La Plastica N°3 Settembre/Ottobre 2024

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ATTUALITÀ

A piccoli passi verso un'industria ancora più forte

A piccoli passi verso un'industria ancora più forte

AMBIENTE E RICICLO

ATTUALITÀ

A piccoli passi verso un'industria ancora più forte

AMBIENTE E RICICLO

Plastica rigenerata: per l'Italia una risorsa ancora da sfruttare

AMBIENTE E RICICLO

Plastica rigenerata: per l'Italia una risorsa ancora da sfruttare ESTRUSIONE

Plastica rigenerata: per l'Italia una risorsa ancora da sfruttare

AMBIENTE E RICICLO

AMBIENTE E RICICLO

Plastica rigenerata: per l'Italia una risorsa ancora da sfruttare

ESTRUSIONE

Produzione di microtubi per fibra ottica a elevata velocità

Plastica rigenerata: per l'Italia una risorsa ancora da sfruttare

Plastica rigenerata: per l'Italia una risorsa ancora da sfruttare

ESTRUSIONE

Produzione di microtubi per fibra ottica a elevata velocità

ESTRUSIONE

ESTRUSIONE

ESTRUSIONE

Produzione di microtubi per fibra ottica a elevata velocità

Produzione di microtubi per fibra ottica a elevata velocità

Produzione di microtubi per fibra ottica a elevata velocità

a la OGGI DOMANI e

TECHNOLOGY TO THE POINT

plastic a la OGGI DOMANI

e

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Editoriale L’economia circolare e la sfida della competitività

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Storia di copertina Imballaggio per tubi: l’automazione come caposaldo della produttività

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Attualità A piccoli passi verso un’industria ancora più forte

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Attualità Networking e obiettivi comuni per una catena del packaging trasparente

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Attualità Poliestere espanso: nel 2023 i consumi registrano quota 155 mila tonnellate

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Appuntamenti A Fakuma 2024 l’attenzione è sull’efficienza

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Ambiente e riciclo Economia circolare: un punto di forza per l’Italia

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Ambiente e riciclo

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Ambiente e riciclo Plastica rigenerata: per l’Italia una risorsa ancora da sfruttare

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Ambiente e riciclo

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Ambiente e riciclo Gestione del materiale da un fornitore all-in-one

Le donne della plastica Alla conquista di una parità autentica

Le donne della plastica Un approccio pragmatico alle sfide del presente

Stampa 3D

Stampaggio a iniezione Produzione di ABS ad alta efficienza energetica

Componenti Ottimizzare lo stampaggio a iniezione con componenti innovativi

Componenti

Produzione di microtubi per fibra ottica ad elevata velocità

Energia Soluzione di monitoraggio per migliorare l’efficienza dei siti energivori

Impianti di coating a prova di standard automotive

Apparecchiature ausiliarie Lavorazione dei granuli: un dispositivo per ogni esigenza

Apparecchiature ausiliarie

Automazione Soluzioni di azionamento indipendenti ottimizzate

Strumentazione Spettrofotometro portatile per misurazioni in più ambienti

Poliammidi avanzati per una sostenibilità certificata

Elenco inserzionisti

L’economia circolare e la sfida della competitività

Come stanno l’Italia e l’industria italiana che si occupa di materie plastiche? È una domanda lecita, soprattutto se letta alla luce di un complicato contesto mondiale colpito da conflitti, spinte inflattive, elevati tassi di interesse. Il primo dato che salta all’occhio è quello del Centro Studi MECS-Amaplast che ha presentato i risultati emersi dalla quarta edizione dell’Indagine Statistica Nazionale. Secondo lo studio il comparto dell’industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma ha realizzato, nel 2023, una produzione da record storico assoluto sostenuto in particolare dall’export che, in base ai dati ISTAT, ha toccato lo scorso anno quota 3,59 miliardi di euro con un balzo di quasi 11 punti sul 2022. Ma ormai è impossibile parlare di plastica senza affrontare il tema della circolarità, considerando che riciclare una tonnellata di plastica può contribuire a risparmi emissivi compresi tra le 1,1 e le 3,5 tonnellate di CO2

A questo proposito arrivano in nostro soccorso i numeri e le prospettive del rapporto del CEN (Circular economy Network) esposti nel corso della VI Conferenza Nazionale sull’economia circolare. In Italia, confermano i risultati, quasi un quinto di quello che produciamo viene dal riciclo e, nel tasso di utilizzo circolare di materia, siamo secondi solo alla Francia e primi tra le 5 principali economie dell’Unione europea nella capacità di utilizzare al meglio la materia. Il nostro sistema economico e produttivo ama la circolarità, e a farlo sono anche le piccole e medie imprese: il 65% dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare, oltre il doppio rispetto al 2021.

Risultati incoraggianti, sembrerebbe, ma l’Italia ha i suoi punti deboli: ad esempio, la dipendenza dalle importazioni di materiali (46,8%) che è più del doppio della media europea (22,4%).

“Puntare sulla circolarità deve essere la via maestra per accelerare la transizione ecologica e climatica e aumentare la com-

petitività delle nostre imprese”, spiega a questo proposito Edo Ronchi, presidente del Circular Economy Network. “Ancora di più per un Paese povero di materie prime e, soprattutto, nel contesto attuale caratterizzato da una bassa crescita e dai vincoli stringenti del rientro del debito pubblico”.

E infatti, i dati del rapporto Assorimap (aderente a Confimi Industria) realizzato da Plastic Consult parlano anche di un’Italia sofferente. Se il 2022 era già stato un anno nero per i riciclatori, colpiti in particolar modo dallo shock dei costi energetici, nel 2023 la tendenza è confermata a causa del rallentamento nella produzione di materie prime seconde in plastica (poco meno di 785mila tonnellate) provenienti dal riciclo meccanico dei rifiuti post-consumo. Il fatturato settoriale è crollato nel corso del 2023, attestandosi intorno ai 780 milioni di euro (-31% sul 2022).

La rapida diminuzione del valore dei riciclati trova spiegazione nella forte contrazione dei prezzi di vendita in un contesto di stagnazione dei volumi complessivi, resasi necessaria per cercare di mantenere competitività nei confronti dei polimeri vergini low cost, in particolare di quelli di importazione extra UE a cui si aggiunge la mancanza di controlli effettivi e di sistemi di certificazione e tracciabilità sui materiali importati presunti riciclati. Uno scenario che parla quindi di un Paese attivo nel campo della circolarità e del riciclo ma dove il settore delle materie plastiche deve ancora affrontare sfide importanti, tra cui la dipendenza dalle importazioni e la contrazione del mercato dei riciclati. Tuttavia, con politiche mirate e un impegno rinnovato l’Italia ha il potenziale per consolidare la sua posizione di leader nell’economia circolare: il futuro dell’industria delle materie plastiche dipende dalla capacità di innovare e adattarsi, trasformando le sfide in opportunità per un’economia più sostenibile e resiliente.

storia di copertina

Imballaggio per tubi: l’automazione come caposaldo della produttività

IPM sempre più in alto. Oltre a traini, taglierine, bicchieratrici, filettatrici e curvatubi, l’azienda romagnola punta sull’automazione robotica del fine linea di estrusione mediante controllo qualità, confezionamento e imballaggio, personalizzati in base alle esigenze della clientela mondiale.

La I PM (Italian Plastic Machinery) rappresenta una realtà consolidata, a livello mondiale, nella produzione di macchine per l’estrusione ed il confezionamento di tubi in plastica. Fondata nel 1987, esegue tutto il processo produttivo, dalla progettazione alla realizzazione dei macchinari direttamente in azienda, a garanzia di qualità e del totale made in Italy. La moderna sede aziendale sorge a Lugo di Romagna (RA), su un’area di circa

17.500M2, coperta per 7.300M2. “In un contesto mondiale sempre più complesso, l’obiettivo di IPM è favorire il miglioramento, la competitività e la crescita delle imprese clienti, attraverso l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, garantendo loro le migliori performance, affiancando il cliente fino al raggiungimento completo dei risultati prefissati, contribuendo allo sviluppo economico ed al miglioramento delle condizioni di vita delle persone e del pianeta”,

precisano i soci Silvia Geminiani, Claudio Argnani e Bruno Barabani.

Forte di una lunga esperienza e di una costante innovazione, IPM SRL, è una delle realtà più rappresentative del settore, offrendo impianti molto spesso “tailor made” a completamento delle linee di estrusione per tubi in plastica. In Europa, dove l’utilizzo di tubi in polipropilene, ma anche di quelli in PVC e polietilene, è sempre in forte crescita, la richiesta di linee sempre più veloci, performanti e automatizzate si sta intensificando sempre più, soprattutto a causa della scarsità diffusa di manodopera preparata disposta a lavorare a turni anche notturni per tutto l’anno. Inoltre, l’implementazione delle tecnologie di automazione e digitalizzazione dei processi, controllo e gestione in ottica 4.0, è diventata indispensabile per accrescere la competitività delle aziende produttrici di tubi, implementando qualità ed affidabilità dei prodotti, che sempre più vengono singolarmente testati.

Impianti di imballaggio automatici per tubi

IPM, ha investito e sta tuttora investendo moltissimo in questo ambito, studiando e realizzando impianti personalizzati in base alle specifiche esigenze della clientela, con particolare attenzione all’ottimizzazione della superficie produttiva, alla qualità del prodotto finito ed al risparmio energetico. Grazie ai nuovi sistemi automatici di imballaggio, è oggi possibile il completamento

BA 250 ME, elettrica

delle linee di estrusione mediante raccolta e confezionamento di tubi in cornici di legno, in scatole di cartone, in box di ferro, in sacchi di polietilene, in sellette di plastica, ecc. conciliando al meglio le esigenze produttive, con quelle di marketing, senza trascurare la logistica e gli spazi aziendali disponibili.

La vera sfida è proprio questa: aumentare il livello di automazione degli impianti, la loro capacità produttiva, migliorando costantemente la qualità e l’affidabilità dei prodotti, garantendo spazi limitati e potenziando i sistemi di sicurezza a tutela del personale addetto.

Tutto ciò è stato possibile grazie ad Engineering IPM srl, società del gruppo IPM, dedita principalmente a ricerca, sviluppo ed al continuo potenziamento dell’ufficio

progettazione, meccanico, elettronico e informatico. Questo ha richiesto un notevole impegno anche finanziario, mediante la costruzione di nuovi uffici, di nuovi spazi produttivi e per via dell’assunzione di nuovi ingegneri e tecnici utili a implementare l’attività e la ricerca su alternative di ultima generazione come: sistemi cartesiani, bracci antropomorfi, sistemi di sollevamento a vuoto, in grado di muovere i carichi in modo veloce, ergonomico e in qualsiasi posizione.

La riduzione dei tempi logistici sta infatti obbligando le aziende ad automatizzare i processi per raggiungere la massima produttività. Ne è un esempio la diffusione dei bracci robotici industriali che, oltre ad eseguire le attività ripetitive svolte in passato dall’operatore, sono molto affidabili, veloci e sempre presenti.

Inoltre, questa tecnologia, non si limita a migliorare l’efficienza in produzione e la logistica, ma consente di effettuare automaticamente con continuità e precisione, il carico di oggetti pesanti, senza alcun intervento da parte dell’uomo.

Tra gli ultimi impianti realizzati, IPM sta raccogliendo notevole successo, con il nuovo sistema di imballaggio RMC, caratterizzato da una serie di bracci cartesiani, in grado di prelevare e gestire l’apertura e l’alimentazione dei vari cartoni in

base al contenuto che devono ospitare (diametro e numero dei tubi), confezionare gli imballi, selezionare, raccogliere, depositare i singoli tubi in base alla diversa lunghezza, contrapponendo le estremità bicchierate, richiudere e nastrare le scatole, pesandole e qualora conformi, etichettarle e palettizzarle. Ovviamente, i tubi di maggiore lunghezza vengono raccolti, selezionati, inseriti in apposite sellette in plastica, che completate, mediante sistemi di sollevamento a vuoto, vengono depositate all’interno dei porta pallet dotati di apposite cornici in legno. Tutto il ciclo viene eseguito automaticamente, con precisione, rapidità e con la massima sicurezza. Tali impianti, sono stati progettati anche nella versione per tubi di grande diametro (come quelli lunghi 3 metri e di diametro 400 mm) che, oltre alla rapidità e precisio -

La vera sfida è aumentare il livello di automazione degli impianti, la loro capacità produttiva, migliorando costantemente la qualità e l’affidabilità dei prodotti, garantendo spazi limitati e potenziando i sistemi di sicurezza a tutela del personale addetto

I soci IPM, da sinistra, Bruno Barabani, Silvia Geminiani e Claudio Argnani
Traino

ne, offrono la possibilità di lavorare tubi in totale sicurezza (anche in caso di emergenza, l’impianto progettato da IPM trattiene i tubi).

Da sottolineare, inoltre, le dimensioni ridotte della macchina (occupa meno spazio di un pallettizzatore tradizionale) e la movimentazione automatica dei porta pallet vuoti e dei carrelli pieni. Su richiesta, tali impianti possono essere integrati anche da sistemi di rinforzo e/o chiusura dei pallet, sempre in automatico.

Bicchieratura di tubi corrugati in PE e PP-Injection System (Brevetto IPM)

Altra gamma di macchine molto richieste

La riduzione dei tempi logistici sta obbligando le aziende ad automatizzare i processi per raggiungere la massima produttività

in tutto il mondo e quella delle bicchieratrici per la lavorazione di varie tipologie di materiali: tubi rigidi in PVC e polipropilene, ed anche bicchieratura, in linea di estrusione, di tubi corrugati (doppia e mono parete) e ultrarib, in polietilene e polipropilene, anche di grandissimo diametro fino a 1200mm, con formazione del bicchiere ad iniezione, direttamente sul tubo (brevettato). Questo esclusivo processo IPM permette di ottenere un bicchiere rigido, affidabile, senza ritiri. Rispetto ad un altro sistema esistente (il sistema di giunzione “a frizione” con manicotto), le nostre macchine offrono innumerevoli vantaggi:

- Bicchiere perfettamente saldato, meccanicamente solido, esteticamente bello, con superficie uniforme, regolare ed omogenea.

- Tolleranze e caratteristiche a norme EN 13476.

- Assoluta stabilità dimensionale nel tempo, anche se sottoposto alle più svariate temperature ambientali.

- Ripetitività del processo indipendente -

mente dalle caratteristiche delle materie prime usate e dalle loro svariate formulazioni.

- Ininfluenza sul bicchiere di eventuali ovalizzazioni del tubo.

- Possibilità di personalizzare la forma del bicchiere.

- Possibilità di ispessimento della parete bicchiere, a richiesta.

- Possibilità di bicchierare tubi di diverso materiale (PP e PE) sulla stessa macchina e con le stesse attrezzature.

- Produzione elevata, in modo da sfruttare pienamente la velocità delle moderne linee di corrugazione.

Inoltre, rispetto al sistema tradizionale “a frizione” con manicotto, con l’uso delle bicchieratrici IPM serie Injection si ha:

- Eliminazione dei magazzini manicotti, con notevole risparmio di spazio e denaro.

- Indipendenza da terzi, fornitori di manicotti.

- Riduzione del costo guarnizione (anziché 2 come richiesto dal manicotto, con la bicchieratura in linea occorre 1 sola guarnizione).

- Eliminazione tempo e denaro per l’individuazione delle difettosità nella saldatura bicchiere.

- Eliminazione scarti di produzione dovuti a non corretta saldatura del manicotto sul tubo.

E rispetto alla bicchieratura realizzata sul corrugatore, in linea, il nostro processo è da preferire per:

- Risparmio di materia prima e velocizzazione del ciclo produttivo con conseguente riduzione del costo del prodotto ottenuto, essendo il manicotto doppiamente lungo.

- Giunzione più solida, in quanto si elimina la fase di ritaglio della parete interna del tubo.

- Nessun vincolo di lunghezza del tubo da produrre (con il corrugatore la lunghezza del tubo è costante).

Il team di IPM durante la fiera Plast 2023

IPM, in questi ultimi anni caratterizzati dalla pandemia, non è stata ad aspettare, studiando e sviluppando anche una nuova tecnologia di bicchieratura brevettata per la giunzione di tubi in PP

- Maggior stabilità del bicchiere ottenuto, causa riduzione ritiri dovuti alla “memoria” della materia prima impiegata.

- Minori scarti.

- Maggior capacità produttiva.

Bicchieratura di tubi PP di grande diametro (brevetto IPM)

IPM, in questi ultimi anni caratterizzati dalla pandemia, non è stata ad aspettare, studiando e sviluppando anche una nuova tecnologia di bicchieratura brevettata per la giunzione di tubi in PP, sfruttando la combinazione tra sistema di soffiaggio “standard” e sistema “meccanico”, garantendo estremità bicchierate perfettamente spigolate.

In pratica, per soddisfare le richieste per-

storia di copertina

venute da Nord e Centro Europa, dove l’utilizzo del polipropilene si sta diffondendo sempre più, soprattutto nelle canalizzazioni per fognature di grande diametro, è stato studiato un sistema di bicchieratura, caratterizzato dall’uso di un particolare mandrino a settori espandibili, i quali, mediante un movimento “sincronizzato”,

sono in grado di modellare e calibrare il materiale plastico realizzando un bicchiere perfettamente squadrato e di spessore omogeneo.

Ovviamente, raggiungere questo traguardo non è stato facile e ha richiesto molto tempo e notevoli investimenti in ricerca e sviluppo. Sono stati fatti moltissimi test e modifiche, fino ad arrivare a una configurazione ideale approvata dagli utilizzatori, con la collaborazione dei quali è stata sviluppata.

Inoltre, per rendere la macchina più performante, questa è stata progettata in modo da poter raddoppiare la capacità produttiva.

Dal punto di vista della sostenibilità, oltre ai forni a contatto della macchina, coibentati per ridurre la dispersione del calore, viene utilizzato un forno a onde corte, in grado di garantire alta produzione e ridurre il consumo energetico, poichè tale forno è in grado di attivarsi solo all’arrivo dei tubi, evitando dispersioni di calore.

L’ufficio Tecnico Engineering IPM
Automazione robotica su linea di tubi

IPM è in grado di ridurre le distanze e assistere in tempo reale i propri clienti grazie al servizio Teleservice, reso possibile e facilitato dall’avvento della banda larga e dalla sempre maggior diffusione delle reti aziendali (cablate o wireless)

Altre importanti innovazioni sono state installate su tutti i macchinari IPM quali:

- Nuovi videoterminali con pannelli touchscreen da 9 e 12 pollici, di ultima generazione Siemens, dotati di migliori prestazioni in termini di velocità.

- Interfaccia grafica rinnovata, con indicatori visivi di efficienza e consumi energetici che permettono un’immediata comprensione della performance della macchina.

- Troubleshooting analitico allarmi direttamente integrato su videoterminale in grado di fornire informazioni più dettagliate sulle cause che hanno provocato gli allarmi.

- Manuale e schema elettrico in PDF consultabili da videoterminale.

- Salvataggio di ricette di formato (Memory card) su microSD esterna per evitare di perdere i dati di produzione nel caso di un malfunzionamento del pannello.

- Job manutenzione: schedulazione di messaggi di allarme, il cui testo è specificato dall’utente finale, che si attivano in base a determinate occorrenze con possibilità di pianificare interventi di manutenzione programmata.

- Possibilità di schedulare l’invio di e-mail a indirizzi specificabili dall’utente, al sopraggiungere delle condizioni di attivazione dei job di manutenzione (richiede collegamento internet).

Teleservice

IPM è in grado di ridurre le distanze e assistere in tempo reale i propri clienti grazie al servizio Teleservice, reso possibile e facilitato dall’avvento della banda larga e dalla sempre maggior diffusione delle reti aziendali (cablate o wireless).

Tramite questo servizio IPM offre la possibilità di collegare, attraverso un router in -

dustriale, le macchine da essa prodotte alla rete aziendale dell’utilizzatore (sia Ethernet che Wireless).

In alternativa è possibile collegarsi sfruttando una connessione cellulare UMTS. Questo consente di avere un collegamento anche dove non sia presente una connessione aziendale, né in forma cablata, né wireless.

Tale dispositivo negli ultimi tempi, soprattutto con l’arrivo dell’Industria 4.0, è diventato indispensabile per garantire le migliori performance in tempi rapidissimi, evitando costosi fermi macchina.

In questi ultimi anni, abbiamo registrato un notevole aumento degli ordini e del fatturato, nonostante la pandemia. Determinanti sono stati gli incentivi Industry 4.0 in Italia , ma anche incentivi simili che hanno spinto le aziende europee ad investire in nuove tecnologie.

Ma non possiamo dimenticare le difficoltà ed i problemi legati ad una guerra che è alle nostre porte, continue sanzioni alla Russia, verifiche sulla destinazione di ordini effettuati dai Paesi Intermedi, persistenti difficoltà nel reperimento di alcuni componenti, che rendono sempre più incerto e difficile il nostro lavoro, impedendoci di fare un’attendibile programmazione.

