INVISIBILE n. 9 Giugno 10 - Mensile Autorizzazione Segreteria di Stato per gli Affari Interni Prot. n.1603/75/2009 Copia depositata presso il Tribunale della Repubblica di San Marino FREE PRESS
La riscossa degli stagionali. Anche la moda diventa “slow”. Mariolina Venezia. Inserto: Riccione TTV 2010
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DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Lisi EDITORE Opificio Visivo di Andrea Lisi, via Consiglio dei 60, 153 Dogana - RSM UFFICIO CENTRALE Andrea Lisi (andrea.lisi@invisibilemag.com) REDAZIONE Carlotta Frenquellucci (redazione@invisibilemag.com) VICEREDATTORE Francesca Fabbri Hanno collaborato in questo numero: MICHELA FABBRI, EMMA IANNI, LIBRERIA PUNTO EINAUDI, STEFANO LANCI, GIANMARCO PARI, FEDERICA PROTTI, LUCIA RUGHI, ANDREA VALENTINI
CREDITI FOTOGRAFICI Per le immagini senza crediti l’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. È ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorre nei loro confronti.
Foto in copertina: Andrea Valentini
l ’editoriale Poco tempo, sempre poco tempo per tutto. Poco tempo e poco spazio per descrivervi tutto quello che succederà questo mese, poco tempo per preparare una rivista sempre più colma di contenuti. La nostra città è proprio assurda, nel giro di un mese il calendario degli eventi triplica: feste, festini, festival... Se guardate in agenda tutto ciò che succederà a giugno viene da chiedersi come sia possibile presenziare a tutto. E allora si fa una scelta. Il bello dell’essere grandi è le proprie scelte e i propri sbagli si possono fare liberamente. Ed è così anche per una rivista indipendente, che non ha un franco ma che almeno è libera di cassare ciò che si ritiene ininfluente e di appoggiare ciò che, invece, si ritiene valido (ci ha appoggiato anche Fulvio Abbate!). Noi questo mese abbiamo scelto di consacrarci al TTV, primo perchè è il primo festival che rende omaggio alla mervigliosa Pina Bausch, icona della danza contemporanea; secondo perchè ci sono un sacco di ospiti interessanti che, coi nostri potenti mezzi, abbiamo intervistato e precettato fino a Los Angeles; terzo perchè abbiamo un banchetto al TTVillage, di fronte al Palazzo del Turismo, dove dovrete venirci a trovare. E poi che dire, gustatevi il resto: la micro inchiesta nel mondo degli stagionali, il video di Zucchini, il racconto di Lanci, l’aperitivo dalla Iole, la moda slow, l’intervista a Mariolina Venezia, vincitrice del Premio Campiello 2007, e ai Guano Padano ecc. ecc. Insomma noi in realtà avremmo voglia di andare al mare ma siamo da giorni davanti ai pc e ce la mettiamo tutta, voi, voi basta ci leggiate. Vi aspettiamo a Riccione.
CF
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La riscossa degli stagionali.
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Mariolina Venezia.
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TAGS
Anche la moda diventa “slow”.
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13-20 - LE INSIBI I V ®
Agenda
Arte, cinema, musica, libri, teatro & danza, food & drink
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Oroscopo
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IN-PUT la playlist del mese (dj Giamma)
Fabrizio De Andrè - Hotel Supramonte Herber Pagani - Albergo a Ore U2 - A Room At The Heartbreak Hotel The Fall - Get A Hotel The Animals - Hotel Hell Elvis Presley - Heartbreak Hotel Leonard Cohen - Chelsea Hotel The Black Crowes - Hotel Illness The White Stripes - Hotel Yorba Procol Harum - Grand Hotel
INDICE / Numero 9 / Giugno 10
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Late Guest (at the party).
INVISIBILI personaggi di nicchia
Il risvolto altro dell’estate turistica
La riscossa degli stagionali di Carlotta Frenquellucci Foto: Andrea Lisi
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renta mila alberghi, quattrocento ristoranti, cinquecento pizzerie, mille e cinquecento caffetterie, duecento discoteche e cinquecento stabilimenti balneari spalmati su quaranta chilometri di spiagge: in fondo non siamo così pataca in Romagna se siamo riusciti a svendere il nostro fazzolettino di terra come capitale del turismo. Ma a parte le mandrie imbufalite di giovani con il logo del Cocoricò marchiato a fuoco, gli anzianotti bocciofili della bassa stagione, gli irriducu-
la mente al pensiero di quale ristorante o locale scegliere mentre loro, gli stagionali, sono naturalmente e invidiabilmente i più snelli ed asciutti, i più pallidi (e la carnagione chiara da sempre è così chic), i più
rilassati (forse perchè distrutti dalle improbabili ore continuative di lavoro). Fare la stagione sembra quasi una scelta di vita: si rinuncia al frenetismo isterico della movida estiva, si lavora fino a perdere i sensi e si
Si rinuncia al frenetismo isterico della movida estiva, si lavora fino a perdere i sensi e si guadagna qualcosina in più che in inverno. bili crucchi arrossati e le ostinate polacche apprezzate fin dai tempi di Amarcord, le famigliole sprovvedute che si fidano ancora della bandiera blu per la qualità delle acque e si ritrovano i figli incatramati peggio dei cormorani del Golfo del Messico, dunque, a parte tutto ciò, c’è il popolo degli stagionali. Che meraviglia gli stagionali! Tutti i comuni mortali sudano sul tapis roulant inguainati nel domopak per sciogliere gli inestetismi estetici tabù della prova costume vacanziera, si aspergono di olio solare per ottimizzare l’abbronzatura e friggono sotto i raggi dell’impietoso Elios, si aggrovigliano
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Ignazio Nisi
guadagna qualcosina in più che in inverno. Almeno così è emerso dagli stagionali che abbiamo incontrato in giro per gli alberghi della nostra riviera. Ignazio Nisi di Monopoli ha 33 anni ed è un “tuttofare”: came-
Assunzioni nel settore alberghiero per anno (%)
riere, barista, portavaligie a seconda delle necessità. «Faccio questo lavoro da quando avevo 21 anni, giro fra Rimini, Cattolica e la montagna d’inverno. Si lavora molto ma io mi diverto, ho delle grandi soddisfazio-
Luigi Ghini
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2009 ni nel rapporto coi clienti: ogni anno qualcuno torna a trovarmi perchè sono simpatico. Infatti, anche a mance vado bene perchè ormai lo capisco quando arriva il cliente pignolo, allora tu fai il fesso per non dare la guerra». Luigi Ghini ha 46 anni e da 30 fa il cuoco stagionale in albergo. Fa un turno intero ma spezzato in due tranche. «Lavoro con soddisfazione perchè con questo impiego posso dare libero sfogo alla mia passione per la cucina anche se, a volte, ti trovi in difficoltà per qualche cliente che pretende la luna e perchè bisogna stare attenti un po’ a tutto, ai collaboratori ma anche ai fornitori e ai vari inghipppi che capitano. Oggi non si può più fare come una volta che si davano i calci negli stinchi a chi non rigava dritto anche se io da giovane qualcuno ne ho ricevuto». Tiziana Monaldini fa la cameriera ai piani da ventidue anni, prima lavorava in fabbrica. La cameriera ai piani si occupa operativamente della pulizia, dell’igiene e dell’ordine delle camere: si rinnova la biancheria, si riassetta la camera e si riordinano al meglio gli oggetti o gli effetti personali del cliente. In media ogni cameriera ha l’incarico su 15/20 stanze e lavora su turni. Il suo lavoro le piace, ci dice, «per questo non ho delle difficoltà, perchè se il lavoro non ti piace allora lo fai male». «È vero che ogni tanto un inciampo c’è fra noi colleghe,
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ognuna cerca gli asciugamani e la biancheria più bella per le stanze che deve fare e così si bisticcia ma quando ho voglia di mettere da parte i pensieri prendo la bicicletta, mi faccio la mia passeggiata e passa tutto». Durante l’inverno Tiziana fa le pulizie a casa dei conoscenti («perchè di me si fidano») altrimenti si riposa. Ci racconta poi che nel microcosmo alberghiero ogni anno si creano delle sorte di rituali. Ad esempio si scommette, un po’
cinicamente, su quale degli anziani avventori dell’albergo non tornerà più a trovare l’affezionato personale l’anno a venire. «C’era una signora tedesca che tutti gli anni mi portava dei pensierini semplici ma ben impacchettati e scartarli era una festa ma la scorsa estate non è arrivato nessun regalino». Stefano Marcucci è capo cameriere di sala. Ha 31 anni e viene da Ascoli Piceno. Il suo ruolo prevede la predisposizione della sala da pranzo e dei tavoli,
Tiziana Monaldini
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l’accoglienza del cliente, il servizio al tavolo e, in alcuni casi la realizzazione davanti al cliente delle principali ricette della cucina di sala: trincia le “pieces” di carne, dilisca il pesce, cucina alla lampada ecc. Stefano ci spiega che fa questo lavoro da 18 anni ma che ha fatto esperienza soprattutto all’estero in Francia. «Qui il turismo è più familiare mentre all’estero ci sono molti più giovani». «Il mio lavoro mi piace – continua altrimenti non potrei farlo. È chiaro
che bisogna andare incontro al cliente anche se non sempre è il cliente ad avere ragione ma se il mio lavoro viene rispettato io cerco di fare il possibile». «Una volta guadagnavo più soldi e d’inverno non facevo niente. Adesso convivo qui a riccione con una ragazza e con le spese non ci sto dentro». Simona Frazzetto è romana. Si è sposata con un ragazzo gemmanese e vive in Romagna da 7 anni, da 8 fa la segretaria d’albergo. «L’albergo è
un bell’ambiente ma ci vuole tanta pazienza per le tutte le persone che lo frequentano e che hanno diverse esigenze. Alcuni clienti vengono a Rimini da tantissimi anni e si sono conosciuti qui; ritornano apposta dopo essersi sposati ed aver avuto figli e rivogliono quella stessa camera dove erano alloggiati tanti anni prima». «Inizio a lavorare in albergo a Pasqua e finisco verso settembre. Il resto dell’anno non lavoro: secondo me è importante capire nella vita
Simona Frazzetto
cosa si vuole fare e io lavoro molto durante il periodo estivo e d’inverno preferisco riposarmi, si vive una volta sola». Gigi Florescu, portiere notturno (il nostro uomo copertina), faceva il magazziniere in Romania prima di approdare in Italia. Non ha trovato lavoro facilmente, dunque si è adattato a vegliare tutta la notte e “a tenere gli occhi bene aperti ci dice - fra risse e ubriachi ce n’è sempre una...”
