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Resistenza antimicrobica: tra best practice e approcci innovativi
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4 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Sommario Sommario INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf ANNOXIV NUMERO FEBBRAIO/MARZO2023 www.interprogettied.com essenziale per l’economia italiana L’intelligenza del processo asettico INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA RIVISTA DELL’ icf 6 Editoriale 8 Storia di copertina Strumenti di misura radar e radiometrici per lo svolgimento regolare dei processi 14 Attualità Farmaci orfani: “Italia all’avanguardia ma serve più equità” 18 Attualità 24 Appuntamenti SPS Italia: spazio a tecnologie intelligenti e sostenibili 28 Appuntamenti Interpack torna a plasmare il futuro del packaging 30 Appuntamenti 32 Industria farmaceutica 36 Ricerca 38 Ambiente 40 Engineering Progettare un futuro sostenibile per l’industria di processo
44 Macchine Tracciabilità dei blister fin dal packaging primario
52 Sicurezza 55 Software
46 Macchine 47 Applicazioni medicali 48 Sicurezza Qualità e continuità dell’energia: un’esigenza cruciale per l’industria
56 Manutenzione Ottimizzare i fermi impianto nell’industria chimica
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Strumentazione 68
Strumentazione I 70 anni di Endress+Hauser, che prepara il passaggio alla terza generazione
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Automazione Destinazione All Electric Society
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Approfondimenti Resistenza antimicrobica, tra best practice e proposte di approcci innovativi
62 Componenti O-Ring incapsulati in FEP e PFA
71 Automazione La robotica come tecnologia anti-contaminazione nel pharma 4.0
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Elenco inserzionisti Colophon
“Gli eccezionali risultati del 2022 confermano quanto il comparto dei farmaci di automedicazione sostenga efficacemente nella realtà quotidiana la salute delle persone, un ruolo di primaria importanza, che andrebbe meglio riconosciuto anche in vista di una più generale revisione della governance farmaceutica nazionale”.
Salvatore Butti, presidente di Assosalute, pagina 20
Sommario RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 5
FEB/MAR 2023 NUMERO 1
Febbraio/Marzo 2023
Un approccio globale contro la resistenza antimicrobica
Idati sulla resistenza antimicrobica si fanno sempre più allarmanti, tanto da dover ormai parlare di una vera e propria pandemia silenziosa. Una ricerca pubblicata da Lancet a fine 2022, condotta su 23 diversi agenti patogeni e 88 combinazioni patogeno-farmaco in oltre 200 tra paesi e territori, ha stimato un valore medio di 4,95 milioni di morti associate all’antimicrobico resistenza batterica nel 2019, individuando nell’Africa subsahariana occidentale l’area più colpita. Una delle situazioni più preoccupanti riguarda la combinazione tra il patogeno Staphylococcus aureus e l’antibiotico meticillina, a cui sono state attribuite oltre 100 mila morti e 3,5 milioni casi di compromissione delle aspettative di vita dovute a resistenza. Le tre principali patologie associate alla resistenza antimicrobica sono risultate le infezioni toraciche e delle basse vie respiratorie, le infezioni del sangue e quelle intra-addominali. Solo un approccio OneHealth, in grado di coinvolgere tutti gli attori, può fornire delle risposte adeguate a quella che viene ormai considerata la nuova emergenza sanitaria glo-
bale. Questo era anche il messaggio al centro della recente campagna di sensibilizzazione del ministero della Salute, che ha rilanciato il Piano nazionale di contrasto all’antibioti co-resistenza 2022-2025 (PNCAR). Uno degli attori convolti in questa sfida è l’industria biotecnologica, in Italia rappresentata da Assobiotec, fra gli aderenti alla campagna del ministero. Le iniziative sui territori vengono intraprese dai singoli paesi, mentre il coordinamento a livello internazionale è gestito dall’OMS, che nel 2021 ha istituito il Segretariato congiunto tripartito sulla resistenza antimicrobica, formata dalla Fao, dall’Organizzazione mondiale della sanità animale e dalla stessa OMS.
È del resto fondamentale, così come avvenuto nella battaglia contro il Covid-19, che si costruisca un fronte unitario più ampio e globale possibile, in grado di far collaborare insieme autorità sanitarie e associazioni industriali, istituzioni nazionali e internazionali, decisori politici, ricerca pubblica e privata.
di Alessandro Bignami
Editoriale 6 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Febbraio/Marzo 2023
Strumenti di misura radar e radiometrici per lo svolgimento regolare dei processi A
La collaborazione di Yisheng Petrochemical con VEGA è iniziata quasi 20 anni fa, poco dopo l’avvio della produzione di acido tereftalico nella provincia cinese di Zhejiang. Nel frattempo, si è consolidata una partnership apprezzata da entrambe le parti.
nche se l’acido tereftalico (in inglese: Purified Terephthalic Acid, PTA) è poco noto ai più, ciascuno di noi ha certamente già avuto a che fare con questa sostanza. Circa il 90% della produzione annua mondiale di acido tereftalico viene infatti impiegato per la produzione di polietilene tereftalato (PET), una materia plastica larga-
8 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Storia di copertina Sensore radar VEGAFLEX 81 Sensore radar VEGAPULS 69
mente impiegata per gli imballaggi alimentari, in particolare per le bottiglie per bevande. L’acido tereftalico trova inoltre impiego nella produzione di polibutilene tereftalato (PBT), un materiale termoplastico appartenente alla famiglia dei poliesteri impiegato nel settore automobilistico (vano motore), e di poliammidi aromatiche impiegate nelle fibre aramidiche ad elevata resistenza allo strappo. Anche VEGA apprezza molto questa materia plastica e la impiega in gran parte delle custodie dei sensori in resina, poiché il materiale si contraddistingue per l’elevata resistenza chimica e termica. Lo specialista di acido tereftalico è l’azienda cinese Yisheng Petrochemical Co., che dalla sua fondazione nel 2003 ha conquistato progressivamente il mercato mondiale e che nel suo stabilimento di Ningbo, nella provincia di Zhejiang, produce acido tereftalico a elevato grado di purezza. Nel corso degli anni sono stati avviati anche altri quattro progetti legati al PTA. L’azienda ha investito tra l’altro nella Dalian Yisheng Factory e nella Hainan Yisheng Factory.
Una collaborazione pluriennale
L’azienda collabora con VEGA dal 2004. Per la misura di livello radar impiega per esempio esclusivamente sensori dell’azienda tedesca. “Abbiamo dovuto gestire situazioni difficili già nel quadro della penetrazione del mercato, per cui nel corso del primo progetto di Yisheng Petrochemical è iniziato a circolare una sorta di proverbio“, spiega Du Daquan, responsabile tecnico presso Yisheng Petrochemical. “Impiega prodotti di VEGA e tutto filerà liscio. Senza VEGA va tutto storto”. Allora l’azienda era in contatto con un’altra impresa in corso di costituzione, che aveva deciso di impiegare sensori più economici che creavano problemi conti-
nui, impedendo pertanto la realizzazione concreta del progetto. Mentre all’inizio per il montaggio dei primi sensori l’azienda si è avvalsa del supporto di ingegneri di VEGA, nel frattempo tutte le installazioni sono eseguite da Yisheng Petrochemical. “Abbiamo imparato molto dal know-how di VEGA", spiega Du Daquan, elencando i principali argomenti a favore di VEGA. “Gli strumenti di misura sono molto compatti e semplici da installare. L’interfaccia utente è intuitiva ed è possibile eseguire tutte le impostazioni con la massima semplicità“.
Nella sede di Ningbo prestano servizio oltre 500 strumenti di VEGA, come i sensori radar VEGAPULS 68, VEGAPULS 69, VEGAPULS 64, VEGAFLEX 81, l’interruttore di livello a vibrazione VEGASWING 63 e gli strumenti di misura radiometrica SOLITRAC 31
per la misura di livello e MINITRAC 31 per la misura di densità. “Nel frattempo impieghiamo la quarta generazione di strumenti di misura radar, mentre per quanto riguarda i collaboratori di VEGA finora abbiamo conosciuto due sole generazioni“, aggiunge Du Daquan.
Un ulteriore vantaggio: proprio grazie alla robustezza dei sensori, il carico di lavoro per gli operatori e i tecnici degli strumenti di misura in termini di manutenzione e assistenza è stato notevolmente ridotto. I sensori ultrasonori per la misura continua di livello funzionano senza problemi fin dalla loro installazione nel lontano 2004.
Ossidazione e raffinazione
In generale, gli impianti PTA sono composti da due unità principali: una per l’ossidazione e una per la raffinazione. Nell’unità di ossida-
Nella sede di Yisheng Petrochemical a Ningbo, in Cina, prestano servizio oltre 500 strumenti di VEGA, come il sensore radar VEGAFLEX 81 e il VEGASWING
Storia di copertina RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 9
Febbraio/Marzo 2023
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zione si svolge il processo di ossidazione catalitica, in cui dall’ossidazione di p-xilene si ottiene acido tereftalico grezzo (CTA). Dopodiché si svolgono una seconda ossidazione, la cristallizzazione, una prima miscelazione (filtrazione), l’essiccamento e il successivo trasporto pneumatico all’unità di raffinazione, in cui avvengono le ulteriori fasi di lavorazione.
I sensori VEGA sono impiegati in entrambi i processi, ossia nel reattore di ossidazione e nelle successive fasi di lavorazione. Nel reattore di ossidazione, sensori radiometrici sorve-
gliano ad esempio la quantità di catalizzatori aggiunti al processo. Presentano il vantaggio di effettuare la misura senza contatto dall’esterno e di lavorare indipendentemente dalle condizioni di processo. Quasi il 90% dei processi è controllato automaticamente. Ciascuno richiede grande precisione, per escludere ripercussioni negative sulla qualità del prodotto. Gli strumenti devono affrontare sfide di diverso tipo, come temperature elevate comprese tra 100°C e 310°C, pressioni fino a 600 bar, nonché adesioni. È inoltre necessario tener conto della resistenza chimica.
Un altro sito d’impiego è il deposito del prodotto finale, in cui è stato utilizzato per molti anni un sistema elettromeccanico a tasteggio. Questo sistema era ormai un po’ obsoleto e a causa della meccanica comportava imprecisioni relativamente al rapporto percentuale e all’altezza. Di conseguenza, l’impianto richiedeva frequenti interventi di manutenzione e il montaggio e lo smontaggio risultavano difficoltosi. Oggi il livello del prodotto nei serbatoi e il riempimento fino al bordo superiore sono sorvegliati da sensori radar VEGA. “Per noi è stato molto utile poter provare sul posto il VEGAPULS 69 per 14 giorni prima della sostituzione degli strumenti di misura. In seguito agli ottimi risultati ottenuti, abbiamo deciso di lasciare installato il VEGAPULS 69“, spiega Du Daquan.
Insieme verso l’obiettivo Ciò che conta però non è solo la tecnologia. Yisheng Petrochemical apprezza anche la fiducia reciproca, lo stretto contatto con gli ingegneri di VEGA, la semplicità della procedura di acquisto e l’affidabilità del servizio clienti. “Abbiamo la possibilità di testare nuovi prodotti subito dopo il loro lancio sul mercato“, spiega Du Daquan. “Lo abbiamo fatto ad esempio dopo la revisione degli strumenti di misura radiometrica”. Dopodiché, questi ultimi sono stati subito impiegati in un nuovo progetto che prevede la produzione di tre milioni di tonnellate all’anno di acido tereftalico.
Per questo Yisheng Petrochemical confida senz’altro nel proseguimento dell’ottima collaborazione con VEGA, non da ultimo in considerazione della crescente automazione degli impianti di processo che richiede sensori intelligenti e affidabili. l
10 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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Antares Vision acquisisce il 30% di Pygsa
Antares Vision Group, multinazionale italiana leader nella tracciabilità e nel controllo qualità, che garantisce la trasparenza di prodotti e filiere attraverso la gestione integrata dei dati, ha sottoscritto, attraverso la propria controllata FT System, un accordo vincolante che prevede l’acquisto del 30% di PYGSA Sistemas Y Aplicaciones SL. Simultaneamente, AV Group ha sottoscritto con la società spagnola un accordo per la distribuzione in esclusiva delle proprie soluzioni in Spagna, in tutti i settori di riferimento (Life Science, Cosmetics, Food & Beverage) e in Portogallo per il solo food & beverage.
Pygsa è stata fondata nel 2008 dai due soci Guillermo José Gimeno e Pedro Chillarón, con oltre 20 anni di esperienza nell’ispezione prodotto attraverso il controllo qualità e tracciabilità. La società, con sede a Valencia, è oggi interamente posseduta da Guillermo Jose Gimeno, uno dei due fondatori. Il gruppo è composto da tre società: Sistemas Tecnicos de Vision S.L., Investi-
gaciones Y Control s.l.u., Talleres Ferragut S.L.
“Con questa operazione l’obiettivo è di rafforzare la nostra presenza in Spagna, mercato strategico e ad alto potenziale, e di espandere il nostro servizio e il nostro supporto tecnico locale in modo da garantire ai nostri clienti velocità ed affidabilità, oggi indispensabili per costruire relazioni efficaci e durature”, conferma Fabio Forestelli, CEO di FT System e membro del Consiglio di amministrazione di Antares Vision Group.
“Inoltre questa operazione segna l’inizio di una collaborazione strategica, e la costituzione di un hub tecnologico di riferimento per la qualità e la trasparenza di prodotti e filiere, nonché l’efficienza nei processi di produzione. Da oggi tutti i clienti spagnoli potranno beneficiare delle soluzioni tecnologiche di Antares Vision Group, oltre che a quelle di Pygsa”.
“Questa alleanza con Antares Vision Group rappresenta una grande opportunità, poiché da un lato ci permette di offrire ai clienti di Antares Vision Group (Life Scien-
Gianfranco Nazzi nuovo ad di Biofarma
Il Gruppo Biofarma, controllato da Ardian e dalla famiglia Scarpa, player europeo nello sviluppo e nella produzione in conto terzi di integratori alimentari, dispositivi medici e cosmetici, e caratterizzato da un particolare focus sul segmento dei probiotici, annuncia la nomina di Gianfranco Nazzi come nuovo amministratore delegato.
Nato ad Udine, Gianfranco Nazzi van -
ta un’esperienza internazionale di oltre 20 anni maturata in diverse aziende multinazionali del settore farmaceutico, dove ha ricoperto ruoli manageriali di grande responsabilità. In particolare, prima di unirsi a Biofarma, ha ricoperto la carica di Ceo di Almirall, azienda farmaceutica internazionale attiva in ambito dermatologico. In precedenza, ha la -
ce, Cosmetics, Food & Beverages), utilizzatori delle tecnologie FT System e Antares Vision, un servizio tecnico locale, con personale specializzato e una vasta esperienza nel campo del controllo tramite sistemi di visione artificiale, e dall’altro offre a Pygsa Group la possibilità di ampliare il portafoglio tecnologico che offre ai suoi clienti, e di affermare l’azienda come un punto di riferimento internazionale per il settore”, conferma Guillermo José Gimeno, Ceo di Pygsa.
Inoltre l’operazione consentirà di incrementare la capacità produttiva nei mercati specifici; potenziare lo sviluppo di soluzioni innovative, anche personalizzate; sviluppare un team R&D internazionale attraverso la collaborazione con Università e Istituti di ricerca (le 3 sedi operative sono nelle prime 3 città universitarie spagnole); aumentare il know-how come hub tecnologico di riferimento per il controllo qualità nel food & beverage, nelle soluzioni software per l’efficienza delle linee di produzione e in generale.
vorato in Teva con ruoli di crescente responsabilità, fino a diventare Executive Vice President of the International Markets Region e membro dell’Executive Committee. In passato, ha inoltre ricoperto una serie di posizioni manageriali senior in altre multinazionali del settore farmaceutico quali AstraZeneca, GSK e Eli Lilly, in varie aree geografiche tra cui Italia, Regno Unito, Serbia e Stati Uniti.
Attualità 12 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
C M Y CM MY CY CMY K
Valves and systems to control and dose powder and granule flow in Pharmaceutical and Chemical industry
Farmaci orfani: “Italia all’avanguardia ma serve più equità”
In Europa sono 130 i farmaci orfani autorizzati dalla European Medicines Agency (EMA) per malattie e tumori rari, di questi 122 sono già disponibili in Italia: l’80% è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e il restante 20% è in fascia C o in attesa di negoziazione. In termini di accesso, dunque, il nostro Paese è secondo solo alla Germania. Il gap
dell’Italia rispetto alla Germania, che è prima nella classifica europea, è da attribuirsi principalmente ai farmaci arrivati sul mercato nell’ultimo anno: dato che non sorprende considerato il diverso meccanismo di accesso in vigore in Germania, che non prevede una negoziazione preventiva. È quanto emerge dal 6° Rapporto Annuale dell’Osservatorio Farmaci Orfani (OSSFOR), che scatta una fotografia a livello nazionale e regionale del mercato dei farmaci orfani nel nostro Paese al 31 dicembre 2021.
Il dato relativo all’accesso è confermato dallo studio Patients W.A.I.T. (Waiting to Access Innovative Therapies), condotto da IQVIA in collaborazione con EFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations), il più ampio studio europeo sulla disponibilità di farmaci innovativi e sui relativi tempi di accesso dei pazienti che considera attualmente 38 Paesi (27 dell'UE e 11 non UE).
“Il 6° Rapporto Annuale OSSFOR vede l’avvio della collaborazione dell’Osservatorio Farmaci Orfani con AIFA. Si tratta di un importante riconoscimento che rafforza il percorso di trasformazione di OSSFOR da Centro Studi a Piattaforma multistakeholder su farmaci orfani e malattie rare”, ha spiegato Francesco Macchia, Coordinatore di OSSFOR. “Il 6° Rapporto viene pubblicato in una fase segnata dalla ricerca di una normalizzazione dopo la soluzione di continuità rappresentata dai picchi pandemici di Covid-19 del 2020 e 2021: un’interruzione che speriamo abbia almeno innescato le condizioni per un rilancio del Servizio Sanitario Nazionale e, quindi, per il superamento delle criticità che ancora affliggono il settore delle malattie rare. Dal documento emergono aspetti positivi: l’Italia infatti, come si evince dall’elevato numero di farmaci orfani disponibili rispetto a quelli autorizzati da EMA, si conferma Paese
In Europa il nostro paese è secondo solo alla Germania nelle opportunità terapeutiche per le malattie rare.
Il coordinatore di OSSFOR, Macchia:
14 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
“Occorre rendere il più possibile uniformi le condizioni di accesso dei pazienti ai farmaci orfani nelle diverse regioni“.
Attualità
con un ampio accesso alle opportunità terapeutiche. Osservando i dati regionali, emerge tuttavia che l’equità, intesa come possibilità di uniformi condizioni di accesso dei pazienti con malattia rara alle terapie farmacologiche, e anche di incidenza economica sui bilanci familiari, sia un obiettivo ancora non del tutto raggiunto e certamente dovrebbe rappresentare uno dei principali punti di attenzione delle politiche sanitarie nel settore, tenendo presente l’importante opportunità rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
Per quanto riguarda la spesa, dall’analisi dei dati contenuti nel documento, effettuata da Aifa, emerge che la spesa sostenuta dal SSN per i farmaci orfani assorbe circa l’8% della spesa farmaceutica pubblica complessiva e si conferma l’evidenza che il prezzo dei farmaci orfani è in funzione dei volumi di vendita, con un andamento esponenziale negativo. Insomma, tanto minore è il numero di persone che potranno farne uso, per la rarità della malattia, e tanto maggiore potrà essere il prezzo. Il 6° Rapporto OSSFOR, inoltre, mette in luce una crescita, negli anni, sostanzialmente lineare della spesa media per DDD (Dose Definita Die), che almeno in parte può essere attribuita all’incremento dei farmaci per molecole ultra-rare, che hanno bassi volumi di vendita. La Regione in cui è massima la spesa per DDD è la Lombardia con 203,50 euro, seguita dall’Emilia Romagna (199,43 euro) e Umbria (193,03 euro); all’altro estremo troviamo il Friuli Venezia Giulia (159,68 euro), la provincia autonoma di Trento (160,90 euro), seguite dall’Abruzzo (166,50 euro). Il documento, presentato a gennaio presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, è stato realizzato da OSSFOR in collaborazione con Agenzia
Italiana del Farmaco (AIFA), Alleanza Malattie Rare (AMR), IQVIA, Pharma Value, GdL Malattie Rare e Farmaci Orfani della Società Italiana di Farmacologia (SIF), Società Italiana Farmacisti ospedalieri (SIFO), Sperimentazionicliniche.it e con il contributo non condizionante di Amicus Therapeutics, Amryt Pharma, Chiesi Global Rare Diseases Italia, Janssen, Kyowa Kirin, Roche, Sanofi, Takeda e
(stabile rispetto all’anno precedente). I consumi invece, si attestano a 8,4 milioni di dosi di farmaci orfani (+3,7% rispetto all’anno precedente), pari allo 0,03% del consumo complessivo di farmaci. L’andamento, a partire dal 2013, sia in termini di spesa che di consumo presenta un trend crescente, analogamente al trend osservato per la spesa farmaceutica complessiva, dimostrando un
La maggior parte delle aziende che producono farmaci orfani sono industrie specializzate, di piccola o media dimensione, anche se l’impegno delle Big Pharma nel settore sta crescendo tramite ricerca propria o acquisizioni
UCB. Quella con AIFA è una collaborazione inedita di cui il 6° Rapporto OSSFOR è il primo risultato. L’appuntamento assume una rilevanza particolare perché si tratta del primo incontro tra il mondo delle malattie rare e i nuovi rappresentanti istituzionali di Governo e Parlamento.
Utilizzo dei farmaci e tempi di accesso nazionali
Per i farmaci orfani, la spesa totale nel 2021 (acquisti diretti + convenzionata) è stata pari a 1,53 miliardi di euro (in rialzo del 9,4% rispetto al 2020) rappresentando circa l’8% della spesa farmaceutica a carico del Servizio Sanitario Nazionale-SSN. La spesa per i farmaci orfani di classe C è stata lo 0,97% della spesa complessiva per i farmaci orfani, pari a 14,9 milioni di euro
aumento delle opportunità terapeutica per i malati rari. Oltre il 99% dei farmaci orfani è dispensato nel canale degli acquisti diretti. Dal Rapporto si evidenzia altresì che l’accesso alle terapie con farmaci orfani si dimostra di fatto garantito indipendentemente dall’esistenza o meno dello status di “farmaco orfano”: in altri termini, anche dopo la perdita dell’esclusività e la fuoriuscita dalla “Lista AIFA”, e quindi dalle relative agevolazioni economiche, non si sono osservate differenze in termini di consumo. Per quel che concerne gli aspetti industriali, le aziende produttrici di farmaci orfani, per oltre il 78%, ne producono al più due. Le prime 10 aziende produttrici di farmaci per malattie rare (18% del totale) coprono oltre il 70% della spesa pubblica; il fattura-
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Attualità
In Europa sono 130 i farmaci orfani autorizzati dall’EMA per malattie e tumori rari, di questi 122 sono già disponibili in Italia: l’80% è rimborsato dall’SSN e il restante 20% è in fascia C o in attesa di negoziazione
to SSN medio di tali aziende è di circa 140 milioni di euro annui, di cui in media il 20% attribuibile ai farmaci orfani. Va notato che le aziende con maggiore quota di fatturato per farmaci orfani hanno anche in media fatturati più bassi. Passando all’analisi delle aziende farmaceutiche, nel nostro Paese sono 53 quelle titolari di farmaci orfani di classe A e H (a fronte delle 1.800 complessivamente presenti nel mercato SSN nel 2021). La maggior parte delle aziende produttrici di farmaci orfani ha un fatturato SSN annuo al di sotto dei 600 milioni di euro, una quota di spesa dei farmaci orfani sul fatturato aziendale pari in media al 23%: esse assorbono il 6% del mercato totale SSN (A-H), ossia il 57% della spesa totale per farmaci orfani. La maggior parte delle aziende che producono farmaci orfani sono industrie specializzate, di piccola o media dimensione, anche se l’impegno delle Big Pharma nel settore sta crescendo tramite ricerca propria o acquisizioni. L’incidenza del fatturato aziendale sulla spesa SSN è pari al 53,6%. Per queste aziende la spesa dei relativi farmaci orfani impegna in media il 19,1% del fattura-
to aziendale totale. Delle 53 aziende solo 13 producono esclusivamente farmaci orfani, la più grande ha fatturato circa 30 milioni nel 2021. Per quanto riguarda invece i tempi di accesso, il documento approfondisce molteplici tematiche, dalla governance delle malattie rare alla valutazione post-marketing, dalla revisione dei regolamenti per i farmaci orfani e pediatrici e delle sperimentazioni cliniche per i farmaci orfani alla spesa sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale e da quelli regionali per i cittadini con patologie rare. Così, ad esempio, sul fronte delle procedure autorizzative, emerge una importante differenza tra l’andamento europeo e quello italiano. Se a livello europeo, infatti, si registra un allungamento dei tempi delle procedure autorizzative, dovuto in parte alla crescente precocità della presentazione della richiesta di designazione e dunque al maggior tempo che intercorre tra tale presentazione e la richiesta di autorizzazione, a livello nazionale, negli ultimi anni, si registra una tendenza alla riduzione della durata dell’iter autorizzativo. Tra autorizzazione da parte di EMA e determina del prezzo e rimbor-
so (P&R) da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, infatti, si osserva una riduzione dai 24 mesi del periodo 2012/2014 a 20 mesi del triennio 2018/2021. E risultano anche mediamente maggiori dei tempi dei farmaci non orfani, in qualche modo contraddicendo la ratio della norma che aveva previsto un termine massimo per la conclusione del processo.
