Analisi delle schede progettuali allegate alle Norme di Attuazione del PdA e dei relativi schemi grafici illustrativi per valutare, alla luce della situazione attuale, quale e quanta parte delle previsioni ivi indicate sia stata completata e cosa rimanga da completare.
Scheda progettuale A - AREA STRALCIO SANGONE
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1. Descrizione generale stato dei luoghi attuale con confronto stato dei luoghi Ortofoto 1998-1999 (CGR IT 2000)/ World Imagery (ESRI) 2012, corredato di analisi dello stato di consumo del suolo a scala comunale di riferimento e analisi a campione dello stato locale per un ambito sotteso significativo con l’indice bioecologico.
Il confronto generale che può essere effettuato a scala della rappresentazione di confronto tra le riprese aeree del 1990 e del 2000, presenta nel suo complesso un aumento delle aree occupate da attività di natura residenziale ed anche commerciale ed artigianale e delle infrastrutture viabilistiche che hanno ulteriormente apportato fattori di parcellizzazione e separazione nelle aree libere presenti, . L’espansione continua dell’impronta metropolitana intorno al
Comune di Torino presenta qui diversi punti caldi evidenziati con i cerchio gialli collocati nelle immagini ante interventi del 1998-99 a sinistra. Gli interventi di miglioramento ambientali e delle attrezzature del verde pubblico individuate dalla scheda non sono state attuate e lo stato generale dell’ambiente di contesto non ha raggiunto standard di miglioramento.
Infrastrutture viabilistiche Espunzione residenziale commerciale
Espunzioni commerciali
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Stato locale consumo del suolo. Relativamente allo stato locale di consumo del suolo le elaborazioni GIS di seguito riportate permettono di dare una prima visualizzazione dello stato di evoluzione con il confronto 1990-2012 che è stato possibile elaborare grazie ai dati forniti dalla Città metropolitana di Torino. La percezione di primo approccio permette di valutare come purtroppo l’aumento dei completamenti delle rare aree non utilizzate proceda senza sosta come si evince dalla buona densità dei punti in violetto nella mappa seguente che vanno ad interessare con riferimento alle attività sino al 2012 zone che si presentavano ancora libere al 1990. Si può altresì verificare che tale intensificazione non ha interessato in particolare la fascia del Sangone grazie alla presenza dell’ambito di salvaguardia dell’area protetta. Nella planimetria della pagina successiva è presentata infine una ulteriore elaborazione ma a scala dei tre comuni interessati dalla scheda n. 9 (Torino, Nichelino e Moncalieri) per i quali i dati complessivi di consumo di suolo 1990-2012 potranno essere estrapolati non appena messo a punti l’algoritmo prima richiamato. In ogni caso a questo stadio della elaborazione è stato possibile iniziare a costruirlo attraverso dei dati grazie allo scambio attivato con la Città Metropolitana e ARPA.
L’area interessata dalle infrastrutture viarie a sud del complesso del Drosso che hanno apportato ulteriori parcellizzazioni nel territorio di sponda destra del Sangone,
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Ambito della scheda A con evidenziati numerosi punti di espansione di consumo di suolo in viola scuro
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2. Verifica stato di attuazione con descrizione progetto e iter di attuazione, con parallelo e contestuale report fotografico dei luoghi con MAPPA PUNTI RIPRESE FOTOGRAFICHE e ATLANTE FOTOGRAFICO. Contenuti di previsione della scheda: Comuni di Torino, Beinasco e Nichelino. (Zone interessate 1sN3, 2sU3, 3sT, 4sT, 5sT, 6sT, 7sT, 8sT) Finalità: * Recupero ambientale delle sponde. * Riqualificazione delle aree comprese tra le aste della grande viabilità metropolitana. * Riqualificazione e compatibilizzazione degli orti urbani. * Valorizzazione del Castello del Drosso. * Continuità dei percorsi di fruizione.
0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione
1. Interventi direttamente realizzabili: - rinaturalizzazione delle sponde con allontanamento delle attività improprie esistenti; - formazione di percorsi pedonali e ciclabili; - formazione di aree attrezzate per la sosta e la fruizione; - formazione dell'area a verde attrezzato adiacente l'abitato di Beinasco; - formazione dei parcheggi di attestamento veicolare. 2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale, nell'ambito di progetti unitari, ed al parere dell'Ente di Gestione: - opere di difesa idraulica, formazione di guadi e/o di passerelle ciclopedonali; - riorganizzazione e disciplina delle principali aree ad orti, per la loro delimitazione ed il loro inserimento nei contesti rinaturalizzati circostanti e contestuale allontanamento di tutte le altre concentrazioni di attività similari; - riconversione degli usi attuali delle zone 4sT, 5sT, 6sT tramite unico progetto ovvero due progetti separati dal corso del torrente. Potranno essere realizzati interventi finalizzati ad una o più delle seguenti destinazioni: - attività sportive e di svago da svolgersi all'aperto; - attività del tempo libero; - orti urbani. Tali attività dovranno essere integrate da una forte presenza di aree rinaturalizzate, pari ad almeno il 40% di quelle coinvolte nel progetto e dovranno articolarsi senza impedire le connessioni ciclopedonali e di fruizione indicate nelle aree limitrofe. - ampliamenti area cimiteriale, all'interno e nei limiti delle vigenti previsioni degli strumenti urbanistici del Comune di Beinasco. Relativamente alle attività estrattive presenti sono ammessi esclusivamente progetti di sistemazione definitiva (conformi e congruenti con l'articolo 3.10 delle Norme di Attuazione) che non comportino una modifica sostanziale dell'attuale stato dei luoghi, secondo quanto ulteriormente precisato all'art. 4.1 delle Norme di Attuazione.
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1. Interventi direttamente realizzabili: - rinaturalizzazione delle sponde con allontanamento delle attività improprie esistenti;
INTERVENTI AVVIATI
Azione solo parzialmente in coincidenza degli eventi alluvionali, con opere di esclusiva azione di protezione idraulica senza contestuale allontanamento delle attività improprie.
INTERVENTI ESEGUITI
PREVISIONI A SCHEDA PROGETTUALE
STATO MANUTENZIONE E GESTIONE
STATO ATTUATIVO “SEMAFORO”
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Tav 1
- formazione di percorsi pedonali e ciclabili;
Realizzato percorso di collegamento lungo il Sangone a partire dall’abitato di Beinasco fino a Bruino con fondi regionali ed attuato dal Parco del Po in cooperazione con la Provincia di Torino. Non sono stati realizzati invece i percorsi ortogonali al Sangone di raccordo con i centri abitati od altre previsioni come il guado sul Sangone. Tav 2
- formazione di aree attrezzate per la sosta e la fruizione;
Intervento non realizzato Tav 3
- formazione dell'area a verde attrezzato adiacente l'abitato di Beinasco;
Intervento non realizzato Tav 4
- formazione dei parcheggi di attestamento veicolare.
Intervento non realizzato Tav 5
2. Interventi soggetti a verifica di compatibilità ambientale ed al parere dell'Ente di Gestione: - opere di difesa idraulica, formazione di guadi Intervento non realizzato, fatta eccezione per quanto attiene alla passerella di scavalco della circonvallazione di e/o di passerelle ciclopedonali; Borgaretto, opera che tuttavia costituisce una struttura di nessun utilizzo, ed oggi in abbandonata come sono abbandonati ed occupato da rifiuti i percorsi di accesso immediatamente prossimi alla struttura. Sono ancora in corso di iter i progetti di realizzazione dei percorsi di scavalco delle infrastrutture autostradali finanziare coni fondi di compensazione del termovalorizzatore del Gerbido. Tav 6 - riorganizzazione e disciplina delle principali aree ad orti, per la loro delimitazione ed il loro inserimento nei contesti rinaturalizzati circostanti e contestuale allontanamento di tutte le altre concentrazioni di attività similari;
Intervento non realizzato. La costruzione della circonvallazione ha determinato l’allontanamento di una serie considerevole di orti, la cui riorganizzazione non è stata tuttavia attuata.
- riconversione degli usi attuali delle zone 4sT, 5sT, 6sT tramite unico progetto ovvero due progetti separati dal corso del torrente. Potranno essere realizzati interventi finalizzati ad una o più delle seguenti destinazioni: - attività sportive e di svago da svolgersi all'aperto;
Tali previsioni sono state in minima parte seguite, in quanto l’intero comparto individuato in due aree a sx e dx orografica del Sangone, non hanno visto la realizzazione complessiva di quanto previsto. Fa solo parzialmente eccezione l’area in dx orografica che in coincidenza della realizzazione della circonvallazione di Borgaretto, ha visto la destinazione ad attività del tempo libero della porzione di aree verdi che ruotano intorno alla passerella ciclopedonale collocata a nord est del cimitero di Borgaretto. La parzialità dell’azione seguita è da riferirsi al fatto che tale aerea verde oggi versa in un grave stato di abbandono e incuria, che comporta l’impossibilità di accesso alla passerella, che appare abbandonata e circondata da aree occupate da mini campi di zingari. Non ultimo appare evidente un
Tav 7
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- attività del tempo libero; - orti urbani.
problema di coordinamento intercomunale essendo questa area di pertinenza del comune di Beinasco (Borgaretto), mentre l’area del Drosso ricade nel comune di Torino. Tav 8
Interventi realizzati attraverso applicazione dell’istituto normativo della modifica non sostanziale della scheda progettuale ai sensi della Norma di Piano Realizzazione circonvallazione di Borgaretto
Titolarità progetto: Provincia di Torino. Asse viario realizzato in fregio alla sponda destra orografica del Sangone per il bypass dell’abitato di Borgaretto e il collegamento diretto con la viabilità delle aree di Beinasco ed Orbassano, indotta anche dall’aumento delle attività edilizie nella fascia retrostante e collocata a nord ovest di Borgaretto. Tav 9
Il complesso dei dati di verifica è stato caricato sulla mappa di mypams appositamente creata e che si presenta come suo valore descrittivo come riportato nella figura seguente e potrà essere ulteriormente implementato grazie a successivi aggiornamenti.
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Tavole localizzazione interventi scheda progettuale.
Tav 1 – - rinaturalizzazione delle sponde con allontanamento delle attività improprie esistenti;
Sponda sinistra orografica area del Drosso con comparto degli orti urbani ancora presenti sino sull’area di scarpata della sponda
Sponda destra orografica con comparto degli orti urbani ancora presenti in area di Orbassano.
Sponda sinistra orografica con comparto degli orti urbani ancora presenti in area verde del Comune di Beinasco
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Tav 2 – - formazione di percorsi pedonali e ciclabili;
Il percorso ciclabile lungo il Sangone nel suo tracciato completo sino al Po alle Vallere. Dalla linea blu a monte il tracciato realizzato dal parco del Po torinese, ed a valle quello già esistente realizzato dalla ex Provincia di Torino.
Il tratto del percorso ciclabile nel parco urbano di Rivalta dove sorge anche il centro Bike di servizi.
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Tracciato in destra orografica all’altezza del Comune di Orbassano intorno al quale sono stati riordinati servizi di orti urbani ed attrezzature sportive.
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Sponda destra orografica area di Orbassano con il percorso ciclabile che percorre la sponda del Sangone a valle del Ponte di Rivalta.
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Tav. 3 - formazione di aree attrezzate per la sosta e la fruizione; Area attrezzata prevista in concomitanza con le attività di recupero del territorio in destra orografica del Sangone post allontanamento degli orti urbani. Intervento che non è oggetto di utilizzo a causa dell’abbandono delle aree recuperate in concomitanza della realizzazione della circonvallazione di Borgaretto.
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Tav. 4 - formazione dell'area a verde attrezzato adiacente l'abitato di Beinasco;
Previsione di area verde pubblica in area Beinasco non realizzata.
Dettaglio dell’area agricola destinata a servizio verde pubblico attrezzato nella quale fu proposta la realizzazione di un Parco ma solo come intervento a latere di una urbanizzazione con residenziale che avrebbe occupato la fascia indicata in grigio (intervento non previsto nella normativa di piano sia dalla scheda progettuale che dalle condizioni di trasformazione per le aree T.
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Vista dell’area verde prevista in rapporto al complesso residenziale di Beinasco collocato a ovest del territorio destinato a servizi del verde.
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Tav. 5 - formazione dei parcheggi di attestamento veicolare.
Sistema di parcheggi evidenziati in colore previsti nella scheda progettuale e non realizzati eccetto il territorio del complesso del Drosso (vedasi commento specifico in immagine a seguire.
Ambito del Castello del Drosso nel quale le attività di recupero a destinazione residenziale di uno dei complessi ex rurali hanno trasformato l’area destinata a parcheggio in percorso ciclopedonale e viabilità di accesso all’area.
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Area di attestamento veicolare in fregio al percorso del Sangone connessa agli itinerari di fruizione (linea a puntini), sostituita da aree a orto urbano ed alterata dal passaggio della circonvallazione di Borgaretto.
Area a parcheggio realizzata a sud della precedente area prevista in zona all’esterno della scheda ed in territorio in ampliamento di urbanizzazione con realizzazione residenziale e supermercato. In evidenza in area arancio il terreno intercluso non edificato.
