1 minute read

UN WHITE PAPER PER INDAGARE LA STORIA E LE EVOLUZIONI DEL FLOWPACK

Si è da poco conclusa l’edizione 2023 di Interpack, fiera dedicata al mondo del packaging che si è tenuta a Düsseldorf, in Germania, e che riunisce le innovazioni e le principali tendenze del momento. Dalla sostenibilità alla digitalizzazione, l’appuntamento è ormai un importante trendsetter globale per i temi futuri dell’industria a cui partecipano tutti i principali attori del settore.

Tra loro c’è anche Cavanna Spa, azienda esperta nei sistemi di confezionamento flowpack attiva nella progettazione, produzione e distribuzione globale di macchine automatiche e sistemi “chiavi in mano” per confezioni singole e multipack di prodotti alimentari e farmaceutici. Una realtà primaria del comparto che ha portato in fiera, al fianco di innovativi macchinari, anche il white paper “Flowpack: il massimo col minimo. Alta protezione a basso impatto”; pubblicazione tecnico-scientifica nata da un’intuizione del Presidente di Cavanna Spa Riccardo Cavanna e a cura delle ricercatrici del Politecnico di Torino Beatrice Lerma, Doriana Dal Palù e Ottavia Burello in collaborazione con i principali player ed esperti del tema.

Advertisement

“Questo white paper nasce dalla volontà di rispondere a una domanda fondamentale, ovvero se sia possibile ipotizzare un futuro per il flowpack”, dichiara Riccardo Cavanna. “Un’idea nata e cresciuta con la consapevolezza che, come industria del packaging, è no- stro dovere riscoprire la storia di questo pacchetto eccezionale guardandolo da più punti di vista, con l’obiettivo di valorizzare le sue straordinarie qualità e renderlo allo stesso tempo sempre più sostenibile.

La strada è già tracciata, ciò che bisogna fare ora è avviare una vera e propria taskforce tra produttori, decisori e consumatori per preservare il flowpack, oggi spesso demonizzato senza considerarne la storia, le potenzialità e le caratteristiche.

Un percorso da fare necessariamente insieme: da qui la volontà di fissare nero su bianco le informazioni e gli studi contenuti nel white paper, così da creare poi una community che, insieme, percorra la stessa strada”.

This article is from: