IDQ ISSUE 32

Page 1

Inside Quality Design

€ 9,00 Italy only - € 13,00 B - € 15,00 F - € 16,00 D - € 18,00 NL - € 11,60 P - € 10,80 E

JULY

Rivista per la cultura del progetto, dell’architettura, dell’innovazione e del design

Magazine for the culture of indoor planning, architecture, innovation and design

SEPTEMBER 2013

PROJECT: MUSE SCIENCE MUSEUM RENZO PIANO BUILDING WORKSHOP ARCHITECTURE AND CINEMA: SHANGHAI FILM MUSEUM TILMAN THÜRMER RECOVERED ARCHITECTURE: MARY ROSE MUSEUM WILKINSON EYRE ARCHITECTS PRINGLE BRANDON PERKINS+WILL INSIDE ARCHITECTURE: ROGELIO SALMONA COMPOSER OF PERCEPTIONS INTERIOR DESIGN: NEW ANTONIOLUPI FRESCOES DESIGN BY PIETRO GAETA N.O.W. LAB EXCELLENT ARCHITECTURES FROM: AUSTRALIA, CHINA, FRANCE, ITALY, UK



DISCOVER

E D I TO R I A L

WE WANT TO TAKE A FRESH LOOK AT THE FUNDAMENTAL ELEMENTS OF ARCHITECTURE - USED BY ANY ARCHITECT, ANYWHERE, ANYTIME - TO SEE IF WE CAN DISCOVER SOMETHING NEW ABOUT ARCHITECTURE. STATEMENT OF REM KOOLHAAS ABOUT THE NEXT INTERNATIONAL ARCHITECTURE EXHIBITION OF VENICE.

SOMETHING NEW VOGLIAMO DARE UNO SGUARDO NUOVO AGLI ELEMENTI FONDAMENTALI DELL'ARCHITETTURA - UTILIZZATI DA QUALSIASI ARCHITETTO, OVUNQUE E IN QUALSIASI MOMENTO - PER VEDERE SE SIAMO IN GRADO DI SCOPRIRE QUALCOSA DI NUOVO SULL’ARCHITETTURA. DICHIARAZIONE DI REM KOOLHAAS A PROPOSITO DELLA PROSSIMA MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA.

QUALCOSA DI NUOVO REM KOOLHAAS NEW DIRECTOR OF THE ARCHITECTURE SECTION OF LA BIENNALE DI VENEZIA AND CURATOR OF THE 14TH INTERNATIONAL ARCHITECTURE EXHIBITION TO BE HELD IN 2014


Photo: Š Ulrich Egger

56

2


68

1

Editoriale Editorial

12

Highlight

36

The Turbulences FRAC Centre Jakob + MacFarlan

42

Science Museum MUSE Renzo Piano Building Workshop

50

Croft House James Stockwell

Sommario LUGLIO

56

Perathoner workshop Bergmeisterwolf Architekten

62

Shanghai Film Museum Tilman Th端rmer Coordination Asia Studio

68

Plessi Museum Carlo Costa

76

Learning to see Emiliana Martinelli

82

Damned genius AntonioLupi Design

SETTEMBRE 2013

42

3


62

4


88

The spirit of stone Vaselli Spirito Pietra

98

Rogelio Salmona Composer of perceptions

50

106 The Know How Art Jove 110 The new shapes of heat Antrax 112 A single sign Albed 116 Events

Summary JULY

SEPTEMBER 2013

124 The materiality of light Nuova Vetreria Resanese 126 Luxury and cinema Martini Mobili 128 Green_Zero Daniele Menichini 132 Air Traffic Control Centre Sadar+Vuga

76

138 Mary Rose Museum Wilkinson Eyre Architects Pringle Brandon Perkins+Will

5








H IGH LIG HT

In periodi come questo - scrive Manuel Barbieri, Direttore di Designspeaking in cui non è facile incontrare imprenditori disposti a puntare su progetti promossi da giovani professionisti, noi di Designspeaking ci siamo fatti promotori di una creatività under 25. Dopo la recente edizione del Fuorisalone di Milano, che ci ha visto organizzatori e promotori dell’iniziativa Talent's Manifesto, a cui hanno aderito giovanissimi talenti da tutto il mondo, abbiamo avviato un’interessante collaborazione con l’azienda Scandola Marmi, in provincia di Verona, che dopo 40 anni di attività sentiva forte l’esigenza di accostare sempre più la propria produzione al mondo del design. Con loro abbiamo avviato la progettazione e la produzione di 9 collezioni per un totale di 29 oggetti in marmo da vendere online. Al lungimirante progetto finalizzato al riposizionamento dell’azienda, dalla nuova brand image alla distribuzione focalizzata sull’online, ha partecipato un team under 25 formato da me, che ho disegnato la maggior parte degli oggetti, Marco Magalini che ha progettato il tavolino Ottagono, Alex Crestan, Francesco Trubian e Damiano Meneghetti che si sono occupati della parte digitale e Matteo Bianchissi, fotografo e videomaker. I risultati di questa collaborazione verranno esposti a settembre alle prossime edizioni di Macef a Milano e Marmomacc a Verona.

12

In times like these, - Manuel Barbieri, Director at Designspeaking writes - when it is hard to meet entrepreneurs willing to invest in young designers, we at Designspeaking have decided to promote an under-25 creativity action. After the recent edition of the Milan Fourisalone, during which we organized and promoted the Talent's Manifesto event with young designers from all over the world, we started an interesting cooperation with the company Scandola Marmi, located in the province of Verona, which, after 40 years, needed to move its production towards the world of design. With them we have designed and produced 9 marble collections for a total of 29 items to be sold on line. An under25 team participated to the project aimed at repositioning the company on the market: I have personally designed most of the objects, Marco Magalini designed the tea table Ottagono, Alex Crestan, Francesco Trubian and Damiano Meneghetti cared for the digital aspects of the project and Matteo Bianchissi, photographer and video maker. The results of this collaboration will be exhibited in September at the next editions of the shows Macef in Milan and Marmomacc in Verona.





H IGH LIG HT

Saint Pierre Lo scorso aprile, in occasione dello svolgimento del Salone del Mobile di Milano, la dinamica azienda Saint-Pierre ha avuto il piacere di collaborare con lo s tud io d i in term edia z ione e progettazione immobiliare del presentatore e interior designer Andrea Castrignano, presentando la nuova finitura City della collezione Kemento, impiegata per la pavimentazione della nuova residenza/studio presentata nell’ottava puntata del programma da lui condotto Cambio Casa, Cambio Vita, dal titolo La Casa del Futuro. Kemento City, che può essere utilizzato sia per pavimentazioni che per rivestimenti murali, è stato sviluppato con un look innovativo, espressione delle nuove tendenze del design italiano. La sua produzione, frutto di un’artigianalità tutta italiana, parte da un agglomerato a base di polvere di quarzo realizzato con l’esperienza e l’entusiasmo di persone che ogni giorno lavorano alla ricerca di nuove soluzioni estetiche. Il tono City si ottiene mediante un processo di tonalizzazione manuale che ne garantisce un’eccezionale varietà di sfumature, l’unicità di ogni realizzazione e dei suggestivi contrasti tra la base bianca e le venature color antracite.

16

Last April, during the Milan Furniture Show, the dynamic company SaintPierre had the pleasure to work with the design and real estate brokerage company of the famous television anchorman and interior designer Andrea Castrignano, presenting the new finish City, of the Kemento collection, used for the flooring of the new house/studio featured in the eight episode The House of the Future of his reality show Cambio Casa, Cambio Vita. The innovative look of Kemento City, which can be used for both flooring and wall coverings, has been developed as expression of the new trends in Italian design. Its production, resulted from a typically Italian craftsmanship, starts from a quartzpowder conglomerate processed with the experience and the enthusiasm of people who every day work at the research of new design solutions. The City finish is obtained with a manual toning process, which allows an exceptional variety of shades, the uniqueness of every implementation and striking contrasts between the white base and the anthracite grains.


st-pierre.biz

Follow us

Via Pozzetto 23 Piombino Dese Padova Italy T +39 049 9365023 info@st-pierre.biz

ad pla-y.it


H IGH LIG HT

Gaber Eclettica e instancabile, l’azienda, che da diversi anni propone prodotti caratterizzati da innovazione formale e tecnologica, ha presentato alla scorsa edizione del Salone del Mobile di Milano una serie di novità pensate per incontrare i gusti di una clientela sempre più esigente e eterogenea. Tra le novità Akami, disegnata da Stefano Sandonà: la seduta, frutto di un’approfondita ricerca stilistica ed ergonomica, sintetizza in pochi tratti essenziali eleganza e comfort. La particolare foratura dello schienale garantisce una perfetta traspirazione e un conseguente benessere generale dell’utente. Completa di maniglia integrata nel design della scocca che ne facilita il trasporto, Akami viene proposta in diverse varianti di struttura e tonalità. Dopo la selezione per l’Interior Innovation Award 2013 è stata riproposta anche la sedia More, disegnata dallo studio Favaretto & Partners, la cui peculiarità sta nella possibilità di trasformarsi da pratica seduta outdoor a informale sedia per interni fino a diventare un’elegante e confortevole sedia direzionale grazie a un rivestimento di facile applicazione. Le strutture disponibili, in metallo o legno, sostengono una monoscocca che si presta ad essere interamente ricoperta con un morbido rivestimento fissato alla scocca mediante 9 bottoni appositamente progettati e realizzati in materiale plastico. Presentata anche una versione Eco del modello Alhambra di Stefano Sandonà, la cui scocca viene stampata a iniezione con l’impiego di materiale plastico riciclato e segatura di legno ricavata da scarti di produzione. Anche il telaio è stampato a iniezione, ma con l’impiego di un polimero riciclato ad alte prestazioni e impasto di legno. Il particolare sistema di stampaggio permette di fondere assieme i diversi componenti dando vita a una struttura molto resistente e dalla finitura semilucida nella quale si possono distinguere i diversi componenti presenti.

18

The eclectic and dynamic company that has been manufacturing for several years design products characterized by formal and technological innovation, presented during the latest edition of the Milan Furniture Show a series of new items conceived to meet the tastes of and increasingly demanding and diversified target of customers. Among the new products they launched Akami, designed by Stefano Sandonà: the chair, which is the result of an extensive style and ergonomics research, synthesizes in few essential lines comfort and elegance. The special perforated chair back guarantees a perfect transpiration and a consequent comfort of the user. Thanks to a handle integrated into the chair body, Akami - available in different structures and colours - can be easily moved. After the selection for the 2013 Interior Innovation Award, the company also displayed the More chair, designed by Favaretto & Partners, whose peculiarity lies in the possibility to be transformed from a practical outdoor into an informal indoor chair and even into a stylish, comfortable office chair thanks to an elegant cushion easy to apply. The available structures, in wood or steel, support a single shell that can be entirely covered with a soft cushion, easy to be fastened to the shell with 9 specially designed plastic buttons. Furthermore the company introduced a Green version of the Alhambra model, by Stefano Sandonà, whose shell is injectionmoulded with recycled plastic and sawdust obtained as production waste. The chassis is injection-moulded as well but with a combination of a high-performance recycled polymer and wood dough. The special moulding system allows to merge the different components to create a highly resistant structure featuring a semi-gloss finish, in which it is possible to distinguish each single component.



H IGH LIG HT

Barausse Impegnata da oltre 45 anni nella ricerca volta a soddisfare le più svariate esigenze stilistiche e funzionali di architetti e progettisti, l’azienda ha recentemente sviluppato e brevettato la tecnologia a telaio unico sia per la versione a spingere che a tirare che rende unica la porta filomuro Secret. Il rivoluzionario telaio, realizzato in alluminio trattabile con pittura murale, è adatto sia per pareti in muratura che in cartongesso. Il senso di apertura dell’anta può essere deciso d ir etta m en te in ca ntiere a tela io montato, garantendo in entrambi i casi una perfetta complanarità alla parete. Anche l’anta, costituita da un telaio in massello con riempimento alleggerito, può essere fornita grezza e rifinita in cantiere con lo stesso rivestimento della parete così da potersi fondere nell’architettura e diventare parte integrante del design degli spazi. L’anta può montare la nuova maniglia a scomparsa Push, che, rivestita come l’anta, risulta anch’essa completamente mimetizzata con la parete.

20

Committed for over 45 years in the research aimed at meeting the most different stylistic and functional requirements of architects and designers, the company has recently developed and patented the technology of the unique frame both for coplanar pushing and pulling version, which makes the flush door Secret unique of

its kind. The revolutionary frame, made in aluminium treatable with mural painting, is suitable both for masonry walls and for plasterboards. The opening direction can be chosen during the installation phase, ensuring in both cases a perfect alignment with the wall. Even the door - a solid wood frame with a lightweight core - can be supplied raw

and then finished on site with the same wall finish, so that it can perfectly blend with the architecture, becoming integral part of the interior design. The door can be fitted with the new flush handle Push, which, once finished with the same door finish, is completely camouflaged in the wall as well.



H IGH LIG HT

Cleaf 40 anni di storia segnati da una costante attenzione al dettaglio e da un commitment verso l’innovazione hanno trasformato l’azienda brianzola in un vero e proprio punto di riferimento all’avanguardia nella sperimentazione e produzione di superfici per l’interior design. Grazie ai più avanzati impianti tecnologici e ai più moderni processi lavorativi, customizzati sulle esigenze della clientela, Cleaf vanta oggi un know-how unico e esclusivo, che spazia dai processi di nobilitazione, sezionatura e bordatura, alle più innovative tecniche di stampa fino al pannello nobilitato melaminico sottile per porte. L’esplorazione stilistica e tecnologica è il risultato di percorsi di ricerca che attingono da design, architettura e moda per acquisirne i codici espressivi e trascriverli sulla superficie coniando un nuovo alfabeto, fatto di prestazioni tecnico-funzionali e di sensazioni tattili e visive. Da alcuni mesi l’azienda ha messo a disposizione della clientela lo scenografico spazio CCube, progettato per andare oltre il concetto di showroom e divenire un centro di interconnessione creativo e propositivo tra le diverse professionalità. In un momento di stasi come quello attuale l’azienda ha trovato un modo nuovo per innovare la realtà del fare italiano coinvolgendo non solo un intero distretto, ma anche la filiera produttiva nella sua complessità. Tra le ultime novità introdotte, la finitura Millennium, ispirata al legno dolce dei pini rossi, di cui trattiene l’estrema levigatezza e l’omogeneità della composizione. Ciò che caratterizza fortemente questa finitura è la sua evidente fiammatura, che crea intriganti effetti tattili e visivi. Il nuovo decoro Azimut, proposto in una vasta gamma di colori opachi e tinte che spaziano dal bianco ottico al nero pece, è invece ispirato alla texture vivace del legno di cedro decapato e consumato dal tempo. L’effetto esalta le venature lignee sprigionando un’atmosfera calda e avvolgente. In Engadina, la nuova finitura ottenuta dalla rielaborazione delle venature tipiche dell’abete sabbiato e disponibile in una vasta gamma cromatica, viene esaltata una calda raffinatezza dal sapore vintage.

22

A 40-year-old history marked by attention to detail and commitment to innovation transformed the Brianzabased company into a real reference at the forefront of experimentation in the production of surfaces for the furniture industry and the interior design. Thanks to advanced technological plants and to state-of-the-art manufacturing techniques, customized to meet the customers’ needs, Cleaf has acquired an exclusive and versatile know-how ranging from melamine processing, sectioning and profiling to its more recent digital printing techniques and processing of thin melamine faced panels for doors. Stylistic and technological explorations are the result of research processes that draw inspirations from design, architecture and fashion to acquire their expressive codes and transcribe them onto the surfaces, coining a new alphabet made up of technical-functional performance and tactile and visual sensations. Few months ago the company opened for its customers CCube, a space designed to be much more than a traditional showroom and to become a centre for the interaction and the creative and proactive exchange of expertise in different professional areas. Countering the present market stagnation, the company found a new way to innovate the Made in Italy reality, involving not only an entire district but the whole manufacturing chain in all its complexities. Among the recently introduced products there is Millenium, inspired by the soft wood of red pines, of which it reproduces the extreme smoothness and homogeneity. The wood flaming, creating intriguing visual and tactile effects, strongly characterizes this finish. The new Azimut embossing - offered in a wide range of opaque and solid colours, from optic white to pitch-black - is inspired by the lively texture of cedar wood, aged and worn by the passing of time. Lastly, the warm and refined Engadina finish, featuring a vintage look, is inspired by the typical grain of sanded pinewood, available in a wide range of colours.





ad pla-y.it

BRAINS REMAIN IN

ITALY

EXHIBITION, VIA MANZONI 43 - MILANO / 9-16 APRIL 2013 T +39 031-280357 F +39 031-283596 info@sampietro1927.com

sampietro1927.com

BRAIN design Matteo Ferretti

SOME



www.ferrimobili1957.com tel+39.0363.48938

fax+39.0363.43488

info@ferrimobili1957.com

made.in.Italy

THE HIGHEST EXPRESSION OF ITALIAN FINE FURNITURE

A

H

R

P

A

Umberto.Asnago.design


29


H IGH LIG HT

I Dogi Grazie alla maestria nel trasformare il morbido movimento della luce sui volumi di prezioso vetro di Murano in un trionfo di trasparenza e colori, l’azienda veneziana I Dogi Group realizza in tutto il mondo lampadari oversize su misura, che rappresentano il vanto di una delle più antiche tradizioni artigianali italiane. La scelta del lampadario più adatto a un particolare ambiente, con la definizione anche del più piccolo dettaglio, è sempre frutto di una stretta collaborazione tra i progettisti e il Centro Stile interno all’azienda. Nel recente progetto di una lussuosa villa in Medio Oriente, sono state le forme, i materiali pregiati come l’argento e la foglia oro 24K e i dettagli in vetro policromo dai mille colori e dalle infinite sfumature, scelti in seguito ad accurati studi degli ambienti e delle tradizioni locali, a creare le atmosfere perfette nell’ingresso e nella sala da pranzo. La grande attenzione rivolta alle esigenze del designer ha portato l’azienda ad affiancare a uno stile classico realizzazioni moderne in un raffinato adattamento della centenaria tradizione della lavorazione del vetro alle espressioni di un’architettura e di un interior design più contemporanei.

