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STANDARD & LEGISLATION

STANDARD & LEGISLATION - UCIF Informs

Stampa 3D: opportunità o minaccia (anche per la finitura)

Marcello Zinno

UCIF – Unione Costruttori Impianti di Finitura, Milano, Italia info@ucif.net

Da diversi anni si parla di stampanti 3D e di processi finalizzati alla creazione di prodotti che non sono il frutto di una produzione di massa, ma il risultato di processi di stampa, e quindi molto spesso realizzati in esemplari unici o in piccole serie. Da pari tempo questi processi sono visti dall’industria come una minaccia alla produzione tradizionale: spesso si elencano gli svantaggi che questo nuovo metodo apporta rispetto alla realizzazione di materiali tramite processi tradizionali. Ma, a ben vedere, non ci sono solo minacce dietro questa nuova concezione produttiva. Infatti, sempre più spesso gli impianti complessi sono caratterizzati dalla presenza e dal funzionamento di una serie di piccoli elementi i quali, con il vincolo della produzione su larga scala, raggiungono dei costi elevati che si traducono in prezzi molto alti per la ricambistica. L’Additive Manufacturing, meglio conosciuta come stampa 3D, risolve questo problema alla radice e permette di realizzare anche prodotti unici con un materiale scelto appositamente per la relativa applicazione, produzioni flessibili e costi contingentati. Raggiungere questi obiettivi non è banale. Richiede uno specifico knowhow non solo in termini di progettazione, ingegnerizzazione e stampa, ma anche di post-processo e finitura superficiale. Il processo di stampa e i requisiti di finitura superficiale vengono presi in considerazione già in sede di progettazione: questo contribuisce a ridurre le potenziali problematiche delle fasi di post-processo e a eliminare la necessità di costose modifiche ai disegni in corso d‘opera. Importante diventa anche il processo di finitura finale, perché anche ciò che è stampato deve essere “finito” in modo da inserirsi alla perfezione nel funzionamento del macchinario che lo ospiterà. Ciò è più facile se chi si occupa di produzione additiva ha anche esperienza di trattamenti superficiali. Ai vantaggi della stampa 3D (pesi ridotti, facile integrazione di funzionalità specifiche, rapidità di produzione anche dei componenti singoli più complessi senza la necessità di strumenti costosi, minore tasso di scarto, riduzione del time to market), si aggiungono quindi i vantaggi del processo di finitura dell’elemento stampato (maggiore velocità nel processo e aumento della produttività, possibilità di trattare anche i pezzi più fragili senza il rischio di danneggiarli, adozione di software specifici che permettono una finitura precisa e ripetibile). Nel vasto e innovativo settore italiano della finitura vi sono anche tecnologie dedicate sia alla realizzazione di prodotti 3D sia ai processi di trattamento superficiale, segno che la finitura italiana rappresentata da UCIF costituisce un punto distintivo a livello internazionale di cui andare fieri.

© Adobe Stock © Adobe Stock

THE MARKETING CORNER

Come promuovere un’azienda su LinkedIn

Barbara Pennati

eos Mktg&Communication Srl info@eosmarketing.it

LinkedIn è uno degli strumenti più efficaci per fare marketing e promuovere il proprio business. Infatti, grazie alle molteplici opzioni e funzionalità che abbiamo a disposizione (alcune delle quali forse un po’ nascoste o sottovalutate), abbiamo l’opportunità di promuoverci presso un target altamente specializzato non solo attraverso annunci a pagamento ma anche organicamente. In questo articolo vi offriamo una panoramica completa delle maggiori funzionalità di LinkedIn, strategie e consigli utili per implementare un profilo personale e aziendale efficaci.

LinkedIn è senza dubbio la piattaforma professionale numero uno nel panorama dei social network. Lanciata nel 2003 e acquisita da Microsoft nel 2016, LinkedIn è principalmente utilizzato per lo sviluppo di contatti professionali, lo scambio di informazioni e contenuti inerenti al mondo del lavoro e la ricerca di lavoro. Con oltre 740 milioni di utenti1, il 40% dei quali accede quotidianamente alla piattaforma, LinkedIn si attesta tra gli strumenti imprescindibili per il networking professionale, sia a livello personale sia a livello aziendale. Infatti, se è vero che avere un profilo curato e aggiornato su LinkedIn può aprirci a nuove opportunità di carriera, è altrettanto vero che un profilo aziendale su LinkedIn rappresenta un touchpoint importante, nonché una concreta opportunità di raggiungere un target altamente specializzato e potenzialmente interessato. LinkedIn, come tutti gli altri social, nasce per connettere le persone e solo in un secondo momento come vetrina per le aziende. Pertanto prima di intraprendere qualsiasi azione per conto della nostra azienda, è bene avere un profilo personale curato.