A priori, stabilire se saremo in grado di consegnare puntualmente, – considerando che per molti dei nostri macchinari abbiamo tempi di consegna medio-lunghi (arrivando anche oltre 12 mesi) – e valutare correttamente i costi delle materie prime e dei componenti, la pandemia, la guerra che oltre al dramma umanitario si porta dietro conseguenze disastrose a livello produttivo e dei mercati, non è semplice. Una sola cosa è certa: questi ultimi anni hanno messo tutti a dura prova, mostrandoci i limiti della globalizzazione, della delocalizzazione e la concretezza dei cambiamenti climatici.

I tecnici dedicati all’assistenza clienti

Poliestere espanso: nel 2023 i consumi registrano quota 155 mila tonnellate

I consumi di EPS nel 2023 hanno registrato quota 155mila tonnellate suddivise nei due settori applicativi più importanti, ovvero 103mila tonnellate per l’edilizia, che rimane il comparto

late sono rappresentate da altre applicazioni; questi i dati che emergono dall’indagine (Indagine di settore eseguita dalla società di consulenza Plastic Consult) promossa da AIPE, Asso-

dall’esterno, ovvero di prodotti isolanti o ETICS – stimato in 50 milioni di metri quadrati di cappotto – inoltre, l’EPS con uno spessore medio della lastra isolante utilizzata di 11 cm, ha rag-

Integrazione

Personalizzazione

un’industria ancora più forte A piccoli passi verso

Nonostante il difficile contesto mondiale, nel 2023 i numeri dell’industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma sono stati positivi, grazie anche al contributo delle esportazioni. Per i prossimi mesi è previsto un periodo di assestamento e transizione.

Si è tenuta a inizio giugno 2024, presso Villa Arconati a Castellazzo di Bollate, l’annuale assemblea dei soci Amaplast - l’associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa circa 170 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma.

Nel suo intervento, il Presidente Massimo Margaglione ha commentato l’andamento dell’industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gom-

ma, in base alle stime del centro studi dell’associazione, osservando come, nonostante il complicato contesto mondiale, il comparto abbia chiuso il 2023 con una ulteriore crescita (+2,8%) che, seppure meno significativa rispetto al biennio precedente, ha portato la produzione al valore record di 4,8 miliardi di euro.

L’export si conferma traino del settore, con una progressione di quasi 11 punti sul 2022, consolidando l’Italia quale terzo esportatore mondiale assoluto, dopo Cina e Germania.

L’assemblea ha deliberato l’adesione al progetto federativo alla base della costituzione di Federazione Confindustria Macchine per ceramica, legno, plastica e gomma, imballaggio e confezionamento, di cui fanno parte, oltre ad Amaplast anche Acimac, Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica; Acimall, Associazione Costruttori

Italiani di Macchine e Accessori per la Lavorazione del Legno e Ucima, Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio.

Obiettivo la messa a fattor comune delle competenze e delle esperienze di ciascuna associazione, per ampliare la gamma e migliorare ulteriormente la qualità dei servizi offerti alle aziende aderenti. La costituenda Federazione rappresenta più di 1.300 aziende, ha un fatturato complessivo di oltre 19 miliardi di euro e quasi 70.000 addetti.

I vice-presidenti Gabriele Caccia e Barbara Ulcelli hanno illustrato le attività portate avanti da Amaplast nel corso dell’ultimo anno – con particolare riferimento alla fiera PLAST 2023 – e i programmi per i mesi a venire, sottolineando in primo luogo l’avvio dell’organizzazione di GreenPlast 2025 (Milano, 27-30 maggio 2025, nuovamente nell’ambito di The Innovation Alliance). In chiusura, si è tenuto l’intervento di Federico Rampini - giornalista e scrittore, editorialista del Corriere della Sera - che ha illustrato i macro-trend economici e politici che caratterizzano lo scenario globale, con particolare riferimento a conflitti, turbolenze, rischi, opportunitàà.

La panoramica del settore

In base alle elaborazioni del centro studi MECS-Amaplast, nonostante il complicato contesto mondiale – colpito da conflitti, spinte inflattive, elevati tassi di interesse - l’industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma ha chiuso il 2023 con una ulteriore crescita (+2,8%) che, seppure più contenuta rispetto al biennio precedente, ha portato la produzione al valore record di 4,8 miliardi di euro.

Pur in presenza di criticità e fattori di incertezza economici e commerciali in diversi quadranti geografici, aggravatisi soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno, la performance del settore è risultata positiva ancora una volta grazie al traino delle esportazioni, che hanno registrato una progressione di quasi undici punti rispetto al 2022. Le vendite dei costruttori italiani di macchine per plastica e gomma sono risultate particolarmente positive nelle principali aree di riferimento come l’Unione europea (+9% sul

2022), il Nordamerica (+18%), l’Asia (+8%, con il +50% del Medio Oriente e il -1% dell’Estremo Oriente); anche il Sudamerica, pur con quote più contenute, ha dato soddisfazioni mettendo a segno un +23%.

Il confronto con gli altri Paesi come nuovo stimolo per crescere

Nella “top ten” dei mercati di sbocco per i costruttori italiani si osservano risultati particolarmente positivi per le vendite in Francia, Spagna, Romania ma anche in Messico e Turchia. In tale classifica, sono solo due i segni meno e riguardano la Polonia e l’India, che peraltro avevano registrato andamenti molto favorevoli nei periodi precedenti.

Il confronto con Germania e Cina – ovvero i due principali concorrenti dell’Italia - evidenzia

come le rispettive esportazioni di macchinari per plastica e gomma abbiano registrato incrementi del 7,5% e del 12,9% rispetto al 2022. Anche allargando l’orizzonte all’ultimo decennio, la performance italiana si pone nel mezzo di quelle realizzate dai due principali competitor: +3,5% in media, rispetto al +2,9% della Germania e al +9,0% della Cina. È comunque un dato di fatto la crescente pressione commerciale cinese, che nell’ultimo decennio si è rafforzata in tutti i principali quadranti geografici. Peraltro, in occasione di Chinaplas 2024, è stato possibile osservare come il livello qualitativo della tecnologia cinese stia crescendo progressivamente. Ciò costituisce anche uno stimolo per sfruttare la capacità tutta italiana di sviluppare soluzioni sempre più innovative, flessibili e naturalmente performanti, anche in termini di risparmio energetico.

Verso un periodo di assestamento

Il bilancio 2023 per le aziende aderenti ad Amaplast appare in linea con quello dell’intero comparto nel suo in-

L’assemblea dei soci Amaplast 2024, svoltasi presso Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (MI)

sieme: infatti, la compagine associativa ha registrato una progressione del fatturato del 2,4%, più attenuata rispetto a quella del biennio precedente ma comunque significativa. In leggera crescita (+1,1%) anche la forza-lavoro.

Se la produzione delle “core machinery” – ovvero gli impianti per la trasformazione primaria – è mediamente rallentata, ancora in decisa crescita è risultata quella di ausiliari, attrezzature a valle, componenti e stampi. Come detto, il trend del comparto – analogamente a quello dell’industria e dei beni strumentali – si è raffreddato negli ultimi mesi del 2023 e la più recente indagine trimestrale

svolta da Amaplast tra gli associati, relativa al primo trimestre 2024, evidenzia un aumento degli ordinativi nell’ordine del punto percentuale e un calo del fatturato di intensità analoga, con segnali nuovamente meno positivi per quanto riguarda il mercato interno e leggermente migliori per l’estero.

Peraltro, in aprile e maggio le imprese hanno registrato segnali più incoraggianti ma, nel complesso, le previsioni per i prossimi mesi sono piuttosto prudenti: per molte aziende non sarà facile mettere a segno una ulteriore crescita ed è realistico attendersi un periodo di assestamento e transizione. Soprattutto la

Se la produzione delle “core machinery” è mediamente rallentata, ancora in decisa crescita è risultata quella di ausiliari, attrezzature a valle, componenti e stampi

domanda domestica potrebbe rimanere debole, alla luce delle incertezze in merito all’effettiva operatività dei provvedimenti Transizione 5.0.

“Vi è tra gli imprenditori della filiera una giustificata preoccupazione ma preferisco esprimere ottimismo e non lo voglio fare perché, filosoficamente, è preferibile parlare del bene piuttosto che del male, o per quello spirito corporativo che a volte ci porta a celare le negatività ma perché, nonostante i nostri difetti, grazie ad una fantasia senza eguali, a un’intraprendenza vigorosa, a un tessuto imprenditoriale estremamente variegato e dinamico, sappiamo mettere sempre in campo virtuosismi veramente eccezionali”, ha concluso il Presidente Margaglione.

I nuovi Organi associativi

Durante l’Assemblea, sono stati inoltre rinnovati gli Organi associativi:

• Consiglio Generale, con l’elezione di Luna Artico (Friul Filiere), Alessandro Balzanelli (F.B. Balzanelli), Michele Bandera (Costruzioni Meccaniche Luigi Bandera), Alessandra Bosco (Inglass), Gianfranco Cattapan (Plastic Systems), Maria Grazia Colombo (BFM), Giovanna Franceschetti (Gefran), Gianni Luoni (Elba), Fabiola Plebani (Mast), per il biennio 2024-2026.

• Probiviri, con l’elezione di Erica Canaia (FIMIC), Carlo Cominelli (ITIB Machinery), Andrea Fantozzi (MOSS), Valeria Giacomoni (SICA), Aldo Zaffaroni (Zaffaroni), per il quadriennio 2024-2028.

• Revisori contabili, con l’elezione di Gianni Cazzulo (dottore commercialista), Claudia Cribiù (Crizaf), Roberta Rivi (RIVI Magnetics), per il quadriennio 2024-2028.

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Networking e obiettivi comuni per una catena del packaging trasparente

Formazione professionale, assistenza agli associati e un tavolo di confronto lungo la value chain sono solo alcuni degli obiettivi che Alessandra Fazio, presidente dell’Istituto Italiano imballaggio, intende affrontare nel suo secondo mandato, insieme a una forte attenzione a nuove tecnologie e gender gap.

L’Assemblea degli associati di Istituto Italiano Imballaggio ha riconfermato Alessandra Fazio alla guida dell’associazione per il biennio 2024-2026. Dopo un primo mandato ricco di obiettivi raggiunti e risultati ottenuti – compreso il versante della comunicazione con il digital mar-

keting – Alessandra Fazio pensa già al futuro. Tra i primi impegni l’assistenza agli associati; l’adesione a Europen, che va ad aggiungersi al WPO - World packaging Organisation, di cui l’Istituto è board member; il tavolo di confronto lungo la filiera che rappresenta un momento di dibattito su tematiche specifiche che coinvolgono la value chain. Il programma di presidenza per questo biennio

Alessandra Fazio, Presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio

vedrà inoltre Alessandra Fazio impegnata, con il supporto del Consiglio, su nuove tematiche quali il supporto scientifico alle attività di advocacy, standard di qualità e sostenibilità, monitoraggio e analisi delle nuove tendenze del mercato ed espansione della base associativa, in particolare nei settori meno rappresentati, ma estremamente dinamici, quali l’area cosmetica e la filiera del lusso. Per La Plastica Oggi e Domani Alessandra Fazio approfondisce queste e altre tematiche perché, conferma, “già tanto è stato fatto, con l’aiuto prezioso di tutto il team, ma c’è ancora tanto da fare”.

Alessandra Fazio, come ha accolto la rinnovata nomina a presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio?

“Con uguale entusiasmo rispetto all’elezione di

A cura di Eva De Vecchis

due anni fa, ma con un diverso spirito. I due anni trascorsi sono stati intensi, necessari per entrare nel ruolo. La nuova elezione mi trova in una posizione consolidata e per questo sento adesso di dover dimostrare di più, sento la necessità di mettere a terra progetti e programmi e di concretizzare prima della fine del mandato quanto presentato come programma. Già tanto è stato fatto, con l’aiuto prezioso di tutto il team, ma ancora tanto c’è da fare. Il programma è ambizioso, innovativo e per questo sfidante. Ho trovato però accordo della base associativa rispetto a quella che è la visione che ho per il prossimo biennio e questo mi da grande forza e fiducia per andare avanti”.

Quali sono i primi obiettivi che vorrà raggiungere e quali, invece, quelli iniziati con il suo primo mandato ai quali vorrà dare seguito?

“Due anni di mandato non sono molti per mettere a terra dei progetti di portata nazionale, è necessario darsi delle priorità. Il rafforzamento costante dell’Istituto, in termini di aumento del numero e della qualità degli associati, la cura delle buone relazioni con gli Stakeholders e superare i confini nazionali sono i punti cardine del mio programma di presidenza. Lavorerò nel prossimo biennio, con tutto il team, sul tema

dell’advocacy, come è nel nostro stile, offrendo le nostre competenze al settore per il raggiungimento di obiettivi comuni”.

Da poco l’Istituto Italiano Imballaggio si è unito a Europen per promuovere una gestione sostenibile del packaging in Europa. Quanto si sta muovendo il vostro Istituto verso i temi della sostenibilità e quanto pensa ci sia ancora da fare in Italia a riguardo?

“Aderire a Europen è l’ultimo passo, in ordine cronologico, di un lungo percorso compiuto

negli anni. Il tema della sostenibilità ambientale non è nuovo, ma è sempre in evoluzione e come Istituto ce ne siamo da sempre occupati, attraverso i lavori di commissioni e gruppi di lavoro, attraverso la realizzazione di linee guida e monitorando i temi più attuali quali etichettatura ambientale, green claims, EPR, plastic tax. Per essere sempre aggiornati abbiamo anche potenziato la collaborazione con alcuni advisor con l’obiettivo di rispondere in maniera veloce ed efficace alle problematiche delle aziende. Entrando nel network di Europen pensiamo di poter fare un salto di qualità, di avere un canale più diretto con la politica e con il legislatore, con l’ambizione di poter mettere a disposizione la nostra competenza scientifica sul packaging anche a livello dei decisori: tutto ciò in linea con gli obiettivi che ho fissato per il mio secondo biennio di presidenza ovvero essere presenti nelle attività di advocacy e puntare sull’internazionalizzazione dell’Istituto”.

Un’ulteriore novità introdotta è il tavolo di confronto lungo la filiera, un momento di dibattito su tematiche che coinvolgono la value chain. Può spiegarci meglio come funziona?

“Abbiamo tratto spunto dall’attività delle nostre commissioni tecniche, che raccolgono i

diversi attori della filiera su un tema attuale, con lo scopo di creare delle linee guida condivise, utili al mercato, che tengano conto delle esigenze di tutta la value chain del packaging dai fornitori fino ai consumatori. Il tavolo di confronto replica le attività delle commissioni tecniche ma su temi più circoscritti, ambendo ad essere più immediato nelle tempistiche e senza avere l’obiettivo di produrre linee guida. Ritorna in questa attività il tema del network a me molto caro: possiamo considerare i tavoli di lavoro momenti di networking finalizzati a trovare risposte, benchmark e confronto su problemi concreti e quotidiani che gli operatori del settore si trovano ad affrontare”.

Un tema del quale ancora si parla molto, spesso senza arrivare a risultati concreti, è quello della parità di genere: a che punto è la situazione del gender gap nel settore imballaggio? La vostra Associazione sta facendo qualcosa per sensibilizzare il settore?

“Non abbiamo un dato preciso rispetto al gender balance all’interno della intera value chain del settore packaging. Ciò che però possiamo affermare, sulla base della nostra esperienza, è che vent’anni fa ai corsi dell’Istituto Italiano Imballaggio, le donne erano mosche bianche. Oggi sono in crescente aumento. Il gender gap è uno dei temi che ho a cuore: non escludo che – se non con Istituto Italiano Imballaggio ma con Fondazione carta Etica del Packaging – sia uno dei prossimi temi su cui lavorare per sensibilizzare la filiera”.

Qual è la posizione dell’Istituto Italiano Imballaggio in merito al Regolamento imballaggi UE? Quali pensa potranno essere i benefici per il nostro Paese?

“La descrivo con una parola: neutrale. Come ente super partes, di esperti di scienza e tecnologie del packaging è doveroso assumere posizioni preconcette. La nostra mission è

supportare le aziende nella transizione e nell’essere sempre compliant alla legislazione. Non c’è dubbio che alcuni settori soffriranno più di altri nella fase di adeguamento, ma i benefici sono evidenti: regole uguali per tutti. Nell’ottica del mercato unico, avere regole certe e uguali per tutti, non può che portare vantaggi al sistema paese. Il tema advocacy è anch’esso un punto di innovazione del mio prossimo mandato: la volontà è quella di mettere a disposizione la nostra riconosciuta competenza tecnica super partes a stekeholders e organi competenti a favore di normative eque per gli operatori della filiera con rispetto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Sempre rimanendo fermi sulla neutralità scientifica e nel

“La

nuova elezione mi trova in una posizione consolidata e per questo sento adesso di dover dimostrare di più, sento la necessità di mettere a terra progetti e programmi e di concretizzare prima della fine del mandato quanto presentato come programma”.

rispetto di tutte le categorie che rappresentiamo”.

Il focus dell’edizione 2024 del contest

Best Packaging è stata l’accessibilità, ispirata al valore n. 4 della Carta Etica del Packaging, che parla di: “imballaggio capace di proporsi in modo ‘facile’ a chi lo utilizza”. Quanto è importante questa caratteristica per il packaging di oggi e quali tecnologie verranno sviluppate maggiormente per rendere il packaging sempre più avanzato?

“Il packaging esiste per degli scopi ben precisi che hanno a che fare con la conservazione, la protezione, l’igiene e la veicolazione nello spazio, ma hanno anche tanto a che fare con le funzioni d’uso e il servizio che offre al consumatore o anche all’operatore economico. Essere facilmente fruibile è una conditio sine

qua non. Ed esserlo per tutte le categorie, anche le più fragili o le meno rappresentate tra i consumatori, lo è altrettanto.

Quanto alle tecnologie, nell’immediato futuro, non potranno che avere l’obiettivo di migliorare la sostenibilità, la funzionalità e l’interattività. Tecnologie quali RFID, NFC, sensori incorporati, QRcode avanzati renderanno il packaging sempre più intelligente, monitorando la freschezza del prodotto o l’integrità dell’imballaggio e mettendo a disposizione una quantità enorme di informazioni utili. A questo aggiungerei la stampa con inchiostri intelligenti e la digitalizzazione, a partire dalla realtà aumentata, la stampa 3D, l’IoT, fino alla blockchain, che potrà garantire la tracciabilità e l’autenticità del prodotto. Non dimentichiamo la sperimentazione sui materiali, da fonti rinnovabili, bio based, o da scarti alimentari”.

COIM ottiene la certificazione ISCC Plus per il sito di Offanengo

COIM, esperto nel settore chimico, ha ottenuto la prestigiosa certificazione ISCC Plus (International Sustainability and Carbon Certification) per il sito produttivo di Offanengo (CR).

La certificazione ISCC Plus è applica -

bile alla bioeconomia e all’economia circolare e rappresenta uno standard internazionale che certifica la sostenibilità delle produzioni che utilizzano materie prime bio-based e riciclate.

Tale riconoscimento, oltre a confermare il costante impegno di Coim verso la sostenibilità, attesta che i processi produttivi della famiglia dei poliesteri bio-based “Isoexter E”, impiegati dai clienti di Coim nella produzione di materiali isolanti poliuretanici, rispettano rigorosi criteri di sostenibilità, tracciabilità e trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento.

“La certificazione ISCC Plus è un’ulteriore, importante conferma della sostenibilità della nostra produzione”, afferma Andrea Stefani, Responsabile commerciale Europa e Middle East Isoexter di Coim. “Le soluzioni bio-based della gamma Isoexter-E sono sostenibili anche dal punto

di vista dell’integrazione nei processi produttivi dei nostri clienti. Le prestazioni dei prodotti sono infatti inalterate rispetto a quelle delle soluzioni prodotte con materie prime non rinnovabili e i nostri clienti possono introdurle senza dovere sostituire i macchinari in uso o modificare i loro processi produttivi”.

“Siamo estremamente orgogliosi di aver ottenuto la certificazione ISCC Plus, questo riconoscimento è il risultato di pratiche produttive sostenibili e innovative e rappresenta un passo significativo nel nostro percorso verso un futuro più verde e responsabile”, dichiara Luca Gianzini M&A and Marketing Manager di Coim. “La certificazione ISCC Plus non solo rafforza la posizione di Coim come leader nel settore chimico, ma offre anche ai nostri clienti la garanzia di prodotti realizzati nel rispetto dei più alti standard di sostenibilità”.

Dow Italia al terzo posto tra le migliori aziende per cui lavorare

Dow Italia, consociata di Dow presente in Italia dal 1960, è stata premiata tra i Best Workplaces™ Italia 2024, classificandosi al terzo posto delle prime 15 aziende per cui lavorare in Italia nel segmento 150-499 collaboratori e ricevendo il riconoscimento Certified Company.

