ricerca avanzata Raimondi sul prodotto”. A proposito di ricerca avanzata, va rimarcato il fatto tecnologico che le nuove serie Raimondi Class 150 e Class 110 sono entrambe dotate del nuovo sistema di controllo ConCore. Questo modulo, derivato dai sistemi precedenti di gestione digitale, è in grado - in questa versione rinnovata - di rilevare e segnalare istantaneamente errori, malfunzionamenti e guasti in modo più specifico. Questa importante integrazione semplifica le operazioni di manutenzione e assistenza, riducendo naturalmente i tempi di fermo cantiere. Inoltre, il sistema ConCore consente agli operatori di calibrare interamente la gru, in modalità alternativa, dalla postazione in cabina o tramite il telecomando.
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LA STORIA SIAMO NOI CIFA COMPIE NOVANTACINQUE ANNI E PROSEGUE NELLA SUA MISSIONE DI “COSTRUIRE IL MONDO”. UNA VOCAZIONE SEGUITA DAL 1928 E CELEBRATA IN UN GRANDE EVENTO OPEN HOUSE PER DIPENDENTI, PERSONALITÀ PUBBLICHE, STAMPA SPECIALIZZATA E, NATURALMENTE, CLIENTI STORICI
N
el segno di una nuova identità, senza dimenticare le origini. Anzi, partendo proprio da esse, da quell’acronimo CIFA (Compagnia Italiana Forme Acciaio) che oggi viene declinato nei valori di Curiosità, Inge-
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gno, Flessibilità, Attenzione. Lo storico produttore di macchine per la distribuzione del calcestruzzo ha festeggiato alla fine di settembre i suoi primi 95 anni, nella cornice del quartiere generale di Senago (Mi), “vestito a festa” per l’oc-
casione, in attesa di accogliere centinaia di ospiti di riguardo. Clienti, giornalisti specializzati, istituzioni e dipendenti con le loro famiglie, tutti insieme hanno celebrato la lunga vicenda industriale di un marchio che oggi assiste al proprio
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consolidamento di business - a 15 anni dall’acquisizione da parte del gruppo cinese Zoomlion - con lo spostamento progressivo del core business (attuato durante l’ultimo trentennio) dalla costruzione di casseforme per le grandi opere infrastrutturali alla produzione principe di macchine per la distribuzione e il trasporto del calcestruzzo (autobetoniere e pompe autocarrate). I visitatori sono stati accolti, all’ingresso dello stabilimento milanese, dalla madrina delle pompe autocarrate Cifa di gamma recente: la K47H dai maestosi 47 metri di estensione del braccio di distribuzione. Per gli ospiti, inoltre, il marketing dell’azienda ha organizzato tour guidati all’interno della fabbrica, con un’esposizione di modelli in primo piano della produzione attuale, all’interno della Cifa Arena. Tra questi, l’autobetonpompa MK28L e la pompa autocarrata K42L, affiancate dalle versioni gemelle full electric MK28E e K42E, con il modello K56L a rappresentare il vertice di serie. A seguire, in rappresentanza della categoria Underground, le tipologie Mamba e Coguaro, già ben conosciuti dagli operatori delle lavorazioni in tunnelling per le operazioni shotcrete e di trasporto del calcestruzzo. Infine, un tuffo nei ricordi del passato di Cifa, tra gli spazi evocativi del museo aziendale. “La missione che da sempre guida Cifa – quella di costruire macchine che co-
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struiscono i luoghi in cui si vive, gli edifici fisici – si racchiude in un nuovo motto che accompagnerà l’azienda nei prossimi anni - spiega Davide Cipolla, CEO dell’azienda di Senago - Nelle parole ‘We build your world since 1928’ (Costruiamo il tuo mondo dal 1928) è racchiuso il senso intimo del nostro
futuro. Progetti tecnologici, indici di sostenibilità per i processi di fabbrica, welfare sociale: il nuovo mondo di Cifa sarà tutto questo, in un’ottica di inclusione e progresso globale che comprende in parallelo l’evoluzione industriale e il rispetto dell’ambiente e delle persone”.
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Energya totale Il ritorno alla fiera Ecomondo di Rimini, a diversi anni di distanza dall’ultima partecipazione, è affidata all’autobetoniera elettrica Energya E9, allestita su un autotelaio Volvo. Il brand di Cifa che ha il primato dell’unica vera gamma di macchine elettriche nel settore concrete, è rivolto alle nuove opportunità di impiego dei veicoli pesanti per la distribuzione del calcestruzzo, in particolare nei centri storici nei cantieri con obblighi stringenti sotto il profilo ambientale. “Il brand Energya ha rappresentato fin dagli esordi, nel 2013, una rivoluzione nel settore - conferma ancora Davide Cipolla - Abbiamo anticipato una risposta reale a temi attuali come quelli dell’elettrificazione per la sostenibilità di macchine e impianti, dell’automazione e della connettività. Prerogative di tutte le macchine Cifa, che implementano la digitalizzazione dei sistemi di gestione e monitoraggio da remoto. Siamo orgogliosi di
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essere stati gli apripista in un settore tradizionale come quello del calcestruzzo, che sta prendendo coscienza sulle necessità di cambiare rotta, in accordo con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo svilup-
po sostenibile: introduzione di materiali e processi a basso impatto, durabilità delle attrezzature e riduzione delle emissioni CO2 in cantiere”. Al CEO di Cifa fanno eco le considerazioni di Marco Polastri, Sales Aftersales & Marketing Director: della società. “Energya è diventata nel corso degli anni un brand con una business unit a se stante, formata da un team di specialisti dedicati al suo sviluppo, a livello di prodotto e in termini di soluzioni economiche per i clienti - rileva il manager - A questo proposito, Cifa ha individuato i contributi locali che possono favorire la conversione del parco mezzi in un’ottica di sostenibilità, fornendo un vero e proprio servizio di consulenza per chi condivide la nostra stessa visione green”.
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Un Manifesto per l’avvenire IN OCCASIONE DEI NOVANTACINQUE ANNI DI STORIA, CIFA ADOTTA UN NUOVO SIGNIFICATO PER IL PROPRIO ACRONIMO ORIGINARIO. DA COMPAGNIA ITALIANA FORME ACCIAIO, LA NUOVA IDENTITÀ CHE NE TRAGHETTA IL SENSO VERSO I VALORI DI CURIOSITÀ, INGEGNO, FLESSIBILITÀ, ATTENZIONE È RACCHIUSA IN UN MANIFESTO UFFICIALE DIFFUSO DALL’AZIENDA CHE PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE. “C come Curiosità, per rinnovare ogni giorno la soddisfazione - È la nostra forza distintiva, la scintilla che attiva l’intera impresa, il pungolo che sprona a non accontentarsi. Essere soddisfatti non è una conquista definitiva: è uno stato che va continuamente riconfermato. Non possiamo fare a meno, quindi, di cercare sempre un nuovo modo per migliorare tecnologie, processi, competenze. E non ci basta: vogliamo anche innovare la nostra organizzazione, con le sue funzioni e relazioni. Un obiettivo alla volta, possiamo cambiare qualunque aspetto non più all’altezza e imprimere una svolta alle convenzioni del settore e della gestione d’impresa. Con apertura mentale e un interesse sempre vivo per il prossimo sviluppo sappiamo mettere in discussione anche i migliori risultati e fissare le nuove mete, quelle che comporranno il nostro futuro. La curiosità, insomma, è quel valore che ci permette di rinnovare con costanza la soddisfazione e che rappresenta il nostro nucleo pulsante, invisibile ma sempre presente. I come Ingegno, per concretizzare prodotti, strategie e visioni - Perspicacia e talento nell’inventare e nel progettare, ecco come diamo solidità a ogni singola azione. L’ingegno è quella qualità che riesce a farci tradurre in pratica gli esiti della ricerca, anche la più teorica; è intelligenza applicata, ciò che permette di compiere il nostro lavoro. La curiosità che ci guida, infatti, potrebbe estendersi in ogni direzione e senza limiti, se non venisse applicata a uno scopo che la orienta e la contiene. E questo scopo, questo perimetro ideale è proprio il concretizzare idee e intuizioni in soluzioni reali: concludere i progetti avendo messo a punto, ingegnosamente, un prodotto o un servizio solidi e sicuri. Quella stessa qualità pratica deve reggere l’organizzazione, per far sì che risulti affidabile come e più dei suoi prodotti materiali e si guadagni la stima di tutti gli interlocutori. Fornitori, dipendenti, clienti o altri ancora: c’è bisogno del coinvolgimento di ognuno per creare, assieme, un’azienda concreta. F come Flessibilità, per adattarsi e rispondere a ogni circostanza - Crediamo che non esista concretezza senza una buona dose di flessibilità. Sapersi adattare, proprio come fa la materia entro un sistema in moto costante, è un requisito indispensabile per chiunque voglia rispondere prontamente alle esigenze–proprie, del mercato e della società. Parte integrante di questa abilità è l’attitudine alla mediazione: che per noi non porta a evitare il confronto. Al contrario, lo favoriamo perché siamo convinti che solo dal confronto e dalla vicinanza nascano le vere opportunità. Adattarsi, infatti, non significa piegarsi, bensì saper ascoltare e trovare il punto d’incontro che soddisfi le persone e crei un accordo tra prospettive e aspettative diverse. E se è vero che ogni azienda deve possedere questa dote, è vero anche che solo chi è da sempre una “anomalia italiana” può trasformarla in un vero e proprio stile. È la cifra come impresa capace di concepire proposte inedite, esaudendo le diverse necessità. A come Attenzione, per sostenere un’edificazione duratura - Oltre la prossimità e il presente, noi ci focalizziamo sulla durabilità e sulla sicurezza. Siamo coscienti di essere uno dei tanti nodi di una rete globale, quella dell’edilizia, estesa nello spazio e nel tempo. Non solo la costruzione dei prodotti, ma tutte le nostre azioni hanno un impatto duraturo sull’ambiente e sulle persone; perciò puntiamo a essere, sempre più, un’impresa che crea valore condiviso. Vorremmo che questa forma di riguardo fosse nostra come degli altri attori della filiera e comprendesse il cantiere, ove la nostra opera si concretizza. Tre sono i pilastri che tengono alta l’attenzione su durabilità e sicurezza: una mentalità “Green & Circular”, l’impegno per il benessere e la crescita dei collaboratori e un approccio ecosistemico, per non limitare mai le prospettive. Con questa apertura al contesto riusciamo a tradurre la curiosità, l’ingegno e la flessibilità in un impegno a un’edificazione più sostenibile, per noi e per il pianeta”.