Stefano Marcucci
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TAG: MODA
Anche la moda diventa “slow”: e il nuovo diktat di silent
Basta con l’usa e getta, con lo shopping compulsivo, con le carambole di stili impazziti. Se vestire deve essere un piacere, finita l’epoca delle fashion victim assatanate di firme, allora la moda deve diventare “slow”. Nasce a Rimini da una leccese laureata in Moda e Costume, Francesca Iaconisi alias Silente, l’idea di un approccio creativo “lento” al vestire. L’abito non è più funzionale alle mode passeggere ma un pezzo d’affezione. Sensibile al vintage e alla filosofia dell’eco-sostenibile, Silente riflette una passione per il riuso, la customizzazione, il fai-da-te. Con leggerezza, con garbo. Autodidatta dal punto di vista sartoriale, Francesca produce solo pezzi unici. Ognuno di essi è ispirazione pura, divenuta materia attraverso la ricerca di tessuti attenta anche alla rigenerazione e all’up-cycling. L’alchimia Silen- te ha attirato l’attenzione di Gabriella Vulpinari, titolare dell’omonima azienda riminese che produce una quindicina di marchi tra cui Rick Owens. «Mi hanno proposto una
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PATRIZIA CASTELLINI APRE WHITE, LA BOUTIQUE ANTI GLOBALIZZAZIONE. Qualcuno una decina d’anni fa lo aveva detto: la globalizzazione non fa sempre bene. Ma alla fine l’appetito di merci prodotte a migliaia di chilometri a prezzi ultra competitivi ha ingolosito tutti,
collaborazione dopo aver visto i miei abiti al negozio sperimentale Reedo, ai Malatesta – spiega Francesca – per me è stato incredibile come da subito sia stata compresa la potenzialità del pezzo unico, costruito con materie d’archivio o trovate nei mercatini vintage». Tra le protagoniste delle installazioni di “Manifesta 2010”, Francesca con il suo lavoro è la prova vivente di una crescente voglia di artigianalità. Con il gusto del reinventare, ma educato alle forme dell’alta moda, una capacità di attualizzare riferimenti a grandi couturier attraverso materiali poveri o destinati ad altri usi, come la biancheria da cucina. Non importa essere filiformi per vestire gli abiti di Silente. La loro grazia e leggiadria avvolge qualsiasi forma femminile. Fedele alla storia di unicità, l’etichetta riporta il racconto del capo: date, nomi, luoghi di ricerca e dettagli. Ogni vestito non è solo un oggetto, la fine di un processo ma è il processo stesso, prezioso in quanto espressione di una precisa evoluzione. silente.posterous.com
imprenditori e consumatori. Ma con la
Lucia Rughi
Lucia Rughi
crisi è venuto il momento di fare alcuni distinguo. In primis, ad ognuno il suo mestiere. Con trent’anni di esperienza alle spalle, consapevole che certe cose gli italiani le fanno meglio, Patrizia Castellini ha inaugurato da poco White. Un negozio, un’etichetta, uno stile. “Il bianco è un colore che ho sempre amato per l’estrema purezza, la luce, sia in materia di abbigliamento che di arredamento”. Patrizia è factotum del marchio: disegna i modelli, dirige la produzione e la vendita. Sono camicie raffinate, ricavate da tessuti ricercati, cucite in Italia da sapienti mani artigianali. “Sono pezzi che tra vent’anni saranno sempre attuali, la cui manodopera è il tratto distintivo”. Quello di White è un essere chic a prezzi di mercato, senza eccessi, affrancandosi dagli armadi straboccanti di vestiti ma senza identità. Accanto al bianco, si trovano in negozio anche stampe sobrie, accessori da abbinare come foulard e bijoux. Per le più giovani si possono trovare le magliette di Gilda Seppi e Jana Letilovic e gli occhiali disegnati da Filippo Magnabosco. White è la cinquantesima boutique all’interno del consorzio del centro storico Downtown Rimini impegnato nella valorizzazione del commercio di qualità nelle più belle strade cittadine. White è in via Tempio Malatestiano 3/A
TAG: LIBRI Bruna, mediterranea, minuta, ribelle e arguta come le sue protagoniste, Mariolina Venezia si racconta su passato e presente, tra tabù e piccole e grandi rivelazioni. Sul sole della Basilicata (la sua terra) e il buio che a volte cala sul mondo. Sull’originalità dell’esistenza, sulle sue mille sfaccettature, sui miracoli a cui assistiamo ogni giorno. Sulla vita vissuta come viene. Il suo Mille anni che sto qui sembra un romanzo verista contemporaneo. Oggi esistono ancora le correnti letterarie? «Non saprei, io scrivo quello che mi piace. Nel ‘98 è stato pubblicato il mio primo libro, Altri miracoli, in un periodo in cui impazzava la moda
crea dal cozzare di sacro e profano. Mescolare i registri anche linguistici rende il racconto più interessante. Accosto i proverbi della mia terra e le storie che ho sentito raccontare in puro dialetto dalle mie nonne e zie a un registro alto, così come posso passare dal parlare dei più alti sentimenti dell’uomo alle passioni della carne, ai desideri anche più infimi». Le protagoniste di Mille anni che sto qui vivono fra la Basilicata di fine ‘800 e quella degli anni ‘70. Lo spazio e il tempo determinano caratteri e comportamenti? «Sicuramente lo sfondo su cui si muovono le donne del mio romanzo influenza le loro vite. Ma ciò che ci influenza di più in assoluto
la nostra libertà, cresce soprattutto la nostra fragilità. Il personaggio di Gioia è il più autobiografico, mi ricorda la mia adolescenza da ribelle, quando a soli 16 anni mi trovai catapultata nei fatti del ‘77. Ogni crescita inizia inevitabilmente con una rivoluzione». Gioia cerca la felicità e non la trova finchè non torna nella casa della nonna, nella sua terra. Il messaggio è che dobbiamo tenere strette le nostre radici? «Sì è proprio questo che volevo comunicare, e tengo molto al fatto che questo passi ai miei lettori. La società di oggi è sempre più “sradicata”, soprattutto la donna spesso è considerata al pari di un
MARIOLINA VENEZIA L’anticonformismo che si radica nella tradizione
del pulp, così la critica ha etichettato il mio come un romanzo pulp, mentre io volevo solamente raccontare fatti di cronaca quasi inverosimili da un altro punto di vista, quello dei colpevoli. Così anche in Mille anni che sto qui sono stati individuati dei punti di contatto con Verga e con il realismo magico sudamericano, ma io non mi identifico assolutamente in quella “scuola” . I generi sono etichette di comodo attribuite al romanzo dopo la sua pubblicazione. Esistono solo le storie». Il linguaggio secco del popolo tout court, le espressioni colorite: scelta stilistica o esca per i lettori? «Io sono una che si annoia facilmente. Nei miei romanzi mi piace riportare quel dinamismo che si
sono le relazioni, i legami. Legami orizzontali, con coetanei, amici, innamorati. Poi ci sono i legami verticali, che ci tengono sempre uniti alle nostre origini, alla nostra storia. Sono quelli che ci ricollegano alla realtà e alla vita». Il personaggio di Gioia è fragile e smarrito: è una critica alla donna contemporanea? «Gioia è la vera protagonista di Mille anni che sto qui. A cavallo tra due epoche diversissime, spettatrice del mondo che cambia alla velocità della luce, Gioia ha raggiunto un grado di consapevolezza e di libertà che le permette di scegliere. Quando Gioia è messa di fronte a una scelta ha paura, si sente spaesata. Con la possibilità di scegliere non cresce solo
bell’ornamento. Non saremo mai felici se ricerchiamo questa felicità nel conformismo, o nell’omogeneità della massa. Dobbiamo invece riappropriarci delle nostre radici e di ciò che ognuno di noi è. Così non saremo mai dei falliti, saremo vincenti, belli, più forti che mai. Quando possediamo il passato guardiamo al futuro con maggiore apertura, se siamo noi stessi possiamo finalmente accettare gli altri, perchè forti dei nostri pregi, delle nostre particolarità, delle nostre stranezze e dei nostri difetti. Forti di tutti quei particolari che ci rendono unici». Emma Ianni, VA Liceo Classico G. Cesare Si ringrazia la Libreria Punto Einaudi per l’organizzazone dell’incontro
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TAG: MUSICA
Toc - toc. La porta si apre, dall’appartamento esce musica assordante ...she’s always take it or leave it...leave it all behind us... si affaccia un ometto vestito in modo eccentrico che, nonostante la faccia perplessa, invita ad entrare. In cucina la gente balla ...yeah she’s gonna take it...yeah she’s gonna leave it... ai due estremi di uno spaghetto, la ragazza vestita da giocatore di football e il giovanotto in paillettes ondeggiano avvicinandosi morso a morso, lei si volta ed esplode in una fragorosa risata. She’s always take it or leave it...leave it all behind us... la band suona in un angolo del salotto, il cantante graffia con forza la chitarra zebrata mentre dall’altro lato della stanza si svolge indisturbata la partita di strip-poker. Lungo il corridoio la gente sorseggia drink parlando del più e del meno, d’un tratto tutti si voltano con espressione sconvolta, la ragazza con gli occhiali alza la testa dal computer e sgrana gli occhi. La sequenza prosegue in camera da letto dove la matrioska, playmobil e parruccafucsia giocano a moscacieca con Gandhi, la coppia saffica viene interrotta nel mezzo di un bacio appassionato, in fondo alla
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stanza si accende il match di gioco della bottiglia... - STOOOOOP! Rifare per colpa di Gugliooooo! Guglio, ma che faccia fai? Ho detto stupito, non stupido! Quando la macchina da presa arriva su di te devi fare la faccia STU-PI-TA! La realizzazione dell’ultimo video dei Late Guest (at the party) band elettroindie nostrana, è durata tutto il week end tra l’allestimento del set e delle luci, la registrazione delle scene e le gaffes delle comparse. Alle riprese hanno partecipato tutti: amici più stretti e semplici conoscenti hanno approfittato dell’occasione per vestirsi nei modi più strambi e divertirsi al party in stile “festa delle medie”, il tutto tra le risate generali e la curiosità del vicinato affacciato ai balconi durante le scene in esterna. Il risultato è ancora da scoprire, gli attori scalpitano in trepidante attesa di vedersi agitare sullo schermo al ritmo di “Revolution in her closet”, mentre la produzione è impegnata nel montaggio del videoclip che, nei prossimi giorni, verrà proiettato in anteprima alla presenza dei partecipanti. La regia ha saputo incanalare l’esuberanza dei singoli soggetti con pazienza e
professionalità, e catturare lo spirito della festa inquadrandolo da tutti i lati, senza intervenire più di tanto nella scena, ma aspettando che l’atmosfera “giusta” venisse fuori da sè. L’intento è riuscito alla grande e i “Late Guest (at the party)” hanno avuto la festa che si meritano. lo staff: Andrea Zucchini : regia e montaggio motionpiadina.com Alessia Travaglini + Marco Monti : direzione fotografia Luca Ridolfi : scenografia Alessia di Paolo :v costumi Samuele Apperti + Mattia Celli : fotografi di scena la band: Late Guest (at the party) ascolta “Revolution in her closet” dall’album “Come Back Bobby Perù!” su myspace: http://www.myspace.com/lgatp facebook: Late-Guest-at-the-Party Federica Protti
Traslucido Stefano Lanci
AMARCORD
Giugno 2010 | 0 €
Il destino inciso in un nome, “ eccolo è partito il Pirata”
L’ULTIMA SALITA La maglia rosa, le fughe in solitario dalle noiose piane dell’anonimato del gruppo, dalla vita che - come nebbie padane - avvolge greve l’anima umana. Fruscio di foglie echi visivi, verde veloce di un vento muto soffiato via da cerchi che sembrano immoti, fotografia riemersa da un non più breve passato sull’ultima discesa pochi istanti prima l’appuntamento con la memoria. La maglia rosa, le fughe in solitario dalle noiose piane dell’anonimato del gruppo, dalla vita che - come nebbie padane avvolge greve l’anima umana. A colpi di pedale l’hai sorpresa colei che amara, in lento progredire ti riagguantava sempre. Ma il destino ce l’avevi inciso nel nome, e ci hai rubato il cuore Pirata! rapito emozioni alle quotidiane fatiche, gli umidi silenzi estivi di meriggi segreti vibranti d’attesa, in radio o davanti al televisore, e il sobbalzare improvviso al tuo scattare in piedi sfidando la vita che implacabile ricuciva con dolorosi sussulti. Con le vittorie ci hai rubato il sonno eppure non furono quelle - non le maglie! - a consolare all’alba il risveglio, l’incedere del duro giorno. Erano le emozioni e fosti un campione per questo! anche nel tempo in cui ai pedali, seguirono i colpi ai fianchi della vita ribattuti pugno su pugno
e i colpi bassi dell’invidia che fremeva per sottrarti di dosso la più pregiata maglia. Ma eri un campione autentico, non veste tutti la sua speciale taglia! ti voltasti la guardasti in faccia come facevi in quota con gli avversari, lei paga - il sorriso scaltro per la rincorsa appena compiuta. Ti alzasti in piedi sui pedali e via, un altro scatto ancora! lanciasti il colpo letale e il guanto di sfida: “vincerò io o ti vinco, all’ultima salita!” Neppure lei era pronta a tale impresa, replicare di una simile puntata! l’hai colta di sorpresa sui metri finali del muro spiazzando noi tutti e la tua intera storia, rubandoci ancora il respiro giungendo solo all’appuntamento con la memoria. Avevi coraggio era questo il vero dono! non erano il fiato le gambe leggere, i lenti battiti del tuo motore, l’incrollabile ardore o i farmaci illeciti - da farmi quasi sorridere ora, rimuginare di rabbia! che di miserie han coperto la folgore di quel sogno infantile! Ti sei gettato in picchiata oltre la cima per quella rupe da rabbrividire e la vita ti ha inseguito invano, ingenuamente battuta come l’ultimo dei gregari.