Come creare un profilo LinkedIn professionale

Un profilo curato e professionale parte dalla scelta di una foto profilo altrettanto curata e professionale. Lasciamo quindi perdere foto con occhiali da sole o scatti delle vacanze: scegliamo una foto che ci rappresenti, senza per forza essere seriosa, ma che trasmetta un’immagine consona al mondo del lavoro. Un altro elemento grafico importante è la cover page, che spesso viene

lasciata tristemente vuota. Sfruttiamo questa immagine per dire qualcosa in più di noi, di un nostro interesse, delle nostre capacità oppure per promuovere l’azienda per cui lavoriamo o il lavoro che svolgiamo. Un altro elemento spesso trascurato è il cosiddetto riassunto, una parte testuale che viene visualizzata prima delle esperienze lavorative. Questa sezione ci permette di approfondire le nostre competenze, esperienze lavorative ma anche aspetti della nostra personalità o i nostri interessi (fig. 1). Ricordiamoci, infatti, di una cosa importante: LinkedIn non è un CV e pertanto, non va trattato come tale. Largo alla professionalità, certo, ma anche a ciò che ci contraddistingue e che contribuisce a renderci individui unici. Siamo pur sempre su un social network: lasciamo il nostro segno, facciamo proprio il mezzo e sfruttiamolo per comunicarci a tutto tondo, sempre sotto l’egida della professionalità. In poche parole, facciamo personal branding. Dopo aver completato questa prima parte introduttiva, andiamo al sodo compilando accuratamente la sezione dedicata al percorso professionale e accademico. Il consiglio in questo caso è lo stesso valido per i CV: ha senso mettere un’esperienza passata, magari di anni e anni fa, che non ha nessuna attinenza con il percorso che abbiamo intrapreso o che vogliamo intraprendere? Piuttosto, diamo maggiore rilievo alle esperienze più recenti e più vicine al nostro settore di expertise. Se abbiamo ottenuto certificazioni o licenze possiamo aggiungerle al profilo per renderlo ancora più completo. LinkedIn permette anche di elencare sul profilo altri traguardi raggiunti, come pubblicazioni, brevetti, riconoscimenti, nonché le nostre capacità linguistiche ed eventuali esperienze di volontariato. Un’altra caratteristica interessante di LinkedIn è la possibilità di aggiungere delle competenze al nostro profilo, che i nostri contatti potranno peraltro confermare. I nostri collegamenti potranno anche scrivere una referenza che sarà poi pubblicata sul nostro profilo (fig. 2).

Figura 1: Il riassunto ci permette di approfondire le nostre competenze, esperienze lavorative ma anche aspetti della nostra personalità.

Figure 2: LinkedIn permette di aggiungere delle competenze al nostro profilo e i collegamenti possono scrivere referenze.

Figura 3: Nell’intestazione abbiamo la possibilità di inserire anche un bottone per una CTA a scelta tra Contattaci, Iscriviti, Registrati, Scopri di più e Visita il sito web.

Non dimentichiamoci inoltre che tutte le nostre attività, i post, gli articoli che scriviamo nonché le pagine che stiamo seguendo e i gruppi di cui facciamo parte saranno visibili sul nostro profilo. Ora che abbiamo avviato il nostro profilo e creato un personal brand, non ci resta che fare networking, collegarci con i nostri colleghi e con altri professionisti del nostro settore di riferimento, e interagire con loro. Come anticipato, è dal nostro profilo personale che dovremo muovere i primi passi per promuovere l’azienda, non solo perché a livello tecnico ci serve un profilo personale per poter aprire un profilo aziendale, ma anche perché tutto quello che diciamo, che pubblichiamo, la nostra attitudine si rifletterà anche sulla nostra azienda. Quindi no alla censura ma facciamo attenzione che ciò che esprimiamo a livello personale non porti a risvolti controversi per la nostra azienda e per le nostre stesse opportunità di carriera. Ma vediamo, dunque, come utilizzare le potenzialità offerte da LinkedIn per promuovere un business.