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MACCHINE AUTOMAZIONE E IMPIANTI E CONTROLLO
MISURA DI UNA RIVOLUZIONE LA SEDE PRODUTTIVA HOLCIM KIES UND BETON AG DI DIESSENHOFEN, IN SVIZZERA, ADOTTA L’INNOVATIVO SISTEMA DI MISURAZIONE OLAS, DISTRIBUITO IN ITALIA DA ELETTRO SIGMA. QUESTO MODULO, REALIZZATO DA WERNE & THIEL SENSORTECHNIC, DETERMINA CON ESTREMA PRECISIONE LA DENSITÀ DELL’ACQUA DI RICICLO DEL CALCESTRUZZO
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O
gni anno in Germania vengono prodotti circa 40 milioni di m3 di calcestruzzo preconfezionato, di cui circa il 2-3% non può essere destinato alla lavorazione. Questa massa residua deriva, ad esempio, dagli ordini che non vengono ritirati dai clienti, o dal calcestruzzo che, dopo la fornitura, rimane appreso alle pareti interne dei tamburi delle betoniere. Se questa massa residua non ha la possibilità di poter essere riciclata, deve essere comunque smaltita come rifiuto speciale, per di più a costi sensibilmente elevati. L’industria del calcestruzzo preconfezionato sta compiendo da molti anni notevoli sforzi per una transizione davvero utile dalle tecniche che prevedono l’esclusivo smaltimento dei residui a uno sfruttamento effettivo del materiale, adottando circuiti chiusi delle sostanze. Questa nuova prospettiva, tuttavia, impone l’uso di nuovi sistemi di misurazione e di nuove tecnologie avanzate. La realtà tedesca di Werne & Thiel Sensortechnic, rappresentata in Italia da Elettro Sigma, affronta da tempo questa sfida e attraverso una ricerca assidua ha sviluppato, durante 15 anni di studio e testing, il sistema di misurazione OLAS (Optical Light Absorption Sensor), un processo on line rivoluziona-
rio per la determinazione della densità dell’acqua di riciclo del calcestruzzo attraverso sensori in grado di individuarne il contenuto di sostanze solide. Questo stesso sistema di misurazione, di recente, è approdato a una vera e propria commercializzazione in serie, conquistando il favore di molte realtà europee e internazionali specializzate nella produzione di calcestruzzo.
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MACCHINE AUTOMAZIONE E IMPIANTI E CONTROLLO Valore di densità OLAS si serve di un processo di misurazione intelligente, ad assorbimento infrarosso, che fa penetrare la luce di misura nel materiale attraverso fibre ottiche. Su richiesta, OLAS può assumere la facoltà di un sistema di misurazione completo se integrato con OLAS-TPC (OLAS Touch Panel Controller), un’unità di analisi, visualizzazione e comando ottimizzata. Per un circuito chiuso di materiale, nella produzione del calcestruzzo, la norma EN1008 prevede che la densità nei bacini dell’acqua residua non superi il valore limite di 1,07 kg/lt. Il campo di misurazione standard di OLAS è compreso tra 1 e 1,15 kg/lt ed eccede, quindi, di gran lunga la quota richiesta. In questo modo, anche in caso di superamento del valore limite, è possibile registrare il valore di densità massima in modo affidabile e abbassarlo
nuovamente, aggiungendo acqua fresca. Con questa innovazione - brevettata in tutto il mondo - è possibile migliorare la qualità del calcestruzzo mediante una misurazione automatica e continua della densità dell’acqua di riciclo del calcestruzzo. I risultati dei numerosi test di durata con i primi apparecchi di serie del sistema di misurazione OLAS sono ormai noti da tempo. Già nel mese di novembre del 2007 venne messo in funzione un sistema di misurazione OLAS per il monitoraggio della densità dell’acqua residua, nel ciclo di produzione della Holcim Kies
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und Beton AG di Diessenhofen, in Svizzera. Il resoconto del l’ingegner Ludovico Mascarin, del dipartimento Research & Development di Holcim, dopo alcuni anni dall’esordio d’esercizio quotidiano del sistema, conferma che “il dispositivo e il display digitale dedicati alla misurazione, forniscono continuamente informazioni sulla densità corrente nei bacini dell’acqua residua dei processi produttivi del calcestruzzo. Così possiamo inserire il valore direttamente nel sistema di controllo della produzione stessa. In questo modo, la qualità e, in particolare, la costanza dei valori del protocollo lotti e del controllo del calcestruzzo fresco sono notevolmente migliorate. Il sistema di misurazione è quasi esente da manutenzione e il display fornisce valori di misura di una precisione eccezionale”. L’apparecchio presenta un tempo di assestamento inferiore a 40 msec ed è in grado di rilevare e visualizzare in modo affidabile l’intensità della luce di misurazione di 1/10.000.000 dell’intensità massima. La risoluzione interna del sistema di misurazione OLAS è anche più elevata.
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Processo di taratura
Il sistema di misurazione
La precisione della misura può essere verificata, nella modalità di misurazione, in qualsiasi momento mediante un test zero ciclico eseguito in modo manuale o in automatico. A tale scopo occorre semplicemente spruzzare acqua dolce tra l’unità di trasmissione e quella di ricezione e confrontare il segnale di misurazione con la taratura a zero. Eventuali corpi estranei bloccati nel raggio di misura dell’ottica verrebbero rilevati immediatamente con questo metodo. Al contrario, il getto d’acqua può essere naturalmente utilizzato anche per pulire l’ottica da corpi estranei e depositi. Durante il test zero, OLASTPC assume il comando completo del getto d’acqua, compresa l’estrapolazione dei valori di misurazione del test zero da un’eventuale media dei segnali già effettuata.
Contrariamente ai classici turbidimetri, anch’essi funzionanti tramite sistemi ottici, è interessante osservare come le impurità o i graffi sull’ottica di OLAS (dovuti alle sostanze misurate abrasive) influiscono in maniera praticamente nulla sulla precisione di misurazione. Questo vantaggio è dato dal fatto che i turbidimetri funzionano solitamente all’interno di sostanze così trasparenti che i graffi sull’ottica assorbono molta più luce di misura della stessa sostanza da misurare. Nelle applicazioni per le quali OLAS è stato concepito, il funzionamento è pertanto totalmente inverso. In questo caso, la sostanza da misurare assorbe molta più luce delle impurità o dei graffi sull’ottica. Per poter escludere influssi sulla precisione di misurazione dovuti ai graffi anche per applicazioni in sostanze da misurare molto trasparenti, per OLAS sono disponibili su richiesta anche ottiche pre-invecchiate.
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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE
OPERA DINAMICA SULL’IMPALCATO LA SQUADRA OPERATIVA DI AUTOVICTOR HA CONFERITO UN CONTRIBUTO FONDAMENTALE AL CANTIERE DELLA NUOVA TANGENZIALE DI NOVARA. I TIRI PIÙ IMPEGNATIVI HANNO VISTO AL LAVORO L’AUTOGRÙ A BRACCIO TRALICCIATO DEMAG TC 2800-1 NEL SOLLEVAMENTO DI UN PONTE SULLA LINEA FERROVIARIA
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n sollevamento da ricordare, un’opera d’arte programmata per… la strada. Può essere definita in questo modo l’impresa portata a termine da Autovictor, nell’ambito dei lavori che riguardano il prolungamento della Tangenziale di Novara che interessa i territori comunali del capoluogo piemontese e dei paesi contigui di Cameri e San Pietro Mosezzo (sede del quartier generale storico della stessa società specializzata in grandi sollevamenti cantieristici e industriali). L’opera si configura come un nodo fondamentale non solo per la viabilità locale, ma anche per l’integrazione con il sistema stradale regionale e interregionale, come punto di accesso all’autostrada A4 Torino-Milano. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo tracciato lungo circa 5 km che costituisce la prosecuzione dell’esistente tangenziale di Novara dall’attuale innesto con
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la SS32 sino alla SP299 della Valsesia. Come informa l’Osservatorio Territoriale Infrastrutture del Piemonte, “la sezione prevista per l’asse principale della tangenziale è costituita da due carreggiate separate, ciascuna dotata di due corsie per senso di marcia di larghezza pari a 3,75 m, spartitraffico di 2,5 m, banchina a sinistra di 0,50 m e banchina a destra di 1,75 m, per una larghezza complessiva della piattaforma pari a 22 m. Lungo il tracciato è inoltre prevista la realizzazione di tre nuovi svincoli di collegamento con la viabilità esistente (SS2, SP229 e SP299) e di quattro viadotti e un ponte a struttura mista acciaio corten-calcestruzzo. Per mantenere inalterato il sistema di interconnessione dei fondi agricoli, completeranno il nuovo tratto di tangenziale appositi attraversamenti destinati alla viabilità locale e al mantenimento in esercizio dei canali di irrigazione”.
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MACCHINE OPERE CIVILI E IMPIANTI E INFRASTRUTTURE La progettazione Come accade in tutti i cantieri di un certo spessore, anche in questo caso la programmazione accurata dei sollevamenti più importanti è risultata fondamentale. “Per tutti i sollevamenti operati con la TC 2800-1, in fase di progetto, abbiamo considerato tutti i fattori in gioco - ci spiega Alessandro Gino, direttore operativo di Autovictor - I più rilevanti hanno compreso la portata superficiale del terreno, la sua configurazione planimetrica, la sua conformazione stratigrafica e la relativa propagazione delle onde di pressione in profondità - particolare attenzione è stata volta agli scatolari in calcestruzzo presenti sotto il mezzo, a -6 m dal piano di stabilizzazione - gli ingombri degli elementi da movimentare in relazione agli spazi necessari per l’assemblaggio dell’autogrù e non ultimo gli spazi necessari alla movimentazione della zavorra esterna (SSL), che si è dovuta armare e disarmare in fase di presa e di scarico del carico. Questa
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analisi ha consentito di avere una visione a 360° dell’attività da svolgersi ancora prima di iniziare il trasferimento logistico dei mezzi. Il tutto è stato coadiuvato dai più recenti software di simulazione e di calcolo al fine di anticipare tutte le
variabili che avrebbero potuto configurare problematiche in sede di cantiere e che avrebbero potuto provocare rischi sia dal punto di vista della sicurezza del sito sia dal punto di vista delle tempistiche di esecuzione dell’opera”.