Te ne sei andato da campione! Cosa ne sa chi del tuo dono ha annusato il profumo senza provare il sapore aspro delle fatiche? o chi accecato dal blasone delle maglie, dagli echi freddi delle vittorie non è balzato in piedi e ha strozzato in gola il grido sul luccichio distante delle tue ruote dorate in quell’ultima discesa che il verde sbiadiva alle spalle lasciando solo asfalto ruvido, scosceso? e la fama di avversari il cui limite illecito non era nelle vene o nei tessuti bensì nel cuore, nella mente glaciale? Cosa ne sanno chi ai mancati scatti odierni di uomini senza coraggio accostano il tuo nome senza provarne pudore o chi non ha capito - perfino dopo che hai sconfitto la sorte che eri un campione e come tale hai vissuto? Noiosamente attendo l’ultima salita, oggi nelle tappe montane attendo i timidi allunghi prossimi alla cima sussurrando “aspetta, aspetta ancora o ti riprenderanno, ti brucerai!” mentre di te era l’attesa la gioia, i minuti col cuore in gola che preludevano al grido mai tradito: “eccolo, è partito! è scattato il Pirata!” Si, Auro la tua voce ci risuonerà in petto a lungo, come il ricordo
di una donna amata perduta troppo presto, un’emozione nitida che brucia la memoria di giornate estive in cui la vita, che tutto erode restava attonita piegata al campione, sola! come la fotografia di quell’ultima impresa agli occhi di chi di amare è tuttora in grado e per chi sa non dimenticare il passato dimenticare te, Pantani! curvo sui pedali - stanco ma non battuto in fuga dai malesseri terreni delle pianure e da avversari che con volto teso staccavi …e là, ora la vedo! in un piccolo riquadro la vita, col capo chino distante alcuni metri e sconfitta. Ecco perché ti abbiamo così amato! Tu eri solo, sempre solo sulle cime e nelle profonde gole, ma forse non eri solo mai la vita ti ha inseguito invano e noi tutti - uomini invisibili spinto fino a quell’ultimo arrivo, estremo che hai tagliato per primo a mani basse, più basse del consueto con volto pensoso, non tra due ali di folla in un penoso vuoto.
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da n c e ,d a n ce, o t h er w i s e
festival
20ª EDIZIONE
VIDEO, VISUAL, SPETTACOLI, INCONTRI
RICCIONE, 11-12-13 GIUGNO 2010 we a r e l o st
LEONETTA BENTIVOGLIO Leonetta Bentivoglio ha una capacità sorprendente di scandagliare gli animi degli artisti, è una di quelle rare (all’oggi) rappresentanti e sostenitrici di un giornalismo pensato, che non cavalca l’onda della notizia ma che, come fosse un buon vino, le dà il tempo di riposare perché ci apporti una riflessione conseguente e incisiva. Nella sua lunga e florida carriera che la vede sin dagli anni ’80 pilastro fondamentale per la sezione Cultura e Spettacolo de La Repubblica, ha intervistato e conosciuto tantissimi artisti di alto spessore e fra questi una danzatrice, Pina Bausch, a cui ha dedicato tre libri e di cui traccerà un ritratto venerdì 11 giugno (Palazzo del Turismo, ore 16) al Riccione TTV in una tavola rotonda con Gianfranco Capitta e Pippo Delbono. A lei dunque chiediamo qual è il sentimento che sta alla base della scelta di dedicare la ventesima edizione del Riccione TTV a Pina Bausch. «C’è l’occasione molto precisa che è l’anniversario della morte. Pina Bausch è scomparsa nel giugno del 2009 e un festival come questo così orientato alla registrazione della nova scena e al rapporto tra teatro, danza e nuova tecnologie non poteva prescindere da una presenza così decisiva come è stata quella di Pina Bausch sia sul versante del teatro che della danza che delle arti visive. È un omaggio dovuto perché pochi hanno segnato il Novecento come lei.» Crede che il messaggio di Pina Bausch possa essere recepito universalmente? «Ho seguito il lavoro della Bausch sin dall’inizio degli anni ’80 e posso affermare che non è mai stata un fenomeno elitario. Il problema è stata la difficoltà di vederla in Italia perché lei aveva questa richiestissima compagnia di cinquanta persone con scenografie molto impegnative per cui i suoi spettacoli erano forse troppo esosi per l’Italia. Il suo è un teatro molto spettacolare, non è assolutamente intellettuale, è contagioso, coinvolgente e tutte le sue venute il Italia lo hanno dimostrato. Vent’anni fa è stata a Bologna con lo spettacolo 1980 che ebbe un successo clamoroso, al pari dei grandi musical. Non è mai stata un’artista che non ha tenuto conto del pubblico, della grande forza emotiva di ciò che faceva. Certo, il discorso video complica le cose perché gli artisti di teatro (come credo la Bausch sia) sullo schermo non hanno lo stesso impatto che sulla scena però veramente non è un’artista elitaria. A dimostrare ciò è il suo rapporto con Fellini. Federico odiava il balletto, io ho lavorato con lui per due film e a suo tempo fui io a fargli conoscere Pina Bausch. Non voleva assolutamente venire a vedere il suo spettacolo, 1980, poi lo convinsi e rimase così colpito che le offrì il ruolo della gran duchessa cieca in E la nave va che si vedrà a Riccione sulla spiaggia. Non si può pensare a Fellini come artista cerebrale e intellettuale. Ebbene egli condivideva con Pina, oltre che una grande amicizia, la stessa percezione del sentimento.» Crede che sulla scena teatrale contemporanea si possa intravvedere qualche erede di Pina Bausch? «Per quel poco che oggi vedo di danza dal momento che mi occupo soprattutto, come giornalista culturale, di musica e letteratura, non vedo eredi ma solo epigoni, gente che la copia male per intenderci. Non credo sia un buon momento per la danza e il teatro danza. Però ci sono anche persone che hanno capito la sua lezione e la sua direzione. Un esempio è Pippo Delbono che ha lavorato con Pina e lo racconterà in una sua performance a Riccione. Pippo fa soprattutto teatro ed ha un modo di lavorare originale, tutto suo però Pina Bausch gli ha insegnato a trovare la sua strada.» In questo momento di crisi qual è secondo lei lo stato di salute del giornalismo culturale italiano? «Penso sia un momento molto drammatico. C’è una fortissima trasformazione in atto condizionata dalla crisi economica nel senso che i giornali hanno oggettivamente meno mezzi, meno strumenti, meno giornalisti a causa sia del crollo dell’apporto pubblicitario che del declino della carta stampata per l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione. Poi sappiamo benissimo che da parte del potere non c’è una grande simpatia per la stampa e per la libertà di parola. Io però credo ancora nella riflessione sulla carta stampata, in un tipo di giornalismo che esula dallo stare solo superficialmente sulla notizia. C’è un apporto di meditazione su quello che succede fondamentale in ambito culturale e che non può prescindere dalla carta stampata. Se ci limitiamo a registrare una frase o se addirittura la si oscura, come ha fatto ad esempio il TG1 con Elio Germano, demistifichiamo il tutto. Un intervento più approfondito, una lunga intervista servirebbe a dare alle idee e ai giudizi il tempo della riflessione. Il giornalismo di diffusione culturale non può passare attraverso l’immediatezza di internet. Credo ancora nel valore delle recensioni, di un discorso sugli spettacoli se questi lo meritano. Nel caso di Pina Bausch ho scritto vari libri ma c’è una tale ricchezza di stimoli, di riflessioni che ne potrei scrivere altrettanti.» Carlotta Frenquellucci
FULVIO ABBATE Fulvio Abbate ci tiene a precisare che è uno scrittore, non un giornalista. È vero, ha scritto per L’Unità, La Stampa, Il Messaggero, Il Foglio, Il Riformista ecc. ma è palpitante la sua identità di scrittore. Dal 1998 ha dato vita a Teledurruti, una televisione di ispirazione situazionista, la sua tv monolocale perché i suoi video sono girati davvero nel suo monolocale e nella sua città e parlano con la massima libertà di ciò che ci succede intorno, di riflessioni di carattere esistenziale, di satira. I suoi video sono cliccatissimi su internet e dimostrano che una forma di comunicazione, alternativa a quella istituzionale, esiste. Fulvio Abbate sarà al Riccione TTV sabato 12 giugno (Palazzo del Turismo, ore 17) per spiegarci Come fare una televisione monolocale e vivere felici in un paese perduto. Dopo la raccomandazione di scrivere il suo nome con la doppia “b” e le scuse per la scarsa verve causata da una notte insonne, Fulvio Abbate risponde assai affabilmente alle mie domande. Come resistere all’omologazione televisiva? «È molto semplice. La tecnologia della rete oggi ti permette di poter introdurre dei tuoi contenuti, fossero anche i più aberranti. C’è la possibilità di diventare un soggetto mediatico e già questa è una conquista enorme. Io, che sono stato cacciato da L’Unità dalla signora Concita De Gregorio e da Il foglio di Giuliano Ferrara, grazie a Teledurruti e forse anche grazie al mio talento, sono riuscito a non farmi cancellare. Teledurruti è nata nel buio della rete ed è diventata un punto di luce per la massima libertà di questa mia creatura mediatica che è anche la sua forza.» Nella puntata di Teledurruti dedicata a Riccione (se la farà) su che cosa si focalizzerà e come la titolerà? «Io verrò a Riccione e cercherò di raccontare il luogo cercando di ricalcare le immagini di un fotografo che ho molto amato che è Luigi Ghirri. Cercherò di catturare la memoria del luogo attraverso le insegne, gli arredi dei negozi, degli alberghi e percepire il ricordo di Riccione città prediletta dalla famiglia Mussolini perché a me sta a cuore la memoria dei luoghi, il modo in cui il presente calpesta il passato. Se dovessi pensare a un personaggio non potrei citare Fellini perché lo associo a un romagnolo immigrato a Roma ma piuttosto a Silvio Corbari un leggendario partigiano che ha operato in Romagna, era di Faenza mi pare. Il titolo sarebbe Teledurruti a Riccione che può sembrare banale ma è come dire Pink Floyd Live at Pompeii, un concerto eseguito nell’anfiteatro di Pompei in assenza del pubblico.» C’è qualcosa di ancora sostenibile in tv? «La cosa più bella in assoluto è RAI Storia, che ovviamente è un canale satellitare,dove si vede la vecchia televisione perché è come guardare un vecchio album di fotografie, senza l’ansia che oggi la televisione ti trasmette. Credo che, a parte questo, non ci sia altro. Anche perché oggi quello che un tempo era il kitsch ha smesso di brillare. Mi auguro che le persone fuggano dalla televisione. Faccio un esempio: negli anni ’70 nessuno guardava la televisione, è una bugia sostenere che Raffaella Carrà col suo ombelico abbia cambiato il costume, i ragazzi stavano fuori a scopare. E ora credo che si ritorni per forza a una fuga dalla tv. La televisone è uno strumento criminogeno, pensare che Striscia la notizia sia un programma di qualità la dice tutta sulla situazione del nostro paese.» Cosa ne pensa della censura alla frase pronunciata da Elio Germano a Cannes? «Un tempo avremmo avuto Gianmaria Volontè e oggi abbiamo Elio Germano che ha detto una cosa molto sfumata mentre sarebbe stato appropriato usare parole molto più dure e più politiche. La censura non mi stupisce, d’altronde non mi sono mai aspettato nulla e non ho mai avuto stima per Vincenzo Mollica. Io sono per la critica, uno che parla bene di tutto e di tutti in maniera così entusiastica non è un giornalista ma del resto Mollica va bene sia a Berlusconi che a Veltroni che per me sono equivalenti oramai. »