Le proposte dell’Alleanza
Malattie Rare
Grazie al contributo delle oltre 350 associazioni riunite nell’Alleanza Malattie Rare è stata pubblicata un’analisi che ha permesso di individuare cosa sia ancora necessario fare per garantire una reale implementazione delle norme e quali sono le aree di criticità da superare. Lo studio ha consentito di “confermare le richieste avanzate già in passato e, ad oggi, ancora inascoltate da parte delle Istituzioni”, ha affermato Sandra Frateiacci, presidente dell’Associazione liberi dall'asma, dalle malattie allergiche, atopiche, respiratorie e rare APS-ALAMA, in rappresentanza dell’AMR.
“In particolare, l’approvazione del Decreto Tariffe, l’approvazione e la piena attuazione, compreso il finanziamento, del Piano Nazionale Malattie Rare, la declinazione in progetti utili per il settore dei fondi del PNRR e la messa a terra del Testo Unico Malattie Rare attraverso decreti e regolamenti attuativi così da chiarire sia le questioni legate all’accesso, anche ai farmaci di fascia C, che le questioni relative al ‘Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale Personalizzato (PDTAP)’ il cui percorso di costruzione e approvazione non è del tutto chiaro e costituirebbe invece un tassello importante anche per quello che riguarda tutti gli aspetti dell’assistenza sul territorio”. l
16 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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Lauri Lindgren alla guida di Amgen Italia
Amgen Italia, filiale della multinazionale americana attiva nel settore delle biotecnologie, ha un nuovo presidente e amministratore delegato: è Lauri Lindgren, che subentra a Soren Giese, designato alla guida dei paesi sudamericani. Finlandese, 52 anni, Lindgren –Master of Science in Pharmacy all’Università di Helsinki – lavora dal 2009 in Amgen e ha maturato una esperienza diversificata nelle più importanti aree di attività dell’azienda, dal marketing al government affairs, ricoprendo incarichi di responsabilità in Amgen Europe e nelle filia-
li di Finlandia, Svezia e Austria, dove ha svolto il ruolo di General Manager da luglio 2019 a oggi. “Assumere la guida di una realtà tanto importante per Amgen come quella italiana è per me un onore e una grande sfida”, dichiara Lindgren. “Assistiamo a grandi cambiamenti a livello globale ed europeo che aprono scenari impegnativi come la gestione delle cronicità, l’assistenza territoriale, lo sviluppo di terapie sempre più mirate, la sostenibilità. Sono solo alcuni dei grandi temi che Amgen contribuirà ad af-
Aqua Viva rilevata da Siberian Health
Sammarinese Aqua Viva Srl è stata acquisita al 100% da Siberian Health s.r.o, gruppo nutraceutico internazionale con sede centrale a Praga.
Aqua Viva, fondata nel 2001, produce e commercializza due linee d’integratori alimentari (Keforma e Nutrifarma). Con un fatturato annuo di circa 8 milioni di euro e una crescita che negli ultimi anni si è attestata intorno al 15% annuo, l’azienda avrà così la possibilità di distribuire i suoi prodotti in più vaste aree geografiche. Siberian Health è infatti un solido gruppo con base nella Repubblica Ceca e sedi commerciali e produttive in molti Paesi dell’Europa Orientale e del continente asiatico.
Con questa prima acquisizione in Italia, il gruppo potrà espandersi nel mercato occidentale e completare la sua offerta d’integratori.
Aqua Viva è stata seguita da SHC Advisor, società di consulenza strategica che dal 2018 gestisce operazioni di Merger & Acquisition (M&A), in partnership con il cliente, per coadiuvarlo e supportarlo nel raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati, grazie a un team di professionisti con competenze maturate in importanti realtà internazionali.
“L’azienda che abbiamo seguito era molto contesa sul mercato e abbiamo trovato la soluzione ideale per entrambe le parti che avranno modo di farsi conoscere in contesti più ampi e di offrire una gamma di prodotti variegata, frutto di attente analisi di mercato e di ricerche approfondite”, commenta Filippo Ponsone, partner di SHC Advisor.
Siberian Health è stata seguita per la parte advisor da Ernst & Young. Per la parte legale Aqua Viva è stata seguita dallo Studio Taddei mentre Siberian Health dallo Studio Della Balda, entrambi con base a San Marino.
frontare anche in Italia portando la propria innovazione e collaborando con istituzioni, associazioni dei pazienti e professionisti sanitari”.
L’Italia è per Amgen il terzo mercato europeo e il sesto a livello mondiale. L’azienda, che nel nostro Paese conta circa 300 dipendenti, ha una posizione di riferimento sia nel settore dei farmaci biotecnologici innovativi che in quello dei biosimilari ed è attivamente coinvolta nei programmi globali di ricerca e sviluppo farmaceutico in importanti aree terapeutiche come oncologia, ematologia, cardiovascolare, malattie infiammatorie, fragilità ossea, nefrologia.
Anna Rosa Marra nominata sostituto del direttore generale di AIFA
Lo scorso gennaio Anna Rosa Marra è stata nominata, con decreto del Ministro della Salute, sostituto del direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Marra, che in AIFA ricopre il ruolo di direttore dell’Area vigilanza post-marketing dal 2017, è il dirigente dell’agenzia con maggiore anzianità di servizio.
La dottoressa Marra è laureata in Farmacia e ha ricoperto in AIFA diversi ruoli, tra cui direttore del settore HTA ed Economia del farmaco, direttore dell’Ufficio valutazione e autorizzazione e coordinatore dell’Area Registrazione, direttore dell’Ufficio autorizzazioni all’immissione in commercio, direttore dell’Ufficio autorizzazioni officine - area produzione e controllo; in passato ha avuto incarichi dirigenziali al Ministero della Salute.
Attualità 18 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
La
sede di Aqua Viva a San Marino
Laura Premoli general manager di Grünenthal Italia
Grünenthal, azienda farmaceutica attiva a livello globale nella gestione del dolore e delle malattie correlate, ha annunciato la nomina di Laura Premoli a general manager Grünenthal Italia. Nel suo nuovo ruolo Laura Premoli riporta direttamente all’attuale chief commercial officer, Mark Fladrich ed entra nel Consiglio di amministrazione di Grünenthal Italia. Sostituisce Aldo Sterpone, che ha assunto la carica di Head of LatAm, un’ampia area che include 7 filiali e attività commerciali in 12 paesi e dove il Gruppo Grünenthal è presente da oltre 50 anni. Premoli ha una laurea scientifica e un master in marketing farmaceutico, vanta un’ampia esperienza in diversi ruoli dell’organizzazione aziendale dall’informazione medico scientifica, al brand e people management, sviluppata in importanti multinazionali farmaceutiche tra le quali AstraZeneca e Novartis. Entra in Grünenthal Italia nel 2019 come head of marketing, portando un approccio al cliente finalizzato a garantire una customer experience sempre più caratterizzante e preformante. Do-
po due anni, nel 2021, assume il ruolo di head of sales and marketing, ruolo cruciale nel guidare la trasformazione dell’organizzazione italiana in linea con la nuova strategia di gestione del portfolio e degli asset aziendali basata sulla comunicazione omnicanale.
”La mia nomina si inserisce in un percorso di valorizzazione delle expertise e dei risultati, sia del singolo che dell’intero team – commenta Laura Premoli – e garantisce una continuità con la cultura, i valori e le politiche avviate negli scorsi anni. L’ascolto, il confronto e l’attenzione per le risorse interne proseguiranno, sostenendo l’attività dei colleghi e guardando al raggiungimento dei prossimi traguardi aziendali. Allo stesso tempo, l’impegno di Grünenthal di porre la persona al centro delle strategie si continuerà a tradurre in una costante spinta innovativa e nello sviluppo di progetti e servizi che rispondano ai bisogni non soddisfatti dei pazienti e di tutti i nostri interlocutori, in linea con la nostra grande expertise nell’area del dolore”.
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Attualità
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Crescono a doppia cifra i farmaci di automedicazione
Nel 2022, i medicinali senza obbligo di prescrizione sono tornati ai numeri pre-Covid19, rafforzando l’andamento positivo iniziato nel 2021. Complice la ripresa della diffusione dei virus stagionali.
Con una crescita del 5,7% delle confezioni dispensate rispetto al 2019, i farmaci senza obbligo di prescrizione, riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione, recuperano pienamente il gap rispetto al periodo pre-pandemico.
Questo grazie a un incremento a doppia crescita sia dei volumi che dei fatturati registrato a fine
e delle analisi di Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica, sui dati IQVIA.
Un anno anomalo
Se il 2022 è certamente un anno positivamente “anomalo” per le vendite del comparto dei medicinali senza obbligo di ricetta, si evidenzia quanto l’anda-
in primavera e con la stagione fredda, quando al virus Sars-CoV-2 si è affiancata proprio la diffusione dei virus influenzali e parainfluenzali.
L’Istituto Superiore Sanità, difatti, tramite i dati della sorveglianza epidemiologica (come la rete Influnet), ha rilevato che la stagione influenzale 2022/2023 è stata quella con maggiore tasso
a volumi e +44,8% a valori. “Gli eccezionali risultati del 2022 confermano quanto il comparto dei farmaci di automedicazione sostenga efficacemente nella realtà quotidiana la salute delle persone, un ruolo di primaria importanza, che andrebbe meglio riconosciuto anche in vista di una più generale revisione della governance farmaceutica nazionale”, commenta il presidente di Assosalute Salvatore Butti.
2022: le confezioni, pari a poco più di 287 milioni, fanno osservare un +15,9% mentre i fatturati, di poco inferiori a 2,9 miliardi di euro, crescono del 19%.
Il 2022 ha rafforzato l’andamento positivo evidenziato già a partire da aprile 2021: una significativa ripresa della diffusione dei virus stagionali, soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, e l’impiego dei farmaci di automedicazione sia per la gestione della sintomatologia post vaccino anti-Covid-19, sia per la malattia non grave da Covid-19 spiegano l’eccezionale performance del settore. Questi i principali risultati delle elaborazioni
mento registrato dipenda, invece, come è tipico del settore, da fattori esogeni e dalla maggiore o minore incidenza di disturbi non gravi: il progressivo allentamento delle misure di contenimento della diffusione del virus Sars-CoV-2 (uso dei dispositivi di protezione individuale, distanziamento sociale) e una ripresa delle normali abitudini di lavoro e svago, ha favorito una maggiore diffusione di quegli agenti patogeni, come i virus stagionali, con i quali si è venuti meno a contatto dal 2020.
Inoltre, i trend registrati riflettono la diffusione del Covid-19, con ondate successive, a inizio 2022,
di incidenza di sindromi influenzali e simil influenzali dal 20092010, anticipando, rispetto alle precedenti stagioni, al bimestre novembre-dicembre il picco di contagi, come era successo solo nel 2009 con la cosiddetta “influenza suina”.
Tale situazione virologica ed epidemiologica ha determinato quindi un deciso incremento al ricorso dei farmaci senza obbligo di ricetta per la cura delle affezioni respiratorie – la prima classe terapeutica del mercato non prescription, con una quota di mercato del 38,3% a volumi e del 32,9% a valori – che ha chiuso il 2022 con un +35,2%
“La ripresa del mercato dipende da una situazione epidemiologica senza precedenti – continua Butti – ma l’unicità del 2022 ha messo chiaramente in luce il valore strategico del settore dal punto di vista terapeutico prima ancora che sociale ed economico. Per questo, non posso che ribadire quanto i farmaci di automedicazione siano una risorsa fondamentale per il sistema salute, che va valorizzata tramite azioni di corretta informazione ed educazione al cittadino affinché il loro uso sia responsabile e appropriato e, per questo, in grado di generare una migliore allocazione delle risorse professionali e monetarie oggi disponibili per la sanità pubblica”.
Il comparto dei farmaci di automedicazione risente degli effetti della concorrenza dei prodotti a connotazione farmaceutica (integratori, omeopatici, erboristici) e soffre strutturalmente di una diversa propensione alla spesa farmaceutica privata tra il Nord e il Sud del Paese nonché della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi, in linea rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei.
Attualità 20 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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Regina Vasiliou vice president di Bristol Myers Squibb Italia
Bristol Myers Squibb annuncia la nomina di Regina Vasiliou a vice president, general manager di Bristol Myers Squibb Italia.
Regina Vasiliou è entrata nella filiale italiana nel 2020 come responsabile della business unit innovative medicine alla guida delle franchise cardiovascolare e immunologia, dimostrando leadership e mantenendo l’attenzione ai pazienti e alle persone.
Regina ha conseguito una laurea in Farmacia all’Università di
Atene (Grecia) e ha sviluppato una solida esperienza all’interno dell’industria farmaceutica, ricoprendo ruoli apicali sia a livello nazionale che internazionale. Prima di entrare a far parte di Bristol Myers Squibb, ha lavorato in Novartis Oncology per più di 16 anni in diversi ruoli, come vice president global disease area lead, come head of solid & rare tumors franchise in Italia e ricoprendo il ruolo di general manager di Novartis in Irlanda.
Il nuovo Ceo di Chiesi è Giuseppe Accogli
Chiesi, gruppo biofarmaceutico internazionale orientato sulla ricerca, annuncia Giuseppe Accogli come nuovo CEO del Gruppo. Accogli, che entrerà in Chiesi il 3 aprile prossimo, è un executive leader con 25 anni di esperienza internazionale nel settore med-tech in aziende rinomate e complesse come Baxter e Medtronic.
Ha una solida esperienza in diverse aree (vendite, marketing, ricerca e sviluppo, fusioni e acquisizioni, strategia e innovazione di prodotto), con particolare attenzione ai mercati Usa ed Emea.
“Chiesi è un Gruppo di professionisti innovativi e impegnati che si occupano della salute e del benessere delle persone in tutto il mondo, con un impatto positivo sull’ambiente e sulle comunità in cui l’azienda opera”, dichiara Accogli.
“In qualità di CEO, il mio compito sarà consentire ai nostri leader, alle persone e ai partner di raggiungere risultati ancora più grandi per agire in modo sostenibile e come force for good nell’industria biofarmaceutica”.
“Giuseppe è un leader di esperienza, con la visione e la forza per ampliare il successo che Chiesi ha costruito in tutta la sua storia e portarci in una nuova fase di crescita e innovazione”, commenta Alberto Chiesi, presidente del Gruppo.
“Sono entusiasta e orgogliosa di guidare l’organizzazione di Bristol Myers Squibb in Italia, attraverso le sfide di innovazione e ricerca e rendere disponibili i nostri nuovi farmaci ai pazienti”, commenta spiega Regina Vasiliou. “Bristol Myers Squibb è un’azienda biofarmaceutica globale, ispirata dalla visione di trasformare la vita dei pazienti attraverso la scienza e fortemente improntata all’innovazione e alla ricerca”.
Nasce Phoenix Pharma Italia
Nel novembre 2022, è stata annunciata l’acquisizione di parte degli asset di McKesson da parte del Gruppo Phoenix. Con questa operazione di livello europeo, il Gruppo Phoenix ha rafforzato la sua posizione nel mercato italiano della salute, affiancando a un protagonista della distribuzione intermedia Comifar, il player nel settore Farmacie Admenta.
Al fine di strutturare e facilitare l’integrazione delle attività, il primo febbraio di questp’anno è stata costituita la Holding Phoenix Pharma Italia come capogruppo delle due realtà, e Joachim Sowada ha assunto l’incarico di Ceo.
Mauro Giombini ha lasciato la carica di presidente esecutivo del Gruppo Comifar. Si è infatti concluso l’ultimo tratto di un percorso cominciato trent’anni fa, durante il quale Giombini ha saputo costruire e consolidare la leadership di Comifar in Italia, e che lo ha visto nuovamente protagonista dal 2021 in vista di questa acquisizione da parte del Gruppo Phoenix.
Domenico Laporta e Roberto Porcelli sono stati nominati rispettivamente amministratore delegato del Gruppo Admenta e del Gruppo Comifar e l’avvocato Luca Sabelli, già presidente del Gruppo Comifar, ricoprirà la stessa carica anche in Admenta Italia.
“Con questo nuovo assetto il Gruppo Phoenix può fare più leva sugli asset e sulle competenze professionali di due eccellenti realtà”, dichiarano Laporta e Porcelli. “Il nostro obiettivo è avviare un piano di espansione e di investimenti che punti alla crescita in un mercato strategico per il Gruppo come quello italiano, con un focus particolare sul settore delle farmacie”.
Attualità 22 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Egualia: “Urgono interventi per garantire le forniture di antibiotici in Ue”
Prezzi, meccanismi di gara, stima dei fabbisogni: sono queste le tre leve su cui secondo l’AMR Industry Alliance – coalizione di oltre 100 aziende operanti nel settore delle biotecnologie, della diagnostica, dei generici e di quelli innovativi, istituita per dare risposte alla crisi globale della resistenza antimicrobica (AMR) – è necessario agire in fretta per garantire la sostenibilità della catena di fornitura degli antibiotici fuori brevetto in Europa.
Le indicazioni sono contenute nel Report “Strengthening the Sustainability of the Off-Patent Supply Chain”, realizzato per AMR dalla società
di consulenza internazionale CRA Charles Rivers Associates tenendo conto del fatto che il settore non protetto da brevetto produce e fornisce in Europa la maggior parte degli antibiotici necessari per controllare le infezioni batteriche.
Ribadendo i temi già affrontati nella lettera aperta inviata da Medicines for Europe al Parlamento e alla Commissione UE sulle misure per contrastare il rischio di nuove criticità, secondo il Report per rispondere al problema delle recenti carenze registrate nelle catene di fornitura europee servono con urgenza: nuove politiche di prezzo che
riflettano il valore degli antibiotici essenziali, abbandonando il riferimento esclusivo al prezzo minimo; politiche di appalto sostenibili che premino più aggiudicatari, riducendo così i rischi di carenze (accordi quadro); miglioramento della predittività nell’evoluzione epidemiologica stagionale, per rendere la produzione di antibiotici adattabile al soddisfacimento dei picchi di domanda del mercato. “La carenza di antibiotici registrata questo inverno è stata un perfetto esempio delle lacune politiche delle politiche di prezzo e rimborso che rendono la fornitura di antibiotici così fragile”, commen-
ta il direttore generale di Medicines For Europe, Adrian van den Hoven. “Per anni le politiche si sono basate solo sul prezzo più basso, con regole di gara restrittive. Entrambe le politiche hanno alimentato il consolidamento del mercato, rendendo difficile rispondere a picchi improvvisi della domanda. Abbiamo anche bisogno di una migliore previsione delle malattie in Europa per pianificare meglio la produzione prima delle stagioni infettive. Questi problemi devono essere affrontati nella prossima revisione della legislazione farmaceutica dell’UE per combattere la resistenza antimicrobica”.
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Attualità
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Appuntamenti
SPS Italia: spazio a tecnologie intelligenti e sostenibili
Qui sopra, un momento della presentazione di SPS Italia nella sede di MADECompetence
Center 4.0 a Milano
Per presentare una fiera “innovativa per vocazione” non c’era probabilmente location più adatta che il MADE Competence Center di Milano, laboratorio dell’industria del futuro e luogo di formazione di competenze 4.0. L’innovazione, evocata dal claim scelto da SPS
Italia (Smart Production Solutions) per l’edizione 2023 (23-25 maggio a Parma), trova le basi nello scambio di esperienze, nella capacità di ascoltare
il mercato e offrire contenuti e spunti d’interesse a tutti i livelli della filiera. In vista dell’undicesima edizione della fiera dell’automazione e del digitale per l’industria intelligente e sostenibile, Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia, ha introdotto così la conferenza dello scorso fine gennaio, di fronte a una folta platea di rappresentanti delle aziende espositrici, del comitato scientifico, delle associazioni, del competence center, dell’università e della stampa di settore: “Il 2022 lo hanno definito l’anno che ha
conosciuto la permacrisi, viste le crisi continue che si sono innestate l’una nell’altra. Eppure se guardiamo all’industria e al PIL italiani rileviamo una crescita notevole, con il ruolo trainante della manifattura, che è il mondo attorno a cui ruota l’esperienza di SPS. Siamo dunque ottimisti e guardiamo alla fiera di maggio come un momento cruciale per l’innovazione delle nostre imprese, per scoprire le tecnologie abilitanti per la fabbrica, conoscere i nuovi trend, confrontarsi sulla trasformazione green e digitale del manifatturiero”.
24 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
a cura di Alessandro Bignami
Nel mese di maggio a Parma andrà in scena l’undicesima edizione della fiera dell’automazione e del digitale per l’industria, che prevede una partecipazione paragonabile al pre-pandemia. Una nuova area sarà dedicata all’innovazione sostenibile.
La ripartenza delle fiere è un ulteriore ragione di ottimismo per il 2023, che ha rivisto le iniziali previsioni di recessione. Intanto SPS si prepara a sbarcare anche negli Stati Uniti, prima a Chicago come parte di IMTS dal 9 al 14 settembre 2024, e l’anno successivo con un evento indipendente ad Atlanta, dal 23 al 25 settembre 2025, che avrà poi cadenza biennale.
Ha fatto gli onori di casa Marco Taisch, presidente di MADE - Competence Center 4.0: “Siamo in un luogo particolarmente adatto alla presentazione di SPS, dato che MADE nasce proprio per essere al servizio dell’innovazione e dell’industria. Penso alle fiere non solo come occasione di incontro fra domanda e offerta, ma anche di crescita culturale per il Paese, riflessione sul futuro del nostro tessuto economico e industriale”.
Greta Moretto, Marketing, Communications Event Director di Messe Frankfurt Italia ha ricordato che “SPS si sta affermando sempre di più come la fiera delle tecnologie intelligenti e sostenibili, che vive da protagonista la svolta culturale a sostegno della transizione”.
Daniele Lo Pizzo, Show Director di SPS Italia, ha rivelato che a fine gennaio gli espositori erano già aumentati del 20% rispetto alla precedente edizione, avviando il ritorno ai numeri pre-pandemia: “I padiglioni occupati saranno sei, con una nuova area dedicata alle soluzioni per l’innovazione sostenibile. È stata inoltre sviluppata un’app che mette a disposizione del visitatore una guida ragionata per orientarsi nella fiera secondo i propri settori d’interesse”. Sulla digitalizzazione delle imprese come processo continuo si è soffermato Andrea Bianchi, presidente di Anie Automazione, che ha poi insistito su alcuni dati rappresentativi del mercato: “La nostra associazione conferma la sua partecipazione a SPS Italia attraverso diverse iniziative. Accanto alla presenza istituzionale, con uno stand dedicato, svilupperemo nelle tre gior-
nate un percorso tecnologico attraverso una serie di eventi organizzati a cura dei nostri gruppi di lavoro oltre a un’importante collaborazione con la OPC-UA Foundation. Il 2022 è stato complesso ma anche ricco di soddisfazioni con il mercato in crescita di oltre il 20% secondo le ultime stime; pur senza dimenticare l’incertezza generale, i soci si esprimono con toni positivi e ipotizzano una piccola ulteriore crescita per il 2023. Confidiamo nella conferma delle aliquote del Piano Transizione 4.0 e nel miglioramento delle condizioni geopolitiche che hanno inciso in modo sensibile sulla disponibilità di materiali e sui costi dell’energia”.
Innovativa per vocazione
Sei padiglioni accolgono il meglio delle tecnologie dell’automazione a servizio della trasformazione dell’industria in ottica 4.0.
L’area District 4.0 con demo funzionanti e casi applicativi illustra le potenzialità delle soluzioni di Digital&Software, Robotica e Meccatronica, Additive Manufacturing. Alle aree tematiche già consolidate se ne aggiunge una nuova, che vuole offrire al visitatore un percorso dimostrativo sulle soluzioni più innovative e sostenibili.
L’automazione che avanza ed evolve si trasforma per rispondere alle esigenze odierne dell’industria manifatturiera. Un percorso che consentirà al visitatore di soffermarsi sui temi della soste-
nibilità, circolarità e flessibilità. L’area “Sustainable Innovation” valorizzerà il ruolo delle smart production solutions con le tre principali accezioni: automazione al centro della sostenibilità; digitale come tecnologia a supporto della sostenibilità; tecnologie emergenti per la sostenibilità. La tematica sarà centrale nel palinsesto convegnistico, oltre che in occasione della tavola rotonda inaugurale anche nei convegni scientifici, insieme a 5G, additive manufacturing e cyber security. Per favorire e migliorare l’esperienza del visitatore rispetto all’offerta saranno disponibili sulla app ufficiale della fiera dei percorsi che aiuteranno ad orientarsi creando un itinerario ad hoc basato su settori di applicazioni o tecnologie abilitanti di interesse. Un percorso Sostenibilità sarà inoltre dedicato alle soluzioni di automazione e digitale più ecofriendly esposte in tutto il quartiere. l
Sei padiglioni accoglieranno il meglio delle tecnologie dell’automazione a servizio della trasformazione dell’industria in ottica 4.0
Febbraio/Marzo 2023 RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 25
Appuntamenti
A Pharmap 2023 le sfide e le strategie dell’industria farmaceutica
Design e ottimizzazione della supply chain, soluzioni di confezionamento per la sicurezza e la protezione del marchio, tecnologie efficienti per la produzione continua e trasformazione dei prodotti farmaceutici con sistemi robotici e AI. Saranno questi i temi in evidenza a Pharmap 2023 (Pharmaceutical Manufacturing and Packaging Congress). Il congresso riunirà l’intera catena del valore dell’industria farmaceutica il 12 e il 13 giugno a Ginevra, in Svizzera. Pharmap è un evento annuale dedicato allo sviluppo delle tendenze in corso nel settore farmaceutico. Offre ai partecipanti l’opportunità sia di trovare soluzioni all’avanguardia sia di stabilire nuove partnership. Fra le aziende presenti figurano Bayer, Zentiva, Pfizer, Merck, Novartis e WuXi Biologic Germany. “Lavorare con il mio personal manager mi ha sorpreso positivamente”, ha commentato
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19-21 aprile 2023
Tokyo, Giappone www.cphi.com/japan/en/learn.html
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4-10 maggio 2023
Duesseldorf, Germania
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Packaging Première
16-18 maggio 2023
Milano
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OMC
23-25 maggio 2023
Ravenna www.omc.it
Kiefer Eaton di Basetwo, all’indomani della precedente edizione. “È stato di grande aiuto nel coordinare uno dopo l’altro gli incontri b2b. Ha seguito la mia squadra per accertarsi che avessimo delle conversazioni realmente produttive“.
Il Congresso inoltre ha una fitta agenda di incontri. Il programma su due giorni include varie modalità di interazione: panel di discussione, sessioni e tavole rotonde.
“Ho preso parte alla sessione relativa all’Industria 4.0”, ha sottolineato Alessandro Cassetti di Jansenn (Johnson & Johnson). “Un argomento davvero interessante per me, perché è legato all’innovazione che stiamo apportando nella produzione continua. La sessione ha messo in collegamento i due aspetti, che devono muoversi in parallelo”.
In sintesi, l’agenda di Pharmap 2023 si con-
Mecfor
23-25 maggio 2023
Parma
www.spsitalia.it
SPS Italia
23-25 maggio 2023 Parma
www.spsitalia.it
Expoquimia
30 maggio - 2 giugno 2023 Barcellona, Spagna
www.expoquimia.com
The 15th Mediterranean Chemical Engineering Congress
30 maggio - 2 giugno 2023
Barcellona, Spagna
www.firabarcelona.com
PHARMAP (The Pharmaceutical Manufacturing and Packaging Congress)
12-13 giugno 2023
Ginevra, Svizzera
www.pharmap-congress.com
Solids
14-15 giugno 2023 Parma www.solids-parma.de/it
Plast
5-8 settembre 2023
Milano
www.plastonline.org
ILMAC
26-28 settembre 2023
Basilea, Svizzera
www.ilmac.ch
Powtech
26-28 settembre 2023
Norimberga, Germania
www.powtech.de
CPhI Barcelona
24-26 ottobre 2023
Barcellona, Spagna
cphibarcelona.bnetwork.com
mcT Petrolchimico
23 novembre 2023
Milano
www.mctpetrolchimico.com
centrerà su questi temi: sfide e strategie per la trasformazione del settore farmaceutico nel periodo 2020-2023; ottimizzazione della filiera farmaceutica; requisiti GMP nelle linee guida delle autorità regolatorie; ottimizzazione dei costi e produzione agile; anticontraffazione dei prodotti farmaceutici e protezione del marchio; la rivoluzione digitale nella produzione di medicinali; il Pharma 4.0; la conversione a un mondo “batch-less” attraverso la produzione continua.
Pharmexpo
24-26 novembre 2023
Napoli
www.pharmexpo.it
Analytica
9-12 aprile 2024
Monaco, Germania
www.analytica.de
IVS
15-16 maggio 2024
Bergamo
www.industrialvalvesummit.com
Achema
4-10 giugno 2024
Francoforte, Germania
www.achema.de
Pharmintech
27-30 maggio 2025
Milano
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Appuntamenti 26 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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Appuntamenti
Interpack torna a plasmare il futuro del packaging
Dopo il lungo stop per la pandemia, la fiera ospiterà a Düsseldorf oltre 2.700 espositori in tutti i 18 padiglioni.
a cura di Alessandro Bignami
Ci sarà ancora una volta tanta Italia a Interpack, la più grande mostra internazionale per l’industria del packaging, che torna a riempire i padiglioni di Düsseldorf, dal 4 al 10 maggio 2023, dopo ben sei anni, essendo saltata l’edizione del 2020 per la pandemia. Sarà infatti seconda solo a quella tedesca, e non di molto, la presenza degli espositori italiani, 408 rispetto ai 550 dei padroni di casa. Il settore è in fermento alla vigilia in di un appuntamento che prefigura grandi numeri: circa 2700 espositori distribuiti su 18 padiglioni, per una superficie complessiva pari a
37 campi di calcio. Si punta dunque alla continuità con il 2017, quando gli espositori furono 2866 per 55 paesi e i visitatori 170.899 da 169 paesi. A presentare la fiera a Milano c’erano Thomas Dohse, direttore di Interpack, e Richard Clemens, managing director della VDMA, l’associazione della meccanica tedesca che è partner della manifestazione. “Per comprendere l’importanza della partecipazione italiana basti pensare che l’azienda di maggiori dimensioni che espone in fiera è il gruppo IMA”, ha detto Dohse ai giornalisti della stampa tecnica. Richard Clemens ha rivendicato la scelta di questi anni di non ricorrere alle fiere virtuali: “Avremmo potuto seguire quel trend ottimiz-
zando i costi, ma non era la nostra strada. Gli uomini sono esseri sociali e l’incontro di persona nel corso di una fiera è insostituibile”. Il Covid ha cambiato molte dinamiche e accelerato i cambiamenti, ha dichiarato Clemens. “Per il packaging sembravano aprirsi scenari di crisi, per i problemi sulle catene di fornitura, causati dalla carenza di componenti e di materiali, e soprattutto per l’affermarsi di una ideologia contraria agli imballaggi. Durante la pandemia è stata invece riscoperta l’importanza del packaging nel mantenere le condizioni igienico sanitarie del prodotto, soprattutto se alimentare. Un’altra forte spinta è arrivata dall’imballaggio dei prodotti disinfettanti. Ora l’attenzione è ri-
La tecnologia made in Italy sarà una grande protagonista, con una rappresentanza inferiore solo alla Germania.
volta alle nuove direttive della Comunità europea, ma il settore mostra vitalità. È importante che i paesi europei adottino una strategia comune per affrontare la concorrenza globale. Teniamo presente che Germania e Italia sono i maggiori costruttori al mondo di macchine per il packaging”.
I trend: connettività, sicurezza e sostenibilità
Interpack attira l’attenzione sui più importanti trend del momento, connettività, sicurezza e sostenibilità, e sull’impatto che avranno sul futuro di un settore in continuo mutamento come quello del packaging. “Condizioni come la carenza di risorse, le interruzioni e i ritardi lungo la supply chain rappresentano un’importante sfida per il settore, ma allo stesso tempo la domanda crescente, le nuove tecnologie e una maggiore consapevolezza sul tema della sostenibilità ci offrono la possibilità di fare grandi passi in avanti”, ha sostenuto Thomas Dohse. “Interpack è lo spazio in cui si plasma il futuro del settore a livello internazionale”.
All’interno di Interpack 2023, gli ospiti e i visitatori del settore alimentare troveranno tutti gli espositori raccolti in un’unica area. Lo stesso varrà per il settore bevande, dolciumi, prodotti da forno, per quello farmaceutico, cosmetico, non-alimentare e dei prodotti industriali.
Un’organizzazione precisa e attenta, resa possibile da un nuovo concept alla base dei padiglioni espositi che verrà implementato per la prima volta. Le altre sezioni, nello specifico materiali e prodotti per l’imballaggio, macchinari per etichette e timbri, produzione dei materiali di imballaggio e soluzioni con stampa integrata, sono raccolte a loro volta in un’area dedicata. Interpack rappresenta una fonte di stimolo per concetti e visioni innovativi, e li sostiene con un programma in continua espansione. Sono previsti diver-
si dibattiti specialistici e iniziative, ad esempio le giornate a tema, che permettono ai visitatori di ricevere e raccogliere solo le informazioni per loro rilevanti.
La nuova edizione si concentrerà soprattutto su quattro aree: economia circolare, gestione risorse, tecnologie digitali e sicurezza dei prodotti. Ma Interpack non si limita agli spazi della fiera. La piattaforma per la comunicazione digitale Tightly Packed è in continuo aggiornamento per fornire informazioni accurate su nuovi sviluppi, best practice e trend di settore.
Le prospettive del confezionamento farmaceutico e cosmetico
I settori farmaceutico e cosmetico presentano eccellenti prospettive di sviluppo, soprattutto in considerazione dei trend demografici globali. L’applicazione di requisiti sempre più elevati per lo sviluppo di nuovi farmaci ha rappresentato una spinta anche per coloro che si occupano di sistemi e macchinari per l’imbottigliamento e l’imballaggio dei medicinali. Le aziende farmaceutiche sono alla ricerca di soluzioni universali e applicabili su larga scala, e potranno trovarle dal padiglione 15 al 17, dedicati a procedure e tecnologie per il packaging di farmaci e cosmetici. I visitatori troveranno stand di realtà come IMA Industria Macchine, Gruppo Marchesini, Optima Packaging Group, Romaco Holding, Körber Medipak Systems e aziende parte di Excellence United. Macchinari e processi di produzione per l’imballaggio di prodotti farmaceutici e cosmetici sono per definizione soggetti a rigidi protocolli su sicurezza, contraffazione e tracciabilità. I prodotti di bellezza, inoltre, sono anche al centro delle iniziative per la sostenibilità. Una delle aree più importanti di Interpack è quella che include i padiglioni 7, 7a, 8 e 10. È qui che troverà spazio circa un terzo di tutti gli espositori, con materiali di imballaggio e prodot-
ti finiti. Dedicata non solo agli utenti del settore, è la più grande presentazione al mondo dedicata al packaging, ai materiali e agli strumenti per imballaggi. È questo che rende l’evento tedesco davvero unico. Lo spazio raccoglie qualsiasi tipologia di materiale e un alto numero di prodotti innovativi, sia in termini di sostenibilità che di risparmio delle risorse. La ricerca si concentra sull’uso di nuovi materiali e materie prime sostenibili, oppure su come aumentare la percentuale di materiale riciclato presente negli imballaggi.
Questi padiglioni ospitano un alto numero di aziende da tutto il mondo, tra cui Sappi Europe, Sonoco, Mayr Melnhof Packaging, Berry Global, Schütz GmbH, il gruppo S.I.T. o Seda International Packaging. l
A Interpack, dal 4 al 10 maggio 2023, esporranno circa 2700 aziende distribuite in tutti i 18 padiglioni di Messe Düsseldorf, per una superficie complessiva pari a 37 campi di calcio (Foto Messe Düsseldorf, Constanze Tillmann)
Febbraio/Marzo 2023 RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 29
Appuntamenti
La prima di Save a Bergamo
Save prosegue il proprio percorso di crescita e raddoppia gli appuntamenti 2023 con l’evento verticale Save Bergamo, una giornata densa di incontri e business dedicata ai temi dell’automazione industriale e di processo, della strumentazione, della sensoristica, delle tecnologie 4.0, del condition monitoring e manutenzione impianti. Non era da poco che Save pensava al distretto di Bergamo, ma la pandemia e il conseguente lockdown hanno fatto slittare i programmi di organizzazione dell’evento. La presenza dell’aeroporto adiacente alla fiera, l’Innovation District Kilometro Rosso a pochi passi
Al
e la posizione contigua a Milano e Brescia a comprendere uno dei distretti industriali allargati più dinamici del Paese (oltre che strategico per il Nord Italia) sono tra i fattori che hanno fatto scegliere Bergamo quale migliore spazio per l’evento.
A maggior ragione dopo la crescita delle varie filiere dei distretti lombardi tra il 2021 e il 2022, con valori di produzione ed export che già alla fine del 2021 avevano superato i valori pre-pandemici.
Lo sviluppo accelerato della integrazione dei beni fisici con le tecnologie digitali continua a interessare e coinvolgere tutte le funzioni aziendali e in parti-
colare gli stabilimenti e le fabbriche, chiamate a conseguire obiettivi non solo di competitività economica e qualitativa, ma anche di sostenibilità ed efficienza con la conversione e passaggio dalle energie tradizionali alle rinnovabili, dalla salvaguardia ambientale alla
valorizzazione del green. In questo contesto cresce anche l’importanza del contributo del 4.0, declinato sulle innovazioni produttive connesse alle tecnologie abilitanti, perché il passaggio determina un salto di qualità rilevante sinergico e integrato.
Simposio AFI la filiera della salute come motore dello sviluppo
Dal 7 al 9 giugno 2023 si svolgerà a Rimini la 62esima edizione del Simposio AFI. Il convegno coinvolge da oltre 60 anni gli interlocutori del settore farmaceutico a livello internazionale, confermandosi di anno in anno un essenziale momento di incontro e di scambio tra i protagonisti della ricerca scientifica e le aziende. Ogni edizione si distingue per un tema specifico sul quale si svolgono le sessioni di approfondimento, che rappresentano un’occasione di aggiornamento. Si articola in più sessioni scientifiche e prevede inoltre degli spazi dedicati a:
- Workshop con aziende del settore;
- La piazza delle startup, per le giovani realtà del mondo farma-biotech e dei dispositivi medici e diagnostici, con l’obiettivo di creare un network con le imprese del mondo farmaceutico;
- La piazza delle donne del pharma, dedicata alle sempre più numerose donne che ricoprono posizioni di responsabilità e di prestigio in tutti gli step dello sviluppo di nuovi farmaci e tools diagnostici;
- Sessione Poster, nella quale ha luogo la presentazione orale di poster su lavori originali, industriali e accademici in merito all’ideazione, lo sviluppo, la
produzione, la protezione della proprietà intellettuale, la sperimentazione clinica, gli aspetti regolatori e l’impiego terapeutico, soluzioni innovative in controllo e assicurazione qualità; al poster risultato più interessante ed innovativo, a giudizio di un comitato di esperti nominato da AFI, verrà conferito un premio di 500 euro, istituito dalla dottoressa Maria Luisa Nolli in memoria del dottor Luigi Cavenaghi. La grande novità di quest’anno sarà la nuova planimetria espositiva, che renderà la visita dinamica e personalizzata. l’area espositiva si affiancherà come da tradizione a contenuti scientifici di stretta attualità, sui quali il comitato organizzatore sta lavorando.
“Usciamo da una pandemia che ha evidenziato in modo ancora più incisivo che senza salute non c’è economia né vita sociale”, commenta l’Associazione Farmaceutici Industria. “La filiera della salute dà forza all’intero Paese garantendo occupazione di qualità, investimenti in ricerca e nelle tecnologie innovative, con punte di eccellenza nei farmaci biotech, nelle terapie avanzate, negli studi clinici”.
All’evento parteciperanno come da tradizione relatori provenienti dalle istituzioni, dall’industria, dall’accademia e dalle associazioni di settore.
Appuntamenti 30 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
23-25 MAGGIO 2023 PARMA
Prototipi per la tracciabilità e l’aderenza terapeutica
Bormioli Pharma, player internazionale nella produzione di packaging farmaceutico e dispositivi medici, ha partecipato a Pharmapack Europe di Parigi a inizio febbraio con un’offerta di prodotti di qualità, innovativi, sostenibili e corredati da dati a supporto, riaffermando il proprio posizionamento come partner solido e affidabile per l’industria farmaceutica.
Più in dettaglio, Bormioli Pharma ha presentato al mercato dei prototipi che rispondono alle crescenti richieste di connettività, tracciabilità e aderenza terapeutica. Ha introdotto un concept destinato ai farmaci oftalmici, un nebulizzatore (OptiMist) in grado di somministrare le terapie riducendo al minimo gli sprechi e rendendo la somministrazione semplice e controllabile attraverso un’app installata sugli smartphone. Questo prototipo è il risultato di un processo di open innovation volto a intercettare e rispondere ai bisogni emergenti dei pazienti. L’azienda ha presentato anche un dispositivo medico IoT a controllo intelligente (MediClicker), che facilita la somministrazione dei farmaci, e una soluzione multi-tecnologica di tracciabilità (Trax) in grado di memorizzare le informazioni lungo la catena di fornitura e leggibile sia da sistemi industriali, sia dai dispositivi degli utenti finali.
Pharmapack Europe è stata anche l’occasione per proporre l’ampia offerta di packaging primario per il settore farmaceutico di Bormioli Pharma, con un focus particolare sulle soluzioni in plastica a basso impatto ambientale – in rPET, rHDPE, Green PE, PP, Carbon Capture PET – già commercializzate nella gamma EcoPositive. Adatta per usi farmaceutici, nutraceutici e per integratori alimentari, questa gamma comprende – come prodotti industriali – 3 diverse linee di soluzioni di packaging responsabile, basate su 3 strategie di sostenibilità, su cui Bormioli Pharma è all’avanguardia:
• Regenerate: imballaggi in vetro e plastica riciclati dalla raccolta differenziata di prima scelta;
• Renew: imballaggi in bioplastica derivati da fonti rinnovabili;
• Reloop: prodotti in vetro e polimeri avanzati realizzati con materiali riutilizzabili all’infinito.
“L’IoT e la sostenibilità stanno giocando un ruolo sempre più importante nel settore sanitario, cambiando il modo in cui concepiremo il packaging farmaceutico tra qualche anno”, ha commentato Andrea Lodetti, CEO di Bormioli Pharma.
Farmaco long-acting per il trattamento del disturbo da uso di oppioidi
Camurus e Molteni hanno concordato i termini per la distribuzione e la vendita di Buvidal®, farmaco a base di buprenorfina a rilascio prolungato per il trattamento della dipendenza da oppioidi in Italia.
Camurus è esperta nello sviluppo di sistemi avanzati di somministrazione di farmaci e di prodotti medicinali innovativi per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Basandosi sulla tecnologia proprietaria FluidCrystal®, la missione di Camurus è sviluppare trattamenti innovativi a lunga durata d’azione con l’obiettivo di migliorare significativamente la vita delle persone affette da malattie gravi e croniche.
Molteni è specialista nel settore dei trattamenti con oppioidi in Europa, ed è im-
pegnata nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni per il trattamento delle dipendenze e del dolore da moderato a grave, per salvaguardare la qualità della vita dei pazienti e l’accesso ai prodotti. Molteni detiene inoltre i diritti europei della tecnologia ProNeura™ in relazione a un farmaco specifico per il trattamento della dipendenza da oppioidi, Sixmo®, trattamento a lunga durata d’azione di sei mesi dall’applicazione già commercializzato da Molteni.
“L’accordo con Molteni è un passo importante per rendere Buvidal disponibile per i pazienti con dipendenza da oppioidi in Italia”, dichiara Fredrik Tiberg, Ceo di Camurus. “Molteni ha un forte impegno e una storia al servizio dei pazienti affetti da questa patologia grave e pericolosa
per la vita ed è un partner eccellente per Camurus e Buvidal in Italia”.
“Siamo lieti di collaborare con Camurus per un nuovo e promettente trattamento per i pazienti dipendenti da oppioidi”, commenta l’amministratore delegato di Molteni, Bruno de Bortoli. “Crediamo che l’eccezionale impegno dimostrato da entrambe le parti fin dall’inizio dei nostri contatti contribuirà in modo significativo a far emergere una nuova consapevolezza da parte dei pazienti nell’affrontare questa invalidante patologia. L’accordo tra Camurus e Molteni offre una partnership sinergica per massimizzare il valore di entrambi i prodotti Buvidal e Sixmo come trattamenti innovativi a lunga durata d’azione per la dipendenza da oppioidi in Italia”.
32 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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Un modello organizzativo basato sul coinvolgimento dei dipendenti
Unifarco, protagonista in Italia nello sviluppo, nella produzione e nella distribuzione alle farmacie di prodotti cosmetici, nutraceutici, dermatologici, dispositivi medici e make-up, comunica l’avvenuta firma del quarto contratto integrativo con le rappresentanze sindacali.
Il modello di Unifarco si basa sul coinvolgimento e la partecipazione attiva dei dipendenti alle performance aziendali. Con l’Osservatorio aziendale e dei gruppi di lavoro, l’azienda organizza momenti di ascolto attivo, condivisione di informazioni e idee. Questi momenti sono utili per formare le decisioni manageriali e alimentare un senso di comunità e partecipazione alla vita societaria. Tra i gruppi più importanti si evidenziano quello relativo alla “formazione e responsabilità sociale” e quello dedicato alla “salute e sicurezza”.
Confermato altresì il modello della flessibilità organizzativa tramite l’applicazione delle clausole elastiche che offrono margini di manovra per adeguare l’orario di lavoro all’effettivo carico.
I frutti di queste performance sono condivisi con tutti i lavoratori attraverso il premio di partecipazione che può superare i 3.000 euro per ciascun dipendente.
Il pacchetto relativo alle misure di welfare è in progressiva crescita e include, tra le altre iniziative, rimborso per testi scolastici, rette per l’asilo nido e i centri estivi, buoni spesa natalizi, progetto benessere 365 che prevede un’alimentazione salubre in mensa, attività sportiva post lavoro.
Unifarco continua altresì a garantire un fondo per aiutare i dipendenti in situazioni di necessità e ha stanziato 10.000 euro annui per borse di studio finalizzate a incoraggiare i percorsi accademici dei figli dei propri dipendenti.
“Siamo orgogliosi di questo rinnovo contrattuale che conferma e rinforza il modello di partecipazione e coinvolgimento che caratterizza la nostra realtà”, commenta Luigi Rampino HR Director di Unifarco.
Collaborazione italo-tedesca per lo sviluppo di immunoterapie
CheckmAb Srl annuncia un accordo di collaborazione con la società tedesca Boehringer Ingelheim per lo sviluppo di nuove immunoterapie per i malati oncologici. Checkmab darà in licenza esclusiva un anticorpo monoclonale da utilizzare in una vasta gamma di tumori.