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La Demag TC 2800-1 all’opera Per i sollevamenti più complessi Autovictor ha optato per l’impiego di un autentico campione di flotta: l’autogrù tralicciata Demag TC 2800-1. “La nostra autogrù gommata a braccio tralicciato è stata configurata in assetto SSL - specifica Alessandro Gino - Questa configurazione prevedeva 84 m di braccio principale, 30 m di derrick, 160 t di zavorra sul carro, 300 t di zavorra in esterna e un doppio bozzello in grado di sollevare gli impalcati con il dovuto margine di sicurezza, grazie alle 12 taglie di fune in acciaio utilizzate. I tiri più impegnativi hanno visto la nostra TC 2800-1 sollevare due impalcati da 94 t ciascuno e dimensioni di 37 x 8 x 2,6 m, con un raggio di 50 m dal centro ralla. Il tutto a scavalco
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della ferrovia Novara-Varallo Sesia. Nel cantiere novarese la TC 2800-1 è stata montata su un rilevato, quindi siamo dovuti stare leggermente più lontani proprio per evitare carichi sui muri di spalla. Abbiamo dovuto superare anche qualche problematica riguardante l’imbrago, in quanto l’impalcato non ha la medesima
sezione lungo tutta la lunghezza. Infine non è stato semplice far ruotare la tavola del superlift in uno spazio così ridotto. L’intervento è andato benissimo e si è svolto nei tempi prestabiliti e ha visto il coordinamento con il gestore ferroviario che ha previsto una chiusura del traffico di sole 48 ore”.
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MACCHINE INDUSTRIA E IMPIANTI DEGLI INERTI
CAMPO COMUNE
A PIÙ DI SEI ANNI DALLA FIRMA DELL’ACCORDO DI DEALERSHIP CON JCB, PIOLANTI NE CELEBRA IL SUCCESSO CON UN GRANDE EVENTO NELLA SCENOGRAFICA LOCATION DELLA CAVA PENSERINI DI FANO. IN EVIDENZA, TUTTO IL POTENZIALE DI PRESTAZIONI, PRODUTTIVITÀ ED EFFICIENZA DELLA GAMMA INGLESE
I
l pubblico ha apprezzato, e molto. L’evento “Piolanti in Cava 2023” organizzato dal gruppo di Forlì, tra le realtà più importanti del settore construction e della produzione di inerti nazionale, ha illuminato l’intera giornata del 30 settembre scorso, nella scenografica location della Cava Penserini di Fano. Un Open House all’aperto, ricco di prove e rivelazioni per oltre 30 macchine a disposizione di clienti e operato-
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ri, tra tipologie movimento terra, mezzi d’opera e veicoli allestiti per il lavoro in cava. L’evento ha costituito un’occasione unica di prova diretta dei vari modelli a disposizione, per i 400 partecipanti all’evento, provenienti principalmente dall’Emilia-Romagna, dalle Marche, dall’Abruzzo e dal Molise. Con un interesse straordinario che ha galvanizzato gli stessi organizzatori. “Siamo particolarmente
soddisfatti della partecipazione e dell’entusiasmo dimostrati dalle piccole e grandi aziende del settore – ha commentato Angelo Piolanti, che insieme al fratello Giacomo guida l’azienda di famiglia creata più di 40 anni fa dal padre Livio Piolanti (che oggi ricopre la carica di presidente del Gruppo) - In questi anni di profonde trasformazioni del settore, sia dal punto di vista tecnologico dei mezzi sia dal punto di vista del modello di bu-
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siness - che impone grandi cambiamenti alle aziende commerciali come la nostra - è bello vedere confermati il senso di partecipazione e il fattore umano dell’incontro come elemento necessario anche al mercato odierno di settore. Siamo orgogliosi dell’impegno dimostrato dai nostri collaboratori, che hanno studiato nei minimi dettagli questo evento, con tanto entusiasmo ed attenzione, e siamo grati alle nostre aziende partner per aver partecipato in maniera collaborativa ed efficace alla realizzazione di questo grande manifestazione”.
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Giovanni Pelizza
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MACCHINE INDUSTRIA E IMPIANTI DEGLI INERTI
Un parco reale a scena aperta A tenere banco, oltre agli altri prestigiosi brand rappresentati da Piolanti - come Mercedes-Benz e Cifa - è stata soprattutto la folta rappresentativa di macchine JCB, presente con ben 27 esemplari, tra
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macchine in esposizione statica e pronte alle dimostrazioni di lavoro nella demo area della cava di Fano, a dimostrazione dell’ampiezza di opportunità polivalenti e della versatilità di impiego della gamma di soluzioni offerta dal marchio inglese. La Cava Penserini ha costituito davvero
una location perfetta non solo per l’organizzazione e la completezza di impianti, di risorse minerali e di spazi verdi e sterrati adatti agli “stress-test” dei mezzi, ma anche per la splendida cornice paesaggistica nel quale è inserita, tra le colline e il fiume Metauro (che alimenta anche un piccolo lago artificiale). A disposizione dei numerosi partecipanti all’evento, presenti in cava fin dalle prime ore del mattino, una selezione di modelli particolarmente rappresentativa, fra escavatori cingolati e gommati, pale caricatrici, escavatori compatti della nuovissima generazione, minipale compatte e sollevatori telescopici. Un “campione di rappresentanza” dell’ampia gamma di macchine JCB decisamente importante che gli operatori, che hanno particolarmente apprezzato le novità delle diverse serie di prodotto grazie alle prove sul campo distribuite nei tre ettari della cava, coordinate e coadiuvate da personale esperto, in grado di rispondere alle domande e ai chiarimenti tecnici richiesti durante le dimostrazioni. “Questo di Fano è stato anche per noi un evento molto importante, sia per il numero di visitatori , sia per l’interesse e l’apprezzamento che il pubblico ha dimostrato nei confronti delle nostre macchine – conferma Giovanni Pelizza, direttore marketing di JCB Italia –. Piolanti ha organizzato questa manifestazione in maniera ineccepibile, con tanti mezzi a
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disposizione e un fantastico spazio per le prove. Il successo rispecchia quello della partnership che abbiamo avviato con il Gruppo diversi anni fa. Un sodalizio che ha prodotto importanti risultati in tutto il territorio della Romagna, delle Marche, dell’Abruzzo e del Molise”. In effetti, il binomio quello tra JCB e Piolanti è cresciuto negli anni e ha conquistato una posizione di primissimo piano nelle attività dello specialista romagnolo, in termini di numeri commerciali e di soddisfazione qualitativa per una clientela sempre più numerosa. “JCB ha dimostrato anche in quest’occasione di essere un nostro partner d’eccellenza – ha ribadito Angelo Piolanti – Davvero importante la risposta di interesse che abbiamo ricavato dai nostri clienti, dopo aver provato le nuove macchine della gamma più recente. Ne abbiamo tratto un’impressione molto positiva, che condividiamo con JCB, spingendoci ad andare sempre più in là nel percorso di investimenti avviato ormai sei anni fa con il costruttore inglese”.
Giacomo e Angelo Piolanti
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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO a cura di Alice Magon
SUPERVISORI IN QUOTA LA PROFESSIONALITÀ DI UN GRANDE PROTAGONISTA DELLE DEMOLIZIONI NAZIONALI COME ARMOFER SI AFFIDA ALLE PIATTAFORME HAULOTTE PER COADIUVARE LE OPERAZIONI DI DEMOLIZIONE CONTROLLATA PIÙ COMPLESSE. ANDREA CINERARI, DIRETTORE TECNICO DELL’AZIENDA, RIVELA L’IDENTIKIT ATTUALE DI UN’IMPRESA CHE INTEGRA MACCHINE E UOMINI NEL CICLO VIRTUOSO DI UN’ESPERIENZA TECNICA STRAORDINARIA
C
onsapevole del testimone di impresa di cui è titolare, Andrea Cinerari - direttore tecnico di Armofer, una delle grandi realtà protagoniste delle demolizioni nazionali, note anche sul palcoscenico mondiale per la compe-
tenza e l’eccellenza operativa nei propri interventi - ha rilasciato un’intervista di approfondimento al marketing team di Haulotte, in cui conferma l’efficacia dei modelli semoventi di PLE (piattaforme di lavoro elevabili) per il coordinamento
e la supervisione delle fasi di demolizione più complesse, relative agli edifici e agli impianti industriali. Andrea Cinerari rappresenta la seconda generazione di una famiglia imprenditoriale d’eccezione; il padre, Luigi, con i fratelli Pietro e Angela - fondò l’azienda nel lontano 1961 - e oggi il proseguimento della storia gloriosa di questo pioniere dei grandi cantieri di decommissioning è condivisa da Andrea, insieme a Gianfrancesco, Stefano ed Emilio. Insieme a una squadra tecnica di intervento irreprensibile, naturalmente, e al valore di una flotta di macchine sempre aggiornate, con modalità di allestimento specifiche - dai grandi escavatori da demolizione fino alle piattaforme aeree. Andrea Cinerari, ci può delineare un identikit sintetico della sua azienda? Armofer nasce 62 anni fa a Pavia, per iniziativa di mio padre, Luigi e dei suoi fratelli, Pietro e Angela. Oggi la nostra impresa dà lavoro a 180 dipendenti e realizza un fatturato annuo di 35 milioni di euro. Nonostante le dimensioni aziendali e la crescita notevolissima attraverso gli anni, rimaniamo un’azienda di famiglia, guidata e gestita dalla seconda generazione Cinerari. Manteniamo nel modo più
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assoluto, quindi, i valori e il coraggio imprenditoriale che hanno generato la nostra storia professionale. Con mio fratello e i miei cugini, eredi dell’azienda, condivido una grande passione per un settore, quello della demolizione, nel quale siamo stati introdotti da giovanissimi, seguendo le orme dei nostri genitori e individuando, nel corso del tempo, il proprio ruolo personale. La vostra è una specializzazione di alto livello, in cui l’Italia eccelle per molti aspetti. Possiamo davvero definirci un’azienda leader nel mondo delle demolizioni, delle bonifiche e del decommissioning. Forniamo ogni tipo di servizi per le opere di demolizione controllata, in Italia e all’estero, dove esportiamo le nostre competenze all’interno di cantieri dove sono richiesti alti standard di specializzazione e di attrezzature speciali, proprio in virtù di un know-how unico che caratterizza questo comparto, nel nostro Paese. Parlando della straordinarietà che contraddistingue la nostra flotta, siamo una delle pochissime aziende, in Europa, a disporre, nel nostro parco macchine, di un escavatore da demolizione in grado di raggiungere i 60 metri di altezza operativa.
