Inside Quality Design APRIL
JUNE 2013
PROJECT: DALIAN INTERNATIONAL CONFERENCE CENTER COOP HIMMELB(L)AU ARCHITECTURE AND BIOLOGY: MUSEUM OF THE BIODIVERSITY FRANK O. GEHRY ARCHITECTURE AND ENGINEERING: ANTARCTIC RESEARCH STATION HALLEY VI HUGH BROUGHTON ARCHITECTS DESIGN: ALU GREEN COLLECTION MALETTI IMAGE OLIVIERO TOSCANI
€ 9,00 Italy only - € 13,00 B - € 15,00 F - € 16,00 D - € 18,00 NL - € 11,60 P - € 10,80 E
EXCELLENT ARCHITECTURES FROM: ANTARCTICA, AUSTRALIA, AUSTRIA, CHINA, DENMARK, GERMANY, ITALY, PANAMA, SPAIN, UK
Rivista per la cultura del progetto, dell’architettura, dell’innovazione e del design
Magazine for the culture of indoor planning, architecture, innovation and design
Showroom Maletti Milano via Savona 97 - www.maletti.it
ALU GREEN® COLLECTION Stefano Giovannoni designer
Oliviero Toscani image creator
FIBREGLASS AND A RECYCLABLE AA ALUMINIUM
Milano Fuorisalone Superstudio Più via Tortona 27 bis
SENSITIVE
E D I TO R I A L
TELL ME, SINCE YOU ARE SO SENSITIVE TO THE EFFECTS OF ARCHITECTURE, HAVE YOU EVER NOTICED, WHEN WALKING AROUND THE CITY, HOW SOME BUILDINGS THAT POPULATE IT ARE SILENT AND OTHERS SPEAK, WHILE OTHERS, WHICH ARE RARER, SING?
THE EFFECTS OF ARCHITECTURE
DIMMI, POICHÉ SEI COSÌ SENSIBILE AGLI EFFETTI DELL'ARCHITETTURA, NON HAI OSSERVATO CAMMINANDO NELLA CITTÀ, COME TRA GLI EDIFICI CHE LA POPOLANO TALUNI SIANO MUTI, E ALTRI PARLINO, MENTRE ALTRI ANCORA, CHE SONO PIÙ RARI, CANTANO?
GLI EFFETTI DELL’ARCHITETTURA PAUL VALÉRY, EUPALINO OR THE ARCHITECT
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Editoriale Editorial
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Highlight
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Dalian International Conference Center Coop Himmelb(l)au
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Glass Pavilion Moneo Brock
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Museum of the Biodiversity Panama Frank O. Gehry
Sommario APRILE
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Jade Art Museum Archi-Union Architects
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Stamp House Charles Wright Architects
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The word to the project Gae Aulenti Martinelli Luce
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Big Air Package Christo
GIUGNO 2013
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Cathedral of the Northern Lights Schmidt Hammer Lassen Architects
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Science Town Spark Architects
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102 Antarctic Research Station Halley VI Hugh Broughton Architects 108 Unpredictable geometries Jove 110 Everything in its right place Albed
Summary APRIL
JUNE 2013
114 Sign(D)sign 116 Events 120 Hindsgavl Nature Centre AART Architects 128 Buddha-Bar London IBD Inspired by Design 134 Eisenstadt Cultural Congress Centre pxt Pichler & Traupmann Architekten
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DND Martinelli Quella che possiamo tranquillamente definire la maniglia del futuro è stata progettata dall’eclettico architetto e designer belga Michel Boucquillon per l’azienda DND Martinelli. Interamente realizzata a iniezione con plastica ad Alta Densità riciclabile, Breezy verrà prodotta con un grande risparmio energetico, meno emissioni di CO2 e potrà avere un costo più contenuto rispetto alle tradizionali maniglie in metallo. L’abbinamento di nylon colorato per la parte interna - disponibile in più tonalità - con una parte esterna con cromatura superficiale crea un collegamento visivo tra la tradizionale maniglia metallica e la maniglia in materiale plastico. Di Breezy è prevista una prossima versione totalmente ecologica con l’impiego di Legno Liquido, il composto ecocompatibile a base di fibre vegetali naturali in grado di sostituire in molti casi la plastica.
Antoniolupi Design The handle that we can easily define as the handle of the future has been designed by the eclectic Belgian architect and designer Michel Boucquillon for DND Martinelli. Entirely made with injection moulded High Density recyclable plastics, Breezy will be manufactured with great energy saving, less CO2 emissions and will be less expensive than the traditional metal handles. The combination of coloured nylon for the inner part available in different shades - with a chrome-plated outer part creates a visual connection between the traditional metal handle and the plastic handle. In a second step Breezy will be also manufactured in a totally ecological version with the use of Liquid Wood, the eco-sustainable compound based on natural vegetable fibres, which in many cases can replace plastics.
Tra le novità promosse dal noto brand di riferimento per le nuove tendenze nell’arredo di design troviamo il lavabo Gesto, disegnato da Nevio Tellatin, nel cui nome è racchiusa l’essenza e la purezza del semplice gesto quotidiano di lavarsi, che ha guidato la composizione di questa linea in Ceramilux, materiale composto da cariche minerali naturali - carbonati di calcio e triidrati di alluminio - e resina poliestere dall’estetica simile alla ceramica, ma con performance tecnologiche superiori. I lavabi, progettati con la cura e la ricercatezza che caratterizzano i prodotti Antoniolupi, sfoggiano un design lineare e simmetrico dalle forme decise e rigorose. Gesto, che potrebbe essere definito il lavabo di collegamento tra tradizione e modernità, grazie alle forme classiche e agli spessori innovativi, reinterpreta il lavabo a canale, ottimizzandolo grazie alle nuove tecniche produttive, che lo rendono idoneo sia per un’installazione sospesa, che in abbinamento a mobili.
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Among the new products presented by the well-known brand, undisputed reference for the new trends in the design area, there is the washbasin Gesto, designed by Nevio Tellatin: in its name, which means gesture, there is the essence and the purity of the simple daily gesture of washing, which guided the design of this collection, manufactured in Ceramilux, the material composed of natural minerals - calcium carbonates and aluminium trihydrates - and polyester resin featuring a pleasant aesthetics similar to that of the ceramic, but with higher technological performances. The washbasins, designed with the same care and refinement that characterize the entire Antoniolupi production, feature a linear and symmetrical design and rigorous shapes. Gesto, which can be considered as the washbasin connecting tradition and modernity thanks to its classical shapes and innovative thickness, is a brilliant reinterpretation of the traditional washingthrough washbasin, optimized thanks to the new manufacturing techniques that make it suitable for both a suspended installation and in combination with furniture.
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Finnova
Le moderne sfide energetiche e le esigenze ecosostenibili della contemporaneità richiedono prodotti in grado di garantire benessere climatico, rispetto ambientale e armonia estetica grazie alla qualità dei materiali, dei sistemi applicati e delle finiture. Finnova, specializzata nella produzione di serramenti e infissi in legno, che ha fatto di questo assunto la propria filosofia, ha operato scelte d’eccellenza per la propria azienda e i propri prodotti, per tecnologia, qualità produttive e materiali, a partire dall’impiego di un materiale vivo e naturale come il legno. Nella lavorazione di quest’ultimo, grazie alle nuove tecnologie produttive impiegate, vengono ridotti al minimo gli scarti che, completamente riciclabili, possono essere in seguito reintrodotti nel naturale ciclo biologico.
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Today’s energy challenges and ecosustainable needs require products that can grant climate comfort, environmental respect and aesthetic harmony thanks to the quality of the materials, the applied systems and the finishes. Finnova, specialized in the manufacture of wooden doors and windows, which based its own philosophy on this belief, has made choices of excellence for its own company and products, for technology, productive qualities and materials, starting from the use of a natural living material such as wood. In its processing, thanks to the new production technologies, waste has been dramatically reduced and is completely recycled and then reintroduced into the natural biological cycle.
pla-y.it
AMBIENTI PIENI DI LUCE NATURALE ROOMS FULL OF NATURAL LIGHT
SERIE F80M LA BELLEZZA DEL LEGNO, IL PIACERE DEL SILENZIO THE BEAUTY OF WOOD, THE BLISS OF SILENCE Soluzione dalle straordinarie performance, grazie al doppio vetro camera e alla guarnizione magnetica l'infisso F80M, realizzato interamente in legno, permette di raggiungere elevate prestazioni termiche ed acustiche.
Finnova srl Via dei Prai 4 M/N
F80M provides exceptional performance thanks to the double IG unit and magnetic seals. The solid wood structure offers superior quality protection against heat loss and noise.
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Finnova srl Serramenti
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Gaber In occasione del prossimo Salone del Mobile di Milano, l’azienda presenterà nella Hall 12 stand E07 una serie di prodotti e novità pensati per incontrare i gusti di una clientela sempre più esigente e eterogenea. Tra le novità Panama, disegnata da Stefano Sandonà e presentata in anteprima a gennaio all’IMM di Colonia, che ha già ottenuto un importante riconoscimento come il Red Dot Design Award 2013. Si tratta di una brillante rilettura della tradizionale sedia in paglia intrecciata, in cui l’armoniosa simbiosi tra passato e presente è dettata dalle forme e dai materiali: un materiale contemporaneo come la plastica convive con il tradizionale e caldo legno massello. Il modello è disponibile nelle versioni con o senza braccioli, con gambe in legno o tecnopolimero per uso esterno e in svariate tonalità di colore. In mostra anche le sedute More e Slot, entrambe disegnate dallo studio Favaretto & Partners. La peculiarità di More, selezionata per l’Interior Innovation Award 2013, sta nella possibilità di trasformarsi da pratica seduta outdoor a informale sedia per interni fino a diventare un’elegante e confortevole sedia direzionale grazie a un rivestimento di facile applicazione. Le tipologie di strutture disponibili, in metallo o legno, sostengono una monoscocca che si presta ad essere interamente ricoperta con un morbido rivestimento fissato alla scocca mediante 9 bottoni appositamente progettati e realizzati in materiale plastico. Slot si caratterizza invece per il taglio sullo schienale della monoscocca, disponibile in varie colorazioni, con inserto in policarbonato trasparente, che rappresenta un’assoluta innovazione ergonomico-funzionale in una seduta di questo tipo. Flettendo la parte superiore dello schienale, la parte inferiore, sotto l’apertura, bascula portandosi leggermente in avanti e permettendo un ottimale sostegno della zona lombare.
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On the occasion of the Furniture Show of April in Milan, the company will present in Hall 12 booth E07 a series of products conceived to meet the tastes of an increasingly demanding and heterogeneous clientele. Among the recent products Panama, designed by Stefano Sandonà and previewed in January at the IMM show in Cologne, which has already been awarded the prestigious 2013 Red Dot Design Award. It is a brilliant reinterpretation of the traditional woven rush chair, in which the harmonious symbiosis between past and present is generated by the forms as well as by the materials: a contemporary material such as plastic coexists with the traditional and warm wood. The model is available in the versions with or without armrests, with legs in wood or in polymer for outdoor use and in different colours. On show also the chairs More and Slot, both designed by studio Favaretto & Partners. The peculiarity of More, selected for the 2013 Interior Innovation Award, lies in the possibility to be transformed from a practical outdoor into an informal indoor chair and even into a stylish, comfortable office chair thanks to an elegant cushion easy to apply. The available structures, in wood or steel, support a single shell that can be entirely covered with a soft cushion, easy to be fastened to the shell with 9 specially designed plastic buttons. Slot is characterized right by its slot cut on the back of the shell - available in different colours with a transparent polycarbonate insert - which represents an absolute ergonomic-functional innovation in this type of chairs. By bending the upper part of the back, the lower part, below the slot, slips slightly forward allowing an optimal support for the lumbar region.
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Saint-Pierre Increasingly attentive to the design needs and to meet the latest trends in styles, aesthetics and technical performances, Saint-Pierre has developed two new products: Struktura and Basika, two cladding products of quartz agglomerate available in slabs of different sizes, both inspired by the suggestion of a material known for its extremely rigorous and minimalist aesthetics like concrete. Designed to characterize any residential and contract environment and suitable both for indoor and outdoor use, the two new cladding collections, manufactured with the usual attention to ecosustainability, differ from each for the surface effect, which is smoother in Struktura and rougher in Basika.
STRUKTURA
BASIKA
Sempre più attenta alle esigenze della progettazione e ad assecondare le ultime tendenze in materia di stili, estetiche e prestazioni tecniche, Saint-Pierre ha sviluppato due nuovi prodotti: Struktura e Basika, due rivestimenti di agglomerato di quarzo in lastre, disponibili in diverse misure, entrambi ispirati alla suggestione di un materiale che si distingue per la sua estetica rigorosa e minimalista come il cemento. Pensati per caratterizzare qualsiasi ambiente, dal residenziale al contract, e adatti per pose sia interne che esterne, i due nuovi rivestimenti, prodotti con la solita attenzione all’ecosostenibilità che contraddistingue l’azienda, si differenziano tra loro per l’effetto superficiale: più liscio in Struktura, più segnato e grezzo in Basika.