CheckMab, che nasce come spin off dell’Università degli Studi di Milano, è un esempio di come la ricerca traslazionale condotta in Università possa tradursi in iniziative imprenditoriali di successo e possa contribuire allo sviluppo di nuove opzioni terapeutiche.
Negli ultimi anni, l’immunoterapia con anticorpi specifici per inibitori dei checkpoint immunologici ha rappresentato una vera rivoluzione nella cura dei tumori. Questi importanti farmaci sono però efficaci solamente in una minoranza di pazienti e possono causare gravi effetti collaterali immunomediati che ne limitano l’uso.
L’anticorpo sviluppato da Checkmab colpisce in maniera selettiva una sottopolazione di linfociti T (i T regolatori che sopprimono la risposta immunitaria che eliminerebbe il tumore) che infiltrano il tessuto tumorale. Pertanto questa immunoterapia di precisione, che non coinvolge altri linfociti al di fuori del tumore stesso, dovrebbe evitare i gravi effetti collaterali immunomediati che limitano l’uso delle attuali terapie basate su anticorpi contro inibitori dei checkpoint immunologici (che eliminano la soppressione non solo nell’ambiente tumorale ma anche in tessuti normali).
La nuova collaborazione rafforza ulteriormente il settore di immuno-oncologia di Boehringer Ingelheim, multinazionale europea del farmaco, che ha l’obiettivo di curare un’ampia gamma di tumori per migliorare la vita dei pazienti oncologici. “Non vediamo l’ora di lavorare con i ricercatori di Boehringer Ingelheim per trasferire le intuizioni di CheckmAb in nuove cure, così da migliorare la vita di chi vive con un tumore”, afferma Renata Grifantini, direttore scientifico di Checkmab. “Questo accordo è la prima collaborazione strategica di CheckmAb riguardante una delle sue molecole e ha il potenziale per consentire lo sviluppo di nuove immunoterapie per diversi tipi di tumore”.
I fondatori di Checkmab sono Sergio Abrignani e Massimiliano Pagani, due professori dell’Università degli Studi di Milano.
34 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Industria farmaceutica
La sede di Unifarco a Santa Giustina (BL)
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Kit per supportare lo sviluppo di terapie a base di RNA
Il progetto Polirna del Politecnico di Torino ottiene l’ERC della Commissione Europea per lo sviluppo di innovativi kit per la ricerca di terapie a base di RNA finalizzate al trattamento di malattie cardiache e neuromuscolari.
Recentemente, le terapie a RNA hanno suscitato un enorme interesse grazie all’impiego come trattamento innovativo di diverse patologie legate al fegato e nella vaccinazione contro il Covid-19. Tuttavia, il potenziale terapeutico delle terapie a RNA nel trattamento di altre patologie, come le malattie legate all’età, le malattie genetiche rare e le patologie infettive, è ancora largamente inesplorato e oggetto di grande interesse per la ricerca.
Il progetto Polirna (Kits for advanced polymer-lipid nanocarriers for targeted delivery of RNAs to cardiac and skeletal muscle cells) – sviluppato dalla professoressa Valeria Chiono del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS del Politecnico di Torino – propone una nuova piattaforma versatile di nanocarrier per il rilascio sicuro ed efficiente di molecole di RNA alle cellule bersaglio del tessuto cardiaco e muscolare scheletrico. I nanocarrier saranno in forma di “kit per la ricerca”, per la validazione preclinica in vitro e in vivo di nuove molecole di RNA. Polirna supporterà la ricerca di nuove terapie a base di RNA per il trattamento di patologie quali lo scompenso cardiaco e le malattie neuromuscolari.
Un finanziamento di 150mila euro Grazie al carattere innovativo e al potenziale grande impatto di questo progetto, la professoressa Chiono è stata selezionata tra i 90 progetti beneficiari del contributo ERC PoC-2022 da parte dello European Research Council della Commissione Europea: la sovvenzione è finalizzata alla realizzazione di “Proof of Concept”, cioè di prototipi dimostrativi per esplorare il potenziale commerciale o sociale dei progetti di ricerca di frontiera e riceverà un finanziamento di 150 mila euro, quale parte del programma di ri-
cerca e innovazione Horizon Europe dell’Unione Europea.
Il limite principale allo sviluppo di nuove terapie a base di RNA consiste ad oggi nella mancanza di vettori efficaci e sicuri per il rilascio di RNA alle cellule bersaglio. Le nanoparticelle lipidiche cationiche utilizzate nella ricerca preclinica, infatti, hanno problemi di citotossicità, sono scarsamente stabili in ambiente fisiologico e non consentono un rilascio mirato di RNA alle cellule bersaglio. Le nanoparticelle lipidiche approvate in clinica, invece, hanno una composizione che le rende sicure e biocompatibili, anche se meno stabili, ma non permettono il rilascio preciso di farmaco alle cellule di interesse.
“Le partnership di ricerca promosse dall’utilizzo dei nuovi kit di Polirna costituiranno la base per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche”, spiega la professoressa Chiono. “Questo lavoro, infatti, ha l’ambizione di facilitare lo sviluppo di nuove terapie a base di RNA per il trattamento dei pazienti affetti da scompenso cardiaco o da malattie rare neuromuscolari, in un secondo momento estendibile anche ad altre patologie, ad esempio oncologiche. Il progetto Polirna intende sviluppare nuovi nanocarrier, a base di polimeri e lipidi, per un rilascio efficace e sicuro di RNA a specifiche cellule bersaglio, modulando la loro funzionalizzazione superficiale. I nanovettori saranno sviluppati in forma di “kit
per uso nella ricerca”, per la preparazione di nanocarrier capaci di rilasciare efficacemente le molecole di RNA (in particolare del tipo siRNA e microRNA) ai cardiomiociti e alle cellule muscolari scheletriche, al fine di supportare la ricerca preclinica sulla medicina rigenerativa cardiaca e le malattie neuromuscolari. Lo sviluppo e la validazione della tecnologia beneficeranno della collaborazione con i maggiori esperti biologi e clinici dei due settori e con alcune aziende che supporteranno il percorso di traslazione della piattaforma dalla ricerca al mercato. Il progetto permetterà di rafforzare la proposta di valore della tecnologia Polirna rispetto alle attuali soluzioni presenti sul mercato e supporterà l’iter che porterà alla fondazione di una startup innovativa”.
Presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale DIMEAS del Politecnico la professoressa Chiono guida il Laboratorio Biorecar, in cui lavorano dottorandi e ricercatori post-dottorato con competenze multidisciplinari complementari. Il Laboratorio Biorecar offre un asset di ricerca multidisciplinare nel campo della rigenerazione tissutale, con particolare riferimento al tessuto cardiaco, sviluppando sistemi per il rilascio di RNA e modelli tissutali tridimensionali per la validazione preclinica delle nuove strategie terapeutiche ed è stato finanziato con 2 milioni di euro grazie al suo ERC Consolidator Grant.
36 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Ricerca
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Luca Belli nuovo ad di Andion per l’Europa
Andion Global, protagonista internazionale nella realizzazione di piattaforme di conversione di vari rifiuti organici in energia rinnovabile ha nominato Luca Belli alla carica di amministratore delegato per l’Europa, nella sede di Andion Italy a Milano.
“La consolidata esperienza di Luca Belli nel settore del biogas sarà per Andion una risorsa straordinaria in questo momento della nostra espansione”, ha dichiarato Phillip Abrary, CEO di Andion Global.
Prima di entrare in Andion Global, Belli è stato direttore operativo di Suez Italy. Nel corso di questa sua esperienza, Belli ha ricoperto il ruolo di direttore operativo. Inoltre, si è occupato della piattaforma di esecuzione dei contratti della divisione SES (Smart Environmental Solutions) e delle performance operative di Suez Italy nonché dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile per Suez in Italia. Belli ha maturato una vasta esperienza nel settore del trattamento rifiuti e del biogas sia in Italia che in Europa. In particolare, dal 2010 al 2017, Belli ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato presso Anaergia Europe Gmbh e Anaergia Srl.
Produzione di enzimi per etanolo di seconda generazione
Versalis, società chimica di Eni, ha acquisito la tecnologia per la produzione di enzimi per etanolo di seconda generazione da DSM, azienda globale focalizzata sui settori della salute, nutrizione e bioscienze. L’accordo ha una valenza strategica per Versalis in quanto si integra con la tecnologia proprietaria Proesa® che è applicata nello stabilimento di Crescentino per la produzione di bioetanolo sostenibile e di prodotti chimici da biomasse lignocellulosiche, e migliora la competitività della tecnologia e delle produzioni.
Gli enzimi sono fondamentali per la produzione di zuccheri di seconda generazione in quanto permettono la saccarificazione delle biomasse. Gli zuccheri di seconda generazione vengono poi trasformati, attraverso processi di fermentazione, in etanolo cellulosico –“bioetanolo advanced” – o in altri intermedi chimici. Il bioetanolo, prodotto attraverso la tecnologia Proesa, viene utilizzato per la formulazione di benzina con componente rinnovabile.
L’acquisizione di questa tecnologia rafforza il posizionamento di Versalis nella chimica da fonti rinnovabili e consente di rafforzare sia l’impianto di Crescentino, sia la tecnologia Proesa, dando un ulteriore impulso al percorso di decarbonizzazione della società chimica di Eni. Gli enzimi DSM sono stati già testati positivamente nei centri di ricerca di Versalis per un loro specifico utilizzo integrato con la tecnologia proprietaria Proesa. Inoltre, a partire dalla tecnologia acquisita, Versalis prevede di continuare le attività di ricerca per garantire ulteriori sviluppi in questo ambito.
Una guida per la transizione ecologica dell’industria chimica
La Commissione europea ha pubblicato le linee guida “The Chemical Industry Transition Pathway” (percorso di transizione dell’industria chimica) dove si identificano le azioni e le condizioni necessarie per realizzare la transizione verde e digitale e migliorare la resilienza del settore, in linea con la strategia industriale aggiornata della UE. Si tratta di un piano condiviso e sviluppato dalla Commissione europea in collaborazione con i Paesi della UE, l’industria chimica, le Ong e altri soggetti interessati.
Viene riportato un elenco di oltre 150 azioni, raggruppate in 26 argomenti, che devono essere attuate dalle parti interessate
entro un periodo di tempo concordato. Il documento integrale è disponibile sul sito del Cefic.
L’industria chimica, la quarta più grande industria dell’UE, svolge un ruolo chiave nella transizione europea; le sostanze chimiche, presenti in circa il 95% dei manufatti, so-
no alla base delle principali catene del valore in Europa.
“Il Chemical Industry Transition Pathway è un risultato unico: finora siamo l’unica industria ad alta intensità energetica ad avere un percorso dedicato per affrontare la transizione”, dichiara Martin Brudermueller, presidente di Cefic. “Il successo di questo percorso sarà determinante per il futuro della nostra industria in Europa per i prossimi decenni. Noi siamo pronti a fare la nostra parte per realizzarlo, lavorando accanto alla Commissione Europea, i governi degli Stati membri e il Parlamento europeo”.
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Progettare un futuro sostenibile per l’industria di processo
VTU Engineering persegue una “Sustainability by Design” partendo dalla selezione dei fornitori ed effettuando una valutazione dell’impatto ambientale dell’impianto già durante la fase di progettazione, con un’ottimizzazione preventiva dell’efficienza energetica e una riduzione dei consumi di materie prime e delle emissioni dei processi produttivi dell’installato finale.
Il concetto di “Green Engineering”, come inteso e sviluppato in VTU, consente di approcciare il tema della transizione ecologica ed energetica dell’industria in un senso veramente Globale, che implica quindi tutti gli aspetti della produzione e della costruzione di un impianto, fin dai primi disegni. Da tempo il gruppo VTU Engineering (oltre 1.200 dipendenti e 36 sedi nel mondo) sta integrando i servizi tradizionali dell’ingegneria con quelli legati in modo specifico alla sostenibilità, puntando sulla centralità della questione ambientale per l’industria dei prossimi anni, soprattutto nel settore farmaceutico e life sciences. Abbiamo avuto la possibilità di approfondire questi argomenti con Gianluca Pazzaglia, Head of operations di VTU Engineering Italia.
Ingegner Pazzaglia, può descriverci il concetto di green engineering
Engineering
40 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
di Alessandro Bignami
che oggi connota così fortemente la vostra attività?
“È un concetto che si riallaccia a quello più noto di Green Chemistry, ovvero una chimica ideata in modo da superare gli effetti potenzialmente nocivi dell’industria chimica tradizionale, per esempio adottando solventi meno tossici per l’uomo e l’ambiente, o definendo vie di sintesi più efficienti. In tal senso, noi applichiamo la Filosofia della Green Chemistry all’Ingegneria. La chimica verde, dunque, viene ampliata all’efficienza dei processi, all’ottimizzazione e al riutilizzo delle risorse, alla riduzione delle emissioni, in modo da affrontare in modo interdisciplinare il grande tema della sostenibilità, che ha tre volti: ambientale, sociale ed economico”.
In questo quadro si inserisce anche la transizione digitale e 4.0? “La digitalizzazione rappresenta uno dei tre asset fondamentali dello sviluppo attuale di VTU Engineering, insieme a sostenibilità e life sciences. L’evoluzione digitale ci consente di alzare ulteriormente la qualità dei processi. A livello ingegneristico, ci serviamo di diversi tool digitali, come i software di modellazione 3D per il piping e per il building, modelli BIM (Building Information Modelling, ndr) che consentono una visione virtuale dell’impianto nel suo insieme. Dal punto di vista del committente questo è un grande vantaggio, perché gli permette di osservare in tempo reale la gestione e l’avanzamento dei lavori e di dare il proprio contributo in modo diretto, senza dover consultare complessi documenti ingegneristici, con notevole risparmio di tempo per chi è impegnato nelle diverse attività dello stabilimento. Anche per questioni di approvvigionamento ci avvaliamo di strumenti digitali, che vanno a costitui-
re il Procurement 4.0, spesso utilizzato dai nostri stessi clienti. Oltre a offrire la completa tracciabilità delle operazioni, il Procurement 4.0 consente di relazionarsi con tutti i vendor attraverso un’unica interfaccia, in modo da poter confrontare in modo più omogeneo ed efficace le diverse soluzioni da essi proposte. Un approccio che può diventare strategico anche per la politica della sostenibilità”.
In che modo?
“La selezione del fornitore è un passaggio chiave per alzare il livello di sostenibilità non solo della propria azienda, ma del settore in generale. Un fenomeno simile si è già visto per quanto riguarda i certificati di Quality Management: per accedere alle vendor list delle grandi società, le aziende devono dimostrare (come previsto dai sistemi di qualità delle aziende committenti) di possedere determinate certificazioni relative ai propri sistemi di qualità, elevando in tal modo lo standard dell’intero settore e spingendo l’esigenza della qualifica lungo tutta la catena del valore. Ora questa logica si sta estendendo, anche se oggi ancora in maniera informale e slegata da logiche di certifi-
cazione, ai criteri della sostenibilità che stanno assumendo via via più rilevanza nella selezione dei vendor. In fase di preparazione dell’offerta, noi chiediamo ai fornitori di dimostrare il proprio impegno sostenibile, secondo diversi indicatori, che permettono di confrontare i fornitori fra di loro, ma anche le diverse soluzioni all’interno di un singolo fornitore. Nella green engineering è importante non solo l’impatto ambientale del processo di produzione, ma anche l’impatto della fase di costruzione dell’impianto stesso, l’impatto legato all’operation e anche l’effetto che può esserci su aspetti socio-economici, tutti legati al concetto di sostenibilità. Ecco perché c’è bisogno di una visione a 360 gradi”.
Gianluca Pazzaglia, Head of operations di VTU Engineering Italia
VTU Engineering (oltre 1.200 dipendenti e 36 sedi nel mondo) sta integrando i servizi tradizionali dell’ingegneria con quelli legati in modo specifico alla sostenibilità, puntando sulla centralità della questione ambientale per l’industria dei prossimi anni
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La sostenibilità di un settore può crescere dunque attraverso gli stimoli reciproci e le richieste rivolte ai fornitori. Richieste che immagino possano in parte cambiare a seconda dell’impianto da progettare…
“Sì, la Sostenibilità non è un concetto assoluto ma deve essere calibrata sulle caratteristiche del singolo progetto. Si pensi anzitutto al luogo dell’installazione. Costruire nel deserto non è come costruire nel Nord-Europa: le
mentale seguire fin dall’inizio un approccio globale e interdisciplinare alla sostenibilità, che coinvolga tutte le tecnologie e le discipline tecniche coinvolte, evitando così di dover intervenire quando l’impianto è già in esercizio. VTU Engineering Italia è l’EPCM contractor di questo progetto e ha potuto mettere in campo la sua capacità di visione globale su tutti gli aspetti ingegneristici: di processo, meccanico, elettrico, civile, strumentale, relativo all’HVAC e alla sicurezza antincendio... L’intervento riguarda sia gli impianti esistenti sia la realizzazione di nuovi building con l’installazione di tecnologie tipiche delle produzioni chimico-farmaceutiche – dai reattori alle centrifughe, dagli essiccatori ai separatori con resine sintetiche – in un contesto industriale di altissimo livello”.
Più in generale, le aziende farmaceutiche stanno mostrando sensibilità verso questo approccio, che pur richiede un maggiore investimento iniziale?
tenere vapore e calore solo con energia elettrica, arrivando all’azzeramento in loco delle emissioni legate alla attività industriale. Sappiamo che l’elettrificazione è un trend crescente e destinato a segnare il futuro, ma in campo industriale è ancora una scelta piuttosto estrema. Ecco perché, tornando alla domanda, penso che la sensibilità verso questi temi stia crescendo velocemente”.
Come vede la situazione per l’industria chimico-farmaceutica e di processo in Italia?
soluzioni per una gestione ottimale dell’acqua, dell’energia elettrica, delle materie prime o del suolo sono molto diverse. La scelta tecnica considerata sostenibile a una latitudine può esserlo molto meno ad un’altra”.
In Italia qual è il vostro impegno nel settore chimico-farmaceutico?
Il settore del Pharma è fra quelli che ci vede più attivi. In questo periodo stiamo seguendo, tra gli altri, un grande progetto in Italia, riguardante la produzione di principi attivi farmaceutici. Si tratta di un caso esemplare dell’applicazione dell’analisi di sostenibilità fin dalle prime fasi dell’ingegneria di base, anche perché il committente è estremamente attento alla questione ambientale. Per raggiungere il migliore risultato finale, è fonda-
“La mia esperienza mi porta a rispondere di sì, pensando anche a questo importante progetto in corso, in cui la sostenibilità ha rappresentato uno dei principali criteri di selezione della società di ingegneria. Oggi i meccanismi finanziari, la possibilità di ridurre i consumi e aumentare la sicurezza rendono comunque la sostenibilità una scelta conveniente, a cui si aggiungono i vantaggi in termini di immagine sul proprio mercato. Credo che i tempi siano maturi e che le imprese abbiano compreso il circolo virtuoso che la sensibilità ambientale riesce a innescare. Raccogliamo richieste che fino a pochi anni fa sarebbero state considerate improbabili o addirittura strane. Come quella di un’azienda che intende elettrificare al 100% il proprio stabilimento, inclusa la produzione industriale. Ciò significa per esempio ot-
“Gli ultimi due anni sono andati molto bene e tuttora il contesto è decisamente dinamico, la stessa VTU Engineering Italia è coinvolta in diversi progetti importanti. Occorre tuttavia un po’ di prudenza nel guardare alla continuazione del 2023, dato il complicato scenario internazionale. I prezzi energetici hanno probabilmente lasciato il picco alle spalle, ma sono ancora alti e potrebbero non incentivare l’avvio di investimenti significativi. Fanno eccezione le aziende più lungimiranti e attente all’ambiente, che portando avanti oggi progetti coraggiosi si troveranno domani con un netto vantaggio competitivo”.
VTU Engineering è dunque un partner di riferimento per la transizione verde dell’industria.
“Sì, crediamo che il trend legato alla sostenibilità, che è abbastanza recente, potrà fare la differenza nei prossimi anni. Da tempo il Gruppo vi sta dedicando importanti risorse economiche e umane e ha il merito di essersi strutturato meglio di altri per vincere questa sfida. Offriamo infatti servizi già in grado di integrare profondamente le attività tradizionali dell’ingegneria con quelle legate specificamente alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale dei produttori industriali”. l
42 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
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Tracciabilità dei blister fin dal packaging primario
La linea Unity 600 di Romaco Noack punta su sostenibilità, prestazioni elevate e affidabilità del processo. L’unità di trasferimento del monoblocco consente di tracciare i prodotti fin dalla confezionatrice primaria.
Con la linea blister Unity 600, Romaco Noack allarga la famiglia delle innovative macchine Unity. La nuova soluzione è all’avanguardia per sostenibilità, affidabilità del processo e prestazioni. Cuore pulsante del monoblocco è l’innovativo modulo di trasferimento che consente un numero di cicli notevolmente superiore offrendo maggiore flessibilità dei formati, tracciabilità ed efficienza energetica. La linea ad alta velocità a due canali si compone di una blisteratrice con saldatura a rullo e di un’astucciatrice a moto continuo e raggiunge una produzione massima di 600 blister o 350 astucci al minuto. Con una larghezza di fascia massima di 304 mm consente di lavorare in sicurezza blister lunghi fino a 145 mm e larghi fino a 90 mm.
Per tutte le applicazioni che necessitano di prestazioni ancora più elevate, la gamma Romaco offre la variante Unity 600 a tre canali con un rendimento massimo di 750 blister al minuto.
Efficienza energetica senza le pompe del vuoto
La linea Unity 600 trasferisce i blister all’astucciatrice attraverso un’unità di trasferimento che impila e trasla i prodotti in catena a cassetti. I blister vengono prelevati tramite vuoto generato da un sistema Venturi grazie al quale è possibile evitare di ricorrere alla pompa del vuoto tradizionale. Oltre a ridurre notevolmente la rumorosità, questo offre il vantaggio di limitare in modo significativo l’emissione di radiazioni termiche in camera bianca. Il sistema di aspirazione entra in funzione solo in presenza di prodotti da movimentare.
44 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Macchine
Trasferimento blister con l’encoder di Unity 600 di Romaco Noack
Nuove linee blister Unity 600 di Romaco Noack
In questo modo si evitano le perdite d’aria e si riduce apprezzabilmente la potenza assorbita.
Tracciamento continuo
L’innovativa unità di trasferimento prodotti di Unity 600 impila i blister dal basso verso l’alto nella quantità impostata nel formato a pannello e li trasporta in sicurezza, rendendo i processi stabili e precisi. In seguito, il trascinatore posiziona le pile di blister nella catena a cassetti dell’astucciatrice. In questo modo l’astucciatrice riceve solo pile complete. La compensazione degli spazi vuoti dovuti ad eventuali scarti viene mappata dal software che provvede alla traslazione dei soli quantitativi corretti di prodotti. Non è quindi più necessario implementare un caricatore blister manuale dato che il sistema automatizza il completamento delle pile anche in caso di scarti. Con questa soluzione di trasferimento altamente automatizzata Romaco Noack permette il tracciamento continuo delle confezioni blister fin dal packaging primario.
Riduzione dell’impatto ambientale Romaco sviluppa l’evoluzione di Unity 600 all’insegna del principio “evitare come prima scelta, se non possibile ridurre e infine compensare” che vuole abbattere l’impatto ambientale della linea blister durante le fasi di produzione come anche di funzionamento. Per questo l’impianto è stato dotato di un monitor che misura non solo il consumo di energia e di aria ma anche le emissioni di CO2 della macchina durante il processo produttivo. Le funzioni di stand-by intelligenti consentono una riduzione del carico di base senza impattare negativamente sull’efficacia totale dell’impianto (OEE). I componenti in alluminio ASI a basse emissioni di carbonio e i pannelli di protezione in vetro acrilico riciclato danno un ulteriore
contributo positivo al bilancio ecologico. Le piastre riscaldanti isolate della stazione di formatura blister riducono inoltre la dispersione di calore nell’ambiente di confezionamento primario. In più, l’astucciatrice Romaco adotta il principio Venturi per generare il vuoto per prelevare gli astucci e i foglietti illustrativi. La linea blister è altresì equipaggiata con motori a recupero energetico.
Su richiesta, Unity 600 è disponibile anche in versione a impatto climatico zero. Romaco realizza i suoi progetti di compensazione in collaborazione con Forliance, partner della fondazione Stiftung Allianz für Entwicklung und Klima su mandato del ministero tedesco per la Cooperazione economica e lo sviluppo.
Ampia gamma di applicazioni
La linea blister Unity 600 di Romaco Noack risponde alle esigenze del settore farmaceutico e nutraceutico in termini di flessibilità, qualità e prestazioni. La tecnologia è destinata al confezionamento primario di prodotti solidi come compresse, capsule e oblunghi e si adatta altresì alla produzione di confezioni sostenibili, come blister di carta. L’impianto a norma GMP si distingue quindi per gli eccezionali valori OEE ottenuti grazie a cambi formato brevi, facili e veloci e a una Line Clearance ottimale. La macchina sarà esposta dal 4 al 10 maggio 2023 alla fiera Interpack a Düsseldorf, padiglione 16, stand D22.
Specialista delle tecnologie per la produzione farmaceutica Romaco è fornitore internazionale di tecnologie di processo e di confezionamento ed è specializzato nella lavorazione di prodotti farmaceutici. Il gruppo fornisce macchine, linee e soluzioni complete per la produzione, il riempimento e il confezionamento di polveri, granulati, pellet, compresse,
capsule, prodotti nebulizzati, liquidi e medicinali. L’azienda opera inoltre nell’industria alimentare e chimica. Grazie alle tecnologie utilizzate, Romaco si impegna nella produzione sostenibile e nella riduzione sistematica delle emissioni di CO2.
Con sede principale a Karlsruhe (Germania), fa parte del gruppo Truking, operante nel settore della tecnologia e avente sede centrale a Changsha (Cina). La competenza chiave di Truking risiede nella manipolazione e nel riempimento di liquidi farmaceutici.
Con le sue cinque sedi europee e i sette marchi ampiamente consolidati, Romaco può vantare una vasta diffusione. Noack e Siebler forniscono macchine blisteratrici, termosaldatrici e macchine per il riempimento di tubi rigidi. L’offerta di Macofar e Promatic (con sede a Bologna) comprende tecnologie per il dosaggio sterile e non-sterile di liquidi e polveri, astucciatrici, sistemi di Track & Trace e incartonatrici. Kilian, situata a Colonia, è produttore leader di macchine comprimitrici per compresse. I settori di specializzazione di Innojet (Steinen) sono la granulazione e il rivestimento di particelle solide fini. Tecpharm (Barcellona) sviluppa tecnologie di rivestimento per compresse.
Più di 12.000 macchine Romaco sono attualmente in uso in oltre 180 Paesi. l
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Macchine
Unità di trasferimento pila di Unity 600 di Romaco Noack
Tecnologie intelligenti per il packaging cosmetico
Marchesini Group Beauty ha esposto a Cosmopack, a Bologna nel mese di marzo, alcune tra le più recenti tecnologie per il processo e confezionamento di prodotti cosmetici sviluppate nel quartier generale di Pianoro (Bologna) e negli stabilimenti delle aziende specializzate acquisite negli ultimi anni. Tutte le realtà che oggi formano la Beauty Division: le emiliane V2 engineering e Dumek, le lombarde Axomatic, Cosmatic e Rejves Machinery e la toscana Vibrotech.
Lo stand ha accolto 22 macchine: due linee per trattare tubi e flaconi, uno spazio dedicato con macchine da laboratorio e un parterre di macchine stand-alone coinvolte nel processo di confezionamento di prodotti per la bellezza e la cura del corpo.
Novità interessante era una postazione di controllo che monta un software ideato dal partner SEA Vision e dalla sua controllata ARGO Vision, aziende lombarde specializzate nella realizzazione di sistemi di visione e ispezione e nel loro potenziamento tramite il ricorso all’intelligenza artificiale. Il software, da tempo in fase di studio, consentirà numerosi controlli sui rossetti sia di tipo standard (per
esempio sulla presenza di sbeccature sul corpo del rossetto) che di tipo avanzato (verifica della corretta stampa del marchio, in particolare per i brand di alta gamma). “Si tratta del risultato di anni di ricerca e sviluppo nel mondo dell’AI con particolare focus su segmentazione semantica e sistemi generativi per i dataset”, spiega Alessandro Ferrari, AD di ARGO Vision. “In questo modo, unendo sistemi di visione tradizionale e AI, passiamo da controlli fatti a mano, dunque suscettibili di errori, a un controllo qualità computerizzato di altissima precisione”.
Esposta anche una riempitrice e tappatrice Axoblock 100, una versione inedita, più piccola, della tecnologia Axoblock 160 di Axomatic. Pensata per il trattamento di flaconi sia stabili che instabili contenenti prodotti densi, semi-densi e liquidi, Axoblock 100 ha tra i suoi punti di forza un motore macchina di nuova generazione a basso consumo energetico, sistemi di riempimento e tappatura azionati da servo motore e regolabili direttamente dal pannello comandi, oltre che la predisposizione per la messa in linea di tutti i dispositivi, in un’ottica di Industria 4.0.
La Beauty Division di Marchesini Group è formata dalle aziende emiliane V2 engineering e Dumek, dalle lombarde Axomatic, Cosmatic e Rejves Machinery e dalla toscana Vibrotech
Un cambio di paradigma caratterizza il 2023 di MG2, con una rinnovata strategia progettuale e importanti novità tecnologiche capaci di rendere ancora più performanti ed efficienti le proprie opercolatrici, già affermate sul mercato internazionale. Con il nuovo corso, naturale evoluzione di un approccio che coniuga personalizzazione e alta tecnologia, il design delle macchine MG2 vive una rivoluzione che coinvolge le principali componenti dell’opercolatrice partendo dal cuore, ovvero la meccanica, per arrivare all’estetica totalmente rinnovata: il tutto all’insegna dell’ergonomia in una logica che si può definire “human centered”.
È l’operatore, infatti, il protagonista della riflessione di MG2, che è riuscita a identificare spazi di miglioramento nella sua gamma di prodotti con particolare accento su cambi formato, pulizia e accessibilità della macchina.
Ne parla Sergio Cicognani, direttore dell’innovazione strategica di MG2, che sta seguendo lo sviluppo di nuovi prodotti al fianco dell’ottimizzazione di quello standard di qualità che dagli anni ’60 è sinonimo di eccellenza tecnologica nel mercato delle opercolatrici.
“Il settore farmaceutico, principale interlocutore di MG2, presenta caratteristiche di grande dinamicità manifestando un’esigenza sempre più pressante di macchine che coniughino elevate performance, accuratezza e semplicità d’uso in ogni fase, con un accento particolare sulla facilità di conduzione della macchina nei pochi momenti in cui l’intervento umano è necessario, in particolare quindi nelle fasi di pulizia e cambio formato”, afferma Cicognani.
L’obiettivo raggiunto è stato la definizione di un nucleo tecnologico, una vera e propria piattaforma costruttiva condivisa tra più modelli di opercolatrici con caratteristiche diverse, che rappresenti la firma di MG2.
AIle fiere Interphex di New York ed Interpack di Duesseldorf si potrà già avere un’anteprima di queste importanti novità con la presentazione della prima opercolatrice con la nuova anima: Essentia.
46 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Macchine
Innovazione a tutto tondo nelle opercolatrici
Siringhe polimeriche preriempibili
Stevanato Spa, fornitore internazionale di soluzioni per il contenimento e la somministrazione di farmaci all’industria farmaceutica, biotecnologica e life science, ha annunciato la sua recente collaborazione con Transcoject GmbH, azienda produttrice di dispositivi medici e soluzioni di packaging farmaceutico. La collaborazione consentirà a Stevanato Group di aggiungere le PFS in polimero olefinico ciclico (COP) e in copolimero olefinico ciclico (COC) al suo attuale portfolio di soluzioni.
Integrando il know-how tecnologico di Transcoject con le capacità e competenze di Stevanato Group – nelle soluzioni di contenimento dei farmaci, nella produzione e nei trend di mercato – Stevanato Group sarà in grado di offrire siringhe preriempibili in ve-
tro e in entrambi i polimeri COP e COC. Le siringhe preriempibili in COP e COC possono essere utilizzate in un’ampia gamma di applicazioni, tra cui prodotti biologici sensibili, vaccini a base di mRNA e farmaci a base di acido ialuronico. La versatilità e personalizzazione dei prodotti li rendono ideali per soddisfare molti requisiti di conformità e possono essere inoltre ben integrati nelle linee di riempimento e finitura esistenti.
“L’aggiunta delle siringhe preriempibili in COP e COC posizionerà in modo unico Stevanato Group rendendolo in grado di offrire entrambe le alternative COC e COP, insieme al vetro sul mercato, consentendo ai clienti di scegliere la soluzione più adatta alle loro esigenze tra più opzioni”, ha dichiarato Mauro Stocchi, Chief Business Officer di Stevanato
Group. La tecnologia è progettata per fornire un’ampia gamma di opzioni di formato da 0,5 ml a 200 ml, che la rendono adattabile alle esigenze specifiche dei clienti. Stevanato Group stima che la tecnologia sarà pronta nel 2025 con un primo prodotto convalidato per Luer Lock PFS.
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“Con questa collaborazione uniamo i punti di forza delle due aziende mettendo insieme campi tecnologici complementari”, ha sottolineato il CEO di Transcoject GmbH, Christian von Falkenhausen. www.icotek.com
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Qualità e continuità dell’energia: un’esigenza cruciale per l’industria
L’approvvigionamento elettrico senza interruzioni o buchi di tensione è oggi un tema centrale per le industrie energivore e a valore aggiunto. Così i sistemi Piller per la protezione di carichi critici trovano una sempre maggiore applicazione anche in campo industriale.
Sicurezza
48 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
di Simone Ghioldi e Alessandro Bignami
Sistemi a volano
Le soluzioni Piller per la protezione dei carichi critici e per l’alimentazione in continuità dell’energia trovano da tempo un’importante applicazione nei settori industriali energivori o nei quali è essenziale evitare interruzioni di produzione e processi. La gamma Piller comprende UPS rotanti da 200 kW a 3,2 MW ad asse verticale con volani fino a 60 MJ, sia in bassa che in media tensione. Con oltre 7.000 dispositivi di accumulo dell'energia cinetica e più di 6.000 UPS rotanti fino a 3600 kVA installati, Piller ha clienti in più di 40 nazioni. La società è presente nel nostro paese con una filiale situata ad Agrate Brianza (MB), dove abbiamo incontrato l’ingegner Lanfranco Pedrotti, da 14 anni amministratore delegato di Piller Italia Srl.
Ingegner Pedrotti, ci può presentare brevemente la realtà di Piller?
“L’azienda ha la sede centrale in Germania ed è una divisione del gruppo inglese Langley Holdings plc, specializzato nel settore dell’ingegneristica e dell’industria. Il gruppo nel suo complesso è formato da circa 5.800 persone ed è organizzato in tre divisioni: Power Solutions, Print Technology e Other Industrials. Oltre a Piller, la divisione Power Solutions comprende la Bergen Engines, che produce motori a gas, e Marelli Motori, che realizza motori elettrici e generatori. Piller produce nell’headquarter di Osterode e in un altro stabilimento a Bilshausen, dal lamierino fino alla macchina finita. Il business principale dell’azienda, che impiega oltre mille addetti a livello globale, è rappresentato dagli UPS rotanti ad asse verticale. Si tratta di soluzioni destinate a processi ener-
givori e dove l’affidabilità è cruciale. Fra questi, figura anche l’industria chimico-farmaceutica”.
Il tema dell’approvvigionamento energetico è sempre più centrale per l’industria. Qual è la situazione in Italia?
“Nel nostro paese la qualità della rete elettrica ha subito negli ultimi anni un peggioramento. Ciò si deve in gran parte alla crescente presenza di impianti fotovoltaici ed eolici, che sono connessi alla rete tramite inverter, quindi con un potere di corto circuito inferiore rispetto alle tradizionali centrali elettriche. In questo contesto in evoluzione le possibilità di buchi di tensione e microinterruzioni sono aumentate. Ecco perché gli UPS, un tempo pensati soprattutto per i data center, oggi sono
fortemente impiegati anche in campo industriale. Ma a spingere la loro applicazione nelle industrie è anche la maggiore sensibilità delle utenze. Le produzioni hanno un’automazione avanzata, spesso con cicli di lavoro h24, o magari in camere bianche e ambienti sterili. In tempi di Industria 4.0, le esigenze energetiche sono più complesse e le tolleranze di tensione più ristrette. La qualità e la continuità dell’energia elettrica non possono venire meno se non si vuole andare incontro a mancate produzioni, danni alle apparecchiature e a un costoso e complicato ripristino dei processi. Nel settore farmaceutico, per esempio, lavoriamo con alcuni dei più grandi gruppi internazionali, che producono diversi farmaci antitumorali e ad alto valore aggiunto: un’interruzione della corrente causerebbe la perdita di lotti di grande importanza”.
A sinistra, l’ingegner Lanfranco Pedrotti, amministratore delegato di Piller Italia. Sopra: un UPS rotante
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Piller come risponde a queste esigenze dell’industria?
“Anzitutto i nostri UPS possono contare sui sistemi a volano fino a taglie da 60 MJ, che sono i più grandi al mondo e riescono a garantire un’autonomia di un minuto a un carico di 1 MW. Hanno quindi presta-
zioni simili a un sistema batteria, ma con notevoli vantaggi: per esempio la vita attesa molto più lunga, fino a 25 anni, il ridotto spazio necessario per l’installazione, fino a cinque volte inferiore, e il minor costo, se consideriamo di voler proteggere carichi da 5 o 10 MW.
Nel settore industriale, i nostri volani stanno trovando crescente applicazione anche nell’ambito della cogenerazione, dove garantiscono il funzionamento in isola e la protezione del carico. Utilizzando motori a gas, infatti, i cogeneratori soffrono molto le variazioni di carico. L’UPS Piller protegge l’impianto di cogenerazione dalle microinterruzioni e dai buchi di tensione e stabilizza frequenza e tensione, consentendo l’esercizio in isola dello stabilimento”.
Piller Italia come è organizzata?
“La filiale è concentrata sul mercato italiano e si occupa dell’attività commerciale, dell’assistenza e manutenzione delle macchine Piller, che vengono costruite negli stabilimenti in Germania. Svolgiamo l’installazione e la messa in servizio dei nuovi macchinari, oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria. La tecnologia Piller, per la verità, è talmente affidabile da richiedere interventi su chiamata davvero molto rari”.
In quali settori industriali avete trovato i maggiori riscontri negli ultimi anni?
“Sotto il profilo delle vendite, il 2022 è stato l’anno delle aziende del settore semiconduttori. Stiamo stati coinvolti inoltre nel progetto per la costruzione della più grande fabbrica europea di pannelli fotovoltaici in Sicilia. Negli anni precedenti, dal 2019 al 2021, abbiamo lavorato molto per il settore farmaceutico, anche grazie agli ordini di una grande multinazionale. Prestigiose referenze non sono mancate infine nell’industria alimentare. Per noi, i grandi stabilimenti rappresentano un target piuttosto naturale, poiché siamo in grado di fornire anche sistemi in media tensione”. l
50 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
A fianco, l’edificio che ospita gli uffici di Piller
Sicurezza
Italia ad Agrate Brianza (MB). Sotto, la sede centrale a Osterode, in Germania
Se anche i cosmetici hanno un’identità (digitale)
Anche i cosmetici possono avere una propria identità digitale, a garanzia della sicurezza e della sostenibilità. Antares Vision Group –primario partner tecnologico nella digitalizzazione e nella gestione integrata dei dati, protagonista internazionale nelle soluzioni hardware e software di tracciabilità e tra i principali player nei sistemi di ispezione per il controllo qualità - ha presentato le soluzioni dedicate al settore cosmetico in occasione di CosmoPack by Cosmoprof, fiera di riferimento per l’industria della cosmetica e della bellezza professionale, che si è svolta a marzo a Bologna.
Il Gruppo è stato uno dei tre partner selezionati dello spazio CosmoFactory - Encoding Beauty, quest’anno dedicato al ruolo sempre più centrale delle materie prime nella filiera e all’importanza della tracciabilità nel Beauty. Antares Vision Group ha applicato la propria soluzione a un prodotto a base di aloe biologica, contenuto in un packaging
monomateriale e riciclabile.
Ai visitatori sono stati distribuiti 10.000 campioni, ciascuno con la propria identità digitale univoca.
Con la scansione del QR Code applicato sull’etichetta, l’utente può consultare le informazioni relative a materie prime, alla storia del prodotto, con contenuti personalizzati scegliendo il suo profilio come attore di filiera.
Per l’occasione sono stati resi accessibili i contenuti progettati in funzione di tre diverse tipologie di utenti: brand owner, operatori del settore, come ad esempio estetisti o acconciatori, e utilizzatori finali.
I contenuti per i brand owner mo-
Una guida per rendere sostenibili i DPI
DuPont ha pubblicato una guida elettronica sulle modalità più sostenibili di produzione e di utilizzo
strano come l’identità digitale permette di associare informazioni relative alle materie prime, ai controlli e ai processi produttivi, a garanzia della qualità e integrità della singola unità e a protezione della trasparenza del prodotto sul mercato. della reputazione del brand e della fiducia del consumatore.
Per l’operatore, i vantaggi della tracciabilità si traducono nella possibilità di accedere a programmi fedeltà e contenuti personalizzati, ma anche a canali di comunicazione diretti con il proprietario del brand.
L’utilizzatore finale può dal canto
dei dispositivi di protezione individuale (DPI). La guida approfondisce alcuni passi concreti che i responsabili del reparto HSE e i fornitori di DPI possono compiere per migliorare la sostenibilità, senza rinunciare al livello di protezione.
La consapevolezza dell’impronta ambientale dei DPI monouso, indumenti di protezione compresi, è aumentata con la pandemia di COVID-19. L’OMS stima che i DPI acquistati tra marzo 2020 e novembre 2021 abbiano generato, a livello globale, fino a 87.000 tonnella -
suo accedere al racconto dei valori del marchio e dei processi produttivi, ricevendo informazioni circa il packaging e il riciclo dei materiali. “La nostra soluzione risponde alle richieste provenienti dai produttori: trasparenza, etica, sostenibilità”, afferma Monica Coffano, Key Account Manager di Antares Vision Group. “La tracciabilità permette di instaurare un rapporto più diretto tra produttore e consumatore, e rende personale l’esperienza tra l’utente finale e il brand owner. Per quest’ultimi si conferma un valore aggiunto in termini di brand reputation e una sicurezza per quanto riguarda l’integrità del prodotto”. Parola chiave, dunque, è sicurezza, ma non solo: la tracciabilità è un valido strumento per mitigare l’impatto della contraffazione e dei mercati paralleli, per salvaguardare la reputazione del marchio e per garantire trasparenza sull’origine degli ingredienti e sull’approvvigionamento etico delle materie prime, così come sulla loro sostenibilità.
te di rifiuti. La guida elettronica di DuPont analizza come i responsabili HSE possono selezionare indumenti protettivi che offrono la massima sicurezza, riducendo al contempo l’impronta ambientale. La guida elettronica, inoltre, tratta i metodi per migliorare la sostenibilità lungo tutta la catena di approvvigionamento.
La riduzione al minimo degli sprechi durante la produzione, l’utilizzo di fonti di energia alternative, la riduzione degli imballaggi dei DPI e l’accorciamento delle rotte di trasporto sono alcuni degli esempi possibili.
52 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Sicurezza
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Bayer semplifica le digital operation con OpenText
OpenText™, esperta nelle soluzioni e software di Enterprise Information Management, annuncia che Bayer ha scelto OpenText Business Network Cloud Enterprise come soluzione strategica per attività di integrazione B2B selezionate nell’ambito delle divisioni Consumer Health & Pharmaceuticals, per aumentare l’agilità e migliorare l’efficienza operativa. La collaborazione è stata avviata con un proof of concept a cui seguirà la fase di roll out.
Con oltre 150 anni di storia, Bayer è una delle più grandi aziende del settore healthcare e agriculture al mondo. Grazie all’implementazione di Business Network Cloud Enterprise, Bayer ottimizzerà e semplificherà l’integrazione con i partner, e potrà così concentrarsi sul proprio core business.
“Ci aspettiamo che la collaborazione con OpenText, dall’onboarding dei clienti fino all’implementazione, abbia un impatto significativo sui nostri processi globali”, dichiara Björn-Christian Volckmann, Global Process Owner Order-2-Cash, Commercial Operations (Consumer Health & Pharmaceuticals) di Bayer.
“In qualità di fornitore globale di EDI B2B e come partner fidato, OpenText ci fornirà un supporto di livello e ci consentirà di continuare a dare priorità a soluzioni all’avanguardia,
che faranno la differenza nelle comunità di tutto il mondo, oggi e in futuro”.
Grazie a una soluzione leader come Business Network Cloud Enterprise, OpenText è in grado di supportare le operation quotidiane relative alle integrazioni B2B delle aziende. OpenText gestisce i sistemi, l’integrazione, l’onboarding dei partner, il monitoraggio delle transazioni e molto altro, dando la possibilità alle aziende di concentrarsi sulle proprie competenze principali, beneficiando al contempo dell’accesso a informazioni sulle performance aziendali in tempo reale, di un’interazione semplificata con i partner commerciali e di una base digitale che connette persone, sistemi e cose.
“Con miliardi di transazioni B2B scambiate ogni anno a livello globale tra le aziende, un’integrazione efficace e di successo può essere estremamente costosa e complessa, e spesso richiede investimenti continui, tecnologie e competenze specializzate per essere gestita”, ha dichiarato Muhi Majzoub, Chief Product Officer di OpenText. “Sfruttando OpenText Business Network Cloud Enterprise, Bayer sarà in grado di concentrarsi sulle proprie priorità di business con un sistema semplificato e armonizzato, supportato da una delle più grandi reti B2B al mondo”.
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Ottimizzare i fermi impianto nell’industria chimica
Gli arresti programmati sono necessari per la manutenzione e per il funzionamento ottimale delle apparecchiature nel tempo. Al fine di ridurre i costi e migliorare produttività e sicurezza durante l’inattività, occorre un sistema di gestione strategico. Come HxGN Enterprise Asset Management.
Gli impianti chimici devono fermarsi con cadenze programmate per essere sottoposti a ispezioni, riparazioni, modifiche, manutenzioni minori e maggiori. Senza i fermi impianto programmati per la manutenzione, le apparecchiature dell'impianto chimico possono guastarsi.
I giorni di mancata produzione durante la fermata costituiscono un costo per l’azienda, ma il prezzo da pagare diventerebbe molto più alto se l'impianto chimico subisse un incidente nell’ambito della sicurezza di processo, tale da causare lesioni personali, morte o danni ambientali. Alcu-
ni componenti dell'impianto chimico possono deteriorarsi nel tempo, portando a un livello di affidabilità, di integrità strutturale e di prestazioni non ottimali. È possibile continuare a operare finché l’inevitabile deterioramento risulti tollerabile sotto il profilo della sicurezza, ma a un certo punto è necessario programmare ed eseguire i fermi impianto per gli interventi di manutenzione ordinaria e per le eventuali riparazioni.
L’arresto programmato per prevenire interruzioni impreviste Le interruzioni programmate del processo sono necessarie per consentire
Manutenzione
56 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
agli impianti chimici di essere sottoposti a interventi di manutenzione al fine di prevenire interruzioni impreviste, dovute a guasti o problemi, che sarebbero molto più costose. Un arresto programmato dal servizio di assistenza e manutenzione comporta comunque un costo importante per l’impianto chimico. Esso coinvolge molto personale qualificato, tra cui operatori interni e subappaltatori, con un notevole dispendio di risorse umane e di tempo da dedicare alla preparazione e all'esecuzione del fermo impianto. È chiaro però che i costi degli arresti programmati sono drasticamente inferiori a quelli delle interruzioni non previste, in particolare se l’impianto chimico deve essere improvvisamente chiuso per un guasto di grave entità.
I vantaggi della manutenzione preventiva
La fermata programmata offre quindi diversi vantaggi alla gestione di un impianto chimico. Essa consente di mantenere le attrezzature in condizioni ottimali. Un funzionamento ottimale delle apparecchiature consente di ottenere prodotti di qualità superiore, un minor numero di scar-
ti e difetti, una maggiore ripetibilità, una minore necessità di processi correttivi o di rilavorazioni e un miglioramento dell'efficienza produttiva e dei processi. Seguendo un rigoroso programma di manutenzione preventiva, è possibile eseguire una manutenzione proattiva, mettendo così il settore acquisti nelle migliori condizioni per effettuare gli ordini e mantenere un inventario accurato.
Inoltre, il personale può identificare in anticipo i potenziali problemi e programmare la manutenzione correttiva con un impatto minimo sulla produzione. L'anticipazione contribuirà anche a migliorare la sicurezza e a ridurre i rischi per i dipendenti e i subappaltatori.
Infine, prevenendo i tempi di inattività imprevisti, è possibile ridurre la necessità di costose riparazioni e ordini di emergenza.
La piattaforma di Enterprise Asset Management di HxGN EAM è progettata per supportare la manutenzione dell’impianto chimico durante le interruzioni programmate. Le applicazioni mobili di HxGN EAM rendono inoltre più agevole e flessibile l’attività quotidiana dei tecnici sul campo
Il software Enterprise Asset Management raccoglie dati, genera statistiche in tempo reale e consente di sviluppare rapporti personalizzati per l’analisi dei dati
Febbraio/Marzo 2023 Manutenzione RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 57
La riduzione dei costi
Al fine di ridurre al minimo i suoi costi, è fondamentale che un impianto chimico venga sottoposto a interruzioni programmate per i lavori di manutenzione importanti e le eventuali modifiche. La piattaforma di Enterprise Asset Management di HxGN EAM è progettata proprio per supportare la manutenzione dell'impianto durante le interruzioni programmate. L'Enterprise Asset Management può aiutare a minimizzare i tempi di fermo, migliorare la sicurezza, ridurre i costi e aumentare la redditività degli asset.
La piattaforma di Enterprise Asset Management è composta da moduli con funzionalità fondamentali quali: Asset Management, Asset Performance Management, Work Management, Materials Management, Safety Management, Reports, Asset Investment Planning e Budget Manage-
ment. Il modulo di gestione del budget dell'Enterprise Asset Management analizza le spese associate agli interventi di manutenzione. Questa analisi può aiutare a sviluppare strategie per ridurre al minimo i costi. Il modulo di pianificazione degli investimenti negli asset permette di ottimizzare le spese lungo l’intera durata operativa delle apparecchiature. Criteri come la criticità o il livello di rischio vengono utilizzati per stabilire le priorità degli asset, mentre scenari multipli permettono di decidere la migliore strategia da mettere in atto.
Mantenere la sicurezza durante il fermo impianto I fermi impianto programmati con periodi di non produzione sono fondamentali per la sicurezza delle operazioni e per mantenere l'efficienza degli impianti chimici. Tuttavia, il mantenimento della sicurez-
58 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Manutenzione
za dell'impianto chimico durante la fermata è fondamentale. Nel corso di un fermo impianto, infatti, vengono eseguite molte procedure non di routine che possono portare a situazioni insolite e inaspettate. Enterprise Asset Management dispone di un modulo di gestione progettato per fornire un supporto alla sicurezza. Questo modulo identifica e controlla tutte le attività, le situazioni e i materiali pericolosi per proteggere il personale e l'ambiente. Inoltre, questo modulo contribuisce alla conformità alle normative in materia di salute, sicurezza e ambiente (HSE).
La gestione dei dati
Per condurre un arresto di successo, è necessario raccogliere e analizzare i dati delle tecnologie di manutenzione predittiva prima della data del fermo. Questi dati aiutano a identificare i difetti dell'asset, la gravità e le cause principali. I dati degli as-
set sono necessari per determinare le esigenze di manutenzione o riparazione immediata e per programmare quando avverrà il fermo impianto. Hexagon offre una soluzione di realtà digitale che combina software, sensori e tecnologie autonome.
I sensori possono supportare le fermate programmate dell'impianto fornendo dati sui potenziali guasti. Il team può monitorare così l'impianto chimico online in tempo reale, utilizzando i sensori per identificare i guasti prima che si verifichino. Ciò consentirà al personale addetto alla manutenzione di programmare un arresto e di prepararsi a un intervento. Il software di Enterprise Asset Management consentirà quindi alla società proprietaria dell’impianto di prendere decisioni strategiche per prolungare la vita dei propri asset.
L’analisi delle cause profonde di un guasto
I guasti alle apparecchiature critiche degli impianti chimici possono causare arresti di emergenza con lunghi ritardi nell'avviamento e significative perdite di produzione. L'analisi dei dati di processo può fornire una comprensione della causa principale dei problemi di avviamento e di altre criticità dell'impianto chimi-
co. L'Enterprise Asset Management di Hexagon contribuisce all'analisi delle cause di alcuni di questi problemi. Il software Enterprise Asset Management raccoglie dati, genera statistiche in tempo reale e consente di sviluppare rapporti personalizzati per l'analisi dei dati. Le funzioni di analisi dei dati possono aiutare a identificare la causa principale di alcuni problemi alla base di un guasto.
In conclusione
I fermi impianto sono necessari agli stabilimenti chimici per effettuare la manutenzione e promuovere il funzionamento ottimale delle apparecchiature. È necessario un sistema di gestione aziendale strategico che aiuti a ridurre i costi, aumentare la produttività, migliorare la sicurezza e massimizzare i tempi di attività durante le fermate degli impianti. In tal senso, la piattaforma HxGN EAM si dedica alle questioni principali che gli impianti chimici devono affrontare durante gli arresti, grazie a un sistema basato su cloud, facilmente scalabile e ottimamente configurabile. Le applicazioni mobili di HxGN EAM rendono infine più agevole e flessibile l’operatività dei tecnici sul campo nelle loro attività quotidiane.
Manutenzione
Le interruzioni programmate del processo sono necessarie per consentire agli impianti chimici di essere sottoposti a interventi di manutenzione al fine di prevenire interruzioni impreviste, dovute a guasti o problemi, che sarebbero molto più costose
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 59 Febbraio/Marzo 2023
Manutenzione
La piattaforma HxGN EAM ha consentito a Lanxess di valorizzare la gestione dei dati per promuovere l’innovazione, la sostenibilità e la sicurezza dei propri asset.
Lanxess è protagonista internazionale nel settore dei prodotti chimici speciali con sedi in 33 paesi. L’azienda è specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di prodotti chimici intermedi, additivi, specialità chimiche e materie plastiche. I prodotti Lanxess tutelano la salute delle persone, degli animali e delle piante, contribuiscono a rendere i materiali più resistenti e sicuri e rispondono a funzionalità importanti nell’edilizia leggera e nella mobilità moderna.
Gestire il sovraccarico di informazioni Lanxess dispone di una grande quantità di dati, la maggior parte dei quali di fondamentale importanza per le operazioni globali di un’industria ad alta intensità di asset come quella chimica. I dati non erano sempre prontamente disponibili quando e dove necessari, il che rendeva difficile per Lanxess gestire gli asset in maniera efficace al fine di favorire l’innovazione, promuovere la visione aziendale di un mondo più sicuro e perseguire iniziative di sostenibilità nello svolgimento di tutte le sue attività corporate. Per migliorare la gestione degli asset e utilizzare i dati critici nel modo più proficuo, Lanxess ha sentito la necessità di un sistema robusto, che consentisse di gestire i dati in maniera centralizzata. Inoltre, l’azienda era alla ricerca di strumenti di localizzazione innovativi per i propri mezzi di trasporto, sia quelli in leasing che di proprietà. Ma il suo obiettivo era ancora più ambizioso: Lanxess mirava al massimo controllo di tutti i dati commerciali e tecnici per identificare in maniera precisa il potenziale impatto delle attrezzature sulle prestazioni, soddisfacendo così le aspettative dei propri dirigenti.
Verso la trasformazione digitale
Il processo è cominciato nel 2019, poco dopo l’EAM Summit di Ginevra. La demo di HxGN EAM ha dato il via a una serie di scambi con i principali decision maker di Lanxess, i quali sono giunti alla conclusione che HxGN EAM fosse l’ideale per soddisfare le esigenze specifiche dell’azienda.
A dicembre 2020, Lanxess ha intrapreso il suo nuovo cammino, implementando EAM come piattaforma di tracciamento interna per la gestione della flotta. Ciò le ha permesso di monitorare l’intero processo produttivo attraverso un unico sistema, consentendole di analizzare i propri dati per ottenere informazioni essenziali su operazioni della flotta, soddisfazione dei clienti, flussi di lavoro dell’officina e ottimizzazione operativa.
Lanxess sta continuando a integrare tutti i dati di trasporto provenienti dal suo sistema ERP con HxGN EAM per ottenere un miglior monitoraggio dei suoi asset di flotta, eliminare i silos di dati e supportare al meglio la pianificazione strategica.
“Ogni collega può accedere ai dati e condividere le stesse informazioni su qualunque asset. Questo è uno dei principali vantaggi per noi”, ha dichiarato Linda Schwarma, Fleet Project Manager di Lanxess. “La possibilità di configurare il sistema in base alle nostre esigenze è stata fondamentale per la decisione presa, poiché abbiamo una quantità di processi unici con cui poterlo integrare”.
Ridefinire le operazioni in piena pandemia
HxGN EAM è stato implementato durante la pandemia COVID-19, il che ha permesso a Lanxess di rivoluzionare il proprio approccio al lavoro da remoto, abbandonando i processi di workflow dettati dal database SQL preesistente. Infatti, con HxGN EAM, Lanxess ha scoperto di poter affrontare le disfunzioni legate alla pandemia e risolvere i problemi di trasporto e di supply chain molto più velocemente della concorrenza.
“Durante la pandemia si è rivelato molto utile avere un sistema così veloce”, ha spiegato Schwarma. “È stato un periodo davvero folle, ma allo stesso tempo anche molto proficuo. Oggi raccogliamo i frutti di una migliore strutturazione della nostra giornata lavorativa. HxGN EAM ha fatto la differenza, siamo realmente soddisfatti di un sistema di così facile utilizzo”.
HxGN EAM ha permesso a Lanxess di avere una visione più precisa delle condizioni e della disponibilità di tutti i suoi asset, consentendo all’azienda di soddisfare meglio la domanda.
60 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
La transizione digitale nella produzione di specialità chimiche
14 - 15 giugno 2023
Fiere di Parma
Arriva
in
Italia SOLIDS,
la fiera dedicata alle tecnologie per granuli, polveri e solidi sfusi: dal 14 al 15 giugno a Parma
Dopo Anversa, Cracovia, Dortmund e Rotterdam, nel 2023 arriverà anche in Italia Solids, la fiera specializzata nelle tecnologie di processo e dei solidi sfusi, organizzata da Easyfairs, società specializzata nell’organizzazione di eventi internazionali.
L’appuntamento per la prima edizione italiana è per il 14 e 15 giugno presso gli spazi espositivi di Fiere di Parma (Pad.8). Un evento che chiama a raccolta i più importanti e noti produttori provenienti da tutta Europa che porteranno in mostra tecnologie, soluzioni e tendenze per la manipolazione di polveri, granulati e solidi sfusi, ricoprendo l’intero ciclo del trattamento dei materiali solidi: dalla movimentazione, alla lavorazione, allo stoccaggio, e all’analisi di materiali granulari fini e grossolani
Una fiera professionale trasversale, che si rivolge alle seguenti industrie di riferimento: cosmetica, farmaceutica gomma e plastica, chimica, agricoltura e mangimi, alimentare, lavorazione metalli, costruzione macchinari, minerario, farmaceutico.
Gli espositori – 150 quelli attesi per la prima edizione italiana della fiera – esporranno tecnologie inerenti all’intera catena del valore dell’industria di processo di polveri, granuli e solidi sfusi:
• Lavorazione materiali (macinazione; agglomeramento; raffreddamento ed essicazione; separazione e filtraggio; miscelazione)
• Gestione materiali (smistamento e filtraggio; dosatura e pesatura; compressori; sistemi di trasporto; tecnica di misura e regolazione)
• Stoccaggio materiali (stoccaggio e imballaggio; silos e magazzini; carico e scarico)
• Trasporto materiali/ Sistemi multimodali (consegna, logistica, trasporto e controllo; marcatura intelligente; sistemi di codifica e tracking)
• Servizi (analisi materiali; test di laboratorio; misurazione online; simulazione; controllo qualità)
• Sicurezza e Ambiente (custodie antideflagranti; filtri antipolvere, attrezzatura antincendio e a prova di esplosione; metaldetector e dispositivi di protezione per macchinari; riciclaggio e smaltimento)
• Analisi e Automatizzazione (sistemi per l’analisi di processo; sistemi automatizzati)
I visitatori (operatori professionali delle industrie di trasformazione) potranno toccare con mano queste tecnologie e scoprire le tendenze che guideranno l’evoluzione del settore, anche grazie a un programma di panel tematici (ancora in via di definizione). Obiettivo dei giorni di manifestazione è stabilire scambi, relazioni e accordi commerciali tra decision-maker e aziende leader del settore.
La scelta di Parma per la prima edizione italiana di SOLIDS
SOLIDS continua la sua espansione scegliendo quale nuova sede fieristica Fiere di Parma, una scelta strategica dettata dall’importanza che la Regione Emilia-Romagna riveste per l’industria dei processi e dalla peculiarità dei suoi distretti industriali (agroindustria, biomedicale, ceramica, edilizia, gastronomia, packaging).
Di seguito alcuni nomi che hanno già confermato la loro presenza: Beccaria, C.E.B. Impianti, Dec Group, Emilos, Gimat, Hecht Technologie GmbH, Sacchi F.lli, Schrage Rohrkettensystem GmbH Conveying Systems, Steinhaus GmbH.
Vi aspettiamo a Fiere di Parma, dal 14 al 15 giugno 2023!
Per richiedere maggiori informazioni sulla fiera, visitare il sito: www.solids-parma.it
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Componenti
O-Ring incapsulati in FEP e PFA
Con opportuni semplici accorgimenti tecnici, l’utilizzo degli
O-Ring incapsulati è possibile in sostituzione dei comuni O-Ring in elastomeri o gomme tradizionali. La gamma di Fluortecno si caratterizza per i materiali di alta qualità.
Le superfici delle sedi degli O-Ring per tenuta statica devono essere pulite e lavorate con un livello di finitura adeguato, al fine di aumentare la durata degli O-Ring stessi.
Le sedi di alloggiamento devono essere adeguatamente dimensionate per consentire il giusto grado di schiacciamento dell’O-Ring con possibile estrusione dagli spigoli.
ta la composizione dell’elemento morbido interno e dell’incapsulamento rigido esterno; tuttavia, con semplici accorgimenti, piccoli spostamenti assiali sono tollerati.
sia sufficientemente compresso o addirittura lasci uno spiraglio, seppur minimo, con conseguente annullamento dell’effetto di tenuta.
Nella foto d’apertura, O-Rings FEP
PFA Silicone
HCS Bianco o
Viton Bianco
Food & Pharma
Va inoltre osservato che, durante il montaggio, l’O-Ring non deve essere attorcigliato, ma disposto nel proprio alloggiamento ben disteso.
Tenute dinamiche con O-Ring
Gli O-Ring incapsulati sono concepiti per uso principalmente statico da-
Per le tenute dinamiche, dato il movimento relativo delle parti, la finitura superficiale delle sedi dovrà essere superiore a quella delle sedi per gli O-Ring statici e tutti gli spigoli dovranno essere raccordati come mostrano le figure riportate.
A titolo indicativo, ricordiamo che il valore di schiacciamento dell’O-Ring deve essere inferiore al valore complessivo del gioco tra pistone e cilindro. Questo per evitare che, per uno spostamento radiale massimo del pistone, l’O-Ring per un certo tratto non
Il pistone deve poi essere sufficientemente sostenuto e guidato affinché l’O-Ring non funga esso stesso da sostegno e compia un lavoro di centraggio, con conseguente sua rapida usura.
Come linea guida generale, per applicazioni con pressioni d’esercizio modeste, il gioco tra le parti potrà essere relativamente ampio, mentre per alte pressioni dovrà essere ridotto al minimo, al fine di prevenire l’estrusione dell’O-Ring attraverso il gioco, con la sua conseguente rapida distruzione. Questa possibilità può essere evita-
62 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
ta utilizzando uno o due anelli anti-estrusione in PTFE, Guaflon o PEEK, con opportune geometrie studiate dall’ufficio tecnico di Fluortecno.
I risultati degli studi più recenti Le linee guida permettono di montare O-Ring in FEP (Fluoro Etilene Propilene) e PFA (Perfluoro Alcosside) nelle stesse cave dimensionate per O-Ring in elastomero, ma recenti test applicativi hanno evidenziato che, una volta installato nella sede, l’O-Ring incapsulato evidenzia una particolare sensibilità alla superficie di contatto. Test universitari hanno stabilito che è preferibile contenere l’O-Ring in FEP e PFA evitando aree residue di compressione. Tale dimensionamento consente di mantenere una compressione ottimale anche in caso di pressioni di esercizio variabili, purché lo spessore dell’incapsulamento in FEP e PFA sia costante, sia nello sviluppo circonferenziale dell’O-Ring che nel lotto o nei lotti successivi, per garantire nel tempo le stesse performance.
La qualità dei materiali Fluortecno utilizza esclusivamente prodotti di alto livello, con durezze e spessori controllati e calibrati. La gamma durezze degli elastomeri del nucleo interno (silicone bianco HCS, rosso, FPM nero sia con nucleo pieno che cavo, per basse coppie di serraggio) garantisce l’individuazione dell’incapsulato idoneo per ogni applicazione.
Il PTFE (politetrafluoroetilene) è il materiale inerte per eccellenza all’aggressione chimica. L’insufficiente elasticità e il basso grado di deformabilità ne limitano notevolmente l’utilizzo per O-Ring e guarnizioni piane. Per superare tali carenze sono state sviluppate varie tecniche in modo da conferire al tondino di PTFE un grado di elasticità tale da permetterne l’utilizzo. Sempre mantenendo il PTFE o i suoi derivati a contatto con il prodot-
to da contenere, sono stati “inseriti” nel nucleo vari materiali per fornire un apporto elastico alla guarnizione.
Il PTFE, peraltro, non possiede una saldabilità eccellente, quindi sono stati utilizzati per l’incapsulamento il FEP o il PFA.
Il FEP è il materiale base per l’incapsulamento: trasparente, elastico, molto diffuso nel mercato globale, permette una produzione anche su vasta scala e presenta medie performance termico-chimiche.
Il PFA presenta all’apparenza proprietà molto simili al FEP; raggiunge però temperature fino a +260°C contro i +200°C del FEP, garantendo una migliore resistenza chimica, alla permeabilità e ai gas.
La minima temperatura è data dal materiale del nucleo interno: si va dai -10°C del FPM ai -76°C del silicone. Per temperature inferiori è necessario adottare O-Ring solidi in PTFE TFM (di colore traslucido) torniti e calibrati fino a diametro 1600 mm.
L’abbinamento della resistenza chimica del FEP o del PFA con l’elasticità dell’elastomero interno (realizzato in FPM, EPDM e silicone rosso oppure silicone HCS bianco) ha permesso di risolvere numerosi problemi nel settore delle tenute, in condizioni critiche di utilizzo.
Le principali proprietà dell’O-Ring
- Resistenza chimica totale ad acidi, basi, solventi e forti ossidanti.
- Pressione di esercizio fino a 100MPa
- Temperature operative da -76°C a + 230°C.
- Basso coefficiente di attrito 0.10.2.
- Resistenza ai gas (PFA) senza rigonfiamenti nel caso di alte pressioni.
- Non soggetto a problemi di decompressione.
- Ritorno elastico minimo del 90% dopo compressione.
- Fisiologicamente inerte, certificazione ottenuta sul prodotto finito secondo FDA e UE per utilizzi in campo alimentare e farmaceutico.
Una risposta elastica ottimale Nello stabilimento di Cividate al Piano (BG), Fluortecno produce O-Ring rivestiti da corda 1,78 fino a 31,5 mm con una gamma diametrale secondo le normative AS/BS oppure a richiesta del cliente per applicazioni particolari. Gli O-Ring cosi prodotti garantiscono una risposta elastica ottimale in tutte le direzioni, per temperature variabili da -76°C a +220 °C, a contatto con le più disparate sostanze: carburanti, solventi, latte, acidi, vapore. l
Febbraio/Marzo 2023 RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 63
O-Rings FEP Silicone HCS su raccordi DIN 11851
Tenute MIM PTFE con molla inox Componenti
Barriera fotoelettrica flessibile e compatta Livellostati pneumatici
Sick presenta la nuova barriera fotoelettrica di automazione SLG-2.
La seconda generazione della “Slim Light Grid” è caratterizzata da flessibilità e funzionalità. Le dimensioni contenute, il design sottile e senza zone cieche, le altezze di rilevamento regolabili permettono una facile integrazione nelle macchine in cui lo spazio è limitato. Le elevate prestazioni di SLG-2 con le sue ottiche brevettate sono integrate dalla funzionalità smart task integrata e dalle ampie opzioni diagnostiche. Con la comunicazione IO-Link di standard, la barriera ottica è pronta per l’Industria 4.0.
La barriera fotoelettrica di automazione SLG-2 è progettata per l’uso nei sistemi di logistica, nella costruzione di macchine e nell’industria dell’imballaggio. Soddisfa tutta una serie di requisiti richiesti da integratori e OEM in termini di facilità di integrazione, prestazioni, funzionalità. La buona risoluzione e il rapido tempo di risposta di SLG-2 consentono di realizzare soluzioni di rilevamento e misurazione ad alte prestazioni. La barriera fotoelettrica è disponibile con distanze dei raggi di 10 mm, 25 mm e 50 mm. Nella modalità “cross beam”, non solo raggiunge una risoluzione di 6,5 mm, ma può anche rilevare in modo affidabile oggetti piatti che possono essere più sottili di 1 mm. Un elemento ottico sviluppato e brevettato da Sick garantisce la massima resistenza alla luce ambientale, ai riflessi o alle interferenze di altri sensori optoelettronici nell’ambiente circostante. SLG-2 colpisce anche per i suoi brevi tempi di risposta, che vanno da 2,1 ms a 20 ms, a seconda del numero di raggi luminosi. Ciò significa che gli oggetti possono essere rilevati in modo affidabile anche in processi ad alta velocità.
Grazie alle sue dimensioni, di 12 mm x 24 mm, SLG-2 è una delle barriere fotoelettriche di automazione più compatte del suo genere sul mercato. Le altezze di rilevamento sono comprese tra 100 mm e 2.400 mm e possono essere regolate con incrementi ottici di 100 mm. L’utente può inoltre scegliere tra la variante “slim” con emissione della luce attraverso il lato sottile dell’apparecchio o la versione “flat” con l’apertura dell’ottica nel profilo piatto dell’alloggiamento. Ciò semplifica l’installazione meccanica, soprattutto perché SLG-2 non presenta zone cieche poiché gli elementi emettitore e ricevitore arrivano fino al bordo dell’alloggiamento. Con SLG-2, tutti i raggi luminosi possono essere letti singolarmente e lo stato del raggio può essere trasmesso tramite l’interfaccia IO-Link. Questi “raw data” e le funzioni di misurazione integrate nella barriera fotoelettrica permettono all’utente di avere la massima flessibilità possibile per risolvere compiti come la misurazione della larghezza, dell’altezza e del profilo, per la determinazione della posizione e per la classificazione degli oggetti.
La serie Rapid Level è da tempo un marchio consolidato di F.lli Giacomello, apprezzata per la flessibilità, la sicurezza e la semplicità d’uso.
Uno dei prodotti più innovativi di questa serie sono i Rapid Level Pneumatici, livellostati dalle caratteristiche tecniche molto interessanti:
- parti a contatto con il liquido da monitorare (galleggiante, asta e connessione filettata) completamente in Aisi 316;
- segnalazione pneumatica tramite valvola ad azionamento magnetico;
- scatola di protezione IP65 orientabile con innesti rapidi in entrata e in uscita;
- regolazione del punto di intervento semplice e veloce come per tutta la serie “RL”. Infatti spostando il galleggiante lungo l’asta, si varia il punto di intervento. Questa operazione offre un duplice vantaggio: consente all’utilizzatore di modificare il punto di intervento in qualsiasi momento; consente al rivenditore di tenere in magazzino un solo livello e variare al momento del bisogno il punto di intervento in pochi istanti.