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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO Tra le specialità della vostra flotta, trovano uno spazio privilegiato le piattaforme semoventi Haulotte. In che modo vengono impiegate, nelle operazioni in cantiere? In effetti abbiamo molte piattaforme Haulotte nel nostro parco mezzi. Uno degli ultimi acquisti ha riguardato un’unità del modello articolato HA41 RTJ PRO, particolarmente indicato per le nostre operazioni di decommissioning. Questa tipologia di PLE semoventi off-road ci permette di lavorare in quota con i nostri operatori qualificati, in completa sicurezza, ad altezze davvero considerevoli, con l’ausilio di attrezzature di complemento specifiche che affiancano le attività principali di demolizione controllata.
Quali caratteristiche specifiche presenta il mercato delle demolizioni in Italia? A partire dagli anni Novanta, con la dismissione di molte attività nell’industria pesante, nelle grandi aree metropolitane si è avviato un processo continuo ed esponenziale di decommissioning degli stabilimenti, bonificando e riconvertendo queste aree industriali in complessi residenziali e commerciali, con la destinazione a verde urbano di ampi segmenti del territorio. Parliamo di progetti ambiziosi che richiedono altissimi standard di professionalità alle imprese incaricate degli interventi. In parallelo, il decommissioning ha riguardato centinaia di interventi su scala più contenuta, di uguale com-
plessità e sempre strategici sotto il profilo urbanistico, allo scopo di ricavare nuovi spazi e risorse per il mercato immobiliare. La vostra missione si presenta oltremodo complessa. Quello delle demolizioni è un settore altamente specializzato e molto esigente a livello professionale, indipendentemente dal contesto operativo - in un ambito industriale esteso, sempre di notevole complessità, oppure in ambito civile, all’interno delle aree urbane, dove i progetti devono tener conto di un ambiente sensibile all’impiego di macchine e attrezzature. Basti pensare alle bonifiche ambientali, che sono divenute di primaria importanza negli ultimi trent’anni, necessarie per il completamento di qualsivoglia progetto di rigenerazione urbana, di cui la demolizione è parte integrante. Parliamo di un processo di interventi molto complesso, certamente, che richiede competenze e specializzazioni al massimo grado. Qual è stato in assoluto il progetto più complesso al quale Armofer ha lavorato, negli ultimi anni? Senza dubbio, i lavori generalmente più complessi sono quelli che comportano altezze operative importanti, oppure gli interventi che interessano la demolizione di strutture dichiarate inagibili e pericolanti, a causa di eventi distruttivi come gli incendi. Quando queste due caratteristiche si presentano contemporaneamente, nell’ambito di strutture industriali, la situazione allora diventa davvero complicata per i professionisti della demolizione. Forse il caso più difficile che posso citare, tra i nostri interventi a livello europeo, è quello della messa in sicurezza di un impianto di raffineria alto 100 metri, pericolante proprio a causa di un incendio. Abbiamo messo in campo tecniche esclusive di demolizione aerea, con l’impiego di macchine e dispositivi di sollevamento. Come si svolge il training interno dei vostri operatori? Il nostro team è inserito in cicli di formazione continuativi, a tutti i livelli di operatività. Per noi di Armofer, la forma-
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zione è uno strumento fondamentale per produrre un lavoro sicuro e di qualità. La sicurezza è un aspetto di assoluta priorità, perfettamente integrato nella nostra filosofia aziendale. A livello legislativo, abbiamo molteplici strumenti di riferimento per la sicurezza in cantiere; manca ancora una cultura consapevole. La sicurezza dovrebbe sempre ricoprire un ruolo guida, i DPI dovrebbero sempre essere disponibili, in grande quantità e persino in esubero, e sempre aggiornati. Lo stesso discorso si applica alle macchine, soprattutto per chi lavora in quota. Comfort operativo e sicurezza vanno sempre di pari passo, questo è un aspetto da sottolineare. La nostra attenzione formativa è stata rivelata, di recente, anche da un riconoscimento speciale e da un encomio, attribuito a un nostro operatore da uno dei principali attori mondiali del mercato delle costruzioni, come Lendlease, a seguito di un intervento realizzato per il cantiere del MIND-Milano Innovation District - il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia - per aver rappresentato in modo irreprensibile il valori culturale della sicurezza nell’ambiente di lavoro.
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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE
MODELLARE IL PROGETTO IL SOFTWARE BIM TEKLA STRUCTURES DI TRIMBLE SOLUTIONS, DISTRIBUITO IN ITALIA DA HARPACEAS, È STATO UTILIZZATO DALLA FASE DELLO STUDIO DI FATTIBILITÀ E DI PROGETTO PRELIMINARE FINO ALLA PROGETTAZIONE ESECUTIVA DELL’AMPLIAMENTO CON SOPRAELEVAZIONE E DELLA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA COPERTURA DELLA TRIBUNA PER IL CAMPO SPORTIVO COMUNALE SAN MARTINO DI ALSENO, IN PROVINCIA DI PIACENZA
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e strade del BIM (Building Information Modeling) si diramano anche nelle molteplici opere richieste dai territori, per attività ricreative e sportive. Il progetto di cui parliamo in queste pagine riguarda consiste nell’ampliamento con sopraelevazione e realizzazione di nuova copertura della tribuna adiacente al campo Sportivo Comunale San Martino del Comune di Alseno, nella provincia piacentina. L’intervento prevede la preliminare rimozione dei sedili prefabbricati in c.a., il mantenimento dei setti esistenti, la realizzazione di sette plinti di fondazione in aderenza alle fondazioni esistenti e la costruzione di nuovi setti in calcestruzzo armato collegati a quelli esistenti. La struttura portante è costituita dai setti e
Software ideale per opere in calcestruzzo e prefabbricazione Tekla Structures è il software BIM (Building Information Modeling) leader al mondo per la progettazione costruttiva di strutture in acciaio, in cemento armato prefabbricato e gettato in opera, prodotto da Trimble Solutions, società finlandese del gruppo Trimble Inc. Tekla Structures permette di gestire l’opera strutturale dalla progettazione alla fabbricazione fino alla cantierizzazione. Il collegamento live Grasshopper-Tekla Structures consente la modellazione algoritmica per Tekla Structures utilizzando Rhino/Grasshopper. Il software è disponibile esclusivamente nella versione Subscription, a noleggio, ed è distribuita in Italia da Harpaceas. Tekla Structures supporta l’intero processo di costruzione e consente di migliorare il ciclo di vita di progetto, costruzione e gestione, ricoprendo sempre più un ruolo fondamentale nei flussi di lavoro di progettazione e costruzione basati sul libero flusso di informazioni, nella costruzione dei modelli e nel miglioramento della collaborazione.
da un telaio realizzato con pilastri in c.a. di dimensioni 50 x 50 cm e travi rettangolari sempre di dimensione 50 x 50 cm. I nuovi gradoni saranno realizzati in calcestruzzo armato prefabbricato con sezione ad L. È prevista la posa di gradini in c.a. per consentire l’ingresso del pubblico. Per accedere alla struttura sono state inoltre previste, ai lati della tribuna, due scale metalliche a rampa singola. La nuova copertura sarà in legno lamellare, con travi principali a sbalzo e tiranti in acciaio posteriore. Sono infine contemplate sei campate controventate con “Croci di Sant’Andrea”, dai tiranti realizzati con barre tonde del diametro di 16 mm, in
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acciaio zincato. A protezione dei fruitori della tribuna, sarà realizzata, sulle pareti laterali, una barriera-parapetto in acciaio, costituita da montanti verticali e orizzontali. Per la riqualificazione del campo sportivo, si è resa necessaria un’attività di progettazione multimateriale, realizzata con il software Tekla Structures concepito da Trimble Solutions e distribuito in esclusiva per l’Italia da Harpaceas.
Condivisione e integrazione In questo caso, il cliente progettista che ha adottato Tekla Structures - lo Studio Tecnico Ing. Marco Castellana di Fon-
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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE tana Fredda di Cadeo (Pc) - si occupa principalmente di progettazione strutturale nel campo delle realizzazioni di calcestruzzo in opera e in prefabbricato e acciaio, con particolare specializzazione nel settore industriale. Nell’ambito delle attività dello Studio, vengono svolte attività di analisi sulla vulnerabilità sismica delle strutture e sugli interventi di miglioramento sismico delle strutture prefabbricate. Il software Tekla Structures è stato introdotto nel 2018, da subito implementato e utilizzato in numerosi progetti. Grazie ad esso sono nate collaborazioni con Studi di architettura per lo sviluppo della modellazione strutturale BIM di progetti integrati complessi e articolati. Dal 2020 l’ingegner Marco Castellana ha ottenuto la certificazione di BIM Specialist per la disciplina Strutture. “L’attività di modellazione, realizzata con Tekla Structures, ha riguardato sia la parte esistente della struttura sia quella nuova in progetto - spiega l’ingegner Castellana - Questo aspetto ha consentito un controllo accurato delle eventuali interferenze delle due strutture. Il modello BIM sviluppato con Tekla Structures è stato condiviso, fin dalle fasi preliminari, con la committenza, utilizzando le immagini estrapolate con Trimble Connect Visualizer. Questa fase di programmazione ha consentito un’immediata ed efficace simulazione dell’opera nelle sua fasi progettuali e ha migliorato notevolmente la comunicazione del progetto con il cliente finale”. Il progetto strutturale ha subito diverse revisioni e varianti, a seguito delle richieste di modifiche e integrazioni da parte della stessa committenza. Queste variazioni sono state recepite in maniera rapida ed efficiente dal punto di vista delle tempistiche. “Tekla Structures ha consentito di ottenere gli elaborati grafici con estrema precisione e con un livello di dettaglio costruttivo molto accurato - conferma l’ingegner Castellana - Il software ha infine consentito l’estrapolazione dei report delle quantità dei materiali sempre aggiornati velocizzando le operazioni di computo metrico”.