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Effetto del consumo di suolo di aree libere immediatamente inserite all’esterno dell’area di salvaguardia del Sangone interessata dal Piano d’Area.
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Tav. 6 - opere di difesa idraulica, formazione di guadi e/o di passerelle ciclopedonali;
Area con previsione di scheda progettuale con passerella di scavalco della autostrada Torino Pinerolo oggi in corso di ipotesi mediante l’utilizzo dei fondi di compensazione dell’inceneritore del Gerbido ma non ancora realizzata.
Passerella di scavalco della tangenziale di Borgaretto, non prevista dalla scheda progettuale ma realizzata per la connessione con le aree a Parco riqualificate verso la sponda destra orografica del Sangone . Le aree a parco sono circondate da villaggi di nomadi e non essendo all’interno di percorsi di fruizione pubblica anche di natura consolidata sono sostanzialmente abbandonate ad un uso di riqualificazione.
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Area di previsione di una opera di guado del Sangone in collegamento tra Borgaretto e l’area del Drosso non realizzato e che la scheda progettuale aveva previsto in continuità coni sistemi di percorsi lungo sponda. Oggi questi territori non sono interessati da percorsi di fruizione pubblica (come ad esempio la Corona di Delizie che passa in aree più distali a sud nell’abitato di Borgaretto). Oggi queste aree sono occupate da villaggi abusivi di nomadi ed altre attività improprie.
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Tav. 7 - riorganizzazione e disciplina delle principali aree ad orti,
Aree con diffusione orti urbani non regolamentati a sinistra negli anni 1997-98 occupanti el aree verso sponda Sangone ed impatto della circonvallazione realizzata in difformità dalla scheda progettuale (riportata in stralcio in alto) a destra. Le previsioni di scheda erano mirate allo spostamenti del comparto degli orti in area più a sudovest in allontanamento dal Sangone a monte e a valle del lago di cava di prestito esistente.
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Dettaglio aree a orti con sistemazioni non realizzate. La realizzazione della circonvallazione si è limitata ad espropriare alcune zone a orto che si sono ricollocate spontaneamente, mentre le restanti aree sono oggi interessate da coltivazione agricola privata con produzioni orticole con ampie aree interessate da impianti a serra (visibili in più allineamenti in basso nell’immagine aerea collocate a sud del cimitero.
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Le due aree di riorganizzazione degli orti urbani (in arancione) come previste dal piano d’area e non realizzate, che prevedevano un allontanamento con rinaturazione dalle fasce prospicenti la sponda sinistra orografica del Sangone (in blu). Queste aree sono state interessate da iniziative di censimento nel quadro del progetto Orti generali attivato nell’area di Strada Castello di Mirafiori e finanziate da bandi di Compagnia di Sanpaolo, alle quali manca tuttavia l’attivazione e il supporto da parte del Comune di Torino.
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Tav – 8 - riconversione degli usi attuali delle zone 4sT, 5sT, 6sT tramite unico progetto ovvero due progetti separati dal corso del torrente. Potranno essere realizzati interventi finalizzati ad una o più delle seguenti destinazioni: - attività sportive e di svago da svolgersi all'aperto; - attività del tempo libero; - orti urbani.
Il progetto indicato non è stato attuato come anche e già illustrato sul tema degli orti, mentre in qualche misura la genericità delle destinazioni indicate senza ricondurle ad una forma progettuale individuata (Parco pubblico, spazi sportivi etc..) non ha permesso la realizzazione delle indicazioni di massima individuate.
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Tav. 9 – Realizzazione circonvallazione di Borgaretto.
Traccia della realizzazione della circonvallazione realizzata senza previsione della scheda progettuale e quindi in condizione di modifica non sostanziale in considerazione delle destinazioni a parco realizzate (area in arancione), che tuttavia come illustrato più sopra non hanno ottenuto poi la realizzazione finale ad uso a causa della mancanza di una connessione e riqualificazione complessiva del fronte urbano verso il Sangone specie nella parte tra Borgaretto e il corso d’acqua.
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ATLANTE FOTOGRAFICO E MAPPA PUNTI DI RIPRESA Dal rilevamento fotografico si possono desumere queste prime valutazioni di carattere generale: 1. Il sistema del Sangone e delle sue sponde non ha visto nessun miglioramento, con un peggioramento delle condizioni di qualità visiva in considerazione della realizzazione di manufatti commerciali anche di dimensioni considerevoli. Il materiale è anche stato riprodotto in formato di atlante sfogliabile fotografico consultabile sul profilo ISSUU dedicato. Rispetto alle linee guida regionali in materia di Visuali sceniche. In questa parte della relazione viene solamente richiamato il tema dell’applicazione delle linee guida e dei contenuti che il PPR regionale individua per l’area in esame (dati consultabili all’indirizzo http://webgis.arpa.piemonte.it/ppr_storymap_webapp/ ). Il territorio della scheda 9 è definito dalla tavola di riferimento relativa alle Componenti paesaggistiche (P4) come da insieme dei campi di lettura riportati nella figura che segue:
La cui descrizione di legenda generale è quella seguente (in rosso l’area di interesse della scheda progettuale) Rispetto alla zona fluviale allargata (fascia in azzurro), che tra il resto riprende anche i confini dell’area contigua delle aree protette del Po, si può constatare come le intrusioni di altri usi del suolo siano in questa area di particolare estensione, in particolare nell’area più orientale della scheda, oltre alle due importanti fasce viabilistiche che purtroppo incidono pesantemente nel contesto del Sangone.
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14. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) L’elenco indica le sotto citate situazioni caratterizzanti, disciplinate nelle Norme di Attuazione all’articolo 32. Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesaggistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesaggistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o tracce di sistemazioni agrarie e relative infrastrutture storiche (tra cui i Tenimenti Storici dell'Ordine Mauriziano non assoggettati a dichiarazione di notevole interesse pubblico, art. 33) SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV5 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV6 Sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi: i vigneti Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.
13. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) L’elenco indica, tra le situazioni riconosciute come caratterizzanti, relazioni visive tra insediamenti costruiti e contesto coltivato o naturale, secondo le sotto citate casistiche, disciplinate all’art. 31 della normativa. Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31, c. 1, lett. a, b, c, d, e) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Contesti di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Gli elementi sono contrassegnati da una “X” se particolarmente notevoli.
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3. Giudizio finale di attuazione della scheda secondo una scala di qualità che prevede 4 livelli
Sulla base delle considerazioni e del report illustrato, degli interventi previsti, di diversa misura ed entità sia in termini di complessità che di estensione solamente due hanno visto l’avvio di una loro parziale soluzione, purtuttavia con risultati molto parziali. Inoltre altre tre opere hanno interessato porzioni significative di aree con interventi che sono stati realizzati applicando le modalità della modifica non sostanziale alla scheda progettuale.