30

Thanks to its mastery in transforming the soft movement of the light over the volumes of fine Murano glass into an explosion of transparency and colours, the Venetian company I Dogi Group exports its tailor-made oversize chandeliers all around the world. The choice of the most suited chandelier to a particular environment, together with the definition of even the smallest detail, is always the result of a close collaboration between the architects and the Design Centre of the company. In the recent project of a luxury house in Middle East, the forms, precious materials like silver and 24K gold leaf and the multicoloured glass leaves with their countless shades created the perfect atmospheres in the entrance halls and in the dining room. The great attention paid to the needs of the designer led the company to combine a classical style with modern creations in a fine interpretation of the centuriesold tradition of glass-making according to the needs of contemporary architecture and interior design.


GLASS DESIGN AND TECHNOLOGY

Esperti nella realizzazione di vetri curvi e vetri curvi stratificati su progetto. Experts in the production of curved glass and curved laminated glass on design.

Inglas Vetri Srl Via Prov.le Francesca Nord 53/c I - 56020 Santa Maria a Monte - PI www.inglasvetri.it info@inglasvetri.it




H IGH LIG HT

Sampietro 1927 Lo scorso aprile, in occasione della Design Week milanese, l’azienda comasca, specializzata nella lavorazione di metalli che spaziano dalla realizzazione di oggetti d’arte e design alle grandi opere architettoniche, ha presentato all’interno della frizzante cornice di Sarpi Bridge, l’evento-ponte tra design orientale e occidentale, una serie di oggetti progettati da designer giapponesi. Tra questi la seduta Ami, disegnata da Shinobu Ito, che esprime una raffinata combinazione di delicatezza, affidata alla morbida trama di un pizzo, e robustezza, conferita dall’elemento ferro. Una combinazione insita a sua volta nella stessa materia, il ferro, noto per la sua durezza, ma anche per l’estrema morbidezza e malleabilità in fase di lavorazione. La trama crea uno splendido gioco di luci ed ombre, che si insinua tra i diversi pieni e vuoti presenti sulla superficie. Dimensioni 1.200 x 900 x h 550 mm

34

Ondã Last April, during the Milan Design Week, the Como-based company specialized in metal working ranging from design objects to big architectural projects, presented inside the smart Sarpi Bridge, the event-bridge between Eastern and Western design, a series of objects designed by Japanese women. Among these it presented the Ami metal chair, designed by Shinobu Ito, which features a refined combination of delicacy, given by the soft texture of a lace, and robustness, given by the iron element. The same combination is inherent also to the material, iron, which is hard and at the same time soft and malleable during its working. The texture creates a wonderful play of lights and shades, which pervades the different solids and voids on the surface. Dimensions 1,200 x 900 x h 550 mm.

I designer Giorgio Bonaguro, italiano, e Zanini de Zanine, brasiliano, sono stati selezionati quali espressione di un design internazionale per dialogare assieme nella seconda edizione di Ondã, il progetto Italia-Brasile, ideato e curato da Lilliana Basile e supportato da Unhate Foundation, che invita due designer a creare un oggetto a quattro mani attraverso uno scambio di conoscenze, lingue e culture reso possibile dai nuovi mezzi di comunicazione. L’incontro ha dato vita a una famiglia di oggetti che raccontano di mare e di onde attraverso il vetro e il legno tropicale. Un progetto che parla delle proprie terre d’origine: il vetro, lavorato a mano da artigiani italiani, e lo scuro Jacarandà brasiliano, lavorato in una comunità di Rio de Janeiro. I designer parlano del loro essere viciados pelo mar, assuefatti dal mare, attraverso una famiglia di tre oggetti: il vassoio Fluida, la fruttiera Marina e il vaso Baia, che vengono presentati in agosto durante la São Paulo Design Week all’interno della mostra MADE.

The Italian designer Giorgio Bonaguro and the Brazilian designer Zanini de Zanine were selected, as expressions of an international design, to dialogue together in the second edition of Ondã, the Italia-Brazil project created and curated by Lilliana Basile and supported by Unhate Foundation, which invites two international designers to create together an object by exchanging knowledge, languages and culture thanks to the new means of communication. They designed together a family of objects that tell a story of sea, glass waves and tropical wood. A project that tells the story of their motherlands: the glass, handmade by Italian craftsmen, and the dark Brazilian Jacarandà wood, moulded in a community in Rio de Janeiro. The designers talk about their being viciados pelo mar, addicted to the sea, through a family of three objects: the Fluida tray, the Marina fruit holder and the Baia vase, which are presented in August during the Design Week in São Paulo inside the MADE exhibition.



ICONICHE TURBOLENZE

ICONIC TURBULENCES Il prossimo 14 settembre il Fondo Regionale per l’Arte Contemporanea, meglio noto come FRAC, inaugurerà a Orléans la sua nuova sede: un centro perfettamente in linea con la propria missione e vocazione di ente preposto alla diffusione dell’architettura e dell’arte contemporanee. L’estensione di 370 mq che caratterizza e identifica la nuova sede è stata progettata dagli architetti Dominique Jakob e Brendan MacFarlane dello studio parigino Jakob + MacFarlan: si tratta di una struttura fortemente iconica, situata nella corte interna del centro e ribattezzata Le Turbolenze grazie alla sua forma dinamica ricavata dalla deformazione parametrica e dall’estrusione delle griglie degli edifici preesistenti. Potente simbolo architettonico in interazione con il contesto circostante, questa costruzione prefabbricata dalle forme fluide - che ospiterà l’area reception con una caffetteria, una libreria e un auditorium - è formata da tre protrusioni avvolte da un involucro di alluminio anodizzato.

On September 14th the Regional Fund for Contemporary Art in the Centre region, better known as FRAC, will open its doors in Orléans in a new location perfectly in tune with its mission and vocation of an institution devoted to the diffusion of contemporary art and architecture. The 370 sqm extension which characterizes and identifies the new headquarters was designed by architects Dominique Jakob and Brendan MacFarlane of the Paris studio Jakob + MacFarlan: it is a highly iconic structure, located in the inner courtyard of the Centre, named The Turbulences for its dynamic shape based on the parametric deformation and the extrusion of the grids of the existing buildings. As a strong architectural signal interacting with its context, this fluid, hybrid structure which will comprise a public reception area, a cafeteria, a bookshop and an auditorium - develops like three glass and metal excrescences covered by an anodised aluminium casing.

Photo: © N. Borel

Gian Maria Greco

36


37


La struttura tubolare composta da singoli elementi metallici è stata avvolta da una struttura secondaria formata da pannelli esterni in alluminio anodizzato, pieni o perforati, e pannelli interni in legno. La parte inferiore è inoltre rivestita con pannelli prefabbricati in calcestruzzo che garantiscono all’edificio una continuità con la corte. Partendo da un unico file di modellazione parametrica, tutta la struttura leggera e prefabbricata della costruzione è stata interamente sviluppata grazie al ricorso a strumenti digitali. Un’architettura vivente, - così l’hanno definita gli stessi progettisti - il FRAC diventa in questo modo l’emblema di un luogo consacrato alla sperimentazione in tutte le sue forme, all’ibridazione delle diverse discipline e alle evoluzioni dell’architettura nell’era digitale. Per sottolineare la commistione tra le diverse discipline e rafforzare i contenuti dinamici e multimediali della struttura è stato inoltre applicato a una parte della facciata un velo luminoso interattivo che trasferirà immagini e informazioni in tempo reale, progettato dal duo di artisti Niziha Mestaoui e Yacine Aït Kaci dello studio Electronic Shadow.

Photo: © N. Borel

La costruzione della struttura che dal 2006 ospita il FRAC, il Fondo Regionale per l’Arte Contemporanea, risale al XVIII secolo. L’edificio, dopo diversi cambi di destinazione d’uso, venne abbandonato nel 1980 e ristrutturato nel 1999 per accogliere, prima la manifestazione internazionale ArchiLab, dedicata alla ricerca architettonica, e dal 2006 anche la sede del FRAC. La nuova iconica estensione progettata dagli architetti Dominique Jakob e Brendan MacFarlane dello studio parigino Jakob + MacFarlan, che amplierà con ulteriori 370 mq la sede, verrà inaugurata il prossimo 14 settembre. Questa costruzione, battezzata Le Turbolenze per la sua forma fluida e dinamica, è stata collocata nella corte interna del complesso, su di una superficie che guida i visitatori verso il suo ingresso semplicemente assecondando i naturali dislivelli del sito in un movimento che rafforza la dinamica visiva e si estende fin verso la città di Orléans in un moto di espansione organica. Le Turbolenze s’impone subito al pubblico nella sua dimensione prototipica, in sintonia con l’identità del FRAC e delle collezioni esposte al suo interno. Da questo punto di accoglienza - che ospita anche un una caffetteria, un bookshop e un auditorium - il visitatore viene guidato verso gli spazi espositivi situati all’interno degli edifici preesistenti.

38


39

Photo: Š N. Borel


40 Bernard Tschumi, Parc de la Villette, Paris, 1983-1992, Photo: © Philippe Magnon

Madelon Vriesendrop, Flagrant délit, 1975, Photo: © Olivier Martin-Gambier

Peter Cook (Archigram), Instant City Visits Bournemouth, 1968, Photo: © Philippe Magnon


Photo: © N. Borel SITE (James Wines), Highrise of Homes, 1981, Photo: © Philippe Magnon

The construction of the structure that has been hosting since 2006 the FRAC, Regional Fund for Contemporary Art, dates back to the eighteenth century. The building, after several changes of use, was abandoned in 1980 and then renovated in 1999 to host the international ArchiLab event, devoted to architectural research, and, since 2006 also the headquarters of the FRAC. The new iconic extension designed by architects Dominique Jakob and Brendan MacFarlane of the Paris studio Jakob + MacFarlan, which will add an additional 370 sqm surface to the Centre, will be inaugurated on September 14. This structure, named The Turbulences for its fluid and dynamic form, is located in the inner courtyard of the complex, on a surface that guides the visitors towards its entrance simply going hand in hand with the natural differences in level of the site, reinforcing its visual dynamics and stretching away towards the city in a movement of organic expansion. The Turbulences is immediately distinguished for its prototypical dimension, in tune with the identity of the FRAC and of its collections. From this reception area - which also hosts a cafeteria, a bookshop and an auditorium - the visitor

is guided towards the exhibition areas located in the pre-existing buildings. The tubular structure formed by metal elements has been covered with a secondary structure consisting of solid or perforated anodized aluminium external panels and wooden internal panels. The lower part is also lined with precast concrete panels that create a continuity between the structure and the courtyard. Starting from a single file of parametric modelling, the whole lightweight and prefabricated structure was entirely developed with the use of digital tools. The designers themselves defined the FRAC as a living architecture, which becomes the symbol of a place devoted to experimentation in all its forms, to the hybridization of the various disciplines and to the evolution of architecture in the digital era. To further emphasize the interaction between the various disciplines and reinforce the dynamic and multimedia contents of the structure, the designers decided to cover part of the façade with an interactive skin of light, designed by the artists’ duo Niziha Mestaoui and Yacine Aït Kaci of the studio Electronic Shadow, which will visualize flows of images and information in real time.

41


42


IL MUSEO DELLA CONOSCENZA THE MUSEUM OF KNOWLEDGE Il 27 luglio aprirà i battenti a Trento, lungo la sponda sinistra del fiume Adige, il Museo delle Scienze MUSE che presenterà un concept assolutamente innovativo di spazio museale, proponendosi come obiettivo quello di divenire una delle realtà più rilevanti di una regione caratterizzata da un ampio sistema culturale fatto di eccellenze. Le finalità del nuovo museo, progettato dallo studio Renzo Piano Building Workshop, sono quelle di realizzare un centro interattivo di incontro e interpretazione culturale al servizio di cittadini e turisti, dedicato alla natura e, nella prospettiva della sostenibilità, alla scienza e all’innovazione. L’iconica struttura in cristallo, cemento e acciaio, che copre una superficie complessiva di 12.600 mq ed è già considerata un fiore all’occhiello dell’architettura italiana, richiama nel profilo, con il suo intreccio di vetrate inclinate, la configurazione orografica del paesaggio circostante.

The new Science Museum MUSE - that will open its doors in Trento, along the left bank of the Adige River, on July 27 - presents a new concept of museum design, conceived to become one of the most important poles in a region characterized by an excellent cultural system. The main aim of the new museum, designed by the Renzo Piano Building Workshop, is to be a meeting place and an interactive centre of cultural interpretation at the service of inhabitants and tourists, dedicated to nature, science, innovation and to the promotion of sustainability. The iconic glass, concrete and steel building covering a total 12,600 sqm area, which is already considered a major showpiece of Italian architecture, recalls, in its outline of sloped glazing, the orographic configuration of the surrounding environment. Lea Andreoli

43


44


Il nuovo MUSE di Trento, progettato dall’architetto Renzo Piano, sviluppa le sue funzioni di importante luogo di incontro e dialogo dedicato alla conoscenza della natura e delle biodiversità, su due livelli interrati e cinque fuori terra. I cinque piani fuori terra e il primo interrato accolgono le attività destinate al pubblico - con 3.700 mq di mostre permanenti, 500 mq di esposizioni temporanee, 800 mq di biblioteca, 800 mq di laboratori di ricerca, 500 mq di laboratori didattici, 200 mq dedicati ai bambini fino ai 5 anni e 600 mq di serra tropicale - e gli spazi amministrativi e di servizio, mentre il secondo livello interrato è occupato esclusivamente dal parcheggio. Una volta varcato l’ampio ingresso in cristallo, situato a metà del complesso, il visitatore si trova in una sorta di grande agorà su cui prospettano le due ali del museo. Qui il visitatore è protagonista di un viaggio sensoriale a 360 gradi, dove può toccare il ghiaccio, passeggiare in un bosco, osservare un insetto raro, estrarre e mappare un DNA o guardare la riproduzione a grandezza naturale dell’uomo di Neandertal. L’itinerario principale inizia dalla terrazza del museo, da cui è possibile ammirare lo splendido paesaggio circostante. Scendendo poi al quarto piano e più giù gradualmente, i visitatori passano dalle ambientazioni delle vette occupate dai ghiacci perenni e dalle vertigini da provare lungo un passaggio attrezzato allo smarrimento di perdersi in un labirinto di biodiversità alpina, osservando quanto conti il contrasto tra le stagioni.

Il percorso naturalistico, che riflette quell’ampia flessibilità di allestimento degli spazi tipica di un museo di nuova generazione, si conclude al piano interrato con un racconto che conduce alla scoperta delle origini della vita, per giungere alla più grande mostra di dinosauri dell’arco alpino. L’edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, tenuti insieme, in alto, dalle grandi falde della copertura che ne assecondano le forme, diventando elemento fortemente caratterizzante. Le tecniche costruttive, in linea con i contenuti del museo, perseguono la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico con un ampio ricorso a sistemi ad alta efficienza e fonti rinnovabili, in particolare quella solare, con l'uso di celle fotovoltaiche e pannelli solari, e quella geotermica, con lo sfruttamento di sonde a scambio termico.

U n s o fis tica to s is tem a di brise soleil e tende comandate da sensori viene gestito automaticamente per ridurre l’irraggiamento nelle ore estive e facilitarlo durante le giornate invernali. Il sistema impiantistico fa inoltre uso di accorgimenti che aumentano le forme di risparmio energetico, come la cisterna per il recupero delle acque meteoriche, riutilizzate per i servizi igienici, per l’irrigazione della serra, per alimentare gli acquari e lo specchio d’acqua che circonda l’edificio, permettendo un risparmio d’acqua di circa il 50%. Tutto questo ha permesso l’ottenimento del livello GOLD del sistema di certificazione LEED, che definisce i moderni parametri di sostenibilità ambientale degli edifici.

45


The new MUSE of Trento, designed by architect Renzo Piano, develops its functions of important meeting and dialogue place dedicated to the knowledge of nature and biodiversity, on two underground storeys and five levels above ground. All the five above-ground floors plus the first underground floor host the activities open to the visitors - with a 3,700 sqm area for permanent exhibitions, a 500 sqm area for temporary exhibitions, a 800 smq library, 800 square meters of research laboratories, 500 square meters of workshops, a 200 sqm space dedicated to children up to 5 years and a 600 sqm tropical greenhouse and the administration and service activities, while the second level underground is essentially a parking. Once passed through the large glass entrance, located in the middle of the complex, the visitor is in a wide agora, overlooked by the two wings of the museum. Here the visitor starts a sensory journey, during which he can touch the ice, walk in a forest, observe a rare insect, extract and map a DNA or see the full-size replica of a Neandertal man. The main

46

route starts from the museum terrace, where people can admire the beautiful surrounding landscape. Going down to the fourth floor and then gradually further down, the visitors pass from the recreated peaks covered with perennial snow and from a vertiginous equipped route to get lost in a labyrinth of alpine biodiversity, observing the importance of the contrast between seasons. The naturalistic route, which reflects that great exhibition flexibility of a stateof-the-art museum, ends in the first underground level with a show that leads to the discovery of the origins of life up to the largest exhibition of dinosaurs of the Alps. The building consists of a sequence of spaces and volumes, plenums and voids, held together, at the top, by the large slopes of the roof that follow the internal shapes, creating a highly distinctive outline. The construction techniques, in accordance with the contents of the museum, pursue environmental sustainability and energy saving with a large use of high-efficiency systems and renewable resources, in particular of solar energy with the employ of photovoltaic panels and of

geothermal energy with the use of heat transfer probes. A sophisticated automatic brise soleil and curtain system driven by sensors reduces sun radiation during the summer hours and allows for more sunshine entering during the winter days. Some further solutions have been adopted to increase the energy saving system, such as the cistern for the collection of rainwater to be reused for sanitary purposes, for the irrigation of the greenhouse and for the supply of water to the aquariums and the moat surrounding the building, thus allowing a water saving by 50%. Thanks to all these solutions the project has obtained the GOLD level of the LEED certification system, that defines the modern standards of the buildings’ environmental sustainability.