L’inserimento nella classifica Best Workplaces Italia 2024, redatta da Great Place to Work® Italia, testimonia l’attenzione riservata da Dow Italia alla qualità e sicurezza dell’ambiente di lavoro e alla soddisfazione dei propri dipendenti.

Il riconoscimento segue quello ricevuto lo scorso novembre, con il World’s Best Workplaces, che ha premiato l’azienda tra le migliori 25 a livello globale, raggiungendo la certificazione Great

Place to Work in 13 paesi con la presenza in ben 10 classifiche nazionali di Best Workplaces.

Per il ventitreesimo anno consecutivo, Great Place to Work Italia ha premiato 60 aziende tra le 379 che hanno preso parte all’indagine sull’analisi di clima organizzativo, raccogliendo l’opinione sull’ambiente di lavoro di oltre 219mila collaboratori che hanno partecipato alle survey di clima, valevoli per la classifica “Best Workplaces 2024”, con un tasso medio di risposta dell’86%.

Proprio dai questionari sottoposti, gli item che hanno riscosso un apprezzamento superiore al 90% si riferiscono alla sicurezza nell’ambiente di lavoro, fisica e psicologica, e all’equità di trattamento senza discriminazioni per orien-

tamento sessuale, religione o razza. Un ulteriore elemento molto apprezzato è il bilanciamento tra lavoro e vita privata, con il 92% che ha espresso la possibilità di utilizzare agilmente tempo libero e permessi dal lavoro quando ritenuto necessario, e l’85% di soddisfazione per gli incoraggiamenti ricevuti a bilanciare lavoro e vita privata.

“Siamo lieti di ricevere questo tipo di valutazioni dai nostri dipendenti e collaboratori, che sono per noi le risorse più preziose per il successo dell’azienda”, Fabio Giambelli, presidente e amministratore delegato Dow Italia.

“Continueremo ad impegnarci per mantenere questi standard elevati attraverso iniziative concrete a supporto della qualità dell’ambiente di lavoro e del benessere delle nostre persone”.

Oldrati Group celebra 60 anni di attività e i risultati in ambito sostenibile

Oldrati Group, gruppo internazionale esperto nella produzione di articoli tecnici in gomma, plastica e silicone, celebra i 60 anni dalla sua fondazione con un evento che ripercorre la storia della società e la sua evoluzione in chiave sostenibile.

Per l’occasione, il Gruppo ha presentato il rebranding di Oldrati Group e del suo logo, che riflette continuità e innovazione, due qualità fondamentali dell’azienda. Fin dagli anni ‘70, Oldrati Group si è impegnato in progetti di rigenerazione e sostenibilità che hanno portato a importanti traguardi, tra cui l’installazione di un’area fotovoltaica totale di 18000 mq con una potenza installata di 4075 kWp. Dal 2017, il Gruppo ha avviato un processo graduale di digitalizzazione e paperless, riducendo consumi e costi.

Il report basato su criteri ESG (Environmental, Social and Governance), realizzato in conformità con gli standard internaziona-

li della Global Reporting Initiative (GRI) ha messo in evidenza una governance strutturata e funzionale, con uno sguardo sempre più attento ai temi di sostenibilità ed è stato evidenziato come Oldrati Group abbia negli anni investito nell’innovazione e nella ricerca continua di soluzioni sostenibili da offrire alla propria clientela, coinvolgendo non solo gli stakeholder ma anche i propri dipendenti, la cui attenzione verso questi rappresenta un aspetto sempre più importante per il benessere del Gruppo.

Utilizzare materiali eco-sostenibili, infatti, porta con sé importanti vantaggi, in particolare l’introduzione dei principi di economia circolare applicata al mondo dei polimeri, la diminuzione di consumo di risorse vergini, la riduzione degli sprechi e la riduzione di utilizzo di discariche. Tutto finalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale. Grazie a continui investimenti in ricerca e sviluppo,

l’azienda ha ampliato l’applicazione di Ogreen ai settori dell’industria automobilistica, dell’elettrodomestico, dell’idrotermosanitario, di hobby e sport, e altri.

Dal 2020, attraverso Ogreen sono state rigenerate 5.434 tonnellate di materiale evitando quindi di immettere nell’atmosfera 1.500 tonnellate di CO2, dato derivante da un’analisi di LCA, rappresentando una soluzione innovativa per articoli tecnici in gomma a basso impatto ambientale.

Da sinistra: Silvana Fantoni, Manuel Oldrati e Giorgia Oldrati

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A Fakuma 2024 l’attenzione è sull’efficienza

Dal 15 al 19 ottobre 2024 si terrà, a Friedrichshafen, la 29a edizione della fiera internazionale della lavorazione delle materie plastiche Fakuma. Per molte aziende, l’evento autunnale è una delle fiere più importanti e sarà ancora una volta una celebrazione della plastica. Quest’anno per la prima volta si svolgerà il Career Friday, con l’obiettivo di ispirare i giovani a intraprendere una carriera nell’industria delle materie plastiche. La “Fakuma Roundtable” affronterà invece il tema “Di-

gitalizzazione - Top o Flop?”. L’efficienza sarà un tema chiave a Fakuma 2024, e verrà osservato da diverse prospettive. L’aumento dell’efficienza in termini di consumo di materiali ed energia è fondamentale, così come l’efficienza dei processi e il funzionamento efficiente dei sistemi di produzione, perché alla luce dell’attuale carenza di personale qualificato, livelli di qualità costantemente elevati possono essere raggiunti in modo affidabile ed efficiente solo con sistemi di con-

L’agenda

Plastic Recycling Latam

10 - 11 settembre 2024

Città del Messico, Messico plasticsrecyclinglatam.com

Plastic Extrusion World Expo

11 - 12 settembre 2024

Brussels, Belgio www.eu.extrusion-expo.com

Fakuma

15 - 19 ottobre 2024

Friedichshafen, Germania fakuma-messe.de

trollo facili da usare e assistenza digitale. A seguito della nuova legge sull’efficienza energetica, le aziende tedesche di trasformazione delle materie plastiche dovranno affrontare una sfida molto più grande per realizzare il loro pieno potenziale.

Il venerdì della carriera sarà invece dedicato ad alunni, studenti e impiegati: sarà una novità di quest’anno, in linea con il motto “Plasma i tuoi sogni, plasma il tuo futuro”. Insieme al comitato consultivo della fiera, i promotori della fiera P. E. Schall stanno lanciando questa campagna per informare i giovani su un’ampia gamma di opportunità di carriera nell’industria delle materie plastiche. L’evento si terrà il 18 ottobre 2024.

“Fakuma è una delle fiere più importanti del settore. È riuscita a mantenere la sua atmosfera rilassata sebbene stia diventando sempre più importante a livello internazionale”, spiega Michael Wittmann, Presidente di Wittmann Technology GmbH. “I visitatori tipici di Fakuma sono molto qualificati, il che rende possibili discussioni intense e di alta qualità. Nel corso dell’evento vengono presentate innovazioni pronte per il mercato che producono vantaggi immediati per le attività aziendali”.

Conferenza sul riciclaggio

24 ottobre 2024

Varsavia, Polonia www.eplastics.pl/konferencje

Ecomondo

5 - 8 novembre 2024

Rimini www.ecomondo.com

Formnext

19 - 22 novembre 2024

Francoforte, Germania www.messefrankfurt.it/it/fiera/ formnext

Mecspe

5 - 7 marzo 2025

Bologna www.mecspe.com/it/

Formnext

8 - 10 aprile 2025 Chicago, Illinois www.formnextchicago.com

Chinaplas

15 - 18 aprile 2025

Shenzhen, Cina www.chinaplasonline.com/cps24/ becomeanexhibitor/eng

SPS Italia

13 - 15 maggio 2025

Parma www.spsitalia.it

Greenplast

25 - 27 maggio 2025

Milano www.greenplast.org

K

8 - 15 ottobre 2025

Düsseldorf, Germania www-k-online.com

ambiente e riciclo

Economia circolare: un punto di forza per l’Italia

In termini di economia circolare

l’Italia è sulla buona strada e tra i primi in classifica nell’UE. Il nostro Paese però deve ancora fare molto per promuovere e migliorare la circolarità, soprattutto a causa della sua carenza di materie prime.

Come può l’economia circolare contribuire ad accelerare la ripresa e migliorare la sostenibilità e la competitività dell’economia italiana? È stato questo il filo conduttore della VI Conferenza Nazionale sull’economia circolare, svoltasi a Roma e organizzata dal Circular Economy Network (CEN) in collaborazione con ENEA e ha ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Il rapporto del CEN, presentato in occasione dell’evento, raccoglie i dati più aggiornati sull’andamento dei principali indicatori di circolarità dell’economia italiana e compara la performance del nostro Paese con quelle delle principali economie Ue. Questa edizione presenta, inoltre, un focus dedicato al ruolo delle piccole e medie imprese, con i risultati di una indagine realizzata da CNA in collaborazione con il CEN. Nonché approfondimenti curati da ENEA su ecodesign e materie prime strategiche. L’indagine CNA parte dalla constatazione che, in Italia, la svolta verso l’economia circolare passa necessariamente da un cambiamento che veda

le Pmi protagoniste. Ma occorre creare le condizioni necessarie per accelerare questo cambiamento. Servono politiche pubbliche –a partire dalle politiche industriali e dalle semplificazioni normative – per valorizzare la forza propulsiva delle Pmi nella transizione ad un’economia circolare.

La Conferenza è stata anche occasione per un confronto sul nuovo Regolamento UE su imballaggi e rifiuti di imballaggi, sul Green Deal e sullo stato di attuazione della Strategia nazionale sull’economia circolare.

La situazione del riciclo

in Italia

“Dai dati del Circular Economy Nework emerge che il nostro Paese si colloca in prima fila per la circolarità anche per via della carenza di

materie prime”, ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “In tempi in cui il costo delle materie prime aumenta, inoltre, il recupero e il riciclo ci aiutano a rispondere all’inflazione e ci rendono meno dipendenti dai paesi terzi”. In Italia, il risparmio non è solo quello delle famiglie. Quasi un quinto di quello che produciamo viene dal riciclo: nel tasso di utilizzo circolare di materia siamo secondi solo alla Francia e primi tra le 5 principali economie dell’Unione europea nella capacità di utilizzare al meglio la materia: nel nostro Paese la produttività delle risorse vale mediamente 3,7 euro per chilo, contro la media UE di 2,5 euro per chilo. Il nostro sistema economico e produttivo ama insomma la

circolarità, e a farlo sono anche le piccole e medie imprese: il 65% dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare, oltre il doppio rispetto al 2021.

Indici di circolarità: il nostro Paese ancora ai primi posti nella UE

Per la prima volta, in questa edizione del Rapporto, le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Unione Europea (Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia) sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea: produzione e

consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza.

Anche con questi “nuovi” indicatori, risulta confermato il primato dell’Italia (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26). Il risultato positivo dell’Italia deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti. In UE siamo primi in classifica per il tasso di riciclo dei rifiuti. Nello specifico, nel 2021 abbiamo avuto un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, 8% in più della media UE27 (64%).

Il risultato positivo dell’Italia sugli indici di circolarità deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti, per la quale il nostro paese è primo in Europa

Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%.

La media UE è del 48,6%, la Germania “vince” con il 69,1%. Torniamo in testa con il riciclaggio dei RAEE: nel 2021 è stato pari all’87,1% (meno due punti percentuali rispetto al 2017), con una media UE dell’81,3%. Tutto ciò a fronte di una produzione media pro capite dei rifiuti urbani di 513 kg nel 2022 nella UE; mentre in Italia siamo passati dai 504 kg/ab del 2018 ai 494 kg/ ab del 2022. Nel 2022, la produttività delle risorse in Italia ha generato, per ogni chilo di risorse consumate, 3,7 euro di PIL, +2,7% rispetto al 2018. La media UE, nel 2022, è stata 2,5 euro/kg. Anche il dato degli altri quattro principali Paesi europei è inferiore a quello dell’Italia.

Per ciò che concerne il tasso di utilizzo circolare di materia, cioè il rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate col riciclo e il consumo complessivo di materiali, l’Italia conferma la sua posizione nel 2022, con un valore pari al 18,7%.

Gli investimenti in alcune attività di economia circolare nell’UE27 sono stati pari a 121,6 Mld di euro, lo 0,8% del PIL, nel 2021. L’Italia con 12,4 Mld di euro (0,7% del PIL) risulta al terzo posto, dietro a Germania e Francia. Rispetto al 2017, in questo ambito, segniamo però un aumento del 14,5%. E poi l’economia circolare crea lavoro. Nel 2021 nella UE27 gli occupati in alcune attività dell’economia circolare erano 4,3 milioni, il 2,1% del totale; in Italia 613.000, cioè il 2,4%, +4% rispetto al 2017; siamo secondi dopo la Germania, che conta in questi settori 785.000 lavoratori (1,7% sul totale).

Le criticità

Dunque, va tutto bene? Non proprio. Ad esempio, il consumo dei materiali in Italia nel 2022 è stato di 12,8 tonnellate/abitante, minore della media europea (14,9 t/ab) ma in crescita (+8,5%) rispetto alle 11,8 t/ab del 2018. Ancora, sempre nel 2022, la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di materiali (46,8%) è più del doppio della media europea (22,4%), anche se in calo (- 3,8%) rispetto al 2018. Infine, per ciò che riguarda i brevetti relativi alla gestione dei rifiuti e al riciclaggio, nel 2020 per ogni milione di abitanti ne sono stati depositati 0,46, cioè complessivamente 206 nell’Unione Europea. In Italia solo 21 brevetti (0,36 per milione di abitanti): -25% rispetto al 2016. Nel loro insieme gli indicatori di trend della circolarità, basati sulla dinamica degli ultimi cinque anni, segnalano una certa difficoltà dell’Italia a mantenere la sua posizione di leadership.

“Negli ultimi 50 anni la popolazione mondiale è raddoppiata ma il consumo di materiali (minerali, metalli, biomasse e fossili) è cresciuto di 3,5 volte da 30 a 106,6 Gt e da 7,5 a 13,3 t/ab. Questo significa una velocità più che doppia rispetto all’aumento della popolazione”, commenta Edo Ronchi, presidente del Circular Economy Network. “Purtroppo, la circolarità dei materiali cresce ma non riesce a reggere l’aumento del consumo di materiali e, quindi, in percentuale, addirittura peggiora a livello mondiale: dal 9,1% al 7,2%. Con il trend

attuale l’estrazione mondiale di materiali aumenterebbe di un altro 60% entro il 2060. Questo livello di crescita del consumo di materiali vanificherebbe gli obiettivi in materia di clima, di biodiversità e di inquinamenti, ma anche le possibilità di prosperità economica e di benessere”, aggiunge Ronchi. “Nell’unione Europea le potenzialità della circolarità sono molto elevate ma siamo ancora indietro rispetto a quello che si potrebbe raggiungere”. “Puntare sulla circolarità deve essere la via maestra per accelerare la transizione ecologica e climatica e aumentare la competitività delle nostre imprese”, prosegue Edo Ronchi. “Ancora di più per un Paese povero di materie prime e, soprattutto, nel contesto attuale caratterizzato da una bassa crescita e dai vincoli stringenti del rientro del debito pubblico. L’Italia può e deve fare di più per promuovere e migliorare la circolarità della nostra economia,

con misure a monte dell’uso dei prodotti per contrastare sprechi, consumismo e aumentare efficienza e risparmio di risorse nelle produzioni; nell’uso dei prodotti, promuovendo l’uso prolungato, il riutilizzo, la riparazione, l’uso condiviso; e a fine uso, potenziando e migliorando la qualità del riciclo e l’utilizzo delle materie prime seconde”.

L’indagine sulle PMI e il loro rapporto con l’economia circolare

Tra i focus di questo anno le piccole e medie imprese, colonna portante del sistema produttivo italiano. Con un’indagine realizzata tra dicembre 2023 e gennaio 2024, in collaborazione con CNA, presentata alla Conferenza del CEN, è stato chiesto a 800 piccoli imprenditori (il 49% nei servizi, la restante metà nell’industria e in particolare il 35,5% nella manifattura e il 14,1% nelle costruzioni) cosa pensano e soprattutto come agiscono rispetto alle politiche green. Il 65% del campione delle piccole imprese intervistate dichiara di mettere in atto pratiche di economia circolare: oltre il doppio rispetto a quanto rilevato nel 2021. Inoltre, il 10% delle imprese ha intenzione di avvicinarsi all’economia circolare nel prossimo futuro. Gli interventi realizzati più spesso riguardano l’uso di materiali riciclati (68,2%), la riduzione degli imballaggi (64%), interventi per la durabilità e la riparabilità del prodotto (53,2%).

Rispetto ai principali vantaggi dell’adozione di misure di economia circolare, il 70,4% delle imprese indica la maggiore sostenibilità ambientale, la riduzione dei costi di produzione (61%), la maggiore efficienza (35,6%) e l’impulso all’innovazione (34,2%). Per il 61% delle imprese coinvolte nel sondaggio le misure di economia circolare generano benefici in termini di riduzione dei costi. L’indagine confer-

Nel 2021 l’Italia ha avuto un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, l’8% in più della media UE27

366 mila imprese: il 97,1% ha meno di 50 addetti, l’81,0% ha meno di 10 addetti. Le imprese a carattere artigiano sono 61,7% del totale”, spiega Marco Baldi, Responsabile Area studi e ricerche CNA. “Oltre a questo, c’è anche da considerare che, uno degli assi portanti dell’economia circolare, è l’estensione del ciclo di vita dei beni durevoli. Il 77% dei consumatori dell’UE preferirebbe riparare i propri beni piuttosto che acquistarne di nuovi. Le imprese artigiane sono infatti l’ossatura manutentiva del Paese: in Italia abbiamo più di 600 mila imprese attive nelle attività manutentive”.

ma che le piccole imprese possono svolgere un ruolo di primo piano nella transizione verso un’economia circolare. Ma è necessario che le politiche pubbliche siano maggiormente orientate in questa direzione. “Il coinvolgimento delle piccole e medie imprese è fondamentale nella circolarità per vari fattori. In primo luogo, perché l’Italia è fatta così, nella manifattura sono attive circa

L’indagine conferma che le piccole imprese possono svolgere un ruolo di primo piano nella transizione verso un’economia circolare. Ma è necessario che le politiche pubbliche siano maggiormente orientate in questa direzione

L’indagine fornisce un quadro d’insieme senza dubbio positivo: nel corso degli ultimi anni la pratica di azioni di economia circolare appare in aumento, in maniera significativa, tra le imprese di piccola dimensione. Questo risultato sembra essere stato determinato dall’azione delle imprese che, sempre più convinte che l’economia circolare sia un fattore in grado di arrecare benefici alla loro attività, si sono già attrezzate spontaneamente, contribuendo a quei risultati virtuosi che il Paese può vantare soprattutto in termini di riciclo e riuso.

Tuttavia, è evidente che i risultati raggiunti non sono sufficienti, e che possono essere migliorati ulteriormente. La legislazione volta a favorire la diffusione dell’economia circolare nel sistema produttivo appare da questo punto di vista ancora lontana dalle esigenze delle piccole imprese. Queste, oltre a denunciare la presenza di fattori che ostacolano la transizione verso un paradigma produttivo più sostenibile (tra cui l’eccessiva burocrazia e l’assenza di incentivi e agevolazioni su misura), hanno anche difficoltà a misurare i risultati raggiunti. Cosa serve? Secondo le imprese che hanno partecipato all’indagine, le misure necessarie per rimuovere gli ostacoli che rallentano la transizione verso l’economia circolare sono numerose e di diversa natura.

Brevetti e soluzioni per il riciclo dei pannelli fotovoltaici a fine vita

Brevetti, soluzioni e metodologie innovative per massimizzare il recupero e la valorizzazione dei materiali nei pannelli fotovoltaici a fine vita e renderli disponibili all’industria. Sono alcuni dei risultati raggiunti da ENEA nel settore del recupero di materiali, anche critici, da pannelli fotovoltaici dismessi, per l’approvvigionamento sostenibile di materie prime ad alto valore aggiunto per l’industria, in linea con i principi dell’innovazione tecnologica e dell’economia circolare.

I ricercatori ENEA del Dipartimento Sostenibilità sono impegnati su diversi fronti con l’obiettivo di recuperare materiali critici (come silicio e alluminio), ma anche strategici (rame) e non critici (vetro, argento, e componenti polimerici). Le innovazioni sono state presentate in occasione del workshop “Recovery & recycling from PV panels” organizzato da ENEA nell’ambito della VII edizione del Simposio sull’Economia Circolare e Urban Mining (SUM 2024).

Tra le novità al centro dell’evento, i risultati del progetto

ReSiELP, finanziato dalla KIC EIT RawMaterials, con la progettazione di un impianto per il trattamento termico dei pannelli, lo sviluppo di sistemi di trattamento dei reflui liquidi e gassosi risultanti dal trattamento termico, ma anche la valutazione delle prestazioni ambientali ed economiche dell’intero processo di riciclo, grazie a metodologie di Analisi del Ciclo di Vita (LCA) e dei Costi del Ciclo di Vita (LCC).

Ma non solo. Nell’ambito del progetto IEMAP, finanziato dal MASE (2022-2024) nell’ambito dell’iniziativa “Mission Innovation”, l’ENEA sta sviluppando un processo innovativo, basato su un brevetto, che consente di recuperare i principali componenti dei pannelli fotovoltaici, come vetro, celle, contatti elettrici, componenti in plastica, grazie a un trattamento a raggi infrarossi che permette la degradazione termica dello strato di materiale plastico[2] e di evitare la combustione, tipica di altri metodi, con benefici in termini di ridotte emissioni in atmosfera.

ENEA inoltre ha brevettato un

processo a basso impatto ambientale per recuperare il silicio da pannelli fotovoltaici a fine vita e trasformarlo in un nanomateriale innovativo, utile per lo sviluppo di batterie meno costose, più performanti e durature. Il brevetto può utilizzarsi negli impianti di riciclo di pannelli fotovoltaici dismessi e negli stessi stabilimenti di produzione di pannelli fotovoltaici, ad esempio,

per recuperare il silicio da pannelli difettosi.

Sulla stessa scia agisce il progetto Parsival, finanziato dalla KIC EIT Raw Materials, nell’ambito del quale i ricercatori stanno sviluppando soluzioni tecnologiche per il trattamento delle celle di silicio recuperate per produrre anodi per batterie agli ioni di litio a più alta densità di energia rispetto a quelle commerciali.

Componentistica di origine biologica per tutelare le materie prime

Progettare e produrre macchine nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema, minimizzando il loro impatto durante il ciclo di vita, è uno degli obiettivi che il Gruppo EVOCA persegue da anni. L’azienda è consapevole della necessità di prevenire l’esaurimento delle materie prime e vuole di utilizzare componentistica di origine biologica, che non sia in diretta concorrenza con la catena alimentare umana e che abbia un’impronta di carbonio inferiore al suo corrispettivo di origine fossile. Nasce da queste valutazioni la scelta di utilizzare plastiche bio-circolari. Da oggi alcuni elementi delle porte dei distributori conterranno materiali prodotti con monomeri che provengono da scarti o residui di lavorazione dell’olio vegetale. In

particolare, le plastiche bio-circolari utilizzate sulle macchine Necta sono ricavate da tall oil grezzo – una sostanza che è il sottoprodotto della lavorazione della pasta di legno tenero – e da olio da cucina esausto (Used Cooking Oil). A garantire la qualità del risultato finale e il rispetto degli standard internazionali c’è un fornitore come Sabic, azienda leader nel settore della plastica.

Le specifiche del prodotto finale sono inalterate rispetto a quelle ottenute utilizzando plastiche tradizionali: le plastiche bio-circolari nei distributori Vending soddisfano tutte le norme sulla sicurezza del contatto alimentare e non comportano alcun compromesso sulla qualità e la sicurezza del prodotto.

Plastica rigenerata: per l’Italia una risorsa ancora da sfruttare

Nel 2023 sono state poco meno di 785mila le tonnellate di plastica riciclata prodotte in Italia, per un fatturato settoriale di appena 780 milioni di euro, -31% rispetto al 2022.

Questi alcuni dei dati emersi dal report di Assorimap, l’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria, realizzato da Plastic Consult, sul settore industriale del riciclo meccanico delle materie plastiche nel 2023, presentato a Roma a Palazzo Firenze.

Il Report illustra i dati relativi alla dimensione e alla consistenza del settore nazionale (numero di imprese del riciclo meccanico di materie plastiche, fatturato, addetti, segmentazione geografica, numero impianti e localizzazione), le caratteristiche della produzione di Materie Prime Seconde attraverso il riciclo meccanico della plastica, gli aspetti del mercato (andamento dei prezzi di approvvigionamento dei rifiuti in input e andamento dei prezzi di vendita delle Materie Prime Seconde). Attraverso tali dati, il Report analizza i fattori di crescita e

di freno allo sviluppo del mercato delle Materie

Prime Seconde (fattori normativi, tecnici, organizzativi).

Se il 2022 era già stato un anno “da dimenticare” per i riciclatori, colpiti in particolar modo dallo shock dei costi energetici nel 2023 la tendenza è confermata ma si aggiunge una nuova causa. Lo scorso anno, infatti, ha registrato un ulteriore rallentamento nella produzione di Materie Prime Seconde in plastica (poco meno di 785mila tonnellate) provenienti dal riciclo meccanico dei rifiuti

post-consumo. Il fatturato settoriale è crollato nel corso del 2023, attestandosi intorno ai 780 milioni di euro (-31% sul 2022). La ripida diminuzione del valore dei riciclati trova spiegazione nella forte contrazione dei prezzi di vendita in un contesto di stagnazione dei volumi complessivi, resasi necessaria per cercare di mantenere competitività nei confronti dei polimeri vergini low cost, in particolare di quelli di importazione extra UE (Far East, USA; Nord Africa) a cui si aggiunge la mancanza di controlli effettivi e di sistemi di certificazione e tracciabilità sui materiali importati presunti riciclati.

Con più di 350 imprese, inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali, che contano oltre 10mila dipendenti e una capacità installata di riciclo di 1.800.000 tonnellate, il settore industriale italiano del riciclo di plastica ha un ruolo chiave nell’economia circolare e in Europa si attesta tra i Paesi più virtuosi. Riciclare una tonnellata di plastica può contribuire a risparmi emissivi compresi tra le 1,1 e le 3,5 tonnellate di CO2.

Per questo Assorimap con il Laboratorio Ref ha presentato anche una proposta - i Certificati del riciclo - che lega il riciclo della plastica agli obiettivi di decarbonizzazione del Paese.

“L’utilizzo di plastica riciclata, rispetto alla plastica vergine, consente di ridurre le emissioni climalteranti ma visto che oggi la plastica vergine è meno costosa, sono necessari strumenti economici per incentivare l’utilizzo di materie prime da riciclo”, spiega Donato Berardi, Direttore Laboratorio REF. “La proposta che abbiamo studiato con Assorimap chiede di riconoscere il contributo del riciclo della plastica alla decarbonizzazione dell’intero Paese estendendo gli strumenti economici già noti, come le Garanzie di Origine e i Certificati Bianchi, a chi utilizza il prodotto riciclato.

Una politica a costo zero, senza oneri per la finanza pubblica”.

Con l’estensione al riciclo delle plastiche delle due misure già attive per il settore energetico (Garanzie di Origine e Certificati Bianchi) non solo si potrebbero avere delle certificazioni elettroniche ma il riciclo realizzerebbe sostenibilità ambientale.

“L’Italia sta perdendo un’opportunità, non solo in termini di salute ambientale ma anche per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese richiesti dalla UE”, spiega il presidente di Assorimap Walter Regis. “Siamo storicamente leader mondiali nella produzione di plastica rigenerata dai rifiuti di imballaggio; invece, oggi il comparto è a rischio chiusura, con evidenti ricadute per il circuito della raccolta differenziata. Per salvaguardare il settore, e far fronte alla concorrenza del polimero

vergine dal Far East, USA e Africa del Nord, occorrono politiche strutturate anche in ottica ambientale: con i Certificati del riciclo si attiverebbe anche una modalità per contribuire agli obiettivi del Green Deal Europeo del 2050”.

Applicando i dati dei valori emissivi europei all’Italia, si raggiungerebbe un beneficio annuo atteso di 7,2 milioni di tonnellate di CO2 evitate, equivalente al contributo alla decarbonizzazione richiesto all’intera gestione dei rifiuti dal PNIEC al 2040.

È nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, che si concentra la maggior parte degli impianti di riciclo meccanico censiti (38% del totale)

La filiera

I materiali destinati al riciclo si dividono in due grandi categorie: la prima è quella dei materiali pre-consumo (relativa ai cosiddetti scarti industriali, ovvero rifiuti plastici derivanti de lavorazioni di materie plastiche e taglio a misura di tubi o profilati). La seconda, focus dell’analisi, è quella dei manufatti post-consumo, ossia rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata urbana (limitata ad oggi, sostanzialmente, alle dive categorie di imballaggi quali bottiglie, flaconi, vaschette, contenitori stampati, film packaging primario), dalla raccolta degli imballaggi proveniente da superfici commercia industriali, dall’agricoltura, oltre a componenti in materie plastiche provenienti da altre filiere come quelli dei trasporti, degli elettrodomestici e dell’arredamento.

Tali rifiuti, dopo le fasi di raccolta e stoccaggio, vengono selezionati e suddivisi per omogenei, dopodiché subiscono un processo di pretrattamento (triturazione), per essere destinati finalmente alle aziende che producono le Materie Prime Seconde e che possono così rientrare in circolazione nella nuova produzione di manufatti semilavorati plastici.

Le aziende

Nell’attività di riciclo delle materie plastiche sono attive, nel complesso al 2023, più di 355

aziende, inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali. Un calcolo dal quale sono invece escluse le società di raccolta rifiuti urbani. I produttori di materie prime seconde sono oltre 230, comprendendo la lavorazione degli scarti industriali e le aziende che producono macinati, così come i trasformatori di plastiche integrati a monte nel processo del riciclo.

È nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, che si concentra la maggior parte degli impianti di riciclo meccanico censiti (38% del totale). Segue il Nord Est con poco più del 30%, mentre la percentuale si attesta al 23% nel Sud e nelle isole, e sfiora l’8% nel Centro Italia.

I materiali

Le fonti per il riciclo meccanico post-consumo sono complessivamente concentrate nella filiera degli imballaggi, in particolare quelli da raccolta urbana (67% del totale). Seguono i rifiuti da imballaggio generati nel canale “commercio e industria” (25%). Il comparto agricolo contribuisce per il 5%, mentre al 4% si attesta la somma delle altre filiere (RAEE, igiene e arredo urbano, casalinghi e garden, automotive, trasporti).

In merito alla provenienza geografica dei rifiuti, i riciclatori meccanici nazionali hanno riciclato

manufatti a fine vita raccolti e selezionati sul territorio nazionale (86% circa dei volumi, quota invariata rispetto al 2022).

La nuova produzione (materia prima seconda)

La maggior parte dei riciclati prodotti è costituita dal polietilene flessibile (26%) e dal PET (bottiglie e vaschette) che si attesta al 25%.

Segue il polietilene rigido (flaconi), con il 20%.

Le quote minoritarie si riferiscono ai misti poliolefinici, al polipropilene e agli altri polimeri.

Le principali applicazioni delle materie prime seconde sono diversificate, pur se concentrate per il 42% nel settore imballaggi (rigidi al 33%, flessibili al 9%). Si segnalano inoltre come applicazioni di sbocco dei riciclati i tubi (12%) e il settore edilizia e costruzioni (11%).

Opportunità e crescita per il settore

I fattori di crescita sono in buona parte riconducibili all’evoluzione normativa a livello comunitario con il nuovo Regolamento Imballaggi (PPWR) e la Direttiva monouso (SUP), che contengono le principali prescrizioni e target di riciclo e impiego di materia prima seconda negli imballaggi.

Dal punto di vista dei volumi, si prefigura inoltre una sensibile crescita legata alle maggiori richieste degli altri settori applicativi, oltre a quello dell’imballaggio, e degli impegni volontari da parte degli stakeholders della filiera. Crescono, d’altro canto, anche i materiali in input, grazie a un maggior numero di frazioni merceologiche selezionate post raccolta differenziata, alla crescita della raccolta selettiva delle bottiglie per bevande e a una miglior resa dei centri di selezione.

Nel breve termine permangono tuttavia quali fattori di freno la competizione internazionale (prezzi delle materie vergini e dei riciclati provenienti da paesi low cost nettamente più vantaggiosi) e la mancanza di controlli effettivi e di sistemi di certificazione e tracciabilità sui materiali importati presunti riciclati.

Una partnership a tutela della biodiversità

Relicyc, pioniere nel settore del riciclo con una storia di quasi mezzo secolo alle spalle, ha ufficialmente aperto le sue porte a una nuova partnership ambientale con Saving Bees, l’organizzazione dedicata alla protezione delle api alla tutela della biodiversità che promuove l’Api-Cultura e l’importanza vitale di questi animali per il nostro ecosistema.

Un viaggio, quello di Relicyc, iniziato recuperando imballaggi secondari, passando dal legno alla plastica, per evolversi in un modello di economia circolare che oggi vede il recupero di quasi 4.000 tonnellate di plastica rigida trasformate in pallet riciclabili.

“La nostra missione è chiudere il cerchio del recupero-riciclo/riuso, contribuendo attivamente alla sostenibilità ambientale”, spiega Alessandro Minuzzo, amministratore delegato di Relicyc.

L’impegno al fianco di Saving Bees rappresenta quindi un’estensione naturale della dedizione di Relicyc verso la sostenibilità

ambientale e, in questo contesto, la scelta di unirsi all’organizzazione nasce da una profonda preoccupazione per la scomparsa dei prati e dei fiori, habitat essenziale per le api. Collaborazione che rappresenta un’ulteriore conferma dell’azienda in questo impegno e vedrà il coinvolgimento di Relicyc in iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale delle attività industriali e a supportare progetti di conservazione delle api. Saving Bees, dal canto suo, beneficerà dell’esperienza e delle risorse di Relicyc per espandere le proprie attività di ricerca e sensibilizzazione.

“Dopo qualche tempo di attesa, siamo entusiasti di affiancare Saving Bees agli altri progetti che

sosteniamo annualmente”, afferma Minuzzo. “Questa iniziativa, ben organizzata e con uno scopo chiaro, oltre che nobile, ci permette di contribuire alla difesa del nostro ecosistema dal punto di vista di uno dei più importanti insetti impollinatori. Ogni volta che vediamo un’ape, ci piace pensare che possa essere una delle ‘nostre’, un piccolo ma significativo simbolo del cambiamento che stiamo cercando di realizzare”.

Relicyc si impegna così a integrare la propria presenza nel tessuto sociale e ambientale locale, anche accogliendo scolaresche nella propria sede a Vigonovo, in provincia di Venezia, per dimostrare alle generazioni del futuro l’importanza e la fattibilità del riciclo.

NUOVO

ambiente e riciclo

Con i suoi sviluppi nel campo della gestione del materiale, Vecoplan completa il proprio portafoglio e offre ai clienti un approccio olistico per la fornitura da un’unica fonte.

Il nuovo sistema a tramoggia Vecoplan Discharge Floor VDF garantisce un dosaggio intelligente nella gestione dei materiali in entrata e in uscita

Gestione del materiale da un fornitore all-in-one

Vecoplan, azienda costruttrice di macchine, amplia il proprio portafoglio di prodotti per offrire ai clienti, da un unico fornitore, un sistema realizzato sulla base dei loro requisiti. Queste soluzioni innovative consentono a Vecoplan di offrire loro un’assistenza ancora più ampia. “Con i nostri nuovi sviluppi nel campo della gestione dei materiali rispondiamo sistematicamente ai requisiti dei nostri clienti e ampliamo la nostra competenza in materia di soluzioni con importanti prodotti chiave”, spiega Tim Hamer, Direttore commerciale dell’area Recycling-Waste presso Vecoplan.

“Ciò consente agli utenti di ottimizzare in modo significativo l’efficienza dei processi dei loro impianti”. In quest’ottica rientra, ad esempio, il flessibile sistema a tramoggia Vecoplan Discharge Floor (VDF) che Vecoplan ha presentato all’IFAT nel mese di maggio. Questo impianto è stato progettato per con-

sentire agli utenti di conferire, immagazzinare e trasportare molteplici materiali diversi in differenti dimensioni. Il conferimento dei materiali avviene tramite una gru o direttamente tramite autocarro.

“Il sistema a tramoggia crea un flusso uniforme di materiale: il rullo dosatore effettua l’o-

Il VTU-S di è in grado di accogliere diversi materiali sfusi dal rimorchio walking floor di un autocarro per il sistema di trasporto e immagazzinamento a valle, e trasportarli ulteriormente

mogeneizzazione, mentre il buffer assicura l’alimentazione del materiale per i processi a valle”, spiega Tim Hamer. Questo prodotto si è dimostrato particolarmente comprovato nelle applicazioni Waste-to-Energy e nell’industria cementizia. Nello sviluppo del nuovo Discharge Floor, Vecoplan ha attinto alla sua pluriennale esperienza e ottimizzato quest’affidabile tecnologia.

Per l’efficienza nel conferimento e nel trasferimento del materiale

Per poter conferire il materiale e alimentarlo in modo sicuro ai sistemi di trasporto a valle, nei progetti passati Vecoplan ha costruito stazioni di conferimento per autocarri a partire da componenti esistenti. Con il VTU è stata ora aggiunta alla gamma una soluzione standardizzata. È possibile adeguare il Vecoplan Truck Unloader a processi, vie di trasporto, prestazioni richieste e circostanze specifiche.

Tale ulteriore sviluppo è disponibile in due varianti: il VTU-S è in grado di accogliere diversi materiali sfusi dal rimorchio walking floor di un autocarro per il sistema di trasporto e immagazzinamento a valle e tra -

Tim Hamer, Direttore commerciale dell’area

Recycling - Waste di Vecoplan: “Con il sistema di trasporto a nastro tubolare VRF-L completiamo il portafoglio Vecoplan, espandendo ulteriormente la nostra posizione nel campo dei trasportatori a nastro tubolare e supportando i nostri clienti nella gestione sostenibile dei loro materiali”

sportarli ulteriormente. Con il VTU-B, il materiale viene conferito in una tramoggia con corpi di scorrimento tramite il pianale scorrevole o il meccanismo di ribaltamento di un autocarro.

“Entrambe le varianti del Truck Unloader sono ideali per il trasporto di combustibili derivati da rifiuti, biomassa, legno usato e cippato”, spiega Tim Hamer. “La variante K ha inoltre una capacità fino a 100 metri cubi di materiale e può pertanto fungere da deposito temporaneo, dal quale è possibile scaricare il materiale con estrema rapidità”. Per i gestori, ciò rappresenta un notevole guadagno in termini di tempo nello scarico degli autocarri.

Il sistema a tramoggia

Vecoplan Discharge Floor (VDF) è stato progettato per consentire agli utenti di conferire, immagazzinare e trasportare molteplici materiali diversi in differenti dimensioni

Trasporto di materiale silenzioso e a ridotta emissione di polvere

L’affermato sistema di trasporto a nastro tubolare VRF consente agli utenti di trasportare in modo pulito e silenzioso vari materiali sfusi quali combustibili derivati da rifiuti industriali, pneumatici usati, biomassa e segatura. A tale scopo, Vecoplan offre diversi modelli e diametri di tubo. L’impiego di un cuscino d’aria riduce l’attrito, consente portate elevate e funziona utilizzando pochissima energia anche su lunghe distanze superiori a 450 metri e in pendenza. La struttura chiusa lo rende una soluzione di trasporto pulita. “Ora, alla serie abbiamo aggiunto il VRF-L”, racconta Tim Hamer. “L sta per ‘light’ e offre agli utenti una soluzione per distanze di trasporto più elevate che possono essere installate anche su ponti con nastro trasportatore esistenti.

Questa innovazione riduce i costi e risulta adatta per applicazione in cui sia possibile un’installazione in prossimità del suolo. “Con questa versione diversifichiamo la nostra gamma e raggiungiamo un numero ancora maggiore di settori”, afferma Hamer. “Con il VRF-L completiamo il nostro portafoglio, espandendo ulteriormente la nostra posizione nel campo dei trasportatori a nastro tubolare e supportando i nostri clienti nella gestione sostenibile dei loro materiali”. Con i suoi nuovi sviluppi, Vecoplan rafforza la propria posizione di fornitore all-in-one di soluzioni complesse che consentono ai gestori una gestione sicura dei materiali. “I nostri nuovi prodotti sono al contempo tecnicamente orientati al futuro ed ecologicamente sostenibili”, sottolinea Tim Hamer. “Abbiamo già dimostrato la nostra competenza in veste di fornitori di soluzioni complete in molti impianti, gli interessati possono rivolgersi a noi in qualsiasi momento per discutere le loro esigenze individuali e trovare insieme la soluzione giusta”.

Per portare avanti i propri ideali bisogna essere i primi a metterli in atto. Così fa Ats Faar Industries, guidata da una presidente donna che crede nell’importanza della parità di genere: una realtà ancora lontana ma raggiungibile attraverso l’intraprendenza e il lavoro di squadra.

Alla conquista di una parità autentica

Ats Faar industries è una ditta dedicata alla fornitura e all’installazione di arredi tecnici e strumentazione da laboratorio per ricerca e analisi. L’azienda, con sede a Cassina de’ Pecchi (MI), opera nella vendita di strumentazione da laboratorio per ogni tipo di settore industriale, da quello della produzione di plastica o petrolchimico, fino ai settori alimentare e cosmetico. Ed è proprio nei laboratori dell’ultimo decennio che “sempre più spesso, troviamo una responsabile donna”, spiega Laura Bartiromo, presidente dell’azienda che racconta la sua esperienza di donna nel mondo industriale e i passi in avanti che, seppur lentamente, sono stati compiuti per colmare il divario di genere.