DAN FANTE Dan è il secondo figlio di John Fante, lo scrittore italo-americano onorato da un enorme successo come sceneggiatore a Hollywood ma trascurato per tutta la vita come scrittore e poi rivalutato solo dopo la sua morte da Charles Bukowski. Obama parlava di change. Change è anche al centro di Buttarsi, l’ultimo romanzo di Dan Fante che esce questo giugno edito da Marcos y Marcos e che l’autore presenta al TTV sabato 12 giugno nelle sale del Palazzo Turismo (ore 21.15). Più che di una presentazione si tratterà di un incontro fra due libri “disperati”: quello di Dan e i racconti di Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, che, attraverso le sue ossessioni e le sue emozioni di artista dai linguaggi plurimi, ricrea un’atmosfera di attesa e di sensualità, inseguendo i contorni del pensiero e delle vibrazioni
dell’anima. In esclusiva per In-visibile Dan Fante ci racconta cosa ne pensa del vivere tumultuoso e del perché verrà in Italia. Dan, come va in Arizona? «Bene, ho una nuova casa…. fa molto caldo… (ride)» Cosa ti ha spinto ad andare via da Los Angeles? «Los Angeles mi aveva stancato. Ci ero nato e cresciuto, e poi ci avevo vissuto per anni dopo essere tornato da New York. Se tu avessi potuto vedere che città era negli anni Cinquanta, quando ero bambino… è diventata molto diversa ora. Se una volta c’erano due o tre milioni di persone adesso la popolazione è quintuplicata. C’è una bella differenza tra una città molto estesa a bassa densità e una estesa e molto congestionata. A Los Angeles ti trovi in mezzo al traffico alle undici di sera in autostrada e dici “mioddio, questo è il posto più affollato del mondo!”. Sto anche pensando di prendere casa a Torricella Foligna in Abruzzo e di farmi cinque mesi all’anno in Italia…» Sapevo che hai radici abruzzesi ma che rapporto hai con l’Italia? «Mi piacerebbe molto viverci e anche poterci lavorare. L’Italia è la mia patria ancestrale e io mi sento benissimo soltanto per il fatto di esserci. In Italia ti senti accudito e coccolato e le persone si prendono cura di te, anche a dispetto dei governanti attuali». Eh beh, nonostante tutti i problemi che ha, l’Italia è sempre un gran bel posto. Che va mantenuto tale. Infatti, ho saputo che ti sei mobilitato contro le trivellazioni petrolifere in Abruzzo… «Mah, guarda, io ho questa opinione: la gente in Italia non ha abbastanza voce in capitolo nelle decisioni che prende il governo (o i “big business” di turno) e, per quanto ne so, non ci sono sufficienti enti di protezione dell’ambiente: non vorrei che la situazione potesse mai sfociare in quello che si è visto nell’America Centrale, dove le compagnie petrolifere hanno sfigurato il paesaggio. Cioè, c’e` bisogno di vedere qualche studio a livello ambientale, di avere qualche carta in mano in più prima di mettersi a fare contratti e appalti. Sono decisamente contrario ai grandi investimenti commerciali, che fruttano moltissimo ai grandi, lasciando ben poco al patrimonio delle genti locali e della regione». Manca forse una più forte presenza della classe intellettuale… «Certo, anche se la cultura è comunque molto ben preservata e i valori nazionali non coincidono del tutto col capitalismo, ciò che rende l’Italia ancora un paese altamente vivibile». In tutto questo come hai deciso di finire la saga di Bruno Dante (nda: Bruno Dante è il protagonista di una trilogia costituita da Chump Change, Mooch, e Spitting off Tall Buildings)? «Non so ancora. Forse 86’d sarà l’ultimo libro o magari ce ne sarà un altro, sto appunto lavorando a un detective thriller con lo stesso tipo di protagonista ma sotto altro nome». Dunque l’idea di Bruno Dante, il personaggio alienato da spostamenti e capovolgimenti rimane. «Molti mi hanno detto che si immedesimano in questo personaggio. Mi sembra che sia così anche in Italia, dove un gran numero di lettori abituati al genere poliziesco gravitino su storie a carattere soggettivo, individuale, qualcuno in cui identificarsi, la storia di Bruno…» E tu come pensi che si faccia a infilare una via d’uscita (che può benissimo essere un punto di partenza) quando tutto sembra perduto? «Dipende molto da dove uno decide di andare con sé stesso, dal proprio percorso: le difficoltà arrivano comunque. Gli sconvolgimenti, le rivoluzioni si consumano a livello personale e servono per indicare una direzione alternativa. Chi conosce le filosofie orientali chiama queste difficoltà un dono, come una bussola da cui è possibile orientarsi e vedere gli oggetti in lontananza, che permette di capire le distanze e facilita il movimento all’interno di uno spazio altrimenti indefinito. Bruno, per esempio, è un tipo che finisce per sopravvivere perché ce la vuole fare. Alla fine di 86’d questo diventa chiaro: vuole diventare scrittore per potersi esprimere e allo stesso tempo per redimersi e la sua idea di redenzione alla fine è quella di andare avanti». Wow, sono parole piene di ispirazione. «Il cambiamento è inevitabile,‘change happens’, indipendentemente da che uno lo prenda per un colpo in testa o che decida di farsi i denti. Bruno direbbe “voglio sopravvivere, voglio andare avanti” o, come si dice, “il dolore è inevitabile, ma soffrirne è un optional”. Guarda, io sono stato sposato quattro volte, ho fatto bancarotta e ne ho passate tante, ma ho continuato ad andare avanti e ho imparato che quando ti trovi a una certa distanza ti giri e vedi quello che è successo, capisci che c’è una lezione da imparare. L’uomo può sopravvivere a tutto e ci riempie di saggezza compiere questo passaggio a ostacoli». Mattia Ferroni (da Los Angeles)
E LA NAVE VA Venerdì 13 giugno (ore 21.15) la spiaggia del bagno 71 di Riccione ospiterà la proiezione su maxischermo di uno dei film di maggiore spicco della produzione di Federico Fellini, E la nave va. Il film è del 1983 e si gloria della collaborazione di importanto artisti del ‘900. La sceneggiatura è stata scritta a quattro mani da Fellini e da Tonino Guerra; i cori del film, scritti appositamente dal poeta Andrea Zanzotto, rappresentano, insieme alle musiche di Verdi, Strauss, Rossini alcuni dei punti più alti del film. La pellicola, premiata con cinque Nastri d’argento e quattro David di Donatello (miglior film, sceneggiatura, fotografia e scenografia), verrà presentata dal direttore della Fondazione Fellini, Vittorio Boarini e da Leonetta Bentivoglio, autrice delle coreografie originali del film. E la nave va narra le vicende di un gruppo di artisti che si ritrovano in un viaggio per mare per compiere la cerimonia funebre di una famosa cantante lirica. Musicisti, direttori d’orchestra e vecchi ammiratori della diva affollano la nave, intrattenuti dal giornalista Orlando (Freddie Jones) e accompagnati da un granduca prussiano e da sua sorella Lherimia, una principessa cieca e veggente (Pina Bausch). Tutto prosegue fra le varietà del gran mondo, e dalla stiva fa la sua comparsa persino un rinoceronte, annunciato da un fetore insopportabile. Fellini costruisce aspetti filmici di queste personalità portandole su un piano dal tono brillante e giocando sui processi di identificazione che una figura di genio come la defunta cantante poteva attivare. Sullo schermo immaginifico della nobile cantante lirica scomparsa i personaggi della nave tracciano pensieri, riflessioni, ricordi ricchi di enigmi e curiosità biografiche che daranno alla narrazione un andamento a tratti grave ma spesso anche gioioso e sorprendente. L’idillio però presto si rompe. Sulla “Gloria N.” viene accolto un gruppo di naufraghi serbi, fuggiti dopo l’attentato di Sarajevo, e all’orizzonte compare anche una nave da guerra della flotta austroungarica. Colpisce sempre in Fellini la misteriosa e inesauribile capacità di immettere del vero nel reale del film passando per le vie più recondite e censurate del lavoro onirico. L’evento è in collaborazione con la Fondazione Federico Fellini
AIDORU Sono una delle più originali e attive formazioni della musica indipendente romagnola e, ovviamente, italiana. Ma gli Aidoru non sono una “semplice” rock band: tra dischi a loro nome, progetti paralleli, collaborazioni teatrali con il Teatro della Valdoca, un’associazione che porta il loro nome e che organizza vari festival multi disciplinari, definirli poliedrici è un eufemismo. Gli Aidoru sono Dario Giovannini, Diego Sapignoli, Michele Bertoni e Mirko Abbondanza. Rumori, strumenti, note, melodie, timbri, silenzio, frammenti di paesaggio: questo è Songs canzoni – Landscapes Paesaggi. Quarto album in studio degli Aidoru, il nuovo progetto della band cesenate esce, a due anni di distanza da Nove Buone Nuove, coprodotto da Aidoru Associazione e Trovarobato e distribuito nei negozi da Audioglobe. Gli Aidoru inaugureranno la prima serata del TTV, venerdì 11 giugno (ore 23.30) con il live set di Songs canzoni – Landscapes Paesaggi e la presentazione del video di Daniele Quadrelli. Parlo con Dario. Il live del TTV prevede la presentazione del nuovo video, che cosa ci dobbiamo aspettare? «Questo disco ha un importante fattore legato all’immaginario, siamo stati molto attenti nel selezionare parole scritte adeguate alla musica ma anche una composizione di immagini che fanno riferimento a paesaggi urbani. Volevamo riportare queste suggestioni anche nei concerti dal vivo dove tutto questo viene a mancare. Per questo abbiamo incontrato Daniele Quadrelli e il lavoro in sintesi è stato trasmettere a lui, che ha immediatamente recepito la nostra idea, tutto questo immaginario. È una prima e dunque non sappiamo a cosa andremo incontro ma siamo fiduciosi». Qual è il fil rouge fra testi, suoni ed immagini nel progetto Songs/Landscapes? «La nostra premura era quella di tradurre il messaggio poetico. Le immagini vogliono suggerire uno stato d’animo, uno stato di osservazione e di contemplazione fondamentale per l’ascolto del nostro disco. Il video è un terzo grado di sovrapposizione». Il disco è frutto di cinque anni di ricerca, quali sono le influenze e le suggestioni più palpabili che vi rifluiscono?