Credits: Photographer: Š Roberto Nova, Bigfive. Archivio MUSE Museo delle Scienze

47


48


49


GENERATA DALLA FORZA DELLA NATURA GENERATED BY THE ELEMENTS OF NATURE

Come sarebbe un’architettura generata dalle sole forze della natura quali pioggia, sole e vento? A questa domanda l’architetto australiano James Stockwell ha proposto una sua personale visione di architettura modellata dalle forze della natura con il recente progetto della Croft House, una residenza privata situata lungo la costa meridionale dello stato Victoria, in Australia. Seguendo le indicazioni della committenza, che richiedeva un’abitazione con ampie viste panoramiche, ma al contempo protetta, dotata di ogni comfort e integrata nella splendida natura circostante, l’architetto ha realizzato un moderno edificio, perfettamente mimetizzato nel paesaggio, utilizzando materiali locali per ridurre l’impatto sull’ambiente e mutuati dal contesto rurale - come nel caso della lamiera ondulata della copertura - raggiungendo l’obiettivo prefissato di creare un’architettura in grado di raccontare la storia di un luogo, delle sue tradizioni, del suo artigianato e dei suoi prodotti.

If the elements of nature such as rain, sun and wind could generate an architecture, how would it look like? This question has been answered by Australian architect James Stockwell with his recent project of the Croft House, a private residence located along the South coast of Victoria, in Australia which represents his personal vision of an architecture modelled by the forces of nature. According to the clients’ request to have a house, conceived for the maximum comfort, with full outlook to and shelter from the coastal vistas in all directions, and to be part of the landscape, the architect designed a contemporary building, perfectly camouflaged in the nature, using local materials to reduce the environmental impact. The materials have been taken from the rural context - as in the case of the corrugated iron for the roof - to achieve the aim of creating an architecture able to tell the story of a place, its local traditions, its craftsmanship and its materials. Ludovico Levoli

50


51


I materiali locali impiegati per la realizzazione della residenza Croft House di Inverloch, nel sud dell’Australia, come la lamiera grigia della copertura e il cemento, oltre ad avere un ridotto impatto sull’ambiente, presentano delle tonalità affini ai colori neutri della natura circostante, permettendo una perfetta mimetizzazione della struttura. Il rivestimento è riscaldato internamente da una massa termica formata da pareti in sabbia compressa, mentre la struttura interna e la carpenteria sono realizzate in legno di frassino locale. Le ampie pareti formate da doppi vetri consentono, oltre che di vivere letteralmente immersi nel paesaggio, anche un’ottima illuminazione naturale; inoltre un sistema solare passivo garantisce un ridotto accumulo termico in estate, massimizzando lo stesso nei mesi invernali. La forma scultorea della costruzione, che distorce le curve matematiche e strutturali per assecondare le esigenze degli spazi interni, è stata determinata dalla combinazione di tre sinusoidi. Le superfici della copertura, sia concave che convesse, sono due piani dimensionali costituiti da travi, traverse e lamiera ondulata. In ogni sua scelta, strutturale, stilistica e funzionale, il progetto si rifà sia ai criteri adottati dalla filosofia modernista degli anni ’50 con i suoi concetti di integrità plastica che a una visione dell’architettura quale importante campo di flussi ed energie.

52


53


Credits: Photographer: Š James Archibald

54


The local materials used in the construction of the Croft House of Inverloch, South Australia, like grey corrugated iron and concrete, have a very low environmental impact; furthermore their shades, which are very similar to the neutral colours of the surrounding nature, allow a perfect camouflage of the structure. The protective exterior is warmed internally by compressed sand thermal mass walls, while the interior structure and joinery are made with locally-sourced ash timber. Wide double glazing allows the residents to live literally immersed in the landscape and, at the same time, natural light to penetrate the interior; furthermore a passive solar

system limits summertime solar gain and maximizes it during the winter months. The sculptural shape of the house, which distorts mathematical and structural curves to meet the interior purpose, has been determined by the combination of three sinusoids. Both concave and convex roof surfaces are two dimensional planes made with battens, rafters and corrugated metal. In every structural, stylistic and functional detail, the design process adopts the criteria of the 1950’s modernist philosophy of plastic integrity as well as the vision of architecture as an important field of flows and energies.

55


SCULTURE LIGNEE WOODEN SCULPTURES

Photo: © Ulrich Egger

Un’architettura che sostiene la propria forza iconica senza mai alienarsi dal paesaggio: così è stata pensata dagli architetti Gerd Bergmeister e Michaela Wolf dello studio Bergmeisterwolf Architekten di Bressanone l’architettura destinata a ospitare il laboratorio artigianale di scultura artistica in legno di Pontives, in Val Gardena. Ispirato nella forma a un semilavorato ligneo simile a quelli che si trovano al suo interno, il nuovo edificio, che si sviluppa su di una superficie di 2.763 mq, si presenta con una geometria prismica e facciate rivestite con scandole di larice che determinano un continuum di pieghe, intagli, aperture e movimenti.

56

An architecture that shows off its own iconic power without ever alienating from the surrounding landscape: it is how architects Gerd Bergmeister and Michaela Wolf of the Bressanonebased firm Bergmeisterwolf Architekten conceived the architecture destined to host the new workshop of artistic wood carving of Pontives, in Gherdëina. With its form inspired by a wooden object like those worked inside it, the new 2,763 sqm building features a prismatic geometry with façades clad in larch shingles that generate a continuum of folds, incisions, kinks and openings. Markus Görn


57


58

Photo: © Günther Richard Wett

Photo: © Günther Richard Wett

Dall’esterno l’edificio si presenta con un’estetica dinamica grazie ai continui movimenti determinati da una serie di sfaccettature che si estendono in forma irregolare dai prospetti alla copertura. Le continue trasformazioni geometriche determinano, oltre a una dinamica di movimenti, anche delle variazioni cromatiche e dei suggestivi chiaroscuri, accentuati dai riflessi delle vetrate che si alternano ai settori in legno. L’invecchiamento naturale e irregolare delle scandole in larice - spiegano gli architetti - andrà a rafforzare quell’idea di processo scultoreo che ha guidato l’intero progetto. In questo modo il progetto diventerà esso stesso patrimonio artistico esattamente come l’artigianato artistico in legno che si trova al suo interno, testimoniando una delle più antiche e preziose tradizioni della Val Gardena. L’estetica dell’edificio enuncia subito le attività che si svolgono al suo interno: dall’esposizione dei manufatti artistici in legno al piano terreno alla lavorazione e produzione degli stessi ai livelli superiori. Le aperture con vetri tecnologici ricavate nel sistema di continue pieghe e triangolazioni della struttura, oltre a rendere visibili le attività e i manufatti dall’esterno, determinano un ingresso ottimale della luce naturale che, abbinata a un sapiente impianto illuminotecnico, si trasforma in un elemento architettonico caratterizzante, in grado di esaltare il valore formale e materico dell’edificio.


59

Photo: © Günther Richard Wett


60

Photo: © Günther Richard Wett


Photo: © Günther Richard Wett

Photo: © Günther Richard Wett

The building features a dynamic aesthetics generated by the many facets and folds that form its rich geometry, including the roof. The numerous changes in the building geometry not only determine a dynamics of movements, but also many variations in shades and some beautiful light and shadow effects, which are accentuated by the reflections of the glazing which alternates with the wooden segments. The natural and irregular aging of the larch shingles - the architects explain - will further strengthen that idea of sculptural process that guided the entire design process. In this way the building itself will become an artistic work just like the wooden artworks manufactured inside it, which are the expressions of one of the most ancient and charming traditions of Gherdëina. The design of the building immediately reveals the activities that are taking place inside: from the exhibition of the wooden artworks on the ground floor to their handcrafting and manufacturing on the upper levels. The advanced glazing placed between the many folds and triangular shapes of the structure not only makes visible the activities and the artworks from the outside, but also allows an optimal natural lighting which, combined with an advanced lighting system, becomes an important architectural element, able to enhance the formal and material value of the building.

61


LA DECIMA MUSA THE TENTH MUSE A due anni dall’avvio dei lavori è stato inaugurato lo scorso giugno, in occasione della 16° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Shanghai, il nuovo Museo del Cinema. Progettato e guidato nella direzione artistica da Tilman Thürmer, titolare dello studio Coordination Asia, il museo, realizzato all’interno degli spazi di un vecchio studio cinematografico, presenta, su una superficie di 15.000 mq e su quattro livelli, oltre 70 installazioni interattive e una collezione di ben 3.000 reperti storici che guidano il visitatore in un magico viaggio alla scoperta dell’industria cinematografica di Shanghai, dai suoi esordi nel 1896 al moderno 4D.

Two years after the start of the works, the Shanghai Film Museum was finally inaugurated last June, on the occasion of the opening of the 16th edition of the Shanghai International Film Festival. Designed and art directed by Tilman Thürmer, owner of the studio Coordination Asia, the new 15,000 sqm, four-storey museum, which is located in a former film studio, boasts over 70 interactive installations and a collection of 3,000 historical exhibits, which guide the visitors on a charming journey to discover the magical Shanghai film industry, from its beginning in 1896 until the modern 4D. Linda Mattei

62


63


A proposito del suo nuovo progetto del Museo del Cinema di Shanghai, Tilman Thürmer, titolare dello studio Coordination Asia, ha sottolineato l’intento di voler creare uno spazio vivace e interattivo per rendere omaggio alla dinamicità del mondo del cinema. Che si tratti di doppiare un film classico in una vera sala di registrazione, di passeggiare sulla famosa Nanjing Road di Shanghai nella sua perfetta ricostruzione cinematografica o di attraversare un Red Carpet formato da file di lampadine rosse, attorniati da ammiratori e fotografi virtuali - ha spiegato Thürmer - il visitatore viene sempre coinvolto attivamente nel fantastico universo del cinema. Questo concetto di interattività è il fil rouge che collega i diversi spazi del museo - caratterizzati da un approccio minimalista eppure sempre vividi e coinvolgenti - in cui i reperti di valore storico si fondono senza soluzione di continuità con le esperienze vissute, determinando un ambiente dal respiro internazionale in cui non si perdono di vista i richiami alla tradizione locale. Siamo coscienti del fatto che l’industria cinematografica - ha aggiunto Thürmer - possa trasformare il ruolo di una città, sia a livello nazionale che internazionale, così abbiamo pensato al museo come a un moderno polo di interscambio di conoscenze e ispirazioni in grado di contribuire alla crescita di Shanghai, la città dove ogni anni si celebra una delle più importanti Mostre Internazionali del Cinema.

64

Talking about his new project of the Shanghai Film Museum, Tilman Thürmer, owner of the studio Coordination Asia, has underlined his intent to create a vivid and interactive space to pay tribute to the dynamism of the world of cinema. Be it by dubbing a classical film in a real sound studio, walking through a lifelike film set on Shanghai’s famous Nanjing Road or by walking like a star on a Red Carpet formed by rows of red lights, surrounded by virtual fans and photographers - Thürmer explained - the visitor is always an active part in the exciting world of cinema. This key concept of interactivity is the fil rouge through the different spaces of the Film Museum - characterized by a minimalist yet vivid and immersive design approach - where the relics with a historical value seamlessly integrates in an interactive environment, in a cultural hotspot of international allure with a certain local touch. Just because we are aware of the possibility for the film industry -Thürmer added - to transform the national and international role of a city, we have designed the museum as a modern pole where to exchange knowledge and inspiration with the aim to contribute to the growth of Shanghai, the city where every year one of the most important International Film Festivals takes place.


65


66


Credits: Photos: Courtesy of Tilman Th端rmer www.coordination-asia.com

67


Il Museo Plessi, inaugurato nel mese di giugno al Passo del Brennero, in prossimità della vecchia dogana tra l’Italia e l’Austria, rappresenta il primo esempio di spazio museale realizzato in un’autostrada. La struttura, una gigantesca teca in cristallo di 13.000 mq sovrastata da una scultorea copertura, è stata progettata da Carlo Costa con l’obiettivo di mettere in contatto gli interni, che ospitano una straordinaria collezione di opere dell’artista Fabrizio Plessi - oltre a un centro convegni e a un punto di ristoro - con il paesaggio alpino. Non solo punto di incontro tra esterno e interno, ma anche tra due culture, quella mediterranea e quello mitteleuropea, realizzato nel luogo simbolo di quella che, fino agli accordi di Schengen, entrati in vigore nel 1995, rappresentava il punto di separazione tra i due mondi.

The Plessi Museum, opened in June at the Brenner Pass near the former customs area between Italy and Austria, is the first example of a museum built along a highway. The structure, a large 13,000 sqm crystal casing overlaid by a sculptural roofing system, has been designed by Carlo Costa with the aim to represent a strict link between the interiors - which host an extraordinary collection of works by artist Fabrizio Plessi, a conference centre and a restaurant area - and the surrounding alpine landscape. The museum, which represents a link not only between exterior and interior, but also between the Mediterranean and the middle-European cultures, has been built right in the site which used to symbolize the dividing line between the two worlds until the Schengen Agreement came into force in 1995. Stefano Galati

68


UN MUSEO IN AUTOSTRADA THE MUSEUM ALONG THE HIGHWAY

69


Promosso da Autostrada del Brennero spa, il nuovo complesso Plessi rappresenta una sperimentazione formale e funzionale, in grado di trasformare la tradizionale area di sosta in un luogo consacrato alla cultura. La sfida che il nostro tempo ci impone sostiene Paolo Duiella, Amministratore delegato di Autostrada del Brennero - non è solo di natura tecnologica o efficientista. Occorre lavorare sull’aspetto culturale perché il mondo che stiamo attraversando necessita di gesti coraggiosi e proiettati nel futuro. Per questo motivo, immaginando un’autostrada che non sia solo sicura e scorrevole, lavoriamo per un’infrastruttura che sia risorsa per i territori circostanti e strumento per la loro valorizzazione. Il Museo Plessi s’inserisce in questa filosofia: rendere la sosta autostradale un’occasione per un’esperienza culturale ed estetica.

Al suo interno, una grande sala a tutt’altezza - 12,90 m - è stata pensata come un vero e proprio spazio museale, mentre la sala conferenze è destinata a diventare la sede privilegiata per incontri culturali e istituzionali riguardanti le relazioni tra mondo latino e quello germanico.

Curato dallo stesso Fabrizio Plessi, il percorso espositivo trasforma gli spazi in una moderna agorà sensoriale, in uno spazio totalizzante fatto di suoni e immagini grazie alle installazioni video, alle sculture e alle opere grafico-pittoriche dell’artista. Plessi, nato a Reggio Emilia e formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha inoltre progettato l’allestimento, disegnando per l’occasione tavoli, sedute, banconi da lavoro e scaffali in acciaio corten.

70

Il complesso delle opere esposte è segnato dalla presenza della monumentale video-installazione Mare Verticale, creata dall’artista per l’Expo di Hannover del 2000, che, con il suo flusso di acqua blu continuo che scorre ininterrottamente, intende celebrare l’Euregio, il progetto di collaborazione transnazionale, transfrontaliera e interregionale tra Tirolo, Alto Adige e Trentino. In genere, la cifra espressiva delle esposizioni ruota attorno al tema dell’acqua che, fin dal 1968, guida molte delle installazioni, film, videotape e performance di Fabrizio Plessi. Penso che il video, elemento della contemporaneità, formi con l’acqua, elemento antico e primordiale, un binomio perfetto; - è stato il commento dello stesso Plessi - entrambi sono elementi cangianti, fluidi, instabili.


71


Photo: Š Oskar Da Riz, Archivio Autostrada del Brennero SpA

Sponsored by Autostrada del Brennero spa, the new Plessi Museum represents an aesthetic and functional experimental approach aiming to transform a traditional rest area into a place consecrated to culture. The challenge of our era Paolo Duiella, President of Autostrada del Brennero SpA asserts - is not only a challenge in terms of technology or efficiency. We need to work considerably on cultural aspects because the world we are living in today needs bold acts that look to the future. For this reason, in imagining a highway that is not only safe and fast, we are also working to create an infrastructure that is perceived as a resource by the surrounding regions and a means for their development. The Plessi Museum fits into this philosophy: a stop along the highway has become an opportunity for a fundamental cultural and aesthetic experience. Inside the building, a great hall with a 12.90 m high cathedral ceiling has been conceived as a veritable museum space, while the conference centre is intended to become a privileged venue for cultural and institutional meetings concerning the relationships between the Latin and Germanic worlds.