Laura Bartiromo, di cosa si occupa la vostra società?

“ATS Faar Industries si è specializzata nel fornire laboratori chiavi in mano per il controllo dei prodotti, soprattutto nel settore delle

Laura Bartiromo, Presidente Ats Faar Industries

materie plastiche. Noi abbiamo scelto di rivolgerci con maggiore attenzione alle piccole e medie imprese italiane che comprendono un alto numero di stampatori, trasformatori e riciclatori. Spesso ditte famigliari che vogliono crescere e assestarsi sul mercato nazionale e internazionale, qualificando il loro prodotto. Per questo, oltre alla fornitura della strumentazione, forniamo anche consulenza sugli standard internazionali e sui test a cui il cliente deve sottoporre i propri prodotti. Infine, possiamo customizzare il prodotto se il cliente ha esigenze particolari”.

In un comparto come quello plastico, ancora a forte prevalenza maschile, quanto conta parlare di gender gap a li-

La progettazione di un laboratorio

vello legislativo e quanto ancora c’è da fare invece a livello culturale. Infine, su quali aspetti bisognerebbe insistere?

“In Italia, e non solo, tutti i settori tecnici sono prevalentemente maschili e le donne per essere considerate devono fare molta fatica. Negli ultimi vent’anni la situazione si è evoluta anche se molto, troppo lentamente. Nei laboratori nell’ultimo decennio, sempre più spesso, troviamo una responsabile donna. Eppure, sono certa, in molti casi il motivo è legato al fatto che quest’ultima ‘costa meno’ di un uomo. Quando si arriverà a una parificazione degli stipendi dovremo andare a verificare se effettivamente verrà mantenuta la presenza femminile. Io spero che nel futuro ci saranno sempre più donne nei laboratori perché credo si tratti di un lavoro che si adatta molto all’indole femminile: richiede organizzazione, concentrazione, pulizia, ordine ma anche creatività che sono caratteristiche difficili da trovare, tutte insieme, negli uomini, e invece più comuni nelle donne”.

Il gruppo Women in Plastics nasce con l’intento di accogliere e unire le donne del comparto plastico. Quali sono le iniziative

“Molte volte, ancora, mi rendo conto che gli interlocutori danno maggiore credito a un uomo quando si tratta di ricevere risposte tecniche, perciò mi trovo a dover far parlare dei miei collaboratori, anche meno preparati di me, solo perché più credibili agli occhi del cliente”

che il gruppo sta portando avanti?

“Abbiamo iniziato questa avventura con degli incontri conoscitivi in presenza per scambiarci esperienze. In queste occasioni, ciascuna di noi ha avuto modo di raccontare la sua storia di donna lavoratrice in un ambiente, ancora, piuttosto ostile verso il genere femminile. Sono stati momenti importanti da cui sono scaturite idee, richieste e gruppi di lavoro. La prima esigenza che abbiamo riscontrato è stata la formazione, vista come crescita personale e lavorativa. Ad oggi, è già stato pianificato un programma di incontri, già iniziati, tutti affrontati con una base comune, ovvero il fatto di essere donne”.

Strumento dedicato alle prove fisiche sulle materie plastiche. Pendolo Izod Charpy per prove di resistenza all’impatto

Quale è la sua esperienza di donna all’interno del comparto plastico? Ha dovuto affrontare eventi che riguardano la disparità di genere?

“Sia in Italia che all’estero, nonostante io sia la presidente della società, spesso mi è stato chiesto nel corso delle riunioni, o in altre occasioni, di occuparmi di mansioni non coerenti con la mia posizione, ad esempio la stesura del verbale. Non solo, molte volte,

ancora, mi rendo conto che gli interlocutori danno maggiore credito a un uomo quando si tratta di ricevere risposte tecniche, perciò mi trovo a dover far parlare dei miei collaboratori, anche meno preparati di me, solo perché più credibili agli occhi del cliente”.

Quale sarebbe il suo consiglio per le giovani donne che vogliono lavorare nel comparto plastico?

“È un settore che ha possibilità di grande sviluppo, servono forze giovani e competenti. È importante quindi che le giovani donne non si facciano assolutamente bloccare da gap emotivi e che, invece, si buttino senza paura. Anche affiliarsi al gruppo Women in Plastics è un consiglio che vorrei dare perché si tratta di una realtà sempre pronta ad accogliere e supportare chiunque voglia farne parte. Le nuove generazioni devono acquisire autorevolezza: si potrà parlare finalmente di pari opportunità quando le donne non dovranno più dare ascolto ai retaggi culturali e quando non dovranno scegliere tra famiglia e lavoro e, invece, avranno l’occasione di andare avanti consapevolmente e senza condizionamenti con una retribuzione parificata a quella degli uomini”.

Foto di un laboratorio realizzato

Per ottenere dei risultati concreti è importante avere le idee chiare e, questo, Covestro lo sa bene e lo mette in atto affrontando con serietà questioni fondamentali quali la digitalizzazione, la riduzione delle emissioni e anche la parità di genere.

Un approccio pragmatico alle sfide del presente

Covestro è un’azienda multinazionale tedesca attiva nel settore della chimica dei materiali con una sede italiana a Filago. Tra i vari obiettivi dell’azienda anche quello di affrontare le emissioni Scope 3 per ridurre l’impatto ambientale complessivo e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Un impegno fondamentale che rientra nel modo di agire di una realtà capace di focalizzarsi sugli obiettivi e trovare strategie per raggiungerli. Ed è proprio in quest’ottica di continuo miglioramento e di contatto con le grandi ques-

tioni contemporanee che si colloca la testimonianza di Barbara Scannavini, Communication Manager Italia di Covestro che mette a fuoco un altro tema fondamentale: il gender gap per cui, conferma, a un impegno legislativo si deve affiancare un cambiamento culturale. “Molto spesso, infatti, le barriere più resistenti alla parità di genere sono quelle radicate nelle norme sociali e nelle aspettative tradizionali, che possono ostacolare l’efficacia delle leggi”.

Barbara Scannavini, nell’ultimo anno finanziario Covestro si è impegnata costantemente a ottimizzare i propri processi produttivi. Quali obiettivi sono stati raggiunti?

“Covestro, mira ad aumentare l’efficienza delle operazioni di produzione, riducendo gli sprechi, migliorando i tempi di ciclo e massimizzando l’utilizzo delle risorse. Inoltre, rendere i processi più sostenibili, riducendo l’impatto ambientale, l’utilizzo di energia e acqua, e minimizzando le emissioni, è stata una priorità. Per Covestro, mantenere elevati standard di qualità e garantire la conformità alle normative e alle certificazioni di settore è cruciale. Un altro obiettivo è quello di migliorare le misure di sicurezza per proteggere i lavoratori e l’am-

A cura di Eva De Vecchis

biente circostante. Inoltre, l’implementazione di nuove tecnologie, l’automazione e la digitalizzazione dei processi sono state aree di focus per Covestro, al fine di migliorare l’efficienza e la competitività. Focalizzandoci sulla sede di Filago, a livello di produzione, lo slancio verso il futuro dello stabilimento di compounding si concretizza nella predisposizione alla lavorazione dei prodotti CQ di Covestro, dove C sta per circolare e Q rimanda a QI, il quoziente intellettivo: sono i prodotti intelligenti perché sempre più circolari e sostenibili, pronti per il futuro. Nel dettaglio, si tratta di: policarbonati PCR; RE - ‘rinnovabili/REnewable’; policarbonati RP”.

Covestro dà molta importanza all’efficientamento energetico mirato a rafforzare ulteriormente una crescita sostenibile. A questo proposito, l’azienda ha pubblicato i suoi obiettivi per la neutralità climatica relativi alle emissioni Scope 3. Come mai è importante questo approccio sostenibile e quali benefici può portare alle realtà che lo adottano?

“L’adozione di un approccio sostenibile e la definizione di obiettivi per la neutralità climatica relativi alle emissioni Scope 3 sono importanti per diverse ragioni e possono portare numerosi benefici alle aziende che li perseguono. Le emissioni Scope 3 comprendono tutte le emissioni indirette lungo la catena del valore, come quelle legate ai fornitori, al trasporto dei prodotti e all’utilizzo finale di questi da parte dei clienti. Affrontare le emissioni Scope 3 permette di ridurre l’impatto ambientale complessivo dell’azienda e contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico.

Le iniziative per ridurre le emissioni Scope 3 spesso comportano l’ottimizzazione dei processi, l’adozione di tecnologie più efficienti e la collaborazione con fornitori e clienti. Questi sforzi possono portare a risparmi sui costi operativi, miglioramenti nella gestione delle risorse e una maggiore efficienza complessiva.

“Affrontare un ambiente prevalentemente maschile ha richiesto di sviluppare una resilienza particolare e di trovare modi efficaci per far valere le mie idee e competenze”

Affrontare le sfide legate alla sostenibilità può inoltre stimolare l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi più eco-friendly. Questo può aprire nuove opportunità di mercato e conferire un vantaggio competitivo alle aziende che adottano un approccio sostenibile. Gli obiettivi di neutralità climatica, incluse le emissioni Scope 3, dimostrano l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità e possono rafforzare la fiducia e il coinvolgimento di clienti, investitori, dipendenti e altre parti interessate”.

Quali invece le vostre prospettive per i risultati del 2024?

“Covestro prevede che le condizioni economiche rimarranno difficili nel 2024. Per questo motivo, l’azienda porrà particolare impegno nello sfruttare il proprio potenziale per

migliorare ulteriormente il proprio livello di efficienza”.

Parliamo di parità di genere, un tema del quale si sente parlare molto, ma sul quale c’è ancora tanto da lavorare. Quanto conta, a suo parere, parlare di gender gap a livello legislativo e quanto ancora c’è da fare invece a livello culturale. Infine, su quali aspetti bisognerebbe insistere?

“La questione della parità di genere è una delle sfide più persistenti e complesse della società moderna, con implicazioni che spaziano dai diritti civili alla crescita economica. Discutere il gender gap a livello legislativo è fondamentale, in quanto le leggi possono stabilire standard minimi di equità e fungere da deterrente contro le discriminazioni sistemiche.

Lo stabilimento di Covestro a Filago (BG)

Leggi efficaci possono anche promuovere un cambio di mentalità a lungo termine, incentivando l’adozione di politiche e pratiche più inclusive nelle aziende e nelle istituzioni. Nonostante l’importanza del quadro legislativo, il cambiamento culturale è altrettanto cruciale. Molto spesso, infatti, le barriere più resistenti alla parità di genere sono quelle radicate nelle norme sociali e nelle aspettative tradizionali, che possono ostacolare l’efficacia delle leggi. Un cambiamento culturale può avvenire attraverso l’educazione, sia formale che informale, e attraverso la rappresentazione mediatica, che può influenzare profondamente la percezione del ruolo delle donne nella società. Per accelerare il progresso verso la parità di genere, è essenziale insistere su alcuni aspetti chiave:

1. Educazione e formazione: Promuovere l’educazione inclusiva che sfida gli stereotipi di genere fin dalla tenera età e incoraggiare la partecipazione femminile in campi storicamente dominati dagli uomini, come STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e leadership politica.

2. Visibilità e rappresentazione: Aumentare la visibilità delle donne in posizioni di potere e nei media. È importante che le donne siano rappresentate equamente e autenticamente in tutti gli ambiti della società per normalizzare l’idea delle donne in ruoli di leadership e in professioni diverse.

3. Supporto alle madri e ai genitori: Migliorare le politiche di supporto alla maternità e alla paternità, come congedi parentali pagati e flessibili, per permettere a entrambi i genitori di bilanciare più efficacemente carriera e famiglia senza penalizzare la carriera professionale delle donne.

4. Politiche di uguaglianza salariale: Implementare e rafforzare le leggi che mirano a eliminare il divario retributivo di genere, garantendo che uomini e donne vengano pagati equamente per lo stesso lavoro.

5. Contrasto alla violenza di genere: Rafforza-

re le leggi e i supporti contro la violenza domestica e sessuale, sottolineando l’importanza di trattare questi crimini con la massima serietà.

6. Coinvolgimento degli uomini: Coinvolgere attivamente gli uomini come alleati nella lotta per l’uguaglianza di genere, incoraggiandoli a riconoscere e sfidare i privilegi di genere e a promuovere un cambiamento positivo. Il percorso verso la parità di genere richiede

un impegno persistente e sfaccettato, sia a livello legislativo che culturale, per smantellare le barriere esistenti e costruire una società più equa per tutti”.

A questo proposito, Women in Plastics è una realtà rilevante per le donne del comparto plastico: un’associazione che sempre più sta facendo sentire la sua voce. Può parlarci dei prossimi passi che

vuole compiere questa brillante realtà?

“Women in Plastics (WIPs) è una community dedicata al confronto e all’incontro delle donne che lavorano nel settore della plastica. Ci riuniamo una volta all’anno ma facciamo anche incontri virtuali mensilmente, per discutere vari argomenti.

All’interno di WIPs ci sono principalmente 3 gruppi. Un gruppo che si occupa di formazione su misura, ovvero derivante dalle nostre esigenze più rilevanti. Ad esempio, nel 2024 abbiamo organizzato un corso di public speaking e presto ne seguirà uno di comunicazione. Stiamo già pianificando le attività per il 2025.

Il gruppo Fiere si occupa di organizzare incontri fisici durante le fiere, offrendo occasioni per confrontarci e divertirci insieme. Il gruppo Speech Tematici pianifica un paio di incontri/ call all’anno, invitando specialisti di vari settori. Ad esempio, ad aprile abbiamo organizzato un evento sulla certificazione di genere e ne stiamo programmando un altro sulla selezione del personale”.

Può raccontarci della sua esperienza di donna all’interno del comparto plastico ed, eventualmente, di come ha affrontato eventi che riguardano la disparità di genere?

“La mia carriera nel settore della plastica come donna è stata un percorso di continuo apprendimento e adattamento. Affrontare un ambiente prevalentemente maschile ha richiesto di sviluppare una resilienza particolare e di trovare modi efficaci per far valere le mie idee e competenze.

Per superare le difficoltà legate ai pregiudizi di genere, mi sono concentrata sull’eccellenza nel mio lavoro e sulla capacità di collaborare efficacemente con team diversificati. Ciò ha comportato essere sempre ben preparata, puntuale e affidabile, caratteristiche che mi hanno aiutato a guadagnare il rispetto dei colleghi e dei superiori.

Parallelamente, ho cercato di sostenere altre donne nel settore, partecipando a iniziative di networking e supporto che mirano a promuovere una maggiore inclusione e diversità. Questo impegno non solo ha arricchito la mia esperienza professionale, ma ha anche contribuito a creare un ambiente più accogliente per tutti nel settore”.

Cosa consiglierebbe alle giovani che desiderano lavorare in questo settore? “Lavorare nel settore della plastica può offrire molte opportunità interessanti e stimolanti. Per le giovani donne che desiderano intraprendere una carriera in questo campo, ci sono diversi consigli che potrebbero risultare utili. Iniziare con una solida istruzione è fondamentale. Studiare discipline come chimica, ingegneria dei materiali, ingegneria chimica o scienze dei polimeri può fornire una buona base di conoscenze. Potrebbe essere utile anche considerare l’iscrizione a corsi di laurea e master che offrono specializzazioni specifiche nel settore della plastica. Inoltre, seguire corsi tecnici e ottenere certificazioni specifiche può aumentare la tua competenza e renderti più attraente per i datori di lavoro. L’esperienza pratica è altrettanto importante, così come il networking e la mentorship giocano un ruolo chiave nello sviluppo di una carriera, mentre le competenze trasversali sono essenziali in qualsiasi settore. Conta anche lavorare sulle soft skills, come la comunicazione, il lavoro di squadra, la leadership e la gestione del tempo; mentre la consapevolezza ambientale sta diventando sempre più fondamentale nel settore della plastica. Inoltre, conta anche avere fiducia in se stesse e mostrare resilienza. Non lasciare che gli stereotipi di genere influenzino le ambizioni. Dimostrare fiducia nelle proprie capacità e perseveranza, anche di fronte alle sfide. Il percorso può essere impegnativo, ma la determinazione e la costanza sono cruciali per il successo”.

Cosa si aspetta dalla prossima edizione di Fakuma? Le Women in Plastics si incontreranno?

“Fakuma è una delle fiere commerciali più importanti per l’industria della lavorazione delle materie plastiche e dei polimeri. In generale, le aziende partecipanti si aspettano di sfruttare questa piattaforma per presentare i loro nuovi prodotti e innovazioni nel campo dei materiali polimerici. Fakuma rappresenta inoltre un palcoscenico ideale per promuovere la sostenibilità e l’economia circolare, temi sempre più rilevanti nel settore chimico. Un altro aspetto cruciale è il rafforzamento delle relazioni con i clienti esistenti e la creazione di nuovi contatti. Sicuramente le WIPs che avranno lo stand o che parteciperanno come visitatrici si incontreranno”.

Produzione Capp Plast

Per rispondere alla crescente necessità di ampliare gli spazi produttivi e il parco macchine, ma anche per confrontarsi con gli obblighi di produzione sostenibile sempre più stringenti, Capp Plast si è affidata alle soluzioni digitali per l’energia di Schneider Electric.

Soluzione di monitoraggio per migliorare l’efficienza dei siti energivori

Incremento dell’efficienza energetica, riduzione degli sprechi e maggiore garanzia di sicurezza. Questi i vantaggi ottenuti grazie alle soluzioni di Schneider Electric da Capp Plast, azienda italiana produttrice di contenitori in materiale plastico, che ha promosso un percorso di modernizzazione e revamping degli impianti di distribuzione elettrica nei siti produttivi di Prato e Capalle/Campi Bisenzio (FI).

L’azienda, fondata nel 1960, è costantemente cresciuta, affiancando alla produzione di film per imballaggi flessibili destinati

al settore tessile nuove divisioni aziendali dedicate allo stampaggio a iniezione, per la produzione di grandi contenitori e pallet in polietilene, e alla realizzazione di flaconi, rivolti al settore alimentare, farmaceutico e della cosmesi.

La necessità di ampliare gli spazi produttivi e il parco macchine e di rispondere a obblighi di produzione sempre più stringenti in termini di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica ha spinto l’azienda a investire nell’ammodernamento dell’infrastruttura elettrica. Il sito di Capalle/Campi

Bisenzio, in particolare, è stato oggetto negli ultimi 15 anni di diversi interventi di retrofit, culminati recentemente con la digitalizzazione dei sistemi e della gestione dell’energia.

Nel sito è stata installata una cabina di trasformazione elettrica MT-BT Smart di Schneider Electric, che alimenta una nuova grande pressa a iniezione introdotta nell’impianto; la cabina è connessa e consente agli operatori di utilizzare interfacce con realtà aumentata e realtà virtuale, aumentando la sicurezza e la capacità di controllo.

Una soluzione intuitiva

“Per completare questi interventi di revamping siamo ricorsi alle risorse disponibili tramite il bando Industria 4.0”, ha spiegato Filippo Baldi Responsabile Marketing di Capp Plast. “Grazie alla tecnologia della realtà aumentata della cabina di trasformazione elettrica MT-BT di Schneider Electric, ad esempio, effettuiamo il monitoraggio termico, misuriamo la temperatura ambiente e la temperatura cavi, oltre al tasso di umidità. Ciò ci consente di ridurre il rischio di errori e assicurare la continuità produttiva”. L’adozione nell’arco dell’ultimo anno della soluzione di monitoraggio EcoStruxure Power Monitoring Expert di Schneider Electric, progettata per aiutare a massimizzare i tempi di attività e l’efficienza energetica ed operativa nei siti energivori, ha consentito a Capp Plast di ottenere rilevanti risparmi, ma non solo: ha anche reso più semplice soddisfare l’obbligo periodico di redazione degli

L’adozione della soluzione di monitoraggio di Schneider Electric ha consentito a Capp Plast di ottenere rilevanti risparmi. Inoltre, ha reso più semplice soddisfare l’obbligo periodico di redazione degli audit energetici per entrambi i siti produttivi dell’azienda

audit energetici per entrambi i siti produttivi dell’azienda.

“Grazie ai sensori presenti nell’impianto di Capalle/Campi Bisenzio, la lettura dei consumi energetici avviene in maniera automatica, precisa e affidabile”, ha aggiunto Gianpiero Innocenti, Direttore di Stabilimento. “La piattaforma Power Monitoring Expert, poi, è in grado di dialogare direttamente col gestionale di Capp Plast, permettendoci di calcolare anche il dispendio di energia per ogni singola gamma di prodotto”.

Il monitoraggio costante di tutti i vettori energetici ha permesso a Capp Plast di identificare e intervenire sugli sprechi, anche e soprattutto quelli di cui non era a conoscenza, e ciò si è tradotto in un abbattimento annuale dei consumi di circa 1,4 GWh. Inoltre, le informazioni dettagliate sui consumi consentono di individuare gli investimenti necessari per un ulteriore efficientamento delle linee di produzione.

