5 minute read

RIGONI DI ASIAGO SUPPORTA IL CACAO SOSTENIBILE IN CAMERUN

Rigoni di Asiago, player del settore biologico, supporta da tempo azioni per la salvaguardia dell’ambiente. Fra le ultime iniziative, la decisione di aderire con il suo prodotto Nocciolata Crunchy, a 1% for the Planet, network internazionale che consente ai propri membri di finanziare cause ambientali, destinando l’1% dei ricavi annuali della sua crema spalmabile all’organizzazione non profit Tree-Nation, che promuove progetti di riforestazione in diverse parti del mondo.

L’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere il “Cocoa Farmer Agroforestry Project” a favore delle piantagioni di cacao in Camerun, attraverso la pian- tumazione di un mix di diverse varietà di alberi, in grado di creare un ecosistema sostenibile per la coltivazione stessa del cacao.

Advertisement

Il progetto, che proseguirà per tutto il 2023 e ha già permesso di mettere a dimora oltre 5.000 alberi, è aperto a tutti. Grazie a Nocciolata Crunchy, chiunque può piantare un albero e scegliere se dedicarlo al pianeta o ad una persona cara, contribuendo così alla crescita della foresta in Camerun. Per saperne di più e partecipare all’iniziativa si può visitare il sito: https:// nocciolatacrunchyxtreenation.rigonidiasiago.it.

Lactalis Investe Nella Transizione Ecologica Dei Siti Italiani

Lactalis – principale gruppo agroalimentare in Italia, con le sue aziende Galbani, Parmalat, Nuova Castelli e Leerdammer – continua ad investire in un vasto piano di efficientamento energetico per assicurare un percorso di transizione ecologica e garantire il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Nel 2022, lo stabilimento di Parmalat a Collecchio (PR) ha raggiunto un’autosufficienza energetica del 94%, mentre gli impianti Galbani di Corteolona (PV) e Casale Cremasco (CR) rispettivamente del 91% e del 93%, con conseguenti benefici anche in termini di riduzione di emissioni di CO2

A permettere il miglioramento delle prestazioni sono state tecnologie come i cogeneratori e i trigeneratori, che funzionano attraverso turbine e motori alimentati a gas naturale in grado di garantire un elevato livello/percentuale di autoproduzione di energia elettrica e parte del fabbisogno di energia termica.

Nel 2022 i siti produttivi di Parmalat e Galbani hanno inoltre investito rispettivamente 3 milioni e 6 milioni di euro nell’installazione di impianti fotovoltaici, che permetteranno di raggiungere una produzione di energia pulita pari a 3.516 MWh entro la fine del 2023.

Relativamente alle performance degli stabilimenti di Parmalat, nel 2022 la produzione lorda di energia elettrica da cogenerazione nell’impianto di Collecchio è stata di oltre 42 milioni di kWh, a cui si aggiungono ulteriori 281 mila kWh tramite fotovoltaico; a Zevio (VR), infine, la produzione di energia lorda di energia tramite cogeneratore è stata di 13 milioni di kWh, pari a circa l’82% del fabbisogno della fabbrica.

In merito alla produzione di energia solare, gli stabilimenti di Parmalat disporranno entro la fine dell’anno di impianti fotovoltaici per una potenza installata totale di oltre 3.800 kWp e raggiungeranno una produzione di energia elettrica pulita di 4 milioni kWh. Per quanto riguarda Galbani, invece, l’autoproduzione di tutti gli stabilimenti ammonta in media all’88%, con impianti di cogenerazione a gas naturale e biogas autoprodotto dalla digestione anaerobica delle acque reflue. In particolare, nell’impianto di Corteolona, l’autoproduzione di energia elettrica è stata di oltre 54 milioni di kWh, mentre in quello di Casale Cremasco l’installazione della terza unità di cogenerazione ha permesso di rendere la fabbrica autosufficiente al 91%. Accanto a questo, si sono accompagnati negli ultimi anni ulteriori interventi strutturali – come l’installazione di caldaie ad alta efficienza e la sostituzione delle apparecchiature nei sistemi di refrigerazione presso gli stabilimenti di Corteolona, Certosa e Casale Cremasco – che hanno portato ad un risparmio nel gas naturale con impatti di riduzione delle emissioni e hanno permesso di ridurre i consumi elettrici del 25%.

Infine, a Corteolona, gli investimenti nel fotovoltaico, negli impianti a biogas e nelle pompe di calore hanno superato i 7 milioni di euro. Mentre negli stabilimenti di Melzo (MI), Corteolona e Casale Cremasco si è investito oltre un milione di euro nei generatori di vapore.

