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I.3.3 La Torre dei Falconieri

lati della quale si aprono due ambienti per lato di eguali dimensioni e ognuna delle quali illuminata dalle grandi bifore con i sedili in pietra ricavati nella parte sottostante; le stanze ad ovest sono dotate di rientranze per i servizi igienici e nella parte orientale del piano è collocata una scaletta che porta alla terrazza.

La costruzione dell’opera è stata argomento notevolmente discusso fra gli storici oscillanti tra chi ne riconduce la costruzione all’età normanna e chi al periodo svevo, giungendo alla conclusione di un sapiente connubio dei due stili, normanno l’impianto originario e di gusto svevo e, successivamente, aragonese, il completamento e i dettagli (ad esempio le bifore).

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Proseguendo al di sotto dell’area riservata al castello sono stati scoperti i resti di una guardiola di controllo a 50 m verso la Piana e di una torretta di avvistamento a 50 m verso l’abitato.

I.3.3 La Torre dei Falconieri

Oltre al ben più noto castello, Paternò possiede anche una torre oggi inglobata nell’abitato, la Torre dei Falconieri, dal cui quartiere prende il nome, in memoria dei cacciatori addestratori di falchi. Di dimensioni 5 x 6 m la torretta

presenta la commistione di due stili nettamente distinti, spoglio e compatto il volume di pietra lavica che si alza dal suolo, elegante e ricercata la sommità; quest’ultima presenta quattro archi a tutto sesto, uno per lato, la cui ghiera è realizzata in alternanza di pietra lavica e calcare, motivo che si ritrova anche agli angoli e negli archi sostenuti da mensole e sottostanti alla raffinata merlatura ghibellina (Fig. 6).

Oggi due dei quattro archi si presentano occlusi per ragioni acustiche, in seguito alla rifunzionalizzazione della torre a campanile (Fig. 7) della chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona e protettrice della città, che gli fu successivamente costruita intorno. Pertanto l’ingresso alla torre avviene dall’interno della Chiesa, oggi consacrata a Santa Maria dell’Itria, spostato lateralmente rispetto all’originario del XVI secolo.

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