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Via Pozzetto 23 Piombino Dese Padova Italy T +39 049 9365023 info@st-pierre.biz ad pla-y.it
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Quando noi di Designspeaking - scrive Manuel Barbieri, Direttore di Designspeaking - abbiamo iniziato a pensare a cosa avremmo potuto fare per la Milan Design Week, abbiamo immaginato un grande foglio bianco su cui abbiamo scritto una parola: giovani. Abbiamo sentito l'esigenza di dar voce a quelli che, come noi, possiedono una grande passione per il design ma, ancor prima, un morboso amore per il fare ed ecco che è nata l'idea di Talent's Manifesto, un manifesto con le dieci regole fondamentali per trasformare i sogni di noi giovani designer in obiettivi. I prodotti selezionati per rappresentare la prima edizione di Talent's Manifesto saranno esposti in un concept store all'interno della Daal Gallery in via Conte Rosso. I giovani designer che hanno aderito a questa frizzante iniziativa provengono da ogni angolo del mondo; tra loro Thien Vo, Avalon, Andrea Bella, Magali Cruysmans, Henry&Co, Vincent Insinga, An Italian Theory, Azzurra Gronchi, Cesare Tonolli, Luis Arrivillaga, Roberto Santi. Tra i progetti esposti, oggetti di design come lampade, tavoli e appendiabiti, ma anche suggestioni dal mondo della moda e dell’arte, tra cui, segnaliamo, una curiosa rivisitazione in chiave pop art della mitica Fiat 500, declinata in una moltitudine di formati e tecniche creative.
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When we at Designspeaking - writes Manuel Barbieri, Director of Designspeaking - started to think about what we could do during the Milan Design Week, we imagined a big white paper sheet, where we wrote a word: youth. We felt the need to give a chance to those who, like us, have a great passion for design, but first of all a great love for creating and we had the idea to draw the Talent's Manifesto with the ten basic rules to transform our dreams of young designers into goals. The objects selected to represent the first edition of Talent's Manifesto will be on show in a concept store inside the Daal Gallery in Conte Rosso street. The young designers who joined this exciting initiative come from every corner of the world: Thien Vo, Avalon, Andrea Bella, Magali Cruysmans, Henry&Co, Vincent Insinga, An Italian Theory, Azzurra Gronchi, Cesare Tonolli, Luis Arrivillaga, Roberto Santi. Among the exhibited products, some design objects like lamps, tables and clothes hangers, but also some suggestions form the world of fashion and art, like the original pop art interpretation of the legendary Fiat 500, presented in many formats and creative techniques.
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Renault Durante la Design Week milanese, dall’8 al 14 Aprile, la nota casa automobilistica francese Renault e Ross Lovegrove presenteranno presso la Triennale di Milano una nuova rivoluzionaria concept-car. Dopo anni di attenti studi della natura, dei suoi sistemi e delle transizioni energetiche, questo straordinario progetto intende promuovere la conoscenza di questi fenomeni e del loro impatto sul nostro mondo. Lavorando con moderni metodi informatici di progettazione e utilizzando modelli parametrici, Lovegrove intende trasformare le strutture della natura in un nuovo linguaggio stilistico.
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During the Milano Design Week, from April 8th to 14th the French car manufacturer Renault and Ross Lovegrove will unveal at the Triennale of Milano a new revolutionary conceptcar. After years of careful examination of nature, its systems and energy transactions this extraordinary project intends to bring understanding of those phenomena and their impact on our world. Working with contemporary computational design methods, Lovegrove intends to reveal natures underlying blueprints and transfer them into a new design language.
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Officine Gullo La cucina angolare modello Perla in acciaio ad alto spessore verniciato a fuoco con finiture e bordo perimetrale in ottone cromato è la nuova proposta del brand Officine Gullo del gruppo toscano Restart. La zona cottura, composta da bruciatori ad alto rendimento e forno in acciaio, è corredata di vaporiera e fry-top in acciaio lucidato a specchio, alimentato a gas. Nella parte superiore dominano un frontone in alluminio satinato con cornice in ottone cromato e la cappa metallica a piramide, dotata di motore aspirante professionale. L’ampia zona lavaggio, con lavello e top in acciaio satinato, è accessoriata di lavastoviglie e mattonelle diamantate in alluminio satinato. Completa la cucina l’isola di lavoro in metallo con tagliere in legno massello a fibre verticali. Come tutti i modelli del brand, anche questa composizione è personalizzabile per dimensioni, colori e finiture.
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The complete corner kitchen Perla in fire painted thick steel with finishes and edges in chromium-plated brass is the new proposal of Officine Gullo, the brand of the Tuscan Group Restart. The cooking area, with high power burners and steel oven, is equipped with steamer and polished steel gaspowered fry-top. The upper zone is dominated by a satin-finish aluminium pediment with chromium-plated brass frame and by a pyramid-shaped metal hood with professional suction motor. The large washing area, with satin-finish steel sink and top, is complete with dishwasher and satin-finish diamond tiles. To complete the kitchen the metal working isle features a chopping board in solid wood with vertical fibres. As all the models of the brand, also this composition can be customized in sizes, colours and finishes.
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Refin Ceramiche
Nella nuova linea Frame, nata dalla collaborazione tra DesignTaleStudio, il laboratorio di sperimentazione ceramica dell’azienda, e lo studio di progettazione grafica Studio FM Milano, il linguaggio grafico sfrutta le più moderne tecnologie ceramiche per esprimersi in potenti superfici decorative ispirate a materie, soggetti e suggestioni della tradizione. Lungi dal rappresentare un ritorno al passato, Frame propone una nuova interpretazione del decoro grafico, un tempo elemento centrale del prodotto ceramico e oggi pressoché assente dalle decorazioni dei pavimenti. Grazie a un attento studio dei decori tradizionali delle maioliche e delle marmette ottonovecentesche, dei diversi ambiti delle migliori scuole di decorazione, degli antichi azulejos e della tradizione tessile shibori, sono nate le quattro linee progettuali Geometric, Majolica, Weave e Carpet. Ad ispirare quest’ultimo modello - in foto - sono stati in particolare i capolavori della designer tessile tedesca Anni Albers, dello stile Bauhaus e degli intarsi lignei del tangram cinese, rivisitati in chiave moderna e realizzati in tinte in grado di soddisfare i gusti più esigenti della contemporaneità.
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Artificia
In the new Frame collection, resulted from the collaboration between D esignTaleStudio, the ceramics experimental laboratory of the company and the graphic design agency Studio FM Milano, the graphic language uses the most modern ceramics technologies to express itself through powerful decorative surfaces inspired by the materials, subjects and suggestions of the tradition. Far from representing a return to the past, Frame offers a new interpretation of the graphic decoration, once a central element of the ceramic products and today almost completely disappeared from the flooring decoration. Thanks to a careful study of the 19th and 20th century Majolica and marble chip tiles, of the different trends of the best decorating schools, of the ancient azulejos and of the shibori textile tradition, the company presented the four design lines Geometric, Majolica, Weave and Carpet. The design of this latter model - in photo - was particularly inspired by the masterpieces of the German textile designer Anni Albers, by the Bauhaus patterns and by the wood carvings of the Chinese tangram, all reinterpreted with a modern design and created with colours which can satisfy even the most demanding tastes of contemporary life.
Organizzata per dare un servizio completo sia con prodotti dal design pulito e unico frutto della collaborazione con giovani talenti che nel custom made per residenze, hotel, ristoranti e punti vendita, l’azienda ha al suo attivo la realizzazione di numerosi progetti, sviluppati in collaborazione con gli studi di architettura nelle più svariate aree del mondo. Offrendo il massimo della flessibilità, dalla progettazione degli apparecchi illuminanti fino al servizio post vendita a sostegno dell’integrazione nel disegno architettonico, l’azienda opera su ogni scala, dal grande complesso turistico alla residenza, come quella progettata recentemente all’interno di un palazzo storico nel centro di Lubiana, in Slovenia. Nel rispetto della storicità della struttura, oggetto di un delicato intervento di recupero, i progettisti hanno optato per un interior design giocato sui toni del bianco e grigio come sfondo a un arredo moderno, funzionale ed ecosostenibile realizzato principalmente con legno locale. Per illuminare gli interni sono state scelte le lampade della nuova linea Mienai, disegnata da Enrico Zanolla, con diffusori in acciaio verniciato bianco con supporto inferiore in legno massello di frassino e sorgenti luminose a led.
Organized to provide a full service with lamps featuring a clean and unique design developed with young talents as well as with custom made creations for houses, hotels, restaurants and retail, the company has already carried out many projects in collaboration with architects in several areas of the world. Offering the highest flexibility from the design of the lighting fixtures to the after-sales service in support of the architectural design, the company works on every design scale, from the great touristic complex to the house, like that recently completed inside a historic building in the centre of Ljubljana, Slovenia. With respect to the recently restored historic structure, the designers decided for an interior design played on the shades of grey and white as background for modern, functional and eco-sustainable pieces of furniture, mainly manufactured with local wood. To illuminate these interiors the designers chose the lamps of the new Mienai collection, designed by Enrico Zanolla, with diffusers in white painted steel, lower support in solid ash wood and Led light sources.
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Certaldese
CRP Group Tutto ha inizio da una scansione di volti con il sensore kinect ed ecco che il modello prende forma in ambiente digitale grazie a un’applicazione software scritta dai designer di Do the Mutation, che sviluppano applicazioni per oggetti generativi e strategie per il design e la produzione di oggetti adattativi e personalizzabili. L’idea è partita da un progetto di creazione di una famiglia di maschere in grado di offrire l'opportunità di approfondire la relazione tra corpo e indumento. Per il tipo di produzione i giovani designer sono ricorsi alla fabbricazione additiva, chiamata più comunemente 3D Printing, mentre per la scelta del materiale si sono affidati a Windform LX 2.0, un materiale poliammidico del Gruppo CRP caricato con fibra di vetro utilizzato per applicazioni di vario genere, dal settore del motorsport a quello aerospaziale - esteticamente accattivante, in grado di mantenere le colorazioni invariate nel tempo e con importanti caratteristiche meccaniche.
Lo stile di un ambiente si vede dai dettagli. Fermamente convinta di quest’assunto la società toscana Certaldese, da sempre votata alla creatività e all'innovazione nel settore dei prodotti in pelle, presenta Twisted, il nuovo cavo elettrico rivestito in preziosa pelle, intrecciata o avvolta e disponibile nelle più svariate dimensioni, cromie e combinazioni, che, invece di essere nascosto valorizza i punti luce di un ambiente, li impreziosisce e li completa nel design e nell’eleganza.
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The elegance of an environment is in the details. Firmly convinced of this, the Tuscan company Certaldese, which has always been characterized by creativity and innovation in leather goods, presents Twisted, the new electric cable covered with refined leather, twisted or wrapped and available in an innumerable variety of sizes, colours and combinations, which, instead of being hidden, can enhance the lights in a room, embellish them and complete them with design and elegance.
Everything started with a face scan with a kinect sensor and the model took shape in a digital environment thanks to a software application created by the designers of Do the Mutation, who develop applications for generative objects and strategies for the design and the production of adaptive and customizable objects. The idea came from a project to create a mask collection providing the opportunity to deepen the relationship between body and garment. For the production the designers opted for the Additive Manufacturing, also known as 3D Printing, while for the material they chose the Windform LX 2.0, a polyamide-based material of CRP Group filled with glass fibre - used for different applications from the motor sport to the aerospace sectors featuring an appealing aesthetics, the peculiarity to maintain the colours unchanged over time and important mechanical properties.
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EXHIBITION, VIA MANZONI 43 - MILANO / 9-16 APRIL 2013 T +39 031-280357 F +39 031-283596 info@sampietro1927.com
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SOME
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I Dogi Quando a un’opera d’arte si abbina la luce nascono le creazioni dell’azienda veneziana I Dogi Group, leader nella realizzazione di lampadari oversize creati esclusivamente su misura in ogni parte del mondo. Tra i nuovi progetti seguiti dall’azienda presentiamo in anteprima le immagini di alcuni pezzi creati per una residenza in Medio Oriente: qui, ai preziosi chandelier della sala da pranzo si alternano i lampadari da 4, 5 e 7 m di altezza dei saloni di ingresso, dove un trionfo di fiori e foglie dai colori raffinati accoglie gli invitati, dando sfoggio della loro magnificenza e splendore. Forme, materiali pregiati come l’argento e la foglia oro 24K, fiori e dettagli in vetro policromo dai mille colori e sfumature contribuiscono a creare atmosfere lussuose di scenari d’altri tempi. L’azienda, da sempre attenta alle esigenze della progettazione, affianca a uno stile classico realizzazioni moderne in un raffinato adattamento della centenaria tradizione della lavorazione del vetro alle esigenze di un’architettura e di un design più contemporanei.
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When we combine an artwork with light we have the creations of the Venetian company I Dogi Group, leading manufacturer of oversize chandeliers, tailor-made in every part of the world. Among the recent projects of the company we present a preview of some chandeliers created for a luxury house in the Middle East: here the precious chandeliers of the dining room are combined with 4, 5 and 7 m high chandeliers in the entrance halls, where a profusion of flowers and leaves with refined colours welcomes the guests with their magnificence and splendour. Forms, fine materials like silver and 24K gold leaf, multicoloured glass leaves and details create luxury atmospheres of past memories. The company, with a long history of collaboration with architects and designers, combines a classical style with modern creations in a fine interpretation of the centuries-old tradition of glass-making according to the needs of contemporary architecture and design.
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Il nuovo Centro Conferenze Internazionale di Dalian, completato nel 2012, è un’architettura iconica, simbolo della trasformazione e del futuro sviluppo di Dalian, importante centro commerciale, città portuale e attrazione turistica della Penisola di Liaodong, nel nord-est della Cina. Il linguaggio formale della struttura, progettata dallo studio austriaco Coop Himmelb(l)au, abbina l’organizzazione razionale tipica di un centro conferenze con le superfici fluide e gli spazi fluttuanti di una moderna architettura. L’edificio, che sorge a 7 m di altezza dal suolo su di una superficie complessiva di 118.000 mq, è un complesso ibrido e flessibile che include un Centro Conferenze per 2.500 persone, un teatro dell’opera con 1.600 posti, un centro espositivo e un grande parcheggio sotterraneo per i visitatori.
The new Dalian International Conference Center, completed in 2012, is an iconic architecture, symbol of the modern transformation and the future development of Dalian, important trade, seaport and tourism centre located in the Liaodong Peninsula, in the North-East of China. The formal language of the structure, designed by Austrian studio Coop Himmelb(l)au, combines and merges the rational organization of its conference centre typology with the fluid surfaces and the floating spaces of a modern architecture. The structure, which is elevated 7 meters above ground level on a 118,000 sqm gross floor area, is a hybrid and flexible complex which includes a Conference Hall for 2,500 persons, a 1,600-seat grand theatre, an exhibition centre and a large underground car parking for visitors. Gian Maria Greco
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ICONA FLUTTUANTE THE FLOATING ICON
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Obiettivo del Dalian International Conference Center all’interno della progettazione urbana era quello di realizzare un punto di riferimento immediatamente riconoscibile e caratterizzante situato all’estremità di quella che sarà la futura estensione dell’asse principale della città. Per questo motivo l’edificio è stato disposto secondo l’orientamento dei due principali assi urbani, che si incontrano e si uniscono proprio di fronte alla struttura. Gli spazi a sbalzo destinati all’area conferenze penetrano le facciate dell’edificio, definendo un volume dalle molteplici sfaccettature, che si distingue da tutto quanto si trovi nelle immediate vicinanze. Le diverse zone sono riunite sotto un’unica copertura conica di 28.000 mq, che consente di controllare l’ingresso della luce naturale, in base alle diverse condizioni atmosferiche, agevolando l’orientamento spaziale ai visitatori.
Al centro si accede da più punti, in base alle diverse utenze, attraverso una zona pubblica posta a livello del suolo. Gli spazi riservati agli spettacoli, incluso il teatro principale con i suoi 1.600 posti e la sua torre scenica, e l’adiacente sala conferenze per 2.500 persone si trovano al centro dell’edificio, a un’altezza di 15,30 m al di sopra del livello della hall d’ingresso. Questa configurazione permette di poter utilizzare il palcoscenico principale, dotato di backstage come un tradizionale teatro, sia come auditorium classico che come flessibile sala polifunzionale, ampliando, con investimenti esigui, le opzioni di impiego, dalle convention ai musical e dalle rappresentazioni teatrali all’opera. Attorno a questo nucleo si trovano le sale conferenze più piccole. L'accesso ai sotterranei, dove si trovano i parcheggi e le zone di consegna merci e smaltimento rifiuti, è collocata sul lato sud-ovest del complesso, lasciando in questo modo libera dai veicoli la via d’accesso principale, situata sul lato mare in corrispondenza dei futuri sviluppi di Dalian, che includeranno anche la realizzazione di un nuovo Terminal Crociere. Tra gli accorgimenti che fanno del Dalian International Conference Center un esempio di architettura sostenibile di alto livello sono stati inclusi l’impiego di energia termica marina con pompe di calore per il raffreddamento e il riscaldamento abbinato all’attivazione del nucleo in calcestruzzo come massa termica per il mantenimento costante della temperatura, lo sfruttamento della ventilazione e dell’illuminazione naturale e la produzione di energia grazie a numerosi pannelli solari integrati nell'edificio.
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The urban design task of the Dalian International Conference Center was to create a distinctive and instantly recognizable landmark at the terminal point of the future extension of the main city axis. The footprint of the building on the site is therefore arranged in accordance with the orientation of the two major urban axis, which merge right in front of the building. The cantilevering conference spaces that penetrate the faรงades create a spatially multifaceted building volume, which is different from the close surroundings. The various spaces are covered by a unique cone-shaped 28,000 sqm roof screen, which allows the control of the daylight input according to the different atmospheric conditions, assuring a good spatial orientation for visitors. A public zone at ground level allows for differentiating accessibility for the different groups of users. The actual performance spaces, including the grand theatre with its capacity of 1,600 seats and its stage tower, and the adjacent 2,500-seat conference hall are located at the core of the building, at 15.30 m above the entrance hall level. With this arrangement the main stage can be used for the classical theatre auditorium as well as for the flexible multipurpose hall.
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The main auditorium is additionally equipped with backstage areas like in traditional theatres and opera houses. This scheme is appropriate to broaden, with very little additional investment, the range of options for the use of this space, from convention to musical and from theatre even up to classical opera. The smaller conference spaces are arranged around this core. The access to the basement parking garage, truck delivery and waste disposal is located at the southwest side of the site, thus freeing the front driveway to the entrances from transit vehicles. The main entrance from the sea side corresponds to the future developments, including the connection to the future Cruise Terminal. Among the measures that make the Dalian International Conference Center a highly sustainable architecture there is the use of the thermal energy of seawater with heat pumps for cooling and heating in combination with the activation of the concrete core as thermal mass in order to keep the building on constant temperature, optimal natural lighting and ventilation and the production of energy with solar panels integrated into the shape of the building.
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FRAMMENTI DI VETRO E ACCIAIO GLASS AND STEEL FRAGMENTS
Il recente Padiglione di Vetro progettato dagli architetti Belén Moneo e Jeff Brock dello studio Moneo Brock di Madrid si trova all’interno di un vasto parco delimitato dai fiumi Júcar e Moscas e dalla storica città spagnola di Cuenca. Lo scenografico padiglione di vetro e acciaio, destinato a ospitare la fiera annuale e i mercati settimanali, rientra in un ampio piano di riqualificazione dell’area, che si estende per oltre 140.000 mq, che prevede la costruzione di diversi spazi ricreativi, di una pista di pattinaggio, di bar e ristoranti e il restauro di un gruppo di edifici storici attualmente in stato di abbandono.
The Glass Pavilion designed by architects Belén Moneo and Jeff Brock of Madrid-based studio Moneo Brock is located on a large park, bordered by the Júcar and Moscas Rivers and the historic Spanish city of Cuenca. The spectacular glass and steel pavilion, which is used during the city annual fair and the weekly markets, is part of a wider rehabilitation project of the 140,000 sqm area, which also includes the construction of different performance spaces, an ice-skating rink, bars and restaurants and the restoration of a group of historic buildings currently in ruin. Serena Delucca
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Il Padiglione di Vetro progettato dallo studio Moneo Brock è il primo di una serie di interventi previsti per il ripristino e la riqualificazione del parco, che si estende dalla periferia della storica città spagnola di Cuenca fino a fondersi con il paesaggio naturale. Situato al di là di una strada cittadina, quest’edificio in vetro e acciaio, che funge da filtro tra l’area urbana e il parco, ricopre anche il ruolo di iconico teatro per le diverse attività del parco. Il padiglione è composto da 23 moduli pentagonali a formare un’unica rete strutturale, la cui geometria è stata determinata dalla ricerca di un equilibrio tra la ripetizione di un singolo elemento e la composizione di un unicum, che ha determinato una struttura modulare in cui il singolo modulo utilizzato non è percepibile dall’osservatore. Lo spazio che risulta da quest’insieme di frammenti in vetro e cristallo appare come un’intricata foresta all’interno e come un’unità cristallina vista dall’esterno.
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The Glass Pavilion designed by studio Moneo Brock is the first of a series of actions included in the project of rehabilitation and redevelopment of the park, stretching from the outskirts of the historic Spanish city of Cuenca up to merge with the natural landscape. Located just across a urban street, this glass and steel structure, which is meant as a filter between the urban area and the park, acts as an iconic theatre for the different activities of the park. The pavilion is composed of 23 pentagonal modules which together form a unique structural network, whose geometry has been determined by the search for an equilibrium between the repetition of a single element and the composition of a whole, which resulted in a modular structure where the module is no longer distinguishable by the observer. The space that results from this whole of glass and steel fragments appears like an intricate forest from the interior and like a crystal unit from the exterior.
Credits: Photographer: ŠAke Lindman Courtesy of Moneo Brock Studio
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LA LOGICA DELLA CASUALITÀ THE LOGIC OF RANDOMNESS La sede dismessa di vecchi uffici nel distretto di Xuhui, importante centro d'affari di Shanghai, è stata ripristinata e trasformata dagli architetti dello studio cinese Archi-Union Architects nel moderno Museo d’Arte Jade. Partendo dalla premessa di non poter modificare la struttura originale dell’edificio, che copre una superficie di circa 1.000 mq, i progettisti hanno applicato una logica decostruttivista alla linearità degli spazi pre-esistenti, inserendo uno spazio dinamico segnato da pareti curve in cemento, che avvolgono gli interni e si uniscono per dar vita a una scala che accompagna il visitatore ai diversi livelli del museo. Per la definizione della complessa geometria interna del museo, inaugurato i primi del 2013, i progettisti si sono affidati a un programma di modellazione 3D, abbinando una fabbricazione digitale a una produzione CNC, che ha permesso di migliorare la qualità finale del costruito, riducendo i tempi e, di conseguenza, i costi di realizzazione.
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An old office building located in the important Xuhui trade district of Shanghai has been renovated and transformed by the architects of the Chinese practice Archi-Union Architects into the modern Jade Art Museum. With the premise of keeping unchanged the original building structure, which covers an area of approximately 1,000 sqm, the designers applied a deconstructive logic to the linearity of the pre-existing spaces, inserting a dynamic space bordered by cool concrete walls which hug the interiors and join to form a staircase which guides the visitor to the different levels of the museum. To create the complex geometry of the museum, inaugurated at the beginning of 2013, the designers used a 3D modelling program, combining a digital lofting with a CNC fabrication, which allowed to improve and to speed the construction with a consequent relevant costs reduction. Barbara Arlati
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Senza intervenire sulla struttura originale dell’edificio, un tempo occupato dai tipici uffici presenti nel vivace distretto Xuhui di Shanghai, i progettisti dello studio Archi-Union Architects, sotto la direzione dell’architetto Philip F. Yuan, hanno trasformato la linearità e la semplicità degli spazi interni pre-esistenti in uno spazio fluido o organico grazie all’inserimento di uno spazio nello spazio, formato da una sequenza, apparentemente causale, di pareti curve in cemento. I nuovi spazi sono tutti giocati sull’antitesi tra instabilità ed equilibrio, razionalità e casualità, movimenti fluidi e staticità. Anche se la logica complessa delle curve sembra rompere le normali relazioni spaziali tra i diversi elementi, i progettisti hanno determinato una logica per ogni linea, per ogni curva e un’interconnessione razionale tra ogni singolo componente. Dalla sala destinata all’esposizione permanente, situata di fronte all’ingresso, si accede, attraverso la vicina scalinata, agli spazi dedicati alle grandi mostre temporanee. Le pareti curve, oltre a suddividere lo spazio nelle diverse sale espositive, guidano il visitatore nel suo percorso. Le opere d’arte sono quasi tutte esposte all’interno di nicchie ricavate nelle pareti. Di fronte a questi spazi si trova infine una sala da tè con accesso diretto alla terrazza esterna. La metodologia della fabbricazione digitale è stata applicata ai processi sia di progettazione che di produzione. La superficie astratta multidimensionale generata dal computer è stata scomposta in pannelli lavorabili e gestibili con controllo numerico, ottenendo lavorazioni fedeli e precise, con un importante risparmio sui tempi e sui costi di lavorazione. Oltre alla geometria e alla metodologia di fabbricazione, la luce naturale è il terzo elemento chiave del progetto, studiata in modo tale da armonizzarsi con i moduli spaziali, esaltandone dinamicità ed irregolarità ed ampliando l’esperienza multidimensionale del museo.