RIDURRE FINO AL 90% L’ACQUA NELLA LAVORAZIONE DELLE MELE

Melinda ha adottato l’irrigazione a goccia e un sistema di riciclo negli impianti di selezione che permette un notevole risparmio di risorse idriche, dal campo a tutte le diverse fasi di produzione.

qua nel confronto con la tradizionale applicazione a sovrachioma. I vantaggi di questo sistema, però, non sono limitati al solo risparmio d’acqua. Rilevanti, infatti, sono anche la minimizzazione dei fenomeni erosivi, la riduzione del costipamento, la possibilità di automazione del processo e il minore consumo energetico. A tutto questo, inoltre, si aggiungono altri effetti positivi legati direttamente alla distribuzione capillare dell’acqua. L’applicazione dell’irrigazione a goccia si affianca, peraltro, alla strategia di risparmio idrico messa in campo nella successiva fase di lavorazione delle mele che si basa sull’uso di un impianto per il filtraggio e il riutilizzo nelle vasche di selezione. L’acqua, infatti, viene utilizzata come mezzo di trasporto lungo i canali degli impianti di lavorazione nelle fasi di selezione e confezionamento.

L’applicazione di soluzioni tecniche adeguate in tutte le fasi della produzione consente di ridurre drasticamente il consumo delle risorse idriche, la possibilità di contaminazione e il dispendio energetico. È il messaggio lanciato da Melinda in occasione della Giornata mondiale dell’acqua dello scorso 22 marzo. Un invito, quello espresso dal Consorzio, che nasce dalla preoccupazione di fronte all’emergenza idrica globale. Ma anche dalla consapevolezza dell’importanza dei risultati raggiunti dall’azienda attraverso gli interventi realizzati in due fasi cruciali della produzione come l’irrigazione e la selezione delle mele che hanno determinato significative riduzioni di consumo e non solo.

“Il nostro principio ispiratore è semplice: non possiamo permetterci di sprecare nemmeno una goccia d’acqua”, spiega il presidente di Melinda, Ernesto Seppi. “Qualsiasi dispersione superflua sarebbe infatti incompatibile con i nostri obiettivi di sostenibilità ambientale ed energetica anche e soprattutto alla luce di un quadro generale sempre più problematico per il Pianeta. Gli effetti del cambiamento climatico, a cominciare dall’attuale carenza idrica che non risparmia il nostro territorio, sono un monito preoccupante ma anche uno stimolo per proseguire sulla strada dell’innovazione con l’obiettivo di migliorare ulteriormente i risultati già di per sé lusinghieri raggiunti”.

Tra le più importanti strategie di risparmio idrico emerge in particolare l’irrigazione a goccia, un metodo di somministrazione precisa dell’acqua alle piante. Caratterizzato dall’impiego di una rete di linee gocciolanti, generalmente organizzate in settori che vengono messi in funzione in ciclica successione, il sistema punta a ottenere il massimo risultato limitando i consumi. Condizione fondamentale per raggiungere questo obiettivo è la localizzazione della distribuzione della risorsa idrica che avviene nei pressi delle radici. Gli impianti utilizzati, in particolare, sono dotati di sensori in grado di monitorare e verificare la corretta applicazione dell’acqua calcolando la quantità impiegata e la profondità raggiunta.

I risultati

Da tempo Melinda adotta esclusivamente questa tecnica per ogni singolo meleto e i risultati non si sono fatti attendere: a oggi, infatti, l’irrigazione a goccia permette al Consorzio di risparmiare il 30,6% dell’ac-

Durante il loro percorso, ovviamente, le mele precedentemente riposte dentro i contenitori nei campi di raccolta, si lavano, rilasciando quindi particelle di materiale organico. Il risultato è che le risorse utilizzate – prelevate ogni giorno dall’acquedotto e da sorgenti del Consorzio irriguo – devono essere sostituite. Ed è proprio qui che interviene il riciclo. In questo modo il consumo della risorsa idrica si riduce di circa il 90%. Il meccanismo di depurazione, inoltre, consente di ridurre drasticamente la carica di solidi organici e inorganici e di minimizzare la contaminazione microbiologica e mantenere i valori di riferimento nei limiti per lo scarico.

Danfoss Drives ha sviluppato per le industrie del food&beverage e del packaging una piattaforma che, nel rispetto del design igienico, ottimizza la produttività, riduce i costi operativi e favorisce il risparmio energetico. Barilla l’ha adottata per il suo stabilimento di sughi pronti.

This article is from: