Le avventure di NERINA Nerina era una delle tante formichine, che vivevano in un grosso formicaio, costruito con fatica, proprio al limitare del bosco, dove si apriva una radura erbosa. Vicino alla radura c’era un piccolo torrente, che in quel tratto scorreva lento e poco profondo. Il luogo, specialmente in estate, era una meta frequentata da molte famiglie per pic nic ed escursioni. E’ dunque per questo, che Nerina, che era una formica operaia, riusciva sempre a trovare briciole o avanzi di frutta, che trasportava nel formicaio, dove erano accumulate per i mesi freddi. Proprio in quel giorno, una bella famigliola, mamma, papà e due bambini, aveva appena terminato un gustoso pasto a base di panini, salumi, formaggi, torte e frutta fresca e secca. Quale invito quindi per la formichina che attirata da tutti quei profumi di cibo, si avvicinò per fare provviste. Quella briciola di torta sembrava proprio adatta ad essere facilmente trasportata, ma non aveva fatto il conto con i bambini. I due, che stavano giocando con dei gusci vuoti delle noci, appena mangiate con grande golosità, alla vista della formica, si guardarono e la stessa idea, balenò nelle loro menti. Perché non metterla dentro al mezzo guscio, appoggiarlo sulle acque del torrente e lasciarla trasportare, come fosse in una barchetta? L’idea, purtroppo, si tramutò subito in una crudele realtà e Nerina si trovò a galleggiare circondata dall’acqua. Si affacciava disperata dal bordo del mezzo guscio, ma non poteva certo lasciarsi cadere nel vuoto, perché sarebbe annegata in breve tempo. Le piccole onde facevano dondolare la precaria imbarcazione e adagio, adagio la fecero accostare all’altra sponda. Appena la formichina vide la terra a portata di zampe, si precipitò fuori dal mezzo guscio e cominciò a guardarsi attorno. Questo non era certo il suo prato. Girò in tutte le direzioni, ma non riuscì a trovare il caratteristico odore delle sue compagne, quindi il ritorno alla sua casa era impossibile. Che cosa poteva fare? Incrociò altre formiche e chiese loro aiuto. Alcune non la degnarono neppure d’attenzione, altre più gentili, si fermarono un attimo dicendole, che non potevano aiutarla, perché non essendo della loro famiglia, non sapevano se la regina era disposta ad accoglierla. Nerina provò ad avvicinarsi al formicaio, ma le guardiane, non conoscendola, la scacciarono in malo modo.
Tornò quindi nelle vicinanze del torrente, dove si fermò a riposare e rifocillarsi. Aveva un’espressione talmente triste, che una coccinella, le chiese quale fosse il motivo di tanto dispiacere. La piccolina raccontò la brutta avventura e la sua interlocutrice, a racconto terminato le disse “ Vorrei poterti trasportare in volo, sul mio dorso, ma con il tuo peso, non riuscirei neppure ad alzarmi. Ci vorrebbe la forza di un passero, ma se ti vedesse, penserebbe a mangiarti, non certo ad aiutarti”. Era giunta intanto una lumaca. Era anziana e sembrava molto saggia. Salutò cortesemente e disse “ Sai, io penso di poterti aiutare. A circa cinquanta metri di distanza, andando verso nord, c’è una passerella di legno, che attraversa il torrente. Io vado in quella direzione e potrei farti compagnia durante il percorso, ma non ho molta fretta. Tu sei giovane e forte e arriverai senz’altro prima di me. Ti consiglio però, di aspettare la notte per attraversarla, perché di giorno ci sono sempre molti umani, che se ne servono ed è talmente stretta che ti schiaccerebbero con i loro scarponi”. La formichina era così contenta, che se avesse potuto l’avrebbe abbracciata. Dopo aver ringraziato e salutato sia, la lumaca che, la coccinella, si incamminò di buona lena verso il luogo indicato. Arrivò in fretta e si trovò di fronte all’anelato passaggio. La voglia era di attraversarlo subito, ma pensò ai consigli ricevuti e poi proprio in quel momento vi erano molti uomini, che andavano da una parte all’altra del torrente. Si fermò quindi a riposare sotto ad alcune foglie e si addormentò. Dopo alcune ore si sentì chiamare. Era la lumaca, che un poco affannata dal percorso le diceva. “Su, su, non vedi che è notte. Se vuoi attraversare questo è il momento. Mi raccomando stai attenta e buona fortuna. Attraverserò anch’io, ma più tardi, ora voglio riposarmi un pochino. La luna piena, che illuminava la notte, aiutò Nerina nel suo percorso e quando la vide sull’altra sponda, finalmente nel suo prato, tirò un sospiro di sollievo. Che bello essere in salvo nei luoghi, che conosceva bene. Riuscì subito ad individuare la strada di casa seguendo l’inconfondibile traccia odorosa delle sue sorelle ed amiche. Giunta davanti al formicaio, fu accolta con felice incredulità dalle guardiane, che avendo saputo da alcune formiche, che avevano assistito al crudele gesto, pensavano, che non l’avrebbero più rivista. Nerina dovette raccontare ogni momento della sua avventura, fino a, quando, vedendola molto stanca, la lasciarono andare a dormire. Malgrado