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Without changing the original structure of the building, previously occupied by the typical offices of the high-density Xuhui district of Shanghai, the designers of Archi-Union Architects, headed by architect Philip F. Yuan, turned the linearity and simplicity of the pre-existing spaces into a fluid and organic space with the insertion of a space inside the space, formed by a seemingly random sequence of concrete curves. The new spaces are all played on the antithesis between instability and balance, rationality and randomness, fluid motion and stillness.
Even if the complex logic of these curves seems to break the traditional spatial relations between the different elements, the designers have defined a logic for each line, each curve and a rational interconnection between each component. From the permanent exhibition hall, located in front of the entrance, visitors proceed, via the stairs, to the big temporary exhibition halls. The curving walls, besides dividing the space into several micro spaces, also guide the visitors’ flow. Almost all the artworks are placed in niches inside the curving walls. In front of these exhibition spaces there is a teahouse, connected to the outdoor terrace. Digital fabrication, a s a m etho d olog y, h as been imp lem en ted throughout the design and construction process. The abstract multi-dimensional surface generated by the computer has been decomposed into CNC workable and controllable panels, which has allowed to obtain faithful and precise works with relevant time and costs savings. In addition to geometry and fabrication, light is the third key-element in the design: its has been designed to harmonize with the irregular spatial module to enhance its dynamic and irregular peculiarities as well as the multi-dimensional experience.
Credits: Photographs: ŠXia Zhi Courtesy of Archi-Union Architects
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LE BIODIVERSITÀ ALLA BASE DELLA VITA BIODIVERSITY AS SOURCE OF LIFE Se avete intenzione di visitare Panama, il 2013 è l’anno giusto. Ad attendervi in questo paradiso naturale e sociale - importante punto di snodo del commercio mondiale grazie all’omonimo canale - si è aggiunta la sorprendente architettura del nuovo Biomuseo, o Museo della Biodiversità, il primo progetto dell’architetto Frank O. Gehry in America Latina. Al museo un’esplosione di forme irregolari e colori con uno scheletro in cemento e acciaio che si estende sulla penisola artificiale Amador - è stato dato il nome di Ponte della Vita, poiché il suo intento è quello di richiamare l’attenzione sull’importanza di preservare le diversità biologiche e culturali e, nello specifico, sul ruolo che nel corso dei secoli la formazione dell’istmo di Panama ha avuto sulla storia naturale e sulla vita del pianeta.
If you are planning to visit Panama, 2013 is definitely the right year. To await you in this natural and social paradise - important international trade hub thanks to its Canal there is now also the amazing new Biomuseo, or Museum of the Biodiversity, the first architecture ever designed by Frank O. Gehry in Latin America. The museum - an explosion of irregular shapes and colours with a steel and concrete skeleton located on the tip of the artificial Amador Peninsula - was named Bridge of Life, as its aim is to draw attention to the importance of preserving biological and cultural diversity and, more specifically, to the story of how the appearance of the Isthmus of Panama changed nature and life on Earth over the centuries. Roberta Busnelli
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Oltre ad essere destinato a diventare un’icona architettonica di questo secolo, il nuovo Biomuseo, o Museo della Biodiversità, progettato dall’architetto Frank O. Gehry, ambisce ad avere un forte impatto sulla cultura della biodiversità e sulla consapevolezza dell’importanza di doverla salvaguardare. Il primo intervento di O. Gehry, considerato tra i massimi esponenti della corrente decostruttivista, in America Latina ha dato vita a una sorprendente architettura formata da un intreccio di tettoie rivestite in metallo dai colori sgargianti e dalle forme asimmetriche che poggiano su una fitta rete di pilastri in cemento. Il vasto complesso del Ponte della Vita, formato dall’edificio che ospita su 4.000 mq le gallerie e gli spazi espositivi e da un ampio parco pubblico, si estende su di una superficie complessiva di circa 35.000 mq. Il parco botanico è organizzato in aree tematiche, che rappresentano l’estensione naturale delle esposizioni all’interno del museo, presentando un’abbondanza di piante del nord e del sud del mondo, di esemplari di etnobotanica e una foresta di farfalle. All’interno, otto gallerie che si intersecano e si sovrappongono in un apparente disequilibrio, accolgono le esposizioni studiate per raccontare la storia dell’istmo di Panama - un ponte tra i continenti, le società e le culture - la cui comparsa,
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3 milioni di anni fa, unì terre e divise oceani cambiando la vita sul pianeta e generando le condizioni climatiche che conosciamo. L’architettura e i contenuti scientifici del museo e delle mostre sono stati studiati per anni e sono il frutto della collaborazione tra lo studio dell’architetto Frank O. Gehry, gli esperti di allestimenti dello studio Bruce Mau Design, la paesaggista Edwina von Gal e un gruppo di scienziati dell’Università e dell’Istituto Smithsonian di Ricerche Tropicali di Panama. Il risultato di questa collaborazione è un museo in cui l’architettura, il paesaggio e gli spazi espositivi si fondono in un solo progetto in cui forma e contenuto vengono percepiti e vissuti come un unico racconto interattivo in cui il visitatore viene coinvolto.
Credits: Images and models: courtesy of Frank O. Gehry Studio
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Photo: © Aaron Sosa Photo: © Aaron Sosa
Photo: Š Aaron Sosa Photo: Š Aaron Sosa
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Besides being destined to become an architectural icon of this century, the new Biomuseo, or Museum of the Biodiversity designed by architect Frank O. Gehry aims to have a profound impact on education, primarily in subjects related to biodiversity and to the awareness of the importance to have to safeguard it. The first project of O. Gehry, one of the most important exponents of deconstruction, in Latin America is an amazing architecture formed by a plot of colourful, asymmetrically-shaped metal-plated canopies sustained by a series of concrete columns. The vast complex of the Bridge of Life, formed by the museum building with its 4,000 sqm exhibition spaces and by a large public park, sits in a 35,000 sqm site. The botanical park is organized in thematic areas that expand on the themes presented by the galleries and compliments them with larger, living exhibits, including Plants from the North and South, Ethnobotany and a butterfly forest. Inside the museum eight intertwined and overlapped galleries host the exhibitions designed to tell the story of the appearance of the Isthmus of Panama - a bridge between continents, societies and cultures - three million years ago and how this sprouting joined lands and divided oceans, changing life on Earth and generating the climate we now know. The building, the scientific content of the museum and the exhibits were all developed in a series of workshops, where Gehry Partners’ team of architects were joined by the exhibit designers of Bruce Mau Design, by landscape designer Edwina von Gal and by a group of scientists from the University of Panama and the Smithsonian Tropical Resarch Institute. The outcome of this collaborative design process is a museum where architecture, landscape and exhibitions blend to become a synthetic whole, in which form and content are understood and experienced by visitors as one intertwined narrative.
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Photo: © Victoria Murillo
Photo: © Aaron Sosa
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Photo: Š Aaron Sosa
Terminata agli inizi del 2013, la Stamp House progettata dallo studio Charles Wright Architects nel Queensland settentrionale, in Australia, è sicuramente uno degli esempi più eloquenti di residenza privata tecnologica, autosufficiente è scollegata dalle reti di grande distribuzione dell'acqua, del gas e dell’energia - e solida al punto da poter resistere ai più violenti cicloni tropicali di quell’area e alle possibili inondazioni ad essi collegate. L’edificio, sviluppato su due livelli, sporge al di sopra di un lago ai margini della foresta pluviale ed è stato realizzato con un’innovativa combinazione di calcestruzzo prefabbricato e gettato in opera. Nel calcestruzzo, così ingegnerizzato e isolato, è stato incorporato un sistema di pannelli solari che garantisce una temperatura confortevole durante tutto l’anno.
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Completed at the beginning of 2013, the Stamp House designed by Charles Wright Architects in North Queensland, Australia, is one of the most brilliant examples of a technological and offgrid private house, which is also strong enough to withstand even the most intense tropical cyclones and the potential flooding of that area. The house, developed on two levels, utilises massive cantilevers over a lake on the edge of the rainforest and has been built with an innovative combination of in-situ and precast concrete. In the engineered and insulated concrete the architects have incorporated a total solar panelled roof to provide for a constant comfortable ambient temperature year-round. Valerio Rossi
SOLIDA E AUTOSUFFICIENTE SOLID AND OFF-GRID
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L’obiettivo non era semplicemente quello di progettare un edificio frutto di una sofisticata ricerca tecnologica - ha spiegato l’architetto Charles Wright ma quello di realizzare un edificio che, grazie a una sofisticata ricerca tecnologica e a una stretta collaborazione con gli Enti locali e statali per la salvaguardia dell’ambiente e dei parchi nazionali, fosse in grado di integrarsi perfettamente nell’ambiente circostante, limitando l’impatto sul suo delicato ecosistema. Realizzato come un edificio autosufficiente a emissioni zero grazie al sistema d i pa n nelli s olari e a ll’uso di un’innov a tiv a combinazione di calcestruzzo prefabbricato e gettato in opera, la Stamp House è dotata di una cisterna da 250.000 litri per la raccolta delle acque piovane, di un sistema per il riciclo delle acque grigie per l’irrigazione, di un sistema di trattamento terziario in loco delle acque reflue e di un impianto di raffreddamento e conservazione dell’energia controllato da un complesso sistema di building automation. All’interno, a cui si accede dal livello superiore attraversando un ponte sopra il lago, ci si trova in un ampio salone che accoglie la zona giorno con soggiorno, cucina, sala da pranzo e area fitness, mentre le camere da letto si trovano nelle ali laterali dell’edificio.
The aim was not to simply produce an engineered outcome - explained architect Charles Wright - but to produce a building which, thanks to a technological research and a strict collaboration with the National Parks, Environmental Agencies, State and Local Government, made the most of the sites natural amenity and re-introduced the surrounding native wetland environment. Built as a carbon neutral - in operation - and off-grid structure thanks to the solar panels and the use of an innovative combination of in-situ and precast concrete, the Stamp House also includes a 250,000-liter tank for the harvesting of rainwater, a greywater recycling and irrigation system, an on-site Advanced Tertiary Sewerage treatment
plant, a shaded and insulated thermal mass engineering and a green cooling and energy conservation controlled via building automation system. Inside the house, which can be accessed from the upper level via a bridge over the lake, a large open space accommodates the living room, the kitchen, the dining room and a fitness area, while the bedrooms are located in the wings.
Credits: Photographer: ©Patrick Bingham Hall Contractor: PD Builders
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Curtesy of Archivio Ugo Mulas Onlus
THE WORD TO THE PROJECT
LA PAROLA AL PROGETTO
Curtesy Studio Gae Aulenti
Il design di un oggetto è sempre la conseguenza di un contesto - così sosteneva l’architetto Gae Aulenti e in questo modo nacque, nel 1965, la lampada Pipistello, un modello storico destinato a entrare nella storia del design italiano. Il contesto, in quel caso, era il rinnovamento dello showroom Olivetti in Rue du Faubourg Saint Honoré a Parigi: Gae Aulenti, disegnata la lampada ancora oggi innovativa, rivoluzionaria nel 1965 - incontrò Elio Martinelli, a cui ne propose la realizzazione dando il via alla produzione di una delle lampade più straordinarie, un oggetto di culto, patrimonio non solo del mondo del design, ma di noi tutti. L’eccezionalità di quell’incontro, di quelle figure, di quel periodo storico sono lo specchio del contesto culturale e industriale alla base del successo del design italiano. Il breve racconto che ne segue è da intendersi come un tributo alla pienezza di quel contesto, nato da un incontro fortemente voluto dall’architetto Emiliana Martinelli, figlia di Elio, nella casa-studio di Gae Aulenti con le persone che le erano vicino, sedute attorno al prototipo della nuova versione mini del suo Pipistrello, in un’atmosfera emozionante, nello stesso giorno in cui la città di Milano ha inaugurato, con orgoglio, a quasi cinque mesi dalla sua scomparsa, piazza Gae Aulenti.