1 – scarsa attuazione
0 – nessuna azione realizzata 1 – scarsa attuazione 2 – parziale attuazione 3 - buona attuazione 4 – completa attuazione
In generale lo stato di scarsa attuazione è legato ai seguenti fattori che di seguito sono riepilogati: 1 – forte sovrapposizione tra i territori comunali che lungo il Sangone collocano i loro confini, creando di fatto una parcellizzazione amministrativa che non rende agevole l’attuazione di progetti di natura fluviale che per loro stessa natura necessitano o di omogeneità territoriale comunale o di forte cooperazione intercomunale. Anche strumenti come il Contratto di Fiume, che sono stati avviati in questo territorio non hanno portato fattori positivi a riguardo, sia per la mancanza di continuità nell’operato dello strumento, sia per la sua debolezza in rapporto agli accordi attuativi che ne hanno fatto seguito, non connessi a veri accordi di programma vincolanti per i sottoscrittori. 2 – criticità di approccio delle amministrazioni comunali con problematiche urbanistiche connesse di più ai centri urbani che al contesto delle aree esterne e fluviali, e per di più di limitata capacità e dimensione amministrativa. 3 – complessità delle tematiche di trasformazione a forte connotazione socio-urbana come il tema degli orti urbani. 4 – difficoltà di raccordo tra le politiche di tutela e le capacità progettuali esclusivamente di natura idraulica, con quelle di riqualificazione paesaggistica ed ecologica. Un fattore legato alle competenze di AIPO ed alle progettualità comunali oltre che alle disponibilità finanziarie, che impediscono ai progetti idraulici di poter conglobare al loro interno anche attività di allontanamento di usi importi e progetti di natura paesaggistica. 5 – lunghi tempi di attuazione di misure compensative derivanti da progetti esterni (come quelle del termovalorizzatore del Gerbido).
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In merito alle trasformazioni obiettivo della scheda lo stato di forte compresenza di aspetti insediativi misti tra residenziale, industriale, agricolo e dei servizi (sprwl urbano) e di elementi di abbandono o di mancata individuazione di funzioni proprie del territorio (conforti elementi di dispersione di frangia tra urbano e periurbano), è utile ai fini della ridefinizione del perimetro e dei contenti della scheda progettuale effettuando le seguenti valutazioni, suddivise tra ambiti territoriali.
Comparto parchi pubblici a ridosso dell’abitato di Beinasco Questo territorio costituisce l’unica testa di ponte di natura fruitiva da parco pubblico che è stata individuata dalla scheda e che non ha visto la sua attuazione a causa della pressione urbanistica che è stata effettuata su tale comparto. L’area è stata fatti oggetto di proposte di destinazione a fini esclusivamente residenziali, che sono state bloccate dall’azione di controllo dell’ente di gestione, a fronte delle quali erano state anche proposte soluzioni alternative, con una forte riduzione delle destinazioni residenziali comprendente anche una sistemazione a parco pubblico ancorché ridotta rispetti al disegno di piano, ma nel complesso a questo rispondente. Considerazioni di natura commerciale anche connesse alla crisi dell’edilizia partita dalla crisi generale dell’economia del 2007-2008, hanno impedito l’attuazione di tale funzione, mantenendo inalterata la destinazione agricola oggi ancora presente. Tuttavia tale nucleo mantiene una sua particolare importanza in quanto costituisce l’unica area verde collocata a ridosso ed in prossimità di un nucleo abitativo di considerevole densità, e che non è dotato di servizi di spazi verdi all’aperto pubblici. Da questo punto che può essere pertanto considerato un vero caposaldo, si può immagine di sviluppare un progetto di sistema del verde urbano e periurbano con l’intento di ricucire anche paesaggisticamente lo stato delle aree verdi lungo il Sangone. Tale approccio espliciterebbe meglio le finalità stesse del Piano e della scheda, che pur mantenendo la loro validità hanno visto l’applicazione di un approccio eccessivamente naturalistico e sviluppato in senso longitudinale lungo l’asta del corso d’acqua, non sviluppando con strumenti adeguati le necessarie connessioni funzionali con i centri abitati circostanti, che possono fornire supporto alla rivitalizzazione delle aree verdi ed evitare la loro marginalizzazione che porta alla diffusione di usi impropri ed a condizioni di scarsa sicurezza e fruibilità. Il disegno di questo nuovo Parco urbano, la cui realizzazione dovrebbe vedere un sistema di progetto che coinvolga tutte le amministrazioni dell’asta fluviale nel quadro di un grande progetto di riqualificazione, dovrebbe prevedere una stretta connessione con l’area posta immediatamente a valle del ponte collocato più a monte, dove sono presenti oggi orti urbani, ampliandone la funzione, oltre a strutture e servizi in connessione con il plesso scolastico presente di fronte al parco stesso. Non si esclude per l’attivazione del processo una parziale destinazione dell’area a residenziale o a servizi pubblici nel caso si ravvisi l’opportunità di andare a collocare in tale area strutture di interesse pubblico e o comunale, ma mediante un progetto di alta qualità ambientale e con altezze non elevate e standard energetici di alta efficienza energetica. Questo investimento permettere inoltre la soluzione al problema della discontinuità di raccordo con il polo oggetto di valorizzazione del castello del Drosso, già indicato dalla scheda attuale come nodo di interesse. La realizzazione di un’opera discavalco con una intenzione già segnalata dalla scheda in vigore potrebbe essere risolta con un attraversamento in fregio al ponte sulla tangenziale o con le soluzioni prospettate dai progetti previsti dalle opere incluse nel Piano delle opere di compensazione approvato nel 2008 da un protocollo di intesa territoriale (che destina circa 35 milioni di euro sul territorio di afferenza del termovalorizzatore del Gerbido).
Zona di localizzazione del Termovalorizzatore del Gerbido ed area di realizzazione dello scavalco.
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Comparto area Castello del Drosso Dopo anni di mancato intervento nel corso del 2021 è in esecuzione la trasformazione delle Cascine Perino in aree residenziali. Tale intervento, pur escludendo l’impianto del castello del Drosso, che si auspica prossimi interventi di recupero possano recuperare agli usi adeguati all’importanza del sito, costituisce un fattore di innesco importante portato avanti da ACLI casa, ed il cui completamento è previsto per il 2023 . Accessorio all’intervento è quello di sistemazione della viabilità di accesso con sede di pista ciclabile che rappresenta un primo tassello per una idea di connessione lungo la fascia sinistra orografica del Sangone. (vedasi in proposito quanto riportato al paragrafo relativo ai sistemi di connessione e percorsi.)