«Sono stati cinque anni in cui noi quattro Aidoru abbiamo approfondito molto le nostre singole esperienze di vita sebbene il percorso del gruppo non si sia mai interrotto. Abbiamo fatto confluire in questo disco il bagaglio personale di ognuno di noi: c’è chi si è laureato, chi ha lavorato nel teatro, chi ha sperimentato la musica sotto altre forme. I tre elementi che maggiormente emergono sono in primis l’esperienza teatrale, il venire a contatto con un metodo diverso di creare, un rapporto diretto con gli attori, una costruzione drammaturgica più complessa, una maggiore sensibilità nell’osservare e nell’essere osservati. In secondo luogo è importante l’impronta delle nuove collaborazioni musicali che abbiamo portato avanti in questi anni. Noi suoniamo insieme da quando avevamo quindici anni e chiaramente dal punto di vista musicale ci siamo sempre influenzati reciprocamente con la conseguenza che siamo sì molto affiatati ma anche molto limitati sotto questo aspetto e l’interazione anche con altre realtà già musicalmente mature ha fatto sì che ritornassimo a doverci confrontare nuovamente fra di noi. Il terzo ingrediente è la riflessione che abbiamo compiuto nei confronti del paesaggio. Questo è avvenuto attraverso l’organizzazione di un festival, Itinerario Stabile Festival, un evento a cadenza annuale che ha sviluppato il rapporto col paesaggio urbano influenzando il nostro modo di fare musica. Elaborare un pensiero nei confronti di un ambiente è una cosa che un musicista fa ma di cui non ha mai consapevolezza. Quando la si acquista il modo di fare musica cambia radicalmente». Come siete approdati al teatro? Cosa vi lega alla poetica del Teatro Valdoca con cui avete collaborato? «Ciò che ci accomuna al Teatro Valdoca è il modo di lavorare: loro si trovano col materiale scenico, gli attori, le parole, il luogo e assommano questi elementi per creare lo spettacolo. Ne scaturisce un processo drammaturgico che suggerisce ma non svela il senso dello spettacolo. Non ci sono messaggi diretti ma è dentro di te che si materializza un pensiero, un sentimento. Anche noi per questo disco abbiamo lavorato un po’così, ci siamo trovati dei materiali, dei bagagli, ci siamo messi a nudo e abbiamo suonato». Che importanza ha oggi il silenzio? «Il silenzio è l’ambiente in cui un orecchio può iniziare a pensare una musica. Come la tela bianca per un pittore o la spianata di terra per un architetto. Un musicista deve pensare che il silenzio non esiste: scopri che la tua musica non parte dal silenzio ma da qualcosa che già c’è. Anche il disco parte da qualcosa che già c’è e si sposa con questo qualcosa, non rimane un angolo a sé, un ritaglio del mondo. A noi non va a genio il processo intellettuale a monte». La scelta di organizzare il progetto in due dischi ne simboleggia una natura dicotomica? «In realtà il disco è uno. La divisione in due cd non è un’operazione concettuale: finito il disco, quando ci siamo trovati a fare la scaletta abbiamo notato che c’erano dei brani che sono molto più canzoni e altri che sono più paesaggi. Ma la bipartizione del disco in realtà è piuttosto forzata perché ogni pezzo contiene entrambe le componenti: canzoni e paesaggi». Che progetti state portando avanti? Dopo questo terzo stadio ce ne sarà un quarto e poi un quinto inerenti a questo disco. Il quarto è un esperimento che faremo quest’estate ad un festival vicino a Roma: ovvero dividere veramente il disco in due concerti. Uno si intitolerà Canzoni e si terrà in un luogo canonico per i concerti e uno Paesaggi. Facciamo questo perché ci siamo accorti che, pur ponendo tanta attenzione ai luoghi, trascuriamo sempre l’aspetto “paesaggio”. Perché dunque non fare una parte di concerto in un luogo più idoneo a quel tipo di musica? Paesaggi si terrà in luogo naturale, senza elettricità. Il quinto stadio sarà dar voce alla parole del disco: faremo un lavoro con un attore che chiuderà il lavoro su questo disco. Poi uscirà il nuovo disco: un lavoro su Tierkreis di Karlheinz Stockhausen»,
TTV VILLAGE Anche Rimini fa la sua parte al Ttv Festival e trasforma piazzale Ceccarini in un’oasi di creatività, una fiera delle migliori creazioni dell’intelletto riminese. Si chiamerà TTVillage > Trend Taste Visions e sarà un’esposizione dedicata a chi ama il piccolo artigianato e a tutti i creativi in cerca di oggetti esclusivi, accessori e pezzi unici: un ambiente creato per promuovere esperienze artistiche emergenti e tendenze attuali della cultura e del design. Stand di librerie, etichette discografiche, studi grafici fanno da contorno a una piazza-caleidoscopio dai continui mutamenti sonori e visivi. Per cui si potrà ammirare il monoscopio di Loreprod che diventa l’installazione “Armi per la distrazione di massa” (dalle 16), ma anche la proie-
zione luminosa di Silvio Mancini, Inserire Floppino e Davide Brace che trasforma il Palazzo del Turismo in una cattedrale (dalle 22). Non mancheranno poi i momenti musicali per godersi lo spazio del salotto di Riccione come se fosse un dancefloor. Toccherà allora a Jean e La Plastique e alla loro electro/fidget house scatenare le danze (venerdì 11 dalle 19), mentre gli amanti di post-punk, new wave, synth-pop e old school potranno seguire i Moscovadreamers nella loro selezione musicale (sabato 12, dalle 23). L’etichetta Tafuzzy poi curerà dei momenti artistici: la stampa serigrafica ispirata al loop di Martina Merlini, Arianna Vairo, Le Raclet Screen Print Studio (sabato 12, dalle 19); il taccuino sonoro realizzato per la label giapponese Neguse Group del collettivo Cracatoa (sabato 12, ore 20). Per tutta la durataGli spazi del TTVillage ospiteranno una mostra scambio per collezionisti e appassionati dell’usato. Presenti anche gli standi di Invisibile, Brandina, Serendipità Editrice, Libreria Interno 4, Fragile Continuo Artshop, FrekOut! Records.
5° PREMIO RICCIONE PER LA TELEVISIONE A MARCO PAOLINI Il Riccione TTV Festival assegna all’attore, autore e regista Marco Paolini il Premio Riccione per la Televisione 2010, per aver attuato un inedito crocevia tra teatro e televisione attraverso le dirette tv La macchina del capo. Racconto di Capodanno (La7, 1° gennaio 2009) e Miserabili. Io e Margaret Thatcher (La7, 9 novembre 2009). Con entrambi gli spettacoli, trasmessi in prima serata e senza interruzioni pubblicitarie, Paolini ha realizzato dei veri e propri eventi televisivi, capaci di superare gli schemi tradizionali del piccolo schermo. Premiato da risultati di pubblico straordinari, ha saputo ricreare in tv l’esperienza del grande teatro dal vivo: nello spettacolo La macchina del capo ha raccontato il mondo dell’infanzia con un gusto da cantastorie moderno, pieno di ironia e disincanto; con Miserabili, in uno scenario altamente simbolico come il porto di Taranto, ha dipinto senza retorica i cambiamenti della società italiana, attraverso una felice commistione di monologo e teatro-canzone. Nella stessa occasione viene assegnato un Premio speciale a Giuseppe Baresi, per le originali sperimentazioni compiute sul linguaggio audiovisivo: un lavoro in continua evoluzione, capace di affiancare documentario e videoarte, testimonianza e ricerca stilistica. Alla cerimonia di premiazione parteciperanno Giuseppe Baresi, Michela Signori e Lorenzo Monguzzi. Domenica 13 giugno al Palazzo del Turismo (ore 21.15).
CITTADINANZA ONORARIA A ENRICO VAIME Il Riccione TTV Festival ha celebrato Enrico Vaime nel 2008 con un importante riconoscimento legato alla sua straordinaria carriera. Quest’anno il Comune di Riccione con una cerimonia aperta al pubblico (domenica 13 giugno, Sala del Consiglio Comunale, ore 15) conferisce la cittadinanza onoraria a questo scrittore arguto, autore teatrale, televisivo e radiofonico, ospite da sempre della Perla Verde. Conduttore da trent’anni di Black Out su Radio Due, padre di programmi storici come Canzonissima, Vaime dagli anni Sessanta ha contribuito ai successi televisivi di Mina, Walter Chiari, Paolo Panelli, Raimondo Vianello, Paolo Villaggio, Cochi e Renato. Dopo la cerimonia, si terrà al Palazzo del Turismo (ore 17) una conversazione cui parteciperanno Enrico Vaime, Maurizio Scaparro, storico giurato del Premio Riccione per il Teatro, uno dei primi a lanciare la carriera di Vaime e Maurizio Costanzo con un’intervista video inedita. Enrico Vaime e Maurizio Costanzo sono due dei padri della nostra televisione. Dopo una lunghissima carriera i due si sono incontrati di nuovo in questi mesi, grazie a Memorie dal bianco e nero, programma di Rai Uno scritto da Costanzo e raccontato da Vaime: un viaggio senza retorica nella storia della nostra televisione dalla fondazione della Rai a oggi, tra immagini di repertorio e interviste.