Architect Gae Aulenti used to say that the design of an object is always the consequence of a context and the Pipistrello lamp, an object destined to be recorded in history of the Italian design, was created in this way in 1965. The context, in that case, was the renewal of the Olivetti show-room in Rue du Faubourg Saint Honoré in Paris: Gae Aulenti, once designed the lamp – innovative even today, revolutionary in 1965 – met Elio Martinelli, to whom she proposed the realization, starting the production of one of the most extraordinary lamps, a cult object, heritage not only of the design world, but of all of us. The exceptional nature of that meeting, those figures, that historical period are the mirror of the cultural and industrial context at the basis of the Italian design success. The short tale that follows is to be meant as a tribute to the fullness of that context, born from a meeting, strongly desired and organized by architect Emiliana Martinelli, daughter of Elio, in the homestudio of Gae Aulenti with her loved ones, sitting around the prototype of the new mini version of her Pipistrello, in an exciting atmosphere, on the same day when Milan inaugurated, with pride, Piazza Gae Aulenti, almost five months after her death. Paolo Armenise
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Un vincolo che Emiliana ha voluto riconoscere, suggellandolo con l’incontro del 20 marzo, da intendersi all’insegna non solo del passato, ma anche del presente e del futuro, come suggerisce l’immagine del mini Pipistrello che fa bella mostra di sé al centro del tavolo. Durante l’incontro si è parlato molto di teatro, un elemento ricorrente, poiché Gae Aulenti amava e lavorava molto per il teatro, Elio Martinelli proveniva dal mondo della progettazione scenografica e Giovanna Buzzi è una nota costumista. Cultura come necessità di vita, passione e creatività continuano a formare l’unico fil rouge ereditato, che lega le persone attorno a quel tavolo. Altri segreti attorno al loro lavoro e alla genesi del Pipistrello non esistono. Semplicemente Gae Aulenti presentò a Elio Martinelli, esattamente 50 anni fa, un disegno molto dettagliato di quella lampada.
Elio decise di produrla, sapendo che avrebbe incontrato molti ostacoli e difficoltà nella realizzazione, ma decise di accettare la sfida. Superando con caparbietà ogni problematica legata alla particolare forma del diffusore in metacrilato e al perfetto funzionamento dell’asta telescopica, insieme diedero vita a quello straordinario progetto e a una collaborazione che, alcuni anni dopo, portò anche alla nascita della lampada Ruspa, amatissima da Gae Aulenti. Di quell’incontro mi resta l’intensità e un’immagine in particolare: quella della nipote Nina, architetto anche lei, che dalla nonna non ha ricevuto né consigli né parole, ma, molto di più, un modo di intendere il proprio lavoro, oltre a un mare di disegni da catalogare per mettere insieme la memoria e l’eredità che questa donna ha lasciato a lei e a noi tutti.
Showroom Olivetti Paris, RM Fotografia Milano
Nell’Italia protagonista di questa storia erano quasi sempre gli architetti, come nel caso di Gae Aulenti, che progettavano anche gli oggetti protagonisti di una determinata architettura. Per chi come Gae Aulenti non vedeva il confine tra architettura e industrial design, progettare un oggetto o un edificio era allo stesso modo progettare uno spazio. Milano, 20 marzo, zona Brera, sul citofono semplicemente: Gae Aulenti, il suo studio e la sua casa. A ogni gradino di quelle scale ripide, infinite aumenta la mia emozione. Attorno al tavolo Emiliana Martinelli, architetto e figlia di Elio, suo figlio Marco, Giovanna Buzzi, figlia di Gae Aulenti e sua figlia Nina Artioli, architetto. Sul tavolo il prototipo del Mini Pipistrello, l’ultimo nato. L’incontro di tre generazioni in un ricorrere di amore per la cultura e la creatività all’ombra di una lampada e dei ricordi ad essa legati, un incontro per capire di più di quel progetto e riempirsi l’anima di qualche segreto. Ma Gae Aulenti, così come Elio Martinelli non amava parlare molto, così come non amano farlo le loro figlie e non escono segreti né massime da poter citare come assiomi: il legame, oltre alla lampada che ha unito e unisce le loro storie, è nella convinzione che un progetto non è fatto di parole - come forse non lo è il legame tra le persone - o di certezze, ma di ricerca, curiosità, passione. Un legame che Emiliana Martinelli, che oggi dirige la Martinelli luce con la stessa passione e tenacia del padre, ha voluto rafforzare con questo incontro. Un vincolo che passa attraverso la storia del Pipistrello, delle sue continue evoluzioni negli anni, delle edizioni limitate, delle nuove cromie e delle finiture che nascevano sempre come frutto di una rispettosa collaborazione, proseguita anche dopo la scomparsa di Elio nel 2004, tra Emiliana e Gae Aulenti.
Showroom Olivetti Paris, RM Fotografia Milano
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Lamp Ruspa courtesy of Martinelli Luce Curtesy Studio Gae Aulenti
In Italy, protagonist of this history, the architects, almost always, as in the case of Gae Aulenti, also designed the objects protagonists of a particular architecture. For those who, as Gae Aulenti, did not see the line between architecture and industrial design, designing an object or a building was in the same way designing a space. Milan, 20th March, Brera district, on the entryphone simply : Gae Aulenti, her studio and her home. The more I walked up those steep infinite stairs, the more my emotion increased at each step. Around the table Emiliana Martinelli, architect and Elio’s daughter, her son Marco, Giovanna Buzzi, Gae Aulenti’s daughter and her daughter Nina Artioli, architect. On the table the prototype of the Mini Pipistrello, the latest edition. The meeting of three generations pursuing love for culture and creativity in the shade of a lamp and of the memories linked to it, a meeting to understand more about that project and to fill the soul with some secrets. But Gae Aulenti and Elio Martinelli did not like speaking much, and neither did their daughters; so neither secrets nor maxims came out to be told such as axioms: the tie is not only the lamp that united and unites their histories, but it is in the conviction that a project is not made of words perhaps like the tie among people is not - or of certainties, but of research, curiosity, passion.
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A tie that Emiliana Martinelli, who is directing Martinelli Luce with the same passion and tenacity of her father, wished to strengthen with this meeting. A tie that spans the entire history of the Pipistrello, its continuous evolution, its limited editions, the new colours and finishes which were always decided in a respectful collaboration, continued after the death of Elio in 2004, between Emiliana and Gae Aulenti. A tie that Emiliana intended to recognize with the meeting of the 20th March, which is to be meant not only as tribute to the past but as a base for present and future, as suggested by the image of the mini Pipistrello proudly displayed at the centre of the table. During the meeting we spoke a lot about theatre, a recurring element in this tale, as Gae Aulenti loved and worked a lot for theatre, Elio Martinelli came from the stage designing world and Giovanna Buzzi is a famous costume-designer. Culture as life necessity, passion and creativity continue forming the unique inherited fil rouge, tying the people around that table.
Other secrets around their work and the Pipistrello genesis do not exist. Exactly 50 years ago, Gae Aulenti simply presented to Elio Martinelli a very detailed drawing of that lamp. Elio decided to produce it, knowing in advance that he would have met many obstacles and difficulties in its manufacture, but he decided to accept the challenge. By getting over, with obstinacy, any problem regarding the particular shape of the methacrylate diffuser and the perfect working of the telescopic rod, they created together that extraordinary project and a collaboration that, some years later, gave birth also to the Ruspa lamp, loved so much by Gae Aulenti. I do keep the intensity and in particular an image of that meeting: the granddaughter Nina, architect, too, who received from her grandmother neither advice nor words, but much more, a way of intending her own work, besides a sea of drawings to be catalogued, to put together the memory and the heritage this woman left to her and to us all.
LA PIÙ GRANDE OPERA INDOOR DI TUTTI I TEMPI THE LARGEST INDOOR SCULPTURE È stata inaugurata il 15 marzo l’ultima installazione dell’eccentrico e provocatorio artista americano di origine bulgara Christo, famoso per l’originalità delle sue opere, sempre realizzate in collaborazione con la moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, tra cui ricordiamo l’impacchettamento del Reichstag di Berlino del 1995. Si tratta di Big Air Package, la più grande installazione artistica gonfiabile senza scheletro interno mai prodotta al mondo. Big Air Package - alta 90 m, con un diametro di 50 m e un volume di 117.000 m3 - è stata realizzata utilizzando 20.350 mq di poliestere semitrasparente e 4.500 m di corda all’interno dell’ex gasometro di Oberhausen, in Germania e sarà in mostra dal 16 marzo fino al 30 dicembre 2013.
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The eccentric American artist of Bulgarian origin Christo - internationally known for the originality of the works he always created with his wife Jeanne-Claude, died in 2009, like the famous Wrapped Reichstag in Berlin in 1995 - has unveiled on March 15 his new installation. Entitled Big Air Package, it is the largest ever inflated envelope without a skeleton. Big Air Package - 90 m high, 50 m in diameter and with a volume of 117,000 m3 was created with 20,350 sqm of semitransparent polyester fabric and 4,500 m of rope inside the former gas tank of Oberhausen, in Germany and it will be on view from March 16 to December 30, 2013. Roberta Busnelli
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Big Air Package è il nome della nuova, straordinaria opera creata dall’artista Christo, al secolo Christo Vladimirov Yavachev, all’interno dell’ex gasometro di Oberhausen, nel bacino tedesco della Ruhr, che con i suoi 117 m era il più grande gasometro cilindrico di tutta Europa, oggi utilizzato come sede per mostre ed eventi. Big Air Package, con i suoi 90 m di altezza, un diametro di 50 m e un volume di 117.000 m3 è la più grande installazione gonfiabile priva di scheletro interno, nonché la più grande opera indoor mai realizzata. L’installazione, simile nella forma a una gigantesca mongolfiera realizzata con 20.350 mq di poliestere semitrasparente, si estende per quasi tutta la larghezza del gasometro, da parete a parete, lasciando solo un piccolo spazio per permettere ai visitatori di camminarvi attorno. L’opera, priva di qualsiasi armatura interna, è sostenuta solamente dall’azione di due ventole ad aria che creano una pressione costante di 0,27 millibar. I visitatori, che accedono all’interno attraverso delle sacche d’aria, si trovano in uno spazio etereo, impalpabile, inondato dalla luce dei lucernari del gasometro che filtra attraverso il tessuto semitrasparente e di ben 60 proiettori, posizionati in modo tale da creare una luce diffusa per tutto lo spazio. All’interno della gigantesca scultura è possibile vivere un’esperienza fatta di forme, spazi e luce - ha commentato l’autore. Dentro il Big Air Package si ha come l’impressione di nuotare virtualmente nella luce all’interno di una gigantesca cattedrale alta 90 m.
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Big Air Package is the title of the new, extraordinary artwork created by the artist Christo, born Christo Vladimirov Yavachev, inside the 117 m high former gas tank of Oberhausen, in the German Ruhr Basin, which used to be the largest cylindrical gasometer in Europe, today used for exhibitions and events. The 90 m high Big Air Package, with its 50 m diameter and its 117,000 m3 volume, is the largest ever inflated envelope without an inner skeleton and the largest indoor sculpture ever made. With its shape similar to a big air balloon made with 20,350 sqm of transparent polyester fabric, the installation nearly spans the distance from wall to wall of the gasometer, leaving only a small passage to walk around it. The package, without any inner skeleton, is kept upright by two air fans creating a constant pressure of 0.27 millibar. Once entered the package through airlocks, visitors are in an ethereal, impalpable space, illuminated by the light coming from the skylights of the gasometer and filtering through the semitransparent fabric and by 60 additional projectors, which create a diffuse light throughout the interior. Inside the huge sculpture an extraordinary experience of shape, space and light is provided - commented the artist. When you are in the Big Air Package you are virtually swimming in light inside the space of a 90 m high cathedral.
Credits: Photographs: ŠWolfgang Volz, 2013
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Lo scorso 11 febbraio è stata inaugurata, alla presenza della principessa ereditaria di Norvegia Mette-Marit, nella cittadina di Alta, situata a nord del Circolo Polare Artico, la Cattedrale dell’Aurora Boreale, progettata dallo studio danese Schmidt Hammer Lassen Architects in collaborazione con Link Arkitektur. Già in fase di costruzione la struttura, con la sua forma a spirale che si estende su un’area di 1.917 mq e si erge per 47 m verso il cielo artico e il suo rivestimento in titanio a riflettere la magia dell’Aurora Boreale, veniva percepita dai visitatori come un punto di riferimento architettonico e uno stupendo tributo alla magnificenza della natura.