Promuovere un’azienda su LinkedIn: 5 passi da fare

1. Accresci il tuo network

Come già accennato, molte delle azioni di promozione organica su LinkedIn (quindi pubblicità esclusa) dipendono da un’azione precedente di networking. L’obiettivo di LinkedIn, infatti, è primariamente quello di mettere in contatto i professionisti dei vari settori. Creiamo quindi la nostra rete di contatti. Colleghiamoci e interagiamo con loro, e condividiamo contenuti interessanti per la nostra rete. Solo con alle spalle una rete di contatti potenzialmente interessati potremo promuovere attivamente e con successo il nostro business attraverso i vari strumenti che LinkedIn ci mette a disposizione.

2. Crea una pagina aziendale

Il primo passo da compiere per promuovere i servizi di un’azienda e il suo brand è creare una pagina aziendale. Alla stregua del profilo personale, anche qui avremo a disposizione un’intestazione con uno spazio apposito in cui caricare il logo e un’immagine di copertina per una comunicazione visiva delle nostre attività, nonché uno spazio apposito per il nome e per lo slogan, il claim della società. Sfruttiamo tutti questi elementi e ricordiamoci che tutto dovrà richiamare l’immagine coordinata e la linea di comunicazione che abbiamo scelto per comunicare la nostra azienda. Oltre alle informazioni principali della pagina, nell’intestazione abbiamo la possibilità di inserire anche un bottone per una CTA a scelta tra Contattaci, Iscriviti, Registrati, Scopri di più e Visita il sito web (fig. 3). LinkedIn mette poi a disposizione una sezione per una panoramica più completa della nostra azienda che dovremo compilare con una descrizione di ciò che facciamo e offriamo, e informazioni circa dove siamo localizzati, il nostro sito web, i contatti, il settore di appartenenza, le dimensioni dell’azienda e il tipo di azienda. LinkedIn dà la possibilità, attraverso la voce Community, di mettere in evidenza sulla pagina tre hashtag a scelta e alcuni gruppi. Entrambe le voci devono chiaramente essere pertinenti con la nostra attività ma sono utili per far capire agli utenti quali hashtag seguire e a quali gruppi

Figure 4 and 5: I canali Twitter e LinkedIn di Netflix.

aderire per trovare i nostri aggiornamenti o per far parte della community del settore. Il consiglio è anche quello di inserire sempre un hashtag relativo all’azienda, magari il nome stesso dell’azienda. Infine, è possibile gestire la nostra pagina in più lingue, aggiungendo eventuali traduzioni. Attraverso la nostra pagina aziendale potremo anche creare e pubblicare offerte di lavoro, che potranno essere consultate da chiunque navighi sulla pagina. Ora che abbiamo creato una pagina aziendale dobbiamo però promuoverla. Ecco alcune best practice:

Pubblica contenuti regolarmente Possiamo spendere milioni in pubblicità, ma se facciamo atterrare il nostro target su una pagina priva di contenuti o con post risalenti all’era paleolitica possiamo star certi che non lasceremo una buona impressione e che non invoglieremo il nostro target a seguirci. Pubblicare contenuti regolarmente è la prima regola per promuovere organicamente la nostra attività. Promuoviamo non soltanto i servizi che offriamo ma anche il senso di appartenenza alla cultura aziendale. Coinvolgiamo i nostri clienti e potenziali ma anche i dipendenti: non solo il coinvolgimento diretto anche e soprattutto del personale è uno dei principali trend di marketing, ma può stimolare feedback che si rifletteranno positivamente anche sul brand. L’esempio della dipendente di Patagonia che ha pubblicamente (e proprio su LinkedIn!) ringraziato l’azienda per le sue politiche familiari è sempre calzante. Senza contare che il post è diventato virale ed è stato citato come esempio di comportamento a tutela delle madri lavoratrici da più fonti online esterne a LinkedIn. Ciò che conta, e che vale tanto a livello personale quanto a livello aziendale, è assumere un tono di voce adatto al tipo di piattaforma che è LinkedIn. La strategia di comunicazione di Netflix è un ottimo esempio di come l’azienda, che si contraddistingue per ironia e linguaggio informale su Instagram, Twitter e Facebook, assuma un tono e contenuti più formali su LinkedIn (nelle figg. 4 e 5 i canali Twitter e LinkedIn di Netflix).

