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Scegliere il riciclo può fare la differenza
Nel 2023 il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica, Corepla, ha compiuto 25 anni. Un anniversario che ci ricorda quanto la storia del consorzio sia strettamente legata a quella dell’Italia, che oggi vanta un primato a livello europeo nella gestione sostenibile degli imballaggi in plastica.
“In questi 25 anni, la raccolta degli imballaggi è passata da 114.000 a 1.500.000 tonnellate (+1.216%), ovvero da 1,9 kg a 25 kg pro capite”, ha detto il presidente Corepla, Giorgio Quagliolo. “Per quanto riguarda il materiale avviato al riciclo, l’Italia è passata da 228.000 tonnellate a oltre 1.050.000 tonnellate: un risultato brillante frutto di una rete capillare che vanta attualmente 31 impianti di selezione e 92 impianti di riciclo sul territorio nazionale”.
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Numeri importanti confermati anche dall’indagine Ipsos secondo cui, negli anni, la sensibilità e l’attenzione dei cittadini italiani verso la raccolta differenziata è cresciuta in maniera significativa.
Risultati incoraggianti arrivano anche dal comparto gomma plastica che vale un fatturato di 25,9 miliardi di euro, secondo i dati 2022 rilevati da federazione Gomma Plastica, in crescita di oltre il 10% rispetto all’anno precedente. Un’evoluzione che ha incontrato però molte difficoltà, tra cui l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e della logistica, connesse allo scenario di guerra e al perdurare della pandemia.
Eppure, nonostante la crescente importanza del riciclo, una ricerca promossa da Alpla conferma che un consumatore su due dichiara di porre ancora “abbastanza” attenzione al tipo di confezione, ovvero alla sua sostenibilità e riciclabilità, e vi è ancora una percentuale consistente, pari al 22%, di acquirenti che non si sofferma su questo aspetto.
Peggiore è la situazione che riguarda il tasso di circolarità nell’economia mondiale che, in cinque anni, è passato dal 9,1% al 7,2%, tradotto: il pianeta ricicla e riusa di meno. Certo, tra le prime cinque economie dell’UE l’Italia rimane il Paese più circolare d’Europa, anche se negli ultimi cinque anni ha perso posizioni mentre altri Stati hanno accelerato. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è infatti sceso dal 20,6% del 2020 al 18,4% del 2021, che comunque resta più alto della media UE (11,7%), come conferma il rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzata dal Circular Economy Network. Bisogna fare di più, quindi, e le industrie devono dare un contributo consistente. L’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali l’anno, per questo accelerare la transizione all’economia circolare contribuirebbe a diminuire l’estrazione di materiale vergine di oltre un terzo (-34%) e a ridurre le emissioni di gas serra contenendo così l’aumento della temperatura globale entro i 2°C. Per fortuna, alcune nuove (e vecchie) realtà si stanno già muovendo, non solo grazie a soluzioni di recupero dei materiali plastici o inquinanti, ma anche grazie a idee innovative di startup amiche dell’ambiente. Tanti progetti che, se messi insieme, possono davvero fare la differenza.
Eva De Vecchis
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C’è molto di più in ciò che vedi. Quando la vita di un oggetto è alla fine può iniziare il ciclo di un nuovo prodotto. Il processo tecnologico di Vecoplan per il settore plastico è la soluzione ideale per la gestione di questo materiale - ieri, oggi e domani. Guarda al futuro!
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