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On February, 11 the Crown Princess of Norway, Mette-Marit, has inaugurated in Alta, located north of the Arctic Circle, the Cathedral of the Northern Lights, designed by Danish studio Schmidt Hammer Lassen Architects in collaboration with Link Arkitektur. Even during the construction phase this 47 m-high structure, with its spiral shape and its titanium cladding reflecting the magic of the Northern Lights, was perceived by visitors as an architectural landmark and a beautiful tribute to the magnificence of nature. Lea Andreoli
TRIBUTO ALLE LUCI DANZANTI TRIBUTE TO THE DANCING LIGHTS
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Nel 2001, quando la municipalità di Alta bandì il concorso per la Cattedrale dell’Aurora Boreale, venne da subito specificato che non avrebbe dovuto trattarsi di una semplice chiesa, ma di un’icona architettonica in grado di sottolineare il ruolo della città quale punto di osservazione del fenomeno dell’Aurora Boreale. L’edificio, ispirato alla natura circostante e alla cultura locale, è di fatto un punto di riferimento che, attraverso la sua architettura, simboleggia lo straordinario fenomeno naturale dell’aurora boreale artica - spiega John F. Lassen, socio fondatore dello studio Schmidt Hammer Lassen Architects. La cattedrale riflette, sia letteralmente che metaforicamente, l’aurora boreale: eterea, transitoria, poetica e meravigliosa. Si presenta come una scultura solitaria che interagisce con la natura spettacolare che la circonda. Durante i lunghi periodi bui dell’inverno artico, lo splendore delle luci danzanti dell’aurora boreale si riflettono sul rivestimento esterno in titanio delle pareti che salgono a spirale fino alla punta del campanile, alto 47 m. Gli interni caldi e accoglienti della cattedrale creano un gradevole contrasto con la dinamicità dell’esterno, grazie ai materiali impiegati che vanno dal cemento grezzo delle pareti al legno, come da tradizione Nordica, per i pavimenti, i pannelli e i soffitti. La luce naturale filtra attraverso le sottili finestrature ricavate in maniera irregolare nella struttura e attraverso un lucernario che, illuminando l’intera parete dietro l’altare, crea un’atmosfera molto particolare. Oltre alla sala principale, che può accogliere fino a 350 persone, la cattedrale è completa di uffici amministrativi, di aule, di spazi espositivi e di una zona parrocchiale.
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In 2001, when the architecture competition for the Cathedral of the Northern Lights was arranged, the municipality of Alta immediately specified that they did not just want a new church, but an architectural icon that would underline the role of the city as a public venue from which the natural phenomenon of the Northern Lights could be observed. The building, inspired by the surrounding nature and local culture, is in fact a landmark which, through its architecture, symbolizes the extraordinary natural phenomenon of the Arctic Northern Lights - explains John F. Lassen, Founding Partner at Schmidt Hammer Lassen Architects. The cathedral reflects, both literally and metaphorically, the northern lights: ethereal, transient, poetic and beautiful. It appears as a solitary sculpture in interaction with the spectacular surrounding nature. During the long periods of Arctic winter darkness, the splendour of the dancing Northern Lights is reflected in the titanium external cladding of the walls that rise in a spiralling shape up to the tip of the 47 m-high belfry. The warm and peaceful interiors of the cathedral create a pleasant
contrast to the dynamic exterior thanks to the used materials, ranging from the raw concrete of the walls to the wood of the floors, panels and ceilings, underlining the Nordic tradition. Natural daylight enters the church through some slim, tall and irregularly placed windows and through a skylight that, lighting up the whole wall behind the altar, creates a very distinctive atmosphere. In addition to the main church room, which can accommodate up to 350 people, the cathedral also includes administration offices, classrooms, exhibition areas and a parochial area.
Credits: Photographer: ŠAdam Mørk Main contractor: Ulf Kivijervi AS Art work: Peter Brandes
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VIVERE LA CITTÀ ENJOYING THE CITY Il cuore del distretto della Città della Scienza, l’ampia area gestita dal governo locale come Parco scientifico, tecnologico e industriale, situata nella parte est della città di Canton, in Cina, si è arricchito negli ultimi anni di un villaggio formato dall’insediamento residenziale Soho, da alcune strutture pubbliche e da una via pedonale interamente dedicata allo shopping. È in questa via, concepita come una moderna interpretazione del famoso quartiere pedonale Xintiandi di Shanghai, che sorgono i due nuovi edifici commerciali, inaugurati nel 2012 e progettati dallo studio di architettura Spark Architects, che includono numerosi negozi, bar e ristoranti.
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The heart of the Science Town district, administrated by the local government as a science, technology and industry Park, located in the eastern part of Guangzhou, China, has been enriched in recent years with an urban village made up of the Soho residential development, some public facilities and a pedestrian retail street. It is right in this street, conceived as a modern interpretation of the famous pedestrian Xintiandi district of Shanghai, that Spark Architects designed the two new shopping buildings, completed in 2012, which include various shops, bars and restaurants. Silvia Lopez
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Gli architetti dello studio Spark hanno definito il loro progetto dei due edifici che sorgono all’interno della nuova zona nel distretto della Città della Scienza di Canton, come una moderna interpretazione del noto quartiere pedonale Xintiandi - letteralmente Paradiso sulla Terra - di Shanghai, dove è possibile fare acquisti, fermarsi in uno dei numerosi ristoranti o incontrarsi per un caffè o un drink all’aperto durante la bella stagione. Allo stesso modo i due nuovi centri di Canton, situati nei pressi di un viale principale e di una piazza, sfruttano lo spazio pubblico quale naturale estensione del costruito. L’ambiente conviviale degli spazi pubblici all’esterno degli edifici, a cui fanno da vivace quinta i variopinti balconcini del vicino centro residenziale Soho, è rafforzato dalla scala contenuta degli edifici e delle viette del quartiere. Con l’obiettivo di creare delle architetture moderne e funzionali senza trascurare di includere dei riferimenti alle tradizioni locali, i progettisti dello studio Spark hanno visitato numerosi villaggi della periferia di Canton, da cui hanno ripreso una serie di motivi ornamentali riprodotti sulle facciate e alcuni materiali, come la tradizionale porcellana cinese bianca dai decori azzurri.
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The architects at Spark studio describe their project of the two shopping lots located in the new village in the Science Town district of Guangzhou as a contemporary interpretation of the well known pedestrian Xintiandi district - literally Heaven on Earth - of Shanghai, where people can shop, eat in one of the many restaurants or meet for a coffee or outdoor drinking during the summer. Similarly, the new lots of Guangzhou, located near a central alley and facing a square, use the public space as a natural extension of the built. The convivial environment of the public spaces outside the buildings, overlooked by the colourful balconies of the nearby Soho building that act as a multicoloured backdrop, is enhanced by the limited scale of the buildings and of the small streets of the district. With the aim to create contemporary and functional architectures, however infused with local cultural references, Spark Architects visited many villages located on the outskirts of Guangzhou, where they have taken the inspiration for a series of motifs they have reproduced on the faรงades and for the use of some materials, like the traditional blue and white Chinese porcelain.
Credits: Photographs: Courtesy of Spark Architects
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Entrata in operazione lo scorso 5 febbraio, l’ultima stazione britannica di ricerca antartica Halley VI, ubicata sulla costa del Mare di Weddell, a nord ovest dell’Antartide, segna l’inizio di una nuova era nell’ambito della ricerca polare del XXI secolo. O per colpa degli accumuli di neve e ghiaccio che finivano per ricoprire negli anni le strutture o per la deriva della calotta di ghiaccio spessa 150 m su cui si trovavano - che si muove a un ritmo di 400 m l’anno verso l’oceano - le precedenti cinque stazioni intitolate alla memoria dell’astronomo Edmond Halley, sono state - a partire dalla
prima, realizzata dalla Royal Society di Londra nel 1957 - tutte smantellate e in seguito ricostruite. A risolvere il problema di una durata limitata ha pensato lo studio londinese Hugh Broughton Architects che, a differenza dei precedenti edifici statici, ha progettato la nuova stazione - formata da una sequenza di otto moduli interconnessi tra loro - con un innovativo sistema di moduli idraulici retrattili poggiati su giganteschi sci che permettono facili spostamenti periodici dei moduli durante le fasi di deriva della calotta, evitando nel contempo gli accumuli nevosi.
Become fully operational on 5 February, Britain’s latest Antarctic Research Station Halley VI located on the coast of the Weddell Sea, in northwest Antarctica, signals a new dawn for 21st Century Polar research. Due to the accumulation of snow and ice which ended to bury the structures over time or to the flow of the 150 m thick ice shelf where they were located - it flows at a rate of 400 m per year towards the sea - the previous five stations, named in memory of the astronomer Edmond Halley, were all demolished and removed - from the
first one, built in 1957 for a Royal Society expedition. To overcome the problem of a limited duration, London-based studio Hugh Broughton Architects designed the new station formed by a sequence of eight interconnected modules - which, unlike the previous static buildings, features an innovative system of hydraulically elevated ski based modules, ensuring the station can be fully relocated inland during ice shelf flows, while also avoiding any snow accumulation.
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Stefano Galati
LA NUOVA ERA DELLA RICERCA ANTARTICA THE NEW ERA OF ANTARCTIC RESEARCH
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La nuova stazione britannica di ricerca antartica Halley VI, entrata in funzione lo scorso febbraio e situata sull’inlandsis di Brunt, a nord ovest dell’Antartide, è formata da sette moduli blu e un modulo centrale rosso interconnessi tra loro a formare una sorta di curiosa carovana appoggiata su gigantesche gambe ad azionamento idraulico, grazie alle quali ogni modulo potrà essere rimorchiato e rilocato periodicamente durante le fasi di deriva della calotta. I sette moduli blu ospitano i laboratori, gli uffici, le stanze di scienziati e ricercatori e gli impianti per la produzione di energia, mentre all’interno del modulo rosso, sviluppato su due livelli, si trova un unico spazio luminoso a doppia altezza dedicato al tempo libero e alle attività sociali. Gli interni sono stati progettati per accogliere un numero di ricercatori che varia dai 52 della stagione estiva ai 16 durante i tre mesi invernali di buio in cui le temperature scendono fino a -56° C. La nuova stazione di ricerca progettata dallo studio londinese Hugh Broughton Architects in collaborazione con la AECOM, vincitori nel 2005 del concorso internazionale del Royal Institute of British Architects bandito dallo stesso istituto con il Centro Britannico di Ricerche Antartiche, è stata realizzata ad un secolo di distanza dalle prime spedizioni antartiche dell’esploratore Robert Falcon Scott e rappresenta oggi lo stato dell’arte per il suo mix di tecnologia, architettura e ingegneria. La stazione proseguirà negli importanti studi di meteorologia che nel 1985 hanno portato allo scoperta del buco nell’ozono e che in futuro ci aiuteranno a comprendere meglio e ad affrontare i fenomeni legati ai cambiamenti climatici del pianeta.
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Britain’s latest Antarctic Research Station Halley VI, fully operational since February and located on the Brunt Ice Shelf, in northwest Antarctica, combines seven interlinking blue modules and a central red module, which form a sort of curious caravan resting on gigantic hydraulically operated legs, thanks to which each module can be moved and relocated inland periodically as the ice shelf flows towards the sea. The seven blue modules are used for laboratories, offices, bedrooms and energy plants, while the central two-storey red module features a double-height light filled social space. Interiors have been specially designed to support crew numbers ranging from 52 in summer to 16 during the three months of total darkness in winter when temperatures at the base drop as low as -56° C.
The new research station designed by Hugh Broughton Architects with AECOM after winning the Royal Institute of British Architects International Competition in 2005, has been built one hundred years after Captain Robert Falcon Scott’s Antarctic expeditions and it represents today the state-of-theart in technology, architecture and engineering. The station will continue the meteorology investigations that led to the 1985 discovery of the ozone hole and that in future will lead to a deeper and deeper understanding of the phenomena related to the climate changes on our planet.
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GEOMETRIE IMPREVEDIBILI UNPREDICTABLE GEOMETRIES Il pensiero va al profilo delle alberature che si stagliano sul fondale del fabbricato e al punto in cui il disegno del tetto si perde e si innesta sul vuoto il nuovo profilo di un’alberatura artificiale, come a stabilire una corrispondenza tra vegetazione naturale e artificiale, ma dagli aspetti naturalistici. Il tema si realizza nel convincimento che la coerenza della forma con il suo contesto costituisca elemento di primaria osservazione e considerazione. Le varie sfaccettature delle superfici completano in modo apparentemente casuale il volume mancante, risolvendo contestualmente il tetto e i fronti con superfici che sottraggono all'insieme ogni aspetto tradizionale per diventare forma libera, che induce a una lettura dinamica, con aspetti di provvisorietà e mutevolezza, come fronde di imponenti alberature. È quanto succede nella nuova realizzazione di Jove - una copertura in legno lamellare di circa 760 mq per un’azienda vinicola di Peschiera del Garda progettata dall’architetto Giovanni Bo in cui il senso del perfetto, del finito e dell'irrinunciabile cedono il posto alla leggerezza e al senso di flessibilità.