The exhibition, curated by Fabrizio Plessi, transforms the spaces into a modern sensorial agora, an all-absorbing space made of sounds and images with the video installations, the sculptures and the graphic-pictorial works of the artist.

72

Plessi, born in Reggio Emilia and educated at the Academy of Fine Arts in Venice, has also designed for the occasion the tables, seats, workbenches and some Corten steel shelves. The whole of the exhibited works is marked by the presence of the monumental video-installation Vertical Sea that the artist created in 2000 for the Hanover Expo and that was conceived to celebrate, with its continuously flowing blue water, the Euroregion, a shared crossborder cooperation project between Tyrol, South Tyrol and Trentino.

The descriptive key to the works displayed within the museum is centred on an aquatic theme that has been the inspiration of many of Fabrizio Plessi's installations, films, videos and performances since 1968. I think that video images and water constitute a perfect combination: water is an ancient, primordial element, a video is an element of contemporary times - Plessi commented - but both are shimmering, fluid and unstable.

Credits: Images: courtesyŠ of Plessi Museum


73


74

Photo: Š Oskar Da Riz, Archivio Autostrada del Brennero SpA



76


EMILIANA MARTINELLI: LEARNING TO SEE

EMILIANA MARTINELLI: IMPARARE A VEDERE

Un’importante storia di successi, segnata dalla produzione di pietre miliari nel mondo del design della luce, e un presente contraddistinto da una costante crescita del brand. Nel caso della Martinelli Luce di Lucca il segreto di questa combinata è da ricercare nella determinazione e nel talento creativo dell’architetto Emiliana Martinelli, che ha ereditato la passione per la il design dal padre, Elio Martinelli, con cui ha diretto l’azienda di famiglia dagli anni dell’Università fino al 2004, occupandosi degli aspetti gestionali e della progettazione e produzione degli apparecchi illuminanti. Dal 2004, anno della scomparsa del padre, Emiliana Martinelli dirige con tenacia, affiancata dal figlio Marco, una realtà, vanto del tessuto produttivo italiano, che continua a trasformare progetti di design in prodotti di successo.

An important success history characterized by the production of milestones in the light design world and a present time marked by a constant brand growth. In the case of Martinelli Luce in Lucca, the secret of this combination is to be found in the determination and creative talent of architect Emiliana Martinelli, who has inherited the passion for design from her father, Elio Martinelli, with whom she ran the family company from the University years till 2004, dealing with the managerial aspects, the design and the production of the lighting fixtures. Since 2004, the year of her father’s death, Emiliana Martinelli has been managing with constancy, supported by her son Marco, a reality, pride of the Italian productive fabric, continuing to transform design ideas into success products. Cosimo Soffientini

77


Affinché case history come questa possano essere d’ispirazione, abbiamo chiesto all’architetto di parlarci, nella sua duplice veste di architetto/designer e imprenditrice, del suo approccio quotidiano a un’attività che abbina creatività con praticità manageriale. La praticità imposta dal ruolo di imprenditore, che deve quotidianamente tener conto dei vincoli legati ai processi produttivi e alle leggi di mercato, non deve essere vissuta come un ostacolo al free-flowing della creatività, ma come un’opportunità, come conferma Emiliana Martinelli: questo mio doppio ruolo mi concede delle cosiddette licenze poetiche, potendo avviare alla produzione dei progetti indipendentemente dal momento economico, dalle mode e dalla semplice razionalità. Per me la creatività è puro istinto, la mia mente è continuamente sollecitata da quello che mi circonda; ogni elemento, ogni dettaglio attorno a me può essere fonte di stimolo e ispirazione. Un particolare movimento si trasforma nella mia testa in un giunto, la forma di un albero in un nuovo modello.

78

Tutto questo deve essere poi calato nella realtà produttiva, nella scelta delle tecnologie più adatte, dei materiali più performanti e delle sorgenti luminose più idonee con una grande attenzione al risparmio energetico. In questo modo sono nate le l a m p a d e G a i a - d i s e g n a t a n e l 20 0 3 e particolarmente cara all’architetto perché legata al ricordo del padre, che ne venne subito conquistato ispirata dall’ondeggiare dell’erba e Glouglou, in cui si ritrova la suggestione delle bollicine di acqua che risalgono in superficie. È sempre la natura con le sue specie animali ad aver ispirato lampade che hanno incontrato negli anni importanti riconoscimenti e successi commerciali come Picchio, Civetta, Zulù, Colibrì o Eva o con la purezza della sue forme ad aver influenzato i suoi modelli Circular Pol, Luna, Emi, Corona, Trilly e Pistillo. In alcuni casi l’artefice della genesi di certi modelli è proprio il suo ruolo di architetto: curando personalmente la progettazione di spazi, mostre e allestimenti mi sono trovata a sviluppare delle lampade per un determinato progetto, che poi sono state inserite nel catalogo dell’azienda. Il duplice ruolo di imprenditrice e designer rappresenta inoltre una condizione privilegiata nella scelta degli oggetti da mettere in produzione tra le numerose proposte dei designer esterni all’azienda.


Quando mi vengono sottoposte delle idee è come se cercassi sempre quel progetto che avrei voluto disegnare io; quel progetto in cui l’idea geniale è così semplice da non permettere a nessuno di poter togliere nulla. In questo modo mantengo sempre quel fil rouge che altro non è che l’identità aziendale. È stato così anche per l’incontro con Brian Sironi, quando presentò nel 2008 il progetto di Elica, realizzata da Martinelli Luce l’anno successivo e insignita dei più prestigiosi premi di design al mondo, tra cui il Compasso d’Oro nel 2011. Di un designer apprezzo la curiosità, l’attenzione e la costante voglia di conoscere e apprendere novità; alle giovani leve consiglio sempre, come ho fatto durante una recente lezione agli studenti dell’Istituto d’Arte di Lucca, innanzitutto di imparare a disegnare a mano libera, di abbozzare sempre ogni spunto, ogni idea legata a un possibile progetto, e poi di conoscere e toccare con mano i materiali, le tecnologie produttive e le nuove sorgenti luminose: in altre parole di imparare a vedere tutto quello che li circonda.

79


Hoping that case history as this one could be of inspiration, we have asked the architect to tell us, in her double role of architect/designer and entrepreneur, about her daily approach to an activity combining creativity and entrepreneurism. The practicality imposed by the role of entrepreneur, who has to consider every day the bounds of the productive processes and the market laws, has not to be lived as an obstacle to the creativity free-flowing, but as an opportunity, as Emiliana Martinelli confirms: this double role grants me some so-called poetic licence, being able to start the design production independently of the economic moment, trends and simple rationality. Personally, creativity is pure instinct, my mind is continuously spurred by everything surrounding me; each element, each detail around me can be source of stimulus and inspiration. A particular movement is transformed in my head into a joint, the shape of a tree into a new model. Then, all this has to be settled into the productive reality, into the choice of the most suitable technologies, the best performing materials and the most suitable light sources with great attention to the energy savings. In this way Gaia and

80

Glouglou lamps have been created; Gaia - designed in 2003 and particularly loved by the architect because it recalls his father, who was immediately conquered by it - inspired by the undulating grass and Glouglou, in which you find the charm of the water bubbles flowing up to the surface. Nature, with its animal species, has inspired lamps, which obtained during the years important awards and commercial successes, such as Picchio, Civetta, Zulù, Colibrì or Eva, or with the purity of its shapes, has influenced her models Circular Pol, Luna, Emi, Corona, Trilly and Pistillo. In some cases the creator of the genesis of some models is right her role of architect: by taking care personally of the design of exhibitions and shows, I found myself developing lamps for a particular project, that then have been inserted into the company catalogue. Besides, the double role of entrepreneur and designer represents a privileged condition for choosing the objects to be put into production among the numerous proposals of the designers outside the company.

When I am given some design proposals it is always as if I search that design that I would have loved to draw by myself; that project in which the genial idea is so simple not to allow anybody to remove anything. In this way I always keep that fil rouge that is nothing more than the concern identity. It was the same for the first meeting with Brian Sironi, when he presented in 2008 the design of Elica, put into production by Martinelli Luce the following year, and with which it received the most prestigious world design awards, among which the Compasso d’Oro in 2011. Of a designer I appreciate curiosity, attention and the constant desire to know and to learn novelties; I always advise the young people, as I did during a recent lesson to the students of the Art Institute in Lucca, first of all, to learn free-hand drawing, to sketch always each cue, each idea linked to a possible project, and then to know and to experience the materials, the productive technologies and the new light sources: that is to say, to learn to see all what surrounding them. Credits: Photographer: © Benvenuto Saba



82


GENIO MALEDETTO DAMNED GENIUS In Toscana, da sempre terra di arte e creatività, abbiamo assistito negli ultimi anni all’ascesa e alla consacrazione della Antonio Lupi design come azienda generatrice di uno stile inconfondibile nel mondo dell’interior design, a cui non si può prescindere dal far riferimento quando si pensa a un’ineguagliabile eleganza stilistica o ci si deve confrontare con le tendenze degli arredi di domani. Dagli arredi agli accessori, dai sistemi ai caminetti, dagli elementi integrati nell’architettura alle librerie pensate per la sala da bagno - ogni progetto contraddistinto da avanzata ricerca stilistica e innovazione tecnologica la Antonio Lupi design non ha mai smesso di stupire. Lo farà anche quest’anno a Cersaie, il salone della ceramica per l’edilizia e dell’arredobagno che si terrà a Bologna a settembre, dove verranno presentati in anteprima gli originali affreschi disegnati per l’azienda dall’architetto Pietro Gaeta di N.O.W. Lab di Milano. Ispirati alla figura di un David vigoroso ed edonista, rivisitato in chiave contemporanea, e pensati per fare da sofisticato background agli arredi dell’azienda, questi decori parietali si avvalgono di una tecnologia brevettata che consente una trasposizione veloce e fedele delle grafiche direttamente sulle superfici.

In Tuscany, land of art and creativity, we witnessed in recent years the rise and consecration of Antonio Lupi design as a company able to generate a unique style in the world of interior design, which can’t be ignored when thinking of a nonpareil stylistic elegance or we have to consider the future trends of furniture. From the furnishings to the accessories, from the systems to the fireplaces, from the architectural elements to the bookcases conceived for the bathroom - each project characterized by advanced stylistic research combined with technological innovation Antonio Lupi design has never stopped to amaze. It will astonish once again this year at Cersaie, the exhibition of ceramic tiles and bathroom furnishings to be held in Bologna in September, where it presents a preview of the original frescoes designed by architect Pietro Gaeta of N.O.W. Lab, Milan. Inspired by the image of a vigorous and hedonistic David, revised in a contemporary key, and designed to be the ideal sophisticated background for the company’s furnishings, these wall decors exploit a new patented technology which allows a fast and faithful transfer of the graphics directly on the surfaces. Silvia Lopez

83


Impegnata da sempre sul fronte dell’innovazione e del progetto sartoriale, la Antonio Lupi design ha deciso di sviluppare, in collaborazione con l’architetto Pietro Gaeta di N.O.W. Lab, le opportunità offerte da una nuova tecnologia per la realizzazione di rivestimenti murali. Grazie a una particolare tecnica brevettata è possibile far penetrare i pigmenti della stampa direttamente nelle superfici, proprio come avviene nella tradizionale tecnica dell’affresco. I decori digitali vengono stampati su di un particolare supporto e in seguito applicati sulle diverse superfici - tra cui intonaco, cemento, cartongesso e mattoncini a vista - in modo veloce, pulito ed ecologico grazie all’impiego di materiali a base di acqua. La versatilità e la facilità di applicazione rendono inoltre possibile adattare gli affreschi a qualsiasi struttura, dalle pareti ai soffitti con particolari angolature fino alle volte e alle cupole. Per i soggetti l’architetto Gaeta ha sviluppato, in collaborazione con l’azienda, tre decori in tre diverse varianti cromatiche, tutte ispirate a un Rinascimento toscano in cui troneggia la figura di un David di Michelangelo proposto come espressione di forza e bellezza. Partendo da una bellezza rinascimentale - ci ha raccontato l’architetto Gaeta abbiamo sviluppato dei soggetti in cui è presente una forte contaminazione stilistica e formale. Ai particolari di opere d’arte del Rinascimento abbiamo accostato righe, trame, effetti materici, damaschi, broccati, cristalli, decorazioni vittoriane, matrici numeriche e parole lanciate nel tempo. Il tutto in una sorta di fuoriscala lillipuziano per una composizione finale che gioca tra l’alto contenuto tecnologico e una piacevole e contemporanea concessione al decoro.

84


85


86


Fully committed to innovation and tailor-made projects, Antonio Lupi design has exploited, in collaboration with architect Pietro Gaeta of N.O.W. Lab, the potentialities offered by a new technology for the production of wall coverings. Thanks to a special patented technique, the printing pigments can penetrate directly into the surface, just as it happens with the traditional fresco technique. The digital decors are printed on a special support and then applied on the different surfaces - including plaster, concrete, plasterboard and exposed bricks -in a quick, clean and environmentally friendly way thanks to the use of water-based materials. The versatility and the ease of application also allow the frescos to be applied to any type of structure, to walls and ceilings with special angles and even to vaults and domes. With regards to the textures, architect Gaeta has developed in collaboration with the company three decors in three different shades, all

inspired by a Tuscan Renaissance with the figure of a David by Michelangelo presented as the expression of strength and beauty. We started from a Renaissance beauty - architect Gaeta explained - and then we developed some patterns characterized by a strong stylistic and formal contamination. We have combined some details taken from Renaissance artworks with lines, textures, material effects, damask, brocade, crystals, Victorian decorations, bar codes and random words. All this presented in a sort of Lilliputian off-scale that determines a final composition in balance between its high technological content and a pleasant contemporary concession to dĂŠcor.

87


LO SPIRITO DELLA PIETRA THE SPIRIT OF STONE Mi piacciono persone come me, che conservano la loro bellezza nell’imperfezione, nelle tracce di non banalità - scriveva il noto poeta e scrittore statunitense Charles Bukowski. Ampliando il concetto dall’essere umano alla materia, ci rendiamo conto che la bellezza in tutto ciò che è vivo e naturale non è mai omologata, mai perfetta, mai banale. La pietra ad esempio non ha difetti: venature, brusche variazioni cromatiche, vuoti e pieni - vissute da un occhio inesperto come imperfezioni - rappresentano l’imponente lavoro della natura, dell’acqua e dei suoi moti nascosti. Le particolarità uniche e irripetibile di una pietra sono la sua vera essenza, la voce con cui racconta storie antiche di uomini e generazioni, con cui racconta la terra, il suo silenzio raccolto, la sua maestosità. La storia di un’azienda italiana come la Vaselli Spirito Pietra di Rapolano Terme, in provincia di Siena, che da oltre cent’anni lavora una pietra straordinaria e calda come il travertino, è la metafora di quella sapiente artigianalità che riesce a plasmare la natura, senza mai snaturarla, nel rispetto delle sue peculiarità, delle sue prerogative e dei suoi limiti, per rivelare all’osservatore i suoi racconti più antichi.

88

Charles Bukowski, the famous American poet and writer, wrote: I like the persons like me, keeping their beauty in the imperfection, in nobanality traces. By widening this concept from the human being to the matter, we realize that beauty in all what is alive and natural is never homologated, never perfect and never banal. Stone, for instance, has no defects: veins, strong chromatic variations, voids and solids - lived by an inexpert eye as imperfections represent the imposing work of nature, of water and its hidden motions. The unique and unrepeatable particularities of a stone are its true essence, the voice with which it tells ancient stories of people and generations, with which it tells the land, its cosy silence, its majesty. The history of an Italian company as Vaselli Spirito Pietra in Rapolano Terme, province of Siena, that for over a hundred years has been working an extraordinary and hot stone such as the travertine, is the metaphor of that wise craftsmanship able to shape nature, without ever distorting it, by respecting its peculiarities, its prerogatives and its limits, to reveal its most ancient tales to the observer. Roberta Busnelli


89


All’unicità di ogni singolo elemento di travertino, in cui non è raro incontrare impronte fossili di animali e piante millenarie, la Vaselli Spirito Pietra di Rapolano Terme aggiunge l’unicità delle sue lavorazioni, che abbinano sofisticate tecnologie impiantistiche a una secolare artigianalità fatta di scalpellini e finitori. È importante per l’azienda saper ascoltare e rispettare ciò che la natura ci svela per rendere questo racconto attraverso un design scultoreo e armonico, in grado di esaltare la forza e la bellezza della materia. L'amore nei confronti di questo mestiere - spiega Danilo Vaselli - è motivato soprattutto dal fatto che la materia diventa la vera protagonista del nostro lavoro e noi non siamo che gli interpreti della sua essenza. Ogni oggetto progettato su misura e realizzato in azienda nasce da un profondo rispetto per la materia abbinato a un’attenta osservazione degli spazi e del contesto in cui verrà inserito. Ogni progetto - poco importa se darà vita a una vasca, una cucina, una boiserie, un rivestimento o una piscina è vissuto come un viaggio unico, che parte da un’idea e in cui si fondono le competenze dei progettisti, dei tecnici e della direzione artistica dell’azienda con quelle degli architetti e dei designer esterni.