tutto però, non riuscì subito a lasciarsi cullare dal sonno, perché pensava a quanto era stato piacevole fare amicizia con la coccinella. E la lumaca? Chissà com' era bello poter girare, portandosi appresso la casa. Sentiva una cosa inspiegabile, proprio in fondo, in fondo. Strano, sembrava quasi nostalgia. Non è che nella mente della nostra amica stava nascendo la voglia di vivere altre avventure! Ma! Staremo a vedere. Magari molto presto se avrete la pazienza di aspettare. Avevamo lasciato la nostra amica nel suo formicaio con le sue compagne, dopo la brutta avventura, che per fortuna si era conclusa bene. Nerina aveva ripreso la solita vita, usciva al mattino presto e fino a sera, girava in lungo e in largo, nel grande prato, per portare provviste. Sembrava tutto normale ma questo era solo in apparenza. Certo la volontà era quella di prima e lei cercava di svolgere il proprio compito nel migliore dei modi ma qualche cosa era cambiato proprio in fondo ai suoi pensieri. Spesso si ritrovava a pensare a quanto le era accaduto ma non più con timore. quello, che sentiva, era qualche cosa di diverso. Che fosse nostalgia? Infatti, spesso pensava, che non aveva neppure chiesto il nome alla coccinella e alla lumaca, che erano state così gentili con lei e l'avevano aiutata. Un giorno scorse una lumaca e senza pensarci due volte, abbandonò la briciola che stava trasportando e corse convinta di poter salutare l'amica. Giunta vicino però si accorse di essersi sbagliata e ritornò sui suoi passi dove si prese una tremenda ramanzina da una compagna anziana, che aveva assistito alla scena. Una formica assennata non poteva abbandonare una provvista per chissà quale fantasia. Si ripromise di essere più ligia al dovere ma i pensieri andavano spesso a spasso da soli. Ripensava ancora alla lumaca e si chiedeva quanto potesse essere bello girare tranquillamente per il mondo senza la preoccupazione di ammucchiare provviste dal mattino alla sera. E la coccinella, fortunata lei, che poteva volare in lungo e in largo, chissà quante cose interessanti poteva vedere. Poi però si diceva che anche la sua vita era bella. Certo lavorava con impegno ma aveva tante compagne e d’inverno c’era una casa calda piena di cibo dove starsene al sicuro anche se fuori imperversava una bufera di neve. Questi erano dunque i pensieri di Nerina, che cercava in tal modo di sedare la voglia di avventure. Un ricordo
però era molto forte e soprattutto buono. Era il sapore delle ciliegie, che erano cadute da un albero nell’altro prato. Lei ne aveva assaggiato per rifocillarsi e quel sapore le era rimasto sulle labbra. Un giorno raccontò di questa cosa alle compagne, che l’ascoltavano con l’acquolina in bocca. Certo disse, lei che sapeva dove ritrovarle avrebbe potuto andare a prenderne un pezzetto per farlo assaggiare. Ma sarebbe stato un ben misero pezzetto. Se invece fossero partite in gruppo, la cosa sarebbe stata diversa. A furia di parlare di queste cose, molte formiche si offrirono volontarie per seguirla nel viaggio misterioso. Tanto fecero e pregarono, che la regina diede loro il permesso, raccomandando però, di fare attenzione, di stare attente ai pericoli e di ritornare al più presto, portando naturalmente, pezzetti di questo frutto, per loro sconosciuto. E così il gruppetto guidati dalla nostra cara amica partì. Giunsero presto alla prossimità della passerella sul torrente ma memore dei consigli della lumaca, aspettò la notte per farla attraversare dal suo gruppo di avventuriere. Finalmente giunse il buio e la traversata cominciò. La luna guardava stupita quella lunga fila di formiche, che andavano allo sbaraglio e si augurò, che andasse tutto nel migliore dei modi. Giunte sull’altra sponda decisero di attendere il mattino per proseguire e si misero a dormire. All’alba, Nerina si sentì chiamare da una voce conosciuta. Era la lumaca, che le chiedeva, che cosa ci faceva lì e per giunta con una così numerosa compagnia. La formichina spiegò il motivo della sua venuta e la lumaca fece loro gli auguri, perché tutto andasse per il meglio ma ricordò, che il terreno accanto all’albero di ciliegie, era territorio di una grande famiglia di formiche, che avevano la loro casa proprio nelle vicinanze. Nel frattempo era giunta anche la coccinella e anche lei espresse la stessa preoccupazione. Le formiche si avviarono e ben presto arrivarono ai piedi dell’anelato albero. Cominciarono subito a raccoglier pezzetti del rosso frutto, quando giunse un numeroso gruppo di formiche autoctone. Stavano per attaccarle ma arrivò la formica, che era stata gentile con Nerina, la volta precedente. A fatica riuscì a calmare gli animi e fece in modo di convincere i due gruppi a discutere con serenità prima di combattersi per cercare di evitare un fatto così grave e senz’altro doloroso per tutti. Ed ora,
che succederà? Ma! Staremo a vedere. Scoppierà quindi una grande battaglia fra i due gruppi o Nerina avrà qualche buona idea per uscire da questa pericolosa situazione? Voi che fareste?