I

vantaggi

per Capp Plast

Utilizzando la piattafoma EcoStruxure Power Advisor di Schneider Electric, Capp Plast è oggi in grado di analizzare le prestazioni dell’infrastruttura elettrica e individuare tempestivamente eventuali problematiche legate alla qualità dell’energia, che potrebbero determinare guasti delle apparecchiature o comprometterne l’affidabilità. Per una maggiore garanzia di continuità, Capp Plast ha sottoscritto anche il servizio EcoStruxure Asset Advisor, che consente un controllo costante delle infrastrutture critiche e l’adozione di un approccio preventivo e predittivo, attivando tempestivamente, sulla base di allarmi, interventi che evitano il verificarsi di incidenti critici. Oltre a garantire una maggiore sicurezza delle persone e delle risorse presenti negli impianti, il servizio EcoStruxure Asset Advisor assicura a Capp Plast la continuità della produttività e riduce al minimo i tempi di inattività, di riparazione e di manutenzione non programmati.

L’impianto di Capp Plast
Schermata Power Monitoring Expert

Macchine e sistemi per componenti 3D in metallo, plastica e ceramica

Dopo una fase di consolidamento e di riorganizzazione della struttura azionaria, AIM3D, esperto nel campo delle stampanti 3D a granuli dal 2017, è di nuovo in gioco. AIM3D è riuscita a ottimizzare il processo brevettato Voxelfill. I test di resistenza dimostrano che questo processo è in grado di superare le disomogeneità di resistenza dei componenti 3D sugli assi X, Y e Z, avvicinandosi così ai processi convenzionali come lo stampaggio a iniezione. AIM3D ha inoltre avviato una collaborazione con il fornitore di servizi AM Replique di Mannheim con l’obiettivo di rendere il materiale ULTEM™ 9085 più adatto alla stampa 3D. Dal 2017, AIM3D si concentra più sulle stampanti 3D a pellet rispetto alle stampanti 3D FDM

che lavorano i granulati con i filamenti. I costi di acquisto dei materiali significativamente più bassi per i granulati e l’uso di materiale riciclato costituiscono la base per l’elevata economicità di questa strategia di produzione AM con stampanti 3D a pellet.

Una serie di fattori ha poi influenzato negativamente lo sviluppo del mercato nella seconda metà del 2023 portando a un arretramento degli investimenti. “In questo difficile contesto di mercato, non è stato possibile per noi rispettare gli obiettivi di

Materiale leggero e performante per i settori più esigenti

Con oltre 20 anni di esperienza nel settore della stampa 3D, Prosilas, service e manufacturing consultant italiano con sede a Civitanova Marche e operativo su scala globale, è consapevole delle esigenze primarie dei suoi clienti e lavora per offrire le migliori soluzioni. Un’ulteriore spinta in questa direzione è stata impressa all’azienda dal suo ingresso - nel 2021 nel gruppo internazionale Prototal, grande gruppo europeo attivo nella lavorazione dei polimeri. Tra i tanti vantaggi offerti dalla stampa 3D, uno dei più apprezzati è sicuramente l’utilizzo dell’esatta quantità di materiale necessaria a ottenere il risultato voluto. Così, si ottiene un significativo alleggerimento dei particolari, una caratteristica conferita dalla metodologia di design per additive manufacturing (DfAM) e ricercata ormai in ogni settore produttivo. Con l’introduzione del nuovo Hyper-li-

ght Carbon, a base di Poliammide PA12 caricata con fibra di carbonio, Prosilas offre ora un materiale che eccelle sotto tutti i punti di vista: resistenza elevata, rapporto peso/prestazioni ottimale, qualità superficiale altissima. Quando si parla di leggerezza di un materiale la chiave è la sua densità: Hyper-light Carbon si attesta a 0,82 g/cm3, un valore estremamente basso e adatto ad applicazioni leggere o che richiedono il galleggiamento. Questa leggerezza, peraltro, non va a discapito della robustezza: con una resistenza alla trazione di 50 MPa, superiore a quella di materiali come il Pa2200, Hyper-light Carbon si candida a pieno titolo a rispondere alle

sviluppo iniziali”, ha spiegato Vincent Morrison (CEO). “Ciò ha comportato una riorganizzazione della struttura azionaria e nuove partnership strategiche. Durante la fase di ristrutturazione, abbiamo continuato a soddisfare le esigenze dei nostri clienti e a sviluppare ulteriormente la nostra tecnologia di stampa di granuli. Ora crediamo più che mai nella nostra tecnologia CEM e nel team consolidato di AIM3D. Le stampanti 3D a pellet offrono l’opzione unica di mappare le proprietà delle parti prodotte in modo convenzionale in modo molto conveniente con una strategia di produzione additiva”. Il rilancio di AIM3D è stato il risultato di una combinazione di una nuova struttura azionaria e di un management buy-out (MBO).

necessità di applicazioni estreme come l’aeronautico, la nautica, il motorsport e la costruzione di attrezzature sportive professionali.

Ottima anche la qualità superficiale che Hyper-light Carbon consente di ottenere: una qualità considerata ideale per applicazioni che richiedono un aspetto estetico accattivante senza necessariamente eseguire una ulteriore finitura post stampa. A richiesta, inoltre, Prosilas può consegnare i particolari richiesti anche con un trattamento di black coloring che penetra per pochi decimi di millimetro all’interno del materiale senza alterare le dimensioni del pezzo.

La lavorazione del nuovo Hyper-light Carbon avviene con tecnologia SLS (Selective Laser Sintering) nella stampante EOS P770, che assicura velocità elevata e generose dimensioni dei particolari grazie alla camera da 680x370x540 mm.

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stampaggio a iniezione

Le competenze dello stampaggio a iniezione sotto un unico marchio

Il Gruppo ALPLA sta tracciando la strada per un’ulteriore crescita nello stampaggio a iniezione con la creazione della divisione ALPLAinject. Concentrando strategicamente tutte le competenze e le capacità di stampaggio a iniezione sotto questo marchio, lo specialista dell’imballaggio in plastica sta aumentando l’efficienza, accelerando il lancio sul mercato di nuovi prodotti e liberando nuovi segmenti di mercato.

ALPLAinject è sinonimo di pezzi stampati a iniezione di alta qualità come chiusure, tappi, barattoli e componenti di imballaggio in più parti come pompe o bastoncini di deodorante. Con

questa nuova divisione, il Gruppo internazionale ALPLA sta tracciando la strada per un’ulteriore crescita. Il marchio ALPLAinject riunisce tutte le risorse umane

e tecniche di questo settore in un’unica struttura organizzativa centrale. Comprende un totale di tre tecnologie fondamentalistampaggio a iniezione e a com-

pressione oltre allo stampaggio a iniezione - nonché la produzione di utensili, lo sviluppo e la vendita a livello globale.

Processi standardizzati, sviluppo centralizzato di prodotti e tecnologie e distanze ridotte garantiranno in futuro maggiore flessibilità ed efficienza. Il quartier generale globale di ALPLAinject si trova presso la sede centrale di ALPLA a Hard. Esistono inoltre team globali in tutte le nove regioni del Gruppo ALPLA. ALPLAinject produce circa 60 miliardi di pezzi stampati a iniezione all’anno in 43 stabilimenti in tutto il mondo. La divisione dispone di oltre 600 macchine e sistemi all’avanguardia.

Unità di controllo della temperatura preciso ed efficiente

Le unità di Controllo T-Flow HRS di Oerlikon presentate all’NPE 2024, rappresentano la frontiera sulla precisione e l’affidabilità del controllo della temperatura nello stampaggio ad iniezione a canali caldi. Modulari nel design, possono essere configurate in gruppi incrementali di sei, per controllare fino a 120 zone.

La T-Flow HRS offre un’interfaccia utente intuitiva e autoesplicativa per un controllo completo del processo. La combinazione di touchscreen integrato, display di testo chiaro, navigazione intelligente e operazioni guidate si traduce in uno strumento particolarmente user-friendly senza la necessità consultare istruzioni o avere conoscenze pregresse. La striscia LED integrata nei colori verde, giallo e rosso rende lo stato operativo visibile anche da distanza. Le ricette e i rapporti dei test possono essere installati e trasferiti rapidamente ed efficientemente tramite la porta USB integrata. I dati vengono scambiati con la macchina di stampaggio ad iniezione tramite l’interfaccia OPC UA in conformità con il nuovo protocollo standard Euromap

82.2 per le unità di controllo delle camere calde. Il server VNC integrato consente inoltre un’operatività semplificata tramite notebook o smartphone/tablet.

La T-Flow HRS controlla le temperature degli ugelli in modo particolarmente preciso. Il sistema infatti è progettato per essere utilizzato universalmente, anche per applicazioni ad alte prestazioni con ugelli di dimensioni ridotte. Il suo design modulare consente una configurazione flessibile per soddisfare i requisiti specifici. Le opzioni di riscaldamento includono il riscaldamento simultaneo, il riscaldamento sequenziale o la combinazione di entrambe le funzioni e il riscaldamento graduale (soft start).

La T-Flow HRS è progettata per garantire la massima l’efficienza e risparmio energetico, grazie anche ai dissipatori di calore esterni che consentono una dispersione continua del calore per massimizzare le prestazioni e la durabilità della centralina. La funzione timer integrata consente di attivare e disattivare gli output automaticamente in determinati giorni e orari, promuovendo così un utilizzo ottimale dell’energia. Inoltre, la funzione di standby automatico migliora l’efficienza energetica controllando intelligentemente la modalità standby del controller, contribuendo a un processo di stampaggio ad iniezione più sostenibile ed efficiente dal punto di vista dei costi.

Produzione di ABS ad alta efficienza energetica

Zhejiang Zonepic Petrochemical Technology commissiona impianti di produzione di miscele di ABS con l’estrusore Coperion ZSK che consente di ottenere un consumo energetico limitato.

Coperion ha sviluppato una soluzione di processo per la produzione efficiente dal punto di vista energetico di miscele di copolimeri acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), con l'estrusore bivite Coperion ZSK Mc18 che svolge un ruolo centrale. Grazie al breve tempo di permanenza della materia prima nell'estrusore ZSK e alla manipolazione delicata del prodotto, la soluzione di processo di Coperion consente di ottenere una qualità straordinariamente elevata delle miscele di ABS. L'ABS è un tecnopolimero termoplastico che combina numerose proprietà meccaniche positive e stabilità chimica, che lo rendono ideale per molteplici usi nell'industria elettrica e automobilistica.

La società di ingegneria e licenze tecnologiche Zhejiang Zonepic Petrochemical Technology Co., Ltd., con sede nella città di Hangzhou, provincia di Zhejiang, Repubblica Popolare Cinese, è licenziataria del metodo di polimerizzazione in emulsione delle miscele ABS, che con-

sente di produrre miscele ABS di grado generale, alimentare, ritardante di fiamma e per galvanotecnica. Per questa soluzione l'azienda ha permesso di progettare diversi impianti di grandi dimensioni con estrusori bivite multipli ZSK 133 Mc18. Due impianti sono entrati in produzione di recente: uno è quello di Lihuayi Lijin Refining & Chemical Co. Ltd. con una produzione di 200 KTA, e l'altro presso la Zhejiang Petroleum & Chemical Co, Ltd. con una produzione di 400 KTA. Le miscele ABS sono composte da polimeri di gomma sintetica HRG e SAN (stirene-acrilonitrile). Coperion ha sviluppato una soluzione di processo particolarmente efficiente dal punto di vista energetico per la produzione di miscele di ABS. L'emulsione di ABS esce bagnata da un reattore dopo la sua produzione. Nella soluzione di Coperion, passa attraverso una pressa a vite prima che l'HRG, ancora umido, venga introdotto a valle attraverso un alimentatore laterale Cope-

rion ZS-B nella sezione di processo di un estrusore ZSK. In questo modo si elimina la pre-essiccazione termica dell'ABS, che richiede molta energia.

Utilizzando i dosatori gravimetrici Coperion K-Tron, il SAN e gli additivi vengono ugualmente introdotti nell'estrusore ZSK. SAN, additivi e HRG vengono miscelati in modo intensivo e omogeneo nella sezione di processo ZSK, sempre con estrema delicatezza, in modo che il prodotto non ingiallisca e il polimero non si rompa. Rispetto ai processi produttivi convenzionali, la soluzione di Coperion funziona con un consumo energetico nettamente inferiore. Inoltre, la porzione di monomeri residui è ridotta al minimo assoluto.

“Siamo orgogliosi di vedere come entrambi questi grandi impianti della Zhejiang Zonepic Petrochemical Technology Co., Ltd. siano entrati con successo nella produzione di miscele ABS", spiega Frank Lechner, direttore generale della tecnologia di processo e della ricerca e sviluppo di Coperion. "Queste macchine stanno già dimostrando quotidianamente la loro efficienza energetica. Allo stesso tempo, offrono una qualità del prodotto costante ed estremamente elevata, che sottolinea come il nostro sviluppo di processi innovativi risponda esattamente alle esigenze dei nostri clienti. Anche il nostro ultimo sviluppo, che offre un modo per ridurre ulteriormente il consumo energetico della produzione di ABS, ha già riscosso grande interesse, così come la nostra soluzione per la produzione di miscele di ABS destinate al contatto diretto con i prodotti alimentari”.

Produzione di microtubi per fibra ottica ad elevata velocità

La crescita della domanda di internet veloce ha spinto la richiesta di microtubi per fibra ottica. Tecnomatic soddisfa queste nuove necessità con la sua testa di estrusione capace di produrre fino a 400 metri al minuto.

Nell’era del rapido sviluppo tecnologico, dove la connettività è fondamentale, la domanda di internet ad alta velocità non è mai stata così ragguardevole. Il costante aumento della domanda attiva la necessità di infrastrutture robuste ed efficienti per supportarla. Ecco che entrano in gioco i microtubi per fibra ottica, una soluzione rivoluzionaria che sta trasformando l’industria delle telecomunicazioni.

I microtubi sono piccoli condotti flessibili progettati per ospitare le fibre ottiche, proteggendole da fattori ambientali e facilitandone l’installazione e la manutenzione. La loro dimensione compatta e la flessibilità li rendono ideali per varie applicazioni, dagli ambienti urbani alle aree rurali, e persino all’interno degli edifici.

Verso nuovi standard

Uno dei protagonisti di questo mercato in sviluppo è Tecnomatic, un’azienda all’avanguardia nell’innovazione della tecnologia di estrusione. La testa di estrusione di Tecnomatic, progettata specificamente per la produzione di microtubi, ha stabilito nuovi standard in termini di velocità, efficienza e qualità.

Al centro dell’innovazione di Tecnomatic c’è la sua testa di estrusione, meticolosamente progettata per raggiungere velocità di produzione senza precedenti. Capace di raggiungere fino a 400 metri al minuto per diametri di 7/3,5 e fino a 200 metri al minuto per diametri di 14/10, questa testa di estrusione rappresenta un traguardo nella produzione di microtubi.

Il segreto dietro la notevole velocità

e precisione di Tecnomatic risiede nelle geometrie innovative della testa, nelle precise regolazioni della linea e nella profonda comprensione del processo produttivo. Ottimizzando questi fattori, Tecnomatic è riuscita a spingere i limiti di ciò che una volta si pensava fosse possibile, raggiungendo velocità di produzione inimmaginabili in passato. Uno dei maggiori risultati della testa di estrusione di Tecnomatic è la sua capacità di mantenere dimensioni impeccabili anche a velocità così elevate. Con una tolleranza e ovalità minime, i microtubi prodotti sono di elevata qualità e soddisfano gli standard rigorosi dell’industria delle telecomunicazioni. Inoltre, la testa di estrusione di Tecnomatic è progettata per efficienza e flessibilità, consentendo rapidi cambiamenti di rivestimento e colore grazie all’adozione di speciali valvole e estrusori multipli. Questa caratteristica non solo aumenta la produttività, ma permette anche ai produttori di soddisfare con facilità le diverse esigenze dei loro clienti.

Le implicazioni dell’innovativa testa di estrusione di Tecnomatic si estendono ben oltre il campo della produzione di microtubi. Consentendo processi produttivi più veloci ed efficienti, apre la strada a una rapida diffusione delle reti in fibra ottica in tutto il mondo. Questo, a sua volta, si traduce in una migliore connettività, crescita economica e qualità della vita per milioni di persone in tutto il mondo.

Linea di produzione di foglia lastra R-PET

Abbinando le sue linee di estrusione di foglia ad alta efficienza energetica al processo IR-CLEAN® Super-Clean di Kreyenborg per PET riciclato post-consumo, MEAF Machines può ora offrire ai propri clienti un’alternativa economicamente vantaggiosa per la produzione di FDA /Foglia in PET monostrato per uso alimentare approvato dall’EFSA. Una prima linea di estrusione di R-PET che unisce i due è stata recentemente installata presso Pack Klaipėda UAB a Klaipėda, Lituania (un cliente MEAF nell’Europa dell’Est) per la produzione di imballaggi per carne. La linea è adatta anche alla produzione di vassoi in PP, senza alterazioni, garantendo al cliente una flessibilità ancora maggiore.

“Questa nuova linea si adatta all’attuale tendenza globale che sempre

più è orientata a produrre con materiali riciclati post-consumo (PCR) al 100%, come le scaglie da bottiglia, questa tecnologia funziona anche con altri materiali macinati per termoformatura”, afferma Roald De Bruijne, direttore vendite presso MEAF. “Tuttavia, il processo deve garantire che la pulizia e la decontaminazione siano eseguite correttamente per rispettare le rigide normative FDA/EFSA. Ciò richiede che le aziende di trasformazione investano sostanzialmente in attrezzature dedicate per migliorare la produzione di foglia estrusa. Noi di MEAF crediamo che la nostra soluzione sia conveniente, efficiente dal punto di vista energetico e flessibile, consenta quindi ai nostri clienti di effettuare più facilmente la transizione verso il materiale riciclato”.

IR-CLEAN di Kreyenborg è specificamente progettato come soluzione economicamente vantaggiosa per il ritrattamento diretto di scaglie di PET post-consumo per l’imballaggio alimentare, combinando cristallizzazione ed essiccazione in un unico processo. Il sistema funziona senza tecnologia del vuoto e può essere adattato su linee di estrusione esistenti.

Film MDO-PE di 18 micrometri per una produzione riciclabile ed economica

Reifenhäuser Blown Film ha prodotto il primo film MDO-PE con uno spessore di soli 18 micrometri. Il film è stato prodotto sulle linee di soffiaggio EVO di Reifenhäuser utilizzando la tecnologia brevettata EVO Ultra Stretch MDO ed è stato sviluppato e testato per verificarne l’idoneità pratica in collaborazione con il produttore di materie prime LG Chem e lo specialista della stampa BOBST. Il nuovo film da 18 micron riduce la quantità di materiale utilizzato di circa il 25% rispetto ai pre-

cedenti spessori di 25 micron. Ciò rende la produzione di strutture monomateriali completamente riciclabili molto più economica.

“I costruttori e i produttori di macchine perseguono da tempo lo stesso obiettivo: non utilizzare più materiale nelle soluzioni All-PE completamente riciclabili rispetto ai laminati PET-PE convenzionali”, commenta Christoph Lettowsky, Senior Product Manager di Reifenhäuser Blown Film. “Tecnicamente, questo obiettivo viene raggiunto a causa delle diverse densità dei fogli di PET e dei fogli di MDO-PE, sostituendo il film di PET da 12 μm con un film di MDO-PE da 16-17 μm. Con la riduzione a 18 μm, abbiamo compiuto un passo significativo in questa direzione, con un ulteriore potenziale di riduzione per il futuro”.

Nonostante il basso spessore del film, i produttori non devono scendere a compromessi per quanto riguarda le proprietà ottiche e meccaniche. Con un modulo di elasticità MD superiore a 1.400 MPa e un modulo

di elasticità TD superiore a 1.100 MPa, il film MDO-PE da 18 micron raggiunge gli attuali standard di mercato per i film PE stirati. Con una foschia inferiore al 5%, il film MDO-PE da 18 micron ha prestazioni ancora migliori in termini di proprietà ottiche rispetto allo standard di mercato, che è del 6-7%.

Il film MDO-PE da 18 micron si è comportato in modo eccellente anche nel processo di trasformazione e ha superato tutte le aspettative dello specialista della stampa BOBST.

“Abbiamo stampato il film a velocità elevate, fino a 500 m/min, con risultati eccellenti in termini di qualità di stampa e prestazioni di registr”, spiega Davide Rossello, Head of Competence Center e Process Manager Gravure di BOBST. “Ma ancora più impressionante è il fatto che siamo stati in grado di dimostrare la qualità della nostra macchina durante la stampa con il processo BOBST oneECG, ottenendo eccellenti risultati di stampa a 300 m/min (e oltre)”.

componenti

Per i suoi macchinari dedicati alla produzione di finta pelle, molto apprezzati in settori dagli stringenti requisiti qualitativi quale l’automotive, Matex si è affidata ai giunti rotanti Johnson-Fluiten: garanzia di precisione e affidabilità.