90

I designer Emanuel Gargano e Marco Fagioli di Oco Studio, che collaborano con l’azienda da oltre 5 anni, hanno confermato come, grazie alla loro comune passione per la materia e per i gesti semplici, ogni progetto nasca sempre dal rispetto per i materiali trattati, sperimentando nuovi linguaggi in grado di valorizzare le collezioni e creare pezzi unici con grande valenza strutturale e comunicativa. Progettare con la pietra è un’esperienza sempre nuova e emozionante; si viene a creare un’affinità alchemica, quasi primordiale con il blocco che si sceglie in cava in mezzo a tanti. In un tempo in cui il ciclo di vita di qualsiasi prodotto si caratterizza per la breve vita, anche per una motivazione di carattere etico, la pietra non può che ambire alla perennità. Dalla loro creatività nascono progetti come OCO Kitchen - un sistema cucina fatto di materie naturali come pietra e legno, che suggerisce gesti spontanei propri delle antiche culture contadine italiane e in cui le imperfezioni dei materiali sono esaltate per permettere loro di essere e rimanere naturali anche nella forza espressiva - la vasca Ciotola - oggetto poetico che riprende il concetto della tinozza dei primi anni del Novecento, reinterpretato in un monoblocco di pietra nel cui interno è ricavata una seduta - e la rivoluzionaria minipiscina Conca realizzata nel tipico Travertino noce di Rapolano.

Io e i miei fratelli siamo fortunati - aggiunge Danilo Vaselli - perché abbiamo la possibilità di realizzare idee e progetti sempre diversi con un materiale irripetibile e pieno di vita. Il nostro obiettivo è da sempre quello di rispettare ogni pezzo di pietra, esaltando al massimo le sue peculiarità e la capacità di migliorare con gli anni. La pietra è come una persona, che con il tempo cambia, acquistando fascino e storia. Grazie a una lunga esperienza maturata in oltre cent’anni di attività la Vaselli è in grado di plasmare il travertino - che a Rapolano, grazie alle varie tipologie di acque termali si presenta in un’ampia gamma di tonalità dal bianco latte al noce - così come altre tipologie di pietre e marmi pregiati. Dal desiderio di condividere il nostro amore per la pietra - conclude Danilo Vaselli - nasce anche il progetto del nuovo showroom che inaugureremo il prossimo autunno. Sarà uno spazio aperto, dinamico, dove accogliere amici e clienti, un luogo dove conoscere la pietra, le sue potenzialità e il nostro lavoro. Facendolo a modo nostro, senza tralasciare il convivio e la buona tavola!


91


92


93


in a stone mono-block with

To the singleness of each single travertine element, in which it is not rare to meet fossil marks of animals and millenary plants, company Vaselli Spirito Pietra of Rapolano Terme adds the singleness of its workings, which couple sophisticated technologies with a secular craftsmanship made of stonemasons and finishers. It is important for the company to be able to listen to and to respect what the nature reveals to render this tale through a sculptural and harmonic design, able to exalt the matter strength and beauty. Love towards this job - Danilo Vaselli explains - is motivated most of all by the fact that the matter becomes the true protagonist of our work and we are just the performers of its essence. Each tailormade object carried out in the company is created with a deep respect for the matter coupled with a careful observation of the spaces and the context in which it will be inserted. Each design - no matter if it gives birth to a tub, a kitchen, a boiserie, a tile or a swimming-pool - is experienced as a unique journey, which starts from an idea and where the skills of the designers, technicians and artistic direction of the company are merged with the ones of the architects and designers.

94

The designers Emanuel Gargano and Marco Fagioli of Oco Studio, collaborating with the company for over 5 years, have confirmed that, thanks to their common passion for the matter and for the simple gestures, each design is always created respecting the treated materials, by experimenting new languages able to increase the value of the collections and to create unique pieces with great structural and communicative quality. Designing with the stone is an ever new and exciting experience; an alchemical and almost primordial affinity is created with the block you choose in the quarry amongst many others. Nowadays, when the life cycle of any product is characterised by shortness, also for reasons of ethical nature, stone can just aspire to perpetuity. Their creativity generated projects such as OCO - a kitchen system made with natural materials such as stone and wood, suggesting spontaneous gestures typical of the old Italian rural cultures and where the material imperfections are exalted to allow them to be and to remain natural also in the expressive strength - the tub Ciotola - poetic object recovering the concept of the tub of the first years of the 1900s, reinterpreted

an internal seat - and the revolutionary miniswimming pool Conca made with the typical walnut Travertine of Rapolano. My brothers and I are lucky Danilo Vaselli adds - because we have the possibility to carry out ever different ideas and designs with an unrepeatable material full of life. Our aim has always been to respect each stone piece, by exalting at the best its peculiarities and its capacity to improve during the years. Stone is like a person, which changes with the passing of time, acquiring charm and history. Thanks to its over a hundred years experience, Vaselli company can shape travertine - that in Rapolano, thanks to the various typologies of thermal waters, features a wide range of nuances from milk white to walnut - as other typologies of precious stones and marbles. The project of the new showroom we are opening next autumn has been determined by the desire to share our love for stone - Danilo Vaselli concludes. It will be an open, dynamic space, where to welcome friends and clients, a place where to know about stone, its potentialities and our work. And we did it our way, without leaving out the convivial aspect and the good food!


95


96



ROGELIO SALMONA, COMPOSITORE DI PERCEZIONI ROGELIO SALMONA, COMPOSER OF PERCEPTIONS La contemporaneità dell’opera di Rogelio Salmona, il celebre architetto colombiano formatisi nello studio di Le Corbusier e scomparso nel 2007, può essere interpretata come il frutto di una continua ricerca su dubbi ricorrenti; la sua architettura si propone cioè come lo sviluppo di un unico progetto rappresentato da innumerevoli materialità. Queste, grazie alle proprie specificità e restrizioni, gli permisero di consolidare una personalissima visione dell’architettura, così come di perfezionare il modo in cui si rinvia a quelle idee di base che a suo avviso la conformano. Per realizzare questa continuità, Salmona dovette stabilire una coerenza, tanto fra le diverse modalità nelle quali rappresentare la sua architettura, quanto fra le rappresentazioni stesse e le esigenze specifiche chiamate in causa dallo sviluppo della sua opera. Salmona elaborò un repertorio di modelli architettonici a lui talmente familiari che, partendo da semplici linee, quadrati, rettangoli e cerchi era in grado di comporre la struttura spaziale di tutto un edificio. In questo modo, lo schema in pianta gli permetteva di definire una totalità tridimensionale che si consolidava solo nell’edificio costruito; unicamente questa materialità finale è quella che gli interessava definire, non quella che avrebbe potuto rappresentare per mezzo di prospettive, plastici o modelli realizzati al computer che, all’interno della sua ricerca di coerenza, si ergevano a esercizi privi di sostanza, carenti della fondamentale componente percettiva di tempi e spazi.

The contemporaneity of Rogelio Salmona’s work, the famous Colombian architect trained in the Le Corbusier’s studio and died in 2007, can be interpreted as the result of a continuous research on recurrent doubts; his architecture is like the development of a unique design represented by innumerable materialities. Thanks to their own specificities and restrictions, they allowed him to consolidate a very personal vision of architecture, so as to improve the way in which we refer to those basic ideas that, in his opinion, conform it. To achieve this continuity, Salmona had to establish a coherence, both among the different modalities in which to represent his architecture, and among the representations themselves and the specific necessities called into question by the development of his work. Salmona elaborated a repertoire of architectonic models so familiar to him that, by starting from simple lines, squares, rectangles and circles he was able to compose the spatial structure of a whole building. In this way, the plan diagram allowed him to define a three-dimensional totality consolidating only in the built construction; just this final materiality was the one he wanted to define, not the one that he could represent through perspectives, plastic models or models created by computer that, in his research for coherence, were only exercises without substance, lacking the fundamental perceptual component of time and space. Leonardo Prieto Fandiño

98


99


Definire in maniera concreta la materialità della costruzione a partire dalla sua insuperabile iconicità fu la risposta che l’architetto Rogelio Salmona propose per sviluppare la componente della rappresentazione che più lo preoccupava, ovvero come trasmettere all’osservatore tutte quelle esperienze che cercava di materializzare nei suoi edifici, non partendo dalla restrizione delle condizioni imposte, ma a partire dalla, infinitamente più complessa, sottigliezza dell’insinuazione. Una delle sue principali preoccupazioni al momento di dar inizio a un progetto era proprio il non sapere se le esperienze che plasmava nei suoi edifici sarebbero giunte o meno al suo destinatario; un principio di incertezza, come lui stesso lo definiva, che guidò in larga misura lo sviluppo della sua opera e che segnerà il cammino per l’apparizione di un’operazione plastica concepita esclusivamente per stupire e attrarre i processi percettivi dell’osservatore: la modanatura. Salmona concepiva le linee che incorporava nei suoi edifici come operazioni inquadrate nella nozione di modanatura; queste linee che, all’osservatore sprovveduto, potrebbero apparire futili ornamenti, sono state, dal punto di vista dell’architetto, il modo di incorporare la componente plastica necessaria per colpire in modo attivo i processi percettivi generati dai suoi edifici. Precisamente, la modanatura, al presentarsi libera da obblighi funzionali, avvenenze figurative e richieste tecniche esterne alla propria materializzazione, si propone come una ferramenta che possiede un’operatività insuperabile quando l’architetto rappresenta le proprie idee, non più a partire dalla nitidezza del testo o dalla frammentazione della fotografia, bensì da questa indefinita realtà quantica dell’edificio costruito. Una rappresentazione che si intende come una totalità, ma che si percepisce in modo interrotto a partire da molteplici processi percettivi che si sviluppano in sequenze di tempi e spazi, definiti non più unicamente dall’architetto, ma anche dall’osservatore. La modanatura permette a Salmona di definire materialità capaci di suonare in consonanza con i molteplici scenari dai quali egli rappresenta la propria visione di architettura. Così, la modanatura mai viene stabilita come il prodotto di un deus ex machina che irrompe come soluzione spontanea per maneggiare la complessità percettiva raggiunta dalla sua opera, ma, al contrario, proprio l’accentuazione delle masse dei suoi edifici è uno degli elementi che contribuisce in primo luogo a stabilire questo profuso scenario percettivo.

100

L’opzione che Salmona assume nello stabilire la logica sensibile delle linee come referente per la materializzazione della sua modanatura non è casuale. Con questa scelta si crea una consonanza fra le rappresentazioni che si trovano negli estremi opposti di iconicità all’interno della sua attività progettuale: il disegno schematico in pianta e l’edificio costruito. La logica delle linee, quella che stabilisce la latente tridimensionalità della membratura dell’edificio, è la stessa che guida il modo in cui l’osservatore riesce a percepirla. In questo modo, tanto l’anfitrione, la membratura, come l’ospite, la modanatura, sono posti in sincronia grazie a qualcosa di più solido della propria materialità immediata. Salmona cercava di trasmettere la sua personale visione dell’architettura a partire da una Gestalt basata su tre elementi: la membratura, la modanatura e la promenade; come se si trattasse di un’equazione percettiva, i due primi elementi avrebbero dovuto stabilire un equilibrio fra loro per garantire una risposta constante del terzo. Sarà in questo modo che, nella misura in cui le m e m b r a t u r e d e i s u o i e d i f i c i s i e v o l v o n o geometricamente in modalità sempre più complesse, la modanatura risponderà creando schemi astratti di percezione ogni volta più sofisticati, non per una ricerca squisitamente plastica ma per mantenere processi percettivi nitidi durante la promenade. Così, dal canale sotterraneo centrale del Museo Quimbaya di Armenia o nelle operazioni di corrugazione del muro di mattoni nei vani della galleria perimetrale del FES di Cali, entrambi in Colombia, la modanatura si materializza come un faro percettivo situato con sapienza per guidare l’osservatore. Per ottenere questo, Salmona non dubita nel calibrare la stessa logica di un materiale come il mattone, che ha marcato gran parte della sua opera, e lo farà in modo specifico in tre operazioni che si vedranno nell’Archivio Generale della Nazione di Bogotà. Per prima cosa, il ricorrere all’ocra, risultato di prove empiriche su argille e tempi di cottura, che riguardano tanto il mattone come il mortaio che lo pesta. Secondo, la concezione di un impianto che, grazie a uno sfasamento ritmico fra file pari e dispari è capace di dissolvere la forza percettiva che caratterizza i pannelli di mattone. Terzo, la concezione di due elementi, il modulo stipite (jamba) e il modulo architrave (dintel), i quali, partendo dalla matrice geometrica del mattone, sono capaci di evocare tutti i rilievi della modanatura classica.

Queste operazioni permisero di stabilire una materialità di base dalla quale invocare la sua modanatura, un pannello di mattoni che possiede una neutralità percettiva tale che, senza perdere il proprio carattere, è capace di ricevere le linee che chiamano in causa stipite e architrave. Saranno queste linee ad essere incaricate di stabilire schemi astratti di percezione in modo indipendente in ciascun muro, ottenendo, da un lato, di mantenere la propria percezione come elementi indipendenti e, dall’altro, di calibrare il ruolo che giocano nella percezione dell’edificio come totalità. Ma la modanatura mai cessò di evolversi, o rispondendo alla battaglia percettiva fra l’edificio e il contesto che lo accoglie, come nel caso delle linee a forma di V che racchiudono la membratura della Biblioteca Virgilio Barco e l’Edificio di Posgrado della Università Nazionale di Bogotà, o indagando sulle nuove possibilità che le potrebbe concedere un materiale come il concreto posto a vista, come succede nel Centro Culturale Gabriel García Márquez. In definitiva, la modanatura permise a Salmona di recuperare una serie di vocabolari architettonici millenari, non a partire da un postmodernismo confrontatore, ma da una chiara appropriazione di esperienze unificate attraverso un cosciente lirismo personale. Risulta chiaro che la visione dell’architettura come un’attività dedicata alla scoperta fu uno dei principi fondamentali sui quali si basò tutta l’opera di Salmona. I suoi edifici riuscirono a stabilirsi come vere matrici compositive, a partire dalle quali plasmare le esperienze che cercava di ri-creare nella mente dell’osservatore; ma, man mano che la sua opera evolveva, nella stessa misura cresceva la complessità per rappresentare questa idea in modo chiaro. Per Salmona rettificare in corso d’opera l’edificazione di un muro non era un capriccio o un ripensamento, ma un’operazione necessaria che, valendosi dell’impossibilità di migliorare l’iconicità dell’edificio, permetteva di calibrare la materialità dello scenario. A partire da questi scenari, la percezione dell’osservatore - con la metrica della membratura, la sintassi della modanatura e la coesione della promenade - compone i versi propri di una poesia che, se pure non fu iniziata, finirà con l’essere tanto sua come lo è di Salmona.


101


102


Defining the construction materiality in a concrete manner starting from its excellent iconicity was the answer that architect Rogelio Salmona proposed to develop the component of the representation about which he was more worried, that is, how to transmit to the observer all those experiences that he tried to materialize in his buildings, not starting from the restriction of the imposed conditions, but from the infinitely more complex and sharper insinuation. On starting a new design, he did not know whether the experiences moulded in his buildings would reach or not his addressee, and this was one of his main worries; a principle of uncertainty, as he himself used to define it, that drove to a great extent the development of his work and that led to the apparition of a plastic element conceived exclusively to astonish and to attract the observer’s perceptual processes: the moulding (la modÊnature). Salmona conceived the lines that he incorporated into his buildings as operations framed in the moulding concept; these lines that could appear to the unprepared observer as vain ornaments, have been, from the architect’s point of view, the way to incorporate the plastic component necessary to strike, in an active way, the perceptual processes generated by his buildings.

The moulding - freed from functional requirements, figurative attractiveness and technical requests external to its own materialization - is proposed as an hardware owning an excellent operativity when the architect represents his own ideas, no longer starting from the text clearness or from the photography fragmentation, but from this indefinite quantum reality of the built construction. A representation meant as a totality, but that is perceived in an interrupted way starting from numerous perceptual processes developing in time and space sequences, no longer defined only by the architect, but also by the observer. The moulding allows Salmona to define materialities able to play in harmony with the numerous scenarios from which he represents his own architecture vision. In this way, the moulding is never established as the product of a deus ex machina bursting as a spontaneous solution to handle the perceptual complexity reached by his work, but, on the contrary, the accentuation of the mass of his building is one of the elements contributing first of all to establish this profuse perceptual scenario. The option that Salmona uses to establish the sensitive logic of the lines as a reference for the materialization of his moulding is not casual.

With this choice a consonance is created between the representations situated in the opposite extremities of iconicity in his design activity: the schematic plan drawing and the built construction. The logic of the lines settling the latent three-dimensionality of the building framework is the same leading the way in which the observer can perceive it. In this way, the host, the framework as well as the guest, the moulding, are placed in synchrony thanks to something more solid than their own immediate materiality. Salmona tried to convey his personal vision of architecture starting from a Gestalt based on three elements: the framework, the moulding and the promenade; as if were a perceptual equation, the first two elements had to establish a balance between them to guarantee a constant response of the third one. It will be in this way that, to the extent to which the frameworks of his buildings evolve geometrically in ever more complex ways, the moulding will respond by creating ever more sophisticated abstract perception schemas, not for a plastic research but to keep clear perceptual processes during the promenade. So, from the central underground channel of the Quimbaya Museum of Armenia or in the operations of brick wall corrugation in the rooms of the perimeter gallery of FES in Cali, both in Colombia, the moulding is materialized as a perceptual lighthouse situated with wisdom to drive the observer.

103


To obtain this, Salmona does not doubt to calibrate the same logic of a material as the brick, that marked most of his work, and he will do that in a specific way in three operations that will be seen in the General Archive of the Nation in Bogotá. First of all, the use of the ochre, a result of empiric tests on clays and baking times regarding both the brick and the mortar grinding it. Secondly, the concept of a plant that, thanks to a rhythmic displacement between even and odd rows, is able to dispel the perceptual strength characterizing the brick panels. Thirdly, the concept of two elements, the jamb module (jamba) and the architrave module (dintel), that, by starting from the geometrical matrix of the brick are able to evoke all the reliefs of the classical moulding. These operations allowed to establish a basic materiality from which to invoke his moulding, a brick panel owning a perceptual neutrality that, without losing its own character, is able to receive the lines calling into question jamb and architrave.