The thought goes to the profile of the plantings of trees standing out on the bottom of the building and to the point where the shape of the roof gets lost and the new profile of an artificial planting of trees enters the empty space, as to establish a correspondence between natural and artificial vegetation, but with the naturalistic aspects. The theme is carried out by convincing that the coherence of the shape with its context constitutes element of primary observation and consideration. The various facets of the surfaces complete the missing volume in an apparently casual way, by solving contextually the roof and the faces with surfaces deducting each traditional aspect from the whole to become free shape, inducing to a dynamic reading, with aspects of temporary nature and mutability as leafy branches of imposing plantings of trees. This happens in the new realization of Jove - a ca 760 sqm laminated wood covering for a winery in Peschiera del Garda designed by architect Giovanni Bo - in which the sense for perfect, finished and inalienable make room to the lightness and to the sense of flexibility. Paolo Armenise
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L'assenza di una geometria rigida può fornire maggiori occasioni di modifiche alla configurazione del tetto e renderlo più coerente con possibili e imprevedibili esigenze. Questo senso dell'incerto e del trasformabile è alla base della ricerca, che segue altre attente esplorazioni verso soluzioni di percorsi più facilmente praticabili e deducibili da schemi convenzionali - prosegue il pensiero dell’architetto Giovanni Bo. L’omaggio alla natura della soluzione in rame, enfatizzata dalle grandi fioriere incastonate nella facciata, lungi dall'esprimere ossequio ad alcune tendenze contemporanee, diventa autentico ed essenziale, e le infinite vibrazioni delle mutevoli giaciture che compongono l'involucro esterno si riflettono all'interno, legandosi a una fitta ramificazione di puntoni, evidenti riferimenti a tralci che nascono da alberi secolari. Il concetto di saper fare che normalmente si lega a un’idea di abilità produttiva, nel caso dell’azienda Jove, come dimostra il decorso di questo progetto, si estende a una capacità di affrontare e risolvere problematiche complesse dal punto di vista della realizzazione di un progetto. Un progetto come questo dell’azienda vinicola di Peschiera del Garda necessitava di una complicità completa tra progettista e azienda, partendo dal comune credo in un racconto apparentemente visionario, a cui far seguire un atteggiamento aziendale che consentisse la trasformazione di questa visione in un manufatto. Di fronte al rincorrersi apparentemente casuale delle travi in lamellare e ai continui e ripetuti cambi di inclinazione è difficile pensare a questa realizzazione limitandosi all’interno del significato canonico di progetto, quanto piuttosto alla constatazione della capacità di un’azienda di saper fare la differenza. Il risultato è sicuramente qualcosa che ci proietta in un contesto in cui il saper fare diventa uno stile di vita.
The absence of a rigid geometry can offer more occasions for modifications of the roof configuration and make it more coherent with possible and unforeseeable requirements. This sense for uncertainty and transformable is at the basis of the research, following other careful explorations towards solutions of paths that are practicable easier and deductible from conventional schemes - the thought of architect Giovanni Bo continues. The homage to nature of the copper solution, empathized by the big flower holders set on the façade, far from expressing respect to some contemporary trends, becomes authentic and essential, and the infinite vibrations of the mutable laying positions forming the outer envelope are reflected inside, by linking themselves to a thick branching of rafters, evident shoots born from secular trees. The concept of being able to do that normally is linked to an idea of productive ability, in
the case of Jove, as the course of this project demonstrates, extends to an ability to face and to solve complex problems from the point of view of the realization of a project. A project like this one, of the winery in Peschiera del Garda, needed a complete complicity between designer and manufacturing company, by starting from the mutual beliefs in an apparently visionary tale, and then a company’s attitude allowing the transformation of this vision into a manufactured article. By looking at the lamellar beams placed in an apparently casual way and the continuous and repeated inclination changes, it is difficult to think of this realization just inside the canonical meaning of project, but rather of the observation of the ability of a company able to make the difference. The result is surely something projecting us to a context in which being able to do becomes a life style.
Credits: Photographs: ©Sofia Uslenghi, 2013
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OGNI COSA AL SUO POSTO
EVERYTHING IN ITS RIGHT PLACE Realizzare le architetture degli spazi interni assecondando, e in molti casi anticipando, le esigenze e gli stili della contemporaneità, significa per un’azienda mettere le proprie tecnologie al completo servizio della progettazione. Tra gli elementi che meglio riflettono gli odierni bisogni di praticità e funzionalità abbinate a stile ed eleganza c’è la cabina armadio, una soluzione ricercata e confortevole per mantenere in ordine i propri abiti e gli accessori. Albed, azienda italiana fondata nel 1964 e specializzata nella produzione di porte, pareti modulari e complementi d’arredo di alta qualità, ha inserito tra i suoi cavalli di battaglia alcune collezioni di cabine armadio, tra cui la recente Solo, contraddistinte da un design raffinato, lavorazioni accurate e materiali di alta qualità.
A company that designs interior spaces having to meet, sometimes even to anticipate, the contemporary needs and stylistic languages, has always to make all its technological know-how available to the project. Among the elements that best reflect the contemporary needs of functionality combined with style and elegance there is the walk-in closet, a refined and comfortable solution that allow us to have all our clothes and accessories in their right place. Albed, the Italian company which has been manufacturing high quality doors, room dividing systems and furnishing elements since 1964, has included among its major collections some models of walk-in closets, like the recent Solo, featuring a refined design, a careful manufacture and high quality materials. Davide Spadari
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Grazie a una costante evoluzione produttiva e tecnologica e a un’assidua ricerca stilistica e materica, la società Albed, situata nelle immediate vicinanze di Milano, ha mantenuto invariato negli anni solo l’obiettivo iniziale di vestire con eleganza e funzionalità gli spazi residenziali e contract della propria clientela. Tra gli elementi che spiccano nella produzione per il rigore formale, l’innovazione e l’alta qualità dei materiali impiegati ci sono le cabine armadio, con cui l’azienda arreda gli ambienti moderni in modo dinamico, ottimizzando gli spazi con razionalità e trasformandole in un vero e proprio segno di distinzione. Tra i diversi modelli disponibili, Solo, sviluppato dal Centro Ricerche e Sviluppo Albed, è una cabina armadio che abbina mensole e contenitori in legno, disponibili con nobilitazione superficiale, a montanti fissati al soffitto con una moderna finitura bianca o anodizzata nera. Il sistema di aggancio delle mensole e dei contenitori assicura una pratica continuità del piano di appoggio, mentre i tubi appendiabiti in metallo e i contenitori sono agganciati sotto alla mensola. Solo è stata pensata per una clientela attenta ai nuovi materiali, ma amante delle tradizioni e in grado di apprezzare quella sottile linea di confine tra memoria e innovazione.
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Thanks to a constant manufacturing and technological evolution and an assiduous stylistic and material research, Albed, located near Milan, kept unchanged over the years only the initial aim to furnish with elegance and functionality the residential and hospitality spaces of its customers. Among its products the walk-in closets stand out for their formal elegance, innovation and the high quality of the used materials. With them the company designs modern and dynamic environments, optimizing the spaces and transforming them into true distinctive elements. Among the different available models, Solo, designed by Albed Research and Development Centre, is a wardrobe system which combines wooden shelves and containers, also available with melamine surfaces, with white or black anodized uprights fixed to the ceiling. The fixing system of the shelves and containers allows a functional continuity of the laying top, while the clothes bars and the containers are placed under the shelves. Solo has been conceived for those customers who pay attention to the new materials but are also devoted to traditions and can appreciate that fine line between memory and innovation.
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SEGNO (D)SEGNO Non penso ci sia periodo più adatto di aprile, il mese in cui a Milano si tiene la Design Week forse più conosciuta al mondo, per permettermi alcune riflessione sul segno. Questo mese rappresenta il momento in cui i mondi del design e dell’architettura si concentrano attorno a quelli che vengono definiti i nuovi segni, segni che talvolta hanno la presunzione di essere chiamati design e altre volte la velleità di progettare gli scenari della nostra vita quotidiana. Un’occasione, quella di aprile a Milano, in cui, oltre ai segni, sono concentrate in città le mani che hanno scelto, come me, il segno come strumento di comunicazione del loro essere. Il nostro mestiere è quello di generare idee che determinino, attraverso delle linee, dei contesti riconoscibili come forme ed è poi la scala a determinarne la natura.
I do not think that there is a period more suitable than April, the month in which in Milan, the Design Week, considered perhaps the most famous in the world, takes place, to take the liberty of some remarks on the sign. This month represents the moment when the design and architecture worlds concentrate themselves around those new signs that sometimes have the presumptuousness to be called design and sometimes the ambitious to design the sceneries of our daily life. On this occasion, in April, in Milan, besides the signs, there is a concentration of hands in the city that have chosen, as I do, the sign as a communication instrument of their being. Our job is to generate ideas determining, through lines, contexts that can be recognized as shapes and then it is the scale that determines their nature. Paolo Armenise
Sono italiano e, come tutti gli italiani, figlio di quella frase illuminata che ci definiva in grado di disegnare dal cucchiaio alla città. Dai tempi di quella famosa affermazione molte cose sono cambiate, soprattutto in tema di qualità del progetto, ma l’ambizione di lasciare un segno del nostro passaggio è rimasta la stessa. Il segno è una grande opportunità nelle mani di chi lavora con la creatività e ha il potere di disegnare il mondo. Il segno è potere e il suo potere sta nella qualità della mano e dell’idea che lo genera. Viviamo nella generazione dei computer, in cui ogni progetto, prima di diventare reale, è virtuale e il potere della mano è concentrato in un pugno che muove un mouse: le nostre dita non sono più abituate a impugnare una matita, eppure, nell’immaginario collettivo, matita e disegno si compongono fino a fondersi in un unico gesto. Se esiste una critica da applicare per manifestare la ridondanza di oggetti che ogni anno ci vengono proposti e vengono definiti segni, la matita è l’arma che può dar voce a questa critica. La matita è uno strumento democratico, ma estremamente selettivo, la matita è un’arma molto pungente in grado di fare la differenza. Il tema è proprio questo: la matita come simbolo dell’opportunità che abbiamo noi tutti, architetti, designer e creativi, di lasciare un segno su quello stesso foglio bianco. Una semplice matita e chiunque può avere la sua occasione per ridare, come auguro a me stesso e ai miei colleghi, sempre più valore al segno.
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I am Italian and, as all the Italians, son of that illuminated sentence which defined us able to design from the spoon to the town. Many things have changed since those famous words, most of all regarding the project quality, but the ambition to leave a sign of our passage has remained the same. The sign is a big opportunity in the hands of those who work with creativity and it has the power to design the world. The sign is power and its power is in the quality of the hand and in the idea generating it. We live in the computer generation, where each project, before becoming real, is virtual and the power of the hand is concentrated in a fist moving a mouse: our fingers are no longer used to holding a pencil, and yet, in the collective imagination, pencil and design are joined till merging into a unique gesture. If there is a criticism to apply to express the redundancy of objects that every year are submitted to us and are defined signs, the pencil is the weapon that can give voice to this criticism. The pencil is a democratic but extremely selective instrument, the pencil is a very biting weapon able to make the difference. This is just the subject: the pencil as a symbol of the opportunity we all have, architects, designers and creative people, to leave a sign on that same white sheet. A simple pencil and whoever can have his own occasion to give again, as I wish my colleagues and myself, more and more value to the sign.
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AL SERVIZIO DELLA NATURA NATURE-INSPIRED DESIGN Il nuovo Centro Naturalistico di Hindsgavl, situato nel vasto parco di Middelfart, in Danimarca, è un piccolo edificio di 450 mq progettato dallo studio locale AART Architects per promuovere le attività e la conoscenza della storia della Riserva Naturale di Hindsgavl. La struttura, che ospita al suo interno spazi espositivi e aule didattiche per gli amanti della natura, è stata realizzata - in collaborazione con l’organizzazione danese Miljøforum Fyn che si occupa di promuovere una gestione più pulita delle tecnologie e dell'ambiente - secondo rigidi criteri di eco-sostenibilità e risparmio energetico in modo tale da poter interagire sia da un punto di vista ambientale che estetico con lo splendido paesaggio circostante.
The new Hindsgavl Nature Centre, located in the wide Middelfart park, in Denmark, is a small 450 sqm building designed by local studio AART Architects to promote outdoor and indoor activities as well as the knowledge of the history of the Hindsgavl Nature Reserve. The centre, which accommodates classrooms and exhibition spaces for nature lovers, has been built - in close collaboration with the Danish organization Miljøforum Fyn, specialized in promoting a more sustainable approach to technology and environment - in compliance with the strictest criteria of eco-sustainability and energy saving in order to interact consistently with the beautiful surrounding landscape. Markus Görn
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L’architettura del nuovo Centro Naturalistico di Hindsgavl, in Danimarca, fornisce validi spunti e stimoli allo sviluppo di attività sia all’interno del centro che all’aria aperta, interagendo con la natura circostante e rafforzando il rapporto interno-esterno. Concepito come un elemento interattivo da cui osservare, vivere e conoscere la natura incontaminata che lo circonda, l’edificio promuove le attività in qualsiasi stagione dell’anno e a qualsiasi ora del giorno. L’edificio, che sembra letteralmente emergere dal terreno, ha un ampio punto di osservazione panoramico sul tetto, coperto da una membrana impermeabilizzante su cui crescono erba e piante. Lo stretto rapporto tra interno ed esterno è rafforzato dalla presenza di ampie superfici vetrate e dall’uso di legno massello per il rivestimento delle pareti interne, messo in risalto dalle pavimentazioni in cemento lucidato. Le superfici esterne, realizzate anch’esse in legno massello, sono state dipinte in nero per meglio fondersi e al contempo stagliarsi nel paesaggio. Con lo stesso intento i progettisti sono ricorsi allo stratagemma di applicare le tavole in legno della facciata in senso orizzontale nella parte inferiore e in senso verticale nella parte superiore dell’edificio. Il centro, che opera senza emissioni di CO2 e ha un fabbisogno annuo per il riscaldamento pari a 15 kWh/m2, rappresenta un brillante e coerente esempio di costruzione sostenibile.
