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L’ACCELERAZIONE DIGITALE DELL’AGROALIMENTARE ITALIANO
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La tracciabilità e la trasparenza dei dati lungo l’intera filiera è uno degli sviluppi tecnologici che stanno maggiormente interessando il comparto agroalimentare, anche e soprattutto in Italia. Questo trend è stato accelerato dall’infausto avvento della pandemia, che ha colpito duramente soprattutto laddove la supply chain già mostrava inefficienze e scollature. Le turbolenze sul fronte della domanda e le chiusure di alcuni anelli della catena di fornitura hanno messo a dura prova il settore, che ha comunque dimostrato una eccezionale resilienza. La ripartenza del mercato, inevitabilmente disordinata, ha posto ulteriori sfide alle aziende agroalimentari, adesso ancora più consapevoli dell’importanza di soluzioni digitali per monitorare i propri processi, ottimizzare le risorse e garantire la consegna in tempi certi di un prodotto sicuro e tracciabile alla rete distributiva, e quindi al consumatore finale. La crescita della domanda di tecnologia digitale e di sistemi di tracciabilità dal 2020 al 2022 sembra confermare questa determinazione a mettere ordine e a monitorare meglio una filiera produttiva che vuole essere pronta a rispondere adeguatamente alle eventuali future emergenze e alle attuali sfide del mercato internazionale. Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood, nel 2022 l’82% dei trasformatori alimentari in Italia ha utilizzato o sperimentato almeno una soluzione digitale. Fra questi, quasi la metà ne ha implementate quattro o più in contemporanea, registrando un aumento del 30% rispetto al 2020. Le soluzioni più utilizzate sono quelle basate su tecnologia cloud computing (58%), i QR Code (56%), le app per tablet e smartphone per il monitoraggio del percorso dei mezzi, per il controllo della catena del freddo e per il controllo della qualità dei prodotti finali (45%), gli ERP e MES (37%) e l’automazione avanzata di robot e cobot (34%). Risulta sempre più chiara la necessità di impiegare soluzioni digitali e intelligenti per archiviare grandi quantità di informazioni e disporre di potenti risorse di calcolo. L’obiettivo è ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità dei prodotti in caso di criticità e snellire i processi di inserimento dei dati, minimizzando il margine di errore. Ma la disponibilità dei dati permette anche di valorizzare il prodotto e di migliorarlo sulla base delle esigenze espresse dal consumatore, che l’azienda vuole coinvolgere nei suoi processi decisionali, costruendo una relazione sempre più forte attraverso strumenti come il QR code, la stampa digitale e lo smart packaging.
Siamo dunque di fronte a una transizione che investe l’intera filiera, dall’agricoltura 4.0 al controllo dei processi industriali, dall’ottimizzazione della logistica al dialogo con il consumatore finale. Qualità e sicurezza dell’alimento, ma anche l’accessibilità del suo costo a fronte di una inflazione che ancora pesa sul carrello, devono essere il faro di questa evoluzione.