Impianti di coating a prova di standard automotive

Specializzata nella creazione di impianti su misura per aziende di diversi settori, Matex è conosciuta in particolare per le linee dedicate al coating, in grado di creare materiali spalmati/accoppiati molto apprezzati nei settori dell’arredamento, calzatura, beni di lusso e automotive. Le macchine per il coating di Matex, ad esempio, permettono di applicare con estrema precisione su carte release o film plastici le sostanze richieste alla produzione di materiali come l’ecopelle.

Matex è apprezzata per l’affidabilità e innovazione delle soluzioni proposte. Le economie di scala derivanti dall’elevata capacità produttiva permettono di realizzare macchinari competitivi, sempre rispettando gli standard qualitativi dei settori più esigenti.

L’importanza dell’affidabilità

I clienti di Matex richiedono macchinari perfettamente funzionanti ma soprattutto che durino nel tempo. Per questo l’azienda esercita uno scrupoloso controllo su tutte le fasi

della produzione, che si estende naturalmente ai materiali e componenti utilizzati. In materia di giunti rotanti, necessari per il raffreddamento o il riscaldamento del materiale processato nei sui macchinari, Matex si avvale da decenni delle soluzioni prodotte da Johnson-Fluiten, che dal 2003 progetta e realizza componenti per ogni genere di applicazioni.

Ma la partnership risale addirittura a prima della fondazione dell’azienda; Matex aveva già una proficua business relationship con

Giunto J in sezione

I giunti rotanti Johnson Fluiten scelti da Matex sono compatibili con numerosi fluidi e usati soprattutto con acqua, aria e olio per il riscaldamento ma anche per il raffredamento dei cilindri

Fluiten, azienda che ha poi dato origine, a seguito della joint venture con Kadant-Johnson, all’attuale Johnson-Fluiten. La prova che quando si offrono soluzioni di qualità che garantiscono benefici concreti, si creano relazioni professionali a lungo temine. “Garantire al cliente di non avere problemi con i giunti permette loro di potersi concentrare sulla qualità del processo”, spiega Marco Calcara, commerciale in Matex. “Qualità del processo significa prodotti migliori e di alto profilo che rendano conosciute le macchine Matex per la loro affidabilità”. Altre caratteristiche fondamentali che i componenti per la gestione dei fluidi devono assicurare sono:

• il mantenimento delle prestazioni durante il tempo; questo aspetto garantisce un miglior controllo sulle macchine e sui processi chimici;

• la rapidità delle consegne e del servizio di assistenza che sono essenziali per potersi muovere nel mercato internazionale

Componenti robusti e versatili

Fra le numerose soluzioni disponibili nella gamma di Johnson-Fluiten, Matex utilizza prevalentemente giunti rotanti R e RH con dimensioni da 3/8” a 2 ½” e giunti rotanti Z da 1 ¼” a 2 ½”. Questi sono compatibili con numerosi fluidi e usati soprattutto con acqua, aria e olio per il riscaldamento ma anche per il raffredamento dei cilindri. Vengono realizzati anche in versione a 2 passaggi, con sifone interno fisso o rotante, che permette la contemporanea immissione ed estrazione del fluido. Le esigenze di manutenzione di questi giunti rotanti sono minime; I giunti R e RH incorporano infatti l’esclusiva tecnologia Quick Replacement Design (QRD) di Johnson-Fluiten che permette di effettuare eventuali interventi con il giunto ancora montato in macchina, riducendo le procedure di sostituzione della tenuta a una questione di pochi minuti.

La resistenza a temperature fino a 180°C, alla pressione fino a 50 Bar e ad applicazioni con dinamiche elevate (fino a 3000 giri al minuto) li rende adatti anche alle condizioni di utilizzo più intense. Essendo fra i giunti più popolari di Johnson-Fluiten, sono sempre disponibili in magazzino e la consegna rapida.

I giunti rotanti Z sono stati progettati appositamente per l’uso con olio diaterminco e particolarmente adatti per l’uso ad alte temperature (fino a 300°C) grazie alle boccole interne in grafite. La tenuta è garantita da un anello in grafi-

te impregnato di antimonio a contatto con il rotore e la flangia in ghisa con trattamento superficiale QPQ.

Anche i giunti Z, pur essendo talmente versatili da risultare idonei per macchinari costruiti su misura per specifiche esigenze come le soluzioni Matex, sono giunti standard e come tali disponibili con grade rapidità.

Oltre alla qualità del prodotto, anche l’esperienza e la storia di Johnson-Fluiten hanno giocato un ruolo fondamentale nel determinare la scelta di questo fornitore da parte di Matex.

“Johnson-Fluiten ha dimostrato la capacità di instaurare un rapporto di fiducia che non si riassuma semplicemente in una compravendita, ma nella ricerca in team delle soluzioni più appropriate per ogni singola applicazione”, prosegue Marco Calcara; “il rapporto fra cliente e fornitore, nel caso di Matex e Johnson-Fluiten, si è trasformato in una partnership che garantisce il successo ad entrambi”.

Applicazioni di precisione

Matex utilizza i prodotti Johnson-Fluiten nei sistemi di raffreddamento e/o riscaldamento tramite cilindri. “Le performance di queste macchine dipendono molto dalla stabilità degli elementi che la compongono per poter garantire una temperatura uniforme su tutta la larghezza della mac -

china”, prosegue Calcara. “La stabilità si traduce nella realizzazione di un buon prodotto e di conseguenza meno scarto. Questo a sua volta diventa risparmio da parte del cliente finale”.

I prodotti realizzati con macchine Matex vengono venduti alle maggiori case automobilistiche, dove l’attenzione al mantenimento degli standard qualitativi è esasperata: ogni minimo difetto è passibile di reclamo e conseguente non accettazione del prodotto. Garantire una qualità uniformemente e costantemente elevata della produzione è quindi essenziale.

Anche per questo motivo

Matex ha allestito una sala di R&D con macchinari pilota, in grado di produrre campioni di prodotto finale e simulare i processi industriali con costi molto contenuti.

Per realizzare questo progetto Matex aveva la necessità di componenti subito disponibili che potessero garantire costanza di prestazioni e lunga durata utile senza intoppi:

vista la diversità dei prodotti da realizzare, spesso le condizioni in termini di temperature e velocità variano notevolmente, mettendo a dura prova i componenti. Con i giunti rotanti Johnson-Fluiten, calibrati alla perfezione e dalla robusta struttura, Matex ha potuto realizzare macchinari resistenti a sollecitazioni incostanti e fortemente mutevoli.

Un supporto costante

Matex ha apprezzato molto il supporto fornito da Johnson-Fluiten, che si è manifestato come una stretta collaborazione, un modo per crescere insieme nel provare a trovare la soluzione adatta per ogni applicazione.

Nel mercato dell’automotive vale la regola “se un cliente non si fa sentire vuol dire che va tutto bene”; la tranquillità e la sicurezza che garantiscono i componenti Johnson-Fluiten crea un valore aggiunto sia per i produttori di macchinari, sia per gli utlizzatori finali.

“Johnson-Fluiten è ormai diventato uno standard sui nostri impianti”, conclude Marco Calcara. “non vediamo il motivo per non continuare l’installazione dei giunti Johnson-Fluiten nei nostri progetti futuri, confidando che la qualità e l’affidabilità continuino così”.

Giunto Z
Giunto R espanso di Johnson-Fluiten

Inserti AM per coperchi di contenitori alimentari

Ottimizzare lo stampaggio a iniezione con con componenti innovativi

Innovazione e qualità al servizio della produttività industriale: gli Engineered Products (EP) per lo stampaggio a iniezione plastica rappresentano la risposta di Voestalpine HPM Italia alle sfide di produzione del settore.

Nell’ambito della vasta gamma di Engineered Products, voestalpine High Performance Metals Italia presenta le ultime soluzioni progettate specificamente per lo stampaggio ad iniezione plastica. Questi componenti innovativi segnano un punto di svolta nell’ottimizzazione dei processi di produzione industriale.

Realizzati con acciai di elevata qualità provenienti da Böhler e Uddeholm e tramite l’impiego di processi produttivi avanzati, tra cui lavorazioni meccaniche, trattamenti termici, rivestimenti PVD e texture specifiche, questi componenti su misura sono stati concepiti per migliorare significativamen -

Filtro per

te la qualità del prodotto finale.

Le caratteristiche distintive degli Engineered Products per lo stampaggio a iniezione di plastica consentono un incremento della produttività grazie a design unici. Inoltre, questi componenti contribuiscono alla riduzione dei tempi di ciclo, all’ottimizzazione dell’efficienza e alla diminuzione dei tassi di scarto, garantendo una distribuzione uniforme della temperatura durante il processo di stampaggio.

In particolare, tra le soluzioni offerte dalla divisione italiana High Performance Metals del gruppo austriaco voestalpine troviamo i seguenti.

• Filtro per iniezione plastica V & X : il design del filtro di flusso V & X è in grado di sfruttare le capacità uniche della stampa 3D per integrare un filtro a maglia solida ad alta densità in un formato standard, garantendo prestazioni superiori rispetto ai tradizionali filtri per lo stampaggio ad iniezione.

• Strutture di sfiato: le strutture di sfiato, realizzate tramite additive manufacturing, presentano una microscopica porosità che facilita il rilascio mirato dell’aria compressa, assicuran -

do un ambiente privo di aria durante il processo di iniezione nello stampo.

• Inserti per tappi di bottiglie: gli inserti per tappi di bottiglie sono dotati di soluzioni di raffreddamento ottimizzate, garantendo prestazioni premium e resistenza alla corrosione. Realizzati con gli acciai premium di voestalpine HPM Italia, sono privi di berillio, un elemento potenzialmente tossico riscontrabile nei prodotti di tipo standard.

• Inserti per contenitori cilindrici: gli inserti di voestalpine HPM Italia per contenitori cilindrici offrono una riduzione del tempo di ciclo fino al 26% rispetto agli inserti convenzionali.

• Inserti AM per coperchi di contenitori alimentari: gli inserti per coperchi di contenitori alimentari implementano soluzioni di raffreddamento ottimizzate, consentendo una produzione stabile e altamente efficiente, con un costo ridotto per la parte di plastica prodotta.

• Inserti AM per siringhe: gli inserti AM per siringhe offrono soluzioni di raffreddamento ottimizzate, riducendo il tempo di ciclo complessivo fino al 15% rispetto al raffreddamento a spruzzo. Questo design di raffreddamento omogeneo e conformato migliora le tolleranze dei pezzi, garantendo resistenza alla corrosione e maggiore durata.

• Inserti AM per provette plastiche: gli inserti AM per provette plastiche consentono una riduzione del tempo di ciclo complessivo fino al 30% rispetto ai tradizionali canali di raffreddamento perforati. Questo grazie a un design di raffreddamento omogeneo e conformato che migliora le tolleranze dei pezzi.

• Inserti AM per preforme in PET: gli inserti AM per preforme in PET offrono una maggiore resistenza all’usura e una maggiore durata rispetto agli inserti standard, garantendo minori costi per pezzo prodotto. Realizzati con acciaio premium e privi di berillio di rame, garantiscono un processo di produzione perfezionato e maggiore redditività.

Saldatrice laser per automatizzare l’assemblaggio di componenti complessi

La saldatrice laser Branson™ GLX-1

Emerson ha annunciato la nuova saldatrice laser Branson™ GLX-1, che offre agli utenti la flessibilità necessaria per soddisfare la crescente domanda di giunzione di componenti e gruppi in plastica piccoli, complessi o delicati. L’ingombro ridotto e il design modulare rendono la saldatrice ideale per l’uso in ambienti di camera bianca

ISO-8, mentre un controllore di automazione integrato semplifica l’installazione e le interfacce con la robotica di produzione.

I controlli di attuazione precisi e servoassistiti della saldatrice GLX1 offrono una maggiore libertà di

progettazione e giunzione dei componenti con contorni tridimensionali in applicazioni con componenti di dimensioni ridotte per il mercato medicale, come cateteri e dispositivi indossabili con componenti microfluidici, nonché per i sensori nei mercati dell’elettronica, dell’automobile e degli elettrodomestici. La nuova saldatrice può unire polimeri a prestazioni elevate e misti e componenti con geometrie di giunzione 3D critiche o complesse o componenti preassemblati senza il rischio di provocare danni dovuti al calore o alle vibrazioni. Le saldature al laser non producono sbavature o segni sui componenti, conferendo ai componenti un aspetto estetico di alta qualità.

Per supportare il crescente interesse dei produttori di dispositivi per il riciclo dei prodotti a ciclo chiuso, la saldatrice GLX-1 può anche

Cuscinetti flangiati con sensori wireless

Nelle applicazioni gravose oggi è possibile evitare guasti dovuti a difetti non rilevati grazie alla nuova generazione di cuscinetti fissi flangiati a due e quattro fori. La particolarità dei nuovi cuscinetti in tecnopolimeri igus, infatti, è che sono dotati di sensori wireless miniaturizzati, che consentono il monitoraggio delle condizioni in ottica di manutenzione predittiva.

Un tecnico consulta il suo smartphone: sul nastro trasportatore che movimenta e scarica le bottiglie di birra, un cuscinetto fisso flangiato sta raggiungendo il limite di usura. Fino ad oggi, il problema poteva non essere rilevato e causare un guasto all’impianto il ché, in genere, implicava costi elevati. Oggi, invece, l’operatore è nelle condizioni di programmare l’intervento per la sostituzione del cuscinetto. Per progettare questi cuscinetti di nuova

generazione, igus ha previsto l’integrazione di un sensore di usura - sotto forma di sottile circuito stampato - vicino alla superficie di scorrimento della calotta sferica in polimero. Inoltre, il sistema è stato dotato di batteria per l’alimentazione senza fili per consentire al cuscinetto di continuare a muoversi in modo indipendente e in totale sicurezza. I percorsi dei conduttori del circuito stampato, infatti, si interromperanno automaticamente in presenza di usura. In questo caso, attraverso una rete a lungo raggio (LoRa), il sensore trasmetterà un segnale digitale al modulo del quadro elettrico i.Cee che analizzerà i dati. Il software che riceve il segnale quantifica l’usura in termini percentuali. Con il tempo, infatti, il sensore stesso si consuma strato dopo strato, parallelamente alla superficie di scorrimento del cuscinetto.

“dissaldare” in modo sicuro e non distruttivo le plastiche utilizzate per i comuni dispositivi medici e i dispositivi indossabili. Questa funzionalità di disassemblaggio consente di recuperare e riutilizzare i preziosi materiali interni, a beneficio delle iniziative di sostenibilità e di riduzione dei rifiuti.

La saldatrice GLX-1 è basata sulla tecnologia di saldatura laser Simultaneous Through-Transmission Infrared® (STTlr) di Emerson, che garantisce un’efficienza della produzione senza pari, una resistenza e un’estetica della saldatura che si dimostrano ampiamente superiori a quelle ottenibili con gli altri metodi di saldatura di materiali plastici. La GLX-1 eroga la potenza di saldatura utilizzando i banchi laser ad alta potenza di Branson, che offrono livelli di potenza configurabili fino a un massimo di 250 Watt per banco.

Il costante invio di segnali permette di valutare le condizioni del cuscinetto. Gli utilizzatori possono quindi monitorare la durata d’esercizio residua e il termine previsto per la manutenzione, anche da remoto, consultando il dashboard tramite PC, tablet o smartphone.

Lavorazione dei granuli: un dispositivo per ogni esigenza

Moretto prosegue il suo percorso di crescita e sviluppa una nuova serie di prodotti dedicati al mercato americano: tra questi, la tramoggia di essiccazione OTX, il misuratore di umidità

Moisture Meter e il dosatore gravimetrico DGM GRAVIX

Moretto ha presentato, in occasione della fiera NPE 2024, una serie completa di nuovi prodotti per il mercato americano, tra cui alimentatori, deumidificatori, sistemi di dosaggio volumetrico e gravimetrico, granulatori, termoregolatori, refrigeratori e sistemi per lo stoccaggio. Questi prodotti sono il risultato di anni di progressi tecnologici, studiati per migliorare la produttività, le performance e l’efficienza energetica.

Sistemi di essiccazione

Tra i vari prodotti presentati in fiera, anche l’innovativa tramoggia di essiccazione OTX (Original Thermal eXchanger).

Sviluppata internamente, OTX ha una geometria brevettata e proprietà termodinamiche uniche che migliorano significativamente il processo di essiccazione dei granuli plastici, riducendo del 40% il tempo di essiccazione rispetto ai sistemi tradizionali. Questa innovazio-

ne non solo migliora l’efficienza energetica, ma garantisce anche un trattamento uniforme di ogni granulo, stabilendo un nuovo standard nella lavorazione dei materiali. OTX è anche integrata in X Comb, sistema di deumidificazione super compatto che eccelle nelle prestazioni indipendentemente dalle condizioni esterne. Questo dryer è al 100% elettrico (non richiede aria compressa per il funzionamento) ed è progettato specificamente per il trattamento di materiali plastici tecnici. X Comb soddisfa le rigorose esigenze di settori come quello medico, ottico ed elettronico, confermando l’impegno di Moretto nel fornire soluzioni di alta qualità e ad alta efficienza energetica.

Qualità di stampaggio sotto controllo

Data l’importanza del controllo dell’umidità nella lavorazione delle materie plastiche, dove anche una minima quantità di polimeri non adeguatamente trattati può compromettere la qualità finale dello stampaggio, Moretto ha sviluppato Moisture Meter. Si tratta di un dispositivo in grado di misurare in tempo reale e in-line il contenuto di umidità residua dei granuli di plastica. Questa innovazione garantisce un controllo della qualità ottimale e tempi di risposta rapidi, eliminando la necessità di campionamenti offline, contribuendo in modo concreto all’efficienza del processo produttivo, garantendo dati accurati e tempi di risposta immediati. Il dosatore gravimetrico DGM GRAVIX è un altro punto di forza dell’offerta Moretto, grazie alla sua avanzata tecnologia e alle prestazioni sempre ai massimi livelli. I recenti miglioramenti apportati nella parte digitale, oltre all’introduzione di un nuovo modello per il microdosaggio (DGM GRAVIX 20), sottolineano ulteriormente l’impegno di Moretto nel soddisfare le esigenze specifiche dei trasformatori di materie plastiche. Inoltre, il miglioramento del design di DGM GRAVIX, che dispone di 9 diversi modelli e ben 76 opzioni disponibili, rappresenta un ulteriore vantaggio per un dosatore che è diventato nel tempo un “must have” per tutti i trasformatori di materie plastiche.

Valvole sicure, efficienti ed economiche

Nel catalogo di GF Piping Systems, Divisione del Gruppo Georg Fischer focalizzata sulla fornitura di soluzioni per il trasporto sicuro e sostenibile dei fluidi, spiccano le valvole a sfera 546 Pro, realizzate completamente con materiale plastico di altissima qualità. Sono dispositivi particolarmente performanti, dall’elevata affidabilità e dalla lunga durata perché, come tutte le valvole GF, sono oggetto di attenti controlli in tutte le fasi della loro produzione. L’utilizzo degli attuatori PPA di GF Piping Systems assicura l’assenza di componenti metalliche a contatto con l’atmosfera o con il fluido, e quindi la totale resistenza ad agenti chimici aggressivi. La presenza di un punto di rottura programmata rinforzato all’interno dell’interfaccia dell’albero, in combinazione con due anelli di tenuta, scongiura il manifestarsi di perdite anche in caso di usura o di coppia eccessiva.

Ed è proprio grazie a queste valvole che è nata e si è sviluppata la partnership tra GF Piping Systems e IWE, Industrial Water Evaporators, azienda milanese che si occupa di progettazione, costruzione e commercializzazione di evaporatori sottovuoto ad alta efficienza energetica. IWE appresenta un punto di riferimento nel trattamento di acque reflue, anche particolarmente aggressive, proponendo soluzioni “su misura”. Per il progetto la sfida dell’azienda era evitare problemi riscontrati in passato: il trattamento

Unità di controllo user friendly

di reflui acidi e corrosivi causava il danneggiamento di valvole manuali e pneumatiche. Le rigature che si formavano sulla sfera comportavano problematiche di funzionamento dell’evaporatore, creando punti di trafilamento nell’impianto con relativo incremento del rischio di overflow. Dopo aver analizzato le esigenze del cliente, e dunque i rischi ai quali potevano essere esposte le valvole, GF Piping Systems ha concordato con IWE l’utilizzo delle proprie valvole a sfera 546 Pro.