Il complesso in corso di recupero a fini residenziali del primo complesso delle cascine del Drosso a fianco del secondo complesso purtroppo ormai in totale abbandono
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Comparto orti urbani in destra orografica e in sinistra orografica e spetti connessi alle nuove destinazioni d’uso delle aree ricomprese nelle zone del piano 4,5 e 6T.
In merito alle indicazioni di scheda su questi due punti, che sono state individuate ai punti rinviati a giudizio di compatibilità dell’ente digestione: 2.2 - riorganizzazione e disciplina delle principali aree ad orti, per la loro delimitazione ed il loro inserimento nei contesti rinaturalizzati circostanti e contestuale allontanamento di tutte le altre concentrazioni di attività similari; 2.3 - riconversione degli usi attuali delle zone 4sT, 5sT, 6sT tramite unico progetto ovvero due progetti separati dal corso del torrente. Potranno essere realizzati interventi finalizzati ad una o più delle seguenti destinazioni: - attività sportive e di svago da svolgersi all'aperto; - attività del tempo libero; - orti urbani.
Si ritiene che essi non possano far parte di due aspetti separati, ma che la scheda debba ricondurli ad una idea di intervento progettuale strettamente unitario al suo interno, nonché ampliato ai disegni di riordino urbanistico legati alle frange urbane circostanti. Come si è detto nei commenti in tabella sulle attuazioni più sopra, le funzioni delle aree verdi in un contesto a forte urbanizzazione non può essere disgiunto da interventi che con questo mantengano una forte attuazione attuativa e che in tale area sono resi ancor più complessi in quanto l’obiettivo unitario indicato dal Piano è qui diviso tra due differenti territori comunali, Beinasco e Torino, con naturali difficoltà legate a due ordinamenti diversi e a due amministrazioni diverse. A maggior ragione questo elemento vale per la questione degli orti urbani, per i quali gli aspetti di riordino indicati dalla scheda non sono stati attuati, salvo che per qualche allontanamento forzoso effettuato in coincidenza della realizzazione della circonvallazione di Borgaretto, che non ha risolto il problema, anzi lo ha semplicemente spostato in altri siti senza ottenere l’obiettivo voluto dalla scheda. E’ quindi necessario tentare di raggiungere una nuova soluzione al tema a partire da una delle funzioni preponderanti oggi presenti, affidando a questa il compito di guidare i processi di trasformazione: in tale comparto gli usi delle aree aperte verdi più diffusi sono quelli legati agli orti e pertanto di qui si propone di partire per poi giungere ad immaginare un parco agricolo attrezzato con funzioni di fruizione connesse non a unica vocazione agricola ma con una sovrapposizione di attività. In generale questa porzione sud dell’ipotesi di realizzazione di aree a nuove destinazioni ha sofferto anche di altre due criticità: la prima riguarda le finalità della scheda e del punto in questione, in quanto queste non fanno riferimento in modo più puntuale a come le grandi aree agricole e spazi verdi presenti si possano raccordare con le altre funzioni latamente intese come destinate ad attività del tempo libero. Senza in sintesi una progettualità a scala comunale più specifica, le finalità sono rimaste genericamente affidate a funzioni di difficile collocazione sul territorio, cosa che avrebbe potuto essere invece facilitata tramite un processo di progettazione a Masterplan più definito e puntuale. La seconda difficoltà è invece legata all’assenza di un legame di natura insediativa tra l’abitato di Beinasco e l’area destinata ad attrezzature verdi e tempo libero: l’abitato si presenta infatti interfacciato con l’area verde tramite un piazzale che circumnaviga il cimitero e partendo da un piazzale di assoluta e totale anonimità. Si può affermare che in un contesto così fortemente urbano e di frangia, senza un progetto “urbano” che guidi le trasformazioni insediative al margine delle aree verdi e che possa quindi prefigurare nuovi allestimenti a servizio all’interno dell’area destinata a fruizione, il processo non può evolvere e crescere. Alle difficoltà attuative ha paradossalmente anche contributo un’azione progettuale realizzata ma che non si è ispirata a temi di progetto del territorio, ma semplicemente alla soluzione di un problema strettamente viario: si tratta della circonvallazione di Borgaretto, che è stata realizzata nella fascia verde tra il costruito e il Sangone, aggrava il senso di separazione fra i due fronti, quello urbano e quello fluviale. Rispetto a tale tematica questo territorio del Sangone non è orfano di interessanti sperimentazioni, nate negli anni 2000, e che si sono consolidate nell’arco di una decina di anni. Ci si riferisce alla progettualità non lontana dall’area della scheda collocata immediatamente a valle di questa, innescata a partire dal PRU di Via Artom – territorio non interessato attualmente da scheda progettuale - a cura delle attività di accompagnamento al progetto di riqualificazione urbana attivato in allora (Piani accompagnamento sociale PAS), e che ha visto una naturalista sviluppare uno dei due filoni di lavoro sul tema del verde, uno dedicato al Parco Colonnetti l’altro alle sponde fluviali (la dr.ssa Isabella Devecchi), sito quest’ultimo appunto occupato da orti in gran parte abusivi ed impiantati su terreni di proprietà pubblica in particolare comunale.