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u una superficie di 35.000 m2 non era rimasto neppure un frammento di parete, con impressione stupefacente dell’osservatore che si fosse inoltrato nel perimetro del cantiere. Stiamo parlando di gran parte degli edifici che formavano una delle più ampie zone abitate del quartiere di Schwabing, a Monaco di Baviera, coinvolta in una vasta operazione di riconversione funzionale o di completa demolizione. Solo la vecchia struttura di uno storico lanificio e un’area composta da numerose autorimesse, nella zona nord del Lodenfrey Park, sono rimaste indenni, a memoria di un passato industriale che non tornerà. L’ex-area dell’azienda tessile Lodenfrey è stata gradualmente trasformata in un moderno complesso commerciale, dopo il trasferimento della produzione aziendale, negli anni Ottanta; ora verranno rimosse anche le ultime vestigia dell’ex fabbrica tessile. Dove un tempo venivano prodotti e stoccati tessuti di seta, raso, velluto e loden, un nuovo edificio moderno e dall’impianto futuribile - denominato Haus K. - dominerà presto l’originaria
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zona industriale. A predisporre le fondamenta di questa nuova cattedrale dedicata al commercio, le squadre di Bauer Resources GmbH stanno rivelando in campo tutta la versatile competenza tecnica di cui sono titolari, in collaborazione e sinergia con le maestranze di Bauer Spezialtiefbau GmbH, in un complesso di interventi che comprende le fasi di demolizione e di scavo profondo, fino alle opere di ingegneria delle fondazioni e all’impiantistica energetica.
Senza clamore I lavori di demolizione dell’area Lodenfrey sono iniziati nel settembre del 2022. Ma come sono stati affrontati, nello specifico, questi interventi specializzati, nell’ottica di una futura riconversione funzionale? La risposta è ovvia: affidandosi a esperti del settore. Il direttore delle operazioni di demolizione, Jan Uhlig, con il caposquadra in cantiere Erwin Resch - della divisione Bauer Umwelt, parte di Bauer Resources - sono da sempre
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TECNOLOGIE DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO le figure chiave nei progetti di smantellamento delle costruzioni e sono depositari di preziose conoscenze tecnologiche, anche per le dinamiche di logistica e smaltimento delle macerie e per la gestione successiva degli spazi demoliti. Anche in questo ex sito produttivo, il primo passo operativo ha riguardato lo sgombero e la rimozione dei materiali contaminanti, tra cui le strutture delle coperture che contenevano amianto, le parti lignee inficiate da sostanze inquinanti e altro materiale isolante dalla natura chimica tossica. La fase successiva della demolizione vera e propria, per il team Bauer
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Unwelt, può essere definita “un gioco da ragazzi”, proprio per l’annosa competenza degli addetti sul campo. Il complesso è stato progressivamente smantellato con l’ausilio di grandi attrezzature per demolizione controllata, procedendo nelle operazioni per circa 35.000 m3 di cubature da ridurre al suolo. “Naturalmente, il processo non è stato del tutto… silenzioso - spiega con sincero realismo l’operatore di Bauer Unwelt addetto alla demolizione, Bernhard Friedrich - Tuttavia, con molta esperienza e intuizione acuta, è sempre possibile lavorare con un escavatore da demolizione in un sito
urbano, mantenendo un livello di rumorosità relativamente basso. Abbiamo tutti, in questa squadra, la sensibilità per comprendere a fondo questa esigenza, insieme alla capacità di rimuovere senza problemi logistici eccessivi il materiale inerte che deriva dallo scavo e dalle stesse demolizioni”.
Nel cuore dello scavo Dopo la demolizione dell’edificio, Jan Uhlig e il suo team hanno intrapreso lo scavo iniziale delle fondazioni, coinvol-
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gendo i colleghi di Bauer Spezialtiefbau, nel segno della collaborazione professionale più assidua e della sicurezza di intervento. Dal momento che il risultato da conseguire era quello di realizzare una fossa di fondazione profonda 8 m, sono stati installati 3.000 m2 di parete mista in opera (MIP). Un intervento che ha richiesto circa 84 ancoraggi e 84 insediamenti MIP necessari per la predisposizione della fondazione, in previsione dell’installazione dell’impiantistica geotermica. La squadra di Bauer Spezialtiefbau ha insediato nel terreno pali Gewi della lunghezza di 6 m per evitare il rischio di sollevamento della soletta di fondazione di 2.500 m2. Allo stesso tempo, il team Bauer Resources ha proseguito i lavori di scavo della fossa, effettuando anche le necessarie operazioni di drenaggio. Alla fine dell’intero arco operativo congiunto, circa 18.000 m3 di materiale di scavo
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sono stati prelevati dall’area e adeguatamente smaltiti, per uno sforzo complessivo enorme sotto il profilo organizzativo e logistico. Ma la sinergia di squadra ha vinto, forte degli anni di esperienza comune e di una capacità di coordinamento irreprensibile. “Ciò che rende unico il nostro concetto di collaborazione, è la
convinzione che una soluzione completa debba derivare un’unica fonte - sottolinea Jan Uhlig - Ci occupiamo di tutto, in superficie e sotto il suolo, fino allo scavo chiavi in mano. Questo ciao completo offre la massima efficienza e ripaga i nostri clienti in termini di redditività finale dell’investimento”.
Geotermia in platea Anche dopo il completamento dell’opera principale, Bauer ha dovuto affrontare una fase progettuale impegnativa: l’attivazione geotermica della parete MIP e della platea di fondazione. A questo scopo, gli esperti di Bauer Resources hanno posato più di 5 km di tubazione sulla base dello scavo. Da allora, le lavorazioni in situ sono state sospese fino al completamento dell’involucro termico e del primo piano dell’edificio. Successivamente, è possibile eseguire un test di risposta termica per determinare la conducibilità del terreno, installare i gruppi di distribuzione e mettere in funzione il sistema di riscaldamento e raffreddamento geotermico con una potenza di circa 100 kW.
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TECNOLOGIE DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
SUL FILO DEL DECOMMISSIONING DALLE PRIME FASI DI SMANTELLAMENTO DELLA CENTRALE DI LATINA ALL’ADOZIONE DI ATTREZZATURE PER LO SMANTELLAMENTO DEI SITI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA NUCLEARE CON TAGLIO DIAMANTATO. UNA CASE HISTORY ESEMPLARE E UNA PANORAMICA DELL’OFFERTA DISPONIBILE NELLA GAMMA DI UN PIONIERE COME TYROLIT CHE COMPRENDE UTENSILI, MACCHINARI E SOLUZIONI SU MISURA
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o smantellamento controllato delle centrali nucleari costituisce un’attività straordinaria per le imprese di demolizione che sono ingaggiate in questo ciclo di operazioni complesse e di estrema sensibilità attuativa. Le squadre al lavoro sovente si servono di tecniche combinate che comprendono soprattutto l’impiego della metodologia di taglio a filo e disco diamantato, per le strutture in calcestruzzo armato. Questa tecnica efficace ha fatto parlare di sé, in Italia, tre anni fa, in occasione dell’avvio della prima fase di smantella-
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mento della centrale nucleare di Latina, a Borgo Sabotino, intrapresa dal Gruppo Sogin - la società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, che opera in tandem con la controllata Nucleco - per lo smantellamento di schermi e boiler dell’edificio reattore. Il contesto di intervento rilevava, nella parte esterna all’edificio reattore, l’installazione di sei boiler, - ossia sei generatori che durante l’esercizio permettevano di trasferire il calore dall’anidride carboni-
ca all’acqua producendo così il vapore necessario ad attivare le turbine e a produrre energia elettrica. Le prime attività propedeutiche alla demolizione dei boiler hanno riguardato, tra l’altro, la demolizione degli schermi in calcestruzzo (esterni all’edificio reattore) delle condotte superiori del circuito primario. Gli schermi erano costituiti ciascuno da due elementi in calcestruzzo: l’elemento superiore orizzontale, collegato all’edificio reattore, del peso di circa 145 tonnellate, e quello inferiore verticale, del peso di 51 tonnellate - entrambi posti a circa 50 metri d’altezza.
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TECNOLOGIE DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Il loro smantellamento, avviato il 4 agosto 2020, ha visto l’adozione della demolizione controllata con taglio in quota, all’altezza di 50 metri prevista, mediante disco diamantato, e la successiva movimentazione a terra dei blocchi sezionati, di circa due tonnellate ciascuno, con una gru a torre appositamente installata. In seguito i singoli blocchi sono stati trasferiti in un’area attrezzata per separare il ferro dal calcestruzzo. Questa metodologia è stata scelta per il minore impatto sull’ambiente circostante, in termini di produzione di polveri e vibrazioni indotte sulle strutture. Si tratta anche della metodologia più efficace per i lavori in quota. Le operazioni, terminate il 20 ottobre dello stesso anno, hanno prodotto circa 1.200 tonnellate di materiale che, dopo gli opportuni controlli, verranno allontanate dal sito e inviate a recupero. La rimozione degli schermi dei boiler ha consentito, peraltro, di incrementare la sicurezza sismica dell’intero edificio reattore. Il passaggio successivo riguarda lo smantellamento dei sei generatori di vapore (boiler) che porterà a una riduzione significativa della volumetria d’impianto - oltre che a una modifica della fisionomia dell’edificio reattore; ogni generatore di vapore pesa 600
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tonnellate, con un’altezza di 24 metri e un diametro esterno di 5,7 metri. Per l’esecuzione dei tagli dei boiler è stata selezionata, fra le tecniche disponibili, quella del taglio con filo diamantato per permettere di svolgere contemporaneamente anche il taglio di componenti interni al generatore di vapore (tiranti, distanziatori, mensole, lamiere e altri manufatti), non raggiungibili preliminarmente attraverso tecniche di taglio a caldo. Il progetto di smantellamento ha previsto il sezionamento di ciascun boiler in nove parti: le due calotte e le sette sezioni contenenti i “banchi tubieri”, ossia i sistemi dove avveniva lo scambio termico dall’anidride carbonica all’acqua con produzione di vapore. L’esecuzione del taglio, dall’alto verso il basso, prevede l’ausilio di un carroponte e di una macchina di taglio realizzata ad hoc, in grado di scorrere verticalmente lungo il boiler. L’intera area di lavoro, protetta e confinata staticamente dagli agenti atmosferici con dei pannelli, è stata mantenuta in leggera depressione rispetto all’ambiente esterno, per evitare dispersioni. Dopo il taglio, per le sezioni prodotte è previsto il trasporto nella facility di trattamento dei materiali per essere ulteriormente segmentate e decontaminate.