Le unità di controllo T-Flow HRS di Oerlikon rappresentano la nuova frontiera sulla precisione e l’affidabilità del controllo della temperatura nello stampaggio a iniezione a canali caldi. Modulari nel design, possono essere configurate in gruppi incrementali di sei, per controllare fino a 120 zone. La T-Flow HRS offre un’interfaccia utente intuitiva e autoesplicativa per un controllo completo del pro-

cesso. La combinazione di touchscreen integrato, display di testo chiaro, navigazione intelligente e operazioni guidate si traduce in uno strumento particolarmente user-friendly senza la necessità consultare istruzioni o avere conoscenze pregresse. La striscia LED integrata nei colori verde, giallo e rosso rende lo stato operativo visibile anche da distanza. Le ricette e i rapporti dei test possono essere installati e trasferiti rapidamente ed efficientemente tramite la porta USB integrata. I dati vengono scambiati con la macchina di stampaggio ad iniezione tramite l’interfaccia OPC UA in conformità con il nuovo protocollo standard Euromap 82.2 per le unità di controllo delle camere calde. Il server VNC integrato consente inoltre un’operatività semplificata tramite notebook o smartphone/tablet.

La T-Flow HRS controlla le temperature degli

ugelli in modo particolarmente preciso. Il sistema, infatti, è progettato per essere utilizzato universalmente, anche per applicazioni ad alte prestazioni con ugelli di dimensioni ridotte. Il suo design modulare consente una configurazione flessibile per soddisfare i requisiti specifici. Le opzioni di riscaldamento includono il riscaldamento simultaneo di tutte le zone con variazione di temperatura impostabile, il riscaldamento sequenziale o la combinazione di entrambe le funzioni, così come il riscaldamento graduale (soft start) fornendo così ulteriore flessibilità nel controllo della temperatura. Inoltre, diverse zone possono essere raggruppate e parametrizzate come un’unica zona. La gestione delle ricette consente infine di salvare, memorizzare, confrontare e richiamare rapidamente diverse ricette.

La T-Flow HRS è progettata per garantire la massima l’efficienza e risparmio energetico, grazie anche ai dissipatori di calore esterni che consentono una dispersione continua del calore per massimizzare le prestazioni e la durabilità della centralina.

automazione

Gli utilizzatori di sistemi di automazione eterogenei devono assicurarsi che tutti i componenti si adattino bene tra loro, per questo KEBA offre soluzioni flessibili e design compatti per l’ottimizzazione dell’OEE.

Soluzioni di azionamento indipendenti ottimizzate

Il protocollo Profinet è una variante dell’Industrial Ethernet, standardizzato nelle norme IEC 61158 e IEC 61784, che consente soluzioni caratterizzate dall’interoperabilità con diversi brand di automazione. Tuttavia, i componenti di terze parti inseriti nell’architettura devono soddisfare certi criteri. Profinet è stato concepito come tecnologia “neutra” il cui scopo è garantire la connettività e l’interoperabilità tra componenti, anche di diversi fornitori, attraverso le certificazioni. Questo è valido nella teoria, tuttavia nella pratica sorgono spesso ostacoli poiché i vari dispositivi devono non solo rispettare le specifiche dello standard di comunicazione Profinet, ma anche supportare alcune specifiche funzioni per poter interagire. Nella tecnologia degli azionamenti questa problematica si manifesta chiaramente, nonostante vi siano

delle specifiche come PROFIdrive che standardizzano le funzionalità. Ad esempio, chi utilizza motori lineari o motori coppia, motori ad alta velocità o motori integrati, spesso ricorre a fornitori di azionamenti specializzati in queste tecnologie. Lo stesso approccio vale nel caso in cui si voglia considerare un fornitore alternativo di azionamenti, mantenendo inalterata l’architettura di controllo.

Le certificazioni

Nell’ambito dell’interoperabilità dei dispositivi, vi sono alcuni punti da considerare nella ricerca di alternative. Uno di essi è la certificazione del PI Competence Center Comdec, in modo da avere la certezza che i dispositivi soddisfino tutte le specifiche del protocollo Profinet IRT (Isochronous Real-Time), per validare il controllo di applicazioni multiasse sincroniz-

zate, oltre alle funzioni di base di Profinet. Questa pratica è particolarmente importante per le applicazioni robotiche e per tutte quelle applicazioni in cui è prevista interpolazione di più assi. Altrettanto importanti sono le certificazioni PROFIdrive (normalizzato secondo IEC 61800-7) per la gestione dell’asse e PROFIsafe (IEC 61784-3-3), poiché solo con questa certificazione sono garantiti i requisiti definiti nella norma per la sicurezza funzionale. KEBA è stato uno dei primi fornitori a ottenere la certificazione PROFIdrive da Comdec con il sistema di azionamento KeDrive D3, il quale è in grado di supportare non solo Profinet, ma anche EtherCAT e Powerlink con lo stesso hardware. In questo modo con un’unica piattaforma di azionamenti è possibile soddisfare la maggior parte delle applicazioni basate sull’Ethernet realtime industriale.

Compattezza e integrazione

KEBA ha aumentato l’integrazione dei suoi azionamenti come KeDrive D3 rispetto ai sistemi ad asse singolo in commercio grazie al drive tri-assiale in un unico case compatto. Con questa soluzione è possibile risparmiare fino al 75% di spazio rispetto all’asse singolo, mentre confrontata con la versione con moduli ad asse doppio, gli ingombri sono ridotti fino al 20%. Di conseguenza, l’adozione di questa soluzione compatta di azionamenti multiasse, permette il posizionamento dei dispositivi a bordo macchina, il che si traduce in meno materiali utilizzati e meno cablaggi, grazie anche all’adozione del motore mono-cavo. Risulta evidente la riduzione dei tempi di installazione e conseguentemente il risparmio nei costi. Inoltre, una minore complessità e un’ingegneria semplificata impattano positivamente anche sul time-to-market e sull’economia complessiva del processo di sviluppo.

Manutenzione predittiva

Un altro punto fondamentale che contribuisce al miglioramento dell’OEE (Overall Equipment Effectiveness) riguarda l’integrazione di funzionalità di condition monitoring nei dri-

ve, senza necessità di sensori aggiuntivi. Il drive KeDrive D3 è in grado di effettuare l’analisi delle frequenze vibrazionali della catena cinematica connessa all’albero del motore, restituendo al controllore pochi parametri che identificano lo stato di usura dei componenti. Monitorando l’andamento di questi parametri è possibile pianificare in anticipo la sostituzione dei componenti prima della loro rottura, evitando così spiacevoli fermi macchina imprevisti. Il Drive-based Condition Monitoring è una funzione disponibile all’interno degli azionamenti KEBA ed indipendente dal controllo utilizzato.

L’importanza di un supporto completo KEBA mette a disposizione dei propri clienti software tools professionali, contribuendo a rendere più semplice e veloce il processo di sviluppo delle macchine.

Durante la fase di progettazione, il dimensionamento dei motori e dei drives viene supportato dal software Servosoft, mentre la messa in servizio e il processo di ottimizzazione del drive avvengono con l’aiuto del software DriveManager, integrato nella engineering suite KeStudio.

Il sistema di azionamento KeDrive D3 è in grado di supportare non solo Profinet, ma anche EtherCAT e Powerlink con lo stesso hardware

La certificazione PROFIsafe (IEC 61784-3-3) garantisce i requisiti definiti nella norma per la sicurezza funzionale

Con DriveManageru la messa in servizio è guidata da un wizard grafico che consente una regolazione rapida e precisa dell’azionamento. Inoltre, l’etichetta elettronica integrata nell’encoder consente la configurazione automatica del motore. Profinet consente di integrare componenti di fornitori diversi all’interno di un’architettura di automazione, in quanto pensato come protocollo di comunicazione neutrale. In termini pratici, tuttavia, gli utilizzatori di sistemi di automazione eterogenei devono assicurarsi che tutti i componenti si adattino davvero tra loro, ad esempio che supportino la tecnologia di azionamento desiderata e funzioni come PROFIsafe. KeDrive D3 di KEBA offre una grande flessibilità in questo senso, oltre a ulteriori vantaggi come un design estremamente compatto e funzioni aggiuntive per l’ottimizzazione dell’OEE. Inoltre, le varie certificazioni Profinet garantiscono che sia la comunicazione funzionale sia la comunicazione relativa alla sicurezza, operino senza sorprese.

Spettrofotometro portatile per misurazioni in più ambienti

Konica Minolta ha ideato uno spettrofono in grado di effettuare misurazioni di alta precisione, di aumentare l’efficienza del lavoro e di realizzare una gestione avanzata del colore migliorando l’operatività e le funzionalità.

Konica Minolta ha lanciato degli spettrofotometri portatili, leggeri e verticali CM-17d e CM-16d nell’estate del 2024.

Il CM-17d è il primo strumento portatile di Konica Minolta a includere un mirino elettronico, per facilitare il posizionamento su campioni che normalmente sarebbero considerati difficili; mentre il CM-16d presenta una serie di funzioni semplificate e un eccellente rapporto prezzo/prestazioni. Questi strumenti eccellono nella misurazione di campioni piccoli, curvi o con motivi, una soluzione ideale per le esigenze di misurazione del colore in molti ambienti. I modelli CM17d e CM-16d sono i successori degli spettrofotometri verticali portatili CM700d e CM-600d, che sono stati introdotti in gran numero nei siti di sviluppo e produzione di tutto il mondo. Questi strumenti sono stati sviluppati per aiutare i nostri clienti a ottimizzare l’uso dei dati colorimetrici digitali per il controllo della qualità, la produzione o la ricer ca e lo sviluppo in diversi settori, tra cui quello au tomobilistico, tecnologico, cosmetico, delle vernici, delle materie plastiche, dei materiali da costruzione e dei prodotti tessili. Lo spettrofotome tro CM-17d è stato progettato per offrire un’esperienza d’uso semplice. L’impugnatura ergonomica è facile da tenere in mano e consente l’utilizzo con una sola

mano. Una telecamera di puntamento (solo il modello CM-17d è dotato di un banco ottico) facilita il posizionamento per misure accurate e una maggiore efficienza dell’operatore.

L’interfaccia utente e il display moderni garantiscono la facilità d’uso dello strumento per le attività quotidiane o per la formazione di nuovi operatori. La connettività wireless (per la connessione wireless è necessario il modulo WLAN/Bluetooth® opzionale) tramite LAN e Bluetooth consente all’operatore di lavorare in modo efficiente in qualsiasi ambiente e con qualsiasi campione. Il CM-17d offre una migliore concordanza e ripetibilità tra gli strumenti, pur mantenendo la compatibilità dei dati con il modello CM-700d. Il tempo di misura è stato ridotto di circa il 30% (durante la misurazione SCI o SCE) rispetto al modello precedente.

La stazione di ricarica (la docking station è un accessorio standard per il CM-17d e un accessorio opzionale per il CM-16) incorpora la scatola di

calibrazione dello zero e un posto per conservare il tappo di calibrazione bianco, assicurando che il dispositivo sia sempre pronto per l’uso e conservato in modo ordinato e sicuro.

Funzione di compensazione della lunghezza d’onda

Lo strumento CM-17d è dotato della funzione di autodiagnosi WAA (Wavelength Analysis & Adjustment) di Konica Minolta, che analizza e compensa automaticamente la deviazione della lunghezza d’onda (che può essere causata da urti durante l’uso, da variazioni della temperatura ambientale, ecc.) Questa tecnologia rafforza la sicurezza e l’affidabilità dei dati misurati durante tutto l’anno.

Software di gestione dei dati cromatici

La connessione al software di gestione del colore SpectraMagic™ NX2 (un software opzionale) consente di memorizzare, analizzare e comunicare i dati colorimetrici digitali utilizzando una scelta di indici standard del settore. La nuova funzione di modello QC semplifica il controllo dei parametri di misura e la comunicazione con i colleghi dei responsabili di progetto e i partner della catena di fornitura.

Imballaggio monomateriale

riciclabile

Mondi, azienda esperta in imballaggi e carta sostenibili lancia l’ultima aggiunta al suo portfolio di sacchetti in plastica prefabbricati sostenibili, FlexiBag Reinforced: una gamma di soluzioni innovative di imballaggio riciclabile in base PE monomateriale con proprietà meccaniche migliorate.

Contribuendo all’economia circolare, la gamma FlexiBag Reinforced è riciclabile presso qualsiasi struttura di raccolta e sistema di riciclaggio per i film in PE. I sacchetti sono stati realizzati internamente da Mondi, che ha sfruttato la sua catena del valore integrata. Ciò significa che le soluzioni

con effetto barriera

possono essere adattate alle esigenze specifiche dei diversi clienti e in modo più economico.

Le proprietà meccaniche migliorate rendono questo sacchetto superiore alle versioni precedenti, poiché garantiscono una migliore resistenza alle forature, rigidità e sigillabilità. Il livello di protezione effetto barriera può essere regolato, fornendo barriere da medio ad alte contro grassi, ossigeno e umidità, mantenendo il contenuto fresco e rendendolo ideale per l’industria degli alimenti per animali domestici.

Con FlexiBag Reinforced, Mondi soddisfa in modo proattivo i futuri requisiti normativi: è possibile aggiungere una percentuale personalizzata di contenuto riciclato post-consumo (PCR) (in base al bilancio di massa), riducendo significativamente l’uso di materie plastiche vergini e promuovendo l’efficienza dei materiali mentre si mantengono i materiali in circolazione.

Mera, azienda tedesca di alimenti per animali domestici a conduzione familiare, ha introdotto con successo FlexiBag Reinforced contenente il 35% di contenuto di PCR, che attualmente utilizza per sue confezioni da 10kg di alimenti secchi vegani per cani. Il processo di implementazione è stato semplice da gestire poiché FlexiBag Reinforced era già adatto ai macchinari in dotazione a mera.

Polimeri circolari per elettrodomestici e beni di consumo

Syensqo, fornitore a livello mondiale di materiali avanzati ad alte prestazioni e di soluzioni chimiche, introduce cinque nuovi gradi ECHO ad alte prestazioni come parte del crescente portafoglio di polimeri circolari Omnix® ECHO dell’azienda. Con un contenuto di riciclato bilanciato in massa (MB) allocato tra il 33% e il 98% da fonti post-consumo e/o post-industriali (PCR/PIR), comprese le fibre, i nuovi prodotti sostenibili offrono un potenziale di impronta di carbonio notevolmente ridotto. Questi prodotti mantengono le stesse prestazioni meccaniche e la stessa fluidità superiore dei materiali di base PA6 e PA66 completamente vergini.

• Omnix 1000 serie ECHO ha un contenuto riciclato bilanciato in massa (MB) fino al 98%, che fornisce una riduzione dell’impronta di carbonio del prodotto (PCF)1 fino al 56%, ideale per la sostituzione drop-in delle resine poliammidiche convenzionali.

• La serie Omnix FC 6000 ECHO HPPA (approvata per il contatto con gli alimenti) supera le prestazioni delle resine vergini PA tradizionali e comprende la prima mescola HPPA

approvata per il contatto con gli alimenti con contenuto riciclato (33%, con una riduzione del 34% dell’impronta di carbonio del prodotto).

• La serie Omnix 6000 ECHO HPPA (senza contatto con gli alimenti) offre un equilibrio superiore tra prestazioni più elevate e impronta di carbonio del prodotto più bassa rispetto ai materiali di base delle poliammidi

ingegnerizzate PA6 o PA66, con un contenuto riciclato allocato bilanciato in massa (MB) fino all’83%.

“Poiché i proprietari di marchi e i produttori cercano di ridurre al minimo l’impronta di carbonio dei loro prodotti, la nostra serie Omnix ECHO offre ora una gamma di soluzioni ECHO progettate per consentire una sostenibilità elevata senza compromessi in termini di processabilità, stabilità dimensionale, rigidità, resistenza agli urti o aspetto superficiale”, afferma Ricardo Calumby, Global Marketing Manager Sustainability di Syensqo. “La nuova serie Omnix ECHO è destinata principalmente agli elettrodomestici e ai beni di consumo, come caffettiere a goccia e monodose, robot da cucina e pentole a cottura lenta, forni e friggitrici, telai di robot da cucina e utensili da cucina, nonché staffe per rasoi”.

La certificazione ISCC+ per tre impianti produttivi, una medaglia d’oro EcoVadis e nuove partnership strategiche testimoniano l’impegno di DOMO Chemicals verso la sostenibilità.

Poliammidi avanzate per una sostenibilità certificata

DOMO Chemicals, esperto nel settore dei materiali tecnici e delle soluzioni sostenibili, annuncia i suoi importanti risultati nell’ambito della sostenibilità per il 2023, documentati nel suo ultimo Rapporto di sostenibilità. In un anno contrassegnato da progressi sostanziali e collaborazioni innovative, l’azienda ha ottenuto la certificazione International Sustainability and Carbon Certification PLUS (ISCC+) per tre dei suoi impianti produttivi e oltre 300 prodotti a base di poliammide 6. Questa certificazione attesta la sempre maggiore capacità di DOMO di offrire un’ampia gamma di soluzioni circolari e a base biologica ai suoi clienti, rafforzando il suo impegno a favore di un’innovazione il cui il cliente è al centro.

A ulteriore riprova della sua dedizione verso la sostenibilità, DOMO Chemicals ha conseguito anche la prestigiosa Medaglia d’oro EcoVadis, salendo sul gradino più alto del podio dopo la Medaglia d’argento del 2022, grazie

ad un formidabile incremento di 13 punti nel suo score. Questo riconoscimento, rilasciato dall’organismo di rating della sostenibilità aziendale più grande del mondo, sottolinea l’impegno dell’impresa a favore di pratiche sostenibili e del miglioramento continuo. Ma non solo: fornisce inoltre ai clienti un riferimento chiaro per valutare le prestazioni di sostenibilità di DOMO.

Partnership di valore

Le partnership strategiche sono state un altro tassello fondamentale del successo di DOMO. Alcune collaborazioni con MARTOR, OMV e Mitsubishi Chemical Group hanno infatti permesso un impiego efficace di materiali circolari e a base biologica. Si tratta di alleanze determinanti per avvicinare DOMO al suo obiettivo: far sì che il 20% dei volumi di materiali tecnici venduti provenga da gradi circolari e a base biologica entro il 2030. Un obiettivo ancora più vicino contando il buon

L’ultimo Rapporto di sostenibilità conferma il contributo delle poliammidi di DOMO Chemicals nella decarbonizzazione dell’industria chimica e delle plastiche

risultato già raggiunto nel 2023, ovvero il 13%.

Gli sforzi di DOMO volti a ridurre le emissioni di gas serra hanno portato a esiti notevoli. L’azienda ha infatti ottenuto una riduzione del 29% delle emissioni di scope 1 e 2 rispetto ai valori di riferimento del 2019, dimostrandosi ben posizionata per raggiungere il suo obiettivo di riduzione del 40% entro il 2030. Ha inoltre accresciuto del 50%, rispetto all’anno precedente, il suo impiego di elettricità da fonti rinnovabili, toccando quota 18% nel 2023 su tutte le sue operazioni globali.

“I nostri risultati 2023 nel campo della sostenibilità sottolineano l’incrollabile impegno di DOMO Chemicals verso la creazione di un futuro migliore attraverso l’innovazione e la collaborazione”, ha affermato Yves Bonte,

CEO di DOMO Chemicals. “Ogni giorno diamo il massimo per creare nuove opportunità per i nostri clienti, con poliammidi che rendono più leggere le auto, più sicuri i prodotti elettronici e più sostenibili gli utensili. Siamo orgogliosi dei nostri progressi e stimolati dalla fiducia che i nostri clienti ripongono in noi”.

Progresso responsabile

La cultura di DOMO - “Caring is our formula” – continua a guidare il successo dell’azienda.

“Il nostro obiettivo è promuovere un ambiente di lavoro inclusivo, solidale e dinamico, in cui ogni dipendente possa prosperare”, spiega Yves Bonte. Il recente sondaggio dei dipendenti mostra un indiscutibile coinvolgimento da parte del personale, mentre il programma di assistenza a loro dedicato, da poco introdotto, offre ulteriore supporto ai dipendenti DOMO e alle loro famiglie. E con una forza

lavoro multiculturale, in cui sono rappresentate 18 nazionalità, DOMO è orgogliosa della sua aderenza all’inclusività.

Mentre prosegue l’espansione globale di DOMO, la nuova struttura in Cina simboleggia la dedizione del gruppo alla promozione ambientale, nonché la sua presenza globale. L’azienda mantiene il suo impegno a favore dell’innovazione e della creazione di posti di lavoro di qualità, continuando a progredire nei propri obiettivi di sostenibilità.

“Il 2023 ha spianato la strada alla creazione di un settore più unito e resiliente”, ha aggiunto Bonte. “La sostenibilità non è la meta, ma un percorso continuo. Il report di quest’anno testimonia l’efficacia della nostra formula: impegnarci a favore di un progresso responsabile. Insieme, possiamo costruire un futuro più sostenibile, spinti da un profondo desiderio per un domani migliore”.

Yves Bonte, CEO di DOMO Chemicals
La poliammide sostenibile Technyl® 4EARTH®

In questo numero

parlato di... (in nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie)

ANNO XIII NUMERO 3

SETTEMBRE/OTTOBRE 2024

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