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Aree interessate dai progetti di riordino del sistema degli orti urbani nell’ambito delle attività dirette del PRU di Via Artom
La ricostruzione di questo complesso lavoro permette di conoscere gli elementi di forza sul quale si è appoggiato: innanzi tutto la presenza di uno staff tecnico del Comune di Torino del settore delle grandi opere del verse molto motivato e dall’altro esperienze di indirizzo politiche dell’assessorato all’ambiente che hanno creduto in tale investimento. Le grandi opere del verde hanno nel comparto degli orti collocati a sud del Parco Colonnetti permesso di intervenire con un progetto di recupero paesaggistico delle sponde. Scheda. 2007 inaugurazione del Parco del Sangone. Un'area dequalificata di oltre 120.000 metri quadrati ubicata sulla sponda sinistra del torrente Sangone, in Circoscrizione 10, diventa oggi un grande parco pubblico grazie al progetto di recupero del Settore Grandi Opere del Verde Pubblico. Parco Sangone. Il grande progetto "Torino Città d'Acque", mirato alla riqualificazione delle sponde dei quattro fiumi torinesi, e da oltre 10 anni fortemente voluto dall'Amministrazione, raggiunge oggi un nuovo ed importante traguardo. Un'area di oltre 120.000 metri quadrati ubicata sulla sponda sinistra del torrente Sangone, per diversi decenni sepolta sotto una distesa di orti abusivi (oltre 240), di rifiuti abbandonati e di accampamenti nomadi, diventa oggi un grande parco aperto alla libera fruizione dei torinesi grazie al progetto di recupero del Settore Grandi Opere del Verde Pubblico della Città di Torino. Un intervento di riqualificazione particolarmente complesso, costato circa € 1.700.000, e portato a termine nell’arco di cinque anni, tra progetto e direzione lavori, grazie all'azione determinata e sinergica tra l'Assessorato al Verde Pubblico, la Circoscrizione 10, il Corpo di Polizia Municipale, l'AMIAT, l'AEM, l'ASL 1, l'Ente Parco del Po, il Magistrato del Po e le Cooperative di accompagnamento sociale del quartiere. I lavori, iniziati nell'aprile 2005 con la bonifica dell'area dall'amianto presente in gran parte degli orti abusivi sotto forma di lastre di fibrocemento utilizzate per la costruzione di capanni e tettoie, sono proseguiti prima con la demolizione delle recinzioni, dei forni, delle cisterne, dei contenimenti di terra e delle piccole costruzioni sorte negli anni e successivamente sono continuati con la movimentazione e la lavorazione del terreno al fine di mettere in sicurezza e trasformare i numerosi strapiombi, tipici delle sponde fluviali, in armoniose modulazioni di terreno, gradevoli alla vista e funzionali alla meccanizzazione dei tagli erba manutentivi che verranno effettuati nel tempo dal Settore Gestione Verde della Città di Torino. Oggi l'area, dalla quale è possibile ammirare sia la collina torinese che il Monviso, sia il neo restaurato Mausoleo sabaudo della Bela Rosin che il limitrofo ampio Bosco dell'Accampamento, ha assunto una rilevanza paesaggistica significativa, grazie all'inserimento di 350 alberi autoctoni riuniti in gruppi naturali, ombreggianti i circa 1500 metri di nuovi percorsi ciclo-pedonali, e alla realizzazione di interventi mirati di ingegneria naturalistica. Un'attenzione particolare è stata dedicata anche alla realizzazione di 102 orti regolamentati, ciascuno dotato di capanno in legno e recinzione, la cui disponibilità d'acqua è assicurata da due cisterne interrate da 26.000 litri alimentate dal troppo pieno dei toretti.
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L'illuminazione dei percorsi principali, le recinzioni in legno a delimitazione dell'intera area, l'allestimento di un parcheggio di servizio ed il rifacimento della piazzetta pedonale antistante il Mausoleo della Bela Rosin, sono gli interventi che completano una riqualificazione che, unita al limitrofo e neo-riqualificato (giugno 2006) parco Colonnetti, consegnano alla Città ben 500.000 metri quadrati di verde completamente fruibile ed attrezzato.
Il modello utilizzato è stato quello pertanto della totale sostituzione con preventiva demolizione degli orti collocati abusivamente a dimora. A questa fase è seguita la ricollocazione di strutture a cura del proprietario dell’area – il Comune di Torino – e la loro messa a disposizione degli utenti sulla base di un bando pubblico. Tale attività è stata gestita nella fase di attuazione grazie alle società cooperative che hanno seguito il PAS di Via Artom. L’intervento della Città di Torino, facilitato dalla presenza della fascia di salvaguardia del Parco del Po istituite nel tratto torinese nel 1995, e quindi dalla spinta ed indirizzo dello stesso ente regionale, ha tuttavia rappresentato l’unico vero motore che ha permesso la modificazione dello stato dei luoghi, del quale la benzina è stata rappresentata dall’iniziativa progettuale delle società incaricate dell’attuazione del PAS. A questa attività, sviluppata dalla cooperativa Miraorti, è poi seguita una nuova progettualità che ha interessato l’area ad orti sempre abusiva ma questa volta collocata nell’area est del Parco Piemonte (anche questa area esterna alle schede progettuali del Piano). Qui il modello è stato tuttavia differente, avendo percorso un approccio meno impattante in quanto l’associazione Miraorti si è presa l’onere, di intesa con la Città di Torino titolare delle aree, di procedere ad una iniziativa di “occupazione guidata” di alcuni orti che erano stati abbandonati, per partire da questi con una opera di graduale ripristino della legalità, portando quindi la situazione ad una regolamentazione su una area messa a disposizione da parte della città e con la conseguente regolarizzazione dell’intera porzione di territorio. Questa operazione ha condotta ad una crescita del progetto orti urbani sul Sangone che è poi divenuto come attività la nuova piattaforma denominata Orti generali. Una realtà che ha potuto sviluppare nuove iniziative anche di accesso a progetti come quelli di fondazioni come la Compagnia di San Paolo o come la Fondazione per l’architettura dell’Ordine degli architetti di Torino con la quale è stato lanciato un crowdfunding che ha permesso di raccogliere risorse per un nuovo censimento proprio dell’area direttamente interessata dalla scheda progettuale A del Sangone in strada del Drosso (iniziativa condotta nell’ambito del Festival di architettura 2020). Allo stato attuale purtroppo non si stanno verificando le condizioni per l’utilizzo finale di queste risorse in quanto la spinta di indirizzo della Città di Torino su questo tema si è negli ultimi tempi affievolita, rischiando di rendere vano l’impegno ottenuto grazie alla attivazione locale ,questa volta avuta tramite una piattaforma di natura privata professionale.
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L’elemento di particolare interesse che attiene a questa esperienza riguarda la particolare innovazione e originalità costituita dal mix tra un processo di attivazione urbana al quale è seguito uno di accompagnamento e animazione sociale, dal quale è nato uno spinoff con una associazione che ha preso in mano direttamente la trasformazione di porzioni di territorio, attuando nel concreto previsioni di nuova destinazione d’uso di aree e raggiungendo un profilo di riqualificazione di alta qualità. E’ un processo che si è mosso all’esterno delle classiche previsioni normative di piano, prendendo le mosse dai sistemi di rigenerazione urbana che nei PRU specificamente prevedevano le attività dei Piani di accompagnamento sociale (PAS). Nell’affrontare pertanto il tema del riordino degli orti urbani, che nell’area del Drosso edi Beinasco costituisce ancora un fattore di forte necessità anche a fronte della presenza di attività improprie e di usi monocompatibili con la libera fruizione del sistema del verde presente in questi territori, l’esempio di buona pratica sopra citato, deve essere preso a campione per una sua applicazione anche in questi ambiti. Appare evidente che per la sua esportazione è necessario avviare una alleanza tra ambiti comunali interessati, in particolare tra Torino e Beinasco, oltre ad auspicare una continuità nel lavoro svolto sino ad oggi. A questo proposito le indicazioni della scheda progettuale del Piano potrebbero fornire indirizzo normativo, recuperando i contenuti dei PAS e dei PRU della città di Torino, all’interno delle modalità attuative del Piano. In realtà tale fattore potrebbe essere inquadrato in una problematica che come accennato più sopra connetta tra di loro i due temi della organizzazione degli spazi verdi e quello della sistemazione degli orti urbani in un unico progetto di Parco agricolo del Sangone, tema che era già stato oggetto di pensieri di Piano, da recuperare all’interno del disegno di progetto del programma della Corona Verde torinese. Un fattore di debolezza al riguardo è rappresentato dal fatto che il piano direttore generale della Corona Verde, stilato dal Politecnico di Torino per la Regione Piemonte, non è mai stato approvato e trasformato in un documento di approfondimenti attuativo urbanistico e paesaggistico. La mancanza di un documento quadro di riferimento come questo impedisce agli strumenti di Piano di potersi interfacciare con una dimensione di scala periurbana dei problemi individuati.