Dai progetti alle attrezzature Nella case history che abbiamo riportato sopra, le tecniche di taglio a filo e disco diamantato svolgono un ruolo preponderante, come abbiamo già detto. L’adozione di queste metodologie ci offre l’occasione di parlare dei prodotti disponibili sul mercato, per questa ti-
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pologia di interventi. Considerando un costruttore primario come Tyrolit, la demolizione controllata di centrali nucleari costituisce un settore specifico al quale il marchio dedica un segmento di gamma particolare, con attrezzature adeguate per applicazioni sia a secco che a umido. A seconda delle esigenze è possibile scegliere tra un vasto assortimento standard di utensili diamantati e macchinari o soluzioni su misura. Di seguito menzioniamo i metodi e le soluzioni di prodotto principali. Per quanto riguarda la rimozione di aree di calcestruzzo contaminate, il modulo Tyrolit Wallshaver è quello di una macchina base completamente idraulica, adatta alla rimozione di superfici in
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calcestruzzo o per la fresatura di scanalature con rivestimento in calcestruzzo o asfalto. La profondità di taglio arriva fino ai 100 mm (diametro del disco: 400 mm) e la rimozione del calcestruzzo si realizza in tagli graduali fino a 20 mm (massimo); la larghezza di taglio va da dai 3,2 mm ai 122 mm. Il modulo è dotato di radiocomando ed è equipaggiato con una centralina PPH40RR da 40 kW. Utilizzabile a umido e a secco, il Tyrolit Wallshave può disporre, come optional, di un sistema di aspirazione per polvere e fango. Il sistema di carotaggio a secco Tyrolit rappresenta invece una soluzione di portata mondiale per il carotaggio a secco di cemento armato in modo semplice ed
economico. Questa attrezzatura consente un lavoro pulito, senza compressore ed è particolarmente adatta per la demolizione nel settore nucleare, in virtù dei notevoli risultati operativi ottenuti con il calcestruzzo armato. Le perforazioni a secco, di lunga durata, si basano sulla tecnologia TGD e si applicano per diverse lunghezze utili e diametri. Percussione soft selezionabile e supporti da 1⁄4 e 1⁄2 costituiscono altrettanti benefit, mentre il sistema di avviamento graduale e una spia di controllo a LED presiedono a una velocità di carotaggio ottimale. Il supporto di centraggio conferisce una guida precisa delle corone diamantate. I sistemi di taglio con filo (diamantato) Tyrolit sono la scelta migliore nel taglio di strutture di metallo preesistenti, in particolare degli elementi in acciaio. Il filo in acciaio DWM-S/DWH-S ATEX produce un rendimento di taglio molto elevato, per una durata estremamente lunga e un funzionamento scorrevole. L’elevato numero di perle e l’altissimo livello di sicurezza si abbina a una struttura solida della stessa attrezzatura. Infine, la sega a filo SB/SB-E è dotata di un accumulatore del filo di grandi dimensioni fino a 10 m. La maggiore trasmissione di forza è dovuta all’ausilio del sistema di azionamento a pulegge multiple, mentre la regolarità di funzionamento è garantita dal tendifilo idraulico. La centralina consigliata per questa strumentazione è la PPH40RR. L’attrezzatura è disponibile anche nella versione elettrica, in combinazione con il motore da 26 kW della sega WSE2226.
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MATERIALI RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE
IMPERMEABILE ALLO SCORRERE DEL TEMPO
NELL’AMBITO DELLA RIGENERAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE URBANE ATTUATA CON IL CONTRIBUTO DEL CALCESTRUZZO I.IDRO DRAIN DI HEIDELBERG MATERIALS, LE PAVIMENTAZIONI DRENANTI PER IL PARCO LA STATERA A POGGIOREALE RAPPRESENTANO UN CASO DI SUCCESSO ESEMPLARE di Riccardo Pasa (responsabile i.build, Heidelberg Materials)
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l Parco “La Statera”, realizzato in via della Stadera a Napoli, trasporta nel capoluogo campano concetti architettonici moderni e dalla forte personalità, protagonisti di un’architettura d’avanguardia che negli ultimi anni ha caratterizzato le grandi capitali europee, riqualificando un’area degradata della
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città in un modello residenziale d’eccellenza. Si tratta di un nuovo spazio residenziale, pensato, ideato e realizzato dal Gruppo Trinchillo, immobiliare che da oltre trent’anni opera nel settore dell’edilizia, secondo un modello d’intervento nel quale si sposano perfettamente qualità
architettonica e comfort abitativo, parte del piano di rigenerazione urbana della città di Napoli, il cui contorno è dettato da progetti e cantieri per ripensare spazi, edifici dal punto di vista energetico, piazze e infine parchi e aree verdi finalizzati ad una riqualificazione del tessuto urbano.
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Collocata nel bel mezzo della zona orientale di Napoli, via della Stadera si trova a Poggioreale, il quartiere che deve il suo nome al fatto che in origine fosse una zona paludosa sovrastata dalla collina dove il Re si recava per effettuare battute di caccia, detta appunto “poggio reale”, da cui deriva il nome del quartiere. Via della Stadera, invece, per moltissimo tempo uno degli assi viari principali per entrare a Napoli, deve il suo nome alla bilancia di origine etrusca, fatta di pesi e contrappesi, utilizzata per la “pesa pubblica”: proprio in questa via, detta anche “Stadera a Poggioreale”, infatti, c’era la stazione della cinta daziaria di Napoli in cui si pesavano gli oggetti portati dai mer-
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canti, in modo da determinare le tasse da pagare per le importazioni. Oggi, via della Stadera rappresenta la più importante iniziativa immobiliare della città di Napoli per dimensioni e per qualità dell’intervento. Il Parco “La Statera” è un complesso residenziale dall’architettura futuristica, nel quale una serie di elementi, quali il “verde verticale” e il contrasto dei colori che accentua i volumi, contraddistinguono la nuova linea “europea”, con cui la committenza ha voluto dare un taglio deciso e di forte personalità al proprio concetto di spazio residenziale. La costruzione è realizzata secondo i più avanzati processi produttivi ed energeti-
ci - isolamento acustico e termico, insonorizzazione, pannelli fotovoltaici - in modo da garantire la massima efficienza e i più alti standard di comfort abitativo. Un mix tra tradizione e innovazione improntato ad un modo nuovo di costruire, etico e attento al territorio, che si riflette nell’utilizzo di tecnologie e materiali orientati alla sostenibilità ambientale, quali il calcestruzzo drenante i.idro Drain di Heidelberg Materials impiegato per la realizzazione della pavimentazione esterna ai fabbricati e dei box auto (dal mese di ottobre, Italcementi e Calcestruzzi sono confluite nel nuovo brand Heidelberg Materials che contraddistingue ora le due società-divisioni del gruppo).
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MATERIALI RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE Le scelte progettuali del complesso architettonico Bioarchitettura, materiali ecosostenibili ed efficienza energetica. Questi gli elementi che caratterizzano il progetto del nuovo complesso residenziale, composto da tre fabbricati di sette piani, realizzati con la moderna “tecnologia a secco”. Per le pareti perimetrali sono state utilizzate delle lastre da esterno, in materiale 100% riciclabile, costituite da un cuore additivato resistente all’acqua e da un rivestimento idrorepellente. Si tratta di lastre in rete di fibra di vetro con rivestimento
polimerico, idonee per la realizzazione di pareti esterne, in luoghi dove necessitano prodotti con elevate resistenze all’acqua, all’umidità ed elevate resistente agli urti. La lana roccia utilizzata all’interno delle intercapedini delle pareti garantirà elevate prestazioni termiche e fonoisolanti. L’impiego della tecnologia a secco ha consentito un risparmio dell’85% di acqua nel cantiere rispetto ad uno tradizionale. Gli appartamenti, le cui metrature interne variano dagli 80 ai 100 m2 circa, sono caratterizzati da doppia/tripla esposizione, con splendide viste sul Vesuvio e sulla città di Napoli, e un’ottima distribuzione de-
gli spazi interni. Per un maggior comfort abitativo, tutti gli appartamenti hanno un impianto di riscaldamento a pavimento. Un ampio capitolato garantisce l’assoluta qualità delle finiture. Per la realizzazione delle pavimentazioni interne, affidata all’impresa Edil v.e.a., è stato impiegato i.flow Pavi Screed MFL di Heidelberg Materials, un massetto cementizio ad elevato spandimento, consegnato in cantiere in autobetoniera, particolarmente adatto alla realizzazione di sottofondi civili residenziali e commerciali. Facilmente pompabile, la sua elevata fluidità permette di realizzare ampie superfici coniugando rapidità di esecuzione ed un’ottima planarità. “L’uso di un prodotto ad elevato scorrimento ha permesso di realizzare una superficie complessiva di circa 3.000 m2 con tempi di lavorazione e impiego di manodopera ridotti - afferma Eugenio Romano, referente i.build, la business unit di Heidelberg Materials specializzata nella posa delle pavimentazioni in calcestruzzo - Si è potuta raggiungere infatti un’alta produzione giornaliera, 500 m2 contro i circa 100 m2 al giorno dei tradizionali massetti in sabbia e cemento, ottenendo elevate resistenze alla compressione e minimi ritiri, ai quali ha contribuito anche la posa di una rete in fibra di vetro annegata nella pavimentazione”. Per la posa della pavimentazione esterna ai fabbricati e dei box auto è stata impiegata la soluzione in calcestruzzo drenante i.idro DRAIN per pavimentazioni ispirate ai principi della sostenibilità e realizzate all’insegna di un’architettura di qualità. Tutte le scelte progettuali del Parco della Statera, sia dal punto di vista organizzativo e funzionale che spaziale e materiale, sono state finalizzate alla riduzione degli impatti ambientali e alla promozione di modelli di produzione e consumo più sostenibili.