- può essere utilizzato anche per liquidi dall’elevata viscosità o contenenti particelle in sospensione di qualsiasi tipo. Queste caratteristiche lo rendono un livello ottimale per diversi campi di applicazione, dal settore chimico, oleodinamico, pneumatico, fino a quello alimentare.
Flessibilità, sicurezza e semplicità d’uso caratterizzano la serie Rapid Level di F.li Giacomello
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Strumentazione
Sensori di luminescenza per marcature anche invisibili
Nell’ampia gamma di sensori inteligenti sviluppati e prodotti da wenglor sensoric group, azienda tedesca con sede a Tettnang, troviamo i sensori di luminescenza di seconda generazione della serie P1PA, basati su una combinazione di caratteristiche innovative e prestazioni ancora più elevate rispetto alla precedente versione. Questi dispositivi operano secondo il principio del funzionamento del tasteggio diretto ed emettono luce UV con una determinata lunghezza d’onda che permette di riconoscere in modo affidabile sia le marcature visibili, ma anche – e soprattutto – quelle invisibili. Grazie alle innovative caratteristiche di cui sono dotati, i sensori di seconda generazione sono in grado di rilevare marcature su superfici e materiali diversi e operano in modo preciso in qualsiasi settore industriale. Questi sensori sono particolarmente adatti per tutte quelle applicazioni che, come in ambito cosmetico, farmaceutico e alimentare, necessitano di scansionare costantemente e rapidamente le etichette in fase di confezionamento. In questi settori la tecnica di scansione a luminescenza è molto comune, essendo i luminofori utilizzati non solo per le etichette, ma anche per i foglietti illustrativi o per tutte quelle informazioni che rivestono particolare importanza per il consumatore e la cui presenza deve essere rigorosamente verificata. Tramite l’interfaccia di comunicazione standardizzata IO-Link i sensori di luminescenza possono ora essere parametrati in
modo semplice, indicando anche i valori di intensità, le modalità di condition monitoring o impostando l’accensione e/o lo spegnimento. Oltre all’interfaccia IO-Link, dispongono di un pulsante Teach, che permette di configurarli in modo semplice.
Sulla parte superiore della custodia del sensore, in abbinata al già citato pulsante centrale Teach, sono presenti due LED, che permettono di gestire i comandi in modo intuitivo. Premendo il pulsante per due o cinque secondi, il dispositivo può rilevare gli oggetti, rispettivamente, in modo statico o dinamico. Il sensore, inoltre, può essere impostato anche da remoto avvalendosi del software wTeach2.
Il cuore tecnologico di questi dispositivi è racchiuso nella custodia compatta 1P, le cui dimensioni sono 50 × 50 × 20 mm.
Trasmettitori di livello e portata radar non contattivi
Emerson ha presentato i trasmettitori di livello e portata radar non contattivi Rosemount™ Serie 1208 per contribuire ad aumentare l’efficienza operativa delle applicazioni delle utility che operano su acqua e acque reflue e dell’industria di processo. Le prestazioni della Serie 1208 superano quelle dei dispositivi a ultrasuoni e idrostatici, fornendo misure di livello e di flusso in canale aperto affidabili e precise, consentendo alle aziende di aumentare l’efficienza delle operazioni e di raggiungere la conformità ambientale. Gli operatori dei settori acqua e acque reflue, chimico, food and beverage e altri processi industriali spesso utilizzano dispositivi ad ultrasuoni e idrostatici per le applicazioni di mo-
nitoraggio dell’acqua quando i trasmettitori radar sono considerati troppo costosi, ingombranti o complessi. Il trasmettitore Rosemount 1208 è una nuova alternativa. È dotato di tecnologia FMCW (Frequent Modulated Continuous Wave) a scansione rapida a 80 GHz su un singolo chip elettronico, che offre misure accurate e affidabili in un dispositivo compatto ed economico, ideale per le applicazioni con vincoli di spazio o requisiti di conformità, come le applicazioni su acqua.
A differenza dei dispositivi a ultrasuoni e idrostatici, l’accuratezza e l’affidabilità delle misure della linea Rosemount 1208 non subiscono l’influsso della maggior parte delle condi-
zioni dei processi, comprese la condensa e le variazioni di pressione, temperatura e densità. Grazie alla tecnologia FMCW a scansione rapida e agli algoritmi avanzati, la nuova famiglia di trasmettitori è in grado di raccogliere fino a 40 volte più informazioni rispetto ai dispositivi radar tradizionali. Queste caratteristiche garantiscono una precisione di misurazione del livello di ±2 mm (0,08”) a una distanza di 15 m (49 piedi), aiutando le aziende a ottimizzare i processi e a soddisfare i requisiti ambientali. Inoltre, il design non contattivo non prevede parti in movimento o requisiti di calibrazione, creando un dispositivo praticamente privo di esigenze di manutenzione, che riduce al minimo le procedure manuali e garantisce prestazioni e affidabilità a lungo termine.
Strumentazione RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 65 Febbraio/Marzo 2023
Sensori di rilevamento rotazione per la pulizia dei serbatoi
Maggiore sicurezza con i sensori di monitoraggio della rotazione Lechler, che aumentano l’affidabilità del processo.
Le rigide condizioni igieniche sono alla base del mantenimento di elevati standard di qualità nei prodotti food & pharma. La pulizia accurata e senza residui di serbatoi e macchine è fondamentale. Si tratta principalmente di selezionare la tecnologia giusta. I produttori di alimenti e bevande sono sempre più sensibili e preoccupati per l’effetto che i contaminanti hanno sulla qualità dei loro prodotti. Per migliorare la qualità igienica dei serbatoi, si può far uso di testine e sensori di rilevamento rotazione Lechler. Installando quest’ultimi sulla parete del serbatoio, rileva in modo affidabile la continuità della rotazione della testina per assicurarsi che funzioni correttamente. Ciò aumenta l’affidabilità e la sicurezza del processo. Nel caso in cui le prestazioni di una testina di lavaggio o la caduta di pressione siano riconosciute troppo tardi, il serbatoio potrebbe contenere ancora contaminanti o residui. Se il serbatoio non è stato adeguatamente decontaminato, i germi potrebbero depositarsi e moltiplicarsi, compromettendo la qualità del prodotto. Se il prodotto è costoso o il serbatoio è grande, i danni derivanti dalla contaminazione, compresi i tempi di inattività, possono rapidamente comportare elevati costi per il produttore. Rigide norme igieniche e le crescenti esigenze di misure di riduzione dei costi richiedono processi di pulizia sempre più efficienti ed ecologici. Non devono mai avere effetti negativi sulla produttività o sulla qualità del prodotto. Gli utenti devono avere la certezza che i processi di pulizia automatizzati funzioneranno in modo affidabile e che tempi di inattività e incidenti rimangano l’eccezione assoluta.
I sensori di monitoraggio della rotazione
aumentano l’affidabilità del processo dei sistemi, i quali funzionano in modo affidabile e praticamente senza malfunzionamenti. Richiedono un minimo di manutenzione e cura. Ma ogni volta che si tratta di prodotti a basso costo o di liquidi che arrivano a migliaia di litri, i produttori alimentari richiedono la massima affidabilità del processo. “Ecco perché Lechler offre un sensore di monitoraggio della rotazione per le testine a rotazione controllata serie XactClean ed IntenseClean progettati per una facile integrazione nel sistema”. Il sensore utilizza il principio capacitivo e monitora in modo affidabile la quantità di acqua che scorre dal rivelatore durante l’intero processo di pulizia. Il funzionamento e l’installazione dell’unità sono di facile comprensione e realizzazione per l’utente. Il sensore è semplicemente montato sulla parete del serbatoio. Quindi, con l’aiuto del software scaricato da Lechler, l’unità di monitoraggio acquisisce tutti i parametri di processo rilevanti nel corso di un semplice processo di apprendimento. Dotato di questa conoscenza, il monitor di pro -
cesso intelligente segue l’intero ciclo di pulizia. L’unità può essere adattata individualmente ad ogni incarico e può essere ottimizzata per le dimensioni del serbatoio, la pressione e gli ugelli utilizzati. Una volta memorizzati i parametri, il sensore è pronto per rilevare potenziali interruzioni e irregolarità nel processo di pulizia. Se le prestazioni di un detergente del tipo a rotazione diminuiscono, ad esempio, il sensore registra il fatto che la velocità di rotazione è diminuita. Ciò verrebbe quindi segnalato ai controlli; l’operatore viene avvisato con un segnale visivo e uditivo. Il sensore saprebbe anche se la pressione dell’acqua scende al di sotto del valore di soglia prescritto. Pertanto, il sensore di monitoraggio della rotazione offre all’operatore del sistema quel livello di sicurezza aggiuntivo richiesto per prodotti costosi. “Le nostre soluzioni tecnologiche hanno un obiettivo finale: consentire ai nostri clienti di concentrarsi sul loro core business, sollevandoli dalle preoccupazioni per la pulizia dei serbatoi, è così che riassumiamo i vantaggi del sistema”.
66 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Strumentazione
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I 70 anni di Endress+Hauser, che prepara il passaggio alla terza generazione
Il genio di Georg H. Endress e la solidità di Ludwig Hauser diedero vita nel 1953 a una realtà destinata a diventare un player globale della strumentazione di misura e dell’automazione. L’azienda sta affrontando con successo il ricambio generazionale: Matthias Altendorf sarà il nuovo presidente e Steven Endress, nipote del fondatore, entrerà nel Supervisory Board.
Strumentazione
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La sede della Holding a Reinach, vicino a Basilea
Edire che tutto era partito, nel 1953, da una coppia che a prima vista pareva improbabile che potesse creare un’azienda, ovvero la coppia formata dall’ingegnere svizzero Georg H Endress, di 29 anni, e dal tedesco Ludwig Hauser, di 58 anni, direttore di una banca cooperativa. Invece i due si completavano perfettamente. La visione e l’impulso dell’uno, quanto la prudenza e l’esperienza dell’altro sono stati determinanti per il successo.
Dal retrobottega al mercato internazionale
L. Hauser KG aprì i battenti il primo di febbraio di quell’anno. La giovane azienda aveva sede nell’appartamento di Hauser a Lörrach, in Germania, ed era finanziata con un modesto capitale iniziale di 2.000 marchi tedeschi. L’azienda prese il nome dalla moglie di Ludwig Hauser, Luise, che figurava nel registro delle imprese come azionista.
La giovane realtà iniziò con la vendita di innovativi sensori di livello elettronici. Non passò molto tempo prima che Endress iniziasse a sviluppare strumenti per conto proprio. Nel 1955 registrò il suo primo brevetto presso quello che oggi è noto come Istituto federale per la proprietà intellettuale. La produzione avveniva in spazi affittati, con i dipendenti distribuiti in diversi edifici che venivano chiamati scherzosamente, ma affettuosamente "capanne".
Nel 1957 l’azienda iniziò ad operare con il nome di Endress+Hauser, registrando una forte crescita e continuando a ritagliarsi nuove nicchie di mercato. Ampliò continuamente il portfolio aggiungendo nuovi principi di misura e perseguendo opportunità commerciali in altri paesi. La prima filiale estera fu creata nel 1960 nei Paesi Bassi. Altri centri di vendita seguirono praticamente ogni anno.
L’azienda ha poi ampliato la propria offerta attraverso acquisizioni e start-up. La registrazione, l’analisi dei liquidi e le misure di portata sono stati aggiunti come nuovi campi di attività, seguiti successivamente dalle tecnologie di misura della pressione e della temperatura. Endress+Hauser si è trasformata in un fornitore completo per l’industria di processo. A quel punto, l’era Hauser era già storia. La famiglia Endress divenne l’unico azionista nel 1975.
Produzione e distribuzione diventano globali
Klaus Endress ha preso le redini del Gruppo dal padre nel 1995. Negli anni successivi ha ampliato l’attività al di là della strumentazione di processo, passando ai servizi e alle soluzioni di automazione. Ha anche affrontato le sfide commerciali in un mondo globalizzato. Dopo aver creato centri di vendita in tutto il mondo, anche la produzione è diventata globale; le moderne tecnologie informatiche hanno garantito l’interconnessione tra i vari settori.
Per 19 anni Klaus Endress ha dato la sua impronta personale non solo al Gruppo, ma anche alla cultura aziendale. Ha sempre riconosciuto la lealtà e la responsabilità come valori fonda-
mentali nelle relazioni tra clienti, dipendenti e azionisti. Il futuro dell’azienda, in quanto familiare, gli è sempre stato a cuore. Ha guidato i lavori per la stesura di uno statuto in cui la famiglia azionista dichiara che Endress+Hauser deve rimanere un’azienda familiare di successo. Alla morte di Georg H. Endress, nel 2008, questa frase è diventata la sua eredità.
Focus sulla digitalizzazione e l’analisi Nel 2014 Matthias Altendorf ha assunto la carica di CEO. Non è un membro della famiglia Endress, ma lavo-
Operatori nello stabilimento di Maulburg, in Germania, nel 1961
Il Family Council decide su tutte le questioni importanti che riguardano il rapporto tra la famiglia Endress e l’azienda
Febbraio/Marzo 2023 RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 69
Strumentazione
ra nell’azienda da oltre 25 anni. Lo specialista di analisi di laboratorio Analytik Jena faceva già parte del Gruppo in quel momento. Ulteriori acquisizioni hanno rafforzato l’analisi dei processi e la misura dei parametri di qualità. Inoltre, Matthias Altendorf ha portato avanti il tema della digitalizzazione nei prodotti, nell’interazione con i clienti e nei processi aziendali. Durante la pandemia di Coronavirus, la digitalizzazione estesa ha dimo-
Il nuovo management
strato il suo valore. Endress+Hauser ha potuto assistere i clienti a distanza e ha affrontato bene la crisi. Ma le sfide non accennano a diminuire. L’attacco russo all’Ucraina ha portato a dure sanzioni; Endress+Hauser ha dovuto smettere di lavorare in Russia. Il conflitto ha inoltre offuscato le prospettive economiche.
Un anniversario nel segno della fiducia e della stabilità Tuttavia, Endress+Hauser entra nell’an-
Klaus Endress, come confermato dall’azienda in un comunicato di febbraio, lascerà le sue responsabilità di Presidente del Supervisory Board. Gli succederà il Ceo Matthias Altendorf. Il prossimo Ceo del Gruppo sarà Peter Selders, attuale responsabile del centro di competenza per la tecnologia di misura di livello e pressione. Steven Endress, attualmente amministratore delegato di Endress+Hauser UK, diventerà il secondo membro della famiglia a far parte del Supervisory Board.
Klaus Endress ha dato la sua impronta allo sviluppo di Endress+Hauser per quasi 45 anni. Nel 1979 è entrato a far parte dell’azienda fondata dal padre. Ha poi assunto la direzione del Gruppo nel 1995. Nel 2014 ha ceduto la gestione quotidiana dell’azienda a Matthias Altendorf ed è diventato presidente del Supervisory Board. L’impronta che ha dato all’azienda è viva ancora oggi. Negli ultimi anni si è anche concentrato per garantire un agevole ricambio generazionale all’interno della famiglia degli azionisti.
Matthias Altendorf assumerà la carica di presidente del Supervisory Board il primo gennaio 2024. Sarà proposto per l’elezione all’assemblea generale annuale del 3 aprile 2023.
Secondo Klaus Endress, gli azionisti ritengono che sia la persona giusta per questa posizione: “Conosce la nostra azienda da 35 anni e ha guidato il Gruppo con prudenza e successo per quasi un decennio.
Altendorf incarna inoltre in modo esemplare la cultura di Endress+Hauser e rappresenta i valori che contraddistinguono la nostra azienda”.
Peter Selders assumerà il ruolo di Ceo. Il dirigente
no del suo anniversario con fiducia. Il Gruppo supporta i clienti in sfide importanti come la digitalizzazione e la decarbonizzazione. Endress+Hauser contribuisce all’approvvigionamento, alla nutrizione e alla salute delle persone. L’azienda è solida; la sua impronta globale garantisce stabilità. E la famiglia di azionisti ha tutte le carte in regola per garantire un passaggio di responsabilità senza problemi alla terza generazione. l
53enne, che ha conseguito un dottorato di ricerca in fisica, è entrato in Endress+Hauser nel 2004 e dal 2019 guida il centro di competenza per le tecnologie di misura di livello e pressione con sede a Maulburg, in Germania.
Queste decisioni sono state prese con grande attenzione e con ampie discussioni tra gli azionisti, la famiglia e il Supervisory Board. “È ovvio che la famiglia continuerà a essere strettamente legata all’azienda”, sottolinea Klaus Endress.
Come in precedenza, sarà rappresentata da due membri del Supervisory Board. Oltre a Sandra Genge, Steven Endress entrerà a far parte del Consiglio di amministrazione il primo gennaio 2024. Il 44enne nipote del fondatore dell’azienda lavora per Endress+Hauser dal 2012 e dal 2016 ricopre il ruolo di Ceo nel Regno Unito. Anche se Klaus Endress non avrà più un ruolo attivo in Endress+Hauser, rimarrà presidente del Family Council, che decide su tutte le questioni importanti nel rapporto tra la famiglia e l’azienda.
70 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA Strumentazione
Dal primo gennaio 2024 Matthias Altendorf succederà come presidente del Supervisory Board di Endress+Hauser a Klaus Endress, figlio del fondatore
La robotica come tecnologia anti-contaminazione nel pharma 4.0
Prima considerata un freno per l’innovazione, oggi la forte regolamentazione del settore farmaceutico spinge l’applicazione di manipolazioni robot e AGV, come le soluzioni di Stäubli che aumentano la sicurezza dei cicli produttivi in ambiente controllato.
A causa della sua rigida regolamentazione, l’industria farmaceutico-medicale in passato è stata lenta nell’adottare soluzioni di robotica e automazione. Attualmente, invece, è proprio questa impostazione regolatoria che sta guidando il settore verso un’automazione sempre più spinta, che vede al centro delle manipolazioni robot e AGV, capaci di ridurre drasticamente il rischio di contaminazione e di aumentare la flessibilità dei processi, incrementando al tempo stesso la sicurezza sia degli operatori sia dei lotti di produzione in ambiente controllato.
L’utilizzo della robotica può portare numerosi vantaggi in differenti aspetti vitali per la produzione farmaceutica e medicale. Ad esempio, i robot consentono di semplificare operazioni time-consuming, come il cambio formato, attraverso l’uso di cambi pinza rapidi e automatici, e offrono la possibilità di selezionare delle ricette preimpostate, permettendo di cambiare in pochi secondi le operazioni della macchina.
Oltre al rispetto delle normative e dei requisiti di certificazione del settore, Stäubli attribuisce a fattori come l’affidabilità e la flessibilità dei processi un ruolo decisivo per lo sviluppo dell’automazione in ambito farmaceutico-medicale. In particolare, i robot Stäubli so-
no stati sviluppati con la massima attenzione per gli ambienti asettici, con un GMP di grado A e clean-room: sono il cuore già di molte applicazioni, sia in isolatore o RABS, sia in asservimento a linee nei vari gradi di camera bianca, con certificazioni fino a ISO 2. Tutte le soluzioni robotiche sono dotate degli accorgimenti necessari per operare in ambienti a contaminazione controllata: i robot Stäubli possono sopportare cicli intensivi di sanificazione attraverso VHP o Alcol Isopropilico e, grazie al grado di impermeabilità IP67 e al trattamento superficiale ultraliscio, permettono un profondo grado di pulizia per eliminare facilmente tracce dei vari lotti lavorati.
“La nuova versione del GMP - vol.4 - Annex 1, la normativa di riferimento per la produzione di farmaci sterili, può dare all’industria la spinta necessaria per aumentare l’adozione della robotica come tecnologia chiave per ottenere produzioni con minimo rischio di contaminazione, tanto che l’uso della robotica nel settore life science potrebbe raggiungere il picco di utilizzo nei prossimi 3-5 anni”, afferma Andrea Tanzini, Head of Pharma Stäubli Robotics Italia. Ad esempio, il mondo del fill-finish e della produzione di dispositivi medici in clean-room sta subendo un cam-
Automazione
La prima immagine a sinistra è di Steriline, produttore italiano di linee per l’industria farmaceutica; qui a fianco una foto di Comecer relativa alla manipolazione e al riempimento di polvere API con tecnologia isolatore
bio di paradigma; da sistemi produttivi aperti e manuali, ci si è spostati lentamente a sistemi isolati e automatizzati, e siamo solo all’inizio. La tendenza per il futuro è di realizzare cicli produttivi completamente chiusi e automatici, dove l’apporto dell’operatore sarà estremamente limitato in termini di manipolazione, in modo tale da ridurre i rischi di contaminazione per il prodotto e per l’operatore stesso.
Sistemi autonomi per la logistica in ambienti critici
“La sfida di oggi è la produzione di un design igienico, con un grado di pulizia estremo per i requisiti più stringenti degli ambienti più sfidanti come Isolatori e Restricted Access Barrier Systems. La sfida di domani sarà caratterizzata dall’uso di sistemi autonomi come AGV e AMR per la logistica: sia in zone non classificate, sia in clean-room per la produzione sterile di farmaci e dispositivi medici”, conclude Tanzini. Il profondo rinnovamento che sta coinvolgendo la produzione dei farmaci e dei dispositivi medici sta portando le realtà produttive ad essere dei veri e propri ecosistemi di macchine; dei luoghi in cui la robotica permette di realizzare le manipolazioni più disparate: che siano di fiale, di lenti a contatto, di siringhe o di valvole cardiache, riducendo pressoché a zero il rischio di contaminazione, grazie a gradi ISO sfidanti e a cicli di cleaning e decontaminazione validati, automatici e con il valore aggiunto di permettere una tracciabilità minuziosa e puntuale di ogni movimentazione effettuata.
RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 71 Febbraio/Marzo 2023
Destinazione All Electric Society
Phoenix Contact festeggia 100 anni con una crescita record e lo sguardo costantemente rivolto al futuro, grazie a soluzioni per l’automazione e l’elettrificazione che favoriscono la riduzione delle emissioni e la sostenibilità dei processi industriali.
di Alessandro Bignami
Dopo un secolo di storia, Phoenix Contact continua ad avere voglia di futuro. Un futuro che per il pianeta sarà possibile solo se verrà condotta una reale transizione energetica ed ecologica. Ne è ben consapevole l’azienda che ha sede cen-
trale a Blomberg, in Germania, e che da tempo sta orientando investimenti e sviluppo verso la sostenibilità.
Con una mission chiara: dare un contributo determinante nella realizzazione della “All Electric Society”. Un impegno che sta interessando tutti i quattro “pillars” di Phoenix Contact: Industria, Infastrutture, Energia e E-mobility.
Italia, un mercato strategico Protagonista internazionale nelle soluzioni per il settore automazione, elettrificazione e messa in rete, Phoenix Contact compie dunque nel 2023 i suoi primi 100 anni, che ha voluto festeggiare anche in Italia, un mercato strategico per la società, con una conferenza a Milano lo scorso febbraio. “Non è così scontato che una lunga esisten-
72 icf RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA
Automazione
za sia sinonimo di successo. Alcuni colossi del Novecento oggi sono ridimensionati per non aver colto i passaggi chiave dell’innovazione. La nostra realtà non ha invece mai smesso di crescere, nelle dimensioni ma anche nella raccolta di nuove sfide e nell’espansione in nuovi mercati”. Francesco Lanzani, presidente e direttore generale di Phoenix Contact Italia, si appassiona nel raccontare le tappe principali della storia e i prossimi progetti dell’azienda alla stampa tecnica intervenuta nell’avveniristica location di Factory NoLo, a pochi passi da Piazzale Loreto. “Oggi stiamo vivendo una nuova fase di cambiamento, avendo intrapreso il percorso verso la All Electric Society”. Phoenix Contact conta oltre 20mila addetti, 11 stabilimenti produttivi e 55 filiali nel mondo. Nel 2022 ha generato un fatturato record di oltre 3,5 miliardi di euro. “La società è cresciuta nel tempo anche attraverso le acquisizioni, che sono sempre state inerenti alla nostra tecnologia e integrate nell’organizzazione”, ha continuato Lanzani. Non sono mancati i momenti complicati. “Anche i nostri numeri hanno risentito della crisi finanziaria del 2008 e 2009, e dell’emergenza Covid nel 2020, ma appena i mercati si sono normalizzati siamo ripartiti rapidamente e con slancio. Una reazione consentita anche dalla motivazione e dalla serenità dei dipendenti, che nei momenti più duri dell’economia internazionale sono sempre stati rassicurati dai vertici: l’ultimo esempio riguarda gli aumenti salariali erogati per aiutare le famiglie ad affrontare l’incremento delle bollette energetiche. Gli scorsi due anni sono stati di crescita intensa, che in Italia nel 2022 ha superato il +19%, grazie a un fatturato di 151 milioni di euro”. La capacità attrattiva dell’azienda appare esemplificata dalla stessa biografia di Lanzani, in forza a Phoenix Contact Italia ormai dal 2000. “Abbiamo una mission chiara, sempre più orien-
tata al tema della sostenibilità, cruciale per la stessa esistenza futura del pianeta. Credo che le aziende stiano mostrando di poter contribuire alla questione ambientale laddove la politica da sola non riesce”.