Promuovi l’employee advocacy Come già detto, è importante che i dipendenti si sentano parte della cultura aziendale. Ciò può portarli a diventare veri e propri brand ambassador della nostra azienda. Infatti, l’employee advocacy, ovvero la partecipazione in prima persona dei dipendenti alla diffusione dei contenuti dell’azienda, è un tassello fondamentale della strategia di promozione su LinkedIn. Non per niente la piattaforma permette di notificare i dipendenti di ogni nuovo aggiornamento della pagina. Oltre a ciò, possiamo invitare i dipendenti a inserire la pagina tra le proprie esperienze lavorative: non solo il loro profilo sarà più completo e visivamente accattivante, ma il logo e il nome dell’azienda sul loro profilo, nonché la possibilità di poter visualizzare tutti i dipendenti dell’azienda, contribuirà alla costruzione della nostra community. Tutto ciò favorirà l’awareness del nostro brand, rafforzandone la percezione, e ci darà l’opportunità di veicolare i nostri messaggi presso un pubblico più ampio.

Figura 6: Annuncio con immagine singola.

Ciò non significa che dobbiamo obbligare i nostri dipendenti a diventare ambasciatori del brand e a condividere sul proprio profilo personale i post aziendali. Sarebbe del tutto controproducente e lontanissimo dall’idea stessa di employee advocacy, che sottende un’azione del tutto spontanea. Non possiamo nemmeno pretendere che tutti i dipendenti siano adatti o disposti a diventare advocate del nostro brand. Inoltre, per tutelare il brand e fornire al contempo una linea guida ai nostri dipendenti, è buona prassi sviluppare una netiquette, ovvero una serie di buone pratiche e comportamenti che spieghino come e cosa comunicare. Anche in questo caso non si tratta di un’opera di censura ma di semplici regole di buon senso che evitino fraintendimenti, controversie o di assumere posizioni per conto dell’azienda che in realtà non sono in linea con quelle effettivamente sposate.

Invita i tuoi collegamenti a seguire la pagina Una delle opzioni più utili ed efficaci che ci mette a disposizione LinkedIn è la possibilità di invitare i nostri collegamenti a seguire la pagina aziendale. Per fare ciò dobbiamo possedere due requisiti fondamentali: le autorizzazioni come amministratore di pagina e una rete di collegamenti potenzialmente interessati al nostro business. Se possediamo entrambi non ci resta che accedere alla nostra pagina aziendale e selezionare i contatti da invitare. Questi contatti riceveranno una notifica nell’icona Rete, come se fosse una richiesta di collegamento, che potranno quindi accettare o declinare. Ogni mese avremo a disposizione 100 crediti per invitare i nostri collegamenti a seguire la pagina: per ogni invito serve un credito. Se l’invito verrà accettato, il credito ci verrà restituito. I crediti non sono cumulativi (quindi scadono ogni mese anche se non li utilizziamo) e sono condivisi con tutti gli admin della pagina.

3. Sfrutta i gruppi

Un altro strumento di marketing offerto da LinkedIn sono i gruppi, vere e proprie community che hanno a disposizione uno spazio dedicato per discutere e condividere post e articoli su un determinato argomento. I gruppi presenti sono davvero tantissimi e possiamo aderire ad essi attraverso il nostro profilo personale. Per trovare i gruppi più adatti ai nostri scopi, ci basterà fare una ricerca delle parole chiave inerenti al nostro ambito nell’apposita barra e filtrare i risultati selezionando Gruppi nel menu a tendina. Possiamo aderire fino a un massimo di 100 gruppi. Un’altra opzione è quella di creare un gruppo e di costruire la nostra community. Anche in questo caso, come accade per la pagina aziendale, potremo far conoscere il gruppo invitando i nostri collegamenti a diventarne membro. Abbiamo anche la possibilità di appuntare altri colleghi o collaboratori come amministratori del gruppo. In questo modo a loro volta potranno invitare i loro collegamenti e supportarci nella moderazione dei contenuti. Può capitare, infatti, che ci siano spammer o persone che postino articoli che nulla hanno a che vedere con il nostro settore. In questo caso, per offrire un’esperienza ottimale ai membri del gruppo, è bene tenere

Figura 7: Annuncio carosello.

Figura 8: Annuncio video. Figure 9: Annuncio di testo.

monitorata la bacheca, cancellare eventuali contenuti off topic e bloccare le persone che fanno spam. Inoltre, come amministratori, possiamo accrescere la visibilità di un contenuto suggerendo un post ai membri del gruppo, che riceveranno così una notifica dedicata. Questa funzionalità è disponibile ogni 7 giorni. Quale che sia la nostra scelta, attraverso i gruppi possiamo entrare in contatto con persone appartenenti al nostro stesso settore, fare lead generation, promuovere il nostro brand e i nostri contenuti.

