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La Via dei Castelli dell’Etna
from Il Castello di Maletto. Dal rilievo integrato alla fruizione virtuale del territorio.
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CAPITOLO I
La via dei Castelli dell’Etna
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Il territorio Etneo, così come il vulcano attorno al quale si sviluppa, rappresenta un’area storicamente e culturalmente non omogenea, la cui complessità si ripercuote sulle fortificazioni che nel millennio precedente hanno caratterizzato l’assetto politico e urbanistico della Sicilia orientale. A partire dal fronte occidentale dell’Etna e quindi dal catanese Castello Ursino, è possibile definire un tracciato ottenuto per interpolazione tra i castelli presenti nel territorio, passando quindi per Motta Sant’Anastasia, Paternò, Adrano, Maniace, Maletto per poi spostarsi sul versante orientale attraverso Randazzo, Castiglione, Calatabiano, il Castello di San Marco, il Castello degli Schiavi, Aci e ritornando a Catania per giungere tramite il litorale jonico alla scoperta delle torri d’avvistamento cinque-seicentesche dell’Alcantara; di quest’ultime se ne tralascerà però ogni resoconto, sia poiché appartenenti ad un periodo successivo a quello di interesse relativo al presente studio, sia perché generate da esigenze che esulano le ragioni invece predominanti nel sistema dei castelli. Detto percorso è meglio noto come Itinerario Federiciano, dal nome dell’imperatore che si fece promotore della costruzione o dell’ampliamento/trasformazione dei vari castra 1 .
Fino a tutto il medioevo tali fortificazioni mantennero il loro ruolo di difesa
militare, perdendolo poi nel periodo immediatamente successivo con l’introduzione delle armi da fuoco che ne indebolirono la resistenza. Spesso adibite anche a residenza nobiliare, permanente o temporanea, nel tempo persero anche questa funzione. Pertanto furono dapprima adibite a carceri, ad eccezione di Ursino e Adrano che fino al ‘600 costituivano ancora residenze signorili, per poi essere totalmente abbandonate in seguito al sisma distruttivo del 1693, che in altri casi degli antichi splendori lasciò perlopiù integri solo qualche torrione o pochi metri di cinta muraria.
1 Il castrum, - o castro - in italiano, era originariamente l'accampamento nel quale risiedeva, in forma stabile o provvisoria, un'unità dell'esercito romano, una legione. Era di forma rettangolare e intorno, quasi sempre veniva scavato un fossato a sua protezione. Il termine è stato utilizzato per indicare un luogo fortificato, ovvero anche un abitato con fortificazioni.
Oggi i resti delle antiche strutture sono adibiti a musei o ospitano allestimenti dal carattere storico-evocativo in memoria dei fasti remoti che ne hanno
determinato il lustro.
Dell’itinerario si descriveranno esclusivamente gli esempi di
epoca normanna, svevo o aragonese (Fig. 1), focalizzando quindi l’attenzione sulle vicende storiche e sulle dinamiche logico-costruttive dei castelli coevi a quello in oggetto alla presente tesi, per poterne dedurre, mediante il confronto, l’eventuale assunzione di un “tipo” architettonico 2 .
Fig.1: La via dei castelli dell’Etna
2 Le notizie storiche dei castelli sinteticamente descritti nei paragrafi seguenti sono state desunte dai testi indicati nella bibliografia specifica “Capitolo I”, a p. 139 del presente studio.