Riccione TTV Festival è un progetto di Premio Riccione per il Teatro
Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo
Premio Riccione per il Teatro tel. 0541 694425 - 695746 www.riccioneteatro.it ingresso libero
illustrazione bertrand sallé - progetto grafico
®
Artemisia Gentileschi, Feralia (dal 19 al 23 giugno, San Giovanni in Marignano)
Dalla Iole (via Destra del Porto, 2B - Rimini)
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Agenda / Giugno 10
Artisti in Piazza - XIV edizione (dal 17 al 20 giugno, Pennabilli)
arte
(dal 25 al 27 giugno - Rimini)
cinema
Festival deL Mondo Antico
musica
(20 Giugno, Domus di Bacco - Rimini)
libri
Guano Padano, musica dalla pianura
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eventi
(dal 3 al 6 giugno, Bellaria Igea Marina)
teatro & danza
28째 edizione del Bellaria Film Festival
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food & drink
URBANISM _ art in progress (mostra fotografica di Silvio Canini e Matteo Astolfi)
© Matteo Astolfi
arte URBANISM _ art in progress (mostra fotografica di Silvio Canini e Matteo Astolfi) Antao progetti - studio di architettura e ingegneria a San Marino - apre le porte alla fotografia con Urbanism _ art in progress, una mostra fotografica di Silvio Canini e Matteo Astolfi. Urbanism propone una visione sul rapporto tra uomo e città soffermandosi sul ruolo dell’architettura nella quotidianità, “architettura” nella sua accezione più ampia dove lo spazio e il luogo diventano protagonisti di stili
di vita. Urbanism propone una riflessione a vista d’uomo sull’urbanità e sui suoi confini, passando per luoghi quotidiani a volte dimenticati o consumati velocemente, per poi chiedersi: che cos’è veramente lo spazio urbano? Sul filo di queste domande i due fotografi romagnoli presentano alcuni dei loro scatti che esplorano i luoghi e non luoghi, spazi irriducibili, e “residui” di città.
Silvio Canini vive e lavora a Bellaria. Nel corso degli anni ha ottenuto importanti riconoscimenti. Ha esposto in numerose personali e collettive e da aprile 2008 cura uno spazio espositivo a Bellaria, “36A spazio gallery”. Matteo Astolfi, fotografo e visual designer, vive tra Milano e Barcellona dove espone in due piccole gallerie del centro catalano e ultimamente ha presentato a Santarcangelo due
mostre ponendo il suo sguardo sul rapporto tra uomo e città. La mostra è visitabile fino al 30 luglio. L’ingresso è libero.
VENERDì 4 Nell’ambito di “Tra l’artista e il modello: una lettura psicologica delle dinamiche creative” Note preliminari ad un’indagine complessa a cura di Sara Ugolini e Sara Polidori info: 0541 50510; percorsiartecontemporanea@gmail. com 21 Percorsi/Arte Contemporanea via A. Serpieri, 17 (Rimini) VENERDì 11 Nell’ambito di “Tra l’artista e il modello: una lettura psicologica delle dinamiche creative”
Un’intimità tenuta a distanza: il caso Vermeer a cura di Sara Ugolini e Sara Polidori info: 0541 50510; percorsiartecontemporanea@gmail.com 21 Percorsi/Arte Contemporanea via A. Serpieri, 17 (Rimini) VENERDì 18 Nell’ambito di “Tra l’artista e il modello: una lettura psicologica delle dinamiche creative” Frammenti di un rapporto amoroso nei dipinti di Goya a cura di Sara Ugolini e Sara Polidori info: 0541 50510; percorsiar-
tecontemporanea@gmail.com 21 Percorsi/Arte Contemporanea via A. Serpieri, 17 (Rimini) FINO AL 20 GIAN MARCO MONTESANO Mostra personale info: 0541 69353/600113; museo@comune.riccione.rn.it Inaugurazione sabato 15 maggio 2010 alla ore 19 mar/mer/gio/ven 8.30-12.30; mar/gio/dom 16-19; sab/lun chiuso Villa Franceschi - via Gorizia, 4 (Riccione) ESUBERANZE Personale di Enrico Ricci info: 0541 020465; einaudi.rimini@perleggere.
com Libreria Punto Einaudi Rimini - via Bertola, 68 (Rimini) DAL 22 AL 30 LUGLIO URBANISM _ art in progress Mostra fotografica di Silvio Canini e Matteo Astolfi info: 0549 962811; www.antaoprogetti.com Inaugurazione Sabato 22 ore 18.30 09-13/14.30-19 chiuso venerdì pomeriggio, sabato e domenica Antao - strada di Paderna, 2 Centro Fiorina - 4° piano Domagnano (RSM) gratis VENERDì 25 Nell’ambito di “Tra
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Antao s.a., strada di Paderna, Centro Fiorina - 4° piano (Domagnano – RSM) orari: 9-13, 14.30-19 chiuso venerdì pomeriggio, sabato e domenica info: tel. 0549 962811; www.antaoprogetti.com
Percorsi/Arte Contemporanea via A. Serpieri, 17 (Rimini) FINO AL 26 APPRODI DI SOGNO Personale di Alberto Storari lun/sab 11-12.30/17-18.30 Percorsi/Arte Contemporanea via A. Serpieri, 17 (Rimini) Fino al 30 LE 2 VITE
Personale di Maria Pia Campagna info: 0541 704416; 704421/26 Museo degli Sguardi (Colle di Covignano) Renato Birolli, necropoli e paesaggio adriatico Personale di R. Birolli a cura di Paolo Rusconi
info: 0549 883002 Museo San Francesco (San Marino Città) gratis
cinema
l’artista e il modello: una lettura psicologica delle dinamiche creative” Andy Warhol e le sue modelle: l’artista è un vampiro? a cura di Sara Ugolini e Sara Polidori info: 0541 50510; percorsiartecontemporanea@gmail.com 21
arte
IN-VISIBILE 09/10
28° edizione del Bellaria Film Festival (dal 3 al 6 giugno, Bellaria Igea Marina)
Dal 3 al 6 giugno Bellaria Igea Marina, sulla Riviera romagnola, diventa la capitale italiana del film documentario. Al via la 28° edizione del Bellaria Film Festival che ogni anno, attraverso i concorsi Anteprima Doc, Casa Rossa Doc e Corto Doc premia il meglio della produzione italiana. A questi concorsi nell’edizione 2010 se ne aggiunge uno nuovo, Crossmedia, con il quale il festival si apre alla nuova frontiera del web documentario e dei nuovi linguaggi narrativi emersi nella Rete. Il Festival 2010 muove dalla preoccupazione che
tutto il territorio possa godere della ricchezza culturale del Festival. Pertanto il Festival “uscirà” dalle sale cinematografiche e coinvolgerà, con eventi e iniziative, tutto il territorio comunale. Nella centrale Isola dei Platani sarà installato un megaschermo dove saranno proiettati filmati, clip, spezzoni di documentari internazionali, immagini belle e divertenti per coinvolgere il pubblico che passeggia. I ragazzi delle scuole medie saranno coinvolti in un work shop con i professionisti di Bonsai.tv:
gli studenti realizzeranno video sulla loro città di residenza, che saranno montati e proiettati durante il festival sui megaschermo. Il programma prevede diverse rassegne ed eventi: Nuove identità è una rassegna internazionale di documentari dedicati a un tema che definisce in modo inedito l’identità del nostro tempo e l’immaginario delle nostre città; Le opere e i giorni, momenti dedicati al documentario storico; Dissonanze, una rassegna dedicata agli autori che hanno usato la musica nel cinema come chiave per decifrare la re-
altà; infine, un omaggio al film “Maledetti vi amerò”, di Marco Tullio Giordana, a trent’anni dall’uscita a cui sarà presente il regista. Senza abbandonare il rigore tipico di un festival, BFF quest’anno propone serate di dopofestival in cui i linguaggi del cinema e della musica si miscelano per offrire un consumo più rilassato, popolare, dei contenuti culturali, e momenti di dopo festival per i più giovani. Tutto il programma è consultabile su www.bellariafilmfestival.org
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musica
Guano Padano, musica dalla pianura (20 Giugno, Domus di Bacco - Rimini) Leggi la biografia di Alessandro “Asso” Stefana e immagini abbia almeno cinquant’anni, poi lo incontri e scopri che non ne ha nemmeno trenta nonostante nella custodia della sua sei corde abbia talmente tanti progetti che forse nemmeno lui li ricorda tutti: da anni chitarrista di Vinicio Capossela, da un po’ con Mike Patton nel progetto Mondocane, da pochissimo ha fondato una sua etichetta discografica. E poi collaborazioni con Paolo Benvegnù, Emidio Clementi, Cristina Donà e l’elenco sarebbe infinito. Con lui però vogliamo parlare del progetto Guano Padano, trio western-psichedelico che ha debuttato nel 2009 con un album omonimo e che arriva a giugno per la prima volta in concerto a Rimini. Tu e Zeno De Rossi eravate già compagni di viaggio nella band di Vinicio Capossela, dall’incontro con Danilo Gallo prendono vita i Guano Padano. Come avete stabilito la direzione musicale del gruppo? “Non abbiamo mai deciso
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nulla sulle direzioni musicali da prendere: abbiamo attaccato gli strumenti e quello che ne è uscito era il nostro suono. Un amico lo ha definito “il nuovo suono della pianura” e quest’idea ci piace.” Le critica italiana ed estera ha elogiato l’album di debutto e c’è molta curiosità intorno al vostro progetto, te lo aspettavi o pensavi ai Guano Padano come un’avventura estemporanea tra i tanti tuoi impegni? “Il fatto che si sia parlato molto di questo progetto ci ha stupito enormemente, a maggior ragione per il fatto che il disco non è stato pubblicato per un’etichetta italiana e che la promozione è stata gestita da noi autonomamente. Spesso mi tiro indietro nel formare nuove band, proprio per la paura di non riuscire a vivere in pieno la situazione e di non avere tempo di seguirla come mi piacerebbe.” Nonostante la lunga tradizione delle colonne sonore non ci sono altre band in Italia che suona-