4. Pubblicizzati

Come tutti gli altri social, anche LinkedIn permette di fare annunci pubblicitari a pagamento. Potremo gestire al meglio le nostre campagne pubblicitarie attraverso LinkedIn Campaign Manager, uno strumento che ci permetterà di creare campagne, selezionare i tipi di annuncio e valutare le performance delle nostre sponsorizzazioni. Basterà accedere alla piattaforma attraverso il nostro profilo personale e creare un account al quale eventualmente associare la nostra pagina aziendale (alcune tipologie di annunci richiederanno infatti una pagina aziendale). LinkedIN Campaign Manager ci guiderà poi nella creazione dei nostri contenuti sponsorizzati, permettendoci di scegliere obiettivi, audience (località, interessi, esperienze lavorative…), il formato dell’annuncio, il budget e la programmazione. Gli obiettivi pubblicitari di LinkedIn da cui partire per impostare la nostra campagna promozionale sono: • Notorietà del brand • Visite al sito web • Interesse • Visualizzazioni di video • Generazione di lead • Conversioni sul sito web • Candidati per l’offerta di lavoro Per raggiungere l’obiettivo della nostra campagna pubblicitaria possiamo scegliere tra diverse tipologie di annunci: • Annunci con immagine singola: appaiono nel feed dei membri di LinkedIn con un breve testo, un’immagine e una CTA (fig. 6). • Annunci carosello: consentono di visualizzare più immagini in successione in stile carosello. Anche questi vengono visualizzati nel feed (fig. 7). • Annunci video: simili agli annunci con immagine singola, che però viene sostituita da un video. Appaiono nel feed dei membri di LinkedIn (fig. 8). • Annunci di testo: composti da titolo e un breve testo, sono visualizzati nella parte superiore o in un apposito box a destra di molteplici pagine LinkedIn (tra cui homepage, pagina profilo, pagina dei risultati, pagina dei gruppi e posta, fig. 9). • Messaggi sponsorizzati: visualizzati nella posta in arrivo come veri e propri messaggi da un altro utente (fig. 10). • Annunci Follower: annunci dinamici per invitare i membri di LinkedIn a seguire la nostra pagina aziendale. L’annuncio è personalizzato con il nome e la foto profilo di chi lo sta visualizzando (fig. 11). • Annunci Spotlight: annunci dinamici per fare atterrare i membri di

Figure 10: Messaggio sponsorizzato.

LinkedIn sul sito o su una landing page apposita. Come per gli annunci Follower, anche questo tipo di annuncio sarà personalizzato con nome e foto profilo di chi lo sta visualizzando (fig. 12). • Annuncio per offerta di lavoro: annuncio dinamico per invitare i candidati a visualizzare le offerte di lavoro (fig. 13).

Qualora avessimo dei dubbi su quale tipologia di formato pubblicitario si adatti al meglio al nostro obiettivo, LinkedIn ha messo a disposizione una breve guida per aiutarci nella scelta2 .

5. Continua a formarti

Non si finisce mai di imparare, soprattutto nel marketing: le pratiche così come gli strumenti sono così tanti e si evolvono così rapidamente che

2 https://www.linkedin.com/help/lms/answer/a422880/formati-degli-annunci-per-la-pubblicita-basata-sugli-obiettivi-panoramica?lang=it rimanere aggiornato sulle ultime novità del settore è un must per poter attuare strategie efficaci. LinkedIn Learning (www.linkedin.com/learning/) è un ottimo strumento per aggiornare le nostre conoscenze e acquisirne di nuove. Suddiviso in tre macrocategorie (Business, Creative, Technology) da cui partire per scegliere poi il metodo di studio (per materia, software o percorso educativo), LinkedIn Learning mette a disposizione migliaia di video e corsi online, sia gratuiti sia a pagamento per poter approfondire gli aspetti che più ci interessano. Dalla SEO per social media ai fondamenti per gestire al meglio il nostro tempo fino agli esercizi per distendere i muscoli del collo mentre siamo alla nostra scrivania, passando per interviste a esperti di leadership: gli argomenti e gli approfondimenti disponibili sono davvero tantissimi. Accedete quindi a LinkedIn Learning attraverso il vostro account LinkedIn e iniziate il vostro percorso formativo!

Figure 11, 12 e 13 (da sinistra a destra): Annuncio follower, annuncio spotlight e annuncio per offerta di lavoro.

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