Se gli stabilimenti produttivi in Germania sono già carbon neutral dal 2021, l’obiettivo della società è raggiungere entro il 2030 le emissioni zero per tutta la sua catena del valore. Ma il contributo alla “All Electric Society” passa ovviamente anche dalle soluzioni per la riduzione delle emissioni dei propri clienti e per le tante applicazioni nella produzione di energie rinnovabili, oltre che per l’e-mobility, un settore destinato a una crescita esponenziale.
In tale contesto, in veloce evoluzione, il mercato italiano continua a essere centrale per l’azienda, venendo solo dopo a Germania, Usa e Cina.
Lanzani ha commentato anche il problema della carenza di chip sulle filiere globali che ha contraddistinto la fase di ripresa post Covid. “Certo non è stato
facile governare il rilancio della domanda nel 2021 e 2022, soprattutto per le complicazioni nell’approvvigionamento dei semiconduttori, ma ora la situazione sta nettamente migliorando”.
Verso la produzione intelligente di energia pulita
Phoenix Contact ha ridefinito le proprie strategie e riorganizzato la sua struttura a livello mondiale per raggiungere gli obiettivi a favore del clima nel 2030. Da un paio di anni a questa parte, l’azienda ha effettuato importanti investimenti nel networking, nell’elettrificazione e automazione, potenziando la ricerca e sviluppo per la creazione di tecnologie a favore di una sempre più concreta “All Electric Society”. Per Phoenix Contact la sostenibilità si sviluppa su tre dimensioni: sociale, economico-finanziario e ambientale, insieme creano un circuito virtuoso capace di rendere disponibili a tutti le energie ottenute da fonti rinnovabili.
“All Electric society” significa anche fare in modo che l’elettricità diventi a sua
Febbraio/Marzo 2023 RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 73
Automazione
volta energia primaria prodotta in modo sostenibile, convertita in altre fonti di energia liquida o gassosa, assolutamente neutre dal punto di vista della CO2
Il cosiddetto accoppiamento di settore rende concreto il concetto di produzione intelligente dell’energia pulita. Si tratta di un collegamento in rete completo e intelligente dei settori dell’ener-
se, gli standard di comunicazione come OPC UA, le piattaforme di controllo aperte come PLCnext Technology di Phoenix Contact, le soluzioni software per container come Docker, i progetti open source come il framework MORYX pubblicato da Phoenix Contact su Github e gli ambienti di sviluppo low-code accelerano la gestione di progetti e applicazioni intersettoriali.
Phoenix Contact propone una serie di soluzioni che, acquisite dai clienti, sono in grado di lasciare all’interno della filiera un’impronta sostenibile. I settori coinvolti sono: E-mobility, Smart Industry, Smart Energy. La mobilità, per esempio, è un mercato in forte espansione e transizione, che richiede l’immissione di nuove soluzioni a livello
Phoenix Contact ha ridefinito gli ambiti nei quali operare, dedicando risorse in funzione delle specificità dei diversi comparti e investendo in innovazioni che contribuiscono ad una maggiore sostenibilità. In questo processo multisettoriale, l’azienda fa da precursore, ad esempio attraverso l’ecosistema PLCnext Technology quale valido strumento per realizzare progetti innovativi e funzionali all’accoppiamento di settore. La piattaforma di controllo è basata su Linux e consente la programmazione libera da vincoli e supporta applicazioni già esistenti. PLCnext Technology è la soluzione in grado di integrare in modo sicuro la tecnologia esistente e obsoleta nel sistema di controllo.
gia, dell’industria, della mobilità, delle infrastrutture e dell’edilizia, sia in termini di informazioni che di energia.
“L’obiettivo è un sistema globale efficiente ed equilibrato in cui l’energia in eccesso possa sempre essere indirizzata dove è necessaria. La base per questo è la massima elettrificazione e la successiva digitalizzazione, l’interconnessione e l’automazione di tutti i settori.
Le tecnologie di base sono già disponibili: dal 5G via TSN al Single Pair Ethernet, è possibile implementare un’infrastruttura di comunicazione senza interruzioni tra i numerosi dispositivi installati dal livello sensore-attuatore fino al sistema IT. Su questa ba-
industriale, e l’azienda vanta una grande esperienza in tema di connettività e gestione intelligente dei dati, elementi in forte ascesa in questo comparto. In ambito di elettrificazione Phoenix Contact offre un vasto programma di soluzioni che contribuiscono all’alimentazione dei sistemi, alla loro stabilità e continuità. Sul fronte del networking, l’azienda punta molto sulla comunicazione, sulla sicurezza, sulla cyber security con importanti investimenti in ricerca e sviluppo. Nell’automazione, PLCnext Technology fa da padrone con funzioni di controllo e di sicurezza innovativi, anche per l’analisi dei dati di sistema e dal campo.
La svolta energetica pone infatti nuove sfide per le centrali di produzione dell’energia elettrica, che devono essere modernizzate in modo da soddisfare le esigenze future. In questo contesto l’ecosistema PLCnext Technology permette l’espansione tecnica degli impianti esistenti grazie alla sua apertura e compatibilità. Oltretutto, tecnologie che oggi potrebbero non esistere ancora, potranno essere facilmente integrate nell’ecosistema in un secondo momento, ad esempio, tramite le applicazioni caricate nel PLCnext Store. In questo modo gli impianti saranno a prova di futuro anche per i prossimi decenni. l
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Resistenza antimicrobica, tra best practice e proposte di approcci innovativi
L’annuale appuntamento con la Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici è stata l’occasione per la pubblicazione, da parte di varie autorità sanitarie e regolatorie e associazioni industriali su scala globale, degli ultimi aggiornamenti e proposte per contrastare il fenomeno della resistenza di batteri e altri agenti patogeni ai farmaci oggi disponibili e per rilanciare le attività di ricerca e sviluppo secondo approcci innovativi e in un’ottica One Health.
Il fenomeno della resistenza antimicrobica (AMR) rimane a tutt’oggi una delle principali criticità in campo sanitario a livello globale, con arsenali farmacologici sempre più ristretti e non in grado di contrastare in modo efficace le infezioni da agenti patogeni multi-resistenti. La resistenza antimicrobica non si limita ai soli antibiotici: ne possono essere interessate anche infezioni derivate da agenti virali, fungini o altri patogeni. Il fenomeno è la conseguenza di mutazioni nel genoma della specie d’interesse in risposta al trattamento con sostanze atte a inattivarla o ucciderla, un meccanismo che assicura la sopravvivenza dei ceppi in grado di resistere al trattamento.
Le priorità dell’OMS
Al centro delle azioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)
già da alcuni decenni, il problema dell’antimicrobico-resistenza viene perseguito secondo quattro diverse priorità strategiche [1]. La prima riguarda la costruzione di una leadership a livello internazionale che indirizzi una risposta coordinata e onnicomprensiva al fenomeno, e ha portato tra le altre cose alla costituzione nel gennaio 2021 del Segretariato congiunto tripartito sulla AMR (che riunisce Food and Agriculture Organization, Organizzazione mondiale della sanità animale e OMS) e a un accordo per un “Quadro strategico tripartito sull’AMR 2022-2026”. La call to action al centro dell’High Level Dialogue 2021 dell’Assemblea generale della Nazioni Unite, inoltre, è stata sottoscritta da 113 stati membri con il supporto di altri 35 attori. La seconda linea di azione punta ad agire nei singoli paesi per ridurre la mortalità, la morbilità e la disabi-
Approfondimenti
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di Filippo Neri
lità derivanti dalla resistenza antimicrobica, per preservare l’accesso dei pazienti ai farmaci efficaci e a sistemi sanitari pubblici centrati sui bisogni degli utenti. Già 148 paesi hanno dato vita a Piani di azione nazionali per l’AMR; è prevista anche l’emissione di linee guida e strumenti che ne facilitino l’implementazione e le connessioni con altri programmi in ambito sanitario. Diverse sono state le iniziative in questo senso anche in Italia, in occasione della “Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici 2022” (vedi box a fianco).
Le attività di ricerca e sviluppo volte a identificare nuovi approcci terapeutici per combattere le infezioni microbiche sono la terza priorità identificata dall’OMS, da perseguire anche attraverso la messa a punto di nuovi strumenti a supporto dell’innovazione e di meccanismi per il procurement globale e l’equità di accesso. Le azioni in questo campo prevedono la definizione di liste prioritarie di patogeni batterici e fungini, l’analisi periodica delle pipeline farmaceutiche sia pre-cliniche che cliniche, la definizione dei profili target per i nuovi trattamenti destinati alle infezioni ad alta priorità e l’aggiornamento della lista OMS degli “Antimicrobici d’importanza critica per la medicina umana”.
La raccolta sistematica dei dati utili per definire la reale portata e l’impatto dell’antimicrobico-resistenza a livello globale e di singolo paese è perseguita attraverso il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza e dei meccanismi di raccolta, reporting, diffusione e utilizzo di dati di qualità. Tra i principali strumenti finora sviluppati, ricordiamo il Global Antimicrobial Resistance and Use Surveillance System (GLASS) e il Tripartite AMR Country Self-Assessment Survey (TrACCS), entrambi condotti con ca-
Le iniziative in Italia
In occasione della Giornata europea sull’uso consapevole degli antibiotici 2022 e della corrispondente Settimana mondiale, il Ministero della Salute ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Prevenire insieme l’antibiotico-resistenza”, che punta a un approccio OneHealth con coinvolgimento di tutti i diversi attori. L’evento è stato anche l’occasione per rilanciare l’impegno italiano attraverso il nuovo Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza (PNCAR) 2022-2025.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha invece puntato ad aggiornare le indicazioni di trattamento rivolte, rispettivamente, ai medici ospedalieri e a quelli di medicina generale, attraverso la pubblicazione di due distinti documenti. Il primo analizza la terapia mirata delle infezioni da batteri Gram negativi resistenti a multipli antibiotici nei pazienti ospedalizzati, il secondo quella delle infezioni urinarie non complicate e complicate causate da batteri Gram negativi multiresistenti per la medicina territoriale (incluse le residenze sanitarie assistenziali). Le raccomandazioni, elaborate dal Gruppo di lavoro multidisciplinare CTS Aifa-Opera (Ottimizzazione della PrEscRizio-
denza annuale, e vari indicatori per lo sviluppo sostenibile utilizzati per il reporting da oltre sessanta paesi.
La diffusione del fenomeno Un articolo pubblicato a fine 2022 su Lancet [2] a firma “Antimicrobial Resistance Collaborators” ha cercato d’identificare meglio le dimensioni del fenomeno AMR, andando ad analizzare i dati 2019 relativi alle morti stimate e all’aspettativa di vita espressa in termini di disability-adjusted life-years (DALYs) attribuibi-
ne Antibiotica), puntano a supportare il trattamento delle infezioni più complesse, per le quali siano disponibili solo opzioni terapeutiche minime o nessuna opzione terapeutica. I documenti indicano gli antibiotici di prima e seconda scelta e le possibili alternative, il dosaggio e la via di somministrazione più appropriati e con il più basso rischio di selezione di batteri resistenti. Anche la componente industriale del comparto biotech, rappresentata da Assobiotec, si è unita alla campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute. L’appello è stato rivolto, in questo caso, alla necessità di trovare rapidamente nuovi farmaci antimicrobici e soluzioni diagnostiche efficaci attraverso una rinnovata e forte collaborazione fra aziende biotech, mondo della ricerca pubblica e decisori istituzionali, senza perdere di vista l’attenzione alla piena tutela della proprietà intellettuale e al riconoscimento dell’innovazione che si trasforma in prodotto. In collaborazione con l’International Council of Biotechnology Associations (ICBA) e altre associazioni nazionali dell’impresa del biofarmaco, Assobiotec ha anche lanciato il video “#The silent pandemic”. (fonte: Ministero della salute, Aifa, Assobiotec)
li e associate all’antimicrobico-resistenza di tipo batterico, a livello di 23 diversi agenti patogeni e 88 combinazioni patogeno-farmaco in oltre 200 tra paesi e territori. Ne è risultato un pool di dati estremamente ampio (471 milioni di record individuali o isolati, 7585 anni di studio) e di varia provenienza (dalle review sistematiche di letteratura ai sistemi di sorveglianza e a quelli ospedalieri ecc.). La ricerca internazionale è stata finanziata da Bill & Melinda Gates Foundation, Wellcome Trust e dal
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Le tre principali situazioni patologiche associate alla resistenza antimicrobica sono risultate essere le infezioni toraciche e delle basse vie respiratorie, le infezioni del sangue e quelle intra-addominali (complessivamente responsabili del 78,8% delle morti totali attribuibili all’AMR nel 2019)
Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale britannico con fondi del Fleming Fund.
L’analisi statistica condotta sui dati ha permesso di arrivare a un valore stimato medio di circa 4,95 milioni di morti associati all’antimicrobico-resistenza batterica nel solo 2019 (di cui 1,27 milioni attribuibili al fenomeno sotto esame). A livello geografico, la regione più colpita è risultata essere l’Africa sub-sahariana occidentale, quella meno colpita l’Australasia. Lo studio ha anche indicato i sei principali agenti patogeni di tipo batterico responsabili delle morti associate ad antibiotico-resistenza (Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Streptococcus pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa). Una delle situazioni più preoccupanti emersa dall’indagine riguarda la combinazione tra il patogeno S.aureo e l’antibiotico meticillina, a cui sono state attribuite oltre 100 mila morti e 3,5 milioni di DALY dovuti a resistenza. Le tre principali situazioni patologiche associate alla resistenza antimicrobica sono risultate essere le infezioni toraciche e delle basse vie respiratorie, le infezioni del sangue e quelle intra-addominali (complessivamente responsabili del 78,8% delle morti totali attribuibili all’AMR nel 2019). Il gruppo di lavoro che ha eseguito la ricerca segnala anche la situazione preoccupante a livello di tubercolosi (multi-drug resistant, MDR, ed estensivamente resistente ai farmaci, XDR), E. coli resistente alle cefalosporine di terza generazione e ai fluorochinoloni, A. baumannii e K. pneumoniae resistenti ai carbapenem e K. pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione.
Il rapporto ICRMA sulle best practices
Anche le autorità regolatorie internazionali riunite nell’International Coalition of Medicines Regulatory Authorities (ICMRA) mantengono alta l’attenzione verso il fenomeno dell’AMR. Un rapporto pubblicato a novembre 2022, in particolare, ha analizzato il fenomeno da diverse prospettive, attraverso nove diversi studi di caso, con l’obiettivo d’individuare le best practices sia di tipo regolatorio che non-regolatorio [3]. Il gruppo di lavoro è stato coordinato da Health Canada e ha visto la partecipazione anche dell’Agenzia europea dei medicinali, della britannica MHRA e delle autorità regolatorie di Giappone, Argentina, Nigeria, Arabia Saudita e Svezia.
La flessibilità regolatoria è stata analizzata prendendo come modello l’approccio seguito durante la pandemia dall’americana Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA). I progetti di ricerca sono stati sviluppati attraverso partnership pubblico-privato, con utilizzo di approcci innovativi per la raccolta dei dati necessari alla revisione regolatoria delle nuove terapie non tradizionali. I progetti selezionati per lo sviluppo di “candidate medical countermeasures” (MCM) devono essere supportati da un master plan regolatorio e possono beneficiare di accordi specifici con FDA per lo sviluppo coordinato dei prodotti.
L’emergenza Covid-19 ha anche rappresentato l’occasione per sperimentare schemi più flessibili e rapidi per l’approvazione regolatoria dei nuovi trattamenti (farmaci e vaccini). Il caso preso in esame è quello dello schema temporaneo di approvazione introdotto da Health Canada, insieme alle strategie messe in atto dal governo canadese per facilitare sia lo sviluppo clinico che l’acquisto dei prodotti attraverso “advanced purchasing agreements”.
Un altro studio di caso si focalizza
sugli antibiotici veterinari che possono trovare utilizzo anche nella medicina umana: un settore considerato spesso critico per lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza, visto che gli allevamenti animali (specie quelli intensivi) sono un luogo di selezione preferenziale dei ceppi resistenti a causa dell’elevato utilizzo di antibiotici per prevenire le malattie negli animali. In Canada il problema è stato affrontato attraverso l’istituzione, nel 2018, di un sistema per il reporting delle vendite degli antimicrobici veterinari (VASR). I dati trasmessi annualmente in modo obbligatorio da fabbricanti e importatori sono analizzati dalle autorità competenti. Le restrizioni alla prescrizione di antibiotici sono state analizzate attraverso il caso di un prodotto di combinazione contenente l’antibiotico tirotricina, che è stato sottoposto a restrizione prescrittiva dalla britannica MHRA nel 2018 a seguito dell’indicazione del National Health Services che la rete delle cure primarie non avrebbe dovuto più offrire di routine prescrizioni per il trattamento del mal di gola acuto. L’azione ha anche portato a una riformulazione del prodotto da parte del ti-
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tolare AIC, per escludere il principio attivo antibiotico.
Le prospettive sfavorevoli di vendite per i nuovi antibiotici nei mercati di molti paesi, considerati troppo piccoli per essere attrattivi dal punto di vista industriale, sono state al centro di un progetto pilota lanciato in Svezia nel 2018 e volto a testare nuovi modelli di rimborso. Quantitativi minimi annui garantiti, sicurezza di fornitura in 24 ore e uno stock localizzato nel paese sono tra gli elementi principali del progetto. Sempre in Svezia sono anche state implementate procedure per monitore le pratiche prescrittive, a livello nazionale, regionale, locale e individuale: uno strumento pensato per migliorare la consapevolezza dei medici prescrittori e per elaborare statistiche sull’uso corretto degli antibiotici. Non meno critica è la scelta dell’antimicrobico più adatto a trattare un’infezione da patogeno multiresistente. La scelta si basa sull’esecuzione di un antibiogramma, ovvero di un test che permette di evidenziare la risposta dei ceppi isolati a diversi principi attivi. Le infezioni batteriche maschili e femminili sono state al centro dell’attenzione delle autorità sa-
nitarie svedesi, con raccomandazione di escludere l’uso di antibiotici fluorochinolonici dal trattamento delle cistiti delle donne. Le autorità svedesi hanno anche pubblicato il Rainbow Pamphlet, un documento (accessibile anche tramite app dedicata) volto a comunicare le raccomandazioni di trattamento per le infezioni più comuni in ambito ambulatoriale. Non può, infine, mancare l’attenzione alla diffusione degli antimicrobici nell’ambiente: anche in questo caso, il rapporto analizza due progetti condotti in Svezia (Embark e Antibiotikasmart Sverige), volti a stabilire indicatori utili al monitoraggio dell’antibiotico-resistenza nell’ambiente.
La proposta di Transferable Exclusivity Extension (TEE)
Sul fronte della ricerca di nuovi antibiotici per il trattamento delle infezioni resistenti che siano anche sostenibili sul piano economico e della profittabilità industriale, la Federazione europea delle associazioni dell’industria farmaceutica (Efpia) ha avanzato una proposta che vede al centro il concetto di Transferable Exclusivity Extension (TEE) [4]. L’obiettivo sarebbe quello di portare ogni anno, per
Riferimenti:
i prossimi dieci anni, due nuovi antibiotici a mercato. A fronte dell’impegno nello sviluppo dei nuovi farmaci, le aziende con prodotti considerati eleggibili per l’accesso al programma riceverebbero un voucher che permetterebbe di estendere per un certo periodo di tempo l’esclusività di un altro dei loro medicinali. Il voucher TEE potrebbe anche essere venduto a un’altra azienda, così da remunerare la ricerca di successo.
L’analisi degli scenari di mercato basati su tale ipotesi, condotta da Charles River Associates per Efpia, si è focalizzata su sei diversi paesi, tra cui l’Italia (insieme a Francia, Germania, Spagna, Grecia e Polonia), caratterizzati da diversi modelli di mercato. Il documento prende anche in considerazione il tipo di agenti patogeni a cui sarebbe applicabile il TEE e il numero di antibiotici che potrebbero beneficiare della misura ogni anno. Secondo il rapporto, l’introduzione della Transferable Exclusivity Extension permetterebbe di rendere indipendente la remunerazione finanziaria per le aziende dai volumi prescrittivi, andrebbe a benefico di aziende di ogni dimensione e favorirebbe anche meccanismi di finanziamento privato. l
1) “WHO Strategic Priorities on Antimicrobial Resistance. Preserving antimicrobials for today and tomorrow”, WHO 2021, https://apps.who.int/iris/handle/10665/351719
2) Antimicrobial Resistance Collaborators, “Global burden of bacterial antimicrobial resistance in 2019: a systematic analysis”, Lancet 2022; 399: 629–55, https:// www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S0140-6736%2821%2902724-0
3) ICRMA, Antimicrobial Resistance Best Practices. Working Group Report and Case Studies, novembre 2022, https://www.icmra.info/drupal/sites/default/files/2022-11/amr_best_practices_report.pdf
4) Charles River Associates, “A framework for assessing the potential net benefits realised through Transferable Exclusivity Extension (TEE) as an incentive for development of novel antimicrobials: Final Report”, 5 settembre 2022, https://www.efpia.eu/media/676634/cra-efpia-a-framework-for-assessingthe-costs-and-benefits-of-tee-final-report.pdf
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RIVISTA DELL’INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA icf 79 Febbraio/Marzo 2023
In questo numero abbiamo parlato di…
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FARMACEUTICA RIVISTA DELL’ icfANNOXIV NUMERO1 FEB/MAR2023
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In nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie: AIFA 18 AMGEN ITALIA 18 ANTARES VISION 12, 37, 52 AQUA VIVA ............................................................................ 18 ASSOSALUTE .......................................................................... 20 BAYER 55 BEA TECHNOLOGIES 51 BIOFARMA ............................................................................. 12 BOEHRINGER INGELHEIM ........................................................ 32 BORMIOLI PHARMA 32 BRISTOL MYERS SQUIBB ITALIA 22 BRUNO WOHLFARTH.............................................................. 21 CAMARUS .............................................................................. 32 CHECKMAB 32 CHIESI 22 CO.RA ................................................................................... 13 CSV LIFE SCIENCE.................................................................2-3 DUPONT 52 EFFEBI 7 EGUALIA 23 EMERSON .............................................................................. 65 ENDRESS+HAUSER 68 F.LLI GIACOMELLO 64 FARAVELLI 27 FF.GI. ................................................................................... 39 FLUORTECNO BATTENTE 1A COP., 62 GRÜNENTHAL ITALIA 19 HEXAGON 1, 56 ICOTEK ................................................................................. 47 ITELYUM 11 LECHLER 66, 67 MERCURI ANGELO FRINDES 3A COP. MOLTENI ............................................................................... 32 MONTENEGRO 19 OSSFOR 14 PHOENIX CONTACT 72 PHOENIX PHARMA ITALIA ....................................................... 22 PILLER ........................................................................... 33, 48 POLITECNICO DI TORINO 36 PVS 4A COP, CALENDARIO PYGSA................................................................................... 12 R. STAHL .............................................................................. 53 S4S 2A COP. SIBERIAN HEALTH 18 SICK ..................................................................................... 64 SOLIDS ................................................................................. 61 SPS ITALIA 24, 31 STÄUBLI 71 STERILINE ............................................................................ 55 STEVANATO ............................................................................ 47 STUVEX 43 SWAN ANALITICA 23 TEXPACK 17 TRANSCOJECT......................................................................... 47 UNIFARCO 32 VEGA 1A COP., 8 VTU 35 WENGLOR SENSORIC GROUP ..................................................... 65