Credits: Photographer: ©Adam Mork Courtesy of Aart Architects
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The architecture of the new Hindsgavl Nature Centre, in Denmark, has been designed as an inspiring element for a wide range of indoor and outdoor activities. It interacts with the surrounding landscape, reinforcing the relation between indoor and outdoor. Conceived as an interactive structure, where people can observe and experience the beautiful surrounding natural landscape, it promotes indoor and outdoor activities in all weather conditions and at every time of the day. The building, which seems to literally grow out from the ground, has a large panoramic vantage point on the roof, which is covered with plants and grass, planted over a waterproofing membrane.
The close relation between indoor and outdoor is reinforced by the use of large window sections and of solid wood for the internal walls, which are enhanced by the polished concrete floors. The external faรงades, made as well of solid wood elements, have been however painted in black to better blend with and at the same time to contrast the landscape. With the same aim the lower part of the faรงade is boarded with horizontal planks of wood, while the upper part is boarded with vertical planks. The CO2 neutral centre, which has an annual heat requirement of less than 15 kWh/m2, represents a consistent example of sustainable building.
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EVENTS
Temporary Museum for New Design SUPERSTUDIO, MILAN, 9 - 14 APRIL 2013 L'appuntamento da non perdere nell’ambito del cosiddetto Fuorisalone sarà al Temporary Museum for New Design con l'eccellenza, la ricerca, l'innovazione, i grandi architetti e i giovani designer, i brand multinazionali e gli atelier che sperimentano, la tradizione rinnovata e le ultime tecnologie, le industrie creative, le mostre emozionali, le opportunità di business, i prodotti e i progetti del domani. Il progetto, prodotto da Superstudio, con la direzione di Gisella Borioli e l’art direction di Giulio Cappellini, è fortemente caratterizzato da un format museale, pensato per esaltare le eccellenze del design. Spazi suddivisi in gallerie di ampie metrature fanno da cornice a progetti emozionali e di grande impatto, lontani dalle logiche dei tradizionali allestimenti espositivi. Lo straordinario successo degli ultimi anni ha reso il Temporary Museum l’evento sinonimo di innovazione, ricerca e qualità a livello internazionale, dove business e cultura del progetto coesistono in un continuum di contaminazioni espressive tra arte e design, innovazione e tradizione, natura e tecnologia, grandi nomi del design e talenti emergenti. Un’attenzione particolare al Global Design completa il concept creativo della quinta edizione, presentata come percorso che si snoda attraverso installazioni capaci di raccontare l’evoluzione del design in tutte le sue forme. I progetti speciali, sempre prodotti da Superstudio, saranno quest’anno: Discovering, Freedom e Special Projects e Art Interactions.
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The not-to-be-missed rendez-vous in the so-called Fuorisalone will be inside the Temporary Museum for New Design with excellence, research, innovation, great architects and young designers, international companies and experimental studios, renovated tradition and latest technology, creative industries, emotional exhibitions, actual business opportunities and tomorrow's products and projects. The project, produced by Superstudio, with the direction of Gisella Borioli and the art direction of Giulio Cappellini, is strongly grounded on a museum-like format, aimed to enhance the design excellences. Spaces divided into large galleries accommodate emotional and impressive projects, far from the logics of the traditional exhibition design. The extraordinary success of the past editions determined the Temporary Museum to be the event synonymous with international innovation, research and quality, where business and culture coexist in a continuum of expressive contamination between art and design, innovation and tradition, nature and technology, big design names and emerging talents. A particular attention to Global Design completes the creative concept of the fifth edition, presented as a path that winds through installations showing the evolution of design in all its forms. The special projects, also produced by Superstudio, will be this year: Discovering, Freedom and Special Projects and Art Interactions.
EVENTS
Il magazine più trendy per essere informati su novità e tendenze di architettura e interior design. Stile italiano. Contenuti internazionali. The trendiest magazine to be informed on the latest news and trends on architecture and interior design. Italian Style. International contents.
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ISPIRATI DALLA LUCE INSPIRED BY LIGHT Lo scorso novembre ha aperto nell’esclusivo quartiere di Knightsbridge nel cuore di Londra, in un’esplosione di luci colorate, cristalli e sapori orientali, il Buddha-Bar, appartenente all’esclusiva catena fondata a Parigi nel 1996 da Raymond e Tarja Visan e oggi presente in diverse città nel mondo. A caratterizzare il locale le scenografiche installazioni luminose, sviluppate dal lighting designer Simon Shuck dello studio IBD, Inspired by Design, con sedi a Manchester e Londra, in collaborazione con l’esperta di intermediazioni internazionali Marzia Tonella per la scelta dei corpi illuminanti, in cui la sagoma di giganteschi dragoni formati da 50.000 cristalli fissati a cavi d’acciaio che si estendono sui due livelli del locale prende vita e colore grazie alla sapiente collocazione di fari con sistema RGB inseriti alla base. Il locale, che comprende un ristorante, una sala privata e un’area Bar & Lounge, è stato impreziosito anche dalla gigantesca scultura di un Buddha denominata Transpose, modellata da un’unica rete di bronzo, dall’opera a parete Transcend formata da 207 figure di Buddha in ottone, entrambi dell’artista scozzese David Begbie e da alcune opere di Lorenzo Agius.
The new Buddha-Bar of London, belonging to the exclusive chain founded in Paris in 1996 by Raymond and Tarja Visan and today present in several cities in the world, has been inaugurated last November, in an explosion of coloured lights, crystals and Oriental flavors, in the exclusive Knightsbridge district. The local is characterized by the dramatic lighting installations - developed by the lighting designer Simon Shuck of IBD, Inspired by Design, with offices in Manchester and London, in collaboration with the expert in international trade Marzia Tonella for the choice of the lighting fixtures featuring some giant dragons formed by 50,000 crystals fixed to steel cables which spread on the two levels of the local and are animated by the coloured lights coming from the RGB spotlights located at the bottom. The local, which includes a restaurant, a private room and a Bar & Lounge area, is enriched with a huge Buddha sculpture, named Transpose, modelled from a unique bronze mash, by the wall work Transcend formed by 207 brass Buddha figures, both created by the Scottish artist David Begbie and by some works of Lorenzo Agius. Linda Mattei
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Per creare un ambiente vibrante e al contempo discreto in un locale esclusivo come il nuovo Buddha Bar, aperto lo scorso novembre nella centralissima Knightsbridge a Londra, si è rivelato fondamentale l’intervento di un sapiente progetto illuminotecnico, sviluppato dal lighting designer Simon Shuck dello studio IBD, Inspired by Design, di Manchester che dal 2001 si occupa di illuminare al meglio, collaborando con gli studi di architettura, i più diversi spazi, dal residenziale al contract. Al suo fianco ha lavorato anche per questo progetto la figura, sempre più importante per la buona riuscita di un progetto, dell’esperta italiana di intermediazioni internazionali Marzia Tonella. Tramite reti tradizionali di rivendita, rappresentanza e progettazione - si legge nella tesi di laurea a lei dedicata della giovane manager Federica Avesani - la Tonella mette a disposizione delle aziende di illuminazione, arredo e arredocontract i contatti giusti e le conoscenze approfondite in oltre 15 anni di attività, sviluppando con loro nuove opportunità in base alle diverse richieste del mercato. Nel progetto del Buddha Bar di Londra, oltre a una sofisticata scelta di opere artistiche, ai sapori e alle musiche che hanno reso questa catena famosa in tutto il mondo, l’elemento cardine è rappresentato dai giganteschi dragoni cinesi in cristallo che pendono per 6,5 m dal soffitto fino a terra e che invitano i clienti in cascate di luci colorate verso il basso, dove si trovano le sale.
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To create a vibrant although discrete local as the new Buddha Bar, opened last November in the central Knightsbridge in London, it has been fundamental to develop an accurate light project, like that designed by Simon Shuck of the Manchester-based studio IBD, Inspired by Design, which since 2001 has been illuminating both residential as well as contract spaces in collaboration with architects. The Italian trader Marzia Tonella, a figure of growing importance for the good result of a project, has collaborated with him also for this design. Through traditional sales, representative and design networks - we read in the thesis that the young manager Federica Avesani dedicated to her - Tonella provides the companies from the lighting, furniture and contract-furniture sectors with the right contacts and with her knowhow of over 15 years of activity, developing with them new opportunities according to the different market requirements. In the project of the Buddha Bar of London, besides the traditional choice of elegant artworks, flavors and music for which this chain is worldwide famous, the key element is represented by the giant 6.5 m crystal Chinese dragons which hang from ceiling to floor guiding the guests with their coloured crystal cascades downwards, where the restaurant, bar and lounge rooms are located. Credits: Photographs: Courtesy of Inspired by Design Lighting design: IBD Inspired by Design www.inspired-by-design.co.uk Lighting & Trade advice: Marzia Tonella, Italy, marzia-tonella@alice.it
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Gran parte della nuova estensione del Centro della Cultura e dei Congressi di Eisenstadt, in Austria, che si estende su una superficie di 9.534 mq, è stata avvolta esternamente, assieme all’edificio preesistente, da un involucro di lamiera stirata con l’obiettivo di conferire al complesso l’aspetto di un’unica entità. L’intervento, progettato dallo studio viennese pxt Pichler & Traupmann Architekten, tende a enfatizzare la caratteristica di compattezza del complesso senza trascurare di introdurre precisi riferimenti al contesto urbano circostante.
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Most of the new extension of the Cultural Congress Centre of Eisenstadt, in Austria, covering a 9,534 sqm floor area, has been wrapped externally, together with the pre-existing building, by a perforated metal envelope with the aim to let the whole structure look like a single unit. Although the design, developed by Vienna-based studio pxt Pichler & Traupmann Architekten, strongly emphasizes the compactness of the centre, it also introduces clear references to the surrounding urban context. Lea Andreoli
INTEGRAZIONE NEL TESSUTO URBANO INTEGRATED INTO THE URBAN FABRIC
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La gran parte del nuovo volume del Centro della Cultura e dei Congressi di Eisenstadt, completato nel novembre del 2012, si concentra nel punto di connessione tra quest’ultimo e l’edificio preesistente, per poi digradare verso la struttura più piccola, situata nella zona sud-est del complesso. L’aver rivestito il complesso con un involucro trasparente, oltre ad aver contribuito a conferire un senso di compattezza, senza pregiudicare un buon passaggio della luce naturale, consentirà l’utilizzo delle facciate come dei giganteschi schermi per proiezioni all’aperto, trasformando quest’area cittadina in un punto di attrazione per gli spettacoli estivi. Delle lastre verticali formano ai piani inferiori il fronte vetrato della facciata principale dell’edificio, rivolta verso piazza Schubert, da cui risulta evidente il carattere pubblico del complesso. In una perfetta simbiosi tra interno ed esterno, la piazza sembra fluire dentro l’edificio rendendolo parte integrante dello spazio pubblico, mentre i passanti sono coinvolti dalla visione del foyer che appare all’esterno come un luogo di interazione sociale.
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Most of the new architecture of the Cultural Congress Centre of Eisenstadt, completed in November 2012, is concentrated in the connection area between this latter and the pre-existing building, from where it steps down towards the smaller structure, located south-east of the planning area. By cladding the building with a continuous transparent screen, the architects, besides contributing to create a sense of compactness, without interfering with a good filtering of the natural light, will allow the use of the façades as mega screens for outdoor projections, turning this city district into an attractive area for summer shows. On the lower floors some vertical plates form the glazed front of the building’s main façade, facing Schubert square, where the public character of the building is clearly expressed. In a perfect symbiosis between indoor and outdoor, the square seems to flow inside the building, making it a part of the public space, while the passers-by are involved by the view of the foyer which is revealed outside as a place of social interaction.
Credits: Photographs: ©Roland Halbe, Stuttgart Courtesy of pxt Pichler & Traupmann Architekten
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Inside Quality Design www.iqd.it APRIL
JUNE 2013
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