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Sistema dei percorsi e creazione di punto di attraversamento in corrispondenza del complesso del Drosso.
In merito a questo comparto appare evidente dalle immagini riportate in basso che la mancanza di connessione con i sistemi della mobilità ciclabile in particolare legata alle reti del Comune di Torino deve essere superata per permettere alle locali arterie di mobilità sostenibile del Sangone di poter essere utilizzate con frequenze maggiori garantendo così anche una presenza di fruitori maggiore ed un connesso miglioramento del contesto per il cambio della domanda di usi.
Il circuito della Corona di Delizie Rete della ciclabilità del Comune di Torino con evidenziazione dell’area a destra
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In considerazione di queste valutazioni per comparti l’area che si propone di individuare come nuova scheda progettuale è pertanto la seguente, dove è previsto l’ampliamento ai comparti dei territori di Miraorti ed al Boschetto di Nichelino e le aree industriali, per favorire la realizzazione di un sistema a snodi di parco pubblico che connetta il Boschetto di Michelino con l’area a Parco di Beinasco.
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ATLANTE FOTOGRAFICO DEL FIUME PO Luoghi della scheda progettuale A del Piano d’Area Comuni di Torino e Beinasco (TO)
Aprile 2021 Fotografie Ippolito Ostellino
Crocevia Sangone e sistema stradale da Torino
Spazi sulla destra di Corso Unione Sovietica in prossimità del ponte sul Sangone e dell'innesto in tangenziale sud. Sulla sinistra la pista ciclabile della rete torinese. (orientamento photo sud-ovest)
Immagine panoramica dell’affaccio del ponte sul Sangone di collegamento tra Torino e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. (orientamento photo ovest)
Spazi sulla destra di Corso Unione Sovietica in prossimità del ponte sul Sangone e dell'innesto in tangenziale sud. (orientamento photo ovest)
Affaccio del ponte sul Sangone. (orientamento photo ovest)
Aree di preparazione a radure prative . (orientamento photo nord)
Sedime del ponte sul Sangone di collegamento tra Torino e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. (orientamento photo ovest)
Spazi liberi senza specifiche destinazioni d’uso sulla destra di Corso Unione Sovietica in prossimità dell’innesto in tangenziale sud (orientamento photo ovest)
Tratto inziale della circonvallazione di Borgaretto in fregio alla tangenziale sud di Torino. (orientamento photo ovest)
Tratto della circonvallazione di Borgaretto in fregio alla tangenziale sud di Torino in tratto a rotonde. (orientamento photo sud-ovest)
Tratto della circonvallazione di Borgaretto in fregio alla tangenziale sud di Torino in tratto a rotonde. (orientamento photo sud)
Vista dal tratto della circonvallazione di Borgaretto in fregio alla tangenziale sud di Torino: aree residuali attività commerciali con collocamento di arnie per api. (orientamento photo nord)
Vista dal tratto della circonvallazione di Borgaretto in fregio alla tangenziale sud di Torino: aree a rotonda di connessione con le espansioni residenziali . (orientamento photo sud-ovest)
Viabilità secondaria connessa alla circonvallazione di Borgaretto con rotonda.
Le aree a destinazione parco attrezzato lungo la circonvallazione di Borgaretto
Aree verdi di scarsa qualità ecologica sulla destra della circonvallazione di Borgaretto in (orientamento photo nord)
Aree verdi di scarsa qualità ecologica connesse alla realizzazione di spazi di fruizione non completati sulla destra della circonvallazione di Borgaretto in (orientamento photo nord)
In primo piano aree verdi di scarsa qualità ecologica connesse alla realizzazione di spazi di fruizione non completati sulla destra della circonvallazione di Borgaretto. Sulla sfondo , in sinistra orografica del Sangone, il Castello del Drosso (orientamento photo nord)
In primo piano aree verdi di scarsa qualità ecologica connesse alla realizzazione di spazi di fruizione non completati sulla destra della circonvallazione di Borgaretto. Sulla sfondo , in sinistra orografica del Sangone, il Castello del Drosso (orientamento photo nord)
In primo piano recinzioni orti ed area di accesso alle aree verdi di scarsa qualità ecologica connesse alla realizzazione di spazi di fruizione non completati sulla destra della circonvallazione di Borgaretto senza struttura di segnalatica organizzata alla fruizione degli spazi aperti(orientamento photo est)
Tratto della circonvallazione di Borgaretto in fregio alla tangenziale sud di Torino in tratto a rotonde verso l’incrocio con il sistema autostradale di Torino Pinerolo (orientamento photo ovest)
Aree ad orti urbani in prossimità del sistema stradale Torino Pinerolo ed accesso dalle rotonde della viabilità di raccordo con la circonvallazione di Borgaretto. (orientamento photo est)
Aree ad orti urbani in prossimità del sistema stradale Torino Pinerolo ed accesso dalle rotonde della viabilità di raccordo con la circonvallazione di Borgaretto. (orientamento photo est)
Aree ad orti urbani in prossimità del sistema stradale Torino Pinerolo ed accesso dalle rotonde della viabilità di raccordo con la circonvallazione di Borgaretto. (orientamento photo ovest)
Aree ad orti urbani in prossimità del sistema stradale Torino Pinerolo ed accesso dalle rotonde della viabilità di raccordo con la circonvallazione di Borgaretto. (orientamento photo nord)
Area di margine urbano di Borgaretto con la piazza di accesso al Cimitero (vialetto collocato nell’estremo destro dell’immagine)e connessione con i previsti sistemi di riqualificazione degli orti urbani e della viabilità degli spazi a parco attrezzato non realizzati (orientamento foto nordovest).
Vista verso sud della piazza di accesso al Cimitero di Borgaretto (orientamento foto sud).
