Pasqua 2012
Pasqua di Valentina Selene Medici
Campane che suonano a festa nel giorno di Pasqua. Dov'è la fontana nel cortile per bagnarsi gli occhi al primo rintocco? Dov'è la valle che ampia si apre allo scorrere lento del Ceno? Dov'è il Pizzo d'Oca? E il Dosso sullo sfondo del massiccio maniero che sempre mi proteggeva? Dov’è il San Pitocco,conmanto e cappello che ai suoi piedi vigila ancora? La vita da loro, lontano mi ha portata ma i ricordi sempre, nella mente sono vivi, presenti. E allora suonate campane nel giorno di resurrezione. Col pensiero, bimba ancora posso correre, nel verde prato col vento che mi accarezza.
LA PASQUA DI ANNA di Valentina Selene Medici Oggi è un giorno di festa... Ma non un giorno di festa qualunque, oggi è la Santa Pasqua. Questo è il primo pensiero di Anna appena sveglia. Anna è una donna di quarantacinque anni, di una bellezza mediterranea, capelli sciolti sulle spalle, curati dal parrucchiere di fiducia. E' un'avvocatessa, che ha saputo farsi un buon nome e non le manca certo la clientela. Si siede sul letto, appoggiandosi ai cuscini. La stanza è arredata con mobili moderni ma di gran pregio. Anche le altre stanze sono arredate con bellissimi mobili ma, non cupi, pesanti, sono mobili, che conferiscono un'aria luminosa all'ambiente. Le pareti sono imbiancate di fresco, di un tenuissimo giallo. Appesi, numerosi quadri, anche di autori quotati. Intorno, silenzio. Non un silenzio rilassante ma quasi gelido, che neppure il riscaldamento acceso riesce ad attenuare. La donna appoggia le mani sul viso, sulla fronte, quasi a voler cancellare tristi pensieri, che premono per uscire. Si rivede bimba in altri giorni di Pasqua, nella povera casa, fra i monti dove per anni ha vissuto. La miseria era compagna quotidiana, la legna era scarsa, le pareti un poco scrostate negli angoli, dove la muffa si nascondeva, forse per pudore. Nei giorni d'estate, la madre lasciava sempre le finestre aperte, per cercare di ovviare al problema e durante l'inverno era più forte il calore della famiglia, che quello della stufa. I mobili erano ridotti al minimo indispensabile ed erano vecchi e scuri. Su una mensola di legno marrone, c'era una Madonnina con il manto azzurro e a Lei erano rivolte le preghiere quotidiane perché l'armonia, compensasse il dolore. In quei tempi, la polenta, rappresentava la quotidianità, sulla tavola e Anna, a volte, pregava la Madonna perché potesse un giorno, mangiare pane e cioccolato. Dopo anni, la famiglia si era trasferita in città e lei aveva cercato di dimenticare il passato. Era giovane, caparbia ed intelligente. Con grandi sacrifici era riuscita, lavorando di giorno e studiando alla sera a laurearsi a pieni voti. Dopo l'esame di stato, aveva aperto uno studio tutto suo e mancati i genitori, aveva rinunciato ad una vita affettiva a favore della carriera. Desiderava una casa di lusso, la sicurezza di un conto in banca, quasi volesse esorcizzare un passato di povertà. Ora aveva tutto questo. Il pane sulla tavola, era sempre fresco e il cioccolato lo limitava, per non sciupare la linea, ancora perfetta, aiutata anche da qualche ora di palestra. ma, era sola, anche in un giorno di Pasqua. Scese dal letto, entrò in un bagno con marmi, specchi e cristalli. Si lasciò scorrere sul corpo, l'acqua calda della doccia ma, neppure questo riuscì a togliere il gelo, che sentiva dentro. All'improvviso un pensiero si fermò nella mente. Si asciugò in fretta. Indossò una morbida vestaglia, uscì dal bagno, prese una scaletta dal ripostiglio e l'aprì davanti all'armadio, fatto costruire su misura, che arrivava fino al soffitto. Salì fino all'ultimo gradino, aprì un'anta e cominciò a frugare con ansia e frenesia. Scartava scatole messe lì nel corso degli anni, contenenti cose, che riteneva inutili ma, che non aveva avuto il coraggio di buttare e finalmente eccola. Scese dalla scala e l'appoggiò delicatamente sul letto, dopo averla baciata. Era la Madonnina, con il manto azzurro, che tante volte aveva pregato, insieme alla mamma. La mise sul tavolino accanto al letto. Senza quasi rendersene conto, s'inginocchiò e cominciò a pregare, mentre le lacrime le bagnavano le guance. Sentì un suono di campane. Erano quelle della chiesetta della Casa di Riposo, che sorgeva accanto al palazzo dove viveva. Passando ogni giorno, vedeva molti ospiti nel giardino, dietro la cancellata. A volte qualcuno la salutava ma lei, rispondeva sempre distrattamente. Era troppo presa dalla sua ambizione, eppure un sorriso non costa nulla. La campana continuava a suonare, invitando alla Messa Pasquale. Anna si alzò, si vestì in fretta, un trucco appena accennato, afferrò la borsa al volo e corse via leggera, verso quell'invito. Dopo tutto era Pasqua, Pasqua di resurrezione. Commento di Rosanna Lecce valentina.....anima dolce e sensibile......sai che ho anch'io una piccola madonnina sul comò in camera da letto???...era a casa dei miei genitori....e da bambina avevo pregato quella madonnina affinchè proteggesse mia sorella mentre le stavano facendo un intervento al cuore,allora molto difficile......l'intervento era andato bene....e io mi sono affezionata a quella madonnina....proprio come la tua anna....
Le foto di Paola Malvezzi
LA COMPAGNIA DEI BALOSS MARZO 2012