Pavimentazioni drenanti La scelta di realizzare le pavimentazioni esterne carrabili in calcestruzzo drenante è funzionale all’implementazione del-
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la permeabilità del suolo e appartiene alla più generale finalità perseguita con le scelte progettuali che caratterizzano l’architettura del complesso residenziale. Ovvero, garantire nelle aree esterne di pertinenza degli edifici il massimo comfort ambientale, aumentare le superfici permeabili, assicurando la massima capacità drenante dei suoli, contrastare l’isola di calore urbano e aumentare la sicurezza e l’accessibilità degli spazi: fattori che contribuiscono alla riqualificazione e rigenerazione urbana, valorizzando il territorio di intervento e migliorandone la sostenibilità ambientale. In un contesto nel quale, in caso di interventi di riqualificazione edilizia, l’Amministrazione comunale richiede di mantenere l’invarianza idraulica e di migliorare la permeabilità dei suoli, la scelta del calcestruzzo drenante i.idro DRAIN consente di realizzare superfici permeabili in
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grado di garantire la superficie filtrante richiesta dal Piano di Governo del Territorio (PGT). Grazie ad un’accurata selezione degli aggregati e all’azione del legante cementizio, il materiale può infatti raggiungere una capacità drenante 100 volte superiore a quella di un normale terreno. Dal punto di vista funzionale, quindi, le pavimentazioni realizzate con i.idro Drain offrono un sistema alternativo per la gestione delle acque meteoriche, favorendo il drenaggio naturale e garantendo il rispetto della falda acquifera. Il prodotto consente la realizzazione di pavimentazioni pedonali e carrabili che assicurano una migliore gestione delle acque piovane, garantiscono elevate prestazioni meccaniche e, soprattutto nei mesi invernali, aumentano considerevolmente la sicurezza dei pedoni, limitando le possibilità che sulla pavimentazione si formino fenome-
ni di gelicidio dovuti a ristagni d’acqua indesiderati. Complessivamente, al Parco della Statera sono state posati circa 1500 mq di pavimentazioni esterne drenanti, aventi spessore medio di circa 20 cm, su una massicciata di 30 cm circa realizzata in misto stabilizzato. “Dal punto di vista economico, le pavimentazioni drenanti realizzate con i.idro Drain comportano una riduzione dei costi di manutenzione, una maggiore durabilità e una minore incidenza dei costi legati alla captazione e gestione delle acque meteoriche - spiega Romano - Inoltre, essendo per loro natura chiare, le pavimentazioni in calcestruzzo, hanno maggiore luminosità rispetto all’asfalto e, soprattutto in ambiente urbano, consentono di ridurre l’’effetto isola di calore’ urbano e aiutano a rendere più fresche e vivibili le aree in cui vengono impiegate”. Nei periodi estivi, infatti, la colorazione chiara e riflettente consente di abbattere le temperature fino a 30 gradi rispetto ad una superficie in asfalto, contribuendo così alla riduzione del cosiddetto “effetto albedo” tipico dei luoghi fortemente urbanizzati. “Sia per i suoi requisiti di sostenibilità che per la valenza estetica, il prodotto drenante i.idro DRAIN è stato particolarmente apprezzato dalla Committenza. Il Gruppo Trinchillo, infatti, è un’azienda all’avanguardia nel settore immobiliare per l’utilizzo di tecnologie e materiali orientati alla sostenibilità ambientale, la cui filosofia progettuale è in linea quella di Heidelberg Materials, da sempre incentrata nella ricerca di prodotti innovativi per migliorare qualità, efficienza e sostenibilità del settore delle costruzioni e contribuire alla messa in sicurezza e alla valorizzazione del territorio”, commenta Romano. Grazie alle sue caratteristiche e alla certificazione EPD (Dichiarazione ambientale di prodotto) di cui è in possesso, il calcestruzzo drenante i.idro DRAIN è un prodotto altamente sostenibile che soddisfa pienamente le specifiche delle scelte progettuali in tema di sostenibilità ambientale, rigenerazione urbana e miglioramento del comfort e della vivibilità cittadina.
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MATERIALI PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI
AFFIDABILITÀ INTENSIVA IL CALCESTRUZZO PAVIMIX DI HEIDELBERG MATERIALS, A PRESTAZIONE SPECIFICA PER DIVERSE TIPOLOGIE DI PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI INTERNE, HA COSTITUITA LA SCELTA FONDAMENTALE PER LA LOGISTICA AVANZATA DEL NUOVO CAPANNONE DELLA GENERAL FITTINGS DI GUSSAGO, IN PROVINCIA DI BRESCIA
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na delle maggiori sfide per le moderne aziende, di ogni settore e dimensione, è rappresentata dallo sviluppo sostenibile e dalla ricerca di soluzioni che oltre a ridurre l’impatto ambientale, creino dei vantaggi in termini di business. In tal senso, uno dei principali fattori che guiderà la transizione sostenibile nel panorama industriale europeo è rappresentato dalla digitaliz-
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zazione. Sostenibilità e digitalizzazione rappresentano una sfida anche per il settore della logistica, che in questi anni sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti, dalla digitalizzazione della supply chain alle nuove esigenze dei consumatori da soddisfare. Un comparto, quello della logistica, in cui la velocità non è solo un elemento distintivo nei metodi di consegna, ma anche nel-
la gestione interna delle risorse, per la quale l’analisi e una gestione avanzata e strategica dei dati non servono solo a migliorare le performance aziendali, ma anche a diminuire l’impatto ambientale, tanto che, oggi, anche in ambito normativo, sempre più spesso si parla di “Green Logistics” per riferirsi a tutte quelle politiche volte a migliorare la sostenibilità dei processi logistici.
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A prova di resistenza Il ruolo cruciale assunto dalla logistica negli ultimi anni ha stimolato lo sviluppo tecnologico del settore e manifestato l’esigenza di una logistica sempre più avanzata, di tipo 4.0, in sostituzione di quella di tipo tradizionale. Per molte aziende medio-grandi, quindi, il passaggio dal magazzino tradizionale ad un magazzino automatico, più adatto a rispondere alle nuove richieste del mercato, diventa una scelta obbligata per la gestione della logistica delle proprie soluzioni e prodotti. Un’esigenza che ha portato General Fittings, importante azienda impegnata da oltre 40 anni nella progettazione e produzione di soluzioni efficienti per il mercato idrotermosanitario, con sede a Gussago, in provincia di Brescia, a dotarsi di un nuovo capannone destinato ad una logistica
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avanzata. Un investimento dettato dalla necessità di disporre di nuovi magazzini, automatizzati e più efficienti, per fare fronte alle richieste del mercato ed essere più performante e veloce nel servizio di fornitura delle proprie soluzioni ai clienti, in una fase di crescita importante dell’azienda, per la quale gli spazi destinati alla logistica della sede originaria non erano più sufficienti per soddisfare adeguatamente le esigenze del magazzino e della distribuzione. Essendo il pavimento un componente fondamentale del ‘sistema di picking’ e, in quanto tale, dovendo rispettare requisiti elevati sia in termini di resistenza meccanica che di planarità, nella logistica intensiva, il magazzino moderno richiede la progettazione di una specifica pavimentazione industriale e l’uso di materiali e soluzioni in grado di assicurare le prestazioni richieste. Al fine di rispettare
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MATERIALI PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI i requisiti imposti dalla presenza di magazzini automatici e compattabili, per la pavimentazione del capannone di logistica intensiva oggetto dell’intervento, che si sviluppa su una superficie interna di circa 17.000 mq, è stato utilizzato il calcestruzzo Pavimix di Calcestruzzi-Heidelberg Materials, specifico per pavimenti industriali durevoli destinati ai magazzini della grande distribuzione e dell’industria con uso intensivo di carrelli elevatori e presenza di scaffalature pesanti. Il nuovo capannone dell’azienda prevede infatti tre diverse tipologie di magazzino, per le quali la superficie della pavimentazione è stata suddivisa in tre aree, di differente metratura e requisiti prestazionali: una di circa 13.500 m2 per il magazzino classico, di tipo tradizionale, un’altra di circa 2.000 m2 per il magazzino compattabile e la terza, di circa 1.000 m2, per il magazzino automatico. Dove, con magazzino “compattabile” si intende una soluzione logistica che prevede un insieme di scaffalature su base mobile che si muovono in direzione laterale su appositi binari annegati nella pavimentazione, mentre con il
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termine “automatico”, si fa riferimento ad un magazzino che lavora in verticale, fino a circa 15 m di altezza, nel caso specifico, con cassetti traslanti in grado di estrarre vassoi per il prelievo e di provvedere al successivo stoccaggio, asservito da traslo-elevatori, per la movimentazione di pallet o carichi pesanti, e Shuttle che si muovono lungo il corridoio tra le scaffalature al fine di prelevare e trasportare i materiali presso un ascensore situato all’estremità del corridoio, dove vengono abbassati fino al punto di prelievo. Queste ultime due tipologie di magazzino - automatico e compattabile - permettono di mantenere alta la competitività aziendale e sono la risposta ai nuovi imperativi del mercato contemporaneo: rapidità e flessibilità.
Una logica 4.0 al suolo È bene precisare che, in generale, in ogni contesto industriale, il pavimento è un elemento di grande importanza in quanto rappresenta il piano di lavoro di ogni industria, nonché l’unica parte dell’in-
volucro edilizio che deve supportare direttamente il lavoro di carrelli elevatori, macchinari, scaffalature e così via. Questo concetto diventa determinante nei magazzini logistici moderni - basati sull’ottimizzazione degli spazi e dei tempi; quindi, con un’altissima densità di stoccaggio delle merci e una movimentazione veloce - Il pavimento è dunque soggetto a un uso particolarmente gravoso, non solo per il traffico intensivo dei carrelli elevatori, ma anche per i carichi statici e dinamici sempre più ingenti. Non solo. Oltre alla necessaria resistenza meccanica e alle elevate prestazioni in termini di resistenza alle sollecitazioni, le pavimentazioni industriali per logistica ad alta intensità richiedono un elevato grado di planarità che deve garantire e assicurare la circolazione sicura dei mezzi del magazzino. Magazzino e planarità sono due concetti indivisibili: tutte le pavimentazioni devono rispettare determinati valori di planarità, imposti dalle normative di riferimento, ma nei magazzini VNA (Very Narrow Aisle) e in quelli in cui sono previste scaffalature di altezza superiore ad otto metri, i valori di planarità divengono progressivamente più stringenti per consentire la normale operatività. Basti pensare che 1° di errore di inclinazione del carrello, dovuto a un problema di planarità della pavimentazione, comporta un problema di circa 30 cm di basculamento rispetto all’asse verticale all’altezza di 16 metri, per avere un’idea del grado di precisione richiesta. In conseguenza di ciò, un problema di imbarcamento o di fessurazione può comportare problemi di gestione della movimentazione dagli scafali, di usura delle macchine di spostamento e, in alcuni casi, di sicurezza. “Proprio in virtù delle specifiche caratteristiche che caratterizzano i pavimenti della logistica intensiva, è determinante la scelta di un calcestruzzo in grado di garantire ed assicurare le prestazioni e i requisiti richiesti. Il calcestruzzo Pavimix, è un calcestruzzo a prestazione specifica, atto a fornire la soluzione ottimale alle diverse tipologie di pavimentazioni industriali interne, una corretta durabilità in rapporto alle scelte del Progettista, alle
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esigenze delle Imprese e alle aspettative del Committente. I calcestruzzi a marchio Pavimix sono prodotti in conformità alle indicazioni della norma UNI 11146-05 e al capitolato Tecnico Conpaviper”. A confermare la scelta è Antonio Lambitelli, commerciale della Concrete Italia, la società nata dell’esperienza e dalla competenza di Calcestruzzi e di Vezzola Spa, storica società bresciana che opera da oltre 60 anni nel settore della produzione di conglomerati cementizi e bituminosi, movimento terra e attualmente, grazie all’attività dell’impresa di costruzioni, nella realizzazione di opere edili-stradali pubbliche o private, nonché progetti di recupero ambientale e di riqualificazione urbana. La partnership tra le tre aziende consente lo sviluppo del concetto di territorialità che delle sinergie per la fornitura delle materie prime e il loro utilizzo sotto forma di calcestruzzo. Una scelta che testimonia la volontà di Calcestruzzi di investire nel settore dei materiali per le costruzioni, facendo della nuova realtà un partner affidabile in grado di fornire soluzioni e applicazioni con rapidità e puntualità al mercato bresciano e mantovano.