104

These lines will be charged to establish abstract perception diagrams in an independent way in each wall, obtaining, on one hand, to keep the own perception as independent elements and, on the other hand, to calibrate the role they play in the perception of the building as totality. But the moulding never stopped to evolve, or by responding to the perceptual battle between the building and its context, as in the case of the V-shaped lines enclosing the framework of the Virgilio Barco Library and the Posgrado Building of the National University in Bogotá, or by investigating on the new possibilities that a material could grant it like the sight concrete, as in the Gabriel García Márquez Cultural Centre. Coming to the point, the moulding allowed Salmona to recover a series of millenarian architectural vocabularies, not starting from a comparison postmodernism, but from a clear appropriation of unified experiences through an aware personal lyricism. It is clear that the vision of architecture as an activity devoted to the discovery was one of the fundamental principles on which all Salmona’s work was based.

His buildings were able to be established as true composition matrices, from which to mould the experiences that he tried to re-create in the observer’s mind; but, as his work evolved, the complexity to represent this idea in a clear way grew to the same extent. For Salmona, rectifying the building in progress of a wall was not a whim or a change of mind, but a necessary operation that, considering the impossibility to improve the building iconicity, allowed to calibrate the scenario materiality. Starting from these scenarios, the observer’s perception - with the framework metrics, the moulding syntax and the promenade cohesion composes the verses of a poem that, even if it was not started, will belong to him, just as it belongs to Salmona.


105


L’ARTE DEL SAPER FARE THE KNOW HOW ART

106


Puntare a un costante miglioramento qualitativo degli strumenti lavorativi e della produzione è l’obiettivo di ogni impresa a cui sia chiaro che il concetto di eccellenza non è insito nel risultato, ma nell’atteggiamento. Un atteggiamento questo - legato a concetti di etica e professionalità - che è stato l’anima e il motivo fondante di un’azienda come Jove, al cui interno è stato avviato un progetto, battezzato 2020, che ha come obiettivo comune quello di perseguire una condotta etica finalizzata all’applicazione di un’arte del sapere fare strettamente connessa a quella del saper essere. Come simbolo di questa filosofia è stato installato nel campo di fronte all’attuale ubicazione dell’azienda, dove a breve sorgerà la nuova sede, un albero, disegnato dall’architetto Angelo Micheli, formato da numerosi piccoli pezzi di legno d’abete provenienti dagli scarti di lavorazione a ricordare che all’unica vera forma di crescita, personale e professionale, si può giungere solo attraverso il rispetto della natura.

Aiming at a constant quality improvement of the work instruments and of the production is the target of any company having clear that the concept of excellence is not inborn in the result, but in the attitude. This attitude - linked to ethics and professionalism concepts - has been the soul and the basic reason of company Jove, which started a project, baptized 2020, having the common aim to pursue an ethical behaviour targeted at the application of a knowing how to do art strictly connected to the one of knowing how to be. As a symbol of this philosophy, a tree, designed by architect Angelo Micheli, has been installed in the field opposite the actual concern location, where the new seat will be established soon; this tree, formed with numerous small fir wood scraps, reminds us that the only true form of personal and professional growth can be reached just through the respect for nature. Paolo Armenise

107


108


Il concetto di saper fare, nel cui valore si ravvede la soluzione all’attuale momento di crisi economica che rende incerto il futuro di molte realtà operanti nel mondo dell’edilizia e che principalmente si lega a un’idea di abilità produttiva, nel caso dell’azienda Jove, esperta nella progettazione e realizzazione di sistemi costruttivi e rivestimenti in legno, si estende a una precisa scelta aziendale di non avere come obiettivo e parametro qualitativo di riferimento il mond o delle costruzioni, bensì quello dell’architettura. Una scelta nata dalla consapevolezza della profonda differenza che esiste tra questi mondi: architettura è sostanzialmente dettaglio, è ricerca. Una buona architettura si ottiene quale risultato di un attento processo, in cui ogni singolo elemento trova la sua giusta collocazione e la sua giusta prospettiva. La filosofia di Jove si basa sul presupposto non di fornire mai del semplice materiale costruttivo, ma di diventare parte integrante di questo processo architettonico con una propria capacità di risolvere anche le più complesse problematiche progettuali. Poco importa se l'oggetto del progetto sia una semplice pensilina o un’architettura complessa: l’approccio e il processo sono gli stessi, la lama che taglia il legno e l’occhio che sovrintende i medesimi. Il risultato è sicuramente quello non di un semplice fare, ma di un atteggiamento permeato dell’arte del saper fare.

The knowing how to do concept, in which we recognize the solution for the actual period of economical crisis which makes the future of many companies operating in the building world uncertain and that is mainly linked to an idea of productive ability, in the case of company Jove, expert at designing and carrying out construction systems and wood coatings, expands to a precise intention not to have as an aim and a reference quality parameter the construction world, but the one of architecture. A choice determined by the awareness of the deep difference between these two worlds: architecture is mainly detail, research. Good architecture is obtained as a result of a careful process, in which every single element is placed in its right location and its right perspective. Jove philosophy is based on the assumption never to supply simple construction material, but to become integral part of this architecture process with an own ability to solve even the most complex design problems. It is not important if the design object is a simple cantilever roof or a complex architecture: the approach and the process are the same, the blade cutting the wood and the supervising eye the same as well. Surely the result of such an approach is not a simply doing, but an attitude permeated by the art of knowing how to do.

Credits: Photographs: ©Sofia Uslenghi, 2013

109


THE NEW SHAPES OF HEAT

IL CALDO NELLE SUE NUOVE FORME 110

Da quando il vecchio termosifone, un tempo relegato negli angoli meno in vista delle nostre abitazioni, si è trasformato in radiatore dall’alto contenuto estetico e tecnologico, il caldo entra nelle nostre abitazioni in forme sempre più innovative e affascinanti. Anche nel caso di installazione di pannelli radianti a pavimento, che stanno acquistando sempre più consensi soprattutto nelle nuove costruzioni, il termoarredo resta un elemento fondamentale sia nella sua funzione di integrazione al riscaldamento, soprattutto nell’area bagno, che di scaldasalviette, rispondendo, oltre alle esigenze di benessere e comfort abitativo, a quelle di estetica, grazie a un design ricercato e a un’ampia scelta di colori e materiali. Testimone d’eccellenza della ricerca dedicata alla progettazione di radiatori, scaldasalviette e caminetti di alto design è l’italiana Antrax, i cui prodotti, frutto negli ultimi anni della collaborazione con numerosi designer di fama internazionale, sono stati premiati da un successo commerciale e riconosciuti dal mondo del design con l’assegnazione dei più prestigiosi premi del settore.

Since the old radiator, once hidden in the less visible corners of our homes, has been replaced by technologically advanced design radiators, heat enters our homes in increasingly innovative and fascinating forms. Even in the case of underfloor heating, increasingly installed in the new buildings, the radiator remains an essential element both in its function of heating integration, especially in the bathroom, and as towel warmer, responding to the needs not only of wellbeing and comfort but also of aesthetics, thanks to a sophisticated design and a wide choice of colours and materials. A company that bears witness to this ongoing research dedicated to the design of radiators, towel warmers and fireplaces is the Italian Antrax, whose products, resulted from the collaborations with many internationally acclaimed designers, have obtained an outstanding commercial success and have been recognized by the design world with the assignment of the most prestigious awards. Luciana Lombardi


Non solo belli e funzionali, ma anche tecnologicamente all’avanguardia, gli elementi radianti di Antrax, grazie a una continua evoluzione dei processi produttivi e di una stretta collaborazione con i designer non solo sul fronte dell’estetica, ma anche della ricerca sui materiali e le finiture più performanti, garantiscono una perfetta distribuzione del calore anche a basse temperature consentendo quel risparmio energetico richiesto nelle moderne abitazioni. Tra le novità promosse dell’azienda, sintesi di questa attività di ricerca, il modello T, disegnato da Matteo Thun e Antonio Rodriguez e selezionato per l’AD I D es ig n I nd ex 2012, è un elem en to architettonico che si trasforma in raffinato complemento d’arredo. Essenzialità e sartorialità sono le sue caratteristiche principali: con un semplice profilo di alluminio a forma di T, che consente un’ottima resa termica e un ridotto contenuto d’ac q ua , s i p os s ono cr ea re innu m erevoli configurazioni per tutti gli ambienti sia nella versione verticale che in quella orizzontale. Fuori dagli schemi nel suo rigore formale Teso, ideato dagli architetti Dante O. Benini e Luca Gonzo, oltre a fornire il giusto calore attraverso i pannelli radianti, rappresenta un elegante scaldasalviette, posizionabile sia in verticale che in orizzontale. È infine con Flaps, il nuovo modello dell’azienda progettato dal designer di origine bulgara Victor Vasilev, che una combinazione di ricercatezza, semplicità e tecnologia assume le più straordinarie forme del calore. Realizzato in alluminio riciclabile ad alta efficienza termica, questo radiatore è caratterizzato da una piastra spessa 3 mm, interrotta da pieghe - flaps, da cui prende il nome che servono da porta-scaldasalviette. Flaps è disponibile in due larghezze e due altezze e anche nella versione elettrica.

Thanks to a continuous evolution of the production technologies and a close collaboration with the designers, not only in terms of aesthetics but also of materials and finishes research, the refined, functional and technologically advanced radiators by Antrax ensure a perfect heat distribution even at low temperatures, allowing the energy savings required by modern buildings. Among the new proposals of the company, bearing witness to this research commitment, the T model, designed by Matteo Thun and Antonio Rodriguez and selected for the 2012 ADI Design Index, is an architectural element that becomes a fine piece of furniture. In terms of its main characteristics, it is basic and eclectic: with a simple T-shaped aluminium profile, providing an excellent heat output and a small water content, it is possible to create countless configurations for every environment in both the vertical and horizontal versions. Unconventional in its formal rigor, Teso, designed by architects Dante O. Benini and Luca Gonzo, provides the right heat through the radiant panels and functions at the same time as elegant towel warmer, which can be positioned either vertically or horizontally. Finally, with Flaps, the new model designed by Victor Vasilev, designer of Bulgarian origin, a combination of sophistication, essentiality and technology takes the most extraordinary forms of heat. Made of recyclable aluminium affording high heating efficiency, this radiator is distinguished by a 3 mm thick plate, interrupted by flaps - from which it takes its name used as towel rails. Flaps is available in two widths and two heights and also in the electric version.

111


112


SEGNO UNICO A SINGLE SIGN Affrontare i cambiamenti di mercato proponendo innovazione. Un esempio di quello che ormai è diventato il dogma dei nostri giorni - nonché la principale soluzione per superare le sfide dettate dall’attuale situazione economica - arriva dall’azienda italiana Albed, che dal 1964 produce porte, pareti modulari e complementi d’arredo di alta qualità e che negli ultimi anni, grazie a una brillante strategia di marketing rivolta al mondo della progettazione, ha rivoluzionato l’idea legata a questa tipologia di prodotti, sviluppando non semplici oggetti, ma soluzioni pensate per integrarsi nell’architettura e arredare con eleganza qualsiasi ambiente. Dopo il modello brevettato Integra, unica porta a battente filo muro su entrambi i lati, l’azienda ha presentato alla scorsa edizione del Salone del Mobile di Milano la porta a battente Filum, frutto della consolidata collaborazione con il talentuoso designer Brian Sironi. Realizzata con pannelli in vetro in differenti finiture e telaio in alluminio naturale, ossidato bronzo, verniciato bianco o anodizzato nero - questo modello è stato disegnato - come ha spiegato Sironi - seguendo un segno unico, che persegue la continuità formale tra lo stipite e il profilo della porta.

Innovation as the way to overcome the market challenges. An example of the application of this dogma of our present day society - which is also the main solution to overcome the difficult economic situation - comes from the Italian company Albed - manufacturing high quality doors, room dividing systems and furnishing elements since 1964 - which in recent years, thanks to a brilliant marketing strategy addressed to the world of design, has created a real breakthrough in the traditional concept of these products by developing, instead of simple objects, true solutions designed to be integrated in the architecture and to enrich with elegance any environment. After the patented model Integra, the only swing door flush to both wall sides, the company presented at the latest edition of the Milan Furniture Show the new swing door Filum, resulted from the established collaboration with the talented designer Brian Sironi. Made with glass panels available in different finishes and aluminium frame - available natural, oxidized bronze, white painted or black anodized - this model has been designed - as Sironi explained following a single sign which pursues the formal seamless continuity between the jamb and the door profile. Davide Spadari

113


La parte in vetro della nuova porta a battente Filum è complanare al muro, mentre la parte in alluminio fuoriesce: lo stipite si stacca dal muro con uno spessore minimo, ma si raccorda poi con la porta stessa, creando un oggetto unico. Questa volta con Filum è stato rivisto il concetto di profilo, che da elemento a sé stante diventa protagonista della porta, base del progetto e parte integrante dello stipite-coprifilo. Il risultato è una porta che si adatta con estrema facilità a qualsiasi tipo di ambiente grazie alla linearità e al minimalismo che la caratterizzano: una continuità che crea armonia fra le parti e genera sintesi formale. In collaborazione con il Centro Ricerche e Sviluppo interno all’azienda, Brian Sironi ha progettato anche la maniglia e il relativo supporto, rivoluzionandone il concetto e le tradizionali dimensioni. La soluzione proposta risulta essere molto più sottile rispetto allo standard presente sul mercato: un accessorio strutturale che accentua ulteriormente l’essenzialità e la purezza formale di questa porta.

114

The glass part of the new swing door Filum and the wall are coplanar, while the aluminium part emerges: the thickness of the detachment of the doorjamb from the wall is slightest, then it joins the door to form with it a unique object. This time with Filum the company has reviewed the traditional concept of profile, turning it from a simple component into the main element of the door and the basis of the design, perfectly integrated with the jamb and the door frame. The result is a door that fits every environment and every style thanks to its linearity and minimalism: a continuity that creates a formal synthesis and a balance between the parts. In collaboration with the company’s Research and Development Centre, Brian Sironi also designed the handle and its support, renovating their concept and the traditional size. The proposed solution is much more subtle than the standard available on the market: a structural accessory that further emphasizes the essentiality and the formal rigour of this door.


115


EVENTS

Maximum Showroom GRANITIFIANDRE, CASTELLARANO, MAY 2013 L’azienda, leader nella produzione di gres porcellanato di alta gamma per pavimenti e rivestimenti, ha inaugurato lo scorso maggio presso la propria sede di Castellarano un originale spazio espositivo di oltre 250 mq esclusivamente dedicato alle lastre Maximum. Il grande formato di queste lastre, che con un’area di 4,5 mq per ogni singola lastra abbinato a uno spessore minimo di 6 mm offre potenzialità tutte da esplorare al mondo dell’architettura, non poteva che ispirare i due giovani architetti Lukasz Zagala e Przemo Lukasik dello studio polacco medusagroup a creare uno spazio dalle forme avveniristiche e dal forte impatto visivo. Un corpo centrale catalizza l’attenzione e rimanda, con i suoi intagli, alle forme che si succedono nella pavimentazione e nel rivestimento, formando a grandi lettere il nome della collezione. Attorno alla dinamica struttura centrale, che richiama ed espande la forma del prisma simbolo dell’azienda, ruota l’esposizione completa della gamma Maximum, che spazia dai marmi ai materiali di ispirazione urbana. Accanto si sviluppa un’area separata che nasce come laboratorio creativo, in cui architetti e committenti potranno incontrarsi e considerare le diverse p o ssib ilità offer te dai m a teria li Maximum.

116

The leading manufacturer of high-end porcelain tiles for floors and walls opened last May in its headquarters in Castellarano a high-impact 250 sqm showroom entirely dedicated to the exhibition of the Maximum tiles collection. The exceptionally large size of these tiles - offering a great potential to the world of architecture with the 4.5 smq area of each single tile combined with a 6 mm minimal thickness - could only inspire young architects Lukasz Zagala and Przemo Lukasik of Polish studio medusagroup to design a futuristic space with a strong visual impact. A central structure, which captures the attention, reflects, with its cuts, the same shapes created on the flooring and the walls, forming in giant letters the collection’s name. This dynamic central structure, which recalls and expands the prism shape of the company’s logo, is surrounded by the exhibition of the vast Maximum collection, ranging from marble to urban-inspired contemporary materials. Next to the showroom there is a separate area set up as a creative workshop where architects and clients can meet and consider the different possibilities offered by the Maximum materials.


EVENTS

Il magazine più trendy per essere informati su novità e tendenze di architettura e interior design. Stile italiano. Contenuti internazionali. The trendiest magazine to be informed on the latest news and trends on architecture and interior design. Italian Style. International contents.