Accesso al Cimitero (di Borgaretto ed ai percorsi fruitivi non completati (orientamento foto ovest).
Area di margine urbano di Borgaretto con la viabilità collocata in fregio al Cimitero di connessione con i previsti sistemi di riqualificazione degli orti urbani e della viabilità degli spazi a parco attrezzato non completati o abbandonati (orientamento foto nord-est).
Area di margine urbano di Borgaretto a fianco del Cimitero di connessione con i previsti sistemi di riqualificazione degli orti urbani e della viabilità degli spazi a parco attrezzato non realizzati (orientamento foto ovest).
Area di margine urbano di Borgaretto destinata alla riqualificazione degli orti urbani e della viabilità degli spazi a parco attrezzato non realizzati ed oggi destinasti ad aree agricole periurbane private (orientamento foto ovest) .
Area di margine urbano di Borgaretto destinata alla riqualificazione degli orti urbani e della viabilità degli spazi a parco attrezzato non realizzati ed oggi destinasti ad aree agricole periurbane private (orientamento foto sud) .
Area di margine urbano di Borgaretto a fianco del Cimitero di connessione con i previsti sistemi di riqualificazione degli orti urbani e della viabilità degli spazi a parco attrezzato non realizzati (orientamento foto sud).
Area di margine urbano di Borgaretto in prossimità della passerella di scavalco della circonvallazione, con sistemi di accesso all’infrastruttura abbandonati . (orientamento foto ovest).
Area di margine urbano di Borgaretto in prossimità della passerella di scavalco della circonvallazione, con sistemi di accesso all’infrastruttura abbandonati , e sulla destra la rampa di accesso alla passerella (orientamento foto sud).
Area di margine urbano di Borgaretto in prossimità della passerella di scavalco della circonvallazione, con sistemi di accesso all’infrastruttura abbandonati od occupati da orti urbani (orientamento foto ovest).
Innesto con il centro di Beinasco e aree verdi in sinistra e destra orografica del Sangone.
Percorso ciclabile in fregio alla viabilità di raccordo di Beinasco con Borgaretto realizzata sulla sponda destra orografica del Sangone. (orientamento photo ovest)
Vista sulla sponda dx. del Sangone dal percorso ciclabile in fregio alla viabilità di raccordo di Beinasco con Borgaretto realizzata sulla sponda destra orografica del Sangone. Sulla destra il cancello di accesso all’area chiusa di pertinenza della SMAT sistema acquedotti torinese. (orientamento photo nord)
Vista sulla sponda dx. del Sangone dal percorso ciclabile in fregio alla viabilità di raccordo di Beinasco con Borgaretto realizzata sulla sponda destra orografica del Sangone. (orientamento photo nord )
Vista sulla sponda dx. del Sangone e sponda sinistra dall’area SMAT in destra orografica lungo la viabilità di raccordo di Beinasco con Borgaretto realizzata sulla sponda destra orografica del Sangone. (orientamento photo ovest)
Vista sulla sponda dx. del Sangone e sponda sinistra dall’area SMAT in destra orografica lungo la viabilità di raccordo di Beinasco con Borgaretto realizzata sulla sponda destra orografica del Sangone. (orientamento photo ovest)
Vista sulla sponda dx. del Sangone e sponda sinistra dall’area SMAT in destra orografica lungo la viabilità di raccordo di Beinasco con Borgaretto realizzata sulla sponda destra orografica del Sangone. (orientamento photo sud)
Aree verdi in sponda sinistra orografica del Sangone lungo le aree residenziali di Beinasco. (orientamento photo ovest)
Aree verdi con spazi a orto urbano in sponda sinistra orografica del Sangone lungo le aree residenziali di Beinasco. (orientamento photo nord)
Aree verdi con spazi a orto urbano in sponda sinistra orografica del Sangone lungo le aree residenziali di Beinasco con aree a abbandono inerti. (orientamento photo ovest)
Aree verdi con spazi a orto urbano in sponda sinistra orografica del Sangone lungo le aree residenziali di Beinasco con tratti a verde a stretto ridosso della sponda (orientamento photo sud)
Aree verdi e greto dalla sponda sinistra orografica del Sangone lungo le aree residenziali di Beinasco con tratti a verde a stretto ridosso della sponda. (orientamento photo sud-ovest)
Area prativa destinata a parco pubblico attrezzato non realizzato in prossimità del plesso scolastico (sulla destra dell’immagine panoramica). (orientamento photo ovest)
Area prativa destinata a parco pubblico attrezzato non realizzato in prossimità del plesso scolastico : vista dal punto di confine con l’edificato attuale (orientamento photo sud-ovest)
Viabilità marginali e residuali a fianco del plesso scolastico oggetto di abbandono di rifiuti. (orientamento photo sud)
Area del plesso scolastico. (orientamento photo ovest)
Area del plesso scolastico. (orientamento photo ovest)
Il complesso del Drosso
Viabilità di accesso alla riqualificazione della Cascina Perino del complesso del Drosso. (orientamento photo sud-est)
Viabilità di accesso alla riqualificazione della Cascina Perino del complesso del Drosso con le aree agricole circostanti e l’area di recupero sulla sfondo (la Cascina Torta o Gromis collocata verso la spanda del Sangone in posizione retrostante a Cascina Perino, non è interessata da recupero e verso in totale stato di abbandono) (orientamento photo sud)
Riqualificazione della Cascina Perino del complesso del Drosso con le aree agricole circostanti. (orientamento photo sud)
Riqualificazione della Cascina Perino del complesso del Drosso a fini residenziali. (orientamento photo sud-ovest)
Riqualificazione della Cascina Perino del complesso del Drosso a fini residenziali. (orientamento photo sud-ovest)
Aree a orti urbani di Strada Castello di Mirafiori.
Innesti alle aree agricole presenti sul terrazzo sinistro orografico del Sangone. (orientamento photo sud)
Innesti alle aree ad orti urbani presenti sul terrazzo sinistro orografico del Sangone. (orientamento photo sud)
Vista dalla viabilità di accesso alla aree ad orti inframmezzate alle aree industriali presenti sul terrazzo sinistro orografico del Sangone. (orientamento photo ovest)
Vista dalla viabilità di accesso alle aree ad orti inframmezzate alle aree industriali presenti sul terrazzo sinistro orografico del Sangone. (orientamento photo sud est)
Vista dalla viabilità di accesso alla aree ad orti inframmezzate alle aree industriali presenti sul terrazzo sinistro orografico del Sangone. (orientamento photo sud)
Vista dalla viabilità di accesso alla aree industriali presenti sul terrazzo sinistro orografico del Sangone. (orientamento photo sud)