no come voi, riuscite a trovare spazi per esibirvi ed un pubblico disposto ad ascoltarvi? “Stiamo riscontrando un’attenzione del pubblico sorprendente. Anche nei grossi club, solitamente “rumorosi” percepiamo un ascolto attento durante i nostri concerti e quando stabiliamo un periodo per i concerti riusciamo sempre a riempirlo. Gli spazi ci sono, nascono continuamente nuovi piccoli club o circoli gestiti da ragazzi giovani e vogliosi di fare.” Nella vostra musica l’immaginario cinematografico è l’aspetto preponderante, quali sono le pellicole e le colonne sonore che hanno ispirato la stesura dell’album? “In realtà quando abbiamo composto i brani del disco non intendevamo ispirarci a colonne sonore in particolare. Né c’è mai stata in noi l’ambizione di creare un gruppo che facesse musica da film: semplicemente ciò che si sente è il risultato del nostro incontro. Chiaramente siamo amanti di tutto un filone di film che va da
Kurosawa a Sergio Leone, o Tarantino piuttosto che Vittorio de Seta. Però pensandoci bene il brano Epiphany è ispirato ad un film che abbiamo visto in sala di registrazione la notte prima.” Il disco è uscito per l’etichetta americana che aveva già pubblicato il tuo album solista. In Italia non avete trovato chi vi pubblicasse? “Il fatto di pubblicare il disco su Important Records è stato un passo naturale, sia per i rapporti che avevo già avviato, sia per il fatto che non avevamo ricevuto risposte nel nostro paese. Esaurita la stampa americana oggi il disco è stato ristampato in Italia per Tremoloa Records, neonata etichetta da me gestita.” Perché avete chiamato Bobby Solo per interpretare la cover di “Ramblin’ Man”? “Perché lui era l’uomo per quel pezzo. Ha fatto esattamente quello che gli avremmo sempre voluto sentire cantare.” Gianmarco Pari
MERCOLEDì 2 Acuti Acustici Paolo Sereno e Stefano Fariselli (chitarra acustica fingerstyle, sax) info: 0541 600858 21 Pier Caffe’- via Ruffini, 15 (Riccione) VENERDì 4 FORRO IN THE DARK info: 329 3512113 TREeSESSANTA (ex Macello) - via Roma 62/64 (Gambettola) SABATO 5 Festa di chiusura del Neon! Live set Delirium tremens... Neon Cafè - via Garibaldi (Rimini) MERCOLEDì 9 Andrea / Marta / Marilena rhythm and blues, soul ‘60s e funky jazz info: 0541 600858 21 Pier Caffe’- via Ruffini, 15 (Riccione) VENERDì 11 jean e la plastique dj set info: www.riccioneteatro.it/ttv 23 TTVillage c/o Palazzo del Turismo (Riccione) Songs canzoni. landscapes paesaggi Aidoru in concerto. Daniele Quadrelli video info: www.riccioneteatro.it/ttv 23.30 Palazzo del Turismo (Riccione) SABATO 12 moscovadreamers dj set
info: www.riccioneteatro.it/ttv 19 TTVillage c/o Palazzo del Turismo (Riccione) AIDORU info: 329 3512113 TREeSESSANTA (ex Macello) - via Roma 62/64 (Gambettola) domenica 13 nobraino-bifolco I Nobraino presentano in anteprima assoluta il videoclip del singolo “Bifolco”prodotto e realizzato insieme agli studenti del liceo artistico “Fellini” di Riccione info: www.riccioneteatro.it/ttv 20.30 Palazzo del Turismo (Riccione) ttvisitors festa finale del TTV con il dj set di Crystal Boll e altri protagonisti del sound TTVillage (Tafuzzy, Moscovadreamers, Jean e La Plastique) info: www.riccioneteatro.it/ttv 24 TTVillage c/o Palazzo del Turismo (Riccione) porcelaine. e frammenti Malvina Meinier (pianoforte, ukulele, carillon, campanelli, strumenti-giocattolo) info: www.riccioneteatro.it/ttv 20.30 Palazzo del Turismo (Riccione) MERCOLEDì 16 Andrea / Farfi Dj jazz, funky e brasil senza eta’ 21 info: 0541 600858 Pier Caffe’- via Ruffini, 15 (Riccione) VENERDì 18 FREAK opening live HOR-
MONAUTS (Q)² + VELVET al BekyBay Freak BekyBay - viale Pinzon, 227 (Bellaria Igea Marina) In caso di maltempo la serata si sposta al Velvet Club, via S. Aquilina, 21 (Rimini) gratis MARTEDì 20 MondoKane Neon, Musincanta, Domus di Bacco presentano: Guano Padano + Cool Chicks at the Hot Consolle info: 329 0909716 19 c/o Corte della Domus di Bacco - via dei Cavalieri, 16 (Rimini) Ingresso incluso 1 drink e buffet €10 MERCOLEDì 23 Carmina Burana Cantata profana composto su testi medievali, musicata da Carlo Orff su antichi testi dei Cleci Vaganti. info: 0541 828124 (San Giovanni in Marignano) MERCOLEDì 23 Tre Uomini e una Jane (piano, contrabbasso, batteria, voce) tra swing e jazz, con la splendida voce di Sara Jane info: 0541 600858 21 Pier Caffe’- via Ruffini, 15 (Riccione) DAL 23 AL 26 Rimini Jazz - 10° Festival internazionale del Jazz Il festival Rimini Jazz è una manifestazione unica del suo genere, dedicata alla musica Jazz ed allo lo Swing stile Dixieland, ma anche dei ruggenti
musica
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anni ‘20 ‘30 ‘50. info: 0541 51011; info@riminijazz.it Piazzale Fellini (Rimini) VENERDì 25 SUD SOUND SYSTEM (Q)² + VELVET + WADADA SOUND + BIG THINGS R.+ BLESSEDLOVE info:348 4550520 BekyBay - viale Pinzon, 227 (Bellaria Igea Marina) In caso di maltempo Velvet Club - via S. Aquilina, 21 (Rimini) MARTEDì 29 Nell’ambito di Percuotere la mente: Cinema Songs - Canzoni nel cinema Danilo Rea pianoforte, Gino Paoli voce, Rosanna Brandi voce, Marco Tamburini tromba, Marcello Siringano violino, Franco Testa contrabbasso, Ellade Bandini batteria. Video immagini realizzate da PRO MUSIC – Reggio Emilia 21.15 Corte degli Agostiniani via Cairoli, 42 (Rimini) MERCOLEDì 30 Andrea / Kowalsky Dj tra colonne sonore di film celebri e fumetti info: 0541 600858 21 Pier Caffe’-via Ruffini, 15 (Riccione)
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libri
Festival del Mondo Antico (dal 25 al 27 giugno, luoghi vari del centro storico - Rimini) L’edizione 2010, contratta in tre giornate nell’ottica di un contenimento delle risorse, ripercorre le esperienze degli anni precedenti riservando particolare riguardo all’archeologia, in considerazione dell’inaugurazione delle nuove sale della Sezione archeologica del Museo della Città che coincide con il giorno di apertura del Festival. Dalla preistoria all’età tardoantica, Rimini si riappropria del suo più lontano passato intessuto di momenti che
appartengono alla grande storia, narrati attraverso oggetti ora notevoli per il valore scientifico e documentario, ora sorprendenti per il valore estetico. Oltre a rubriche già collaudate come Archeologi in missione (una scelta di esperienze sul campo presentate da Mario Luni), lezioni magistrali, approfondimenti, letture bibliche, lezioni sulla vita quotidiana dei Romani a cura di Maria Grazia Maioli, si prospettano novità come Adriatica appartenen-
za, un percorso fra storia e archeologia che apre alle relazioni del territorio con l’area adriatica in tutti i tempi, proposto nell’ambito del progetto europeo B.A.R.C.A. E ancora Da Augusto alla Costituzione, convegno che, a quarant’anni dalla nascita delle regioni, riflette sul fatto che queste sono nate quando Augusto, con la collaborazione del suo ministro Agrippa, ridisegnò l’apparato e l’organizzazione dell’Italia. Uno spazio sarà riservato al turismo culturale, tema
oggi al centro di un vivace dibattito sul futuro della risorsa turistica nel suo rapporto con il territorio e l’eredità dell’antico. In questo ambito rientra anche il discorso enogastronomico, indagato fra passato e presente, fra tradizione e innovazione. Novità editoriali saranno al centro della rubrica Libri nuovi per l’antico e Antiquaria che guarda con occhio più attento alla produzione regionale.
GIOVEDì 3 Loriano Macchiavelli COME SI CAVA UN RAGNO DAL BUCO (Leonardo, 2010) 21 Biblioteca comunale Pio Campidelli – Mulino Sapignoli (Poggio Berni) SABATO 5 Claudio Calzana IL SORRISO DEL CONTE (OGE, 2008) Modera la serata: Anna Maria Castelli 21 Sede Ass. culturale “Rilego&Rileggo” (Verucchio) DOMENICA 6
Libri in Libertà presenta: BOOKCROSSING Passeggiata letteraria e aperitivo. info: 0541 625212; musei. radon@gmail.com 16.30-19.30 MUSAS - via della Costa, 26 (Santarcangelo di Romagna) DAL 18 AL 20 mare di libri. Il primo festival di letteratura in Italia dedicato al pubblico degli adolescenti e dei giovani adulti. info: ufficiostampa@maredilibri.it Centro Storico (Rimini) GIOVEDì 27 Enzo Di Pasquale IGNAZIA
(Fazi Editore, 2009) info: 0541 784948 21 Indipendente|mente Interno 4 - Via di Duccio, 26 (Rimini) DAL 15 AL 19 premio giornalistico televisivo ilaria alpi Cinque giornate dedicate al giornalismo costellate di dibattiti, mostre, videoproiezioni, incontri, spettacoli, seminari. info: www.premioilariaalpi.it Luoghi vari (Riccione) Venerdì 25 ETICA E POLITICA NEL MONDO CLASSICO Lezione Magistrale di Luciano Canfora info: antico.comune.rimini.it 12
Museo della Città, Sala del Giudizio (Rimini) DISPUTA SU DIO E DINTORNI Dialogo fra VITO MANCUSO e GABRIELLA CARAMORE info: antico.comune.rimini.it 21 Museo della Città, Sala del Giudizio (Rimini) domenica 27 LE RAGIONI DELLA FOLLIA. L’UOMO E L’IRRAZIONALE TRA TIBET E OCCIDENTE Interventi di Chiara Bellini e Donato Piegari info: antico.comune.rimini.it 21.30 Museo degli Sguardi/Seminario vescovile (Rimini)
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antico.comune.rimini.it
eventi
© Simone Bonfè
Artisti in Piazza - XIV edizione (dal 17 al 20 giugno, Pennabilli) Artisti in Piazza raggiunge il traguardo della quattordicesima edizione; acrobati, giocolieri, attori, musicisti, pittori, scultori, mimi, graffitisti offrono fantasia e creatività ai passanti che fanno cerchio attorno all’artista, attratti dai suoni di uno strumento
inusuale, o dalla misteriosa immobilità di una statua vivente, dalla prosa burlona di un giullare scanzonato o ancora dalle strabilianti evoluzioni di temerari funamboli. Nelle quattro giornate si esibiscono circa 50/60 compagnie provenienti da tutto
il mondo; un totale di più di 200 artisti per circa 400 repliche di spettacolo. Circa venti punti spettacolo dislocati negli angoli più suggestivi del centro storico di Pennabilli (paese medievale, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e patria elettiva del
Maestro Tonino Guerra); dal primo pomeriggio fino a tarda notte si svolgono show di arte varia: teatro, musica di ogni genere, giocoleria, magia, cirque nouveau, danza, walking act,ecc.