SUBSCRIPTIONS OUTSIDE ITALY For subscription to IQD from outside Italy At the annual price (4 issues) of : Euro 64,00 by ordinary Mail Euro 88,00 by Air Mail please apply to: Verbus Editrice Viale Murillo, 3 I - 20149 MILANO Tel. +39.02 4036605 Fax +39.02 40094420 edit@verbus.it Indicating if you prefer to pay: - by cheque to be sent to Verbus Editrice - by bank transfer (ask for bank data)

ABBONAMENTI DALL'ITALIA Per abbonarsi a IQD dall'Italia al costo annuale (4 numeri) di Euro 32,00 rivolgersi a: Verbus Editrice Viale Murillo, 3 I - 20149 MILANO Tel. +39.02 4036605 Fax +39.02 40094420 edit@verbus.it Indicando se si preferisce pagare a mezzo: - bollettino postale su C.C. n° 71010961 - allegando assegno non trasferibile intestato a Verbus Editrice - a mezzo versamento su conto corrente (vi verranno comunicati i dati bancari)

117


EVENTS

ÁLVARO SIZA. VIAGEM SEM PROGRAMA THE 2013 CROATIAN EXPERIENCE Il progetto espositivo dedicato al lato p iù intim o e m eno co no sc iuto dell’architetto portoghese Álvaro Siza precedentemente esposto alla 13. Mostra Internazionale di Architettura - la Biennale di Venezia fino al 25 novembre 2012 - ha proseguito il suo cammino in Croazia, prima a Dubrovnik e in seguito a Zagabria. La mostra itinerante, organizzata dall’associazione culturale Medicina Mentis, in collaborazione con Oris - House of Architecture e con la partecipazione di Dumbo Design Studio, ha ospitato i disegni provenienti dalla collezione Viagem Sem Programa e una selezione di schizzi realizzati da Álvaro Siza durante i suoi numerosi viaggi compiuti in terra dalmata. Il percorso espositivo - hanno commentato i curatori Greta Ruffino e Raul Betti documenta la passione che l'architetto Siza ha coltivato nel corso di tutta la vita per il disegno, la sua straordinaria

118

memoria visiva e un modo tutto personale di guardare il mondo che, attraverso la matita o una semplice penna bic, rievoca gli anni della giovinezza, i viaggi in giro per il mondo e i momenti di convivio e di libertà dal lavoro trascorsi con gli amici più cari. L’esperienza è stata raccolta in un omonimo volume, stampato su carta ecologica Crush, che presenta i 53 straordinari disegni e ritratti del grande maestro lusitano, accompagnati dal testo integrale dell’intervista realizzata dai due curatori nel 2011 presso il suo studio di Porto e tradotta in 4 lingue. Un’occasione per conoscere, attraverso un avvincente racconto in prima persona, l’intima relazione che da sempre lega Siza al disegno, vissuto come progetto, liberazione, registro e forma di comunicazione, dubbio e scoperta, riflesso e creazione, gesto contenuto e utopia.

The exhibition dedicated to the most personal and less known aspects of the Portuguese architect Álvaro Siza moved from Venice – where it was held at the 13th Venice Architecture Biennale until 25 November 2012 - to Croatia, first in Dubrovnik and then in Zagreb. The exhibition, organized by the Medicina Mentis cultural association in cooperation wih Oris - House of Architecture and with the participation of Dumbo Design Studio, presented the drawings from the Viagem Sem Programa collection and a selection of sketches made by Álvaro Siza during his numerous travels in Dalmatia. The exhibition - the curators Greta Ruffino and Raul Betti explain - documents the passion that architect Siza cultivated throughout his life for drawing, his extraordinary visual memory and his very personal way to look at the world, which, through a pencil or a simple Bic pen, represents his youth, his travels all

around the world and the convivial moments with the dearest friends. The experience has been collected in a book with the same title, printed on environmentally friendly Crush paper, which shows the extraordinary 53 drawings and portraits made by the great Lusitanian architect, completed by the full text of the interview made by the curators in 2011 in his studio in Porto and translated in four languages. It represents an opportunity to know, through a gripping first-person narrative story, Siza’s intimate relationship with drawing, experienced as project, relief, communication register and form, doubt and discovery, reflection and creation, restrained gesture and utopia.


EVENTS

119


EVENTS

CERSAIE DISEGNA LA TUA CASA BOLOGNA, 26 - 27 SEPTEMBER 2013 All’interno del 31° Salone Internazionale della Ceramica per l'Architettura e dell'Arredobagno di Bologna, nelle giornate di giovedì 26 e venerdì 27 settembre, nel TV Web e Press Village del Centro Servizi, progettisti dei più importanti periodici di interior design, tra cui IQD con l’architetto Paolo Balzanelli di Arkispazio, saranno disponibili per offrire consigli di progettazione e consulenze g ratuite ai privati intenzionati a ristrutturare o acquistare casa. Un’occasione unica per sistemare al meglio gli ambienti in base alle proprie esigenze e per scegliere le finiture di ceramica e dell’arredobagno più adatte al proprio gusto. Dopo il positivo debutto nel 2012, Cersaie ripropone l’iniziativa coinvolgendo quest’anno i seguenti periodici: ATCasa, QN - Soluzioni di Casa, R2Casa e casaweb.repubblica.it, La Stampa.it, Casa&Design, Il Messaggero Casa, GCasa, Casa Facile, Cose di Casa, Come ristrutturare la Casa, Il Bagno Oggi e Domani, Lavorincasa.it, www.leonardo.tv e Canale Leonardo TV Casa & Stili, Case di montagna, la Piscina, Case e Ville prefabbricate, Wellness Design, Home, IQD, Cer.Magazine, Gruppo L’espresso. L’altra grande novità di questa seconda edizione è la partecipazione, su base volontaria di alcuni espositori di Cersaie all’iniziativa.

HOLY SEE PAVILION 55. ART EXHIBITION BIENNALE, VENICE 1 JUNE - 24 NOVEMBER 2013

Within the 31st Internation Exhibition of Ceramic Tile and Bathroom Furnishings in Bologna, on Thursday 26 and Friday 27 September, inside the TV Web and Press Village at the Service Centre, designers of the most important interior design magazines, among which IQD with architect Paolo Balzanelli of Milan-based Arkispazio studio, will be at disposal of the public to offer free design advices when renovating or buying a home. It represents a unique opportunity for the visitors to arrange their home environments according to their needs and to choose the ceramic tiles and bathroom furnishings that suit their tastes. After its successful debut in 2012, Cersaie organizes again the initiative that involves this year the following magazines: ATCasa, QN - Soluzioni di Casa, R2Casa e casaweb.repubblica.it, La Stampa.it, Casa&Design, Il Messaggero Casa, GCasa, Casa Facile, Cose di Casa, Come ristrutturare la Casa, Il Bagno Oggi e Domani, Lavorincasa.it, www.leonardo.tv and Canale Leonardo TV Casa & Stili, Case di montagna, la Piscina, Case e Ville prefabbricate, We l l n e s s D e s i g n , H o m e , I Q D , Cer.Magazine, Gruppo L’espresso. The other new proposal of this second edition relates the voluntary participation of some exhibitors of Cersaie to the initiative.

Il buio dissipato al momento della Creazione rivive nell’opera che Studio Azzurro presenta per il primo Padiglione della Santa Sede in collaborazione con FMG Fabbrica Marmi e Graniti in occasione della 55. Esposizione Internazionale Arte di Venezia. Studio Azzurro interpreta la Genesi attraverso l’opera In Principio (e poi) progettata appositamente per il padiglione. Si tratta di un ambiente sensibile di 120mq dove un grande solido di pietra, rappresentato attraverso le lastre FMG Maxfine, si dischiude per essere illuminato da immagini immateriali che suggerendo il regno animale e quello vegetale attraverso voci, volti e gesti umani si animeranno al contatto delle mani dei visitatori.

120

The darkness dissipated at the time of Creation is recreated in the project that Studio Azzurro presents for the first Holy See Pavilion in partnership with FMG Fabbrica Marmi e Graniti at the 55th International Art Exhibition in Venice. Studio Azzurro interprets the Genesis through the work In the Beginning (and then), designed specifically for the pavilion. It is a 120 sqm installation in which a big solid made of rock, created using FMG Maxfine tiles, reveals to be illuminated by intang ible images suggesting the animal and plant kingdoms through human voices, faces and acts which come to life in contact with the visitors’ hands.



ARMONIA DI GESTI HARMONY OF DEEDS Frutto di una stretta collaborazione tra la committenza e il centro-stile Brummel, il recente progetto di interior design di una signorile residenza nel nord Italia ha puntato alla massima espressione di armonia tra i diversi elementi inseriti e i materiali utilizzati. Trasferendo la trentennale esperienza nella realizzazione di cucine, caratterizzate da ricerca stilistica, amore per le tradizioni e alta qualità produttiva, l’azienda vicentina ha sviluppato un progetto turnkey, dall’ideazione alla produzione sartoriale di tutti gli arredi dell’abitazione.

The recent interior design project of a mansion located in northern Italy, resulted from a close collaboration between the client and Brummel Design Centre, aimed at expressing an extreme sense of harmony between the different elements and materials. Applying its 30-year-old experience in the design and manufacture of kitchens, characterized by stylistic research, love of tradition and high quality production, the Vicenza-based company has developed a turnkey project, from the concept to the tailor-made production of all the furnishings of the house. Gianfranco Fusai

122


Per l’arredo della cucina e della sala da pranzo i progettisti hanno optato per Papillon, uno dei modelli di punta tra le collezioni Brummel, in cui l’elegante contrasto tra la laccatura bianca lucida madreperlata e la patina madreperlata esalta le venature del pregiato legno di rovere spazzolato. Per garantire un’armoniosa continuità tra gli ambienti, lo stesso modello è stato impiegato anche per vestire gli spazi dell’ingresso e del salotto, dove la finitura in rovere spazzolato è stata ulteriormente impreziosita da una patina oro e profili in foglia oro. L’ingresso è stato arricchito con un’elegante console e pregiata carta da parati e reso più ampio e luminoso dall’inserimento di numerosi specchi. Per la realizzazione del guardaroba, della cabina armadio e delle porte si è ricorsi al raffinato linguaggio del modello Contemporanea, che interpreta con stile le nuove tendenze del vivere moderno, in cui la piacevolezza visiva si abbina a benessere e praticità. Nella sala da bagno, frutto di una lunga ricerca di materiali di pregio ed eleganti accostamenti, il palissandro naturale è abbinato a top in vetro trasparente sopra un velo di foglia oro e a un tripudio di mosaici in calde e accese tonalità. L’estetica degli arredi è completata dalle cornici a soffitto che riprendono i modelli e dal contrasto con la pavimentazione in parquet di rovere. Per la zona notte la scelta è ricaduta sul modello Grand Gourmet laccato bianco lucido: qui le capacità creative dell’azienda hanno espresso il loro meglio nella cura di ogni singolo dettaglio, dalla realizzazione del divanetto a quella della boiserie e dall’angolo lettura alla scelta di carte da parati e tessuti di grande pregio.

For the kitchen and the dining room the designers have chosen the Papillon collection, one of the flagship products of Brummel, featuring an elegant contrast between the mother of pearl white glossy lacquer and the mother of pearl matt coating which highlights the grains of the brushed fine oak wood. To obtain a harmonious continuity between the environments, the same model has been used also in the entrance and the living room, where the brushed oak wood finish has been enhanced by a gold patina and golden leaf profiles. Numerous mirrors make the residence entrance, enriched with an elegant console and a sophisticated wallpaper, brighter and wider. To build the wardrobe, the wall-in closet and the doors the designers used the refined language of the Contemporanea model, which interprets with elegance the new trends of contemporary life, which combine a pleasure for aesthetics with a need of comfort and functionality. After testing different high quality materials and stylish combinations, the natural rosewood has been finally chosen for the bathroom furniture, combined with a clear glass top on a golden leaf layer and mosaics in warm and bright colours. The environments are complemented with frames on the ceilings, which recall the models, and by the contrast with the oak parquet flooring. For the bedroom the designers have opted for the white glossy lacquered Grand Gourmet model: here the creative skills of the company expressed its best in taking care of every single detail, from the small sofa to the panelling and from the reading corner to the fine wallpapers and fabrics.

123


THE MATERIALITY OF LIGHT

LA MATERICITÀ DELLA LUCE 124

In un cuore incandescente di fuoco materiali diversi si fondono per diventare materia in attesa che qualcuno dia lei una forma: è la suggestiva genesi del vetro con la sua affascinante storia di ialurgia che avvince l’uomo da oltre 5.000 anni. Particolarmente radicata in Italia, la tradizione della lavorazione del vetro ha dato vita nel corso dei secoli alla realizzazione di manufatti sempre più performanti nei più diversi settori. Tra le aziende che si distinguono nell’attuale panorama della trasformazione del vetro per la ricerca di nuove tecniche e un ineguagliabile grado di eccellenza del prodotto finale, Vetreria Resanese esprime da oltre 20 anni la passione per la lavorazione di questo materiale puro, seducente ed ecologico. A lei si rivolgono designer e architetti da tutto il mondo per vestire di vetro le loro visioni progettuali alla ricerca di preziosità fatte di riflessi, superfici e trasparenze. Le loro idee diventano realtà attraverso processi produttivi all’avanguardia e una profonda conoscenza delle più raffinate tecniche artigianali. Dopo il successo del mattone in vetro pieno presentato in diversi colori e finiture con il brand Poesia, lo scorso aprile, in occasione della Design Week milanese, è stata lanciata con un’installazione alla Triennale, curata dall’architetto milanese Paolo Balzanelli di Arkispazio, la nuova linea architetturale 1.7, nata dall’incontro con lo stesso architetto. Con il nuovo mattone di vetro colato in massa con foro centrale Monoforo di 1.7, sviluppato da una collaborazione tra l’azienda, l’architetto Balzanelli e l’ingegnere Valerio Cometti, Vetreria Resanese offre al mondo della progettazione un nuovo linguaggio al quale attingere per creare contropareti esterne, partizioni interne e quinte fatte di suggestioni, trasparenza e dalle potenzialità compositive illimitate.

Within a glowing heart fire different materials blend assuming a shapeless form: this is the genesis of glass with its fascinating history which has been charming the human being for over 5,000 years. Particularly strong in Italy, the tradition of glass working has given rise over the centuries to the production of increasingly high performance artefacts in different fields. Among the companies that stand out for new technologies research and for the excellence of the end product in the panorama of glass processing, Vetreria Resanese has been expressing its passion for this pure, seductive and ecological material for over 20 years. Designers and architects from all over the world come here to give a glass shape to their design visions, capturing the preciousness of glass, of its reflections, its surfaces, its transparencies. Their intuitions become reality through advanced innovative processes and a deep knowledge of the finest artisan techniques. After the success obtained with the solid glass brick presented in different colours and finishes with the brand Poesia, the company launched last April during the Milan Design Week, inside a solo exhibition at the Triennale curated by architect Paolo Balzanelli of Milan-based studio Arkispazio, the new architectural 1.7 line, resulted from the collaboration between the company and architect Balzanelli. The new solid glass brick with central hole Monoforo of 1.7 by Vetreria Resanese, designed by architect Balzanelli in collaboration with engineer Valerio Cometti, represents a new vocabulary to which interior designers and architects can resort for the creation of external counter walls, internal partitions and walls offering suggestions, transparency and modularity. Valerio Rossi


Alla scorsa edizione della più nota Design Week del mondo, all’interno di un’esposizione alla Triennale di Milano curata dall’architetto Paolo Balzanelli e formata da due setti neri ad esaltare la trasparenza del vetro, è stato presentato il nuovo brand 1.7 d i Nuova Vetreria Resanese. P rota g onista dell’installazione il nuovo mattone in vetro colato in massa e realizzato rigorosamente a mano Monoforo, facile da maneggiare grazie al foro centrale e in grado di offrire dinamici giochi di luce. Partendo dal mattone di vetro pieno nella sua forma classica e pura - spiega l’architetto Balzanelli - abbiamo sottratto materiale, l’abbiamo aggiunto, abbiamo creato raccordi curvilinei, superfici inclinate, geometrie secche. Il risultato è un oggetto dal design essenziale e contemporaneo, disponibile in quattro finiture, che parla di purezza e trasparenza, la cui superficie, caratterizzata da morbide ondulazioni, rivela la sapiente lavorazione artigianale che rende ogni pezzo unico e irripetibile. La massa di vetro cattura il percorso della luce - prosegue l’architetto lo imprigiona per un impercettibile istante per poi liberarlo di nuovo nello spazio, offrendo uno spettacolo ricco di suggestioni, fatto di riflessi, di rimbalzi inattesi e mutevoli. È affascinate pensare che questa frazione di tempo infinitesimale sia capace di offrire percezioni visive di intenso valore emozionale e sia allo stesso tempo quantificabile, riconducibile a un parametro scientifico, quello dell’indice di rifrazione del vetro, il cui valore medio è per l’appunto 1.7.

At the 2013 edition of the most famous Design Week, Nuova Vetreria Resanese presented its new 1.7 brand at the Milan Triennale inside an installation, designed by architect Paolo Balzanelli, formed by two black partition walls that enhanced the glass transparency. The installation was designed around the new Monoforo handmade solid glass brick, which offers a dynamic play of light and can be easily handled thanks to its central hole. Starting from the solid glass block in its pure and classical form architect Balzanelli explains - we have removed material, we have added material and we have created curved joints, inclined surfaces and sharp geometries.

The result is a pure and transparent brick, characterized by an essential and contemporary design and available in four finishes, whose softly curved surface reveals the clever craftsmanship which makes each piece unique and unrepeatable. The glass mass captures the ray of light - adds the architect - and imprisons it for an imperceptible moment before releasing it back into the space, offering a show full of suggestions, reflections, unexpected and changing bounces. It is fascinating to think that this infinitesimal fraction of time, able to offer visual perceptions of such an intense emotional value, can be at the same time quantifiable and reduced to a mere scientific parameter: that of the glass refraction index, whose average value is 1.7.

