RISVEGLIARE LO
SGUARDO
RISVEGLIARE LO SGUARDO…
Una miriade sconfinata di oggetti costellano e affollano la nostra quotidianità: oggetti per la persona, per la casa, per i viaggi, per il lavoro, per lo svago…oggetti d’uso, inutili, artistici, preziosi, concreti, decorativi, ingombranti, minuscoli, solidi, effimeri, antichi, moderni, obsoleti…oggetti per essere usati, comprati, gettati, spolverati, ammirati, dimenticati, riutilizzati, rotti, aggiustati, smontati, smarriti, nascosti…
Superato l’interesse o l’incanto iniziale, su di essi si posa, perlopiù, uno sguardo superficiale ed indifferente; in fondo le cose sono quelle che sono e restano li, nella loro concretezza mai pretenziosa, in attesa di essere usate o di assolvere alla loro funzione.
Perché allora non risvegliare il nostro sguardo e cominciare a osservare gli oggetti a noi familiari con rinnovata curiosità ed interesse, dopo averli spogliati del loro significato primario, per andare oltre il già noto e inoltrarci nell’intrigante spazio della scoperta?
Perché non disporci alla sorpresa e allo stupore di fronte ad un mazzo di chiavi, alla parte finale di un obiettivo fotografico, ad una piastrella di vetrocemento, agli abiti stipati in un armadio, agli intrecci di un filo da pesca o al coperchio di una scatoletta di cibo per cani?
L’esito della sfida si è rivelato, per qualità e quantità, davvero sorprendente.
Oggetti insignificanti, poiché disinvestiti di senso, raccolti in agglomerati o sezionati in piccoli particolari, sono stati destrutturati e successivamente trasfigurati in nuove ed inusuali forme e rappresentazioni.
In alcune istantanee, matite, collane, penne, tappi, legacci, orecchini, pentole, mollette…hanno fatto cumulo, aggregazione, mucchio, insieme, lasciando alla quantità di farla da padrona nella mescola dei diversi elementi come in un caleidoscopio multicolore e multiforme.
In altre l’occhio ha indugiato su minuscoli particolari, lasciando sfuocare lo sfondo nel suo insieme per ritagliarne una nuova e avulsa porzione, priva di qualsiasi traccia del suo essere stato altro. E allora a tutti è tornato alla mente quel tenero gioco infantile, che stando sdraiati nell’erba fra amici con gli occhi puntati al cielo a seguire il passaggio di candide nuvole si gridava gioiosi: ma quella, quella più in alto, a cosa assomiglia?
PerchĂŠ non disporci alla sorpresa e allo stupore di fronte ad un mazzo di chiavi, alla parte finale di un obiettivo fotografico, ad una piastrella di vetrocemento, agli abiti stipati in un armadio, agli intrecci di un filo da pesca o al coperchio di una scatoletta di cibo per cani?
L’esito della sfida si è rivelato, per qualità e quantità, davvero sorprendente. Oggetti insignificanti, poiché disinvestiti di senso, raccolti in agglomerati o sezionati in piccoli particolari, sono stati destrutturati e successivamente trasfigurati in nuove ed inusuali forme e rappresentazioni…
In alcune istantanee, matite, collane, penne, tappi, legacci, orecchini, pentole, mollette‌hanno fatto cumulo, aggregazione, mucchio, insieme, lasciando alla quantità di farla da padrona nella mescola dei diversi elementi come in un caleidoscopio multicolore e multiforme‌
In altre l’occhio ha indugiato su minuscoli particolari, lasciando sfuocare lo sfondo nel suo insieme per ritagliarne una nuova e avulsa porzione, priva di qualsiasi traccia del suo essere stato altro.
E allora a tutti è tornato alla mente quel tenero gioco infantile, che stando sdraiati nell’erba fra amici con gli occhi puntati al cielo a seguire il passaggio di candide nuvole si gridava gioiosi: ma quella, quella più in alto, a cosa assomiglia
LA COMPAGNIA DEI BALOSS MARZO 2011 Materiale impaginato da Eni Girometta