DOMENICA 6 SAGRA DELLA MEMORIA Mostra di disegni dei bambini, musica, commemorazioni e momenti ricreativi. Riproduzione di antichi mestieri e mostra di artigianato locale. 12-24 info: 0541 675220 Torriana DAL 2 AL 6 Artisti in Piazza Festival degli Artisti di Strada ing. a pagamento info: 0541 928003 Centro Storico, Palacirco, Teatro Vittoria (Pennabilli) fino aL 6 giugno interazioni 10 La kermesse che scommette
sulla forza dell’integrazione: alla scoperta delle diverse culture con mostre, conferenze, libri, danze, cibi e spettacoli. info: 0541 709888 (Volontarimini) Piazza Cavour e Palazzo Podestà (Rimini) DALL’11 AL 19 Mercato di antiquariato Modernariato, vintage, artigianato Artistico. info: 0541 781108 Centro Storico (Rimini) DAL 19 AL 23 Notte delle Streghe Le vie del centro storico saranno colorate dal mercatino dove si troveranno in esposizione e in vendita oggetti
originali, erbe officinali, pietre magiche e prodotti naturali. Per gli appassionati della divinazione l’antro delle streghe, un ambiente suggestivo in cui operano cartomanti, chiromanti e indovini. info: 0541 828165 Vie del centro (San Giovanni in Marignano) GIOVEDì 24 La Notte dei Cento Catini Chiamata notte delle streghe, festa magica e ricca di atmosfera con fuochi, acqua, danze frenetiche, riti magici ed inoltre diverse animazioni serali. info: 0541 928659 Centro Storico (Pennabilli)
SABATO 26 E DOMENICA 27 Giullari in Festival L’intero centro storico si trasforma in un grande palcoscenico con animazioni, suoni, colori e sapori di un mondo lontano ma ancora capace di incuriosire ed emozionare. ing. a pagamento. info: 800 553800 Centro Sorico (San Leo) sabato 26 gradisca...l’estate Lungo i 15 chilometri di litorale, da Torre Pedrera a Miramare, la kermesse non stop di libagioni e animazioni sulla spiaggia. info: riminiturismo.it Litorale (Rimini)
artistiinpiazza.com/2010
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teatro e danza
Artemisia Gentileschi in Feralia (dal 19 al 23 giugno, Teatro Massari - San Giovanni in Marignano) Ogni anno la città di San Giovanni Marignano festeggia, in occasione del solstizio d’estate, la Notte delle Streghe. In un’atmosfera cupa e suggestiva di mistero, magia e occulto ma anche di musica e spettacolo si terranno, dal 19 al 23 giugno, una lunga serie di eventi speciali nel centro città di San Giovanni. L’associazione culturale Teatro dei Cinquequattri-
ni, che da quest’anno si occupa della direzione artistica del Teatro Massari di San Giovanni in Marignano, propone per l’evento lo spettacolo Artemisia Gentileschi in Feralia con la drammaturgia di Virginia Spadoni. Feralia significa, in latino, festa dei morti. Artemisia Gentileschi, pittrice italiana di scuola caravaggesca, vaga nel suo Castello fatto d’ombre e dipinti e giardini.
I morti lì, da sempre, rinascono per cinque giorni, ad ogni solstizio d’estate. Parlano. Si confidano come mai hanno fatto in vita soprattutto con coloro che, per l’occasione, vengono a far visita tanto che i ruoli si confondono così da non comprendere più chi è vivo e chi è morto. Lo spettacolo è liberamente ispirato ad alcune raccolte di poesie: l’Antologia di Spoon River
di E.L.Masters, la Figlia dell’Insonnia di A. Pizarnik e Il Culto dei Morti di Giulio Gozzi. Il Teatro Augusto Massari rimarrà aperto al pubblico e per questa occasione verrà “abitato” e “visitato” in maniera inusuale. Ogni serata vedrà due repliche dello spettacolo che è riservato a un numero ridotto di spettatori.
Venerdì 11 Nell’ambito di Riccione TTV Festival: LA MEMORIA DI UNO SGUARDO Intervento dal vivo di Pippo Delbono info: www.riccioneteatro.it/ttv 18 Palazzo del Turismo (Riccione) martedì 15 Odin Teatret / Nordisk Teater-
laboratorium Il tappeto volante spettacolo - dimostrazione di Julia Varley. A seguire un incontro con Julia Varley e Eugenio Barba. info: www.arboreto.org 21.15 Teatro Dimora (Mondaino) mercoledì 16 Nell’ambito di Premio giornalistico Ilaria Alpi: articolo femminile.
analisi illogica della carta stampata. Concerto spettacolo di Daniela Morozzi con la partecipazione di Ares Tavolazzi (contrabbasso). info:www.premioilariaalpi.it 21 Villa Mussolini (Riccione) domenica 20 MAR’AMMORE Primo festival di artisti di strada di Rivabella
Dalle 20.30 Lungomare Toscanelli – piazza Adamello (Rivabella) Sabato 26 Nell’ambito di Festival del Mondo Antico 2010: IL SOGNO DI IPAZIA Di Massimo Vincenzi Regia di Carlo Emilio Lerici info: antico.comune.rimini.it 21.30 Teatro degli Atti - via Cairoli, 42 (Rimini)
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MARTEDI 1 COM’UNA VOLTA Gara gastronomica delle frazioni. Gli arredi ricordano le vecchie cucine, gli stand le facciate dei casolari, gli addobbi realizzati con materiali poveri ricreano un’atmosfera d’altri tempi. info: 0541 862411 Centro Storico (San Clemente) DALL’1 AL 30 FESTA DELLA CARNE 12.30 info: 0541 928659; proloco-
pennabilli@gmail.com Molino di Bascio (Pennabilli) DOMENICA 13 SAGRA DELLA TAGLIATELLA Le azdore locali si sfideranno nella superba maestria della sfoglia, i mattarelli risuoneranno sui dimenticati taglieri per far degustare agli intervenuti delle profumate tagliatelle ed inoltre: musica, mostra fotografica, antichi mestieri. Info: 0541 629701 (Poggio Berni)
SABATO 26 E DOMENICA 27 FESTA DEL PANE info: 0541 920012; comune. maiolo@provincia.ps.it Municipio (Maiolo) DOMENICA 27 NOTE DI... VINO Serata dove si potrà ascoltare band e gustare gustosi vini locali e non, oltre a poter effettuare passeggiate guidate notturne. Ing. a pagamento. info: 0541 822004-5; www. sanclemente.it
food & drink
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San Clemente SAGRA DEL SANGIOVESE Articolata manifestazione strettamente colegata al saporoso vino romagnolo, con con satnds gastronomici, mostre, musica folcloristica e ballo. info: 0541670222 Strade del centro (Verucchio)
Ricette
Torta gelato alla fragola
Tagliate il pan di Spagna a metà nel senso dello Ingredienti spessore, irroratelo con * Pan di spagna: 1 disco il limoncello diluito con * gelato alla fragola: 400 gr l’acqua, poi fate uno strato * Crema pasticcera: 1 dose di gelato alla fragola e * Limoncello: mezzo bicchiere ricomponete il dolce. * Topping alla fragola: qb Mettete la torta in freezer * Frutta fresca: qb per almeno un’ora per
farla rassodare. Preparate la crema pasticcera e poi fatene uno strato sulla superficie della torta, decorate con il topping alla fragola o con lo sciroppo di fragole e completate con della frutta fresca.
Recensioni Dalla Iole via destra del Porto, 2b (Rimini) Tel. 338 8189290
Per gli champagne si affida prevalentemente a produttori francesi che utilizzano il metodo classico. La vineria è internazionale, Il bar dalla Iole è uno di vanta perfino etichette quei luoghi in cui è facile neozelandesi. Le birre, perdere la cognizione del invece, provengono da 30 tempo e a volte anche del- micro-birrifici rigorosalo spazio, se non fosse per mente italiani. La stima è le barche dei pescatori che di oltre 100 etichette. ti ricordano di essere sul Gli aperitivi sono sempre portocanale di Rimini. E’ accompagnati da vere e qui che il padrone di casa, proprie degustazioni di Stefano, ti accoglie e ti prelibatezze che lo stesso vizia per tutto il tempo che Stefano fa arrivare da ogni deciderai di concederti. parte d’Europa: formaggi
di capra della latteria La Giuncà di Fobello, le specialità a marchio Petrossian dal caviar cube, o caviale pressato, alle uova di wasabi. Non mancano gli scampi e crudità varie per i clienti più raffinati. La serata del giovedì è riservata a sua maestà il pata negra di Joselito. Consigliato a chi vuole godersi un tramonto speciale assaporando il gusto di una vacanza dietro l’angolo. Francesca Fabbri
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SONO FATTI COSì
La tua passione è montare mobili IKEA? Ripari guasti immaginari smontando oggetti funzionanti? Questa è la rubrica fatte apposta per te. Scopri da cosa sono composti gli oggetti che usi quotidianamente.
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Gli astri secondo Cassandra
Oroscopo Illustrazioni: Michela Fabbri
Ariete Il brocantage, ovvero l’arte di trasformare mobili dismessi in veri e propri pezzi unici, potrebbe essere una valida alternativa a quello che avevi in mente di fare questo week end. Meglio riabilitare una vecchia poltrona che un ex. Toro Avresti proprio voglia di fare “pesce fritto” di quella somma di denaro che ti è arrivata inaspettatamente. Non ti sentire in colpa se non li metti via per il futuro dei tuoi figli, l’ospizio per i tuoi genitori o il tuo tombino... non basterebbero comunque. Gemelli Voglio andare ad Alghero in compagnia di uno straniero... ecco pronto il refrain per la tua estate da single. Se invece sei accoppiato resisti ad agriturismi, terme e viaggi organizzati. Cancro Eri più che convinto che quel qualcuno perso tempo fa non ti sarebbe mai mancato. E invece eccoti qui a ripensare ai suoi insegnamenti, alle sue risate e a quello che avrebbe potuto ancora regalarti. Ascolta Al Bano che ti passa. Leone Un cappio scorsoio. E’ la risposta alla domanda che ti stai facendo da qualche tempo. Una soluzione a metà tra il tragico e il beffardo. Attenzione ad usare le cose nel modo giusto. Vergine Un bruciore di stomaco, un mal di testa pulsante o forse un ginocchio che cigola: ascolta i segnali che il tuo corpo ti invia o sarà costretto a darti di morse...
Bilancia Un solo ingrediente non ti basta più. Cerchi dolcezza mista a passione, delicatezza condita da un pizzico di frenesia. Sei pronto per coniare il nome per un nuovo gusto di gelato. Scorpione Stai valutando un’interessante offerta che però ti porterebbe a vivere lontano dal mare. Chi avrà la meglio? Non ti resta che sperare che i mercati tornino alla normalità per far prevalere la salsedine sulla nebbia. Sagittario Ti lascerai catturare dalla natura. Non stupirti quando ti ritroverai ad osservare le fasi dell’accoppiamento dell’insetto stecco o proverai a costruire una diga che potrebbe distruggere un ecosistema. Tutta colpa di quelle puntate di Quark che volevi guardare a tutti i costi. Capricorno Una pioggia di diamanti e oro ricoprirà la tua pelle regalandoti emozioni forti, non lasciarti sorprendere. Potresti sempre riscoprire un animo da gioielliere. Acquario L’Australia ha il più alto numero di ladri di auto, il Canada di bevitori di succo di frutta, il Lussemburgo di trattori. Trova anche tu il tuo record personale e battilo, senza fargli male però. Pesci Questo inverno lungo e piovoso ti ha permesso di sguazzare in lungo e in largo senza conseguenze. Ma ricorda: l’acqua è poca e la papera non galleggia.
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