AIUTO MI SCAPPA LA LINGUA!

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AIUTO MI SCAPPA LA LINGUA! di Enrico Mancini

Tutti i compagni di classe la chiamavano “Lumachina”. Tutti pensavano che al posto della lingua avesse una piccola lumachina perché parlava lentamente, le parole s’interrompevano spesso fino a perdersi dapprima con un filo di voce poi a lungo andare con un silenzio imbarazzante. Il curioso soprannome era poi associato al nome che, in effetti, sembrava prestarsi al gioco ironico dei compagni. Valentina, questo il suo nome. Valentina era una bambina molto sensibile e frequentava la quinta elementare. I compagni di scuola quando lei “faceva la bella statuina”, ridendo sguaiatamente la apostrofavano così: Lumachina Va lentina, va lentina.



Non era colpa di Valentina se all’improvviso le parole scomparivano dalle sue labbra, la colpa era forse della lingua che dal rosso vivo diventava bianca bianca come un cencio per la paura di dire qualcosa in pubblico. La lingua spesso si sentiva a disagio quando Valentina andava a scuola o a fare la spesa con la mamma e allora diventava bianca, perdeva l’orientamento e per timidezza eccessiva e un po’ per l’ansia scivolava dalle labbra e andava a nascondersi chissà dove.

Quando la lingua scappava il suo colore rosso ritornava allegramente sulle sue papille gustative. Immobile con gli occhi sbarrati Valentina avrebbe voluto, per togliersi l’imbarazzo e il fastidio di dosso, fare una smorfia e una linguaccia ma non poteva. Lei aspettava che la lingua stanca di scappare ritornasse al suo posto. Nessuna delle maestre riusciva a farla sorridere, a smuoverla. Sapete perché?


Valentina non aveva perso solo la lingua ma anche il sorriso, I denti, non avendo più la compagnia simpatica e chiacchierona della lingua e si sentivano soli e timidi a mostrarsi, provavano nostalgia e un gran vuoto da riempire. Anche Valentina avvertiva dentro di sé un vuoto che andava riempito, non era solo la lingua, forse anche nel suo cuore ma non sapeva definire il suo stato d’animo e le sue mancanze.

Forse avvertiva un vuoto d’Amore? La lingua si nascondeva nei posti più impensati per sfuggire ai controlli e per non essere trovata. La mamma di Valentina se ne andava di volta in volta con una lente d’ingrandimento a cercare la lingua fuggitiva come un vero investigatore.



Un giorno sfuggì alla vista della mamma di Valentina perché riuscì a mimetizzarsi sulla copertina di un disco famoso, un noto gruppo musicale che tutti conoscono come i Rolling Stones che faceva parte della collezione del suo papà. Sulla copertina del disco dei Rolling Stones era stampata una grande bocca che faceva la linguaccia, per ritrovare il coraggio e vincere l’insicurezza la lingua di Valentina presto volle imitarla.

Durante una delle sue passeggiate la lingua, che era molto golosa, fu ritrovata in mezzo alla panna montata della torta di compleanno preparata per la nonna di Valentina.Le avventure della lingua si facevano sempre più frequenti perché Valentina non riusciva a risolvere il suo problema, sembrava che le maestre e i suoi genitori non riuscivano a comprenderla. Spesso la lingua di Valentina si cacciava proprio nei pasticci e non si trattava stavolta di dolci.



Un giorno si ritrovò sul banco del macellaio Arnaldo e stava per essere fatta a pezzettini, un altro giorno “ sguscio” via come una lumachina dentro il panino del compagno di classe di Valentina mentre stava per essere addentato. Ma come aveva fatto a finire lì dentro?



Tante volte la lingua di Valentina aveva la nostalgia della sua casa, non il guscio della lumachina ma della bocca di Valentina. L’estate ardeva dall’arsura e d’inverno la lingua di Valentina diventava un ghiacciolo e non poteva più curiosare ed imbucarsi da qualche parte. Valentina riuscì alla fine a ritrovare la lingua e il sorriso? Un giorno la maestra ebbe una felice intuizione che aiutò Valentina a superare il suo problema. La maestra insegnò ai bambini una simpatica e breve filastrocca scioglilingua. “ LA LINGUA LANGUISCE PER LE LINGUINE LUNGHE AL LIMONE”

Ecco cosa scrisse Valentina con il gesso sulla lavagna. Tutti i compagni di Valentina non riuscirono a dire la filastrocca, le loro parole s’interrompevano spesso, altri facevano scena muta, qualcuno cercava di ripetere più velocemente e sembrava che la lingua s’inceppasse fra i denti e cominciava a fare le smorfie.


I compagni cominciavano a capire le difficoltà di Valentina, cosa significasse comunicare con le parole senza riuscirvi. Alla fine erano tutti rossi dalla vergogna, si erano bloccati, silenzio intorno ma poi scoppiarono in una grande risata.

Valentina cominciò a sorridere ai compagni che in quel momento si erano sentiti a disagio quasi per incoraggiarli. La lingua di Valentina si accorse che anche le lingue dei compagni a volte facevano difficoltà, avevano dei momenti in cui volevano nascondersi dalla vergogna e scivolare via. Stranamente quel giorno i compagni di scuola non presero più in giro Valentina e la sua lingua ben volentieri fece amicizia con le lingue dei compagni. Quante chiacchierate! Tra una risata e l’altra nessuno si vergognava più.


Tutti impararono che non ci si deve nascondere a causa dei difetti e nemmeno quando ci si sente in difficoltà perché c’è sempre qualcuno che può aiutarci. La maestra finalmente soddisfatta tirò un sospiro di sollievo.

Testo e illustrazioni di @ioviandante bustasorpresa.jimdofree.com Iscrivetevi al canale you tube LE FAVOLE DI NONNA BICE


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