Le scelte progettuali e la posa “Per la realizzazione dei 17.000 m2 di pavimentazione del capannone, è stato realizzato dapprima lo scavo del terreno esistente fino al raggiungimento del piano d’imposta del rilevato del piazzale,
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quindi si è proceduto ad una stabilizzazione a calce dell’intero sito per diminuire la plasticità del terreno ed aumentarne la portanza. Terminate le operazioni di stabilizzazione, sono stati realizzati il rilievo del capannone, per il quale sono stati forniti quasi 30.000 m3 di materiale riciclato MPS (Materia Prima Seconda da C&D, costruzione e demolizione), i 100 plinti di fondazione del capannone, poggianti su 500 pali trivellati fino ad una profondità di 11,50 m, sui quali sono stati inseriti i pilastri della struttura prefabbricata”, spiega Luca Lorenzi, Direttore Tecnico di Vezzola S.p.A. Al termine della posa della struttura prefabbricata, sono iniziati i getti dei 17.000 m2 di pavimentazione industriale in calcestruzzo. I lavori sono stati affidati dalla committenza all’impresa Vezzola, che, a sua volta, ha subappaltato alla Concrete Italia e a Deltapav, la realizzazione della pavimentazione. Per la realizzazione dei magazzini, la superficie della pavimentazione del capannone è stata suddivisa in tre aree, ciascuna afferente ad una delle tre tipologie di magazzino previste da progetto. “Sentiti i fornitori dei vari magazzini per la specifica dei requisiti richiesti dalle diverse tipologie di magazzini, è stato eseguito uno studio di progettazione di massima finalizzato alla determinazione degli spessori del sottofondo e della lastra in calcestruzzo, necessari a garantire le resistenze meccaniche richieste dai carichi. Il magazzino automatico, per il quale sono previste caratteristiche di planarità molto elevate (±1
cm ogni 50 m) essendo soggetto a carichi importanti, è stato gettato per primo. Per la posa della pavimentazione di 25 cm di spessore del magazzino automatizzato, previa rullatura della massicciata e interposizione di uno strato di polietilene, è stato gettato il calcestruzzo i.pro Pavimix con Rck 30 N/mm2 con l’aggiunta di additivo antiritiro (SRA- Shrinkage-Reducing Admixtures) per evitare la formazione di fessure provocate dal ritiro igrometrico del materiale”, spiega Giovanni Ziliani dell’omonimo studio tecnico, che si è occupato della Direzione Lavori del cantiere per conto della Committenza, General Fittings. Successivamente è stata posata la pavimentazione dell’area destinata al magazzino tradizionale, realizzata con una lastra di 20 cm di calcestruzzo i.pro Pavimix con Rck 30 N/mm2 con additivo antiritiro. Per ultima, è stata realizzata la pavimentazione del magazzino compattabile. Per questa tipologia di magazzino è stato realizzato un getto preliminare di calcestruzzo 10 cm sul quale, fissate le rotaie di scorrimento delle scaffalature e posata una doppia rete metallica, è stata gettata una lastra di 20 cm di spessore in calcestruzzo Pavimix con Rck 30 N/mm2 con additivo antiritiro. “Il calcestruzzo Pavimix di Calcestruzzi impiegato per la realizzazione della pavimentazione interna del capannone, è stato fornito dall’impianto di Brescia (BS) della Concrete Italia. i.build, la business unit di Calcestruzzi specializzata nella fornitura
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MATERIALI PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI e posa in opera delle pavimentazioni, ha seguito in collaborazione con l’appaltatore principale, Vezzola S.p.A, il lavoro dalla proposta iniziale all’acquisizione, fino alla gestione del cantiere. Grazie a Deltapav, la società partecipata da Calcestruzzi che opera in sinergia con i.build nella posa delle pavimentazioni, i nostri tecnici hanno eseguito la posa in opera del materiale e le lavorazioni relative alle pavimentazioni industriali dei tre magazzini - commenta Lambitelli - I 17.000 m2 di superficie complessiva sono stati gettati sulla base di un pre-dimensionamento delle varie campiture eseguito dai tecnici di Deltapav allo scopo di evitare interferenze con le contemporanee lavorazioni in atto nel cantiere e assicurare alla squadra di posatori della pavimentazione gli spazi di manovra necessari per i getti giornalieri. Per la posa della pavimentazione, per la quale, complessivamente, sono stati impiegati circa 4.000 m3 di calcestruzzo, sono stati eseguiti getti giornalieri di circa 800900 m3 di superficie, che hanno impegnato le squadre della Deltapav per un periodo di circa tre mesi, tra la fine gennaio e l’inizio del mese di maggio, durante il quale i posatori si sono alternati alle altre squadre presenti, proprio per consentire la conti-
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nuità delle restanti lavorazioni di cantiere. Per le riprese di getto, è stato impiegato il sistema Dowel, un innovativo giunto di costruzione da annegare nelle pavimentazioni in calcestruzzo che permette di suddividere le porzioni di pavimentazione gettate in momenti diversi ed evita la formazione di crepe e cavillature sulla superficie della pavimentazione, garantendo un’equa distribuzione dei carichi tra i vari riquadri e prevenendo eccessive tensioni localizzate”. Il calcestruzzo Pavimix è stato gettato mediante l’uso di una pompa con braccio da 35 metri e una volta steso e livellato, sulla superficie è stata realizzata una finitura con elicottero e successivo spolvero al quarzo, operazioni che concorrono all’ottenimento della prestazione meccanica e funzionale richiesta. “Oltre alle resistenze meccaniche previste da progetto, in base ad una specifica richiesta del fornitore del magazzino automatico, la miscela di calcestruzzo non doveva contenere magnesio - afferma Ziliani - Il mix design del calcestruzzo è stato appositamente studiato dai tecnici della Concrete Italia che, in fase di getto, ha sempre garantito la presenza dei propri tecnici per sovraintendere le lavorazioni e controllare il rispetto di tutti i requisiti
richiesti da progetto. Tutti i requisiti sono stati rispettati. In particolare, la planarità della superficie è stata verificata sia dai nostri tecnici che da quelli del fornitore del magazzino, battendo circa un migliaio di punti distanti meno di 1 m l’uno dall’altro con il topografo ed eseguendo i confronti dei valori numerici acquisiti da entrambi, che hanno dato esito positivo in merito al rispetto delle tolleranze previste”. Grazie al know-how e alla competenza di Calcestruzzi, alle partnership con Vezzola S.p.A, Concrete Italia e Deltapav e al supporto fornito dalla squadra i.build in tutte le fasi della commessa, è stato possibile realizzare una collaborazione sinergica alla quale hanno concorso tutti gli attori coinvolti, nel rispetto delle reciproche esigenze, da quelle della Committenza a quelle dei progettisti della lastra e del mix design del calcestruzzo, del fornitore dei magazzini e del calcestruzzo, dell’impresa e dei posatori della pavimentazione. È solo grazie ad una progettazione integrata, dalla fase progettuale alla scelta dei materiali, dalla finitura superficiale sino alla posa in opera in cantiere, che è possibile realizzare pavimenti industriali di qualità, in grado di garantire le prestazioni richieste.
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18-20 April 2024 - Piacenza, Italy
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IN QUESTO Settembre/Novembre 2023 NUMERO Anno 5
Aziende citate A
T
Armofer ................... 76 Atecap ...................... 13 Autovictor ............... 68
Trevi .......................... 48 Trimble ..................... 80 Tyrolit ....................... 88
B
W
Bauer ........................ 84
Webuild .................... 26 Werne & Thiel ......... 64
C
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
R
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Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione Supply chain of concrete and precast industries R
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5 Edition th
Inserzionisti 43 Altek 11 Barra Project
18-20 April 2024 - Piacenza, Italy Fiera certificata An exhibition audited by
20 Bianchi Casseforme
126/2022 GICX22R
N° 3 - 2023
Dal 18 al 20 aprile 2024, le Giornate Italiane del Calcestruzzo e degli Inerti da Costruzione e Demolizione animeranno gli spazi di Piacenza Expo e il dibattito sulle tecnologie e le novità di prodotto del settore concrete e delle cave
19 Blend Plants - FBG 23 DI.MA. 59 Edilmatic II Elettro Sigma
CECE ........................ 10 Cifa ........................... 60
5 Euromecc
D
I GIC
Develon .................... 24 DMO ........................ 24
E
9 Federbeton
13 Imer 16 Innoval IV Italcementi
E-lab ......................... 44 Elettro Sigma ........... 64
15 Kimera
H
21 Manini
Harpaceas ................ 80 Haulotte ................... 76 Heidelberg Materials ........... 92, 96 Holcim ..................... 64
J
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La Rivista “Concrete News” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
14 Neron 3 Nuova Fopan 22 Pappadà Gino 24 Polimar
JCB ............................ 72
83 Sea Technology
P
101 Sermac
Piolanti ..................... 72
17 T3
R
25 Tecno-Beton
Raimondi ................. 56 RCM ......................... 38 Rina .......................... 16
III Tecnocom 7 Tekna Chem
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Casseri e impianti innovativi eri Casseri e impianti e impianti innovativi innovativi Casseri e impianti innovativi Casseri e impianti innovativi Casseri e impianti innovativi 18-20 April 2024 - Piacenza, Italy
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