125


GREEN AND CHIC

128


Progettare green non deve essere semplicemente una moda, ma una scelta di responsabilità nei confronti dell'ambiente, fondata su solide basi di ricerca che partono dalla struttura del costruito, passano per l’impiantistica e i materiali per arrivare fino al disegno dello spazio e degli oggetti che lo animano - è stata la premessa dell’architetto Daniele Menichini alla presentazione del suo nuovo progetto, che combina l’architettura modulare di Green_Zero con l'interior design di Naturalmente Chic. Nel primo modello realizzato a Revine Lago, in provincia di Treviso, una suite di 60 mq racchiusa in un guscio in legno rappresenta un’originale visione del concetto di ospitalità diffusa e un innovativo sistema di ricettività alberghiera fortemente connessa con il territorio che, abbinando diverse tipologie abitative, permette di incrementare qualitativamente il panorama turistico globale.

Green design has not to be just a trend, but a philosophy of responsibility towards the environment, based on a steady research that involves the building structure, the plants, the materials and the design of the space as well of the objects that animate it - this was the premise of architect Daniele Menichini to the presentation of his new project, that combines the modular architecture of Green_Zero with the interior design of Naturally Chic. In the first model built in Revine Lago, near Treviso, a 60 sqm prefabricated suite enclosed in a wooden shell represents a real breakthrough in the hospitality sector and an original interpretation of diffuse hospitality, strongly connected with the territory, which, combining different types of modules, can increase the quality of the touristic sector. Serena Delucca

129


Green Zero è un sistema flessibile che, mantenendo inalterati i suoi principi di costruzione e funzionamento, può essere personalizzato in base alle esigenze della clientela e alle diverse collocazioni. Il modulo prefabbricato è dotato di un guscio strutturale realizzato completamente in legno con sistema a telaio e una stratigrafia, sia per le parti orizzontali che verticali, caratterizzata da elementi portanti e isolanti, che permettono il passaggio delle opere impiantistiche. La presenza di una camera di ventilazione, che consente di ottenere un assemblaggio specifico in relazione ai diversi contesti climatici, permette la classificazione del sistema in CasaClima A o CasaClima Oro. Il rivestimento esterno, realizzato con un sistema di tavole in legno a incastro, è rifinito superficialmente con un impregnante naturale. La struttura è completata da un lato con tubi di ferro che simulano l'incrociarsi dei tronchi: due di questi costituiscono i pilastri e due i discendenti per l'incanalamento e il recupero delle acque piovane, mentre gli altri hanno una funzione puramente scenografica. Nel rivestimento esterno è stato integrato un sottile pannello fotovoltaico che fornisce l'energia elettrica necessaria per il funzionamento di tutto il sistema impiantistico; tale pannello è abbinato a una pelle in laminato di zincotitanio, la cui facile lavorazione permette di adeguarsi perfettamente alle superfici curve del modulo e di ricavare tutti gli elementi tecnici necessari alla ventilazione, allo smaltimento e al recupero delle acque piovane. Una nuova forma dell’abitare dunque - ha sottolineato l’architetto Menichini - che sia per l’ospite anche un gioco educativo volto a fargli conoscere gli elementi meno evidenti del vivere green, senza dover rinunciare al comfort e all’eleganza della suite Naturalmente Chic e all’emozionalità della vacanza.

130

Green Zero is a flexible housing system which, starting from its construction and operation principles can be customized to meet the needs of the customer and of the different locations. The prefabricated module has a structural wooden shell with a frame system and a stratigraphy, for both horizontal and vertical parts, characterized by loadbearing and insulating elements which allow the housing of the plant works. Thanks to the presence of a ventilation chamber, allowing specific assembly in relation to the different climate contexts, the system can be classified as CasaClima A or CasaClima Gold. The outer skin, consisting of a system of interlocking wood boards, has been finished with a natural primer. The structure is complemented with a veranda enclosed by iron tubes which mimic a tree tangle: two of which are the pillars and two are used to channel the rainwater which will be recovered, while the others simply complete the scenery. A thin solar panel, that provides the electricity required to operate the entire plant system, has been integrated in the outer cover: this panel is combined with a zinc-titanium laminate skin whose easy processing allows it to perfectly follow the curved surface of the module and to obtain all the technical elements for the ventilation and for the disposal and recovery of rainwater. It is a new form of living - architect Menichini added which can become for the guest also a sort of educational game designed to let him know even the less visible elements of green living, without sacrificing comfort, emotions and the elegance of the Naturally Chic suite.


131


Photo: © Miran Kambic

A quattro anno dall’avvio della sua complessa progettazione, è stato inaugurato lo scorso maggio il nuovo Centro di Controllo del Traffico Aereo ATCC dell’aeroporto di Lubiana. Ogni scelta progettuale operata dallo studio sloveno Sadar+Vuga, a partire dalla collocazione della struttura di 2.350 mq al centro di un’area di 7.996 mq, è stata dettata da ragioni di sicurezza, legate alla natura dell’edificio, e dall’obiettivo di garantire 24 ore al giorno per tutto l’arco dell’anno il massimo della funzionalità operativa e del comfort, sia per i visitatori che per lo staff.

132

After four years from the beginning of its complex design, last May the new ATCC Air Traffic Control Centre of the Ljubljana airport was finally opened. Each design decision taken by Slovenian studio Sadar+Vuga, starting from the location of the 2,350 sqm building in the middle of a 7,996 sqm plot, was dictated by safety reasons, due to the nature of the institution it hosts, and by the need to grant operational efficiency and comfort for visitors and staff alike 24 hours a day all year around. Gabriele Dalla Torre


L’ESTETICA AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA AESTHETICS AT THE SERVICE OF SAFETY

133


Photo: © Miran Kambic

Il nuovo Centro di Controllo del Traffico Aereo ATCC dell’aeroporto di Lubiana, progettato dallo studio locale Sadar+Vuga, si presenta come una compatta struttura monolitica formata da tre parti: uno spazio pentagonale dedicato al controllo del traffico aereo e due ali laterali destinate ad ospitare gli uffici e le aree pubbliche. Una struttura centrale, anch’essa sviluppata su più livelli e progettata per accogliere la hall d’ingresso e gli spazi comuni, quali la mensa, una sala conferenze e una palestra, collega lo spazio pentagonale con le due ali. Al piano terra delle due ali si trovano un’altra grande sala conferenze e due aule, mentre gli uffici amministrativi sono stati collocati sui livelli superiori. Gli interni del centro sono organizzati su cinque diversi piani di sicurezza con controlli agli accessi a ciascun livello. Quanto più ci si allontana dalle fasce esterne con gli uffici amministrativi e ci si avvicina al nucleo del complesso, tanto maggiori diventano i livelli di sicurezza.

134

La stessa compattezza formale - spiegano gli architetti dello studio Sadar+Vuga - contribuisce, oltre che a ottimizzare l’efficienza energetica dell’edificio, anche a migliorarne la funzionalità. All’esterno la struttura è avvolta in fasce orizzontali che alternano vetrate color bronzo, su cui si riflette il paesaggio, a brise-soleil e parapetti in alluminio. Anche per le tonalità bronzo e panna dei rivestimenti esterni - proseguono i progettisti abbiamo optato per colori che riflettessero quel carattere di sicurezza e protezione legato alla destinazione d’uso del complesso. La copertura dell’edificio è formata da un sistema di tetti piani che riprende il gioco estetico dei frangisole e dei parapetti delle facciate e che garantisce una perfetta illuminazione delle aree interne, soprattutto dello spazio pentagonale, dove le funzioni di controllo del traffico aereo richiedono un comfort visivo ottimale.


135


136 Photo: Š Miran Kambic

Photo: Š Matevz Lenarcic


Photo: © Miran Kambic

The new ATCC Air Traffic Control Centre of the Ljubljana airport, designed by local studio Sadar+Vuga, appears as a compact monolithic structure consisting of three parts: an air control pentagonal space and two side wings which accommodate offices and public areas. A multilevel central area, designed to host the entrance lobby and common areas such as a canteen, a conference room and a gym, connects the pentagonal space with the two wings. At the ground floor of the wings there is another large conference room and two smaller rooms, while the administrative offices of the centre are located on the upper levels. Inside, the centre is organized by five different levels of security zones with access control at each passage. The further one moves from the outer edges with the administrative and rest areas towards the centre of the complex, the greater the security levels of the areas become. The same compact design - the architects of firm Sadar+Vuga explain - serves to optimize the energy performance of the building, as well as to enhance its operational efficiency. Outside, the structure is wrapped in horizontal belts which combine bronze glass, which reflects the surrounding landscape, with brise-soleil and aluminium parapets. Even for the bronze and cream colours of the façade - the designers add - we opted for shades able to visually reflect that character of security and protection strictly related to the activities of the centre. Echoing the same aesthetic play of the windows and the parapets of the façade, the centre’s roof is formed by a flat roof system which provides a perfect natural lighting of the interior areas, especially those of the pentagonal space, where the air traffic control functions require a optimum visual comfort.

137


L’AMMIRAGLIA DEI TUDOR THE TUDOR FLAGSHIP

Photo: © Luke Hayes

Il Mary Rose Museum ha aperto i battenti lo scorso 31 maggio a Portsmouth, negli stessi cantieri storici dove la Mary Rose, l’imponente nave ammiraglia dei Tudor - affondata nel 1545 e riportata alla luce nel 1982 venne costruita nel 1510. Nel museo, frutto della collaborazione tra i noti studi di architettura londinesi Wilkinson Eyre Architects e Pringle Brandon Perkins+Will, sono esposti per la prima volta i resti recuperati e restaurati della Mary Rose e i numerosi reperti archeologi ritrovati al suo interno, a formare la più ampia collezione al mondo di manufatti di epoca Tudor. Con l’obiettivo di regalare alla città un’architettura moderna in grado di rispettare ed esaltare l’importanza storica del luogo e dei reperti, i progettisti hanno realizzato una struttura che evoca nella sua forma ellittica la geometria toroidale dello scafo e nell’impiego del legname per il rivestimento della facciata lo stesso legno dell’imbarcazione. L’altezza e le dimensioni dell’edificio sono state determinate dalla scala delle architetture circostanti, così come il legno della facciata è stato tinteggiato di nero per mantenere una continuità con le costruzioni vernacolari delle rimesse nautiche.

138

The new Mary Rose Museum opened last May 31 in Portsmouth, in the same historic dockyard where the grand Tudor flagship Mary Rose - sunk in 1545 and then raised in 1982 - was built in 1510. The museum, designed by famous London based architectural firm Wilkinson Eyre Architects in collaboration with Pringle Brandon Perkins+Will, houses for the first time the recovered and restored hull of the Mary Rose together with many archaeological finds discovered inside the ship, which form the largest collection of Tudor artefacts. With the aim to create a modern architecture able to respect while enhancing the historic significance of the site and of the artefacts, the architects designed a pure elliptical form which echoes the toroidal geometry of the hull while the timber used for the façade casing is reminiscent of the timber of the ship. Care has been taken to keep the height of the Museum as low as possible to remain sensitive to the proportions and scale of the surrounding buildings and the timber has been stained black to reflect the vernacular boat shed architecture. Silvana Dunbar Roake


139


Photo: © Gareth Gardner

Il nucleo del progetto del Mary Rose Museum è costituito da uno spazio centrale, sapientemente disegnato per accogliere al suo interno la sezione originale di dritta dello scafo del Mary Rose, di fianco alla quale è stata ricostruita, su tre livelli, una sezione virtuale di babordo - con tanto di armi, cannoni, casse e cime originali - da cui è possibile ammirare la nave e la galleria con i suoi preziosi reperti storici. Su entrambi i lati sono stati costruiti due moderni padiglioni che ospitano, rispettivamente, la reception, la hall di ingresso, la caffetteria e un punto vendita sulla sinistra e un centro studi e la sala impianti sulla destra.

140

La composizione di questi spazi determina nel suo insieme un’architettura contemporanea dalla forma semplice ed armonica, che invita il visitatore ad entrare ed immergersi nell’esperienza della vita su di una nave del XVI secolo. La suggestione di trovarsi all’interno di una nave è rafforzata dalla presenza dalle passerelle che incorniciano la sagoma del ponte, da poppa a prua, e dai soffitti bassi del ponte inferiore. Gli ambienti interni sono volutamente oscuri, privi di luce naturale e con poca luce artificiale puntata sugli oggetti o celata nel corrimano della passerella per ricreare gli spazi cupi e angusti del sottoponte di una nave.

Quando si possiede un tesoro archeologico come quello del Mary Rose - ha commentato Chris Wilkinson, socio fondatore dello studio Wilkinson Eyre Architects - l’architettura assume un ruolo di importante supporto. Il compito di noi progettisti - ha aggiunto Chris Brandon, amministratore dello studio Pringle Brandon Perkins+Will - era quello di realizzare una vetrina espositiva per i resti della Mary Rose e per i suoi reperti, così abbiamo progettato un museo in grado di ricreare il più fedelmente possibile l’atmosfera e l’esperienza della vita a bordo di una nave di diversi secoli fa.


141

Photo: Š Luke Hayes


142

Photo: © Hufton+Crow


Photo: © Luke Hayes

The heart of the project of the Mary Rose Museum is a central box, carefully designed to accommodate the starboard section of the hull of the Mary Rose. Alongside it, a virtual port-side hull - complete with the original guns, cannonballs, chests, rope and rigging - has been reconstructed over three levels to view the ship and house the context gallery with its historic artefacts. Two rectangular pavilions are attached to each side of the main building, one housing the main entrance reception, a café and a shop, and the other is occupied by the Learning Centre and the main plant room.

The atmosphere of being on the ship is further enhanced by the walkways following the shape of the deck from stern to bow and by the low ceilings on the lower deck. The Museum spaces are deliberately dark with daylight excluded and the only lighting either focused on the objects or concealed under the walkway handrail, lighting the space and re-creating the dark claustrophobic spaces below decks. When you have an archaeological treasure like the Mary Rose - Chris Wilkinson, Founding Director at Wilkinson Eyre Architects said - the architecture of the building takes a significant supporting role. Our role - Chris Brandon, Principal of Pringle Brandon Perkins+Will added - was to create a showcase for the Mary Rose and her artefacts befitting their significance, so we designed a museum that would recreate as closely as possible the experience of being on board the ship hundreds of years ago.

Photo: © Gareth Gardner

The overall composition is a piece of contemporary Architecture featuring an elegantly simple form that encourages the visitors to enter and experience the life on board a 16th Century ship.

143


Inside Quality Design www.iqd.it JULY

SEPTEMBER 2013

Direttore Editoriale: Roberta Busnelli Direttore Responsabile: Vito Tramacere Art Director: Paolo Sostenio

Foto copertina / Cover: ANTONIOLUPI FRESCOS Collection, 2013 Particolare di una texture / texture detail Design by Pietro Gaeta, N.O.W. Lab

Graphic design: Studio Play Promoters: Bruna Bellini Cesare Cavallaro Michele Sofo Marketing: Carlo Chiarabini Correspondent in London: Silvana Dunbar Roake Press agency: Puntodoppio - Milano Traduzioni: Vertigo Translations Antonella Bertalmia Hanno collaborato a questo numero: Barbara Arlati, Cosimo Soffientini, Davide Spadari, Gabriele Dalla Torre, Gian Maria Greco, Gianfranco Fusai, Lea Andreoli, Leonardo Prieto Fandiño, Linda Mattei, Luciana Lombardi, Ludovico Levoli, Markus Görn, Paolo Armenise, Serena Delucca, Silvia Lopez, Stefano Galati, Valerio Rossi Editore: Verbus Editrice Viale Murillo, 3 I - 20149 Milano Tel. +39.024036605 Fax +39.0240094420 www.verbus.it e-mail: edit@verbus.it Tutti i diritti sono riservati. All rights reserved. È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’editore. Le opinioni espresse dagli autori e dai redattori non impegnano la Direzione della rivista. Stampa: Litosei Srl Via Rossini, 10 - 40067 Rastignano (Bo) info@litosei.com Autorizzazione Tribunale di Milano n. 607 del 21 settembre 2005. ISSN 1970-9250 Distribuzione in libreria: JOO Distribuzione Via F. Argelati, 35 - 20143 Milano Sole agent for distribution outside Italy AIE Agenzia Italiana di Esportazione Spa Via A. Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (Mi) www.aie-mag.com n. 1 fascicolo Euro 9,00 (solo Italia) n. 1 fascicolo arretrato Euro 14,00 (solo Italia) abbonamento annuo in Italia Euro 32,00 abbonamento annuo all’estero / yearly subscription abroad by ordinary Mail Euro 64,00 abbonamento annuo all’estero via aerea/ yearly subscription abroad by Air Mail Euro 88,00

144

INSERZIONISTI / ADVERTISERS ALBED AntonioLupi Antrax Barausse Brummel cucine Cersaie Bologna Civic Cleaf Ferri Mobili Gaber I Dogi Inglas Vetri Iris Ceramica Jove MADEexpo Milano Maison&Objet Paris Martinelli Luce Martini Mobili Pellini Pellitteri Saint Pierre Sampietro 1927 Sicam Pordenone Vaselli Spirito Pietra Vetreria Resanese Vgnewtrend Voltolina

II Cover 6-7 13 III Cover 8-9 29 21 23 28 15 IV Cover 31 27 106 75 14 81 24 - 25 10 - 11 121 17 26 32 97 19 33 35

Nel contattare le aziende inserzioniste, Vi ringraziamo per citare IQD Inside Quality Design come fonte. Per informazioni su altre aziende menzionate in questo fascicolo potete rivolgervi alla casa editrice. When contacting the advertising companies, we thank you in advance for citing IQD Inside Quality Design as source. For information on other companies mentioned in this issue you can apply to the publisher.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.